Corriere Ortofrutticolo febbraio 2013

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C orriere O rtofrutticolo 2 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVII Nuova serie Febbraio 2013 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Francesca Nadalini: la paladina del melone mantovano PROTAGONISTI Francesca Nadalini: la paladina del melone mantovano PAG.29 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR L’EVENTO Premiati i campioni dell’ortofrutta PAG. 33 MARCHI PeraItalia, il brand che segna una svolta PAG. 43 BIOLOGICO Almaverde Bio apre una rete di negozi PAG. 48 AGRUMI Campagna discreta Export vitale PAG. 73

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Corriere Ortofrutticolo febbraio 2013

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CorriereOrtofrutticolo2M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ANNO XXVII Nuova serie

Febbraio 2013

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PROTAGONISTI Francesca Nadalini: la paladina del melone mantovano

PROTAGONISTI Francesca Nadalini: la paladina del melone mantovano PAG.29

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

• L’EVENTOPremiati i campionidell’ortofrutta PAG. 33

• MARCHIPeraItalia, il brand che segna una svolta PAG. 43

• BIOLOGICOAlmaverde Bio apre una rete di negozi PAG. 48

• AGRUMICampagna discretaExport vitale PAG. 73

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Abbiamo toccato il fondo della recessio-ne? Forse. Pare che da qui non si possapiù scendere. Il ‘miracolo’ prossimo ven-turo potrebbe essere dovuto al fatto – di-cono gli osservatori economici - che laparte finanziaria della crisi sembra or-mai finita, lo spread è sotto controllo, laGrecia non è fallita, l’euro è salvo, la spe-culazione internazionale quando ha vistoche la Bce faceva sul serio ha smesso di

bombardare il fortino Europa. Le Borse danno segnali posi-tivi, l’America ha sistemato il fiscal cliff, l’est Europa e laRussia crescono sempre, l’Asia continua a tirare anche se laCina si è calmata. Insomma ci sono le premesse per una ti-mida ripresa, o quantomeno per smettere di andare indie-tro. Finora le banche si sono tenute i soldi (della Bce o deicorrentisti, poco importa) per smaltire le montagne di tito-li di debito pubblico di Stati di dubbia solvibilità o peggioper ‘digerire’ junk-bonds frutto di speculazioni azzardate(vedi Monte Paschi). Di qui la stretta del credito su impresee famiglie. Ma adesso le banche possono tornare a fare illoro mestiere, cioè a prestare soldi per sostenere la baraccacomune, cioè il sistema Italia. Con il costo del denaro ai mi-nimi storici ci sono le premesse per riaprire i rubinetti delcredito a imprese e famiglie. E se le banche recalcitrano, cidovrà pur essere un governo dopo le elezioni a dare qual-che segnale ai banchieri che non possono più stare in trin-cea coi loro forzieri pieni mentre attorno l’economia realemuore… E’ con questi auspici che andiamo tutti a Berlino per FruitLogistica a vedere che aria tira nel mondo globale dell’orto-frutta, e soprattutto che aria tira per le nostre imprese. Gliultimi dati (gennaio-ottobre 2012) sono positivi: l’exportcresce in valore (+1,1%) e il saldo attivo della bilancia com-merciale raggiunge gli 870 milioni di euro (+16%). Insom-ma va un po’ meglio, ma non facciamoci illusioni. Siamoancora troppo dipendenti da fattori congiunturali, da que-sto o quel prodotto che ha avuto buona o cattiva stagione.L’export è un punto di forza del settore ma la nostra quotanel commercio mondiale cala rispetto a Francia e Spagna.Ci sono enormi potenzialità da sviluppare. Non riusciamoad intercettare la crescente domanda globale di ortofruttaper mancanza di organizzazione e massa critica. Quello chemanca è un approccio di sistema che faccia perno sul valo-re del made in Italy e su un rinnovato spirito di aggregazio-ne che valorizzi le nostre eccellenze. Parlare di qualità nonbasta più, non basta perché non è remunerata, non bastaperché non fa aggregazione e non aiuta a superare la fram-mentazione dell’offerta e la competizione al ribasso. L’uni-ca qualità vincente è la “qualità organizzata”. A un recenteconvegno della Op veronese COP il presidente Fausto Ber-taiola ha individuato con coraggio le priorità: competiti-vità delle imprese e aggregazione : “L’equazione più qualitàuguale competitività non regge più. Non possiamo avere lapresunzione di far entrare tutto il sistema ortofrutticolo in

una nicchia. La nostra produzione è sicuramente di elevataqualità, e può migliorare, ma è fatta in gran parte anche dacommodity dove l’elemento qualificante rimane il prezzo”.E allo stesso convegno il ministro Catania ha definito la bat-taglia per l’aggregazione “la madre di tutte le battaglie”.Spesso si accostano i due campioni dell’export agroalimen-tare: vino e ortofrutta. Ma c’è una differenza abissale: il vi-no ha ritrovato redditività e sviluppo solo attraverso l’exporte una massiccia riduzione delle superfici a vigneto (sov-venzionata dall’Ue) e quindi della produzione. Di questedue leve l’ortofrutta può usare solo la prima, l’export, per-ché la seconda non funziona. O meglio, funziona ma in ma-niera selvaggia: ci pensa il mercato a far spiantare e ridur-re il frutteto tricolore. L’impressione è che il sistema Or-tofrutta Italia stia combattendo l’ultima battaglia, quella de-cisiva. Non mancano le energie positive, i progetti,l’orgo-glio imprenditoriale, i “protagonisti”, come dimostra il suc-cesso della bella serata organizzata a fine gennaio da questogiornale assieme al Cso in Valpolicella. E non mancano ibuoni esempi come dimostra l’esperienza unitaria dei ra-dicchi veneti, delle mele del Trentino Alto Adige che vannoinsieme all’estero, dei primi container di kiwi in Coreasenza pestarsi i piedi, del nuovo consorzio PeraItalia chemette assieme 9 grandi player per valorizzare l’Abate, dellavoglia di aggregazione che percorre il mondo dell’aranciarossa siciliana. Ma occorre che tutti, in primo,luogo la po-litica, le istituzioni, si rendano conto che non è più possi-bile andare avanti in ordine sparso, allo sbaraglio, col risul-tato di farsi del male da soli. Anche per esportare di più ser-ve organizzazione, puntare sulle eccellenze dove abbiamomassa critica e magari ripensare il collocamento di quelleproduzioni (pesche/nettarine, fragole, agrumi) dove ab-biamo perso la leadership europea ma possiamo ancora di-re la nostra. E con la Gdo bisogna trovare a tutti i costi, conl’aiuto della politica, una strada di collaborazione. L’art.62 èsolo l’inizio di un percorso virtuoso, ma non va aggiratocon furbizie e trucchetti e non si può stressare il mondoproduttivo con continue promozioni sottocosto o con rega-li e sconti ai consumatori che paga solo la produzione.

lorenzo.frassoldati @corriereortofrutticolo.it

! Lorenzo Frassoldati

La qualità da sola non bastaEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3F e b b r a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

TUTTI A WILMINGTON CON LE NOSTRE PERE!Vent’anni di embargo alle nostre pere e mele negli StatiUniti poi arriva a Bologna un senatore del Delaware con lamissione di promuovere il porto di Wilmington. Visita ilCaab , incontra la Regione e parte un progetto-pilota chepotrebbe sbloccare e smontare la barriera fitosanitaria con-tro cui finora ci siamo arenati. Dove hanno fallito decinedi ministri, dove non è arrivata la Commissione europeariuscirà la Regione? Benissimo, ma – se succederà – non di-ciamolo troppo in giro. Altrimenti un Tapiro d’oro di Stri-scia la notizia non ce lo leva nessuno. *

PUNTASPILLI

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CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

L’articolo di Anto-nio Felice sulle Pri-vate Label delloscorso numero delCorriere Ortofrutti-colo, testimonia inmodo chiaro iltrend di crescitache stanno regis-trando le stesse in

Italia. In sintesi lo scenario di rifer-imento è il seguente.La quota del marchio di insegna or-mai copre il 18% delle vendite deiprodotti alimentari confezionati. Inortofrutta, aggiungendo la quota delprodotto sfuso, il peso della storebrand raggiunge una media del 32%(con punte che superano il 35%) deltotale di frutta e verdura commer-cializzata dalle insegne.Dunque, oggi in Italia la Dis-tribuzione Moderna vende circa unterzo dei suoi prodotti con il propriomarchio. Se a questo aggiungiamo ilfatto che la GDO rappresenta ormai,circa il 60% del totale, delle venditeal dettaglio, possiamo realistica-mente dedurre che circa il 18%- 20%dell’ortofrutta italiana viene com-mercializzata dalle store-brand dellaGDO italiana.La prima considerazione che neconsegue è che nessuna azienda chevoglia approcciare in modo strut-turato il mercato può evitare di con-frontarsi con questo tema. Si trattainfatti di un mercato decisamenteimportante , che oltretutto risulta incontinuo aumento in tutta Europa.Per capire il perché di questa cresci-ta bisogna ragionare sul fenomenodella store- brand per approfondireil che ruolo riveste nelle strategiedella catene distributive.In generale, come sappiamo, il fat-to che ci sia una quota così alta diprivate label sul fresco più che sulconfezionato , nasce dal fatto che laPrivate Label ha di fatto svolto nelcomparto il ruolo tipico della marcaindustriale.Nel freschissimo, infatti, le marchedella produzione sono marginali esi stanno affermando soprattutto

negli ultimi tempi. Ciò ha portato ,anche in misura maggiore rispettoad altri comparti food, all’e-quiparazione della private label alprodotto di marca tout court. Cioèha consentito alla GDO di svolgerein prima persona nei confronti delconsumatore il ruolo di garante cir-ca la qualità e la salubrità della frut-ta e verdura posta in vendita nei pro-pri negozi.In secondo luogo, per crescere laprivate label, ha seguito la segmen-tazione del mercato declinando lapropria presenza in tutte le fasce diconsumo: primi prezzi, del massmarket, il bio, premium, prodottipronti all’uso, i prodotti locali. Es-empi di questo genere ne troviamomolti. Solo a titolo di esempio ripor-to il caso di Coop Italia:1) Primo prezzo : Il prezzo più bas-so 2) Mass Market : Coop 3) Biologico : Vivi Verde4) Premium : Fior- Fiore5) Insalate & verdure pronte: Coop6) Prodotti Locali: Territori (CoopAdriatica)

In questo modo l’insegna presidiatutti i segmenti dell’offerta e si pro-pone sempre come brand più conve-niente nei confronti della marcadella produzione leader del segmen-to. E’ chiaro che così il consuma-tore trova nella marca d’insegna larisposta alle sue esigenze di rassicu-razione in termini di sicurezza ali-mentare, di qualità del prodotto, maanche alle sue diverse esigenze dispesa, di servizio e di ricerca di spe-cialità nel consumo. Ma sul peso el’importanza della private label delfreschissimo per le insegne pesa unulteriore fattore strategico. L’ assor-timento dell’ortofrutta rappresentauno dei fattori decisivo di scelta delpunto vendita da parte del consuma-tore. Anzi, l’indagine presentata daSG Marketing alla recente edizionedi Marca individua proprio nelreparto ortofrutta il primo fattore discelta del consumatore del superme-rcato dove fare acquisti. Dunque

l’assortimento del reparto ortofruttarappresenta un fattore distintivo de-cisivo nella competizione in atto trale imprese distributive.Il consumatore, in sostanza , nelproprio processo di valutazione del-la “qualità del supermercato” con-sidera come l’ ortofrutta nel suocomplesso proposta da ciascuna in-segna sia buona-scadente ecc..In altre parole, il fattore prioritariodi scelta del supermercato riguardal’immagine complessiva del repartoche ciascuna insegna trasmette aipotenziali clienti.Il reparto ortofrutta -e più in gen-erale il freschissimo - diventano cosìun elemento di attrazione e soprat-tutto di fidelizzazione del consuma-tore alla insegna. Questo è il valorestrategico forse più importante del-l’ortofrutta per la DistribuzioneModerna. “Brandizzare” questoreparto, connotarlo con la propriamarca, significa accentuare la forzadistintiva dell’insegna verso i propriconcorrenti.Infine, soprattutto nel segmentopremium, si stanno sempre piùsviluppando forme di collabo-razione trasnazionali tra le insegnedistributive. In questi casi le inseg-ne italiane spesso fungono da pi-attaforma distributive per catenepartner all’estero . Prodotti di nic-chia, che altrimenti non avrebberola forza per affrontare i mercati in-ternazionali, possono trovare unarisposta anche in queste forme dicollaborazioni commerciali trasver-sali. Il caso della distribuzione nellarete Copernic di prodotti della lineaSapori & Dintorni di Conad ne è unesempio concreto.Dunque il trend positivo della pri-vate- label è legato a più fattori: laconvenienza rispetto ai brandleader dell’industria, il ruolo strate-gico di differenziazione che ha as-sunto nel freschissimo per le inseg-ne, la segmentazione sui diversi seg-menti della offerta che la rendonocapace di intercettare tutte le poten-ziali fasce di clientela.

*Sg Marketing

F e b b r a i o 20134 www.corriereortofrutticolo.it

! ClaudioScalise

I plus delle private label

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CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

In questi ultimianni sembrache i Mercati(all’ingrosso eal dettaglio) ab-biano perso diinteresse inquanto soppian-tabili dalla gran-

de distribuzione. Di Mercati nonse ne sente parlare: le istituzionipubbliche hanno altro cui pensa-re.E’ interessante notare che i gran-di organismi internazionali(FAO, Bers, Banca Mondiale) -che dopo la caduta delmuro di Berlino si eranoimpegnati per la nascitadi una rete di mercati neiPaesi dell’est europeo -ora hanno cancellato que-sta parola dai loro pro-grammi. E pare pure inte-ressante sottolineare chequesta rete di Mercati,realizzata nel corso del-l’ultimo ventennio, haaperto la strada alla rapi-da diffusione, anche inquei Paesi, della grandedistribuzione. Qualcuno pensa, malizio-samente, che possa essereproprio la lobby dellagrande distribuzione acercare di frenare lo svi-luppo dei Mercati.Ma, almeno nel nostroPaese, il disinteresse perquesto settore può esserepiù semplicemente spie-gato con la nostra persistente in-capacità di “fare sistema”.In effetti è giusto rilevare che lagrande distribuzione svolge unaimportante funzione ma, nelcontempo, bisogna riconoscereche non soddisfa in pieno le esi-genze della collettività.E’ noto che la grande distribuzio-ne privilegia la commercializza-zione di ingenti volumi di mercinecessariamente il più possibile

standardizzati, grazie all’interfac-ciamento con le grande correntidi importazione e le grandi cen-trali cooperative.Ma ciò contrasta con la tipicabiodiversità dei prodotti naziona-li che caratterizza i nostri etero-genei territori di produzione. So-no i Mercati all’ingrosso che han-no la capacità di richiamare e ac-centrare i prodotti tipici locali,specie se deperibili e biologici,per elevarli a massa critica, suffi-cientemente dimensionata, perpoi avviarli alla rete del dettagliocon particolare riguardo ai Mer-

cati rionali e alla ristorazione diqualità. E sono i Mercati all’in-grosso, in sinergia con i Mercatial dettaglio, che possono svolgerei necessari controlli di filiera alfine di garantire il consumatorenella scelta dei prodotti anchesulla base della loro zona di ori-gine.E per converso sono i Mercati - al-l’ingrosso e al dettaglio - che pos-sono contribuire al rispetto del-

l’ambiente come ben è stato evi-denziato in un recente convegnoorganizzato dall’ANDMI in occa-sione della Fiera Ecomondo diRimini.Innanzitutto i Mercati sono datempo impegnati nella raccoltadifferenziata dei rifiuti in mododa ottimizzarne la loro utilizza-zione nel massimo rispetto del-l’ambiente.Inoltre i Mercati all’ingrosso pos-sono evolversi verso la piattafor-ma logistica, base per l’ultimomiglio per l’approvvigionamentodella rete distributiva del centro

storico delle città utiliz-zando mezzi elettrici o agas, come dimostra l’e-sperimento che da diver-si anni sta conducendoil Centro agro-logisticodi Parma con il progetto“ecologistics e servizioecocity”. Infine le grandi superfi-ci di copertura dei Mer-cati sono particolarmen-te idonee per l’installa-zione dei pannelli solario fotovoltaici come di-mostrano le recentiesperienze dei mercatidi Sarzana, del CAR diRoma, del CAAB di Bolo-gna ed anche del merca-to alla produzione di Ca-nale nel Piemonte.Come si vede nonostan-te la situazione criticasorgono iniziative e siavviano progetti che

contribuiscono a rafforzare ilruolo importante che i Mercati(all’ingrosso e al dettaglio) posso-no ancora svolgere nel futuro, na-turalmente se riescono ad essereben organizzati. E questo ruolopotrebbe essere ancora megliosvolto se ci potesse essere unamaggiore collaborazione fra lediverse strutture che operano nelsettore.

* segretario generale Andmi

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! Marco Sibani*

Mercati, quanto disinteresse

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Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

ALBAFRIGOR 60AWETA IBATTAGLIO PAGINA 26CHECK FRUIT PAGINA 49CIESSE PAPER PAGINA 55COOP SOLE PAGINA 65CONSERVE ITALIA 28CPR COPERTINA I + pag. 1CSO PAGINA 47DEL MONTE PAGINA 11DEL PRETE IIDOLE COPERTINA IIIDON CAMILLO PAGINA 7EURO POOL SYSTEM 37FRUITECK PAGINA 43GRANFRUTTA ZANI 30KANZI PAGINA 15

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I I - N u o v a s e r i eF E B B R A I O 2 0 1 3

S O M M A R I O

Nadalini, innovazione nel melone PAG.29 PeraItalia, brand che mancava PAG.43

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

L’ELENCO DEGLI

MONDORussia, chi sale e chi scende nel borsino dei Paesi fornitori 69

Diminuisce l’export della Turchia 69

In 45 mila da 74 Stati al Vinitech Sifel 70

Garrocho confermato al vertice di Freshuelva 70

Mondo flash 71

Offerta contenuta,buona qualità: la campagna agrumi parte bene.Si consolida l’export verso l’Est 71

ATTUALITÀ

EDITORIALELa qualità da sola non basta 3

CONTROEDITORIALE 4-6

BORSINO DELL’ORTOFRUTTA 10

GENTE & FATTI 12

NOTIZIARIO 14

L’INTERVISTA 21

BIOLOGICO NEWS 40

LOGISTICA 53

DISTRIBUZIONE 58

QUARTA QUINTA GAMMA 68

SPAZIO APERTO 76

In Primo Piano - Fruit LogisticaEsame berlinese 25

Copertina - ProtagonistiNadalini, la principessa del melone 29

Serata protagonistiCampioni dell’ortofrutta 33

Export in lieve crescita 39

Competititivà e ampie intese per rilanciare l’ortofrutta veneta 40

Parte col piede giusta la campagnadella mela venostana 42

Arriva PeraItalia 43

Infomercati, pareggio di bilancioL’operazione rilancio è partita 45

SCHEDA PRODOTTO

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9F e b b r a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

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w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Lidl e la sfida-qualità PAG.58 Russia, il borsino dei fornitori PAG.69

Ortofrutticolo www.corriereortofrutticolo.itè il Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

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PROTAGONISTI, IN VETRINA I CAMPIONI DELL’ORTOFRUTTA

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

INSERZIONISTI

IFCO PAGINA 52INFIA PAGINA 24LA COSTIERA 29LA TRENTINA IVMAERSK 57MEDFEL 72MONSANTO 23MONTINI 2ORTOROMI 35RIBERA 19RIJK ZWAAN 32ROSARIA 16TATA 39ULMA IVALFRUTTA 20 VIP 5

UNA SERATA DI SUCCESSOPremiati in Valpolicella i Protagonisti delle copertine 2012 del Corriere ortofrutticolo 33

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F e b b r a i o 201310 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticoloI “+” e “-” dell’ortofrutta

" Giuseppe CalcagniIl gruppo Besana Spa, attivo dal 1921, presieduto da Giu-seppe Calcagni, ha ricevuto a Milano lo "UK-Italy Busi-ness Award", riconoscimento del governo britannico ri-volto alle aziende italiane che hanno scelto il RegnoUnito. Besana è presente in Gran Bretagna dal 1989 e hainsediato a Great Rissington, nel Gloucestershire, unasede strategica: la piattaforma produttiva e logistica col-locata in un complesso che ospitava gli hangar dellaRoyal Air Force è stata infatti per Besana la base per af-fermarsi sia sul mercato locale sia su quello del Nord Eu-ropa. “Questo premio ci riempie di orgoglio – ha commentatoGiuseppe Calcagni – perché riconosce i traguardi rag-giunti nel Regno Unito. Per la nostra impresa, nata co-me azienda familiare e oggi player mondiale nel settore

della frutta secca, il successo conseguito e la storica pre-senza in Gran Bretagna sono ora la base per investire inaltri progetti di sviluppo e di consolidamento delle atti-vità oltremanica”. A medio termine, per la sede britan-nica, si prevedono infatti un incremento delle risorseumane del 20% e un ulteriore investimento di 5 milionidi sterline per un nuovo stabilimento chemical-free e to-talmente environment-friendly, ponte verso l’Europacentrale e l’Africa. La cerimonia di premiazione degli UK-ITALY BusinessAwards si è svolta nella sede di Borsa Italiana, alla pre-senza del ministro britannico per il Business e l’Inno-vazione Michael Fallon, del ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali Elsa Fornero, dell’Ambasciatore britan-nico in Italia Christopher Prentice e del CEO Borsa Ita-liana Raffaele Jerusalmi. Su

IL BORSINO

" Paolo BruniAbilità e simpatia, forse nessuno avrebbe potuto con-durre la serata dei Protagonisti dell'ortofrutta del 25gennaio in Valpolicella come Paolo Bruni, presidentedel CSO di Ferrara, partner dell'evento. Sollevando an-che qualche inevitabile gelosia, il cavalier Bruni è unodei pochi uomini-immagine del settore. Dovunque sispenda, soprattutto quando di ortofrutta deve parlare inambienti diversi, generalisti, come per esempio le retiRAI, lui riesce a farsi capire, a dire cose sensate e nello

stesso tempo a difendere e, non appena si possa, a valo-rizzare il settore e i suoi prodotti. Lo fa con stile. E' unambasciatore. Ma, non sono pochi a chiedersi, con tutte le manovredella politica in corso in questo periodo, qual è il futu-ro di Bruno? Ci sarà un posto per lui a Roma, a Bruxel-les, dove? Noi ci auguriamo che resti al suo posto. Per-ché il CSO di Ferrara, che ha tra i suoi compiti quello dipromuovere l'ortofrutta, ha in casa un promoter di raz-za. Su

" Andrea Sagrè e Alessandro BonfiglioliUn accordo commerciale potrebbe sbloccare in brevetempo l’esportazione di ortofrutta italiana negli StatiUniti, attraverso una serie di procedure nel porto di Wil-mington (Delaware), il più importante per l’importa-zione statunitense di frutta fresca. Ad annunciarlo è stato il senatore Harris Mc Dowell invisita a fine gennaio al Centro agroalimentare di Bolo-gna (CAAB). “La buona notizia – spiega Mc Dowell - è che sarà possi-bile svolgere direttamente nel Porto di Wilmington leprocedure fitosanitarie che finora impedivano alle me-le e alle pere italiane di sbarcare negli Usa. I prossimi

giorni le delegazioni tecniche si metteranno al lavoroper predisporre il memorandum degli adempimenti daprevedere per una veloce attivazione di questo nuovocorridoio commerciale”. Negli ultimi mesi, da quando alla presidenza si è inse-diato il prof. Andrea Segrè, il CAAB si è dato una mossa.E Bologna può pensare di tornare ad essere il croceviadegli scambi ortofrutticoli che è stato in passato. Il me-rito non è solo del professore. Il direttore Alessandro Bonfiglioli, al lavoro da circa unanno, pur arrivato da esperienze diverse, ha un ruolo at-tivo nel rilancio della grande struttura bolognese chesembrava dormiente. Su

" Roberto ZanoniChiusura 2012 confortante per Ecor-NaturaSì, la prin-cipale azienda italiana specializzata nella distribuzio-ne di prodotti biologici, che controlla le insegne BauleVolante, Naturasì e Cuorebio. L’impresa ha chiuso il bilancio con un aumento a va-lore delle vendite del 6,5% sul 2011 pari a circa 205 mi-lioni di euro. Baule Volante, società bolognese al 100% di proprietàdel gruppo, è cresciuta di oltre il 14%, mentre la rete disupermercati a insegna NaturaSì (100 in tutta Italia)ha segnato +7%. E non mancano i progetti per il 2013.Un anno che - spiega il direttore generale Roberto Za-

noni - interesserà l’ampliamento di due progetti: "Ilprimo, Terre di Ecor, consiste nel lavorare in sinergiacon le nostre aziende (sia quelle di proprietà sia quel-le di stretta collaborazione) per seguire il prodotto dalcampo alla tavola, valorizzando le singole storie di vi-ta e di lavoro e accomunandole sotto un marchio rico-noscibile. Il secondo progetto, Alimenti Ritrovati, ha invece l’o-biettivo di mantenere la biodiversità salvaguardandoquegli alimenti che sono via via spariti dalle nostre ta-vole, come alcune varietà di cereali e legumi cono-sciute dai nostri padri, di cui si è persa la tradizione”.Su

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FATTIGE

NTE

&

F e b b r a i o 201312 www.corriereortofrutticolo.it

Si chiama Angelys ed è nata conl’obiettivo di contrastare il trenddiscendente del consumo nazio-nale di pere. Una sfida tutta emi-liana in mano all’azienda agrico-la Spreafico di Sala Bolognese.Un frutto succoso, fondente, digrande caratterizzazione aroma-tica. “Ma soprattutto è buona, re-sistente alla manipolazione, siconserva a lungo e garantisce alproduttore un’ottima resa”.Carlo Spreafico per primo ha cre-duto nella varietà selezionata dairicercatori francesi dell’Inra di

Angers incrociando la Decanad’Inverno e la Decana del Comi-zIo e che oggi ne segue la produ-zione e commercializzazione inesclusiva per l’Italia attraverso laCooperativa OP Kiwi Sole.Spreafico vanta oltre 300 ettari dipereti tra Emilia Romagna, Vene-to e Lazio (di cui 180 sono nellaprovincia di Bologna) e una pro-duzione annua di 140mila quin-tali nel 2012, di cui 15mila di An-gelys, quota destinata ad aumen-tare grazie alla messa a dimora dialtre 30mila piante. Dal Consu-mer Test condotto dall'Universitàdi Bologna in collaborazione conil Centro Italiano di Analisi Sen-soriali (CIAS) si evince che la no-vità della pericoltura italiana è ingrado di battere la concorrenzadella Kaiser a patto che sia im-messa sul mercato nel periodo digiusta maturazione.“Va gestita - commenta Spreafico- seguendo un rigoroso iter di la-vorazione post raccolta: almeno60/80 giorni di refrigerazione incella, seguiti da una sosta di pre-maturazione in vista della com-mercializzazione da Natale amaggio”.

Spreafico punta su Angelys Una varietà di pera ricca di pregi

La diciottesima edizione di Zelig Circus, il cabaret nazionale più ce-lebre a memoria televisiva in onda in prima serata sui Canale 5, è pie-na di sorprese. Novità di quest’anno oltre ai conduttori Teresa Man-nino e Michele Foresta in arte Mago Forest, una scenografia intera-mente fatta di cassette di legno per la frutta “omaggio - spiega lo stes-so Foresta - allo storico Ortomercato ubicato nella vicina periferia suddi Milano. Una zona storica negli anni ‘70”. Lo studio televisivo è allestito grazie a milleottocento casse di legno dafrutta pitturate di bianco che messe una sull’altra raggiungerebberoun’altezza di 280 metri.

Cassette dell’Ortomercatoper lo studio di Zelig Circus

A otto mesi dal sisma che ha colpito l’Emilia, ed inparticolare le province di Modena e Ferrara, prose-gue senza sosta la gara di solidarietà nei confrontidelle popolazioni e delle imprese del territorio. Inquest’ottica, Conserve Italia, leader europeo nellatrasformazione dell’ortofrutta con un fatturato dioltre 1.000 milioni di euro, ha deciso di indirizzarea due imprese modenesi le risorse destinate ognianno a finalità sociali. L’attenzione del gruppoagroalimentare si è concentrata su due cooperativesociali aderenti a Confcooperative della provinciadi Modena, “La Mano sul Berretto” di Camposantoe la “Bottega del Sole” di Carpi. La prima è specializzata nell’inserimento lavorati-vo di persone svantaggiate e svolge prevalentemen-te attività di giardinaggio e manutenzione del ver-

de, mentre la seconda, che ha un punto vendita an-che a Mirandola, commercializza prodotti equosoli-dali: dall’abbigliamento alla bigiotteria, dalla pel-letteria agli alimentari, dai prodotti per la pulizia aquelli per la cura della persona. Due realtà moder-ne pesantemente colpite dal terremoto di maggioche ha danneggiato seriamente le loro sedi riaperteda pochi mesi.“La nostra scelta di aiutare queste cooperative so-ciali - dichiara il presidente del gruppo ConserveItalia, Maurizio Gardini - nasce dal profondo spiritodi mutualità e solidarietà che caratterizza da sem-pre la cooperazione. Un sistema economico cheproprio grazie a questi principi ed al suo particola-re modello organizzativo potrà presto ‘uscire defi-nitivamente dal tunnel’ provocato dal sisma”.

Conserve Italia supporta due coopmodenesi colpite dal sisma

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a cura di Mirko A

ldinucci&CorriereOrtofrutticolo

Op Terra Orti lancia il progetto“L’orto in condominio”, iniziati-va volta a favorire il consumo difrutta e verdura di qualità. Il pro-getto nasce dalla constatazioneche la Piana del Sele è l’ambien-te di elezione per la produzionedi frutta ed ortaggi. Il progetto è in fase di avvio e ri-chiede una fase di “rodaggio” allaquale hanno già aderito numero-si gruppi della provincia di Saler-no. Essenzialmente l’iniziativaconsiste nella fornitura, diretta-mente presso il proprio condo-minio (oppure scuola, associa-zione, caserma, gruppo di acqui-sto...) di frutta e verdura opportu-namente confezionata. La frutta e gli ortaggi che si an-dranno a fornire rispettano pre-cise caratteristiche: sono prodottinelle aziende agricole associate;forniti secondo la naturale sta-gionalità dei cicli di produzione;categoria merceologica “prima”;certificati Global GAP (buonepratiche agricole); ottenuti conmetodi di difesa integrata e/obiologica; controllati e tracciatiin ogni fase del ciclo da agrono-mi esperti e monitorati attraver-so analisi chimiche del terreno,dell'acqua di irrigazione e delprodotto finito; raccolti, selezio-nati ed inviati al consumatore fi-nale nell'arco di poche ore; con-fezionati in una cassetta riutiliz-zabile, lavata e igienizzata adogni riutilizzo; consegnati diret-tamente presso l'indirizzo con-cordato, in furgoni chiusi e refri-gerati, dopo un trasporto di pochikm; offerti alle migliori condi-zioni di mercato e comunque aprezzi sempre più bassi di quellinormalmente riscontrabili sulmercato. Terra Orti ogni settimana pro-porrà la fornitura di una cassettadi frutta ed ortaggi assortiti chesono scelti in base ai prodottigiunti a maturazione presenti incampo.

Ortofrutta a domicilio Iniziativa di Op Terra Orti

Ha compiuto 20 anni la festa del radicchio Tardivo Igp di Treviso ce-lebrata a Zero Branco. Una manifestazione che si è imposta negli an-ni per qualità, per quantità di prodotto esposto, per la presenza deiproduttori e di operatori, per numero di visitatori. Zero Branco è cuore di un territorio in cui l’agricoltura è tuttora unavoce economica importante in cui gli ortaggi (radicchio, asparago,patate americane e altre verdure pregiate) occupano uno spazio pre-valente. La mostra, che cade subito dopo le feste natalizie, è l’appuntamento“clou” in cui si fa il bilancio della stagione del radicchio e dell’orti-coltura in generale. E’, comunque, il radicchio, come ha messo sin evi-

denza in uno studio il professorEttore Ramponi, collaboratore diOPO Veneto, il prodotto che si èaffermato su tutti negli ultimi an-ni. Il più coltivato. Per l’edizionedel ventennale, iniziata l’11 gen-naio e terminata il 20 gennaio,sono state allargate ed arricchitele proposte culturali, espositive,gastronomiche e musicali.

Compie 20 anni la festa del Tardivo di Treviso

Alcune settimane fa Massimo Mariotto, produt-tore ortofrutticolo veronese affermava che “il ra-dicchio di Verona Igp non ha mercato, specie trala grande distribuzione organizzata che snobbail prodotto certificato: un autentico sconosciuto”.Sulla questione è voluta tornare Cristiana Furiani (nella foto), respon-sabile commerciale della società agricola cooperativa Geofur di Le-gnago (Verona), al momento l'unica azienda certificata nella produ-zione e vendita del Radicchio di Verona IGP che già l'11 dicembrescorso in un’intervista al Corriere Ortofrutticolo aveva affermato co-me il prodotto abbia grandi potenzialità di crescita.Furiani, dopo il punto di vista di Mariotto, insiste e aggiunge: “Il ra-dicchio Verona Igp si ottiene seguendo un disciplinare che imponedelle regole dando al consumatore finale un prodotto differenziatonettamente in qualità ma che ha degli oneri sia economici che docu-mentali. Concordo con chi dichiara che non c'è consapevolezza del-l'importanza di aver ottenuto dal 2008 il riconoscimento dell’Igp maciò è sicuramente dovuto alla mancanza di qualcuno che dia le infor-mazioni necessarie a svilupparlo. Dove mi propongo trovo interesseed entusiasmo nei confronti del Radicchio Verona Igp, anche in Gdo”.

«Radicchio di VeronaIgp valore aggiunto»

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FATTI

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

La Commissione Agricoltura esviluppo rurale del Parlamentoeuropeo ha completato l’iter diapprovazione delle modifiche al-la riforma della Politica agricolacomune post 2014. Dopo la sedu-ta dedicata a pagamenti diretti,sviluppo rurale e Ocm unica, si èconclusa infatti nei giorni scorsila sessione di voto relativa a “Re-golamento ‘orizzontale’ sulla ge-stione e sul monitoraggio dellaPac”. “Le novità approvate in Commis-sione - ha sottolineato Paolo DeCastro, presidente della Commis-sione Agricoltura e sviluppo ru-rale del Parlamento europeo -prevedono l’introduzione di im-portanti strumenti di flessibilitàper gli Stati Membri. Per i Paesi aprogrammazione regionale saràpossibile compensare le sommenon utilizzate di uno o più pro-grammi di sviluppo rurale consomme spese oltre tale limite daaltri programmi (sempre di svi-luppo rurale). Sul versante del‘greening’, il mancato rispettodei requisiti non influenzerà l’e-rogazione dei pagamenti di base.Inoltre - ha proseguito De Castro-, in caso di conferma per gli an-ni successivi degli importi perce-piti l'anno precedente, gli agri-coltori potranno presentare do-mande di pagamento plurienna-li. Previste poi anche ulteriorimisure di sostegno per le regionii cui agricoltori versano in gravidifficoltà finanziarie a seguito dicondizioni eccezionali: in questicasi, gli Stati Membri potrannoincrementare fino all'80% (anzi-ché del 50% per i pagamenti di-retti e del 75% per lo sviluppo ru-rale) la percentuale degli antici-pi sulla Pac”.“La Commissione Agricoltura delParlamento europeo -ha detto an-cora Catania - ha confermato conimpegno e determinazione la vo-

lontà di creare condi-zioni e strumenti con-creti di sostegno perl’agricoltura europea,con il chiaro intentodi mettere al centro isuoi reali protagoni-sti: il lavoro e l’impre-sa”.

F e b b r a i o 201314 www.corriereortofrutticolo.it

La Commissioneagricoltura della Ue approva la Pac

Gli agricoltori e le cooperative europee chiedono alla CommissioneUe di "adottare immediatamente misure antidumping contro le im-portazioni di conserve di mandarini provenienti dalla Cina”. Per iproduttori europei, riuniti nel Copa e nel Cogeca, “il flusso di quelleimportazioni sta avendo conseguenze devastanti sul mercato euro-peo”. Questo considerando che i costi di produzione nell’Ue sono qua-si il doppio di quelli della Cina. Senza contare - aggiungono - che“quei prodotti non sono tenuti a rispettare le stesse regole e prescri-zioni onerose, nè tantomeno le stesse norme di sicurezza alimentareimposte nell’Ue”. Se questa situazione continua mettono in guardi aiproduttori, "le fabbriche saranno costrette a chiudere e gli agricoltorilasceranno il settore, causando maggiore disoccupazione nelle zonerurali, con il rischio di aggravare ulteriormente la crisi economica”.

Conserve di mandarino, chieste misureantidumping per le importazioni dalla Cina

“Un significativo passo in avanti ri-spetto alla originaria proposta di rifor-ma della Politica agricola comune2014-2020”. Questo, secondo le organiz-zazioni cooperative di Francia, Spa-gna, Portogallo e Italia, “l’esito dell’ot-timo lavoro svolto in CommissioneAgricoltura del Parlamento Ue, che ha analizzato e votato circa 8.000emendamenti di modifiche al testo di riforma della PAC presentatodalla Commissione, apportando una serie di significativi cambia-menti”. “È stata premiata - continuano le sigle - la costante azione di lobbyingche abbiamo condotto in questi mesi a Bruxelles, dal momento che ungran numero di emendamenti approvati oggi contenevano proposteda noi presentate”.Tra le principali novità contenute nei testi finali approvati dal Parla-mento, rilevano le cooperative, va evidenziata la modifica introdottasul capping, che prevede l’esclusione delle cooperative dalla applica-zione del tetto massimo di aiuti percepibili; la definizione più preci-sa dei compiti e degli obiettivi attribuiti alle organizzazioni dei pro-duttori; la possibilità anche per le grandi imprese di accedere ai fi-nanziamenti per gli investimenti e, infine, l’estensione anche alle OPdella richiesta di accesso a finanziamenti per le assicurazioni, ai qua-li auspichiamo si aggiungano ulteriori miglioramenti relativi alla ge-stione del rischio.

Le cooperative europee:modifiche apprezzabili

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Sarà ricordato come “annus hor-ribilis” nella storia dell’economiaitaliana, per quanto riguardal’andamento di redditi e consu-mi, il 2012. Inquietanti i dati pre-sentati da Confcommercio, in oc-casione della conferenza stampaconvocata da Rete Imprese Italiaper illustrare la Giornata di mo-bilitazione nazionale delle Pmidel 28 gennaio.L’anno scorso, infatti, i consumihanno subito una flessione realepro-capite del 4,4%, mentre ilreddito disponibile reale pro-ca-pite è sceso del 4,8% rispetto al2011. In numeri, nel 2012 i con-sumi reali pro-capite 2012 sonoammontati a 15.920 euro a frontedei 16.654 euro del 2011 mentre ilreddito disponibile reale pro-ca-pite è stato pari a 17.337 eurocontro 18.216 euro. Si tratta, pe-raltro, di uno scenario negativoche continuerà anche nel 2013,con un’ulteriore flessione per iconsumi reali pro-capitedell’1,4% che li riporterà indietrodi 15 anni: per trovare un datoanalogo bisogna infatti tornare al1998. In flessione anche il reddi-to disponibile reale pro-capite,che nel 2013 sarà pari a 16.955euro contro i 17.337 euro del2012. In questo caso la “marciaindietro” è di ben 27 anni.E ancora: nei primi nove mesidel 2012 hanno chiuso i battentioltre 216 mila imprese artigianee dei servizi di mercato. Le iscri-zioni ammontano invece a pocomeno di 150mila (147mila) perun “saldo” negativo per 70 milaunità. La pressione fiscale, nel2013, salirà a quota 56,1%.

17F e b b r a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Consumi e redditi,2012 disastroso.Negozi e imprese,boom di chiusure

Prezzi agricoliin crescita, ortofrutta sopra la mediaSono sempre più vuote le ta-

sche dei cittadini italiani datoche - dichiara il presidente na-zionale della Confeuro RoccoTiso - il rincaro del cosiddettocarrello della spesa nel 2012 èstato del 4,3%, un rialzo supe-riore a quanto segnato nel 2011(3,5%), e, ancor più allarmante,maggiore rispetto al tasso d’in-flazione (3%), ed è evidente chela causa è da ricercare princi-palmente nei costi sempre piùesorbitanti dei prodotti energe-tici.In tal senso - continua Tiso -preoccupano soprattutto i rin-cari riguardanti le accise subenzina e gasolio, fattore cheha provocato gravi disagi ai pro-duttori agricoli che hanno vi-sto, nell’ultimo anno, quasi rad-doppiare le spese relative.L’unico fattore positivo - sottoli-nea Tiso - si riscontra nelle per-centuali di aumento su base an-

nua per i vegetali freschi(+5,9%) e per la frutta fresca(+6,6%), segno che l’attenzio-ne degli italiani per i prodottigenuini della terra resta sempreuna discriminante importantenella scelta degli alimenti daportare in tavola.E’ evidente però - conclude Tiso- che non si possono fronteggia-re tali difficoltà senza un’osser-vazione di insieme che integripolitiche serie per il rilanciodel comparto agroalimentare enon preveda i soliti provvedi-menti tampone, rivelatisi falli-mentari nel corso degli anni,che impediscono di fatto al pri-mario italiano di tornare aipropri livelli di eccellenza.

Carrello della spesasempre più caro

Il 2012 chiude con un incremen-to medio dei prezzi agricoli del2,1% rispetto al 2011, determina-to da una crescita del 2,9% nelcomparto delle coltivazioni ve-getali e dell’1,1% nell’aggregatozootecnico. È quanto si evincedall’indice dei prezzi all’originedei prodotti agricoli elaboratodall’Ismea che, nell’anno in esa-me, si è attestato mediamente a132,5 (l'indice è calcolato in ba-se 2000=100). L’aumento, sottolinea l’Istituto,risulta nettamente più moderatorispetto a quello del 2011 (+14%)e inferiore alla dinamica deiprezzi al consumo di alimenti ebevande, esclusi gli alcolici, rin-carati - in base alle rilevazionidall’Istat - del 2,6% nella media2012.Nel dettaglio delle colture vege-tali emerge un andamento alrialzo per la frutta (+4,7%), conincrementi superiori alla mediaper le varietà estive (+12,9%) eper le mele (+5,1%). Positivo ilbilancio anche per gli ortaggi,che hanno spuntato in mediaprezzi superiori del 5,2% rispettoal 2011. A dicembre, infine, Ismea regi-stra per l’insieme dei prodottiagricoli un rimbalzo dei prezzidel 4% su base mensile (novem-bre aveva chiuso con un meno0,8%), con quotazioni più eleva-te dell’11,5% rispetto allo stessomese del 2011 (a novembre il tas-so annuo di crescita era stato del+6,6%). Gli aumenti hanno inte-ressato esclusivamente le colti-vazioni vegetali (+7,5% su basemensile +23,2% in un anno).

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

A fronte di un Pil 2012 previsto incalo del 2,1%, il settore agricolotiene a livello di fatturato, rag-giungendo i 5,27 miliardi di euro,con una crescita dello 0,5%, gra-zie alla crescita dei prezzi. Succe-de in Veneto dove cala la produ-zione agricola, penalizzata dal-l’andamento metereologico e di-minuisce anche il numero delleimprese agricole.Le ditte sono diminuite del 2,1%,soprattutto imprese individualimentre aumentano società dipersone e di capitali. Continual’incremento del numero di occu-pati (+11%, più donne e dipen-denti) aumenta l’export di pro-dotti agroalimentari (+9%) e siriduce il deficit della bilanciacommerciale (-32%).A fotografare il settore l’outlookpresentato dagli esperti di Veneto

Agricoltura a Legnaro (Padova),davanti all’assessore regionaleFranco Manzato. Proprio l’asses-sore ha ribadito “la necessità dirazionalizzare le risorse pubbli-che e supportare con efficienza iltessuto economico del settore pri-mario in grado di creare reddito elavoro”.Per il futuro, dimensioni azien-dali adeguate, sostegno a ricercaed innovazione, rafforzamentodell’ufficio regionale in Europa,lotta alla contraffazione, in vistadella nuova Pac (Politica agricolacomunitaria) e nuovo PSR (Pro-gramma di Sviluppo Rurale), so-no visti come obiettivi principa-li.

F e b b r a i o 201318 www.corriereortofrutticolo.it

Veneto, tiene il settore primarioAumentano export e occupati

Pomodoro da industria,campagnadeludenteA trentacinque anni dall’ultima edizione dell’“Arboricoltura genera-

le” del prof. Enrico Baldini, è ora disponibile una nuova opera fonda-mentale per la didattica universitaria, frutto della convergenza versol’arboricoltura degli apporti scientifici derivati dalle matrici discipli-nari biologiche (fisiologia, biochimica, genetica, biotecnologie, scien-za del suolo), che hanno alimentato le conoscenze scientifiche relati-ve agli alberi.Il volume è rivolto prevalentemente agli studenti che seguono i corsidi laurea universitari nel settore dell’arboricoltura da frutto (inclusivite, agrumi ed olivo) e contiene numerosi riferimenti ed esempi ri-guardanti gli alberi ornamentali, forestali e di ambiente urbanoL’opera è diretta principalmente alle lauree triennali di primo livello;ma il contenuto programmatico è arricchito da specifici approfondi-menti sia nel testo che sotto forma di “Quadri”, che sono di fatto del-le anticipazioni utilizzabili anche per le successive lauree magistralidi secondo livello o corsi di Master. L’ampiezza della trattazione e lamultidirezionalità degli argomenti obbligano il docente della disci-plina a indirizzare lo studente verso un approccio didattico persona-le, necessariamente legato al solo programma oggettivamente svolto.L’arboricoltura generale, infatti, viene sviluppata ormai, in forza deinumerosi corsi esistenti nelle varie università, con ampiezza e fina-lità alquanto differenziate, caso per caso.

Arboricoltura, pubblicata una nuova opera rivolta agli studenti universitari

Una delegazione di Confagricol-tura comprendente Bianca Ma-ria Balestreri - vicepresidentedella Federazione Nazionale diProdotto e Giovanni Lambertini- presidente della Sezione Regio-nale di Confagricoltura Emilia-Romagna, ha incontrato i diri-genti delle principali Organizza-zioni di Produttori (Op) delNord Italia, per fare un bilanciosulla deludente campagna delpomodoro da industria appenaconclusa e condividere propostee azioni concrete indispensabiliper ridare prospettive e futuroalla filiera.Partendo dai gravi errori emersifin dalle prime fasi della trattati-va per la definizione del prezzo edalla inefficace programmazio-ne della campagna 2012 e termi-nando poi con i deludenti risul-tati in termini di reddito per leaziende agricole, i rappresen-tanti di Confagricoltura hannorichiamato le Op al loro ruolofondamentale nella rappresen-tanza dei Soci produttori e nellagestione dell’offerta. In partico-lare, anche in vista dell’avviodella trattativa con l’industria ditrasformazione per la definizio-ne dell’accordo quadro 2013, si èribadita la necessità di tenere indegna considerazione il costo diproduzione, di definire, in tempiutili alla programmazioneaziendale, un prezzo congruo etrasparente, basato su veri para-metri di qualità.Indispensabile infine un’accortaprogrammazione delle seminein funzione delle esigenze dimercato.

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! Lorenzo FrassoldatiMinistro Catania, Lei è alla finedel Suo mandato. Come valuta l’e-sperienza alla guida del Ministerodelle politiche agricole?“Posso dire di essere abbastanzasoddisfatto del lavoro che ho svol-to, soprattutto se si considera ilmomento particolarmente com-plesso in cui ci siamo trovati aoperare. Le condizioni in cui l’I-talia versava alla fine del 2011erano oggettivamente molto dif-ficili. In quel quadro, riuscire aottenere i risultati che abbiamoconseguito è stata un’impresapiuttosto complicata. Tuttavia, so-no riuscito a portare a terminealcune iniziative che ritengo im-portanti per il comparto, come laregolamentazione dei rapporticommerciali nella filiera e la re-visione degli incentivi per leenergie rinnovabili in agricoltu-ra. Inoltre, molti passi in avantisono stati fatti anche in ambitocomunitario, dove ci siamo impe-gnati soprattutto per i negoziatiper la riforma della Politica agri-cola comune post 2014 e per la di-fesa del budget agricolo. Natural-mente, ci sono anche alcune coseche avevo in programma di rea-lizzare e che non sono riuscito aportare a termine. In primo luo-go, sarei stato davvero contentodi poter vedere approvato il miodisegno di legge contro il consu-mo del suolo agricolo e la ce-mentificazione. Il mio desideriooggi è quello di poter proseguirenella strada intrapresa e, in qual-siasi ruolo mi troverò dopo il vo-to, farò di tutto per cercare diportare avanti i temi che hannosegnato la mia esperienza da Mi-nistro, come la lotta contro la ce-mentificazione del suolo, unamigliore funzionalità della filie-ra agroalimentare e la tutela del‘Made in Italy’. Tra le priorità c’èsenza dubbio la difesa del redditodei nostri agricoltori. Dobbiamo

puntare poi sulla crescita, dandoai nostri agricoltori e agli im-prenditori in generale, le condi-zioni migliori per essere semprepiù competitivi”.

Si guarda sempre a Bruxelles, mada anni manca una vera politicaagricola sul piano nazionale cheaffronti i tanti nodi irrisolti delcomparto. Da dove si deve partire?“È vero, in Italia è mancata perdecenni una politica agricola na-zionale in grado di affrontare leproblematiche del comparto. Si èpensato che bastasse rapportarsisolo con Bruxelles e che le que-stioni dell’agricoltura italianapotessero essere risolte in rela-zione alle decisioni comunitarie.Il governo di cui ho fatto parte èstato capace invece di restituireuna giusta attenzione al compar-to, rimettendo sul tavolo alcunitemi importanti che troppo a

lungo erano stati completamenteignorati. Non c’è dubbio che unadelle questioni più urgenti per ilsettore sia quella del reddito delleimprese che è troppo basso. Biso-gna fare in modo di aiutare i no-stri agricoltori a recuperare unaquota di valore adeguata, soprat-tutto se pensiamo alle condizioniin cui versano moltissime impre-se, che si trovano al limite dellasopravvivenza. Serve una politicamirata a sostenerle, in grado difare fronte alle necessità specifi-che del comparto”.

Da anni le imprese del settore orto-frutta lamentano un calo di reddi-to soprattutto nel comparto dellafrutta estiva: per produrre 1 kg dipesche di qualità servono 45-50centesimi, mentre il ricavo mediodegli ultimi anni non ha superato i25-35 centesimi. Il 2012 poi dovevasegnare il riscatto delle pere, dopo

CorriereOrtofrutticolo L’INTERVISTAI

21F e b b r a i o 2013 www.corriereortofrutticolo.it

Articolo 62, aggregazione, export:la ricetta del Ministro Catania

Il titolare del Mipaaf traccia un bilancio del suo mandatoed esprime l’auspicio che il settore venga messo

nelle condizioni di essere sempre più competitivo

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un’annata disastrosa, e invece iprezzi saranno deludenti. Parliamodi prodotti che sono il fiore all’oc-chiello del made in Italy. Come siritrova la strada del reddito?“I produttori si confrontano or-mai con un mercato sempre piùglobalizzato e purtroppo dobbia-mo fare i conti con frequenti cri-si, legate alla volatilità dei prezzi,e quindi strumenti come le poliz-ze assicurative devono essere pro-mossi e diffusi il più possibile.Abbiamo lavorato in questa dire-zione, sia a livello nazionale doveattraverso la legge distabilità sono stati re-cuperati 120 milioni dieuro da destinare aquesto scopo, sia a li-vello comunitario nel-l’ambito della riformadella Politica agricolacomune. Il nostro lavo-ro a Bruxelles è stato fi-nalizzato anche al po-tenziamento delle mi-sure attuali, con un’at-tenzione particolare aquegli strumenti mira-ti ad assicurare il red-dito degli agricoltori. Ènecessario, però, inter-venire anche su criti-cità derivanti da mo-delli strutturali checontinuano a persiste-re all’interno della fi-liera. A questo proposi-to vorrei ricordarel’importanza di unprovvedimento comel’articolo 62, che ha re-so obbligatori i con-tratti scritti e ha fissato dei tempicerti di pagamento. Ovviamente,però, questa misura non basta senon si procede in un percorso diaggregazione dell’offerta e se nonsi punta all’eliminazione di in-termediazioni inutili, che sot-traggono valore ai nostri agricol-tori. È importante poi che si con-tinui a puntare sulla qualità e lepeculiarità delle nostre produzio-ni, elementi strategici per le im-prese italiane e in generale delMade in Italy”.Nel 2012 abbiamo esportato orto-

frutta per un valore di circa 4 mi-liardi di euro, seconda voce dopo ilvino. L’export è strategico per la no-stra produzione, che è pari a trevolte i nostri consumi. C’è bisogno di esportare di più e diaffrontare il nodo delle barriereche impediscono, ad esempio allenostre pere e mele, di andare negliStati Uniti. Come si muove il Mini-stero per appoggiare gli sforzi delleimprese? “In questo campo, superando an-che una certa inerzia da partedella Commissione europea, ci

siamo mossi nei confronti degliStati Uniti, che rappresentano unimportante mercato potenzialeper le nostre mele, ottenendouna riapertura del dialogo inter-rotto da tempo, con buone pro-spettive di raggiungere l’obiettivodell’apertura reale del mercatoamericano. I rispettivi servizi fi-tosanitari stanno predisponendoun programma di lavoro che, unavolta sottoscritto, aprirà il merca-to statunitense alle nostre produ-zioni di mele e pere”. Competere sui mercati globali è al-

ternativa alla valorizzazione delprodotto di territorio, del tipico, al-la vendita diretta oppure sono scel-te complementari?“La forza della nostra agricolturapuò e deve essere proprio quellacapacità, caratteristica del nostroPaese, di saper valorizzare al me-glio le produzioni locali, fruttodelle tradizioni e della storia diun territorio, anche in un’otticaglobale. È chiaro che non possia-mo pensare di basare la nostracompetitività solo sui volumi diproduzione, ma è altrettanto evi-

dente che la qualitàdella nostra agricoltu-ra ci può consentire,con un adeguato sup-porto a livello di pro-mozione, di conqui-stare fette importantidei mercati interna-zionali. Se guardiamoal futuro dell’agricol-tura italiana, nonpossiamo che pensarea un modello di svi-luppo che punti sullafiliera corta e sulla va-lorizzazione delleproduzioni locali, maanche che abbia il co-raggio e la forza, e perquesto serve uno sfor-zo del sistema Paesenel suo insieme, di af-frontare le sfide cheun mercato semprepiù globalizzato ine-vitabilmente propo-ne”.

Sui mercati globali ser-vono: qualità, aggregazione dell’of-ferta, supporto del sistema-Paese.Cosa si può fare di più su questi trefronti?“Ritengo che si tratti di tre ele-menti che devono necessaria-mente procedere in parallelo. Sulfronte della qualità il nostro Pae-se ha pochi rivali al mondo e ilpercorso intrapreso negli ultimianni è certamente quello giusto.Se manca però un’adeguata ag-gregazione dell’offerta, se i pro-duttori non riescono a lavorareinsieme per acquisire una mag-

CorriereOrtofrutticolontervista

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giore forza contrattuale e un “pe-so specifico” sufficiente per com-petere anche a livello internazio-nale, la qualità da sola non basta.Lo stesso discorso vale per il ruo-lo di supporto che il sistema Pae-se deve saper garantire alla pro-duzione agricola. Mi riferisco al-la macchina della Pubblica am-ministrazione, ma anche al setto-re dei trasporti e all’industria del-la trasformazione, elementi fon-damentali di una “catena produt-tiva”, che funziona solo se tuttigli ingranaggi si muovono nellastessa direzione”.

Cosa si può aspettare il sistema or-tofrutta Italia dal negoziato PAC inparticolare sul fronte Ocm? Il siste-ma delle Op sarà incentivato? Ser-vono più risorse o normative più ef-ficaci?“Al momento la Commissione eu-ropea mantiene, nella sua propo-sta di riforma dell’OCM, il regi-me di aiuti attualmente vigente,

confermando quindi il ruolo cen-trale delle organizzazioni di pro-duttori come strumento per rag-giungere gli obiettivi della Politi-ca agricola comune nel settoreortofrutticolo. D’altro canto, laCommissione agricoltura del Par-lamento europeo, nel conferma-re quanto già previsto, spinge suun potenziamento degli stru-menti attualmente in vigore, co-me emerge dagli emendamentidi compromesso, votati alla finedi gennaio, che peraltro recepi-scono largamente le nostre istan-ze. Alla luce di tutto questo, loscenario di partenza è sicura-mente positivo e il lavoro chestiamo svolgendo a tutti i livelli èmirato a realizzare proprio leaspettative della filiera. Conside-rando poi quanto sta emergendodalla discussione sul quadro fi-nanziario pluriannuale, innalza-re la qualità della spesa attraver-so normative più efficaci saràuna strada da percorrere obbliga-

toriamente per dare un contribu-to sostanziale alla soluzione delleproblematiche del settore”.

La crisi dei consumi accentua ilbraccio di ferro con la Gdo, che cer-ca di recuperare lanciando promo-zioni che deprimono ulteriormentei margini delle imprese. Con qualistrumenti si può tentare di riequili-brare i rapporti all’interno della fi-liera?“Da questo punto di vista l’artico-lo 62 del Decreto sulle liberaliz-zazioni rappresenta uno stru-mento importante per riequili-brare i rapporti all’interno dellafiliera. Imporre contratti scritti etempi certi nelle transazioni tragli operati del comparto agroali-mentare significa intervenire inmaniera significativa per ridareforza all’anello produttivo. A que-sto passaggio, però, come ho giàdetto, si deve accompagnare unprocesso di aggregazione dell’of-ferta”.

CorriereOrtofrutticolontervista

F e b b r a i o 201324 www.corriereortofrutticolo.it

I

INFIA

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CorriereOrtofrutticoloFRUIT LOGISTICA

PRIMO PIANO P

Alla Fruit Logistica di Berlino so-no attesi oltre 55.000 operatori dialto livello provenienti da oltre120 Paesi, i quali avranno la pos-sibilità dal 6 all’8 febbraio, du-rante le tre giornate di Salone, diincontrare i decision maker delsettore, nonchè rappresentantidel commercio all’ingrosso e aldettaglio, produttori ortofruttico-li, importatori ed esportatori. Ol-tre 2.400 gli epositori, provenien-ti da 75 Paesi. Come sempre folta la pattugliaitaliana. Lo stand collettivo Piaz-za Italia, coordinato da Cso, avràquest'anno un layout nuovo inte-ramente realizzato con materialiriciclati. Pannelli realizzati conritagli di legno, moquette in erbariciclata, uno spazio tutto natura-le, aperto ed evocativo, con gran-di alberi a foglia larga e, in alto,in formato 3D il nuovissimo logoItaly, messo a punto per presen-tarsi in tutto il mondo con ilpayoff “The beauty of quality”.A Fruit Logistica, il Cso, organiz-zerà, nello spazio Italy, una degu-stazione di verdura e frutta permettere i riflettori su prodotti ec-cellenti ma anche su modi eccel-lenti di consumarli: il Fruit& Vegexperience. Lo stand che supera gli 800 metri

quadri, vede la partecipazione diaziende socie di Cso rappresen-tanti sia della produzione chedella filiera, dal packaging alletecnologie italiane leader nelmondo.Quest’anno lo stand prevede an-che la significativa partecipazio-ne di Fruitimprese con nove im-prese associate, nonché una rap-presentanza del’Ice. L’elencocompleto contempla Cso - Agri-bologna - Conor - Fresco Senso -AB FFrash - Alegra - AlmaverdeBio - AOP Serena - Apofruit Italia- Apo Scaligera - CPR System - Eu-rocompany - Fogliati - GranfruttaZani - Grazioni Packaging - Jin-gold - Mazzoni - Fruitimprese/Ice- Agro T18 - Besana - Ceor - De Lu-cia - Peviani -Salvi - Secondulfo -Spreafico - Oranfrizer - Opo Ve-neto - Orogel Fresco - Naturitalia- Modì Europa - Pempacorer - Tra-maco - Valfrutta.Tra i prodotti in vetrina a Berlinola pera Abate Fetel dell’EmiliaRomagna protagonista di primopiano grazie alle attività di pro-

mozione messe a punto dal Csonell’ambito del Progetto Fruit-ness.Una Abate Fetel gonfiabile altatre metri troneggerà nell’ingres-so sud della Fiera e ritornerannoanche i banner giganti nella hallprincipale, ma il cuore delle atti-vità promozionali sarà comun-que Piazza Italia dove la varietàsarà l’ingrediente principale dispeciali degustazioni che consen-tiranno ai visitatori e ai giornali-sti di apprezzare le virtù del frut-to. L’Emilia Romagna concentrail 65% delle pere italiane, vale adire un quantitativo attorno alle600.000 tonnellate. In Emilia Ro-magna il 68% dell’offerta di pereè rappresentata da due varietà: laWilliam che detiene il 24% e l’A-bate che raggiunge il 44%. L’offer-ta di pere nella regione è partico-larmente concentrata nelle pro-vince di Ferrara e Modena, maanche Bologna.L’export di pere italiane negli ul-timi anni ha raggiunto una me-dia oscillante tra le 120 e le

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Esame... berlineseDall’6 all’8 febbraio Fruit Logistica diventa il contenitore

del mondo dell’ortofrutta; ancora una volta corposa la rappresentanza italiana, con alcune novità e sorprese

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CorriereOrtofrutticoloFRUIT LOGISTICA

PRIMO PIANO P190.000 tonnellate, in crescita ri-spetto agli anni Novanta e primianni 2000. I mercati di sboccoprincipali sono quelli europei edin particolare la Germania, an-che se, negli ultimi anni, in que-sto importante Paese, l’export èin discesa a favore di altri merca-ti dell’est Europa e del Nord Afri-ca. Numerosi gli espositori italiani.Al gran completo i consorzi e ibrand delle mele. E non manche-ranno le novità: Sant’Orsola pre-senterà un espositore frigo “fir-mato” per i suoi piccoli frutti; In-fia si farà forte dello slogan “in-novazione per la sostenibilità”lanciando il marchioInfia4earth: un nuovo modello efilosofia di sviluppo sostenibileper l’ambiente e per tutti glistakeholders coinvolti nell'interacatena del valore; Opo Venetopresenterà una vasta gamma diortaggi e di servizi connessi fa-cendo affidamento su produzionidal Veneto nonché di altre areevocate d’Italia, come il Fucino ela zona di Fondi (Latina), dovel’O.P. opera con propri soci; T18punterà sulla qualità, sul territo-rio e sula stagionalità e quindisulle produzioni mirate, come ilpomodoro, i finocchi, i carciofi,gli asparagi, le uve e gli agrumi;il marchio premium Kiku, per laprima volta Berlino, presenterò ilprodotto fresco ma anche il succodi mela e le attività promoziona-li dei 26 partner globali, visibilisulle gigantografie che decoranole pareti dello stand; Terra Orti,in una collettiva di 14 imprese sa-lernitane farà affidamento so-prattutto sul Carciofo di PaestumIgp; Unitec presenterà l’interagamma delle sue tecnologie; Eu-ro Pool System invita i visitatoria misurarsi in una gara ciclisticavirtuale e lancia un quiz a pre-mi il cui vincitore riceverà uniPad mini. Significativa anche la presenzadei mercati all’ingrosso: ci saran-no i principali Centri agroali-mentari del Paese tra cui Trevisoe, sempre rimanendo in Veneto,Mercato Agro-alimentare di Pa-

dova (MAAP) e VeronaMercato.Cinque le aziende “co-exhibitor”all’interno dello stand: Due Erre,Dal Bello Davide, Som-Ortopado-va, Fratelli Daniele, Dal Bello Si-fe. VeronaMercato farà da trainoalla fitta delegazione veronese.Sono quattordici le aziende scali-gere che saranno ospitate, conuna postazione fissa, all’internodella grande area, di 210 metriquadri, affittata all’interno diMesse Berlin. Si tratta di Conti-nental, Napoleon, Frigoveneta,Sole Frutta, Corsi, Coop Facchini,Coz, GR Frutta, Cherry Passion,Orti di Giulietta, Frutta C2, Bisso-li, Perusi, B&B Frutta. Ad essevanno aggiunte le aziende - al-meno una decina - all’internodell’area di VeronaMercato.

Innovation award senza italianiNessun italiano tra i candidati alFruit Logistica Innovation Award2013. A contendersi la vittoria so-no: “Frische ist Leben2, campa-gna di promozione per il consu-mo di frutta e verdura fresca;“High speed counting andpacking device", sistema rapidodi imballaggio olandese; BankenChampignons BV mix di funghifreschi pronti per il consumatoreolandese; Behr AG, preparato te-desco pronto per cucinare rape;“Colored Apricots”, gamma di al-bicocche di vari colori israeliana;“Apfel-Schiffchen”, fette di melaessiccate tedesca; "On-site biogasplant turning organic waste intoenergy”, unità di produzione dibiogas per trasformare i rifiutiorganici in energia; la francese“Nergi”, bacca derivata dal kiwicon la buccia liscia e sottile e lapolpa verde; l’olandese “City-Far-ming”, concetto di produzione inambiente urbano con illumina-zione a LED; l’inglese “FlowerSproutTM”, nuovo tipo di ortag-gio con foglie verdi e viola, in-crocio tra cavolino di Bruxelles ecavolo. (M.A.)

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Un Paese interessante e in fortesviluppo il Perù, partner ufficiale difruit Logistica 2013. Secondo i dati diPromPerù, Commissione per lapromozione turistica ed export, haesportato nel 2011 circa 842.000 di ton-nellate di prodotti ortofrutticoli perun valore di 1,1 miliardi di dollari. Le principali referenze esporta-zione sono state uva (299 milioni di dollari), asparagi (289 milionidi dollari), avocado (164 milioni di dollari), mango (117 milioni didollari), banane (69 milioni di dollari) e limoni (66 milioni di dol-lari). Tra i partner commerciali più importanti si annoverano Usa(37%) e Olanda (24%); a seguire Gran Bretagna, Spagna e HongKong.La crescente importanza del Perù quale fornitore internazionale diprodotti ortofrutticoli freschi si spiega tra l’altro anche con il fattoche il Perù è il primo Paese esportatore mondiale di asparagi; è alsecondo posto nell’export di avocado ed al terzo posto nel export dibio-banane. Il Perù, ancora, sta dimostrando un potenziale di ven-dita particolarmente significato anche per l’export di melograni,mirtilli, fichi e cherimoyas.

Il Paese partnerè lo scalpitante Perù

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

! Antonio Felice

Lo sostengono, a parole, quasitutti: l’anello debole della filieraè la produzione. Ecco un esempiocontrario: l’anello debole che di-venta forte grazie all’innovazio-ne. E all’impegno di una giovanedonna. Francesca Nadalini, 33anni, mantovana di Sermide, hadato una svolta all’azienda fonda-ta dal padre Roberto, 67 anni, nel1979: 160 ettari attorno alla fra-zione Santa Croce, tutti a melone,50 in serra, 110 in campo aperto,per una produzione di cinquemi-la tonnellate all’anno. Una svoltabasata oggi su più fattori ma par-tita dall’informatica: Francescaha creato un software per la trac-ciabilità dei meloni battezzato‘Local Tracing’, ha messo a regi-me la gestione aziendale secondo

criteri di massima efficienza, halanciato iniziative per valorizza-re la produzione e il territorio, siè impegnata sull’IGP, ha apertonuovi sbocchi commerciali. Finoal 2004 non avrebbe mai pensatodi lavorare in agricoltura. Si eralaureata in scienze della comuni-cazione a Siena, dopo il liceo aFerrara, e si occupava di informa-tica a Firenze quando il padre lechiese una mano per mettersi inregola con le norme sulla traccia-bilità. E’ partito tutto da lì, anche se né lei né il padre lo avevanomesso in preventivo: ‘Local Tra-

cing’ ha acceso una scintilla, lapassione per l’agricoltura. Nel2012 sono arrivati anche due pre-mi di livello nazionale: in prima-vera, a Milano, l’Oscar Green del-la Coldiretti; a fine anno, in Pie-monte, il ‘GammaDonna 10 e Lo-de’ per l’innovazione.Racconta: “Nel 1979 mio padre haintravisto la possibilità di recupe-rare la tradizione del melone dicui a Sermide c’erano tracce findal 1500, una tradizione che siera persa del tutto". Siamo a 40 km da Mantova, subi-to sotto il Po, in quell’estremo an-

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Francesca Nadalini, 33 anni, ha dato una svoltaall’azienda di famiglia informatizzando e innovando.

Un impegno che le è valso due premi a livello nazionale

La principessa del melone

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CorriereOrtofrutticolo

golo orientale della Lombardiache s’incunea tra il Veneto e l’E-milia, lungo la strada che daOstiglia porta a Ferrara. I campidei Nadalini sono nella frazionedi Santa Croce, attorno a un luo-go storico, una chiesetta del 1200che rientrava sotto la protezionedi Matilde di Canossa. Nel 2005,durante lavori di restauro, dallavolta dell’abside riemergono de-gli affreschi del 1500: c’è ritrattoanche un melone. Ma RobertoNadalini si era mosso prima diquella scoperta. Nel 1979 le col-ture della zona: dalla barbabieto-la al mais, erano ai minimi stori-ci e lui cercava redditività per lasua campagna. C’era a Viadana,all’altro polo della provincia, ver-so Piacenza, qualche coltivazio-ne di melone, una varietà ameri-cana, un giallo-retato: l’Harper.Lui fece una prova, prima incampo aperto, poi in serra. I me-loni erano così buoni che quan-do Roberto Nadalini partiva per

il mercato di Bologna, erano giàvenduti prima che arrivasse eglieli pagavano in contanti. Ri-sultato: in pochi anni Sermide èdiventata una capitale del melo-ne mantovano, è una distesa diserre e tunnellini, li coltivanotutti, non c’è abbastanza terraper coltivarli. E qui ci sono i me-riti di un uomo dalla vista lunga.Da qui s’innesta la creatività e la

preparazione ‘up-to-date’ di suafiglia."Bologna - racconta FrancescaNadalini - è rimasto il nostro ri-ferimento principale ma ormai,da tempo, siamo su tutti i merca-ti italiani, quelli principali, dovevale la pena. Sui mercati faccia-mo più del 30 per cento del girod’affari, un altro 30 lo facciamodirettamente con i supermercati,

Copertina

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA

il resto della produzione va all’e-stero: Gran Bretagna, Svizzera,Germania, Austria".Ma andiamo con ordine. Tra il2004 e il 2005, rispondendo all’-SOS del padre, Francesca porta iprimi computer in azienda, met-te a regime la tracciabilità, inse-risce il codice a barre. Lo fa dap-prima part time, mantenendoun’attività a Firenze, poi il lavoroa Santa Croce di Sermide diventatotalizzante: "C’era molto da fareed era molto stimolante. Devo di-re che in un’azienda agricola illavoro non finisce mai, l’evolu-zione è continua. Ho capito pre-sto che bisognava partire da unamentalità molto diffusa, quellache non considera un’aziendaagricola come tutte le altre azien-de, per arrivare passo passo a unnormale controllo di gestione, al-l’adozione di parametri economi-ci di riferimento da rispettare. Inquei due anni, con gli aspetticontabili abbiamo affrontato an-che la sfida tecnologica. Unitecha studiato per noi una macchi-na, una calibratrice meccanica,che controlla gli aspetti qualitati-vi a partire dai gradi brix e lavora4,5 frutti al secondo. Abbiamo co-sì potuto verificare con precisio-ne, per esempio, che i brix cam-biano da un campo all’altro. Que-sta tecnologia ci ha permesso diesportare in Gran Bretagna eSvizzera dove esistono regole rigi-de sui parametri brix e quindi diaprirci con nuove prospettive aimercati esteri".I due principali prodotti della

Nadalini sono il melone reato e ilmelone liscio. Francesca preferi-sce di gran lunga il secondo: "Vaspinto, è il migliore che c’è". Laproduzione va da metà maggio ametà novembre. La qualità mi-gliore si ha tra settembre e otto-bre perché la pianta è nel suomomento di maggior salute. Ilterreno può produrre fino a unmassimo di cinque anni, poi è la-sciato riposare per quattro. D’in-verno l’azienda produce zucche.Il terreno è un problema. "C’èconflitto, ma non solo qui, in tut-ta la Pianura Padana - spiegaFrancesca Nadalini - tra terrenodestinato ad alimentazione uma-na, quello destinato ad alimenta-zione animale e quello destinatoalla produzione di bioenergia".Così, estendere la superficie ameloni non è facile anche quan-do ci sarebbe la convenienza.In azienda il padre si occupa del-la parte agronomica e produttiva(si sente, con orgoglio, un conta-dino), la figlia gestisce il magaz-zino, la distribuzione, il marke-ting. Chiediamo a Francesca qua-le sia la sfida maggiore che ha di

fronte oggi. Risponde: "Ridaremargini all’attività agricola. I co-sti, dalle plastiche per le serre algasolio per i trattori e il trasportodella merce, sono cresciuti. Con-temporaneamente, negli ultimitre anni, il prezzo medio di ven-dita del prodotto ha avuto un ca-lo progressivo per effetto del calodei consumi nel mercato inter-no. I margini di redditività van-no cercati nel controllo dei costie anche nell’ottimizzare i risulta-ti produttivi. Non è detto che pro-durre di più faccia maggiori mar-gini, c’è un punto di equilibrio. Ilsecondo aspetto cruciale è la ri-cerca di nuovi mercati esteri, per-ché l’Italia non è più un luogo in-teressante per le vendite".Ma Francesca ama l’Italia eama la sua Sermide. Vendendoall’estero porta valore in Italia.E aggiunge: "Mi sono natural-mente legata al territorio; pro-dotto e territorio sono legati inassoluto". Per questo, con il Po-litecnico di Milano, sta proget-tando "le strade del melonemantovano", che entrerannonella fase di start-up il prossi-mo maggio, all’inizio dellanuova campagna. Per questo, èstata tra i principali promotoridell’IGP del melone locale. Perquesto, ha avviato la ristruttu-razione di antichi esemplari diarchitettura rurale che dannospunti di cultura e storia, a par-tire dalla mitica Matilde. Lastessa proprietà ha un fondostorico con un rudere chiamatola Beccaguda dal nome di uncolonnello canossiano, taleBeccaguti, che fece erigere l’e-dificio. Tutto è stato salvaguar-dato, compreso un fienile del1770, malgrado i danni arrecatidalle scosse di terremoto del 20e del 29 maggio 2012. E non è finita. Francesca cin-que anni fa ha lanciato i ricet-tari al melone con menù decli-nati in tre versioni: fast, esoti-ca, classic. Per ogni menù ci so-no 6-7 ricette. Ovviamente c’ètutto su Facebook. Ma che cosavolete di più?

editor @grenmed.eu

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CorriereOrtofrutticoloSERATA PROTAGONISTI

ATTUALITÀ A

! Mirko Aldinucci

La punta dell’iceberg è emersa,mostrando il lato migliore delsettore ortofrutticolo - quello del-la concretezza, dell’impegno, del-le buone idee - nella riuscita se-rata di venerdì 25 in Valpolicella,nella splendida cornice di VillaSerego Alighieri, dove CorriereOrtofrutticolo e Cso hanno orga-nizzato, riscuotendo consensiunanimi, la prima edizione diProtagonisti: un evento volutoper mettere in rete i personaggidi spicco e le punte di diamantedel comparto affinché faccianoda traino a un settore che ha bi-sogno di aggregarsi avviando ini-ziative di filiera e impegnandosiper ritagliarsi un’immagine com-misurata al peso economico dichi rappresenta il 25% dell’eco-nomia agricola ed è la secondavoce dell’export agroalimentare. Un settore che fa ancora parlaretroppo poco di sé, e quando as-surge agli onori delle cronache,spesso, è in senso negativo.L’incontro veronese, che ha coin-volto le primarie realtà dell’orto-frutta italiana, da Fruitimprese aMercati Associati, dai grandi im-prenditori privati alle principali

aggregazioni cooperative, ha avu-to come gradito ospite il mini-stro delle Politiche Agricole Ma-rio Catania. Ma gli onori e gli ap-plausi sono arrivati anche e so-prattutto per gli undici leader ap-parsi sulle copertine del CorriereOrtofrutticolo nel 2012 e saliti sulpalco dove hanno ricevuto una ri-produzione di una delle formelledel portale della basilica di SanZeno, patrono di Verona, quellaraffigurante (non a caso…) l’arcadi Noè. In ordine rigorosamente alfabeti-co: Dino Abbascià, presidentenazionale di Fida, Federazionedei dettaglianti dell’alimentazio-ne; Cesare Bellò, manager diOpo, organizzazione produttoriortofrutticoli, Veneto; ClaudioGamberini, buyer nazionale or-tofrutta di Conad; Renato Iseppiesempio di passaggio generazio-nale a Verona; Giovanni Olivieri,giovane produttore in Egitto; Raf-faella Orsero, imprenditrice a Sa-vona, unica assente della serata

(a ritirare il premio per suo contoPatrizia Cozzi, event manager diGemma Editco publishing Group);Aurelio Pannitteri, impegnato asalvare l’arancia rossa di Sicilia;Renzo Piraccini, innovatore delbiologico; Marco Salvi, presiden-te degli esportatori; Andrea Se-grè, economista che ha inventatoil Last Minute Market.E poi lui, il “Premiato tra i pre-miati”, insignito del premio Or-tofrutta d'Italia, lanciato dal Csoper promuovere il made in Italyortofrutticolo: Pietro Paolo Ciar-diello, direttore della cooperativaSole di Caserta, esempio di im-prenditoria virtuosa nella terradi Gomorra. Concreto, essenziale, ma sognato-re nello stesso tempo: “Il segretodel successo? Impegno, fiducia. Epoi ci vuole fortuna, bisogna in-contrare belle persone. Io ne hoincontrare tante”.Insieme ai protagonisti c’eranopoi tanti big della filiera ortofrut-ticola: Giuseppe Pavan, presiden-

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Tutto esaurito (con overbooking in largo anticipo), grandeinteresse, organizzazione impeccabile: “buona la prima”

per “Protagonisti”, iniziativa di Corriere Ortofrutticolo e Cso

Campioni dell’ortofrutta

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

te di Mercati Associati, OttavioGuala, presidente Fedagro, Oli-viero Gregorelli, presidente deigrossisti bresciani, Erminia Per-bellini e Paolo Merci, presidentee direttore di Veronamercato congli omologhi padovani FrancoFrigo e Francesco Cera oltre al-l’amministratore delegato Gian-carlo Daniele, l'ad del Mercato diGenova Gianni Ratto, il direttoredel mercato di Udine Andrea Sa-bot; Danila Bragantini, vicepresi-dente Fruitimprese, DomenicoScarpellini presidente di CesenaFiera con il direttore Luigi Bian-chi, solo per citarne alcuni (l’e-lenco completo dei presenti alla se-rata è a pagina 36). Tra i tavoli anche l’imprenditoreGiovanni Rana; Paolo Bedoni,presidente di Cattolica Assicura-zioni; Sandro Boscaini, presiden-te di Masi Agricola, la cui splen-dida tenuta, con una cantina dav-vero da primo della classe, è statavisitata dai Protagonisti primadella cena di gala. Mentre lagrande distribuzione, oltre checon il “premiato” Gamberini, erarappresentata anche da VanesCantieri, numero uno per l'orto-frutta di Coop Italia. Tra i big del-l’imprenditoria ortofrutticolaLuigi Mazzoni, Tino Olivieri,Giorgio Sambugaro, LoredanoBrentegani, Linda Denadai, Re-nato Dalvit, Mirko Daniele. Tra ilogistici Maersk, Corsi, Olympiadi Navigazione.

Oltre 100 i partecipanti all’eventoche ha colto pienamente nel se-gno congedando con il sorrisosulle labbra e la soddisfazione diaver partecipato - invitati, orga-nizzatori, sponsor - a un qualcosadi nuovo e potenzialmente im-portante per il futuro del settore.Corriere Ortofrutticolo e Cso, hadetto Paolo Bruni nell’illustrarela serata, che ha poi brillante-

mente condotto, “si sono uniti inquesta occasione con il comuneobiettivo di valorizzare l’ortofrut-ta italiana; gran parte delle “pun-te di diamante” di un settore cheproduce 36 milioni di tonnellateper un volume di affari di 13 mi-lioni di euro ed è eccellenza edemblema di italianità, sono qui".Soddisfatto Antonio Felice, coor-dinatore editoriale di GemmaEditco: una serata riuscita, tantee importanti le presenze tra cuile due maggiori catene della di-stribuzione nazionale e i leaderdi numerose organizzazioni dicategoria. L’Italia dell’ortofruttadeve fare ancora molta strada: lapiccola Olanda esporta quasi iltriplo del nostro Paese, la grandesfida è l’export e i protagonisti cidanno l’esempio di come vincerela grandi partite; ci vogliono i

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L’intervento di Felice; sopra la salagremita e premiazione di Ciardiello

- segue a pag.28 -

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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Ecco, in ordine alfabetico, l’elen-co completo degli imprenditoridel settore e degli sponsor parte-cipanti alla prima edizione diProtagonisti, nello splendido sce-nario della Foresteria di Villa Se-rego Alighieri, in Valpolicella: Abbascià Dino; Artosi Monica;Armuzzi Moreno; Barile Umber-to; Bedoni Paolo; Benedetti Ange-lo; Bellò Cesare; Bertaiola Fausto;Berton Piero; Bianchi Luigi;Bighelli Giorgio; Bighelli Stefano;Bonfiglioli Alessandro; BoscainiAlessandro; Bragantini Danila;Brentegani Loredano; Bruni Pao-lo; Calzolari Roldano; CanellaGiuliano; Casadio Tiziana; CeraFrancesco; Ciardiello Pietro Pao-lo; Colpo Christian; Corsi France-sco; Corsi Giacomo; Dalla Bernar-dina Gianni; Dal Vit Renato; Da-niele Giancarlo; Daniele Mirko;De Nadai Linda con CernoAlessandro; De Santis Massimo;De Santis Giuliana; Donati Tom-maso; Drahorad Rolando; Facchi-ni Carlo; Ferri Gabriele; FilippinoAlberto; Fornari Alessandro; Fri-go Franco; Furiani Alessandra;Gamberini Claudio; GavottiElena; Gemini Eleonora; GrazianiRoberto; Gregorelli Marco; Grego-relli Oliviero; Guala Ottavio; Isep-pi Renato con Savio Elsa; MacchiElisa; Marrapese Marco; Neri Pa-trizio; Olivieri Giovanni: OlivieriMassimiliano; Pacifico Marco; Pa-van Giuseppe; Perbellini Erminia;Pira Francesca; Piraccini Renzo;Piraccini Valentina; Pizzoli Nico-la; Rana Giovanni; Ratto Gianni;Ravaioli Alessandra; Resta Luigi;Sabbadini Laura; Sabot Andrea;Salvi Marco; Sambugaro Giorgio;Savio Elsa; ScarpelliniDomenico; Scalise Claudio; Segrè Andrea; SoliStefano; Toma Luciano; Torreggiani Luciano;Trevisan Sergio; Venzi Aldo; Wernicka Anna; Za-notto Romeo.Questo il menù: tortino di patate novelle, verzestufate, scampi siciliani e crema di lenticchie dicastelluccio; risotto mantecato al Campofiorincon fondente di zucca e scaglie di Monte Verone-

se; guancetta di Chianina brasata all’Amaronedella Valpolicella su letto di erbette stufate e po-lentina; delizia al recioto della Valpolicella conpere candite e velo di cioccolato alle mandorle. Iltutto, naturalmente, annaffiato dai prestigiosi vi-ni Masi e Serego Alighieri. E già si lavora per l’e-dizione 2014: l’obiettivo è far diventare l’evento la“Cernobbio” dell’ortofrutta italiana. (M.A.)

Uno per uno i partecipanti alla serata. E già si lavora per l’edizione 2014 della “Cernobbio dell’ortofrutta italiana”

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

campioni, ci vuole gioco di squa-dra, ci vuole agonismo per vince-re la sfida del mercato.“Un tutto esaurito che ci riempiedi orgoglio”: l’ha definito il diret-tore del Corriere Ortofrutticolo Lo-renzo Frassoldati. Che prendendospunto dal precedente interventodi Boscaini, (il suo marchio Masiè tra i leader mondiali) ha dettoche "la forza del vino è stata diraccontare delle storie: ora noivogliamo raccontare le storie del-l’ortofrutta. Questo settore meritadi più perché ricco di valori e po-tenzialità: produciamo il triplodi quello che consumiamo e dob-biamo esportare molto di più”.Formula innovativa ed ineditaquella dei Protagonisti. “Vista epresa” da molti dei presenti, chehanno già assicurato l’appoggioper il 2014: l’iniziativa si ripe-terà, diventerà probabilmenteappuntamento annuale itineran-

te nelle regioni più vocate del-l’ortofrutta. E porterà alla ribalta,nella prossima edizione, altri 11“big” che appariranno quest’an-no sulla copertina del nostromensile. Un’altra fetta di icebergche emergerà e porterà a gallaquanto di buono il pianeta orto-frutta, trainato dai buoni esempie dalle buone idee, può ancora fa-re per costruirsi un futuro mi-

gliore. Un successo, quello del 25 gen-naio, da condividere anche congli sponsor che hanno creduto alprogetto: Cso, Unitec spa, Cattoli-ca Assicurazioni, Eurepack, Mer-cati Associati, Macfrut, Sensite-ch, Graziani Packaging, mentreFruitecom ha fornito una prezio-sa [email protected]

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SERA

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Alcuni momenti della serata: Bruni con Salvi, Segrèe Pannitteri; sotto con il ministro Catania e Bragantini.In basso, Frassoldati con Ciardiello e Gamberini

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CorriereOrtofrutticolo A

I dati relativi a ottobre 2012 evidenzia-no una crescita delle esportazioni edun leggero calo delle importazioni. Ilsaldo, stando ai dati Fruitimprese, rag-giunge 870 milioni di euro con un in-cremento del 16,1% rispetto allo stessoperiodo del 2011. Nei primi dieci mesi dell’anno le im-prese italiane hanno esportato3.337.000 tonnellate (+0,3%) per unvalore di poco superiore a 3,15 miliar-di di euro (+1,1%). In volume segnopositivo per i comparti degli ortaggi(1,2%) e della frutta fresca (2,4%) cheinsieme rappresentano circa il 90% ditutto l’export. In flessione i flussi diesportazione di agrumi (-13,2%) e difrutta secca (-10,7%). In valore segno negativo per ortaggi edagrumi mentre risultano in crescitafrutta fresca (4,6%) e frutta secca(4,3%). L’Italia ha importato circa2.600.000 tonnellate (-0,3%) per un va-lore di 2,283 miliardi di euro (-3,7%).Tra i singoli comparti incremento involume per gli agrumi (15,9%) e pergli ortaggi (5,1%); per gli altri, anda-mento negativo. Fruitimprese ha intanto confermato ivicepresidenti Danila Bragantini eGiacomo Suglia per un ulteriore trien-nio in occasione del Consiglio del 18gennaio a Catania, allargato alla Com-missione tecnica Agrumi. Il presidente Marco Salvi ha espressola sua gratitudine al neo Assessore al-l’agricoltura della Regione Sicilia Da-rio Cartabellotta per aver accolto l’in-vito a presenziare i lavori del Consi-glio. Dopo aver ascoltato con attenzione leproblematiche emerse dagli interventidegli imprenditori e aver parlato delproprio programma, Cartabellotta si èdetto interessato e disponibile a colla-borare con Fruitimprese.

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Export inlieve crescita

Nei primi dieci mesi del 2012l’Italia ha esportato

circa 3,3 milioni di tonnellate

ATTUALITÀ

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Competitività e aggregazione. So-no questi i punti chiave per il ri-lancio dell’ortofrutta venetaemersi durante la tavola rotonda“Ortofrutta Veneta, rilancio o len-to declino?” organizzata dal Con-sorzio Ortofrutticolo Padano,realtà scaligera che associa 1500aziende e 15 cooperative, sabato26 gennaio a Veronamercato.Dopo l’introduzione di GabrieleTibaldo, direttore del Consorzio,che ha tracciato un’analisi di lucie ombre sulla situazione dell’or-tofrutta veneta, è intervenuta Ve-ronica Bertoldo, dirigente dell’as-sessorato all’agricoltura regiona-le che ha evidenziato l’importan-za del Veneto in ambito agricolo“con 19 OP ortofrutticole, il mag-gior numero di prodotti DOP eIGP a livello nazionale, il più ele-vato grado di biodiversità.A seguire Adele Biondani, presi-dente dell’associazione BancoAlimentare del Veneto ha ricor-dato l’importanza degli apportialimentari, specie ortofrutticolo,con 4.472 tonnellate di cibo di-stribuito all’anno a quasi 90.000persone.L’associazione conta 114 volonta-ri, due magazzini nel Veneto dicui uno a Verona. Fausto Bertaio-la (nel riquadro) presidente delConsorzio Ortofrutticolo Padanoha detto: “in un momento in cuil’agricoltura tiene il passo nono-stante la crisi, ci sono ancoramolti problemi da risolvere per iproduttori. Si registra nell’ultimoanno un calo di consumi di orto-frutta dell’1,5% e nel territorioveronese, che vale l’80% dellaproduzione ortofrutticola regio-nale, c’è una riduzione di produ-zioni e di superfici coltivate.La melicoltura veronese, adesempio, vive una situazione dicrisi cronica con prezzi pratica-mente invariati negli ultimivent’anni ma i costi di produzio-ne sono quasi raddoppiati, la pro-

duzione delle pesche si è ridottadel 30%”.“Le priorità su cui dovrebberoconcentrasi gli sforzi del compar-to ortofrutticolo e della politica -ha sottolineato Bertaiola – sonola competitività delle aziendeagricole in un mercato europeounico, dove il prezzo è uguale pertutti e, in un mercato mondialesempre più globale, il produttoreitaliano non riesce ad essere con-correnziale per i costi di produ-zione troppo elevati. Purtroppo,l’equazione più qualità è ugualea più competitività non regge.Servono regola e misure di soste-gno affinchè la frutticoltura ita-liana possa tornare a essere com-petitiva”.“L’altra priorità – ha aggiunto ilpresidente del Consorzio Orto-frutticolo Padano - riguarda lanecessita di accorciare la filiera,troppo occupata da passaggi chesottraggono valore aggiunto allaproduzione. E’ quindi necessarioaggregare la produzione e crearesoggetti forti in grado di confron-tarsi alla pari con la grande di-stribuzione. Non è più il tempo

per i produttori di restare da soli,è necessario fare rete e mettersiinsieme”.Paolo Bruni, Presidente CSO,Centro Servizi Ortofrutticoli diFerrara, ha messo in evidenza co-me sia necessario creare intesetra pubblico e privato poiché“nessuno da solo ce la può fare”.“Tutta l’Italia – ha precisato – nonsi tratta solo del Veneto, non èriuscita a fare sistema. Cioè a de-finire una specifica programma-zione e controllo delle dinami-che di produzione per governarerelazioni di mercato complessespecie di fronte a un mercato glo-balizzato”.“E’ necessario per i produttori -ha specificato Bruni - conquistarenuovi mercati ma allo stesso tem-po la politica deve intervenire co-me ad esempio ad abbattere lefinte barriere fitosanitarie. Cosache ha fatto con la Corea del sudin cui adesso si può esportare ilkiwi ma non con altri Paesi comegli Stati Uniti in cui non è anco-ra possibile esportare mele e pe-re”.Il tema dell’aggregazione è stato

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Competitività e ampie inteseper rilanciare l’ortofrutta veneta

Priorità del settore e rapporti con la politicaal centro di un convegno organizzato a Verona

del Consorzio Ortofrutticolo Padano

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

al centro della relazione di Am-brogio De Ponti, Presidente Una-proa, Unione nazionale dei pro-duttori ortofrutticoli agrumari edi frutta in guscio, che ha detto“il tentativo che dobbiamo fare èdi lavorare insieme e fare un la-voro sistemico. E’ necessario an-che ridurre la burocrazia. Adesempio il recente articolo 62,che regola i contratti e i paga-menti, è un chiaro esempio chesi può intervenire”. “E’ importan-te – ha aggiunto De Ponti – che iproduttori italiani siano messinelle stesse condizioni di compe-tere con i concorrenti straniericome spagnoli e francesi e che lerealtà virtuose italiane che si so-no aggregate vengano premiate”.In chiusura della tavola rotonda,il Ministro dell’agricoltura MarioCatania ha evidenziato: ”Il pro-dotto veneto è ottimo ma va sup-portato con strategie specifiche.Infatti, come per il resto d’Italia,il problema è che aumentano icosti di produzione ma non al-trettanto i guadagni dei produtto-ri”. “A parte alcune situazioni di nic-chia - ha proseguito - è semprepiù difficile per il comparto farquadrare i conti delle imprese.Sul mercato c’è un’offerta cre-scente di prodotti: a quelli nazio-nali si aggiungono i prodotti este-ri tra cui spiccano Spagna, Olan-da e Nord Africa. La distribuzio-ne trattiene circa l’80% del prez-zo del prodotto. Allora è semprepiù necessaria l’aggregazionedell’offerta perché solo in questomodo si può raggiungere una cer-ta massa critica da condizionareil mercato. Inoltre, è importantelavorare sull’origine e tracciabi-lità del prodotto perché il consu-matore è disposto anche a spen-dere qualcosa in più per compra-re un prodotto italiano di qualitàe controllato. C’è un lavoro da fa-re tra politica e produttori ancheper recuperare sui consumi. Il vi-no italiano, ad esempio è riuscitoa recuperare con l’esportazionequello che perde internamente;l’ortofrutta ha tutte le capacitàper fare altrettanto”.

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UNIONI NAZIONALI DI PRODOTTO, MEGLIO SEPARATI IN CASA?Al convegno dell’Op COP-Consorzio Ortofrutticolo Padano dal titolo“Ortofrutta veneta, rilancio o lento declino?” dopo la bella, amara e lu-cida relazione del presidente Fausto Bertaiola, nella tavola rotonda –presente il ministro Catania - che è seguita il presidente di Unaproa,Ambrogio de Ponti, ha reagito vivacemente a una mia domanda.Ho chiesto perché Unaproa non si fosse integrata con le altre unioninazionali di prodotto come hanno fatto Uiapoa e Unacoa (da cui è na-ta Italia Ortofrutta).“Non c’è bisogno di sposarsi per lavorare assieme, ecco qui una relazio-ne su tutte le cose che stiamo facendo assieme. Anche voi potreste fon-dervi con l’Informatore Agrario e non lo fate…”. Raccogliamo volentieri la intelligente provocazione di De Ponti. E’ veronoi e l’Informatore Agrario facciamo lo stesso mestiere (informazionenel settore agroalimentare) però abbiamo mission profondamentediverse: loro sono un settimanale generalista, si occupano di agricoltu-ra a 360 gradi, noi specializzati nell’ortofrutta. Abbiamo pubblici ingran parte diversi, e poi rispondiamo a società editrici privateovviamente separate e distinte, con un unico tratto in comune: la terri-torialità, il Veneto.Le unioni nazionali di prodotto fanno invece lo stesso mestiere, sirivolgono agli stessi soggetti (le Op) che sono anche i loro ‘padroni’. Perfarla breve, siamo d’accordo con De Ponti: non occorre sposarsi per la-vorare assieme e andare d’amore e d’accordo. Tante volte è meglio esse-re “separati in casa”. Però nel mondo cooperativo e in specifico dell’or-

tofrutta si sono avviati negli ultimi tempi processi di semplificazionesignificativi: prima l’Aci, poi l’Aci agricola, poi l’ufficio ortofrutta uni-co. A livello più alto è nata Agrinsieme (Aci agricola + Cia e Confagri-coltura)…insomma si sono messi in moto processi dai quali non si tor-na più indietro.Un unico organismo di rappresentanza per tutte le Op dell’ortofruttasarebbe uno sviluppo naturale, che fra l’altro sembrava già realtà, sal-vo poi fare retromarcia. Poi è vero, bisogna dimostrare nei fatti che in-tegrarsi serve e che si ottengono migliori risultati. Ma di questo nondubitiamo, se già adesso le due unioni nazionali lavorano di buona in-tesa. Se però così non fosse, prima o poi bisognerebbe spiegare cosaosta all’integrazione, perché non si fa. E fin qui certamente nessunovuole arrivare. (L.Frass.)

PUNTASPILLI

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ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

Parte col piede giustola mela venostana

Inizio d’anno positivo per la Vip, grazie soprattuttoal dinamismo dei mercati esteri, mentre in Italia

- spiega Fabio Zanesco - la crisi si fa sentire

Inizio d’anno confortante per lemele Val Venosta. Nelle primesettimane del 2013 l’andamentodelle vendite del prodotto com-mercializzato da Vi.P, Associazio-ne delle Cooperative Ortofrutti-cole della Val Venosta, è buono. Asostenerlo è Fabio Zanesco, diret-tore commerciale dell’organizza-zione altoatesina. “Tuttavia le mi-gliori performances le stiamo ot-tenendo fuori dal mercato nazio-nale – spiega Zanesco. In Italianon c’è grande movimento. Lacrisi dei consumi si sta facendosentire. Stiamo notando una cer-ta attenzione da parte dei clientiagli acquisti, più oculati e fre-quenti e minori in quantità percercare di non sprecare cibo e diconseguenza soldi. Tale fenome-no lo stiamo riscontrando oltreche nel Belpaese anche in Spa-gna e Grecia”.Diversa invece la situazione inaltri Paesi. “Il mercato in Scandi-navia si sta rivelando molto reat-tivo”, rivela il direttore commer-ciale di Vi.P. “Siamo soddisfattianche dei risultati che stiamo ot-tenendo in Nord Africa e in Me-dio Oriente grazie soprattutto apartener affidabili che sannocreare nuovi sbocchi commercia-li. Sebbene in alcuni di questiPaesi la situazione politica e so-ciale non sia delle migliori, sia-mo ugualmente soddisfatti diquanto realizzato. Queste aree so-no di certo un buon investimen-to anche per il futuro. Lo dimo-stra il fatto che ogni anno Magh-reb e Medio Oriente rappresenta-no una fetta delle vendite esteresempre più consistente e in con-tinua crescita”.Le prospettive per i prossimi me-

si sono incoraggianti: “Speriamoche la situazione continui così,con quantità ridotte di prodotto eprezzi su buoni livelli e di certomigliori rispetto all’annata 2011-2012. Siamo speranzosi di effet-tuare buone liquidazioni ai soci”.Le quantità di mele in netta di-minuzione rispetto all’annataprecedente (-22%) sono state con-fermate anche in avvio di 2013. Ilraccolto 2012 ha toccato in totalele 284 mila tonnellate, contro le363 mila del 2011. Il calo produt-tivo ha riguardato anche il com-parto biologico (che rappresentail 7% sul totale), passato da 20 mi-la a 16 mila tonnellate.“L’obiettivo resta comunque difornire il mercato di mele fino afine agosto, sebbene solo con al-cune varietà. La varietà Gala en-tro febbraio terminerà, così co-me Red Delicious. Il decumulodella Golden proseguirà invecefino a quest’estate”.L’unica vera incognita secondo ilmanager di Vi.P rimangono iconsumi stagnanti: “Bisogneràcapire su che livelli rimarrannoe comprendere se le reali causedi questo arretramento dei con-sumi. Se è dovuto solo alla crisi ea un diminuito potere di spesa ose ci sono altri fattori”.Dall’altro lato VI.P sta investen-do molto anche sulla comunica-zione e sul marketing per raffor-zare il proprio brand. “Stiamocreando nuove iniziative e imple-mentando altre già avviate neglianni passati – spiega MichaelGrasser, responsabile marketingdi Vi.P - con l’obiettivo di dareancora più valore al nostro mar-chio Val Venosta e renderlo sem-pre più riconoscibile in Italia e

all’estero”. Crescente soddisfazio-ne arriva per esempio dall’ulti-ma iniziativa che ha visto la pre-senza di un claim promozionalesulle cappelliere di 80 aerei Rya-nair in Italia e Spagna per un to-tale di 3.280 annunci con un im-patto stimato di 2.560.000 viag-giatori raggiunti. “Una frequenzamolto elevata che garantisce unapresenza di volo in grado di co-prire gran parte d’Europa – affer-ma Grasser - e di raggiungere po-tenziali consumatori anche inpaesi oltralpe come Germania,Francia ed Inghilterra”. Un’ope-razione di marketing non con-venzionale cui si sono aggiuntenove giornate di degustazione,tra gennaio e inizio febbraio, al-l’aeroporto di Bergamo in cui so-no state distribuite oltre 12.000mele Val Venosta.A queste iniziative si aggiunge-ranno attività promozionali intelevisione sui canali Rai e Me-diaset oltre che spot su internet ela presenza anche in altri Paesicome Spagna e Nord Africa contelepromozioni e spot tabellari. Iprogetti proseguono con un “con-corso bio” nei centri commercia-li italiani e una degustazione conattività specifiche per i bambinicome il concorso Crocville, “que-st’anno ampliato con il fine dicreare una linea “bimbo” perrafforzare la nostra presenza an-che su questo importante targetdi persone. Abbiamo poi svilup-pato un un progetto con i frutti-vendoli in Spagna e altre iniziati-ve con il trade nordafricano”.

E.Zan.

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Nasce in Emilia Romagna il pri-mo marchio commerciale dellapera di qualità italiana. Nove im-prese altamente rappresentativedella filiera produttiva e com-merciale della pera made in Italy(Unacoa, Spreafico, GranfruttaZani, Naturitalia, Patfrut, OrogelFresco, Pempacorer, Opera, Ber-gonzoni) si sono unite nel con-sorzio PeraItalia.Obiettivo: promuovere il consu-mo della pera di qualità italiana -ed in particolare dell’Emilia Ro-magna - nel mondo. Una inedita

alleanza produttiva, organizzati-va e commerciale per poter af-frontare da protagonisti il merca-to internazionale forti di un uni-co marchio PeraItalia che rappre-senta circa 1 milione di quintalidi pere da tavola fresche com-mercializzate, a cui va aggiunto ilprodotto destinato all’industria.Pera Italia diventa così la primaazienda italiana nel compartodelle pere: rappresenta circa il12% del totale della produzionenazionale ed oltre il 25% del tota-le della produzione di Abate Fe-

tel, la qualità più pregiata, veraregina del made in Italy.Presidente di PeraItalia è statonominato Luciano Torreggiani diPatfrut (nella foto); vicepresiden-te Mauro Grossi (Unacoa).PeraItalia nasce con l’obiettivostrategico di incrementare il va-lore aggiunto per i produttori at-traverso l’innovazione dell’offer-ta della pera sul mercato. Si è la-vorato in particolare sull’innova-zione di packaging e comunica-zione di prodotto; sull’offerta dinuovi concept di prodotto/servi-

ArrivaPeraItalia

É il primo marchio commerciale per il frutto

espressione di nove imprese

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ATTUALITÀCorriereOrtofrutticolo A

IPACK IMA

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ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

zio in linea con i più attualitrend della domanda internazio-nale; sull’alleanza organizzativae commerciale tra le imprese ingrado di affrontare i mercati in-ternazionali; su una strategia dimarketing innovativa.La filosofia di PeraItalia è quelladella massimizzazione della effi-cienza e della riduzione dei costidi gestione. Il progetto prevedeuna fase di start up di 3 anni, incui i costi di funzionamento del-la struttura saranno ridotti al mi-nimo indispensabile. La rappre-sentanza ed il coordinamentodel Consorzio saranno garantitidai rappresentanti delle aziendein forma gratuita: per nessuna fi-gura è previsto alcun compenso. A conclusione di questo primotriennio si valuterà l’opportu-nità o meno di proseguire nelprogetto e si affronteranno i fu-turi assetti organizzativi.PeraItalia sarà la nuova linea diofferta della pera che le impreseassociate introdurranno nellapropria gamma, commercializ-zandola secondo regole comuni.PeraItalia potrà in funzione delmercato/cliente gestire le vendi-te in maniera centralizzata op-pure affidarla ai singoli soci. Ilcomitato commerciale, in accor-do con il Cda, deciderà di voltain volta quale scelta operare. Lagaranzia sulla qualità del prodot-to verso i clienti sarà assicuratasia dagli dagli standard produtti-vi e merceologici, definiti dal Co-mitato tecnico e di qualità, siadalla presenza di un sistema dicontrollo qualità molto restritti-vo che verificherà gli standard ditutti i lotti PeraItalia, prima del-la loro immissione in mercato.L’approccio al mercato sarà glo-bale e differenziato per area mer-cato. A partire dalla prossimacampagna si realizzeranno i pri-mi test commerciali di prodottosu alcuni mercati europei ed ex-tra-UE. Il canale di riferimentoprivilegiato sarà la DistribuzioneModerna internazionale con laquale si sperimenteranno formeinnovative di system di vendita epromo-comunicazione.

Sono partiti da San Pietro inVincoli (Ravenna) i primi trecontainer Made in Blu chesbarcheranno in Corea il3 marzo. Il tutto a conclusio-ne di un lungo e complessoiter burocratico che ha porta-to il Consorzio Made in Bluad ottenere il via libera perprimo ed a organizzare tem-pestivamente il carico dikiwi prodotto da Agrintesa diCastel Bolognese(Ravenna) e Apofruit di SanPietro in Vincoli (Ravenna)con il marchio globale Madein Blu. “Una grandissimasoddisfazione - ha dichiaratoFurio Mazzotti, direttore delConsorzio Made in Blu -; vo-glio esprimere un vivo e sen-tito ringraziamento a tutticoloro che si sono impegnatiaffinché si potesse raggiunge-re questo importante risulta-to. Grazie in particolare alServizio Fitosanitarioregionale che ha guidato confermezza e competenza la vi-sita degli ispettori coreani e aSimona Rubbi del Cso che haavuto il compito dal ministe-ro delle Politiche Agricole dicoordinare le attivitàtecniche, burocratiche ediplomatiche per aprire que-sto importante mercato”. La Corea rappresenterà per ilkiwi Made in Blu uno sboccodeterminante sul mercatoorientale, i carichi di kiwi, dialtissima qualità e prodottisecondo il rigido disciplinaredel Consorzio saranno desti-nati al canale retail.Questo importante risultatova ad ampliare gli sbocchicommerciali del kiwi Madein Blu che oggi vanta unaconsolidata affermazione inmercati difficili come quellocinese o esigenti e competiti-vi come quello nordamerica-no.

Made in Blusbarca in Corea

Dopo il lancio del brand Fra-telli Orsero, avvenuto lo scor-so anno per gli ananas e lebanane che si fregiano diquesto bollino a forma di ca-mioncino la famiglia Orseroamplia la propria gamma of-frendo anche kiwi e mele.Prodotti rigorosamente sceltinelle migliori zone di produ-zione italiane, si legge in uncomunicato. Le mele GoldenF.lli Orsero sono coltivate inTrentino Alto Adige e saran-no disponibili per tutto l’an-no, mentre le mele Deliziosee i kiwi F.lli Orsero sono col-tivate in Piemonte e saranno

disponibili da ottobre adaprile.Frutta selezionata dai coltiva-tori con cura e nel rispetto diparametri definiti dall’Azien-da, prosegue il comunicato,che garantisce al consumato-re prodotti di alta gamma equalita ! extra-premium.Anche il packaging, caratte-rizzato dai colori edall’elegante grafica cheormai contraddistinguono lanota marca del camioncino,esalta la qualita ! premium deiprodotti F.lli Orsero. Ilprodotto sara! distribuito sututto il territorio italiano.

Brand Orsero anchesu kiwi e mele

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Infomercati ha raggiunto già nel2012 il pareggio di bilancio, chesarà garantito anche per il 2013.L’obiettivo, si legge in una notastampa, è stato raggiunto graziead un forte contenimento dei costidi gestione e all’accettazione diproposte di accordo transattivo adefinitiva composizione bonariadella posizione debitoria del Con-sorzio, accettate dalla totalità deicreditori. Ciò ha portato il Consorzio allarealizzazione di sopravvenienzeattive che hanno consentito lacopertura dei costi di esercizio del-l’anno 2012.Il compito principale di Infomer-cati consiste nel gestire e diffon-dere le informazioni raccolte inmodo da assicurare la trasparen-za della formazione dei prezziall’ingrosso dei prodotti agroali-mentari. A tale scopo Infomercatiha realizzato un sistema di colle-gamento informatico e telemati-co su tutto il territorio nazionaledei mercati agroalimentari all’in-grosso.L’accordo tra BMTI e Infomercatiha permesso di rafforzare le siner-gie tra i due Consorzi a vantaggiodi una gestione più efficiente deglistessi e rendendo ancora più pro-duttiva l’attività di analisi e moni-toraggio sui prezzi dei prodotti.“Nel mese di maggio la nostrasocietà è entrata nella compaginesociale del Consorzio Infomercaticon l’acquisizione del 47% del fon-do consortile e con l’assunzionedella qualifica di gestore del Con-sorzio tramite la sottoscrizione diun contratto d’affitto del ramo d’a-zienda - dichiara Riccardo Cuomo,Consigliere del Consorzio Info-mercati e Vice Direttore di BMTIS.c.p.a. -. Siamo molto soddisfattidel raggiungimento del pareggiodi bilancio e degli altri importan-ti risultati ottenuti finora e cre-diamo che, grazie alle sinergie traBMTI e Infomercati, ancora molto

si possa fare per valorizzare ilpatrimonio informativo sui prezzidei prodotti ortofrutticoli.”“Con un anno di anticipo, già nelbilancio 2012 è stato raggiunto ilpareggio economico così comeauspicato dai mercati consorzia-ti” commenta Stefano Zani, presi-dente del Consorzio Infomercati.

“Ciò significa che i mercati con-sorziati non sostengono nel 2012 enon sosterranno neanche nel 2013nessun costo per la gestione delConsorzio Infomercati. Inoltre, giàdal dicembre scorso, il Consorzioha attivato l’erogazione ai consor-ziati dei primi servizi informati-vi a cadenza mensile”.

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«Infomercati, pareggio di bilancio L’operazione rilancio è partita»

Il presidente Stefano Zani: forte contenimento dei costi e accordi con i creditori hanno garantito

sopravvenienze attive utilizzate per coprire i costi d’esercizio

La Regione Puglia hariconosciuto formalmente la so-cietà Arca Fruit scrl come Orga-nizzazione di Produttoriortofrutticoli. Si tratta di un pas-so importante per questa societàche giunge al termine di un percorso lungimirante a beneficio deiproduttori agricoli di Bisceglie.“La strutturazione della compagine sociale - si legge in una notadiffusa dai promotori dell’iniziativa - e l’idea di proporre questo so-dalizio a riconoscimento come organizzazione di produttoriortofrutticoli ha preso le prime mosse dal ‘Progetto di promozionedelle Ciliegie delle Terre di Bari’ che è stato attuato nella scorsaprimavera e che ha visto coinvolte diverse realtà del territorio: laRegione Puglia, le provincie di Bari e Barletta-Andria-Trani, la Ca-mera di Commercio di Bari, alcuni Gal ed il Consorzio di Tutela eValorizzazione della Ciliegia e della Frutta Tipica di Bisceglie”.Il progetto è stato coordinato dal Gal Ponte Lama ed ha avuto con-creta attuazione attraverso una serie di iniziative di promozionedella ciliegia con eventi che hanno riguardato principalmente lagrande distribuzione organizzata. Il successo di questa iniziativa edil collegamento diretto con i produttori cerasicoli hanno costituitol’humus per la strutturazione dell’Op Arca Fruit.Il volume commercializzato dell’Op Arca Fruit sul quale è stato cal-colato il piano operativo annuale è di poco inferiore a 10 milionidi euro ed il piano operativo annuale ha un valore superiore a 800mila euro. A presiedere l’Op Arca Fruit, la principale Op della provincia diBari, che raggruppa sotto la stessa insegna Cia, Confagri e Coldiret-ti, è stato chiamato Sergio Curci, i vice-presidenti sono Donato Fa-nelli e Sergio De Cillis ed il consiglio di amministrazione ècompletato da Vincenzo Patruno e Piero Preziosa.

Puglia, riconosciutal’Op Arca Fruit

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Basta fare la valigia una volta so-la - destinazione Norimberga -per vivere in prima persona mar-chi e prodotti bio di oltre 80 na-zioni. Questo è il Biofach, il piùgrande appuntamento mondialedi settore, in programma dal 13al 16 febbraio, che vale, uno piùuno meno, 2.400 espositori.Udo Funke, responsabile allaNürnbergMesse di BioFach: “Laforte internazionalità rappresen-ta un vero plusvalore sia per gliespositori sia per il pubblico diBioFach. Da noi a Norimberga siincontrano la domanda e l'offer-ta mondiale del comparto bio.Gli operatori hanno uno scambiosu trend e innovazioni, amplianole proprie conoscenze al congres-so e, nell’incontro tra produzio-ne, commercio, politica e rappre-sentanti dei media, contribuisco-no a plasmare il futuro del loromercato. Per me una delle piùbelle conferme del cosmopoliti-smo dell’appuntamento annualeè il fatto che sempre nuovi Paesidecidono di partecipare con unostand collettivo. In questo modosi presentano alla community in-ternazionale con una presenzaestremamente “visibile”. Aglioperatori del commercio ciò re-gala una fonte d'ispirazione im-pareggiabile e attraente per arric-chire il proprio assortimento.Diamo un cordiale benvenuto siaai nuovi arrivati come il Giappo-ne e il Kenya, sia ai numerosistand collettivi ormai tradiziona-li di vari Paesi”.A proposito di Paesi, in primopiano c’è in questa edizione 2013la Romania, designata, nel corsodi una cerimonia svoltasi a Buca-rest lo scorso primo novembre, lanazione bio dell'anno 2013. SullaRomania, un mercato bio con unnumero crescente di fattorie bio-logiche certificate che, stando aidati forniti dall’associazione bio-logica rumena “Bio Romania”,

tra il 2010 e il 2011 è addiritturatriplicato portandosi a 9.800unità, si puntano così i riflettoridel Salone. Marian Cioceanu,presidente della Bio Romania As-sociation of Organic Farm Opera-tors, sostiene che il numero difattorie biologiche, che negli an-ni scorsi ha registrato forti tassidi crescita grazie agli incentivistatali e dell’Ue, continuerà a sa-lire a pari velocità. Tuttavia non esistono soltantosempre più agricoltori che gesti-scono le loro aziende secondoprincipi ecologici: negli ultimidue anni è aumentato anche ilnumero di prodotti bio, per laprecisione da 3.300 a 10 mila. Unmercato dall'alto potenziale peril settore internazionale e un ve-ro e proprio paradiso di materieprime ecologiche nell'Europadell’Est. Secondo Bio Romania,nel 2011 è stata esportata mercebiologica per un valore di circa200 milioni di euro. Già un annoprima la Romania si era assicura-ta un posto tra i top 20 delle na-zioni esportatrici di bio a livellointernazionale. Si notano inoltre

tendenze positive anche nel mer-cato interno, che registra incre-menti annui nei consumi di cir-ca il 20%. In vetrina a Norimberga, con unostand collettivo, il Giappone. Lapatria della più vecchia societàaffiliata estera del salone tedesco(il BioFach Japan si svolge aTokio dal 2001) concede così perla prima volta uno sguardo, con-centrato in un unico padiglione,forte di 30 espositori, sulla va-rietà dei piaceri del biologicogiapponese. Oltre a ciò, i buyereuropei potranno toccare conmano la realtà del Kenya e dellesue regioni, al loro debutto alBiofach.Ma forse è proprio il Giappone adavere le potenzialità per offriremolto al settore bio internaziona-le, sia come mercato di importa-zione che di esportazione. Il Pae-se del Sole Nascente è già da tem-po uno dei forti mercati di con-sumo dell’Asia. Secondo gliesperti in Giappone il settore de-gli alimenti biologici continueràa crescere anche in futuro: fino-ra, con un fatturato stimato in 1,3

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A Norimberga si scopre il “bio” cosmopolita

Ottanta nazioni e 2.400 espositori in mostra al Biofach, il più grande appuntamento mondiale di settore.Giappone al debutto, dall’Italia le aziende leader

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

miliardi di dollari. I sondaggi ef-fettuati nel quadro dell’OrganicMarket Research Project tra il2010 e il 2011, confermano che iconsumatori giapponesi dannomoltissima importanza agli ali-menti sani di alta qualità e che il97% di essi conosce il biologico.Tuttavia i prodotti bio locali nonsono consumati soltanto all'in-terno, bensì convincono anche alivello internazionale. Frank Venjakob, responsabile delBioFach Japan: “I consumatori dibio dell’intero globo hanno sco-perto da tempo la loro passioneper le delizie giapponesi. Tantopiù piacere ci fa convincere glioperatori di settore internaziona-li della qualità del bio giappone-se, per la prima volta al BioFachdi Norimberga”.Al Biofach resta comunque inprimo piano, per la sua oggettivaimportanza, il mercato tedesco.A questo proposito, Biofach offreuna riflessione sul bio nei pastifuori casa. Rainer Röhl, fondatore e gerentedell’Istituto A’Verdis di consulen-za per le soluzioni di ristoro so-stenibili di Münster, afferma:“Nel mercato della ristorazionefuori casa in Germania si investecomplessivamente un buon terzodell'intera spesa alimentare. Inquesto segmento di mercato laquota di bio sfiora appena la so-glia dell'1% restando nettamenteal di sotto di quella generale. Tut-tavia, presso molti rivenditori al-l'ingrosso di prodotti biologici, il

fatturato realizzato con ristoran-ti, hotel e grandi cucine aumentadi più che in altri comparti. Mo-tori di tale crescita sono special-mente i fornitori di catering agliasili e alle scuole, nonché allemense aziendali”. L’Italia si presenta a Biofach contutte le sue aziende principali. Eproprio alla vigilia del Salone te-desco, Almaverde Bio ha annun-ciato che il suo fatturato 2012 ècresciuto di oltre il 10 per centoraggiungendo i 34 milioni di eu-ro, con un valore sul punto ven-dita di 51 milioni di euro. “Siamonella nicchia del bio, ma comin-ciano ad essere risultati non piùproprio di nicchia. Quello checonta poi è che il bio ha unagrandissima prospettiva”, com-menta il presidente Renzo Pirac-cini. “Nel 2012 poi - aggiunge - èsuccesso quello che non ci aspet-tavamo: lo sviluppo del bio neidiscount, in Italia e ancora di piùin Germania. Un fenomeno cheha interessato tutto il 2012 e cheprobabilmente riguarderà anchequest’anno. I discount stannodando più spazio al bio dei su-permercati. Sembra una contrad-dizione ma non lo è. Attraverso ilbio i discount catturano un con-sumatore diverso, quello che rag-giunge il punto vendita per ri-sparmiare sui prodotti per la casama che guarda alla qualità e allasalubrità del cibo”. Questa è una ragione in più peressere a Biofach dove i discountertedeschi sono presenti.

Ki Group SpA, società controllatada Bioera, ha siglato un accordocon OrganicAllianceSpA, societàdi partecipazione costituta dalle11 imprese licenziatarie del mar-chio AlmaverdeBio. Le parti, con decorrenza imme-diata, danno avvio ad un progettofinalizzato allo sviluppo su tuttoil territorio nazionale di una retedi negozi biologici aventi inse-gna “AlmaverdeBio”. A tal fine le parti hanno costitui-to lo strumento societario dedica-to (“OrganicFood Retail Srl”),controllato al 60% da Ki Group edal 40% da OrganicAlliance.

Saranno oggetto di definizionenelle prossime settimane i detta-gli relativi alle nuove aperture edai progetti di affiliazione che sa-ranno preceduti da iniziative dilancio relative a flagshipstores. Ki Group avrà la responsabilitàoperativa del progetto, fornendoallo stesso il supporto distributi-vo di cui dispone, unito ad ade-guate competenze che verrannoreperite sul mercato. OrganicAl-liance contribuirà all’iniziativaattraverso una consolidata strut-tura di imprese dell’agroalimen-tare italiano licenziatarie del

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NegoziAlmaverde

Apriranno in tutta Italia grazie all’accordo

Ki Group-OrganicAlliance

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

marchio AlmaverdeBio attive sulmercato con un portafoglio diprodotti biologici costituito da ol-tre 300 referenze che vanno adaggiungersi alle 2,500 già nelledisponibilità di Ki Group.

I protagonisti dell’operazioneBioera è una società per azionicon sede a Milano e quotataaPiazza Affari che opera nellaproduzione e distribuzione diprodotti biologici e naturali perla salute e il benessere. Nata nel2004, vanta oggi un portafoglio dipartecipazioni in aziende attivenella distribuzione di prodottialimentari, tra cui Ki Group (unodei principali operatori nel setto-re della distribuzione di prodottibiologici), OrganicOils e Fontedella Vita, quest’ultima operativanella produzione di alimenti bio-logici vegetali sostitutivi dellacarne e del formaggio. Il Gruppoè cresciuto negli anni afferman-dosi come uni dei principali ope-ratori di settore grazie alla capa-cità di intercettare e soddisfarepuntualmente il crescente inte-resse del consumatore verso tuttociò che è biologico. La filosofiaaziendale è quella di promuove-re, attraverso i propri prodotti,uno stile di vita naturale nel ri-spetto della persona e dell’am-biente. Nel 2011 la Società è stata riam-messa in Borsa dopo le vicenderelative al Gruppo Burani, allor-chè è stata rilevata dalla BiofoodItalia di Canio Giovanni Mazzaroe riportata in Borsa con un’ope-razione “market friendly” incen-trata su un aumento di capitaleprivo di sovrapprezzo.Attualmen-te, l’azionista di riferimento del

Gruppo è Biofood Italia(50,003%). Oggi, Bioera attraver-so le proprie controllate, è leaderdel mercato dell’alimentare bio-logico e, nonostante la difficilecrisi economica, ha ingranato lamarcia della ripresa in un merca-to che, cresciuto nel 2011, ha ri-confermato il proprio sviluppoanche nel primo semestre 2012.

KI Group, grazie all'opera antici-patrice del suo fondatore all'ini-zio degli anni 70', è stato il pio-niere del biologico in Italia.Oggi è l'azienda leader nella di-stribuzione capillare di prodottibiologici, biodinamici e naturalinei canali del retail specializzato,con circa 4.500 negozi di alimen-tazione naturale, erboristerie efarmacie serviti direttamente, aiquali si stima se ne aggiunganoalcune migliaia raggiunti indi-rettamente.L’offerta di prodotto è costituitada una gamma di circa 2.500 re-ferenze delle migliori marche delmercato biologico e naturale, at-tentamente selezionate e sottopo-ste ai più rigorosi controlli pergarantirne qualità, sicurezza egenuinità. KI Group, che oltre all’attività di-stributiva, controlla il 100% della

società La Fonte della Vita, pri-mario operatore italiano specia-lizzato nella produzione di pro-dotti biologici vegetali freschi so-stitutivi della carne e del formag-gio (tofu, seitan, etc…) e di Orga-nicOils Italia, si avvale comples-sivamente di oltre 150 tra dipen-denti e collaboratori.

OrganicAllianceSpA (capitale so-ciale 5.000.000 di euro) è una so-cietà costituita dalle 11 impreselicenziatarie del marchio Alma-verdeBio che nasce con l’obietti-vo di acquisire partecipazioni inprogetti imprenditoriali che mi-rino allo sviluppo del mercatodel biologico e che abbiamo alcentro la politica di marca di Al-maverdeBio.

AlmaverdeBio Italia è la societàconsortile, senza fine di lucro, ti-tolare dell’omonimo marchiocheassocia 11 imprese dell'agroali-mentare italiano con una com-provata esperienza nel settore.Al-maverdeBio Italia nasce nel 2000con due obiettivi fondamentali:offrire al mercato una gammacompleta di prodotti agroalimen-tari biologici, tutti con lo stessomarchio,e sviluppare una politi-ca di marca nel settore.

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

B

Un patto con l’agricoltura biolo-gica articolato in 10 punti. Que-sta la proposta che Aiab rivolge aicandidati di ogni coalizione poli-tica della prossima tornata eletto-rale con il Decalogo per la XVIILegislatura. Un elenco di impe-gni concreti per il sistema agroa-limentare italiano, per l’ambien-te in cui prende vita e per gli ope-ratori che ne garantiscono so-stanza.AIAB rivolge questi dieci punti achi si candiderà a dirigere il Pae-se per i prossimi cinque anni. Ifirmatari potranno aderire all’in-tero decalogo o scegliere qualeiniziativa sostenere tramite il si-to www.aiab.it. Ma per monitora-re la reale assunzione di respon-sabilità dei firmatari, AIAB veri-ficherà tali impegni in quattromomenti della legislatura: neiprimi 100 giorni, al termine del2013, a metà mandato e alla suascadenza.Ecco i 10 temi proposti ai candi-dati:1) Interventi legislativi e nel qua-dro della Legge di Stabilità perportare il biologico al 20% di Su-perficie Agricola Utile al 20182) Sottoscrizione di un disegno dilegge per aumentare almeno al50% gli Acquisti Pubblici Verdi 3) Varo urgente della clausola disalvaguardia su coltivazione Ogm4) Determinazione di strumentilegislativi e finanziari per conse-guire l’obiettivo del 100% di agri-coltura bionelle aree Natura 20005) Ripristino della dotazione fi-nanziaria del fondo originato dalprelievo del 2% sulla vendita deipesticidi a vantaggio della ricercabiologica6) Approvazione di una legge na-zionale per la promozione dell’a-gricoltura sociale 7) Lotta al consumo di suolo epromozione dell’occupazionegiovanile nelle campagne8) Promozione di un disegno di

legge volto a dare vita a iniziativedi realizzazione della SovranitàAlimentare in Italia9) Gestione del verde pubblicocon i metodi del biologico, a tute-la della salute dei cittadini10) Definizione di una delega aSottosegretario Mipaaf su Biolo-gico e Sovranità Alimentare ecostituzione di intergruppo par-lamentare bio.

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Elezioni, Aiab chiede ai candidatil’impegno su dieci punti “green”

Superfici biologiche al 20% della Sau, aumento della quotadegli acquisti pubblici verdi, clausola di salvaguardia sugliOgm, promozione del settore e lotta al consumo del suolo

Ammonta a un milione di euroil prestito obbligazionario quin-quennale emesso dalla coopera-tiva biologica La Primavera diCampagnola di Zevio (Verona).Il lotto minimo di adesione è dicinquemila euro con multiplidi mille, scadenza dicembre2017. Il rimborso è previsto inun’unica soluzione a scadenza esenza deduzione di spese.La periodicità delle cedole è se-mestrale, pagamenti il primodicembre e il primo giugno. Il tasso d’interesse lordo del primo an-no è del 6%. Dal secondo anno potrà oscillare tra un minimo del4,5% e un massimo del 6,5%, indicatore di riferimento i Bot a seimesi con uno spread del 3,5%. Non sono previste commissioni disottoscrizione e collocamento.Il prestito obbligazionario è stato presentato nella sede dellaPrimavera dal presidente Gaetano Zenti, dall’amministratore dele-gato Andrea Bertoldi e da Andrea Ceradini, responsabile finanzia-rio della Banca di Verona, che cura gli aspetti tecnici dell'operazio-ne. In sala soci ed esponenti del mondo del biologico, nonché rap-presentanti della Confcooperative e della Legacoop.“Finanziariamente parlando - ha spiegato Bertoldi - è una sorta difiliera corta in un momento in cui è difficile trovare credito asostegno di progetti innovativi come il nostro, che offre tassi d’in-teresse accettabili. Rispetto al prestito obbligazionario di 500milaeuro del 2008, l’attuale - ha precisato Bertoldi - ci consentirà nuoviinvestimenti e di consolidare la situazione finanziaria della coop”.

Obbligazioni “firmate” La Primavera

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CorriereOrtofrutticolo LOGISTICAL

Trieste diventerà nel 2013 il pri-mo porto d’Italia per trafficicomplessivi e il decimo in Euro-pa. Con l’incremento del 20% deitraffici petroliferi lo scalo giulia-no farà un ulteriore salto in avan-ti. Autorità Portuale e Siot, infatti,sono unite per far crescere il ter-minal petrolifero. In questi mesiè stata intensa la collaborazioneche ha portato all’ufficializzazio-ne degli incrementi di traffico digrande rilevanza previsti per il2013. Percentuali a due cifre chefanno ben sperare per il futuro,ma che soprattutto, sono delle ra-rità in questa difficile fase econo-mica.Nel 2013 la Siot - società del Grup-po Tal che gestisce il tratto italia-no dell’oleodotto transalpino - hainfatti previsto un incrementodel trasporto di greggio dalla Siotalle raffinerie del centro Europache potrebbe superare i 40 milio-ni di tonnellate, con più di 500petroliere attese nel Golfo di Trie-ste. Posto che l’aspettativa di tra-sportato in chiusura del 2012 è di35 milioni di tonnellate, l’incre-mento stimato per il 2013 è di cir-ca il 20% in più rispetto all’annoin corso. Complessivamente ognianno l’impatto economico sulterritorio del Friuli Venezia Giu-lia è di ben 70 milioni di euro.La prospettiva di crescita è dovu-ta principalmente all’aumentodell’approvvigionamento dellaraffineria di Karlsruhe nel BadenWürttemberg in Germania. Ilporto di Trieste assumerà un ruo-lo essenziale non solo per l’eco-nomia cittadina ma anche perquella europea.Per far fronte alla previsione dicrescita dei traffici la Siot ha de-ciso di provvedere ad un aumen-to occupazionale. L’azienda staassumendo nuove risorse da de-stinare oltre alle attività del Ter-minale Marino anche alle opera-

zioni del Parco Serbatoi di SanDorligo della Valle al fine di ade-guarsi alle nuove opportunità. Varicordato inoltre che ogni petro-liera sbarcata al Terminale Mari-no genera, fra diritti portuali e diancoraggio, rimorchio, ormeg-gio, pilotaggio ed esborsi tramiteagenzie marittime, un flusso dicirca 75 mila euro. Con l’incremento dei traffici di

greggio SIOT garantisce così unanetta inversione di rotta rispettoal trend negativo che aveva se-gnato l’avvio del 2012. Tra gen-naio ed agosto, infatti, i traffici dipetrolio greggio avevano subitoun calo di circa il 9% rispetto allostesso periodo dell’anno prece-dente a causa della crisi del Grup-po Petroplus, che aveva portato alfermo dell’attività della raffine-

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Trieste nel 2013 diventerà il primo porto d’Italia

Decisivo l’incremento del trasporto di petrolio.Previsti incrementi di traffico con percentuali a due cifre,

lo scalo giuliano entrerà nella top ten europea

Cerimonia con posa della pri-ma pietra al Muelle Costa nelporto di Barcellona del nuovoterminal del Gruppo Grimaldinel capoluogo catalano. Graziea questo investimento, la com-pagnia di navigazione italianaconsolida il suo forte impegnonel rendere Barcellona epicen-tro delle proprie attività di tra-sporto marittimo a corto rag-gio nel Mediterraneo Occiden-tale.Alla cerimonia hanno parteci-pato varie autorità tra cui San-ti Vila, Consigliere per il Terri-torio e la Sostenibilità dellaGeneralitat de Catalunya, Gui-do Grimaldi, Corporate Truck& Trailer Commercial Directordel Gruppo Grimaldi, nonchéMario Massarotti, amministra-tore delegato di Grimaldi Logi-stica España.Il Gruppo Grimaldi si è aggiu-dicato la concessione di 15 an-ni rinnovabili per altri setteper la gestione del nuovo ter-minal Muelle Costa nel portodi Barcellona.

La nuova struttura, che si chia-merà Grimaldi Terminal Bar-cellona, sarà composta da unedificio di tre piani per un to-tale di 3.750 metri quadrati,un piazzale pavimentato e unapasserella con tre finger perl’accesso dei passeggeri ai tra-ghetti direttamente dal termi-nal. Il tutto su una superficietotale di 63.000 metri quadrati.Il terminal passeggeri potràospitare contemporaneamente1.800 passeggeri all’imbarco e1.800 allo sbarco, 1.000 metriquadrati di uffici, circa 350metri quadrati di spazicommerciali, un nuovo termi-nal ospiterà i vari collegamen-ti per passeggeri e merci offer-ti dal Gruppo Grimaldi da eper Barcellona nonché di altrioperatori marittimi.

Grimaldi, terminala Barcellona

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

ria di Ingolstadt in Baviera. Que-sta situazione era stata superata afine agosto grazie all’accordo trail gruppo TAL e la Gunvor, unodei maggiori trader mondiali diprodotti petroliferi, salvando cosìoltre i 400 posti di lavoro.Inoltre, grazie a questo accordo leattese di chiusura del 2012 sonoin linea con le previsioni di ini-zio anno (35 milioni di tonnella-te di greggio trasportato). A con-solidare questo risultato anche lafirma dell’acquisizione da partedel Gruppo Gunvor del 10% delleazioni in ciascuna delle tre so-cietà del Gruppo TAL, avvenuta il4 dicembre scorso a seguito delrilevamento del pacchetto azio-nario prima detenuto dal GruppoPetroplus. L’ingresso della Gun-vor tra gli azionisti garantisce lasolidità della struttura azionariadel Gruppo TAL oltre che unaprospettiva di maggior stabilitàper i traffici petroliferi del portodi Trieste.“Sappiamo bene - ha affermatoMarina Monassi, Presidente del-l’Autorità Portuale - che la movi-mentazione delle rinfuse liquiderappresenta il 70% dei traffici delnostro scalo. La SIOT è la linfa vi-tale per il nostro porto. L’Autorità

Portuale di Trieste e la SocietàItaliana per l’Oleodotto Transal-pino collaborano per rafforzare ilruolo strategico del porto di Trie-ste quale scalo petrolifero più im-portante del Mediterraneo. I nu-meri e le previsioni di sviluppopresentati oggi dal gruppo TALsono incoraggianti, specie se te-niamo conto della crisi econo-mica mondiale che sta mettendoa dura prova tutti i porti europei.Siamo un Porto che ha la forza dicrescere anche in una fase eco-nomica di grande recessione eanche la chiusura stimata per iltraffico contenitori 2012 sarà del+3% su un 2011 che è stato un an-no eccezionale”. “Si parla molto di Punti franchi

in questi mesi e a volte senza co-gnizione di causa. Infatti, in que-sto caso risulta fondamentale –

ha aggiunto Marina Monassi - laparticolare rilevanza che per laSIOT riveste il regime dei puntifranchi. E’ infatti la loro esisten-za che consente agli operatori delporto di Trieste di godere di im-portanti benefici, quali ad esem-pio il pagamento dei diritti doga-nali dilazionato fino a 6 mesi adun tasso d'interesse ridotto. Van-taggi competitivi che dobbiamoprendere in grande considerazio-ne e che, come in questo caso, so-no la ragione degli incrementidei traffici ”. “A 45 anni dall’entrata in funzio-ne dell’oleodotto - ha conclusoUlrike Andres, presidente delGruppo TAL - la Siot sta consoli-dando la sua posizione di prima-to sul mercato quale il più im-portante oleodotto d’Europa e siappresta a raggiungere il prossi-mo anno il record storico di pe-trolio trasportato. Siamo moltosoddisfatti di questa nuova pro-spettiva sia per le ricadute econo-miche sulla città che per il ruolostrategico che la SIOT rivestiràsul piano portuale e nel contestoenergetico europeo, operandosempre nel rispetto dell'ambien-te e garantendo i massimi livellidi sicurezza”.

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Dal primo gennaio è pienamente operativaTramaco Logistika d.o.o. Koper, filiale slovena diTramaco Srl, impresa di spedizioni internazionalicon sede a Ravenna, specializzata nella logisticadi prodotti ortofrutticoli. Riccardo Martini (nellafoto), amministratore delegato di Tramaco, spiegai motivi che lo hanno portato a puntare su questanuova apertura. “Il Porto di Koper rappresenta sicuramente il casopiù interessante degli ultimi anni nellaportualità del Nord Adriatico”, spiega Martini. Lasua vertiginosa crescita nel settore containers,passati in 10 anni da 100.000 a 600.000 all'anno,non è casuale. In previsione dell’entratanell’Unione Europea gli sloveni hanno compresole potenzialità del loro porto, in posizione idealeper diventare il punto d’ingresso dei nuovi traffi-ci provenienti dal Medio ed Estremo Oriente e de-stinati all’Europa Centro Orientale. In funzione

di questo obiettivo - prosegue l’Ad. di Tramaco -hanno predisposto adeguate infrastruttureportuali, raccordate ad un’ottima rete di collega-menti viari e ferroviari, offrendo la possibilità diraggiungere le principali aree produttive europeein tempi brevissimi ed a costi competitivi”. Qua-li obiettivi intendete raggiungere con questa nuo-va iniziativa imprenditoriale?“Parallelamente alle opere infrastrutturali, il Por-to di Koper ha adeguato l’apparato burocraticoaddetto ai controlli sulle merci in entrata, per ga-rantire una operatività di 24 ore al giorno per set-te giorni alla settimana. Per chi come noi operanel settore dei trasporti di prodotti deperibili, ciòrappresenta un innegabile vantaggio, soprattuttose rapportato alle lungaggini che spesso affliggo-no i porti italiani, dovute agli orari ristretti ed al-la cronica carenza di personale degli UfficiAmmistrativi che intervengono su queste merci”.

Tramaco sbarca a Koper. Martini: «Negli ultimi anni si sta rivelando il porto più interessante del Nord Adriatico»

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica flash

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Nuovo collegamento tra il FruiliVenezia Giulia e uno dei Paesieconomicamente più “scattanti”,la Turchia. Sono partite dal MoloVI del porto di Trieste un nuovoservizio ro-ro fra lo scalo giulia-no e due scali turchi. A riportarloil sito Ship2Shore, che precisache il collegamento sarà effettua-to dal Wessex, unità costruita nel2010 dai cantieri danesi di Oden-se, capace di trasportare 3.600metri lineari di carico, insiemeai gemelli Mercia e (probabil-mente) Kent.Ad operare il servizio sarà EkolLojistik, uno dei più importanticaricatori turchi, finora clientedi U.N Ro-Ro, la compagnia stori-camente attiva fra Trieste e i por-ti turchi di Mersin e Pendik,cliente nel porto giuliano dell’a-genzia marittima Samer.

TRIESTE

Nuovo collegamentocon la Turchia

Da fine gennaio al Livorno Ree-fer Terminal arriveranno le ba-nane della multinazionale ecua-doriana Bonita. Lo ha dichiaratoa Il Tirreno, Riccardo Boccone(foto), amministratore dellastruttura terminalistica, spiegan-do che il nuovo collegamento -18.000 cartoni a settimana perun volume annuo di 20 mila ton-nellate - si inquadra in un con-tratto che vede la partecipazionedi Maersk.L’accordo con Bonita si aggiungea quelli già attivi con Dole e DelMonte, anch’essi produttori edesportatori mondiale di banane.ll porto di Livorno, tra l’altro, haappena siglato un accordo conl’Interporto di Padova per attuareuna collaborazione operativa ecommerciale. Il punto centraledella nuova collaborazione con

l’Interporto di Padova è la con-nessione tra i sistemi informati-ci, così da migliorare il flusso fer-roviario e sincronizzarlo conquello marittimo.Attraverso il sistema telematicoTpcs del porto, l’interporto vene-to potrà fornire informazioni al-l’operatore che effettua il servi-zio ferroviario con Livorno. Inol-tre, gli spedizionieri potranno ef-fettuare in modo automatico lepratiche doganali e prenotare,sempre per via telematica, spaziall'interno dell'interporto.

LIVORNO

Dall’Ecuador arrivano le banane Bonita

Il Porto di Savona Vado ha chiusoil 2012 con una movimentazionecomplessiva delle merci pari a13.138.087 tonnellate, in flessio-ne del 10% sul 2011. Il settore del-le merci varie ha mostrato luci eombre in tendenza con gli annipassati. Rispecchiano i dati na-zionali quelli relativi all’ortofrut-ta (-24%).Per quanto riguarda i rotabili, ildato positivo riscontrato sullebanchine del bacino di Savona(212 mila tonnellate di rotabilipari al +116%) bilancia il calo ri-levato a Vado, dove la cessata atti-vità di Strade Blu ha condiziona-to gran parte dell'anno passato,non ancora compensato dalla re-cente acquisizione della nuova li-nea bisettimanale Ro-Ro Vado-Tarragona presso il terminal For-ship.

SAVONA

Giù del 24% il trafficodi frutta nel 2012

Un 2012 da record per il porto diSingapore, uno dei principaliscali mondiali. Nell’anno appe-na trascorso, infatti, lo scalo delsud est asiatico ha superato perla prima volta la soglia dei tren-ta milioni di teu movimentati(precisamente 31,7) con un in-cremento del 5,7 per cento ri-spetto al 2011.Il traffico di contenitori dellapiccola repubblica insulare rap-presenta più della metà di quellocomplessivo registrato nei termi-nal portuali gestiti dal gruppoPSA International, che ha movi-mentato lo scorso anno nei suoiimpianti di tutto il mondo 60,06milioni di teu (+ 3,9%). Conquesti numeri, Singapore do-vrebbe confermare il secondoposto nella graduatoria mondia-le dei porti contiainer.

SINGAPORE

Superata la soglia dei 30 milioni di teu

Zeebrugge resterà il punto di in-gresso principale in Europa per iprodotti Zespri. Il gruppo neoze-landese ha siglato un nuovo con-tratto di cinque anni col porto

belga. Secondol’accordo - che eraentrato in vigoreper la prima voltanel 1984 - il portodi Zeebrugge con-tinua a fornire aZespri i mezzi ne-

cessari per stoccare, controllare eimballare i kiwi al loro arrivodalla Nuova Zelanda. Lo scalo re-sta così il centro di distribuzioneeuropeo di riferimento per i kiwiZespri. Ogni anno il porto ricevecirca 120.000 tonnellate di kiwidell’impresa neozelandese, chevengono poi distribuiti su 25mercati europei.

ZEEBRUGGE

Accordo di altri 5 anni con Zespri

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Il 2012 ha segnato un epocalecambiamento di rotta nelle poli-tiche strategiche di Lidl, che hascelto la Francia per illustrare al-la stampa la nuova “direzione”verso la quale procederà nei pros-simi anni. Il nuovo direttore ge-nerale di Lidl France Fredrich Fu-chs, in un incontro allo Zenith diParigi con a numerosi operatoridel settore ha annunciato che èin atto un riorientamento dellepolitiche aziendali. Lidl mai nel-la sua storia aveva rilasciato di-chiarazioni stampa riguardo allepolitiche strategiche. “Il nostro concept - ha dichiaratoFuchs - è di uscire dalla formulahard discount senza diventare unsupermercato tradizionale. Nelgiro di tre anni i discount Lidl, fi-nora caratterizzati da un assorti-mento quasi esclusivamente co-stituito da prodotti a marchiod’insegna, saranno riconvertitinella formula soft discount, conla presenza in assortimento dimolti prodotti a marchio del di-stributore. Già ora Lidl rappre-senta per otto grandi marche laprima fonte di vendita e il nume-ro è destinato a crescere. Qualche“spiraglio”, peraltro, lo si era giànotato in precedenza, anche os-servando l’espansione di Lidl in

Italia. Partita con l’offerta diun numero limitato direferenze in un primopunto vendita moltospartano di 400 metriquadri in affitto a Ar-cole, in provincia diVerona, l’azienda tede-sca è arrivata a coprirel’intero territorio na-zionale, isole compre-se, con superfici divendita da 800 a 1200metri quadri, localiben più accattivanti econ assortimento viavia crescente passan-do gradualmente aun’offerta costituitada 800 a 1.400 prodottie all’inserimento ascaffale di alcuni pro-dotti a marchio del di-stributore. Un esempio: nel re-parto ortofrutta tro-viamo le mele deimarchi nazionali noti.

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Discounter di qualitàLidl si riconverte da “hard” a “soft” e il reparto ortofrutta, che non disdegna marchi conosciuti, biologico, IV gamma,

ha ormai poco da invidiare ai supermarket tradizionali

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“Congelati” almeno per il momen-to i progetti espansionistici sunuovi mercati quali quelli in NordAmerica, Estonia, Lituania e Let-tonia Lidl consolida i 10.000 pun-ti vendita nei 22 mercati storici eu-ropei. Il patron della seconda cate-na distributiva tedesca (ricordia-mo che il gruppo Lidl opera anchenel settore immobiliare, finanzia-rio e turistico) con un giro d’affarinel 2012 di 500 miliardi di euro,Dieter Schwarz, pur confermandola “mission” originaria, sempre se-guita fin dalla fondazione, nel lon-tano1930 - garantire ai propriclienti prodotti di qualità ai prezzipiù bassi - non ha lasciato caderele nuove istanze dei consumatori,rivolte a un’offerta alimentare piùsana, con prodotti ottenuti nel ri-spetto dell’ambiente e della soste-nibilità, come è emerso in un re-cente sondaggio in cui oltre il 40%dei cittadini tedeschi è disposto aspendere un “quid” in più per unprodotto biologico, da agricolturaintegrata, ecosostenibile ed equo-solidale. (M.Somm.)

Reparto ortofrutta strategico per Lidl, dunque.Anche in Italia. Le promozioni sono frequenti etra i prodotti si trovano anche alcune “chicche”come i mimi ortaggi. Le insalate pronte al con-sumo sono un segmento che piace al discountertedesco. Con il brand Vallericca “Qualitàmarchio Lidl” vengono proposte a prezzi davverocompetitivi (a fine gennaio erano in offerta a 99centesimi), lattughe, mix e altre referenzeprodotto a San Paolo d’Argone. Il “pronto al con-sumo” trova ampio spazio sul sito intenet azien-dale e sui social network, facebook in primis.Una politica che sembra pagare: secondo gli ulti-mi dati ufficiali la catena possiede oltre 10.000punti vendita in tutta Europa, ed è presente inquasi ogni nazione dell'Unione Europea, tranneche nei Paesi Baltici (Estonia, Lettonia,Lituania). Lidl non è ancora presente, inoltre, inCroazia. In Germania, vanta ben 3.300 punti vendita. Ilsuo secondo mercato più grande è la Francia, do-ve sono presenti circa 1.500 negozi. Il Regno Uni-to è il terzo mercato più grande, seguito dall'Ita-lia con 550 punti vendita e dalla Polonia che ne

conta 525. Spagna, Paesi Bassi e Grecia sono altrimercati rilevanti per il discount tedesco.La storia di Lidl comincia negli anni '30, anno incui fu fondata, in Germania, la compagnia che aitempi si occupava di ingrosso alimentare. Il pri-mo punto vendita Lidl fu aperto nel 1973 per di-ventare poi, entro gli anni '80, il discount più fa-moso in tutta la Germania.I supermercati del discount continuano a proce-dere bene nel Regno Unito e secondo gli ultimidati del Kantar Worldpanel, Lidl ha aumentato lasua quota di mercato nelle 12 settimane termina-te il 15 aprile 2012, passando dal 2,6% al 2,8%. Ilrapporto comunica che i consumatori britannicihanno dato una valutazione più alta a Lidl,rispetto a Tesco e Asda relativamente a qualitàdegli ortofrutticoli, prezzi e offerte speciali e pro-dotti con marchio Lidl. La catena viene conside-rata competitiva per quanto riguarda i prezzi difrutta e verdura.

Mini ortaggi, insalate prontee tante offerte dedicate al fresco

Bio e discount sempre più legatia doppio filo: lo conferma Ren-zo Piraccini, numero uno di Al-maverde Bio. Sodalizio che con Lidl lavoramolto, esponendo il marchioin bella mostra sugli scaffali ita-liani della catena tedesca (e tral’altro mentre in Italia il brandutilizzato è quello del produtto-re, in Germania Lidl appone sulbiologico la “private label”): “Idiscount stanno dando più spazio al bio dei supermercati. Insom-ma, lo sviluppo dell’organic è legato ai discount, in Italia e ancoradi più in Germania”. “Sono convinto - il commento del presidente di Almaverde Bio -che al di là del biologico, al di là del fattore alimentare, lo sviluppoche ci attende dovrà essere qualitativo. La tendenza non sarà quel-la di consumare di più ma di consumare meglio. E’ dentro questofenomeno più vasto che il concetto di benessere alimentare e quin-di il bio trovano le loro prospettive di crescita. La spesa alimentarepesa in maniera marginale sul reddito della grande maggioranzadelle famiglie. Per questo credo che nemmeno la crisi economicainciderà molto su questa prospettiva”.

Il biologico va a genioal gruppo tedesco

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Il freschissimo (ortofrutta, ma-celleria e ittico fresco) confermail proprio ruolo strategico di po-sizionamento per le insegne del-la moderna distribuzione. A sot-tolinearne la centralità l’indagi-ne di SG Marketing presentata al-la platea di Marca by BolognaFiere in occasione del seminariospecialistico del 16 gennaio.Il workshop ha permesso di con-dividere con i numerosi speciali-sti di settore appartenenti almondo della produzione, delladistribuzione e dei servizi inter-venuti uno scenario di mercatoche, sul fronte degli acquisti do-mestici da fonte Ismea relativiall’anno terminante ad Ottobre2012 (Panel famiglie GfK Euri-sko), presenta un trend generaleal ribasso, in particolare:- per l’ortofrutta una riduzionedegli acquisti, rispetto al 2011, pa-ri all’1,6% a volume e un menoche proporzionale aumento invalore dell’1,3%;- per la carne una flessione lieve-mente più contenuta in quantità,-1,5%, a fronte di un incrementonominale pari al +0,6%;- nel caso dell’ittico fresco unapiù consistente contrazione a vo-lume, -3,8%, a cui corrisponde an-che una riduzione a valore, -3,7%.La dinamica di canale sottesa re-gistra:- con l’eccezione dell’ittico fre-sco, una buona performance deldiscount (+ 8,3% e +7,1% a vo-lume su ortofrutta e carne), chespicca anche grazie all’attenzio-ne riservata al mondo dei fre-schissimo tutto, associata ad unasostenuta politica di sviluppo del-la rete di vendita; - per quanto concerne l’ortofrut-ta, il consolidamento della quotadi mercato del format “super”(34,8%) In relazione al contesto, l’indagi-ne consumer SG Marketing, rea-lizzata in modalità CAWI e che ha

visto la partecipazione di oltre650 rispondenti, ha sottolineatoil ruolo strategico del reparto or-tofrutta (valutazione 4,34 su 5) edel reparto carne (valutazione4,12 su 5) nella scelta del puntovendita del dettaglio moderno incui effettuare la spesa, eviden-ziando al contempo due macro-aree di lavoro chiave nell’otticadi elevare la competitività dei set-tori freschissimi, coerentementecon i bisogni emergenti delloshopper nazionale. La prima è l’area del “migliora-mento”, che attiene alla capacitàda parte dei player della distribu-zione di intraprendere percorsicoerenti e tangibili nella direzio-ne di:- Enfatizzare la “percezione rela-tiva della qualità” dell’assorti-mento presente in store (es.: fo-cus sulla presentazione dellagamma proposta), comunicandoal proprio cliente in modo diret-to, efficace e coerente.- Attivare politiche di differenzia-zione in rapporto ai propri com-petitor attraverso percorsi distin-tivi e funzionali al posiziona-mento dell’assortimento (es.: in-serimento di referenze “speciali”e/o in esclusiva), con l’obiettivodi enfatizzare il dinamismo sul

versante dell’assortimento e delservizio garantito allo shopper apartire dal luogo di acquisto.- Strutturare un system di comu-nicazione coerente con il propriovissuto di insegna indirizzato asemplificare e qualificare il livel-lo di informazioni associate al-l’offerta disponibile a punto ven-dita. Fondamentale il ruolo dellacomunicazione sul prodotto e ascaffale. E’ sempre più necessarioaccompagnare il consumatorenella selezione e scelta del “mi-glior prodotto per se”. La seconda area critica attiene al“consolidamento” di pratiche estrategie in essere funzionali a:- Presentare la varietà dei prodot-ti presenti in vendita (es.: spiega-zione delle caratteristiche orga-nolettiche peculiari per item dicategoria, delle modalità di pre-parazione e relative occasioni diconsumo). - Rassicurare il consumatore fina-le in rapporto alle garanzie di sa-lubrità e sicurezza dei prodottifreschissimi (es.: trasparenza sul-lo stadio agricolo della filiera).- Lavorare nella direzione di unapolitica di pricing di lungo perio-do che sia commisurata più cheal kg all’unità di acquisto e con-sumo (es. peso/pezzo). - Proporre dinamiche promozio-nali che, in modo chiaro e imme-diatamente percepibile, vadanonella direzione di associare il “ri-sparmio monetario” alla possibi-lità di costruire il proprio panie-re di beni promozionati (es.:meccaniche di spesa certa su pa-niere di beni da combinare edenfasi sulla complementarietàinter-reparto delle referenze pro-mozionate).

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“Freschissimo” strategicoma serve più differenziazione

Ortofrutta vitale per la moderna distribuzionema comunicazione e posizionamento vanno migliorati:è quanto emerso da un convegno a Marca di Bologna

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Kiwi Uno “trasforma” e “converte”l’impianto di lavorazione kiwi, inmodo da poter operare anchepesche, nettarine e susine.L’importante Spa di Verzuolo (Cu-neo) ha chiesto ad Aweta di prog-ettare questo nuovo impianto inte-grando le ultime tecnologie natedai centri R&D di Aweta Group.L’impianto viene modificato perpermettere un processo della frut-ta molto delicato sia con nettarineche con kiwi e il confezionamentodel prodotto “in diretta”.Queste le caratteristiche: sistema di calibratura contrasporto a pinza (Calistar ) perevitare qualsiasi tipo di danneg-giamento ai frutti;sistemi di visione per identificaregrado Brix e grado di maturazionesia di pesche/nettarine che kiwi(INSCAN);sistema selezione per colore e for-ma;alimentazione automatizzata degliimballaggi alle linee di confeziona-mento dal soppalco;pallettizzazione automatica;

sistema di rintracciabilità su tuttele confezioni e sul pallet finito.La potenzialità è di 40 tonnellatel’ora per pesche e nettarine e di 20tonnellate l’ora per i kiwi.“Abbiamo optato per questasoluzione – spiega MichelangeloRivoira (nella foto sopra) - alla lucedella prevista diminuzione dellalavorazione di kiwi a causa delfenomeno batteriosi e dell’aumen-to dei costo di trasporto dal Cileche da quest’anno crescerannodel 30%: importavamo kiwi per la-vorarli per la Gd, ora conviene far-li condizionare direttamente nelPaese Sudamericano. Tutti fattoriche riducono la convenienza a op-erare solo sul kiwi e ci hanno spin-to a trovare alternative puntando

su pesche, nettarine e susine”.“Un impianto in diretta e non diprecalibro – prosegue Rivoira,soddisfatto della nuova soluzione– per dare sempre maggiore val-ore alla qualità e rafforzare la nos-tra linea premium”.In futuro tutte le lavorazioni dipesche e nettarine del GruppoRivoira confluiranno in Kiwi Uno.“Stiamo aumentando molto la pro-duzione di pesche e mele, perqueste ultime prolungheremo il pe-riodo di lavorazione”, aggiungeMichelangelo Rivoira. “Stiamo am-pliando le celle frigorifere, prevedi-amo un aumento del 15-20% dellequantità di pomacee e del 10-15%per pesche e nettarine”-L’Impianto Aweta tra l’altro, con-clude Rivoira, permetterà di speri-mentare l’apparecchiatura che ri-conosce il frutto sia per grado Brixche per il grado di maturazione.“Per la linea premium dobbiamogarantire sia la qualità che il col-ore. Vogliamo dare un prodottosempre più maturo e “garantito” alconsumatore”.

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Aweta “trasforma” impianto di Kiwi Uno: lavorerà anche pesche

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Successo senza precedenti per lemarche commerciali del Gruppodistributivo Selex che nel 2012hanno segnato una crescita del16% e un incremento della quotadi mercato in tutti i reparti, contassi di sviluppo superiori allamedia nelle aree dei freschi, del-le bevande e del dolciario, per unfatturato di oltre 600 milioni dieuro. L’offerta copre quasi tutte le cate-gorie merceologiche, con oltre2.800 prodotti a marchio Selex,cui si affiancano circa 1.000 refe-renze a marchio Vale e oltre 500proposte Sù e Vanto (le due lineestudiate per il canaleCash&Carry). Completano l'as-sortimento circa 300 prodotti conmarchi di fantasia.“Alla base della crescita - spiegaLuca Vaccaro, direttore marchecommerciali del Gruppo Selex -il rilancio delle categorie più im-portanti, lavorando sul migliora-mento della qualità e dell'assorti-mento, e i progetti di segmenta-zione, che hanno portato al de-butto, nel 2012, delle linee spe-cialistiche Natura Chiama Selex(filiera controllata e biologico),Vivi Bene Selex (area salutistica),e Primi Anni Selex (prodotti perla primissima infanzia: alimentibio e articoli per l'igiene, moltoapprezzate dalla clientela)”.E per il 2013, i risultati attesi so-

no altrettanto significativi, gra-zie anche alle novità in cantiere:oltre al lancio di nuovi prodotti acompletamento delle diverse ca-tegorie food e non food, una gam-ma di prodotti senza glutine amarchio Vivi Bene Selex, rivolti achi soffre di celiachia, una sceltaancora più ricca nell'ambito del-

l'ortofrutta da filiera controllatae biologica (Natura Chiama Se-lex), e la nascita di due linee amarchio Atmosfera&Benessere,una tutta dedicata all'uomo, ABMan, l’altra all'Hair Care. “Massima attenzione alla qualitàdei prodotti e al cambiamentodelle abitudini di consumo - di-chiara Maniele Tasca, direttoreGenerale del Gruppo Selex - at-traverso il presidio di compartidalle grandi potenzialità, come ilbiologico e il salutistico. Atten-zione più che giustificata se pen-siamo che oggi la marca com-merciale è una strategia vincenteper fidelizzare la clientela e cheil suo corretto posizionamento diqualità e prezzo influenza l'im-magine del punto di vendita edell'insegna stessa”.Nel corso del 2013 il Gruppo Selexpunterà ancora sullo sviluppodelle linee specialistiche e sullacontinua rivisitazione delle cate-gorie in cui è già presente. Il tut-to attraverso un piano di marke-ting ben articolato, che vedrà undeciso incremento delle attivitàfocalizzate sulla marca commer-ciale, con tante opportunità di ri-sparmio per la clientela, e azionipromozionali volte ad aumentarela penetrazione delle nuove lineespecialistiche. Sono previsti im-portanti investimenti in comuni-cazione, sia instore sia sui princi-pali media.

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Exploit delle marchecommerciali in Selex

Più 16% nel 2012,con un fatturato superiore

ai 600 milioni di euro

Sisa è orientata alrafforzamento delle sue lineedi prodotto: marchio insegna,PRIMO e Gusto&Passione.Come spiegato da Danilo Pre-to a Marca, una delle azionipiù importanti intraprese daSisa nel corso di quest’anno èstato l’accordo con Unaprol,azienda di Coldiretti, per ladistribuzione di tre tipi diOlio extravergine firmatoproprio dagli agricoltori FAI. Ma sono anche altri glielementi positivi emersi dalconfronto. Grazie a una stra-tegia che in Sisa cerca di co-niugare capacità innovativa,selezione dei migliori produt-tori ed individuazione deglistrumenti di comunicazionepiù adatti per rivolgersi aiconsumatori.Basti pensare a PRIMO, la li-nea di primo prezzo di Sisa.“Una linea assolutamente ri-vitalizzata a partire dal 2011”– secondo le parole di Preto –“Quando ha subito un arric-chimento nel numero di refe-renze e un miglioramento intermini di brand power. PRI-MO sta dando degli ottimi ri-sultati proprio perché la for-za del brand deve essere asso-lutamente fondamentale nelmomento in cui si proponeal consumatore qualcosa chedeve rappresentare i valoridell’insegna”.Infine, c’è stato spazio ancheper parlare degli obiettivi fu-turi dell’insegna e della suamarca commerciale. SecondoPreto, fondamentale per il fu-turo sarà la razionalizzazionedegli assortimenti, semprenell’ottica di una maggioreconsapevolezza dei gusti del-la clientela. In base a questoprincipio appare indiscutibi-le la volontà di rafforzare an-che Gusto&Passione, la lineadi Sisa del settore premium.

E Sisa rafforzale linee di prodotto

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È Coop il “Food Distribution Part-ner” di Expo Milano 2015. La pri-ma catena italiana della grandedistribuzione sarà protagonista,insieme al MIT, di una delle areetematiche più innovative dell’E-sposizione Universale. Avrà ilcompito di co-progettare il Futu-re Food District, il supermercatodel futuro. Acquisto tramite portali e vi-deowall, display che tracciano laprovenienza di ogni prodotto,schermi tattili e flessibilità neipagamenti sono alcune delle so-luzioni che Coop svilupperà perrendere tecnologica e personaliz-zata l’esperienza della spesa peri visitatori dell’Expo di Milano.L’azienda di distribuzione, che èal tempo stesso una cooperativadi consumatori, promuoverà ini-ziative (degustazioni, servizi diconsulenza e corsi) per sostenerecorrette abitudini alimentari esensibilizzare l’opinione pubbli-ca a un consumo consapevole.Grazie a questa partnership, delvalore di circa 13 milioni di eurocui si aggiunge l’accordo per lavendita del primo milione di bi-glietti di ingresso all’EsposizioneUniversale, il supermercato delfuturo di Expo Milano 2015 di-venterà un modello di sostenibi-lità sociale e ambientale da repli-care in altri contesti: l’obiettivo,fino ad oggi utopistico, è rag-giungere l’autosufficienza ener-getica. Tra le novità che Coop metterà adisposizione dei visitatori del Fu-ture Food District anche un car-rello “speciale” per la spesa rea-lizzato in materiali riciclati e ri-ciclabili che, dietro consenso, po-trà essere oggetto di taggatura erelativa tracciabilità, e potrà pre-vedere specifiche attività dimarketing/promozione in fun-zione delle aree visitate. Attraverso la rete di punti vendi-ta fisici e quella dei siti web e mo-

bili, Coop distribuirà circa unmilione di biglietti di ingresso aExpo Milano 2015, abbinandoli aprodotti o servizi.“Siamo orgogliosi di aver parteci-pato e vinto la gara – ha spiegatoVincenzo Tassinari, presidentedel Consiglio di Gestione di CoopItalia durante la conferenzastampa che ha ufficializzato lacollaborazione -. D’altra partepensiamo che i valori di Coopsiano assolutamente coerenticon il tema su cui ruota Expo2015 ovvero ‘Nutrire il pianeta.Energia per la vita’. Coop non èun semplice distributore di pro-dotti a prezzi convenienti, bensìè un modello economico che hadimostrato - anche in tempi dicrisi come gli attuali - quanto siadi vitale importanza saper coniu-gare le logiche di mercato con laresponsabilità sociale. Il punto divendita è il luogo in cui questomodello si manifesta e diventa vi-sibile, è il luogo della comunitàin cui le scelte operate a valle siconcretizzano. Ora la partecipa-zione a Expo 2015 ci impegnerànello studio e nella progettazionedi una nuova visione di super-mercato, una scommessa che noi

riteniamo necessaria e vitale difronte ai cambiamenti comporta-mentali che già oggi registriamofra i nostri soci e consumatori.Orientare il cambiamento e sti-molarlo attraverso progetti inno-vativi ed efficaci fa parte dellamission di Coop. In questa sfidainoltre saremo affiancati dai mi-gliori produttori italiani e svolge-remo una formidabile azione dipromozione delle eccellenze ita-liane in una manifestazione cheavrà più di 20 milioni di visitato-ri da tutto il mondo”.“Con l’arrivo di Coop come part-ner per la distribuzione alimen-tare – ha affermato Giuliano Pi-sapia, Sindaco di Milano e Com-missario straordinario del Gover-no per Expo - abbiamo un assag-gio di una delle sfide maggiori epiù affascinanti di Expo Milano2015: la declinazione dei conte-nuti dell’Esposizione attraversole tecnologie più avanzate. Apria-mo una finestra sul futuro e ciinoltriamo nel campo delle pos-sibili evoluzioni della filiera ali-mentare e il ruolo attivo che iconsumatori giocheranno al lorointerno. Il Distretto del Cibo delFuturo è un progetto che, oltre iconfini e i mesi di Expo, si inse-risce peraltro a pieno titolo nelprogetto Smart City Milano”. “Grazie a partnership operativecome quella che ci lega a Coop –ha dichiarato Giuseppe Sala, Am-ministratore Delegato di Expo2015 S.p.A. -, il progetto di ExpoMilano 2015 acquista ogni giornodi più forma e forza. Il tema del-l’alimentazione trova in questacollaborazione uno dei punti piùalti di rappresentazione all’inter-no del sito espositivo”.

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Coop partner dell’Expo 2015Progetterà il Future food district

Un partnership da 13 milioni di euro. Il supermercato del futuro punta a diventare un modello

di sostenibilità sociale e ambientale

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Il gruppo Conad si appresta achiudere un 2012 positivo, conuna crescita dei ricavi dell'8%,mette in cantiere per il 2013 nuo-vi investimenti per 240 milionidi euro e annuncia l'apertura dinuovi punti vendita anche nellegrandi stazioni ferroviarie. Sitratterà, ha detto il direttore ge-nerale Francesco Pugliese, diquattro store innovativi, con l'in-segna 'Sapori & Dintorni'.Saranno situati nelle stazionicentrali di Milano e Napoli, a Ro-ma Termini e Firenze Santa Ma-ria Novella. I punti venditaavranno un assortimento di oltre4.000 prodotti, per il 65% nelcomparto del fresco, daranno oc-cupazione a 100 nuovi dipenden-ti e saranno inaugurati entro ilprimo semestre 2013.

CONAD/2Ricavi in crescita

e nuovi investimenti

Claudio Alibrandi, socio imprenditore e presidente di PAC 2000A, è sta-to eletto dal consiglio di amministrazione nuovo presidente di Conad,la maggiore organizzazione di imprenditori dettaglianti indipendentiassociati in cooperativa presente in Italia.Alibrandi prende il posto di Mario Natale Mezzanotte, al quale va lagratitudine degli amministratori e della comunità aziendale per l’im-pegno profuso e il prezioso contributo per rendere Conad un’insegnadi successo nel panorama della moderna distribuzione.In occasione della nomina del neopresidente, il direttore generale diConad Francesco Pugliese ha sottolineato il valore del sistema coope-rativo di Conad, che riesce a coniugare il ruolo del socio imprenditorecon lo sviluppo dell’impresa cooperativa. Un modello da additare qua-le esempio peraffrontare e superare l’attuale stato di crisi.Claudio Alibrandi è nato a Roma nel 1956, è sposato, ha due figli e van-ta una lunga tradizione familiare nel commercio. Nel 1984 apre il suoprimo supermercato a Roma e si associa a Ari Conad, la cooperativache in quegli anni opera nella capitale.E’ tra gli artefici della fusione di Ari in PAC 2000A Conad, di cui è elet-to vicepresidente nel 1992 e presidente nel 2010, e promotore dello svi-luppo in Campania e in Calabria portando la cooperativa a raggiunge-re quote di mercato rilevanti in tutte le regioni in cui opera.Attualmente è titolare di cinque supermercati.

CONAD/1Presidenza a Claudio Alibrandi

Succede a Mario Natale Mezzanotte

Restano a velocità differenziate le prestazioni commerciali in Germa-nia di Aldi Nord e Aldi Süd. Le due società sorelle si dividono le com-petenze di gestione e posizionamento sul territorio tedesco e - insieme- costituiscono il gruppo leader nel canale discount, il più importantea livello di largo consumo alimentare in Germania.L’attuale analisi presentata dai media locali si basa sui bilanci 2011 diuna parte delle imprese regionali del gruppo e non trova riscontropresso la centrale. Il fatturato delle filiali meridionali sarebbe cresciuto di 4,4 punti per-centuali nel 2011 e di ulteriori 5,6 punti nel 2012. Tanto che il manage-ment guarda con ottimismo al 2013. Il giro d'affari si collocherebbe, co-sì, vicino al tetto dei 14 miliardi di euro, con 1.805 discount operativi aluglio 2012. La marginalità sarebbe al contrario in sofferenza pressoentrambe lo società, secondo quanto scritto dagli analisti tedeschi. Da-to, però, non confermato dal gruppo, che spesso ha saputo riservaresorprese in passato. Differente è la situazione della società settentrionale. Guardando ai bi-lanci di 18 delle 35 filiali territoriali, Aldi Nord risulta in perdita al-meno per quanto riguarda l’andamento in Germania. La causa sarebbeil non buon andamento dell’offerta extra-alimentare, aggravato da unperiodo di approvvigionamento a prezzi più alti del preventivato. Il gi-ro d'affari oscillerebbe, dunque, attorno agli 11 miliardi di euro, con2.512 discount operativi a metà 2012.

ALDI

A due velocità in Germania:filiali del Sud in attivo, Nord in sofferenza

Il 2012 della grande distribuzio-ne (Gdo) si è chiuso con un calodell’1,5% dei volumi di vendita,con un risparmio di 1,1 miliardidi euro sui prodotti confezionatie un indice della fiducia dei con-sumatori sceso a 46 punti (-6 ri-spetto al 2011). Questo il quadrodella crisi secondo Nielsen, pre-sentato a Milano da CarrefourItalia.Quanto all’anno in corso Nielsen“non si aspetta una trasformazio-ne significativa di questo scena-rio”. Oltre a ridurre le quantitàdi prodotti acquistati, gli italianimodificano il carrello della spe-sa, acquistando più ingredientidi base (farina, uova e zucchero)e pollame (+9,4% in volume),salumi (6,6%) e conserve(+6,7%), tagliando invece su dol-ci, carni, pane e pesce.

GDO ITALIA

In calo le vendite e anche la fiducia

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Andrea Freschi, 47 anni, peritoagrario, è contitolare de “LaBoutique della Frutta”, puntovendita di 240 metri quadri nel-la periferia nord di Udine chepropone food di buona qualitàin un contesto nel quale si cercaanche di fare cultura dell’ali-mentazione attraverso corsi edegustazioni.

Quali sono le caratteristiche delnegozio che gestisce?“Vendiamo ortofrutta fresca maanche, quarta e quinta gamma.Il punto vendita è stato apertonegli anni Sessanta dai miei ge-nitori; nel 1985 abbiamo inizia-to a commercializzare prodottipronti al consumo, nel 2008 èstata aperta la cucina nella qua-le prepariamo pietanze esclusi-vamente a base di ortaggi: pa-sticci, verdure saltate. Inoltrefacciamo solo vendita assistita,il self service non è contempla-to: riteniamo sia questa la stra-da giusta per garantirsi un futu-ro, il cliente ha bisogno di servi-zio. L’apertura della cucina ci hasalvato, siamo riusciti a dare va-lore aggiunto al prodotto e a te-nere le posizioni: oggi quarta equinta gamma “valgono” il 30%circa dell’intero fatturato delpunto vendita e il trend è di cre-scita. Nel 1985 avevamo iniziatoa lavorare anche con il prodottobiologico “sfuso”, poi abbando-nato: il bio “funziona” solo neinegozi specializzati”.

Qual è lo stato di salute del detta-glio ortofrutticolo nell’Udinese?Udine è una delle province conla più alta concentrazione distreutture della grande distribu-zione; ciò ha determinato la cri-

si e la chiusura di molte botte-ghe anche dell’ortofrutta; siamorimasti in pochi - una ventina dispecialisti nel capoluogo, uncentinaio considerando l’interaprovincia - ma determinati. Lospecializzato è cassa di risonan-za del prodotto di qualità; se rie-sce a giustificare lo scontrinoun po’ più alto con un migliorerapporto qualità-prezzo ho vintola mia “battaglia” e non devoavere paura della Gd, che è uncanale dalle caratteristiche di-verse. Chi sa e saprà lavorarecon questi presupposti, deve es-sere fiducioso.

A questo proposito, l’importanzadel fattore prezzo è aumentata ne-gli ultimi tempi?Ripeto, a essere determinante èil rapporto qualità-prezzo. Noiabbiamo un “doppio prezzo” sul-lo stesso prodotto, per lo sfuso eper la cassa intera, che ovvia-mente costa meno.

Dove acquista la merce? Per rifornirci facciamo riferi-mento al Mercato ortofrutticolodi Udine e poi ad alcuni agricol-tori locali. Alle tipicità e ai “no-stri” prodotti ci teniamo.

Le piace quello che fa?Oltre che un lavoro è una pas-sione. Tranne che per un breveperiodo ho sempre fatto il detta-gliante ortofrutticolo. Mi alzoprima delle 4 per fare gli acqui-sti, si lavora tutto il giorno e poitalvolta ci sono anche le seratedi degustazione dedicate ai pro-dotti... Se non ci fosse la passio-ne come farei a resistere a que-sti ritmi?

# Mirko Aldinucci

Servizio al clientee qualità superiore

Il dettagliante/2Andrea Freschi

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CorriereOrtofrutticoloQuarta - quinta gamma

“È necessaria una stra-tegia condivisa e comu-ne, tra la Gdo e l’indu-stria, mirata ad unosviluppo profittevoledello scaffale legato al-la presenza concomi-tante della private la-bel e della marca delproduttore”. Così haesordito Massimo Bragotto (foto),direttore commerciale de La Li-nea Verde, durante il suo speechal convegno “Generare valore at-traverso il freschissimo: le strate-gie della Gdo in rapporto ai nuo-vi modelli di acquisto e consu-mo”, organizzato in occasionedella nona edizione di Marca.Presente in qualità di relatore al-la tavola rotonda moderata da Pa-trick Fontana, vicecaporedattoredi MARK UP, Massimo Bragottoha invitato al confronto per in-crementare i consumi della IVgamma. Ha sottolineato che, per raggiun-gere tale obiettivo, è imprescindi-bile la partnership tra il mondoproduttivo e quello distributivoper lavorare insieme su aspettifondamentali come: posiziona-mento prezzo; ottimizzazionedell’assortimento anche in fun-zione dell’innovazione di prodot-to; maggiore chiarezza di letturadel display e aumento della co-municazione riferita ai vantaggidella IV gamma, anche sul puntovendita. E’ fondamentale puntaresul forte contenuto di servizio,sulla bontà e sulla salubrità tran-quillizzando il consumatore sullasicurezza alimentare così che au-menti il numero di coloro che siavvicinano alla categoria.“Purtroppo - ha proseguito il di-

rettore commerciale - nell’ultimoanno si è data troppo importanzaa logiche di prezzo “aggressivo”che creano solo competizioneorizzontale tra le insegne senzagenerare valore. E’ una tendenzache non aiuta il mercato della IVgamma in cui il prezzo non ènemmeno tra i primi cinque dri-ver di acquisto. Più che su questaleva, a mio avviso, bisogna torna-re a ragionare su come fare cre-scita e sviluppo. L’industria è di-sponibile ad investire in progettidi lungo periodo (3-5 anni), nelcategory, in innovazione di pro-dotto, in tecnologica, nella soste-nibilità del packaging ma, perrealizzare tutto ciò, è necessarioavere maggiori sicurezze e garan-zie da parte della distribuzione”.Bragotto ha inoltre esposto leazioni di successo che hanno por-tato l’azienda ai vertici del mer-cato di IV gamma e ne hanno de-lineato il ruolo di collaboratorericonosciuto e ricercato dallaGdo. Non un semplice co-packer, mauna realtà produttiva italiana chevanta un’organizzazione azien-dale complessa e strutturata concompetenze verticali per rispon-dere alle esigenze della distribu-zione moderna con conseguenteincremento del business del ban-co frigo dell’ortofrutta.

F e b b r a i o 2 0 1 368 www.corriereortofrutticolo.it

«La IV gamma decollase la Gdo collabora»

La Linea Verde: partnership tra mondo produttivo e distributivo indispensabili per il successo dei pronti

al consumo; no alle politiche di prezzo aggressivo

Russia terza tappa dell’espan-sione all’estero de La LineaVerde, azienda di Manerbio(Brescia) specializzata nellaquarta gamma, dopo lo sbar-co in Spagna tre anni fa equello in Austria nel 2012.Un processo finalizzato aduna progressivainternazionalizzazione eall’incremento della quota difatturato estera, che oggi sfio-ra il 20%.“La Russia è finita nei nostriradar già da un anno circa”ha dichiarato al Sole 24 OreGiuseppe Battagliola,presidente de La Linea Verde.Così abbiamo avviato un ae-splorazione di quel mercatoper capire cosa stavaavvenendo”. I risultati sonostati incoraggianti, comechiarisce il direttorecommerciale MassimoBragotto: “Abbiamo verificatoche in un anno il compartodelle insalate in busta èesploso, arrivando a 40-50milioni di euro. Si tratta diun segmento premium diprodotti che vengono vissuticome una sorta di status daparte dei cittadini moscoviti”.La Linea Verde ha cercato unpossibile partner russo, “tro-vandolo in Vegetoria”,commenta Bragotto. Nell'ar-co di sei mesi, l'alleanza conVegetoria prevede l’importa-zione di prodotti dall’Italiaper un test di mercato, quin-di, forse già entro il 2013,l’avvio di qualche linea diproduzione per la preparazio-ne e la vendita di insalate.

La Linea Verde...in Piazza Rossa

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Con chi si rapporta la Russia perl’interscambio di prodotti orto-frutticoli? E per quali prodotti?Questo il quadro presentato inoccasione del Green Med Forumdi Granada da Vadim Aniskin,editore e direttore della rivistaRussiafruit Magazine.CROAZIA: La Croazia è una newentry sul mercato della frutta rus-so. Nonostante di volumi moltopiccoli di spedizioni è un esem-pio di nuovo esportatore sul mer-cato russo in rapida crescita.EGITTO: Esporta in Russia aran-ce, patate, cipolle precoci, melo-grani, uva senza semi Tompson ealtri.FRANCIA: mele, cavolfiori e altriortaggi i prodotti esportati inRussia. Inoltre, alcune aziendefrancesi sono ben noto in Russiacome fornitori di ananas prove-nienti dall'Africa e dipartimentifrancesi d'oltremare.GRECIA: kiwi, pesche e nettari-ne, uva, fragole e altri.ISRAELE: Peperoni, pompelmi,carote precoci, melograni, avoca-do e altri. Attualmente si osservauna rapida crescita delle spedi-zioni di avocado da Israele allaRussia.ITALIA: Mele, kiwi, uva, tutti i ti-pi di frutti con il nocciolo, diver-si tipi di ortaggiMAROCCO: Easy peelers e tutti itipi di pomodori vengono espor-tati dal Marocco alla Russia.Maersk Line ha lanciato il suonuovo servizio Marus Express. Èil primo servizio container diret-to tra il Marocco e la Russia. Gra-zie a questo servizio i prodottifreschi del Marocco sono diventa-ti più disponibili per le piccole emedie imprese di Russia.SPAGNA: L’esportazione di orto-frutta dalla Spagna alla Russiacomprende tutti i tipi di ortaggiin serra, tutti i tipi di frutta earance. La varietà più popolare didrupacea spagnole in Russia è la

pesca piatta di nome Paraguay.SIRIA: Le ciliegie provenientidalla Siria hanno una reputazio-ne molto buona in Russia.TUNISIA: Frutti tunisini sonopresentati sul mercato russo, masolo in alcuni periodi dell’anno. TURCHIA: La Turchia è il piùgrande esportatore di frutta e ver-dura per la Russia. L’export turcoin Russia comprende tutti i tipidi agrumi, pomodori, uva sulta-nina, tutti i tipi di frutta in pietrae altri.L’adesione della Russia all'Orga-nizzazione mondiale del com-mercio offrirà notevoli opportu-nità commerciali per gli esporta-tori stranieri. I produttori e gli esportatori stra-nieri avranno un accesso al mer-cato più sicuro a seguito dell’im-pegno della Russia a non aumen-tare le tariffe e applicare le misu-re non tariffarie in modo unifor-me e trasparente;Mentre, ha concluso Aniskin, laRussia si è impegnata ad applica-re l’accordo sulle misure sanita-rie e fitosanitarie, limitando lasua capacità di imporre misurearbitrarie che hanno ostacolato ilcommercio in passato.

CorriereOrtofruttIcolo MONDOM

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Russia, chi sale e chi scende nel borsino dei fornitori

Al recente Green Med Forum di Granada Vadim Aniskin,direttore di Russiafruit Magazine, ha analizzato

le caratteristiche dei Paesi che esportano a Mosca

In Turchia le esportazioni difrutta e verdura sono diminui-te di circa il 6% rispetto al2011, arrivando a 3 milioni ditonnellate. Il calo è dovuto principalmen-te a una più ridotta esportazio-ne di agrumi (-13%), passatada 1,5 milioni tonnellate a unpo' meno di 1,3 milioni di ton-nellate, mentre le altre espor-tazioni ortofrutticole sono piùo meno invariate rispettoall'anno precedente.In ordine decrescente, i 10prodotti principali esportatisono: pomodoro, mandarino,limone, arancia, uva, ciliegia,pompelmo, peperone,melagrana e cetriolo,L’albicocca, in undicesima po-sizione, ha praticamente rad-doppiato le esportazioni.Non ci sono sostanziali varia-zioni nei Paesi a cui sono de-stinate le esportazioniortofrutticole provenienti dal-la Turchia.

Diminuisce l’exportdella Turchia

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Con 45.573 ingressi professiona-li, di cui 5.924 di provenienza in-ternazionale, 800 società chehanno esposto in rappresentanzadi 1.000 marche, il Salone Vinite-ch-Sifel (27 - 29 novembre) ha di-mostrato il suo ruolo di appunta-mento di rilievo per gli operatoridelle filiere vitivinicola e orto-frutticola. Il salone ha conferma-to il dinamismo di un’industriain grado di adattarsi alle neces-sità del mercato e di innovare.La qualità dei visitatori è stata ap-prezzata dagli espositori. Diretto-ri della cantina, responsabili de-gli acquisti, distributori, consu-lenti di alto livello hanno sceltoVinitech-Sifel per informarsi sul-le novità, incontrare i fornitori epreparare i loro acquisti. I contatti sono stati giudicati in-teressanti se non addirittura pre-mettenti. Gli espositori hannomesso in evidenza la volontàd’investimento dei visitatori chehanno presentato progetti d’ac-quisto più o meno importanti.Con il sostegno dei suoi partnerdei network Promosalons Inter-

co, Vinitech-Sifel ha accolto circa6.000 operatori internazionaliprovenienti da 74 paesi. Nellaclassifica dei primi paesi visitato-ri internazionali vi sono: la Spa-gna, l’Italia e i Paesi dell’Est. Leprogressioni più significative so-no state registrate nei seguentipaesi: Stati Uniti, Messico, Brasi-le, Uruguay, Cina, Svizzera. Sonostate accolte 70 delegazioni inter-nazionali con gruppi provenientidalla Germania, dall’Australia,dalla Cina, dalla Spagna, dagliStati Uniti, dall’Italia, dal Messi-co e dal Portogallo. Oltre alla vetrina tecnologicache costituisce il salone, l’infor-mazione e gli scambi con gliesperti della filiera sono indi-spensabili per il futuro delleaziende. Il successo di partecipa-zione alle conferenze (una qua-rantina previste nel programma)e ai workshop sull’attualità, con-ferma la vocazione di Vinitech-Sifel come piattaforma di scambial servizio delle due filiere. Oltre600 persone hanno seguito gli in-terventi di una ventina di esperti

sui progressi tecnici e scientificidella filiera che si sono svolti nel-l’ambito di Mondiaviti. QuestoForum di Idee è stato completato,quest’anno, da alcune nuove ini-ziative quali lo spazio Eco Phyto,che ha permesso agli operatorid’informarsi e di scoprire attrez-zature atte a rispondere agliobiettivi della futura regolamen-tazione che prevede la riduzionedi additivi fitosanitari. Le problematiche legate al reclu-tamento e alla formazione, difondamentale importanza per lacompetitività e la sopravvivenzadelle aziende, sono state trattatenell’ambito della Sphère des Mé-tiers (584 partecipanti, 136 iscrit-ti al job-dating), un salone dedi-cato al lavoro e alla formazioneorganizzato in collaborazionecon Vitisphère.Prima dello svolgimento dellaprossima edizione di Vinitech-Si-fel nel 2014, appuntamento nel2013 con Sitevinitech. Dal 5 al 7 giugno prossimi siterrà, a Santiago del Cile, Sitevi-nitech Cile.

CorriereOrtofrutticoloM ondo

F e b b r a i o 2 0 1 370 www.corriereortofrutticolo.it

In 45 mila da 74 Paesial Vinitech-Sifel

Buoni riscontri dal Salone francese,che aumenta la vocazione internazionale.

A giugno appuntamento a Santiago del Cile

Spagna, Alberto

Garrochoconfermatoal vertice diFreshuelva.

Per luisecondomandato

Alberto Garrocho rappresentante dell’a-zienda Fresón de Palos, nel corso dell’as-semblea generale di Freshuelva, è statorieletto all'unanimità presidente dell'as-sociazione - che guida dal 2009 - e si tro-verà, quindi, ad affrontare il suo secondomandato. Primo vice presidente sarà Emilio Gonza-lez (Cuna de Platero); come secondo vicepresidente è stato designato ChristopherPicon (Costa de Huelva). L’Assemblea Generale di Freshuelva hainoltre nominato i membri della GiuntaDirettiva, che torna ad essere compostadalle seguenti società: Fresón de Palos, Cu-

na de Platero, Grufesa, Bonafru, Cobella,Coophuelva, Cartayfres, Condado de Huel-va, Productora Corchito, Gorofres, Frutasde Bonares, Freslucena e Agromartín.

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Eccellenti prospettive per i pro-duttori di mele negli Stati Uniti.Nei prossimi 10 anni Cina e Indiatriplicheranno le importazioni dimele. L'Indonesia raddoppierà lasua domanda e anche altri mer-cati asiatici (Sri Lanka, Malesia,Thailandia) la incrementerannonotevolmente. E’ la società ame-ricana Belrose Inc. che anticipaqueste previsioni: Belrose Inc. hacondotto uno studio sulla doman-da di importazione di 16 Paesiasiatici. L’aumento del reddito pro capitein Asia genera una maggior do-manda di prodotti di qualità equindi un incremento delle im-portazioni. Belrose Inc. rimarcale enormi possibilità per gliesportatori americani in questimercati.

CorriereOrtofruttIcolo MONDO FLASHM

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STATI UNITI

Mele, l’Asiaè un grande business

Produzione in forte crescita nel-l’area di Mendoza, in Argentina,per la stagione 2012-2013. L’inda-gine annuale da parte dell’Insti-tuto de Desarrollo Rural prevedeuna produzione di 667.946 ton-nellate di frutta e verdura nellaregione. Si tratta della migliorproduzione da un decennio, Mol-to positive pertanto le perfor-mances attese per l'annata orto-frutticola.Per esempio le raccolte delle pru-gne per l’industria sono stimatea 211.103 tonnellate, quattro voltela produzione della stagione pas-sata; quelle delle pesche dovreb-bero arrivare a 100.703 tonnella-te. Il 2012 chiude con un calo del7% delle importazioni argentine,anche se l’impatto sará diverso aseconda dei settori.

Una ricerca effettuata dall’im-presa di consulenza Desarrollode Negocios Internacionales(DNI) ha determinato che il set-tore piú colpito per il calo degliacquisti all’estero è quello delleimbarcazioni, che ha registratoun calo del 91%, seguito da zuc-cheri e confetture (-57%), conci-mi (-44%), legumi e ortaggi (-42%).

ARGENTINA

Sempre più prolifical’area di Mendoza

La bilancia commerciale dell’Al-geria ha registrato un surplus di24,26 miliardi di dollari durante iprimi undici mesi del 2012, ri-spetto ai 23,19 miliardi di dollariper le stesso periodo del 2011,con un incremento del 4,6%.Tale surplus commerciale do-vrebbe raggiungere, alla fine del-l’anno, 26,3 miliardi di dollari.Le esportazioni dell’Algeria sonoammontate a 66,78 miliardi didollari rispetto ai 66,53 miliardidi dollari per lo stesso periododell’anno scorso, registrando unlieve aumento (0,37%) secondo ilCentro Nazionale dell’Informa-zione e delle Statistiche delle do-gane algerine (CNIS).Per quanto concerne le importa-zioni, queste sono ammontate a42,52 miliardi di dollari rispettoai 43,34 miliardi US$ dello stesso

periodo del 2011, con un calodell’1,89% secondo il bilancioprovvisorio del CNIS.Le importazioni hanno registra-to un calo dell’1,89% soprattuttoquelle relative ai prodotti indu-striali (-18,43%) per un valore di12,10 miliardi di dollari, le at-trezzature agricole (-20,22%) per290 milioni di dollari, i prodottialimentari (-9,78% con 8,10 mi-liardi di dollari) e i semiprodotti(-3,36% con 9,46 miliardi US$).

ALGERIA

Ha acquistato menoattrezzature agricole

La Cina nel 2011 ha importato71,53 miliardi USD di prodottiagroalimentari e bevande, se-gnando un aumento del 28% ri-spetto al 2010. I prodotti mag-giormente importati sono statisoia, oli e grassi, pesce e crosta-cei. Nei primi nove mesi del2012, ultimi dati disponibili, siconferma il trend positivo: le im-portazioni totali hanno raggiun-to 59,49 miliardi USD, in aumen-to del 19,6% rispetto al 2011.Analizzando la graduatoria 2011dei principali paesi esportatoridi prodotti agroalimentari versola Cina, l’Italia sale al 25mo po-sto dal 28mo con un valore com-plessivo di 300 milioni USD, increscita del 31,8%.L’Italia è il primo fornitore dicioccolato (con una quota del39,1%) e pasta (19,6%).

CINA

Import, 60 miliardi di dollari in nove mesi

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CorriereOrtofrutticolo AGRUMInum

ero 2 del 2013SCHEDA PRODOTTO S

Emanuele Zanini

Le buone premesse di inizio sta-gione sono state confermate an-che all’inizio del 2013. La campa-gna agrumi nel complesso si stadimostrando soddisfacente. Dalpunto di vista commerciale learance stanno ottenendo dellebuone performance grazie anchea una domanda piuttosto vivace,un’offerta nettamente inferioreallo scorso anno che ha influen-zato un innalzamento generaledei prezzi. Un altro elemento po-sitivo è la qualità delle produzio-ni, di livello buono o ottimo a se-conda degli areali di produzione.Il ritardo di maturazione dellearance, stimato nella media at-torno ai 15 giorni, ha infatti li-mitato la cascola dei frutti a van-taggio di qualità e produttività.Un’iniezione di fiducia per ilcomparto tuttavia alle prese an-cora con cronici problemi, dallanecessità di aggregazione e mag-gior organizzazione, al bisognodi creare più azioni promoziona-li nella grande distribuzione.Per la campagna agrumaria 2012-2013 la siciliana Oranfrizer pun-ta a mantenere una “strategia dimantenimento”. Per quanto ri-guarda le vendite, facendo unconfronto sui volumi tra il 2013ed i primi 15 giorni di gennaio2012 per l’impresa catanese è giàpossibile rilevare una crescitasensibile. “Le attività dello scorsoanno hanno subito le penalitàdello sciopero dei trasporti, duesettimane in cui l’attività si èconcretamente paralizzata. Que-st’anno a condizionare la com-mercializzazione degli agrumi èstato soprattutto l’incremento deiprezzi degli agrumi in campa-gna, all’origine del ciclo produt-tivo. Si parla di un innalzamento

dei prezzi di circa 0,20 euro alchilo. Questo incremento – spie-gano dall’azienda di Scordia - èdovuto al calo marcato della pro-duzione degli agrumeti”. “Il mercato ne risente e l’effetto ètangibile anche dai consumatoriche ritrovano al banco prodottifreschi con un percepibile incre-mento del prezzo. Ma non tutti iprodotti presentano le stesse ca-ratteristiche qualitative”.Secondo Oranfrizer non sale soloil prezzo per questa campagna2013, c’è anche una diversa tipo-logia di incremento: è aumentatala pezzatura media delle arancecommercializzate rispetto allascorsa stagione. “Questa caratteri-stica del prodotto quest’anno au-menta drasticamente la qualitàpercepita delle nostre arance ros-se, con particolare riferimentoall’arancia Moro, la varietà che almomento è la preferita dai prin-cipali buyers esEsteri”. Di frontealle caratteristiche di questa nuo-

va campagna agrumaria, la dittasiciliana ha registrato sul merca-to nazionale ed estero una positi-va risposta dai clienti storici.Contemporaneamente non si ar-restano i test di fornitura per losviluppo di nuovi mercati. Ed al-la commercializzazione del fre-sco, in Italia e all’estero, si af-fianca l’attività di trasformazio-ne e distribuzione delle spremutefresche di agrumi le cui prospet-tive appaiono più che favorevoliper il 2013. Si prospettano alcunisegnali di crescita in controten-denza rispetto alle difficoltà diapprovvigionamento dovute allacarenza di materie prime e all’i-nevitabile incremento dei prezzicui tutti i prodotti sono sottopo-sti.È soddisfatto della campagna incorso Giuseppe Pasciuta, presi-dente del Consorzio di Tutela del-l’Arancia di Ribera Dop, che an-nuncia: “Se negli altri anni a gen-naio il mercato si dimostrava pe-

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Offerta contenuta, buona qualità:la campagna agrumi parte beneSi consolida l’export verso Est

Operatori moderatamente soddisfattianche se preoccupa la siccità che ha colpito la Sicilia.

I consumi interni non brillano e la strada dell’estero è sempre più battuta

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CorriereOrtofrutticolo

num

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3AG

RUMI

SCHEDA PRODOTTOS

sante e piuttosto asfittico, que-st’anno la situazione è diversa. Ledifficoltà generali non mancanoma per l’arancia di Ribera i prez-zi tengono e le vendite proseguo-no spedite. La commercializza-zione sta proseguendo su tutti imercati, sia su quello nazionaleche sull’estero, dove si sono aper-ti nuovi interessanti sbocchi. Leesportazioni sono concentrate suGermania, specie con il biologi-co, Austria, Svizzera, Francia. Mastiamo sperimentando le venditeanche nel Regno Unito e in Scan-dinavia. Stiamo inoltre notando– sottolinea Pasciuta – che anchela grande distribuzione sta ri-chiedendo sempre più prodotto,soprattutto quello a marchio Dope Riberella. Il favorevole anda-mento iniziale delle varietà “Bra-siliano” e “Washington Navel” ècontinuato in queste ultime setti-mane”.I punti su cui lavorare per otti-mizzare la produzione e le vendi-te tuttavia non mancano. “Notia-mo come il mercato sia eccessi-vamente concentrato su pochimesi. Lo scorso anno per esem-pio i centri di lavorazione a finemarzo erano già chiusi. Il nostroobiettivo – rivela il presidente delConsorzio di Tutela dell’Aranciadi Ribera Dop – è allungare il ca-lendario e di commercializzazio-ne, estendendo la stagione par-tendo a novembre e concludendoa maggio. Oggi invece a novem-bre si realizzano volumi quasi in-significanti e il grosso della pro-

duzione e vendita avviene tra di-cembre e marzo. Per questo stia-mo studiando nuove varietà checi permettano di vendere il pro-dotto fino ad aprile e maggio”.Per quanto riguarda l’annata ingenerale Pasciuta conferma la ri-duzione di quantitativi, anche sein misura minore rispetto allamedia, attestandosi per l’aranciadi Ribera a un -10% che ha porta-to la produzione totale a 140 mi-lioni di chili. “Grazie anche apezzature ottime, all’assenza diproblemi fitosanitari, la qualitàdel prodotto quest’anno è di livel-lo eccezionale. Questo è dimo-strato anche da un altro fattore:solitamente circa il 30% del pro-dotto è destinato all’industria. Inquesta annata invece la quantitàdi arance trasformate sarà infe-riore al 10% del totale”.Sia con l’arancia di Ribera Dopche con il frutto a marchio Ribe-rella in questa annata si è regi-strato un notevole incremento divolumi, che ha sfiorato il 100% ri-spetto al 2011-2012, “grazie ancheall’ingresso di nuovi soci e all’in-teresse crescente del mercato”. Ri-sultati più che confortanti anchein termini di fatturato: “Nel 2011-2012 – spiega Pasciuta – abbiamorealizzato un giro d’affari di 3,5milioni di euro. Nel 2012-2013 ab-biamo già superato i 4 milioni dieuro. Si profila pertanto un rad-doppio del valore raggiunto lascorsa annata. Il nostro obiettivoè continuare su questa strada eaumentare la nostra quota di

mercato e la redditività del com-parto e dei soci”.Situazione diversa per il compar-to delle clementine calabresi,giunte a gennaio alla fine dellastagione con la conclusione dellaraccolta delle varietà tardive, chehanno vissuto un’annata soddi-sfacente ma solo grazie alleesportazioni. A spiegarlo è Giovanni Mastran-gelo, direttore del Consorzio diTutela delle Clementine di Cala-bria Igp: “Il mercato in Italia si èrivelato asfittico, bloccato. Cihanno salvato le vendite all’este-ro, in particolare nell’Est Europae nei Paesi Baltici, stabile invecel’export verso Germania e Paesilimitrofi. Gli invii di prodotto inLituania, Estonia, Polonia e altriPaesi dell’area balcanica e balticain un solo anno sono aumentatifino al 20%. Ancora tutto da sco-prire invece il mercato russo cheoffre enormi potenzialità di svi-luppo e su cui stiamo lavorandoper soddisfare l’accresciuta do-manda e potere d’acquisto di unabuona fetta di consumatori diquelle aree”. La campagna delleclementine calabresi si è chiusaquindi positivamente propriograzie alle vendite nell’Est, cheha acquistato soprattutto prodot-to anche di non prima qualità,caratterizzato da difetti di buccia,con calibri inferiori alla media.L’export dell’agrume sta aumen-tando anno dopo anno. “Se nel-l’annata 2010-2011 le esportazionirappresentavano circa il 30% del

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ero 2 del 2013SCHEDA PRODOTTO S

totale venduto – afferma Ma-strangelo – nel 2011-2012 tale per-centuale ha raggiunto il 40%. Nel-la stagione in corso l’export valeormai metà delle vendite, a con-ferma che il trend vede un co-stante aumento del 10% annuo”.Quest’anno il mercato è stato fa-vorito indubbiamente anche dalcalo produttivo, stimato attornoal 20%. Il Consorzio di tutela del-le Clementine di Calabria Igpraggruppa un centinaio di soci,che producono il frutto per l’80%a Corigliano e la Piana di Sibari eper il restante 20% tra LameziaTerme, Rosarno e la Locride. Laproduzione si attesta tra i 40 milae i 50 mila quintali. “La qualitàdel prodotto è stata ottima, i prez-zi si sono mantenuti superioridel 10-20% rispetto allo scorso an-no - aggiunge Mastrangelo”. Lastagione, tuttavia, è partita nellaprima settimana di novembre,con una quindicina di giorni diritardo rispetto alla media a cau-sa del caldo e della siccità dei me-si precedenti. Le vendite sonoproseguite fino a gennaio conbuoni risultati. Nel complesso –chiude Mastrangelo – abbiamoavuto una stagione leggermentemigliore rispetto agli anni passa-ti. Mai come quest’anno si è com-preso come le esportazioni sianol’unica chiave di volta per il com-parto. Concentreremo soprattut-to nell’export i nostri sforzi”.Più preoccupata la visione dellastagione per Fabio Moschella,amministratore di Campisi e pre-sidente del Consorzio del Limonedi Siracusa Igp. “La fortissima sic-cità che la Sicilia, specie nel sud-est dell’isola, da molti mesi staaccusando sta creando dei note-voli problemi al prodotto, che hatendenzialmente un calibro pic-colo seppur di ottima qualità, e diconseguenza al mercato,. A que-sto fattore si sommano le diffi-coltà di vendita in Italia e il cro-nico problema dei consumi, sem-pre più ridotti. L’unica voce posi-tiva rimane l’export, dove vieneindirizzato quasi esclusivamenteil prodotto biologico, l’80%”. “Ne-gli ultimi cinque anni abbiamo

lavorato molto sul biologico che èsempre più richiesto all’estero. Irisultati stanno arrivando anchese colmano solo in parte le altredifficoltà di mercato che stiamoriscontrando. A causa della fortesiccità di cui parlavo – sottolineaMoschella – il grosso della cam-pagna deve ancora partire (finegennaio, ndr). Una consolazionearriva dall’elevato livello qualita-tivo del prodotto che tuttavia harealizzato rese e volumi inferioridel 10-15% rispetto alla media. Iprezzi fortunatamente si sonomantenuti su buoni valori, se-gnando un +15-20% sul 2011-2012”.Una delle maggiori preoccupa-zioni per Moschella è rappresen-tata dalla continua pressioneesercitata dalla Spagna. “In parti-colare stiamo notando come lagrande distribuzione tedesca, daAldi a Edeka, abbia trasferitobuona parte degli ordinativi checi riservava gli scorsi anni pro-prio verso il Paese iberico. Que-sto fattore potrebbe essere la con-seguenza della pessima immagi-ne che il comparto siciliano die-de di sé l’anno scorso con il feno-meno dei Forconi e il blocco deitrasporti e pertanto delle fornitu-re di prodotto per tre settimane agennaio e febbraio”.

L’arancia Vaniglia di ParlapianoL'azienda Parlapiano Fruit di Ri-bera (Agrigento) punta sul mar-chio "Paradiso" attraverso l'aran-cia Vaniglia apireno di Ribera. Si

tratta, come riferisce Paolo Parla-piano, responsabile marketing evendite della Parlapiano Fruit diun’arancia dolce, priva di semi econ un gusto delicato e profuma-to. Si tratta dell'unica varietà ditipo Vaniglia Apireno (senza se-mi) esistente al mondo, spiegaParlapiano. È caratterizzata dauna bassissima acidità, tanto daessere raccomandata alle personeaffette da disturbi gastrici, inte-stinali ed epatici. Inoltre, nono-stante sia dolce, contiene unabassissima quantità di zuccheri,per cui si presta ad essere consu-mata anche da persone diabeti-che.L’arancia “Vaniglia apireno di Ri-bera”, prodotta da dicembre amaggio, è un'arancia bionda sen-za ombelico, originata da unamutazione gemmaria della vani-glia con seme, avvenuta nel terri-torio di Ribera, in provincia diAgrigento, e successivamente dif-fusasi nell'intero comprensorio.“Con questo nuovo marchio pun-tiamo ad incrementare le venditeattraverso questa nuova “iden-tità”. Per quanto riguarda le altrevarietà commercializzate Parla-piano conferma le buone perfor-mance realizzate a inizio campa-gna: “Washington Navel e il pro-dotto a marchio stanno riscuo-tendo un buon successo nella gdoche riconosce al prodotto buonequotazioni alla produzione. Levendite delle arance andrannoavanti per tutto marzo”.emanuele.zanini @corriereortofrutticolo.it

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CorriereOrtofrutticolo

di Rolando Drahorad*

La rivoluzione che scuote gli equilibri del mercato ortofrut-ticolo internazionale può essere paragonata solo all’espan-sione dei supermercati nei decenni precedenti in Europa. Sitratta dell’emergere di nuovi mercati che vedono un miliar-do di persone raggiungere lo standard di vita ormai norma-le da tempo nei paesi occidentali. Lo afferma in un suo re-cente corsivo Chris White, direttore di Eurofruit Magazine.Un battere di ali di una farfalla in un certo punto del piane-ta, dice, provoca un terremoto nell’emisfero opposto causan-do un’interdipendenza fra tutte le economie come non la siè mai conosciuta. Come esempi porta la Russia che è diven-tata il maggior importatore al mondo di mele, l’India che or-mai rappresenta il quinto più importante cliente del Wa-shington State, il Brasile che è diventato il miglior clienteper la propria produzione frutticola, la Francia che esportapiù mele nei paesi nordafricani del Maghreb che in tutta l’A-sia, la Cina che è diventata un produttore high cost e nonpuò più competere in Europa. E l’Italia cosa fa? Purtropposoffre le conseguenze di anni di staticità. Politiche sbagliate,costi alti, l’emergere di nuovi concorrenti sempre più ag-guerriti hanno causato la perdita di ogni primato. L’inter-scambio mondiale di ortofrutta (circa il 7 % della produzio-ne totale) fra il 2000 ed il 2010 è aumentato del 220 % ma laquota italiana si è fermata al +110 %. Dal primo posto sia-mo stati spodestati dalla Spagna e nelle varie aree ci insidia-no USA, Turchia, Cina; ultimamente ci prova anche il Perù.

Riorganizzare la squadraL’Italia ortofrutticola ha tutti i fondamentali per tornarecompetitiva perché: a) produce di tutto e potrebbe produrlobene, b) ha l’immagine positiva dell’alimentare italiano asostenerla, c) il know how specializzato è intatto a tutti i li-velli e d) la tecnologia avanzata del manifatturiero dominail mercato dei macchinari in tutto il mondo. A Fruit Logi-stica di Berlino la rappresentanza italiana poliedrica battetutti, almeno nei numeri. E’ vero che non sempre le palettevarietali sono aggiornate, che le istituzioni sono spesso inritardo, che le infrastrutture lasciano a desiderare e chemanca il supporto qualificato dei servizi bancari, assicurati-vi e promozionali (ICE) ma in fondo in fondo quel che vera-mente manca è l’organizzazione commerciale. Dove sono lericerche di mercato approfondite, le schiere di commercialiche conoscono le lingue che girano per gli 80 mercati mon-diali che ormai sono potenziali compratori del Made in Italyortofrutticolo? Io non li vedo.

In attesa della grande svoltaIn tempi di crisi generalizzata, che non intacca solo l’orto-frutta, tempi che impongono grandi cambiamenti, è venutoil momento di ripensare certe impostazioni di fondo. Da unlato le Organizzazioni dei produttori stanno già sprigionan-do attraverso collaborazioni e fusioni le sinergie latenti. Al-tre iniziative mirano a concentrare le forze per un miglior

funzionamento delle collaborazioni fra zone di produzionenazionali ed estere. Ma se, nonostante tutto, i risultati tar-dano ad arrivare vuol dire che alla base ci sono errori di fon-do. Lo si osserva per esempio in Emilia Romagna dove so-no già in atto tutti gli strumenti che da anni vengono indi-cati come risolutori: l’aggregazione dei produttori e la con-centrazione dell’offerta. Se anche in questa regione ci sonodifficoltà a collocare i prodotti al giusto prezzo e l’unicomezzo finora messo in campo per compensare gli squilibrifra domanda ed offerta è quella di estirpare pescheti, qual-cosa non quadra.In presenza di aumento di concorrenza in Europa e di cali diconsumi nei mercati tradizionali l’unico metodo per evitarel’eccesso di offerta con conseguenti cali di prezzo è l’espor-tazione, oggi descritta come internazionalizzazione. La stra-tegia deve pertanto intervenire su questo fronte mettendo incampo tattiche e forze nuove. Da un lato la produzione orga-nizzata dovrebbe finanziare ricerca di mercato e promozio-ne, dall’altro lato si dovrebbe ridare il giusto peso alla distri-buzione. Se è vero che vendere ai supermercati significa so-prattutto dare servizi è anche vero che i traffici internazio-nali sono fatti prevalentemente di vero commercio. Ci sonofattori di rischio che uno specialista che si mette in giococon i propri capitali affronta meglio. In questa fase può ve-nire in aiuto una categoria, quella degli esportatori specia-lizzati, che da troppo tempo è tenuta lontana da ogni com-pito incisivo. Il fatto che alcuni di loro siano stati costretti atravestirsi da Organizzazioni di produttori per ottenere fi-nanziamenti non ha migliorato la qualità del loro operatoma ha semmai replicato il modello abituato a sostegni im-propri. Quella che deve essere nuovamente sprigionata èl’intraprendenza commerciale che in Italia - nonostante tut-to - non è venuta a mancare. Per rilanciarla ci vorrebbe solopiù liberismo, più egualitarismo, più sostegno.

Per giocare in serie ALa squadra nazionale ortofrutticola ha bisogno di poter met-tere in campo a rotazione tutti i giocatori disponibili ma perquesto serve che tutti siano ben nutriti ed allenati per ren-dere al massimo quando giunge il momento. Il campionatoè ormai mondiale ed i giocatori commerciali devono per-tanto essere tanti. I mercati nuovi non sono solo quelli clas-sici dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ma anche quellichiamati CIVETS (Egitto, Turchia, Sud Africa, Colombia, In-donesia e Venezuela) ed altri ancora. Basta conoscere gli uf-fici vendita degli esportatori olandesi, campioni del mondodi interscambio, per capire quanto sono lontane le struttu-re italiane dai loro standard. Ma noi abbiamo tutte le poten-zialità per partecipare ed anche vincere a patto che tutti re-mino forte nella stessa direzione. Ultima proposta: riuscire a ripartire come ha fatto 25 anni fail vino italiano dopo lo scandalo del metanolo: rivedere tut-ti gli standard interni ed affidare alla nuova ICE una promo-zione a tappeto su tutti i mercati che oggi contano.

*Ncx Drahorad

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