Patrizia Vernoni Regione Piemonte. La programmazione regionale in Piemonte Principi ispiratori...

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Patrizia Vernoni Regione Piemonte

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Patrizia Vernoni

Regione Piemonte

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La programmazione regionale in Piemonte

Principi ispiratoriObiettivi della programmazioneIl modello di rete distributivaI risultati della programmazione commercialeGli strumenti di monitoraggio territorialeLe prospettive

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D.C.R. 563-13414 del 29 ottobre1999 D.C.R. 563-13414 del 29 ottobre1999

D.C.R. 347-42514 del 23 dicembre 2003 D.C.R. 347-42514 del 23 dicembre 2003

D.C.R. 59 –10831 del 24 marzo 2006D.C.R. 59 –10831 del 24 marzo 2006

Legge regionale n.28 Legge regionale n.28

del 12 novembre 1999del 12 novembre 1999

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Obiettivi generaliObiettivi generali

Sviluppare il commercio di medie e grandi dimensioni negli ambiti urbani favorendo le condizioni per il miglioramento della qualità del servizio e della produttività del sistema

Contenere lo sviluppo di insediamenti commerciali di grande dimensione negli ambiti extraurbani

Disincentivare lo sviluppo incontrollato di insediamenti extraurbani lineari non programmati

Favorire il mantenimento e la permanenza diffusa del servizio di prossimità nei centri urbani minori

Rafforzare la funzione commerciale in ambito comunale favorendo la concentrazione delle diverse strutture distributive in sub ambiti particolarmente idonei alla formazione di sinergie tra le differenti strutture distributive (addensamenti e localizzazioni).

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Obiettivi qualitativiFavorire l’ampliamento e la diffusione spaziale delle diverse tipologie di offerta al fine di garantire al consumatore una vasta scelta tra differenti alternative di localizzazione ed assortimento innescando così la libera concorrenza nel sistema

Favorire la trasparenza e la semplificazione dei procedimenti amministrativi per evitare situazioni di offerta commerciale e immobiliare contrari ai principi della libera concorrenza – COORDINAMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE COMMERCIALE ED URBANISTICA

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Gli obiettivi diGli obiettivi di sviluppo della concorrenzasviluppo della concorrenza tra i vari luoghi del tra i vari luoghi del commercio è stata incentivata con forza attraversocommercio è stata incentivata con forza attraverso::

-incentivazione della modernizzazione del sistema distributivo generando incentivazione della modernizzazione del sistema distributivo generando condizioni per il miglioramento della qualità del servizio e della condizioni per il miglioramento della qualità del servizio e della produttività del sistema;produttività del sistema;

-incentivazione al mantenimento e alla permanenza diffusa del servizio di incentivazione al mantenimento e alla permanenza diffusa del servizio di prossimità nei centri urbani per favorire tutte le fasce di popolazione;prossimità nei centri urbani per favorire tutte le fasce di popolazione;

- obbligatorietà della strumentazione urbanistica di raccordarsi con le obbligatorietà della strumentazione urbanistica di raccordarsi con le politiche distributive sviluppando gli insediamenti degli esercizi in ambiti politiche distributive sviluppando gli insediamenti degli esercizi in ambiti predeterminati ed idonei alla formazione di sinergie tra differenti strutture predeterminati ed idonei alla formazione di sinergie tra differenti strutture distributive;distributive;

- sostegno alla qualificazione del commercio in ambito urbano e sostegno alla qualificazione del commercio in ambito urbano e all’accrescimento della capacità di attrazione del comune (PQU, Dossier all’accrescimento della capacità di attrazione del comune (PQU, Dossier di candidatura);di candidatura);

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Compatibilità territoriale dello sviluppo

Ambito urbanoAmbito urbano

Strutture distributive medie e medio-grandi

concorrenza

qualificazione del servizio al consumatore

Ambiti Ambiti semiperifericisemiperiferici

Grandi parchi commerciali

pluralità di offerta

concorrenza tra luoghi del commercio

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I LU O G H I DEL CO M M ER CI O

PO LI SU BPO LI

R ETE PRI M AR I A

I N TER M EDI M I NO RI

R ETE SECO N DAR I A

AR EE D I PR O GR AM M AZI O N E CO M M ER CI ALE

Modello di rete

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Modello di rete Aree di programmazione

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Modello di rete Comuni per livello gerarchico

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Modello di rete a scala regionale

sistema di offerta commerciale rivolto ad un unico bacino di utenza, formato da un comune attrattore, che determina l’importanza dell’area, e dai comuni confinanti che ad esso fanno riferimento.

comuni nei quali si è sviluppata una maggiore concentrazione di servizi commerciali, paracommerciali, artigianali e pubblici. Su di essi si concentrano flussi di gravitazione naturale che interessano vaste zone del territorio regionale.

Area di Area di programmazioneprogrammazione

Comuni Comuni PoloPolo

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comuni che rientrano nelle aree di gravitazione naturale dei poli della rete primaria, sono in grado di erogare servizi commerciali competitivi con quelli del polo della rete primaria, anche se per un numero limitato di funzioni.

ne fanno parte tutti gli altri comuni

Comuni SubpoloComuni Subpolo

Altri Altri comunicomuni

Modello di rete a scala regionale

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Modello di rete a scala comunale

porzioni di territorio urbano ed extraurbano, che raggruppano un insieme di attività commerciali preesistenti, ubicate una in prossimità dell’altra in un ambito a scala pedonale, percepite dal consumatore come omogenee

ambiti più ristretti di natura principalmente progettuale che servono quali tensori all’interno del tessuto urbano e negli ambiti comunali più vasti per consentire la massima diffusione di tipologie di strutture distributive

AddensamentiAddensamenti

LocalizzazioniLocalizzazioni

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La programmazione della rete commerciale a scala comunale

l’attuazione del modello di sviluppo della rete commerciale a scala regionale è reso operativo attraverso la programmazione economica e territoriale a scala comunale;

nell’ambito delle definizioni del modello di rete regionale i comuni effettuano una valutazione ex ante (economica, territoriale e ambientale);

l’organizzazione innovativa della conoscenza , indirizzata dalla programmazione regionale, dei vari aspetti che contribuiscono allo sviluppo del settore commerciale, consente ai comuni di individuare le risorse disponibili e utilizzarle nel modo più efficiente;

la strumentazione urbanistica obbligatoriamente adeguata alle scelte economiche effettuate rende operativo il modello di rete

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I risultati della programmazione

Lo stato di attuazione della

programmazione regionale (dopo la terza modifica)

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425

781

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

SI NO

NU

ME

RO

CO

MU

NI .

POPOLAZIONE RESIDENTE IN COMUNI CON CRITERI APPROVATI

SI63%

NO37%

COMUNI PIEMONTESI CHE HANNO APPROVATO I CRITERI COMMERCIALI

SI35%

NO65%

I risultati della programmazione

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I risultati della programmazione

NUMERO ZONE D'INSEDIAMENTO COMMERCIALE IN PIEMONTE

434

1583188

25

229

126

A1 A2 A3 A4 A5 L1 L2

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I risultati della programmazione

PRESENZA DI LOCALIZZAZIONI COMMERCIALI L.2

81%

12%

5%

1%

1%

0%

COMUNI PRIVI DI L.2

COMUNI CON UNA L.2

COMUNI CON DUE L.2

COMUNI CON TRE L.2

COMUNI CON QUATTROL.2

COMUNI CON CINQUE L.2

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Le L2 nei comuni per livello gerarchico

15%

25%

25%

20%

10%

5%

Comuni poloComuni polo

57%33%

7%3%0%0%

Comuni subpoloComuni subpolo

Comuni minoriComuni minoriComuni intermediComuni intermedi

72%

17%

11% 0%0%0%

91%

7% 2%0%0%0%

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La rete distributiva nel 200765.004 esercizi di vicinato 3.989.813 mq.4.050 medie strutture di vendita 2.191.707 mq.122 grandi strutture di vendita 399.835 mq.176 centri commerciali 764.903 mq.

Esercizi di

vicinato

Numero Numero Superficie Numero Superficie Numero Superficie

Comuni <= 10.000 ab. 64 19.552 1.895 818.597 71 200.876 75 272.208

Comuni > 10.000 ab. 1.142 45.452 2.155 1.373.110 51 196.959 101 492.695

Centri commercialiCOMUNI

Medie strutture Grandi struttureNumeroComuni

La rete distributiva per dimensione demografica dei comuni