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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Segue a pag. 15 Quasi 6 milioni di euro per i volontari di Puglia La sala riunioni del CSV Salento era stracolma, con 70 associazioni rappresentate, il 28 luglio, in occa- sione del seminario sui fondi della “Perequazione” (quasi 6 milioni alla Puglia), con il coordinatore del CSV Net Roberto Museo. Segno che i volontari salentini hanno compreso l’importanza di questo processo che sta per realizzarsi, a cominciare dalla pubblicazione del Bando in ottobre-novembre, che potrebbe cambiare il volto della presenza del volontariato sul nostro territorio e la qualità dei ser- vizi che vengono offerti. La sfida è quella di imparare a far rete, progettare, e soprattutto esse- re informati, per evitare che alle risorse, come accadeva in passato, abbiano accesso “i soliti noti”. I CSV devono servire a questo, a facilitare l’avvicinamento delle associazioni tutte a queste opportu- nità, per far cambiare mentalità, per fare crescere la consapevolezza del ruolo che il volontariato ha. E i soldi della perequazione dovranno servire proprio a rendere il territo- rio più umano, più equo e più giu- sto, secondo una precisa strategia, questa volta coordinata dai CSV e non solo dalla politica. “Siamo oggi in una fase in cui i Centri ser- vizio ed il volontariato sono veri e propri attori dello sviluppo del ter- ritorio -ha detto Roberto Museo-. Occorre usare bene questo denaro, porsi nella logica degli obiettivi, pensare in modo strategico, in una logica di sostenibilità, di partena- riato e in prospettiva, senza dupli- care gli interventi”. “Il CSV Sa- lento, attraverso un ulteriore sforzo organizzativo, garantirà consulen- za ed assistenza continua alle Odv interessate, presso tutte le sedi ter- ritoriali attualmente attive”, ha ag- Segue a pag. 6 Segue a pag. 16 APPROFONDIMENTO Tutte le iniziative per le donne In un'epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazzia è una forma di pazzia (Saul Bellow). Nati all'interno della Consulta disabilità del CSV Salento, mirano a fornire una corretta informazione oltre che consulenza legale e supporto psicologico ai disabili e alle loro famiglie. A Lecce, Casarano e Alessano Il progetto dell'associazione CulturAmbiente di Lecce prevede l'introduzione nell'ateneo leccese dei bidoni per la raccolta differenziata e l'introduzione di una serie di accorgimenti mirati all'aumento del riciclaggio. Al via il progetto Rifiuti Zero InformaH, sportelli in tutta la provincia LA FRASE DEL MESE PAG. 7 TESTIMONIANZE Aipd di Nardò parla la presidente PAG. 12 L’OPINIONE di Luigi Russo

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Segue a pag. 15

Quasi 6 milioni di europer i volontari di Puglia

La sala riunioni del CSV Salentoera stracolma, con 70 associazionirappresentate, il 28 luglio, in occa-sione del seminario sui fondi della“Perequazione” (quasi 6 milionialla Puglia), con il coordinatore delCSV Net Roberto Museo. Segnoche i volontari salentini hannocompreso l’importanza di questoprocesso che sta per realizzarsi, acominciare dalla pubblicazione delBando in ottobre-novembre, chepotrebbe cambiare il volto dellapresenza del volontariato sulnostro territorio e la qualità dei ser-vizi che vengono offerti.La sfida è quella di imparare a farrete, progettare, e soprattutto esse-re informati, per evitare che allerisorse, come accadeva in passato,abbiano accesso “i soliti noti”. ICSV devono servire a questo, afacilitare l’avvicinamento delleassociazioni tutte a queste opportu-nità, per far cambiare mentalità,per fare crescere la consapevolezzadel ruolo che il volontariato ha. E isoldi della perequazione dovrannoservire proprio a rendere il territo-rio più umano, più equo e più giu-sto, secondo una precisa strategia,questa volta coordinata dai CSV enon solo dalla politica. “Siamooggi in una fase in cui i Centri ser-vizio ed il volontariato sono veri epropri attori dello sviluppo del ter-ritorio -ha detto Roberto Museo-.Occorre usare bene questo denaro,porsi nella logica degli obiettivi,pensare in modo strategico, in unalogica di sostenibilità, di partena-riato e in prospettiva, senza dupli-care gli interventi”. “Il CSV Sa-lento, attraverso un ulteriore sforzoorganizzativo, garantirà consulen-za ed assistenza continua alle Odvinteressate, presso tutte le sedi ter-ritoriali attualmente attive”, ha ag-

Segue a pag. 6 Segue a pag. 16

APPROFONDIMENTO

Tutte le iniziativeper le donne

In un'epoca di pazzia, credersi immuni dalla pazziaè una forma di pazzia (Saul Bellow).

Nati all'interno della Consulta disabilità del CSVSalento, mirano a fornire una corretta informazioneoltre che consulenza legale e supporto psicologico aidisabili e alle loro famiglie. A Lecce, Casarano eAlessano

Il progetto dell'associazione CulturAmbiente diLecce prevede l'introduzione nell'ateneo leccese deibidoni per la raccolta differenziata e l'introduzionedi una serie di accorgimenti mirati all'aumento delriciclaggio.

Al via il progettoRifiuti Zero

InformaH, sportelliin tutta la provincia

LA FRASE DEL MESE

PAG. 7

TESTIMONIANZE

Aipd di Nardòparla la presidente

PAG. 12

L’OPINIONE

di Luigi Russo

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Sono stati inaugurati venerdì 27 giugno a Lecce, in via Gentile 1, i nuovilocali del Centro servizi volontariato Salento, alla presenza, tra gli altri,di Luigi Russo, presidente del Csvs, Paolo Perrone, sindaco di Lecce,

Loredana Capone, vicepresidente della Provincia di Lecce. “Vogliamo arriva-re ad una sede per ogni distretto sociosanitario –ha sottolineato Luigi Russo–per aiutare il volontariato a diventare più maturo, trasparente, capace di pro-gettualità”. Molto più ampi e accoglienti i locali a disposizione delle associa-zioni, che potranno contare anche su una sala per gli incontri e la formazionecon postazioni informatiche. Durante l’inaugurazione sono stati presentati lanuova immagine coordinata del Centro, la Carta dei Servizi, nata dalla neces-sità di comunicare con le associazioni, e i temi centrali del II Forum Pro-vinciale del Volontariato, che si terrà presso la Fiera di Galatina dal 24 al 26ottobre prossimi.

Inaugurati i nuovi locali del Csvs a LecceA disposizione sale per gli incontri

e la formazione, postazioni informatiche

Sportelli InformaHandicap CsvSalentoPer una corretta informazione e laconsulenza legislativa alle personedisabili e alle loro famiglie, il CsvSalento apre tre sportelli informa-tivi in provincia.Alessano, via Cappuccini 1 tel 0833.781064Casarano, via Leopardi 16 tel. 0833.512247Lecce, via Gentile 1tel. 0832.392640dal Lunedì al Venerdì dalle 10.00alle 13.00 - Martedì e Giovedìdalle 16.30 alle 18.30

Il Csvs aggiorna il proprio database Obiettivo: facilitare le proceduredi supporto al volontariato. Il data-base è quello relativo alle Odv noniscritte al Registro regionale chedevono far pervenire l'appositarichiesta di valutazione di confor-mità del proprio statuto alla leggen. 266/1991Il modulo per inviare i dati è sca-ricabile dal sito www.csvsalento.it

Csv Salento/Graduatoria BandoPatrocini 2008 - 2ª scadenzaSono state individuate le associa-zioni ammesse ai finanziamentiprevisti dal Csv Salento per inizia-tive (01/07 - 30/09) di diffusionedel volontariato e approfondimen-to di temi di comune interesse.L'elenco è sul sito. Rimane l'ulti-mo termine di scadenza - il 15 set-

tembre 2008 - per richiedere ilpatrocinio previsto per le iniziati-ve da realizzare dall'1 ottobre al31 dicembre 2008.

Servizio civile al Csv SalentoChiusa il 7 luglio la raccolta dellecandidature per il nuovo progettodi Servizio Civile Nazionale delCSV Salento "NUOVI PERCOR-SI", a settembre si procederà conle selezioni dei volontari. Dopo ferragosto saranno pubbli-cati sul sito i calendari per i collo-qui. Previsto l'impiego di 44volontari nelle varie sedi territo-riali del Csv e degli enti partner incoprogettazione "Nuove speran-ze” e “Provincia della nativitàbmv”.

Dipendenti pubblici in pensioneanticipata per dedicarsi alvolontariatoI dipendenti pubblici a cui manca-no 5 anni alla pensione, potrannochiedere l’esonero dal lavoro persvolgere volontariato presso on-lus, ong, associazioni di promo-zione sociale. Lo Stato continueràa versare i contributi e il 70% del-lo stipendio (D.l. 112/2008).Michele Mangano, presidente Au-ser: “Necessaria una parallela ri-forma dell'art. 15 della 266, rico-noscendo un credito sociale aivolontari. Altrimenti sarà un’op-portunità solo per chi può permet-tersi un decurtamento del 30%dello stipendio”.

Vecchi telefonini alle Onlus, unregalo che costa pocoI beni di telefonia mobile, i quali,ancorché idonei all'uso, non sonopiù commercializzabili o oggettodi vendita perché obsoleti, posso-no (nei limiti dell'art. 13, comma3, del Dlgs 460/1997), essere ce-duti gratuitamente alle Onlus sen-za che il valore degli stessi vengaconsiderato tra i ricavi dell'impre-sa. I beni in questione si conside-rano distrutti ai fini dell'Iva.Risoluzione n. 254/E del 20 giu-gno dell’Agenzia delle Entrate.

Un PonteAttivo per i sordomutipugliesiLe emergenze non saranno più unproblema per i non udenti pugliesigrazie ad un sistema che permettedi mettersi in contatto con i servi-zi di pronto intervento. Il progetto nasce dalla sinergia traEnte nazionale sordomuti onlus eAssessorato regionale alle politi-che della salute. Il servizio, dalle ore 9.00 alle20.00: numero verde 800.822.001(DTS. Tel. Fax);posta elettronica ([email protected]); chat e Videochatdal sito www.mondoens.it

Convenzione tra Regione Pugliae Associazione Italiana CeliachiLa convenzione è stata firmata,nel giugno scorso, dal presidentedella Regione Nichi Vendola e dallegale rappresentante dell’As-

sociazione AIC Puglia OnlusSilvestro Gasperi. In programma un progetto diinformazione, formazione e inno-vazione terapeutica per la celia-chia (intolleranza al glutine) chein Italia colpisce un soggetto ogni100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero400 mila, ne sono stati diagnosti-cati 75 mila.

Una nuova pagina web dedicataai servizi sociali in PugliaÈ disponibile sul sito istituzionaledella regione (www.regione.puglia.it) con il riconoscibile logodi Puglia sociale, la girandolamulticolore che richiama alla dif-ferenza e all’integrazione. Un’intera pagina dedicata all’as-sessorato alla solidarietà sociale,con un’aggiornatissima documen-tazione per ciascun settore, dallenormative ai bandi alle faq.

Progetto “Moda Solidale”È un’idea dello studio stilisticoElleTi di Lecce. Il ricavato dellevendite dei capi di abbigliamentosarà destinato per il 50% ad un’as-sociazione di volontariato. Attual-mente il ricavato andrà all’asso-ciazione "SOS per la vita" chedesidera acquistare un Foto Der-moscopio, un macchinario utileper il controllo dei nei, come pre-venzione in campo oncologico.Per maggiori informazioni: www.donnedelsud.splinder.it

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II Forum Provinciale del Volontariato

Concluso il progetto “Noi siamo con gli altri… e tu?”

Si terrà nel Quartiere Fieristico di Galatina nei giorni 24, 25 e 26ottobre 2008 il II Forum Provinciale del Volontariato. Oltre 100le organizzazioni di volontariato che ad oggi hanno manifestato

il proprio interesse a partecipare a questa importante vetrina. Tanti gliappuntamenti in calendario, i momenti di incontro, di confronto e dispettacolo che il CSV Salento sta organizzando di concerto con leassociazioni espositrici, con coloro che credono nel volontariato e chelo praticano. Si è conclusa infatti nei giorni scorsi l’analisi delle idee,dei suggerimenti e delle proposte che le OdV partecipanti hanno fattopervenire al Centro.

Nasce proprio da un bisogno delle associazioni del territorio lanecessità di rivolgere quest’anno particolare attenzione ai giovani de-gli Istituti superiori. “Vogliamo coinvolgere le scuole di tutto ilSalento” dice il presidente del CSVS Luigi Russo, “e attraverso que-sta importante manifestazione, vogliamo avvicinare i giovani alle as-sociazioni, metterli in contatto con coloro che ogni giorno dedicanoparte del proprio tempo a cause solidali”. “È necessario comunicarecon il mondo giovanile” conclude il presidente “e contagiarlo ai valo-ri del dono e della solidarietà”.

Valentina Valente

Il 7 giugno si è concluso il pro-getto “Noi siamo con glialtri…e tu?” svolto dal Csvs

presso sei istituti scolastici dellaprovincia di Lecce: Issis “Moccia”di Nardò’; Itc“ Salvemini” diAlessano; Istituto Nautico “A.Vespucci” di Gallipoli; IstitutoD’Arte di Galatina; Itc “Vanoni”di Nardò; Istituto Itc “Costa” diLecce.

Il Progetto ha voluto sperimen-tare un nuovo modo di coinvolge-re i giovani attivamente e concre-tamente, con un piano di forma-zione teorico-pratico per forniretutti gli elementi necessari allagestione delle attività degli Orga-nismi di Volontariato e all’orga-nizzazione di eventi del mondoassociativo.

Si è pensato di non prevederel’istituzione del solito “SportelloScuola Volontariato”, ma si èvoluto porre le basi per una forma-zione permanente per creare ilconsolidamento del principio dellasolidarietà attraverso un “percorsooperativo” che ha visto coinvoltoin modo sinergico direttamente lascuola e la realtà del volontariatoterritoriale.

Il Progetto si è articolato in treazioni, con attività specifiche chehanno coinvolto vari attori socialie associazioni del territorio suddi-

visi per aree tematiche e con ilcoinvolgimento delle associazionisocio-sanitarie, ambientaliste, diprotezione civile e socio-culturali.

La formazione svolta da esper-ti (docenti, formatori, e dirigentidel terzo settore) e rivolta ai do-centi referenti ed ai ragazzi degliIstituti che hanno aderito all’ini-ziativa, è stata formulata per cono-scersi confrontarsi e riflettere in-sieme, non soltanto sul progetto,ma anche sulle loro motivazioni esulle loro idee di volontariato. Itemi trattati: mission delle varieassociazioni, comunicazione, aspet-ti fiscali e amministrativi, prontosoccorso, prevenzione incendi etematiche ambientali, hanno ri-scontrato un forte interesse neiragazzi, che nonostante gli impe-gni scolastici sono stati partecipied attenti in tutte le fasi del pro-getto, conoscendo da vicino alcu-ne delle associazioni che sonointervenute nelle ore previste perle mission. Il 7 giugno 2008 acompletamento dell’intero percor-so, si è organizzata “La GiornataConclusiva” presso l’Issis “N.Moccia” di Nardò con la parteci-pazione dei ragazzi, professori epresidi degli istituti aderenti chehanno raggiunto la scuola con unpullman itinerante. Nell’occasionesono stati consegnati gli attestati

per il Corso di primo soccorso equello di partecipazione al proget-to, mentre i ragazzi del corso al-berghiero dell’Istituto ospitantehanno provveduto alla preparazio-ne del buffet, offerto dal Csvs, con

il plauso dei partecipanti.I presidi ed i professori refe-

renti hanno espresso volontà dipartecipare al progetto anche per ilprossimo anno scolastico.

Mimina Sergi

Una “scuola di solidarietà” per molti studenti del territorio

24, 25 e 26 ottobre presso il Quartiere Fieristico di Galatina

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La Convention sulla progettazione sociale nel meridioneIl 4 e 5 luglio scorsi a Napoli “I cittadini diventano attori dei cambiamenti”

Il Bilancio Sociale: strumento prezioso per garantire trasparenza

Il terzo settore e le sfide della progettazione partecipata

L’avvio della proceduraper l’erogazione deifondi perequativi desti-

nati alla progettazione socialedelle ODV del mezzogiorno hacostituito il punto di partenza peruna riflessione più ampia su obiet-tivi e priorità della progettazionesociale del volontariato nel sud,che ha preso corpo in un semina-rio nazionale tenutosi a Napoli il4-5 Luglio, promosso da CSV.Netin collaborazione con il Forumpermanente del Terzo Settore, laconsulta Nazionale del Volon-tariato e la ConVol e destinato aiCSV e alle ODV e alle loro reti.L’obiettivo, come ha sottolineatoil presidente di CSV.Net MarcoGranelli, era quello di confrontar-si sui bisogni emergenti nellecomunità del Sud e di far emerge-re quelli che nelle regioni potreb-

bero divenire gli obiettivi priorita-ri della progettazione sociale.Partendo da una rivisitazione delleproblematiche legate ad una quan-to mai attuale “questione meridio-nale” che interessa le aree del suddel nostro paese, nel corso delledue giornate, che hanno vistoun’ampia partecipazione e un ac-ceso dibattito tra le ODV e gli altrisoggetti del Terzo Settore presenti,si è ricostruito il percorso che nelmondo del volontariato ha portatoda una logica del contributo e del-l’assistenzialismo alla logica delfinanziamento per progetti, trami-te bandi, che avrà il suo fulcro e, altempo stesso, il suo banco diprova, con la prossima pubblica-zione dei bandi di perequazione.“Fare progettazione sociale”, hasottolineato il prof. AlessandroMontebugnoli, “significa trasfor-

mare i cittadini da meri destinataria protagonisti e attori del processodi costruzione del progetto, pro-fondi conoscitori dei reali bisognidelle comunità in cui si trovano avivere e in quanto tali in grado diproporre innovative soluzioni ai

problemi del territorio. Una sceltadi democrazia che tuttavia incideanche sull’efficacia dei progetti,ovvero sulla loro capacità di pro-muovere cambiamenti socialisignificativi”.

Daria Caione

Spesso si parla di bilanciosociale, ma per molti è dif-ficoltoso comprenderne

bene il senso e il valore. Certa-mente è uno strumento con cuiun’organizzazione rende contodella propria mission, di strategie,attività realizzate, risultati prodot-ti, con riferimento a tutti i porta-tori di interesse coinvolti. Molte-plici sono gli approcci, i modellidi riferimento, gli ambiti di appli-cazione, ed è uno strumento sem-pre più di moda. Nato nell'ambitodel profit, ha riscosso successoanche tra le organizzazioni nonprofit e le istituzioni pubbliche. Siparla di bilancio di missione, seredatto da organizzazioni nonprofit, bilancio di sostenibilità, seriferito a imprese operanti nel set-tore ambientale, bilancio di man-dato, con riferimento al mandatoamministrativo di una pubblicaamministrazione.

Il bilancio sociale può esseredefinito lo strumento principaleper attuare la responsabilitàsociale d'impresa. Viene dachiedersi che necessità dovreb-be avere un'amministrazionepubblica o un'organizzazionenon profit di una contabilitàsociale, dal momento che è perdefinizione "sociale". In realtà

un'organizzazione non orientataal profitto dovrebbe avere più dialtre l'esigenza di rendicontarealla collettività, e proprio questadunque dovrebbe essere la fina-lità primaria e prevalente delbilancio sociale, per fornire unafotografia il più possibile com-pleta e trasparente di tutte ledimensioni dell’organizzazione.

Nonostante la priorità dellafinalità rendicontativa, accadespesso che il bilancio sociale siaredatto prioritariamente confinalità di legittimazione, mar-keting, raccolta fondi, creazionedi consenso. La preponderanzadi un'esigenza diversa da quelladella trasparenza rischia di por-tare a una rendicontazione par-ziale, al servizio solo di alcunistakeholder. Il bilancio socialedovrebbe fornire un'analisi deirisultati delle attività dell'orga-nizzazione ma non è di per sé ingrado di fornire un'analisi deglieffetti direttamente imputabili aquelle azioni: non è uno stru-mento di valutazione in sensoproprio, ma se redatto in modoconsapevole può avviare pro-cessi partecipati trasformandosiin strumento al servizio dellavalutazione.

Luigi Conte

La progettazione partecipatasi è affermata negli ultimianni come metodo di lavo-

ro che orienta gli interventi dimolti soggetti pubblici e privatiper una gestione coordinata dellerisorse.

Vi sono programmi per favo-rire lo sviluppo locale, ad esem-pio, in tema di aree rurali sononati i Gal, legati all'iniziativacomunitaria Leader. Sul soste-gno dell'occupazione e dellosviluppo industriale si sono svi-luppati i Contratti d'Area, i PattiTerritoriali e Patti territoriali perl' occupazione, per promuoverelo sviluppo locale vi sono anchei Piani di Zona, varati in molteregioni secondo la legge 328/00.

Tra i programmi in tema diriqualificazione urbana trovia-mo i Contratti di quartiere, i Pru(Programmi di recupero urba-no), i Priu (Programmi di riqua-lificazione urbana) e iniziativecomunitarie come Urban.

Vi sono anche programmi"ibridi", parzialmente riconduci-bili alla formula associativa deipatti territoriali ma finalizzati asviluppare infrastrutture territo-riali, mobilità e qualità ambien-tale, come i Programmi di recu-pero urbano e sviluppo sosteni-bile del territorio).

Anche le iniziative di svilup-

po dei servizi alla persona sonoopportunità in cui sperimentaremodalità partecipate di progetta-zione, che sembrano connesse allivello di maturità dell'impresasociale e del terzo settore: leimprese attive da più tempo spe-rimentano maggiormente la par-tecipazione alla progettazione,quelle più giovani probabilmen-te devono ancora raggiungerevisibilità.

Spesso nel progettare le poli-tiche sociali, il terzo settore el'impresa sociale sono coinvoltecome "testimoni privilegiati" mala responsabilità sulle decisionifinali si mantiene a livello di sog-getto pubblico. Una esplicitazio-ne del ruolo con cui l'impresasociale e il terzo settore in generevengono coinvolti è indispensabi-le per evitare fraintendimenti. Piùfacilmente si verificano situazio-ni per cui, non intervenendo sullaprogrammazione generale di ini-ziative di sviluppo, l'impresasociale viene chiamata a parteci-pare ai tavoli di concertazionecon compiti esecutivi e comesoggetto competente su alcunematerie specifiche. Le impresesociali e il terzo settore giudicanole esperienze di programmazionepartecipata generalmente utili ma“con riserva”.

Luigi Conte

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Registri Regionali del Volontariato: più omogenee e trasparenti le procedure per l'iscrizione

Assemblee Territoriali: L'impegno delvolontariato per lo sviluppo del territorio

Una responsabilità che diventa missione, obietti-vo, e si traduce in una partecipazione attiva delvolontariato alle traiettorie di sviluppo del terri-

torio. È questa la strategia per il radicamento e la cresci-ta del volontariato esposta durante le assemblee territo-riali dello scorso 18 e 19 giugno che si sono svolte aLecce per l'area territoriale Lecce 1 e a Casarano per l'a-rea territoriale Lecce 2.

Alla presenza dei soci e delle associazioni aderenti, ilCSVS ha lanciato la sua prossima sfida: accompagnare ilvolontariato della Provincia di Lecce a dare risposte con-crete a reali necessità.

La convocazione delle Assemblee Territoriali previstadallo statuto e dal regolamento del CSVS è stata l'occasio-ne per un confronto partecipato, finalizzato a valorizzare lafunzione ed il ruolo del volontariato nell’anticipare i biso-gni, sperimentare ed innovare le risposte sociali. Attraversoi fondi di perequazione per la progettazione sociale, sipotrà dare ulteriore risposta alle necessità delle OdV e dellecomunità locali, rilevate nell' analisi dei bisogni, che deter-minerà le aree di intervento su cui si baserà il bando dellaprossima progettazione sociale. Un fattore rilevante perl'approvazione dei progetti, che il CSVS ha assunto comesfida, sarà anche la capacità di fare rete e lavorare insiemeper determinare una maggiore qualità delle azioni proget-tuali e veicolare condivisione e professionalità. In questadirezione è andata tutta l'attività svolta dalle sedi territoria-li del CSVS che, come emerso dal resoconto dei primi seimesi di attività, si stanno configurando come un punto diriferimento per tutte le OdV della provincia. Ed è proprioin questa prospettiva, quella cioè di favorire le occasioni diconoscenza e confronto tra OdV, che si svolgerà a Galatinail prossimo 24, 25 e 26 ottobre il II Forum del Volontariato,che anche quest'anno, con qualche piacevole novità, si con-figurerà come un momento di festa e crescita per il volon-tariato del territorio.

Veronica De Vito

Da diversi mesi è in corso un dibattito, a livello nazionale, sulla necessi-tà di ridefinire ed omogeneizzare le procedure di iscrizione delleOrganizzazioni di Volontariato nei Registri Regionali del Volontariato.

Si tratta, in sostanza, di verificare in modo standardizzato che gli atticostitutivi e gli statuti delle Odv siano redatti nel rispetto dei requisiti previ-sti dall'art. 3 della legge 266/1991.

Il 28 maggio scorso si è svolta la riunione di Coordinamento tecnicointerregionale per le politiche sociali, alla presenza delle Regioni e Provinceautonome del Veneto, Lombardia, Lazio, Basilicata, Liguria, Campania,Umbria, Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molisee del CISIS. In tale sede si è discusso anche di un progetto per la gestionedei registri regionali in Italia, elaborato in attuazione del Protocollo d’intesatra la Conferenza delle Regioni e l’Agenzia delle Onlus.

Il CSV Salento, dal canto suo, ha elaborato una propostadi procedura di valutazione degli atti costitutivi e degli statutidelle Odv, sulla base dell'esperienza maturata con le Odv noniscritte salentine. Grazie a questo contributo la Puglia, rappre-sentata dal presidente di Csvnet Puglia, Luigi Russo, potràvantare un valido contributo al dibattito.

La legge quadro sul Volontariato prevede che, “negli accor-di degli aderenti, nell'atto costitutivo o nello statuto, (...) devonoessere espressamente previsti l'assenza di fini di lucro, la demo-craticità della struttura, l'elettività e la gratuità delle cariche asso-ciative nonché la gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti,

i criteri di ammissione e di esclusione di questi ultimi, i loro obblighi e diritti.Devono essere altresì stabiliti l'obbligo di formazione del bilancio, dal qualedevono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonché le modalità diapprovazione dello stesso da parte dell'assemblea degli aderenti”.

Infine, la stessa legge prevede che “in caso di scioglimento, cessazioneovvero estinzione delle organizzazioni di volontariato, ed indipendentemen-te dalla loro forma giuridica, i beni che residuano dopo l'esaurimento dellaliquidazione sono devoluti ad altre organizzazioni di volontariato operanti inidentico o analogo settore, secondo le indicazioni contenute nello statuto onegli accordi degli aderenti o, in mancanza, secondo le disposizioni del codi-ce civile”.

Luca Dell'Anna

Forte partecipazione lo scorso 28luglio, al seminario di informazione econfronto organizzato dal Centro servi-

zi volontariato Salento sul bando per l’eroga-zione dei fondi perequativi destinati alla pro-gettazione sociale delle OdV delle regionimeridionali. La perequazione sociale è unamisura eccezionale della durata di due annivoluta da un accordo Volontariato - ACRI perriequilibrare le risorse delle Fondazioni ban-carie destinate alle associazioni di volontaria-to. Prima dell'adozione di questa misura,infatti, la maggior parte delle risorse eranodestinate alle associazioni del nord Italia. Apartire dal prossimo novembre dunque verràpubblicato il bando per l’erogazione deifondi, e solo alla Puglia spettano quasi 6milioni di euro, con la possibilità di destinareil 50% a ciascuna provincia pugliese. “Lasfida è quella di imparare a far rete, progetta-re, essere informati – ha sottolineato LuigiRusso, presidente del Centro servizi volonta-riato Salento –. I Centri servizi devono servi-re a questo, per far cambiare mentalità, farnascere nuove realtà. E i soldi della perequa-zione dovranno servire proprio a rendere ilterritorio più umano, più equo e più giusto”.

Tra le priorità innanzitutto l'analisi deibisogni del territorio che consentirà di defi-nire le emergenze e le specificità contenuti-stiche dei bandi affinchè questi ultimi sianopiù aderenti e rispondenti alle necessità delleOdV e delle comunità locali. Per discutere ditutto questo e coadiuvare le progettazioni

sociali, favorire la nascita e il consolidamen-to di reti stabili di associazioni per promuo-vere la crescita del volontariato territoriale.“Occorre dimostrare quello che il volontaria-to può fare sul territorio, far vedere quelloche significa fare progettazione sociale –haaffermato Roberto Museo, direttore naziona-le di Csv.net–. Siamo oggi in una fase in cuii Centri servizio ed il volontariato sono verie propri attori dello sviluppo del territorio.Occorre usare bene questo denaro, porsinella logica degli obiettivi, pensare in modostrategico, in una logica di sostenibilità, dipartenariato e in prospettiva, senza duplicaregli interventi”.

Nel frattempo è in fase di definizionel’analisi regionale sui bisogni sociali che,partendo da uno studio generale della situa-zione economico-sociale della Puglia, verràpoi a dettagliarsi provincia per provincia,assumendo il punto di vista delle famiglie edelle OdV. Successivamente la parola passe-rà ad un’apposita Commissione Regionale,composta da rappresentanti di CSV PugliaNet e del Co.Ge. regionale che, sulla basedei risultati emersi dall’analisi dei bisogni,definiranno le aree di intervento e le tipicitàregionali dei bandi, pur nel rispetto delleindicazioni fornite a livello nazionale. Perinformazioni dettagliate sul bando è possibi-le contattare la sede provinciale del CSVSalento, 0832/392640, o scrivere a [email protected].

S.M.

Grande partecipazione al seminario organizzato dal CSV Salento. Alle OdV pugliesi quasi 6 milioni di euro.

Russo: “Si tratta di imparare a far rete e progettare”. Museo (Csv.net): “Facciamo vedere quello che il volontariato può fare”

Bando perequazione sociale: il volontariato attoredello sviluppo del territorio

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Inaugurazione dell’InformaH di AlessanoAl via i nuovi sportelli di informazione per i disabili anche a Casarano e Lecce

Regione, Provincia e Comuni concordano strategie per l’integrazioneE dall’autunno la nuova legge regionale per il riordino delle competenze in materia di trasporti e di integrazione scolastica.

Intanto le minacce sono la sospensione del servizio di trasporto e lo spostamento degli operatori .

L’InformaHandicap è un servizio che nasce in senoalla Consulta Disabilità del CSVSalento, partendodal presupposto che l’importanza di una corretta

informazione e consulenza legislativa da fornire alle per-sone disabili e alle loro famiglie è ormai inderogabile. Daqui la costituzione di tre sportelli territoriali, a Lecce,Casarano ed Alessano, che sono centri di informazione, do-cumentazione e orientamento per l’autonomia, l’indipenden-za e l’integrazione delle persone disabili. Poter sapere qualisono i diritti, le opportunità, i servizi e le strutture esistentipuò ridurre il gap informativo esistente sul territorio provin-ciale e incentivare la partecipazione delle famiglie alla vitaattiva.

L’inaugurazione del servizio si è svolta ad Alessanonella serata di lunedì 7 luglio nella sede del Comune.“Inaugurare ad Alessano segna un percorso ideale che dallaperiferia, passando per Casarano, arriva al centro: Lecce.Siamo entrati in un’ottica in cui i diritti devono essere pre-tesi. Bisogna dar voce e risposte a chi non ne ha”, così si èespresso Donato Melcarne, referente della ConsultàDisabilità, nel discorso inaugurale.

La parole è poi passata a Luigi Russo, presidente delCSVS, che ha fatto notare come ci sia stata una significati-va crescita dell’associazionismo negli ultimi anni proprionel sud salento, che è propulsivo e capace di dare rispostepuntuali e precise alle diverse esigenze del territorio Hainoltre ribadito come “per aiutare lo sviluppo di questerealtà, il CSVS sta incrementando i suoi servizi che guidanoed orientano di fronte ad una burocrazia disattenta, che fafatica a dare le risposte necessarie”. Il suo intervento si è con-

cluso con l’auspicio che questo genere di sportelli si molti-plichino in tutto il territorio.

Il sindaco di Alessano, Luigi Nicolardi, è intervenutosottolineando l’importanza di questi sportelli, “piccolecose” che si possono facilmente attuare e che diventanograndi poi nei risultati.

La spinta propulsiva presente nel territorio sud salen-tino è stata ribadita, inoltre, dal discorso dell’assessore pro-vinciale Loredana Capone, che ha connotato positivamen-te la presenza di molte associazioni e cooperative in questaarea, da lei definita “terreno fertile che fa fatti, più cheparole. Bisogna andare al cuore delle cose, alla sostanza,per poi mettere in pratica le buone prassi. Oltre a dire cosanon va, bisogna anche capire il perché di tale malfunziona-mento per poter poi intervenire. Il problema del nostro ter-ritorio è la difficoltà di mettere i vari servizi in rete, perciòcredo che il servizio Informa Handicap può essere un gran-de passo avanti”. L'intervento della vicepresidente si è con-cluso con una significativa puntualizzazione “è importanteaccettare la diversità, non bisogna avere paura delle parole. Ildiversamente abile è anche disabile e se non rimuoviamo ivari ostacoli, resta disabile e non diventa diversamente abile,non diventa una risorsa”.

L'importanza del volontariato ribadita anche dal consi-gliere regionale Rocco Palese, “unico futuro vero della cre-scita civile. Il volontariato ha infatti un grande futuro perchéunico in grado di rispondere puntualmente ai bisogni che cisono nella nostra società”.

In conclusione della serata è intervenuto l’assessoreprovinciale Gianni Sergi che ha sottolineato l’importanza

delle reti sociali tra le associazioni e le istituzioni. “Il sudsalento è un punto di riferimento per le associazioni chesono presenti e che qui operano. Bisogna, però, interfac-ciarsi con gli Enti Locali, creare delle reti per aiutare lefasce deboli attraverso interventi puntuali che sfruttinoquesta sinergia”. Il suo augurio finale è stato: “bisogna pro-gettare un mondo nuovo con tempi e metodi differenti,pensato quindi per tutti. Che da Alessano si parta versonuovi traguardi e nuovi orizzonti!”.

I tre sportelli territoriali saranno aperti tutte le mattine,dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e il martedì e vener-dì pomeriggio dalle 16.30 alle 18.30.

Per ogni sportello saranno impegnati due volontari delservizio civile del CSV Salento, un addetto al front office,mentre un esperto di counselling ed un avvocato lavore-ranno nei tre uffici. Gli addetti al front office, affiancati daivolontari del servizio civile, si occuperanno dell’acco-glienza, di fornire le informazioni di carattere generale, diricercare la documentazione e secondo le necessità, di pre-notare un appuntamento con l’esperto counsellor e/o conl’avvocato. L’esperto counsellor, fornirà consulenze spe-cialistiche su diritti, integrazione scolastica, agevolazionifiscali, provvidenze economiche, ma anche sussidi infor-matici e d’ascolto.

All'avvocato il compitodi assistenza legale gratuitasulla violazione dei diritti, su pensioni di invalidità edaccompagnamento, indennità di frequenza, diritto allo stu-dio, integrazione e trasporto scolastico, diritto alle curemediche e su ricorsi giudiziari e non.

Sara Beaujeste D’Arpe

Un tavolo tecnico convocatopresso Palazzo Adorno dellaProvincia di Lecce per rispon-

dere a importanti e urgenti questionicollegate alla disabilità sul territoriosalentino e regionale.

Prima fra tutte la questione del tra-sporto scolastico degli alunni in condi-zioni di disabilità verso gli istitutisuperiori, dopo che la Provincia diLecce ha diffuso la notizia che nonpotrà assicurare, a partire dal prossimosettenbre, il servizio. Fino allo scorsoanno la provincia di Lecce, unica inPuglia, e tra le poche in Italia, ha soste-nuto il costo del trasporto garantendo ilservizio. Ma norme e sentenze degliultimi anni hanno spostato le compe-tenze, accavallando ruoli e rendendodifficile l’attuazione del servizio. Permettere fine a questo marasma di rego-le e norme che spesso si contraddico-no, la decisione assunta nella confe-renza del 3 luglio scorso, va nella dire-zione dell’istituzione di un tavolo tec-nico a carattere regionale in cui con-vergono i tre assessorati competenti inmateria, solidarietà, diritto allo studioe sanità, Anci, Upi, Ufficio ScolasticoRegionale e le parti sociali per metterea punto un nuovo disegno di legge chechiarisca compiti e funzioni in materiadi integrazione scolastica e di traspor-ti. Nel frattempo, fintanto la legge nonsarà operativa, su proposta della

Provincia di Lecce, i comuni aderiran-no ad un progetto sovrambito, coordi-nato e cofinanziato dalla provincia diLecce per garantire il servizio attraver-so una quota di partecipazione finan-ziaria per l’attuazione. In alternativa,possono farsi carico del trasporto auto-nomamente, utilizzando fondi del pro-prio bilancio o altri fondi che ad essidovessero aggiungersi.

All’ordine del giorno della confe-renza anche l’integrazione scolasticadegli alunni disabili. In Puglia sonocomplessivamente 338 gli operatoriche nelle scuole si occupano di inte-grazione scolastica degli alunni dis-abili, aggiuntivamente rispetto aicompiti di base già svolti dal persona-le ausiliario delle scuole. Di questi,287 sono educatori e 51 sono gli ope-ratori. La legge finanziaria della Pu-glia del 2008, su richiesta della com-missione bilancio, ha ottenuto la stabi-lizzazione di questo personale. Ilrischio, paventato dalle stesse istitu-zioni, è che questo personale nonvenga utilizzato più per servizi di inte-grazione scolastica e, quindi, il perico-lo concreto è che dal prossimo annoscolastico, ai tagli nazionali degliinsegnanti di sostegno, si aggiunganoanche quelli del personale regionaleper l’integrazione scolastica. Su tuttoil territorio regionale la situazioneappare omogenea: spesso i Comuni,

cui compete l’assistenza specialistica,svolgono l’assistenza di base per sop-perire alle mancanze delle scuole, coni fondi vincolati dalla regione alloscopo (circa 4 milioni di euro l’annoper tutto il territorio regionale). Pe-raltro, proprio in provincia di Lecce,dalle stime effettuate dalla Asl, sareb-bero circa 700 i bambini in condizionidi disabilità che necessiterebbero diassistenza di base e specialistica nel-l’accompagnamento allo studio. At-tualmente solo 523 sono assistiti congli assistenti regionali dell’integrazio-ne scolastica. Vi è dunque una doman-

da inevasa “che deve essere soddisfat-ta e nel migliore dei modi” è il com-mento dell’assessore regionale allasolidarietà sociale Elena Gentile inter-venuta nell’incontro di PalazzoAdorno. “Bisogna rimettere mano allachiarezza di questa questione. Perquesto è utile un ragionamento cheparte dal confronto con tutti i territori,un passaggio che dovrà chiudersi –conclude l’assessore Gentile – entrol’autunno per garantire il servizio inmaniera efficiente su tutto il territorioregionale”.

S.P.

Viva lo sport! Attiva a Lecce una struttura comunale accessibile a tutti

E’attiva dal primo giugnoscorso a Lecce in ViaGiurgola, angolo Via

Catalano, nel territorio della Circo-scrizione III (Via Pordenone 2),una struttura sportiva comunaleaccessibile a tutti, finalmente ria-perta dopo vari anni, pronta a rice-vere le richieste di utilizzo da partedelle associazioni, anche e soprat-tutto quelle che accolgono ragazzidisabili. La struttura, nella logica dipromuovere lo sport come costante

veicolo di integrazione, sviluppodella partecipazione, condivisione,mette a disposizione un campo dipallavolo e dispone di una sala alchiuso in cui sarà possibile pratica-re tennis tavolo in carrozzina. LaCircoscrizione III ha anche attivatoil Campo scuola per ragazzi dai 4 ai14 anni che fino al 2 agosto con-sentirà, anche ai giovani con disa-bilità, di trascorrere la mattina pres-so il centro sportivo Outline.

S.M.

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Nasce l’Osservatorio permanente della salute e del benessere delle donneMette dentro competenze e professionalità provenienti dai due assessorati regionali, quello alle politiche della salute e

quello della solidarietà sociale. Obiettivo: potenziare le politiche della salute in una prospettiva di genere

Anche in Puglia i Piani dei Tempi e degli SpaziPer effetto di un regolamento regionale approvato alla fine di giugno. Tre le linee di finanziamento previste:

realizzazione di studi di fattibilità, attuazione e la gestione dei piani dei tempi e degli spazi, realizzazione di Banche dei Tempi

APPROFONDIMENTO DONNE

L’esigenza è quella di poten-ziare le politiche dellasalute con la prospettiva di

genere, allo scopo di integrare pro-fessionalità e competenze internealla Regione, agli enti che vi colla-borano e al mondo associazionisti-co, per programmare interventi estrategie mirate alla salute e allaqualità della vita delle donne. È que-sto il primo obiettivo dell’osservato-rio regionale permanente sulla salu-te e il benessere delle donne, voluto

dai due assessorati regionali, quelloalla solidarietà sociale e quello allepolitiche della salute.

Tra i compiti dell’osservatorio lastesura di modelli organizzativi per ilpotenziamento della rete consultoria-le con l’obiettivo di pianificare inter-venti di promozione e tutela dellasalute e del benessere delle donne; ilmonitoraggio dei servizi attivatiall’interno delle reti; l’aggiornamentoe la formazione professionale; la pro-mozione e la diffusione di informa-

zioni rivolte alle donne immigrate perla tutela della loro salute. Ma ilnascente Osservatorio ha anche com-piti di indirizzo politico per garantirela partecipazione delle donne allaprogrammazione delle politicheregionali in materia sociosanitaria,per integrare le risorse e gli interventigià posti in essere e per assicurare ilcoordinamento tra i vari enti che col-laborano all’attuazione delle politichesociali e sanitarie.

“Pensiamo che la materia di

genere sia trasversale ad ogni politi-ca – commenta l’assessore regiona-le alla solidarietà sociale ElenaGentile. Perciò il nostro sforzo, giàda qualche anno, è quello di integra-re e coniugare le politiche, far dialo-gare le persone che le rappresenta-no, al fine di addivenire alla compo-sizione di una strategia sistemica incui la differenza è elemento di valo-rizzazione, valore aggiunto nellatutela dei diritti di tutti e di tutte.”

S.P.

Anche in Puglia si realizzeran-no i Piani Territoriali deiTempi e degli Spazi. È quanto

è previsto nel recentissimo regola-mento regionale che sostiene e disci-plina anche la costituzione, la promo-zione e il sostegno delle banche deitempi, nonché per il monitoraggio e lavalutazione degli interventi. Il PianoTerritoriale dei Tempi e degli Spazi èuno strumento di pianificazione terri-toriale, per razionalizzare l’organizza-zione dei tempi della città e migliora-re le condizioni di fruizione quotidia-na dei servizi, attraverso la qualifica-zione dei programmi di azione per losviluppo economico, lo sviluppo urba-no sostenibile e l’inclusione sociale, alfine di sostenere le pari opportunitàfra uomini e donne e di favorire laqualità della vita attraverso la conci-liazione dei tempi di lavoro, di rela-zione, di cura parentale, di formazionee del tempo per sé delle persone cherisiedono sul territorio regionale, an-che temporaneamente. Il Piano Terri-toriale dei Tempi e degli Spazi, redat-to da ciascun ambito territoriale deveessere armonizzato e integrato con ipiani e i programmi già attuati o daattuarsi sul territorio di riferimento eche riguardano l'urbanistica, la mobi-lità, lo sviluppo turistico, l'inclusionesociale, etc.

Tre le linee di finanziamento pre-viste. La prima concede contributi peril finanziamento di Studi di Fattibilitàcon l’obiettivo di definire e promuo-vere la sperimentazione di politiche,strategie e linee d’azione per favorireil coordinamento dei tempi e degliorari a livello di ambito territoriale.

La seconda linea di finanziamentoriguarda l'attuazione e la gestione deipiani dei tempi e degli spazi.

Infine, la terza linea di finanzia-mento, di rilevante pertinenza per leOdV, riguarderà la nascita di Banche

dei Tempi su tutto il territorio regiona-le. Le Banche dei Tempi, sono asso-ciazioni promosse e/o sostenute daenti locali per favorire lo scambio diservizi di vicinato, per facilitare l'uti-lizzo dei servizi della città e il rappor-to con le pubbliche amministrazioni,per favorire l'estensione della solida-rietà nelle comunità locali e per incen-tivare le iniziative di singoli e gruppidi cittadini, associazioni, organizza-zioni ed enti che intendano scambiareparte del proprio tempo per impieghidi reciproca solidarietà e interesse.

Possono accedere ai contributiregionali in qualità di Gruppi promo-tori di Banche dei Tempi le Associa-zioni di promozione sociale inscrittenel Registro regionale di cui alla L. n.383/2000 e dalla L.R. 39/2007; leAssociazioni iscritte nel Registro Re-gionale del Volontariato di cui alla L.n. 266/1991e L.R. n. 11/1994; leOrganizzazioni sindacali e associazio-ni di categoria; gli Ordini professiona-li; le Cooperative sociali; gli Organi-smi istituzionali di parità; i dopolavo-ro aziendali. Potranno presentare pro-

poste anche le associazioni di promo-zione sociale e di volontariato che ab-biano avanzato istanza di iscrizionenei registri regionali, in data antece-dente alla pubblicazione sul Burpdegli avvisi pubblici per la concessio-ne del contributo, e la cui pratica nonsia stata ancora perfezionata. La con-cessione del finanziamento, in questocaso, sarà subordinata all’iscrizionenei rispettivi registri regionali. Il con-tributo massimo concedibile per cia-scun intervento è di 50 mila euro.

Serenella Pascali

Dalla parte delle donne

“Nella casa di Borgo San Nicola”: la voce delle detenute Dare voce alle donne detenute, far esprimere loro i pensieri,i sogni, le emozioni, il senso della loro vita in carcere: que-sto “Nella casa di Borgo San Nicola”, film della registaCaterina Gerardi che in poco più di un’ora cerca di mostra-re uno spaccato della vita reclusa di un gruppo di donne delcircuito dell’alta sicurezza. Per le autrici del film – CaterinaGerardi, Sandra Del Bene e Rosamaria Francavilla – si sonoaperte le porte della casa di reclusione leccese, e per circadue anni, dall’aprile 2005 al dicembre 2006, hanno portatoavanti una serie di incontri con le detenute, raccogliendotestimonianze, racconti, storie di vita, considerazioni, aspet-tative e nostalgie. “Il carcere non è per le donne”, sostieneCaterina Gerardi raccogliendo la frase di una delle detenute.Il carcere non sarebbe per nessuno, si è detto durante la pre-sentazione del film: occorre conciliare l’esigenza della penacon quella di far sì che ogni detenuto, uomo o donna, abbiaun’altra possibilità.Scienza e tecnologia: più spazio al mondo femminile Donne e lavoro: un binomio che ha ancora bisogno di esse-re potenziato. Ecco dunque il progetto “STReGA – Scienza,Tecnologia, Ricerca: Generi e Accesso”, iniziativa finanzia-ta dal Ministero del Lavoro nell’ambito del Programmaobiettivo per la promozione di azioni positive per la paritàuomo-donna nel lavoro. Il progetto è nato su propostadell’Università del Salento e dell’associazione “Donne eScienza” di Roma, insieme alla consigliera di parità dellaProvincia di Lecce, al Comitato pari opportunità dell’Uni-versità del Salento, a Cgil, Cisl e Uil e all’Ufficio scolastico

provinciale di Lecce. Le finalità? Eliminare le disparità dicui le donne sono oggetto nella formazione scolastica e pro-fessionale, nell'accesso al lavoro, nella progressione di car-riera; favorire la diversificazione delle scelte professionali,promuovere l'inserimento nelle attività, nei settori professio-nali e nei livelli nei quali le donne sono sottorappresentate,soprattutto nei settori tecnologicamente avanzati ed ai livel-li di responsabilità.Lavoro: combattere le discriminazioni di genereUn progetto comunitario rivolto alle imprese disposte asperimentare un nuovo sistema di valutazione, che premiale aziende impegnate a facilitare l’accesso delle donne nelmondo del lavoro. E’ questo il senso del progetto G.E.L(Gender Equality Lecce), promosso da Regione Puglia eProvincia di Lecce, approvato con i fondi Por, realizzatodall’Istituto per la Ricerca Sociale ed il Centro di Inizia-tiva Europea. Obiettivo, creare una metodologia che ap-plichi il principio di genere all’interno del concetto diresponsabilità sociale, garantendo il superamento e la pre-venzione delle discriminazioni di genere. Il piano d’azio-ne prevede il coinvolgimento di aziende del territorio concui sperimentare un percorso che “certifichi” la rispon-denza delle politiche aziendali alle tematiche di genere. Ilprogramma sarà attivato attraverso questionari ed intervi-ste ai responsabili delle risorse umane, al termine sarà rila-sciata una relazione che evidenzi quanto l’azienda rispon-de ai bisogni di conciliazione dei lavoratori, e in partico-lare delle lavoratrici.

Sara Mannocci

Tre iniziative per favorire l’ascolto, la tutela dei diritti, la parità

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Mentre le linee guida nazio-nali per la salute mentalesottolineano come la

salute mentale di una comunità siaun fattore determinante della suasalute generale, delle sue capacitàdi sviluppo umano ed economico,del suo benessere individuale e col-lettivo (dalla Conferenza diHelsinki del 2005 nella quale iministri della salute degli statiappartenenti alla Regione Europeadell’Organizzazione Mondiale dellaSanità, si sono impegnati a promuo-vere politiche di salute mentale im-prontate all’ottica di salute pubbli-ca, all’attenzione a tutte le fasce di

età, alla qualificazione di interventi,alla continuità degli interventi, alrispetto dei diritti umani e civilidelle persone con disturbi mentali),in Puglia si assiste increduli e basitialla sovversione di tutti quei princi-pi e quelle prassi che finora aveva-no segnalato il servizio di salutementale della regione fra le eccel-lenze nazionali.

Il Libro Verde sulla salute men-tale che è stato approvato dalParlamento Europeo riserva parti-colare enfasi alla prevenzione, allapromozione della salute mentale,alla inclusione sociale, a pratichebasate su servizi territoriali e sulla

volontarietà dei trattamenti, a pro-gressive riduzioni degli ambiti isti-tuzionali tradizionali come gli ospe-dali psichiatrici.

La legge 180, più nota comelegge Basaglia, che è riconosciutain tutto il mondo come visioneesemplare dell'approccio alla sanitàmentale, riconosce fra i principifondamentali l'aspetto sociale e nonsanitario/sanitarizzato dell'interven-to riabilitativo.Oltre alla cura deidisturbi ed alla riabilitazione dalledisabilità di base, è necessaria laprevenzione ed il contrasto alle dis-abilità sociali, l’inclusione socialeeffettiva, il pieno godimento dei

diritti di cittadinanza (abitare, lavo-ro, relazioni, tempo libero), il sup-porto alle famiglie ed al contesto divita delle persone con disturbi men-tali gravi e persistenti.

Ancora fra le righe delle lineeguida si legge che i servizi di salutementale non possono più acconten-tarsi di avere come obiettivo la sta-bilizzazione e la gestione del distur-bo mentale, per quanto all’esternodelle istituzioni manicomiali. E’viva oggi l’esigenza di rilanciare gliobiettivi della presa in carico dellepersone con disturbo mentale sullabase dei criteri di tempestività, pro-mozione e sviluppo delle potenzia-lità di vita, continuità, empower-ment. La cultura dei servizi devecontinuare ad essere centrata suibisogni della persona Il sistemaregionale nel suo complesso e learticolazioni locali nelle quali sideclina devono essere in grado digarantire gli interventi di preven-zione e di promozione della salutementale sul territorio

Alla luce di tutte queste indica-zioni, diviene difficile comprenderecome sia possibile che una giuntaregionale, guidata fra l'altro da unconvinto sostenitore di FrancoBasaglia, possa essersi resa protago-nista di una serie di scelte che ante-pongono ragioni poco chiare allanetta e sacrosanta dignità e dirittodelle persone con difficoltà di salutementale e dei loro familiari.

Il 19 febbraio 2008 con la L.R.n.1 si apportano modifiche alla L.40/2007 che escludono dai servizil'intervento di figure professionalinon sanitarie, a vantaggio di inter-venti solo sanitari, coercitivi e far-macologici, rendendo inapplicabileil regolamento vigente a quella datarelativo alla dotazione organica deicentri diurni di riabilitazione psico-sociale, sottolinenando a spesse

Dottor Antonucci, lei ha lavoratoanche in collaborazione con Basaglia,ha pubblicato diversi testi ma soprat-tutto ha lavorato sempre slegando gliutenti psichiatrici dalla contenzionefisica e non effettuando i TSO.E’ quindi possibile lavorare colmalessere senza contenzioni fisiche ecoercizioni?…Sono partito come principio dal fattoche una persona non deve essere presacon la forza, perché non abbiamo nes-sun diritto di sequestrare e imprigiona-re una persona che non ha fatto nessunreato e che è presa di mira soltanto per-ché si pensa che il suo pensiero siadiverso dal nostro.

Nella medicina, in tutta la medicina, laregola è che il medico viene richiestoper una consulenza. Io ho male di sto-maco e chiamo il medico perché stabi-lisca da dove derivi questo mio males-sere, trovi la malattia e la curi; natural-mente sono io che chiamo il medico perla consulenza, sono io che decido,anche in seguito, se mi faccio o non mifaccio la cura.Fin da Ippocrate, il principio è che ilpaziente sceglie e il medico lo deverispettare nella sua integrità e nelle suescelte. Tutto questo salta per aria colTrattamento Sanitario Obbligatorio, nelsenso che il trattamento sanitario obbli-gatorio permette al medico, in questo

caso allo psichiatra, ma anche al medi-co generico, di decidere che una perso-na debba essere curata o trattata controla sua volontà.Quindi per quanto riguarda l’aspettonormativo lei auspicherebbe un cam-biamento nei termini di un’abolizio-ne dei TSO? E, devo presupporre, lachiusura degli opg?Io sono contrario a qualunque interven-to di forza. Io non sto a dire che sonocontro le contenzioni perché mi sembrauna discussione che non si dovrebbeneanche fare; io ho tolto le camicie diforza da Imola quando sono arrivato,l’ho fatto in tutti i reparti, ma il proble-ma è che non si deve assolutamente

intervenire contro la volontà della per-sona. Dovrebbero spiegarmi come èpossibile che una persona si sentameglio dopo che è sequestrata contro lasua volontà e sottoposta a trattamentiforzati.Passiamo un attimo alla Puglia, anchese lei non è pugliese. C’è stato un avve-nimento che ci ha molto colpito. A finegennaio 2008 muore a Bari nella clini-ca psichiatrica del policlinico unadonna di ottanta anni portata in TSO,peraltro contenuta anche fisicamente.Che ne pensa lei di un TSO ed unacontenzione fisica ad una donna diottanta anni?Io penso che qualsiasi TSO e qualsiasi

Riportiamo alcuni passaggi significativi di una intervista a Giorgio Antonucci realizzata dal Quotidiano di Bari

“Non intervenire contro la volontà della persona”

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Dipartimento di salute mentale (D.S.M.)

Il D.S.M. è la struttura di coordinamento dei ServiziPsichiatrici Territoriali, Ospedalieri e Residenziali distri-buiti su tutto il territorio di competenza dell'A.S.L., le

cui attività riguardano l'assistenza medicopsichiatrica, psico-logica, sociale ed infermieristica. Inoltre il D.S.M. raccordaqueste attività con quelle di Enti o altri soggetti pubblici e/oprivati interessati.L'utente può rivolgersi a tutte le strutture del D.S.M. per atti-vità di:• prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione nel campo

della salute mentale a livello ambulatoriale, domiciliare,territoriale ed ospedaliero in rapporto a tutte le fasce dietà;

Le componenti organizzative del dipartimento sono:• SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA

(SPDC)• CENTRO DI SALUTE MENTALE (CSM)Il SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURAprovvede alla cura di pazienti che necessitino di ricovero inambiente ospedaliero ed effettua consulenza medico-psi-chiatrica e psicologica. Le attività dello S.P.D.C. sono inparticolare:• ricovero in regime di ammissione volontaria• ricovero in regime di trattamento sanitario obbligatorio

T.S.O.• visita psichiatrica ambulatoriale• colloqui psicologici ambulatorialiIl CENTRO Dl SALUTE MENTALE, allocato in sedeextraospedaliera, è punto di coordinamento dell'attività nelterritorio; fornisce alla popolazione assistenza medica, psi-cologica, sociale, infermieristica, educativa attraverso attivi-tà ambulatoriali, domiciliari e territoriali. Fra le attività del CSM rientrano in particolare:• visita psichiatrica e colloqui psicologici ambulatoriali• intervento psichiatrico domiciliare e d’urgenza• intervento per le urgenze e le emergenze psichiatriche• attività psicoterapeutica individuale, familiare, o di gruppo• inserimento in strutture semiresidenziali; attività di centro

diurno

Il Centro Diurno è una struttura semiresidenziale istituitanell’ambito del Progetto Obiettivo Tutela Salute Mentale1994-96, D.P.R. 7/4/94; con funzione terapeutico-riabilitati-va finalizzata a migliorare le competenze sociali dell'utentee a prevenire e contenere il ricovero.Possono accedere a questo servizio utenti con disturbi psi-copatologici medio-gravi, con difficoltà nella gestione dirapporti interpersonali e sociali.L’impostazione è non sanitaria, pertanto le attività, pro-grammate e coordinate dal CSM, vengono svolte da educa-tori, maestri d’arte ed esperti di vario genere. Il programmariabilitativo si articola infatti, quotidianamente in laboratoriartigianali, attività sportive e ricreative.Sempre nelle linee del Progetto Obiettivo, tali centri sonoaperti a forme di collaborazione con le famiglie e con il pri-vato sociale.Sul territorio salentino erano operativi 5 centri diurni (Lec-ce, Lequile, Campi Salentina, Strudà e Galatina) che in lineacon il Progetto Obiettivo ospitavano circa 20 utenti cadauno.In fase iniziale la gestione è stata affidata a cooperative so-ciali attraverso convenzione. Successivamente sono interve-nuti contratti individuali Co.Co.Pro. a durata trimestrale osemestrale. L'intervenuta Determina del Direttore di Settoredella Regione Puglia n.96 del 4 giugno 2008 non ha consen-tito l'ulteriore rinnovo di questi contratti ritenuti non confor-mi al dettato del D.Lgs. n. 165/2001, mettendo così la Dire-zione della ASL nelle condizioni di dover notificare, ai circa20 Operatori in servizio, la cessazione del rapporto di lavo-ro a far data dal 1 luglio 2008.

Luglio - Agosto 2008 9righe una visione che si credeva ormaisuperata, della persona con disabilità men-tale, come di una persona malata, e quindi,di riflesso riportando pericolosamente lafarmacologia come protagonista degliinterventi di riabilitazione.

Il 26 giugno 2008 con determina diri-genziale a protocollo 24/5485/a.o.s./1viene decretata la chiusura dei 5 CentriDiurni salentini di Lecce, CampiSalentina, Lequile, Strudà e Galatina.

30 operatori non sanitari della riabilita-zione, dopo 16 anni di servizio precariocon convenzioni temporanee, si ritrovanosenza lavoro e senza prospettive, ma ancordi più circa 100 ragazzi inseriti in percorsidi riabilitazione ed integrazione sonolasciati allo sbando, senza assistenza esenza adeguata rete di supporto.

Sullo sfondo di tali eventi, il 1 Luglio2008 passa la delibera 1170, nota ai piùcome “vuoto per pieno”, pietra dello scan-dalo aspramente criticata da personalitàculturali ed enti sociali di grande rilievo.Delibera che lega il rapporto di fornituradei servizi delle strutture sanitarie privateal regime di contratti a convenzione, e nona prestazione, con durate trentennali indi-pendentemente da qualsiasi valutazione inmerito alla gestione, alla qualità delle pre-stazioni e ai risultati.

Uno dei criteri fondamentali per lavalutazione e il rinnovo dei contratti daparte delle ASL dovrebbe essere il volumedelle attività (fatturato), come se si trattas-se di fabbriche di bulloni.

A tutto questo questo si aggiunge losconcerto che deriva dalla valutazione deidati riportati anche nel Piano SanitarioRegionale nel capitolo sulla Salute mentale:eccesso di posti letto nelle strutture riabilita-tive, tutte private (2,59 p.l. ogni 10.000 abi-tanti contro 1 p.l. previsto nel ProgettoObiettivo Nazionale) con un basso turn-over (il 52% è ospite della stessa strutturaper più di tre anni, mentre il 44%, alla dimis-sione, passa in altre strutture). Dati che evi-denziano un bassissimo livello di efficaciariabilitativa di questa tipologia di servizio.

Ci si chiede allora quale sia il senso ulti-mo di queste scelte della politica regionale?I centri diurni, gestiti dai CSM lavoravanosecondo l'ottica della territorialità e dellasemiresidenzialità, con l'obiettivo della per-manenza in famiglia della persona in carico.Nel territorio salentino le strutture privatesono localizzate in precisi contesti geografi-ci. Il che significa che un utente preso incarico dal progetto riabilitativo dovrà perforza di cose esser sradicato dal suo habitatper esser “ricoverato” in una struttura che inalcuni casi può essere situata a molte decinedi chilometri dalla sua residenza. Nella stes-sa delibera inoltre si allunga in manieraestrema il periodo di ospedalizzazione coat-ta, i cosiddetti Trattamenti SanitatiObbligatori, nei casi in cui il paziente possaassumere atteggiamenti pericolosi per sestesso o per gli altri. Trattamenti che da annisono al centro di critiche per la dubbia etici-tà degli stessi. Personalità illustri infattirivendicano il diritto fondamentale delpaziente di essere, come in ogni altro setto-re della sanità, il decisore unico dei suoi per-corsi di terapia.

Cosa rimane della legge Basaglia in Pu-glia? Il cavallo azzurro di Trieste, che ilPresidente con tanta emozione ha ricordatotempo fa, in un suo intervento durante lagiornata nazionale della salute mentale, inun convegno svoltosi a Lecce, è forse diven-tato un cavallo di Troia? Con questi svilup-pi, si potrà ancora parlare di riabilitazione obisognerà aggiornare i nostri dizionari ericalibrare le nostre aspettative e acconten-tarci della sola contenzione?

E mentre questi interrogativi attendonorisposta, in questi giorni le associazionidelle famiglie, i gruppi sindacali, e rappre-sentanze politiche si muovono con interro-gazioni parlamentari, manifestazioni diprotesta e rivendicazione di parola nei pro-cessi decisionali che, avendo ad oggetto ladignità delle persone, per quanto in condi-zione di svantaggio sociale, non possonoconsumarsi in stanzucole ovattate ed inso-norizzate, salvo poi deflagrare come ful-mini a cel sereno, a giochi già conclusi.

contenzione fisica è un crimine contro la perso-na, cioè è un’aggressione, tra l’altro un’aggres-sione grave perché è un’aggressione appoggiatadalla legge. Io ritengo che sia più grave aggredi-re una persona col consenso della legge cheaggredirla per iniziativa personale. Comunqueogni TSO è una forzatura criminale perché ècontro la persona che la subisce, contro la suasalute, contro la sua voglia di vivere, contro tutto.Prendere poi con la forza una donna di ottantaanni e metterla in camicia di forza è chiaramenteun crimine contro una persona debole che non sipuò difendere in alcuna maniera. In ogni modo,ripeto, tutti i trattamenti sanitari obbligatori diqualunque persona di qualunque età sono unintervento di violenza appoggiato dalla legge,cosa che io trovo inaccettabile.Ma non è solo la Puglia, lo fanno in tutta Italia,in tutti i paesi del mondo Cosa c’è, a suo avviso, dietro il mito dellapericolosità che si costruisce attorno all’u-tente psichiatrico, al cosiddetto pazzo?Le persone che hanno a che fare con gli psi-chiatri, a parte le contraddizioni in cui si trova-

no, sono persone come le altre e può succederecome le altre che facciano anche dei reati.Soltanto che se il reato è fatto da uno che nonè mai stato dallo psichiatra non si dice niente.Se uno è stato dallo psichiatra si dice che lo hafatto perché era particolarmente pericoloso.Questo è simile alla faccenda che succede ora:se il reato lo fa un italiano è differente da quel-lo che fa un albanese o un rumeno.Negli ultimi anni sono cambiate molte cose; lasinistra e le idee di rivoluzione sono scompar-se, c’è il processo di globalizzazione, si staavendo una deriva strana probabilmente adestra. Questa cosa comporterà, a suo avviso,un rafforzamento della logica psichiatrica?Si. Perché in un mondo come quello attuale incui si ritiene che l’individuo non conta niente etutto quanto si risolve con la repressione è ilmondo più adatto per un’intensificazione deimetodi psichiatrici.

Intervista a cura di:Ezio Catacchio (Associazione

“Altre Ragioni” - Bari)Francesco De Martino (Quotidiano di Bari)

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La parola all’associazione Nuove Speranze

L’associazione delle fami-glie delle persone con dis-agio psichico Nuove Spe-

ranze di San Cesario, operante instretta collaborazione con i centridiurni di Lequile, Campi Salentina eStrudà segue con incredulità lo svol-gersi degli eventi e delle decisionidegli organi di governo pugliesi inmateria di salute mentale, che sem-brano dimenticare che prima di ognialtre interpretazione possibile, si stiaparlando di un servizio alla“Persona” e come tale, dovrebbe te-ner ben conto degli impatti che ognidecisione potrebbe avere su quellepersone che già vivono una situazio-ne di difficoltà.

La persona con disagio psichicoo disabilità psichica che dir si vogliaè trattata alla stregua di un oggettoda potersi indipendentemente desti-nare ad una o ad un’altra struttura aseconda di convenienze economicheo di bandiera.

La chiusura senza preavviso esenza traccia di alternative, sgomen-ta centinaia di famiglie che da ungiorno all’altro si vedono privati diun servizio basilare, che per oltre 16anni li ha accompagnati in un per-corso di riabilitazione e sostegnoche ha prodotto risultati molto im-portanti. Sgomenta soprattutto cen-tinaia di ragazzi, che in un ambienteche garantiva loro il quotidiano rap-porto con la famiglia, con gli ami-ci,ma anche con operatori esperti evolontari dell’associazionismo, ave-vano raggiunto un benessere psichi-co e sociale.

Sotto il sole cocente del 10luglio, mentre si attendeva sotto iportoni del Dipartimento di Salutedi Lecce, che qualcuno facesse unpo’ di chiarezza sulla situazione, ilcompito più difficile spettava apadri e madri, ed era quello di spie-gare in un qualche modo che nonfacesse troppo male, perché si era lìa sudare e aspettare, piuttosto chestare a Campi, o a Lequile o a Stru-dà a far teatro, o cartapesta, o pittu-ra o semplicemente a chiacchieraree raccontarsi del mare.

Qualcuno degli utenti, che hacarpito qualche parola preoccupata,e che ha già vissuto l’esperienzadello sradicamento da casa e la vitaper lunghi anni in case famiglia ocomunità, lontane centinaia di chilo-metri dal proprio paese si avvicinaai giornalisti e chiede di poter dire aisignori dottori che non ci vuol tor-nare più in manicomio, perché luinon è pazzo e non è malato.

Fra i manifestanti c’è anche

“l’assessore alla felicità” della cittàdi Galatina, che con una frase amezza voce, ma tuonante in quelbrusio scomposto e confuso, riassu-me tutto lo sgomento di questa scel-ta incomprensibile: “stanno rubandola nostra felicità!”

Le dirigenze dell’Azienda Sani-taria cercano di separare il fronte diprotesta, invitando le famiglie a dis-sociarsi dalla problematica deglioperatori disoccupati, in quanto lasalute dei ragazzi sarà tutelata, sep-pur non si dica in che modo e a checondizioni. Nel silenzio ermetico elaconico delle istituzioni si fa stradalo spettro del fantomatico “vuotoper pieno”.

Qualche utente verrà appuntodirottato verso un ricovero in casafamiglia chissà in quale luogo delSalento o della Puglia, per gli altrisaranno intensificati i servizi deiCSM e le procedure di emergenza,leggasi Trattamento Sanitario Ob-bligatorio, leggasi ancora ricoveroforzato eseguito con l’interventodelle forze dell’ordine, da 10 a 30giorni in un reparto psichiatrico del-l’ospedale di Galatina o peggio an-cora di quello semi dimesso diCampi Salentina.

Le famiglie dicono no a quest’in-cubo. Il servizio pubblico non puòessere di sola contenzione, rinnegan-do i principi sacrosanti della riabilita-

zione e dell’integrazione, del rappor-to non medicalizzato, Le famiglie nonaccettano un ritorno indiscriminatoalla dimensione della malattia inveceche del disagio.

Troppo spesso il disagio psichiconasce da cause sociali, più che orga-niche e sempre più si dimostra comeil tessuto sociale si riveli il miglior“farmaco” per la riduzione degli han-dicap derivanti da una patologia diorigine organica.

L’associazione Nuove Speranzedifenderà i Centri Diurni e lotteràper la loro riapertura e per il loropotenziamento, costruendo e colla-borando con reti regionali o nazio-nali, per fra fronte comune controuna legge che riporta la Puglia nelmedioevo della sanità mentale.

Non si difende a scatola chiusa laposizione professionale degli opera-tori, come alcune illazioni hannosostenuto, ma si lotta per un concettofondamentale: la dignità della Perso-na con problemi di salute mentale, lasua irriducibilità ad “oggetto di logi-che aziendalistiche”.

Uomini di politica e medicinadevono essere personalità al servi-zio dei cittadini e in una Puglia chepretende di essere migliore, nonpossono svincolare il loro operatoda logiche di confronto, ascolto econsultazione dei cittadini.

E la trasformazione radicale diun servizio che per anni ha garantitoqualità e benessere alla vita di per-sone con disagio, non può avvenirecome è avvenuta sinora fra sotterfu-gi, smentite, risoluzioni tampone eaccordi segreti che hanno il saporedi manovre lobbystiche se non peg-gio.

Nuove Speranze a nome di tuttii genitori si fa quindi portavoce diuna richiesta di trasparenza e di dia-logo che possa portare ad una dis-cussione sulla salute mentale checoinvolga tutte le parti sociale e cheabbia come oggetto ultimo solo esoltanto il benessere degli utenti deiservizi.

DOSSIER SALUTE MENTALE-esperienze

DOSSIER - L’intervento

Il Cavallo Azzurro

Franco, Vittorio e Giuliano stan-no tutti e tre in manicomio.Uno, Franco, ci vive da sempre,

e continuerà finché campa, perchél’ha scelto per mestiere. Fa il medicodei pazzi, lo psichiatra. Vittorio eGiuliano ci stanno perché, d’accordocon Franco, vogliono sperimentarequi, nel manicomio di Trieste, unlaboratorio di cose artistiche.

Tutte e tre, Franco, Vittorio eGiuliano, pensano che i desideri, leemozioni, le fantasie, non siano cosecampate in aria, ma caratteristichefondamentali di ogni essere umano,a qualsiasi cultura e a qualsiasitempo appartenga e ovunque si trovi.Anche in manicomio.

Poi pensano pure che, invece,l’idea di malattia mentale, questa sì,sia davvero campata in aria. Cioè,loro sono convinti che nella societàci sono gli svitati a cui tocca il com-pito di mettere paura e gli avvitatiche, invece, hanno il sacrosantodiritto di aver paura degli svitati.Allora per far passare la paura agliavvitati, gli svitati devono essere rin-chiusi in posti dove non danno fasti-dio a nessuno. E’ anche per il lorobene, dicono gli avvitati.

Franco Vittorio Giuliano pensa-no che questa separazione fra svitatie avvitati si chiami, in realtà, segre-gazione. Franco pensa che i muri delmanicomio debbano essere abbattutiper restituire agli uomini e alle don-ne che ci stanno rinchiusi diritti estatus di cittadini. Giuliano di co-gnome fa Scabia. Franco e Vittorio ilcognome ce l’hanno uguale: Ba-saglia.

Nel 1973 Vittorio comincia acostruire un grande cavallo in cartapesta. E’ grande davvero, e a mano amano che lo tira su, gli svitati glisuggeriscono che cosa dovrebbe rap-

presentare quel cavallo, a cosa do-vrebbe servire. Per esempio, la pan-cia deve essere per forza grande per-chè dentro devono trovare posto tuttii sogni che uno deve essere libero diavere. E poi le gambe devono esserelunghe perché deve galoppare velo-ce come il vento verso tutti gli oriz-zonti. E poi il collo deve essere altoe gli occhi grandi perché deve vede-re lontanissimo, fin dove nessunocchio umano può arrivare. E poideve avere una schiena tanto largada far salire in groppa tutti quelli chenon hanno paura di saltare oltre, dal-l’altra parte.

Marco Cavallo è stato costruitoin manicomio, ma non è stato conce-pito per stare in manicomio. Devedeve andarsene in giro. E se nonpassa attraverso il cancello, se i murisono troppo stretti per farlo passare,non vuol dire che lui è troppo gran-de. Vuol dire che sono i muri chedevono essere abbattuti per farlopassare.

Marco Cavallo viene portato perle strade di Trieste, con dietro il cor-teo dei matti a far festa. I triestinisono allibiti, qualcuno si rintana incasa, qualcun altro vuol capire cosasta succedendo. Cosa è, cosa vuoldire tutta questa messa in scena, que-sto immenso cavallo azzurro attornoal quale ballano e suonano i mattidel manicomio, come se fosse unafesta pagana? E non sono da soli. Cisono anche i medici, anche gli infer-mieri, che sembrano contenti quantoloro.

Marco Cavallo è diventato ilsimbolo di tutti, anche dei dottori,anche degli infermieri, anche diquelli che hanno cominciato a capireche ad ogni muro corrisponde unessere umano ridotto ad ombra.

Tratto dal sito www.cavallo2000.it

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Sarà dedicata alla Convenzione sui diritti

Come riferisce "Enable", bollet-tino dell'ONU dedicato alladisabilità, il tema del 3 dicem-

bre 2008, la Giornata Internazionaledelle Persone con Disabilità, sarà LaConvenzione sui Diritti delle Personecon Disabilità: dignità e giustizia pertutti noi.

La dignità e la giustizia - si leggenella nota delle Nazioni Unite - sonoprincìpi universali e consolidati e findalla sua nascita l'ONU ha stabilitoche la dignità e i diritti inalienabili euguali per tutti i membri del consorzioumano fossero alla base della libertà,della giustizia e della pace nel mondo.Il 2008, poi, è un anno particolarmen-te significativo per il movimentointernazionale dei diritti umani, alla

luce dell'entrata in vigore, il 3 maggioscorso, della Convenzione sui Dirittidelle Persone con Disabilità e del suoProtocollo Opzionale, uno strumentolegale concretamente vincolante pertutti gli Stati a far sì che essi promuo-vano e tutelino i diritti delle personecon disabilità. Il 2008, inoltre, coinci-de anche con il sessantesimo anniver-sario della Dichiarazione Universaledei diritti umani. A proposito dellaConvenzione, vale la pena di aggior-nare i lettori sul numero dei Paesi chel'hanno finora ratificata consentendo-ne, il 3 maggio scorso, l'entrata in vi-gore (dopo la ventesima ratifica).

Ad oggi, dunque, sono 27 i Paesiche hanno provveduto alla ratificadella Convenzione (Bangladesh, Croa-

zia, Cuba, Ecuador, Egitto, El Salva-dor, Filippine, Gabon, Giamaica,Giordania, Guinea, Honduras, India,Kenya, Mali, Messico, Namibia, Ni-caragua, Panama, Perù, Qatar, SanMarino, Slovenia, Spagna, Sudafrica,Tunisia e Ungheria) e 16 a quella delProtocollo Opzionale, per il quale ba-stavano dieci Stati (Bangladesh, Croa-zia, Ecuador, El Salvador, Guinea,Mali, Messico, Namibia, Panama,Perù, San Marino, Slovenia, Spagna,Sudafrica, Tunisia e Unheria), 129,invece, le firme alla Convenzione (trale quali quella dell'Italia il 30 marzo2007) e 71 quelle al ProtocolloOpzionale.

Per quanto riguarda il nostro Pae-se, com'è noto, il movimento delle

persone con disabilità attende già datempo la ratifica, per la quale il 28dicembre 2007, su proposta dell'alloraministro degli Esteri Massimo D'Ale-ma, il Governo aveva approvato unospecifico Disegno di Legge, che sa-rebbe dovuto passare all’esame delParlamento per la sua approvazione,come previsto dall’articolo 80 dellaCostituzione.

La successiva caduta del GovernoProdi ha bloccato l'intero iter del qualesi auspica ora una rapida ripresa.Segnali incoraggianti in questo sensosono arrivati sia da Francesca Martiniche da Eugenia Roccella, nuovi sotto-segretari al Lavoro, alla Salute e allePolitiche Sociali.

Donato Melcarne

Dopo il grande successo dell’e-dizione 2007, la Fish (Fede-razione Italiana per il Supera-

mento dell'Handicap) ripropone ilconcorso "Le chiavi di Scuola", apertoa tutte le scuole, per far emergere econoscere i tanti esempi di buoneprassi di inclusione scolastica nelnostro Paese. Per l'occasione è statopredisposto anche uno specifico sitointernet. Far emergere e conoscere i tantiesempi di buone prassi di inclusionescolastica nel nostro Paese, contri-buendo così al miglioramento dellaqualità di tutto il sistema scolastico.Questo è l’obiettivo della FISH (Fe-derazione Italiana per il Supera-mento dell’Handicap), nel ripropor-re, anche per il 2008, il concorso Lechiavi di Scuola, iniziativa sostenutada Enel Cuore Onlus, che ha ottenu-to anche il patrocinio del Ministerodella Pubblica Istruzione.CHI PARTECIPAAl concorso possono partecipare iConsigli di Classe che abbiano realiz-zato, nell’anno scolastico 2007-2008,un progetto di inclusione scolastica,compresi anche quelli con alunniospedalizzati o a domicilio, ad esclu-sione delle classi presenti all’internodi istituti o centri di riabilitazione.Le iniziative in concorso devonocoinvolgere un massimo di due alun-ni con disabilità all’interno di unaclasse, l’intera classe, tutto il corpoinsegnante e almeno un ente pubbli-co o privato al di fuori della scuola.I progetti saranno poi esaminati daun comitato tecnico-scientifico, tenen-

do conto in particolare della promo-zione dei diritti umani, delle pariopportunità e dei principi di inclusionesociale.COME FARELa Fish ha predisposto un sito speci-

fico (www.lechiavidiscuola.it), dovechi è interessato può leggere conattenzione il bando di concorso eiscriversi, entro il 30 settembre 2008,utilizzando il modulo online. Il termine per presentare il progetto e

gli allegati è fissato per il 31 ottobre2008.I PREMII risultati saranno proclamati duranteil convegno nazionale Le chiavi diScuola, che si svolgerà entro il 20dicembre 2008. Quattro le categoriein concorso (scuola dell’infanzia,scuola primaria, scuola secondaria escuola secondaria superiore), nel-l’ambito delle quali i vincitori ver-ranno premiati con materiale pari adun valore di 2000 euro ciascuno.È prevista inoltre l’assegnazione didue premi di 2.500 euro per menzio-ne speciale a progetti che si sianoparticolarmente distinti nel garantirei diritti fondamentali e le pari oppor-tunità.

D.M.

Verso la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

"La Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità: dignità e giustizia per tutti noi": questo il tema deciso dalle Nazioni Unite per il 3 dicembre 2008, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Torna il concorso “Le chiavi di Scuola 2008”Seconda edizione dell’iniziativa della Fish per mostrare le buone prassi di inclusione scolastica

Al disabile è consentito assistere il parente disabile. Il sìdell’Inps alla cumulabilità dei permessi sul lavoro

La circolare dell’Inps n. 53 del 28 aprile 2008 riconosce lapossibilità, al lavoratore con una grave disabilità, di cumula-re i permessi di cui al comma 6 dell’art. 33 della legge

104/92 con i permessi previsti per assistere un familiare disabile.L’Istituto di Previdenza ha inoltre ribadito che, trascorsi senza esitoi 90 giorni dalla presentazione della domanda per il riconoscimentodella disabilità, l’accertamento del medico specialista può conside-rarsi efficace fino alla riunione della commissione medica. In que-sto caso bisogna integrare il reperto medico con una liberatoria chegarantisca la restituzione delle prestazioni che, a procedimento con-cluso, risultassero indebite.

Sara B. D’Arpe

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Disabilità: negli ospedali pugliesi arriva il progetto regionale DamaUn’equipe multidisciplinare sarà al servizio dei reparti per potenziare la presa in carico dei bisogni.

Migliorare accoglienza ecura delle persone disabiliin ospedale: questa la

logica con cui opererà l’equipe mul-tidisciplinare del progetto regionale“Dama”, pronta dunque a supporta-re e sostenere i reparti ospedalierinel prendersi carico delle personecon disabilità, offrendo la cura, l’at-tenzione, la professionalità che cia-scuna problematica richiede. Saràattivato in autunno sull’intera Pugliaquesto progetto regionale (Dama:Disabled Advanced Medical Assi-stance) che vedrà un gruppo di spe-cialisti – medici, psicologi, assisten-ti sociali, educatori, infermieri edausiliari – operare in sei struttureospedaliere che fanno capo ai capo-luoghi di provincia e, per quantoriguarda Lecce, anche negli ospeda-li sul territorio provinciale.

Il progetto “Dama”, ‘Acco-glienza ospedaliera di equipe dedi-cata alla persona disabile’, presen-tato a Bari il 6, a Brindisi il 10, e aLecce il 19 giugno, vedrà 84 profes-sionisti assunti dal progetto che,anche sulla base di specifici corsi diformazione, integreranno la dota-zione organica delle strutture ospe-daliere sostenendo il servizio sani-tario nelle situazioni più problema-tiche da affrontare, che richiedonouna presa in carico particolare e piùche mai adeguata, come il ricoverodi un disabile grave, un prelievoematico, un gesso per un bambinoautistico.

Un progetto d’eccellenza, chepunta ad un ruolo catalizzatore dellarete tra ospedale, territorio, enti edassociazioni che solo lavorando in-sieme potranno costruire un percorso

adeguato per le persone disabili e leloro famiglie. Fondamentale saràproprio la presenza di una cordata diassociazioni partner del progetto tracui è presente anche il Centro servizivolontariato Salento, e che porteran-no la loro competenza ed esperienzanel settore delle disabilità. L’obiet-tivo ultimo è costruire uno stato disalute anche nella precarietà dellacondizione di una persona disabile,rafforzando la presa in carico ospeda-liera ed extraospedaliera.

Dama è un progetto di pianopromosso dalla Regione Puglia conobiettivi stabiliti dal Piano SanitarioNazionale 2006-2008, finanziato aisensi della legge 662/’96 e rivoltoalle circa 200mila persone disabilipugliesi. “Il progetto ha avuto pienaadesione sul territorio – affermaFrancesco Manfredi, coordinatore

regionale del progetto, dirigentemedico dell’Unità operativa diOrtopedia presso l’ospedale pedia-trico Giovanni XXIII di Bari – e inparticolare l’impostazione dell’Asldi Lecce, che articolerà il progettocoinvolgendo non solo l’ospedaleVito Fazzi ma anche le strutture nel-l’area provinciale.

Sara Mannocci

Dott.sa Calignano, qual èla motivazione di fondoche si oppone al pensierodi ricorrere alla chirurgiaplastica per ‘nascondere’la diversità?La nostra è un’associazionedi genitori, portiamo avantiun nostro parere che non èquello di tecnici, e un per-corso culturale per l’accetta-zione dei nostri figli comepersone nella loro diversità,nell’ambio familiare, scola-stico, lavorativo. Un’azione di questo tipo, ameno che non ci siano pro-blemi di tipo sanitario, an-nullerebbe nell’aspetto este-riore qualcosa che non sipotrà mai annullare vera-mente. Bisogna invece so-stenere le famiglie ad accet-tare questa realtà, il problema è dei genitori enon del bambino in sé. Cosa si può fare quindi per i genitori?Chiaramente non è una bella notizia sapere cheil proprio bambino è colpito da questa malattia,ma se si lavora sul confronto con gli altri geni-tori, e su percorsi guidati per un’integrazione

reale, si riesce ad apprezza-re quello che si ha, e a lavo-rare per migliorare la quali-tà della vita dei propri figli.Inoltre l’aspetto fisico checaratterizza i nostri ragazzipuò invece essere d’aiuto.In che modo?Perché contribuisce adidentificarli come personebisognose di auto, lascian-do da parte i casi di bulli-smo che pongono altre que-stioni. Bisogna puntare sulruolo delle associazioni nelsostenere i genitori, perevitare che arrivino a to-gliere qualcosa ai loro figlipiuttosto che a darla, a met-tere in atto una sorta di vio-lenza. La logica da seguireè quindi “tutti uguali, tuttidiversi”. Possiamo vedere

che oggi le persone con sindrome di Downsono ben accettate, può accadere anche chequalcuno abbia capacità ‘normali’che li porti arisultati notevoli e percorsi di studio avanzati,ma l’obiettivo è pensare ad un progetto di vitache valga per tutti.

Sara Mannocci

Disabilità: chirurgia plastica per una bambina Down?

Una madre londinese vuole sottopor-re la figlia, affetta da sindrome diDown, ad un’operazione di chirur-

gia plastica. La bimba si chiama Ophelia, hadue anni ed è figlia di illustri dottori londi-nesi che vivono, con altre due figlie, in unodei quartieri più esclusivi di Londra. “Non ègiusto che mia figlia o altri nelle sue condi-zioni, vengano giudicati in base alle appa-renze e magari, da grandi, vengano scartatiper un lavoro che sono benissimo in gradodi svolgere”. Così si giustifica la sua mam-ma.

Questo fatto di cronaca, che ha sollevatoun polverone, ci pone davanti un grosso in-terrogativo: “È per il bene di Ophelia che igenitori vogliono operarla o sono loro avolere un bimbo normale?”. Parlando congenitori leccesi di persone Down ho conclu-so che questo è un argomento troppo delica-to per poter giudicare le scelte altrui ma mihanno molto colpito le parole di una mam-ma. “È come se tu volessi negare a tuo figlioquello che è, invece di dirgli che i suoi occhisono bellissimi come sono”.

Sara Beaujeste D’Arpe

“Lavorare perchè si accetti la diversità”

Intervista a Maria Teresa Calignano, presidente dell’Aipd di Nardò

“Occorre lavorare affinchè si accetti la diversità”: questa l’opinione di MariaTeresa Calignano, presidente della sezione di Nardò dell’Aipd (Associazione ita-liana persone down) sulle vicende come quella che di recente ha visto coinvoltauna bambina londinese di due anni con sindrome di Down.

Maria Teresa Calignano

Luglio - Agosto 2008 12TESTIMONIANZE

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La nostra missione? In ospedale, accanto a chi ha più bisognoIntervista a Mimmo Turco, volontario dell’Avo Agape di Tricase

Stare accanto a chi ha bisogno per portare aiutoo solo una parola di conforto: ecco la missionedell’“Avo Agape” di Tricase, attiva dal 2000.Un’esperienza umana particolare e significativa,di cui abbiamo parlato con Mimmo Turco, vo-lontario, consigliere e membro del consigliodirettivo dell’associazione. Signor Turco, dove si svolge il vostro serviziocome volontari ospedalieri?Siamo attivi presso l’Ospedale Panico di Tricasenei reparti delle degenze ordinarie. Quante persone siete nell’associazione?Siamo un gruppo di circa 60 iscritti, e ci alter-niamo facendo tre turni al giorno, due la mattinae uno al pomeriggio, ciascuno di due ore. Cosa vuol dire essere volontari ospedalieri?Qual è la caratteristica principale del vostrovolontariato?È importante ricordare che non svolgiamo alcu-na competenza di tipo medico o sanitario. Il no-stro impegno consiste sostanzialmente nel tene-re compagnia ai degenti, nell’essere presenti inmodo da provare a sollevare loro il morale, pos-siamo aiutare anche dando loro il pranzo, tenen-do la mano. A volte semplicemente ci può esse-re bisogno di fare due chiacchiere, soprattutto sesi siamo accanto a persone sole. In che modo riuscite ad organizzare il serviziotra i pazienti?Non riusciamo ad arrivare a tutti, l’ospedale haquattrocento posti letto. Cerchiamo in qualche mo-do di fare una selezione, cioè di riuscire ad indivi-duare le persone che per vari motivi sono più solee possono essere più bisognose di conforto.

Qual è il percorso da compiere per diventarevolontari ospedalieri?È fondamentale il corso di formazione, in cuiviene spiegato quello in cui consiste l’attività, sipresentano le problematiche e quello che com-portano nel loro complesso. L’aspirante volonta-rio sostiene anche un colloquio con cui si cercadi comprendere se c’è una reale intenzione di es-sere volontario, se c’è la spinta giusta verso que-sto tipo di attività. A questo segue una fase in cuiil volontario comincia il servizio affiancato daivolontari più esperti, dopo di che può procederein autonomia. In questo ambito è importante più che maiche in servizio ci siano persone motivate epreparate. Quali sono le difficoltà principali

che si possono incontrare facendo questo tipo divolontariato?Il problema maggiore può essere quello del rifiu-to che il volontario riceve da parte della personaricoverata. Come vi comportate in questi casi?Dipende sempre dai casi. Dobbiamo valutare lasituazione che si presenta davanti a noi, se unapersona non accetta la nostra vicinanza perchésta vivendo un momento difficile, prova dolore,e istintivamente rifiuta, ma mostra comunque lavolontà di stabilire un contatto. In questo casopossiamo fare più tentativi, e vedere se si instau-ra un rapporto. Dobbiamo sempre cercare dicomprendere, ed evitare naturalmente di rispon-dere in malo modo anche se a nostra volta rice-viamo una risposta sgarbata. In altri casi invecela persona che incontriamo ci dice chiaramentedi non avere bisogno del nostro intervento. I pro-blemi possono esserci però anche da parte deglistessi volontari. Che tipo di problemi?Non sempre si è pronti a vedere ed accettare lasofferenza, e quindi ad essere vicini nel modoadeguato a chi sta male. Per questo si fa il tiroci-nio prima di diventare volontari, per rendersiconto di queste difficoltà. In che modo è possibile prendere contatto conl’associazione?Presso l’ospedale di Tricase c’è un box fisso del-l’Avo, in cui si possono reperire informazioni.Metto a disposizione anche il numero 335-365656.

Sara Mannocci

L’esperienza dell’ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo - sez. comunale “Stefano Antoniozzi”

“Ciò che si fa per amore non si perde ma rimane e si moltiplica”

Mimmo Turco

L'Associazione Donatori Midollo Osseo(ADMO) sez. comunale “Stefano Antoniozzi”nasce a Lecce 10 anni fa e conta oggi altre 4sezioni a Copertino, Tuglie, Sternatia e Tricase.Francesco Giannuzzi, Presidente dal 2000, sidice orgoglioso dei suoi 5000 soci ordinari e dei9 reali donatori della Provincia di Lecce.

“Il nostro obiettivo”, dice il Presidente, “èquello di informare la cittadinanza sulla possibi-lità di combattere la leucemia e altre neoplasiedel sangue attraverso la donazione e il trapiantodi midollo osseo, e ricercare il maggior numerodi donatori soprattutto tra i giovani”.

E' proprio attraverso il trapianto di midolloinfatti che alcune malattie del sangue possonoessere guarite. In Italia, circa un migliaio di per-sone all'anno necessiterebbe di questo tipo diintervento. La compatibilità genetica è purtrop-po un fattore molto raro e una volta su quattro èpossibile trovare un consanguineo compatibile.E' dunque indispensabile ricercare un numeroelevato di volontari, potenziali donatori, le cui

caratteristiche genetiche verranno registrate inuna banca dati.

In questo senso, ADMO oltre a fornire tuttele informazioni necessarie sulla donazione delmidollo osseo, invia i potenziali donatori ai cen-tri trasfusionali del Servizio Sanitario Nazio-nale, dove vengono sottoposti ad un sempliceprelievo di sangue. I dati vengono poi inseriti inun archivio elettronico gestito a livello regiona-le e nazionale. Al riscontro di una prima compa-tibilità con un paziente (molto spesso si tratta dibambini), il donatore verrà sottoposto ad ulte-riori esami del sangue fino al momento delladonazione.

“Spesso la mancanza di informazioni, e unaconoscenza parziale, creano tra la gente dei pre-concetti rispetto alla scelta della donazione”,continua Giannuzzi, “attraverso le sezioni co-munali dislocate sul territorio, vogliamo incon-trare i nostri concittadini e far capire loro che ilprelievo di midollo non comporta alcun rischio,se non quello anestesiologico, che il midollo

prelevato si ricostituisce nell’arco di due setti-mane circa, e che con un semplice gesto è pos-sibile salvare la vita di qualcuno”.

Possono donare il midollo tutti gli individuidi età compresa tra i 18 e i 35 anni, con un pesocorporeo superiore ai 50 kg, che ovviamentenon siano affetti da malattie del sangue o daaltre forme infettive. “Vogliamo incontrare igiovani del nostro Salento” conclude Giannuzzi“perché solo attraverso il loro aiuto possiamocontinuare a far volare la speranza”.

Valentina Valente

Per informazioni:ADMO Associazione Donatori MidolloOsseoSez. Comunale “Stefano Antoniozzi”Piazza F. Muratore, 4 – c/o PresidioOspedaliero “Vito Fazzi” – LecceTel/Fax: 0832/[email protected]

Luglio - Agosto 2008 13DALLE ASSOCIAZIONI

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Un Forum per la salvaguardia del sistema costiero salentinoIntervista con l’Assessore provinciale all’ambiente, Gianni Scognamillo

“La salvaguardia del Sistema co-stiero salentino” è stata al centrodel II Forum sull’ambiente, che siè svolto il 20 giugno, presso l’Au-ditorium del Museo provincialeSigismondo Castromediano diLecce.Numerosi gli esperti a confrontosu un tema di grandissima attualitànel Salento, dove sono numerosi itratti di litorale minacciati dallacontinua aggressione del mare.Abbiamo pensato di parlarne conl’Assessore provinciale all’am-biente, Gianni Scognamillo, che hapartecipato al convegno con unintervento sulla “Situazione attua-le del sistema costiero e le relazio-ni con le aree protette”.Quali ricerche sono state presen-tate al convegno?È stato presentato un progetto dimonitoraggio satellitare denomi-nato “Simoncosta”. Dal satellite siè analizzata la situazione di Gal-lipoli, Ugento, Otranto e Torredell’Orso.

Qual è la situazione attuale? Equali le cause?L’erosione è significativa sia sullitorale ionico che sull’Adriatico eriguarda sia i tratti sabbiosi, in cuisi ha un grave arretramento dell’a-renile, che quelli rocciosi. La piat-taforma salentina è, infatti, calca-rea e il mare può, quindi, infiltrar-si facilmente nei costoni rocciosiche si indeboliscono. Se si aggiun-ge la presenza di fiumi sotterraneie la pressione del mare sulla costa,si arriva a delineare un quadro cri-tico della situazione attuale.Quali sono le soluzioni possibili?L’amministrazione pubblica haindividuato nel “ripascimento”morbido dell’arenile la soluzionepiù immediata per fronteggiare l’e-rosione, ma bisogna ben analizzareil contesto ambientale perché ciòsia efficace. Si è pensato ancheall’utilizzo di barriere, i cosiddetti“pennelli”: il loro uso ha però pro-vocato aumenti significativi del-l’arenile solo dove erano presenti

tali strutture, come nel caso diTorre San Giovanni, mentre c’èstato un aumento dell’erosionenelle spiagge limitrofe.La situazione è quindi molto com-plessa. Bisogna istituire dei gruppidi lavoro che analizzino approfon-ditamente le molteplici variabili:variazioni morfologiche della li-nea di riva nel tempo, correnti ma-rine, l’urbanizzazione della fascia

costiera, lo stato attuale di conser-vazione, l’impatto ambientale edeconomico delle tecniche e deimateriali scelti per l’intervento.Solo i gruppi multidisciplinari einteristituzionali possono concor-dare delle linee guida per una tute-la organica e per offrire soluzionial fenomeno.Che relazione c’è con le areeprotette?Fortunatamente la maggior partedelle aree protette sono lungo lecoste. Questa tutela del litoralediviene, quindi, una difesa ancheper l’entroterra.E che ruolo ha il turismo?Noi siamo interessati ad affrontareefficacemente il problema pergarantire le attività turistiche. Ilturismo è una variabile dipendenteanche dalla tutela delle coste.Stiamo, inoltre, cercando di incen-tivare sempre più un turismoresponsabile per non ripetere glierrori degli anni passati.

Sara Beaujeste D’Arpe

Arriva nel Salento il solare termodinamico

Si apre nel Salento unanuova pagina nel campodelle energie alternative,

una nuova sfida per Italgest. La centrale solare termodinami-ca della potenza di 50 Mw do-vrebbe sorgere tra Lecce eBrindisi su un’area di 220 ettaridi terreno. L’accordo tra l’Ital-gest di Paride De Masi e la spa-gnola Abengoa Solar è stato fir-mato già a maggio.

La tecnologia utilizzata èquella studiata dal nostro NobelCarlo Rubbia, che la Spagna hagià adottato. È un sistema cheassicura rendimenti maggioririspetto al solare fotovoltaico su-perando anche le problematichelegate all’utilizzo del silicio. Leradiazioni solari incidono, infat-ti, su specchi parabolici di tipotradizionale, che fanno conver-gere i raggi su una “caldaia”,all’interno della quale si producevapore surriscaldato che alimen-ta a sua volta un turboalternatoreche fornisce l’energia elettrica.

Parallelamente a questa tec-nologia ne è stata sperimentataun’altra che usa due specchimobili su due assi, che fanno

convergere la radiazione solaresu un ricettore situato su unatorre per sopperire alle fasi diriduzione o assenza delle radia-zioni solari.

“L’accordo con AbengoaSolar – ha dichiarato Paride DeMasi – rappresenta un’innovati-va e importante occasione per ilMezzogiorno, sempre più cantie-re aperto per la produzione dienergia rinnovabile e territorio diriferimento di iniziative interna-zionali”.

Gli impianti termodinamicifinora sono stati sperimentati inSpagna, con ottimi risultati. Lacentrale di Siviglia, che capita-lizza due milioni di euro l’anno,è infatti una delle realizzazionitecnologiche più avanzate delpanorama mondiale, oggetto distudi e ricerche da parte dellamaggiori università del mondo.

“L’accordo con Italgest – hadichiarato l’Amministratore de-legato di Abengoa, Santiago Sea-ge – permetterà di applicare lanostra tecnologia al Sud Italia,uno dei territori più adatti al ter-modinamico”.

Sara Beaujeste D’Arpe

La centrale sorgerà tra Lecce e Brindisi su 220 ettari di terreno

Nuovo Dossier sulla situazione degli immigrati nel Salento

Quasi 10mila gli stranieri, di cui 1.759 in cerca di occupazione

Èstato pubblicato il nuovo dos-sier sulla situazione deglistranieri nella Provincia di

Lecce, una ricerca statistica cheprende in esame il periodo 2004-2006. Il Gruppo di Lavoro Perma-nente ha elaborato, secondo le com-petenze degli Enti che vi partecipano(Prefettura, Provincia, Camera diCommercio, Comune di Lecce e Uf-ficio Regionale dell’Istat), un dossieri cui risultati rappresentano, oltre cheuno strumento per interpretare larealtà dell’immigrazione, un contri-buto per lo sviluppo di progetti che sioccupano di tale problematica.

Nel primo capitolo si analizza ladistribuzione nel territorio dellapopolazione straniera: sono 9.917, di

cui 3.995 residenti a Lecce. Sono inmaggioranza donne (51,3 %) e l’et-nia più numerosa è quella albanese(2.619). Inoltre, i principali motiviper il rilascio dei permessi di sog-giorno sono il lavoro ed il ricongiun-gimento familiare.

Nel secondo capitolo si esaminala presenza degli stranieri nel merca-to del lavoro da due punti di vista:l’iscrizione ai Centri Impiego (24%dei residenti) e i contratti di lavoronel nostro territorio (1.958).

Per quanto riguarda gli impren-ditori extracomunitari (terzo capito-lo) si passa dalle 821 unità del 2001a 1.831 del 2006, con un incrementodel 123%.

Sara Beaujeste D’Arpe

“Ho voluto apportare il mio contribu-to promuovendo la fondazione di unrealtà nuova, trasversale, per contri-buire all’integrazione e al dialogo trale etnie presenti e il territorio che leospita: ecco come all’inizio del 2003,un’immigrata con tanta voglia di aiu-tare gli altri si trova ad unire un grup-po multietnico che, insieme a deiprofessionisti italiani, dà vita a

Integra Onlus – Associazione perl’Integrazione e la Condivisionedegli Immigrati”. Queste le parole diKlodiana Cuka, presidentessa, cheben richiamano i principi dell’asso-ciazione: unire senza fondere, distin-guere senza dividere, rimanendouniti nella diversità.

S. B. D.

Integra onlus: rimanere uniti nella diversità

Gianni Scognamillo

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IN LIBRERIA

“Ho il cancro e non ho l’abito adatto”

Segue da Pag.1

Quasi 6 milioni di euro...

Non si è mai preparati difronte alla scoperta diavere il cancro. È come

se la vita precedente venissedistrutta e ne cominciasse unacompletamente nuova. Cambia lapercezione del presente e delfuturo, si smarrisce l’ordinariaconsiderazione di se stessi neltempo e nello spazio, si ridefini-scono i rapporti con gli altri. Sipuò facilmente cadere nello scon-forto più cupo e nel rifiuto dellamalattia. Certamente più difficileè riuscire a trovare la forza e ilcoraggio di intraprendere unastrenua lotta per la vita, che spes-so si presenta dolorosa e dagliesiti incerti. Di vitale (nel verosenso della parola!) importanza

sarebbe, suggerisce Cristina Piga,autrice del libro autobiografico“Ho il cancro e non ho l’abitoadatto”, riuscire ad armarsi anchedi ironia e ottimismo. Nel piccololibro (solo 88 pagine) pubblicatodall’editore Mursia, l’autrice, unavvocato di 45 anni, sposata emadre di due figli, racconta il dia-rio quotidiano della sua esperien-za di lotta contro il cancro, dalloshock della diagnosi di un tumoreal colon, all’odissea delle terapiee degli interventi fino alla sconfit-ta della malattia. Un quadernod’appunti, senza nessuna pretesaletteraria, dettato piuttosto dal-l’urgenza di comunicare la pro-pria storia, ma anche quella dellepersone – familiari, amici,

pazienti - che ne hanno fattoparte. Non v’è traccia di retoricao di toni patetici, anzi il raccontoper brevi capitoli di Cristina Pigaci regala una testimonianza pro-fonda e sincera, riuscendo acogliere con schiettezza e ironiatagliente i momenti drammaticitanto quanto i risvolti più comicie imbarazzanti. L’intervento. “Pensavo peggio.Nessun problema di anestesia,dolore sotto controllo e granderespiro di sollievo. Già fatto? Lanotte è più difficile: le infermieresono maschi, gentili ma maschi,con l’orecchino, ma sempremaschi! Vi siete mai fatte metteree togliere una padella da unuomo?”. Il marito. “Ha adattato

tutto il suo essere alla nuova con-dizione: faccia preoccupatissima,voce flebile e lamentosa, sguardospento, spalle curve e ogni generee modalità di sospiri.” I figli.“Hanno avuto paura e io non l’hocapito. Perché non ho mai pensa-to di poter morire davvero, robatipo funerale-bara-cimitero.” Glieffetti delle terapie. “Alla fine si cambia. Non subito.Miseramente arresa davanti aglieffetti secondari: menopausa pre-coce, vampate e sudori, lenzuolae pigiami fradici, osteoporosi,miosite (ma che roba è?)”. Allafine la battaglia è vinta, ora si puòridere sul serio.

Michela Santoro

Durante l’estate salentina nonsi parla solo di pizzica, siparla anche di cinema. Uno

degli appuntamenti più attesi è laFesta di Cinema del reale, manifesta-zione rivolta al panorama nazionale einternazionale della produzione docu-mentaristica. Giunta alla quinta edi-zione, da un progetto ideato e orga-nizzato dal laboratorio di immagini evisioni Big Sur, con la direzione arti-stica del regista Paolo Pisanelli, laFesta è realizzata con Regione Puglia,Provincia di Lecce, Istituto di Culturemediterranee, e con il patrocinio diApulia film commission e delConsiglio Internazionale del Cinema,della Tv e della Comunicazionedell'Unesco. L’iniziativa rientra anchenel tabellone degli eventi diTerritorios - Salento Negroamaro,rassegna dedicata alle culture migran-ti, quest’anno con particolare riferi-mento all’America Latina.

Invariata la location della manife-stazione che, come l’anno scorso, è

stata il cortile del cinquecentescoCastello Risolo di Specchia. La citta-dina situata nel cuore del Capo diLeuca, considerata tra i borghi piùbelli d'Italia e luogo prediletto negliultimi anni da numerosi cineasti, perl’occasione si è trasformata in unavera e propria Cittadella del cinema.

“Fughe, viaggi e avventure nelreale” è il tema che ha caratterizzatol’edizione 2008 con un omaggio aFernando Birri, regista, artista e poetaargentino, considerato in patria il“grande padre del Nuovo CinemaLatinoamericano", come lo ha defini-to lo scrittore Gabriel GarciaMarquez. E’ stata l’occasione pervedere i primi due straordinari film diBirri, Tire dié (1956/58), la primainchiesta di argomento sociale girata inAmerica Latina, e Los Inundados(1961), il suo primo film a soggetto,vincitore del premio Opera prima allaXXIII Mostra del Cinema di Venezia.Infine, è stato proiettato “Mio figlio ilChe”, un ritratto di Che Guevara rac-

contato dal padre. Grande spazio è stato riservato ai

più interessanti film documentari ita-liani attualmente in circolazione:“Biùtiful cauntri” di EsmeraldaCalabria, Andrea D'Ambrosio ePeppe Ruggiero, “Il lato grottescodella vita” di Federica Di Giacomo,“Il passaggio della linea” di PietroMarcello, “Il teatro e il Professore” diPaolo Pisanelli, “Vjesh/Canto” diRossella Schillaci e “Vogliamo anchele rose” di Alina Marazzi.

Tra i filmati proposti, grazie allacollaborazione recentemente avviatacon l’Archivio della Cineteca Lucana,c’è stato un omaggio al registaAdriano Barbano, scomparso nel1985, uno dei primi autori pugliesi dicinema, e fondatore negli anniSettanta della prima emittente televi-siva privata salentina.

La Festa di Cinema del reale èstata anche una grande officina diidee e approfondimenti con seminarie incontri con gli autori ospiti, mostree video-installazioni a cura diBigSurArtShowcase.

A Paolo Pisanelli, infine è stataaffidata la conduzione del seminario-laboratorio “Sguardi Nomadi.Filmare il territorio” che si è tenutonei giorni precedenti la festa.

Michela Santoro

di Cristina Piga, Mursia editore

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giunto il direttore AntonioQuarta.Nei giorni scorsi i CSV di Pugliahanno ragionato su un primoabstrat dell’analisi dei bisogni inPuglia, che servirà da bussola allaCommissione Regionale nel pre-parare il bando e nella definizionedei criteri oggettivi per valutare iprogetti. I bisogni emersi e le criti-cità, guardando ai quali occorreràpensare i progetti come azioni dicontrasto, sono soprattutto: invec-chiamento della popolazione, pro-blematiche di genere, disabilità ementali in stato di quasi abbando-no, insidie all’ambiente, disagiominorile, infrastrutture sociali esanitarie insufficienti, scarsità dipercorsi culturali.Di fronte a queste priorità occorreorganizzare tavoli tecnici di con-fronto, non solo per creare reti ediffondere le modalità partecipati-ve, ma per dare risposte serie, con-crete, ragionate, frutto dell'unionedi risorse e mezzi, ad un territorioche a gran voce oggi le reclama.

“Fughe, viaggi e avventure nel reale”

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Sono stati pubblicati il 5 giu-gno i termini della gara diappalto per la gestione del

servizio mensa dell’Università delSalento. Quest’anno c’è una novi-tà nei criteri di selezione: sarà ac-cresciuto il punteggio delle azien-de che presenteranno progetti cheprevedano la riduzione e l’utilizzodi materiali biodegradabili e com-postabili.

Già a ottobre era iniziata lacampagna di sensibilizzazione“Rifiuti Zero”, promossa dall’as-sociazione CulturAmbiente cheessendo costituita per gran parteda studenti universitari e da ricer-catori, ha individuato nel corsodegli anni alcune criticità ambien-tali all’interno dell’ateneo salenti-no, in particolar modo nel campodello smaltimento dei rifiuti e delriciclaggio, in contrasto con ilruolo di formazione proprio del-

l’università. L’associazione haquindi sostenuto due ambiti diintervento: l’importanza della rac-colta differenziata all’interno del-l’ateneo, prassi che deve essereistituzionalizzata e razionalizzata,e la questione dei rifiuti nellemense.

La raccolta differenziata deveassumere un ruolo prioritario nelsistema di gestione integrata deirifiuti, perché solo così si puòdiminuirne la quantità da smaltiree allo stesso tempo condizionarepositivamente tutto il sistemadella gestione.

Riguardo alla mensa è neces-sario adottare un sistema a minorimpatto ambientale e creare unteam, di studenti e professori inte-ressati, che studi una propostaalternativa.

Il progetto definitivo prevededunque l’introduzione in ateneo di

bidoni per la raccolta differenziataed il compost, e l’introduzione diuna serie di accorgimenti miratiall’aumento del riciclaggio. L’As-sociazione CulturAmbiente ha an-che sottolineato con soddisfazioneche il progetto non avrà alcun

peso sul bilancio dell’ateneo,avendo ottenuto in forma gratuitadal Comune di Lecce e dagli entiProvincia e Regione le compostie-re, i bidoni ed il tritarifiuti per l’u-mido presenti nel Progetto.

Sara Beaujeste D’Arpe

La raccolta differenziata arriva nelle mense dell’ateneo leccese

Approvato il progetto “Rifiuti Zero” dell’associazione CulturAmbiente

La Giunta Regionale haapprovato il Piano per laSalute 2008 e nella defini-

zione degli obiettivi e delle strate-gie di intervento ha ritenutoimprescindibile coinvolgere i cit-tadini quali principali interlocutoridelle politiche della salute.

“E’ cambiata quindi la meto-dologia per la costruzione delPiano - si legge nel provvedimen-to- che, per scelta dell’Ammini-strazione Regionale, non recepi-sce solo il contributo di funzionaried esperti, ma accoglie le esigenzee le aspettative dei cittadini sindalla fase di impostazione iniziale.Per le principali specialità che

saranno meglio individuate- conti-nua la premessa del documento-,si possono già collocare quelle dicardiochirurgia, alta specialitàriabilitativa, unità spinale, chirur-gia maxillofacciale, chirurgia tora-cica, grandi ustionati, e la pro-grammazione deve articolarsi conriferimento alle seguenti macroa-ree: area del Salento, corrispon-dente alle province di Lecce, Brin-disi e Taranto (abitanti 1.791.959);area di Bari, corrispondente allaprovincia di Bari (abitanti1.249.533); area Puglia Nord, cor-rispondente alle province diFoggia e Barletta (abitanti1.028.377). E’ riservata alla diret-

ta attività di pianificazione regio-nale quella relativa ai Centri per leMalattie Rare, Trapianti di organo,nonché alle Aziende OspedaliereUniversitarie, Istituti di Ricoveroe Cura a Carattere Scientifico,Enti Ecclesiastici.”

Le tipologie assistenziali indi-viduate sono: Ospedali di primolivello (di base) dotati delle disci-pline di base; Ospedali di livellointermedio; Ospedali di riferimen-to provinciale e/o regionale;Ospedali del territorio; StruttureSanitarie Territoriali.

Il numero dei posti letto propo-sto è di 17.637 (4,33 posti letto permille abitanti) così suddivisi: postiletto per acuti 15.196; posti lettoriabilitazione 1.712; posti lettolungo-degenza post-acuzie 727.

Questo rappresenta il pianostrategico degli interventi da porre

in essere, nel triennio 2008-2010,per ottenere gli obiettivi di salute edil funzionamento dei servizi al finedi soddisfare le esigenze specifichedella popolazione regionale.

Mimina Sergi

Approvato il Piano regionale per la Salute 2008

I cittadini diventano interlocutori delle politiche

Luglio-Agosto 2008 – Anno III - n.23Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Sergio De Cataldis, Valentina D’Amico, Serenella Pascali, Silvana Sarli, Luigi Conte, Donato Melcarne, Mimina Sergi, Michela Santoro, Sara Mannocci,

Michele Rosafio, Sara D’Arpe, Giovanni Monteduro, Daria Caione

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via don Luigi Sturzo 36 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

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Numero di giugno 2008Articolo pag. 12 “Rom e sinti:questioni aperte e riflessioni”

Si precisa che l'articolo a pag.12 del numero di giugno 2008“Rom e sinti: questioni aperte eriflessioni” a firma di SaraD'Arpe è il risultato di rispostefornite sull'argomento dall'assi-stente sociale specialista MariaAngela Zecca in un'intervistanon ultimata.

ERRATA CORRIGE