Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

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2011, bilancio in rosso 2011, bilancio in rosso Operatori preoccupati Operatori preoccupati PAG.25 PAG.25 Agrumi, si prospetta Agrumi, si prospetta una campagna difficile una campagna difficile PAG.73 PAG.73 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR 12 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE ANNO XXV - Nuova serie THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET Dicembre 2011 - euro 6,00 IL “TECNICO” MARIO CATANIA AL MIPAAF IN QUESTO NUMERO C orriere O rtofrutticolo Quarto Ministro, quello buono? www.corriereortofrutticolo.it

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Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

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•• 2011, bilancio in rosso 2011, bilancio in rosso Operatori preoccupati Operatori preoccupati PAG.25PAG.25

•• Agrumi, si prospettaAgrumi, si prospettauna campagna difficileuna campagna difficile PAG.73PAG.73

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

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M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

D i c e m b r e 2 0 1 1 - e u r o 6 , 0 0

IL “TECNICO” MARIO CATANIA AL MIPAAFIN QUESTO NUMERO

CorriereOrtofrutticolo

Quarto Ministro,quello buono?

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O.P. Nordest - via Sommacampagna 63/E - 37137 Verona - tel.+39.045.8626306

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CHIQUITA

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SANGARI

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Sono ottimista in questo fine 2011 daincubo, tra stangate e manovre. Sapeteperché? Perché siamo con le spalle almuro e in questi frangenti gli italianidanno il meglio di sé. Sono ottimistaperchè abbiamo il quarto ministro dal-l’inizio della legislatura, ma forse èquello buono. Un ministro che sicura-mente non verrà a Berlino a parlare diOgm o di dazi e barriere, che non verrà

a Cesena a insultare i frutticoltori che protestano, chenon avallerà lo scandalo delle multe sulle quote latteche un pugno di irriducibili fuorilegge non vuole paga-re (facendole pagare a noi), che non affronterà la crisidella frutta estiva regalando 500.000 pesche (le hannocontate?) sulle spiagge. Diciamo pure che in questo ini-zio 2012 la credibilità della nostra classe politica è aiminimi storici e che il mondo agricolo, per come è sta-to trattato, dovrebbe stazionare in permanenza con iforconi sotto il ministero di via XX Settembre. Il sospiro di sollievo con cui è stata accolta la nomina diMario Catania è direttamente proporzionale al sollievodi sapere che sulla poltrona che fu di Cavour non siedeun altro politico, capitato lì quasi per caso o per graziaricevuta. Il bilancio degli ultimi tre ministri ‘politici’ èpresto fatto, è pari quasi a zero. Quindi ben venga il‘tecnico’ Catania, espressione della migliore tecnocra-zia interna al Ministero, grande conoscitore dei mecca-nismi e dossier comunitari, il negoziatore di Bruxellesche tutti i ministri volevano avere accanto quando si se-devano al tavolo del Consiglio agricolo. Almeno sa diquello di cui si parla. Catania deve far dimenticare l’evanescenza delle tre ge-stioni Zaia-Galan-Romano in cui il ministero dell’Agri-coltura è sembrato più che altro un trampolino per am-bizioni personali, senza capacità di risolvere i proble-mi. E non a caso si sono succedute una crisi dopo l’altra(tra cui quella, che dura tuttora, dell’ortofrutta) senzache dal livello nazionale arrivassero segnali di reazio-ne, salvo l’apertura di non so quanti ‘tavoli’, tutti in-concludenti. Sulla carta il compito di un ministro del-l’Agricoltura è semplice, essendo quasi tutte le compe-tenze operative e gestionali affidate alle Regioni. Devefare azioni orizzontali, di sistema, rappresentare leistanze del mondo produttivo a Bruxelles (che è la verastanza dei bottoni in agricoltura) e dialogare con le Re-gioni per evitare che in questo paese si facciano 20 po-litiche agricole diverse, cercando una sintesi a livellonazionale e facendo da tramite col Governo-Parlamen-to. Ora, la mancanza di una qualsiasi politica agricolanazionale è sotto gli occhi di tutti, a meno di non con-siderare politica agricola il perdurante e fastidioso bla-bla sulla qualità e l’eccellenza del made in Italy, tantoinsistente quanto ormai logoro. Un ministro dovrebbesapere che la competizione è globale, che se non espor-tiamo siamo morti, che dovremmo primeggiare, o al-

meno esercitare una qualche leadership, almeno a casanostra, cioè in quel bacino del Mediterraneo che fu ‘ma-re nostrum’. Invece gli unici due ministri che sono riu-sciti a guardare al di fuori dei confini nazionali, impo-stando quella politica di ‘Green corridor’ verso la spon-da sud del Mediterraneo tanto lungimirante quanto poitrascurata dai loro successori, sono stati De Castro eAlemanno. Poi niente, stop, il buio oltre le mura di viaXX settembre. La sostanziale irrilevanza politica del mi-nistero agricolo è emersa con tutta evidenza al mo-mento della formazione del governo tecnico “di impe-gno nazionale” di Mario Monti. L’Agricoltura non eraneppure citata tra i 12 ministeri da assegnare. Poil’ampliamento del numero di dicasteri e l’azione dilobby convergente delle varie forze politiche, sindacalied economiche legare al mondo agricolo ha portato al-la scelta rigorosamente tecnica di Catania, dopo unaridda di nomi buttati sul piatto (l’ex presidente di Con-fagricoltura, Vecchioni o l’attuale segretario economicodella Coldiretti, Castiglione) senza molte speranze. An-che qui la saggezza di Napolitano ha operato per il me-glio, magari con l’aggiunta di un qualche suggerimentopiovuto da Bruxelles (De Castro?) circa la delicatezzadel momento in cui inizia una riforma epocale dellaPac che vede, guarda caso, l’Italia partire con forti pe-nalizzazioni. L’Italia si gioca miliardi di euro, insommanon si può scherzare. Ecco la necessità di un tecnicocon un curriculum ineccepibile come Catania. E checonosce bene il dossier ortofrutta, e che non crede - co-me qualche suo predecessore - che i problemi di ungrande comparto economico come l’ortofrutta si risol-vono col chilometro zero o le bancarelle nelle piazze.Sarebbe ora che sullo scacchiere agricolo, al posto delle‘baruffe chiozzotte’ tra organizzazioni professionali ecol mondo cooperativo, ci si occupasse della competiti-vità delle imprese, dei fattori produttivi, del costo del la-voro, della necessità di crescere, di esportare, di con-quistare nuovi mercati, di costruire rapporti più equili-brati con la Gdo. Questo è il compito della politica, fi-nora totalmente disatteso. Detto questo, Buon 2012 atutti, ne abbiamo davvero bisogno.

[email protected]

✍ Lorenzo Frassoldati

Tutto va male, siate ottimistiEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

AL MINISTERO AGRICOLO CI VA L’INGEGNERE Peccato. L’equivoco ai limiti del ridicolo tra Franco Braga,ingegnere e docente di tecnica delle costruzioni, e France-sco Braga, agronomo e docente di economia agroalimenta-re, su chi dei due fosse il nuovo Sottosegretario all'Agricol-tura ha rovinato il profilo tecnico ritrovato, con sospiro ditutti, dal ministero agricolo. L’omonimia è alla base di tut-to, è stato spiegato. Però alla fine all’Agricoltura è finitol’ingegnere esperto di questioni sismiche. Forse è al postogiusto: coi terremoti che sono in arrivo… *

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D i c e m b r e 20116 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRYPACK pagina 29CHIQUITA pagina 1CONSERVE ITALIA pagina 50CONSORZIO ZAI pagina 43CORSI pagina 47CPR SYSTEM copertina IDE RUITER pagina 65GF GROUP pagina 4-5IFCO pagina 17KANZI pagina 9LA COSTIERA pagina 27MONSANTO pagina 21NETPACK pagina 55

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V - N u o v a s e r i eD I C E M B R E 2 0 1 1

S O M M A R I O

Bilancio 2011: il settore in rosso PAG.25 Mercati di Verona e Padova a Kiev PAG.40

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

delle cucurbitacee, manuale Orto wic 23

Valore aggiunto agricolo, Italia meglio diFrancia, Germania, Spagna, Inghilterra 23

LOGISTICAIl “riutilizzabile” non si ferma 54

E la filiera “tecnologica”nel 2011 ha continuato la corsa 59

Piattaforma intermodale cesenate,c’è l’accordo: si lavora sul progetto 60

Logistica flash 61

DISTRIBUZIONEVendite al dettaglio in caloConfcommercio: è recessione 62

I 20 anni di Cedi Sisa Centro Nord 63

BIOLOGICO NEWSInnovazione, promozione, brand:il biologico studia come consacrarsi 64

Biologico flash 64

In copertina - Bilancio di un annoOrtofrutta… a pezzi? 25

ATTUALITÀ

EDITORIALEQuarto Ministro, quello buono? 3

BORSINO DELL’ORTOFRUTTAScarpellni, Caat, Sogemi, Cernigliaro 8

CONTROEDITORIALEPera, si volti pagina. In fretta 10

GENTE & FATTIIl “fil rouge” di Modì: tra arte e culturala mela di pianura cerca sbocchi… 12

Frutta nelle Scuole, assegnati i lotti7 milioni di confezioni a 220 mila alunni 13

Celebrità incoronate con il radicchio d’oro 14

Nutrienti, salubri, anti-invecchiamento:piccoli frutti quintessenza di benessere 15

NOTIZIARIOL’agricoltura italiana? Fuori dalla portata dei giovani 16

La Ue stanzia un milione di europer il programma indigenti 2012-2013 16

Produzione integrata,nuovo marchio e metodo unico 16

Asparago di Bassano, siglata la “pace” tra Consorzi 18

L’Emilia-Romagna finanzia ottoprogetti di ricerca sull’ortofrutta 18

Carota del Fucino sul piede di guerra:«Disciplinare Igp da rivedere» 18

Trentini a Varsavia: «Promozioneessenziale per export e consumi» 20

Escherichia Coli, l’Italia deverestituire 19 milioni di euro 20

Prevenzione e difesa

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Igp all’aglio cinese, sale la protesta PAG.48 Mercabarna forma gli operatori PAG.67

Ortofrutticolo

NUNHEMS pagina 19ORANFRIZER copertinaIIIORTI DI GIULIETTA copertina IIROSARIA pagina 75SANGARI copertina I

pagina 2SYNGENTA pagina22-24ULMA copertina IUNITEC pagina 73VALFRUTTA FRESCO pagina 32VILMORIN pagina 34VOG copertinaIV

INSERZIONISTI

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

In copertina - Bilancio di un annoFruitimprese: la crisi è arrivata. Bisognaraggiungere nuovi mercati 26

In copertina - Bilancio di un annoUnaproa: margini al lumicino, ma almeno lievitano le aggregazioni 28

In copertina - Bilancio di un annoBruni: integrazione, innovazione, internazionalizzazione. 30

In copertina - Bilancio di un annoIl settore visto da chi offre servizi: Italiasempre meno competitiva 31

Primo piano - Governo Monti«Tempi certi nei pagamenti, sostegnoall’export e alle imprese» 37

Primo piano - Governo MontiIl Ministro Catania: troppo asimmetriein filiera. Regioni essenziali 37

Proficua “missione Ucraina” per i Mercatidi Verona e Padova 40

Cooperazione tra rischi e chancesLa “fotografia” di Terremerse 42

Tutto automatico 43

Granny per l’estero 44

NEL PROSSIMO NUMERO

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NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Radicchi e insalate Sul prossimo numero del Corriere,nella Scheda prodotto, interviste aglioperatori per tirare le somme e capirequal è il trend produttivo e commer-ciale di radicchi e insalate, tra le pun-te di diamante della produzione orti-cola nazionale.

☛ Focus sul biologicoIl processo di crescita prosegue, ma so-no molte le problematiche chel’accompagnano. Sul prossimo nume-ro approfondimento con gli ultimi da-ti, le tendenze del mercato e le rifles-sioni di chi conosce a fondo il pianeta“organic”

☛ Campagna agrumiAggiornamento dell’andamento dellacampagna agrumi in Italia e in Spa-gna, con un focus sulle criticità chespesso si riscontrano nella commer-cializzazione del prodotto nazionalenella distribuzione organizzata stra-niera

Piemonte, fondi per le estirpazioniDal 2012 impianti controllati 45

Delegazione cinese a Noicàttaroper “capire” i segreti dell’uva 47

Igp all’aglio cinese, l’ira italiana:«Uno smacco, reagiamo unendoci» 48

Radicchio, prezzi elevatiper le varietà pregiate 49

Il fico d’India non conosce frontiere 51

Macfrut 2012 ancora a CesenaAnticipato a fine settembre 52

Attualità flash 53

SCHEDA PRODOTTO

AGRUMIExport valvola di sfogo indispensabile per risollevare le sorti delle produzioni italiane 73

Mercabarna in… forma 67

Spagna, interprofessione con le mani legate 68

Russia nella World trade organizationDazi ridotti per alcuni ortofrutticoli 70

Mele, Austria sempre più autonoma 71

Mondo flash 72

MONDO

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CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

‘☛ Domenico ScarpelliniChi la dura la vince. E Domenico Scarpellini,che non molla mai, ha vinto su tutta la linea.Il Macfrut 2012 non va a Rimini, resta a Cese-na e si svolgerà dal 26 al 28 settembre, propriocome suggerito dall’ever green presidente diCesena Fiera, in modo da “prendere” l’effetto-

riviera e offrire a espositori e delegazioni ita-liane e straniere il relax dopo-fiera della Ro-magna balneare e by night. Sul futuro non èdato sapere ma è chiaro che Cesena venderàcara la pelle di una fiera che porta utili allecasse comunali, la qual cosa, di questi tempi, èperla rara. Decisamente su.

☛ Centro Agro Alimentare di TorinoÈ Giuliano Manolino (foto a destra) il nuovo presidentedel Centro Agro Alimentare di Torino (Caat). Sostitui-sce Antonio Carta, presidente della Confesercenti di To-rino e Provincia, che lascia dopo due manda-ti.L’assemblea degli azionisti pubblici e privatiha nominato poi all’unanimità anche gli altrimembri del Consiglio di amministrazioneche risulta composto da Ottavio Guala, in qua-

lità di vicepresidente e dai consiglieri Riccardo Chia-brando, Morena Sighinolfi e Mauro Rosada. Il direttoregenerale è Massimo Busi.Il Caat è fra i più cinque Centri Agro Alimentari italia-

ni, con un giro d’affari di circa 550 milioni dieuro, una superficie di 440 mila metri quadri,più di 100 imprese grossiste, quasi 600 milatonnellate di prodotti ortofrutticoli vendutiogni anno e una media di 80 mila accessi almese da parte dell’utenza. Su

IL BORSINO

☛ SogemiL’assemblea degli azionistidi Sogemi Spa, a fine no-vembre, ha confermato qua-le presidente Luigi Predeval(foto a destra) e nominatoquali membri del cda FeliceBesostri, Maria Teresa Brog-gini Moretto, Paolo Lombardi e Paolo Zinna.Predeval, dopo la conferma, ha detto tra l’altro:“La decisione del sindaco di Milano stimola ul-teriormente l’impegno mio e dei miei collabo-ratori nel proseguire con rinnovato vigore ilprogetto di miglioramento dei Mercati milane-si anche con il coinvolgimento degli operatori”.Né su né giù

☛ Pietro CernigliaroIn occasione del seminario sul tema “Tutti inumeri dell’agroalimentare”, svoltosi a Rimi-ni presso la sede del locale Centro agroali-mentare (CAAR), si è tenuta l’assemblea ordi-naria dell’ANDMI per il rinnovo delle caricheassociative. Al termine dei lavori l’assemblea, particolarmente par-tecipata, tenuto conto dei risultati raggiunti dall’Asso-ciazione nazionale dei direttori dei mercati all’ingrosso,ha confermato per acclamazione Pietro Cernigliaro allapresidenza. Nel 2012 si compiono i 50 anni di vita del-l’Associazione, costituita a Padova nel giugno 1962.

Cernigliaro ha presentato il logo del cinquante-nario dell’ANDMI, logo che caratterizzerà tuttele iniziative nel corso dell’anno. Successiva-mente, al FORUMED tenutosi a Catania dall’8al 10 dicembre, si è tenuta una riunione del-l’Osservatorio Mediterraneo della Pesca nel cor-so della quale è stato firmato un protocollo di

collaborazione tra l’Andmi e l’Assessorato alle AttivitàProduttive del Comune di Catania. Presupposto, ha det-to Cernigliario, di una alleanza strategica tesa alla tute-la e promozione dei prodotti tipici e del territorio attra-verso la rete dei Mercati all’Ingrosso favorendo la cono-scenza dei prodotti agoalimentari di qualità. Su

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Page 12: Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

Rolando Drahorad *

Che fare con lepere? Quando po-co prima dell’ini-zio della raccoltadelle Abate Fetel

uscirono i primi prezzi, a un oc-chio poco addestrato sembravanouna bestemmia. Invece la logica c’era: gli addettiai lavori sanno ormai prevederemolto bene i quantitativi ancorapendenti sugli alberi ed hannoben presente anche quelli com-mercializzati nelle stagioni pre-cedenti. Siccome per un dato articolo ilmercato globale annuale mette adisposizione cifre piuttosto stabi-li, i 180 milioni di euro che neglianni precedenti affluivano allaproduzione che mediamente rag-giungeva 280.000 tonnellate dove-vano essere ripartiti sul quantita-tivo eccezionale del 2011: previ-sione più 50% sull’anno prece-dente, raccolto definitivo +70 %.Che le quotazioni di allora fosse-ro frutto di calcoli precisi oppureanche solo di intuizioni ha pocaimportanza. Esse sono purtroppoconfermate dalla realtà di questoinizio di stagione dove i prezzispaziano fra un minimo di 35centesimi per i calibri più picco-li rinfusa in casse fino a un mas-simo di 1,10 euro per merce con-fezionata e per i calibri più gros-si, che quest’anno sono anchescarsi. L’eccezionalità del raccolto diquest’anno sta nel fatto che consuperfici solo leggermente au-mentate il produttore medio puòcomunque contare su un forteaumento del raccolto per ettaro econsiderando il ricavo per ettaro,e non per chilo, sperare di realiz-zare a fine stagione un prezzo ac-cettabile. È risaputo che i costi diproduzione in un’annata stan-dard sono sulla base di 42-45 cen-

tesimi (con punte anche di 50-52cents in certi frutteti leader).Si farebbe però un grave errorea pensare che passata questastagione le remunerazioni pos-sano tornare sui livelli degli an-ni precedenti, che in linea dimassima sono state consideratemolto interessanti. I buoni guadagni hanno infattiindotto tanti produttori dell’Emi-lia-Romagna ad aumentare laproduzione proprio di pere AbateFetel spesso sostituendo altre va-rietà con quest’ultima. Bisogna pertanto prevedere in fu-turo afflussi in crescita per diver-si anni ed il dubbio per una lorocollocazione remunerativa suimercati è oggi fortemente giusti-ficato. La situazione concorren-ziale infatti vede le pere e soprat-tutto le Abate Fetel perdente sumolti fronti. La pera, considera-ta “regina” fino all’altroieri, si ve-de tutto ad un tratto messa in dif-ficoltà da diversi fattori negativiconcorrenti che sono: consumidi prodotti ortofrutticoli general-mente in calo, concorrenza (lepere Conference di Olanda e Bel-gio) che aumenta la produzione eproduce a costi inferiori (31-32eurocent al chilo), un continuocalo di attrattiva del frutto che or-mai viene considerato, anche daibuyer della Gdo, il frutto deglianziani.Di fronte a una situazione comequesta ogni dirigente d’impresa e

ogni responsabile marketing simetterebbe a studiare un piano ese avesse il pieno controllo dellaproduzione riuscirebbe a trovareuna via d’uscita abbastanza pre-sto: studiando il mercato, ade-guando i quantitativi e la qualitàdella produzione, organizzandomeglio la forza vendita ed inve-stendo in promozione e pubbli-cità.Purtroppo la ricetta è difficil-mente realizzabile in un contestocome quello dell’ortofrutta frescadove la produzione non è maisotto controllo visto che è espostaal clima che varia di anno in an-no e dove i quantitativi sono tal-mente grandi che anche i proces-si decisionali non possono essereconcentrati in poche mani.Ma il mondo d’oggi non puòneanche aspettare i tempi lentidell’adeguamento graduale allecondizioni imposte dall’esterno enon c’è altra soluzione che trova-re metodi che permettono dicambiare strategie e politiche nelbreve periodo.La situazione della pera si puòconfrontare a quella di massimacrisi che stiamo vivendo nell’a-rea euro. A forza di rimandaredecisioni ci vengono imposte dal-l’alto. Le ricette sono ormai co-nosciute e molto simili sia perl’economia generale che per ilsettore ortofrutticolo.Parlando delle pere italiane sonotutti a chiedersi come mai non ci

CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

Pera, si volti pagina. In fretta

D i c e m b r e 201110 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo

sia un’organizzazioneassociativa che si muo-ve sui mercati globali afavore della promozio-ne e della commercia-lizzazione di un prodot-to che ha tutte le carat-teristiche per esserecommercializzato consistemi adeguati alleesigenze e ai gusti dellenuove generazioni diconsumatori.Visto che anche i con-sumi delle pere conti-nuano a calare e se nonvogliamo tagliare gli al-beri, diventa prioritariodiminuire la pressionedi offerta sul mercato tradiziona-li conquistando mercati nuovi.La presente stagione è senz’altroadatta per una penetrazione piùcapillare perché per la primavolta possiamo offrire anche lepere Abate a prezzi concorren-ziali. Serve una grande azione pro-mozionale durante la quale,per un periodo limitato, si faassaggiare anche a consumato-ri finora non raggiunti un pro-dotto di grande pregio.Sulla fattibilità di una simile ini-ziativa si convinceranno anche idistributori, vedendo che l’AbateFetel ha ottime proprietà di lun-ga durata negli scaffali. Sarà importante non disperderei vantaggi conseguiti durantequesto inverno e prepararsi perun quadro completamente cam-biato nella prossima stagione: cisaranno più clienti a chiedere

Abate ed avremo, è sperabile, an-cora quantitativi importanti.Le frontiere dei mercati dell’Eu-ropa dell’Est, del Mediterraneoed anche delle Americhe e delMedio ed Estremo Oriente sistanno aprendo ed i trasportimigliorano anno per anno. Lasfida sarà grande ed ha bisognodi strumenti che solo economiedi scala adeguate possono soste-nere.Non dobbiamo guardare lontanoper osservare sistemi che confer-mano la bontà di un azione incomune imperniata su politichedi marca (Melinda, Marlene, Al-maverdeBio, Dimmididì ecc) edanche nella patria delle pere, lapianura padana, ci sono premes-se ottimali: c’è un’ottima mate-ria prima che non teme con-fronti, ci sono quantitativi suffi-cienti, simili alle grandi concen-trazioni di mele in Trentino-Alto

Adige o di pere inOlanda-Belgio, c’èuna professionalitàindiscutibile sia a li-vello produttivo chedi lavorazione, con-servazione e commer-cializzazione, c’è allabase un forte consu-mo pro capite nelproprio Paese, unaforte concentrazionedella disponibilitàmerceologica.La gravità della situa-zione generale spingetutti a trovare nuovestrade ed è auspicabi-le che si arrivi anche

ad accettare soluzioni che finorasono state avversate perché si-gnificavano la perdita di unaparte delle autonimie decisiona-li ritenute essenziali. Ma se queste autonomie non ge-nerano ritorni redditizi perchénon permettono di attuare poli-tiche di marketing in grandescala allora chi non mette daparte gli egoismi e le conse-guenti inefficienze del passatocorre il rischio di venire esauto-rato dai mercati. Un’inversione di tendenza peròdovrebbe riguardare anche gliatteggiamenti delle grandi orga-nizzazioni dei produttori che do-vrebbero vedere di buon occhiola collaborazione di tutti ad unprogetto che potrebbe generareun nuovo futuro per tutta la pro-duzione pericola della penisola.

* Presidente Ncx [email protected]

11D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

CCONTROEDITORIALE

il nuovo sito è online

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FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

D i c e m b r e 201112 www.corriereortofrutticolo.it

Tra arte e cultura, l’evento FilRouge, organizzato da Modì loscorso 25 novembre a Ferrara hafornito anche l’occasione per co-noscere Filippo Tagliani (a de-stra), da poco eletto presidentedel Consorzio Modì Europa, cheha accolto gli ospiti della seratarivolta a giornalisti e blogger, ilcui momento clou è stata la visita

della mostra “Gli anni folli. La Pa-rigi di Modigliani, Picasso e Dalì”ospitata a Palazzo Diamanti.Tagliani ha esordito dicendo che“si muoverà nel segno della conti-nuità”. E dopo aver ringraziatochi lo ha preceduto “per l'ottimolavoro svolto”, ha detto che“l'obiettivo principale è quello disviluppare Modì sia a livello pro-duttivo che commerciale, diffon-dendo la mela a livello mondiale”. “La grande sfida - ha proseguitoTagliani - sarà gestire il progettocon partner esteri per garantireModì dodici mesi l’anno”. L’eventoFil Rouge è iniziato al CastelloEstense dove alcuni studenti delLiceo Artistico Dosso Dossi di Fer-rara hanno interpretato su tela leemozioni degli ospiti ispirate altema della serata.A seguire, visita guidata alla mo-stra, che terminerà l’8 gennaio.

Il “fil rouge” di Modì: tra arte e culturala mela di pianura cerca sbocchi...

Il periodo natalizio rappresentaper Modì un importante focuspromozionale, attraverso cui po-tenziare la relazione con i consu-matori in chiave differenziante. Ilcolore rosso intenso della melacon l’equilibrio perfetto trova, infatti, perfetta celebrazione a Natale,proponendosi al mercato in una veste originale.La gamma assortimentale ideata per l’occasione a partire dalla scorsacampagna - il vassoio da 6 frutti ed il cartone 24X40 Christmas Edition- si arricchisce, quest’anno, di due referenze: il vassoio 4 frutti ed il pla-teau 30X40. Le referenze, in vendita dal 21 novembre, si caratterizzanoper la presenza di un bollino natalizio pensato ad hoc. Come nella pas-sata stagione e solo per il mercato Italia, i formati in vassoio sarannovalorizzate da uno speciale gadget natalizio, realizzato questa volta inpartnership con Bestack: quattro simpatici addobbi natalizi in carta ri-ciclata - l’albero, la stella, la pallina ed il classico “omino di zenzero”- con il logo di Modì e i due di Bestack.

...e si proponein veste festiva

Pink Lady registra da due anni un notevole aumen-to di visitatori del suo sito web; questo l’ha indotta apotenziare la piattaforma digitale e a porre il web alcentro della comunicazione. L’obiettivo è innanzi-tutto arricchire e diversificare i suoi legami di vici-nanza con i visitatori-consumatori.Il nuovo sito di Pink Lady www.pinkladyeurope.comè on-line dal 16 novembre, rinnovato sia in terminidi design sia in termini di contenuto. Una delle no-vità sarà il club Pink Lady che permetterà agli ap-passionati di usufruire di vantaggi esclusivi (omag-gio di benvenuto, buoni sconto…). Il sito si arric-chirà di novità per tutto l’anno; sarà realizzato nel-

le versioni danese, francese, inglese, italiana, nor-vegese, olandese, spagnola e tedesca.Pink Lady si concentrerà anche quest’anno sulla di-namizzazione di una community europea di fannel social network Facebook. Sarà lanciato un pro-gramma di E-Crm (gestione dei rapporti con i clien-ti su canali digitali) il cui scopo è la fidelizzazionedei consumatori, grazie a un programma di e-mai-ling di informazioni e offerte promozionali adatta-te e personalizzate. L’intero contenuto di immaginifoto e video del marchio sarà ospitato su piattafor-me a intenso traffico (youtube, Flickr…) per andarea “trovare” i navigatori Internet.

Il web perno della comunicazione di Pink LadyOn line il nuovo sito internet ricco di contenuti

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a cura di Mirko A

ldinucciGENTE &CorriereOrtofrutticolo

Apofruit Italia, Naturitalia e Oro-gel Fresco guidano il raggruppa-mento formato dalle maggiori or-ganizzazioni di produttori italia-ne risultato quest’anno aggiudi-catario di cinque lotti del bandorelativo al Programma di educa-zione alimentare “Frutta nelleScuole”, promosso dall’UnioneEuropea e cofinanziato dal Mi-paaf. Gli altri tre sono andati aAop Uno Lombardia.Quattordici le regioni interessate(Abruzzo, Molise, Puglia, Campa-nia, Basilicata, Sardegna, Mar-che, Lazio, Toscana, Umbria,Emilia-Romagna, Veneto, FriuliVenezia-Giulia, Trentino Alto-Adige), oltre 587 mila bambini ditremilacinquecento scuole in cuiverranno distribuite frutta e ver-dura fino al termine dell’annoscolastico in corso. Dopo gli ottimi risultati dellascorsa annualità (in cui il mede-simo raggruppamento ha servitocomplessivamente dieci regioni),Apofruit Italia, Alegra, Apoco-nerpo, Apot, Naturitalia, OrogelFresco e Vog Products, hanno rin-novato la propria collaborazione.Al gruppo si sono aggiunte OpNordest, Codma, Sole Soc. Coop,Lagnasco Group, Terre e Sole diSicilia, Giardinetto.A coordinare le distribuzioni sa-ranno Naturitalia, in quanto ca-pofila del lotto 3 (Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli Venezia-Giu-lia) e Apofruit Italia, capofila deilotti 4 e 5 (Umbria, Toscana, Emi-lia-Romagna, Lazio, Marche, Sar-degna). Tra il 28 novembre e lafine dell’anno scolastico ApofruitItalia coinvolgerà 220.000 alunnidi Emilia Romagna, Toscana,Umbria, Marche, Lazio, Sarde-gna. Ogni alunno usufruirà di 33somministrazioni distribuite neisei mesi del progetto, per un tota-le di oltre 1.500 tonnellate di frut-ta. Verranno distribuite, in totale,oltre 7 milioni di confezioni.

Frutta nelle Scuole, assegnati i lotti7 milioni di confezioni a 220 mila alunni

Veronamercato protagonista aFieracavalli. Nei quattro giornidella recente manifestazione fie-ristica, tenutasi nella città scali-gera dal 3 al 6 novembre, Vero-namercato ha distribuito ben2000 porzioni di frutta. Nei pri-mi due giorni dedicati alle scuo-le Veronamercato ha ospitato500 alunni proponendo loro unaserie di attività didattico forma-tive all’interno di uno stand di120 metri quadri. Nello specifico Veronamercatoha presentato le attività del Cen-tro agroalimentare, con partico-lare riferimento al Mercato orto-

frutticolo, e illustrato la campa-gna “I 5 colori del benessere”,promossa da Unaproa. Alla par-te didattica sono seguiti dei gio-chi a tema. Nelle altre due giornate Verona-mercato ha accolto più di 1000bambini di tutte le età intratte-nendoli con diverse attività ludi-che legate sempre alla "campa-gna dei 5 colori". Durante lequattro giornate di rassegna so-no stato distribuiti gadget, mace-donie e materiale informativo.

Veronamercatoa Fieracavalli

Tecnici agrari ed imprenditori agricoli della Val Venosta (Sudtirol -Trentino Alto Adige) hanno visitato a novembre i principali com-parti agricoli siciliani. Dal pistacchio di Bronte al Limone di Siracu-sa, dalla pesca di Delia all’arancia di Ribera Dop.In particolare il programma delle visite nel territorio di Ribera, orga-nizzato dal Consorzio di Tutela e dalla Soat di Sciacca, ha permesso dipresentare la realtà produttiva del territorio di coltivazione dellaarancia di Ribera Dop, con visite presso gli agrumeti e i centri di la-vorazione, e di apprezzare le eccellenze agroalimentari quali la frago-lina, l’olio extravergine di oliva, i formaggi e l’enogastronomia isola-na.Un importante occasione per il Consorzio di tutela dell’arancia di Ri-bera di confronto e scambio con una delle realtà più rappresentativedella produzione frutticola italiana, qual è quella delle mele della ValVenosta.

Dalla Val Venosta alla Sicilia nei Distretti dell’eccellenza

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FATTI

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FATTIGE

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Castelfranco Veneto ha ospitato una serata dedicata al re dei radicchi, ilrosso tardivo di Treviso e la rosa di Castelfranco. Al “Radicchio d'oro2011” c’erano protagonisti di primo piano della cultura, dello sport, del-lo spettacolo, dell’intrattenimento, del costume, dell’enogastronomia.�Ha fatto gli onori di casa Egidio Fior, presidente del Consorzio dei ri-storanti del radicchio; a condurre la serata il giornalista Giorgio Marti-no e l'attrice Elena Ossola. Scroscianti applausi per i protagonisti dellaserata, che sono stati iscritti nell'albo del “Radicchi d'oro”. Hanno ricevuto il “Radicchio d'oro” 2011 per lo sport Francesco Guido-lin, allenatore dell'Udinese, Antonio Di Natale, centravanti dell'Udine-se, Giorgia Bronzini, campionessa del mondo di ciclismo su strada. Car-lo Cracco per l’enogastronomia. Per la cultura: Vanessa Gravina (teatro,cinema), Patrizia Mirigliani (patron di Miss Italia, costume), RobertoGervaso (giornalista, scrittore). Il riconoscimento “Segnalazioni dallaterra veneta” è andato a Luigi Zecchin (imprenditoria) e Sergio Campa-na (sport). Il premio Dop alla trevigianità è stato consegnato a Federi-co Tessari, past president della Camera di Commercio di Treviso. Ospi-te d’onore Paolo Simoncelli (nella foto a sinistra con Giorgio Martino),papà del compianto centuauro Super “Sic”.

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Celebrità “incoronate” con il Radicchio d’oro

Dopo oltre due anni di sperimentazione in campo, superati tutti i te-st colturali, sanitari, organolettici e salutistici, la “scarola riciclata”approda sul banco dei supermercati. Lo annuncia la Cia-Confederazione italiana agricoltori che spiega co-me questa insalata sia stata la prima coltivazione sperimentale otte-nuta con l’aiuto esclusivo di un compostaggio naturale ottenuto dallaparte umida-organica dei rifiuti domestici. Successivamente la speri-mentazione ha interessato altre varietà d’insalata e di patate. �Questoparticolare compost di qualità - dalla Cia- oltre a dare una giusta col-locazione ai rifiuti organici, promuove la fertilità dei terreni miglio-randone le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche. �Il progettotargato Cia e Università di Salerno con il supporto del Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestali, nasce nel 2009, in pienaemergenza rifiuti in Campania, per dimostrare tutte le potenzialità diuna corretta raccolta differenziata e dei benefici che essa può portareanche in molti settori produttivi.� La scarola riciclata è in vendita nei-punti vendita Conad del Salernitano.

La scarola si ricicla nei supermercati

La Linea Verde propone unanovità per il banco frigo del re-parto ortofrutta: l’Insalata“Apri&Chiudi” DimmidiSì. Èuna gamma di insalate pronteproposte in una pratica va-schetta richiudibile, soluzionedecisamente originale per iprodotti di IV gamma.Il nuovo prodotto fa parte dellagamma Fresco Raccolto ed è di-sponibile in tre referenze: Alle-gra, Mista con Carote e Misti-canza.Altra novità Dimmidisì, inprossimità del Natale,“L’Insalata delle feste” pensataper cavalcare l’onda emotivadelle imminenti festività. Unmix di insalata croccante, in

una edizione limitata, “vestito”a tema per i festeggiamenti na-talizi. Il pack dà al prodottouna notevole riconoscibilità ascaffale, evocando il classicopacco regalo natalizio, confiocchi di neve e un bigliettod’auguri.L’azienda bresciana proponedunque un altro prodotto origi-nale che segue i fortunati inve-stimenti in marketing emozio-nale portati avanti nel corso ditutto il 2011, strategia inusualeper il mercato di riferimentodimostratasi vincente, visti ilgrande successo di DimmidiSìL’insalata del Tricolore e i pri-mi dati disponibili in meritoalla prima operazione di licen-sing dell’azienda: Hello Kittyby DimmidiSì limited edition.

DimmidiSìapri e chiudi

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FATTIGENTE &CorriereOrtofruttIcolo

L’alta concentrazione di vitami-na C e le proprietà antiossidantie anti-infiammatorie derivate dasostanze come il resveratrolo, iflavonoli, le antocianine e le ca-techine. Sono queste le principa-li caratteristiche che rendono sa-ni e salutari i piccoli fruttiSant’Orsola, recentemente ana-lizzati da un team di ricercatoridel Dipartimento di AgronomiaAmbientale e Produzioni Vegeta-li dell’Università di Padova, coor-dinato dal professor Paolo Sam-bo.La ricerca certifica ad esempiol’alta concentrazione di vitaminaC nei piccoli frutti: oltre 200 mil-ligrammi per 100 grammi di lam-poni, contro i 25 indicati dall’In-ran. Ancora più sorprendente lamora, che dalle analisi dell’uni-versità di Padova arriva oltre i900 mg, contro i 19 delle tabellenutrizionali. Concentrazioni so-pra la media anche per il mirtil-lo (79 mg), la ciliegia (76 mg), lafragola (106 mg) e la fragolina dibosco (404 mg).Un’altra novità emersa dalle ana-lisi è la presenza significativa diresveratrolo nei mirtilli (0,86mg) e nelle ciliegie (1,33 mg).Questa sostanza ha documentatecapacità antiossidanti e vieneclassificata come anti-aging. È ingrado di contrastare l’invecchia-mento cellulare del tessuto cuta-neo, agendo sulla produzione dicollagenasi. Può svolgere inoltreun’azione protettiva contro i vi-rus influenzali, ostacolandone lareplicazione all’interno delle cel-lule.Le proprietà antiossidanti deipiccoli frutti sono state inoltreconfermate dalla rilevante pre-senza di altri composti quali fla-vonoidi, presenti nella bucciadella frutta, noti per le loro pro-prietà anti-infiammatorie e anti-allergiche; la quercetina, con unpotenziale effetto protettivo neiconfronti dei tumori e delle ma-

lattie cardiache; le anto-cianine, dotate di pro-prietà benefiche nei con-fronti delle patologie dastress; e le catechine, cuisono state riconosciutepotenziali proprietà anti-tumorali e di rafforzamen-to del sistema immunita-rio.Le tabelle nutrizionalicon i dati aggiornati in ba-se ai risultati della ricercasono consultabili sul sitoweb www.santorsola.com.

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Nutrienti, salubri, anti-invecchiamento:piccoli frutti quintessenza del benessere

La coltivazione dei piccoli frutti per contrastare lo spopolamento del-le valli del Trentino. È questa la storia che racconta il giornalista Bru-no Gambacorta nel suo libro “Eat Parade - Alla scoperta di personag-gi, storie, prodotti e ricette fuori dal comune”, in un capitolo che ve-de protagonista la cooperativa Sant’Orsola.L’azienda di Pergine Valsugana è, insieme alla cantina altoatesinaAlois Lageder, l’unica realtà del Trentino-Alto Adige ad essere citatanel volume che porta sulla carta stampata la nota rubrica del Tg2 de-dicata alla cultura gastronomica.L’importanza dello sviluppo delle colture dei piccoli frutti e il ruolodi Sant’Orsola è raccontata all’interno del capitolo “La valle incanta-ta - Piccoli (grandi) frutti”, nella terza parte del libro intitolata “Rina-scere in cucina”. Le pagine dedicate alla Cooperativa di Pergine Val-sugana raccontano la storia di chi, partendo da zero e armato solo del-la propria passione e della volontà di partecipare alla crescita econo-mica della sua terra, è riuscito a dare vita a una realtà che oggi fa par-te della ossatura produttiva della regione. Uno spaccato di come unaspecialità gastronomica abbia contribuito a salvare un territorio. “Siamo molto orogliosi di essere stati scelti per rappresentare la pro-duzione ortofrutticola del Trentino in questo volume” ha commenta-to Michele Scrinzi, direttore della Cooperativa Sant’Orsola.

Mirtilli e lamponi nel libro“Eat parade” di Gambacorta

Ortaggi, frutti efiori... in testa.Merito dell’arti-sta giapponeseTakaya Hanayui-sh che ha creatodelle acconciatu-re stravaganti ma che per qualcuno so-no vere e proprie opere d’arte.

Se le verdure... danno alla testa

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

L’agricoltura italiana è la più vec-chia d’Europa. Per ogni impren-ditore agricolo “under 35” ce nesono ben 15 con più di 65 annid’età. Ma la colpa non è dei gio-vani che fuggono dai campi, an-zi. L’assenza di ricambio genera-zionale è piuttosto la conseguen-za diretta della “corsa a ostacoli”che è oggi la nascita di un’impre-sa agricola nel Belpaese.Scarsa mobilità fondiaria, barrie-re fiscali e burocratiche, diffi-coltà di accesso al credito e alticosti di avviamento: tutti fattoriche spiegano perché in Italia gliimprenditori “junior” nel settoresono solo il 2,9% del totale: unaquota ancora molto lontana dallamedia Ue del 6,1%. E anche sequalcosa finalmente si muove,nello Stivale e in Europa, la si-tuazione resta molto difficile.Tanto che in assenza di misuretempestive e di un reale cambiodi rotta, l’agricoltura rischia dav-vero il “default”.Perché non può sopravvivere persempre se le nuove generazionirestano fuori dal mercato. È que-sto il grido d’allarme lanciato aBruxelles dall’Agia,l’associazione giovani imprendi-tori della Cia-Confederazione ita-liana agricoltori, nel corso dellaconferenza “I giovani agricoltoriper l’Europa del futuro” che si ètenuta nella sede del Cese.

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L’agricoltura italiana? Fuori dalla portatadei giovani

Confermato il programma euro-peo agli indigenti che resterà invigore almeno fino al 2013. Ilplafond prevede 500 milioni peril 2012 e 500 per il 2013. Al pro-gramma, per cui l'Unione Euro-pea ha già stanziato un miliardodi euro complessivi per il 2012 eil 2013, si erano opposti i Paesidel Nord Europa: Germania e Re-gno Unito con Svezia, Danimar-ca, Olanda e Repubblica Ceca.L'Italia è sempre stata in primalinea a favore del programma,che fino ad oggi ha potuto distri-buire annualmente cibo gratis acirca 18 milioni di indigenti. 19Stati membri si avvalgono di que-sta misura per fornire aiuti ali-mentari, attraverso 240 enti edassociazioni caritativi. Il Parlamento europeo ritieneche lo sforzo non sia sufficientevisto che 83 milioni di europeisono ora minacciati dalla crisieconomica.

In occasione del recente conve-gno “Agricoltura Integrata e So-stenibilità Ambientale”, organiz-zato da Ccpb e Università Catto-lica di Piacenza, Giuseppe Blasi,Direttore Generale Sviluppo Ru-rale, Infrastrutture e Servizi Mi-paaf, ha sintetizzato i problemi ele opportunità dell’agricolturaintegrata: “Sono più di venti anniche in Italia viene adottato il si-stema della produzione integrata- ha spiegato Blasi -. In passatol’abbiamo praticato con regolemolto diverse anche perché ab-biamo dovuto far riferimento asistemi produttivi che venivanoincentivati in modi diversi, ederano adottati su base regionale.Oggi abbiamo un progetto di uni-ficazione che sarà una rampa dilancio. Abbiamo appena portatoa conclusione un bando per lascelta del logo e presto potremocontare su un nuovo marchio. Ri-mane da fare un’importante atti-vità di comunicazione nei con-fronti del consumatore”.Nell’ottica della sostenibilità,Ccpb ha messo a punto uno sche-ma per valutare l’impatto am-bientale dei processi di produzio-ne agroalimentare, impiegandoil metodo Lca (Life Cycle Asses-sment): una forma di analisi ilcui ruolo nella gestione eco com-patibile del settore sarà semprepiù importante in futuro.

La Ue stanzia un milione di europer il programmaindigenti 2012-2013

Produzioneintegrata,nuovo marchioe metodo unico Produzione in frenata per di-

versi comparti agricoli e consu-mi ancora al palo. Tirano alcontrario le esportazioni, men-tre i prezzi all’origine si attesta-no su livelli più elevati di unanno fa. Secondo Ismea nell’in-tera annata 2011 la produzioneha fatto segnare una riduzionenei comparti di frumento, vino,olio di oliva, suini e bovini damacello, mentre crescono lat-tiero-caseari e frutta fresca, chechiude con una crescita pro-duttiva dell’1,3%, grazie soprat-tutto ai migliori raccolti di pe-re, mele e kiwi, parzialmentebilanciati da una caduta dell’u-va da tavola.

Agroalimentare,l’export tira

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IFCO

www.ifco.comA Brambles Company

www.worldwide-responsibility.com

“La catena integrata del freddo è gestita meglio con gli RPCrispetto agli imballi di cartone. Da costa a costa, i Distributoridella Grande Distribuzione nostri clienti sono estremamente soddisfatti dei prodotti che produciamo e che riforniamo con gli imballi di plastica riutilizzabile”.

How does IFCO move?

Qualità

Frank Ratto – Vice Presidente Marketing, Ratto Bros, Modesto, California, USA

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Siglato a Palazzo Ferro Fini a Ve-nezia, alla presenza del presiden-te del Consiglio regionale Clodo-valdo Ruffato, il protocollod’intesa che pone fine ad una de-cennale controversia tra il Con-sorzio di Tutela dell’Asparagobianco di Bassano Dop e il Con-sorzio Asparago di Bassano. Lafirma di fatto avvia un’organizza-zione unica della produzione econsente di far confluire in ununico percorso tutti i produttoribassanesi per una migliore com-mercializzazione e valorizzazio-ne dell’asparago bianco. “Si tratta- ha sottolineato il presidenteRuffato - di un accordo importan-te, che pone fine a 12 anni di rap-porti difficili, in alcuni casi an-che conflittuali, che certamentenon hanno giovato all’economiache ruota attorno alla produzio-ne dell’asparago, prodotto ha unagrande tradizione nell'area bas-sanese”.

D i c e m b r e 201118 www.corriereortofrutticolo.it

Asparago di Bassano,siglata la “pace”tra Consorzi

Gli agricoltori abruzzesi sonopronti alla mobilitazione per farconoscere al neo ministro dellePolitiche Agricole Mario Cataniala loro situazione: i produttoridella carota dell’altopiano delFucino chiedono infatti ancoradal 2008 che sia modificato il di-sciplinare di produzione dellaIgp “che oggi non si può produr-re a causa di valori previsti nonaderenti alla realtà”. Mentre in soli quattro mesi ilConsorzio della Patata Dop di Bo-logna ha ottenuto un’audizioneper poter cambiare quanto previ-sto dal disciplinare. “Mi doman-do come possa essere successauna cosa del genere”, polemizzail direttore di ConfagricolturaL’Aquila Stefano Fabrizi in un’in-tervista al Velino. “Oltretutto perla Dop bolognese è stato chiestoun totale stravolgimento del di-sciplinare di produzione”, incal-za.

Sono 22 i progetti di ricerca e in-novazione in campo agricolo fi-nanziati dalla Regione EmiliaRomagna attraverso un appositobando del Piano regionale di svi-luppo rurale. Otto di questi ri-guardano l’ortofrutta. I contri-buti erogati sommano comples-sivamente 3,5 milioni di euro efinanziano iniziative private disviluppo di nuovi prodotti, pro-cessi e tecnologie con positivericadute commerciali, logisticheo organizzative. “Con questo in-tervento sosteniamo concreta-mente una parte delle impreseagricole e agroalimentari di que-sta regione che in un momentoparticolarmente difficile conti-nuano ad investire in innovazio-ne per competere e per crescere- ha spiegato l’assessore regiona-le all’agricoltura Tiberio Rabbo-ni -. Si tratta di una scelta inelu-dibile per contrastare la bassaredditività del settore”.

È sempre più urgente dare il via alla costituzionedel Distretto del pomodoro del Sud. Lo sottolinea laCia-Confederazione italiana agricoltori per la qualerappresenta un passaggio importante per dare piùforza alla filiera e reale tutela ai redditi dei produt-tori agricoli.D’altra parte “questa proposta - ricorda il presiden-te nazionale Giuseppe Politi - era stata presentatadalla Confederazione nel convegno di Foggia delgennaio scorso e aveva ricevuto l’apprezzamentodella stragrande maggioranza dei rappresentantidella filiera”. Non solo. In questi giorni l’assessoreall’Agricoltura della Regione Puglia Dario Stefàno,in un’iniziativa promossa dai rappresentanti del-l’industria e dei sindacati dei lavoratori ha ribaditoil suo fattivo interesse per il distretto.“Ora - aggiunge Politi - occorre agire con tempesti-vità, coinvolgendo tutte le Regioni del Mezzogior-no, in modo da avere se non il Distretto compiuto,

almeno un Tavolo promotore attivo per program-mare al meglio già la prossima campagna di produ-zione, come da due anni avviene per il Nord”.La programmazione è, infatti, necessaria - rimarcala Cia - per organizzare la filiera, accrescere la qua-lità e favorire redditi soddisfacenti per gli operatori.La filiera del pomodoro trasformato nel Sud, a par-tire dalla produzione dei pelati, è uno dei simboliidentitari della qualità agricola alimentare italiana,che interessa - afferma la Cia - migliaia di agricol-tori e decine di stabilimenti industriali meridiona-li, con una forte propensione all’esportazione.

La Cia incalza: costituire subitoil Distretto del pomodoro del Sud

L’Emilia Romagnafinanzia ottoprogetti di ricercasull’ortofrutta

Carota del Fucinosul piede di guerra:«Disciplinare Igpda rivedere»

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Luciano Trentini, presidente del-l’Intergruppo Promozione dellaCommissione Europea e Diretto-re del Cso è intervenuto a Varsa-via, su invito del Ministero del-l’Agricoltura polacco, all’incon-tro promosso in collaborazionecon la Commissione Europea, Di-rezione Generale Agricoltura perdiscutere il nuovo approccio perla promozione agricola europea.Dopo la presentazione del LibroVerde sulla promozione e delle ri-sposte pervenute attraverso lacompilazione di un apposito que-stionario aperto a tutti coloro chevolevano apportare il propriocontributo, l’Unione Europea nediscute i primi risultati confron-tandosi con le organizzazioni cheoperano nel settore e che sono ti-tolari di Progetti di Promozione.Per la promozione in agricoltural’Europa investe circa 50 milionidi euro l’anno con l’obiettivo dimigliorare l’immagine el’affidabilità dei prodotti europeisalvaguardando la salute dei con-sumatori e garantendo la soste-nibilità ambientale.“L’export europeo di ortofruttaoggi vale 90 miliardi di euro - hadetto Trentini - e tale trend deveessere mantenuto, anzi imple-mentato, visto che i consumi inEuropa sono in calo. Necessariodunque che la Ue accompagni si-stematicamente le imprese conattività promozionale specificaper favorire le esportazioni e iconsumi interni”.“L’Emilia Romagna è fra le Regio-ni in Europa che in questi ultimianni sta usufruendo di più dellerisorse messe a disposizione dal-la Ue”, ha proseguito Trentini.“Grazie a due progetti cofinanzia-ti dal Cso come Mr Fruitness e Sa-pori d’Europa in questi anni si èpotuta attuare un’azione di pro-mozione internazionale che al-trimenti non sarebbe stata soste-

nibile. Ed è sempre dall’EmiliaRomagna, attraverso Alimos, cheè partita la proposta di un Pro-getto promozionale per attenua-re gli effetti devastanti della crisiE. coli sui consumi di ortofrutta”.Più risorse ai prodotti agricoli diqualità, maggiore flessibilità euna migliore visibilità per le im-prese che cofinanziano i progettisono stati gli elementi chiave suiquali si è animata la discussionenella numerosa platea dell’in-contro di Varsavia.

Trentini a Varsavia:«Promozioneessenziale perexport e consumi»

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otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

È ufficiale: l’Italia dovrà rinun-ciare a più della metà dei finan-ziamenti europei (circa 19 milio-ni di euro) concessi per far fron-te al crollo dei consumi conse-guente alla pandemia da Esche-richia coli. Lo si legge in una no-ta diffusa dalla Commissione eu-ropea. Inoltre, un’ulteriore ratifi-ca è arrivata anche dal Ministerodelle Politiche Agricole che inuna missiva inviata al quotidia-no Italia Oggi ha confermatol’esattezza delle cifre, aggiungen-do che tutto il pagabile è stato so-stanzialmente già erogato e ladifferenza con il plafond inizialeè dovuta a una sovrastima degliaiuti ammissibili da parte degliaventi diritto. Di seguito è riportato uno stral-cio della lettera inviata dal Mi-paaf a Italia Oggi: “Il Ministeroha effettivamente chiesto unostanziamento pari a 34 milionidi euro basandosi sulle domandepresentate, prima delle verifichee dei controlli previsti dalla nor-mativa comunitaria. Al terminedi tali operazioni di verifica e dicontrollo, svolte nel pieno rispet-to dei tempi previsti dagli Orga-nismi pagatori o dalle Regionidelegate, tutte le domande effet-tivamente ammissibili all'aiutosono state accolte e i relativi pa-gamenti effettuati. Rimane unresiduo di domande, inferiore al5% che alla data del 15 ottobre2011 non erano ancora risultateammissibili all’aiuto e per lequali sono in corso revisioni oapprofondimenti istruttori aconclusione dei quali potrannoessere pagate, senza alcuna pena-lizzazione per l’Italia. Di conse-guenza tutto il pagabile è statosostanzialmente già erogato e ladifferenza con il plafond inizialeè dovuta a una sovrastima degliaiuti ammissibili da parte degliaventi diritto”.

“L’inflazione aumenta ma lafrutta e verdura costano menodell’anno scorso: la frutta, a ot-tobre 2011 rispetto a ottobre2010, vede i prezzi in calo del2,7% e la verdura di ben il 4,5%,mentre l’inflazione registra,sempre su base annua, una cre-scita del 3,4%”. Lo evidenziaConfagricoltura commentandoi dati sull’inflazione diffusi dal-l’Istat.Per le imprese agricole solo aottobre c’è stato un parziale re-cupero di redditività dopo unlungo periodo di riduzioni ge-neralizzate dei prezzi all’origi-ne. “L’agricoltura - afferma Con-fagricoltura - continua a dareun consistente aiuto ai consu-matori, in un momento digrandi difficoltà perl’economia e le famiglie, ma de-ve poter recuperare redditivitàe riposizionarsi nell’ambitodella filiera agroalimentare”.

L’ortofrutta costameno di 12 mesi fa

Escherichia Coli,l’Italia deverinunciare a 19 milioni di euro

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SYNGENTA

Syngenta Seeds S.p.A - Via Gallarate, 139 - 20151 Milano (MI) www.syngenta-vegetables.com

Da Syngenta, il pomodoro Akyra:eleganza, produttività e qualità tutto l’anno

AKYRA, la novità Syngenta nel pomodoro da mensa, combinacaratteristiche di produttività ed eleganza in un unico prodotto, dai costi sostenibili e disponibile tutto l’anno.Frutto della ricerca e dell’innovazione dell’Azienda, AKYRA ha creato di fatto un nuovo segmento di mercato, fornendo a produttori e retailer una risposta alle loro necessità di resa e stabilità produttiva per 12 mesi all’anno e ai consumatori un prodotto di elevata qualità, dal costo accessibile e distinguibile per l’eleganza del grappolo e la forma innovativa dei frutti.

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

È stato presentato a Cesena il ter-zo manuale sulla prevenzione ela difesa dei patogeni delle coltu-re ortive, pubblicato dal GruppoOrto wic di Assosementi. Il volu-me, curato da Roberto Reda, Lau-ra Tomassoli e Gabriele Chilosicon il sostegno di Orto wic, ri-guarda le cucurbitacee e vuolefornire agli operatori del settore,agronomi, tecnici e agricoltoriuno strumento di consultazioneutile nell’attività professionale.Questo attraverso la descrizionedelle principali avversità e delletecniche di prevenzione e con-trollo suggerite in seguito all’atti-vità di ricerca svolta “sul campo”dagli autori. Le cucurbitacee, trale orticole più diffuse ed econo-micamente importanti nello sce-nario produttivo nazionale, rap-presentano il fiore all’occhiellodelle produzioni agricole, sia inpieno campo sia in coltura pro-tetta, e una importante fonte direddito per gli agricoltori el’intera filiera. Le produzioni ita-liane mantengono elevati stan-dard qualitativi. Ma, come ogni prodotto di pre-gio, anche le produzioni di zuc-chino, cetriolo, melone e angurianecessitano di una adeguata pro-tezione e difesa da avversità ani-mali, malattie e virosi. La guida, curata da Roberto Reda,Gabriele Chilosi e Laura Tomas-soli, si pone l’obiettivo di fornireall’agricoltore un quadro infor-mativo utile ad attivare gli stru-menti di contrasto più idonei.

23D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Prevenzione e difesa delle cucurbitacee, manuale Orto wic... Il Gruppo Orto wic di Assosementi, raggruppamento di aziende se-

mentiere impegnate nel settore orticolo professionale ha ufficializza-to l’adesione di otto aziende vivaistiche al protocollo d’intesa riguar-dante l’applicazione delle buone pratiche di utilizzo del materiale dipropagazione delle specie orticole. La formalizzazione dell’intesa rappresenta una novità per la filieraorticola italiana, nonché il primo passo verso una collaborazione sta-bile e strutturata a livello nazionale tra le aziende sementiere ade-renti al Gruppo Orto wic e i vivai. “Una filiera ortofrutticola che aspiri a essere moderna, efficiente e diqualità non può prescindere dal pieno riconoscimento del ruolo stra-tegico delle attività di ricerca e di innovazione sul seme portate avan-ti dall’industria sementiera”, spiega Alessio Pigozzi, coordinatore delGruppo Orto wic Assosementi. “Per questo, auspichiamo che l’accor-do con i vivaisti possa rappresentare solo un primo passo verso la de-finizione di un progetto più ampio che deve, per forza di cose, coin-volgere tutti gli anelli della filiera, incluse la grande distribuzione ele istituzioni”. Il protocollo d'intesa fissa una serie di adempimenti,tecniche codificate da adottare e controlli di conformità. L’intesa raggiunta prevede inoltre la valorizzazione del progetto conla creazione di uno specifico marchio di qualità.

... che registra l’adesione di otto aziende al Protocollo sulle buone pratiche agricole

L’Italia sorpassa la Francia in va-lore aggiunto agricolo prodottonel 2011 e conquista il primatoeuropeo, nonostante una superfi-cie coltivata pari ad appena lametà di quella dei cuginid’Oltralpe: è quanto emerge dauna analisi della Coldiretti sullabase del trend in aumentodell’11% del valore aggiunto agri-colo nel primo semestre dell'an-no.Una stima presentata in occasio-ne del primo Summit sulla rifor-ma della Politica agricola comu-ne promosso a Roma dal presi-dente della Coldiretti Sergio Ma-rini con il Commissario europeoper l’agricoltura e lo sviluppo ru-

rale Dacian Ciolos, il Ministrodelle politiche agricole alimenta-ri e forestali Mario Catania, ilPresidente della Commissioneagricoltura del Parlamento euro-peo Paolo De Castro e GiovanniLa Via, relatore sul regolamentoorizzontale della proposta diriforma della Pac.Il valore aggiunto per ettaro diterreno, ovvero la ricchezza nettaprodotta per unità di superficiedall’agricoltura italiana è infattioltre il triplo di quella inglese,doppia di quella francese, tedescae spagnola. E il numero di occu-pati per ettaro è stato addiritturaquasi il triplo di quelli in Fran-cia, Spagna e Germania.

Valore aggiunto agricolo, Italia megliodi Francia, Germania, Spagna, Inghilterra

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CorriereOrtofrutticoloappuntamenti

Sitevi e Vinitech, le due manife-stazioni francesi leader nella fi-liera vigna-vino e ortofrutta han-no deciso di stringere un’allean-za sia per organizzare insiemeSaloni nei mercati internaziona-li, sia per sviluppare la presenzadi visitatori internazionali neidue eventi. Dal 2012, i saloni in-ternazionali dedicati alle attrez-zature, ai prodotti e ai servizi deidue settori saranno organizzaticongiuntamente sotto il marchio“Sitevinitech”.Lo sviluppo internazionale co-mune sarà garantito da una jointventure appositamente creata daExposima e Congrès et Exposi-tions de Bordeaux. L’alleanza frai due saloni di riferimento dellefiliere internazionali vitivinicola

e dell’ortofrutta permette ai dueattori economici di posizionarsisu mercati in piena espansione ecosì di valorizzare e promuovereil know how francese in questisettori. I primi saloni organizzatisotto questo nuovo marchio sisvolgeranno nel 2012 in Argenti-na a Mendoza (dal 31 maggio al 2giugno), in Cina a Yantaï (dal 20al 22 giugno) e nel 2013 in Cile aSantiago. Sitevi si svolgerà gli anni disparia Montpellier e Vinitech-Sifel glianni pari a Bordeaux.

Bolzano ospiterà dal 15 al 17 no-vembre del 2012 l’ottava edizionedi Interpoma Fiera biennale in-ternazionale per la coltivazione,conservazione e commercializza-zione della mela. Nella precedente edizione, tenu-tasi nel 2010, sono state ben 354le aziende presenti, provenientida 18 nazioni. Oltre 14.200 i visi-tatori, da 58 paesi diversi, con unaumento del 22% rispetto al 2008. Anche in occasione di questa edi-zione, non mancherà l’appunta-mento con il congresso interna-zionale dedicato alla mela: un fo-cus di tre giorni sui temi più cal-di della melicoltura, che ha vistonel 2010 la partecipazione di re-latori di primo piano e una pla-tea di quasi 900 persone.

MENDOZA, MAGGIO

Sitevi e Vinitech uniscono le forze

N o v e m b r e 201124 www.corriereortofrutticolo.it

SYNGENTA 2

BOLZANO, NOVEMBRE

L’ottava edizione di Interpoma

Syngenta Seeds S.p.A - Via Gallarate, 139 - 20151 Milano (MI) www.syngenta-vegetables.com

Negli ultimi anni Syngenta ha dato vita a un importante programma di recupero e valorizzazione di alcune tipologie di pomodoro da mensa appartenenti alla tradizione agroalimentare italiana.Syngenta ha scelto di investire su due eccellenze del patrimonio orticolo italiano: il Cuore di Bue e il San Marzano. In entrambi i casi, grazie all’elevata competenza nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, Syngenta ha saputo bilanciare innovazione e attenzione alla tipicità operando in modo selettivo sulle caratteristiche qualitative e commerciali.

Nella tipologia Cuore di Bue, l’offerta si articola su Arawak e Tomawak, due varietà che rappresenta-no una combinazione in grado di soddisfare diver-se esigenze di mercato. Arawak riprende la forma e il sapore caratteristici delle selezioni locali coltivate nelle regioni nord-oc-cidentali. Tomawak combina rispetto della tipicità e fedeltà alla tradizione con gli standard qualitativi di un prodotto ad alto valore aggiunto. Nella tipologia San Marzano, Syngenta ha affiancato il tradizionale Oskar con le innovative varietà Volpino e SD7003. Volpino è una varietà che si pre-senta con frutti omogenei di colore rosso brillante, eccellenti per consistenza e shelf-life. La novità SD7003 si distin-gue per la sua duplice attitudine alla raccolta sia a frutto invaiato sia rosso, con bacche sode e piene, dotate di eccellente conservabilità.

Gamma pomodoro Syngenta: l’innovazione che restituisce gusto alla tradizione

-so e

SD7003

Tomawak

SD7003 è una nuova varietà solo per prove

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● Mirko Aldinucci

Un 2011 a tinte fosche perl’ortofrutta made in Italy che,complice la crisi economica, ri-schia di iniziare con il piede sba-gliato anche il 2012. È la “fotogra-fia” dell’inchiesta realizzata dalCorriere tra alcuni dei principalioperatori del settore per tracciareun bilancio dell’anno terminan-te e sondare le aspettative per iprossimi dodici mesi.

Univeg e Maffco: anno neroNon usa mezzi termini RoldanoCalzolari (foto a destra), mana-ging director di Univeg tradeItaly: è andata male. Molto male.“L’unico prodotto che si salva èl’uva, mentre per il resto il trend,anche per la nostra azienda, è in-dubbiamente peggiore di quellodel 2010. Vi è stato un calo del fat-turato, dovuto, in estate, princi-palmente ai bassi prezzi di pe-sche e nettarine, per le quali ilmaggior volume commercializza-to non ha compensato il forte ca-lo delle quotazioni di vendita conconseguente flessione del girod’affari e della marginalità, ridot-ta ai minimi storici per cercaredi salvaguardare, per quanto pos-sibile, la produzione. Terminatepesche e nettarine, è stata la vol-ta delle pere, la cui situazione ri-specchia l’andamento delle dru-

pacee, ossia mag-giori volumicommercializzatie prezzi decisa-mente bassi; epoi il kiwi, cheha sofferto uninizio di stagione

peggiore di quello di dodici mesiprima”. E per il futuro, dice Cal-zolari, è difficile essere ottimisti:“Le premesse per la fine dell’an-no e i primi mesi del 2012 pur-troppo non sono buone; non ve-do la possibilità di un gran mi-glioramento rispetto alla situa-zione attuale, dato che i quantiti-vi di pere e kiwi sono decisamen-te più alti dello scorso anno men-tre i consumi sono modesti sia alivello nazionale che internazio-nale. Unico prodotto che ha pro-spettive discrete è la mela inquanto attualmente il mercato,soprattutto internazionale, è di-namico, anche se con prezzi re-golari. Difficile fare previsioni damaggio in poi, ma la situazioneeconomica a livello generale nonlascia intravedere nulla di buonoe ciò potrebbe ripercuotersi ulte-riormente sui consumi; certo,

molto dipenderàdai quantitatividi produzionenelle varie aree”.Marco Venturelli(qui a destra), Ceodi Maffco Spaspiega che “l’im-port di frutta controstagione èstato negativo nei confronti del2010 con una flessione in terminidi volume di circa un 10%; ancheil prezzo medio di vendita ha ri-sentito della crisi del mercatocon una flessione di circa 8% sul-le stesse referenze dello scorsoanno. In particolare abbiamo pa-tito una forte flessione sui prezzidell’Abate cilena e in geberale sututto il comparto pere di impor-tazione”.“Il focus sul prezzo posto dallaGdo Italiana sta penalizzandol’Italia nello scacchiere interna-zionale come mercato di fasciaalta”, prosegue Venturelli. “Leprospettive del 2012 sono ancoradi un mercato difficile se la stra-tegia di vendita finale continueràa puntare solo sul prezzo a disca-pito della qualità prodotto e del-la profondità dell’assortimento.

25D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Archiviato un 2011 quanto mai difficile, il settore affronta con scarsa fiducia il 2012. Ma dalla nostra inchiesta tra

i protagonisti della filiera, non emergono solo note negative

OOrrttooffrruuttttaa...... aa ppeezzzzii??

CorriereOrtofrutticolo COPERTINA CBILANCIO DI UN ANNO

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CorriereOrtofrutticoloBI

LANC

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I UN

ANNO

Sul piano internazionale l’au-mento di consumi nei mercatiemergenti (Cina, Russia e Brasi-le) e il consolidamento della do-manda del blocco dei Paesi del-l’Est aumenteranno le richiestenegli Stati produttori determi-nando per l’importazione italia-na un aumento di prezzi a pariqualità. Nel contempo però laframmentazione della produzio-ne Italiana e il mancato investi-mento sulle nuove varietà di frut-ta e sulle nuove tecnologie nonpermetteranno al made in Italydi ritagliarsi un ruolo di primopiano nello scenario internazio-nale”. “Vista la contrazione dei consu-mi in Italia e la mancanza di unprodotto concorrenziale perl’estero - conclude Venturelli - sipuò temere un 2012 molto diffici-le”.

Anche il Nord rallenta“Il bilancio 2011 non è certo posi-tivo”, conferma Fidenzio Crivel-laro (foto sotto), presidente di OpNordest. “Per la frutta estiva, acominciare dallepesche e nettari-ne, le quotazionisono risultate incalo dal 30 al 50%rispetto all’annoprecedente. Lastessa flessione sie registrata per imeloni, pomodori, peperoni, ce-trioli e altri ortaggi nonchè per ledrupacee minori (ciliegie). Per lepesche la crisi è stata innestatada un anticipo di una settimanadella produzione di Verona ed unritardo di qualche giorno di quel-la proveniente dal meridione. Aquesta sovrapposizione si è ag-giunta la crisi “mediatica” legataall’Eschericihia Coli ed il risulta-to è stato che le pesche vendute aimercati alla produzione di Vero-na (Villafranca, Valeggio, Som-macampagna, Bussolengo), han-no fatto registrare quotazioni me-die di 20 cent al chilo a fronte deicosti di produzione di circa 40cent al chilo”.“Anche il mercato delle pere - di-

ce ancora Crivellaro - ha subìtoquest’anno una grave crisi; lequotazioni per la varietà AbateFetèl sono state inferiori a quelledel 2010 che pure non erano statedel tutto soddisfacenti. Il prodot-to pera è riuscito fino al 2009 agarantire una sufficiente remu-nerazione ai nostri associati del-la provincia di Rovigo; oggi pur-troppo la redditività seppur asso-

ciata alla buona qualità non è piùsoddisfacente, soprattutto quan-do le rese produttive non sono ot-timali, tenuto conto dei livelli deicosti incomprimibili”.Per quanto riguarda la stagionemelicola, Op Nordest parla diprezzi in flessione di circa il 10%rispetto alla campagna preceden-te: “Sebbene i prezzi in campa-gna non siano stati del tutto sod-disfacenti, la nostra organizza-zione con una produzione di me-le di 160 mila quintali potrà guar-dare allo sviluppo della stagionecon moderata frducia. Resta pe-raltro difficile valutare l’impattodella crisi”.Non brilla neppure il kiwi chenegli ultimi anni in provincia di

Copertina

D i c e m b r e 201126 www.corriereortofrutticolo.it

“La crisi economica generale si è fatta sentire e, a dif-ferenza degli ultimi due anni, ha avuto forti ripercus-sioni anche nel nostro settore”. L’osservatorioFruitimprese, che raccoglie i pareri degli operatori ditutte le regioni italiane, non può che confermare quanto è sotto gliocchi di tutti: il continuo calo dei consumi, sommato a dei livellidi prezzo poco soddisfacenti, inducono a ritenere che il 2011 saràarchiviato come uno dei più difficili dell’ultimo decennio.Nemmeno dal fronte export vi sono segnali incoraggianti. Il saldo,pur mantenendosi positivo, nei primi otto mesi è rimasto sempreal di sotto di circa un 30% rispetto ai livelli del 2010. “Dato per scontato che la crisi economica non si risolverà nel girodi pochi mesi, le prospettive non sono rosee”, commenta il coordi-natore Carlo Bianchi (foto sopra). “Le notizie dal fronte delle produ-zioni autunnali ed invernali, sono peraltro abbastanza soddisfacen-ti sia dal lato quantitativo che qualitativo. Nonostante tutte le diffi-coltà comunque consola il fatto che nel 2011 i volumi dei prodottiesportati non hanno subito nessun cedimento per cui l’exportpotrebbe rappresentare un’importante valvola di sfogo per le nostreproduzioni”. Ma Fruitimprese cosa vorrebbe facesse il governo Monti per rilan-ciare l’economia e il settore? “In questa fase così delicata, dove è ingioco la stabilità e la credibilità del paese, è difficile rivolgersi alnuovo Premier con richieste specifiche per un settore. È scontatoaffermare che per favorire crescita e sviluppo è indispensabile ri-durre la pressione fiscale delle imprese e riequilibrare i costi dellamanodopera con gli altri Paesi europei. Anche la lotta all’evasionefiscale, che crea ulteriore concorrenza sleale, dovrebbe essere unapriorità. Per ultimo ma non per importanza, riallacciandoci aquanto detto sull’export, suggeriamo di incrementare gli sforzi alfine di smantellare quelle barriere fitosanitarie che oggi non con-sentono di raggiungere diversi Paesi oltremare, molto interessati ainostri prodotti”. (M.A.)

Fruitimprese: la crisi è arrivata Bisogna raggiungere nuovi mercati

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CorriereOrtofrutticoloBILANCIO DI UN ANNO

COPERTINA CVerona ha avuto uno sviluppostraordinario: “Quest’anno lequotazioni sono state mediamen-te inferiore del 30%. La situazio-ne produttiva e commerciale del-la coltura si trova oggi di fronte anumerosi interrogativi in termi-ni di strategie per il futuro, vin-colata agli sviluppi della proble-matica della batteriosi che po-trebbe determinare una notevolediminuzione della produzione”.In generale, al settore, aggiungeCrivellaro, serve “un maggiorequilibrio dei vari soggetti dellafiliera affinchè si possa avere unapiù equa remunerazione e ripar-tizione del valore aggiunto. Difronte al calo dei consumi, allacompetitività delle produzioni,alle politiche commerciali e dalmercato globale, occorre maggiorcapacità di programmazione daparte di tutti gli attori della filie-ra per un futuro difficile, ma nonprivo di aspettative positive”.Per Crivellaro è auspicabile che“un maggior approccio interpro-fessionale cominci davvero a for-nire le indicazioni piu opportu-ne per uscire dalla situazione distallo in cui si trova il settore, acominciare dalla condivisione dialcune basilari politiche di gover-no e della convinzione che lo svi-luppo dell’offerta deve innanzi-tutto premiare gli imprenditoriagricoli associati”.Mercato a due facce quello “raffi-gurato” dai vertici della Due ErreSas di Padova, specializzata inimport-export: “Il trend del setto-re ortofrutticolo nel 2011 - dice iltitolare Romeo Zanotto - fa se-

gnare per l’esteroun leggero calo eper l’interno unaumento; il raf-fronto con il 2010risulta comun-que positivo. Male aspettative e leprospettive per il 2012 non sonoottime vista la flessione avutanella seconda metà del 2011”. Michele Chiccoli (foto sopra) del-la veronese Frutta C2, spiega che“i consumi di ortofrutta si sonodecisamente ridotti ed orientativerso prodotti meno costosi e ca-tene discount; la stagione delkiwi, a causa di una serie di indi-cazioni generali imprecise, ci haportato ad avere un’aspettativadecisamente superiore al conse-guito, in particolare nelle regionidel Nord Italia, creando disavanzieconomici per diversi operatoridecisamente critici. Poi si è pas-sati alla campagna estiva di pe-sche e nettarine, con notevoliquantitativi importati a fronte diconsumi ridotti. Problemi per iproduttori e per le aziende gros-siste con marginalità pressochénulle. La nostra azienda ne ha ri-sentito ed il confronto con il 2010è decisamente preoccupante,non solo per il fatturato e la mar-ginalità, ma soprattutto per il fat-to che il trend è in netto peggio-ramento”.“Per il 2012 - prosegue Chiccoli -difficilmente le manovre conte-nitive di costi, che più o menotutti gli operatori hanno dovutointrodurre, basteranno: urgonoazioni serie e durature, che in un

qualche modo portino ad uncambiamento radicale. In primisserve coesione”.

Melone... sorprendenteBruno Francescon dell’omoni-ma azienda mantovana specializ-zata in meloni analizza quellache si è rivalta un’estate quantomai anomala: a maggio e giugnoil mercato è stato pesante con so-vrapposizioni di areali produttivie consumi piuttosto bassi; luglioe agosto hanno risentito di un cli-ma tutt’ altro che favorevole con

temperature molto basse in tuttaEuropa, prezzi bassissimi e gran-de difficoltà a piazzare tutta laproduzione con una perdita delcirca il 30% di volume rispetto al-lo stessp periodo del 2010. Una si-tuazione che si è protratta fino ametà agosto quando in Italia enel resto dell’Europa è drastica-mente cambiato il clima, con unforte aumento delle temperatureche, dice Bruno Francescon (a de-stra nella foto sopra), hanno fattotriplicare le rendite e di conse-guenza i listini. Anche il mese disettembre, complice il caldo ano-malo è stato molto positivo conquantità di vendite molto supe-riori alla norma.

27D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticoloBI

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ANNO

“In sintesi la stagione estiva deimeloni si è chiusa in maniera po-sitiva, con un recupero nelle fasifinali, portando ad un aumentodi volumi e di fatturato di circaun 10%”, commenta l’imprendi-tore lombardo.“Per il 2012 prevediamo un incre-mento del 10% delle superfici in-vestite dai nostri soci. Crediamoche nei prossimi anni cresceràmolto il consumo nei mesi pri-maverili di marzo e aprile e stia-mo pianificando produzioni inMarocco e Senegal per soddisfarequeste esigenze”.“Dal punto di vista commerciale,dopo 10 anni di “latitanza” - con-clude Francescon - torneremo alavorare intensamente con i Mer-cati ortofrutticoli con delle lineedi prodotto di alta gamma e nuo-ve varietà”.

La banana non tradisceLe banane… raddrizzano la situa-zione. Chiquita ha diffuso i datirelativi alle performance econo-mico-finanziarie del terzo trime-stre del 2011. Per quanto riguardale vendite, rispetto allo stesso pe-riodo dello scorso anno, il colos-so ha registrato su scala mondia-le un aumento di fatturato nettopari al 5%. Un risultato frutto diun incremento dei volumi di ven-dita e dei prezzi in Nord Americae ai tassi di cambio favorevoli eu-ro su dollaro.Nel corso dei primi nove mesi del2011, in Europa i volumi com-merciali di Chiquita nel segmen-to delle banane hanno fatto se-gnare un +0,3% - pari ad un in-cremento dell’1%a valore - rispettoallo stesso perio-do 2010.“In generale, i ri-sultati del terzotrimestre riflet-tono i trend cheabbiamo osserva-to nel corso di tutto l’anno: inNord America le banane conti-nuano ad ottenere ottimi risulta-ti di vendita mentre in Europa sinotano segnali di ripresa”, com-menta Fernando Aguirre (foto)

chairman e chief executive offi-cer di Chiquita Brands Interna-tional. “Come ci aspettavamo, ne-gli Stati Uniti abbiamo registratoun incremento dei prezzi e deivolumi commercializzati. In Eu-ropa, la crescita è stata meno si-gnificativa ma abbiamo benefi-ciato dei tassi di cambio favorevo-li euro su dollaro e di un consoli-damento dei volumi nei maggio-ri mercati europei”, conclude.Chiquita si aspetta di chiudere il2011 con un aumento del fattura-

to netto pari al 3%. Le previsionidi performance del quarto trime-stre e i risultati annuali si prean-nunciano infatti decisamentemigliori rispetto a quelli del2010. Faustino Musicco, amministra-tore unico della bresciana Ansel-mi Ortofrutta, specializzata nellamaturazione di banane, confer-ma che sono stati dodici mesi dif-ficili ma, aggiunge “la nostraazienda ha registrato una mag-gior richiesta di prodotto nel pe-

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D i c e m b r e 201128 www.corriereortofrutticolo.it

Ambogio De Ponti, presidente di Unaproa ritieneche il 2011 sia stato un anno negativo che però hainsegnato qualcosa, alle aziende: “Purtroppo siamoentrati in un vortice pesantissimo, specie per alcuneproduzioni per le quali i ricavi sono stati inferiori agli stessi costidi produzione, come, ad esempio, nel caso delle pesche e delle pe-re. Occorre in ogni caso considerare che anche quando i prezzi so-no stati superiori al 2010, la marginalità si è ridotta perché i costidi produzione sono aumentati in misura proporzionale maggiorerispetto ai ricavi. Quanto accaduto a causa del batterio EscherichiaColi ha ulteriormente appesantito una situazione non certoottimale perché ha condizionato fortemente i consumi. Dobbiamocomunque registrare la maggior tenuta delle produzioni che incor-porano un maggior contenuto di servizio a conferma di unatendenza ormai evidente. Per quanto riguarda la nostra specificitàcomunque deve essere registrato con favore il sempre maggiore ri-

corso all’aggregazione, qualeprerequisito per essere competitivisul mercato”.Lo scenario in ogni caso èpreoccupante: “La situazione econo-mica condiziona fortemente i consu-mi e non appena registriamo un mi-nimo fattore di criticità come un lie-

ve esubero di produzione, i prezzi scivolano in basso complice unagestione della filiera da rivedere in modo sostanziale”, annota illeader di Unaproa. “Le imprese chiudono e anche le Op faticano afarsi valere se non rivedono il loro modo di essere sul mercato”.E al governo Monti cosa chiede Unaproa per rilanciare l’economiae il settore ortofrutticolo? “Innovazione, comunicazione e promo-zione, credito e semplificazione amministrativa. Credo debbano es-sere imperativi per qualsiasi governo. Per quanto riguarda ilnostro comparto è necessario sviluppare con maggiore determina-zione l’aggregazione di base ed allo stesso tempo occorre regolarediversamente i rapporti di filiera, a partire dai tempi di pagamen-to. Basterebbe che le scadenze, pur già fissate dalle normative, fos-sero rispettate per dare respiro alle nostre imprese e rilanciare, perquanto rientra nelle nostre possibilità, l’economia del Paese. Inquesta direzione ci attiveremo subito col Ministro Catania”. (M.A.)

Unaproa: margini al lumicinoMa almeno lievitano le aggregazioni

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CorriereOrtofrutticoloBILANCIO DI UN ANNO

COPERTINA C

riodo estivo quando solitamentela domanda cala. E grazie a unampliamento della rete commer-ciale e a un’alleanza con Agnelli-ni Valentino leader nell'impor-tazione, confezionamento, distri-buzione di frutta secca abbiamoregistrato maggiori vendite dicirca il 30%”. Di conseguenza, prosegue Music-co (secondo da sinistra nella fotosotto), “le nostre aspettative per il2012 sono positive: siamo con-

vinti che si assisterà ad una so-stanziale rivisitazione e selezio-ne degli operatori che devono es-sere sempre più specializzati. Inparticolare nel settore delle bana-ne si assisterà ad un assestamen-toi alla luce del recente divorziotra Fruttital e Del Monte. Chi-quita nella sua posizione di lea-der di mercato potrà sicuramentetrarne vantaggio e incrementareulteriormente le proprie quote dimercato”.

Sperando nella primavera...Stefano Soli, direttore commer-ciale di Valfrutta Fresco parla del2011 come di uno degli anni piùdifficili di sempre per il settoreortofrutticolo: “Nel 2010 la frutta

estiva era andatamale ma le pro-duzioni autunno-invernali aveva-no risollevato lasituazione, que-st’anno è statauna “Caporetto”praticamente su tutti i fronti.Valfrutta Fresco tuttavia, in con-trotendenza, archivierà l’annocon un consistente +40% nei fat-turati e nei volumi di vendita:“Abbiamo aumentato i clienti e ilprodotto commercializzato”, diceSoli. “Per il 2012 contiamo di cre-scere di un altro 25%-30% almenoestendendo la rete di partner nel-la distribuzione e aumentando lapenetrazione nelle catene e neinegozi…”. Non altrettanto roseol’orizzonte del settore: “Fino allaprossima primavera la situazionepermarrà difficile - commentaSoli - poi dalla primavera biso-gnerà vedere. Ma per “svoltare”occorre a tutti i costi aumentarele aggregazioni e trovare il mododi accordarsi, con i competito eu-ropei, sui tempi e i modi di im-missione dei prodotti sul merca-to. Altrimenti, andando avanti diquesto passo, si rischia una falci-dia di produttori”.

L’uva salva parzialmente un’an-nata no: la pensa così SalvatoreSecondulfo (in alto a destra) del-l’omomima azienda campana. "Il2011 è stato difficile un po’ pertutti i prodotti, tranne che perl'uva da tavola, la cui campagna èancora in corso ma per la quale

fino ad ora abbia-mo avuto un otti-mo prodotto conuna buona ri-spondenza delmercato. Mentreper il kiwi abbia-mo registrato un

+10% del prezzo 2010. Le sorti del2012 sotto tutti i fronti sono si-curamente legate all'attuale si-tuazione politica ed economica;difficile poter fare previsioni inmerito, il nostro impegno è quel-lo di lavorare al meglio quotidia-namente per offrire un ottimoprodotto e qualitativamente su-periore, ma bisognerebbe ali-mentare le tasche del consumato-re”.

La mela non demorde, la peratremaIl 2010-2011 è stato sostanzial-mente positivo per il compartomele ma le prospettive per lanuova campagna non sono altret-tanto brillanti. Nonostante uncerto decremento dei consumi inmolti Paesi, il rapporto tra do-manda e offerta, grazie ad un mo-desto livello di produzione nel bi-mestre settembre-ottobre 2010(quando, nell’Europa a 27, si è re-gistrato il secondo raccolto piùscarso dell'ultimo decennio), si èmantenuto in equilibrio durantetutta la stagione di commercializ-zazione e ciò ha consentito aiproduttori di realizzare prezzimigliori di quelli, piuttosto delu-denti, registrati nella stagioneprecedente. L’analisi è di Luca

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AGRYPACK

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Granata, diretto-re generale diMelinda. Che staper chiudere conun bilancio par-ticolarmente lu-singhiero: la for-tunata concomi-tanza di una si-tuazione di mer-cato positiva edel nostro recorddi produzione,dice Granata (fo-to in alto), ci han-no consentito dimigliorare di oltre il 35% rispettoal 2010 il risultato in termini diimporto complessivo liquidato ainostri soci frutticoltori. Quantoalle prospettive per il 2011-2012,il direttore del Consorzio trenti-no rileva “indicazioni di segnoopposto sia in relazione all’effet-tiva disponibilità di prodotto - so-prattutto di prima categoria - siain relazione alla propensione ai

consumi: ad oggi ritengo comun-que che non esistano ragioni peressere irrealisticamente ottimi-sti, ma neppure per avere eccessi-vi timori”. Simone Pilati (nella foto in bassoa sinistra) de la Trentina confer-ma che la stagione 2010-2011 èstata positiva sotto tutti i punti divista, mentre la nuova campagnasi è aperta con non poche inco-gnite. Le tre imponenti grandina-te che hanno interessato l’astadell’Adige hanno compromessouna quota consistente della pro-duzione, anche della cooperativatrentina; in un contesto di produ-zione aumentata è incrementatoin particolare la seconda catego-ria i cui prezzi sono modesti. “Maanche le quotazioni della prima edei calibri grossi sono più basserispetto alla scorsa stagione”, di-ce Pilati. “Complice la crisi, chespinge i clienti e le catene distri-butive a pretendere di pagare po-co e la maggior produzione in

tutta Europa, l’avvio non è statodei migliori e le prospettive, al-meno sino a fine 2011, non sonostraordinarie. Per fortuna la melaè un frutto che ha svariati sboc-chi di mercato, sono almeno 40 iPaesi in cui si esporta e quindinon dovrebbero esserci debacle.Ma senza dubbio non andrà benecome nel 2010-2011”.Di stagione 2010-2011 “ok” e dinon pochi punti interrogativi peril futuro parla anche il direttoreVog Gerhard Dichgans (foto sot-to): “Abbiamo potuto pagare fi-nalmente ai nostri produttoriprezzi remunerativi, dopo unastagione 2009/2010 che non avevacoperto le spese di produzione. Il

motivo principa-le è legato allascarsità di pro-dotto sui princi-pali mercati eu-ropei. La stagio-ne scorsa, infatti,la produzione

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Paolo Bruni, presidente del Cso e della Cogeca individua nell’enorme crisi che ha colpito la frut-ta estiva, soprattutto le pesche e le nettarine, enell’allarme E-coli i due “problemi chiave” delsettore nel 2011. “L’allarmismo scatenato dalla diffusione del bat-terio E.coli ha disorientato tutto il mercato delprodotti ortofrutticoli, innescando un clima mol-to sfavorevole al consumo di ortofrutta in genere. Il calendario di raccolta non ha agevolato la com-mercializzazione delle pesche e nettarine, con unanticipo produttivo rispetto al 2010 in tutta Euro-pa, fino alle aree più a nord dell’Italia, incorrispondenza del ritardo di maturazione ripor-tato dalle aree più meridionali del nostro Paese”.Insomma, dice Bruni “usciamo da una campagnadisastrosa per la frutta estiva che ci rende consa-pevoli di quanto il peggiorato quadro economicointernazionale stia influenzando negativamentetutti i settori dell’economia. L’aggregazione del-l’offerta diventa un imperativo. Il ri-lancio dei consumi va sostenuto conla valorizzazione e promozione deiprodotti”.“Adesso - prosegue Bruni - citroviamo di fronte ad una elevata

produzione di pere, soprattuttoAbate, però di ottima qualità. Men-tre per il kiwi la produzione si do-vrebbe attestare su livelli abbastan-za normali. Ma mai come in questo momento, incui ci troviamo di fronte ad appuntamenti impor-tanti come quello della riforma della Pac appaio-no determinanti tre fattori chiave per lo sviluppodel nostro sistema e sono le tre “I” della crescita:integrazione, innovazione, internazionalizzazio-ne. Parlo di integrazione facendo riferimento allaurgente necessità del nostro sistema ortofrutta difare il più possibile azioni comuni. L’innovazionedovrà trovare le risorse necessarie per andare adintercettare i bisogni dei consumatori con propo-ste innovative sia in termini di nuove varietà, siain termini di prodotti ad alto contenuto di servi-zio e di processo. Quando parlo di internaziona-lizzazione penso all’Asia come sbocco che potreb-be dare nuovo impulso alla nostra produzione di

frutta, in particolare pere, kiwi, me-le. Possiamo realisticamente pensa-re che sia prossima l’apertura dellaCorea e dobbiamo concentrarel’impegno per fare arrivare le nostrepere in Cina, oltre che negli Usa”.

Bruni: integrazione, innovazione, internazionalizzazioneDobbiamo puntare soprattutto sul mercato asiatico

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continentale è stata una delle piùbasse degli ultimi dieci anni, at-testandosi sulle 9,4 milioni ditonnellate.In particolare la Germania - ilnostro principale mercato di rife-rimento all’estero - ha registratoun raccolto molto contenuto.Questa situazione ha favorito lanostra azione di vendita sia suquesto mercato che nel resto delNord ed Est Europa. In questiPaesi, i calibri medio-piccoli so-no stati ben accolti dal mercato”.“L’andamento di questa stagione,invece - conferma anche Dich-gans - appare ancora piuttosto in-certo. Per quanto riguarda il no-stro Consorzio, abbiamo registra-to un aumento del prodotto “fre-sco” pari al 4%. Per via dell’anda-mento climatico in ago-sto/settembre - temperature fuorinorma e intemperie - al momen-to della selezione e confeziona-mento le mele da “vendere” sa-ranno tante quante la stagionepassata. Vedo pertanto i prossimimesi con assoluta tranquillità,perché con i primi mesi del 2012il mercato ricercherà proprio la

qualità interna e la conservabi-lità del frutto, che noi possiamogarantire. Ci aspettiamo inoltreuna ottima stagione anche per levarietà a Club come Kanzi, Ru-bens, Modì, Jazz e Pink Lady, chenegli anni scorsi ci hanno riser-vato grandi soddisfazioni. Inol-tre, dedicheremo particolare at-tenzione anche alla promozionee vendita del prodotto biologico,che è sempre più richiesto”.“L’annata 2010/2011 - dice il diret-tore Vip JosefWielander - è sta-ta dal punto di vi-sta commercialepiuttosto com-plessa, con unabuona partenzache si è tuttaviacomplicata du-rante l’anno. Nonostante che nel-l’UE-27 la produzione di mele siastata la seconda più bassa del de-cennio, la situazione di mercatonon ha rispecchiato quanto dice-vano i numeri; con giacenze eu-ropee che a primavera facevanosegnare un -20% sull’anno prece-dente, infatti, si è sperimentato

un finale difficile. I risultati tota-li sono stati leggermente superio-ri al 2009-2010, che tuttavia erastato un hannus orribilis. Notia-mo in generale un aumento co-stante della pressione promozio-nale, e una sempre maggiore sen-sibilità al fattore prezzo, sicura-mente a causa della difficile si-tuazione economica. Sarà da va-lutare con attenzione l’impattodi queste dinamiche sui consu-mi, il vero barometro della soli-dità del nostro mercato”.“La stagione che si è aperta que-

st’autunno e che si concluderàper noi nel settembre 2012 pre-senta diversi punti di domanda,anche se la raccolta in Europa ètutto sommato normale, e per lamerce di buona qualità ci atten-diamo un mercato regolare”, pro-segue Wielander. “La vendita del-le varietà rosse con la tipica for-ma e colorazione, così come quel-la della nostra Golden di monta-gna si sta sviluppando positiva-mente, il mercato è equilibrato ela richiesta a livello internazio-nale fa ben sperare in consumimondiali in crescita. Le grandi-

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BILANCIO DI UN ANNOCOPERTINA C

Un mercato in continuo divenire caratterizzato,nel 2011, da avvenimenti importanti. Lo descrivecosì Thomas Drahorad di Ncx Drahorad, società diservizi fortemente radicata nel settore. “Il settoreortofrutticolo italiano mostra una grande diversifi-cazione dell’offerta in termini di prodotti, originie destinazioni. Questa varietà, unita alle variazionistagionali nelle produzioni e nei consumi, creacontinuamente nuovi visioni. Nel corso del 2011abbiamo assistito all’impatto sul commercio di av-venimenti che hanno sconvolto il quadro geopoli-tico di aree estese come il Nord Africa, interessan-do partner importanti per l'Italia come Egitto, Li-bia e Tunisia. In questa situazione si aprono echiudono in continuazione nuove finestrecommerciali. E la nostra azienda ha visto cresceredel 20% il fatturato legato ai servizi commercialigrazie all'apertura di nuovi mercati e al consolida-mento delle relazioni esistenti. La crescita è statadeterminata per oltre il 70% da un balzo nel valoreunitario e per il resto da un incremento dellequantità”.

In prospettiva, prosegue Drahorad,il fattore che genera più preoccupa-zione è il calo della competitivitàdelle produzioni italiane: “L’Italiacompete su vari fronti di prestigio che però che sistanno indebolendo a causa di un calo di interesseda parte dei mercati internazionali (come nel casodelle arance pigmentate), di un incerto posiziona-mento (ad esempio per le pere Abate), di uno spo-stamento delle preferenze dei consumatori (perl’uva Italia con semi), di una bassa competitivitàrelativa (si veda cosa avviene per le pesche e netta-rine italiane in confronto alle spagnole)”.Altro fattore, il calo dei consumi: “alle cause stori-che (mancanza di appeal, basso contenuto di servi-zio, scarsa informazione al consumatore, basso im-patto dei brand e della comunicazione aziendale eistituzionale) si sta aggiungendo anche l’impattodella crisi: il junk-food costa meno dell'ortofrutta esi sta verificando un preoccupante spostamentoverso un’alimentazione di bassa qualità da partedelle categorie sociali più esposte”. (M.A.)

Il settore visto da chi offre servizi alle imprese:«Scenari in evoluzione, ma Italia sempre meno competitiva»

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VALFRUTTA

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CorriereOrtofrutticoloBILANCIO DI UN ANNO

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nate di estive e dimetà settembreci hanno portatoad avere una quo-ta di merce di ca-tegoria II mag-giore della me-dia; in ogni casosi tratta di prodotto con un difet-to estetico, ma con le tipiche ca-ratteristiche organolettiche e labontà delle nostra mele. In un pe-riodo di difficoltà economiche,credo che anche questo prodottonaturalmente più economico tro-verà il suo spazio.” Al mercato delle pomacee, diceMarco Rivoira (foto sopra), dell’o-monimo gruppo di Verzuolo (Cu-neo), che esporta oltre il 90% del-la propria produzione (mele,kiwi, pesche e nettarine), i pros-simi mesi riserverà non pocheincognite, soprattutto sulla tenu-ta della qualità e quindi sarà par-ticolarmente importante conser-vare nelle celle frigo in manieraottimale il prodotto. L’estate cal-da e le particolari condizioni cli-matiche hanno originato pezza-ture superiori alla media: i cali-bri medio-grandi, dice Rivoira sa-ranno almeno il 60% del totale afronte dell’usuale 40%. Un consi-stente aumento di "pezzi grossi"che sta creando difficoltà di col-locamento, specie se si considerache in generale nel vecchio con-tinente i consumi sono in ribassomentre al di fuori dell'Europa ilmercato appare più dinamico. IlMedio Oriente sta acquistandomolto prodotto di varietà Gala estiamo notando un certo risve-glio pure del Nord Africa, Libiacompresa. Anche in EstremoOriente ci sono dei riscontri po-sitivi, bene pure il Sud America. Il problema, annota Rivoira, è loscarso peso specifico, politico edeconomico, del sistema Italia chenon riesce a raggiungere mercatiimportanti, in primis gli StatiUniti: “La situazione in questocaso è paradossale - incalza Ri-voira-; gli States possono vender-ci le loro mele ma noi non pos-siamo fare altrettanto per man-canza di un protocollo d’intesa fi-

tosanitario. Unvero peccato, vi-sto che la CostaEst del Paese ga-rantirebbe sicu-ramente dei buo-ni affari”. Gianmauro Ber-gamini, (foto) presidente del Con-sorzio MelaPiù teme che per lepere possa profilarsi una dellecampagne più dure degli ultimi30 anni. “E anche per le mele lepremesse non sono eccezionali,visto che la produzione sarà su-periore alle previsioni”, dice. “Adeccezione della fragola tutta lafrutta è andata male quest’anno:dalle produzioni estive al kiwi, èstata ed è dura su tutti i fronti.Una situazione pesante che citrascineremo sicuramente neiprimi mesi del 2012. Anche per-ché i problemi di sempre non so-no ancora stati risolti: scarsa ag-gregazione, poca capacità con-trattuale nei confronti della Gdo”.

Gli agrumi speranoGiuseppe Pasciuta, presidentedel Consorzio di tutela arancia diRibera ritiene siastata complessi-vamente unabuona annata,con un ottimapartenza e viavia una stabiliz-zazione nei prez-zi di vendita chesi sono comunque mantenuti subuoni livelli. “Un trend in cresci-ta nel corso degli ultimi tre anni- dice - che fa ben sperare ancheper il prossimo anno, nonostantela grave crisi che ha particolar-mente colpito il comparto orto-frutticolo. Il riconoscimento del-la Dop, l’apertura di nuovi mer-cati, una migliore organizzazio-ne commerciale: sono questi imotivi del buon andamento dimercato dell’arancia Dop Ribe-rella”.Nonostante un andamento cli-matico sfavorevole, caratterizzatoda poche precipitazioni autunna-li le prime contrattazioni dellaNavelina, cultivar precoce, sono

positive con prezzi mediamentein linea con quelli della campa-gna precedente. “Il nostro augurio - conclude Pa-sciuta - è che questo trend possacontinuare per tutta la campagnaagrumicola appena aperta. LaDop continua a registrare con-sensi, sono stati siglati nuovicontratti con la Gdo, un maggiornumero di aziende sono ora ri-volte al mercato europeo”.

I piccoli frutti tengonoPiccoli frutti in contotendenza.Claudio De Paolini, responsabilecommerciale del Consorzio Auro-ra Piccoli Frutti ricorda che “se-condo i dati del Ministero dell'A-gricoltura ad agosto 2011 i consu-mi sono calati di circa il 30% involumi rispetto al 2010. Per quan-to riguarda il "mondo " dei picco-li frutti e fragole, sono invece ca-lati i volumi in esportazione e,sia pur leggermente, aumentati iconsumi interni. Il nostro Con-sorzio nel 2011 ha venduto il 5,5%in più di volumi rispetto al 2010,registrando a causa della concor-renza estera un calo importantedi redditività”. E le aspettative per il 2012? “Il no-stro Consorzio prevede per ilprossimo anno un incremento inproduzione di circa il 5% in volu-mi e un consolidamento impor-tante sui nostri Mercati di riferi-mento: Gdo italiana ed estera(Germania e inghilterra) oltreagli Ortomercati in Italia che allaluce dei risultati di questo anno2011 ci vedono distribuiti conquote eguali”.“Obiettivo principale per il 2012di noi produttori - conclude DePaolini - sarà quello di chiederefortemente in tutte le sedi com-petenti di far rispettare e vigilareattentamente sulle leggi ed impo-sizioni riguardanti l’origine el’etichettaturadel prodotto”.Michele Scrinzi,direttore di San-t’Orsola, spiegache “quasi tutto ilsettore ortofrutti-colo ha fronteg-

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CorriereOrtofrutticoloBILANCIO DI UN ANNO

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giato quest’anno un calo o unastabilità dei prezzi a fronte di au-menti dei costi legati alle mate-rie prime; la nostra cooperativasi è mantenuta comunque subuoni livelli, grazie anche a unaannata qualitativamente soddi-sfacente per fragole e piccoli frut-ti. Stiamo inoltre lavorando sullariduzione dei costi di gestione”.Per quanto riguarda la produzio-ne 2012, secondo Sant’Orsola, do-vrebbe essere in linea, sia a livel-lo di quantità che di qualità, conquella degli anni precedenti, an-che se tutto dipenderà dalle con-dizioni climatiche e dai risultatinella lotta ai parassiti. “A livellodi consumi le previsioni - diceScrinzi - non inducono all’otti-mismo, ma i nostri prodotti han-no finora registrato una certa sta-bilità della domanda, tendenzache ci induce a mantenere alta lafiducia nella ricettività del mer-cato anche per la prossima sta-gione”.A livello politico, la sfida del set-tore è l’approvazione della Pac2014-2020 dell’Unione Europea:“Il nostro auspicio è che si vadaverso una revisione dell’attualetesto, per renderla più compatibi-le con le esigenze del sistema Ita-lia”, conclude Scrinzi.

Frutta secca, bio è meglioIl mercato Italiano della fruttasecca e disidratata, ricorda Rena-to de Goyzueta, marketing Ma-nager di Besana, nel 2010 valevaglobalmente circa 430 milioni dieuro e movimentava circa 47.000tonnellate. “Grazie alla forte pre-senza prevalentemente sul mer-cato estero, il Gruppo Besana è inprocinto di chiudere un 2011piuttosto positivo, con un +10%rispetto al 2010”, dice de Goyzue-ta. “Nonostante la crisi in atto (chetra l’altro va avanti da almenodue anni…), per il 2012 vediamoun mercato della frutta secca sta-bile, grazie a Cine e India, merca-ti di fondamentale importanzasia dal punto di vista della do-manda che dell’offerta e adun’Europa caratterizzata da un

consumo di frutta secca più co-stante rispetto all’Italia. Ovvia-mente molto dipenderà anchedalla tenuta dei prezzi delle ma-terie prime, che già quest’annohanno subito incrementi notevo-li (fino al 30%), spesso difficil-mente trasferibili sul mercato fi-nale”.“Quello che registrerà numerimolto interessanti, è tuttavia ilcomparto biologico, dove i consu-mi generali crescono a due cifre;ci auguriamo che questo trendcoinvolga presto anche il settoredella Frutta Secca, dove Besanasta investendo ed innovandomolto con il marchio AlmaverdeBIO”. “Il mercato della Frutta Sec-ca in Italia presenta ancora note-voli margini di crescita”, prose-gue il manager di Besana. “Il set-tore va sdoganato da utilizzi do-mestici in cucina e prevalente-mente legati alle festività. Sarànecessario un impegno congiun-to da parte dei produttori e dellagrande distribuzione. I primi, in-novando ed investendo per viva-cizzare e rendere i prodotti piùattraenti ed “appetitosi”, i secon-di dando il giusto spazio e la giu-sta visibilità sugli scaffali ai pro-dotti. La nostra esperienza Euro-pea ci insegna infatti chel’ampiezza dell’assortimento e lascelta offerta al cliente è fonda-mentale e propedeutica al decol-lo di questo settore”.

Margini bassi in distribuzione Paolo Renzo Mauti, amministra-tore delegato di Fruttital Distri-buzione, afferma che rispetto al2010, la Srl ligure ha registratouna leggera crescita sia nei volu-mi commercializzati sia nei rica-

vi. “Rimane però la stessa diffi-coltà riscontrata nel 2010 pecifi-catamente per quanto concernela marginalità, dovuta principal-mente all’aumento dei costi permaterie prime e servizi, non re-cuperati nelle vendite”. “Quanto alle prospettive di busi-ness - prosegue Mauti (foto sotto) -molto dipenderà anche dall’evo-luzione del rapporto di cambioeuro-dollaro. Non dimentichia-mo che tale rapporto potrebbe

rompere gli equi-libri ed essereuna delle causead influenzare lapossibile decisio-ne da parte deiproduttori di ven-dere in mercatimaggiormente

remunerativi”. “Ritengo in ognicaso che, alla luce della situazio-ne attuale, il 2012 sarà molto si-mile all’anno che si sta chiuden-do. È presto comunque per fareprevisioni. La fiducia dei consu-matori dipenderà anche dalleazioni che verranno intrapresedal nuovo Governo, che si sperapossano essere incoraggianti”.

Tecnologie altalenantiNel settore dei macchinari la cri-si si è fatta senti-re. Ma non pertutti allo stessomodo. “La nostralettura è che cisia stata una sen-sibile frenata de-gli investimentiin tecnologie inItalia, in Spagna e anche nei pae-si del bacino del Mediterraneo”,testimonia Angelo Benedetti diUnitec. “Tuttavia, per quel che ri-guarda la nostra azienda c’è sta-to un incremento di fatturato e dicommesse rispetto al 2010. � E peril 2012 prevediamo una confermadel miglioramento avuto nel 2011sia a livello di numero di com-messe che di fatturato. Per quan-to concerne l’export già ora essoriguarda oltre il 70% del businessdella nostra azienda e riteniamopossa ulteriormente crescere”.

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Daniele Lolli, direttore commer-ciale di Aweta Sistemi utillzzadue aggettivi per definire il 2011dei macchinari: “cautela” e “in-certezza”. E spiega: “tutto il setto-re è stato caratterizzato da un an-damento “frenato”. Gli operatorihanno deciso di posticipare ac-quisti e investimenti. In generalel’incertezza diffonde malumoreovvero smorza speranze e aspet-tative. Questo è vero ovunque an-cor più in un settore dove produ-zione e volumi dipendono da unaserie innumerevoli di variabili.Facciamo il caso del batterio chesta affliggendo l’actinidia: il set-tore è stato sottoposto a tensionee stress per tutta la stagione pre-raccolto. Salvo poi constatare almomento della raccolta, le cosenon erano poi così tragiche comesi era annunciato, fatta eccezioneper il kiwi giallo particolarmentedanneggiato in Romagna e nelLazio”. “Per quel che riguarda la nostraazienda - prosegue Lolli - abbia-mo dovuto registrare purtroppouna contrazione delle vendite.Tuttavia ci sono alcuni dati posi-tivi: abbiamo potuto focalizzarel’attenzione sull’ingegnerizzazio-ne dei nostri impianti in specialmodo nella palettizzazione e sul-l’automazione, per andare incon-tro alle esigenze dei nostri clien-ti, sempre attenti ai costi; abbia-mo introdotto nuove soluzioni enuove tecnologie per la selezionedi meloni e verdure; e abbiamovisto espandersi l’export che si at-testa intorno al 60% del fatturatocomplessivo. Il risultato ci fa bensperare per il futuro. Noi andre-mo a cercarci il lavoro là dove illavoro c’è”.

Packaging in difficoltàParla di anno caratterizzato dallacrisi Lamberto Lola, titolare del-la bassanese Europack: “Il 2011non era partito male, ma da set-tembre in poi c’è stato un rile-vantre, preoccupante calo di ordi-ni. La nostra azienda chiuderà ilbilancio con dati analoghi a quel-li del 2010, ma le prospettive nonsono certo incoraggianti, anche

per l’importanteincremento delprezzo delle ma-terie prime”.Alberto Maso, (adestra) direttorevendite Italia set-tore packagingortofrutta di Nespak, che fa partedella multinazionale GroupeGuillin spiega che “nel 2011 tran-ne rare eccezioni, il settore ha ri-sentito della crisi e non si vedonoidee e strategie concrete di rilan-cio. “La nostra politica per il2012 é di puntare sulla segmenta-zione differenziando l’offertasulla base del valore percepito.Questo ci pare il "driver" più fun-zionale per sostenere e stimolarei consumi”.Cosa fare per rilanciare il setto-re? Per Maso “sarebbero auspica-bili alcuni interventi a vari livel-li a partire dal ministero compe-tente per avviare campagne pub-

blicitarie istituzionali sul consu-mo dell'ortofrutta italiana con te-stimonial di alto profilo, peresempio, nel campo sportivo,spingendo molto sui giovani, seg-mentando in modo chiaro e per-cepibile dal consumatorel’offerta anche con un packagingfunzionale dove siano riportati,valori nutrizionali consigli sul-l'utilizzo e altro ancora. E poi oc-corre innovare sul piano varieta-le per migliorare la serbevolezzae avvicinarsi maggiormente aigusti dei consumatori, lavoraresulla “semplicità d’uso” congiun-tamente ad uno sforzo che au-menti il valore aggiunto”.

Innovazione vincenteE comunque l’innovazione paga.Anche in tempi di crisi. La con-ferma viene da Franco Feroldi,(sotto) inventore e produttore diangurie quadrate. “Per me il 2011è stato buono anche se aumentail numero degli insoluti: il pro-dotto innovativo non risente del-l’andamento deiprezzi e la richie-sta è largamentesuperiore all’of-ferta. Nei mesiscorsi ho brevet-tato il sistema perprodurre anguriequadrate, e miaspetto buoni riscontri; contattine ho già avuti ma vedremo”.Anche i prodotti ad alto contenu-to di servizio sostanzialmente“scansano” la crisi. “Il mercatoitaliano delle verdure di IV gam-ma - dice Massimo Bragotto, (fo-to in basso) direttore commercia-le e logistico La Linea Verde - va-le circa 770 milioni di euro (an-no terminante Settembre 2011),con una crescita del 5,2% (ossia+38 milioni di euro) rispetto alperiodo precedente. Un mercatoin crescita in un contesto econo-mico non favorevole e con unafrequenza d’acquisto con ampimargini di miglioramento. Lo va-lutiamo un segmento importan-te, sia in termini assoluti che dipotenzialità di crescita. Prevedia-mo di chiudere il 2011 con un in-cremento che su-pera la crescitadel mercato. Nelprossimo futurode La Linea Verdevediamo una cre-scita nei canalidella grande di-stribuzione italia-na, un incremento delle esporta-zioni e della nostra presenza nel-l’ho.re.ca. Tutti obiettivi che ilnuovo stabilimento rende più vi-cini e raggiungibili insieme adun possibile ampliamento dellagamma dei piatti pronti freschi,mantenendo sempre alti i livellidi qualità e di innovazione”[email protected]

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● Mirko Aldinucci

Rilanciare l’economia assegnan-do maggiore importanza al setto-re ortofrutticolo. Lo chiedono glioperatori del settore alle forze po-litiche all’indomani dell’insedia-mento del Governo Monti.“Penso sia importante riattivare iconsumi in generale”, dice Rol-dano Calzolari di Univeg. “Ciòpotrà pero avvenire a patto di farripartire la crescita del Paese. Perquanto riguarda il settore orto-frutticolo si dovrebbe applicareuna rigida legge che imponga ipagamenti a tutti entro 30 giorni,sul modello francese. Sarebbe im-portantitissimo in quanto mancaliquidità. Ma i problemi sono an-che endogeni: non esistono re-gole, non c’è aggregazione, non siriesce a fare un accordo per lasalvaguardia della produzione e,soprattutto, ci sono ancora troppioperatori. Quando non si riesce afare sistema su un prodotto comel’Abate, che ha l’85% e oltre dellaproduzione europea concentratain una sola regione italiana, nonpossiamo sperare che arrivi ilMonti di turno a risolvere i nostriproblemi: dobbiamo farlo noi. Lostesso vale per il kiwi e per pe-sche e nettarine: prevale ancora esempre l’interesse del singolooperatore senza pensare real-mente alla salvaguardia dellaproduzione…”. “Il Governo - commenta MarcoVenturelli, Ceo di Maffco Spa -dovrebbe premiare l’investimen-to nella ricerca e nello sviluppo,investire in infrastrutture logisti-che e abbassare il cuneo fiscaleper elevare il potere d’acquisto”. Fidenzio Crivellaro, presidentedi Op Nordest si dice convintoche “la possibilità di affrontare erisolvere i difetti strutturali delsettore passerà anche attraversola prossima riforma della Pac or-tofrutta: l’Italia non può perdere

l’occasione per riaffermarel'importanza della propria pro-duzione ortofrutticola. La campa-gna frutticola 2011, una delle peg-giori degli ultimi anni, ci deve fa-re riflettere: bisogna cambiare ilsistema produttivo, commercialeed istituzionale che presidia ilcomparto, rivelatosi incapace direagire ad una congiuntura sicu-ramente difficile”.Op Nordest non ha dubbi: “occor-re rivedere il rapporto con la Gdoaffinché non abusi del suo enor-me potere contrattuale nei rap-porti con i fornitori agricoli. Èindispensabile per questo un in-tervento legislativo sull'esempiodell’esperienza francese”.Michele Chiccoli, della veroneseFrutta C2 ritiene che “finora nonabbiamo avuto il sostegno politi-co necessario al riconoscimentoche il nostro comparto ha sull’e-conomia nazionale, cosa chespesso a livello europeo ci fa sen-tire di serie “B”, quando i numeridimostrano che siamo decisiviper il bilancio nazionale. Perso-nalmente ho fiducia nel governoMonti, senza dubbio oggi è costi-tuito da figure altamente qualifi-cate, che potrebbero avviare cam-biamenti sostanziali. Servirebbe

una rivalutazione politica dell’a-groalimentare che ci permetta dipoter dialogare con maggior con-siderazione con la grande distri-buzione, che ci porti alla consi-derazione che l’Europa ha di altriPaesi, decisamente meno incisi-vi, che introduca manovre che cipermetta di gestire meglio la pro-duzione, la valorizzazione di pro-dotto, la gestione dei costi e so-prattutto l’incentivazione deiconsumi” .Faustino Musicco, imprenditoregrossista al Mercato di Brescia,sostiene che “bisognerebbe rive-dere strategicamente la posizio-ne dei Mercati Ortofrutticoli cit-tadini al fine di garantire loro unruolo più attivo anche nell’otticadi possibili alleanze con la Gdo.Il Governo Monti dovrebbe inol-tre pensare a incentivi o azioniper favorire il ricambio genera-zionale”.Nel comparto delle mele le aspet-tative non mancano. “Se il gover-no - dice Luca Granata di Melin-da - saprà in primo luogo indivi-duare rapidamente le azioni (os-sia lotta seria e determinata all'e-vasione fiscale; riduzione sensi-bile dei costi dell’amministrazio-ne pubblica, eliminazione deiprivilegi di pochi, maggiore fles-sibilità del lavoro…) e i compor-tamenti (serietà, rigore e rispettodegli impegni assunti) in gradodi ridare fiducia agli italiani - e diconseguenza anche agli osserva-tori internazionali - in termini distabilità, equità, credibilità edonestà, penso che l’economia po-trebbe ripartire da sola a tuttovantaggio del nostro settore”. Al mondo della politica Vip chie-de invece, per bocca del direttore

«Tempi certi nei pagamenti,sostegno all’export e alle imprese»

Le richieste degli imprenditori ortofrutticoli all’esecutivo:il Governo riconosca l’importanza del settore, adotti misuri

per rilanciare i consumi, si faccia valere sul fronte Pac

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CorriereOrtofrutticoloGO

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Primo piano

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Josef Wielander, di “sostenere leimprese che fanno frutticolturacon serietà e che rappresentanoil fiore all’occhiello dell’Italia suimercati internazionali. Abbiamobisogno di lavorare, insieme al-l’Europa, per aprire nuovi merca-ti per i nostri prodotti, in mododa valorizzare tutte le nostre pro-duzioni e denominazioni di qua-lità. La riforma della Pac attual-mente in fase di discussione se-gnerà il futuro dell’agricolturaitaliana, e questa deve certamen-te essere una priorità della nostrapolitica nazionale”. “Anche se a molti pare che l’AltoAdige sia una isola felice, risen-tiamo in maniera molto forte del-la crisi in Italia, che resta il no-stro mercato più importante”, di-ce il direttore della Vog GerhardDichgans. “E questo sia per lacontrazione dei consumi, sia permancanza di liquidità e di credi-to. Questo ci preoccupa tanto piùquanto il canale tradizionale èancora oggi molto importanteper l’ortofrutta. È comunquechiaro che la priorità assolutasarà il risanamento del bilancio ela riduzione del debito pubblico,“condicio sine qua non” per af-frontare poi i problemi specificiche stanno al cuore dell’impren-ditoria e del cooperativismo agri-colo”.Marco Rivoira ritiene che "ilnuovo esecutivo riuscirà proba-bilmente a mettere a posto i con-ti, ovviamente applicando nuovetesse”. “Ma - aggiunge - servireb-bero interventi strutturali, rifor-me sulla legge elettorale per fardecidere ai cittadini da chi esseregovernati, il superamento del bi-cameralismo perfetto, e poi veritagli ai costi della politica. Fino-ra non è stato fatto nulla. E il no-

È dunque Mario Catania il nuo-vo ministro delle Politiche Agri-cole Alimentari e Forestali. Romano, 59 anni, Catania è Ca-po Dipartimento delle PoliticheEuropee e Internazionali del Mi-paaf. Dal 1997 al 2004 è statonominato a Bruxelles comeesperto di agricoltura nella Rap-presentanza permanente italia-na. Accolto con grande fiducia dairappresentanti del settore agri-colo e dello stesso comparto or-tofrutticolo, è atteso da grandisfide a partire dal dibattito sullaPac.“Ritengo importante che si rico-nosca il valore adeguato all’atti-vità agricola, alla relativatrasformazione e alla tutela del-l’alimentazione del consumato-re”, ha dichiarato il Ministro in-tervenendo al “Forum ad alto li-vello per un miglior funzionamento della filiera ali-mentare” che si è tenuto a finenovembre a Bruxelles. “Tale rico-noscimento deve collocarsiall’interno di rapporti semprepiù armonici tra le diverse com-ponenti della filiera alimentare”. Per quanto riguarda le pratichecontrattuali tra imprese, ha pro-seguito Catania, “non possiamonasconderci l’esistenza di graviproblematiche in seno all’Unio-ne: sussistono purtroppo fortiasimmetrie che incidono sulfunzionamento della filiera eche, dobbiamo riconoscerlo, ten-dono in certi casi addirittura adacuirsi. Si dovrà continuare a ve-rificare la trasparenza dei

rapporti all’interno della filiera,anche come garanzia che i con-sumatori possano avere alimentisani, di buona qualità e di prez-zo accessibile”. “Resta comunque essenziale, e losottolineo in quanto rappresen-tante di un Paese a fortevocazione agroalimentare comel’Italia - ha aggiunto il Ministro -arrivare a definire una normati-va quadro europea in materia direlazioni contrattuali tra opera-tori dell’offerta e della distribu-zione”.“Tutti gli attori istituzionali del-l’agroalimentare italiano - hadetto Catania al termine di unsuccessivo incontro con gliassessori regionali all’Agricoltu-ra - devono fare squadra, perquesto da parte mia ci sarà sem-pre un’attenzione particolare ri-spetto all’ottemperanza precisadei rispettivi ruoli e al raggiun-gimento di una vera e sostanzia-le gestione del sistema che pre-veda un ruolo centrale delle Re-gioni. Ora è importante mante-nere questa situazione di coordi-namento e di unitarietà”. Nella foto: Catania con DarioStefàno, coordinatore nazionaledegli assessori all’agricoltura

Il Ministro Catania: troppe asimmetrie in filieraRegioni essenziali nel gioco di squadra

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stro resta un Paese debole, diviso,in mano a una classe dirigenteanziana e quanto mai inadegua-ta: penso stiamo vivendo il puntopiù basso dal Dopoguerra ad og-gi”. Per Stefano Soli di Valfrutta Fre-sco “il Governo deve a tutti i costimettere l’agricoltura al centrodello sviluppo, condiderarla unasset prioritario per il rilanciodell’economia”.Al governo Monti Giuseppe Pa-sciuta, del Consorzio di tutelaarancia di Ribera, chiede “soste-gno alle produzioni Dop e Igp,con politiche reali che promuo-vono i consumi delle produzionidi qualità ed una maggiore con-sapevolezza politica dell’impor-tanza del settore primario”.“È fondamentale riaffermare pre-stigio e credibilità della nostranazione”, il parere di Renato deGoyzueta, marketing Manager diBesana. Che prosegue: “Rigore etico, se-rietà ed affidabilità dei program-mi e della loro attuazione sonopropedeutici ad una ripresa nelbreve ed a tranquillizzare i mer-cati. L’economia Italiana è forte-mente orientata all’esportazione.Pertanto è molto importante in-tervenire in modo organico edintegrato per valorizzare al mas-simo il Made in Italy, sinonimodi qualità ed estremamente ap-prezzato. In campo ortofrutticoloabbiamo vari esempi in Europadi Paesi che hanno fatto del setto-re ortofrutticolo ed agroalimen-tare una delle principali voci delPil (Turchia, Spagna e Francia sututti). La stabilità Euro-Dollaro, èun’altra condizione molto im-portante da raggiungere per so-stenere soprattutto quelle azien-de che lavorano molto conl’estero. Sarebbe infine auspica-bile che l’Italia recepisse ed at-tuasse realmente le direttive e lepolitiche della Commissione Eu-ropea. I Fondi ed i progetti desti-nati all’Italia, non possono anda-re persi per mancanza di idee eprogrammi di attuazione”.Angelo Benedetti di Unitec èconvinto che “l’economia si ri-

lancia solamente mettendo alcentro di qualsiasi decisione, leg-ge, azione del governo le impreseche esportano: oggi invece leaziende sono viste come vaccheda mungere, ma hanno finito illatte. Occorre sostenere questeaziende semplificando la lorooperatività liberandole da lacciche tolgono la vitalità per vince-re le nuove sfide del mercato”.“In merito al nostro settore - con-clude Benedetti - credo si debbalavorare nel promuovere in modointenso il valore dell’ortofruttaper aumentarne sensibilmente iconsumi e aiutare leaziende nei loro processidi innovazione perchérispetto ad altri Paesistiamo rimanendo in-dietro”.“Il nostro più grande al-leato è il consumatore fi-nale - sostiene DanieleLolli di Aweta Sistemi -. Se questipotrà riconquistare tranquillitàeconomica e fiducia nel futuroanche i consumi cresceranno. So-lo questo vorremmo chiedere aMonti: provvedimenti organiciper tutti i settori. Il trend positivosi innescherà da sé”.Poca la fiducia nel nuovo governoMonti da parte dei vertici di Eu-ropack, specializzata in imballag-gi: “Mi pare - dice Lamberto Lo-la - non ci siano novità rispettoall’azione dei precedenti esecuti-vi: tagli e raccolta di denari percoprire la voragine del debitopubblico. Nessun azione di rilan-cio dell’economia. Mentre il set-tore resta frastagliato e debole eavrebbe bisogno di aggregazioni”.

Giuseppe Battagliola, (foto sotto)presidente de La Linea Verde au-gura buon lavoro al neo ministrodelle Politiche Agricole MarioCatania, “sicuro che un tecnico diesperienza possa dare un validocontributo al rilancio del settoreortofrutticolo difendendo e valo-rizzando il “made in Italy””. “Ritengo sia importante incorag-giare le associazioni di categoriaperché si possa lavorare su unfronte comune compatto”, prose-gue Battagliola. “Nello specificodella IV gamma, dopo la recenteapprovazione del Disegno di Leg-

ge, spero che presto sifacciano i decreti attuati-vi. Rinnovo la disponibi-lità dell’associazione IVGamma Aiipa, che iocoordino, a dare il pro-prio contributo per po-terli formulare al me-glio; negli anni abbiamo

realizzato Linee Guida che po-trebbero essere utili in tal senso”. “La priorità per il nostro settoredovrebbero essere le azioni rivol-te al consumatore per dare unimpulso ai consumi”, afferma in-vece convinto Thomas Draho-rad. ”Servono informazione, co-municazione istituzionale, coor-dinamento con le scuole e gli am-bienti sociali... Spero che anchegli operatori privati siano in con-dizione di investire per parlareefficacemente al proprio pubbli-co di riferimento”.“Dal governo Monti mi aspettereisostegno alle buone idee”, tagliacorto Franco Feroldi, inventore eproduttore dell’anguria [email protected]

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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● Antonio Felice

I Mercati di Verona e di Padovahanno messo un altro tassello al-la loro alleanza sull’internazio-nalizzazione con una missionecomune in Ucraina che si è svol-ta dal 30 novembre al 3 dicembre.Tra gli altri, erano presenti perVerona il presidente di Verona-Mercato SpA, Gian Paolo SardosAlbertini, e il direttore PaoloMerci e per Padova il direttore delMaap Francesco Cera e il diretto-re del Gruppo Grossisti AlbertoFilippino.La missione a Kiev si è svolta inun momento particolarmente si-gnificativo per il mercato dell’or-tofrutta in Ucraina e questo harappresentato forse il principaleelemento del suo interesse.Da una parte, infatti, l’Ucrainaha lanciato un Piano Mercati ingrado di dare una svolta decisivaal sistema commerciale all’in-grosso, Piano in parte realizzatocon l’apertura dei nuovi mercatidi Kiev e di Donetsk, la ristruttu-razione del tradizionale mercatodi Leopoli (Lviv) e che prevede lacreazione di nuove strutture aOdessa (dove i lavori sono appe-na iniziati) e in altre quattrocittà importanti (dove i lavoriinizieranno in tempi brevi).Dall’altra parte, le catene dellagrande distribuzione, sia interna-zionale (come Auchan, Metro,Billa) che nazionale, presenti inUcraina, si stanno attrezzandocon proprie piattaforme logisti-che - alcune delle quali sarannorealizzate già nel 2012 – predi-sposte a ricevere direttamente e asmistare (in taluni casi anche aconfezionare) il prodotto orto-frutticolo proveniente dall’este-ro.Questi due elementi dovrebberomodificare e forse anche scardi-nare l’attuale sistema che vede lagestione dei flussi di importazio-

ne di ortofrutta in larga parte inmano ad alcune agenzie di im-portazione dotate di magazzini diconfezionamento e smistamento,agenzie che si occupano anchedegli aspetti doganali e hannoquasi il monopolio dei rapporticon il distributore finale (quasi,perché una parte del flusso va di-rettamente ai supermercati dallepiattaforme che le catene inter-nazionali hanno in Paesi vicini ein particolare in Germania).Le principali agenzie, i cui nomisono tornati spesso negli incon-tri avuti durante la missione, so-no: Tropic, Triada, Galfruit, UFC.Gli esportatori italiani che lavo-rano già con l’Ucraina hannorapporti con queste agenzie, i cuimagazzini logistici si trovano so-prattutto nelle aree di Leopoli eKiev.Non dimentichiamo l’importan-za del mercato ucraino: nel 2010ha assorbito il 10 per cento del-l’export ortofrutticolo dell’Unio-ne Europea, un flusso che si è ri-volto soprattutto al mercato in-terno ma che è rimbalzato in par-te verso la Russia e alcune repub-bliche asiatiche soprattutto via

Leopoli. Il mercato ucraino è, nelgiudizio degli operatori anchestranieri, che vi operano, più si-curo di quello russo. Questo è an-che il parere espresso da RenatoDalvit e Lilia Ganea della Due Er-re di Padova, azienda che lavoracon l’Ucraina da anni, presentialla missione.La missione ha avuto importantirisvolti operativi su 3 piani: 1. lagrande apertura ucraina a inve-stimenti italiani nei nuovi mer-cati all’ingrosso, in particolare aKiev dove vi sono superfici at-trezzate disponibili per gli opera-tori italiani a condizioni da trat-tare; 2. la verifica in loco dell’or-ganizzazione della grande distri-buzione e la predisposizione daparte della medesima di piat-taforme logistiche atte a curare,in tempi brevi, importazioni di-rette dall’estero; 3. l’interesse peril prodotto italiano, in particola-re clementine, uva da tavola,kiwi, pere, mele e tra gli ortaggipomodoro e insalate da parte de-gli importatori e della gdo conpossibilità di stringere rapporticommerciali in tempi brevi.Di rilievo è stato l’incontro con

Proficua “missione Ucraina” per i Mercati di Verona e Padova

Importante tappa nel processo di internazionalizzazioneportato avanti in sinergia dalle due strutture venete.

Incontri e visite propedeutiche a sbarcare nel Paese dell’Est

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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Roman Fedyshyn, il presidentedell’Associazione dei Mercati al-l’Ingrosso dell’Ucraina, direttoreoperativo e proprietario dello sto-rico mercato di Leopoli (da cuitransitano i flussi da e per la vici-na Polonia e anche flussi verso laRussia), socio della società di ge-stione del mercato di Kiev. Fedy-shyn è una figura chiave in casodi trattative per l’apertura di unposteggio italiano in uno deimercati dell’Ucraina così comeper la scelta di un partner di fi-ducia sul posto. Lo stesso Fedy-shyn ha comunque sottolineatol’importanza di avere una presen-za italiana diretta, una antennasul posto, in caso si intendano av-viare rapporti importanti.La visita al nuovo Mercato diKiev, successiva all’incontro conRoman Fedyshyn, ha confermatola grande apertura agli investi-menti italiani, anche immediati,da parte del direttore del mercatoAlexey Chumak.Due incontri approfonditi hannoavuto luogo con i responsabili alivello nazionale degli acquistiortofrutta di Auchan, Francis Le-becque, e di Metro, Valentyna

Gylko.Il giorno 2 dicembre, con la col-laborazione di Fruit-Inform enell’ambito dell’annuale Interna-tional Trade Forum, si sono svolti13 incontri b2b: 12 con catenedella distribuzione 9 delle qualiucraine (tutte le più importantitranne Kontinent che era assen-

te), uno con un’azienda che faimportazione diretta anche dal-l’Italia ed è pronta ad avere nuovifornitori italiani.L’organizzazione della missioneè stata curata dal nuovo servizioInt.B.Service di Ommbus, societàdel nostro gruppo editoriale.

[email protected]

In alto, il padiglione riservato ai prodotti ucraini all’interno del Mercato di Kiev. Quisopra una parte della delegazione veneta con la responsabile acquisti ortofrutta diMetro Ucraina Valentyna Gylko. Nella pagina a fianco da sinistra il direttore del Mercato di Kiev Alexey Chumak, ilpresidente dell’Associazione Mercati all’ingrosso dell’Ucraina Roman Fedyshyn, ilpresidente di Verona Mercato Gianpaolo Sardos Albertini, il direttore Paolo Merci, illogistico Francesco Corsi, Lilia Ganea della Due Erre e il direttore del Maap di Pado-va Francesco Cera

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Per celebrare i 20 anni di storiacon l’attuale denominazione,Terremerse ha promosso una ri-cerca che ripercorre un secolo distoria della cooperazione del ter-ritorio. Cento anni fa nasceva in-fatti la “Cooperativa coloni, pic-coli affittuari e mezzadri di Mas-salombarda”, società capostipitedi Terremerse.Per celebrare e festeggiare questoduplice importante anniversario,lunedì 5 dicembre è stato presen-tato il volume “Cent’anni di tra-sformazioni. Le radici di Terre-merse nella storia della coopera-zione agroalimentare ravennate,ferrarese e imolese (1911-2011)”,frutto di una ricerca storica, du-rata circa un anno, effettuata dalProf. Tito Menzani, dell’Univer-sità di Bologna, Dipartimento diScienze Economiche. Erano presenti oltre cinquecentopersone tra soci, collaboratori,rappresentanti delle istituzioni,ed hanno portato i loro contribu-ti Giuliano Poletti, Presidente Le-gacoop Nazionale, Jean-Marc Du-bois, Presidente Axcereal, Fabri-zio Matteucci, sindaco di Raven-na, e Laura Rossi, sindaco di Ba-gnacavallo. A fare gli onori di ca-sa sono stati il Presidente di Ter-remerse, Marco Casalini, el’Amministratore Delegato, Gil-berto Minguzzi.“Nel contesto delle difficoltà ge-nerali del momento - il commen-to di Casalini - il modello coope-rativo ha saputo dimostrare tuttala propria validità e una grandecapacità di fornire risposte con-crete ai propri soci e a tutto il ter-ritorio nel quale si trova ad ope-rare quotidianamente. In centoanni di storia lo strumento coo-perativo ha saputo migliorarsi.Oggi come allora rappresenta unmodello che, se ben governato,ha tutte le potenzialità per af-frontare il futuro”. “In un periodo economico e so-

ciale difficile come quello in cuici troviamo - ha detto l’Ad Gilber-to Minguzzi - si sta allargando laforbice tra le occasioni concretedi sviluppo che la nostra Coope-rativa ha davanti a sé e le sfavore-voli condizioni generali di mer-cato e della finanza. Da un lato cisono i ritmi sostenuti di crescitache Terremerse sta realizzando,che comportano nuovi rischicommerciali e finanziari, dall’al-tro la crisi dell’Eurozona, che mi-naccia di far collassare i canalitradizionali del credito bancario.A questi problemi risponderemoadottando un atteggiamento mol-to selettivo verso le opportunitàdi crescita, che debbono portarenon solo risultati di gestione eco-nomica favorevoli, ma anche fi-nanza, liquidità, per alimentare”.Con 43 mila imprese rappresen-tate, un milione centomila perso-ne occupate, un fatturato di 127miliardi di euro e oltre 12 milio-ni di soci - la conclusione di Min-guzzi - il Movimento CooperativoItaliano, guidato oggi dall’Allean-za delle Cooperative, ha un’enor-me potenziale di sviluppo”. ●

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Cooperazione tra rischi e chancesLa “fotografia” di Terremerse

La cooperativa romagnola ha celebrato il ventennalecon un evento in cui, oltre a fare il punto sul sistema,è stata presentata una ricerca sulle coop nel territorio

“Se vogliamo consegnare unfuturo all’agricoltura,dobbiamo pensare da un latoa cambiare il modo diprodurre e dall’altro di recu-perare un progetto che eraquello dei padri fondatoridell’Europa: dare protagoni-smo ai produttori agricoli”.Lo ha affermato il presidentedi Fedagri-Confooperative,Maurizio Gardini, intervenu-to ad un incontro sul futurodell’agricoltura.

Gardini: centralitàai produttori

La platea. Sopra, Minguzzi e Casalini

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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Mivor, cooperativa con il mag-gior numero di soci iscritti del si-stema Vip Venosta, è una dellepiù grandi in termini di stoccag-gio, lavorazione e movimentazio-ne mele in Europa. Tra le prime per la produzione dienergia rinnovabile, ha ufficializ-zato l’apertura del nuovo magaz-zino automatico di Laces, inau-gurato a fine settembre 2011, edentrato a pieno regime dai primidi novembre. Uno stabilimento all’avanguar-dia per quanto riguarda lo stoc-caggio e la movimentazione dellemele (di cui Corriere Ortofruttico-lo ha parlato per primo nei mesiscorsi) con una capacità di circa18.000 cassoni da 300 chili l’unoper una quantità complessiva dicirca 5.400 tonnellate.La novità che contraddistingue lastruttura, che va ad affiancare lostabilimento di stoccaggio giàesistente, consiste nella totale au-tomazione del passaggio tra la fa-

se di calibrazione e quella di la-vorazione/imballaggio. Una vol-ta divise per peso, calibro e colo-razione, le mele vengono stoccatenelle celle frigorifere e in un se-condo tempo prelevate al mo-mento della richiesta di lavora-zione: un sistema computerizza-to composto da nastri trasporta-tori e carrelli automatici gestiscela movimentazione del prodotto.I vantaggi dell’automazione sonomolteplici: oltre a garantire pas-saggi più sicuri del prodotto, il si-stema Fifo (First in, First out),

ovvero il prodotto che per primoentra nel magazzino automaticoè il primo ad uscire, assicura ilmantenimento della freschezza el’alta qualità delle mele. Su un’area di circa 11 ettari, laMivor dispone di capacità di ma-gazzino per 8.500 vagoni di fruttada tavola. Già nel 2002 tutto ilprocesso di produzione è statodotato di un software speciale chepermette l’acquisizione di tutti idati importanti durante tutte lefasi di produzione; così è possibi-le garantire la rintracciabilità. ●

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Apo Scaligera di Zevio (Verona),con 460 aziende associate e unfatturato annuo di 41 milioni dieuro riesce ad esportare laGranny Smith anche in Cile,Ecuador, Uruguay e Brasile, oltre-ché sui mercati arabi, asiatici edella Russia.

Insomma la mela verde ha moltiestimatori all’estero. Poco amatain Italia, fuori dai confini nonmancano infatti gli estimatori dicroccantezza, succosità, saporeacidulo, del relativamente scarsogrado zuccherino e della aroma-ticità della Granny. “L’Europa ha raggiunto la satura-zione dei consumi, così ci siamomessi a lavorare con l’oltremare”,ha spiegato recentemente il pre-sidente di Apo Scaligera PrimoAnselmi. E non solo per le pomacee: “Suc-cede con la Granny ma anchecon il kiwi, altro frutto della pro-duzione veronese molto conside-rato. Il più vicino mercato russogià aveva incrementato le impor-tazioni e ci aveva indotto a fareprevisioni più espansive per lacoltivazione della Challenger, lavarietà di punta della Granny”.Per questo Apo Scaligera guardacon crescente attenzione ancheverso la Cina e gli altri Paesiemergenti. ●

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“Abbiamo affrontato e vinto una grande sfida: la riorganizzazione ecentralizzazione del sistema di vendita e il raggruppamento dellacooperative associate in quattro poli logistici. Posso dire con orgo-glio che l’assemblea generale - a chiusura del bilancio 2010-2011 -ha espresso piena soddisfazione sui risultati raggiunti: un fatturatodi oltre 443 milioni di euro, con una progressione del 23% sullastagione precedente, dove la somma del fatturato del gruppo avevaoltrepassato appena i 360 milioni di euro”. Lo rivela al Corriere ildirettore della Vog Gerhard Dichgans. “Molti clienti hanno espresso subito un giudizio positivo sulprogetto, quasi fosse stato atteso da tempo, anche perché semplifi-cava le operazioni amministrative e di fatturazione. Voglio ricordare che l’obiettivo principale del progetto è stato quel-lo di aumentare il livello di servizio e di continuità dell’offerta, siain termini di qualità del prodotto che per quanto riguarda laprogrammabilità della stagione.Una parte importante delle vendite era già stata gestita direttamen-te dall’ufficio commerciale del Vog a Terlano. Per i clienti che ave-vamo seguito negli ultimi anni direttamente, nulla è cambiato e sesì, spero solo in meglio…”.

Vola il fatturato 2010-2011 di Vog: +23% Dichgans: riorganizzazione, la sfida è vinta

Pink Lady ha creato una gam-ma destinata ai bambini ecommercializzata con il mar-chio PinKids. Si tratta di unamela di piccolo calibro macon qualità organoletticheidentiche a quelle della “sorel-la maggiore”, che soddisfa glistessi requisiti qualitativi perquanto riguarda il disciplina-re. Il lancio della gamma è previ-sto per l’inizio del 2012.PinKids disporrà di un’imma-gine grafica adatta ai bambinidai 4 agli 8 anni, in particola-re con la realizzazione di unacoppia di mascotte scelte daibambini stessi (studioconsumatori Mosaïque e studiquantitativi condotti nellescuole nel 2011, tra 500 bambi-ni). PinKids e Disney sarannopartner nei prossimi tre anni:questa unione animeràl’immagine e la comunicazio-ne di PinKids, a cominciare

dalle confezioni della gamma(vassoi da 4, 6, 8 frutti esacchetti da 8 frutti) destinateai paesi dell’Unione Europea.PinKids sarà accompagnata daTopolino e Minni, scelti inquanto immagini-simbolo del-l’universo infantile. Per sedurre i bambini e i lorogenitori, sarà realizzata unacampagna di comunicazionedinamica e mirata (sito webdedicato, campagna mediaticasul web, apposito dispositivo dirapporti con la stampa…) everranno condotte operazioniad hoc presso le insegne delladistribuzione europea.

Pink Lady, mele a misura di bimboPinKids e Disney partner per tre anni

Granny perl’estero

La veronese Apo Scaligeraincrementa l’export di mele

verdi in tutto il mondo

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CorriereOrtofrutticoloKIW

IA

Grande partecipazione di pubbli-co all’incontro “la batteriosi del-l’actinidia - le indicazioni per gliinterventi autunnali” organizza-to dal Creso presso il Centro ri-cerche per la frutticoltura a Man-ta (Cuneo). Oltre 400 frutticoltorinelle tre sale collegate in video-conferenza hanno seguito la pre-sentazione delle strategie di dife-sa da adottare nella stagione au-tunno-invernale e gli aggiorna-menti normativi. Claudio Sacchetto, assessore al-l’Agricoltura della Regione Pie-monte, ha fatto il punto su comela Regione ha gestito l’emergenzaPSA. È stata istituita una cabinadi regia che ha coinvolto tutti glioperatori del settore. Sono stateprese decisioni condivise tradot-te in normative cogenti sugliestirpi e il divieto di nuovi im-pianti. Sul fronte dei risarcimen-ti per gli estirpi e per i mancatiredditi, l’Assessorato ha messo adisposizione 2,8 milioni di euro.Le prime liquidazioni comince-ranno ad arrivare entro l’anno.L’Assessorato ha investito in ri-cerca, aggiungendo risorse pro-prie al prezioso contributo di80.000 Euro messo a disposizionedalla Fondazione CRT, che haconsentito di avviare un pro-gramma di sperimentazione svol-to dal Servizio fitosanitario, dalCentro di competenza Agroinno-va dell’Università di Torino e dalCreso. Ha illustrato i prossimipassaggi normativi. Il divieto direalizzare nuovi impianti deca-drà a fine anno. Nel 2012 si pas-serà dal divieto alla fase di “im-pianti controllati”. Sarà infattipossibile impiantare nuovamen-te il kiwi nel rispetto di precisecondizioni, precisate nel succes-sivo intervento del Servizio fito-sanitario.Chiara Morone del Settore Fitosa-nitario regionale ha illustrato lanormativa vigente in materia di

batteriosi dell’actinidia (DecretoMinisteriale 7 febbraio 2011), ri-prendendo i punti salienti sullemisure obbligatorie da adottarsinegli appezzamenti colpiti daPsa (asportazione delle piantecolpite) e, successivamente, ha il-

lustrato gli aggiornamenti sullanormativa regionale per il 2012.Sarà infatti possibile realizzarenuovi actinidieti con materialedi propagazione derivante dai so-li vivai autorizzati, le giovanipiante dovranno essere dotate

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Regione Emilia Romagna e Centro Ricerche Produzioni Vegetalihanno messo a punto un progetto di ricerca finalizzato afronteggiare la batteriosi con un investimento complessivo di360.000 euro in due anni di cui 120.000 a carico della Regione.“Dal punto di vista operativo - ha detto il presidente del CRPV,Giampiero Reggidori, in occasione della presentazione - il progettosi propone innanzitutto di approfondire le conoscenze sul batterioPseudomonas Syringae pv. Actinidiae per chiarire in particolarealcuni aspetti ancora poco conosciuti del suo ciclo biologico e del-la malattia che provoca. Un altro obiettivo è studiare l’influenzadelle diverse pratiche agronomiche sia sull’insorgenza della malat-tia che sulla sua virulenza per individuare le tecniche(concimazione, irrigazione, potatura) più opportune per limitarela diffusione del cancro batterico. Tra gli interventi finalizzati acombattere la malattia, anche la verifica di preparati di sintesi enaturali in grado di contenere la batteriosi”.“Il progetto di ricerca - ha concluso Reggidori - comprende poi lamessa a punto di apposite tecniche vivaistiche per la conservazio-ne del materiale di fonte al fine di verifi-care il livello di sopravvivenza delbatterio e la sua patogenicità su piante ot-tenute mediante micropropagazione invitro e definire la procedura in grado diottenere e mantenere piante iniziali sane.Infine, saranno valutate le implicazionilegate alla possibile diffusione dellamalattia ed al conseguente abbattimentodegli impianti con i possibili effetti suandamento dei mercati e filiera”. Dal canto suo l’assessore all’Agricolturadell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni,ha garantito la massima collaborazionedella Regione alla realizzazione degliobiettivi.

Regione Emilia Romagna e Crpv,360 mila euro anti-batteriosi

Piemonte, fondi per le estirpazioniDal 2012 impianti controllati

Oltre 400 frutticoltori all’incontro organizzato dal Creso per parlare della patologia che ha colpito l’actinidia.

A breve i primi risarcimenti per chi ha espiantato

ATTUALITÀ

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

della etichetta prevista dal Decre-to vigente e gli agricoltori do-vranno dichiarare al Settore Fito-sanitario l’avvenuta realizzazio-ne del nuovo impianto, indican-do i riferimenti cartografici e al-legando etichette e fatturad’acquisto. In caso d’inosservanza di questeprecise condizioni l’azienda ina-dempiente sarà esclusa da qua-lunque forma di contributo pre-visto dal Psr.Davide Spadaro dell’Università diTorino (Agroinnova), ha parteci-pato a una forma di talk showcon il direttore del CReSO SilvioPellegrino. Sono stati chiariti im-portanti aspetti bio-epidemiolo-gici. L’illustrazione di alcuni datiha generato non poco stupore: ilbatterio Pseudomonas syringaepv actinidiae è stato infatti isola-to più di vent’anni fa nel conti-nente asiatico ed inizialmente lasua virulenza/patogenicità eramodesta. Una mutazione riscontrata a La-tina nel 2008 (Psa - V) lo ha tra-sformato in un vero killer dell’ac-tinidia, mettendone a rischio lasopravvivenza in tutto il pianeta.Il batterio ha una capacità dimoltiplicazione impressionante,ogni venti minuti dà origine aduna nuova generazione e doposolo sette ore da una singola cel-lula se ne originano due milioni.In conclusione Graziano Vittonee Luca Nari del Creso hanno pre-

sentato le linee di difesa preven-tiva da adottare in autunno - in-verno, periodo in cui il rischio dinuove infezioni è massimo. Inquesta fase i formulati rameicisono i farmaci di riferimento. In-fatti, data la loro riconosciuta at-tività batteriostatica/battericida,la maggiore persistenza rispettoad altri prodotti e l’assenza di fi-totossicità a fine stagione vegeta-tiva rappresentano il mezzo di di-fesa più appropriato. A seguito della raccolta dei fruttisono i peduncoli a rappresentare

le principali vie d’ingresso delbatterio e proprio questi devonoessere adeguatamente protetti da-gli attuali trattamenti. A tal proposito il CReSO, con lacollaborazione dei tecnici dell’A-genzia 4A, ha realizzato una pro-va per valutare l’efficienza delladistribuzione mettendo a con-fronto atomizzatori tradizionali eatomizzatori con particolariadattamenti che consentono unamiglior bagnatura della parte in-terna delle piante dove sono pre-senti i peduncoli. ●

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KIW

I

Primi riscontri positivi in Italia per Enza Red,nuova varietà di kiwi a polpa rossa commercializ-zata da Summerfruit, partner italiano di Turners& Growers, società proprietaria del marchio Enza,che ha avviato un paio di settimane fa le venditeal dettaglio della nuova varietà all’azienda NaturService di Milano, la prima in Italia ad averne ac-quistati per la distribuzione.I primi risultati sono molto incoraggianti. Asostenerlo è Murray Malone, direttore per lo svi-luppo di Turners & Growers, come si legge sul sitoneozelandese guide2.co.nz. “I consumatori italia-ni apprezzano sia il sapore dolce e delicato, sia la

consistenza cremosa che l’attraente colore delkiwi EnzaRed”. L’introduzione del frutto in Italiasegue il successo dei test di coltivazione negli ap-pezzamenti di Summerfruit.La prima produzione commerciale del kiwi Enza-Red italiano partirà all’inizio della prossima sta-gione. Si prevede di impiantare nel corso del tem-po oltre 200 ettari della nuova varietà in Italia.Secondo Giampaolo Dal Pane, proprietario diSummerfruit, l’Europa rappresenta un luogo idea-le per la futura coltivazione della varietà rossa:“Qui da noi le condizioni per sviluppare nuoviappezzamenti di EnzaRed sono ideali”.

Enza Red inizia a farsi conoscereBuono l’approccio sul mercato italiano del kiwi a polpa rossa

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47D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

nio Ruffo ha introdotto in Cina,con un contratto di sperimenta-zione, 12 nuove selezioni di uvada tavola, tutte apirene (senza se-mi), provenienti dal programmadi ricerca di Carmine Liuni, incollaborazione con la Vitroplantdi Cesena e la Vinea di Bitetto. Le12 selezioni di uva da tavola sonoin sperimentazione pressol’Istituto cinese di Viticoltura del-la Provincia di Shandong, direttoda Chang Yunjun, anche lui fa-cente parte della delegazione invisita in Puglia; la provincia del-

lo Shandong è la seconda areapiù importante per la coltivazio-ne dell’uva da tavola in Cina(100.000 ettari).La prima tappa è stata nell'a-zienda Balini/Quagliarella, men-tre veniva raccolta e confezionatain campo uva di varietà Red Glo-be. Successivamente, i delegatihanno visitato il complessoaziendale della Ermes, dove è an-che avvenuto un incontro infor-male tra il sindaco di Hami ed isindaci di Noicattaro e Rutiglia-no..A seguire vistia all’azienda Giu-liano, dove i delegati cinesi han-no potuto vedere tutta l’attività diselezione, confezionamento espedizione di alcuni prodotti, co-me uva e clementine. ●

CorriereOrtofrutticoloATTUALITÀ

A

Una delegazione cinese si è reca-ta in visita presso il comprenso-rio agricolo di Noicàttaro (Bari),per una prima conoscenza dellarealtà produttiva locale. Tra i de-legati, anche Li Yongquan, sinda-co di Hami, città della provinciadello Xinjiang, la più importantein Cina per la coltivazione del-l’uva da tavola (vi sono coltivaticirca 200.000 ettari).La delegazione è stata invitata inPuglia da Antonio Ruffo, ammi-nistratore delegato della Fruit-growing Equipment and ServiceSrl, che da qualche tempo operain Cina. L'organizzazione dellagiornata pugliese, che ha avutoluogo il 4 novembre, è stata affi-data al presidente dell’APEO, Gia-como Suglia ed alla Vinea. Anto-

CORSI

Delegazione cinese a Noicàttaroper “carpire” i segreti dell’uva

La provincia dello Xinjiang è la più prolifica

del Paese asiatico

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

● Emanuele Zanini

Il riconoscimento Igp all’aglio ci-nese conferito dall’Unione euro-pea alle produzioni della regionedello Jinxiang (40 mila ettari col-tivati per una produzione di 700mila tonnellate) per i Paesi pro-duttori europei suona comeun’autentica beffa. Figuriamociin aree come, per esempio, il Pia-centino dove lo stesso riconosci-mento lo stanno aspettando dauna vita. “Sconcerta la rapidità con cui èstato rilasciato l’Igp al prodottocinese - commenta Enrico Cap-pelletti, consigliere delegato del-la Co.P.A.P. (cooperativa produt-tori aglio piacentino) di Monti-celli d’Ongina. A un Paese extraUe è bastato poco più di un annodi iter per ottenere il riconosci-mento, mentre noi stiamo atten-dendo il via libera da Bruxellesda 15 anni. Anche da operazionidi questo tipo risulta sempre piùevidente l’immenso e crescentepotere contrattuale della Cina(che si conferma come il primoproduttore al mondo in grado diprodurre il 60% del raccolto mon-diale, ndr). E intanto dal ministe-ro delle politiche agricole perma-

ne un silenzio assordante che siaggiunge alla mancanza di un so-stegno politico che invece sareb-be assai utile per far sentire lanostra voce in Europa”.Donato Palmieri, rappresentantedella commissione tecnica Agliodi Fruitimprese, in parte tenta digettare acqua sul fuoco afferman-do che in ogni caso “sui quantita-tivi importati non cambierà nul-la”. Ma allo stesso tempol’imprenditore campano affermache il problema è se questo rico-noscimento, che riguarda soloun’area della Cina, sarà il primopasso verso la liberalizzare delleimportazioni d’aglio cinese Igpin Europa. “È indubbio che ritro-varsi sugli scaffali prodotto cine-se con il marchio comunitarionon è un fatto positivo per le pro-duzioni europee. In primo luogoc’è il rischio di creare confusioneal consumatore che si troverebbedisorientato. Il ruolo dell’Igp del-le produzioni italiane ed europeein genere viene in questo modosvilito”. Non manca pure un po’di autocritica al settore: “Siamostati tutti un po’ superficiali - am-mette Palmieri - visto che ci sia-mo mossi tardi, in primis le asso-ciazioni dei produttori. Da marzo

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Igp all’aglio cinese, l’ira italiana:«Uno smacco, reagiamo unendoci»

Amarezza ma ancheautocritica tra i produttori

della PenisolaVenti milioni di sterline(23,2 milioni di euro) in dazidoganali. Questa la cifrachiesta dalla CommissioneEuropea al Regno Unito, reo,secondo l’Ue, di aver impor-tato dalla Cina in maniera ir-regolare aglio fresco tra il2005 e il 2006. La Gran Breta-gna ha tempo due mesi perpagare la cifra. Se non lo faràrischia di essere deferita allaCorte di Giustizia europea. Da Bruxelles si sostiene chetra il 2005 e il 2006, leautorità doganali britannichehanno consentitol’importazione di aglio frescodalla Cina utilizzando docu-menti non conformi. È statoerroneamente sostenuto chel’aglio importato fosse conge-lato, merce per la quale si ap-plicano dazi più bassi”.Secondo la Commissione leautorità britanniche nonhanno agito con la massimacura nel rilasciare idocumenti di autorizzazionee, di conseguenza, non han-no corrisposto il giustoammontare di dazi. Il casosembra sia stato scoperto nelcorso di un’ispezioneeffettuata da Olaf, l’Ufficioantifrode dell’Ue, nel luglio2006. Tra il 2007 e il 2010 è statascambiata una fittacorrispondenza tra Londra eBruxelles; in quel periodo, ilRegno Unito ha cercato digiustificare la propriaposizione. Tuttavia nel 2010sono state avviate le procedu-re di infrazione con una let-tera di diffida della Commis-sione europea.

Bruxelles multala Gran Bretagna

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

fino a oggi nessuno ha fatto op-posizione alla domanda di rico-noscimento presentata dalla re-gione cinese”.Francesco Delfanti, dell’omoni-ma azienda di Monticellid’Ongina, definisce il riconosci-mento all’aglio cinese come “unosmacco per le nostre produzionidi qualità che rischia di vanifica-re il duro lavoro di anni volto al-l’ottenimento del marchio Igpper l’aglio piacentino”. Nel corsodel recente meeting di delegazio-ni internazionali, tra cui Italia,Francia e Spagna, tenutosi a Pia-cenza, è stato proposto un centrodi coordinamento della produzio-ne per sviluppare la promozionee la programmazione di venditanei canali della grande distribu-zione europea, “in modo da di-fendere nel vecchio continente ilprodotto europeo e creare mag-gior aggregazione. In quella sede,inoltre - aggiunge Delfanti - holanciato l’idea di creare un unicomarchio europeo che coordini idiversi marchi locali presentinelle varie aree produttived’Europa, in primis Italia, Spa-gna e Francia. La proposta è stataaccolta con favore ma ora servestudiare una forma operativa. Almomento è solo un’idea. Resta ilfatto che solo uniti si potrà con-trastare questa situazione”.Assai perplesso della decisionepresa dall’Ue è pure Lucio Duoc-cio, dell’omonima impresa di Ga-vello (Rovigo), che se da una par-te è convinto che saranno ibuyers della gdo a decidere sechiedere ancora prodotto euro-peo oppure virare sull’aglio cine-se, dall’altra sa che l’ultima paro-la spetterà ai consumatori “chedisorientati faticheranno a deci-dere”.Assai critico Alessandro Benini,presidente del consorzio dell’A-glio di Voghiera Dop. “L’Ue inquesto modo ha gettato la spugna- sbotta Benini. In questo modo siprendono in giro i consumatori.In questo modo si rischia di met-tere in seria crisi l’aglio europeocon ripercussioni sui mercati”[email protected]

In tempi di crisi è sempre il lussoa farla franca. In un certo sensoquesto adagio vale anche per ilradicchio “made in Italy”. Lo af-ferma la Cia-Confederazione ita-liana agricoltori, fornendo le pri-me stime sull’andamento dellacampagna d’autunno della cico-ria rossa.Mentre nel trevigiano il climacaldo dell’autunno ha ritardato lapiena maturazione e dunque laraccolta del “Rosso tardivo”, siinizia a delineare l’andamentocomplessivo della stagione, chefa prevedere un calo medio deivolumi del 30%. A pagare di più,però, è la varietà di Chioggia, lapiù comune e la più economica,che da sola rappresenta oltre lametà di tutti gli altri radicchi ve-neti con 30 mila tonnellate pro-dotte soltanto nel comuned’origine. Ma che adesso -spiegala Cia- fa registrare una riduzionecompresa tra il 40 e il 50%.Invece non perdono “appeal” equote di mercato le varietà più“nobili”, che si sono rivelate im-muni al crollo generalizzato deiconsumi ortofrutticoli dopo lotsunami “batterio killer”. Nellospecifico - sottolinea la Cia - si sti-ma una produzione pressoché

stabile per la varietà tardiva diTreviso Igp, che si dovrebbe atte-stare sui 550 mila chili. Ancorameglio fa il Variegato di Castel-franco Igp, per il quale si prevedeun aumento produttivo del 27%.Un rialzo che conferma il suotrend da record, legato soprattut-to all’ampliamento di terrenocertificato: infatti, se nel 2009-2010 si producevano 189.080 chilidi Variegato di Castelfranco (più57% rispetto all’annata preceden-te), nel 2010-2011 si è giunti aquota 262.508 chili, mettendo asegno una crescita tendenzialedel 38%.Insomma, a pagare a caro prezzol’ultimo allarme alimentare inordine di tempo sono solo i pro-duttori del radicchio più a buonmercato, i più diffusi e utilizzati,che in molti casi a luglio hannorinunciato a seminare -continuala Cia- scoraggiati dai prezzi suicampi, che nei mesi scorsi hannotoccato i 5-10 centesimi al chilo,contro i 35 centesimi al chilo so-lo di costi produttivi. Molti agricoltori, soprattutto inprovincia di Venezia, hanno deci-so di ridurre la superficie desti-nata alla coltivazione della cico-ria rossa. ●

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Radicchio, prezzi elevatiper le varietà pregiate

La campagna autunnale evidenziaun’ampia forbice tra le produzioni certificate

e quelle comuni, che vedono ridursi le superfici

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CONSERVEITALIA

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Esportazioni positive per il ficod’India. La Sicilia, primo produt-tore europeo, sta riuscendo a rag-giungere molti mercati esteri tracui Francia, Inghilterra, Germa-nia, Olanda, Est Europa, Russia,Canada e Nord America. Tuttaviaci sono delle differenze nell’inviodelle produzioni, a seconda se idestinatari siano del Nord Euro-pa o dei Paesi dell'Est.“A questi ultimi sono riservate leproduzioni a prezzi inferiori”,sottolinea CarmeloDanzi, presidentedel Consorzio del Fi-co d'India Dop del-l’Etna, come ripor-tato dal Giornale diSicilia. “Tra i merca-ti più virtuosi vi so-no quelli dell’Olan-da e della Germa-nia. I consumatoripiù abituali sonoquelli di origine me-ridionale o comunque apparte-nenti al bacino del Mediterraneo.Al contrario le popolazioni nor-diche si stanno avvicinando alconsumo del frutto ma devonoancora superare l’ostilità neiconfronti della buccia, della pre-senza di spine e semi”.Resta il fatto che il mercato del fi-co d’India è in continua evoluzio-ne. “Questo mercato - spiega sem-pre Danzì - è riuscito ad evolversida nicchia ad un mercato di inte-resse sempre più importante. Ilfico d’India Dop ha dimostratonegli ultimi anni, rispetto agli al-tri poli produttivi siciliani, unamaggiore possibilità di imporrela propria tipicità e il legame conil vulcano che con le caratteristi-che minerarie dei terreni di col-

tivazione conferiscono alla col-lettività un prodotto unico e irri-petibile. In un momento di nor-malità economica un Consorziodi tutela, come quello da me di-retto - prosegue Danzì - dovrebbeoccuparsi della valorizzazione,salvaguardia e tutela delle produ-zioni interessate. Purtroppo vi èla consapevolezza che il momen-to vissuto dal nostro sistema pro-duttivo è di crisi con pochi prece-denti, allora è necessario un nuo-

vo spirito che muovai consorzi di tutelaverso nuove strade"."Nello specifico pen-so ad una industriadel fico d’India checoinvolga operatoria tutti i livelli, indu-stria farmaceutica,della cosmesi, agroa-limentare in sensostretto per finire coni produttori di mate-

ria prima, gli agricoltori”. Intan-to, si sta facendo sempre più stra-da l’eventuale utilizzo delle pecti-ne, di cui sono particolarmentericchi i fichi d’India, per allunga-re la vita dei prodotti di IV Gam-ma. Attualmente, la durata suimercati di questi prodotti è di po-che ore, ma si è notato che si po-trebbe arrivare, con l’ausilio diqueste sostanze sino a 28 giornidi conservazione negli scaffalidella Gdo.“Si capisce come gli scenari inne-scati dall’uso di queste nuove tec-nologie - conclude il presidentedel Consorzio del Fico d’Indiadell’Etna - aprano nuove oppor-tunità, anche sul piano dell’occu-pazione all’interno dei centri diconfezionamento etnei”. ●

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Il fico d’India non conosce frontiere

Aumentano le esportazioni dalla Siciliaai Paesi europei, ma anche al Nord America.

Consorzio Dop dell’Etna soddisfatto

Il comitato europeo di gestio-ne per l’organizzazionecomune dei mercati ha aboli-to il sistema delle licenze diimportazione delle banane.Una decisione presa con sod-disfazione da parte di Fresh-fel Europe che ha sostenutoper mesi l’abrogazione diqueste licenze, divenuteridondanti dopol’introduzione del regime diimportazione con sistema ta-riffario unico. La decisione di abolire ilsistema delle licenze diimportazione delle bananedovrebbe entrare in vigore il1º gennaio 2012, in attesadella pubblicazione nellaGazzetta ufficiale dell'Unioneeuropea che avverrà nelleprossime settimane. Ogni an-no, circa 4,8 milioni ditonnellate di bananeprovenienti da Paesi terzi so-no importate nell'Unione eu-ropea. Sebbene le bananeprodotte nei Paesi ACP- Afri-ca, Caraibi, Pacifico - circa900.000 tonnellate - non sia-no soggette a licenze diimportazione dopo la libera-lizzazione totale del mercatoavvenuta nel 2008, altri Paesi- principalmente del Centro eSud America - finora hannosempre dovuto presentare talilicenze.Philippe Binard, delegato ge-nerale di Freshfel, ha dichia-rato che “le licenze perl’import di bananeattualmente svolgono un ruo-lo puramente di monitorag-gio e sono gravose per glioperatori. Inoltre non hannopiù un valore aggiunto einformazioni affidabilipossono essere raccolteanche attraverso banche datidell’Ue, come Eurostat.Pertanto, Freshfel accogliepositivamente tale decisione”.

Banane, sistema delle licenze abolito

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il Macfrut rimarrà a Cesena an-che nel 2012. Altra novità riguar-da la Regione Emilia Romagnache ha diffuso una nota ufficialein merito alla prospettiva di co-stituire una società unica dellefiere di Rimini, Forlì e la stessaCesena nell’avanzata ipotesi dicostituire un unico polo fieristi-co romagnolo.“Compensazione” è la parolachiave che il Comune di Cesenasi aspettava all’interno della trat-tativa sulla costituzione della so-cietà unica delle fiere. Si tratta inbuona sostanza del riconosci-mento del principio rivendicatodai cesenati nella trattativa conRimini e Forlì: nel caso dello spo-stamento di un evento fieristico(ed è ovvio che si parla del Mac-frut, da portare a Rimini in spazipiù grandi e di maggior appealinternazionale), ci dovrà essereuno 'scambio' con un altro ap-puntamento fieristico di buon li-vello. E a Cesena, da sempre, sipensa alla fiera del fitness ora aRimini.La riunione in Regione era statapresentata dalla parte riminese -trainante per dimensioni e im-portanza - come un passaggiocruciale, per obbligare i cesenatiad entrare subito nella societàsenza contropartite precise (i for-livesi, gravati da un mastodonti-co debito, sono accodati a Riminiper tempi più celeri). In realtànon è successo nulla di dramma-tico.L’assessore regionale alle attivitàproduttive dell’Emilia RomagnaGian Carlo Muzzarelli ha sposatoin pieno il più cauto orientamen-to cesenate. “Fiere Romagna, ri-parte il tavolo per una soluzioneoperativa”, riconosce diplomati-camente la nota ufficiale dellaRegione che indica “l'obiettivo disviluppare un polo fieristico ro-magnolo integrato e di qualitànel sistema fieristico regionale

per ottenere una nuova forzacompetitiva”.All'incontro di metà novembreconvocato dall’assessore Muzza-relli, hanno preso parte tra gli al-tri il sindaco di Cesena, PaoloLucchi, presente insieme al vice-sindaco Carlo Battistini, il sinda-co di Forlì Roberto Balzani, il pre-sidente di Fiera Forlì Giorgio Gra-zioso, il presidente di Fiere di Ri-mini Lorenzo Cagnoni,l’assessore della Provincia diForlì-Cesena Maurizio Castagno-li.“Si vuole valorizzare i brand fieri-stici ed i luoghi sul territorio -spiega la Regione - per stimolarenuove opportunità imprendito-riali. Questo passaggio aggregan-te sarà fondamentale per creareun soggetto più robusto. Solo cosìinfatti, attraverso il nuovo sogget-to, si possono sviluppare azionipiù forti a vantaggio del territo-rio romagnolo”. E poi esplicita ilpassaggio decisivo che in sostan-za apre la strada alla costituzionedella società: “L’accordo conterràuna previsione esplicita in basealla quale in caso di spostamenti,ad oggi non previsti, degli eventi

fieristici, dovranno necessaria-mente essere corrisposte dellecompensazioni per altri appun-tamenti sul territorio. L’intento èquello di valorizzare al massimole filiere produttive già presenti edi qualità sul territorio romagno-lo”. I tempi per la costituzione delpolo fieristico romagnolo dun-que slittano rispetto alle previsio-ni riminesi. Per quanto riguarda il calendariodel Macfrut 2012, invece, sarà an-ticipato e si terrà non più in otto-bre, ma da mercoledì 26 a ve-nerdì 28 settembre. La decisione di anticipare è statapresa “in considerazione delle ri-chieste emerse dagli espositori edei suggerimenti raccolti dai visi-tatori, soprattutto da quelli stra-nieri che costituiscono l’area dimaggior sviluppo della fiera”,spiega Scarpellini. “L’evento po-trà beneficiare di una riviera ro-magnola ancora attiva, con mag-giori opportunità logistiche e mi-gliori servizi per i partecipanti.L’organizzazione della prossimaedizione è già operativa e si stan-no approntando alcune immi-nenti missioni all’estero”. ●

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Macfrut 2012 ancora a Cesenama anticipa a fine settembre

Niente trasferimento a Rimini, almeno fino al 2013:lo ha deciso la Regione Emilia Romagna dopo

una riunione tra politici e presidenti delle fiere romagnole

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ogisticaL CorriereOrtofrutticolo

● Mirko Aldinucci

Non immuni, ma più forti dellacrisi. Gli imballaggi riutilizzabilicontinuano la progressiva espan-sione nel settore ortofrutticolo. Enon solo in quello. “Tutto sommato quello che staper andare in archivio è stato unanno positivo - afferma Emanue-le Timpanaro, direttore di EuroPool System Italia - chiudiamo inattivo in tutta Euorpa e in Italiaci apprestiamo a mettere a segnoun significativo +10% rispetto alfatturato 2010, trascinati daltrend positivo dell’export. Conti-nua a incrementare il numerodelle catene che si affida ai con-tenitori riutilizzabili. La tedescaEdeka ad esempio sta concen-trandosi sempre più sul pooling,mentre nel secondo semestre del2011 siamo riusciti a stringere unimportante accordo con AuchanItalia. E nei prossimi mesi ci sa-ranno altri operazioni significa-tive che però è prematuro antici-pare”.Certo i problemi non mancano.A partire dal costo delle materieprime “con la plastica aumentatamediamente del 10% nel corso

dell’anno” e dalla difficoltà di ri-scuotere i crediti.Ma le prospettive restano interes-santi: “Ci attendiamo un 2012 si-mile, se non ancora migliore al2011, con il consolidamento inGermania e l’aumento delle rota-zioni in Italia”, conclude Timpa-naro.“Gli imballaggi riutilizzabili asponde abbattibili Cpr System -dice l’amministratore delegatodella cooperativa Gianni Bonora- rappresentano oggi un modello

di estrema attualità consideran-do il decollo della green eco-nomy anche in Italia e soprattut-to considerando che gli imbal-laggi in plastica riciclabile ridu-cono in misura importantel’immissione di rifiuti nell’am-biente”, “La riduzione dei rifiuti oggi èuno dei temi più importanti edattuali in tutta Europa. Ne sonoesempio anche le numerose ini-ziative promosse dalla Ue persensibilizzare su questo tema, ci-

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Aumentano gli ordini e gli accordi con le catene della Gdoper le aziende produttrici di imballaggi riciclabili,

che faticano ma tengono testa alla difficile congiuntura

IIll ““rriiuuttiilliizzzzaabbiillee”” nnoonn ssii ffeerrmmaa

Da sinistra Emanuele Timpanaro, Gianni Bonora e Giovanni Giantin

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to ad esempio la recente settima-na internazionale della riduzio-ne dei rifiuti, tenutasi dal 19 al 27novembre 2011; una iniziativaimportante che ha visto il coin-volgimento di moltissime realtàche operano in questo campo edha portato ad una nuova sensibi-lità da parte del consumatore edelle Istituzioni. Ogni anno, conl’utilizzo di Cpr System si riducel’immissione nell’ambiente di ol-tre 100.000 tonnellate di rifiutisolidi derivati dalla filiera orto-frutta”.“Il 2012 - prosegue Bonora - saràcome tutti si aspettano un annomolto difficile per le economieoccidentali e non solo. Ritengotuttavia che i modelli innovativi,la ricerca di nuove strade finaliz-zate soprattutto alla compressio-ne dei costi di produzione e al-l’aumento della competitivitàsiano gli elementi chiave peruscire dalla crisi”. “I problemi del settore - si sottoli-nea da Cpr - sono senza dubbiolegati al calo generalizzato deiconsumi. È chiaro che le dinami-che recessive che possono profi-

larsi nel 2012 vanno pesantemen-te ad influenzare la propensioneal consumo degli italiani. È unelemento già presente dal 2011ma probabilmente potrebbe ac-centuarsi. Tuttavia ritengo che lagrande economicità del nostro si-stema e la dinamica del circuitochiuso cooperativo potrà eviden-ziare ancora meglio gli elementidi forza e quindi risentire menodelle difficoltà”.Cpr System conclude Bonora, stalavorando per la messa a puntodi strumenti che vadano ad in-centivare la competitività del si-

stema ortofrutticolo: “Un ele-mento su cui concentreremo inostri sforzi nel 2012 è rappre-sentato dal sistema trasporti.Stiamo studiando una formulache attraverso la piattaforma Tec-nolog di Cesena e con una inte-grazione più completa del siste-ma trasporti nel circuito potrà ri-spondere alle esigenze attuali delmercato italiano”.“Il 2011 è stato un altro anno im-portante per Ifco”, dice il diretto-re generale Eleonora Gemini“Abbiamo immesso sul mercatouna serie di innovazioni realiz-zando imballi riutilizzabili perbanane, frutti di bosco, oltre acarne e uova, che rendono possi-bile il mantenimento del prodot-to fresco con la massima prote-zione ed efficienza nel trasporto.In particolare l’imballo “Caja deOro” per le banane offre la mi-gliore gestione ed ottimizzazionedel raffreddamento termico al fi-ne di garantire la freschezza del-la merce. Allo stesso tempo, latemperatura costante e la ventila-zione ottimizzano la maturazio-ne del prodotto”.

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ogisticaL CorriereOrtofrutticolo

Chep annuncia nuovi piani di espansione in Eu-ropa Centro-Orientale. Amplierà infatti le proprieattività per la gestione pallet, attualmenteesistenti in 23 Paesi europei, in altre sette nazio-ni: Romania, Bulgaria, Croazia e Serbia nei Balca-ni ed Estonia, Lettonia e Lituania nel Baltico.“Questa strategia risponde alle esigenze dei nostriclienti” commenta Rodney Francis, chep central& Eastern Europe President. “L’ambiente dellasupply chain in Europa Centro-Orientale è in ra-pida modernizzazione e la maggior parte delleaziende che trattano beni di largo consumo stan-no utilizzando i pallet per le loro operazioni dimovimentazione. Ciò ha portato i nostri clientiattivi in quei Paesi a richiederci la stessa qualitàdi servizio e di attrezzature che assicuriamo loroin Europa Occidentale”. Chep opera in EuropaCentro-Orientale dal 1998 e la sua presenza nellaregione si sta rafforzando sempre più grazie alleattività esistenti in Repubblica Ceca, Grecia, Un-gheria, Polonia, Slovenia e Turchia.“Molte multinazionali hanno deciso di trasferire

le operazioni in Europa Centro-Orientaleadottando il sistema di pooling di pallet Chep do-po aver sperimentato le inefficienze e i costi ele-vati legati all'utilizzo dei pallet in legno bianchiin interscambio” continua Francis.“Questa espansione ci permette di rispondere alleesigenze dei nostri clienti con servizi potenziati,che consentiranno loro di migliorare l'efficienzaoperativa e ridurre i costi della supply chain, sen-za parlare degli ulteriori vantaggi ambientali ga-rantiti dal sistema di pallet riutilizzabili Chep”spiega Rodney Francis. “L’ingresso in questi settePaesi consentirà a Chep di rafforzare le propriepartnership strategiche con le principali aziendeglobali operanti nei beni di largo consumo, deiprodotti agricoli e retail, oltre che ampliare gra-dualmente il servizio ai clienti nazionali”.In queste nuove realtà, Chep impiegherà risorselocali per implementare le migliori best practiceaziendali e gestire l’utilizzo dei pallet da parte diservice provider, distributori al dettaglio e clientilocali.

Il pooling di pallet di Chep si prepara a “sfondare” in sette nuovi Paesi dell’Europa Orientale

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CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA

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Per quanto riguarda il mercatoitaliano, Ifco prosegue nella suaofferta di servizi dedicati a neces-sità particolari e nel 2011 ha con-tribuito al fortissimo aumentonel segmento degli imballaggiutilizzati per la quarta gamma.Per il 2012 si stimano oltre 8 mi-lioni di movimenti dedicati aquesto particolare settore che ve-de coinvolte alcune tra le più im-portanti industrie di produzioneitaliane. Oltralpe, dopo aver sottoscrittocontratti di servizi nel terzo tri-mestre 2011 con 18 grossisti dialimenti biologici in Germania,l’obiettivo di Ifco per il 2012 è uncostante ampliamento della li-nea di prodotti, acquisizione dinuovi clienti, e l'espansione del-la tutela ambientale in tutta Eu-ropa. Tra i grossisti di alimentibiologici in Germania ci sono an-che Denree e Weiling, che hannoannunciato l’intenzione di conti-nuare a sviluppare la cooperazio-ne con Ifco per il prossimo futu-ro. Questa è un’altra testimo-nianza della crescente domandadi soluzioni riutilizzabili ecologi-che in tutto il settore alimentarebiologico.Oltreoceano, c’è anche SafewayUsa ad accelerare la transizioneall’uso di imballi riutilizzabiliecologici Ifco. Con più di 15 cen-tri di distribuzione in cui, in me-no di 6 mesi, sono stati introdottigli imballi riutilizzabili Ifco, Sa-feway stabilisce nuovi standardper i rivenditori. “Gli imballi a rendere Ifco sonoal 100% riciclabili e riduconol’inquinamento in modo signifi-cativo rispetto ad imballi di car-tone”, si tiene a sottolineare dal-l’azienda. “Questo si traduce, inparticolare, in una riduzione im-portante dei costi di smaltimen-to dei rifiuti e l’eliminazione deirifiuti stessi”.Giovanni Giantin, titolare di Pla-stic Nord, azienda padovana chevanta un’esperienza decennalenel campo della produzione diimballaggi in plastica perl’ortofrutta, realizzati attraversoil recupero di materiale post-con-

sumo, afferma che il mercato de-gli imballaggi a perdere nel setto-re ortofrutticolo sta diventandosempre più difficoltoso e soggettoall’andamento dell’economia ingenerale e che l’unico modo perrestare competitivi è quello dipuntare sull’innovazione: “Il 2011ha rappresentato la continuazio-ne di un disegno di sviluppo chela Plastic Nord ha iniziato nel2009 e che si sta confermandoidoneo ai tempi ed alla situazio-ne del mercato. La crisi “nata”nel 2009, si è fatta sentire nel2010 ed ha continuato a farsi sen-tire nel 2011 soprattutto dal pun-to di vista strettamente economi-co legato alla capacità dei clientidi rispettare gli impegni presi ele scadenze concordate”. “Plastic Nord - dice ancora Gian-tin - si è diversificata dalla con-correnza grazie alle sue cassettein plastica non tradizionali, divarie tipologie e misure che bensi adattano a qualsiasi genere difrutta e verdura e che conferisco-no al prodotto un’immagine for-te, grazie ad un design accatti-vante ed originale. Tutto ciò ha

permesso all’azienda di mante-nere una quota di mercato signi-ficativa nel corso degli anni e ad-dirittura di aumentarla a piccolipassi; superare la crisi attualeche perdura da ottobre 2008 è dif-ficile, ma forti delle peculiaritàche ci hanno contraddistinto neltempo, la stiamo affrontandocontinuando a proporre nuoviimballaggi”.Ad oggi le tipologie di imballag-gio più richieste, comunque, ri-mangono sempre il 30x50x13,5 e30x50x16 cm, ma le altre misurestanno prendendo sempre piùpiede a scapito delle misure tra-dizionali, si evidenzia dall’azien-da veneta. “In questi anni - prosegue Gian-tin - abbiamo immesso sul mer-cato due nuove tipologie di im-ballaggi che stanno riscontrandorisultati più che positivi; la LineaElite, una cassetta di dimensioni30x40x9 cm. che rappresenta unvero e proprio vassoio ideato erealizzato per la vendita a collo ela Linea Melone, di dimensioni30x50x17 cm., studiata per conte-nere il melone e tutti i prodottipesanti”. “Nel 2011 abbiamo lanciato unimballaggio dalle misure tradi-zionali (30x50x16 cm.), ma conun disegno a piccoli rettangoli alfine di inserirsi in quella fetta dimercato dei prodotti orticoli dipiccole dimensioni come adesempio i fagiolini. Mentre per ilprossimo anno stiamo studiandoun imballaggio idoneo ad inse-rirsi sul mercato della vendita acollo del prodotto ortofrutticolo”. “La crisi economica sta intaccan-do un settore, quello dell’agricol-tura, che già da diversi anni co-munque non viaggiava in acquefelici, mentre i prodotti italianipur essendo pubblicizzati, sonosempre più “aggrediti” da quellistranieri che riescono ad arrivarenei nostri mercati a prezzi deci-samente competitivi”, concludeGiantin che tiene a sottolineareil lavoro svolto dal CO.N.I.P. perespandere l’utilizzo ed il recupe-ro degli imballaggi in plastica aperdere. ●

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EPS

Euro Pool System, scopri i vantaggiscopri i vantaggi

Il sistema di Euro Pool System funziona alla perfezione

www.kaisers.de / www.europoolsystem.it

Il sistema di Euro Pool System funziona alla perfezione Il sistema di Euro Pool System funziona alla perfezione

La catena di supermercati tedesca Kaiser’s Tengelmannsta progressivamente sostituendo gli imballaggi monousocon imballaggi riutilizzabili. I consumatori, sempre piùconvinti dell’importanza di imballaggi e processi di produ-zione sostenibili, rivestono un ruolo fondamentale in talescelta. La catena di supermercati punta a profilarsi comeun’organizzazione affidabile e socialmente responsabile.

Thomas Kühnle, approvvigionatore ortofrutta per Kaiser’s,aggiunge: “Tutto questo significa che anche i nostri partnercommerciali devono condividere le stesse aspirazioni. I nostriprodotti devono infatti soddisfare le esigenze dei clienti,

senza per questo diventare più costosi. Kaiser’s Tengelmanncollabora con Euro Pool System ormai da dieci anni. Ognianno, sono circa nove milioni le cassette verdi di Euro PoolSystem che girano all’interno della nostra organizzazione.Siamo entusiasti di questa collaborazione. L’offerta dicontenitori è ampia, la disponibilità, la rotazione e ilprocesso di lavaggio sono ben organizzati. Per noi, il fattorepiù importante rimane l’ottima collaborazione a livellostrategico. Euro Pool System dimostra che il sistemafunziona davvero. Inoltre l’azienda ci è di grande aiutonella valutazione e nella progettazione degli sviluppi futuri.

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CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA

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Nel 2011 la filiera “tecnologica”ha proseguito la ripresa congiun-turale iniziata nel 2010, seppurcon minore intensità: questo ciòche emerge dai dati dell’Osserva-torio di Ipack-Ima - diretto dalprofessor Giampaolo Vitali, se-gretario del Gruppo Economistid’Impresa, docente ricercatoredel CNR - relativi al primo seme-stre 2011 e alle previsioni sul se-condo semestre del 2011 sull’an-damento della filiera tecnologicaper l’industria manufatturiera inItalia che caratterizza la fieraIpack-Ima (a Fieramilano dal 28febbraio al 3 marzo 2012). Un’industria importante perl’economia italiana quella prota-gonista di Ipack-Ima,con un fatturato totalenel 2010 di 37.567 mi-lioni di euro, di cui25.807 relativi al settoreimballaggi e 11.760 aisettori dei beni stru-mentali, che compren-de macchine perl’alimentazione, per ilpackaging e per la mo-vimentazione indu-striale. Una filiera che occupa143.410 addetti edesporta quasi il 29% del-la produzione, con unpicco di esportazionedell’88% che riguarda le macchi-ne per il packaging (Fonte Ipack-Ima su dati Ucima e Anima).L’Osservatorio mostra come ilprimo semestre 2011 si chiudacon una stima di aumento del fat-turato totale da parte del 40% del-le imprese del campione, e unapercentuale sempre elevata(29%) di aumento delle esporta-zioni, che si somma al 60% chene indica una costanza, in pre-senza di una stabilità occupazio-nale dichiarata da più dell’88%delle imprese. In linea i dati pre-visionali del secondo semestre,

in cui poco meno del 40% delleaziende continua ad attendersiuna crescita del fatturato e il 60%una stabilità, il 26% e il 64% pre-vedono rispettivamente un au-mento e una stabilità dell’export,e l’83% delinea uno scenario oc-cupazionale immutato. La disgregazione dei due macro-settori macchinari e materia-li/imballaggi, mostra come, inun clima percepito abbastanzapositivo da entrambi, le imprese

dei materiali-imballaggi abbianovisto una maggiore crescita di fat-turato (46%) rispetto al 36% dicrescita dei macchinari, che percontro hanno però una crescitadi esportazione più elevata (34%)rispetto agli imballaggi (21%).L’analisi di Ipack-Ima si basa suuna survey realizzata su un centi-naio di imprese che occupanonel complesso circa 8000 addettie fatturano circa 1.5 miliardi dieuro. L’originalità dello studio ècaratterizzata da un approccio di-saggregato per “settore di destina-zione” dei macchinari, indivi-

duando così la congiuntura diogni linea di produzione, e dallapresenza nel panel di riferimen-to non solo di imprese che pro-ducono impianti, ma anche com-ponenti, imballaggi, materiali esemilavorati. In questo modo vie-ne analizzata l’intera filiera in-dustriale che si attiva per la pro-duzione in nove comparti defini-ti “Business Communities”, checomprendono Beverage (bibite,soft drink, acque, energy drink,succhi, baby drink, birra, vino),Chemicals/Industrial & Home(petrolchimica, pitture, vernici,inchiostri, pulizia casa, detersi-vi), Confectionary: (cioccolato,gomme, caramelle, canditi, liqui-

rizia, gelatine, torrone,confetti), Dairy (latte,fermenti, yogurt, bur-ro, formaggi, panna,baby food, gelati),Grain Based Food –GBF (pasta, pane, bi-scotti, pasticceria, fari-ne, riso, cereali, cu-scus, mangimi), Hy-giene & Beauty (profu-mi, cosmetici, igienepersonale, creme, pro-dotti di bellezza, curapersona), Meat (bovi-ni, suini, avicoli, ovini,caprini, equini, cuni-coli, pesce e altre car-

ni), Vegetable & Fruit (IV e Vgamma, verdure, conserve, fruttafresca e secca, composte), Phar-ma (medicinali). Confrontandoinfine le varie Business Commu-nities nel periodo di riferimento,si osserva come il fatturato delprimo semestre 2011 sia aumen-tato soprattutto per GBF, Pharma,Beverage e Meat, mentre le espor-tazioni sono cresciute nelle im-prese di Pharma, GBF, Hygiene &Beauty e Confectionary; quasi unsesto delle imprese di Confectio-nary e GBF ha anche aumentatol’occupazione. ●

E la filiera “tecnologica”nel 2011 ha continuato la corsa

Osservatorio Ipack-Ima: ok i fatturati delle imprese di materiali e imballaggi

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Consulta Generale per l’Autotras-porto e la Logistica e Comune diCesena hanno recentemente si-glato l’accordo per realizzare unastruttura per il trasporto di pro-dotti alimentari freschi. Prestoverrà avviata la progettazioneoperativa. Il passo in avanti per lacreazione della nuova piattafor-ma è giunto grazie all’inserimen-to della struttura nel Piano Nazio-nale della Logistica. In base all’intesa, il Comune diCesena, in quanto soggetto cherealizzerà l’infrastruttura, si im-pegna a preparare il progetto de-finitivo entro quattro mesi, stan-ziando 100 mila euro per taleobiettivo. Per farlo, costituirà ungruppo di lavoro, comprendente

anche gli imprenditori del setto-re. Uno degli elementi che carat-terizzeranno la piattaforma saràlo scalo ferroviario di Villa Selva,che diventerà il terminal inter-modale dell’area. “Con questo atto si pongono le ba-si concrete per far decollare unprogetto fondamentale per il no-stro territorio”, hanno commen-tato il sindaco di Cesena, PaoloLucchi, e l’assessore ai LavoriPubblici, Maura Miserocchi. Conl’accordo, inoltre, Consulta e Co-

mune s'impegnano a migliorareil ciclo operativo e commercialedei prodotti del settore agroali-mentare, valorizzando le relazio-ni di rete e di distretto sul territo-rio; realizzare strutture per il con-solidamento dei prodotti, miglio-rando il processo di ritiro, raccol-ta e preparazione dei carichi; otti-mizzare le procedure di assegna-zione dei carichi agli operatoridel trasporto; rafforzare il sistemacombinato ferroviario dedicatoper le altre aree; consolidare la re-lazione fra le imprese e i distretti;mettere a punto e implementareil supporto telematico Itc perl’intera catena logistica; promuo-vere accordi di settore per la filie-ra agricola. ●

CorriereOrtofrutticoloLogistica

Piattaforma intermodale cesenate,c’è l’accordo: si lavora sul progetto

Il Comune ha quattro mesiper definire nel dettaglio

l’infrastruttura

Assologistica è stata nomi-nata membro del Board diEla - European LogisticsAssociation -,organizzazione che riuni-sce oltre 30 associazioninazionali dei Paesi Ue delCentro e West Europa.Presieduta da JosMarinus, Worldwide Logistics Network Leaderdella Divisione Beverage del Gruppo Danone,ELA è molto attiva nel campo della formazionefinalizzata, su basi Pan europee, alla condivisio-ne ed all’accettazione di standard comuni per losviluppo della cooperazione logistica focalizzatasull’industria e sul commercio in Europa. Per tali peculiarità e per la valenza che da sem-pre Assologistica attribuisce alla formazione edalla cultura logistica per lo sviluppo delle impre-se in conto terzi, sarà il ramo Assologistica Cul-tura e Formazione a seguirne direttamente le at-tività principali. La partecipazione di Assologi-stica alle organizzazioni europee ed internazio-nali ha lo scopo non solo di recepire i mercati,ma ha anche il proposito di promuovere e soste-nere le istanze e le capacità logistiche in contoterzi italiane.

Assologistica entranel board dell’europea Ela

Nel corso dei prossimicinque anni Shenzhen av-vierà diversi progetti ma-rittimi, tra cui lacostruzione del porto e losviluppo del turismo nau-tico. Le Autorità locali, se-condo quanto dichiaratoalla stampa dal direttore

generale della Shenzhen Oceanicadministration, He Yongzhi, sarebbero intenzio-nate a spingere ulteriormente la già positiva cre-scita dell’industria marittima della grandemetropoli della Cina meridionale.Dal 2006 al 2010, il settore ha generato unoutput di 104,8 miliardi di Rmb (circa 16,42 mi-liardi di dollari), registrando una crescitaannuale dell’8% e rappresentando nel solo 2010circa l’11% dell’intero Pil dell’economia dellamunicipalità cinese. Per raggiungere una mag-giore crescita entro il 2015, Shenzhen dovrebbemigliorare le infrastrutture della banchina con-tainer del porto di Yantian, completare la secon-da fase del progetto della rotta marittima diZhonggu, velocizzare l’ammodernamento delporto di Taizi a Shekou e avviare i lavori dell’a-rea portuale di Bao’an e di Yantian.

Cina, a Shenzen si investepesantemente sul marittimo

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CorriereOrtofrutticolo LOGISTICA FLASHL

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Nella prima metà del 2011 il tra-sporto marittimo tedesco è riu-scito a recuperare terreno. Se-condo i dati dello StatistischesBundesamt (Enti di statistica te-desco), i porti marittimi hannoregistrato merci per 144 milionidi tonnellate, rappresentando unaumento del 6,4%. Nonostante ivalori si aggirino ancora ad unaquota di -11% rispetto alla primametà del 2008, il settore è riusci-to a dimostrare una certa ripresa,confermata soprattutto dal tra-sbordo di container (20%). Neiporti tedeschi è stato misuratoun volume di container di 7,5milioni di Teu. Al primo postonella crescita degli scambi la Ci-na secondo posto la Russia (più218.000 Teu) e al terzo gli StatiUniti (più 123.000 Teu).

GERMANIA/1Recupera terreno

il trasporto via mare

Il porto d’Amburgo torna ad esse-re il secondo porto per containerin Europa. Nei primi nove mesiha trattato 6,8 milioni di unità dicontainer, corrispondente ad unaumento del 15,3% rispetto allostesso periodo dell’anno prece-dente. Nel porto di Anversa, in-vece, la gestione di container siattestava a 6,5 milioni di unità,ossia un aumento del 3,1%. Rot-terdam si classifica al primo po-sto in Europa per il trasporto dicontainer con il 31,7%, seguitoda Amburgo con il 23,7% ed An-versa con il 23%.

GERMANIA/2Container, Amburgoseconda in Europa

Due aziende indiane utilizzeran-no il porto di Zeebruges per ef-fettuare la loro distribuzione inEuropa. Lo ha annunciato Joa-chim Coens, l’amministratoredelegato della società portuale diZeebruges, in occasione dellamissione commerciale che si stasvolgendo attualmente in India.Si tratta di Emrald Tyres, il piùgrande produttore di gomme permateriale portuale e grandi mac-chine in India. Questa società esporta verso tuttoil mondo e opererà a partire del2012 a Zeebruges per l’Europa.Anche Super Auto Forge, il pro-duttore indiano di componentiper automobili intende utilizza-re il porto di Zeebruges comepiattaforma europea di distribu-zione.

BELGIO

L’India sbarcaa Zeebruges

Manca solo l'ufficialità ma sem-bra essere cosa fatta l’intesa tra ilporto di Civitavecchia e Dole. Sele indiscrezioni trapelate nell’ul-timo periodo verranno confer-mate, da gennaio 2012 sarà il por-to di Civitavecchia ad accogliereil centinaio di migliaia di tonnel-late di banane che la multinazio-nale americana invia puntual-mente in Italia ogni anno.È invece una novità ormai acqui-sita e ufficializzata da tempo ilcambiamento radicale delle mo-dalità di trasporto dei preziosi ca-richi di frutta esotica, che non ar-riveranno più nel nostro Paesestivati in una delle cinque stori-che “navi bananiere” con le qualila multinazionale ha rifornitol'Europa dall’Ecuador; è statoadottato un altro sistema di tra-sporto navale e distribuzione condei moderni contenitori refrige-

rati. Per Civitavecchia - ma ancheper il sistema logistico e distribu-tivo del Lazio - si tratterebbe diuna operazione molto importan-te sotto ogni punto di vista. E certo non esauribile, come si-gnificato generale e valore, nelprobabile raddoppio dei volumidi frutta attualmente movimen-tati presso il terminal refeer del-la banchina 25 “Cfft” (Civitavec-chia Fruit Forrest Terminal) chepesano già qualcosa come100.000 tonnellate all'anno, so-prattutto di frutta esotica.

CIVITAVECCHIA

A gennaio arrivano le (nuove) navi di Dole

Trieste e la Turchia hanno unnuovo collegamento via mare. AIzmir è stata inaugurata, alla pre-senza del ministro turco ai Tra-sporti, la rotta tra il porto di Alia-ga e quello italiano, coordinatodall’operatore logistico turcoLojistik. Il servizio usufruirà di containerda 45 piedi (con Gps che consen-te ai clienti di seguire le spedi-zioni) e il trasporto retroportua-le con intermodalità ferroviaria.Le merci, come si legge su Tra-sporto Europa, verranno convo-gliate via treno da Manisa (zonaindustriale di Izmir) ad Aliaga,così come da Trieste saranno in-stradati verso le destinazioni fi-nali, tanto italiane quanto estere,con treni blocco. Al servizio èstato imposto un limite massimodi trasporto via camion di 200chilometri.

TRIESTE

Nuovo collegamentocon la Turchia

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Prove generali di recessione? Asettembre le vendite al dettagliosono calate dello 0,4% (dato de-stagionalizzato) rispetto ad�agostoe dell'1,6% (dato grezzo) su baseannua. Nella media del trimestre�luglio-settembre 2011 l’indiceIstat è sceso dello 0,6% rispetto aitre mesi precedenti. Nel confronto con agosto 2011, levendite di prodotti alimentari di-minuiscono dello 0,2% e quelle diprodotti non alimentari dello0,4%. Su base tendenziale, invece,le vendite di prodotti alimentariaumentano dello 0,7%, mentrequelle di prodotti non alimentariscendono del 2,5%. Il calo annuodelle vendite al dettaglio è statosoprattutto effetto della netta di-minuzione registrata nelle im-prese operanti su piccole superfi-ci (-2,8%), mentre ha retto lagrande distribuzione (+0,2%),dove spicca il�risultato ottenutodai discount alimentari (+2,9%).Secondo Coldiretti, il 25% degliitaliani ha aumentato nel 2011 lafrequenza dei discount mentre,all’opposto,il 38% ha ridotto lapropria presenza nei negozi ali-mentari tradizionali, che rischia-no un vero crack mentre tengonosostanzialmente i supermercati. “Si evidenzia la tendenza da par-te di un crescente segmento dellapopolazione ad acquistare pro-dotti alimentari a basso prezzonei discount, a cui però può cor-rispondere anche una bassa qua-lità con il rischio che il rispar-mio sia solo apparente”, ha affer-mato il presidente della Coldiret-ti Sergio Marini. Risparmiare oltre un certo limitesul cibo può significare nutrirsidi alimenti che possono averecontenuto scadente - ha precisatoMarini - con effetti negativi sulpiano nutrizionale, sulla salute esul benessere delle persone. Il fe-nomeno di riduzione significati-va dei negozi tradizionali deter-

mina anche evidenti effetti nega-tivi legati alla riduzione dei ser-vizi di prossimità ma anche unindebolimento del sistema rela-zionale, dell’intelaiatura socialee spesso anche della stessa sicu-rezza sociale dei centri urbani. Acontrastare lo spopolamento deicentri urbani va segnalata peral-tro la crescente presenza di mer-cati degli agricoltori e di Botte-ghe di Campagna Amica. Per Confcommercio “il dato sullevendite al dettaglio diffuso dall'I-stat conferma lo stato di diffi-coltà in cui versano i consumidei beni commercializzabili: asettembre si è registrata la quintavariazione congiunturale negati-va consecutiva, fenomeno chepuò essere interpretato comel’entrata in una fase recessiva”. “Il calo dei fatturati di� molte im-prese - continua la confederazio-ne presieduta da Carlo Sangalliin un comunicato stampa - chegià scontano da tempo una con-trazione dei margini, ha spintomolte aziende ad applicare conestrema cautela gli aumenti deri-vanti dall’innalzamento al 21%dell'aliquota ordinaria, come evi-denzia anche l’approfon-dimentodiffuso dall’Istat. Il sistema pro-duttivo-distributivo, quindi, hatraslato in avanti l’incrementodell’imposta in misura inferiorealle attese”. E d’altra parte, con il possibileaumento dell’Iva al 23%, non sipossono escludere nuovi modera-ti incrementi dei prezzi nei mesidi novembre e di dicembre. Sulversante della fiducia l’Istat certi-fica un miglioramento del climache permane tuttavia su livellistoricamente bassi. ●

CorriereOrtofrutticoloistribuzione

Vendite al dettaglio in caloConfcommercio: è recessione

Negativi i dati degli ultimi mesi del 2011 e le previsioni per il 2012. E l’incremento dell’Iva al 23%

viene visto come ulteriore elemento destabilizzante

D

Con la crisi si registra unacrescita record del 7,8% deifurti nei supermercati chesuperano il valore di 3miliardi in Italia. È quantoemerge da una analisi dellaColdiretti su dati “Barometrodei furti nella vendita al det-taglio” del Centre for RetailResearch nei paesi europei,aggiornata al giugno 2011.I furti nei supermercati rag-giungono il massimo storicocon una media di oltre 150euro per famiglia all’anno,pari al 1,39% del totale dellevendite al dettaglio. Nella li-sta dei prodotti chescompaiono più facilmente iprodotti per la barba, acces-sori per l’abbigliamento, for-maggi, giacche e cappotti,carne e profumi. Si tratta direferenze più facili danascondere in borse, borsetteo nelle tasche, ma che posso-no anche essere comodamen-te indossate sperando di farlafranca.Particolarmente prese di mi-ra le specialità alimentari co-me il Parmigiano Reggiano eil Grana Padano.

Furti record: oltre tre miliardi di euro

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Tra affreschi, arredi sontuosi esfarzi propri del Barocco del XVIIsecolo, si è svolto, in un teatralesalone all’italiana, il meeting perfesteggiare il primo ventennaledel Cedi Sisa Centro Nord, con isuoi soci, l’industria, i managerecc.L’incontro, dal titolo “20 anni in-sieme, 1991-2011” ha visto anchela presenza dei vertici nazionalioltre che al presidente di CoralisEleonora Graffione, i quali han-no testimoniato la solidità di ungruppo che, grazie a una visionestrategica lungimirante e un altovalore manageriale, è sempre cre-sciuto, sfidando le grandi discon-tinuità storiche.Dopo il caloroso saluto dei consi-glieri nazionali, il presidente Ser-gio Cassingena ha introdotto lagiornata di festa, ripercorrendo ipunti salienti dai primi anni 90’quando il centro distributivo sichiamava Cedi Padano, sino aigiorni nostri, sottolineandone,tra l’altro, l’alta performance diinnovazione.“La determinazione, la volontà diperseguire i propri obiettivi, sem-pre e comunque, e soprattuttol’impegno dell’organizzazione dicredere in un progetto imprendi-

toriale comune ha premiato que-sto Cedi dalle riconosciute poten-zialità” - ha dichiarato Cassinge-na - “Ad oggi, infatti, sono ben 12le regioni gestite dal CentroNord; un impegno che non hamai registrato battute d’arresto, eanche ora, in una situazione diforte instabilità macro economi-ca, rilancia nuovi piani di svilup-po all’insegna di una prossimitàglobale d’eccellenza ”.Daniele Fornari, docente dell’U-niversità Bocconi di Milano, nelsuo dettagliato intervento ha po-sto l’accento sull’importanza deivalori che hanno fatto del CediSisa Centro Nord una realtàesemplare.Dal 1991 ad oggi il fatturato è pas-sato da 2,5 a 345 milioni di euro.Merito, è stato detto, dell’impe-gno imprenditoriale di centinaiadi soci medio piccoli che sonoriusciti ad affrontare la rivoluzio-ne commerciale propria del mer-cato distributivo degli ultimi 20anni ma anche del modello di go-vernance adottato, basato su unaleadership riconosciuta da tutti,capace di creare sia una fortecoesione sociale, sia una rilevan-te capacità di proiezione strategi-ca. ●

63D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

I 20 anni di CediSisa Centro Nord

Fior FioreCoop:

a Milanoun salottodi delizieda tutta

Italia

Ha aperto a Milano in dicembre, in corso Garibaldi 59 “Fior fioreCoop”, temporary store. L’insegna è Coop, ma è un luogo molto diversoda un supermercato: una sorta di salotto dove parlare di cibo e goderedi degustazioni accompagnate da un buon bicchiere di vino. Protago-nisti i prodotti della linea Fior Fiore Coop con oltre 250 specialità tro-vate scandagliando in lungo e in largo i territori e spaziando dai pro-dotti confezionati sino a arrivare alle carni e alcune varietà seleziona-te di ortofrutta. Fior Fiore Coop continua a crescere a un ritmo sostenuto: lo dimostrail +23,6% nei mesi gennaio-settembre 2011 su gennaio-settembre 2010.

Meeting per celebrare il gruppo, che in quattro lustri ha visto decollareda 2,5 a 345 milioni di euro il fatturato

Il gruppo di grande distribu-zione belga Delhaize ha rea-lizzato nel terzo trimestre unfatturato di 5,33 miliardi dieuro, con un aumento dello0,4% rispetto allo stessoperiodo dell’anno scorso. Lacrescita ha però subito gli ef-fetti sfavorevoli dei tassi dicambio. L’utile aziendale èdiminuito del 4,7% fino a 238milioni di euro. Negli StatiUniti, che rappresentano il65% del fatturato totale delgruppo belga, i benefici sonoaumentati del 3,5%. Inoltre,il mercato belga ha conosciu-to una progressione del solo0,2% nel periodo in esame. Infine, l’Europa del Sud-Est el’Asia hanno registrato unaprogressione totale notevolepari al 49,2%, grazieall’acquisizione del grupposerbo Delta Maxi, la crescitadelle attività della filiale gre-ca Alfa Beta e l’ottimo anda-mento del gruppo rumenoMega Image.

Delhaize, flettel’utile aziendale

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Crescita, potenziale sviluppo einnovazione nel biologico: diquesto si è parlato a Milano almeeting milanese di AlmaverdeBio, società consortile leader delbiologico in Italia. Oltre 150 i partecipanti, tra gior-nalisti, buyers e opinion leader, èstato una buona occasione per fa-re il punto su un settore semprepiù importante nel panoramaagroalimentare italiano, con am-pie potenzialità di crescita.Il 40% dei consumatori italianidichiara interesse per i prodottisalutistici e di questo, ben il 25%mostra propensione al consumodi alimenti biologici. Il biologico tuttavia, nonostante isegnali positivi, si mantiene an-cora al 3% della spesa alimentarecomplessiva delle famiglie italia-ne pari a 1,8 miliardi di eurocomplessivi, considerando la to-talità dei canali commerciali, dicui circa 480 milioni nella mo-derna distribuzione. È da queste premesse che nasco-no i cinque punti per lo sviluppodel settore, presentati al Meetingdal presidente di Almaverde BioRenzo Piraccini (nella prima fotoin alto):I dati - secondo Piraccini - evi-denziano una palese sproporzio-ne tra mercato potenziale del bio-logico e mercato reale. Il settoreha enormi potenzialità ancorainespresse e ritengo che gli ele-menti chiave per la crescita delsettore siano i seguenti:- La caratterizzazione dell’areadi vendita del biologico all’inter-no dei supermercati, che facilitail consumatore nel reperimentodelle referenze e invoglia all’ac-quisto d’impulso;- La presenza di una marca nota especializzata, che garantisca erassicuri il consumatore all’inter-no delle strutture commercialidella Grande Distribuzione;- Una maggiore promozionalità

sui prodotti biologici, non tantoesasperando la leva del prezzo,quanto evidenziando con conti-nuità i prodotti oggetto dellacampagna;- L’innovazione costante sui pro-dotti quale strumento per inter-cettare nuovi bisogni dei consu-matori dinamicizzando l’offertae coniugando le novità di prodot-to ad alto contenuto di serviziocon i requisiti di salubrità e sicu-rezza che solo il bio può offrire.- La promozione dei consumi diprodotti biologici in tutti i seg-menti distributivi compresa la ri-storazione commerciale, i bar, iristoranti, le gelaterie e tutti ipossibili format distributiviHo.Re.Ca in cui sia possibile co-municare i valori del bio.“È evidente - ha concluso Piracci-ni - che Almaverde Bio è il part-ner ideale per lo sviluppo del bio-logico, perché possiede nel suodna gli ingredienti base per rea-lizzare progetti di category ma-nagement di successo.”Uno degli elementi di forza perla crescita del settore in terminidi consumi delle famiglie è sen-

za dubbio rappresentato dalla co-municazione ed è sulla pubbli-cità al consumatore che si con-centrano i maggiori sforzi econo-mici di Almaverde Bio che lan-cia, da dicembre, una nuovacampagna in cui si porranno inevidenza gli elementi emozionalidi una scelta semplice e naturalefatta per “Volersi Bene”. È questoil nuovo slogan della campagnaAlmaverde Bio, una esortazioneverso la ricerca di valori essen-ziali per un benessere complessi-vo, non solo personale ma ancheper l’ambiente che ci circonda, eche trova nel biologico una forterassicurazione.“La nuova comunicazione - ha di-chiarato il direttore Paolo Pari(nella foto sopra a destra) - è unaevoluzione che proietta Almaver-de Bio verso un posizionamentodi marca affidabile per una lineadi prodotti alimentari di qualità,tutti biologici, destinata a unpubblico ampio. Una scelta im-portante alla cui base ci sono lanotorietà della marca, la suagamma, la professionalità el’esperienza delle aziende”. ●

D i c e m b r e 201164 www.corriereortofrutticolo.it

Innovazione, promozione, brand:il biologico studia come consacrarsi

Al meeting di Almaverde Bio indicate le priorità per lo sviluppo dell’organic che necessita, tra l’altro,

di maggiore caratterizzazione dell’area di vendita

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www.deruitersementi.it

CIKITO

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Cikito è il primo vero datterino per la raccolta a grappolo.

I grappoli, spesso multi-stelo e talora a spina di pesce, sono sempre

eleganti, con frutti dal colore rosso scuro, lucido e peso medio di 15-

20 g. La dolcezza e la croccantezza che caratterizzano i frutti sono il

motivo del successo presso i consumatori. La tenuta in post raccolta,

la resistenza alle spaccature e l’assenza di alone giallo lo rendono

particolarmente apprezzato sia dai produttori, sia dai commercianti

e dalla GDO. Cikito è un prodotto LYCO+, ha un alto contenuto in

licopene, l’antiossidante che neutralizza i radicali liberi e contribuisce

alla prevenzione di molte malattie. Cikito è dotato di una buona

tolleranza al marciume apicale. Adatto a tutti i trapianti.

Il datterino che piace alla G.D.O.

Page 68: Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

CorriereOrtofrutticoloB iologico news

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La domanda dei consumatori te-deschi di prodotti biologici au-menta. Lo rivela un’analisi diNielsen. Nella prima metà del2011 il valore delle vendite è in-fatti cresciuto del 10% raggiun-gendo un fatturato di circa 1,2miliardi di euro. L’incremento intermini di volume è stato pariall’8,8%.Lo sviluppo pieno di slancio delbiologico si nota in particolareconfrontando le vendite di pro-dotti biologici con quelle conven-zionali: queste hanno registratoun’incremento in valore pari al2%, mentre il volume è calato leg-germente dello 0,7%.Riguardo ai canali di distribuzio-ne alimentare, il biologico ha in-crementato la sua quota sul fattu-rato della Gdo e delle catene di

drogherie del 3,3%.La crescita è parzialmente dovutaal fatto che i discount hanno am-pliato l’assortimento bio, circaun terzo dei prodotti biologiciviene infatti venduto attraversoquesto canale. Ma anche i super-mercati, ipermercati e catene didrogherie hanno raggiunto untasso di crescita di due cifre.Il fatturato totale con i prodottibiologici in Germania ha rag-giunto nel 2010 i 5,9 miliardi dieuro. Il commercio specializzatodi alimenti biologici ha fatto se-gnare un aumento delle venditedell’8% nella prima metà 2011 ri-spetto allo stesso periodo dell’an-no precedete. Da alcuni anni lasuperficie coltivata in modogreen continua a cresce media-mente del 5%. L’anno scorso la

GERMANIA

Superfici coltivate e vendite in progressoBrandeburgo, Saarland e Assia regioni leader

JaNatürlich, mar-ca di prodotti bio-logici lanciata daisupermercati Bil-la e Merkur nel1994 è molto ven-duta in Austria evede la grossa par-tecipazione, intermini di produ-zione di agrumi,degli agrumicol-tori siciliani, con-siderati pionieri del settore. Ol-tre 1.100 gli articoli che nel 2010hanno realizzato un fatturato di290 milioni di euro. In Austriaogni anno 5.500 tonnellate diagrumi tra cui 3.500 di limoni e1.000 di arance, vengono impor-tate dalla Sicilia dal gruppoRewe, proprietaria delle cateneBilla e Merkur.

I produttori di mele e pere delloStato di Washington, sul Pacifico,stanno incrementando le espor-tazioni di pomacee biologiche inAsia spuntando guadagni supe-riori del 15% rispetto agli espor-tatori di frutta convenzionale. Imercati più promettenti sono laTailandia, Taiwan, Hong Kong eSingapore.È quanto emerso nel corso di uncongresso tenutosi proprio nelloStato di Washington, a cui hannopartecipato 500 tra coltivatori ecommercianti di frutta. Nel 2010sono stati confezionati più di 5,9milioni di cartoni di mele biolo-giche coltivate su una superficiedi 14mila 800 acri. Le mele biosono il 5% del totale delle melecoltivate nello stato. Anche laCalifornia tende a incrementarele coltivazioni biologiche.

STATI UNITI

In Asia piaccionole mele di Washington

Un impianto per la produzionebiologica di succhi di frutta e divini è stato recentemente inse-diato a Zagorje (Regione dellaCroazia settentrionale, situata anord di Zagabria) dall’aziendaBobo trgovina che si occupa dicoltivazione di frutti di bosco (ri-bes, mirtillo nero, fragole, sam-buco e menta) e della produzio-ne di succhi di frutta e di vinisenza uso dei conservanti e deicoloranti sintetici. La Bobo trgo-vina possiede un terreno di 3 et-tari che al momento dispone di6.000 arbusti di ribes, 110 alberidi sambuco-dai quali ha prodotto5.000 litri di succo di sambuco.L’azienda ha coltivato 600 kg difragole dai quali ha prodotto ilvino. Il sodalizio ha ottenuto icertificati ecologici ed un brandper i suoi succhi di frutta.

CROAZIA

Succhi biologicia Zagorje

AUSTRIA

JaNatürlich “ringrazia”gli agrumi siciliani

coltivazione biologica si è estesasu 1 milione di ettari, con unaquota del 6% sull’intera superfi-cie agricola in Germania. Secon-do le informazioni della catenadei supermercati biologici Alnatura, il Brandeburgo con quo-ta 10,8% è leader tra le regionitedesche. Seguono la Saarland(10,2%) e l’Assia (9,9%). Le auto-rità politiche tedesche ricono-scono l’importanza del settorebiologico e intendono aumenta-re tramite vari incentivi entro il2020 la superficie coltivata bio-logicamente al 20% del totale.

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Il Mercato Ortofrutticolo di Mer-cabarna chiuderà il 2011 con unlivello di commercializzazioneleggermente superiore al 2010.Tuttavia, il valore sarà minore.Mentre l’innovazione continua acaratterizzarne l’attività. Lo dice Montserrat Gil di Ber-nabé (foto a sinistra), direttricegenerale di Mercabarna.

Rispetto all’anno che sta perconcludersi quali dati di com-mercializzazione, in volume efatturazione, presentano le im-prese ortofrutticole di Merca-barna? Le previsioni del Mercato Centra-le Ortofrutticolo, considerandoche i dati sono aggiornati alla fi-ne di ottobre, mostrano che chiu-deremo questo 2011 con un volu-me di commercializzazioneuguale o superiore a quello del-l’anno scorso, circa 1.100.000 ditonnellate, mentre si prevede cheil prezzo medio diminuisca dicirca il 10%. Non possiamo di-menticare che durante quest’an-no un evento ha condizionatocompletamente il comportamen-to del Mercato: la crisi dell’E.Coliesplosa alla fine di maggio. Que-sto ha segnato significativamenteil comportamento del Mercato,soprattutto, in relazione ai prezzidegli ortaggi. La maggior partedella produzione destinata all’e-

sportazione, a causa della chiusu-ra delle frontiere da parte di al-cuni Paesi europei, è stata assor-bita dal mercato nazionale; ciòha determinato un’eccedenza diprodotto nel Mercato e, comeconseguenza, una discesa signifi-cativa dei prezzi di questi ultimimesi. A tutto ciò bisogna aggiun-gere che il clima ha rallentato lacrescita e la maturazione di alcu-ni prodotti di stagione.

Che importanza ha l’aspetto for-mativo per le imprese di Merca-barna? La formazione è una necessitàche, sempre di più, vivono le no-

stre imprese e questo si vede ri-flesso nel Settore della Formazio-ne di Mercabarna. In questo sen-so, uno dei servizi che si sta svi-luppando maggiormente è la for-mazione in “company”; le impre-se che vogliono formare i proprilavoratori in un campo specificoricorrono al Settore della Forma-zione affinché organizzi un corsosu misura. Si riscontra un gransuccesso in alcuni corsi già con-solidati come quelli di manipola-zione di alimenti, di lingue, maanche i corsi per mulettista ed al-tri nuovi che vengono organizza-ti, come quelli di progettazionedi siti web, gestione d’insoluti,tecniche di conservazione... Nellastessa direzione, bisogna sottoli-neare il Corso di Specializzazionein Gestione delle Aziende Grossi-ste di Alimenti, già alla sua setti-ma edizione, sostenuto dall’asso-ciazione Assocome, insieme allaFondazione Triptolemos e all’U-niversità Politecnica della Catalo-gna, in collaborazione di Merca-barna. Nell’ambito formativovorrei sottolineare anchel’accordo firmato, quasi un annofa, con la scuola di commercio

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Il Centro barcellonese chiude il 2011 con dati analoghi all’anno precedente e punta su formazione e innovazione.

Intervista alla direttrice Montserrat Gil di Bernabè

MMeerrccaabbaarrnnaa iinn...... ffoorrmmaa

Montserrat Gil di Bernabè

Page 70: Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

Lo scorso luglio Intercitrus hascelto come nuovo presidente Fe-lipe Juan (Asaja, Coag-Ir, Upa).Con lui inizia una nuova tappaper l’interprofessione che cer-cherà di trovare una soluzione aquestioni basilari per il propriofunzionamento.

Presidente Juan, in che situa-zione si trova l’organizzazioneinterprofessionale da lei guida-ta? Intercitrus si porta dietro alcuniinconvenienti legati, in larga mi-sura, al ritardo nel pagamentodelle sovvenzioni, ma stiamo giàlavorando alla ricerca di soluzio-ni e speriamo che questa situa-zione si risolva in breve tempo.Va anche ricordato che l’attualequadro legislativo non ci conferi-sce un margine di manovra trop-po ampio. Per questo, i legislato-ri dovrebbero attivare tutti queglistrumenti che permettano piùoperatività a queste entità. Nelcaso di Intercitrus, tutti gli accor-di devono passare all’unanimità,sempre difficile da raggiungere.

In vista dell’attuale stagione di

raccolta, si sono ratificati deicontratti tipo di compravenditaper arance e mandarini. Vera-mente si stanno concludendo efirmando questi accordi? Il modello di contratto di com-pravendita, a peso, per la suacommercializzazione in fresco,consuetudine propria del settoredegli agrumi, avallato dal Gover-no e pubblicato sulla Gazzetta Uf-ficiale, è uno strumento che offreuna sicurezza giuridica indispen-sabile per il settore, poiché stabi-lisce un sistema di arbitraggio incaso sorgano controversie. Inter-citrus promuove l’utilizzo di que-sto contratto e, come è ovvio, ilsuo utilizzo sarebbe maggiore nelcaso in cui fosse previsto qualchetipo di incentivo. Certo è che si-no ad oggi è stato usato molto po-co. Mi piacerebbe chiarire che inquesti contratti omologati si sta-bilisce la data limite di pagamen-to, come il prezzo fisso e che nelcaso di inadempimento va fattacomunicazione alla commissio-ne di sorveglianza di Intercitrusaffinché medi nel conflitto. Du-rante la passata stagione si è me-diato in 10 casi. Questa è l’attività

CorriereOrtofrutticoloM ondo

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Esade, con l’obiettivo di promuo-vere i corsi che impartisce que-sto centro in settori come la di-rezione generale, il marketing,le strategie commerciali, le ven-dite o la direzione finanziaria.

L’innovazione è essenziale perdifferenziarsi. Al momento, aquali progetti sta lavorando ilvostro Mercato? La direzione di Mercabarna èconsapevole dell’importanza chel’innovazione ha e, per questo,sosteniamo le azioni in questosettore, poiché gran parte delleimprese presenti nel settore del-le industrie alimentari sono Pic-cole e Medie e, come tali, non di-spongono delle agevolazioni del-le grandi società. Siamo giuntiad importanti accordi conl'IRTA, il Parco Scientifico e Tec-nologico Agroalimentare di Llei-da, PCiTAL, e la Piattaforma Bar-cellona Zona Innovazione (BZ),al fine di avvicinare l’innovazio-ne e la tecnologia di ultima ge-nerazione alle imprese alimen-tari, con l’obiettivo di poter au-mentare la loro efficienza neiprocessi industriali, promuoven-do l’innovazione, tanto nei trat-tamenti di trasformazione comenel miglioramento della qualità,la sicurezza alimentare, ecc. Allostesso modo, le ultime iniziativeche stiamo portando a terminein materia di innovazione ven-gono implementate attraversol’Associazione Clúster Alimenta-rio di Barcellona, entità che pro-muove Mercabarna con la colla-borazione dell’Associazione diConcessionari di Mercabarna, ilConsorzio della Zona Franca e22@Barcelona e che raggruppa23 imprese alimentari associate.Questa associazione, creata piùdi due anni fa, ha come obbietti-vo quello di attivare una piat-taforma di collaborazione strate-gica per il settore che permettaalle imprese iscritte di migliora-re la propria competitività me-diante l’adozione di progetti in-novatori e lo scambio di infor-mazioni e conoscenze.

da “Mercados” - Siviglia

Spagna, interprofessionecon le mani legate

Il j’accuse di Felipe Juan, neo presidente di Intercitrus:la legislazione e l’obbligo di unanimità nelle decisioni

limitano l’operatività. In calo i raccolti di agrumi

Page 71: Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

che, attualmente, nell’ambitodelle norme vigenti, può svilup-pare Intercitrus.

Le previsioni prevedono che laproduzione spagnola si ridurràdell’11%. Che dato possiede In-tercitrus? In generale occorre considerarenon solo i dati quantitativi maanche i qualitativi, che rivestonoun’importanza specifica, vistoche in questa stagione di raccoltacon meno produzione per albero,la qualità è migliore, grazie ad uneccellente equilibrio aci-dità/zuccheri. Perciò, se il climanon creerà problemi, ci saràun’evoluzione scaglionata dellaraccolta senza eccessi di offerta.

A causa delle gelate, durante laraccolta è stata immessa sulmercato frutta rovinata. Fino ache punto questo ha determina-to i cattivi risultati registrati nelsettore? Senza dubbi uno dei problemipeggiori per il settore sono le ge-late. È chiaro che la gestione diuna gelata è un tema complessoma davanti a tali eventi tutti gli

operatori devono fare un eserci-zio di responsabilità collettivache ostacoli l’arrivo sui mercatidi frutta che non riunisca le con-dizioni commerciali adeguate,dato che alla fine tali comporta-menti pregiudicano tutto il setto-re. Per affrontare tale tema si èfissato di costituire, all’interno diIntercitrus, un gruppo specificodi lavoro per studiare come af-frontare le gelate, partendo dallaconsapevolezza delle difficoltàche ciò implica. È necessario

continuare ha lavorare, perchéquello che il settore degli agruminon fa non verrà certamente fat-to per lui da altri. È nostra re-sponsabilità lavorare congiunta-mente per migliorare la situazio-ne in cui ci troviamo.

Quasi il 40% della produzionedegli agrumi non ha un canalecommerciale definito; crede chedovrebbe esistere una commer-cializzazione più strutturataper evitare la pressione dellagrande distribuzione? Il potere della gran distribuzionederiva dalla sua forte concentra-zione. C'è uno squilibrio nellanegoziazione all’interno della ca-tena del valore. La questione cru-ciale è come ristabilirel’equilibrio e probabilmente larisposta bisognerebbe cercarlanello sviluppo degli aspetti delnuovo Pac che alludono in mododiretto all’esistenza di questisquilibri nell’ambito della filieraagroalimentare. È responsabilitàdi tutti lavorare congiuntamenteper migliorare la situazione delsettore”.

da “Mercados”- Siviglia

CorriereOrtofruttIcolo MONDO

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69D i c e m b r e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Scossone in casa di Hortyfruta, organizzazioneinterprofessionale spagnola, dell’Andalusia. Le as-sociazioni dei produttori Coag e Asaja hanno de-ciso di lasciare l’organizzazione perl’impossibilità di migliorare la redditività degliagricoltori e gestire i prezzi in periodo si crisi. Adannunciarlo Andrés Gongora (COAG Almeria), eFrancisco Vargas Presidente di Asaja Ameria.La decisione, come riporta Valenciafruit, è statapresa individualmente dalle due Op spagnole. Per entrambe tuttavia Hortyfruta, costituitasiquattro anni fa, non ha rispettato le aspettativenel soddisfare le esigenze degli agricoltori, sia acausa delle restrizioni legali in materia diconcorrenza sia per la “riluttanza” deicommercianti e del Ministero dell'Agricoltura delConsiglio di Andalusia nel rispettare determinatiimpegni. Gongora ha sottolineato che le organizzazioniagricole avevano sottoscritto la creazione di unorgano interprofessionale per la promozione di

frutta e verdura a condizione che questo operasseanche per cercare nuove soluzioni per la regola-mentazione dei mercati e la gestione delle crisi.Ha inoltre ricordato che lo stesso Ministero avevasollecitato il settore a riorganizzarsi sotto unorgano interprofessionale, impegnandosi adalleggerire le regole nonché di offrire nuovi stru-menti di gestione del mercato. Nel frattempo, il consiglio d’amministrazione diHortyfruta ha nominato nuovo presidente dell'or-ganizzazione Francisco Góngora già consiglieredelegato per il settore agroalimentare allaCajamar Caja Rural.

Andalusia, scossone per HortyfrutaCoag e Asaja se ne vanno

Felipe Juan, presidente di Intercitrus

Page 72: Corriere Ortofrutticolo Dicembre 2011

Dopo 18 anni di attese e lunghetrattative, la Russia è entrata a farparte della World Trade Organiza-tion, ovvero l'Ocm, Organizzazio-ne mondiale del commercio, eparteciperà al prossimo summitdell’Organizzazione che si terrà ametà dicembre. Questo impli-cherà una maggiore aperturacommerciale da parte del Paese.Ciò significherà minori dazi al-l'import (tetto massimo chescende dal 10 al 7,8%) e maggiorcompetitività nell'export, conuna maggiore spinta moderniz-zatrice necessaria per le impreseex-sovietiche. Verranno inoltregradualmente aboliti i sussidi al-l'agricoltura e verrà introdotta ladifesa della proprietà intellettua-le. Le banche russe permetteran-no agli investitori stranieri di en-trare nel loro capitale fino aduna quota del 50%.Nel settore ortofrutticolo in parti-colare, secondo un report di In-terfax pubblicato sulla rivista de-dicata al mercato ortofrutticoloAgrooglyad, nel corso di circa unanno si dovrebbero ridurre le ta-riffe russe all’importazione degliagrumi: in particolare per learance la tariffa all’importazionecalerà dagli attuali 0,02 euro perchilo (5%) fino ad arrivare nel2013 ad un valore non inferiore a0,017 euro per ogni chilogram-mo. Per il pompelmo, invece, ilmedesimo dazio calerà fino adun ammontare non inferiore a0,015 euro per chilo.Di conseguenza si prevede anchel’abbassamento della tariffa al-l’importazione degli altri agru-mi, quali il mandarino, il limonee il lime. Al contrario, secondoInterfax, rimarranno stabili i da-zi per l’uva da tavola, la papaya ela banana, mentre quello dell’a-nanas dovrebbe calare dal 5% at-tuale al 3%.La riduzione del dazio sulle mele(la Russia è il primo importatore

mondiale di questo frutto) sarà dicirca il 50%.L'attuale dazio sulle mele impor-tate dal primo gennaio al 31 mar-zo e dal primo aprile al 30 giugnoè di 0,10 euro al chilo. La Russiadovrebbe aderireà al WTO entrola metà del 2012: da allora la tas-sa scenderà a 0,06 euro e, nel2017, dovrebbe arrivare a 0,03 eu-ro (e a 0,015 euro al chilo per lemele importate da inizio aprileal 30 luglio).Il dazio all’importazione per lepere invece sarà decurtato dellametà entro il 2015. ●

CorriereOrtofrutticoloM ondo

D i c e m b r e 201170 www.corriereortofrutticolo.it

Russia nella World trade organizationDazi ridotti per alcuni ortofrutticoli

Dopo 18 anni di estenuanti trattative.Ora dovrebbero ridursi le tariffe legate all’import di agrumi

e restare immutate quelle inerenti uva, papaya, banane

La Francia ha proposto all’ultima riunionedella commissione Unece (Commissione eco-nomica per l’Europa dell’Onu), a Ginevra,una modifica delle norme di commercializza-zioni internazionali per le castagne e le cilie-gie. Le norme Unece fungono da riferimentoper quei prodotti che, con le recentimodifiche, non hanno più un proprio regola-mento specifico.Modifiche che sono assoggettate alla legge comunitaria di caratteregenerale. Nel caso venga calibrato il prodotto, il rimando è dunquealle disposizioni della Commissione economica. Le modifiche pro-poste dalla Francia per le castagne riguardano la definizione di undiametro minimo di 25 millimetri, al di sotto del quale il prodottonon sarebbe commercializzabile; la riduzione della tolleranza perla qualità dal 20 al 10%; l’estensione della norma castagne, oltre aifrutti di Castanea sativa e di Castanea crenata e loro ibridi, ancheai frutti di Castanea mollissima, specie di provenienza cinese, esuoi ibridi. Le proposte sono state rimandate ad una discussioneche si terrà il 12 maggio 2012.Per quanto riguarda le ciliegie, la proposta francese, che vorrebbeportare il diametro minimo del prodotto commercializzabile da 17a 20 millimetri e per le tre categorie extra, I° e II° e non solo perl’extra come è attualmente, è stata per il momento accantonataperché ha incontrato il parere sfavorevole di parecchie delegazioni.

La Francia chiede di rivederele norme su castagne e ciliegie

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In Austria nella stagione 2010-2011 sono state raccolte 225.000tonnellate di mele, con un au-mento del 14% rispetto alla sta-gione precedente. Un incremen-to figlio delle ottime condizioniclimatiche dell’autunno. Il tassodi auto-approvvigionamento inAustria è del 90% e grazie a un ot-timo lavoro di sviluppo e innova-zione del settore, si prevedononuovamente trai i banchi dei su-permercati anche vecchievarietà di mele. Una parteimportante della produzio-ne di mele viene esportata.La domanda per le melebiologiche e il succo di me-le aumenta costantemente.Forte l’incremento anchenella domanda da parte deiproduttori di alimenti perl’infanzia. Di conseguenzai produttori di mele biologi-che hanno attualmente dif-ficoltà di soddisfare la cre-scente domandaPassando agli ortaggi, daidati resi noti dall’Istitutonazionale di statistica, Sta-tistik Austria, risulta chenel 2010 in Austria sono state rac-colte 589.575 tonnellate di verdu-ra. La Regione della Bassa Austriasi colloca al primo posto con 308mila tonnellate, seguita da AltaAustria e Vienna rispettivamentecon 76 mila e 61 mila tonnellate.Gli austriaci consumano media-mente all’anno 110 chili di verdu-ra a testa: secondo le statistichedi RollAma, società specializzatain analisi del settore alimentare,nel 2010 sono stati spesi 87 milio-ni di euro per pomodori, 53,9 mi-lioni per peperoni e 31,6 milioniper cetrioli.

Nel primo semestre del 2011 in-tanto, le esportazioni di prodottialimentari austriaci hanno rag-giunto il valore di 4,5 miliardi dieuro, con un aumento del 21% ri-spetto allo stesso periodo nell’an-no precedente.Principale acquirente è stata laGermania, che richiede soprat-tutto latticini, formaggi e salumi,seguita da Italia, Stati Uniti eGran Bretagna.

Le aziende agricole e forestali au-striache, intanto, decrescono innumero ma aumentano in di-mensioni. È questo il trend cheemerge dai dati provvisori resinoti dall’Ufficio nazionale di sta-tistica, Statistik Austria: nel 2010sono state infatti contate 175.700aziende (il 6% in meno rispettoal 2007). Nel 1995, anno dell’adesione del-l’Austria all’Unione Europea, illoro numero toccava invece anco-ra le 240 mila unità con una su-perficie media di 31,8 ettari ri-spetto agli attuali 41,4. ●

CorriereOrtofruttIcolo MONDO

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Mele, Austria semprepiù “autonoma”

Auto-approvigionamento al 90% dopo la prolificastagione produttiva 2010-2011.

Quasi 600 mila le tonnellate di verdure raccolte

Il 30 settembre a Ozarów Ma-zowiecki, vicino Varsavia, si ètenuta la quarta edizione diFresh Market, conferenzacon successivi incontri B2b,diventata ormai il più grandeevento settoriale in Poloniadedicato ai fornitori di orto-frutta. La manifestazione è stata pa-trocinata, come nel 2010, dal-la Sezione per la Promozionedegli Scambi dell’Ambasciatad’Italia in Polonia.Durante la conferenza si so-no tenuti diversi interventidi esperti del settore ortofrut-ticolo, che hanno focalizzatoalcune problematicheconcernenti i prezzi dei pro-dotti e il loro consumo.Fresh Market 2011 ha rappre-sentato una buona occasioneper gli operatori del settoreper incontrare i buyers dellepiù rilevanti catene Gdo ope-ranti in Polonia acquirenti difrutta e verdura fresca.Tra i partecipanti agli incon-tri B2b erano presenti i rap-presentanti di numerose ca-tene: Tesco, Carrefour,Auchan, Intermarche,Kaufland, Biedronka (Jeroni-mo Martins), Makro Cash &Carry, Piotr i Paweł, Marcpol,PoloMarket, Stokrotka, ChataPolska, Bomi.Presso i propri stand hannopresentato le loro offerte im-portatori ed esportatori di or-tofrutta nonché le aziende difiliera e di servizi per questosettore, quali, ad esempio,fornitori di imballaggi e con-fezionamento.

Polonia, Fresh Marketsi consolida

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CorriereOrtofrutticoloM ondo Flash

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Exploit dell’export di mir-tilli per la regione argenti-na del Tucumàn. Secondo idati resi noti dal Comitatoargentino per i mirtilli, leesportazioni della regionedel Paese sudamericanohanno toccato le 3.700 ton-nellate, cioè il 20% in piùrispetto all’anno scorso.Gli invii di prodotto versol’Europa sono aumentatidel 78% (877 tonnellate),del 39% solo per il RegnoUnito (970 tonnellate).Il prodotto quest’anno do-vrebbe avere una qualitàelevata grazie alle condi-zioni meteorologiche favo-revoli toccando quota 4.700tonnellate contro le 5.000previste.

ARGENTINA

Sempre più mirtilli del Tucumànsulle tavole degli europei

Nel 2010 il prodotto lordo dell’a-gricoltura ungherese è aumenta-to del 9,8%. Per il 2011 è previstauna crescita maggiore grazie allecondizioni climatiche favorevoli,secondo quanto comunicato dalministero dello Sviluppo Rurale.I buoni risultati della produzioneagricola hanno contribuito note-volmente alla crescita del Pil un-gherese dell’1,4% del periodo lu-glio-settembre 2011. Dal 2004, an-no dell’adesione del paese all’Ue,il 2010 è stato l’anno in cui si è re-gistrato il valore migliore delleesportazioni, che hanno fatto re-gistrare un valore di 5,8 miliardidi euro.Uno dei prodotti ortofrutticolipiù importanti è la mela da tavo-la che è di buona qualità, mal’industria della lavorazione del-la mela magiara è costretta ad

importare il prodotto. Il vicepre-sidente della Federazione deiproduttori di ortofrutta (Fruit-veb) ha ribadito che in Ungheriamediamente si producono circa400-450 mila tonnellate di meleall’anno; nel 2010-2011 ne sonostate prodotte però solo 300 milatonnellate per motivi climatici:gelo, ghiaccio e troppa pioggia inprimavera, siccità in estate.

UNGHERIA

Aumenta il valore dell’agricolturaMa le mele sono sempre troppo poche

Il giorno 2 ottobre a Strumica, inMacedonia, è stato inaugurato ilnuovo Centro per raccolta e di-stribuzione di prodotti ortofrutti-coli “Agrofruktis”, investimentodella società croata “Agrokor” delvalore di 20 milioni di euro chesi estende su una superficie di8.000 metri quadri.Il Centro è configurato con piùmoderne attrezzature, refrigera-tori, calibratori, imballaggio e si-stemi di trasporto per l’accetta-zione e la distribuzione dal 200alle 300 tonnellate di verdura efrutta ogni giorno.Per questo periodo “Agrokor” pre-vede di esportare 50.000 tonnel-late di frutta e verdura nei mer-cati mondiali, con la tendenzanei prossimi anni di aumentarele esportazioni a 100.000 tonnel-late all’anno.

MACEDONIA

Inaugurato il “polo”Agrofruktis

In Belgio gli Ortomercati Brava eGreenpartners hanno deciso direalizzare una fusione. La nuovarealtà sarà denominata “Coobra”e potrà contare su un fatturatocomplessivo di 120 milioni di eu-ro, con una quota di mercato diotre il 10% della produzione bel-ga di ortaggi. Da notare che Brava disponed’ortomercati a Zellik e Kam-penhout, paesi nella Provinciadel Brabante Fiammingo, men-tre Greenpartners è attivo a Sint-Katelijne-Water, nella Provinciadi Anversa. Entrambe le ditte di-mostrano una gran complemen-tarità in quanto Greenpartnersoffre principalmente ortaggi col-tivati in serra e Brava dispone diuna larga offerta di cicoria belgaed altri ortofrutticoli.

BELGIO

Fusione tra Bravae Greenpartners

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CorriereOrtofrutticolo AGRUMI

numero 12 del 2011

SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

Rilanciare con decisione leesportazioni. È questa, si sa, unadelle chiavi di volta del settore or-tofrutticolo. E ciò vale sempre dipiù per il comparto degli agrumi,che se da un punto di vista pro-duttivo non prevede grandi stra-volgimenti rispetto alle scorsecampagne, per quanto riguardal’aspetto commerciale il mercatodovrà rivolgersi in maniera sem-pre più decisa fuori dai confininazionali per riuscire ad emerge-re e competere ad armi pari (oquasi) con gli altri Paesi produt-tori, in testa la Spagna che devecomunque a sua volta far fronte auna stagione complessa con unasensibile caduta iniziale dei prez-zi.Le previsioni della nuova campa-gna agrumaria, dal punto di vistaproduttivo, indicano volumi in li-nea con quelli del 2009-2010, ec-cezion fatta per i mandarini i cuiquantitativi dovrebbero calare inmodo significativo. Quest’annol’inizio dell’annata sarà caratte-rizzato da un consistente aumen-to di arance con calibro piccolo euna relativa diminuzione di quel-le con calibri medio-grandi. Que-sta situazione è stata causata dauna parte dalla siccità della scor-sa primavera, dall’altra dal caldofuori stagione e al ritardo delle

piogge in autunno. Secondo laCia Sicilia nell’isola il 60% dellearance coltivate saranno troppopiccole per essere vendute al det-taglio. Se a ciò si aggiunge un au-mento di produzione nazionaledel 18% circa, pari a 23 milioni diquintali, di cui la Sicilia rappre-senta all'incirca i due terzi, senzainterventi straordinari la campa-gne di raccolta arance 2011-2012rischia di essere una "debacle"per i produttori siculi.L’associazione di categoria temea questo si aggiunga come fattorenegativo la crescita produttivadei Paesi concorrenti come Ma-rocco (18%) e Turchia (10%), chepotrebbe creare speculazioni sui

prezzi e di conseguenza danneg-giare gli agricoltori.Questa la situazione prevista do-po un’annata 2010-2011 caratte-rizzata da un calo annunciato diprodotto nella seconda parte del-la stagione, con i prodotti tardivicome Tarocco e Valencia chehanno conosciuto una diminu-zione del raccolto di oltre il 30%,causando tra l’altro una chiusuraanticipata della campagna. Laminore disponibilità di prodottolo scorso anno ha determinatoanche una flessione delle espor-tazioni, dovuta sia all’assorbi-mento dei quantitativi principal-mente ad opera del mercato do-mestico, sia all’impossibilità di

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Agrumi, export valvola di sfogoindispensabile per risollevare

le sorti delle produzioni italianeLo sostengono, praticamente all’unanimità, gli operatori

del settore che prevedono una campagna ostica, con un rilevante incremento di calibri piccoli

e la concorrenza sempre più agguerrita del Nord Africa

Da sinistra Marco Eleuteri, Fabio Moschella e Paolo Parlapiano

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SCHEDA PRODOTTOSmantenere un range di prezzosufficientemente competitivo,considerando anche la contestua-le sovrapproduzione spagnola.“Nonostante questo contesto piut-tosto difficoltoso - sottolinea Sal-vo Laudani, marketing managerdell’azienda Oranfrizer di Scor-dia (Catania) - la nostra impresaha messo a segno un incrementodelle vendite, confrontando il2011 con il 2010, sia nel fresco chenel trasformato, che stimiamo,da qui alla fine dell’anno, in un10%. A questo risultato ha contri-buito sia l’andamento positivodella domanda sul mercato italia-no, sia l’incremento riscontratonelle esportazioni di arance ros-se, con una crescita in particola-re in Scandinavia e un esordio in-teressante in Spagna”.Per quanto riguarda la stagioneappena partita Laudani prevedeche “rispetto alla campagna pre-cedente la maggiore disponibi-lità di prodotto offerto, in parte, aprezzi più competitivi, dovrebberiportare anche le esportazioni airisultati ottenuti due anni fa. Perquanto riguarda Oranfrizer - ag-giunge il manager siciliano – ciaspettiamo un consolidamentodelle posizioni in alcuni mercatied una crescita in quelli apertipiù di recente. Risultati che pun-tiamo a raggiungere continuan-do a sostenere i nostri prodotticon azioni di marketing condivi-se con i nostri partners all’estero.Puntiamo anche a crescere in Ita-lia, soprattutto con il prodottotrasformato. Infine, ci auguriamoche l’apertura di nuovi mercati,come il Brasile e quanto prima laCina, possano permetterci di au-mentare ulteriormente il pesodell’export, confidando che i ser-vizi di logistica disponibili per-mettano alle nostre merci di arri-vare in tempi compatibili conquelli necessari a mantenere ele-vati standard qualitativi”.Francesco Sangari, uno dei rap-presentanti dell’omonima azien-da di Catania fondata all’iniziodegli anni Cinquanta come com-missaria ortofrutticola al merca-to all’ingrosso di Catania, non

nasconde le criticità che que-st’anno si potrebbero presentare,in primis proprio a causa dellamassiccia presenza di prodottodal calibro piccolo e perl’aumento previsto della produ-zione del 10%. “La difficoltà saràreperire merce con calibro supe-riore in grado di compensare leenormi quantità di arance picco-le in vendita”, sottolinea Sangari.“Le vendite sono partite con lavarietà Tarocco con un prezzo dimercato che varia dai 40 centesi-mi a un euro al chilo. Ad ognimodo il nostro obiettivo - rivelal’imprenditore catanese – è au-mentare le vendite del 10-15% sul2010-2011”. Annata quella passatache non ha regalato molte soddi-sfazioni all’impresa siciliana. “Laproduzione è stata mediocre -spiega Sangari - mediocre, conminori quantitativi rispetto al-l’anno precedente e con pocamerce di buona qualità”.L’intenzione dell’impresa etnea èquella di investire in pubblicità epromozione nella speranza di in-crementare le vendite, a cui siunisce l’obiettivo dichiarato diincrementare l’export, soprattut-to verso Canada e Stati Uniti. Laquota delle esportazioni rappre-senta circa il 60% dell’intero fat-turato che nel 2010 ha raggiunto i13.124.220 euro di cui 1.980.000solo di agrumi.Fratelli Sangari, che possiede uncentro di distribuzione nella zo-

na industriale di Catania (8 milametri quadri) e un centro di lavo-razione degli agrumi a Caltagiro-ne (20 mila metri quadri), com-mercializza i prodotti anche coni marchi Oraninja e Ketty attra-verso in particolare la grande di-stribuzione, esportando versoPaesi europei ed extra europei(Malta, Germania, Francia, Sviz-zera, Paesi dell’est Europa, Cana-da e Stati Uniti). Nell’ultimo de-cennio si è inaugurato un nuovomagazzino specializzato per ladistribuzione HO.RE.CA. e ilmarchio “Cuor di Natura”. Infinel’azienda ha acquisito nelle areedel Centro Agro Alimentare diCatania - M.A.A.S. - tre stand perun totale di circa 500 metri qua-drati. Il 40% della distribuzionedei prodotti avviene attraverso lagdo estera, il 45% attraverso imercati (di cui il 30% in Italia, il15% all’estero), il 10% per mezzodei magazzini, e il 5% versol’industria.Alessandro Scuderi, presidentedel consorzio Arancia Rossa di Si-cilia, sottolinea l’aumentato pesodell’export, che se per il prodottoin questione, cioè l’arancia rossa,quattro anni fa rappresentaval’8% del totale, nel 2011 ha rag-giunto circa il 12%, con un parti-colare apprezzamento da partedei consumatori inglesi, tede-schi, austriaci e scandinavi. “Lacampagna dell’arancia rossa que-st’anno partirà con due settima-

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ROSARIA

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

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SCHEDA PRODOTTOSne di ritardo, poco prima di Na-tale”, afferma Scuderi. Le previ-sioni parlano di una produzionedi arancia rossa attorno alle 20mila tonnellate (+30% circa ri-spetto all’annata precedente).“C’è molta attesa. Ma le sfide sigiocano soprattutto fuori dai con-fini nazionali. Per esempio percompetere con la Spagna, chequest’anno tuttavia dovrebbe ave-re un calo produttivo del 10%,dobbiamo essere in grado di in-novare e “conquistare” il consu-matore puntando sulla differen-ziazione del prodotto comuni-cando le peculiarità delle arancesiciliane. Non sarà facile vista lapersistente crisi dei consumi. Cisarà da lottare ma vogliamo esse-re fiduciosi”.L’inizio campagna è stato pro-mettente a detta di Giuseppe Pa-sciuta, presidente del consorzioArancia di Ribera Dop. “Le primecontrattazioni della varietà Nave-lina, cultivar precoce, sono statepositive - afferma - con prezzimediamente in linea con quellidella campagna precedente, no-nostante un andamento climati-co sfavorevole, caratterizzato dapoche precipitazioni autunnaliche hanno provocato una pezza-tura dei frutti mediamente infe-riore. I presupposti per fare bene,a parte la crisi e la situazione po-litica-economica, ci sono tutti: laDOP continua a registrare con-sensi, sono stati siglati nuovicontratti con la Gdo, con un mag-gior numero di aziende rivolte almercato europeo. Riguardo aiquantitativi complessivi del terri-torio coltivato ad arancia di Ribe-ra si registra una riduzione di cir-ca il 10-15%, con una produzionedi circa 110-120 milioni di chili”.Partenza incoraggiante pure perla ditta Parlapiano di Ribera(Agrigento) grazie a vendite sod-disfacenti con la varietà Navelina(+15-20% della produzione) econ buone attese per WashingtonNavel. “La richiesta c’è - confer-ma Paolo Parlapiano - sebbenenon manchi una concorrenza ag-guerrita. Ma grazie al rafforza-mento del marchio dell’arancia

di Ribera Dop e Riberella sapre-mo farci valere sul mercato. Unodegli obiettivi di quest’anno - ri-vela infine Parlapiano - è di in-crementare la quota export, adoggi ferma al 5% circa, e portarla,se possibile, al 20% con la prossi-ma stagione”.Sul fronte dei limoni, secondoFabio Moschella, presidente delconsorzio Limone di SiracusaIgp, in linea generale la campa-gna è partita lentamente a causadella contrazione dei consumi.“Nelle prime settimane, tra fineottobre e novembre, i prezzi sonodiminuiti progressivamente acausa anche della presenza delprodotto spagnolo”, spiega Mo-schella. “Tuttavia le quantità(+10% sul 2010-2011) e l’attualebuona qualità dei frutti (dopo unavvio incerto) fanno ben sperareper il prosieguo della campagna,che rimarrà comunque comples-sa. Siamo tra l’altro preoccupatiper l’agitazione e i possibili scio-peri degli autotrasportatori chepotrebbero mandare in tilt la di-stribuzione e la logistica con con-seguenze devastanti per il setto-re”.Prevede un’annata critica Ferdi-nando Vinaccia, a capo de La Co-stiera, specializzata nella produ-zione e vendita di limoni di Sor-rento Igp (10 mila chili commer-cializzati, di cui il 20% Igp). “Lapartenza di campagna è stata de-ludente a causa della bassa qua-lità causato dal clima. A questo si

è aggiunta l’aggressività com-merciale della Spagna che è par-tita con prezzi bassi e alta qualitàdel prodotto. In Italia la situazio-ne è piuttosto critica. Solo dagennaio la situazione potrà mi-gliorare. Serve incrementarel’export e trovare nuovi canali esbocchi commerciali puntandodi più sui mercati oltremare”.Per quanto riguarda il clementi-no biologico l’inizio campagnaper Biofruit, ditta dedita alla pro-duzione e vendita di agrumi (tracui l’arancia di Ribera Dop).“Quest’anno la pezzatura è abba-stanza piccola a causa della scar-sità delle piogge”, dice NicolòSparacino, export manager del-l’azienda. “I calibri sono piutto-sto piccoli, quindi sarà dura farfronte a tutte le richieste di cali-bri grandi. La qualità media delfrutto si presenta abbastanza buo-na”.Per quanto riguarda le clementi-ne l’andamento della campagna2011-2012 per l’Aop Armonia diBattipaglia (che quest’anno di-stribuirà circa 5 mila tonnellatedi clementine) si mantiene in li-nea con gli altri anni. “Per le va-rietà precoci - spiega Marco Eleu-teri, direttore commerciale del-l’associazione, che commercializ-za anche molti altri prodotti or-tofrutticoli (tra cui kiwi, fragole,pesche, nettarine, zucchine, pe-peroni, cavolfiori etc) il risultatoè piuttosto soddisfacente, mentrecon la varietà “Comune” avremodifficoltà a recuperare i costi vi-vi di produzione. Ad aggravare lasituazione ci ha pensato poi iltempo, che hanno favorito la pre-senza di calibri inferiori alla me-dia oltre a un marcato ritardonella maturazione della frutta.Difficoltà a parte il nostro grup-po sta individuando nuove va-rietà tardive, poiché è proprio laparte finale della campagna apresentare gli spazi più interes-santi per il miglioramento deiredditi dei nostri agricoltori. Adoggi questo spazio però è quasiinteramente in mano ai nostricompetitors stranieri, in primisai produttori spagnoli”.

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nostri partners ci scelgono per diversi motivi.Alcuni prediligono Oranfrizer perchè segue ogni fase della catena produttiva con un totale controllo della Filiera, monitora tutte le attività di campo, controlla il ciclo di maturazione degli agrumi, gestisce ogni fase della trasformazione e del confezionamento delle spremute, assicura metodi di trasporto e attività logistiche avanzate che consentono di esportare nei tempi e nei modi adeguati grandi volumi di prodotto.Questi servizi garantiscono un’eccezionale qualità delle nostre arance rosse e degli altri agrumi di Sicilia che distribuiamo, con professionalità e serietà, in tanti Paesi.

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• 2011, bilancio in rosso Operatori preoccupati PAG.25

• Agrumi, si prospettauna campagna difficile PAG.73