CollegaMenti 1/2010 - La rivista del CEUB

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La cerimonia nella Chiesa di San Silvestro La medaglia dei quindici anni di Ce.U.B. Etica ed economia in questa lunga crisi Periodico del Centro Universitario di Bertinoro collegamenti 1.2010 4 8 12 La festa di Ser.In.Ar. e Ce.U.B. L’intervento di restauro della Chiesa di San Silvestro 4 8 12

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La rivista del Centro Universitario di Bertinoro. Graphic design by Sapim.

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La cerimonia nella Chiesa di San Silvestro

La medaglia dei quindici anni di Ce.U.B.

Etica ed economia in questa lunga crisi

Per iod ico del Cent ro Un ivers i ta r io d i Ber t inoro

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La festa di Ser.In.Ar. e Ce.U.B.

L’intervento di restauro della Chiesa di San Silvestro

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La giornata densa di avvenimenti,

fra festeggiamenti,

momenti istituzionali e di studio,

si è piacevolmente conclusa,

alla sera, con un concerto.

Nella perfetta acustica

della Chiesa di San Silvestro,

si sono esibiti la soprano Raffaella

Battistini, allieva del grande Pavarotti,

e il tenore Giovanni Manfrin,

accompagnati dall’Orchestra Bruno

Maderna diretta da Pasquale Veleno.

I l co n ce r t o i n S a n S i lve st roLa dolcezza del luogo in antica e perfetta armonia con la musica

PROGRAMMAG. Verdi - Preludio da “Traviata”

G. Verdi - La donna è mobile da “Rigoletto”Tenore Giovanni Manfrin

G. Verdi - Tacea la notte placida da “Trovatore”Tenore Raffaella Battistini

G. Verdi - Celeste Aida da “Aida”Tenore Giovanni Manfrin

V. Bellini - Casta diva da “Norma”Soprano Raffaella Battistini

P. Mascagni - Intermezzo da “Cavalleria Rusticana”

G. Puccini - Mario Mario da “Tosca”Soprano Raffaella Battistini, Tenore Giovanni Manfrin

G. Puccini - E lucevan le stelle da “Tosca”Tenore Giovanni Manfrin

G. Puccini - Vissi d’Arte da “Tosca”Soprano Raffaella Battistini

G. Bizet - Intermezzo da “Carmen”

G. Verdi - Oh tu che in seno agli angeli da “La Forza del Destino”Tenore Giovanni Manfrin

P. Mascagni - Voi lo sapete oh mamma da “Cavalleria Rusticana”Soprano Raffaella Battistini

G. Verdi - Brindisi da “Traviata”Soprano Raffaella Battistini

Due momenti del concerto in San Silvestro

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A cura di Paolo Pupillo

A cura di Andrea Bandini e Enrico Bertoni

A cura di Anna Salvagni

A cura di Sandra Zampa

A cura di Enrico Bertoni

A cura di Giancarlo Zeccherini

A cura di Omar Mazzotti

A cura di Roberta Brunazzi

A cura di Roberta Brunazzi

A cura di Arturo Chieregato

A cura di Anna SalvagniBox a cura di Stefano Bianchini

ed Ettore Randi

A cura di Enrico Bertoni

A cura di Daniele BenatiDipartimento

di Arti Visive, Università di Bologna

4. La cerimonia nella Chiesa di San Silvestro La festa di Ce.U.B. e Ser.In.Ar.

8. La medaglia dei quindici anni di Ce.U.B. Tra tradizione, cultura e innovazione

10. “La riforma e l’Università in Romagna” Breve sistesi della tavola rotonda sul futuro del decentramento

12. “Etica ed economia in questa lunga crisi” Lezione magistrale del prof. Romano Prodi

14. L’intervento di restauro della Chiesa di San Silvestro “Gli angeli di San Silvestro – Conservare il passato per costruire il futuro”

17. La valutazione di chiusura, statistiche e previsioni di sviluppo Il 2009 non ha penalizzato il Ce.U.B.

18. Una fra le migliori esperienze 2009 alla Rocca Un evento internazionale rivolto agli studenti del territorio

20. ICCB 2009 Bioingenieria protagonista sul colle

22. Come costruire un’impresa Un corso di formazione per i paesi andini promosso dal Ce.U.B.

23. Il confine mobile fra terapia medica e terapia chirurgica Alla Rocca un corso peripatetico sul trauma cranico - tesi a confronto

24. S. Sofia, nel progetto a rete del Centro, a pieno regime Dalla biologia dei carnivori ai diritti umani nel sud-est europeo

26. Il Museo Interreligioso: da Bertinoro al mondo Un piccolo ma unico gioiello museale partecipa a grandi incontri

30. Fiori, natura e simbolo dal seicento a Van Gogh Il soggetto floreale nei grandi maestri …

15 anni

vita al Ce.U.B.

arte

In redazione

Andrea Bandini, Enrico Bertoni, Roberta Brunaz-

zi, Omar Mazzotti, Anna Salvagni

Hanno collaborato Daniele Benati, Stefano Bianchini, Arturo Chiere-gato, Ettore Randi, Sandra Zampa

Coordinamento editorialeAnna Salvagni

Traduzioni

Daniela Facciani

Fotografie Fabio Blaco, Alessandro Capuccioni, Giuseppe Scozzaro

Edito a cura del Ce.U.B.

Collegamenti è disponibile anche on-line all’indirizzohttp://www.ceub.it/italiano/collegamenti.cfm

Reg. al Tribunale di Forlìil 3.7.07 al n. 8

TipografiaGe.Graf

Graphic design e impaginazioneSapim soc. coop.

Direttore responsabile

Andrea Bandini

Per iod ico del Cent ro Un ivers i ta r io d i Ber t inoro

collegamenti1.2010

Per iod ico del Cent ro Un ivers i ta r io d i Ber t inoro

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ContenUti

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La cerimonia nella Chiesa di San Silvestro

A cura di Paolo Pupillo

Benedizione di Mons. Lino Pizzi

Veduta panoramica al momento dei saluti istituzionali

Una giornata speciale a Bertinoro, per Ce.U.B. che festeggia i suoi pri-

mi quindici anni di vita, e per Ser.In.Ar, che di anni ne compie già venti. Due strutture giova-nissime, rispetto all’Università di Bologna, con i suoi 900 anni, ma il percorso compiuto e la veloce affermazione nel qua-dro del difficile decentramento universitario sono certamente un’esperienza di successo, di quelle che vale la pena celebra-re. È una giornata invernale piutto-sto fredda il 16 gennaio, quando di primo mattino il movimento intorno alla Rocca, sede del Centro Universitario, è già viva-ce. Arrivano tante persone che hanno compiuto questo percor-so ventennale (e anch’io l’ho fatto). Sbirciano dentro l’edifi-cio sacro, finalmente riaperto, splendente di luci, di pitture e di colori tenui, e sorridono me-ravigliati.Perché la prima tappa di questa giornata di festa è significativa: l’inaugurazione della Chiesa di San Silvestro, con la benedizio-ne di mons. Lino Pizzi, Vescovo della diocesi di Forlì Bertinoro. Il Centro Universitario in meno di un anno di restauri ne ha rin-novato la bellezza tardo-baroc-ca e oggi la restituisce a Berti-noro, e ai giovani che vengono qui a imparare e a colloquiare. Non solo: grazie alla concessio-

ne della Curia la Chiesa di S. Silvestro, pur rimanendo consa-crata, diventa un nuovo spazio dedicato alle attività di alta for-mazione del Centro. Fu il com-pianto sen. Leonardo Melandri a cominciare, molti anni fa, a sollecitare la Curia per consen-tire il recupero anche di questo splendido spazio, dopo la Rocca Vescovile, il Rivellino e l’ex-Se-minario. Questa, oggi, è un’altra importante occasione per ricor-dare che fu una vera e propria scommessa quella che, quindici anni fa, portò Melandri, allo-ra Presidente di Ser.In.Ar., a puntare sulla creazione di un Centro di alta formazione uni-versitaria e post-universitaria qui in Romagna, convincendo tutti delle grandi potenzialità del luogo. Non soltanto le sedi universitarie di Forlì e Cesena, che oggi vantano alcune tra le facoltà più apprezzate d’Italia, ma anche lo stesso Centro Re-sidenziale Universitario, ormai divenuto un fulcro dell’alta for-mazione, sono il frutto realizza-to di quanti hanno creduto in quel sogno. Così, oggi dobbia-mo ancora una volta inchinarci con rispetto filiale alla lungi-miranza e alla tenacia del sen. Melandri: che sarà ricordato in tutti i discorsi di questa mattina, veramente presente in spirito. Entriamo dunque nella Chiesa illuminata e parata a festa, che accoglie per la prima volta le

La festa di Ser.In.Ar e Ce.U.B.

istituzioni e i cittadini. Fra il pubblico è piacevole notare la presenza di studenti, anche stranieri, che in questo periodo stanno seguendo i loro corsi alla Rocca. Iniziano i saluti: il Sindaco di Bertinoro, nevio Zac-carelli, trasmette tutto l’orgoglio del Comune che ha saputo cogliere questa sfida e contribuire a tradurla in realtà. Il Centro Universitario è ormai parte in-tegrante del territorio e questa integrazione oggi si riflette nella diretta partecipazione del Comune alle sorti del Ce.U.B. “Il futuro di Bertinoro – sottolinea – è legato al futuro dell’Università”. Bertinoro è “cit-tà di cultura, di movimento, di fervido incontro fra giovani e studiosi”. Questa è la spinta all’innovazio-ne che a metà degli anni ’90 coinvolse l’allora Sinda-

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Benedizione di Mons. Lino Pizzi

Veduta panoramica al momento dei saluti istituzionali

On 16th January 2010, Ceub cel-ebrated 15 years of life, along with Ser.In.Ar that has just turned twenty. Even if they are two young structures compared to the Univer-sity of Bologna, they can be consid-ered as successful experiences in the contest of the university decen-tralization. The first stage of this ceremony was the inauguration of the St. Sylvester Church, blessed by monsignor Lino Pizzi, bishop of the diocese of Forlì Bertinoro. Many years ago, Sen. Leonardo Melandri started to prod the Episcopal ad-ministration into acting in order to allow the renovation of this struc-ture. At that time, Sen. Melandri was the president of Ser.In.Ar and he strongly believed in the creation of a high university education Cen-tre in Romagna, persuading every-one of its big potentiality.The ceremony opened with the speech of Nevio Zaccarelli, mayor of Bertinoro, who underlined that the future of Bertinoro is linked to the future of the University. In fact, the University Centre is an integral part of the territory. Afterwards, Mr Guglielmo Russo, vice-president of the Province of Forlì-Cesena, stat-ed that the university decentraliza-tion in Romagna is one of the most important and strategic choices of this territory. The Province needs more innovation and know-how: for this reason, it is necessary to work for a deeper collaboration between University and territorial authori-ties. Among the following speak-ers: Paolo Pupillo, president of Ceub, Giordano Conti, president of Ser.In.Ar., Roberto Balzani, mayor of Forlì, Daniele Gualdi, member of local government of Cesena, Gio-vanni Sedioli, member of Region Emilia-Romagna, and Ivano Dio-nigi, rector of the University of Bo-logna. Prof Pupillo has gone back over the story of Ceub: in 1994, the first course with, among the speak-ers, prof Romano Prodi, who held a lectio magistralis just during the ceremony. In 1997, an agree-ment among the Curia, the town hall of Bertinoro and the University of Bologna started the restoration works of the Fortress. Prof Pup-illo has also underlined the tireless work and abilities of the Ceub staff,

The CeReMOny AT ST. SyLveSTeR ChURCh

co di Bertinoro, Giancarlo Zeccherini, oggi amministratore delegato del Cen-tro, e il Rettore dell’Ateneo Roversi Monaco nel dare il via alle prime opere di quella vasta impresa, che all’epoca poteva anche parere un azzardo.È la volta del saluto portato dal Vice-Presidente della Provincia di Forlì-Ce-sena, Guglielmo russo, che afferma tra l’altro: “Il decentramento universitario in Romagna è una delle scelte più im-portanti e strategiche del nostro terri-torio. La scommessa di vent’anni fa ha creato un legame indissolubile fra ter-ritorio e Università. La congiuntura è difficile, ma noi vogliamo essere all’al-tezza della sfida. La nostra Provincia è a un punto di svolta: abbiamo bisogno di più sapere, di innovazione. È per questo che vogliamo lavorare per una maggiore collaborazione fra Università e autorità del territorio, fra Università e imprese”.Seguono gli interventi: il mio per Ce.U.B., quello di Giordano Conti pre-sidente di Ser.In.Ar., di Roberto Balza-ni sindaco di Forlì, poi Daniele Gualdi, assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Giovanni Sedioli, assessore all’istruzione, formazione, università, lavoro della Regione Emilia-Romagna; e in chiusura il prof. Ivano Dionigi, Ma-gnifico Rettore dell’Università di Bolo-gna. Apro ripercorrendo in breve la storia del Centro, pur sapendo di non avere vissuto in prima persona tutte le tappe, le difficoltà, i successi di questa struttu-ra. Ebbi occasione di conoscerla da vi-cino come pro-rettore per la Romagna

(2001) e poi presidente del Ce.U.B., quando esso “nacque” quasi per gem-mazione da Ser.In.Ar. È chiaro che il Centro ha rappresentato una grande novità per la Romagna. Nel 1994, il primo corso (di Econometria) vide fra i relatori proprio Romano Prodi, che oggi festeggerà con noi pronunciando la sua Lezione Magistrale al pomerig-gio. Molte iniziative importanti che si tennero fin dai primi anni, contribuen-do allo sviluppo del Centro, furono condotte col sostegno del Ministero degli Affari Esteri - e qui ho ringrazia-to il min. Campo, sempre a noi vicino (anche oggi) - in particolare i corsi sul-le piccole e medie imprese rivolti ai Paesi andini e le iniziative che hanno coinvolto studenti dei Paesi balcanici (come i corsi sul design industriale dei proff. Freddi e Curioni), o dell’area cir-cum-mediterranea (acquacoltura: prof. Gatta).Nel 1997 la Curia proprietaria, il Co-mune di Bertinoro e l’Università di Bologna firmarono la convenzione per l’uso della Rocca Vescovile prima, e del Rivellino poi, avviando così la parte più rilevante dei restauri. Questi furo-no impegnativi, in termini sia tecnici che finanziari; va ricordato il contribu-to dell’Università e degli Enti locali, di Banche e delle Fondazioni bancarie, e il determinante apporto statale in oc-casione del Giubileo 2000. Il bilancio, però, è altrettanto positivo: dal Centro passano ogni anno migliaia di giovani da tutto il mondo, quasi 30.000 presen-ze nel 2009. L’impatto del Centro sul territorio è favorevole da tutti i punti

L’intervento di Giordano Conti, Presidente di Ser.In.Ar.

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Il saluto del Presidente del Ce.U.B, prof. Paolo Pupillo

di vista, nella tradizione di cultura e di ospitalità di questi luoghi. La qualità dei restauri che hanno restituito allo splendore antico la Rocca è testimo-niata dal Premio prestigioso, conferito da Europa Nostra (2002).L’Università di Bologna con il suo Ret-tore Pier Ugo Calzolari ha condiviso in questi ultimi anni l’interesse per un ul-teriore sviluppo di questo esperimento. La competizione sull’alta formazione è accesa, ma il Centro si fa forte anche del lavoro instancabile e delle capacità dello staff tutto del Ce.U.B., a comin-ciare dal suo direttore Andrea Bandi-ni. Il Centro chiude anche quest’anno, pur di pesante crisi economica, con un bilancio positivo (lo spiega l’a.d. dott. Giancarlo Zeccherini nel suo re-soconto a pag. 17); e continuerà il suo lavoro, creando anche nuove iniziati-ve e cercando nuovi partner, sempre con l’appoggio dell’Università e delle autorità locali. Prende ora la parola il presidente della struttura di appoggio all’Università, di cui oggi si celebrano i primi vent’anni: Ser.In.Ar., la Società che gestisce i Poli universitari di Forlì e Cesena, ha scelto infatti di condivide-re i festeggiamenti con Ce.U.B. L’arch. Giordano Conti ripercorre la storia di questo successo, perché, ribadisce, “il decentramento in Romagna è una ri-sorsa straordinaria anche per la casa madre, l’Alma Mater. Rappresenta un potente valore aggiunto, con corsi di

laurea fra i primi nelle classifiche ita-liane”. I docenti, molti dei quali vivo-no sul territorio, sono più di 1000, l’in-dotto è di 50 milioni di euro all’anno, l’offerta formativa si apre alla qualità e all’innovazione. La conoscenza è un fattore determi-nante dello crescita e le autorità locali vi hanno visto le ragioni dello sviluppo; vi hanno creduto tanto da sostenere in tutti questi anni il progetto che risale al sen. Melandri, primo presidente di Ser.In.Ar. Il ricordo di Giordano Conti va anche ai Magnifici Rettori che si sono succeduti negli anni e che hanno sem-pre guardato ai poli di Forlì e Cesena come ad un’opportunità irrinunciabile. Tanti, infatti, gli esempi di studi di ec-cellenza, grande la spinta di Ser.In.Ar. all’allargamento della sfera dei saperi. Non solo, il contributo di Ser.In.Ar. sul territorio si è tradotto anche in impo-nenti interventi di restauro, sia a Cese-na che a Forlì, oltre che nella costruzio-ne dei nuovi complessi edilizi universi-tari. Ma, dopo vent’anni, ci sono nuove e impreviste occasioni d’impegno e di confronto: “si deve affrontare la nuova riforma con la consapevolezza di ciò che abbiamo seminato”; anche questa è una ulteriore sfida da vincere a par-tire dal livello di qualità raggiunto dal decentramento romagnolo e sapendo che “l’industria del sapere è l’unica in grado di farci affrontare i mercati glo-bali”. Ser.In.Ar., conclude Conti, “con

il sostegno anche delle sedi universita-rie di Rimini e Ravenna continuerà il suo sviluppo”.Sale al leggio roberto Balzani, sinda-co di Forlì e professore universitario, che dà voce alle amministrazioni locali il cui contributo è stato “fil rouge fra le varie realizzazioni di questi anni”. Balzani riconosce che senza l’Univer-sità “il nostro territorio sarebbe stato più povero, con meno potenzialità, fuori dalla trasformazione economica e culturale”. L’Università ha letteralmente cambiato il volto di queste città, insediandosi nei centri storici e contribuendo alla loro riqualificazione e rivivificazione. Il de-centramento romagnolo è di alta qua-lità: l’originale sistema “multicampus” a cui l’Ateneo ha dato vita negli ultimi vent’anni ha funzionato, come è sta-to riconosciuto ufficialmente. Questo dunque il nostro vero punto di forza; e lo è anche nei confronti della rifor-ma Gelmini, che è “una riforma seria dell’ordinamento universitario e che deve necessariamente ripensare il de-centramento che in Italia mediamente è fallito”. La ridefinizione dell’offerta formativa è per questa realtà una sfida, “una partita delicata, che riusciremo a vincere”.Daniele Gualdi, assessore alla cultura del Comune di Cesena, porta a sua volta i saluti del nuovo sindaco, Pao-lo Lucchi. Anche nelle sue parole, la

Il Magnifico Rettore, prof. Ivano Dionigi, loda l’esperienzadel decentramento universitario in Romagna

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starting from the director, Andrea Bandini. Giordano Conti has talked about 20 years of Ser.In.Ar. From his point of view, the decentrali-zation in Romagna is a special re-source also for Alma Mater, the University of Bologna, as it repre-sents a powerful surplus value. Roberto Balzani has considered that the University has completely changed these cities, improving the urban renovation. Daniele Gualdi has agreed with him, affirming that the university structure in Cesena represents both a cultural and eco-nomic business. Prof Ivano Dionigi has confirmed that the decentralization in Ro-magna is necessary to both decon-gest the main seat of Bologna and preserve the diversity in terms of quality and internationalization. In the end of the morning, a silver medal was given to people who have acting for the development of the University Residential Centre of Bertinoro during these years, and particularly to: Roberto Melandri, son of Sen. Melandri, monsignor Lino Pizzi, monsignor Dino Zattini, rector of the Seminary of Bertinoro, and the rector Ivano Dionigi.

convinzione della città di Cesena che l’insediamento universitario abbia rap-presentato un’impresa sia culturale che economica. Il punto forte di questa esperienza è ora “la capitalizzazione di quanto ottenuto”.Anche Giovanni Sedioli, assessore della Giunta regionale all’istruzione, formazione, università e lavoro, nel-la sua relazione ricca di dati riprende e rafforza le opinioni espresse finora, in primo luogo con l’apprezzamento per i Poli universitari romagnoli e per l’esperienza del Centro Residenziale.Chiude la mattinata l’intervento di iva-no Dionigi, Rettore Magnifico dell’Uni-versità di Bologna, in carica da pochi mesi. Ha già avuto più volte occasione di esprimere la sua convinzione che il decentramento in Romagna funzio-na, e oggi lo ribadisce; aggiunge, par-lando del Centro: “Qui c’è un grande dinamismo e un attento confronto fra studiosi. L’esperimento è riuscito”. Se mi chiedono “che cosa pensi dei vent’anni? penso bene !”, scherza. Il decentramento universitario cosa deve portare? Decongestionamento del-la sede madre, diversità, in termini di qualità e internazionalità in entrata. E se partissimo oggi cosa attiveremmo? Domanda difficile, ma presto si dovrà riproporre nel confronto con la rifor-ma. Certo è che l’esperimento multi-campus in Romagna ha dato grandi

risultati. Finiti gli interventi, è venuto il momento della consegna delle meda-glie commemorative dei quindici anni del Centro. La medaglia in argento, creata dallo scultore forlivese Mario Di Cicco, e del cui significato e richiami storici Enrico Bertoni ci offre una de-scrizione a pag. 8, è stata consegnata a persone o rappresentanti di istituzioni che in questi anni si sono rese partico-larmente meritevoli per lo sviluppo del Centro Residenziale Universitario. Per primo è salito sul palco allestito nella chiesa Roberto Melandri, figlio del sen. Melandri, al quale ho conse-gnato la medaglia per il contributo della famiglia Melandri e in ricordo del padre, indimenticabile maestro e amico. Quindi una medaglia al nostro Vescovo mons. Lino Pizzi, per la gran-de apertura dimostrata dalla Diocesi di Forlì Bertinoro, che negli anni trascorsi ha tratto impulso dall’opera illuminata del precedente Vescovo mons. Zarri. E al Vicario, mons. Dino Zattini, Ret-tore del seminario di Bertinoro, per la disponibilità e la collaborazione du-rante i lavori di restauro della Chiesa. Al Magnifico Rettore, Ivano Dionigi, per l’azione continua e determinante dell’Università di Bologna. E qui si è chiusa la cerimonia dei quindici anni del nostro Centro e dei vent’anni di Ser.In.Ar. Con un grande applauso.

La medaglia a Mons. Lino Pizzi, Vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro Il prof.Pupillo consegna la medaglia Ce.U.B. a Roberto Melandri, in ricordo dell’opera del padre, il sen. Leonardo Melandri

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La medaglia dei 15 anni di Ce.U.B.

Fra tradizione, cultura e innovazione

A cura di Andrea Bandini e Enrico Bertoni

È stata scelta la prestigiosa arte della medaglistica per celebrare i tre lustri di vita del Centro Re-

sidenziale Universitario di Bertinoro. Ripercorrendo la storia di Bertinoro e, parallelamente, le vicende di Ce.U.B., le ragioni di questa scelta si possono rintracciare nel particolare equilibrio tra i valori della tradizione, della cul-tura e dell’innovazione, incarnati da Ce.U.B. L’esecuzione della medaglia, affidata allo scultore forlivese Mario Di Cicco, è stata in primo luogo un’attenta ri-cerca sulla storia di Bertinoro e della sua Rocca: una ricerca tesa soprattut-to ad indagare il significato, che questo luogo ha avuto per il suo territorio. In tale senso, la tradizione diventa cultu-ra capace di confrontarsi nel contesto contemporaneo più ampio, com-

plesso e articolato. Sul recto della medaglia, quindi il primo e necessario inserimento riguarda il libro che nella visione dell’artista sorregge la Rocca di Bertinoro. Nella sua antica forma di co-dex, il supporto che per secoli ha rap-presentato il veicolo della conoscenza, il libro rappresenta il fondamento della tradizione sul quale si regge una par-te fondamentale della vita del Centro Residenziale Universitario. Ripensando alla storia della Rocca Vescovile e al suo primo emergere nelle fonti documenta-rie, in occasione del placitum del 995 tra i rappresentanti dell’arcivescovo di Ravenna e i grandi della nobiltà roma-gnola, occorre sottolineare come dalla fine del X secolo, questo luogo assun-se un ruolo di rilievo culturale nelle travagliate vicende della Romagna del

tempo. I giuristi, che parteciparo-no a quell’ incontro, rappre-

sentavano la parte più avanzata di una cultura giuridica e letteraria ereditata dalla tradizione bizantina. Furono i di-scendenti di quei giuristi ravennati, che a quasi un secolo di distanza dalle vi-cende del placitum bertinorese, fonda-rono il primo nucleo dell’Alma Mater. Divenendo episcopio dalla fine del XVI secolo, emerge dal libro inciso sulla me-daglia l’imponente costruzione della Rocca, assumendo il profilo architetto-nico attuale che accoglie i visitatori con il massiccio portale in arenaria e i corpi di fabbrica affacciati sulla corte inter-na. La presenza dei vescovi, protrattasi fino all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, ha avuto un significato particolare con l’istituzione all’inizio del XVIII secolo del Seminario, che avrebbe trovato la sua collocazione de-finitiva, dopo il periodo napoleonico, nell’ex-monastero delle suore benedet-

M. di Cicco, Medaglia dei 15 anni di Ce.U.B., bronzo sbalzato, 2009, recto e verso

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In order to celebrate 15 years of

Ceub, a sculptor of Forlì, Mario di

Cicco, realized a medal represent-

ing the history of Bertinoro and the

meaning the Fortress, now seat of

Ceub, has for its territory. In the

front side of the medal there is a

book supporting the Fortress of

Bertinoro, as a symbol of the tradi-

tion on which the University Resi-

dential Centre is based. In fact, the

book, in its old form of codex, has

represented a means of knowledge

for centuries. About the Fortress,

at the end of the 16th Century, it

became an Episcopal seat taking

the present architectonic outline.

Thanks to the bishops presence, at

the beginning of the 18th Century,

also the Seminary was instituted.

From the book, in the front of the

medal, a line starts till creating a

close web all around the Fortress,

representing the fast communica-

tion age. The reverse side of the

medal presents St. Catherine of

Alexandria, patroness of Berti-

noro and also of the University of

Bologna as patroness of erudite

people. There are some analogies

between Catherine and partici-

pants, students or scholars, to the

high education courses at Ceub:

as she faced the emperor and phi-

losopher, symbols of the classic

thought, accepting the dialogue,

also students have the opportu-

nity to meet the best representa-

tives of contemporary knowledge,

improving their investigations and

intuitions. Moreover, as she was

the princess teaching the philoso-

phers, also teachers and profes-

sors have came back to Ceub for

15 years in order to enrich their

investigations and spread the re-

sults to even more new students.

A MedAL TO CeLeBRATe 15 yeARS OF CeUB

tine del Corpus Domini. La presenza del Seminario rappresentò un momen-to culturale importante per Bertinoro: diretto dai Padri Gesuiti, il seminario bertinorese era particolarmente ri-cercato per la formazione dei giovani missionari che nel corso del XIX secolo partiranno alla volta del Nord America e dell’India. Dalle pagine del libro sul recto della medaglia, parte una linea che arriva a creare una fitta tramatura intorno alla Rocca, un vero web che rappresenta l’era della comunicazione veloce, di un sapere che esce dalle pagi-ne del libro per divenire di ampia circo-lazione e fruizione. Si tratta della sfida che Ce.U.B. ha saputo raccogliere e vin-cere, nell’ampliare il proprio orizzonte da una dimensione sostanzialmente locale o nazionale per confrontarsi con le frontiere più avanzate della ricerca e dell’innovazione scientifica a livello internazionale. Il modello sostanzial-mente innovativo, sotto il profilo della trasmissione del sapere, rappresenta-to da Ce.U.B. risiede nell’avere faci-litato un aspetto fondamentale della formazione contemporanea: a fianco degli strumenti di comunicazione più avanzati, resta di primaria importan-za l’incontro interpersonale come di-mensione dove la conoscenza trova la sua dimensione reale di servizio alla crescita della ricerca. Attraversando le pagine del libro, in un proficuo scam-bio con la tradizione, la rete si incontra con gli Anelli della Colonna dell’Ospi-talità, dai quali si partono i quindici fiocchi rappresentanti i quindici anni di attività del Centro Residenziale Uni-versitario. Al tema del confronto con il mondo, della trasmissione di una nuova forma di conoscenza, è affidato il verso della medaglia con la raffigurazione di Santa Caterina d’Alessandria, patrona di Bertinoro e, come patrona dei dotti, dell’Università di Bologna, che ha inse-rito la santa nel sigillo d’Ateneo, rap-presentata al momento del matrimonio mistico con Gesù tenuto in grembo dal-la Vergine. La realizzazione della figu-ra della santa si è ispirata in parte ai suoi attributi iconografici tradizionali: la ruota dentata, spezzatasi per inter-vento divino, la spada con la quale è stata martirizzata, la corona, in quanto figlia del re di Costa. Seguendo il rac-conto della Legenda Aurea, si sottoli-nea a più riprese come Caterina si con-fronti con l’imperatore e i filosofi, che rappresentano il pensiero classico e, in

un’ottica contemporanea, sono il punto di partenza necessario per ogni proces-so formativo, utilizzando le forme del tradizionali della trasmissione del sa-pere.Cercando di cogliere gli elementi di lunga durata nel racconto, è possibile vedere che il processo di formazione dei giovani partecipanti e dei docenti ai corsi di Alta Formazione organizzati a Bertinoro presenta interessanti ana-logie con le vicende di Caterina. La prima analogia riguarda il rapporto con la tradizione, che deve essere acquisita in modo profondo, arrivando ad averne una sua perfetta padronanza. La giova-ne principessa infatti si confronta con i filosofi utilizzando il loro stesso lin-guaggio: sillogismi, metafore, allegorie, con citazioni da fonti che si possono dire certamente comuni, rappresenta-te nella medaglia dal libro che la santa regge tra le mani. La seconda analogia passa attraverso il contatto interperso-nale: Caterina accetta il confronto e il dialogo, così come ai partecipanti è of-ferta l’opportunità di entrare in contat-to diretto con i migliori rappresentanti del sapere contemporaneo, come inge-gneri informatici, manager di impor-tanti multinazionali, sviluppando nel modo migliore intuizioni, destinate ad ampliare e a rafforzare l’ambito delle proprie ricerche. È dal contatto tra que-ste potenzialità e la tradizione rappre-sentata dai docenti, che nasce necessa-riamente la cultura, che sta alla base dell’innovazione. Arriva qui, dunque, la terza e ultima analogia con il racconto della Legenda Aurea, dove è Caterina che ammaestra i filosofi: in quindici anni, molto spesso i partecipanti ai cor-si sono tornati a Bertinoro in qualità di docenti, dimostrando la capacità di innovare la ricerca nel proprio ambito disciplinare, portando a risultati che potranno essere disponibili per nuovi studenti. Il progresso nella ricerca, in un patrimonio di sapere e di conoscen-za che in Ce.U.B. trova una definizione pienamente multidisciplinare è rappre-sentato dal fuoco che Caterina nella medaglia regge nella mano destra, nuo-vo attributo iconografico assente dalla tradizione, teso a rappresentare la vita-lità dell’istituzione del Centro Residen-ziale Universitario. Il fuoco rappresen-ta l’eccellenza del patrimonio umano, incarnato da docenti e partecipanti, sui quali avviene l’investimento più frut-tuoso in termini di risultati che Ce.U.B. è in grado di produrre e moltiplicare.

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La riforma e l’Università in Romagna

Tavola rotonda sul futuro del decentramento universitario romagnolo alla luce della riformadel ministro Gelmini. Una breve sintesi

A cura di Anna Salvagni

Dopo la mattinata delle celebrazioni e il taglio della torta del duplice complean-no, nel primo pomeriggio ha avuto luogo la tavola rotonda sul futuro del decen-tramento romagnolo alla luce della rifor-ma Gelmini.Per affrontare questo tema delicato, si sono riuniti attorno al tavolo della sala affrescata della Rocca Mauro Baccioc-chi, per Ser.In.Ar., luciano Chicchi, del polo universitario di Rimini, lanfranco Gualtieri, della Fondazione Flaminia di Ravenna, Guido Sarchielli, nuovo pro-rettore per le sedi decentrate dell’Uni-versità di Bologna e Paolo Bonifazi, vice segretario tecnico per le politiche della ricerca del Ministro Maria Stella Gelmini. Moderatore dell’incontro, l’ex pro-rettore, Guido Gambetta. Fil rouge del dibattito: “la riforma può essere letta come un’opportunità per diventare sempre più protagonisti nella gestione di questa struttura”, come ha sottolineato Mauro Bacciocchi. A ripro-va di questo, la conferma che “un quar-to degli studenti dell’Ateneo bolognese frequenta i corsi in Romagna. Ormai un terzo, se si considerano le nuove imma-tricolazioni”. “L’Università in Romagna: problema od opportunità? Una visione

decisamente superata”, sostiene l’ammi-nistratore delegato di Ser.In.Ar. “Quan-to espresso nella legge come indicazio-ne può essere considerato compatibile con l’esperienza fatta”, prosegue Guido Sarchielli. “Nel processo di riforma, la ricerca, con i corsi di studio, e i gruppi di ricerca possono entrare a far parte di queste nuove strutture di base, i dipar-timenti, che possono essere in grado di

rispondere all’esigenza di razionalizza-zione presente nel decreto Gelmini”. “In sostanza – continua il pro-rettore – dobbiamo leggere l’indicazione legi-slativa come un’opportunità per met-tere a punto delle esperienze che sono positive. Non dobbiamo farci prendere dal panico, di fronte ad un processo di trasformazione che potrebbe essere, è vero, incisivo; noi, però, partiamo da

Il tavolo dei relatori

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On 16th January 2010, after the ceremony, a round table was held in order to talk about the future of the university decentralization in Romagna in the light of the Italian educational reform by minister Gelmini. The participants were: Mr Mauro Bacciocchi, managing director of Ser.In.Ar., Mr Luciano Chicchi, from the university seat of Rimini, Mr Lanfranco Gualtieri, Flaminia Foundation of Ravenna, Mr Guido Sarchielli, new pro-rector of the decentralized seats of the University of Bologna, and Mr Paolo Bonifazi, assistant secretary for the politics of research by minister Maria Stella Gelmini. The moderator was Mr Guido Gambetta, the former pro-rector.According to Mr Bacciocchi, the debate main issue was that the reform can be considered as an opportunity to adopt a leading role in managing the decentralized structures. Also for the pro-rector Sarchielli it is necessary to see the legislation as an occasion to develop positive experiences. He further acknowledged the merits of former pro-rectors who tried to give unity to a system based on fours different seats.Mr Bonifazi underlined that minister Gelmini reform wants to help the university system which is not the cultural and educational centre for the establishment any longer, but it is also the point of reference of the society in a particular territory, with its particular needs. The decentralization should be seen as a surplus value for the University: the opportunity to bring quality education linked to the territory. Agreeing with the importance of the university presence in Romagna, Mr Gualtieri e Mr Chicchi talked also about the possibility of creating a unique seat in Romagna.In conclusion, from different points of view the change is considered necessary: the University should be closer to the reality around it, more dynamic and less expensive.

The ReFORM And The UnIveRSITy In ROMAGnA

un’esperienza che può essere compati-bile, con dei cambiamenti”. “La propo-sta della riforma è centrata su sistemi di valutazione sia della didattica che della ricerca – in realtà noi abbiamo punti di eccellenza in entrambi i campi. Il processo deve essere sistematico: se ci sono delle zone d’ombra, è chiaro che queste devono essere corrette in tem-po, perché in questo processo questo sarà sempre più importante, soprattutto per quanto riguarda i tipi di risorse che dal centro possono essere trasferite alla periferia. E’ una convenienza, – conclu-de Sarchielli – un’opportunità mettersi nella lunghezza d’onda dei processi di valutazione di quello che si fa. Da que-sta esperienza possiamo ricavare otti-mismo, se si ha voglia di confrontarsi con gli “stimoli” che vengono da Roma. Parlo – sottolinea – in senso eufemistico di stimoli, perché se non ci attrezziamo, rischiamo di prendere delle bastonate”, scherza. Un ringraziamento doveroso, dal suo punto di vista, ai pro-rettori che lo hanno preceduto, da Varni, a Pupillo e Gambetta: tutti hanno cercato di dare unità ad un sistema che poteva essere sbilanciato, essendo giocato su quattro poli. Paolo Bonifazi porta la voce del Ministro. “lo spirito del disegno di leg-ge che il Ministro Gelmini ha voluto e vuole che vada in porto va nella direzio-ne di aiutare il sistema Università, che chiamerei piuttosto l’Universo sistema Università per la complessità e la diver-sità delle realtà che comprende, a ripo-sizionarsi nel ruolo che deve avere nella società di oggi, non più centro di cultura e di formazione della classe dirigente di un paese, ma anche punto di riferimento della società del territorio, delle sue esi-genze. Una società multimediale come quella di oggi richiede che il capitale

umano, la capacità di fare e di innovare, sia la ricchezza che paesi come l’Italia, che non hanno né petrolio né gas, pos-sono produrre”.“Quindi – approfondisce – lo spirito con cui si è lavorato, si è disegnato questo di-segno di legge, non è quello di dare delle regole precise, ma di dare riferimenti im-portanti perché sia l’Università a pren-dersi la sua autonomia, a ridisegnarsi per diventare efficiente ed utile al paese e, come avviene spesso, a sé stessa”. “Il decentramento può avere valenza nega-tiva o positiva. Decentramento come moltiplicazione di pseudo sedi universitarie per accon-tentare localismi senza la qualità è ne-gativo, e il Ministro Gelmini ha le idee chiare: queste sedi vanno chiuse. Il de-centramento come esigenza di portare sul territorio formazione di qualità, le-gata al territorio, è un valore aggiunto che l’Università può costruire”.Lanfranco Gualtieri e Luciano Chic-chi, alla guida della Fondazione Flami-gna l’uno e di Uni.Rimini l’altro, hanno sottolineato nuovamente l’importanza della presenza universitaria nelle città romagnole, aprendosi anche alla even-tualità di creare un unico polo roma-gnolo. Per Luciano Chicchi, nella rifor-ma ci sono tanti aspetti positivi, alcuni particolarmente interessanti. “Il primo è che la riforma pone mano al governo dell’Università, modifica radicalmente gli assetti del consiglio di amministrazio-ne, che oggi è più legato alla rappresen-tanza delle diverse realtà che operano nell’Università, all’appartenenza alle va-rie categorie, mentre invece deve essere più legato alla professionalità e alla qua-lità dei ruoli”. “Si tratta di amministra-re denaro pubblico – dichiara Chicchi – quindi ci vogliono manager che vengano dalla società civile, quindi dall’esterno del mondo universitario, e personaggi invece del mondo dell’università che ab-biano una specifica competenza nell’am-ministrazione”. Il cambiamento è considerato necessa-rio, da più punti di vista. I partecipanti alla tavola rotonda concordano su que-sto punto. Il futuro dei quattro poli ro-magnoli sembra comunque certo, anche se non ancora nella forma: “potrebbero essere quattro come gli attuali (Forlì, Ce-sena, Rimini e Ravenna), diventare uno unico o diventare dei dipartimenti”, ha spiegato Guido Sarchielli. Ha aggiunto Bonifazi : “L’università deve essere più vicina alla realtà che la circonda, più di-namica e meno dispendiosa”.

La figura del Pro-Rettore per la Romagna:

da Gambetta a Sarchielli

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Lezione magistrale del prof. Romano Prodi

“Etica ed economia in questa lunga crisi”

A cura di Sandra Zampa

Ogni volta che vengo qui, alla sede universitaria di Bertinoro, ci tro-vo qualcosa di più e di meglio. E’

uno dei pochi casi di provincialismo vir-tuoso, perché qui si è creata, all’interno della rete universitaria, una realtà che è al servizio di tutti. Si tratta di un fatto davvero degno di nota”. Nella bella cor-nice della chiesa di San Silvestro, rinno-vata da interventi di restauro recenti ad opera del Ce.U.B., il Presidente Romano Prodi, celebra i venti anni dell’ univer-sità di Romagna. Lo fa con una lezione volta a spiegare gli aspetti etici e l’inse-gnamento etico-politico da trarre dalla crisi economico-finanziaria. Partita da Wall Street, ha travolto i mercati di tutto il mondo e messo a dura prova le regole del mercato globale. Una crisi che, come lo stesso Prodi ricorda, non è finita an-che se qua e là ci sono segnali di uscita. “E’ importante discutere degli aspetti etici di questa crisi perché essa ha dei fondamenti negli errori politici e nelle gestazioni economiche sbagliate, ma ha aspetti etici rilevanti” ha ricordato il Presidente che ha fatto notare come, da qualche tempo, si assista a qualcosa di “non gradevole” e, cioè, alla sempre più scarsa considerazione proprio della que-stione etica che la crisi ha posto all’atten-zione di tutti. “Quando faceva paura e si pensava che la crisi in atto fosse come quella del ’29, cioè globale, ebbene, in quel momento si parlava della necessi-tà di cambiamenti etici. Poi quando si è capito che sarebbe stata lunga, grave ma non sconvolgente, allora l’allarme per gli aspetti etici è scomparso. Fino all’aprile dell’anno scorso si scriveva della neces-sità di cambiare le regole. Oggi questi discorsi sono ridimensionati se non peg-gio, l’unico licenziato è stato il responsa-bile della GM mentre gli altri, i banchie-ri, sono rimasti solidamente al proprio posto come se l’aspetto etico fosse stato assorbito e la crisi fosse stata normale”. Insomma ormai siamo al “business as usual”. Invece una riflessione su questi

temi è utile, anzi indispensabile.E per dar conto dello stato delle cose, Prodi è voluto tornare a illustrare il per-corso e le ragioni che hanno provocato la crisi. Occorre partire dal fatto che, per l’opinione corrente, “i politici avrebbe-ro operato in modo magari esasperato o esagerato verso un obiettivo però condi-visibile politicamente, cioè l’estensione a quasi tutta la platea degli interessati della possibilità di comprare casa. Dar l’opportunità a tutti di comprarsi una casa: questo era l’obiettivo politico dal quale hanno preso avvio le politiche fi-nanziarie “conseguenti”, basate su un grandissimo indebitamento dei consu-matori , su mutui meno costosi per tutti e pochi controlli. La sempre maggiore facilità di ottenere un mutuo è arrivata negli USA a far registrare la concessio-ne di mutui al 100% con automatica possibilità di un aumento del mutuo a fronte dell’incremento del valore della casa acquistata, senza richiesta da parte delle banche concessionarie dei mutui di ulteriori garanzie. Come è noto, questo meccanismo si è esteso sempre più, de-terminando due conseguenze. L’aumen-to costante del valore dell’immobile e l’incremento delle attività immobiliari fino a livelli impressionanti come in Spa-gna. Sul piano economico finanziario si è registrato un aumento della ricchezza e della disponibilità finanziaria. “Questo meccanismo che ha tenuto fino al fatale inceppamento- ha spiegato Prodi- fun-ziona con la cartolarizzazione del de-bito e la messa in vendita sul mercato internazionale di pacchetti di debito”. Pacchetti che sono stati venduti più e più volte con possibilità di controllo sempre minori via via che ci si allontanava dalla fonte di partenza. Come è noto questo fenomeno è dilagato in America, le cui banche hanno preso a collocare il debi-to al sistema finanziario europeo. Meno interessato da questo fenomeno il nostro Paese, le cui banche si sono sempre ben guardate dal metodo del 100% quando

si è trattato di concedere finanziamenti e mutui. “Si può ben dire- scherza Prodi- che la spilorceria si sia rivelata una vir-tù”. Sul mercato sono arrivati pacchetti finanziari sempre più diversi. Sono nati i derivati venduti agli “sprovveduti rispar-miatori di tutto il mondo. E chi sapeva cosa c’era dentro a quel pacchetto finan-ziario?”. Tutto questo, provocato dal de-siderio di far soldi, è stato anche effetto di una dottrina economica ben chiara che ritiene che i mercati siano sempre in grado di autoregolarsi e non si arriva mai a correggere il sistema. Si valuta che lo

Un momento della lezione nella Chiesa di San Silvestro

La medaglia Ce.U.B. al professore, testimone del percorso compiuto dal Centro

L’arrivo del professor Prodi e della portavoce, on. Sandra Zampa

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The University of Romagna celebrates 20-years-old: on this occasion Prof. Ro-mano Prodi was invited in Bertinoro at St. Sylvester church, just restored by Ceub. During his visit, he held a dis-course in order to explain not only the ethical features of the actual economic and financial crisis, but also the ethical and political lessons we can get from it. Started from Wall Street, this crisis has overcame markets all over the world and according to Prof. Prodi, it is not finished yet even if somewhere there are positive signals.For him, it is important to dealt with the ethical features of this crisis as based on

political mistakes and wrong economic plans. When people thought it was global and serious, everyone wanted ethical changes; then, when it was clear that crisis was hard but not devastating, the alarm for ethical aspects disappeared. Now, it seems that rules do not need to change any more because crisis is per-ceived as normal. So, according to Prof. Prodi a reflection on ethical issues is useful and essential. He started ana-lyzing the reasons why crisis has been provoked, such as the even more ease to grant home loans in USA and the follow-ing consumers debt, financial packages even more different, the weak govern-

mental controls, etc. Other serious ethi-cal issue he underlined is that problems are global but controls are national, so what is necessary is a real political will to change that should come from the national governments. But now it is non-existent. The differences relating to the richness distribution are deepen-ing more and more: poor men are even more poor and rich men are even more rich. Also in Italy the situation is serious but it do not scandalize. What Prof. Prodi hopes are big changes and corrections: it is a political problem that requires not only common rules, but also agreements among countries and the IMT.

eThICS And eCOnOMy In ThIS LOnG CRISIS

La medaglia Ce.U.B. al professore, testimone del percorso compiuto dal Centro

stock di cartolarizzazioni sia arrivato a una dimensione così grande da oscillare tra il 5 o il 10 % del PIL mondiale. “Una macchina impressionante” ha chiosato Prodi ricordando che quando le cose sono troppo grandi non possono fallire. La finanza è diventata intoccabile e il sistema ha continuato ad andare. Anco-ra oggi ci sono economisti che pensano che il mercato si autoregoli e che questa crisi sia dovuta solo alla scarsità di infor-mazioni o alla opacità del mercato.E i sorveglianti, dov’erano? C’erano, erano le agenzie di rating. “Peccato - ha stigmatizzato il Presidente - che abbia-no dato voti al massimo a banche che sono fallite tre settimane dopo il voto”. Perché accade? Perché le agenzie sono pagate da chi deve essere votato. Un sistema che non pare il migliore per avere un giudizio obiettivo. E i gover-ni, dov’erano? In particolare, il governo Usa, cosa faceva? La politica americana su questi temi non era diversa con Clin-ton da quanto è stata con Bush, ha spie-gato Prodi ricordando, che, in sostanza, durante gli anni di Greenspan questo andamento è stato sempre incoraggiato e sono state fatto pressioni perché non gli fossero frapposti ostacoli. La grande bolla finanziaria è scoppiata. Ed è esplo-sa la crisi. E sono cominciate le misure straordinarie per combattere la crisi.Prodi indica un altro grave problema eti-co: i problemi sono globali, mondiali, ma i controlli sono nazionali. Occorrerebbe una autentica volontà politica di cam-biare da parte dei governi nazionali ma anch’essa sembra inesistente. “Vi assicu-ro che non c’è” ammonisce Prodi, eppu-re il problema di cui stiamo discutendo è davvero enorme. Dal momento d’inizio della crisi ad oggi, si deve registrare in-tanto un progressivo approfondirsi delle

differenze nella distribuzione della ric-chezza. I poveri sono sempre più poveri. I ricchi sempre più ricchi. E questo, come ha ricordato il Presidente, non ci si scan-dalizza più neanche tanto. “Vent’anni fa - scandisce Prodi - ho scritto per un quotidiano spiegando che la differenza era da uno a quaranta e si aprì un gran-de dibattito. Oggi siamo a differenze che vanno da uno a cinquecento e non c’è nessuna reazione. Anche in Italia la diva-ricazione è aumentata, senza scandalo”. Anche in questo caso è il risultato del permanere della dominanza della dottri-na secondo cui i mercati si autoregola-mentano e si correggono.Di fronte a tutto questo “o si fanno gran-di correzioni o, nel futuro sarà difficilis-simo gestire le economie mondiali”. I se-gnali, purtroppo, non sono i migliori. “Il problema - ha concluso Prodi - è tutto politico e richiederebbe un accordo tra i paesi, il FMI, e una regolamentazione comune ma se mi chiedete se dai G20 è scaturita la voglia di cambiare, la mia risposta è no. Anzi, messi a confronto i due recenti G20, quello di Londra domi-nato dalla paura e dall’ansia per il livello della crisi in corso, e quello successivo di Pittsburgh, si deve prendere atto che il secondo aveva già reso più tiepida la voglia di cambiare”. Eppure segnali di ripresa “vigorosi” non ci sono e da una crisi così non si può uscire in modo sta-bile che con più responsabilità dei gover-ni dei paesi del mondo. “Oggi possiamo sperare che a farci venir fuori stabilmen-te da crisi come quella che abbiamo ap-pena vissuto e che ancora si trascina, ar-rivino rapidamente due miliardi di nuovi consumatori. E non è un’utopia visto ciò che si muove in paesi come l’India o la Cina…” è la conclusione di un Prodi che ci invita a sperare.

Rappresentanti politici, delle Istituzioni e dell’Università insieme al prof. Prodi

BREvE IntERvIStA AL PRESIdEntESUL dECEntRAmEnto UnIvERSItARIo RomAgnoLo

Il Presidente Prodi, poco prima dell’ini-zio della sua lezione, ha parlato con noi dell’esperienza del Centro. “Un esem-pio riuscito quello di un Centro Resi-denziale che ha fatto rete, che ospita corsi di specializzazione di tutte le sedi universitarie. Una bella esperienza”. “I corsi residenziali rappresentano il modo di utilizzare l’università per la sua funzione”. Rischio di provinciali-smo per l’Università in Romagna? “Un provincialismo sano di una realtà che ha saputo fare parte comunque di un sistema del sapere, specializzando-si pur rimanendo nell’ambito dell’Alma Mater. Gli effetti della riforma per i poli universitari in Romagna? “E’ raro il caso in cui ogni città non vo-glia fare da sola - risponde - ma qui per l’università si è costituita una rete: ogni città da il suo contributo. Se ogni città volesse avere tutte le sue facoltà, sarebbe un fallimento”.

A cura di Anna Salvagni

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L’intervento di restauro della chiesa di San Silvestro a Bertinoro

“gli angeli di San Silvestro”conservare il passato per costruire il futuro

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A cura di enrico Bertoni

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The St. Sylvester Church in Ber-

tinoro, called also the Seminary

Church, was originally a place of

worship intended to the monastery

hosting the Benedictine nuns of

Corpus domini. Their history dates

back to the 16th Century, when the

bishop Giovanni Ruffo Theodoli

founded the societas sacratissimi

Corporis Christi.

From 1540 to 1560, there were a

great development for the monas-

tery thanks also to the large dona-

tions. What we know till now is that

on 31st December 1559 the Church

of St. Sylvester was consecrated by

the bishop of Bertinoro Ludovico

Vannini Theodoli (1548-1563).

During the latest restoration

works, it was possible to recognize

Paolo Soratini (1680-1762) as the

architect of this Church. He fol-

lowed the model created by Vignola

for his Jesuit Church: a longitudi-

nal plan that allows the realization

of a single nave, with two lateral

chapels dedicated respectively to

St. Joseph and St. Mary of Graces.

That nave heads up thanks to the

mezzanine apse and, on the top, we

can find two little angels pointing at

the Corpus domini, surrounded by

beam of lights and clouds.

The style of Soratini is also under-

lined by his attention to details: in

order to get an empty and large

nave, he left structures and deco-

rations just at the walls, increasing

the brightness and the upthrust.

The restoration works have redis-

covered the walls’ original colours

and the light shades of the decora-

tions, revealing a particular aspect

of Soratini architecture: the investi-

gation of emotional charm.

ST. SyLveSTeR ChURCh In BeRTInOROLa chiesa di San Silvestro a Ber-

tinoro, detta del Seminario, in origine era il luogo di culto del

monastero delle monache benedettine del Corpus Domini. Solo al termine del periodo napoleo-nico con la conseguente restaurazio-ne della Diocesi di Bertinoro, l’istitu-zione del Seminario, voluto da mons. Giambattista Missiroli nel 1708, trovò la sua attuale collocazione negli spazi dell’antico monastero. La presenza delle monache benedet-tine del Corpus Domini a Bertinoro è da ricondurre agli inizi del XVI seco-lo, quando il vescovo Giovanni Ruffo Theodoli costituì la societas sacratis-simi Corporis Christi, approvandone i capitoli e la regola. Alla nascente fra-ternitas, aderirono le famiglie più im-portanti di Bertinoro: probabilmente si deve a questi confratelli la fondazione di un monastero e di un convento, in modo da dotare le proprie figlie, sorel-le o parenti di un luogo adeguato dove condurre vita cenobitica seguendo la Regola di San Benedetto. Gli anni successivi alla fondazione della Com-pagnia del Corpus Domini furono par-ticolarmente favorevoli allo sviluppo della vita del monastero: in particolare il ventennio compreso tra il 1540 e il 1560, grazie a condizioni economiche migliori, all’incremento demografico e al superamento della crisi morale de-gli ordini religiosi a seguito dell’attua-zione delle direttive tridentine, la vita claustrale femminile conobbe un note-vole incremento, che si riflette anche sulle numerose donazioni delle quali fu beneficiario il monastero delle Be-nedettine di Bertinoro. A questo pe-riodo risale anche la prima notizia do-cumentata dell’avvenuta consacrazio-ne della chiesa di San Silvestro, il 31 Dicembre 1559, da parte del vescovo bertinorese Ludovico Vannini Theodoli (1548-1563). Nel corso del XVII secolo, in partico-lare durante l’episcopato del benedet-tino Isidoro della Robbia, il monastero ebbe una più efficiente gestione econo-mica e, a fronte del costante incremen-to della presenza di monache, si decise

di procedere ad un suo ampliamento: il nuovo edificio si sviluppava su due piani, dotato di una corte interna da destinare alla lavorazione della seta, di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, di un magazzino per le grana-glie, di una cantina, di un refettorio, di spazi per l’educazione delle novizie e di una “speziaria”. Sul lungo periodo, l’oculata gestione economica, consentì nel 1740, sotto l’episcopato di mons. Gaetano Calvani, l’inizio della costru-zione di una nuova chiesa annessa al convento. L’attuale restauro effettuato sulla chiesa di San Silvestro agevola l’attribuzione del suo progetto all’ar-chitetto Paolo Soratini (1680-1762), appartenente all’ordine camaldolese con il nome di fra’ Giuseppe Antonio, mentre l’esecuzione dei lavori fu affi-data all’esperto capomastro Carlo Chi-gi. La formazione del Soratini avvenne a Roma nei primi anni del XVIII seco-lo: come per molti architetti della sua generazione, si trovava in una posizio-ne di sicuro privilegio disponendo, da una parte, dell’immenso repertorio ar-chitettonico del Seicento e, dall’altra, potendo approfondire la tradizione cinquecentesca legata all’ampio reper-torio classico. Posto davanti ad un au-tentico patrimonio rappresentato dai progetti dei suoi immediati predeces-sori e dall’eredità classica, il Soratini si caratterizzò per il suo eclettismo e ver-satilità, che, unite ad una conoscenza ampia e approfondita della trattatisti-ca rinascimentale, ne fecero uno degli architetti più ricercati del suo tempo, come dimostrano i numerosi cantie-ri seguiti nelle città dell’Italia Centro Settentrionale. Un quadro ampio del-la formazione teorica di frà Giuseppe Antonio ci è restituito da un mano-scritto autografo conservato presso la biblioteca Classense di Ravenna, che restituisce un quadro preciso della cultura teorica di un architetto nella prima metà del Settecento. In primo luogo sono citati i grandi trattatisti della seconda metà del Cinquecento, Andrea Palladio (1508-1580) e, in par-ticolare Jacopo Barozzi (1507-1573)

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detto il Vignola, che Soratini dimostra di co-noscere attraverso lo studio di una delle ope-re più importanti dell’architetto emiliano: la Chiesa del Gesù a Roma rappresentò uno dei primi capolavori dell’arte uscita dai dettami della Controriforma. Per la chiesa di San Sil-vestro, il Soratini segue il modello concepito dal Vignola per la chiesa dei Gesuiti: la pianta longitudinale consente la realizzazione di una navata unica, con due vani laterali delle cappel-le dedicate rispettivamente a San Giuseppe e a Santa Maria delle Grazie, che sfonda verso l’alto grazie al forte rialzo dell’abside, culmi-nando nei due putti angelici che, sovrastando l’ancona, indicano il Corpus Domini nell’osten-sorio immerso in un fascio di raggi luminosi e di nuvole, dalle quale spuntano i cherubini. L’altar maggiore a sua volta contribuisce a rafforzare la spinta ascensionale della chiesa, grazie agli angeli laterali, alla sovrapposizione di ampie mensole a forte curvatura, alla presenza di tim-pani spezzati. Si tratta di un modello ricorren-te nella progettualità soratiniana, come si può rilevare dal disegno per l’altare della chiesa di San Biagio a Fabriano e per i numerosi apparati effimeri realizzati per la festività delle Quaran-ta Ore. La cura del dettaglio, che emerge dagli apparati decorativi della chiesa di San Silvestro, visti come parte integrante del progetto archi-tettonico, è un’altra delle marche dello stile del Soratini.Al fine di ottenere una navata sgombra e il più vasta possibile, anche in considerazione delle possibilità offerte dal sito, che presenta una for-te pendenza, il Soratini ritira tutte le membratu-re sulle pareti: le imponenti paraste, realizzate in mattoni e decorate con l’elegante scelta del marmorino, collegano la navata alla copertura a botte riccamente decorata con motivi floreali ottenuti a stucco, che prolungano le ogive del-le unghiature dove un tempo si aprivano due ampie finestre. Questa soluzione immerge le pareti in piena luce, rafforzando la spinta verso l’alto: il Soratini, dunque, sceglie una soluzione perfettamente in linea con la poetica barocca, che esalta la plasticità e l’articolazione delle pareti. Grazie alla campagna di restauro, che ha ricondotto alla luce i colori originali delle pareti, che trapassano dal verde acqua, al rosa pastello, raccordandosi con le tonalità chiare delle modanature e degli ornamenti, elaborati sul motivo delle foglie d’acanto e con i capitelli in stile composito, si comprende un aspetto par-ticolare dell’architettura soratiniana sorretta da una continua ricerca della suggestione emotiva. Il lavoro di ritocco sulle colonne

Manuela, Marco, Daniele e Beatrice, i restauratori di Artemisia rsl di Genova, all’ope-ra sul soffitto

Manuela ricostruisce l’angelo di destra

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La valutazione di chiusura, statistiche e previsioni di sviluppoIl 2009 non ha penalizzato il Ce.U.B.

A cura di Giancarlo Zeccherini

Nell’apprestarci ad analizzare l’atti-vità del 2009, non si può non ri-cordare che il Centro Residenziale

Universitario ha raggiunto con successo il suo quindicesimo anno di attività, avvia-tasi nel 1994 nell’ambito del progetto di decentramento universitario dell’Alma Mater in Romagna, un processo che mo-stra ancora oggi un grande potenziale di sviluppo e di ampliamento.Nel panorama bertinorese, il decentra-mento non ha rappresentato semplicemen-te l’affermarsi di un’azienda e il recupero di un complesso monumentale, ma signi-fica soprattutto parlare di valori, di idee, di modelli gestionali che si sono creati e consolidati nel tempo, fino a costituire al giorno d’oggi un patrimonio prezioso e un’autentica identità nell’ambito regionale per i corsi di Alta Formazione.Il 2009 si è concluso in modo ampiamente positivo, registrando in termini di presen-ze un aumento pari al 9% in più rispetto all’anno precedente. Complessivamente si sono registrate 29.321 presenze, di cui il 63% è rappresentato da italiani e il 37% da stranieri. I corsi che si sono svolti alla Rocca sono stati in totale 165: il 25% in provenienza dall’Università di Bologna, il 17% da agenzie private, il 15% da enti pubblici, il 20% da BiCi (Bertinoro Inter-national Centre for Informatics), il 9% dal Ministero degli Esteri e il restante 14% dal libero mercato.Il Centro rappresenta un punto essenziale per l’economia bertinorese, come si evince dai dati statistici forniti dall’Ufficio del Tu-rismo della Provincia di Forlì. Dei 16.247 stranieri presenti a Bertinoro, 12.000, il 74%, sono studiosi stranieri ospiti del Ce.U.B. Sul totale degli arrivi stranieri (3567), il 67% (2400) è Ce.U.B. Su 78.065 presenze totali nell’anno, 29.300 sono “del” Ce.U.B. (il 38%). Sul totale degli

arrivi (23.364) il Centro partecipa con un 45% (10.450).Nel 2009, si è dato avvio anche ai corsi di alta formazione nella struttura dell’Alber-go della Gioventù di Santa Sofia, segnan-do la prima tappa nella realizzazione del “progetto a rete”. Le presenze complessi-vamente sono state poco più di 4000, per 4 corsi estivi (due dei quali sono illustrati in questo numero alla pag. 24), fra cui la par-te finale del Master sui Diritti Umani nel sudest Europa, la scuola estiva sulla biolo-gia dei grandi carnivori, un corso di design e uno sulla costituzione delle piccole e me-die imprese nel settore ortofrutticolo.Nel corso del 2009, per concludere, si è continuato nel programma di completa-mento del recupero e restauro degli spa-zi del Seminario e del suo giardino. Si è avviato e concluso il restauro della Chiesa di San Silvestro, che riapre le sue porte ai bertinoresi in tutto il suo valore e antico splendore, dopo anni di chiusura e degra-do. Il restauro è stato curato e finanziato dal Centro Universitario, per un costo di 450.000 €, con un contributo di 35.000 € della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. In ultimo, le sfide del 2010: sarà un anno fondamentale per consolidare e af-fermare il trend di questi anni. Sarà un anno strategico per il futuro stesso del Centro, per la sua affermazione come leader regionale nell’alta formazione. Le azioni principali: attuazione del progetto a rete, individuando e valutando proposte strutturali sul territorio provinciale, con l’obiettivo di diventare sempre più un ri-ferimento importante per l’alta formazio-ne; potenziamento e consolidamento di una organizzazione strutturale/gestionale in grado di rispondere a tutte le richieste, elevando il livello qualitativo dell’offerta, con una presenza più marcata nel mercato congressuale.

2009 was a very positive year for Ceub as it has registered an increase in presences, in particular 9% more than the past year. Overall, it has count-ed 29.321 presences, among which Italians represent 63% and foreign people 37%. The courses held were 165: 25% coming from the University of Bologna, 17% from private agencies, 15% from public ad-ministrations, 20% from BICI (Bertinoro International Cen-tre for Informatics), 9% from the Foreign Ministry and 14% from free market.The Centre also represents a vital point for the economy of Bertinoro. In fact, from the statistic data of the Tourist Office of Forlì, it is possible to deduce that 12.000 out of 16.247 (74%) foreign presenc-es in Bertinoro are scholars hosted at Ceub.In addition to that, in 2009, the first step of the project based on a network model of education started at the Youth Hostel of Santa Sofia. This is a Ceub structure hosting high education courses, such as the final part of the Master’s Degree in Democracy and Human Right in South East Europe, the Summer School on carnivores biology and preservation, a Design course and a course on the small and medium companies organiza-tion in the fruit and vegetable business. Finally, during 2009, the res-toration works of both the Seminary and the Church of St. Sylvester were success-fully completed, thanks to the Ceub and Foundation funding.Next year, 2010, will be impor-tant to consolidate this trend and to declare the Centre as the regional leader in the high education. Among the main future actions: carrying out the project on network model of education, improving man-agement system and promot-ing Ceub as a prestigious con-gress seat.

CeUB BALAnCe 2009

distribuzione percentuale delle presenze per ente organizzatore anno 2009

Ministero A.E.8,83%Museo

0,55%CIDE4,95%

EGF1,88%

AUSL 3,37%

Altre Univ6,18%

BICI19,17%

Enti14,43%

Agenzie16,59%

Unibo24,06%

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Una fra le migliori esperienze 2009 alla Rocca

Un evento internazionale rivolto agli studenti del territorio

A cura di Omar Mazzotti

Settembre in Romagna carico di importanti impegni per Prabha-kar Raghavan, direttore generale

di Yahoo! Research. Al Centro Residen-ziale Universitario di Bertinoro dal 20 al 25 settembre, in qualità di speaker del corso “SCAM 2009” (prima edi-zione della scuola internzionale orga-nizzata nell’ambito di BiCi – Bertinoro International Centre for Informatics – e dedicata a Computational Adver-tising and Modelling), il professore ha tenuto anche una conferenza pubblica al teatro Novelli di Bertinoro dedica-ta all’evoluzione della tecnologia in campo comunicativo, illustrata attra-verso un excursus “Da Marconi a Fa-cebook”. Il momento culminante della settimana romagnola di P. Raghavan è arrivato il 24 settembre, quando è sta-to insignito della Laurea ad honorem in Scienze e Tecnologie Informatiche dalla Facoltà di Informatica dell’Uni-

versità di Bologna, sede di Cesena. La cerimonia, ospitata nel palazzo cese-nate Mazzini Marinelli, si è svolta alla presenza dell’ancora in carica Magnifi-co Rettore dell’Università di Bologna, prof. Pier Ugo Calzolari, e del prof. Lorenzo Donatiello, preside della Fa-coltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Il riconoscimento al guru dell’informatica è stato attribuito per aver saputo “coniugare proficuamente la ricerca scientifica ad alto livello con un’attività manageriale di successo”.“Prabhakar Raghavan – si legge nelle motivazioni – è una delle figure di mag-gior spicco nel campo dell’algoritmica, disciplina oggi considerata centrale per lo sviluppo della matematica, ed uno dei pionieri della ricerca su Web e delle reti complesse”. E ancora: “Prabhakar Raghavan è … una fonte d’ispirazione per i giovani ri-cercatori che si accingono ad intrapren-

dere la carriera accademica in campo scientifico in generale e in informatica in particolare”.La laurea ad honorem si aggiunge ad un curriculum ricchissimo di successi: laureato all’IIT di Madras, Raghavan ha ottenuto il dottorato in informatica all’Università della California, a Berke-ley. E’ stato redattore capo del Journal of the ACM, la più prestigiosa rivista informatica in ambito scientifico, ed è Consulting Professor a Stanford. E’ Fellow sia dell’ACM che dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE). All’attività di ricerca affianca importanti incarichi per il Governo de-gli Stati Uniti.A rendere ancora più significativa la visita romagnola di P. Raghavan è stata la conferenza pubblica che ha tenuto il 22 settembre nel teatro Novelli di Bertinoro, dove si è rivolto in partico-lare ai giovani e giovanissimi. La lectio

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Il prof. Prabhakan Raghavan, direttore di Yahoo! Research

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From September 20th to 25th, Ceub hosted Mr Prabhakar Raghavan, head of yahoo! Research, as speaker during the course “SCAM 2009”, the first edition of BiCi International PhD School on Computational Advertis-ing and Modelling. He is considered one of the most important repre-sentative of the IT field thanks to his research interests, including text and web mining, and algorithm de-sign. He got his undergraduate de-gree from IIT of Madras and his PhD in computer science from UC Berke-ley. He has been Editor-in-Chief of the Journal of the ACM and now he is a Consulting Professor of Computer Science at Stanford University. Pra-bhakar Raghavan is also a Fellow of ACM, the world’s largest educational and scientific computing society, and of IEEE, the Institute of Electrical and Electronics Engineers. On Sep-tember 22nd, at the novelli theatre of Bertinoro, he held a public con-ference dedicated to the technology evolution in the communication field, described through the historical ex-cursus from Marconi to Facebook. It was addressed to young students coming from the high schools of For-limpopoli and Forlì and he explained them how, from the telegraph to Internet, the technological develop-ment radically affects the world of communication. Marconi and Face-book have something in common: they are respectively the starting and the final point of a nonstop common evolution of technology and com-munication. Nowadays, Internet has eliminated the temporal and spatial distances, making computers es-sential tools to communicate. On September 24th, Prabhakar Ragha-van received the honorary degree in Sciences and Information Technolo-gies from the Faculty of Informatics of the University of Bologna, that has its seat in Cesena. The event was held at Mazzini Marinelli Palace with the participation of the rector of the University of Bologna at that time, prof Pier Ugo Calzolari, and the prin-cipal of the Faculty of mathematical, physical and natural sciences, prof Lorenzo Donatiello.

One OF The BeST exPeRIenCeS 2009: The vISIT OF PRABhAkAR RAGhAvAn AT CeUB

magistralis del professore ha visto tra il pubblico due classi dell’Istituto com-prensivo di Forlimpopoli e dell’Istituto Tecnico Commerciale Matteucci, e do-centi del Liceo Scientifico e dell’Istitu-to d’Arte di Forlì. A loro Raghavan ha spiegato come l’evoluzione tecnologi-ca influenzi radicalmente il mondo del-la comunicazione, con uno speech dal titolo “Da Marconi a Facebook: una saga tra informazione e comunicazio-ne”, dal telegrafo senza fili alla grande rete Internet. Cos’hanno in comune Guglielmo Mar-coni e Facebook? Rappresentano un po’ l’inizio e la fine, anche se solo tem-poranea, di un percorso di evoluzione continua che ha visto andare a brac-cetto tecnologia e comunicazione in questi ultimi due secoli. Un’evoluzio-ne tecnologica che ha segnato in modo imprescindibile il campo della comuni-cazione, oggi in continua trasformazio-ne in parallelo con le innovazioni del settore informatico.La conferenza, con traduzione simulta-nea in italiano, ha puntato l’attenzione sulle tecnologie che hanno rivoluzio-nato il mondo dei calcolatori: a pochi decenni dalla loro invenzione, Inter-net ha eliminato le barriere di spazio

e tempo, trasformando i computer in strumenti fondamentali della comuni-cazione.Il tema era già stato affrontato dal prof. Raghavan nella sua precedente visita al Ceub nel 2007, in occasione del convegno “Ruolo della ricerca per l’Industria della Tecnologia dell’Infor-mazione”. Il direttore di Yahoo! Rese-arch aveva sottolineato l’importanza della ricerca e dell’investimento nella “creazione di idee” per realizzare ed esplorare nuove tecnologie, e della ne-cessità di aiutare i giovani scienziati a mantenere vivo il rapporto con la co-munità accademica.Facebook, in particolare, promette di proseguire sulla strada della più com-pleta innovazione nella comunica-zione: il social network online, creato cinque anni fa da Mark Zuckerberg, oggi venticinquenne, ha recentemente festeggiato il raggiungimento dei 350 milioni di utenti. Sono stati questi alcuni degli argomen-ti trattati dal prof. Raghavan al Centro Residenziale Universitario di Bertino-ro in occasione della prima edizione della scuola internazionale organizza-ta da BiCi e dedicata a Computational Advertising and Modelling.

Il prof. Raghavan con il prof. Pupillo

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A cura di Roberta Brunazzi

L’ingegneria s’incrocia con la biologia e la medicina, verso le frontiere della ricerca integra-

ta. Studiosi provenienti da ogni parte del mondo si sono incontrati al Centro Residenziale Universitario di Bertino-ro dal 15 al 18 settembre per parteci-pare alla quarta edizione dell’Interna-tional Congress on Computation Bio-engineering (ICCB 2009), che inclu-de anche il primo Simposio Europeo dedicato alla Ricerca Integrativa sulla Biomedica. Organizzato dall’Istituto Ortopedi-co Rizzoli e dall’Università di Bolo-gna, il congresso internazionale ha vi-sto la presenza di esperti provenien-ti da ogni parte del mondo, riuniti al Ce.U.B. per ampliare i confini della ri-cerca scientifica, integrando studi ma-tematici e informatici, biologici e me-dici.

L’esperienza di ICCB è stata avviata in Spagna nel 2003, da un gruppo di esperti internazionali nel settore della bioingegneria computazionale che in-clude Miguel Doblaré (Spagna), Hel-der Rodrigues (Portogallo), Miguel Cerrolaza (Venezuela), Jean-Louis Coatrieux (Francia) e Marco Vicecon-ti (Italia). Proprio quest’ultimo, ricer-catore presso il Laboratorio di Tecno-logia Medica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, ha dato vita assie-me ai colleghi delle due facoltà di In-gegneria dell’Università di Bologna a questa quarta edizione, progettata da un comitato scientifico internazionale di assoluto prestigio. Alla base della serie di convegni IC-CB c’era la volontà di fornire ai ricer-catori dei paesi latini (Spagna, Francia, Italia, Portogallo, Centro e Sud Ame-rica) un spazio in cui poter presentare

il proprio lavoro ad un pubblico inter-nazionale, discutendo con essi meto-di e risultati in un campo in continua evoluzione come quello della bioinge-gneria. Questo quarto evento ha pe-rò anche un’altra dimensione: quella dei nuovi orizzonti di questa discipli-na, caratterizzati dalla ricerca sul co-siddetto “Uomo Virtuale”.L’uso di modelli matematici e la simu-lazione al computer per lo studio e previsione di processi biologici e bio-medici sta prendendo sempre più pie-de oggi, interessando in particolare il campo della biologia, della fisiologia e della patologia. Modelli predittivi stu-diati in ambito matematico, infatti, co-minciano a giocare un ruolo chiave in medicina clinica, biologia e farmaco-logia, ma anche rispetto allo svilup-po di nuove tecnologie mediche e nel campo dell’epidemiologia. Si tratta di risultati importanti, otte-nuti grazie all’incontro tra discipline scientifiche diverse: consapevole di

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ICCB 2009

Bioingegneria protagonista sul colle

L’uomo in 4D

Page 21: CollegaMenti 1/2010 - La rivista del CEUB

ICCB 2009

From September, 15th to 18th, the

4th Edition of the International

Congress on Computation Bioen-

gineering (ICCB 2009) was held at

CeUB. It was organized by Istituto

Ortopedico Rizzoli and Univer-

sity of Bologna, including the first

European Symposium dedicated

to the Biomedical Integrated Re-

search.This experience started in

2003 in Spain, thanks to a group of

experts of Computational Bioengi-

neering including Miguel Doblaré

(Spain), Helder Rodrigues (Portu-

gal), Miguel Cerrolaza (Venezuela),

Jean-Louis Coatrieux (France) and

Marco Viceconti (Italy).

The main aim was to provide re-

searchers coming from Spain,

France, Italy, Portugal, Central and

South America, with a new forum

in which presenting their works

to an international public and dis-

cussing methods and results. In

fact, nowadays the use of math-

ematical modelling and computer

simulation for studying biomedical

processes is growing, covering all

aspects of Biology, Physiology and

Pathology. Predictive models start

to play a key role not only in Clini-

cal Medicine, but also in Biology,

Pharmacology, Medical Technolo-

gy and Epidemiology. ICCB offered

the possibility to discuss about the

recent advances in Computational

Bioengineering, including the so-

called biomedical Integrative Re-

search (Physiome, virtual Physio-

logical human, Integrative biology,

etc.), and moreover it was intended

as an opportunity for researchers

from all over the world to estab-

lish collaborations and promoting

the development of partnerships

for new research and educational

actions in bioengineering.

ciò ICCB offre un’importante oppor-tunità di discussione e diffusione delle scoperte più recenti in Bioingegneria Computazionale, inclusa la cosiddet-

ta Ricerca Integrativa Biomedica (Fi-sioma, uomo virtuale, biologia inte-grativa, ecc.), tema del primo Simpo-sio europeo previsto nell’ambito del congresso, attraverso la quale modelli predittivi che descrivono fenomeni a diverse scale, dalla molecola all’orga-nismo, combinati tra loro, aiutano ad ottenere una comprensione sistemati-ca dei processi fisiologici o patologi-ci più complessi. L’obiettivo clinico è quello di una tecnologia che renda la medicina predittiva, personalizzata ed integrativa.Obiettivo della tre giorni bertinore-se è stato anche quello di dar vita a gruppi di Ricerca Integrativa, stabilen-do collaborazioni internazionali tra gli studiosi partecipanti e promuoven-do lo sviluppo di associazioni per la ricerca più innovativa nel campo della bioingegneria.

Studiando Caveman Nella Cave della Calgary University

Page 22: CollegaMenti 1/2010 - La rivista del CEUB

La costruzione e la gestione di piccole e medie imprese nei settori vitivinico-lo, ortofrutticolo e zootecnico è stata

al centro del corso promosso dal Centro Uni-versitario di Bertinoro, in collaborazione con la Facoltà di Economia della sede universi-taria di Forlì e con il supporto del Ministero per gli Affari Esteri - Direzione Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo. Questa nona edizione del corso si è svolta da ottobre a dicembre nelle due sedi del Cen-tro Residenziale Universitario di Bertinoro e dell’Albergo della Gioventù di Santa Sofia, che hanno riunito trenta partecipanti prove-nienti da quattro paesi dell’America Latina: Colombia, Ecuador, Bolivia e Perù.Il corso - con direzione scientifica affidata a Roberto Della Casa, docente della Facoltà di Economia dell’Università di Bologna – è fi-nalizzato alla formazione di nuovi manager capaci di gestire lo sviluppo di questi paesi emergenti. Un’opera di formazione impor-tante in campo internazionale, dunque, che nel corso degli anni ha visto passare dal cen-tro bertinorese oltre duecento giovani stu-diosi provenienti dal Sud America. Economia internazionale, gestione e orga-nizzazione aziendale, marketing e fair tra-de per ortofrutta, vino e carne: sono que-

sti i temi su cui si sono sviluppate le lezio-ni a Bertinoro e Santa Sofia, attraverso nove settimane di intenso lavoro in aula e visite alle principali realtà agroalimentari del ter-ritorio. Agli studenti sono state fornite le co-noscenze fondamentali di carattere econo-mico-tecnico necessarie alla comprensione dei sistemi economici nei diversi paesi, ol-tre a utili nozioni sugli elementi strutturali di un’impresa, e sulle tecniche migliori per la sua costruzione e gestione. Il corso di formazione rivolto ai giovani ma-nager dei paesi andini rientra nel program-ma di iniziative realizzate dal Ce.U.B. in collaborazione con il Ministero degli Affari

Esteri, nato grazie al for-te legame che il Centro Universitario bertinorese ha saputo creare tra Agen-zie, settore della ricerca e mondo imprenditoriale. Tra le finalità principali che questa iniziativa si po-ne c’è quella di dar vita ad un canale internaziona-le privilegiato di scambio dei saperi, obiettivo che si può raggiungere investen-do sulla formazione, pun-to cruciale di ogni inter-vento a favore dei Paesi in via di sviluppo.

La “cena dei diplomi”

edUCATIOnAL COURSe FOR AndeAn COUnTRIeS

From October to Decem-ber 2009, both the struc-tures of Ceub, the Univer-sity Residential Centre of Bertinoro and the Youth Hostel of Santa Sofia, have hosted the 9th edi-tion of the course dedicat-ed to how construct and manage the small and medium companies work-ing in the wine-producing, fruit and vegetable, and zootechnical businesses. It was promoted by CeUB in collaboration with the Faculty of Econom-ics, seat of Forlì, and the Ministry of Foreign Affairs – General Direction for Development and Coop-eration, with prof Roberto della Casa as course di-rector. It was addressed to thirty participants com-ing from four countries of Latin America: Colom-bia, Ecuador, Bolivia and Peru. Its main aim was to create new managers able to manage the devel-opment of these emerging countries and the main issues discussed were: international economics, company management and organization, mar-keting and fair trade for vegetables and fruit, wine and meat. This course has been important to build an international channel for spreading and shar-ing knowledge and know-how, for this reason the starting point is consid-ered to be the educational investment for Developing Countries.

A cura di Roberta Brunazzi

Il prof. Roberto della Casa consegna il diploma ad una delle partecipanti

Come costruire un’impresa

Un corso di formazione per i paesi andini promosso dal Ce.U.B.

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A cura di Arturo Chieregato

Dal 2 al 4 dicembre si è tenuto il se-condo Corso Peripatetico sul Trau-ma Cranico, delineato dal dr. Artu-

ro Chieregato, dell’Ospedale Bufalini di Ce-sena. Hanno partecipato quaranta discenti da tutta Italia e i Maestri Carmelo Anile da Roma, Francesco Procaccio da Verona, Fran-co Servadei da Parma, Nicola Latronico da Brescia, Nino Stocchetti da Milano e Rober-to Stefini da Brescia, che si sono confrontati sulla vexata quaestio “Il confine mobile fra terapia medica e terapia chirurgica”: le loro tesi sono state messe a confronto. Con buon accordo, le tesi dei Maestri han-no convenuto che, sebbene il confine sia effettivamente mobile, il punto “giusto” dell’intervento neurochirurgico verso quel-lo intensivistico possa essere raggiunto in ambienti dove esista un approccio multidi-sciplinare. La discussione fra i Maestri e i discenti è stata interessata, ampia e libera. La presentazione delle tesi è stata anticipa-ta da due importanti incontri. Il prof. Mauro Ursino, bioingegnere, pro-fessore ordinario del DEIS, Università di Bologna, ha parlato dei fondamenti della biomeccanica cerebrale, così da dimostrare come la loro conoscenza possa portare alla loro riproducibilità e la loro riproducibilità

sia essa stessa una forma di conoscenza. Il dr. Howard Yonas, chiarman del Depart-ment of Neurosurgery, University of New Mexico Albuquerque, Usa, neurochirurgo clinico con una chiara conoscenza della biologia e fisiologia vascolari, convinto del-la necessità di misurare tempestivamente le variazioni del flusso ematico cerebrale (CBF), ha trattato la misurazione quantita-tiva del CBF con XenonCT, ora praticabi-le nelle rianimazioni con lo sviluppo delle TAC portatili. Il corso ha riproposto la tec-nica comunicativa antica dei Maestri, rinun-ciando alle moderne slides e riconducendo ai tempi della Scolastica, quando i dotti, in arrivo dalle antiche Università dell’Europa, si ritrovavano per discutere di questioni te-ologiche. Lungo le aspre salite, nelle pause sui balconi della Romagna, Maestri e Di-scenti si sono mescolati. Diversamente da molti corsi, questo ha la particolarità di aver voluto coltivare una colta ed esperta incer-tezza, che aiuti ad evitare eccessi, permetta di curare bene, e forse faciliti l’interpreta-zione e il trattamento di casi difficili, maga-ri grazie a soluzioni non convenzionali. Il Centro di Bertinoro è stato individuato dai discenti come altamente indicato per questa tipologia di corso.

Foto di gruppo, maestri e discenti

Come costruire un’impresa Il confine mobile fra terapia medica e terapia chirurgicaAlla Rocca un corso peripateticosul trauma cranico – tesi a confronto

From 2nd to 4th Decem-ber, a Peripatetic Course on Head Injury, coordi-nated by Dr Arturo Chiere-gato (Bufalini Hospital of Cesena), was held at Ceub. The participants were forty learners coming from all over Italy and the teachers Carmelo Anile from Rome, Francesco Procaccio from Verona, Franco Servadei from Parma, Nicola La-tronico from Brescia, Nino Stocchetti from Milan and Roberto Stefini from Brescia. They compared their own theories on this main issue: the changeable boundary between medical and surgical therapy. Be-fore presenting these the-sis, there were two impor-tant speeches: Prof Mauro Ursino, bioengineer and full professor of DEIS, Uni-versity of Bologna, talked about the fundamentals of the cerebral biomechanics; Dr Howard Yonas, chair-man of the Department of Neurosurgery, University of New Mexico Albuquerque-USA, dealt with the quan-titative measuring of CBF with XenonCT, now feasible for reanimations thanks to the development of trans-portable CAT scan. The course has been realized following the old commu-nicative method of Aristotle and combining knowledge with experience and life. Teachers and learners have taken lessons without any technical support, walking around the historical cen-tre of Bertinoro. Learners have identified the Univer-sity Centre of Bertinoro as a very suitable location for this kind of courses.

A PeRIPATeTIC COURSe On heAd InjURy AT CeUB

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Page 24: CollegaMenti 1/2010 - La rivista del CEUB

Santa Sofia a pieno regime

dalla biologia dei carnivori ai diritti umani nel sud-est europeoA cura di Anna Salvagni

Nel cuore del Parco Naziona-le delle Foreste Casentine-si, in una delle aree forestali

più pregiate d’Europa, e la più grande d’Italia, L’Albergo della Gioventù di Santa Sofia è la prima sede attiva del “progetto di formazione a rete” del Centro Universitario di Bertinoro. A fine settembre 2009, ha ospitato la prima scuola estiva sulla “Biologia e conservazione dei carnivori”, organiz-zata dal’ISPRA, con il coordinamento del Corso di Laurea Specialistica in Evoluzione e Conservazione della Bio-diversità dell’Università di Bologna.Agli oltre 40 studenti universitari, dot-torandi, post-dottorati ed operatori fau-nistici, la scuola ha offerto una sintesi aggiornata e scientificamente qualifica-ta delle problematiche della conserva-zione dei grandi e medi carnivori. Le lezioni sono state tenute da ricercatori e docenti, specialisti del settore, dalle università e dai centri di ricerca italiani.Il tema è strettamente legato al territo-rio. I grandi predatori ancora presenti nel nostro Paese, orso bruno, lupo e lin-ce svolgono un ruolo cruciale al vertice delle catene alimentari per il manteni-

mento dell’equilibrio degli ecosistemi. Il ciclo storico di rinaturalizzazione di vasti territori nel nostro Paese che è seguito, a partire dal secondo dopo-guerra, all’abbandono dell’agricoltura marginale in montagna e collina, ha portato ad una profonda trasforma-zione dell’ambiente naturale, con un significativo incremento dei boschi. Questi cambiamenti, congiuntamente ad interventi di gestione, in particolare venatoria, ha portato ad un’esplosione delle popolazioni di ungulati, che ha a sua volta favorito l’espansione di alcu-ni grandi predatori come il lupo. Dopo aver rischiato l’estinzione, i lupi sono ritornati, infatti, ad occupare vaste aree lungo l’intera dorsale appenni-nica e nelle Alpi marittime italiane e francesi. Il ritorno del lupo segna un indubbio successo per la conservazione di una specie particolarmente protetta da tutte le normative nazionali e co-munitarie. Il lupo esercita un impatto non solo sulle popolazioni di ungulati selvatici (le prede preferite), ma anche sul bestiame domestico. Il lupo è spe-cie protetta e nel contempo problema-tica, quindi di prioritario interesse per

le istituzioni scientifiche, che hanno il compito di studiarne la biologia e mo-nitorarne la presenza sul territorio. E’ anche specie di particolare interesse per le amministrazioni del nostro Pae-se che hanno il compito di promuove-re azioni legislative ed amministrative atte a minimizzare i conflitti e favorire una convivenza fra lupo ed attività zo-otecniche del territorio.

A fine ottobre 2009, poi, la sede di San-ta Sofia è stata teatro, altra “prima” as-soluta sul nostro territorio, della terza fase, quella conclusiva, del Master re-gionale europeo in Democrazia e Di-ritti Umani nel sudest europa (ERMA). Per 45 giorni, gli studenti, in prove-nienza per lo più dalla regione balca-nica, si sono dedicati alla ricerca e al completamento delle loro tesi, immersi nella quiete e nella calda accoglienza di Santa Sofia. Dotata delle più moder-ne attrezzature informatiche, questa se-conda sede Ceub ha accolto gli studenti con la tradizionale capacità di ospitare tipica di queste parti, e si è rivelata la “sede ideale per questo tipo di attivi-tà”, come hanno riscontrato i tutor del

Questa prima scuola estiva a Santa Sofia è stata frutto dell’impegno organizzativo dell’ISPRA, l’Istituto Superio-re per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con la colla-borazione di Università di Bologna, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, e con il supporto del CFS del Parco e del CeUB. Questi sono gli stessi enti che riproporranno la seconda edizione della scuola nel 2010, anno della Biodiversità (per maggiori informazioni sulle attività dell’Istituto: www.ispra.it). Coordinatore della Summer School: prof. Ettore Randi – ISPRA, Laboratorio di genetica della conservazione.

A cura di Ettore Randi

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The Youth Hostel of Santa Sofia is the first seat working for the Ceub project on a net-work model of education. It is located in the Foreste Casentinesi National Park, one of the most important in Europe and the biggest in Italy. At the end of September 2009, the Youth Hostel hosted the first Summer School on carnivores biology and preservation, or-ganized by ISPRA (Istituto Superiore per la Formazione e la Ricerca Ambientale), in col-laboration with the University of Bologna and the Foreste Casentinesi, Monte Falterona and Campigna National Park. The school offered an updated and qualified analysis of problems regarding big and medium carni-vores preservations. Among the issues dealt with during the meetings, the crucial role of big predators, such as brown bears, wolves and lynxs, was especially deepened. They are, in fact, very important for the territory ecosystem’s balance maintaining. Therefore, the attention was on the wolf return after the risk of its extinction, considered a great success for the preservation of this race by both the national and community laws. For this reason, the scientific institutions’ main aim should be studying the wolf biology and monitoring its presence in the territory and Public Administration should act to promote a proper life in common between wolves and the territory zootechnical activities.

CARnIvOReS BIOLOGy And PReSeRvATIOn In SAnTA SOFIA

Master, con un grande potenziale di sviluppo. Il Master nasce dalla colla-borazione delle Università di Bologna (Istituto per l’Europa Centro-Orientale e Balcanica) e Sarajevo (Centre for In-terdisciplinary Post-graduate Studies), insieme al altri atenei partner: London School of Economics, New Bulgarian University di Sofia, le Università di Graz, Bochum, del Peloponneso, Zaga-bria, Belgrado, Skopje, Priština, Tirana e del Montenegro. Della durata di un anno, si articola in tre fasi: la prima, didattica, si svolge a Sarajevo, con le-zioni relative alle cinque aree di inse-gnamento previste – filosofia dei diritti umani e globalizzazione; democratiz-zazione e integrazione europea; etnia, nazionalismo e religione; diritti econo-mici, sociali e culturali; meccanismi per la protezione dei diritti umani. La seconda fase prevede che gli studen-ti svolgano una internship presso un’or-ganizzazione, governativa o non-gover-nativa, che si occupi di diritti umani

nella regione del Sudest Europa. La terza fase, dedicata, appunto, alla ricer-ca e alla stesura delle tesi, è quella che gli studenti hanno svolto a Santa Sofia, nella sede Ceub scelta dalla Università di Bologna. Sono stati qui predisposti tutti i servizi specifici necessari alla ri-cerca: oltre ai circa 300 volumi forniti agli studenti dalla Biblioteca Universi-taria “Roberto Ruffilli” di Forlì, la sala conferenze si è trasformata in sala stu-dio, una sala è stata “informatizzata” con 15 postazioni di lavoro, la rete wi-reless ha coperto tutti gli spazi comuni offrendo la possibilità di collegarsi in rete 24 ore su 24. Anche l’alimentazio-ne degli studenti è stata curata in modo da non disturbare il loro lavoro. E per i momenti di svago, il Ceub ha messo loro a disposizione un minivan per le escursioni e le trasferte. Il territorio di Santa Sofia ha fatto il resto, con feste, cene e visite, offrendo un contatto quotidiano sempre ricco e originale.

Generato dalla Scuola Estiva Internazionale di Cervia nel 2000, il Master è ormai una struttura consolidata che ha inciso profondamente sulla realtà regionale alla quale è rivolto. Profondamente apprezzato dalla Commissione e dal Parlamento Europei, che lo finanziano all’80%, così come dal Ministero degli Esteri italiano che pure contribu-isce alla sua realizzazione, il Master ha ormai acquisito grande visibilità e si prepara a promuovere le prossime edizioni (quella 2009-2010 è in corso e fra breve uscirà il bando per l’edizione successiva). Fra i suoi indubbi successi vi è l’Associazione di Alum-ni, ACIPS, a Sarajevo, che ha sviluppato una solida rete di relazioni fra gli ex allievi, promuovendo consulenze e progetti a sostegno della società civile, nonché una rivista, “Pogledi”. Il Master, infatti, annovera fra i suoi ex allievi numerosi ambasciatori, fun-zionari ministeriali, giovani docenti universitari tutti impegnati a favorire lo sviluppo democratico e il processo di integrazione europea nei loro Paesi. Anche il rappresentante all’ONU della Bosnia-Erzegovina (attualmente membro del Consiglio di Sicurezza) è un ex allievo di questo programma e di un altro Master pro-mosso dall’Università di Bologna, il GPIE. Bertinoro è stata insomma, e continua ad essere, una “culla formativa” di grande importanza. Grazie ad una struttura residen-ziale-didattica efficace ed adeguata, il CEUB contribuisce in maniera decisiva alla for-mazione di giovani provenienti da società profondamente dilacerate, alla ricostruzione del dialogo e della cooperazione regionale.

A cura di Stefano Bianchini

Cerimonia di chiusura del Master, Sarajevo 2 novembre 2009

deMOCRACy And hUMAn RIGhTS In SOUTh eAST eUROPeAt the end of October 2009, the Youth Hostel of Santa Sofia has hosted the final part of the European Regional Master’s Degree in De-mocracy and Human Right in South East Eu-rope (ERMA). It has been realized through the joint efforts of the Center for Interdisciplinary Postgraduate Studies of the University of Sarajevo, the University of Bologna through its Istituto per l’Europa Centro-Orientale e Balcanica, and others partner universities, such as the London School of Economics, the New Bulgarian University of Sofia, the Uni-versities of Graz, Bochum, Peloponnesus, Zagreb, Belgrade, Skopje, Priština, Tirana and Montenegro. ERMA is an one-year full time Master programme intended especially for students coming from Balkan Countries. It is organized in three parts: during the first one, in Sarajevo, students can deepen is-sues such as human rights philosophy and globalization, democracy and European in-tegration,… (more info: HYPERLINK “http://www.eurobalk.net” www.eurobalk.net). In the second part, they can do an internship at selected IGOs, NGOs across South East Europe. During the third term, they write up their Master Thesis in Italy. For the first time, the University of Bologna has chosen the CeUB’s structure in Santa Sofia for the last part of the master’s programme. Santa Sofia has been considered the “ideal place for this kind of research activities”.

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Il museo Interreligioso:da Bertinoro al mondo

Un piccolo ma unico gioiello museale costruisce grandi incontri

A cura di Enrico Bertoni

Il 2009 del Museo Interreligioso

Da Bertinoro al mondo” è la formula con la quale si può definire il bilancio del Museo

Interreligioso di Bertinoro nel 2009. Al compimento del suo quarto anno di vita, il Museo Interreligioso ha di-mostrato di agire positivamente su tre ambiti distinti: il primo riguarda l’edu-cazione delle giovani generazioni ai valori del rispetto e del dialogo tra le religioni; il secondo ambito riguarda la divulgazione culturale di alta quali-tà; il terzo ambito certamente investe il Museo come luogo di elaborazione scientifica. Per quanto riguarda l’attività educa-tiva, il progetto “Museo a Km Zero” che ha raggiunto la sua terza edizio-

ne, può essere ormai considerato come un’attività istituzionale per il Museo Interreligioso, consolidando le presen-ze di studenti intorno alle cinquemila presenze annuali. Grazie al contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, attraverso questo progetto, il Museo svolge un’azione capillare di penetrazione culturale sul territorio romagnolo, educando e valorizzando presso le giovani generazioni la bellez-za dell’essere uomini religiosi. Un’azione tanto più importante in considerazione della necessità di con-frontarsi con un contesto culturale dominante che riduce la religione a semplice retaggio del passato, causa di divisione e di conflitto sociale, sen-za alcuno status culturale nel mondo contemporaneo, arrivando ad ignora-

re, invece, come ogni religione sia an-che un’espressione culturale e sociale. L’importante patrimonio spirituale delle religioni abramitiche rappresen-ta una sfida fondamentale nell’ottica di costruire una società multiculturale caratterizzata dal pluralismo religioso e dalla comunanza di valori etici e civi-li, che fondano la libertà religiosa e la libertà di coscienza sulla conoscenza e sul rispetto reciproci. I docenti, a seguito della visita, spesso affermano che il Museo Interreligioso di Bertinoro ha abbattuto le distanze tra gli studenti, aiutandoli a compren-dere che dietro alle parole ebreo, cri-stiano e musulmano non si nascondono categorie astratte e, nella peggiore del-le ipotesi degli stereotipi, ma persone che, con patrimoni spirituali e culturali

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Corona della Torah, argento sbalzato, Mantova, sec.XVII / F. Bodini, Porta Santa, bronzo, 2000 / L. Ancarani, Il profeta condotto in cielo, smalto, 2004

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“From Bertinoro to the world” is the form to define the balance 2009 of the Interfaith Museum of Bertinoro. With regard to its educational activity, the third edition of the project Museo a km zero, organized thanks to the collaboration of Cassa dei Risparmi di Forlì Foundation, has consolidated the student visits at the Museum, about five thousand per year. It helps students to understand that behind the abstract concepts of He-brew, Christian and Muslim, there are people with their own cultural and spiritual heritages, who are living in our country as active and value part of

the Italian society. Concerning the cul-tural popularization, the Museum held the National Meeting of FISC (Italian Catholic weekly-newspapers Fed-eration), organized by the diocesan weekly newspaper “Il Momento” and entitled Alla ricerca della verità per-duta: tra mistificazione e interpretazi-one. Moreover, it participated at the 8th day of Christian-Islamic friendship of Genoa, organized by the International Parliament for Safety and Security, in collaboration with the Genoa Diplo-matic Academy.The Museum is also a place of sci-entific work as the publication of the

book entitled Il dialogo interreligioso come fondamento delle civiltà has demonstrated. It both represents the Interfaith Museum Foundation’s will to face a wider national public and at-tests the real experience of meeting among the major representatives of the three Religions: head rabbi of Ro-magna, Luciano Caro, cardinal Jean-Louis Tauran and the former president of Iran, Seyyed Mohammad Khatami.Finally, in 2009 the Museum received an award for its high quality from the Institute of Cultural Goods of Emilia Romagna.

FROM BeRTInORO TO The wORLd: InTeRFAITh MUSeUM BALAnCe 2009

antichi, costruiranno nel nostro Paese la loro vita, diventando parte attiva e preziosa della società italiana. In ultima analisi, il Museo svolge una funzione sociale di fondamentale importanza, trasformando la paura dell’altro nella conoscenza dell’altro. Per quanto riguarda la divulgazione culturale di qualità, il Museo ha ospi-tato il Convegno della Federazione nazionale dei Settimanali Cattolici (FISC), organizzato dal settimanale diocesano “Il Momento” e intitolato “Alla ricerca della verità perduta: tra mistificazione e interpretazione”. In questa occasione, il Museo ha avu-to la possibilità di stabilire importanti contatti e collaborazioni con i circa no-vanta direttori di settimanali diocesani operanti sull’intero territorio naziona-le: si tratta di un rapporto importante per il Museo, che per la sua attività istituzionale trova un interlocutore im-portante nell’opinione pubblica catto-lica, formata anche dal milione di let-tori che ogni settimana si rivolge alle testate diocesane. In comune con il Museo è stato il tema del convegno: la ricerca della verità, intesa come espe-rienza personale e collettiva, anima lo spirito del dialogo interreligioso.È questa esperienza di ricerca che il Museo Interreligioso ha portato come testimonianza del proprio ope-rato all’ottava giornata dell’amicizia Cristiano-islamica di Genova, dove il

Museo ha aperto i lavori del convegno alla presenza degli ambasciatori del Pakistan, della Malesia, dell’Albania e di un’importante rappresentanza par-lamentare del Marocco. La giornata, organizzata dall’International Parlie-ment for Safety and Security, in col-laborazione con la Genoa Diplomatic Accademy, si è svolta nel Palazzo della Commenda di Prè nel cuore del Porto Vecchio di Genova: palazzo dei Cava-lieri di San Giovanni e vero hospitale dal quale partivano i pellegrini per la Terra Santa. In questo contesto, il Museo ha ricor-dato come il dialogo interreligioso non sia solamente la ricerca di un accor-do tra parti politiche, ma come esso rappresenti un esercizio di verità e di conoscenza di una parte importante della società italiana, che si sta avvian-do a definirsi con nuove caratteristiche culturali.Infine il Museo come luogo di elabora-zione scientifica, così come dimostrato dalla pubblicazione Il dialogo interre-ligioso come fondamento della civiltà: il volume uscito per i caratteri della casa editrice Marietti 1820, specializ-zata nel settore del dialogo tra le fedi, rispecchia la volontà della Fondazione Museo Interreligioso di confrontarsi con un pubblico ampio e con un oriz-zonte culturale nazionale. Il libro rappresenta il ruolo del Mu-seo come agorà contemporanea per le

guide religiose, nei confronti quindi di coloro che hanno incarichi di respon-sabilità verso le rispettive comunità. I temi della redistribuzione equa delle ricchezze, della ricerca scientifica, di un modo diverso di intendere i rappor-ti tra gli stati sono stati elementi fon-damentali trattati dagli interventi del Card. Jean-Louis Tauran, di Moham-mad Khatami, Presidente dell’Iran, di Rav Caro, Rabbino Capo delle Roma-gne. E ancora i saggi di approfondimento proposti dalla commissione scientifica del Museo, che offrono importanti ri-flessioni su come le identità delle reli-gioni abramitiche rappresentino i pun-ti basilari sui quali intessere la ricerca della verità così come richiesta dalle esigenze di un dialogo reale e non ri-dotto a tema.Infine, dal punto di vista museografico, un riconoscimento, la perla che consa-cra il 2009: l’Istituto per i Beni Cul-turali della Regione Emilia Romagna ha riconosciuto il marchio di “Museo di Qualità” al Museo Interreligioso di Bertinoro, all’interno del sistema museale regionale. È un ulteriore rico-noscimento al lavoro condotto da un Museo che certamente non dispone di risorse finanziarie ampie e testimonia la necessità di rafforzare una realtà, come quella bertinorese, che dimostra una vitalità fondamentale: andare, con qualità, da Bertinoro al mondo.

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Il Progetto Mediterraneum e il Premio “Museo Interreligioso di Bertinoro 2010”

I progetti che la Fondazione Museo Interreligioso intende porre in atto per il 2010 riguardano essenzial-

mente il settore della ricerca scientifica e della divulgazione culturale di alta qualità: ambiti nei quali il Museo ha dato ottima prova di sé nel corso dei suoi primi anni di vita.Per quanto attiene all’ambito scientifi-co, la Fondazione intende dare vita al progetto “Mediterraneum”, ripercor-rendo i contenuti dell’omonimo accor-do stipulato a Bertinoro nel 1995 tra i rettori delle principali università del mondo mediterraneo ed europeo. Le idee forti dell’accordo erano rappre-sentate dalla cultura e dalla religione, intese non come elementi a sé stanti,

ma come componenti fortemente com-penetrate tra loro. In particolare l’ac-cordo intendeva conseguire due scopi: il primo riguardava l’organizzazione di incontri di studio di alto valore simbo-lico; il secondo mirava alla creazione di corsi di formazione che offrissero a giovani studiosi provenienti dai princi-pali istituti universitari europei e me-diterranei, la possibilità di convivere insieme per un certo periodo di tempo, cogliendo l’occasione per imparare a conoscersi e a conoscere le rispettive tradizioni culturali e religiose. Un ele-mento di novità introdotto dall’accor-do era rappresentato dal ruolo dell’isti-tuzione universitaria, che non essendo un’istituzione politica o religiosa, co-

stituisce uno spazio autonomo dove le diverse appartenenze si ritrovano riunite sulla base di metodi di analisi condivise. L’obiettivo simbolico è cer-tamente stato raggiunto, dal momento che i contenuti dell’accordo hanno rap-presentato le basi sulle quali si è costi-tuito il Museo Interreligioso di Berti-noro. La Fondazione intende ripartire dai contenuti dell’accordo per dare vita al Progetto “Mediterraneum”, che si ponga come obiettivo la formazione di giovani ricercatori dell’area medi-terranea ed europea, interessati allo sviluppo del dialogo interreligioso, alla conoscenza delle religioni abramitiche e all’indagine sui rapporti che le han-no caratterizzate nel bacino del Medi-

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L’incontro con i ragazzi della comunità musulmana di Ravenna

Il museo Interreligioso

A cura di Enrico Bertoni

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The Interfaith Museum Foundation has started planning for next year’s projects which concern the scientific research and the cultural populariza-tion at high level.With regard to the scientific field, the Foundation’s intention is to create the Mediterraneum Project, follow-ing the contents of the homonymous agreement concluded in Bertinoro in 1995, among the rectors of the main universities of Europe and Mediter-ranean. It had two important aims:

organizing meeting and workshops at high level, and realizing educational courses during which young students can meet each others and learn the respective cultural and religious tra-ditions. At that time, the new aspect was the role of the university, being an independent space, neither a political nor a religious institution. Now, the project’s goal is based on the same contents to make people know and share the spiritual and cultural heritage of Judaism, Christianity and

Islam. The Foundation’s second area of interest is the museo Interreligioso di Bertinoro 2010 Prize, addressed to whom has researched, promoted and popularized the interfaith dialogue. It is dedicated to the Museum founder, senator Leonardo Melandri, who laid the foundation of a scientific commu-nity in Bertinoro. This Prize and the mediterraneum Projects are the Foundation’s starting points for 2010: from Bertinoro to the world.

MedITeRRAneUM PROjeCT And MUSeO InTeRReLIGIOSO dI BeRTInORO 2010 PRIze

terraneo. L’obiettivo del Corso sarà la conoscenza del patrimonio spirituale e culturale dell’Ebraismo, del Cristia-nesimo e dell’Islam, arrivando alla costituzione di una memoria cultu-rale condivisa: il Mediterraneo, come ricordava Ferdinand Braudel, è stata un’officina di civiltà, nella quale le religioni abramitiche hanno svolto un ruolo fondamentale, costruendo lasciti che sono fondamentali ancora oggi per comprendere la ricca stratificazione dell’identità culturale europea.Il secondo ambito nel quale la fonda-zione intende impegnarsi è la costitu-zione del Premio “Museo interreligio-

so di Bertinoro 2010”, rivolto a coloro che con spirito di verità e conoscenza, nei settori della comunicazione cultu-rale, della letteratura, della saggistica e della politica, hanno saputo documen-tare, promuovere e divulgare il dialogo interreligioso, valorizzando la bellez-za dell’essere uomini religiosi. Intitolato al sen. Leonardo Melandri, a cinque dalla scomparsa, il Museo attraverso il Premio intende ricordare la figura del suo fondatore, ponendo le basi per la creazione a Bertinoro di una comunità scientifica capace di divulgare i risultati del proprio lavoro ad un pubblico ampio, non necessaria-

mente specializzato favorendo la cre-scita culturale del nostro territorio. A tale scopo, il Museo organizzerà alcune serate di poesia e musica, de-dicate al tema della religione e della scoperta della bellezza dell’uomo religioso. Una volta il sen. Melandri scrisse che “un progetto non è un pun-to terminale, ma è il necessario punto di partenza sul quale, con addizioni e sottrazioni, del più diverso genere, si costruisce la vita”. Il Progetto “Me-diterraneum” e il Premio “Museo In-terreligioso di Bertinoro 2010” sono i punti sui quali la Fondazione intende partire: da Bertinoro al mondo.

Giornata della Memoria: l’incontro tra gli studenti e il prof. Cesare Finzi

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Il Museo ha ottenuto il riconoscimento di “museo di Qualità” da parte della Regione Emilia-Romagna: il ricono-scimento, oltre a rappresentare un ottimo risultato, richiede un orario di apertura settimanale di 24 ore. Dal 2010, a fianco degli orari tradizion-ali di apertura al pubblico nei week-end, il Museo offre la possibilità dell’apertura a richiesta in determi-nate fasce orarie, durante le quali si può visitare il museo muniti di audio-guida. Link al sito del Museo con i nuovi orari di apertura:www.museointerreligioso.it/italiano/informazioni/calendario-e-orari/

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Fiori. natura e simbolo dal Seicento a van gogh A cura di Daniele Benati

Secondo la testimonianza rac-colta da un contemporaneo, il marchese Vincenzo Giustiniani,

Caravaggio era solito affermare che la stessa abilità (“tanta manifattura) era necessaria “a fare un quadro buono di fiori, come di figure”. In questo modo il grande artista lombardo muoveva contro la gerarchia ormai codificata dei “generi” pittorici, sostenendo in modo rivoluzionario la dignità di ogni aspet-to del reale, anche il più minuto, e ria-bilitando persino la pittura di “fiori”, ormai classificata al gradino più basso del fare artistico. La mostra di Forlì, intitolata Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh, prende spunto da questa affermazione geniale e con-trocorrente per illustrare il rapporto di attrazione che un soggetto particolare, i fiori appunto, mantiene per i maggiori artisti del passato, che, disdegnando-ne il valore meramente decorativo, lo utilizzano per verificare la loro parti-colare poetica. Nel caso del Caravag-gio e dei pittori che si rifanno al suo esempio, rappresentati in mostra da al-cuni grandi anonimi, come il cosiddetto “Maestro di Hartford” in cui Federico Zeri volle riconoscere la fase iniziale dello stesso Caravaggio, tale movente era appunto di tipo realistico: i fiori co-stituivano cioè uno straordinario moti-vo sul quale affinare le proprie capaci-tà mimetiche nei confronti della realtà. Nel caso di altri artisti attivi nell’Otto-cento, dopo la parentesi costituita dal Settecento, in cui la pittura di fiori era stata lasciata a specialisti, i cosiddetti “fioranti”, che si avvicinavano al tema solo per il loro valore ornamentale, il soggetto si presta a veicolare altri at-teggiamenti stilistici, che puntano di volta in volta sul simbolo, sul soggetti-vismo dell’esperienza visiva o sull’au-tonomia della ricerca formale: in tutti

questi casi, da Hayez e Winterhalter a Delacroix, a Monet, i fiori mantengono una centralità che consente di richia-mare i grandi precedenti seicenteschi sopra richiamati. Per questo motivo la mostra si apre con il confronto, ardito ma suggestivo, tra due sculture raffiguranti la Primave-ra, una opera di Pietro Bernini con la collaborazione del figlio Gian Lorenzo, campione del barocco, e l’altra di Vin-cenzo Vela, protagonista dell’accademi-smo tardo-ottocentesco: in entrambe il motivo floreale è svolto con straor-dinaria perizia mimetica, che piega il marmo a inusitati effetti pittorici.Un disegno così ampio e ambizioso non è tuttavia svincolato da ragioni particolari, tali da rendere opportuna la costruzione di una simile mostra a Forlì. Nelle raccolte della Pinacoteca Civica, ora ospitate nel grande com-plesso monumentale di San Domenico, si conserva infatti un dipinto misterio-so e affascinante, raffigurante una Fia-sca spagliata con fiori, che costituisce da sempre uno dei problemi più intri-ganti dello studio della natura morta seicentesca. Di qualità tale da richiamare l’unica prova certa del Caravaggio in questo campo, la Cestina di frutta dell’Am-brosiana di Milano, il dipinto di Forlì è stato al centro di una girandola attri-butiva che ha coinvolto i nomi di artisti emiliano-romagnoli (Barbieri, Cagnac-ci), romani (Salini) e fiorentini (Dolci), senza che il suo quesito attributivo possa dirsi al momento minimamente scalfito. Emergendo dal fondo scuro grazie alla luce, cui viene dato forse un

“Vaso con fiori”, Van Gogh“Vaso di fiori con bacile”, Dolci“Fanciulla abruzzese”, Michetti

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significato simbolico, i fiori sono posti entro il collo rotto di una fiasca, dal quale i fili di paglia si vanno lentamen-te srotolando. Ne nasce un’immagine di trattenuta energia e prorompente sensualità che, facendo tesoro dei pre-cedenti caravaggeschi, li svolge in dire-zione proto-barocca. Difficile a questo punto sottrarsi all’ipo-tesi che il dipinto di Forlì sia opera non di uno “specialista” di fiori, ma di un grande artista che, forse in questa sola occasione, si è cimentato con il tema dei fiori conseguendo un assoluto quanto enigmatico capolavoro. Attorno a que-sto quadro ruota pertanto la prima parte della mostra, dedicata al sempre vario rapporto tra la creazione pitto-rica e la sua fissazione in un “genere” in ambito seicentesco (da Brueghel a Seghers, da Van Dyck a Desubleo, da Strozzi a Maratta, da Mario dei Fiori a Francesco Mantovano).Per quanto riguarda l’Ottocento, la mo-stra prende in considerazione alcuni protagonisti della pittura europea, attivi tra la metà del secolo e l’affermazione delle avanguardie novecentesche, che danno nuova legittimazione a un tema sino ad allora considerato minore, per poi giungere ad aprire, attraverso di esso, nuovi orizzonti iconografici. Non si tratta solo di una consacrazione che viene dal collezionismo o dal mercato, quanto dell’ultima, definitiva sfida a riscattare un repertorio che rischiava di chiudersi sempre di più nello speciali-smo, facendolo entrare, tra Romantici-smo e Realismo, Simbolismo e Impres-sionismo, Naturalismo e Divisionismo, nel mutevole laboratorio senza sosta dell’arte moderna. Accanto a dipinti di Hayez e di Walmül-ler, in cui appare programmatica la ri-presa di modelli seicenteschi, soprattut-to fiamminghi, vi figurano affascinanti tele di Lord Leighton e di Albert Moore (Gli amori dei Venti e delle Stagioni), in cui i fiori si coniugano con un affasci-nante ricupero dell’eredità classica, gre-ca e romana; e poi di Emilio Longoni (Le capinere) e di Francesco Lojacono (Nelumbium), le cui opere prospettano un parallelo con i motivi della poesia rispettivamente di Pascoli e di D’An-nunzio. I fiori non sono cioè sempre sentiti, come avviene in Alma Tadema o in Giuseppe Mentessi, come simbolo di purezza, ma anche di seduzione, di

disfacimento, di morte e persino di pec-cato. Con Van Gogh, che nel 1886 scrive al fratello Théo di essersi dedicato alla pittura di fiori per la libertà cromatica che questo tema consentiva alla sua ta-volozza, si apre un nuovo capitolo, che, con le Ninfee dipinte nel proprio giar-dino di Giverny, Claude Monet porterà all’estrema conseguenza della dissolu-zione della forma nel colore: non per nulla questo aspetto della sua produ-zione sarà riscoperto in anni assai più tardi da artisti come Jackson Pollock. I quadri presentati, tra i quali un nucleo consistente proveniente dal museo del

Cairo, consentono di svariare con la mente tra questi diversi atteggiamenti, che danno luogo sovente a veri e pro-pri capolavori, per opera di artisti come Sorolla, Fantin-Latour, Caillebotte, Mo-reau, Redon, Gauguin e gli italiani Pel-lizza da Volpedo, Michetti, Zandomene-ghi, De Nittis e Previati.La mostra si completa con una sezione dedicata allo studio dei fiori e alla loro illustrazione scientifica, con esempi che vanno dal tardo Cinquecento di Jacopo Ligozzi al primo Ottocento di Cesare Majoli, un erudito forlivese ristudiato in questa occasione.

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marzo

aprile

maggio

gLI EvEntI Ce.U.B.marzo / aprile / maggio 2010

le antiCiPaZioni:

Nel prossimo numero di Collegamenti 2.2010 in uscita a giugno-Resoconto degli eventi Ceub inverno 2010-Bilancio consuntivo 2009

marzo aprile maggio07.03 Accademia dei Benigni

07.03 - 12.03 BICI Graph Drawing workshop

11.03 - 13.03 CORE CURRICULUM URO-ONCOLOGICO-SIURO

12.03 Visita dell’ on. Gianfranco Fini, Presidente della Camera

14.03 - 18.04 Corso di Formazione Pesca e Acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo

14.03 - 19.03 BICI Bertinoro Workshop on Frontiers in Mechanism Design

18.03 - 19.03 Ethics & Innovation in Food Science and Technology / Memorial del Centro Lerici

20.03 - 26.03 AIMS - 14° corso di medicina del sonno

26.03 - 28.03 Rotary International Distretto 2070 - Area Emiliana Romagnola 1° RYPEN Emiliano Romagnolo - incontro dei giovani rotariani

14.04 - 17.04 VIII corso nazionale congiunto Ultrasonologia Vascolare - diagnosi e terapia

21.04 - 23.04 Ceveas - Come valutare criticamente gli studi su benefici e rischi dei farmaci

23.04 - 24.04 FADOI - Seminario di medicina interna

23.04 - 24.04 AUSL Modena Casi Clinici in Neonatologia

26.04 - 28.04 Unibo - Marketing and supply chain management in the produce business Livello Base

6.05 – 8.05 SIURO - La gestione del paziente affetto da tumore urogenitale

7.05 – 8.05 AUSL Cesena Il diabete in pediatria

7.05 – 8.05 AUSL Cesena - ATLS Refresh 1° - 2 ° edizione

9.05 - 14.05 BICI Spring workshop

15.05 - 17.05 Corso di chirurgia della scogliosi Livello Base Inferimeri

16.05 - 19.05 CF’10@CeUB

17.05 .21.05 INdAM - New frontiers in CADG

20.05 - 21.05 AUSL Cesena ACLS Retraining

21.05 - 22.05 Unibo - BMMA

23.05 - 28.05 BICI - Bertinoro Computational Biology

23.05 - 27.05 Unibo - Scuola di Chimica Organometallica per Dottorandi

24.05 - 26.05 Unibo - Marketing and supply chain management in the produce business Livello Base

26.05 - 28.05 Unibo - FUND RAISING SCHOOL: principi e tecniche di fund raising

26.05 - 28.05 Unibo - Convegno AIFG

28.05 AUSL Cesena - PALS Retraining

30.05 - 4.06 BICI - Random Grails