E'Africa n. 2 - luglio 2008

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WOLISSO INCONTRI RAVVICINATI Uscire dall’ospedale verso i villaggi più lontani. Il nuovo progetto di salute pubblica per raggiungere tutti Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN E AFRICA NUMERO 2 | LUGLIO 2008 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

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Bimestrale di informazione Cuamm Solidarietà di Medici con l'Africa Cuamm

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WOLISSOINCONTRI RAVVICINATI

Uscire dall’ospedale verso i villaggi più lontani.Il nuovo progetto di salute pubblica

per raggiungere tutti

Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

ENRICOBOSSAN

EAFRICANUMERO 2 | LUGLIO 2008

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMM

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ÈAFRICADIRETTORELuigi Mazzucato

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea BorgatoDante CarraroMarcello EnioSerena ForesiFabio ManentiLinda PreviatoBettina Simoncini

FOTOGRAFIENicola BertiEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuamm èonlus. Le offerte inviate sonoquindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

DALL’ALBUM DEL CUAMM

Don Luigi Mazzucato, il prof. Dal Lago e altri volontari di Medici con l’Africa Cuammassieme all’allora vescovo di Nyeri in Kenya, mons. Gatinu, in occasione del convegnosvoltosi il 1° febbraio 1968. Il convegno ha rappresentato una tappa fondamentaleperché per la prima volta i medici del Cuamm operanti in Africa affrontano lanecessità di dare agli ospedali missionari una chiara formazione professionale e unpreciso assetto amministrativo e insieme di collegarli con il sistema sanitarionazionale, integrando l’attività ospedaliera con l’assistenza di base e la prevenzione.

MEDICICON L’AFRICACUAMM

1968

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO STRADE NUOVE PER RAGGIUNGERE TUTTI A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS DEMOCRAZIA E POVERTÀ, MISCELA A RISCHIOPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

IN CANTIERE A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

IN AFRICA A PAGINA 19

CONVEGNODINYERI, KENYAILPRIMOCONVEGNODEIMEDICICUAMM

Etiopia,foto di Enrico Bossan

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oN LuIGI MAzzuCAto hA pAssAto IL testIMoNe A DoN DANte CArrAro. Il nocchieroche abbiamo visto sempre presente sulla tolda della nave Cuamm ha cedutoil timone, ma è rimasto sulla nave.

Chi è quest’uomo? Lo trovavi sempre in quell’atrio, al di là delle porte a vetro,a misurare lo spazio tra i due giardini con il breviario in mano, pronto a solle-vare lo sguardo di benvenuto; oppure in quel minuscolo ufficio accanto al refet-torio, curvo tra carte e appunti; o rifugiato nella penombra della cappella.

Quel prete senza età, esile, all’apparenza fragile, così dimesso da essere spesso sottovalutatoha raccolto la sfida di portare avanti il Cuamm, che era poco più di un’idea, nuova ed entusia-smante, ma acerba e informe. Quel neonato sotto la sua guida è cresciuto, è diventato grande. elui piccolo, sempre in ombra, ma presente. Gli anni ’60 furono di un’austerità particolare. eravamopoveri, ma orgogliosi di esserlo. La sobrietà e la parsimonia caratterizzavano ogni scelta. ricordo che unpomeriggio chiede a due di noi studenti del collegio di accompagnarlo a roma. subito pronti, lo aspet-

tiamo. Ma c’erano documenti da preparare, telefonate non riman-dabili da fare, appunti da redigere con quella grafia minuta e fitta,piena di correzioni, a significare quanto ci aveva riflettuto sopra e co-me non fosse mai soddisfatto dell’esito finale, sempre migliorabile.riusciamo a partire verso le 23. trascorriamo la notte in macchina,mentre lui rielabora i suoi piani, sonnecchia un po’, se si sveglia cicoinvolge in un pezzo di rosario. Arriviamo a roma giusti per l’aper-tura degli uffici dei Ministeri. Lo scarrozziamo da una parte all’altradella città fino a che arriva il momento in cui tutti gli uffici sono

chiusi, si rilassa, ci sorride: «Adesso, possiamo tornare a casa». In quegli anni don Luigi ha affinato lasua naturale propensione all’ascolto e al dialogo. Quante notti trascorse ad ascoltare pazientemente iproblemi degli studenti, adeguandosi ai tempi e ai ritmi della comunicazione di persone provenientida culture così lontane e diverse. Da lì nacque il paziente tessitore di rapporti, il tenace ricucitore direlazioni, l’attento lettore dei contesti, che sa aspettare il tempo giusto per dire o non dire qualcosa nelrispetto dell’altro. L’attenzione alle persone è stato un imperativo inderogabile, offrendo a ciascuno vi-cinanza, partecipazione e intensità di sentire. Quante volte l’impazienza di chi ha a che fare con l’ur-genza dell’agire in situazioni disagiate si è trovata a scontrarsi con il suo invito a saper aspettare. Aspet-tare cosa?! La risposta non è mai tempestiva e talvolta disperatamente tardiva. Ma la dimensione diun tempo che va oltre le contingenze e le impellenze umane, di cui s’ha da farsi carico in pienezza d’im-pegno, sembra dar significato a quell’attesa, carica di una speranza sofferta, nel cruccio quotidianodella propria inadeguatezza. Comunque mai demordere, mai dichiararsi vinti. Quella figura scarna diprete che sembra star in piedi per scommessa non molla mai: le sfide più difficili sono il suo pane, ladeterminazione più tenace nel perseguire gli obiettivi lo sostiene, crede davvero nella provvidenza.

Chi è quest’uomo che ha condotto Medici con l’Africa Cuamm per oltre 50 anni? un grandenocchiero che ha saputo guidare questa canoa, ora nave transoceanica, per acque tranquille etempestose, che è rimasto però sempre pauper, servus et humilis e un carissimo amico.

GIOVANNI DEL FRATECONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

UNGRANDENOCCHIEROSEMPREUNCARO AMICO

EDITORIALE

D

Lo scorso 19 giugno il Consigliodi Amministrazione ha nominato nuovodirettore don Dante Carraro. Dopo 53 annialla guida dell’ong, don Luigi Mazzucato,alla splendida età di 81 anni, affida a lui laconduzione di Medici con l’Africa Cuamm.

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REUTERS/JIMYOU

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Si è svolto dal 7 al 9luglio scorsil’appuntamento degli otto“grandi” della terraa Hokkaido in Giappone.All’apertura del lavori,l’attenzione è stata rivoltaall’Africa con unasessione dedicata al temadello sviluppo delcontinente. Ma ancorauna volta, i gruppi dellasocietà civile impegnatinel campo della salutehanno manifestato asprecritiche. I leader del G8,infatti, non hannoconfermato di realizzare,entro tre anni, l’impegnogià sottoscritto,di spendere 60 miliardidi dollari per la lottacontro le pandemiedi Aids, tubercolosie malaria e rafforzarei sistemi sanitari africani.Un club che pretendedi rappresentare i “potentidella terra” senza Cina,India, Brasile, Sudafrica,Nigeria è sempre più fuoridalla realtà. Se poi il G8non tiene fede allepromesse fatte in meritoalla salute, la situazioneè destinata a peggiorareancora.

G8LEADERSENZALEADERSHIP

FOTONOTIZIA

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REUTERS/MOHAMEDNURELD

INABDALLA

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Lo scorso 14 luglio,la Corte Corte penaleinternazionale hacondannato e richiestol’arresto del presidentesudanese Omar Hassanal-Bashir, accusato dicrimini contro l’umanitàe di genocidio in Darfur.È il primo presidentein carica perseguitoda un mandato di catturainternazionale.Dal 2003 infatti 200.000persone hanno perso lavita a causa della terribilerepressione in Darfure 2,5 milioni sono statecostrette a rifugiarsi nellezone occidentali delSudan. Ma a Karthoumla gente è scesa in piazzain difesa del presidente.

SUDANPROTESTECONTROLACORTE PENALEINTERNAZIONALE

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FOTONOTIZIA

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ArrIvANo DA MoLto LoNtANo, qualcunoanche da Addis Abeba, per trovare cu-re e assistenza medica qualificata.Wolisso si trova a 120 km dalla capi-

tale, per raggiungerla si percorre una lungastrada diritta, asfaltata. L’ospedale san Lucanasce nel 2001, dalla collaborazione tra Me-dici con l’Africa Cuamm e la Chiesa cattoli-ca etiope, grazie al sostegno arrivato dall’ot-to per mille della Cei e dalle Diocesi deltriveneto. È l’unico ospedale in un distrettodi 300.000 abitanti, in una delle zone con ilminor numero di medici, la south-Westshoa zone. Qui si conta un medico ogni45.000 abitanti circa. Le persone vivono incapanne di sterco e paglia, sparse nel terri-torio, e camminano anche per tre ore pur diraggiungere l’ospedale.

A Badekero, a 3.000 metri di altitudine,arriviamo attraverso un sentiero impervio emolto ripido, in una domenica soleggiata dimarzo. Gli uomini e i bambini ci circonda-

WOLISSO. Dall’ospedale San Luca di Wolissoalla Scuola infermieri, ai Centri di salute fino aivillaggi più lontani: un intervento a 360°.

no subito. Le donne sono giù, a dieci minu-ti di strada, vicino al pozzo e alla fonte diacqua pulita. «I capi villaggio sono arrivatifino all’ospedale e ci hanno chiesto di prov-vedere per prima cosa all’acqua sicura»,spiega Gaetano Azzimonti, volontario diMedici con l’Africa Cuamm. È il primo pas-so di un nuovo progetto di salute pubblicache partendo dall’ospedale si estende al ter-ritorio circostante.

«tutto è cominciato nel 1998 – raccontaFabio Manenti, di Medici con l’Africa Cuamm,per molti anni direttore sanitario dell’ospe-dale – con un’indagine che ci ha permessodi capire i bisogni della popolazione. Il pri-mo: l’acqua. La situazione igienica era dram-matica, il 60% dei bambini era affetto daverminosi, mancava l’igiene, e dal punto divista sanitario non c’era nulla». serviva in-nanzitutto un ospedale. e dopo 7 anni, quel-lo di Wolisso è un punto di riferimento coni suoi 144 posti letto, le 53.000 visite ambu-latoriali, i 7.711 ricoveri, le 2.607 opera-zioni maggiori, i 2.213 parti del 2007. sonostati 12.644 i bambini vaccinati e 10.376 levisite pre-natali.

IN PRIMO PIANO ETIOPIA

STRADE NUOVPER RAGGIUNGERE TUTTI

DI ELISA BISSACCO

Etiopia, una donna attende il suo turnoper la visita nel centro di salute periferico.In un contesto di estrema povertà,è fondamentale il supporto alla retedecentrata dei servizi, provvistadi farmaci, personale qualificatoe costante supervisione. È così chevia via si sostengono le famiglieche imparano a lavarsi le mani, bereacqua potabile, usare un gabinetto pulito.

Un’ora di strada a piedi lungo un sentiero di sassirossi. Alcune capanne e un grande albero al centro.Meron siede su una panca e appoggia la borsa con imedicinali. Calme e sorridenti, arrivano le donne coni bambini in braccio e la carta della salute in mano.

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«Ma questo non basta a coprire le neces-sità di una regione così ampia, bisogna an-dare nei villaggi più lontani – riprende Ma-nenti –. si deve pensare a costruire pozzi,centri di salute periferici, vaccinare tutti ibambini». e così Medici con l’Africa Cuamminizia a raccogliere dati nel territorio. Da que-sti risulta che solo il 51,8% delle famiglie haaccesso ad acqua sicura; il 78,6% possiedelatrine; appena il 54,4% dei bambini ha unacopertura vaccinale e solo il 16,2% delledonne è assistito durante il parto.

«ricordo con piacere la gioia provatadalla popolazione di questa zona e il since-

ro apprezzamento degli anziani della comu-nità quando la Chiesa cattolica etiope e il suopartner, Medici con l’Africa Cuamm, realiz-zarono il st. Luke Catholic hospital e lascuola infermieri. La mia speranza oggi è chel’avvio di questo nuovo progetto possa porta-re un effettivo aumento dei servizi necessarial bene della popolazione e chiedo alle auto-rità locali di provvedere con il supporto el’appoggio necessario». Con queste paroledel presidente federale dell’etiopia, GirmaWoldegiorgis, prende ufficialmente il via ilnuovo progetto di salute pubblica: la rispostadi Medici con l’Africa Cuamm alla dramma-

tica situazione. L’intervento, co-finanziato dalMinistero Affari esteri italiano, intende parti-re dall’ospedale di Wolisso e dalla scuola in-fermieri annessa, per allargarsi a tutto il ter-ritorio e raggiungere le famiglie più lontane.siamo di fronte a un bell’esempio di collabo-razione tra il pubblico e il privato che vede,da un lato le autorità locali chiedere e ap-poggiare un intervento, e dall’altro la Chiesacattolica etiope e Medici con l’Africa Cuammrealizzarlo. «Noi non ci rassegneremo mai adaccettare, perché estremamente ingiusto eprofondamente immorale, che ci siano 10 mi-lioni di bambini che muoiono all’anno per

VE

ENRICOBOSSAN

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ti –, indispensabile per rendere funzionaletutto il sistema. Da qui a tre anni, ci aspet-tiamo che almeno il 25% delle donne vengaassistito durante il parto. oppure che il 70%dei bambini sia vaccinato e che il 65% del-le famiglie abbia accesso ad acqua sicura».Il progetto si avvale dell’impegno di healthextension workers, ragazze come Meron erobit che abbiamo conosciuto in una delleloro giornate di lavoro. hanno alcune com-petenze sanitarie e sono incaricate dalle au-torità di raggiungere i posti più sperduti peroffrire l’assistenza di base. La loro giornatacomincia presto, percorrendo le ripide stra-de di sassi rossi della zona. Arrivano nei vil-laggi e si siedono sotto un grande albero,dove vengono raggiunte dalle mamme e daibambini. visitano, vaccinano, danno consi-gli, aggiornano le carte della salute e indi-rizzano i casi più complicati all’ospedale.«È un intervento molto utile, che se fatto inmodo costante, può incidere realmente sul-la salute delle persone. tra i nostri compitianche quello di coordinare queste operatri-ci sanitarie, monitorarle in modo che fac-ciano il loro lavoro. La gente di queste zonenon ha nemmeno le conoscenze di base. unesempio? Il governo ha distribuito le zanza-riere a tutti, per prevenire la malaria, manon sanno a cosa servono e molti le usanoper coprire il cibo!», conclude Fabio Manen-ti. e dopo? «La forza di questo progetto è lapossibilità di replicarlo in altre parti della re-gione e ottenere così risultati migliori e piùduraturi».

ER COMPLETARE IL PROGETTO DI SALUTE PUBBLICA DI WOLISSO servono ancora179.128 euro, ovvero la quota non finanziata del progetto triennale.L’iniziativa, co-finanziata dal Ministero degli Affari esteri italiano, habisogno dell’aiuto di tutti i sostenitori per coprire i costi a carico direttodell’ong. L’ospedale S. Luca di Wolisso, struttura della Chiesa cattolicaetiope sostenuta da Medici con Africa Cuamm, ha infatti di recenteavviato un programma di Salute pubblica nel territorio per offrirenuovi servizi di medicina di base e migliorare quelli già esistenti. L’ini-ziativa si inserisce nel programma di espansione dei servizi sanitari delMinistero della Sanità etiopico.Il primo passo è stato quello di realizzare, all’interno dell’ospedale diWolisso, un Dipartimento di Salute pubblica per analizzare la situazio-

ne di partenza e programmare gli interventi più efficaci. Da qui partel’“esperienza pilota” in due aree (Woreda), per una popolazione dicirca 16.000 abitanti.Tre nuovi centri di salute di primo livello saranno costruiti e resi opera-tivi entro il 2008, in tre distinti quartieri e qui si potranno offrire servizidi medicina primaria quali vaccinazioni, visite, parti assistiti… Altreattività fondamentali sono: la formazione del personale sanitario loca-le; la conduzione di indagini sul territorio e nelle strutture esistenti perottenere dati sul contesto sanitario e rispondere così ai bisogni piùurgenti; il rafforzamento della collaborazione con l’ufficio sanitariolocale, per creare le condizioni di una effettiva partecipazione all’atti-vità e favorire l’espansione del programma.

SCHEDAPREVENZIONE, EDUCAZIONE SANITARIA, IGIENE PER WOLISSO

P

ARCHIVIO

CUAMM

IN PRIMO PIANO

Il dott. Gaetano Azzimonti durante un sopralluogo nei villaggi.

mancanza di cure primarie e 500.000 donneche muoiono ogni anno di parto, perché pri-ve di una adeguata assistenza. Ci sono dram-mi e tragedie che non possono lasciarci in pa-ce», questo il significato del nuovo interventonelle parole di don Luigi Mazzucato, nel cor-so della cerimonia di avvio del progetto.

Il progetto di salute pubblica viene rea-lizzato in collaborazione con le autorità sa-nitarie locali e con il beneplacito dei leader

dei villaggi. esso intende costruire e riabili-tare tre centri di salute, formare il persona-le sanitario distrettuale con corsi di aggior-namento e supervisioni, per raggiungeretutti i villaggi e le zone rurali più lontane;offrire la copertura dei servizi materno-in-fantili e l’espansione del programma di vac-cinazione e di clinica pre-natale.

«si tratta dell’ultima componente del si-stema sanitario – riprende il dott. Azzimon-

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FLASH

ANGOLALE PRIME ELEZIONIElezioni in vista per l’Angola: i prossimi 5 e 6 settembre tutto il paese èchiamato alle urne. Si tratta delle prime elezioni dall’indipendenza del paese,ottenuta nel 1975. Originariamente le elezioni si sarebbero dovute svolgere già

nel 1997, ma sono stati poi posticipate acausa di problemi organizzativi e logistici.La registrazione degli elettori è stata avviatagià dal 2005 ed ora è a regime. L’ultimodato attendibile relativo alle registrazionirisale ad agosto 2007 e indica poco piùdi 7 milioni di cittadini votanti, su 16milioni di angolani stimati nel 2004.Il presidente José Eduardo dos Santos, nel

discorso di fine anno, a dicembre 2007, ha chiesto che le elezioni si svolganoin un «clima di pace e tolleranza». Il coordinatore del Consiglio dei rappresen-tanti delle organizzazioni civili della società angolana (Ciosca), Miguel Kilundo,ha sottolineato l’importanza del voto e del processo di disarmo dei cittadini inpossesso di armi illegali. Ha invitato la società civile a continuare nell’impegnoa favore della formazione civica della popolazione, per facilitare un climadi pace e serenità durante le prossime elezioni.

ETIOPIAEMERGENZA MALNUTRIZIONE«Sei milioni di bambini minacciati dalla carestia in Etiopia»: lo affermal’agenzia delle Nazioni Unite. Di questi già 126.000 soffrirebbero di malnutri-

zione severa con urgente bisogno di trattamento.Le cause sono la scarsità delle piogge, la perdita dibestiame per la siccità, la riduzione di disponibilitàe il continuo aumento dei prezzi di beni alimentariin seguito all’aumento del costo del petrolio e allacrisi alimentare mondiale. Il World Food Programme(WFP) stima in 94 milioni di euro il bisogno perfronteggiare la situazione di emergenza.Rappresentanti di Unicef in Etiopia affermano chenonostante i meccanismi di prevenzione e risposta

alla malnutrizione acuta siano presenti, questi sono ancora largamente sotto-finanziati. Presso l’ospedale di Wolisso, nel 2007 sono stati curati 360 bambiniaffetti da malnutrizione acuta dai medici volontari di Medici con l’AfricaCuamm. Per migliorare l’assistenza a questi bambini è necessario costruireun’unità specifica per malnutriti il cui costo si aggira sugli 80.000 euro.

RICERCA SANITARIAIN AFRICAI paesi africani devono investire nella ricerca almeno il 5% degli aiuti destinatialla sanità. È quanto si legge nella dichiarazione finale della conferenzaministeriale svoltasi ad Algeri, dal 23 al 27 giugno scorso, sulla ricerca sanitariain Africa. I paesi africani devono «dotarsi di tecnologie di informazione e comu-nicazione per rendere i propri sistemi sanitari accessibili a tutti», si legge neldocumento approvato. Nel 2006, i paesi africani hanno destinato 517 milioni

di dollari alla ricerca sulla salute in Africa, standoa quanto precisato dalla delegata dell’Oms, MaryAnne Buke. Una somma ritenuta insufficienterispetto ai 125,8 miliardi di dollari spesi ogni annonel mondo. La dichiarazione di Algeri chiede quindiall’Oms di creare un “Fondo di sviluppo per la ricercanella sanità” in Africa. Un ente incaricato diraccogliere e distribuire le risorse destinate al finan-ziamento e alla valorizzazione dei lavori di ricerca.

Le conclusioni dei lavori della conferenza saranno presentati al Forum mondialedella sanità, in programma il prossimo novembre a Bamako. (fonte Afp)

TANZANIANUOVI IMPEGNI«Nuove prospettive all’orizzonte per l’ospedale di Mikumi, in Tanzania»:lo afferma Stefano Vicentini, del Settore Progetti di Medici con l’Africa Cuamm,al ritorno da una recente missione nel paese. «Ho trovato un contesto aperto e

disponibile – riprende – ho potuto incontrarele autorità locali, con cui i nostri volontaricollaborano, che hanno manifestato il loroparere positivo su quanto si sta facendoa Mikumi». Il centro di salute, infatti, èdi recente stato dichiarato “ospedale” grazieall’impegno di Medici con l’Africa Cuammnel riabilitare la pediatria che ora ha 24 letti

disponibili. Ma quali i prossimi passi? «Uno degli scopi del mio viaggio – spiegaVicentini – era anche quello di analizzare gli standard di accessibilità, equitàe sostenibilità raggiunti dall’ospedale e di raccogliere nuovi elementi per gliscenari futuri». L’impegno ora è quello di scrivere un nuovo progetto da presen-tare al Ministero degli Affari esteri italiano per continuare nell’opera intrapresaa sostegno di questo ospedale, unico servizio per una popolazione di circa80.000 abitanti.

MOZAMBICOUN PONTE PER LA COMUNITÀSono 20 gli “attivisti comunitari” dell’Associazione Aro Moçambique impegnatia Moma, nel nord del Mozambico, in un progetto che ha una componente ospe-daliera e una di territorio. Attraverso rappresentazioni teatrali e incontri, essi

fanno da tramite tra i nostri medici e i giovani nellescuole, le donne nei villaggi… insegnano a prevenireAids, tubercolosi, malaria e altre malattie.«L’evidenza di un impatto positivo ci ha indotti adallargare queste attività a supporto di alcuni settoricome quello della cura della tubercolosi, della mal-nutrizione e della lotta all’Aids nei bambini. Per

questi ambiti si stanno elaborando nuovi progetti, che si prevede di avviare entrola fine del 2008, per i quali saranno necessari ulteriori finanziamenti e altrivolontari sul campo»: dice Egidio Bosisio, del Settore Progetti di Medici conl’Africa Cuamm. «La strategia consiste nel coinvolgere la comunità nelle inizia-tive di sensibilizzazione e prevenzione delle malattie più diffuse – precisa –. Ungruppo di giovani, preparati e sostenuti, ci permette di trasferire alle comunitàquelle nozioni e pratiche che, se adeguatamente applicate, potranno avereun effetto duraturo sulle condizioni di salute della popolazione».

ULTIMEDAL SUDANBuon inizio per l’ospedale di Yirol, in Sud Sudan. I primi dati dicono che l’atti-vità va bene, che le persone utilizzano il servizio. «Solo nel mese di maggio2008 sono state fatte 1.500 visite ambulatoriali, 280 ricoveri, 50 parti di cui3 cesarei, 88 operazioni maggiori – dice don Dante Carraro, direttore di Medicicon l’Africa Cuamm, al rientro dal paese –. E il trend è in crescita. Siamo

soddisfatti dei risultati conseguiti, nonostante laguerra civile avesse distrutto tutti i servizi e nellepersone persino il “diritto di chiedere, di avere curee assistenza”. Incredule continuano a chiederci:“ma è proprio per noi questo ospedale?”». E cosìl’attività procede, nonostante sia ripresa la guerrigliaal confine con il Nord del paese e siano aumentati

i militari che circolano. «Nelle scorse settimane qualche persona armata eraarrivata anche in ospedale a chiedere i nostri mezzi e i farmaci. Ma le autoritàlocali, nella persona del ministro della Sanità dello Stato dei Laghi, il dott.Parmena, ci hanno assicurato che l’ospedale e il nostro personale non corronoalcun pericolo, perché offrono un servizio troppo importante per tutti».

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DEMOCRAZIAEPOVERTÀMISCELAARISCHIO

FOCUS

Novanta del secolo scorso, dopo la cadutadel Muro di Berlino, che stati uniti, governieuropei, istituzioni internazionali si sonomessi a battere sul tema della democraziapolitica, fino a quel momento non certo incima alle loro preoccupazioni. Improvvisa-mente, quasi dall’oggi al domani, l’occi-dente si sentì libero di non dover più so-stenere a ogni costo i tiranni suoi alleati(pur di contrastare la minaccia sovietica) epretese invece il sigillo delle libere elezio-ni. ora il caso Mugabe dimostra che nonbasta un’elezione a fare un presidente le-gittimo. Anzi, che le regole della democrazia

elettiva calate dall’altosu un’economia poco svi-luppata possono diven-tare un problema, unatrappola. Queste consi-derazioni sono ispiratedalla lettura di un libroappena pubblicato in Ita-lia e il cui contenuto èprofetico rispetto alle vi-cende dello zimbabwe.si intitola L’ultimo mi-liardo ed è stato scrittoda paul Collier, professo-re di oxford, ex funzio-

nario della Banca mondiale. Democrazia epovertà, ragiona Collier, possono costituireuna miscela temibile: «Quando il processodi crescita fallisce in una società a bassoreddito, questa è esposta a rischi che è dif-ficile arginare», scrive e «i diritti democra-tici non riducono il rischio di guerra civile».se vogliamo che la libertà s’irrobustisca inAfrica, conclude Collier, occorrono menoaiuti (forse anche meno elezioni presiden-ziali, aggiungiamo noi) e più politiche del-lo sviluppo. Ma queste sono sofisticherie cheal G8 non interessano. R

EUTERS/PHILIMONBULAWAYOU

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

Emblemi dei potenti, Nairobi, Kenya.

ENRICOBOSSAN/èAFRICA

di terrore. L’economia è a zero, la stampaimbavagliata, gli oppositori in pericolo im-mediato (le vittime, del resto, si contano acentinaia). Le squadracce del presidentescorrazzano in armi seminando morte nel-le città e nelle campagne, milioni di dispe-rati cercano rifugio nei paesi circonvicini. Isudditi di teodoro obiang Nguema, in Gui-nea equatoriale, non stanno forse moltomeglio, ma denunciare almeno un caso èmeglio che non denunciarne alcuno.

La vicenda dello zimbabwe è utile poi aliberarci di un equivoco. È stato negli anni

«NoN ACCettIAMo LA LeGIttIMItà di al-cun governo che non rispecchi lavolontà del popolo dello zimba-bwe». Questa perentoria boccia-

tura, sottoscritta dagli otto grandi della ter-ra riuniti nel loro vertice periodico ai primidi luglio, ha davvero pochi precedenti perdurezza e inappellabilità. tanto più che èstata accompagnata dalla minaccia di «ul-teriori passi» contro gli individui responsa-bili delle violenze», tra i quali sembra si vo-glia alludere allo stesso presidente robertMugabe, appena rieletto – per la sesta volta– capo dello stato.

È facile gioco mettere in evidenza le con-traddizioni dello sdegno del G8. Comin-ciando dal fatto che non tutti i membri delclub – per esempio la russia putiniana – so-no modelli di democrazia. proseguendo conla considerazione che ci sono paesi africanidove le libertà individuali e politiche nonvanno poi molto meglio che in zimbabwe,ma che sono tuttavia produttori di petrolio(come l’Angola o la Libia) e, verosimilmen-te a questo titolo, vengono risparmiati daglistrali dei leader del mondo. va ricordato in-fine che la Gran Bretagna ha un conto aper-to con lo zimbabwe di Mugabe – conto nelquale figurano anche interessi diretti – e cheè stata proprio Londra a insistere per la con-danna collettiva, come se si trattasse di unfatto personale.

Non c’è dubbio: lo sdegno dei gover-nanti dell’occidente è ipocrita, selettivo, abasso costo. tuttavia, meglio questa parzia-lità dell’indifferenza. La doppia votazionepresidenziale (primo turno il 29 marzo, conun risultato mai chiarito ma di sostanzialeparità tra Mugabe e Morgan tsvangirai; se-condo turno il 27 giugno con Mugabe soloin corsa) è lo specchio di un paese ridottodal suo leader in fin di vita e in uno stato

Non c’è dubbio: lo sdegnodei governanti dell’Occidenteè ipocrita, selettivo, a bassocosto. Tuttavia, meglio questaparzialità dell’indifferenza.La doppia votazionepresidenziale è lo specchiodi un paese ridotto dal suoleader in fin di vita e in unostato di terrore.

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FOCUS

ROBERT MUGABE è ininter-rottamente al potere dal1980, dapprima comeprimo ministro e poi, dal1987, come capo delloStato e del governo.Questo non fa di lui il piùlongevo autocrate africano,anzi: il numero di “inamo-vibili” tra i leader delcontinente è così nutrito(e di così lunga durata)da spiegare abbastanzafacilmente la renitenzadei vertici dell’Unioneafricana a condannareil presidente delloZimbabwe.

La classifica è guidata daOMAR BONGO, dal 1967alla guida del Gabon,paese dove la Francia haingenti interessi petroliferi.

MOHAMMAR GHEDDAFIprese il potere in Libia conun colpo di Stato digiovani ufficiali nel 1969.Qui gli interessi petroliferisono soprattutto italiani.

Seguono TEODORO OBIANGNGUEMA in GuineaEquatoriale e JOSÉEDUARDO DOS SANTOS,entrambi insediatisi nel1979. Il secondo è soprav-vissuto a una lunga guerracivile, agli accordi di pacee alle successive elezioni.Anche qui si tratta di paesiricchissimi di petrolio,materia prima che si rivelaun vero elisir di lunga vitapolitica.

Vengono poi l’egizianoHOSNI MUBARAK (1981),il camerunese PAUL BIYA(1984), eccetera.

SCHEDAPER CAPIRE

Robert Mugabe, presidentedello Zimbabwe.

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BIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO.Utopia? Una meta verso cui tendere?Il mese di settembre segna la metàdel cammino per i Millenniumdevelopement goals: gli otto obiettivifissati nel 2000 dalle Nazioni Unite(e da raggiungere entro il 2015) pergarantire una vita più degna a tutti gliuomini sul pianeta. Siamo nel 2008,e il prossimo 25 settembre a New York,le Nazioni Unite faranno il punto della

situazione. Bentre obiettivi sonodedicati alla salute:tutti i paesi delmondo si sonoimpegnati a ridurrela mortalitàinfantile, migliorarela salute maternae combatterele pandemie,soprattutto Hiv/Aids,malaria. I paesidonatori dovrebbero

farlo co-finanziando programmi ad hoc,i paesi più poveri sviluppando politichecoerenti.

Sull’argomento sono intervenutidi recente anche i presidenti delleConferenze episcopali nei paesi del G8,che hanno detto: «Il summit delleNazioni unite di settembre 2008,dedicato agli obiettivi di sviluppo delmillennio, offrirà un’importanteopportunità per la mobilizzazione diuna più ampia comunità internazionale.La crisi alimentare mondiale, chedevasta le comunità più povere in modosproporzionato, e i flagelli terribilidi Aids, malaria e altre malattie,rendono ancora più urgente un’azioneconcertata».

I vescovi hanno però sottolineato:«Perché le misure abbiano successoa lungo termine è necessario chei poveri vengano messi nella condizionedi essere arbitri del loro sviluppo.Promuovere le loro capacità di interventoe di partecipazione nei processieconomici, sociali, politici e culturaliè un prerequisito essenziale perlo sviluppo».

LA DATA DA SALVARE25 settembre: Turning point per gliObiettivi di sviluppo del millennioDOVEA New York, durante l’assembleagenerale delle Nazioni Unite

EORGES ADÉAGBO, considerato il piùimportante artista dell’Africa occidentale,ha avuto ampi riconoscimentiin Europa, Stati Uniti e Giappone.Quest’anno le sue opere sono stateesposte nella città simbolo dell’artein tutto il mondo: Firenze, sia al Museodi Palazzo Vecchio sia alla galleriaFrittelli. Adéagbo è un “collezionista”

che raccoglie eordina sistematica-mente fotografie,libri, ritaglidi giornali, stoffe,object trouvésassemblandoliinsieme con criteridiversi, a secondadel contesto in cuisi trova. Il rapportotra Africa edEuropa, la storiadella colonizzazione,il dramma della

guerra e della schiavitù, il cannibalismoculturale e la religione, la democraziae l’arte sono i suoi temi più cari.Interessato alle storie locali e agli eroileggendari, mette in scena suggestivenarrazioni i cui significati attraversanoi confini tra paesi, culture, epoche,linguaggi. Il prossimo appuntamentodi Adéagbo con il pubblico italiano saràla mostra Intolerance, a cura di AchilleBonito Oliva, fino al 31 ottobrea Ravello (SA). In Italia è anche uscitoil libro/catalogo delle sue opere.

IL LIBROGeorges Adéagbo. Grand Tourdi un AfricanoA CURA DIChiara Bertola, Stephan KöhlerINFOCarlo Cambi Editore

LA MOSTRAIntoleranceA CURA DIAchille Bonito OlivaDOVEA Ravello (Sa), nella sede di Villa RufoloQUANDODal 1° settembre al 31 ottobre 2008

LEK WEK è una delle top model africanepiù quotate del momento. E la suabiografia vale la pena di leggerla peralmeno due motivi: l’ironia con cuiè scritta e i mondi che racconta (quellosudanese dei dinka, da cui fugge adole-scente a causa della guerra civile,a quello della moda incontrato aLondra, dove una modella del suo tipoè vista solo, almeno all’inizio, come“bellezza nera”). Settima di nove figli,Alek cresce in una tipica famigliadinka, nel sud-ovest del Sudan. Tuttocambia con l’arrivo dei soldati delgoverno di Karthoum: i dinka si trovanoin mezzo al conflitto fra il Sud e il Norddel Sudan. A 14 anni, con una sorella,parte per Londra e, come in una favola,mentre passeggia per le strade della

capitale della GranBretagna, viene notataper la sua bellezza: «Haimai pensato di fare lamodella?». Ma il mondodella moda non è unafavola. Alek conosce latirannide delle operazionicommerciali «chemettevano insieme tuttele ragazze nere come

se fossero una particolare razzabovina», il razzismo, gli stereotipi sulla“bellezza primitiva”. Alek si ribella.Attraversa, tra compromessi e rivolte,questo mondo e intanto sfonda: finiscesulla copertina di Elle. Nel 2005l’accordo di pace le permette di tornarenel suo paese. È scioccata dall’estremamiseria in cui è ridotto il suo popoloe capisce che deve fare qualcosa di piùper la sua terra. La Alek Wek di oggiè impegnata in azioni di volontariatoa favore dei profughi del Darfur e didonne affette da malattie cardiache.È ancora la donna dei due mondi?

TITOLOLa ragazza del villaggio dinkaAUTOREAlek Wek, modellaINFORizzoli, pp. 238, 17 euro

G AO

SEGNA IN AGENDA

APPUNTAMENTISETTEMBRE 2008: A METÀDEL GUADO PER GLI MDG

CULTURA & MOSTREIL GRAN TOUR DI UN AFRICANO.IN NOME DELL’ARTE

LIBRIUNA BELLEZZA “AFRICANA”

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T

C’è UN GRUPPO DI DONNE CHE ASPETTA. Sonoarrivate dall´Africa, hanno età diverse.Nigeria, Gabon, Costa d´Avorio, Ghana,Burkina Faso, Mali, Congo. Sono tuttescure, in legno, terracotta, pietrae cucinano, tengono oggetti, pregano,portano bambini. Si sono trasformatein statue, sgabelli, coppe, oggettida divinazione, strumenti musicali,cucchiai, pettini, maschere. Sonole protagoniste della mostra «Africa informe», allestita nel Battistero di Astifino a settembre, dedicata alla sculturaafricana legata soprattutto alla figurafemminile. Alla fine di questa mostra– che propone al pubblico oltre 200

opere ineditedi arte africanaprovenienti da col-lezioni pubblichee private, maiesposte prima –«ci si domanda sedavvero capiamola loro lingua e leloro storie, al di làdelle suggestioni»scrive la criticad’arte OlgaGambari. ScriveAlberto Salza, unodei curatori del

catalogo: «Gli africani dicono chel’occhio dello straniero vede solociò che già conosce. Ecco perchéci perdiamo il linguaggio formale degliafricani. Gli oggetti, attraverso un lorospecifico linguaggio, esprimonoconcetti e parlano».

Per gli appassionati d’Africa ne varràdi sicuro la pena.

DOVEAsti, Battistero di San Pietro, CorsoVittorio Alfieri 2QUANDOFino a fine agosto

UTTO È COMINCIATO, almeno in Italia, daiviaggi di conoscenza e di volontariatonelle missioni. Oggi i modi alternativiper conoscere l’Africa viaggiando si sonomoltiplicati: c’è l’ecoturismo, il turismoculturale, sociale, antropologico. Tuttimodi per viaggiare in Africa uscendo daipercorsi prestabiliti, impresa non facile inquesto continente. Sono diverse le orga-nizzazioni non governative che offrono lapossibilità di conoscere un paese incon-trando le persone che lo abitano (invecedi finire nei circuiti da “turismo per occi-dentali”), e magari di visitare progettidi sviluppo portati avanti insieme acomunità locali. Due siti di riferimento dacui partire potrebbero essere www.viaggisolidali.it e www.viaggiemiraggi.org.Viaggisolidali è un’iniziativa promossada un gruppo di ong, e Viaggiemiraggiè un portale con proposte di viaggiocreato da una cooperativa di Treviso.

Recentissima è l’uscita del primo“Atlante del turismo sostenibile inAfrica” (Franco Angeli), uno strumentoin più per orientarsi, un sussidiario piùda consultare che da leggere difilato, contanto di schede e cartine, utile per farsiun background di conoscenze sul turismosostenibile in Africa prima di partire.

SITI INTERNET/RIVISTAwww.aitr.org: è il sito del turismoresponsabile in Italia, una rete checoinvolge ormai una settantina di ong,

associazioni e cooperativewww.viaggisolidali.it,www.viaggiemiraggi.org periniziare la vostra esplorazionein questo mondo.Ogni anno, inoltre, la rivista“Volontari per lo sviluppo”dedica un numero specialeal turismo responsabile.

IL LIBROAtlante del turismo sostenibile in AfricaAUTOREL.M. Calandra e A. TurcoINFOFranco Angeli, pp. 103, 39 euro

ARTE/MOSTRESCULTURE AL FEMMINILE:L’ALTRA METÀ DELL’AFRICA

VIAGGITURISMO IN AFRICA? C’È ANCHEQUELLO RESPONSABILE

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

L’AFRICA CHE VIVE IN ITALIA parla sempredi più attraverso i microfoni delle radio.È il caso di Radio Tandem di Bolzano.L’evoluzione dei flussi migratori,«naturale» la chiama il direttoreAntonio Vaccaro, ha fatto di unapiccola emittente nata a metà deglianni ’70 nella Bolzano degli steccati(italiani da un lato, tedeschi dall’altro),un esperimento di radiodiffusione mul-ticulturale. Undici trasmissioni etniche(di musica, intrattenimento e notizie),condotte da altrettanti stranieri,in sette lingue diverse, tra cui il wolof,la lingua nazionale del Senegal.Il metodo “microfoni aperti” ha fatto inmodo che la radio nata per raccontareuna società bilingue ospitasse semprepiù altre culture, quelle che oggi costi-tuiscono la società bolzanina. Con laprima ondata migratoria albanese,nel ’91, nasce la prima trasmissioneetnica, Ecoalbania. Poi è stata la voltadel contenitore di musica africanadi Mama Dou Bassirou Ba. E via via,tutte le altre. Oggi sono circa 7.000gli stranieri nel capoluogo altoatesino

e le principalicomunità(albanesi,marocchini,arabi, senega-lesi) hanno

la loro trasmissione di riferimento.Ma non si tratta solo di prodotti«etnici», precisa Vaccaro: «Ad ogniconduttore chiediamo di inserire partiin italiano. Mentre la musica non habisogno di traduzioni». Una strategiaper gettare ponti e per fare «mediazioneculturale all’inverso», spiega: tradurrein italiano e tedesco le differenzeculturali.

INFOwww.radiotandem.it

L’AFRICA IN ITALIATANDEM: UNA RADIOCHE OSPITA CULTURE

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IN CANTIERE

BILANCIO2007L’IMPEGNOCONTINUA

LA strutturA di Medici con l’AfricaCuamm è giuridicamente integrata al-l’interno della Fondazione “operasan Francesco saverio”. Il bilancio,

pur essendo unico, si compone dei risultatidelle tre attività svolte: Fondazione, ong-onlus e Collegio universitario.

Gli indici e i grafici di seguito riportatirappresentano esclusivamente le attivitàdella ong-onlus per l’anno 2007.

Anche quest’anno scegliamo di pubblicareil bilancio di Medici con l’Africa Cuamm. Ci sembraun segno di trasparenza e onestà, per mostrarecome sono state impiegate le donazionie rilanciare sugli impegni futuri, in modo cheamici e sostenitori continuino ad accompagnarcinel viaggio che da oltre 50 anni abbiamointrapreso a fianco dei più poveri dell’Africa.

I costi dei Progetti comprendono: costi per la realizzazionedei progetti in loco, costi per servizi progetti, altri onericollegati ai progetti, costi personale progetti.I costi di Comunicazione, Raccolta Fondi e Gruppicomprendono: costi per servizi settore comunicazionee settore gruppi, costi per pubblicazioni, per mediarelation, per gestione e comunicazione eventi, pereducazione allo sviluppo, per fidelizzazione, per nuovecampagne, costi per personale comunicazione raccoltafondi e gruppi.I costi di Risorse Umane (selezione, formazione e gestionein Italia) comprendono: costi per servizi di selezione,reclutamento, formazione e gestione delle risorse umanein Italia destinate ai Progetti, costi per corsi di perfezio-namento, costi per personale gestione risorse umane.I costi di Struttura comprendono: costi del personalegestione generale della struttura, costi per acquisti dimaterie prime, costi per servizi gestione struttura,ammortamenti, oneri diversi gestione struttura, onerifinanziari, oneri straordinari, imposte e tasse.

ENTRATE ONLUSdati in euro

INVESTIMENTI IN PROGETTIdati in euro

USCITE ONLUSdati in euro

ISTITUZIONALI61%6.152.137

ANGOLA30%2.589.274

MOZAMBICO19%1.579.860

UGANDA13%1.054.633

TANZANIA13%1.037.530

ETIOPIA8%654.002

KENYA2%196.134

SUD SUDAN9%702.985

ITALIA1%56.795

COSTI ED ONERICOLLEGATI5%376.914

PROGETTI81%8.248.127

DA PRIVATI19%1.846.055

DA GRUPPI5%466.735

DA FONDAZIONI4%358.197

CORPORATE2%196.343

COM., F. RAISING,GRUPPI8%830.740

RISORSE UMANE2%203.230

STRUTTURA9%878.918

5 PER MILLE9%851.015

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ARCHIVIO

CUAMM

DAI GRUPPI

“PIAttAForMA treNtINo-WoLIsso”:è questo il nome che raccoglietutta l’attività del Gruppo Me-dici con l’Africa Cuamm trenti-

no. si tratta di una strategia di medio-lungotermine per le iniziative di sensibilizzazione,raccolta fondi e cooperazione decentrata nelterritorio trentino. L’obiettivo è quello di mo-bilitare un’intera comunità – i privati cittadi-ni, le amministrazioni locali, le fondazioni, leimprese, le associazioni – per la realizzazionedi un impegno comune: garantire il diritto al-la salute, intervenendo a sostegno del sistemasanitario nazionale etiope, operando ai varilivelli in cui è strutturato (dall’ospedale, aicentri di salute, fino alle comunità e alle fa-miglie). Da qui è nata una solida collabora-zione tra il Gruppo trentino e alcune ammi-nistrazioni locali, in particolare la regionetrentino - Alto Adige e la provincia autonomadi trento. Ad aprile si è concluso l’intervento“supporto alla Primary Health Care e alla sa-lute di Comunità nel distretto di Wolisso” fi-nanziato della provincia di trento; la stessaamministrazione ha deliberato a inizio announ contributo di circa 160.000 euro al pro-getto biennale “supporto allo sviluppo del-l’ospedale e della scuola infermieri saintLuke di Wolisso”. La regione trentino - AltoAdige, invece, dopo aver appoggiato il pro-getto di ristrutturazione dell’Health Center diWolisso, si è impegnata a cofinanziare il raf-forzamento dell’unità di terapia intensiva edi riabilitazione per malnutriti.

A queste attività sul versante istituzio-nale si sono aggiunte iniziative di sensibiliz-zazione e raccolta fondi dedicate al mondoimprenditoriale, divulgando, attraverso lepubblicazioni della Cna locale, il pieghevole“Fragile” dedicato a Wolisso, nel quale ven-gono indicati alle imprese diversi modi persostenere Medici con l’Africa Cuamm.

All’inizio dell’anno, infine, l’associazionesolidarietà vigolana di vigolo vattaro hadonato 15.000 euro per sostenere le attivitàche saranno svolte nel 2008 nel reparto dipediatria dello stesso ospedale etiope.

ASIAGOCONCERTO DI SOLIDARIETÀIl Gruppo Medici con l’Africa Cuamm di Bassano del Grappa (Sara per l’Africa) ha organizzatoper domenica 13 luglio presso il Duomo di San Matteo di Asiago un concerto della BassanoBluespiritual Band. Le offerte raccolte andranno a sostenere le attività realizzate da Medici conl’Africa Cuamm nell’ospedale di Wolisso, in Etiopia, in particolare la strutturazione di un nuovoDipartimento Ortopedico. Il Gruppo ha deciso inoltre di impegnare la propria raccolta fondi 2008per altri due interventi realizzati da Medici con l’Africa Cuamm presso l’Università dei MartiriUgandesi di Nkozi e l’Ospedale di Chiulo in Angola. Per quest’ultimo progetto è impegnata anchel’Associazione Mercatino della Solidarietà, sempre di Bassano del Grappa, che ha destinato partedella propria raccolta fondi alla realizzazione del nuovo blocco operatorio dell’ospedale angolano.

LECCOL’IMPEGNO CONTINUADurante l’ultima assemblea dei soci realizzata dal Gruppo Medici con l’Africa Cuamm di Leccoè stato confermato, anche per il 2008, l’impegno del Gruppo – sia in termini di raccolta fondi siadi attività di sensibilizzazione ed educazione allo sviluppo sul territorio lecchese – a favore dellaScuola Infermieri di Wolisso. L’appoggio sarà finalizzato alla copertura, almeno parziale, delle speserelative al personale espatriato e locale e per l’acquisto di farmaci e attrezzature destinateall’ospedale: elementi indispensabili per garantire l’accesso alle cure anche alle fasce piùvulnerabili della popolazione del distretto.Durante l’assemblea del Gruppo, Cristina Pizzi, medico rientrato di recente, ha proposto una suatestimonianza sui due anni trascorsi all’ospedale di Wolisso come pediatra.

PIEMONTEUN POZZO DI GENEROSITÀTra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 il Gruppo Medici con l’Africa Cuamm Piemonte si è attivatoper realizzare cospicue donazioni di materiali destinate all’ospedale di Wolisso; durante gli ultimimesi il Gruppo ha messo a disposizione materiali per un valore di circa 20.000 euro, parte deiquali è già stato spedito all’ospedale etiope.Il 18 giugno il Gruppo ha ricevuto un assegno di 7.000 euro per la costruzione di uno dei pozziche Medici con l’Africa Cuamm sta portando a termine nell’omonimo distretto. A consegnarequesta importante donazione è stata Francesca Soddu, caposala presso l’Ospedale “Degli Infermi”di Biella e socia del Gruppo. Coinvolgendo amici e colleghi in numerose iniziative locali – tra lequali gli spettacoli teatrali realizzati dalla compagnia “Infermieri e dintorni” – Francesca hapromosso il progetto “Un pozzo in Africa. Farsi del bene facendo del bene”.

TRENTINO SOLIDALENUOVA PIATTAFORMA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM SUL TERRITORIO

Ospedale diS. Luca, WolissoEtiopia.

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18 | ÈAFRICA | NUMERO 2 | LUGLIO 2008 |

VISTO DA QUI

uANDo trovAte DI FIANCo A voI, al parcheggio del supermercato, una specie di au-toblindo alta il doppio di qualsiasi macchina normale (una Land rover o simili)sappiate che questi mostri della strada consumano all’incirca un bambino africa-no per ogni settimana di spostamenti. ovvero: la benzina che divorano sta di-ventando direttamente responsabile della morte per fame di milioni di africaniche non possono più comprare derrate alimentari di base come il mais o il risoper l’aumento brutale dei prezzi alimentari avvenuto negli ultimi tre anni.e gran parte di questo aumento è dovuto alla concorrenza dell’etanolo, cioè di carburanti ottenuti dalmais o dalla canna da zucchero. Non c’è alcuna esagerazione in questo: tutte le organizzazioni in-ternazionali, dalla Fao al Fondo Monetario Internazionale riconoscono che la scelta di stati uniti edeuropa di incentivare la produzione di etanolo per avere una fonte alternativa di carburanti in pre-visione dell’aumento del prezzo del petrolio ha avuto come effetto quello di sottrarre terre coltiva-bili alla produzione di cibo spingendo in su i prezzi, che in media, negli ultimi tre anni, sono au-mentati dell’83%. per quegli 800 milioni di persone che vivono con circa 1 dollaro al giorno (60centesimi di euro), un’inflazione di questo tipo è semplicemente insopportabile.

sembra impossibile che la benzina e gli spaghetti si facciano concorrenza l’un l’altro ma in unmondo globalizzato è proprio così. Il prezzo della benzina dipende da quanto petrolio c’è (sempre

meno) e da quanto guidiamo (sempre di più). Il prezzo deglispaghetti dipende da quanta terra è disponibile per coltivare gra-no (sempre meno) e dai sussidi dell’unione europea. se la uedecide di incentivare la coltivazione di mais non è per far torna-re la polenta sulle nostre tavole ma perché è possibile trasfor-

mare le pannocchie in etanolo, che è nient’altro che alcool, lo stesso che trovate nel vino, nella bir-ra o in famacia per disinfettare le ferite. Che le automobili possano viaggiare ad alcool henry Fordlo sapeva fin dal 1908 ma allora, in texas, bastava fare un buco per terra e schizzava fuori il petro-lio, quindi l’alcool venne riservato alle sbornie del sabato sera.

Da quando il petrolio è diventato sempre più difficile da estrarre, e sempre più costoso, si stan-no promuovendo delle alternative (macchine elettriche, o miste, passabilmente efficienti esisto-no già). La catatrofe è stata puntare sull’etanolo come carburante senza pensare che non solo lapopolazione mondiale continua a crescere, anche se più lentamente, ma soprattutto che mangiadi più. Cinesi, indiani, vietnamiti e indonesiani mangiano molto più di un tempo, hanno una die-ta più variata e quindi fanno aumentare la domanda, e il prezzo, di una produzione agricola po-co elastica.

Le terre sfruttabili non sono illimitate, anzi sempre maggiori estensioni di territorio vengonosottratte all’agricoltura dall’urbanizzazione (dove si cementifica non si coltiva) e dai cambiamenticlimatici, in particolare dall’erosione e dalla desertificazione. Il risultato è che sono bastati un paiodi raccolti inferiori al previsto e l’apparente determinazione di stati uniti e unione europea di con-tinuare sulla via dell’etanolo per fare impazzire i prezzi agricoli, respingendo milioni di africani ver-so la malnutrizione. Il summit della Fao di maggio non ha ottenuto alcun risultato concreto e il nuo-vo allarme del Fondo Monetario perché i governi dei paesi ricchi prendano iniziative immediatecontro il pericolo di carestie sembra ugualmente caduto nel vuoto. occorre ripensare la politicaenergetica e gli stili di vita, e occorre farlo subito.

CONFRONTI INQUIETANTIPOLITICHEENERGETICHEESTILIDI VITA

Q

Sembra impossibile che la benzina e glispaghetti si facciano concorrenza l’un l’altroma in un mondo globalizzato è proprio così.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 19Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale, alla riabilitazionedegli ospedali di Damba e Maquela.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 7Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50 € PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 18Beira: formazione in Università e presenza in ospedale.Moma: il progetto prevede la riabilitazione dell’ospedale e di alcuni centridi salute; il miglioramento delle cure offerte; la prevenzione nel territorio.Alua: ogni anno ad Alua vengono formate 30 ostetriche di livello base.CON 1.400 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

KENYAVOLONTARIIN SERVIZIO: 2Nyahururu:cura delle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 12Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 3Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimentodei servizi sanitari offerti.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 7West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb; curadelle persone con disabi-lità; costruzione di unaclinica per l’Hiv/Aidsa Nebbi: sono questi alcunidegli ambiti d’intervento.Karamoja: oltreall’assistenza tecnicaalla direzione sanitariae ai servizi diocesani,si stanno riabilitandoalcuni centri di salute.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids; la riabilita-zione di alcuni reparti.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 68 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

COME PUOI AIUTAREMEDICICONL’AFRICACUAMM

BISOGNI INPRIMOPIANOIN AFRICA

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* dato aggiornato al 30.06.08

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LA LUNGA NOTTEVideo-reportage di 25’.

Il buio di una notte troppo lunga volgefinalmente al termine. L’oscurità è quella

della terribile guerra sud sudanese che hainsanguinato il paese portando morte

e distruzione, malattia e fame.Ma la notte è anche quella della festa.

Sullo sfondo, i pensieri di un chirurgo dannovoce al lavoro di tanti altri medici e volontari.

ÈAFRICAIl primo numero della rivista raccoglie il

racconto di chi ha vissuto l’inaugurazionedell’ospedale e la ripresa delle attivitàin prima persona, accanto alle persone

del luogo, sempre al loro servizio.

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