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dal campanile di Azzano Decimo BOLLETTINO PARROCCHIALE DI AZZANO DECIMO (PORDENONE) ITALIA GIUGNO 1990 - Direttore responsabile: Mons. Domenico Cadore GIORNATA DELLA CRISTIANA SOLIDARIETA' All'insegna della "Carità di Cristo che ci sospinge " secondo il detto paolino, il 18 Marzo si è svolta la giornata della solidarietà con la presenza di alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni di Don Oreste Benzi. Preparata da alcuni incontri diretti dai volontari con i gruppi parrocchiali e i membri del Consiglio Pastorale, la domenica 18 Marzo ha permesso alla comunità parrocchiale di conoscere quanto fanno ed operano a vantaggio dei più umili tra i fratelli persone animate dall'amore vero di Cristo, che durante la vita terrena ha privilegiato gli "ultimi " chiamandoli suoi amici e assicurando che quanto sarà fatto a questi, è fatto a lui. Molto animata la Messa delle 11 e partecipato il pranzo da numerosi fratelli e sorelle provati da sofferenze e dolori di Azzano ed altri paesi. Il pranzo è stato offerto generosamente da alcune famiglie e servito da buon numero di mamme e figliuole. Nel tardo pomeriggio è giunto anche don Oreste Benzi. Ha parlato a un pubblico abbastanza numeroso, dawero interessato ed attento. Dawero sorprendente e commovente la testimonianza di questo prete riminese che da fine guerra opera in molte zone d'Italia, attraverso le Comunità "Papa Giovanni " a vantaggio di qualunque sofferenza ed emarginazione. Ottima l'impressione suscitata nella comunità. CANTICO DI MARIA LUNGO I SECOLI VITA PARROCCHIALE Quando si parla del "Cantico di Maria», s'intende il meraviglioso inno del Magnificat che la Vergine elevò a Dio e all'umanità nel divino poema della Redenzione. Noi invece col "Canti co di Maria» vogliamo riferirci a quanto l'umanità, nel corso dei secoli, con un corale unico, ricco di pensiero, d'affetto e di lode ha elevato in onore della Vergine benedetta. La Chiesa, facendo proprio il linguag- gio dei Libri Sac ri in riferi mento a Maria, chiede: "Ma chi è Costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, splendida come il sole?». Chie- diamo anche noi: "Chi è questa Ver- gine singolare che il divino poeta chia- mò umile ed alta più che creatura?». Chi è Maria? E' la piena di Grazia e di bellezza, come fu salutata dall'Angelo; è la Madre di Dio, come è supplicata dalla Chiesa. Maria entra in ogni mani- festazione di vita in cui si rappresenta tutto ciò che vi è di bello, di puro, di santo per la serenità dello spirito. Il nome di Maria da venti secoli corre glorioso nel mondo cristiano. Donne di ogni condizione sociale, nello splen- dore delle regge e nella oscurità dei tuguri, si onorarono e si onorano del nome di Maria, lieto auspicio di pace, di benedizione, di gloria. Il nome di Maria, il più bello, il più dolce, dopo quello di Gesù, risuona in- vocato e benedetto su tutta la terra ripetuto con gioia in tutte le lingue; scolpito nelle pietre, nei metalli, dipinto nelle tele, nelle chiese, nei templi e più nella mente e nel cuore dei fedeli, risuona nella culla del bambino e sul letto del morente. La cristianità ha dato alla Vergine innu- merevoli nomi, tanto suggestivi quanto espressivi, per esaltarla e mostrarle amore e riconoscenza. Maria è la Madonna della Misericordia, per le anime colpevoli, ma pentite e desi- derose di rifarsi una vita. Maria è detta la Madonna della Consolazione per coloro che soffrono, piangono, sono mesti perchè non hanno conforto nel loro triste isolamento. Altri nomi: Maria è la Madonna della Pace per quelle anime agitate e bisognose di uno sguardo che ridoni dolcezza e gioia; Maria è la Madonna della Luce per le anime che hanno per- duto la via della verità; Maria è la Madonna del Buon Soccorso per le anime bisognose di aiuto nei tristi momenti della vita; Maria è detta la Madonna degli Agoni zzanti che lottano per superare le insidie di satana e rimanere figli di Dio. Maria è la Modan- na della Liberazione per anime che debbono essere strappate dalle passion i, da vincoli ill eciti, da una vita indegna e penosa. Vorrei pregart i, o Vergine Santa, dol- cissima Madre mia, come ti pregava il serafico S. Francesco: " Ti saluto, o Santa Signora, Regina Santissima, Madre di Dio, Maria sempre Vergine, eletta dal Santissimo Padre celeste e consacrata da Lui col diletto Figlio e con lo Spirito Santo come nostra Con- solatrice. Ti saluto, o palazzo di Lui. Ti saluto, o tabernacolo di Lui. Ti saluto, o Madre di Lui. Madre Santissima del Signore nostro Gesù Cristo, prega per noi il tuo dilettissimo Figlio nostro Sig- nore e Maestro». VENERDI' SANTO '90 Ha riscosso unanimi consensi la rappresentazione della Passione di Gesù, che i giovani del gruppo della Carità hanno offerto la sera del Vener- dì Santo. Gli applausi sono stati calorosi e scroscianti, segno che la gente, accorsa numerosa a questo consue- to appuntamento, ha apprezzato assai il risultato. Ma da dove è sorto questo risultato confortante? Ha avuto origine da un ' esperienza intensamente vissuta da parte di quei 30 giovani e oltre, i quali per un buon mese e mezzo han lavo- rato perchè la rappresentazione riu- scisse al meglio. E' stato un periodo di alacre lavoro, che ha comportato per tutti sacrifici non indifferenti: ma questi sacrifici sono stati ben tollerati grazie a un vivo spirito di gruppo, (segue pagina 3) Il Consiglio Pastorale ancora all'inizio dell'anno pastorale aveva scelto come argomento primario da vivere all'interno della Parrocchia il tema: Conoscere il Vangelo per farlo cono- scere. Durante l'Awento Don Ernesto Gasparotto ha trattato in successive lezioni molto apprezzate e seguite questi argoment i: Stor ici del Van- gelo, specialmente dei sin ottici Mat- teo, Marco e Luca; alcune parabole; alcuni miraco li. Nel periodo della Quaresima hanno commentato con molta efficacia i Vangeli delle domeniche Don Ernesto e Don Maurizio Lessio. Di queste ul- time lezioni si pubblica una sintesi, perchè da tutti siano conosciute le cose dette. In occasione della Pasqua la gente ha esemplarmente frequentato le funzioni e molti si sono accostati alla Confessione e alla Comunione. Nel periodo pasquale si sono celebrate con buona partecipazione le tradizionali feste della Comunione Solenne, della Prima Comunione e Della Cresima. Nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile i Sacerdoti hanno visitato le famiglie portando la benedizione. Come sempre l'accoglienza, in genere, è buona. La nostra gente, nella grande mag- gioranza, è buona religiosamente ed anche moralmente. Grazie a Dio la gente lavora, si nota qualche difficol- di inserimento per alcuni giovani, i ragazzi e molti giovani studiano e si sentono impegnati a riuscire bene. Si notano anche alcuni punti deboli, alcune debolezze, che si confida possano essere superate. Un proble- ma è dato da persone che si dicono credenti, ma non praticanti. Questo fatto non va trascurato, non deve es- sere preso alla leggera, perchè il non praticare la religione, può portare quanto prima a crisi di fede e forse anche all'ateismo. Per risolvere il pro- blema si propone un confronto. Il confronto è questo: Tutti siamo lavo- ratori o studenti... per essere bravi lavoratori e studenti e ci teniamo ad esserlo, di fatto lavoriamo e studia- mo ... ed allora come la mettiamo con la vita religiosa? anche qui facciamo lo stesso, preghiamo e frequentiamo la Messa domenicale e accostiamoci spesso ai Sacramenti per poter sem;Jre credere. Ricordino i genitori che dove c 'è una famiglia praticante, anche i figli crescono con buoni propositi, perchè l'istruzione religiosa c'è e si , ma talvolta manca l'appoggio determinante della famiglia. Un'altra difficoltà è data dal numero di convivenze che va crescendo. Anche qui la famiglia ha un ruolo importante da svolgere e i giovani e le ragazze non devono dimenticare la conve- niente preparazione spirituale e morale da premettere alla formazione della famiglia. Genitori e figli cristiani devono ricordare che non è legittima e morale una convivenza se non è consacrata dal Sacramento del Matri- monio. Due sposi cristiani che diven- tano Ministri del Sacramento fino da L.l- giorno delle nozze, ricevono in conti- nuazione la grazia del Sacramento da parte del Signore per amarsi sempre cristianamente ed educare cristiana- mente i figli che mettono al mondo. Chi sceglie la convivenza si priva del- la grazia di Dio, si mette in condizione di non potersi accostare ai sacramen- ti e così si priva volontariamente degli aiuti del Signore nel momento più grande della vita, quando cioè inizia la responsabilità di essere nuova famiglia. Invochiamo l'aiuto del Signore perchè ci aiuti tutti ad essere cristiani più convinti e responsabili e cerchia- mo anche di dare qualche buon sug- gerimento a chi forse lo attende e cer- tamente gradirà. Ci aiuti anche la Madonna in un' opera di vera rico- struzione della vita spirituale e morale. L'Arciprete

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dal campanile di Azzano Decimo BOLLETTINO PARROCCHIALE DI AZZANO DECIMO (PORDENONE) ITALIA

GIUGNO 1990 - Direttore responsabile: Mons. Domenico Cadore

GIORNATA DELLA CRISTIANA SOLIDARIETA' All'insegna della "Carità di Cristo che ci sospinge " secondo il detto paolino, il 18 Marzo si è svolta la giornata della solidarietà con la presenza di alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni di Don Oreste Benzi. Preparata da alcuni incontri diretti dai volontari con i gruppi parrocchiali e i membri del Consiglio Pastorale, la domenica 18 Marzo ha permesso alla comunità parrocchiale di conoscere quanto fanno ed operano a vantaggio dei più umili tra i fratelli persone animate dall 'amore vero di Cristo, che durante la vita terrena ha privilegiato gli "ultimi " chiamandoli suoi amici e assicurando che quanto sarà fatto a questi, è fatto a lui. Molto animata la Messa delle 11 e partecipato il pranzo da numerosi fratelli e sorelle provati da sofferenze e dolori di Azzano ed altri paesi. Il pranzo è stato offerto generosamente da alcune famiglie e servito da buon numero di mamme e figliuole. Nel tardo pomeriggio è giunto anche don Oreste Benzi. Ha parlato a un pubblico abbastanza numeroso, dawero interessato ed attento. Dawero sorprendente e commovente la testimonianza di questo prete riminese che da fine guerra opera in molte zone d 'Italia, attraverso le Comunità "Papa Giovanni " a vantaggio di qualunque sofferenza ed emarginazione. Ottima l'impressione suscitata nella comunità.

CANTICO DI MARIA LUNGO I SECOLI VITA PARROCCHIALE Quando si parla del "Cantico di Maria», s'intende il meraviglioso inno del Magnificat che la Vergine elevò a Dio e all'umanità nel divino poema della Redenzione.

Noi invece col "Cantico di Maria» vogliamo riferirci a quanto l'umanità, nel corso dei secoli, con un corale unico, ricco di pensiero, d'affetto e di lode ha elevato in onore della Vergine benedetta. La Chiesa, facendo proprio il linguag­gio dei Libri Sacri in riferimento a Maria, chiede: "Ma chi è Costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, splendida come il sole?». Chie­diamo anche noi : "Chi è questa Ver­gine singolare che il divino poeta chia­mò umile ed alta più che creatura?». Chi è Maria? E' la piena di Grazia e di bellezza, come fu salutata dall'Angelo; è la Madre di Dio, come è supplicata dalla Chiesa. Maria entra in ogni mani­festazione di vita in cui si rappresenta tutto ciò che vi è di bello, di puro, di santo per la serenità dello spirito. Il nome di Maria da venti secoli corre glorioso nel mondo cristiano. Donne di ogni condizione sociale, nello splen­dore delle regge e nella oscurità dei tuguri , si onorarono e si onorano del nome di Maria, lieto auspicio di pace, di benedizione, di gloria. Il nome di Maria, il più bello, il più dolce, dopo quello di Gesù, risuona in­vocato e benedetto su tutta la terra ripetuto con gioia in tutte le lingue; scolpito nelle pietre, nei metalli, dipinto nelle tele, nelle chiese, nei templi e più nella mente e nel cuore dei fedeli, risuona nella culla del bambino e sul letto del morente. La cristianità ha dato alla Vergine innu­merevoli nomi, tanto suggestivi quanto espressivi , per esaltarla e mostrarle amore e riconoscenza. Maria è la Madonna della Misericordia, per le anime colpevoli, ma pentite e desi­derose di rifarsi una vita. Maria è detta la Madonna della Consolazione per coloro che soffrono, piangono, sono mesti perchè non hanno conforto nel loro triste isolamento. Altri nomi: Maria è la Madonna della Pace per quelle anime agitate e

bisognose di uno sguardo che ridoni dolcezza e gioia; Maria è la Madonna della Luce per le anime che hanno per­duto la via della verità; Maria è la Madonna del Buon Soccorso per le anime bisognose di aiuto nei tristi momenti della vita; Maria è detta la Madonna degli Agonizzanti che lottano per superare le insidie di satana e rimanere figli di Dio. Maria è la Modan­na della Liberazione per anime che debbono essere strappate dalle passioni, da vincoli illeciti, da una vita indegna e penosa. Vorrei pregarti, o Vergine Santa, dol­cissima Madre mia, come ti pregava il serafico S. Francesco: "Ti saluto, o Santa Signora, Regina Santissima, Madre di Dio, Maria sempre Vergine, eletta dal Santissimo Padre celeste e consacrata da Lui col diletto Figlio e con lo Spirito Santo come nostra Con­solatrice. Ti saluto, o palazzo di Lui. Ti saluto, o tabernacolo di Lui. Ti saluto, o Madre di Lui. Madre Santissima del Signore nostro Gesù Cristo, prega per noi il tuo dilettissimo Figlio nostro Sig­nore e Maestro».

VENERDI' SANTO '90 Ha riscosso unanimi consensi la rappresentazione della Passione di Gesù, che i giovani del gruppo della Carità hanno offerto la sera del Vener­dì Santo. Gli applausi sono stati calorosi e scroscianti, segno che la gente, accorsa numerosa a questo consue­to appuntamento, ha apprezzato assai il risultato. Ma da dove è sorto questo risultato confortante? Ha avuto origine da un ' esperienza intensamente vissuta da parte di quei 30 giovani e oltre, i quali per un buon mese e mezzo han lavo­rato perchè la rappresentazione riu­scisse al meglio. E' stato un periodo di alacre lavoro, che ha comportato per tutti sacrifici non indifferenti: ma questi sacrifici sono stati ben tollerati grazie a un vivo spirito di gruppo,

(segue pagina 3)

Il Consiglio Pastorale ancora all'inizio dell'anno pastorale aveva scelto come argomento primario da vivere all'interno della Parrocchia il tema: Conoscere il Vangelo per farlo cono­scere. Durante l'Awento Don Ernesto Gasparotto ha trattato in successive lezioni molto apprezzate e seguite questi argomenti: Storicità del Van­gelo, specialmente dei sin ottici Mat­teo, Marco e Luca; alcune parabole; alcuni miracoli. Nel periodo della Quaresima hanno commentato con molta efficacia i Vangeli delle domeniche Don Ernesto e Don Maurizio Lessio. Di queste ul­time lezioni si pubblica una sintesi, perchè da tutti siano conosciute le cose dette. In occasione della Pasqua la gente ha esemplarmente frequentato le funzioni e molti si sono accostati alla Confessione e alla Comunione. Nel periodo pasquale si sono celebrate con buona partecipazione le tradizionali feste della Comunione Solenne, della Prima Comunione e Della Cresima. Nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile i Sacerdoti hanno visitato le famiglie portando la benedizione. Come sempre l'accoglienza, in genere, è buona. La nostra gente, nella grande mag­gioranza, è buona religiosamente ed anche moralmente. Grazie a Dio la gente lavora, si nota qualche difficol­tà di inserimento per alcuni giovani, i ragazzi e molti giovani studiano e si sentono impegnati a riuscire bene. Si notano anche alcuni punti deboli, alcune debolezze, che si confida possano essere superate. Un proble­ma è dato da persone che si dicono credenti, ma non praticanti. Questo fatto non va trascurato, non deve es­sere preso alla leggera, perchè il non praticare la religione, può portare quanto prima a crisi di fede e forse anche all'ateismo. Per risolvere il pro­blema si propone un confronto. Il

confronto è questo: Tutti siamo lavo­ratori o studenti... per essere bravi lavoratori e studenti e ci teniamo ad esserlo, di fatto lavoriamo e studia­mo ... ed allora come la mettiamo con la vita religiosa? anche qui facciamo lo stesso, preghiamo e frequentiamo la Messa domenicale e accostiamoci spesso ai Sacramenti per poter sem;Jre credere. Ricordino i genitori che là dove c 'è una famiglia praticante, anche i figli crescono con buoni propositi, perchè l'istruzione religiosa c'è e si fà , ma talvolta manca l'appoggio determinante della famiglia. Un'altra difficoltà è data dal numero di convivenze che va crescendo. Anche qui la famiglia ha un ruolo importante da svolgere e i giovani e le ragazze non devono dimenticare la conve­niente preparazione spirituale e morale da premettere alla formazione della famiglia . Genitori e figli cristiani devono ricordare che non è legittima e morale una convivenza se non è consacrata dal Sacramento del Matri­monio. Due sposi cristiani che diven­tano Ministri del Sacramento fino daL.l­giorno delle nozze, ricevono in conti­nuazione la grazia del Sacramento da parte del Signore per amarsi sempre cristianamente ed educare cristiana­mente i figli che mettono al mondo. Chi sceglie la convivenza si priva del-la grazia di Dio, si mette in condizione di non potersi accostare ai sacramen-ti e così si priva volontariamente degli aiuti del Signore nel momento più grande della vita, quando cioè inizia la responsabilità di essere nuova famiglia. Invochiamo l'aiuto del Signore perchè ci aiuti tutti ad essere cristiani più convinti e responsabili e cerchia­mo anche di dare qualche buon sug­gerimento a chi forse lo attende e cer­tamente gradirà. Ci aiuti anche la Madonna in un' opera di vera rico­struzione della vita spirituale e morale.

L'Arciprete

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Pago 2 BOLLETTINO PARROCCHIALE Giugno 1990

SINTESI DELLE LEZIONI SUI VANGELI DOMENICALI DELLA QUARESIMA

Cristo: Luce per le tenebre - Il cieco nato Tra i miracoli di Gesù questo è uno tra i più grandi e che colpiscono il nostro animo: lo dice anche lo stesso miraco­lato ai giudei cocciuti e cattilti: "da che mondo è mondo non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato", e aggiunge sapientemente: "se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto fare nulla ", confermando così due cose di Gesù: che la sua guarigione era strepitosa e che lui era - almeno - l'inviato di Dio. Che cosa era awenuto? Questo cieco - tale dalla nascita - mendicava lungo la strada: passa Gesù, lo vede, si fer­ma, ha compassione di lui, lo chiama, con lo sputo e la polvere della strada fa del fango, lo pone sui suoi occhi ciechi e gli ordina "va a lavarti alla piscina di Siloe ". Va, si lava e .. . vede! Il racconto del miracolo riportatoci dall'evange­lista Giovanni (c. 9) è breve, ma da questo fatto ne viene una discussione senza fine: vengono coinvolti i disce­poli , i giudei che si scandalizzano (ipo­criti) perchè Gesù fa il fango (quindi lavora) e lo pone sugli occhi del cieco e tutto ciò proprio nel giorno di sabato, giorno - secondo la loro interpreta­zione stretta della legge di Mosè - in cui si proibivano certi lavori come quel­lo fatto da Gesù, poi i genitori del cieco che, interpellati dai giudei, avendo

"fifa ", se ne lavano le mani, dicendo "ha l'età, chiedetelo a lui ". S'intende Gesù è al centro del fatto, ma compiuto il miracolo esce di scena e allora i giudei non sapendo con chi prendersela, se la fanno con il povero cieco che però tiene testa a loro con risposte sapienti e intelligenti. A un certo punto, stanco di essere malme­nato e interrogato dice loro: "ve l'ho già detto più volte: egli è un inviato da Dio! Volete forse diventare anche voi suoi discepoli? " La reazione è pronta e rabbiosa, come di coloro che avendo torto non sanno rispondere se non con la violenza: lo insultano e gli dicono: " sei nato tutto nei peccati e vuoi inse­gnare a noi? e lo scacciano fuori dal tempio in cui si trovavano. Il cieco, uscendo, incontra fuori della porta Gesù, che lui non conosceva ma che si manifesta subito a lui e allora es­plode la sua fede nel suo guaritore: "tu sei il Figlio di Dio, io credo Signore " . L'episodio si conclude con le parole di Gesù che ammonisce i presenti a non essere ciechi dinnanzi alla sua per­sona e alla domanda di alcuni dei fari­sei: "siamo forse ciechi anche noi? " egli risponde: "se foste ciechi , non a­vreste alcun peccato, ma siccome dite: noi vediamo, il vostro peccato rimane ".

Cristo: Risurrezione per la nostra vita - Lazzaro

La risurrezione di Lazzaro è l'ultimo miracolo prima della morte di Gesù e-d è figura della sua risurrezione: con questo dimostra di essere padrone della vita e della morte, perchè Laz­zaro è già da quattro giorni nel sepolcro e solo un Dio poteva fare un simile miracolo. Infatti se egli è il pa­drone della vita e della morte per gli altri , lo è logicamente anche per se stesso; anch'egli per tre giorni sepolto non sarà preda della corruzione ma all 'alba del terzo giorno lascia il sepolcro vuoto e l'angelo dirà alle pie donne: "non è più qui, è risorto " . La sorella di Lazzaro, Marta, quando Gesù vuole che si apra il sepolcro dice: "già puzza ", quindi non ci sono speranze. E' il miracolo dell'amore -Gesù dice l'Evangelista amava molto Lazzaro - ed è il miracolo della vita: Dio è il padrone della vita e della morte: egli lungo la strada che lo porta a Beta­nia, dice ai suoi apostoli :, dopo che pri­ma aveva soggiunto che Lazzaro " dor­miva" : "Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perchè voi crediate "; e a Marta, che non voleva che fosse tolta la pietra dal sepolcro perchè ciò era inutile, essen­do già cadavere puzzolente, dice "non

ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di-Dio? " - La narrazione del miracolo ha tre scene: la prima descrive Gesù lontano da Betania ed era lontano dal­Ia Giudea per sfuggire all'odio dei giu­dei che volevano catturarlo; la secon­da il dialogo con Marta e Maria e il miracolo e infine l'ultima, che è come la corona in testa: l'affermazione di fede in Cristo- Dio. Come sono poi le reazioni degli spettatori di questo stre­pitoso miracolo? Gli apostoli avevano già detto prima, lungo la strada per mezzo del loro amico Tommaso, quando Gesù disse che sarebbe an­dato a Betania, in Giudea: "andiamo anche noi a morire con lui "; le sorelle di Lazzaro si convincono ancora una volta (se fosse stato necessario) che Gesù è il Cristo - come dice Marta: "il Figlio di Dio ", ma i giudei non la pen­sano così: sono non solo di dura cer­vice, ma hanno nel cuore un profondo odio verso Gesù e dice l'Evangelista: "pertanto da quel giorno deliberarono di farlo morire ". Gesù fa un'opera buo­na, meravigliosa e come paga prende questo: la morte! Sembrerà che vinca il male, che Gesù sia uno sconfitto, ma invece vincerà lui: "Cristo regna dalla croce " !

Il rischio della fede: La Trasfigurazione

Trasfigurazione vuoi dire "mutamento d'aspetto " trasformazione della per­sona, del corpo, quasi una metamor­fosi. Così fu per Gesù sul monte Tabor: dice infatti l'evangelista: " il suo volto brillò come il sole e cambiò d'aspetto ". Il perchè della trasfigurazione lo trovia­mo nelle circostanze particolari e di­remo drammatiche in cui Gesù venne a trovarsi e che stavano - umanamente - per travolgere i suoi discepoli, la sua opera e dimostrare che lui era un im­postore, uno sconfitto, un povero

uomo da strapazzo. La lotta sorda e anche aspramente aperta dei suoi ne­mici, la negazione della sua missione, la denigrazione della sua opera, ciò che in un futuro lontano sarebbe awe­nuto su e contro di lui - la sua cattura, la morte e la dispersione dei suoi fedeli - tutto ciò ed altro potevano falsare la sua personalità di Messia e Salvatore ed era quindi necessario dimostrare ai suoi apostoli chi egli veramente era. Da qui la trasfigurazione che per essi fu una iniezione potente di coraggio e

di vione della missione del Maestro: egli era il Figlio di Dio, il vero Messia. Sul monte infatti una voce si sente che dice: "questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo ", una nube lo circonda (fi­gura della terza Persona della Santis­sima Trinità che è lo Spirito Santo). Compaiono pure due personaggi dell ' Antico Testamento: Mosè, simbolo della legge e il profeta Elia, simbolo del vero culto di Dio: legge e culto che Gesù porterà a perfezione. I tre apo­stoli stanno a guardare attoniti ciò che awiene davanti a loro (sono saliti sul monte solo loro e non tutti gli apostoli) e Pietro dice: "è bello per noi stare qui " perchè egli voleva prolungare la scena così splendida di Gesù trasfigu­rato. Con la trasfigurazione Gesù svela l'enigma della sua persona: e non un povero uomo; ma non ci poteva es­sere la trasfigurazione senza la risurre­zione e la prima è la figura della secon­da: Cristo è Dio (e non un povero

uomo) e un Dio non può fermarsi davanti alla morte e tanto meno subirne le conseguenze: così la croci­fissione non appare più come un falli­mento ma una tappa necessaria verso la gloria e soprattutto la espressione della sua obbedienza di servo soffe­rente glorificato poi da Dio. Lo scan­dalo della morte tragica è superato: egli è risorto. Possiamo concludere con una considerazione sui suoi croci­fissori e nemici : se fossero stati essi stessi presenti alla trasfigurazione, sul Tabor, vedendo che era veramente quel "Maestro " applaudito dal popolo e odiato da loro, forse avrebbero meditato un po' di più prima di fare quello che poi hanno fatto. Per noi la trasfigurazione di Gesù è la dimostra­zione di quello che Gesù più volte aveva detto: "lo sono nel Padre e il Pa­dre è in me ", cioè io sono il Figlio di Dio.

Don Ernesto

Le tentazioni di Gesù (Mt 4,1-11)

L'episodio delle tentazioni descrive l'attività preparatoria del Messia al ministero pubblico. Gesù è chiamato a scegliere tra l'obbedienza al Padre, che assegnava al Figlio una via di umil­tà, povertà e sofferenza, o il cedere a Satana che invece gli propone la via del successo terreno, del potere e del­la ricchezza. Gesù respinge queste tentazioni, rinnovando la sua totale adesione alla volontà del Padre. La parte centrale del brano sono le tre tentazioni. Gesù è condotto nel deser­to (nellinguàggio biblico è il luogo del­la preghiera e dell'incontro con Dio, ma pure il luogo della tentazione) dove, dopo aver digiunato per 40 gior­ni e 40 notti (anche qui c'è un richiamo ai 40 anni del popolo nel deserto, i 40 giorni di Mosè sul monte Sinai) , viene tentato dal Diavolo (l'awersario, colui che ostacola) , il quale gli chiede di mostrare la sua divinità trasformando i sassi in pane. Gesù cita Deut. 8,3: "Non di solo pane vive l'uomo ... ". Il pane, dice Cristo, non è l'unico né il principale mezzo di sostentamento, ma la Parola di Dio è il mezzo di sostentamento più efficace di qualun-

que altro. Dunque, chi confida in Dio può contare sul suo aiuto. Nella seconda tentazione il Diavolo chiede a Gesù di buttarsi giù dal pinnacolo del tempio: infatti Dio manderà degli an­geli che "ti sorreggeranno affinchè non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede ". Gesù risponde citando Deut. 6,16: Dio non deve essere ten­tato. Egli aiuta con la sua prowidenza, ma non è a servizio delle nostre como-L dità. Buttarsi giù per capriccio, speran-do che Dio intervenga a salvarci, non è confidare nella sua prowidenza, ma uscire da essa, e quindi peccare. Nella terza tentazione, Satana mostra a Gesù tutti i regni del mondo promet­tendo di dargli tutto se lo adorerà, rico­noscendolo come signore del mon­do. Gesù lo scaccia e gli risponde con Deut. 6,13: Dio solo può essere ado­rato perchè vi è un solo potere sul mondo, ed è l'autorità di Dio; e vi è un solo essere che mette in discussione questo potere: Satana. Il Messia è ve­nuto per instaurare il potere (il Regno) di Dio, ponendosi così in contrasto con l'awersario di questo potere.

La Samaritana (Gv 4, 5-42)

Il brano ci presenta Gesù come acqua che disseta, cioè il punto di arrivo della ricerca umana. L'episodio comprende due Dialoghi: fra Gesù e la donna e fra Gesù e i discepoli. Quattro sono i temi principali. Il vero mistero: la donna si meraviglia che un giudeo le chieda da bere (i giu­dei non andavano d'accordo con i samaritani) . Ma la vera meraviglia è che è Gesù che chiede l'acqua mentre dovrebbe essere il contrario. La donna non comprende e Gesù le spiega che l'acqua di cui egli parla è la rivelazione progressiva del proprio mistero, è lui stesso. Il culto in spirito e verità: Gesù fa capire che inizia ora una nuova epoca, in cui il culto gradito a Dio non è più legato a un luogo specifico, ma sarà in "spirito e verità " ossia suscitato ed il­luminato dallo Spirito di Dio e dalla rivelazione messianica, cioè dal messaggio e dalla persona di Gesù. E' il culto dell'uomo nuovo, che ha accolto la Parola ed è stato rinnovato dallo Spirito.

L'attesa messianica dei Samari­tani: i Samaritani descrivevano il Messia come una figura umana, mortale. Lo attendevano quale nuovo Mosè: come Mosè sarà un profeta, in­dicherà la verità e svelerà ogni cosa. Con la solenne proclamazione di Gesù: "Sono io che t i parlo " , egli dichiara di essere colui che compie le attese dei samaritani. Egli è il profeta, il rivelatore, il restauratore del vero culto. I discepoli e la missione: il dialogo con i discepoli mette in luce il tema della fede e della missione. Gesù è proteso nello sforzo di una totale ob­bedienza al Padre: in questo si rivela la sua filiazione divina. La volontà del Pa­dre è la missione. Questa è l'opera che il Figlio (e poi la chiesa) deve portare a compimento e che Gesù, alla fine della sua vita, dichiarerà di aver compiuto. L'evangelista qui vuole dirci due cose: l'incontro con Cristo si fa contagioso, si fa testimonianza; la salvezza è uni­versale, è per tutti.

Don Maurizio

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Giugno 1990 BOLLETTINO PARROCCHIALE Pago 3

(dalla prima pagina) che, cementando i rapporti umani, ha permesso di superare brillantemente le difficoltà. Per il Gruppo della Carità è stata una vittoria professionale, in quanto ha presentato un prodotto qualitativamente per nulla disprezza­bile, ma soprattutto umana, in quanto tutti si sono interiormente arricchiti vivendo questa esperienza. E le mani­festazioni di gioia, più o meno conte­nuta ma palpabile in tutto l'ambiente, sono arrivate dopo un percorso per tutti impegnativo, specialmente nel tratto finale (basti dire che nei giorni immediatamente precedenti la rappresentazione le prove si erano concluse sempre a tarda notte). Sono stati giorni di comprensibile tensione nei quali però è venuto fuori tutto il nerbo del gruppo: ci facevamo l'un l'altro coraggio e nel nervosismo per le difficoltà ognuno infondeva animo nell'altro per superare gli ultimi scogli e giunge in porto. Gli applausi sono stati allora, in un certo senso, la "naturale " conclusione delle nostre fatiche e dei nostri sacrifici. E' stata una soddisfazione che nessuna mo­neta potrebbe mai ripagare: in fin dei conti l'intera realizzazione è stata cu­rata solo da noi giovani e aver rice­vuto i complimenti da chi in questo campo ha vasta esperienza ci ha fatto

assai piacere: dimostra, se non altro, la proficua vitalità di noi giovani e del nostro gruppo. E' nostra speranza che da questa esperienza anche la comunità par­rocchiale sia risultata cresciuta, se ben ha accolto e compreso il senso profondo della rappresentazione e delle sue parole.

Andrea Azzano

Il 23 Dicembre Giovanni e Irma Roman hanno celebrato le nozze d'oro. In occasione della festa i figli ricordano i genitori a parenti e amici.

PRIMA COMUNIONE 13 MAGGIO 1990

LA REGIONE CONCILIARE TRIVENETA E' stato giustamente affermato che il Triveneto, comprendente il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige, «presenta caratteristiche fisiche talmente variegate da poter riassume­re un intero continente». Le tre regioni del Nord-Est d'Italia, che compongono la regione conciliare tri­veneta, pur essendo così ricche di «diversità» sono profondamente legate tra loro dalla storia, dalla geografia e dalla cultura. Esse traggono le origini

della loro fede cristiana dalla evange­lizzazione della Chiesa di Aquileia e, in parte, dalla Milano di S. Ambrogio. Ora le quindici diocesi sorelle delle tre regioni si danno appuntamento ad Aquileia e Grado, con lo spirito missio­nario che sempre ha segnato la loro storia, per arricchirsi reciprocamente e per rafforzare la comunione nell'ascol­to a quello che lo Spirito va sempre dicendo alle Chiese, anche oggi.

NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELLE VENEZIE

CONVEGNO DELLE CHIESE DEL TRIVENETO AD AQUILEIA

Con questo titolo e su questo tema si celebrerà il 10 Convegno Ecclesiale Triveneto. Tale appuntamento verrà celebrato dal 28 aprile al1 o maggio '90 proprio ad Aquileia da dove è partita la prima evangelizzazione delle terre friu­lane e venete. I circa mille convegnisti radunati dai Vescovi delle tre regioni (Veneto, Friuli, Trentino e Alto Adige) saranno chia­mati a riflettere su un passato ed un presente che interpellano le comunità cristiane ad accettare la sfida di una presenza significativa e qualificata di Chiesa in una società per molti aspetti radicalmente diversa. Le inevitabili e spesso rapide trasfor­mazioni socio-economiche culturali e politiche hanno mutato la storia e la vita dei nostri territori in questi ultimi decenni. La trasformazione che sta subendo la parrocchia, perno tradizionale delle religiosità veneta; il calo vistoso della frequenza domenicale; l'indifferenza religiosa e la fede talvolta debole e poco accultrata di molti cattolici ; la dissociazione tra il credere e l'operare, ... rischia di ridurre la Chiesa ad un generico quadro di riferimento di valori simbolici più che un concreto progetto di vita. L'elencazione dei problemi potrebbe procedere a lungo. Ma non faremmo che girare attorno ad un'unica ques­tione: il Veneto non è più la Vandea d'Italia, come poteva apparire nel pas­sato. Un Veneto ed un Friuli, fonte ine­sauribile di preti e di devoti, teatro di pubbliche processioni e di intermina­bili funzioni religiose. E' una regione come le altre, dove si divorzia, si abor­tisce, si pianificano le nascite, dove il consumismo s'impone sempre più come modello di vita, ecc. A fronte di ciò però, stanno anche segnali di con­tinuità e di crescente vitalità. L'asso-

ciazionismo, dopo la crisi postconcilia-re, appare in netta ripresa, per non parlare del volontariato. Sotto questo profilo l'area veneta rimane un sicuro polo trainante, nonchè un capace ser­batoio di dirigenti, militanti di iniziative~ e di idee. Anche se, in questa terra solcata da chiese e campanili che rappresentano l'aspetto più tipico del paesaggio, non solo l'influsso pubblico dell'Istituzione cattolica si va attenuando, ma emer­gono, anche al suo interno, il primato delle coscienze e della scelta indi­viduale, propensioni alla dissociazione fra l'essere credenti e il senso di ap­partenenza alla Chiesa. Da un lato dunque la Chiesa del Trive­neto «tiene», regge all'urto della mcdernizzazione; ma dall'altro mani­festa preoccupanti scricchiolii, mostra segni di difficoltà e di crisi. Il quesito da cui "Sorge il Convegno ec­clesiale è allora se il tradizionale catto­licesimo veneto-attivistico, impregna-to di pastoralità concreta, poco abitua-to a misurarsi con ciò che è altro da sè, fortemente legato al clero e non meno fortemente politicizzato, sia attrezzato a raccogliere la sfida di un futuro che avanza verso di noi a passi sempre più I rapidi. ~ L'analisi della società del triveneto at-tuale e, per quanto è possibile, di quel-la futura, dovrà così andare insieme con una autoanalisi che la Chiesa ci auguriamo sia in grado di svolgere in forma quanto più libera e responsabile possibile. Un dialogo fuori dagli schemi tradizio­nali tra la chiesa e la società, in una regione in cui queste due realtà si sono supposte come coincidenti anche quando propabilmente non lo erano già più, non potrà che giovare a tutti.

don Piero Cesco

SOLIDARIETA' ATTORNO ALL'ANZIANO LA STRUTTURA PUBBLICA NON BASTA

«Oggi è più che mai necessario e indi­lazionabile sviluppare intorno all'anzia­no una rete di solidarietà, frutto di un'a­zione coordinata fra l'intervento pub­blico e quello privato: nella realtà at­tuale del nostro territorio, infatti, le situazioni a rischio di disagio e di soli­tudine (alcune drammatiche già al presente, altre con una prospettiva non remota di non autosufficienza) si calcolano intorno ad alcune centinaia». Alfonso Cofone e Sergio Silvestre, i neoeletti presidente e segretario dell'

associazione di volontariato Avan, che opera nell 'ambito di tutto il territorio comunale, così sintetizzano la realtà degli anziani e delle persone provate di varie forme di emarginazione. Ci si è chiesti e ci si chiede ripetuta­mente quale possa essere il ruolo del volontariato in una realtà così com­plessa: gradualmente, via via che l'e­voluzione dei casi difficili ha consentito di mettere a fuoco i problemi, si è an­data delineando una risposta che sug­gerisce le linee fondamentali di pre-

Page 4: dal campanile di Azzano Decimo - parrocchiaazzanodecimo.it · alcuni miracoli. Nel periodo della Quaresima hanno commentato con molta efficacia i ... -tale dalla nascita -mendicava

Pago 4

senza e di intervento a tutte le persone di buona volontà. La struttura pubblica - è stato rilevato a più voci, anche in occasione della re­cente assemblea dei volontari Avan -non può risolvere da sola i problemi degli anziani, pertanto l'esigenza della solidarietà deve costituire un orienta­mento vitale e prioritario. Oggi il Centro sociale per anziani del nostro comune svolge un ruolo essen­zialmente di prevenzione; è una strut­tura che offre soprattutto un valido punto di riferimento agli anziani auto­sufficienti che desiderano stare insie­me.

BOLLETTINO PARROCCHIALE

Il volontariato intende collocarsi a fian­co di tale strutttura e di tutta l'organiz­zazione pubblica che cura l'assistenza domiciliare, in atteggiamento di colla­borazione, disponibile a intervenire particolarmente nei momenti in cui il servizio pubblico non può essere pre­sente (si pensi ad esempio ai giorni fe­stivi). Cofone e Silvestre stanno attuando un programma di incontri con tutti i volon­tari per verificare le individuali attitudini e disponibilità. Per quanto riguarda la mappa dei casi bisognosi, il Centro sociale mette a disposizione dell'Avan i dati di una recente indagine svolta sul

territorio. Si tratta ora - osserva Silvestre - di mettere in funzione alcuni recapiti di riferimento zonali per la raccolta di in­formazioni e segnalazioni e per tutte le necessità che devono essere riferite anche alla struttura pubblica. Il servizio di segreteria, che sarà istituito fra bre­ve presso l'ex asilo nido, dovra svol­gere principalmente una azione di coordinamento. L'opera dei volontari - sottolinea Cofone - può consentire un dialogo e un rapporto umano che vanno oltre la risposta ai bisogni concreti. Vorrei ricordare anche che la vasta e com-

Giugno 1990

plessa realtà degli anziani non auto­sufficienti impone oggi, al di là di tutte le forme assistenziali già in atto, una adeguata risposta che può essere così sintetizzata: non possiamo più elemosinare per i nostri vecchi un posto in case di riposo lontane, a volte vera megalopoli, dove l'individuo si spegne per la nostalgia e la solitudine. E' tempo di pensare - l'urgenza della situazione lo impone - alla realizza­zione di una struttura in cui gli anziani più provati possano trascorrere i res­tanti giorni di vita confortati dall'ombra del loro campanile.

Flavia Sacilotto ______________________________________________________________________________________ L

IL BUON CUORE (Novembre - Maggio)

In morte di Facca Remigio famiglia 150.000 mamma e fratelli 300.000, trentenni 100.000, fam. in morte di Miot Olivo 100.000, cinquantenni 150.000, quarantenni 100.000, 25° Di Longo Achille e Clara 50.000, battesimi di Novembre 270.000, sposi Bravin Pasqualino e Mio Luisa 150.000, fam. in morte di Manias Gino 100.000, 50° di Roman Giovanni e Irma 100.000, battesimi di Dicembre 250.000, fam. in morte di Taiariol Amalia 100.000,50° di Moretti Giuseppe e Antonietta 100.000, Bambin Gesù del Sacco n 42.000, set­tantenni 50.000, fam. in morte di Ma­scarin Sinilia 100.000, Candido Gio­vanna in morte 100.000, battesimi di Gennaio 120.000, sorella Angela in morte di Mascarin Giacomo 150.000, judo per 1'89 importo 600.000, fam. in morte di Pizzi nato Angela 500.000, in morte diMonticco Sergio fam. 100.000 cugini 100.000 zii Minatel Rino e Maria 50.000 fam. Dottor Plateo 100.000, moglie in morte di Oro Guido 250.000, fam. in morte di Santin Giuseppe 100.000, fam. a ricordo di Mercante Abramo 30.000, battesimi di Febbraio 70.000, fam. in morte di Pessa Rai­mondo 100.000, 40° di Mio Armido e Carmela 50.000, fam. in morte di San­drin Ernesto 100.000, giornata Scuola Materna 3.500.000, fam. Dottor Inno­cente a ricordo di Mauro 350.000, in morte di Rambaldini Lidia la figlia 50.000, Maria e Domitilla Pellarin 50.000, circolo culturale di Cesena 100.000, Filippi Elso 50.000, battesimi di Marzo 120.000, fam.in morte di Lorenzon Luigi 100.000, fam. in morte di Sartor Italia 100.000, nipoti Gaspe­rotto a ricordo di Pizzi nato Angela 100.000, sposi Paolon Araldo e Lovi­sotto Gloria 100.000, i genitori di Gloria 150.000, battesimi di Aprile 350.000, fam. in morte di Manias Odovilio 50.000, in morte di Buttignol Giannina 50.000, latteria di S. Pietro Aposto 100.000, in occasione delle benedizio­ni delle case 15.841 .800, cassa rurale a ricordo di Belluz Vally 100.000, fam. in

Guglielmo Sandre m. (Canada)

18/7/89

Monticco Sergio m. 9/2/90

morte di Favret Dina 100.000, 25° di Chiarot Marino e Anna Maria 100.000, sposi Ostenti Livio e Del Bel Belluz Cri­stina 150.000, fam. in morte di Morettin Angela 150.000, in morte di Trevisan Anna 100.000, fam. a ricordo del Dottor Giovanni Pujatti 250.000, sposi Pase Tiziano e De Rizzo Lisa 100.000, 25° di Valvasori Ilario e Renata 300.000, battesimi di Maggio 450.000, prima Comunione 1.100.000, Cresima 1.950.000, in morte di Papais Guido moglie e figlie 340.000, Giovanni Bat­tista Vescovo in morte di mamma Cle­lia 150.000.

Emigranti Andreatta Flavio 26.000, Inafanti Aldo 50.000, Longo Rino 30.000, Bregol in Edoardo 20.000, Dolcetti Giovanni con Messa 100.000, Cilio e Roma Lovisa per due Messe 21 .000, Battiston Maria 10.000, Belluz Guido 50.000, Mascarin Delfino 30.000, Marcuzzi Carmela con Messa 52.000, Vettor Guido 50.000, Gaiarin Nella 20.000, Pasut Bruna e Giacomo 30.000, Zucchet Silvio con Messa 31.200, Zanette Francesco 10.000, Aramini Maria 53.500, Arman­do e Rosina Facca 21.400, Santin Aldo 26.750, Luigia Del Rizzo 10.750, P.Piva 10.750, Dely Frigeri 53.750, Mezzarob­ba Angela 10.000, Angelina Valvasori con Messa 20.000, Stradiotto Danilo 21.700.

Asilo In morte di Pizzi nato Angela i figli 200.000 fam. De Marchi 100.000, of­ferte varie 55.000, in morte di Monticco Sergio fam. 100.000 cugini 100.000 fam. Mezzarobba Mario 50.000 fam. Mascherin Giacomo 50.000 Bosa Leo­nardo e Daniela 50.000, fam. in morte di Pellarin Augusta 500.000, in morte di Rambaldini Lidia fratello Corrado 100.000, in morte di Papais Guido Pal­mira e Francesco Papais 100.000, ni­poti in morte di Mascarin Giacomo 100.000, Ferdinando Brendenkamp 50.000, Rosset Italo 50.000, offerte varie 40.000.

ANAGRAFE

(Dicembre - Maggio)

Battesimi Zanette Gessjca di Pierluigi e Alida, Santin Alessandra di Bruno e Rosan­na, Zaina Elisa di Giovanni e Liliana, Sartori Michela di Gian Antonio e Lucia, Gobbo Maurizio di Flavio e Vale­ria, Santin Lorenzo di Renzo e Violet, Sacilotto Arianna di Danilo Maria Rosa, Perosa Veronica di Secondo e Vania,Bertoldo Moira di Dennio e Da­lida, Santi n Emanuele di Maurizio e Candida, Sarri Alex di Gian Carlo e Nicoletta, Pascot Giulia di Michele e Franca, Caldo Sonia di Paolo e Stella, Pascon Debora di Angelo e Graziella, Mascarin Silvia di Michel e Renata, Belluz Eddy di Giorgio e Liliana, Fer­rara Mariagabriella di Fabio e Gabriel­la, Milanese Silvia di Loris e Antonella, Colautti Tosca di Giovanni e Gianna, Nerlati Michele di Bruno e Virna, Del Bel Belluz Alan di Antonio e Vittoria, Bortolato Arianna di Roberto e Rosan­na, Bertoia Giorgia di Egidio e Anna Luisa, Mascarin Federico di Luigi e Vania, Santa rossa Christian di Athos e Annadele, Bailot Amanda di Enore e Nadia, Borghello Giada di Agostino e Nadia, Spurio Michele di Valter e Rosanna.

Matrimoni Bravin Pasqualino e Mio Luisa, Paolon Araldo e Lovisotto Gloria, Ostenti Livio e Del Bel Belluz Cristina, Boldarin Francesco e Del Vecchio Diana, Pase Tiziano e Del Rizzo Lisa,

Funerali Miot Olivo di anni 79 marito di Piccolo Luigia, Mascarin Giacomo di anni 80 celibe, Manias Gino di anni 87 marito di Sartor Italia, Taiariol Amalia di anni 83 vedova di Palù Giacomo, Mascarin Sinilia di anni 70 moglie di Massarut Giacinto, Candido Giovanna di anni 83 vedova di Polesel Silvio, Del Bel Belluz Agostino di anni 61 celibe, Pigat Giu-

I vostri cari vi ricordano con affetto

Sartor Enrico m. 27/6/89

Dusolina Sartor m. (Canada) ·

19/10/89

Mazzonetto Verino m. 1/8/79

Gambino Virginia in Mazzonetto

m. 4/2/87

seppina di anni 33 moglie di Cecco Giancarlo, Bianchini Daniele di anni 85 vedovo di Fantin Maria, Rossit Angela di anni 91 vedova di Pizzinato Giovan-ni, Monticco Sergio di anni 47 marito di Pezzutti Wilma, Oro Guido di anni 86 marito di Muz Giovanna, Santin Giu­seppe di anni 86 vedovo di Campagna Rosalia, Pessa Raimondo di anni 79 marito di Bagatin Maria, Manias Lodo­vico di anni 69 marito di Morson Jole, Sandrin Ernesto di anni 85 vedovo di Lus Luigia, Rambaldini Lidia di anni 81 vedova di Fabris Renato, Bomben Augusta di anni 91 vedova di Pellarin L Paolo, Lorenzon Luigi di anni 81 marito di Camponi Ines, Sartor Italia di anni 86 vedova di Manias Gino, Pellarin Mar­cello di anni 64 marito di Dalla Cia Edy, Manias Odovilio di anni 76 marito di Manias Evel ina, Zanette Dina di anni 68 mogl ie di Favret Augusto, Morettin Angela di anni 86 nubile, Zucchet Pie­tro di anni 88 vedovo di Basso Lucia, Papais Guido di anni 78 marito di Pic­colo Assunta, Sponga Regina Angela di anni 95 vedova di Vettor Sebastiano, Zara Clelia di anni 78 vedova di Ve­scovo Bruno, Trevisan Anna di anni 81 vedova di Lus Marco.

Piccola Posta Ricambio cordiali saluti a quanti hanno spedito offerte per la Chiesa, il Bollet­tino e celebrazione di Messe; il vostro nome lo trovate nelle offerte. A proposito vorrei ricordare a tutti di mandare ogni anno qualche offerta, perchè le spese di spedizione del Bol­lettino costano sempre più. Saluto pure e ricordo quanti hanno mandato saluti e auguri in occasione delle varie feste: Suor Teresa Del Riz­zo, Suor Roberta Reginato, Suor Mer­cedes, Suor Eugenia, Suor Donatella, Suor Gertrude, Suor Bernarda, Suor Gemma dalla Bolivia, Madre Generale delle Suore Rosarie, Tondato Antonio, Sandra e Pierantonio Bassan, Arduino e Vittoria Piccinato, Severino Masca­rin, Pierino Roman, Teresa e France­sco Del Rizzo, Giuseppe e Felicita Favot, Wade Veronica, Adriana Panon­tin, Luigi Pegorer, Don Antonio Moret-to. ~

Peschiutta Italo m. 8/5/89

Bertazzo Agostino m. 9/4/89