Corriere Cesenate 07-2016

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  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

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    Giovedì 18 febbraio 2016

    Giovedì18 febbraio 2016anno XLIX (nuova serie)numero 7 - contiene I.P.euro 1,30

    7

    Poste Italiane spaSped. abb. postaleDL 353/2003(conv. in L.27/02/2004 n. 46)art. 1, DCB Forlì

    Redazione:via del Seminario, 8547521 Cesena

    tel. 0547 300258

    fax 0547 328812

    Sarsina 17Nuova tecnologiaper il cinema“Silvio Pellico”

    Cultura 19 A Forlì la mostra

    su Pierodella Francesca

    Balze 17Pale eoliche

    Sabato assembleadel comitato

    Montiano 16

    Per la parrocchiaun salonenuovo di zecca

    Editoriale

    Serietà a giorni alternidi Francesco Zanotti

    Giubileonon stop 

    UNA VEDUTA DELLE COLLINE DEL CESENATEDOVE TRANSITERANNO I CAMMINATORI

    DELLA “24 ORE PER IL SIGNORE”(FOTO CR)

    Diocesi 7

    Giovani dell’Ac protagonistialla Gara canora

    Domenica 28 febbraioalle 16, al Carisport diCesena, undici parrocchiesi sfidano a suon di canti eballi

    Il Pontefice in Messico 9

    Il consiglio: “Nonfinire una giornatasenza fare pace”

    Tra i tanti incontri, anchequello di papa France-sco con le famiglie: “Prefe-risco una famiglia con lafaccia stanca e le rughe”

    Il vescovo Douglasa Maceronee Ruffio

     Visita pastorale 8

    Da domenica 21 a do-menica 28 febbraiomonsignor Regattieri sarànelle parrocchie guidateda don Agostino Tisselli

     Venerdì 4 marzo un gruppo di camminatori percorrerà 80 chilometri

    Abbinare la passione per il trekking, la natura e la fede non sempre èfacile. Questa volta è riuscito alla perfezione. Nel Primo piano di questasettimana parliamo della “24 ore per il Signore”, un evento che è statochiesto anche da papa Francesco. Nell’Anno Santo della Misericordiac’è chi ha pensato di farlo coincidere con una proposta che non passeràdi certo inosservata. A Cesena, la mattina del 4 marzo, giornataindicata dal Pontefice per la non stop da dedicare a Dio, il cesenateGilberto Graffieti e il suo gruppo “M’amo camminando” si metterannoin marcia per attraversare, in un giorno intero, tutte le quattro Porte

    Sante della Diocesi. Primo piano alle pagg. 4-5

     A lla fine era tutta una bufala. Forse lohanno fatto per prendere tempo. Forsenon lo sapevano neppure loro comeavrebbero portato avanti il progetto. Fatto stache dallo scorso 8 febbraio, in tutto il territorioche fa capo a Cesena, la posta vieneconsegnata a giorni alterni. Diciamo meglio:una settimana viene recapitata il lunedì, ilmercoledì e il venerdì. Quella successiva, ilmartedì e il giovedì, con una sequenza chesomiglia più a un rompicapo che a qualcosa diragionato.Lettere, bollette, altra corrispondenza e ilCorriere Cesenate arriveranno cinque giorni su14. Sì, perché alla fine è questa la realtà. Èinutile nasconderla. La notizia non è statadiffusa da nessuno, è bene precisare anchequesto. Ne siamo venuti a conoscenza graziealle telefonate di lamentela degli abbonati chenon hanno visto arrivare il nostro giornale.Molti lo aspettano fin dal giovedì. Chi non lovede nel giorno di uscita spera di riceverloalmeno di venerdì. Ma a chi non arriva nel finesettimana, che se ne fa del Corriere al lunedì?Se poi la settimana di consegna è quella in cuila corrispondenza arriva al martedì?“Qua ci vogliono morti”, ci siamo detti lunedìscorso in una giornata in redazione chedefinire campale equivale assolutamente a uneufemismo. Dopo l’amara scoperta dei fatti, èsubito scattata la ricerca della genesi didecisioni tante sbalorditive quanto inattese. Sì,perché da mesi e mesi le Poste assicurano che ilrecapito a giorni alterni - “a scacchiera” comepreferisco definirlo - avrebbe riguardato inItalia 15 milioni di cittadini e i Comuni conmeno di 30 mila abitanti e una densità inferiorea 200 abitanti per chilometro quadrato. Unadecisione ugualmente preoccupante per noi e

    contro la quale ci stiamo battendo, a livello diFederazione nazionale dei settimanali cattolici(Fisc), ma non estesa a tutto il territorionazionale.Ora invece arriva l’inattesa sorpresa: la posta,salvo quotidiani e raccomandate e alcunisettimanali, non il nostro perché avrebbe il“difetto” di essere troppo diffuso, vienerecapitata ovunque secondo lo schema deigiorni alterni. Non è più questione di 30 milaabitanti. Non c’entra più nulla la densità dipopolazione. Sarebbero escluse solo nove areemetropolitane. Cesena sarebbe il primocapoluogo di provincia (adesso abbiamo capitoche significa essere provincia, sic!) in cui vieneapplicato questo nuovo metodo di recapito.

     Alla faccia dell’attenzione al territorio.Speriamo solo che Poste Italiane torni sui suoipassi. La decisione presa pare improvvida enon è stata neppure preavvisata. D’altronde, se

    uno vuol fare uno sgarbo mica lo annunciaprima, e neppure manda una lettera. Neanchea giorni alterni.

    IN OMAGGIOIN EDICOLA

    il libroche ripercorre

    la vitadel vescovo Antonio

    Lanfranchi

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    Giovedì 18 febbraio 2016 3Opinioni

    La finale del Festival di Sanremo

    in versione condominiale

    i sono celebrazioni collettive che vanno consumate incompagnia, condividendo un momento che pareimportante, significativo oppure solo il rinnovo di unatradizione. Del resto, lo ha sdoganato anche l’ultimo

    film di Zalone: la nostalgia è canaglia e colpisce dove non telo aspetti. E allora anche quella sorta di rito annualenazionalpopolare che è il Festival di Sanremo va trattatocome una partita della Nazionale: in gruppo e facendo il tifo.Ma se per le competizioni sportive azzurre l’incitamento èunivoco, per Sanremo la divisione in fazioni è molto piùarticolata e quando partono i cori non ce n’è per nessuno.Mica per altro, è che si passa dal po-po-po-po-po-poo a “noi

    siamo infinitooooo”. Se però può essere ovvia e quasiscontata la serata davanti al televisore in famiglia, lamanifestazione canora più italiana degli italiani apre anchead altre inedite modalità di visione.Sessant’anni dopo le immagini da Teche Rai sugliassembramenti popolari accanto all’unico televisore del bar,in un quartiere romano la finale di questa edizione la si èvista in versione condominiale.Gli abitanti di cinque appartamenti, in un’inedita alleanzaspalmata su quattro piani, si sono ritrovati non per parlare dibollette e di pulizia scale (o almeno, non solo), ma pervedere tutti insieme la finalona sanremese. Ovvero, comearrivati a quell’età di mezzo in cui si è trenta/quaranta equalcosa si torna più o meno inconsapevolmente alle cene acasa tra amici della generazione precedente, quelle in cuinon si va a mangiare fuori, ma ciascuno porta una vivanda etutti ci si siede in ordine sparso. A differenza di allora, però,oggidì non ci sono bambini in giro e, a ben guardare, non èun divario da poco.Ma torniamo a Sanremo.

    Per prima cosa, patti chiari e amicizia lunga, si stabilisconole regole della riffa finale, con tanto di bigliettini nominaliper votare la terna del podio e urna trasparente per laraccolta delle schede. Quota fissa dieci euro, perché lepuntate si fanno seriamente: indovinare il vincitore delFestival non è mica un gioco per principianti.Basti sapere che c’è chi ha studiato meticolosamente testi e

    Cronaca semiseria

    La fede riempie la vita di significato

    interpreti, chi l’andamento delle vittorie nel tempo e l’incidenza regionale deltelevoto, chi conta sulla qualità e sull’inossidabile concetto di “gallina vecchia”.Infine c’è chi si è affidato al metodo X-Factor reduce dalla visione compulsiva disettimane di provini e ormai valuta la bontà di un’interpretazione dopo le primetre note. Ma l’affastellarsi delle chiacchiere rende la competizione canora solo unosfondo. Sì, perché non è necessario ascoltare davvero le canzoni per votare, inqueste occasioni ci si ritrova per commentare cambi d’abito improbabili, gaffes immancabili e promozioni altrui inevitabili. E poi nel 2016 Sanremo è soprattuttoun evento social e la condivisione dei contenuti “de visu” è un accessorio, ormaitutto passa attraverso l’immediatezza dei gruppi di Whatsapp, dei commentirigorosamente dotati di hashtag su Twitter e dei mille “mi piace” di Facebook .Quindi tutti col telefonino in mano e vai di post con sconosciuti e amici lontani.Durante la visione i giudizi si fanno via via più salaci, pungenti, sarcastici eimpietosi: la lunghezza trascinata della trasmissione non aiuta e gli eterni comizidi alcuni ospiti inducono alla ripetuta mimica di atti di auto punizione. Quandoperò sul palco dell’Ariston arriva Cristina D’Avena la deriva tardo adolescenziale èormai totale e il boato, nonché la partecipazione convinta e commossa deipresenti, rende palese un pensiero comune: potrebbe vincere lei a mani basse.Inutile dire che al momento di inserire il bigliettino nell’urna saltano tutti gli

    schemi: è tardi e più che di testa si vota di cuore, di ricordi e di emozione.Così, il disvelamento della classifica in diretta è accompagnato da esclamazioni divario tenore, non sempre edificanti, mano a mano che si realizza come la propriascheda sia carta straccia. Alla fine insieme agli Stadio vince anche il terzo piano,ma ormai il dado è tratto e il calendario delle manifestazioni tracciato: dove avetedetto che si guardano Europei e Olimpiadi?

    Emanuela Vinai

    o storico incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill e la seguentedichiarazione congiunta costituiscono una “sorpresa di Dio”. Citroviamo di fronte a un “avvenimento”, cioè a qualcosa che non è maidel tutto riconducibile ai suoi antecedenti (Hannah Arendt). Che

    significato ha per noi, nella vi ta quotidiana, questa dichiarazione congiunta?Nella forma, il testo assomiglia a certe encicliche sociali dell’Ottocento: èasciutto, gli argomenti vengono introdotti per punti e lo stile è del tuttoscevro da ogni burocratese ecclesiastico. Riguardo al contenuto, è chiaral’eredità del magistero sociale di Benedetto XVI in un testo che, nella suasinteticità, potrebbe rappresentare una sorta di Magna Chartadell’insegnamento sociale della chiesa dei prossimi anni. La dichiarazioneinizia mettendo in relazione i “problemi essenziali dei nostri fedeli” con le“prospettive di sviluppo della civiltà umana” (1): in una prospettiva chevoglia essere “cattolica” questa relazione è sempre centrale, ma lo è

    Lparticolarmente oggi poiché “la civiltàumana è entrata in un periodo dicambiamento epocale” e dunque “lanostra coscienza cristiana e la nostra

    responsabilità pastorale non ciautorizzano a restare inerti di fronte allesfide che richiedono una rispostacomune” (7).Il primo contributo che i cristiani sonochiamati a portare è la testimonianza aCristo che si riverbera in primo luogonella unità vissuta tra i cristiani (6) e cheè ferita dalla divisione storica traortodossi e cattolici. Francesco e Kirillindicano poi analiticamente i “problemiessenziali” di oggi. Il documentodenuncia le feroci e sistematichepersecuzioni contro i cristiani nel MedioOriente e in Nord Africa, rende onorealla testimonianza del martirio di coloroche “testimoniano la verità del Vangelopreferendo la morte all’apostasia diCristo” (12) e richiama con forza lacomunità internazionale a inter venire.

    Benedetto XVI a Ratisbona avevaaffermato che “la diffusione della fedemediante la violenza è cosairragionevole. La violenza è in contrastocon la natura di Dio”. Analogamente neltesto si legge che sono assolutamenteinaccettabili i tentativi di giustificareazioni criminali con slogan religiosi.Nessun crimine può essere commessoin nome di Dio” (13).Nella dichiarazione si denuncia poi lapresenza nei Paesi occidentali della“ideologia di un secolarismo tante volteassai aggressivo” che cerca di spingere icristiani “ai margini della vita pubblica”(15). Anche di fronte a questa sfidaFrancesco e Kirill ritengono che“l’Europa debba restare fedele alle sueradici cristiane” (16).Sono poi proposti giudizi molto chiarisu questioni etiche e bioetiche di grande

    rilevanza pubblica: si esprimonopreoccupazione e rammarico perl’equiparazione di altre forme diconvivenza al matrimonio tra uomo edonna e per l’estromissione dallacoscienza pubblica del concetto dipaternità e di maternità comevocazione particolare dell’uomo e delladonna (20), per aborto, eutanasia,tecniche di procreazione medicalmenteassistita considerati “un attacco aifondamenti dell’esistenza dell’uomo,creato a immagine di Dio” (21). Dopoaver trattato questioni strettamenteconnesse al rapporto tra ortodossi ecattolici, il testo si conclude con unaccorato appello: “questo mondo, in cuiscompaiono progressivamente i pilastrispirituali dell’esistenza umana, aspettada noi una forte testimonianza cristiana

    in tutti gli ambiti della vita personale esociale” (28), la testimonianza del fattoche “Cristo è fonte di gioia e disperanza. La fede in Lui trasfigura la vitaumana, la riempie di significato” (29).

    Paolo Terenzi

    L’ABBRACCIO TRA PAPA FRANCESCOE IL PATRIARCA KIRILL

    (CUBA, 12 FEBBRAIO 2016) (FOTO AFP/SIR)

     D i c  h i a r a z i o n e  c  o n g i u n

     t a

     d o p o  l ’ i n c  o n t r o  t r a  i l  P

     a p a

     e  i l  p a t r i a r c  a  K  i r i l l

    La fotografia“Voglio chiedere a Dio che vibenedica, accompagni voi e i

     vostri familiari, tutte le perso-ne che lavorano in questa casa e fanno in modo che quei sorri-si continuino a crescere ognigiorno. A tutte le persone chenon solo con medicinali bensìcon la ‘affettoterapia’ aiutanoperché questo tempo sia vissu-to con più gioia”. Così Papa Francesco rivolgendosi ieri aipiccoli degenti dell’ospedalepediatrico “Federico Gómez”,una delle tappe del suo viaggioin Messico. (foto Afp/Sir)

     Nel testo congiunto, s i esprimono preoccupazione e rammarico per l’equiparazione di altre forme di convivenza al matrimonio tra uomo e donna e per l’estromissione dalla coscienza pubblica del concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna

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    Giovedì 18 febbraio 20164 Primo piano

    Dalla Cattedrale di Cesena alla Concattedrale di Sarsina; dall’Abbazia del Monte,sempre a Cesena, fino al Santuario di Longiano: ecco le Porte Sante presenti nel territorio

    I quattro luoghi giubilari in DiocesiIl professor Marino Mengozzi,direttore dell’ufficio diocesanodi arte sacra e beni culturali,propone quattro schede sui luo- ghi giubilari presenti in Dioce-si. Una rapida e preziosa guidaper chi vorrà partecipare alla 24ore non stop proposta dal cam-minatore Gilberto Graffieti (confronta pagina a fianco) e anche per chi decide di attra-versare le Porte Sante in questoanno straordinario dedicato al-la Misericordia.

    CATTEDRALE DI CESENA 

    La cattedrale - cioè la chiesa incui si trova la cathedra, il tronoepiscopale - è il principaleedificio sacro della diocesidove il vescovo, unitamente alcapitolo, celebra conparticolare solennità lefunzioni religiose, amministra isacramenti e predica la fede.Per questo è ubicata nel puntocentrale della città storica,entro le mura, attorniata dalladomus del vescovo e, in antico,da un edificio - l’ospedale permalati e pellegrini - in rapportocon le funzioni caritative delpastore diocesano. Lacattedrale rappresenta dunquel’edificio più importante della

    città e il suo fulcro urbanistico.Il duomo di Cesena, dedicato aSan Giovanni Battista, è luogodi culto complesso, in quantoracchiude il santuario dellaMadonna del Popolo econserva nella cripta le reliquiedi san Mauro. Il culto marianosorge attorno alla Madonnacon Bambino di BartolomeoRamenghi detto ilBagnacavallo (1484-1542), dal1599 chiamata Madonna del Popolo e dichiarata patronadella città e diocesi, in origineposta su altarolo della famigliaBargellini, poi trasferita evenerata dal 1683 nellacappella omonima: splendidadi marmi policromi e

    impreziosita dalla cupola diCorrado Giaquinto (1703-1766)con Genealogia della Vergine .La Madonna del Popolo, la cuifesta liturgica ricorre nella IIdomenica dopo Pasqua, godeda sempre di grande cultopopolare, tenuto vivo anchedalla sua Compagnia;l’immagine fu incoronata nel1782 dal papa cesenate Pio VIBraschi (1775-1799); nellacappella celebrò Pio VIIChiaramonti, nel corso dellungo soggiorno nella patriacittà (1814); davanti a Lei sostòsan Giovanni Paolo II quandovisitò Cesena nel 1986.Le spoglie del vescovo sanMauro (secolo X), patrono

    secondario della città e delladiocesi, furono qui trasferite(dalla vecchia cattedrale nellaMurata, dove furono ricoveratenel secolo XIV prelevate dalMonte) nel 1411; dopo alternevicende cultuali, si deve alvescovo AugustoGianfranceschi il recuperostorico-liturgico (festa il 19gennaio) di una figura attestataunicamente da un pur celebretesto (Vita di Mauro) redatto dasan Pier Damiani (1007-1072).La cattedrale sorse a fineTrecento e nel corso dei secoli èstata sottoposta a molteplici

    rifacimenti: gli ultimi,imponenti, datati 1957-1960; il28 novembre 2015 il vescovoDouglas ha inaugurato ladefinitiva sistemazione delpresbiterio. Le vicende edilizie,i mutamenti di sensibilità, stilee concezione liturgica hannoregistrato pesanti ripercussionisull’apparato artistico,frantumandolo edisperdendolo: rimane il granpregio dell’ Altare del Corpus Domini o di San Giovanni Battista, opera di GiovanniBattista Bregno, degli anni1494-1505. Il fedele o

    pellegrino che attraversa oggila Porta Santa dellaMisericordia vede e tocca lamaestosa Porta bronzeainaugurata il 17 febbraio 2001quale memoria artistica delgrande giubileo 2000: donatadalla Banca di Cesena, èoperata riuscitissima del nostroIlario Fioravanti (1922-2012),che vi ha raffigurato un riccoprogramma iconografico(episodi della vita del Battista,evangelisti e santi patroni).

    BASILICA CONCATTEDRALE

    DI SARSINA 

    Il contesto urbano in cui èubicato ricalca l’anticoinsediamento e la piazza

    attuale, cui s’affaccia labasilica, copre il foro romano;Sassina nel 266 a. C. fuconquistata da Roma, chedapprima la federò e poi leconferì il rango di municipium;diede i natali al poeta ecommediografo latino TitoMaccio Plauto (250ca -184 a. C.).La basilica concattedrale, fra imigliori esempi di romanico inRomagna, risale all’incircaall’anno Mille; sottoposta aimponenti restauri nel corsodel decennio 1958-1968 (volutie portati a termine dal vescovo

    Carlo Bandini, 1953-1976),sobria ed elegante all’esterno,si caratterizza per un internosolenne e austero. Nell’arredoartistico-liturgico si segnalano:un fonte battesimale databile acavallo dei sec. XI-XII, nellanavata sinistra; un ambone coni simboli degli evangelisti, dellaseconda metà del sec. XII, nelpresbiterio; un paliotto di etàromanica (forse del secolo X),scolpito su lastra epigraficaromana reimpiegata eproveniente dall’abbazia di SanSalvatore in Summano aMontalto, addossato all’altare

    maggiore.Il santuario, erettocanonicamente dal vescovoDouglas nel 2015, è intitolato asan Vicinio, vissuto fra IV e V secolo; nella cappella in fondoalla navata destra sonocustodite e venerate le suereliquie, racchiuse in un’urnacon l’effigie del santo in abitipontificali (la festa annuale delprimo vescovo sarsinate,patrono della città e delladiocesi, ricorre il 28 agosto). A questo pastore la media valledel Savio, ancora popolata diculti e divinità pagani, deve laprima evangelizzazione: le piùantiche notizie sulla comunitàcristiana risalgono agli anni

    455 e 507-511. Una storia lungaquindici secoli, i monumenti ele pietre, la medievale Vita di san Vicinio (che attesta inabbondanza pellegrinaggi dimalati e indemoniatiprovenienti anche da paesilontani, tanta era la fama diquesto uomo di Dio e delcollare ferreo che la tradizionecollega al santo e che tuttoraviene usato per benedire) eun’ininterrotta processione didevoti, fedeli e pellegrini chegiunge sino ai giorni nostri,parlano il linguaggio cristianodell’accoglienza e delle

    misericordia divina cui il santofunge da intermediario.

    SANTUARIO DI SANTA

    MARIA DEL MONTE

    Svetta sul colle Spaziano (dettoanche Monte di Mauro), nelsito di un importantemonastero benedettinofondato agli inizi del secolo XI(tra 1001 e 1026), accanto allacappella con le spoglie delvescovo Mauro, il santuariodella Madonna del Monte: unluogo affollato di pellegrinianche nel cuore del medioevo,come racconta san Pier

    Damiani nella Vita di Mauro.L’arrivo da Montereale nel 1318della statua mariana a tutt’oggivenerata con il titolo di Assuntasancì definitivamente il culto,radicatissimo in città, inregione e oltre. Che quel luogofosse sommamente caro aiCesenati lo dicono la storia,l’edificio, gli arredi; già gliantichi statuti comunalicontemplavano, la mattina del15 agosto, l’omaggiopellegrinante delle autoritàcittadine e dei membri dicorporazioni e mestieri,mentre lungo il tragitto chedalla città conduceva alsantuario si sviluppava lafamosa fiera d’agosto.

     A Santa Maria del Montes’intrecciano fatti e vicende delmonachesimo benedettino (trai suoi figli più illustri, ilcesenate Gregorio BarnabaChiaramonti, che sarà vescovodi Tivoli, cardinale di Imola epoi papa Pio VII), delladevozione mariana (vi siammira una spettacolareraccolta di ex voto, quasi 800, ipiù antichi dei quali addiritturadel Quattrocento), della cultura(è ancora attivo un laboratoriodi restauro del libro).Il complesso architettonico sisviluppa con due cortili,

    congiunti alla basilica munitadi cripta e all’edificiomonastico, dotato di aulacapitolare e biblioteca. Nellachiesa, d’impianto originale,spiccano: importanti pale nellecappelle laterali; le scene dellaVita della Vergine , dipinte nel1559 da Girolamo Longhi; ilciclo pittorico di GiuseppeMilani che negli anni 1772-1774 affrescò cupola( Assunzione ), tamburo (Vitadella Madonna) e abside

    (Incoronazione ).La Madonna del Monte haavuto anche san GiovanniPaolo II fra i suoi devoti (era il1986). Città e diocesi vi sirecano in pellegrinaggio a finemese di maggio e per l’Assunta;ma il Monte resta, negli occhi enel cuore, il faro dei Cesenati.

    SANTUARIO

    DEL SANTISSIMO

    CROCIFISSO DI LONGIANO

    Luogo francescano affidato aiMinori Conventuali (presentidal Trecento), deve la suaorigine santuariale a unprodigio datato 6 maggio 1493.La sua venerata icona consistein un importante Crocifissodella seconda metà del

    Duecento, dipinto su telaincollata su tavola di legno, chegli storici dell’arte assegnanoalla scuola di Giunta Pisano(prima metà del secolo XIII).Ecco che cosa accadde inquell’anno di fineQuattrocento: in occasionedella donazione di una vitellada parte dei Gambettolesi aiMinori riuniti in capitoloprovinciale, l’animale siinginocchiò davanti a unCrocifisso allora collocato neilocali conventuali e rimasecocciutamente in questoatteggiamento di devozione alungo, fino a quando il padreprovinciale non lo benedisse.Un ex voto dipinto del XVII

    secolo, conservato nel chiostrodel convento, e un affresconella controfacciata dellachiesa, opera di CostantinoGuidi (1870), narranoiconograficamente l’accadutoprodigio.Il culto e la devozione popolaresorti attorno alla sacraimmagine hanno determinato,e la impregnano tuttora, la vitadi Longiano: Crocifisso,francescani e santuario sonoda secoli al centro della storia,religiosa e civile, del paese.Merito anche di unaCompagnia che, nel solco diuna robusta e attiva tradizione,ha saputo conservare emantenere vive fede e

    tradizioni connesse, senzatemere trasformazioni d’uso einquinamenti d’opinione. Lacomunità, orgogliosa della suaicona, non ha neppure esitatoa portarla in frequentate elunghe processioni, peraltroindistinguibili da pellegrinaggiveri e propri, comenell’episodio celebre del 1781quando il Crocifisso fu portatoaddirittura a Loreto, gratoomaggio a seguito di scampatopericolo scismico (fu anche aCesena negli anni 1826 e 1959).Festa liturgica il 26 luglio.

    Marino Mengozzi

    Cattedrale di CesenaApertura della Porta Santa

    nello scorso dicembre

    Apertura

    Porta

    Santaa Sarsina

    Apertura Porta Santaall’Abbazia

    del Monte a Cesena

    Santuario di Longiano

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    Giovedì 18 febbraio 2016 5Primo piano

    Partiranno il 4 marzo da piazza Giovanni Paolo II a Cesena per arrivare fino a Sarsina e rientrarepoi in città. Con la benedizione del vescovo Douglas presente all’inizio e alla conclusione

     A piedi per una 24 orenon stopna 24 ore per il Signore,ha chiesto papaFrancesco. E nell’AnnoSanto della Misericordia

    c’è chi ha pensato di farlocoincidere con un evento chenon passerà di certoinosservato. A Cesena, propriola mattina del 4 marzo, giornataindicata dal Pontefice per la nonstop da dedicare a Dio, GilbertoGraffieti e il suo gruppo"M’amo camminando" simetteranno in cammino per

    attraversare, in un giornointero, tutte le quattro portesante della Diocesi."Abbiamo una motivazionefortissima - dice Graffieti -spinti da quanto ci domandaFrancesco. Lui ci ha fornitoun’idea bellissima chevorremmo mettere in campo.Raccogliamo tutti quelli chedesiderano fare con noi anchesolo un breve tratto di strada.Noi percorreremo circa 80chilometri, da Cesena verso ilMonte, passando per Longianoe per arrivare poi allaConcattedrale di Sarsina. Cifermeremo in ogni luogo dellafede, con soste adeguate. Nellacittà di San Vicinio e nellachiesa in cui sono custodite i

    suoi resti parteciperemo allaMessa".Graffieti non è nuovo a queste

    U

    imprese, e il suo grupponeppure. Ogni anno danno vitaalla Cesenatico-Fumaiolo apiedi, quasi 90 chilometri.Nell’anno Duemila, sempre peril Giubileo, lo stesso Graffietiandò a piedi a Roma, da solo.Undici giorni solo con se stesso,o con qualcun Altro. Insomma,

    non solo un’avventura sportiva. Anzi, prima di tuttoun’esperienza di fede, divicinanza con Dio, disperimentazione della suaMisericordia e, perché no, diritorno alla natura, a contattocon il nostro territorio, a voltemolto sconosciuto anche a chilo abita da sempre.Si partirà, rigorosamente apiedi, da piazza Giovanni PaoloII, la mattina di venerdì 4marzo, alle 7. Il vescovo Douglasincontrerà tutti i partecipanti edarà una benedizione all’iniziodel cammino. Il gruppo siavvierà verso la basilica delMonte, uno dei quattro luoghiin Diocesi in cui è stata aperta

    una Porta Santa. Dopo la sostanella basilica retta daibenedettini, il percorso punteràdritto verso la basilica diLongiano, dove si trovano i frati

    conventuali e dove è forte ladevozione al Crocifisso.Da Longiano i camminatoriscenderanno verso Castiglione,in territorio di Roncofreddo, nelfondovalle. A seguire, su versoSanta Paola e il Farneto fino allesorgenti del Rubicone perarrivare fino a Strigara Alta,

    Montegelli e toccare la piccolafrazione di San Marino, pocoprima di Rontagnano. Da qui iltragitto taglierà verso MercatoSaraceno. Infine, lungo lavecchia statale ci si porterà aSarsina, nella città che diede inatali al commediografo latinoPlauto, dove si trova lamillenaria Cattedrale e doveaccorrono ogni anno a migliaiai pellegrini che si affidano alsanto taumaturgo, il primovescovo, Vicinio.Il rientro verso Cesena sisvolgerà tutto di notte,percorrendo il tratto delcammino di San Vicinio.L’arrivo è previsto per le 7 disabato 5 marzo, davanti alla

    Cattedrale. Il vescovo Douglasaccoglierà i camminatori-pellegrini e darà loro labenedizione. Il rientro-ritorno èsempre alla casa del Padre.

    Quasi 80i chilometriche sarannopercorsi

    L’ultimo trattocoinciderà conil Camminodi San Vicinio

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    Giovedì 18 febbraio 20166 Vita della Diocesi

    Messe ferialia Cesena7.00   Cattedrale, Cappuccine,

    Cappella dell’ospedale7.30 Basilica del Monte7.35 Chiesa Benedettine8.00   Cattedrale, San Paolo,

     Addolorata, Villachiaviche,Santa Maria dellaSperanza

    8.30 Madonna delle Rose,San Rocco, Sant’Egidio,cappella del cimitero,Santo Stefano, Case Finali,

    9.00 Suffragio, Addolorata9.30 Osservanza10.00  Cattedrale 18.00  Cattedrale , Madonna

    delle Rose, San Domenico,San Paolo, San Rocco,Osservanza, Sant’Egidio

    18.30 San Pietro, Santa Mariadella Speranza, Cappuccini,San Bartolo

    19.00 Ponte Pietra, Tipano20.00 San Giovanni Bono,

    San Pio X, Torre del Moro, Gattolino

    20.30  Villachiaviche

    Sabatoe vigilie15.00 Cappella cimitero Cesena,

    Formignano15.30 Macerone (Lieto Soggiorno)16.00 Ponte Pietra

    17.00 Cappellaospedale “Bufalini”Luzzena (1° sabato mese),Bora (2° sabato mese)

    17.30 Santuario del SuffragioSantuario dell’AddolorataSan Vittore

    18.00  Cattedrale , San Domenico,Osservanza, Santo Stefano,San Paolo, Sant’Egidio,Madonna delle Rose, Villachiaviche, San Rocco,Case Finali, Diegaro, Torre del Moro, Borello,San Mauro in Valle,San Giorgio

    18.30 Convento Cappuccini,San Pietro, Bulgarnò,Santa Maria della Sper.

    19.00 Ponte Pietra, Tipano

    20.00 San Giovanni Bono,San Pio X, Bulgaria,Ruffio, Pioppa,Pievesestina,Calisese,Gattolino, Ronta

    Messe festive7.00   Cattedrale 7.30 Santuario dell’Addolorata,

    Cappuccine, Martorano,Calabrina, Ponte Pietra, Villachiaviche

    8.00 Basilica del Monte,San Pietro, San Pio X,Santa Maria della Sper.

    San Mauro in Valle,San Giovanni Bono,Sant’Egidio, Calisese, Torre del Moro,Madonna del Fuoco,Macerone, Borello

    8.30   Cattedrale , San Rocco,Case Finali, Tipano,San Cristoforo,Gattolino, Roversano

    8.45 San Martino in Fiume9.00 San Giuseppe (Cesena

    corso Comandini),chiesa Benedettine,Santo Stefano,San Bartolo, San Paolo,San Domenico, Diegaro,Pievesestina,Capannaguzzo,Ponte Pietra, Bagnile,

    Santa Maria Nuova,Bulgaria,San Vittore,San Carlo, Ruffio

    9.30 cappella del cimitero,Santuario dell’Addolorata,Madonna delle Rose,Osservanza, Villachiaviche,Sant’Egidio,Montereale, San Tomaso

    9.45 Bulgarnò10.00  Cattedrale, Case Finali,

    San Rocco, Santa Mariadella Speranza, Ronta, Torre del Moro, Carpineta,Cappuccini, San Pio X,Sant’Andrea in B.,

    10.30 Santuario del Suffragio,Casalbono

    11.00 Santuario Addolorata,Basilica del Monte,Osservanza,San Domenico, SantoStefano, San Paolo,San Bartolo, Villachiaviche,Sant’Egidio, San Giorgio,San Giovanni Bono,Calabrina, Calisese,Gattolino, Madonna delFuoco, San Mauro in Valle, San Demetrio,Pievesestina, Pioppa,Ponte Pietra, Bulgaria,Borello, San Carlo,San Vittore, Tipano,Macerone, Capannaguzzo

    11.10  Torre del Moro11.15 Madonna delle Rose,

    Diegaro, Martorano11.30  Cattedrale , San Rocco,

    Istituto Lugaresi,San Pietro, San Pio X,Case Finali, Santa Mariadella Speranza

    12.30  Torre del Moro (in inglese,comunità nigeriani)

    15.00 Cappella del cimitero17.00 Cappella dell’ospedale

    Bufalini18.00  Cattedrale,

    San Domenico, Osservanza18.30 San Pietro, Cappuccini19.00 San Bartolo, Villachiaviche

    Comuni delcomprensorio

    Bagno di Romagnaore 20 (sabato);11,15 / 20San Piero in Bagno:chiesa parrocchialeore 18 (sabato);8 / 11 / 17.Chiesa San Francesco:10 / 15,30Ospedale “Angioloni”:ore 16 (sabato)Selvapiana: 11,15(20,30 sabato); Acquapartita: 9 Valgianna: 10

    BertinoroSanta Maria Nuova: 9,10,30 (19 sabato)

    Cesenatico

    Sabato: ore 16 Villamarina;16,30 San Giuseppe;17,30 Conv. Cappuccini,Santa Maria Goretti,Boschetto;18 San Giacomo;20 Sala;

    Festivi:8 San Giacomo, Bagnarola,Santa Maria Goretti,Gatteo Mare;8,30 Sala;9 Cappuccini;9,15 San Pietro;9,30 Valverde;9,45 Cannucceto;10 Villalta, Villamarina;10,30 Cappuccini,San Giuseppe;

    11 San Giacomo,Boschetto, Sala;11,15 Bagnarola,Santa Maria Goretti,Gatteo Mare;17,30 Cappuccini;18 San Giacomo

    Civitella di RomagnaGiaggiolo: 9,30Civorio: 9

    Gambettolachiesa Sant’Egidio abate:8,30 / 10/ 11,15 / 17.Consolata: 19 (sabato);7,30 / 9,30

    Gatteoore 20 (sabato);9 / 11,15 / 17Sant’Angelo: 20 (sabato);8, 45; Casa di riposo: 9,30- 11. Istituto don Ghinelli:18,30 (sabato), 7,30Gatteo a Mare:  festivi: 8 / 11,15

    LongianoSabato:18 Santuario

    SS. Crocifisso;18,30 Crocetta; 20 Budrio

    Festivi: ore 7,30 SantuarioSS. Crocifisso;8 Budrio; 8,30 Longiano-Parrocchia; 9,30 Budrio,Santuario SS. Crocifisso;9,45 Balignano;10 Badia, Montilgallo;11 Budrio, Longiano-Parrocchia, San Lorenzo inScanno; 11,15 Crocetta;18 Santuario Crocifisso

    Mercato Saraceno10.00; Ciola: 8,30Linaro: 11,15;Monasterodi Valleripa: 9;Montecastello: 11Montejottone: 8.30Montepetra: 8.30Piavola: prefestiva sabatoore 18 (San Giuseppe);9,30 chiesa parrocchiale;Pieve di San Damiano11,30;San Romano: 11; Taibo: 10

    Montianoore 20 (sabato); 9.Montenovo:

    ore 18 (sabato), 10,30

    RoncofreddoSorrivoli: 11,15;Diolaguardia: 9;Gualdo: 18 (sabato), 11;Bacciolino: 9,30

    SarsinaConcattedrale: 7,30 / 9 / 11 / 17; Casa di Riposo:ore 16 (sabato); Tavolicci: 10,30 (liturgiadella Parola con Eucar.);Ranchio: 20 (sabato), 11;Sorbano: 9.30; Turrito: 17 (sabato), 10;San Martino in Appozzo: 9(liturgia della Parola conEucaristia); Quarto:10,30; Pieve di Rivoschio:15,30; Romagnano:11,15; Pagno: 16(seconda dom. del mese).

     Vergheretoore 16 (sabato), 9,15(domenica); Balze (chiesa

    parrocchiale): 11,15;Montecoronaro: 9,45;Montecoronaro orat. Ville(al sabato): 16; Alfero: 17(sab.); 11,15; Pereto: 10;Riofreddo: 10;Corneto: 11

    ✎   A MESSA DOVE

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     Tiratura del numero 6 dell’11 febbraio 2016: 8.028 copie

    Questo numero del giornale è stato chiuso in redazionealle 18 di martedì 16 febbraio 2016

    Domenica 21 febbraioSeconda Domenica di Quaresima - Anno C Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17-4,1;Lc 9,28b-36

    La seconda domenica di Quaresima sicaratterizza per l’episodio dellaTrasfigurazione. La liturgia ci propone disalire insieme a Gesù sul monte a pregare, percontemplare sul Suo volto umano la Sua gloria.La montagna è, nella Scrittura, il luogo dellavicinanza e dell’incontro con Dio. Gesù prendecon sé Pietro, Giacomo e Giovanni. All’origine diquello che starà per succedere c’è, quindi,l’azione di Cristo. Gli apostoli scelti sonooppressi dal sonno, ma solo chi è sveglio puòvedere la gloria del Signore. L’episodio ècaratterizzato da due elementi fondamentali: laluce e la voce. A causa della luce il volto di Gesù

    cambia aspetto e le vesti diventano candide esfolgoranti mentre, sul finire del racconto, lavoce del Padre comanda di ascoltare Gesù. Èuna conclusione che potrebbe sembrare non inlinea con il racconto. Tutto sembra porrel’attenzione sulla visione, mentre il finale cispinge verso l’ascoltare. Quando la voce cheproviene dalla nube cessa, i tre discepoli sitrovano davanti ai loro occhi Gesù solo: è ciòche deve bastare nel cammino. È lui l’unica voceda ascoltare, l’unico da seguire, lui che salendoverso Gerusalemme donerà la vita per noi. Anche noi, discepoli di Gesù, siamo chiamati aessere persone che ascoltano la sua voce. Ascoltare Gesù significa seguirlo, ma ancheascoltare la Sua Parola scritta, il Vangelo,

    IL GIORNODELSIGNORE

    Trasfigurare, l’attitudine a umanizzare il più possibile l’umano

    lunedì 22febbraiocattedra San Pietro1Pt 5,1-4; Sal 22;Mt 16,13-19

    martedì 23san PolicarpoIs 1,10.16-20;Sal 49; Mt 23,1-12

    mercoledì 24san SergioGer 18,18-20;Sal 30; Mt 20,17-28

    giovedì 25san Cesario

    Ger 17,5-10; Sal 1;Lc 16,19-31

     venerdì 26san ClaudianoGen 37,3-4.12-13a.17b-28;Sal 104; Mt 21,33-43.45-46

    sabato 27san Gabriele dell’AddolorataMi 7,14-15.18-20;Sal 102; Lc 15,1-3.11-32

    La Parola

    di ogni giorno

    “Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia piena” (1Gv 1,4)

    nell'interpretazione autentica assicuratadalla Chiesa.Qualche domenica fa il Vangelo ci avevafatto cogliere come l’avvento dellasalvezza, il compimento della Scritturafosse associato a una liberazione. Oggi laliturgia ci fa approfondire come laliberazione portata da Gesù si realizza inuna trasfigurazione. Gesù prende su di séla condizione umana con le suedebolezze, le sue sofferenze e trasfiguratutto ciò facendone il segno dellavicinanza di Dio al mondo.La Quaresima è, quindi, il tempoin cui il Cristo vuole rivivere in noi ilmistero della sua trasfigurazione:trasfigurarci a sua immagine esomiglianza. Il recente Convegnoecclesiale nazionale di Firenze ci ha

    ricordato come “trasfigurare”, una dellecinque vie verso un’umanità nuova,consista “nell’attitudine a umanizzare ilpiù possibile l’umano e tutto ciò cheesiste, il Creato intero, secondo lamisura, la statura e la figura di CristoGesù crocifisso e risorto”. Gesù, sulmonte, trasfigurandosi ha anticipato laSua risurrezione e ha fatto vedere aPietro, Giacomo e Giovanni quale sarà ilpunto di arrivo della Sua vicenda: non lacrocifissione, la morte e la sepoltura, mail trionfo sulla morte. Pietro, Giovanni eGiacomo hanno visto il Paradiso. La vitapiena verso cui siamo diretti.

    Marco Castagnoli

    Incontro del Consiglio pastorale diocesanoDomenica 21 febbraio in Seminario

    Il Consiglio pastorale diocesano è convocato per domenica 21febbraio alle 15 in Seminario, a Cesena. Il vicario per la pastorale,monsignor Walter Amaducci, introdurrà il tema dell’incontro: “Glistrumenti: metodo, Commissioni, sedute, giorni, orari...”. Seguirà

    il lavoro in Assemblea. Poi comunicazioni e riflessioni del vescovoDouglas. Alle 18,30 preghiera del Vespro e conclusioni dei lavori.

    ✎ NOTIZIARIO DIOCESANO

    Convegno Maria Cristina di SavoiaMercoledì 24 febbraio alle 16 nella sala “Cacciaguerra” del Ccr Un nuovo appuntamento promosso dal Convegno Maria Cristinadi Savoia. Mercoledì 24 febbraio alle 16, la professoressa FabiaFarneti, insegnante di Storia dell’Arte a Bologna, parlerà di “Peggy Guggenheim, una vita nell’arte del ventesimo secolo”.L’incontro, aperto a tutti, si svolgerà nella sala “Cacciaguerra” delCredito Cooperativo Romagnolo, in viale Bovio 80, a Cesena.

    Rinnovamento nello SpiritoRitiro quaresimale presso la casa famiglia “Abbondanza” di Cesena

    Domenica 28 febbraio, presso la Casa famiglia “Fabio Abbondanza”in via Boscone 1030, a Sant’Egidio a Cesena, si svolgerà il ritiro qua-resimale del Rinnovamento nello Spirito su: “Per il resto rafforza-tevi nel Signore e nel vigore della sua potenza” (Ef 6,10-20). Alle 15accoglienza, preghiera carismatica, insegnamento e Messa. L’in-contro, aperto a tutti, si concluderà con un momento di fraternità.

    Associazione “Amici di Angelina”Incontro domenica 28 febbraio alle 15 a Sala di Cesenatico

    La presidente dell’Azione Cattolica diocesana Carmelina La-bruzzo sarà la relatrice dell’incontro “Laudato si’, Angelina e lacura del creato” promosso dall’associazione “Amici di Angelina”.L’appuntamento è per domenica 28 febbraio alle 15 nella casadella Serva di Dio Angelina Pirini, a Sala di Cesenatico (accantoalla chiesa).

    ✎ CHIESA INFORMA

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

    7/24

    Giovedì 18 febbraio 2016 7Vita della Diocesi

    In breve

    romossodall’Ufficio di

    Pastorale giovaniledella Diocesi diCesena-Sarsina erivolto in modoparticolare aigiovani egiovanissimi, si terràdomenica 21febbraio un nuovoappuntamento diavvicinamento alla prossima Giornatamondiale della Gioventù che si svolgerà aCracovia a fine luglio.Nell’ampio salone del Seminario, a Cesena(via del Seminario), l’appuntamento è per

    la preghiera del Vespro e adorazione alle 18di domenica 21 febbraio. Alle 19,30apericena insieme e a seguire (alle 20,45)incontro su “Annalena Tonelli testimone dimisericordia”, tenuto da padre Luca Vitali.L’incontro è aperto a tutti (non solo aipartecipanti alla Gmg). Nell’occasione saràallestito anche uno spazio apposito per ilritiro delle iscrizioni alla Gmg.

    P

    Per giovani e giovanissimi 

    In seminario l’incontro“Annalena Tonellitestimone di misericordia”

    ✎PAROLEPERRIFLETTERE | di Pier Giulio Diacoella mentalità comune la

    Quaresima è consideratail classico tempo nel

    quale impegnarsi a farepenitenza e a rinunciare aqualcosa di piacevole, fonte digioia ed espressione della festa.Perché associare la vitacristiana alla tristezza delle“facce da funerale” e non allacertezza che il male è stato

    sconfitto, il peccato può essereperdonato, che la morte è unpassaggio verso la risurrezionee la vera vita?Ciò che ha indotto il sorgeredella Quaresima è stata propriola Pasqua, il volere prepararespiritualmente la festa annualedella risurrezione di Cristo. Ciòè possibile dedicando tempoalla preghiera, cercandol’essenziale e rinunciando alsuperfluo, in favore di chi èprivo del necessario, nellospirito della carità evangelica.La durata di quaranta giornirichiama il simbolo biblicodesunto dalla permanenza diGesù nel deserto, tentato da

    N

    Satana, prima di andare sullestrade della Palestina adannunciare la Buona Notizia.

    Concepita come un tempo diascolto più frequente dellaParola di Dio, di vita spirituale eascetica più intensa, laQuaresima fu scelta, fin daiprimi secoli, comepreparazione dei catecumenialla vita cristiana. Essiavrebbero ricevuto il dono dellafede nella Veglia pasquale,attraverso i sacramenti delBattesimo, l’unzione delCrisma, la prima partecipazioneall’Eucaristia.La Quaresima segna anche ilperiodo nel quale i peccatoripubblici fanno penitenza perpoter ricevere il sacramento delperdono prima del Triduo

    pasquale e celebrare,pienamente riconciliati con Dioe con i fratelli, la solennità diCristo morto, sepolto e risorto.

    Quaresima: tempo favorevoleper la nostra conversione

    La Quaresimaoggi si puòdefinire il tempo

    nel quale “fare icristiani” (con ilBattesimo) o“rifarli”,rinnovando la vitae latestimonianza difede dei giàbattezzati(Penitenza ericonciliazione).

    Nella liturgia èDio che parla alsuo popolo

    Proseguendo l’itinerarioiniziato con l’Avvento e ilNatale, la Quaresima èoccasione per riflettere sul

    significato dei diversi momentie gesti rituali che compongonola celebrazione della Messa. Inparticolare ciò che riguarda laliturgia della Parola di Dio.La prima parte del ritodomenicale, infatti, è un invitoa ringraziare il Signore che ciparla, e a farlo dopo averloascoltato. Gli stessi brani biblicidomenicali aiutano a cogliere

    l’importanza della Parola di Dio,consapevoli che “non di solopane vive l’uomo, ma di ogniparola che esce dalla bocca diDio”. Meditando, poi, il vangelodella Trasfigurazione si è postidi fronte alla voce del Padre cherivela Gesù come suo Figlio edice: “Ascoltatelo!”.Gli altri brani evangeliciquaresimali ruotano attorno altema della misericordia divinaper il peccatore,all’atteggiamento di Gesù difronte ad alcuni fatti pietosi,alla riconciliazione del figlioprodigo con il padremisericordioso, al perdono delladonna accusata di adulterio.

    Sant’Agostino,Salmi e confessioni.Incontro al Cantiere 411In sintonia con ilGiubileo dellaMisericordia, si terràgiovedì 25 febbraio alle20,45 al Cantiere 411 in

    via Mami 411 a Cesena(presso l’istituto dellesuore francescane dellaSacra Famiglia)l’incontro“MisericordiAndando.Viaggio nei Salmi enelle Confessioni diSant’Agostino perincontrare laMisericordia di Dio”. Guideranno l’incontro, apertoa tutti, Valentino Maraldi e Marina Orioli.Per info: www.associazioneilpellicano.com,[email protected], 380 2120262.

    Incontro del Gruppo Nainper chi vive un luttoSabato 20 febbraio alle 16,30 il gruppo Nain

    “All’ombra della sua mano” (Is 49,2) si dàappuntamento per il tradizionale incontro mensile,in Seminario a Cesena. Il percorso del gruppo Nainè un cammino spirituale rivolto a chi ha perdutouna persona cara.Per info: Marco e Giovanna Giannini, 347 6031772.

    In omaggio in edicola da giovedì 18

     Vescovo Antonio Lanfranchi

    la sua vita in un ‘libretto’

    A un anno dalla morteavvenuta il 17 febbraio2015, esce un libretto

    con il ritratto delvescovo Antonio. Saràdisponibile in edicolada giovedì 18 febbraioin omaggio colCorriere Cesenate. Si tratta di 48pagine da leggere d’unfiato messe insieme daLucia Romiti e nate dallacollaborazione tra ilsettimanaledella diocesi diPiacenza-Bobbioe il nostro.“Antonio Lanfranchi –Dobbiamo essere di Cristo, non di noi stessi!”, questo è iltitolo del volumetto. Come sottotitolo una frase che benrappresenta la vita e le opere del presule che ha trascorsosei anni a Cesena: “Il centuplo quaggiù e l’eternità”.

    Giovani protagonistialla Gara canora

    agazzi e giovanissimi di AzioneCattolica protagonisti.Domenica 28 febbraio alle 16, al

    Carisport di Cesena, andrà in scenal’evento artistico più atteso dell’anno:la Gara canora 2016 giunta quest’annoalla sua 20esima edizione. E proprioper festeggiare questa ricorrenza, sipreannunciano grandi sorprese sulpalco del Carisport; ancora top secreti nomi dei presentatori che sarannoselezionati nei casting tenuti in questiin giorni dalla CommissioneSport&TempoLibero dell’AzioneCattolica.Come per gli anni precedenti, saràuna competizione serratissima chevedrà in gara moltissimi Giovanissimidi Ac della nostra diocesi. Sono ben 11le parrocchie iscritte, alcune dellequali raggruppate in zone pastorali.Tra queste troviamo Martorano,Sant’Egidio, Santo Stefano, Case

    Finali, Gambettola/Bulgarnò, San Pio X, San Vittore/Pievesestina, SanPietro, San Paolo, Villachiaviche/SanGiorgio, Zona Mare che dovràdifendere il titolo conquistato lo

    R

    scorso anno.Se l’anno scorso il messaggio da cuiprendere spunto era lo slogandell’anno associativo “Coraggio SonoIo”, quest’anno, attingendo dalla

    3 Giorni Giovanissimi , tutte leparrocchie partecipanti dovrannoinserire all’interno delle loroesibizioni la tematica “Servire èRegnare”

    Per tutti, l’appuntamento è per sabato27 a Palazzo Ghini dalle 10 alle 12 perl’acquisto delle prevendite (ingresso 6euro, gratis fino alla quinta

    elementare), e domenica 28 febbraioalle 16 al Carisport per un pomeriggiodi canto e divertimento.Per info: Jack, 328 7508182; Zucchino,340 8094323.

    Nel pomeriggiodi domenica28 febbraiosaranno undicile parrocchiein garaal Carisportdi Cesena

    Organizzata dall’Azione Cattolicaè giunta alla ventesima edizione

    Pellegrinaggio a Roma sabato 9 aprile 

     Tanti i lettoridel Corriere Cesenate all’incontro con il Papa

    Oltre 200 lettori del Corriere Cesenate 

    parteciperanno a Roma al Giubileo deisettimanali cattolici, in udienza in piazza San Pietro sabato 9 aprile, durante unodegli eventi in calendario per l’Anno Santo.Il ritrovo per quanti si sono prenotati è alle 2 da piazzale Ambrosini (davantiall’ippodromo di Cesena). Il viaggio in pullman prevede soste e arrivo a Roma, neipressi di piazza San Pietro, alle 7,30 (ingresso in piazza entro le 8). L’incontro conpapa Francesco inizierà in piazza San Pietro alle 10 e per tutti è riservato il posto asedere. Dopo l’udienza, per chi lo desidera sarà possibile varcare la Porta Santadella Basilica di San Pietro. Partenza da Roma alle 16,30 e rientro in serata. Pranzoal sacco. A tutti verrà consegnato un gadget identificativo della Fisc (Federazioneitaliana settimanali cattolici).Al Santo Padre saranno portati due doni: un’offerta per le sue opere di Carità e unaraccolta rilegata con una copia degli oltre 190 giornali che aderiscono alla Fisc.Oltre ai due pullman di lettori che in queste settimane si sono prenotati, partirannoaltri tre pullman da Cesena: uno con dipendenti (e familiari) della Confcommercio,uno organizzato dalla parrocchia di San Pio X alle Vigne, che si fermerà a Romaanche domenica 10 aprile, e un altro sarà riservato ai volontari della San Vincenzode’ Paoli che fanno servizio nel carcere di Forlì.Per info: redazione Corriere Cesenate , tel. 0547 300258,[email protected] 

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

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    Giovedì 18 febbraio 20168 Speciale Visita pastorale

    MACERONE e RUFFIO

    Il vescovo Douglas nelle parrocchiea visita pastorale del vescovo Regat-tieri si sposta dalla via Cervese aquella Cesenatico. Prossima tappa

    (21-28 febbraio) le parrocchie di Maceronee Ruffio. Si tratta della stessa Unità parroc-chiale, dunque di due parrocchie distintecon un unico sacerdote, don Agostino Tis-selli. “Cerchiamo di condividere l’esperien-za pastorale”, specifica il parroco, conosciu-to in città anche per la sua lunga esperienzadi insegnante di religione al Liceo Scientifi-co “Righi” e per la sua militanza nella Fra-ternità di Comunione e Liberazione. Don Agostino è parroco di Macerone dal 1990,mentre è amministratore parrocchiale diRuffio dal 2004.MACERONE sorge sulle rive del Pisciatello,lungo l’arteria principale che dalla cittàporta a Cesenatico. “Ci troviamo nella peri-feria di Cesena, siamo l’ultimo paese alconfine con Cesenatico - precisa don Ago-stino -. Una borgata che ‘guarda’ più allacittà che al mare”. Oggi Macerone conta cir-ca tremila abitanti, “una realtà che col pas-sare del tempo si è ingrandita grazie anchealla sua posizione strategica a metà stradatra la città e il mare. Inoltre, qui le abitazio-ni costano meno rispetto al centro”, spiega.“Sono sorti nuovi quartieri residenziali eanche una zona artigianale”. Si tratta di unarealtà ben costituita, “una zona con unapropria storia e nella quale non sono maimancati i servizi più importanti: scuole,medici, carabinieri, farmacia, negozi, attivi-tà commerciali, botteghe artigianali di fab-

    bri e falegnami. C’è ancora il Consorzio Agrario. La gente qui vive principalmentedi terziario e anche di agricoltura con lapresenza di belle aziende agricole nella zo-na di via Sala e Sant’Agà. Ci sono anche al-cuni magazzini di frutta”. In paese sonopresenti la scuola materna ed elementare,mentre per le medie i ragazzi vanno “o allanumero 4 o al Sacro Cuore”.Macerone è un paese che ha una tradizioneanche dal punto di vista della fede. Il servi-zio pastorale di don Agostino, come spiegalo stesso parroco, è lavorare affinché “la fe-de diventi cultura, affinché ogni cristianoabbia una propria capacità di giudizio, af-finché il cristianesimo sia umanesimo.Questo perché l’esperienza cristiana ti aprela ragione e ti spalanca il cuore”. Così “tuttala nostra azione pastorale accompagna lacrescita del bambino, poi del ragazzo e fino

    all’età adulta e si svolge dentro questa pro-spettiva: la fede che diventa cultura”.“Le altre dimensioni su cui portare avantiun cammino sono comunione e missione,ovvero la testimonianza di un popolo che èunito non solo dalle iniziative da compiere,ma si fa testimone di una presenza cristia-na nella realtà, laddove si volge la sua vita:nella famiglia, nel paese, nella scuola, al-l’università, al lavoro. La fede non è un fattoprivato. In questo senso l’impegno del lai-cato è fondamentale. Inoltre, occorronopresenze significative in ambito educativo”.Per questo, continua don Agostino, “hopuntato molto sulla catechesi a tutte le età:degli adulti, ma anche dei bambini e ragaz-zi cercando di dare loro strumenti adattiche siano d’aiuto alla capacità di giudizio”. A proposito di laicato, a Macerone (e a Ruf-fio che ‘guarda’ a Macerone) c’è una ric-chezza di gruppi e associazioni che si im-pegnano e offrono ‘proposte’. Tra i giovanimolto partecipato è il gruppo Scout Cesena8 con tutte le sue innumerevoli attività. Èpresente inoltre la Fraternità di Comunionee Liberazione. Ancora presso il Centro “IMaceri”, che ospita diverse realtà associati-ve come la Polisportiva 5 Cerchi, Cesena InBlu Onlus, Cesena Blu, Club Alpino Italia-no, hanno trovato casa anche i progetti del-le associazioni Grazia e Pace e ComunitàPapa Giovanni XXIII che promuovono for-me di accoglienza e condivisione. È presen-te inoltre un ricovero per anziani, la Casa Albergo di Lieto Soggiorno. Preziosa anchela presenza, in parrocchia, “di persone in-caricate per far visita agli ammalati. Mini-stri dell’Eucarestia vanno tutte le settimanea portar loro la Comunione”. In estate, oltre

    L

    ai vari campeggi e alle attività scout, molti gio-vani partecipano alla proposta del centro esti-vo a Cesenatico organizzato dalla Società del-l’Allegria nata più di trent’anni fa su impulsoproprio di don Agostino Tisselli, parroco di ri-ferimento insieme a don Giovanni Savini di

    San Carlo.Se “la parrocchia deve essere anche il luogo deltempo libero”, come dice don Agostino, a Ma-cerone non ci si annoia. Dietro l’imponentechiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù (del1891, mentre la parrocchia è del 1938) ci sonocampi di pallavolo e pallacanestro, calcio,un’ampia area verde con giochi, giardini acco-glienti. Nelle sale parrocchiali trovano postoaule del catechismo e uffici scout. Recente-mente è stata acquistata una sala polivalentechiamata “San Giuseppe”, adibita anche a tea-tro e a servizio della comunità. Si trova accantoal bar parrocchiale “Il Punto”, vicino alla chiesae dato in gestione.La ‘Settimana parrocchiale’ cade a fine settem-bre e propone momenti liturgici ma anche cul-turali, conviviali e ricreativi. Due i patroni dellaparrocchia: Sant’Agata (il 5 febbraio) e SanGiuseppe (19 marzo).

    RUFFIO. Si sviluppa a qualche chilometro daMacerone, nell’entroterra, in aperta campagnatra via la Cesenatico, via Capannaguzzo e Sala,confinante con Bulgarnò. Dopo la costruzionedel ‘quartiere’ nuovo, distante dalla chiesa e dalnucleo originario, si parla di Ruffio I (quellostorico) e Ruffio II. Questa dicitura la si ritrovaanche nei cartelli stradali. “Si tratta di una co-munità in cui molte sono le famiglie storica-mente radicate nel cristianesimo”. Oggi Ruffioè una zona residenziale con case sparse e servi-zi pressoché inesistenti anche per l’attigua vici-nanza alla più grande Macerone. “Le scuolenon ci sono e i bambini sono sparsi in plessidiversi, i più vanno a Ponte Pietra con ripercus-sioni sulla nostra comunità che così appare unpo’ più ‘smembrata’”. La parrocchia è l’unicarealtà aggregativa.

    Da domenica 21 a domenica 28 febbraiomonsignor Douglas Regattieri è in Visita pastorale 

    nell’unità parrocchiale di Macerone e Ruffio.Don Agostino Tisselli è parroco di Macerone dal 1990 

    e amministratore parrocchiale a Ruffio dal 2004

     ZONA PASTORALE DELLE VIE CESENATICO, CERVESE E RAVENNATE - 11ª UNITÀ PASTORALE

    Una particolarità è il catechismo per bam-bini, “lo faccio dopo la Messa delle 9 -spiega don Agostino - e partecipano anchei genitori. Ne viene fuori un’ora molto bel-la perché vedo un catechismo attivo e par-tecipato. La Messa domenicale seguente è

    molto partecipata dalle famiglie”. La cate-chesi viene portata avanti tutte le settima-ne anche per gli adulti, mentre i giovaniseguono le attività che vengono propostea Macerone, principalmente quelle degliscout.Da queste parti, sottolinea don Agostino,“la crisi si è sentita parecchio con alcunepiccole imprese che hanno dovuto chiu-dere. Qualcuna ha resistito, soprattutto nelcomparto agricolo”.La chiesa di Ruffio (dedicata a Sant’An-drea apostolo) era originariamente un’an-tica pieve e “una volta era l’unica chiesaesistente tra Cesena e Cesenatico”. Poivenne modificata più volte fino all’assettoattuale, restaurata con lavori recenti fattifare proprio da don Agostino. “Il tetto erapericolante. Abbiamo dovuto mettercimano. Oggi è molto decorosa e accoglien-te, con un soffitto a cassettoni, affreschi eun dipinto raffigurante Sant’Andrea delTeodorani risalente al 1950”. Attorno alla chiesa di Ruffio sorgono ampispazi: un’area verde molto bella con ungrande parco, un campo da calcio, uno dacalcetto, un parco giochi e un circolo Aclicon un salone utilizzato per svariate occa-sioni. Il patrono Sant’Andra apostolo vienecelebrato il 30 novembre, mentre la setti-mana parrocchiale è fissata la prima di ot-tobre. Una particolarità a Ruffio, ce la spie-ga don Agostino: “Abbiamo uno dei cimite-ri più antichi di Cesena e Cesenatico, riccodi monumenti sepolcrali molto pregiati. Èanche il cimitero di Macerone. Per questaragione, uno dei momenti della comunitàpiù importanti è l’ottavario dei defunti”.

    Michela Mosconi

    CALENDARIO VISITA PASTORALE

    MACERONE

    eRUFFIOda domenica 21 febbraio

    a domenica 28 febbraioDomenica 21 FEBBRAIO

    • ore 11 a Macerone, Messa di inizio Visita pastorale

    Lunedì 22 febbraio

    • ore 21  A Macerone, incontrocon gli operatori pastorali

    Martedì 23 febbraio

    • ore 9,30   Visita alle scuole

    Mercoledì 24 febbraio

    • ore 21 Incontro con il movimento di Cl

    Giovedì 25 febbraio

    • ore 9,30   Visita agli anziani nelle case• ore 21  A Ruffio, catechesi agli adulti

     Venerdì 26 febbraio

    • ore 21 Incontro con Agesci Cesena 8Sabato 27 febbraio

    • ore 14,30  Incontro con i ragazzi del catechismo• ore 15,30  Messa alla casa di riposo

    “Lieto Soggiorno”

    Domenica 28 febbraio

    • ore 11  A Ruffio, Messa

    ESTERNODELLA CHIESA PARROCCHIALE

    DI MACERONE(PARROCCHIA

    DEL SACRO CUORE DI GESÙIN MACERONE),

    IN VIA CESENATICO 5459,

    A CESENA

    SOTTO A DESTRA,FACCIATA DELLA CHIESA

    DI RUFFIO (SANT’ANDREAIN RUFFIO),

    IN VIA PROVINCIALE RUFFIO4151, A CESENA

    SOTTO, DON AGOSTINO TISSELLI, CLASSE 1945,PARROCO A MACERONE

    DAL 1990 E AMMINISTRATOREPARROCCHIALE DI RUFFIO

    DAL 2004

    Prossime tappe della Visita pastoraledel vescovo Douglas:- A Ponte Pietra, dal 28 febbraio al 6 marzo

    - A Sant’Egidio dal 6 al 20 marzo

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

    9/24

    Giovedì 18 febbraio 2016 9Vita della Chiesa

    ROMA - Giubileo della Misericordia:- PELLEGRINAGGIO DIOCESANO presieduto dal vescovo Douglas Regaeri (un giorno, 25 aprile 2016) 50 euro

    - PELLEGRINAGGIO con le parrocchie di Budrio e di Longiano (due giorni, 24 e 25 aprile 2016) 150 euro

    - PELLEGRINAGGIO con l’UNITALSI Cesena(due giorni, 24 e 25 aprile 2016, iscrizioni presso Umberto e Giovanna, 329 6484489, 333 2995808) 150 euro

    LOURDES- 3 giorni, dal 16 al 18 maggio 2016 - in aereo - con la parrocchia di San Domenico di Cesena da 540 euro

    SAN GIOVANNI ROTONDO- 3 giorni, dal 2 al 4 giugno 2016 - Monte Sant’Angelo e Manoppello (con il gruppo di preghiera”San Pio da Pietrelcina”) 190 euro

    Organizzazione Tecnica Ariminum Viaggi e Robintur Viaggi, IOT e Brevivet - Polizza assicurava R.C. Allianz n. 74372043

    PROGRAMMI IN PREPARAZIONELISIEUX: 6 giorni (inizio luglio 2016), in pullman - La santà femminile in Francia e in parcolare Santa Teresa di Gesù Bambino e i suoisan genitori Luigi e Zelia Marn - Visite a Caen, Alençon, Nevers, Paray Le Monial

    TERRA SANTA: 8 giorni, dal 6 al 13 oobre 2016 - aereo - Nazareth, Monte Carmelo, Cafarnao, Lago di Tiberiade, Gerico, Betlemme, Gerusalemme

    Il consiglio

    di papa Francesco:“Non finireuna giornatasenza fare pace”

    Duranteil suo viaggioin Messico,il Papaha incontratole famiglie allo stadiodi Tuxla Gutierrez

    oglio rendere grazie per essere oggi in questa terradel Chiapas. È bello essere su questo suolo, è belloessere su questa terra, è bello essere in questo luogoche grazie a voi ha sapore di famiglia, di casa”. Papa

    Francesco ha esordito così, rispondendo alle testimonianze dellefamiglie, incontrate nello stadio “Victor Manuel Reyna” di TuxlaGutierrez, durante la celebrazione di lunedì 15 febbraio, penultimogiorno del viaggio apostolico in Messico. “Grazie anche a voifamiglie e amici che ci avete regalato la vostra testimonianza, che ciavete aperto le porte delle vostre case e delle vostre vite, ci avetepermesso di sedere alla vostra mensa dove condividete il pane chevi nutre e il sudore davanti alle difficoltà quotidiane”, ha proseguitoFrancesco: “Il pane delle gioie, della speranza, dei sogni e delsudore davanti alle amarezze, alla delusione e alle cadute. Grazieper averci permesso di entrare nelle vostre famiglie, alla vostramensa, nella vostra casa”. “Dare coraggio, regalarci motivi percontinuare a scommettere, sognare e costruire una vita che sappiadi casa, di famiglia”: è questo, per il Papa, ciò che lo Spirito Santo“vuole sempre fare in mezzo a noi, e questo è ciò che Dio Padre hasempre immaginato e per il quale fin dai tempi antichi hacombattuto”. “Tutti noi che siamo qui abbiamo fatto esperienza

    che, in molti momenti e in forme differenti, Dio Padre ha datocoraggio alla nostra vita”, le parole del Papa: “È capace di darcicoraggio, perché il suo nome è amore, il suo nome è dono gratuito,il suo nome è dedizione, il suo nome è misericordia”. Quello di Dio,per Francesco, è “un Regno che ha il sapore di famiglia, che ha ilsapore di vita condivisa. In Gesù e con Gesù questo Regno èpossibile. Egli è in grado di trasformare le nostre prospettive, inostri atteggiamenti, i nostri sentimenti molte volte annacquati invino da festa. Egli è in grado di guarire i nostri cuori e ci invita più epiù volte, settanta volte sette a ricominciare. Egli è sempre in gradodi rendere nuove tutte le cose”.

    “PREFERISCO UNA FAMIGLIA FERITA”CON “LA FACCIA STANCA” E LE “RUGHE”“Preferisco una famiglia ferita che ogni giorno cerca di coniugarel’amore, a una società malata per la chiusura e la comodità dellapaura di amare”. Lo ha detto il Papa, che al termine dell’incontrocon le famiglie a Tuxla Gutierrez, ha ammesso che “vivere infamiglia non sempre è facile, spesso è doloroso e faticoso, ma,come più di una volta ho detto riferendomi alla Chiesa, penso che

    questo possa essere applicato anche alla famiglia”. “Preferisco unafamiglia che, una volta dopo l’altra, cerca di ricominciare a unasocietà narcisistica e ossessionata dal lusso e dalle comodità”, haspiegato Francesco, che a braccio ha aggiunto: “Quanti figli hai?Non ne abbiamo perché ci piace andare in vacanza, fare turismo…meglio comprarmi un appartamento di lusso. E i figli rimangono lì,

    V“e quando li vuoi non vengono più”. “Io preferisco unafamiglia con la faccia stanca per i sacrifici ai volti imbellettatiche non sanno di tenerezza e compassione”, ha proseguitoFrancesco. E poi, ancora a braccio: “Preferisco un uomo euna donna con il volto pieno di rughe per le lotte di ognigiorno, che dopo più di 50 anni continuano a volersi bene”.“La vita matrimoniale dovrebbe rinnovarsi ogni giorno”, haaggiunto Francesco sempre fuori testo: “Preferisco unafamiglia con le rughe, le ferite, le cicatrici, ma che continuaad andare avanti, perché queste rughe, queste ferite, questecicatrici sono frutto di una fedeltà, di un amore che non èstato facile”. “L’amore non è affatto facile - ha commentato ilPapa - ma è la cosa più bella che un uomo e una donnapossono darsi l’un l’altro per tutta la vita”.

    LA “GUERRA FREDDA” È “MOLTO PERICOLOSA”Per arrivare a 50 anni di matrimonio “occorre avere pazienza,amare, occorre saper perdonarsi”. A ricordarlo a braccio èstato il Papa, che durante l’incontro con le famiglie allostadio “Victor Manuel Reyna” di Tuxla Gutierrez hamenzionato la testimonianza di una coppia che ha superato i

    50 anni di matrimonio ed è stata “imitata” dai propri figli, chehanno già festeggiato le nozze d’argento. “Ma una famigliaperfetta non discute mai”, la possibile obiezione, menzionatasempre fuori testo, per essere poi confutata: “Va bene che inuna famiglia si litighi, possono volare anche i piatti”, haripetuto Francesco, “l’unico consiglio è non finire unagiornata senza fare la pace, perché se concludete unagiornata con la guerra, vi svegliate con la guerra fredda, che èmolto pericolosa perché scava dal di sotto le rughe dellafedeltà coniugale”. E sempre a proposito di rughe, il Papa hacitato a braccio una testimonianza di una grande attrice dicinema latino-americana: “Quando ha raggiunto i 70 anni,un po’ di rughe, gli hanno consigliato di aggiustarsi un po’. Elei ha risposto: ’Mi sono costate molto lavoro, sforzi, dolore: èuna vita piena, non ho nessuna intenzione di toccarmi, sonol’espressione della mia storia’”. Pregando, alla fine, “laGuadalupana”, il Papa ha commentato che “ci dà la certezzache, attraverso la sua intercessione, questo sogno chiamatofamiglia non sarà sconfitto dall’insicurezza e dalla solitudine.Lei è sempre pronta a difendere le nostre famiglie, il nostro

    futuro, è sempre pronta a darci coraggio donandoci il suoFiglio”. Poi l’invito a “prenderci per mano e dire tutti insieme: Ave Maria…” e a “rinnovare, in silenzio, le promessematrimoniali”. Ai fidanzati, l’esortazione a “chiedere la graziadi una famiglia fedele e piena di amore”.

     www.agensir.it

    “La vitamatrimonialedovrebberinnovarsi ognigiorno”, hadetto Francesco:“Preferiscouna famigliacon le rughe,le ferite, lecicatrici, mache continua ad

    andare avanti,perché questerughe, questeferite, questecicatrici sonofrutto diuna fedeltà,di un amoreche non è statofacile”.“L’amore non èaffatto facile -ha commentatoil Papa - ma è lacosa più bellache un uomo e

    una donnapossono darsil’un l’altro pertutta la vita”

    “Oggi vediamoe viviamo su diversi  fronti come la famiglia venga in-debolita, come viene messa in discussione.Come si crede che es-sa sia un modelloormai superatoe incapace di trovare posto all’internodelle nostre societàche, sotto il pretestodella modernità,sempre più favori-scono un sistema ba-sato sul modellodell’isolamento”.È la denunciadel Papa,che al termine del-l’incontro con le fa-miglie, nello stadiodi Tuxla Gutierrez,ha spiegato,a braccio,che tale modello si insinua nelle nostre società che si diconosocietà libere, demo-cratiche, sovrane”.In questo modo“si insinuanocolonizzazioni ideo-logiche che le distruggono,e finiamo per essere 

    colonie di ideologie distruttrici della fa-miglia, del nucleodella famiglia, che è la base di ogni sanasocietà”.

    “Colonizzazione ideologica” 

    LUNEDÌ 15 FEBBRAIO,PAPA FRANCESCONEL PENULTIMO GIORNODI VISITA APOSTOLICAIN MESSICOHA INCONTRATOLE FAMIGLIE(FOTO AFP/SIR)

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

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    Giovedì 18 febbraio 201610   Attualità

    CARCERI ITALIANE

    Flick: “Abolire

    il reatodi clandestinitàe l’ergastolo”Intervista al presidente emerito della Corte CostituzionaleGiovanni Maria Flick sulla situazione del carcere in Italia esull’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei migranti

    brogare il reato di clandestinità perché “inutile,

    dannoso” e supportato da una “giustificazionepolitica inaccettabile”. Abolire l’ergastolo inquanto “ipocrisia e paradosso”. Non utilizzare lo

    strumento emergenziale dell’amnistia per risolvere iproblemi del carcere, ma varare una buona legge delega,attualmente in discussione in Parlamento, per far sì che lepene detentive siano rispettose della dignità e dei dirittiumani. È il parere di Giovanni Maria Flick , presidenteemerito della Corte Costituzionale, il quale ha incontratonei giorni scorsi i detenuti della casa circondariale diPadova, tra cui l’ergastolano Carmelo Musumeci, che gli harivolto una lettera aperta chiedendo aiuto a favoredell’abolizione dell’ergastolo. Flick allarga il discorso altema dei migranti, invitando l’Europa a istituire un“Ministro dell’umanità” e ad applicare veramente laConvenzione europea dei diritti umani.

    Quando era ministro della giustizia nel 1997 era favorevoleall’ergastolo. Ora ha cambiato idea?Sì. Era vivo il ricordo del referendum in cui il popolo italianoaveva rifiutato l’abolizione e la Corte costituzionale ne

    aveva salvato la costituzionalità con una acrobaziagiuridica: il ’fine pena mai’ sarebbe incostituzionale, mapoiché chi è condannato per un lungo periodo di anni puòottenere la liberazione condizionale se ha mostrato segni diravvedimento, la pena in pratica non è più eterna, quindidiventa costituzionale. In questi anni l’esperienza hadimostrato che vi sono situazioni di ergastolo ostativo in cuinon si possono ottenere permessi premio o liberazionecondizionale che consentano il reinserimento in società.L’Ue ha riconosciuto la conformità dell’ergastolo allaConvenzione europea dei diritti dell’uomo, a patto che vi siauna revisione del comportamento della persona dopo 25anni. In questo contesto e di fronte al numero elevato diergastoli ostativi in Italia - oltre un migliaio - l’affermazionedella Corte costituzionale rischia di diventare un paradossoe un’ipocrisia: l’ergastolo è una pena incostituzionale nellasua proclamazione e diventa costituzionale nella suaesecuzione solo se c’è - per tutti - la possibilità di unpercorso di ritorno alla libertà quando lo si meriti. Sarebbebene eliminare questa ipocrisia nel quadro di una revisione

    del sistema sanzionatorio, evitando che il semplicepassaggio da ergastolo a pena detentiva, con la cumulabilitàdei benefici, porti chi è stato condannato a uscire dalcarcere dopo sette o otto anni. Bisogna tenere conto dellevittime, della rivolta morale di fronte a certi delitti efferati, eaffrontare il tema con molta calma e cautela.

    ACome vede la situazione delle carceri?Il carcere è la discarica sociale delle persone escluse, cometossicodipendenti o migranti, perché accoglie chi è considerato unrifiuto dalla società, la “cultura dello scarto” di cui parla papa Francesco.È anche lo specchio della civiltà di un Paese.Non ho mai trovato ‘carceri a cinque stelle’ come dicono. Il carcere hamantenuto, nonostante tutti gli sforzi, caratteristiche di violenza, dirigidità burocratica, di centralismo e di impermeabilità all’esterno.

     Abbiamo ancora troppi paradossi, nonostante sia all’esame delleCamere il disegno di legge per una revisione del sistema carcerario, chetocca tanti problemi, tra cui il diritto all’affettività, alla salute, allaformazione, al lavoro. C’è assoluta necessità di intervenire non solo perfar fronte al sovraffollamento, che stiamo affrontando, ma percontrastare una scarsa cultura. L’articolo 27 della Costituzione dice che

    la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, altrimenti èillecita, ma resta una pena. Un trattamento contrario al senso di umanitàinvece è un reato, tanto che i giudici (come in Germania o negli Usa, oraanche in Italia) spesso si chiedono se possono condannare personemandandole in luoghi in cui non si rispetta l’umanità. Non basta solocostruire nuove carceri. Bisogna riempirle di personale formato, facendomaggiore ricorso alle misure alternative. Il carcere deve essere semprel’extrema ratio. L’esperienza dimostra che con le misure alternative larecidiva è del 30 per cento, mentre in carcere è del 70 per cento.

    Il 6 novembre il Papa celebrerà il Giubileo dei carcerati. Si parla tantodella richiesta di un gesto di clemenza o di un’amnistia. Che ne pensa?Non vedo le condizioni per un’amnistia, per diverse ragioni:tecnicamente e istituzionalmente non c’è una maggioranza politicasufficiente. La società è più orientata verso il concetto della ‘tolleranzazero’. Non si tratta di rispondere a un’emergenza con un’altra emergenza.La risposta a un’eventuale domanda di amnistia dovrebbe essere unapolitica concreta per rendere più umano il carcere, levando gliautomatismi e la burocratizzazione e assicurando condizioni divivibilità. Ad esempio, facendo scontare la pena nel territorio dove

    vivono i parenti, con una maggiore presenza e formazione delvolontariato, con maggiori rapporti con le realtà locali, per far capire achi è dentro cosa c’è fuori e viceversa. La riforma del carcere previstadalla legge delega dovrebbe essere uno dei primi obiettivi della riformadella giustizia. Sarà importante vedere quali saranno i contenuti: èquesta la strada.

    Interviene dopo un incontro con l’ergastolanoCarmelo Musumeci. Parla anche di amnistiae legge delega in discussione al Parlamento.“E l’Europa si dia un Ministro dell’umanità”

    C’è poi il dibattito sul reato di clandestinità.È favorevole o no all’abrogazione?È un dibattito che mi sconcerta. È un reato inutileo addirittura dannoso perché impegna risorse,lavoro giudiziario, impedisce di poter acquisireelementi utili per le indagini e crea problemi.Molti di noi sono convinti che non sia punibileconcettualmente il diritto alla fuga dalla fame,dalla guerra, dalla miseria. C’è una serie diproblemi tecnici legati alla condizione delclandestino: non solo si punisce uno status, maanche una condotta che è espressione di undiritto fondamentale a emigrare. La punizione èinutile, non dà effetti, crea soltanto problemi. Nonabrogare questa norma solo perché l’opinionepubblica non la capisce, o non è pronta, è unagiustificazione politica inaccettabile in materia discelte di fondo e di scelte penali. Mi fa pensare auna motivazione politica e non credo che le sceltedi criminalizzazione o di depenalizzazionedebbano rispondere a profili di questo tipo.

    L’Europa ha stilato la Convenzione europea deidiritti umani, ma molti Paesi stanno chiudendodi fatto le porte ai migranti. Un altro drammaticoparadosso?L’Europa sta attraversando un fortissimomomento di crisi identitaria. Quello che stasuccedendo è drammatico. Se Auschwitz è stato ilcimitero dell’Europa, oggi il cimitero dell’Europaè il Mediterraneo. Il rifiuto dell’accoglienza deimigranti e di studiare politiche comuni europee,scaricando solo sui Paesi di frontiera laresponsabilità di gestirli, come avvenuto con ilRegolamento di Dublino e con la creazione dinuove frontiere interne - fili spinati, muri,sospensione di Schengen - lascia fortementepreoccupati. L’Europa è nata per la pace e la liberacircolazione, ma se quest’ultima viene finalizzatasolo a una logica economica di mercato e non dirispetto dei diritti umani, non è più l’idea

    originaria a cui si pensava. L’Europa dovrebbeavere un ’Ministro dell’umanità’ ed essere capacedi applicare la Convenzione europea dei dirittiumani e la Carta di Nizza per realizzare la dignitàdi tutti.

    Patrizia Caiffa 

    CARCEREE PORTE APERTE.

    SOTTO,IL PRESIDENTEEMERITODELLA CORTECOSTITUZIONALEGIOVANNI MARIA

    FLICK (FOTO SIR)

  • 8/20/2019 Corriere Cesenate 07-2016

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    Giovedì 18 febbraio 2016 11Attualità

    il Periscopio di Zeta

     A Cuba e nel viaggio in Messicopapa Francesco parla di famiglia, aborto, eutanasia 

    La famiglia è la base della società

    Questa settimana, più che dire la mia, vado a prestito da papa Francesco.

    Direi che ne vale assolutamente la pena. In argomento famiglia, sugli ultiminumeri del giornale abbiamo scritto molto. Non è mai troppo, certo.L’argomento sta a cuore al Corriere Cesenate e i lettori lo sanno benissimo. Hosotto mano alcuni editoriali di quotidiani nazionali che meriterebbero uncommento per le assurdità contenute. Ci toccherà di nuovo ribadire l’ovvio. E saràuna tragedia, ma non certo per questo dem orderemo. “Il buon senso è diverso dalsenso comune”, ho ascoltato un commento alla radio che citava il Manzoni.La grande stampa non mi pare abbia dato troppo risalto ai brani che ora vorreiriproporre. Lo faccio perciò anche per questo, vista la spirale del silenzio che vieneposta su papa Bergoglio quando tocca certi argomenti. In questo caso si parla difamiglia appunto, di aborto e di eutanasia. Mica fatti di secondo piano, eppure.Nella dichiarazione congiunta, ai numeri 19, 20 e 21, prodotta assieme al patriarcaKirill, commentata a pagina 3 da Paolo Terenzi, Francesco dice:“La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società. Siamopreoccupati dalla crisi della famiglia in molti Paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia e sono chiamati a testimoniare che essa è un cammino di santità, che testimonia la fedeltà degli sposi nelle lororelazioni reciproche, la loro apertura alla procreazione e all’educazione dei figli, lasolidarietà tra le generazioni e il rispetto per i più deboli.

    La voce del sangue di bambini non nati gridaverso Dio (cfr Gen 4, 10). Lo sviluppo dellacosiddetta eutanasia fa sì che le persone anziane 

    e gli infermi inizino a sentirsi un peso eccessivoper le loro famiglie e la società in generale. Siamoanche preoccupati dallo sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché lamanipolazione della vita umana è un attacco ai  fondamenti dell’esistenza dell’uomo, creato aimmagine di Dio. Riteniamo che sia nostrodovere ricordare l’immutabilità dei principi morali cristiani, basati sul rispetto della dignitàdell’uomo chiamato alla vita, secondo il disegnodel Creatore”.Per non dire di ciò che ha aggiunto in Messicolunedì scorso (cfr. pagina 9) tornando sullecolonizzazioni ideologiche che presentano lafamiglia come modello superato, sotto ilpretesto della modernità. Così si finisce perdistruggere il “nucleo della famiglia, che è labase di ogni sana società”. Eppure c’è ancora chinon vuole capire. (917)

    La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e  fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione e insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono. Il matrimonio è una scuola di amore e di fedeltà. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza sianoormai poste allo stesso livello di questa unione,mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica,viene estromesso dalla coscienza pubblica.Chiediamo a tutti di rispettare il diritto inalienabile alla vita. Milioni di bambini sono privati dellapossibilità stessa di nascere nel mondo.

    LO STORICO INCONTRO TRA PAPA FRANCESCOE PATRIARCA KIRILL (CUBA, 12 FEBBRAIO 2016)FOTO L’OSSERVATORE ROMANO (WWW.PHOTO.VA) / SIR

     Villaggio globaledi Ernesto Diaco

    I RISCHI DELLA SCUOLA 2.0

    Non si spe-gne, anzi è piùvivo che mai,il dibattito sulrapporto fra lascuola, nelduplice ver-sante dell’in-segnamento edell’apprendimento, e le nuove tecnologiedell’informazione. A rilanciare il tema èstato, alla fine del 2015, il provocatorio pam-phlet di Adolfo Scotto di Luzio, docente distoria della pedagogia all'Università di Ber-gamo, intitolato “Senza educazione. I rischidella scuola 2.0”, edito da Il Mulino.Le tecnologie fanno bene alla scuola? L’au-tore invita a fare ulteriori e approfondite ve-rifiche prima di togliere il puntointerrogativo. Le sue tesi sono sempliciquanto nette: in primo luogo - afferma - i re-quisiti della qualità scolastica sono i buoni

    insegnanti e i presidi capaci. E studenti mo-tivati ad apprendere. Dove questo manca,l’introduzione del digitale non solo non mi-gliora la situazione, ma la compromette ul-teriormente. Non è il tablet, spiega, amigliorare i rendimenti degli alunni. Anzi,rischia di allargare la forbice tra chi è dotatodi buoni requisiti intellettuali e chi invecene è privo. A scuola, infatti, la posta in gioco“non è costituita da giovani che si prepa-rano a un mestiere, ma da individui che cre-scono. E crescere significa svilupparenaturalmente dentro di sé problemi di na-tura morale e intellettuale che solo unadulto colto e appassionato è in grado di ac-cogliere”.Come se non bastasse, Scotto di Luzioprende di mira gli aspetti economici: si èfatto un grande investimento finanziarioper dotare le scuole di apparecchiature che

    invecchiano rapidamente, col rischio di tro-varsi presto con un materiale obsoleto chele ristrettezze finanziarie delle nostre scuolenon consentiranno di aggiornare. In ognicaso, chi ci guadagna di più non sono af-fatto gli alunni, insinua: “La scuola è diven-tata un mercato attorno al quale siorganizzano altri mercati”.La questione è più ampia e profonda dellarete wireless nelle aule o delle lavagne mul-timediali interattive, come lascia intendereil titolo del saggio di Scotto di Luzio: stiamoassistendo alla “scomparsa dell’educa-zione”, intesa come “conquista di significatipersonali”. Sta trionfando infatti la ridu-zione dell’educazione alle esigenze del la-voro, con la conseguente richiesta che lascuola si allinei alle esigenze poste dallanuova economia.

    L’autore provoca fino alla fine, certo che lanuova frontiera digitale non sia in grado dirisolvere i problemi fondamentali dell’edu-cazione: “Internet si può solo consumare –conclude – .È questa l’esperienza della mag-gior parte delle persone davanti alloschermo di un dispositivo elettronico”.

    FOTOARCHIVIO SIR

    iamo da diversi giorni sotto

    continui bombardamenti suicivili che causano morti, feriti edistruzione. La notte scorsa nei nostriquartieri ci sono state quattro vittime tra icristiani e più di quindici feriti, oltre le casee gli appartamenti danneggiati. Ho appenacelebrato il funerale di un nostro fedeleucciso da un colpo di mortaio. Mortoanche il fratello di una nostra scout. Lafamiglia ha visto la propria abitazionecancellata dalle bombe. Ma a morire sonotutti, non solo cristiani. Le bombe e i razzinon fanno distinzione”. MonsignorGeorges Abou-Khazen, vicario apostolicodi Aleppo, racconta così l’ennesimocapitolo dell’agonia della città martiresiriana, assediata da anni e contesa dallevarie parti in l otta, esercito regolare, ribelliantigovernativi e jihadisti di diverse sigleda Al Nusra all’Esercito della Conquista perfinire ai tagliagole del Daesh del califfo AlBaghdadi. “Da oltre cinque mesi siamosenza elettricità e da oltre un mese privi diacqua, erogazioni tagliate dai ribelli checontrollano alcune parti della città. Nelleperiferie e nelle campagne si combatte.Speriamo che ciò non accada nel centro,sarebbe una carneficina senza precedenti”,dice al telefono da Aleppo. La speranzanutrita dal francescano è che “l’esercito neriprenda il controllo totale. La popolazioneè stremata. L’unico canale aperto è lastrada che porta a Damasco, per la qualearrivano approvvigionamenti e medicine,ma non bastano. Servono aiuti umanitarisubito - è l’appello di monsignor Abou-Khazen - ma è urgente anche ricordarequesta guerra al mondo, perché non vengadimenticata. L’opinione pubblicamondiale faccia pressione perché si arrivia un dialogo tra i siriani. Un combattente

    ceceno, libico, afgano, iracheno o europeodi cosa potrebbe parlare se dovesse sedersia un tavolo negoziale? Forse paesi comel’Arabia Saudita potrebbero insegnare lademocrazia alla Siria?”.

    Basta con le ipocrisie. Non usa giri di

    parole il vicario per denunciare questasofferenza e indica quelli che, a suoparere, ne sono i principali colpevoli:“quei gruppi che molti chiamano’opposizione moderata’ sostenuta earmata da potenze straniere sono coloroche bombardano. Sono jihadisti.Se Usa e Arabia Saudita fossero sinceri nelcombattere il terrorismo dovrebbero unirei loro sforzi a quelli russi. Invece si hacome l’impressione che non vogliano farloseriamente”.L’esito del negoziato di Monaco di Bavieracondotto dalle 17 potenze mondiali, Usa eRussia in testa, dell’International SyriaSupport Group, sembra dare ragione amonsignor Abou-Khazen. Nonostantel’accordo sul ’cessate il fuoco’ e sullaconsegna degli aiuti umanitari alle cittàassediate, le ostilità non si fermano. Larisoluzione definitiva del confronto inSiria è sempre più legata a filo doppio aldestino del presidente Bashar al-Assad,sostenuto dal presidente Putin e dall’Iran.Per il vicario“è tempo di dire basta all’ipocrisia. Invecedi boicottare i negoziati di pace favorendol’intervento di forze regionali per impedirel’avanzata dell’esercito regolare, le grandipotenze dovrebbero sedersi a un tavolo e,con sincerità, promuovere le trattativetra siriani, governo e opposizionequella composta da siriani e non dastranieri.Contestualmente urge far cessare subito ibombardamenti e aprire canali umanitari.La riconciliazione è possibile tra siriani ecosì facendo si eviterebbero ulteriorispargimenti di sangue e distruzioni. Èbene dirlo: l’80 per cento dei combattentisul terreno oggi è composto da stranieri”.

    Il quadro resta inquietante. Aleppo, oggipiù che mai, è diventata il terreno di unconflitto per procura in cui le potenzemondiali appoggiano le diverse fazioni

    rivali. Dalla battaglia di Aleppo dipende in

    buona parte l’esito della guerra siriana e diconseguenza il futuro assettomediorientale. Il quadro è inquietante:aerei russi e siriani che bombardano peraprire e coprire l’avanzata all’esercitoregolare di Assad e ai suoi alleati iraniani,libanesi e iracheni. A fronteggiarli diversearmate ribelli foraggiate e equipaggiate daTurchia, Qatar, Arabia Saudita e Usa.Questi ultimi hanno più volte intimato allaRussia di sospendere i raid aerei contro lacosiddetta ’opp osizione moderata’,ottenendo reiterati ’niet’. A complicare gliassetti in campo le forze curde, appoggiatesia dagli Usa che dalla Russia, e non soloin funzione anti Daesh. Non basta larassicurante dichiarazione di Barack Obama e di Vladimir Putin di“intensificare la cooperazione” tra i loroPaesi a dipanare la matassa degli interessiin gioco in Siria. Sono molto preoccupatiPapa Francesco e Kirill, patriarca di Moscache, nella dichiarazione congiunta firmataa Cuba il 12 febbraio, esortano “tutte leparti che possono essere coinvolte neiconflitti” a scongiurare “il terrorismo” e icristiani a “pregare il provvidente Creatoredel mondo perché protegga il suo creatodalla distruzione e non permetta unanuova guerra mondiale”. “Bisogna farepresto - conclude monsignor Abou-Khazen - perché la Siria rischia di esserecancellata”. I dati lo stanno tragicamente aconfermare. Secondo il Syrian Centre forPolicy Research (Scpr) in 5 anni di guerra imorti sarebbero 470mila, il doppio dellacifra stimata dall’Onu. Di questi ben70mila sono morti per mancanza dimedicine, acqua potabile e cibo. Il restoper sc