Corriere Ortofrutticolo Settembre 2011

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Frutta estiva ko, timori anche per l’autunno PAG.30 A ottobre torna Macfrut Ma resterà a Cesena? PAG.44 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR TECNOLOGIE e MACCHINARI 9 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE ANNO XXV - Nuova serie THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET Settembre 2011 - euro 6,00 UN MERCATO RICCO MA INSIDIOSO IN QUESTO NUMERO C orriere O rtofrutticolo Roulette russa www.corriereortofrutticolo.it

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Corriere Ortofrutticolo Settembre 2011

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• Frutta estiva ko, timori anche per l’autunno PAG.30

• A ottobre torna Macfrut Ma resterà a Cesena? PAG.44

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

TECNOLOGIE e MACCHINARI

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M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

S e t t e m b r e 2 0 1 1 - e u r o 6 , 0 0

UN MERCATO RICCO MA INSIDIOSO IN QUESTO NUMERO

CorriereOrtofrutticolo

Roulette russa

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È comprensibile: sotto l’ombrellone gliitaliani hanno passato l’estate a cercare dicapire l’impatto della manovra da 40 mi-liardi sulle loro tasche, tra proiezioni, ta-belle, grafici, anticipazioni, correzioni,aggiustamenti, rettifiche,smentite…unguazzabuglio infernale. Alzi la mano chi ha capito quanto dovràpagare direttamente (tributi straordina-ri), quanto indirettamente (tagli agli enti

locali, ai servizi ecc), e quanto costerà la versione ‘differita’della stangata in nuove tasse locali e regionali. Quindil’opinione pubblica va compresa: con questi problemi a chipoteva importare dell’ennesima estate nera della frutta, deiprezzi a picco (tanto al market non era cambiato nulla), deiproduttori alla disperazione, dell’ennesimo braccio di ferrocon la Gdo, dei battibecchi evidenti e dei minuetti in fili-grana tra organizzazioni agricole, centrali cooperative, Ope relative unioni, commercianti, grandi imprese? Però a noi che di mestiere facciamo gli osservatori di questomondo, non è sfuggita la novità 2011. Non è stata solo Ca-poretto, cioè una sconfitta di sistema, ma una Caporettosenza Vittorio Veneto, un bagno di sangue senza speranza dirivincita, un disastro senza riscatto in vista, vissuto spessocon rassegnazione e fatalismo, per l’incapacità di reagireda parte del sistema Italia, per il senso di impotenza che èemerso al di là della solita litania dei comunicati di protestae della convocazione dei tavoli di crisi. Proviamo a ragionare. In tutto questo marasma cosa ha fat-to l’Europa? Distinguiamo: l’Europa dell’ortofrutta è andatain ordine sparso, di un minimo di coordinamento tra le Re-gioni e i Paesi dell’ortofrutta nemmeno l’ombra. Anzi i ‘cu-gini’ spagnoli grazie ai loro costi competitivi coi nostri e al-la miglior organizzazione commerciale hanno spesso rottoil mercato offrendo pesche e nettarine a 5-6 centesimi inmeno delle nostre , con l’unico obiettivo di smaltire le pro-duzioni in raccolta ed in magazzino. Poi l’Europa ufficiale,quella dei burocrati di bruxelles, si è svegliata in extremisalzando il prezzo di pesche e nettarine ritirate dal mercato,ma senza effetti concreti sul mercato. Poi ulteriore doman-da: in questo quadro desolante cosa ha fatto l’Italia? Tanticomunicati diffusi alla stampa, una riunione al ministero il10 agosto, in piena crisi finanziaria eurpea, tra organizza-zioni agricole e centrali cooperative col ministro Romano.Scambio di documenti, cortesie, impegno ad affrontare lecriticità del comparto, con l’impegno da parte del ministroad aprire l’ennesimo tavolo di crisi e a convocare la Gdo…Tra annunci e riunioni, prendiamo atto che l’unica azioneconcreta in tutta l’estate è stata l’operazione “Pesche inspiaggia”, ossia la distribuzione sulle coste di Emilia-Roma-gna, Veneto, Lazio e Sicilia di cestini da 1 chilo ai bagnanti.Così sono state regalate “500mila pesche e nettarine”: evi-dentemente qualcuno le ha contate…al di là dell’ironia,questa elemosina, finanziata con fondi ministeriali, dà untocco di grottesco all’intera vicenda. Certo, sarebbe statomeglio avere un piano di settore che dorme nei cassetti mi-

nisteriali da 20 anni. Certo sarebbe stato meglio una decisaazione su Bruxelles per inserire le pesche negli interventidopo il batterio-killer. Certo sarebbe stato meglio coordinar-si con gli altri paesi dell’ortofrutta per ottenere quelle deci-sive modifiche all’Ocm che sole possono aprire un paraca-dute su queste produzioni deperibili che non si possonostoccare. In mancanza di tutto ciò , consoliamoci regalandocestini ai villeggianti, così si accorgono di quanto sono buo-ne le nostre pesche… Comprendiamo che in un anno di-sperato, tutto ‘fa brodo’. Ma mettere sul piatto della bilancia500mila pesche a fronte di una crisi ormai strutturale, fran-camente fa scappar da ridire se non venisse da piangere. Co-munque, andiamo avanti. Il ministro si è impegnato su al-cuni punti: Gdo, accordi col sistema bancario, tavolo di set-tore. Ha parlato, riferiscono, anche di possibili ‘sanzioni’ acarico della Gdo (pur in assenza di una legge?) , ha accen-nato ad un ‘intervento strutturale’ (il Piano nazionale perl’ortofrutta, dimenticato da 20 anni nei cassetti?) e chiama-to in causa le Regioni per ‘razionalizzare la spesa’. Queste ul-time hanno risposto yes. E adesso? Si va avanti così, tra do-cumenti di crisi che restano nei cassetti, appelli che restanosenza risposte, ultimatum che restano lettera morta. L’unicaè sperare nella iniziativa congiunta franco-spagnola che do-po un’estate disastrosa anche per la loro frutta hanno deci-so di muoversi su Bruxelles per ottenere qualcosa. L’Italia,nella migliore delle tradizioni, si accoderà ai paesi forti perportare a casa qualcosa. Intanto, dopo il ko della frutta estiva, è suonato il campa-nello d’allarme per le pere, in particolare per la Abate, regi-na del mercato. In Emilia, dove si concentra la quasi totalitàdella produzione, suddivisa fra pochi soggetti cooperativi eprivati, si parla (finalmente) di un possibile distretto dellapera (come si è fatto per il pomodoro) o anche di una ge-stione a club, tipo Pink Lady. Non c’è nulla da inventare, ba-sta seguire il buon senso e copiare le esperienze di successo.Ma anche questo appare problematico in un comparto dovetutti si lamentano ma manca una leadership, una rappre-sentanza forte, e al momento buono ognuno va per la suastrada.

[email protected]

✍ Lorenzo Frassoldati

Alla frutta. Anzi, all’elemosinaEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

LA CRISI? CI PENSANO FRANCIA E SPAGNA Nelle ultime settimane di agosto i produttori francesi han-no assalito camion spagnoli di frutta giunti in Franciasenza un destinatario e senza un prezzo stabilito, alla ri-cerca di un acquirente, anche a prezzi stracciati. Una cat-tiva abitudine , non solo spagnola. Sempre in agosto i mi-nistri francese e spagnolo – deposta l’ascia di guerra -hanno annunciato una iniziativa forte in Europa per af-frontare le ricorrenti crisi dell’ortofrutta estiva. Le propostesono circa le stesse fatte dall’Italia. Però il fatto che le pre-sentino Francia e Spagna è bene anche per noi. Forse qual-cosa riusciamo a tirar su. *

PUNTASPILLI

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GRUPPOBATTAGLIO

GRUPPOBATTAGLIO

GRUPPOBATTAGLIO

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S e t t e m b r e 20116 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGROFRESH copertina IIAGRYPACK pagina 47AWETA copertina IAZ. SP.LUSIA E ROSOLINA pagina 43BATTAGLIO pagina 4-5CAPP-PLAST pagina 55CHECK FRUIT pagina 27CONSERVE ITALIA pagina 36CONSORZIO ZAI pagina 51CORSI pagina 28CSO pagina 18EOS pagina 45GF GROUP pagina 8-9INFIA pagina 34ITALRUIT pagina 71

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i eS E T T E M B R E 2 0 1 1

S O M M A R I O

Russia mercato insidioso PAG.25 Frutta estiva ko, timori per le perePAG.30

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

Imballaggi “virtuosi” 51

Venice Green Terminal, partenza conil vento in poppa 52

A.P. Møller-Mærsk, semestre ok Ma frena nel secondo trimestre 54

DISTRIBUZIONESisa lancia “Primo” 56

Freshfel: il taglio di fondi rischiadi affondare “Frutta nelle scuole” 57

PUBBLICITÀ CHE FRUTTAEstate televisiva per la gammaValfrutta Fresco 62

Chiquita, patto con Disney:forniture nei parchi e nelle navi 62

In copertina - RussiaAlla roulette russa 25

Primo piano - La grande crisiControlli, pagamenti, promozioniTavolo Mipaaf con Ortofrutta Italiana 30

Primo piano - La grande crisi

ATTUALITÀ

EDITORIALEAlla frutta. Anzi, all’elemosina 3

BORSINO DELL’ORTOFRUTTASogemi-Fruttital-Corsi 10

SPAZIO APERTOOp snelle ed efficienti contro la crisi 12

GENTE & FATTIDall’Afghanistan all’Africa AustraleCaccamisi, il globe-trotter dell’ortofrutta 14

Linea verde per Anselmi Musicco: largo ai giovani 15

McDonald’s ai bambini:mangiar frutta fa bene 15

Fruttital, fotovoltaico in sei delle nuove sedi 17

Trattori d’epoca Fiat in passerellaE New Holland ne premia tre 17

NOTIZIARIOTutte le Op possono utilizzareil brand “5 colori del benessere” 19

Esportazioni in Libia dimezzateAnche l’otofrutta ne risente 20

Rijk Zwaan, summit sullalattuga da serra del veronese 21

Migliora il sentiment dell’industria alimentare nel secondo trimestre 22

Coldiretti: tassare le bibite gassateper promuovere l’ortofrutta 22

BIOLOGICO NEWSComunicare il biologicoConvegno Coop al Sana di Bologna 49

LOGISTICATraffico container tra luci e ombreManca ancora il respiro europeo 50

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Verso Macfrut. L’ultima a Cesena? PAG.44 Mele, prospettive interessanti PAG.63

Ortofrutticolo

LA COSTIERA pagina 20LA PERNICE copertina ILA TRENTINA copertinaIVL’INSALATA DELL’ORTO pagina 29LONGOBARDI pagina 22MACFRUT pagina 11NATURA NUOVA copertina INETPACK pagina 39PINK LADY pagina 67ROSARIA pagina 24SPREAFICO pagina 1UNITEC pagina 69VALFRUTTA FRESCO pagina 32VENICE GREEN TERMINAL pagina 2VOG pagina 13

INSERZIONISTI

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

Archiviata un’estate nera, nubi minacciose anche sulle pere 31

Primo piano - La grande crisiPuglia in ginocchio: «La Gd domina e fagocita il resto della filiera» 34

Primo piano - La grande crisiFedagri sul piede di guerra: se non arrivano sostegni come in Franciascendiamo in piazza 37

Primo piano - La grande crisiEstate “no” nel veronese. Con meaculpa: «Troppa frammentazione» 37

Primo piano - La grande crisiLa Francia “soccorre” i produttorie si oppone all’import spagnolo 38

Primo piano - La grande crisiA maggio rallenta ancora l’export italiano:saldo attivo in calo del 30% sul 2010 38

Primo piano - La grande crisi“Sottocosto” i pomodori di Lusia 40

Sweet Resistants parte bene 41

Certificazioni avanti tuttaGlobalGAP consolida le posizioni 42

SCHEDA PRODOTTO

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie,interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Macchinari, il puntoFocus sulle tecnologie sul prossimonumero del Corriere, con intervisteagli operatori per approfondirel’andamento di un settore strategicoper migliorare il livello qualitativo ela gestione dell’ortofrutta.

☛ Quarta gammaInchiesta sul dinamico settore dei pro-dotti pronti al consumo, che assumo-no un ruolo sempre più importantenel reparto ortofrutta della modernadistribuzione. Trend di crescita per leverdure tagliate, la frutta fa più fatica.

☛ Scheda prodotto: aglio

Speciale sull’aglio con le tendenzeproduttive e commerciali in Italia enel resto d’Europa. Interviste agli ope-ratori con dati, dinamiche mercantilie problematiche di una nicchia che siconferma interessante.

MELEProspettive interessanti. Produzionesui 10 milioni di tons. Golden, Gala e “club” sugli scudi 63

Assomela: meno prodotto di controstagione 64

La Valtellina pregusta un aumento dei prezzi 65

Pink lady si affaccia su nuovi mercati 65

L’ottimismo non manca dal Trentino AltoAdige al Piemonte 66

PEREPere oltre quota 2,5 milioni di tonnellatemercato ingeneroso 69

Prezzi troppo bassi, Sos dalla Cia di Bologna 70

Olanda, export in calo del 28% nel primo semestre 71

A Macfrut i grandi temi del settoreUltima edizione a Cesena? 44

Sviluppo logistico e brandMercato di Roma a una svolta 48

E-coli… “killer” per la SpagnaIl settore cerca la ripartenza 58

Marocco, export in saluteBoom di vendite in Russia e Usa 59

Vietnam, bilancia commerciale pesante:giro di vite sull’import? 60

Agrexco-Carmel, liquidazione vicina 61

EUROPA-MONDO

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PICCOLI DETTAGLI CHE CI FANNO GRANDI

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Metz, Rouen,Tours

Hermanos Fernandez Lopez S.A.Barcellona, Lerida,

Madrid, Mallorca,

Sabadell, Tarragona,

Tenerife, Valencia

Page 10: Corriere Ortofrutticolo Settembre 2011

Eurofrutas S.A.

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Page 11: Corriere Ortofrutticolo Settembre 2011

CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

☛ SogemiSogemi, la società pubblica che gestisce ilmercato di Milano, si avvia verso il vialedel tramonto? Secondo notizie rimbalzatesulla stampa nazionale, si starebbe proce-dendo verso l'istruttoria per la messa in li-quidazione. Difficile pure una privatizza-zione, perché, parola dell'assessore alle at-tività produttive di Milano FrancoD'Alfonso, "nessuno se la comprerebbe". Inoltre verreb-be bloccato il piano di investimenti da oltre 130 milio-ni di euro. “Un piano troppo impegnativo per una so-cietà che ha quel bilancio”, ha affermato a fine agostoD’Alfonso al Sole24Ore. I numeri a cui fa riferimento l’Assessore sono relativiad un fatturato di 16 milioni di euro all’anno a frontedi un debito pari a 24 milioni di euro. Il piano preve-deva la costruzione entro il 2012 di nuove strutture e dipadiglioni più efficienti nell’area dell’Ortomercato diMilano, in parte compensato dalla vendita delle areedell’ex macello e dell’avicunicolo, ormai non più uti-lizzate. I nuovi indirizzi azzerano però i piani prece-denti. L’assessore infatti sarebbe propenso a liberare de-finitivamente l’area dell’ex macello e dell’Ortomercato

trovando un’altra zona adatta ai mercati.L’area individuata sarebbe quella adiacenteall’Expo, da cui le merci potrebbero esserefacilmente movimentate grazie alla vici-nanza con i nodi stradali. L’obiettivo è co-munque quello di individuare una zona incui l’export - che ad oggi rappresenta il 30%dei prodotti trattati a Milano - possa essereagevolato. Sogemi dovrebbe essere comple-

tamente chiusa. Durante la fase transitoria tuttavia ilComune potrebbe sostenere la nascita di una nuova so-cietà a capitale privato a cui, solo inizialmente, potreb-be partecipare Palazzo Marino con una quota di mino-ranza. La partecipazione sarebbe volta ad assecondarelo sviluppo. Il presidente di Sogemi Luigi Predeval (nella foto) ha co-sì reagito a queste notizie: “L’attuale organo ammini-strativo sta operando nel pieno delle sue funzioni e ilsottoscritto prosegue nel suo mandato di Presidente,con lo stesso impegno di sempre”. “Il Comune di Milano - ha aggiunto Predeval - ha avvia-to una naturale attività di analisi e di approfondimen-to in ordine alle determinazioni assunte dal Consigliocomunale con delibera del 28 aprile 2011”. Giù

☛ FruttitalLe anticipazioni del Corriere Ortofrutticolosono state confermate da Antonio Orsero(nella foto), il numero uno del Gruppo Frut-tital, a Panorama Economy. “Nel 2012 lance-remo la nostra marca di banane e di ana-nas”. Il colosso ligure, primo logistico del-l’ortofrutta dell’Europa meridionale, dopo ildivorzio con Del Monte, scopre dunque lecarte e va al contrattacco lanciando un proprio brand.All'annuncio di Antonio, si aggiungono le parole dellasorella Raffaella Orsero, amministratore delegato del

gruppo di Albenga e prima responsabile del-la società Simba: "La disdetta di Del Monte èarrivata quattro anni fa, ma già ai tempi dimio padre - prosegue Raffaella Orsero, che direcente è stata pure in Costa Rica in visita adaree di produzione adatte per concretizzareil progetto - c’erano state delle frizioni: ab-biamo provato a mediare, ma alle loro con-dizioni non abbiamo trovato l’accordo".

Dunque, per il mercato italiano ed europeo delle bana-ne il 2012 si preannuncia un anno frizzante. Decisa-mente su.

IL BORSINO

☛ CorsiCresce e si rinnova la Corsi SpA, lo storicotrasportatore veronese che da anni, con unanutrita flotta di mezzi, attraversa l’Europaal servizio del settore ortofrutticolo nazio-nale e non solo. La Corsi, nella sede centra-le di Verona, ha ottenuto l’autorizzazione aessere sede doganale. La società è inoltre entrata nella movimen-tazione container. A queste novità si ac-compagna anche una rinnovata immagine. Il nuovo si-to web di Corsi Spa si presenta al pubblico rinnovatonella grafica, nella struttura, nei contenuti e nella navi-

gazione. La Corsi SpA offre servizi di tra-sporto conto terzi a temperatura controlla-ta, sia positiva che negativa. Il terminal diVerona dispone di circa 10 mila mq di de-posito refrigerato. Con il servizio denominato trasbordil’azienda offre agli operatori della filieraagroalimentare e logistica, anche di mediee piccole dimensioni, un deposito tempora-neo di merci a Verona. I magazzini si trova-

no in una posizione strategica per tutti gli operatori del-la filiera agroalimentare che intendono movimentarein Europa i propri prodotti. Su.

www.corriereortofrutticolo.it10 S e t t e m b r e 2011

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INTERNATIONAL EXHIBITION AND CONVENTION

28ª Mostra Internazionale

della filieraortofrutticola

Cesena Italy • October 5-7, 2011Organized by CESENA FIERA Tel. +39 0547 317435 Fax +39 0547 318431

[email protected] www.macfrut.com

SAVETHEDATE

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www.corriereortofrutticolo.it12 S e t t e m b r e 2011

Quest’estate sarà l’ennesima cheverrà ricordata per la grande cri-si che ha investito l’ortofrutta ita-liana. Non ci dilungheremo nel ribadi-re i princìpi contenuti nelle varieenunciazioni delle operazionipolitico-stratetiche che giranonell’ambiente - ivi comprese leresponsabilità di chi e di che co-sa ha scatenato questo strutturatodeficit dell’ortofrutta - ma ci pre-me mettere in risalto due o trepassaggi.Il primo riguarda il mezzo falli-mento, in Italia, della concen-trazione della produzione, mol-to spesso confusa con la con-centrazione dell’offerta. Sono, anostro parere, due momenti di-versi. Il secondo riguarda l’aspetto nor-mativo, il voler appesantire conuna burocrazia che ha del deli-rante, le varie norme che per-mettono agli agricoltori di poterpercepire degli aiuti e/o finan-ziamenti pubblici, siano essi na-zionali od europei. L’Ocm orto-frutta o il Psr hanno una miriadedi adempimenti che soltanto unapparato burocratico con la “b”maiuscola e lontano dalla realeeconomia aziendale può pensaredi mettere in pista in un settoreche ormai, primario non è più.Il terzo riguarda la comunicazio-ne e la promozione dell’informa-zione al consumatore.L’ortofrutta tende a non consi-derare un investimento l’infor-mazione al consumatore, l’edu-cazione al consumo, a spiegarecos’è il lavoro dei campi. Insom-

ma, vuole che la gente comprisenza avere un minimo di sup-porto informativo. In pratica,non vuole “coccolare” il consu-matore, oggi molto più curioso eselettivo di decenni fa e molto di-storto dalla omologata stagiona-lità dell’offerta.L’evoluzione del mercato ha mes-so sotto gli occhi di tutti che, og-gi, è irrinunciabile adottare que-sta strategia comunicativa. Nonostante questi tre elementi diriflessione siano proiettati versola negatività o lo sconforto, cisembra che rimanga perseguibi-le, per la sopravvivenza delleaziende, quindi degli agricoltori,il lato positivo che esse manife-stano: la possibilità di crearenicchie di mercato, per un pro-dotto valido oltre alla possibilitàdi “portare a casa” i finanziamen-ti pubblici, ormai necessari perfar respirare i produttori. Dedotti i costi delle varie opera-zioni, se ben gestite, rimane sem-pre qualcosa da mettere in cassaper proteggere il bilancio azien-dale. Nel rispetto di ognuno, quindi, enella consapevolezza che i grossipoli cooperativi o privati hannouna loro logica di funzione, se èvero, come è vero, che in Italia siè organizzata circa poco più del30% della produzione - secondo idati da noi elaborati - crediamoche un passaggio assolutamenteda perseguire da parte della pro-duzione nazionale per evitare untracollo come quello di questaestate sia quello di creare Op or-tofrutticole, anche di piccole

dimensioni (basti pensare chesono sufficienti cinque soci e2.000.000 di euro per costituirneuna di frutta o di ortaggi, mentreservono 3.000.000 di euro per unadi ortofrutta). Op che diffonde-ranno il buono ed il saporito del-la loro produzione, attiverannoiniziative, che si doteranno oesternalizzeranno la funzionemarketing.Poi per la vendita del prodotto, senecessario o come evoluzione delsistema, si potranno creare dellesocietà commerciali di capitale,con regole certe per tutti. Societàche collocheranno il prodottodelle varie Op aderenti e conl’obbligo preciso di dare un ritor-no economico ai soci.Le Op, infine, con la nuova Pacsembra siano gli strumenti prio-ritari su cui poggerà il sistemaagricolo Ue nei prossimi anni.Ecco che, a nostro parere, il pri-mo passo per la rinascita dellanostra ortofrutticoltura deve par-tire dai produttori - ancor oggiabbastanza ingessati in alcuneposizioni non più attuali - attra-verso l’abbattimento di alcunisteccati e la creazione di Op effi-caci ed efficienti, non necessa-riamente di grandi dimensioni,ma che siano sul mercato conun prodotto non omologato, ap-prezzato, conosciuto, divulgato,promosso e cercato.Chi ha già messo in pista realtàdi questo tipo ma con questamentalità, conferma che nono-stante il carico burocratico pe-sante i ritorni in campagna sonotangibili.

pazio apertoS CorriereOrtofrutticolo

✍ MatteoSelleri

Op snelle ed efficienti contro la crisi

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

S e t t e m b r e 201114 www.corriereortofrutticolo.it

Dario Caccamisi, agronomo siculo-ligure residente inEmilia, è l’instancabile globe-trotter dell’ortofrutta. Bi-sognerebbe dargli un premio al coraggio. Dopo essere stato, molti anni fa, il direttore del MercatoOrtofrutticolo di Vignola, a due passi da casa, ha co-minciato a viaggiare su mandato di organismi interna-zionali come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, laBanca Europea per gli investimenti, prima in Europa,poi in ogni angolo del globo. Ha partecipato con ruoliimportanti ai progetti per creare la rete dei mercatiagro-alimentari nell’Est europeo dopo il crollo dell’Ursse nei Balcani dopo la guerra. Il suo 2011 è stato partico-larmente avventuroso: missioni in Afghanistan e nel-l’Africa australe. Ora lo aspettano in Libia per metterela prima pietra ai mercati dell'ortofrutta.

Dall’Afghanistan all’Africa AustraleCaccamisi, il globe-trotter dell’ortofrutta

In Italia più che di servizio postale si può a ragioneparlare di disservizio postale. Le case editrici come lanostra ne subiscono serie e dannose conseguenze, so-prattutto per i ritardi, spesso molto gravi, nella conse-gna delle riviste che vengono spedite in abbonamentopostale. Se poi ci si lamenta con qualcuno, apriti o cie-lo. Non si vuole offendere nessuno ma provate a par-lare a un postino, o non si mostra interessato o sem-bra il ministro delle Poste (ministero abolito). Nonsiamo i soli a lamentarci. A inizio agosto sull’autore-

vole settimanale “L’Informatore Agrario” è apparsauna lettera di lamentele per il mancato recapito dellerivista. L’editore ha risposto affermando: “Lo stan-dard di recapito della corrispondenza in Italia è peg-giorato”. Siamo completamento d’accordo. Dalle Posteci aspettiamo un cambio di marcia. Un pacco con 50riviste pagate spedito a inizi luglio al Centro Agro-ali-mentare di Catania con indirizzo corretto ci è tornatoindietro un mese dopo e le Poste hanno preteso unapenale. Dove siamo? (a.f.)

I ritardi del Corriere e i “disservizi” postaliche penalizzano pesantemente l’editoria

Lutto nel settore ortofrutticolo e degli imballaggi: è morto Danilo Reggiani, ex di-rettore della filiale di San Felice sul Panaro (Modena) di International Paper e pre-sidente, fin dalla sua fondazione, del consorzio Bestack di Forlì. Reggiani, molto co-nosciuto e apprezzato nel mondo dell’ortofrutta e del packaging, aveva 66 anni, la-scia la moglie Rosita e i figli Simona e Mauro.È stato uno dei principali operatori e innovatori nel comparto degli imballaggi edel cartone ondulato nello specifico, settore in cui ha iniziato a lavorare già alla fi-ne degli anni Sessanta. Nel corso della sua quarantennale carriera Reggiani ha par-tecipato in maniera attiva e determinante allo sviluppo del settore del packaging,con un occhio di riguardo agli imballaggi in cartone. Senza dubbio è stato una del-le colonne portanti dello stabilimento modenese di International Paper che ha diretto per molti anni finoalla fine del 2008, quando, pur rimanendo nel consiglio di amministrazione del gruppo, ha lasciato il testi-mone della direzione a Paolo Pirozzi. Benvoluto e battagliero (all’assemblea di Frutimprese dello scorsomaggio, nella foto, lo abbiamo visto seduto in prima fila) viene ricordato con grande rimpianto dai tantiprotagonisti del settore che lo hanno conosciuto. (E.Z.)

La scomparsa di Danilo Reggiani lascia un vuotonel mondo dell’ortofrutta e del packaging

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FATTIa cura di M

irko Aldinucci

GENTE &CorriereOrtofrutticolo

Faustino Musicco, 24 anni è am-ministratore unico della societàAnselmi Cav. Faustino che operaal Mercato di Brescia nel com-mercio dell’ingrosso di frutta everdura dal lontano 1933; fondatadal bisnonno Cav. Faustino An-selmi, è attualmente alla quartagenerazione imprenditoriale.Da poco laureato e dopo un’espe-rienza in una banca d’affari a Mi-lano, racconta Musicco in unalettera al nostro giornale, “ho de-ciso di intraprendere l’avventuracon entusiasmo e determinazio-ne in un settore per me comple-tamente nuovo”.L’azienda (sopra lo staff al comple-to; Musicco è il terzo da sinistra) èspecializzata dal 1980 nella matu-razione di banane attraverso unproprio centro di maturazione(5.000 metri quadri) situato a po-ca distanza dal Mercato. Attualmente i dipendenti e colla-boratori dell’azienda hannoun’età media di 30 anni circa, macon esperienza decennale nel set-tore. “Un’azienda che nel 2013raggiungerà 80 anni di attivitàma con personale giovane e mo-tivato”, la descrive Musicco.Assente dalla struttura di via Or-zinuovi in occasione della visitacompiuta dalla nostra redazioneal Mercato lombardo lo scorso lu-glio (si veda reportage sul Corrie-re di luglio-agosto), tiene a preci-sare di “condividere le considera-zioni e i commenti dei colleghi:mi associo al fatto che sia neces-sario creare maggiori sinergie ealleanze tra operatori al fine diottenere maggiori economie discala ed essere più competitivi inun mercato sempre più esigentee agguerrito”. Finchè ci sono igiovani, c’è speranza...

McDonald's Italia in occasionedel rientro a scuola di settembrepromuoverà il consumo di fruttafresca, soprattutto tra i più picco-li. Insieme al frutto, fresco, senzaconservanti e già tagliato, i bam-bini riceveranno un volantino,realizzato da Giunti Progetti Edu-cativi per McDonald's, con unaconsulenza scientifica in ambitonutrizionale.Il leaflet contiene informazioniper le mamme sull'importanzadel consumo quotidiano di fruttae verdura e simpatici giochi da

tavolo a tema che raccontano, inmodo semplice e divertente, leproprietà e l’importanza del con-sumo di frutta e verdura.L'impegno di McDonald's Italiain questi 4 anni di iniziative ri-volte a privilegiare il consumo difrutta fresca tra i bambini ha da-to dei risultati: il consumo difrutta nell’Happy Meal è raddop-piato, tra il 2009 e il 2010. In ge-nerale poi, le tonnellate di fruttavendute da McDonald's Italia so-no passate da 4.000 nel 2009 a5.000 nel 2010.

“Linea verde” per AnselmiMusicco: largo ai giovani

Durante l’estate 2011 sono stati almeno duecentomila i giovani impe-gnati nelle campagne di raccolta di frutta, verdura e nella vendem-mia. Lo stima la Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere. Perl’organizzazione agricola, “per molti giovani lavorare nei campi ha si-gnificato prendere contatto con il mondo del lavoro in un momentodi crisi dove è difficile trovare alternative occupazionali”. L’estate coincide del resto con il periodo di maggior impiego nellecampagne dove si svolgono le attività di raccolta di verdura e frutta co-me ciliegie, albicocche o pesche fino alla vendemmia di settembre.

In 200 mila nei campiper i raccolti estivi

I dati che emergono dalla prima rilevazione sistematicarealizzata da Unioncamere in collaborazione con Info-Camere, nell’ambito dell’Osservatorio sull’imprendito-ria giovanile, evidenziano che il comparto agro-alimen-tare è quello con la minore percentuale di imprese guidate da “Under35”, pari cioè al solo 9%.Servono, secondo Conferuro, nuove politiche di occupazione e al tem-po stesso di tutela per costruire un nuovo modello culturale: “i giova-ni potrebbero trovare nei campi una concreta possibilità lavorativa”.

Nell’agroalimentarepoche società “under 35”

McDonald’s ai bambini: mangiar frutta fa bene

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Fruttital Srl ha ultimato la realiz-zazione degli impianti fotovoltai-ci su sei dei nove siti operativi inItalia. Con questo importante interven-to le strutture dell’azienda site inAlbenga, Bologna, Cagliari, Fi-renze, Molfetta e Roma produr-ranno circa 2,5 MWh all’anno dienergia pulita, in grado di soddi-sfare il 20% del fabbisogno totale. L’investimento complessivo dicirca 6 milioni di euro ha per-messo l’installazione di 13.000m2 di impianti fotovoltaici suuna superficie totale disponibiledi 45.000 m2. Gli impianti installati, con unapotenza complessiva di 1,8 MWp,permetteranno ai sei stabilimen-ti di limitare l’immissione diCO2, SO2, NOX e polveri sottili,abbattendo notevolmente i pre-lievi di energia dalla rete nazio-nale, con conseguenti beneficiper l’ambiente. I lavori di realizzazione, iniziatinel giugno 2010 ed ultimati neitermini stabiliti, sono stati pro-gettati e diretti dal team internoall’azienda specializzato nella ge-stione dell’Assicurazione dellaQualità & Logistica. Per questa operazione Fruttitalha scelto esclusivamente fornito-ri italiani e continuerà in questadirezione per altre possibili nuo-ve realizzazioni in via di defini-zione. Paolo Mauti (foto), amministrato-re Delegato di Fruttital dice: “Conquesto progetto contiamo di rag-giungere due importanti risulta-ti: dare un contributo alla salva-guardia dell’ambiente e posizio-nare l’azienda sul mercato in mo-do più competitivo grazie ad unparziale recupero delle spese le-gate ai costi energetici. Gli obiet-tivi aziendali si riflettono positi-vamente sull’ambiente nel pienorispetto di una coscienza ecologi-ca che speriamo si diffonda”.

Fruttital, fotovoltaicoin sei delle nove sedi

Terremerse ha recentementeinvestito importanti risorse,circa 800.000 euro, per realizza-re nei Centri di Massa Fiscaglia(Ferrara) e di Voltana (Raven-na) due impianti fotovoltaici diultima generazione che con-sentiranno un considerevole ri-sparmio di combustibile fossilesenza generare emissioni in-quinanti. Gli impianti sonocomposti da oltre 1.100 pannel-li solari, per una superficie to-tale di 1.600 mq.L’impianto di Massa Fiscagliacopre una superficie totale dioltre 1.000 mq, composta daben 792 pannelli in silicio poli-cristallino. L’impianto è in gra-do di produrre un’energia tota-le annua di circa 150.000 kwh,con una potenza di 142,56 Kwp,che garantirà i due terzi delproprio fabbisogno.L’impianto di Voltana è costi-tuito da 348 pannelli di siliciopolicristallino, per una superfi-cie totale di quasi 600 mq.L’energia totale annua si atte-sterà sugli 83.000 Kwh, con unapotenza di 74,28 Kwp.

Terremerse,1.100 pannelli

Sette nuove celle per una super-ficie di 1.500 metri quadrati edun volume di 12.000 metri cubi,che consente di aumentare di45.000 quintali la capacità distoccaggio di patate e cipolle inatmosfera controllata portandola potenzialità totale di frigo-conservazione a 220.000 quinta-li. Con questo importante inve-stimento la cooperativa orto-frutticola Cometa di Medicina(Bologna), associata ad Apo Co-nerpo e alla società commer-ciale Naturitalia, ha raggiuntol’autosufficienza per la conser-vazione refrigerata della pro-pria produzione.“L’ampliamento dello stabili-mento - sottolinea il direttoredella cooperativa, Claudio Brin-tazzoli - è solo l’ultima tappa diun ampio progetto di investi-menti avviato nel 2008 per unaspesa complessiva di 2,7 milio-ni di euro. Un programma cheha portato all’ammodernamen-

to delle linee di lavorazione del-le patate e delle cipolle a unimpianto fotovoltaico di 200kwh”. Cometa negli ultimiquindici anni ha visto aumen-tare la superficie da 4.000 ad ol-tre 17.000 metri quadri e la ca-pacità di frigoconservazione da50.000 a 220.000 quintali coninvestimenti pari all’8-9% delfatturato. Gli occupati sono pas-sati dai 35 del 1996 agli 85 di og-gi”. Dal 2006 è stato anche svi-luppato un reparto per la lavo-razione delle patate e cipolle diquarta gamma.

Nuove celleper Cometa

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CorriereOrtofrutticoloGE

NTE

FATTI&

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Trattori d’epoca in passerella alterzo raduno spontaneo dei mez-zi che hanno fatto la storia delGruppo Fiat, svoltosi sabato 20 edomenica 21 agosto in concomi-tanza con la sagra di San Biagioin provincia di Modena, e che havisto la presenza di circa 20.000persone.La sagra di San Biagio, che anno-vera 34 edizioni, è la meta più si-gnificativa di appassionati e col-lezionisti di macchine e trattorid’epoca cui per il secondo annodi seguito, si unisce il Raduno deitrattori storici del gruppo Fiat.Oltre 150 i collezionisti con i lorotrattori, motori e le carioche perun totale di oltre 300 macchinestoriche.Molti i pezzi importanti o rari co-me un Fiat 702 A degli anni 20 oi due Fiat con l'esclusivo motoreBoghetto, il Fiat 501 con il suo in-gegnoso sistema di avviamento,oppure l’OM 30 a testa calda del1930. Erano presenti anche pa-recchie versioni cingolate di tuttele epoche e le piccole trattrici, intutte le versioni.Il momento più importante è sta-to l’assegnazione dei tre premiposti in palio dalla Direzione delMercato Italia di New Holland eaperti a tutte le serie di trattoridel gruppo Fiat prodotte primadel 1970: trattore con maggiorestoricità; trattore proveniente damaggiore distanza e trattore me-glio restaurato.Ad assegnare i premi una apposi-ta commissione composta da tredelegati: William Dozza, giorna-lista e scrittore di libri sui tratto-ri d’epoca, Massimo Mislei, stori-co ed ex dipendente Fiat, e Giu-liano Gulinelli dell’associazioneorganizzatrice delle Sagra di SanBiagio.La commissione ha applicato se-veramente il regolamento delconcorso, individuando tra i cir-ca 60 trattori storici del gruppo

Fiat iscritti, quelli vincitori.Come ha avuto modo di sottoli-neare Francesco Zerbinati, re-sponsabile marketing di NewHolland in Italia, “la scelta deigiurati non è stata facile perchéla competizione si è fatta moltoaccesa, rendendo ancora più me-ticoloso il lavoro di valutazione". I premi sono stati assegnati alnumero di matricola e quindi aitrattori e non ai loro proprietari.

Trattori d’epoca Fiat in passerellaE New Holland ne premia tre

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I chicchi di uva possono aiutare a combattere lo stress provocato dalritorno nelle città rese bollenti dal caldo dopo lunghe vacanze estive,con la ripresa quotidiana del lavoro che comporta anche un cambia-mento drastico dei ritmi di vita. Numerosi studi scientifici come la ricerca dell'Isti-tuto di patologia vegetale dell’Università di Milanoe pubblicata sul Journal of the Science of Food andAgricolture - riferisce la Coldiretti - la melatoninascoperta nelle uve rosse potrebbe aiutare a regola-re i ritmi circadiani negli esseri umani, propriocome fa l’ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale si-tuata nel cervello. La melatonina regola il ritmo sonno-veglia ed inpratica indica al nostro organismo quando è il momento di andare adormire, ma ha anche un'interessante attività antiossidante.

L’uva? Un antistress.Lo dice la ricerca scientifica

Agecontrol Spa, società interamente controllata da Agea che per con-to dell’Agenzia svolge i controlli sui destinatari dei contributi comu-nitari e quelli sui prodotti ortofrutticoli freschi in importazione ed inesportazione, ha quattro componenti del consiglio di amministrazio-ner espressi dalla controllante.Si tratta di Massimo Dell’Utri, che la delibera commissaria designaanche come presidente del Consiglio di amministrazione, di FilippoParadiso, di Ugo Malagnino e di G. Mocerino Esposito. La nomina delquinto componente del Cda di Agecontrol è invece rinviata a un suc-cessivo momento, quando il candidato sarà espresso dalla ConferenzaStato-Regioni. L’amministratore unico pro-tempore di Agecontrol, Giancarlo Nanni,direttore generale di Agea, procederà a convocare la prima seduta delnuovo Consiglio di amministrazione.

Agecontrol, nuovo consiglio di amministrazione

FATTIGENTE &CorriereOrtofrutticolo

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NOTIZIARION

Il 2 agosto il Consiglio di Ammi-nistrazione di Unaproa ha modi-ficato il regolamento d’uso delmarchio collettivo “5 colori delbenessere” prevedendo la possibi-lità che questo sia utilizzato daparte di tutte le Op e Aop, anchese non associate alla stessa Una-proa. “È una questione che avevamoavuto già modo di discutere in as-semblea e che ri-sponde alla ne-cessità di da-re voce al-l’ortofruttaitaliana, se-condo unprincipiouniversal-mente rico-nosciuto comequello dei 5 colo-ri del benessere, perincrementare i consumi di orto-frutta”. “In questo momento di forte crisiper il nostro settore anche a se-guito di quanto accaduto per cau-sa del batterio Escherichia Coli -prosegue De Ponti - riteniamoche un marchio come il nostrodebba essere messo a disposizio-ne dell’intero sistema organizza-to. È una grande apertura che miauguro trovi un forte consenso intutto il nostro settore”.

Tutte le Oppossono utilizzareil brand “5 coloridel benessere” Il dato nazionale delle superfici investite a pomodoro da industria è

di poco superiore ai 67.000 ettari, con una riduzione del 15% rispettoa quanto messo a coltura nella precedente campagna.L’andamento produttivo ed i dati della raccolta in corso del prodotto,comunicati dalle unioni nazionali Unaproa, Uiapoa e Unacoa evi-denziano una sensibile riduzione delle rese produttive con un pro-dotto di buona qualità. La riduzione delle rese preoccupa le Organiz-zazioni di produttori che temono una contrazione del reddito delleimprese agricole associate, imprese già provate da ordinarie e straor-dinarie difficoltà mercantili delle produzioni ortofrutticole, contra-zione che mette a serio rischio la redditività delle imprese.È intanto iniziata con una settima-na d’anticipo rispetto all’anno scor-so la campagna del pomodoro da in-dustria. La produzione risulta in ca-lo rispetto all’anno precedente, mail pomodoro ha un elevato tenorezuccherino, ed è quindi di migliorequalità. Le superfici agricole colti-vate a pomodoro sono diminuite ri-spetto allo scorso anno di circal’8,5%. Una tendenza che si riscon-tra in tutta Europa, in Portogallocon una diminuzione del 22% e inSpagna con un calo del 19%, mentrein Cina la coltivazione incrementadell’11%L’andamento della campagna è stato nel corso della visita dell’asses-sore regionale all’Agricoltura emiliano romagnolo Tiberio Rabboniad alcune aziende agricole e di trasformazione del pomodoro da in-dustria della provincia di Parma.�“Anche a fronte del calo di produzione - ha spiegato l’assessore Rab-boni - l’Emilia-Romagna mantiene a livello nazionale il 35% di pro-dotto coltivato e trasformato e si conferma come il principale distret-to italiano ed europeo, dal punto di vista della qualità, oltre che dellaquantità. Buoni frutti sta dando la coesione tra produttori agricoli etrasformatori industriali una sinergia che avrà il suo ulteriore suggel-lo nel nascente Organismo Interprofessionale del pomodoro da indu-stria, attivato a breve sulla base di una specifica legge regionale”.

Si riducono del 15% le superficidedicate al pomodoro da industria

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Nel 2011 le esportazioni di pro-dotti alimentari e bevande dall’I-talia alla Libia sono più che di-mezzate (-56%) per effetto del-l’impatto sugli scambi commer-ciali provocato dalla rivolta nelprincipale partner commercialedell’Italia, tra i paesi arabi. Emer-ge da una analisi della Coldirettidalla quale si evidenzial’importanza economica della fi-ne dei conflitto, confermata pe-raltro dalla borsa, sulla base deidati Istat relativa ai primi cinquemesi dell’anno. Se l’Italia è fortemente dipenden-te dalla Libia per le risorse ener-getiche, il Made in Italy agroali-mentare esportato nel Paese ara-bo riguarda soprattutto conservedi pomodoro, frutta, biscotti ecioccolato per un valore che hasuperato i 100 milioni di euro nelcorso del 2010. Ad essere più richiesti dal Paesedel Nord Africa sono soprattutto iprodotti della dieta mediterraneaa partire dalle conserve di pomo-doro e dalla frutta fresca che rap-presentano insieme il 56% del va-lore delle esportazioni agroali-mentari italiane. Un importanteflusso commerciale che - conclu-de la Coldiretti - si è progressiva-mente ridotto fino quasi ad an-nullarsi negli ultimi mesi.

Esportazioniin Libia dimezzateAnche l’ortofruttane risente

Coniugare la necessità del risa-namento con scelte di governoper la crescita dell’economia edella società. Lo sostengonoConfagricoltura, Coldiretti, Ciae Copagri. Le organizzazioni sollecitano ilGoverno a farsi promotore del-l’apertura di un tavolo per at-tuare politiche incisive volte al-la promozione e alla difesa delMade in Italy di qualità qualeleva competitiva del Paese ingrado di valorizzare il lavoro, ilcapitale e il territorio italiano,come previsto dal documentosottoscritto da tutte le forze so-ciali e presentato al tavolo diconcertazione del Governo. Migliorare la capacità competi-tiva delle imprese agricole econiugare la produzione diqualità con le bellezze paesag-gistiche del territorio, rappre-senta - per le Organizzazioniprofessionali del settore agrico-lo - una scelta di prospettivaper la nostra economia, perl’agroalimentare e per il turi-smo.

Le professionali: tutela al made in Italy

Paolo Bruni, presidente di Cso eCogeca, ha incontrato a Seull’Ambasciatore d’Italia in Co-rea, Sergio Mercuri (in foto).“Siamo alle battute finali - di-chiara Bruni - dell’iter procedu-rale per ottenere l’autorizza-zione all’export di kiwi italianoin Corea. Un grande risultatoche vede il Cso in primo pianocon il ruolo di coordinamentoe supporto al Ministero dellePolitiche Agricole e Alimentariper la rimozione delle barrierefitosanitarie”.La procedura di apertura dellebarriere fitosanitarie per il kiwiin Corea è iniziata nel 2004 esta giungendo a compimentoora. Si tratta di una grande op-portunità per le imprese di pro-duzione di kiwi italiane perchéla Corea è un mercato partico-larmente interessato ai prodottialimentari di qualità italiana.Terminato l’iter del kiwi, su ri-chiesta delle autorità coreane,si procederà con il protocolloagrumi e, subito dopo, quellodelle pere.

Kiwi italiano in CoreaAutorizzazione vicina

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otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

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Rijk Zwaan ha organizzato inagosto una riunione tecnico-com-merciale sulla propria gammalattughe da serra per l’area di Ve-rona. All’incontro erano presentiil Crop Specialist lattuga Giulia-no Belli, i Responsabili VenditeCarlo Bonato e Ivan Digiuni.L’evento ha visto la partecipazio-ne di una cinquantina di perso-ne, tra produttori, vivaisti e com-mercianti.Dopo una breve presentazione diRijk Zwaan, si è parlato dei pro-grammi di ricerca per la lattuga edegli obiettivi da raggiungere:non solo migliorare le caratteri-stiche agronomiche delle varietàe avere maggiori resistenze ai va-ri patogeni, ma anche ottimizzar-ne le caratteristiche qualitative enutrizionali. All’insegna delloslogan “affidabilità e sicurezza”,per riferirsi a varietà affidabili te-state in zona con il giusto posi-zionamento, l’incontro è poi pro-seguito con la presentazione del-la gamma varietale per le produ-zioni in serra per l’area di Vero-na, con particolare attenzione al-le gentiline ed alle cappuccine.Nella tipologia delle gentiline, afianco di varietà storiche e affer-mate come Tokapie RZ, AshantieRZ e Jazzie, RZ troviamo la nuovagenerazione di varietà, tutte resi-

stenti a Bremia Lactucae 1-28 e aNasonovia, che completano lagamma. È stato in particolare po-sto l’accento sulle grandi rivela-zioni dello scorso anno: DonertieRZ, per produzioni autunnali eGurdie RZ, per l’inverno.Sono state inoltre presentate lenuovissime varietà che si andran-no a testare in questa stagione e

che poi potranno entrare nelmercato, nei prossimi anni, seconfermeranno le aspettative.Per le cappuccine, l’attenzione èstata rivolta verso la nuovissima42-117 RZ che andrà a completareuna gamma eccellente, posizio-nandosi tra Sintia RZ, per produ-zione autunnali, e Judita RZ, perl’inverno.

Rijk Zwaan, summit sulla lattuga da serra del veronese

SITO

Si è svolto nei giorni scorsi a Roma, presso il Mi-nistero delle Politiche Agricole, il seminario“Genomica e biotecnologie applicate all’agricol-tura: quali prospettive?”.L’appuntamento, organizzato dal Consiglio perla Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura,ha offerto ad Assosementi, l’Associazione Italiana Sementi,l’opportunità di esprimere il suo punto di vista su ricerca varietale esperimentazione. Il sodalizio - che rappresenta a livello nazionale tut-ti i comparti sementieri, con oltre 170 aziende associate - ha puntatol’indice su “pregiudizi e vincoli privi di ogni razionalità” che, a suo av-viso, non possono essere condivisi. Secondo l’Associazione, tra i varifattori in gioco vi è “il tentativo di fare passare per innovative tecni-che in uso ormai da diversi anni, in ambito pubblico e privato”.In tale direzione Paolo Marchesini, presidente di Assosementi ha au-spicato che “il dibattito sulle biotecnologie applicate all’agricolturaabbandoni i toni da barricata che nulla hanno a che fare con un cor-retto approccio scientifico e che si riporti al centro dell’attenzione laforte domanda di innovazione che proviene dagli agricoltori e dalmondo agroalimentare, per difendere davvero il made in Italy”.L’Associazione ha richiamato l’attenzione sullo studio delle nuove va-rietà, in grado di rispondere meglio ai cambiamenti climatici, di adat-tarsi ai differenti ambienti di coltivazione, di incontrare le esigenzedell’industria della trasformazione e soddisfare la domanda dei con-sumatori. Se da un lato, quindi, l’attività delle Associate mantiene ilsuo fulcro sulla “vendita di sementi sane e di qualità”, dall’altro, chie-de maggiore spazio per ricerca e sperimentazione. (E.Mùr.)

Biotecnologie, Assosementi:sì a ricerca e sperimentazioni

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

23S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

La lieve ripresa degli ordini el’alleggerimento delle scorte dimagazzino migliorano il senti-ment dell’industria alimentareitaliana nel secondo trimestre2011. Lo rileva l’Ismea sulla base dellaconsueta indagine sul clima di fi-ducia condotta trimestralmentesu un panel di 1.300 operatori delsettore.Il valore dell’indice è di 3,3 (ilcampo di variazione è compresotra -100 e +100), un punto in piùrispetto al trimestre precedente etre punti sopra il livello raggiun-to nello stesso periodo del 2010.Gli indici settoriali sulla confi-dence evidenziano una congiun-tura più favorevole (indice positi-vo e variazione congiunturale po-sitiva) per l’industria delle carnibianche, delle conserve ortofrut-ticole, delle acque naturali e del-le bevande analcoliche, nonchéper l’industria del riso.Al contrario, il trimestre ha evi-denziato qualche difficoltà per ilcomparto dell’olio d’oliva e per leindustrie dolciarie, del pane e deiprodotti da forno.Peggiora la fiducia presso gli in-dustriali della pasta, dei gelati,degli elaborati a base di carne,del vino, dell’industria mangimi-stica e di quella lattiero-casearia. A livello territoriale sono le ma-cro ripartizioni del Nord-Est e delCentro Italia a registrare un mi-gliore andamento della fiducia,più freddi invece i giudizi nelNord-Ovest e nelle regioni delMezzogiorno.In generale la produzione, nelterzo trimestre 2011, dovrebbemantenere un andamento positi-vo, se non altro nella percezioneprevalente, seppure più attenua-to, nella crescita, rispetto ai pre-cedenti tre mesi, anche di rifles-so alle incertezze legate allo sce-nario economico complessivo.

Prendere come esempio la Fran-cia, che vorrebbe tassare le bibitegassate per ridurre il dilagantefenomeno dell’obesità. Utilizzarequindi gli introiti derivati per in-centivare e aumentare il consu-mo di frutta e verdura. La propo-sta arriva dalla Coldiretti, la qua-le rileva che il 48% dei bambiniitaliani consuma bevande gassateo zuccherate ogni giorno.Secondo lo studio il 23% dei geni-tori dichiara che i propri figlinon consumano quotidianamen-te frutta e verdura con il risultatoche il 34% dei piccoli cittadiniitaliani di 8 e 9 anni è lontanodal peso forma. oltre un milioneè sovrappeso (22,1% del totale) e400 mila (11,1%) sono obesi, se-condo il monitoraggio effettuatodal progetto “Okkio alla salute”.“Sulla base di una legge naziona-le ormai datata (la 286 del 1961)le bevande al gusto di agrumipossono essere colorate a condi-zione che esse contengano appe-na il 12% di succo di agrumi" de-nuncia Lorenzo Bazzana (nellafoto), responsabile ortofrutta del-la Coldiretti che chiede di au-mentare di alcuni punti percen-tuali il succo di agrumi nelle bi-bite con effetti positivi per la sa-lute ed un aumento del consumodi frutta”.L’effetto è l’aumento di peso cheè un importante fattore di rischioper molte malattie come i pro-blemi cardiocircolatori, il diabe-te, l’ipertensione, l’infarto e certitipi di cancro. Con una opportuna sensibilizza-zione - spiega Coldiretti - che tral’altro è già impegnata in campa-gne che esortano i giovani a con-sumare più frutta e verdura - sipotranno raggiungere risultatiimportanti nel campo della salu-te che andranno anche a vantag-gio del consumo di frutta & Com-pany.

Coldiretti: tassare le bibite gassateper promuoverel’ortofrutta

Migliora il sentimentdell’industriaalimentare nelsecondo trimestre

Si allargano i confini dellapresenza e della comunicazio-ne internazionale di IPACK-IMA. Da fine luglio è online ilsito in arabo della manifesta-zione www.ipack-ima.comche porta a otto le versioni indiverse lingue e si rivolge di-rettamente, per la prima voltanel settore del packaging e delprocessing, ad un insieme dimercati dalle prospettive mol-to interessanti.È stato poi siglato un accordocon la prestigiosa associazio-ne giornalistica IPPO, accordoche rafforza in modo signifi-cativo la caratura internazio-nale della fiera. L'intesa conl'associazione internazionaleche raduna le più autorevolifirme e testate specializzatemondiali del packaging, rico-nosce ad IPACK-IMA il ruolodi mostra internazionale di ri-ferimento in Italia per le pros-sime edizioni 2012 e 2015(quest’ultima sarà concomi-tante con l'Expo di Milano).Queste novità alimentano ul-teriore interesse per la venti-duesima edizione della mo-stra, in programma dal 28 feb-braio al 3 marzo 2012 a FieraMilano - che conta già oggisulla presenza di oltre 800aziende espositrici - saràl’appuntamento più impor-tante dell’anno per il mercatoeuropeo, mediterraneo e me-diorientale nei settori dellemacchine, tecnologie e mate-riali per il processing, packa-ging, material handling e, no-vità della prossima edizione,package printing.

Ipack-Ima amplia obiettivi e confini

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www.corriereortofrutticolo.it24 L u g l i o - A g o s t o 2011

ROSARIA

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

L’arancia rossa chiamatela per nome.

Ricca di vitamine A, B, PP e C,Ricca di vitamine A, B, PP e C,ideale come coadiuvante dellaideale come coadiuvante dellacura degli stati influenzalicura degli stati influenzali

Ricca di antiossidantiRicca di antiossidanticontro l'invecchiamentocontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzatadi energia,ideale per chipratica sport

Foto

: IED

Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 1580-2007. Programma Operativo 2009/2011.Programma Esecutivo 2011. Azione n.3

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Non ci sono riusciti dei “duri” co-me Napoleone e Hitler, può riu-scirci un esportatore di ortofrut-ta? No. La Russia non si conqui-sta, con la Russia si viene a patti.Quello che serve a un qualsiasioperatore economico che vogliafare affari in Russia è un buonpartner locale, che possa trarreun buon vantaggio dal businesscomune.Questo è ancora più vero dopo ladoccia fredda della campagnadella frutta estiva 2011 seguita al-l’euforia del 2010, quando leesportazioni di ortofrutta versoMosca e San Pietroburgo hannofatto boom e l’Unione Europeaha visto la Russia balzare al pri-mo posto come destinazione del-l’export di prodotti freschi, assor-bendo, in compagnia dell’Ucrai-na, oltre il 50 per cento dell’am-montare complessivo delle espor-tazioni Ue. Ma l’accelerata nelladirezione di “Russia - Paese aper-to”, luogo di grandi affari, digrandi opportunità è finita que-st’anno bruscamente. A tirare ilfreno è stato in primavera il bat-terio-killer, con il tergiversare deitedeschi nell’accertamento delleresponsabilità, con la prudenzapersino eccessiva della grande di-stribuzione globale che per setti-mane ha chiuso i rubinetti degliacquisti su tutto senza discerni-mento. I buyer russi hanno chiu-

so con l’Europa fino agli inizi diagosto. Per mesi hanno sostituitoi fornitori europei riscoprendocon quelli mediterranei anchegli operatori degli ex Paesi satel-liti. Hanno scoperto che i vicinidi casa uzbeki, ucraini, moldavi,azerbaijani possono far arrivarea Mosca e San Pietroburgo orto-frutta di media qualità a prezzistracciati. Così, quando gli euro-pei si sono riaffacciati sulla sce-na hanno scoperto un altro mon-do, una Russia disposta a giocareal ribasso in maniera persinoesagerata. “I discounter tedeschinon sono mai arrivati alla inso-lenza commerciale dimostrata inqueste settimane dai russi con lanostra frutta estiva” ci ha dichia-

rato in esclusiva Furio Mazzotti,emiliano, venditore di ortofruttaitaliana per i marchi Made in Blue Fruitaly. “Abbiamo sofferto unadeblacle completa, un disastro,anche con il kiwi, tanto che leaziende italiane più serie, piùstrutturate non sono riuscite a fa-re niente. Ci sono stati offertiprezzi di 15/20 centesimi al disotto di qualsiasi peggior prezzopraticato in Europa”. “Le susineAngeleno - incalza Mazzotti - ven-dute al ribasso in Europa e 74/75centesimi, sono state richiestedai russi a 55 centesimi per lepezzature migliori, una follia.Molti miei colleghi italiani sichiedono se questo mercato pos-sa, anche nella prossima campa-

25S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Un mercato che si conferma difficilee che nell’ultima stagione si è rivelato insoddisfacente

per gli esportatori italiani. Si salvano le mele

AAllllaa rroouulleettttee rruussssaa

CorriereOrtofrutticolo COPERTINA CRUSSIA

Da sinistra Furio Mazzotti, Salvo Laudani e Federico Milanese

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CorriereOrtofrutticoloRU

SSIA

gna, rappresentare una qualcheconvenienza o se ci convengastarne fuori”.Ma non tutti i punti di vista (equindi non tutte le esperienze)sono così negativi. Del resto an-che alcuni confronti statisticimolto semplici ci dicono che laRussia non è tutta come quelladipinta da Furio Mazzotti, anchese, è chiaro, gli eventi degli ulti-mi mesi hanno lasciato il segno.Secondo dati filtrati dall’ufficiodi Mosca di Mediterranean FruitCompany, se nei punti venditaAuchan russi le nettarine hannoperso il 38/40 per cento del valo-re dall’agosto 2010 all’agosto 2011,i kiwi circa il 30 per cento, le pe-re Conference il 35 per cento,nella catena specializzata SevenContinent, che tiene molto allaqualità, i prezzi sono aumentatinel raffronto tra gli stessi mesidel 20/30 per cento, pesche e net-tarine comprese, un andamentoche segue il trend generale dell’e-

conomia russa nel periodo. Sepoi si considerano le mele, ancheil Auchan il prezzo delle Golden ècresciuto in agosto del 20 per cen-to.Già, le mele, un affare molto mol-to grosso per gli esportatori no-nostante la grande concorrenzatra gli operatori dei diversi Paesifornitori. Nicola Zanotelli delFrom, il consorzio che commer-cializza le mele di qualità delTrentino Alto Adige per i grandiconsorzi come Melinda, la Trenti-na, VOG, VIP Valvenosta, nutreuna grande fiducia nel mercatorusso. “Certo - afferma - non cipotrà sempre andare ottimamen-te come nella campagna 2010-2011, quando di mele sui mercatice n’erano poche, soprattutto perle difficoltà della Polonia, ma re-stiamo fiduciosi. Quando a metàdicembre torneremo sul mercatole forniture di mele dell’Est do-vrebbero essere agli sgoccioli eper noi dovrebbe esserci spazio.

Difficile fare previsioni precisema, considerato il volume di pro-dotto atteso per quest’anno, po-tremo realisticamente aspettarciun calo sulla scorsa campagna”.Per From la Russia è il mercato dipunta ma gli strateghi della meli-coltura di montagna del Trenti-no e del Sud Tirolo hanno in pro-gramma di approcciare il merca-to indiano.Per quanto riguarda gli agrumi, ilprodotto entra in forze dalla Tur-chia ma anche da altri Paesi co-me l’Egitto, il Marocco e Cipromentre l’export spagnolo non vamolto forte e quello italiano nontrova spazio. “Nei tre anni di contatti con ilmercato russo – ammette SalvoLaudani di Oranfrizer, un’azien-da italiana di punta che riesce aesportare anche in Giapponearance di assoluta qualità – la ri-sposta è stata negativa. Non ab-biamo trovato spazio per posizio-nare in Russia un’arancia di qua-lità. Molti contatti, molte trattati-ve, mai niente di concluso. Cieravamo illusi che la Russia nonfosse un mercato di grandi volu-mi a prezzi bassi. Ma per ora, pergli agrumi, è così, non sembra unmercato per noi”.Ma forse ha ragione Federico Mi-lanese di Mediterranean FruitCompany: “Della Russia si può di-re tutto e il contrario di tutto. Al-cune nostre aziende associatehanno aumentato i fatturati, finoa raddoppiarli, altre li hanno di-minuiti anche drasticamente. Ilmercato è in continua evoluzio-ne ma la macro-tendenza ritengoresti positiva perché l’economiacresce così come il potered’acquisto dei russi. Bisogna peròassolutamente trovare interlocu-tori seri e affidabili, che richiedo-no altrettanta affidabilità al part-ner straniero”.Secondo la Rossiyskaya Gazeta,quest'anno, grazie al divieto rus-so di importazione degli ortaggidi provenienza europea ed extraUE, i paesi della CSI - Comunitàdi Stati Indipendenti (Repubbli-che della ex Unione Sovietica) so-no riusciti ad intensificare le lo-

Copertina

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27S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo

ro esportazioni di frutta everdura verso la Russia e ad-dirittura, dopo l'abolizionedel divieto il 9 agosto scor-so, a incrementare il lorocommercio estero con laFederazione russa.Il Governo dell'Uzbekistanha semplificato il processodi certificazione dei prodot-ti esportati, comprese fruttae verdura. Secondo gliesperti usbechi, tale deci-sione potrebbe portare auna crescita incontrollatadelle esportazioni di pro-dotti non sempre di altaqualità ma, al tempo stesso,è in linea con la crescenteimportanza del mercatorusso per i fornitori dell'Uz-bekistan di frutta fresca, verdurae frutta secca. Già nel 2010 il vo-lume delle esportazioni di questiprodotti dall'Uzbekistan verso laRussia aveva superato il volumedelle esportazioni dei fornitori

tradizionali della Federazionerussa, come Polonia, Cina, Spa-gna, Argentina, Marocco, Suda-frica e Italia. L'anno scorso laRussia ha importato 200.000 ton-nellate di frutta fresca, verdure e

frutta secca dall'Uzbekistanper un valore di circa 300milioni di dollari. Tale risul-tato è superiore di quasi il50% a quello del 2009. Que-st’anno, la Russia può arri-vare a 250-270.000 tonnella-te, per un valore di 400 mi-lioni di dollari. Drupacee,uva, meloni e angurie rap-presentano circa l'80% del-l'export agricolo dall'Uz-bekistan verso la Federazio-ne russa. Anche l'Ucraina sta raffor-zando la sua posizione nelmercato russo per quanto ri-guarda frutta e verdura. No-nostante il volume di verdu-re ucraine esportate in Rus-sia - secondo le statistiche

doganali - sia cresciuto di 17 vol-te negli ultimi 5 anni, il valoremedio dell'export annuale di or-taggi dall'Ucraina è per il mo-mento inferiore a quello dell'Uz-bekistan: solo 80 milioni di dolla-

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RUSS

IACopertina

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CorriereOrtofrutticoloRUSSIA

COPERTINA C

ri. Tuttavia, grazie a questo risul-tato, l'Ucraina ha già superato laSpagna, l'Egitto, il Belgio, laFrancia e la Germania nella clas-sifica dei Paesi esportatori di ve-getali verso la Federazione russa.Gli ortaggi in serra sono la primacategoria orticola esportata dal-l'Ucraina verso la Russia: in par-ticolare, pomodori (47 mil. didollari) e cetrioli (14 mil. di dol-lari). La Russia sta incrementan-

do anche le importazioni di meleucraine. "Nella stagione 2010/11l'Ucraina è entrata nel gruppodei primi quattro maggiori forni-tori di mele della Russia, supe-rando i suoi principali concor-renti europei, quali Paesi Bassi,Italia, Germania, Francia, Serbia,Belgio e Ungheria", ha detto Te-tiana Getman, responsabile delprogetto Fruit-Inform, durante laPrima Conferenza Internaziona-le "Apple Business of Ukraine,Russia and Moldova - 2011". Anche la Moldavia aumenterà lesue esportazioni di prodotti fre-schi verso la Russia almeno del25% nella stagione 2010/11. E ilministero delle politiche agricoledell'Azerbaijan si aspetta che leesportazioni di frutta e verduradel paese verso la Russia cresce-ranno del 20-25%.

Per quanto riguarda in particola-re gli ortaggi, le forniture dagli exPaesi URSS, dalla Turchia, daiBalcani e in parte anche dalla Ci-na lasciano pochissime possibi-lità ad altre provenienze. Nel 2011la Russia ha raddoppiato le im-portazioni persino di un suo pro-dotto interno come il cavolo, ac-quistando tra gennaio e maggio il16% di cavoli in più che in tuttol'anno scorso, e il 58% in più del2009. Rispetto ai primi cinque mesi del2010, la Russia ha raddoppiato lesue importazioni di cavolo tragennaio e marzo 2011. Forte è ladomanda di patate, pomodori,peperoni, legumi e latri ortaggi.World Fruit Moscow alle portesarà un'ottima vetrina per verifi-care queste tendenze e allargarelo spettro dell'analisi. (A.Fel.)

29S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Zuegg si allinea a gruppi co-me Barilla, Samsung eVokswagen e apre un maxista-bilimento in Russia, nazionedove non ci sono ostacoli se-veri all’investimento estero,che è anzi ben visto e favori-to.La costruzione del centro pro-duttivo di Kaluga ha compor-tato tre anni di lavoro e unaspesa superiore ai 35 milionidi euro. La struttura, inaugurata uffi-cialmente il 9 giugno, avràcome focus i semilavorati difrutta, prodotti per conto digrandi clienti, come Danonee Barilla. Nel mese di agosto èpartita una seconda linea cheporterà gli addetti a un totaledi un centinaio. Nel mirinoanche il ricco segmento delleprivate label.Zuegg dispone già di alcunistabilimenti oltre confine: inFrancia e Germania, oltre aquelli nazionali di Verona eAvellino.In Russia il mercato dei pro-dotti a base frutta e dei succhiè stimato in grande crescita,tanto che Zuegg valuta, incinque anni, di arrivare a 70milioni di ricavi, contro i 15attuali. Il business locale dei succhi èimmenso e ha un valore dicirca 1,5 miliardi di euro,controllati in larga parte daCoca Cola e da Pepsi.

MaxistabilimentoZuegg in Russia

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Con il predecessore, GiancarloGalan non c’era mai stato grandefeeling. Anzi, proprie dalle co-lonne del Corriere Ortofrutticolo ilpresidente Ottavio Guala avevadenunciato la totale mancanza disensibilità del Mipaaf, che nonaveva mai risposto all’invito del-l’organismo interprofessionaledi confrontarsi sui temi cari alsettore.Oggi, con Saverio Romano, lamusica sembra essere cambiata eil numero uno torinese (che perinciso sembrava dovesse rivestirela carica di leader dell’O.I. per unanno, mentre non si sa quandoavverrà l’eventuale avvicenda-mento...) apprezza la disponibi-lità dei vertici ministeriali e ri-tiene che dal dialogo con il dica-stero di via XX settembre potràsaltar fuori qualcosa di buonoper un’ortofrutta sempre più bi-strattata e in difficoltà.Il primo atto è andato in scena afine luglio, quando il Ministeroaveva ospitato una riunione tra ilCapo di Gabinetto Antonello Co-losimo e una delegazione deirappresentanti di Ortofrutta Ita-lia, guidata dallo stesso Guala edai vicepresidenti Nazario Battel-li e Antonio Schiavelli sulla crisiche ha colpito la frutta di stagio-ne con l’obiettivo di individuare ipossibili percorsi di confronto edi cooperazione; nell’occasione irappresentanti di “Ortofrutta Ita-lia” hanno chiesto di aprire undialogo permanente con il Mini-

stro e con l’amministrazione, or-ganizzando, a pochi giorni di di-stanza, un consiglio di ammini-strazione e facendo pervenireproposte e suggerimenti per

l’attivazione di un tavolo in sedeministeriale aperto agli operatoridella filiera. Sei i punti portati all’attenzionedel Mipaaf: approfondimentodella possibilità - alla luce delledifficoltà emerse in sede di ac-cordo interprofessionale - diestendere ai prodotti di prove-nienza extranazionale le regoledi commercializzazione contenu-te negli accordi; definizione dellemetodologie e titolarità dei con-trolli sulla filiera nella fase dellacommercializzazione; regola-mentazione delle vendite “sotto-costo” e della scontistica “che di-storcono la percezione del realevalore delle nostre produzioni diqualità”; rispetto della legge suitermini di pagamento; raziona-lizzazione degli imballaggi desti-nati alla commercializzazione;iniziative promozionali utili a fa-vorire l’aumento dei consumi.La risposta del Ministero non si èfatta attendere e, lo scorso 22 ago-sto, il capo di Gabinetto Colosi-mo ha scritto a Guala di aver da-to istruzione agli uffici compe-tenti di predisporre la costituzio-ne di un tavolo per affrontare i te-mi cari a Ortofrutta Italia. Se sonrose fioriranno. Sperando che al-le parole seguano i fatti. (M.A.)

LA G

RAND

E CR

ISI

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S e t t e m b r e 201130 www.corriereortofrutticolo.it

Controlli, pagamenti, promozioniTavolo Mipaaf con Ortofrutta Italia

L’organismo interprofessionale ha chiesto e ottenutoil coinvolgimento sui temi caldi del settore dopo un primo

incontro, a fine luglio, sulla crisi della frutta estiva

Successo di Unaproa con i 5colori del benessere al Mee-ting di Rimini perpromuovere il consumo difrutta e verdura. AmbrogioDe Ponti, presidente di Una-proa parla di “occasionestraordinaria percomunicare a de-cine di migliaia dipersone, famigliee bambini il mes-saggio dei 5 coloridel benessere”.Unaproa era presente aRimini con un ampio standin cui sono stati realizzati di-versi momenti di intratteni-mento e di informazione edove sono stati distribuitifrutta e verdura di produzio-ne nazionale.L’iniziativa è statacofinanziata dal Mipaaf.

Unaproa, 5 colori okal Meeting di Rimini

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● Lorenzo Frassoldati

Abbiamo appena finito di parla-re della tragedia della frutta esti-va e nubi minacciose si affaccia-no sulla campagna di commer-cializzazione delle pere, in parti-colare sulla regina del settore, laAbate, con un raccolto del 30-35%superiore a quello del 2010 e cali-bri poco soddisfacenti. I primiprezzi hanno fatto accendere ilcampanello d’allarme. In Emilia - conferma Davide Ver-nocchi, presidente del colossocooperativo Apo Conerpo, leadernelle pere - “dove si concentral’80% della quota nazionale dellavarietà Abate, si preannuncia unraccolto cospicuo dal punto di vi-sta quantitativo: basti pensareche se l’anno scorso la produzio-ne di pere Abate si è attestata su2,5 milioni di quintali, quest’an-no si prevede di raccoglierne cir-ca 4 milioni”.

Poi i calibri… “A queste cifre siaggiunge l’ulteriore congiunturalegata all’andamento stagionaledella seconda metà di agosto,contraddistinto da alte tempera-ture ‘africane’, che ha impeditoai frutti di raggiungere calibri ot-timali”.

Quindi brutte notizie per tut-ti… “Questo stato crea grandi pro-blemi organizzativi alle aziendeagricole, impreparate a gestire laraccolta di quantitativi così mas-sicci di prodotto. Inoltre, tutte leaziende operanti al di fuori deisistemi organizzati si trovano innotevoli difficoltà nella colloca-zione del prodotto, dal momentoche i mercati risultano ormai in-tasati, e offrono le proprie pere‘in conto vendita’ senza limiti diprezzo al ribasso”.

Che si fa? “A fronte di questa si-tuazione, il sistema cooperativo è

impegnato a trovate soluzioni at-te a superare l’attuale stato di dif-ficoltà e si è fatto promotore del-la costituzione di un tavolo dicoordinamento della crisi con iprincipali attori della filiera.L’obiettivo è quello di organizza-re e razionalizzare l’immissionedelle partite di pere nel mercato,così da gestire al meglio una po-litica di prezzo e le relative pro-mozioni commerciali”

Basterà? “Con grande senso di re-sponsabilità, le strutture coopera-tive si sono assunte un impegnoconsiderevole, fermo restandoche sono altresì indispensabiliinterventi delle istituzioni nazio-nali per arrivare a misure digrande efficacia, tra le quali, adesempio, l’abbattimento dellebarriere fitosanitarie che ancoroggi impediscono l’esportazionedi pere verso mercati importanti,come gli Usa ed il Giappone”.

Crisi annunciata dopo il disa-stro estivo? “Se le pesche e netta-rine rappresentano un prodottoaltamente deperibile e offerto dauna miriade di operatori sparsiin tutta Europa, per le pere Abatela situazione è diversa e, per mol-ti versi, meno complicata, con laproduzione concentrata nel solobacino emiliano-romagnolo e, so-prattutto, con la possibilità di di-luire da marzo a settembre la lo-ro immissione sul mercato”.

Serve però aggregazione… “Cer-to serve una politica commercia-le coraggiosa con regole chiare eferree, affinché tutti i protagoni-sti si muovano all’unisono, aven-do ben chiaro l’obiettivo di difen-

PRIMO PIANOLA GRANDE CRISI

CorriereOrtofrutticolo P

Archiviata un’estate neraNubi minacciose anche sulle pere

Raccolto ampiamente superiore a quello del 2010 e calibriinsoddisfacenti per l’Abate. Bassi i primi prezzi. Vernocchi:mercati intasati, servono politiche commerciali coraggiose

A ruota libera su facebook

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Sono 50 anni chefaccio questo la-voro e se d’estatela stagione non èparticolarmentecalda la gentenon sente il desi-derio di mangiare cocomeri opesche, perciò farne continua-mente una questione di prezzodenota una ignoranza latentedell’argomento trattato oppure èuna cortina fumogena agitata diproposito per nascondere altriproblemi. È ora di smetterla didare addosso ai commerciantise il prodotto non è ben remune-rato ma è tempo di unirsi e di la-vorare in nuove piattaforme co-muni e lasciar perdere le favo-lette per bambini, tipo vendita achilometro zero o gruppi di spe-sa o d’acquisto…

Severino Bellan

Davide Vernocchi

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CorriereOrtofrutticolo PRIMO PIANO P

dere il più possibile le quotazio-ni. Le pere Abate dell’Emilia-Ro-magna rappresentano un patri-monio frutticolo di grande valo-re, che ci viene invidiato da tuttaEuropa: sarebbe pertanto delit-tuoso se a fronte di questo capita-le non avessimo la forza e la vo-lontà di salvaguardarlo per assi-curare oggi e soprattutto domaniun futuro a questa coltura”.

Ma non è il momento di pensa-re a un distretto della pera inEmilia? “Assolutamente, è venutoil momento di scelte coraggiosee innovative: un distretto con re-gole chiare e condivise dai pro-duttori. O anche una gestione aclub. Abbiamo il dovere di valuta-re tutte le ipotesi dimenticando esuperando i campanilismi azien-dali per salvaguardare un patri-monio produttivo dal valore ine-stimabile”Per la frutta estiva alla fine non èarrivato niente, né sul piano na-

zionale né su quello comunita-rio…”Guardiamo con grande at-tenzione all’iniziativa dei france-si e degli spagnoli e condividia-mo il loro attivismo sul versantecomunitario dove c’è tanto da fa-re. Dall’adeguamento delle in-dennità di ritiro alla valutazionedi nuovi meccanismi per la di-stribuzione gratuita in benefi-

cienza del prodotto fresco e tra-sformato, che deve avvenire conrisorse al di fuori dei normalifondi Ocm”.

Il sistema “ortofrutta Italia”non esce bene da questa esta-te… “Bisogna liberarsi dalla sin-drome di ‘figli un dio minore’. Ilsistema Paese ha tante eccellenzee primati e certamente meritamolto di più, un’attenzione mag-giore a tutti i livelli. Ci impegne-remo a fondo anche su questo”. ●

33S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Un intero comparto produttivo italiano schiaccia-to da un pesante paradosso: alla buona, in certicasi ottima, qualità dei suoi prodotti corrispondo-no ingenti perdite economiche e l’annullamentodi qualsiasi margine di redditività. Ma ora che sista toccando il fondo, potrebbero svilupparsi for-me di protesta mai viste prima. La vede così Mau-rizio Gardini (nella foto), presidente di Fedagri-Confcooperative. Per i coltivatori di pesche, nettarine, angurie, me-loni quella in corso è davvero un’estate disastro-sa, la più nera di sempre. Le remunerazioni infe-riori mediamente del 30% rispetto allo scorso an-no: cifre così irrisorie (0,25 euro liquidati per iproduttori di pesche), da non coprire neppure icosti di produzione. Tanto vale non raccogliere, siè ripetuto da più parti. E in molte zone italiane ilraccolto è rimasto sui campi, come nel caso delleangurie al sud.“Eppure siamo tra i primi e i più bravi al mondo,- dichiara Gardini - ma di fronte ai nostri numerie all’indiscussa qualità dei prodotti che ogni gior-no mettiamo sul mercato, restiamo l’ultimaCenerentola tra i comparti economici del nostroPaese. In Francia il Ministro Bruno Le Maire, persalvare la stagione dei produttori ortofrutticoli,

ha annunciato un pacchetto dimisure finalizzato a compen-sare del 35-40% le perdite, sti-mate in circa 60 milioni di eu-ro”.“In Paesi che sono leader nella produzione di or-tofrutta come il nostro e che hanno risentito co-me noi in maniera pesantissima della crisi - com-menta Gardini - è dunque lo Stato ad intervenireper aiutare il comparto attraverso, è il caso dellaFrancia, misure di sospensione ed esoneri del pa-gamento degli oneri fiscali e dei contributi previ-denziali sulla manodopera. Il governo franceseconvocherà inoltre le banche per chiedere un lo-ro sostegno diretto al settore”.La pazienza però in Italia sembra arrivata al limi-te: “Abbiamo chiesto alcune cose al governo, tutteragionevoli e fattibili”, ha detto Gardini al diretto-re del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati.“Se non otterremo risposte sceglieremo formemeno pacifiche di protesta. Insomma la prossimatappa è la piazza”. Anche perché al bilancio disastroso della fruttaestiva si aggiunge la partenza non brillante dellafrutta autunnale, in primo luogo le pere: moltaproduzione e prezzi bassi.

Fedagri sul piede di guerra: se non arrivano sostegni come in Francia scendiamo in piazza

LA GRANDE CRISI

Altri servizi sulla peranella Scheda prodotto

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“Il settore ortofrutticolo naziona-le sta vivendo un momento diprofonda crisi con i prezzi di ven-dita dei prodotti che non remu-nerano neanche i costi di produ-zione. Le produzioni ortofruttico-le rappresentano per Bisceglieuna grossa fetta di storia ed unabuona parte di presente: apparedifficile che possano continuarea rappresentare anche un piccolospaccato di futuro”.Comincia così la riflessione sullostato in cui versa il compartoagricolo locale da parte di GianniPorcelli, presidente del Consor-zio della Ciliegia e della FruttaTipica di Bisceglie e vicedirettoreConfagricoltura Bari/Bat e diGiacomo Patruno, presidenteCentrale Ortofrutticola e vicepre-

sidente Confagricoltura Bari/Bat.Una analisi, riportata da bisce-glielive.it, che evidenzia luci, po-che, ed ombre, tante, dell’attualesituazione economica del settore.“Nell’immediato dopoguerra sicontavano circa 110 aziende (de-nominate magazzini) che lavora-vano ed esportavano prodotti or-tofrutticoli dando lavoro non so-lo agli operai biscegliesi, ma an-che a tantissima manovalanzache si trasferiva addirittura da al-tre regioni. Attualmente i marchiche lavorano prodotti ortofrutti-coli sono circa 20 e, comunque,danno lavoro a migliaia di brac-cianti ed ad un notevole indotto".“Fino a vent’anni fa l’ortofruttain Puglia si vendeva prevalente-mente presso i mercati ortofrutti-

Primo piano

S e t t e m b r e 201134 www.corriereortofrutticolo.it

Puglia in ginocchio: «La Gd dominae fagocita il resto della filiera»

Il j’accuse del presidentedel consorzio della ciliegiadi Bisceglie Gianni Porcelli

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CorriereOrtofrutticoloLA GRANDE CRISI

PRIMO PIANO P

coli con un regime di concorren-za fra i possibili acquirenti am-pio e diversificato. Allo stato at-tuale circa il 60%-70% delle pro-duzioni ortofrutticole si vendono(o si tentano di vendere) attra-verso la grande distribuzione chedetta le regole… Le cooperativeed i commercianti di ortofruttada ormai un mese circa vendonoalla grande distribuzione, chespadroneggia e impone le condi-zioni che vuole, l’uva da tavola“Vittoria” ad un prezzo massimodi 1,10 euro - 1,20/ euro al chilo(nella migliore delle ipotesi).Questo permette di liquidarel’uva al produttore ad un prezzonon superiore ad 0,30-0,40 euroal chilo (con queste remunera-zioni del prodotto non si copronoi costi di produzione) mentre inGd il prezzo è pari a 2,59 euro alchilo ed i prezzi delle pesche“nettarine” a 1,69 euro al chilo,quandi all’origine le pesche “net-tarine” non superano 40-50 centdi euro al chilo"."Che dire poi - sottolineano i duerappresentanti del comparto - deiMercati ortofrutticoli prima vivie rigogliosi; adesso sono il segna-le concreto della desolazione edella sconfitta"."Serve anche - aggiungono Por-celli e Patruno - un intervento dicarattere politico, basterebbe ini-ziare da piccoli segnali che van-no nell’ottica di politiche condi-vise con tutti gli attori della filie-ra. Lanciamo una proposta. Lecatene distributive presenti nellazona acquistino uva da tavola so-lo da commercianti e produttoridella zona stessa impegnandosiinsieme ad esporre per tutta lacampagna di uva da tavola undoppio prezzo sui cartellini: ilprezzo di vendita ed il prezzo diacquisto. Naturalmente si trattadi una provocazione che resterànel nulla, perché “loro” si sento-no forti, non hanno bisogno dinessuno, possono fare di noiquello che vogliono. La lotta diDavide contro Golia continuacon l’utopia di farcela e di riusci-re a creare una crepa in questo si-stema inaccettabile". ●

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Una crisi strutturale, che rischia di ridimensionare pesantementela produzione e sta comunque modificano il modo di approcciarela coltura di un prodotto che ha perso appeal. Le angurie soffrono.Malpagate e in alcuni casi lasciate nei campi senza essere raccolte.Troppo grandi e ingombranti per i frigoriferi delle famiglie moder-ne, perdono colpi anno dopo anno. Formato mini e IV gamma la-sciano aperti spiragli di speranza ma potrebbe non bastare. Situazione molto pesante in tutta Italia dove si producono circa330 mila tonnellate di angurie di cui quasi il 9% in Lombardia nel-le zone di Mantova e Cremona ma il settore è in forte crisi. Per leangurie classiche gli agricoltori incassano fra i 10 e i 12 centesimial chilo contro i 60-70 centesimi che vengono pagati dai consuma-tori nelle vendite al dettaglio, con un aumento del 400%. Nel barese i 10 centesimi al chilo non ripagano delle spesesostenute per la produzione e la raccolta, meglio dunqueschiacciarle con i trattori, perché diventino almeno un buon ferti-lizzante per il terreno. Poco meno di un quinto (tra i 60 e gli 80 et-

tari) dei campi di angurie sono rimasti incolti. A pesare anche glieffetti dell’importazione selvaggia di prodotto dai paesi delMediterraneo, in particolare dalla Grecia.La conseguenza più immediata è stato un calo complessivo deiprezzi superiore al 25% al consumatore, ma con punte del 70% alproduttore: “Dagli iniziali 20 centesimi al chilo pagati a giugno –la testimonianza di Dino Lamanna, dell’azienda agricola Annalisadi Polignano a Mare - si è passati ai 10, agli 8, fino a raggiungereanche i 4 centesimi”.Il formato mignon invece piace. E si vende bene. Parola di AndreaCosta, agricoltore mantovano che rivela di riuscire a vendere ilprodotto, sotto i tre chili di peso, ad almeno a 35 centesimi al chi-lo. A chi ha una piccola azienda il mini cocomero permette di ta-gliare alcune spese perché serve meno acqua e lo si può raccoglie-re a mano. L’investimento su un ettaro è di almeno cinquemila eu-ro l’anno, esclusi i costi di trasporto. Una bella differenza rispetto alle angurie più grandi che vengonovendute a pochi centesimi. Come conferma Paolo Bassi, coltivatoredi angurie di Sermide (Mantova): “Prendo 10 centesimi al chilocontro i 15 centesimi di costi alla produzione. Quest’anno perderòalmeno 60 mila euro - ha continuato - eppure se guardiamo al det-taglio, i prezzi si aggirano sui 70 centesimi”.

Angurie al tramonto? Chi vuole remunerazionepunta su formati mignon e IV gamma

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CorriereOrtofrutticoloLA GRANDE CRISI

PRIMO PIANO P

● Emanuele Zanini

Il settore ortofrutticolo veronesedeve fare sistema e aggregarsi peruscire da una crisi che è diventa-ta ormai strutturale. Il tema è sta-to al centro dell’incontro svoltosiil primo settembre nella sede del-la Provincia di Verona in cui si èdiscusso del grave momento didifficoltà che il comparto comu-nitario e nazionale dell'ortofrut-ta, compreso quello scaligero, staattraversando.All’incontro, organizzato daConfcooperative Verona, eranopresenti tra gli altri il presidentedella Provincia di Verona Giovan-ni Miozzi, l’assessore provincialeall'Agricoltura Luigi Frigotto el’assessore provinciale alla Pro-grammazione e pianificazioneterritoriale Samuele Campedelli,oltre a Bruno Nestori e GiovanniAldegheri, rispettivamente presi-dente regionale del Veneto e di-rettore di Verona di Confcoopera-tive, Fausto Bertaiola, direttoredel Consorzio Ortofrutticolo Pa-dano, Primo Anselmi, presidentedi Apo Scaligera, Moreno Marco-lungo dei produttori del Garda eGiorgio Lanzarotto del ConsorzioOrtofrutticolo di Minerbe. Pre-sente pure Danila Bragantini, vi-cepresidente di Fruitimprese e ti-tolare dell'omonima azienda diSan Martino Buon Albergo.L’assessore Frigotto ha sottolinea-to come per battere questa crisi,causata anche, ma non solo, daglieffetti del batterio EschirichiaColi e dalla sovrapposzione e so-vraproduzione di frutta e ortaggi,è necessario aggregare maggior-mente l'offerta, fare massa criti-ca, avviare una seria e incisiva“politica di marca”, oltre che ac-corciare la filiera.“Serve che le stesse organizzazio-ni dei produttori si aggreghinotra loro”, ha ricordato Frigotto.“Bisogna concentrarsi sui prodot-

ti tipici del nostro territorio ecreare dei marchi che sappianovalorizzare al meglio le nostreproduzioni tipiche”.Nestori ha aggiunto che per com-battere la congiuntura “occorredare maggior forza e spazio alleorganizzazioni dei produttori,unificarle. Mentre l’Unione Euro-pea deve dare maggior riconosci-mento alle nostre produzioni”.Anselmi, pur condividendo le po-sizioni di Frigotto e Nestori, haricordato che per uscire dalla cri-si “bisogna seguire l’esempio diTrentino Alto Adige e dall'EmiliaRomagna, realtà molto più avan-ti dal punto di vista dell'aggrega-zione”. Questo passaggio, ha evi-denziato Bertaiola, va fatto “an-che con l’apporto fondamentaledelle istituzioni. I produttori van-no messi alla pari degli altri di-stretti produttivi europei”.Nel suo intervento Marcolungoha sottolineato come, a fianco diuna mancata programmazioneche scongiuri o quantomeno li-miti situazioni congiunturali co-me questa e anzi favorisca un ri-lancio del comparto, “le diverseparti della politica spesso sonoandate in direzioni diverse, senzadare le risposte che il compartoortofrutticolo chiedeva loro”.Il comparto ortofrutticolo vero-

nese è il più importante del Ve-neto. Le quantità commercializ-zate da parte del settore ortofrut-ticolo scaligero legato a Confcoo-perative è arrivato nel 2010, comevolume d'affari a 132 milioni dieuro, con 4.560 soci con una pro-duzione di 578 mila quintali dimele, 135 mila di pere, 280 miladi frutta in generale (tra fragole,kiwi, pesche, meloni, ciliegie, al-bicocche, prugne e così via) e 295mila di verdure.In precedenza, il presidente pro-vinciale di Coldiretti Verona Da-miano Berzacola aveva propostodi raggiungere un accordo con lagrande distribuzione “con unprezzo equo stabilito a partire dalcosto di produzione”. “C’è però -aveva poi ammessoBerzacola - la necessità di riorga-nizzarci diversamente, a partiredal sistema dei mercati alla pro-duzione che hanno svolto un ruo-lo fondamentale in passato, mache sono rimasti agganciati a unsistema non più in linea con leesigenze della produzione. Il si-stema tradizionale della tentatavendita, arrivando al mercato colprodotto e sperare che qualcunolo acquisti, non regge più. E bi-sogna garantire la catena delfreddo”. [email protected]

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Estate “no” nel veronese. Con meaculpa: «Troppa frammentazione»

Impietosa radiografia del sistema ortofrutticolo scaligero in un incontro promosso da Confcooperative.

Mentre Coldiretti punta l’indice sui mercati alla produzione

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il ministro francese dell’agricol-tura Bruno Le Maire ha promes-so un piano di uscita dalla crisiche ha colpito in modo pesante iproduttori ortofrutticoli francesi.Lo ha fatto in occasione di unarecente visita effettuata nei Pire-nei orientali, cuore del bacinoproduttivo delle pesche francesi.Una zona dove si raccolgono 87mila tonnellate su una produzio-ne nazionale di 247 mila tonnel-late. Nell’occasione, come riportaAgrapress, il ministro ha ascolta-to i produttori che lamentanouna campagna 2011 pessima, ca-ratterizzata da prezzi di venditainferiori in media di 20 centesi-mi rispetto al costo di produzio-ne e - scrive “Le Figaro” - destabi-lizzata “dalla concorrenza slealedella frutta spagnola o italiana”.Secondo gli operatori del settore,questa congiuntura disastrosa hacausato perdite che superano i 60milioni in tutta la francia. LeMaire, in risposta a questa situa-zione, ha annunciato misure im-mediate di esonero dagli oneri fi-scali e contributivi.“Lo Stato metterà sul tavolo sva-riati milioni per superarel’emergenza, rinviare le scadenzeprevidenziali, fiscali e bancarie,organizzare gli esoneri. Ma nonabbiamo più i mezzi per far fron-te da soli a crisi di questa portata.Le banche, che convocherò il 2settembre, devono assolvere al lo-ro ruolo di sostegno delle produ-zioni reali”, ha detto a fine agostoLe Maire, il quale spera anche diconvincere il suo omologo spa-gnolo a spingere per la creazionedi un fondo europeo di interven-to.Ma intanto è querelle con il Pae-se iberico. Le Maire, dopo averannunciato che verranno effet-tuati dei controlli sui prodotti inentrata dalla Spagna, ha provoca-to una serie di reazioni tra cui

quella della Fepex, l’associazionedegli esportatori spagnoli, che hadefinito le parole del ministrofrancese “inammissibili in quan-to danneggiano l’immagine deiprodotti iberici e la loro qualitàoltre al loro posizionamento sulmercato”, esortando il Paese tran-salpino a “garantire la libera cir-

colazione delle merci in Franciae in tutta l'Unione Europea”.Secondo Fepex, Francia e Spagnadevono raggiungere una posizio-ne comune con la Commissioneeuropea per stabilire con preci-sione delle misure da adottareper gestire le crisi in maniera ef-ficace. ●

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ISI La Francia “soccorre” i produttori

e controlla la merce spagnolaIl ministro dell’agricoltura Le Maire promette un piano

di uscita dalla crisi “condito” da svariati milioni di euro persuperare l’emergenza. Gli esportatori iberici polemizzano

Con il dato di maggio viene confermato, secondo gli ultimi datielaborati da Fruitimprese, il trend negativo nell’interscambio delsettore ortofrutticolo italiano con l’estero. Rispetto a maggio 2010si è registrato infatti un calo delle quantità esportate (-2%) mentrene è aumentato il valore (+4,5%). Le importazioni sono cresciutesia in quantità (+5,4%) che in valore (+17,2%).Anche il saldo positivo di 308 milioni di euro ha fatto segnare unasensibile frenata (-29,1%). Complessivamente nei primi cinquemesi del 2011 l’Italia ha esportato circa 1 milione e 670 milatonnellate per un valore di 1 miliardo e 650 milioni di euro. Sia involume che in valore si è registrata una flessione per tutti icomparti, ad eccezione della frutta fresca (+10,5% le quantità e+22,6% il valore). Male soprattutto agrumi e frutta secca ed in mi-sura minore gli ortaggi (-9% in volume e -4,7% in valore).Per quanto riguarda l’import, l’Italia ha importato circa 1 milionee 500 mila tonnellate di ortofrutticoli. Incremento in volume pertutti i comparti ad eccezione degli ortaggi (-1,9%) e della frutta tro-picale (-1,8%); in valore segno positivo per tutti i comparti.

A maggio rallenta ancora l’export italiano: saldo attivo in calo del 30% rispetto al 2010

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

I pomodori stanno deludendo icoltivatori. Quotazioni al di sottodei costi di produzione: il merca-to non tira. I consumi sono fer-mi. La conferma di una situazio-ne tanto pesante si ha a Lusia,nel cuore del Polesine, terra dovesi coltiva un eccellente pomodo-ro ramato.Eppure la produzione è buona siasotto il profilo della qualità chedella quantità. “Ma con i prezziproprio non ci siamo – sottolineaFabrizio Zuolo, orticoltore, azien-da “Verdurissima”: si lavora deci-samente in perdita”.Il prezzo minimo - sostengono icoltivatori - dovrebbe coprire al-meno i costi. Fa la stessa valuta-zione negativa un altro coltivato-re, Paolo Barison: “Diciamo pureche sta andando male. Così non èpossibile andare avanti. E' unabrutta stagione, una crisi durache mette in ginocchio le azien-de”. Si chiama in causa la concor-renza degli olandesi, che fannoarrivare in Italia a prezzi strac-ciati pomodori “che sanno diniente”, ma sono belli da vedere esoprattutto costano poco.“Sono gli olandesi, a questo pun-to, che fanno i prezzi- commentaPaolo Barison; prevalgono, pur-troppo, il loro modello produtti-vo e la loro organizzazione com-merciale". È consequenziale chein tale situazione e in tale conte-sto, ci sia un ridimensionamentodelle coltivazioni e quindi dellaproduzione. Si parla di una ridu-zione che potrebbe sfiorare que-st’anno il 15 per cento.A Lusia, e in generale nel Veneto,si produce il pomodoro ramato,una varietà molto versatile con-sumato fresco e trasformato. ●

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Mercato della patata a due velocità in agosto. La seconda metà del me-se ha registrato un rallentamento delle vendite con quotazioni sottopressione, nei principali mercati all’ingrosso e nelle catene distribu-tive minori, per effetto di una offerta di merce superiore alla doman-da. II raccolto pataticolo italiano del 2011 si conferma di buona qua-lità. Le rese produttive superiori rispetto a quelle registrate lo scorso an-no, annata con rese al di sotto della media in molte zone d’Italia. Ilrallentamento degli scambi, registrato nelle ultime settimane sulmercato nazionale, e la crescita dei volumi della produzione in Italiaed Europa stanno determinando una tendenza al ribasso nelle quota-zioni della patata grezza venduta franco azienda agricola del produt-tore in alcune delle principali zone di coltivazione del Paese.La merce venduta grezza risulta scambiata su valori inferiori rispettoa quelli dello scorso anno. In Abruzzo, dove le operazioni di scavatu-ra hanno interessato circa il 40% delle coltivazioni della regione, inbase alle prime indicazioni, la qualità delle produzioni è buona e lerese produttive per la varietà Agata hanno raggiunto in alcuni casi va-lori superiori di oltre il 35% rispetto alla precedente stagione. In Piemonte le operazioni di scavatura hanno interessato la maggio-ranza delle coltivazioni ed in base alle prime indicazioni emerse, laqualità della produzione è buona e le rese produttive per la varietàAgata si attestano su valori nella media dell’areale.Gli operatori piemontesi registrano un rallentamento degli acquistidi prodotto franco azienda agricola del produttore da parte del mon-do del commercio. Le quotazioni attuali del prodotto scambiato in re-gione franco azienda agricola del produttore registrano valori moltovariabili ed intorno ai 12-13 centesimi di euro al chilogrammo in re-lazione alla qualità.La produzione 2011 di patata da consumo fresco in Europa è attesa suvolumi superiori rispetto alla stagione precedente, stagione con dellerese produttive al di sotto della media in molti Paesi del Nord Europaed in Russia, uno tra i principali Paesi produttori e consumatori - do-ve si è assistito alla perdita di oltre il 30% del raccolto nazionale pereffetto dell’andamento meteorologico. Si segnalano offerte di mercefrancese verso il mercato italiano, la quotazione franco partenza dal-la Francia della varietà Agata confezionata in sacchi Jumbo e con unindice di lavabilità di 7 ed 8, proveniente dalle Regioni dello Cham-pagne e delle Ardenne, è rispettivamente di 0,08 e 0,09 centesimi alchilogrammo.Da indagini varie realizzate sui prezzi medi di vendita al dettaglio inItalia, nella settimana 35 del mese di Agosto 2011, il prezzo medio divendita della Patata al chilogrammo è stato di 1 euro nel dettaglio delnord Italia, di 1 euro nel dettaglio del centro Italia e di 0,80 euro neldettaglio del sud Italia: il prezzo medio di vendita al dettaglio della Pa-tata rilevato in Italia risulta di 0,95 euro al chilogrammo.

Buona qualità ma offerta in aumento Patata tra alti e bassi in agosto

“Sottocosto”i pomodori

di LusiaQuotazioni più basse delle

spese di raccolta in Polesinel’Olanda fa il mercato

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

A tre mesi dal pre-lancio ufficia-le, il Consorzio Italiano Vivaistitraccia un bilancio più che posi-tivo per la nuova linea varietaledi fragole “sweet resistants”, pri-ma linea tutta italiana a bassoimpatto ambientale.Feedback interessanti sono, infat-ti, emersi dalle azioni di presen-tazione al mercato che hannocoinvolto le prime due cultivardel gruppo, Rania e Nabila. Di-verse per adattabilità alle zone diproduzione, entrambe le fragolesi caratterizzano per il gusto su-periore e la notevole rusticità,che ne permette la coltivazionesu terreni che non necessitano didisinfezione del suolo. Fattore,quest’ultimo, estremamente ap-prezzato dagli operatori del Ca-nale Moderno, sempre più sensi-bili ed attenti al tema dell’eco-so-stenibilità. Consistenza, colore eforma rappresentano gli altriplus di prodotto riconosciuti allalinea “sweet resistants” dalla Gdo,

che giudica la qualità complessi-va di Rania e Nabila superiore aquella di Candonga e Camarosa.Ad essi si aggiunge il sapore “mo-derno” e l’appeal legato alla pre-sentazione dell’offerta in packmonostrato, elemento di valoriz-

zazione a cui fa da contraltare ilposizionamento nel segmento al-to di gamma.Se i contenuti d’innovazioneespressi fanno della Distribuzio-ne Moderna il canale natural-mente più vocato alla commer-cializzazione del gruppo fragoli-colo “sweet resistants®”, i testcondotti in fase di pre-lancio ri-velano un buon gradimento an-che presso gli operatori del Nor-mal Trade. Positiva, in particola-re, la valutazione sugli attributidi colore e consistenza.Alla luce dei promettenti segnaliregistrati negli anelli distributividella filiera, obiettivo del CIV perla prossima stagione è favorirel’introduzione di Rania e Nabilasul mercato, puntando in primissul Canale Moderno. A tal propo-sito è già in agenda la proposta diun test di prodotto da svilupparesu alcune insegne, per tutta la du-rata della campagna promo-com-merciale. ●

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SweetResistantsparte beneA tre mesi dal lancio

la fragola del Civmiete consensi

Due delegazioni provenienti dalla regione del Pe-loponneso (Grecia) e dalle regioni di Mazowse eLodzkie (Polonia) - hanno fatto visita negli scorsigiorni ad alcune realtà agricole significative del-l’orticoltura Piemontese. Il viaggio studio è statoorganizzato da Agroinnova, il Centro diCompetenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale e agro-alimentare dell’Università diTorino.Il progetto è stato realizzato in collaborazionecon il CReSO, Consorzio di ricerca,sperimentazione e divulgazione perl'ortofrutticoltura piemontese. L’attività, come silegge su targatocn, si inserisce nell’ambito di unprogetto finanziato dall’Unione europea -all’interno del Programma Life Plus - ed è finaliz-zata a fornire soluzioni concrete al piano comu-nitario volto ridurre i rischi ambientali e per lasalute dell’uomo dovuti all'impiego di agrofarma-ci in orticoltura. Il progetto coinvolgeva partnerdel settore pubblico e privato, ricercatori, produt-tori e tecnici del settore orticolo, con attività di-mostrative svolte presso 24 aziende agricole delPiemonte, del Peloponneso e delle Regioni polac-che. Il viaggio mette in contatto diretto le istitu-zioni locali, i tecnici e i produttori orticoli parte-

cipanti al progetto dei tre Paesi, che hanno cosìmodo di confrontarsi sulle innovazioni tecnichein grado di salvaguardare la sostenibilitàeconomica ed ambientale del comparto produtti-vo orticolo. La delegazione polacca era accompagnata da rap-presentanti dell’Istituto di Ricerca in Orticolturae dalla Società di consulenza JWC, mentre i ricer-catori dell’Università di Atene guidano la delega-zione greca. Il gruppo, costituito da una ventinadi produttori e tecnici orticoli, è ospitato da cin-que aziende ortofrutticole nei Comuni di Boves,Villafalletto, Bra e Carmagnola, concentrandosisui problemi legati alla difesa dei patogeni tellu-rici delle produzioni di fragola, peperone, pomo-doro ed ortaggi da foglia.La delegazione è stata accolta dalle AutoritàComunali del Comune di Carmagnola e dai rap-presentanti del Consorzio del Peperone di Carma-gnola nella cornice della Sagra del Peperone,evento culturale ed enogastronomico giuntoormai alla sua 62ma edizione. Il viaggio di studio organizzato in Italia è ilprimo di una serie di tre: nel 2012 saranno infattii produttori e tecnici orticoli piemontesi a recarsiin visita in Grecia ed in Polonia.

Delegazioni greche e polacche in visita in PiemonteAlla scoperta dell’orticoltura sostenibile

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Se fino a pochi anni fa le cer-tificazioni di prodott e di proces-so costituivano un biglietto da vi-sita preferenziale nei confrontidella grande distribuzione, oggisono una strada praticamente ob-bligata per poter lavorare con lei.Di seguito l’intervista a France-sco Lengua, responsabile marke-ting di CheckFruit - CMi, sulle ul-time novità di in ambito ortofrut-ticolo.

Come sta andando l’attività dicertificazione nel 2011? Qualigli standard più richiesti dalmercato?Lengua: “GlobalGAP consolida lasua posizione di standard di cer-tificazione più diffuso nel settoreortofrutticolo. Gli altri protocollispecifici per il settore agroali-mentare risultano nel complessostabili rispetto agli anni prece-denti. Risultano attualmente diparticolare interesse e con ampimargini di diffusione, anche nel-l’ottica di “filiera controllata”, lecertificazioni relative agli stan-dard IFS Logistic e IFS Brokernonché il BRC Storage and Distri-bution (in vigore la recente ver-sione 2). Considerata la discretadiffusione già raggiunta dallacertificazione BRC (Global Stan-dard for Food Safety, a breve en-trerà in vigore la versione 6) au-mentano gli audit congiuntiBRC-IFS che consentonol’ottimizzazione di tempi e costi”.

GlobalGAP GRASP: Quali le no-vità e le caratteristiche? A chi sirivolge? Cosa certifica?Lengua: “Grasp, acronimo di Glo-balGAP risk assessment on socialpractices, è un modulo comple-mentare alla certificazione Glo-balGAP, composto da 13 punti dicontrollo e conformità per i sin-goli produttori (e uno addiziona-le per i gruppi di produttori).Grasp è fortemente orientato sul-

la valutazione degli indicatori ba-se relativi ai potenziali rischi so-ciali nell’azienda agricola (sicu-rezza, welfare e salute). Permettequindi agli agricoltori di affron-tare importanti tematiche socialie di creare consapevolezza all’in-terno dell’azienda. Il modulo èstato sviluppato in collaborazio-ne con rappresentanti della gran-de distribuzione tra cui CoopSwitzerland, Edeka, Lidl, MetroAg e Migros. Dal sito di Global-GAP (www.globalgap.org) nellasezione Grasp è possibile scarica-re un kit informativo che forni-sce interessanti linee guida perpromuovere le buone prassi so-ciali in agricoltura. Stiamo orga-nizzando alcuni eventi di ap-profondimento relativi al modu-lo Grasp, per informazioni consi-gliamo di iscriversi alla nostranewsletter disponibile sul sitowww.checkfruit.it”.

IFS Broker: come sta andando?A chi si rivolge?Lengua: “Il principale obiettivodi IFS broker è di valutare come ibrokers selezionano i propri for-nitori al fine di garantire compa-rabilità e trasparenza lungol’intera catena di fornitura. I re-quisiti dello standard coincidonoin larga misura con quelli di unsistema di gestione per la qualitàe per la sicurezza alimentare. Lostandard sta avendo una buonadiffusione presso gli operatoridel settore anche in relazione aibenefici economico-organizzati-vi collegati alla sua corretta ap-plicazione. Durante quest’annosono stati emessi, dopo attentavalutazione della efficace appli-cazione dei requisiti dello stan-dard, i primi certificati IFSBroker al Consorzio Kiwigold eNaturitalia. I lettori di CorriereOrtofrutticolo possono richiede-

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Certificazioni avanti tuttaGlobalGAP consolida le posizioni

Dal packaging alla logistica, all’attività di intermediazione,ogni settore della filiera può essere certificato per meglio

rispondere alle esigenze della grande distribuzione

Il maggiore retailer tedesco ha collaborato allo sviluppo del modulo Grasp diGlobalGAP, assieme a catene come Lidl, Metro, Coop Switzerland e Migros

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CorriereOrtofrutticoloATTUALITÀ

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re gratuitamente via email [email protected] gli atti del con-vegno su IFS broker organizzatorecentemente”.

Quali le novità in vista, sia intermini di nuovi certificati chedi aggiornamenti di quelli giàesistenti?Lengua: “Siamo in attesa dell’ap-provazione del DRAFT della nuo-va versione dello standard BRC.Da Gennaio 2012 entrerà ufficial-mente in vigore la versione 6. Ilgruppo di studio ha lavorato sulconcetto di evoluzione piuttostoche di rivoluzione dei requisiti.Tra le principali novità segnalia-mo l’ampliamento delle sezionidedicate al controllo dei corpiestranei, aspetti igienici e puli-zie, l’introduzione di un nuovo si-stema volontario di audit non an-nunciati e una riduzione dei re-quisiti. Dal sitowww.brcglobalstandards.com èpossibile scaricare gratuitamente

la bozza dellaversione 6 e uninteressante do-cumento di com-parazione tra laversione 5 e lanuova edizione.Check Fruit, nel-l’ambito delleproprie attivitàdi aggiornamen-to e formazione,ha pianificato alcuni eventi rela-tivi all’approfondimento dellanuova versione del BRC. Il primoconvegno di terrà a Bologna il 12ottobre e successivamente a Bariil 18 ottobre. Per le altre date incalendario www.checkfruit.it”.

Come sta andando lo standardLeaf Marque?Lengua: “Lo standard Leaf Mar-que, di cui è in vigore la versione9, è l’applicazione di un sistemadi gestione ambientale e lega leattività di buone pratiche agrico-

le alle implementazioni di aspet-ti ambientali applicabili o pernorme o dalle spiccate attitudiniaziendali nel ripristinare il mi-glior legame possibile fra aspettiambientali e produttivi. In Italiaha avuto riscontro prevalente-mente nel settore della IV gam-ma. Per quanto concerne il setto-re ortofrutticolo fresco non risul-ta ancora particolarmente adot-tato considerando che si tratta diproduzioni di nicchia al momen-to richieste da Gdo inglesi qualiWaitrose”. (E.F.)

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Sarà l’ultima edizione a Cesena?La domanda sorge spontanea do-po che, a fine agosto, i giornaliromagnoli hanno rilanciato conenfasi la notizia di un imminen-te preliminare che porterebbein tempi brevi alla fusione fra lefiere di Rimini, Cesena e Forlìcon il trasferimento di Macfrutnel quartiere fieristico riminese. Immediate e numerose le reazio-ni: “il progetto di integrazionedelle fiere romagnole? Va nella

direzione giusta e, soprattutto,potrebbe dare a Macfrut la forzanecessaria per competere con lealtre grandi manifestazioni inter-nazionali”. a scriverlo al sindacocesenate Paolo Lucchi sono i rap-presentanti di quattro delle mag-giori aziende dell’agroindustriacesenate: l’amministratore dele-gato di Aprofruit Renzo Piracci-ni, quello di Orogel Bruno Pirac-cini, il direttore generale dellaF.lli Graziani Packaging RobertoGraziani e Andrea Mercadini, di-rettore generale di Sorma Group.

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A Macfrut i grandi temi del settoreUltima edizione a Cesena?

Grandi manovre in corso in Romagna per lacostituzione di un Polo romagnolo delle fie-re, che vedrebbe riuniti in una sola societàgli enti di Rimini, Cesena e Forlì, con un pe-so decrescente a partire dalla fiera più grossa, quella di Rimini,che della newco dovrebbe avere la maggioranza. La partita ha subìto un’accelerazione negli ultimi tempi e le pres-sioni della Regione, a partire dal governatore Errani, romagnolodoc, si sono fatte più intense, anche a causa della difficile situazio-ne finanziaria dell’ente forlivese, il più traballante dei tre. In que-sto quadro ha preso corpo l’ipotesi di un trasferimento di Macfrutnei padiglioni della fiera riminese, addirittura già dall’edizione2012. “Fermi tutti”, mette la mani avanti Domenico Scarpellini,storico patron del salone cesenate. “Nulla è stato deciso, la partita èagli inizi e Macfrut resta a Cesena, non facciamo confusione”. Lacautela di Scarpellini si spiega con la delicatezza della trattativa incorso, che vede Cesena come ente fieristico sano e coi conti in re-gola e soprattutto in grado di portare in dote una manifestazioneannuale come Macfrut, sempre in crescita nelle ultime edizioni, eforte di una proiezione internazionale verso il Mediterraneo,l’Africa e il Medio Oriente che ne fa il secondo salone al mondo(dopo Berlino). Un salone di filiera che va dalle sementi al‘fresco’, alla quarta e quinta gamma fino alla distribuzione moder-na, con tutto l’indotto collegato: trasporti, ricerca, macchinari, tec-nologie, imballaggi. Inevitabile che Rimini, forte di spazi, organizzazione e logistica si-curamente superiori alla struttura di Pievesestina, guardi conattenzione e interesse a Macfrut; mentre la ‘dote’ di Forlì – la Fie-ravicola - non ha la stessa caratura. E’ un salone biennale, che ne-gli ultimi anni aveva perso un po’ smalto. Sullo sfondo del progetto la tradizionale rivalità fra i campanili ro-magnoli e il legittimo desiderio di non disperdere patrimoni pro-fessionali ed esperienze acquisite. Non a caso, si mormora, anchenell’eventualità di un trasferimento di Macfrut a Rimini, lo staffgestionale resterebbe saldamente in mano ai cesenati. Ma la parti-ta, insiste Scarpellini, “è ancora tutta da giocare” e spetterà al con-siglio di amministrazione della nuova società decidere “doveandranno Macfrut, Fieravicola, Hortomac e tutto il resto”. Scarpel-lini smentisce con decisione anche le voci apparse sui giornali diun preliminare pronto entro settembre e di un contratto cheverrebbe firmato entro la fine dell’anno. Il patron del salone cese-nate preferisce sottolineare invece con soddisfazione i numerisempre crescenti del ‘suo’ Macfrut, l’ampliarsi delle adesioni,l’allargamento della platea internazionale. Un ragionamento chesi può declinare anche così: se Macfrut diventa troppo grande, benvengano una struttura e una logistica più adeguate. “Ma dove,come, quando è prematuro dire. Per adesso le bocce restano ferme”.

Lorenzo Frassoldati

«Trasferimento a Rimini?Non è ancora detto...»

Dal 5 al 7 ottobre. Sullosfondo il progetto regionale

di “fusione” delle fiere

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Verdura

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Nella lettera i quattro managersottolineano la straordinaria im-portanza della ventennale espe-rienza di Macfrut per la filiera or-tofrutticola non solo cesenate,ma italiana, ed esprimono ap-prezzamento per l’impegno pro-fuso da Cesena Fiera. “Tuttavia -aggiungono - lo sviluppo di ma-nifestazioni concorrenti comeFruit Logistica a Berlino e FruitAttraction a Madrid, e la caratte-ristica sempre più internaziona-le delle fiere di settore, hannoevidenziato i limiti di una mani-festazione che ha nella sua di-mensione strutturale la principa-le fragilità”. Di fronte a questo quadro, per as-sicurare a Macfrut capacità com-petitiva e prospettive di sviluppo,dunque, occorre inserirlo in uncontesto di più ampio respiro egiovarsi così della fortissima ca-pacità organizzativa che ne scatu-rirebbe e che, altrimenti, non po-trebbe essere messa in campo peruna sola grande fiera annuale. Per questo i vertici di Aprofruit,Orogel, F.lli Graziani Packaging eSorma Group vedono con favoreil progetto di integrazione dellefiere romagnole, anzi ricordanoche più volte l’avevano auspicato,e per proseguire in questa dire-zione valutano che ci siano treelementi da tenere in particolareconsiderazione.In primo luogo, affinchè il pro-getto rappresenti un’opportunitàdi crescita per Macfrut, è neces-sario la nuova struttura societariapunti prioritariamente all’inter-nazionalizzazione “avere in Ro-magna una fiera del settore an-cor più competitiva e professio-nale, all’altezza con le migliorifiere mondiali”. Inoltre, considerano necessarioche la manifestazione mantengala “testa organizzativa” a Cesena,anche se in futuro la localizzazio-ne della manifestazione dovesseessere altrove. Infine, chiedonoche venga mantenuto, e possibil-mente rafforzato, il coinvolgi-mento delle imprese del territo-rio nell’organizzazione della fie-ra e delle iniziative collaterali.

L’edizione di ottobreVenendo all’edizionein programma a Cese-na da mercoledì 5 avenerdì 7 ottobre (an-che quest’anno anti-cipata dall’EuropeanFruit Summit, in pro-gramma il giorno 4),l’obiettivo della rasse-gna è principalmentequello di effettuareuna serie di riflessio-ni su questa impor-tante filiera dell’eco-nomia mondiale, eu-ropea ed italiana. Nell’edizione 2011, c’è un “ritor-no” di colossi del comparto mac-chinari quali Aweta e Sammo-Longobardi, che esporranno as-sieme alle principali imprese,leader dei vari segmenti che com-pongono la filiera ortofrutticola(dalle sementi alla IV e V gam-ma, dai produttori alla distribu-zione moderna).Quella del 2011 è la 28a edizionedella maggior rassegna del baci-no del Mediterraneo, che ha lacaratteristica di essere “vissuta”dalle aziende come rassegna del-l’intera filiera perché, conl’apporto di tutte le componentidel settore, è l’appuntamento incui si elaborano soluzioni e “li-nee guida”, oltre ad essere un ri-levante momento per il business(incontri B2B fra imprenditoriesteri ed aziende italiane). Tuttoquesto porta ad una rilevantepartecipazione dai Paesi esteri diaddetti ai lavori (soprattutto deigrandi buyers).Macfrut si terrà dopo una estatein cui si sono manifestati due ele-menti di crisi e su cui tutto il set-tore si sta interrogando. Da unaparte il particolare momento cheha portato alla difficoltà di alcu-ne varietà di frutta estiva (inte-ressando principalmente - manon solo - i tre maggiori produt-tori europei Italia, Spagna e Fran-cia). Tale aspetto si è innestato suun processo di più lungo termi-ne, ovvero la grande crisi econo-mica mondiale che sta contraen-do i consumi e li ha modificati in

maniera drastica, anche in cam-po alimentare.A Macfrut si vedranno attrezzatu-re e prodotti che offrono soluzio-ni alle nuove esigenze e che sonoinerenti a innovazione e ricerca,sviluppo di processi e migliora-mento delle tecniche, oltre a va-rietà più aderenti alla domandadel consumatore. Il top dell’inno-vazione si troverà all’Oscar diMacfrut, Premio istituito per va-lorizzare novità e soluzioni all’a-vanguardia.Nell’anteprima dell’EuropeanFruit Summit (pomeriggio 4 otto-bre) si avranno relazioni sullostato del settore da Nuova Zelan-da, Cina, Russia, Olanda, Spagna,oltre alla prevista presenza di Da-cian Ciolos, Commissario all’A-gricoltura dell’Unione Europea.Mercoledì 5, in mattinata, con-fronto europeo sull’esperienzafrancese, con la partecipazionedel ministero dell’Agricolturatransalpina e di Paolo De Castro,presidente della CommissioneAgricoltura dell’Unione Europea.Lo stesso giorno è prevista lapresenza del ministro AnnaMaria Bernini (Politiche co-munitarie), mentre per il gio-vedì è in scaletta l’interventodi Romano Prodi e per venerdìil Ministro Ferruccio Fazio (Sa-nità) ha assicurato la presenzadi un rappresentante del Mini-stero che concluderà il conve-gno organizzato a Macfrut al-l’interno della “Settimana delBuon Vivere”.

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Da sottolineare che giovedì siterrà un incontro fra le associa-zioni cooperative europee. Anche in questa edizione la con-vegnistica affronta questioni im-portanti quali il packaging (mer-coledì pomeriggio) il futuro del-l’ortofrutta (giovedì pomeriggio)la IV Gamma e il rilancio del set-tore (venerdì pomeriggio) il mi-glioramento delle produzioni(mercoledì mattina) ed altri inte-ressanti aspetti.

Le anime di Macfrut“Spiegherei la forte capacità at-trattiva di Macfrut con due fon-damentali motivi - sottolinea Do-menico Scarpellini, presidente diMacfrut -: è “la” rassegna dell’in-tera filiera ortofrutticola, e con-sente l’incontro dei principali at-tori del settore, mettendo in cam-po idee e prospettive. A Macfrutsi danno appuntamento operato-ri da tutto il mondo per fare ilpunto sull’andamento dei merca-

ti e sulle ultime no-vità della produzionee delle tecnologie del-l’portofrutticoltura.Non a caso ci siamoimpegnati sui frontidell’innovazione (chedeve essere di prodot-to e di processo) e suquello dell’internazio-nalizzazione”.Rapporti con le mag-giori rassegne inter-nazionali, missioni inPaesi esteri, incontricon delegazioni ditanti Paesi e, soprat-

tutto, una grande attenzione arapportare le esigenze delle im-prese delle varie aree mondialicon la capacità di know how del-le aziende italiane, hanno porta-to una forte considerazione e sti-ma per Macfrut. Considerazioneche viene anche dall’aver privile-giato negli ultimi annil’innovazione Macfrut 2011 sarà inoltre utileper approfondire e delineare lasituazione internazionale orto-frutticola, anche alla luce dellevicende che stanno interessandoquasi tutti i Paesi della spondaafricana del Mediterraneo e diquella araba. Macfrut ha da tempo individuatoil Mediterraneo - come area cru-ciale per gli scambi commercialisia per quelli “storici” fra nordEuropa e sud, ma anche e soprat-tutto fra l’est e l’ovest del mondo. All’appuntamento di ottobre aCesena si potrebbero delinearesituazioni e prospettive di quei

Paesi mediterranei che stannoacquisendo una notevole rilevan-za nel panorama mondiale del-l’ortofrutticoltura. E primo fratutti l’Egitto, verso il quale esisteil “Green Corridory”, autentico“canale” per la facilitazione deirapporti e dell’interscambio fra idue Paesi e di conseguenza conl’Europa. Proprio queste attività hannoconsentito a Macfrut di crescerenel panorama internazionale edi diventare un importante mo-mento di incontro sulle prospet-tive internazionali del settore,dove si analizzano problemi earee emergenti e dove, all’inter-no della filiera e con l’apporto ditutte le sue componenti, si elabo-rano soluzioni e “linee guida”.Ultima in ordine di tempo, la“Carta di Cesena” sottoscritta nel-l’edizione 2010 dalle più impor-tanti regioni ortofrutticole euro-pee e che costituisce la base sucui si stanno orientando i varisegmenti (dalla produzione aimacchinari).Negli ultimi anni Macfrut, oltread aver sottolineato l’importanzadell’innovazione (di prodotto e diprocesso), ha affrontato con forzale problematiche che hanno unamaggior attinenza con il man-giar sano. Gli organizzatori sonopartiti da una considerazione:Macfrut, rassegna di filiera, devespaziare anche sul piano dell’usocorretto del prodotto, nelle suemolteplici forme, dal biologicoalla frutta da bere, dalla IV e Vgamma alla mousse e alla barret-ta. ●

47S e t t e m b r e 20111 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Con la riconferma di Fabio Mas-simo Pallottini (che conserva an-che il ruolo di amministratoredelegato) e quattro nuove nomi-ne, è stata riconfigurata la com-posizione del cda di “Cargest Srl”,la società di gestione interamen-te controllata da Car Scpa, chedal 2002 assicura il managemente la conduzione dei servizi fun-zionali del Centro Agroalimenta-re di Roma.Il nuovo presidente della “con-trollata” è Vitangelo Tizzano, di-rettore della Coldiretti di Roma,che sostituisce ai vertici dell’entegestore Giuseppe Biscari, il qualelascia così la carica ricopertaininterrottamente dal 2002. Lasocietà di gestione Cargest e la so-cietà immobiliare e proprietariaCar Scpa si trovano alla vigilia diimportanti iniziative progettuali

di crescita ed espansione ulterio-re: l’attuazione del Piano quin-quennale di sviluppo industriale(nelle more del quale è previstotra l’altro il lancio di un marchiodi qualità Car), un programma diadeguamento evolutivo degli as-setti logistici, la gestione dei pro-cessi di integrazione (nei 140 et-tari di pertinenza del Car) delCentro Carni comunale.Oltre a Tizzano e a Pallottini (fo-to), nel Consiglio di amministra-zione di Cargest Srl sono stati no-minati Eligio Rubeis (sindaco incarica nel Comune di Guidonia-Montecelio), Fabrizio Franco Te-sta (manager ed amministratoredel settore pubblico e privato),Renato Massoli (imprenditore emanager del settore privato). ●

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Sviluppo logistico e brandMercato di Roma a una svolta

Rinnovati i vertici della società di gestione:la presidenza del Cargest va a Vitangelo Tizzano,

conferma per l’Ad Fabio Massimo Pallottini

Il Mof di Fondi guarda con inte-resse allo sviluppo infrastrutturaledel porto commerciale di Gaeta“Salvo D’Acquisto”. Lo scalo laziale,secondo il presidente del Mof,Vincenzo Addessi, potrebbe averele potenzialità per rivestire unruolo strategico nell'ottica dei tra-sporti internazionali.In particolare per un mercato inforte espansione commercialequal è quello Nord africano. Il co-siddetto Corridoio verde, che pun-ta a rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto, in particolarmodo, per quanto concerne il settore agroalimentare cercando diaumentare l'esportazione di prodotti ortofrutticoli egizianiattraverso il nostro Paese per destinarli ai mercati Comunitari,rappresenta per il Mof un punto di crescita economico-commercia-le. Il porto di Gaeta, rappresenta il giusto sbocco a mare del merca-to ortofrutticolo. Una piazzaforte per la logistica ed un trampolinodi lancio sul Mediterraneo. “Noi - dice Addessi - puntiamo alla“conquista” anche di quei mercati agroalimentari di paesi quali laGrecia, Spagna, Francia e Portogallo, passando proprio attraversoil Mediterraneo”.“La multimodalità mare/gomma può rappresentare - sottolinea Ad-dessi - un fattore strategico per la crescita competitiva del Mof.Considerando anche la costante e continuativa crescita delle auto-strade del mare, dovuta principalmente alla normativa sui tempidi guida degli autisti, che incidono pesantemente sui costi del tra-sporto, il Porto di Gaeta rappresenta un’infrastruttura fondamenta-le per il mercato ortofrutticolo di Fondi”.Tra gli altri obiettivi perseguiti dal Mof, anche la riduzione diemissione di CO2 prodotta dai camion che transitano su superficiedi oltre 335 ettari divisa in due grandi aree, ma anche molta atten-zione è dedicata al personale che lavora e transita nel Mercato.“Sul problema dell’inquinamento ambientale il Mof presta moltaattenzione anche per la peculiarità della merce agroalimentaremovimentata. Garantire inoltre un alto grado di vivibilità esicurezza per gli operatori, fornendo un grande parcheggio multi-piano con oltre 500 posti macchina, vari e comodi punti dedicatialla ristorazione come tavole calde, ristoranti e bar, due istitutibancari e altri servizi commerciali”.

Fondi guarda al portocommerciale di Gaeta

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49S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticoloBIOLOGICO NEW

SB

Giovedì 8 settembre nell’ambitodel Sana 2011, il salone interna-zione del biologico e del natura-le, si terrà il convegno, organiz-zato da Ervet e Ancc Coop, dal ti-tolo “Comunicare per sensibiliz-zare il consumatore e premiare ilmercato”.L’incontro analizzerà in partico-lare le iniziative e gli strumentiper evitare il greenwashing e so-stenere gli acquisti sostenibili.Prodotti di largo consumo e pro-dotti alimentari costituisconodue categorie di prodotti moltoimportanti sotto il profilo am-bientale. Diventa pertanto prio-ritario definire e attuare strategiedi comunicazione che consenta-no di aumentare la consapevolez-za di tutti i soggetti che possonoridurre gli impatti ambientaliconnessi ai prodotti (dalla fase diproduzione, alle modalità di di-stribuzione, all’utilizzo e al finevita), creando altresì occasioni dipremialità del mercato (acquistipubblici e privati).L’evento mira dunque ad identifi-care gli strumenti di comunica-zione più “promettenti”, ovveropotenzialmente in grado di coin-volgere e convincere consumato-ri, produttori, distributori e pub-bliche amministrazioni versoscelte sostenibili, in linea con iprincipi della strategia europeadel produzione e consumo consa-pevole. Non solo. L’incontro saràanche l’occasione per presentarein anteprima i diversi prodotti dicomunicazione elaborati nel-

l’ambito di Life PROMISE , il pro-getto, promosso da Regione Ligu-ria, Regione Lazio, ANCC-Coop,ERVET Emilia Romagna e Con-findustria Liguria con il contri-buto dello strumento finanziarioLIFE+della Comunità Europea,per promuovere produzioni econsumi sostenibili.Anche Ccpb e Consorzio Biologi-co saranno al Sana di Bologna,con quindici espositori e 600 me-tri quadri di spazio all’internodei padiglioni food e cosmesi. Ol-tre all'esposizione, il Consorzio eCCPB hanno organizzato i conve-gni “L'impronta ecologica di fi-liera nell’agroalimentare. Cono-scere per fare”, giovedì 8 dalle14.30 alle 17.30 in Sala GavottaAmmezzato del Padiglione 33; “Ilbiologico a vent'anni dal reg.CEE 2092/91: le regole ed il mer-cato”, venerdì 9 dalle 9.30 alle13.00 in Sala Benessere al Padi-glione 34.

Comunicare il biologicoConvegno Coop al Sana di Bologna

E il Ccpb punterà i riflettori su filiera

e regolamento Ce 2092/91

Gli austriaci assegnano grande valore al cibo sano edi qualità ed è sostanziosa l’importazione di pro-dotti come limoni, arance, banane e caffè. Nel 2010erano 21.798 le aziende agricole di prodotti biologi-

ci nel paese, pressappoco mille in piú rispetto al2009. Le vendite totali di prodotti bio si aggira su1,12 miliardi di euro con un incremento di fattura-to del 14,1% rispetto al 2009.).

Austria sempre più sensibile al fascino dell’organicAumentano le aziende, sostenuto l’import di agrumi e banane

Un passato alle spalle, riccodi oltre 15 anni di esperien-ze, un presente che si rinno-va guardando al futuro. Lostorico portaled’informazione del biologicoitaliano da settembre cambiapelle completamente: nasceil nuovo sito webGreenPlanet.net. rivolto sen-za indugi al consumatore fi-nale.Un portale di servizio, coninformazioni corrette e pun-tuali sul settore eco-bio, unportale che parla alconsumatore dei prodotti edi chi li produce, scegliendocon cura il meglio, accompa-gnando il consumatore neisuoi orientamenti dopo averaccompagnato per anni unmovimento del biologico cheè cresciuto, che per moltiversi ha vinto la sua sfida eche oggi deve fare un salto,un patto con il consumatore,pronto a servirlo, a soddisfar-lo, per essere vincente.Il lancio ufficiale del portaleal Sana di Bologna.

Greenplanet.netcambia pelle

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

Il traffico container in Italia ècondizionato dalla frammenta-zione degli scali sul territorioche, unita alle croniche, e forte-mente incisive, carenze di infra-strutture ferroviarie, impone ainostri porti di avere un bacino diutenza prevalentemente interre-gionale, che non riesce ad allar-garsi, se non in misura molto ri-dotta, verso l’Europa.Al contempo, però, il trafficonon containerizzato, in partico-lare quello trasportato con naviRo-ro, si giova di questa fram-mentazione, che permette allamerce di arrivare su banchine vi-cine ai punti di destinazione. Èquanto emerge dai dati raccoltidall’Isfort, l’Istituto superiore diformazione e ricerca per i tra-sporti.Oltre l’80% dei contenitori transi-tati nel porto di Genova, registral’Isfort, raggiunge Lombardia(che, da sola, assorbe la metà deicontainer), Emilia Romagna eVeneto, mentre il resto della mer-ce viene suddiviso soprattutto traterritorio ligure, piemontese eValle d'Aosta. Nel porto di Napoli,invece, circa il 65% delle mercicontainerizzate ha come origineo destinazione il territorio regio-nale e la restante quota si distri-buisce tra le regioni contermini.Per quanto riguarda i contenitorisbarcati nel porto de La Spezia,per il 28% sono diretti in Lom-bardia, per il 26% in Emilia Ro-magna, per il 15% in Toscana, peril 12,6% in Veneto, per l'8,6% inLiguria, per il 5,3% in Piemonte esolo per il 4,5% verso altre desti-nazioni soprattutto nazionali.Benché distribuito su molti portinazionali, il traffico contenitoritende comunque a concentrarsi,sotto il profilo quantitativo, in al-cune precise aree. Nel 2010, rilevaIsfort, i container sbarcati in Ita-lia, al netto di porti di tranship-ment (cioè Gioia Tauro, Taranto e

Cagliari, che hanno spostato, dasoli, 4 milioni di teu), sono stati5,7 milioni e il 67,5% di questotraffico è stato movimentato nel

quadrante Tirrenico settentrio-nale (Savona-Vado, Genova, LaSpezia e Livorno).Il resto dei contenitori è risultatodiretto verso altri quadranti: il14% nel Tirreno centro-meridio-nale (Civitavecchia, Napoli e Sa-lerno); l'11,7% nell'Adriatico set-tentrionale (Venezia, Monfalco-ne e Trieste); il 5,1% nell'Adriati-co centro-meridionale (Ravenna,Ancona, Bari e Brindisi). La di-stribuzione dei container, ag-giunge Isfor, “sembra seguire lageografia industriale del Paese”,mentre l'articolazione di quellonon containerizzato “sembra in-fluenzata dalla concentrazionedegli insediamenti umani”.I traffici Ro-ro, nel 2010, si sonoconcentrati per il 24,5% tra Savo-na, Genova, La Spezia e Livorno,per il 9% tra Trieste, Monfalconee Venezia; per il 10,3% tra Raven-na, Ancona, Bari e Brindisi; peril 21,3% tra Messina, Catania e Pa-lermo; per il 20,7% tra Civitavec-chia, Napoli e Salerno; per il12,7% tra Olbia e Cagliari.

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Traffico container tra luci e ombreManca ancora il respiro europeo

I dati raccolti dall’Isfortfotografano la situazione

nei porti del PaeseLe carenze del sistema ferro-viario di servizio alle merci in-cidono sui collegamenti traporti e interporti, dove le mer-ci, manipolate, stazionano perpoi andare a destinazione. Per

AlessandroRicci, presi-dente di Uir,Unione inter-porti riuniti“esiste una cri-ticità nella lo-gistica dei col-legamenti ter-restri e il siste-ma ferroviarioè il segmentosu cui occorremaggiormente

ragionare e intervenire”.“I porti, infatti, si possono col-legare ai corridoi europei attra-verso gli interporti e i collega-menti su ferro sono difficili unpo' ovunque. Fanno eccezioneLa Spezia, Ravenna, Napoli e,solo in parte (cioè il terminaldi Voltri, ndr) Genova. A Livor-no, ad esempio, la situazione èmolto complessa”. Per quanto riguarda Gioia Tau-ro, dove si era tentata la realiz-zazione, poi fallita, di un inter-porto, afferma Ricci, “se si vuo-le trasformarlo in un porto ga-teway, oltre che di tranship-ment, il collegamento ferrovia-rio è essenziale. Il problema, però, è che, a li-vello europeo, stanno discuten-do di modificare il corridoio 1,che doveva essere Berlino-Vero-na/Milano-Palermo e, invece,diventerebbe Helsinki-Napoli-Bari-Malta, saltando una partedella Calabria, che comprendeGioia Tauro, e la Sicilia”.

«Criticità nel sistemaferroviario»

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CorriereOrtofrutticolo LOGISTICAL

Contributi dall’Unione Europeaper i produttori ortofrutticoli cheutilizzano imballaggi a basso im-patto ambientale. La decisione ècontenuta in un documento delMipaaf: i produttori ortofrutticoliche per trasportare i propri pro-dotti utilizzeranno imballaggi er-gonomici e realizzati con cartecertificate "sostenibili", potrannoaccedere ai contributi previstidalla Ue.In questo modo le aziende po-tranno vedersi rimborsati i mag-giori costi sostenuti per l’uso diquesti imballaggi. In Italia, gliimballi di questo tipo sono rico-noscibili dalla certificazione Be-stack, strumento consortile defi-nito dalle industrie produttrici erilasciata dall’Istituto italiano deiplastici sulla base di uno specifi-co protocollo e a seguito di unascrupolosa verifica tecnica.Il marchio garantisce che tali im-ballaggi sono innovativi, più effi-cienti, igienici al 100%, più ergo-

nomici per il prodotto trasporta-to e composti con carte prove-nienti da foreste certificate per laloro buona gestione. E proprio ilmaggior costo sostenuto perl’impiego di cellulosa di qualitàmigliore, con certificazione fore-stale" è tra le spese rimborsabili,specifica il documento del mini-stero delle Politiche agricole, ali-mentari e forestali. Un premio,quindi alle aziende ortofrutticoleche scelgono di trasportare i pro-pri prodotti utilizzando imballag-gi ottenuti anche da cartone cer-

tificato Pefc, lo schema di certifi-cazione per la gestione responsa-bile delle foreste più diffuso almondo.Questa opportunità, commentaAntonio Brunori, segretario ge-nerale Pefc Italia, “premia i tantiproduttori che hanno fatto unascelta di sostenibilità ambientalescegliendo fibre che garantisco-no l’origine legale e sostenibile.Fino ad ora, quei produttori dove-vano pagare di tasca propria ilmaggior costo derivante dall’usodi imballaggi di cartone certifica-to. Ora avranno un incentivo inpiù”.E con loro, aggiunge Brunori,“sarà aiutato tutto il settore orto-frutticolo e degli imballaggi aorientarsi verso scelte più virtuo-se ed etiche; il cerchio si chiude-rebbe se, nel prossimo futuro, sifacesse la scelta coraggiosa di in-trodurre disincentivi per i pro-duttori che non utilizzano imbal-laggi certificati”.

51S e t t e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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L

A ottobre verrà inaugurato uffi-cialmente il Venice Green Termi-nal (VGT), la nuova piattaformalogistica di Venezia dedicata aiprodotti ortofrutticoli, operativadallo scorso maggio e costituitada un consorzio di 11 imprese dispedizione del Triveneto. VGT harealizzato e gestisce il primo eunico terminal frigorifero delporto di Venezia dedicato ai pro-dotti ortofrutticoli.� Il gruppo hainvestito 2,9 milioni di euro perrealizzare e gestire il terminal atemperatura controllata e haun’opzione che gli permette nelprossimo futuro di allargare gliimpianti. Tramite gli 11 soci, VGTgarantisce tutti i servizi essenzia-li a importatori, esportatori eproduttori che intendano fartransitare dal porto di Veneziamerci deperibili. �Dopo aver realizzato a tempo direcord (cinque mesi) il nuovoimpianto di Banchina dell’Azoto,nel porto commerciale di Mar-ghera, la società ha avuto un av-vio positivo. La merce è arrivatada Cipro (agrumi), Egitto (verdu-re e uva da tavola) e Mezzogiorno

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Venice Green TerminalPartenza con il vento in poppa

Operativa da maggio, la piattaforma gestita da 11 impresedi spedizione del Triveneto è dedicata interamente

all’ortofrutta. Avvio positivo, a ottobre l’inaugurazione

Sopra il titolo una parte dei consiglieri di amministrazione del VGT. Da destra: Loris Trevisan, Andrea Cosentino, Stefano Coccon, Jacopo Sportillo e Matteo Rossi.Nella foto sopra e in quella della pagina a fianco due particolari del magazzino refrigerato di VGT.

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LOGISTICA d’Italia (in particolare ciliegiepugliesi, pesche e uva dalla Sici-lia). Il prodotto fresco è stato smi-stato poi verso Europa centrale eorientale, e verso la Gran Breta-gna. L’impianto, che abbiamo potutovisitare attentamente, con con-nessi uffici e controllo doganaleinterno, è costituito da 5 celle fri-gorifere ad alta tecnologia dentroun magazzino di complessivi3.500 metri quadrati.L’impressione è di grande effi-cienza e di una dotazione tecno-logicamente avanzata. L’accordotra la società e l’Autorità Portualedi Venezia prevede la possibilitàdi ampliare l’impianto, fino a tri-plicarne almeno la superficie e lecapacità di stoccaggio. C’èl’obiettivo di raggiungere questorisultato nell’arco di tre anni, as-sicurano i dirigenti.Andrea Cosentino, presidente diVGT, afferma: “Ci siamo inserititra i terminal di Ravenna e Trie-ste. La nostra intenzione non èquella di dare fastidio ai porti vi-cini ma di rilanciare un’anticavocazione del porto di Veneziacontribuendo così a potenziare iservizi nell’Adriatico. Credo chenell’Alto Adriatico, nella prospet-tiva di crescita dei traffici nel Me-diterraneo, ci sia uno spazio e unruolo per tutti. Lo shipping inter-nazionale si sta accorgendo delvalore strategico dell’Adriatico,grazie soprattutto all’azione svol-ta da NAPA (Associazione deiPorti del Nord Adriatico di cui èparte anche Koper) e questo ele-mento andrebbe sfruttato per fa-re sistema tra noi”.“Non intendiamo disturbare nes-suno, c’è lavoro per tutti”, confer-ma Loris Trevisan, socio e consi-gliere di amministrazione, men-tre il past-president Stefano Coc-con, doganalista, mette l’accentosulla puntualità del servizio co-me chiave del successo di VGT.Tutte le operazioni che VGT ese-gue sui prodotti sono registratedal sistema informativo e posso-no essere monitorate direttamen-te dal cliente tramite internet. �Iprodotti ortofrutticoli vengono

immagazzinati e stoccati in cellefrigorifere a 5 temperature diffe-renziate (da 0° a + 13°C), di cuiè possibile controllare in tempo

reale temperatura e umidità. VGTmette a disposizione i propri ma-gazzini doganali perl'espletamento delle formalitàdoganali eseguite dai propri socie offre un’ampia gamma di con-trolli di qualità e la tracciabilitàdelle merci a tre livelli:�1. control-lo qualità sistematico a garanziadella sicurezza propria e delcliente, prima dell’ingresso dellamerce nel magazzino;�2. controlloa priori sulla merce in uscita dalmagazzino, grazie anche al pro-gramma FIFO (First in First Out),che offre ai clienti di VGT unacertezza in più;�3. controlli obbli-gatori (controllo qualità, fitosani-tario e sanitario). Viene garanti-to anche un servizio di controllolegale.Venice Green Terminal ha fatto lasua prima uscita ufficiale al FruitLogistica 2011 a Berlino, dedicataal settore ortofrutticolo. A finesettembre prenderà parte alGreen Med Forum di Tunisi e adicembre al Transport&Logisticsdi Istanbul. Nei programmi un collegamentocon l’aeroporto di Venezia Tesse-ra per i prodotti spediti via aereoe una collaborazione con il portoper il rifornimento di ortofrutta ealtri prodotti fresci alle navi pas-seggeri (non dimentichiamo cheVenezia è per le crociere il primoporto del Mediterraneo). (a.f.)

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CorriereOrtofrutticolo L

La caduta del regime diGheddafi sta riaprendo i col-legamenti merci con laLibia. Alcune compagniemarittime italiane hannoriattivato i collegamenti conalcuni porti libici. Da circauna settimana, Grimaldi Li-nes ha comunicato a tutte leaziende di trasporto, logisti-ca e spedizioni nazionali einternazionali la ripresa deicollegamenti per il porto diBengasi.I collegamenti sono con par-tenze dai porti di Genova, Li-vorno, Civitavecchia,Salerno, Palermo, Catania,Malta e Zarzis in Tunisia.Grazie allo scalo di AlKhoms, posto in prossimitàdel confine libico-tunisino,si potrà raggiungere Bengasianche dalla Tunisia, collega-mento molto importante peril trasporto di merci già gia-centi in Tunisia e dirette inLibia.

Libia, riprendonoi collegamenti

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CorriereOrtofrutticoloLogistica

S e t t e m b r e 201154 www.corriereortofrutticolo.it

Numeri in crescita per il gruppoarmatoriale danese A.P. Møller-Mærsk. Nella prima metà del2011 il colosso nel settore ship-ping line container, ha registratoun utile netto di 14,54 miliardi diCorone danesi (4,07 miliardi didollari) su ricavi per 159,23 mi-liardi di Corone danesi, con in-crementi rispettivamente del 3%e del 4% rispetto al primo seme-stre dello scorso anno.I risultati del primo semestre diquest’anno espressi in dollarimostrano aumenti del 9% dei ri-cavi e dell’8% dell’utile netto. Tut-tavia, come si legge su informa-re.it, nel secondo trimestre 2011le performance economiche delgruppo sono risultate inferiori aquelle del corrispondente perio-do del 2010: i ricavi sono dimi-nuiti del 3% a 80,12 miliardi diCorone danesi e l'utile netto è di-minuito del 24% a 8,19 miliardidi Corone danesi.“Grazie alle buone performancedelle nostre attività terminalisti-che e di quelle correlate al setto-re petrolifero - ha commentatol’amministratore delegato di A.P.Møller-Mærsk, Nils S. Andersen(nella foto) - il gruppo ha ottenu-to un risultato soddisfacente peril primo semestre. Come previstoall’inizio dell’anno, il mercatodello shipping ha attraversato dif-ficoltà a causa della crescente ca-pacità e prevediamo che il rallen-tamento della crescita economi-ca e la volatilità del mercato pro-seguirà anche nei prossimi tri-mestri. Abbiamo investito nellenostre attività principali e ora ciprepariamo ad una crescita con-tinua a proficua a lungo termi-ne”.La divisione di trasporto maritti-mo containerizzato del gruppodanese, costituita dalle società dinavigazione Maersk Line, Safma-rine e MCC Transport, dalla so-cietà logistica Damco e dal co-

struttore di container MaerskContainer Industry, ha chiuso ilprimo semestre del 2011 con rica-vi per 70,47 miliardi di Coronedanesi e un utile netto di 2,09 mi-liardi di Corone danesi (-70%). Laflessione dei risultati economiciè stata causata dal deciso peggio-ramento delle performance nelsecondo trimestre del 2011. La di-visione terminalistica ha regi-strato nel primo semestre un uti-le netto di 1,62 miliardi di Coro-ne danesi (-45%) su ricavi per11,77 miliardi di Corone danesi.Nel periodo i terminal portuali diA.P. Møller-Mærsk, operati attra-verso la filiale olandese APM Ter-minals, hannomovimentato untraffico dei con-tainer pari a16,2 milioni dicontainer da 20,con un incre-mento del 3% ri-spetto a 15,8 mi-lioni di teu mo-vimentati nellaprima metà del2010. La flotta di portacontainerdel gruppo danese ha totalizzatovolumi trasportati pari a 3,8 mi-lioni di container da 40 teu ri-spetto ai 3,6 milioni di teu nellaprima metà del 2010. Al 30 giu-gno scorso la flotta di portacon-tainer del gruppo era costituitada 245 navi di proprietà e da 376navi a noleggio per una capacitàcomplessiva pari a 2,4 milioni dicontainer da 20 teu. Nel corso del secondo semestre diquest’anno il gruppo prenderà inconsegna altre nove portacontai-ner per una ulteriore capacità pa-ri a 55.000 teu. ●

A.P. Møller-Mærsk, semestre ok Lieve frenata nel secondo trimestre

Nella prima metà del 2011 l’utile netto ha superato i 4 miliardi di dollari. Previsti investimenti

per aumentare la capacità nel traffico container

Un piccolo segno di migliora-mento dell’economia statuni-tense si è registrato conl’aumento medio annualedell’1% (maggio 2010-maggio2011) del traffico cargo neidue maggiori porti della WestCoast USA: Los Angeles eLong Beach.I due porti si classificano ri-spettivamente primo e secon-do negli USA per il numerodi container che gestiscono.Insieme, essi ricevono oltre il

40% delle importazioni daipaesi asiatici e si classificanoal sesto posto per traffico a li-vello mondiale.Nel primo semestre 2011,l’aumento del traffico delporto di Los Angeles e’ acce-lerato con una crescita del6,6% rispetto allo stessoperiodo dell’anno preceden-te, per un numero di contai-ner pari a 3,1 milioni. Il por-to di Long Beach non è statoda meno e ha fatto registrareun aumento del 6,1% pari a2,4 milioni di container.

Stati Uniti, riparteil traffico cargo

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Con una superficie totale di788.300 metri quadrati suddivisasu una rete che può contare su2.131 punti di vendita (di cui 9ipermercati a insegna Ipersisa eSisa Superstore; 826 supermercatiSisa e 1.290 superette Negozio Ita-lia e Issimo, a cui si aggiungono6 Cash & Carry), il gruppo Sisaha realizzato nel 2010 un fattura-to di 3,25 miliardi di euro.Alla struttura italiana si aggiun-ge Sisa Hellas, che opera in Gre-cia, con 129 supermercati. I 4 ce-di del gruppo (Cedi Sisa Nord, Ce-di Sisa Centro Sud, Cedi Sisa Sici-lia e Cedi Sisa Sardegna) nel cor-so della convention annuale han-no delineato le strategie del pros-simo futuro per continuare adavere un ruolo di rilievo nel mer-cato.In particolare il focus degli im-prenditori è destinato a focaliz-zarsi sulla costruzione di unashopping experience coinvolgen-te, una grande capacità di letturadei dati d'acquisto attraverso lecarte fedeltà, di fronte a un con-

sumatore sempre più camaleon-tico, una crisi che persiste (conun Pil italiano pro capite cresciu-to, tra il 1995 e il 2010, del 5%,mentre i Paesi eurozona hannoregistrato un +20%) spinta dauna crescita lenta.

Il meeting è stata l’occasione peril nuovo lancio della linea di pri-mo prezzo a firma Primo. Un re-styling in piena regola, con unlettering completamente rinno-vato per dare una adeguata rispo-sta alla domanda di convenienzae un maggior sostegno alla mar-ginalità della categoria.“La situazione attuale di mercato,impone al Gruppo di rinnovare ilproprio look con eleganza e conun grande progetto made in Italy,che parli cioè “italiano” dove iprodotti provengano dall'eccel-lenza dell'industria del nostropaese”, ha dichiarato Sergio Cas-singena (nella foto), presidentenazionale Sisa.Primo sarà presente sugli scaffalidell’insegna con 195 prodotti anovembre. Il secondo inserimen-to in “abito nuovo” è previsto perfebbraio 2012 con altri 45 articolicirca. Attualmente Sisa opera con887 Pl a marchio Sisa (realizzateda 130 fornitori) in grado diesprimere un fatturato 2010 paria 180 milioni di euro. ●

CorriereOrtofrutticoloD istribuzione

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Sisa rilancia“Primo” Restyling della linea

da novembre; fatturato a quota 3,25 miliardi

Andamento lento per il commercio al dettagliodi giugno per i prodotti agroalimentari. Da quan-to rende noto l’Istat si rileva che nel primo seme-stre dell’anno i consumi agroalimentari“rimediano” un aumento di appena lo 0,2%. Unrialzo che secondo la Cia; Confederazione italia-na agricoltori, “non serve neppure a coprire leperdite subite nel triennio precedente”.Gli unici a reggere sono i discount, che registra-no un incremento dell’1,5%. La notizia è riporta-ta da Il Velino. “Gli italiani continuano a tirare lacinghia - insiste la Cia - e a tavola ricercano lapromozione e il prezzo più basso, risparmiandoanche sulla qualità”. Al conrario gli ipermercaticrollano al -1,7%, le botteghe di quartiere al -1,5%e i supermercati devono accontentarsi di un mi-sero +0,4%.Ma secondo la Confederazione agricola di Politi“la cura dimagrante al carrello della spesa è evi-dente anche guardando i dati sulla domanda do-mestica nei primi mesi del 2011: calano drastica-mente i consumi di frutta e agrumi (-8,7%),pesce (-7,5%), pane (-7,1%), latte e formaggi (-6,3%), carne rossa (-5,1%).

Supera il miliardo in-vece, secondo la Coldi-retti, la spesa estiva diitaliani e stranieri incantine, malghe o fran-toi per acquistare diret-tamente dai produttorivini, ortofrutta, olio,formaggi, e altrespecialità.I dati delle vendite aldettaglio diffusi dall’I-stat confermano, secondo Federdistribuzione,l’idea che ormai in Italia la debolezza dei consu-mi sia diventata un problema strutturale - affer-ma Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdi-stribuzione, l’organizzazione che raggruppa lamaggioranza della Distribuzione Moderna Orga-nizzata in Italia. “Se si esclude aprile che ha avu-to un trend anomalo per l’effetto della Pasqua po-sticipata rispetto all’anno scorso, tutti i mesi del2011 hanno avuto variazioni nulle o negative ri-spetto al 2010: complessivamente le vendite sonocalate dello 0,4%”.

Commercio al dettaglio, andamento lentoFederdistribuzione: debolezza strutturale dei consumi

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CorriereOrtofrutticolo MONDO

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Freshfel si oppone al taglio del30% del budget relativo al Pro-gramma Europeo Frutta nelleScuole (Sfs), ritenendolo del tuttoinaccettabile. Secondo l’organizzazione, la po-sizione degli Stati membri, chehanno deciso di ridurre da 90 a64 i milioni di euro da destinarsial programma, dà un segnalecompletamente sbagliato al setto-re e al grande pubblico, soprat-tutto all’indomani della recenteepidemia di E.coli che ha intac-cato l’immagine dell’ortofrutta. La decisione ge-nera infatti con-fusione ai citta-dini europei - silegge nel comu-nicato stampa ri-lasciato ieri dal-l’organizzazione- e dimostraun’imbarazzante lacuna nellosviluppo di politiche coerenti peril settore ortofrutticolo. �PhilippeBinard, delegato generale di Fre-shfel Europe, parla di “colpo de-vastante per il settore e per tutticoloro che sono interessati allasalute pubblica. Tagliare il budgetadesso significa fermare lo svi-luppo del programma e danneg-giare duramente l'impatto positi-vo che lo stesso ha nel lungo-ter-mine”.�Per Ramon Rey (foto sopra), pesi-dente di Freshfel Europe, “con lariduzione del budget migliaia dibambini troveranno un ulterioreostacolo nella scoperta del gustodell’ortofrutta”. “Le autorità pubbliche dovrebbe-ro impegnarsi in progetti ambi-ziosi e non cercare di rallentareun programma che è a buon pun-to. Il Parlamento Europeo deveassumersi ora le proprie respon-sabilità nei confronti dei cittadi-ni europei e fare tutto il possibileper salvare la fattibilità del pro-gramma”. ●

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Freshfel: il taglio di fondi rischia di affondare “Frutta nelle scuole”

Binard: il ridimensionamento da 90 a 64 milioni di eurofrena lo sviluppo di un programma essenziale

per radicare buone abitudini. Chiesto l’intervento della Ue

Zucchine, cetrioli, ma soprattutto pomodori. Imponenti discarichedi verdura ancora commestibile nascoste in mezzo ai campi di gra-no. Le segnalazioni arrivano già da alcune settimane da Cadenaz-zo (zona del Canton Ticino in Svizzera).Foto e video realizzati sul posto direttamente da Ticinonline, cheriporta la notizia, dimostrano che oltre alla verdura marcia in queimucchi ce ne sarebbe anche di commestibile. “Non è roba nostra -puntualizza Paolo Bassetti, direttore della Federazione Orto Frutti-cola Ticinese -. Sarà sicuramente di alcuni privati. Il fatto è checorrono tempi duri. È difficile vendere la merce che non siaperfetta. E la vicenda E-coli non ci ha facilitato le cose”.Dice ancora Bassetti: “Noi acquistiamo la merce dagli agricoltori ela rivendiamo alle grandi catene. Queste sono diventate molto esi-genti. Ed è logico visto che la clientela desidera sempre piùqualità. La frutta e la verdura non commerciabili le dobbiamo eli-minare. Un pomodoro non è più vendibile se troppo maturo, setroppo molle, oppure se non hala forma o la colorazione unifor-mi. Significa che i privati a voltesi vedono respingere la mercedirettamente da noi. E poimagari non sanno cosa farne eva a finire che la abbandonano”.Parte degli scarti dellaFederazione Orto Frutticola Tici-nese viene data a organizzazionino-profit che rivendono la mer-ce a basso costo alle persone me-no abbienti. In altri casi la frut-ta e la verdura non idonee sono dirottate alle ditte chetrasformano industrialmente frutta e verdura.“Ma comunque - fa notare Bassetti - c’è sempre della merce cheavanza. E allora la mettiamo nell’impianto di produzione di biogasa Cadenazzo. Per un privato però è più difficile trovareopportunità di riciclare la propria merce. E allora ecco che posso-no nascere queste discariche di frutta e verdura a cielo aperto”. PerBassetti quest’anno la situazione è peggiorata: “L’isteria per il bat-terio escherchia coli, scoppiata in Germania e diffusasi nel restodell’Europa, ci ha messi in ginocchio. Nel senso che adesso bastaun’inezia per scatenare il panico collettivo tra i consumatori.L’asticella che segna il livello di qualità minimo si sta alzandosempre di più”.

Zucchine, cetrioli, pomodori:discariche “orticole” nel Canton Ticino

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L’impatto della vicenda E-coli sulsettore spagnolo è stato al centrodi una due giorni organizzata daAecoc (associazione dei distribu-tori e commercianti ortofruttico-li) che si è svolta a Valencia allapresenza di oltre 250 leader delcomparto e rappresentanti istitu-zionali. Il presidente della Fepex,Jorge Brotons e il direttore gene-rale Anecoop Joan Mir, come ri-porta la rivista Mercados, hannosottolineato l’importanza el’opportunità di lavorare insiemeper superare la crisi.Tra gli interventi anche quellodel direttore generale di FreshfelPhilippe Binard: la riforma dellaPac, ha detto, non potrà dare be-nefici al settore ortofrutticolo sequesto non saprà comunicareadeguatamente i benefici deri-vanti da un consumo regolare difrutta e verdura. La scia nera del batterio killer hafatto calare il valore dell’exportortofrutticolo spagnolo. A giugnosi è registrata una diminuzionedel 10% rispetto allo stesso mesedell’anno scorso, per un totale di589,5 milioni di euro. Una dellecause di questo calo è l’allarmescattato dopo la vicenda legata albatterio e. coli che ha depresso iconsumi.Secondo l’analisi dell’associazio-ne degli esportatori spagnoli Fe-pex il decremento maggiore si èavuto nel valore delle esportazio-ni di ortaggi con un calo del 17%(1307 milioni di euro totalizzati).Tra questi si evidenzia il dato delpomodoro (18 milioni di euro, -47%), il peperone (18 milioni dieuro, -33%), il cavolo (9,6 milionidi euro, -32%), il cetriolo (1,8 mi-lioni di euro, -56%). Il calo del va-lore della frutta è stato del 7,6%per un complessivo di 458,8 mi-lioni di euro. Per quanto riguardai volumi esportati a giugno, gliortaggi sono diminuiti dell’1%(185.801 tonnellate, la frutta è au-

mentata del 6%. I quantitativi diortofrutta inviati all’estero sonocosì aumentati del 4% toccandole 744.443 tonnellate. Tra gennaioe giugno l’export in volume è au-mentato del 16% (5,6 milioni ditonnellate), in valore del 3,7%(4.957 milioni di euro), grazie al-la continua crescita dell’exportfino a maggio che ha compensa-to il calo di giugno. Secondo Fe-pex i risultati di giugno hannostroncato l’evoluzione positivadelle esportazioni ortofrutticolespagnole della prima metà del-l’anno. Nel settore si respira an-cora un clima di tensione per lavicenda del “batterio killer”. ●

CorriereOrtofrutticoloMondo

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E-coli... “killer” per la SpagnaIl settore cerca la ripartenza

Pesanti conseguenze commerciali sia sul mercatointerno che estero per i prodotti iberici. Se n’è parlatoa Valencia in una due giorni organizzata dall’Aecoc

Nelle foto fornite da Mercados: in alto, il pubblico dell’assise organizzata dall’Aecoc; nel riquadro,Philippe Binard; nelle altre foto gli interventi di Pier Paolo Rossi, Ma-riano Rodríguez e Joan Mir

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Le esportazioni di frutta e verdu-ra dal Marocco sono passate da478 mila tonnellate nel periodo2009-2010, a 529 mila tonnellatenella stagione 2010-2011, con unacrescita del 9%. A rilevarlo è ilministero dell’Agricoltura e dellaPesca Marittima del Marocco, se-condo il quale questi buoni risul-tati derivano dalle buone condi-zioni metereologiche di tre sta-gioni consecutive.A ciò si aggiunge una congiuntu-ra favorevole sul mercato interna-zionale. In particolare la sola Re-gione di Souss-Massa contribui-sce al 70% del totale delle espor-tazioni marocchine con un volu-me che raggiunge quasi 300 milatonnellate. Da rilevare infine chedurante la campagna 2010-2011 leesportazioni dal Marocco verso laRussia e l’America settentrionalesono aumentate rispettivamentedel 34 e del 62%. Lo riferisceAgrapress, a testimonianza delcontinuo sviluppo dei Paesi dellasponda Sud del Med. ●

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Bruni all’Accademia dei Georgofili: il boom demografico planetarioimpone un nuovo modello agricolo e maggiore trasparenza

Il delicato e complesso tema della sfida alimenta-re è stato affrontato nel corso di una lezionetenuta presso l’Accademia dei Georgofili dal pre-sidente di Cogeca Paolo Bruni.Ricordando in apertura le stime FAO che prevedo-no una costante crescita demografica mondialedai 6,5 miliardi del 2004-2006 agli 8,3 miliardiprevisti per il 2030 fino ad arrivare a 9,1 miliardiabitanti nel 2050, Bruni ha evidenziato come“l’agricoltura sia chiamata ad apportare uncontributo strategico alla missione di sfamare ilmondo a lungo termine e contribuire allo svilup-po economico delle popolazioni più povere senzamettere a repentaglio il futuro del pianeta”.“Di fronte a tali sviluppi - ha proseguito Bruni -auspichiamo la creazione di un nuovo modelloagricolo basato sull’incremento del reinvestimen-to pubblico e privato nell'agricoltura mondiale e

sulla definizione di una nuova governance”.“Per assicurare una maggiore e sostenibileproduttività dovranno confluire nell’agricolturaingenti investimenti, mirati in particolare sullaricerca ed innovazione e sull’organizzazione del-le filiere - ha precisato Bruni - ma altrettanto de-terminante sarà il migliore funzionamento e lamaggiore trasparenza dei mercati finanziari deri-vati delle materie prime agricole: abbiamo biso-gno di regole certe che accompagninol’espansione del commercio dei prodotti agricolie costituiscano un freno all’aumento della volati-lità dei prezzi”. In conclusione Bruni “ha riaffer-mato il massimo impegno della Cogeca per con-tribuire alla difesa dei produttori e delle coopera-tive agricole europee tramite un rafforzamentodella loro competitività e un riequilibrio della di-stribuzione del valore lungo la filiera”.

Marocco, export ortofrutticolo ok Boom di vendite in Russia e Usa

Esportazioni 2010-2011 in crescita del 9%rispetto alla stagione precedente. Dalla regione

di Souss-Massa il 70% dei prodotti destinati all’estero

IL MINISTRO TUNISINO AL GREEN MED FORUM

Mohktar Jallali, ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente della Tunisia, ha presentatomartedì 6 settembre a Tunisi il Green Med Forum, che si svolgerà nella capitale tuni-sina dal 28 al 30 settembre, organizzato da Green Med Journal sotto l’egida dell’Unio-ne Europea. Il ministro Jallali ha detto che l’agricoltura è al centro dei programmi disviluppo del Paese e che gli investitori stranieri sono i benvenuti.

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Bilancia “pesante” per il Viet-nam. Secondo le previsioni delMinistero della programmazionee degli investimenti vietnamita,il deficit commerciale della pri-ma metà dell’anno raggiungerà i5,3 miliardi di euro, nonostantela positiva dinamica delle espor-tazioni.In un rapporto presentato al go-verno ai primi di giugno, il mini-stero ha stimato che nei primi seimesi dell’anno il valore totaledelle vendite vietnamite oltreconfine sarà pari a 29,2 miliardidi euro, il 27,8% in più rispetto al-lo stesso periodo dello scorso an-no, e quasi il triplo rispetto all’o-biettivo del 10% fissato dall’As-semblea Nazionale all’inizio diquest’anno. Le importazioni dovrebbero inve-ce raggiungere i 34,5 miliardi dieuro, con un aumento del 26,4%rispetto allo stesso periodo delloscorso anno.Se le previsioni del ministero sa-ranno confermate, il deficit com-merciale nei primi sei mesi diquest’anno risulterà pari al 18%del valore totale delle esportazio-ni, superando così il tetto massi-mo del 16% fissato dall’Assem-blea Nazionale sempre all’iniziodell’anno. Il rapporto del mini-stero segnala che il peggioramen-to del deficit commerciale dipen-de dall’aumento delle importa-zioni, sollecitando i ministeri ele agenzie interessati a prenderemisure più incisive per arginareil fenomeno.Secondo l’Ufficio generale di sta-tistica, nell’ultimo mese il deficitcommerciale ha visto un aumen-to del 17,3% su base annua, toc-cando quota 1,2 miliardi di euro,cioè il livello più alto dallo scorsogennaio. Dai dati risulta ancheche, nel periodo gennaio-maggio,la maggior parte del deficit com-merciale del paese è stata genera-ta dall’interscambio con altri

paesi e territori asiati-ci, tra i quali la Cinacontinentale (in tutto3,8 miliardi di euro), iPaesi Asean (2,3 mi-liardi di euro), la Coreadel Sud (2,2 miliardi dieuro), Taiwan (2,2 mi-liardi di euro) e laThailandia (1,3 miliar-di di euro). ●

CorriereOrtofrutticoloM ondo

S e t t e m b r e 201160 www.corriereortofrutticolo.it

Vietnam, bilancia commerciale pesante: giro di vite sull’import?

Esportazioni in crescita del 27,8%, a fronte però di un notevole incremento di acquistidagli altri partner asiatici, Cina in testa

Tanzania, appello dei lavoratori di anacardial governo: si riaprano i centri di lavorazione

I coltivatori di anacardi dellaTanzania hanno lanciato unappello al governo affinchériattivi le fabbriche per la lavo-razione del frutto, chiuse daanni. L’appello è stato resopubblica nel corso di unprogramma televisivo, svoltosicon la partecipazione di ungruppo di operatori del settore,i quali hanno lamentato cheoltre il 70% del raccolto siaesportato in forma grezza.Il presidente dell’Associazionecoltivatori di anacardi, MusaNdunduma, ha sostenutol'opportunità di riattivare gliimpianti per la lavorazione diquesto seme oleoso, chiusi una

decina di anni fa, quando loStato decise di passare la manoai privati in questo importantesettore dell’economia naziona-le. “Dopo aver rilevato lefabbriche - ha denunciatoNdunduma - gli imprenditoriprivati ne chiusero la maggiorparte, arrecando un danno no-tevole anche all’occupazione”.La coltivazione di anacardi at-traversa attualmente in Tanza-nia una fase di boom. Nellastagione conclusasi a febbraio,i volumi esportati sonocresciuti di circa il 107%,rispetto all’anno scorso,passando da 63.300 a 124.800tonnellate.

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La sentenza di liquidazione dellacooperativa Agrexco-Carmel do-vrebbe essere pronunciata l’11settembre da un tribunale civileisraeliano. Quel giorno, che intutto il mondo coinciderà con ildecimo anniversario degli attac-chi alle Torri Gemelle, sarà for-malizzata la bancarotta dellaprincipale holding israeliana diesportazione di frutta e verdura,bersaglio di intense campagne diboicottaggio all’estero.La Agrexco-Carmel, come si leggesu Nena News, è accusata di avervenduto per anni illegamentecon il marchio “Made in Israele”,prodotti agricoli in realtà prove-nienti dalle colonie israeliane co-struite nei Territori occupati pa-lestinesi in violazione delle leggiinternazionali.Nel 2010 una sentenza della Cortedi giustizia europea ha stabilitoche i prodotti provenienti dagliinsediamenti israeliani nei Terri-tori occupati non possano benefi-ciare delle tariffe commercialipreferenziali nell’ambito dell’ac-cordo Ue- Israele. In Israele mini-mizzano gli effetti del boicottag-gio internazionale contro la coo-perativa attuato dagli attivistidella campagna Bds (Boicottag-gio, disinvestimento e sanzioni)che, soprattuto negli ultimi dueanni, hanno organizzato una in-cisiva campagna di informazionepresso le grandi catene di super-mercati (e non solo) per denun-ciare l’illegalità dell’acquisto evendita dei prodotti delle colonieisraeliane attraverso la Agrexco(che commercializza il 60-70%della frutta e verdura coltivatenegli insediamenti). Il giornaleeconomico “The Marker”, citan-

do fonti giudiziarie, sostiene chea causare il tracollo sarebbe statala cattiva gestione del manage-ment. Il giudice relatore, VardaAlshech, ha sottolineato come lasocietà abbia compiuto “investi-menti sbagliati”, che hanno por-tato al fallimento con debiti peroltre 30 milioni di euro. Ma i ma-nager della Agrexco sanno beneche il boicottaggio ha avuto un

peso non irrilevante (la coalizio-ne italiana contro la Carmel-Agrexco è nata nell’autunno del2009 a seguito di una conferenzaa Pisa sulla campagna interna-zionale di Bds). Nel febbraio scorso a un’associa-zione francese denunciò la coo-perativa israeliana dinanzi a untribunale civile transalpino. Unperito della corte, dopo la presen-tazione dell’esposto, ispezionò idocumenti doganali delle naviAgrexco riscontrando casi di fro-de come fatture per datteri prove-nienti dagli insediamenti coloni-ci della Valle del Giordano di-chiarati di “Origine preferenzialeisraeliana”.Sempre in Francia, ai primi digiugno a Montpellier, più di cen-to di attivisti provenienti da novePaesi (Italia, Gran Bretagna, Sviz-zera, Belgio, Olanda, Spagna,Germania e Palestina) si sonoriuniti per il primo Forum euro-peo contro Agrexco. In quell’oc-casione Rafif Ziadah, rappresen-tante del Comitato nazionale pa-lestinese per il Bds, aveva denun-ciato la complicità dell’Agrexcoin varie violazioni dei dirittiumani, come il trarre profitti daiprodotti agricoli coltivati su ter-reni confiscati e irrigati conl’acqua sottratta ai palestinesi,nonchè l’utilizzo di lavoro mino-rile.Il prossimo 26 novembre si sareb-be dovuta tenere a livello inter-nazionale una Giornata Globaledi Azione contro l’Agrexco insie-me. Il fallimento della cooperati-va farà ora concentrarel’iniziativa di boicottaggio su al-tri esportatori israeliani di pro-dotti delle colonie. ●

CorriereOrtofrutticolo MONDO

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Agrexco-Carmel,liquidazione vicinaInvestimenti sbagliati della holding, accusata

di aver veicolato illegalmente il marchio “Made in Israele”:avrebbe accumulato debiti per oltre 30 milioni di euro

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Segnali positivi per Bonduel-le. Il gruppo francese ha in-fatti registrato un incremen-to importante del fatturato,un +10,7% nel 2010-2011. Ilgiro d'affari e passato da 1,56miliardi di euro a 1,73miliardi. Una delle chiavi delsuccesso il consolidamentodi France Champignon e lachiusura delleattività legatealla trasforma-zione delle me-le.Il fatturato èdiminuito del2,8% su baseannua duranteil quarto trime-stre a causa,tra l’altro, diprezzi più bassi applicati suiprodotti a marca commercia-le. La crescita nel segmentodel fresco è stata continua inquesta prima parte dell'annononostante un calo delle ven-dite dovuto soprattutto all'al-larme e. coli.

Bonduelle incrementail fatturato

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CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T À C H E F R U T T A

Nuova campagna televisiva per Valfrutta, il marchiostorico di Conserve Italia che ha le sue radici nellamigliore produzione agroalimentare italiana.I temi della qualità, dell’italianità, della freschezza edella sicurezza dei prodotti Valfrutta sono il focus diuna comunicazione semplice, diretta ed incisiva che“parla” al consumatore dei valori e delle distintivitàdi una marca che fa della naturalità e del rispettoambientale elementi salienti della propria identità,senza peraltro rinunciare all’innovazione di prodot-to.La campagna multisoggetto - creata dall’agenziaMax Information di Bologna - punta esplicitamentel’attenzione sulle peculiarità di Valfrutta a partire daalcuni aspetti come la materia prima italiana, sicu-ra e naturale che offre precise garanzie ad un con-sumatore oggi più che mai attento e sensibile alla si-curezza alimentare. In primo piano i prodotti classici come mais, pomo-doro e frutta fresca Valfrutta sono i testimonial piùefficaci della marca.Ma Valfrutta è anche modernità e innovazione pro-duttiva che viene premiata da vendite dal trend co-stantemente in crescita: è il caso di frullati e cotti avapore con i quali Valfrutta ha consolidato la fiduciadei consumatori attraverso la qualità e le novità piùfresche e pratiche in cucina. La campagna pubblicitaria Valfrutta si sviluppa indue periodi di tre settimane ciascuno, tra luglio esettembre: il primo flight, dal 10 al 30 luglio, era in-centrato su mais, frullati, frutta fresca (pesca). Il se-condo, dal 21 agosto al 10 settembre, ha come sog-getti pomodoro, cotti a vapore, frutta fresca (pera).Gli spot - della durata di 10 secondi - andranno in on-da in momenti di massimo ascolto - con una pres-sione elevata sul target dei responsabili d’acquisto -sulle reti Mediaset (Canale 5, Rete 4, Italia 1), Me-diaset Digitale e Mediaset Premium, RAI (Rai1, Rai2,Rai3), RAI Digitale, La7, La7D, Sky, Real TV, Leonar-do, Alice, Comedy Central.

Chiquita Brands International e Walt Disney WorldResort hanno annunciato un accordo che prevede lafornitura e la distribuzione di prodotti freschi a mar-chio Chiquita e Fresh Express in diversi punti ven-dita del parco Walt Disney World a Lake Buena Vista(Florida) e sulle navi da crociera della Disney Crui-se Line.“Siamo lieti di collaborare con Disney e proporre inostri prodotti sani e nutrienti ai milioni di ospitiche ogni anno visitano il Walt Disney World Resorto viaggiano sulle navi della Disney Cruise Line” hadichiarato Fernando Aguirre, Presidente e Ceo diChiquita. “Questo accordo vede impegnate dueaziende che credono profondamente nel valore del-la qualità. La partnership con Disney è un altro pas-so in avanti lungo il percorso che Chiquita sta com-piendo per contribuire al miglioramento degli stilialimentari attraverso la diffusione dei suoi prodottifreschi e salutari che da ora saranno disponibili an-che in alcune delle mete di vacanza più ambite.”All’interno del Walt Disney World Resort e delle na-vi della Disney Cruise Line, i prodotti Chiquita e Fre-sh Express avranno l’esclusiva di marchio nelle ri-spettive categorie merceologiche e godranno di unasignificativa visibilità. L’accordo si inserisce nellastrategia di espansione dell’azienda nei canali nontradizionali e offre un’ulteriore opportunità di con-tatto con i consumatori per la diffusione di abitudi-ni alimentari più sane. L’accordo prevede la sponsorizzazione da parte diChiquita di due importanti attrazioni del parco. Chiquita parteciperà inoltre alle maratone “runDi-sney”, una serie di appuntamenti podistici nati perpromuovere stili di vita sani e attivi. I prodotti Chiquita e Fresh Express andranno ad ar-ricchire l’attuale assortimento di snack disponibiliall’interno dei parchi di divertimento Disney e testi-moniano il rinnovato impegno del colosso dell’in-trattenimento nei confronti della promozione di sti-li di vita sani presso ragazzi e famiglie.

Estate televisiva per la gamma

Valfrutta Fresco

Chiquita, patto con Disney: forniturenei parchi e nelle navi

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Mele, prospettive nel complessopositive anche per la prossimastagione. Le previsioni di produ-zione per il 2011, presentate a Lu-biana in Slovenia il 5 agosto nel-l’ambito di Prognosfruit riporta-no un volume di mele pari a10.195.000 tons con un aumentodel 5% rispetto alla produzioneconsuntiva del 2010. Rispetto allamedia produttiva del triennio2008-2010 il quantitativo di meleper l’anno 2011 è inferiore del 5%Considerato che la produzionedell’anno 2010, assestata su unconsuntivo europeo di 9.697.000tons è stata la seconda annatameno produttiva dell’ultimo de-cennio, tale aumento è da rite-nersi normale.La Polonia, che si riporta su unvolume di mele prodotte più “re-golare” rispetto alla scarso raccol-to del 2010, è il paese che ancorauna volta condiziona in misuramaggiore l’andamento delle pro-duzioni comunitarie. Una forte gelata ad inizio maggioha peraltro compromesso il rac-colto in altri paesi dell’Est Euro-pa, come l’Ungheria (-39%), laRepubblica Ceca (- 36%) e la Ro-mania (-11%). Pur considerando una certa diffe-renza nelle condizioni di merca-to e produttive tra l’area della Co-munità Europea 15 paesi e i nuo-vi paesi dell’Est della Comunità

Europea, l’aumento della produ-zione si presenta omogeneo, conun +15% nel primi caso ed un+6% per l’Est Europa.La primavera tutto sommato po-sitiva in molti paesi ha favorito lafioritura e l’allegagione.In questi paesi le previsioni sonopiuttosto buone sia in termini diquantità (Francia, Germania,Olanda, Regno Unito), ma gene-ralmente anche sotto il profiloqualitativo. Si rileva un calibrotendenzialmente medio ed un

anticipo anche di una settimanaper le varietà più precoci.In sostanza il volume di meleprevisto per la Comunità Euro-pea nel 2011 è superiore al 2010,ma inferiore rispetto alla mediadell’ultimo triennio e nettamen-te inferiore alle produzioni re-cord del 2009 e del 2008.

L’andamento varietaleImportante per gli operatori ita-liani è incremento previsto a li-vello europeo per la Golden Deli-cious (+ 5%), per il gruppo “Ga-la” (+ 7%) e le “altre nuove va-rietà” (+ 20%), che comprendein particolare le varietà “club”. Per la Red Delicious, altra varietàdi punta per l’Italia, si prevedeinvece una riduzione (-4%) e perla Granny Smith un livello pro-duttivo invariato.

La situazione italianaA livello nazionale la previsioneè tendenzialmente superiore alconsuntivo 2010, ma resta infe-riore rispetto alla capacità pro-duttiva media nazionale ed ade-

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Mele, prospettive interessanti Produzione sui 10 milioni di tons Golden, Gala e “club” sugli scudi

Prognosfruit stima un aumento dei raccolti del 5% rispetto alla stagione 2010, con un dato sostanzialmentestabile per l’Italia. Complici i magazzini vuoti, si profilala possibilità di un’altra campagna commerciale positiva

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SCHEDA PRODOTTOSguata alla capacità di assorbi-mento del mercato.Le dinamiche varietali confer-mano tendenzialmente la situa-zione comunitaria, con l’ecce-zione del gruppo Gala che in Ita-lia risulta in diminuzione del 4%.La stagione si presenta in antici-po di circa una settimana rispet-to alla normalità, in particolareper le varietà più precoci (Gala),per le quali i primi stacchi sonogià iniziati. La qualità in pianta èmolto buona, con calibri chehanno recuperato nel mese di lu-glio e si presentano ora nella me-dia od anche leggermente supe-riori. Sono infine da rilevare eventigrandinigeni, anche recenti, chehanno interessato alcune areedel Trentino Alto Adige, per iquali si stima un volume di circail 3%, pari a circa 70.000 ton., cheandranno direttamente all’indu-stria di trasformazione Di conseguenza le mele di qua-lità superiore che saranno confe-rite per il mercato fresco sarannoinferiori rispetto a quelle dellastagione precedente.Dal punto di vista qualitativo lasituazione ad inizio agosto ècomplessivamente giudicatamolto buona.

Una produzione “equilibrata”Le informazioni che provengonoda Prognosfruit vanno come sem-pre analizzate nel dettaglio.Dopo due anni (2008 e 2009) chehanno evidenziato una produzio-ne oltre 11.000.000 di tonnellate,e la scarsa produzione del 2010, laproduzione comunitaria supera,sia pur di poco, la soglia di10.000.000 di ton., ritenuta equili-brata per il mercato delle mele.Vanno peraltro considerati diver-si eventi grandinigeni, che ridur-ranno il volume globale disponi-bile per il consumo fresco di cir-ca 70.000 ton. in Italia e di 30.000ton. in Francia, che avvicina ilvolume totale alla soglia di10.000.000 di ton.Il settore del succo presenta uninizio stagione con una buonadomanda di mele per la trasfor-

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Le quotazioni del prodotto trasformato per l’industria tornano ai livel-li del 2008 e fanno ben sperare per un rialzo dei prezzi del prodotto fre-sco nel prossimo futuro. I magazzini sono vuoti, sono in progressiva ri-duzione anche le importazioni in controstagione, ma l’aumento dellaproduzione in Europa e in Italia preannuncia una stagione almeno inparte più difficile del 2010. Queste le indicazioni di Assomela ai produttori veronesi emerse nelconvegno organizzato il 10 agosto dalla Camera di Commercio di Vero-na per fare il punto sulla campagna 2011/2012. “La stagione entrante sarà certamente più difficile della precedente, inparticolare per l’aumento della produzione comunitaria e nazionale -ha spiegato Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela -. Diversi pre-supposti sono peraltro positivi. In particolare l’esaurimento delle gia-cenze del 2010, unitamente ad un trend in costante diminuzione di im-portazione di mele in controstagione, rappresentano due aspetti im-portanti per la partenza della stagione commerciale 2011/2012. La do-

manda elevata di prodotto per la trasformazione industriale supportaprezzi oggi piuttosto elevati per le mele da succo. Questo fattore, seconfermato nel prossimo futuro, potrebbe influenzare positivamenteanche il prezzo del prodotto per il mercato fresco”.Assomela stima una contrazione della produzione veneta del 3%, dalle198mila tonnellate del 2010 alle 192 mila stimate per il 2011, a frontedi una di una crescita a livello nazionale del 3% (dai 2,18 milioni ditonnellate del 2010 ai 2,21 delle previsioni 2011). Stabile il Trentino,con -1% (dalle 467 mila tonnellate del 2010 alle 460 mila stimate per il2011). Cresce, invece, e bene l’Alto Adige, che con un 7% in più sul 2010e oltre il 50% della produzione nazionale, 1,14 milioni di tonnellatepreviste per il 2011, conferma la propria leadership italiana. In positi-vo anche la produzione polacca, che dopo la battuta d'arresto del 2010,si prevede aumenti del 24% arrivando a superare la produzione italia-na con 2,3 milioni di tonnellate.La Polonia è il Paese di riferimento per la formazione del prezzo delprodotto trasformato per l’industria, che orienta poi anche la forma-zione dei corsi del prodotto fresco. Quest’anno Prognosfruit stima unprezzo sugli 1,2-1,3 euro al chilogrammo, in forte ripresa rispetto almezzo euro del 2008 e agli 0,75 centesimi del 2009. Il prezzo tornereb-be sui livelli del 2008, se l’evoluzione di produzione e mercato rispet-tasse le previsioni.

Assomela: meno prodotto di controstagione Buone quotazioni per il trasformato

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mazione ed un prezzo interessan-te, che potrebbero incoraggiaregli operatori ad indirizzare i frut-ti di minore qualità versol’industria di trasformazione.La stagione commerciale conclu-sa ha anche evidenziato una nuo-va significativa contrazione im-portazione di mele provenientidall’Emisfero Sud costantementeinferiore rispetto alle annate pre-cedenti. Ad inizio luglio il volume com-plessivo di mele importate in Ueera del 6% inferiore rispetto allostesso momento del 2001 ed è ilpiù basso degli ultimi 5 anni. Molto soddisfacente è statol’export di mele nel 2010/2011 etale trend dovrebbe confermarsianche per la stagione entrante.Le giacenze di mele ad inizioagosto ad livello italiano ed euro-peo sono in via di esaurimento. Iltrend di vendite nel corso dellastagione è stato regolare e costan-temente elevato durante tuttol’arco dell’anno. La mela è peraltro un prodottoche presenta una dinamica diprezzo abbastanza stabile, sia ne-gli anni che durante l’annata, fat-to che appare apprezzato dai con-sumatori e dal trend di consumo. Altri fattori andranno valutatinel prossimo futuro, come la pro-duzione di mele 2012 nei paesidell’emisfero sud ed i quantitati-vi che saranno importati in Eu-ropa, ma l’analisi di tale fattoreconferma un prevalente interesseper gli operatori dell’Emisferoper aree di mercato alternativeall’Europa. Ciò porta a dire chenon dovrebbe esserci una compe-tizione elevata con i frutti prove-nienti da paesi come Cile, NuovaZelanda, Argentina o Brasile.

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È iniziata la raccolta delle mele in Valtellina: le prime, subito dopo Fer-ragosto, sono state le rosse Gala. Una volta aperte, le “danze” conti-nueranno fino agli ultimi giorni di ottobre con le Golden, le croccantiRed Delicious, le Pink Lady, le Modì e le zuccherine Fuji. Le prospet-tive per l'annata sono piuttosto incoraggianti.“Quest’anno sono ancora più belle - dice Mario Pusterla, 54 anni, agri-coltore -. Grazie a quest'estate piovosa, le mele hanno raggiunto pezza-ture superiori alla media, arrivando fino a 85 millimetri”.Purtroppo - spiega Coldiretti Lombardia - non è mancata nemmeno lagrandine che nell’alta Valtellina, tra Tirano e Bianzone, ha devastatomolti frutteti e in alcune zone si stima una perdita tra il 40 e il 70%del prodotto. La Valtellina è il maggior produttore di mele della Lombardia con cir-ca 400.000 quintali all'anno (sui 500.000 totali della Regione), coltiva-ti da oltre mille agricoltori. Dal 2010, i “pomi” di questa valle possonofregiarsi del marchio IGP che qualifica anche le pere mantovane e dicui fra poco si potrà fregiare anche il melone colti-vato fra Mantova e Cremona. “Per noi produttori ilproblema è il prezzo - dice Pusterla - negli ultimidue anni le quotazioni hanno viaggiato sui 30 cen-tesimi al chilo: troppo poco per far quadrare i con-ti”. Nei prossimi mesi il valore delle mele sul merca-to dovrebbe aumentare, ma incombe sempre la mi-naccia delle importazioni dall'estero, in particolareda Polonia, Romania, Francia e Germania.

La stagione 2010-2011 conferma gli ottimi risultatidel 2009-2010 (+32% in volume), per Pink Lady e lasua capacità di registrare eccellenti performancestagione dopo stagione. La mela rosa ha raggiuntoun volume commercializzato complessivo di 111.500tonnellate (+4% in volume).Questa dinamica commerciale è frutto degli sforzi edegli investimenti posti in essere lungo l’intera fi-liera.I principali mercati europei sono più solidi che mai. La Germania con-serva il titolo di primo mercato, seguita dalla Gran Bretagna che è au-mentata del 25%, dalla Francia, dall’Italia e dalla Danimarca (+20%).Solo alcuni mercati (in particolare l’Italia, la Spagna e la Russia) han-no avuto la crescita ostacolata dalla mancanza di una sufficiente di-sponibilità dei calibri adatti abbastanza presto nella stagione. Nonostante questo problema dei calibri, la stagione 2010-2011 ha regi-strato ancora una volta record storici nelle vendite, in particolare perSan Valentino e a inizio primavera.Sui mercati della grande esportazione (uno degli obiettivi prioritariper Pink Lady a medio termine), la dinamica di crescita è confermatadai risultati che fanno segnare +49% in volume rispetto al 2009/2010:la Russia aumenta del 10%, l’Ungheria del 53%, la Slovacchia del 71%,Israele del 76%, Singapore del 143%, gli Emirati Arabi Uniti del 45% ela Thailandia del 70%.

Raccolto compromesso dalla grandineLa Valtellina pregusta un aumento dei prezzi

Pink lady si affaccia su nuovi mercatiTrend positivo malgrado il problema-calibro

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SCHEDA PRODOTTOS

● Emanuele Zanini

Conclusa una stagione nel com-plesso positiva caratterizzata dauna bassa produzione e quotazio-ni sul mercato più che soddisfa-centi, la nuova campagna meli-cola si apre con nuovi segnaliconfortanti che fanno ben spera-re gli operatori. La qualità dellemele è apparsa anche quest’annodi buon livello, mentre in Europa(Italia compresa) le quantità do-vrebbero, stando ai dati di Pro-gnosfruit, aumentare del 5% sul2010 ma segnando un 5% in me-no sul triennio 2008-2010.“Nelle zone di produzione del-l’Europa dell’Est, così come inAlto Adige/Südtirol, si parla diun raccolto buono o addiritturamolto buono”, sottolinea GerhardDichgans, direttore del consorzioVog di Terlano (Bolzano). “In Eu-ropa centrale e sud orientale, in-vece, alcune gelate hanno com-promesso la produzione di mele,che sarà più scarsa rispetto aglianni precedenti e per provvederealla domanda domestica questiPaesi saranno costretti a importa-re mele dall’estero”.Secondo il manager altoatesino ilraccolto più abbondante previstoper quest’anno è stato favoritodalla fioritura precoce delle pian-te, che quest’anno sono germo-gliate con circa due settimane dianticipo grazie ad una primaveramite. Inoltre, le zone di produzio-ne dell’Europa Occidentale nonsono state colpite dalle gelate chehanno invece afflitto come dettole aree melicole dell’Europa Cen-trale e Orientale. “Ma la ragione

più importante dell’aumento deiquantitativi prodotti è quella le-gata alla pezzatura dei frutti. Nel2010 le mele presentavano dei ca-libri piccoli e - per quanto ci ri-guarda - abbiamo avuto alcunedifficoltà per soddisfare le richie-ste dei nostri clienti dell’area delMediterraneo (soprattutto Italia eSpagna) che apprezzano soprat-tutto i frutti di dimensioni mag-giori, con calibri 80+”. “Questastagione - spiega Dichgans - ciaspettiamo mele di pezzaturanormale: non saranno le misuredel 2009 ma nemmeno i piccolicalibri del 2010. È bene ricordareche la grandezza dei frutti è unavariabile determinante nel no-stro lavoro: variazioni di un solomillimetro sulla dimensione me-dia delle mele può determinareoscillazioni del 4% sul raccolto.Si può ricondurre a questa ragio-ne il motivo di un raccolto piùabbondante negli Stati dell’Euro-pa Centrale”.Per il Vog la stagione passata èstata tendenzialmente positiva e,rivela il direttore del consorzioaltoatesino, “è sembrata quasitroppo semplice dal punto di vi-sta commerciale. Il motivo prin-cipale è legato alla scarsità diprodotto sui principali mercatieuropei, riconducibile ad un rac-colto molto contenuto nel 2010.La stagione scorsa, infatti, la pro-duzione continentale è stata unadelle più basse degli ultimi diecianni, attestandosi su 9,4 milioni

di tonnellate. In particolare laGermania - il nostro principalemercato di riferimento all’estero- ha registrato un raccolto moltocontenuto. Questa situazione hafavorito la nostra azione di vendi-ta sia su questo mercato che nelresto del Nord ed Est Europa, do-ve si sono profilate una serie diopportunità commerciali vantag-giose. I calibri corrispondenti al-la nostra produzione sono statiben accolti dal mercato garanten-do ai nostri soci produttori altoa-tesini la copertura delle spese diproduzione, dopo la deludenteannata commerciale del2009/10”.Positivi infine i riscontri a un an-no dal lancio della nuova strate-gia commerciale VOG 2010 conl’ufficio vendite centrale con se-de a Terlano che ha aumentatoconsiderevolmente i volumi divendita, anche tenendo contoche l’export è stato particolar-mente recettivo per il prodottosudtirolese.La stagione passata è stataconfortante pure per il consorziotrentino Melinda che con un rac-colto di 330 mila tonnellate ha se-gnato il record assoluto a cui si èaggiunta una qualità dei frutti su-periore alla media degli ultimianni. “Il contesto di mercato èstato fin dall’inizio piuttosto po-sitivo - spiega Luca Granata, di-rettore generale di Melinda - gra-zie ad un livello di produzionenella EU27 (9,7 milioni di ton-nellate) che è risultato essere ilsecondo più limitato degli ultimi10 anni ed inferiore alla sogliastimata come fisiologica capacità

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L’ottimismo non mancadal Trentino Alto Adige al Piemonte

Vog, Vip, Melinda, la Trentina, Rivoira

parlano di buona qualitàin un contesto favorevole

Da sinistra, nelle foto: Gerhard Dichgans, Luca Granata, Fabio Zanesco e Michelangelo Rivoira

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SCHEDA PRODOTTOSdi assorbimento del Mercato inEU27 (10-10,2 milioni di tonnel-late)”.“La combinazione di questi duefattori - aggiunge Granata - ha de-terminato fin da subito una buo-na richiesta sia sul mercato na-zionale che su tutti i mercati diesportazione e l'attivazione o losviluppo di nuovi e recenti mer-cati di destinazione in Africa,Asia e Sudamerica. Anche ilgrande mercato russo si è dimo-strato più recettivo del solito perla nostra offerta, gestita dal Con-sorzio From, da noi comparteci-pato insieme alle altre OP meli-cole del Trentino AltoAdige. Ilbuon livello di domanda ha con-sentito di realizzare prezzi di ces-sione decisamente superiori(+10-20% in funzione dei diversiMercati, varietà e calibri) rispet-to a quelli - che erano stati davve-ro modesti - del 2009-2010”. Me-linda ha chiuso la campagna2010-2011 con un fatturato di oltre250 milioni di euro, in linea congli obiettivi stabiliti.Sull’annata appena iniziata laproduzione del gruppo trentino èprevista in leggero aumento (+2-3% rispetto a quella del 2010) conuna qualità complessivamenteuguale o migliore a quella del-l'anno scorso per quanto concer-ne la parte di raccolto che non hasubito danni da grandine. “Al mo-mento riteniamo che non vi sia-no né ragioni per essere irragio-nevolmente ottimisti, né tanto-meno ragioni per temere condi-zioni di mercato catastrofiche”. Per quanto riguarda la pezzaturamedia dei frutti, si presenta ingenere leggermente più sostenu-ta che nel 2010, ma con differen-ze non così consistenti da far pre-vedere sostanziali differenze nel-le tattiche commerciali. Ad inci-dere, almeno in parte, quest’an-no invece c’ha pensato il clima.“Le grandinate verificatesi nelcorso della primavera e dell’esta-te hanno interessato - con diversilivelli di intensità - circa il 25%della nostra produzione”, rivelaGranata. Quindi per quest’anno èprevisto un buon volume di mele

Melasì, mele diseconda catego-ria commercia-lizzate dal con-sorzio di Cles.Dal punto di vi-sta delle esporta-zioni la quota ex-port di Melindacresce costante-mente (33 i Paesidi destinazionecon particolareattenzione suimercati spagno-lo, britannico,tedesco, scandi-navo, nordafricano, asiatico oltreall’Europa dell’Est) così come lequantità di prodotto inviate fuoriconfine. “Nel corso dei prossimi2-3 anni le esportazioni rappre-senteranno il 30% della nostraproduzione - sottolinea Granata -che nel frattempo è prevista increscita di un ulteriore 10-15%”.Tra i progetti in corso Melinda haavviato l’iter per la realizzazionedel quarto centro di confeziona-mento ad alta capacità (con unacapacità di oltre 80 mila tonnel-late all’anno) per far fronte allaproduzione crescente e per razio-nalizzare l’assetto industriale. Al-tra novità è rappresentata dall'ac-cordo raggiunto per la produzio-ne e la distribuzione in esclusivaper l'Italia di Evelina, “una va-rietà club che riteniamo interes-sante - conclude Granata - sia perla sua perfetta compatibilità conle condizioni pedo-climatiche delnostro areale montano di produ-zione sia per le sue caratteristi-che organolettiche ed estetiche,che consideriamo perfettamenteidonee per soddisfare le più ele-vate aspettative di un gran nume-ro di estimatori di Melinda in Ita-lia”. Grazie a una qualità elevatadelle mele, una pezzatura soste-nuta e, almeno per la varietà Ga-la, un anticipo di raccolta, inizia-ta subito dopo Ferragosto, c’è unabase di partenza per un anno po-sitivo pure per Simone Pilati (nel-la foto sopra), direttore de LaTrentina, che tuttavia rivela uncauto ottimismo sulla stagione

appena iniziata.“Gala e Red De-licious sono bel-le e colorate, ilprodotto è otti-mo”. Dopo esser-si lasciati allespalle una cam-pagna 2010-2011positiva, conuno smaltimen-to delle scorteregolare e prezziequilibrati e cheha portato allacommercializ-zazione, da par-

te della cooperativa trentina, dicirca 100mila tonnellate di mele,i primi segnali (fine agosto, ndr)sono incoraggianti. “I primi stacchi di Gala, in anti-cipo di 5-6 giorni, sono stati otti-mi. Ora vedremo come andrà coni secondi stacchi e con le altre va-rietà, a partire dalla Red Deli-cious”. Di certo, almeno per iquantitativi, potrà avere una cer-ta influenza la fortissima grandi-nata che si è abbattuta a sud diTrento il 13 luglio scorso. “È statocolpito circa il 40% della produ-zione”, rivela Pilati. “Parte delprodotto è andato perduto, partesarà venduto come mele di se-conda categoria”. la Trentina, cheesporta circa il 35-40% del vendu-to, quest’anno focalizzerà leesportazioni specie nell’area me-diterranea (dove sono maggior-mente apprezzate le mele con ca-libro medio alto).Prospettive buone pure per Vi.P,l’associazione delle cooperativeortofrutticole della Val Venosta,che prevede una produzione lor-da costante attorno alle 350 milatonnellate. Sull’annata appenaconclusa da segnalare le buoneperformances sull’export (cherappresenta oltre il 40% del ven-duto), “grazie a nuovi mercati ex-tra europei, specie nel Nord Afri-ca, nel Medio Oriente e nell’EstEuropa”, afferma Fabio Zanesco,direttore commerciale di Vi.P. “Ilmercato italiano invece è tenden-zialmente in calo, con forti de-crementi per quanto riguarda la

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SCHEDA PRODOTTO Smerce destinata ai mercati all’in-grosso”. Per Vi.P la percentualedelle esportazioni destinate aiPaesi extra Ue è in continuo au-mento ed ha raggiunto ormai il10-12% sul totale commercializza-to (il restante 55% è destinato almercato interno, il 33% ai Paesieuropei). “Quello che si perde inItalia e in Europa lo si guadagnafuori dal vecchio continente”.Una delle scommesse rimane adogni modo l’area del Maghreb,“in cui sebbene sia crollatol’export negli ultimi mesi a causadelle questioni politico-socialiche hanno investito alcuni Paesidella zona, nel medio-lungo pe-riodo cresceranno con buoneprospettive commerciali”.Dopo un 2010-2011 positivo congiacenze di prodotto finite senzaparticolari problemi perl’azienda piemontese Rivoira lacampagna 2011-2012 parte conprospettive discrete, “nonostantei primi prezzi dei prodotti ap-paiano inferiori rispetto al 2010 eci siano delle difficoltà nelleesportazioni”, ammette Miche-langelo Rivoira, a capo dell’omo-nima azienda di Verzuolo (Cu-neo). “Quest’anno abbiamo un surplusdi prodotto con calibro elevato -spiega Rivoira - e questo potrebbepenalizzarci su alcuni mercati.Per questo stiamo studiando unanuova strategia commerciale spe-rando di ottenere buoni risultatinell’Est Europa, magari nel Sud eCentro America. A questo si ag-giunge l’incognita del cambio eu-ro/dollaro che penalizza e nonpoco, l’export verso Usa e i Paesicon la moneta statunitense”[email protected]

● Emanuele Zanini

La produzione totale di pere nel2011 sarà di 2.533.000 tonnellate.Secondo le previsioni, elaborate aPrognosfruit, in questa stagioneil raccolto segnerà un +8% ri-spetto alla media degli ultimi treanni. La produzione di Conferen-ce sarà di 889.000 tonnellate(+8%), William BC raggiungeràle 307.000 tonnellate (+8%), Aba-te F lei 370.000 tonnellate.L'Ucraina segnerà una crescitarecord, con un notevole +25%.In tutta Europa, una fiorituraprecoce ha condotto ha una rac-

colta anticipata di 1 o 2 settima-na, a seconda della zona. Le con-dizioni climatiche, generalmentepositive, favoriranno qualità epezzatura di mele e pere. Inoltre,questa nuova stagione inizieràsenza stock avanzati dall'annoscorso, e ci si aspetta un sovrap-porsi limitato nelle produzioni acausa delle importazioni mode-rate dall'emisfero Sud all'EuropaLa partenza delle campagna peril comparto delle pere è iniziatacon il freno a mano tirato, anchese le prospettive a medio termi-ne, in particolare da inizio 2012in poi, sono più confortanti.

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Pere oltre quota 2,5milioni di tonnellate, mercato ingeneroso

Partenza con il freno a mano tiratoper la campagna commerciale ma le prospettive

per i prossimi mesi, dicono gli operatori intervistati dal Corriere Ortofrutticolo, sono più confortanti

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L'abbondante produzione (se-condo i dati previsionali di Pro-gnosfruit i quantitativi a livelloeuropeo dovrebbero segnare un+8% rispetto alla media degli ul-timi tre anni e un +12% sull'as-sai scarso raccolto del 2010) nonha favorito i prezzi, che nel pri-missimo scorcio d'annata sonostati piuttosto bassi. La qualità,nel complesso, è di buono se nonottimo livello.Secondo Marco Salvi della ferra-rese Salvi-Unacoa "i primi tre-quattro mesi saranno difficili. Ilmercato sarà messo sotto fortepressione fino a dicembre. In ot-tobre e novembre le quantità diprodotto saranno importanti e iprezzi rimarranno su livelli bas-si, anche per la prevista buona senon abbondante produzione dialtra frutta autunnale come melee kiwi. Chi saprà conservare nel-la maniera migliore il prodottoin cella, da gennaio in poi potràtrovare delle buone soddisfazionisul mercato".Analizzando la situazione in basealle varietà, per quanto riguardale pere estive, da Coscia, a SantaMaria e William, le rese sono sta-te superiori alle aspettative e inaumento del 15-20% rispetto alloscorso anno. "La Coscia ha otte-nuto buoni risultati nei super-mercati, sia in Italia che in altriPaesi come Regno Unito e Ger-mania", spiega Salvi. "Se la pro-duzione di questa varietà è prati-camente terminata si fatica inve-ce a concludere le vendite per laSanta Maria a causa della pesan-tezza del mercato sebbene ci siastato un buon andamento dellevendite in Russia. Le quotazioniperò non sono soddisfacenti. Le

William per esempio in Germa-nia un calibro medio in padella èvenduto a 70-80 centesimi (ulti-ma settimana di agosto, ndr). NelRegno Unito i valori invece sonostati un po' più alti".La partita più importante si gio-cherà però con le varietà autun-nali, dalla Conference, alla Kai-ser e soprattutto con la Abate Fe-tel, regina incontrastata delleproduzione italiana ed emiliano-romagnola in particolare.L'Abate ha scontato un calo diproduzione a causa del caldo del-

la seconda metà di agosto che ha"bloccato" lo sviluppo dei frutti edi conseguenza del calibro.La conferma di un inizio di cam-pagna a rallentatore arriva daAlessandro Zani della GranfruttaZani di Granorolo Faentino (Ra-venna). “Il consumo è partito inmaniera asfittica, così come iprezzi, più bassi del 10-15% ri-spetto allo stesso periodo delloscorso anno. Di prodotto c’è n’èfin troppo, a causa di produzioniabbondanti (per alcune varietà siparla di un +20-25% sul 2010) e

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Da sinistra Alessandro Zani, MarcoSalvi e Gabriele Ferri

Dopo le bassissime quotazioni di pesche e nettarine, ora la crisi colpi-sce anche le pere: in media, il prezzo percepito dai produttori è di15/20 centesimi in meno al chilogrammo rispetto allo scorso anno."C'e' l'ombra della speculazione anche in questo comparto dell'agricol-tura bolognese - commenta Raffaella Zanni (nella foto), presidente pro-vinciale Cia Bologna."Le prime quotazioni sono basse anche di fron-te ad una offerta produttiva nella media.Escherichia Coli, bassi consumi ed 'effetto cri-si pesche' stanno compromettendo anche le va-rietà pregiate". Nelle Province di Ferrara, Bolo-gna e Modena si coltiva il 70% delle pere ita-liane (la produzione in Italia mediamente è di850.000 tonnellate) ed in particolare l'AbateFetel, pregiata varietà settembrina, si producesolo in Emilia."Temiamo che i prezzi bassi delle prime pro-duzioni, Williams e Conference condizioninole quotazioni delle varietà pregiate come, ap-punto, l'Abate Fetel - prosegue Zanni - con ef-fetti devastanti". Dopo la raccolta è forte il ri-schio - denuncia ancora la Cia - di estirpare molte superfici a fruttetocon un impoverimento produttivo ed occupazionale della provincia bo-lognese. Tra le proposte per affrontare la crisi, aggregare l'offerta e sot-toscrivere un accordo interprofessionale tra produttori e grande distri-buzione per assicurare una più equa remunerazione della frutta ed ungiusto prezzo ai consumatori.

Prezzi troppo bassi, Sos della Cia di Bologna: rischio estirpazioni a catena

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della presenza ancora di stock di pere importate dal-l’emisfero Sud”. A questa situazione si aggiungonoaltre problematiche: l’export italiano soffre la con-correnza agguerrita di Spagna e Francia. Un’altra in-cognita per quest’anno è rappresentata dai calibridei frutti. In particolare per la Abate, nonostante ilprodotto si presenti bene, con buona colorazione e

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Nei primi sei mesi del 2011 i Paesi Bassi hannoesportato 97.000 tonnellate di pere, il 28% in menorispetto allo stesso periodo del 2010. Non sono statesolo la Russia (-49%) e il Regno Unito (-31%) a ri-durre gli acquisti: tutti i più importanti Paesi im-portatori di pere olandesi hanno ridotto gli acquistirispetto all’anno scorso. Di contro, Polonia, Lettoniae Lituania hanno incrementato i loro acquisti di pe-re dall’Olanda.

Boom di importazioni in SveziaNel 2010 la Svezia ha importato più pere rispetto al-l’anno prima: il 21% in più. Le importazioni dai Pae-si Bassi (che comprendono anche il re-export di pe-re importate da altri paesi) sono aumentate del 27%.Le importazioni di pere dal Belgio sono raddoppiatee anche quelle dall’Argentina (+18%) sono aumen-tate. Generalmente gli scambi commerciali olandesi co-prono il 60% delle pere importate dalla Svezia. Laparte prevalente di queste sono pere olandesi, per-ciò più della metà delle pere importate dalla Sveziasono di origine olandese.

Olanda, export in calo del 28% nel primo semestre

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qualità più che soddisfacente,“manca un po’ il calibro medioalto. Il 15-20% del prodotto è sucalibro 60-65, il 25-30% tra il 65 eil 70, il resto è 70+. “I calibri piùpiccoli non sono molto appetibi-li sul mercato a parte la colloca-zione in alcune catene di di-scount. Quindi anche per la man-canza di pezzature sostenute que-st’anno potrebbe crearsi un po’ dipanico sul mercato, specie neiprimi mesi di campagna. Credoin ogni caso che alla fine la sta-gione si stabilizzerà nel corso deimesi”. Sull’Abate Zani insiste sul proget-to di cui si parla già da alcuni an-ni: creare un consorzio o struttu-ra che raggruppi le principaliaziende produttive della pera ita-liana e sia in grado di promuove-re il prodotto in maniera effi-ciente ed efficace all’estero. “Ser-virebbe un coordinamento d’eliteper l’Abate - conferma Zani - maahimé temo che si sia ancora di-stanti dal realizzarlo”.Su quest’ultimo punto insiste Ga-briele Ferri di Naturitalia che sot-tolinea come “ci vorrebbe mag-gior attenzione sulla promozionedell’Abate. È giunto davvero ilmomento per creare quel distret-to dell’Abate che potrebbe esserela grande occasione di rilanciodel settore. È uno dei prodotti dipunta della nostra ortofrutticol-tura ma non sappiamo promuo-verlo, farlo conoscere e pertantocommercializzarlo nella manie-ra dovuta (come per esempio in-sistere maggiormente su mercaticon grandi potenzialità comequelli asiatici). I produttori devo-no rendersi conto che unendo leforze si possono raggiungereobiettivi impensabili se si correda soli”. Per quest’anno anche Ferri con-ferma un calo per il prodotto 70+e un incremento del calibro 65-70, per il quale gli obiettivi divendita “attualmente (fine ago-sto, ndr) sono tra gli 85 e gli 87centesimi al chilo franco parten-za, mentre per il 70-75 le quota-zioni potrebbero attestarsi su1,15 euro al chilo”.

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Tra le storiche realtà protagoniste nel settore della pera, Ital-frutta so-cietà agricola cooperativa, con sede e stabilimento in San Felice sul Pa-naro (Modena), è stata costituita nel 1967, da 40 soci, per soddisfare leesigenze dei produttori ortofrutticoli della zona al fine di ottimizzare iservizi, il conferimento, la conservazione, la vendita dei prodotti orto-frutticoli conferiti. Il numero delle aziende agricole socie risulta esse-re di 280. Lo stabilimento ha subito importanti innovazioni tecnologi-che e strutturali iniziate nel 1995 e completate nel 2001. La capacità difrigo-conservazione è pari a 15.000 tons delle quali 13.000 in atmosfe-ra controllata.Allo stato attuale lo stabilimento si erge su una superficie fondiaria dimq. 55.500 dei quali edificati mq. 27.700 e mq. 27.800 costituiti dapiazzale, aree verdi e parcheggi.Lo stabilimento è dotato di sale di lavorazione dedicate pensate perl’ottimizzazione della lavorazione dei propri prodotti, curando in par-ticolare modo la qualità del prodotto confezionato; è stata la prima coo-perativa ad acquisire tra la sua strumentazione una calibratrice otticaper la selezione delle pere enuove strumentazioni non inva-sive per la misurazione delleprincipali caratteristiche quali-tative.I soci conferenti seguono per latotalità delle produzioni i Disci-plinari di Produzione Integratadella regione Emilia Romagna elinee produttive dedicate, volteall’ottenimento di produzioni diqualità e a basso residuo.I prodotti conferiti comprendono soprattutto pere e mele per un con-ferimento medio annuo pari a 15.000 tons; seguono meloni e angurie(8.000 tons) mentre gli ortaggi da industria (dai piselli ai pomodori)raggiungo le 55.000 tons.I terreni dei soci della cooperativa sono collocati per la quasi totalitànelle provincie di Modena, Ferrara e Bologna, le caratteristiche deglistessi rendono le coltivazioni delle pere, in particolare le varietà AbateFetel, Conference, Decana, Kaiser, William particolarmente apprezzabi-li per le qualità organolettiche ottenute.Ital-frutta ha da tempo investito in questo settore ottenendo la certifi-cazione UNI EN ISO 9001:00 certificato n° 094 rilasciato da Check Fruitsrl (BO), la certificazione BRC rilasciata da CMi certification, la certi-ficazione GLOBALGAP - opzione 2 - per 37 aziende agricole che copro-no una superficie produttiva di pere pari ad ettari 231,08 tramite l’entedi certificazione CMi certificatione.La commercializzazione delle produzioni è destinata al mercato nazio-nale tradizionale ed alla Gdo, mercato estero, industria di trasforma-zione, attraverso i canali di commercializzazione del Gruppo Alegra srl,Apoconerpo e della Cooperativa stessa.È tra le fondatrici di Conserve Italia, detiene una quota importante del-le forniture di prodotti ortofrutticoli ad essa destinati.Nell’ottobre del 2008, congiuntamente ad Apo Conerpo, Agrintesa,Fruit Modena Group, Conserve Italia e Cepal, ha costituito “ValfruttaFresco”, società consortile che si propone di valorizzare le miglioriproduzioni degli associati attraverso una efficace politica di marca te-sa a soddisfare al meglio i consumatori moderni.

Ital-frutta: disciplinari, certificazioni e linee di lavorazione all’avanguardia