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CONTESTO SOCIALE, CULTURALE, POLITICO E PSICOANALITICO IN CUIPRENDE VITA LA PSICOTERAPIA DI GRUPPO IN ITALIA

Facoltà di Medicina e PsicologiaSapienza Università di Roma

Prof. Claudio NeriAnno accademico 2010-2011

24 Febbraio 2011Relatori: Claudio Neri, Paolo Cruciani

Claudio Neri è laureato in Medicina e Chirurgia, e specializzato in Neurologia e Psichiatria. E'professore ordinario presso la Facoltà di Psicologia 1 all’Università "Sapienza" di Roma; professoreinviato presso le università Lumière Lyon 2° e Descartes Paris 5°. E' membro ordinario con funzionididattiche della Società Psicoanalitica Italiana (SPI); della International Psychoanalytic Association(IPA) e della International Association of Group Psychoterapy (IAGP). E' membrodel London Institute of Group Analysis; fondatore e membro del corpo accademico dellaInternational Organisation of Group Analytic Psichotherapy di Melbourne; membro della SocialDreaming limited di Londra. È membro onorario della Confederazione delle Organizzazioni Italianeper la Ricerca Analitica sui Gruppi (COIRAG), della Associazione per la Ricerca sul GruppoOmogeneo (ARGO), della Associazione ACANTO di Genova e della Associazione Veneta per laRicerca e la Formazione in psicoterapia di gruppo e analisi istituzionale (ASVEGRA). È direttoredella collana Prospettive della ricerca psicoanalitica dell'editore Borla (Roma) e della rivistatelematica Funzione Gamma dedicata alla psicoterapia di gruppo, edita dall’Università “LaSapienza” (Roma). É inoltre membro del comitato scientifico della Revue de PsychothérapiePsychanalytique de Groupe, della Revista de Psicoànalisis de las Configuraciones Vinculares, dellaRivista italiana di Gruppo-analisi e della rivista Gruppi, della Revue internationale de psychanalysedu couple et de la famille. Inoltre Guest editor di The European Journal of Psychotherapy andCounselling e membro del comitato dei lettori della Rivista di Psicoanalisi.È revisore presso il CIVR (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) del MIUR(Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica)ed è consulente presso il SEPS(Segretariato europeo di valutazione dei programmi di ricerca ministeriale e delle pubblicazioniscientifiche).

Paolo Cruciani è docente di “Fondamenti di dinamica di gruppo” nella Facoltà di Psicologia e di“Psicologia sociale e dei gruppi” nella Scuola di specializzazione di Psicologia clinica degliUniversità degli studi di Roma “Sapienza”. Membro associato S.P.I (Società Psicoanalitica Italiana).Socio fondatore e didatta dello “Spazio Psicoanalitico”. Vicepresidente dell'Ordine degli Psicologidel Lazio.

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Punti chiave:

1. Nascita della psicoterapia di gruppo durante la seconda guerra mondiale: In Gran Bretagna i gruppi vengono studiati per fronteggiare la guerra (es. Bion: come

reagire alle incursioni aeree) Le masse sono studiate per fini politici

2. Due filoni contribuiscono alla nascita della psicoterapia di gruppo: Psichiatria di comunità Psicoanalisi:

Gruppo dei fratelli Napolitani (Milano-Roma, ispirati a Foulkes)Gruppo di Roma: Pollaiolo (Corrao) e Spazio (Pedrotti)

3. Nascita della psicoterapia di gruppo in Italia alla fine degli anni 60: le spinte alla base diquesto processo

Movimento per la chiusura dei manicomi Diffusione di nuovi farmaci Movimento del '68 SPI: unico ente riconosciuto

4. L’interesse per i gruppi in Italia negli anni della ripresa Gli anni 40 sono dominati dall’interesse per la guerra Gli anni 50 sono quelli della ricostruzione delle strutture (sia reali che sociali) Gli anni 60 sono gli anni di ripresa

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Introduzione di Claudio NeriDal punto di vista antropologico la psicoterapia di gruppo ha una tradizione millenaria, si ritrovanelle forme di condivisione più antiche, quali cerimonie o attività artistiche e solo da un momentodella storia si è iniziato a trattare l'individuo isolato dall'ambiente.Alla fine degli anni 60 la facoltà di Psicologia non esisteva, vi erano pochi psicologi e la psicologiaera considerata pertinenza della Chiesa. Non ritenuta ancora disciplina scientifica, gli psicologi siformavano nell'ambito psichiatrico e nell'assistenza sociale (attuale sociologia).Due filoni hanno contribuito alla nascita della Psicoterapia di gruppo in quegli anni:1.La psichiatria di comunità: diffusa in particolare in Gran Bretagna e approfondita in Italia daBasaglia.2.Il movimento di matrice psicoanalitica: tra i principali esponenti troviamo il gruppo dei fratelliNapolitani (Roma e Milano) ispirati dal lavoro dello psicoanalista inglese S.H. Foulkes; il gruppo IlPollaiolo guidato da Corrao (Roma) e ispirato alle teorie di W.R.Bion; il gruppo Spazio guidato daPerrotti (Roma) ispirato a Freud.

Nonostante la scissione tra mondo psichiatrico e psicoanalitico, è bene ricordare che gli stessi Bione Foulkes, considerati tra i principali esponenti della psicoterapia di gruppo in Europa, lavorarononegli ospedali psichiatrici per la riabilitazione di soldati che avevano avuto dei traumi in guerra. Ciòdimostra quanto la contrapposizione tra questi due filoni fosse in realtà solo apparente.Dal punto di vista storico e sociale si possono inquadrare vari fattori che contribuirono alla nascitadella psicoterapia di gruppo in Italia: il movimento antipsichiatrico, portando avanti l’idea che imanicomi aggravassero le condizioni di vita dei pazienti ricoverati, aveva come obiettivo lachiusura o quantomeno la modifica degli stessi, incontrando anche un’opinione pubblicafavorevole; inoltre si aggiunsero i farmaci antipsicotici che resero possibile un migliore controllodei sintomi più gravi; a tutto ciò si affiancava la spinta innovativa che caratterizzava la psichiatria inquegli anni.Con il movimento del '68 inoltre vi fu una fondamentalmente spinta anti-istituzionale. Isessantottini erano chiamati “gruppettari” poiché la loro struttura portante era formata da piccoligruppi attivi. L'importanza di questo movimento è stata certamente quella di rivoluzionare ilcostume, il pensiero e la sessualità. A favore di questo movimento si schierò l'unico referente delmondo psicoanalitico al tempo, la S.P.I. (Società Psicoanalitica Italiana). L'appoggio della S.P.I e lacollaborazione attiva di Francesco Corrao ebbe un effetto positivo e permise agli psicoterapeuti digruppo di lavorare con più serenità senza l’obbligo di giustificazione.

Relazione di Paolo CrucianiDa sempre l'interesse sui gruppi è stato incentrato su due polarità. Da un lato il funzionamento deiprocessi di pensiero dominati dall'emotività, dall'intensificarsi delle passioni e dal ridursi deicontrolli, un versante dunque di potenziamento di meccanismi arcaici diversi da quelli individuali.Dall'altro il gruppo si presenta come strumento fondamentale poiché coordinando e regolando icomportamenti collettivi permette la realizzazione di obiettivi altrimenti impossibili per il singolo.Dunque la costituzione di gruppi di ricerca, istituzioni e accademie non soltanto si presenta comeimportante strumento collettivo ma sostiene anche la soggettività dell'individuo.Per comprendere a pieno i passaggi che hanno condotto alla nascita della psicoterapia di gruppo neidiversi paesi, è necessario cogliere la complessa fase storica scaturita dalla Seconda GuerraMondiale. La caratteristica dominante del secondo dopoguerra fu il bipolarismo tra USA e URSS erelativi paesi alleati. Questa situazione generò una condizione di tensione che, determinandol'andamento delle relazioni internazionali e spesso anche l'evoluzione politica e sociale dei singolipaesi, si protrasse fino al 1991 quando si verificò il crollo del potere sovietico e la disintegrazionedell'URSS. Le tappe principali del confronto tra USA e URSS furono scandite, fino agli anni 70, daconfronti armati tra paesi alleati delle due superpotenze. Il primo tra questi fu la guerra di Corea

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combattuta agli inizi degli anni 50 poi seguita da quella in Vietnam. Tali conflitti non avvenneromai in forma diretta perché contemporaneamente andava crescendo la paura che potesserodegenerare in un conflitto atomico. A tal proposito Fornari scrive: “Fino adesso le guerre sipotevano vincere o perdere, adesso siamo in condizioni tali che se si fa la guerra perdono tutti”.Dunque, con la Seconda Guerra Mondiale, tutti gli equilibri preesistenti andarono persi,determinando un lungo periodo di instabilità e malcontento. D'altra parte però, da tale situazione dicrisi emersero esigenze politiche, culturali, economiche e sociali che apportarono profonderivoluzioni. Così, la tragicità della guerra portò alla necessità di intervenire su problematichecondivise in una dimensione di gruppo. La Gran Bretagna in particolare, trovò estremamente utileed efficace l'utilizzo di pratiche di gruppo, che permettevano il sostegno a più personecontemporaneamente. A tal proposito è interessante ricordare il primo scritto di Bion su comefronteggiare le incursioni aeree e reagire in situazioni di allarme nel modo più razionale possibile.La pressione sociale e la maturazione delle conoscenze psicoanalitiche permisero, quindi, lasperimentazione e la creazione di nuove tecniche psicoterapeutiche, tra cui il cosiddetto“esperimento di Northfield” di Bion. Grazie a questo, il gruppo manifestò le sue capacitàterapeutiche utilizzando strumenti di trasformazione diversi da quelli osservabili con la terapiaindividuale.In Italia invece i gruppi terapeutici arrivarono in un secondo momento poiché, durante la guerra, lapsicoanalisi venne ostacolata dal regime fascista e mal vista sia dalla chiesa cattolica che dallatradizione marxista e comunista.Lo sviluppo economico del periodo 1946-1973 mutò profondamente le condizioni di vita del nostropaese.Nella ricostruzione che investì gli anni 50 fu coinvolta anche la cultura psicoanalitica, che videl'emergere di personaggi come Fornari, Perrotta e Corrao i quali, rifiutando l’immagine dell’analistachiuso nel suo studio, avviarono una riformulazione della psicoanalisi come chiave di letturadell'uomo e del mondo.Contro il nuovo stile di vita del consumismo si levarono critiche da ampi strati della società cheaffermarono la necessità di una profonda riforma della cultura sociale e dei rapporti personali.Questa esigenza di rinnovamento sfociò nelle rivolte giovanili e studentesche che iniziarono negliStati Uniti nei primi anni 60 e culminarono in Europa con il movimento del '68. È proprio grazie alfortissimo fermento culturale e politico di quegli anni ricchi di manifestazioni, corsi e dibattiti chevenne sottolineata l'importanza del concetto di Gruppo. È in questo clima, dunque, che da un latocrebbe l'attenzione per l’antipsichiatria grazie alla quale l’ipotesi custodialistica della patologiavenne rifiutata e sostituita dalla convinzione che il disagio sociale influisca sui disturbi psichici(pochi anni dopo chiuderanno i manicomi); dall'altro si giunse ad una riscoperta del pensieropsicoanalitico freudiano, di Wilhelm Reich, della scuola di Francoforte e degli esistenzialisti, intesocome strumento critico di analisi della società.

Conclusione di Claudio NeriIl grande fermento culturale di quegli anni non ha mai incontrato un vero e proprio progetto, unasolida e definita struttura, piuttosto è stato caratterizzato dalla reazione ad un'insoddisfazionegenerale.Nella scena italiana si ricorda l'occupazione del congresso di psichiatra a Milano in cui avvenne unprimo acceso dibattito tra specializzandi e politici puri e il Congresso Internazionale di Psicoanalisitenutosi nel 1969 a Roma.

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DomandeD: “Cosa, in particolare, le scuole psicoanalitiche contestavano alla nascita dei gruppi?”Professor Neri: “Vista la mia esperienza posso parlare prevalentemente per quanto riguarda gli psi-coanalisti francesi: per loro la psicoanalisi consisteva essenzialmente nella disciplina fondata daSigmund Freud. Ogni affermazione per poter essere psicoanalitica doveva essere quindi legata aisuoi enunciati di base.Dacché nacque il “dramma” di René Kaes poiché, per dimostrarne la validità psicoanalitica dei suoicostrutti, li ha dovuti “riadattare” secondo un linguaggio freudiano.Il movimento psicoanalitico nel contesto italiano si mostrava, e lo era effettivamente, più“eclettico”. In questo caso infatti ci poniamo in confronto con un nuovo movimento che evolve conuna certa autonomia pur dovendo mantenere una “coerenza interna”.Sin dall’inizio del movimento, a cavallo tra gli anni 60 e 70, i tre presidenti della società psicoanali-tica italiana (Fornari, Comau e Gaddini) appoggiarono apertamente l’analisi di gruppo. Dunque inItalia si presentava una situazione molto più aperta rispetto a quella francese.La psicoanalisi di gruppo è comunque da considerare come indipendente dal “corpus” centrale dellapsicoanalisi, ad esempio Lacàn non si è mai mostrato favorevole al sorgere della psicoanalisi digruppo poiché egli considerava tutto ciò che fosse “gruppo” come primitivo e caotico quindi, nonadatto al “setting” terapeutico.Rispetto alla psicoanalisi inglese invece (scuola kleiniana), si è venuto a delineare un contesto fram-mentario in cui un appoggio c’era, ma attraverso la formazione di istituzioni separate.”

D: “Come il Neorealismo per l’Italia degli anni 50, anche la corrente della “nouvelle vague” (con ivari Godard, Truffaut ecc.) nella Francia degli anni 60-70 sintetizza attraverso film come “La banda part” e “Quattrocento colpi”, la tendenza sociale e culturale di quel decennio ad esplorare il mon-do intrapsichico dell’individuo e, allo stesso tempo, il mondo sociale nel quale questo è inserito?Viene influenzato anch’esso da una spinta della psicoanalisi francese e, dall’altra, dalle contestazio-ni studentesche? Può essere quindi considerato anche il cinema un mezzo attraverso il quale venivaespresso questo fermento culturale?”Professor Cruciani: “ Assolutamente sì, in quegli anni il sincretismo culturale veniva espresso neipiù svariati modi ed era alquanto complesso inquadrarlo in una corrente scientifica e culturale parti-colare. Ad esempio, anche all’interno dello strutturalismo, era difficile individuare un filo condutto-re tra i vari pensatori: Lacan aveva la sua visione, Levi Strauss la sua e asserivano che non si potevaparlare di strutturalismo ma di pensatori autonomi e indipendenti. “

D: “Per quale motivo è importante il contesto Storico?”Professor Cruciani: Gli avvenimenti negli anni della seconda guerra mondiale hanno evidenziatol’importanza di studiare e intervenire sui gruppi per attuare un cambiamento. Questo però non èaccaduto in Italia in cui i gruppi terapeutici si sono diffusi solo quando psicologi e psichiatri si sonoresi conto della loro dimensione sociale e culturale.La situazione politica e culturale ha preso una certa strada, non è nostro compito spiegare il perchépiuttosto spiegare come ciò ha influito sulla psicoanalisi dei gruppi. Dobbiamo tener vivo questointeresse a protezione delle nostre acquisizioni.

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EsempiIn riferimento a quanto espresso fin’ora, i professori hanno citato alcune fonti/esempi per unamaggiore comprensione e approfondimento della lezione:

1. Quaderni Piacentini: E. Fachinelli – Gruppo chiuso o gruppo aperto? (nov 1968)2. La parola ai giurati – Sidney Lumet (1957)3. La radio nel nazionalsocialismo come strumento di propaganda4. Terroristi: gruppo estremamente organizzato esemplificato dalla diffidenza per i personaggi

folli.5. Bion → Gruppo organizzato → Gruppo di lavoro specializzato (esercito, gruppi religiosi)