E'Africa n. 5 - dicembre 2008

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Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN E AFRICA NUMERO 5 | DICEMBRE 2008 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM Volontari scelti all’interno della comunità per aiutare le persone disabili e gli epilettici: questa la ricetta di Medici con l’Africa Cuamm per ridurre le diseguaglianze. EPILESSIA ESCLUSIONE DA COMBATTERE

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Bimestre di informazione Cuamm Solidarietà di Medici con l'Africa Cuamm

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Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

ENRICOBOSSAN

EAFRICANUMERO 5 | DICEMBRE 2008

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMM

Volontari scelti all’internodella comunità per aiutarele persone disabili e gliepilettici: questa la ricettadi Medici con l’Africa Cuammper ridurre le diseguaglianze.

EPILESSIAESCLUSIONEDACOMBATTERE

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ÈAFRICADIRETTORELuigi Mazzucato

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea BorgatoDante CarraroMarcello EnioSerena ForesiFabio ManentiLinda PreviatoBettina Simoncini

FOTOGRAFIENicola BertiEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuamm èonlus. Le offerte inviate sonoquindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

DALL’ALBUM DEL CUAMM

Nel 1998 muore, all’età di 90 anni, il prof. Francesco Canova, fondatore del Cuamm(Collegio aspiranti medici missionari). Fino all’ultimo è stato presente nella vitadell’organismo, non facendo mai mancare il suo contributo e i suoi preziosiconsigli. Uomo di grande levatura morale, medico e docente universitario, nellasua vita pubblicò oltre trenta opere di diverso genere, di medicina, di psicologia,di medicina missionaria, tutte con un unico grande tema: il bene della persona,nel suo insieme sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista morale.

MEDICICON L’AFRICACUAMM

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO EPILESSIA E DISABILITÀ IN AFRICA A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS FERITE CHE SANGUINANO INUN’AFRICA SEMPRE PIÙ SOLAPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

1998,MUOREIL PROFESSOR CANOVA

Ragazzi sul tappetoelastico, Sebokeng,Sudafricafoto di Enrico Bossan.

1998

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TAGLI PREVISTI DALLA FINANZIARIA 2009 SONO DRASTICI. È in cantiere una riduzione di400 milioni di euro dei fondi destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo. Numeri cheporterebbero l’Italia all’ultimo posto in Europa. Si tratta del 54% annuo in meno diquanto promesso. Nel 2010 il nostro paese si era impegnato a dare lo 0,51% del Pilin aiuti, in particolare per la lotta a grandi malattie come l’Aids, la malaria e la tu-bercolosi.Ma, ancora una volta, le promesse fatte allo scorsoG8aHokkaidonon ven-gono mantenute. E si continua a tagliare a sfavore dei più deboli e dei più poveri.

Non possiamo restare in silenzio di fronte alle decisioni prese dal governo nei riguardi della coo-perazione allo sviluppo. Cosa significherebbe per Medici con l’Africa Cuamm ridurre del 54% le di-verse attività che stiamo realizzando in Africa? Se guardiamo ai dati di consuntivo del bilancio 2007,equivarrebbe a passare da 452.367 a 244.278 visite ambulatoriali, da 93.949 a 50.732 ricoveri, da210.302 a 113.563 vaccini e via via, da 21.324 a 11.514 parti, fino a ridurre la presenza dai 16 apoco più di 8 ospedali. Possiamo permetterlo? No, non possiamo!

È un imperativo morale per tutti: dobbiamo dirlo per le strade,nelle chiese, alla radio, nei giornali, nelle scuole. Tutti dobbiamo sen-tire la responsabilità di costruire un mondo più giusto e più digni-toso, per tutti. Perché se crediamo che il diritto alla salute sia un di-ritto universale, è necessario l’impegno di ognuno.Medici con l’Africa

Cuamm da 58 anni non si tira indietro e si impegna a tutti i livelli perché questo diritto sia garantito atutti: lavorando sul campo, con progetti e volontari e impegnandosi nell’educazione e nella formazio-ne in Italia. Trovandoci in un momento così delicato siamo, ancor più, chiamati a fare la nostra parte.

Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa grande crisi che sta colpendo tutti i settori dell’eco-nomia edella societàmondiale,ma chiediamo chegli impegni presi venganomantenuti. Riteniamoche siaprimadi tutto undovere etico e poi anche un indicatore di lungimiranza politica da parte di uno Statomo-derno e democratico rispettare e potenziare l’alto valore civile della solidarietà tra i popoli. Declinare leresponsabilità assunte nei confronti dei paesi più poveri, proprio alla vigilia dell’assunzione da parte ita-liana della presidenza del G8, non sarebbe il modo migliore di presentarsi sulla scena internazionale.

Vogliamo continuare a potenziare altre forme di aiuto. Oltre all’aiuto pubblico allo sviluppo, la so-cietà civile italiana è capace di nuove e grandi forme di solidarietà che sono “solo” da coltivare. Pen-siamo alla cooperazione decentrata, realizzata dalle autorità locali mediante progetti e iniziative conle corrispondenti strutture nei paesi poveri; al coinvolgimento e alla partecipazione delle Regioni, del-le Provincie e delle singole Amministrazioni comunali. E così ancora, l’appoggio che viene dalle fon-dazioni bancarie o quello della responsabilità sociale d’impresa. Sono opportunità da valorizzare esviluppare. Così come vanno incentivate le azioni di solidarietà che arrivano dai gruppi parrocchiali,dalle associazioni, dai privati cittadini: segno di una solidarietà fattiva verso il più povero che nonviene meno, anche in momenti difficili. L’appello va dunque a tutta la società civile, a tutti noi, per-ché possiamo attivarci in modo concreto per far fronte alla crisi in atto che colpirà, ancora più dura-mente, i paesi poveri. Se da un lato alcuni canali sono chiusi e le risorse sono limitate, dall’altro si pos-sono aprire nuove potenzialità e forme di sostegno e partecipazione.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

APPELLO ALLA SOCIETÀ CIVILEPERUNNUOVO AIUTO ALLO SVILUPPO

EDITORIALE

I

Non possiamo restare in silenzio di frontealle decisioni prese dal governo nei riguardidei tagli alla cooperazione allo sviluppo.

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REUTERS/PETERANDREWS

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Nel campo profughi Kibati,vicino a Goma, unbambino beve un po’di acqua da una tanica.Dall’ottobre scorso èscoppiata una terribileguerra civile tra i ribellidel generale LaurentNkunda, capo del Cnpd(Congresso nazionaleper la difesa del popolo),che vuole governarela regione del Nord Kivu(ai confini con il Rwanda),e il governo di Goma.Il risultato sono migliaiadi morti e di profughi.Ai primi di dicembre,Amnesty Internationalha denunciato i terribilicrimini di guerra e altregravi violazioni dei dirittiumani che continuanoa registrarsi, ai dannisoprattutto dei bambini,nonostante le forze messein campo dall’Onu.(Reuters)

CONGOCONTINUANOI SOPRUSI

FOTONOTIZIA

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REUTERS/ANDREWHEAVENS

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FOTONOTIZIA

Un sostenitore del SPLM(Movimento per laliberazione del popolosudanese) sollevaun cartello con la celebrefrase di Barack Obama,durante unamanifestazione in onoredel nuovo presidente degliStati Uniti, a Karthoum.Questo movimentosi batte per l’indipendenzadel Sud Sudan.Secondo gli accordidi pace, nel 2011 ci saràil referendum per stabilirel’autonomia del suddel paese.(Reuters)

IL SUDANSPERAIN OBAMA

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SWAIB ABDALLAHÈ, 32 ANNI, UGANDESE

è il responsabile del gruppo di sup-porto per i pazienti con epilessia.Swaib mette a disposizione la sua

esperienza e la sua testimonianza a bene-ficio delle altre persone. Collabora con ilpersonale di Medici con l’Africa Cuammper far capire alla gente che «un epiletticonon è un malato di mente e non è aggre-dito da spiriti maligni ma che l’epilessia èuna malattia come tante altre e che si puòcurare».

Da trent’anni anni Medici con l’AfricaCuamm fa fronte all’alta richiesta di servizidi qualità per le persone disabili. Mentre neiprimi anni gli interventi sono stati prevalen-temente di tipo ospedaliero, nell’ultimo de-cennio ha disegnato e sviluppato program-mi di riabilitazione su base comunitaria.

WEST NILE. Si chiama Score (Sostegno edespansione dei servizi di riabilitazionemedicanel Nord Uganda) il progetto di Medici conl’Africa Cuamm in Uganda a sostegno dellepersone disabili ed epilettiche, che ha per-messo di curare, solo nel 2007, 320 malati.

In cosa consiste l’approccio su base co-munitaria?L’Organizzazione mondiale della sanità

ritiene che l’approccio su base comunitariasia il più appropriato nei paesi a basso red-dito, dove un approccio di tipo istituzionalerisulta troppo costoso e nonpermette un’equaaccessibilità ai servizi riabilitativi – rispondeStefanoVida, volontario diMedici con l’AfricaCuamm – . Infatti, nei paesi industrializzati,i servizi di riabilitazione sono offerti da unteam di personale specializzato che i Paesi invia di sviluppononpossonooffrire per laman-canza di personale e per gli alti costi di ge-stione. Per questo, la riabilitazione su base co-munitaria è l’unica via possibile per affrontarele problematiche legate alla disabilità. Si usa-no infatti le risorse che la comunità può soste-nere, coinvolgendo i disabili stessi, le famiglie,le autorità locali, gli insegnanti, le associazio-ni di volontari, creando una rete che dà sup-porto alle persone disabili e alle loro famiglie.

All’interno delle comunità vengono iden-tificati e formati i volontari che hanno ilcompito di aiutare le persone disabili, attra-verso dei semplici esercizi riabilitativi se-

IN PRIMO PIANO UGANDA

DIMARIANGELA ZANNI

Scuola del centro di riabilitazioneper bambini, Gatagara, Rwanda.Benché la terapia dell’epilessia non offrala guarigione definitiva, essa può eliminareo ridurre drasticamente i sintomi. Studirecenti hanno dimostrato che fino al 70%dei bambini con diagnosi recente possonoessere trattati con successo, garantendoun controllo degli episodi convulsivi perdiversi anni. Dopo 2-5 anni di efficacetrattamento, i farmaci possono veniresospesi in oltre due terzi dei bambini ecirca il 60% dei pazienti adulti, senza chesi verifichino recrudescenze della malattia.Eppure, un elevato numero di personeaffette da epilessia oggi non ha lapossibilità di accedere a terapie adeguate,soprattutto nei paesi poveri, dove unapercentuale compresa tra 75 e 90%non riceve alcun trattamento.

«Venni portato in una stanza buia dove stavabruciando dell’incenso e c’era una pentola d’acquasul fuoco. Il guaritore mi coprì con un lenzuoloperché inalassi i vapori. Persi conoscenzae il guaritore disse che si trattava di una lottatra lo spirito e la medicina».

UNMALEOSCUEPILESSIAEDISABILITÀINAFRICA

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guendo le indicazioni del fisioterapista,consigliare e sostenere le famiglie, e di crea-re i contatti con strutture scolastiche per ga-rantire l’integrazione dei bambini disabili.Questi volontari sono figure chiave in ogniprogramma di riabilitazione su base comu-nitaria. Trovano la loro motivazione nellospirito di servizio, nella stima e nel rispettoche ricevono dalle comunità in cui lavorano.

Come interviene Medici con l’AfricaCuamm?L’approccio su base comunitaria è la co-

lonna portante di Score, il progetto deno-minato “Sostegno ed espansione dei servizidi riabilitazione medica nel Nord Uganda”,finanziato dal Ministero degli Affari Esteri

e attuato da tre ong italiane, Medici conl’Africa Cuamm, Avsi e Ccm in Uganda.Medici con l’Africa Cuamm ha sviluppato ilprogetto nei distretti di Arua e Nebbi nellaRegione del West Nile. L’intervento si pro-pone di migliorare le condizioni d’accessoai servizi di medicina riabilitativa attraver-so azioni di sensibilizzazione, la formazio-ne del personale e la fornitura di attrezza-ture nel territorio nord ugandese.

L’impegno dei medici e della popolazio-ne ha portato a risultati molto importanti,tra cui la ristrutturazione e l’apertura, con lafornitura completa di macchinari e attrezzi,di un laboratorio ortopedico all’interno del-l’ospedale regionale di Arua. Sono stati atti-vati i corsi di aggiornamento per personale

sanitario sul trattamento dell’epilessia e suiservizi di fisioterapia degli ospedali di Aruae Nebbi. Sono stati formati 20 volontari perla sensibilizzazione nei villaggi e nelle co-munità. Inoltre, tutte le cliniche del territoriocontano, oggi, sulla fornitura regolare e con-tinua dei farmaci per le cure dell’epilessia.

L’epilessia è una condizione ad altissimorischio sia per la sua prevalenza nella popo-lazione, sia per l’enorme peso sociale chel’accompagna. Purtroppo, nelle zone rurali,l’epilessia è spesso associata a cause sopran-naturali, per cui la prima soluzione viene ri-cercata nella medicina tradizionale e solo inun secondomomento in un trattamentome-dico. «Venni portato in seguito in una stanzabuia dove stava bruciando dell’incenso e

ENRICOBOSSAN

RO

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Sebbene la percentuale di persone di-sabili in Africa sia inferiore rispetto ai pae-si sviluppati, le persone con disabilità han-no vita molto breve e la maggior parte deiragazzi disabili non supera i 20 anni di età.Nemmeno gli anziani sopravvivono a lun-go a una sopraggiunta invalidità. Si calco-la che i portatori di disabilità nei Paesi invia di sviluppo siano circa 300 milioni, co-stretti ad affrontare ogni giorno moltissimedifficoltà. I disabili non sono in grado diaccedere ai servizi comunitari e alle op-portunità sociali offerte agli altri cittadini,quali servizi sanitari, scuole, corsi di for-mazione tecnica e professionale. Questoatteggiamento discriminatorio, fino a di-ventare uno stigma, è stato riconosciutocome il maggior problema per le personecon disabilità e in particolare per le perso-ne con epilessia, e l’Organizzazione mon-diale della sanità usa la definizione “per-sone diversamente abili”.

La capacità di imporre uno stigma di-pende dalle differenze di potere all’internodelle comunità. Lo stigma può essere im-posto alla persona o percepito da essa, malo stesso accade anche per le persone dellastessa cerchia sociale o anche per la sola vi-cinanza fisica, e può capitare che anche glioperatori sanitari possano essere discrimi-nati per il fatto di aiutare i disabili.

L’intervento diMedici con l’Africa Cuammha garantito il sostegno alle cliniche per epi-lettici in quattro sottodistretti visitando cir-ca 320 malati.

TIOPIA, KENYA, TANZANIA E UGANDA. In questi quattro paesi Medici conl’Africa Cuamm sta realizzando progetti a favore dei disabili. Sono stateoltre 11.000 le persone con disabilità di diverso tipo trattate o seguitedai nostri volontari sul campo nel 2007. Tra questi ci sono persone ri-coverate nei reparti, operazioni ortopediche maggiori o minori realizzatecon successo, sedute di fisioterapia e riabilitazioni… Interventi di di-verso genere per aiutare “gli ultimi tra gli ultimi”, quelle persone che inAfrica sono troppo spesso maltrattate, non curate e talvolta dimentica-te dai loro stessi famigliari, perché considerate un peso per la società.

È un impegno a 360° che da anni ci vede attivi in Etiopia a Wolisso,nell’ospedale San Luca, dove di recente sono stati inaugurati un nuovo re-parto di ortopedia e una sala operatoria. In Kenya operiamo da molti an-ni all’interno della comunità St. Martin che grazie al coinvolgimento di

tutti i livelli della comunità locale, dai genitori, ai leader religiosi, agliinsegnanti, alle autorità, cerca di far accettare i disabili e trovare loro unruolo dignitoso. Nell’ospedale regionale di Iringa, in Tanzania, è statoallestito ed equipaggiato un dipartimento di ortopedia. Infine in Uganda,nella regione del West Nile, l’impegno ruota attorno ai reparti di fisiote-rapia degli ospedali di Arua, Maracha e Nebbi, puntando anche allaformazione degli operatori sanitari locali. In questo progetto, partico-lare attenzione è data anche alla cura delle persone epilettiche.

Continuare a curare le persone disabili è un dovere per Medici conl’Africa Cuamm. Un impegno morale che guarda ai più deboli e che percoprire anche solo due paesi come l’Uganda e l’Etiopia necessita di150.000 euro l’anno. Aiutaci a continuare questo cammino.

SCHEDAI PROGETTI A FAVORE DEI DISABILI

E

ENRICOBOSSAN

IN PRIMO PIANO

Preghiera per un malato, Korogocho, Kenya.

c’erano mazzi di fiori di diversa fragranza euna pentola d’acqua sul fuoco a bollire – rac-conta Swaib –. L’acqua bollente fu versata inuna bacinella e i fiori immersi in essa. Il gua-ritore allora mi coprì con un lenzuolo soprala bacinella per inalare i vapori. Dopo pochiminuti persi conoscenza e il guaritore inter-pretò questo come una lotta tra lo spirito e lamedicina. Ho continuato così ad avere crisifino al maggio 2004. In quel mese è statoaperto l’ambulatorio per l’epilessia nel di-spensario del mio villaggio. Vi sono andato

insieme ad altre persone che soffrivano del-le stessa malattia e abbiamo ricevuto il pri-mo trattamento per un mese. Per la primavolta non ho più avuto attacchi e sono ri-tornato a prendere le medicine. Da alloranon ho più avuto crisi».

Benché la terapia dell’epilessia non of-fra una guarigione definitiva, essa può eli-minare o ridurre drasticamente i sintomi.Eppure, la maggior parte delle persone af-fette non ha la possibilità di accedere a te-rapie adeguate, soprattutto nei paesi poveri.

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLAUN NUOVO BLOCCO OPERATORIO PER CHIULOSono stati ultimati i lavori di riabilitazione del blocco operatorio dell’ospedaledi Chiulo. Una squadra di 15 operai ha lavorato per quattro mesi, coordinatida Medici con l’Africa Cuamm, per riabilitare la struttura. Il blocco operatorio

così ristrutturato è composto da una salaper le consulte, dotata di un macchinarioper le ecografie, da un deposito perfarmaci, strumenti e materiali di consumoe da un ufficio per medici e anestesisti.È stato creato uno spazio per le medicazioni.A lato c’è la sala operatoria, che è fornita

di due lettini per gli interventi e di un’incubatrice, oltre a tutti gli strumentinecessari per gli interventi. Lo stabile è circondato da una veranda che fungeda corridoio di passaggio dalla sala operatoria alla sala rianimazione e poial reparto. I pazienti dell’ospedale di Chiulo vedono così potenziata la qualitàdei servizi sanitari erogati e continuano a beneficiare del costante sforzodel personale di Medici con l’Africa Cuamm nell’aumentare l’accessibilitàalle cure attraverso la realizzazione di attività di sensibilizzazione e accompa-gnamento anche sul territorio.

ETIOPIAUN SERVIZIO ALL’AVANGUARDIAAltra inaugurazione per l’ospedale San Luca di Wolisso che dallo scorsonovembre ha un nuovo dipartimento ambulatoriale per le cliniche oculistica,odontoiatrica e otorinolaringoiatrica. La costruzione dell’edificio è stata finan-ziata da Cbm Italia e il Rotary Club di Abano-Montegrotto Terme, mentre le

attrezzature sono state donate dal dr. Mario Angi e daldr. Giuseppe Borsatto con il contributo del Rotary Clubdi Abano-Montegrotto. La clinica e la sala operatoriaoculistica annessa saranno immediatamente operativegrazie alla presenza di un oculista etiope e di altropersonale specializzato. La clinica odontoiatrica invecesarà supportata da odontoiatri italiani che, con missionibrevi, formeranno il personale locale fino all’arrivo

del tecnico in odontoiatria etiope. La clinica otorinolaringoiatrica è invece giàoperativa, una volta la settimana, per il trattamento delle otiti croniche e perlo screening di patologie suscettibili di trattamento chirurgico programmato duevolte l’anno ad opera di chirurghi olandesi. Grazie alle attrezzature della clinicaoculistica e odontoiatrica, il dipartimento dell’ospedale di Wolisso è all’avanguardiain tutta l’Etiopia, in particolare per la presenza di un Yag Laser che permetteràil trattamento di casi di retinopatia diabetica e altre lesioni retiniche.

MOZAMBICO25 NUOVI MEDICI AL LAVORO«Siamo molto soddisfatti per questo secondo gruppo di medici laureatinell’Università cattolica del Mozambico – ha detto Josefo Ferro, direttoredella facoltà di Medicina a Beira durante la cerimonia delle lauree –. Per noi

rappresenta un grande risultato che aumenta lanostra responsabilità come istituzione impegnatanella formazione di medici in questo paese. Voglioriconoscere anche il sostegno concreto e direttoche ci viene da Medici con l’Africa Cuamm attra-verso la presenza di docenti, il miglioramento delleinfrastrutture e dell’insegnamento e, di grande

importanza, le borse di studio ai nostri studenti». Lo scorso 6 dicembre,infatti, a Beira si sono laureati altri 25 medici. Si aggiungono ai primi15 medici laureati nel 2007 e diventano un numero importante che può farela differenza in un’area del Mozambico così povera di personale sanitariocompetente. Di questi ben 10 hanno potuto usufruire di borse di studiodi Medici con l’Africa Cuamm e dei suoi sostenitori.

TANZANIALA SANITÀ NEL DISTRETTO DI MAKETEAbbiamo da poco ricevuto i risultati di uno studio epidemiologico terminatonel distretto di Makete (il secondo in Tanzania dopo quello del distrettodi Ludewa). Il distretto di Makete è un’area poco servita del paese, prevalen-

temente montuosa, isolata dalle comunicazioni conle altre zone per almeno sei mesi l’anno a causadelle piogge. Medici con l’Africa Cuamm è presenteda un anno con un progetto di cura dell’Aidsper mamme e bambini. Lo studio ha approfonditoil tema delle cure erogate alle madri e ai bambinie il livello di organizzazione delle strutture sanitarie

in termini di capacità di prestare le cure primarie. I risultati sono poco incorag-gianti: esiste una carenza di personale qualificato (solo il 52% del personaleprevisto sta lavorando negli ospedali e il 29% nei dispensari), gli edifici sonocadenti, le attrezzature, i farmaci e il materiale per un parto sicuro sono inade-guati, non viene seguito il partogramma proposto dall’Organizzazione mondialedella sanità e le cure del neonato e della puerpera sono insufficienti. Altre areeproblematiche sono lo screening dei partner delle madri risultate positivee la scarsa copertura del servizio di Pmtct (Programma di prevenzione nellatrasmissione del virus da madre a figlio) nel distretto.

SUDANLUI, LA NUOVA FRONTIERASi chiama Lui la nuova sfida di Medici con l’Africa Cuamm in Sud Sudan. Nelmese di dicembre è stata realizzata una “missione” conoscitiva per completarelo studio di fattibilità del nuovo intervento in questo ospedale nello stato delWestern Equatoria. Obiettivo del viaggio, che ha coinvolto il responsabileprogetti della ong padovana, il desk paese e alcuni esperti logisti, è anche

quello di concordare insieme alla Diocesiepiscopale locale, proprietaria dell’ospe-dale, le linee di azione, la tempisticadell’intervento strutturale e di supporto alrafforzamento della gestione ospedaliera.Fra i più vecchi del Sud Sudan, l’ospedaledi Lui è stato inaugurato nel 1921: è ancoral’unico ospedale della contea di Mundri est

ed è riferimento per una popolazione di circa 300.000 persone. Ha 148 postiletto, divisi fra medicina generale, chirurgia, maternità, pediatria, isolamentoe reparto tubercolosi: tutti in grave stato di danneggiamento. Gli edifici hannobisogno di essere riabilitati, le attrezzature rinnovate, il personale di essereformato. L’ospedale inoltre è il centro di formazione delle studentesse dellascuola per ostetriche comunitarie della cittadina.

UGANDAMEDICI CON L’AFRICA CUAMM E L’INTER CLUBAl via un’intesa originale e curiosa in Uganda, nel distretto di Kayunga:quella tra alcuni volontari di Medici con l’Africa Cuamm nel paese e l’Interclub. In questo distretto recentemente è stato attivato un Inter Campus,frutto dell’accordo fra il settore tecnico di Fc Internazionale Milano e Medici

con l’Africa Cuamm con lo scopo di realiz-zare un programma che prevede una fortedimensione educativa, integrando l’inse-gnamento scolastico con lo sport. Unbinomio vincente che consentirà il recuperodei bambini che vivono con le famiglieai margini della comunità e in condizioni

di abbandono e povertà. Il progetto coinvolge le scuole e gli insegnantidel distretto che, valorizzando l’inclinazione naturale dei bambini al giocodel calcio, potranno trarre buoni frutti dalla pratica sistematica e quotidianadi una disciplina sportiva e favorire i processi educativi e di integrazione.

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FERITE CHE SANGUINANOIN UN’AFRICA SEMPREPIÙ SOLA

FOCUS

viene usato come arma politica: dai nemicidi Mugabe (ormai tutti, dal vicino Sudafricaalla totalità dei governi occidentali) per im-porgli di aprire le porte del paese e costrin-gerlo a fare fagotto; e dal dittatore, per unestremo appello nazionalista che probabil-mente non servirà a salvare il suo potere, macostringerà il popolo a ulteriori sofferenze.

Il problema dell’anno che comincia nonè che l’Africa sia travagliata da queste san-guinose questioni; a parte l’epidemia inZimbabwe, che è fatto recente, le altre so-no piaghe croniche che si trascinano damolto tempo: oltre un decennio in Congo,un lustro in Darfur. Il problema è che l’Afri-

ca sarà, ancor più di quantonon sia accaduto finora, ab-bandonata a se stessa. La re-cessione globale la colpirà di-rettamente e indirettamente. Ipaesi donatori si tireranno in-dietro, sia in materia di svi-luppo economico che di even-tuale aiuto alle forze di pace,perché le loro risorse si con-trarranno drasticamente. An-che la cooperazione umanitariasubirà fatalmente una contra-zione, perché il suo costo ap-parirà sempre meno sostenibi-

le ai donatori, a fronte di un’emergenzasociale che nei nostri paesi s’impennerà. Ilrallentamento globale dell’economia com-porterà un calo drastico della domanda in-ternazionale di materie prime (già ben av-viato e visibile) che penalizzerà tutti i paesiafricani produttori. I corsi di queste mate-rie prime crolleranno e con essi i bilanci giàdissestati di molti Stati del continente. Piùche mai insomma, in questo 2009, l’Africasarà costretta, nel bene e nel male, a con-tare sulle proprie forze. E

NRICOBOSSAN

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

Prigionieri hutu, prigione di Mudasomwa,Rwanda.

ENRICOBOSSAN

A queste due tragedie maggiori e allemolte minori si è aggiunta prepotentemen-te, nell’ultimo scorcio del 2008, quella delcolera in Zimbabwe. Non che questo marto-riato paese non stesse già soffrendo abba-stanza sotto l’autocrazia di Robert Mugabe;ma l’incuria, l’immiserimento, la devastazio-ne dell’economia e il collasso dello Stato, ilterrore politico scatenato dal regime attra-verso le bande armate a lui fedeli si sonocombinati nell’epidemia che sta rapidamen-te mietendo vittime a centinaia. Il morbo

IL 2008 SI CHIUDE LASCIANDO IN AFRICA

molte ferite aperte, che sanguinano.Ricordiamo il Darfur, dove in oltre treanni la comunità internazionale non è

riuscita a imporre una volontà di pace. Cisono, in quel territorio remoto e sofferen-te del Sudan occidentale, migliaia di sol-dati dell’Unione Africana e dell’Onu, masono a stento la metà del numero promes-so e mancano della logistica necessaria asvolgere il loro compito (mezzi di traspor-to aerei e terrestri, armamenti credibili perun’efficace dissuasione). Il Darfur è lette-ralmente troppo grande per loro, cosicchémentre sono impegnati su un fronte sicompie un massacro da un’altra parte. Esono a tal punto dispersi sul territorio dadiventare a loro volta facile bersaglio: han-no avuto, nella seconda metà dell’annoche si è concluso, molti morti e feriti.

La seconda grande ferita aperta è laRepubblica democratica del Congo. Piùprecisamente la regione del Kivu, ai suoiconfini orientali, dove imperversa una ri-bellione collegata, a dispetto di ogni smen-tita, da vincoli politici e militari con il vi-cino Rwanda. Nella RdC le Nazioni Unitemantengono il più grosso contingente dipace al mondo (in attesa che quello inDarfur raggiunga il pieno organico, nelqual caso diventerebbe il secondo). Eppu-re anche in questo caso la forza interna-zionale è incapace di svolgere il proprioruolo di peacekeeping. Molti e variamentecomplessi sono i motivi di questa impo-tenza; ma il risultato netto è che il Kivupermane un teatro di orrori, nel quale sicompiono spaventosi misfatti contro la po-polazione civile. Il movente in questo casosono le ricchezze minerali del sottosuolo,vera maledizione del Congo, e le ambizionigeopolitiche del Rwanda.

A parte l’epidemiain Zimbabwe, che è fattorecente, le altre sono piaghecroniche che si trascinanoda molto tempo: oltre undecennio in Congo, un lustroin Darfur. Il problema èche l’Africa sarà, ancor piùdi quanto non sia accadutofinora, abbandonata a sestessa.

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FOCUS

Il bilancio, molto approssi-mativo, del conflitto inDarfur è secondo le NazioniUnite di 200.000 mortie due milioni di profughiin cinque anni.Impossibile il bilancio dellaguerra civile nellaRepubblica democratica delCongo che, in successivefasi, dura di fatto dal 1997.Il più gran numero divittime sono i civili peritiper cause indirettamentelegate al conflitto, come lecarestie e la totalemancanza di strutturesanitarie. È ugualmentecerto che stragi sono statecompiute da più parti.Le stime azzardano la cifradi diversi milioni di morti.Il colera in Zimbabwe haucciso, stando ai bilancidi metà dicembre, almenoun migliaio di persone;le vittime del contagio sonocirca ventimila.La forza di pace Onu-Unioneafricana in Darfur (Unamid)prevede il dispiegamento di26.000 uomini tra militari,poliziotti e osservatori.A metà 2008, un annodopo l’approvazione dellarisoluzione Onu, gli effettivierano ancora inferiori allediecimila unità; un aumentosensibile era annunciatoper la fine dell’anno.I soldati della Monuc,la forza Onu schierata inCongo, sono quasi 16.000,compresi circa settecentoosservatori militari.

Kongwa, Tanzania.

SCHEDAPER CAPIRE

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A SECONDA EDIZIONE DELLA TRIENNALEdi Luanda si terrà nel 2009. A darel’annuncio è stato Sindika Dokolo, pre-sidente della Fondazione che ha datovita a una delle esposizioni più impor-tanti in Africa. La prima Triennaledi Luanda, nel 2006, è stata un suc-cesso, con più di 200.000 visitatori:un autobus faceva la spola tra i quartieripopolari e il centro della città, in modoche la gente delle periferie potesseriappropriarsi della capitale. Merito an-che del movimento culturale angolano“Luanda Pop” che ha promosso un pro-gramma e che ha consentito a 40.000giovani angolani, dai 13 ai 24 anni, diiniziarsi al video, alla fotografia digitalee alla pittura. La Fondazione Dokolovanta una dotazione di circa mille ope-

re di un centinaiodi artisti di 27paesi africani, fracui il pittorecongolese ChériSamba, il nigerianoYinka Shonibare,il camerunese

Pascal Marthine Tayou (che ha collabo-rato anche con la campagna “Conl’Africa” - 2005 di Medici con l’AfricaCuamm). La Triennale ha già superatoi confini dell’Angola: nel 2007 “LuandaPop” ha rappresentato, per la primavolta, l’Africa alla 52a Biennale d’artecontemporanea di Venezia. «Oggi chel’Angola sta conoscendo un’espansionesenza precedenti, sarebbe triste se nonavesse anche uno sviluppo culturale»ha detto il vicepresidente della Fonda-zione Dokolo, Fernando Alvim, intervi-stato da “Nigrizia”. «Non credo a unosviluppo economico e politico, senzauno sviluppo culturale».

DOVELuandaQUANDONel corso del 2009SU INTERNETwww.sindikadokolofoundation.org

OSA HANNO TRASPORTATO PER SECOLI quellecarovane, prima di buoi e asini e poi dicammelli, attraverso il Sahara? Cosa haspinto gli uomini, fin dai tempi remoti,ad affrontare faticose e pericolose spe-dizioni tra venti, sabbie, calore epericolo di agguati? Una mostra itine-rante per l’Italia racconta “Le vie delsale”. Le fotografie di Stefano Pensotti

sono tutte scattate in Mali e colgonol’essenza di un commercio antichissi-mo e tuttora vitale: quello dellacarovana del sale (azalai) che da oltrecinque secoli si svolge partendo dallamitica Timbuctù per caricare le lastreestratte dalle miniere di Taoudennie riportarle fino alle rive del Niger.La mostra, dopo l’anteprima a Milano,nel novembre scorso, prosegue indiverse città italiane: il 30 gennaio saràa Sondrio (Palazzo Martinengo) conun concerto straordinario di LudovicoEinaudi e di Ballakè Sissokò dedicatoad Alì2000, la onlus che promuoveil progetto, e il 22 marzo a Romain concomitanza con la Giornatamondiale dell’acqua.

DOVESondrio, RomaQUANDO30 gennaio e 22 marzoINFOwww.ali2000.it

TEVE BIKO, SENGHOR, BOURGUIBA,Agostinho Neto, Kenyatta... per citarnesoltanto alcuni, hanno condottoi rispettivi popoli a una liberazioneattesa da secoli. Sankara, Ki-Zerbo,Idi Amin, Mobutu... sono altriprotagonisti che, nel bene e nel male,hanno segnato gli ultimi decennidi storia del continente africano.L’eco della loro opera e del loropensiero ha travalicato i confininazionali e quelli temporali. I miglioritra loro hanno ispirato altri leadere popolazioni in cerca di dignità,indipendenza e riscatto. I ritratticontenuti in questo volume, scritti daPier Maria Mazzola e da altri giornalisti,intendono presentare al lettore unarealtà variegata, dove agli elementibiografici si uniscono quelli storico-sociali e culturali, in modo da

sottolineare l’immensadiversità che caratterizzae impreziosisce l’Africa.Ogni capitolo si chiudecon uno sguardo d’insie-me sulla situazioneattuale dei paesi di voltain volta considerati, cosìda offrire uno spuntodi riflessione sulla com-plessità di un continentein grande fermento.

TITOLOLeoni d'Africa. Padri (e padroni)del Novecento neroA CURA DIPier Maria MazzolaINFOEdizioni Epoché, pp. 233, 15 euro

C SL

SEGNA IN AGENDA

ARTEA LUANDA RIPARTELA TRIENNALE

FOTOGRAFIALUNGO LA VIA DEL SALE

LIBRICHI SONO I LEONI D’AFRICA?

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IL 2009 SARÀ UN ANNO DECISIVO per letrattative tra Europa e Africa per la tuteladell’ambiente e la riduzione dei gasserra. All’inizio dell’anno si terrà il primoappuntamento a Nairobi, in Kenya, trai paesi africani e quelli europei controi cambiamenti climatici, con l’obiettivodi elaborare una posizione comunein vista del vertice sul Climadi Copenaghen che si terrà a dicembredel 2009. I lavori partiranno dalla“Dichiarazione di Algeri”, una

piattaformacomune adottatada una quarantinadi ministri africanidell’Ambiente loscorso novembre.L’Africa è respon-

sabile solo in minima parte delleemissioni globali di gas serra, del 4%se consideriamo gli Stati sub-Sahariani,ma rischia di accusare gli effetti piùdevastanti derivanti dai cambiamenticlimatici: inondazioni, siccità, deserti-ficazione, “migrazioni climatiche”.La dichiarazione di Algeri individuaalcune priorità: finanziamenti chegarantiscano tra l’altro il trasferimentotecnologico, la creazione di un proto-collo «che prenda in considerazionele preoccupazioni del continente africa-no» come il fenomeno delle migrazioniderivate dal degrado ambientale, lalotta alla desertificazione, la protezionedelle foreste (tra cui il polmone verdedel bacino del Congo) e delle costeerose dal continuo innalzamento dellivello del mare, la protezione dellabiodiversità, dell’acqua e del suoloe un piano triennale per lo sviluppodelle energie rinnovabili. Jean-LouisBorloo, ministro francese dell’Ecologia,ha auspicato un’alleanza fra Europae Africa sul clima: «Non c’èalternativa» ha detto, «o vinciamoinsieme o la disfatta sarà globale».

DOVE E QUANDONairobi (Kenya), gennaio 2009EVENTOConferenza dell’Unione Africana edell’Unione Europea sul climaDOVE E QUANDOCopenaghen (Danimarca), dicembre 2009EVENTOVertice sul Clima

NVECE DI CHIAMARE ALLA VENDETTA haavuto il coraggio di pensare che popolidiversi potevano unirsi e creare una“nazione arcobaleno”. Oggi c’è unpaese dove bianchi, neri e meticcipossono costruire qualcosa insieme.È stato un regalo straordinario fattoa tutto il mondo, che indica la stradaper il futuro». Così Dominique Lapierreparla di Nelson Mandela, durantela presentazione in Italia del suo librosul Sudafrica. Lo scrittore franceseracconta la nascita, lo sviluppoe la fine del regime dell’apartheide il sorgere della nuova “nazionearcobaleno” attraverso tre figure chedefinisce eroiche: Helen Liberman,donna bianca dell’establishmentsudafricano di Città del Capo che un

giorno decide di entrarenei ghetti dei neri elavorare con loro, ChrisBarnard, chirurgo cheeffettua il primotrapianto al mondodi cuore e non si lasciaintimidire dallerestrizioni dell’apartheidche impedivanoi trapianti tra persone

di “razze” diverse. E naturalmenteun gigante del nostro tempo comeMandela. Lapierre trasforma la storiain epopea e dipinge i suoi protagonisticome eroi senza macchia. Ma il suolibro è un interessante viaggio in unastoria, quella dell’apartheid, durataoltre tre secoli.

TITOLOUn arcobaleno nella notteAUTOREDominique LapierreINFOIl Saggiatore, pp. 352, 17,50 euro

APPUNTAMENTIINTERNAZIONALIAFRICA ED EUROPA ALLEATEPER LA DIFESA DELL’AMBIENTE?

LIBRIUN ARCOBALENONELLA NOTTE

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

SE NON CI SARANNO NUOVI FINANZIAMENTI,nel 2015 i bambini esclusi da qualsiasiforma di educazione saranno75 milioni, concentrati soprattuttoin Africa e nell’Asia meridionale.A prevederlo è l’Unesco, nel rapporto“Inclusive Education: the Way of theFuture”, pubblicato a novembre del2008 in preparazione della Conferenzamondiale sull’educazione, che si terràa Bonn, in Germania, dal 31 marzoal 2 aprile 2009. Oltre 700 delegazionifaranno il punto sull’impegno della

comunità internazionale perraggiungere uno degli ottoObiettivi del millennio,quello dell’istruzioneprimaria per tutti i bambini.L’Unesco ha calcolato cheper affrontare il problema del

mancato accesso all’educazione,che riguarda molti paesi africani comel’Etiopia, il Mali e il Niger, ma anchealtri come il Perù o le Filippine,servirebbero per ogni anno, da oggial 2015, 7 miliardi di dollari in piùdi quanto già viene attualmente spesodalla cooperazione internazionale.Con questi fondi si potrebbe provvederealla scolarizzazione di circa 29 milionidi bambini entro il 2015.Alcuni successi sono stati ottenuti,secondo gli ultimi dati delle NazioniUnite: il numero dei bambini chenon frequentano la scuola è calatodai 96 milioni del 1999 a 72 milioninel 2005. I bambini più svantaggiatirestano quelli provenienti da popola-zioni povere, indigene e deprivate,come quelli che vivono negli slum.A essere trascurato è l’obiettivo diassicurare l’alfabetizzazione ai giovanie agli adulti, che rimane una seria sfidaa livello globale. Ancora 774 milionidi adulti sono analfabeti, di cui il 64%donne, una percentuale immodificatadai primi anni Novanta. Secondoil rapporto Unesco, l’educazione nonformale costituisce il mezzo piùefficace per ridurre l’analfabetismodegli adulti, ma tali programmi restanotrascurati dai finanziamenti pubblici.

QUANDODal 31 marzo al 2 aprile [email protected]

APPUNTAMENTI INTERNAZIONALIL’EDUCAZIONE PER TUTTI?CI VUOLE PIÙ COOPERAZIONE

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CANTIERE CUAMMEWWW.MEDICICONLAFRICA.ORGECCOLA NUOVAHOMEPAGE

È in arrivo una nuova vestegrafica per la home page diwww.mediciconlafrica.org,più accattivante e sempliceda consultare.È previsto un maggiorespazio per le campagnedi sensibilizzazionee comunicazione e per ilfocus che varierà a secondadel periodo. Il colorearancione coordinerà tuttal’area delle donazioni,mettendo ordine tra quelleper i privati e quelle perle aziende.Nuovo spazio anche perle news dall’Africa e leiniziative in Italia,identificate con il coloreazzurro. E ancora: trefinestre sulle iniziative e leproposte più interessantidel periodo, il consuetospazio con i materialie le pubblicazioni di Medicicon l’Africa Cuamme il calendario con tutti gliappuntamenti dell’anno.Infine, un menu piùsemplice e diretto aiuteràla navigazione e l’orienta-mento tra i numerosicontenuti. Buonanavigazione a tutti.

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ARCHIVIO

CUAMM

SI RAFFORZA LA COLLABORAZIONE tra Medicicon l’Africa Cuamm, la FondazioneMonte dei Paschi di Siena e la RegioneToscana per la realizzazione di pro-

getti di cooperazione sanitaria. Con un con-tributo di 150.000 euro la Fondazione Mpsha deciso di sostenere le attività di formazionedei manager sanitari ugandesi, realizzate daMedici con l’Africa Cuamm presso l’UgandaMartyrs University di Nkozi. Il progetto nascedalle varie attività di cooperazione svolte negliultimidecenni indiverse regioni ugandesi edalsupportoalle componenti del sistemasanitariolocale. Un’attenta analisi dei bisogni ha per-messo di comprendere a pieno la portata deicambiamenti provocati dal processo di riformache stamodificando l’assetto delle istituzioni el’organizzazione del settore sanitario del pae-se. Sta anche aumentando la domanda di pro-fessionisti qualificati per far fronte ai cambia-menti in corso e alle nuove esigenze emergentisoprattutto nelle aree più arretrate del paese(i distretti del Nord Uganda e alcuni distrettirurali lontani dalla capitale).

La sfida lanciata da Medici con l’AfricaCuamm, e che la Fondazione Monte dei Pa-schi di Siena e la Regione Toscana hannodeciso di accogliere, abbraccia undisegno am-bizioso e complesso che prevede un forte im-patto sul miglioramento dei servizi sanitarierogati. Il progetto è infatti parte di un pro-gramma più ampio che prevede un interven-to coerente con la strategia adottata dal paeseper favorire lo sviluppo e la crescita delle ri-sorse locali. In questo senso, la formazionerientra in undisegno di lungo periodo permi-gliorare le performance dei servizi sanitari lo-cali – in primis degli ospedali – e per svilup-pare attitudini professionali e metodologie dilavoro attente alla qualità, all’efficacia, all’effi-cienza e all’appropriatezza delle cure.

La Regione Toscana sostiene questo in-tervento sia in qualità di co-finanziatore siacome partner operativo con la realizzazionedimissioni di supporto alle attività formative.

Marcello Enio

TRENTOEVENTI DI SENSIBILIZZAZIONEDue appuntamenti per il Trentino, organizzati lo scorso dicembre, sono state le propostedall’associazione Cuamm Medici con l’Africa Trentino. Il 2 dicembre, nell’ambito del progettoeuropeo “Mobilisation against Malaria: action for cooperation”, è stata organizzata una seratasul tema “Malaria ed epidemie in Africa” con la testimonianza di Mario Battocletti, nuovopresidente di Cuamm Medici con l’Africa Trentino.All’interno del progetto “Miglioramento della qualità e dell’accessibilità dei servizi comunitariper la riabilitazione dei disabili nella regione del West Nile, Uganda” finanziato dalla Provinciaautonoma di Trento, il 15 dicembre, Stefano Vida, volontario di Medici con l’Africa Cuamm inUganda, ha portato la sua testimonianza a Marnighe di Cognola.

COMOCONTINUA L’IMPEGNO PER L’UGANDAMedici con l’Africa Como onlus ha rinnovato, anche nel 2008, il suo impegno a sostegno delleattività realizzate a Naggalama, in Uganda. L’intervento triennale è finalizzato a potenziarei servizi offerti dalla clinica Hiv/Aids dell’ospedale, in modo da garantire attività di counsellinge testing, prevenzione materno-infantile della trasmissione dell’Hiv, trattamento delle infezioniopportunistiche e il trattamento antiretrovirale. Oltre a questo, l’associazione comasca ha decisodi allargare il proprio sostegno ad altre attività in Uganda: in particolare presso le strutture sanitariedi Maracha e Nyapea, garantirà l’acquisto di equipaggiamento medico, arredi e materiali di consumo.

ITALIAA LEZIONE DI SALUTE GLOBALEL’anno accademico 2008-2009 offre nuove opportunità per gli studenti di Medicina interessatiad approfondire il tema della salute globale e a prepararsi ad affrontare le sfide di un mondoglobalizzato. Una ventina di nuovi corsi opzionali in materia di “salute globale ed equitàin salute” stanno prendendo avvio in altrettante facoltà di Medicina italiane. Anche questi corsisi inseriscono nel progetto “Equal opportunities for health: action for development”. Torino,Insubria, Piemonte Orientale, Pavia, Milano, Padova, Udine, Pisa, Siena, Roma, Perugia, Bari,Catanzaro: queste alcune delle università coinvolte. I corsi fanno riferimento al curriculumformativo elaborato nell’ambito del progetto e ha l’obiettivo di definire le dimensioni più rilevantidella salute della popolazione e le differenze nell’accesso alle cure fra diversi paesi e all’internodegli stessi. Intende inoltre esaminare l’impatto della globalizzazione sulla salute, identificandole principali relazioni tra salute e sviluppo.Maggiori informazioni sul sito www.mediciconlafrica.org/globalhealth

FORMAZIONEIN UGANDA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM SUL TERRITORIO

Università deimartiri ugandesi,Nkozi, Uganda.

E DAI GRUPPI CUAMM

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VISTO DA QUI

AFRICA, LARGAMENTE DIMENTICATA NEGLI ANNI DI GEORGEW. BUSH, sarà al centro dell’atten-zionedell’amministrazioneObama, cheentrerà in carica il 20gennaio. Il prossimoam-basciatore americano all’Onu, Susan Rice, ha giurato che un genocidio simile a quel-lo del Rwanda nel 1994 «non potrà ripetersi». In Congomuoiono 45.000 persone almese, in quello che l’ex governatore di Hong Kong Chris Patten ha definito «il conflit-to più sanguinoso dopo la seconda guerra mondiale». Se gli Stati Uniti decidesseroche occorremetter fine a questa guerra africana, gli europei cosa risponderebbero?

La guerra nelle regioni orientali della Repubblica democratica del Congo, alimentata dallafame di materie prime, dagli scontri etnici, dalle rivalità regionali, dalla memoria dei conflittifra hutu e tutsi di 15 anni fa, è un rompicapo a cui né America né Europa vogliono pensare inquesto momento e si tratta solo di uno dei molti punti di crisi in Africa: lo sterminio di decinedi migliaia di persone in Darfur, la regione orientale del Sudan, è un altro. Negli ultimi anni duemilioni di persone hanno abbandonato la zona, cercando rifugio in altre parti del Sudan, o in

Ciad, mentre l’Unione Europea non ha fatto granché e gli StatiUniti avevano la testa altrove. Oggi la comunità internazionaleè pronta a discutere quanto meno di sanzioni contro il regimedi Khartoum, fortemente sostenuto dalla Cina per il suo pe-trolio?

Ancora: la crisi della Somalia, iniziata con la destituzione diSiad Barre nel 1991, non è mai veramente finita. La guerra ci-vile tra milizie islamiche e truppe del governo filoetiopico po-trebbe essere a una svolta: l’Etiopia ha annunciato che ritireràle proprie truppe e questo potrebbe provocare la caduta di Mo-

gadiscio nel giro di pochissimo tempo. Il resto del paese è privo di governo ormai da quasi ven-t’anni, una situazione aggravatasi dopo l’insensato intervento militare americano lanciato da Bushpadre nel gennaio 1993.

Oggi la pirateria somala nell’Oceano Indiano è diventata un pericolo per il commercio mon-diale, dopo il sequestro, in novembre, di una petroliera gigante saudita. Se ne faranno carico lamarina indiana e quella francese (le uniche finora presenti nella zona) o gli Stati Uniti chiede-ranno di creare una forza multinazionale a cui dovrebbero partecipare anche gli europei? Si pre-para un nuovo intervento multinazionale sul territorio?

In tutto questo, le uniche note positive sembrano essere il calo del prezzo delle derrate ali-mentari (alla borsa di Chicago il grano costava oltre 7 dollari per bushel in luglio, oggi costa 3,50dollari) e il crollo del petrolio, da quasi 150 dollari a meno di 50 dollari al barile. Per i paesi po-veri si tratta di un sollievo importante. Anche sul fronte dell’economia l’Africa, meno coinvolta dal-la globalizzazione finanziaria, in questo momento soffre meno di America ed Europa per gli scon-volgimenti delle borse e potrebbe essere il continente con la maggiore crescita nel 2009, vistoche anche India e Cina stanno rallentando la corsa.

I problemi potrebbero venire da una drastica riduzione degli aiuti internazionali, messi a ri-schio dai bilanci in rosso dei governi dei paesi industrializzati, che almeno per i prossimi tre an-ni si concentreranno sugli aiuti interni alle imprese e alle famiglie e non certo sulla cooperazio-ne internazionale.

L’AFRICA AL CENTRODELLA POLITICA DI OBAMA

L’

In Congo muoiono 45.000 persone al mese,in quello che l’ex governatore di Hong KongChris Patten ha definito «il conflittopiù sanguinoso dopo la seconda guerramondiale». Se gli Stati Uniti decidessero cheoccorre metter fine a questa guerra africana,gli europei cosa risponderebbero?

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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BISOGNI INPRIMOPIANOECOME PUOI AIUTARCI

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 14Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale, alla riabilitazionedegli ospedali di Damba e Maquela.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 7Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50 € PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 20Beira: formazione in Università e presenza in ospedale.Moma: il progetto prevede la riabilitazione dell’ospedale e di alcuni centridi salute; il miglioramento delle cure offerte; la prevenzione nel territorio.Alua: ogni anno ad Alua vengono formate 30 ostetriche di livello base.CON 1.500 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

KENYAVOLONTARIIN SERVIZIO: 2Nyahururu:cura delle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 12Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 3Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimentodei servizi sanitari offerti.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 16West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb; curadelle persone con disabi-lità; costruzione di unaclinica per l’Hiv/Aidsa Nebbi: sono questi alcunidegli ambiti d’intervento.Karamoja: oltreall’assistenza tecnicaalla direzione sanitariae ai servizi diocesani,si stanno riabilitandoalcuni centri di salute.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids; la riabilita-zione di alcuni reparti.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 68 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

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* dato aggiornato al 31.12.08

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A projectfinanced bythe EuropeanCommunity

A projectimplemented byMedici con l’AfricaCuamm

Prince Leopold Institute of Tropical Medicine; Medicus Mundi Spain; National Observatory of Paediatrics under Specialisation – ONSP; College of Nurses, Healthcare Assistants and ChildrenSupervisors – IPASVI; Medical Association of the Province of Padua; Health Authorities of Padua; Department of Environmental and Public Health, University of Padua; Department of PublicHealth and Microbiology, University of Turin; Department of Internal and Specialistic Medicine, University of Catania; Department of Experimental and Environmental Medicine and MedicalBiotechnologies, University Milano Bicocca, Monza; Paediatric Institute IRCCS Burlo Garofolo, Trieste; 9 Doctors with Africa Cuamm Supporting Groups

Italian Observatoryon Global Health(Italy)

Department of Medicineand Public Health,University of Bologna (Italy)

Department of PublicHealth, University ofFlorence (Italy)

Italian Secretary ofMedicine Students(Italy)

Nuffield Centre for Interna-tional Health and Develop-ment, University of Leeds(United Kingdom)

Foundation ofHumanitarian Aid“Redemptoris Missio”(Poland)

German Medical AidOrganisationaction medeor e.V.(Germany)

In partnership with:

In association with:

3-4 aprile 2009 Padova - Dipartimento di Sociologia, Facoltà di Scienze Politiche (via Cesarotti, 8)

VENERDÌ 3 APRILE 2009

10.30 - 11.00 Registrazione partecipantiSessioni plenarieModeratore: Agostino Paganini - consigliere del direttore, Medici conl’Africa Cuamm11.00 - 11.30 Saluti istituzionali11.30 - 11.50 La salute globale quale componente essenziale

della disciplina della sanità pubblicaWalter Ricciardi - direttore Dipartimento di sanitàpubblica, Università cattolica di Roma

11.50 - 12.30 Lo stato della salute a livello mondiale e ledisuguaglianze in salute: la comunità sanitariae le sfide della salute globaleJohn Odaga - professore universitario, Facoltà di scienzesanitarie, Università dei martiri ugandesi di Nkozi

12.30 - 13.00 Gli operatori sanitari come opinion makere avvocati per la salute globale: il progetto“Equal opportunities for health: action fordevelopment”Giovanni Putoto - responsabile pianificazione, Medicicon l’Africa Cuamm

13.00 - 13.30 Discussione13.30 - 15.00 Buffet15.00 - 15.30 Presentazione dei gruppi di lavoro: informazioni

di contesto, obiettivi, piano d’azioneAdriano Cattaneo - epidemiologo, IRCCS BurloGarofolo e Osservatorio italiano sulla salute globale

Gruppi di lavoro15.30 - 18.00 • G 1 - L’insegnamento della salute globale nelle

Facoltà di Medicina e di Scienze umaneFacilitatore: Angelo Stefanini - coordinatore program-ma sanitario, Ufficio della cooperazione italiana aGerusalemme, in congedo dall’Università di Bologna

• G 2 - Formazione continua della comunitàsanitaria sui temi della salute globaleFacilitatore: Mayeh Omar - professore universitario,Centro di salute internazionale e sviluppo di Nuf-field, Università di Leeds

• G 3 - Il ruolo della cooperazione sanitariainternazionale nella promozione, insegnamentoe implementazione della salute globaleFacilitatore: Fabio Manenti - responsabile settoreprogetti, Medici con l’Africa Cuamm

• G 4 - Strategie per mobilitare e sostenererisorse finanziarie e umane per promuoverela salute globaleFacilitatore: Jean Pierre Unger - direttore, Diparti-mento di politiche pubbliche e gestione, Istitutodi medicina tropicale di Anversa

18.00 Chiusura lavori

SABATO 4 APRILE 2009

Gruppi di lavoro

09.00 - 11.00 Ripresa dei gruppi di lavoro: presentazionedell’accordo

11.00 - 12.00 Pausa caffèSessione plenariaModeratore: Mayeh Omar - professore universitario, Centro di saluteinternazionale e sviluppo di Nuffield, Università di Leeds

12.00 - 13.00 Presentazione dell’accordo13.00 - 14.00 Chiusura lavori

CONFERENZA INTERNAZIONALE“EQUAL OPPORTUNITIES FOR HEALTH: ACTION FOR DEVELOPMENT”A PLAN OF ACTION TO ADVOCATE AND TEACH GLOBAL HEALTH