E'Africa n. 03 - settembre 2008

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BAMBINI CHE NON POSSONO GIOCARE A Beira, in Mozambico, Medici con l’Africa Cuamm sta realizzando un progetto di lotta alla malnutrizione e all’Hiv nei bambini. In queste pagine il racconto di un nostro medico e della “magia” di essere pediatri in Africa. Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN E AFRICA NUMERO 3 | SETTEMBRE 2008 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

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Bimestre di informazione Cuamm Solidarietà di Medici con l'Africa Cuamm

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BAMBINICHENONPOSSONOGIOCAREA Beira, inMozambico,Medici con l’Africa Cuamm sta realizzando un progetto

di lotta alla malnutrizione e all’Hiv nei bambini. In queste pagineil racconto di un nostromedico e della “magia” di essere pediatri in Africa.

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ENRICOBOSSAN

EAFRICANUMERO 3 | SETTEMBRE 2008

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMM

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ÈAFRICADIRETTORELuigi Mazzucato

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea BorgatoDante CarraroMarcello EnioSerena ForesiFabio ManentiLinda PreviatoBettina Simoncini

FOTOGRAFIENicola BertiEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

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via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuamm èonlus. Le offerte inviate sonoquindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

DALL’ALBUM DEL CUAMM

Nel gennaio 1978 parte il primo gruppo di medici Cuamm per il Mozambico.Il secondo gruppo li raggiunge in aprile. Continua da trent’anni l’intervento di Medicicon l’Africa Cuamm nel paese, a fianco delle fasce più povere della popolazione.Diverse le province che hanno visto l’impegno dell’ong padovana: Nampula, Niassa,Zambesia, Sofala, Gaza e Maputo. Nel 1993 è iniziato un intervento di emergenzanella provincia di Sofala, poi trasformato in un progetto di sviluppo. Ancora oggiMedici con l’Africa Cuamm è presente nel paese con 17 volontari.

MEDICICON L’AFRICACUAMM

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

INPRIMOPIANO BAMBINI EROI CONTROAIDS EMALNUTRIZIONE A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS RIFIUTI TOSSICI, UNA STORIA CHE SI RIPETEPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

I PRIMIMEDICI INMOZAMBICOACCOMPAGNATI DAL PROF. DALLAGO

Giochi nella fontanadei giardini, Pretoria,Sudafricafoto di Enrico Bossan

1978

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GNI ANNO, NEL MONDO, QUASI 500.000 DONNE MUOIONO DI PARTO, e la maggioranzadi loro vive in Africa. Questo non è accettabile. Circa dieci milioni di bambini,all’anno, muoiono per malattie facilmente curabili, soprattutto in Africa. Nonè giusto. Si stimano 25 milioni di persone colpite dall’Hiv in Africa: non è tol-lerabile. Come persone e come cristiani, impegnati nella difesa della salutedei più poveri, non possiamo accettare la fragile e delicata situazione sanitariadi questo continente.

La spesa sanitaria dei paesi ricchi si aggira intorno ai 2.000 dollari pro capite all’anno, quella deipaesi dell’Africa sub-Sahariana è in media di 37 dollari, ma la metà di essi ne spende meno di 15.Sono cifre che non consentono di offrire i servizi basilari alla popolazione, specie più povera.

D’altra parte è evidente a tutti che lo scenario internazionale non aiuta a garantire risposte con-crete ed efficaci, perché troppi sono gli attori e le modalità di aiuto, che rischiano molto spessodi indebolire i sistemi sanitari dei Paesi in via di sviluppo. Basti pensare che oggi convivono piùdi 15 agenzie delle Nazioni unite, 40 agenzie di cooperazione bilaterale, la cooperazione del-

l’Unione europea, una ventina di iniziative globali e regionali,fondazioni filantropiche, diverse per etica, stile, approccio e capa-cità operativa. A questo si sommano altre grandi contraddizioni.Per esempio quella tra le dichiarazioni di adesione, da parte deipaesi donatori, agli impegni accettati a livello internazionale peril supporto ai paesi poveri e il loro effettivo rispetto in termini dirisorse finanziarie e umane.

Di fronte a una realtà così frammentata e in cui è spesso diffi-cile orientarsi, Medici con l’Africa Cuamm, dopo un intenso con-

fronto esterno ed interno, ha redatto il “Piano strategico 2008-2015”: un documento per tracciareil cammino dei prossimi anni, per non perdere la rotta che ci ha ispirato e guidato in questi quasi60 anni di lavoro in Africa, per contribuire alla realizzazione del diritto alla salute per i poveri nelcontesto dell’Agenda del Millennio.

Crediamo che la strada sia quella di avere a cuore la salute, in particolare delle mamme e deibambini, sostenendo i sistemi sanitari, favorendo servizi ospedalieri e sul territorio efficienti eaccessibili anche ai più poveri, privilegiando le cure primarie e la formazione del personale.

Ci siamo dotati di un Piano strategico perché vogliamo essere “liberi” di seguire la direzionedello sviluppo vero e condiviso “con” l’Africa, senza cedere alle lusinghe dei finanziamenti facilio alle scorciatoie dei risultati immediati. Un Piano strategico in grado di delineare la rotta delnostro impegno per i prossimi anni, capace di scaldare i nostri cuori, di illuminare le nostre mentie dare forza all’operosità delle nostre mani.

Spesso rischiamo di essere solidali solo “per paura”: abbiamo paura dell’altro, del futuro, delmondo che abbiamo davanti. Noi siamo impegnati a costruire un mondo che ha il coraggio dipensare al proprio futuro con fiducia e apertura, con generosità e con la cura appassionata dei piùpoveri.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

LIBERIECOERENTIPER SEGUIRE UNAROTTA TRACCIATA

EDITORIALE

O

Pubblicato in tre lingue, ecco: il “Pianostrategico 2008-2015. Rafforzare i sistemisanitari: il contributo di Medici con l’AfricaCuamm alla realizzazione del dirittoalla salute per i poveri nel contestodell’Agenda del Millennio”.

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REUTERS/STRNEW

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Dopo 16 anni, lo scorso5 settembre l’Angolaè tornata a votare.Le elezioni si sonosvolte in un clima tesoe difficile. Nella foto,Isaias Samakuva,il capo dell’UNITA(Unione nazionale perl’indipendenza totaledell’Angola) mentremostra la sua schedaelettorale dopo avervotato. Le elezioni sonostate vinte dall’MPLA(Movimento popolareper la liberazionedell’Angola), il partitodel presidente in carica,José Eduardo dos Santos,che ha ottenuto quasil’82% dei voti.Ma l’opposizionedenuncia brogli elettorali.(Reuters)

ANGOLAAL VOTO

FOTONOTIZIA

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REUTERS/PHILIM

ONBULA

WAY

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FOTONOTIZIA

L’attuale crisi alimentaresta colpendo moltoduramente i paesipiù poveri dell’Africa.La Banca centraledello Zimbabwe haintrodotto una nuovavaluta: i 100 miliardidi dollari zimbabwani.Oggi un uovo costa35 miliardi di dollarizimbabwani, ovvero0,44 euro.(Reuters)

CRISIALIMENTARE

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«ICASI PIÙ DELICATI SONO I BAMBINI chevengono per la prima visita, inviatida altri reparti o da strutture sanita-rie nel territorio perché sospetti o

diagnosticati sieropositivi. C’è bisogno del-l’intervento congiunto del medico, dello psi-cologo e dell’assistente sociale per aiutare igenitori ad accettare la situazione (spessoè il momento in cui i genitori scoprono chesono malati anche loro) e a sentirsi parteintegrante di uno staff che lotta per la salu-te del loro bambino. In questa prima visita èfondamentale la comunicazione con i geni-tori per infondere speranza altrimenti si ri-schia di perderli. Per molti genitori Hiv/Aidssignifica morte perché solo da pochi annisono disponibili gli antiretrovirali in Mo-zambico e nella Provincia di Sofala, che haun tasso di sieroprevalenza del 23% (30%

BEIRA. 3.192 bambini ricoverati nel repartodi Pediatria, 1.286 in quello di Isolamentodell’Ospedale centrale di Beira, 4.104 bam-bini seguiti nei Centri di salute, 2.775 registratinelle Consulte nel territorio… ottimi risultati per ilprogetto di Medici con l’Africa Cuamm.

nella città di Beira). Ogni abitante ha giàvisto più di un membro della famiglia mori-re di Aids. Significa anche vergogna, perchéè una malattia trasmissibile per via sessua-le, sentita con sentimenti di colpevolezza»racconta Maria Laura Mastrogiacomo, pe-diatra a Beira, capo progetto del program-ma di lotta alla malnutrizione e all’Hiv neibambini della Provincia di Sofala.

Medici con l’Africa Cuamm ha avviatoquesto progetto da alcuni anni: in checosa consiste?«È diviso in due componenti: una ospeda-liera e una territoriale. In ospedale a Beira sicerca di migliorare non solo la parte medica,ma anche la parte di appoggio psico-socialee il follow up dei bambini. La malnutrizionee l’Hiv/Aids sono estremamente legati allecondizioni di vita dei bambini. Nel territo-rio concentriamo la nostra azione sulla visi-ta dei bambini più vulnerabili, quelli che,per ragioni varie, rischiano la malnutrizione(orfani, gemelli, bambini sotto-peso, figli dimadri con la tubercolosi o sieropositive…).Ci sono una serie di misure semplici e poco

IN PRIMO PIANO MOZAMBICO

BAMBINI EROICONTRO AIDS E MALNUTRIZIONE

DI ELISA BISSACCO

Reparto di maternità, Ospedale centraledi Beira, Mozambico.Una mamma con il suo bambino appenanato. La trasmissione verticale, da madrea figlio, dell’Hiv/Aids è una delle modalitàpiù frequenti con cui la malattia si diffondetra la popolazione. Ma è anche facilmenteprevenibile. Spesso le donne non voglionosottoporsi al test pre-parto, per pauradi essere marchiate dalla comunitàe abbandonate. Eppure, se una donnasieropositiva, durante il parto, assumefarmaci poco costosi, riduce di oltreil 60% la possibilità che il suo bambinonasca già malato.

«Ho visto di cosa è capace l’uomo nel peggio, maanche nel meglio. Quando un popolo tocca il fondo,esce fuori l’estremo dell’umanità. L’uomo qualunquediventa o un mostro o un eroe. E ho conosciutomigliaia di eroi, con piccoli atti di solidarietàstraordinari. È la “magia” del fare il medico in Africa».

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costose che bisogna far adottare dalle madriper ridurre il pericolo di malnutrizione e ditrasmissione dell’Hiv».

La giornata diMaria Laura trascorre alter-nando le visite in ospedale, tra il Day hospitalpediatrico e il reparto di Malnutrizione e ilcoordinamento del lavoro sul territorio, svol-to da un volontario di Medici con l’AfricaCuamm e due infermiere locali, e gli incon-tri con i responsabili sanitari provinciali edistrettuali. «Sia il lavoro in ospedale, acontatto con i malati, sia quello di salutepubblica nel territorio, orientato quindi allaprevenzione, sono indispensabili. L’interven-

to di salute pubblica permette di agire a unlivello più ampio e di ottenere risultati sularga scala. La pianificazione, supervisionee formazione del personale locale aiuta ilsistema sanitario mozambicano a funzio-nare meglio. Noi non offriamo il servizio,ma aiutiamo a migliorarlo. L’Aids in Mo-zambico ha distrutto intere famiglie, la-sciando moltissimi orfani e riducendole inpovertà estrema. Ma oggi l’Hiv non è piùuna condanna a morte. Forse potrà origi-nare una spinta perché le persone si pren-dano in carico la propria salute e lottinocontro lo stigma e la discriminazione».

Alcuni dati raccolti nel 2007 dimostra-no l’utilità del progetto e di questo mix vin-cente. Sono stati 3.192 i bambini ricoveratiin Pediatria medica dell’Ospedale centraledi Beira e 1.286 in Isolamento. Inoltre, loscorso anno, si è assistito a un notevole au-mento delle registrazioni nelle Consulte deibambini a rischio: dai 1.031 del 2006 ai2.775 del 2007 (+169,2%); l’incrementomaggiore riguarda il numero dei bambiniesposti ad Hiv: da 331 a 1.679 (+407,3%).

«Arrivano in ospedale bambini comeSonia: 5 anni, 6 chilogrammi di peso. Mal-nutrita e malata di Aids all’ultimo stadio

ENRICOBOSSAN

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piove di notte devono alzarsi in piedi, met-tersi sotto le lamiere e aspettare che smetta.In un angolo c’è una pentola vuota. Vicinoun “fornello” formato da tre pietre messe atriangolo. Senza carbone né legna tra le pie-tre. Quel giorno, alle tre del pomeriggio ave-vano già consumato il loro unico pasto gior-naliero. Siamo ritornati subito in città, conl’assistente sociale, per comprare un mini-mo di cose, perché la bambina potesse pas-sare lì i giorni che ci servivano a trovare unasoluzione: stuoie, coperte, recipienti per ilmangiare, tanica per l’acqua, un secchio perlavare, alimenti. L’assistente sociale ha pre-sentato la richiesta all’orfanotrofio dello Sta-to perché prendessero Sonia, ma non accet-tano bambini con più di cinque anni. Èriuscita però a ottenere un aiuto alimentare.Nonostante gli sforzi, non c’era la garanziache Sonia continuasse la cura. L’Aids se lasarebbe portata via.

Dopo vari tentativi, riusciamo a trovare unorfanotrofio che può accettarla e una realtàche si occupa di assistenza ai bambini, che of-fre loro un appoggio e li manda a scuola.

Per quanto triste e difficile possa essereuna situazione, in Africa la speranza è il sen-timento dominante. A volte basta davvero po-co per trasformare la vita di un bambino, perdare un futuro, per far rinascere un sorriso».Dopo i primi risultati registrati nella provinciadi Sofala con questo progetto, Medici conl’Africa Cuamm intende estendere l’interven-to anche alla vicina provincia di Nampula, inmodo da aiutare molti più bambini.

SPEDALE CENTRALE DI BEIRA, 2007: 3.192 BAMBINI RICOVERATI in Pediatriamedica; 1.286 quelli nel reparto di Isolamento. Territorio della Pro-vincia di Sofala: 2.775 bambini registrati nelle Consulte; 4 nuovi Dayhospital aperti in altrettanti Centri di salute, dove sono stati seguiti4.104 bambini solo nel 2007. I bambini che hanno cominciato la te-rapia antiretrovirale sono stati 480.

Tutto questo e molto ancora è stato possibile grazie al progetto con-tro la malnutrizione e l’Hiv/Aids nei bambini, realizzato da Medici conl’Africa Cuamm e che interessa tutta la Provincia di Sofala. «Risultaticosì incoraggianti ci hanno spinto ad allargare le attività anche allaprovincia di Nampula dove si vuole replicare l’intervento, per raggiun-gere il maggior numero di bambini», spiega Egidio Bosisio, referentedi Medici con l’Africa Cuamm per il Mozambico.

La situazione sanitaria della provincia di Nampula è molto allar-mante: non ci sono servizi adeguati e gli indicatori della malnutrizionenei bambini sono preoccupanti.

L’obiettivo del progetto è quindi quello di promuovere lo sviluppo deiservizi sanitari dedicati ai bambini con Hiv/Aids e di implementare iltrattamento della malnutrizione acuta grave, nei distretti di Moma,Angoche e Mogovolas. Questo sarà possibile attivando e potenziando,attraverso l’inserimento di personale sanitario e la formazione di quel-lo esistente, le diverse consulte pediatriche e sostenendo l’espansionedei servizi di prevenzione della trasmissione dell’Hiv da madre a figlio.Per estendere l’intervento anche alla provincia di Nampula sono

necessari 87.000 euro. I bambini malnutriti del Mozambico hannobisogno ancora di tutto l’aiuto possibile.

SCHEDADA SOFALA A NAMPULA L’INTERVENTO SI ALLARGA

O

ENRICOBOSSAN

IN PRIMO PIANO

Malato di Aids, Mozambico

– riprende Mastrogiacomo –. Accompagnatada Joao, un cugino di 18 anni, che la lava, lacoccola, le dà da mangiare. Sonia e Joao ri-mangono nel reparto di Pediatria dell’Ospe-dale di Beira per due mesi. Assieme a tantialtri bambini malati (cinque per letto) e allemamme che invece dormono per terra – con-tinuaMaria Laura –. Terminata la cura per lamalnutrizione, Sonia può cominciare il trat-tamento per l’Aids, ma c’è bisogno di qualcu-no che garantisca la continuità (si deve assu-mere un farmaco ogni giorno, per tutta lavita). Scopriamo così che nel 2006 ha persoil papà a causa dell’Aids. La mamma con ledue figlie si trasferisce dalla sorella (madredi Joao). Dopo poco muore anche lei e a se-

guire anche la mamma di Joao. Tutti di Aids.Ora vivono insieme: Joao, un fratello di unanno più grande, una cugina di nove anni, or-fana pure lei, Sonia di cinque anni e la sorel-la di Sonia di otto anni. Quando Sonia vienedimessa l’accompagniamo per capire megliole condizioni. Troviamo la sorellina e la cugi-na da sole in quella che loro chiamano casa.Una baracca coperta solo parzialmente dalamiere rotte. Il suolo è di terra. Non ci sonomobili. Non c’è nessun posto dove posare imedicinali. Non ci sono letti. Per dormire ibambini utilizzano una stessa e unica stuo-ia rotta. Si contendono una sola copertastracciata, che può a malapena coprire unapersona. Quando piove si allaga tutto. Se

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLAAVANTI TUTTA CONTRO LA TBSono stati mesi di intenso lavoro questi per i volontari di Medici con l’AfricaCuamm in Angola che hanno partecipato all’“Ottava ronda del Global Fundper il controllo della tubercolosi”. Che cosa significa? Che Medici con l’Africa

Cuamm ha collaborato con il Programmanazionale di controllo della tubercolosi perstendere le linee strategiche e la propostada presentare al Global Fund, in primoluogo, e poi si è reso disponibile perimplementare il progetto. Significa che,se il progetto sarà approvato, Medicicon l’Africa Cuamm sarà coinvolta

nell’intervento di lotta alla Tb da 11 a tutte le 18 Province dell’Angola.La sfida più grande resta quella di garantire l’identificazione tempestiva deicasi e l’aderenza al trattamento fino alla guarigione del malato. Per questoè prevista l’intensificazione delle attività sul territorio di carattere comunitarioe di coinvolgimento dei leader tradizionali. In caso di approvazione da partedel Global Fund, Medici con l’Africa Cuamm assumerebbe il ruolo di affianca-mento alla Direzione nazionale del Programma, di formazione e supervisionedelle risorse umane impegnate ai vari livelli (nazionale, provinciale, municipale),sia dal punto di vista gestionale, sia da quello diagnostico e terapeutico.

ETIOPIAIL NUOVO REPARTO DI ORTOPEDIACompletati i lavori di costruzione di un nuovo reparto di ortopedia e di duesale operatorie dedicate all’ortopedia nell’ospedale di St. Luke di Wolisso.Un passo in più del progetto di Riabilitazione motoria, finanziato dal gruppo“Amici di Padre Pretto e fratel Fiocchi” di Padova. L’11 ottobre alla presenza

delle autorità sanitarie e religiose locali e dei donatorisi tiene l’apertura ufficiale della struttura, perfettamentefunzionante. Insieme a questa, grazie al contributo delRotary Club di Abano e Montegrotto e di Cbm Italia, èstata realizzata una nuova costruzione a completamentodelle attività ambulatoriali dell’ospedale, che ospiteràuna sala visita di otorinolaringoiatria, due ambulatoridentistici con un piccolo laboratorio dentistico e una

clinica oculistica, con annessa sala operatoria dedicata. Queste due nuovestrutture qualificano ulteriormente l’ospedale di Wolisso come centro di riferi-mento e di eccellenza specialistica dell’intera regione Oromia.

MOZAMBICOPIANIFICAZIONE PIÙ COLLEGIALE E CONDIVISAAl via il nuovo anno accademico nell’Università cattolica del Mozambico,a Beira, che vede un rafforzamento della presenza di Medici con l’AfricaCuamm a supporto della formazione degli studenti della facoltà di Medicina.Accanto a tre specialisti a tempo pieno e continuativo sono stati inviati due

specialisti in cardiologia per realizzare unmodulo di insegnamento specifico. Inoltre,grazie alla disponibilità di un nuovo finan-ziamento concesso dalla Cei, è statopossibile sostenere gli stage per gli studentidel quinto anno, con rotazioni di seisettimane, negli ospedali rurali della

Provincia di Sofala. Allo stesso tempo sono state erogate le borse di studioe i sussidi per gli alloggi agli studenti del primo anno che hanno particolarinecessità economiche per garantirsi il diritto allo studio. All’inizio di questoanno è stato anche nominato un nuovo decano della facoltà di Medicina: sitratta del dottor Josefo Ferro che in passato aveva ricoperto il ruolo di direttoredell’Ospedale di Beira e aveva a lungo collaborato nella realizzazione di diversiprogetti di cooperazione sanitaria di Medici con l’Africa Cuamm.

KENYAUN SOSTEGNO SEMPRE PRESENTE«Il paese è ancora frastornato da tutte le vicende politiche che lo hannosconvolto dall’inizio dell’anno in seguito agli scontri post-elettorali e soltantoin alcune zone si respira aria tranquilla, mentre ben visibili sono ancora

le ferite causate dalla violenza e chissàcosa avrà lasciato nell’anima e neicuori della gente – raccontano Barbarae Stefano Zani, del Gruppo di Medicicon l’Africa Jenga Insieme, appenarientrati da una missione –. Le attivitàdel progetto di supporto alla disabilitàe alla comunità St.Martin sono stateun po’ rallentate dagli scontri, ma

la forza della comunità ha mantenuto viva l’attenzione verso i più poveri trai poveri e quello che è stato faticosamente costruito negli anni non si è persograzie anche all’impegno di tutti i volontari che non hanno smesso di tenerei contatti con i disabili, per non farli sentire soli e abbandonati. Tappa impor-tante per il progetto, a metà agosto, è stata la valutazione di medio terminedel Cppd (Progetto comunitario per persone con disabilità) dove sono stateanalizzate le attività dei primi 18 mesi ed è stato progettato il futuro.

UGANDABUONI RISULTATI PER NAGGALAMANel sotto-distretto di Nakifuma, in Uganda, nell’ambito delle iniziative disupporto dell’ospedale diocesano di Naggalama, è stata aperta nel 2005

la clinica Hiv/Aids, per dare rispostaconcreta e immediata alla diffusionedel virus fra la popolazione della zona.Si tratta di una situazione allarmante,evidenziata chiaramente dai dati:l’8,5% della popolazione, circa 16.000persone, è positiva al virus dell’Hiv.Il supporto del Gruppo Medici conl’Africa Como si è rivelato prezioso per

assicurare il funzionamento delle attività della clinica, che sono aumentatecostantemente e hanno permesso di offrire un servizio sanitario non disponibilenella zona. La clinica riceve mediamente 750 pazienti al mese e sono 600le persone in trattamento antiretrovirale. Nell’ultimo anno sono stati fattii test a 7.600 donne gravide che sono state visitate nella clinica prenataledell’ospedale (6% di sieropositività) e sono stati offerti servizi di orientamentoe di test a oltre 8.300 persone, il 23% delle quali positive al virus.

OBIETTIVI DEL MILLENNIOANCORA TROPPO LONTANIÈ stato presentato a New York, lo scorso 4 settembre, il Rapporto 2008sullo stato di avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Aiuti allosviluppo, cancellazione del debito, commercio e accesso alle nuove tecnologie

e ai medicinali essenziali: ancora grandeil divario tra Nord e Sud del mondo.Ancora troppo poco l’impegnonel mantenere le promesse sancitenel 2000 al Millennium Summitper ridurre la povertà e la malattianel mondo. Nel conto alla rovescia versoil 2015, sono necessarie delle risposteurgenti per superare il divario attuale

e rendere effettive le promesse sancite per raggiungere gli otto obiettivi.È questa l’analisi contenuta nel Rapporto 2008 della task force delle Nazioniunite che aveva il compito di valutare lo stato di avanzamento nel raggiungi-mento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, a metà del percorso.

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RIFIUTI TOSSICIUNASTORIACHESIRIPETE

FOCUS

la natura della spazzatura tossica cheesportiamo verso i paesi “deboli” dell’Afri-ca. La storia, come si è detto, è ventenna-le (o almeno venti sono gli anni da quan-do è diventata di pubblico dominio: èprobabile che sia ancora più vecchia) econtinua a ripetersi. Vecchi sono anche iparadossi: quello di un mondo sviluppatoche offre aiuti sanitari (magari annuncian-doli sotto i riflettori mediatici, come nelcaso dei grandi stanziamenti di fondi delG8), mentre di nascosto è responsabile dicrescenti problemi per la salute pubblica dialcune metropoli africane. E quello di un

mondo ricco che da unaparte è avido di materieprime africane per lapropria industria hi-tech,spesso estratte in condi-zioni di para-schiavitù(si pensi per esempio al-la colombo-tantalite del-le regioni orientali delCongo), dall’altra resti-tuisce quelle materie pri-me sotto forma di rifiutitossici (le batterie esauri-te dei telefoni cellulari).Questo ultimo però, apensarci bene, non è af-

fatto un paradosso, bensì un comporta-mento logico, lineare, che consiste nel de-predare l’Africa delle sue risorse e insiemedella sua salute, al solo scopo di garantireil benessere nostro. A ben vedere, la storianon è allora vecchia di vent’anni ma di se-coli. Il fatto che assuma oggi la forma diluccicanti prodotti dell’elettronica è solo uninutile dettaglio. La colombo-tantalite dioggi è come la gomma del Congo di re Leo-poldo: diverse le materie prime, identical’avidità. R

EUTERS/THIERRYGOUEGNON

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

Korogocho, Nairobi, Kenya.

ENRICOBOSSAN

lia, Danimarca, Svizzera) fa capo al portobelga di Anversa e di lì, via mare, alle disca-riche del Ghana dove questi rifiuti tossici siperdono in mille rivoli di riciclaggio artigia-nale, finendo per inquinare le baraccopolipiù povere di Accra. La fame di qualche pic-colo guadagno è tale che nessuno sembrabadare ai pericoli, fin quando, come accad-de due anni fa in Costa d’Avorio, i rifiutiproibiti causano catastrofi sanitarie.

La novità di queste notizie è appuntoche di novità non ce n’è alcuna, se non nel-

NUOVE NOTIZIE, E LA RECENTE VICENDA

della “monnezza” di casa nostra, cispingono a parlare dell’uso che vienfatto dell’Africa come pattumiera del

mondo. È purtroppo una questione antica,che venne per la prima volta all’attenzioneinternazionale vent’anni fa, quando in Ni-geria scoppiò una vera e propria rivolta con-tro le discariche di rifiuti tossici europei (mapiù precisamente dovremmo dire, in quelcaso, italiani). E di nuovo due anni fa in Co-sta d’Avorio un’analoga vicenda, con la po-polazione di Abidjan impazzita e furente perl’intossicazione di massa causata dai rifiutiscaricati dal cargo Probo Koala per conto diuna società olandese.

Ogni volta, dietro alle denunce oppurepronta a fare da amplificatore mediatico aqueste tragedie africane, l’organizzazioneecologista internazionale Greenpeace. Sipuò non amare Greenpeace, la sua insi-stente spettacolarizzazione delle proprieiniziative, ma non negare la coerenza e lacostanza del suo attivismo. Anche l’ultimis-simo grido d’allarme, che riguarda questavolta il Ghana, viene da quella fonte ed è ilrisultato di una inchiesta lunga e complica-ta condotta dai militanti dell’arcobaleno. Sitratta in questo caso del cosiddetto e-waste,cioè dei rifiuti elettronici: vecchi computerdiventati obsoleti, macchinari dismessi, so-prattutto milioni di telefonini guasti oppu-re tecnologicamente superati, con le lorocomponenti spesso estremamente tossicheper l’ambiente e per gli esseri umani. Sitratta, dicono le Nazioni unite, dei rifiutipericolosi in più rapida crescita quantitati-va e, considerando l’enorme consumo diprodotti elettronici nelle nostre società, nonsi fa fatica a crederlo. Greenpeace sostienedi aver ricostruito la filiera illegale che davari paesi europei (Olanda, Germania, Ita-

A pensarci bene, non èaffatto un paradosso, bensìun comportamento logico,lineare, che consiste neldepredare l’Africa delle suerisorse e insieme dellasua salute, al solo scopodi garantire il benesserenostro.

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FOCUS

I precedenti dell’ultimadenuncia di Greenpeacerisalgono al 1988 e al2006. Il primo vide ilnostro paese direttamentecoinvolto nel traffico dirifiuti tossici diretto alladiscarica nigeriana di PortKoko. In rappresaglia,i nigeriani sequestraronouna nave italiana, perottenere il risanamentodella discarica. Il governodell’epoca ammise che trail 1980 e il 1988 l’Italiaaveva esportato 7.000tonnellate di rifiuti tossicie nocivi. Greenpeacesostenne che i carichiregistrati nel solo 1987erano stati pari a 25.000tonnellate.La crisi più devastante fututtavia quella del 2006in Costa d’Avorio. Un cargonoleggiato da una societàolandese scarica quasiseicento tonnellate di rifiutialtamente pericolosi chefiniscono disperse in unaserie di discariche intornoad Abidjan, la capitaleivoriana. Subito comincianoi problemi sanitari perla popolazione: nausee,vomito, irritazioni degliocchi e della pelle,problemi respiratori. Gliospedali vengono presid’assalto. In pochi giornisi arriva alla morte di trebambini e cinque adulti.Esplode la rivolta popolareche porterà il presidenteGbagbo a sciogliereil governo e a varareun gabinetto di unitànazionale.

Costa d’Avorio, Abidjan.Dimostranti protestanocontro i rifiuti tossici.

SCHEDAPER CAPIRE

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PAESI AFRICANI DEVONO INVESTIRE nellaricerca almeno il cinque per cento degliaiuti destinati alla Sanità. A stabilirloè la “dichiarazione di Algeri”, il docu-mento finale della conferenza ministe-riale svoltasi ad Algeri sulla ricercasanitaria in Africa. Le conclusioni dellaconferenza saranno presentate alForum globale ministeriale sulla ricercae la sanità, che riunirà dal 17 al 19novembre tutti i ministri della sanitàafricani a Bamako, in Mali. Al summit,

promosso fra gli altri da Organizzazionemondiale della sanità (Oms) e Bancamondiale, parteciperanno delegati diistituti di ricerca, organizzazioni nongovernative, fondazioni private e pub-bliche che finanziano progetti sanitariin Africa. Nel 2006, i paesi africanihanno destinato 517 milioni di dollarialla ricerca sulla salute in Africa,secondo i dati resi noti dall’Oms. Unasomma ritenuta insufficiente rispettoai 125,8 miliardi di dollari spesi ognianno nel mondo. Alla conferenza diBamako si discuterà la proposta dichiedere all’Oms di creare un “Fondodi sviluppo per la ricerca nella sanità”in Africa, un ente incaricato di racco-gliere e distribuire le risorse destinateal finanziamento e alla valorizzazionedei lavori di ricerca.

LA DATA DA SEGNARE IN AGENDA17-19 novembreSU INTERNETwww.bamako2008.org

ICORDO CHE QUANDO ERO BAMBINO, tuttoil paese sosteneva anche economica-mente la lotta di Nelson Mandela control’apartheid africana, perché sentivamoche la fine di quel sistema razzistasarebbe stata la vera fine del coloniali-

smo. E Mandela erail simbolo di quella batta-glia che ogni africanosentiva di combattere».Il ricordo è di Jean-LéonardTouadi, politico e giornali-sta italiano, originario delCongo Brazzaville. Il per-sonaggio, Nelson Mandela,Madiba per i sudafricani,non ha bisogno di presen-

tazioni: il leader della lotta control’apartheid nel 2008 festeggia i suoi90 anni, e tutta l’Africa con lui. A dedi-cargli una copertina e un servizio chesi discosta dalla facile agiografia èla rivista “Africa”, edita dai Padribianchi (a proposito: un bimestrale chevale la pena di conoscere, perchédi recente ha fatto un balzo in avantiinnovativo nella grafica e nei contenutiavvalendosi della collaborazione digiovani reporter free-lance, fotografiaffermati, cronisti di lunga data, africa-nisti e islamisti con l’obiettivo discansare gli stereotipi e raccontareun’Africa in movimento). Lontano ormaidalla vita politica da molti anni, colcorpo fiaccato dal morbo di Parkinsone da una lunghissima vita da combat-tente, se c’è un rischio che Madibacorre è proprio quello di essere costrettoal ruolo di icona vivente, scrive PietroVeronese su “Africa”. Anche se Mandelaresta sempre Mandela, ovvero «un uomostraordinario, forse il più grande leaderdel secolo che si è da poco concluso».Un leader cosciente di non aver portatoa termine la sua azione. Nella suabiografia, a proposito della lotta control’apartheid scrive: «Non abbiamo con-quistato la libertà, ma soltanto la facoltàdi essere liberi».

SU INTERNETwww.missionaridafrica.orgLIBRIDi Nelson Mandela, Lungo camminoverso la libertà (Feltrinelli), Contro ognirazzismo (Mondadori), Le mie fiabeafricane (Donzelli)Su Nelson Mandela, Il colore dellalibertà

OSA SUCCEDE A SUD DI LAMPEDUSA? Conquesta domanda in testa, quasi «un’os-sessione», il giornalista Stefano Libertiha viaggiato sulle rotte percorse daimigranti che dall’Africa tentano di rag-giungere l’Europa. Il risultato è unlibro-inchiesta che strappa un velosu motivazioni, storie e strade di chisi avventura sulle piste del desertodel Sahara, o si imbarca dalle coste delSenegal, con il sogno di strappare almondo una condizione di vita migliore.Un viaggio durante il quale sorgono con-tinue domande e altrettante scoperte:sono sempre gli scafisti e le struttureorganizzate a gestire i percorsi dei mi-granti? Che fine fa chi non ce la fa, chi

viene rigettato a sud del Sahara magaridopo un “soggiorno” in un campo di per-manenza temporanea in Libia? Il libro,che non annoia mai, cerca di ricostruireil mosaico delle partenze, di capire lemotivazioni e le cause profonde di queiflussi verso l’Europa, di risalire allasorgente di quel fiume umano di cuivediamo di solito solo la foce, ovverol’arrivo di barche più o meno sganghe-rate sugli scogli di Lampedusa.

IL LIBRODi Stefano Liberti, A sud diLampedusa, Edizioni Minimum Fax

R CI

SEGNA IN AGENDA

APPUNTAMENTISANITÀ & RICERCAA BAMAKO IL FORUM GLOBALE

PERSONAGGINELSONMANDELA, A 90 ANNIICONA DELL’AFRICA LIBERA

INCHIESTEA SUD DI LAMPEDUSA

«

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ZBuone notizie per il cinema africano inItalia. La prima novità arriva nienteme-no che dal Festival del Cinema di Vene-zia, che quest’anno ha inserito in garadue importanti registi africani, l’etiopeHaile Gerima con il film “Teza” e l’al-gerino Tariq Teguia con “Inland”, oltrea saggi di voci sia italofone sia stranieree, soprattutto, con cineasti giovani. Il

direttore del festi-val Marco Müllerprima dell’iniziodella gara si è dettopronto a scommet-tere che l’unicomomento “epico”della manifesta-zione sarà proprioquello di “Teza”dell’etiope HaileGerima, «utile co-me punto di vistacon il quale con-frontarci una volta

per tutte: l’occupazione italiana, il negusHaile Selassie sino al regime Meghistu».Da Venezia in poi si preannuncia unautunno caldo per il cinema africano,con diverse opportunità per guardarenelle sale italiane film prodotti a suddel Sahara. Dal 16 al 30 settembreMilano ospiterà Festivall, una maratonadi ben otto kermesse cinematografiche,tra cui l’anticipazione del Festival delcinema africano, d’Asia e America latina,il più importante appuntamento in Italiaper il cinema africano. Dal 14 al 22novembre si terrà il Festival dicinema africano di Verona, un’altraoccasione di incontro con il cinemae la cultura africana, con i suoi cineastie protagonisti. La rassegna veroneseè pensata come un momento di appro-fondimento e scambio sulle tematichesuscitate dal cinema delle Afriche, maanche un’occasione educativa grazie adincontri, laboratori e proiezioni specialiper le scuole. Nonché un incontro traprofessionisti del mondo del cinema,della televisione e della stampa.

LE DATE DA SEGNARE IN AGENDADal 16 al 30 settembrea Milano, Festivall.Dal 14 al 22 novembre,Festival di cinema africano a Verona

IMBABWE, ANNO 2000. I latifondisti bianchivivono nell’agio di splendide tenute,attorniati da domestici tuttofare e conta-dini neri. La loro esistenza viene scon-volta dalle riforme del «Presidente elettodemocraticamente a vita», che vuoleespropriarli, apparentemente a beneficiodel popolo nero. Un libro straordinarioquest’ultimo di Calixthe Beyala, scrittricecamerunese tradotta in Italia dall’editriceEpoché, che riesce a raccontare loZimbabwe di oggi – governato da RobertMugabe per il 25° anno consecutivo,dove l’inflazione ha raggiunto quota2 milioni % – attraverso l’immaginazio-ne e il romanzo. L’autrice gioca con ilcolossal hollywoodiano più famosodi tutti i tempi e dà vita all’eroina delromanzo, Blues, una Rossella O’Hara

zimbabwana, figlia diciottennedi un grande possidentebianco, forte e determinata,che si trova di fronte all’eventoche ha segnato la storiarecente del paese, l’espropriodelle terre ai farmers di origineeuropea. L’autrice dà provadi grande finezza psicologicanel ritrarre donne e uomini

di razze, classi sociali ed età diverse,creando immagini e situazioni con lostile che l’ha resa famosa: folgorante,rigoglioso e ironico, degno di un’Africaseducente e ammaliante.

IL LIBROCalixthe Beyala, La piantagione, Epoché

CINEMAAUTUNNO CALDOPER LE PELLICOLE AFRICANE

NUOVI SCRITTORIROSSELLA O’HARAVIVE IN ZIMBABWE

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

ASETTEMBRE A VALENCIA si svolge la 23a

conferenza europea sul solarefotovoltaico. Bene, ma cosa c’entra conl’Africa? Uno studio presentatodi recente all’European Open Forumdi Barcellona da Arnulf Jaeger-Walden,responsabile dell’Istituto europeo perl’energia, dimostra che sarebbesufficiente catturare lo 0,3% della luceche cade sul Sahara per soddisfareil fabbisogno energetico dell’Europaintera, senza emissioni nocive. Alcuniscienziati hanno proposto di coprirealcuni chilometri quadrati del desertodel Sahara con pannelli solari e cellulefotovoltaiche o con turbine azionatedal calore. Una super rete di caviad alto voltaggio trasporterebbe, poi,in modo efficiente e senza dispersionil’elettricità sulle lunghe distanze.Un progetto avveniristico? In realtàil piano ha già ottenuto l’approvazionedel presidente francese Nicolas Sarkozye del premier britannico Gordon Brown,che vedono in questo progetto lasoluzione del caro-gas e caro-petrolio.Con un investimento di 450 miliardidi euro entro il 2050, dall’Africa,potrebbero giungere in Europa100 GW, una produzione superiorea quella attualmente raggiunta da tuttele fonti energetiche britanniche messeinsieme.

LA CURIOSITÀL’ENERGIA VIENE DAL SAHARA

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CANTIERE CUAMM

PROGRAMMAore 9.45 Registrazioneore 10.00 Apertura dei lavori in Aula Magna del Boore 13.00 Pranzo a buffet nella Sala della Basilica del Boore 14.30 Presso la sede di Medici con l’Africa Cuamm, apertura dell’Assemblea

straordinaria dei membri effettivi aperta a tutti e costituzione dei cinquegruppi tematici per Paese (Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania,Uganda e Sudan)

ore 14.45-15.45 Incontro dei gruppi tematici, con i rispettivi Rappresentanti Paeseper la discussione della programmazione triennale. Ogni gruppo prepareràuna mozione con le proprie considerazioni e suggerimenti che verràsuccessivamente presentata in plenaria

ore 15.45-16.00 Breakore 16.00-17.00 Riunione in plenaria dei gruppi tematici per discussione e chiusura lavori

fascinante storia di Medici con l’AfricaCuamm, sulle orme di quanti ci hanno pre-ceduto ma sempre al passo con i tempi,consapevoli, usando le parole di Bernardodi Chartres, di «essere come nani sulle spal-le di giganti, così che possiamo vedere piùcose di loro e più lontane, non certo per l’al-tezza del nostro corpo, ma perché siamosollevati e portati in alto dalla statura deigiganti».

COMENANISULLESPALLEDIGIGANTIUNNUOVOFUTURO

“DIRE GRAZIE per vedere di più e piùlontano”: è questo il titolo guidadel prossimo evento di Medicicon l’Africa Cuamm, in calenda-

rio per il 25 ottobre. Una giornata di incon-tro e scambio nella prestigiosa cornice del-l’Aula Magna di Palazzo Bo, storica sededell’Università di Padova, per esprimerequanto la nostra storia, scritta da tutti co-loro che ci hanno preceduto, sia un baga-glio prezioso e indispensabile per costruireil futuro.

L’evento, infatti, vuole essere un’occa-sione per riunire tutti gli amici di Medici conl’Africa Cuamm e ringraziare don LuigiMazzucato che, con la sua straordinariaconduzione, ha reso grande nel mondo l’im-pegno di oltre mille volontari, intessendouna storia di amicizia e di aiuto “con l’Afri-ca” in innumerevoli progetti di cooperazio-ne sanitaria. Ma darà anche l’opportunitàper presentare la programmazione trienna-le in sede e in Africa, tracciata dal Meetingannuale dell’ong padovana. La settimanache precede il 25 ottobre, infatti, tutti i coor-dinatori paese, i responsabili di settore e idipendenti si riuniranno per definire i pros-simi passi dell’organismo, in linea con lepriorità dettate dal Piano strategico. Sarà unmomento unico per raccogliere, nel modopiù vero, la grande eredità di don Luigi:continuare il cammino fatto, impegnandosia realizzare con determinazione il nuovoPiano strategico. La giornata prevede un mixdi festa e lavoro, sviluppandosi in due ses-sioni principali: il mattino con un momentodi spettacolo e intrattenimento, per riper-correre le tappe salienti del nostro camminoe dedicare uno spazio di analisi e rilanciosul futuro. A seguire, nel pomeriggio, si ter-rà un’Assemblea straordinaria dei membrieffettivi con la costituzione di alcuni gruppidi lavoro tematici, anche sulla scorta delleriflessioni e degli spunti emersi in occasionedel Meeting annuale appena concluso.

Il prossimo 25 ottobre segnerà una tap-pa significativa, quindi, per continuare l’af-

Segna in agenda il prossimo25 ottobre.Un nuovo appuntamento perguardare al futuro, forti dellastoria e dei valori che ci hannoguidato in 58 anni di storia.

E

ENRICOBOSSAN/èA

FRICA

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ENRICOBOSSAN

LA SALUTE E I SUOI DETERMINANTI, l’evolu-zione storica dei sistemi sanitari el’emergere del concetto di salute comediritto umano, gli effetti della globa-

lizzazione sulla salute, le diseguaglianze,l’impatto delle migrazioni sulla salute, lacooperazione sanitaria internazionale. So-no stati questi i temi al centro della forma-zione per formatori realizzata dal 3 al 5 set-tembre a Padova presso la sede di Medicicon l’Africa Cuamm nell’ambito del pro-getto europeo sulla Salute globale “Equalopportunities for health: action for deve-lopment”. Un’occasione preziosa che ha vi-sto riuniti docenti universitari provenientida tutta Italia che si sono incontrati per dia-logare, confrontarsi e approfondire questitemi e scambiare esperienze e buone prati-che in ambito di formazione, anche a livel-lo europeo. «Da un censimento dei corsi inSalute globale e internazionale risulta evi-dente come, in Italia, i curricula delle facol-tà di Medicina e Chirurgia siano ancoratroppo concentrati sulla dimensione clinicae locale – ha affermato Serena Foresi, Me-dici con l’Africa Cuamm – . Le proposte for-mative delle nostre università non sono ingrado di guidare i futuri operatori sanitarinell’acquisizione delle competenze, sociali eprofessionali, necessarie per affrontare lesfide di un mondo globalizzato e nemmenoper coglierne le opportunità. Per dare unarisposta concreta, in collaborazione conl’Osservatorio Italiano sulla salute globale,abbiamo elaborato una proposta di forma-zione in Salute globale sulla base della qua-le, nel prossimo anno accademico 2008-2009, verranno attivati nuovi corsi opzionaliin gran parte delle facoltà di Medicina pre-senti in Italia». Una proposta e un’azioneconcreta per diffondere e armonizzare l’in-segnamento in Salute globale e preparare ifuturi operatori sanitari a operare in un con-testo globale. A seguito della formazione, il6 settembre, si è svolto il secondo meetingdi partenariato delle 29 realtà che hannoaderito al progetto.

DA LIVORNOL’AIUTO AI BAMBINI DEL MOZAMBICOContinua l’impegno dell’associazione Amici dei bambini contagiati da Hiv/Aids Onlus di Livornoa favore dei progetti realizzati da Medici con l’Africa Cuamm. Dopo aver sostenuto negli ultimiquattro anni gli interventi implementati dalla nostra organizzazione in Tanzania, volti ad assicurarel’accessibilità dei servizi materno-infantili e sostenere servizi socio-sanitari per persone Hivpositive o malate di Aids, per il 2008 l’associazione, presieduta da Veniero Ceccarini, ha decisodi impegnare la raccolta fondi a favore del progetto “Hiv/Aids e malnutrizione infantile: unarisposta integrata nella provincia di Sofala” cofinanziato dall’Unicef. Le attività del progetto sonofinalizzate a migliorare l’assistenza ai bambini affetti da malnutrizione acuta e/o Hiv/Aids neldipartimento di Pediatria dell’Ospedale centrale di Beira e rafforzare la rete sanitaria territorialedel distretto della città e dei 12 distretti periferici della Provincia di Sofala.

IL SOSTEGNODEL GRUPPO “AMARCORD 45 BOCCONI”“Amarcord 45 Bocconi” è un gruppo di amici, tutti ex studenti dell’Università Bocconi di Milano,che hanno deciso di coniugare il piacere di ritrovarsi con la possibilità di impegnarsi per fare“qualcosa di più”. Da qui l’idea di sostenere il progetto realizzato da Medici con l’Africa Cuammpresso l’Università cattolica del Mozambico (Ucb) a Beira. Hanno promosso una raccolta fondiper garantire il pagamento di borse di studio per studenti di medicina meritevoli e con provatedifficoltà economiche: contribuendo a sostenere quest’attività di formazione si concorrea garantire un numero di medici sempre più adeguato ai bisogni del sistema sanitario delMozambico. Una delegazione del gruppo “Amarcord 45 Bocconi” ha preso parte alla festadi Medici con l’Africa Cuamm del 22 giugno. Il sito del gruppo è www.amarcord45bocconi.com

L’IMPEGNODEI NUOVI GRUPPI A CREMONA E IN SALENTONuovi aiuti per l’Università cattolica del Mozambico, con sede a Beira, arrivano anche dai neo-natiGruppi di Medici con l’Africa Cuamm di Cremona e del Salento attivamente impegnati a sostenereil progetto attraverso il pagamento di borse di studio. Il Gruppo di Cremona è impegnato, con altreassociazioni del territorio cremonese, in varie attività di sensibilizzazione e raccolta fondi. Nel mesedi ottobre il Gruppo del Salento organizzerà, in partenariato con l’Università di Bari, una mostrafotografica per sensibilizzare l’opinione pubblica pugliese sulle questioni legate al diritto alla salutee la cooperazione sanitaria internazionale. Maria Susanna Coccioli, responsabile del Gruppo, è dapoco rientrata da una missione di un mese, svolta proprio presso l’Ospedale centrale di Beira doveha lavorato in qualità di pediatra, e porterà la sua testimonianza.

DOCENTI ASCUOLADISALUTEGLOBALE

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM SUL TERRITORIO

Studente, Kenya.

E DAI GRUPPI CUAMM

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VISTO DA QUI

LLA BORSA DI CHICAGO, DOVE SI DECIDONO LE SORTI DEL MONDO, il prezzo della mag-gior parte delle derrate agricole è calato del 20%, in certi casi anche del 35%.Il prezzo del grano, che aveva sfiorato gli 8 dollari per bushel (circa 32 chilo-grammi) è sceso a metà agosto a circa 5,50; il prezzo dei semi di soia, cheaveva superato i 16 dollari, è tornato attorno ai 12 e quello del riso, schizzatoa 22 dollari per 100 libbre (circa 45 chilogrammi) è tornato verso quota 17. Gliafricani poveri ne hanno tratto qualche beneficio?

Non proprio. Un sacco di riso, in Liberia, costa ancora 35 dollari, contro i 20 di un anno fa. Intutta l’Africa, i beni di prima necessità rimangono a prezzi altissimi per una combinazione di fat-tori, in particolare gli alti costi dei trasporti (anche il petrolio è diminuito, ma sta comunque a115 dollari al barile: un anno fa era attorno ai 60 dollari). Ma, come questa rivista ha già sotto-lineato più volte, le radici della crisi stanno nelle politiche a cui i governi africani sono stati costrettinegli anni Ottanta, quando la condizione delle istituzioni internazionali per concedere crediti erache si liberalizzassero i mercati, si sostenesse la monocultura e si mettesse fine agli aiuti verso ipiccoli agricoltori.

Le culture per il mercato mondiale (caffè, cacao, soia, riso, colza) hanno arricchito le élite urba-ne e gli intermediari ma hanno strangolato la piccola agricoltura dei villaggi, quelle culture di sus-sistenza che permettevano alla maggioranza degli africani di essere quasi autosufficienti. Il risulta-

to è stato che per parecchi anni (fino a che i prezzi dei cerealiprimari rimanevano bassi sul mercato mondiale) la sussistenzaè stata più o meno garantita ma, non appena i cattivi raccolti,l’aumento della domanda e la speculazione finanziaria hannoraddoppiato o triplicato il prezzo del riso e del grano, la situa-zione è diventata di colpo catastrofica.

Benché i giornali di luglio e agosto non abbiano dedicatouna sola riga, l’Etiopia sta attraversando una carestia peggioredi quella del 1984, che fece un milione di vittime. Solo gli aiu-ti internazionali possono alleviare le condizioni disperate di

dieci milioni di etiopici fino all’arrivo del raccolto. Quest’anno, i tradizionali problemi di siccitànon sono la causa, che è piuttosto la rapida crescita della popolazione: con 80 milioni di abitanti,l’Etiopia oggi ha a disposizione meno calorie pro capite di quante ne avesse vent’anni fa, benché laproduzione agricola sia aumentata. Anche negli anni normali, un abitante su dieci dipende dagliaiuti internazionali per la propria sopravvivenza.

I problemi strutturali non sono stati affrontati, un po’ per l’inefficienza delle organizzazioni in-ternazionali nel fare progetti che migliorino l’irrigazione e molto per il dittatoriale governo diMoses Zenawi, che ha mantenuto un controllo ferreo sul paese attraverso un esercito di dimensioniesagerate, sempre sul piede di guerra con la vicina Eritrea.

La conclusione è semplice: anche se le prime pagine non se ne occupano più, la crisi dei prezziagricoli rimane e solo più democrazia, assieme al ritorno a un modello di sviluppo fondato sull’au-tosufficienza può mettere al riparo gli africani dalle fluttuazioni dei mercati internazionali. Istitu-zioni come il Fondo monetario e la Banca mondiale devono ripensare urgentemente le politicheche hanno consigliato, spesso imposto, nell’ultimo quarto di secolo.

CONTROLACRISIRIPENSARELEPOLITICHE

A

Le culture per il mercato mondiale (caffè,cacao, soia, riso, colza) hanno arricchitole élite urbane e gli intermediari ma hannostrangolato la piccola agricoltura dei villaggi,quelle culture di sussistenza chepermettevano alla maggioranza degli africanidi essere quasi autosufficienti.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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Page 19: E'Africa n. 03 - settembre 2008

BISOGNI INPRIMOPIANOECOME PUOI AIUTARCI

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 18Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale, alla riabilitazionedegli ospedali di Damba e Maquela.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 6Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50 € PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 17Beira: formazione in Università e presenza in ospedale.Moma: il progetto prevede la riabilitazione dell’ospedale e di alcuni centridi salute; il miglioramento delle cure offerte; la prevenzione nel territorio.Alua: ogni anno ad Alua vengono formate 30 ostetriche di livello base.CON 1.500 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

KENYAVOLONTARIIN SERVIZIO: 1Nyahururu:cura delle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 3Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimentodei servizi sanitari offerti.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 16West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb; curadelle persone con disabi-lità; costruzione di unaclinica per l’Hiv/Aidsa Nebbi: sono questi alcunidegli ambiti d’intervento.Karamoja: oltreall’assistenza tecnicaalla direzione sanitariae ai servizi diocesani,si stanno riabilitandoalcuni centri di salute.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids; la riabilita-zione di alcuni reparti.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 68 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

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* dato aggiornato al 06.08.08

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via S. Francesco 126

35121 Padova Italy

tel. 049 8751279

tel. 049 8751649

fax 049 8754738

Cuamm OperaS. Francesco Saverio

codice [email protected]

OnlusOng riconosciutaidonea con D.M.n. 1988/128/004187/2D

del 14/09/1988

ADOTTA UNO STUDENTESOSTIENI LA FATICA DI STUDIARE, LA GIOIA DI LAUREARSI,

L’IMPEGNO DI METTERSI AL SERVIZIO DELLA PROPRIA GENTE

Padova, 4 ottobre 2008

Carissimi amici,

da sempre Medici con l’Africa Cuamm si impegna ad agire sulla formazione del

personale sanitario locale come chiave di volta per lo sviluppo. Oggi torniamo a chie-

dere il vostro aiuto per gli studenti dell’Università Cattolica del Mozambico a Beira.

Da cinque anni Medici con l’Africa Cuammcondivide la sfida della costituzione di

una nuova Facoltà di Medicina a Beira. Il nostro intervento garantisce l’invio di me-

dici come docenti, consentendo alla Facoltà di disporre di un numero sufficiente

di professori per sostenere sia le attività di formazione in Università, sia le attività

didattiche in ambito ospedaliero in collaborazione con l’Ospedale centrale di Beira.

Innalzare il grado di scolarizzazione di livello elevato, puntando sulla formazione

universitaria è per noi il modo più duraturodi contribuire al processo di riduzione

della povertà in Mozambico.

Per questo motivo sono state istituite delle borse di studio per studenti provenien-

ti dalle aree più svantaggiate del paese. Ogni “adozione di studente” finanzierà

una borsa di studio del valore di 1.500 eurocorrispondenti al costo dell’iscrizione

e delle tasse universitarie per un anno accademico.

Vi chiediamo, dunque, in modo accorato,di adottare uno studente per rendere

concreto l’impegno di garantire un numerodi medici sempre più adeguato agli

immensi bisogni del paese.

Lo scorso anno, per la prima volta nella storia del Mozambico, a Beira 13 giovani

sono diventati medici. È un traguardo importante, che può cambiare non solo la

vita di questi ragazzi, ma lanciare un messaggio di speranza all’intero paese.

Aiutateci a raggiungere questo traguardo anche nel 2009. Aiutateci a migliorare la

situazione sanitaria del paese.

Certi del vostro sostegno e aiuto, vi salutiamo cordialmente

don Luigi Mazzucatodon Dante Carraro

DELEGATO PER LE RELAZIONI ESTERNEDIRETTORE