ControSenso, 9 febbraio 2013

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9 Febbraio 2013 ANNO IV n. 6/9 febbraio 2013 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255 DISTRIBUZIONE GRATUITA Premiati “i vigili di Woodcock” con cui Santar- siero litigò a pag. 3 NELLA TESTA DEL POLITICO Cari Contro-Lettori, l’occasione fa il giornalista ladro. Abbiamo incontrato a Matera quello che una volta, quando era presidente della Regione, veniva chiamato “Il Governatore Rosso”, Filippo Bubbico. Pezzo ultra del Pd lucano, vertice della piramide “materana” completata da Chiurazzi e Antezza, il nostro ha risposto alle domande in cravatta rossa e cappotto, senza levarselo, il “loden”. Ci sembrava interessante cercare di scavare nella testa di uno che le elezioni le ha già vinte, se la matematica non è un’opinione, e che vada come vada sarà senatore lo stesso. Ci interessava scoprire, storicamente, quanta benzina c’è ancora nel motore, quale visione ha della sua terra chi fra poco, tornerà a guardarla dai banchi di Palazzo Madama. Nel corso della lunga chiacchierata politica, è emersa innanzitutto – come leit-motif un po’ latente- la voglia (generalizzata nel partito) di proiettare un’immagine il più possibile coesa dello stesso: Bubbico, anche quando parla delle cose che ha fatto da presidente della Regione, non si riferisce mai a se stesso direttamente, onde non inciampare nel confronto diretto col compagno di scuderia Vito De Filippo, anch’egli candidato. C’è poi –e anche questa è un’altra tematica c h e sembra ritornare nell’attuale campagna elettorale- un’ammissione degli “errori” commessi in passato dalla classe dirigente, sempre la stessa, qui in Basilicata: il reiterato uso del NOI che fa Bubbico, è indice comunque di un’autocritica che si spera produttiva. Poi ti salta fuori, inevitabilmente, la scorza del politico lucano, scottato dalle inchieste di De Magistris e stanco dei magistrati che si tolgono la toga e scendono in politica. Continua a pagina 5 Walter De Stradis messaggio elettorale a pagamento DA OGGI DA OGGI CONTROSENSO CONTROSENSO DISTRIBUITO DISTRIBUITO ANCHE ANCHE A MATERA A MATERA DA OGGI DA OGGI CONTROSENSO CONTROSENSO DISTRIBUITO DISTRIBUITO ANCHE ANCHE A MATERA A MATERA Parcheggi a Potenza: i disa- bili arrabbiati col Sindaco a pag. 8 Parla l’avvocato di Anna Rosa Fontana a pag. 6 Mandatario elettorale: Giuseppe D’E boli - Committente responsabile S alvatore Margiotta candidato al S enato @ [email protected] @s_margiotta r 2 - 25 febb aio 4 VOTA ALLA CAMERA E AL S E NATO SALVATORE MARGIOTTA CANDIDATO AL SENATO incontra gli elettori Park Hotel - 18 febbraio 2013 | ore 18.00 messaggio elettorale a pagamento

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9 Febbraio 2013Basilicata

ANNO IV n. 6/9 febbraio 2013 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza Tel. e Fax. 0971 - 092255

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Premiati “i vigilidi Woodcock” con cui Santar-siero litigò

a pag. 3

NELLA TESTA DEL POLITICOCari Contro-Lettori,

l’occasione fa il giornalista ladro. Abbiamo incontrato a Matera quello che una volta, quando era presidente della Regione, veniva chiamato “Il Governatore R o s s o ” , F i l i p p o Bubbico. Pezzo ultra del Pd lucano, vertice della p i r a m i d e “ m a t e r a n a ” completata da Chiurazzi e Antezza, il nostro ha risposto alle domande in cravatta rossa e cappotto, senza levarselo, il “loden”.Ci sembrava interessante cercare di scavare nella testa di uno che le elezioni le ha già vinte, se la matematica non è un’opinione, e che vada come vada sarà senatore lo stesso. Ci interessava scoprire, storicamente, quanta benzina c’è ancora nel motore, quale visione ha della sua terra chi fra poco, tornerà a guardarla dai banchi di Palazzo Madama. Nel corso della lunga chiacchierata politica, è emersa innanzitutto –

come leit-motif un po’ latente- la voglia (generalizzata nel partito) di proiettare un’immagine il più possibile coesa dello stesso: Bubbico, anche quando parla delle cose che ha fatto da presidente della Regione, non si riferisce mai a se stesso direttamente, onde non

inciampare nel confronto diretto col compagno

di scuderia Vito De Filippo,

a n c h ’ e g l i c a n d i d a t o . C’è poi –e anche questa è u n ’ a l t r a tematica c h e s e m b r a r i t o r n a r e

nell’attuale c a m p a g n a

e l e t t o r a l e - un’ammissione

degli “errori” commessi in passato

dalla classe dirigente, sempre la stessa, qui in Basilicata: il reiterato uso del NOI che fa Bubbico, è indice comunque di un’autocritica che si spera produttiva. Poi ti salta fuori, inevitabilmente, la scorza del politico lucano, scottato dalle inchieste di De Magistris e stanco dei magistrati che si tolgono la toga e scendono in politica.

Continua a pagina 5

Walter De Stradis

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Parcheggi a Potenza: i disa-bili arrabbiati col Sindaco

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Parla l’avvocato di Anna Rosa Fontana

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ALLA CAME RA E AL S E NATO

SALVATORE MARGIOTTACANDIDATO AL SENATO

incontra gli elettoriPark Hotel - 18 febbraio 2013 | ore 18.00

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9 Febbraio 2013Basilicata

STRANEZZE “MUNICIPALI” A POTENZA

Il Comune premia i Vigili con cui Santarsiero litigò “a causa” di Woodcock

Encomio solenne agli agenti di Polizia Locale che hanno arrestato il dottor Pagliara dell’Asp. Ma al Sindaco una volta non piacevano i vigili in Procura

di Walter De Stradis

Il 17 gennaio scorso, la giunta comunale di Potenza ha deliberato a favore del

conferimento di un Encomio Solenne al personale del Corpo di Polizia locale, distintosi nel corso di un’operazione di po-lizia giudiziaria relativa all’ar-resto di due individui e alla denuncia in stato di libertà di 26 persone, responsabili di una serie di gravi episodi di corru-zione in atti giudiziari, di falso ideologico e di truffa aggravata ai danni dell’INPS.I lettori forse ricorderanno me-glio l’operazione su descritta, come quella che ha portato all’arresto dell’oculista dell’A-sp Vincenzo Pagliara (che cu-rava anche una rubrica medica su questo giornale).«Il 19 giugno scorso -si legge nella relazione istruttoria/illu-strativa dell’Unità di Direzione “Polizia Locale-Protezione Ci-vile” del Comune di Potenza- il personale della Polizia locale di Potenza, in forza al Nucleo di Polizia Giudiziaria, ha ese-guito i provvedimenti di misu-re cautelari adottati dal G.I.P. del Tribunale di Potenza, dottor Luigi Spina, nei confronti di un medico salernitano (Pagliara - ndr), contro cui è stato dispo-sto l’arresto in carcere, e di un avvocato potentino (Donato Giacomino – ndr), ristretto agli arresti domiciliari, che risulta-vano coinvolti, insieme ad altre 26 persone, in una nutrita serie di gravi episodi di corruzione in atti giudiziari, di falso ideo-logico e di truffa aggravata ai danni dell’INPS».«Dall’attività d’indagine era emerso che l’Istituto previden-ziale, sulla base delle certifi ca-zioni mediche “compiacenti” rilasciate dietro lauta ricom-pensa dal medico salernitano (uno specialista in oculistica che esercitava a Potenza sia privatamente che come di-pendente del poliambulatorio pubblico “Madre Teresa di Calcutta” di via del Gallitello) è stata costretta a riconoscere pensioni di invalidità e di ceci-tà a numerosi “falsi invalidi”. Il complesso degli elementi indi-ziari raccolti nel corso dell’in-dagine ha mostrato che i “falsi invalidi”, dopo essersi vista respinta la richiesta di ricono-scimento delle loro patologie dall’apposita Commissione sanitaria dell’ASL di Poten-za, avvalendosi del patrocinio dell’avvocato, presentavano ricorso contro l’INPS citando l’Istituto previdenziale dinnan-zi al Tribunale civile di Poten-za e corrompevano l’oculista al fi ne di ottenere falsi referti me-dici che, prodotti nei giudizi, si rivelavano determinanti per la vittoria». Orbene, il Comune di Potenza ha deciso di premiare gli agen-ti di Polizia Municipale che hanno partecipato alla delicata operazione, che ha richiesto

una notevole attività d’indagi-ne, e il cui esito ha guadagnato alla Polizia locale di Potenza, e quindi all’Amministrazione che la guida e alla Città che rappresenta, «un credito di sti-ma e di apprezzamento che ne fanno, agli occhi della pubbli-ca opinione e delle altre forze di Polizia, un chiaro esempio di eccellenza professionale ed umana».«Per tali motivi -conclude la relazione- i componenti del gruppo di lavoro che ha con-dotto l’attività investigativa, coordinato dal Responsabile del Nucleo di Polizia giudizia-ria, tenente colonnello Maria Carmela SENATORE e co-stituito dall’ispettore Michele DE FELICE, dall’ispettore Giusi TORRE e dall’assisten-te Raffaella PADULA, hanno dato prova collettiva, anche al prezzo di ripetuti e notevoli sacrifi ci delle comuni esigenze personali e familiari, di eccel-lente competenza professiona-le, di scrupoloso impegno, di straordinaria tenacia e di non comune versatilità». Ecco, in soldoni, i motivi dell’encomio solenne da con-ferire ai quattro agenti della polizia locale.

LE INCONGRUENZE

Pur non volendo discutere o mettere i dubbio le qualità ri-conosciute ai suddetti agenti di polizia municipale, che co-nosciamo anche noi come pro-fessionisti effi -caci e integer-rimi, non ci si può esimere dal rilevare aspetti un pochino con-troversi.Innanzitutto, va considerato che Pagliara, Gia-comino e gli altri sono in at-tesa di giudizio. Pertanto, la loro colpevolezza non è stata ancora sancita da una sentenza defi nitiva. E se venissero assolti? E se le accu-se nei loro confronti venissero drasticamente ridimensiona-te? Per quanto possa sembrare improbabile, allo stato attuale c’è ancora TEORICAMENTE il rischio che i quattro agenti vengano premiati per aver ar-restato delle persone che non andavano arrestate. Forse c’è stata troppa fretta nell’enco-miarli? Non sappiamo, proprio perché qui siamo nel campo dei ragionamenti accademici (e non c’entra nulla il fatto che Pagliara scrivesse su questo giornale).C’è dell’altro, però, e qui entra-no in gioco i fatti storici.Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e presidente di quel-la Giunta che ora premia i vi-gili urbani “investigatori”, in passato era stato molto critico nei confronti dell’uso di vigili urbani in Procura. Con parti-

colare rife-rimento a quelli “di-staccati”. Non di-mentichia-mo che proprio il r i c h i a m o in servizio di alcu-ni agenti di polizia municipale u t i l i zza t i per le in-dagini dal pm Woo-dock, costò al Primo Cit tadino il coinvol-g i m e n t o nell’inchie-sta “Toghe Lucane” di Luigi De Magistr is (con suc-cessiva ar-chiviazio-ne).Riassumia-mo velo-c e m e n t e , sperando di non essere troppo sin-tetici.S e c o n d o De Magi-stris, il rea-to compiu-

to dal sindaco di Potenza era “concorso in abuso d’uffi cio”, in base agli articoli 81 cpv, 110 e 323 cod. pen. “Perché–recita l’atto di conclusione delle in-dagini dell’allora pm- arrecava un danno ingiusto al Sostituto Procuratore della Repubblica di Potenza dr Woodcock ed agli uffi ciali di Polizia Giudi-ziaria che lo coadiuvavano nel-le indagini preliminari. Con-dotta realizzatasi attraverso il sindaco Santarsiero, il quale si adopera in ogni modo per ri-chiamare, pressoil Comune, le ultime unità della Polizia Municipale che collaboravano,con risultati egregi, con il dr Woodcock, ed in particolare la dottoressa Senatore e l’agente De Felice, evidenziando anche un illegit-timo loro utilizzo di tali unità, in quanto non autorizzate, da parte del citato Sostituto Pro-curatore della Repubblica”.Come dicevamo, Santarsiero, accusato di voler “ostacolare”

Woodcock, è stato poi archi-viato, quindi le sue reiterate richieste di riavere a disposi-zione i vigili urbani distaccati, causate delle ben note carenze di organico, erano più che le-gittime.Tuttavia, storicamente il Pri-mo Cittadino è apparso sempre molto vivace nel commentare l’utilizzo degli agenti di polizia locale in attività della Procu-ra, come ricorda bene chi era presente all’incontro pubblico col giornalista Ferruccio De Bortoli, in cui il nostro Primo Cittadino “bacchettò” il pm Henry John Woodock proprio a questo proposito.E’ pur vero che, rispetto agli anni delle inchieste del pm angloamericano, il Corpo di Polizia Municipale si è dotato di nove agenti in più, in virtù dell’ultimo concorso bandito. Pertanto, verrebbe da dire, le esigenze di personale non sono più le stesse. Per la precisione, inoltre, qui non si parla –come

in passato- di agenti “distac-cati”, ma di agenti in servi-zio al Nucleo di Polizia Giudi-ziaria. E quindi via libera all’enco-mio agli agenti in Procura.

IL LITIGIO CON GLI

AGENTI SENATORE E DE FELICE

Tuttavia, i lettori più scaltri no-teranno che fra gli agenti che ora il Comune encomia, ci sono proprio quella dottoressa Sena-tore e proprio quel Michele De Felice, che il sindaco Santar-siero invece cercava di riavere dalla Procura a tutti i costi. Non solo. Ma con questi due validi funzionari di polizia locale, il sindaco ci litigò, anche. Sem-pre in riferimento all’inchiesta di De Magistris, che accusava Santarsiero di voler togliere di proposito i vigili urbani al pm Woodcock, nel giugno 2007 comparve sulla stampa locale il contenuto della deposizio-ne degli agenti Senatore e De Felice al pm di Catanzaro, in cui ipotizzavano che la deci-sione di qualche tempo prima del sindaco di “trombare” il comandante della Polizia Mu-nicipale Salvatore Monserrati era dovuta proprio al fatto che

quest’ultimo era contrario al ri-entro dei due vigili urbani dalla Procura.Insomma, un bel pasticcio.In seguito a quelle affermazio-ni, pare che il sindaco abbia ad-dirittura denunciato Senatore e De Felice per false dichiarazio-ni. Questi ultimi, comunque, ri-sultavano fra “le parti offese”, nell’inchiesta (poi archiviata) di De Magistris.Non sappiamo se effettiva-mente le denunce del sindaco siano state depositate o se ab-biano avuto un seguito, ciò che è certo è che il Comune ora premia proprio i vigili con cui Santarsiero litigò “a causa” di Woodcock.Voglia di far pace? Aria cam-biata? Quel che è certo, è che in que-sta intricata storia c’è un ultimo aspetto misterioso.Il sindaco Santarsiero ha letto e controfi rmato la relazione dell’UD “Polizia Locale” con la quale si proponeva l’enco-mio solenne, ma il giorno del-la deliberazione stessa, risulta ASSENTE.Che, proprio alla fi ne, non se la sia sentita di premiare lui stes-so quei vigili urbani che tanti grattacapi gli avevano causato?

REPORT

Encomio, fra gli altri, al tenente colonnello Senatore e all’ispettore De Felice: proprio i due agenti che al Sindaco Santarsiero causarono “noie” con il pm anglo-napoletano

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9 Febbraio 2013BasilicataREPORT

Un tetto agli stipendi dei “super-funzionari” pubblici L’INTERVENTO - «Promesse Shock le voglio fare anche io e non per sfottere». Silvio pro-mette a tutti che restituisce l’I-MU sulla prima casa ma Tosi, Leghista, dice che son chiac-chiere e non è nel programma e che dopo le elezioni Lega e PiDiElle separeranno le pro-prie strade. Non vi è da commentare sul condono tombale che lo stesso Silvio ha cambiato in condono dalle multe Equitalia. Monti promette che cambierà l’IMU aumentando le detrazioni e che se governa lui ci potrà ridurre le tasse. Allora perché l’IMU non è stata fatta direttamente, con maggiori detrazioni e per-ché le tasse non sono state fatte direttamente più basse? Insom-ma si prende mille a una perso-na e poi quando quella s’incaz-za la si rabbonisce dicendogli: “Ma no dai rimani che ti faccio un piccolo sconto”.

Bersani promette che emette-rà cinquanta miliardi di nuovi buoni del Tesoro per pagare i debiti dello Stato con le Im-prese, sarebbe saggio ma fa aumentare il debito pubblico uffi ciale e promette che troverà le risorse (tagliando le ali mi-litari) per rilanciare il lavoro, attraverso la manutenzione e riparazione di scuole ed ospe-dali la cosa sarebbe utile e ur-gente ma, fi no ad oggi, nessuno ha avuto l’intelligenza di farlo veramente. Grillo promette che restituisce allo Stato parte de-gli stipendi e indennità dei suoi eletti, la cosa è apprezzabile ma non risolve i problemi del paese dal momento che i guai sono seri e non basta il buon sentimento della casalinga, con tre fi gli a carico, per risolverli. Ingroia promette l’alto Com-missario per la confi sca dei beni degli evasori e dei crimi-nali, ma già il fatto che pensi

ad un altro Organismo appo-sito dimostra che non ha idea della disorganizzazione esi-stente nelle pubbliche ammi-nistrazioni per lo più aiutata e ingigantita dagli interventi dei Brunetta, e compagnia bella, spacciati per semplifi cazione burocratica e poi con i tempi della giustizia italiana sarebbe solo un’altra bella promessa. Nei fatti, ad esempio, il Brunet-ta ha regalato una 50 ina di mi-lioni annui ad una società per dare a tutti gli italiani la casella di posta elettronica certifi cata. Ma la casella la puoi usare solo con le pubbliche amministra-zioni. I privati tra loro non sono ob-bligati a usare la posta elettro-nica certifi cata e neanche le imprese che forniscono servi-zi pubblici, ad oggi, hanno la casella certifi cata o l’obbligo di averla e se devo disdettare l’Enel mi ci vuole la raccoman-

data di carta, 6 euro di spesa alle poste e la fi la e diciamo solo che il Brunetta ha fatto un’altra bischerata a danno nostro e nessu-no sembra disturbato. Giannino Oscar (quel-lo con la barbetta fur-betta e i vestiti sgar-gianti) fi nora, almeno, non ci ha fatto nessu-na promessa shock ma ha tempo fi no al 22 e di lui possiamo dire che rifi utando-si di commentare le sciocchezze promesse da Berlusconi, già, fa un passo avanti. Lui propone di rivedere la spesa pubblica ana-lizzando i vari settori perché, come si vede nella sanità, si spende troppo quando vi sono troppe differenze, per esempio, su quanto si paga una siringa qui o a Milano. Qui non c’è modo di

analizzare i programmi dei par-titi perché ognuno ha preparato schede su ogni argomento e sarebbe impossibile, dunque, si può solo notare che vi sono ar-gomenti che occupano le prime pagine dei giornali tutti i giorni e verifi care se tutto questo di-chiarare, a destra e a manca, ha una qualche probabilità di infl uenzare la nostra vita futura o se rimarrà, invece, dichiara-zione di buone intenzioni per il loro utile piuttosto che per noi. La mia proposta nasce da una constatazione...si dichiara che c’è la crisi ma poi lo Stato (cioè noi) si paga a un Manganelli oltre 630 mila euro all’anno o a un Mastropasqua (tra lo stipen-dio INPS e le prebende Equi-talia ) oltre 1 milione di euro all’anno. La mia proposta shock è: Mi impegno, se mi fanno Ministro o anche solo Sottosegretario, a proporre e lottare per fare ap-provare la seguente norma di legge Costituzionale (Comma da aggiungere alla Costituzio-ne dove che piace): “Nessuno che percepisca retribuzione, in-dennità, appannaggio, pensio-ne a carico dello Stato Italiano, nelle sue varie articolazioni e/o organi (anche Costituzio-nali) e /o Enti, può percepire importi superiori a 250 mila euro all’anno lordi e omnicom-prensivi. A decorrere dall’ap-provazione nel primo ramo del parlamento, già in prima lettura della presente norma, qualsiasi retribuzione, indennità, appan-naggio, pensione da chiunque ed a qualsiasi titolo percepiti a carico del Bilancio dello stato Italiano nelle sue varie articola-zioni e/o organi (anche Costitu-zionali) e/o enti viene adeguata d’uffi cio ai vincoli di importo qui stabiliti. Gli importi spet-tanti di cui al presente articolo saranno adeguati all’aumento del costo della vita secondo le modalità e percentuali previste per l’adeguamento delle pen-sioni INPS. “E dico una retri-

buzione ben superiore anche a quella di Obama che presiede invece gli Stati Uniti di Ame-rica. Battute a parte affi do agli onorevoli Lucani a partire da Roberto Speranza la proposta di mettere, una volta e per tutte, un limite invalicabile all’egoi-

smo di chi Politico o Dirigente o Autorità Amministra e Go-verna e questa sarebbe vera-mente la rivoluzione pacifi ca italiana.

Mario Petrone

Immagine da www.indignatospeciale.it

Faccenda rimborsi e consiglieri regionali: e se Woody avesse toppato?

Ma vedi quanti guai ti fa uno che si chiama John, è mezzo Italia-

no, perché il papà era Inglese, e faceva il pubblico ministero in Basilicata. Si tratta della fac-cenda dei quattro consiglieri Regionali che furono accusati di truffa perché incassavano i rimborsi per i chilometri da casa al Consiglio Regionale come se abitassero fuori Po-tenza, mentre secondo l’accu-sa non era vero. La legge sui rimborsi parlava di residenza fuori Potenza e quelli (i quat-

tro) sarebbero stati residenti, anagrafi camente, fuori Poten-za: Mattia a Tolve (PZ) Mol-lica ad Anzi (PZ) De Franchi a Corleto P. (PZ) e Nardiello a Ruoti (PZ) (nella foto) e sulla base della residenza anagrafi -ca avevano diritto al rimborso, questa è la tesi degli interes-sati. La tesi dell’accusa pare fondi sul fatto che il rimborso spetterebbe solo se vi è stata, e prima, la spesa. Insomma, diceva sto diavolo d’un Jonh Woodcock (che se si chia-mava Giovanni sarebbe stato

più facile capirsi) “ma se lo chiamate rimborso delle spese per i chilometri che si devo-no percorrere, allora ci deve essere un viaggio per avere il rimborso”. Di qui le indagini, i pedinamenti e persino l’anali-si delle telefonate dei cellulari (e certamente si può sospettare un certo “malanimo” di John verso i politici Lucani) per verifi care se nei giorni di riu-nione del Consiglio Regionale i quattro fossero risultati nei paesi di residenza prima o an-che dopo la riunione del con-

siglio. Pare che i pedinamenti e le analisi delle comunicazio-ni dei cellulari dimostrassero che i quattro non partivano e/o non rientravano ai paesi di residenza in quelle giornate e da qui il rinvio a giudizio. Ora a noi interessa ragionare sul fatto contestato ai quattro e sul modo in cui ci si è arrivati e sul perché. A parer mio la que-stione è semplice, anche se la legge originaria non c’è più su Basilicatanet (ma a che serve allora B.N.?), la legge preve-deva il rimborso dal luogo di

residenza (genericamente), i Consiglieri hanno compilato la dichiarazione di residen-za anagrafi ca, l’Uffi cio (ov-vero l’Amministrazione del Consiglio Regionale) non ha verifi cato che vi fosse coinci-denza tra residenza anagrafi ca e domicilio lavorativo e ha disposto il rimborso diretta-mente sul conto corrente dei Consiglieri, i quali -lungi dal domandarsi se gli spettassero quei soldi- se li sono spesi …ma l’Italiano, è risaputo, si in-gegna e si indigna solo se gli

togli i soldi, mica se glieli dai. E qui arriva stu’ John (Giua’ alla paisana) e, se lo capisce o no l’Italiano e il Lucano, dice pediniamo questi qua… e li acchiappa e li fa rinviare a giudizio. Ma poi perché pedi-nare solo questi? E perché non è truffa lo stesso se uno non va in Consiglio per 10 sedute e incassa il rimborso come se ci fosse andato dal momento che il rimborso è forfettario? Alla paisana sarebbe meglio fare moglie e buoi e giudici dei pa-esi tuoi per evitare che si im-brogliano le lingue come qua, dove John alla fi ne ci avrà solo speso una fraccata di soldi di pedinamenti etc.etc. e avrà fat-to imbastire un processo che non porterà da nessuna parte, perché se i quattro non hanno presentato formale domanda scritta di rimborso delle spe-se di viaggio ci si attacca al tram. Potevamo, dunque, già risparmiare a cominciare dallo stipendio di John detto volgarmente.

UFFICIO STAMPA REGIONE: LE 10 DOMANDE

AL PRESIDENTE DE FILIPPO

Il suo capo uffi cio stampa, Giovanni Rivelli, riveste la

qualifi ca di dirigente oppure no?

Quanto guadagna Rivelli?

Le risultano massimi tariffari erogati in particolari giornate festive, senza necessità?

Sa che la Carta dei doveri del giornalista degli Uffi ci Stampa contiene il divieto all’Uffi cio

stampa di effettuare marketing e pubblicità?

Le risulta, come sostiene un editore locale, che Rivelli essendo in aspettativa da un giornale,

amministrando pubblicità sia in confl itto d’interessi?

Quali atti intendere assumere a seguito della querelle di Rivelli contro Simonetti, visti gli

effetti di cattivo gusto prodotti fi n qui?

Cosa ci dice sul ruolo pubblico di Basilicatanet e sulle sue ormai contestate censure?

Quali sono i costi reali dell’uffi cio stampa?

Perché le copie di Controsenso, distribuite sabato spariscono dall’atrio del Palazzo regionale

già da lunedì?

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9 Febbraio 2013Basilicata

Un Filippo Bubbico in modalità “rinnovabile” Intervista a tutto campo con uno dei guru del Pd lucano: Berlusconi,

Grillo, Ingroia, Di Pietro e Cannizzaro. Ce n’è per tuttidi Walter De Stradis

SEGUE DA PAGINA 1 - Nel discorso “Post-Toghe Lucane”, lo accomuna

all’esordiente collega candidato Cannizzaro la godereccia e irriverente ricerca del politico/moralista perduto, all’insegna della (retorica) domanda “Di Pietro, che fi ne hai fatto?”.Insomma, noi ci abbiamo provato a entrare nella testa di uno come Filippo Bubbico. Se ci ha fatto rimanere solo in anticamera, ditecelo voi.Berlusconi agli Italiani vuol restituire i soldi dell’Imu. Lei cosa offre?Bisogna restituire la dignità. La dignità nel senso di responsabilità, che è l’unico modo per superare le diffi coltà che abbiamo di fronte. Con le illusioni non si va da nessuna parte. Berlusconi ha venduto illusioni per troppo tempo; forse bisogna dire che noi gli abbiamo anche consentito di raccontare balle, perché abbiamo alle spalle un ventennio di “timidezza della politica”. Non abbiamo saputo rivendicare la dignità e l’autorevolezza della politica, proponendo programmi e soluzioni alternative.Ma come si fa a riguadagnare questa fi ducia, a fronte degli scandali osceni dei vari Fiorito, e anche di alcuni recenti fatti lucani?Non è semplice, ma è l’unica soluzione che abbiamo, perché l’alternativa è il populismo e quindi l’annullamento della democrazia e della partecipazione. Recuperare credibilità e dignità per la politica è un percorso diffi cile: richiedere uno sforzo straordinario, ma non bisogna “lisciare il pelo” ai cittadini, bisogna dire la verità, sapersi assumere le responsabilità.In un’altra campagna elettorale Berlusconi disse “Non credo ci siano tanti coglioni che voteranno per la sinistra”. Adesso voi cosa dite, che non credete ci siano tanti coglioni che crederanno alle promesse sull’Imu?I cittadini non sono coglioni. I cittadini vivono in una situazione di grave diffi coltà. La crisi è vera, è profonda. Il disorientamento può far gioco a chi vuol far pensare che non ci siano soluzioni, che tutti facciamo schifo, che la politica è uno schifo e che i partiti sono tutti uguali. In questo modo, però, azzerando le differenze fra chi lavora bene e chi no, si perde anche lo stimolo, e la ragione stessa, a pretendere azioni sempre migliori da parte di chi ci governa.Uno dei “nemici” più urgenti per voi è allora il Grillismo.Si, in effetti il problema è proprio quello. D’altra parte la storia di questi anni ce lo insegna: noi abbiamo già conosciuto un altro momento storico in cui la politica in sé è stata vista come il male assoluto. A questo momento doveva seguire una fase di rinascita, e invece … Ricordiamo il Di Pietro dalle “Mani Pulite”. Ma oggi Di Pietro dov’è? È forse scomparso?Eppure secondo alcuni è stato uno dei pochi, veri oppositori di Berlusconi.Errore: lui è stato il maggiore alleato di Berlusconi. Di Pietro

rappresenta una variante del

Berlusconismo, e non è un caso che entrambi abbiano costruito partiti personali e con “parole d’ordine”, ma non mi pare che l’Italia abbia ricevuto grandi benefi ci, né dall’uno e né dall’altro.A voi del Pd vi sia accusa, al contrario, di essere un’ammucchiata.Questo è vero. Noi siamo una “conglomerata”, ma i partiti che sono giovani e che però hanno alle spalle tradizioni antiche, inevitabilmente devono essere questo. Ma i nostri confl itti, le nostre diffi coltà sono visibili a tutti. Ma le primarie non sono state una fi nzione. Per questo credo che abbia ragione chi ha sostenuto che il Pd è nato ora, perché per la prima volta si è manifestato un confronto tra Bersani, Renzi e gli altri candidati su visioni, valori e anche programmi. Il Pd oggi è molto meno litigioso, comincia a rivelare il suo profi lo unitario. In ogni caso, quando anche il partito più complicato vive di democrazia e di partecipazione, c’è rimedio a tutto. La democrazia ha in sé gli strumenti per correggere tutto.Veniamo alle questioni locali. Sempre a proposito delle ormai famose restituzioni, qual è il nostro credito nei confronti dello Stato?Siamo in credito, ma siamo anche in debito. Perché non abbiamo fatto abbastanza per mettere a valore le nostre potenzialità e le nostre intelligenze. Perché, mi chiedo, quando i meridionali operano fuori dal Mezzogiorno, realizzano cose eccellenti, perché diventano imprenditori importanti, imprenditori di successo, professionisti affermati?Perché qui non ci sono le opportunità.Ma le opportunità le creiamo anche noi. Allora è giunto il momento di riconoscere che forse noi non abbiamo fatto …Vuol forse dire che i giovani lucani, per quotare la Fornero, sono anche loro “choosy”?Io non parlo dei giovani, ma di NOI, di noi politici, di noi amministratori. Un’autocritica, quindi. Che cosa VOI non avete fatto?Come classe dirigente io penso che in Basilicata sia stato fatto molto, ma abbiamo fatto anche degli errori, per carità. Se devo confrontare una Basilicata con le altre regioni meridionali, mi sento di dire che da noi è stato fatto molto. Tanto per dirne una, non siamo in dissesto e non siamo commissariati. Però si poteva e si può fare di più, coltivando un maggiore senso di unità regionale e condividendo un destino comune. Spesso la politica, NOI, costruiamo le nostre fortune elettorali su confl itti costruiti ad arte, si pensi al confl itto Potenza-Matera che è un’idiozia gigantesca. Eppure molti di NOI vivono campando sulla rendita derivante sulla “diatriba” tra Matera e Potenza. Così oggi scopriamo che la disoccupazione dipende per buona parte dalla perdita di posti di lavoro nel settore manifatturiero e nel settore edilizio, e se prendiamo il settore dell’edilizia e delle costruzioni vediamo che buona parte della disoccupazione scaturisce dal blocco dei fi nanziamenti pubblici. Quando la Regione Basilicata spendeva più di quello che otteneva dalla Comunità europea, c’erano

molti che invece di lanciare la sfi da più avanti, remavano contro, sostenendo che quelle risorse venivano spese perché si distribuivano “a pioggia”, si costruivano marciapiedi, si facevano cose banali. Oggi, che le opere pubbliche anche di piccole dimensioni non vengono più realizzate, ci rendiamo conto, che proprio il blocco dei micro-cantieri ha determinato la paralisi del settore economico così importante per il nostro Paese. E allora, noi dobbiamo correggere questi “vizi”, per coltivare un clima di fi ducia che consenta alle energie migliori di potersi esprimere.Tocchiamo allora il tema “lucano” per eccellenza, il petrolio. Un campo di battaglia su cui si verifi cano spesso i contrasti di cui lei parlaEsatto. Si stanno formando

due schieramenti, uno che sostiene che estrarre petrolio non comporta nessun problema e un altro che ritiene che l’estrazione e la coltivazione dei giacimenti petroliferi di idrocarburi comporti disastri umani, perché danneggia la salute e danneggia l’ambiente. Non è mai stato affrontato il problema di come si governano questi processi diffi cili. Se si volesse fare questo noi dovremmo concentrare la nostra attenzione sul rafforzamento delle strutture di controllo. Perché non abbiamo un sistema effi ciente di monitoraggio in tutta la regione Basilicata? L’argomento sul tavolo, però, è sempre quello delle royalties. Ci sentiamo fregati. E a ragione.La Basilicata ha bisogno di risorse pubbliche, ma noi dobbiamo saperle utilizzare e dobbiamo fare in modo che qui si creino delle economie in grado di generare ricchezza e non delle economie “sussidiate”. Se noi immaginiamo delle

economie che ci reggono su effetti momentanei, ci bruciamo letteralmente una grande opportunità.In quest’ottica lei come la vede la questione dei bonus carburanti?E’ una questione tutta politica, per distribuire una mancia ai cittadini lucani, “ecco vi diamo 100 euro … statevene buoni”.E allora qual è la chiave di volta per ingranare il circuito virtuoso della “crescita globale” a cui mi sembra stesse facendo riferimento? Come si fa a rendere davvero “produttive” queste royalties, al di là della costruzione del campetto di calcio in paese e buonanotte?Il campetto di calcio serve pure lui, perché sullo sport si può costruire un’economia del benessere individuale, e anche di servizi legati a

quelle funzioni. Ma come si fa a costruire uno sviluppo duraturo? Io penso che ciò possa essere possibile facendo investimenti di medio-lungo termine. Faccio degli esempi. L’investimento sull’università non è un investimento banale. Però non dobbiamo dare soldi all’università e non costruire poi tutte le azioni necessarie a potenziare la funzione, il ruolo, il peso dell’università di Basilicata nel sistema formativo nazionale ed europeo. Da questo punto di vista vanno recuperati i ritardi nella realizzazione del campus universitario di Matera e del campus universitario di Potenza, perché l’università di Basilicata noi potremmo dire che avrà avuto successo, quando presenterà un profi lo più internazionale, quando il 50% degli studenti non sarà costituito da cittadini italiani, ma sarà costituto da cittadini europei. Vedo ripetuto spesso, uno slogan fortunato che la Basilicata ha coniato negli anni 2000 “Un computer in

ogni casa”, che non era solo uno slogan, ma un obiettivo ambizioso di modernizzazione della Basilicata che anticipava i contenuti dell’agenda digitale. Quel progetto viene richiamato da parte di cittadini, ma anche da forze politiche nella logica di una “fonte rinnovabile” per ogni casa. Cioè il tema della micro-generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Io penso, ad esempio, che al posto di dare 100 euro di bonus benzina ai patentati lucani, sia più opportuno dare gli incentivi per rendere effi cienti dal punto di vista energetico le abitazioni dei cittadini lucani, o poter produrre energia da fonti rinnovabili, con un pannello fotovoltaico sui tetti o con un micro-generatore eolico. Così si alimenterebbe una domanda di beni e servizi, che darebbe uno straordinario scenario di opportunità nel nostro sistema produttivo perché lavorerebbero installatori, ingegneri, tecnici. Quindi a mio parere il tutto sta nell’utilizzare gli investimenti su settori a “fecondità ripetuta”, in grado di innescare i processi di sviluppo.Saltiamo di palo in frasca. Atteniamoci ancora al fi lo-conduttore sui “crediti”. Lei è uno di quelli che ritiene che noi si sia come minimo in credito di immagine, soprattutto a causa di alcune inchieste giudiziarie fi nite poi in nulla. Sì, io penso che noi siamo in credito e la Basilicata ha subito i danni generati da un ambiente, da un contesto che non ha fatto bene il proprio lavoro nel rispetto dei principi costituzionali e delle funzioni attribuite a ciascuno. E’ diffi cile mandare giù il fatto che qualcuno che ha indagato su di te, poi sia “sceso in campo” pure lui?Bisogna dire, che a fronte di una stragrande maggioranza di persone serie che fa il proprio dovere dalla mattina alla sera, e che garantisce presidi di legalità e amministrazione della giustizia, esistono poi tanti personaggi che vivono “l’ansia da prestazione” e che ambiscono a diventare personaggi della televisione. E tutti questi poi inevitabilmente sono approdati all’interno del mondo politico, quindi hanno utilizzato la tribuna per costruire le proprie fortune politiche. Io sono stato indagato, ho subito perquisizioni e non mi sono mai lamentato del fatto che uno che come me ha avuto incarichi e responsabilità molto grandi in una regione, venisse fatto oggetto di indagini e di approfondimenti. Mi sono sempre lamentato invece dell’uso che è stato fatto di queste attività, perché appunto De Magistris sul nulla ha costruito le sue fortune politiche. E quindi quando uno come lui scende in politica, si ha la conferma di una tesi, di un sospetto che si ha, e si ha la conferma di quanto sia praticato in Italia l’atteggiamento di chi pratica le pubbliche virtù e i vizi privati. Anche questo è un problema che noi dobbiamo affrontare.Presumo che siano le stesse rifl essioni che ha fatto quando ha visto Ingroia entrare in politica.Ingroia ha portato in televisione un mafi oso, tale Ciancimino, e lo ha presentato come un eroe della patria. In questo modo, ha

deviato una serie di valutazioni e non so se anche indagini. Era chiaro che Ingroia lavorava sulla sua candidatura, anche all’osservatore più ingenuo. Le reazioni di alcuni importanti magistrati, da Bruti Liberati ad altri, danno l’idea di come la stessa “casta” della magistratura non sia più disposta a sopportare determinati comportamenti. Sono solo questi gli “aspetti antipatici” di una campagna elettorale un po’ atipica?Lo ha detto Vendola: c’è il rischio che l’Italia si ritrovi confi nata in un pantano. C’è chi –consapevolmente o meno- sta lavorando proprio a questo. E qui torniamo a Ingroia, che “nasconde” Di Pietro. Ma perché Di Pietro si nasconde? Non era l’esempio del crociato senza macchia e con tutte le virtù?A proposito di altri partiti e di altri candidati. Come ha preso la notizia della “scesa in campo” di Cannizzaro con i Popolari Uniti?Il dottor Cannizzaro è un uomo dalle grandi passioni civili. Io l’ho conosciuto e apprezzato nella sua funzione di direttore generale del San Carlo. Sarà una risorsa? Darà un contributo? Se non si farà condizionare dal rancore, sì. Se invece vivrà la sua candidatura all’insegna del rancore, farà innanzitutto un torto alla sua intelligenza e al suo senso civico, e sarebbe francamente un grande peccato.I cittadini lucani. Cosa le chiedono per strada, quando la riconoscono?Il lavoro, che è il problema più grosso in Basilicata, e dappertutto. Qui si aggiunge la delusione. In questo forse anche noi abbiamo delle responsabilità: si era consolidata l’illusione, la convinzione che l’uso delle risorse energetiche avrebbe risolto la questione. Così non è stato. Tornando al petrolio, bisogna capire come –insieme alla sostenibilità ambientale- si possa avviare un processo di cambiamento dell’aspetto produttivo, tale da farci fare quel salto in avanti dl punto di vista dell’occupazione che tutti ci aspettiamo.Facciamo una proiezione: il Pd vince le elezioni, Bersani diventa premier. Cosa devono aspettarsi dall’immediato futuro, i Lucani? Che tipo di anni ci aspettano? In qualunque governo guidato da Bersani, i Lucani si devono sentire più garantiti, perché c’è la possibilità di interloquire con una persone concreta, che non regala sogni, che lavora e che pretende che si faccia altrettanto. Con Bersani presidente dobbiamo impegnarci di più perché allo sforzo del Governo deve associarsi lo sforzo di tutti i cittadini meridionali, a partire dalle classi dirigenti. Dobbiamo ricostruire il Paese, come nel Dopoguerra. Sulle macerie del Berlusconismo?Adesso ci sono le macerie di Belusconi, ma non solo. Lui ha acceso la miccia, ma c’era già nel Paese una certa propensione a praticare le “scorciatoie” di cui abbiamo parlato. Ciò che abbiamo vissuto e subito in questi ultimi venti anni, spero posa consigliarci ad agire diversamente.

Bubbico a Matera

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9 Febbraio 2013Basilicata

L’avvocato Carmine Ruggi, difensore di Anna Rosa Fontana:

“Il vero problema di Paolo Chieco era la sua disponibilità all’omicidio” di Milena Manicone

Quello di Anna Rosa Fontana è un caso emblematico, che ha

avuto rilevanza nazionale per la ferocia del suo omici-dio, avvenuto il 7 dicembre 2010, per mano dell’ ex con-vivente Paolo Chieco, dopo una lunga persecuzione. E’ il 13 luglio 2005 quando Anna Rosa viene accoltellata la pri-ma volta, davanti agli occhi del fi glio, riuscendo a salvar-si per miracolo. Un tentato omicidio consumato davan-ti all’ingresso di casa sua, lo stesso posto dove cinque anni dopo verrà brutalmen-te assassinata. Dopo questa aggressione, tragico epilogo di una lunga serie di violen-ze, Chieco viene condannato a 12 anni e 6 mesi, una pena che grazie a una giustizia un po’ troppo benevola si riduce a soli tre anni, di cui la metà scontati agli arresti domici-liari, a pochi metri da casa di Anna Rosa Fontana. Da quel momento per lei inizia un lungo calvario, nel 2009 Chieco torna libero e rico-mincia a perseguitarla. Rico-minciano molestie e minacce, ma l’ escalation di violenze aumenta subito dopo l’ effi -cace deposizione in tribunale di Anna Rosa, in cui racconta tutto ciò che è stata costretta a subire negli anni. E’ il 21 settembre 2010, quel giorno viene fi rmata la sua condanna a morte, perché subito dopo Chieco tenta nuovamente di ucciderla e sequestrarla. Il breve rapimento si conclude bene, grazie all’intervento dei carabinieri Fontana riesce a scappare, ma le minacce di morte continuano anche nei giorni successivi. La donna in accordo con il suo avvocato decide di sporgere querela al Comando dei Carabinieri, in cui descrive dettagliatamente in che modo il suo ex convi-vente ha tentato di ucciderla, il sequestro e le continue mi-nacce di morte che le vengono rivolte ,specifi cando chiara-mente che è in grave pericolo di vita. La denuncia, l’ennesi-ma, avviene il 6 ottobre 2010, dei vari reati evidenziati nella querela viene riconosciuto solo lo stalking e l’8 novem-bre 2010 il giudice emette un provvedimento cautelare che impone a Chieco di tenersi a 300 metri dall’ ex convivente. Un mese dopo, il 7 dicembre 2010 Anna Rosa Fontana vie-ne massacrata sotto casa sua, sotto gli occhi di suo fi glio. Lo scorso 30 novembre la Corte d’Appello di Potenza ha confermato la condanna a trent’anni di reclusione per Paolo Chieco.

Prima dell’omicidio di Anna Rosa Fontana, a Paolo Chie-co era stato contestato il re-ato di stalking?

Le condanne che Chieco ha subito sono relative al tentato omicidio del 2005 e all’omi-cidio del 2010. Per la con-

danna del 2005 non ci poteva essere nessuna contestazione per quanto riguarda il reato di stalking, perché la legge è stata approvata successiva-mente, nel 2010 il reato era già stato formulato nel co-dice penale e quindi fu pos-sibile contestarlo come fatto aggravante rispetto al reato di omicidio. Nel giudizio di-nanzi al giudice dell’udienza preliminare di Matera effet-tuato recentemente, il giudi-ce ha considerato esistente il reato di omicidio volontario aggravato anche con riferi-mento allo stalking, mentre la Corte d’Appello aveva a sua disposizione una serie di ag-gravanti, fra cui anche quello dello stalking, ma tale reato non è stato considerato nella condanna di Paolo Chieco a 30 anni per omicidio volonta-rio aggravato, in quanto per i fatti prodromi-ci allo stalking mancava una sentenza defi -nitiva. Tale ag-gravante non poteva essere attribuita non perché non esistesse, ma perché giuri-dicamente non era già stata sanzionata da un provvedi-mento defi nitivo del giudice pe-nale. La Corte d’Appello nella valutazione complessiva ha stabilito che l’aggravante di stalking non era rilevante, in quanto per come è aggravato il reato di omicidio , non ha nessuna infl uenza. Trent’an-ni sono stati dati dal gup di Matera, trent’anni sono stati confermati dalla Corte d’Ap-pello di Potenza.

Perché nonostante le que-rele per i gravi episodi di stalking e non solo non sono stati presi dei provve-dimenti in grado di evitare l’omicidio?

Una serie di atti violenti, mi-nacciosi e persecutori deter-minano il reato di stalking, che deve essere riconosciuto in una sentenza da parte del giudice penale. Questo non esclude che in via prelimi-nare e cautelare il pubblico ministero possa richiedere al giudice un provvedimento di allontanamento dello stalker dalla vittima. Nel caso di Anna Rosa Fontana il prov-vedimento cautelare è sta-to adottato nei confronti di Chieco, infatti doveva stare a 300 metri di distanza dalla vittima, ma in sede di Corte d’Appello questo stalking ri-conosciuto in via cautelare ancora non aveva avuto una defi nizione con sentenza pas-sata in giudicato.

Un provvedimento caute-lare che, però, si è rivelato ineffi cace.

Il provvedimento è di per sé effi cace, ma come tutte le pre-scrizioni di carattere penale presuppone che colui il quale riceve l’ordine di non avvici-narsi alla vittima lo esegua. Questo tipo di prescrizione è un obbligo fatto nei confronti della persona destinataria del provvedimento, e funziona a condizione che lo stalker sia già disponibile a rispettare la norma, se invece lo stalker non rispetta la norma d’im-posizione che gli viene data dall’autorità giudiziaria, assume un’ulteriore respon-sabilità penale, perché non rispetta un ordine che deriva dall’autorità. Potrebbe ap-parire un ordine privo di una coazione vera e propria, ma le costrizioni sono fatte dalla legge per intervenire quando qualcuno compie un reato.

Nel caso specifi co era possi-bile ipotizzare un’altra cosa, poiché lo stalker era per sua natura refrattario al rispet-to della legge, doveva essere opportunamente vigilato, af-fi nché rispettasse il provve-dimento. Dato che lo stalker è un soggetto molestatore, quindi può molestare in qual-siasi modo, la pubblica sicu-rezza può intervenire facendo un lavoro di previsione. Ad esempio controllandolo dieci volte al giorno, per assicurar-si che sia a casa e non vada a molestare la vittima. Si è verifi cato l’omicidio perché lo stalker, benché raggiunto dal provvedimento cautela-re di non avvicinarsi, se n’è infi schiato, come avrà fatto anche in altre circostanze, violando altre norme di leg-ge., ed è andato ad aspettare l’ ex convivente sotto casa. Si è rivelata ineffi cace una vigi-lanza più pressante nei suoi confronti che avrebbe potu-to indurlo a non avvicinarsi alla vittima. In questo caso il provvedimento cautelare di stalking non ha avuto effi ca-cia, perché materialmente bi-sognava mettere a fi anco della donna un agente. Chieco do-veva essere vigilato 24 ore su 24 . Se un soggetto viene rag-giunto da un provvedimento di stalking e vi è la legittima previsione che tale provvedi-mento non verrà rispettato, si può ricorrere alle forme in cui normalmente avviene la restrizione della libertà della persona. Ad esempio non con-

sentendo la convivenza nella stessa città,questa sarebbe stata una forma di coazione utile per prevenire il delitto, oppure si possono impiegare queste persone in lavori so-cialmente utili. In alcuni casi particolari si può anche ipo-tizzare un intervento preventi-vo di restrizione della libertà vera e propria. Nel caso spe-cifi co se fosse stato emesso un provvedimento di vincolo all’abitazione,con divieto di uscire da tale ora a tale ora, può darsi che non si sarebbe arrivati all’omicidio. Invece Chieco era in una posizione di completa libertà, spettava a lui decidere se osservare o non osservare tale provvedi-mento.

In realtà Chieco doveva es-sere in carcere per aver ten-tato di uccidere Anna Rosa Fontana già nel 2005, ma la sua pena poi si è ridotta a pochi anni.

Già il primo tentativo di omi-cidio era stato preceduto da una serie di atti persecutori della persona, in quella cir-costanza non c’era la possi-bilità di attribuire il reato di stalking perché la legge non c’era ancora. Dopo il ten-tativo di omicidio il giudice valutò che il reato meritasse 12 anni di carcere e 6 mesi, che poi con il rito abbreviato diventarono 8 anni e 4 mesi. Dopo l’ impugnazione la Cor-te d’Appello ritenne meritevo-le il soggetto delle attenuanti generiche, perché aveva avu-to un comportamento corret-to nel carcere, si ritenne che quel tentato omicidio fosse da attribuire a un raptus di gelo-sia, dovuto a una convivenza burrascosa tra due soggetti particolarmente reattivi, per cui la pena si ridusse a 6 anni. Poi arrivò l’indulto che nel frattempo era stato emesso dalla legge e quindi gli anni diventarono tre. Poiché nel carcere Chieco aveva avuto un comportamento tranquil-lo si ritenne opportuno fargli scontare il resto della pena agli arresti domiciliari. Quin-di dopo circa un anno e mez-zo di carcere tornò a casa. Da quel momento ricominciaro-no le molestie nei confronti di Anna Rosa Fontana, perché casa sua era a pochi metri dall’abitazione della vittima.

Questo aspetto non era stato valutato dal giudice?

Per il giudice lui doveva stare agli arresti domiciliari, quin-di non doveva uscire da casa. Durante la permanenza agli arresti domiciliari si sono ve-rifi cate una serie di molestie, ad esempio puntava il laser verso la fi nestra di Fontana, si faceva vedere che stava sul balcone, faceva il segno della croce per minacciarla di morte. Il vero problema di questa persona era la sua disponibilità all’omicidio. Chieco era psicologicamen-te predisposto all’omicidio, infatti in base alla mia va-

lutazione, quest’uomo come seconda attività faceva il macellaio e quindi aveva una voca-zione naturale a usare il coltello. Nel 2009, fi nito il periodo di detenzione domiciliare ha iniziato a inseguire nuovamente la vittima. In questa vicen-da non bisogna dimen-ticare che quest’uomo e questa donna avevano una fi glia, per cui questa bambina era un collante psicologico e un motivo per lui per avanzare dei diritti su di lei. In que-sti casi si crea una sorta d’interdipendenza psico-logica tra vittima e carnefi ce. Fontana voleva allontanare il carnefi ce, ma allo stesso tem-po cercava di accontentarlo perché c’era di mezzo una bambina. La bambina costi-tuiva un’arma di ricatto che lui esercitava quando lei ten-tava di allontanarsi. Veniva esercitata una pressione psi-cologica su un soggetto che in qualche modo era succube di quest’uomo. Quest’interdi-pendenza è tipica in tutti i casi di stalking in cui ci sono un uomo e una donna. Lo stalker può agire con la violenza o

con la lusinga, rendendo la vittima succube in modo sub-dolo, facendo leva sulle sue debolezze. Lo stalker usa la violenza psicologica sul sog-getto, sfruttando le sue de-bolezze. Una forma sottile di prevaricazione di un soggetto su un altro soggetto, che di-venta succube pur ragionan-do benissimo.

LO STALKING NELLA PROVINCIA DI MATERA

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno a livello nazionale negli anni 2010 e 2011 sono stati commessi

7.673 reati di stalking, di cui il 77% riguardano vittime di sesso femminile e il 23% vittime di sesso maschile. Percentuale maschile che invece aumenta leggermente se, per gli stessi anni, si guardano i dati della Basilicata. Il fenomeno interessa per il 73% le donne e 27% gli uomini, su un totale di circa 90 reati commessi per ogni anno. Dunque non soltanto una questione di genere, ma un’emergenza sociale che coinvolge una minoranza crescente di persone incapaci di amare e di accettare la fi ne di una relazione, perché considerano il partner una proprietà. Che dimensioni ha il fenomeno nella provincia materana? Secondo i dati forniti dalla Compagnia dei Carabinieri di Matera,aggiornati a dicembre 2012, dal 2009, anno in cui è entrata in vigore la legge sullo stalking, al 2012 in totale i casi segnalati sono stati 48, 44 i denunciati in stato di libertà,11 gli arresti, con un leggero incremento negli ultimi due anni, 10 gli ammoniti e 16 i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria. Il maggior numero di casi di stalking sono stati riscontrati nei comuni di Matera e Policoro, seguono Tricarico e Pisticci. Dunque un fenomeno abbastanza contenuto nella nostra provincia,anche se bisogna considerare che ci sono ancora molte donne che hanno paura di denunciare i loro aguzzini.

A.MAT.A.S. ASSOCIAZIONE ANTI-STALKING MATERANA

Dal dolore per la morte di una fi glia e di una sorella è nata pochi mesi fa A.MAT.A.S. Associazione materana anti- stalking. Un atto d’amore dei famigliari di Anna Rosa verso altre donne, che potrebbero trovarsi nella stessa situazione e aver bisogno di aiuto. Presso l’associazione aperta tutti i giorni in via Pentasuglia 40, ha spiegato la presidente Antonella Fontana,sorella di Anna Rosa, le vittime di stalking possono ottenere assistenza legale e psicologica, inoltre verrà dedicato ampio spazio a corsi di formazione e informazione, anche nelle scuole, per far conoscere il più possibile questo fenomeno e prevenirlo, iniziando proprio dai bambini. Un centro che si pone come punto di riferimento per le donne che subiscono violenza nella provincia di Matera,ha spiegato Fontana ,dove ad esempio ancora non ci sono delle case rifugio , in grado di fornire un alloggio sicuro alle vittime. Un ‘associazione che intende fare rete con forze dell’ordine, enti pubblici, altre associazioni antiviolenza e famiglie di vittime di stalking., per combattere insieme e sentirsi meno soli nel dolore. Come nel caso della famiglia di Antonella Alfano di Agrigento, una donna uccisa barbaramente dal compagno due anni fa, a cui Antonella Fontana rivolge un pensiero in occasione dell’anniversario della morte.

Mil. Man.

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9 Febbraio 2013Basilicata

Cannizzaro tira lo sciacquone «Belisario, sei fi nito». E’ il candidato che fa più notizia

Tempi duri per “i buoni” di qualche anno fadi Generoso Galina

LA NOTA POLITICA - C’era un tempo in cui in Basilicata c’erano “i

buoni” e c’erano “i cattivi”. E tutti sapevano chi erano gli uni, e chi erano gli altri.Ai tempi dell’inchiesta “To-ghe Lucane”, dell’ex pm -ora politico- Luigi De Magistris, in Basilicata si era creata (e questo è un dato storico) una sorta di spaccatura nella so-cietà civile, o almeno, in una parte di essa.Gran parte dei moltissimi in-dagati dell’inchiesta dell’al-lora magistrato napoletano, che ipotizzava (senza riuscire tuttavia a dimostrarne l’esi-stenza) una cementizia cupola politico-giudiziario-affaristica che gestiva praticamente tutto in Basilicata, invisi all’opinio-ne pubblica, parevano orma indelebilmente macchiati con la lettera scarlatta.Dall’altra parte c’erano loro, i difensori della legalità: non solo, ovviamente, De Magi-stris e i magistrati potentini che lo avevano indirizzato verso quel tipo di indagini, ma anche quelli della stessa “area” ideologica. In primis Belisario e quelli del suo partito fonda-to da un ex magistrato, Anto-nio Di Pietro («Che un pezzo dei poteri che contano fosse coinvolto in attività sospette, del resto, l’ho personalmen-te denunciato sin dal dicembre del 2006», Belisario dixit).Ripe t ia -mo: è q u e s t a u n a r i c o -stru-zio-n e

prettamente storica, il trat-teggio di un’epoca non trop-po remota in cui era meglio non farsi vedere a passeggio, in pizzeria, o anche solo nel-la stessa via con determinate persone messe sotto inchiesta.Poi le archiviazioni. La Basilicata perde forse un’occasione per fare chia-rezza su tanti interrogativi allarmanti, ma succede che il magistrato che ha dato vita al bailamme giudiziario diventa politico nelle fi la IDV, e tanti saluti a quanti ci avevano cre-duto. Sono passati degli anni, e per tutti, “Toghe Lucane” ha an-cora il volto di un uomo, in particolare, Michele Canniz-zaro: ai tempi dell’indagine di De Magistris il 50% maschile della “coppia diabolica” com-posta col magistrato Felicia Genovese. Quella del caso Claps.Passa altro tempo. La ruota gira.E l’IDV di Antonio Di Pie-tro cade sotto i colpi inferti-gli da magnaccioni di grosso calibro, e la cedibilità popola-re ac-q u i -sita in a n n i va a f a r s i bene-d i r e

nel corso di un programma televisivo, in cui un Di Pietro stanco e sudato, cincischia e balbetta davanti al cronista che gli chiede ragione di alcu-ni escrementi venuti a galla. Ora Michele Cannizzaro, can-didato al senato con i Popolari Uniti, è il volto nuovo in cerca di rivincite che più fa notizia di questa campagna elettorale lucana (a qualcuno non pia-cerà, ma così è, se vi pare) e gode alla grande (anche se lo nega).L’ultima comparsata di Di Pietro a Potenza, gli porge il destro (ma anche il sinistro e il gancio) per levarsi le centina-ia di sassolini che aveva nelle scarpe, e dar vita a una vera e propria sassaiola da cui uno come Felice Belisario, diffi -cilmente si riprenderà.Leggete qua.«Secondo il mio modesto modo di vedere –scrive oggi Cannizzaro- è sempre un errore presentarsi politicamente e dunque moralmente come più puri degli altri. Diceva Pietro Nenni che prima o poi arriva sempre uno più puro di te che ti epura. Per mille ra-gioni, anche personali, sono

sempre stato avversario del perverso cortocircuito me-diatico-giudiziario che ha ridotto ai minimi termini il garantismo, il rispetto delle persone, la separa-zione dei poteri dello Sta-

to, e dunque ho guardato sempre molto criticamente alla politica di Antonio Di

Pietro, al quale pure rico-nosco di essere stato l

‘unico vero oppo-sitore del

g o -v e r -n o

Berlusconi. Mi fa molta tene-rezza vedere adesso Di Pietro ridotto ai minimi storici proprio per quel mecca-nismo perverso che lui ha più volte alimentato nella sua lunga carrie-ra nel Palazzo. Con la trasmissione ‘Report ‘, infatti, è arrivato qual-cuno più puro di lui e l ‘ha epurato. E mi ha fatto molta impressione vedere un partito ben radicato sul territorio anche in Basili-cata scioglier-si in

n e m -m e n o 24 ore c o m e neve al sole. L ‘I tal ia dei Va-l o r i , i n B a -si-

licata, è sempre stato un partito di go-verno, un partito totalmente favorevole al sistema di ge-stione del Pd. Infatti mentre l‘ormai ex senatore Felice Belisario tuonava contro il malgoverno berlusconiano, taceva pilatescamente sul malgoverno regionale, at-tuando di fatto, come tanti, la deprecabile pratica della doppia morale. Oggi Belisa-rio non è più candidato, e non come dice lui per fare posto ai giovani, ma perché si è visto restringere gli spazi politici che fi no a qualche mese fa sembravano sterminati (anche se nella sua fortunata carriera è sempre stato nominato e mai eletto).

Non sono abituato ‘a diffe-renza di tanti‘ a godere delle sventure degli altri, ma pren-do nota e imparo dal fatto che quando ci si presenta come più puri degli altri bisogna davvero essere specchiati, pri-vi di chiaroscuri, impeccabili. Cosa diffi cilissima, essendo noi tutti uomini imperfetti in carne e ossa. Osservo perciò con molta malinconia il tra-monto di Di Pietro, al quale vorrei di dire di non usare strumentalmente e in manie-ra inappropriata la memo-ria di Falcone e Borsellino (non confondiamo l‘oro con il piombo). L ‘Italia dei Va-lori è ridotta ai minimi termi-ni, e vedere l‘assessore Rosa

Mastrosimone a fi anco a Di Pietro, e saperla al contempo

a fi anco del Centro Demo-cratico per far eleggere il consigliere Benedetto (così potrà prendere il suo posto in consiglio regionale come prima dei non eletti) mi mette non poca malinconia.

Nulla di personale con-tro la Mastrosimone, ma credo che i cittadini siano

stufi di questo modo di fare politica, di queste continue transumanze pur di rimanere a galla. E mi domando: l ‘Ita-

lia dei Valori è ancora nel governo regionale.

E se sì, perché, visto che a

livello na-zionale è confluita in Rivo-l u z i o n e C i v i l e , che è alterna-tiva al Pd?‘ E q u a l i sono le ragio-ni che d o -vreb-bero t e -n e -r e l a

Mastrosimone in giunta, che non solo non è mai stata elet-ta, ma che fa parte di un parti-to alternativo al Pd? ». Recita un proverbio cinese cir-ca l’opportunità, per l’uomo in cerca di vendetta, di aspettare che il cadavere del proprio ne-mico passi lungo il fi ume.E’ evidente che a uno come Cannizzaro, star seduto a lun-go sui sassi ai bordi del Basen-to, non gli ha fatto poi tanto male.

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REPORT

p , pindelebilmente macchiati con la lettera scarlatta.Dall’altra parte c’erano loro, i difensori della legalità: non solo, ovviamente, De Magi-stris e i magistrati potentini che lo avevano indirizzato verso quel tipo di indagini, ma anche quelli della stessa “area” ideologica. In primis Belisario e quelli del suo partito fonda-to da un ex magistrato, Anto-nio Di Pietro («Che un pezzo dei poteri che contano fosse coinvolto in attività sospette, del resto, l’ho personalmen-te denunciato sin dal dicembre del 2006», Belisario dixit).Ripe t ia -mo: è q u e s t a u n a r i c o -stru-zio-n e

gE l’IDV di Antonio Di Pie-tro cade sotto i colpi inferti-gli da magnaccioni di grosso calibro, e la cedibilità popola-re ac-q u i -sita in a n n i va a f a r s i bene-d i r e

p pdunque moralmente come più puri degli altri. Diceva Pietro Nenni che prima o poi arriva sempre uno più puro di te che ti epura. Per mille ra-gioni, anche personali, sono

sempre stato avversario del pep rverso cortocircuito me-diatico-giudiziario che ha ridotto ai minimi termini il garantismo, il rispetto delle persone, la separa-zione dei poteri dello Sta-

to, e dunque ho guardato sempre molto criticamente alla politica di Antonio Di

Pietro, al quale pure rico-nosco di essere stato l

‘unico vero oppo-sitore del

g o -v e r -n o

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8 ontrosenso

9 Febbraio 2013BasilicataNEW CITY

I disabili arrabbiati col Comune:

<<Sindaco … e che CASO>>Le risposte dell’amministrazione potentina alle problematiche

sollevate su queste pagine non sembrano soddisfare i lettori

di Rosa Santarsiero

POTENZA - A partire dalla scorsa primavera ci siamo

occupati con perizia di diverse questioni sollevateci da alcuni disabili del capoluogo, intervistati nelle precedenti puntate.Nello specifi co il signor Luigi Rondanini, la signora Alba Montagnuolo, il signor Egisto Ambrosio e la signora Salvina lamentavano più che dei semplici problemi, dei dati di fatto che bollano in negativo la vivibilità della città.Nonostante ci sia stato un incontro zeppo di promesse tra questa delegazione e il sindaco Santarsiero (nel maggio scorso), e nonostante lo stesso primo cittadino abbia promesso un “censimento” di tutti i contrassegni per disabili, onde evidenziare il possibile uso improprio degli stessi, la situazione -stando a quanto ci dicono i nostri disabili/lettori- non si sarebbe evoluta per nulla. Tant’è che il 19 gennaio scorso Controsenso è ritornato nuovamente sulla questione, attraverso una nuova intervista rilasciataci dal signor Rondanini.Nello specifi co, il signor Rondanini voleva che qualcuno del comune di Potenza, o il Sindaco, o l’assessore al ramo, o il comandante della polizia municipale Donato Pace, rispondesse in modo defi nitivo ad una serie di domande. Le elenchiamo nuovamente di seguito:«- A che punto sono con il censimento dei contrassegni per disabili? È realmente iniziata questa procedura?- Che fi ne hanno fatto i parcheggi per disabili nel centro storico in seguito ai lavori di riqualifi cazione? Io non riesco a trovarli.- Che fi ne ha fatto, o a che punto è il progetto (da un milione di euro) di rimozione delle barriere architettoniche nei cento punti della città di cui ci ha parlato il Sindaco quando ci ha ricevuti?- Perché in qualità di disabili non siamo stati contattati in presenza di opere cittadine importanti, nonostante la promessa del Sindaco?- Si parla tanto di barriere architettoniche in riferimento alle vecchie costruzioni, ma come mai anche un’opera recente, come il sottopasso di

viale del Basento (che si presenta con una enorme scalinata, senza una rampa d’accesso), o semplicemente i parcheggi realizzati nei pressi dello stesso sono per noi impraticabili ed inutilizzabili?».

Visto che questi quesiti -nonostante l’ennesimo articolo a riguardo e la disponibilità di Controsenso ad eventuali dibattimenti- non hanno trovato alcuna risposta, siamo stati noi stessi a girarli ad uno dei rappresentanti d e l l ’ a m m i n i s t r a z i o n e comunale.Abbiamo contattato l’ingegner Mario Restaino, dirigente dell’Unità di direzione Mobilità del Comune di Potenza. L’ingegner Restaino, nel corso di una breve intervista, ha risposto punto per punto agli interrogativi sopra elencati.

«Innanzitutto, posso dirle che il Comune ha da poco iniziato a rilasciare i contrassegni europei, poiché quelli attuali, come lei saprà, non erano validi su tutto il territorio della Comunità europea.Quanto al censimento dei contrassegni per disabili di cui vi ha parlato il Sindaco, posso dirvi che attualmente questa procedura è in fase di stallo, ma varie Unità di direzione

stanno lavorando di concerto in tale direzione. In ogni caso, i controlli sui possessori dei talloncini ci sono stati e ci sono tutt’ora. I vigili urbani, oltre a verifi carne il corretto utilizzo, provvedono a segnalarci varie ed eventuali anomalie sull’uso del contrassegno. Qualora non venisse utilizzato dal reale benefi ciario, il Comune può intervenire direttamente con la revoca dello stesso. Non mi sembra poca cosa.Quanto alla “sparizione” dei parcheggi per disabili nel centro storico, in seguito ai lavori di riqualifi cazione di piazza Prefettura, be’, devo ammettere che questo mi era già stato segnalato. Posso assicurare che l’impresa che si è aggiudicata l’appalto dei lavori già sta provvedendo a ripristinare la segnaletica e ad individuare dei parcheggi in zone strategiche. D’altro canto, va anche detto che nel centro storico c’è la Ztl che consente ai disabili la massima libertà.Quanto al progetto da un milione di euro sulla rimozione delle barriere architettoniche nei cento punti della città, posso assicurarle che si tratta di un progetto di cui mi sono occupato in prima persona e che è già stato approvato. Fino ad ora sono state rimosse le barriere architettoniche in prossimità delle fermate degli

autobus. Anzi, le dico di più, con l’attivazione del nuovo servizio di trasporto pubblico, il Comune ha provveduto ad acquistare degli autobus specifi ci per i portatori di handicap. C’è da pazientare, ma sono convinto che il tempo ci darà ragione. Vorrei che fosse chiaro: il Comune presta la massima attenzione e cura verso queste persone».

A questo punto verrebbe da chiedersi: ma non è che i ritardi nei controlli, o il perdurare di questo stato di cose dipende dal fatto che a gestirle è Giuseppe Ginefra, assessore allo Sport e Mobilità, uno dei membri della giunta comunale che, secondo alcuni consiglieri dell’opposizione, fa più “sega” alle sedute del’assemblea cittadina? (notizia segnalata sul numero di Controsenso del 26 gennaio)? Quelli di Striscia la notizia commenterebbero con: «E che ca“s”o».

È tornata la luce in Via Vaccaro

a Potenza

Atre giorni dalla segna-lazione telefonica fatta

all’URP di Piazza Matteotti in data 1 febbraio da parte del Cavaliere Francesco Fanì, il 5 febbraio scorso, i quattro lampioni spenti, sono stati riattivati da parte del perso-nale dell’Uffi cio Energia del Comune di Potenza che rin-grazio a nome mio e di tutti i residenti della zona per il rapido intervento. Non posso dire però la stessa cosa per le pensiline d’attesa autobus urbani e delle affi ssioni sel-

vagge in più parti della città e come avevo previsto, l’arro-ganza della partitocrazia con manifesti giganti anche nelle pensiline anche se non ba-stassero gli spazi consentiti. Signor Sindaco non è il caso di darsi una bella regolata?

Cav. Francesco Fanì

23 maggio 2012: il sindaco incontra i nostri lettori con disabilità

Quella parola che rende troppo “facile” il rilascio

dei permessi

Il signor Luigi Rondanini, questa settimana, intende ritornare nuovamente sulle modalità di rilascio del contrassegno per disabili. Il DPR 495/1992 (art. 381) prevede che il permesso venga rilasciato dal Sindaco del Comune di residenza ai «soggetti con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta».Proprio la parola “sensibilmente” -a giudizio di Rondanini- avrebbe lasciato troppa discrezionalità interpretativa alla Commissione medica addetta all’effettiva concessione del talloncino.Per questa ragione, il signor Luigi ci ha contattato per mostrarci gli incartamenti di una brillante iniziativa che proviene dall’ASL di Bologna. Due medici dell’azienda sanitaria hanno sottoscritto e diffuso una circolare intorno alla quale la Commissione addetta al rilascio dei contrassegni per disabili deve ispirarsi. Si tratta di un decalogo che circoscrive tutte le patologie che sarebbero «notevolmente» lesive della capacità di deambulazione.Nel documento vengono elencate tutte le malattie favorevoli al rilascio del permesso auto:«Apparato locomotorio: patologie neuromotorie interessanti il cingolo pelvico o gli arti inferiori; patologie artrosico-degenerative dell’anca o del ginocchio; l’utilizzo di protesi agli arti inferiori.Apparato cardiocircolatorio: insuffi cienze cardiache di III e IV classe di NYHA; arteriopatie croniche ostruttive degli arti inferiori del III e IV stadio di Fontane-Lèriche; insuffi cienze venose degli arti inferiori se gravissime e complicate da varici di grado marcato e grave compromissione trofi ca. Apparato endocrino: diabete mellito in classe IV complicato da arteriopatia ostruttiva con grave claudicatio; obesità di grado grave associata a complicanze cardiovascolari e respiratorie.Apparato respiratorio: dispnea dopo sforzi di lieve entità risultante dai test di funzionalità respiratoria.Apparato digerente: epatopatie in fase avanzata con ipertensione portale ed encefalopatia porto-sistemica. Organi di senso: ciechi totali e ventesimisti.Apparato psichico: deambulazione afi nalistica derivante da quadri di severo deterioramento mentale o da altre forme psicopatologiche.Malattie infettive: AIDS conclamato.Patologie neoplastiche: forme in fase avanzata comportanti marcata astenia sia dalla gravità della patologia di base e/o conseguente all’effettuazione di specifi che terapie sia dovuta ad alterazioni di tipo secondario».

Rosa San.

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9 Febbraio 2013BasilicataREPORT

Editore Publicom S.r.l.Direzione - Amministrazione - redazioneVia Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. [email protected]

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L’ISTANTANEA DI KING BUFFINO

<<Chi nun ndene ‘nu porche, faci la vita ri lu puorche>>

(“Chi non aveva il maiale, era commiserato”) Avigliano (Pz)

IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA

L’invio di materiali (testi, fotografi e, disegni etc.), alla redazione di “Controsenso Basilicata” e all’editore “Publicom”, deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione per qualsi-asi fi ne ed a titolo GRATUITO, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione GRATUITA su qualsiasi supporto, cartaceo e non, e su qualsiasi pubblicazione della Publicom. Testi, disegni e fotografi e inviati su supporto cartaceo non verranno restituiti.

Guardia di Finanza di Potenza, controlli fi scali 2012: irregolare circa

un contribuente su tre

Il 30% dei controlli su scontrini e ricevute fi scali in tutto il territorio della provincia di Potenza è risultato irregolare. E’ questo il bilancio relativo ai controlli in materia di scontrini e ricevute fi scali effettuato nell’intero anno 2012 dai Reparti dipendenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Potenza.In particolare, sono stati controllati, globalmente, nr. 2896 esercizi, rilevando nel 23% dei casi, la mancata emissione del documento, scontrino o ricevuta fi scale, certifi cativo dei corrispettivi incassati, e nel restante 7% dei casi l’emissione di un documento fi scale con importo inferiore al riscosso. Sono stati scoperti, inoltre, nr. 18 lavoratori in nero. Anche nei primi mesi dell’anno in corso è confermato il trend ora segnalato, con il verifi carsi di episodi particolarmente signifi cativi.Nella prima mattinata di sabato 02 febbraio u.s., infatti, militari della dipendente Compagnia di Potenza constatavano che un noto soggetto, esercente l’attività di “parrucchiere per uomo” in un “salone” ubicato in una delle vie principali del centro storico di Potenza, non aveva consegnato ad un cliente la relativa ricevuta fi scale a fronte dell’avvenuta prestazione lavorativa e, pertanto, provvedevano a redigere il conseguente “verbale di constatazione” con esito irregolare.La pattuglia operante continuava il proprio servizio nell’ambito del centro storico del capoluogo di Regione e, quasi al termine del turno di lavoro, mentre si accingeva a rientrare alla caserma di Corso Garibaldi, ripassava davanti all’esercizio commerciale sopra menzionato proprio mentre stava uscendo un cliente, appena servito.Quasi per un rifl esso condizionato, i militari chiedevano al suindicato avventore se gli fosse stata rilasciata la ricevuta fi scale, ricevendone risposta negativa. Pertanto, gli operanti accedevano nell’esercizio commerciale in argomento e provvedevano ad elevare un altro “verbale di constatazione” con esito irregolare nei confronti dell’artigiano recidivo.

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9 Febbraio 2013Basilicata

UNIBAS: L’INGEGNERIA SISMICA AL SERVIZIO DEL MONDOIntervista all’Ingegnere Ponzo che ha messo in piedi un particolare

strumento capace di rilevare lo stato di salute degli edifici prima, durante e dopo un evento sismico

di Luca Santoro

Ormai lo sappiamo da tempo, la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata, oggi Scuola di Ingegneria, è una delle migliori d’Italia con punte di eccellenza per quanto riguarda l’Ingegneria sismica. Più volte in passato ci siamo occupati di queste tematiche aprendo le porte ad un mondo fi no a quel momento sconosciuto. Questa settimana abbiamo incontrato il prof.Felice Carlo Ponzo docente di Tecniche per le Costruzioni e ideatore di un particolare prototipo capace di rilevare in pochi minuti se un edifi cio ha subito dei danni a seguito di un evento sismico.Ing.Ponzo può spiegare ai nostri lettori come è nata l’idea?“Quello che normalmente avviene a seguito di un terremoto è che una serie di tecnici , più o meno esperti, vengono mandati sul luogo dell’evento per fare la classica valutazione di agibilità e/o di vulnerabilità delle strutture. Questo, ovviamente, è legato anche alla competenza dell’Ingegnere. Molto spesso l’esperienza gioca un ruolo fondamentale, ma in alcuni casi potrebbe non bastare. Può accadere ad esempio che vi siano strutture con controsoffi ttature, pannelli,

tamponature che non rendono immediatamente visibile il danno strutturale. Noi non ce ne accorgiamo ma, anche quando sta ferma, la struttura in realtà si muove perché sollecitata dal rumore ambientale, dal vento, dal traffi co, dalle onde oceaniche. Arrivano quindi una serie di micro onde che sono in grado di far vibrare gli edifi ci. Partendo da questi presupposti ci siamo inventati questo particolare strumento che è oggettivamente in grado di rilevare l’entità del danno che l’edifi cio ha subito a seguito della vibrazione. È un po’ come un elettrocardiogramma, dal modo in cui registriamo le vibrazioni siamo in grado di stabilire se la struttura ha subito un danno. Questa tecnica utilizzata normalmente in laboratorio abbiamo pensato di esportarla anche all’esterno ovviamente semplifi candola. A questo punto abbiamo messo in opera un sistema di monitoraggio che consiste nel mettere un solo strumento (una scatolina) in testa all’edifi cio. Questa scatola mentre è in funzione acquisisce il modo di vibrare della struttura, di conseguenza se arriva un terremoto la scatola memorizza quella che era la condizione precedente, quella durante e quella successiva all’evento

calamitoso. Confrontando i dati riusciremo a rilevare il danno, quindi anche lì dove a primo impatto e ad occhio nudo non vedo una lesione lo strumento è in grado di rilevarla inviandoci un segnale di allarme”.In che modo vengono registrati questi dati?“Lo strumento per prima cosa memorizza l’ora dell’evento, di seguito memorizza la posizione geografi ca attraverso un GPS posto all’interno e, infi ne, memorizza un dato che può essere rappresentativo dell’intensità del danno. In automatico dopo un paio di minuti dall’evento questa scatola invia, in vari modi, via satellite, via wirelless, via

telefono, il dato sintetico”.Da chi è stata utilizzata questa tecnica?“Questa tecnica oggi è stata adottata dalla Protezione Civile che sta monitorando circa 150 scuole in tutta Italia. Al momento l’idea è quella di estendere questa tecnica a tutti gli edifi ci pubblici e in un secondo momento, visti i costi che tenderanno a ridursi (da 5mila euro contiamo di scendere a 1500 euro), anche ai privati”.Come mai su queste tematiche vi è sempre poca informazione?“Finché non c’è anche una formazione per l’utilizzo del prodotto è diffi cile divulgare la notizia. Proprio in questa ottica abbiamo organizzato

un corso di formazione che è terminato qualche giorno fa. In questo modo abbiamo reso partecipi gli altri colleghi e soprattutto li abbiamo messi a conoscenza di questa nuova tecnica. Finita quindi questa fase sperimentale, arriva il momento di estendere le informazioni anche agli altri. Per fare ciò è necessario che la tecnica venga semplifi cata in modo tale che chiunque possa utilizzarla. Se rimane un cosa ipercomplessa, per cui solo lo specialista la sa utilizzare, alla fi ne serve poco o a nulla. Invece lo sforzo che è stato fatto nell’ambito anche di alcuni progetti di ricerca molto importanti tra cui il progetto RELUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) a cui l’Unibas ha partecipato come socio fondatore, è stato proprio quello di avviare il processo di semplifi cazione. Stiamo parlando di un network di laboratorio di cui fanno parte Potenza, Napoli, Pavia e Trento. Questo network oggi gestisce i fi nanziamenti della ricerca in campo di ingegneria sismica. I fondi che la Protezione Civile mette a disposizione vengono da noi gestiti per la coordinazione univoca degli interventi. In sostanza la ricerca italiana dell’ingegneria sismica è coordinata da un unica

regia ottenendo una ricerca molto più effi cace e meno dispersiva”.Avete avviato collaborazioni anche con paesi esteri? “Negli anni abbiamo avviato collaborazioni con paesi come la Nuova Zelanda e Nepal, nazioni a forte rischio sismico che per prime si sono mosse nello studio dell’Ingegneria sismica. Oltre a questi paesi collaboriamo costantemente anche con la Grecia, la Turchia e il Portogallo. Addirittura in Nepal abbiamo simulato un microterremoto radunando mille studenti che, attraverso un salto simultaneo, ci hanno permesso di testare il nostro prototipo e di rilevare la vibrazione e l’eventuale danno che la scuola ha subito”.Molto spesso la nostra Università regionale viene considerata di serie B rispetto ad altri Atenei, qual è il suo giudizio in merito?“L’Unibas è una risorsa importantissima per questa Regione. Noi lucani siamo bravissimi ad autodemolirci senza sapere che abbiamo una serie di eccellenze che quotidianamente collaborano con tutto il mondo. Chiudo questa intervista sottolineando che gran parte della normativa vigente per le tecniche per le costruzioni è nata in questa università, in questo laboratorio.

il Prof. Ponzo e un suo collaboratore

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9 Febbraio 2013Basilicata

Elogio delle Camere di Commercio (Il riscatto della sobrietà, dell’operatività e della trasparenza)

di Lucio Tufano

Hanno compiuto 150 anni della loro esistenza, attraverso

epoche diffi cili e in condizioni disagiate, in una delle regioni più povere del Mezzogiorno. Occorre dire, in loro onore e vanto, che esse hanno operato senza mai essere tacciate di sperperi o di cattiva gestione, intervenendo con idee, proposte e azioni, in tutte quelle epoche che hanno contrassegnato il calendario della loro mai ininterrotta attività, malgrado gli esigui bilanci sorretti dalla riscossione della imposta camerale. Una lunghissima storia di proponimenti, interpretazioni, sostegni alle categorie imprenditrici, interventi nei settori competenti dell’industria, del commercio, dell’agricoltura e dell’artigianato, d’impulsi e mobilitazione, contribuendo alla crescita della regione e dando contributi alla politica e alla democrazia. Hanno sostenuto una maggiore effi cienza delle comunicazioni ferroviarie, rinvigorito la storia delle tradizioni con la raccolta e la revisione degli usi e delle consuetudini, hanno offerto assistenza alla creatività popolare ed imprenditiva con la istruttoria di tutte le richieste al Ministero di riconoscimenti delle invenzioni di brevetto e marchi di fabbrica, hanno alimentato e coordinato date, luoghi e circostanze per le fi ere e i mercati nella regione.Hanno fra l’altro adottato, appoggiato e sostenuto iniziative utili, al commercio, alla industrializzazione, alla agricoltura e all’artigianato, elaborando e promuovendo interventi e realizzazioni, mostre e studi in favore dei relativi settori e delle loro categorie. Già nel 1895 la classe dei commercianti di Potenza, che annovera consiglieri comunali come Paolo Bruno, Vincenzo Ricciuti, Francesco Rizzi, Carlo Torrente e Antonio Zirpoli, orologiai, Salvatore Vicario, Michele Marino, Gerardo Bruno, Michele Pergola, Bonaventura Mancinelli, farmacista, assieme a proprietari agricoli, ad esponenti borghesi ed eminenti per-sonalità potentine, partecipa

alle elezioni della Camera di Commercio, Agricoltura e d’Arti. Questo malgrado la perenne miseria che assedia la città e la provincia. Intanto sono in corso gli esperimenti di luce elettrica, e si smobilitano i fi ochi fanali a petrolio. Due globi in piazza Prefettura rischiarano le grandi facciate del Teatro Stabile e del Palazzo del Governo, e l’accesso al noto caffè-Riposto di don Michele Pergola, sin dal 1894 a cura delle imprese Rinonapoli e Attolini. La stampa (La Giovine Lucania), con ironia, allude al popolo che, se non ha lavoro e non ha pane, ha in compenso acqua buona e luce elettrica. Intanto si aspetta in città il reggimento come un toccasana. La Camera di Commercio ne fa una questione di vitale importanza al fi ne di sollevare le condizioni economiche e locali, e invia una petizione al re. Esponente della borghesia agraria, l’allora Presidente Nicola Branca, fratello del più noto Ascanio, deputato di Potenza, ministro ai Lavori Pubblici e relatore al Parlamento dell’inchiesta sulle condizioni dei contadini, Jacini, nella sua relazione sugli anni 1895-96 , a 37 anni dalla avvenuta Unità, inviata al Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, lamenta la disastrosa situazione della Basilicata. La responsabilità – scrive Branca – è delle banche che, con il pretesto di sostenere indu-strie inesistenti e con l’agevolazione dello scambio dei prodotti, hanno provocato la ressa agli sportelli e la catastrofe nei settori portanti dell’economia. Già nel 1881, questa Camera – scrive – ebbe a presentare la situazione 1789-80, ma nessuna altra pubblicazione, né disposizione legislativa ha più sollevato la questione, tant’è che si è arrestato ogni progresso, si è raggiunta una deplorevole decadenza, si è ferito a morte il commercio, si è ridotta all’estremo la industria locale, s’è deperita l’agricoltura …Nonostante tutto però, la Camera di Commercio di Potenza, dopo aver svolto ruoli fondamentali e di fattivo protagonismo nelle tappe più signifi cative della visita di Giuseppe Zanardelli in Basilicata e

dopo essersi resa interprete della legge 31.03.1904, nelle possibili sue applicazioni e realizzazioni, in uno sperato ordine di cose “il principio della nuova marcia di popolo verso il progresso, constata come le aspettative della legge stessa fossero state deluse perché emanate senza approfondire le reali condizioni della regione”. Ha in seguito, sulla base della stessa legge Zanardelli, incitato ministri e deputati, perché un progetto di riforma si approvasse. E nel febbraio del 1908 presenta al Governo un ordine del giorno, nel maggiore interesse della Provincia. Nel 1912 la Camera di Commercio e d’Arti diviene Camera di Commercio e Industria di Potenza, svolgendo «più che in precedenza – come scrive Lerra a proposito dei 140 anni – un ruolo di primo piano, nell’alveo di una cultura

politico-istituzionale di sempre più chiara e concreta impronta riformista».

Fedeltà al lavoro e al progresso economico

Le prime manifestazioni di premiazione avvengono negli anni 1953 e 1954, con la pre-sidenza di Pietro Scognamiglio, le presenza del

prefetto Edoardo R o t i g l i a n o , dell’arcivescovo A u g u s t o Bertazzoni e di altrre autorità. In quella del 1954 partecipa anche Emilio Colombo, ministro dei lavori pubblici. Il presidente S c o g n a m i g l i o pone in risalto il signifi cato di esse come “pubblico e uffi ciale r iconoscimento dello sforzo

silenzioso e tenace che lavoratori e imprenditori compiono nel corso della loro lunga attività”. La Camera di Commercio di Potenza è oggetto di plauso e di r ingraziamento da parte del p r e s i d e n t e degli artigiani, Gerardo Piro e del presidente dei c o m m e r c i a n t i , Gerardo Marchesiello.Assieme ai lavoratori ed alle imprese, sono stati premiati con medaglie d’oro gli impie-gati della stessa Camera con oltre 25 anni di servizio, a cominciare dal suo direttore ‘Upic’ e segretario generale, Prospero Ciminelli; Antonio Falvella vicesegretario generale e capo ragio-niere; Eugenio Vicario, del ruolo

dei ragionieri ed Erminio Labella, archivista con funzioni di economo. Questa manifestazione si tiene ancora oggi e rappresenta uno dei momenti sociali più interessanti, nell’incontro che la Camera di Commercio organizza con gli imprenditori e i la-voratori. S’intende così sottolineare il valore del lavoro nelle sue diverse forme, da quello im-prenditoriale a quello dipendente, testimonianze entrambe dell’impegno profuso al servizio dell’economia locale.

La IDENTITÀ secondo il presidente Pasquale Lamorte

Che cosa sono, cosa sono state e che cosa rappresentano le Camere di Commercio lo spiega il presidente Pasquale Lamorte quando, nel porgere la recente pubblicazione “La Camera di Commercio di Potenza – Territorio,

Risorgimento, Sviluppo” a cura di Antonio Lerra, scrive: «La Camera di Commercio di Potenza è protagonista da 150 anni sul territorio dapprima regionale e poi provinciale. L’Ente riveste, da sempre, un ruolo propulsore a fi anco e a sostegno delle imprese per favorire e promuovere lo sviluppo economico. L’azione è costante e accompagna, orienta, supporta, si fa interprete delle istanze degli operatori. Perché, come loro, la Camera ha nel proprio DNA una propensione al cambiamento cui ha certamente contribuito lo status particolare, caratterizzato da due anime: quella amministrativa e quella promozionale. Queste caratteristiche hanno fatto sì che la struttura, l’ordinamento e le funzioni dell’Ente siano sempre stati sensibili e reattivi alle oscillazioni dei rapporti tra Stato e mercato, tra potere politico e potere economico, tra politica e società».

IL RISCATTO DELLE DELIBERE

E se alle Camere di Commercio fosse stata attribuita la facoltà di legiferare, avendo più delle Regioni i loro lunghi percorsi d’indagine e di acquisizione delle realtà territoriali ed eco-nomiche? Oggi si discute sull’abolizione di alcune province e se ne discute sin dal momento dell’approvazione della nuova Carta Costituzionale con la maggioranza dell’Assemblea Costituente che palesò la sua contrarietà. La presenza della Provincia e ancora fortemente sentita dalle nostre popolazioni, volerne interrompere i battiti – scrive Franco Lisanti –

solo perché sono necessari i tagli alla spesa pubblica, è una operazione che lascia sconcertati e smarriti i cittadini che si sono sempre identifi cati in essa, anche per l’impegno profuso da tanti amministratori che hanno amministrato solo attraverso atti amministrativi dignitosi e sobri come le delibere. È anche questa la storia delle Camere di Commercio, che hanno supportato e condiviso le sorti della nostra regione con una pratica laboriosa e sobria. È la storia di un potere locale che ha amministrato, passo per passo, decisione per decisione, giorno per giorno attraverso la emanazione di delibere, atti amministrativi che contengono precise dichiarazioni di volontà espresse da organi collegiali, dopo una dovuta rifl essione e in seguito ad approfondita discussione. In altri termini le delibere sono state anche provvedimenti che diffi cilmente hanno affi -dato poteri fi nanziari agli stessi amministratori – come accade nelle Regioni – o che decidono gli sperperi di grosse somme per futili motivi. Sono atti amministrativi responsabili, stabiliti da un collegio o da un gruppo di persone investite di cariche pubbliche e dopo un’attenta ed opportuna disamina. Essa comporta la comprensione dello scopo e la sua necessità, le deliberazione, la decisione, l’esecuzione. Deliberazione e decisione implicano l’importante nesso tra libertà e disciplina. Più che da leggi “pro domo mea”, le nostre città, le nostre province e la nostra Basilicata sono state governate ed amministrate da delibere, giacché le leggi provenivano da organi dello Stato centrale.

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9 Febbraio 2013Basilicata

Matera, quel verde pubblico “mangiato” dal cementoPrevista la costruzione di un complesso residenziale in Via Dante, grazie a un atto controverso del Comune

di Biagio Tarasco

Un permesso a costruire rilasciato dal dirigente del settore Gestione

del territorio del Comune di Matera contro cui nei mesi scorsi sono piovute le critiche di alcune associazioni ambientaliste. Le quali, dopo essere state ignorate d a l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e comunale, hanno alzato il tiro presentando un ricorso al Tar della Basilicata. Il permesso contro cui è stato puntato il dito è quello con cui si è provveduto a cambiare la destinazione d’uso di un’area da “verde pubblico”, situata in via Dante, a “residenziale” (dove è ora prevista la costruzione di un complesso residenziale con

locali commerciali) mediante la delocalizzazione di volumi rivenienti dall’ex opifi cio industriale “Mulino Alvino”. Le associazioni materane che hanno presentato ricorso, tramite i loro presidenti, sono Città Plurale e Mutamenti a Mezzogiorno, a cui si sono uniti anche alcuni cittadini residenti nei pressi dell’area di via Dante su cui sorgeranno le nuove costruzioni. “Ci chiediamo -ha detto Pio Abiusi di Città Plurale- se sia possibile che la destinazione a verde pubblico di un’area venga modifi cata con un semplice permesso di costruire del dirigente di settore o se, invece, non debba transitare dal Consiglio Comunale, così come prevede il Testo Unico dell’Edilizia di cui al

Dpr n. 380 del 2001”. Le due aree interessate sono ubicate in zone della città di Matera notevolmente distanti fra loro. L’area relativa al Mulino Alvino è urbanisticamente qualifi cata come “Area Extraurbana a Disciplina Pregressa” e rientra in area Sic (Siti di interesse comunitario) denominata “Gravine di Matera”. “I progetti in aree Sic - ha spiegato Abiusi - sono da sottoporre a Vinca, vale a dire Valutazione di Incidenza Compatibilità Ambientale, allo scopo di salvaguardare l’integrità di particolari siti. L’area di Via Dante interessata, invece, ricade in gran parte nell’area verde del Piano regolatore”. Lo scorso settembre l’uffi cio Urbanistica del Comune di Matera ha

c o m u n q u e espresso parere f a v o r e v o l e all’operazione v a l u t a n d o positivamente, tra le altre cose, la circostanza che il bilancio ambientale ed u r b a n i s t i c o dell’intervento, che sarà realizzato da u n ’ i m p r e s a m a t e r a n a , risulta positivo in relazione: a l l ’ in te resse s t o r i c o -culturale del m a n u f a t t o edilizio che

viene recuperato; a l l ’ i n t e r e s s e p a e s a g g i s t i c o v o l t o all’eliminazione di preesistenze precarie e degradate ed al t r a s f e r i m e n t o di minori v o l u m e t r i e in zona non v i n c o l a t a . L ’ i m p r e s a c o s t r u t t r i c e si è obbligata nei confronti del Comune di Matera a realizzare, a propria cura e spese e senza s c o m p u t o di oneri, la s i s t e m a z i o n e a standard nell’ambito di via Dante e la s i s t e m a z i o n e esterna dell’area dell’ex Mulino Alvino. Le associazioni ambientaliste, tuttavia, sostengono che sulle aree a destinazione verde pubblico è vietato qualsiasi intervento edifi catorio, eccetto gli interventi di trasformazione fi nalizzati alla tutela e alla conservazione dei caratteri paesaggist ico-ambiental i esistenti. “L’area del Mulino Alvino - ha concluso Abiusi - è area extraurbana, mentre l’area di via Dante è urbana. Non è concepibile delocalizzare gli standard

urbanistici da un’area urbana in un’area extraurbana. Ragionando in questi termini si potrebbe consentire la traslazione del verde pubblico cittadino in ambiti esterni alla città, creando così il paradosso di una città completamente cementifi cata, senza verde pubblico, con gli spazi verdi solo al di fuori del perimetro di essa”. Un paradosso che Italo Calvino, l’autore de “Le città invisibili”, ha già affrontato in un suo racconto, in cui ha narrato che l’umanità

è stata creata con l’unico scopo di sommergere con il cemento ogni angolo di terra. Dopo di che, portata a termine la sua missione, è condannata a estinguersi.

Protesta “civile” degli avvocati materani sulle soppressioni

In una lettera inviata al Ministro della Giustizia, al

Csm e ai tribunali di Matera e Potenza l’associazione di Avvocati lucani “Autonomia Forense” traccia un bilancio sull’anno appena trascorso che sarà ricordato nella storia giudiziaria per l’intervenuta revisione delle circoscrizioni, e che ha fatto registrare la soppressione della sede distaccata di Pisticci. “Il mancato funzionamento di questo uffi cio –sottolineano gli avvocati nella nota- soprattutto con riferimento al processo civile, è un dato incontrovertibile. In passato si sono registrate iniziative anche clamorose quanto meno per la copertura degli organici, ma senza alcun successo. Nel corso del tempo alcuni settori di attività sono stati trasferiti alla sede centrale. Ma ciò non è stato suffi ciente. Nello scorso novembre, a fronte della mancanza di cancellieri, il Presidente del Tribunale ha disposto il trasferimento di tutto il processo civile a Matera. Avverso questa decisione sono stati proposti due ricorsi al T.A.R.. Il primo solo dal Comune di Pisticci, su 20 comuni ricompresi nella competenza territoriale della Sezione Distaccata, ed il secondo da appena 43

avvocati, a fronte degli 853 iscritti all’Ordine di Matera, tutti direttamente interessati alla vicenda. Con recente sentenza il T.A.R. Basilicata ha annullato il provvedimento sottolineando tre aspetti. Il primo è che il Presidente del Tribunale potrebbe trasferire gruppi omogenei di processi e non tutto il settore civile; il secondo è che il 3 settembre la sezione sarà in ogni caso soppressa; il terzo è che le disposizioni contenute nel decreto legislativo sono in linea con la delega votata dal Parlamento. Così riassunti i termini della questione, si tratta di stabilire se in un tale quadro sia opportuno o meno il temporaneo ritorno del processo civile alla sede di Pisticci. Occorre poi intrattenersi su altra, non secondaria, questione e cioè se anche dopo il 13 settembre sia opportuno o meno utilizzare per i prossimi 5 anni sedi periferiche rispetto alla sede centrale posta nel Comune di Matera. A questo bisogna aggiungere la perdita di due magistrati, per il Tribunale di Matera, in base alla nuova pianta organica dei tribunale, predisposta dal Dipartimento Organizzazione Giudiziaria del Ministero. Di conseguenza, stante la

necessità di accentrare le attività giurisdizionali per la riduzione dei magistrati oggi disponibili, si impone l’immediato trasferimento presso la sede centrale di Matera anche del settore penale per evitare la paralisi

e la prescrizione dei processi. Il paventato utilizzo di altri edifi ci in comuni diversi dal capoluogo signifi cherebbe far rivivere artifi ciosamente le sezioni distaccate. Ed è bene ricordare che queste sono state soppresse non per

mancanza di idonei locali ma per insuffi cienza, non colmabile, di magistrati e personale amministrativo. Contro un tale disegno, dannoso per gli avvocati e i cittadini, ci batteremo con grande fermezza così come

abbiamo fatto per evitare la vendita, che abbiamo evitato, del Palazzo di Giustizia di Potenza”.

Gio. Mart.

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9 Febbraio 2013Basilicata

La crisi si accanisce sulle fontane a zampillo di Potenza

Quando due opere di un certo rilievo, come la fontana a zampillo della

rotatoria di Via Di Giura e quella spettacolare di Piazza Vairo a Bucaletto, completate già da diversi mesi, non riescono a far zampillare le loro acque, ci facciamo una domanda molto semplice e la rivolgiamo al nostro amato sindaco della città. Non possono funzionare perché l’acqua scarseggia o bisognerebbe attendere i risultati delle elezioni?...Se si sono investiti centinaia di milioni di euro grazie ai fi nanziamenti europei e queste non vengono riattivate, ci vien da pensare che evidentemente qualcosa non ha perfettamente funzionato.

Cav. Francesco Fanì

L’importanza di un “catasto” per le strade provinciali

Alla fi ne dello scorso anno durante la tradizionale conferenza stampa per

presentare il bilancio dell’attività svolta l’amministrazione Provinciale di Potenza ha preannunciato la costituzione del “Catasto” delle strade provinciali, circa 2.600 km, ed uno studio sul dissesto idrogeologico riferito proprio alla rete stradale provinciale, in una regione ai primi posti quanto a rischio frane e smottamenti è una iniziativa che merita essere incoraggiata. Con le sempre più scarse risorse fi nanziarie a disposizione degli Enti locali l’iniziativa della Provincia di Potenza coniuga due esigenze fondamentali: un signifi cativo risparmio e l’accresciuta sicurezza sulle strade di sua competenza, senza contare che quest’attività si coniuga anche con i piani della nostra Protezione Civile e con le attività delle Autorità di bacino.Da non trascurare il fatto che con questi progetti si mettono in moto sinergie di due importanti presidi lucani quali l’Università e CNR concedendo buone opportunità ai ricercatori di casa nostra. Consapevoli dell’importanza delle vie di comunicazione nell’ottica di un eventuale sviluppo, deve pur fi nire questa stramaledetta crisi, abbiamo voluto approfondire cosa

effettivamente sta per mettere in atto la Provincia di Potenza.Su circa 1.500 km dei 2.600 che costituiscono la consistenza delle strade in capo all’ente provinciale si opererà una ricognizione lungo il percorso di oltre la metà delle strade provinciali che porterà successivamente a implementare il Catasto delle strade provinciali, non dimentichiamo che da qualche anno molte strade statali sono diventate provinciali. L’archivio digitale sarà molto utile per pianifi care interventi di manutenzione preventiva e si potranno sicuramente prevenire fenomeni più devastanti quali frane e smottamenti con gran risparmio di risorse e con meno disagi per l’utenza.In pratica si dà esecuzione ad un accordo di programma tra Regione Basilicata e Provincia di Potenza per la tutela e la salvaguardia della viabilità provinciale mediante l’utilizzo di fondi rivenienti dal POR FESR Basilicata 2007 – 2013. Il progetto si basa su sinergie fra il Dipartimento Ingegneria e Fisica dell’Ambiente (DIFA) dell’UNIBAS e l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (IMAA) del Consiglio Nazionale delle ricerche che attraverso una convenzione che ha l’obiettivo di attuare gli interventi necessari al ripristino

della transitabilità e sicurezza viaria, è stato stilato un progetto per la “Valutazione del rischio i d r o g e o l o g i c o combinato (frane ed alluvioni) e del relativo grado di esposizione della rete stradale della Provincia di Potenza”. Il costo del l ’operazione è di 1.200.000 euro, 600 mila da utilizzare per dare attuazione alla convenzione fra DIFA, CNR e Amministrazione Provinciale e gli altri 600.000 euro per mettere in piedi il Catasto delle strade provinciali.La Provincia si

impegna a fornire il supporto tramite il proprio personale e attraverso la fornitura delle banche dati territoriali georeferenziate, DIFA e CNR metteranno in campo tutta una serie di attività volte alla redazione di una banca dati del sistema informativo del rischio idrogeologico connesso alle infrastrutture delle stradi provinciali.Le tecniche utilizzate sono avanzatissime come il GPR (Ground penetrating Radar), HS (Hyperspectral Spectroscopy), TIR (Termal Infrared) e GBSAR (Ground Based Synthetic Aperture Radar) con cui si saggerà la struttura di ponti, cavalcavie, muri di sostegno, si valuterà lo stato di conservazione dello strato stradale (bitume e sottofondo), saranno impiegate altresì tecnologie di osservazione tramite satellite.In 24 mesi il progetto dovrà terminare e si avrà a disposizione uno strumento utilissimo, per prima cosa si avrà chiaro il quadro della “salute” delle strade provinciali, in effetti si stilerà una sorta di “cartella clinica” per ognuna delle strade provinciali oggetto dell’indagine che consentirà al “medico” di predisporre la terapia più appropriata ma, soprattutto, si potrà operare per prevenire malattie ben più gravi, si potranno pianifi care gli interventi dando priorità alle situazioni più urgenti e di sicuro si potrà avere un bel risparmio che in tempi di vacche magre consentirà di fare solo interventi mirati a razionalizzare le risorse. Considerate le disastrate condizioni delle strade del capoluogo di Regione, una rete di circa 600 km, quasi un quarto della rete di strade provinciale, è consigliabile che il Comune di Potenza segua l’esempio dell’Ente guidato da Piero Lacorazza per reperire adeguati fondi per monitorare lo stato di salute delle strade comunali soprattutto quelle che collegano le tante contrade cittadine alcune delle quali colpite da dissesto idrogeologico come testimoniano le frane e gli smottamenti che ne limitano la fruibilità.

Ecco i piani operativi annuali del Comune di Potenza

per le aree rurali Disponibili fondi per oltre

duecentomila euro per i Piani operativi annuali del Comune di Potenza, destinati allo sviluppo delle infrastrutture nelle zone rurali. A darne notizie il Sindaco Vito Santarsiero e l’assessore alla Viabilità Antonio Pesarini, precisando come si sia giunti all’assegnazione dei fi nanziamenti al termine di un articolato percorso interistituzionale. Si tratta di fondi rivenienti dalla legge regionale 97/94 e relativi agli esercizi fi nanziari che vanno dal 2004 al 2008. Grande la soddisfazione espressa dagli amministratori per il risultato ottenuto, soprattutto nell’attuale situazione che vede gli enti

locali attraversare un periodo di grosse ristrettezze economiche. Tale intervento riguarda la infrastrutturazione e la viabilità nelle popolose contrade di Torretta e Avigliano Scalo, laddove si erano registrate le richieste più pressanti da parte dei residenti. Prosegue l’azione dell’assessore alla Viabilità Antonio Pesarini tesa alla ricerca dell’ottenimento di fondi extracomunali, per far fronte alle numerose criticità che si registrano nei circa 400 chilometri di aree rurali. “Per la manutenzione di queste ultime la somma a disposizione risulta essere di duecentomila euro, dunque suffi ciente solo a coprire le situazioni di emergenza. E’ inoltre in atto

un’interlocuzione tra assessorato e gli uffi ci regionali ‘Sviluppo del territorio e Infrastrutture, per reperire ulteriori fondi da destinare alle diverse situazioni di dissesto idrogeologico presenti purtroppo nel territorio rurale, soprattutto all’indomani delle recenti e abbondanti precipitazioni atmosferiche”. Appena le condizioni meteo lo consentiranno, una volta espletate le necessarie gare d’appalto, si procederà alla manutenzione straordinaria che interesserà le principali arterie cittadine, corso Garibaldi, via del Gallitello, via delle Medaglie Olimpiche e altre, tra quelle non interessate dagli interventi effettuati nei mesi scorsi.

Potenza senza toponomastica Fortunatamente in questi

ultimi anni si è costruito abbastanza nella città di Potenza, (forse anche troppo) così da poter soddisfare, anche se a caro prezzo, una domanda di casa che è sempre presente in una città capoluogo. Una città che tutto sommato accoglie svariate richieste di alloggi proprio per il suo ruolo nel contesto regionale. Ormai sono di uso comune simboli urbanistici e nomi di nuove strade che danno il senso di

quanti nuovi rioni sono nati in questi ultimi venti anni. Si parla di zona G, C5-C6 ecc., vie di capitali europee, di vie intitolate a poeti e scrittori lucani ecc., senza contare le tante strade a cui è stato assegnato un nuovo nome. Questa premessa è utile per lamentare una carenza grave che è quella della mancanza di una cartina toponomastica della città, visto che l’ultima pubblicata è ormai poco aggiornata. Si spera che il Comune senta il dovere di

provvedere a dotarsi di uno strumento minimo, almeno per non farci una fi gura di ignoranti quando qualcuno ci chiede delle informazioni sulle nuove strade. Un suggerimento: sarebbe utile anche indicare sulla stessa i siti di interesse pubblico come ad esempio uffi ci pubblici, ospedale, carabinieri, polizia ecc.

Rocco Casella

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9 Febbraio 2013BasilicataCONTROSENSO SCUOLA

GOOD BYE TO LARGE FAMILIES(LA FAMIGLIA SI STRINGE)

l a r r yade1@gma i l . com

Italy is the one country in the whole of Europe which has the least birth rate in

recent years. The average of child birth per family is around one! This is unbelievable but it is true. It is surely nothing to do with the Women’s Liberation Movement of the late Sixties because the Brits, Germans and French have more child birth per capita. So why are Italians having less and less children? There are

different factors leading to this phenomenon. Firstly, unlike their British and northern European counterparts the ‘‘children’’ - the young adults do not leave home until they are in their mid 30s if at all they do. The Italian young adults do not feel confi dent enough as to leave home and fi nd their way in the jungle of hustling social life. The reason for staying longer under the same roof as the parents for such a long time is not far fetched. The parents themselves, especially the mothers, never want their ‘‘child’’ away from underneath their skirts. They selfi shly think that their child is their property and who would like to lose his/her property? Nobody. Without knowing it they ‘‘drug’’ their children to be dependent on them in all senses: socially, psychologically and even fi nancially. But let us go back to our topic of thin family of today in comparison to the large one of the recent past. The large one used to consist of two or three generations but with many children in each ‘nuclear family’. They would have lots of aunts and uncles but they

would not know their grand parents or great-grandparents because people didn’t use to live as long as we do today. The ‘’family’’ of the future will be ‘’thin’’ and ‘‘long’’, there will be few children (only one if in Italy) but it will have three to four generations in the same nucleus. Being cuddled in the middle of your grandparents and great-grandparents together with your parent of course you won’t be willing to go out to the hassle of everyday life. Every necessity of yours is provided for by these parents and grandparents around you and since you may not have

any brother or sister or at most a sibling, you will be spoilt. Let’s take for instance that you even want to go away, the social, political and labour situation in Italy is not encouraging enough to guarantee a comfortable life for you. The hope of having permanent job place - posto fi sso - is now a dream. The government - be it left, right wing or whatever is in between - do not want to send elders on pension. The pension age is lengthen because of lack of funds to pay for the pension since the adults live longer (Italy is one of the European countries with

longevity record especially within female sex). But if we do not put the new generation into productivity how would they pay their pension scheme which is supposed to fund the payments for those who are in their 50s today? There is going to be a point and time when the INPS - the Italian Health and Pension Organization - will literally be without funds to pay the future elders due to the fact that the new generation are not able to contribute money today. And how would they? They are not been given a job! The predictions of the growing number of ‘‘thin’’ families instead of the ‘‘large’’ one are also due to the following reasons: many children of today being an only child will not have many cousins and may grow in an isolated ambience resulting in being selfi sh. The easy and quick divorce proceeding will help with children having stepmothers or stepfathers, half-brothers and half-sisters because one or the other of their divorced parents will eventually re-marry. This also may cause some sort of ‘‘boomerang children’’

who would come back home after divorcing with their partners and ‘‘mamma’’ will take them back with arms wide open. So there will be more single-parent families with all the psychological effects it will carry with it. The cost of the house today will eventually force young couples to continue to live in the house together with their parents or grandparents. In other words all under the same roof sharing the pension of the grandparents, taking possession of the parents or grandparents house even before they pass-away.Considering how things are at the moment; socially, fi nancially and work-wise and taking into consideration that children are simply expensive to bring-up why would anybody be unconscious enough to bear children into this uncertain future life of ours? Enjoy. This week’s proverb: ‘’You can’t teach an old dog new tricks’’.This week’s silly sentence: Sue threw soup at the youth in blue.

La Provincia di Potenza e lo Sport. Assegnati 12 defi brillatori alle scuoleFare delle scuole delle vere

e proprie cattedrali civili è l’obiettivo che, sin dall’inizio dell’attuale consiliatura, la Provincia di Potenza si è dato e per il quale ha cercato di operare, nella consapevolezza che a lungo nel nostro Paese, e le immagini emblematiche del crollo della scuola di San Giuliano e della Domus Gladiatori a Pompei lo testimoniano, sono stati trascurati sia il patrimonio culturale sia gli investimenti in conoscenza. In quest’ottica si colloca il progetto “lo sport e la sicurezza nelle scuole”, parte integrante del programma “Scuole ecologiche in scuole sicure” e della più vasta azione messa in campo dall’Ente per sostenere la pratica sportiva. Fornendo, tra le altre cose, la possibilità a 12 scuole di avere e saper utilizzare un defi brillatore, fatto rilevante anche da un punto di vista culturale, la Provincia di Potenza, per le proprie responsabilità e competenze, si è ritagliata dunque un piccolo spazio, coinvolgendo le scuole, nell’importante iniziativa messa in campo dalla Regione Basilicata e dall’assessorato

alla Sanità per dotare di defi brillatori i 131 comuni del territorio. Lo ha spiegato il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza a concusione del convegno “La Provincia e lo sport”, durante il quale l’Amministrazione ha fi rmato un protocollo d’intesa con Uffi cio Scolastico Regionale, Coni, Basilicata Soccorso 118 Dires, Croce Rossa sezione di Basilicata, Avis di Venosa, Associazione di Volontariato “Insieme” di Potenza e Consigliera di Parità, per incentivare e sostenere iniziative fi nalizzate alla promozione dello sport quale strumento di tutela della salute e del benessere psico-fi sico della persona, di inclusione e integrazione sociale e di recupero dalle dipendenze. Tra gli altri interventi, l’assegnazione da parte della Provincia di Potenza di 12 defi brillatori (Dae) ad altrettanti istituti d’istruzione secondaria superiore (I.is “L. Da Vinci” di Potenza – sede di Avigliano, Iis “Francesco De Sarlo” di Lagonegro – sede di Latronico, Liceo scientifi co “Pier Paolo Pasolini” di Potenza- sede di Laurenzana, Iis Ruggero di

Lauria, Iis “Giuseppe Peano” – Marsiconuovo, Isis “Ten. Remo Righetti” di Melfi , Iis “E. Fermi” di Muro Lucano – sede di Picerno, Iis “Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, Iis “Carlo Levi” di S. Arcangelo, Iis “Leonardo Sinisgalli” di Senise, Iis “Ernesto Battaglini” di Venosa, Istitituto omnicomprensivo di Viggianello), avvalendosi della collaborazione dell’Uffi cio Scolastico Regionale, del Coni, della Centrale Operativa di Basilicata Soccorso (118) e della Croce Rossa Italiana nella individuazione e formazione dei soggetti utilizzatori. A ciò si aggiungono i contributi previsti dal Piano provinciale dello sport fi nalizzati a promuovere attività fi sico-motorie e ludico-sportive fra i soggetti a rischio esclusione. Soddisfazione per la fi rma del protocollo è stata espressa dal direttore di Basilicata Soccorso Libero Mileti, dai presidenti della Cri Basilicata e del Coni regionale, Fernando Moscariello e Leopoldo Desiderio, e dal responsabile dell’uffi cio tecnico dell’Usr (Uffi cio scolastico regionale) ing. Pasquale Costante. Tutti hanno messo in evidenza

l’utilità e la c o n c r e t e z z a del progetto rispetto ad un obiettivo e s s e n z i a l e : formare i c i t t a d i n i all’emergenza, partendo dalle scuole. Nel progetto della

Provincia sono previste inoltre iniziative che mettono insieme sport, inclusione, solidarietà e politiche di genere, come le iniziative sportive destinate a giovani atleti non vedenti e agli ospiti della Comunità “Insieme Onlus” e i corsi di

autodifesa (e altre attività fi siche) riservati alle dipendenti della Provincia di Potenza. Sul rapporto sport e inclusione sono intervenuti il presidente dell’associazione “Insieme Onlus” Maria Elena Bencivenga e il responsabile Eventi e Sport dell’Avis

regionale Mario Giovanni Tamburriello. Lo sport come mezzo di difesa personale, soprattutto per le donne, è il terzo modulo del progetto, illustrato dalla dirigente Maria Cristina Caricati e dalla Consigliera di parità Liliana Guarino.

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9 Febbraio 2013BasilicataSALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

Un italiano su 4 ha problemi di posturaLe posture scorrette nel tempo minano la salute e il benessere

di ben il 25% degli italiani

In genere quando si parla di postura viene spontaneo

il collegamento con il mal di schiena. In realtà questo disturbo è solo la punta dell’iceberg di un insieme di problemi, spesso trascurati o non chiaramente identifi cati, che potremmo defi nire come defi cit biomeccanici di tipo posturale. Già dai 6-7 anni, quando l’individuo ha acquisito un’autonomia motoria ed una sicurezza nella stabilità in stazione eretta, ci si può accorgere delle particolarità posturali e degli eventuali squilibri. Se si identifi ca un disturbo legato a cattive posture bisogna partire da un resettaggio del sistema, impostando i parametri corretti; in molti casi una riabilitazione posturale ed un programma di esercizio fi sico adeguato possono essere di grande aiuto. Durante l’età evolutiva (fase pre-puberale, puberale e

adolescenziale) è sempre consigliabile un controllo

specialistico aiutato dalle biotecnologie (esame analitico del rachide, della deambulazione, esame stabilometrico urografico:distribuzione dei carichi) attraverso il quale si riesce ad individuare t e m p e s t i v a m e n t e uno “SQUILIBRIO POSTURALE”, che potrebbe con gli anni strutturarsi e stabilizzarsi sino ad arrivare all’età adulta quando tutto il sistema posturale oramai riesce a esprimere solo “sintomi e dolori”. E’ in questo periodo che comincia la vera PREVENZIONE, con un lavoro adatto all’età del paziente, al suo stile di vita, ai suoi impegni scolastici ed extrascolastici, e soprattutto all’evolversi continuo del comportamento che cambia attraverso le esperienze di vita. Il trattamento posturale risulta, oramai da decenni,

lo strumento più effi cace nella PREVENZIONE e nella CURA DELLE ALGIE VERTEBRALI E DEI DISMORFISMI DELLA COLONNA.

Metodi e approcci riabilitativi

Esistono diversi approcci metodologici di prevenzione e cura della postura. La maggior parte di essi sono empirici, sviluppati sulla esperienza e sulla pratica professionale, propongono un’utilizzazione più razionale del proprio corpo, più equilibrata e meglio adattata. Tutto ciò consiste in una p r o g r a m m a z i o n e terapeutica adattata ad ogni singolo individuo, dunque un “lavoro su misura”, caratterizzato da grande ascolto e disponibilità verso il paziente. Nella pratica ci si affi da ad una serie di stiramenti, posture, modellature e movimenti articolari adattati ad ogni paziente, a c c o m p a g n a t i da un lavoro “sensitivo” cioè PROPRIOCETTIVO: presa di coscienza delle diverse posizioni del corpo nello spazio, delle contratture muscolari, dei differenti funzionamenti del corpo, ecc.

Altra tendenza è prescrivere il trattamento con ausili, quali busti ortopedici e plantari, affi ancandolo allo svolgimento di un programma di terapia posturale, sia nei casi clinici più lievi quanto in quelli più importanti come le scoliosi.

Di recente, l’applicazione Clinica delle Moderne Bio-Tecnologie, ha sviluppato protocolli nella diagnosi, nella prevenzione, nella riabilitazione dei disturbi della Postura a partire dalla conoscenza che cambiamenti strutturali e funzionali del sistema vertebrale, del cingolo scapolare e del cingolo pelvico sono potenziati da feed-Backs neuro-motori presenti in engrammi cerebrali e sono infl uenzati dal sistema bio-energetico.

La terapia posturale

In relazione al termine “posturale” attualmente vi sono diverse interpretazioni e sono diffuse idee, spesso divergenti. Con il termine postura si intende il modo di atteggiare il proprio corpo, letteralmente la posizione. Entrando più nello specifi co delle scienze motorie, la postura è defi nita da Tribastone (1985) come “… insieme dei rapporti tra l’intero organismo, le varie parti del corpo e l’ambiente che lo circonda” e ancora “… insieme di meccanismi psicologici che regolano con la massima economia ed in ogni momento sia la struttura neurofi siologica

del movimento, che il tono muscolare, necessari per il mantenimento di una posizione equilibrata e coordinata”. Rivestono un ruolo fondamentale in questo meccanismo i propriocettori (fusi neuromuscolari, organi tendinei del Golgi, apparato vestibolare, ecc.) e gli esterocettori (la retina, la cute, ecc.).Solo subendo una corretta e varia stimolazione di tutti gli elementi, il soggetto riuscirà ad ottenere dei buoni risultati in ambito educativo. La presenza di asimmetrie in un sottosistema come ad esempio un disallineamento o deviazioni della mandibola ( funzionali: per la sola tensione muscolare di un lato, o strutturale: lo spostamento dei condili mandibolari), deve corrispondere a condizione di compenso

o adattamento in un altro sottosistema: oculo-motore, cingolo scapolare, sistema vertebrale, cingolo pelvico, articolazione tibio-tarsica.

Sono tre i termini che vanno usati in ambito posturale e in riferimento alla ginnastica posturale:1) l’educazione

2) la rieducazione

3) la prevenzione

Per educazione si deve intendere ciò che riguarda un soggetto in età evolutiva. In tutte le attività

motorie del bambino-ragazzo, nelle tipologie di ginnastica, preparazione atletica, discipline sportive in generale, l’educazione posturale deve essere considerata come elemento fondamentale della programmazione e non come presupposto necessario o dato per scontato. Il discorso di educazione alla postura nel bambino, determinerà una base importante per un corretto stile posturale durante tutta l’esistenza dell’individuo. Gli atteggiamenti errati vanno corretti, naturalmente combinando un giusto mix tra motivazione ed effi cacia; in tal senso vengono preferite attività ludiche.

La rieducazione (rieducare= educare di nuovo e meglio) riguarda

invece un ritorno, dopo un tempo di abbandono, ad una corretta postura, in riferimento, soprattutto ma non solo, al soggetto adulto. Si rivolge a quei soggetti che presentano un’alterata morfologia corporea (disordine posturale), che prevede un trattamento indirizzato al recupero di una situazione posturale compromessa. Ciò è necessario a seguito di traumi o incidenti, ma anche semplicemente ad un abbandono, per un periodo di tempo, dello svolgere attività fi siche che richiamino atteggiamenti posturali corretti. Più il tempo della disabitudine

è grande, più il lavoro sarà lungo; d i f f i c i l m e n t e peraltro potranno essere corretti c o m p l e t a m e n t e assetti ormai “cronicizzati”. L’età adulta, sebbene possa essere considerata molto più complessa nelle sue sfaccettature, in realtà risulta più facilmente trattabile con una terapia posturale in quanto, non avendo la pretesa di modifi care più radicalmente certi “difetti”, tutto ciò che il metodo posturale migliora acquista un valore immedia tamente alto, innanzitutto perché il dolore che affl igge il paziente scompare e in seguito perché adattando sempre

il lavoro all’individuo, riesce a migliorare lo stile di vita senza modifi carlo drasticamente.

Col termine prevenzione posturale intendiamo l’iter da seguire durante il corso di tutta la vita, affi nché la postura sia sempre ottima. Quindi praticare attività fi sica regolarmente ed affi dandosi a professionisti del settore. Curare le posizioni corrette, identifi care i muscoli che hanno più bisogno di essere rinforzati, quelli che hanno necessità di essere allungati, far muovere le articolazioni in determinati modi, sono tutti elementi da dover prendere sempre in considerazione, in ambito di wellness o di sport amatoriale ed agonistico.

Postura e sport

La postura corretta e il suo controllo sono aspetti da tenere in grande considerazione anche nell’ambito della pratica sportiva, dal momento che l’attività fi sica e lo sport fanno ormai parte delle abitudini della maggior parte delle persone. Ogni attività sportiva sollecita l’apparato muscolo-scheletrico e gli effetti di queste sollecitazioni possono essere amplifi cati se chi le effettua non è in grado di assumere posture bilanciate e corrette. Possedere un buon controllo posturale ci consente di mantenere il corretto rapporto tra gli arti e la conservazione delle curve fi siologiche del rachide. L’acquisizione della postura adeguata passa necessariamente attraverso la conoscenza delle posizioni corrette , ma soprattutto attraverso l’allenamento del corpo ad assumere tali posizione. Armonia e simmetria sono quindi le condizioni essenziali per il corretto funzionamento del nostro corpo. L’equilibrio ottimale è espresso dal corretto allineamento corporeo e prevede una quasi perfetta simmetria dell’emisoma destro rispetto a quello sinistro e un quasi perfetto sincronismo dei diversi gruppi muscolari implicati nel gesto atletico.

Riassumendo e s e m p l i f i c a n d o , l’educazione posturale in età giovanile, ed una buona prevenzione in età adulta, sono il presupposto per un buon atteggiamento corporeo in generale e, qualora si presentino necessità particolari, si interverrà con una rieducazione quanto più personalizzata possibile, in quanto ogni individuo ha una propria organizzazione di compensazioni. Seguendo questo fi lo logico l’approccio diventa CURATIVO E PREVENTIVO dando risultati sorprendenti non solo in casi patologici semplici ma anche in quelli più complessi. Le professioni mediche che si avvalgono dell’implementazione di metodiche strumentali offrono un nuovo e valido contributo nella diagnosi sub-clinica, nella prevenzione e nella terapia dei disturbi posturali.

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9 Febbraio 2013Basilicata SALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

PARCHEGGI AL SAN CARLO, MARUGGI SDEGNATO PER LE POLEMICHE: “METTERO’ SEMPRE AL PRIMO POSTO

LE ESIGENZE DEI PAZIENTI” La direzione del San Carlo in-contrerà oggi pomeriggio (ieri ndr) i sindacati per informare ulteriormente i lavoratori sulla nuova organizzazione dei par-cheggi che entrerà in vigore lunedì prossimo, 11 febbraio. “Ferma restando la nostra di-sponibilità a confrontarci con i sindacati su tutti i temi giudi-cati di interesse– ha dichiarato il direttore generale Giam-piero Maruggi – deve essere chiaro che la disponibilità di un posto auto gratuito per i di-pendenti non è un diritto san-cito dalle norme né oggetto di

contrattazione tra le parti, ma una consuetudine che abbia-mo inteso mantenere anche in occasione della riorganizza-zione del servizio di parcheg-gio. Mi tocca quindi manife-stare sdegno per il comunicato di due sigle sindacali, che con una logica feudale rivendica-no una sorta di privilegio sulla disponibilità delle aree di più facile accesso all’ospedale, il che esprime un plateale ro-vesciamento dello spirito di servizio pubblico. E’ una mia scelta consapevole, invece, ed espressione coerente del

nostro progetto di “umaniz-zazione delle cure” mettere al primo posto, sempre e comun-que, le esigenze dell’utenza. In questo caso quindi rendere più accessibile l’ospedale per i pazienti e i loro familiari è la cosa giusta da fare. Ad ogni buon conto i disagi segnalati sono di corto respiro: è già in atto il potenziamento de-gli impianti di illuminazione; entro il mese di marzo sarà disponibile una nuova area parcheggio; a fi ne anno, con il completamento del parcheg-gio coperto, l’area di fronte

alla stazione di Macchia Romana sarà collegata al c o m p l e s s o ospedaliero da una gal-leria coper-ta e quindi cesseranno i piccoli disagi attuali”.

Gli effetti della cocaina sul cuore

Nei miei articoli scritti precedentemente, riguar-

danti malattie che colpiscono il cuore ed i vasi che da esso originano, si fa riferimento soprattutto, a cause acquisite e di carattere degenerativo ov-vero, legate a fattori di rischio cardiovascolari ed all’invec-chiamento. Il tema affrontato questa settimana in questo ar-ticolo, è comunque di comu-ne interesse ma, spero attiri, in particolare, l’attenzione dei più giovani per far capire loro quanto gravi, dannosi e irreparabili possano essere gli effetti provocati dall’ abuso ma anche, soltanto dall’uso si stupefacenti. Ragazzi evitate di “provare” qualsiasi droga perché fa male alla mente e fa male al cuore e può costa-re la vita….ne vale la pena? L’argomento che viene trat-tato affronta quelli che sono i possibili danni che la cocaina può provocare anche sul cuo-re e che, non sono tanto noti come quelli creati agli altri or-gani del nostro corpo. Mi sof-fermo proprio sulla cocaina perché il consumo di questo stupefacente è in crescita co-stante nel mondo occidentale e, come si diceva, purtroppo, i consumatori ignorano i gra-

vi effetti che questa droga ha sulla salute e particolarmen-te, sul cuore. Bisogna infatti tristemente ricordare che la cocaina è lo stupefacente più diffuso fra i professionisti come fra i ragazzi di ogni età. Stando ai dati dell’osservato-rio di Bruxelles, l’Italia fi gura fra i Paesi europei dove il con-sumo di cocaina è più elevato. La spiegazione di ciò consiste anche nel fatto che, la cocaina provoca dipendenza attraver-so un meccanismo dato dagli effetti di questa droga su al-cune strutture profonde del cervello. Infatti, per esempio, la sensazione di “euforia” che provoca è proprio seconda-ria al rilascio di dopamina da parte delle cellule di queste strutture cerebrali e dal suo mancato assorbimento. L’uso continuo di cocaina crea tolle-ranza agli effetti della cocaina stessa perciò, saranno neces-sari dosi sempre maggiori ed un uso sempre più frequente dello stupefacente perché il cervello registri lo stesso li-vello di “piacere” provato du-rante i primi tempi di utilizzo.La cocaina oggi, come già ri-badito, è la droga più comune-mente usata perché è facile da assumere e da trovare, a costi relativamente bassi e, viene percepita sicura per l’uso “ri-creativo” che molti ne fanno. Non è affatto così!!!! E, oltre ai numerosi effetti nocivi che ha sulla salute del nostro or-ganismo ed, in particolare sul cervello, a livello del quale può provocare danni molto gravi, la cocaina comporta an-che numerosi rischi per il cuo-re. Alcuni studiosi del CNR di Pisa hanno recentemente pub-blicato, nel 2011, su una nota rivista cardiologica “Heart”, un interessantissimo artico-

lo nel quale viene dimostrato che, il cuore in coloro cha fan-no abitualmente uso di cocai-na non gode di buona salute nonostante l’assenza di sin-tomi. Sugli effetti negativi e nocivi che la cocaina può ave-re sulle condizioni sul cuore e sul sistema cardiovascolare in genere, non esistono molti studi in Letteratura scientifi ca. In questo studio che ho citato emerge un grande interesse per l’argomento: viene preso come campione da analizzare, un gruppo di quaranta consu-matori di cocaina che, dopo due giorni di astinenza, veni-va sottoposto ad una serie di prelievi ematici per valutare i marcatori indicativi e spe-cifi ci di danno miocardico, come la troponina ed il fattore NT-proBNT; accanto a que-sti, venivano effettuati anche esami strumentali cardiologici come l’elettrocardiogramma registrato nelle 24 ore (Hol-ter), l’ecocardiogramma, il Test da sforzo ma soprattutto, la Risonanza Magnetica che metteva in evidenza come nell’83% dei casi, questi sog-getti presentavano danni acuti o cronici che pur non dando sintomi in quel momento, po-tevano rappresentare l’esito di un’ ischemica o, addirittura, di un vero e proprio infarto cardiaco. Non sono rari, in-fatti, gli infarti e le morti car-diache improvvise, anche in giovane età, nei consumatori di cocaina. Danni ancora più gravi, sono stati diagnosticati a coloro che, oltre alla cocai-na, consumavano anche alco-ol. Questo studio è importante perché i dati emersi dal lavoro dei ricercatori di Pisa, per la prima volta, hanno evidenzia-to i danni silenti che la cocai-na può avere sul cuore anche

in chi non ha sintomi. Inoltre, questo studio sottolinea l’a-spetto raffi nato di un esame come la Risonanza Magnetica che ha evidenziato alterazioni sul cuore nei consumatori di cocaina che, con altri metodi di indagine, sono più diffi -cili da riscontrare. Riguardo all’argomento “droga”, riten-go importantissimo il ruolo dell’informazione nel divul-gare ciò che i cocainomani non immaginano neppure: la cocaina fa tanto male al cuore e, se oggi si ha una situazione cardiaca compromessa, grave ma ancora “silente”, questa può “risvegliarsi” all’improv-viso provocando un evento cardiovascolare elevatissimo.Si tratta di un dato niente af-fatto insolito nei cocainomani infatti, si stima che un infar-to su quattro, in persone con meno di 45 anni, sia di fatto da attribuire alla cocaina, mentre il circa 3% delle morti cardia-che improvvise, sarebbe da imputare a questa droga.L’infarto da cocaina è stato segnalato circa trenta anni fa, nel 1982 e, da allora sono ini-ziati i primi lavori scientifi ci per documentare la pericolo-sità di questo stupefacente sul cuore: la cocaina aumenta il rischio di infarti, di aritmie e di morte improvvisa. Gli ef-fetti a breve termine che que-sto stupefacente può avere sul cuore comprendono la com-promissione della contrazione dei vasi sanguigni provocan-do l’aumento della pressione arteriosa, l’ aumento del ritmo cardiaco, l’aterosclerosi pre-coce e l’insorgenza di cardio-miopatie. L’uso di cocaina è collegato a numerosi tipi di malattie cardiache. Si è visto appunto che, il suo uso co-stante può causare la fi brilla-

zione ventricolare che è un’a-ritmia maligna a tal punto che, se non trattata rapidamente, provoca l’arresto cardiaco. Sugli altri organi, la cocaina può dare: insuffi cienza respi-ratoria, effetti neurologici che vanno dall’ansia ai comporta-menti “strani” fi no ad arrivare all’ictus, convulsioni ed emi-cranie; si possono avere anche complicanze gastrointestinali, nausea, visione confusa, feb-bre, spasmi muscolari e fi nan-che il coma. Differenti mo-dalità di assunzione causano differenti effetti negativi della cocaina: perdita della sensibi-lità dell’olfatto, emorragie na-sali, irritazioni del setto nasale in coloro che la “a sp i r a -no”. Co-loro che invece, si iniettano la droga per via e n d o v e -nosa han-no segni ev iden t i di inie-zioni, so-l i tamen-te sugli a v a m -bracci e, pos sono m a n i -f e s t a r e a l l e r g i e oltre che, alla co-caina an-che, a so-stanze da “ t ag l io” p re sen t i in essa, che pos-sono por-

tare a conseguenze gravissime come la morte. Naturalmente è noto e scontato che, chi fa uso di questo stupefacente, soprattutto se iniettato per via endovenosa è esposto ad un crescente rischio di con-trarre malattie infettive come l’AIDS e le epatiti. A tale pro-posito si annovera un tasso di infezione di epatite C che oscilla tra il 65% ed il 90% fra queste persone a rischio. E’ facile iniziare e diffi cile smet-tere però, chi ama davvero se stesso evita la droga.

di Gianfranca LosassoMedico Specialista in [email protected]

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9 Febbraio 2013BasilicataSALUTE... GLI SPECIALISTI CONSIGLIANO

L’Arte antica del Massaggio

Sanremo parla ancora Lu-cano…. ebbene si, cari miei affezionati lettori, con grande orgoglio professionale vi rap-presento che dal 10 febbraio 2013 al 16 febbraio 2013 sarò presente al 63° festival della canzone italiana, in qualità di responsabile di Casa Sanremo Benessere . www.casasanre-mo 2013-(eventi collaterali casa sanremo benessere) Ma ne parleremo nei prossimi ar-ticoli. Questa settimana vorrei parlarvi dell’arte antica del massaggio, che sembra una facile arte, ma …

PER PROVARE COSA SI-GNIFICHI UN MASSAG-GIO NON E’ NECESSARIO “ STARE MOLTO MALE ”, BASTA SOLO AVERE VOGLIA DI “ STARE ME-GLIO”.

Il massaggio è una delle più effi caci arti curative che oltre a modifi care la struttura fi sica, fi siologica e posturale dell’in-dividuo lo apre alla meditazio-ne e alla conoscenza di sé.

Se ci pensiamo un po’, ognu-no di noi può capire che il contatto fi sico è la forma più

elementare di comunicazione e di conforto che l’uomo, così come tutti gli altri animali, usa da millenni. Attraverso il “ tocco” delle mani si produce una immediata reazione posi-tiva percepibile anche senza essere degli esperti massag-giatori, secondo antiche cul-ture orientali poi, si può rista-bilire la corretta circolazione e l’equilibrio dell’ energia vi-tale, quindi infl uire sul fl usso energetico che attraversa il corpo, responsabile dello sta-to di salute. Molto forte però deve essere il legame che vi è tra il “ corpo” e la “mente” per far si che un massaggio possa defi nirsi completo. Se si vede il massaggio come una serie di tecniche effettuate con le mani o altre parti del corpo su di un’ altro corpo o parti dello stesso al fi ne di creare delle modifi cazioni fi siche e/o mentali di quest’ultimo, risul-ta facile capire l’importanza fondamentale della personali-tà e delle caratteristiche innate del professionista.

COS’E’ IL MASSAGGIO

Il massaggio è una fonte di incredibile benessere, di sere-nità e di rilassamento. Dopo un massaggio ben eseguito l’effetto benefi co si farà sen-tire con una sensazione di be-nessere e leggerezza estrema-mente piacevole. Il massaggio è antico come il mondo, è un gesto intuitivo, primordiale, e l’uomo ha evoluto questo ge-sto spontaneo. Ogni corpo ri-vela la propria storia attraverso la postura, le tensioni musco-lari, i punti maggiormente dolorosi. Un tempo farsi mas-saggiare era un appannaggio tipico delle persone ricche ed altolocate, oggi fortunatamen-te l’uomo impiega maggiori risorse nella cura di se stesso, ed il massaggio è uno splendi-do metodo per prendersi cura di se. Il massaggio ci fornisce un mezzo per neutralizzare lo

stress che questo mondo così caotico ci procura. La prima cosa importante è ritrovare quell’apertura mentale che ci permette di essere toccati, o di toccare un’altra persona in modo quasi “ intimo” senza esserne in confi denza alcu-na. In qualche modo il nostro spazio vitale, così importante per noi nella vita quotidiana deve essere violato senza che questo ci crei delle tensioni interne. Il rapporto tra il mas-saggiatore ed il massaggiato deve diventare uno strumento di dialogo energetico benefi co per entrambi, bisogna ritrova-re il piacere del tatto. Il piace-re del tatto si ritrova alla fi ne nella gioia del dare e del ri-cevere, del conoscere e cono-scersi, nell’entrare in simbiosi con l’altro. La tensione conti-nua e la rigidità provocano a lungo andare una diminuzione di energia e vitalità nel sog-getto; tale energia viene ripri-stinata tramite un massaggio adeguato.

Il massaggio viene conside-rato un’arte in quanto non è suffi ciente la conoscenza del-la tecnica (che si potrebbe ap-prendere da un libro) se non è supportata dall’amore per ciò che si sta facendo.

A CHI E’ INDICATO

Il massaggio può essere una terapia di base per svariati malanni, ma può anche essere complementare ad altre tera-pie; è comunque molto utile anche a chi gode di ottima salute. E’ indicato in caso di mal di testa, mal di schiena, problemi intestinali o digesti-vi, ma anche per contratture, distorsioni, stiramenti o sloga-ture; allevia il dolore in casi di reumatismi o gambe pesanti. Fondamentale anche per al-leviare lo stress o per aiutare persone ansiose o nervose, può anche aiutare a ridurre lo strato di grasso superfl uo e a

rendere più tonici i tessuti. Non bisogna però massaggia-re in caso di un processo in-fi ammatorio in atto, e su parti particolarmente arrossate o turgide, inoltre non bisogna massaggiare un soggetto con la febbre.

EFFETTI

Gli effetti del massaggio sono molteplici, e la sua effi cacia si diffonde oltre il punto preciso dove questo viene eseguito. Può servire per mobilizzare l’energia bloccata quando ad esempio ci accorgiamo di es-sere molto contratti in tutto il corpo con una respirazione molto superfi ciale. Riattiva la circolazione, infatti durante il massaggio si dilatano i vasi sanguigni presenti sotto la pelle e questo aiuta l’ossige-nazione delle cellule. Disten-de la muscolatura e ossigena i tessuti. Infi ne un massaggio ben fatto infl uisce anche sul nostro sistema nervoso, che ne trae grandi benefi ci.

Una buona manualità, sciol-tezza ed elasticità delle mani sono le doti richieste ad un buon professionista, tali qua-lità si acquisiscono normal-mente con l’allenamento. E’ essenziale creare prima di tutto un’intesa, un feeling con l’altra persona, questo avviene in primo luogo attraverso una presa di coscienza di quelle che sono le esigenze fi siche e psichiche di chi riceve il mas-saggio, si deve valutare la per-sonalità del soggetto e la sua struttura corporea. Ogni mas-saggio deve essere praticato sempre con calma, con ritmo uniforme, mai spezzettato o nervoso, questo, oltre che dare una cattiva impressione non permette al paziente di rilas-sarsi, inoltre un movimento troppo energico, o inconsulto può compromettere tutta la se-duta. All’inizio si procede con manovre dolci e leggere allo

scopo di saggiare la sensibi-lità del paziente e di prendere confi denza con il contatto con la mano, successivamente le manovre potranno aumentare d’intensità, che sarà sempre in proporzione alla regione e alle relative strutture da trattare.

Qui entra in gioco tutta la preparazione e la professio-nalità del Fisioterapista, che deve sapere come agire e im-prontare una manovra o l’in-tero massaggio adeguandolo al paziente; età, sesso, strut-tura, stato emotivo, devono essere sempre valutati nel corso del massaggio.

DURATA

La durata della seduta di mas-saggio non è mai fi ssa e di-pende dalla zona massaggiata, dal paziente e dalle condizioni nelle quali si svolge il massag-gio. Sono consigliabili, le ore lontane dai pasti, non affron-tare comunque il massaggio dopo un pasto abbondante, o quando si è troppo stanchi.

Nei casi in cui il trattamento terapeutico debba essere pro-tratto per lunghi periodi, dopo 15 o 20 sedute è opportuno interporre un periodo di ripo-so, dato che i tessuti abituati allo stimolo, non reagiscono più con la prontezza e la vi-vacità iniziali. I lubrifi canti si devono usare con parsimonia, un eccesso di questo prodotto produce parecchi inconve-nienti, e comunque non hanno nessuna azione terapeutica, ma devono servire unicamente a facilitare la funzione mecca-nica delle manipolazioni mas-soterapiche.

Allora, che cosa aspettate fatevi fare un bel massaggio e attenzione agli abusivi, che per legge non possono met-tere le mani su Voi pazienti, che espongono nei loro pseu-do studi fi sioterapici diplomi e attestati che non abilita-no alla professione, magari chissà scaricati da siti inter-net. MEDITATE!!!

Intolleranze alimentari: cosa sono e come indviduarle

La defi nizione corretta di intolleranza è “la

tendenza a sviluppare ipersensibilità verso una determinata sostanza o un certo alimento”. In genere, però, quando si parla di intolleranza ci si riferisce quasi sempre alla reazione anomala all’ingestione di un alimento o di un gruppo di alimenti che il nostro organismo non è in grado di metabolizzare completamente o di utilizzare

in maniera corretta al fi ne di ricavare energia vitale. Un alimento non ben tollerato non fornisce il giusto apporto energetico e addirittura costringe l’organismo a sprecare energia per poterlo digerire ed eliminare. Ecco perché in caso di intolleranza alimentare si accusano spesso sintomi come stanchezza, cefalea, nausea, gonfi ore addominale e sonnolenza sia dopo i pasti che durante tutta la giornata. COME SI MANIFESTANOLe intolleranze si manifestano in seguito all’accumulo di sostanze (quali additivi alimentari, prodotti della raffi nazione degli alimenti, farmaci, sostanze naturalmente presenti nei cibi, etc..) nella regione intestinale. Tali molecole non hanno effetto in condizioni normali ma la loro presenza al di sopra di un valore soglia è in grado di scatenare una reazione nell’organismo, che non è quasi mai violenta ed immediata. I sintomi tendono quindi a manifestarsi tardivamente e per questo motivo non si riesce a stabilire un nesso di

causalità, in quanto realizzano una sintomatologia cronica, non necessariamente specifi ca dell’apparato digerente, legata all’assunzione di cibi che rientrano nell’alimentazione di tutti i giorni.LE CAUSELe cause che facilitano la comparsa di intolleranze alimentari sono attribuibili allo stile di vita, spesso frenetico, che si rifl ette a livello intestinale, con alterazioni della fl ora batterica che possono arrivare alla disbiosi. Un’alimentazione non corretta sia nei tempi, sia nelle quantità, sia nella variabilità dei cibi, così come una scarsa masticazione ne favoriscono l’insorgenza. Anche l’utilizzo di antibiotici altera la fl ora batterica intestinale. Per questo motivo il fenomeno delle intolleranze alimentari è più frequente di quanto si possa immaginare e può e deve essere individuato e curato. COME INDIVIDUARLEIl primo passo e quello di determinare gli alimenti verso i quali l’organismo sviluppa intolleranza; per questo è

necessario eseguire un test specifi co, ne esistono diversi sostanzialmente di due tipi, che utilizzano l’informazione energetica di un organismo sottoposto a stimolazione con l’informazione bioelettronica di un alimento (test non invasivi), o che utilizzano la reazione a livello del sangue tra anticorpi ed antigeni (test mini invasivo) al fi ne di determinare la categoria di alimenti o la singola e specifi ca sostanza che determina l’intolleranza. Sospendendo l’assunzione di tali sostanze per alcuni mesi, l’intolleranza scompare spontaneamente ed è perfi no possibile riprendere l’assunzione degli alimenti ai quali si era intolleranti, limitandone comunque il consumo, lasciando cioè trascorrere due o tre giorni tra un’assunzione e l’altra. Presso le farmacie possono essere effettuate entrambi i tipi di intolleranze a seconda delle esigenze specifi che dei pazienti. Per maggiori informazioni chiedere al vostro farmacista di fi ducia.

Dott.ssa Maria Rita Milella-Farmacia Marchesiellowww.farmaciamarchesiello.itc.so Garibaldi 9285100 Potenza tel 097121179email: [email protected]

Dismorfi smo corporeo e disturbi

alimentariI centri estetici e la chirurgia plastica

sono, oggi, alla portata di tutti. Se sfogliamo giornali, navighiamo su internet, guardiamo la televisione, ci accorgeremo della moltitudine di slogan e di pubblicità che parlano di bellezza e di giovinezza. Questo accade, in parte, perché ci ritroviamo in una società in cui la perfezione è un’icona da perseguire, anche a costo di perdere la propria identità. Ci sono molte persone che si approcciano alla chirurgia senza difetti o necessità particolari, ma che vivono dei confl itti interiori molto forti rispetto ad alcune parti del corpo. In questi casi ci troviamo di fronte a un “Disturbo di Dismorfi smo Corporeo”, che può essere defi nito come “una preoccupazione esagerata verso una piccola o addirittura immaginaria anomalia del corpo, tale per cui il soggetto ha implicazioni negative in campo lavorativo, sociale e

relazionale”. Si verifi ca una vera e propria ossessione verso un piccolo difetto fi sico, che porta a depressione e a chiusura sociale. Nei casi più gravi è presente un’ossessione delirante, ovvero il difetto non esiste ma viene percepito dal soggetto come un’enorme ostacolo nel normale svolgimento della quotidianità. Spesso il Disturbo di Dismorfi smo Corporeo è associato ai Disturbi Alimentari, in particolare all’anoressia, dove l’ossessione per il peso fa perdere di vista l’esame di realtà e il soggetto esperisce la sensazione di essere grasso, anche se il suo peso arriva al di sotto dei 30 chili. Questo quadro disastroso ci fa rifl ettere moltissimo su quanto il corpo sia il bersaglio privilegiato di alcune situazioni interiori non risolte. L’eziopatogenesi del Dismorfi smo corporeo riguarda:

1. Umiliazioni che il soggetto può aver subito nell’ambito familiare sul proprio aspetto fi sico sia nel

periodo infantile che adolescenziale;

2. L’esagerata preoccupazione per l’imperfezione all’interno di un sistema familiare può aumentare in

maniera smisurata la pressione sociale percepita;

3. Il soggetto sente che il vero Sé non potrà mai arrivare ad eguagliare il falso Sé idealizzato, per cui

prova angoscia e frustrazione;

4. A livello sociale i media sono dispensatori di falsi Sé (modelli/e, attori e attrici, sex simbol, ecc.).

Questa breve disamina può farci rifl ettere su quanto sia importante distruggere dentro di noi il “senso di perfezione” che ci rende narcisisti e infelici. Le peculiarità che ci appartengono devono essere la nostra risorsa, il nostro modo di essere, ciò che ci rende unici e irripetibili anche se imperfetti.

a cura della dottoressa MariaTeresa Muscillopsicologa - sessuologa tel- 328/[email protected]

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9 Febbraio 2013Basilicata

Lavello, convegno su “la lim: una porta sul mondo”Un importante incontro organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale 1

di Armando Lostaglio

Si è svolto, nei giorni scorsi, presso l’Auditorium del

Centro Sociale “M. Di Gilio” il Convegno sul tema “La LIM: Una Porta sul Mondo”. Organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale 1 di Lavello, si è aperto con il saluto del Commissario Prefettizio della città, dott.ssa Rosa Correale. Il convegno ha coinvolto l’intero mondo della Scuola, con la presenza degli Istituti presenti sul territorio, nonché famiglie, Istituzioni ed Associazioni. Il Rotary Club di Melfi , rappresentato dal Past- Presidente dott.Lorenzo Napoli, e la BPW ITALY Fidapa Sezione di Lavello, rappresentata dalla presidente dott.ssa Antonella Sibio, hanno espresso il loro compiacimento, sull’onda dell’entusiasmo e le competenze della dirigente dell’Istituto, dr.ssa Lucia Scuteri che è anche

formatrice esperta del LIM (Lavagna Interattiva Multimediale). Sono stati donati quindi due Lavagne Interattive Multimediali all’Istituto Comprensivo Statale 1 di Lavello, in riconoscimento di una Scuola che ha intrapreso la strada di guardare al mondo e di arricchire attraverso la cultura globale anche quella locale, mediante la concretizzazione del “pensiero tecnologico”. Ne è esempio la molteplicità di interventi e di iniziative che in soli pochi mesi l’Istituto Comprensivo di Lavello ha realizzato, mettendo in primo piano i veri protagonisti di ogni azione: gli alunni. Alunni che formulano, presentano e sostengono istanze, così da offrire costantemente input che poi la scuola si impegna a realizzare attingendo a risorse interne ed esterne. Richieste che vengono accolte anche da realtà come l’UNESCO che, nel Convegno, ha promosso

un bando di concorso volto a tutte le Scuole della regione Basilicata dal titolo ”Il MONDO in una LIM”. L’intervento del prof. Michele Goffredo, dell’ Università degli studi di Basilicata, Centro Linguistico di Ateneo, che dopo aver informato i presenti dell’intenzione di stipulare un accordo tra l’Università e l’Istituto comprensivo, ha relazionato sull’ importanza della LIM, sostenendo che è una tecnologia utile, che infl uisce favorevolmente sulla comunicazione e sui processi di apprendimento. L’uso della LIM favorisce livelli più elevati di interazione in classe quando i ragazzi sono messi nelle condizioni di manipolare contenuti multimodali e tali interazioni risultano signifi cative quando i docenti riescono a guidare gli studenti nel costruire e nell’esprimere la propria conoscenza in funzione di obiettivi prefi ssati dal docente.

A seguire, l’intervento della prof.ssa Margherita Fasano, dell’Università degli Studi della Basilicata che ha relazionato sul ruolo del docente nel XXI secolo. “La lavagna digitale è uno strumento che può catalizzare un cambiamento e gli insegnanti hanno necessità di formazione e supporto in itinere, per trasformare uno strumento potenzialmente innovativo in un concreto supporto alla trasformazione della propria pratica didattica”. Il pensiero pedagogico che sottende tale processo innovativo è lo stesso che sostiene la metodologia del COSTRUTTIVISMO e INTERAZIONISMO: ragazzi, considerati “vasi da riempire di saperi” nella scuola trasmissiva prima della LIM ,ora partecipano attivamente alla costruzione del proprio sapere.’ Da qui il nuovo ruolo del docente: motivatore, facilitatore, tutor,

mentor. L’intervento che ha particolarmente incantato l’assemblea è stato quello della dirigente scolastica Lucia Scuteri, la quale ha mostrato in modo eccellente ed originalissimo le potenzialità della LIM, evidenziando che studi recenti defi niscono tale strumento versatile e adatto a tutte le discipline e ai diversi livelli scolastici; di supporto all’esposizione del docente; infl uisce positivamente sull’attenzione, la motivazione e il coinvolgimento degli studenti; può contribuire a migliorare la comunicazione in classe, stimolando la partecipazione degli studenti attraverso l’uso di una varietà di contenuti multimediali (testi, immagini, video, etc) nella didattica. “Paradossalmente è la tecnologia, con le sue nuove forme di comunicazione e di strutturazione dei saperi (ipermedia, reti, realtà virtuale), a riportare prepotentemente nella

scuola la dimensione della emozionalità. La forte interattività che questi ambienti consentono, rendendo la comunicazione sempre più simile a quella interumana, enfatizza il coinvolgimento dell’utente, consentendo di affermare che navigare un ipermedia, collegarsi in Internet o immergersi in un mondo virtuale certamente mette in moto emozioni di varia natura. La LIM, inoltre, consente un approccio graduale, una scoperta progressiva delle potenzialità dello strumento e della didattica con le risorse digitali. Sulla superfi cie interattiva, infatti, è possibile ancora scrivere e disegnare come sull’ardesia. La LIM è considerata una delle condizioni indispensabili del processo di innovazione didattica..

L’integrazione scolastica dei non udenti Un convegno a Rionero promosso dal Liceo Artistico “Carlo Levi”

di Michele Trafi cante

Nell’era della globalizzazione e d e l l ’ i n t e r a t t i v i t à

multimediale, in un mondo in cui tutto ruota intorno alle parole, alle immagini e al messaggio televisivo e pubblicitario, raramente si pensa alle persone che come i sordi sono escluse dalla comunicazione, persone normali, forse con una struttura cognitiva diversa, ma ritenute, a torto, per troppo tempo e da molti, privi di capacità intellettive e creative e di interessi sociali pari agli udenti.Già la legge 5 febbraio 1992 n°104, recependo la politica già iniziata negli anni ’70 dell’inserimento dei bambini portatori di handicap nella scuola di tutti, regolamenta l’integrazione scolastica nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle università con la presenza di personale specializzato, appunto per il dovuto riconoscimento dei diritti umani e sociali dei non udenti. Il ruolo della scuola, in effetti, è determinante per l’integrazione sociale dei diversamente abili. In tal senso le varie istituzioni scolastiche si stanno sempre più e meglio attrezzando per venire incontro alle esigenze di quanti hanno diffi coltà di comunicazione e d’inserimento nel tessuto sociale.Di tale problematica si è trattato nel corso dell’interessante convegno sul tema: “Le mani raccontano: l’integrazione scolastica e sociale per i

sordi”, tenutosi nei giorni scorsi pressol’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” di Rionero, con lo scopo di “dare l’opportunità agli alunni sordi e udenti di percorrere insieme la cultura della “diversità”.L’importante incontro socio – culturale è stato promosso ed organizzato dal Liceo Artistico “Carlo Levi” della città del Vulture con la collaborazione dell’Ente Nazionale Sordi di Basilicata, dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Rionero e dell’Istituto Comprensivo “Michele Granata” di Rionero. Presenti, fra gli altri, un folto gruppo di non vedenti ed alcuni docenti. I lavori, coordinati con garbo e professionalità dal giornalista Clemente Carlucci, il quale, fra l’altro, ha richiamato la sua esperienza di docente della scuola elementare con la presenza in classe di alunni disabili, hanno avuto il contributo di autorevoli relatori che hanno illustrato i vari aspetti della problematica che interessa l’integrazione scolastica e sociale dei diversamente abili.Il prof. Donato Esposto, docente specializzato in materia presso il Liceo Artistico “C. Levi” ha introdotto il tema del convegno illustrando, fra l’altro, le diffi coltà più comuni riscontrate quotidianamente nell’integrazione scolastica dei sordi e la necessità di disporre, grazie ai sostegni economici degli enti pubblici, dei mezzi tecnologici (PC, programmi video di scrittura, lettori vocali ecc) che agevolino l’integrazione

dei sordi nel processo di comunicazione con i normo-dotati.Il sindaco di Rionero, Antonio Placido, nel suo intervento ha ritenuto un dovere degli enti pubblici supportare le istituzioni scolastiche nelle indispensabili iniziative didattiche in favore dei non udenti.Antonio Telesca, delegato Comitato Disabilità dell’UNIBAS, ha illustrato il piano di attività predisposto nelle varie scuole in favore degli studenti diversamente abili.Interessante l’intervento del giovane Vincenzo Nardozza di Avigliano, rappresentante degli studenti diversamente abili dell’UNIBAS, il quale, illustrando quanto si fa nell’Ateneo con la creazione del Comitato per l’integrazione degli studenti disabili (C.I.S.D.) per far conoscere i loro e tutto ciò che l’Università offre e con l’inaugurazione, nel settembre 2011, di un’aula chiamata “Il giardino della Speranza”, ha, fra l’altro, sostenuto che “c’è ancora molto da fare, come l’abbattimento di barriere architettoniche in alcuni punti dell’ateneo, maggiore coinvolgimento e confronto tra studenti disabili, normo dotati e docenti”.Dal canto suo la prof.ssa Paola D’Antonio, docente presso l’Università degli Studi di Basilicata, ha evidenziato le diffi coltà che incontrano i non vedenti nella vita quotidiana, in particolare nei rapporti di comunicazione in

famiglia, con gli amici e nel mondo del lavoro. Solo frequentando le persone sorde si può comprendere le loro potenzialità e i limiti rispetto alla lingua e alla comunicazioneMolto seguiti ed apprezzati gli interventi di Domenico D’Alessandro, presidente E.N.S. (Ente Nazionale Sordi) provinciale di Potenza e di Giovanni Gorgoglione, presidente E.N.S. di Basilicata al quale il prof. Donato Esposto ha donato una cartella contente lavori eseguiti dai ragazzi frequentanti il Liceo Artistico “Carlo Levi” con la sapiente guida del prof. Nicola Cirillo: Il prof. Franco Russo ha realizzato la copertina della cartella, con i disegni relativi alla reinterpretazione dell’alfabeto LIS, come “simbolo del primo passo per l’inizio di un percorso che vorremo percorrere insieme”. A tal riguardo si è proposto la compilazione di un dizionario della LIS con l’aggiornamento di quello esistente. Notevole anche il contributo offerto dai docenti del Liceo

Artistico “C. Levi” Laura Faruolo, Gerardina Tomasulo, Marinella Lapadula e Antonio Viglioglia, oltre al personale non docente, per gli ottimi lavori realizzati e ritratti nel Power Poit.In conclusione dell’incontro la prof.ssa Letizia Calice, in rappresentanza del Dirigente scolastico dell’I.I.S. “C. Levi”, prof. Giovanni Gruosso, ha ringraziato gli intervenuti ponendo l’accento sull’attività dell’Istituto, impegnato, con il contributo di tutto il personale docente e non docente, ad integrare e rafforzare tutte le iniziative che possano agevolare l’integrazione sociale e nel mondo del lavoro dei diversamente abili.

Nel corso dell’incontro, oltre alla proiezione dell’alfabeto LIS (Lingua Italiana Segni), una vera e propria lingua con una sua grammatica ed una sua cultura e come tale permette non solo di comunicare, ma anche di sviluppare il pensiero e le abilità cognitive. “Le lingue dei segni” afferma Virginia Volterra, dirigente

di ricerca dell’Istituto CNR, “sono lingue visivo-gestuali vere e proprie, con una loro grammatica e una loro sintassi diversa in ciascuna nazione, in grado di soddisfare qualsiasi bisogno comunicativo, cognitivo ed espressivo come, per esempio, conversare o discutere, giocare o recitare poesie o fare teatro”. Proiettati anche alcuni lavori dell’ex alunno sordo Ettore Pellegrino del Liceo Artistico “C. Levi”; prezioso è stato il contributo degli interpreti LIS Antonio Parente, Flavia Pantaleo e Tiziana Magno del TGR Basilicata, che hanno magistralmente reso comprensibile ai non udenti presenti il contenuto delle varie relazioni. A tal proposito si è fatta presente la necessità di aumentare il numero degli interpreti LIS per affi ancare i non udenti nelle molteplici attività della vita quotidiana ( contatti con uffi ci pubblici e con professionisti ecc).

REPORT

Il tavolo dei relatori (Foto Trafi cante)

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24 ontrosenso

9 Febbraio 2013BasilicataMONITOR

ATELLA – Autorevole omelia del vescovo di Melfi nel Duomo Mons. Todisco: “La fede consolidi la vita”

I vescovi lucani in Vaticano da Benedetto XVI. L’esito della visita di Benedetto Carlucci

Come ogni vescovo fa nella propria c i r c o s c r i z i o n e

diocesana, domenica 3 febbraio, IV domenica del Tempo ordinario, anche Padre Gianfranco Todisco, presule della diocesi di Melfi -Rapolla-Venosa, ha chiesto di celebrare la 35° Giornata per la Vita nel Duomo trecentesco della Parrocchia “S. Maria ad Nives”di Atella. Il giovane parroco don Gilberto Cignarale, a poco più di un anno e mezzo dal

proprio insediamento nella Parrocchia atellana (16 ottobre 2010) ha accolto il suo Pastore diocesano. Che - come per tutte le altre parrocchie diocesane - segue da vicino, con affetto e discernimento, la vita spirituale delle Comunità locali.Ma il Duomo di Atella, domenica mattina 3 febbraio, alle ore 11, non era, naturalmente, gremito di fedeli soprattutto per la presenza programmata di Padre Gianfranco Todisco. Perché la navata unica, domenicalmente, ogni settimana è sempre piena di fedeli. La comunità

parrocchiale di S. Mardia ad Nives, da quando a guidarla il vescovo Gianfranco Todisco ha chiamato don Gilberto Cignarale, non manca nemmeno una volta ai tre appuntamenti eucaristici festivi (messa prefestiva e a quelle domenicali delle ore 8 e delle 11).Accolto nella sagrestia dal parroco e dai numerosi collaboratori parrocchiali, S.E. Padre Gianfranco Todisco ha salutato, in particolare, la Corale parrocchiale, recentemente intitolata a Matilde Romano. Padre Gianfranco Todisco ha salutato, ugualmente la stampa presente. “Perché

- ricorda c o r t e s e m e n t e mons. Todisco - i rapporti con i giornalisti sono molto congeniali a lui, delegato per le Comunicazioni s o c i a l i n e l l ’ a m b i t o della Conferenza episcopale della Basilicata (Ceb). Mentre il vescovo di Melfi era aiutato a vestire i paramenti liturgici, ha scambiato alcune i n f o r m a z i o n i signifi cative con il

collaboratore presente di Controsenso. Com’è noto, sono stati particolarmente signifi cativi gli esiti della visita a Papa Benedetto XVI, avvenuta in Vaticano venerdì 18 gennaio scorso. E, come sempre è accaduto, il Papa ha usato per la nostra Regione parole di apprezzamento per la sua piccola dimensione territoriale. Alla quale – secondo una paterna confi denza di Papa Ratzinger – corrisponde una notevole spiritualità post-conciliare. Padre Gianfranco - come ha confi dato al nostro giornale – ha ricordato a Papa Benedetto che già il Beato pontefi ce Giovanni Paolo II venne due volte in Basilicata. La prima volta, martedì 25 novembre 1980, subito dopo il grande sisma. E la seconda, in visita pastorale, il 28 aprile 1991. “A quando Papa Ratzinger, Papa Benedetto XVI nella nostra Regione?, abbiamo chiesto a S,E, mons. Gianfranco Todisco. “ Guardi, ci ha cortesemente

risposto, si accontenti di rassicurare i suoi lettori… Una visita pontifi cia è importante, soprattutto, se serve a confermare nella Fede una Regione che già cammina verso la

testimonianza della fede”. Al termine dell’Eucarestia domenicale, don Gilberto ha donato al vescovo una preziosa Croce pettorale.

Un’escursione del CAI nell’800 di Michele Strazza

Nell’agosto del 1880 il poeta napoletano

Saturnino Chiaja ed il professore dell’Istituto Tecnico Nautico di Napoli, Giuseppe Camillo Giordano, nativo di Pomarico, soggiornarono per alcuni giorni nel capoluogo lucano. Da Potenza, con alcuni soci del Cai (Club alpino italiano), i professori Leopoldo Giannetti, Emilio Fittipaldi e Giuseppe Fittipaldi, curatore dell’Annuario dell’associazione lucana, si recarono nel pomeriggio di sabato 22 agosto verso Pignola, per un’escursione all’Arioso ed alle sorgenti del Basento. Nella luce cangiante del tramonto la carrozza percorse la campagna colorata “di mille tinte melanconiche, di mille gradazioni, dal giallo e dal verde chiaro al bruno”.Superato il ponte del Gallitello ed il fi ume Basento, sulla salita di Pignola a destra erano “campi, arsi, brulli, interinati”, a sinistra “macigni rossastri (…) tutti a strati variegati stranamente di rosso, di nero, d’azzurro e di violetto (schisti

galestrini)”. La situazione umana e sociale degli abitanti di quella zona montuosa attirò l’attenzione di Giuseppe Fittipaldi che redasse il resoconto della gita. Memore del richiamo ad un rinnovato impegno culturale fatto dal Becker nel delineare la scottante questione sociale delle Alpi, il Fittipaldi annotava sulla strada carrozzabile per Pignola:”Frotte silenziose di contadini, dall’andatura miseramente stanca, risalgono, perché la carrozza va pianissimo, salutano, passano. Povera gente! A sera, disfatti dal lavoro, dal sonno, tornano a casa dove non tutti hanno una cena, per quanto povera; e alla mattina, quando escono a’ campi, non li senti parlare che di paure e di malanni: è il mugnaio che rimangia il poco grano, frutto scarso di un anno di sudori, è il fattore che minaccia cacciarli appena giunga il padrone, è il massaio che se ne serve ad ogni uso come di bestie da soma. Non una parola di conforto, non una speranza: pare che il loro parco dizionario non abbia una sola

parola per l’avvenire. (…) Sono essi, non ostante tutte le declamazioni demagogiche del nostro tempo, i veri paria della società odierna”.Raggiunti a cavallo dal barone Domenico Lombardi, proprietario di quelle terre e socio del Cai potentino, gli escursionisti si diressero a piedi al Pantano, nella chiesa della Madonna degli Angeli, con la statua “una volta all’anno” portata in processione in paese, e la casa abitata dalla famiglia del guardiano della cappella (fratocchio). Da lì raggiunsero, sorta la luna “splendida e grande dietro la vetta della Crocetta”, Castel Glorioso, con la “bella e vasta casina del barone Lombardi”, dalla cui terrazza lo sguardo abbraccia l’altipiano sottostante sino ai monti Foj di Picerno “bruni di querce e di faggi”.Rifocillati e ben serviti, trascorsero la sera a discutere e ad ascoltare dalla viva voce di Nicola il racconto delle imprese ed incursioni compiute nella zona da briganti e brigantesse. Il poeta napoletano ed il curatore dell’annuario del Cai si fermarono a Castel

Glorioso, dove la domenica del 23 agosto il cappellano celebrò la messa nella chiesetta annessa alla casa del barone, prima di recarsi a Pignola per la festa di San Rocco. Nella mattinata compirono un’ascensione al Punto dei Tre Confi ni. Il Giordano, Emilio Fittipaldi ed il Giannetti partirono invece per una escursione all’Acqua dei Coppi, ovvero alle sorgenti del Basento. Il Giordano aveva già erborizzato in quei luoghi, lungo la valle del Basento e in quelli nativi, utilizzando le vacanze scolastiche per compiere escursioni ed erborizzazioni, sebbene quel periodo dell’anno fosse poco adatto per quelle ricerche. Nei resoconti delle escursioni botaniche da lui compiute fi gurano i territori di Pomarico, Miglionico, Matera (nelle Gravine), Tricarico, Potenza e dintorni, monte Arioso, Grassano, Bernalda, Pisticci, Metaponto (o Torremare, spiaggia), Tito, Albano di Lucania, sorgenti, alveo e vallate del Basento e nel bosco Gallipoli-Cognato, squarciando il velo su arre

pressoché inesplorate dal punto di vista botanico.Dei centri visitati diede notizie riguardanti le condizioni fi siche e geolitologiche. Interessanti sono le annotazioni sulla foresta di Gallipoli-Cognato “imponente per la vetustà e impenetrabilità del suo bosco, ricco e svariato”, dove il tracciato di una “via rotabile” era stato abbandonato per il malfermo terreno, franata in “vaste proporzioni dopo il disboscamento”. Della valle del Basento così scrisse: “spettacolo (...) desolante è quello che si fa ammirare lungo tutta la valle, alta e bassa, diciamo il deterioramento continuo, vasto, di quasi tutti i monti e le colline, che presentano i loro fi anchi squarciati da frequenti ed immensi burroni, con frane estese e profonde; deterioramento dovuto già purtroppo alla natura stessa delle rocce tanto vulnerabili al meteorismo, ma pure in gran parte causato o sostenuto da improvvidi dissodamenti permessi o tollerati. Sicché ora si comprende la causa della instabilità del terreno in

quasi tutta la Provincia, della cultura stentata o affatto impossibile, talora per vaste estensioni, e le grandi diffi coltà di poter costruire e avere durature a lungo strade rotabili e ferrovie”.A quella valle, “la meno aperta alle indagini della scienza”, anche Emilio Fittipaldi dedicherà uno studio, avvalendosi delle note del De Giorgi e degli appunti forniti dall’ingegnere Venturini-Serafi ni, del Real Corpo delle Miniere.Il Fittipaldi accreditò all’uso irrazionale delle colture agrarie ed alla mancanza di collegamenti la causa della crescente emigrazione che colpiva in modo rilevante la Basilicata ed i centri disseminati lungo il fi ume Basento. Egli cercò di determinare le coltivazioni da praticarvi in relazione alla natura del suolo e del clima, censendo la produzione agricola e la fl ora spontanea dell’area. Ma altre indagini ed inchieste sull’agricoltura meridionale e sulle condizioni di vita nelle campagne nel frattempo furono disposte dal Parlamento italiano.

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25ontrosenso

9 Febbraio 2013Basilicata MONITOR

Buon pari esterno per il Melfi Salernitana e Pontedera ok. Battuta

d’arresto in casa per la Vigordi Lorenzo Morano

Posta in palio divisa in maniera equa tra Chieti e

Melfi nel 22esimo turno. In Abruzzo termina 1 pari tra i neroverdi e gli uomini di mister Bitetto, con i padroni di casa più in palla nei primi 45 minuti, ma con la ripresa interamente a favore dei lucani. 22esimo punto per i gialloverdi e 31esimo per il Chieti, che perde qualcosina dalla zona play-off, mentre per il Melfi la zona salvezza diretta è lontana 4 lunghezze, ma si allontana quella della retrocessione diretta, ferma a quota 19 punti, grazie alla sconfi tta del Campobasso, contro un Pontedera lanciatissimo, seconda forza del girone a 42 punti, grazie alla doppietta di Grassi, oggi leader della classifi ca marcatori con ben 17 reti all’attivo.Soffermandoci sul match del Melfi possiamo certo dire che i lucani contro il Chieti hanno mostrato carattere ed ottenuto un pari meritato, a differenza di altre gare dove si è raccolto molto meno di quanto seminato.A Chieti Improta e soci sono partiti decisamente male, andando sotto al primo affondo dei padroni di casa, con Verna che al quinto minuto risolve a suo favore una mischia in area lucana.Il Melfi rischia addirittura il doppio colpo, con una conclusione dell’ex Giulianova Rinaldi, che a botta sicura si vede respingere la palla sulla linea di porta, da un colpo di testa in tuffo del difensore melfi tano Spirito.Con un terreno di gioco in pessime condizioni, per via della pioggia caduta copiosa nelle ore che hanno preceduto

la sfi da, non è certo impresa semplice recuperare, specie contro un avversario che si difende bene come il Chieti, ma nella seconda frazione il Melfi mette in campo tutta la grinta necessaria per rimettere in piedi la gara, presentandosi più volte dalle parti dell’estremo Feola.Al nono su una punizione, una sorta di corner corto, i melfi tani sfi orano la rete in maniera clamorosa con Improta, che nell’area piccola stacca di testa, ma uno strepitoso Feola, d’istinto, nega la gioia del pari al capitano gialloverde.Al minuto 11 Feola neutralizza una conclusione di Muratore.Alla mezz’ora tremano gli abruzzesi, i gialloverdi vanno vicinissimi al pari: il pericolo nasce da un corner, con Cuomo che di testa anticipa tutti i difensori avversari, ma vede la sua incornata fuori di un nulla, con Feola immobile.Il Chieti replica qualche minuto più tardi ancora Verna con una conclusione dai 30 metri, un tantino pretenziosa, che va sul fondo, con Scuffi a attento a seguire la traiettoria.Il Melfi macina gioco, mentre i padroni di casa appaiono sempre più stanchi; bisogna attendere però il 40esimo, per far esplodere la gioia degli ospiti, che raggiungono il meritato pareggio con Dermaku, il più veloce di tutti a ribadire di testa in rete una palla ribattuta dalla traversa centrata da Suarino.Finisce così 1 a 1 la sfi da tra Chieti e Melfi , con i lucani che grazie a questo punto potranno preparare più tranquillamente la prossima importante sfi da, valida per il 23esimo turno e che vedrà il Melfi ancora in trasferta, dove affronterà il Gavorrano, compagine a quota 31 punti e reduce dalla sconfi tta per 2 a 0 contro l’Hintereggio.

Cresce la fi ducia in casa Melfi , anche grazie ad alcuni risultati di “favore” provenienti dagli altri campi, che non hanno permesso la fuga delle dirette avversarie del Melfi : il Lamezia in casa è stato sconfi tto per 1 a 0 dal Poggibonsi, oggi terza forza del campionato, mentre il Foligno in ugual modo è stato battuto dalla capolista Salernitana, che con 50 punti viaggia a più 8 dal Pontedera.In fondo alla classifi ca, oltre al Campobasso, perdono anche Fondi ed Aversa: i laziali 2 a 0 in casa del Teramo, mentre i campani in casa cedono il passo al Martina per 1 a 0.Successo corsaro in zona play-off per L’Aquila che grazie ad una rete di Improta rientra vittoriosa da Arzano; il turno si chiude con il mezzo passo falso dell’Aprilia che contro il Borgo a Buggiano non va oltre lo 0 a 0.Archiviato come visto il 22esimo turno, le compagini avranno modo di rifi atare, tant’è che torneranno in campo il prossimo 17 febbraio, dove assisteremo al match d’alta classifi ca tra Poggibonsi e Teramo, al testa-coda invertito tra Fondi e Pontedera ed al derby campano tra Arzanese ed Aversa.Turno sulla carta facile per la capolista Salernitana che è impegnata in casa contro la Vigor Lamezia; a caccia di punti promozione l’Aprilia in casa del Campobasso, mentre a L’Aquila affronterà l’imprevedibile Hintereggio. La giornata si chiude, infi ne, con due scontri diretti: Martina-Chieti e Borgo a Buggiano-Foligno.

Il punto sulla 20° Giornata Nella quinta giornata del

girone di ritorno, torna al successo la capolista Real Metapontino, che rifi la cinque reti al malcapitato Moliterno, con i materani che confermano il margine di vantaggio a undici lunghezze dalla più immediata inseguitrice. Seconda forza il Valdiano, che consolida il ruolo e continua a vincere, questa volta di misura contro il fanalino di coda Tursi.Insegue il Rossoblu Potenza, bloccato dalla neve sul neutro di Avigliano e gara clou del turno rinviata con il Viggiano.Nuova battuta d’arresto per il Real Tolve, superato in trasferta da una Murese in forte risalita che conquista ancora un successo e ritorno ai tre punti per il Picerno, che riesce ad avere ragione di un buon Pietragalla. Dopo una ripresa e diversi risultati utili si ferma il C. Oppido, battuto da un Miglionico che spera ancora di lasciare il penultimo posto, mentre torna alla vittoria il Pignola che con un risultato tennistico non dà scampo ad un Marconia in caduta libera. Tra Vultur e Policoro la neve rovina tutto, con gara ‘bloccata’ quasi alla mezzora per malori ai rioneresi Grieco e Vena e tacito accordo tra le due compagini per il rinvio, con proposta ‘bocciata’ dal giudice sportivo che punisce entrambe con una inadeguata e ‘pesante’ sconfi tta a tavolino e addirittura un punto di penalizzazione. Domenica in programma la sesta giornata di ritorno, con la prima della classe di scena a Marconia nel derby ionico, con questi ultimi assetati di punti salvezza.Il Valdiano è atteso d a l l ’ i n s i d i o s a

trasferta di Pietragalla, con i locali alla ricerca di affermazioni per allontanarsi dalla zona a rischio. L’incontro di cartello è senz’altro la sfi da tra il Policoro e un Rossoblu Potenza in ascesa per ambire ai piazzamenti d’onore, mentre il Real Tolve cercherà il riscatto e la soluzione alla crisi nella gara interna con l’imprevedibile Vultur in serie positiva. Cercherà di approfi ttare il Viggiano per recuperare posizioni, che ospita un tranquillo Pignola, con il Picerno alla stessa maniera ma impegnato sul diffi cile campo di Moliterno.Il C. Oppido cercherà il riscatto nel match fra le mura amiche contro una Murese prodigiosa, invece in palio punti pesanti nella sfi da tra le ultime due in graduatoria con il Tursi che riceve il Miglionico nel tentativo di avvicinare gli avversari. VULTUR Rionero - PolicoroLa gara tra rioneresi e il Policoro di mister Labriola dura quasi mezzora, con una bufera di neve che condiziona non poco i minuti a seguire, complici i malori patiti per il freddo e le proibitive condizioni metereologiche di Grieco e Vena, inoltre i restanti uomini in campo che ne risentono e chiedono al direttore di gara (Ponzio della sez. di Moliterno) di interrompere le ostilità per ‘cause di forza maggiore’.

Entrambi le società sottoscrivono un documento chiedendo di voler rinviare la gara, ma il giudice sportivo (sulla base del referto stilato dall’arbitro) non è dello stesso parere e assegna a bianconeri e materani la sconfi tta a tavolino senza sentire ragioni (ignorato il buon senso, i rischi e la ‘buona fede’) e addirittura sanziona le due squadre con un punto di penalizzazione, tra lo stupore generale e le inevitabili polemiche, con decisione presa ‘a norma di regolamento’. Seguirà inevitabilmente il ricorso per l’inopportuno, ingiusto e fuori luogo provvedimento, così come interpretato e messo in pratica praticamente senza tener conto della salute e l’incolumità dei calciatori.Un caso ‘da studiare’ ed esemplare che resterà nella ‘storia’ del calcio lucano e farà discutere, anche perche si sarebbe potuto gestire meglio e diversamente. Domenica i bianconeri sono attesi dalla diffi cile trasferta di Tolve, al cospetto di una delle migliori formazioni del torneo (specie nel girone di andata), con i padroni di casa alle prese con una crisi di risultati e i rioneresi ‘arrabbiati’ per quanto accaduto, che cercheranno di ‘recuperare’ punti e vendere cara la pelle.

Antonio Petrino

ECCELLENZA

Potenza: “Si può fare”!

Il Potenza regala un sorriso al calcialingo. E’ accaduto

domenica, al Viviani contro la Fortis Trani. Forse era già tutto previsto: lo zero a zero iniziale, il derby tra derelitte, l’ingresso in campo dei brasiliani e l’epilogo vittorioso dei rossoblù. La squadra di Passarella si aggiudica, così, la seconda vittoria in campionato. La seconda, dopo l’affermazione interna con il Taranto. L’appuntamento con l’intera posta mancava da ottobre. Intanto, il

recluso per calcio gongola, malgrado sia consapevole del fatto che la classifi ca non consente divagazioni di sorta. Mancano tanti punti ancora per guadagnare l’accesso ai play-out e sperare di poter fare la differenza negli spareggi. Insomma, non c’è nulla di cui poter essere ancora allegri. Eppure, si percepisce un’aria nuova, a dispetto della generale freddezza e del gelo di questo rigido febbraio. Qualcosa è cambiato. Sarà solo una sensazione oppure un

impeto d’ottimismo scaturito da una vittoria insperata, ma spira un vento che fa sperare in una sorta di miracolo. E’ vero che il cambiamento lo si poteva già percepire, già da qualche tempo. La guida tecnica esperta, l’innesto di giovani un po’ più rodati e la maturazione dei rampolli di casa, stanno producendo effetti tardivi ma importanti.

Ciò che più interessa ai dirigenti di casa Potenza è il mantenimento della categoria. Cosa non facile da pensare, appena qualche settimana fa e che, ora, alla luce del risultato di domenica scorsa, prende corpo con un rinnovato entusiasmo. Come nel fi lm Frankenstein Junior di Mel

Brooks, la parola d’ordine è: “Si può fare”. Domenica torna a viaggiare verso lidi proibiti. L’avversario di turno è il Gladiator secondo in classifi ca. A questo punto del torneo i rossoblù non hanno più nulla da perdere e dovranno affrontare ogni avversario con lo stesso atteggiamento. L’obiettivo è quello di far punti, guardando al terz’ultimo posto che consentirebbe ai potentini di aggrapparsi alla serie D. E chissà che la coda di questo campionato non ci consegni, in extremis, una pagina esaltante di storia calcistica cittadina.

CALCI IN CU...RVAa cura di Tony Pezzotta

SECONDA DIVISIONE

Postiglione vuole la riammissione del Potenza SC in Lega Pro

Ieri pomeriggio, presso i locali del Club House di Potenza Giuseppe

Postiglione ha convocato la stampa per gli aggiornamenti

in merito al ricorso che presenterà alla FIGC per chiedere la riammissione del Potenza S.C. in Lega Pro. Tale incontro si è reso necessario

in considerazione del clamore suscitato da questa iniziativa e che ha avuto vasta eco su larga parte della stampa locale. Postiglione ha avuto modo di

documentare opportunamente la strategia del ricorso e nel contempo ha offerto agli interessati il testo dello stesso per disporre di maggiori

elementi tanto da consentire un’informazione quanto più completa possibile.

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26 ontrosenso

9 Febbraio 2013BasilicataSPORT

Appuntamenti importanti

per lo Sporting Nonostante il tempaccio

che imperversava un po’ su tutta la Basilicata, tanto è che solo poche partite sono arrivate a conclusione, quella con la capolista che giocava in casa contro la squadra di Pescopagano, ha offerto un’altra prova di forza, dopo l’1-8 ottenuto domenica scorsa in quel di Sant’Angelo.La partita si metteva subito in discesa per gli uomini di Schiavone che dopo 3 minuti, e al primo affondo Dicandia pennellava una palla al centro dell’area e Fiorella non si faceva pregare, insaccando di testa. Dopo una ventina di minuti e tre falli in area avversaria al limite del regolamento, fi nalmente l’arbitro si decideva a fi schiare il rigore che, ancora Fiorella s’incaricava della trasformazione portando il risultato sul 2-0 e a 4 gol complessivi contro il Pescopagano. Intanto il tempo continuava ad imperversare e si andava al riposo sul risultato stabilito nei primi 23 minuti sul 2 a 0.Nella ripresa, nonostante il

maltempo continuava a mandar giù pioggia mista a neve, gli ospiti lottavano palla su palla, fi no a quando un’azione non mettevano il centravanti ospite solo davanti a Divincenzo che di testa trovava il gol dell’1-2. La partita continuava con agonismo e le squadre lottavano su tutti i palloni fi no quasi alla fi ne, quando Palermo riusciva a creare il varco giusto nel quale s’inseriva il bomber Digiovinazzo che realizzava il gol del 3-1 e il suo 30 sigillo personale. Ora allo Sporting spettano due trasferte importanti a Melfi col Foggiano il 10 febbraio, e a Potenza col Barrata il 24 febbraio, intervallate dalla sosta del 17 Febbraio dove si speri che non cali la concentrazione e la capolista possa viaggiare alla media alla quale ha abituato i propri tifosi.

Sergio SALERNO

Il Pietragalla e la legge del “Curcio” di Picerno

Sotto una copiosa nevicata, un Picerno a due facce batte l’ostico Pietragalla

ed impone ai bradanici la legge del “D.Curcio” . La squadra di mister Catalano, priva

dello squalifi cato Palladino, ha disputato un primo tempo lezioso e superfi ciale dove ha consentito agli ospiti di andare in vantaggio sul primo calcio d’angolo della gara e riacciuffa il pareggio con il suo uomo più esperto Livio Scuotto, inversamente nel secondo tempo entra in campo con piglio e determinazione macina gioco ed impone agli ospiti le proprie geometrie conquistando i meritati tre punti. Il Pietragalla ben messo in campo dal tecnico vietrese Natiello, orfana degli squalifi cati Pietrafesa M. e Summa, ha dimostrato di essere squadra coriacea e di non voler essere la vittima sacrifi cale

delle ambizioni di classifi ca picernesi, nel primo tempo ha saputo sfruttare con cinismo al meglio le pochissime azioni in area picernese per portarsi in vantaggio, nel secondo tempo è stato schiacciato dal primo all’ultimo minuto nella propria metà campo, con ben otto uomini dietro la linea della palla. La gara inizia con i rossoblù in avanti senza convinzione, i biancazzurri, reduci dal pareggio casalingo con la capolista R. Metapontino, si rendono pericolosi su alcune ripartenze, dopo ben quattro calci d’angolo dei padroni di casa, sul primo pietragallese, battuto da Benedetto, la difesa

picernese dorme e il tutto solo Leone, di testa corregge in rete al 24’ per il temporaneo vantaggio. Il Picerno ferito si scuote e le varie iniziative vengono concretizzate dal suo bomber Livio Scuotto al 24’ che in una mischia riesce ad arpionare la palla e metterla alle spalle di Ciriello per l’1-1. Nella seconda metà della gara è tutto un altro Picerno, gioca con intensità ed impone ai bradanici il proprio calcio con belle giocate dei suoi uomini di centrocampo e degli esterni sulle fasce, le occasioni rossoblù non si contano con i vari Scuotto, Bacio Terracino, Scavone, Laurino e C., il gol che

vale tre punti in una classifi ca che sorride alla compagine guidata dal presidente Venetucci, lo realizza bomber Scuotto al 38’, ove corregge in rete la punizione di Bacio Terracino. Mai domi gli uomini di Catalano continuano il pressing e a cercare la terza rete nonostante una timida reazione dei bianco azzurri ospiti. A fi ne gara il presidente rossoblù tutto raggiante defi nisce il risultato “una vittoria coi fi occhi”. Dopo il vantaggio il Pietragalla ha perso Benedetto a seguito di uno scontro fortuito a centrocampo, il calciatore è stato accompagnato in ospedale per accertamenti. Nelle fi le

rossoblù si notano con piacere il rientro di Marchese dopo un lungo periodo di convalescenza e del baby Pinto fuori dal grave infortunio subìto nella seconda del girone di andata a Miglionico. Con la vittoria odierna il Picerno si porta a quota 32 punti in classifi ca, per ora solo al 6° posto, ad una lunghezza dal Viggiano. Domenica prossima la squadra del presidente Venetucci sarà ospite del Moliterno, reduce dalla sonora batosta rimediata in riva allo Jonio dalla capolista Real Metapontino.

PRIMA CATEGORIA

ECCELLENZA

La Futsal si accontentaPOTENZA – Una sconfi tta,

forse la prima quest’anno, accettata quasi col sorriso. La prestazione del Futsal Potenza contro il Loreto Aprutino (al sesto successo consecutivo) di sabato scorso non ha portato punti in cascina al sodalizio del presidente Astino, ma nuove convizioni e soprattutto dei signifi cativi miglioramenti lì dove, fi nora, il team di Ceppi aveva avuto dei problemi. “Non sono mai contento di perdere – spiega il tecnico umbro durante il consueto incontro

con la stampa del martedì – ma dopo la sconfi tta ero sereno. La squadra mi è piaciuta, ha avuto l’atteggiamento giusto, ci ha messo cuore e testa, ha difeso più bassa e con attenzione. Se giochiamo così quante altre partite possiamo perdere? Io credo poche”. Questa l’analisi di Ceppi sul match, a lungo in bilico, contro una delle big del campionato, il Loreto, che pare destinata a raggiungere le posizioni più alte del girone B di A2. Il mister potentino però non vuole sentir parlare di

sfortuna: “Abbiamo preso due pali, abbiamo sfi orato il 4-4 con un salvataggio sulla linea di Bordignon, ma questa non è sfortuna. Vuol dire che dobbiamo essere più bravi nel fi nalizzare, cosa che loro hanno fatto meglio di noi”. Ceppi snocciola dei dati. “Noi abbiamo tirato 31 volte (contro le loro 26 cinclusioni), segnando solo tre gol, ecco dobbiamo migliorare la nostra percentuale di realizzazione. Se Laurenza avesse fatto il 4-3 per noi a tre minuti dalla fi ne come sarebbe cambiata la partita? Mi sarebbe piaciuto vedere come avrebbe reagito il Loreto. Ma con i se e i ma non si fa la storia. Dobbiamo essere più bravi ma l’atteggiamento è stato quello giusto”. Adesso c’è tanta carne a cuocere in casa Potenza. Domani (mercoledì) c’è la Coppa Italia Under 21 (con tanti ragazzi della prima squadra impegnati), poi c’è la trasferta di Modugno e poi

la tanto agognata Final Eight. Quali priorità ha il Potenza? Ceppi chiarisce: “Solo di ordine cronologico. Affrontiamo una gara per volta. Per l’Under 21 c’è un’opportunità storica di centrare l’ingresso alle fi nali di Coppa Italia, poi per noi viene la gara col Modugno importante per non perdere il treno per i play-off e infi ne si va a Martina per la Final Eight. Cosa si può chiedere di più a questa società che a febbraio ha tutti questi obiettivi? Non lo so. Di vincere lo scudetto?”. Ceppi mostra soddisfazione per la sua creatura. “Siamo sesti ed è già un grande risultato. Ma ai play-off ci pensiamo anche se senza assilli. Il nostro avversario? “Attualmente il Latina ma è diffi cile prevedere cosa può succedere là davanti. L’importante è che noi saremo lì a giocarcela fi no all’ultimo”.

Venosa, vittoria, ma quanta sofferenza

Da quando esiste il gioco del calcio tutte le squadre

che hanno vinto un campionato hanno senz’ altro benefi ciato di episodi fortunati, ovviamente non è la fortuna che ti porta a trionfare dopo mesi di partite, però magari arriva nei momenti in cui ne hai davvero bisogno ed è innegabile che a quel punto pensi: “cacchio” questo è proprio il nostro anno, questo concetto lo avranno pensato davvero in tanti al Palaessedi, visto come è andata a fi nire la gara contro l’ Universitas Potentia. Non ci sarà una spiegazione logica sul fatto che la fortuna, la sorte, il destino, insomma chiamatelo come vi pare, aiuti le squadre più forti nei momenti di maggior bisogno. La gara è stata condotta sempre dalla capolista, i potentini sin dall’avvio si sono arroccati in difesa chiudendo diligentemente ogni varco e agendo di rimessa e in un campo piccolo come questo di Venosa è molto più facile giocare in questo modo, infatti il primo gol della gara è stato realizzato da Gazzaneo proprio sfruttando una palla persa dai giocatori di casa e involandosi

tutto solo verso la porta avversaria. L’ Essedisport dopo lo svantaggio ha continuato ad attaccare facendo però molta fatica a trovare gli spazi, fi nchè la voglia di segnare di Del Cogliano (rimasto all’ asciutto in coppa) è diventata più forte di tutto e di tutti e prima ha pareggiato, con una bordata che si è infi lata sotto la traversa, e poi su punizione ha portato in vantaggio l’ Essedisport. La gara sembrava essersi messa su un binario giusto, ma un’ altra disattenzione difensiva ( l’ assenza di Ferrenti si è fatta sentire) ha permesso a D’ Arminio di trovare il gol del pareggio. Nella seconda parte del primo tempo i padroni di casa pur mantenendo il possesso di palla non sono riusciti a trovare il gol del nuovo sorpasso, nonostante i diversi cambi effettuati da Dichirico, nessuno è riuscito ha dare quella sterzata decisiva alla gara. Nella ripresa dopo un avvio prepotente dei bianco-verdi, che ancora con Del Cogliano sono ripassati nuovamente in vantaggio, anzichè continuare a ruotare e a far girare la palla

in attesa del varco giusto, man mano si sono spenti subendo il ritorno degli ospiti che, con il suo bomber Gazzaneo a cavallo tra il 43 e il 45’, hanno ribaltato la situazione portando l’ Universitas in vantaggio. Intanto i minuti passavano inesorabilmente e l’ Essedisport non riusciva a trovare il pareggio fi nchè al 50’ Scoca ha depositato nella porta sguarnita un assist di capitan Dichirico, a quel punto i più avranno pensato ecco ora che hanno pareggiato li sommergeranno di reti, e invece un minuto dopo, ancora su una palla persa, Gazzaneo, sempre lui, ha superato l’ estremo portiere Nardulli e fatto esplodere di gioia tutta la panchina rosso-blu,e poteva ancora segnare, dopo aver superato Nardulli ha tardato il tiro a porta spalancata, salvato sulla linea da Checa. Dagli sviluppi del calcio d’ angolo l’ Universitas ha colpito un palo ed un paio di azioni da gol sicuri, sventate a fatica dall’Essedisport. Ma al 56’ una giocata sensazionale di Scoca, con un gol da posizione impossibile, ha dato il pareggio

all’ Essedisport, che sulle ali dell’ entusiasmo ha cominciato a credere di cogliere l’ ennesima vittoria e infatti due minuti più tardi Del Cogliano, con un tiro da lontano, ha trafi tto la porta ospite, facendo esplodere di gioia il Palaessedi. Ma la gara non era fi nita e a quel punto l’ arbitro è entrato un pò in confusione,poteva dare doppio giallo al portiere Nardulli, ha espulso Argenti, salvando il portiere ospite. Sicuramente il Potentia avrebbe meritato, oltre ai complimenti, di portare a casa qualche punto, ma siamo sicuri che giocando così e con i gol del capocannoniere Gazzaneo non avrà problemi a salvarsi. Per l’ Essedisport invece resta la gioia di aver vinto una gara che, al pari di quella contro il Bancone all’ andata, è stata la più diffi cile dell’ anno e visti gli altri risultati può guardare alle prossime due partite come gli ultimi ostacoli prima del countdown. Lorenzo Zolfo

CALCIO A 5-SERIE C 2

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27ontrosenso

9 Febbraio 2013Basilicata SPORT

FITNESS

VOLLEY Dopo Montalbano, è big match

per l’Olimpia Melfi in casa della PVF Matera

Altri tre punti importantissimi per l’Olimpia Volley

Melfi , che dall’alto dei suoi 24 punti guida la classifi ca del campionato regionale di serie C a braccetto con il Montescaglioso.Con il punteggio di 3 a 0 le ragazze di mister Vincenzo Pontolillo hanno, nel turno dello scorso fi ne settimana, liquidato in trasferta la pratica Montalbano.A dirla tutta non è stata una trasferta semplice per le ragazze di Melfi , che sono state protagoniste di un viaggio travagliato, per via delle cattive condizioni atmosferiche.La partenza in campo di

Laviano e socie per certi versi non è stata brillante, si sono infatti registrati dei problemi di “ambientamento” alla gara, anche per via di un palazzetto dalla temperatura proibitiva, condizioni queste che hanno giocato a sfavore delle ospiti, che hanno visto la chiusura del set d’avvio sul 28-26, nonostante fossero state in vantaggio anche 20 a 15.Di diversa fattura gli altri due set, chiusi senza diffi coltà dall’Olimpia che ha lasciato alle padrone di casa 14 punti nel secondo e 15 nel terzo. Due set praticamente perfetti quelli conclusivi che hanno mostrato grande affi nità tra i reparti e perfetta esecuzione degli

schemi, raccogliendo oltre che il risultato la soddisfazione del tecnico melfi tano.Riparte bene l’Olimpia in previsione della prossima diffi cile giornata, che vedrà le melfi tane impegnate ancora in trasferta, in casa della PVF Matera, reduce dalla vittoria esterna per 3 a 0 sulla Livi Potenza.A Matera, dove mancherà il pubblico delle grandi occasioni, in quanto la gara si disputerà a porte chiuse per via di alcuni incidenti verifi catisi nel derby con il Montescaglioso, l’Olimpia cercherà di ripetere il successo dell’andata, in modo da tener lontane le materane, oggi prime inseguitrici del duo

di testa a tre punti di distanza, ma soprattutto sarà necessario vincere per non permettere all’Ingest Montescaglioso di restare da sola al comando, qualora dovesse battere l’Asci Potenza nel capoluogo di regione.

Il volley “misto”? Yes we canParola a Salvatore Santangelo,

allenatore della neonata squadra amatoriale Da sempre Salvatore pratica

sport, “fi glio d’arte” di ge-nitori a loro volta allenatori ed ex atleti di pallavolo, ha militato nelle categorie di serie C e se-rie B2, attualmente gioca nella ASD Murate. Dal 2008 al 2012 ha ricoperto la carica di secon-do allenatore della Giocoleria Potenza, squadra impegnata nel campionato nazionale di B2. Da quest’anno cura i settori giova-nile della ASD Murate. Salvato-re è anche insegnante qualifi cato di beach-volley e organizza cor-si e tornei durante l’estate.Ciao Salvatore, raccontaci com’è nata l’idea di fondare una nuova associazione sporti-va in un periodo non proprio facile per lo sport potentino:Devo precisare che, pur essendo una mia iniziativa, non ho anco-ra creato una associazione spor-tiva e che l’ A.S.D. Murate mi ha dato l’opportunità di realizzare questo progetto. Rimane co-munque mia intenzione fondare un’associazione indipendente.Viviamo in un mondo che or-mai punta tutto sull’imma-gine, sulla comunicazione, e immagino come la scelta del nome di una squadra sia un punto cruciale per determi-narne vision e mission. “Yes we can Volley” è senza dubbio un nome d’impatto, cosa vuol comunicare?La cosa più diffi cile quando si crea una squadra risiede sicu-ramente nella scelta del nome. “Yes we can”, noto slogan di una campagna politica, racchiu-de in sé l’intento per il quale na-sce questa squadra: dare la pos-sibilità a chi è uscito dal mondo

della pallavolo e a chi non ha mai fatto parte di questo mondo di poter coltivare questa passio-ne indipendentemente dall’età e dalle capacità tecniche. Quali sono le maggiori diffi col-tà che incontra un giovane che vuole intraprendere un’inizia-tiva di questo tipo?Onestamente non ho trovato molte diffi coltà, probabilmente perché pratico questo ambiente da tanto tempo. L’unico dubbio era vedere se l’iniziativa avesse un riscontro positivo e, a giudi-care dai numeri, posso essere soddisfatto.Esistono particolari prerequi-siti fi sici per chi voglia inizia-re a praticare il volley? L’età potrebbe essere un fattore li-mitante?Occorre distinguere tra pallavo-lo amatoriale e pallavolo ago-nistica. Nel primo caso non ci sono vincoli di età e non vengo-no richiesti requisiti fi sici parti-colari; nel secondo caso, invece, il primo limite è proprio l’età in relazione alla fi sicità: più tardi si inizia a giocare più diffi cile risulta l’apprendimento. Come vedi il futuro prossi-mo della Yes We Can Volley? Punti all’agonismo?Attualmente la mia squadra può essere vista come un gruppo di amici che si allenano diverten-dosi. Per il momento non nasce con un intento prettamente ago-nistico; la mia intenzione è or-ganizzare tornei, senza parteci-pare a campionati federali.È il primo esperimento di squadra mista nel volley potentino? È interessante notare come si punti molto

sull’eterogeneità del gruppo, vista come una ricchezza e non come un ostacolo. Quali sono i punti di forza di questa neona-ta associazione? Il mio è l’unico gruppo misto allenato e non autogestito della città di Potenza. Uno dei punti di forza è proprio l’eterogenei-tà: allenare ragazzi e ragazze di età diversa non può che essere fonte di ricchezza, in quanto consente uno scambio di idee e di opinioni da considerarsi come momento di crescita e di aggregazione.Lancia un appello alle istitu-zioni e all’Assessorato dello sport affi nché si incentivi e si agevoli la pratica sportiva gio-vanile, considerando il gran-de impatto socio-culturale ed educativo che lo sport può avere tra le nuove generazio-ni (basti pensare alla preven-zione della marginalità, della devianza e del disagio sociale)Credo che oggigiorno sia neces-sario che le Istituzioni incentivi-no la pratica sportiva giovanile, in quanto i bambini sono sempre più riluttanti al movimento, pre-ferendo la televisione, il compu-ter, i video-games alla palestra. Bisogna altresì aiutare le fami-glie meno abbienti dando a tutti la possibilità di integrarsi. E’ importante creare e rafforzare gruppi sportivi che possano al-lontanare i ragazzi dalla strada e da situazioni di marginalità sociale.

Adelfi o Liviani

Itra Group Virtus Matera paga le assenze di Buono,

Santarsia e Stano e si arrende al Nola

Penalizzato da tre assenze pesanti, quelle di Buono,

Santarsia e Stano, tutti infortunati, l’Itra Group Virtus Matera si arrende in casa al Cap Nola. Padroni di casa in partita sino all’intervallo lungo, poi il Nola prende il largo con un break di 10-0 e amministra il vantaggio sino

al termine della gara. Basket, serie C, 6^ giornata di ritornoItra Virtus Matera – CAP Nola 69 – 79 Parziali: 20-15, 36-37, 50-59.Itra Matera : Filazzola 16, Albanese 24, Conforti 13, Sacco 2, Pancallo 2, Santochirico , Petralla 4, Stano ne, Franco, Clemente

1, Miriello 4. All. Di Gioia e Conterosito.CAP Nola: Alfano 8, Mascolo 4, Gulemi 4, Federici 11, Caccavale , Izzo 14, Caporiso , Esposito 23, Conte, Riccio 4. All. Tifano.Arbitri: Pellegrino e Di Prisco

Una Metide Virtus Matera super contro l’Avellino

Metide Virtus Matera-Scandone Avellino 73-

61Parziali 25-20; 36-31; 53-45.Metide Virtus Matera: Buono 26, Conforti 8, Smorto 26, Miriello 11, Clemente 2, Santarsia, Petralla, Sacco, Santochirico, franco, Pancallo. All. Di Gioia e Conterosito Scandone Avellino: Iannicelli 2, Ciotola 3, Salafi a 9, Alborea

2, Ianuale, Iurato 8, Mbaye 16, Granata 10, Tammaro 4, Riccio 7, De Stefano, Caliendo. All. De Gennaro. Assistente Morena. Arbitri: Vitanostra e Pellegrini.Prestazione convincente della Metide Virtus Matera nel match casalingo contro l’Avellino, battuto 73-61 al termine di una gara affrontata con la massima concentrazione dai ragazzi biancoazzurri. L’Avellino alza bandiera bianca di fronte alle

prestazioni superlative offerte in attacco da Smorto e Buono e in difesa, dove si sono distinti Santarsia, bravo a catturare 14 rimbalzi e a stoppare tre volte i suoi avversari, di Miriello e Conforti. Prossimo appuntamento per la Metide Virtus Matera in programma lunedi 11 febbraio sul campo del San Severo.

Il metodo Pilates per la ginnastica posturale ed il

benessere psicofi sico

Negli ultimi anni si è assistito ad una grande diffusione del Pilates nel

settore del fi tness e del wellness. Il Pilates, più correttamente defi nito “metodo Pilates”, è un sistema di allenamento anaerobico, a limitato dispendio calorico, che comprende esercizi di “ginnastica dolce” prettamente svolti a corpo libero (mat-work), atti alla contrazione isometrica, isotonica ed al controllo dei muscoli posturali, soprattutto addominali, lombari e paravertebrali, ossia quei muscoli che contribuiscono a mantenere il corpo bilanciato e sono essenziali per fornire sostegno alla colonna vertebrale, andando a creare un “corsetto” muscolare volto a preservare la

corretta postura della colonna, prevenendo possibili lombalgie e cervicalgie. Tale disciplina prende il nome da colui che la ideò e la sviluppò all’ inizio del XX secolo, Joseph Hubertus Pilates. Attualmente, il Pilates ha perso quasi del tutto la sua fi nalità originaria ed è entrato in quei meccanismi di marketing che lo hanno portato a diventare un must per la maggior parte delle strutture fi tness&wellness del territorio, sia nazionale che oltre confi ne. Al di là degli aspetti commerciali, il Pilates risulta essere un’attività fi sica valida per chi voglia migliorare la propria postura e prevenire tutti quei problemi legati alla sedentarietà.Naturalmente risulta ovvio come una disciplina ideata all’inizio del secolo scorso necessiti

di una rivisitazione e di un ammodernamento affi nché sia contestualizzata ed adattata alle esigenze dei praticanti ed alla loro fascia d’età (adolescenti, adulti, terza età), oltre alla componente prettamente corporea è infatti utile operare un’integrazione con precise tecniche di rilassamento ed esercizi di stretching derivanti dallo Yoga. Per qualsiasi attività fi sica preventiva e adattativa è opportuno rivolgersi a professionisti laureati in scienze delle attività motorie e sportive, specializzati con laurea magistrale di nuova istituzione LM-67. Dr. Adelfi o LivianiChinesiologospecialista in scienze motorie ad indirizzo

BASKET

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28 ontrosenso

9 Febbraio 2013Basilicata

Cosperlast, Loreto vale una stagioneAncora fermo Kervin Pinerua che, per via di un infortunio al ginocchio, sarà costretto a restare lontano dai campi

per almeno una decina di giorni di Lorenzo Tortorelli

Cosperlast Matera a caccia di punti salvezza. Domani

pomeriggio la formazione materana, allenata da coach Nacci, sarà nuovamente impegnata al Pala Sassi contro la Pallavolo Loreto priva, però, dello schiacciatore Kervin Pinerua che, per via di un infortunio al ginocchio, sarà costretto a restare lontano dai campi per almeno una decina di giorni. La risonanza magnetica non ha evidenziato lesioni ai legamenti del ginocchio destro del forte opposto venezuelano che ha subito, invece, una distrazione del legamento collaterale esterno. Una brutta tegola per la Coserplast e per coach Nacci che dovrà necessariamente fare a meno di uno degli atleti più prolifi ci dell’ultimo periodo e in un match tra due contendenti alla salvezza. Gli anconetani, infatti, sono ultimi in classifi ca con nove

punti e il Matera è penultimo con sole tre lunghezze in più, quindi la gara di domani diventa importantissima per entrambi i sestetti. All’andata la spuntarono gli uomini allenati da Emanuele Fracascia che sconfi ssero i biancoblù lucani per tre ad uno ma la Cosperlast ora sembra rinata rispetto al passato. Il Loreto, reduce dalla sconfi tta interna di domenica scorsa contro l’Atripalda per 3-0, arriva a questo match consapevole della diffi coltà dello stesso ma anche fi ducioso. “Con l’organico che abbiamo ce la possiamo giocare con tutti – ha commentato lo schiacciatore Simone Spescha, uno dei punti di riferimento del Loreto. Non credo che meritiamo l’attuale posto in classifi ca. Domani a Matera giocheremo su un campo molto diffi cile, vedremo chi ne avrà di più”.Per arrivare al meglio a questo importante incontro la squadra, in settimana, ha svolto doppie sedute di allenamento

giornaliere e visionati i consueti video di studio tattico della gara. Ancora non al meglio Suglia e Janusek, ma saranno sicuramente della partita. Matheus è in buone condizioni e sicuramente non farà rimpiangere il suo connazionale Pinerua.La società materana, nel frattempo, ha chiamato a raccolta il pubblico di casa. Mister Nacci ha sottolineato l’importanza del calore del tifo per una squadra che fi nalmente sta trovando una sua fi sionomia precisa ed una certa compattezza. “ Il nostro pubblico può essere l’uomo in più, ci può dare ulteriore energia per vincere questa sfi da tanto diffi cile quanto mai decisiva. Mi aspetto un Palasassi pieno e partecipativo”. Il match tra la Coserplast Matera e la Pallavolo Loreto si giocherà domani pomeriggio al Pala Sassi di Matera con fi schio d’inizio alle ore 18.

SPORT

VOLLEY

HockeyPattinomania alla prova ValdagnoArriva la capolista. Questa

sera l’Energy Italia 01 Matera sarà impegnata nuovamente alla tensostruttura di via dei Sanniti contro il Valdagno, attuale leader della serie A1 insieme al Viareggio con trentasei punti. All’andata i materani furono sconfi tti per 6-3 dai veneti ma la Pattinomania di oggi è senza dubbio una formazione più esperta sotto l’aspetto tecnico e tattico. I materani vengono dal pareggio casalingo di sabato scorso contro il Bassano per 2-2 (recupero della settima giornata), altro

team leader della serie A1, ed proprio contro i veneti hanno dimostrato e, più che altro, confermato di avere le qualità necessarie per poter disputare un girone di ritorno importante che possa, poi, alla conclusione della stagione, regalare a capitan Vivilecchia e soci un piazzamento nella zona play-off. Il Valdagno sabato

scorso ha osservato il turno di riposo, mentre nell’ultimo match del girone di andata si è imposto sulla pista del Novara per 7-2. Un match che ha visto protagonista Carlos Nicolia, attaccante di spessore e giocatore che i materani dovranno marcare con attenzione visto che ad oggi risulta il migliore realizzatore della serie A1 con ben 27 gol segnati in tredici gare disputate. Ma il Valdagno, a conferma di essere una formazione completa in ogni reparto, ha anche un ottimo portiere, Riccardo Gnata, che è il secondo miglior estremo difensore del campionato con soli 34 gol subiti in 575 minuti giocati. “Il Valdagno è certamente più forte del Bassano, incontrato una settimana fa. Credo che il team veneto sia la più forte squadra di hockey in Italia – ha spiegato Rafa Abalos, portiere dell’Energy Italia 01. Sappiamo che sarà un match

diffi cilissimo, però in questo sport tutto può succedere e noi siamo convinti che abbiamo le potenzialità per poter vincere anche contro questa corazzata. Dobbiamo solamente continuare a giocare così come abbiamo fatto nelle ultime gare”.Per le statistiche mister Antezza è l’unico ex di turno. L’allenatore-giocatore materano, ora in forza alla Energy Italia 01, infatti, ha militato nella stagione 2010/11 proprio con il Valdagno, insieme all’altro materano, Massimo Tataranni, per poi passare l’anno successivo a Lodi. La gara tra l’Energy Italia 01 e il Valdagno si giocherà questa sera alla tensostruttura di via dei Sanniti e sarà trasmessa in diretta streaming sul sito www.pattinomaniamatera.it

Lor. Tort.

Pesca sportivaFebbraio apertura

della pesca alla trotaLa regina delle acque

dolci conserva sempre il fascino particolare intrinsico in ogni pescatore, che aspetta per un anno il fatidico giorno dell’apertura. La Basilicata ed in particolare la Provincia di Potenza, conserva ancora un discreto numero di appassionati che aspettano con ansia questa data, per rivivere momenti ludici particolarmente sensibili vissuti in compagnia di amici su un corso d’acqua per cercare un confronto sportivo con le trote che per mesi hanno potuto scegliere i migliori luoghi per riprodursi ed essere pronte per una nuova stagione di pesca sportiva. Nonostante questo particolare momento di vita che unisce appassionati di varie età e fascia sociale, il settore ancora segnala lacune in materia di gestione amministrativa pubblica, considerato che le acque restano di proprietà pubblica ed altresì l’istituzione di molte aree protette nazionali, hanno interdetto l’esercizio della pesca sportiva ai fi ni di una protezione integrale dell’ambiente. Difatti alcune polemiche hanno animato la scelta della data di apertura, che però non ha certamente potuto fermare l’emozione, la passione e il vivere momenti di fascino che coinvolgono l’essere umano in un rapporto con la natura ispirato ai principi di conservazione e rispetto del bene comune attraverso prelievi mirati. Pertanto nulla importa a coloro che vivono in maniera intensa questo evento, considerato che da tempo per tradizione,

nei circoli di pescasportiva, nei punti vendita e nei vari altri luoghi, i seguaci della regina imperniano i loro discorsi sulla scelta del corso di fi ume dove aprire la nuova stagione di pesca e quindi l’organizzazione al recupero delle esche, al riordino dell’attrezzatura e alla scelta del solito ristorante per i più snob, mentre la solita ricca colazione per gli amanti estremi del più intenso contatto con l’ambiente. Questo patrimonio umano che conserva ancora nobili attività, dovrebbe essere maggiormente seguito dalle politiche di settore al fi ne

di renderlo valore aggiunto all’economia della Regione e non lasciarlo sempre come la cenerentola delle cose da fare, per cui le istituzioni sono chiamate alle proprie responsabilità, mentre le associazioni alieutiche dovrebbero fare più squadra per migliorare questo status e dare linfa ad un lavoro tendente al recupero della qualità delle acque e al benessere delle popolazioni ittiche presenti.

Sandrino Caffaro

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33ontrosenso

9 Febbraio 2013Basilicata

Romanzo noir in salsa lucana: esce il libro del materano Tommaso Carbone

Sta riscontrando un buon successo di pubblico

il romanzo del materano Tommaso Carbone “Niente é come sembra” (Rusconi libri). Ci sono tutti i migliori ingredienti del vero romanzo giallo: c’è il delitto irrisolto di due giovani fidanzati innamorati, c’è l’investigatore privato demotivato ex poliziotto con una vita ridotta a cocci rotti, ci sono i mondi malsani fatti di droga, festini, sesso e corruzione.Un investigatore, Max Ferretti, viene incaricato dalla madre del giovane Francesco, trovato morto con la fidanzata Miriam sei anni prima nel bagno della casa di lei, di indagare sulla reale causa di morte dei due ragazzi. Morte che, le autorità intervenute sul posto al

momento del r i t r o v a m e n t o dei corpi, hanno d e r u b r i c a t o a “incidente d o m e s t i c o ” imputabile a una scossa elettrica provocata dal malfunzionamento di una stufa nonostante la ragazza avesse una ferita alla testa e il ragazzo un gonfiore strano all’inguine. Sembrava che tutti, dal vicepretore al pm, avessero fretta di chiudere il caso. Perchè? La vicenda, che mostra dei coni d’ombra evidenti,

deve essere chiarita e il caso deve quindi essere riaperto. Niente è come sembra appunto. Max Ferretti, insieme alla giovane collega Gaia, riprenderà tra le mani le carte del caso e ripercorrerà il passato burrascoso di Miriam, un passato duro, torbido, ingombrante e tormentato in cui la ricerca dell’amore che avrebbe dovuto regalarle la felicità, le riserva invece un destino di dolore e morte.Lo stile scorrevole e il dosaggio sapiente dei particolari decisivi rendono questo romanzo molto godibile, così come il continuo ribaltamento di visuale e l’io narrante che passa di capitolo in capitolo da un personaggio all’altro sono intriganti e ben articolati. Questa soluzione contribuisce

a creare personaggi davvero interessanti, reali, significativi e diversi. Il cocktail di cattiveria, morte, violenza di alcune pagine colpisce duro e lascia il segno (meglio, il livido sulla pelle del lettore).L’ambientazione lucana bellissima e dettagliatamente descritta, ha trasformato in parte viva, pulsante ed integrata il luogo in cui tutto si svolge. Famiglie importanti, magistrati corrotti e mafiosi spietati fanno da contorno ad un giallo che lascia il fiato sospeso fino all’ultima pagina. E quando la verità verrà a galla, niente sarà più come prima. Il romanzo contiene blandi riferimenti ad un ben noto caso di cronaca lucana, quello dei “fidanzatini di Policoro” sebbene lo scrittore compia un percorso diverso nella narrazione della vicenda.Tommaso Carbone ha la capacità di prendere per mano il lettore, di legarlo come una doppia catena invisibile alla storia impedendo di staccarsene fino alla fine.Si arriva alla conclusione abbarbicati alle pagine. Con il colpo di scena finale.

Sara Zaccaro

Quel ponte nei Sassi è un pugno nell’occhio«la struttura realizzata non si inserisce adeguatamente

nel contesto ambientale e architettonico dei Rioni Sassi»di Giovanni Martemucci

Un ponte in ferro nei Sassi di Matera. E’ un vero pugno

nell’occhio l’ultima opera di “architettura” poco in linea

con il contesto dei Sassi. Si tratta del ponte di ponte di Vico Commercio, nel Sasso Barisano. E così da qualche settimana su internet i cittadini hanno iniziato a contestare l’inserimento di quel ponte metallico che stona palesemente rispetto al contesto, per l’uso del materiale di cui è fatto. Il

ferro che non centra nulla con il tufo, di cui sono costituiti gli antichi rioni. Così sono iniziate le polemiche e il Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, architetto Francesco Canestrini, è intervenuto dichiarando in una nota che “la struttura realizzata non si inserisce adeguatamente

nel contesto ambientale e archi te t tonico dei Rioni Sassi”. In più continua la nota della Soprintendenza “si è valutata la necessità di mitigare e migliorare l ’ i n se r imen to introducendo un elemento tipico e ricorrente dell’architettura dei Rioni Sassi r i s e r v a n d o s i la possibilità di prescrivere anche la chiusura dei fronti laterali della passerella”. Verificato lo stato dei luoghi la Soprintendenza ha ritenuto di

r e a l i z z a r e al di sotto della struttura m e t a l l i c a un arco in muratura di tufo, per tutta la sua estensione, che, impostato, a destra, sul banco di roccia esistente, si svilupperà sino a raggiungere, a sinistra, i due pilastri in acciaio. Dunque si corre ai ripari per mascherare lo scempio. Inoltre la m u r a t u r a dell’arco dovrà rivestire anche i fronti laterali delle travi in acciaio. Nelle p r e s c r i z i o n i della Soprintendenza è prevista anche la sostituzione della ringhiera realizzata in tondini di ferro con la tradizionale ad elementi verticali eventualmente anche intervallata da pilastrini in tufo analoghi a quelli messi in opera sul terrazzino superiore.

Il giudizio dei cittadini rimane sospeso fino a quando i non ci sarà il risultato finale di questa tardiva, e un po’ posticcia, operazione di “scenografia”. Un intervento nel quale il linguaggio dell’architettura dei rioni Sassi è stato completamente stravolto, così

come non è stato rispettato lo spirito del luogo che ogni progettista dovrebbe tenere a mente in un intervento di restauro.

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9 Febbraio 2013Basilicata

LED ZEPPELIN IV “L’opera

celestiacoinfernale essenziale”

Otto novembre 1971, esce il quarto album in studio dei LED ZEPPE-LIN; privo di un titolo uffi ciale, è

generalmente riconosciuto con la dicitu-ra “LED ZEPPELIN IV”, si rivelerà uno degli album di maggior successo della storia, con oltre 23 milioni di copie ven-dute nei soli Stati Uniti, dove ha totaliz-zato 260 settimane in classifi ca. Giunti virtualmente all’apice della loro vena creativa, gli ZEPPELIN decisero di concentrarsi unicamente sulla musi-ca, tralasciando ogni altro aspetto arti-stico e, questo, in risposta alle numero-se critiche ricevute dalla stampa, forse protesa unicamente a inquadrarli in un genere predefi nito subito dopo l’uscita del disco precedente. Per rimarcare questa volontà, moltis-simi aspetti fondamentali connessi al disco non trovarono una dimensione chiara, non vi furono certezze sulla for-ma che avrebbe avuto il nuovo lavoro; si pensò in fase embrionale anche a un doppio album, quindi a quattro distinti EP, fi no alla decisione fi nale di esclu-dere ogni complicazione inutile man-tenendo così la classica forma dell’LP, ma a condizione che venisse pubblicato senza titolo e senza alcuna promozione.“LED ZEPPELIN IV”, fu il risultato di un missaggio eseguito in Gran Bretagna, tra gli studi ‘ISLAND’ e gli ‘OLYM-PIC’, con un ritardo di diversi mesi sulla pubblicazione programmata, e il suicidio commerciale, paventato dalla casa di-scografi ca ‘ATLANTIC RECORDS’, fu

ampiamente smentito dai risultati di ven-dita ottenuti dal disco, il quale restò nelle classifi che più a lungo di qualsiasi altro lavoro precedente degli ZEPPELIN e, paradossalmente, la stessa scelta di non pubblicare come singolo ‘STAIRWAY TO HEAVEN’, contribuì al successo di codesta meraviglia acustica.

Da un punto di vista concettuale, anche la copertina è considerata la più sofi sticata realizzazione del gruppo, con l’eccellen-te idea di rappresentare il circolo natura-le della vita attraverso i giorni perduti e la visione di un presente distruttivo per mezzo di immagini ben precise, prescin-dendo da qualsiasi riferimento personale e dalla propria storia recente. Sul retro, fu scelto di inquadrare il particolare di un

muro consumato dal tempo con la carta da parati che cade a pezzi e, in primo pia-no, una vecchia cornice con la fotografi a di un contadino piegato sotto il peso di una grossa fascina di legname. Diversi anni dopo il brano ‘STAIRWAY TO HEAVEN’, venne votato dai lettori del ‘MELODY MAKER’ come uno dei

migliori brani della storia del rock, uscendo ampiamente dai canoni clas-sici della canzone, sia per durata che per struttura, includendo in esso tutti gli elementi dello stile ZEPPELIN, unendo senza soluzione di continuità parti acustiche e romantiche a passag-gi di puro hard rock, che videro la luce come abbozzo musicale dalle corde del guitar-hero PAGE e poi ultimate dal preciso contributo della band in cui PLANT allineò un testo ispirato dalla letteratura fantastica celtica. Da non sottovalutare il memorabile fi nale in cui vi si ascolta un eccellente “treno” batteristico fi glio del compianto BON-HAM.“LED ZEPPELIN IV”, in quel di no-vembre 1971, dischiuse i propri bat-

tenti sonori per mezzo di BLACK DOG, un pezzo duro e indimenticabile, sapien-temente arrangiato, complesso, con le sue quattro sovra incisioni di chitarra nel solo e pronto a consegnare l’abbrivio vir-tuale di un’opera essenziale che mai più si mostrò, echeggiando, fra l’infernale e il paradisiaco universo del rock.

HORACE ANDY“Broken Beats” (Echo Beach)

Da quando fu arruolato dai Massive Attack (o forse anche da prima, con quello splendido, ma stranissimo album del

1984 con l’americano Wackie’s, “Dancehall Style”), Horace Andy è diventato l’artista reggae più gettonato dai gruppi di musica elettronica. Ricordiamo, in tempi recenti, i dischi con Ashley Beedle e Alpha, lavori al di fuori degli stretti confini del reggae: adesso ne arriva un altro, prodotto dall’etichetta tedesca Echo Beach, specializzata in dub elettronico. E così ritroviamo ancora una volta la voce in falsetto più famosa della Giamaica, a confrontarsi con ritmiche dai drumbeats (come dice il titolo) potenti. “Sleepy” tira fuori i cavalli di battaglia della sua lunga carriera, reinterpretandoli sulle basi messe a punto dalle realtà più importanti del dub elettronico “ e dintorni” nord-europeo: Rob Smith, Dubblestandart, Dub Spencer & Trance Hill, Oliver Frost, Der Transformer e via discorrendo. Ne viene fuori uno degli album più accattivanti del buon Horace.

Le avventure di CAPITAN VAFF di king buffi noLe avventure di CAPITAN VAFF di king buffi no

Gesualdo da Venosa nel cuore di grandi cineasti di Armando Lostaglio

Fervono i preparativi per la celebrazione quest’anno

del quattrocentesimo anniver-sario della morte di Gesualdo da Venosa (8 marzo 1613), fi gura inquietante quanto esal-tante del sommo madrigali-sta del Cinquecento. Alcuni grandi cineasti hanno cercato di addentrarsi nella irrequieta esistenza del madrigalista, per farne un fi lm. Bernardo Bertolucci ci aveva confi dato di aver sempre in mente un suo prossimo fi lm sulle vicende tragiche ed arti-stiche del Principe di Venosa. Una fi gura che lo affascina da sempre e nella quale intravede anche segni di presente. Il fi lm avrebbe anche un titolo “Hea-

ven and Hell” (Paradiso ed In-ferno). Con un documentario della televisione tedesca la te-levisione Werner Herzog ave-va trattato del madrigalista, personalità a lui tanto cara. Girò nel 1995 un fi lm-docu-mentario dal titolo “Gesualdo: Morte a cinque voci” in cui ri-percorre i luoghi di origine (vi è anche un’intervista al custo-de del museo di Venosa). Certo che fa un certo effet-to sentire la parola “Venosa” dalla bocca di un personaggio non certo comune come Her-zog. E quando lo incontriamo per le vie del Lido di Venezia, durante la Mostra del Cinema, ci guarda sempre con molta simpatia, in virtù delle nostre origini lucane, come quelle del Principe Gesualdo. Her-zog predilige la musica antica, in buona parte religiosa. “La

musica - ci confessava - ha infl uenzato la maniera di fare cinema più di qualunque altra arte. Ma nelle arti fi gu-rative (come va sostenendo spesso), “le mie preferenze vanno per il tardo Medioevo. Ammiro la maniera di lavora-re in quel periodo, da artigia-ni: avevano degli apprendisti, lavoravano in bottega. Prima di Michelangelo, ad esem-pio, gli scultori non si defi ni-vano artisti ma intagliatori”. Ma cosa ricorda di Venosa, del territorio lucano, delle sue luci? Il regista tedesco ha am-mirato la semplicità dei luo-ghi, l’armonia dei colori, le stesse che gli fanno rivedere il Madrigalista alle prese con le sue bellissime composizio-ni. “Non poteva che essersi ispirato dall’armonia di questi luoghi!” (ammette).

La Lucania gli avrà dato mol-to, se è vero che la ricorda così, sebbene sia stato breve il suo passaggio. Lui che ha girato mondi interi in mondi di-versi, esplorando etnie e personaggi. Come il mi-tico “Fitzcarraldo”, che fa ascoltare Caruso agli indigeni del Centrameri-ca, o che esplora in pro-fondità l’animo umano come in “Aguirre, furore di Dio” e la disperazione in Nosferatu, il principe della notte, (memorabi-le quella frase: “I secoli vanno e vengono, ma ogni giorno è uguale ed un altro…”), tutti inter-pretati dal suo amico Klaus Kinski, scomparso alcuni anni fa.Certamente fa piacere ascoltare (seppure ad in-

termittenza) le rifl essioni di un grande cineasta, che ricorda (con piacere) la nostra terra, e Venosa, insieme ad un tassello

importante della sua immensa storia come Gesualdo.

Il regista Werner Herzog al Lido di Venezia

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9 Febbraio 2013Basilicata

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9 Febbraio 2013Basilicata

Cancellara, 5 piante secolari protagoniste della “Carta degli alberi Padri”

Sono alberi legati alla storia della popolazione perché sono sempre stati utilizzati come punto di riferimento, come riparo o segno di confi ne

Si è svolta a Potenza, venerdì 1° febbraio, presso il Comando

regionale del Corpo Forestale dello Stato, la cerimonia di presentazione della “Carta degli alberi Padri” e della relativa Guida, che ha visto come protagonisti ben 105 alberi monumentali distribuiti su tutto il territorio della Basilicata. É il risultato di un progetto voluto a più mani, dove la

parte più pulsante è venuta da Legambiente che, con il suo contagioso entusiasmo, ha coinvolto Istituzioni, Associazioni e cittadini. Un lavoro del genere era stato già avviato nel 1982, come ha sottolineato il Dott. Curcio, Comandante Regionale del Corpo Forestale della Stato per la Regione Basilicata. Tuttavia l’attuale progetto presenta delle novità, tra cui quella

legata alla georeferenzazione degli alberi. Pertanto, chiunque voglia rintracciare una pianta, potrà farlo tramite le coordinate che sono disponibili sulla pubblicazione. Competenza, approfondimento e solidarietà, sono stati, dunque, gli ingredienti che hanno permesso la realizzazione di un articolato progetto ma, soprattutto, la partecipazione perché - come ha dichiarato il dott. Pietro Fedeli, direttore dell’Osservatorio Ambiente e Legalità - “da soli non si va da nessuna parte, il nostro lavoro è sempre bidirezionale, lavoriamo nei confronti delle Istituzioni come pungolo e proprio come le zanzare, benché piccoli, “diamo fastidio”. Ci siamo rivolti alla popolazione in tante formule, attraverso strategie di marketing moderne, come la pubblicità radiofonica, che ha avuto un impatto notevole sui cittadini e dopo solo un mese sono giunte circa 50 segnalazioni”. Anche il comune di Cancellara ha aderito con entusiasmo all’invito e grazie alla sensibilità di amministratori e dipendenti, sono stati individuati ben 5 esemplari di alberi Padri pluricentenari, tutti appartenenti alla specie “quercus pubescens”. Sono

alberi legati alla storia della popolazione perché sono sempre stati utilizzati come punto di riferimento, come riparo o segno di confi ne. Sono testimoni di tradizioni popolari, racconti e leggende legate alla vita e alla cultura della comunità. È davvero affascinante soffermarsi a pensare quante cose abbiano visto, quante avversità

abbiano superato e... chissà quanti misteri nascondono. E così, come ha affermato il Commissario Capo dott. Bagarozza nel corso della cerimonia, “l’obiettivo più importante raggiunto in questo lavoro è stato quello di coinvolgere la popolazione e di ricucire, attraverso l’albero che rappresenta un simbolo vivente, un rapporto

interrotto da decenni tra territorio e popolazione, perché la miglior tutela non è mai stata la legge, ma il sentimento, il ricordo, la “devozione” che lega l’uomo alla pianta”.

Franca Caputo

Mieli & Comuni lucani al Congresso nazionale ad Amantea Ripacandida -Una

nutrita rappresentanza del settore apistico lucano sarà presente ad Amantea (Cs), in occasione del XXIX Congresso Nazionale dell’Apicoltura

Professionale, che si terrà tra il 5 e il 10 febbraio prossimo. L’appuntamento, organizzato dalle maggiori associazioni nazionali (UNAAPI, CONAPI, AAPI), vede il coinvolgimento in prima

del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali che sta intravvedendo nell’apicoltura una grande opportunità per il rilancio dell’agricoltura di qualità nel Mezzogiorno d’Italia.

“L’occasione costituisce- secondo Franco Rondinella di Ripacandida, Presidente del Consorzio Regionale di Tutela e Valorizzazione del Miele Lucano- l’occasione più signifi cativa per acquisire informazioni tecniche e scientifi che utili per affrontare le diffi cili problematiche che affl iggono il settore anche in Basilicata”. Interverranno i maggiori

esperti nazionali: ricercatori del CRA, del CNR, delle Associazioni e di numerose Università leader nei vari campi di approfondimento dell’apidologia. Sono previste visite aziendali, seminari di approfondimento e tavole rotonde su temi specifi ci. L’apertura dei lavori del Congresso è prevista per il giorno 7 febbraio ed è stata affi data

proprio al lucano professor Renato Spicciarelli, Docente all’Università della Basilicata che interverrà con una relazione scientifi ca, molto attesa, sulla fl ora mellifera e le sue modifi cazioni nel meridione d’Italia.

Lorenzo Zolfo

La Mellinoteca di Ripacandida

Ripacandida: alcuni prodotti di miele

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9 Febbraio 2013BasilicataREPORT

AVVISO A TUTTI GLI SCRITTORI “A BASSA DISTRIBUZIONE”

Avete pubblicato un libro per una casa editrice piccola o indipendente?

Inviateci il libro che avete pubblicato, lo recensiremo su queste pagine, e invieremo le copie spediteci alla libreria dedicata “L’ Autore” di Bella – PZ, che le esporrà e le metterà in vendita.

Per maggiori info contattare [email protected] e telefonare allo 0971/092255. oppure inviate direttamente i libri a: Redazione Controsenso Basilicata, Via Vespucci snc – Parcheggio Tre 85100 Potenza.

UN LIBRO AL GIORNO A cura di Carlo Alberto Perretti

Chakra, la forza della vita Osho – Giunti Demetra

Osho è un maestro di consapevolezza. Lo

scrittore americano Tim Robbinson lo ha descritto come “l’uomo più pericoloso dai tempi di Gesù Cristo”. Sul suo lavoro Osho ha detto che sta creando le condizioni per l’avvento di un nuovo tipo di essere umano. “L’uomo è un arcobaleno, racchiude in sé tutti e sette i colori. L’uomo è un ponte tra l’animale e il divino. L’uomo è un arcobaleno. L’arcobaleno ha sette colori, l’uomo ha sette centri nel proprio essere. L’uomo deve passare attraverso tutti questi sette chakra, sette passi attraverso il divino”. I primi tre chakra muladhara, svadhisthana e manipura sono chakra animali. I primi tre chakra hanno a che fare con il cibo, i soldi, il dominio, il sesso. “Il cibo è il più basso – una persona ossessionata dal cibo è nella più bassa categoria animale. Alcune persone vivono a questo livello inferiore. Il secondo tipo è il maniaco del potere, il politico: vuole dominare la gente. Il vero uomo vuole conquistare se stesso, non gli altri. Vuole conoscere se

stesso. Come terzo viene il sesso, e sostengo è meglio del cibo e della politica, perché ha una qualità un po’ più alta: la condivisione. Condivi la tua energia e diventi creativo. Nel mondo animale il sesso è il valore più alto. E la gente è bloccata da qualche parte, in uno di questi tre chakra”. Il quarto chakra è l’anahata: il chakra del cuore, il chakra dell’amore. L’amore è il ponte tra l’animale e il divino. Il quinto il vishuddha, il sesto è l’ajna e il settimo il sahasrara. “Con il quinto l’amore diventa sempre più meditativo, sempre più colmo di preghiera. Con il sesto l’amore non è più una relazione: è diventato uno stato dell’essere. Non è che ami qualcuno, niente affatto: ciò che accade ora è che tu sei amore. Adesso l’amore è il flusso naturale: così come respiri, ami; è uno stato libero da condizioni. E con il sttimo ecco il samadhi. Nel sahasrara sei arrivato a casa. Nella teologia cristiana puoi trovare la stessa allegoria, racchiusa nella storia di Dio che ha creato il mondo in sei giorni, e si è riposato il settimo. Quei sei giorni sono i sei chakra: i sei centri dell’essere. Il

settimo è riposo: sei arrivato a casa e ti riposi. Il più basso - il muladhara – è il centro del non riposo, dell’irrequietezza, il più alto è il centro del riposo e tra questi due ci sono cinque divisioni. Puoi chiamarle i sette colori; è così: l’uomo è un arcobaleno. Oppure puoi definirle le sette note musicali. Il primo lo chiamo non-mente: significa che la mente sta dormendo. Nella roccia Dio è addormentato. Voglio dire che la mente non si è ancora manifestata: sta aspettando come seme, la mente si sta apprestando a svegliarsi. Il secondo stato lo chiamo mente inconscia. Negli alberi la mente è presente - non come nella roccia – negli alberi Dio è un po’ diverso dalla roccia: non è conscio, ma inconscio. Il terzo stato è la mente subconscia. La mente subconscia si trova negli uccelli e negli animali. E’come sognare. Diciamo che le rocce sono in coma, gli alberi sono addormentati, gli uccelli e gli animali stanno sognando. La quarta la chiamo mente conscia. Qui si trova l’uomo. L’uomo è l’unico animale responsabile. Infatti l’uomo è l’unico animale in questo mondo che può essere estatico, che può raggiungere la beatitudine cosciente, può conseguire l’Assoluto. Il quinto lo chiamo mente superconscia. Dalla mente conscia alla mente super conscia si trova tutto lo Yoga, la meditazione, la preghiera, la consapevolezza. Il settimo lo chiamo di nuovo nonmente, per completare il cerchio. Il primo è la non-mente di una roccia, e l’ultimo è la non mente di Dio. Adesso il mondo della ricerca, della sadhana, sono conclusi. Ora non hai nula da particare, Dio ha preso possesso del tuo cuore. Adesso sarà lui a operare, puoi avere fiducia e affidare a lui ogni cosa. Ci si rilassa totalmente: questo è il significato di let go – questo è abbandonarsi, lasciarsi andare, arrendersi”.

Om Shanti Shanti Shanti [email protected]

borgo antico

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85100 potenza

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cell.333-5664775 - 347-9559416

Un semplice ma effi cace

rapporto sull’evoluzione

della Basilicata di Antonio Romano

di Alessia Nardozza

“Basilicata e sviluppo s o c i o -

e c o n o m i c o ” , erreciedizioni, è il saggio di Grazia Antonio Romano che ci aiuta ad esplorare le numerose potenzialità della nostra regione. Potenzialità altissime: come le bellezze del territorio, la vastità dei territori agricoli, le forti tradizioni artigianali, le risorse petrolifere, ecc. Tutto ciò si scontra purtroppo con un muro di ineffi cienze economico-sociali , con carenze di piani per la tutela dell’ambiente, di miglioramenti nella viabilità, nelle carenti reti di servizi, e, infi ne, nell’Università. Tra le molte iniziative,

ci sarebbero anche da promuovere quelle sportive, teatrali e culturali: esse gioverebbero allo sviluppo

culturale dei giovani, e porterebbe anche ad una forte aggregazione sociale. Lo scrittore pone poi

l’attenzione su un’altra iniziativa: un fondo per lo sviluppo e l’occupazione. Ci vuole un forte incentivo per lo sviluppo, così da diminuire la d i s o c c u p a z i o n e , soprattutto giovanile, che non è solo deleteria per l’intera economia, ma favorisce anche l ’ e m i g r a z i o n e , con conseguente spopolamento e i m p o v e r i m e n t o dell’intera regione. Lo scrittore e avvocato Romano ci propone, con un lessico semplice ed effi cace, molti punti di rifl essione per tutta la popolazione lucana.