Don Chisciotte 18, aprile 2009

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IL DON CHISCIOTTE Il Don Chisciotte - Periodico dell’Associazione Culturale Don Chisciotte Via Zanone, 3 - Autorizzazione n°1105 della Segreteria di Stato agli Affari Interni della Repubblica di San Marino del 26/03/2004 Direttore Responsabile Roberto Ciavatta Copia depositata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino Numero 18 Aprile 2009 La pagina autogestita: articoli, foto, divulgazione... Questo mese: “Asino in croce” + “Il lupo e il cane” PAGG. 8/9 Oasiverde La nostra serata pubblica GRAZIE BEPPE! Partecipato e stimolante l’incontro con Cremagnani, tra Genova 2001 e l’Italia di oggi. Stampa e istituzioni latitanti. Don Chisciotte IL 23 APRILE LASSEMBLEA DEI SOCI La convocazione e l’ordine del giorno Sopra di noi niente SACRO/PAGANO Le radici storiche e culturali dei nostri riti PAG. 10 A PAG. 11 Campagna di finanziamento VI PREGHIAMO, COMPILANDO LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI, DI FINANZIARCI INDICANDO COME BENEFICIARIO DEL 3(QUOTA SOCIALE COMUNQUE TRATTENUTA) L’“ASS. CULTURALE DON CHISCIOTTE”. CHI VOGLIA CONTRIBUIRE ULTERIORMENTE PUÒ FARLO CONTATTANDOCI VIA MAIL, O VERSANDO LA QUOTA CHE DESIDERA SU APPOSITO FORM NEL NOSTRO SITO. LE NOSTRE ATTIVITÀ DIPENDONO DAI FINANZIAMENTI CHE CI INVIERETE. GRAZIE DI CUORE PER LAFFETTO! Es...cogitando EIRÉNE TIENE PLUTOS Concezioni del benessere a confronto + PLATONE CATTIVO MAESTRO? Su democrazia, tirannia ed altre forme di governo PAGG. 6/7 Appunti di psicologia IL SOGNO Matrice del pensiero simbolico e figurativo PAG. 12 L’ippogrifo LE INVASIONI BARBARICHE Breve cenno sul film di Denys Arcand + SCRITTI CORSARI Una “lettura” del libro di Pier Paolo Pasolini PAGG. 4/5 PAG. 14 NUOVA RUBRICA

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Il mensile culturale dell'Associazione Don Chisciotte di San Marino. Dal 2004 l'associazione è attiva "contro i nuovi mostri". In questo numero: ACDC: "Umano errare, diabolico perseverare" + "Pacific trash vortex" + "Grazie Beppe" + "Assemblea soci" + "Istanze respinte in blocco"; Roberto Cavallo: "Superare la crisi col porta a porta"; Angelica Bezziccari: "Le invasioni Barbariche" & "Scritti Corsari"; Roberto Ciavatta: "Eiréne tiene Plutos" & "Platone cattivo maestro?"; OASIVERDE: "Asino in croce" + "Il lupo e il cane"; Andrea Mina: "Sacro/pagano"; Davide Tagliasacchi: "Il sogno" Ass. Il Branco: "Le attività del 2009"; Bruna Rossi Nicolini: "Due poesie, una speranza"

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IL DON CHISCIOTTEIl Don Chisciotte - Periodico dell’Associazione Culturale Don Chisciotte

Via Zanone, 3 - Autorizzazione n°1105 della Segreteria di Stato agli Affari Interni della Repubblica di San Marino del 26/03/2004Direttore Responsabile Roberto Ciavatta

Copia depositata presso il Tribunale della Repubblica di San MarinoNumero 18 Aprile 2009

La pagina autogestita: articoli, foto, divulgazione... Questo mese: “Asino in croce” + “Il lupo e il cane” Pagg. 8/9Oasiverde

La nostra serata pubblica

grazie BePPe! Partecipato e stimolante l’incontro con Cremagnani, tra Genova 2001 e l’Italia di oggi. Stampa e istituzioni latitanti.

Don Chisciotte

il 23 aPrile l’assemBlea dei sociLa convocazione e l’ordine del giorno

Sopra di noi niente

sacro/PaganoLe radici storiche e culturali dei nostri riti

pag. 10

a pag. 11

Campagna di finanziamento

Vi Preghiamo, comPilando la dichiarazione dei redditi, di finanziarci indicando come Beneficiario del 3‰ (quota sociale comunque trattenuta) l’“ass. culturale don chisciotte”. chi Voglia contriBuire ulteriormente Può farlo contattandoci Via mail, o Versando la quota che desidera su aPPosito form nel nostro sito. le nostre attiVità diPendono dai finanziamenti che ci inVierete. grazie di cuore Per l’affetto!

Es...cogitando

eiréne tiene PlutosConcezioni del benessere a confronto

+Platone cattiVo maestro?Su democrazia, tirannia ed altre forme di governo

pagg. 6/7

Appunti di psicologia

il sognoMatrice del pensiero simbolico e figurativo

pag. 12

L’ippogrifo

le inVasioni BarBaricheBreve cenno sul film di Denys Arcand

+scritti corsariUna “lettura” del libro di Pier Paolo Pasolini

pagg. 4/5pag. 14

Nuovarubrica

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Breve riassunto: circa un anno fa, il 26 febbraio 2008 (deli-bera assembbleare 158/08), il comune di Rimini stringe un accordo con la RSM: continuerà a ricevere le sue 20.300 (!) tonnellate di rifiuti speciali, a patto che entro breve (al massimo un anno) la RSM adotti un principio di omoge-neità di classificazione e identificazione dei rifiuti, la trac-ciabilità della loro gestione dalla produzione alla raccolta, l’adozione di obiettivi

di miglioramento dei quantitativi di rifiuti destinabili all’effet-tivo recupero (non lo smaltimento), la possibilità di pretrat-tamento dei rifiuti.A fine 2008, siccome la RSM non aveva ancora fatto nien-te (come sempre I politici firmano poi sperano che gli altri dimentichino), da fuori confine si è fatto sapere che non avrebbero più accettato i loro rifiuti. Subito (con Decreto

Delegato n.147 del 28/11/08, approvato con delibera n.37 del 23/2/09) il governo corre ai ripari… nel senso che fa una legge, poi che venga rispettata… infatti centri di pre-tratta-mento non ce n’è, e non è mica cosa da due giorni il prepararli!Nel frattempo, nel Decreto di Novembre, il governo chiarisce quanto ci costa trasportare i rifiuti fuori confine e conferirli all’incenerito-re: Abbiamo detto 20.300 tonnelllate di rifiuti speciali all’anno.Per ogni tonnellata, si paga 0,15 euro x ogni chilometro. Poniamo che fino a Coriano ci siano 25 chilometri, viene fuori che il traspor-to ci costa (0,15 x 20.300 x 25) 76.125 euro.In più c’è lo smaltimento e/o recupero: per ogni tonnellata si va da una spesa di 520€ ad una di 4160€ (in base alla qualità del trat-tamento… da noi inesistente).Poniamo che si spenda una media (cosa improbabile, perché data l’assenza di dif-ferenziazione il costo è quasi certamente prossimo al massimo): ci costerà (4160/2) 2080 x 20.300 tonnellate, cioè 42.224.000€, per un costo annuo complessivo di circa 42.300.125€ (115.890 al giorno).Ora, non so in che parte questa somma viene pagata dallo Stato (cioè dalle nostre bollet-te) e in che parte dalle aziende che devono smaltire, ma a maggior ragione è inaccetta-bile la presa di posizione di Emanuele Val-li, (Direttore dell’AA.SS.) che in un articolo del 12 febbraio scorso diceva che siccome i prezzi delle materie prime sono scesi per via della crisi non conviene riciclare! A que-sto articolo abbiamo risposto assieme alle associazioni firmatarie della lettera ai Se-gretari contro l’incenerimento (vedi numero scorso de “Il Don Chisciotte”, e comunicato di risposta a Valli qua a fianco), e riportiamo questo mese un articolo di Roberto Cavallo sulla stessa falsariga (logicamente inerente la realtà italiana).

umano errare, diaBolico PerseVerareSulla questione rifiuti... quanto ci costa?

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Che cos’è il “Pacific trash vortex”? È un’isola, che ha iniziato a formarsi negli anni ‘50 nell’Oceano Paci-fico, attualmente profonda 30 metri, dal diametro di 2.500 chilometri (circa la metà dell’ Europa) e dal peso di 3,5 milioni di ton-nellate (se ne può leggere qualcosa online, a partire dalla pagina “Ecolandia” del nostro sito).È formata per l’ 80% da plastica e per la restante parte di rifiuti e detriti di ogni genere, provenienti dalla terraferma e da navi private e commerciali che transitano sull’Oceano.Questa singolare isola di spazzatura, purtroppo poco conosciuta, si è for-mata a causa della “North Pacific Subtropical Gyre”

(“Vortice Subtropicale del Nord Pacifico”), una cor-rente alimentata da 4 cor-renti oceaniche ad alta pressione: tale Vortice, do-tato di un lento movimento a spirale, fa sì che i rifiuti

convergano al suo centro, accumulandosi e compat-tandosi.Dei circa 100 miliardi di chilogrammi di plastica prodotti in un anno, il 10% sistematicamente finisce

nelle acque superficiali; il 70% di tale plastica tende-rà a depositarsi nel fondale degli oceani e la restante parte continuerà a galleg-giare per centinaia di anni, creando immensi squilibri nell’ecosistema oceanico. Con una tale quantità di rifiuti scarsamente biode-gradabili (la plastica richie-de centinaia di anni per biodegradarsi, e dato che è stata scoperta nel 1907, tutta la plastica che è stata prodotta dall’uomo fino ad oggi è ancora in circolazio-ne, come rifiuto o sotto for-ma di gas Serra nel caso di incenerimento - perché come insegna Lavoisier “Nula si crea e nela si di-strugge, ma tutto si trasfor-ma”), la vita degli animali marini è seriamente mi-nacciata, in quanto le pic-cole particelle dei materiali vengono accidentalmente ingerite dalla maggior par-te di loro provocandone morte certa e come conse-guenza si è verificata una diminuzione drammatica della biodiversità.

ACDC

Il nostro futuro su un’isola di spazzatura

Pacific trash VortexEcco dove ci conduce il modello di consumo che non tiene conto del riuso e del riciclo

Grandi opere, ecoincentivi, permessi di costruire, con-doni: molti tentativi si rin-corrono per cercare vie da esplorare per vincere una crisi complessa.Vorrei provare a fornire una proposta al governo e ai decisori.Abbiamo una grande op-portunità in Italia per cre-are posti di lavoro a costo ridotto per la società: pro-muovere la raccolta diffe-renziata di tipo domiciliare.Le amministrazioni vir-tuose italiane che hanno già intrapreso questa via hanno dimostrato come il

cambiamento della raccol-ta rifiuti da stradale a do-miciliare, con una raccolta differenziata integrata, ne-cessita almeno del 50% di manodopera in più.In pratica servire i 45mi-lioni di italiani, che ancora non lo sono, con raccolta domiciliare, significhereb-be creare circa 100.000 posti di lavoro diretti.Un intervento di questo tipo ha tre considerazioni immediate:- richiede tempi di attivazio-ni rapidissimi, dell’ordine di mesi, come si direbbe per le grandi opere è immedia-

tamente cantierabile;- dà ordine al sistema dei rifiuti riportando le materie nei canali corretti contri-buendo al contenimento della produzione com-plessiva, aumentando l’ef-ficienza degli impianti di smaltimento, garantendo un maggior controllo di fi-liera evitando conferimenti fraudolenti;- aumenta la qualità (non solo la quantità) delle materie prime seconde, creando ulteriori posti di lavoro nel comparto del recupero, quantificabili in ulteriori 100.000 posti di lavoro. Comparto a dura prova della crisi globale, ma certamente più flessi-bile dell’industria classica che si basa sull’utilizzo delle risorse naturali pri-me, distanti e costose.Ovviamente tutto ciò ha un costo: la raccolta e il tratta-mento post raccolta costa-no mediamente il 30 – 50% in più dell’attuale costo di raccolta.

È altresì vero che in que-sto modo diminuiscono i costi alla collettività dello smaltimento finale (disca-riche in particolare) e il modello nell’arco di 3 anni può raggiungere un nuovo equilibrio.Si tratta di sottrarre risorse dallo smaltimento per inve-stirle nelle raccolte.In termini ancor più visivi si tratta di smetterla di buttare biglietti da 100 euro sotto terra e darli alle persone.Se poi il governo decides-se di investire per contene-re l’aumento di costi dello start up l’intera operazione il costo complessivo po-trebbe aggirarsi attorno ai 900 milioni di euro.

Roberto CavalloPresidente Ass. per la Co-municazione Ambientale, Membro direttivo Associa-tion Cities and Regions for Recycling and Sustai-nable Management of Re-sources. (Articolo reperiro su rifiutiebonifiche.it)

suPerare la crisi col Porta a PortaAltro che grandi opere! Parola di Roberto Cavallo

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Di eutanasia ultimamente si è tanto, troppo discus-so, soprattutto a sproposito e da chi crede di avere la verità in mano riguardo a dove finisca la vita e inizi la morte; questo film invece ne parla in modo discreto, senza mai nominare l’abusata parola. E’ stato girato tra Canada e Francia nel 2003 e diretto da Denys Ar-cand, ideale proseguimento del film “Il declino dell’im-pero americano” e padre de “L’età barbarica”, sempre dello stesso regista; viene narrata la vicenda di Rémy, un professore cinquantenne malato terminale, che in-vece di chiudersi in se stesso e compiangere ciò che va perdendo, ricorda e celebra ciò che ha avuto e con-tinua ad avere: la vita. Si avvia così una ‘rimpatriata di ricordi’, oltre che di vecchi amici che tornano, o che forse sono sempre stati lì, senza farsi accorgere. Nel corso del film c’è un ribaltamento degli stati delle cose, dove ciò che è immorale diventa giusto e salvi-fico, dove il vero amore non è solo quello coniugale, anzi forse cessa di esserlo proprio nel momento del-la sua legittimazione. E’ chiaro che per Rémy – che si definisce un “socialista voluttuoso” – la vita è stata prima di tutto un ‘sentire’, cioè usare appieno i sensi: il gusto per sorseggiare un buon vino, la vista per leg-gere libri come “storia e utopia” di Cioran, il tatto per apprezzare la bellezza femminile e questi insieme agli altri per amare pienamente l’esistenza guardando con sospetto ogni eccessiva razionalità e virtualità tipiche dell’uomo contemporaneo, incarnate queste nel figlio di Remy, Sébastien. E’ un giovane uomo con le solite certezze (famiglia, sicurezza economica, lavoro) che presto andranno a naufragare. E’ proprio quando si è più vicini alla morte che a volte paradossalmente la vita si fa sentire, ma certo qui non la si intende come un insieme di funzioni biologiche che non possono più sopperire al loro scopo, ma come un continuo flusso di azioni e pensieri che vanno vissuti usando non solo la mente ma anche e soprattutto il corpo. E Rémy con ironia e realismo sembra volerci dire proprio questo.

La musica, i film, i libri e altri mezzi d’espressione fanno parte della cosiddetta industria culturale, che produce e vende come ogni altra industria i suoi oggetti; essi sono destinati a essere fruiti da un consumatore e la loro vera o presunta utilità è esaurita nell’atto del consumo. Negli ultimi decenni si è assistito a un’enorme creazione di ‘prodotti culturali’ (non a caso sono nati neologismi quali best-seller, blockbuster, hit) il cui principale scopo è quello di intrattenere, far dimenticare all’uomo la sua quotidianità. Vi continuano però ad essere forme e contenuti dell’espressione la cui funzione comprende anche il pensare, il riflettere. E’ su di loro che qui si andrà a concentrare l’attenzione... su libri e film di un passato prossimo troppo in fretta cancellato. E come l’ippogrifo portò Astolfo a recuperare sulla luna il senno perduto di Orlando, così qui ci si propone di ripescare opere che dai più sembrano essere state perdute e in fretta dimenticate.

L’ippogrifo:Rubrica a cura di Angelica Bezziccari

le inVasioni BarBaricheEutanasia: dal greco εὖ, Bene, e θάνατος, Morte. Morte tranquilla e naturale

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“L’allegria è sempre esagerata, ostentata, ag-gressiva, offensiva. La tristezza fisica di cui par-lo è profondamente nevrotica. Essa dipende da una frustrazione sociale. Ora che il modello da realizzare non è più quello della propria classe, ma imposto dal potere, molti non sono appunto in grado di realizzarlo”. Pier Paolo Pasolini

Quando si nomina la parola ‘profezia’ si pensa a un fatto che qualche mago o indovino ha predetto per un futuro lontano, ma che di solito non avviene, perché frutto di un vago e mistico sentire, di un’irrazionalità. La precisa e accurata analisi di Pier Paolo Pasolini dà invece luogo a predizioni di avve-nimenti della società contemporanea che si sono in effetti realizzate. ‘Scritti corsari’ non è solo un’analisi sociologica dell’Italia di ieri e di oggi, non è solo una raccolta di scritti giornalistici, ma più di un insieme di queste parti. Pasolini parla di costume, politica, religione, cultura, e le sue parole sem-brano non essere frutto di un’epoca lontana, ma scritte per i nostri giorni. Il declino della Chiesa, la fusione di destra e sinistra, la previsione della glo-balizzazione a causa della ‘civiltà dei consumi’ sono solo alcuni degli aspetti che prende in considerazione nei suoi scritti. Parla anche dell’impoverimento dell’espressività della lingua, del sesso divenuto obbligo, della tv come mez-zo del potere...Due temi paiono molto attuali: il primo è la smania dello sviluppo che caratte-rizza ormai tutto il mondo. Nessuno pare ascoltare i teorici più accorti quando sostengono che l’unico modo per sopravvivere è una “decrescita sostenibi-le’’, nonostante le terribili conseguenze che gli stessi ci profilano davanti.Il secondo è il ‘nuovo potere’ che secondo lui si va delineando. Ora possiamo vedere che questo potere non è più nuovo, e sta diventando extra-politico,

perché frutto di entità astratte: la virtualità tecnologico-finanziaria si stacca dalla materialità umana che l’ha originata e quindi ha vita a sé stante, che come si percepisce in quest’epoca di crisi proprio per questo difficilmente può essere gestita; basti pensa-re ai mercati finanziari on-line, e a tutto ciò che ne deriva.Tuttavia qualcosa si può rimproverare a Pasolini, ovvero il suo essere ‘disperatamente pessimista’ come egli stesso si è defini-to. Il pessimismo comporta una rassegnazione di cui si deve fare a meno se si vuole provare a sconfiggere quei mostri che così tanto lucidamente vengono qui portati alla luce.

scritti corsari

«Il denaro ha una tendenza a “oltre-passare i confini”, a voler acquistare cose che non dovrebbero essere in vendi-ta, come l’esenzione dal servizio militare, l’amore e l’amicizia, le cariche politiche (visto il costo esorbitante delle campa-gne di propaganda). La difficoltà di por-re dei limiti al potere della ricchezza fa capire che è la ricchezza stessa a dover essere limitata. Quando il denaro parla,

tutti sono costretti ad ascol-tare. Per questo una società democratica non può per-mettere un’accumulazione illimitata»Christopher Lasch, 1994

di Gustav DorèIllustrazione dell’Orlando furioso

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Es...cogitando:Rubrica a cura di Roberto Ciavatta

In Platone lo Stato perfetto è quello

in cui governa-no i “re filosofi”, ovvero chi at-traverso l’edu-cazione civica si sia dimostra-to più “natural-mente dispo-

sto” nell’arte di applicare

alla società il concetto (lui avreb-be detto l’Idea) di bene pub-

blico.È una for-

ma di go-verno aristo-cratica (è una parte a gover-

nare) che non si fonda su principi di casta, razza o no-biltà (anzi, i bam-bini dovrebbero essere sottratti alle famiglie e ve-nir educati assie-me, di modo che nessuno possa sapere chi è suo figlio o fratello, rendendo possi-bile che ognuno

si relazioni all’altro come ad un figlio o ad un fratello, evi-tando la pratica del nepotismo), quanto su principi razionali

di attitudine al buon governo.Questa forma di gover-no “ideale” va incontro ad una prima degene-razione quando l’am-bizione di giungere al potere prevale sulle qualità razionali. Si ha allora la “Timocrazia”.

Una seconda degenera-zione la si ha quando l’am-bizione Timocratica diventa bramosia dei beni e ricchez-ze altrui: si ha allora l’“Oli-garchia”. La società oligar-chica crea una società dei consumi, cosicché la gente comune venga spogliata

Nel 474 ac gli ateniesi commissionarono ad uno scultore una statua dedicata ad Eiréne, la pace.Per Atene si trattava di un periodo storico in cui, dopo numerose guerre (la guerra del Peloponneso finita nel 404, quella di Corinto nel 386), vi era la richiesta di una pace dura-tura che potesse garantire lo sviluppo e il be-nessere, cosa che le guerre appena concluse, enormemente dispendiose in termini di uomini e risorse, non permettevano.Così la statua di Eiréne è raffigurata nell’atto di tenere in braccio un bambino. Quel bambino è Plutos, la ricchezza!Contemporaneamente in Atene nacquero scuo-le, a fianco del ginnasio, che non puntavano più ad addestrare buoni opliti (i soldati greci antichi: fanti con armatura) attraverso l’esercizio fisico, ma perseguivano scopi intellettuali: a partire dagli insegnamenti sofistici, fino ad arrivare alle scuole fondate dai seguaci di Socrate (il Cinosarge di Anti-stene attorno al 390, l’Accademia di Platone attorno al 388 e, successivamente, attorno al 335, il Liceo di Aristotele).Si intravede così un mutamento culturale prima an-cora che sociale, segno che solo una diversa sen-sibilità di fronte ai problemi fondamentali della con-vivenza nelle società può individuare svolte radicali che altrimenti non verranno intraprese.Oggi, ci sono sempre meno intellettuali, meno fi-losofi, meno saggi abituati a pensare ai problemi per individuare virtuosamente delle soluzioni. E quei pochi che ci sono tendono a chiudersi in un intellettualismo non molto dissimile da quello di Antistene, secondo cui non può esserci comuni-cazione intersoggettiva, e “di un cavalo posso dire solo che è un cavallo”.Oggi, dicevo, la divergenza prospettica ha fat-to sì che Plutos, il benessere, sia inteso spesso come la capacità di uno Stato bene armato di fo-mentare guerre tingendole di nobili (quanto false) motivazioni, perché solo il rilancio dell’industria pe-sante, della ricerca, della compravendita di armi e ostag-gi può rinverdire un mercato mondiale asfittico e piegato sulle proprie contraddizioni.Addirittura secondo un istituto di ricerca di economia del Massachusetts un miliardo di dollari investito nella difesa crea 8.555 posti di lavoro… per fortuna dice anche che la stessa cifra investita nella sanità ne offrirebbe 12.883, e nella formazione 17.687.Allora, oltre ad una carenza culturale deve esserci anche una precisa volontà di chi governa il potere politico di dirigere gli stanziamenti in armi e non altrove… oggi, Eiréne non tiene più in braccio Plutos… lo fa Ares!

eiréne tiene PlutosConcezioni del benessere a confronto

PlatoneSu democrazia,

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dei suoi beni di cui si impos-sessa chi governa. Nasce però in tal modo un dislivel-lo, che condurrà ad un’altra degenerazione: siccome ci sono sempre più poveri e meno ricchi (singolarmente enormemente arricchiti), si avrà una rivolta delle mas-se povere che instaurerà la “Democrazia”. Ma essa è il “regno dell’opinione”, con-trapposto al regno della ve-rità iniziale. In Democrazia è infatti un’opinione, se si riesce a farla accettare da una maggioranza (con ca-pacità retoriche, propagan-distiche, mediatiche o con l’inganno poco interessa), a determinare l’indirizzo del governo. Ma infine, un’opi-nione prevarrà su ogni al-tra, e sempre da una De-mocrazia si ingenererà la “Tirannide”, in cui un solo individuo detiene il pote-re e per poterlo legittimare ha bisogno di impegnare il proprio paese in continue guerre con l’esterno, per di-stogliere l’attenzione dalle ingiustizie interne che per-petra.Ad ognuno decidere a che

punto siamo noi oggi, a me preme solo ricordare che Jacques Derrida ha soste-nuto, in linea con ciò, che le democrazie incorrono in ricorrenti “suicidi autoim-munitari”, che cioè la demo-crazia degenera in tirannie o totali-tarismi in base ad una sua contraddi-zione in-terna, che è quella di fondar-si sulle o p i n i o n i e non su principi di verità ed equità. Ma le opinioni, come di-ceva Ga-ber, sono come i cog l ion i : ognuno ha i suoi![1]Ora, sostenere oggi che la Democrazia non va più bene, soprattutto quando degenera in “guerre uma-nitarie” o in “condanna a

morte per fame per i due terzi della popolazione mondiale”, equivale a dire una bestemmia. Eppure è evidente che l’opinione al potere conduce ad un mare di contraddizioni: diventa lotta fratricida di una parte contro l’altra, leggi imposte oggi e cancellate domani, continue variazione di sco-po, auto-referenzialità delle élite al potere ecc.Per Platone, chi governa la città (ma si dovrebbe sem-pre trattare di ambiti ristretti, non di mega-stati in cui può governare solo il più ricco) non dovrebbe avere com-pensi, ma vivere umilmente senza alcun bene per evi-tare il rischio di cedere alla tentazione di favorire se stesso attraverso il proprio governo! Quanta saggezza perduta…Ora, se è la democrazia a creare al suo interno, cicli-camente, governi tirannici/totalitari, per evitare questi ultimi si deve oltrepassare la democrazia stessa! In questo contesto un gover-no dei migliori, inteso come il governo platonico dei più saggi, sarebbe una rispo-sta. Ma come salvare la li-bertà?Secondo Karl Popper (“La società aperta e i suoi ne-mici”), Platone sarebbe un cattivo maestro perché anti-democratico. Ciò è un pregiudizio ideologico che

s b a g l i a bersaglio. Non la diffidenza di Platone verso la democra-zia, ma la democra-zia stessa genera i t o t a l i t a -rismi. La m a g g i o -re libertà non la si ha nello stato in cui gover-na il più ricco (che

può permettersi la campa-gna elettorale più sontuo-sa), in quello in cui governa il più affascinante (per via della sua capacità retorica di convincimento e della

sua proprietà mediatici), o in quello in cui governa il principio meritocratico (che non è altro che nepotismo gestito dalle élite propagan-dato in base al merito).La maggiore libertà la si ha in uno Stato in cui il gover-no è delegato a chi, per via delle sue attitudini, garan-tisce a tutta la città leggi giuste ed imparziali privan-dosi di ogni bene per que-sto scopo, in un panorama globale in cui regola prima deve essere l’internazio-nalismo! Finché ci sarà un solo uomo al mondo che morirà per indigenza, nes-sun governo potrà dirsi ci-vile. Finché persone prive di scrupoli potranno venire elette da persone interes-sate, non vi sarà mai liber-tà.E noi rimarremo nient’altro che i coglioni descritti da Gaber!

[1]non a caso Gaber non amava la democrazia nella sua degenerazione “rap-presentativa”.

cattiVo maestro?tirannia e altre forme di governo

Karl Popper

S.Dalì - “Premonizione della guerra civile” - 1936

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È innegabile come nel mondo del cristianesimo il ruolo dell’asino sia ricco di valenze positive, sia in con-siderazione delle sue doti di pazienza e di umiltà, sia in quanto animale presente insieme con il bue presso la mangiatoia in Betlemme, quindi come cavalcatura di Maria durante la fuga in Egitto.Ce lo ricorda Fabrizio De André nel suo album “La buona novella” (1971), trat-to dai vangeli apocrifi, dove descrive il ritorno di Giu-seppe dall’Egitto con que-ste parole: “Un asino dai passi uguali / compagno del tuo ritorno / scandisce la distanza / lungo il morire del giorno..”Infine in tutti e quattro i Vangeli Canonici si parla di un asinello che traspor-tò Gesù nel suo ingresso trionfale a Gerusalemme.Secondo una leggenda medievale, infatti, è proprio in ricordo e ringraziamento di questo suo servizio reso nella Domenica delle Pal-me che l’asino avrebbe de-rivato la traccia cruciforme di pelo nero che gli segna la schiena, associandolo al Cristo dileggiato e soffe-rente che, al pari dell’asino, porta sulle spalle la croce sulla quale sarà sacrifica-to.Si potrebbe pensare che l’ingresso di Cristo a dor-

so d’asino significasse un atto di umiltà, visto che ovunque oggi l’asino viene considerato come “il ca-vallo dei poveri”, ma pro-babilmente, come afferma lo storico Franco Cardini, è vero proprio il contrario. Perché gli ebrei, prima del regno di re Davide, sembra cavalcassero esclusiva-mente degli asini confinan-do il cavallo a compiti più servili, come trainare i car-ri o portare delle some. Il consumo della carne d’asi-no era proibito. Insomma, Gesù, nella sua entrata a Gerusalemme, aveva scel-to la cavalcatura più nobile, quella dei Patriarchi e degli uomini di prima del regno di Davide.Ma se in passato l’asino ha goduto di ben altra fama di adesso, come mai è diven-tato, presso di noi, una me-tafora della stupidità, usato come esempio di tutto ciò che è ignorante, lento, tar-do nell’apprendere al punto che si dà dell’“asino” o del “somaro” a quegli scolari che battono la fiacca? An-che nella celebre favola di Collodi, Pinocchio e Luci-gnolo vengono trasformati proprio in asinelli quando decidono di smettere di an-dare a scuola.Forse la diagnosi di scarsa intelligenza, che colpisce l’asino in un ingiusto stere-otipo, deriva dal confronto

con un parente prossimo, il cavallo, che l’uomo con-sidera una creatura nobile per eccellenza, destinata nella storia a portare i suoi mercanti in giro per il mon-do e i suoi eroi in battaglia alla conquista della glo-ria. Tra gli equini, ahimé, l’asino assume la parte di Cenerentola, ma non c’è scarpina, anzi ferro di maniscalco, dispo-sto a redimerlo dalla sua condi-zione. Il nitrito del cavallo è armonioso, il raglio dell’asino è caco-f on i co , s g r a -devole o addi-r i t t u r a ridicolo. Inoltre, men t re il cavallo ha una p o s t u r a monumen-tale e di una plastica bel-lezza, il povero ciuco si muove con le zampe a pre-sa diretta col suolo, evocando in noi, se non un giudizio di goffaggine, per lo meno di gretta fun-zionalità. Ancora, mentre il cavallo galoppa, per l’asi-no l’andatura abituale è la marcia terra-terra. Oppone alla poesia del Pegaso ala-to la sua prosa del “chi va piano va sano e lontano”.Insomma, forse la nostra visione del cavallo ha scre-ditato l’asino nella moder-na concezione?Ma allora, asini, in sen-so metaforico, si nasce o si diventa? Beh, dal can-to nostro possiamo di-mostrare che la stupidità dell’asino sia soltanto una fantasticheria dell’uomo. A noi basta pensare alle va-rie esperienze vissute in compagnia dei nostri amati compagni d’Oasi, e a voi lettori basti questo breve

ma illuminante episodio.Sistemando le golose gra-naglie in una piccola parte isolata della stalla, con una porta affacciata all’esterno, ci capitò in diverse occa-sioni di ritrovare il giorno successivo l a

La favola pasquale sull’animale con cui Gesù entrò a Gerusalemme

asino in croceStoria di un onesto quadrupede ingiustamente assunto a simbolo di idiozia

La pagina di Oasiverde

D e n i g r a n d o l’asino, si di-menticano mil-lenni di fatica spesa per far-la risparmiare all’uomo… Un po’ di giustizia e riconoscenza viene invece dal proverbio roma-gnolo secondo cui: “L’êsan, dov ch’l’è ca-schê una völ-ta, u n’ chesca pió”, nel quale viene messa in evidenza una delle sue doti migliori: la me-moria, spesso scambiata per testardaggine.

Particolare di croce asinina

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 9www.associazionedonchisciotte.org

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porta spalancata, con i bidoni delle granaglie sa-pientemente aperti e tutti gli animali (capre, maiali e ovviamente, asini) allegra-mente festanti e a pancia piena del loro ricco botti-

no. Solo dopo varie p e r p l e s s i t à

capimmo c h e

uno dei nostri amiconi aveva imparato ad aprire la porta. L’animale aveva visto come faceva il suo padrone, aveva capito, e memorizzato il significato dei suoi gesti, ed eureka: la porta veniva aperta con perspicacia e vai con la festa! Un asino mica tan-to asino, voi che ne dite? Chiunque giunga all’Oa-si potrà rivivere la nostra esperienza se nell’entrare nella stanzetta delle me-

raviglie baderà bene di non richiudersi alle spalle con una leva interna la porta…È vero, il cavallo im-para…quello che gli viene coman-dato. L’asino, se non vuole fare ciò che gli viene chie-sto, si impunta, si rifiuta, viene rite-nuto stupido! Ma a noi spaventa vi-vere in una società in cui l’intelligenza

si misura in base al grado di obbedienza

e al servilismo, perciò gridiamo evviva l’asino,

il cui spirito autonomo ed intraprendente mette alla prova la NOSTRA intelli-genza!

Associazione [email protected]

“Si è sempre pensato che il cane fosse più intelligen-te del lupo. Ma adesso una nuova ricerca ribalta quest’ipotesi. I lupi cre-sciuti con gli uomini sono più intelligenti dei cani”. (Federica Ceccherini, 28 ottobre 2008).Nel 2004 Brian Hare, un ricercatore dell’università di Harvard, per dimostra-re che i cani erano più in-telligenti dei lupi fece un esperimento. Alcuni cani e lupi, vennero messi di fronte a due ciotole rove-sciate, una delle quali na-scondeva del cibo. Un volontario aiutava l’ani-male di turno cercando di indirizzarlo con alcuni ge-sti verso la ciotola giusta. Il risultato fu che i cani trovarono in poco tempo la ciotola di cibo, inter-pretando correttamente il linguaggio non verbale dell’uomo, mentre i lupi scelsero la ciotola giusta solo casualmente e in ra-rissimi casi. Le conclusio-ni furono che il cane ha

sviluppato un’intelligenza maggiore rispetto al suo antenato, il lupo, grazie alla vicinanza con l’uomo. Ma si può confrontare l’in-telligenza di due anima-li cresciuti in modo così diverso, uno a contatto con l’uomo e l’altro no? È quello che si è chiesta Mo-nique Udell, ricercatrice all’università della Florida, che ha deciso di ritentare l’esperimento invertendo però la tipologia di animali. Ha sottoposto le due cio-tole a un gruppo di cani, che avevano avuto pochi rapporti con l’uomo e a un gruppo di lupi cresciuti, vi-ceversa, con gli uomini. Sorprendentemente i lupi sono stati molto più bravi non solo dei cani “non do-mestici” ma anche dei cani addomesticati dell’esperi-mento del 2004, interpre-tando alla perfezione i ge-sti del volontario otto volte su dieci. E dimostrando che, a pa-rità di condizione, i lupi sono più “svegli” dei cani.

La curiosità

il luPo e il caneChi dei due è più intelligente alla luce di una nuova ricerca

D e n i g r a n d o l’asino, si di-menticano mil-lenni di fatica spesa per far-la risparmiare all’uomo… Un po’ di giustizia e riconoscenza viene invece dal proverbio roma-gnolo secondo cui: “L’êsan, dov ch’l’è ca-schê una völ-ta, u n’ chesca pió”, nel quale viene messa in evidenza una delle sue doti migliori: la me-moria, spesso scambiata per testardaggine.

Particolare di croce asinina

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I recenti fuochi di San Giuseppe mi hanno fatto nota-re che i sammarinesi sono ancora molto devoti, pro-babilmente senza rendersene conto, alle ricorrenze pagane travestite di cattolicesimo ancora presenti. La festività di San Giuseppe presenta molti elementi tipici delle antiche credenze basate essenzialmen-te sui cicli del sole e delle coltivazioni infatti ricorre in prossimità dell’equinozio di primavera e, secondo l’antica mitologia, il falò sarebbe un modo per saluta-re il risveglio della natura. La tradizione vuole inoltre che, in questa occasione, le ragazze mangino i ca-scioni con le erbe di campo che avrebbero dovuto garantire il corretto sviluppo del seno.Il nostro calendario è pieno di festività più antiche del cristianesimo che sono state riadattate alla liturgia del dio imperante. Tra le ricorrenze di chiara origine pagana possiamo ricordare: l’Epifania, il Carnevale, San Giuseppe, la Pasqua, il Corpus Domini, il Ferragosto, i Morti, San Martino, il Natale e le altre tradizioni pre-senti solo in alcuni borghi o paesi. Ognuna di queste è caratterizzata da particolari simbologie che nulla hanno a che vedere con il cristianesimo: la Befana, l’uovo pasquale, l’albero di Natale, la celebrazione dei morti, lo scherno dei becchi ecc. In queste festività sono presenti le tradizioni dell’impero romano e delle popolazioni anticamente presenti in queste aree. Per chi volesse approfondire l’argomento, consiglio la lettura di “La Sacra Tavola” di Eraldo Baldini, un saggio in cui si ana-lizzano le tradizioni romagnole sotto la lente delle usanze culinarie.Rendendosi conto della molteplicità delle usanze che ci caratterizzano sembra molto strano quando si sente parlare di radici cristiane. Non sto dicendo che que-ste non esistono, sto affermando piuttosto che tutti noi siamo il condensato di migliaia di anni di storia e che abbiamo radici mesopotamiche, egiziane, ebraiche, celtiche, greche, cristiane, illuministe, darwiniane, comuniste, capitaliste, naziona-liste, razionaliste, relativiste ecc.Ognuna di queste concorre nel bene e nel male a formare la visione del mondo di ognuno di noi e trovo arrogante, oltre che antistorico, attribuire ad una sola di queste componenti (quella cristiana) un valore superiore, volendola per esempio introdurre nella costituzione di un continente (l’Europa).Sancire nella costituzione europea che questo continente si basa su radici cristia-ne, significherebbe declassare le altre religioni da sempre presenti, quelle degli immigrati ed il credo di chi non crede che si rifà ai pensatori più brillanti del mondo, che, guarda caso, sono per la maggior parte nati e vissuti in Europa: Giordano Bruno, Galileo Galilei, Charles Darwin, Heisenberg, Schopenhauer, Godel, Ein-stein solo per citarne alcuni.Credo che noi tutti dovremmo iniziare a ripensare al modo con cui intendiamo convivere. Proposte di questo genere sono intrinsecamente competitive in quanto mettono in concorrenza le diverse visioni del mondo ma John Nash ci ha dimostra-to che la competizione può migliorare il nostro stato fino ad un dato livello dopo il quale si deve iniziare a collaborare.

Andrea Mina

Sopra di noi nienteRubrica a cura di Andrea Mina

sacro/PaganoLe radici storiche e culturali dei nostri riti

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 11

Il 26 marzo si è tenuta la nostra serata con Beppe Crema-gnani, dedicata ai fatti del G8 di Genova 2001 (Nella “Galleria Eventi” del nostro sito trovate un breve intervento filmato di Beppe). Dopo una breve introduzione si è proceduti alla proiezione del docu/film “G8/2001: fare un gope e farla franca”, che Beppe ha pubblicato per la Luben Production (www.lubenproduction.com/) assieme ad Enrico Deaglio.È seguito un lungo dibattito molto partecipato, con testi-monianze di persone che all’epoca dei fatti si trovavano a Genova (come il consigliere Alessandro Rossi e Riccardo Balestrieri, dell’ANPI - Ass. Nazionale Partigiani Italiani - di Genova, che non potendo partecipare ha chiesto a Daniele Baldisserri, presidente dell’ANPI di San Marino, di leggere le sue memorie dei fatti).Beppe Cremagnani, persona squisita e disponibile, ha ri-sposto puntualmente ad ogni domanda posta dal pubblico, anticipando con i suoi interventi l’uscita del prossimo lavoro che sta preparando sempre assieme a Deaglio, una sorta di continuazione del documentario sul G8, che racconterà degli

esiti a cui, dopo anni, i fatti del 2001 stanno conducendo, lentamente ma in apparenza inesorabilmente, l’Italia.In un vortice di autoritarismo, le violenze perpetrate durante il G8 di Genova non sono altro che un preludio ai duri anni che viviamo, una specie di “banco di prova” di dove si potesse giungere contando su una buona copertura mediatica, e sulla “stanchezza partecipativa” di una popolazione che sembra non comprendere la gravità della sua situazione. “Stanchezza partecipativa” che rende gli italiani ciechi di fronte alle contraddizioni e alla spirale di violenza che avvolge sempe più il paese in un “tutti contro tutti, ma nessun ocontro il governo”, e che dall’estero viene osservata con grande pre-occupazione. Alla base di questa difficoltà di rispondere alle contraddizioni che, con una pianificazzione certosina, stanno conducendo il bel paese verso una nuova stagione protofascista, sta l’assenza di opposizioni a questo modello, e la troppa facilità con cui si tende a considereare legittime situazioni che non lo sono affatto (il ritorno delle ronde squadriste, il vecchio e mai risolto conflitto d’interessi, la facilità con cui alcuni leader dell’opposizione pubblicano - finanziandolo - con editori in mano a quello che dovrebbe essere il “nemico”, il considerare ogni proposta contraria alla costituzione come “legittima” per-ché proposta da una persona regolarmente eletta dal popolo - come dimenticando che anche Hitler e Mussolini lo furono, ma ad un certo punto li si sarebbe dovuti fermare). Bene, quello che ci si è chiesti è quando, dove, come e per che motivo ci si deciderà a fermare questa nuova ondata antidemocratica manifestata dalla gestione politica di oggi.Alla serata erano stati invitati tutti i partiti, le istituzioni e gli organi di stampa sammarinesi. Nessuno ha partecipato (se non qualche consigliere di SU) e nessuno ha pensato fosse il caso di motivare la propria assenza (a parte Carlo Filippini de “l’Informazione”). Anche questo è un segnale: di certe cose, insomma, non si dovrebbe parlare. Per fortuna il nostro giornale continua ad esserci, e voi volete continuare a sapere!

PER CHI VOLESSE, ABBIAMO ANCORA QUALCHE DVD IN VENDITA A SOLI 5€. Potete acquistarlo telefonicamente al 338.6537340 (Roberto) oppure online sul nostro sito alla pagina “Mercatino”

Serata dedicata al G8 di Genova 2001

grazie BePPe!Partecipata e stimolante la nostra serata con Beppe Cremagnani, tra analisi dei fatti di Genova 2001 e dell’Italia di oggi

Chi è Beppe?Giuseppe Cremagnani (per tutti Beppe), è nato a Mi-lano nel 1951, è laureato in Giurisprudenza, è giorna-lista e autore televisivo, ha lavorato a «Repubblica» e all’«Unità» ed è stato autore di numerose trasmissio-ni televisive: «Milano, Italia»; «Il laureato»; «Inviato speciale»; «La nostra Storia»; «Ragazzi del ‘99»; «Vento del Nord»; «L’elmo di Scipio». È stato consulente della trasmissione «Che tempo che fa» e collabora con «Diario».Assieme ad Enrico Deaglio e alla «Luben Produc-tion» ha pubblicato diversi docu/film tra cui: «Gli imbro-glioni», «Uccidete la democrazia» e «Quando c’era Silvio». Ultimamente ha prodotto l’inchiesta «L’ultima Crociata» sul movimento per la memoria in Spagna.

Roberto Ciavatta e Beppe Cremagnani

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 12

Il pensiero figurativo è in particolare proprio dei po-poli primitivi. Levi Bruhel (1966) riferisce come gli abitanti della Tanzania «non avevano parole per espri-mere le idee astratte. Non potevano esprimere qualità come rotondo, alto, basso. Per esprimere “duro” dice-vano “simile ad una pietra”, per “rotondo” “simile alla luna”, sempre accompa-gnando le parole con ge-sti intesi a mettere dinanzi agli occhi dell’interlocutore l’oggetto descritto. Quando avviene “una transazione a tipi mentali superiori”, que-sto linguaggio deve essere abbandonato; concetti logi-co-astratti, generali, privi di immagini, ne sostituiscono i “concetti-immagine”, vivi-di, ricchi di particolari sen-soriali».Come spesso ritenuto, pare che nel sogno si con-tinui quest’epoca arcaica della mente umana, e che il sogno rap-presenti una regressione del passato ind iv idua le anche più lontano, sia anche a quel-lo archetipico de l l ’umani -tà. Il filosofo N i e t z s c h e riteneva che nel sogno “si perpetua un’epoca primitiva dell’uomo, che non potrem-mo più raggiungere per via diretta”.Riflessioni simili si trovano anche in Freud, il quale ri-teneva che ciò che oggi viene legato simbolicamen-te doveva un tempo lonta-no rappresentare un’iden-

tità. La relazione simbolica veniva vista da lui come un residuo di una più profonda identità arcaica. Siffatte ipo-tesi sono difficilmente con-fermabili dal punto di vista storico, mentre dal punto di vista psicologico esse non sono né testabili né falsifi-cabili. Noi non potremmo mai conoscere per bocca dell’infante cosa ci sia nel-la psiche umana, al di là di quella “rimozione primaria” (Lacan) che ha scisso alle origini la mente fra oggetto e soggetto, fra il cosiddetto “reale” (Lacan) e il simbolo; l’esperienza “globale” equi-vale, nel senso della non conoscibilità, al “noumeno” di Kant. Ipotesi psicologiche non verificabili hanno solo la funzione (significativa) di costruire modelli della vita psichica su cui organizzare le esperienze della psico-terapia. Certo è che il pen-siero figurativo, sia immagi-nario che simbolico, rimane

proprio del sogno come di nessun’al-tra forma di attività men-tale. Rimane a s s o d a t o , comunque, che in situa-zioni partico-lari del pen-siero umano, come la con-templazione

religiosa, estetica, medita-tiva, l’Immaginario e il Sim-bolico strutturano larga-mente lo stato mentale; ed è altresì vero che neanche il pensiero astratto può fare a meno di elementi simbolici. Ma dove, come nel sogno, tutto è immagine e simbo-lo? La psichiatria conosce

par-tico-l a r i a l t e -razioni d e l l a coscien-za, dette “oniroidi” , ove la mente pensa solo per immagini. Ma proprio la qualifica di “oniroide” docu-menta la loro vicinan-za al sogno, nei sui aspetti peculiarmente intrinseci della simbolizzazione.È proprio in codesto aspet-to che consiste il fulcro del-la funzione psicodinamica del sogno, il quale si di-stingue dallo stato di veglia nel fatto che quasi tutto in esso è simbolo; tanto che si potrebbe senza remore az-zardare l’ipotesi di come il sogno possa essere l’orga-nizzatore fondamentale del pensiero simbolico nell’uo-mo. L’aspetto peculiare consiste innanzitutto nella grande capacità sintetica del simbolo onirico, come possibilità di ricostruire eventi passati in immagini del presente. Evento assai comune vuole che nei sogni ci si possa trovare in un pre-sente indefinito ove tuttavia si attuano grandi problemi del passato. Spesso que-sta situazione viene defini-ta come un’attualizzazione potenzialmente trasmutati-va, perché nella ripetizione simbolica si apre un’area di possibile nuova decisiona-lità entro un evento a suo tempo definito da parametri del passato. Ed ecco che si apre la possibilità (tipica

dell’in-c o n -

s c i o , non della

v o l o n t à ) di reagire

nuovamente e diversamen-

te da prima ri-spetto a qualcosa

che in realtà ci ha già determinati. Tale

possibilità viene raccolta quando il soggetto fa nel sogno qualcosa che non ha potuto fare mai nel suo passato e che gli permette, in un’area di dipendenza da aspetti coercitivi dell’esi-stenza, un vissuto di libera-zione e quindi anche una nuova autonomia psichica.In codesto significato del-la simbolizzazione, può ri-entrare il celebre concetto freudiano della soddisfa-zione del desiderio proibi-to. Freud ha considerato il desiderio soprattutto dal punto di vista istintuale, e la proibizione come cen-sura morale del Super-io. Il sogno, che permette la soddisfazione del desiderio nelle vesti del simbolo, os-sia in modo nascosto, evita perciò il conflitto con quello stesso Super-io, “guardia-no del sonno”. Pur accet-tando il modello di Freud, suffragato da un’imponente casistica clinica di anni di ricerca psicanalitica, e con-siderata come la fautrice di concetti considerati fon-damentali per la psicologia dinamica per quanto con-cerne lo studio dei sogni e dell’inconscio, desidero

il sognoMatrice del pensiero simbolico e figurativo

Appunti di psicologiaRubrica di Davide Tagliasacchi

nel sogno si pensa per immagini, e proprio la riduzione dell’esperienza all’immagine le conferisce una drammaticità espressiva altrimenti impossibile

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 13

puntualizzarla con nuove teorie di psichiatria fenome-nologica, le quali sosten-gono che la soddisfazione del desiderio rientrerebbe nella mera realizzazione del sé, e di conseguenza non il solo principio di pia-cere, bensì la spinta ad un’autonomia della psiche in un’esistenza che la li-miterebbe, e per questo trasformata nel sogno. Il simbolo onirico traveste il desiderio proibito perché esso è il risultato di proces-si psichici difensivi quali la considerazione di immagini diverse, la contaminazione di un’immagine con altre, l’uso della “pars pro toto”, la negazione dell’intensità nascosta, definita come la “tecnica inconscia dell’oc-cultamento” simbolico, così ben anticipata da Freud.Ma la costruzione del sim-bolo onirico resta ambigua: il simbolo non solo occul-ta, ma anche, all’opposto rivela, e ciò attraverso un processo, definito come “la sensorializzazione della

esperienza”. Separato dal diurno fino al pensiero ar-chetipico, tutto appare nel sogno sotto forma di imma-gini visive. E poiché si comincia a pen-sare non razionalmente, ma per immagini, allora proprio la riduzione dell’esperien-za all’immagine conferisce ad essa una drammaticità espressiva ed un’evidenza di pensiero altrimenti im-possibile. Talora il desiderio onirico non è affatto proibito ed ha bisogno del sogno solo per divenire trasparente a se stesso, indimenticabile e certo, attraverso la radica-lizzazione dell’immagine.Il sogno di una donna che immagina di partorire un bimbo può esprimere da un canto un desiderio di ma-ternità, o anche il simbolo della nascita di un nuovo Sé verso una forma più alta di autorealizzazione, nella dicotomia di interpretazio-ne soggetto-oggetto, citata già da Carl Gustav Jung.

Lunedì 6 - 20 e 27 aprile:Per la rassegna “rimini aL Cinema”, “retrOspettiva stan-Ley kuBriCk”. Rispettivamente “shining”, “FuLL metaL ja-Cket” e “eyes wide shut”. Cineteca del comune di Rimini, palazzo Gambalunga, ore 21

Lunedì 6 e martedì 7 aprile:“vaLzer COn Bashir”, di Ari Forman, per la rassegna “riC-CiOne Cinema d’autOre”. Il film Israeliano che denuncia la disumanizzazione del soldato in combattimento. Al Multi-cinema Planet di Riccione, ore 21.15. Replica venerdì 10 aprile al Supercinema di Santarcangelo

Martedì 7 aprile:“FranCO BattiatO - Live”, Teatro Regio di Parma

Mercoledì 8 aprile:“Chi ha uCCisO x??”, della compagnia teatrale “Atti Matti”. Al teatro Titano

Giovedì 9 aprile:“vuneny - Live”, Thermos club, Ancona. Per chi non li avesse mai visti dal vivo vale davvero la pena.

Sabato 11 aprile:“mOdena City ramBLers - Live”, Vidia Rock Club, Cesena

Sabato 18 aprile:- Per il ciclo d’incontri “da dOve veniamO, Chi siamO, dOve andiamO”: Emilio Quadrelli in “autOnOmia Operaia. sCienza deLLa pOLitiCa e arte deLLa guerra daL ‘68 ai mOvi-menti gLOBaLi”. Libreria Interno 4, Via di Duccio, 26, Rimi-ni. Organizzato dal “Collettivo Krìsis”- “pOrnOriviste - Live” Vidia Rock club, Cesena. La anarco-punk band italiana- “pestiLenCe - Live”, Rock Planet di Pi-narella di Cervia. La death metal band al ritor-no dopo 14 anni

Venerdì 24 aprile:“max COsmiCO e i suOi aLieni - Live”, all’Ex-Ma-cello di Gambettola. Il bluesman della gene-razione dei mille euro al mese

Domenica 26 aprile:“prOpagandhi - Live”, Estragon di Bologna. Una delle più amate band Punk-hardcore

Mercoledì 29 aprile:- “COrradO guzzanti - Live”, al Nuovo Teatro Carisport di Cesena. Ticketone- “arturO BraChetti - gran varietà”, 105 Stadium di Rimini. Ticketone

Giovedì 30 aprile:“giOrgiO CanaLi - Live”, Incoerenze Sonore, a Pieve di Cento (BO)

IMPERDIBILI AL CINEMA:“Che - l’argentino”, di S.Soderbergh. Un ef-ficace ritratto di Ernesto “Che” Guevara. Dal 10 aprile “Nemico pubblico n.1”, di J.F.Richet. la vera storia del criminale francese Jacques Mesri-ne. Dal 17 aprile“Che - Guerrilla”, di S.Soderbergh. la secon-da parte del ritratto del Che. Dal 1 maggio

Pablo Picasso - “Il sogno”

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 14

Bocciate tutte dieci le istan-ze della Don Chisciotte ine-renti tematiche ambientali!Nonostante il governo, in campagna elettorale abbia fatto una specie di inno al verde e alla tutela dell’am-biente (pur annoverando tra le sue fila i peggiori palazzi-nari del paese, che ora già stanno chiedendo dazio), ora la stessa gente, pove-racci e servi dei servi, rie-sce a bocciare delle istanze

che ogni persona dotata di intelligenza media conside-rerebbe non solo legittime, ma anche convenienti, lun-gimiranti, propizie.Per che motivo decidere di non comperare, nel mo-mento in cui ce ne sarà bi-sogno, automobili alimenta-te a GPL o metano piuttosto che a benzina? Si sarebbe risparmiato qualcosa di quei 370.000 euro che nel 2009 il governo ha previsto (mol-

to per difetto) di spendere per i carburanti della PA (delibera n.4 del 26/01/09). Perché non riconoscere a chi decide di mettersi sul tetto un pannello fotovoltai-co un contributo sull’acqui-sto come avviene in Italia (dopotutto, i soldi che lo Stato darebbe al singolo cit-tadino non verrebbero più spesi per importare l’ener-gia equivalente dall’Italia… e quanto ci costa?).

Perché se abbiamo, soprat-tutto in un periodo di crisi come questo, dei ragazzi disoccupati, laureati, con i titoli richiesti, non dobbiamo ricorrere a loro per eventuali ruoli di consulenza spicciola in PA (c’è chi ha contratti di consulenza che consistono solo in un controllo dei bilan-ci… un lavoro da ragionie-re), e invece dobbiamo dare soldi a chi già percepisce altri stipendi o pensioni oltre confine? Perché lo stato, che ci chiede impegni conti-nui (a parole e chiacchiere) non vuole dare mai un buon esempio, e ad esempio blocca l’istanza che chie-deva semplicemente di so-stituire le caldaie a gasolio in uso (e sono molte) nella PA con caldaie più moder-ne? Perché, infine, non do-vrebbe applicare la norma europea della certificazione edilizia sui consumi?

istanze resPinte in BloccoIl governo in campagna elettorale sfoggiava intenti ambientalisti, ora boccia le istanze a tutela dell’ambiente

Giovedì 23 aprile 2009 terremo la nostra riunione annuale presso la sala della Consulta delle Associazioni, in Via Ca’ dei Lunghi 132 a Cailungo.Per chi volesse partecipare, l’ordine del giorno è quello che riportiamo a fianco.Oltre all’obbligo statutario di discutere e approvare i bilanci, si tratta anche di un’occasione per fare due chiacchiere insieme e decidere sulle prossime attività, calibrandole sullle nostre forze e capacità organizzative. Chiunque abbia idee o volontà di collaborare è il benvenuto!Discuteremo (tempo permettendo) anche dell’organizzazione della prossima “Festa del Solstizio”, che si terrà come sempre (e come è ovvio, dato il nome) il 20-21 giugno.Come vedete a fianco, alcune cariche sociali devono essere sostituite perché non riescono a seguire i lavori dell’associazione: se qualcuno è interessato a collaborare in maniera attiva all’organizzazione degli eventi si faccia avanti!Per ogni ulteriore informazione non dovete fare altro che contattarci tramite mail all’indirizzo: [email protected]

assemBlea dei soci Aperta a tutti gli iscritti: siete invitati

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 15

Bene, le mie risposte sono poche e semplici: perché questo governo è il coacer-vo dei peggiori conservatori in circolazione, perché que-sta gente ha il terrore di po-ter essere all’avanguardia, preferisce stare indietro, inseguire, coprirsi dietro le spalle di qualcuno… perché si tratta dei più indecenti voltagabbana della storia, gente che ha cavalcato fino a pochi mesi fa l’entusiasmo delle richieste della colletti-vità e ora fa esattamente il contrario, al servizio di pa-lazzinari, dame di corte e yes man messi al palazzo apposta per non fare storie.Gente che fino a qualche mese fa combatteva contro le antenne ed ora rilascia licenze per triplicare il traf-fico, gente che, addirittura, prima delle elezioni presen-ta istanze che poi si boccia da sola, come lo spazio gio-

vani promosso dai giovani di AP, sacrificato sull’altare degli interessi contrapposti di chi vede gli interessi del paese come il peggior osta-colo al perseguimento dei propri interessi personali e parassitari.Insomma, non cambia mai niente, e a fronte degli im-pegni “ambientalisti a chiac-chiere” presi da questo go-verno in campagna eletto-rale con la cittadinanza, ora il governo toglie il vincolo dei 2/3 per la (s)vendita dei terreni pubblici… a chi? Eh, questo non sta a me dirve-lo. Tutti voi lo sapete, tutti i sammarinesi lo sanno, an-che i bambini delle ele-mentari… eppure ancora diverse migliaia di persone votano proprio per chi si sa che vorrà solo devastare il territorio con palazzine, ce-mento e antenne… auguri!

L’Associazione Equestre “A.S.A.E. Il Branco” informa i lettori delle iniziative che promuoverà nel 2009, e che ha proposto nell’ultima as-semblea della Federazione Ippica Sammarinese (FIS) a cui è affiliata.Corso avanzato di “Pareg-gio naturale del cavallo domestico”Sulla scia del successo ot-tenuto con il corso base di Pareggio Naturale, abbia-mo deciso di organizzare un corso avanzato nei giorni 19/20/ 21 giugno 2009. Con i termini “Cavallo scalzo” o “Barefoot” si intende quel-la teoria che consiglia di to-gliere i ferri ai cavalli poiché portano a posture scorrette e dolorose, ritenendo quindi che i cavalli scalzi e pareg-giati correttamente possano vivere meglio. Pensate solo ad un paio di scarpe trop-po strette o troppo larghe e di non poterle mai togliere! Scopo del corso è insegnare ai proprietari a gestire cor-

rettamente gli zoccoli scalzi dei propri cavalli. I requisiti necessari sono aver già fre-quentato un corso base di questo tipo o quanto meno avere già una buona cono-scenza del tema trattato.Corso base livello 1 di Ad-destramento Naturale “Pa-relli Natural Horseman-ship”Il 6/7 giugno 2009 organiz-ziamo per la prima volta a San Marino un corso di Ad-destramento Naturale con l’istruttrice Angelika Schnei-der che segue le teorie di Pat Parelli. Chi pratica l’equitazione sa che il cavallo non può esse-re considerato alla stregua di un attrezzo sportivo ma che si tratta di un essere vivente che va rispettato, con le sue emozioni ed i suoi bisogni. Questo sistema prende in considerazione la psicologia del cavallo e le dinamiche dei suoi vari ruoli nel branco, sfruttando queste conoscen-ze nel rapporto tra cavallo e

cavaliere, privo di violenza e dure costrizioni: non più il cavallo sottomesso al volere del cavaliere, ma un animale contento di collaborare con l’uomo, che considera il pro-prio capobranco.VeterinariaGrazie all’aiuto di due veteri-nari della nostra associazio-ne, nel corsi di quest’anno sono previsti due appun-tamenti gratuiti (il primo a maggio ed il secondo a settembre) in cui verranno affrontati diversi argomenti di utilità comune e di facile comprensione che riguarde-ranno temi base quali primo soccorso, malattie comuni, apparato gastro-intestinale del cavallo, ecc.

Se siete interessati a par-tecipare, anche solo come uditori, ad uno o più di questi corsi siete i benvenuti e vi invitiamo a contattarci. Sa-remo felici di darvi maggiori informazioni. Per contatti:[email protected] oppure 335.7342012.Inoltre consigliamo agli ap-passionati o curiosi di cavalli di seguire le altre iniziative del 2009 sul nostro sito www.asae-ilbranco.com. La no-stra associazione promuove infatti il turismo equestre, la monta western, e soprattut-to il rispetto e la conoscenza del cavallo per una cultura equina nuova e attuale.

Associazione equestre A.S.A.E. Il Branco

le attiVità del2009

L’itaLia (Marco Masini)E’ un paese l’Italia dove tutto va malelo diceva mio nonno che era meridionalelo pensavano in tanti comunisti presunti... e no...

E’ un paese l’Italia che governano lorolo diceva mio padre che c’aveva un lavoroe credeva nei preti che chiedevano i voti... anche a Dio...

E’ un paese l’Italia dove un muro divide a metàla ricchezza più assurda dalla solita merdacoppie gay dalle coppie normaliè un paese l’Italia che rimane fra i pali... come Zoff...

E’ un paese l’Italia di ragazze stupratedalle carezze di un branco cresciuto dentro gabbie dorateperchè è un paese l’Italia dove tutto finisce cosìnelle lacrime a rate che paghiamo in eternoper le mani bucate dei partiti del giornoche hanno dato all’Italiaper volare nel cielo d’Europa una misera scopa.

E’ un paese l’Italia dove l’anima muore da ultrànelle notti estasiate, nelle vite svuotatedalla fame dei nuovi padroniè un paese l’Italia che c’ha rotto i coglioni!

Ma è un paese l’Italia che si tuffa nel mareè una vecchia canzone che vogliamo tornare a cantareperchè se l’ignoranza non è madre di nientee ogni cosa rimane com’ènei tuoi sogni innocenti c’è ancora l’odoredi un’Italia che aspetta la sua storia d’amore.

La canzone del mese

Page 16: Don Chisciotte 18, aprile 2009

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Il Don Chisciottenumero 18, aprile 2009 16

BIOGRAFIA. Bruna Rossi Nicolini è nata a Marradi (FI) il 25 luglio 1939 e vive a San Marino. Il suo incontro consoIatorio can la scrittura risale agli anni ‘80. “Viaggio verso la luce” è la sua prima raccolta di poe-sie che, singolarmente pubblicate dal 1993 al 2005, fanno parte delle seguenti Antologie: • dal ‘93 al ‘96 (“Zarathustra”, “Camminavamo”, “Nostalgia”) in “Poeti Padovani”, del Gruppo Letterario “Formica Nera” • 1994 (“Mamma”, “Ancora una volta”, “Per France-sca Ferrini”, “Ali spezzate”, “La ricerca”, “La pace”, “Per Daniela”, “Zarathustra”) Accademia della “Terza età” • 2005 (“Zarathustra”; si veda www.la-tavolozza.it/poeti/nicolinibruna.htm) in “La tavolozza Sanremo”, città di Sanremo Ha conseguito il Primo Premio al Concorso Letterario “Fe-sta della terza età” del Quartiere 3 Arcella nell’estate 1992 con “Visione” ed il Terzo posto nello stesso concorso nel 1994. Sono state pubblicate: - “Camminavamo” su “Cursillos di Cristianità” - “Per i miei figli” e “l neuroni” su “Carta & Paglia” n.5 del dicembre 2005.Ha ricevuto apprezzamenti scritti dall’Ambasciata della Repubblica di San Marino presso la Santa Sede e dal Sa-cerdote Ulderigo Nuvoli, insegnante di Lettere e Arcipre-te della Parrocchia di Marradi con riferimento alla poesia “Per tutti i Sacerdoti”. Da oltre 8 mesi, in seguito ad una caduta accidentale, Bru-na versa in stato di alterazione psicofisica. Il 16 gennaio scorso la poesia “Primavera” (pubblicata in questa pagina) ha ottenuto la decima posizione al Premio Editoria per le Arti Letterarie - “Sanremo Arte 2000”. Al concorso parteci-pavano più di 190 poeti.

PRIMAVERA Potrei dire che è primavera

se gli uomini stringessero la mano e i loro cuori si riconoscessero.

Tanti anni fa era primavera, potevamo tenerci per mano.

Il volto amico era un volto amico..

Oggi la primavera è morta.

È morta con noi. Si risveglierà solo

il giorno che sentiremo germogliare in noi

la Vita, l’Amore,

la Giustizia: Il giorno in cui

genereremo la Vita. Allora, solo allora,

tornerà la primavera.

due Poesieuna sPeranza

LA STRADA DEL PADRE Un dolore muto si sprigiona dal tuo essere uomo. Il dolore di chi

non conosce più la strada del Padre. Fermati, ascolta il suono dolcissimo della tua anima. Fa vibrare le corde della chitarra, canta l’inno dell’addio al passato. Tutto in te grida vita, ma tu ogni giorno spegni la lucerna. Ombre, tenebre, ombre, i fantasmi invadono la tua mente. E tu vivi, per essi, negando a te stesso la vita.