Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

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C orriere O rtofrutticolo 1 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVII Nuova serie Gennaio 2013 euro 6,00 PROTAGONISTI Zanotelli: grandi mercati esteri strada obbligata per la mela PAG.19 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR GDO La private label si esalta con la crisi PAG. 39 DETTAGLIO Flessibilità e servizio Il negozio resiste PAG. 42 IV GAMMA Nuove regole in arrivo per fare chiarezza PAG. 43 ESOTICO Banane e ananas, prezzi sotto pressione PAG. 45

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Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

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CorriereOrtofrutticolo1M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVII Nuova serie

Gennaio 2013

euro 6,00

PROTAGONISTI Zanotelli: grandi mercati esteristrada obbligata per la mela PAG.19

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• GDOLa private label si esalta

con la crisi PAG. 39

• DETTAGLIOFlessibilità e servizio

Il negozio resiste PAG. 42

• IV GAMMANuove regole in arrivo

per fare chiarezza PAG. 43

• ESOTICOBanane e ananas, prezzi

sotto pressione PAG. 45

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“È quello che passa il convento. Un Pae-se in crisi culturale, prima che econo-mica e politica. Gli italiani vanno a vo-tare contando di cavarsela personal-mente ma col dubbio che, chiunquevinca le elezioni, non sappia risolvere iloro problemi. Non è una prospettivaincoraggiante”. Così Piero Ostellino sulCorriere della Sera del 13 dicembre2012. Cominciamo con questa bella e

insieme amara citazione il primo numero del nuovo an-no perché il clima che si respira è proprio questo, di to-tale disillusione, sia sulle prospettive politiche che eco-nomiche. Qui non parliamo mai di politica ‘politican-te’, però facciamo nostre in toto le parole di Ostellino: lasfiducia nella classe politica è ai massimi storici. Ai mi-nimi storici sono invece i consumi degli italiani che inoccasione dello scorso Natale hanno segnato il punto piùbasso degli ultimi vent’anni, allungando un’ombra in-quietante su tutto il 2013 che molti prevedono come il ve-ro anno ‘orribile’, quello in cui arriveranno drammati-camente al pettine tutti i nodi della crisi. Non vorremmo essere nei panni di chi prenderà in ma-no le redini politiche del Paese: ci sarà da gestire una se-rie di macerie economiche e al tempo stesso cercare diridare fiducia alla classe imprenditoriale, la sola che puòdare un senso a una parola usata troppo spesso a vanve-ra: sviluppo. Perché di dosi di tasse e austerità ne abbia-mo avute fin troppe, adesso sarebbe il momento dellacrescita. Ma qui bisogna essere chiari: a chi tocca farecrescita? Alle imprese, cioè ai privati, o allo Stato? Noipensiamo che siano le imprese (private e cooperative,non fa differenza) i veri motori di una possibile cresci-ta in un Paese in cui lo Stato ha già una presenza fin trop-po importante nell’economia. Intendiamoci di Stato c’è bisogno, perchè c’è bisogno diinfrastrutture, di grandi investimenti ecc. Ma lo Stato sideve fermare lì, deve creare le condizioni perché i priva-ti possano lavorare e prosperare. Deve agevolare, disbo-scare la malaburocrazia, non vessare gli imprenditoricon tasse e balzelli senza senso. Deve agevolare il credito,accompagnare le imprese sui mercati lontani, far senti-re il sistema Paese nelle relazioni internazionali… tuttoil resto tocca ai privati. In questo quadro una parola sulministero agricolo. Chi ci legge sa che abbiamo seguitocon attenzione e simpatia il lavoro del ministro ‘tecni-co’ Catania - oggi candidato alle elezioni - che con com-petenza e concretezza ha rivalutato il ruolo del ministe-ro dopo un trittico di ministri solo da dimenticare. Peròlo scandalo che ha investito il ministero con l’arresto diun potente ex direttore generale e di una serie di alti di-rigenti non è un fatto incidentale. È il segnale di unprofondo malcostume di cui tanti parlavano a bassa vo-ce, e che adesso è esploso in tutta la sua sconcertante evi-denza. Chiunque metterà piede in via XX settembre a Ro-

ma dopo le elezioni dovrà dare un segnale chiaro e ine-quivocabile di una necessaria “rifondazione ministeria-le” dimostrando la volontà di fare piazza pulita con no-mine inattaccabili, privilegiando merito e competenze,magari utilizzando professionalità private come consu-lenti. In questa opera di rifondazione serve il concorsoattivo del mondo agricolo, che deve uscire dal ruolo dimaggiordomo dei vari governi in carica. Oltretutto dire sempre di sì, fare sempre e comunque in-chini e applausi non ha portato grandi risultati, anzi. Sec’è qualche anima pia ancora convinta che l’agricolturaabbia un qualche peso politico in questo Paese, lo invite-rei ad osservare il dibattito che sta accompagnando ilPaese alle prossime elezioni. Dal noioso teatrino eletto-rale sono quasi totalmente assenti i temi del settoreagroalimentare. Nell’Agenda Monti al settore è dedicatoun capitoletto con un elenco di cose da fare che si chiu-de con l’auspicio di una “forte politica di sostegno all’ex-port”. Che questa sia una priorità lo capirebbe anche unbambino. Il 2012 è stato l’anno del record storico del no-stro export agroalimentare con 31 miliardi di euro, conl’ortofrutta (circa 4 miliardi di valore) al secondo postodopo il vino. Nonostante questo exploit, l’agricoltura è da sempre lacenerentola nelle agende economiche dei vari governi eil ministero verde (abolito con referendum poi resuscita-to sotto altro nome) è considerato una poltrona di serieB al momento di fare i governi. Il mondo agricolo hasempre accettato un ruolo da figlio di un dio minore incambio di una politica fatta soprattutto di “sovvenzioni edetassazioni”. Ma ora che le sovvenzioni calano e le tasseaumentano, urge una svolta. Il mondo agricolo deve ri-mettersi con la schiena diritta verso il potere politico. LaColdiretti promette appoggio solo a quei candidati che sisono impegnati “a favore dell’agricoltura condividendoil nostro modello di agroalimentare”. Cia, Confagricoltu-ra e Alleanza delle cooperative agricole si sono unite inAgrinsieme, soggetto unitario che vuole dialogare conpartiti e Governo. Tutte iniziative lodevoli, ancor più lo-devoli quando sapremo le richieste concrete che sarannomesse sul tavolo. Ma poi di quanti voti dispongono oggile armate agricole? Bella domanda.

lorenzo.frassoldati @corriereortofrutticolo.it

✍ Lorenzo Frassoldati

Rifondazione ministerialeEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

MIRACOLO A BARISuccede in Puglia. A presiedere l’Op Arca Fruit, la piùgrande della provincia di Bari, è stato chiamato il cav. Ser-gio Curci, che dichiara: “La nostra Op nel suo piccolo co-stituisce una piccola rivoluzione. Al suo interno vi sono imaggiori esponenti provinciali di Cia, Confagricoltura eColdiretti, tutti insieme finalmente per rafforzare la nostraagricoltura ed il territorio”. Pare sia tutto vero. Incredibile.

PUNTASPILLI

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CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

☛ Andrea SegrèNon è solo un economista agricolo e un profes-sore universitario creativo, è anche un mana-ger che fa risultati. Da quando è presidente delCaab, indubbiamente anche per l'azione delneo-direttore Alessandro Bonfiglioli, con cui fasquadra, il Centro Agroalimentare di Bologna ha mi-gliorato i conti. Il 2012 si è infatti chiuso con 500 mila euro di utili e unfatturato da 9 milioni di euro. Questo è il secondo anno

col segno più per il Caab, nonostante il paga-mento di una consistente tassazione sotto for-ma di Imu. L’imposta sugli immobili è infatticostata al Caab ben 600 mila euro, una quotaraddoppiata rispetto ai 300 mila euro versatil'anno scorso. L’utile ad ogni modo è più che

quadruplicato rispetto ai 118 mila euro registrati a bi-lancio nel 2011. Questo grazie a un’attenzione scrupo-losa a tutte le voci di spesa e a una progettualità chepunta sull'innovazione dei servizi. Su

IL BORSINO

☛ Paolo PariQuel “mastino” di Pari ci mette l’anima. Ed è an-che grazie al suo direttore che Almaverde Bio(primo marchio del biologico in Italia) non ar-resta la sua crescita. Al 31 ottobre scorso (è l’ul-timo dato a disposizione) il fatturato dei pro-dotti a marchio realizzato dalle aziende socie e licen-ziatarie si attesta a 28,2 milioni di euro. Un dato checonferma un trend positivo in crescita del +9% rispettoal pari periodo del 2011, evidenziando una controten-denza rispetto al comparto agroalimentare. Con unagamma di offerta di oltre 300 referenze, Almaverde Bio

offre ai consumatori italiani una scelta com-pleta di prodotti certificati biologici, privi diadditivi chimici, coltivati nel rispetto dell’am-biente e della salute dell’uomo. Il marchio Al-maverde Bio è sostenuto e finanziato da 12 im-prese italiane specializzate nella produzione di

alimenti biologici che da oltre 10 anni hanno scelto dipuntare sulla politica di marca per comunicare diretta-mente al consumatore i valori del biologico. Dal 28 di-cembre, per 10 giorni gli spot Almaverde Bio attraversole tv nazionali hanno raggiunto oltre 40 milioni di con-tatti utili.tore conserviero internazionale. Su

☛ Cesare BellòNon si smentisce Cesare Bellò, tiene le posizionimolto bene. Durante le festività, il radicchio IGPdi OPO Veneto ha avuto un’impennata nientemale. Richiestissimo e venduto a buon prezzo. I colti-vatori sono stati presi in contropiede da tanta richiesta,sul mercato ci sarebbe stato spazio per un buon 30% inpiù. In particolare il tardivo di Treviso Igp, sta diventan-do un must delle feste natalizie. “Noi speriamo - affermaBellò - che non sia solo una moda, ma una realtà desti-nata a consolidarsi. Il radicchio è un prodotto bello e

buono da gustare e da vedere e che fa festa. Pro-duttori ed operatori dovranno fare il possibileper favorire la positiva tendenza cercando dinon tradire tanto interesse con un'offerta nonall’altezza”. Quest’anno, in particolare, sono andate a ruba

le confezioni regalo, che sono state spedite un pò in tut-ta Italia ed anche all'estero, dove sono arrivate freschis-sime grazie alla celerità del servizio dei corrieri. Ci hamesso del suo anche la ristorazione più evoluta e inno-vativa che ha adottato il radicchio rendendolo un pro-dotto quasi onnipresente. Decisamente Su

☛ Francesca Nadalini33 anni, colonna portante dell'azienda di fami-glia, la mantovana Nadalini, specializzata nellaproduzione e commercializzazione di melonemantovano Igp, con il progetto di tracciabilitàLocal Tracing ha vinto il premio Gammadonna10 e lode che quest’anno ha premiato cinque donne cheoperano nel settore agroalimentare. Oltre a FrancescaNadalini i premi sono stati assegnati a Chiara Soldati(vino), Maria Cristina Oddero (vino), Carla Ceriotti (ri-so), Paola Polce (erbe per detersivi bio). Le motivazionidei premi sono state per la 'capacità di battere la crisi in-novando attraverso la creazione di nuove imprese o l’in-troduzione di nuovi processi in aziende esistenti'.

“Non avrei mai pensato che le mie competenzenella comunicazione mi sarebbero state utilinel settore agricolo - ha spiegato Francesca inun’intervista a La Stampa, - ma quando è uscitala normativa sulla tracciabilità nel 2004, ioesperta di informatica, insieme a un’ingegnere

ho pensato di sviluppare un software apposito".“Alla fine ho scelto l’agricoltura perché la trovo piena divalori, l’alimentazione è alla base della società e c’è unsenso di responsabilità verso la società nel suo insieme.Per noi donne non è sempre facile trovare spazio nel set-tore ma abbiamo un vantaggio, curiamo meglio i detta-gli e questo ci favorisce nel marketing”, ha concluso.Decisamente Su

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G e n n a i o 20136 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

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Emanuele Zanini

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

CONSERVE ITALIA pagina 24CSO pagina 2DOLE copertina IFRUITECOM pagina 37NUNHEMS pagina 31PINK LADY pagina 5

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I I - N u o v a s e r i eG E N N A I O 2 0 1 3

S O M M A R I O

Nicola Zanotelli: la sfida di From PAG.19 Km zero, si scatena il dibattito PAG.26

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

ATTUALITÀ

L’ELENCO DEGLI

EDITORIALERifondazione ministeriale 3

BORSINO DELL’ORTOFRUTTASagrè, Pari, Bellò, Nadalini 4

GENTE & FATTICristian Moretti direttore di AgrimpresaLa cooperativa punta sui giovani 8

Cambi ai vertici di Apofruit ItalaBastoni responsabile commerciale 8

Menegoni guida la Trentina 8

Chep Italia, Paola Floriscountry general manager 9

Fruitylife si lancia sul web 9

L’Alta Cucina di Romagnoli 9

La Francia scopre gli orti collettivi 10

Fragole, Clery ok in Canada 10

Mele trentine sotto accusaa “Porta a Porta”: polemiche 10

Oranfrizer, ode all’arancia in un libro che spazia dalla cultura alla gastronomia 11

Nuove varietà di lampone 11

NOTIZIARIONasce Agrinsieme Ortofrutta strategica, Coldiretti è fuori 13

Accordo Ue-Marocco nel mirino di Italia Ortofrutta, che per il 2013 vede nero 13

Nel 2012 consumi ai minimi storici 13

Innovazione e sostenibilità“driver” di Byer CropSience 14

Ismea, patto con FranceAgriMer:scambio di dati e di know how 14

Censis: export agricolo trainante 14

A Last Minute Market386 mila euro della Regione 15

Copagri: che fine ha fatto l’accordofirmato dai “Tavoli Verdi”? 15

Segnata dalla siccità l’annata agrariaemiliano romagnola 15

LOGISTICACprsystem risparmia con la linea di visione 38

DISTRIBUZIONE"La crisi spinge le private label: su del 7,3% le vendite nel 2012" 39

Il dettagliante. Flessibilità e servizio, lo specializzato resiste 42

QUARTA-QUINTA GAMMAIn arrivo nuove regole per i prodotti pronti al consumo 43

Primo Piano - Serata protagonistiUn evento per mettere in rete l’ortofrutta dei buoni esempi 17

Copertina - ProtagonistiIn prima linea 19

La tragedia di Di Lenardo chiudeil 2012 nel peggiore dei modi 22

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1

w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Private label più forte della crisi PAG.39 Nuove regole per la quarta gamma PAG.43

Ortofrutticolo

Un dramma che fa riflettere e preoccupa:troppe incombenze e incognite per le aziende di questo settore 23

In fiamme sei degli otto camion della Pannitteri. Il Distretto Agrumi: le istituzioni intervengano 25

Km zero, si scatena il dibattitodopo le stoccate del Corriere.it 26

Esportare il top del made in Italye dare valore a monte della filiera 32

Pacchetto anti-crisi di Apofruitin cinque aree strategiche 33

Naturitalia celebra il decennale Bilancio positivo, nuovi mercati e... solidarietà 33

Ortolani di Chioggia in Opo Veneto 33

Albicocche, sforzo per orientarela produzione al mercato 34

Quanti pregi ha il limone verde ma nell’export (e a tavola) è ancora tabù 36

Mondo flash. Stati Uniti, meno frutta dall’Europa; Marocco, disastrosa campagna agrumicola;Argentina, export frenato; Spagna, La Palma investe sulla ricerca; Germania, a dicembre volano i prezzi 44

www.corriereortofrutticolo.itè il Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

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SCHEDA PRODOTTO

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

INSERZIONISTI

RIJK ZWAAN pagina12-28ROSARIA pagina 16UNITEC pagina 35VALFRUTTA FRESCO pagina 40VIP copertina I

MONDO

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Grandi aspettative per Fruit Logistica A Berlino va in scena l’attesa edizione 2013 della più grande rassegna mondialededicata all’ortofrutta che, ancora una volta, vede l’Italia giocare un ruolo da pro-tagonista. Dalla rassegna tedesca si attendono significative indicazioni per quan-to riguarda il trend commerciale e l’export internazionale nei prossimi mesi.

☛ Insegna della Gdo e Dettagliante, due rubriche ad hocSul prossimo numero riflettori sul discount Lidl e intervista a un dettagliante or-tofrutticolo: due rubriche proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo2013 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

☛ Focus sugli agrumiLa Scheda prodotto di febbraio è dedicata agli agrumi. Il consueto approfondi-mento con dati e interviste ai principali operatori sarà arricchito da spunti dedi-cati all’innovazione di prodotto, che interessa anche il made in Italy.

ANANAS E BANANEPrezzi sotto pressione per eccesso di offerta e crisi Gli operatori: serve più programmazione 45

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FATTIGE

NTE

&

G e n n a i o 20138 www.corriereortofrutticolo.it

Importanti novità al vertice diAgrintesa, cooperativa aderentead Apo Conerpo ed a Confcoope-rative e punto di riferimento perl’ortofrutticoltura nazionale conuna produzione annua di 250.000tonnellate (a cui si aggiungono140.000 tonnellate di uva da vi-no), 5.000 soci, 209 dipendentifissi e 1.800 stagionali e un volu-me d’affari di 230 milioni di eu-ro. Alla guida del “colosso” dell’orto-frutta è stato chiamato CristianMoretti, in forza ad Agrintesa dal2007 e vice direttore dal 2011. Pre-

cedentemente, Morettiaveva occupato posizio-ni di crescente respon-sabilità all’interno diAgrifrut Romagna, altrarealtà di punta del siste-ma ortofrutticolo diApo Conerpo, fino adassumerne il ruolo di coordinato-re generale nel 2006. Cesenate, 39anni, Cristian Moretti sostituisceGianni Amidei che prosegue ilproprio impegno all’interno delgruppo, in qualità di consiglieredelegato delle società Alegra eValfrutta Fresco.

“Oltre a direzione gene-rale ed altri incarichioperativi - dichiara ilpresidente RaffaeleDrei - il processo diriorganizzazione ha in-teressato l’intero orga-nigramma della coope-

rativa, che presenta ora una strut-tura più snella a partire dal Con-siglio di Amministrazione recen-temente rinnovato con l’ingressodi giovani imprenditori soci”.Un ricambio generazionale chesi inserisce nel processo di rinno-vamento avviato dalla cooperati-va negli ultimi anni e impostato,tra l’altro, su un moderno pianoindustriale. “Un progetto – ricor-da il presidente Drei – che inten-de raggiungere importanti obiet-tivi quali la qualificazione delleproduzioni, la maggiore specia-lizzazione e concentrazione dellelavorazioni, l’ulteriore raziona-lizzazione dei costi, la flessibilitàe la modernizzazione”. Presente in 55 Paesi, la cooperati-va può infatti contare su un’offer-ta di oltre 80 referenze e rappre-senta la prima realtà produttiva ecommerciale dell’ortofrutta ita-liana.

Cristian Moretti direttore di AgrintesaLa cooperativa punta sui giovani

A partire dal 27 dicembre, MarcoMenegoni ha assunto la carica dipresidente del Consorzio laTrentina, quarto produttore dimele sul territorio nazionale edeuropeo con un totale di 100 mi-la tonnellate/anno di prodottoconferito dai 1.800 soci coltivato-ri. Menegoni classe 1958, ha ri-coperto negli ultimi due anni la

carica di vice Presidente delConsorzio la Trentina ed è statorecentemente riconfermato allaPresidenza della cooperativa Co-fav di Caldonazzo. Alla vicepre-sidenza è stato nominato Alber-to Giovannini, che guida la coo-perativa 5 Comuni di Lavis.

Menegoni guida la Trentina

Ilenio Bastoni (39 anni, da 20 anni nel Gruppo, giàDirettore Commerciale di Canova) ha assunto dalprimo gennaio il ruolo di direttore commercialedella cooperativa Apofruit Italia, mentre ad Anto-nio Walter Bucella, (che per oltre 20 anni ha rico-perto questa funzione), è andata la carica di Consi-gliere delegato di Aposervizi (li vediamo nella primafoto, con Bucella a sinistra).Sempre da gennaio, Andrea Alberto Grassi (49 an-ni, da 19 anni nel Gruppo, già coordinatore dei tec-nici di campagna) ha assunto il ruolo di DirettoreTecnico della cooperativa sostituendo Piero Turroni(anche per lui una attività di oltre 20 anni all'in-terno dell'azienda; nella seconda foto, con Turroni asinistra). Turroni continuerà a collaborare con Apo-

fruit per il prossimobiennio nell’area del-l’innovazione varie-tale e nei rapporticon costitutori e vi-vaisti. Questi cambia-menti, da tempo programmati, rientrano in un piùampio processo di riorganizzazione aziendale chesi completerà alla fine del 2014. Questo processovuole coniugare rinnovamento generazionale econtinuità operativa. Apofruit ha ritirato nel 2012, 252.600 tonnellate diortofrutta per un fatturato consolidato di 223 milio-ni di euro; conta 12 stabilimenti e 6 centri di ritiroe stoccaggio; oltre 3.700 i soci.

Cambi ai vertici di Apofruit ItaliaBastoni responsabile commerciale

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a cura di Mirko A

ldinucci&CorriereOrtofrutticolo

Chep, leader mondiale nella for-nitura di soluzioni di pooling perpallet e container, annuncia lanomina di Paola Floris a CountryGeneral Manager di Chep Italia.Sarà responsabile della definizio-ne e delle strategie aziendali e diorientare l’azienda verso percorsiche ne garantiscano la crescita eil successo in Italia e riporterà di-rettamente a Christophe Loiseau,Chep Senior Vice President, MidEurope.Floris è entrata in Chep Italia nel2001 come Key Account Managere, grazie al raggiungimento degliobiettivi assegnati, ha ricopertosuccessivamente i ruoli di CS Ma-nager & CS Director e di RetailerDirector. Sostituisce Luca Rossipromosso al ruolo di Vice Presi-dente Chep Automotive & Indu-strial Solutions EMEA.“E’ una grande opportunità quel-la che mi è stata offerta e speroinsieme al mio team di poter por-tare un contributo molto impor-tante all’azienda in termini dicrescita, qualità del servizio of-ferto e innovazione mantenendosempre un grande interesse versola sostenibilità e il rispetto del-l’ambiente, temi sui quali dasempre Chep pone una grande at-tenzione” dichiara Paola Floris.“E’ senza dubbio per noi motivodi grande orgoglio che da questomomento sia una donna a rico-prire un ruolo di primo piano al-l’interno nel nostro team italia-no” afferma Christophe Loiseau,Senior Vice President, Mid Euro-pe. “Ci piacerebbe che questa ten-denza si consolidasse negli annia venire e che la nostra aziendapotesse annoverare nel team unnumero sempre crescente di diri-genti di sesso femminile, elemen-to per noi molto importante perconsiderarci un’azienda semprepiù all’avanguardia. Vorrei rin-graziare inoltre Luca Rossi per lestraordinarie performance con-seguite”.

Chep Italia, Paola Floriscountry general manager

Fruitylife, il programma euro-peo sostenuto da Alimos e co-fi-nanziato da Unione Europea eMinistero delle Politiche Agri-cole Alimentari e Forestali, siavvale del web per sostenere ilconsumo di frutta e verdura inItalia, Francia e Germania. Il sito multilinguawww.fruitylife.eu offre ap-profondimenti sulla filiera or-tofrutticola europea, sui metodidi produzione, sul sistema co-munitario di controlli e di ga-ranzie, dando la possibilità, ailettori più interessati, di esplo-rare direttamente i siti istitu-zionali tramite una accurataraccolta di link.A integrare questi contenuti, ilprogetto di Alimos è altrettantoattivo sui social media. Sullafanpage di facebook (Fruityli-feEurope) i contenuti del pro-getto si affiancano ad argomen-ti di più ampio raggio per sod-disfare al meglio gli interessidel consumatore/utente. Per gliaggiornamenti in tempo realesul progetto e sulle novità dalmondo ortofrutticolo è attivo ilprofilo Twitter Frulife, mentreil canale YouTube dedicato(fruitylifeeurope) ospita le in-terviste realizzate e i filmati ditaglio più consumer. Per allargare il proprio bacinodi fruitori, infine, è attiva unacampagna web nei tre Paesi.

Fruitylife silancia sul web

Con la linea Alta Cucina, la Ro-magnoli F.lli S.p.A. vuole enfa-tizzare le caratteristiche croma-tiche di tre diverse varietà di pa-tate, abbinandole ad un uso cu-linario preciso per permetteredi coniugare gusto e fantasia incucina.Si tratta della patata a buccia epasta viola che consente di dareun tocco di creatività e fantasiaai propri piatti con cui si puòpreparare un purè prelibatodalle sfumature viola oppureottimi gnocchi da condire confunghi o tartufi.La patata dalla buccia rossa esottile, dalla forma rotondeg-giante e dalla pasta gialla, è ot-tima per essere cucinata frittanon solo nel solito formato abastoncino ma anche a sottililamelle.Infine la patata dalle gemmerosse particolarmente indicataper essere preparata bollita oper accompagnare saporiti ar-rosti.La linea Alta Cucina è presen-tata in cartoncini colorati delpeso di kg. 1,2 che pur garan-tendo la ventilazione del pro-dotto lo proteggono dalla luceevitandone l’inverdimento; sul-le confezioni è stampato il QRCode che rimanda l’utente adun link in cui è possibile trova-re ulteriori informazioni sullavarietà.

L’Alta Cucinadi Romagnoli

www.corriereortofrutticolo.itG e n n a i o 2013 9

FATTI

Page 12: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

In Francia prendono piede gli“orti collettivi”, i cui “adepti”piantano legumi ed ortaggi nonnel cortile di casa, ma in luoghipubblici accessibili a tutti “In-croyables comestibles”. Un’inizia-tiva che si ispira al movimentonato dall'altra parte della Mani-ca, in Gran Bretagna, nel 2008 echiamato Food to share (cibo dacondividere). Il quotidiano LeMonde, come riporta il Corrieredella Sera, ha inviato un suo gior-nalista nelle regioni della Loira elungo la costa atlantica dove gli“orti aperti” stanno avendo gran-de diffusione, complici i socialnetwork.

“Cibo da condividere”, ha scrittosul piccolo orto di fronte alla por-ta di casa Cedric Derouin, un abi-tante 34enne di Saint-Nazare. Nelvillaggio gli abitanti hanno co-minciato a zappare nei giardinet-ti, nella zona cintata della scuolalocale, persino attorno al com-missariato. Ortaggi al posto deifiori. “In questo modo si rinsalda-no i legami comunitari e si crea-no nuovi momenti di socialità”,dicono i nuovi agricoltori-cittadi-ni. In Alsazia parlano di “rivolu-zione in atto”. Pare che sia tra l’al-tro anche un ottimo modo percoinvolgere gli anziani, riducen-do il rischio-solitudine.

G e n n a i o 201310 www.corriereortofrutticolo.it

La Francia scopre gli orti collettivi

“Il prodotto melicolo trentino ègaranzia di salute e di ambientesalubre, grazie alle migliaia dicontrolli e disciplinari rigorosi.Da anni l'ambiente è notevol-mente migliorato. Tra l’altro indieci anni abbiamo realizzato10.181 controlli di qualità”. Que-ste le parole di Luciano Fior di-rettore generale della localeazienda sanitaria trentina e Lo-renzo Dellai governatore delTrentino.Le precisazioni dei due sono ar-rivate in seguito alla valanga dipolemiche esplose dopo le di-chiarazioni del pediatra Leonar-

do Pinelli che in una puntata di“Porta a Porta” aveva sostenutoche le mele trentine arriverebbe-ro a causare malattie come laleucemia per via di residui datrattamenti con fitofarmaci chi-mici. Pinelli, vicepresidente del-la Società scientifica nutrizionevegetariana a un certo puntodella trasmissione ha affermatoche “c’è una zona, in Italia, incui si producono mele utilizza-no fino a 36 diversi trattamenti abase di pesticidi, in cui si regi-strerebbero aumenti delle leuce-mie infantili”, arrivando a para-gonare il Trentino all’Ilva.

Mele trentine sotto accusaa “Porta a Porta”: polemiche

Nuovi riconoscimenti interna-zionali per la fragola ‘ferrarese’Clery. Dopo l’exploit nel paneltest in Belgio durante la BioWeek 2012 (in cui i frutti diClery sono stati giudicati i piùbuoni da un campione di 306consumatori in un confrontocon altre 5 varietà) è stata lavolta del Canada dove il fruttodella ricerca del CIV è stata lan-ciata ufficialmente in occasio-ne dell’inaugurazione dellanuova sede della Nova Fruit, li-cenziatario esclusivo della va-rietà in Canada e Stati Uniti. Si-mon Parent, legale rappresen-tante di Nova Fruit, tracciandoun bilancio del 2012, ha parlatodi un “anno molto buono perClery, di cui sono state vendutecirca 1 milione di piante nono-

stante le condizioni climati-che”. La varietà, grazie anche al-la promozione fatta, sta riscuo-tendo molto successo. La Clery, prodotta nel Centro ri-cerche del CIV (facente capo aigruppi Mazzoni e Salvi), è unavarietà precoce diventata la piùdiffusa nella sua categoria nelnord Europa. E’ leader in Fran-cia e Germania e tra le più col-tivate nei paesi dell’Est. Riscuo-te grande successo anche in Bel-gio e Olanda per le coltivazioniin serra e fuori suolo. Quest’an-no se ne venderanno oltre 7 mi-lioni di piantine. “L’exploit diClery in Canada - commentaMauro Grossi, presidente Civ - èulteriore conferma della bontàed efficacia del nostro program-ma breeding fragola”.

Fragole, Cleryok in Canada

Page 13: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

FATTIGENTE &CorriereOrtofruttIcolo

Oranfrizer ha lanciato a Cataniauna primizia editoriale: “ARAN-CIA”, un libro che fa di un fruttouna narrazione assolutamenteinedita, accompagnando il letto-re verso inaspettati sentieri di sa-peri, arti e ricette enogastrono-miche che svelano, pagina dopopagina, i segreti del patrimonioculturale che ruota intorno all’a-grume più importante della Sici-lia. Leonardo l’arancia la mette sulpiatto della tavola dei commensa-li dell’“Ultima Cena”, Botticelli lasceglie per “La Primavera”, Ce-zanne sembra innamorato dellasua rotondità, nessuno di questigeni ha casualmente dipintoogni dettaglio, precisa l’espertoSalvo Russo scrivendo di un frut-to onnipresente nella storia del-l’arte.Il suo profumo mediterraneo siritrova sul pentagramma di Cho-pin, alcuni scritti fedelmente ri-portati dal musicologo GiovanniBietti ne testimoniano l’ispira-zione; nelle famosissime pellico-le cinematografiche descritte daGian Luca Farinelli, direttore del-la fondazione Cineteca di Bolo-gna, è possibile rintracciarne in-terpretazioni molto particolari.E se nei dolci di Franco Ruta - del-la nota Pasticceria Bonajuto diModica - ed in quelli di CorradoAssenza - del rinomato Caffè Sici-lia di Noto - l’arancia è apoteosidi colore associato al gusto, nellericette originali dei piatti sugge-riti dallo chef Carmelo Chiara-monte ogni naturale espressionedel frutto partecipa alla composi-zione del piatto: dal fiore alla fo-glia, dalla “mezzarancia” che di-venta coppa, al legno del troncodell’albero. Accostata al vino, per Fabio Riz-zari alla guida dei vini dell'E-spresso, l’arancia si trasforma inpolvere di diamante. Con ElviraAssenza sono protagoniste lette-ratura, linguistica e filologia.

Con Michele Burgiosi fissano le espres-sioni dialettali, laprosa, i versi e le for-me letterarie in unpercorso nuovo, mairaccontato prima. Enon poteva mancarela medicina popola-re con il noto erbo-rista Felice Rao e le pratiche dalui suggerite, che oggi più maitornano di moda con i nuovi stilidi vita, i benefici dell’arancia e lesoluzioni erboristiche vengonoassociate a semi, buccia, succo ealbedo. L’arancia è un’esplosione di salu-brità che, a parere dei medici nu-trizionisti Francesco Leonardi eGiovanni Portelli, il lettore nonesiterà a sperimentare, è disintos-sicante e antiradicale, nell’ali-mentazione moderna può rap-presentare un ottimo rimedio na-turale per diversi motivi che ven-

gono attentamente spiegati.E tra le pagine che ritraggono iquadri esposti nei più importantimusei al mondo si ritrovano an-che gli scatti di visi soddisfatti,occhi di uomini e donne che sve-lano segreti custoditi fino a ieri,agrumi che parlano, disegni diattrezzi agricoli, veline storiched’agrumi, sguardi, notizie certedi quello che è avvenuto nel pas-sato. Ecco svelato perché, annota-no gli autori, un filosofo dellamusica come Franco Battiato ab-bia deciso di dare il proprio con-tributo nel preambolo.

11G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Oranfrizer, ode all’arancia in un libroche spazia dalla cultura alla gastronomia

Si chiamano Evita, Amaranta eSungold le nuove varietà di lam-pone presentate da Sant’Orsoladi Pergine Valsugana. Con que-ste tre cultivar brevettate nel2012, salgono a 8 le varietà dilamponi di cui la Cooperativa èproprietaria o licenziataria inesclusiva. Le varietà brevettate rispondonosia a esigenze di coltivazione,produzione e redditività che allerichieste del mercato sulle carat-teristiche dei frutti. Evita è unavarietà di lampone rifiorenteprecoce, caratterizzata da un'ele-vata produttività della pianta. Ifrutti sono conici, rosso brillan-te e di grandi dimensioni e ga-rantiscono un'elevata shelf life.Amaranta presenta una struttu-

ra della pianta che agevola laraccolta, mentre i frutti hannoun sapore ben bilanciato e unabuona resistenza. Infine Sun-gold è un lampone giallo, resi-stente e dal sapore delicato.“L’attività di innovazione varie-tale avviene attraverso incrocinaturali, le sperimentazioni in-teressano oggi una superficie di12.000 metri quadri – spiegaMarco Giacomelli, responsabiledella Ricerca Varietale Sant’Or-sola - Il processo per arrivare auna nuova varietà parte dallavalutazione di 6.000 semenzaliogni anno”.

Nuove varietàdi lampone

Page 14: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

FORMA TRADIZIONALE

CALICE CARATTERISTICO

COLORE ATTRAENTE

OTTIMA CONSISTENZA E CONSERVABILITÀ

CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.euÈ importante evidenziare che la specifi cità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza.Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 1340012 Calderara di Reno (BO)

Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 [email protected] - www.rijkzwaan.itgr

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Frutto pieno e compatto sia a verde che a rosso.

IL POMODORO CHE NON TEMEALCUN TIPO DI RACCOLTA

Page 15: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Ortofrutta strategica per Agrin-sieme, il coordinamento che rap-presenta le aziende e le coopera-tive di Cia, Confagricoltura e Al-leanza delle cooperative italiane(che a sua volta ricomprende Ag-ci-Agrital, Fedagri-Confcooperati-ve e Legacoop Agroalimentare). IConsigli direttivi delle cinque or-ganizzazioni hanno svolto a ini-zio gennaio una riunione con-giunta in cui è stato sottoscrittol’accordo interassociativo che hadato vita al sodalizio; contestual-mente è stato nominato comecoordinatore il presidente nazio-nale della Cia Giuseppe Politi cheresterà in carica per la durata diun anno come previsto dal docu-mento congiunto siglato.“Una parte assai significativa delmondo della rappresentanzaagricola unifica le strategie e sipropone come interlocutore neiconfronti della politic”, hannosottolineato in un incontro stam-pa i presidenti delle cinque sigle.“Il modello organizzativo è quel-lo del Copa-Cogeca, il movimentodi raccordo europeo tra tutte lesigle del settore agricolo e coope-rativo dei Paesi membri che è in-terlocutore unitario della Com-missione e del Parlamento dellaUe”. “Agrinsieme - hanno ribaditoGiuseppe Politi (Cia), Guidi(Confagricoltura), Gardini (Al-leanza delle Cooperative), Gio-vanni Luppi (Legacoop) e Giam-paolo Buonfiglio (Agci Agrital) -rappresenta un momento di di-scontinuità rispetto alle logichedella frammentazione che spessohanno caratterizzato il mondoagricolo ed è portatore di un nuo-vo modello di rappresentanza. Ilcoordinamento integra, infatti,storie e patrimoni di valori chenon vengono annullati, ma esal-tati”. Agrinsieme lavorerà per la diffu-sione di strumenti di collabora-

zione tra imprese agricole e tra idiversi soggetti della filieraagroalimentare, agroindustrialee della distribuzione. Il program-ma economico in corso di stesuraa iniziare dai settori dei cereali,del pomodoro, degli agrumi, del-la zootecnia, partirà su diversearee territoriali: per l’ortofruttasi partirà dal Sud Italia.

13G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Nasce Agrinsieme senza Coldiretti. Ortofrutta strategica Combattere la crisi degli ultimi cinque anni con maggior qualità del-

la produzione e un miglioramento degli aspetti nutritivi dei prodotti.Questa la ricetta di Ibrahim Saadeh, presidente di Italia Ortofrutta,per competere con gli altri Paesi produttori, specie con quelli con co-sti di produzione inferiori.In un’intervista all’agenzia Italpress, Saadeh parla anche dell’accordocommerciale tra Ue e Marocco, “che colpisce soprattutto il mercatodei prodotti mediterraneii: abbiamo già avuto modo di constatarequanto sta pesando”.� Sulle previsioni sul nuovo anno appena iniziatoil presidente di Italia Ortofrutta si augura “possa essere migliore deglianni che ci stiamo lasciando alle spalle ma le aspettative non sonomolto incoraggianti, vista anche la crisi che sta tagliando i consumi”.

Accordo Ue-Marocco nel mirino di Italia Ortofrutta, che per il 2013 vede nero

L’indicatore dei Consumi Conf-commercio (ICC) registra a no-vembre una diminuzione deiconsumi del 2,9% su base annuaed una flessione dello 0,1% ri-spetto al mese precedente. Intermini di media mobile a tremesi l'indicatore, corretto daifattori stagionali, mostra un ar-retramento, proseguendo neltrend in atto dalla fine del 2011.I dati dell’Icc relativi ai primi 11mesi, -2,9% rispetto all’analogoperiodo del 2011, mostrano conuna certa evidenza come il 2012si avvii ad essere ricordato comel’anno più difficile per i consu-mi del secondo dopoguerra. Lariduzione è, infatti, la più eleva-ta registrata dall’inizio delle se-rie storiche. Il clima di fiducia delle famiglie,nonostante un moderato recupe-ro a dicembre, non impedisce al-le famiglie stesse di continuare a

percepire un peggioramento del-la propria condizione economi-ca. Il sentiment delle imprese,che riflette in misura più marca-ta le reali condizioni del merca-to, si è attestato, sempre a di-cembre, sui livelli minimi degliultimi anni. Il peggioramentodel sentiment delle famiglie, re-lativamente alla condizione per-sonale, è legato all'accentuarsidelle difficoltà del mercato dellavoro; da giugno a novembre sisono persi 192mila posti di lavo-ro. L’andamento annuo dell’Iccdi novembre riflette una dimi-nuzione del 3,6% della domandarelativa ai servizi e del 2,7% del-la spesa per i beni.

Nel 2012 consumi ai minimi storici

Page 16: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloNotiziario

“L’innovazione è nel nostro Dna,ma il successo delle soluzioni na-sce da una ricetta storica fatta dipiù ingredienti come ricerca,ascolto e collaborazione”: lo hadetto Karina von Detten, ammi-nistratore delegato di Bayer Cro-pScience srl, rivolgendosi ai gior-nalisti nella conferenza stampadi fine anno.Un esempio concreto, ha prose-guiuto, è la recente acquisizionedi AgraQuest, leader nella produ-zione di prodotti biologici per laprotezione delle colture. “Questonon è un cambiamento di rotta,ma un passo coerente con l’ap-proccio costante di un’aziendaaperta che ha sempre cercato dioffrire le soluzioni più sostenibi-li per creare valore per tutti”, hasottolineato von Detten. Crescerà nel 2013, è stato detto,l’impegno dell’azienda verso iprogetti di sostenibilità che coin-volgono esperti pubblici e privatidei vari settori e filiere. “Noi cre-diamo in una sostenibilità con-creta che si raggiunge con il tem-po attraverso collaborazioni eprogetti finalizzati a preservare ilnostro pianeta, assicurare il be-nessere per le generazioni pre-senti e future ed essere economi-camente fattibili. Per questo col-laboriamo con gli attori della fi-liera mossi dagli stessi obiettivi”,conferma von Detten. Progetti eprogrammi concreti da nord asud, dalle piccole alle grandi col-ture. A cominciare dalla vite davino con Magis vino, che nel2013 raggiungerà la certificazio-ne, passando poi alla frutta conMagis uva da tavola, agli ortaggicon focus sulle insalatine confe-zionate, fino al progetto GranFi-liera dedicato al grano duro.Continua, inoltre, la comunica-zione per far conoscere i valoridella produzione agroalimentareitaliana, della sua storia e degli

stretti legami con il territorio at-traverso Coltura&Cultura con ivolumi “le insalate” e “gli agru-mi”. “Ora più che mai il settoreagricolo-agroalimentare risultaindispensabile al Paese Italia perriprendere la strada dello svilup-po. E noi di Bayer CropSciencecrediamo in una crescita nel 2013sia per noi che per i nostri clien-ti”, ha concluso von Detten. Il 2013 sarà per Bayer un annostorico importante: il gruppo in-fatti festeggerà il 150mo anniver-sario dalla sua fondazione chesarà celebrato con diversi eventiin tutto il mondo.

Una migliore armonizzazione alivello europeo delle tecniche dirilevazione e di analisi sui mer-cati agroalimentari con l’obietti-vo di costituire un sistema strut-turato di relazioni tra i Paesi eu-ropei e di favorire una maggioreconoscenza e una più ampia cir-colazione di dati e informazioni.Sono i temi sui quali l’Ismea, inpartnership con FranceAgriMer,ha promosso un primo confron-to europeo nell’ambito di un Fo-rum internazionale tenutosi aRoma, finalizzato a implementa-re una piattaforma condivisa perlo scambio di dati, informazioni

e metodologie attraverso una retedi monitoraggio dei mercatiagroalimentari a livello conti-nentale.Nel corso dei lavori è stata rileva-ta inoltre l’esigenza di ridurrel’incertezza legata ai fenomeniricorrenti di volatilità dei prezzi,ma anche di prevenire le crisi dimercato e di rafforzare gli stru-menti di stabilizzazione dei red-diti. L’Agricultural market infor-mation system, l’iniziativa pro-posta dal G20 meglio nota con l’a-cronimo AMIS, rappresenta unaprima risposta alle sollecitazioniprovenienti dai diversi Paesi, afronte di un’evoluzione del mer-cato globale che ha fatto emerge-re le rilevanti complessità legatealla gestione degli approvvigio-namenti alimentari.

G e n n a i o 201314 www.corriereortofrutticolo.it

Innovazione e sostenibilità“driver” di BayerCropScience

Ismea, patto con FranceAgriMer:scambio di datie di know how

“Ogni euro di export agricoloha un effetto trainante e produ-ce ben 4 euro di vendita all’e-stero di prodotti trasformati.Ciò dimostra che l’agricolturadi punta cresce e può svilup-parsi ancora di più, con un ef-fetto trainante per la ripresaeconomica del Paese”. Questo ilcommento di Confagricolturaalla presentazione del 46morapporto Censis sulla situazio-ne sociale del Paese 2012 che,per il capitolo agricoltura, hacondotto un’indagine su azien-de di medie e grandi associateall’Organizzazione.“L’Italia - per Confagri - devepuntare su un’agricoltura piùorganizzata, più compatta, me-no dispersa sul territorio, fattadi unità produttive dotate dimaggiore potere di mercato, ca-pace di promuovere e costruirereti flessibili di conoscenza e dicompetenze”.Il rapporto presentato dal Cen-sis fa il punto sui più efficacimodelli di organizzazione.

Censis: exportagricolo trainante

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Ammonta a 386 mila euro il con-tributo con cui la Regione Emi-lia-Romagna sostiene il Last Mi-nute Market. Messe complessiva-mente a disposizione dal 2006 al2013, le risorse sono previste nel-l’ambito della competenza di “Tu-tela dei consumatori” per contra-stare, in particolare, il rischio diimpoverimento a cui i cittadinieconomicamente e socialmentepiù deboli sono esposti.Nel 2011 il progetto Last MinuteMarket Emilia-Romagna ha per-messo di recuperare, da diverseattività commerciali e produtti-ve, 737.100 chili di prodotti ali-mentari, mentre 25.700 sono sta-ti i pasti completi pronti recupe-rati dalla ristorazione collettivapubblica e privata (mense ospe-daliere, scolastiche o aziendali).I farmaci da banco e parafarmacinon buttati via da farmacie e cit-tadini hanno raggiunto il valoredi 101.000 euro, mentre la sommadel valore economico di tutti gli

alimentari, i pasti e i prodotti far-maceutici messi a disposizione èstata pari a 2.800.384 euro.Le 120 realtà coinvolte sono atti-vità commerciali e produttive,farmacie, aziende, biblioteche,istituti scolastici ed anche caseeditrici; oltre 65 mila personehanno ricevuto prodotti recupe-rati mentre sono 311 gli enti chedirettamente o indirettamentene hanno beneficiato per le pro-prie attività di aiuto, da associa-zioni, cooperative sociali ed enticaritativi a scuole e biblioteche,anche con sede fuori regione.I soggetti pubblici che, a vario ti-tolo, hanno partecipato al proget-to Last Minute Market sono 25,tra amministrazioni comunali eprovinciali, multi-utility, aziendesanitarie, distretti sociali e sani-tari.

Dare concretezza all’accordo fir-mato un anno fa dai Tavoli Verdidi Ravenna e Forlì-Cesena e dallerispettive Province. Lo hannochiesto i coltivatori Copagri chesi sono riuniti in assemblea aFaenza a fine dicembre per un in-contro di approfondimento cuierano presenti Gianluca Bagnaraeconomista e coordinatore deigruppi di lavoro per l’elaborazio-ne dell’accordo e Gennaro Di Tir-ro, presidente Copagri di Raven-na. L’accordo, frutto della condivisio-ne da parte di tutto il mondoagricolo romagnolo prevede unaserie di azioni e obiettivi da per-seguire per correggere alcune cri-ticità del sistema: �-ricorrenti crisidi mercato e crollo dei prezzi;�rapporti nella filiera poco equili-brati;� inefficienza delle strutturedi commercializzazione; � man-canza di controllo dell'offerta; �strumenti normativi da corregge-re;� scarsa attrattiva delle Op.

15G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

A Last MinuteMarket386 mila eurodella Regione

Copagri: che fine hafatto l’accordofirmato dai “TavoliVerdi”?

Bene i cereali (con l’eccezione importante delmais) e il vino; tiene la frutta, ma solo grazie albuon andamento dei prezzi che ha permesso di re-cuperare le pesanti perdite produttive. Positivi an-che gli andamento per pollame e conigli. Sono iprimi risultati, elaborati dall’Assessorato regionaleall’agricoltura, dell’andamento dell’annata agraria2012 in Emilia Romagna. Un’annata fortementecondizionata dagli effetti della siccità estiva che hainciso pesantemente sulle quantità raccolte. Tutta-via, grazie a una ripresa dei prezzi, il valore com-plessivo delle produzioni conferma sostanzialmen-te i dati del 2011, con una produzione lorda vendi-bile di 4.326 milioni di euro (+0,3%).�“Nonostante terremoto e siccità, il settore tiene econtribuisce in maniera determinante all'anda-mento della industria alimentare ed agroindustria-le e quindi a mitigare gli effetti generali della crisirecessiva in regione - ha detto l’assessore regionale

all’agricoltura Tiberio Rabboni - questo purtropponon si traduce in una tenuta dei redditi agricoli cheinvece subiscono una riduzione a causa dei mag-giori consumi irrigui e dell'aumento degli altri co-sti intermedi”. Per quanto riguarda la frutta, nel 2012 si è verifica-to un aumento del 2,8% del valore complessivo, gra-zie alla ripresa dei prezzi, che hanno generalmenterecuperato il pesante picco negativo dell’anno pre-cedente. Anche in questo caso tuttavia non si puònon considerare il cattivo andamento stagionale. Lasiccità ha fatto sentire i suoi effetti non solo sullafrutta estiva ( -13,8 e - 23,3% le quantità per peschee nettarine, ma con una plv comunque in crescitadel 17,5 e del 3,4%), ma anche su quella autunnale:pere (- 37% la quantità, +3,5% il valore) e mele (-20% , stabile la plv). � In controtendenza le ciliegieche nel 2012 hanno sommato il buon andamentoproduttivo (+24,5%) a quello in valore (+34,9%).�

Segnata dalla siccità l’annata agraria emiliano romagnola

Page 18: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo diproduttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata.Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”:infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, siaccelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arance eche dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvant dellacura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanticontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Rosaria. La salute vienmangiando. E bevendo.

Oggi Rosaria è anche spremuta 100%,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Page 19: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloSERATA PROTAGONISTI

PRIMO PIANO P

Mettere in rete i protagonisti per-ché facciano da traino a un setto-re che ha bisogno di fare sistema,avviare iniziative di filiera, avereun’immagine commisurata al pe-so economico di chi rappresentail 25% dell’economia agricola ita-liana e la seconda voce dell’ex-port agro-alimentare del Paese.Questo il significato di “Protago-nisti”, l’incontro che si tiene sul-le colline di Verona, in Valpoli-cella, a Villa Serego Alighieri, lasera del 25 gennaio, voluto dallanostra rivista, con il supporto delCentro Servizi Ortofrutticoli diFerrara e altre realtà primariedell’ortofrutta italiana, comeMercati Associati, l’associazionenazionale dei Centri Agro-ali-mentari. I protagonisti che si in-contrano in Valpolicella hannoun volto e un nome: sono DinoAbbascià di Milano, presidenteFida, con la sua ricetta per dareun futuro ai negozi tradizionali,

Cesare Bellò di Treviso, il mana-ger di OPO Veneto che ha portatoil radicchio rosso al successomondiale, Pietro Paolo Ciardiellodi Caserta, il direttore di coopera-tiva che fa agricoltura pulita nel-la terra di Gomorra, Renato Isep-pi con Matteo Falzi di Verona,esempio di corretto passaggio ge-nerazionale, Giovanni Olivieri diMilano, il giovane coraggioso cheè andato a produrre in Egitto,Raffaella Orsero di Savona, l’im-prenditrice che ha sfidato le mul-tinazionali dell’ortofrutta, Aure-lio Pannitteri di Catania, l’im-prenditore impegnato a salvarel’arancia rossa di Sicilia, RenzoPiraccini di Cesena, l’innovatore

del biologico, Marco Salvi di Fer-rara, il presidente degli esporta-tori che vuole rilanciare l’Italiasui mercati esteri, Andrea Segrèdi Bologna, l’economista che hainventato il Last Minute Market.Attorno a loro imprenditori emanager da ogni parte d’Italia,non per partecipare al solito con-vegno o tavola rotonda ma sem-plicemente per stare insieme al-l’inizio di un anno impegnativoper tutti e alla vigilia dei princi-pali appuntamenti dell’ortofruttamondiale, a partire dalla FruitLogistica di Berlino del prossimofebbraio.A condurre la serata Paolo Bruni,presidente del CSO, che annun-

17G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Un evento per mettere in rete l’ortofrutta dei buoni esempi

Il 25 gennaio, nel Veronese, incontro tra i Protagonisti del settore nell’ambito di una serata promossa dal

Corriere in collaborazione con Cso e altre primarie realtà

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THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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PROTAGONISTIVillafrut:come averesuccessocon la GDO PAG. 27

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• BIOLOGICONostra inchiesta dopo

lo scandalo PAG. 31

• FINANZIARIAUna brutta “botta”

per l’agricoltura PAG. 36

• INSALATEStagione più difficile

del previsto PAG. 59

CorriereOrtofrutticolo2M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I

N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

F e b b r a i o

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PROTAGONISTIRadicchio rosso,la “ricetta”di un fenomeno PAG. 27

G37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

•• SICILIASICILIASettore in ginocchioSettore in ginocchio

per gli scioperi per gli scioperi PAG. 27PAG. 27

•• GDOGDOTrenta giorni per pagareTrenta giorni per pagare

i deperibili?i deperibili? PAG. 39PAG. 39

•• FIEREFIEREItalia a Fruit Logistica Italia a Fruit Logistica

in ordine sparso in ordine sparso PAG. 51PAG. 51

•• BANANEBANANELa “guerra” dei marchiLa “guerra” dei marchi

entra nel vivo PAG. 81

CorriereOrtofrutticolo3M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I

N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

M a r z o

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PROTAGONISTI

Giovanni Olivieri

Tre lauree

e un sogno:

“sfondare”

in Egitto PAG. 43

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• PRIMO PIANOFruit Logistica ai raggi X

Italia, troppi solisti PAG. 21

• ALLEANZEMercati Associati avvicina

Fedagro e Andmi PAG. 49

• FIERENiente polo romagnolo:

Macfrut a Cesena PAG. 50

• IV GAMMACalano i consumi

nel primo bimestre PAG. 51

• BIOLOGICOReportage Biofach

Bio-boom nell’Est PAG. 53

• CIPOLLA

CorriereOrtofrutticolo4M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

A N N O X X V I N u o v a s e r i e

A p r i l e 2 0 1 2

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PROTAGONISTILa sfida di Raffaella Orsero i l i d ll b

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

TROFEO AGRICOLA GLORIA INTERNATIONAL OPEN

DOMENICA 29 APRILE 2012 18 BUCHE STABLEFORD 3 CATEGORIE AGRICOLA GLORIA DUEMONTECATINI GLOF CLUBAIGORT-ASS. IT. GOLFISTI ORTOFRUTTICOLI

• CARO-GASOLIOCosti e problemi logistici

pesano sui bilanciPAG. 23

• MERCATII grossisti chiedono

norme elastiche PAG. 46

• CONSUMISempre meno frutta sulle

tavole europee PAG. 63

• FRAGOLEAumentano le superfici

CorriereOrtofrutticolo5M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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PROTAGONISTIMarco Salvi: cambio di passo

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

www.corsispa.itpreventivi on line su

CORSI spa Verona

• EXPORTFruitimprese: servono

nuovi sbocchi PAG. 27

• MARKETINGUva, un’immagine

appannata PAG. 36

• RUSSIAMercato ghiotto

ma poca Italia PAG. 60

• CILIEGIERaccolti in calo, prezzi

CorriereOrtofrutticolo6M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

A N N O X X V I N u o v a s e r i e

G i u g n o 2 0 1 2

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PROTAGONISTI

Abbascià: il segreto del negozio

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www.corsispa.itpreventivi on line su

CORSI spa Verona

• TERREMOTODanni in Emilia e

timori per la frutta PAG. 23

• PERAInterprofessione al via

Servono sbocchi PAG. 33

• SUDAMERICAExport, il Perù punta al

primato mondiale PAG. 60

• INCHIESTA Meloni e pesche, inizio

CorriereOrtofrutticolo7/8M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Luglio-Agosto 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTICiardiello: fare cooperazione

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www.corsispa.itpreventivi on line su

CORSI spa Verona

• EXPORTSpagna monstre,

Italia in affanno PAG. 25

• MERCATIGenova punta su Francia

e Mediterraneo PAG. 46

• UCRAINALeopoli piattaforma per

l’Est (e non solo) PAG. 65

• PATATE Dopo un anno nero

CorriereOrtofrutticolo9M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Settembre 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTISegré, un economista

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• BILANCI

CorriereOrtofrutticolo10M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Ottobre 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTI

Piraccini e la sfida del brand

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• FIEREReportage di Macfrut:

tra luci ed ombre PAG. 27

• FILIERAInterprofessione, Battelli

promette il rilancio PAG. 48

• ESTEROAncora poca Italia

sugli scaffali russi PAG. 63

• PRODOTTIMele e pere, campagna

CorriereOrtofrutticolo11M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Novembre 2012

euro 6,00

PROTAGONISTI

Gamberini,

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• INFOMERCATIRiuscirà Borsa Telematica

a tenerlo in vita? PAG. 29

• ARTICOLO 62Filiera in fibrillazione

Dubbi e timori PAG. 33

• FIEREMadrid, Fruit Attraction

oltre le aspettative PAG. 61

• PRODOTTI Kiwi, raccolto in picchiata

www.greenmedforum.eu

CorriereOrtofrutticolo12M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVI Nuova serie

Dicembre 2012

euro 6,00

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PROTAGONISTI PROTAGONISTI Pannitteri: la Rossa di SiciliaPannitteri: la Rossa di Sicilia

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• MELEIl “club” funziona

e guadagna adepti PAG. 27

• AZIENDECoop Sole, 50 anni

di impresa etica PAG. 38

• TRASPORTIUn 2012 impegnativo

con margini in calo PAG. 48

• ESTERO Spagna: si spende meno,

pagine 46-47

Le 11 copertine apparse sul Corriere Ortofrutticolo nel 2012 in cui appaiono i Protagonisti della serata del 25 gennaio in Valpolicella

Page 20: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloSE

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cerà anche il personaggio a cuisarà attribuito il premio Ortofrut-ta d’Italia, che porta il nome delmarchio lanciato dallo stessoCSO per promuovere il made inItaly ortofrutticolo nel mondo. Ilpremio viene assegnato a uno de-gli 11 protagonisti scelti nel corsodel 2012 dalla redazione del Cor-riere Ortofrutticolo e finiti comepersonaggi di copertina sugli un-dici numeri della rivista.Presenti alla serata nomi signifi-cativi dell’agroalimentare e del-l’economia, da Giovanni Rana,un caso di marketing in carne edossa studiato nel mondo, a PaoloBedoni, presidente di CattolicaAssicurazioni, una vita tra agri-

coltura e finanza, a Sandro Bo-scaini, ambasciatore dell’Amaro-ne, a Giuseppe Pavan, presidentedi Mercati Associati. “Siamo convinti di contribuireanche così, oltre che con il no-stro impegno di giornalisti, aldialogo tra gli attori di un siste-ma economico che dovrà semprepiù fare squadra”, commenta Lo-renzo Frassoldati, direttore delCorriere Ortofrutticolo.“Da quasi mezzo secolo - sottoli-nea il direttore - la nostra rivistafa informazione economica, au-torevole e indipendente, raccon-tando il mondo dell’ortofruttasempre e comunque dalla partedel ‘sistema Italia’. Un comparto

che ha fatto dell’eccellenza quali-titativa e dell’innovazione im-prenditoriale il proprio punto diforza, che da sempre è ai verticidelle classifiche dell’exportagroalimentare, che ha un pesoeconomico e sociale straordina-rio nel Paese ma che stenta a far-si riconoscere come tale e chequasi mai finisce sotto i riflettoridei media per scarsa propensio-ne al protagonismo dei suoi atto-ri. Con le nostre copertine e conquesta iniziativa cerchiamo dicolmare questa lacuna”.L’evento del 25 gennaio dedicatoai protagonisti dell’ortofrutta ita-liana, nuovo nel suo genere, po-trebbe diventare un appunta-mento annuale itinerante perportare in ogni regione vocata al-le produzioni ortofrutticole ilmessaggio dei buoni esempi edella necessità di metterli in rete,grazie al sostegno concreto diCSO, Unitec SpA, Cattolica Assi-curazioni, Eurepack, Mercati As-sociati, Macfrut, Sensitech, Gra-ziani e la collaborazione di Frui-tecom. Già da questo numero un nuovoprotagonista è in copertina, adaprire la selezione del 2013. Ibuoni esempi da mettere in retesono fortunatamente numerosinel sistema ortofrutticolo italia-no. Non c’è che l’imbarazzo dellascelta. L’impegno è di portare illoro esempio, le loro esperienzepositive alla conoscenza di tuttiper arrivare a un innalzamentoqualitativo del sistema e al suorafforzamento nei confronti de-gli altri settori dell’economia ita-liana ed europea. (C.O)

Primo piano

G e n n a i o 201318 www.corriereortofrutticolo.it

Page 21: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

● Antonio Felice

Una più forte presenza dell’orto-frutta italiana nel mondo è il ri-sultato soprattutto di un adeguatoassetto organizzativo. Le quattrograndi organizzazioni di melicol-tori del Trentino Alto Adige han-no puntato su FROM per esporta-re di più sui grandi mercati in-ternazionali. Questo consorzio,partito nei primi tre anni comeassociazione temporanea, è di-ventato, per unanime decisone diVOG, VIP, Melinda e La Trentina,un organismo stabile a partiredal 2012. Un’esperienza dunquedi successo, che ha superato lasfida iniziale ma che ora è in cer-ca di conferme, perché - come sisa - le sfide non finiscono mai.Lo abbiamo sentito da tutte leparti nel 2012, persino da chi, co-me il presidente della ColdirettiSergio Marini, fa finta di nonguardare oltre il km-zero: espor-tare di più è vitale per l'ortofrut-ta italiana, pena un arretramentopesante.Per queste ragioni, abbiamo chie-sto al direttore di FROM, NicolaZanotelli, di raccontarci la suaesperienza di uomo di prima li-

nea sul fronte della globalizzazio-ne. Zanotelli è un manager cheha da poco superato i 30 anni equando è stato assunto a FROM,nel 2009, ne aveva appena 28. L’a-nagrafe rende ancora più ecce-zionale la sua esperienza. Ha unalaurea in Economia aziendale al-l’Università di Innsbruck e unmaster in Management dirigen-ziale al MIB di Trieste.

Ecco le nostre domande e le suerisposte.

Gente esigente, da Georg Kossler,presidente di VOG, a Luca Grana-ta, direttore di Melinda, si sonoespressi nei mesi scorsi molto posi-tivamente sull'azione svolta daFROM. Una bella responsabilità,non le pare? Secondo lei qual è ilsegreto del successo di FROM inquesta sua prima fase di attività?“Il successo di FROM risiede in-nanzitutto nella natura unica diquesta realtà cooperativa. La for-

za che deriva dall’unione trova,nel mondo dell’ortofrutta mon-diale, la propria maggiore espres-sione in FROM. Il consorzio rap-presenta 20 mila famiglie conta-dine, proprietarie di un appezza-mento di terra mediamente diqualche ettaro. La produzione to-tale del consorzio, circa il 70% delprodotto mela italiano, di elevataqualità, permette di accedere piúsemplicemente ai clienti retail esui mercati in generale, con unimpatto, sia in termini di volumiche di presenza unitaria, che ri-sulta un vantaggio competitivoindiscutibile”.

FROM è partito dalla Russia. Que-sta è stata la prima sfida. Lì già c’e-rano mele italiane, anche di VOGcome di altri soci fondatori diFROM. Diciamo che l'Italia espor-ta in Russia tra le 40 mila e le 50mila tonnellate di mele l’anno perun valore tra i 30 e i 40 milioni dieuro. Come si è inserito FROM in

19G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Nicola Zanotelli, direttore di FROM, gestisce l’export delleprincipali organizzazioni melicole del Trentino Alto Adige.

Al Corriere spiega le nuove sfide dell’internazionalizzazione

PPaassssaaggggiioo aadd OOrriieennttee

Page 22: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloPR

OTAG

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TI

te i potenziali clienti”.

India, una partita al fischio d’av-vio. Avete spedito i primi containercredo solo nel 2012. L’India è unmondo complesso da affrontare.Da quali aree o città siete partiti?Quale strategia state mettendo inatto per il sub-continente indiano?“Di fatto il continente indiano èun mercato completamente nuo-vo per la mela italiana, nello spe-cifico la mela d’importazione inIndia è rappresentata per la mag-gior parte da mele di Washington(Red Chief) e mele Cinesi (Fuji).La tipologia del mercato vedeuna forte predominanza di im-portatori che intrattengono rap-porti decennali con i fornitori esono abituati a gestire le mele di

Copertina

G e n n a i o 201320 www.corriereortofrutticolo.it

questa partita e ora che prospettivepensate di avere? E ancora, fin do-ve possono arrivare le mele italianein Russia?“L’approccio al mercato Russo èstato inizialmente complicato,proprio perché i clienti giá in-trattenevano rapporti commer-ciali con i nostri soci e lavorava-no principalmente con l’una ol’altra realtà. Negli anni successi-vi FROM è riuscita, armonizzan-do gli standard produttivi tra ipropri fornitori, a convincerecon i fatti i clienti che la qualitàsuperiore proposta da FROM si di-stingue dall’offerta della maggiorparte dei fornitori europei e ita-liani. Nell’ultimo anno FROM hainviato 31.500 tonnellate in Rus-sia, con un incremento di circa il20% rispetto alla stagione prece-dente e un fatturato di 20 milionidi euro. Le prospettive attuali so-no sicuramente di continuare acrescere con il retail, con lavora-zioni sempre più specifiche edelaborate, sempre nell’ottica diun posizionamento premium. Lemele di FROM attualmente rag-giungono senza difficoltà le re-gioni degli Urali, mentre per de-stinazioni più lontane le diffi-coltà logistiche attualmente nonpermettono di servire stabilmen-

Page 23: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA Cqueste origini. La difficoltà ini-ziale risiede nel riuscire a con-vincere i principali attori delcommercio ortofrutta che le me-le delle alpi italiane sono tra iprodotti migliori a livello mon-diale. A partire dalla stagione2012 FROM si è concentrata an-che su questo mercato, riuscendoa portare a termine programmimirati con i clienti, nello specifi-co con le varietà Gala e Golden.L’obiettivo di fatto è quello diaprire il mercato instaurandorapporti continuativi. Nel 2012 ilvolume di vendita verso l’India èstato di 500 tonnellate, quest’an-no questo quantitativo è già statoraggiunto e verrà superato, pro-babilmente attestandosi su circa800 tonnellate. Il mercato india-no, pur enorme, è concentratonegli hub commerciali di Mum-bai e Chennai, per questo motivoin realtá ad oggi gli sforzi si con-centrano nel dialogo con i grandiimportatori di questi due merca-ti”.

La Cina dovrebbe essere il terzogrande mercato di FROM. Lei do-vrebbe essere stato ad Hong Kongsolo qualche mese fa. I cinesi sonomercanti da millenni, fare buoniaffari con loro non è facile. Comestanno andando i primi approccidi FROM con il 'pianeta giallo' chein pochi decenni è diventato la se-conda potenza economica mondia-le?“Attualmente non è possibile in-trattenere rapporti diretti con ilmercato cinese in quanto le re-strizioni fitosanitarie vigenti nonpermettono l’import di mele ita-liane in Cina. Fino a quando lasituazione rimarrà questa, FROMnon volgerà i propri sforzi versoquesto mercato. Sicuramente ilmercato cinese va comunque mo-nitorato per considerare eventua-li opportunità, vista la sicura im-portanza che questo mercato giáoggi e sempre piú in futuro rico-prirà a livello mondiale”.

Che cosa le sta insegnando questaimportante esperienza di manageral FROM? E, dalla sua posizione,

come vede il futuro della mela ita-liana nel mondo? “L’esperienza in FROM è di rile-vanza notevole, una realtà moltointeressante, eterogenea e co-munque di stimolo sotto moltiaspetti. In realtà FROM è in con-tinuo divenire, sia in termini diespansione verso mercati scono-sciuti che di gestione e di coordi-namento necessari all’interno diun gruppo che nel complesso fat-tura piú di un miliardo di euro econ una produzione che si esten-de su 28 mila ettari e che varia da150 metri fino a 1.100 metri di al-titudine. FROM ha il compito digestire i rapporti tra quattro co-lossi produttivi, sempre dimo-strando una totale trasparenzanei confronti dei propri soci edassicurando che qualsivoglia de-cisione sia la più equilibrata neiconfronti degli interessi dei sin-goli, elemento chiave della stabi-lità dei rapporti cooperativi, sem-pre e comunque assicurando chele decisioni prese siano proattivee non limitative. Personalmenteritengo che la possibilitá data almanagement dalla gestione diuna realtà che si muove per assi-curare il futuro della produzionemelicola in un nuovo contestomondiale, sia principalmentequella di potersi confrontare condinamiche totalmente diverse ri-spetto al contesto altrimenti “re-gionale” all’interno del quale cisi è sinora principalmente misu-rati. Tra le considerazioni che na-scono da questa ampia prospetti-va, sicuramente è di rilevanzafondamentale il riconoscimentoche nel mondo globalizzato solocon uno sforzo continuo nellacommercializzazione di prodottodi qualità, nel tentativo di posi-zionarsi ed affermarsi nei merca-ti emergenti, sará possibile assi-curare alla produzione italianaun futuro sostenibile, produzioneche sotto un punto di vista mera-mente legato ai costi di produzio-ne, si troverebbe altrimenti soloin svantaggio rispetto alla com-petizione internazionale”.

editor @greenmed.eu

21G e n n a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Mele Golden a marchio FROM inun supermercato indiano.Sotto, locandina di FROM in unastrada di Mosca. A pagina 19, sotto il titolo, Nicola Zanotelli allo stand di FROM a World Fruit Moscow insieme a Svetlana Krylova, rappresentante del Consorzio per la Russia

Page 24: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticoloAttualità

Natale triste per il settore orto-frutticolo italiano. Bruno Di Le-nardo, padovano, uno degli im-prenditori più stimati a livellonazionale, si è tolto la vita la not-te del 23 dicembre dopo che i ca-pannoni della sua azienda, nellazona industriale di Padova, eranostati distrutti, poche ore prima,da un devastante incendio. Unatragedia inattesa e per questo an-cora più grande. Di Lenardo, 52enne imprendito-re padovano tra i più noti nel set-tore ortofrutticolo non ha rettodopo aver visto lo stabilimentopatavino della società da lui gui-data distrutto un devastante in-cendio accidentale tra il 22 e il 23dicembre, poche ore prima dell’e-stremo gesto.L’imprenditore era parso parec-chio provato dopo che le fiammeavevano seriamente danneggiatoil magazzino per lo stoccaggiodell’ortofrutta da 10 mila metriquadrati con impianti ad alta tec-nologia per un valore di milionidi euro.Secondo i carabinieri appare evi-dente che il movente del suicidiosia la disperazione per aver vistoandare in fumo il patrimonioaziendale.Sconvolto Giancarlo Daniele,presidente dei grossisti nonchéamministratore delegato delMaap (Mercato agroalimentaredi Padova): “Ci eravamo sentitivenerdì e l’avevo richiamato do-po l’incendio”, ha detto ai gior-nalisti de “Il Mattino” di Padova.“Per tutta la notte aveva seguitol’operato dei vigili del fuoco...Era successo un disastro, non c’e-ra più nulla se non lo scheletrodel capannone. Ho cercato di dar-gli conforto.... Forse quando si èreso conto di quel che è successo,quando ha visto che era andata infumo l’impresa di famiglia, nonce l’ha più fatta... È un uomo cheha fatto crescere la nostra econo-

mia, onorando Padovanel mondo”.Ricorda il direttore delMaap Francesco Cera:“Bruno era una personapreparata culturalmente, che sa-peva le lingue e trattava diretta-mente i rapporti commerciali inspagnolo. Il magazzino era la sin-tesi di tre generazioni e della sto-ria della sua famiglia”. Di Lenardo, che ha lasciato alcu-ni biglietti per spiegare il gesto,lascia la moglie e due figli di 21 e18 anni.E sabato 29 dicembre Padova si èstretta in Duomo alla famigliadell’imprenditore. Durante la ce-rimonia funebre, il vescovo mon-signor Pietro Lievore, riferendosialla tragedia, ha detto: “Questofatto sia un monito per l’Italia”.Poco dopo i funerali, la moglie diDi Lenardo, la signora Elisabetta,ha così ricordato il marito: “Lavo-rava moltissimo, andava in ma-gazzino molto presto la mattinaed era l’ultimo ad uscire la sera.Ma nonostante questo leggeva igiornali, si teneva informato pervivere con consapevolezza il suo

ruolo di imprenditore. Ilsuo motto era: Sempreavanti, mai indietro”.Elisabetta Di Lenardo haconsegnato alla stampa

una lettera scritta circa un annofa dall’imprenditore dell’orto-frutta e pubblicata il 4 agosto2011 sul Corriere della Sera. Loscritto è particolarmente signifi-cativo. Lo riportiamo integral-mente.

La lettera al Corsera“Caro Direttore come molti im-prenditori della mia generazione(cinquantenni) sono moltopreoccupato particolarmente perle generazioni future. La miaazienda ortofrutticola ha una tra-dizione di più di 135 anni e, ri-cordando i racconti di mio padre,di momenti bui nella storiaaziendale e familiare ce ne sonostati parecchi ma lo spirito eradel tutto diverso: c’era una vogliadi lottare, una fiducia nel futuro,un rispetto sia dell’individuo siadella parola data. Parlando diaziende ritengo - ed è lo sfogo digran parte degli imprenditori del

G e n n a i o 201322 www.corriereortofrutticolo.it

La tragedia di Di Lenardo chiude il 2012 nel peggiore dei modi

L’imprenditore padovano, tra i più stimati e attivi nel settore,si è tolto la vita alla vigilia di Natale dopo aver assistito

al devastante incendio che ha distrutto l’azienda di famiglia

Page 25: Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2013

CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

famoso Nordest - che esse sianostate abbandonate a se stesse, ve-ra e propria carne da macello or-mai ridotta all’osso. La ricettaper la nostra Azienda-Italia è dif-ficile, ma qualche piccolo accor-gimento si potrà incominciare aportare, ad esempio: portare i pa-gamenti nelle forniture, a inizia-

re dallo Stato, per legge a sessan-ta giorni, magari a trenta. Pertruffe, concussioni e mazzetteprocessi per direttissima con pe-na per i colpevoli immediata dadieci anni di carcere in su. Rap-porti lavoratori-aziende più sem-plici, contributi a favore del lavo-ratore più incisivi in modo da ri-

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Rolando Drahorad

La tragica morte di Bruno di Lenar-do ha colpito indubbiamente ogniimprenditore impegnato sul latocommerciale e distributivo della fi-liera ortofrutticola. Non l’ho maiincontrato personalmente ma dioperatori come lui ne ho conosciuti a centinaia inItalia ed all’estero e conosco perciò il loro DNA men-tale. Dovendo rapportarsi durante ogni stagione contantissimi interlocutori ed affrontare mese dopo mesesempre situazioni nuove e diverse l’una dall’altra ac-cumulano da un lato un insolita conoscenza dellapsiche umana e dall’altro una non comune resistenzaalle avversità.Le ragioni per le quali Bruno è arrivato a compiereun gesto così estremo rimangono pertanto un grandepunto interrogativo. Certamente chi avrà letto i 10 bi-glietti lasciati prima di morire potrà farsi un quadroabbastanza preciso ma non è il singolo caso che quivoglio esaminare ma lo stato generale nel quale si tro-vano le persone che, o per scelta o per tradizione, fan-no questo mestiere. Se anche l’avvento della grandedistribuzione ha ridotto il numero di attori necessariper rifornire la catena distributiva sono ancoramigliaia i protagonisti che, sia nelle zone di produzio-ne come sui mercati all’ingrosso e negli uffici import-export, ogni giorno si dedicano alla moltitudine dioperazioni che richiede la distribuzione dell’ortofrut-ta fresca.Essi si trovano invischiati in ingranaggi sempre piùcomplicati e complessi che li occupano spesso per 10-12 ore al giorno per tutto l’anno che però non riesco-no più a governare secondo il proprio buonsenso. C’èla materia prima di qualità che scarseggia, il numerodi clienti che diminuisce, la bontà del credito semprepiù in forse. Ci sono poi gli operai e gli impiegati chenon si possono licenziare, i fornitori che premonoper gli incassi, le banche che non collaborano comeprima e l’agenzia delle entrate che è in agguatominacciosa.Quando però nonostante tutto uno è riuscito a mette-re i suoi camion sulla strada per soddisfare puntual-

mente il cliente vicino o lontano ci pensano leautostrade, i porti, i camionisti, le dogane ed icontrolli qualitativi e fitosanitari a rendere arduo illoro compito. Quando non ci si mettono in mezzo laneve, o gli scioperi a paralizzare tutto.Mi vien da dire che è un miracolo se non ci sonotanti altri operatori che incappano in un momento disconforto estremo come l’amico Bruno. Il guaio è cheè gente che si sente sola, dimenticata da Roma e daBruxelles, in lotta con tutti: il mondo agricolo chenon riconosce più la funzione del mestiere, la politicache parla di forme parassitarie di esistenza e la GDOche si sostituisce senza per questo abbassare i prezzial dettaglio.A pensarci bene la Di Lenardo SPA ha imboccato datempo, anche grazie alla lunga esperienza della suadirigenza, la strada più agibile e meno insidiata delcommercio ortofrutticolo, quella dell’importazione.Ha cioè scelto di guadagnarsi da vivere aggirandomolti degli ostacoli eretti dal mondo avverso che cir-conda il settore nel suo insieme: non deve corteggiarediffidenti agricoltori italiani e può scegliere in tutto ilmondo, stagione per stagione, le partite di frutta cheil mercato richiede. Può servire senza grandi problemianche la GDO italiano perché raramente ilsupermercato importa in proprio. Se nonostante tutto è successo quel che è successo èun segnale di massima gravità. E’ venuto il momento di riaffermare coralmente le ra-gioni e la validità del proprio ruolo e del ruolo delsettore chiedendo comprensione e riconoscimento, ri-cordando che il nostro mercato ormai è il mondo in-tero. Non lo potrà fare il singolo ma sulla base dellecifre e di una forte campagna di comunicazione si do-vrà raggiungere il riconoscimento della funzione an-che sociale della categoria. In tempi duri come questiè proprio l’orgoglio ed il rispetto che può confortaresufficientemente un individuo e convincerlo cheandare avanti è utile per tutti. Infatti la lettera che Bruno ha scritto oltre un anno faal Corriere della Sera (pubblicata in data 4 Agosto2011) termina con questa frase: “Ultimo, maimportante, il rispetto di ognuno. Questo è ilsentimento calpestato e dimenticato da ognuno…”.

Un dramma che fa riflettere e preoccupaTroppe incombenze e incognite per le aziende di questo settore

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lanciare i consumi interni. Menoburocrazia nelle aziende: dicosempre ai miei collaboratori chesiamo nell’era tecnologica estampiamo più carta di quandonon c’erano i computer! Fine de-gli sperperi statali con un organodi controllo e rispetto delle tem-pistiche. Tassazioni più leggerema ferree per tutti. Ultimo, maimportante, il rispetto di ognuno.Questo è un sentimento calpesta-to e dimenticato da ognuno dinoi, dai genitori che si intromet-tono nella scuola agli imprendi-tori che ritengono di aggirare leregole a proprio piacimento, ailavoratori che fanno i furbi perlavorare meno, fino a noi stessiche non sappiamo più rendercidisponibili per il prossimo per-ché riteniamo che siano tutti op-portunisti o ladri”.L’imprenditore ha lasciato diecibiglietti appoggiati sulla scriva-nia, prima di compiere l'estremogesto. Su uno erano scritte pocheparole: “Cari dipendenti, scusate-mi”. L’incendio dell’azienda Di Lenar-do sembra essere a tutti gli effettiaccidentale - si sostiene alla que-stura di Padova - perché partitoda un corto circuito.

Era n’azienda senza confiniLa filosofia aziendale della Di Le-nardo era fortemente orientataverso la globalizzazione dei mer-cati con importazioni da tutti iprincipali Paesi del mondo, dal-l'America Latina al Sudafrica,Australia, Cina senza escluderel’Europa, con una clientela didettaglianti, grossisti e dellaGDO. La società, di origini friula-ne, era nata nel 1867. Agli inizidel Novecento contava su ben 16filiali dislocate in alcune dellecittà più importanti d'Europa,quali Berlino, Praga, Vienna, Bu-dapest e d'Italia, Trieste, Udine,Bolzano, Padova, Napoli e Cata-nia. Oggi, oltre alla sede centraledi Padova, erano attive due filialipresenti nei mercati ortofruttico-li di Padova e Rimini.La “Di Lenardo Spa” fu fondatadal nonno di Bruno, poi svilup-

pata dal padre Odorico (scompar-so qualche anno fa) ed è stata ge-stita fino a un anno e mezzo fa daBruno con lo zio Adriano primadella consensuale divisione fraattività immobiliari (rimaste inmano ad Adriano) e l’aziendadell’ortofrutta. Un’azienda che aveva rifornitol’esercito Usa durante la guerra e

negli anni ’90 la Nato, specializ-zandosi nell’importazione di ba-nane e di frutta dal Sudamericaper garantire in Italia prodotti“fuori stagione”.E in Cile, Argentina e Costarica,Bruno Di Lenardo era di casa. Ne-gli anni ’60 i Di Lenardo crearo-no la catena di supermercati “Sa-gea” poi venduta. ●

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“Siamo psicologicamente distrutti per quello che ci è successo”. Au-relio Pannitteri parlava così all’indomani dell’atto doloso avvenutodomenica 16 dicembre all’interno della sua azienda dove sono statibruciati sei degli otto camion di proprietà dell’omonima aziendadi Belpasso (Catania) di cui l’imprenditore siciliano è titolare.“Fa davvero rabbia subire un gesto così vile in un momento moltocomplicato del mercato, attanagliato dalla crisi e dalla recessionecon le aziende, compresa la nostra, sommersa dalle tasse”, aggiun-geva Pannitteri. “Ai problemi che dobbiamo affrontare giorno pergiorno ora si è aggiunto questo inqualificabile episodio, su cui gliinquirenti stanno portando avanti le indagini. Speriamo si riesca-no a individuare i colpevoli”.Il lavoro dell’impresa siciliana, a parte le ore successive all’accadu-to, è proseguito senza troppi intoppi, nonostante non sianomancate alcune difficoltà. “Alcuni camion fortunatamente ci sono

stati prestati, altri ancora li ab-biamo noleggiati – spiegavaPannitteri -. Avevamo appenafinito di pagare quei mezzi, tut-ti nuovi, acquistati in leasing”.Nel rogo sono andati distruttioltre ai mezzi pesanti e alle 5mila casse caricate sopra,anche 400 bins e alcune peda-ne.� Un appello al presidentedella Regione, Rosario Crocetta,è stato rivolto dalla responsabi-le del Distretto Agrumi di Sici-

lia, Federica Argentati: “Troppo silenzio - il commento della Argen-tati - da parte delle istituzioni e della società civile intorno a que-sto ennesimo episodio di criminalità nei confronti di imprenditoridel settore agricolo. Un enorme danno economico per l’azienda -fra le più organizzate ed evolute sul mercato - che il Distretto Agru-mi di Sicilia, nelle more che la Giustizia faccia il proprio corso,vuole portare all’attenzione del presidente Crocetta e di tutta la co-munità siciliana per sottolineare la necessità di denuncia e di so-stegno alle aziende che subiscono simili attentati”.Brutta fine d’anno anche quella vissuta dalla calabrese Copam: loscorso 27 dicembre, le squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco diCosenza sono intervenute a Corigliano Calabro dove un capanno-ne, di proprietà dell’azienda di lavorazione e confezionamento diagrumi, è andato a fuoco. I soccorritori hanno circoscritto e doma-to l’incendio evitando che si propagasse alle strutture vicine.

In fiamme sei degli otto camion della PannitteriIl Distretto Agrumi: le istituzioni intervengano

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L’articolo “originale”Ancor prima che Natale arrivi e icenoni delle feste siano imbandi-ti, Coldiretti sa già quanto consu-meremo e cosa berremo. “Sulletavole degli italiani saranno stap-pate il 24% in meno di bottigliedi champagne ma calano cavialee succedanei del 12% mentre ten-de a scomparire anche la fruttaesotica con ananas, manghi, avo-cado e datteri in calo del 12%”, ci

informa Coldiretti.Ovviamente “crollano le modeesterofile del passato” e milionidi italiani stanno saccheggiandoi Farmer’s market alla caccia diprodotti tipici locali, sempre se-condo Coldiretti. Non facciamoqui facili ironie sulle percentualidi alimenti “in via di estinzione”,fornite forse da una zingara at-traverso la sua palla di vetro.Abbiamo invece grande conside-razione per la sola organizzazio-ne del mondo agroalimentareche ha investito alla grande in co-

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Km zero, si scatena il dibattito dopo le stoccate del Corriere.it

Apriti cielo! Quando il 5 dicembre scorso scrissiper l’edizione on line del Corriere Ortofrutticoloil corsivo “Basta col km zero, voglio le arance a“chilometri mille!” non immaginavo il putiferioche ne sarebbe seguito. Tante mail di approvazio-ne, tanti commenti positivi, ma anche alcunemail di aspra critica. Di questo diluvio di com-menti pubblichiamo qui un ampio resoconto. Qui si potranno leggere anche le risposte che hodato privatamente alle mail di critica. Ringraziotutti per i commenti, che confermano che quan-do si toccano certi nervi scoperti si fa sempre cen-tro. La mia reazione voleva dare voce a quanti tut-ti i giorni sentono dire sui media (giornali, radioe tv) sciocchezze ‘fotoniche’ sul km zero e sullavendita diretta e non hanno mezzi o strumentiper reagire. Quando anche un guru come Carlin Petrini scriveche la filiera corta è “la risposta più moderna, ric-ca di futuro che possa esserci per l’attuale crisidell’agricoltura” non sa quello che dice. Bastapensare al vino: se vivesse di filiera corta, addioprimati e tre quarti delle nostre cantine chiude-rebbe. L’ortofrutta è uguale: produciamo local pervendere global, altrimenti il comparto chiude e al-lora sì che sarebbero dolori. Tutti i giorni migliaiadi imprese e di imprenditori si spremono le me-ningi e lavorano 12 ore su 24 per produrre meglioe per vendere quello che producono. La filieracorta non è una risposta “di sistema” ai problemidell’agricoltura italiana e dell’ortofrutta in parti-colare; è una risposta solo parziale e che può da-re sollievo e ossigeno temporaneo alle imprese.Con questo non ho voluto demonizzarla, per ca-rità. Non si tratta di fare guerre di religione, di es-sere integralisti. Libero ognuno di seguire le stra-de che preferisce e che trova più convenienti. È

l’accanimento mediatico che irrita, l’insistenza ri-dicola sui mercatini degli agricoltori presentaticome la ricetta miracolosa per risolvere i proble-mi dei produttori e dei consumatori. Chiarisco una volta per tutte: questo giornale nonè contro la filiera corta perché sarebbe assurdo.Sarebbe come dire: siamo contro la vendita porta-a-porta o il direct-marketing. Non avrebbe senso.Pensiamo che le vendite ‘di prossimità’ siano l’al-tra faccia, complementare, alla spinta all’interna-zionalizzazione. Entrambe sono legittime e daperseguire perché rispondono a obiettivi diversi:la prima promuove i valori del territorio, la se-conda va là dove i consumi aumentano, perchè danoi i consumi crollano e consumiamo un terzo diquello che produciamo. Ma, attenzione, non han-no lo stesso peso. Se la nostra quota di export sidimezzasse (da 4 miliardi a 2) non ci sarebbe ven-dita diretta o filiera corta che potesse compensareil crollo produttivo e di reddito per decine di mi-gliaia di imprese. I teorici del piccolo è bello, i fa-natici del ‘local’ a tutti i costi, prefigurano una ri-chiesta di protezionismo e di autarchia che sonol’esatto contrario della ricetta economica che puòfar crescere il nostro comparto agroalimentare.Tutto ciò premesso, ricordo comunque che l’acca-nimento mediatico è figlio di campagne mediati-che, di investimenti in comunicazione che hannolasciato il segno, mentre il sistema Ortofrutta Ita-lia non riesce ad esprimere e comunicare una im-magine di sé presso la pubblica opinione che ren-da merito alla qualità delle produzioni, al valoredel suo business, all’impatto socio-economico-oc-cupazionale nei vari territori e all’impegno inno-vativo dei suoi attori imprenditoriali. Come dire:su questa partita il sistema Ortofrutta Italia devefare solo autocritica. (L. Frass.)

BOTTA E RISPOSTA...

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municazione, con obiettivi e sco-pi precisi. Quindi voliamo alto ediciamo che questa storia del“Km zero”, che ormai dilaga nellevetrine dei negozi e sui menù deiristoranti, è una bufala insoppor-tabile, una moda ridicola, senzanessun controllo, priva di qua-lunque riscontro.Ormai si sprecano gli studi chedimostrano che si consuma piùanidride carbonica con tanti bre-vi tragitti per acquistare aziendaper azienda che con l’unico spo-stamento necessario per andareal market. Poi se voglio un ana-nas, ad esempio al ristorante (do-ve è quasi sempre l’unica fruttadisponibile), perché mi devo sen-tire in colpa? Il mondo produtti-vo faccia iniziative di marketinge formazione verso il mondo del-la ristorazione per indurli a offri-re frutta nazionale come dessert.Semplice,no? Concludendo: evvi-va i “chilometri mille”, quelli chefanno le gustose clementine cala-bresi e le meravigliose arance ta-rocco siciliane che sto aspettandocon ansia di comprare. (Lf)

La replica di FreshplazaUn paio di giorni fa, il direttoredel Corriere Ortofrutticolo, Lo-renzo Frassoldati, ha stigmatizza-to il "km zero", definendolo una"bufala insopportabile e una mo-da ridicola". Siamo d'accordo con Frassoldati,e non potrebbe essere diversa-mente, visto che già da anni Fre-shPlaza critica il concetto delle"food miles", ritenendo che misu-rare la bontà di un prodotto soloin termini di km percorsi sia di-scutibile e, in definitiva, contro-producente per un paese esporta-tore come l'Italia. Non avevamoperciò alcun bisogno di importa-re dall'estero e di cavalcare la fi-losofia del "km zero" (versioneitalianizzata delle "food miles"),nata in contesti ben diversi dalnostro.Non siamo però concordi con lei,caro direttore, quando nello stes-so calderone del "km zero" si get-ta anche il commercio equo e so-lidale.

Il Fairtrade è una cosa seria, nonuna baggianata né un "trend mo-daiolo"; anzi, è proprio il movi-mento delle "food miles" a grava-re di un'ipoteca pregiudiziale icommerci ortofrutticoli dai paesipiù svantaggiati, che il Fairtradeintende invece favorire. Oltre checombattere contro la povertà, in-fatti, tali paesi si trovano a doverlottare anche contro la nuova fi-losofia del "meno viaggia, meglioè".La preferenza per il cibo di pro-duzione locale, con il conseguen-te rischio di un taglio della do-manda per beni alimentari pro-dotti in nazioni in via di svilup-po, è stata esaminata in un librodiffuso a dicembre 2009: "Fair Mi-les: Recharting the food milesmap" a cura di Oxfam e dell'IIED,l'Istituto Internazionale perl'Ambiente e lo Sviluppo.Come sottolinea James MacGre-gor dell'IIED: "La gente che pen-sa di risolvere i problemi climati-ci del pianeta evitando di acqui-stare cibo che ha viaggiato perlunghe distanze, in realtà rischiadi affamare milioni di persone,negando loro il reddito di cui ne-cessitano per la casa, l'alimenta-zione, la sanità e l'educazione deifigli e generando in definitivanuove masse di disperati in fugadalle proprie terre. Se proprio sivuole essere climaticamente re-sponsabili, meglio sarebbe anda-re al supermercato a piedi o in bi-cicletta".Quando un prodotto reca l'eti-chetta Fairtrade, ciò significa cheesso rispetta determinati vincoli,senza i quali non potrebbe mai

essere immesso nel circuito delcommercio equo-solidale. Tali re-quisiti sono: condizioni di lavororispettose della dignità umana,divieto di lavoro minorile e di la-voro forzato, impiego di materieprime rinnovabili, cooperazionetra produttori, creazione, dovepossibile, di un mercato internodei beni prodotti. In un contesto nel quale i com-portamenti responsabili di tuttipossono fare la differenza, l'inve-stimento consapevole delle im-prese e dei privati cittadini nelcommercio equo e solidale ha finqui costituito un modello virtuo-so, portando certamente più van-taggi al pianeta di quanto non ab-bia mai fatto il "km zero". Vale lapena ricordarlo.

Rossella Gigli

La controreplica di FrassoldatiCara Rossella, grazie per il tuocommento su Freshplaza al mio‘sfogo’ sul km zero, che tanti con-sensi ha raccolto attorno al sitodel Corriere Ortofrutticolo. E’ im-portante che voci autorevoli del-l’informazione specializzata disettore, come la tua, concordinonel denunciare l’inconsistenza dicerte mode e la montagna di luo-ghi comuni e di banalità che cre-scono attorno ad esse, quando in-vece non si parla a sufficienza dichi contribuisce davvero all’eco-nomia e all’occupazione del Pae-se. Ti voglio invece rassicuraresul Fairtrade: non avevo alcunaintenzione di buttarlo nello stes-so calderone del “km zero”, anzi.Se importiamo fagiolini dalBurkina Faso facciamo in primoluogo un doveroso atto di solida-rietà, importante per far cresce-re quel paese ma anche per noiche apriamo nuovi fronti com-merciali e/o comunque poniamole basi di relazioni suscettibili diulteriori sviluppi. Da troppo tem-po abbiamo perso consapevolez-za a livello politico del ruolo chepossiamo esercitare nel bacinodel Mediterraneo e verso i paesidel nord Africa, esportando knowhow, tecnologie e innovazione atutti i livelli. Mi limitavo ad os-

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CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu.È importante evidenziare che la specifi cità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza.Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma com-paiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 1340012 Calderara di Reno (BO)

Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 [email protected] - www.rijkzwaan.itgr

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L’eleganza si mette in mostraL’eleganza si mette in mostra

Rugantino RZ F1Rugantino RZ F1 GUSTO E FORMA INCONFONDIBILI

PRODUTTIVITÀ ELEVATA

ALLEGAGIONE OTTIMALE

DISPONIBILITÀ: TUTTO L’ANNO

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servare soltanto che quanto a“km zero” il commercio equo esolidale non fa alcuna differenzaperché viaggia a “km diecimila”,come le banane sudamericane ogli ananas del Costarica. Sonoperfettamente d’accordo con tequando scrivi che i paesi poveri“oltre che combattere contro lapovertà, si trovano a dover lottareanche contro la nuova filosofiadel “meno viaggia, meglio è”. Esottoscrivo l’affermazione (da tecitata) di James Mac Gregor del-l’Iied: “Se proprio si vuole essereclimaticamente responsabili,meglio sarebbe andare al super-mercato a piedi o in bicicletta”.Tutti ci commuoviamo davantialle immagini dei bambini affa-mati e denutriti, ma nessuno sipone seriamente la domanda dicosa fare per quei paesi sfortuna-ti oltre a mandare un po’di aiutialimentari: il minimo sarebbecontribuire alla loro crescita eco-nomica. In parole povere aiutarlia produrre e ad esportare.

Buongiorno, con viva soddisfa-zione vorrei trasmettere in ma-niera informale all’autore del-l’articolo il pieno consenso di ciòche ha scritto. Nel mio ruolospesso mi trovo a sfatare certi at-teggiamenti pretestuosi di cate-gorie economiche che forti delloslogan impattante del km zeroprofanano prodotti, provenienzee indici economici /listini. Credo sia una mancanza di ri-spetto nei confronti del consu-matore che pur aggiornato edinformato spesso non riesce adentrare nelle fessure delle varia-bili commerciali imposte e/o de-rivanti dalla globalizzazione. So-no perciò in totale sintonia conciò che è riportato sul Corriere.Le confido infine che sono a suadisposizione per approfondirel’argomento qualora lo ritenessenecessario.Complimenti e grazie.

Cristiano Zingarlini Responsabile Ortofrutta Dico Spa

Carissimo Direttore ho appenaletto il suo articolo e volevo farlele mie congratulazione, perchéfinalmente una persona ha avutoil coraggio di smontare questafarsa del km 0.GRANDE GRANDE GRANDECon immensa stima,

Enzo Filardo, presidenteO.P. Natura Soc. Coop. Agricola

Buona sera,complimenti, evviva la verità.

Leone RotaIlleonetrading.com

Buongiorno signor Frassoldati,non condivido assolutamente ilsuo articolo sul km zero. Nessunoha mai “evocato km zero come ri-cetta salvifica per il nostro agroa-limentare” e chi, vuole ridurrequesto concetto ad un semplice“slogan che ha trovato facile pre-sa nel conformismo della pubbli-ca opinione” dimostra di nonaver capito proprio nulla. Si trat-ta di un concetto molto più am-pio che rilancia un nuovo mododi interpretare l’agricoltura e leeconomie locali, con tutto ciòche questo comporta in terminisociali, ambientali ed economici.Purtroppo è necessario affermareche molte delle nostre grandistrutture cooperative remunera-no, per esempio, le pesche italia-ne con prezzi che rendono quasiantieconomica la raccolta e “su-bisce” la concorrenza dei prodot-ti spagnoli che arrivano da noicon due mesi di anticipo!Se poi aspettiamo arance e cle-mentine del sud Italia temo chedovremo aspettare a lungo, per-

ché oggi in Sicilia le arance nonle raccoglie nessuno perché neinostri supermercati si trovano so-lo quelle del Marocco! E non cer-to perché i consumatori non ri-chiedono quelle italiane ma per-ché alla GDO (non tutti) nongliene importa niente di averesullo scaffale quel prodotto lì.

Elena Montesissa

Gentile Elena,quando sono al ristorante, mi cre-da, ordino quasi sempre piatti diterritorio. E quando faccio la spe-sa rispetto la stagionalità dei pro-dotti, quindi solo ortofrutta di sta-gione. Non compro fragole a Natale(anche se sono italiane) e ciliegie emeloni a Capodanno. Comproperò ananas tutto l’anno perchémi piacciono, così come piaccionoagli italiane le banane che sono ac-quistate in grandissime quantità,che se non sono un prodotto tipica-mente italiano. Quindi ho una cer-ta propensione alle scelòte a ‘kmzero’. Però, vede, bisogna distin-guere: un conto sono i nostri gustipersonali , un conto è parlare di unsettore economico che vale oltre unterzo di tutta la Plv agricola delpaese. L’Italia consuma un terzo diquello che produce, il resto dobbia-mo esportarlo sempre più lontano,perché i tradizionali mercati euro-pei sono saturi. Il ‘km zero’ comemodello economico è una mador-nale fesseria: chi controlla l’origi-ne? E dopo quanti chilometri si èfuori dallo ’zero’. Le bancarelle sul-le strade o nelle piazze vanno be-nissimo, danno ossigeno alle im-prese, ma la cosa si ferma lì. Nonpuò essere il futuro di un settore

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LE VOSTRE REAZIONI...

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economico a meno di non teorizza-re un ritorno all’autarchia e al pro-tezionismo, abbandonando la stra-da del libero mercato. E’ una sceltache piace agli ultrà leghisti e aineocomunisti però ci porterebbefuori dalla storia, dall’Europa edall’Occidente. Lei se la prende conle grandi cooperative che non re-munerano il prodotto? Ma di chisono le cooperative? Dei soci, chepossono mandare a casa i managerincapaci e magari scelti (o ricicla-ti) solo per appartenenza politica.Quanto alle arance non è vero chenella Gdo si trovano solo quelle delMarocco: io già mangio arance eclementine italiane comprate almarket. E quanto al Marocco, è ve-ro che l’accordo con l’Europa cidanneggia, ma mai quanto la di-sorganizzazione commerciale e lamancanza di aggregazione dellanostra agrumicoltura siciliana, cheha dissipato un enorme capitalestorico, sociale ed economico e cheadesso tenta faticosamente di risa-lire la china. Puntando sull’inno-vazione, sulla politica di marchioe, guarda caso, sull’export.Cordialità

Lorenzo Frassoldati

Buongiorno ho letto i suoi artico-li sul "km zero" e credo che nonsia soltanto soltanto una moda!!!Anzi in un momento di crisi co-me quello che attraversa il nostropaese il "km zero" sia qualcosache possa aiutare tutti, soprattut-to l'economia delle famiglie chefaticano ad arrivare alla fine delmese e di conseguenza anche l'e-conomia del nostro paese! Maforse lei (con il suo reddito) nonlo capisce!! pensare di comprarefrutta e verdura dall'estero (conquello che costa al cliente finale)non é certo la cosa migliore perla massaia normale!Gli agricoltori che praticano il

km zero con la vendita diretta la-vorano duro tutto il giorno (colfreddo e la neve di questi tempi)per dare un servizio il più vicinopossibile a ciò che chiede il con-sumatore finale. E con i numeriche si fanno credo che la maggio-ranza della popolazione sia d'ac-

cordo con me, e con tutti gli agri-coltori che continuano su questastrada!Quindi forza “km zero”!

Barbara Zanoni

Gentile Barbara, non ho micascritto che le imprese che fanno ilcosiddetto km zero non lavora-no..penso che lavorino duro comele altre. Ho semplicemente reagitoa un certo conformismo che esaltaquesta moda fino al ridicolo (hosentito parlare anche del pesce akm zero!). Personalmente comproquasi solamente prodotti nazionalie seguo la stagionalità dell’orto-frutta nel fare la spesa. Libere leimprese agricole di fare vendita di-retta e libere le persone come Lei difrequentarle, ci mancherebbe! Mada qui a parlare di un modello eco-nomico, ne passa... Le segnalo chenel 2012 la crisi ha tagliato 1 mi-liardo di euro di consumi di orto-

frutta da parte delle famiglie ita-liane. Il calo dei consumi rischia ditravolgere il nostro sistema produt-tivo, che ha un disperato bisogno diesportare, quindi di fare migliaiadi chilometri. L’ortofrutta ha duefacce: quella visibile del fruttiven-dolo, del mercatino rionale, delmarket. E quella invisibile ma al-trettanto reale di un grande siste-ma produttivo fatto di frigoriferi,magazzini di lavorazione, tecnolo-gie, logistica, dove masse enormidi prodotto made in Italy vengonolavorate in attesa di essere avviatealla ricerca di nuovi spazi com-merciali. E’ come per il vino: ilconsumatore vede la bottiglia madietro c’è un mondo, un sistema.

Lorenzo Frassoldati

Carissimo sig. Frassoldati: se leiama il km 1000 è un problemasuo, è liberissimo di nutrirsi contutto quello che arriva da fuori efuori stagione...Ma trovo davvero disgustoso il fat-to che lei denigri tutta quella fet-ta di gente che lavora onestamen-te coi mercati a km 0 e con lavendita diretta... Lavoro fatto contanta passione e fatica, 40 gradiin estate e temperature sotto lozero in inverno... Sicuramente èmolto facile scrivere articoli benpagati da dietro una scrivania alcalduccio e proprio per questo lainviterei caldamente a venire ainostri mercati e magari anchedialogare con noi guardandocinegli occhi...

Alessandra Ravagli

Gentile Alessandra, io amo le aran-ce tarocco che arrivano dalla Sici-lia a km mille, così come l'agnellosardo o le clementine calabresi ogli ortaggi invernali che mi risulta-no arrivino in gran parte dalla Pu-glia. Io compro preferibilmente ita-liano e prodotti di stagione. Quindinon mi venga a fare la predica di-cendo che io denigro chi lavoraonestamente con la vendita diretta.Mai denigrato nessuno e mai dettoo scritto questo. Non è una batta-glia di religione, ma una questionedi libera scelta. Se lei vuole fare lavendita diretta perché la trova van-taggiosa per la sua azienda, la fac-cia: se ha mercato e clienti, fa be-nissimo a farla. Mi irrita semplice-mente tutta questa retorica attornoa un sistema di vendita che rappre-senta una nicchia economica men-tre la nostra agricoltura ha bisognodi vendere sui mercati di tutto ilmondo. Noi produciamo local evendiamo global, altrimenti siamomorti. Se non esportassimo più, sele non facessimo viaggiare le nostreproduzioni, ci ritroveremmo conun surplus produttivo che farebbecrollare i prezzi in campagna e tut-ti magari si butterebbero a far ven-dita diretta col risultato di distrug-gere il mercato e il comparto.Spero di essermi spiegato.Cordiali saluti.

Lorenzo Frassoldati

G e n n a i o 201330 www.corriereortofrutticolo.it

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Quattrocentoquaranta persone, ilmeglio della filiera ortofrutticolaitaliana (con qualche “nobile” as-senza), hanno partecipato a Mila-no, nella sede del Sole-24Ore, al-l’Osservatorio Ortofrutta 2012,appuntamento organizzato daMark Up sotto la regia di RobertoDella Casa (nella foto a destra).Una lezione-show del professoredi Bologna, che ha avuto comeinterlocutori il presidente dellaColdiretti Sergio Marini, il presi-dente di Unaproa Ambrogio DePonti, il dirigente del ministerodell’Agricoltura Carlo Sacchetto(assente il ministro Catania) e,soprattutto, Vincenzo Tassinari,presidente-tranchant del consi-glio di gestione di Coop Italia.Al di là di tutto, al di là dello stes-so tema dell’incontro (la sosteni-bilità nuovo paradigma per il si-stema ortofrutticolo) i protagoni-sti sono stati due: Della Casa eTassinari. Della Casa ha detto due cose: il si-stema ortofrutticolo italiano è co-stretto a esportare di più e lo puòfare solo dandosi un’organizza-zione (che evidentemente nonha); alla base di tutto c’è il reddi-to dell’agricoltore, un reddito checala da dieci anni: se gli agricol-tori collassano, l’ortofrutta italia-na sparisce. La formula per uscir-ne? Mettere insieme soluzioni di-verse nella filiera e invertire iltrend dei consumi comunicandodi più e meglio i contenuti di sa-lute, di qualità, di eccellenza, ivalori dell’ortofrutta italiana (mauna risposta univoca non c'è).Tassinari ha sottolineato che lacrisi è generale, i problemi coin-volgono il produttore ma anche ildistributori: la situazione “ri-schia di diventare drammatica”.“Abbiamo registrato, in questesettimane - ha aggiunto il presi-dente Coop - il peggiore autunnodi tutti i tempi. E questo perché iconsumatori non hanno reddito

e pertanto acquistano meno. Senon troviamo le leve giuste, ilquadro negativo può peggiorare”.Quali potrebbero essere le “levegiuste”? L'ortofrutta deve pro-muoversi di più e meglio - è la ri-sposta di Tassinari - “si vende piùacqua colorata di frutta e verdu-ra”. La sostenibilità economica,che con consumi, vendite e ricavicalanti non c'è, può essere recu-perata con la promozione, in Ita-lia e nel mondo, di quella soste-nibilità ambientale e sociale (illavoro tutelato) che nel nostroPaese invece ci sono ma sono po-co conosciute. L’operazione puòessere fatta con successo perché“c'è una logica sana dei consumi”cui l’ortofrutta italiana risponde.Della Casa ha confermato che ne-gli ultimi due anni in Italia ilprezzo medio dell'ortofrutta è ca-lato e i consumi, nello stesso pe-riodo, hanno registrato un preoc-cupante meno 4 per cento. Sergio Marini ha spiegato la filo-sofia dei farmer markets: tra-smettono “la percezione di ve-rità” dell'agricoltura italiana. MaMarini ha riconosciuto: dobbia-mo esportare di più, dobbiamoesportare il meglio perché “all'e-stero si vendono le Ferrari non leFiat”, vendere all'estero per darereddito agli agricoltori italiani.Qui Marini ha ragione perché hacapito il dramma che sta attra-versando l'Europa e l’Italia den-tro all'Europa: nel mondo cresco-no i ricchi, da noi crescono i po-veri. Un appuntamento utile? Interes-sante sì. Uno show soprattutto. Egli show di questi tempi servonoper tirare su il morale che introppe aziende è a terra. (A.Fel.)

Esportare il top del made in Italy e dare valore a monte della filiera

In 450 all’Osservatorio ortofrutta promosso da Mark Up che ha evidenziato due priorità: esportare di più

organizzandosi meglio; incrementare i redditi dei produttori

Il messaggio lanciato da Ita-lia Ortofrutta Unione Nazio-nale in occasione del conve-gno svoltosi a dicembreall’Hotel Ambasciatori Pala-ce di Roma, si può riassume-re nel seguente proposito:“La qualità delle produzioniortofrutticole sia sempre ele-mento distintivo e fattore dicompetitività per l’intero set-tore”. Nella sua relazione d’a-pertura il presidente dell’U-nione, Ibrahim Saadeh, haaffermato l’importanza del li-vello qualitativo dei prodottiortofrutticoli italiani soprat-tutto “in un momento cosìcruciale in cui il consumato-re, con meno disponibilità, èdiventato più riflessivo e pre-sta maggiore attenzione allaqualità di quello cheacquista”. Ad avviso diSaadeh, il processo “non puòche ruotare attorno a tre con-cetti fondamentali: la perce-zione della qualità, la sua at-testazione e l’apprezzamentoeconomico di un prodotto diqualità”.

«La qualità sia elemento distintivo»

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ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

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Apofruit ha elaborato un pac-chetto di progetti anti-crisi per ilprossimo triennio, presentato inoccasione della assemblea dei so-ci dell’Emilia Romagna di merco-ledì 12 dicembre a Cesena. Rinnovamento varietale, svilup-po delle specie strategiche desti-nate al mercato internazionale(kiwi, mele, uva da tavola) e delleattività con i partner (Mediterra-neo Group dovrebbe passare dai28 milioni del 2011 ai 40 milionidi euro di fatturato nel 2015), cre-scita dei prodotti a marchio pro-prio (dai 40 milioni di fatturatodel 2011 a 70 milioni del 2015) edell’export (dal 30% al 40% delfatturato) sono le cinque areestrategiche su cui vertono i pro-getti di Apofruit per i prossimianni“Un piano - evidenzia il direttoregenerale della Cooperativa RenzoPiraccini - finalizzato non allacrescita dei volumi ma al miglio-ramento della qualità dei prodot-ti conferiti e all’efficienza gestio-nale. Gli interventi previsti han-no l’obiettivo di qualificare la

presenza dei nostri prodotti sulmercato internazionale e di ri-durre i costi di gestione. Granparte degli investimenti previstinegli stabilimenti, che ammonte-ranno nel triennio a 15 milionidi euro, saranno destinati allenuove tecnologie per il confezio-namento e al miglioramento del-le tecniche di conservazione”. “Vogliamo sostenere i nostri sociproduttori - afferma il presiden-te di Apofruit Mirco Zanotti - inquesto difficile momento. Perquesto abbiamo previsto tempi diacconto più rapidi per i produtto-ri (benché già oggi siamo i piùveloci del settore), aumento deimassimali dei contributi OCMper i nuovi impianti e una con-venzione con Ismea e Istituti dicredito locali per permettere il fi-nanziamento degli investimentinelle imprese agricole”. ●

Brindisi all’insegna della solidarietà per Naturita-lia: la società commerciale del gruppo ortofrutti-colo Apo Conerpo ha deciso di festeggiare il pro-prio decennale sostenendo il Cefa, Onlusbolognese, nella realizzazione di alcuni pozzi inSud Sudan per dotare di acqua potabile i villaggidella contea di Rumbek. Il presidente di Naturitalia Roberto Cera hatracciato un bilancio positivo: “Da quando siamonati, nel 2002, partendo dal background trenten-nale del gruppo Conerpo, la nostra società ha co-stantemente aumentato la propria base socialecome pure la produzione, arrivata a quota150.000 tonnellate, e il volume d’affari, che oggisi attesta sui 120 milioni di euro”.“Negli ultimi anni - ha dichiarato il direttore ge-nerale, Gabriele Ferri - oltre a consolidare la pre-

senza sul mercato ita-liano la nostra societàha anche registratouno sviluppo particolarmente significativo all’e-stero, in particolare in Germania, ma anche inAsia, nel Middle East, nell’Est europeo e nei pae-si di oltremare. Proseguiremo in questa direzio-ne con l’obiettivo di ‘conquistare’ nuovi mercati,quali Cina, India e Sud America. Tutto ciò senza‘trascurare’ le aree già presidiate con successo,come l’Europa dell’Est e la Russia”. Previsto poi l’aumento degli investimenti nel set-tore della ricerca e dell’innovazione con la propo-sta di nuove varietà di kiwi, pesche e nettarine,ma anche di nuovi prodotti, come frutta e verdu-ra di quarta gamma, e con il lancio della nuovapera rossa Falstaff premiata al Macfrut 2012.

Naturitalia celebra il decennaleBilancio positivo, nuovi mercati e... solidarietà

Pacchetto anti-crisi di ApofruitInterventi in 5 aree strategiche

Si punta a sviluppo di brande specie strategiche, partnership, export

Firmato l’atto di fusione traOpo Veneto e l’associata Cos,Cooperativa OrtolaniSottomarina di Chioggia.L’atto costituisce il punto diarrivo di un percorso cheaveva portato a una crescentesinergia tra le due realtà orti-cole.L’obiettivo dell’accordo è ilrafforzamento delle posizioninel mercato orticolo e del ra-dicchio in particolare. Soddi-sfatto il presidente di OPOVeneto Francesco Daminato:“Un traguardo che ci dà for-za, amplia il nostro orizzon-te, ci consente una maggioredinamicità”. Dello stesso av-viso Arduino Boscolo Mene-guolo, presidente della Cos.

Ortolani di Chioggiain Opo Veneto

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ATTUALITÀCorriereOrtofrutticolo A

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“Albicocche: come orientare laproduzione al mercato”: questo iltitolo del convegno organizzato adicembre a Policoro (Matera)dalla Cooperativa Terremerse conil contributo di Syngenta. Obiet-tivo dell’evento era quello di fareil punto della situazione con par-ticolare attenzione alle novità va-rietali e agli sviluppi perseguibilisul fronte dell’innovazione diprodotto. Innovazioni derivate daattività di ricerca in cui la Coo-perativa è attivamente impegna-ta attraverso collaborazioni conenti di ricerca nazionali.L’intervento introduttivo è statoeffettuato da Marco Casalini, pre-sidente di Terremerse, che ha pre-sentato l’azienda nel suo com-plesso focalizzando poi l’atten-zione sulla specie albicocco; par-ticolare attenzione è stata postanei rapporti commerciali tra ilfornitore (Op) e il cliente, condifferenze molto marcate nellagestione del prodotto direttamen-te riconducibili all’effettivo valo-re intrinseco della varietà, so-prattutto in relazione all’aspetto,che deve essere aranciato-rosso, eal sapore. Si sono messe in evi-denza le varietà assolutamenteda eliminare, in quanto non ingrado di generare reddito per l’a-gricoltore, e al contempo si sonomenzionate le varietà che stannodando buoni risultati per la Coo-perativa. In conclusione Casalinisi è soffermato anche sul fattoche tutto il settore frutticolo, enon solo, dovrebbe prendere co-scienza e, di conseguenza, divul-gare l’effettiva funzione sociale-salutistica svolta da chi produce evende ortofrutta, in quanto portaal consumo prodotti sani dalpunto di vista alimentare e a uncosto decisamente più basso ri-spetto agli snack che vengonodiffusamente consumati.Stefano Foschi, del Crpv di Cese-na, ha trattato l’argomento del-

l’innovazione varietale con alcu-ni spunti di riflessione in meritoalle novità che in futuro potran-no essere rese disponibili dal set-tore della ricerca nazionale. Relativamente alle varietà, l’in-tervento di Foschi è stato comple-tato da quello seguente di Carme-lo Mennone, direttore dell’azien-da Sperimentale Pantanello, cheha evidenziato le esperienze ma-turate nell’areale metapontinodalle nuove introduzioni varieta-li, e posto un accenno specificoal fatto che nell’area molte va-rietà possono non esplicare almeglio le proprie potenzialitàproduttive per mancanza di sod-disfacimento del fabbisogno infreddo. Particolare attenzione è stata po-sta sul periodo precoce, soprattut-to per i positivi riscontri avutidalle varietà Wondercot, Tsunamie Spring Blush, tutte autosterilima con aspetto dei frutti decisa-mente interessante per l’epoca; ilsapore in genere è medio, conSpring Blush che tende all’acidu-lo. In futuro saranno a disposi-zione materiali ancora più preco-

ci, a basso fabbisogno in freddo(“low chilling”), che andrannoperò testati in loco come enun-ciato da Mennone. In epoca Pink-cot si conferma in questa area lavalidità di Bora, parzialmente au-tofertile e soprattutto molto tolle-rante alla sharka (Plum Pox Vi-rus), virosi molto pericolosa pertutte le drupacee. Per il periodomedio precoce menzionata Oran-ge Rubis Couloumine per produt-tività e sapore, mentre SweetcotToyuda, ben recepita dal mercatocome mostrato dall’intervento diCasalini, in queste aree mostrauna certa incostanza produttiva.In epoca media segnalata Kioto,molto produttiva e rustica, confrutti che rispondono bene al di-radamento per quanto riguardala pezzatura, così come FlavorcotBayoto, che Mennone confermaanche in queste aree come un’al-bicocca dal sapore molto buono.Elevato poi, è statto detto al con-vegno, lo standard qualitativo diPieve, varietà italiana prodottadall’attività di miglioramento ge-netico coordinata dal prof. Bassi(Università di Milano) e gestitadal CRPV all’interno del progetto“Maspes”; sapore, aspetto e pro-duttività sono i punti forti di que-sta varietà, la pezzatura miglioracon l’entrata in maturazione del-la pianta, che deve essere preco-

Albicocche, sforzo per orientarela produzione al mercato

Innovazione varietaleprotagonista in un convegno

di Terremerse e Syngenta

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ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

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cizzata con un’attenta gestionedella potatura nella fase di alleva-mento. Interessante la varietà Pe-tra BO 88617102, anch’essa di ori-gine italiana, autofertile e pro-duttiva, a elevata tenuta in piantae di buon sapore; il frutto è aran-ciato senza sovraccolore rosso.Nel periodo tardivo si conferma-no a livello agronomico le va-rietà della serie Carmingo, Fara-lia e Farbaly, entrambe autoferti-li, di bell’aspetto ed elevata pro-duzione; buono il sapore, aroma-tico in Faralia.In ultimo Foschi ha incentrato ilproprio intervento sulle prospet-tive e gli obiettivi che sono in es-sere all’interno del progetto “Ma-spes”, focalizzato sul migliora-mento genetico dell’albicocco edel pesco. Il progetto, gestito ecoordinato dal Crpv, vede l’impe-gno finanziario delle Op Pempa-corer (di cui fa parte Terremer-se), Apofruit Italia, Apoconerpoe Orogel Fresco, ed ha come refe-rente scientifico il Prof. Bassi.L’obiettivo principale è quello dibrevettare varietà che sarannopoi coltivate in esclusiva dai socidelle Op finanziatrici. Inoltre, sipersegue anche una maggior effi-cienza del processo di selezioneattraverso l’utilizzo della Mas,Marker Assisted Selection, ovveroselezione assistita dai marcatorimolecolari, da non confondersicon l’ingegneria genetica e quin-di con gli Ogm, che nulla hannoa che vedere con questa tecnica. Le ultime creazioni varietali so-no state per l’albicocco Bora, Pie-ve e Petra, mentre nel pesco mol-to interessanti per le aree meri-dionali sono le pesche gialle Pul-chra (più precoce di Sagittaria) eBordò, e per le nettarine gialle laserie Rebus, in particolare Rebus028 (-3 giorni Big Bang Mailla-ra*) e Rebus 038 (+7 giorni BigTop Zaitabo*). Per le nettarinegialle l’ultima brevettata è la va-rietà Dulciva, che matura circa50 giorni dopo Big Top, Zaitabocon frutti di sapore subacidomolto dolce. Nel futuro per l’albi-cocco ci si sta avviando alla bre-vettazione di due nuove varietà

in epoca medio-precoce, alle qua-li molto probabilmente seguiran-no genotipi più precoci, coloratie di buon sapore, in grado di so-stituire la vecchia Ninfa. Partico-lare interesse all’interno di “Ma-spes” viene rivolto agli aspettiqualitativi e alla resistenza aSharka; con la Mas il progetto èin grado di selezionare varietà re-sistenti a Ppv e questo sarà unprerequisito delle nuove introdu-zioni. Per quanto riguarda il sapore, l’o-biettivo è avere varietà con aci-dità media, non elevata e innal-

zare il grado zuccherino, il tuttounito al mantenimento di un’ele-vata componente aromatica. Il punto della situazione sulla di-fesa integrata delle drupacee èstato effettuato da Teodoro Mem-bola, Field crop expert Syngenta,che ha focalizzato il proprio in-tervento sul controllo di Cydia,afidi e tripidi, fitofagi molto im-portanti nell’area metapontina,in grado di essere controllati at-traversi i nuovi prodotti derivatidall’attività di ricerca e sviluppodi Syngenta. ●

ttualità A CorriereOrtofrutticolo

Non fermarsi al giallo, ma anzi scoprire le proprietà del limonedell’autunno. Questo l’invito del Consorzio di Tutela del Limone diSiracusa IGP che, in un incontro promosso dal Gambero Rosso incollaborazione con Agensud, ha sottolineato come il limone a buc-cia verde abbia una resa in succo maggiore del 40%, e una presen-za di acido citrico attorno ai valori ottimali del 5%-6%.Tra l’altro sotto il profilo aromatico il limone verde è al top, tantoè vero che è richiestissimo da produttori di profumi del calibro diHermes e Dior. Ciononostante, nell’export la tipologia a buccia

verde è tabù, salvo la pic-cola produzione estiva del“verdello”.“Negli ultimi 30 anni -lamenta il Consorzio sira-cusano che annovera 45 so-ci, e tra questi duecooperative per complessi-vi 600 associati - il mercatoha spinto la “deverdizzazio-ne”, una procedura di raf-freddamento dei frutti, co-me avviene per le banane,posti in celle con gas natu-rali da 36 a 70 ore. Per otte-

nere un limone esteticamente perfettamente giallo, si fa di fattoinvecchiare il frutto - sottolinea il presidente del Consorzio FabioMoschella (nella foto), amministratore dell’azienda biologica Cam-pisi Italia - che perde però freschezza, aromi e ha un minor perio-do di conservazione. I consumatori dovrebbero pertanto fare sceltegreen, preferibilmente produzioni biologiche, per poter assaporarela vera essenza di questi frutti che, tra gli agrumi, vantano il mag-gior contenuto di vitamina C".“Peraltro - ha aggunto Moschella - secondo uno studio biennale incorso presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri,l’aggiunta di succo di limone alla dieta quotidiana si stadimostrando in grado di ridurre il rischio di formazione dei calco-li renali”.

Quanti pregi ha il limone verde autunnalema nell’export (e a tavola) è ancora “tabù”

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Cprsystem apre il 2013 all’inse-gna dell’innovazione. Dal 20 gen-naio è infatti attivo il nuovo im-pianto di visione nello stabili-mento di Gallo (Ferrara). Si tratta di una linea di lavorazio-ne delle casse che consente di in-dividuare e selezionare in lineale casse sporche destinandole allavaggio in modo da evitare inu-tili sprechi lavando indiscrimi-natamente tutte le casse, sia quel-le sporche che quelle pulite.La linea di visione è il primo mo-dello disponibile sul mercato e sibasa su un principio apparente-mente semplice. Le casse chegiungono dalla Gdo entrano in li-nea, vengono fotografate e, a ve-locità elevatissima, la foto vieneconfrontata con uno standard;successivamente l’occhio elettro-nico divide le casse pulite daquelle sporche avviando al lavag-gio solo queste ultime. La velo-cità di lavorazione è di 3.000 cas-se all’ora: ciò consente di selezio-nare tutte i contenitori in arrivo,senza aprirli.In un anno, nello stabilimento diFerrara giungono 32 milioni dicasse. “La linea di visione Cprsy-stem - si sottolinea in un comu-nicato - consentirà, con la sua at-tività, di risparmiare risorseenergetiche ed ambientali, ac-qua, detergenti, energia elettri-

ca e consentirà al tempo stesso dicomprimere i costi di gestionedelle movimentazioni generandoun risparmio per tutti. Tutto ciòin coerenza con le strategieaziendali che, da sempre, sonoorientate verso la salvaguardiadell’ambiente e il risparmio di ri-sorse che si traduce in una com-petitività che conferma oggi Cpr-system come leader italiano delsettore”.Il nuovo direttore generale, Moni-ca Artosi sottolinea che “Cprsy-stem è una società cooperativa ecome tale si muove, nella gestio-ne condivisa delle attività. A li-vello di management puntiamomolto sul lavoro in team e i risul-tati ci premiano”. Le scelte tecniche sono messe apunto e discusse da una direzio-ne composta oltre che dalla stes-sa Artosi anche da Luca Cervella-ti, Responsabile Amministrativo;Enrico Frigo, Responsabile Ope-rativo; Roberto Piana, Responsa-bile Sicurezza e Qualità; LorenzoSoriani, Responsabile Gestionedel Sistema.“La gestione in team - precisa Ar-tosi - è uno dei punti di forza del-la nostra azienda e ritengo che irisultati di oggi siano frutto an-che di questa impostazione chemette insieme le forze e condivi-de le decisioni”. ●

CorriereOrtofrutticoloLogistica

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Le tasse di ancoraggio e letasse sull’imbarco e sbarcodelle merci nei porti aumen-tano del 30% da quest’anno edi un ulteriore 15% dal 2014 eciò rischia “di far allontanaredal nostro Paese i grandigruppi armatorialiinternazionali”. A lanciarel’allarme è Confetra, la Con-federazione generale dei tra-sporti e della logistica.Un decreto interministerialeTrasporti-Finanze ha infattiadeguato gli importi deitributi portuali che erano fer-mi dal 1993. “Tale

inasprimento, sottolineainoltre Confetra, “potrà esse-re in parte attenuato dalleAutorità portuali che decide-ranno di avvalersi dellafacoltà di diminuire fino al-l'azzeramento l’importo delletasse. Una scelta che fino adoggi è stata operata dai portidi transhipment di Taranto eGioia Tauro per scongiurarela fuga dei traffici verso i por-ti del nord Africa ed europeipiù competitivi. Facoltà cheperaltro è prevista in viatransitoria e che la legge diStabilità ha prorogato solo fi-no al 30 giugno 2013”.“La riforma portuale compre-so l’aspetto della tassazionenei porti - dichiara ilpresidente della Confetra,Fausto Forti - è uno dei gran-di temi di politica deitrasporti che la Confetra sot-toporrà al nuovo Governo”.

Confetra: aumentanole tasse nei porti

Cprsystem risparmiacon la linea di visione

L’innovativo sistema consente di individuare e selezionarele sole casse sporche destinandole al lavaggio ed evitando

sprechi di energia e di acqua. Artosi: idea vincente del team

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Il punto sulle private label (imarchi della grande distribuzio-ne) è stato fatto a Bologna il 16gennaio, primo dei due giorni di“Marca”, il tradizionale appunta-mento annuale dedicato allaGdo, in occasione del convegno“Il contributo della marca del di-stributore al sistema produttivoitaliano”.Nel 2012 le vendite di prodotti amarca del distributore sono cre-sciute del 7,3% (in valore) rispet-to al 2011 raggiungendo una quo-ta di mercato del 18%. Se in pas-sato i prodotti a marca del distri-butore erano percepiti solo comeun’opportunita di risparmio, benpresto i consumatori hanno com-preso che essi, ormai presenti sututti gli scaffali della grande di-stribuzione organizzata, rispetta-no standard elevati, passando at-traverso filiere controllate per si-curezza e qualità, garantite dagrandi e piccole aziende (per il98% dei casi italiane) e sono sem-pre piu innovativi e diversificatigrazie a crescenti investimentida parte della Gdo. Ciò permette a fornitori piccoli emedi di trovare significativi sboc-chi commerciali nella difficilecongiuntura attuale.È significativo che il cammino dicrescita delle private label - il cui‘tempio’ sono i supermercati,con un ruolo tuttavia crescentedegli iper - sia coinciso in Italiacon l’inizio della crisi economicae si sia confermato di anno in an-no in concomitanza con l’acuirsidella crisi. Infatti, testimonia una ricercacondotta dall’Università di Par-ma, nel 2008 le marche dei distri-butori coprivano il 14% delle ven-dite della Gdo, nel 2009 il 14,8,nel 2010 il 15,7, nel 2011 il 16,5,nel 2012 il 17%. Contemporaneamente, le mar-che dei distributori si sono spe-cializzate in alcuni reparti, so-

prattutto in quello ortofrutticolo,e hanno migliorato la loro offer-ta qualitativa puntando in modoforte, tra l’altro, sul biologico. Èabbastanza facile intuire che, sein questi anni i consumi dei pro-dotti biologici freschi è cresciutoin Italia, ciò in parte si deve pro-prio alla crescita delle private la-bel bio che hanno avvicinato lanicchia del biologico al cosiddet-to mass-market. Nei reparti orto-frutta dei supermercati la presen-za di prodotto a marca del distri-butore si attesta sul 10,1% ma seconsideriamo 100 la vendita com-plessiva dei prodotti a marca deidistributori italiani la quota del-l’ortofrutta ha sfiorato in talunicasi il 35% attestandosi in mediaal 32% nel 2012.Per una serie di ragioni, i prodot-ti a marca del distributore sonodiventati strategici per la distri-buzione italiana ma in generaleanche per alcuni settori produtti-vi che nelle forniture ai super-mercati trovano la loro principa-

le, e a volte quasi esclusiva, fontedi reddito. Guido Cristini, docente di marke-ting all’Università di Parma, unodei relatori del convegno bolo-gnese, ha così inquadrato lostraordinario ruolo economicodelle private label per la Gdo ita-liana: “Nel momento in cui si svi-luppano le vendite e al contemposi abbattono i costi, attraverso lariduzione dei costi unitari relati-vi alla logistica, agli imballaggisecondari, al packaging, ecco chesi vengono ad ottenere beneficieconomici enormi”.Anna Bartolini, forse la miglioregiornalista italiana nell’analisidei consumi, ha scritto: “In unmomento economico sottotono, iconsumatori vedono negli store-brand un’alternativa ai prodottidi marca grazie a proposte benbilanciate tra convenienza e qua-lità”. E ha commentato: “Con i lo-ro contenuti di salutismo, le pri-vate label cavalcano quelli chepotranno essere i trend dei pros-

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La crisi spinge le private label: su del 7,3% le vendite nel 2012

La quota di mercato dei marchi privati, in Italia, è del 18%,ancora nettamente inferiore a quella di molti Paesi europeiConsumatori attratti dall’ottimo rapporto qualità prezzo

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simi anni”. Un esperto come Da-niele Tirelli aggiunge: “Vessatedal prelievo fiscale, le famigliesono più incuriosite dalle privatelabel e, in particolare, da quelleal top di gamma che offronomaggior risparmio e un’ottimaqualità. Così le private label con-tinuano a crescere e quelle dei re-tailer più bravi accelerano".Se si guarda all’estero, ci si accor-ge che il cammino che le marchedel distributore possono fare inItalia è ancora molto importante.In Svizzera (dati Plma-Nielsen)la loro quota di mercato nellaGdo sul totale delle vendite in va-lore è addirittura del 45%, inGran Bretagna del 42, in Spagnadel 39, in Germania del 32, inFrancia del 28, in Olanda del 26,in Canada del 25, in Ungheria del22, in Polonia del 19, negli StatiUniti del 18 (la stessa percentua-le che è stata raggiunta in questimesi in Italia).Tornando al “Marca” di Bologna,la manifestazione e stata inaugu-rata alla presenza del ministrodell’agricoltura Mario Catania,che ha affermato che la Gdo vacoinvolta nello sviluppo dei temidella filiera produttiva agricolacon il ruolo che ormai le compe-te. A rappresentare la produzioneortofrutticola, nel corso della ta-vola rotonda seguita al convegno,il direttore del consorzio VOG-Marlene, Gerhard Dichgans: “Sia-mo sempre stati innovatori - ci hadetto a margine del suo interven-to - al fine di segmentare la no-stra offerta e in conclusione crea-re valore sul punto vendita. PerMarlene il rapporto con la Gdo èstorico e strategico. Siamo part-ner della gdo nella programma-zione delle produzioni, nella sta-gionalità, oltre che ovviamentenel commercio quotidiano. Dallaproduzione sfusa al premium,dalla private label alla mela aclub, al biologico, in questa seg-mentazione che ci ha visti prota-gonisti, cerchiamo di essere l’al-leato ideale del distributore Nonc’è quindi concorrenza ma al-leanza strategica”. (a.f.)

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DDISTRIBUZIONECorriereOrtofrutticolo

Alcune immagini della rassegna Marca. Nel riquadro Gerhard Dichgans

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Livio Bresciani, classe 1950, gesti-sce un punto vendita di un centi-naio di metri quadri tra Bergamoalta e bassa. Un negozio di fami-glia, il suo, aperto nel Dopoguerradalla madre che, in precedenza,aveva lavorato in una rivendita diortofrutta sin dagli anni Trenta.“Si può dire che sono nato qui, inmezzo alla frutta e alle verdura, eche questo è da sempre il mio la-voro”, dice Bresciani. Che ognimattina si alza alle 4 per andare arifornirsi all’Ortomercato di Mila-no e in quello della sua città.

Quali le caratteristiche del puntovendita e l’identikit del cliente tipo?Poniamo molta attenzione allaproduzione locale e all’esotico,mentre da un decennio ci avvalia-mo di un laboratorio interno perla lavorazione di IV e V gamma. Il target di riferimento è medio-alto. Negli ultimi anni la città,che beneficia del vicino aeropor-to, ha iniziato ad aprirsi al turi-smo; qualche visitatore viene nelnostro negozio. Una curiosità:molti turisti stranieri cercanofunghi secchi. Mentre il fungo fre-sco è già da tempo uno dei nostriarticoli di punta.

Risentite della crisi?Negli ultimi tre anni il fatturato èsostanzialmente stabile. Il 2012non è stato facile, a dicembre si èvenduto molto meno dell’ultimomese del 2011 e ne ha sofferto so-prattutto la frutta tropicale. La peculiarità del negozio tradi-zionale, che è diventata una pre-rogativa, è quella della flessibi-leità, della capacità di riuscire afornire un servizio adeguato aitempi. Quando ci siamo accortiche i consumi di verdura fresca

erano in continuo calo, a frontedi un aumento generalizzato dellevendite di ortaggi, ci siamo inven-tati il laboratorio. Oggi il valore diIV e V gamma sul totale delle ven-dite arriva al 20% del fatturato to-tale. Al di là di zucchine, finocchi,sedani, carote, peperoni, il restova solo come IV e V gamma. Que-sto perché manca una “cultura”della preparazione e il tempo a di-sposizione delle famiglie è sem-pre meno. E così aumenta il trenddi vendita del prodotto servizio.

L’importanza del fattore prezzo...Il prezzo è importante, ma deveessere accompagnato da una qua-lità adeguata. I listini si sono co-munque abbassati su tutti i pro-dotti perché c’è ampia disponibi-lità. I clienti, sempre più prepara-ti ed esigenti, non si privano difrutta e verdura ma acquistano lagiusta quantità e cercano corri-spondenza all’effettivo valore.Oggi l’acquisto di ortofrutta è piùimportante di una volta perché sista riconoscendo il fattore-salu-brità, quindi si rinuncia piuttostoad altri alimenti.

Quanto “valgono” i brand?I marchi sono importanti. Recen-

temente ho avuto buoni riscontrida quello dei F.lli Orsero; alcuniclienti chiedono esplicitamentele banane con il “bollino” delgruppo ligure. Melinda si confer-ma il più noto e consolidato.

Il biologico?Dal biologico non siamo riuscitiancora ad avere soddisfazioni intermini di ritorno economico…Vi è una certa difficoltà a reperireprodotti certificati e affidabili einoltre vi è ancora una certa diffi-denza da parte dei consumatori.Adesso si comincia a muoverequalcosa ma si fa fatica, anche sele porte restano aperte a questosegmento: magari quando sarà su-perata l’attuale fase di “vacchemagre” le cose andranno meglio.

Le prospettive per il settore e per ildettaglio specializzato?Siamo sicuri che una volta supe-rata la crisi, economica e psicolo-gica - per cui anche chi ha grandidisponibilità è molto oculato - siripartirà. Per quanto riguarda ifruttivendoli il vero problema èquello del ricambio generaziona-le. A Bergamo e provincia, dove sicontano circa 300 punti vendita,abbiamo assistito a molte chiusu-re negli anni precedenti, ora la si-tuazione si è stabilizzata; le cessa-zioni sono dovute principalmenteproprio al mancato subentro deigiovani. E così anche a Bergamola gestione inizia a essere curatadagli stranieri, che prima si occu-pavano solo dei negozi “etnici”.Qui come nel resto d’Italia, inogni caso, quello del dettaglio or-tofrutticolo si conferma tra i set-tori più vitali complice la grandecapacità di adattarsi da parte de-gli imprenditori.

● Mirko Aldinucci

Flessibilità e servizioLo specializzato resiste

Il dettagliante/1Livio Bresciani

CorriereOrtofrutticoloD istribuzione

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Soddisfazione in casa di Aiipa IVGamma, Gruppo dell’Associazio-ne Italiana Industrie Prodotti Ali-mentari (Aiipa), per l’approva-zione del decreto attuativo dellaLegge 77/2011 da parte della Con-ferenza Stato-Regioni che rappre-senta un passo avanti verso lapiena attuazione di una normati-va di settore più attuale. Una di-sciplina, valida per tutta la filie-ra, a garanzia della sicurezza edella qualità dei prodotti di quar-ta gamma.Il provvedimento definisce inparticolare i parametri chimico-fisici e igienico-sanitari del cicloproduttivo, del confezionamento,della conservazione e della distri-buzione dei prodotti ortofruttico-li di quarta gamma, nonché i re-quisiti qualitativi minimi e leinformazioni che devono essereriportate sulle confezioni a tuteladel consumatore, oltre a prevede-re l’utilizzo obbligatorio di im-ballaggi ecocompatibili.Il decreto approvato rappresentail risultato di una collaborazionetra il ministero delle PoliticheAgricole, il ministero dello Svi-luppo Economico, il ministerodella Salute, e gli operatori delsettore rappresentati da Aiipa IVGamma, ora impegnata a seguirein sede europea le fasi finali del-l’iter del decreto, di cui auspica-nuna rapida conclusione.“L’esito positivo del passaggio insede di Conferenza Stato-Regionirappresenta un risultato eccel-lente perché il decreto applicati-vo licenziato, attualmente già alvaglio della Commissione Euro-pea, risponde pienamente all’esi-genza di dotare la filiera dellaQuarta Gamma di una regola-mentazione specifica, uniformee univoca, come chiedevano datempo le aziende rappresentateda Aiipa IV Gamma”, dichiara ilcoordinatore Umberto Galassini.“In particolare, è da salutare con

favore il fatto che, con il nuovoquadro normativo, tutta la filieradovrà rispettare temperatureuniformi, idonee a conservare lacatena del freddo, garantendo co-sì la qualità e la salubrità del pro-dotto. Inoltre, il testofornisce indicazioniprecise su caratteristi-che e contenuti dell’eti-chettatura. In questomodo il consumatorepotrà facilmente orien-tarsi all’atto dell’acqui-sto, distinguendo i pro-dotti di Quarta Gammadagli ortofrutticoli che, pur es-sendo preconfezionati, non sonoperò lavati e pronti all’uso”.

Sullo scaffale ancora poca chia-rezzaIl cammino sulla strada della pie-na chiarezza nei confronti delconsumatore non è del resto an-cora completato: su alcune bustedi insalata confezionata si legge

ancora oggi il consiglio di proce-dere a “un risciacquo finale”. Mes-saggio contraddittorio, forse con-troproducente, rispetto all’impe-gno teso a far capire al che i pro-dotti di IV gamma sono assoluta-

mente affidabili e...pronti al consumo. “Purtroppo - commentaa questo proposito Ga-lassini - ancora oggi so-no presenti sul medesi-mo scaffale e con confe-zioni del tutto similiprodotti di prima gam-ma non lavati e non

pronti al consumo quarta gam-ma. In tal senso il Decreto, pre-scrivendo l’obbligo di indicarechiaramente che il prodotto di IVgamma è lavato e pronto, contri-buisce a distinguere tali prodottida quelli che vanno necessaria-mente lavati ed evita messaggiche possono risultare appuntocontraddittori per i consumato-ri”. (M.Ald.)

CorriereOrtofrutticolo QUARTA QUINTA GAMM

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In arrivo nuove regole per i prodotti pronti al consumo

Aiipa IV gamma soddisfatta per l’approvazione del decretoche definisce i parametri del ciclo produttivo, i requisiti

qualitativi e le informazioni da riportare sulle confezioni

Nel riquadro Umberto Galassini. Sotto, insalata mista “da risciacquare”

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CorriereOrtofrutticoloM ondo flash

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Esportazioni agrumicole maroc-chine in netto calo rispetto allascorsa annata. Secondo le ultimerilevazioni l’export, al 16 dicem-bre scorso, ha interessato 331.330tonnellate di agrumi e altri pro-dotti ortofrutticoli contro le381.430 tonnellate della scorsaannata segnando un calo del 22%per gli agrumi. Sensibile il calodelle spedizioni di clementineprovenienti dalla regione delSouss. La diminuzione è pari al33% rispetto allo stesso periododel 2011. Secondo gli operatorimarocchini per gli agrumi saràla campagna commerciale peg-giore degli ultimi cinquant’anni.Al massimo si potranno spedireun totale di 400 mila tonnellatedi agrumi (di cui 175 mila ton-nellate di clementine), contro le443 mila tonnellate previste.

MAROCCO

Disastrosa campagna agrumicola

Le esportazioni comunitarie ver-so gli Sati Uniti stanno registran-do una flessione. Secondo i datirilasciati dall’Eurostat, nel 2011l’export ortofrutticolo dei PaesiUe si era attestato a 113.082 ton-nellate, in calo rispetto alle115.825 tonnellate nel 2010 men-tre, fino al settembre 2012, i volu-mi sono stati di 48.872 tonnella-te, in linea con quelli dello stessoperiodo del 2011 (48.347 tonnel-late).� La Commissione europeasta cercando un accordo di liberoscambio con gli Stati Uniti. Ungruppo di alto livello compostoda rappresentanti di entrambe leparti ha elaborato una relazionepreliminare lo scorso giugno e sista lavorando ad un rapporto fi-nale per l’avvio dei negoziati.Nel 2013, poi, sarà convocato unvertice bilaterale durante il quale

si definiranno i termini per l’av-vio delle trattative. � Secondo i da-ti rilasciati dalla Direzione gene-rale delle dogane spagnola, alsettembre 2012 l’export di fruttae verdura iberica verso gli Usa siattestava a 13.016 tonnellate -9.669 tonnellate di frutta, in par-ticolare mandarini e 3.347 ton-nellate di ortaggi - in contrazio-ne del 5% rispetto allo stesso pe-riodo del 2011. Tale dato confer-ma la tendenza al ribasso delleesportazioni in questo Paese: nel2011 si è registrato un -11% ri-spetto al 2010, per un totale di57.415 tonnellate.

STATI UNITI

Meno frutta europeain attesa di accordi

L’Argentina ha denunciato da-vanti all’Organizzazione Mon-diale del Commercio l’UnioneEuropea e gli Stati Uniti per im-pedimento all’importazione diprodotti argentini.Tale denuncia, che non ha prece-denti per il paese, arriva come ri-sposta ai reclami che la maggiorparte dei paesi sviluppati ha pre-sentato davanti all’Omc in conse-guenza degli ostacoli commer-ciali (ad esempio, le licenze nonautomatiche) posti dal governoargentino alle importazioni. IlMinistro degli Esteri Hector Ti-merman ha dichiarato che la de-nuncia contro gli Stati Uniti èdovuta agli ostacoli posti dal go-verno americano all’importazio-ne di limoni freschi e di carnebovina, fresca o congelata, dal-l’Argentina.

ARGENTINA

Export “frenato”, denunciate Usa e Ue

La Palma è il più grande produt-tore mondiale di pomodori cilie-gini e punta con decisione sunuove varietà, per le quali inve-ste ingenti risorse ogni anno. Faaffidamento su un centro di ri-cerca dove si studiano circa 400varietà annuali: uno o due ognianno quelle lanciate sul merca-to. È tra i primi quindici produt-tori di ortofrutta in Spagna ed èal decimo posto tra gli esportato-ri iberici. La produzione è au-mentata del 36% nel corso delleultime tre stagioni; (735 gli etta-ri di riferimento della cooperati-va, 606 i coltivatori professiona-li. Il giro d’affari ad agosto 2012era di 105 milioni di euro , laproduzione superiore ai 65 mi-lioni di chili. Attualmente gli in-vestimenti si aggirano sui 18 mi-lioni di euro.

SPAGNA

La Palma investesulla ricerca varietale

In Germania l’aumento mediodei prezzi nel 2012 è stato del 2%,ma per i generi alimentari si èregistrata l’impennata più eleva-ta dal 2008. L’Ufficio statistico fe-

derale comunicache nel dicembrescorso i prezzi deigeneri alimentarisono cresciuti del4,8%, l’aumentopiù alto dal 2008,quando l’incre-mento era statodel 6,4%.Rispetto al dicem-bre del 2011 sono

letteralmente esplosi i costi diverdura (+12%) e frutta(+9,8%), con carne e pesce chesono rincarati del 5,6%, mentrepane e pasta hanno subito un in-cremento più lieve, del 3,3%.

GERMANIA

A dicembre volano i prezzi dell’ortofrutta

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● Emanuele Zanini

I mercati di banane e ananas sisono appena lasciati alle spalleun anno complicato. Vuoi per iconsumi, che anche nel 2012 so-no rimasti stagnanti, vuoi per iprezzi, spesso bassi, su cui in piùperiodi si è esercitata una fortepressione, vuoi per gli eventi cli-matici che hanno influenzato leproduzioni in alcuni Paesi d’ori-gine.Secondo Alessandro Canalella,amministratore delegato di Sim-ba Spa, società del colosso GfGroup “il mercato Europeo dellebanane nel corso del 2012 è statocaratterizzato, come spesso acca-de, dalla consueta ciclicità stagio-nale: durante la prima parte del-l’anno limitata disponibilità diprodotto per far fronte alle ri-chieste, mentre nel secondo se-mestre disponibilità in aumentoe superiore alla richiesta. In par-ticolare, nella prima parte del-l’anno, il volume esportato daiprincipali Paesi di approvvigio-namento ha registrato un ulterio-re calo dovuto principalmente al-le avverse condizioni climatichele quali hanno influito negativa-mente sulla produzione. Media-mente i prezzi del 2012 hanno re-gistrato un incremento rispetto aquelli dell’anno passato. Anche icosti sono però aumentati, dovu-ti principalmente all’effetto ne-gativo del rapporto euro/dollaroe all’aumento dei noli marittimidovuti all’incremento del costodel bunker”.“Per quanto riguarda il mercatodegli ananas - prosegue Canalella- il 2012 è stato anomalo rispettoal trend abituale. In Costa Rica,principale Paese esportatore a li-vello mondiale, durante l’annopassato non si è verificato il forte

aumento della produzione chesolitamente si registra (settima-ne 21-28 di arrivo in Europa);questo è stato un effetto dellacombinazione di un clima più fa-vorevole e di un differente ap-proccio di diversi operatori chehanno controllato la produttivitàin tale fase critica. Ciò ha fatto siche l’abituale crollo delle quota-zioni in corrispondenza di taleepoca non si sia manifestato. Du-rante il quarto trimestre invece ilmercato è andato sotto forte pres-sione a causa dell’alta produzio-

ne che non era assorbibile daidifferenti mercati. In generale, ilmercato europeo degli ananas,continua ad essere ancora diffici-le, come nei precedenti due anni.Il volume importato, spesso al disopra delle capacità di consumodei nostri mercati, e l’eccessivasegmentazione dell’offerta sonodue delle principali cause chespiegano le difficoltà del merca-to”.Per quanto riguarda i consumi“per entrambi i prodotti il consu-mo del 2012 lo stimiamo stabile

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Eccesso di offerta e crisi, prezzi di banane e ananas sotto pressione.

Cresce l’attenzione verso i brandUn 2012 particolarmente complesso per gli ananas

mentre le previsioni del primo semestre del nuovo annosono discrete, soprattutto per le banane. Il calo

dei consumi preoccupa, ma i grandi player investono

Da sinistra Canalella, Battaglio, Lasciarrea e Magrini

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rispetto all’anno precedente. Peri prossimi mesi, molto dipenderàdall’effettiva disponibilità di pro-dotto, che potrebbe causare undecremento nel consumo”.Sulle prospettive per i prossimimesi l’Ad di Simba sostiene che“per quanto riguarda le banane, iprossimi mesi saranno caratte-rizzati da una limitata produzio-ne a livello mondiale e pertantoci aspettiamo difficoltà da partedegli operatori a soddisfare le ri-chieste dei mercati e quindi pre-vediamo quotazioni in deciso au-mento. Relativamente agli ana-nas, dopo una fase difficile du-rante le prime settimane dell’an-no con volumi limitati, la produ-zione è in crescita, anche se ciaspettiamo volumi inferiori ri-spetto allo stesso periodo dell’an-no passato”.“Il nostro piano commercialeprevede, per entrambi i prodotti,una crescita importante in volu-me della distribuzione del nostromarchio Fratelli Orsero. Su talebrand oltre ad investire risorseper assicurare un prodotto di altaqualità, abbiamo programmato epianificato un importante pianodi comunicazione e marketingper accrescere ancora di più labrand awareness risultata co-munque già soddisfacente dopo ilprimo anno di lancio, grazie an-che alle operazioni di productplacement effettuate al cinemacon il film “Viva l’Italia” e in tvcon il seguitissimo programmaMasterchef. Continueremo ad in-vestire in pubblicità anche nel2013, supportando anche eventiimportanti e molto amati come ilGiro d’Italia”.Sulla fine della cosiddetta guerradelle banane Canalella sottolineacome “il primo importante cam-biamento nel sistema di importa-zione delle banane è avvenutonel 2006 con il passaggio da unsistema contingentato ad un si-stema libero. Ciò ha permessoanche a soggetti non strutturati esenza la sufficiente esperienza dientrare in questo complicatomercato. Ben presto si è arrivatiad una saturazione del mercato

nel primo periodo post "licenze".Attualmente assistiamo ad unriallineamento naturale e ad unarazionalizzazione dell’offerta. Inuovi accordi, che prevedono unprogressivo decremento del dazioall’importazione per i prodottiprovenienti dai Paesi centro e su-damericani, potrebbero causarenei prossimi anni una perdita dicompetitività dei prodotti origi-nari dai cosiddetti Paesi ACP(Africa, Caraibi e Pacifico). Po-tremmo quindi assistere ad unamaggiore concentrazione degliapprovvigionamenti in determi-nati Paesi che saranno favoritidalla diminuzione del dazio a di-scapito di quelli ACP.Per quanto riguarda invece iprossimi progetti del gruppo diAlbenga Canalella afferma che“F.lli Orsero, brand lanciato sulmercato da gennaio 2012, distri-buito nei mercati del sud Europa,ed in particolare in Italia e Spa-gna, non è stato concepito comeun prodotto di massa ma come si-nonimo di banane e ananas diqualità extra premium. Per que-sto il nostro obiettivo, da rag-giungere con un piano triennaleche coniughi strategie commer-ciali ed investimento pubblicita-rio, è quello di distribuire un pro-dotto top di gamma, che garanti-sca al consumatore gusto, fre-schezza e salubrità.I risultati dopo il primo anno so-no molto buoni: complessiva-mente abbiamo importato 38.393tonnellate di banane e ananas amarchio F.lli Orsero, che costitui-scono il 15% del volume totaleimportato da Simba nel bacinodel Mediterraneo.La distribuzione del prodotto èstata sostenuta da un piano co-municazione e marketing impor-tante, che ha dato ottimi risultatiin termini di gradimento delmarchio: già dopo la prima cam-pagna pubblicitaria abbiamo rag-giunto il 27% di brand awarenesse con il secondo flight è cresciutaanche la spinta all’acquisto crea-ta dalla presenza sui mezzi di co-municazione.Come per il 2012 anche per il

2013 abbiamo in programmaazioni di comunicazione e trademarketing nei principali paesi incui distribuiamo F.lli Orsero: Ita-lia e Spagna.Parlando di banane e ananas ingenerale, e non solo a marchioF.lli Orsero, Simba detiene le se-guenti quote di mercato: Italia18%, Spagna 22% (quota di mer-cato su banane e ananas, platanoescluso), Portogallo 26%, Grecia16%, Francia 11%”.Secondo Piero Casalini, direttorecommerciale di Del Monte Italia,“dal punto di vista commercialeil 2012 è stato un anno importan-te per Del Monte poiché abbiamoiniziato la distribuzione direttadei nostri prodotti in Italia e nelbacino Mediterraneo. Tale cam-biamento è risultato estrema-mente positivo sia per Del Monteche per i nostri clienti. A causadello scenario globale Europeoabbiamo subito una lieve contra-zione, anche se il consumatore,proprio in questi momento diffi-cili, continua a prediligere unostile di vita sano e presta ancoramaggiore attenzione alla qualitàdei prodotti”.“L’andamemento generale del bu-siness “banana” è stato positivo econtinueremo nello sviluppo ag-gressivo di tale settore anche nel

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2013. Per quanto riguarda l’ana-nas, Del Monte continua a posi-zionarsi come leader di settore,sia in termini di volumi ched’immagine, grazie ad una distri-buzione capillare su tutto il terri-torio Italiano. Metteremo inoltrein atto un efficente piano promo-zionale volto ad incrementare iconsumi su tutto l’anno 2013. Neiprossimi mesi continueremo asviluppare la nostra presenza sulmercato Italiano, cooperandocon differenti distributori Italia-ni. Puntiamo inoltre ad espande-re la nostra forza vendita su tuttoil territorio”.Pur confermando uno scenariogenerale tutt’altro che positivo,Casalini afferma di “rimaneremolto ottimista dato che, special-mente in questi moment di crisi,il consumatore rimane fedele aiprodotti di marca capaci di ga-rantire qualità ed affidabilità”.Per quanto riguarda il gruppo ildirettore commerciale ribadiscecome “Del Monte da sempre cer-ca di incrementare la qualita’ deisuoi prodotti investendo massic-ciamente nella Ricerca & Svilup-po. Del Monte si impegna inol-tre per uno sviluppo sostenibileal fine di mantenere fede allamission aziandale di fornire at-traverso la proprio frutta, prodot-

ti sicuri, eco-sostenibili e saluta-ri. Stiamo attualmente lavorandosu nuove varietà, disponibili neiprossimi anni, al fine di comple-tare la nostra offerta”.Luca Battaglio, presidente dell’o-monimo gruppo torinese, deli-nea un quadro generale del mer-cato, “in cui l’offerta rimane unodei fattori se non il fattore deter-minante. In particolare per l’ana-nas - spiega Battaglio - nel secon-do semestre dello scorso anno ab-biamo assistito a un’offerta ecces-siva di prodotto, specialmente traottobre e novembre. Questo feno-meno ha creato notevoli diffi-coltà sui prezzi. Ogni anno assi-stiamo a periodi, di tre, quattrosettimane, in cui le quotazioni ri-mangono su livelli bassi. L’aspet-to più preoccupante registratonella seconda parte del 2012 in-vece è stato il prolungarsi di talesituazione per almeno 10 setti-mane. Fortunatamente a dicem-bre i prezzi sono tornati su livelliaccettabili. A gennaio 2013 lequotazioni dell’ananas sono tor-nate a salire grazie a una dimi-nuzione di offerta dovuta all’arre-sto delle produzioni da parte deipiccoli produttori dei Paesi d’ori-gine. Finalmente sembra che ilmercato in questo inizio d’annoabbia ripreso vigore e si sia siste-mato. Rimane comunque il pro-blema dei consumi che, prezziaggressivi, promozioni e offerte,non tendono a risalire. La chiavefondamentale, specie sul lungoperiodo, sarà la qualità. Nel breveperiodo invece temo che il “fatto-re prezzo” rimanga ancora unelemento ancora assai importan-te”.Analizzando i due prodotti del-l’inchiesta per il comparto dellebanane i problemi sono stati mi-nori grazie a prezzi discreti e al-l’arrivo di quantitativi non ecces-sivi durante il secondo semestre2012, condizionato anche dallascarsa produzione in Ecuador. IlPaese sudamericano lo scorso an-no ha esportato solo 25 milionidi casse con l’Europa che ha ri-dotto gli acquisti di merce. Percompensare tale perdita gli

esportatori ecuadoriani si sonorivolti maggiormente ai Paesiasiatici, mediorientali e africani.“Per scongiurare nuovamente gliscenari che abbiamo assistito,specialmente nel secondo seme-stre 2012 con l’ananas, - aggiungeBattaglio - è necessario che ci siamaggiore responsabilità profes-sionale. È indispensabile gestirele produzioni in base alle effetti-ve richieste e allo stesso tempoimportare i quantitativi corretti.Invece spesso molti operatori so-gnano e sperano in volumi divendita irrealizzabili. È necessa-rio sapersi muovere entro i pro-pri limiti. Serve regolamentare leproduzioni e fare più program-mazione. Tuttavia in questo ini-zio d’anno sto notando una ten-denza a una maggiore attenzioneda parte degli operatori versouna più decisa concentrazionedell’offerta che potrebbe portarea una minore pressione e tensio-ne sui mercati”.Per quanto riguarda il gruppoBattaglio, che importa banane daColombia ed Ecuador e ananasda Costa Rica, il 2012 è stato unanno positivo. Solo come Batta-glio spa il fatturato è passato da100 a 114 milioni di euro. L’im-presa torinese ha venduto un mi-lione di casse di ananas e due mi-lioni di casse di banane. “Nel2013 - aggiunge Battaglio - pen-siamo di crescere ulteriormenteanche se con percentuali inferio-ri rispetto agli ultimi anni. Avre-mo senz’altro una maggior capa-cità di crescita quando sarà ope-rativo il nuovo magazzino di Ro-ma, che prevediamo di aprire nelprimo semestre 2014”.La società pugliese Ilfres, pur ri-manendo un’azienda orientata almantenimento di un’identità li-bera ed indipendente, ha presoparte al progetto di sviluppo daparte di Del Monte Fresh food diuna nuova rete vendita nel mer-cato italiano, a partire dal gen-naio 2012. Oltre a ciò, ha conti-nuato a sviluppare ed intensifica-re la commercializzazione di pro-dotti alternativi seguendo e inter-pretando le esigenze dei propri

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ESCHEDA PRODOTTOS

mercati - principalmente localiz-zati nel Sud Italia.Secondo Raffaele Lasciarrea, di-rettore commerciale e marketingdi Ilfres, “rispetto alla grande vi-vacità percepita a inizio 2012,crediamo che l’anno appena tra-scorso debba lasciare il posto adun 2013 ove la competizione tragruppi non potrà non tener con-to dell’inevitabile ridimensiona-mento generale dei consumi, di-retta conseguenza del quadro ma-croeconomico e della contrazio-ne del potere d’acquisto delle fa-miglie. Anche nel nostro mercatodi riferimento, area geograficameridionale, l’aumento di com-petizione conseguente all’inseri-mento sul mercato di un ulterio-re “top player” ha certamentesmosso equilibri sedimentati escatenato una “guerra di posizio-ne”.In tal senso, il mercato del SudItalia si conferma un’opportu-nità per alcuni, e un’insidia peraltri. A nostro parere, la necessitàdel dover mantenere quote dimercato si è espressa in alcunicasi in una gestione del creditocommerciale - da parte di alcunigruppi - meno prudente rispettoal passato.Ciò ha purtroppo generato feno-meni di distorsione di mercato edumping sui prezzi, motivo percui la nostra linea è rimasta quel-la di valorizzare i rapporti conso-lidati con la clientela storica, in-

serendo al contempo tutti quantihanno nel corso dei mesi mani-festato un rinnovato interessenell’adesione al progetto DelMonte”.In generale, nel 2012, il volumed’affari di Ilfres ha avuto un in-cremento sia sulle banane che su-gli ananas rispetto al 2011. “Sonostati infatti potenziati i servizi ele attività inerenti alla logistica eimplementati i sistemi di gestio-ne, prestando sempre molta at-tenzione al presidiare i costi dimovimentazione e stoccaggio”.“Sino a che il costo medio specifi-co di maturazione, movimenta-zione e consegna per singolo pal-let si mantiene entro livelli ac-cettabili è possibile mantenereuna “quadratura” del cerchio. Vi-viamo un momento storico incui le economie di scala contanomeno che in passato, le opportu-nità di acquisto si sono pratica-mente allineate per quasi tutti glioperatori del settore, motivo percui i costi operativi diventano lacartina al tornasole dello stato disalute di un’azienda. Razionaliz-zare continua ad essere, a nostrogiudizio, l’unica strada percorri-bile per questo 2013”.Secondo Giulio Magrini, della to-scana Agricola Gloria, “in Italiac’è sempre maggior attenzione aibrand. Il consumatore è partico-larmente attratto dal marchio,che incide sempre di più sullescelte al momento dell’acquisto.

In riferimento all’ananas l’im-prenditore toscano aggiunge co-me “tra fine anno e le prime set-timane di gennaio il mercato si pripreso ed è stato buono, mentrenei mesi precedenti la situazioneera un disastro. Abbiamo assisti-to a 7-8 settimane con prezzi divendita bassissimi a causa di uneccesso di offerta”.Sull’ananas stesso punto di vistadi Luca Garletti, titolare dellabergamasca McGarlet, dedita allaimportazione e vendita di fruttaesotica tra cui ananas, provenien-ti dal Ghana. “Nel 2012 l’ananas, che rimane ilprodotto esotico d’importazionecon il prezzo più basso presentenei supermercati, è stato spessovenduto sottocosto, a causa anchedi una produzione mondiale as-sai importante. Ma queste aggres-sive operazioni di promozione eofferte rischiano di disorientareil consumatore”. Per quanto ri-guarda i consumi Garletti rivelache non solo banane e ananashanno subito un arresto se nonun calo generalizzato ma anchel’esotico, in generale, ha cono-sciuto segnali negativi, “con unacontrazione anche del 15%”. “Inun mercato così difficile e sem-pre più stressante reputo che ri-marranno in piedi solo i più for-ti e i più organizzati. Chi non rie-sce a seguire l’intera filiera scom-pare”.emanuele.zanini @corriereortofrutticolo.it

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