Convergenza, operatori in cerca · 2017-11-22 · informativo, servizi di accoglienza,...

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INFORMAFORMEZ A cura di ANTONELLAFROSONI 7. 9-22aprile2007 pag.dodici New Era IL CASO SVEDESE Metaoperatori, gli intermediatori fra PA e clienti L’infrastruttura muncipale trasformata in open platform U no dei più stimolanti tra i workshop che hanno fatto da contorno allʼarea espositiva e dimostrativa del C5 World Forum milanese, è stato quello opportunamente intitolato “Set them free: la libertà di scelta come misura efficace contro lʼerosione dei ricavi e il costo dei contratti annullati”, dedicato alla libertà di scelta di un consuma- tore multimediale già oggi esposto a unʼofferta rappresentata da diverse modalità di accesso e distribuzione con e senza filo, e soprattutto da un volume di contenuti che la cultura di Internet ci ha abituati a considerare virtualmente infinito. Ma che gli operatori cercano in qualche modo di coniugare allʼine- vitabile controllo sullʼinfrastruttura. Stefano Nocentini di TI Lab ha affron- tato il contesto della neutralità delle reti con molto pragmatismo e onestà, illustrando le sfide che gli operatori dominanti e i nuovi entranti devono risolvere, sul piano tecnico e norma- tivo, per assicurare il massimo grado di separazione tra rete fisica e servizio e per conciliare la libertà di scelta del proprio provider o contenuto preferito. Il modello più innovativo è stato quello presentato da Robert Kjellberg, della svedese OpenNet. Molto radicato nella situazione svedese, in cui - ha spiegato Kjellberg - a partire dal 2000 oltre 150 comuni hanno realizzato proprie infra- strutture in fibra rimaste in gran parte “spente” per mancanza di vere strate- gie di servizio - OpenNet ha assunto lʼinedito ruolo di “metaoperatore”, una sorta di facilitatore o intermediatore tra queste infrastrutture e i provider di servizio. Lʼinfrastruttura municipale viene trasformata in una vera piatta- forma aperta, un anello di distribuzione cui i provider possono “agganciarsi” pagando un fee per ciascun poten- ziale cliente. Questi ultimi finanziano lʼultimo miglio con una spesa media per connessione alla rete in fibra di 3000 euro, eventualmente spalmati sui contratti dʼaffitto. A.L. Scenari. C5: la sostenibilità e lʼevoluzione della multimedialità il tema allʼordine del giorno per le aziende sul campo I l convegno sulla supercon- vergenza - “Comunicazione e contenuti convergenti cen- trati sul cliente” organizzato dalla Iec a Milano - deve molto, al papà dello standard di rete Ethernet, Bob Metcalfe. Quattro giorni di se- minari ed esposizioni sul presente delle Tlc, fisse e mobili, che han- no ormai un punto ben preciso in comune: la totale convergenza sul protocollo Ip e la multimedialità, combinata allʼinterattività dei ser- vizi. Se questi sono gli obiettivi di fondo, operatori e fornitori hanno affollato lʼedificio di Fiera Milano Congressi per capire due o tre co- se. Quale infrastruttura di accesso, aggregazione e trasporto renderà possibile tutto questo. Quali mo- delli di finanziamento, business e marketing permetteranno di tro- vare i soldi per fare tutto questo, venderlo al pubblico e garantirne la sostenibilità e lʼevoluzione. E infine, quali approcci regolatori sono più opportuni in quello che assomiglia sempre di più a un supermercato di servizi di comu- nicazione e contenuti digitali in cui se da un lato diventa incerta la figura dellʼunico controllore della catena, dallʼaltro la competitività è continuamente messa in forse dalle capacità di spesa richieste e dal problema della visibilità dei provider nella lunghissima coda dei contenuti. Una coda dominata, a quanto sembra, dalla futura of- ferta di IpTv, regina assoluta delle sessioni demo del C5 (e forse dei mercati, ma non prima del 2010 quando si attendono almeno 60 milioni di utenti nel mondo). Per il cronista esposto da anni SullʼIptv si sono accesi i riflettori del mercato in attesa del boom previsto nel 2010 Convergenza, operatori in cerca dei modelli di business vincenti alla retorica di una convergenza ancora tutta scoprire, la sensazio- ne di concretezza è più palbabile. Ascoltare lʼintervento di apertura di Stefano Pileri, Cto di Telecom Italia, malgrado lʼatmosfera di in- certezza che in questi giorni cir- conda i destini finanziari e legali del gruppo, conferma che i grandi operatori di Tlc ormai ragionano come dei fornitori di servizi “di rete”. E usano un linguaggio essenzialmente informatico, pur continuando a sottolineare le differenze nette, in termini di disponibilità e accessibilità dei servizi rispetto alla realtà delle reti cosiddette “enterprise”. Ormai si parla esplicitamente di portare nelle case e negli uffici dei clienti una terminazione di rete Ethernet e la larga banda diventa, sul fisso e sul mobile, “ultra broadband”. Secondo Pileri significa assicurare in prospettiva capacità da 50-100 Mbps in rame (VDSL2) e fibra (Gigabit passivo optical network), e fino a 40 Mb in download su reti mobili 3G+ (Hsdpa e Lte, la long term evolution di Umts di cui ha molto parlato Ericsson). In termini di penetrazione, lʼinfrastruttura di accesso/aggregazione di Telecom nel 2009 sarà in grado di erogare 4 Mb sul 98,5%, fino a 20 Mb nel 67% e fino a 100 nel 5,2% del territorio. Dal 2010 in avanti la prospettiva e di arrivare a 100 Mb in 1.140 città (67%) del terri- torio con un investimento da 6,5 miliardi di Capex. “In parte da coprire con lʼautofinanziamento legato al reinvestimento in nuove tecnologie e in progressiva ridu- zione dellʼOpex dovuto al minor numero di nodi ed elementi di re- te”. Telecom coinvolgerà in que- sto progetto di Next Generation Network 2, 8.200 “central office” (le attuali Sgu). Solo per il Vdsl2 sono previsti 75mila “armadi” a livello stradale. Chi fornirà il ferro e lʼassi- stenza implementativa di queste immani “enterprise network” metropolitane, potenziate per i livelli di servizio che le telco de- vono poter assicurare? Maurizio Tondi, vice president Italtel per la Ip Communication e i servizi professionali rivendica per la so- cietà di cultura italiana la “lunga frequentazione nel basement, la cantina di quelle che si appre- stano a essere le reti di seconda generazione”, nellʼaffiancare gli operatori (e le grandi aziende che vogliono affrontare analoghi trac- ciati evolutivi per le loro reti con- vergenti). Tra i fornitori di apparati per lʼaccesso e il trasporto, accanto ai colossi dal doppio cognome di una industria in pieno consolida- mento - Ericsson Marconi, Nokia Siemens, Alcatel Lucent - ci sono alcuni outsider interessanti, come la cinese Huawei (che annuncia accordi sul backbone ottico di Telecom Italia) e lʼisraeliana Eci, solo 3.500 persone ma una robusta esperienza nellʼIptv e negli appa- rati innovativi di accesso. Un mercato vitale, che però deve dare ancora più concretezza, stabilità e conti in ordine. Le next generation network apriranno la stagione dell’ultra-broadband che permetterà l’erogazione di servizi evoluti ANDREALAWENDEL I Servizi per lʼimpiego sul web rappresentano una risposta concreta delle pubbliche amministrazioni allʼincontro tra domanda e offerta di lavoro per cittadini e imprese. Magazine informativo, servizi di accoglienza, orientamento, preselezio- ne, consulenza e assistenza alle categorie svantaggiate: si pre- senta così la versione telematica dei Centri per lʼImpiego, un sistema che ha ancora bisogno di svilupparsi e consolidarsi. A decretarlo è il primo Rapporto “La e-governance nei Ser- vizi per lʼImpiego - Analisi dei portali regionali e provinciali dei Servizi per lʼImpiego”, realizzato da Formez e Censis su 16 portali regionali e 51 provinciali. La ricerca ha esaminato diversi tipi di servizi online: dalle semplici informazioni sulle offerte di lavoro per ogni Centro, ai servizi che consentono di consultare le offerte di imprese e curricula dei lavoratori, fino allʼaccesso alle banche dati pubbliche o private. Dallʼindagine emerge che non è facile trovare lavoro attraverso i siti internet delle PA: le informazioni sono frammentate e solo il 50% delle regioni italiane fornisce ai cittadini siti per la ricerca dellʼimpiego con un livello minimo di accessibilità. Il 70% delle Province ha un portale dedicato al lavoro, mentre quelli per le imprese sono disponibili nel 37% dei casi. Spiccano però alcune best practice: il miglior portale per interattività risulta essere quello dellʼAgenzia del Lavoro di Trento; prime in classifica per qualità e sistema di rete di servizi le regioni Emilia Romagna (S.A.Re, Semplificazio- ne Amministrativa in Rete), Molise (Netlabor, software per la gestione delle informazioni raccolte presso i Centri per lʼimpiego) e Campania (Prenota un operatore, attraverso il quale gli iscritti al CPI possono prenotare un colloquio). La Liguria si distingue con MatchFamiglia a disposizione delle famiglie in cerca di collaboratori domestici, mentre in Friuli Venezia Giulia cʼè Adeline, per lʼinvio delle comunicazioni obbligatorie da parte di imprese, consulenti del lavoro e associazioni di categoria. Poi cʼè Rimini, con il servizio Ac- chiapparisorse; Ravenna e Parma sono invece le Province con i migliori servizi per lʼimpiego online, per la qualità offerta alle imprese con le pratiche di assunzione e adempimenti vari da svolgere via pc. Segue la Provincia di Roma con la sezione Informaservizi dove i cittadini iscritti possono aggiornare il proprio curriculum online, Campobasso con il sistema Pro- Muove per la gestione online del front-office del centro per lʼimpiego, Crotone che si distingue nella media di province calabresi per il sistema KrLavoro che consente di iscriversi ai Cpi direttamente online e ha un servizio di sms su offerte di lavoro inserite dalle aziende. Nellʼera delle opportunità di lavoro in rete, tuttavia, la strada da compiere è ancora lunga. Il 23% delle Province non ha alcuna pagina web sul lavoro, solo il 6,8% dei portali offre la possibilità di dialogare in rete con gli utenti e appena il 20% delle donne meridionali si rivolge ai Centri per lʼimpiego e ai loro servizi telematici. Per informazioni www.formez.it. Trento la più interattiva sul fronte impiego Il sito dell’Agenzia del Lavoro del capoluogo è stato gudicato il migliore in Italia per sistemi dedicati alla ricerca di occupazione

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AFO

RM

EZ A cura di ANTONELLAFROSONI

N°7. 9-22aprile2007pag.dodici New Era

IL CASO SVEDESE

Metaoperatori,gli intermediatorifra PA e clientiL’infrastruttura muncipaletrasformata in open platform

Uno dei più stimolanti tra i workshop che hanno fatto da contorno

allʼarea espositiva e dimostrativa del C5 World Forum milanese, è stato quello opportunamente intitolato “Set them free: la libertà di scelta come misura efficace contro lʼerosione dei ricavi e il costo dei contratti annullati”, dedicato alla libertà di scelta di un consuma-tore multimediale già oggi esposto a unʼofferta rappresentata da diverse modalità di accesso e distribuzione con e senza filo, e soprattutto da un volume di contenuti che la cultura di Internet ci ha abituati a considerare virtualmente infinito. Ma che gli operatori cercano in qualche modo di coniugare allʼine-vitabile controllo sullʼinfrastruttura. Stefano Nocentini di TI Lab ha affron-tato il contesto della neutralità delle reti con molto pragmatismo e onestà, illustrando le sfide che gli operatori dominanti e i nuovi entranti devono risolvere, sul piano tecnico e norma-tivo, per assicurare il massimo grado di separazione tra rete fisica e servizio e per conciliare la libertà di scelta del proprio provider o contenuto preferito. Il modello più innovativo è stato quello presentato da Robert Kjellberg, della svedese OpenNet. Molto radicato nella situazione svedese, in cui - ha spiegato Kjellberg - a partire dal 2000 oltre 150 comuni hanno realizzato proprie infra-strutture in fibra rimaste in gran parte “spente” per mancanza di vere strate-gie di servizio - OpenNet ha assunto lʼinedito ruolo di “metaoperatore”, una sorta di facilitatore o intermediatore tra queste infrastrutture e i provider di servizio. L̓ infrastruttura municipale viene trasformata in una vera piatta-forma aperta, un anello di distribuzione cui i provider possono “agganciarsi” pagando un fee per ciascun poten-ziale cliente. Questi ultimi finanziano lʼultimo miglio con una spesa media per connessione alla rete in fibra di 3000 euro, eventualmente spalmati sui contratti dʼaffitto. A.L.

Scenari. C5: la sostenibilità e lʼevoluzione della multimedialità il tema allʼordine del giorno per le aziende sul campo

Il convegno sulla supercon-vergenza - “Comunicazione e contenuti convergenti cen-

trati sul cliente” organizzato dalla Iec a Milano - deve molto, al papà dello standard di rete Ethernet, Bob Metcalfe. Quattro giorni di se-minari ed esposizioni sul presente delle Tlc, fisse e mobili, che han-no ormai un punto ben preciso in comune: la totale convergenza sul protocollo Ip e la multimedialità, combinata allʼinterattività dei ser-vizi. Se questi sono gli obiettivi di fondo, operatori e fornitori hanno affollato lʼedificio di Fiera Milano Congressi per capire due o tre co-se. Quale infrastruttura di accesso, aggregazione e trasporto renderà

possibile tutto questo. Quali mo-delli di finanziamento, business e marketing permetteranno di tro-vare i soldi per fare tutto questo, venderlo al pubblico e garantirne la sostenibilità e lʼevoluzione. E infine, quali approcci regolatori sono più opportuni in quello che assomiglia sempre di più a un supermercato di servizi di comu-nicazione e contenuti digitali in cui se da un lato diventa incerta la figura dellʼunico controllore della catena, dallʼaltro la competitività è continuamente messa in forse dalle capacità di spesa richieste e dal problema della visibilità dei provider nella lunghissima coda dei contenuti. Una coda dominata, a quanto sembra, dalla futura of-ferta di IpTv, regina assoluta delle sessioni demo del C5 (e forse dei mercati, ma non prima del 2010 quando si attendono almeno 60 milioni di utenti nel mondo).

Per il cronista esposto da anni

SullʼIptv si sono accesi i riflettori del mercato in attesa del boom previsto nel 2010

Convergenza, operatori in cercadei modelli di business vincenti

alla retorica di una convergenza ancora tutta scoprire, la sensazio-ne di concretezza è più palbabile. Ascoltare lʼintervento di apertura di Stefano Pileri, Cto di Telecom Italia, malgrado lʼatmosfera di in-certezza che in questi giorni cir-conda i destini finanziari e legali del gruppo, conferma che i grandi operatori di Tlc ormai ragionano come dei fornitori di servizi “di rete”. E usano un linguaggio essenzialmente informatico, pur continuando a sottolineare le differenze nette, in termini di disponibilità e accessibilità dei servizi rispetto alla realtà delle reti cosiddette “enterprise”. Ormai si parla esplicitamente di portare nelle case e negli uffici dei clienti una terminazione di rete Ethernet

e la larga banda diventa, sul fisso e sul mobile, “ultra broadband”. Secondo Pileri significa assicurare in prospettiva capacità da 50-100 Mbps in rame (VDSL2) e fibra (Gigabit passivo optical network), e fino a 40 Mb in download su reti mobili 3G+ (Hsdpa e Lte, la long term evolution di Umts di cui ha molto parlato Ericsson). In termini di penetrazione, lʼinfrastruttura di accesso/aggregazione di Telecom nel 2009 sarà in grado di erogare 4 Mb sul 98,5%, fino a 20 Mb nel 67% e fino a 100 nel 5,2% del territorio. Dal 2010 in avanti la prospettiva e di arrivare a 100 Mb in 1.140 città (67%) del terri-torio con un investimento da 6,5 miliardi di Capex. “In parte da coprire con lʼautofinanziamento legato al reinvestimento in nuove tecnologie e in progressiva ridu-zione dellʼOpex dovuto al minor numero di nodi ed elementi di re-te”. Telecom coinvolgerà in que-

sto progetto di Next Generation Network 2, 8.200 “central office” (le attuali Sgu). Solo per il Vdsl2 sono previsti 75mila “armadi” a livello stradale.

Chi fornirà il ferro e lʼassi-stenza implementativa di queste immani “enterprise network” metropolitane, potenziate per i livelli di servizio che le telco de-vono poter assicurare? Maurizio Tondi, vice president Italtel per la Ip Communication e i servizi professionali rivendica per la so-cietà di cultura italiana la “lunga frequentazione nel basement, la cantina di quelle che si appre-stano a essere le reti di seconda generazione”, nellʼaffiancare gli

operatori (e le grandi aziende che vogliono affrontare analoghi trac-ciati evolutivi per le loro reti con-vergenti). Tra i fornitori di apparati per lʼaccesso e il trasporto, accanto ai colossi dal doppio cognome di una industria in pieno consolida-mento - Ericsson Marconi, Nokia Siemens, Alcatel Lucent - ci sono alcuni outsider interessanti, come la cinese Huawei (che annuncia accordi sul backbone ottico di Telecom Italia) e lʼisraeliana Eci, solo 3.500 persone ma una robusta esperienza nellʼIptv e negli appa-rati innovativi di accesso.

Un mercato vitale, che però deve dare ancora più concretezza, stabilità e conti in ordine.

Le next generation network aprirannola stagione dell’ultra-broadband chepermetterà l’erogazione di servizi evoluti

ANDREALAWENDEL

I Servizi per lʼimpiego sul web rappresentano una risposta concreta delle pubbliche amministrazioni allʼincontro tra

domanda e offerta di lavoro per cittadini e imprese. Magazine informativo, servizi di accoglienza, orientamento, preselezio-ne, consulenza e assistenza alle categorie svantaggiate: si pre-senta così la versione telematica dei Centri per lʼImpiego, un sistema che ha ancora bisogno di svilupparsi e consolidarsi.

A decretarlo è il primo Rapporto “La e-governance nei Ser-vizi per lʼImpiego - Analisi dei portali regionali e provinciali dei Servizi per lʼImpiego”, realizzato da Formez e Censis su 16 portali regionali e 51 provinciali. La ricerca ha esaminato diversi tipi di servizi online: dalle semplici informazioni sulle offerte di lavoro per ogni Centro, ai servizi che consentono di consultare le offerte di imprese e curricula dei lavoratori, fino allʼaccesso alle banche dati pubbliche o private. Dallʼindagine emerge che non è facile trovare lavoro attraverso i siti internet delle PA: le informazioni sono frammentate e solo il 50% delle regioni italiane fornisce ai cittadini siti per la ricerca dellʼimpiego con un livello minimo di accessibilità. Il 70% delle Province ha un portale dedicato al lavoro, mentre quelli per le imprese sono disponibili nel 37% dei casi.

Spiccano però alcune best practice: il miglior portale per interattività risulta essere quello dellʼAgenzia del Lavoro di Trento; prime in classifica per qualità e sistema di rete di servizi le regioni Emilia Romagna (S.A.Re, Semplificazio-ne Amministrativa in Rete), Molise (Netlabor, software per la gestione delle informazioni raccolte presso i Centri per lʼimpiego) e Campania (Prenota un operatore, attraverso il

quale gli iscritti al CPI possono prenotare un colloquio). La Liguria si distingue con MatchFamiglia a disposizione delle famiglie in cerca di collaboratori domestici, mentre in Friuli Venezia Giulia cʼè Adeline, per lʼinvio delle comunicazioni obbligatorie da parte di imprese, consulenti del lavoro e associazioni di categoria. Poi cʼè Rimini, con il servizio Ac-chiapparisorse; Ravenna e Parma sono invece le Province con

i migliori servizi per lʼimpiego online, per la qualità offerta alle imprese con le pratiche di assunzione e adempimenti vari da svolgere via pc. Segue la Provincia di Roma con la sezione Informaservizi dove i cittadini iscritti possono aggiornare il proprio curriculum online, Campobasso con il sistema Pro-Muove per la gestione online del front-office del centro per lʼimpiego, Crotone che si distingue nella media di province

calabresi per il sistema KrLavoro che consente di iscriversi ai Cpi direttamente online e ha un servizio di sms su offerte di lavoro inserite dalle aziende.

Nellʼera delle opportunità di lavoro in rete, tuttavia, la strada da compiere è ancora lunga. Il 23% delle Province non

ha alcuna pagina web sul lavoro, solo il 6,8% dei portali offre la possibilità di dialogare in rete con gli utenti e appena il 20% delle donne meridionali si rivolge ai Centri per lʼimpiego e ai loro servizi telematici.

Per informazioni www.formez.it.

Trento la più interattiva sul fronte impiego

Il sito dell’Agenzia del Lavoro del capoluogo è stato gudicato il migliore in Italia per sistemi dedicati alla ricerca di occupazione