Corriere Ortofrutticolo Maggio 2011

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Fiere, le pagelle del primo semestre PAG.28 Paolo Bruni: fare lobby ora o mai più PAG.7 Materie prime alle stelle Il packaging reagisce PAG.33 Arancia di Ribera, la Dop leva per il successo PAG.45 Aop Armonia, il Sud inizia a fare sistema PAG.49 Premesse discrete per pesche e ciliegie PAG.67 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR TECNOLOGIE e MACCHINARI 5 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE ANNO XXV - Nuova serie THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET Maggio 2011 - euro 6,00 TRA LUCI E OMBRE IN QUESTO NUMERO C orriere O rtofrutticolo Export su, consumi giù www.corriereortofrutticolo.it

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Corriere Ortofrutticolo Maggio 2011

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• Fiere, le pagelledel primo semestre PAG.28

• Paolo Bruni: fare lobbyora o mai più PAG.7

• Materie prime alle stelle Il packaging reagisce PAG.33

• Arancia di Ribera, la Dop leva per il successo PAG.45

• Aop Armonia, il Sud inizia a fare sistema PAG.49

• Premesse discrete per pesche e ciliegie PAG.67

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

TECNOLOGIE e MACCHINARI

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M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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TRA LUCI E OMBREIN QUESTO NUMERO

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Comunicare, comunicare, comunicare.Se c’è un messaggio forte uscito dalla re-cente assemblea di Fruitimprese è pro-prio questo. L’associazione degli esporta-tori/importatori (ma in larga parte an-che produttori) ha evitato toni trionfali-stici, come poteva suggerire il primatodell’export ortofrutticolo del 2010, pun-tando piuttosto su una fredda analisi del-lo stato dell’arte. E lo stato dell’arte foto-

grafa un settore sì dalle grandi potenzialità, con impresedinamiche e innovative, ma al tempo stesso fragile nellapercezione del consumatore, e quindi debole nelle motiva-zioni che portano all’acquisto. Al punto che Gino Pevianiha sottolineato che anche il sorpasso sul vino “non ha mo-tivazioni strutturali ma solo una congiuntura favorevole”. Eanche il saldo attivo della bilancia commerciale è certa-mente positivo rispetto all’orribile 2009 ma negativo ri-spetto al 2008; insomma il settore è esposto a qualunquevento. E anche il paragone col vino è penalizzante. Il vinonell’immaginario collettivo non è vissuto come un ali-mento “che fa bene alla salute”, al contrario dell’ortofrutta;eppure il vino è alimento glamour, gode di buona stampa,fa moda, ha un posto d’onore nel made in Italy alimentaree nell’Italian way of life all’estero. Invece l’ortofrutta, ali-mento toccasana, che gode di un sentiment positivo, scon-ta mille criticità che sul mercato si traducono in scarse mo-tivazioni all’acquisto. Ne ha tracciato un quadro (desolan-te ma veritiero) Philippe Binard di Freshfel. In Europa dal2004 al 2009 si sono persi 100 grammi giornalieri di con-sumo a testa; sui consumi pesano polemiche negative intema di prezzi, di salubrità, di scarso valore nutritivo e or-ganolettico.Ma il bello deve ancora venire. La mancanza di fondi ade-guati per la promozione (anche qui il paragone col vino èaddirittura umiliante) fa sì che proliferino loghi e messag-gi generici e poco significativi mentre l’immagine positi-va, salutista, del settore viene sfruttata da chi mette la frut-ta sul packaging ma non dentro il prodotto. In sostanzal’immagine spesso viene ‘rapinata’ dall’industria alimen-tare. Tirando le somme Binard propone la strategia dellequattro C: coordinamento, cooperazione, competizione,comunicazione. In una parola la lobby dell’ortofrutta si de-ve muovere, deve fare lobby, anche perché siamo alla vigi-lia di grandi riforme in sede comunitaria. Come dire: senon ora quando? Dall’Europa all’Italia il quadro non cam-bia. Gino Peviani ha stilato un lungo cahier des doleancesche non fa sconti a nessuno: all’indifferenza del mondoistituzionale, alla scarsa educazione del consumatore, a tut-ti quanti ignorano la complessità del lavoro che c’è dietroil percorso dell’ortofrutta dai campi ai banchi del negozioo del market.Se il quadro è questo, se la diagnosi è corretta , non c’è dub-bio che bisogna mettere in pratica una terapia adeguata.Solo una grande alleanza del mondo produttivo, che facciapiazza pulita delle diverse, frammentate, deboli e spesso

inutili rappresentanze attuali, può mettere in campo unprogetto di rilancio dei valori economici, sociali e saluti-stici dell’ortofrutta fresca. Non si può più stare in trincea asubire l’aggressività altrui, e spesso il fuoco amico di altriprotagonisti della filiera. Il mondo privato, che rappresen-ta almeno il 50% dell’export nazionale, fa bene a chiederepari dignità di condizioni con quello cooperativo ma - pro-prio perché il privato ha meno lacci e laccioli politi-co/sindacali - deve promuovere con decisione azioni dilobby a tutela dell’immagine del settore. Con chi? Con chici sta, rispondiamo noi. Le grandi potenzialità del comparto, il dinamismo delleimprese che sfidano i mercati globali vanno messe al ser-vizio di un progetto che deve far perno su una comunica-zione aggressiva, che parli al consumatore dei valori realidel prodotto e del sistema ‘ortofrutta Italia’, del lavoro e de-gli sforzi di innovazione che stanno dietro alla catena delfresco, dei prezzi al consumo che sono tra i più bassi sulmercato e delle garanzie di qualità che sono tra le più alted’Europa. E nei confronti delle istituzioni e della politica non si puòpiù tacere. Si deve chiedere, ad esempio, perché dopo averspeso tanto per disciplinare la vendita diretta dei prodottiagricoli, non si faccia niente (e sottolineo niente) per di-sciplinare - o almeno regolare, come si fa in Francia - lacontrattazione con la Gdo, in particolare dando certezzesui tempi di pagamento e limitando le promozioni più ag-gressive che - è dimostrato - non fanno crescere i consumi,ma abbassano solo i margini. Così come alla politica si de-ve chiedere perché dopo tanto impegno sul varo della leg-ge sull’etichettatura di origine, non si faccia niente per so-stenere le imprese che esportano il made in Italy nel mon-do. C’è un nuovo ministro, sudista, siciliano, provenienteda una grande regione dell’ortofrutta, dove si vivono tuttele contraddizioni del settore. Sarà il caso di chiedergliudienza e capire da che parte sta. E di trarne tutte le con-seguenze.

[email protected]

✍ Lorenzo Frassoldati

L’immagine rapinataEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3M a g g i o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCOChiami il tuo pizzaiolo di fiducia e ti arriva la “Napoli” conuna lattina di Coca Cola in omaggio. Così scopri che le lat-tina rosse celebri in tutto il mondo sono al centro di unacampagna promozionale e di marketing colossale. AncheNestlè si sta dando da fare creando la community ‘Panciapiatta’ su Facebook e Twitter per promuovere cereali e bar-rette fitness. Come dire: anche i colossi reagiscono alla cri-si con idee innovative. E l’ortofrutta, l’unica che ha davve-ro valori salutistici da vendere, che fa? Dopo la campagnasoporifera sui ‘5 colori della salute ‘ è calma piatta. La bel-la addormentata nel bosco continua a non informare gliitaliani sui propri valori. Forse che, al contrario di CocaCola e Nestlè, non ha bisogno di vendere? *

PUNTASPILLI

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M a g g i o 20114 www.corriereortofrutticolo.it

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRYPACK pagina 33APO CONERPO pagina 15APOFRUIT pagina 12CHIQUITA pagina 1CIESSE PAPER pagina 11CONSERVE ITALIA pagina 56CONS. VIGNOLA pagina 69CORSI pagina 28CPR SYSTEM copertina ICSO pagina 6EOS pagina 9-44EURO POOL SYSTEM pagina 34FRANCESCON pagina 65F.LLI ANCONA pagina 67

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i eM A G G I O 2 0 1 1

S O M M A R I O

Il bilancio delle fiere di settore PAG.28 Imballaggi, l’handicap dei costi PAG.33

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

ti vendita ha raggiunto il 10% del mercato 58

LOGISTICAConsorzio Zai di Verona “anticiclico”E ora strizza l’occhio ai porti 61

Logistica flash 62

In copertina - Assemblea FruitimpreseUn primato non fa primavera 23

In copertina - Assemblea FruitimpreseIn 34 nel nuovo Consiglio FruitimpreseResteranno in carica fino al 2014 24

In copertina - Assemblea FruitimpreseIl prezzo non è tutto 27

Primo piano - Fiere & bilanciLa pagella delle fiere del 2011 28

Primo piano - Fiere & bilanciPatrocinio del Ministero e dell’Unione Europea al Green Med InternationalForum di Tunisi 32

Crisi e boom delle materie primeL’imballaggio soffre ma non si spezza 33

Dopo Fefco arriva anche Brc Packaging:

ATTUALITÀ

EDITORIALEL’immagine rapinata 3

INTERVISTABruni: «sinergie, economie di scala,promozione, lobby… Ora o mai più» 7

BORSINO DELLE AZIENDEDel Monte, Cso, Consorzio il Biologico 10

LETTERE DEI LETTORILettere aperta a Davide Vernocchi 13

GENTE & FATTIFinaf, presidenza a Roberto CeraGuiderà otto Op italiane e due francesi 16

Mercato di Fondi elegge Pesca-Raymondocon la “benedizione” della Polverini 17

NOTIZIARIOContratto di settore rinnovatoMa Cgil non lo sottoscrive 18

La vespa del castagnodistrugge i marroni della Marca 18

Cala il prezzo degli ortaggi nei campi:aprile chiude in rosso 20

Industria del food e Gda, sentiment variegati 20

Frutta e agrumi, primo trimestre“no” dei consumi: -8,7%, il dato Ismea 21

Un libro ripercorre gli 80 annidi storia dei periti agrari di Verona 21

Presentato “La patata”,13mo titolo di “Coltura&Cultura” 22

BIOLOGICO NEWSBtoBio calamita 840 operatori esterie Tuttofood richiama 40 mila visistatori 52

DISTRIBUZIONESelex continua a correre: con oltre 3 mila pun-

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5M a g g i o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Aop Armonia, il Sud fa sistema PAG.49 Incognita Spagna per le pesche PAG.67

Ortofrutticolo

GARDEN FRUTTA pagina 63ILIP pagina 37LA COSTIERA pagina 13L’INSALATA DELL’ORTO pagina 43MONTINI pagina 2MONSANTO DE RUITER pagina 19MONSANTO SEMINIS pagina 26PLASTIC NORD pagina 39RIJK ZWAAN pagina54-55ROSARIA pagina 30TIBERPACK copertinaIIIUNITEC pagina68-72VALFRUTTA FRESCO pagina 60

INSERZIONISTI

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

da Agrypack l’igiene degli imballi è certificata 36

Fragole, ecco Pir5. Anticipa Candonga 41

Asparago di Altedo, controlli più severi 41

Task force e indennizio ai produttoriKiwi, le proposte anti-batteriosi 42

Mele, vendite ok 43

Arancia di Ribera, Dop strategicaper incrementare ricavi e partner 45

Sos dall’Emilia Romagna: troppa burocrazia, difficile gestire e dare valore ai prodtti tipici 46

120 milioni di tons di agrumi nel mondo 46

IV gamma, Bonduelle “risorge” ecrea efficienza nella bergamasca 47

Approvato al Mercato di Milano, il piano di rilancio e riqualificazione 48

A Padova e Verona, via libera ai documenti consuntivi. Nuovi canali commerciali, fotovoltaico e logistica più efficiente 48

SCHEDA PRODOTTO

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie,interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ I colossi delle bananeInchiesta per fare il punto su come igrandi gruppi gestiscono l’enormebusiness delle banane: da Chiquita aDel Monte, da Dole a Fyffes, le strate-gie e le novità sul mercato mondiale,nello scenario europeo e in Italia.

☛ Frutta estiva, primi bilanciEstate al via con premesse discrete perle principali specie frutticole. Sulprossimo Corriere Ortofrutticolo ilpunto sull’andamento commerciale dipesche e nettarine, ciliegie, cucurbita-cee.

☛ Pomodori, meloni, angurie “Doppia” Scheda prodotto nel numerodi giugno del Corriere: in una si parladi pomodori, nell’altra di meloni eangurie. Approfondimento del trendproduttivo e mercantile in Italia e ne-gli altri Paesi vocati. Interviste aglioperatori con dati, trend varietali, pro-blematiche.

PESCHE E NETTARINEQuantitativi stabili, raccolti in lieve anticipo. Il pericolo numero uno? La Spagna 67

Europech: in Europa 3,6 milioni di tonnellate, dato analogo a quello del 2010 68

CILIEGIEPremesse discrete ma tante variabili.Clima, qualità, concorrenza, prezzi:la ciliegia spera di fare poker 69

Si torna a investire. Innovazione essenziale 71

Aop Armonia, il Sud che fa sistema 49

Ortaggi, Monsanto apre in Sicilia un Centro di Sperimentazione 50

Terremerse, parola d’ordine “diversificare” 51

Fatturato e volumi “su” per Opo Veneto 51

Francia, Interfel impone un “dazio”per la promozione e limita i calibri 64

Spagna, rischia la chiusura anticipa la campagna produttiva delle fragole 64

Mondo flash 66

EUROPA-MONDO

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● Lorenzo Frassoldati

Paolo Bruni è stato un pionieredella comunicazione dell’orto-frutta e oggi si scopre quantoquesto settore abbia bisogno dicomunicare di più e meglio isuoi valori. Dopo ruoli di primopiano ai vertici del sistema or-tofrutta Italia (16 anni all’ApoConerpo e 6 anni a FedagriConfcooperative), oggi Bruni èimpegnato su due fronti, quelloeuropeo come presidente delCogeca (la lobby delle coopera-tive agricole Ue) e quello nazio-nale come presidente del Cso diFerrara, un centro servizi in for-te sviluppo. Ci può dare qual-che anticipazione?“Il settore ortofrutticolo oggi ècaratterizzato da una elevata di-namicità, una evoluzione checoinvolge non solo il mondo pro-duttivo ma anche quello dei ser-vizi e della filiera. Per questo ilCso, in questa fase in cui è sem-pre più accesa la globalizzazione,intende investire sulla filiera,una filiera interamente made inItaly che prevede l’ingresso inCso di Mediterranean Fruit Com-pany, associazione di imprese al-l’avanguardia nel settore dellemacchine per il confezionamen-to di ortofrutticoli freschi, per lacostruzione degli impianti diconservazione, delle serre, degliimballaggi. Lavoreremo ancheper l’allargamento alla presenzaistituzionale di altre Regioni chepossano, come già oggi fal’Emilia Romagna, sostenere ilCso per dare un servizio alla pro-pria ortofrutta. E non escludo ul-teriori allargamenti ad altri seg-menti importanti della filiera.Solo così si possono oggi affron-tare le sfide della internaziona-lizzazione, creando sinergie ca-paci di generare economie di sca-la, e soprattutto costruendo un si-stema in grado di essere presen-

te sui principali mercati mondia-li, come quello americano, quel-lo russo o quello asiatico”.

L’ortofrutta, fresca del primatonell’export, manca di un tavolonazionale e la rappresentanza èancora frantumata tra coopera-tive, privati, unioni di prodot-to… Il Cso può diventare la spi-na dorsale del sistema Ortofrut-ta Italia?“Questo dipenderà ovviamentedalla volontà dei protagonisti, ioposso dire che il mondo produtti-vo ortofrutticolo risente degli ef-fetti negativi dovuti all’eccessivaframmentazione delle impreseche devono affrontare un merca-to che sempre si rivolge alla Mo-derna Distribuzione che, nono-stante il calo dei consumi, guada-gna ogni anno circa 1 punto per-centuale nelle vendite, raggiun-gendo ormai in molte zoned’Italia oltre il 60 % del mercatodei prodotti ortofrutticoli. Oggiil Cso associa 54 imprese cheproducono e commercializzanoortofrutticoli che rappresentanouna parte consistente della pro-duzione italiana e che hanno se-de in 11 regioni del territorio na-zionale. Cso è una struttura diservizio alle imprese, in grado dimodulare la propria offerta sulla

base delle effettive necessità delmercato e delle aziende associate.Svolge anche senza dubbio unruolo di indirizzo attraverso ilmiglioramento delle conoscenzeed è in grado aiutare le impresenello svolgimento delle propriefunzioni. Un ruolo tecnico che siaccresce man mano che aumen-tano il numero di aderenti”.

La spesa pro capite degli italia-ni per ortofrutta è di 1,50 eu-ro/giorno, come un cappucci-no. E i consumi calano. Qui bi-sogna esportare di più, ma an-che rilanciare i consumi inter-ni. Dovrebbe essere facile perprodotti che danno salute e be-nessere, invece… Forse manca-no strategie innovative e corag-giose anche su questo fronte?“Quando si ascolta la radio o siguarda la televisione spesso siparla del “caro prezzi dell’orto-frutta”. In realtà ogni famiglia ita-liana spende meno di 600 euroall’anno per approvvigionarsi difrutta e verdura fresca, propriocome dice lei, poco più di 1,5 eu-ro al giorno, qualche spicciolo inpiù di un cappuccino al giorno.L’emorragia dei consumi, sembracomunque arrestata, dal 2005 adoggi, stiamo assistendo ad un lie-ve recupero dei consumi, ancoratuttavia ben lontano dai consumidei primi anni 2000. Se non vo-gliamo incorrere in importanticrisi di mercato dobbiamo faredue cose: primo, esportare di più.Ma per farlo serve l’impegno ditutti, in particolare delle istitu-zioni che devono aiutare il siste-ma ad abbattere quelle barriere,in particolare quelle fitosanitarieche impediscono alle produzionieuropee di essere esportate inmolti paesi del mondo. Alcuniesempi importanti sono gli Usa,la Corea, il Giappone ma ancheverso Paesi più vicini a noi, adesempio la Russia, un importante

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Bruni: «sinergie, economie di scala,promozione, lobby... Ora o mai più»

Il presidente di Cogeca e Cso detta le linee guida

indispensabili per il rilancio

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mercato che frequentemente usal’arma dei residui per scoraggiarele esportazioni verso quel merca-to. Dunque gli Stati membri e laCommissione europea debbonoessere al fianco dei produttori efarsi carico di favorire il “ricono-scimento degli scambi reciproci”.Secondo aspetto, ancora più im-portante, è quello salutistico. Èormai riconosciuto da tutti comeil consumo di ortofrutta sia indi-ce di maggior salute. Dobbiamocercare di valorizzare al meglio,queste nostre conoscenze, dob-biamo comunicare a tutti i con-sumatori i reali benefici arrecatial nostro corpo, aumentando ilconsumi di frutta e ortaggi. Passiavanti ne abbiamo fatti, attraver-so il progetto Frutta nelle scuolead esempio, una emanazione del-la Commissione europea. L’Italia,attraverso le sue Op e le sue im-prese è al primo posto in Europanella distribuzione della frutta aigiovani in età scolare. Un passoimportante per formare ed infor-mare i consumatori di domani”.

E con la Gdo siamo sempre subarricate opposte?“La Gdo, lo abbiamo detto prima,è un grande collettore di prodot-to, un sistema in grado di acqui-stare grandi masse, in tutto ilmondo, con una forte capacità dimettere in concorrenza le impre-se fornitrici. Le imprese italiane,comprese quelle aderenti al Cso,non sono però sufficientemente

grandi per competere con legrandi insegne distributive euro-pee, basti pensare che le prime 5catene distributive europee gesti-scono oltre il 60 %del commerciodel continente. Serve quindi unforte impegno della politica peraffermare quelle regole compor-tamentali in grado di: favoriretempi di pagamento più brevi;maggiore trasparenza nelle tran-sazioni commerciali; un marginesufficiente ai produttori per re-munerare i costi di produzione.Per fare questo serve una baseproduttiva unita in una Interpro-fessione forte, che però in Italiastenta a decollare. Meritevolel’iniziativa dell’assessore emilia-no all’Agricoltura Tiberio Rabbo-ni di costituire una interprofes-sione del pomodoro e della pata-ta nella sua regione. Di buon au-spicio è anche la costituzione delForum di Alto Livello per la com-petitività delle imprese agroali-mentari voluto dal vicepresiden-te della Commissione Ue Anto-nio Tajani di cui mi onoro di farparte. Si spera che tale Forumpossa sfociare nel riequilibriodel valore della catena alimenta-re in cui i produttori agricoli so-no la parte più penalizzata”

Da Bruxelles arrivano brutti se-gnali, le richieste dei Paesi or-tofrutticoli (gestione della crisi,rafforzamento del ruolo delleOp) non vengono recepite. E in-vece crescono burocrazia e in-

terpretazioni restrittive dei re-golamenti comunitari. Il Coge-ca che fa?“È vero. Quella di questi mesi èstata una vera e propria battagliache ha visto molte forze in cam-po per difendere un regolamen-to, quello, per intenderci, del-l’Ocm ortofrutta che ha portatotanti benefici al settore. Purtrop-po non siamo sufficientementeuniti per contare di più. A livel-lo europeo a fronte della messa adisposizione di risorse pari al4,6% del valore della produzionecommercializzata (compresa lagestione delle crisi di mercato)si spende poco di più del 3%. InItalia il livello di adesione alleOrganizzazioni dei produttori, èdi poco superiore al 35%. Due se-gnali di debolezza che non inco-raggiano la Commissione Ue aprendere decisioni importanti afavore del settore. Comunque afronte di alcune situazioni nega-tive, ve ne sono altre positive,conquistate con il contributo ditutti. Ma non smetteremo di lavo-rare per difendere gli interessidei nostri ortofrutticoltori. Oggiquello che ci preoccupa sono lecrisi di mercato che minano ilreddito delle imprese ed il lorofuturo. Questo è un tema trasver-sale che non tocca solol’ortofrutta ma anche altri setto-ri produttivi che devono difen-dersi dalle speculazioni. Tutto ilmondo produttivo e quello coo-perativo in particolare, è mobili-

CorriereOrtofrutticolontervista

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tato a produrre idee, a presentareproposte concrete per otteneredomani quello che non siamoriusciti ad ottenere oggi. Tuttoquesto sarà possibile solo se cisarà la sicurezza e la disponibi-lità delle risorse per un settoreche possiamo considerare di pic-cole dimensioni ma che pesa peroltre il 17% del valore della pro-duzione agricola europea”.

I mercati si stanno globalizzan-do: Russia e Ucraina hanno as-sorbito nel 2010 oltre il 50% ditutto l’export europeo. L’est stadiventando lo sbocco di tutto ilbacino euro-mediterraneo. Que-sto non cambierà i rapporti trasponda nord e sud del Mediter-raneo? Continueremo a farciconcorrenza o non si dovrebbelavorare assieme, cercandol’integrazione di prodotto? Chedice la cooperazione? “Il mercato dell’Est europeo è im-portante per tutti i paesi produt-tori. Tutti guardano al mercato

russo, a quello ucraino e dei pae-si baltici, in grado di assorbiregrandi quantità di merce, in unmomento in cui il mercato tede-sco diminuisce le importazionivisto l’aumento delle proprie pro-duzioni interne (mele, asparagi,fragole ecc). Un mercato quellorusso al quale guardano con par-ticolare interesse anche i paesidella riva sud del mediterraneo,che dal prossimo anno divente-ranno nuovi competitors nellanuova area di libero scambio delbacino del Mediterraneo. Oggi inRussia si guarda ancora molto alprezzo del prodotto offerto, vendechi offre il prezzo più basso, dun-que non siamo certamente noiitaliani che possiamo competere.Noi non siamo favoriti ma abbia-mo a disposizione prodotto di al-ta qualità che pensiamo possa di-ventare sempre più un valore ag-giunto. Il Cso per monitorare lasituazione commerciale ha rea-lizzato, in collaborazione Mfc unapposito ufficio (La casa Russia)

che ha come obiettivo il monito-raggio dei prezzi di mercato e lavalorizzazione delle nostre pro-duzioni in quel Paese. Ritornan-do al tema vorrei comunque af-fermare che una situazione con-flittuale fra Paesi produttori nongiova a nessuno (anche se è purvero che i produttori di pomodo-ro da mensa europei soffrono laconcorrenza delle produzionidella riva sud). Molto lavoro è sta-to fatto e molto resta ancor da fa-re, anche in questo caso bisognarispettare gli impegni sia in ter-mini di quantità esportate in ba-se agli accordi stipulati ed aiprezzi di riferimento concordati.Serve una maggiore collaborazio-ne fra i differenti Paesi per moni-torare meglio le disponibilità diproduzioni ed i calendari produt-tivi, per evitare le tanto temutecrisi di mercato. Il sistema coo-perativo europeo deve vigilare efarsi promotore di idonee inizia-tive qualora gli accordi non ve-nissero rispettati”. ●

CorriereOrtofrutticolo L’INTERVISTAI

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M a g g i o 201110 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

☛ Del MonteNiente è per sempre. La separazionetra Del Monte e Simba ha una datanon più lontana: 31 dicembre 2011.Certa? Sembra propro di sì. Manca lacomunicazione ufficiale. Le premes-se invece ci sono tutte e nessuno lesmentisce. Motivi complessi ma an-che semplici dietro a un divorzioclamoroso. Gli americani voglionorecuperare terreno in Europa dovestanno perdendo posizioni nei con-fronti dei tradizionali competitoriglobali e dove sono infastiditi dalleagenzie regionali che importano e distribuiscono frut-ta esotica, un business da miliardi di dollari che fa golaa tutti. La crisi economica generale e le politiche dellegrandi catene distributive hanno fatto crescere a millela competizione in Europa con Chiquita, Dole, Fyffes euna serie sempre più fitta di comprimari aggressivi,ben posizionati anche in Italia. Dole è un colosso ma èforte soprattutto in America, Chiquita e Fyffes invecesono sempre più agguerrite nel Vecchio Continente; aDel Monte non può bastare la supremazia in Asia. CosìDel Monte intende reagire, anche sul terreno europeo,al risultato 2010 influenzato da un quarto trimestre innetta perdita (9,6 milioni di dollari come riportato dal-la rivista americana The Packer) a fronte di risultati po-sitivi di alcuni competitor (o addirittura molto positivi

nel caso di Fyffes). Reagire come?Agendo direttamente. Negli uffici eu-ropei di Montecarlo c’è già movimen-to, si stanno prendendo le misure allanuova sfida. È partita la “campagna ac-quisti”. Un manager importante di Chi-quita Italia sta facendo le valigie e daluglio sarà al lavoro alla Del Monte.Simba, società del GF Group di Alben-ga controllato dalla famiglia Orsero,rappresenta da oltre 30 anni la multi-nazionale americana gestendo la di-stribuzione della frutta a marchio DelMonte non solo in Italia ma anche in

Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e Slovenia per ungiro commerciale che già 10 anni fa sfiorava le 300 mi-la tonnellate, per oltre il 70 per cento banane, per circail 25 ananas, poi meloni e altra frutta. Il fatturato po-trebbe aggirarsi sui 200 milioni di euro e forse più con-siderando che Chiquita Italia (dato ufficiale) commer-cializzando 250 mila tonnellate ha fatturato, nel 2010,180 milioni di euro. Del Monte nella sola Italia ha co-munque fatturato meno visto che vende nel nostro Pae-se più o meno il 50 per cento di quanto Simba ha di-stribuito in tutti i Paesi di competenza. Quali ripercus-sioni può avere su Simba e quindi su Fruttital il divor-zio da Del Monte? E come reagirà il gruppo di Albenga?Per ora non si può dire. Certo, lo scossone è forte, qua-si uno tsunami. Né su né giù

☛ Cso In un’ottica di rafforzamento, sono previ-ste ulteriori novità al Centro Servizi Orto-frutticoli di Ferrara. Il CSO dovrebbe assor-bire in tempi brevi Mediterranean FruitCompany facendone una branchia per losviluppo di attività internazionali e di pre-

senze a manifestazioni estere. Potrebbeinoltre essere inserita a livello managerialequalche nuova figura e non è nemmenoescluso qualche cambio importante ai ver-tici. Continua nel frattempo la campagnaacquisti, con associati di settori diversi del-la filiera ortofrutticola. Su

☛ Consorzio il BiologicoSoddisfatti dei risultati 2010 del Consorzio il Biologico ilpresidente Lino Nori e il vice presidente Fabrizio Piva(nella foto). A conferma che il settore in Italia è in cre-scita, il consorzio ha registrato un utile in aumento diquasi il 58 per cento. La società controllata CCPB srl ècresciuta dell’8,14 per cento nel fatturato e del 9,16 percento nell'utile netto. Il Consorzio ha partecipazioni inIthaca srl, Bioqualità srl, IMC srl, il che ne fa uno deigangli vitali del settore biologico italiano. L'assembleaannuale si è svolta il 20 maggio in un agriturismo di Ca-stelfranco Emilia ed è stata arricchita da un seminariointernazionale sul biologico, che ha visto importantipresenze (Enrico De Ruvo dell' Ismea, che ha fatto il

punto sul mercato interno, Udo Censkowsky di OrganicServices che ha approfondito il mercato del biologico alivello internazionale, Roberto Della Casa, Roberta Chia-rini e Teresa De Mattheis del ministero), a conferma cheil Consorzio non smette mai di fare cultura di settore. Su

BORSINO DELLE AZIENDE

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CorriereOrtofrutticolo LETTERE deiLETTORIL

Caro Presidente Vernocchi,Le scrivo perché è stato recente-mente eletto presidente della piùimportante associazione fra pro-duttori (oltre 10 milioni di quin-tali di merce da collocare) e per-ché la considero il rappresentan-te delle nuove generazioni. Le au-guro di poter far contenti i suoiassociati presto. Ritrovare cifre inascesa non dovrebbe essere diffi-cile visto che abbiamo toccato ilfondo. A suo favore ha trovatotanti fattori positivi: aggregazio-ni ed economie di scala già in es-sere, fondi comunitari ancora ac-cettabili, un’organizzazione delsettore ortofrutta nazionale cheha il suo peso nelle istituzioni diBruxelles.Ho l’impressione che più di così iproduttori ortofrutticoli emilia-no-romagnoli associati non pos-sano sperare. Da anni la spinta acooperare segna il passo e le or-ganizzazioni regionali dovrebbe-ro prenderne atto, accettare diaver raggiunto ottimi traguardied operare attivamente per con-solidare i risultati. Questo sem-plicemente per rimettere in mo-to una nuova politica che, attra-verso nuove alleanze, possa mira-re a nuovi traguardi.Si tratterebbe di un’inversione ditendenza che dopo tanti anni di

forti contrasti con altri mondinon si presenta certo facile. Pertroppo tempo, infatti, la produ-zione ha visto nei vari attori del-la distribuzione un nemico dacombattere: prima erano i com-mercianti-esportatori insediatiin gran numero in vari centridella Regione, in seguito il setto-re dei servizi che veniva bollatocome parassitario e, ultimamen-te, il dettaglio con le accuse allaGdo di sfruttare la propria posi-

zione egemonica sopratutto persucchiare il sangue agli agricolto-ri. Alcuni degli antidoti messi incampo non possono certo risolve-re i problemi. Farmer’s markets eKm zero sono interessanti manon potranno mai incidere mol-to, quantitativamente parlando.Se partiamo dal dato certo che laquota di mercato della Gdo in Ita-lia non supera il 50%, viene da di-re che, nonostante la potenza del-

le forze in campo, sia dal latoproduzione (le cooperative) chedal lato dettaglio (i supermerca-ti), l’intermediazione commer-ciale ha mostrato una vitalità eduna resistenza incredibile for-nendo al mercato interno l’altro50 % ed all’estero molto di più. Se questo è vero, perché non av-viare una collaborazione con gliintermediatori commerciali efarseli amici e coinvolgerli nellestrategie future? Sul mercato in-terno ci sono Mercati all’ingrossomal serviti, una quarta e quintagamma in pieno fermento, la Ho-reca in forte espansione grazieall’aumento dei pasti fuori casa.Vedo possibilità di migliorare iservizi in tutte queste direzioni.Non facendoli tutti in proprio masfruttando le varie professiona-lità.È anche risaputo, poi, che la glo-balizzazione ci permetterà di co-prire su almeno 60-70 mercati delmondo le fasce alte di gamma didiversi prodotti nei quali l’Italiaè già leader. Non penso soltantoalle specie già affermate comekiwi, pere, nettarine o susine.Penso alle potenzialità tutte dasviluppare che hanno solo peresempio prodotti come le albi-cocche di Imola, i cachi di Faen-za e le ciliegie e le susine di Vi-

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Lettera aperta di Drahorad a Vernocchi

«Urge un patto tra produzione ecommercio per dare fiato al settore» Rolando Drahorad e Davide Vernocchi

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LETTERE dei LETTORILgnola. Penso anche a patate e ci-polle e penso anche a tutto ilcomparto biologico.Un’epocale inversione di tenden-za dovrà essere operata in pochis-simi anni. Invece di raccoglierefrutta già matura atta ad arrivaresu mercati dietro casa come Ita-lia e Germania si dovrà agire incampagna, almeno per una partedei quantitativi, come fanno ipaesi dell’emisfero sud. Essi rac-colgono mediamente due tregiorni prima delle nostre dateperché sanno che i loro prodottidovranno affrontare un viaggiolungo alcune settimane. Ugualeattenzione dovrà essere posta sul-le tecniche di refrigerazione e diconservazione.Il compito dei produttori dovràin futuro essere sempre più quel-lo di produrre ortofrutta adatta aquesti nuovi mercati e/o fasce diconsumatori, concentrando glisforzi più su quel versante e dele-gando per i compiti distributivo-commerciali chi quel lavoro lo faper vocazione.A Lei come presidente di Apo Co-nerpo non mancheranno ulterio-ri compiti che richiedono inno-vazione e leadership anche a li-vello politico-operativo. Peresempio c’è tutto il vasto mondodella logistica da migliorare(pensiamo solo alle lentezze deinostri porti) e c’è tutta la promo-zione da portare avanti. Perquanto riguarda quest’ultima do-vrebbe essere chiaro a tutti cheun miglioramento dei prezzi aldettaglio avrebbe come effettouna ricaduta di uguale portatasulla produzione, al netto dellespese pubblicitarie. L’unione ditutte le forze in campo per co-struire un brand vero per le pereemiliane, ad esempio, sarebbe unforte segnale di discontinuità. Fi-nalmente entrerebbero in campostrategie e tecniche di marketingche per troppo tempo sono statetrascurate.In un’intervista recente a Italia-fruit Lei accenna già a questoquando dice: “…qui l’aggregazio-ne avrebbe un respiro diverso:l’obiettivo diviene creare valore

al consumo coordinando l’im-missione del prodotto sul merca-to. Non siamo abituati a questaprospettiva e fatichiamo a supe-rare gli individualismi, ma chipaga alla fine sono i produttori.Nella mia nuova veste di Presi-dente di ApoConerpo voglioprendere in mano la cosa verifi-cando in questo anno di mandatose e cosa si possa fare per miglio-rare la situazione”.Sono d’accordo con Lei anchequando mette il dito sulla piagadelle crisi ricorrenti in agricoltu-ra come quando denuncia il mal-costume dei supermercati italia-ni di imporre balzelli infiniti e diprocrastinare i pagamenti oltreogni limite lecito. Spero che Leinon si faccia distrarre troppo dal-le piccole beghe di bottega ed ab-bia la determinazione di operareuna svolta guardando lontano esostituendo molti degli strumen-ti che ormai si mostrano usurati.Auguri!

Rolando DrahoradVignola, Modena

Nuove alleanze, verte attorno aquesto concetto la lettera dell’ami-co Rolando al neopresidente Ver-nocchi. Partiamo da due dati difatto: la crescente disillusione dellabase produttiva per prezzi quasimai remunerativi, il venir menodella spinta propulsiva verso nuoveaggregazioni (perché poi farle?,tanti sforzi per cambiare poco onulla), la difficoltà quasi insor-montabile di trovare un rapportodignitoso con la Gdo stantel’indifferenza della politica versol’agricoltura in generale, ed in par-ticolare verso il comparto ortofrut-ta. Se non si ha il coraggio di per-correre strade nuove, innovative ecoraggiose, difficilmente si coglierà

l’obiettivo di “creare valore al con-sumo” come auspicato da Vernoc-chi. Fra l’altro, bisognerebbe rivita-lizzare l’istituto dell’Interprofessio-ne, renderla realmente operativa,ma anche qui servirebbel’intervento della politica, che inve-ce si occupa solo di etichette e far-mers market. La proposta diDrahorad di creare nuove alleanzetra le grandi Op e il vasto mondodell’intermediazione commercialeva nel senso, tante volte anche danoi auspicato, di un grande rime-scolamento di carte, di una apertu-ra al nuovo, superando steccati,diffidenze e un assetto di rappre-sentanza ingessato e buono soloper il museo delle cere. Le nuove di-rettrici di crescita sono quelle indi-cate da Drahorad: Mercati all’in-grosso, IV e V gamma, Horeca, ildettaglio specializzato… e i nuovimercati lontani che chiedono qua-lità e che imporranno un salto epo-cale di organizzazione e marketing.Senza contare che ci sono grandiproduzioni (come le pere Abate o imeloni o i pomodori ciliegini) o an-che di nicchia (ciliegie, cachi) cheattendono ancora un’adeguata va-lorizzazione e promozione. Nonbasta più dire: bisogna aggregarsi,bisogna organizzarsi. Bisogna farloin maniera intelligente ed efficien-te. Il sistema delle Op non deve ser-vire solo a drenare fondi comunita-ri ma a dare certezze al mondo pro-duttivo e valore al sistema Italia.Per chi ricopre ruoli di vertice, nonè più tempo di onesto tran-tran madi scelte coraggiose. Altrimenti chesenso ha stare assieme in coopera-tiva, nella Op, nella Aop se poi i ri-sultati non cambiano, se ogni annosiamo qui in balìa dei prezzi, dellacrisi dei consumi, della Gdo che cistrozza?

Lorenzo Frassoldati

14 M a g g i o 2011

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

M a g g i o 201116 www.corriereortofrutticolo.it

Il ferrarese Roberto Cera è statorecentemente eletto all’unani-mità alla presidenza di Finaf,l’associazione internazionale diOrganizzazioni di produttori or-tofrutticoli nata nel 2001 conl’obiettivo di favorire l’integra-zione tra le principali realtà eu-ropee del settore. Costituita inizialmente da ApoConerpo e Conserve Gard, in que-

sti anni Finaf ha vistoaumentare progressiva-mente la propria basesociale che attualmentecomprende dieci tra lepiù importanti Organiz-zazioni di produttorioperanti nel compartodell’ortofrutta fresca etrasformata. “Grazie aquesto incessante pro-

cesso di crescita - il com-mento del neopresidente- la nostra Aop è uno deipiù autorevoli interlocu-tori delle istituzioni na-zionali e comunitarie eriveste quindi un ruolodecisamente strategico,soprattutto oggi, alla vi-gilia delle riforme comu-nitarie che modifiche-ranno profondamente gli

scenari europei. A tale propositoFinaf è impegnata in prima lineaaffinché l’Ocm ortofrutta nonvenga cancellata dopo il 2013,quando entrerà in vigore la nuo-va Pac. Consentendo di aumenta-re la competitività delle aziendee di valorizzare i prodotti sul pia-no qualitativo e commerciale,l’Organizzazione comune di mer-cato costituisce, infatti, un im-portante strumento a sostegnodell’ortofrutticoltura: un modellopositivo che dovrebbe essere este-so ad altri settori produttivi”. Finaf comprende Apo Conerpo,Orogel Fresco, Coop. ModeneseEssiccazione Frutta, Acom, Alpo,Moderna, Opera, Conapo Foggiae le francesi Conserve-Gard consede a Nimes e Uniproledi con se-de a Bias.

Finaf, presidenza a Roberto CeraGuiderà otto Op italiane e due francesi

Il Consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino ha querelato per ca-lunnia e diffamazione la Rai, il giornalista Alessandro Di Pietro eMaurizio Costanzo. Nell’esposto si fa riferimento alla puntata dellatrasmissione “Bontà Loro” del 3 febbraio scorso, diretta da MaurizioCostanzo, nella quale il conduttore di RaiUno Alessandro Di Pietro in-vitò i consumatori a non acquistare il tipico pomodorino siciliano, inquanto la sua produzione sarebbe “in odore di mafia”. Sul sito del consorzio il direttore, Salvatore Chiaramida, denuncia an-che le mancate promesse dei governi nazionale e regionale: “Nono-stante siano trascorsi oltre tre mesi dalle sparate mediatiche su RaiU-no sono finora cadute nel vuoto le rassicurazioni avute dall’assessoreregionale Elio D’Antrassi e dal ministro Galan circa il finanziamentodi una campagna pubblicitaria a risarcimento del danno. La mediadei prezzi liquidati ai produttori di ciliegino Igp nel corso del mese digennaio 2011, prima della boutade, era di 1,80-2,00 euro/kg mentrequella del mese di aprile scorso di 1,30-1,50 euro/kg”.

Pomodoro di Pachino “mafioso”Il Consorzio querela Costanzo

Chiquita ancora una volta al fianco di Susan G. Komen Italia Onlus perla “Race for the Cure”, mini maratona di raccolta fondi destinati al so-stegno delle donne affette da tumore del seno e alla diffusione deglistrumenti per la prevenzione. Chiquita offre il suo contributo metten-do a disposizione la frutta per i partecipanti e per i volontari coinvoltinell’organizzazione dell’evento benefico. “Anche per quest’anno abbia-mo voluto confermare il sostegno all’evento - ha dichiarato MaurizioPisani, direttore marketing di Chiquita Italia - entusiasti di poter dareil nostro piccolo contributo per questo importante momento di solida-rietà e di sensibilizzazione nella lotta al tumore del seno”. Il primo ap-puntamento è stato domenica 22 maggio alle Terme di Caracalla a Ro-ma; il 29 maggio, tappa a Bari.

Chiquita conferma il sostegno a Race for the curemini maratona di raccolta fondi a scopo benefico

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FATTIa cura di M

irko Aldinucci

GENTE &CorriereOrtofrutticolo

17M a g g i o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Si è svolto mercoledì 11 maggionella sede del Centro Agroali-mentare di Fondi, il consiglio diamministrazione straordinariodella Mof Spa che ha provvedutoall’elezione di presidente e vice-presidente della società.A seguito delle designazioni com-piute rispettivamente dalla Re-gione Lazio e dal Comune di Fon-di, Michele Pasca-Raymondo èstato eletto alla presidenza; suovice sarà Francesco Polese.L’elezione è avvenuta in conco-mitanza della visita ufficiale alMof di Renata Polverini, presi-dente della Regione Lazio, che -assieme al sindaco di Fondi, Sal-vatore De Meo - ha preso parte ailavori del Consiglio.È stato proprio al termine delCdA che si è svolta la conferenzastampa di presentazione del neoeletto presidente. Laureato in Chimica, con specia-lizzazione nel settore delle indu-strie agroalimentari, Pasca-Ray-mondo è stato per sette anni, finoa marzo 2011, direttore generaleaggiunto della Politica Regionalealla Commissione Europea, rag-giungendo il grado più alto dellacarriera amministrativa europea.“Più di così - ha spiegato RenataPolverini - al Mof, non potevamofare: Pasca-Raymondo ha l’auto-revolezza, le competenze, la pro-fessionalità e anche quell’umiltàche serve ogni volta che s’iniziauna nuova esperienza”. Una scel-ta “di altissimo profilo istituzio-nale - ha rilevato la governatrice -che risponde all'esigenza di unterritorio in forte sviluppo che haal suo interno il Mof, la più gran-de azienda del Lazio”. L’amministratore delegato dellaMof Spa, Enzo Addessi, ha ringra-ziato la presidente Polverini e ilsindaco De Meo per aver designa-to figure di così alto profilo allaguida della società. In particola-re, ha rivolto - pure a nome di tut-

ti gli operatori - un ideale abbrac-cio alla presidente della Regioneper aver mantenuta la promessa

di essere presente al Mof, a testi-moniare la credibilità della strut-tura che rappresenta un brand dieccellenza nel panorama agroali-mentare regionale, a livello na-zionale e internazionale.Nell’occasione, la presidente Pol-verini è stata accompagnata dal-l’assessore al Bilancio, StefanoCetica, dall’assessore alle AttivitàProduttive, Pietro di Paolo e dal-l’assessore alle Politiche Agrico-le, Angela Birindelli e dal senato-re Claudio Fazzone. (E. Mùr.)

Mercato di Fondi elegge Pasca-Raymondocon la “benedizione” della Polverini

La puntata di martedì 10 maggio diGeo&Geo, programma quotidianocondotto da Sveva Sagramola, hadedicato un ampio spazio alle insa-late.� In primo piano la lattuga diLusia Igp (varietà gentile e cappuccia), la sola in Europa che si fregiadel marchio di tutela Igp, raccolta nella prima mattinata e portatafresca Roma per Geo&Geo.� Cesare Bellò, direttore di Aop Veneto ha passato in rassegna le lattu-ghe spiegandone gusto, delicatezza, proprietà nutritive e dietetiche ealtrettanto ha fatto con le insalate e le indivie: dalle insalatine “bam-bine”, alla romana, alla brasiliana. Un accenno anche ad erbe spon-tanee, come valeriana e carletti, alla rucola e al cavolo.

Lattuga di Lusiaa Geo&Geo

Camillo De Berardinis lascial’incarico di amministratore de-legato di Conad ricoperto per ol-tre 20 anni. Rimarrà comunquenel consorzio come presidentedi Ancd, l’Associazione naziona-le delle cooperative fra detta-glianti. �Con De Berardinis, Co-nad si è trasformato da una pic-cola associazione di bottegai nelsecondo gruppo della distribu-zione italiana, una realtà da ol-tre 9,7 miliardi di euro di fattu-

rato con 2.900 punti vendita, tracui 1.483 supermercati e 31 iper-mercati in partnership con Le-clerc. Proprio l’accordo con Le-clerc, ha dato una proiezione in-ternazionale al consorzio por-tando benefici anche alle produ-zioni italiane proposte nei pun-ti vendita dei partner della cen-trale di acquisto europea Coo-pernic: oltre al francese Leclerc,il tedesco Rewe, lo svizzero CoopSuisse e il belga Colruyt. �

Conad, De Berardinislascia dopo oltre 20 anni

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A fine aprile le organizzazionisindacali Fisascat Cisl e UiltucsUil hanno sottoscritto con Frui-timprese il rinnovo del contrattonazionale scaduto il 31 dicembredel 2010. L'intesa, che interessacirca 10.000 lavoratori e lavora-trici del settore ortofrutticolo, re-cepisce integralmente l'accordosulla riforma degli assetti con-trattuali siglato il 22 gennaio del2009: avrà durata triennale e pre-vede l’effettivo decollo del secon-do livello di contrattazione attra-verso l'introduzione di un ele-mento economico di garanziaquantificato in 12 euro mensili.Sulla parte economica è stato sta-bilito un aumento di 68 euro alsesto livello calcolato sulla basedell'indice Ipca che consentiràdi recuperare la perdita del pote-re di acquisto prevista per iltriennio con una percentuale del5,6%. L’aumento lordo complessivo neltriennio 2011-2013 sarà pari a1.421 euro (sesto livello) e verràerogato con le seguenti modalità:15 euro dal primo gennaio 2011,15 dal primo settembre 2012 e 38dal primo ottobre 2013. Le partihanno convenuto diaumentare il numerodegli scatti di anzia-nità (da 10 a 13) e diincrementarnel’importo economico,quantificato in 74,36euro per il quarto li-vello e in 81,99 europer il terzo livello.L’accordo introducel’istituto della bancadelle ore: entro il mese di gen-naio di ciascun anno il lavorato-re potrà scegliere se destinare laprestazione straordinaria a recu-pero ore oppure se destinare ilcorrispettivo economico e lamaggiorazione prevista dal Ccnlnella busta paga del mese succes-

sivo allo svolgimento prestazio-ne. L’intesa definisce inoltre al-cune novità in tema di appalti eterziarizzazioni dei servizi.�Le parti hanno infine sottoscrit-to un accordo quadro per la defi-scalizzazione del salario ricon-ducibile alla produttività azien-dale derivante dall’applicazionedella contrattazione di secondolivello prevista dal contratto na-

zionale. “Siamo soddi-sfatti - ha dichiarato ilsegretario nazionaledella Fisascat, Vincen-zo Dell'Orefice - so-prattutto perché ab-biamo garantito ai la-voratori del settore dipoter beneficiare de-gli aumenti economi-ci previsti dal nuovocontratto”.

“Anche senza la Cgil - ha aggiun-to il segretario generale della Fi-sascat Pierangelo Raineri - conti-nueremo a siglare il rinnovo deicontratti che consentiranno diaumentare le tutele e di interve-nire a sostegno dei lavoratori an-che in termini di welfare”. �

“La vespa del castagno sta colpen-do pesantemente i nostri marro-ni: nello scorso anno la produzio-ne è scesa a 250 quintali di mar-roni Igp dopo che si era arrivati apunte di 750 quintali”: dati ecommento flash sono di RenzoAndrighetto, amministratore de-legato dell’Associazione produt-tori di marroni della Marca trevi-giana, marroni di Monfenera Igp(attorno ai 130 soci) aderente adOpo Veneto. Andrighetto parla di una situa-zione veramente pesante. Sullepiante si vedono le prime galle,segno evidente della presenzadella vespa del castagno, arrivatada oltre quattro anni sul Monfe-nera. E ora a rischio sono le pro-duzioni venete. L’emergenza èstata al centro di un convegno or-ganizzato sabato 16 aprile a Pede-robba (Treviso).

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Contratto di settore rinnovatoMa Cgilnon lo sottoscrive Le nuove Denominazioni protette parlano cinese. Sono state inserite

nei registri europei delle Dop, Igp e Stg cinque nuove eccellenzeagroalimentari, comprendenti tre ortofrutticoli cinesi: Guanxi MiYou, Shaanxi ping guo e Lixian Ma Shan Yao. A questi si aggiunge ilthè verde Longjing Cha Dop e l’ortofrutticolo greco Stafida Ilias Igp.Con queste nuove registrazioni, i prodotti a marchio Dop, Igp, Stg ri-conosciuti dalla Ue si portano a quota 1.024. �Il Guanxi Mi You Dop èun agrume dalla polpa soda e tenera, succoso e dal delizioso saporeagrodolce. La buccia è liscia, sottile e di colore arancione vivo; il frut-to si presenta piriforme. La zona geografica di produzione si estendea 16 città del Distretto cinese di Pinghe.�La Shaanxi ping guo Dop è una mela caratterizzata dalla croccantez-za della polpa, giusto equilibrio dolce-acidulo del gusto, lunga duratadi serbevolezza e facilità di trasporto. Le mele appartenenti alla DopShaanxi ping guo crescono sull'altopiano del Loess nella Regione Wei-bei in Cina. �I Lixian Ma Shan Yao Igp sono tuberi che possono esseretagliati a strisce o a fettine e fatti essiccare. La Stafida Ilias Igp è invece l’uva passa ottenuta da uva nera della va-rietà Vitis Vinifera, essiccata naturalmente al sole o in zone ombreg-giate. Il colore è nero intenso, mentre il sapore è estremamente dol-ce. La zona di produzione della Stafida Ilias Igp ricade nella Prefettu-ra di Ilia, nel Peloponneso, in Grecia.

Nei registri europei tre ortofrutticoli cinesi:una mela e un agrume Dop e un tubero Igp

La vespa del castagnodistrugge i marronidella Marca

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CorriereOrtofrutticolo n

19A p r i l e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Calano le quotazioni degli ortag-gi nei campi. In base alle rileva-zioni dell’Ismea l’indice dei prez-zi all’origine dei prodotti agricoliè sceso ad aprile a 128,8 (base2000=100), registrando un calodel 3,3% sul mese precedente.Si tratta - spiega l’Ismea - della se-conda flessione mensile da inizioanno, dopo quella di febbraio.Un andamento determinato uni-camente da una caduta dei prezzidelle coltivazioni vegetali, che inmedia hanno ceduto il 7,9%,mentre i prodotti zootecnici han-no confermato l’andamento posi-tivo di marzo, chiudendo con unpiù 0,8%. In netta controtendenza risulta-no gli oli di oliva (+14,4% sumarzo 2011) e, seppure in misuraminore, i tabacchi (+2,3%). Per icereali l’incremento medio dei li-stini è del 2%. Per i vini (+0,4%)è proseguito il trend al rialzo de-gli ultimi dodici mesi.Su base annua, si conferma il for-te divario positivo dei prezzi ri-spetto ad aprile del 2010: del19,6% nella media generale, conpunte del +25,4% per le coltiva-zioni (+13,3% per il compartozootecnico).Più in dettaglio, una dinamicatendenziale particolarmente so-stenuta si evince per cereali(+71% su aprile 2010), tabacchi(+59,4%), oli di oliva (+30,3%),frutta (+24,3%) e vini (+21%).

M a g g i o 201120 www.corriereortofrutticolo.it

Cala il prezzodegli ortagginei campi: aprilechiude in rosso Si chiude un primo trimestre

2011 in miglioramento, ma an-cora poco soddisfacente per leaziende agricole italiane, mal-grado il recupero dei prezzi.È il quadro di sintesi che emer-ge dai giudizi raccolti da Ismeasu un panel di 900 operatori delsettore primario, da cui si evin-ce qualche ulteriore apprensio-ne sull’andamento dei costi diproduzione e sulla tenuta deiredditi. Nel complesso, la congiunturadi questi primi tre mesi - secon-do il giudizio prevalente degliagricoltori - si è rivelata co-munque migliore in rapportoal quarto trimestre 2010 soprat-tutto però per zootecnia da lat-te e vitivinicoltura. Gli operatori dichiarano un au-mento dei costi di produzionesul trimestre precedente, a cau-sa soprattutto del rincaro dellematerie prime energetiche, deimangimi e dei concimi. Quanto all’andamento del mer-cato, vi è un incremento deiprezzi che ha interessato in mo-do trasversale tutte le produzio-ni, ad esclusione di alcuni or-taggi e della zootecnia da carne.L’indagine focus ha messo inevidenza un’evoluzione legger-mente al di sotto delle aspettati-ve per quanto attiene agli svi-luppi colturali. I raccolti sonoattesi comunque in aumentoper le patate, stabili nel settoreortofrutticolo.

Agricoltori preoccupati dai costi

Industria del foode Gda, sentimentvariegati

Fiducia in calo,nel primo trime-stre 2011, tra glioperatori dell’in-dustria alimenta-re italiana, sep-

pure con forti differenziazioni aseconda dell’area geografica edel comparto di appartenenza.I risultati della consueta indagi-ne trimestrale che Ismea ha con-dotto a marzo presso un panel di1.200 industriali indicano un de-terioramento dei giudizi nelNord Ovest e nel Mezzogiorno, afronte di un bilancio migliorenel Nord Est e nel Centro Italia.La spinta inflattiva determinatadal rincaro dei prezzi delle mate-rie prime ed energetiche - sotto-linea l’Ismea - ha finito infatticol penalizzare l’industria ali-mentare.A livello settoriale, gli indici delclima di fiducia evidenziano unacongiuntura più favorevole perl’industria dei gelati, della pasta,per la mangimistica, per gli ela-borati a base di carne e per la la-vorazione degli ortofrutticoli. Anche presso la Grande distribu-zione alimentare l’indagineIsmea sul clima di fiducia, con-dotta su un panel di 200 operato-ri, rivela andamenti differenziatia seconda delle aree geografiche,evidenziando un maggiore otti-mismo nel Nord Est e nel CentroItalia.

In sinergia con la campagna affissione incorso, DimmidiSì torna protagonista in tvcon tre spot dedicati a soggetti diversi: iFrullati Freschi, le insalate Fresco Raccoltoe l’intera gamma firmata dal brand. L’on airparte il 22 maggio con una pianificazione che

interessa principalmente il prime time su La7,La7d, Sky, Cielo, Rai 4 e Real Time.La Linea Verde, azienda madre del brand, proseguegli investimenti in comunicazione con l’obiettivodi incrementare la notorietà di DimmidiSì e au-mentare la penetrazione dei prodotti.

Dimmidisì in video su La7, Sky, Cielo, Rai 4 e Real Time:La Linea Verde “spinge” su frullati e insalate pronte al consumo

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

I consumi interni restano l’anel-lo debole del settore agroalimen-tare italiano nel primo trimestre2011. Secondo le stime Ismea ri-portate nell’ultimo numero deltrimestrale “Tendenze” gli acqui-sti alimentari delle famiglie ita-liane avrebbero infatti subito unaflessione quantitativa del 3,6% subase annua, in risposta a un au-mento dei prezzi del 3,1%.Riduzioni significative degli ac-quisti si registrano in particolare

per frutta e agrumi (-8,7% rispet-to al primo trimestre 2010), pro-dotti ittici (-7,5%) e lattiero-casea-ri, (-6,3%). Negativo il bilancioper le carni bovine (-5,1%), i sa-lumi e i tagli freschi di suino (-2,7%), gli ortaggi (-2,6%), il polla-me (-1,9%).Il prezzo resta un fattore di fortecondizionamento per il consu-matore italiano. Dalle rilevazioniIsmea emergono, infatti, riduzio-ni molto accentuate delle quan-tità acquistate per i prodotti inte-ressati dai maggiori rincari. Unfenomeno che ha riguardato inparticolare diversi prodotti del re-parto ortofrutticolo. Ismea ha rivisto nel frattempoanche le stime sulla produzioneagricola italiana, segnalando nel-l’ultimo numero di “Tendenze”un incremento, in termini reali,dello 0,3% a tutto il 2010.Un dato - spiega l’Istituto - che ri-flette una contrazione produtti-va, rispetto al 2009, dello 0,6%delle coltivazioni vegetali, a fron-te di una crescita del 2% nel com-parto zootecnico.

21M a g g i o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Frutta e agrumi,primo trimestre “no” nei consumi: -8,7% il dato Ismea Noberasco lancia sul mercato

cinque nuovi mix. Una combi-nazione di frutta secca e morbi-da che si avvale di ingredientinuovi, come il goji berry, l'uvaverde del Tibet, i semi di giraso-le e di zucca.In tutto 150 grammi racchiusiin un comodo pack con unagrande finestra trasparente chemostra già dallo scaffale la qua-lità del prodotto.Berry Mix, ricco assortimento difrutti rossi arricchito dalla pre-senza di goji berry, una bacca ti-betana considerata dalla tradi-zione la bacca della felicità, delbuonumore e del benessere. Pensato per gli sportivi, ma nonsolo, Trial Mix abbina al saporemorbido del cranberry, la croc-cantezza di nocciole e mandorle,l’energia del miele e dell’uva e la

ricchezza di elementi nutritividei semi di zucca e girasole. Student Mix è invece un assorti-mento dove alla frutta secca siunisce la morbidezza dell'uvasultanina. La sua formulazioneequilibrata apporta sali minera-li, zuccheri e vitamine necessa-rie per ritrovare la giusta caricadurante le pause. Fruit & Nuts Mix coniuga lamorbidezza di banane, cranber-ries, albicocche e uva golden, al-la croccantezza di mandorle,nocciole e noci del Brasile. Infine Choco Mix unisce uvaverde del Tibet, cranberries e al-bicocche e frutti morbidi “custo-diti” in un guscio di cioccolatofondente o bianco.

Da Noberasco cinque mix di frutta secca

Il Collegio dei Periti Agrari e deiPeriti Agrari Laureati della pro-vincia di Verona ha pubblicato ilvolume “80 anni di storia e di li-bera professione”.L’iniziativa editoriale è nata dallavolontà di festeggiare la storia delCollegio, nato con il decreto regiodel 1929 e attivo dal 1930, tentan-do di delineare il ruolo della figu-ra del perito, libero professioni-sta, di oggi attraverso la ricostru-zione del suo passato. Promotori dell’iniziativa sono ilpresidente del Collegio Elia San-drini e il vicepresidente RiccardoVanoni, che si sonoavvalsi della collabo-razione della giorna-lista Maria VittoriaAdami. L’autrice haricostruito la storiadell’ente raccoglien-do i ricordi dei Peritiagrari decani del

Collegio, dei presidi che si sonosucceduti alla guida dell’istitutoagrario Marcantonio Bentegodi,fucina di futuri periti, e analiz-zando la documentazione e le fo-tografie disponibili nell’archiviodell’ente. Il testo ripercorre le tappe dell’i-stituzione del Collegio, il passag-gio attraverso la seconda guerramondiale, il boom economico, glianni Settanta e Ottanta, e si con-clude con il Collegio di oggi checonta circa 700 periti, raccontan-do le storie dei liberi professioni-sti ma anche i sogni e le previsio-

ni dei giovani stu-denti. Nel raccontare ilpassato del Collegioemerge anche lostretto legame cheunisce da sempreVerona all’agricol-tura.

Un libro per ripercorrere 80 anni di storia dei periti agrari di Verona

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Il 16 e 17 maggio sono confluiti aBudrio rappresentanti della filie-ra provenienti da tutta Italia inoccasione della presentazionedel volume “La patata”, 13mo ti-tolo di “Coltura&Cultura”. Il nuo-vo volume, dedicato alla memo-ria di Carlo Cannella, autore eispiratore della collana, è statocoordinato dal giornalista e scrit-tore Giancarlo Roversi e dal ricer-catore Luigi Frusciante, Univer-sità di Napoli Federico II.Le due giornate hanno visto unamassiccia presenza mediaticache si è interfacciata “in campo”con gli specialisti della pataticol-tura italiana presso aziende alta-mente qualificate ed in pubblicocon l’intera filiera. “Il nostro im-pegno nella comunicazione del-l’agricoltura vera e della sosteni-bilità nei fatti - ha affermatoFrank Terhorst, amministratoreDelegato di Bayer CropScience inItalia - ha visto realizzato, in que-ste due giornate, l’ambiziosoobiettivo di avvicinare la stampaalla filiera pataticola italiana,per sostenere la conoscenza e laformazione degli imprenditoriagricoli”. “Con il volume sulla patata - hadichiarato Renzo Angelini, Tech-nical Management & Communi-cations Head di Bayer CropScien-ce in Italia - la pluralità degli au-tori ha saputo dimostrare la cen-tralità dell’agricoltura oltrel’aspetto produttivo e la reale pos-sibilità di fare sistema tra ricer-catori, produttori e comunicato-ri, senza dimenticare la collabo-razione della ristorazione”. Messaggi ripresi da Paolo Bruni,presidente di Cogeca e da TiberioRabboni, assessore all’Agricoltu-ra della Regione Emilia Roma-gna, che ha sottolineato l’impeg-no verso il comparto con leggispecifiche e il finanziamento diun progetto di filiera.

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Presentato a Budrio “La patata”, 13mo titolo di “Coltura&Cultura”

A dispetto della grave crisi eco-nomica che ha colpito un po’tutti i Paesi del vecchio conti-nente ci sono state e ci sonoaree che non solo hanno risen-tito meno della crisi ma hannotrainato altri Paesi, consenten-do di limitare i danni e in alcu-ni casi anche di invertire il se-gno da negativo a positivo. Unesempio arriva da Russia, Polo-nia, Kazakhstan e Armenia. Peronestà intellettuale bisogna am-mettere che il settore della tec-nologia nell’agroalimentare harisentito relativamente poco diquesta crisi economica. Infattinonostante i noti casi di falli-menti - non dipesiperaltro dalla crisieconomica - la stra-grande maggioranzadelle imprese delcomparto tecnologi-co è cresciuta. In questi primi mesidel 2011 sembra chetutte le imprese stia-no lavorando a pie-no regime. Forse sa-rebbe bene puntaresu aree a noi più vi-cine, sia per culturache per distanza, e cercare diconsolidare tutti quei mercatiappena aperti dando più conti-nuità e solidità al business ita-liano. Le marginalità operative inaree nuove di sviluppo sonosenz’altro più appetibili di quel-le oggi registrate in Italia maanche in Spagna e nel resto del-la Ue. Il problema della marginalità èstato il vero problema degli ulti-mi anni. Una concorrenza ag-guerrita in mercati ristretti haprovocato un grave ribasso deiprezzi che spesso ha sconfinatoanche in una rinegoziazionedelle condizione di vendita la-

sciando spazio a pagamentinon garantiti, che hanno au-mentato l’esposizione e i rischidelle imprese. Se pensiamo ora alla difficoltàdel recupero dei crediti in aereelontane (a volte è difficile farlopure in italia....), comprendia-mo bene i rischi cui le impresesi sono esposte.Occorre quindi ora un inversio-ne rapida delle strategie com-merciali diversificando i merca-ti quanto più possibile per recu-perare appunto marginalità e li-mitare i rischi (che peraltro esi-stono sempre). Investire quindiin aree “nuove”, ma vicine. I

vantaggi sarebberomolteplici soprat-tutto per la riduzio-ne dei costi di ge-stione che i mercatipiù vicini hanno.Come sistema Italiaabbiamo poi unagrande facilità nel-l’operare nell’areadei Balcani, peresempio, che pertradizione predilegelavorare con impre-se italiane piuttosto

che di altri Paesi. Quindi perchénon farci un pensierino? Spessoi Paesi che presentano maggioridifficoltà “ambientali” sono pro-prio quelli in cui si lavora me-glio, perché la concorrenza èpiù scarsa e soprattutto perchè,essendo i sistemi bancari piùcomplessi, si impone alle im-prese locali di lavorare con ilproprio cash flow, limitandoquindi i rischi per le impreseestere, dato che i pagamenti ar-rivano quasi sempre in antici-po: è il caso di Moldavia, Ka-zakhstan, Bielorussia, Ucraina,Romania, Serbia. Riuscirannole nostre imprese a coglierequeste nuove opportunità?

Tecnologiee dintorni

● Christian Mori

Tanti mercati ancora tutti da esplorare

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● Mirko Aldinucci

Reduce da un 2010 altisonante intermini di volumi commercializ-zati Oltralpe e di conseguenti in-cassi legati all’export, fresca diprimato nella bilancia agroali-mentare a discapito del vino,l’ortofrutta sembra però tuttosommato intenzionata a non darfiato alle trombe, a improntare auna forte cautela le sue riflessio-ni. L’assemblea di Fruitimpresedello scorso 5 maggio a Romanon ha rispecchiato l’immaginedi un comparto esuberante; nes-suna prova muscolare, piuttostoil rivendicare la voglia di accre-scere il proprio peso specificonei confronti della politica e delconsumatore. Sarà che, come annotato dal di-rettore del Corriere OrtofrutticoloLorenzo Frassoldati, moderatoredell’assise, il “vino gode di buonastampa ed è più glamour”. Saràche già prima dell’assemblea, neidepliants d’invito, si era preferitomettere le mani avanti scrivendoche “i risultati 2010 non sonostrutturali ma legati ad una con-giuntura favorevole e ad una se-rie di fattori che li hanno deter-minati”. Fatto sta che tra i salonidell’hotel Radisson Blu di via Tu-rati, a pochi passi dalla stazioneferroviaria di Roma Termini, non

v’era traccia di particolare entu-siasmo e complice l’assenza dirappresentanti istituzionali delgoverno - c’era invece, per il se-condo anno consecutivo, il presi-dente della Commissione agricol-tura del Parlamento EuropeoPaolo De Castro - si può forse par-lare di assemblea che non ha tro-vato, a livello politico, il riscon-tro che avrebbe potuto avere. Nota positiva, la ricerca Nielsendedicata ai comportamentid’acquisto del consumatore con

particolare riferimento al signifi-cato che questi dà alla qualità; neriferiamo a pagina 27.

Consumi, così non vaIl presidente dell’associazioneLuigi Peviani, che con il suo in-tervento ha chiuso l’assemblea,ha lamentato il calo di consumidi ortofrutta passati, in Italia, da9,3 milioni di tonnellate del 2001a poco più di 8,2 milioni nel2010, con una flessione dell’11%.L’obiettivo fissato da Fruitimpre-

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Fresca di leadership nella bilancia agroalimentare,l’ortofrutta non gode però di buona immagine e di adeguataconsiderazione politica. Fruitimprese: rilanciare i consumi

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CorriereOrtofrutticolo COPERTINA CASSEMBLEA FRUITIM

PRESE

Luigi Peviani

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E se è quello di invertire la tenden-za; per raggiunge il non facilescopo, occorre far leva sul concet-to che aumentare i consumi ga-rantisce un ritorno positivo allasalute e ai conti economici delPaese e sottolineare chiaramenteche la produzione è rispettosa del-l’ambiente, come attestano nu-merose rilevazioni effettuate si-stematicamente sulle aziende disettore, impegnate con professio-nalità e competenza, ha aggiuntoPeviani, per garantire un prodot-to buono e sicuro.

Immagine opaca, politica di-stanteMa troppo spesso l’ortofrutta vie-ne abbinata a concetti negativi: lemani della mafia sui Mercati esulla filiera di questo o quel or-taggio, la frutta Ogm, l'uso edabuso di pesticidi, sono concettiche non troppo di rado si affac-ciano sui mass media generalisti.Ecco allora, ha detto Peviani, cheoccorre pretendere un’informa-zione documentata ed obiettiva,migliorando nel contempo la per-cezione dei consumatori che van-no “educati” sul reale valore del-l’ortofrutta, sul percorso che frut-ta e verdura compiono dal campoalla tavola. Bisogna poi investiremaggiori risorse sui giovani, dacui dipenderanno le sorti del set-tore. Settore che, ha proseguito Pe-viani, deve sforzarsi per una mag-giore integrazione della filiera,per una competitività sempre piùmarcata facendo leva su cono-scenza, efficienza, creatività, pro-gettualità, ricerca, innovazione eformazione. L’auspicio espressodal numero uno degli esportatoriè quello di arrivare a una sinergiatrasversale tra governo, comunitàscientifica ed imprese, per opera-re in sintonia su precisi progetti.Ma, ha detto Peviani, mancanointerlocutori competenti e l’orto-frutta viene ignorata a livello isti-tuzionale. Infine una considera-zione sulla bilancia commerciale2010 che ha avuto sì un boom diesportazioni, ma il cui saldo regi-stra un attivo meno corposo ri-spetto al 2008.

Freshfel: più promozioneIn precedenza Philippe Binard(foto), delegato generale di Fresh-fel si era soffermato sul lavorosvolto dalla “sua” associazione ne-gli ultimi due anni per tampona-re il progressivo calo di consumidi ortofrutta nel Vecchio Conti-

nente. Nella metà degli Statimembri della Ue, ha denunciato,non si consumano le dosi mini-me raccomandate dall’Organizza-zione mondiale della sanità. Tra iproblemi riscontrati a Bruxelles,preconcetti sulla salubrità ed er-rata percezione dei prezzi: biso-gna spiegare perché la frutta co-sta, ha puntualizzato Binard. Dal2009 il declino di importazioni inEuropa è stato pesante: -15%. La flessione dei consumi è causa-ta anche da campagne denigrato-rie come quelle avviate da Ong inGermania sul tema dei residui,che hanno colpito anche l’exportitaliano nello strategico Paese te-desco. Servono campagne nazio-nali che incentivino i consumi,ha proseguito l’esponente di Fre-shfel: vi sono 38 milioni di europer la promozione agricola in eu-ropa, importo molto basso. 1,3milioni di euro il budget per Frut-

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All’assemblea di Fruitimprese c’erano 139 rappresentanti delleaziende associate. Nel corso dei lavori si è proceduto alla elezionedel nuovo Consiglio Direttivo e dei rappresentanti di comparto ovesono stati confermati per acclamazione Marco Salvi (produzione),Pino Calcagni (globale) e Vittorio Grotta (trading).Il nuovo Consiglio dell’associazione, comprensivo dei nuovi eletti,dei coordinatori delle Commissioni tecniche - già ricostituite - deipresidenti di associazioni territoriali e dei rappresentanti dicomparto risulta composto, oltre che dal presidente Peviani, dai se-guenti imprenditori che resteranno in carica nel triennio 2011-2014(in ordine alfabetico; CT significa “commissione tecnica”, ndr):Battaglio Luca (Coordinatore CT Import); Bighelli Stefano; BragantiniDanila (Pres. Fruitimprese Veneto); Calcagni Giuseppe (Rappresentan-te di Comparto); Calcagni Riccardo (Coordinatore Ct Frutta Secca);Campisi Giuseppe; Carpentiere Luigi; Cosentino Sebastiano; MatteoD’Aprile (Coordinatore Ct Ortaggi); D’Avino Baldassarre, Fichera Ro-sario, Filippi Maurizio (Pres. Fruitimprese Emilia Romagna); GrottaVittorio (Rappresentante Comparto); Laporta Michele (CoordinatoreCt Frutta Fresca Sud); Laudani Salvo (Coordinatore Ct Promotion);Messina Alfio (Coordinatore Ct Uva Da Tavola); Neri Patrizio (Coordi-natore Ct Frutta Fresca Nord); Orsero Antonio; Palmieri Donato(Coordinatore Ct Aglio e Scalogno); Petteni Adriano; Pernigo Alessan-dro, Pezzo Stefano; Pignataro Franco; Piraccini Walther; Pizzoli En-nio (Past President); Privitera Michele; Rivoira Michelangelo; Roma-gnoli Giulio (Coordinatore Ct Patate); Salvi Marco (RappresentanteComparto); Scrofani Salvatore (Coordinatore Ct Agrumi); SecondulfoSalvatore; Suglia Giacomo (Pres. Associazione Puglia); Theiner Fritz(Pres. Associazione di Bolzano).

In 34 nel nuovo consiglio FruitimpreseResteranno in carica sino al 2014

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CorriereOrtofrutticolo

ta nelle scuole a livello europeo.Ma la comunicazione tra gli Statimembri resta frammentata.La soluzione potrebbe arrivaredall’aggredire nuovi segmenti dimercati come il vending. Occorrecomunicare per innalzarel’immagine dell’ortofrutta, cor-reggere percezioni sbagliate eraggiungere nuovi mercati, laconsiderazione successiva di Bi-nard. Anche perché l’obesità stadiventando allarmante soprattut-to tra i giovani: ogni anno 150milioni di euro vengono spesi, inEuropa, per curare malattie lega-te a diete errate.Forniti poi altri dati: il costo del-le cinque porzioni raccomandatevaria da 5 cent a 2 euro al giorno.Mentre oggi la spesa perl’ortofrutta copre solo l’1-1,5%del budget familiare.Nel futuro ci sarà una riduzionedel bilancio per ortofrutta con lanuova Pac ed occorre migliorarel’immagine del settore nellastampa generalista. Magari attin-gendo alla regola delle “4C” citatada Binard prima di chiudere ilproprio intervento: coordina-mento, competizione, comunica-zione, cooperazione.

Panacea contro l’obesità Al tema della salubrità qualechiave per incrementare i consu-mi si è riallacciato FrancescoLeonardi, primario di dietetica enutrizione clinica a Catania, cheha fatto il punto su criticità equalità di comportamenti e scel-te alimentari: un miliardo dipersone sono sovrappeso e 388milioni avranno problemi di ma-lattie croniche, ha detto, parlan-do di “esercito di bambini sovrap-peso”. Non solo e non tanto pereccesso di calorie ma anche qua-lità dei nutrienti: negli ultimi an-ni si è infatti assistito a un boomdi grassi animali e proteine ani-mali mentre le vegetali sono sta-bili. E poi troppe cattive abitudi-ni: non si fa colazione, si mangiapoco pesce e ortofrutta. Il 23%delle persone non include fruttae verdura nella propria dieta e so-lo il 50% ne mangia tutti i giorni.

Conclusione: servono marketingculturale e... sensoriale.

De Castro: Ue in ebollizioneVenendo alla parte politica del-l’assemblea, De Castro ha rispo-sto ad alcune domande rivolteglidal presidente di FruitimpresePeviani sugli effetti della futuraPac, sulla riforma dell’Ocm e sul-la diminuzione degli oneri so-ciali ipotizzata in Francia per idipendenti agricoli, fortementeauspicata anche dagli imprendi-tori italiani.De Castro ha esordito parlando di“fase di ebollizione legislativa eu-ropea”, citando a tal proposito ilpacchetto qualità che sarà appro-vato entro luglio: focalizzato sulsistema di qualità europeo, miraa rendere più forti i consorzi ditutela per affrontare meglio ilmercato. Allo studio l’ipotesi diincrementare il budget per pro-muovere l’ortofrutta, nell’otticadi “fornire strumenti per esserepiù forti all’estero”. La Pac in fase di discussione, haproseguito De Castro, è la madredi tutte le riforme: non ci saran-no più riferimenti al passato eper la prima volta si rimette indiscussione tutto il pacchetto cheoggi costituisce il 42% della spesaeuropea. Quanto alla riforma dimedio termine dell’Ocm nel2012, l’orientamento è garantirepiù risorse a chi è più organizza-to anche a livello transnazionale.Difficile invece, ha lasciato tra-sparire l’ex ministro dell’Agricol-tura, una diminuzione degli one-ri. A conclusione del suo inter-

vento, De Castro ha detto che è“fondamentale esprimere una ca-pacità organizzativa che accom-pagni la qualità” ricordando chein Europa si sta ercando di armo-nizzare tempi di pagamento emodalità di scontistica della Gdsulla scorta di quanto avviene inFrancia. In conclusione dei lavo-ri, Giuseppe Calcagni ha esortatoa “lavorare insieme per aumenta-re i consumi ed educare il consu-matore”. Sulla stessa lunghezzadonda Salvo Laudani: “Dobbiamocomunicare meglio il valore deinostri eccellenti prodotti”.

La bilancia del primo bimestreLeggero calo delle quantitàesportate rispetto allo stesso pe-riodo del 2010 (-2,3%), controbi-lanciato da un buon aumento invalore (+18,9%), nei primi duemesi del 2011. Le importazionisono invece cresciute sia in quan-tità (+12,2%) che in valore(+30,9%). Il saldo di 232 milionidi euro è superiore a quello del2010 (+0,4%).L’Italia ha esportato poco menodi 650 mila tonnellate per un va-lore di circa 700 milioni di euro.In volume, flessione per tutti icomparti. A livello economicogiù agrumi (-10%) e frutta secca (-4,2%), dato positivo per ortaggi(+15,8%) e frutta fresca(+33,7%). Sul fronte dell’importil dato è di circa 530 mila tonnel-late complessive con un genera-lizzato incremento in volume; invalore segno positivo in tutti icomparti, agrumi esclusi (-2,3%)[email protected]

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CASSEMBLEA FRUITIM

PRESE

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CorriereOrtofrutticolo

Le slides illustrate da Chiara Ma-gelli di Nielsen, frutto di un in-dagine su un campione di 9.000famiglie rappresentative dellapopolazione italiana, fanno chia-rezza sui criteri di scelta dell’or-tofrutta, cui vengono riconosciu-ti autenticità, tradizionalità, ter-ritorialità, salubrità, vitalità, na-turalità e che viene acquistataper gusto, salubrità, leggerezza.Tra le motivazioni che induconoa depositare ortofrutta nel carrel-lo spiccano freschezza (del pro-dotto, sensoriale, veicolata dal di-splay), stagionalità (nel contestodi un favorevole rapporto qualità-convenienza), provenienza (ter-ritorio: localismo e tipicità, chedanno garanzia) e, in misura mi-nore, tipicità (certificazioned’origine, selezione e specifi-cità), capacità di dare consigli daparte del venditore (vale per il ca-nale tradizionale e per i farmer),oltre alle promozioni e al prezzo(che non deve essere esageratoma neppure troppo basso).Come attivare le leve d’acquistod’impulso? Secondo la ricercaNielsen presentata ai soci di Frui-timprese in occasione dell’as-semblea di Roma, occorre valo-rizzare la freschezza, esporre be-ne il prodotto, attivare adegutepromozioni, assicurare una buo-na varietà nell’assortimento.Comodità, garanzia, varietà,completezza e convenienza sonoi fattori che indirizzano i consu-matori nella Gd; prossimità, ga-ranzia, convenienza i dirver neisupermercati di prossimità; qua-lità, affidabilità, specificità localenei farmer market; specificità,prossimità e fiducia nel dettaglioortofrutta. Nei mercatini rionali

predomina “indisturbato”, inve-ce, il fattore prezzo.Nel periodo febbraio 2010-feb-braio 2011 la frutta fresca ha per-so quote, lasciando sul terreno il2,2% in valore; in controtendenzail “confezionato” a peso fisso chein parte “cannibalizza” lo sfuso il

quale però copre ancora il 74,5%.Il servizio insomma, dice la ri-cerca, conta sempre di più so-prattutto a Nord e al Centro. E in-fatti al Sud il calo di consumi èmaggiore (-3,8%). A livello di for-mat distributivi, hard discount elibero servizio (supermarket)crescono; in calo il dettaglio tra-dizionale. Anche nel segmento verdura siregistra un calo in valore (-3%) eanche in questo caso il confezio-nato cresce (del 7,8%), sebbene losfuso detenga una netta leader-ship: 96,5%. Il Sud segna il passopiù del resto del Paese (-3,7%); siconferma la buona performancedell’hard discount non solo per ilprezzo ma anche perché la gam-ma è sempre più ampia. (m.a.)

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CASSEMBLEA FRUITIM

PRESECOPERTINA

Il prezzonon è tuttoIndagine Nielsen sui criteriche ispirano i consumatorinella scelta dell’ortofrutta

I relatori all’assemblea Fruitimprese.Magelli è seconda da sinistra

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CorriereOrtofrutticoloP rimo piano

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FIER

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● Antonio Felice

Questo è il periodo in cui è possi-bile fare il bilancio di metà annodelle fiere di settore. Si sono chiu-se le rassegne primaverili e leaziende si preparano ai salonidell’autunno. Hanno chiuso ibattenti Fruit Logistica, Biofach,Fresh Antalya, Expo Agro Alme-ria, Medfel, BtoBio e c’è attesaper World Food Moscow, Macfrut,Sana, Fruit Attraction, Fresh Ga-te, Sifel Maroc: per citare solo gliappuntamenti principali,che vedono una partecipa-zione diretta di almeno al-cune delle aziende del set-tore ortofrutticolo nazio-nale o dei principali for-nitori di tecnologie e ser-vizi. Il panorama è ricco,qualcuno dice anche trop-po. La crisi di solito portaa concentrare gli investi-menti aziendali sulle ini-ziative considerate più utili enon c’è dubbio che vi sia statauna polarizzazione degli interes-si verso le rassegne maggiori. Chi è leader di mercato, quandoci sono difficoltà, è premiato ri-spetto ai comprimari, le distanzesi allungano e qualcuno rischiadi sparire o di diventare piccolopiccolo. È quanto sta accadendoanche per le fiere.

Fruit Logistica. StabileLa grande fiera di Berlino ha con-fermato la sua leadership mon-diale lo scorso febbraio. Le cifrenon indicano alcun segno di ce-dimento. Tuttavia nessuna cresci-ta è per sempre e qualche espertointernazionale ha scorto, dietro

alle cifre ufficiali positive, qual-che segnale di cedimento. FruitLogistica finisce in un batti-bale-no. Il primo giorno serve perorientarsi, il secondo giorno èquello che conta, il terzo è giàtempo di chiudere i battenti percui la fiera dura solo mezza gior-nata. Qualcuno l’ha battezzata“one-day exhibition”. Ma il gran-de investimento necessario per

essere presenti in forza, con buo-na visibilità a Fruit Logistica, va-le la candela se il giorno di fierache conta è uno solo? Può unafiera mondiale avere una duratache costringe tutti ad essere deirobot per tener dietro ai ritmi de-gli appuntamenti? Un espositoreci ha svelato di essere riuscito afare nemmeno il 30 per cento diquello che avrebbe voluto. Un ac-cavallamento di appuntamenti estop, si perde un’occasione per-ché non c’è più tempo di recupe-rare. Ci sono poi due astri na-scenti nel settore fieristico chepongono degli interrogativi sulruolo di una rassegna che vuoleessere globale. Da una parte World Food Mo-scow, con una sezione ortofrutti-cola sempre meglio organizzata,dall’altra la Fruit Attraction diMadrid. I russi vanno a Berlinoma credono sempre di più allafiera di casa loro. Gli spagnoli sisono presentati nella capitale te-desca con circa il 20% di presen-ze in meno: crisi? Forse. Ma an-che la volontà di scegliere la fieradi casa su cui in Spagna c’è final-

Tempo di bilanci per le principali rassegne di settore.Fruit Logistica e Medfel tengono le posizioni, Biofach cresce,“giù” Fresh Antalya ed Expo Agro Almeria. E in autunno...

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CorriereOrtofrutticolo FIERE & BILANCIP

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mente una convergenza naziona-le. Conclusione: Fruit Logisticatiene, ci si incontra il mondo, maattenzione, forse siamo alla vigi-lia di una nuova tendenza: fieredi macro-area in cui si va a in-contrare uno spicchio di mondoe non più fiere globali dove si in-contra tutti e nessuno. Se così fos-se, Fruit Logistica si attesterebbea fiera per l’Europa continentale,che è poi l’essenza del suo suc-cesso attuale.

Biofach. In rialzoLa fiera di Norimberga dedicataal settore biologico, per quanto sisvolga a una sola settimana daFruit Logistica, non smette di es-sere attrattiva e fonte di sorprese.Una fiera grande e divertente,che gode di un clima più distesodella cugina berlinese (forse an-che perché dura un giorno inpiù). L’edizione 2011 è stata la mi-gliore di sempre. Ottimi i servizifuori e dentro i padiglioni. Molti

i convegni interessanti. Molte lenazioni al Biofach per la primavolta. E’ emerso l’impegno nelsettore biologico dell’Est europeocosì come si è vista la crescita

dell’Africa e dell’India. L’Italia siè battuta molto bene perché sul-l’export si gioca la partita dellacrescita delle aziende. Specchiodi un mercato vivace, Biofach ha

Logistica. Gestione degli ordini, controllodelle scorte, magazzinaggio, distribuzione. Linea completa di servizi per il trasporto

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PRIMO PIANO

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Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

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CorriereOrtofrutticoloFIERE & BILANCI

ottime credenziali anche per ilfuturo. Grazie anche alla sua for-te specializzazione, nessuna fierain Europa e nel mondo è in gra-do di farle ombra.

Fresh Antalya. In ribassoLa fiera turca di metà marzo è so-lo uno specchio pallido del fortesettore ortofrutticolo del Paesedella Mezza Luna. La Turchia èuna potenza ortofrutticola senzapari nel Mediterraneo ma nonriesce a esprimere una fiera na-zionale che attragga i grandiplayers nazionali e i globalplayers interessati al mercato tur-co. Qualcuno sostiene che le fieredi successo si svolgono nei mer-cati di consumo e non nei Paesidella produzione ma non si devedimenticare che la Turchia hacirca 80 milioni di abitanti, conmetropoli come Istanbul che so-no grandi bacini di consumo. AFresh Antalya non si è notatauna crescita di espositori turchi esi è registrata una partecipazionemodesta, molto limitata di azien-de straniere. Il significato di que-sta fiera è limitato al distretto diAntalya (una regione ortofrutti-cola forte, ma non la sola), conscambi tra produttori e fornitoridi tecnologie e servizi per lo piùlocali, e alla presenza di compra-tori balcanici e russi ovvero pro-venienti dai Paesi che sono i tra-dizionali mercati di sbocco degliortaggi e degli agrumi di Antalya.Assente la convegnistica, assentieventi collaterali di richiamo. Segli organizzatori non rivedrannola formula e non la saprannopromuovere, Fresh Antalya è de-stinata a un rapido declino nono-stante sia giunta solo alla quintaedizione.

Expo Agro Almeria. In ribassoAlmeria offre una estesione diserre da ortaggi tra le maggioridel mondo. La fiera che vi si svol-ge agli inizi di aprile è soprattut-to destinata alla produzione. Èuna fiera regionale, come altre inSpagna, da Lerida a Valencia,nessuna delle quali è riuscita aprevalere sulle altre. I valenciani

non ci vanno, di contro gli anda-lusi e i catalani non vanno a Va-lencia. La scelta nazionale dicreare a Madrid Fruit Attractionha tagliato la testa alle ambizionidelle rassegne regionali spagno-le. Accelerandone il declino. Lacrisi economica, particolarmen-te dura in Spagna nel biennio2009-2010, non ha certo aiutatoExpo Agro Almeria ad uscire dalguscio di una dimensione sem-pre più locale.

Medfel. StabileNon si può dire male di Medfelanche se le cifre che la connota-no non sono importanti.L’edizione che si è svolta a Perpi-gnan dal 4 al 6 maggio ha confer-mato la grande specializzazionedella fiera, con una convegnisti-ca importante e la presenza dibuyers di riguardo a livello inter-

nazionale (provenienti anche daHong Kong). La limitata presen-za degli italiani, controbilanciatadal contributo anche a livello diconvegni del CSO e di MFC e daalcune aziende di tecnologie e dilogistica di primo livello (Unitec,GF Group), è stato un errore per-ché i compratori francesi si stan-no guardando in giro e non sonopiù così spagnolo-dipendenti.Medfel vuole essere una fiera me-diterranea ma è ancora ben lon-tana dal traguardo. C’erano ma-rocchini, tunisini, algerini, liba-nesi ma non solo loro, anche glistessi francesi potrebbero pre-miare maggiormente questa fieramolto bene organizzata. Que-st’anno l’ospite d’onore è stata laTunisia, nel 2012 sarà l’Italia: unasfida, un’arma a doppio taglioma per la crescita di Medfel unpercorso obbligato.

BtoBio. In ribassoIl termine in ribasso non è quel-lo più appropriato perché la fierache si è svolta a Milano dall’8all’11 maggio, in contemporaneacon Tuttofood, era alla prima edi-zione. Lo usiamo per omogeneitàcon i giudizi precedenti. In ri-basso rispetto alle aspettative.BtoBio è nata sulle delusioni pro-vocate, nelle ultime edizioni, dal-la bolognese Sana. Ciò facevapensare ad un massiccio esododa Bologna verso Milano da parte

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PRIMO PIANO P

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CorriereOrtofrutticoloFI

ERE

& BI

LANC

I soprattutto dei principali attoridel biologico italiano. In effetti,qualcuno, a partire da Apofruit-Almaverde, a Milano c’è stato maaltri hanno dato forfait. Pochi ivisitatori, piuttosto depresso ilclima. Sana può sperare di averetempo per recuperare posizioni,prospettiva che le sarebbe statanegata da un successo vero dellanuova rassegna milanese.

Rassegne d’autunnoUna grande partita fieristica èquella offerta dall’autunno, contre rassegne tra tutte attorno allequali ci sono aspettative impor-tanti: in ordine di tempo Mosca,Cesena, Madrid. Scritti così i no-mi di queste tre città danno l’ideadi un vaso di coccio stretto tradue vasi di metallo. Invece ilMacfrut ha ancora le sue bravecarte da giocare e i numeri chepromette sono ancora quelli del-

la seconda fiera europea allespalle di Fruit Logistica e dellaprima fiera in ambito mediterra-neo. Mosca fa corsa a se. Cesena e Ma-drid non possono parlare solo al-l’interno dei rispettivi sisteminazionali ma debbono parlareanche alla macro-area mediterra-nea. Mosca risentirà positiva-mente della ripresa del mercatorusso, che insieme all’Ucraina haassorbito nel 2010 più del 50 percento dell’export ortofrutticoloeuropeo. Non saranno pertantopochi gli spagnoli e gli italianiche andranno a Mosca, se noncon uno stand almeno per unavisita. Sarà invece una sfida (e un“ingrediente” di successo) sia perMadrid che per Cesena assicurar-si buyers russi. A fine anno tire-remo le somme. ●

Primo piano

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Sarà l'hotel Ramada Plaza di Gammarth, subito a nord di Tunisi, apochi chilometri dall’aeroporto internazionale della capitale tunisi-na, nello splendido scenario dell’antica costa cartaginese, ad ospita-re il quarto Green Med Forum dal 28 al 30 settembre prossimi. All’e-vento è giunto il patrocinio del Ministero dell'Agricoltura italiano edell’Unione Europea. Il Forum, organizzato dallo staff di Green MedJournal, la rivista euro-mediterranea di business rivolta alle produ-zioni e ai mercati agricoli del Mediterraneo e alla loro promozionenel mondo, vede la partecipazione come co-organizzatori di due or-ganismi tunisini: l’APIA (Agence de Promotion des InvestissementsAgricoles) e la FIPA (Agence de Promotion de l’Investissement Exté-rieur).In occasione della cena di gala che precede i lavori, la sera del 28settembre, come ogni anno verranno assegnati i Green Med Awards,nelle categorie “best grower” per il produttore che ha saputo valoriz-zare le tipicità mediterranee attraverso alti livelli di qualità, “bestexporter” per chi ha saputo distinguersi nella valorizzazione deiprodotti mediterranei nel mondo e “best service provider”, per il mi-glior fornitore di servizi. Sempre il 28, nel pomeriggio, si svolgeràl’assemblea di AssoMedMarkets, l’Associazione mediterranea deimanager dei mercati all'ingrosso, allargata a enti e istituzioni checondividono lo scopo di fare deimercati, in tutto il Mediterraneo,centri di servizi innovativi perl’intera filiera.Nella giornata di giovedì 29 settem-bre si svolgerà il Forum. Dopo unasessione plenaria con autorità euro-pee e tunisine e una relazione sul-l’economia agricola mediterraneaaffidata al CIHEAM, una sessionesarà dedicata alla qualità ortofrutti-cola mediterranea con un focus sul ruolo dei certificatori e gli stan-dard dei retailers. Seguiranno nel pomeriggio una sessione sulla lo-gistica dedicata in particolare alla Tunisia come piattaforma logisti-ca e ponte per l’Africa e una sull'integrazione di prodotto e leopportunità d’investimento nel Paese magrebino e in altri Paesi del-la costa sud alla luce delle più recenti evoluzioni legislative.Sotto l’ombrello del Green Med Forum si svilupperà per la primavolta un dibattito sull’olivicoltura mediterranea, in particolare lega-to agli sviluppi della produzione olivicola in Tunisia, Italia eSpagna. La mattina del 30 settembre sarà dedicata alle visite azien-dali con un programma distinto per l’ortofrutta e per l’olio d’oliva.Durante l’intero arco temporale del Forum sarà aperta una sala B2Bcon incontri programmati.�Sono previste presenze da una dozzina di Paesi. La raccolta delleadesioni in Tunisia e Algeria è affidata all'agenzia Midaplus di Tuni-si. Tra le sponsorizzazioni, significativa quella di Coop Italia.L’economia tunisina, dopo la cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini,ha bisogno di ripartire e può farlo principalmente dando garanziedi stabilità e segnali di apertura agli investitori esteri e al turismointernazionale. Nonostante il periodo di transizione politica, che ri-chiede tempo, la Tunisia queste garanzie e questi segnali li dà inmodo forte e chiaro.

Patrocinio del Ministero e dell’Unione Europeaal Green Med International Forum di Tunisi

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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● Mirko Aldinucci

L’aumento, pesante, del costo del-le materia prime. La crisi econo-mica che riduce i margini, allun-ga i tempi dei pagamenti e incre-menta il rischio di insolvenze. Ilmercato italiano che sembra be-neficiare meno di altri della (peralcuni solo presunta) ripresa. Eppure il variegato settore degliimballaggi, nonostante tutto,non vede nero. Innovazione, ver-satilità, servizio al cliente, con-sentono alle imprese più attentee dinamiche di restare ampia-mente sopra la linea di galleggia-mento. I protagonisti del “riuti-lizzabile”, in particolare, sembra-no vivere un più che discreto mo-mento. Ecco cosa ci hanno dettoi responsabili di alcune delleprincipali aziende del packaginginterpellati da Corriere Ortofrutti-colo.

RiutilizzabiliGianni Bonora, amministratoredelegato CprSystem Le recenti notizie riportate daipiù autorevoli giornali economi-ci italiani lanciano l’allarme sul-la crescita inarrestabile del prez-zo delle materie prime: prezzi re-cord per petrolio e derivati, coninevitabili ripercussioni sul setto-re della trasformazione della pla-

stica che in Italia, stando a quan-to riportato recentemente da IlSole 24 Ore, conta 130 mila ad-detti e un fatturato intorno ai 18miliardi. L’aumento del petroliosi riflette sull'aumento di prezzodella plastica e si “scarica” sugliimballaggi e sui prodotti destina-ti ai consumatori finali. Ed è inquesto contesto che il sistema

circolare di gestione degli imbal-laggi in plastica riciclabile asponde abbattibili mostra conevidenza i vantaggi competitivi.Il nostro è un sistema estrema-mente vantaggioso per i produt-tori, ma anche per i distributori enaturalmente per il consumatorefinale. Grazie alla gestione coope-rativa siamo in grado di abbat-

Crisi e boom delle materie primeL’imballaggio soffre ma non si spezza

L’exploit del costo del petrolio e le difficoltà del mercato interno spingono le imprese del settore a puntare

su qualità, flessibilità, servizio al cliente. Nostra inchiesta

Da sinistra Gianni Bonora, Emanuele Timpanaro, Luca Rossi e Claudio Dall’Agata

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Euro Pool System, scopri i vantaggi

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Imanol Alberdi Uria, Direttore Logistico Centri di Distribuzione:

Nel giugno del 2010, la catena di supermercati spagnola Eroski è stata la prima su suolo nazionale ad adottare un impianto per la preparazione automatica degli ordini per i prodotti freschi. Quest’evoluzione fa parte di una vera e propria rivoluzione logistica, avviata dall’azienda dodici anni fa. Grazie agli imballaggi riutilizzabili di Euro Pool System, abbiamo standardizzato la linea dei prodotti freschi ed oggi Eroski usa ormai oltre 50 milioni di cassette pieghevoli all’anno. Per Imanol Alberdi Uria, Direttore Logistico e Responsabile dei Centri Distributivi: “Il passo successivo è stato centralizzare su Madrid i flussi dei prodotti freschi. Prima di allora, centinaia di fornitori consegnavano la propria merce a dieci Ce.Di. regionali,

sebbene l’80% di quegli stessi flussi logistici passasse già da Madrid. La tappa finale del processo di standardizzazione è rappresentata dall’installazione di un sistema di order-picking nel centro di smistamento di Madrid. Imanol: “Euro Pool System aveva già una notevole esperienza nella preparazione automatica degli ordini e voleva ampliare l’offerta dei servizi. La nostra collaborazione è molto stretta e ora noleggiamo l’ order picker direttamente da Euro Pool System.” Per Eroski quali sono i vantaggi derivanti da una maggiore efficienza sul piano logistico? Una riduzione del chilometraggio pari al 30%, una maggiore velocità di rotazione, un risparmio del 15% sulla manodopera, meno errori e un prodotto di più elevata qualità.

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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tere i costi di imballaggio di oltreil 50% rispetto ai concorrenti. Ilsistema è semplice, e oggi vedecoinvolti oltre mille soci,partedell’intera filiera. Nonostante lacongiuntura economica degli ul-timi anni, che ha visto nell’orto-frutta un perdurante ristagno deiconsumi, il sistema Cpr è in cre-scita e vede aumentare le movi-mentazioni (117 milioni di euro)e il fatturato oltre che i ristorniai soci. Va rimarcato inoltre ilforte contributo che il sistemaCpr fornisce alla salvaguardiaambientale, evitando grazie alsuo utilizzo, l’immissione di 100milioni di tonnellate di rifiutinell’ambiente. Inprospettiva appa-re sempre più evi-dentel’importanza del-la plastica nel si-stema di imbal-laggi italiano edeuropeo, comeemerge dai datidella ricerca danoi commissiona-ta all’Universitàdi Bologna chemette a confrontole performanceeconomiche edambientali degliimballaggi in cartone a perdereutilizzati per frutta e verdura e ilsistema circolare di Cpr System;il risparmio a favore di quest’ulti-mo è pari a 1,8 euro-movimentoche equivale a dire che il sistemaa perdere è più costoso di quasi2,7 volte. Il risparmio di energiaè ancora più evidente. Il sistemaa perdere richiede più di tre voltel’energia del Cpr System nel suocomplesso mentre è pressochéegualitario il fabbisogno energe-tico per la movimentazione dellecassette. Per ogni tonnellata diortofrutta distribuita, la sostitu-zione di un sistema di imballaggiin cartone a perdere con quelloin plastica riutilizzabile avrebbericadute straordinarie perl’ambiente. Il futuro ecososteni-bile del Paese è legato alla capa-cità di utilizzare modelli come

Cpr System anche al di là dell’or-tofrutta.

Eleonora Gemini country mana-ger di Ifco:Il comparto degli imballaggi perortofrutta sta continuando a vive-re un periodo molto vivace, so-prattutto negli ultimi mesi e rela-tivamente agli imballaggi riuti-lizzabili, che stanno continuandoa dare segnali di incremento an-che per quanto riguarda retailersdi piccole dimensioni e posizio-nati nel Sud. La crisi si fa sicura-mente sentire, impattando anchenei consumi medi di frutta e ver-dura nelle principali catene della

grande distribu-zione modifican-do le abitudini diconsumo delle fa-miglie. Il mercatosi sta orientandoad acquisti che la-scino molta flessi-bilità di scelta re-lativamente alfornitore, soprat-tutto nelle centra-li d’acquisto dellaGdo. I clientistanno richieden-do una particola-re capacità di for-nire in tempi

sempre più ristretti. Il fattoreprezzo è sicuramente determi-nante, ma la nostra capacità dimantenere quotazioni costantinel tempo aiuta il retailer a foca-lizzarzi sul valore della merce enon sull’imballaggio facendo ra-gionare i compratori in manieraglobale. Il trend aziendale delgruppo Ifco è in costante crescita;nel 2010 rispetto al 2009 +6,7% surevenues e +17,4% su gross pro-fit. Durante i prossimi mesi vi sa-ranno importanti novità di cui èprematuro parlare.

Luca Rossi, country general ma-nager di Chep ItaliaIl modello di business offerto daChep è l’ideale per rispondere al-la crescente pressione sulla ridu-zione dei costi, particolarmenteforte in questi tempi critici che

l’economia italiana e mondialestanno vivendo; il pooling di pal-let e contenitori elimina ineffi-cienze e distrazioni rispetto al co-re business delle imprese, libe-randone risorse ed energie, ed èquindi una soluzione particolar-mente adatta per attraversaremomenti di grave recessione, mi-tigandone i danni. Il prezzo nonè la leva chiave della nostra stra-tegia, che invece è incentrata sul-l’offerta di valore per il cliente.Questo valore è composto da ser-vizio eccellente, efficienza logi-stica, qualità delle attrezzature,network capillare e copertura na-zionale ed internazionale. Unavolta che il cliente comprendeappieno questi svariati vantaggi,il prezzo diventa irrilevante ai fi-ni della scelta, anche se non tra-scurabile in quanto fattore chemisura i risparmi derivanti dalsistema di pooling rispetto ad al-tri sistemi. Da sottolineare poicome, nell’ambito dei contenito-ri dell’ortofrutta, il principalefattore di scelta è rappresentatodalla funzionalità, qualità e di-sponibilità delle attrezzature ri-chieste. Chep, grazie a una coper-tura di mercato tale da riuscire agestire in modo ottimizzato ilparco attrezzature, riesce a garan-tire vantaggi rilevanti anche intermini di riduzione dell’impattoambientale. A livello di dati, nelprimo semestre del 2011 il bilan-cio si può definire positivo.L’obiettivo di Chep Italia a breve-medio termine è di continuaread accrescere ulteriormente lanostra quota di mercato in Italiaalmeno fino ai livelli riscontrabi-li in altri Paesi europei. Il settoresu cui stiamo concentrando lanostra attenzione è quello del lar-go consumo, ma in futuro valute-remo di penetrare anche settoricome il tessile e il farmaceutico,introducendo nuove attrezzaturee nuovi servizi, incrementandoulteriormente il livello di soddi-sfazione dei clienti in portafo-glio, sviluppando nuove sinergiee accordi di collaborazione conpartners in operations e logisti-ca. Per quanto riguarda i conteni-

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

tori per l’ortofrutta è in essere unprogetto internazionale per losviluppo di nuove casse specifi-che e modelli più moderni delformato standard, più funzionalie rispondenti alle crescenti esi-genze dei clienti. Chep sta inoltreampliando la gamma di pallet eha introdotto in Italia anche iformati display (80x60 e 60x40),nonché nuovi servizi, quali adesempio pallet con tag Rfid, pal-let con basso grado di umidità otrattati termicamente, pallet spe-cificamente adatti a magazziniautomatizzati, con tolleranzemolto strette. La nostra è un’a-zienda molto impegnata dal latogreen. Chep crede fortementenello sviluppo sostenibile, pro-muovendo l’acquisto di legno daforeste controllate, il riutilizzodei pallet, il recupero delle at-trezzature e il loro riciclo finale.Puntiamo all’efficienza e alla so-stenibilità per ottimizzare la ca-tena logistica.

Emanuele Timpanaro, direttoreEuro pool system Italia: Il trend di questo primo trime-stre evidenzia una seppur lievecrescita; a livello aziendale ci at-testiamo intorno a 3%, mentre inItalia l’incremento a parità diclienti è superiore al 5%. Il datoitaliano è sicuramente destinatoad una crescita più importantegrazie all’attivazione di nuoviclienti nei prossimi mesi. Infattila catena di ipermercati Auchandal mese di giugno andrà ad uti-lizzare i nostri imballi verdi al-l’interno della propria filiera equindi dei suoi fornitori.L’accordo avrà durata quinquen-nale. Questo ci permetterà unbalzo in avanti e un interessanteincremento della penetrazionedei nostri imballi nel mercatoitaliano. Nostro obiettivo per il2011 è arrivare intorno ai 35 mi-lioni di imballi. Sicuramente ilcomparto ortofrutticolo sta sof-frendo la crisi, ma per quanto ri-guarda le nostre specifiche com-petenze registriamo un anda-mento in controtendenza. Inquesto particolare momento le

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Nel mese di gennaio l’azienda di Verona gestita da Simone e FabioTurrini, specializzata nell’assemblaggio di cassette in cartone ondulatoe capace di rispondere a ogni soluzione di imballaggio, ha ottenuto lacertificazione Global Standard for Packaging and Packaging Materials,nota anche come BRC IoP. Il riconoscimento, ottenuto con la collabora-zione della società di consulenza 4Company, si va ad affiancare ad Iso9001:2008 e a GMP-FEFCO, ottenuti nel novembre del 2009. GMP-FEFCO èuno standard volontario che garantisce la messa in atto, da parte del-l’azienda, di tutte le misure idonee per mantenere nel tempo lo statodi conformità e igiene degli imballi in cartone ondulato. Per Verona eprovincia Agrypack è agente e assemblatore di International Paper(cassette in cartone ondulato), agente e rivenditore di Infia (cestellimonouso), società del gruppo Linpac anch’essa certificata BRC IoP dalmese di maggio, e agente di Aweta (macchinari). BRC IoP e GMP-FEFCO coprono in modo approfondito le tematiche dell’i-giene e della sicurezza dei prodotti in tutta l’industria del packaging.Gli imballaggi e le confezioni sono una componente significativa delprodotto alimentare e possono influenzare profondamente la sicurez-za degli alimenti. Questi standard forniscono delle specifiche tecnichesull’argomento consentendo ai produttori una migliore gestione deirischi attraverso l’adozione di un sistema per la gestione della sicurez-za ampiamente riconosciuto. Queste norme fanno inoltre riferimentoai requisiti di “due diligence” cui devono attenersi produttori,assemblatori, confezionatori e commercianti al dettaglio di imballaggiper alimenti e permettono di essere in regola con la normativa vigen-te in materia di igiene e sicurezza dei materiali di imballaggio, conparticolare riferimento al regolamento Ce 2023/2006, in vigore dalprimo agosto 2008. Tutti i materiali che vengono a contatto con gli ali-menti, soprattutto gli imballaggi, possono alterarne la sicurezza sia at-traverso contaminazione, sia per mancanza di un’adeguata protezione. Gli standard BRC IoP, sviluppato dal British Retailer Consortium in col-laborazione con l’Institute of Packaging, e GMP-FEFCO, sviluppato daiproduttori di imballaggi europei, prescrivono i requisiti indispensabiliper garantire la sicurezza alimentare applicando i principi HACCP eGMP (good manufacturing practice). L’attenzione crescente verso gliaspetti della sicurezza rende oggi più che mai strategical’implementazione da parte delle aziende del settore di standardappropriati. Oltre alla sicurezza è sempre più di attualità il temadell’impatto ambientale. Non a caso, nel settore della carta si stannogià affermando le certificazioni FSC e PEFC che certificano laprovenienza della carta da legno da foreste sostenibili.

Dopo FEFCO arriva anche BRC Packaging:da Agrypack l’igiene degli imballi è certificata

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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grandi catene distributive nostreclienti stanno ancora di piùprendendo in considerazione ilmondo dell’imballaggio riutiliz-zabile come una risorsa competi-tiva più che come un costo. Mi-gliorare il tasso di integrazionedelle Rti rispetto al monouso, in-fatti, permette importanti recu-peri economici e abbattimenti dicosti nell’intera filiera. Stiamoampliano l’area di competenzaportando gli imballi ovunque sia-no presenti i fornitori dei nostriclienti. Siamo presenti anchefuori Europa, consentendo cosìagli operatori di questi Paesi diesportare il loro prodotto in im-balli idonei e qualitativamentemigliori per il trasporto su tratteelevate. A loro volta i distributoriottimizzano i flussi e riescono adacquistare in Paesi come il Ma-rocco, Tunisia, Egitto, Israele,Turchia; ci stiamo preparandoanche per andare oltreoceano.Quanto alle priorità, la parolad’ordine è standardizzazione. Visono catene della distribuzionemoderna che stanno viaggiandoal 30-40% della loro capacità, ac-contentandosi dei ridotti benefi-ci che il sistema è in grado di ge-nerare. È come mettere la quintama procedere con il freno a ma-no tirato. Sul fronte dei prezzi,l’imballo riutilizzabile è decisa-mente competitivo. Se al prezzoaggiugiamo i vantaggi che ne de-rivano con il loro utilizzo, scen-diamo sotto il livello medio delmercato. Non a caso ormai gliimballi riutilizzabili sono i piùutilizzati nel mercato della Gda;discorso a parte per i Mercati ge-nerali dove vi è una “giungla” an-cora non ricettiva del sistema.Non forniamo solo imballi, masoprattutto soluzioni collegate aservizi ad alto valore aggiunto.

Cartone Claudio Dall’Agata, direttore con-sorzio BestackL’andamento del comparto delpackaging per ortofrutta è chia-ramente legato ai quantitativicommercializzati. Veniamo dauna annata precedente caratte-

rizzata da segni discordanti: forterecupero sull’export e solita sta-gnazione sui consumi. Alla lucedelle ipotesi produttive anche il2011 sembra caratterizzato da lucie ombre. Ci sono timori per le ri-percussioni della batteriosi cherischiano di essere drammatichesulla produzione del kiwi. Le gia-cenze primaverili di mele sonoinferiori rispetto all’anno appe-na trascorso mentre ci si aspettasulla frutta estiva, così come sul-le fragole, quantità maggiori ri-spetto al 2010. Venendo nello spe-cifico al settore degli imballaggiil prezzo è sempre importante,ma più dei prezzi la solidità cre-ditizia dei clienti. Nel 2010 si èconfermato l’incremento dellequote di vendita delle modernesuperfici, a dire il vero ad oggi so-stenute solo dalle nuove aperture,mentre le opportunità sulle ven-dite dirette sono ad oggi ancoradi difficile analisi. I produttori diimballaggi di cartone ondulato,oggi più di ieri, alla luce di trendsempre più variabili, hanno il do-vere di farsi trovare pronti nel so-stenere le novità in termini distrategia commerciale dei propriclienti con nuovi formati e sunuovi mercati, senza dimentica-re l’ambiente e l’igiene. Anzi civiene chiesto di comunicare chela produzione di imballaggi incartone rispetta l’ambiente piùdegli altri, piantando alberi piùdi quanti ne tagliano per produr-re carta oltre a garantire la totaleigienicità grazie ad imballaggi difibra vergine impiegati una voltasola prima di essere riciclati.In ogni caso, sulla base delle sti-

me di produzione anche per ilpackaging ortofrutticolo il 2011rischia di non essere particolar-mente roseo tra un inizio di an-no di sofferenza e la speranza direcuperare i volumi persi entrosettembre. Detto questo è costan-te l’erosione a danno del legno ilche consente di confermare gliimballaggi in cartone ondulatoquale tipologia maggiormenteimpiegata per l’ortofrutta conuna quota di mercato che si avvi-cina al 35%. La novità del 2011per Bestack è la certificazioneBestack Quality Approved. UnaCertificazione di prodotto volon-taria voluta dal mondo del carto-ne ondulato, nata per garantireal 100% le prestazioni e le dimen-sioni degli imballaggi certificati.La certificazione prevede para-metri di resistenza specifici e mi-gliorativi rispetto alla normativaformato per formato, prodottoper prodotto, e presupponel’impiego di carte con certifica-zione ambientale. Su tali basi go-de di un contributo rendicontabi-le all’interno dei piani operatividi 0,099 euro per imballaggio ac-quistato che sia certificato. Lacertificazione è utilizzabile dalleaziende socie di bestack previo ilsuperamento della verifica ispet-tiva. Infine, crediamo molto nel-la sostenibilità ambientale, maquella vera, sostenuta da datiscientifici solidi realizzati conmetodologie approvate dalla co-munità scientifica e non di parte.Per questo abbiamo iniziato unprocesso di ricerca con WWF ePolitecnico di Milano, partner diriconosciuta credibilità, per af-frontare il tema in maniera re-sponsabile, fornire una esattainformazione sul nostro settore edimostrare numeri alla manoche, dalla gestione responsabiledelle foreste in giù, la produzionedi imballaggi in cartone ondula-to è la più sostenibile rispetto al-le altre tipologie di imballaggio.Il percorso iniziato ci porterà poia fare divulgazione nelle scuoleper un approccio più responsabi-le all’utilizzo e al riciclo dellematerie rinnovabili e non.

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

PlasticaGiovanni Giantin, titolare PlasticNordPlastic Nord, azienda padovanache vanta un’esperienza decen-nale nel campo della produzionedi imballaggi in plastica perl’ortofrutta realizzati attraverso ilrecupero di materiale post-consu-mo, negli ultimi tempi ha verifi-cato che il mercato dell’ortofruttasta diventando sempre più diffi-coltoso e soggetto all’andamentodell’economia in generale e chel’unico modo per restare compe-titivi è quello di puntare sull’in-novazione. L’inizio dell’anno2011 rappresenta la continuazio-ne di un disegno di sviluppo chela Plastic Nord ha iniziato nel2009 e che si sta confermandoidoneo ai tempi ed alla situazio-ne del mercato. La crisi iniziatanel 2009, si è fatta sentire nel2010 e continua nel 2011 soprat-tutto dal punto di vista stretta-mente economico ed è legato in

particolare alla capacità deiclienti di rispettare gli impegnipresi e le scadenze concordate. Ilmercato come negli anni prece-denti, continua a “girare” ancoraattorno al prezzo di vendita del-l’imballaggio; se fino alla fine del2008, il costo del contenitore erarilevante, ma non determinate,adesso rappresenta un elementodi importanza notevole nel calco-lo del prezzo del prodotto finito.Noi “viviamo” a contatto princi-palmente con il produttore ed ilcommerciante italiano e le sen-sazioni che questi nostri clientici hanno trasmesso quotidiana-mente in questo inizio 2011 non

sono così pessimistiche comequelle di due anni fa; in questidue anni abbiamo sempre piùconsolidati e rafforzati i rapportitra cliente e fornitore per il benecomune. Il frutto di questo lega-me è rappresentato in questi an-ni dalla “nascita” di due nuove ti-pologie di imballaggi che stannoriscontrando risultati più che po-sitivi; la Linea Elite, una cassettadi dimensioni 30x40x9 centime-tri che rappresenta un vero e pro-prio vassoio ideato e realizzatoper la vendita a collo e la Lineamelone, di dimensioni 30x50x17centimetri, studiata per contene-re il melone e tutti i prodotti pe-santi. I risultati del 2010 relativi aquesti due imballaggi “giovani”sono pienamente soddisfacenti. In particolar modo grande soddi-sfazione è venuta dall’imballag-gio della Linea Melone che si èpositivamente “ambientato” an-che nel settore orticolo (melan-zane, zucche, ecc.). Non da ulti-

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

mo nel 2011 abbiamo inserito unimballaggio di dimensioni30x50x16 centimetri a “rete” peril mercati degli ortaggi “piccoli”quali i fagiolini che fino ad oggiutilizzavano altre tipologie di im-ballaggio.Infine, vorrei eviden-ziare il lavoro che hanno fatto estanno continuando a fare i con-sorzi Conip e Copi che ogni annosi adoperano per relazionarsi congli enti pubblici e privati e checon la grande distribuzione han-no posto in essere il progetto“Usa e Riusa” finalizzato adespandere l’utilizzo ed il recupe-ro degli imballaggi in plastica aperdere.

Cestelli, vaschetteRoberto Zanichelli, responsabilemarketing IlipNonostante le incertezze causatedalla congiuntura economica,Ilip è rimasta in linea con gliobiettivi prefissati per il 2010 intutti i segmenti di mercato presi-diati (imballaggi ortofrutta, stovi-glie monouso, foodservice packa-ging). Discorso a parte merita in-vece il risultato economico a cau-

sa degli aumenti delle materieprime che sono stati solo parzial-mente assorbiti dal mercato. Perquanto riguarda il 2011, è più dif-ficile fare previsioni soprattutto acausa della situazione legata alcontinuo e costante aumento del-le materie prime ma anche dellaattuale situazione economica chenon mostra segnali di ripresaconsolidata dal momento chenon abbiamo ancora assistito adun pieno ristabilimento della si-tuazione pre-crisi. Per contrasta-re questa situazione Ilip conti-nuerà a lavorare sull’innovazionecostante nei materiali e nei pro-

dotti, in modo da consolidare lasua immagine di azienda innova-trice leader del settore. Per cui ol-tre a segmentare ulteriormentele gamme dei prodotti “standard”(vassoi, cestelle, clamshell e al-veoli) che vengono percepitimolto spesso dal mercato comepure commodities, Ilip, in lineacon le richiesta del mercato,orienterà la propria proposta an-che verso prodotti di nicchia e“convenience” in modo da creareun valore aggiunto globale piùelevato. Le ultime novità, il clam-shell SETB36 per due frutti rea-lizzato in PLA e vincitore dell’O-scar Macfrut, ora disponibile an-che in r-PET, e la cestella termo-saldabile B22-TS in r-PET an-ch’essa, sono prodotti che vannonella direzione sopra citata. So-prattutto per la cestella B22-TS ivantaggi in termini di eco-soste-nibilità sono notevoli a partiredalla materia prima, il Pet rici-clato post-consumo. Inoltre es-sendo termosaldabile non servepiù il coperchio per il suo confe-zionamento, risparmiando ulte-riormente materia prima.

Fabio Zoboli direttore commercia-le di InfiaNelle scorse settimane Infia haottenuto la certificazione Brc,che si va ad unire alla Iso 9001 e14001. Ciò ha comportato, oltreche un grossissimo lavoro inter-no, con un investimento di oltre200.000 euro. Per tutte le aziendedel nostro settore, il fenomenopiù significativo dall’inizio del-l’anno è sicuramente stato il for-tissimo incremento delle materieprime. Hanno subito aumentinell’ordine di oltre il 40% per ilpolipropilene e del 60% per il Pet.Questo ha comportato per tutti iproduttori un forte calo della red-ditività mettendo a rischio lastessa sopravvivenza delle azien-

de. In Europa infatti abbiamopurtroppo assistito alla chiusurae all’amministrazione controlla-ta di due storici produttori diimballaggi in Spagna e Francia.Il susseguirsi di incrementi deinostri costi ci ha obbligato a ri-vedere più volte durante questimesi i nostri listini. Il mercato,forse perché anche i nostri clien-ti sono consci di quello che stasuccedendo con le materie pri-me, ci ha comunque seguito e co-me volumi siamo in linea con ildato del 2010. Sempre di più nelsettore dell’ortofrutta sono fonda-mentali l’innovazione ed il servi-zio. La risposta che i produttoridi frutta devono dare alla Gdo, èsempre più veloce ed articolata.Per questo motivo alle aziendeche forniscono packaging, chie-dono flessibilità e capacità di for-nire prodotti innovativi e gammeampie. La crisi si fa sentire main un settore tipicamente antici-clico come l’agroalimentare nonvi è stato un un crollo dei consu-mi come è successo ad altri setto-ri industriali. Quanto ai volumi,questi hanno risentito più di fat-tori congiunturali che ad uncambio delle abitudini d’acquistodovute alla crisi. I volumi di frut-ta prodotti e venduti sono rimaticostanti, ma si sono in alcuni ca-si travasati da un Paese all’altro eciò si ripercuote anche nel nostrosettore. Per quanto riguarda lefragole ad esempio, questa primaparte dell’anno è stata positivaper i produttori del Marocco edella Spagna, senza problemiqualitativi, con buone quantitàche si sono spalmate nella cam-pagna senza creare eccesso di of-ferta. In termini di flussi, si è no-tato una diminuzione di esporta-zioni verso la Gran Bretagna. Unfenomeno sicuramente influen-zato dal cambio sfavorevole dellasterlina che da un paio di annicontinua a rimanere su valoriche sono un 30% inferiori rispet-to il 2008. Abbiamo poi notatosoprattutto nel Nord Europa unforte aumento di esportazioniverso la Russia, mercato che haricominciato a tirare. ●

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Escalation per la produzione del-la nuova varietà di fragola Pir 5che l’azienda Piraccini Secondodi Cesena commercializza in Ba-silicata, nell’area dove si concen-tra la produzione fragolifera. Quida anni è in corso un’intensa at-tività pubblico-privata di miglio-ramento genetico, cofinanziatadal Gruppo cesenate in collabora-zione con il Cra-Unità di ricercaper la frutticoltura di Forlì. Le previsioni per l’anno in corsosi attestano sui 3.500 quintali diproduzione, controi 900 quintali del2010, per un totaledi 8,5 ettari coltiva-ti. Questo nono-stante l’andamentoclimatico, caratte-rizzato da un inver-no molto lungo efreddo, abbia incisonegativamente sul-la precocità di que-sta nuova varietà,che presenta una maturazionemedio-precoce, simile a Camaro-sa, ma più precoce di Candonga.La Pir 5 si adatta bene a essereutilizzata con entrambe le tipolo-gie di piante fresche (cime radi-cate e radice nuda). La pianta èmolto rustica e piuttosto vigoro-sa, i frutti sono di grosse dimen-sioni con forma conica e moltoallungata, elevata consistenzadella polpa e buoni contenutizuccherini, tra i 7 e gli 8 gradiBrix. “La Pir 5 si trova sul merca-to da due anni - evidenziaWalther Faedi, direttore del Cra-Unità di ricerca per la frutticoltu-ra di Forlì, che ha curato il pro-getto - e ha richiesto un’attività dibreeding di circa sei anni. Si trat-

ta di una varietà importante perquest’area della Basilicata; si in-tegra senza problemi con la do-minante Candonga, di cui egua-glia sia i frutti che la qualità”.Una varietà che soddisfa i pro-duttori, in particolare per la pro-duttività delle piante (750 gram-mi a pianta a differenza di altrevarietà che si attestano sui 500-600 grammi). Il lavoro di inno-vazione varietale portato avantinegli ultimi anni condotto dalGruppo Piraccini (che rappre-

senta, con 20milaquintali, il 13% del-la produzione tota-le di fragole in Ba-silicata) e dal Craha permesso di al-lungare il calenda-rio di produzionedella fragola, cheoggi si può gustaregià a partire dalmese di gennaio. Altro progetto del-

l’azienda cesenate, che conta di-versi stabilimenti in Italia, èquello che riguarda la coltivazio-ne in coltura protetta (tunnel) dipesche e albicocche - che attual-mente si attesta sui 4.500 quinta-li con la prospettiva di raggiun-gere nell’arco dei prossimi 3-5anni i 10 mila quintali circa - chepermette un anticipo di matura-zione dei frutti dai 20 ai 30 gior-ni. Fondata negli anni Cinquantadal capostipite Secondo Piraccinioggi l’azienda, che ha sede a Pie-vesestina di Cesena, è presente inItalia con circa 200 mila quintalidi frutta movimentata annual-mente, di cui il 40% viene espor-tato in tutta Europa. ●

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Si inasprisce la lotta alla con-traffazione da parte del Con-sorzio di tutela dell’AsparagoVerde di Altedo Igp, che giàda due anni effettua l’attivitàdi vigilanza per la tutelarel’Identificazione GeograficaProtetta del prezioso ortaggiocoltivato nelle campagne bo-lognesi e ferraresi.Se inizialmente l’attività si èlimitata prevalentemente allasensibilizzazione, nel corsodelle verifiche condotte nel2010, sono state rilevate leprime sanzioni di attività re-cidive nell’uso scorretto dellediciture d’origine del prodot-to.E chiunque usurperà evochio imiti la denominazioneprotetta dell’Asparago Verdedi Altedo Igp, verrà da ora inpoi sanzionato conun’ammenda di 4 mila euroche però, in casi particolari,potrà arrivare fino a 13 milaeuro secondo quanto previstodal Decreto Legislativo 297del 2004.“Lo scopo dell’attività di vigi-lanza - sottolinea Tarcisio Le-vorato, direttore del Consor-zio - è quello di tutelare iconsumatori che spesso ven-gono tratti in inganno perl’offerta sul mercato di aspa-ragi di diversa provenienzaspacciati per prodotto conorigine Altedo senza che glistessi siano certificati erispettino il Disciplinare diproduzione dell’asparago Ver-de di Altedo Igp”.

Asparago di AltedoControlli più severi

Fragole, ecco Pir 5 Anticipa Candonga

Escalation produttiva per la nuova varietà commercializzata in Basilicata dall’azienda cesenatePiraccini Secondo: previsti 3.500 quintali da 8,5 ettari

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Un tavolo di coordinamento a li-vello ministeriale con Regioni,organizzazioni agricole e princi-pali istituzioni scientifiche com-petenti; una “task force” operati-va sul territorio; adeguate misuredi indennizzo per i produttori(almeno 30 milioni di euro per iprossimi, quattro-cinque anni),coinvolgimento delle istituzionicomunitarie. Queste alcune delle iniziative “daattivare in tempi rapidi per con-trastare la grave emergenza cheha colpito nel nostro Paese laproduzione di kiwi” che sonoemerse nel corso di una riunionedella Cia-Confederazione italianaagricoltori, che ha deciso di costi-tuire un’unità di crisi per affron-tare la drammatica situazionecausata dal diffondersidella batteriosi che haprovocato pesanti dannialle colture. Riunionecoordinata dal presidenteGiuseppe Politi e allaquale hanno partecipatoi rappresentanti confede-rali delle regioni diretta-mente interessate al pro-blema (Lazio, Piemonte,Emilia Romagna e Vene-to).Oltre l’80%o della produ-zione di kiwi è concen-trata in quattro regioni(Lazio 32%, Piemonte 21%, Emi-lia Romagna 15%, Veneto 13%)nelle quali rappresenta un’eco-nomia di assoluto rilievo, sul pia-no agricolo e dell’indotto territo-riale. Oggi la coltivazione di kiwi è gra-vemente colpita dalla diffusionedel “cancro batterico” (Pseudo-monas syringae), che, segnalatoin Italia dapprima nel Lazio, si èdiffuso in tutte le più importantiaree produttive del nostro Paese;in pochi mesi ha pressoché di-strutto gli impianti di kiwi a pol-pa gialla (actinidia chinensis) e

colpito dall’8 al 30% degli im-pianti a polpa verde a secondadelle zone. Un’emergenza, quin-di, che sta assumendo dimensio-ni allarmanti. La Cia da tempoha sollecitato la creazione di unTavolo di coordinamento, ma, èstato detto nell’incontro, la gra-vità della situazione è stata sot-tovalutata, soprattutto a livello digoverno centrale e di alcune re-gioni. Per la Cia è, inoltre, indispensa-bile coordinare le azioni dei ser-vizi fitopatologici e gli interventi

di contenimento ed espianto,prevedendo temporaneamente sututte le aree colpite (tutto il terri-torio nazionale) il blocco del ma-teriale vivaistico e il divieto deireimpianti, anche amatoriali.Per quanto concerne il coinvolgi-mento del Parlamento europeo edella Commissione Ue, per met-tere finalmente a punto un siste-ma europeo coordinato perl’intervento contro le emergenzesanitarie, la Cia sollecita un pre-ciso impegno in questo senso. Eciò soprattutto per l’emergenzakiwi che sta assumendo aspetti

planetari, visto che anche in Ci-na e Nuova Zelanda la batteriosista avendo pesanti conseguenze.Di batteriosi dell’actinidia si èparlato anche in Piemonte, alCentro ricerche del Creso; a fineaprile oltre 500 persone hannoascoltato l’assessore regionale al-l’agricoltura Claudio Sacchettoche ha testimoniato la piena con-sapevolezza circa la gravità dellasituazione e la necessità di inter-venti forti a supporto dei frutti-coltori. In questa situazione diemergenza la Regione Piemonte

ha recepito le linee guidadel Decreto Ministeriale,interpretandole alla lucedelle peculiarità del terri-torio regionale e coinvol-gendo le amministrazionilocali a vari livelli, affin-ché le prescrizioni e leraccomandazioni giun-gessero capillarmente atutti gli interessati. Un di-spiego di forze ed energie,ha detto l’assessore, che èdiventato - insieme aquello dell’Emilia Roma-gna - un riferimento a li-

vello nazionale per le altre regio-ni colpite dal batterio. Marco Scortichini, batteriologodel Cra di Roma ha ricordato chela storia del Psa ha inizio circaun trentennio orsono, nei paesiorientali, culla della specie. Ilprimo caso a Roma è datato 1992.Il grafico che descrive il ciclo del-la malattia spiega come l’estatesia un periodo di calma apparen-te, in cui la batteriosi sembra ral-lentare la propria attività viru-lenta, per ritornare al massimodell’infezione in inverno e dopoil germogliamento. ●

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Task force e indennizzi ai produttori Kiwi, le proposte anti-batteriosi

La Cia sollecita risposte rapide per contrastare la pericolosa patologia. L’assessore regionale Sacchetto

ha incontrato i produttori piemontesi al Creso

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Prosegue regolarmente la stagio-ne delle mele italiane. Al primomaggio la situazione delle gia-cenze si conferma positiva conun ritmo di vendita costante edin linea con i programmi dei di-versi operatori.Le giacenze, stando alle stime diAssomela, si confermano inferio-ri del 1,9% rispetto allo stesso pe-riodo del 2010. Il contesto italia-no riflette lo scenario europeo,dove le giacenze risultano ovun-que sostanzialmente inferiori ri-spetto all’annata precedente.L’andamento delle vendite è co-stante e regolare, con un volumedi venduto del mese di aprile pa-ri a 233.565 tonnellate, in leggerocalo fisiologico rispetto al mesedi marzo. Dall’inizio della campagna dicommercializzazione le venditetotali sono state complessiva-mente pari a 1.571.844 tonnella-te, in linea rispetto agli obiettividi decumulo.

Per la varietà Golden Deliciousnel mese di aprile 2011 si sonovendute in Italia 118.315 tonnel-late rispetto alle 101.968 del mese

di marzo. In totale a livello na-zionale le vendite di Golden Deli-cious da inizio stagione al primomaggio 2011 sono state di 603.951tonnellate. Per il gruppo Red De-licious la stagione commercialeprosegue molto fluida con gia-cenza al primo maggio è 22.025 (-39% rispetto al 2010).Le giacenze di Granny Smith e diFuji, rispettivamente pari a12.750 e 30.464 tonnellate sonoallineate con gli obiettivi di com-mercializzazione dei maggioriConsorzi.Le informazioni provenienti daiPaesi produttori dell’EmisferoSud conferma alla settimana 17un volume di importazione inEuropa inferiore rispetto al 2010,con 212.276 tonnellate rispettoalle 247.045 della medesima setti-mana del precedente anno.La qualità del prodotto disponibi-le si conferma molto buona per imesi fino alla chiusura della sta-gione commerciale 2010-2011. ●

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Mele,vendite ok

Al primo maggio erano state commercializzate

1,57 milioni di tonnellate

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Ampliare il periodo di commer-cializzazione attraverso il lanciodi nuove varietà, garantire piùreddito agli agricoltori, facilitarele aggregazioni tra produttori,operare in modo continuativo epiù capillare con la grande distri-biuzione, consolidare il legamecon il territorio anche nell’otticadi sviluppare il turismo, crearenuove occasioni di consumo perun frutto versatile che in cucinapuò essere preso in considerazio-ne in svariate ricette. Unico agrume europeo a potersifregiare di una Denominazionedi origine protetta - acquisita dapoche settimane -, supportata daun Consorzio che esprime unmarchio di discreta notorietà,l’arancia di Ribera si è regalata laprima edizione di Riberella days,festival che ha coinvolto il Comu-ne agrigentino dal 29 aprile alprimo maggio scorsi: convegni,stand a forma di arancia, degu-stazioni, laboratori gastronomici,visite guidate per giornalisti, mo-stre, concorsi a tema e concertiper una kermesse organizzata inun periodo non propriamentecruciale a livello produttivo ecommerciale (già a marzo i ma-gazzini erano vuoti), che ha sof-ferto di qualche limite organizza-tivo e non si preclude però tra-guardi ambiziosi, visto che i pro-motori (tra i quali Regione, Pro-vincia e Consorzio) hanno già

annunciato il “bis” per il 2012,quando le date verranno antici-pate e l’obiettivo sarà quello difarne un evento davvero interna-zionale.L’agrumicoltura di questa fasciasud occidentale della Sicilia ba-gnata dal fiume Verdura ed im-perniata sulle varietà Brasiliano,Washington Navel e Navelina, so-

gna di tornare ai fasti degli anniSettanta e Ottanta, quando il pro-dotto veniva pagato nei campil’equivalente di quanto spuntaoggi (25-30 centesimi la remune-razione dell’ultima stagione) e,addirittura, una cassetta di aran-ce “valeva” più di una di pesce fre-sco appena scaricato dai pesche-recci. Impresa difficile, al limite

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Arancia di Ribera, Dop strategicaper incrementare ricavi e partner

In Sicilia a fine aprile la prima edizione dei Riberella Days.Il Consorzio di tutela impegnato per ampliare il periodo di commercializzazione e risollevare i redditi nei campi

Il presidente del Consorzio Pasciuta.In alto, due momenti dei RiberellaDays. A fianco un campo sperimentale

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Attualità

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forse dell’impossibile, ma sicura-mente i margini di crescita ci so-no: “Abbiamo rincorso la Dop per11 anni, ora che l’abbiamo porta-ta a casa vogliamo farla valere”,ci ha detto convinto il presidentedel Consorzio Giuseppe Pasciuta.“Come? Cercando di ottenere unprezzo più soddisfacente a montedella filiera, in modo che le aran-ce vengano pagate non meno di40 centesimi al chilo e perse-guendo un più stretto rapportocon la grande distribuzione chegià ora acquista le arance Ribe-rella, perché il consumatore lechiede, ma magari non riforniscecapillarmente tutti i punti vendi-ta del territorio”.Dop come punto di partenza enon di arrivo, per un “rinasci-mento” dell’agrume agrigentinoche dovrà passare anche da unampliamento varietale teso aestendere il periodo di commer-cializzazione: “L’ultima stagione -dice Pasciuta - è stata positiva, laconsistenza della domanda hafatto però sì che a marzo nonavessimo prodotto a disposizione.Confidiamo nei risultati che po-tranno arrivare dai campi speri-mentali in cui vengono testate14 nuove cultivar tra cui la CaraCara, molto promettente per es-sere sempre più competitivi e ac-crescere i volumi”. E per consolidare il peso specifi-

co del marchio, sul mercato dal1994 ma ora “impreziosito” dallasigla Dop, a Ribera si punta a ri-dare fiato alla cooperazione, chenegli anni Ottanta aveva fallitalasciando sul terreno polemichee aprendo ferite non ancora deltutto rimarginate. “Il Consorziovuole organizzare la produzionee punta a costituire una Op chemigliori la fase di commercializ-zazione. La nostra non è una Dop“sulla carta”, il prodotto c’è ed èbuono: tocca a noi decretarne ilsuccesso”. In questo senso il sin-daco Carmelo Pace ha anticipato

che è in vista un accordo con iproduttori per scrivere negli im-ballaggi “Ribera città turistica”con l’indirizzo internet del Co-mune.Nel convegno “Dop: cosa cambianel territorio?”, condotto da Pa-trizio Roversi e in cui sono inter-venti tra gli altri Martino Ragusa,direttore tecnico di Riberella-days, Maria Antonientta Ger-manà della Facoltà di Agrariadell’Università di Palermo e Giu-seppe Russo Centro Ricerche perl’Agrumicoltura e le Colture Me-diterranee di Acireale, è stato ri-cordato il professor Franco Cala-brese, uno dei protagonisti dellungo camino conclusosi con ilriconoscimento comunitario.Gli altri appuntamenti convegni-stici ospitati nell’affascinantecornice della villa Comunale ri-berese hanno focalizzato le po-tenzialità dell’arancia in risto-ranti, alberghi e bar (ancora ine-spresse: perfino nelle zone pro-duttive, ai succhi di agrume fre-sco vengono spesso preferiti iprodotti industriali) e il legametra il frutto oggetto della tre gior-ni ed il paesaggio.Intanto nei territori dell’aranciadi Ribera si investe sul biologico:la quota di arance organic, oggipari al 15% circa del totale pro-dotto, è destinata ad aumentarenei prossimi anni. (M.Ald.)

Il 21 maggio scorso, in occasione della sagra dell’Asparago Verde diAltedo Igp, si è colta l’occasione per fare il punto sulla situazioneeconomica e sulle prospettive delle Denominazioni di Origine Cer-tificate.Alla presenza dell’assessore all’agricoltura della Regione Emilia Ro-magna e con il contributo di numerosi interventi dei rappresentan-ti di importanti Consorzi di Tutela e valorizzazione della Regione ladiscussione si è incentrata sulle prospettive della origine certificataper i prodotti ortofrutticoli e non in Italia ed in Europa.È emerso come per molti di essi, tra cui asparago verde di Altedo,pesca e nettarina di Romagna, Ppera dell’Emilia Romagna, i volumidi vendita non sono ancora in linea con le potenzialità. Tra iproblemi, l’aggravio burocratico per la gestione dei prodotti Igpche negli ultimi tempi si è estremamente appesantito creando nonpoche difficoltà agli operatori.

Sos dall’Emilia Romagna: troppa burocrazia,difficile gestire e dare valore ai prodotti tipici

La produzione mondiale diagrumi si aggira sui 120 mi-lioni di tonnellate. IlMediterraneo esprime il 19%della produzione totale; pre-cede il Brasile (18%), la Cina(Paese di cui sono originariele arance) e gli Usa. Tra iPaesi produttori l’Italia è ot-tava con 36 milioni di quin-tali di cui 22 milioni costitui-te da arance; dalla Sicilia nearrivano circa 11 milioni diquintali. 180 mila gli ettari,111 mila dei quali dedicatiagli aranceti.

120 milioni di tonsdi agrumi nel mondo

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

A poco più di un anno dall’iniziodei lavori di ricostruzione, ilGruppo Bonduelle ha inauguratoa San Paolo d’Argon (Bergamo) ilnuovo stabilimento dedicato alfresco di IV gamma, mantenendocosì la parola data all’indomanidell’incendio che, il 28 febbraio2008, aveva divorato gli impiantipreesistenti.Con un sistema di approvvigio-namento delle materie prime inprossimità del sito, assicuratodall’organizzazione dei produtto-ri Oasi, una capacità produttivapari a 20.000 tonnellate e un im-piego effettivo di circa 250 addet-ti, il nuovo sito per la lavorazionee il confezionamento delle insa-late pronte al consumo si collocaal primo posto in Europa sia invirtù delle soluzioni d’avanguar-dia adottate, sia per l’ampiezzadella superficie su cui si estende.Con l’entrata a regime dello sta-bilimento di San Paolo d’Argon,inoltre, Bonduelle Italia ricosti-tuisce e potenzia ulteriormente ilpolo del fresco di IV gamma cheserve il bacino dell’Italia setten-trionale e centrale. In esso, infat-ti, convergono le attività prece-dentemente svolte a Lallio e Co-sta di Mezzate (Bergamo).“Voglio rendere omaggio al no-stro team italiano, che ha realiz-zato un lavoro notevole a tempodi record per assicurare la conti-nuità del servizio ai nostri clien-ti”, ha affermato Christophe Bon-duelle, presidente del GruppoBonduelle. “Questo nuovo stabili-mento rispecchia pienamente lenostre priorità in termini di svi-luppo sostenibile, la qualità orga-nolettica e nutritiva delle nostreverdure lavorate subito dopo ilraccolto - senza l’utilizzo di alcunconservante - e la preservazionedelle risorse naturali, dato cheterra, aria e acqua sono le princi-pali materie prime per produrredelle buone verdure.”

Il nuovo stabilimento, che sorgesu un’area contigua alla sede diBonduelle Italia, è stato concepi-to secondo i principi della filoso-fia del Gruppo Bonduelle in ma-teria di Sviluppo Sostenibile,avendo come obiettivo: combina-re l’efficienza funzionale e pro-duttiva di una realtà industrialeall’avanguardia con il massimorispetto per l’ambiente, migliora-re le condizioni ambientali nellearee critiche e ottimizzare i con-sumi energetici.Tra i principali interventi a livel-lo strutturale effettuati a tal finefigurano: l’ottimizzazione ener-getica della centrale frigorifera;la coibentazione del pavimento,finalizzata a limitare la dispersio-ne termica verso il terreno; unimpianto per il recupero dellefrigorie dell’acqua di processoper abbassare la temperatura del-l’aria in entrata nello stabilimen-to; l’illuminazione a due inten-sità; la depurazione dell’acquareflua per alimentare un ambien-te ecologico; la predisposizioneal fotovoltaico in copertura.

“Oggi è un gran giorno per tantimotivi, primo tra tutti il legitti-mo orgoglio di aver tenuto fedealla promessa fatta tre anni fa. Il28 febbraio del 2008 ci eravamopubblicamente impegnati a rico-struire la fabbrica di San Paolod’Argon nel minor tempo possi-bile, e questo è stato reso possibi-le grazie alla dedizione di tutti ea un grande lavoro di team svoltoin collaborazione con Ced Inge-gneria”, ha dichiarato UmbertoGalassini, amministratore dele-gato Bonduelle Italia. “La gestione industriale del nuo-vo stabilimento di San Paolod’Argon - ha concluso ancora Ga-lassini - viene affidata a O.P. Oasi,società agricola consortile part-ner di Bonduelle da numerosi an-ni, che possiede l’esperienza e lecompetenze specialistiche pergarantire quell’ulteriore saltoquantitativo e qualitativo che cipermetterà di coprire in manieraancora più adeguata e soddisfa-cente le esigenze della grande di-stribuzione organizzata e del ca-nale Horeca”. ●

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IV gamma, Bonduelle “risorge” e crea efficienza nella Bergamasca

Nuova struttura all’avanguardia a San Paolo d’Argon. Sostituisce quella distrutta dall’incendio del febbraio 2008

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il consiglio comunale di Milanoha approvato nella seduta del 28aprile il piano di rilancio e ri-qualificazione dei Mercati Gene-rali di Milano messo a punto daSogemi in collaborazione con glioperatori, concedendo l’autoriz-zazione ad iniziare la prima fasedegli investimenti per 43 milionidi euro, anche grazie al rilasciodi una garanzia fideiussoria ri-chiesta dal sistema bancario perla concessione di un mutuo tren-tennale in fase di ottenimento daSogemi. Il piano era atteso da ol-tre vent’anni.Luigi Predeval (nella foto), presi-dente di Sogemi, ha sottolineatoche “l’ente gestore potrà così av-viare immediatamente quantonecessario per procedere il più

rapidamente possibile nel realiz-zare gli investimenti previsti nel-la prima fase del progetto, intera-mente messo a punto nelle sue li-nee generali dalla Sogemi graziealla costruttiva collaborazione

instauratasi con le categorie de-gli operatori, dei grossisti deimercati e i loro presidenti: Alber-to Albuzza, Dino Abbascià, MarioBossi, Giuseppe Bianchi, PaoloGaravello, Angelo Nichetti, Gia-como Errico ed Ercolino Piva”.�“L’obiettivo ha detto ancora Pre-deval - sarà quello di dotare lacittà di nuovi mercati generalientro il 2015, in modo che i mi-lioni di visitatori attesi perl’esposizione universale possanoavere l’opportunità di poter visi-tare i mercati generali che saran-no, a livello mondiale, quelli inassoluto più all’avanguardia dalpunto di vista tecnologico, com-merciale e per i livelli di qualitàe di sicurezza alimentare dei pro-dotti posti in vendita”. ●

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Approvato al Mercato di Milanoil piano di rilancio e riqualificazione

Messo a punto da Sogemi, prevede un investimento

iniziale di 43 milioni di euro

Martedì 26 aprile l’assemblea dei soci del MercatoAgroalimentare Padova, presieduta da Franco Fri-go ha approvato all’unanimità il bilancio 2010. Afronte di un patrimonio netto di 8.664.945 euro(+1%, rispetto al 2009), il bilancio registra un va-lore della produzione di 4.578.679 euro (+2,5%)ed un utile ante imposte di 278.943 euro(+310%).La relazione sulla gestione, ha evidenziato, tral’altro, i principali investimenti e manutenzionisulla struttura (242.000 euro) nonché unincremento dell’1% sul tonnellaggio di ortofruttaannua commercializzata, a fronte di un’attività diesportazione che raggiunge ormai circa il 50% delfatturato espresso dagli operatori del mercato.Gli obiettivi prossimi del Maap comprendono, tral’altro, l’ampliamento logistico nell’area di circa42.000 metri quadri di Corso Spagna, lo studioper la attivazione di piattaforme logistichecontrollate sia nei Paesi di importazione che inquelli di esportazione, un nuovo impiantofotovoltaico per autoconsumo per circa 20.000metri quadri di superficie nonché numerosiinterventi di restyling.Il presidente del Maap ha ricordato l’attivazione,da parte di Maap, di nuovi canali commerciali

verso Oriente ed il Nord Africa nonchél’importante investimento sviluppato nel corsodel 2010 con la più ampia superficie su tetto a fo-tovoltaico per un mercato all’ingrosso in Italia,pari a circa 42.000 metri quadri per unaproduzione di circa 4,2 Megawatt di potenza.Spostandosi di poche decine di chilometri a ovest, in riva all’Adige, il bilancio approvato dall’assem-blea dei soci di Veronamercato presenta un utilenetto di quasi 90 mila euro. Il bilancio è sostanzialmente in linea con il pia-no economico finanziario della Società.Il Cda sta esaminando la fattibilità di alcuni pro-getti: la chiusura delle tettoie di carico/scarico edei varchi di accesso; sostituzione dei corpiilluminanti per consentire, sfruttando la moder-na tecnologia in materia di lampade e di fari, diabbattere sensibilmente i consumi energetici (ne-gli scorsi mesi è stato installato sul tetto dell’edi-ficio ortofrutta un impianto che consente la pro-duzione di energia di circa 1,8 Mwatt l’anno); unnuovo moderno sistema di controllo accessi; larealizzazione di nuovi magazzini di logistica,confezionamento e di condizionamento. Positivo, dunque l’avvio del mandato del nuovopresidente Gian Paolo Sardos Alberitini.

A Padova e Verona via libera ai documenti consuntiviNuovi canali commerciali, fotovoltaico e logistica più efficiente

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Il Meridione sa fare anche siste-ma. Ne sono convinti all’Aop Ar-monia, associazione di organiz-zazioni di produttori con le ideechiare su come organizzare legrandi potenzialità produttive dialcune aree della Campania (enon solo). L’occasione per illu-strare progetti e intenzioni dellanuova realtà è stata la presenta-zione ufficiale dell’Aop avvenutanella suggestiva cornice del risto-rante Don Alfonso 1890 di Sant’A-gata sui due Golfi a Sorrento. Sitratta della prima Aop costituitanel Sud Italia che nasce nel 2009dall’unione di due Organizzazio-ni di Produttori: Poma e Idea Na-tura.Giunta oggi a circa 2.000 ettari disuperfici coltivate, dislocate intutto il meridione d’Italia traCampania, Calabria, Basilicata ePuglia, l’associazione vanta oltre400 mila quintali di prodotti or-tofrutticoli commercializzati,produzioni di eccellenza localecome kiwi, fragole, clementine,meloni, nettarine, pesche satur-nie, uva e ciliegie.La Aop Armonia, con sede a Bat-tipaglia (Salerno), rappresenta laprima grande aggregazione in-terregionale del Sud, una realtàunica nel suo genere che ha sa-puto riunire esperienza e profes-sionalità per accrescere notevol-mente la propria efficienza ed in-cisività commerciale e per soddi-sfare al meglio le esigenze delmercato ortofrutticolo moderno.“Ci uniamo per vendere meglio inostri prodotti, non per riceverepiù aiuti comunitari”, ha affer-mato Marco Eleuteri, direttorecommerciale di Aop Armonia.“Non si tratta dell’unione di tanti

produttori diversi che coltivanodi tutto - ha precisato Eleuteri nelcorso della presentazione a cui apartecipato tra gli altri AmbrogioDe Ponti, presidente di Unaproae di Aop Uno Lombardia - ma diun gruppo di produttori con unaidentità produttiva forte e ben de-finita, ognuno dei quali è specia-lizzato in un numero limitato dicolture, la cui complementarietàconsente alla Aop di formulareuna offerta “armonica”, commer-cialmente interessante e lontanadal rischio di pericolose sovrap-posizioni merceologiche”. L’of-ferta commerciale può contaresu un’ampia gamma di prodotti,

sia frutticoli che orticoli, caratte-rizzata da uno standard qualitati-vo elevato ed omogeneo, garan-tendo al consumatore un prodot-to sano e sicuro grazie a processie tecniche di coltivazione biolo-giche all’avanguardia e a bassoimpatto ambientale, aspetto am-piamente trattato in sede di con-vegno da Francesco Perri, agro-nomo esperto in agrumicoltura.L’aspetto politico ed economico,invece, è stato prontamente af-frontato dall’assessore all’Agri-coltura della Regione Campania,Vito Amendolara. “Si sono final-mente rotti gli argini, i meccani-smi e le gerarchie da sempre pre-senti nelle Province e nelle Re-gioni. L’AOP Armonia rappresen-ta un grande monito per tutti isettori economici del Sud, che sifonda sulla sinergia e sulla retecome suo punto di forza”.Infine Eleuteri ha consegnato ildiploma di Ambasciatore del Gu-sto allo chef Alfonso Iaccarino,che ha chiuso il pranzo servito inoccasione della presentazionedell’Aop con “un’armonia di fra-gole e kiwi”. (Em.Zan.)

49M a g g i o 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Aop ArmoniaIl Sud che fa sistema

Presentata a Sorrento la prima associazione tra organizzazioni di produttori del Meridione frutto

dell’intesa tra Poma e Idea Natura. Eleuteri: forte identità

L’assessore Vito Amendolara. Sopra,Marco Eleuteri con Ambrogio De Ponti

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

● Emanuele Zanini

Un centro di sperimentazionema anche un’area d’incontro chesappia diventare un punto di ri-ferimento per la filiera orticolasiciliana e non solo.Questo uno degli ambiziosi obiet-tivi del nuovo centro dimostrati-vo del pomodoro e del peperonea Marina di Acate (Ragusa), inau-gurato con tanto di taglio del na-stro alla presenza del sindaco del-lo stesso comune del RagusanoGiovanni Caruso e di molti ope-ratori del settore, italiani ed este-ri accolti da Lucio Colombo,marketing manager di MonsantoVegetable Seeds, che ha fatto glionori di casa.A ribadire le finalità che il grup-po intende raggiungere con que-sta nuova struttura è stato lo stes-so Mauro Ferrari, amministrato-re delegato della divisione Vege-table Seeds di Monsanto e com-mercial lead Italia della stessamultinazionale.“Crediamo che il centro Livingproof possa diventare una risorsaimportante per creare nuove va-rietà e testarne direttamente sulcampo le performances”, ha sot-tolineato Ferrari.“Attraverso questa struttura - haaggiunto - si possono condividerei risultati con i produttori, in lo-co, attraverso immediate prove,confronti e opinioni. L’intento èquello inoltre di far diventare ilcentro un punto di incontro econfronto con i componenti del-la filiera sperimentando varietàsempre più innovative in un luo-

go, la Sicilia, che è senza dubbiouna zona chiave per le produzio-ni orticole nazionali”.Sotto il marchio della nuova ini-ziativa “LivingProof”, che vuoleessere appunto occasione di con-fronto e scambio con i partnerdella filiera, la Monsanto inaugu-ra un centro dimostrativo uniconel suo genere; un ettaro di serreper la promozione delle nuovevarietà commerciali e la selezio-ne di nuovi ibridi rispondenti al-le diverse esigenze degli operato-ri della filiera. Il centro dimo-strativo di Acate si aggiunge aglialtri già operativi in Olanda, Spa-gna e Marocco e vuole rappresen-tare il luogo dove condividerecon i partner idee, opinioni,informazioni sulle varietà attualie future e vedere, toccare, gustarele nuove proposte varietali a con-fronto con i competitor.Il centro Living Proof ragusanodi Monsanto è composto da ottoserre coltivate con 250 varietà dipomodoro e peperone (una dedi-cata ai portinnesti del pomodoro,le altre a numerose varietà deidue ortaggi, sia già in produzioneche in fase di sperimentazione odi imminente arrivo sul merca-to), disposte su una superficie di10 mila metri quadrati. “Su que-sta struttura intendiamo puntare

molto”, ha precisato Fabrice Hou-debert, marketing lead del grup-po, “in un Paese, l’Italia, che ri-mane uno dei mercati più strate-gici per Monsanto VegetableSeeds”.“Come azienda crediamo nellatecnologia come elemento chiaveper il progresso delle colture orti-cole” ha aggiunto Houdebert, cheha ideato e fortemente volutol’iniziativa Living Proof. “Faccia-mo investimenti rilevanti in ri-cerca e sviluppo, circa mezzo mi-lione di dollari al giorno nelmondo, probabilmente il più ele-vato nel settore; tuttavia poniamogrande attenzione alla valutazio-ne dei nuovi prodotti e ai riscon-tri dei nostri partner e clienti.Noi abbiamo successo solo se lo-ro hanno successo”.Colombo infine si mostra soddi-sfatto dei risultati ottenuti e im-mediatamente si prefigge un al-tro difficile obiettivo per i prossi-mi eventi Living Proof 2011-2012:raggiungere i 1.000 visitatori.Ma “Living Proof non è solo unevento, è un’esperienza” sottoli-neano i manager di Monsanto einfatti al tour per presentare iprodotti è seguita la dimostrazio-ne di uno chef che ha presentatoricette preparate con frutti rac-colti in loco, ideate apposta perdare la possibilità di “sentire e as-saggiare” oltre che vedere. ●

M a g g i o 201150 www.corriereortofrutticolo.it

Ortaggi, Monsanto apre in Sicilia un Centro di Sperimentazione

Dedicato a pomodoro e peperone, è insediatonel Ragusano e si propone quale punto di riferimento

per l’intera filiera orticola isolana

Alcuni momenti dell’inaugurazione

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Il Cda di Terremerseha recenemente ap-provato la proposta dibilancio d’esercizio2010 da sottoporre al-l’approvazione dell’as-semblea. �La propostadi consuntivo si chiu-de con un risultato digestione utile per823.000 euro, al nettodi scelte di gestionestraordinaria caratterizzate dallarealizzazione di importanti ac-cantonamenti prudenziali - proFondo crediti, garanzia scorte dimagazzino e spese future impre-viste - oltre alle svalutazioni de-terminate da vicende esterne allagestione. Il comparto ortofrutticolo ha ef-fettuato un importante recuperodi costi diretti di lavorazione, ga-rantendo così liquidazioni ai sociin linea con le migliori perfor-mance dei concorrenti cooperati-vi e consentendo inoltre un mar-gine positivo di contribuzione aicosti generali di strutture.�Con la destinazione a riserva del-l’utile realizzato, il patrimonionetto di Terremerse raggiungerà i34,5 milioni di euro. �Nel comparto frutticolo si perse-guirà la diversificazione dell’of-ferta, sia sostenendo gli investi-menti dei soci, sia realizzando in-vestimenti diretti della Coopera-tiva per la crescita della produ-zione in conferimento di quellespecie (albicocco nuove varietà,pere Abate Fetel, mele Fuji, pe-sche nettarine nuove varietà,kaki di Romagna) che ancoraconsentono di riscuotere apprez-zamento dal mercato e marginiper la Cooperativa e per i suoi so-

ci. Attraverso l’ulteriore focaliz-zazione in senso premiale del re-golamento di conferimento, sipromuoverà la crescita della per-centuale di prodotto valorizzabilesul totale dei conferimenti, an-che per migliorare ancora il posi-zionamento strategico della Coo-perativa sui mercati finali disbocco.�Al di là delle azioni ordinarie direimpiego delle risorse ottenibiledal cash flow, Terremerse eserci-terà un continuo monitoraggiosulle opportunità offerte dal mer-cato per eventuali acquisizioni diimpianti, immobili, società dota-te di avviamento, per svilupparele attività di core business più su-scettibili di crescita.�Per realizzare tali acquisizioni,Terremerse si riserva di ricorrereanche all’utilizzo di leva finan-ziaria ottenibile a debito, da por-re a carico dei volumi complessi-vi di attività che si potranno rea-lizzare in seguito alle acquisizio-ni stesse. �Tutto questo in aggiun-ta e a sostegno del tradizionaleimpegno a realizzare progetti difusioni cooperative e/o accordisocietari per la costituzione di si-stemi d’impresa a rete capaci direndersi protagonisti sul mercatoglobale. ●

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Terremerse, parolad’ordine “diversificare”

La società archivia il 2010 con un utile di gestione di 823 mila euro e punta con decisione su specie frutticole

e varietà in grado di assicurare redditività

Positivo il bilancio 2010 sotto-posto all’esamedell’assemblea dei soci OpoVeneto lo scorso mercoledì 4maggio. In crescita il fattura-to ed i volumi trattati. Il con-suntivo parla di 28 milioni dieuro, pari a quasi 29 milionidi chili di merce venduta, dicui quasi l’80% di provenien-za da soci, dati in sensibilecrescita rispetto all'anno re-cedente.� Commenta il presi-dente Francesco Daminato:“Si è lavorato per soddisfarele esigenze di reddito dei socicercando di prevenire lesituazioni di crisi, instauran-do rapporti più equilibrati difiliera e attivando azioni dipromozione e dicomunicazione, d’intesa conla grande distribuzione, persostenere e incentivare i con-sumi”.I consumi, sem-pre fermi, contendenza ad unulteriore raffred-damento, rappre-sentano per laortofrutticolturauna situazionemolto pesante e condiziona-no negativamente il settore. �Ecco perché, per Opo Veneto,è importante la strategia dispingersi all'estero perscoprire nuove potenzialitàdi mercato soprattutto versoil Nord Europa, direzione fa-vorita dalla posizione geogra-fica cui si trova il Veneto. �Sipunta inoltre su una sempremaggiore presenza nella Gdo(Grande distribuzioneorganizzata) e nel segmentodistributivo rappresentato dalcanale Horeca. Mentre i mer-cati all'ingrosso, rimangonoun punto di riferimento peril ruolo che hanno nella for-mazione del prezzo deiprodotti.

Fatturato e volumi “su” per Opo Veneto

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

La prima edizione di BtoBIO Ex-po si è proposta al mercato di ri-ferimento come un nuovo model-lo di fiera: internazionale, profes-sionale, esclusivamente dedicataal biologico. Un progetto fieristi-co con una prospettiva strategicachiara: di grande crescita per il2013 e di ulteriore salto in avantinel 2015, con l’inaugurazionedell’Expo Universale, “i cui valorifondanti coincidono appieno coinostri, ossia sostenibilità, nutri-zione, salute, ambiente” eviden-ziano gli organizzatori. Sono state 200 le aziende presen-ti nel padiglione 18 di Fieramila-no. BtoBIO ha attratto operatoriprofessionali da vari Paesi e orga-nizzato una corposa operazionedi incoming di giornalisti, im-portatori, grossisti e buyer inter-nazionali da Usa, Canada, Ger-mania, Spagna, Francia, Israele,Grecia, Svizzera, Polonia, Olan-da, Ungheria, Lituania, Estonia,Corea del Sud, Belgio, Portogallo,Svezia e Repubblica Ceca a bene-ficio di tutti gli espositori. Anche Mipaaf e BuonItalia Spahanno tenuto a battesimo Bto-BIO, in cui hanno visto un pro-getto importante per la promo-zione dell’eccellenza del prodottobiologico italiano nei mercati in-ternazionali.Più di 840 operatori esteri dai 5Continenti e da 64 Paesi hannopartecipato alla rassegna; un da-to ritenuto positivo dagli organiz-zatori che mettono in luce la ne-cessità di un punto d’incontro trala produzione biologica italianae la domanda di Made in Italy nelmondo. Germania, Francia, Svizzera,Giappone, Spagna, Gran Breta-gna, Usa e Olanda guidano laclassifica dei Paesi di provenien-za, che annovera ottimi dati dipresenza anche dalla Federazio-ne Russa, Australia, Israele, dal-l’America Latina nel complesso

e, infine, da un’Africa sempre piùcoinvolta e votata alla scelta delbiologico. BtoBIO Expo ha presentato sindall’apertura un fittissimo calen-dario di convegni, incontri e de-gustazioni spalmato sulle giorna-te di fiera, arricchito da eventi,

showcooking, ristoranti Bio-Gourmet e assaggi guidati. La crescita del 30% dei visitatoridella concomitante Tuttofood(40.000 contro i 30.000 del 2009),conferma la piazza milanese qua-le nuovo cardine e snodo del fu-turo agroalimentare italiano. ●

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BtoBio calamita 840 operatori esteriTuttofood richiama 40 mila visitatori

In archivio la prima edizione della rassegna milanese dedicata al biologico d’eccellenza, svoltasi

in concomitanza con la fiera dell’agroalimentare

Almaverde Bio Italia, società consortileproprietaria dell’omonimo marchio, re-gistra l’ingresso nelle proprie fila di Gal-vanina Spa di Rimini, un’azienda storicanel panorama agroalimentare italianoche opera sul territorio nazionale dal1901 e all’estero dal 1987.La Galvanina Spa è nota per la produzio-ne di acque minerali naturali e di bevan-de analcoliche a base di fruttacaratterizzate da una particolareattenzione alla ricchezza di componentinutraceutici. Galvanina andrà ad arric-chire la compagine di Almaverde BioItalia già formata da Canova diLongiano (FC) (frutta e verdura fresca,frutta e verdura di IV e V gamma); Fileni Simar di Cingoli (MC)(carni bianche e carni rosse); V.Besana di Napoli (frutta secca edessiccata); Fruttagel di Alfonsine (RA) (succhi e nettari di frutta,passate e polpe di pomodoro, ortaggi surgelati); Oranfrizer di Cata-nia (spremute fresche di agrumi); Novissime di Cesena (FC) delGruppo Eurovo (uova e oviprodotti); Astra Bio di Cremona (pastadi semola, all’uovo e paste speciali), Isalpa del Gruppo Saclà (olive,olio, aceti, marmellate); Natura Nuova (polpe di frutta, bevande ve-getali, gastronomia vegetale); Molino Spadoni (farine, pane e deri-vati e prodotti da forno); Circeo Pesca (prodotti ittici).Per Almaverde Bio sono state create due linee di prodotti esclusi-vi rivolti sia al mercato nazionale che a quello europeo: una diquattro soft-drinks (aranciata bionda, limonata siciliana, mandari-no e frutti rossi) e l’altra di quattro Tè Freddi I prodotti Almaverde Bio nel 2010 hanno realizzato un fatturato di29,2 milioni di euro con un +12,4% sul 2009 e nel primo bimestre2011 confermano un trend positivo sul 2010 del +14,8%.

Galvanina, una new entry per Almaverde Bio

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iCorriereOrtofrutticolo

I dati Istat della bilancia commer-ciale agroalimentare rilevano chel’ortofrutta è la prima voce dell’ex-port italiano nel mondo, superandoil vino. Non solo, ma dall’Assem-blea delle imprese private di importexport è arrivato un altro importan-te elemento: il saldo attivo della bi-lancia commerciale ortofrutticolaitaliana, nel 2010, è stato di 1,2 mi-liardi di Euro, con un +111,2% ri-spetto al 2009, riportandosi quasiallo stesso livello del 2008. «Sono particolarmente contento diquesti risultati - sostiene DomenicoScarpellini Presidente di MAC-FRUT - che premiano produttori eaziende di lavorazione, intermedia-ri e imprese di attrezzature epackaging. Mi permetto di sottoli-neare che anche Macfrut ha contri-buito a questa positiva situazione,stimolando l’intero settore versol’innovazione di prodotto e di pro-cesso, aiutando concretamentel’internazionalizzazione e fornendola maggior rassegna del bacino delMediterraneo per concentrarel’incontro degli operatori di tutto ilmondo. Non a caso vorrei ricorda-re che alla scorsa edizione parteci-parono delegazioni e addetti di unaottantina di Paesi e abbiamo stret-to joint venture con Egitto, Usa,Israele e siamo diventati partnerdel grande appuntamento di Eima-Agrimach di Nuova Delhi, perquanto riguarda il Food Proces-

sing». MACFRUT (che si terrà aCesena dal 5 al 7 ottobre 2011) èla rassegna di tutta la filiera e si ècaratterizzata come il punto di in-contro sulle prospettive dell’orto-frutticoltura mondiale, dove si ve-dono macchine, attrezzature, va-rietà e cultivar, dove si affrontanole tematiche più scottanti e più im-pegnative e da cui escono indica-zioni e di compilano documenti peril futuro del settore.Un futuro che deve fare i conti conun tendenziale calo dei consumiortofrutticoli in Italia e in Europa,pertanto MACFRUT si sta incari-cando anche di essere una piat-taforma dove vengono presentatied illustrati tutti quei metodi e azio-ni che possono incrementare l’usodi un alimento, come F&V, che diper sé è un forte aiuto per la salu-te (antiossidanti, ecc) ed il benes-sere.Uno dei punti più importanti su cuiaccentuare l’attenzione è comeaiutare il consumo di frutta, soprat-tutto come incrementare il consu-mo “extra domestico”: mentre melae banana, per esempio, sono mag-giormente avvantaggiate per le lo-ro caratteristiche, non si può direaltrettanto per pesca o kiwi.«Da qualche anno - spiega Scar-pellini - si è cercato di stimolarel’intera filiera, parlando, a questoproposito, di nuovi modi di consu-mo con l’intento di ricercare e tro-

vare forme diverse e interessantiper i giovani e i giovanissimi».Negli ultimi mesi, poi, si è assistitoad un vero e proprio exploit di pro-poste innovative e curiose, alcunesperimentali ed altre pronte a con-quistare i mercati. Fra le sperimen-tazioni, ecco il pranzo Take Away inufficio (a base di frutta e verdura),su richiesta e attualmente testatoin una decina di città grandi e me-die, mentre sul fronte dei Fruitdrink ci sono alcune proposte didue aziende molto interessanti eparticolari. In Gran Bretagna sembra sia immi-nente l’immissione sul mercato diuno snack caldo a base di verdure(si aggiunge acqua calda ed èpronto). E c’è chi propone rotolinoe panino dove, al posto delle fettedi pane, c’è una larga foglia di in-salata.Anche le imprese di attrezzature emacchinari sono in grande attivitàper fornire tecnologie che salva-guardano la qualità e aiutano ilpercorso dal campo alla tavola.Non a caso Macfrut ha lanciatol’anno scorso l’Oscar dell’innova-zione in cui si sono visti cestellebiodegradabili, rilevatori di matura-zione, ozonizzatori, ecc. Un Pre-mio che sta già preparandol’edizione 2011 perchè vuole porreall’attenzione del settorel’innovazione di prodotto e di pro-cesso.

Qui Macfrut

Cesena, 5-7 ottobre

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Macfrut, una rassegna sempre piùnel segno dell’innovazione

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Rijk Zwaan Italia, filiale dell’o-monima multinazionale olan-dese, azienda leader nel bree-ding, nella produzione e nellacommercializzazione di se-menti orticole, si presenta sulmercato italiano con una nuo-va proposta di pomodoro, ca-pace di soddisfare al meglio leesigenze di tutti gli attori dellafiliera. Dopo una attenta foca-lizzazione sulla specie del po-modoro, Rijk Zwaan è oggipronta a lanciare nel mercatoRugantino RZ, cultivar di ulti-ma generazione appartenentealla tradizionale e pregiata ti-pologia Cuore di Bue.L’ottima capacità di adatta-mento a differenti condizioniclimatiche e la conseguentepossibilità di coltivare il pro-dotto in tutta Italia, rappresen-tano i tratti distintivi della va-rietà estremamente apprezza-ti dai produttori, in forza anchedell’opportunità per gli stessidi estenderne il calendario dicommercializzazione per lun-ghi periodi dell’anno; altri plusspecifici di questo prodotto so-no il buon bilanciamento tra laparte vegetativa el’allegagione della pianta el’interessante produttività cheRugantino RZ è in grado digarantire.Il principale vantaggio ricon-ducibile alla fase di condizio-namento è, invece, da attri-buirsi all’elevata uniformità deifrutti su pezzature con unostandard dai 200 ai 250 gr. ealla loro consistenza a frontedelle quali risulta più facile lagestione del prodotto duranteil confezionamento; un plusche incontra nel contempo le

richieste della moderna distri-buzione in relazione a calibro,regolarità e presentazionedelle forniture.L’impulso alla segmentazionedella gamma pomodoro, pro-dotto da Rijk Zwaan attraversol’introduzione di RugantinoRZ, è però guidato in primabattuta dalla volontà di soddi-sfare le aspettative di gustodel consumatore finale. Non acaso la varietà appartiene allalinea Sensational Flavours,

specialità orticole selezionatead hoc dall’azienda sulla scor-ta del giudizio di esperti sen-soriali e delle preferenze pale-sate dal mercato, capaci diesprimere le migliori esperien-ze gustative. Rugantino RZ, sidistingue, nella tipologia di po-modori a Cure di Bue, semprepiù apprezzati dai consumato-ri italiani, per il sapore equili-brato e la farinosità della pol-pa, che ne fanno a ragione unprodotto top di gamma, prati-co da preparare ed appetito-so. Forte è anche l’appeal visi-vo del prodotto, grazie al parti-colare aspetto costoluto, allaregolarità dei frutti ed al coloreestremamente attraente del-l’epidermide verde rosato edal viraggio lento.

Per informazioni, potete rivol-gervi alla segreteria di RijkZwaan Italia, Letizia Bonfiglio-li 051-729448.

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oi Aziende informano CorriereOrtoFrutticolo

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Rugantino RZ, una varietà riccadi tradizione pensata per soddisfare

le esigenze di tutta la filiera

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CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell'autorizzazione del titolare.Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili sul sito www.cpvo.europa.euLe descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.È importante evidenziare che la specificità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell'area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza.

La forma più tradizionaleAllegagione ottimaleUniformità incredibileProduttività elevata

Elegante......come un diamante

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Selex ha raggiunto la soglia del10% di quota di mercato (sulla to-talità dei canali di vendita, iper+ super + superettes + ca-sh&carry, fonte Symphony Iri -gennaio 2011), rafforzando così lasua posizione di terzo retailer na-zionale e di prima realtà associa-tiva di medie imprese distributi-ve indipendenti italiane.Nei primi quattro mesi di que-st’anno, inoltre, nonostante ledifficoltà del mercato, il sodalizioha registrato un aumento dellevendite a parità di rete nei for-mati super e iper del +4,1% (Fon-te: Nielsen), contro una media dimercato del +0,3%. Un anda-mento molto positivo, che si con-ferma considerando anche lenuove aperture.“Questi dati testimoniano la qua-lità del lavoro svolto dalle impre-se socie all’interno del nostroGruppo”, sottolinea RiccardoFrancioni, procuratore generaledi Selex. Dal 2000 ad oggi, conti-nua, abbiamo quasi raddoppiatola nostra quota di mercato. Untraguardo importante, che ci con-sente di guardare al futuro con fi-ducia e ottimismo. Ci guida, co-me sempre, la nostra esperienzae la profonda conoscenza del ter-ritorio”.Il Gruppo Selex, nato nel 1964, èpresente in tutte le Regioni con21 imprese associate e una retemulticanale composta da 3.024punti di vendita (insegne Famila,A&O, C+C e numerosi marchi re-gionali), cui si aggiungeranno le82 nuove aperture pianificate per

Selex al 10% del mercato nazionaleconsolida il terzo posto tra i retailer

Vendite in aumento del 4,1% nei primi quattro mesi 2011,anno nel quale sono pianificate 82 aperture.

Investiti 300 milioni, 900 i posti di lavoro creati

Il gruppo Sigma (circa 2 mila punti vendita e un fatturato 2010 di3,6 miliardi di euro) continua la sua strategia di rafforzamento: do-po l’adesione di Consorzio Europa (ex Sisa, da gennaio 2010), arri-va quella di Multicedi, con sede a Pastorano (Caserta), nata nel1993 e costituita da dieci soci, imprenditori locali, che operano inCampania, Lazio, Abruzzo, Molise e Puglia.“L’operazione che ha portato a questo ingresso di Multicedi è unsegnale significativo della forte volontà non solo di proseguire nel-la nostra strategia di consolidamento a livello nazionale, ma anchedi condividere e stimolare la crescita di una realtà delladistribuzione meridionale molto interessante e dalle grandi poten-zialità, che sta seguendo un percorso di sviluppo innovativo e vir-tuoso”, commenta Antonello Basciu, (nella foto) presidente delGruppo Sigma (che, assieme a Coop Italia, Despar e Il Gigante faparte di Centrale Italiana), come riporta Gdoweek.La rete di vendita di Multicedi comprende:-Decò: oltre 200 pdv per circa 130.000 mqdi superficie di vendita, che sviluppano ol-tre il 20% del giro d'affari. Entro il 2012 sa-ranno inaugurati oltre 25 punti venditacon insegna Decò. La rete è suddivisa in:- Supermercati Decò (fino a 1.000 mq areavendita), specializzati nel servizio divicinato;- Maxistore Decò (oltre i 1.001 mq), focaliz-zati sui freschi e sul servizio;- Superfreddo Decò (circa 300 mq), negozi specializzati in prodotticongelati e surgelati;- Ayoka, primo punto vendita specializzato nel petcare- Ciro Amodio: insegna di vicinato servita da Multicedi su oltre 100pdv in Campania- Adhoc: 5 cash&carry (circa 20.000 mq in totale), cui siaggiungerà nel prossimo biennio una nuova apertura nel Lazio. Ilprogetto Adhoc comprende anche servizi per il canale horeca, conparticolare attenzione a ittico, ortofrutta e carne.Nel 2010, Multicedi ha superato i 650 milioni di euro di fatturato,dando lavoro a oltre 6.000 famiglie. L'obiettivo per quest'anno è diarrivare a quota 750 milioni e di raggiungere gli 850 milioni nel2012.Nella sola Campania, lo scorso anno Multicedi ha raggiunto unaquota di mercato del 13%; Sigma, dal canto suo, si attesta sul 5%(Fonte dei dati: IRI Top Trade, 1 gennaio 2011).

Dopo Consorzio Europa anche Multicedi entrain Sigma. Basciu: il consolidamento prosegue

CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

l’anno in corso. Altre 68 unità sa-ranno ristrutturate e ampliateper rispondere ancora più effica-cemente alle moderne esigenzedi consumo. Nel complesso, leimprese Selex hanno stanziatonel 2011 oltre 300 milioni per losviluppo e creato 950 nuovi postidi lavoro. Selex, che ha un orga-nico di 31.000 addetti, ha chiusol’esercizio 2010 con un fatturatoal consumo di 8,72 miliardi di eu-ro, in crescita del 3,8% rispetto al2009. Positivo l’andamento in tut-ti i canali, in particolare il su-perstore (+8,6%). Vendite distri-buite su tutto il territorio nazio-nale e, grazie anche allo svilup-po, con punte del +11,3% nelSud. Per il 2011, considerando lebrillanti performance dei primiquattro mesi e l’apporto dellenuove aperture e delle unità ri-strutturate, il Gruppo prevede unfatturato in crescita, cui contri-buiscono in modo sempre più ri-levante i prodotti a marca com-merciale (Selex e Vale). Da gen-naio ad aprile, infatti, le venditedelle private label hanno viaggia-to a ritmi superiori al +17% e lereferenze hanno raggiunto quota3.500 tra food e non food. ●

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Delhaize, nota catena belga disupermercati, investirà nei pros-simi 5 anni 80 milioni di europer ammodernare i propri puntivendita in Vallonia. Il supermer-cato di Herstal nella periferia diLiegi è stato il primo ad essereammodernato. Presso questo puntovendita sono statiristrutturati ilpanificio, il reparto vi-ni, nonchél’illuminazione e gliscaffali. MichelEeckhout, Ceo diDelhaize ha sottolinetol’importanza di questeazioni di rinnovamen-

to ai fini del miglioramento delservizio del supermercato e del-la qualità della clientela.Eeckhout ha inoltre annunciatol’obiettivo di attivare un pianodi ammodernamento consisten-te nel rinnovo della maggiorparte dei 43 punti vendita

Delhaize distribuiti sul territoriovallone. La società belga punta aintervenire su almeno otto puntivendita l’anno.

Il management della catena disupermercati tedesca “Lidl” hadeliberato l’apertura in Grecia,nei prossimi mesi, di ulteriori20 punti vendita che troverannocollocazione nelle città di Atene,Salonicco e Patrasso. La decisio-ne è conseguenza degli ottimi ri-sultati raggiunti nell’ultimo an-no in termini di fatturato, quotedi mercato ed acquisizione dinuova clientela. L’investimentocomplessivo previsto si aggiraintorno ai 100 milioni di euro.

Belgio. Delhaize investe 80 milioni per ammodernare i punti venditaGrecia. Aldi con il vento in poppa: 20 nuove aperture in vista

Tutti i marchi associati a Selex

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“I numeri dell’Istat sull’inflazio-ne di marzo e le altre condizionidi contesto prefigurano una si-tuazione molto preoccupante peril Paese: prezzi che crescono,consumi fermi, incertezza sul fu-turo sono infatti tre ingredientiche rischiano di portare a una si-tuazione economica e sociale dif-ficile da fronteggiare”. Queste ledichiarazioni di Giovanni Cobol-li Gigli (nella foto a fianco), presi-dente di Federdistribuzione,l’associazione che raggruppa leprincipali aziende della distribu-zione moderna in Italia. “Con gliincrementi delle materie primeche abbiamo visto negli ultimimesi i prezzi finali dei prodottinon potevano che aumentare, mapurtroppo ciò avviene con consu-mi piatti se non in calo. Le fami-glie vedono inoltre diminuire ipropri risparmi e aumentare lepreoccupazioni sul lavoro, in uncontesto di generale incertezzasul futuro”.

“Vogliamo portare un segnale po-sitivo: i prezzi nei punti venditadel commercio moderno aumen-tano molto meno delle tariffe, deiconsumi obbligati e della mediadei beni di consumo: a febbraio2011 la variazione dei prezzi deiprodotti confezionati era pari al+0,7% (fonte Synphony IRIGroup) rispetto a un’inflazionedi fondo Istat - cioè al netto deibeni energetici e degli alimentarifreschi - dell’ 1,7%”.“Continuiamo a lavorare nellasperanza e volontà di aprire nuo-vi punti vendita, ristrutturarequelli esistenti e salvaguardare ilivelli occupazionali. Un obietti-vo sempre più difficile da realiz-zare, in particolare nel Sud Italia,in un momento di difficoltà nelquale non si vede una reale e co-raggiosa politica di rilancio delladomanda interna e in presenzadi dubbi interventi sulla fiscalità,come il sostegno al nostro patri-monio artistico”. ●

CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Federdistribuzione: consumi fermie tanti rincari, la distribuzione soffre

Il presidente Cobolli Gigli:le catene cercano

di limitare gli aumenti

“Bisogna migliorare i rapporti tra mondo produt-tivo agricolo e grande distribuzione. La Cia, sullabase di quanto è avvenuto per esempio inFrancia, ha da tempo chiesto al governol’attivazione di un Tavolo di confronto tra agricol-tura e Gdo, in modo da organizzare meglio la fi-liera agroalimentare, rendere più trasparenti imeccanismi di formazione del prezzo, evitarespeculazioni ed eccesso di posizione dominante”.Lo ha affermato a fine maggio il presidente dellaConfederazione Giuseppe Politi.“La questione - avverte Politi - è comunque com-plessa e non può essere affrontata solo con inter-venti normativi. Occorre sviluppare un vero siste-ma di regolazione negoziata, in cui le imprese ele sue rappresentanze concordino apertamente econ il concorso delle amministrazioni pubblichealcuni principi e disposizioni, da applicare poinei contratti”.

“In questa direzione sta andando anche l’Unioneeuropea, ad esempio con il cosiddetto pacchettolatte - dice il presidente della Confederazione ita-liana agricoltori- ma anche con le proposte avan-zate nel Forum di alto livello per la catenaalimentare o con la bozza di Direttiva Barnier ele sue proposte contro le speculazioni nelcommercio delle materie prime e contro gli abusidi mercato. È importante dare un respiro europeoa queste problematiche e non pensare che rispon-dano solo a esigenze che emergono nei periodi dicrisi, come quelli che stiamo attraversando. La re-golazione negoziata ha valenza strategica genera-le e potrà anche favorire la trasparenza, laqualità, le produzioni nazionali e lo sviluppo deiterritori”. “In Francia - ricorda Politi - un primoaccordo è stato stipulato da tempo e alla presenzadel presidente Nicolas Sarkozy, che si è impegna-to personalmente”.

Politi (Cia): prioritario migliorare i rapporti tra produzione e Gdosviluppando un sistema di regolazione negoziata

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Anticiclico. Il Consorzio Zai diVerona non risente degli effettidella crisi e anzi, consolida lapropria leadership tra gli inter-porti italiani davanti a Padova eBologna. L’ente scaligero ha mandato inarchivio un bilancio di tutto ri-spetto. E il presidente Flavio Zu-liani (in alto a destra), in scaden-za di mandato, gongola: “Stiamofacendo il massimo traffico ferro-viario di sempre: abbiamo supe-rato il record del mese di luglio2008 in cui c’erano stati 605 cop-pie di treni al mese, ora siamo a609. Prima della crisil’occupazione dei treni era attor-no al 75%, ora è all’80-85%. Lepiattaforme logistiche stanno fa-cendo segnare il tutto esaurito:100% di utilizzo. A ciò va aggiun-ta la massima occupazione in ter-mini di risorse umane: 13 milapersone tra diretti e indiretti. Po-che settimane fa abbiamo appro-vato il miglior bilancio di sempredel Consorzio Zai. Senza dimen-ticare che un anno fa la societàtedesca degli interporti Dgg ci haclassificato come primo interpor-to d’Europa al termine di un’ana-lisi qualitativa e di un bench-marking estremamente accuratosu oltre 70 siti di 30 Paesi euro-pei”.La “Zai” vale il 40% dell’intermo-dale italiano: movimenta 27 mi-lioni di tonnellate di merci men-tre Padova, seconda, raggiungequota 7 milioni e Bologna, terza,si attesta sui 4 milioni. Solo il20% delle merci hanno ricadutaesclusivamente veronese, il restonei 250 chilometri di raggio. “Maicome ora le cose sono funzionatebene”, commenta Zuliani. “Que-sto perché il Consorzio è nato 63anni fa per fronteggiare la crisipost-bellica e quindi è strutturatoe pensato per dare il meglio di sénelle situazioni difficili”.Numerose le iniziative progettua-

li portate a termine negli ultimitempi: il Terminal Gate, primocompact tecnologico d’Europarealizzato in 11 mesi; la nuovapiattaforma logistica denomina-ta “V2” inaugurata nell’Interpor-to Quadrante Europa dopo 10 me-si di lavori; l’impianto fotovoltai-co da record, 9 megawatt sui tetticoncretizzato in appena 5 mesi;il Centro Migross, da poco inau-gurato, con 12 mila metri qua-drati coperti per i freschi, realiz-zato in 8 mesi; una nuova piat-taforma inaugurata il 10 giugno,estesa su 6.500 metri quadrati.“Anche l’Iveco di Marchionne èvenuta a investire qui, a testimo-nianza che la nostra strutturafunziona e ha un’immagine effi-ciente e vincente”, commenta Zu-liani. “Stiamo facendo la nostraparte per sviluppare la rete na-zionale del mondo del trasporto;entro la fine dell’anno si chiudeed entro il 2011 partirà. Abbiamoinoltre collaborato con il governoe i ministeri competenti alla ste-sura del Piano della logistica, ol-tre che alla legge 240 sugli inter-porti. Diamo inoltre un contribu-to fondamentale alle politichedel traffico confrontandoci diret-tamente con Berlino e con le fer-rovie italiane”.Il Consorzio Zai in 20 mesi, pro-segue Zuliani, ha investito 150milioni di euro “ricavati da stra-tegie e idee, non da finanziamen-ti pubblici: è il frutto della capa-

cità di saper mettere tutte le mar-ce per far girare a pieno ritmoquesta straordinaria struttura”. La Germania assorbe al momen-to l’85% dell’interscambio. Inprospettiva, però, il Consorziopunta a divenire hub anche ma-rittimo, non solo terrestre, ele-mento che garantirebbe opportu-nità di sviluppo impressionanteal sistema paese con grandi be-nefici per Verona. Il tutto ancheper decongestionare le stradenell’ottica di una crescita eco-compatibile. “Al momento le no-stre merci vengono trasportateesclusivamente via terra ma vor-remmo sviluppare alleanze con iporti”, precisa Zuliani.“Guardiamo a Venezia ma anchea La Spezia; con l’off shore Vene-zia potrebbe diventare una gran-de risorsa per il Paese intero. Vor-remmo intercettare le merci chearrivano da Oriente. Ma ci servo-no porti con pescaggio adeguatoe il collegamento con treni adaltà capacità cui noi faremmo daretroterra. Ci bastano due porti,uno a est e uno a ovest. Occorreperò la capacità di dare ripostedoganali e sanitarie veloci persmistare le merci in tempi com-patibili con quelli del restod’Europa. I 200 mila addetti della logistica italiana, un decimo diquelli tedeschi, potrebbero diven-tare molti di più, garantendo unariposta straordinaria in terminidi Pil e occupazione”. (M.Ald.)

CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA

L

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Consorzio Zai di Verona “anticiclico”E ora strizza l’occhio ai porti

Risultati record e investimenti rilevantiper il primo Interporto italiano che sogna di intercettare i flussi marittimi Est-Ovest

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CorriereOrtofrutticoloLogistica flash

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Nel primo trimestre di quest’an-no il porto di Zeebruges ha gesti-to 12,12 milioni di tonnellate dimerci registrando un aumentodell’1,7% rispetto allo stesso pe-riodo del 2010. Il traffico ro-ro èincrementato del 15,2%. SecondoJoachim Coens, presidente delporto di Zeebruges, ciò è dovutoal rafforzamento delle relazionicon i mercati europei. Il trasbor-do di nuove macchine ha regi-strato un aumento del 28,1%. Pa-radossalmente il trasporto dicontainer ha subito una regres-sione del 2,9%, dovuta alla sop-pressione di alcune rotte.

BELGIO/1Porto di Zeebruges,traffici in aumento

L’azienda svizzera Hupac ha pre-sentato una nuova connessioneferroviaria che collega la città diAnversa alla Cina. Per dar vita a questa nuovo colle-gamento, la società elvetica hasfruttato una rete ferroviaria giàesistente, collaborando con ilpartner russo Russkaya Troyka econ il partner cinese EurasiaGood Transport. Il capolinea della tratta ferrovia-ria, che ha una lunghezza com-plessiva di 12.000 km, è Chong-qing, il più grande hub della Ci-na dell’Ovest. Il vantaggio di questo nuovo col-legamento è la velocità: effettua-re questo viaggio in nave com-porta 40 giorni di navigazionementre con il treno il tempo saràdimezzato.

Il porto di Gand (o Gent) ha ge-stito nel primo trimestre dell’an-no un quantitativo di merci paria 12,6 milioni di tonnellate, conun incremente del 14,4% rispettoallo stesso periodo dell'annoscorso. Con questi risultati, il porto con-ferma il trend positivo già regi-strato nel 2010. Il trasbordo ma-rittimo ha fatto segnare una cre-scita del 18,7% rispetto al primotrimestre del 2010. Anche il set-tore RO-RO si è contraddistintoper una forte ripresa così comela navigazione interna, che haregistrato una progressione del9,4%. L’unico settore che continua amostrare segni di debolezza èquello chimico, ma il trend com-plessivo è buono.

BELGIO/3Trasporto marittimo

in ripresa a Gand

Il governo di Atene ha presentatoun piano di cessioni di quotepubbliche in società a partecipa-zione statale con l’obiettivo di re-perire risorse per 50 miliardi dieuro entro il 2015 per risanare lefinanze del Paese e ridurre il de-bito pubblico evitandone la ri-strutturazione. L’obiettivo è otte-nere la quinta tranche del valoredi 12 miliardi di euro del pianodi salvataggio concesso dall’U-nione Europea e dal Fondo Mo-netario Internazionale che con-sentirebbe alla Grecia di evitareil fallimento.In particolare, il Consiglio deiministri greco ha approvato unpacchetto di misure che prevededi porre immediatamente in attola vendita di quote nella societàdi telecomunicazioni (Ote), nel-la società elettrica (Ppc), nell'a-

zienda postale (Tt), nelle societàmunicipalizzate dell’acqua diAtene e Salonicco (Eydap eEyath) e nelle Autorità Portualidei porti del Pireo (Olp) e di Sa-lonicco (Olth).Attualmente lo Stato greco detie-ne il 74% del capitale azionariosia della Piraeus Port Authority(Olp) che della Thessaloniki PortAuthority (Olth) quotato allaBorsa di Atene e il 100% delleazioni rimanenti delle due so-cietà. Il piano prevede la venditadelle quote dello Stato nelle dueAutorità Portuali e l’ingresso diun investitore strategico.

GRECIA

Il governo cedele quote del Pireo

Presentati nel corso di un semi-nario tenutosi a Sarajevo, i risul-tati dello studio di fattibilità rea-lizzato dalla società spagnolaInocsa relativi alla linea ferro-viaria Capljina-Trebinje-Nikši.Lo studio, finanziato dalla Ueper un importo di 510 milioni dieuro, punta alla realizzazione diun’arteria strategica per i Balca-ni e cruciale per lo sviluppo del-la Bosnia-Erzegovina attraversonuove possibilità di collegamen-to con Montenegro, Croazia, Ma-cedonia, Albania e Grecia. Unprogetto realizzabile attraversole istituzioni finanziarie inter-nazionali e altri mezzi presentinel Paese. L’obiettivo è quello direalizzare un network che diven-ti parte del corridoio Adriatico-Ionico, con gli stessi standard dicui godono gli utenti della Ue.

BOSNIA ERZEGOVINA

Allo studio networkper collegare i Balcani

BELGIO/2Da Anversa alla Cinain 20 giorni (di treno)

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L’interprofessione può permet-tersi decisioni importanti, inFrancia. Le autorità transalpinehanno notificato a Bruxellesl’intenzione di applicare due de-cisioni “erga omnes”, ovvero neiconfronti di tutti gli operatorioperanti sul loro territorio nazio-nale, stabilite dall’organismo in-terprofessionale dell’ortofruttaInterfel. La prima decisione, come riportail sito internet di Coldiretti, ri-guarda l’applicazione di un pre-lievo “ad valorem” da utilizzarsiper attività di promozione deiconsumi, mentre la seconda è re-lativa alla limitazione della com-mercializzazione del calibro “D”per le pesche e nettarine. Sarà di particolare interesse veri-ficare la risposta che sarà data al-la notifica francese nel corso delprossimo comitato di gestionedell’Unione europea; se questafosse positiva, potrebbe aprirenuovi scenari anche in Italia. Nel dettaglio, la prima regolafrancese in discussione riguardal’applicazione di un prelievo pertutta la campagna di commercia-lizzazione 2011 pari allo 0,05% sulvalore di mercato dei prodotti.L’80% delle somme raccolte ver-rebbe utilizzato per promuovere iconsumi attraverso azioni di pro-mozione generica, studi, ricerchee sviluppo. Il rimanente 20% sa-rebbe destinato a sviluppare econtrollare la qualità. Il prelievosi applicherebbe su ortofrutticolifreschi, secchi e sulle piante aro-matiche destinate ad usi culinaricommercializzati in Francia; nesono fuori prodotto trasformato,banane epatate. Le vendite diprodotti francesi sarebbero sog-gette al prelievo pieno, mentre levendite di prodotti comunitari edi Paesi terzi sarebbero soggetteall’80% del contributo.La seconda iniziativa francese ri-guarda il divieto di commercia-

lizzare il calibro “D” per le peschee nettarine di produzione france-se, fino al 30 giugno, tranne ilprodotto destinato all’industria.Se le condizioni di mercato lorendessero necessario, l’esten-

sione delle regole potrà essere so-spesa. Viene previsto un sistemadi controllo interno, a tutti glistadi di commercializzazione, ef-fettuato direttamente da Interfelo da soggetti da questa abilitati. ●

CorriereOrtofrutticoloM ondo

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Francia, Interfel impone un “dazio”per la promozione e limita i calibri

L’organismo interprofessionale vuole applicare erga omnes due importanti decisioni.

Ora si attende il responso del comitato di gestione della Ue

Rischio di chiusura anticipata per la stagione delle fragole spagno-le. Secondo il presidente di Freshuelva Alberto Garrocho, i coltiva-tori di Huelva non potranno più continuare a raccogliere ilprodotto nonostante ci siano ancora molti frutti nei campi. Acausa delle abbondanti piogge dei giorni scorsi - spiega Garrocho -che hanno rovinato le fragole prima di arrivare a destinazione, gliimportatori italiani, francesi e tedeschi sono particolarmenterestii ad acquistare, con i prezzi di vendita che sono diminuiti dra-sticamente. Garrocho spiega che “se i prezzi non aumenterannonei prossimi giorni, la raccolta, quindi la stagione, sarà interrotta”.Nonostante questo calo, Garrocho ritiene che nel complesso la sta-gione è stata abbastanza buona. Anche se con una minore resa perpianta, circa 100-125 grammi in meno rispetto allo scorso anno, laproduzione di questa stagione si attesta sulle 240 mila tonnellate,contro le 300 mila tonnellate del 2010. Finora la stagione è stataeccellente. Ora questa drastica frenata rischia di compromettere lafase conclusiva della campagna.

Spagna, rischia la chiusura anticipata la campagna produttiva delle fragole

Una promozione Interfel per accrescere tra i giovanissimi la “cultura” ortofrutticola

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FIOLA/MAGENTA

GIUSTO

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RODIGO (MN)

PALMA DI MONTECHIARO (AG)

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per area geografica

per varietà

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Nel 2010 in Belgio si è verificatauna progressione del mercato or-tofrutticolo pari al 2% rispetto al-l’anno precedente. È quantoemerge dalle statistiche sul mer-cato ortofrutticolo belga pubbli-cate dalla Vlam, l’ente della Re-gione Fiandre per la promozionedei prodotti alimentari locali. Nel 2010, ciascun consumatoreha acquistato 62 chili di ortaggifreschi e 79 chili di frutta per unimporto annuo, rispettivamente,di 136 e 165 euro. Nella classificadegli ortaggi più venduti si sonoclassificati al primo posto i po-modori, seguiti da carote e cipol-le. Per quanto riguarda la frutta,le mele precedono arance e ba-nane. Curioso notare che i giovani sin-gle risultano i principali consu-matori di frutta esotica.

BELGIO

Modesto aumento dei consumi nel 2010

La mela è fruttoche in Ungheria sicoltiva da secoliin grandi quantitàed è generalmentedi buona qualità,ma costa oggi piùdi banane edarance. Questo perché nel 2010 ilclima è stato sfavorevole alla rac-colta, con piogge molto superioririspetto alla media annua. A causa di questa situazione, nel-l’autunno dello scorso anno sonoiniziate copiose importazioni,con costi di trasporto che incido-no fortemente sui prezzi finali.Gli operatori del settore sosten-gono che si sia trattato di un’an-nata particolarmente difficileper questa coltura. Le previsioni per il 2011 sono pe-raltro più favorevoli.

UNGHERIA

Mele più costose di banane e arance

La crisi economica che colpisceil Portogallo ha provocato un ral-lentamento delle importazionidi prodotti alimentari e bevandenel 2010. Secondo i dati dell’Isti-tuto di Statistica lusitano,l’acquisto di questi beni è cre-sciuto ad un ritmo quattro volteinferiore al totale delle importa-zioni; è stata l’unica voce nellaquale in Portogallo ha ridotto leimportazioni provenienti daiPaesi extra-comunitari.Il consumatore ha intensificatol’acquisto di prodotti a marchiodel distributore e ridotto gli altri.Mentre il 45% dei prodotti ali-mentari o bevande di private la-bel sono d’origine portoghese, lagran parte dei prodotti con mar-chio del produttore vengono in-fatti da Paesi stranieri e quindicostano di più.

PORTOGALLO

Effetto crisi: menoimport, tante private

Inflazione alle stelle per l’ortofrutta in Ucraina. Amarzo, per fare un esempio, a Kiev i prezzi dellafrutta e della verdura sono cresciuti del 13% rispettoa febbraio. E se il paragone lo si fa con marzo 2010,l’aumento dei prezzi al consumo è addirittura del43%. Ma cosa è successo sul mercato ucraino? Ad ali-mentare le tensioni sarebbero tre fattori: un natura-le aumento dei prezzi dei vegetali, una domanda inforte crescita e, allo stesso tempo, l'esportazione sul-le piazze russe dei prodotti di alta qualità coltivati inUcraina. Per quanto riguarda la frutta, poi, la diminuzionedelle riserve di mele ha accentuato il rincaro deiprezzi. A voler cercare una nota positiva, ci sono iprezzi dei prodotti da serra in leggera diminuzionea marzo, come i pomodori. Le patate meritano uncapitolo a parte. Nella prima metà della stagione2010-2011 in Ucraina si è registrato un incrementodell’export, non per abbondanza di tuberi, ma per-ché il deficit di patate in Russia e Bielorussia è mol-to marcato. E anche questo ha contribuito a mante-nere piuttosto alto il prezzo del prodotto sul merca-

to interno. Secondo gli esperti, nel Paese non ci sa-ranno diminuzioni nei prezzi dell’ortofrutta fino ametà maggio. Ed è per questi motivi che il mercato dell’ortofruttain Ucraina è previsto in crescita del 25% in valore,ma in flessione del 2-3% in volume durante il 2011. Iprezzi di frutta e verdura stanno raggiungendo valo-ri record nella storia del Paese. Da una stima di Apk-Inform, il mercato dei vegetali in ucraina raggiun-gerà un volume d’affari di circa 1,6 miliardi di dol-lari: un valore che negli ultimi cinque anni è tripli-cato. Coltivare verdura in Ucraina dà redditività agli agri-coltori che hanno saputo investire nella loro azien-da, acquisendo tecnologie e una gestione modernadella campagna. Anche perché nonostante il verti-ginoso aumento dei prezzi, i consumi di frutta e ver-dura sono in deciso aumento nell’ex repubblica so-vietica. Negli ultimi cinque anni il consumo è pas-sato da 146 a 164 chili l’anno per ogni cittadino, unaumento del 12,3%. Il dato, elaborato dall’UkrainianClub of Agrarian Business, evidenzia tuttavia che iconsumi ucraini sono ancora molto lontani dallamedia europea (225 chili pro capite), ma gli espertiprevedono una crescita nei prossimi anni, special-mente per quei prodotti che possono essere coltivatinelle campagne ucraine.

Maicol Mercuriali

UCRAINA

L’inflazione fa decollare i prezzidell’ortofrutta: +13% in 30 giorni

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M a g g i o 2011 67

● Emanuele Zanini

Le previsioni di Europech do-vrebbero essere rispettate e cosìper pesche e nettarine si profilauna stagione nella norma carat-terizzata da una produzione sta-bile (leggeri cali, attorno al 2%,sono previsti solo in alcune areedel Nord Italia). A confermarlo èDiego De Lucca, export managerdi Alegra, che parla di una certastabilità produttiva, specie al SudItalia. Per quanto riguarda il ca-lendario di raccolta “i primi stac-chi saranno attorno al 20 maggio(l’intervista risale a metà maggio,ndr) ma le prime quantità signi-ficative ci saranno dalla fine delmese. Al Nord si dovrebbe assiste-re ad una certa stabilità produtti-va con un probabile anticipo inPiemonte e un leggero calo nellequantità in Emilia Romagna”.Analizzando lo scenario interna-zionale De Lucca sottolinea comein Spagna manchi un po’ di pro-dotto precoce, a causa in partico-lare del maltempo (in Murcia lagrandine ha compromesso partedel raccolto). Per il tardivo (cheporterà la raccolta dall’8-10 ago-sto fino alla fine di settembre) in-vece la produzione è in aumentoper effetto anche della riconver-sione colturale effettuata in alcu-ne aree iberiche dove 6-7 anni fasono stati tagliati appezzamenti

di pero e melo per piantare pe-sche. “Quest’ultimo aspetto - av-verte De Lucca - potrebbe avereripercussioni negative sul merca-to italiano per quanto riguarda iltardivo con un’invasione di pro-dotto spagnolo”. In caduta liberainvece la produzione francese,mentre la Grecia sopravvive o po-co più.Analizzando l’annata 2010 secon-

do il manager emiliano-roma-gnolo la campagna si è divisa indue periodi: nel precoce Spagna eSud Italia hanno avuto poco pro-dotto che hanno generato prezzipiuttosto soddisfacenti specie aluglio. Nel tardivo le quantità so-no aumentate ma il clima sfavo-revole con la conseguente depres-sione dei consumi ha causatouna chiusura d’annata negativa.

SCHEDA PRODOTTOPESCHE E NETTARINE

numero 5 del 2011

CorriereOrtofrutticolo

Pesche e nettarine: quantitativistabili, raccolti in lieve anticipo.

Il pericolo numero uno? La SpagnaIl caldo di aprile ha favorito una maturazione precoce

dei frutti, soprattutto in Piemonte.Le prospettive, dicono gli operatori, non sono negativema la concorrenza iberica potrà dare filo da torcere

S

F.LLI ANCONA S.S. diGiovanni, Onofrio e Mario75025 POLICORO (Matera)Via L. Romeo, 7Tel. 0835/972149-980812Fax 0835/972473

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Diego De Lucca (nel riquadro a sinistra) e Domenico Sacchetto

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SCHEDA PRODOTTOS“L’Italia rimane il Paese leader dimercato - afferma De Lucca - an-che nel rapporto tra qualità eprezzo. Ma la Spagna sta miglio-rando sensibilmente offrendo,specie per i calibri più grandi,prezzi più vantaggiosi. Gli spa-gnoli grazie a una strategia benstudiata spingono per entrare sututti i mercati internazionali del-le drupacee, compreso il nostro equelli “premium” come RegnoUnito, Svizzera e Scandinavia”.“La crisi non è ancora passata -aggiunge De Lucca - e di conse-guenza la situazione economicanon è tranquilla. Per questo ilconsumatore valuta cosa compra-re e in che quantità, facendo del-le scelte sempre più ponderate,così come del resto fanno le cate-ne distributive”.L’anticipo della raccolta in Pie-monte è confermato da Domeni-co Sacchetto, presidente diAsprofrut, che rivela una parten-za anticipata di 15 giorni, previ-sta dal 10 al 15 luglio. “Il fenome-no è stato favorito dal caldo fuoristagione registrato ad aprile”, af-ferma. “La produzione sarà ab-bondante ma comunque nellamedia, mentre i calibri sarannopiuttosto elevati. La qualità dellafrutta dovrebbe essere molto buo-na. Siamo assai ottimisti pureper i kiwi, che al 18 di maggioerano già fioriti. Un caso eccezio-nale mai successo prima che con-sentirà di avere una produzionesuperiore del 15-20% nonostantei 270 ettari tolti a causa della bat-teriosi. In generale siamo fidu-ciosi, specie per la ripresa econo-mica tedesca, un fattore che do-vrebbe far crescere le esportazio-ni verso la Germania”. Lo spau-

racchio semmai è rappresentatodalla solita Spagna “che ha piùproduzione degli altri anni ed è

riuscita ad abbassare i costi diproduzione”[email protected]

68 M a g g i o 2011

I dati presentati a Perpignan in Francia, in occasione di Europech, re-lativi alle primissime stime di produzione 2011, mettono in rilievo perl’Europa una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso.Si prevedono infatti 3.640.000 tonnellate complessive tra pesche, net-tarine e percoche, lo stesso valore del 2010.Va sottolineato però che se il confronto dei dati viene fatto con la me-dia del periodo 2005-2009, si registra un -7%.I diversi Paesi mettono però in luce andamenti produttivi diversi.L’Italia, rappresentata da Cso ad Europech, presenta un calo produtti-vo del 2% rispetto all’anno precedente, ascrivibile in particolare alle re-gioni del Nord, in particolare Emilia Romagna; risulta invece molto si-mile al 2010 la produzione dell’Italia meridionale.Anche per la Grecia la previsione di produzione vede un calo di offer-ta totale del -3% e la stessa cosa si rileva per la Francia.Solo la Spagna appare quest’anno in controtendenza, con un +6% com-plessivo. Le pesche da consumo fresco a livello europeo sono previste in cresci-ta del 3%, grazie a ad aumenti significativi in Spagna (+12%) e in Gre-cia (+9%), che si contrappongono ai cali previsti in Italia (-2%) e inFrancia (-4%).Per quanto riguarda invece le nettarine si prevede una crescita dellaproduzione europea dell’1% rispetto al 2010; anche in questo caso do-

vrebbe aumentare la produzione spagnola, +8% e greca, +4%, mentreFrancia e Italia dovrebbero flettere ciascuna del 2%. Questi dati si rife-riscono alle prime stime di produzione; un aggiornamento è atteso agiugno.

Europech: in Europa 3,6 milioni di tonnellatedato analogo a quello del 2010

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Il nostro modo di prenderci cura delle tue Pesche

INNOVAZIONE - QUALITÀ - EFFICIENZA

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CorriereOrtofrutticolo CILIEGIEnum

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SCHEDA PRODOTTO S

La stagione delle ciliegie è parti-ta sotto buoni auspici, anche seclima, consumi e soprattuttoprezzi e concorrenza estera sonoalcune delle variabili che potran-no influenzare, in positivo o innegativo, i risultati finali. La par-tenza dell’annata ha dato segnaliabbastanza incoraggianti aglioperatori anche se non mancanole insidie.“Siamo partiti con le prime rac-colte il 5 maggio”, rivela NicolaGiuliano, a capo dell’omonimaazienda di Rutigliano (Bari). “Do-po i primi giorni di pioggia iltempo si è aggiustato e la campa-

gna è proseguita bene con le va-rietà precoci (in particolare conBigarreaux)”. A preoccupare sem-mai sono le quotazioni, ben al disotto di quelle dello scorso anno.“I prezzi rispetto al 2010 sono in-feriori del 30% nonostante la qua-lità sia superiore”, afferma Giu-liano. “Di media ci sono quota-

zioni alla produzione di 2-3 euroal chilo e di 5 euro al chilo allavendita al dettaglio, cioè 1,5 euroin meno (sia alla produzione cheal dettaglio) rispetto al 2010”. Al-tra delicata questione è l’agguer-rita concorrenza di Spagna, nellaprima parte della stagione, e diTurchia, nella fase successiva,

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Premesse discrete ma tante variabili Clima, qualità, concorrenza, prezzi:

la ciliegia spera di fare poker Dal Nord al Sud della Penisola le voci di produttori

e distributori che fanno il punto della situazione e concordano sulla necessità

di una maggiore concentrazione dell’offerta nazionale

buonebuone, uniche, uniche, tipiche, tipiche

GRUPPO BPER

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“che sono in grado di spuntareprezzi fino al 20% inferiori ri-spetto alle ciliegie italiane. Peressere più competitivi - rilevaGiuliano - dobbiamo ridurre i co-sti di produzione, legati soprat-tutto alla fase della raccolta. Ser-vono innovazione e strumentiche consentano di diminuire lamanodopera”.L’obiettivo all’azienda barese peril 2011 è raggiungere i 40 milaquintali di ciliegie (70% varietàFerrovia, 10% Giorgia, 10% Bigar-reaux, 10% varie) spingendo sumarketing e comunicazione. AllaGiuliano prosegue nel frattempoil progetto IV gamma “sebbene iprezzi siano ancora troppo alti(un cestino da 150 grammi conciliegie “Ferrovia” lavate pronteal consumo costa un euro) persperare di allargare notevolmen-te la fascia di clientela. Le poten-zialità tuttavia rimangono alte”.Secondo Stefano Pezzo, a capodell’azienda Cherry Passion diSan Martino Buon Albergo (Vero-na), l’annata inizialmente haavuto una buona disponibilità diprodotto in campagna, speciecon Bigarreaux, però “poco inte-ressante per la breve shelf lifeche non la fa apprezzare nei mer-cati nordeuropei”, e altre varietàminori. Le varietà principali so-no Duroni, More e Ferrovia maanche molte altre meno famosema che rientrano nella categoriadelle ciliegie a polpa dura comeGiorgia, Adriana, Van, Stella.Il referente di Cherry Passion, icui principali programmi vengo-no fatti con Germania e RegnoUnito che pure quest’anno assor-biranno la maggior parte dei vo-lumi destinati all’esportazione,conferma la forte concorrenzadel prodotto spagnolo, “che ci fasoffrire specialmente nel mercatidel Nord Europa e che inizia nor-malmente in anticipo rispetto alnostro. L’anno scorso abbiamoavuto una finestra favorevole trala Spagna e la Turchia di soli 10giorni quindi è stato molto diffi-cile affermarsi sul mercato esterocon dei prezzi accettabili. È an-data meglio nel mercato italiano

che in generale preferisce il pro-dotto nazionale rispetto a quellod’importazione”.All’azienda La Pernice di Turi(Bari) la stagione si è contraddi-stinta per la memorabile fioritu-ra dovuta al clima mite della pri-ma parte della primavera, che haconsentito una buona produzio-ne di tutte le varietà bigarreau,giorgia e ferrovia. “Le prime ciliegie della varietàBigarreau, sono arrivate l'8 mag-gio, 1 settimana più tardi rispettoall'anno scorso, anche se la sta-gione vera e propria è partita il15 maggio a causa di piogge evento forte che hanno provocatodanni alle ciliegie mature”, spie-ga Vincenzo Pernice, ammini-stratore dell’azienda pugliese.“Inoltre il maltempo ha condizio-nato negativamente la fiorituradelle zone di raccolta più tardivedella varietà Ferrovia”. SecondoPernice si registra un 15% in piùdi Bigarreau di qualità medio-bassa perché le basse temperatu-re hanno contrastato la crescitadel frutto. Per quanto riguarda laFerrovia le prime quotazioni sulmercato nazionale sono state inlinea con il 2010 e si sono attesta-te da 3 a 5,5 euro al chilo, a se-conda del calibro. A Vignola(Modena) la stagione è partita inanticipo di qualche giorno (10maggio) con le primizie. Ad af-fermarlo è Walter Monari, presi-dente del consorzio di tutela e va-lorizzazione delle ciliegie, susina

e della frutta tipica di Vignola,secondo il quale la raccolta pro-seguirà fino al 5-10 luglio. “C’ècauto ottimismo sull’annata, an-che se la produzione è buona siaper qualità che per quantità”. Do-po un 2010 caratterizzato da quo-tazioni buone per il prodotto diqualità medio-alta (da 4 a 6 euroal chilo) e insoddisfacenti per leciliegie di qualità bassa (2 euro alchilo di media) ma con grossiproblemi per i produttori di tar-dive a causa delle piogge prolun-gate attorno al 20 giugno chehanno fatto crollare la produzio-ne del 30%, quest’anno ci posso-no essere le condizioni per otte-nere buoni risultati. Specie per-ché nell’area attorno a Vignola iproduttori stanno sempre più in-vestendo nelle coperture automa-tiche che da una parte riduconol’impiego della manodopera, dal-l’altra consente di proteggere lafrutta da piogge e grandine. “Èquesta la direzione da seguire”,sottolinea Monari. “Gli impiantianti grandine inoltre miglioranola shelf life del prodotto. E i costiiniziali vengono ammortizzati inuna decina d’anni”. Da quest’an-no gli ettari coperti saranno unasettantina, poco meno del 10%del totale, ma sono tendenzial-mente in aumento.Spostandoci in Veneto, nella zo-na di Marostica, il caldo record diaprile ha anticipato la raccolta di15 giorni favorendo la fioritura ela maturazione sia delle ciliegie

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Da sinistra Stefano Pezzo, Nicola Giuliano, Walter Monari e Giuseppe Zuech

Vincenzo Pernice

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SCHEDA PRODOTTO Sprecoci che delle tardive. Sono leconsiderazioni di Giuseppe Zue-ch, presidente del Consorzio ditutela della ciliegia di MarosticaIgp. “Al 4 maggio stavamo già rac-cogliendo”, rivela Zuech. “Dalpunto di vista quantitativo non siprevede una grande stagione. Leprevisioni parlano di un raccoltodel 10-15% in meno sulla media,e ci si attesterà sui 7-8 mila quin-tali. La raccolta terminerà almassimo il 15-20 giugno con letardive”. Il presidente del consor-zio vicentino fa trasparire un cer-to ottimismo: “Le vendite a metàmaggio stanno dando buoni ri-scontri. Le precoci sono apprez-zate e si vendono, a seconda dellavarietà, pezzatura e qualità, tra i2 e i 6 euro al chilo”. Per Zuech oc-corre puntare a una maggioreconcentrazione dell’offerta perdare potere contrattuale ai pro-duttori e spingere sulla promo-zione. (E.Zan.)

● Stefano Lugli

Dopo un periodo di costante de-cadenza, da alcuni anni la cerasi-coltura italiana ha invertito unatendenza negativa, culminata sulfinire del secolo scorso con il rag-giungimento dei minimi storiciproduttivi ed un saldo negativodel commercio estero, che ha vi-sto l’Italia cedere la leadership diprincipale paese esportatore a li-vello comunitario fino a divenire

un discreto importatore di cilie-gie. Grazie alla vivace spinta deimercati, assecondati da una do-manda crescente di ciliegieorientata per lo più verso prodot-ti con elevati standard qualitativi,l’interesse verso questa coltura èrifiorito. A favore di questo svi-luppo hanno certamente contri-buito le allettanti quotazioni dimercato registrate negli ultimi 6-7 anni per le ciliegie, quotazioniin controtendenza rispetto a

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Si torna a investireInnovazione essenziale

A Vignola convegno nazionale del ciliegiocon 10 sessioni di studio focalizzate su ricerca,interscambio e prospettive della cerasicoltura

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quelle raggiunte in altri compar-ti frutticoli. Ma la vera “rivoluzio-ne rossa” si deve ai radicali muta-menti attuati in vari settori dellacerasicoltura, a partire dalla scel-ta, per i nuovi impianti, dellearee maggiormente vocate a ci-liegio, alle innovazioni di prodot-to e di processo che hanno inte-ressato il rinnovamento degli as-sortimenti varietali grazie ancheal positivo successo di alcuni pro-grammi di miglioramento gene-tico, della messa in campo di tec-niche colturali di controllo delprocesso produttivo sempre piùorientato verso produzioni spe-cializzate, eco-sostenibili e di ele-vata qualità. La coltivazione del ciliegio in Ita-lia copre una superficie di quasi30.000 ettari per una produzionecomplessiva di circa 135.000 ton-nellate. Le superfici sono localiz-zate per il 78% nella aree meri-dionali e per il 18% nelle aree set-tentrionali. Il processo di meridionalizzazio-ne della coltivazione del cliegioin Italia è iniziato a partire daglianni ’80 ed ha interessato in par-ticolare una sola provincia, quel-la di Bari, dove sono presenti laquasi totalità degli ettari coltivatiin Puglia. Nelle regioni del nordItalia la coltivazione è concentra-ta in due regioni principali: il Ve-neto, che ha mostrato un trendnegativo e costante da alcuni de-cenni verso una diminuzione de-gli investimenti a ciliegio el’Emilia-Romagna che, dopo unperiodo di forte contrazione dellesuperfici a ciliegio, ha ripreso adinvestire su questa coltura tantoda divenire la prima realtà italia-na se come base di valutazione

viene utilizzato l’indicatore delle“superfici in allevamento”, cioèdei nuovi impianti a ciliegio che,in Regione rappresentano oltrel’11% del totale regionale, controuna media nazionale di appenail 3,5%. Bene anche l’andamentoin Trentino-Alto Adige con quotedi nuovi impianti attorno al 7%.

CONVEGNO NAZIONALE DEL CILIEGIOAl Convegno nazionale del cilie-gio di Vignola (8-10 giugno) ven-gono presentati in 10 sessioni distudio i risultati delle ricerchecondotte in questi ultimi anni suquesta specie in 118 contributiscientifici e tecnici. Si parlerà dimiglioramento genetico e inno-vazione varietale, dei nuovi siste-mi di impianto, di prevenzione edifesa contro le malattie, dellecoperture antipioggia, di salva-guardia della biodiversità, dicome migliorare la qualità delleciliegie prima e dopo la raccoltae di tante altre tematiche.

Le dieci sessioni del convegno1. Nuove tecnologie di impianto 2. Miglioramento genetico e in-

novazione varietale3. Spagna e Italia: realtà emer-genti a confronto4. Qualità alla raccolta e in post-raccolta5. Difesa delle produzioni6. Controllo delle spaccature dapioggia7. Commercio e mercati nel baci-no del mediterraneo8. Biologia e fisiologia9. Germoplasma e biodiversità10. La coltivazione del ciliegio dalegnoIl Dipartimento di Colture Ar-boree (Dca) dell’Università diBologna è l’organizzatore delConvegno. Si avvale della collab-orazione di altri Enti come il Co-mune di Vignola, il Consorziodella ciliegia, della susina e dellafrutta tipica di Vignola, il Dipar-timento Scienze Agrarie e Ali-menti dell’Università di Modenae Reggio Emilia, l’AssociazioneNazionale Città delle ciliegie, ilCentro Ricerche Produzioni Veg-etali di Cesena e l’AssociazioneNazionale Direttori dei Mercatiall’Ingrosso.

Sessione dell’Andmi Il convegno di Vignola sul ciliegiooltre alle sessioni di studio riserva-te alle tecniche produttive ne dedi-ca una - curata dall’Andmi (Asso-ciazione Nazionale Direttori Mer-cati all’Ingrosso) - alle problemati-che connesse con la internaziona-lizzazione della commercializza-zione. Dopo un esame dell’evolu-zione del commercio delle ciliegienel mondo e una analisi del mer-cato italiano, verranno propostidue esempi significativi di Paesidel bacino del Mediterraneo: laTurchia e il Marocco.

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