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COMUNE DI AZZANO DECIMO PROVINCIA DI PORDENONE PROGRAMMAZIONE DELLA RETE DISTRIBUTIVA COMUNALE PER LE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA VARIANTE al PRGC RAPPORTO AMBIENTALE il progettista agosto 2009 Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 1

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COMUNE DI AZZANO DECIMO PROVINCIA DI PORDENONE

PROGRAMMAZIONE DELLA RETE DISTRIBUTIVA COMUNALE PER LE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA

VARIANTE al PRGC

RAPPORTO AMBIENTALE

il progettista

agosto 2009

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 1

Indice

0. Premessa Pag. 4

1. Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi.

Pag. 6

1.1 I contenuti del piano di Settore Pag. 6

1.2 Rapporto con altri piani o programmi Pag. 14

2. Quadro normativo e vincolistico Pag. 17

2.1 Normativa di riferimento Pag. 17

2.2 Vincoli territoriali ed ambientali Pag. 17

3. Lo stato dell'ambiente Pag. 19

3.1 Ambiente climatico Pag. 19

3.1.1 Meteorologia e clima Pag. 19

3.1.2 Venti Pag. 19

3.1.3 Qualità dell’aria Pag. 19

3.2. Ambiente idrico Pag. 20

3.2.1 Idrografia di superficie Pag. 20

3.2.2 Idrologia sotterranea Pag. 20

3.2.3 Esondabilità Pag. 20

3.2.4 Morfologia ed idrogeologia Pag 20

3.2.5 Qualità biologica Pag. 20

3.3 Suolo e sottosuolo Pag. 21

3.3.1 Morfologia Pag. 21

3.3.2 Litologia Pag. 21

3.3.3 Geodinamica Pag. 21

3.3.4 Zonizzazione geologica Pag. 21

3.3.5 Rifiuti Pag. 22

4 Traffico e vie di comunicazione Pag. 23

5 I fattori biotici Pag. 28

5.1.1 La vegetazione Pag. 28

5.1.2 Fauna Pag. 29

5.1.3 Biodiversità Pag. 29

5.2 Paesaggio e beni culturali Pag. 29

5.2.1 Il paesaggio : evoluzione storica e stato attuale Pag. 29

6. Problematiche ambientali attinenti il Piano Pag. 30

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6.1 Sintesi delle criticità rilevate Pag. 30

6.2 Probabile evoluzione dell’ambiente in assenza delle previsioni di Piano Pag. 30

7. Obiettivi di protezione ambientale Pag. 31

8. Valutazione sintetica degli effetti. Individuazioni delle azioni di piano Pag. 32

9. Interventi di mitigazione Pag. 35

10. Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi Pag. 36

10.1 Indicatori di legge Pag. 36

10.2 Indicatori di piano Pag. 36

11. Sintesi non tecnica Pag. 37

11.1 Obiettivi e criteri Pag. 37

11.2 Quadro normativo e vincolistico Pag. 39

11.3 Vincoli territoriali ed ambientali esistenti Pag. 39

11.4 Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche Pag. 39

11.9 Problematiche ambientali attinenti il piano Pag. 42

11.10 Obiettivi di protezione ambientale Pag. 43

11.11 Valutazione degli effetti. Individuazione delle azioni di piano Pag. 43

11.12 Interventi di mitigazione Pag. 46

11.13 Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi

Pag. 46

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 3

0. Premessa

Il presente documento rappresenta l'avvio del processo di Valutazione Ambientale Strategica applicato alla Variante al P.R.G.C. di Azzano Decimo, relativa al Piano di Settore comunale per la grande distribuzione commerciale.Come noto, la procedura di VAS comprende :

- l’elaborazione di un rapporto concernente l’impatto sull’ambiente conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da adottarsi o approvarsi,

- lo svolgimento di consultazioni,- la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di

approvazione di un piano o programma,- la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione.

La Valutazione Ambientale Strategica degli strumenti di pianificazione e programmazione (VAS) è stata introdotta a livello europeo con la Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2001/42/CE del 27 giugno 2001, quale strumento metodologico per l’integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell’elaborazione e nell’adozione di piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente.La valutazione ambientale è dunque una procedura che garantisce che gli effetti dell’attuazione dei piani e dei programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazione, in modo da poter adottare le soluzioni più sostenibili e più efficaci al fine di mantenere un elevato grado di protezione dell’ambiente.

Con la Legge regionale 6 maggio 2005 n.11 la Regione Friuli Venezia Giulia ha recepito i contenuti della Direttiva, anticipando la legislazione nazionale, che avrebbe dovuto essere emanata entro luglio 2004.La legge : − prevede che, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e assicurare un elevato livello di

protezione dell’ambiente, la Regione, gli enti locali e gli altri enti pubblici provvedono alla preventiva valutazione ambientale strategica (VAS) di piani e programmi (P/P) aventi effetti significativi sull’ambiente;

− individua i piani ed i programmi che sono soggetti a VAS e specifica in quali casi si debba ricorrere alla verifica di non assoggettabilità (piani e programmi che interessano aree di modesta entità, di interesse locale o che comportano modifiche di rilevanza minore).

Il Decreto Legislativo 152/2006 recante “Norme in materia ambientale” rappresenta il recepimento nazionale della Direttiva Europea 2001/42/CE. Tale decreto, la cui applicazione era stata sospesa in vista di una sua rielaborazione, è entrato in vigore il 31 luglio 2007 e costituisce, pertanto, formale recepimento della citata Direttiva Europea.Nello specifico, il Decreto Legislativo stabilisce all’art. 7 comma 2, che siano sottoposti a valutazione ambientale strategica “… i piani e programmi che presentino entrambi i seguenti requisiti :1) concernenti i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della

gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli;

2) contenenti la definizione del quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione di opere ed interventi i cui progetti siano sottoposti a valutazione di impatto ambientale in base alla normativa vigente …”

Con l'entrata in vigore del D.Lvo 16 gennaio 2008 n°4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 1006 n°152 recante norme in materia ambientale) la procedura di VAS è stata definitivamente adeguata ai canoni della direttiva comunitaria 2001/42/CE. Esso stabilisce, tra l’altro, la prevalenza delle disposizioni regionali in materia o, in caso di carenza, il ricorso alle norme del decreto medesimo.

Con la recente L.R. n°16 del 5 dicembre 2008, sono stati individuati i limiti di applicazione del D.L. n°152/06 alla pianificazione locale. In particolare si definiscono :“... a) proponente: l'ufficio comunale o il soggetto privato che elabora il piano urbanistico;

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b) autorita' procedente: l'organo cui, ai sensi della normativa vigente e dell'ordinamento comunale, compete l'adozione e l'approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica comunale;c) autorita' competente: la Giunta comunale;d) soggetti competenti in materia ambientale: l'ARPA, l'Azienda per i servizi sanitari competente per territorio, la Regione, gli uffici comunali, gli altri soggetti pubblici o privati con competenze in materia ambientale.2. Ai sensi dell'art. 6, c.3, del decreto legislativo 152/2006, sono considerate piccole aree a livello locale: a) le aree oggetto di varianti non sostanziali agli strumenti urbanistici comunali di cui all'art. 63, c. 5, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 5 (Riforma dell'urbanistica e disciplina dell'attivita' edilizia e del paesaggio);b) le aree interessate dai piani particolareggiati comunali ancorche' comportino variante agli strumenti urbanistici nei limiti di cui alla lettera a).3. Per i piani urbanistici di cui all'art. 6, c. 3, del decreto legislativo 152/2006, che determinano l'uso di piccole aree a livello locale cosi' come definite al comma 2 e per tutti i piani e varianti agli strumenti urbanistici comunali di cui all'art. 6, c. 3 bis, del decreto legislativo 152/2006, l'autorita' competente valuta, sulla base della relazione allegata al piano e redatta dal proponente con i contenuti di cui all'allegato I della parte II del decreto legislativo 152/2006, se le previsioni derivanti dall'approvazione del piano possono avere effetti significativi sull'ambiente.

Sulla base di tali disposizioni, la Variante al P.R.G.C. in oggetto viene sottoposta alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, redigendo, come primo step, il presente Rapporto Ambientale.Esso è formato in ottemperanza alle disposizioni dell'allegato VI del D.Lvo n°4/08 che prescrive, tra l’altro:“… Le informazioni da fornire con i rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica sono:a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri per-

tinenti piani o programmi;b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del

piano o del programma;c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree significativamente interessate;d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare

quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone desi-gnate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.

e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale;

f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salu-te umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. De-vono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;

g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali im-patti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;

h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivan-ti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste;

i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significa-tivi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodi-cità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure cor-rettive da adottare;

j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti…”

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1. Illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi.

1.1. I contenuti del Piano di Settore

Il Piano di Settore del Comune di Azzano Decimo per la grande distribuzione commerciale (attività emporiali, singole o associate in centri o complessi commerciali, dotate di superficie di vendita superiore a 1500 mq) viene redatto nel rispetto degli indirizzi fissati dalla Legge Regionale 5 dicembre 2005, n.29 (“Normativa organica in materia di attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande”) che ha innovato il quadro normativo regionale in materia introducendo come principali innovazioni :a) l'estensione della procedura della Denuncia di Inizio di Attività (D.I.A.) per tutte le aperture fino a

400 mq. di superficie di vendita (qualsiasi sia il settore merceologico);b) il superamento della suddivisione in due soli settori merceologici dell'universo commerciale con

l introduzione di due nuovi settori: quello dei generi non alimentari a basso impatto (i ma‟ teriali per l edilizia, ivi compresi quelli elettrici, quelli per l agricoltura e la zootecnia, la ferramenta, i legnami, i‟ ‟ mobili e gli articoli di arredamento, gli elettrodomestici, i veicoli e le imbarcazioni) e quello della stampa quotidiana.

c) l'innalzamento della superficie di vendita massima per gli esercizi di medio dettaglio da 800 mq. a 1.500 mq., concedibili mediante singola autorizzazione;

d) il passaggio da una gestione regione regionale a una comunale del rilascio delle autorizzazioni di medio e grande dettaglio, mediante la predisposizione di due appositi strumenti di programmazione comunale: il regolamento per il medio dettaglio (di validità biennale) e il piano di settore del grande dettaglio (di validità quadriennale);

e) il rafforzamento, invece, del ruolo dell'Ente Regione per quanto riguarda l individuazione “delle aree‟ potenzialmente idonee all'insediamento di strutture di vendita con superficie coperta complessiva superiore a 15.000 mq.;

f) l'abolizione dell'obbligo di individuazione delle zone urbanistiche di tipo Hc (per grandi strutture di vendita superiori a 5.000 mq.) e possibilità di introduzione per il Comune, nello strumento urbanistico, di zone commerciali (H2) per esercizi di grande dettaglio con superficie coperta complessiva non superiore a 15.000 mq.;

g) una nuova disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali, oggi organizzata sulle seguenti principali linee guida:

h) la possibilità di poter vendere prodotti medicinali industriali non soggetti a prescrizione, quali farmaci da banco o di automedicazione e altri prodotti non soggetti a prescrizione medica - anche omeopatici -, all'interno degli esercizi commerciali. Con il Regolamento di esecuzione n°069/Pres. Del 23.03.2007, vengono altresì disciplinati :

a) una riformulazione dei parametri di calcolo dei contingenti della grande distribuzione, b) una più precisa indicazione dei parametri urbanistici da verificare nella predisposizione dei Piani di

settore, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra impatto viabilistico e superficie coperta, con obbligo preventivo/tassativo, per le amministrazioni comunali, di valutazione di impatto per tutte le aree dove si vogliano andare ad insediare strutture commerciali con superficie coperta superiore a 5.000 mq.;

c) dei nuovi standard di parcheggio (in funzione delle dimensioni) da riservare alla clientela e ai dipendenti, nonché delle aree da destinare al carico e scarico delle merci.

Dalle analisi contenute nello studio di base del Piano di Settore in argomento, al quale si rinvia, emergono le seguenti valutazioni di sintesi :

1. La rete distributiva dimostra una discreta tenuta complessiva ed un ancora più che sufficiente grado di apprezzamento da parte dei consumatori, anche se, dopo le “recenti” aperture dei Centri commerciali di Pordenone e Fiume Veneto, vi sia stata una certa riduzione “nella fedeltà al consumo” presso Azzano Decimo da parte della clientela comunale e di quella dell'hinterland azzanese,

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2. Sulla rete del Comune si può ancora puntare, soprattutto per quanto riguarda il settore extra-alimentare, dove la grande distribuzione, mediante strutture moderne e specializzate può rappresentare quel “quid” in più da poter offrire al consumatore locale e di passaggio, soprattutto se orientato alla promozione e alla vendita di produzioni “tipiche” dell'area in cui è insediato il Comune (quali: mobili ed arredamenti o prodotti della meccanica),

3. La rete comunale possiede ancora caratteristiche e, soprattutto, potenzialità (date da un ottima‟ dotazione di consumatori residenti e da viabilità di garantisce adeguati livelli di consumatori fluttuanti) che nel prossimo futuro dovranno rappresentare il punto di partenza da cui costruire uno sviluppo bilanciato del medio/grande dettaglio, capace di riportare la rete comunale a quelli livelli di eccellenza un tempo posseduti ed oggi messi in discussione dalla crescita emporiale nei più volte citati comuni di Pordenone, Fontanafredda, Porcia, Sacile e Fiume Veneto,

4. Il potenziamento del settore commerciale deve, quindi, essere ritenuto componente strategica essenziale per lo sviluppo economico dell'intera comunità azzanese, e ciò sia in termini di benefici diretti al Comune (oneri di urbanizzazione, ICI, Tassa Smaltimento Rifiuti), che indiretti (occupazione presso le attività e sviluppo dell'indotto commerciale, artigianato di servizio alle imprese),

5. In un momento di contrazione dei consumi innegabile, un comune dalla storia emporiale e dal peso commerciale come Azzano Decimo deve porsi come obiettivo strategico un ulteriore crescita della propria offerta, sia ad opera di aziende già presenti al suo interno, sia da parte di nuove aziende esterne. Tale crescita deve essere attuata/pensata soprattutto in termini di professionalità e innovazione, per essere in grado di soddisfare le sempre più esigenti e critiche richieste del consumatore (altrimenti attratto da oltre reti),

6. Diretta conseguenza di questo enunciato è che i piccoli punti di vendita generici sono destinati generalmente a sparire (permanendo forse solo nelle zone più periferiche), lasciando spazio a medie strutture di vendita che garantiscono, su dimensioni adeguate, una discreta profondità di scelta per il consumatore,

7. Parallelamente si dovranno andare a sviluppare i grandi esercizi specializzati di settore, attraverso sia la crescita dei punti vendita locali di successo già presenti sul territorio, sia mediante l arrivo di‟ grandi insegne che, confortate dalla presenza di un buon bacino di utenza e di strutture para ed extra commerciali in loco, tendano a cercare l integrazione con un tessuto commerciale “forte”,‟ piuttosto che a privilegiare localizzazioni “solitarie” slegate dal contesto socio-economico di insediamento.

Gli indirizzi progettuali assunti dal Piano di Settore sono, pertanto, i seguenti : nel settore alimentare :

tutto il contingente calcolato privilegia trasformazioni di esercizi di medio dettaglio già esistenti in esercizi di grande dettaglio, meglio se integrati in strutture a complesso commerciale;

nel settore non alimentare a) forte iniezione di superfici commerciali (stante anche la mancanza di strutture di grande

dettaglio nel Comune) per il “lancio” sia di una forte aree commerciale destinata essenzialmente al settore non alimentare a basso impatto (mobili e complementi di arredamento), entro il valore massimo “urbanistico” concesso dalla legge regionale di 15.000 mq. coperti (per il cui adeguamento si provvede con parallela variante urbanistica), e sia per completamento dell'offerta merceologica entro le due aree urbanistiche a destinazione commerciale (H2) poste lungo il corso della S.R.-251 (o nelle sue più dirette adiacenze);

b) L'intero territorio comunale viene quindi considerato, da un punto di vista commerciale, come “Zona Unica” per quanto attiene la suddivisione delle superfici incrementali previste. Si prevede invece che, all'interno di questa macro-zona commerciale, le previsioni complessive, scaturite dai calcoli di congruità economica vengano suddivise entro i limiti urbanistici di capienza per singola area urbanistica.

Le realtà commerciali analizzate, dal punto di vista urbanistico, corrispondono con le zone H2 ed H3 previste dallo strumento urbanistico generale vigente, rappresentate nelle seguenti schede tratte dallo studio di base per la redazione del Piano di Settore.

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Accanto alle sopra descritte aree, il Piano di Settore prende in considerazione anche l'ambito a destinazione mista H/I/N2 commerciale – espositivo – logistica, oggetto di specifica Variante al PRGC, individuato in zona Pra dei Fiori, a ridosso dell'autostrada A28, in prossimità dello svincolo autostradale di Azzano Decimo.Si tratta di una vasta area di circa 32 ha, assoggettata ad un Piano Attuativo comprendente anche una zona per attrezzature e servizi collettivi S85, di circa 6,5 ha, all'interno del quale il Piano di Settore prevede l'allocazione di superfici di vendita al dettaglio per grandi strutture non alimentari, pari a 12.500 mq.

Il Piano, sulla base dei criteri fissati dalle vigenti disposizioni regionali in materia, stima come potenzialmente insediabili superfici complessive (su base normativa) pari ad 83.000 mq. In realtà, il dimensionamento progettuale assunto (su base economica) limita a circa il 25% della potenzialità massima l'effettiva superficie prevista, come desumibile dalla seguente tabella.

Il Piano propone quindi uno scenario che prevede un bilanciato/moderno sviluppo del settore commerciale basato sullo sviluppo di tre ambiti :− l'ambito H2.1 di Via Peperate, già assoggettato a PRPC in corso di esecuzione,− l'ambito H2.3 di Viale 1° Maggio, anch'esso con Piano Attuativo in corso di realizzazione,− l'ambito H/I/N2 di Pra dei fiori, di nuova individuazione.

La ripartizione delle superfici assegnate è evidenziato nella successiva tabella.

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Zona Commerciale

Settore merceologici

AlimentareNon Alimentare / Non Alimentare a basso

impatto

Unica 1.650 19.250

Così suddivisi tra le varie zone

urbanistiche compatibili con lo

sviluppo della grande distribuzione presenti

in Comune

P.R.P.C. ambito H2 n.1 di Via Peperate “Mascherin” 850 3.350

P.R.P.C. ambito H2 n.3 di V.le I° Maggio “Gaia” 800 3.400

Area di previsione commerciale

“Pra dei Fiori”=== 12.500

1.2. Rapporto con altri piani o programmi

A- Zona espositivo – logistica di Pra dei FioriIl Piano di Settore è strettamente correlato con la previsione urbanistica di insediamento di una struttura logistico – espositiva in località Pra dei fiori.La variante n°46 al PRGC, infatti, introduce i seguenti elementi progettuali essenziali : a) suddivisione dell’intero ambito in 2 zone omogenee :

● H/I/N2 aree destinate ad attività espositive, logistiche, direzionali e commerciali prevalentemente a servizio della produzione del distretto del Mobile,

● S attrezzature e servizi collettivi

b) definizione, attraverso una scheda normativa, dell’assetto viabilistico principale e localizzazione delle principali funzioni all’interno dell’area progetto, da assoggettare a piano attuativo.

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All’interno del perimetro fissato dalla variante al PRGC troveranno collocazione le seguenti funzioni :a) Una zona denominata H/I/N2, della superficie di 32,79 ha, destinata alle attività strategiche del

progetto precedentemente descritto, quali :o Il centro direzionale e congressuale,o Le attività di marketing e promozionali,o La ricerca, lo sviluppo e la formazione,o Il centro espositivo,o Il centro logistico con il terminal per i mezzi pesanti,o attività al dettaglio di media e grande struttura,o attività commerciali all'ingrosso,o attività ricettive.

b) Una zona per attrezzature collettive di scala comunale (S), della superficie di ha 6,55, destinata :o Alla ricostituzione di un bosco planiziale, a ridosso del corso del fosso Luma,o Alla realizzazione di impianti sportivi e di attività ludico-ricreative.

Il Piano Attuativo definirà la quantità di aree oggetto di cessione all’Amministrazione Comunale e quelle, gestite dal privato, che manterranno il vincolo di uso pubblico.La superficie dedicata al commercio al dettaglio rappresenta una quota marginale (10% circa) delle superfici coperte realizzabili, come desumibile dalla tabella dimensionale allegata alla Variante n°46.

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Z.T.O.Utilizzazione fondiaria

% Mq Mq Mq Mq

H Commercio 15,00 49.192 39.353 80,00% 31.483

- 15.000

- 6.483

Ricettivo - 10.000

I Direzionale 35,00 114.781 91.825 80,00% 73.460 Direzionale 33,3 24.487Espositivo 66,7 48.973

N Logistico 50,00 163.973 131.178 40,00% 52.471 Logistico 100 52.471

Totale 100,00 327.945 262.357 157.414 Totale 157.414

S 65.468 10,00% 6.547 6.547

Destinazioni di zona

Superficie territoriale

Superficie fondiaria

Destinazioni d'uso

consentite

Superficie utile consentita *

% di Sf %di UfCommercio al

dettaglio Commercio all'ingrosso

Attrezzature e servizi

Attrezzature e servizi

B- zona commerciale H2.1 di Via 1° Maggio “Gaia”Si tratta di un ambito di Piano Attuativo approvato ed attualmente in fase di realizzazione, lungo Via 1° Maggio, con accessibilità da una nuova rotatoria recentemente ultimata all'intersezione con Via Armentarezza.All'interno del perimetro di Piano ricadono una zona commerciale H2.3 ed un ambito a destinazione prevalentemente residenziale C1.19.Vi insiste un fabbricato a destinazione commerciale, già attivo.A seguito dell'entrata in vigore della Variante n°39 al PRGC, l'ambito è stato interessato da una variante al PRPC (n°2 del. G.C. n°32 del 27 febbraio 2009) con la quale sono state introdotte le seguenti modifiche :- per la zona H2 :

innalzamento delle superfici utili di vendita al dettaglio dal limite massimo di 800 mq a mq 1500, aggiornamento dei riferimenti normativi alla L.R. 29/05 e suo regolamento di esecuzione

- per la zona C1 :● riduzione della incidenza della quota di volume residenziale al 51% del volume complessivo

realizzabile, aggiornamento dei riferimenti normativi alla L.R. 29/05 e suo regolamento di esecuzione.

La medesima Variante è accompagnata da una Relazione di “non assoggettabilità a V.A.S.”, con la quale si attesta :− che il Piano non modifica le caratteristiche essenziali delle previsioni di PRGC,− non produce incremento del carico di utenza relativamente all'utilizzo delle fonti energetiche ed allo

smaltimento delle acque reflue,− non determina implicazioni di natura transfrontaliera,− non comporta particolari rischi di incidenti con implicazioni ambientali,− ha un'estensione limitata (1,5 ha), riconducibile ai casi di “piccole aree a livello locale”,− non è interessato da vincoli ambientali o paesaggistici,− non è contiguo ad aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello internazionale, comunitario o

nazionale.Sulla base di tale verifica l'Ente competente ha ritenuto di escludere, per il PRPC “Gaia”, l'attivazione della procedura di V.A.S.

C- zona commerciale H2.3 di Via PeperateSi tratta di Piano Attuativo approvato ed in corso di realizzazione, attestato in prossimità della nuova rotatoria all'intersezione tra la S.S. N°251 e Via Peperate. Ha una superficie territoriale di mq 21.665Vi insiste un fabbricato a destinazione commerciale, già attivo.In sede di predisposizione del P.R.P.C. non si è provveduto alla verifica preliminare di assoggettabilità a V.A.S.Tuttavia, le dimensioni e le caratteristiche del sito, nonché le previsioni progettuali attribuite dal P.A. Portano a ritenere l'ambito del tutto analogo all'ambito “Gaia” precedentemente descritto.Eventuali varianti al P.R.P.C. renderanno comunque necessaria la predisposizione di tale verifica.

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2. Quadro normativo e vincolistico

2.1 Normativa di riferimentoPer quanto attiene la Valutazione Ambientale Strategica ed il presente Rapporto Ambientale la normativa comunitaria, statale e regionale di riferimento é costituita da :- Direttiva 2001/42/CE del 27/06/2001, Concerne la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente - D.Lgs 03/04/2006 n°152 Norme in materia ambientale- D.Lgs 06/05/2008 n°4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006 n°152 recante norme

in materia ambientale- L.R. 06/05/2005 n°11

Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Regione FVG derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea. Attuazione delle direttive 2001/42/CE, 2003/4/CE, 2003/78/CE.

2 .2 Vincoli territoriali ed ambientali (Sono indicati in grassetto quelli che hanno diretta attinenza con le aree oggetto di Variante al P.R.G.C.)

VINCOLI MONUMENTALINel territorio comunale di Azzano Decimo sono vincolati, ai sensi del D.Lgs 42/04 ex L. 1089/39, i se-guenti immobili :• Casa padronale Perissinotti a Corva• Casa Rosso a Corva• Palazzo Porcia a Capo di Sotto D.M. 18.06.95

Ai sensi del medesimo decreto (ex L.1497/39) sono vincolate le seguenti ville e parchi :• Villa Cappellari della Colomba a Pedrina, Tiezzo• Villa Padronale Russolo, Tiezzo

AREE ARCHEOLOGICHE• Tumulo in località La Collina a Fiumesino N.d.S. 1072 dd. 3.2.1986

PIEVI ed ABAZIE• San Pietro Apostolo, capoluogo● Chiesetta di Santa Lucia in Colle

VINCOLI AMBIENTALI E PAESAGGISTICISono soggetti a vincolo D.Lgs 42/04 i seguenti corsi d’acqua iscritti nel registro delle acque pubbliche :- fiumi• 44 Fiume Meduna• 121 Fiume Fiume• 128 Fiume Sile• 132 Canale Beverella e Partidor• 133 Fiume Roia, Roggia Baidessa e Roggia Guzza- laghi• 1 Laghi di Prati di Villotta• 2 Lago presso casa Belluz

VINCOLO AMBIENTALENel territorio comunale non ricadono siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS). Vanno in ogni caso segnalate le seguenti aree, a sud della linea delle risorgive e prossime al terri-torio comunale di Azzano Decimo, soggette a vincolo ambientale:

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- l’area SIC – IT IT3310011, Marzinis, situata ad est, in Comune di Fiume Veneto. Il sito include uno degli ultimi lembi di bosco planiziale a carpino bianco e farnia frammisto a bosco gole-nale a salice bianco e pioppo nero; all’interno vi scorre infatti un rio a deflusso libero.L’importanza del sito è dovuta alla presenza di uno degli ultimi lembi di bosco planiziale e di bosco gole-nale legato ad un corso d’acqua a deflusso libero. Sito di qualche interesse a livello regionale per la pre-senza di uccelli, non necessariamente di rilevanza comunitaria, nidificanti in ambiente boschivo nella bas-sa pianura coltivata. Occorre sottolineare che Vipera aspis francisciredi è qui citata in quanto popolazione di pianura ormai isolata. Nell'area sono presenti Emys orbicularis, Triturus carnifex, Bombina variegata e Rana latastei, a bassa densità di popolazione. Nel Sile il popolamento ittico comprende fra l'altro Lethen-teron zanandreai, Cottus gobio, Cobitis taenia e Barbus plebejus. E' segnalata anche la presenza di Au-stropotamobius pallipes.- l'area SIC – IT 3310012, Bosco Torrate, situata a Sud Est, in Comune di San Vito al Tagliamento. Tale sito, completamente boscato con prevalenza di farnia e carpino bianco in un'area formata da terreno allu-vionale con falda freatica a tratti emergente, costituisce un ultimo lembo di bosco planiziale della pianuraveneto-friulana, in cui prevale l'elemento fitogeografico illirico-balcanico. Rilevante e anche la presenza di specie avicole nidificanti in ambiente boschivo cosi come la presenza della vipera “aspis francisciredi”.

VINCOLO SISMICOTutto il territorio comunale di Azzano Decimo é soggetto a vincolo sismico con categoria ex zona S9 così come definita dalla Legge 64/74 e s.m.i.

VINCOLO IDROGEOLOGICODeriva dall'approvazione dei Piani Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Leme-ne e Livenza. I piani perseguono l'obiettivo di garantire ai territori interessati dai rispettivi bacini un ade-guato grado di sicurezza rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, mediante interventi di manteni-mento degli equilibri idraulici, il consolidamento degli ambiti fluviali e la programmazione degli usi del suolo a difesa e consolidamento dei terreni.

VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI MOBILITA’- fascia di rispetto della viabilità (D.L. n°285/92 e Regolamento D.P.R. n°495/92)• di autostrada m. 60• di strada statale m. 30• di strada provinciale m. 20• di strada comunale m. 20- fascia di rispetto ferroviario (D.P.R. n°753/80)

VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI TRASPORTO DELL’ENERGIA- fascia di rispetto di elettrodotto (D.P.C.M. 23.4.92)• da 132 Kv m. 10• da 220 Kv m. 18• da 380 Kv m. 28- fascia di rispetto di gasdotto• gasdotto di media ed alta pressione : m. 10 dall’asse della condotta- fascia di rispetto di metanodotto• metanodotto m. 21 dall’asse della condotta

VINCOLI RELATIVI ALLE ATTREZZATURE ED IMPIANTI TECNOLOGICI• cimitero m. 50-200 (L-1265/34, L.938/67 e Piano Cimiteriale)• depuratore m. 100• cabina primaria di trasformazione dell’energia elettrica : m. 10 – 28(in relazione alla massima tensione della linea)

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3. Lo stato dell'ambiente

3.1 Ambiente climatico

3.1.1 Meteorologia e climaLa zona in esame, appartenente alla pianura pordenonese, ha un clima lievemente continentale e di na-tura piuttosto uniforme. Le temperature producono inverni non eccessivamente rigidi, con minime di qualche grado sotto lo zero e massime del mese più freddo al di sopra dei 5°.La leggera continentalità del clima provoca, invece, un rapido raffreddamento autunnale, con una dimi-nuzione della temperatura media mensile di circa 14°, tra settembre e dicembre. Le precipitazioni medie annue superano di poco i 1200 mm (1243), con punte massime in primavera, 346 mm, e in autunno, 372 mm, e un minimo di 211 mm in inverno.

Le precipitazioni estive sono ancora relativamente abbondanti, (314 mm), poiché diminuiscono solo a stagione inoltrata e quindi, nel complesso della stagione, mantengono valori piuttosto elevati. Il numero medio annuo di giorni piovosi, di 97, rimane nei valori usuali della bassa pianura, mentre la precipitazio-ne media per giorno piovoso, di 12 mm, e leggermente superiore, con una punta massima in ottobre, di 15 mm, e minima in gennaio e luglio, di 12 mm.Al suolo le condizioni geomorfiche del territorio pordenonese modificano la circolazione generale dei venti, determinando una dominanza dei venti orientali del primo quadrante, da ENE e NNE, con una ve-locità media nell’intorno di 4.5 nodi, soprattutto da novembre ad aprile e da SSE (scirocco) da aprile ad agosto. Il vento meno frequente nella pianura e il Maestro, da NO, ma molto scarso nella provincia di Pordenone anche il Ponente, da O.

3.1.2 VentiIl regime di brezza assume valori medi compresi tra 1 e 2 m/s. I venti sinottici sono prevalentemente presenti nel periodo autunnale ed invernale ed hanno valori medi superiori, anche di alcuni metri al secondo, rispetto a quelli delle brezze.

3.1.3 Qualità dell'ariaMonitoraggi eseguiti da ARPASu richiesta dell’Amministrazione Comunale di Azzano Decimo l’A.R.P.A. del Friuli Venezia Giulia ha attivato nel periodo 1 aprile – 8 maggio 2008 una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria, posizionando la Centralina Mobile in località Piazza Libertà. Durante tale periodo, sono state inviate al Comune, con frequenza giornaliera, le risultanze analitiche del monitoraggio.In data 3 luglio 2008 sono stati trasmessi i dati analitici rilevati con riferimento ai seguenti parametri : Anidride solforosa, Biossido di azoto, Monossido di carbonio, Ozono, Particolato fine PM10, Benzene, Toluene, Xileni.Non si sono manifestate situazioni di particolare criticità.

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3.2 Ambiente idrico

3.2.1 Idrografia di superficieIl territorio comunale appartiene in parte al bacino idrografico del Livenza ed in parte a quello del Leme-ne. I corsi d'acqua principali sono caratterizzati da un andamento generale in direzione NE-SW, secondo la pendenza della pianura.Nonostante le frequenti modifiche subite, con rettifiche ed alterazioni antropiche legate alle pratiche agricole e all'urbanizzazione, si riconoscono spesso gli avvallamenti e le depressioni che accompagnano i corso d'acqua, soprattutto lungo il fiume Fiume.

3.2.2 Idrologia sotterraneaIl modello idrogeologico della bassa pianura è caratterizzato da un sistema di falde sovrapposte in pres-sione contenute entro livelli a maggiore permeabilità in prevalenza sabbiosi talora ghiaiosi. Sono presen-ti superficialmente delle falde sospese (entro i primi 6 m dal p.c.), contenute entro livelli incoerenti limo-so sabbiosi, delimitati da livelli coerenti. La loro alimentazione è legata essenzialmente alle precipitazionimeteoriche. Dall'analisi dei pozzi artesiani presenti nel territorio comunale, le falde (entro i primi 300m) si trovano mediamente alle seguenti profondità:- falda A tra 30 - 50 m - falda B tra 65 - 95 m- falda C tra 110 - 120 m - falda D tra 170 - 205 m- falda E tra 200 - 220 m - falda F tra 260 - 300 mA profondità maggiore, entro i 600 m, si rilevano poi altri tre livelli di falda.

3.2.3 EsondabilitàPer lo studio delle esondazioni del territorio comunale, la "Carta della pericolosità idraulica" ha fatto rife-rimento al Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Livenza e a quello del fiume Lemene, redatti dall'Autorità di Bacino. In generale, in occasione di eventi eccezionali, nel ter-ritorio comunale i fenomeni esondativi si sono manifestati come tracimazione e/o rottura degli argini.

3.2.4 Morfologia ed idrogeologiaLa morfologia del territorio è determinata dall'azione di rimodellamento operata dai due corsi d'acqua principali che attraversano il territorio secondo una direzione generale NE-SW: il Fiume ed il Sile. Entrambi i corsi d'acqua sono inseriti nell'elenco delle acque pubbliche, rispettivamente con i numeri 121 e 128 (D. Lgs. 42/2004 -ex Galasso, art.142). I due corsi d'acqua sono caratterizzati da un andamento meandriforme, talora con rettifiche piuttosto evidenti e con bassure e depressioni più o meno ampie.Nella zona di Pra dei fiori, lungo il confine NW dell'area oggetto di variante, è presente il tratto di monte del Fosso della Luma, anch'esso inserito nelle acque pubbliche con il numero 130. La sua depressione, in questo primo tratto è appena accennata, con pendenze modeste che si raccordano al corso d'acqua che presenta dimensioni piuttosto contenute. Un ramo secondario, affluente della Luma di sinistra idro-grafica attraversa invece l'area di variante e drena una vasta superficie per la presenza di diverse ramifi-cazioni secondarie che provengono anche dalla zona a monte dell'autostrada. Dalla carta della pericolosità idraulica del PRG, solo una modesta zona di contorno della Luma e del suo affluente di sinistra idrografica sono inseriti in zona P1, definita a moderata pericolosità idraulica.

3.2.5 Qualità biologicaIn conformità al D.Lgs n°152/99, la qualità biologica, lo stato ecologico e lo stato ambientale complessivo delle acque sono valutati sulla base dell'Indice Biotico Esteso (IBE), dei macrodescrittori e dei metalli pesanti inquinanti.Per una valutazione del livello di qualità delle acque superficiali si sono considerate le informazioni desunte dalla “Carta ittica del Friuli Venezia Giulia” pubblicata nel 1992 dall'Ente Tutela Pesca.Il Comune di Azzano Decimo non comprende corsi d’acqua con presenza di carichi organici significativi e non ricade nelle zone di alta vulnerabilità monitorate dall’ente regionale.

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3.3 Suolo e sottosuolo

3.3.1 MorfologiaIl territorio comunale si colloca nella bassa pianura pordenonese, dove l'assetto morfologico è legato al-l'azione di erosione e trasporto dei corsi d'acqua, soprattutto quelli di risorgiva che nascono poco a mon-te del territorio stesso.La geometria finale è costituita da modeste ondulazioni che si raccordano alle bassure dei corsi d'acqua principali e da una fitta rete di scoli minori e fossati che rendono più articolato il territorio.

3.3.2 LitologiaIl territorio comunale ricade nella bassa pianura pordenonese dove, da un punto di vista litologico i sedi-menti grossolani dell'alta pianura, a valle della fascia delle risorgive, vengono sostituiti dapprima da lenti a composizione fine che diventano via via predominati. In questa zona gli orizzonti grossolani diventano meno frequenti, collegati essenzialmente alla presenza di paleoalvei dei corsi d'acqua principali che in tempi recenti hanno avuto modo di depositare lingue disposte a ventaglio rispetto ai corsi attuali, con ampie strisce ghiaiose secondo la direzione di distribuzione delle correnti del Meduna e del Tagliamento.La potente coltre di depositi quaternari, ha in zona uno spessore dell’ordine di 500 – 600 m, con il sub-strato che, da dati geofisici, ha una direzione d’immersione NE-SW.Le facies litologiche individuate dallo studio geologico generale rientrano nelle classi C7 – C8 – C9 e C10 (Broili, 1977), che identificano sedimenti a composizione variabile da sabbie ghiaiose ad argille limose.Gli spessori dei sedimenti individuati risultano piuttosto variabili e determinano in modo significativo la zonizzazione geologica del territorio. Le caratteristiche geotecniche dei sedimenti rientrano in un range scadenti – buone. Nelle categorie “scadente” rientrano livelli argillosi e/o limosi, mentre nelle categorie discreta – buona rientrano i livelli sabbiosi ghiaiosi, sabbiosi e/o limosi.I sedimenti coerenti si caratterizzano con un grado di compressibilità medio – alto (Rp< 15 Kg/cmq), mentre i livelli incoerenti variano entro un intervallo da moderatamente addensati – addensati.

3.3.3 GeodinamicaNel territorio comunale non sono state segnalate strutture tettoniche sepolte di primaria importanza, ma dagli studi recenti di neotettonica si registra un generale abbassamento dell’area della bassa pianura ed un basculamento in direzione del fiume Livenza (linea di Caorle).La classificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia (recepimento Ordinanza n. 3274 del 20.03.2003), inserisce il comune di Azzano Decimo in zona 3.

3.3.4 Zonizzazione geologicaIn relazione ai criteri proposti dall’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Friuli Venezia Giulia dopo il terremoto del 1976, la zonizzazione geologico tecnica distingue, nel territorio comunale, le seguenti zone omogenee:● zona Z3 litofacies C7 – C8 (sedimenti sabbiosi e/o sabbioso ghiaiosi) ● zona Z3/4 litofacies C8 – C9 (sabbie limose e limi sabbiosi) ● zona Z4/5 litofacies C9 – C10 (limi argillosi, limi sabbiosi e argille)Le aree interessate rientrano, secondo la classificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia, in zona 3, mentre per quanto riguarda la zonizzazione geologica ricadono in prevalenza in zona Z3/4 (fa-cies C8 e C9, a composizione fine), e in parte in zona Z3 (facies C7 e C8, a composizione grossolana).

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3.3.5 RifiutiNel territorio comunale di Azzano Decimo non sono presenti attualmente discariche attive di rifiuti urbani o assimilabili. Gran parte dei rifiuti speciali prodotti dalle aziende industriali viene raccolto, trasportato, stoccato, trattato e smaltito da appositi centro servizi per l’ambiente (Recycla a Maniago, Geonova a San Vito al Tagliamento).La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani è affidata ad Ambiente Servizi spa.Essa opera in 19 Comuni, per un totale di oltre 120.000 abitanti, mentre il livello di raccolta differenziata nel bacino servito ha superato il 68%.

Le modalità di raccolta riguardano i seguenti rifiuti :- Secco residuo, misti e assimilati- Ingombranti- Carta, cartone e imballaggi in plastica- Legno- Frigoriferi, congelatori, apparecchi tv, apparecchiature elettroniche e altre apparecchiaturefuori uso- Tossici e infiammabili, accumulatori al piombo e oli- PneumaticiLa raccolta differenziata nel comune di Azzano Decimo nell’anno 2006 ha raggiunto i Kg 3.679.610, pari al 72,73% del totale dei rifiuti prodotti sul territorio.

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4. Traffico e vie di comunicazioneIl Piano di Settore comunale della grande distribuzione è accompagnato da uno studio dell'impatto del traffico, generato dalla espansione e dalla nuova realizzazione di insediamenti commerciali sulla rete viabilistica di Azzano Decimo.Lo studio assume un modello matematico del bacino di traffico direttamente interessato dall'accessibilità alle tre zone commerciali coinvolte (Via Peperate, Via 1° Maggio e Pra dei Fiori), calibrato nello stato di fatto con riferimento alla fascia oraria ed alla giornata di maggior carico della rete, ovvero alla giornata del sabato, nella fascia oraria 17,00 – 18,00.Il modello matematico (tavola 1) tiene conto del bacino di traffico direttamente interessato dall'accessibilità alle zone di sviluppo dei nuovi ambiti commerciali, in territorio di Azzano Decimo, lungo la S.R. 251 e la SP 6.

tav. 1

Il modello matematico è stato calibrato nello stato di fatto con riferimento alla fascia oraria e alla giornata di maggior carico della rete. Queste sono risultate essere la giornata di sabato nella fascia oraria 17/18.Sono stati elaborati i dati di rilievo diretto di flussi di traffico ed il calcolo dell'attrattività dei nuovi centri commerciali previsti lungo la S.R. N°251 e la SP 6. La calibrazione del modello indica una capacità adeguata dei vari elementi della rete ad eccezione della intersezione semaforizzata tra la SR 251 e la SP 6 che viene completamente saturata nella giornata e nella fascia oraria di maggior carico.

CALCOLO DEL TRAFFICO INDOTTOLa metodologia seguita per calcolare il traffico indotto da ciascuna delle zone commerciali H2 e della zona di Pra dei Fiori è stata la seguente:• CALCOLO DEL NUMERO DI VEICOLI ATTIRATI DALLA ZONA NELLO STATO DI FATTO. I dati di partenza sono il giro d'affari annuo della zona (A – dato collegato al tipo di attività e alla superficie della stessa) e il valore dello scontrino medio (B). Da questi dati si può risalire al numero di consumatori annuo (C=A/B) e settimanale (C/50), e da questo, al numero di veicoli attratti.• CALCOLO DEL NUMERO DI VEICOLI ATTIRATI DALLA ZONA NELLO STATO DI PROGETTO. Lo stato di progetto prevede, nella generalità dei casi, un aumento sia delle tipologie di attività che delle superfici di vendita. Assunto il dato di sviluppo, viene ipotizzato (dato dunque ipotetico) il giro d'affari e il

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valore dello scontrino medio per ogni tipologia di attività. Ripetendo il calcolo del punto precedente si perviene al dimensionamento del numero di veicoli attratti.• SUDDIVISIONE DEI CONSUMATORI DURANTE LA SETTIMANA.Il dato settimanale di consumatori, viene disaggregato in componenti giornaliere applicando alcune regole derivate dalla osservazione dell'andamento settimanale dei consumi per le diverse tipologie di attività e medio su tutte le tipologie di attività coinvolte. In particolare, la percentuale di afflusso massimo viene osservata nella giornata di sabato con valori che si attestano, a seconda delle attività insediate, da un minimo del 23/24% (zone commerciali esistenti ed espansione delle stesse) ad un massimo del 30/31% (nuova zona commerciale).• IPOTESI DI MOVIMENTAZIONE GIORNALIERA. Dimensionato il dato di afflusso giornaliero (in particolare nella giornata del sabato), si prosegue con il dimensionamento del flusso orario nell'arco della giornata. Anche questo è un dato che si avvale di parametri sperimentali. Per il tipo di attività previste, nel caso delle zone commerciali esistenti (e della espansione delle stesse), il valore di afflusso della mattina è superiore rispetto a quello del pomeriggio (60% contro il 40% circa nella giornata del sabato), nel caso delle attività previste a Prà dei Fiori, la proporzione è opposta (40% contro il 60% circa, sempre nella giornata di sabato). Il valore orario di punta, si attesta nella fascia 11:00 – 12:00 per le zone esistenti (valori attorno al 35/37% del flusso mattiniero), nella fascia 17:00 – 18:00 (valori attorno al 23% del flusso pomeridiano) per la nuova zona commerciale di Prà dei fiori.• PROVENIENZA DELLE AUTOMOBILI. La provenienza dei veicoli è notevolmente diversa nei casi delle zone esistenti lungo la via Primo Maggio e della nuova zona con accesso dalla SP 6. In particolare, per quest'ultima la provenienza è per la grande maggioranza da nord con una importante componente dalla bretella autostradale (circa il 90%). Nel caso delle zone esistenti la grande parte proviene dalla SR 251 e dalla viabilità urbana (circa il 92/93%) e solo una piccola parte (7/8%) da nord (in particolare dalla bretella autostradale).• EFFETTIVI CONSUMATORI AGGIUNTIVI A SEGUITO DI NUOVE APERTURE E IPOTESI DI VALUTAZIONE DELL'EFFETTIVO INCREMENTO DI VEICOLI ATTIRATI DALLA ZONA COMMERCIALE AL NETTO DEI VEICOLI CHE GIÁ TRANSITANO SULLA VIABLITÁ STRADALE.Si tratta di una organizzazione dei dati già calcolati finalizzata a meglio rappresentare e georeferenziare l'effettivo incremento di consumatori e dei veicoli che transitano sulla strada. In particolare, nel caso della zona commerciale di via Armentarezza – Divisione Julia, l'incremento dei consumatori previsto è del 134% (giornata d sabato) cui corrisponde un incremento di veicoli sulla strada, rispetto allo stato di fatto (548 veicoli attuali aventi come destinazione il centro commerciale nella intera giornata di sabato) del 250%. Nel caso del Centro di via Peperate, l'incremento di consumatori previsto (sempre nella giornata di sabato) è del 32% cui corrisponde un incremento di veicoli sulla strada, rispetto allo stato di fatto (640 veicoli attuali aventi come destinazione il centro commerciale nella intera giornata di sabato) del 150%.

SCENARIO DELLO STATO DI FATTOIl processo prevede una fase di implementazione del modello:• con i dati di flusso rilevati in ingresso e uscita dal sistema;• con i dati di accesso alle zone commerciali nello stato di fatto;• con le caratteristiche funzionali dell'infrastruttura (archi e nodi).I dati sono riferiti all'ora di punta del fine settimana posta tra le 17:00 e le 18:00 del sabato pomeriggio.Il risultato di questa fase di lavoro è descritto nelle tavole 2 e 3. Gli elementi emergenti sono i seguenti:• Il rapporto flussi/capacità sulla SR 251 (viale 1° Maggio) nella giornata del sabato, dalla intersezione di via Peperate alla intersezione semaforizzata (via Roma), si attesta attorno al valore 0,4/0,5. L'arteria risulta dimensionata per i carichi massimi di traffico cui può essere soggetta nello stato di fatto.• ll rapporto flussi/capacità riferito alla tratta sud-est della SR 251 rispetto l'intersezione semaforizzata, presenta valori del rapporto flussi/capacità, propri dell'ora di punta della giornata di sabato, piuttosto elevati (oltre 0,7), indice di una situazione se non di saturazione, di attenzione. • ll rapporto flussi/capacità riferito alla SP 6 nella giornata tipo del sabato nel tratto compreso tra la bretella autostradale e la SR 251 si attesta attorno al valore 0,3/0,4. Anche in questo caso, dunque, l'arteria risulta dimensionata per i carichi massimi di traffico cui può essere soggetta nello stato di fatto.

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• I valori del rapporto F/C per i nodi principali della rete (rotatorie esistenti e accessi alla bretella autostradale), indicano una situazione di adeguatezza degli stessi rispetto ai massimi carichi ad eccezione della intersezione semaforizzata dove il rapporto raggiunge il valore di saturazione.

Tav. 2

Tav. 3

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La calibrazione del modello indica una capacità adeguata dei vari elementi della rete, ad eccezione della intersezione semaforizzata tra la SR 251 e la SP 6e del tratto sud-est della SR 251 in accesso alla intersezione semaforizzata.Emerge l'opportunità di riorganizzare a rotatoria la suddetta intersezione, anche in ragione dell'aumento dei carichi di traffico prevedibili ad avvenuta attivazione delle nuove zone commerciali previste dal Piano.Tale soluzione è, comunque, nei programmi dell'Amministrazione Comunale, che ha incaricato da tempo gli Uffici tecnici della Provincia di Pordenone di trovare una soluzione idonea per il nodo in questione.E' stato predisposto un progetto preliminare che si propone di eliminare le “gravi viziosità stradali costituite da 2 incroci a raso ravvicinati lungo la SR 251”.Le caratteristiche progettuali sono così sintetizzabili :

larghezza dell'anello (di forma ellittica) m 7,0; testa delle isole spartitraffico m 5,0; accesso alla rotatoria su due corsie provenendo dalla bretella autostradale e da nord; accesso su una sola corsia provenendo dal centro di Azzano e da Villotta.

SCENARIO DELLO STATO DI PROGETTOLo scenario di progetto è rappresentato dall'inserimento nel grafo di rete:• della espansione della zona commerciale H2. 1 (rotatoria via Peperate);• dalla espansione della zona commerciale H2. 3 (rotatoria via Armentarezza);• dalla realizzazione della nuova zona commerciale di Prà dei Fior.• Dall'inserimento di una rotatoria sull'incrocio semaforizzato tra le vie Roma e Primo Maggio;• Dall'inserimento di una rotatoria sulla SP 6 in accesso alla nuova zona commerciale di Prà dei Fior.In premessa si richiama l'acquisizione del progetto provinciale di riassetto della SP del Mobile.

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Il progetto prevede la realizzazione di una rotatoria in prossimità dell'incrocio semaforizzato di via Roma, l'allargamento della SP 6, una rotatoria di accesso alla zona Prà dei Fiori.Conseguentemente, si è deciso di completare la valutazione di impatto con:• la definizione delle caratteristiche geometriche minime che devono avere le due rotatorie che si reputano necessarie a garantire livelli di servizio adeguati del sistema modellato;• la verifica della capacità delle rotatorie previste dalla Provincia di Pordenone rispetto i carichi previsti.Il calcolo del traffico indotto restituisce un incremento complessivo del flusso nella giornata tipo del sabato nella ora di punta compresa tra le 17:00 e le 18:00 di circa 3400 veicoli in unità equivalenti (3382). L'apporto massimo è dato dalla nuova zona di Prà dei Fiori con 1600 unità equivalenti. Segue la zona di via Armentarezza con circa 960 unità equivalenti ed infine la zona di via Peperate 820 unità equivalenti.• Costruzione della matrice origine /destinazione degli spostamenti nello stato di progetto.• Verifica della capacità dei nodi di accesso:• alla zona 1 organizzato a rotatoria (esistente);• alla zona 2 organizzato a rotatoria (esistente);• alla zona 3 organizzato a rotatoria (in progetto);• verifica dell'intersezione semaforizzata tra le vie Santa Croce e SS 251 (viale Primo Maggio).• Individuazione di eventuali correttivi strutturali sulla rete finalizzati ad assicurare, nelle fasce orarie di maggior carico, un rapporto accettabile (minore di 1) tra i flussi e la capacità dei vari elementi della rete.Le verifiche effettuate indicano una situazione di adeguatezza della rete rispetto ai massimi carichi.

ConclusioniLa modellazione della rete di accesso alle zone commerciali H2 di Azzano e la successiva simulazione dei flussi di traffico nell’ora di punta della giornata maggiormente caricata, ha fatto emergere nello stato di fatto una situazione di saturazione in corrispondenza della intersezione semaforizzata tra le vie Roma (SP 6) e Primo Maggio (SR 251), e prossima alla saturazione nella tratta della SR 251 in ingresso alla intersezione semaforizzata da sud est (da Villotta).L’impatto sul traffico della espansione delle zone commerciali esistenti e della nuova zona di Prà dei Fiori, è stato governato attraverso la previsione delle seguenti opere infrastrutturali di adeguamento della rete:1. realizzazione di una rotatoria in prossimità della attuale intersezione semaforizzata tra le vie Roma

(SP 6) e Primo Maggio (SR 251); la rotatoria deve essere caratterizzata dai seguenti valori parametrici di minima :a. 2 corsie di accesso dalla SR 251 e dalla SP 6 dalla direzione nord (dalla direzione accesso alla bretella autostradale); una corsia di accesso dal centro di Azzano;b. Larghezza dell’anello: 6 metri;c. Testa dell’isola spartitraffico: 4 metri;

2. realizzazione di un adeguato invito alla canalizzazione sulle due corsie sul braccio della SR 251 proveniente da Villotta e provvedimenti di fluidificazione della circolazione quali divieti di sosta e di fermata nei 200 metri che precedono la rotatoria;

3. realizzazione di una rotatoria sulla intersezione tra la SP 6 e l’accesso alla zona di Prà dei Fiori caratterizzata dai seguenti valori parametrici di minima :a. 2 corsie di accesso dalla SP 6 e dalla direzione nord (dalla direzione accesso alla bretella autostradale); una corsia di accesso per gli altri due bracci;b. Larghezza dell’anello: 6 metri;c. Testa dell’isola spartitraffico: 4 metri;

4. realizzazione di un adeguato invito alla canalizzazione sulle due corsie sul braccio della SP 6 e provvedimenti di fluidificazione della circolazione quali divieti di sosta e di fermata nei 200 metri cheprecedono la rotatoria.

La simulazione degli effetti delle opere descritte, restituisce un sistema complessivamente caratterizzato da buoni o sufficienti valori di capacità residua su tutti i singoli elementi della rete (archi e nodi).

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5. I fattori biotici

5.1.1 La vegetazioneLa vegetazione del territorio di Azzano Decimo è strettamente legata al fenomeno fisico delle risorgive, con la presenza di un ricco reticolo idrografico superficiale e superstiti cavità sorgentifere.In epoca romana, la foresta Lupanica copriva l’intero territorio friulano, dall’Isonzo al Livenza. In epoca medievale, l’abazia di Sesto al Reghena godeva della giurisdizione sul bosco che dalla laguna di Caorle si estendeva sino al Cansiglio, comprendendo anche il territorio di Azzano Decimo.Con i trascorrere dei secoli, l’estensione del bosco si ridusse progressivamente, mantenendo vasti relitti di bosco planiziale sino alla metà del XIX secolo.Oggi, con il dissodamento dei suoli ad uso agrario ed il diffondersi a macchia d’olio dell’urbanizzazione, dei boschi planiziali residui permangono lembi di estensione limitatissima. Si segnalano i principali : Bosco Mantova, Bosco di Colle, Bosco Scrovat e Bosco Boscat.A seconda delle tipologie di ambiente naturale si possono distinguere le seguenti comunità vegetali :

- letto dei corsi d’acqua Potamogeni (potamogeton natans, P. crispus, P.pectinarus) associati a Ranunculus trichophyllus.Sul fondo si possono distinguere pulvini di erba gamberaja (Callitriche stagnalis) e peste d’acqua (anacharis canadensis).Nei tratti più lenti si incontra il crescione (Nasturtium officinalis) e la lenticchia d’acqua (Lemna minor).

- SpondeNei tratti di acqua stagnante la canna palustre (Phragmites australis).Le specie arboree tipiche dei festoni ripariali sono l’ontano (alnus glutinosa), il salice bianco (salix alba) ed il pioppo nero (populus nigra).

- Siepi ripariali ed interpoderaliSono prevalenti l’olmo (ulmus minor), il salice bianco, la farnia (quercus robur), il biancospino (crategus monogyna, C. oxyacantha), la frangula (frangula alnus), l’ontano, il prugnolo (prunus spinosa), il viburno (viburnum opulus), l’acero (acer campestre), la robinia (robinia pseudoacacia), il platano (platanus hybrida), la sanguinella (Cornus sanguinea).

Persistono le seguenti tipologie vegetazionali primarie superstiti :□ boschi planiziali,□ boschi ripari,□ vegetazione delle bassure sorgentifere (olle e prati umidi).

I boschi planiziali ancora esistenti nella bassa pianura friulana sono i lembi superstiti di più vaste estensioni boschive che ancora occupavano vaste superfici nell'800.Il bosco planiziale, denominato Querco-carpinetum boreoitalicum, è composto da Farnia (quercus robur) e Carpino bianco (carpinus betulus), a cui si affiancano sul piano arboreo il Frassino (fraxinus angustifolia) e l'Olmo (ulmus minor). Accanto a queste specie nel piano arbustivo compaiono il Biancospino (crataegus monogyna e laevigata), la Sanguinella (Cornus sanguinea) ed il Viburno (viburnum opulus). La flora del piano erbaceo è composta da geofite come Anemone nemerosa, Anemone ranuncoloides, Scilla Bifolia e Allium ursinum.

Frammenti di boschetti ripari, ancorchè fortemente infiltrati dalla vegetazione sinantropica, sono presenti lungo i principali corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale.Le principali specie che compongono il bosco ripario sono : Ontano (alnus glutinosa), Pioppo nero (populus nigra) e Salice bianco (salix alba) sul piano arboreo e sul piano arbustivo : Salice ripaiolo (salix elaeagnos), Salice cinerino (salix cinerea), Salice rosso (salix purpurea).

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 28

In molte parti del territorio comunale sono ancora presenti alcuni lembi superstiti delle tipiche bassure sorgentizie, dette olle. Queste sono cavità catiniformi formatesi in seguito all'erosione delle acque che dal loro fondo scaturiscono.All'interno e nell'immediato intorno di queste cavità si instaura una vegetazione acquatica e non, che si raggruppa secondo dei cerchi concentrici dal centro della cavità all'esterno (idroserie).In relazione all’ambiente umido si riscontra la presenza di flora ripariale quale Acorus calamus, Caltha palustris, Cirsium monspessulanum, Parassia palustris, Ranunculus aquatilis, Thelypteris palustris. La flora acquatica risulta composta principalmente da Potamogeton, Nuphar luteum, Nymphae alba.

5.1.2 FaunaL’esistenza di habitat di buona consistenza e caratterizzati da un buon grado di complessità ambientale, definiti da ambienti fluviali e spazi aperti, permette l’insediamento di varie specie animali, mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, pesci.La specie di mammiferi maggiormente presente in prossimità dei corsi d’acqua è l’Arvicola terrestris, all’interno delle aree boscate si riscontra la presenza di faine (martes foina) e donnole (mustela nivalis), nonché di alcune specie di topo.Frequente la presenza di alcune specie di uccelli quali Cannaiole, Cannareccioni, Ghiandaia, Gallinella d’acqua ed esemplari della famiglia dei picidi, oltre a specie più comuni quali Fringuelli, Tortore e Merli.L’ambiente acquatico permette l’insediamento di varie specie di rane e rospi e bisce d’acqua.Le specie presenti di pesci osservate all’interno dei corsi d’acqua principali sono Trota fario e Trota marmorata, Cavedano, Luccio, Cobite comune e Giozzo padano.

5.1.3 BiodiversitàPer biodiversità s’indica la ricchezza in organismi differenti e tra loro in relazione che condividono il medesimo luogo. Un aspetto determinante della biodiversità, riferito all’ambiente antropizzato in esame, è rappresentato dalla diffusione su larga scala di razze e cultivar altamente produttive ma con una base genetica assai più ristretta.Nel comune di Azzano Decimo la componente “naturale” riveste una rilevanza significativa, soprattutto se confrontata con la “naturalità” dei territori confinanti.I motivi di ciò vanno ascritti alla presenza di una buona dotazione idrica (fiumi Meduna, Fiume e Sile, rogge), che concorre ad ospitare un notevole corredo floristico con vegetazione igrofila (legata ai corsi d’acqua): dagli alberi e arbusti presenti al margine dei corsi d’acqua, alle macrofite che vegetano nelle sponde perennemente bagnate, alle idrofite, che vegetano nel fondo di fiumi e rogge, ai prati umidi.La biodiversità espressa come varietà di habitat presenti nel territorio comunale di Azzano Decimo può essere definita ancora di buon livello.Per quanto riguarda la fauna, può valere quanto detto sopra, poiché la riduzione delle superfici naturali di pregio ha di fatto depauperato numericamente le specie faunistiche presenti nel territorio comunale, pur senza una significative perdita di biodiversità.

5.2 Paesaggio e beni culturali

5.2.1. Il paesaggio : evoluzione storica e stato attualele aree oggetto di variante non presentano particolari valenze dal punto di vista paesaggistico. Le zone H2 sono ormai inglobate all'interno del tessuto urbano. Per quanto attiene l'ambito di Pra dei fiori, l’utilizzo agricolo estensivo ha prodotto il progressivo livellamento dei suoli, con eliminazione della rete dei fossi e delle siepi segna confine. Permane solamente lungo il margine nord il fosso Luma, corso d’acqua perenne, che ha leggermente inciso il territorio con un leggero avvallamento, che viene segnato, lungo tutto il suo percorso da uno sviluppo continuo di vegetazione ripariale. All’interno dell’area persiste il sedime di fosso tributario della Luma che in gran parte dell’anno è privo d’acqua corrente e funge da scolo dei campi limitrofi in occasione di precipitazioni piuttosto intense. Il fosso è comunque bordato da vegetazione, segno questo della presenza di un ricca falda sotterranea quasi superficiale.

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 29

6. Problematiche ambientali attinenti il piano

6.1 Sintesi delle criticità rilevateDalle analisi condotte nei precedenti capitoli emergono alcune situazioni di criticità ambientale, riassunte nella tabella seguente.Si tratta, nella quasi totalità dei casi, di criticità addebitabili esclusivamente all'ambito di Pra dei fiori, stante la limitata dimensione e la contestualizzazione urbana degli altri ambiti interessati dal Piano di Settore.

6.1.1. Suolo a. sottrazione territorio agricolob. impermeabilizzazione di nuove areec. frammentazione ecologicad. perdita di paesaggio ruralee. incremento della produzione di rifiuti

assimilabili agli urbani e speciali

6.1.2. Aria a. inquinamento da traffico veicolare

6.1.3. Acqua a. diminuzione delle acque di percolazioneb. incremento delle acque di scorrimento di prima pioggia

6.1.4. Energia a. inquinamento luminoso

Nei successivi capitoli vengono evidenziate le azioni di piano finalizzate a minimizzare i suddetti effetti, ovvero a predisporre interventi compensativi, o, infine, a controllarne gli effetti anche nel medio lungo periodo con l'utilizzo di idonei indicatori ambientali.

6.2 Probabile evoluzione dell'ambiente in assenza di nuove previsioni di PianoIn assenza della approvazione della presente Variante al PRGC, lo scenario che si verrà presumibilmente a configurare prevede :− il mantenimento, per l'ambito di Pra dei Fiori, delle attuali modalità di utilizzazione agraria dei suoli,

orientati alla coltura intensiva a seminativo;− la conservazione di alcuni elementi del paesaggio agricolo tradizionale presenti nell’intorno dell’area

di Pra dei fiori e che caratterizzano in particolare la zona più a nord, in prossimità del fosso Luma e delle abitazioni attestate lungo Via Burtolo,

− la perdita di competitività del sistema economico locale rispetto all'offerta merceologica dei territori contermini.

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 30

7. Obiettivi di protezione ambientale

La Direttiva 2001/42/CEE, unitamente alle normative statali e regionali di recepimento, richiede che nell’ambito del Rapporto Ambientale, vengano esplicitati gli obiettivi di protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale, conseguenti in particolare a direttive comunitarie ma, anche, per le tematiche non affrontate da accordi, convenzioni e trattati internazionali.

Tra gli obiettivi generali di sostenibilità ambientale, con riferimento al Piano Attuativo in oggetto, si assumono come prioritari :

1. Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico - artistico e paesaggistico (Convenzioni Unesco, Paesaggio, Protezione patrimonio archeologico – D.Lgs 42/04);2. Contenere la mobilità ad elevato impatto ambientale (direttiva 01/27/CEE – L. 662/96, L. 334/97);3. Conservare e riqualificare gli habitat naturali (direttiva 01/27/CEE);4. Incrementare la dotazione di servizi collettivi (Carta di Aalborg, 1994);5. Raggiungere gli indicatori di sviluppo fissati dalla Strategia di Lisbona (2000).

Nella tabella di seguito riportata vengono sistematizzati gli obiettivi generali e specifici di sostenibilità ambientale, le risorse ambientali coinvolte, i principali atti legislativi comunitari e convenzioni e/o trattati internazionali di riferimento ed i principali atti legislativi nazionali e regionali di recepimento.

ID Obiettivo generale di sostenibilità Obiettivo specifico settori di riferimento

risorse ambientali

principali direttive co-munitarie e conven-zioni e trattati inter-

nazionali

principali atti legislativi nazionali e regionali di

recepimento

1

consolidare, estendere e

qualificare il patrimonio

archeologico, architettonico,

storico - artistico e paesaggistico

Conservazione pre-esistenze storiche,

naturalistiche e ambientali

tutela del paesaggio

patrimonio culturale e ambientale

Convenzione Unesco (1972)

Convenzione Euro-pea sul Paesaggio

(2000), Convenzione Culturale Europea

(1954)

L. 14/06 D.Lgs 42/04 (modificato dal D.Lgs

62/08 e 63/08)

2Contenere la mobilità

ad elevato impatto ambientale

Riorganizzare e completare la

viabilità di connessione

territoriale

infrastrutture direttiva 01/27/CEEL. 662/96, L. 334/97

3

Conservare e riqualificare gli

habitat della flora edella fauna

Habitat flora fauna

92/43/CEE79/409/CEE

L. 157/92L.R. 9/07

DPR 357/97

4

Incrementare ladotazione di servizidi uso pubblico per

la comunità

Incrementare ladotazione di servizi e

attrezzature

Modelloinsediativo

Carta di Aalborg(1994) L 493/93

5 Sviluppo economico e sociale sostenibile

Inserimento di attività produttive sostenibili

e incremento e qualificazione occupazionale

Insediamenti produttivi

Strategia di Lisbona (2000)

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 31

8. Valutazione degli effetti. Individuazione delle azioni di piano

Con riferimento alle possibili criticità evidenziate nel precedente cap. 6, vengono di seguito definite le azioni necessarie a garantire la sostenibilità ambientale delle previsioni di piano.1. SUOLOa. Sottrazione di territorio agricoloLa sottrazione di territorio agricolo costituisce, dal punto di vista ambientale, un fattore rilevante di criticità, in ragione del quale le scelte programmatorie devono essere sostenute da valutazioni complessive in termini di costi – benefici.In relazione a tali aspetti si deve tener presente :

che per quanto attiene l'ambito di Pra dei fiori, la configurazione morfologica del territorio, i limiti fisici determinati dalla presenza di infrastrutture (viabilità, elettrodotti) e di vincoli territoriali (fascia di protezione del fosso Luma), portano a considerare gran parte delle aree interessate dalle previsioni urbanistiche in argomento come aree marginali dal punto di vista dell'utilizzo agricolo,

che le attuali colture in atto sono prevalentemente costituite da seminativi e da prati, con redditività molto bassa,

che dal punto di vista pedologico, la zona non presenta valori tali da far presupporre la possibile introduzione di colture agrarie più redditizie.

Per quanto attiene gli altri ambiti di zona H2, si tratta di aree già compromesse dall'edificazione ed inserite in un contesto antropizzato

Dal punto di vista dei benefici si deve considerare : l'incremento occupazionale stimato in parecchie decine di addetti, i vantaggi diretti per l'economia locale, sia per le aziende coinvolte nella fase di costruzione delle

infrastrutture e degli opifici, sia per l'indotto (aziende subfornitrici). la disponibilità di importanti risorse per le casse comunali, in termini di imposte locali (oneri di

urbanizzazione ed I.C.I.).La criticità è quindi superabile grazie ai rilevanti vantaggi economici e sociali derivanti dall'iniziativa.

b. impermeabilizzazione di nuove areeIl Piano di Settore prevede la trasformazione a fini edificatori, per funzioni commerciali, di circa 15 ha di territorio, localizzati in zona Pra dei Fiori. Gli altri ambiti, dell'estensione di circa 3,5 ha, sono già infrastrutturati e parzialmente edificati.Le superfici che risulteranno impermeabilizzate, a completamento delle opere, riguarderanno una superficie di circa 40.000 mq (superfici coperte da edifici, piazzali e strade).Le caratteristiche litologiche evidenziate nel presente Rapporto Ambientale segnalano, per la zona più estesa di Pra dei Fiori :

i sedimenti affioranti sono caratterizzati in prevalenza da miscele a composizione fine, argille, limi e sabbie, variamente frammisti ed alternati;

dal punto di vista idrologico, l'area presenta una prima falda molto superficiale (0-2 m dal p.c.).Ciò porta a considerare molto modesta la capacità drenante dei terreni in periodi prolungati dell'anno.Sulla base di tali considerazioni, si ritiene che il problema dell'impermeabilizzazione superficiale possa determinare criticità per lo smaltimento delle acque meteoriche. A tal fine, l'edificazione nell'ambito di Pra dei Fiori sarà subordinato a :

1. la costituzione di ampie aree verdi con funzione drenante (bosco planiziale ed aree a prato, verde di arredo ed attrezzato, parcheggi permeabili),

2. la realizzazione della rete di raccolta delle acque meteoriche, con recapito al fosso Luma,3. la realizzazione delle opere di regimentazione idraulica previste da apposito studio idraulico, che

sarà redatto contestualmente al Piano Attuativo e che dovrà assicurare la realizzazione di volumi di invaso, atti alla laminazione delle acque provenienti da precipitazioni meteoriche, in misura non inferiore a 100 mc/ha.

Gli interventi di cui ai punti 1 e 3 equivalgono ad opere di mitigazione.

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 32

c. frammentazione ecologica

Gli interventi infrastrutturali ed edilizi previsti dal Piano di Settore comporteranno una perdita di continuità del sistema ecologico, nell'ambito di Pra dei Fiori.In realtà, l'interruzione della continuità è già determinato dalla barriera fisica dell'autostrada A28, che presenta un unico punto di attraversamento, di modesta dimensione, in corrispondenza del ponte sul fosso Luma.La realizzazione della nuova zona potrà comportare un ulteriore incremento della discontinuità rispetto al territorio rurale a nord-est di Azzano Decimo (Via Burtolo), tenuto conto che sul fronte verso sud il potenziamento della S.P. n°6 contribuirà a rafforzare la separazione rispetto all'ambito delle “Banniate”.A tal fine, si dovrà prevedere la formazione di un “corridoio ecologico”, lungo la sponda sud del fosso Luma, utilizzando le vaste aree dedicate al bosco planiziale ed ai prati. In particolare, l'intensa piantumazione ripariale, sia in forma di filari che di boschette favorirà la creazione di punti di riferimento per la nidificazione dell'avifauna.Con tale “corridoio”, privo di ostacoli per lo spostamento delle specie animali, sarà garantita una sufficiente osmosi tra le aree agricole poste lungo l'autostrada A28.

d. perdita di paesaggio ruraleLa realizzazione delle previsioni del Piano di Settore produrranno una riduzione del paesaggio rurale limitatamente all'ambito di Pra dei Fiori, che, tuttavia, risulta già compromesso dalla presenza di infrastrutture e dalla semplificazione colturale in atto.Il maggior fattore di criticità, riguardo a tale aspetto, sarà la perdita di percezione della campagna, percorrendo l'autostrada A28.A tal riguardo, dovranno essere previsti interventi compensativi (qualità edilizia degli edifici che prospettano l'arteria stradale), ma soprattutto di mitigazione, mediante la formazione di ampie fasce alberate, di alto e medio fusto intervallate da arbusti, lungo i margini della zona commerciale e una attenta progettazione del verde all'interno della zona, sia a terra che in elevazione (coperture e pareti).

e. incremento della produzione di rifiuti assimilabili agli urbani e specialiRiguardo a tale aspetto, sarà necessario prevedere una stretta collaborazione tra Amministrazione Comunale e soggetti attuatori dei PRPC, al fine di perseguire ancor più intensamente gli obiettivi di incremento della raccolta differenziata già portati avanti negli ultimi anni.Le azioni dovranno rivolgersi, da un lato, ai rifiuti prodotti dalle attività insediate, dall'altro alla gestione di residui di pulizia stradale e delle ampie superfici a verde.

2. ARIAa. inquinamento da traffico veicolareCome illustrato nel Rapporto Ambientale, non emergono attualmente particolari situazioni di criticità nell'ambito urbano. E' chiaro che tutte le aree, in quanto contigue a viabilità di grande scorrimento (autostrada A28, SR 251) sono maggiormente esposte alla presenza di inquinamento atmosferico e ancor più lo potranno diventare una volta avviate le attività commerciali.Come intervento di mitigazione, è prevista la realizzazione di una vasta area boscata a nord ed una intensiva piantumazione dei parcheggi. La presenza di particolari concentrazioni di PM10 verrà costantemente monitorata.

3. ACQUAa. diminuzione delle acque di percolazioneCome già evidenziato nel capitolo relativo all'impermeabilizzazione del suolo, la realizzazione delle nuove zone commerciali produrrà un incremento delle aree impermeabili, con la conseguente necessità di predisporre apposite aree verdi, aventi capacità drenante sufficiente a mantenere una situazione di equilibrio idraulico.A questo primo intervento di mitigazione, si affiancherà, in sede di redazione dei Piani Attuativi, la predisposizione del progetto della rete di raccolta e smaltimento delle acque pluviali,che terrà conto

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 33

dell'evoluzione pluviometrica del sito, riguardo alla frequenza delle precipitazioni di notevole intensità e breve durata, del coefficiente udometrico più appropriato e della capacità di invaso del bacino idraulico.Il progetto in questione dovrà individuare soluzioni di ingegneria idraulica idonee, quali la formazione di apposite vasche di accumulo o bacini di laminazione, per favorire il parziale recupero e riuso delle acque, anche in funzione dell'irrigazione delle aree verdi pubbliche o consortili.

b. incremento delle acque di scorrimento di prima pioggiaSecondo le vigenti norme igienico sanitarie è fatto divieto di consentire la percolazione nel suolo delle acque meteoriche di prima pioggia (“first flash”), provenienti dalle coperture degli edifici e dai piazzali, in quanto contenenti sostanze inquinanti.Le acque di prima pioggia (che per definizione coincidono con i primi 5 mm di precipitazione) e le acque di lavaggio, destinate al recapito in corpo d’acqua superficiale, saranno, quindi, preventivamente avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere generalmente non meno di 50 mc per ettaro di superficie scolante. Alle acque meteoriche di dilavamento sarà destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete sarà dimensionata sulla base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità.Con il progetto esecutivo della rete fognaria sarà possibile definire modalità di intervento che assicurino, da un lato, la possibilità di implementare le falde sotterranee, convogliando acque pretrattate nelle aree verdi pubbliche, nonchè la possibilità di effettuare la filtrazione delle acque di prima pioggia entro vasche, localizzate su aree pubbliche.

4. ENERGIAa. inquinamento luminoso

La notevole quantità di superfici espositive, associate allo sviluppo ragguardevole degli spazi pubblici comporterà un consistente fabbisogno di illuminazione, con conseguente possibile presenza di inquinamento luminoso.Per far fronte a tale criticità, si ritiene necessario indirizzare la progettazione degli impianti verso l'utilizzo di corpi illuminanti a basso consumo (lampade fluorescenti) o di led, per garantire un risparmio del 350-400% rispetto ai costi attuali.

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 34

9. Interventi di mitigazione

Le criticità precedentemente esaminate dovranno essere annullate o ricondotte ad incidenza compatibile attraverso le azioni di Piano. Nel precedente capitolo sono stati individuati individuati i criteri di intervento per contenere al massimo gli effetti negativi significativi.Sono interventi contestuali alle azioni di Piano e ne condizionano l’efficacia.Si evidenziano soprattutto gli interventi di regimentazione idraulica, di infrastrutturazione viaria, la creazione dei corridoi ecologici, l’utilizzo di materiali e tecniche idonee a prevenire il rischio idraulico.Alcune azioni, in ogni caso, produrranno impatto negativo, che dovrà essere mitigato da opportuni interventi sull’ambiente e sul paesaggio.

Si richiamano i principali interventi già indicati nel Rapporto Ambientale relativo alla Variante n°46 al PRGC :- la qualità compositiva e delle finiture esterne degli insediamenti

Posto che gli insediamenti dovranno risultare chiaramente identificabili e percepibili dalla viabilità, dovranno essere adottati interventi di mitigazione per quanto attiene il rapporto con il contesto agricolo e di integrazione con il contesto antropizzato.

- l’inserimento paesaggistico delle infrastrutture viarieNell'ambito di Pra dei Fiori, i nuovi tratti di viabilità dovranno collocarsi sul territorio seguendo l’andamento naturale delle pendenze. Dovrà essere prevista la realizzazione di alberature in modo da riproporre i viali campestri diffusi nel paesaggio agrario azzanese.Per quanto attiene alle infrastrutture primarie a servizio degli insediamenti, sarà privilegiato l’uso di materiali tradizionali per le pavimentazioni.

In sintesi, per minimizzare gli effetti negativi significativi precedentemente descritti saranno a carico dei promotori del nuovo ambito di Pra dei fiori i seguenti interventi di mitigazione ambientale:

a) creazione di un bosco planiziale lungo il fosso Luma, con l’utilizzo di specie arboree autoctone; l’area sarà ceduta all’Amministrazione Comunale che potrà convenire con i proponenti criteri e modalità di gestione e manutenzione della stessa;

b) formazione di viali alberati e di mascherature verso gli insediamenti abitativi esistenti con specie arboree ed arbustive scelte in modo da garantire l'uniformità con il contesto (specie autoctone) e l'effetto di mascheramento durante l'intero svolgersi delle stagioni,

c) utilizzo di soluzioni tecniche di finitura degli edifici che ne accentuino le valenze architettoniche e favoriscano la mitigazione percettiva nel contesto.

Piano di Settore della grande distribuzione commerciale – rapporto ambientale – agosto 2009 35

10. Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi

10.1 Indicatori di leggeStanti le diverse dimensioni delle zone, si ritiene che si renda necessario un adeguato monitoraggio solamente per l'ambito di Pra dei Fiori, secondo quanto già previsto nel Rapporto Ambientale allegato alla Variante n°46 al PRGC.

10.2 Indicatori di pianoGli indicatori di piano sono specifici e riguardano le verifiche necessarie a monitorare costantemente lo stato di attuazione delle previsioni urbanistiche, per accertare il persistere della sostenibilità ambientale.Si rinvia alla tabella allegata al Rapporto Ambientale relativo alla Variante n°6 al PRGC, ove sono definiti :

A- le azioni di compensazione ritenute necessarie,B- gli indicatori specifici adottati per verificare il superamento delle criticità individuate,C- gli obiettivi contenute nel Piano da perseguire a regime,D- il programma temporale di attuazione delle fasi di monitoraggio.

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11. Sintesi non tecnica

11.1 Obiettivi e criteriIl Piano di Settore del Comune di Azzano Decimo per la grande distribuzione commerciale (attività emporiali, singole o associate in centri o complessi commerciali, dotate di superficie di vendita superiore a 1500 mq), redatto in ottemperanza alla L.R. 29/05, assume come presupposti le seguenti valutazioni :1. La rete distributiva dimostra una discreta tenuta complessiva ed un ancora più che sufficiente grado

di apprezzamento da parte dei consumatori, anche se, dopo le “recenti” aperture dei Centri commerciali di Pordenone e Fiume Veneto, vi sia stata una certa riduzione “nella fedeltà al consumo” presso Azzano Decimo da parte della clientela comunale e di quella dell'hinterland azzanese,

2. Sulla rete del Comune si può ancora puntare, soprattutto per quanto riguarda il settore extra-alimentare, dove la grande distribuzione, mediante strutture moderne e specializzate può rappresentare quel “quid” in più da poter offrire al consumatore locale e di passaggio, soprattutto se orientato alla promozione e alla vendita di produzioni “tipiche” dell'area in cui è insediato il Comune (quali: mobili ed arredamenti o prodotti della meccanica),

3. La rete comunale possiede ancora caratteristiche e, soprattutto, potenzialità (date da un ottima‟ dotazione di consumatori residenti e da viabilità di garantisce adeguati livelli di consumatori fluttuanti) che nel prossimo futuro dovranno rappresentare il punto di partenza da cui costruire uno sviluppo bilanciato del medio/grande dettaglio, capace di riportare la rete comunale a quelli livelli di eccellenza un tempo posseduti ed oggi messi in discussione dalla crescita emporiale nei più volte citati comuni di Pordenone, Fontanafredda, Porcia, Sacile e Fiume Veneto,

4. Il potenziamento del settore commerciale deve, quindi, essere ritenuto componente strategica essenziale per lo sviluppo economico dell'intera comunità azzanese, e ciò sia in termini di benefici diretti al Comune (oneri di urbanizzazione, ICI, Tassa Smaltimento Rifiuti), che indiretti (occupazione presso le attività e sviluppo dell'indotto commerciale, artigianato di servizio alle imprese),

5. In un momento di contrazione dei consumi innegabile, un comune dalla storia emporiale e dal peso commerciale come Azzano Decimo deve porsi come obiettivo strategico un ulteriore crescita della propria offerta, sia ad opera di aziende già presenti al suo interno, sia da parte di nuove aziende esterne. Tale crescita deve essere attuata/pensata soprattutto in termini di professionalità e innovazione, per essere in grado di soddisfare le sempre più esigenti e critiche richieste del consumatore (altrimenti attratto da oltre reti),

6. Diretta conseguenza di questo enunciato è che i piccoli punti di vendita generici sono destinati generalmente a sparire (permanendo forse solo nelle zone più periferiche), lasciando spazio a medie strutture di vendita che garantiscono, su dimensioni adeguate, una discreta profondità di scelta per il consumatore,

7. Parallelamente si dovranno andare a sviluppare i grandi esercizi specializzati di settore, attraverso sia la crescita dei punti vendita locali di successo già presenti sul territorio, sia mediante l arrivo di‟ grandi insegne che, confortate dalla presenza di un buon bacino di utenza e di strutture para ed extra commerciali in loco, tendano a cercare l integrazione con un tessuto commerciale “forte”,‟ piuttosto che a privilegiare localizzazioni “solitarie” slegate dal contesto socio-economico di insediamento.

Gli indirizzi progettuali assunti dal Piano di Settore sono, pertanto, i seguenti : nel settore alimentare :

tutto il contingente calcolato privilegia trasformazioni di esercizi di medio dettaglio già esistenti in esercizi di grande dettaglio, meglio se integrati in strutture a complesso commerciale;

nel settore non alimentare a) forte iniezione di superfici commerciali (stante anche la mancanza di strutture di grande

dettaglio nel Comune) per il “lancio” sia di una forte aree commerciale destinata essenzialmente al settore non alimentare a basso impatto (mobili e complementi di arredamento), entro il valore massimo “urbanistico” concesso dalla legge regionale di 15.000 mq. coperti (per il cui adeguamento si provvede con parallela variante urbanistica), e sia per

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completamento dell'offerta merceologica entro le due aree urbanistiche a destinazione commerciale (H2) poste lungo il corso della S.R.-251 (o nelle sue più dirette adiacenze);

b) L'intero territorio comunale viene quindi considerato, da un punto di vista commerciale, come “Zona Unica” per quanto attiene la suddivisione delle superfici incrementali previste. Si prevede invece che, all'interno di questa macro-zona commerciale, le previsioni complessive, scaturite dai calcoli di congruità economica vengano suddivise entro i limiti urbanistici di capienza per singola area urbanistica.

Il Piano, sulla base dei criteri fissati dalle vigenti disposizioni regionali in materia, stima come potenzialmente insediabili superfici complessive (su base normativa) pari ad 83.000 mq. In realtà, il dimensionamento progettuale assunto (su base economica) limita a circa il 25% della potenzialità massima l'effettiva superficie prevista, come desumibile dalla seguente tabella.

Il Piano propone quindi uno scenario che prevede un bilanciato/moderno sviluppo del settore commerciale basato sullo sviluppo di tre ambiti :− l'ambito H2.1 di Via Peperate, già assoggettato a PRPC in corso di esecuzione,− l'ambito H2.3 di Viale 1° Maggio, anch'esso con Piano Attuativo in corso di realizzazione,− l'ambito H/I/N2 di Pra dei fiori, di nuova individuazione.

La ripartizione delle superfici assegnate è evidenziato nella successiva tabella.

Zona Commerciale

Settore merceologici

AlimentareNon Alimentare / Non Alimentare a basso

impatto

Unica 1.650 19.250

Così suddivisi tra le varie zone

urbanistiche compatibili con lo

sviluppo della grande distribuzione presenti

in Comune

P.R.P.C. ambito H2 n.1 di Via Peperate “Mascherin” 850 3.350

P.R.P.C. ambito H2 n.3 di V.le I° Maggio “Gaia” 800 3.400

Area di previsione commerciale

“Pra dei Fiori”=== 12.500

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11.2 Quadro normativo e vincolisticoPer quanto attiene la Valutazione Ambientale Strategica ed il presente Rapporto Ambientale la normativa comunitaria, statale e regionale di riferimento é costituita da :- Direttiva 2001/42/CE del 27/06/2001 (Concerne la valutazione degli effetti di determinati piani e pro-grammi sull’ambiente)- D.Lgs 03/04/2006 n°152 (Norme in materia ambientale)- D.Lgs 06/05/2008 n°4 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del d.l.vo 3/4/06 n°152 recante norme in materia ambientale)- L.R. 06/05/2005 n°11 (disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Regione FVG derivanti dal-l’appartenenza dell’Italia alla C.E.E. Attuazione delle direttive 2001/42/CE, 2003/4/CE, 2003/78/CE.)

11.3 Vin coli territoriali ed ambientali esistenti VINCOLI AMBIENTALI E PAESAGGISTICISono soggetti a vincolo D.Lgs 42/04 i seguenti corsi d’acqua iscritti nel registro delle acque pubbliche :- fiumi• 128 Fiume SileVINCOLO AMBIENTALENel territorio comunale non ricadono siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS). Vanno in ogni caso segnalate le seguenti aree, a sud della linea delle risorgive e prossime al ter-ritorio comunale di Azzano Decimo, soggette a vincolo ambientale:- l’area SIC – IT IT3310011, Marzinis, situata ad est, in Comune di Fiume Veneto. - l'area SIC – IT 3310012, Bosco Torrate, situata a Sud Est, in Comune di San Vito al Tagliamento. VINCOLO SISMICOIl territorio comunale di Azzano Decimo é soggetto a vincolo sismico con categoria 3.VINCOLO IDROGEOLOGICODeriva dall'approvazione dei Piani Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Le-mene e Livenza. I piani perseguono l'obiettivo di garantire ai territori interessati dai rispettivi bacini un adeguato grado di sicurezza rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, mediante interventi di man-tenimento degli equilibri idraulici, il consolidamento degli ambiti fluviali e la programmazione degli usi del suolo a difesa e consolidamento dei terreni.VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI MOBILITA’- fascia di rispetto della viabilità (D.L. n°285/92 e Regolamento D.P.R. n°495/92)• di autostrada m. 60 • di strada provinciale m. 20 • di strada comunale m. 20VINCOLI RELATIVI ALLE RETI DI TRASPORTO DELL’ENERGIA- fascia di rispetto di elettrodotto (D.P.C.M. 23.4.92)• da 132 Kv m. 10 • da 220 Kv m. 18 • da 380 Kv m. 28

11.4 Caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche

11.4.1 Qualità dell'ariaSu richiesta dell’Amministrazione Comunale di Azzano Decimo l’A.R.P.A. del Friuli Venezia Giulia ha attivato nel periodo 1 aprile – 8 maggio 2008 una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria, posizionando la Centralina Mobile in località Piazza Libertà. Durante tale periodo, sono state inviate al Comune, con frequenza giornaliera, le risultanze analitiche del monitoraggio.In data 3 luglio 2008 sono stati trasmessi i dati analitici rilevati con riferimento ai seguenti parametri : Anidride solforosa, Biossido di azoto, Monossido di carbonio, Ozono, Particolato fine PM10, Benzene, Toluene, Xileni. Non sono emerse situazioni di particolare criticità.

11.4.2 Ambiente idrico superficialeIl territorio comunale appartiene in parte al bacino idrografico del Livenza ed in parte a quello del Lemene. I corsi d'acqua principali sono caratterizzati da un andamento generale in direzione NE-SW, secondo la pendenza della pianura.

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Nonostante le frequenti modifiche subite, con rettifiche ed alterazioni antropiche legate alle pratiche agricole e all'urbanizzazione, si riconoscono spesso gli avvallamenti e le depressioni che accompagnano i corso d'acqua, soprattutto lungo il fiume Fiume.

11.4.3 Idrologia sotterraneaIl modello idrogeologico della bassa pianura è caratterizzato da un sistema di falde sovrapposte in pressione contenute entro livelli a maggiore permeabilità in prevalenza sabbiosi talora ghiaiosi. Sono presenti superficialmente delle falde sospese (entro i primi 6 m dal p.c.), contenute entro livelli incoe-renti limoso sabbiosi, delimitati da livelli coerenti. La loro alimentazione è legata alle precipitazioni me-teoriche.

11.4.4 EsondabilitàPer lo studio delle esondazioni del territorio comunale, la "Carta della pericolosità idraulica" ha fatto ri-ferimento al Progetto di Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Livenza e a quello del fiume Lemene, redatti dall'Autorità di Bacino.Dalla carta della pericolosità idraulica del PRG, i due ambiti di zona H2 non presentano situazioni di ri-schio, mentre l'ambito di Pra dei Fiori presenta una modesta zona di contorno della Luma e del suo af-fluente di sinistra idrografica (zona più depressa) inseriti in zona P1, definita a moderata pericolosità idraulica. Nel Progetto del Piano di Assetto idrogeologico del fiume Lemene (Autorità di bacino interre-gionale, 2002), l'area di Pra dei Fiori non è inserita in alcuna zona di pericolosità idraulica.

11.4.5 Morfologia ed idrogeologiaSi segnala, per quanto attiene all'ambito di Pra dei Fiori, lungo il confine NW dell'area oggetto di va-riante, la presenza del tratto di monte del Fosso della Luma, inserito nell'elenco delle acque pubbliche con il numero 130. La sua depressione, in questo primo tratto è appena accennata, con pendenze mo-deste che si raccordano al corso d'acqua che presenta dimensioni piuttosto contenute. Un ramo se-condario, affluente della Luma di sinistra idrografica attraversa invece l'area di variante. Il fossato, pur avendo dimensioni modeste, drena una vasta superficie per la presenza di diverse ramificazioni secon-darie che provengono anche dalla zona a monte dell'autostrada. Il sistema idrografico della zona è costituito da un reticolo di fossi di modeste dimensioni. Il deflusso delle acque meteoriche dell'area si può suddividere in due zone d'influenza. La porzione nord occiden-tale viene drenata dalla Luma e da fossi minori ad essa afferenti. La porzione sud orientale viene dre-nata da fossi minori secondari che confluiscono in capofossi posti al di fuori dell'area indagata, la cui direzione di deflusso è generalmente NW-SE.Elementi morfologici legati all'azione antropica sono il rilevato autostradale e gli svincoli di accesso.

11.5. Qualità biologicaPer una valutazione del livello di qualità delle acque superficiali presenti nell'area studio si sono considerate le informazioni desunte dalla “Carta ittica del Friuli Venezia Giulia” pubblicata nel 1992 a cura dell'Ente Tutela Pesca del Friuli Venezia Giulia.Il Comune di Azzano Decimo non presenta corsi d’acqua con carichi organici significativi, né ricade nelle zone di alta vulnerabilità monitorate dall’ente regionale.

11.6 Traffico e vie di comunicazione Il Piano di Settore comunale della grande distribuzione è accompagnato da uno studio dell'impatto del traffico, generato dalla espansione e dalla nuova realizzazione di insediamenti commerciali sulla rete viabilistica di Azzano Decimo.Lo studio assume un modello matematico del bacino di traffico direttamente interessato dall'accessibilità alle tre zone commerciali coinvolte (Via Peperate, Via 1° Maggio e Pra dei Fiori), calibrato nello stato di fatto con riferimento alla fascia oraria ed alla giornata di maggior carico della rete, ovvero alla giornata del sabato, nella fascia oraria 17,00 – 18,00.La modellazione della rete di accesso alle zone commerciali H2 di Azzano e la successiva simulazione dei flussi di traffico nell’ora di punta della giornata maggiormente caricata, ha fatto emergere nello stato di

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fatto una situazione di saturazione in corrispondenza della intersezione semaforizzata tra le vie Roma (SP 6) e Primo Maggio (SR 251), e prossima alla saturazione nella tratta della SR 251 in ingresso alla intersezione semaforizzata da sud est (da Villotta).L’impatto sul traffico della espansione delle zone commerciali esistenti e della nuova zona di Prà dei Fiori, è stato governato attraverso la previsione delle seguenti opere di adeguamento della rete: realizzazione di una rotatoria in prossimità della attuale intersezione semaforizzata tra le vie Roma

(SP 6) e Primo Maggio (SR 251); la rotatoria deve essere caratterizzata dai seguenti valori parametrici di minima :a. 2 corsie di accesso dalla SR 251 e dalla SP 6 dalla direzione nord (dalla direzione accesso alla bretella autostradale); una corsia di accesso dal centro di Azzano;b. Larghezza dell’anello: 6 metri;c. Testa dell’isola spartitraffico: 4 metri;

realizzazione di un adeguato invito alla canalizzazione sulle due corsie sul braccio della SR 251 proveniente da Villotta e provvedimenti di fluidificazione della circolazione quali divieti di sosta e di fermata nei 200 metri che precedono la rotatoria;

realizzazione di una rotatoria sulla intersezione tra la SP 6 e l’accesso alla zona di Prà dei Fiori caratterizzata dai seguenti valori parametrici di minima :a. 2 corsie di accesso dalla SP 6 e dalla direzione nord (dalla direzione accesso alla bretella autostradale); una corsia di accesso per gli altri due bracci;b. Larghezza dell’anello: 6 metri;c. Testa dell’isola spartitraffico: 4 metri;

realizzazione di un adeguato invito alla canalizzazione sulle due corsie sul braccio della SP 6 e provvedimenti di fluidificazione della circolazione quali divieti di sosta e di fermata nei 200 metri cheprecedono la rotatoria.

La simulazione degli effetti delle opere descritte, restituisce un sistema complessivamente caratterizzato da buoni o sufficienti valori di capacità residua su tutti i singoli elementi della rete (archi e nodi).

11.7 La vegetazioneLa vegetazione del territorio di Azzano Decimo è strettamente legata al fenomeno fisico delle risorgive, con la presenza di un ricco reticolo idrografico superficiale e superstiti cavità sorgentifere.In epoca romana, la foresta Lupanica copriva l’intero territorio friulano, dall’Isonzo al Livenza. In epoca medievale, l’abazia di Sesto al Reghena godeva della giurisdizione sul bosco che dalla laguna di Caorle si estendeva sino al Cansiglio, comprendendo anche il territorio di Azzano Decimo.Con i trascorrere dei secoli, l’estensione del bosco si ridusse progressivamente, mantenendo vasti relitti di bosco planiziale sino alla metà del XIX secolo. Oggi, con il dissodamento dei suoli ad uso agrario ed il diffondersi a macchia d’olio dell’urbanizzazione, dei boschi planiziali residui permangono lembi di estensione limitatissima. Alla presenza delle risorgive si associano le seguenti tipologie vegetazionali primarie superstiti :

□ boschi planiziali,□ boschi ripari,□ vegetazione delle bassure sorgentifere (olle e prati umidi).

11.7.1 la faunaL’esistenza di habitat di buona consistenza e caratterizzati da un buon grado di complessità ambientale, definiti da ambienti fluviali e spazi aperti, permette l’insediamento di varie specie animali, mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, pesci.La specie di mammiferi maggiormente presente in prossimità dei corsi d’acqua è l’Arvicola terrestris, all’interno delle aree boscate si riscontra la presenza di faine (martes foina) e donnole (mustela nivalis), nonché di alcune specie di topo.Frequente la presenza di specie di uccelli quali Cannaiole, Cannareccioni, Ghiandaia, Gallinella d’acqua ed esemplari della famiglia dei picidi, oltre a specie più comuni quali Fringuelli, Tortore e Merli.L’ambiente acquatico permette l’insediamento di varie specie di rane e rospi e bisce d’acqua.

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Le specie presenti di pesci osservate all’interno dei corsi d’acqua principali sono Trota fario e Trota marmorata, Cavedano, Luccio, Cobite comune e Giozzo padano.

11.7.2 BiodiversitàNel comune di Azzano Decimo la componente “naturale” riveste una rilevanza significativa, soprattutto se confrontata con la “naturalità” dei territori confinanti.I motivi di ciò vanno ascritti alla presenza di una buona dotazione idrica (fiumi Meduna, Fiume e Sile, rogge), che concorre ad ospitare un notevole corredo floristico con vegetazione igrofila (legata ai corsi d’acqua): dagli alberi e arbusti presenti al margine dei corsi d’acqua, alle macrofite che vegetano nelle sponde perennemente bagnate, alle idrofite, che vegetano nel fondo di fiumi e rogge, ai prati umidi.La biodiversità espressa come varietà di habitat presenti nel territorio comunale di Azzano Decimo può essere definita ancora di buon livello.Per quanto riguarda la fauna, può valere quanto detto sopra, poiché la riduzione delle superfici naturali di pregio ha di fatto depauperato numericamente le specie faunistiche presenti nel territorio comunale, pur senza una significative perdita di biodiversità.

11.8 Il paesaggio : evoluzione storica e stato attualeLe aree oggetto di variante non presentano particolari valenze paesaggistiche.Per l'ambito di Pra dei Fiori, l’utilizzo agricolo estensivo ha prodotto il progressivo livellamento dei suoli, con eliminazione della rete dei fossi e delle siepi segna confine.Permane solamente lungo il margine nord il fosso Luma, corso d’acqua perenne, che ha leggermente inciso il territorio con un leggero avvallamento e viene segnato, lungo tutto il suo percorso, da uno sviluppo continuo di vegetazione ripariale.

11.9. Problematiche ambientali attinenti il piano

11.9.1 Sintesi delle criticità rilevateLe principali situazioni di criticità ambientale riguardano :Suolo a. sottrazione territorio agricolo

b. impermeabilizzazione di nuove areec. frammentazione ecologicad. perdita di paesaggio ruralee. incremento della produzione di rifiuti

assimilabili agli urbani e specialiAria a. inquinamento da traffico veicolareAcqua a. diminuzione delle acque di percolazione

b. incremento delle acque di scorrimento di prima pioggia

Energia a. inquinamento luminoso

11.9.2 Probabile evoluzione dell'ambiente in assenza di nuove previsioni di PianoIn assenza della approvazione della presente Variante al PRGC, lo scenario che si verrà presumibilmente a configurare prevede :− il mantenimento, per l'ambito di Pra dei Fiori, delle attuali modalità di utilizzazione agraria dei suoli,

orientati alla coltura intensiva a seminativo;− la conservazione di alcuni elementi del paesaggio agricolo tradizionale presenti nell’intorno dell’area

di Pra dei fiori e che caratterizzano in particolare la zona più a nord, in prossimità del fosso Luma e delle abitazioni attestate lungo Via Burtolo,

− la perdita di competitività del sistema economico locale rispetto all'offerta merceologica dei territori contermini.

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11.10. Obiettivi di protezione ambientaleLa Direttiva 2001/42/CEE, unitamente alle normative statali e regionali di recepimento, richiede che nell’ambito del Rapporto Ambientale, vengano esplicitati gli obiettivi di protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale, conseguenti in particolare a direttive comunitarie ma, anche, per le tematiche non affrontate da accordi, convenzioni e trattati internazionali.Tra gli obiettivi generali di sostenibilità ambientale, con riferimento al Piano Attuativo in oggetto, si assumono come prioritari :

1. Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico - artistico e paesaggistico (Convenzioni Unesco, Paesaggio, Protezione patrimonio archeologico–D.Lgs 42/04);

2. Contenere la mobilità ad elevato impatto ambientale (direttiva 01/27/CEE–L. 662/96, L. 334/97);

3. Conservare e riqualificare gli habitat naturali (direttiva 01/27/CEE);4. Incrementare la dotazione di servizi collettivi (Carta di Aalborg, 1994);5. Raggiungere gli indicatori di sviluppo fissati dalla Strategia di Lisbona (2000).

11.11 Valutazione degli effetti. Individuazione delle azioni di pianoCon riferimento alle criticità evidenziate vengono definite le azioni necessarie a garantire la sostenibilità ambientale delle previsioni di piano.

1. SUOLOa. Sottrazione di territorio agricoloLa sottrazione di territorio agricolo costituisce, dal punto di vista ambientale, un fattore rilevante di criticità, in ragione del quale le scelte programmatorie devono essere sostenute da valutazioni complessive in termini di costi – benefici.In relazione a tali aspetti si deve tener presente : che per quanto attiene l'ambito di Pra dei fiori, la configurazione morfologica del territorio, i limiti

fisici determinati dalla presenza di infrastrutture (viabilità, elettrodotti) e di vincoli territoriali (fascia di protezione del fosso Luma), portano a considerare gran parte delle aree interessate dalle previsioni urbanistiche in argomento come aree marginali dal punto di vista dell'utilizzo agricolo,

che le attuali colture in atto sono prevalentemente costituite da seminativi e da prati, con redditività molto bassa,

che dal punto di vista pedologico, la zona non presenta valori tali da far presupporre la possibile introduzione di colture agrarie più redditizie.

Per quanto attiene gli ambiti di zona H2, si tratta di aree già compromesse dall'edificazione ed inserite in un contesto antropizzato

Dal punto di vista dei benefici si deve considerare : l'incremento occupazionale stimato in parecchie decine di addetti, i vantaggi diretti per l'economia locale, sia per le aziende coinvolte nella fase di costruzione delle

infrastrutture e degli opifici, sia per l'indotto (aziende subfornitrici). la disponibilità di importanti risorse per le casse comunali, in termini di imposte locali (oneri di

urbanizzazione ed I.C.I.).La criticità è quindi superabile grazie ai rilevanti vantaggi economici e sociali derivanti dall'iniziativa.

b. impermeabilizzazione di nuove areeIl Piano di Settore prevede la trasformazione a fini edificatori, per funzioni commerciali, di circa 15 ha di territorio, localizzati in zona Pra dei Fiori. Gli altri ambiti, dell'estensione di circa 3,5 ha, sono già infrastrutturati e parzialmente edificati.Le superfici che risulteranno impermeabilizzate, a completamento delle opere, riguarderanno una superficie di circa 40.000 mq (superfici coperte da edifici, piazzali e strade).

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Le caratteristiche litologiche evidenziate nel presente Rapporto Ambientale segnalano, per la zona più estesa di Pra dei Fiori : i sedimenti affioranti sono caratterizzati in prevalenza da miscele a composizione fine, argille,

limi e sabbie, variamente frammisti ed alternati; dal punto di vista idrologico, l'area presenta una prima falda molto superficiale (0-2 m dal p.c.).

Ciò porta a considerare molto modesta la capacità drenante dei terreni in periodi prolungati dell'anno.Sulla base di tali considerazioni, si ritiene che il problema dell'impermeabilizzazione superficiale possa determinare criticità per lo smaltimento delle acque meteoriche. A tal fine, l'edificazione nell'ambito di Pra dei Fiori sarà subordinato a : la costituzione di ampie aree verdi con funzione drenante (bosco planiziale ed aree a prato,

verde di arredo ed attrezzato, parcheggi permeabili), la realizzazione della rete di raccolta delle acque meteoriche, con recapito al fosso Luma, la realizzazione delle opere di regimentazione idraulica previste da apposito studio idraulico, che

sarà redatto contestualmente al Piano Attuativo e che dovrà assicurare la realizzazione di volumi di invaso, atti alla laminazione delle acque provenienti da precipitazioni meteoriche, in misura non inferiore a 100 mc/ha.

Gli interventi di cui ai punti 1 e 3 equivalgono ad opere di mitigazione.

c. frammentazione ecologicaGli interventi infrastrutturali ed edilizi previsti dal Piano di Settore comporteranno una perdita di continuità del sistema ecologico per l'ambito di Pra dei Fiori.In realtà, l'interruzione della continuità è già determinato dalla barriera fisica dell'autostrada A28, che presenta un unico punto di attraversamento, di modesta dimensione, in corrispondenza del ponte sul fosso Luma.La realizzazione della nuova zona potrà comportare un ulteriore incremento della discontinuità rispetto al territorio rurale a nord-est di Azzano Decimo (Via Burtolo), tenuto conto che sul fronte verso sud il potenziamento della S.P. n°6 contribuirà a rafforzare la separazione rispetto alle “Banniate”.A tal fine, si dovrà prevedere la formazione di un “corridoio ecologico”, lungo la sponda sud del fosso Luma, utilizzando le vaste aree dedicate al bosco planiziale ed ai prati. In particolare, l'intensa piantumazione ripariale, sia in forma di filari che di boschette favorirà la creazione di punti di riferimento per la nidificazione dei volatili.Con tale “corridoio”, privo di ostacoli per lo spostamento delle specie animali, sarà garantita una sufficiente osmosi tra le aree agricole poste lungo l'autostrada A28.

d. perdita di paesaggio ruraleLa realizzazione delle previsioni del Piano di Settore produrranno una riduzione del paesaggio rurale nell'ambito di Pra dei Fiori, che, tuttavia, risulta già compromesso dalla presenza di infrastrutture e dalla semplificazione colturale in atto.Il maggior fattore di criticità, riguardo a tale aspetto, sarà la perdita di percezione della campagna, percorrendo l'autostrada A28.A tal riguardo, il Piano prevede interventi compensativi (qualità edilizia degli edifici che prospettano l'arteria stradale), ma soprattutto di mitigazione, mediante la formazione di ampie fasce alberate, di alto e medio fusto intervallate da arbusti, lungo i margini della zona.

e. incremento della produzione di rifiuti assimilabili agli urbani e specialiRiguardo a tale aspetto, sarà necessario prevedere una stretta collaborazione tra Amministrazione Comunale e soggetti attuatori dei PRPC, al fine di perseguire ancor più intensamente gli obiettivi di incremento della raccolta differenziata già portati avanti negli ultimi anni.Le azioni dovranno rivolgersi, da un lato, ai rifiuti prodotti dalle attività insediate, dall'altro alla gestione di residui di pulizia stradale e delle ampie superfici a verde.

2. ARIAa. inquinamento da traffico veicolare

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Come illustrato nel Rapporto Ambientale, non emergono attualmente particolari situazioni di criticità nell'ambito urbano. E' chiaro che tutte le aree, in quanto contigue a viabilità di grande scorrimento (autostrada A28, SR 251) sono maggiormente esposte alla presenza di inquinamento atmosferico e ancor più lo potranno diventare una volta avviate le attività commerciali.Come intervento di mitigazione, è prevista la realizzazione di una vasta area boscata a nord ed una intensiva piantumazione dei parcheggi. La presenza di particolari concentrazioni di PM10 verrà costantemente monitorata.

3. ACQUAa. diminuzione delle acque di percolazioneCome già evidenziato nel capitolo relativo all'impermeabilizzazione del suolo, la realizzazione di nuove attività commerciali produrrà un incremento delle aree impermeabili, con la conseguente necessità di predisporre apposite aree verdi, aventi capacità drenante per mantenere una situazione di equilibrio idraulico.A questo primo intervento di mitigazione, si affiancherà, in sede di redazione dei Piani Attuativi, la predisposizione del progetto della rete di raccolta e smaltimento delle acque pluviali,che terrà conto dell'evoluzione pluviometrica del sito, riguardo alla frequenza delle precipitazioni di notevole intensità e breve durata, del coefficiente udometrico più appropriato e della capacità di invaso del bacino idraulico. Il progetto in questione dovrà individuare soluzioni di ingegneria idraulica idonee, quali la formazione di apposite vasche di accumulo o bacini di laminazione, per favorire il parziale recupero e riuso delle acque, anche in funzione dell'irrigazione delle aree verdi pubbliche o consortili.

b. incremento delle acque di scorrimento di prima pioggiaSecondo le vigenti norme igienico sanitarie è fatto divieto di consentire la percolazione nel suolo delle acque meteoriche di prima pioggia (“first flash”), provenienti dalle coperture degli edifici e dai piazzali, in quanto contenenti sostanze inquinanti.Le acque di prima pioggia (che per definizione coincidono con i primi 5 mm di precipitazione) e le acque di lavaggio, destinate al recapito in corpo d’acqua superficiale, saranno, quindi, preventivamente avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere generalmente non meno di 50 mc per ettaro di superficie scolante. Alle acque meteoriche di dilavamento sarà destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda a riempimento avvenuto; la rete sarà dimensionata sulla base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità.Con il progetto esecutivo della rete fognaria sarà possibile definire modalità di intervento che assicurino, da un lato, la possibilità di implementare le falde sotterranee, convogliando acque pretrattate nelle aree verdi pubbliche, nonchè la possibilità di effettuare la filtrazione delle acque di prima pioggia entro vasche, localizzate su aree pubbliche.

4. ENERGIAa. inquinamento luminosoLa notevole quantità di superfici coperte, associate allo sviluppo ragguardevole degli spazi pubblici comporterà un consistente fabbisogno di illuminazione, con conseguente possibile presenza di inquinamento luminoso.Per far fronte a tale criticità, si ritiene necessario indirizzare la progettazione degli impianti verso l'utilizzo di corpi illuminanti a basso consumo (lampade fluorescenti) o di led, per garantire un risparmio del 350-400% rispetto ai costi attuali.

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11.12 Interventi di mitigazioneLe criticità precedentemente esaminate dovranno essere annullate o ricondotte ad incidenza compatibile attraverso le azioni di Piano. Nel precedente capitolo sono stati individuati individuati i criteri di intervento per contenere al massimo gli effetti negativi significativi.Sono interventi contestuali alle azioni di Piano e ne condizionano l’efficacia.Si evidenziano soprattutto gli interventi di regimentazione idraulica, di infrastrutturazione viaria, la creazione dei corridoi ecologici, l’utilizzo di materiali e tecniche idonee a prevenire il rischio idraulico.Alcune azioni, in ogni caso, produrranno impatto negativo, che dovrà essere mitigato da opportuni interventi sull’ambiente e sul paesaggio.Si tratta di interventi quasi esclusivamente indirizzati all'ambito di Pra dei fiori e già dettagliatamente trattati nel Rapporto Ambientale allegato alla Variante n°46 al PRGC.In sintesi, per minimizzare gli effetti negativi significativi precedentemente descritti dovranno essere previsti i seguenti interventi di mitigazione ambientale:

a) creazione di bosco planiziale lungo il fosso Luma, con l’utilizzo di specie arboree autoctone; l’area sarà ceduta all’Amministrazione Comunale che potrà convenire con i proponenti criteri e modalità di gestione e manutenzione della stessa;

b) formazione di viali alberati e di mascherature verso gli insediamenti abitativi esistenti con specie arboree ed arbustive scelte in modo da garantire l'uniformità con il contesto (specie autoctone) e l'effetto di mascheramento durante l'intero svolgersi delle stagioni,

c) utilizzo di soluzioni tecniche di finitura degli edifici che ne accentuino le valenze architettoniche e favoriscano la mitigazione percettiva nel contesto.

11.13 Misure previste per il monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi

11.13.1 Indicatori di leggeStanti le diverse dimensioni delle zone, si ritiene che si renda necessario un adeguato monitoraggio solamente per l'ambito di Pra dei Fiori, secondo quanto già previsto nel Rapporto Ambientale allegato alla Variante n°46 al PRGC.

11.13.2 Indicatori di pianoGli indicatori di piano sono specifici e riguardano le verifiche necessarie a monitorare costantemente lo stato di attuazione delle previsioni urbanistiche, per accertare il persistere della sostenibilità ambientale.Si rinvia alla tabella allegata al Rapporto Ambientale relativo alla Variante n°6 al PRGC, ove sono definiti :

1. le azioni di compensazione ritenute necessarie,2. gli indicatori specifici adottati per verificare il superamento delle criticità individuate,3. gli obiettivi contenute nel Piano da perseguire a regime,4. il programma temporale di attuazione delle fasi di monitoraggio.

Azzano Decimo, agosto 2009

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