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Filippo Galluccio – Appunti 2000 1 Diritto industriale Nel diritto industriale sono ricompresi: il diritto d'autore il diritto dei brevetti per invenzione il diritto dei segni distintivi-marchi la concorrenza sleale il diritto antitrust Ci sono vari ordine di conflitti. Un primo ordine di conflitti è intrinseco ciascuna disciplina; un secondo riguarda le discipline tra di loro (l'esistenza delle privati industriali con il problema di un contrasto con l'obiettivo di fondo del diritto antitrust). Esiste un conflitto sul piano delle singole normative nazionali, sul piano dello spazio; queste differenze provocano problemi in un contesto di mercato globale. L'ultimo ordine di conflitti si ha sul piano temporale: come viene disciplinata la materia e come si evolvono le tecniche. Un fenomeno evidentissimo è Internet, che porta a scardinare alcuni capi saldi interpretativi. Un altro esempio sono le biotecnologie. Il metodo didattico del corso è basato sulla discussione in aula. Introduzione generale. Lo scopo del diritto d'autore è di attribuire all'autore paternità sull'opera creata e conseguenti diritti di due tipi: diritti di natura morale: far figurare l'autore dell'opera. diritti di natura patrimoniale: sono quelli che c'interessano maggiormente. A differenza dei precedenti sono caratterizzati dall'alienabilità.Consistono in un fascio di diritti concessi all'autore per trarre profitto dal proprio sforzo creativo. Esiste il problema di far arrivare profitti a che abbia profuso sforzi risorse nella produzione di opere dell'ingegno. Se non ci fossero questi diritti i frutti dello sforzo potrebbero facilmente essere in camerati da altri. È un problema di freeriding, cioè di opportunismo. Come mai questo tipo di risultati è facilmente appropri abile? Il problema di fondo è la caratteristica di quel che viene prodotto: nuova informazione conoscenza, che consistono in un bene pubblico. Il bene pubblico presenta le seguenti caratteristiche: non rivalità nei consumi bassi costi di trasmissione se comparati ai costi produzione costi fissi di produzione assai elevati. Quando ci sono costi fissi di produzione, il freeriding è rilevante: prima di stabilire un impianto, devo essere sicuro che rientrano le costi in determinati tempi e determinate modalità. Chi svolge l'attività ha bisogno di protezione. L'ordinamento risponde in due modi:

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Diritto industriale Nel diritto industriale sono ricompresi:

• il diritto d'autore • il diritto dei brevetti per invenzione • il diritto dei segni distintivi-marchi • la concorrenza sleale • il diritto antitrust

Ci sono vari ordine di conflitti. Un primo ordine di conflitti è intrinseco ciascuna disciplina; un secondo riguarda le discipline tra di loro (l'esistenza delle privati industriali con il problema di un contrasto con l'obiettivo di fondo del diritto antitrust). Esiste un conflitto sul piano delle singole normative nazionali, sul piano dello spazio; queste differenze provocano problemi in un contesto di mercato globale. L'ultimo ordine di conflitti si ha sul piano temporale: come viene disciplinata la materia e come si evolvono le tecniche. Un fenomeno evidentissimo è Internet, che porta a scardinare alcuni capi saldi interpretativi. Un altro esempio sono le biotecnologie. Il metodo didattico del corso è basato sulla discussione in aula.

Introduzione generale. Lo scopo del diritto d'autore è di attribuire all'autore paternità sull'opera creata e conseguenti diritti di due tipi:

• diritti di natura morale: far figurare l'autore dell'opera. • diritti di natura patrimoniale: sono quelli che c'interessano maggiormente. A differenza dei

precedenti sono caratterizzati dall'alienabilità.Consistono in un fascio di diritti concessi all'autore per trarre profitto dal proprio sforzo creativo.

Esiste il problema di far arrivare profitti a che abbia profuso sforzi risorse nella produzione di opere dell'ingegno. Se non ci fossero questi diritti i frutti dello sforzo potrebbero facilmente essere in camerati da altri. È un problema di freeriding, cioè di opportunismo. Come mai questo tipo di risultati è facilmente appropri abile? Il problema di fondo è la caratteristica di quel che viene prodotto: nuova informazione conoscenza, che consistono in un bene pubblico. Il bene pubblico presenta le seguenti caratteristiche:

• non rivalità nei consumi • bassi costi di trasmissione se comparati ai costi produzione • costi fissi di produzione assai elevati.

Quando ci sono costi fissi di produzione, il freeriding è rilevante: prima di stabilire un impianto, devo essere sicuro che rientrano le costi in determinati tempi e determinate modalità. Chi svolge l'attività ha bisogno di protezione. L'ordinamento risponde in due modi:

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1. attribuzione di un diritto di esclusiva (o privativa): divieto di sfruttare economicamente in via esclusiva i frutti dello sforzo creativo. Diritto di impedire ai terzi la copia e l'uso dell'invenzione.Si garantiscono dei profitti.La situazione può essere rappresentata in termini di

2. diritti di proprietà su alcuni " beni ". Quest'espressione, sulla scia anglosassone, tende ad includere anche i diritto dei brevetti e il diritto di marchi.

L'esclusiva consiste sostanzialmente in un monopolio. Nell'ipotesi migliore, chi è l'autore di un'invenzione, è l'unico atto a soddisfare la domanda del prodotto, se questo incontrerà i bisogni sociali. Pensiamo ai farmaci, ma in molti casi non si ha certezza di una domanda in espressa. Sistema dei contratti di licenza e delle royalties. Innovazione incrementale e innovazione drastica. Quando sia un'innovazione del secondo tipo (detto salto tecnologico) si ha a tutti gli effetti un monopolio. C'è quindi un conflitto latente con il diritto antitrust, per il quale esiste una serie di benefici per la collettività se rapporti economici sono inseriti in un regime di concorrenza. A questo beneficio si rinuncia strutturando i diritti nel precedente modo: si attua una valutazione di prevalenza. Dove stanno i benefici che derivano dallo scegliere il monopolio? Questi effetti devono superare di livello di benefici della concorrenza. Creo un male sovra stato da un bene superiore, cioè la promozione del progresso tecnico (parlando di diritto d'autore, del progresso culturale). Innalzare i grado di attività che porteranno ad un incremento della conoscenza tecnica, scientifica e altro. Che i limiti deve porre l'ordinamento alle conseguenze negative del monopolio?

• Limiti temporali • limiti di portata ed estensione dell'esclusiva.

I brevetti hanno durata di 20 anni, i diritto d'autore prevede tutta la vita dell'autore più 70 anni. Non è mai brevettabile l’idea, il concetto che sta sotto una certa applicazione industriale. Lo è invece la concreta soluzione di un problema tecnico. Il diritto di autore protegge l'espressione, non l'idea artistica o culturale. L'oggetto del diritto d'autore è vedi manuale; pubblicare, riprodurre, e eseguire o rappresentare l'opera. L'oggetto del diritto dei brevetti e la soluzione originale di un problema tecnico. I diritto d'autore nasce con il mero fatto della creazione, è indipendente la nascita dalla divulgazione o da qualsiasi procedura di registrazione. In Italia c'è la SIAE, che offre una procedura di registrazione. L’industria musicale ne è un chiaro es. Napster: ai giudici è affidato compito di identificare se è un uso legittimo o se va vietato. È un problema che sembra nuovo ma è vecchissimo: nasce con la stampa. Il diritto dei brevetti nasce invece con un atto di registrazione, che può avere effetto locale o plurinazionale, ma che è a di limiti nell'estensione dell'ordinamento che lo protegge. Si registra la descrizione dell'invenzione, tale per cui sia possibile realizzare invenzione sulla base di conoscenze tecniche medie (il grande pubblico dell'essere in grado di utilizzare invenzione). Si vuole che esista la divulgazione della scoperta: costi benefici privati-costi benefici sociali. Il primo caso non sarebbe necessaria la divulgazione. Possiamo pensare ad un'altra modalità per gli operatori: il regime del segreto; es. coca cola.

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I segni distintivi. Ditta, insegna e marchio. Si tratta di attribuire all'imprenditore il diritto di escludere altri dall'uso dei segni che contraddistinguono la sua attività. È una privativa offerta colui che utilizza i segni per primo. Le funzioni sono:

• evitare la confusione della clientela: si ha in mente la sicurezza dei consumatori. • evitare la concorrenza parassitaria: garanzia a tutela dell'avviamento commerciale, che

deve essere protetto dal freeriding di terzi. Abbiamo l'occasione di analizzare come viene risolto il conflitto tra imprese e consumatori, affidandolo alla libera contrattazione. Il meccanismo di mercato dovrebbe garantire che le scelte del consumatore influiscono sulle scelte produttive delle imprese. Ai consumatori, se ad un certo marchio corrisponde una determinata realtà produttiva, viene garantito che le loro scelte sono nazionali. All'imprenditore interesse invece evitare profitto dall'attività commerciale. Incontro tra le due forze produce risultato collettivamente positivo. C'è stato l'evoluzione della disciplina nel stesso di scardinare la prospettiva del consumatore; un es. ne è il merchandising. Quando sia creata una reputazione commerciale ad un segno, questo assume un valore intrinseco, acquista una vita autonoma da prodotto. Se si da protezione a questo, ovvero al marchio rinomato, la qualità delle scelte del consumatore non c'entra più, non esiste più una connessione tra prodotto e la realtà produttiva: non interessa che il consumatore faccia scelte razionali. Fino a poco tempo fa la cessione del marchio si poteva fare solo cedendo l'azienda; ora si è realizzata una dilatazione. Un altro problema deriva dall'uso anticoncorrenziale dei marchi, 2598 codice civile. Questa è una disciplina che viene prima del diritto antitrust. Si vede viene come l'origine storica di questa disciplina sia invariabilmente collegata ad un bisogno di protezione corporativa delle imprese. Genesi storica del brevetto: ci sono territori che possiedono tecniche ed altri territori che non è possiedono. Il sovrano dei territori che non possiedono le tecniche invitava il possessore del know how a spiegare la tecnica. Il depositario della tecnica non se lo sognava nemmeno. Si attribuisce allora una privativa che elimini la concorrenza degli apprendisti. L'idea di fondo ha a che vedere con la diffusione di conoscenze già note. Nei primi del novecento il livello di competitività aumenta drastica mente e gli imprenditori tendono ad organizzarsi in cartelli. Si inventa allora un codice di condotta, che in origine è auto disciplinare, che imponga determinati comportamenti. Abbiamo codici d'uso elevati a norma etica. Questo è quello che ce ne codice civile. L'articolo la trascrizione del 10 bis della convenzione di Parigi, revisionata all'Aja nel 1925. Sono vietati quei comportamenti che " recano danno alla altrui azienda". E chiaro che la concorrenza intrinsecamente vuole danneggiare l'altro. Con questo articolo si vuole limitare la modalità di arrecare il danno: si vieta per esempio la concorrenza confusoria (ad esempio l'imitazione servile dei prodotti) e la vendita sottocosto. Consideriamo ad esempio la vendita sottocosto: abbassare i prezzi dell'essenza della concorrenza e

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porta vantaggio consumatori. È un modo vecchio di vedere il problema: è la concezione di una normativa che assegna privilegi accetti imprenditoriale (" diritto di classe dei mercanti più forti "). La concezione moderna è allargata: la vendita sottocosto o essere illecita solo se e quando all'impresa che la pratica è possibile annientare la concorrenza per poi praticare prezzi monopolistici e recuperare i costi. C'è la presenza di un interesse collettivo pubblico, si perde la concezione di norma protettiva di interessi corporativi. Tra queste due concezioni c'è la costituzione repubblicana. All'articolo 41 si dice che l'attività di impresa deve essere svolta nel rispetto dell'utilità sociale... giurista e quindi imposto di operare determinate scelte interpretative. Inoltre, il giurista moderno a disposizione l'analsi economica del diritto, che compara interessi privati e interessi pubblici.

Panorama della disciplina dei brevetti. Che cos'è un'invenzione brevettabile? Una soluzione originale di un problema tecnico. Ma c'è una definizione di legge? La articolo 12 della legge sulle invenzioni, cioè in regio decreto-legge del 1939. A questo decreto sono intervenute delle modifiche per la necessità di un adeguamento alle normative comunitarie ed internazionali. Come mai la normazione sovranazionale è rilevante? È costituita da convenzioni che risalgono molto in là nel tempo (Parigi fine 1800 , Trips 1995). Dall'inizio del capitalismo moderno gli stati o operano per occuparsi della protezione della proprietà intellettuale e industriale. Anche la WTO si occupa di proprietà intellettuale. Le istituzioni comunitarie sono intervenute più tardi, e sembra con efficacia minore rispetto le convenzioni internazionali. Perché sono necessarie le convenzioni? Il primo problema è interno a i paesi industrializzati. Per avere un brevetto bisogna far richiesta all'ufficio brevetti, che fa una ricerca formale e poi rilascia il titolo. Ogni stato ha un ufficio brevetti. Quali diritti vengono rilasciati? Il diritto di paternità e il diritto di sfruttamento economico ed esclusivo. Nota bene: nel codice civile ci sono alcune norme sui brevetti. Sono rilevanti? Sono norme vecchie e generali, bisogna tener conto della normativa moderna speciale. Nel codice civile è già presente il diritto di esclusiva all'articolo 2584. Confrontiamolo con in regio decreto del 39, articolo 1 bis: qui c'è la distinzione tra invenzione di prodotto e invenzione di procedimento. Il diritto di esclusiva: diritto di vietare. Tra l'attività vietateci anche importazione, questo deriva dalla natura territorialmente limitata del diritto d'esclusiva. Fin dal primo 800 nasce un interesse per una privativa che ci dai confini nazionali, poiché ai tempi, per ottenerla, occorreva registrare in molti paesi. Come faccio ad abbattere costi e i tempi della registrazione? Con le convenzioni tra paesi, ad esempio la convenzione di unione di Parigi. Facciamo un es.: mi occorre registrare in tutta l'Europa occidentale. Ho un problema pratico e giuridico riguardante i requisiti di brevettabilità, che sono:

1. industrialità 2. novità

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3. originalità 4. liceità

L' industrialità e’ la connessione tra invenzione e il processo industriale. Tende a coincidere con la definizione di brevetto. Si dice che questo requisito si confonde con la definizione di invenzione brevettabile. Questo concetto ampio, per garantire l'evoluzione dell'ordinamento: per esempio, il software rientra nell'invenzione brevettabile? Può essere considerato come un insieme di righe di testo e quindi a ricadere nella proprietà intellettuale, ma nel suo complesso realizza una soluzione nuova ha un problema tecnico, e quindi potrebbe ricadere nella proprietà industriale. Per novità si intende che l'invenzione non deve rientrare nello Stato della tecnica. Se non è nuova non è meritevole di protezione, perché qualcuno potrebbe averla già pensata o brevettato. Come posso accertare la novità? Il problema è che l'assenza di anteriorità si fa confrontando l'invenzione con le domande depositate e il le domande segrete. Ma se io devo depositare in altre paesi, senza trucco della convenzioni di Parigi, vincerà il sono nel paese in cui deposito la domanda prima. La convenzione di Parigi stabilisce la priorità unionista: chi registra in uno dei paesi aderenti a la convenzione, acquisisce priorità della verifica di anteriorità. Oggi nel Ue si va a Monaco e si fa una sola registrazione all'ufficio europeo dei brevetti. Quest'ufficio attribuisce un titolo valido tutti paesi, ma costituito da un fascio di brevetti diversi, a cui si applicano le singole legislazioni nazionali. L'interpretazione dei diversi giudici nazionali può quindi contrarre o estendere notevolmente il fascio dei diritti. Il primo problema di armonizzazione dei diritti è quasi risolto: le normative sui brevetti hanno disciplina sostanzialmente identica in tutti paesi comunitari. Il plus che darà il brevetto comunitario è l'unificazione della giurisdizione. Il TRIPS dal 1995 si preoccupa di armonizzare la disciplina dei brevetti nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo. Questi ultimi sono grandi importatori di tecnologia, e quindi non sono interessati alla protezione brevettuale. Il futuro ci riserva un tramonto degli uffici brevetti nazionali, la rilevanza del brevetto europeo, assoluta rilevanza della normativa internazionale. Per quanto riguarda l'originalità o la 'attività inventiva si tratta di valutare il contenuto creativo dell'invenzione, la differenza qualificata dell'invenzione rispetto allo Stato della tecnica. L'invenzione non deve essere il normale sviluppo tecnico di un settore. I giudici in concreto usano la figura del tecnico medio, considerando la capacità del tecnico medio di tare dalle conoscenze di un settore alcune soluzioni tecniche. Questo è il terreno su cui si gioca la maggior quantità di controversie. I concorrenti giocano sul piano della mancanza di originalità. Leggi l'articolo 16 del regio decreto del 39. Il giudizio presuppone tre passi:

1. selezione del settore 2. costruzione dell'esperto medio 3. giudizio di evidenza

quanto più si dà spazio ad una valutazione soggettiva, tanto più si introducono costi nel sistema in termini di certezza del diritto. Devo sapere se mi conviene brevettare o meno. L'alternativa da valutare e quella del segreto.

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Dipende da quanto i costi di imitazione sono bassi rispetto ai costi di produzione dell'invenzione. Es. coca cola. Per prendere questa decisione devo capire anche quanto il mio brevetto può tenere, il grado di originalità. Occorre un giudice con una spiccata competenza tecnica. C'è infatti una letteratura che e elenca i costi delle decisioni sbagliate. Si cerca inoltre di ancorare giudizio a dei parametri oggettivi. Nota bene: qui la scelta non riguarda solo l'inventore, ma anche l'imprenditore che decide di imitare l'invenzione e confida di vincere il contenzioso perché all'originalità del brevetto non tiene. Si guarda per esempio al fatto che per giungere all'invenzione sia necessario un apparato strumentale e organizzativa fuori dal comune; calzante è l'esempio farmaceutico: lo sforzo inventiva dietro al trovato chimico è elevato e diverso dalla normalità. L'originalità non è solo intensità in sforzo intellettuale, ma può essere anche intensità investimento, che deve essere remunerato col brevetto a prescindere dal fatto che il contenuto intellettuale dell'invenzione sia basso. Articolo 13 del regio decreto del 39. Contraria all'ordine pubblico e al buon costume. La procedura di brevettazione. Come difendersi in giudizio. Operiamo una distinzione tra i paesi che hanno un

• sistema con esame • sistema senza esame

la domanda di brevetto è necessaria per stabilire la priorità dell'inventore e quindi la novità. Parte poi un procedimento che in alcuni paesi prevede l'esame della sussistenza dei requisiti di brevettabilità. Così avviene in Europa, da noi no. L'ufficio brevetti e pubblica amministrazione, fa una decisione amministrativa. Il nostro sistema costa meno che dovrebbe avere tempi minori, ma è maggiormente aperto alle controversie civili riguardo alla validità dei brevetti. Ciò che distingue due sistemi è essenzialmente l'accertamento della novità. Esiste una sottospecie di brevetti, i brevetti per modelli: non sono propriamente invenzioni ma comunque meritevole di tutela. All'ufficio brevetti europeo esiste invece uno staff tecnico che fa tutte le verifiche. Cosa succede quando si litiga riguardo alla violazione del diritto di brevetto di qualcuno. Il pregiudizio è di immediata realizzazione, occorre che venga eliminato subito per non vanificare la privativa.Si gioca tutto sui provvedimenti cautelari. La legge prevede misure cautelari tipi che e specifiche per questa materia:

1. la descrizione 2. il sequestro 3. l'inibitoria

a proposito della descrizione, c'è da dire che chi subisce una contraffazione, ovvero una violazione del brevetto, non deve perdere la possibilità di provare la violazione. Il problema è rilevante in particolar modo per le invenzioni di procedimento, in quanto molti elementi di prova stanno nella sfera di controllo del contraffattore. Questo provvedimento consente al contrafatto di fissare con un ufficiale giudiziario e dei periti, lo stato del prodotto del contraffattore in un dato momento, per evitare che costui poi lo cambi. Inibitoria e invece l'ordine al contraffattore di smetterla.

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Il sequestro mira invece a togliere di mezzo tutti prodotti realizzati in violazione del brevetto per affidarli ad un custode fino al termine della controversia. Nota bene: i requisiti generali per ottenere le misure cautelari sono il fumus bonis iuris e il periculum in moram. Il giudice può disporre l'assunzione di sommare informazioni per convincersi della bontà del diritto, inoltre bisogna provare che senza provvedimento il danno diventerebbe irreparabile (questo secondo requisito e spesso in re ipsa).

La brevettabilità del software. È interessante per due motivi:

• è possibile brevettare software? • e meglio tutelabile con la disciplina del diritto d'autore o del diritto di brevetto?

Il software è un trattato tipologicamente nuovo: non rientra nel 25 codice civile. Ci troviamo di fronte ad una fattispecie completamente nuova, e dobbiamo chiederci se è desiderabile proteggere il software attraverso il brevetto. Giurisprudenza e legislatore, sia nazionale e comunitario, si sono occupati di questo problema. L'articolo 12 al secondo comma conviene menzione al software. Il legislatore qui dice che il programma per elaboratore non è brevettabile, ma il terzo comma si sostiene che quanto detto in precedenza si applica solo ai programmi in quanto tali. A livello comunitario ci fu una fortissima pressione da parte dei produttori di hardware per la non brevettabilità del software. Questo si aggiungeva un problema pratico di notevole rilevanza: gli uffici brevetti non erano attrezzati. Problema della capacità degli uffici brevetti di processare in maniera efficiente i brevetti e quindi della loro capacità di applicare la legge. Una prima evoluzione stabilì che il programma in quanto tale non è brevettabile, lo è solo quando inserito in un macchinario che abbia già requisiti autonomi i brevettabilità (guidelines, par II). Ci si cominciava allora chiedere: che peso deve avere l'hardware? Esistono due tipi di software:

• istruzione basati su regole matematiche (algoritmi) • istruzioni basate su assunti creati dall'uomo (algoritmi che superano un problema tecnico).

Ci sono software che sono di più di meri processi matematici, ma rappresentano di per se l'assoluzione non problema tecnico. Il software è automaticamente tutelato dal diritto d'autore. La tutela del diritto d'autore ha come oggetto un'opera dell'ingegno che si basa sul sistema delle royalties (copyright). I brevetti invece hanno come oggetto l'idea che sta dietro (confronta il menù a tendine e le icone, Apple e Microsoft. Microsoft sfrutta l'idea, che non è brevettata). Il diritto d'autore non protegge l'idea, ma l'espressione dell'idea. Posso scrivere un romanzo che abbia la trama dei promessi sposi. Una volta che il legislatore ha tutelato il programma per elaboratore nella legge sul diritto d'autore, dovuto prevedere alcuni articoli dal contenuto simile rispetto a quelli presenti nella normativa a protezione del brevetto. Confrontiamo ad esempio all'articolo 12 bis della legge sul diritto d'autore e l'articolo 23 della legge brevetti: in un contratto di lavoro d'impiego i diritti vanno datore di

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lavoro. Il legislatore si trova sempre di fronte ad un problema: adatto le vecchie normative, o emano leggi speciali? Modelli di utilità e modelli ornamentali. Non sono classificabile come invenzioni ma si avvicinano all'oggetto di protezione del brevetto. I modelli sono ibridi, creano problemi di relazione tra in diritto industriale propriamente detto e diritto d'autore.

Le istituzioni del diritto d'autore. Il diritto d'autore non ha come finalità immediata quella di incentivare la produzione industriale, la tutela prescinde molti casi dallo sfruttamento. Le paesi di diritto comune da distinzione tra diritti industriale e diritto d'autore non esiste, di tutto si occupa l'intellectual property right act. Occorrerebbe leggere un estratto del nuovo Digesto del 1993. Fonti del diritto d'autore si trovano nel codice civile: norme generali sono gli articoli 2575 seguenti, che contengono i principi fondamentali del diritto d'autore. Nel nostro ordinamento non c'è un riferimento diretto al diritto d'autore nella costituzione. Nella costituzione americana invece esiste un riferimento espresso, che riserva la materia alla competenza federale. Da noi è possibile trovare una cornice costituzionale nella quale inserire la disciplina del diritto d'autore. La costituzione infatti:

• riconosce la proprietà privata. Nei paesi socialisti questo tipo di protezione non esiste. • libertà espressione e libertà di stampa. • Articolo 42 comma 2: principi che giustificano i limiti della tutela.

La disciplina del diritto d'autore è contenuta in una legge speciale: dal n. 633 del 1941. Vi e’ annesso un regio decreto legge, il n. 1369 del 1942, che regolamenta di aspetti applicativi. La legge ovviamente è stata modificata, spesso in virtù di normative internazionali. La comunità l'opera ha emanato molte direttive per uniformare d'estendere la tutela (confronta la durata attuale). Una modifica ha esteso la tutela ai programmi per elaboratore, nel 1992 e una allele banche dati nel 1999 (ma la direttiva è del 1996). Esistono anche fonti convenzionali del diritto d'autore: c'è bisogno di garantire la tutela al di là dei limiti nazionali. Il diritto d'autore è in particolare governato da:

• convenzione di Berna, detta di unione, 1886 più volte emendata. • convenzione di Ginevra del 1952, promossa nell'ambito delle Nazioni Unite e detta

convenzione universale sul diritto d'autore. Analizziamo la legge. L'oggetto del diritto d'autore si trova l'articolo 2575: opera dell'ingegno di carattere creativo. Cosa significa? Il diritto d'autore non tutela all'idea in se è ma l'espressione dell'idea. Se non comunico la creazione ad alcuno, la creazione non è proteggibile ; lo è quando viene estrinsecata in una forma di espressione. In alcuni casi è lecito pensare che il momento espressivo abbia uno sfasamento temporale rispetto

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momento creativo. La tutela del diritto d'autore non richiede quel requisito di novità intrinseca richiesta per la tutela brevettuale. Pensiamo alle finalità: il diritto dei brevetti è finalizzata progresso tecnico;nella protezione del diritto d'autore non esiste questo concetto, ma la finalità e duplice:

• riconoscimento di un diritto di paternità. Questo il principale tre cosiddetti diritti morali. E imprescrittibile e inalienabile.Nei paesi anglosassoni nasce come copyright, la dimensione morale è implicita e non è così fondamentale. Questa distanza tre sistemi è stata progressivamente colmata dalle convenzioni internazionali.

• Diritti di utilizzazione economica. Banalmente, il diritto di autore non ha una finalità industriale, perlomeno immediata: non si tratta di avanzare la tecnica, ma di proteggere un'attività socialmente utile, cioè la creazione di idee, che altrimenti non verrebbe praticata. La articolo prevede uno sforzo creativo dell'autore. Ad esempio l'elenco del tel. non è proteggibile. Confronta le antologie: ricalcano problemi posti dalle banche dati; quello che rileva è in metodo, il sistema con cui si può accedere alle informazioni. Articolo 2: finalità e esemplificativa. Quando nasce la tutela? La protezione nasce all'atto stesso dell'espressione dell'opera, articolo 2576 codice civile. Non esiste alcuna formalità costitutiva: solo, è prevista una pubblicità probatoria. L'opera va registrata e l'originale depositato; si crea in questo modo una presunzione di paternità. Questa presunzione non è tuttavia invincibile perché possono sorgere contenziosi. Quali sono i diritti compresi nella protezione?

• Diritto morale • diritti di utilizzazione economica, che possono essere ceduti.

All'interno di queste categorie esistono una pluralità di diritti diversi. La cessione di un diritto non fa presumere che l'autore abbia voluto uccidere anche gli altri. Il diritto morale, articolo 20 e seguenti. I diritti sono più di uno, ma in questo caso non rileva perché sono inalienabile.

1. diritto di rivendicare la paternità. Comprende anche il diritto dell'autore di presentarsi con pseudonimi o nomi d'arte. L'editore non ha diritto di scrivere che quello è uno pseudonimo.Comprende il diritto all'anonimato. L'autore e ha sempre diritto a cambiare queste sue opinioni.

2. diritto di pubblicare o non pubblicare. L'articolo 24 stabilisce che gli eredi o il legatario non possono pubblicare senza la volontà dell'autore.

3. opporsi a qualsiasi mutilazione o intervento contrario all'onore dell'autore o alla sua reputazione.

4. articolo 142 diritto di ritirare l'opera dal commercio. Questo diritto è riconosciuto per gravi ragioni morali. Nella legislazione francese e tedesca è invece riconosciuto senza limiti. Ovviamente l'autore deve risarcire i è in vestito nella sfruttamento commerciale dell'opera: è una tipica liability rule.

I diritti di utilizzazione economica, articolo 12 e seguenti.

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Sono trasferibili separatamente l'uno dall'altro. 1. diritto esclusivo di pubblicare l'opera. Nessuno può pubblicare l'opera se non l'autore.

Tipicamente questo avviene con il contratto di edizione . 2. sfruttare l'opera in qualsiasi forma modo. E una clausola generare che intende:

a. riprodurre b. trascrivere c. eseguire o rappresentare d. diffondere e. distribuire

Sono concepiti come strumento per: • consentire la diffusione delle opere • remunerare l'autore

3. diritto di noleggiare. Diritto di utilizzazione esclusiva su tutta l'opera o su alcune sue parti. Confronta: la citazione per scopi scientifici è consentita. Questa è una cosiddetta utilizzazione libera, che si giustifica con la ragione di permettere la trasmissione del sapere per far avanzare il sapere scientifico, articolo 70. I diritti di utilizzazione economica sono limitati nel tempo: durano tutta la vita dell'autore e fino al 70 anno dalla sua morte. L'opera poi cade in pubblico dominio. Questo tuttavia non comporta la scomparsa del diritto morale. SIAE: società degli autori e degli editori, istituita dall'articolo 180 della legge. A dei compiti di esercizio dei diritti di utilizzazione nei interesse degli autori. A può una gestione centralizzata per garantire un adeguato compenso l'autore, riducendo i costi di ricerca della controparte. Il deposito dell'opera alla SIAE è facoltativo. Nota bene: esiste una serie di opere su cui diritti di autorizzazione si moltiplicano. Pensiamo alle diverse forme di espressione. La musica ne è un chiaro es., infatti abbiamo:

• il diritto dell'autore del pezzo • di diritto dell'artista-interprete esecutore • i diritto del produttore.

Questi diritti convivono e creano implicazioni interessanti, dinamiche economiche molto particolari.

Il marchio. La sistemazione delle fonti e simile a quella già vista. Gli articoli che riguardano il marchio solo quelli che vanno dal 2569 al 2572 codice civile. Questa è la parte che si occupa della concorrenza sleale. La legge speciale detta legge marchi e il regio decreto n. 929 del 1942, a cui è annesso un regolamento che disciplina il funzionamento di istituti applicativi. Questa legge è stata modificata sia da fonti internazionali sia da fonti europee, come la direttiva del 1989. Oggi si può trasferire il marchio senza trasferire l'azienda. Tra le fonti di diritto internazionale privato abbiamo:

• convenzione di unione di Parigi, 1883

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• convenzione di Madrid Esiste poi una disciplina del cosiddetto un marchio comunitario, il cui intento e di superare le barriere nazionali senza bisogno di una duplicazione di registrazione. Che cos'è un marchio? È un segno distintivo, ci dice la legge all'articolo 16. Per segno si intende un mezzo idoneo a trasmettere un messaggio al pubblico; idoneo a distinguere i prodotti di un'impresa da quelli di un'altra.I segni devono essere nuovi. Il marchio ha tre funzioni:

1. distintiva 2. indicativa di origine 3. a garanzia di qualità

quest'ultima funzione e’ tipica dei " marchi collettivi ", che possono essere registrati da organismi privati che hanno la funzione di garantire la qualità di una classe di prodotti. Il legislatore qui fa un'eccezione e dice che il divieto di usare la denominazione geografica di origine non si applica ai marchi collettivi. Per quanto riguarda la funzione distintiva di origine , occorre distinguere tra gli " marchi generali " e gli " marchi speciali ". Quello generale indica il produttore, quella speciale il singolo prodotto. La funzione distintiva di origine e’ tipica del marchio generale. Tuttavia questa funzione è stata attenuata per la previsione del legislatore che rende possibile trasferire il marchio senza l'azienda. La funzione distintiva e quella principale, e da ragione del significato economico del marchio. Il marchio dura dieci anni dalla registrazione non può essere rinnovato fino a diventare perpetuo. Perché il legislatore coincide questa privativa? Per tutelare l'avviamento, ovvero lo sforzo che l'imprenditore ha fatto per creare una reputazione presso la clientela (aumenti di qualità, marketing etc.). Serve a proteggere l'imprenditore da rischio di parassitismo. La funzione di protezione dell'affidamento del consumatore viene dopo. La funzione distintiva ha importantissimi effetti in materia di tutela: la tutela del marchio e’ relativa. Ciò si traduce nella circostanza che il legislatore tutela il titolare del marchio solo contro illusi di terzi idonei a creare confusione (" test della contraffazione ", confusione della clientela). A questo si trova un'eccezione: i cosiddetti in marchi di rinomanza o marchi celebri, cioè quelli dotati di una tale notorietà tra il pubblico che fa presumere l'idoneità confusoria. Il diritto assenso di esistere in che serve a distinguere; non c'è tutela se la funzione distintiva non è messa in pericolo. Il marchio, per essere registrato come tale, deve avere un requisito fondamentale: " l' estraneità al prodotto ". Si capisce facendo la distinzione tra marchi e modelli. Il marchio può consistere anche nella forma del prodotto, però il legislatore dice all'articolo 18, lettera ci dissi una cosa è brevettabile come modello industriale non può essere un marchio. Abbiamo quindi alternatività della tutela; il legislatore l'esplicita perché non tollera che qualcosa di meritevole solo della tutela del modello ottenga tutela perpetua tramite il marchio. Il modello non è estraneo al prodotto. I requisiti di validità di un marchio solo:

1. la novità, articolo 17 2. la capacità distintiva articolo 19 3. la liceità, articolo 18

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Condizionano la possibilità di registrare un segno come marchio. Un segno distintivo se non è registrabile come marchio, magari è registrabile come ditta o come insegna. Il segno a tipico è protetto invece dalle norme sulla concorrenza sleale, articoli 2598 codice civile. Confronta: il marchio a lo stesso tipo di tutela previsto dal 2598, che viene però rafforzata dal punto di vista probatorio e dal punto di vista dei mezzi di tutela, infatti la legge prevede mezzi di tutela cautelare tipici. In caso di conflitto tra le due tutele, prevale la tutela speciale. L'articolo 17 della legge marchi stabilisce che la novità consiste nell'assenza di capacità descrittiva. Non è registrabile una semplice descrizione. Il marchio espressivo e un marchio che è legato al prodotto, ne evoca una caratteristica. A questo si contrappongono i marchi di fantasia, quelli che non hanno contenuto descrittivo, che non sono legati al prodotto. Il marchio espressivo a una tutela più debole, si parla di marchio debole. La tutela di questo marchio è limitata alle parti in non meramente descrittive. Per attenuare la debolezza del marchio espresso, colui che lo registra può registrare anche una seri e di marchi di protezione. Nota bene la capacità distintiva si può cui stare in tempo, e diventare così un marchio (convalida o convalidazione del marchio). Il marchio può subire anche volgarizzazione, un es. n'è il cellophane. Il marchio e una cosa che va coltivata. In non uso per cinque anni (tranne che per i marchi di protezione) e una causa di decadenza; non bisogna lasciare che il marchio si volgarizzi. La novità e a requisito che importante perché su di essa si incentra il discorso del preuso del marchio.

• Novità in senso formale: non ci deve essere un marchio identico che è stato già registrato. • Novità sostanziale: il segno che si vuole registrare non deve essere identico a segni già

utilizzati. Abbiamo due categorie:

• identità totale: segni uguali per prodotti uguali. In questo caso marchio non può essere registrato

• identità parziale: ma chi identici per prodotti affini. In questo caso scatta il giudizio di inconfondibilità.

Per pre-uso si intende il fatto che il segno sia già utilizzato. La liceità. Stemmi, bandiere, articolo 18. Si parla di marchi decettivi: segni idonei ad ingannare il pubblico. Tutela e trasferimento del marchio. Tipicamente il titolare del marchio ha un diritto di esclusiva. L'imprenditore può usare questa facoltà per disegnare il suo sistema distributivo. Consideriamo ad esempio il franchising: il marchio è un valore per l'imprenditore, che riduce il suo rischio di impresa. Abbiamo un'azione di contraffazione e un'azione inibitoria; è prevista anche l'inibitoria cautelare (che non passa mai in giudicato) il sequestro e la descrizione del marchio.

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E trasferimento e una parte molto importante della disciplina: si trasferisce con la licenza, che da diritto all'uso del marchio. Interno dell'ordinamento europeo il regime di licenza del marchio è vincolato con le disposizioni sulla concorrenza e sul mercato comune: non si possono vietare le importazioni parallele.

Marchio e domain name. Come faccio a contestare un nome dominio? Posso farlo se:

• è il nome della mia società • e’ mio nome proprio • e’ un marchio registrato.

Si fa un arbitrato di fronte alla naming authority. Il problema è che serve l'accordo di entrambe le parti. Oggi quando uno registra, deve specificare si accetta o meno la arbitrato. Si è pertanto realizzato un nuovo sistema, detto procedura " amministrativa ", attuabile presso studi legali autorizzate solo nel caso in cui il nome dominio sia stato registrato in malafede. L'elemento soggettivo è difficilissimo da provare, in genere prova è considerata la richiesta di denaro da parte di chi ha registrato in nome dominio. Nota bene: il dominio .it può essere registrato solo da chi ha la residenza nelle comunità europee. Se il titolare del diritto è una società americana, questa potrà ottenere solo l'inibitoria e non la riassegnazione del dominio.

Caso Tiscali vs. Marcialis consideriamo l'articolo 1 della legge marchi. M. Sostiene che il nome dominio e un indirizzo, ed è pertanto utilizzabile liberamente. De Giorgi sostiene che c'è un disagio invece per l'impresa commerciale e per il consumatore. La giurisprudenza considera in nome dominio come un'insegna (tribunale di Milano; solo il tribunale di Firenze s'esco stato da questa linea in una sentenza). Tiscali lamenta la violazione del marchio di fatto,M. Sostiene anche lui di avere un marchio di fatto; i prodotti sono affini. La prima sentenza stabilisce il cibo essere convivenza tra i diritti del pretendente e dei titolare del marchio. T. Obietta dicendo che il suo e un marchio celebre, e che sussiste un aggancia mento parassitario da parte di M., che ne consegue un indebito vantaggio. Tiscali sostiene che M. Ha registrato in malafede e che quindi occorre applicare in via analogica l'articolo 22 della legge marchi.

La licenza obbligatoria. Consideriamo la articolo 54 del regio decreto-legge del 1939. Prevede due casi di licenza obbligatoria:

1. c'è un brevetto, che non viene sfruttato. Un terzo può chiedere una licenza obbligatoria, con l'ausilio dell'ufficio brevetti e del ministero dell'industria, per sfruttare il brevetto secondo i bisogni del paese. Il terzo deve però rima contrattare con il titolare del brevetto.

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Viene comunque corrisposto un canone al titolare del brevetto; inoltre la licenza non è esclusiva: il titolare del brevetto potrà utilizzarlo a piacimento.La legge parla di " in sproporzione ai bisogni del paese ". Si immagino a un mondo in cui l'invenzione è accessibile a tutti e si guarda cosa succederebbe.

2. Caso in cui ci sia un brevetto dipendente. Il brevetto principale e funzionale all'attuazione del brevetto dipendente. Il legislatore ritiene che ci debba essere un particolare progresso tecnico per consentire la licenza obbligatoria. Se non ci fosse la norma il brevetto dipendente sarebbe sempre una contraffazione e non verrebbe mai attuato. La licenza obbligatoria deve essere sempre accoppiata al brevetto dipendente, e non può pertanto essere alienata si non è alienato anche il brevetto dipendente.

L'articolo 54 dice che la licenza non viene concessa se il mancato uso in non dipende da cause imputabili al titolare del brevetto. Interessante e che non si considera esimente la mancanza di mezzi finanziari da parte del titolare del brevetto.

Caso ciuffo gatto vs. CEIT diritto alla concorrenza: sia applica quando due imprese fissano direttamente o indirettamente il prezzo. Le imprese possono essere:

• orizzontali • verticali: con le imprese a valle.

Nel caso di licenza obbligatoria si va a limitare fortemente il diritto della concorrenza. Il licenziatario il monopolio viene ritenuto accettabile. Dei problemi sorgono se gli accordi di licenza esclusiva su un territorio cercano di bloccare le importazioni parallele, e intendono compartimentare il mercato. E nullo qualunque accordo volto ad impedire le importazioni parallele: questo costituirebbe un abuso di remunerazione dei titolare del brevetto. Il legislatore prevede che gli accordi restrittivi della libera concorrenza possono essere sottoposti all'autorità garante del mercato o ha la commissione europea, che deciderà se gli benefici sociali dell'accordo sono superiore costi sociali. Ci sono inoltre alcune esenzioni per categorie di imprese: per esempio mi posso accordare per svolgere insieme l'attività di ricerche sviluppo e i evitare così, su un piano sociale, la duplicazione di investimenti. C'è una lista nera di clausole che, se inseriti in un accordo, vengono considerate clausole di intesa e vengono considerate nulle (nullità parziale dell'accordo).

Caso Sorin Biomedica vs. Chiron Corp una direttiva, la n. 44 del 1998, protegge la brevettabilità delle invenzioni di tecnologiche. Nel merito il giudice cosa discute? L'esistenza dei requisiti di brevettabilità. In questo caso la discussione ricade e sul industrialità e originalità. Brevi cenni sul industrialità: è necessaria la ripetibilità dell'invenzione. L'invenzione deve esser applicabile ad un processo industriale; è uno dei requisiti più discussi. L'originalità fa invece riferimento al fatto che con lo stato attuale della tecnica di tecnico medio possa giungere all'invenzione: si guarda la presenza o meno di un salto inventivo. Confronta articoli 14, 16 del regio decreto del 1939, con l'articolo 17: posso fare un'invenzione

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nuova, che pure non è originale. Si fa riferimento inoltre, nella sentenza, al problema della scoperta-invenzione. La sentenza parla dell'utilizzazione industriale del genoma del virus dell'epatite C per un metodo di diagnosi della malattia. L'attore sostiene che questa non è un'invenzione ma una scoperta. Il giudice sostiene che si brevetta il metodo applicativo a cui porta la scoperta. L'attore obietta che l'applicazione e carente di originalità. Perché non sono brevettabile scoperte? Guardiamo l'oggetto del brevetto: la scoperta esiste già. Il proteggerla non è efficiente e nemmeno giusto: non incentiva a raggiungere un'invenzione. Il passo che manca è che la scoperta come la intende il legislatore non è passibile di applicazione industriale. Il legislatore vuole difender e l'invenzione in quanto applicata all'industria, in quanto produce ricchezza. L'attività di scoperta è invece sostenuta da parte dello Stato con il finanziamento e non con la protezione industriale. Il tribunale di Milano sostiene che una scoperta può essere brevettabile quando ha immediata applicazione industriale, nella pronuncia del 11 novembre 1999, che si trova nella rivista del diritto industriale, parte seconda, pagine 342 e seguenti. La decisione del giudice è basata anche sul 2585 codice civile. Il ricorrente sostiene l'illiceità. L'articolo 13 rende impossibile la brevettazione di razza animali o procedimenti biologici per arrivarci. L'invenzione biotecnologica si sgancia da questa definizione. La direttiva europea sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche ne parla: un processo è essenzialmente biologico quando importa esclusivamente metodi naturali, quali in croce la selezione. Il tribunale di Milano dice: c'è stata una manipolazione genetica, e pertanto non si ricade nell'articolo 13.

Caso Cassina vs. Steel Line. Oggi il pretore non esiste più. Ricorso cautelare urgente ex articolo 700. L'articolo 2 al 4 della legge sui diritto d'autore parla di scindibilità. Toffoletti: si discute di un prodotto dal valore artistico qualificato, valore artistico che sta oltre il carattere industriale del prodotto. Nota bene: le privative sono tutte tra loro collegate. I casi che leggiamo sono delle fattispecie di confine. Abbiamo due discipline applicabili allo stesso fenomeno: articolo 5 delle regio decreto del 1941: brevetto per modelli ornamentali. Nota bene: insieme delle forme di pubblico dominio non si compone solo delle forme non tutelabili, ma anche di quelle il cui brevetto è scaduto, o di quelle che sarebbero qualificabile ma la privativa non è stata mai richiesta. Analizziamo il ragionamento interpretativo. Il più forte che si può fare è il ragionamento sistematico, ovvero cercare la coerenza della norma con il sistema. L'interpretazione teleologica è invece condotta secondo il fine della norma. L'analisi economica inoltre ci suggerisce un'interpretazione basata su gli interessi. Gli argomenti toccati sono:

• scindibilità ideale e scindibilità materiale

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• bidimensionalità e tridimensionalità. La cassazione usa anche l'argomento comparatistico. In Francia abbiamo un cumulo nelle discipline, in Inghilterra se si ottiene una privativa, si perdano i diritti ottenuti in precedenza. Per le opere di dimensionali c'è tutela: sostanzialmente la scindibilità esiste sempre, perché è sempre possibile riprodurre il disegno su altri oggetti. Per gli oggetti tridimensionali abbiamo invece solo la protezione per modelli ornamentali. Viene fuori una crepa nella costruzione granitica della Cassazione: la normativa parla espressamente di " modello e disegno ". La domanda e: che spazio rimarrebbe per proteggere i disegni? Tutti sarebbero già protetti dal diritto d'autore. Questo redazione però svuota di contenuto la norma, e come dire che una norma è stata scritta ma non esiste. Per tappare la falla bisognerebbe dire che ne il design industriale la soglia per ottenere la tutela del diritto di autore è più elevata rispetto normale: siccome c'è la protezione dei modelli ornamentali, per accedere al diritto d'autore va richiesto qualcosa di più; ma quest'interpretazione e un'altra forzatura. Si tratta di scegliere tra due forzature. Il problema si sposta sul piano della policy. Quali sono i cost delle norme così interpretate e come si potrebbe cambiare la normativa? Usando diritto d'autore, abbiamo i costi classici del monopolio. Si avrebbe una sovra produzione di design nel caso di protezione alta, e sotto produzione nei casi di protezione bassa. Siamo di fronte al problema di una vecchia normativa che viene adattata a nuovi fenomeni. Si ha non solo una produzione normativa a livello comunitario, indice di pressioni di interessi forti. In campo automobilistico la l'hobby preme per un allargamento della tutela su specchietti, pari etc., parte staccate di carrozzeria che godono di un vasto mercato. Interessi a parte, c'è sempre l'esigenza di armonizzare la disciplina. In Italia è successo che l'articolo 24 sia stato oggetto di due successivi interventi di riforma. Un primo intervento è costituito dall'articolo 1, comma 58, della legge n. 650 del 1996: attenzione che il diritto d'autore di design industriale è compreso nella legge tutela del diritto d'autore. Il governo regola con decreto. C'è un problema su contenuto precettivo della norma di delega. Il tribunale di Milano nel 1997 interpreta nel senso che è venuto meno il requisito della scindibilità. Abbiamo poi in una legge dell'agosto 1997 che, all'articolo 27, abroga l'articolo di cui sopra. La protezione del diritto d'autore sul design industriale non può essere superiore a 15 anni. Va bene la protezione del diritto d'autore, ma con una durata limitata. Infine la direttiva n. 71 del 1998 delle CE si è occupata della protezione di disegni industriale. La direttiva, all'articolo 5, definisce l'originalità: è originale se l' impressione che fa su uno specialista rispetto ai modelli precedenti e superiore a quella che fa ad una persona comune. Il tribunale di Belluno interpreta nel senso che permane il requisito della scindibilità, ma viene solamente modificato e il termine temporale . Di fronte ad un legislatore scarsamente tecnico si ha assoluta incertezza sull'esito delle controversie.

Caso Lego vs. Tyco. Imitatrice va giudizio per prima: chiede un'azione di accertamento negativa, vuole una sentenza dichiarativa. Lego fa invece una riconvenzionale, agendo a tutela dei suoi diritti. E una causa interamente di diritto. Si parla della libera riproducibilità delle forme utili: questo argomento usato da tyco.

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Tyco dice di essere in presenza di forme che sono liberamente appropri abili. Se poi dovesse esistere rischio di confusione, i prodotti sono macchiati in maniera differente. Il contesto normativo in cui questo caso si inserisce è la concorrenza sleale, in particolar modo la fattispecie dell'imitazione servile: 2558 comma 1: d'interesse protetto è quello dell'avviamento dell'imprenditore commerciale. Il comma secondo sia applica in tema di pubblicità. Il comma terzo e la clausola generale. Nota bene: queste norme nascono in ambito corporativo. Adesso che i riferimenti normativi sono cambiati, si discute su cosa significhi questa norma. Vi cadono alcuni illeciti per elaborazione giurisprudenziale, come ad esempio lo storno di dipendenti, il boicottaggio. L'articolo 2598 stabilisce la concorrenza tra le due discipline. Non si dice niente sui modi della concorrenza, se le discipline si cumulano o sono alternative. Dall'altro lato c'è la norma su modelli di utilità. Il discorso si sposta sulla ratio della norma. La ratio della tutela brevettuale e incentivare la produzione di forme utili. Sorge il problema delle varianti innocue. La Tyco secondo la cassazione, non deve fare i mattoncini intercambiabili con quelli lego . La cassazione vuole che nel settore dei prodotti modulari, scaduta una privativa brevettuale, non si facciano prodotti compatibili. Nota bene: il punto centrale è la confondibilità. Ricordiamo la relatività della protezione nel campo di marchi, salvo la e emersione del marchio notorio. Non è una protezione dell'avviamento in sé e per se, sia attua quando esiste un pericolo di confusione; si tutela la forma in quanto esiste un pericolo di confusione. In questo caso di marchi diversi dovrebbero bastare per eliminare imitazione servile. La cassazione forza molto la costruzione del sistema: sostiene che il momento confusorio sia abbia dopo l'acquisto. L'unico ragionamento fondato nel distinguere i prodotti modulari dai ricambi sarebbe il seguente: Tyco può fare un nuovo gioco, il produttore di pezzi di ricambio non avrebbe uno sbocco di mercato se non potesse produrre il pezzo di ricambio identico l'originale. Mettendoci dalla parte dell'acquirente, da situazione è completamente diversa tra la Golf e il Lego. Confronta il rasoio: ogni produttore sviluppo è suo sistema modulare manico-lametta. Quello che cambia è il rapporto sistema base-accessori. I costi di sostituzione del consumatore in un sistema come Golf è elevato: ci sono i presupposti per uno sfruttamento monopolista o. Stiamo parlando sempre dei clienti della Volkswagen, che è e equivalente a dire i clienti della Lego. Cambiano i costi di sostituzione. Nota bene: nel settore dell'alta tecnologia tutto è fatto di connettibilità. Articolo 64 quater della legge sul diritto d'autore: è lecito copiare se serve a fare software compatibili. L'ordinamento tende a promuovere l'interconnettività, che aumenta la concorrenza e abbatte i costi di sostituzione.

Seminario del dott. Giambrocono

I Brevetti I brevetti in circolazione sono 4-cinque milioni. Ad ogni invenzione può coincidere più di un

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brevetto: un brevetto per ogni territorio in cui l'autore decide di richiederlo. L'Europa ha per la prima volta battuto gli Stati Uniti per numero di brevetti. La risorsa brevetti e qualcosa di strategico anche per gli stati. Oggi in America le università si finanziano con i brevetti: il brevetto serve a coprire le spese della ricerca. L'Europa crede poco che il brevetto serva per guadagnare, c'è sfiducia nella possibilità di enforcement. Gli stati uniti invece hanno un'altra testa: pensano subito al brevetto. Come fatto un brevetto? Si divide idealmente in quattro pezzi:

1. riassunto e descrizione dell'invenzione. L'invenzione deve essere riproducibile da un tecnico medio seguendo le indicazioni.

2. Segue una descrizione dello Stato della tecnica: dobbiamo dire dove si sono fermati di altri e descrivere i problemi che si avevano sotto la vecchia tecnologia.

3. Occorre poi in descrivere dettagliatamente invenzione e formulare il suo uso. 4. Gli esempi sono poi uno strumento tecnico a disposizione di chi si servirà le invenzione. 5. Seguono le rivendicazioni che descrivono perfino per segno ciò che il mio, servono

circoscrivere in diritto. Nota bene: in tribunale si confronta la macchina del contraffattore con questo testo. Una famiglia di brevetti costa circa settanta milioni. Come si fanno le rivendicazioni? Bisogna pensare a cuore dell'invenzione, per esempio la macchina da cucire Singer: avo con la cruna rivolta verso la punta. Assumiamo ora la prospettiva delle gare interno l'azienda: brevettandoci sono tre vantaggi.

1. ostacoli alla concorrenza. Valore dell'uso esclusivo. 2. strumento per vendere tecnologia. Spesso le aziende italiane non hanno voglia di affrontare

mercati come quello americano. Il brevetto e allora l'occasione per vendere tecnologia tramite la cessione del brevetto o la licenza. Esistono strutture internazionali preposte all'analisi di brevetti.C'è un circuito ben collaudato per dare in giro queste licenze.

3. dare valore alla mia azienda. Senza brevetti in caso di joint venture siamo fregati. Cosa possiamo brevettare? C'è un'invenzione al giorno sulla bicicletta. Il sistema brevettuale deve essere un ausilio per la ricerca. Chi spende soldi senza leggere i brevetti e stupido. Nel 80% dei casi quello che si presupponeva nuovo era già stato brevettato. Bastavano cinque minuti per trovare un brevetto. La prima operazione è dunque trovare quello che c'era prima. Tanto meglio è fatto la ricerca di background, tanto più facile sarà stabilire il gradino di salto tecnologico. C'è un rapporto di ricerca in cui le autorità segnalano altre invenzioni simili alla nostra. Nota bene: c'è un servizio pubblico, fornito dall'ufficio brevetti europeo di Monaco, ceci da un rapporto di ricerca anche se non abbiamo depositato la domanda. Il tutto è segreto. È meglio fare la ricerca pubblica. Si può decidere chi è il proprietario del brevetto: in genere i soggetti sono tre: l'azienda, l'amministratore delegato, l'inventore. La licenza e agevolata fiscalmente; per questa ragione conviene intestata brevetto all'amministratore delegato o a qualche parente e riceverlo in licenza. Il sistema italiano è i per favorevole alle aziende: se sono pagato per ricercare, ho diritto allo stipendio. Se non sono pagato per ricercare ho invece diritto ad un equo premio. Negli usa la legislazione è invece favorevole

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all'inventore. Il solito il primo deposito viene fatto nel paese d'origine, perché i militari ci vogliono guardare dentro. In alcuni casi si chiede il permesso al militari e si arriva direttamente all'EPO. L'ufficio europeo dei brevetti può dare per buono il vecchio rapporto di ricerca, che comporterà così un risparmio. Passano dodici mesi: i tempi di priorità. Con la convenzione di unione di Parigi se brevetto in Italia oggi e in uno Stato estero entro dodici mesi, il brevetto estero prende la data del brevetti italiano. Dodici mesi sono pochi per programmare gli investimenti. Se allora creato sistema della PCT (patent cooperation treaty) ago pochi soldi nei primi mesi e molti dopo 30 mesi. Si sono dei trucchi quindi per dilatare questi dodici mesi. Nei primi dodici mesi inoltre possiamo vendere il diritto di brevettare: ovvero cedere i diritti di priorità. Gli inventori sono l'unico punto invariante nel sistema dei brevetti. Come facciamo ad individuare i paesi che vogliamo monopolizzare? Ho un certo onere di attuare invenzione, confronta le licenza obbligatorie. Se non la tua dopo due anni il brevetto decade. Devo distinguere tra paesi di produzione e paesi di mercato. Per un produttore di beni a basso contenuto tecnologico, il monopolio sulla Cina equivale ad un monopolio mondiale. I paese obiettivo sono quelli in cui venderò. Nasce qui la famiglia dei brevetti. Con la CPT possiamo fare sì che ci sia un esame comune. Le licenze vanno registrate, perché l'uso del licenziatario deve equi valere al mio uso. Occorre continuare a monitorare il il settore: si spende circa un milione all'anno.

I marchi. Quando parlo di marchio intendo il diritto di esclusiva ad utilizzare una parola. Nasce su gli schiavi: è segno di appartenenza ad una determinata casa. Gli egizi usano il cartiglio dei faraoni. I romani marcano le anfore. La pubblica amministrazione tiene un registro dettagliato dei singoli marchi con un elenco dettagliato dei proprietari. Il simbolo R cerchiati ho a un valore legale: si circola in paesi in cui il marchio non è registrato, le autorità potrebbero arrabbiarsi e prendere provvedimenti. Il simbolo TM non ha invece valore legale.

1. principio della territorialità: c'è una procedura in ogni paese. I diritti che nascono sono autonomi.Esiste tuttavia il marchio comunitario: un solo marchio con un grande territorio. L'uso del marchio in uno Stato membro mantiene invita il diritto in tutti gli stati membri.C'è una convenzione sul marchio internazionale, che da due vantaggi economici: i paesi sono rivendicar via gruppi e con pochi soldi. Si comporta come un albero: se entro cinque anni il marchio base annullato, cadono tutti gli altri marchi.

2. principio di specialità: individuare i prodotti su cui voglio costituire diritti. Più prodotti voglio, più devo pagare.

Il deposito del marchio.

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Condiziona la vita del prodotto pesantemente. Dobbiamo scegliere tra marchi forti e marchi deboli. Il marchio debole e quello che descrive il prodotto. Il marchio forte è quello che non identifica prodotto. Il marchio debole e difficile da difendere ma costa poco pubblicizzarlo: si parla infatti di marchi parlanti. I marchi nulli sono quelli totalmente descrittivi. Il legislatore fissa un gruppo di parole non monopolizzabili da imprenditori. Il compromesso si trova all'interno dei marchi evocativi. La scelta successiva e la seguente: il marchio è nuovo o esiste già? Non è necessario avere un prodotto per godere del diritto al marchio. Si fa la ricerca di anteriorità prima di qualsiasi ricerca motivazionale. La ricerca di anteriorità. Il pubblico registro è consultabile. Occorre fare tante ricerche quanti sono i paesi. Nota bene: in Italia valgono cinque tipi di marchi:

1. nazionali italiani 2. internazionali (vivono a Ginevra e alla WIPO) 3. marchi comunitari (vivono ad Alicante) 4. marchi Italo francesi (sono in via di estinzione) 5. marchi di San Marino (valgono anche in Italia).

Interferenza per associazione: non c'è confondibilità. Quando c'è imitazione del packaging c'è vera e propria imitazione di segni distintivi. La grande distribuzione radicata il prodotto leader e ne fa tollerare l'imitazione. Un marchio può essere esteso all'estero in qualsiasi data. Se lo deposito entro sei mesi dal primo deposito il marchio estero prende la data del marchio italiano. Le classi. Derivano da un sistema doganale ottocentesco. Abbiamo due scelte:

1. pacco largo (tanti prodotti) 2. pacco stretto

rivendicare le classi costa quattro milioni. Tanto più il nome è strano, tanto più ci si può allargare. Il nome forte paga chi fa tanta pubblicità. L'opposizione amministrativa è un provvedimento amministrativo che si svolge in contraddittorio. Si basa sul principio della pubblicità legale: il marchio viene messo su un bollettino, e dentro tre mesi chiunque può chiedere all'autorità di non concederlo, purché questo serva a tutelare un sul diritto. Ciò avviene sostanzialmente in tre casi: quando il terzo a un marchio, una ditta, un marchio celebre anteriore. Il giudice amministrativo non può inibire l'uso del marchio. Perché allora scelgo di adire questo procedimento? Per consolidare il marchio ex articolo 48. Chiunque tollera l'uso di un marchio registrato, dopo cinque anni non può più contestarlo. L'opposizione amministrativa è quindi un atto di profilassi. A volte si effettuano transazioni con patti di coesistenza, che però non in tutti paesi sono accettati. Nota bene: è fondamentale registrare un portafoglio marchi prima di iniziare la produzione. La sorveglianza del marchio è la base dell'opposizione. Il marchio è un bene materiale che viene iscritto nel bilancio e nell'inventario. Per trasferire il

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diritto al marchio si va dal notaio. Limitata disponibilità del diritto: il consumatore non si deve confondere. Se ho tre stabilimenti, devo far sì che il prodotto sia rigorosamente identico; la sanzione è la decadenza del marchio.