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Supposte

Pomate

Triturazioni

Cenni di farmacocinetica omeopatica

Fase farmacocinetica

Fase farmacodinamica

Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici

Della “Memoria dell’acqua”

Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici

Classificazioni delle diluizioni

Assorbimento sublinguale

Come vanno assunti i medicinali omeopatici

Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici

Schema generico di somministrazione dei rimedi omeopatici

Degli “effetti collaterali"

Aggravamento patogenetico

Aggravamento omeopatico

Interazioni dei medicinali omeopatici

Interazioni tra cute e medicinali omeopatici

Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici

Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici

Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici

Cronofarmacologia omeopatica

Regola mezzogiorno-mezzanotte

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Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia

Fonti Ufficiali

Fino a qualche anno fa, in Italia, i rimedi omeopatici venivano preparati in riferimento

alla Farmacopea Francese X Edizione del 1991 o alla Farmacopea Tedesca.

Nel 1992 il Parlamento Europeo emana la Direttiva 92/73/CEE del 22 settembre

1992, che amplia il campo d'applicazione delle precedenti direttive 65/65/CEE e

75/319/CEE concernenti il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari

ed amministrative, determinando le disposizioni in materia di medicinali omeopatici

Nel 1995 col Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185, pubblicato nella Gazz. Uff.,

22 maggio 1995, n. 117, viene recepita in Italia la norma attuativa della direttiva

92/73/CEE in materia di medicinali omeopatici.

Con questo decreto l’Italia riconosce la validità dei rimedi omeopatici e dell’Omeopatia

definendo il concetto di medicinale omeopatico, come recita l’articolo 1 del decreto:

Art. 1.

1. Ai fini del presente decreto, per " medicinale omeopatico " si intende ogni

medicinale ottenuto da prodotti, sostanze o composti, denominati " materiali di

partenza omeopatici ", secondo un processo di fabbricazione omeopatico descritto

dalla Farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate

ufficialmente dagli Stati membri.

2. Un medicinale omeopatico può contenere anche più principi.

Nel 1997 viene introdotta nella Farmacopea Europea la monografia relativa ai

medicinali omeopatici (Farmacopea Europea 1997, monografia 1038),

Nel 2002, viene introdotta nella Farmacopea Ufficiale XI Edizione 2002, la monografia

delle Preparazioni Omeopatiche (pag. 1088 - 1092), con i seguenti paragrafi:

1. preparazioni omeopatiche;

2. droghe vegetali per preparazioni omeopatiche;

3. tinture madri per preparazioni omeopatiche.

La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI Edizione 2002, riporta la

Monografia delle “Preparazioni omeopatiche”, pag. 1089-1091, in particolare nel

paragrafo delle diluizioni specifica: “Le diluizioni e le triturazioni sono ottenute dal

materiale di partenza mediante un processo di potenziamento (o dinamizzazione) in

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Alla propria dottrina basata sul principio dei simili Hahnemann diede il nome di

"Omeopatia" e riservò invece il nome di "Allopatia" alla pratica medica secondo la

quale per la cura di una malattia devono essere usati quei farmaci che hanno effetto

contrario ai sintomi della malattia in atto.

Specificità medicamentosa "Ogni medicamento produce effetti specifici nel corpo umano e nessun'altra sostanza

medicinale può dare origine ad altri effetti che siano del tutto simili a quelli".

(Organon)

Secondo questo postulato possiamo affermare che l'interesse del medico omeopatico

non è sicuramente la diagnosi di malattia, bensì la diagnosi di "rimedio", la ricerca del

simillimum, cioè di quel medicamento che nel sano provoca i disturbi "più simili" a

quelli presentati dal paziente in esame. In natura infatti non esiste una sostanza che

somministrata ad un paziente sano produca effetti uguali ad un'altra (patogenesi del

rimedio).

La dose infinitesimale La sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di "stimolare" la reazione,

è la miccia che fa esplodere la bomba e come tale più che elevata nel dosaggio deve

essere "specifica" per i disturbi del paziente.

(Organon)

Diluizione e dinamizzazione aumentano progressivamente

l'azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o

medicamento agente sulla vitalità è in grado di

determinare un'alterazione dell'equilibrio della forza vitale

e di conseguenza un cambiamento dello stato di salute

della persona. Questo effetto è dovuto quasi

esclusivamente alla sostanza somministrata e viene

chiamato "effetto primario": è utilizzato dalla medicina allopatica.

Alla somministrazione di una sostanza la forza vitale si oppone con carattere

conservativo sempre a favore della vita, questo grazie al fatto che l'organismo umano

appartiene alla categoria dei "sistemi omeostatici" caratterizzati da una omeostasi

fisiologica regolata da interscambi di informazioni biologiche e da tutte quelle attività

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che tendono a conservare costanti, o entro certi limiti accettabili, le varianti del

sistema. Chiameremo quindi questo "effetto secondario", utilizzato dalla Medicina

omeopatica.

Considerato che l'azione curativa in medicina omeopatica sfrutta la reazione

dell'organismo, la sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di

"stimolare" la reazione, è la “miccia che fa innescare l’esplosione della bomba” e come

tale più che elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per i disturbi del paziente.

Legge di Hering o di guarigione

Nelle "vere guarigioni”, dopo la somministrazione del rimedio corretto, il paziente

giunge allo stato di benessere seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di

eliminazione dei sintomi.

I sintomi spariranno dall'alto verso il basso, azione gravitazionale (vuol dire che

sparirà prima uno stato d'ansia che una pirosi gastrica).

Spariranno dall'interno verso l'esterno azione centrifuga (il miglioramento di

un'asma può far seguito un peggioramento di un eczema cutaneo che poi a sua volta

migliorerà e non viceversa) questo per la caratteristica "centrifuga" della cura

omeopatica che mira a "buttar fuori" la malattia anziché tendere a sopprimerla.

Inoltre, la guarigione si svilupperà eliminando per primo i sintomi comparsi

recentemente e in un secondo tempo i sintomi più vecchi comparsi nel tempo,

secondo una cronologia proporzionale al tempo di insorgenza dei sintomi.

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Un’altra considerazione scaturisce dalla legge di Planck3 che si sviluppa studiando

l'emissione e l'assorbimento della luce da parte dei corpi materiali, e in particolare del

cosiddetto corpo nero (una superficie ideale capace di assorbire ogni tipo di radiazione

incidente). Interpretando tali fenomeni, secondo i principi dell'elettromagnetismo

classico, si avrebbe come conseguenza teorica un aumento indefinito dell'intensità

della radiazione all'aumentare della frequenza, cosa che nella realtà non si verifica.

Osservando questo fenomeno, Planck nel 1889 rese nota la sua ipotesi che gli scambi

di energia nei fenomeni di emissione e di assorbimento delle radiazioni

elettromagnetiche avvengono in forma discontinua (proporzionale alla loro frequenza

di oscillazione, secondo una costante universale), non già in forma continua, come

sosteneva la teoria elettromagnetica classica.

Nel 1901 Planck spiegò il fenomeno con l'ipotesi alla teoria quantistica, secondo la

quale gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, per quanti di

energia, cioè quantità di energia finita e discreta ("pacchetti", che chiamò quanti). In

tal modo anche l'energia può essere concettualmente rappresentata, come la materia,

sotto forma granulare: i quanti sono granuli di energia indivisibili e il contenuto di

energia di ogni pacchetto nella teoria di Planck è direttamente proporzionale alla

frequenza corrispondente.

Se definiamo E (energia del quanto di luce), v (frequenza luminosa) e h (costante

universale di Plance), avremo:

E = hv

La teoria di Planck non ottenne il pieno successo che meritava perché era stata

formulata su basi empiriche e matematiche, quindi, era da considerare un'ipotesi, non

una legge, utile per spiegare fenomeni di difficile interpretazione.

Il valore della legge quantistica fu reso evidente solo nel 1905 grazie ad Albert

Einstein che, nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico, riprese il concetto

di quanto e ne diede un’interpretazione teorica e una definizione in termini fisici.

Successivamente la teoria di Niels Bohr, sulla struttura atomica, confermò l'ipotesi dei

quanti, considerata una tappa fondamentale nella storia e lo sviluppo della fisica

moderna.

                                                            3 Max Planck (Kiel 1858 - Gottinga 1947), fisico tedesco considerato il padre della fisica quantistica, vinse il premio Nobel per la fisica nel 1918. Studiando la radiazione di corpo nero scoprì che il meccanismo di emissione della radiazione non è quello ipotizzato dalla fisica classica, sotto forma di onda continua, ma di "pacchetti" discreti detti quanti.

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principio di esciana dalla VI

la legge d

esistenza,

ntifica del

iluizione

iene esalt

e caratteri

medio som

do una r

le definit

Hahneman

trice e mis

le (=organ

ttività, in

to sano e

Org

al materia

dobbiam

ve di volta

ti dalla sc

no leggi fi

clusione. edizione tede

della relat

, seppure

l’omeopat

infinitesim

tata la car

stica del r

mministra

risposta a

ta da Ha

nn descriv

steriosa, d

nismo) e t

modo che

vitale per

ganon VI, §

lismo vige

mo riconos

a sulla qua

cienza, pe

isiche e q

esca (1810). E

tività e la

in minima

tia e delle

male e la

atteristica

rimedio. A

ata ad un

altrettanto

ahnemann

ve la forza

domina in

tiene tutte

e il nostro

r gli scopi

§ 9

ente nella

scere che

ale poggia

r la quale

quindi non

Ed. Lithorapid.

a

a

e

a

a

A

n

o

n

a

n

e

o

i

a

e

a

e

n

.

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61

“L’organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna

sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione.

Unicamente l’essenza immateriale – principio vitale, forza vitale – conferisce

all’organismo materiale, nello stato di salute e di malattia tutte le sensazioni e

determina le sue funzioni vitali.”

Organon VI, § 10

In questo paragrafo Hahnemann evidenzia che la carenza della forza vitale può

rendere più vulnerabile un individuo conducendolo verso la malattia; individua nella

carenza della forza vitale una incapacità di difesa e di autoconservazione.

“Quando l’uomo si ammala, dapprincipio è perturbata soltanto questa forza

vitale, (principio vitale) – indipendente e presente ovunque nell’organismo ed

immateriale – dall’azione, nemica alla vita e dinamica, di qualche agente patogeno.

Unicamente il principio vitale perturbato ad uno stato anormale può determinare

nell’organismo sensazioni spiacevoli e conseguenti funzioni irregolari ossia produrre

quel che noi chiamiamo malattia. Di fatti questa potenza, per sé invisibile e

riconoscibile solo nelle sue manifestazioni, nell’organismo mette in evidenza la sua

perturbazione morbosa sotto forma di malattia nei sentimenti ed attività – l’unica

parte dell’organismo aperta ai sensi dell’osservatore e del medico – rilevabile dai

sintomi del male e da null’altro.”

Organon VI, § 11

In questo paragrafo Hahnemann introduce il concetto di perturbazione del principio

vitale, concetto successivamente approfondito da James Tyler Kent6 che individua

l’individuo in una dimora delle espressioni degli affetti, dell’intelligenza, dei sentimenti

e delle emozioni umane, e che la perturbazione di questi sentimenti ed emozioni si

traducono in un disturbo fisico sul corpo, quindi la malattia per J.T. Kent è

l’espressione di una perturbazione mentale che nasce a livello dell’essere e della

propria esistenza. Successivamente, in tempi più recenti questo stesso concetto è

ripreso ed approfondito nei disturbi psicosomatici7.

                                                            6 Kent J.T. Lezioni di omeopatia. Edizioni CE. M.O.M. Napoli, 1993.

7 Carbone R. lettura del corpo psicosomatica in chiave olistica. Pilgrim Edizioni, Aulla (MS), 2009.

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“Unica la

manifesta

interne, e

rappresen

D’altra pa

deviazion

pure la ‘

ritorno de

Da quest

omeoapti

tecnologie

alla luce

Pertanto,

debba ast

conoscen

Possiam

azione, s

energeti

di una so

R.Carbon

Inoltre, a

medicinal

chimico e

Principio

                     8 Si definiscenella tintura

a forza vit

azioni di m

esprimono

ntano tutta

arte lo spa

ne dimostr

‘restitutio

ella salute

te conside

co, quindi

e e le me

di quanto

ritengo ch

tenersi da

za e comp

mo conclu

stimolant

ica sprigi

ostanza o

e

a conclusi

li omeopa

ed un princ

o chimico

                      e “ceppo omeomadre di una

tale morbo

malattia p

o la pertur

a la malat

arire di tut

rabile dei

ad integr

di tutto l’

razioni so

, voler dim

etodiche i

detto fin

he un med

al proclam

petenza.

udere affe

te l’energ

ionata da

originaria

one e com

tici svolgo

cipio di tip

o

                 opatico” il mat sostanza.

osamente

ercepibili

rbazione t

ttia.

tte le mani

processi

rum’ del

’organismo

orgono le

mostrare l

mpiegate

ora, quan

dico o farm

are qualsi

ermando

gia vitale

alla diluiz

a costitue

mpletame

ono la loro

po fisico.

teriale di origi

62

perturbat

dai nostri

totale mor

ifestazioni

vitali san

principio

o.”

dissociazio

’efficacia d

per dimos

to mai as

macista ch

asi forma

che un

e di un in

zione infi

ente il cep

nto di qu

o peculiar

ine per la prep

ta provoca

i sensi, co

rbosa del

i di malatt

i – per o

vitale pre

oni dal pe

di un rime

strare un e

surdo ed o

he non con

di giudizio

rimedio o

ndividuo,

initesima

ppo omeo

anto asse

re attività

parazione del

a le malat

ome pure

principio

tia – ossia

pera della

esuppone

Org

ensiero all

edio omeop

effetto far

oggettivam

nosce i prin

o, poiché,

omeopati

in virtù

ale e dalla

opatico8.

erito possi

secondo

medicinale om

ttie, in mo

tutte le a

dinamico

di tutto q

a guarigio

necessari

ganon VI, §

lopatico a

patico util

rmacologic

mente ina

ncipi dell’o

non espr

tico svolg

della su

la dinami

iamo defin

un princip

meopatico, ide

odo che le

alterazioni

interno e

quanto era

one, come

iamente il

§ 12

l pensiero

izzando le

co appare,

pplicabile.

omeopatia

esso dalla

ge la sua

ua natura

izzazione

nire che i

pio di tipo

entificabile

e

i

e

a

e

l

o

e

,

a

a

a

a

e

i

o

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Il princip

progressi

ionica). L

all'aumen

A diluizion

Principio

Il principi

o potenti

impiegata

“quantica

Le sostan

possono

stese sos

principio

La patog

dell’insiem

ponderali

patogene

1. sin

2. sin

3. le m

rife

um

cro

4. cau

5. le d

Una sosta

diluizione

pio chimico

iva" della

La materia

nto delle d

ne infinita,

o fisico

io fisico de

izzazione",

a, contrib

a di tipo vib

nze somm

produrre

stanze dil

del simillim

genesi di

me dei sin

, tossiche

esi di un rim

tomi fisici

tomi men

modalità d

eriti all’ora

midità, ven

onologia de

usalità di i

diluizione

anza per d

e infinitesim

o dell’attiv

stessa sos

a si disso

diluizioni e

, rimane s

ell’attività

, agitando

uendo al

brazionale

inistrate a

una serie

uite in m

mum, gua

un rime

ntomi che

e, non l

medio è cl

o sindrom

tali o psich

di aggrava

ario di man

to, secche

egli event

nsorgenza

di sommin

diventare u

male e di d

vità di un

stanza in

olve ceden

del loro ti

sempre un

di un rim

o la soluz

passaggio

e”.

Diluizion

a dosi pon

di sintom

modo infini

rire tali si

edio omeo

si manife

etali di

lassificata,

me;

hismo (cos

amento o m

nifestazion

ezza, aridit

i;

a della sind

nistrazioni

un medicin

dinamizza

63

n rimedio

un solven

ndo energ

ipo (DH, C

n contribut

medio ome

zione si ap

o dall’ene

ni e Dinam

derali, no

mi prodrom

itesimale

ntomi.

opatico ra

estano in

una sost

, secono le

sì definito

migliorame

ne, alle co

tà), alle st

drome;

.

nale omeo

zione ad o

omeopati

nte acquos

gia al solv

CH, K e LM

to ionico a

eopatico co

pporta en

ergia poten

mizzazioni

n letali, i

mici, defini

e dinamiz

appresent

seguito a

tanza farm

e seguent

in omeop

ento con c

ndizioni cl

tagioni, al

opatico dev

ogni passa

ico consis

so idro-alc

vente in p

M).

ttivo.

onsiste ne

nergia cin

nziale di

n un orga

iti patogen

zzate poss

a la man

alla somm

macologic

i cinque de

patia);

cui si mani

imatiche (

la lateralit

ve aver su

aggio di dil

ste nella "

colico (sol

proporzion

ella "dinam

netica alla

massa a

nismo viv

nesi del r

sono, app

nifestazion

ministrazion

amente a

efinizioni:

ifestano i

(caldo, fre

tà corpore

ubito un p

luizione.

"diluizione

lvatazione

ne diretta

mizzazione

sostanza

all’energia

ente sano

imedio, le

plicando il

ne clinica

ne in dosi

attiva; la

sintomi

eddo,

a ed alla

rocesso di

e

e

a

e

a

a

o

e

l

a

i

a

i

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64

La dinamizzazione consiste nel sottoporre a scuotimento (succussione) la soluzione

per 100 volte, imprimendo un’energia in movimento verticale alternato, secondo la

tecnica hahnemanniana, in cui i due punti morti, superiore ed inferiore della corsa del

movimento, rappresentano i momenti in cui l’energia di massa cinetica si riadatta alle

nuove condizioni di diluizioni e dinamizzazione conferendo alla soluzione un contenuto

energetico peculiare della sostanza di riferimento al ceppo di origine.

Si otterrà così, l’azione omeopatica del rimedio (forza del rimedio, Vis medicatrix), che

verrà espressa in modo inversamente proporzionale alla quantità del rimedio.

La diluizione si ottiene inserendo 1 parte di ceppo omeopatico, sotto forma di tintura

madre in 99 parti di solvente (il solvente è costituito da una soluzione idro-alcolica a

60-70° in volume di alcol) e sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione,

ottenendo così la 1CH (la prima

diluizione centesimale

hahnemanniana).

Dalla soluzione 1CH si prende

una parte di essa e la si versa

in 99 parti solvente

sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 2CH (la

seconda diluizione centesimale hahnemanniana).

Dalla soluzione 2CH si prende una parte di

essa e la si versa in 99 parti solvente

sottoponendo la soluzione ottenuta a

dinamizzazione, ottenendo così la 3CH (la

terza diluizione centesimale

hahnemanniana), si procede con lo stesso

metodo fino alla diluizione voluta, come

indicato nella figura.

La dinamizzazione rappresenta

l’espressione di energia, il conferimento di

energia che una sostanza può sprigionare

quando passa da una condizione di

espressione di massa in cui la compatezza

delle molecole definisce lo stato fisico della

sostanza, ad una condizione di maggior

libertà (diluizione) sviluppando energia

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potenziale

Proceden

avrà che

ceppo di

l’effetto d

relativa a

omeopati

tra quest

farmacolo

Quindi po

in funzio

omeopati

Viceversa

similitudin

definire m

L’azione e

si può div

Rimedio

Quando l

avrà com

5CH e la

molecolar

Rimedio

Quando l

omeopati

stechiome

presenta

massa/en

                     9 Diagrammamedicinali om

e indotta d

do col pro

tra la pri

partenza,

del rimed

al valore

co, energ

ti due gr

ogico all’ef

ossiamo af

one della

ca.

a, un rime

ne omeop

medicinali

e l’attività

videre in d

ad azion

a diluizion

unque la

a 11CH (v

re).

ad azion

la diluizio

co ad azio

etrici corr

l’identità

nergia)9.

                      a realizzato e meopatici pres

dalla dinam

ocesso di

ma e la q

quindi, pa

io sarà e

della mas

etico vibra

adienti di

ffetto ome

ffermare c

legge ip

dio con di

atica, in f

omeopatic

à di un rim

due gruppi

ne massa-

ne del rim

presenza

v. Tabella

ne energia

ne del rim

one energ

risponde a

molecolar

                 ipotizzato dalsso la SMB-Ita

mizzazione

diluizione

quarta dilu

arte della

espresso d

ssa presen

azionale, s

diluizion

eopatico ch

che un rim

ppocratica

luizione u

unzione d

ci i rimedi

medio ome

, come rap

-energia

medio è so

molecolare

a di co

a

medio om

gia poich

al numero

e o atomic

l’autore, prof.alia, Scuola di

65

e.

e e dinam

uizione ne

sostanza.

dal conten

nte in sol

si avrà da

i si avrà

he avviene

medio alla

di contr

guale o m

ella legge

con diluiz

eopatico, i

ppresenta

otto il limi

e della sos

onfronto t

meopatico

hé, la dilu

di Avoga

ca di una

. Rocco Carboi Medicina Bio

mizzazione

lla soluzio

Pertanto

nuto di m

uzione. L

alla V° dilu

il fenom

e tra la IV

4 CH svo

rari ed è

maggiore a

ippocratic

ione dalla

n relazion

to in figur

te del nu

stanza, ne

ra diluizio

supera la

uizione tra

dro (6,02

sostanza.

one e presentaterapia di Rom

dei medic

one sarà p

fino alla I

massa, anc

a risposta

uizione in

eno del v

° e la V° C

olge azione

definita

alla 5 CH a

ca dei sim

5 CH in p

ne al rappo

ra:

mero di A

ell’intervall

oni omeop

a 12CH, s

la 11CH

2x10-23) e

(v. Diagra

ato durante le ma.

cinali ome

presente t

IV° diluizio

che se in

a e l’azion

poi (5CH

viraggio d

CH.

e di tipo p

diluizione

agisce per

mili, quindi

poi.

orto mass

Avogadro,

lo di diluiz

patiche e

si avrà u

e 12CH,

e quindi,

amma di r

e lezioni di pre

eopatici si

traccia del

one (4CH)

n maniera

ne di tipo

H); quindi,

dall’effetto

ponderale,

e placebo

r azione di

possiamo

sa-energia

quindi, si

zioni tra la

presenza

n rimedio

in termini

non è più

reciprocità

eparazione dei

i

l

)

a

o

,

o

,

o

i

o

a

i

a

a

o

i

ù

à

i

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66

Diagramma di reciprocità massa/energia

Considerando l’insieme coerente delle teorie, le leggi della fisica esposte e i metodi

che contraddistinguono la preparazione di un medicinale omeopatico, possiamo

sintetizzare il meccanismo di azione dei medicinali omeopatici nel paradigma

rappresentato dal diagramma di reciprocità massa/energia. In questo diagramma

l’asse delle ascisse rappresenta l’energia, quindi, l’effetto della dinamizzazione. Mentre

l’asse delle ordinate rappresenta la massa, quindi, l’effetto della diluizione. L’area

superiore all’ascissa rappresenta l’area del corpo fisico, legato alle leggi di causa

effetto, in cui un fenomeno si manifesta secondo le leggi della causalità, dello spazio e

del tempo, seguendo le leggi della fisica gravitazionale e della termodinamica. L’area

inferiore, delimitata dall’asse delle ascisse, rappresenta l’area del corpo energetico,

in cui un fenomeno si manifesta non seguendo le leggi della causalità, dello spazio e

del tempo, ma si verificano in un contesto a-causale, a-temporale e a-spaziale, del

principio del qui ed ora, in riferimento alle leggi della fisica quantistica e del principio

della sincronicità.

Pertanto, possiamo suddividere in tre aree verticale la superficie grafica dell’area di

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campo d

nel piano

Ippopcrat

dell’agoni

Nella sec

vibrazion

secondo

della sim

patogene

all’assenz

leggi della

La terza a

dalla dilu

quest’are

spin corre

fondament

orbitale a

Successiva

che due si

essere più

opposti de

Quindi, a

gravitazio

Lo scopo

azione de

ricerche c

di riferime

                     10 Teodoradi Cesena (F 11 WolfganPremio Nobnumeri qua

di massa

o superior

te (Contr

ismo-anta

conda are

nale, racc

principio

ilitudine i

esi del rim

za comple

a fisica ter

area vertic

uizione la

a, al disot

elati relativ

tale della Fi

meno che n

amente (i fis

stemi quan

separati, in

ll’universo.

ppare evid

onale i fen

di questo

ei rimedi o

che individ

ento scien

                      ni M. SincroFC), 2006.

ng Ernst Pabel nel 1945 ntici uguali.

rappresen

re all’asse

rari contr

gonismo r

ea vertica

chiuso tra

di Ippopc

n cui la r

medio; la

ta di essa

rmodinam

cale rappr

12CH fi

tto dell’are

va al “pri

isica Quant

non abbiano

sici John Be

ntici di quals

n sostanza

(v. Teorem

dente che

nomeni che

lavoro vu

omeopatic

dui nel par

ntifico.

                 onicità. Il lega

uli (Vienna, per la fisica

nta l’area

e delle a

rarii cure

recettorial

ale la sup

la diluizio

rate (Sim

isposta “fa

presenza

a, gli avve

ica.

esenta l’a

no a dilu

ea delle as

ncipio di

istica stabil

o spin (sen

ell – nel 196

siasi natura

conservano

ma di Bell).

non è pos

e si manife

uole andar

i e vuole

radigma d

game tra fisic

1900 – Zuria, secondo il

67

della mas

scisse, in

entur) es

e legato a

perficie g

one 4CH e

milia similib

armacolog

a della so

enimenti d

rea di ca

uizioni inf

scisse, sot

esclusione”

isce che du

nso di rotaz

64 e Alain A

a, che hann

o una mem

ssibile valu

estano ne

re oltre la

essere di

el grafico

ca e psiche d

igo, 1958) fil quale due

ssa ponde

n cui si a

pressione

alla legge d

rafica rap

la 12CH,

bus curen

gia” è iden

ostanza g

di quest’ae

mpo ene

finite. I f

ttendono

”10 di Wo

ue elettroni

ione intorno

Aspect – ne

no interagito

oria anche

utare con

ll’area del

definizion

stimolo a

di recipro

da Pauli e Jun

isico austriacelettroni in

erale fino a

applica il

della le

della fisica

ppresenta

in questo

ntur) espre

ntificata d

gradualme

erea avve

rgetico-q

enomeni

alla teoria

lfang Paul

non posso

o a se stess

el 1982) oss

o almeno u

se vengono

i metodi d

la fisica qu

e di ipotes

d ulteriori

cità massa

ng a Chopra.

co, fondatoreun atomo no

alla diluiz

primo pr

egge dei

a gravitazio

l’area d

o campo si

essione d

dal simillim

nte scom

engono seg

quantico,

che avve

della sincro

li11. Questo

ono occupar

si) con vers

servarono e

una volta no

o separati a

di misura d

uantica e v

si di mecc

i approfon

a/energia

. Macro edizi

e della fisicaon possono

ione 4CH,

rincipio di

contrari,

onale.

di campo

i applica il

ella legge

mum della

mpare fino

guendo le

che parte

engono in

onicità degli

o principio

re lo stesso

so opposto.

e definirono

on possono

agli estremi

della fisica

viceversa.

canìsmo di

ndimenti e

un’ipotesi

ioni, Diegaro

quantistica.avere tutti i

,

i

,

o

l

e

a

o

e

e

n

i

o

o

.

o

o

i

a

i

e

i

o

. i

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CONFRO

Concen(gramm

100 10 1 0.1 (=10-1) 0.01 (=10-2)10-3 10-4 10-5 10-6 10-7 10-8 10-9 10-10 10-11 10-12 10-13 10-14 10-15 10-16 10-17 10-18 10-19 10-20 10-21 10-22 10-23 10-24 I valori in taIl valore de6.022 x 10-

Il concett

come pos

nessuna

diluizione

molecola

La medic

acqua.

ONTO TRA

ntrazione mi/litro)

)

abella sono el numero di-23 unità mol

to che ha

ssa essere

molecola

e di una so

del soluto

cina ufficia

A DILUIZ

Concentmolare* (

1 0.1 (=10-1) 0.01 (=10-2)10-3

10-4

10-5

10-6

10-7

10-8

10-9

10-10 10-11 10-12 10-13 10-14 10-15 10-16 10-17 10-18 10-19 10-20 10-21 10-22 10-23 10-24 10-25 10-26

calcolati in ri Avogadro èlecolari o ato

reso e ren

e efficace

del rime

oluzione s

o e quindi

ale sostie

IONI OM

trazione moli/litro)

T1

) 2345678911111111112222222

riferimento aè approssimomiche)

nde difficil

il rimedio

dio del s

upera 10-

, la massa

ne che ta

68

MEOPATICCEPPO

Diluiziodecimale

TM1234567891011121314151617181920212223242526

ad una sostaato a 1024/

le la vita a

in una so

soluto. Da23 (numero

a residua

ale solven

CHE E PRE

one e (D) ce

TM-1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13

nza X, dal p/molecole/m

all’Omeopa

oluzione in

alla chimic

o di Avoga

sarà cost

nte residuo

ESENZA M

Diluizione ntesimale (C

eso molecolole di sostan

atia è la d

n cui riman

ca sappiam

adro) non

tituita sola

o non pu

MOLECOL

C) Nu

moleappr

1024 1023 1022 1021 1020 1019 1018 1017 1016 1015 1014 1013 1012 1011 1010 109 108 107 106 105 104 103 102 10 1 0 (1/10 l0 (1/100

are definito nza (precisa

difficoltà d

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69

Metodi di classificazione dei Medicinali Omeopatici

I metodi di classificazione dei medicinali omeopatici sono espressi con delle sigle o

lettere (D,C,K,LM,FC,P) che rappresentano il metodo di preparazione delle diluizione,

spesso seguite dalla lettera H da Hahnemann, la quale esprime la dinamizzazione,

precedute da un numero (5,7,9,12,15,30,200,10.000 o K,X,XM,XMK) che rappresenta

il grado di diluizione.

Le sigle di preparazione rispecchiano i metodi di diluizione, le più usate in Omeopatia

sono:

DH ⇒ diluizione decimale Hahnemanniana (X o XH)

CH ⇒ diluizione centesimale Hahnemanniana

K ⇒ diluizione korsakoviana

LM ⇒ diluizione cinquantamillesimale

FC ⇒ metodo flusso continuo FC o di Skinner

P ⇒ indica una diluizione potenziata

Classificazione e Nomenclatura dei medicinali omeopatici

I medicinali omeopatici non riportano in etichetta nessuna indicazione clinica o

farmacologia, essi sono identificati dal nome del rimedio, dal grado di diluizione e dal

metodo di preparazione.

Nome della sostanza d’origine ⇒ (Arnica, Belladonna, Sepia)

Numero di diluizioni ⇒ (5, 7, 9, 15, 30, 200)

Sigla del metodo di preparazione ⇒ ( DH, CH, K, LM) ,

Esempi:

Arnica 5 CH ⇒ (leggere: Arnica alla 5° diluizione centesimale Hahnemanniana)

Belladonna 30 DH ⇒ (leggere: Belladonna alla 30° diluizione decimale

Hahnemanniana)

Sepia 200 K ⇒ (leggere: Sepia alla 200° diluizione Korsakoviana)

Lachesis 12 LM ⇒ (leggere: Lachesis alla 12° Cinquantesimale)

I nomi Arnica, Belladonna, Sepia sono i nomi delle rispettive sostanze d’origine

I numeri alla 5°, 30° 200° rappresentano il rispettivo grado di diluizione

Le sigle CH, DH, K, LM rappresentano i metodi di preparazioni

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70

Metodo decimale DH

La serie decimale fu introdotta dal Dr.

Hering negli Stati Uniti e poco dopo in

Germania, dove tuttora è la più

impiegata.

MODUS OPERANDI

Si pone in un flacone 1 parte di ceppo

omeopatico prescelto e 9 parti di

solvente (alcool di titolo appropriato):

Rapporto 1:10 e si effettua la dinamizzazione (100 succussioni).

In questo modo si ottiene la 1DH (prima diluizione decimale Hahnemanniana).

Ripetendo l’operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:10, si ottiene la 2° DH, la 3°

DH e così via. Metodo centesimale CH

Questo metodo è sperimentato e inventato da Hahnemann, rappresenta il metodo più

diffuso perché consente vaste possibilità di diluizioni.

MODUS OPERANDI

Si pone in un flacone 1 parte di

ceppo omeopatico prescelto e 99

parti di solvente (alcool di titolo

appropriato): Rapporto 1:100 si

effettua la dinamizzazione (100

succussioni).

In questo modo si ottiene la 1CH

(prima diluizione decimale

Hahnemanniana).

Ripetendo l’operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:100 si ottiene la 2° CH, la

3° CH e così via.

Dai calcoli stechiometrici 2 diluizioni decimali equivalgono ad una diluizione

centesimale, da notare che, da un punto di vista fisico l’energia è diversa; infatti

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TABELLA DI COMPARAZIONE DELLE DILUIZIONI OMEOPATICHE14 Diluizioni Korsakoviane Diluizioni DH Diluizioni CH Diluizioni LM 1 DH * 2 DH 3 DH 3 K 6 DH * 3 CH 35 K *15 8 DH * 4 CH 60 K 10 DH * 5 CH * 01 / LM 100 K 12 DH 6 CH 200 K * 14 DH 7 CH * 1000 K – MK * 15 DH 9 CH * 10 CH 02 / LM 12 CH * 15 CH * 30 DH * 13 CH 03 / LM 25 CH 06 / LM * 27 CH 09 / LM * 10.000 K – XMK * 60 DH * 30 CH * 010 / LM 35 CH 012 / LM * 50 CH 018 / LM * 65 CH 024 / LM * 80 CH 030 / LM 200 CH * Forme farmaceutiche omeopatiche

La principale via di somministrazione dei medicinali omeopatici è la via orale

sublinguale, le forme farmaceutiche utilizzate in omeopatia sono, in genere, le stesse

comunemente previste dalla tecnica farmaceutica. Le preparazioni farmaceutiche

omeopatiche prevedono varie forme, in particolare, in omeopatia esistono forme

farmaceutiche storiche peculiari, il cui uso può definirsi specifico dei medicinali

omeopatici, rappresentate dai granuli e dai globuli.

Eccipienti

                                                            14 La tabella di comparazione delle diluizioni omeopatiche ha un valore indicativo e comunemente accettata dagli operatori dell’omeopatia, non scaturisce da un calcolo matematico, ma da una valutazione basata sulla risposta dei segni prodromici in campo esperienziale. 15 N.B.: Le diluizioni contrassegnate con * sono le diluizioni comunemente prodotte ed utilizzate.

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Per le preparazioni dei medicinali omeopatici si utilizzano, a seconda della forma

farmaceutica, i seguenti eccipienti:

Nei rimedi solidi (granuli, globuli, compresse) si utilizzano come eccipienti il lattosio

e il saccarosio.

Nei rimedi liquidi (gocce, fiale) si utilizzano come eccipienti acqua distillata, alcool

e glicerolo.

Nei rimedi per uso locale (supposte, Pomate, ovuli) si utilizzano come eccipienti

gliceridi solidi, vasellina lanolina e burro cacao.

Nei rimedi per uso locale (supposte, ovuli, pomate)

Granuli

Sono piccole sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di 50 mg, 10 volte più

grandi dei globuli. Sono presentati in tubi contenenti 80 granuli del peso di circa 4

grammi. Con questa forma si possono utilizzare tutte le diluizioni, si somministrano

più volte al giorno, da 3 a 5 volte, i granuli sono impiegati, in particolare, per il

trattamento di patologie acute.

Globuli

Sono piccolissime sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di circa 5 mg. Si

presentano in tubi contenenti 200 globuli, del peso di circa 1 grammo. Sono

denominati tubo dose e si assumono in un'unica somministrazione. Questa forma

omeo-farmaceutica è utilizzata per le diluizioni medie o alte (15, 30, 200 CH); si

somministrano una volta al dì per i trattamenti in fase acuta, e a periodi (7, 10 , 20

giorni, o mensili) per i trattamenti di tipo cronico, e come rimedi di fondo. Esprime la

forma farmaceutica omeopatica in cui si manifesta il maggior effetto di superficie,

quindi la maggior probabilità di biorisonanza di superficie e di risposta diluizione

/effetto, (dose/effetto).

Gocce

Le gocce sono preparate in veicolo idro-alcoolico a circa 30° V/V, si presentano in

flaconi di vetro opaco farmaceutico da 15 o 30 ml. Con questa forma si preparano

rimedi a basse diluizioni decimali: 1 DH, 3 DH, 6 DH. Si assumono direttamente in

forma pura o diluite in acqua, sorseggiando lentamente da 2 a 4 volte al dì, nella

quantità di 15 a 20 gocce per volta. È una forma principalmente impiegata nel

drenaggio connettivale.

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Compresse

Le compresse omeopatiche hanno massa di 100 mg, si presentano in confezione di

circa 50 compresse. La somministrazione segue le stesse regole dei granuli.

Fiale orali

Le fiale omeopatiche sono preparate in soluzione fisiologica o idro-alcoolica al 15%

V/V. In fiale da 1 o 2 ml, si somministrano da 1 a 3 volte al dì. Sono principalmente

utilizzate in organoterapia e oligoterapia.

Supposte

Le supposte in forma omeopatica sono preparate incorporando in eccipienti gliceridi

solidi, i ceppi omeopatici di partenza con titolo alcolico del 30% V/V, in quantità di

0,25 g per ogni supposta di 2 g. Si somministrano da 1 a 3 volte al dì, e sono

principalmente utilizzate in organoterapia.

Pomate

Le pomate omeopatiche sono preparate incorporando in eccipienti (vaselina o vaselina

+ lanolina) i ceppi omeopatici di partenza in percentuale di circa il 5% m/m.

Triturazioni

Le triturazioni sono forme farmaceutiche impiegate principalmente nei rimedi

omeopatici con diluizioni LM, utilizzando il lattosio come eccipiente. Si somministra un

cucchiaio dosatore di triturazione sciolta in acqua da 1 a 3 volte al dì.

Altre forme impiegate in omeopatia sono: creme, sciroppo, gel, spray, polvere, ovuli,

candelette vaginali, colliri, ampolle.

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Cenni di farmacocinetica omeopatica Non esiste una letteratura fiorente in materia di farmacocinetica dei medicinali

omeopatici; partendo dal concetto che l’azione omeopatica si esplica attraverso

l’informazione vibrazionale e la riarmonizzazione vibrazionale dei sistemi biologici,

appare evidente che la farmacocinesi del rimedio omeopatico non ha costituito motivo

di interesse per gli studiosi e ricercatori della tecnica farmaceutica del mondo

accademico.

In questo capitolo, analizzando le fasi della farmacocinesi farmacologica, si avrà modo

di fare gli accostamenti dovuti e trarne le conseguenze utili da estendere ai medicinali

omeopatici.

Di seguito è rappresentato uno scheda del processo di farmacocinetica e

farnacodinamica in farmacologia.

Il farmaco come qualsiasi altro alimento naturale una volta introdotto nell’organismo

umano, per esplicare la propria azione segue essenzialmente due fasi: fase

farmacocinetica e fase farmacodinamica.

La fase farmacocinetica interviene dal momento in cui si assume il farmaco fino alla

dissoluzione, cessione del principio attivo ed eliminazione attraverso gli emuntori.

Mentre la fase farmacodinamica interviene dall’assorbimento del farmaco, segue la

distribuzione sui siti recettoriali e le modalità di interazione con i recettori: studia la

dinamica d’azione e la catalisi del farmaco. In dettaglio avremo i seguenti passaggi.

Fase farmacocinetica

I° fase - fase di assunzione farmaceutica

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Somministrazione della dose

Disgregazione della forma dosaggio

Dissoluzione del principio attivo

II° fase - fase di disponibilità farmaceutica

Assorbimento

Distribuzione

Metabolismo

Escrezione

Fase farmacodinamica

I° fase - fase di disponibilità biologica

Interazione farmaco-recettore sul distretto tissulare bersaglio

La fase farmacodinamica è la fase specifica dell’azione farmacologia del principio

attivo, pertanto segue la prima legge di Ippocrate, “Contraria contrariis curentur”, ed

è una fase specifica dell’attività chimica dei prodotti allopatici. Di conseguenza di non

interesse per l’azione dei medicinali omeopatici. Parlare di farmacodinamica in

omeopatia significa affrontare tematiche che investono gli aspetti energetici e

vibrazionali.

Gli aspetti energetici risponderanno in modo particolare alla capacità soggettiva e alla

reattività miasmatica16 di un organismo umano, sostanzialmente all’energia vitale del

soggetto, “vis medicatrix”.

Gli aspetti vibrazionali risponderanno alla risposta di biorisonanza dei tessuti alterati.

La frequenza informazionale del medicinale omeopatico nel momento in cui si appaia

con la frequenza informazionale alterata, ma simile in origine alla frequenza

informazionale emessa dal tessuto coinvolto nella malattia, in questo preciso istante,

scatterà la seconda legge di Ippocrate, “similia similibus curentur”. Quindi, per il

principio di similitudine, azione “simillimum”, le informazioni vibratorie alterate del

tessuto malato riceveranno l’informazioni di ripristino dell’attività vibrazionale del

tessuto sano, contemplate nella patogenesi del rimedio omeopatico, ristabilendo la

frequenza originaria intrinseca del sistema tissulare.

                                                            16 V. concetto introdotto da Hahnemann per definire la causa e l’origine delle malattie croniche.

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Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici

La fisiologia moderna, a partire dagli studi di Cannon e di Selye risalenti agli anni ‘20 e

‘30 ha sviluppato l’idea che i sistemi viventi sono regolati in base ai principi

dell’omeostasi o omeodinamica. Questo principio, rispetta in sé le leggi fisiche,

secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione, ed all’uopo i sistemi biologici

rispondono conservando e ristabilendo l’equilibrio delle condizioni bio-fisico-chimico

per la sopravvivenza dei sistemi biologici viventi.

Organi, visceri, tessuti e cellule del corpo umano, sono interconnessi da strutture

anatomiche e sistemi biochimici, collegati tra loro da varie vie di comunicazione

(nervose, umorali, bioelettriche), e tra di loro integrati al fine di mantenere, una

variabile fisiologica, entro un limite d'oscillazione regolato da parametri chimico-fisici

(pressione, temperatura, ph, pressione osmotica, polarità), che rappresentano i

parametri della risposta organica ad una stimolazione proveniente dall’ambiente

esterno, individuabile col binomio: aggressione e adattamento.

Questi parametri bio-chimico-fisici, sono a loro volta interdipendenti e rispondenti a

parametri percettivi emozionali, di natura comunicazionale tra l’Io e l’ambiente

esterno (stress, paura, disadattamento, insoddisfazione). L’omeostasi integra le

esigenze dell’Io, trasmesse attraverso le emozioni, con la risposta organica

modificando e riequilibrando i parametri bio-chimico-fisico del corpo umano,

attraverso l’attivazione dell’asse psico-neuro-endocrino-immunologico: ipotalamo,

ipofisi, sistema endocrino, sistema immunitario.

Questa caratteristica dei sistemi viventi ci indirizza verso l’ipotesi di esistenza di

sistemi cosiddetti “attrattori dinamici”, che possono mutare anche in modo repentino

in base a piccole perturbazioni.

Possiamo definire gli attrattori dinamici sistemi complessi con proprietà peculiari,

legati a fenomeni non contemplati dal pensiero lineare scientifico, ma assimilabili ad

una sorta di rappresentazione dell’uomo nel tempo e nello spazio. Interconnessi e

regolati da Leggi che determinano la connessione tra il micro e macrocosmo, con

riproducibilità dei sistemi che seguono i principi olonomici, cioè, della riproducibilità

del tutto (olos), nella più piccola entità (vedi sistema planetario e struttura dell’atomo,

corpo umano e DNA).

Possiamo immaginare che i sistemi biologici viventi, oltre, al corredo cromosomico

riguardante la riproducibilità fisica, corporea, abbiano in dotazione un corredo di

informazioni di una memoria storica di uno spazio e di un tempo, rappresentanti un

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inconscio collettivo archetipo, che ne riprova l’esistenza e rispetta il principio di

conservazione.

Questa visione di interconnessione all’interno dell’organismo e tra l’organismo e lo

spazio circostante apre il fronte a tutti quei disturbi classificati come geopatie,

meteoropatie e disequilibri della sfera energetica.

A tale tematica già l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosceva

l'esistenza di effetti particolari che sono la somma di tante alterazioni, non

specificatamente definite ed individuate dal punto di vista medico, riportate nella

seguente definizione: "Comulation effects of Subliminal Everithing (CESE)". Quindi,

non classificate come patologie mediche o malattie, ma disturbi (disequilibri) della

sfera energetica ed emozionale, che creano disequilibri o sovraccarichi riflessi su

determinati organi.

Possiamo supporre che l’interconnessione interna ed esterna di un organismo possa

subire un disturbo di oscillazione della comunicazione collegata. Ripristinando tale

oscillazione mediante una sintonizzazione, cioè mediante il ripristino del cambiamento

della frequenza, riprenderà il normale fluire delle informazioni. Secondo questo

concetto, uno dei possibili meccanismi d’azione dei rimedi omeopatici potrebbe

essere: “la cessione di un’informazione, sottoforma di frequenza e guida di ripristino”.

I sistemi viventi sono dipendenti in modo critico dall’informazione. In biologia,

l'informazione non è solo molecolare, ma anche biofisica.

L'acqua è un solvente di eccellenza e le proprietà fisico-chimiche e biologiche possono

subire modificazioni in seguito a trattamento con onde elettro magnetiche di bassa

frequenza, e a processi di diluizione e succussione tipici del metodo di preparazione

dei medicinali omeopatici.

Studi della Biofisica quantistica riportano all’esistenza di una struttura guida che

avvolge il corpo fisico, tale da formare una sorta di “matrice eterica”17 dell’organismo,

suscettibile di modificazione in funzione dei rapporti con l’ambiente esterno.

La matrice eterica è un sistema biomagnetico-frequenziale che guida tutti i processi

cellulari vitali, la morfologia ed il funzionamento degli organismi viventi, (definito EGF

cioè electromagnetic growing factor ).

Alcuni autori e linee di pensiero sostengono che le manifestazioni patologiche del

corpo fisico vengono sempre precedute da conflitti psichici e contemporaneamente da

cambiamenti di questa matrice eterica. In merito già James Tylor Kent definiva la

malattia: una perturbazione dei sentimenti, dell’affettività, dell’intelligenza e

                                                            17 The Eteric Body of Man di L.Bendit- Theosophical Publishing House , Wheaton 1977)

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dell’amore, sentimenti che dimorano nel corpo umano e che in seguito ad un insulto

si ha un turbamento con riflesso sul corpo. Questa interpretazione della malattia è

confermata dalla medicina psicosomatica, dagli studi di Wilhelm Reich e Franz

Alexander in riferimento al principio della conversione delle rappresentazioni psichiche

ed ai processi di somatizzazione.

Della “Memoria dell’acqua”

Il 30 giugno 1988, fu pubblicato sulla rivista scientifica britannica Nature, un articolo

dal titolo "Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against

IgE". L’articolo sostenuto e firmato da 13 ricercatori (6 francesi, 3 israeliani, 2

canadesi e 2 italiani), coordinati dal biologo francese Jacques Benveniste, direttore

dell’Unité 200 dell’Institut National de la Santé e de la Recherche Médicale (INSERM)

di Parigi, riportava i risultati di uno studio effettuato su una particolare reazione

biologica chiamata "degranulazione dei basofili".

Quando i basofili vengono a contatto con anticorpi (prodotti dalla presenza di un

allergene) essi liberano dai loro granuli (da cui il nome di degranulazione) determinati

mediatori chimici (istamina, leuchina, ecc.). Il risultato clamoroso osservato

dall’esperimento era il seguente: la reazione di

degranulazione continuava a verificarsi anche quando la

soluzione di anticorpi veniva fortemente diluita, fino a

raggiungere una concentrazione di 10 -120

M, (1 mole =

6.02 · 10 23

molecole).

Queste ricerche sono state suffragate, anche dallo

scienziato giapponese Masaru Emoto18, riportate nel suo

libro:”The message from water” tradotto in Inglese dal

biochimico Lee H. Lorenzen, in cui si evidenzia come

informazioni mentali o materiali, opportunamente

trasmesse e comunicate all’acqua, sono in grado di

                                                            

18 Masaru E. “Healing with Water.” The Journal of Alternative and Complementary Medicine. Volume 10, Number 1,

2004, pp. 19-21

Masaru E. The Hidden Messages in Water. Oregon: Beyond Words Publishing, 2004.

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modificare la cristallizzazione dell’acqua, riproducendo forme e geometrie di cristalli

diverse e sorprendenti.

Da queste prove si evince, con estrema certezza, che l’acqua può essere caricata, cioè

informata, ed ha la capacità di immagazzinare vari tipi di energie e frequenze,

informazioni, sia di natura benefica che nociva. Le ricerche di Masaru Emoto mettono

in evidenza come attraverso la qualità del pensiero di una persona possa essere

trasmessa all’acqua, e dal tipo di pensiero espresso, si possano ottenere forme

diverse di cristallizzazione dell’acqua.

Similmente con i rimedi omeopatici, grazie a questi postulati, si può ottenere il

trasferimento di informazioni cioè di frequenze diluendo in acqua le varie sostanze che

si vogliono omeopatizzare.

I rimedi omeopatici, attraverso il processo di dinamizzazione (potentizzazione),

diventano rimedi carichi di energia quantica ed informativa, di tipo sottile (non

rilevabile e misurabile con la strumentazione scientifica tradizionale), contenenti la

frequenza energetica od imprinting vibrazionale della sostanza dalla quale sono

derivati.

Ogni sostanza possiede una propria vibrazione o frequenza di risonanza, un imprinting

vibrazionale, un’ impronta energetica peculiare. Quando un rimedio omeopatico viene

somministrato ad una persona sana, il campo elettromagnetico individuale è indotto a

risuonare secondo la frequenza principale della sostanza usata per preparare il rimedio

stesso.

Già Philiph Theophrast Bombast von Hohenheim (1493-1541), detto Paracelso, nel

medioevo definiva questo concetto con il termine di “signatura rerum”, che

rappresenta la lungimiranza ed il primo tentativo di classificazione energetica sottile

dei rimedi terapeutici.

Durante la preparazione dei rimedi omeopatici, in particolare durante la diluizione e

dinamizzazione, l’imprinting vibrazionale energetico e sottile delle piante viene

trasmesso all’acqua per la preparazione dei rimedi omeopatici con proprietà

elettromagnetiche.

La legge fisica di risonanza e la legge della similitudine di Hahnemann presentano

una “similitudine” espressa dall’energia frequenziale emanata dal organo ammalato

con l’esatta banda di frequenza espressa dal rimedio; il tutto grazie alla capacità

dell’acqua di memorizzare, con la dinamizzazione e potentizzazione, le informazioni

sottili del rimedio.

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Da questo presupposto possiamo capire l’asserzione di Hahnemann in cui individua

che, nella natura, esistono tutti i rimedi per tutte le nostre malattie: esistono, in

natura, tutte le frequenze e le informazioni relative per farci guarire, ma anche per

farci ammalare.

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Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici

La somministrazione dei medicinali omeopatici, in particolare dei granuli e globuli

omeopatici, costituisce da sempre un argomento di curiosità tra i fruitori

dell’omeopatia e di dissidio tra i sostenitori dell’omeopatia e la classe medica in

generale.

Era opinione comune, e tuttora riportata ancora in auge, considerare il fatto di non

toccare i granuli o globuli con le dita una precauzione per evitare di asportare la

patina di tintura madre spruzzata sul granulo in fase di preparazione, e quindi con una

conseguente perdita di efficacia del rimedio.

Recenti studi concernenti la diffusione dei sistemi, l’analisi di stratigrafia, nonché, la

nuova tecnologia di preparazione dei rimedi omeopatici, dimostrano che la tintura

madre è ripartita omogeneamente e diffusa in profondità nel granulo.

Alla luce di queste considerazioni, le predette giustificazioni, di non toccare i granuli

con le dita, vengono a cadere; quindi, questa modalità di assunzione dei granuli ed

altri rimedi omeopatici, costituirebbe un solo motivo igienico.

Lo scopo di questo lavoro evidenzia quella parte di scientificità applicata alla

somministrazione dei medicinali omeopatici, ricollocando alcune interpretazioni, in

merito alla trattativa, nell’ambito di un discorso logico e suffragato da un minimo di

leggi scientifiche.

Inoltre, il senso di questo lavoro è andato e vuole andare oltre: vuole scrutare il

confine del razionale e dell’irrazionale, delle regole meccanicistiche e delle leggi

istintuali, ed è proprio attraverso la capacità di recepire l’unità, che emergono le

risposte alle credenze anatemiche, aprendo una breccia sul muro della visione

dogmatica polare.

Assorbimento sublinguale

La via di somministrazione per eccellenza dei medicinali omeopatici è la via

sublinguale. I medicinali omeopatici e tutti rimedi naturali di natura vibrazionale

(oligoterapici, organoterapici, litoterapici, Sali di Scüssler) vengono somministrati per

assorbimento, attraverso la via orale, sublinguale.

La mucosa della faccia inferiore della lingua, ha una notevole capacità di

assorbimento, dovuto alla ricca vascolarizzazione. Questa mucosa, svolge un ruolo

importante per l’assorbimento, infatti, il maggiore assorbimento avviene tramite una

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ghiandola sublinguale che fa parte delle ghiandole salivari. Ogni cosa che sia

masticata o ingerita viene in contatto con essa e con le mucose circostanti; ogni

sostanza viene assorbita e trasferita nella rete di sottili capillari che fanno parte della

struttura della ghiandola sublinguale e riversate direttamente nella circolazione

sanguigna.

Tale assorbimento evita il circolo epatico e l'alterazione che ne consegue, il sangue

venoso che refluisce dalla cavità orale, in generale, sbocca nella vena cava superiore e

procede direttamente verso il cuore, da dove è istantaneamente distribuito nell'intero

torrente circolatorio.

Classificazioni delle diluizioni

Secondo la scuola di omeopatia francese l’impiego dei rimedi omeopatici è classificato

in base a tre criteri di diluizioni principali: basse diluizioni, medie diluizioni e alte

diluizioni.

Questo criterio delimita le aree di pertinenza soggettiva paziente-farmacista-medico

e/o omeopata. Volendo rispettare le ragioni del grande maestro e degli ultimi

approfondimenti nel campo dell’omeopatia, non sfugge, ai benpensanti, l’estraneità

del comportamento medico allopatico dal medico omeopatico, all’ “omeopata”.

Basse diluizioni (5-6-7-9 CH)- (5K)-(6LM)

Le basse diluizioni si usano come rimedi per i disturbi, in genere, in fase acuta,

agiscono fondamentalmente sul corpo fisco; possono essere assimilati ai farmaci di

autoprescrizione, da usare come rimedi di pronto soccorso domestico o consigliati dal

farmacista in alternativa a OTC e SOP, in quei soggetti che possono presentare

ipersensibilità ai normali farmaci e a coloro che desiderano curarsi con metodi

naturali. In relazione al paziente trattato, agiscono sui disturbi del corpo e non

interagiscono con la sfera psichica, svolgono un’azione azione limitata nel tempo e

non modificano la sindrome tipologica del soggetto. Essi rispondono a sintomi locali o

generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, nelle forme acute. Svolgono

un’azione fluidificante.

Medie diluizioni (15-30 CH)-(35 K)-(15LM)

Le medie diluizioni non vanno utilizzate per l’autocura, vanno usate su consiglio del

farmacista o prescrizione medica, che abbiano seguito una formazione specialistica o

integrativa alla loro formazione accademica. Si impiegano nella cura di sintomi locali o

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generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, in patologie acute e recidivanti. L’uso

di queste diluizioni comporta un’azione che può, talvolta, modificare la sindrome e

l’assetto tipologico, pertanto, questi pazienti vanno seguito da un farmacista o medico

omeopata. Svolgono un’azione regolarizzatrice.

Alte diluizioni (200-1000-10.000 CH)- (XMK)-(30LM)

Le alte sono sempre più specifiche, agiscono prevalentemente sullo psichismo e su

patologie croniche, metaboliche e ormonali con coinvolgimento della sfera mentale e,

di conseguenza, sul soma.

Queste diluizioni sono riservate all’omeopata che le prescrive in base alla ricerca della

tipologia sensibile e del simillimum. In queste diluizioni sono comprese i rimedi

policresti e/o costituzionali. Svolgono un’azione bloccante.

Si somministrano in granuli da 1 a 3 volte al giorno, fino alla 30CH, diluizioni superiori

(200 CH) si somministrano in tubo dose a distanza di 10, 20 o 30 giorni, o in unica

somministrazione.

Le diluizioni elevate possono più frequentemente provocare reazioni di aggravamento

omeopatico, pertanto, la scuola francese, per evitare i rischi di aggravamento

consiglia la somministrazione scalare in tubo dose secondo una scala bassa e una

scala alta.

Scala bassa: 7 - 9 - 15 - 30 CH ogni 7 giorni.

Scala alta: 30 CH - 200 K - MK - XMK ogni 10 giorni.

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Come vanno assunti i medicinali omeopatici

Il successo terapeutico di un trattamento omeopatico basato sulla scelta e definizione

del simillimum, richiede il rispetto e l’applicazione di alcune regole e attenzioni,

espresse nel seguente formulario.

I granuli ed i globuli omeopatici devono essere somministrati per via orale sublinguale

e lasciati sciogliere in bocca, sotto la lingua.

Nei lattanti e nei bambini somministrare il rimedio omeopatico, granuli, sciolti in

acqua o latte e nel biberon, senza che ne venga alterata l’efficacia.

Evitare il contatto dei granuli con le dita, i granuli ed i globuli non devono essere

toccati con le dita, ma versati nell’apposito tappo contenitore e lasciati cadere in

bocca, sotto la lingua.

Versare il contenuto dei tubetti di dose unica direttamente sotto la lingua, servendosi

del tappo dosatore, specie se si tratta di granuli e globuli che, in tal modo, si

dissolvono in tempo brevissimo.

L’assorbimento del rimedio omeopatico è basato sull’effetto di superficie, cioè sul

contatto tra la sferula impregnata con la diluizione omeopatica e la mucosa

sublinguale. Il granulo ha un minor effetto di superficie, rispetto ai globuli ed è

preferito per assunzioni ripetute durante la giornata.

Assumere i granuli lontano dai pasti, a bocca pulita e senza sapori in bocca.

Evitare di assumere menta, canfora, sostanze volatili e aromatiche, queste sostanze

possono interferire con l’assorbimento o con l’attività dei rimedi omeopatici.

Hahnemann faceva inalare canfora quando voleva interrompere la sperimentazione

omeopatica in corso su volontari sani.

Evitare l’uso di dentifrici e collutori a base di menta.

La posologia è uguale sia per gli adulti che per i bambini, generalmente è consigliata

l'assunzione contemporanea di 3 o 5 granuli.

Le fiale bevibili si somministrano versando il contenuto direttamente sotto la lingua,

anche seprecedentemente miscelato in poca acqua, e attendere circa 30 secondi

prima di deglutire.

Le gocce vanno assunte versando il numero prescritto, in una piccola quantità d'acqua

o direttamente sotto la lingua, trattenendo il liquido nel cavo orale per circa 30

secondi prima di deglutire.

Evitare l'assunzione contemporanea di rimedi omeopatici con spezie o alimenti

aromatici crudi, cibi piccanti, aglio, cipolla, caffè, thé, camomilla, sigarette ed alcolici.

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Evitare l'assunzione contemporanea di rimedi omeopatici con alimenti, cosmetici e

farmaci contenenti tannini, e pseudotannini, rabarbaro, cacao, guaranà, matè, caffè,

ipecacuana, idrastis, malva.

Nelle forme acute il rimedio va assunto più volte al giorno, mentre nelle forme

croniche la somministrazione avviene a intervalli più lunghi (settimanali, quindicinali,

mensili) e per un lungo periodo.

La frequenza della somministrazione va diradata progressivamente fino alla

scomparsa del sintomo, in base al miglioramento.

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Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici

Conservare il tubetto dei granuli o dei globuli fino alla scadenza indicata, il tubetto va

conservato in luogo pulito e secco, al riparo da eventuali eccessi termici e lontano da

fonti di emissione elettromagnetiche: apparecchi radio, televisori, forno a microonde,

telefonino cellulare, altoparlanti, trasformatori, cordless.

Evitare l’esposizione dei medicinali omeopatici a vapori di sostanze chimiche volatili

(tipo canfora, naftalina, cloroformio) o fortemente aromatiche (solventi, essenze,

profumi).

Il calore può disattivare i rimedi omeopatici, pertanto, si raccomanda di non lasciarli

nell’auto e nel cruscotto sotto il sole.

Degli “effetti collaterali”

Per definizione nei rimedi omeopatici oltre la 12° diluizione non è più presente la

sostanza di origine, pertanto, l’assunzione di un medicinale omeopatico non può

produrre effetti collaterali propri e caratteristici del farmaco. Si potrebbe, invece,

parlare di effetti indesiderati ricollegabili all’aggravamento omeopatico tipico

dell’azione centrifuga del rimedio annoverata tra le leggi di Hering e come descritto

successivamente.

Un aggravamento dei sintomi del disturbo rappresenta una risposta significativa del

trattamento, ed ha un significato favorevole, esprime la centratura della similitudine

tra la patogenesi del rimedio e i segni prodromici del soggetto, purché tale

manifestazione sia limitato nel tempo e non comporti rischi per il paziente.

Quindi, in omeopatia l’aggravamento omeopatico rappresenta l’espressione di

evoluzione in via di risoluzione di una patologia. In altre parole è come se i sintomi di

una patologia aggravandosi “vengono buttati fuori dall’organismo”.

Pertanto, possiamo considerare l’aggravamento omeopatico un evento favorevole,

però che va gestito dall’omeopata, farmacista o medico, riducendo la potenza della

soluzione o somministrando basse diluizioni (5CH) molto diluite in acqua, in modo da

favorire l’allontanamento e la dissoluzione energo-vibrazionale della carica polare

informazionale dell’espressione prodromica. In genere un aggravamento non dovrebbe

superare le 72 ore, poiché, rappresentano i tempi necessari per il ripristino ed il

riequilibrio dell’omeostasi corporea19.

                                                            19 Cabone R. Lezioni di omeopatia, preparazione dei medicinali omeopatici. SMB ITALIA Scuola di Medicina Bioterapica Roma, A.A. 2005/2006.

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In casi di aggravamenti marcati e prolungati, dopo l’assunzione del medicinale

omeopatico informare il proprio medico o il proprio farmacista.

L’ingestione accidentale del contenuto dell’intero tubetto non deve allarmare. Può

produrre un aumento o una riduzione della reattività individuale, in questo caso

l’inalazione di canfora, mentolo o ammoniaca ripristina lo stato iniziale di reattività

soggettiva.

Evitare la somministrazione contemporanea di rimedi omeopatici e farmaci

tradizionali, l’azione chimica può annullare la capacità vibrazionale del rimedio

omeopatico.

Aggravamento patogenetico

Si manifesta in seguito a ripetizioni di assunzioni del rimedio, con comparsa di sintomi

propri della patogenesi del rimedio utilizzato impropriamente, senza definizione del

simillimum.

Aggravamento possibile in casi di autocura e di patogenesi del rimedio non

rispondente ai segni prodromici del soggetto.

Aggravamento manifestato in seguito ad assunzioni a basse diluizioni di rimedi non

appropriati e per tempi prolungati, tale da creare tracce di accumulo del ceppo

originario.

Aggravamento omeopatico

L’aggravamento omeopatico costituisce un'intensificazione dei sintomi con regressione

spontanea che va interpretato in senso favorevole. Esso è regolato dalle leggi di

Hering, durante le manifestazioni di aggravamento, si possono manifestare sintomi di

vecchie patologie, poiché, la guarigione e la scomparsa della malattia procede in

senso temporale dalla più recente verso la più vecchia.

L’aggravamento in alcuni casi, manifesta una resistenza dell’organismo come risposta

all’evoluzione dei segni prodromici in fase di guarigione della malattia.

Secondo James Tylor Kent esprime un ritorno di vecchie patologie soppresse e

represse in passato con cure drastiche.

Espressione di una risposta miasmatica proporzionale alla similitudine e alla cronicità.

I segni dell’aggravamento omeopatico si manifestano in riferimento alle seguenti

modalità:

1. al tempo di insorgenza della malattia;

2. all’espressione della cronicità della malattia;

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3. alla valore della potenza della diluizione del rimedio somministrato.

Interazioni dei medicinali omeopatici

L’interazione dei medicinali omeopatici e la cute, come pure l’interazione con alcuni

alimenti è un argomento di notevole importanza, soprattutto per l’efficacia

terapeutica del rimedio.

Diciamo subito che tutti i rimedi di natura energetica e vibrazionale possono provocare

una risposta individuale, in particolare possono modificare la reattività individuale

producendo o un effetto di reattività endogena in cui la risposta è di tipo vegetativo

parasimpatica, oppure un effetto di reattività esogena in cui si ha una riposta di tipo

vegetativo ortosimpatica.

Nel primo caso avremo un abbassamento della reattività, mentre nel secondo caso

avremo un aumento della reattività. Queste modificazioni, a regressione spontanea, si

avvertono soprattutto quando vengono somministrati rimedi che non rispettano il

principio di similitudine, in particolare nell’auto cura, pertanto in omeopatia, più che

in ogni altra disciplina medica, la guida e il consiglio del terapeuta e del farmacista

omeopata diventa necessario e imprescindibile per una corretta somministrazione e

assunzione dei rimedi.

L’argomento delle interazioni dei medicinali omeopatici è di fondamentale importanza

per gli operatori medici e farmacisti in particolare, che possono essere chiamati a dare

delle risposte congruenti a precise alle osservazioni dei pazienti.

L’interazione principale che si verifica in omeopatia è dovuta principalmente ad un

annullamento della carica, dell’imprinting vibrazionale ottenuto durante il processo di

dinamizzazione. Questo annullamento sostanzialmente si verifica a causa di una

interferenza elettromagnetica sia di natura elettropositiva che elettronegativa.

Il valore del pH è uno dei fattori determinati per l’interferenza elettromagnetica, ed in

particolare è l’elemento determinante per la problematica di somministrazione dei

rimedi omeopatici.

All’uopo, un valore di pH verso l’acidità (da 1 a 7) produrrà una valenza

elettropositiva, mentre un valore di pH basico (da 7 a 14) produrrà una valenza

elettronegativa.

Un altro elemento di interferenza è da ricercare nella carica elettropositiva o

elettronegativa di alcune sostanze: alimenti, farmaci, cosmetici, liquori e bevande

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varie. Queste sostanze, se vengono assunte in concomitanza al rimedio omeopatico o

quando ancora si conserva il sapore in bocca delle medesime, si avrà un’interferenza

elettromagnetica che annullerà in parte o totalmente l’imprinting vibrazionale del

rimedio.

In particolare, fautori di queste interferenze sono sostanze che chimicamente

presentano nella loro struttura molecolare un accentramento di carica elettrica dovuta

a presenza di doppi legami chimici, doppi legami coniugati, azoto attivo, ossigeno e

zolfo. Queste caratteristiche chimico-fisiche sono presenti in alcuni principi attivi

(alcaloidi, terpeni, fenoli, tannini, oli essenziali, ecc.).

Interazioni tra la cute e medicinali omeopatici

Se analizziamo la costituzione chimico-fisico della pelle notiamo che è composta dal

70% di acqua, 25% di proteine, 2% di grassi, 0,5% di minerali ed il restante 2,5% da

altre sostanze (urea, acido lattico). La pelle è dotata di un suo sistema di

microcircolazione sanguigna e linfatica, produce una secrezione sebacea e sudoripara,

durante la perspiratio insensibilis si forma una miscela di film idro-acido-lipidico,

denominato NMF (natural moisturizing factor).

Il valore del pH della pelle varia dal 4,5 al 5,5 ed è determinato dall’acido lattico,

sostanza presente sulla pelle che svolge il ruolo principale di acidificante cutaneo.

Il ph della pelle e il suo gradiente di acidità, conferisce alla stessa una carica elettrica

positiva, proporzionale all’indice di acidità (pH 4,5 - 5,5), pertanto a contatto col

granulo omeopatico, questa carica elettropositiva interferisce ed annulla

l’informazione elettromagnetica impressa dal ceppo omeopatico sul granulo in seguito

alla nebulizzazione della tintura madre dinamizzata. Constatazione che rende

pressoché da evitare la somministrazione per via orale, in quanto, l’acidità spinta

nell’ambiente gastrico dello stomaco (pH variabile da 1,5 a 2,5) annullerebbe del

tutto la labile informazione elettromagnetica del rimedio omeopatico.

Da quanto espresso, per dare un minimo senso di credibilità scientifica, scaturisce

che, la motivazione principale di non toccare i granuli omeopatici con le dita, è

rappresentata proprio dall’interferenza20 tra acidità della pelle, pH acido, che si

esprime in termini di elettropositività della pelle e l’informazione vibrazionale impressa

                                                            20 Carbone R. Dispensa preparazione dei medicinali omeopatici. Corso di omeopatia, Scuola di omeopatia, SMB-Italia, Roma, a.a. 2006-2007.

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dalla dinamizzazione, espressa sottoforma di vibrazione elettromagnetica, ed in

termini fisici di elettronegatività.

Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici

Gli alcaloidi sono composti ciclici generalmente tossici, caratterizzati dalla presenza di

un atomo di azoto (v. figura) e, generalmente, di carattere basico. Tale gruppo di

composti non è omogeneo: infatti gli alcaloidi sono presenti in svariate piante ed

esercitano differente azione biologica. Sono spesso presenti nelle piante sotto forma di

sali e le piante giovani li contengono in maggiore quantità. Gli alcaloidi sono spesso

detti “alcaloidi ossigenati” in quanto contengono la presenza di ossigeno. Spesso sono

composti otticamente attivi, e la forma levogira è quella più attiva

farmacologicamente.

Tra i composti più importanti, ricordiamo la chinina, la reserpina, la morfina e la

caffeina (attive sul SNC), l’atropina, la scopolamina, la nicotina (attive sul Sistema

Nervoso Autonomo), la teofillina (attiva sull’apparato respiratorio), la colchicina

(estratta dal Colchicum officinale, usata nella gotta).

Il carattere basico degli alcaloidi esprime un forte elettronegatività accentrata a livello

dell’atomo di azoto che ne determina l’interferenza con l’espressione vibrazionale

dei rimedi omeopatici.

N

N

NH

N

O

O

CH3

CH3

Teofillina

N

N

N

N

O

O

CH3

CH3

CH3

Caffeina

N

NCH3

Nicotina

Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici

Gli oli essenziali o essenze sono composti volatili, caratterizzati da un odore forte e

gradevole, insolubili in acqua e solubili in alcol. Sono estratti dalle piante della famiglia

delle Pinacee, Mirtacee, Ombrellifere. Dalle essenze, in seguito a polimerizzazione o

ossidazione, si formano le resine, caratterizzate da una struttura solida e amorfa, non

volatili e con un odore caratteristico. In natura, si trovano disciolti in balsami fluidi, di

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una certa consistenza, dai quali è possibile estrarre gli oli essenziali. I principali

costituenti degli oli essenziali e delle resine sono gli idrocarburi terpenici, con formula

generale(C5H8)n, o gli idrocarburi aromatici e i loro derivati: esistono infatti essenze e

resine terpeniche o fenoliche.

Tra le prime, ricordiamo il citronellolo, il geraniolo, il citrale, il linalolo, il limonene, il

mentolo, l’eucaliptolo, il pinene, la canfora e il camazulene (presente nella

Camomilla).

Tra le seconde, ci sono l’alcol cinnamico e l’anetolo.

Gli oli essenziali sono caratterizzati dall’azione antisettica, balsamica e

antiparassitaria, da usare con cautela, sono irritanti per le mucose e la cute. Sono

contenuti nell’Arancio amaro, nella Camomilla comune, nella Valeriana, nella Menta,

nell’Arnica, nella Melissa, nel Pino mugo, nell’Anice verde e stellato.

Tra i balsami più importanti ci sono quello del Tolù e il balsamo del Perù, il primo

usato per le sue proprietà balsamiche, il secondo come antisettico.

L’azione irritante e caustica dei terpeni, rappresenta la causa di incompatibilità con la

somministrazione concomitante di rimedi omeopatici, azione da identificare

soprattutto nella stereoisomeria strutturale di queste molecole e nell’addensamento

elettronico di doppi legami nelle prossimità dell’ossigeno. Anche in questo caso

l’elettronegatività polare determina l’interferenza con l’assunzione di rimedi

omeopatici e la conservazione degli stessi che dovrà avvenire lontano da vapori

emessi da queste sostanze.

CH2OH

CH2OH CHO OH

Citronellolo Geraniolo Citrale Linalolo

CH CH

CH2OH CH CHCH3

Alcol cinnamico Anetolo

Camazulene

OHO

O

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Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici

Sono composti a carattere astringente, in quanto sono in grado di coagulare le

proteine: inoltre, poiché inibiscono gli enzimi, possiedono un’attività di protezione nei

confronti dei microrganismi. I tannini sono suddivisi in tannini idrolizzabili, derivati

dell’acido gallico, che vengono idrolizzati dalle tannasi, in tannini condensati, correlati

nella struttura ai flavonoidi, e negli pseudotannini, che non possiedono le

caratteristiche proprietà di tali composti. Tra i tannini idrolizzabili, contenuti nel

Rabarbaro, nell’Uva ursina, nell’Eucalipto e nelle Noci, ci sono la glucogallina e l’acido

ellagico.

Sono tannini condensati, quelli che danno origine ai flobafeni, composti che danno il

caratteristico colore rosso alla corteccia della China.

Gli pseudotannini sono l’acido gallico (presente nel Rabarbaro), le catechine del Cacao

e del Guaranà, l’acido clorogenico nel Matè, Caffè e Noce vomica e l’acido

ipecacuanico, contenuto nell’Ipecacuana..

L’interferenza con la somministrazione di rimedi omeopatici in concomitanza

all’assunzione ed all’uso di prodotti contenenti tannini: dentifrici, collutori, bevande a

base di cacao, caffè, liquori amari. È da ricercare, oltre, al notevole addensamento

polare di queste sostanze (doppi legami, presenza di ossigeno), alla precipua struttura

di queste molecole che possono sviluppare un’azione sequestrante e chelante polare.

Cronofarmacologia omeopatica

In questo capitolo affronteremo alcuni aspetti riguardanti la “cronofarmacologia” dei

rimedi omeopatici.

In omeopatia di particolare importanza sono considerate le modalità e gli

aggravamenti orari di alcuni tipologie di rimedi, tanto da divenire spesso delle note

importanti di orientamento per la scelta del rimedio. La Medicina Tradizionale Cinese,

nella Legge dei Cinque Elementi, associa ad ogni organo un viscere, una stagione, un

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Quando un organo è ipofunzionante, qualsiasi sostanza o stimolo tendente ad

accentuarne l’attività è dannoso, in quanto non ha l'energia sufficiente per rispondere

allo stimolo ricevuto.

In questi casi è opportuno mettere a riposo quel determinato organo e curare,

stimolare, un emuntorio opposto, in relazione energetica; in tal modo l’organo

sofferente viene messo a riposo per potersi rigenerare e ricaricare energeticamente.

Questo concetto è applicato nel drenaggio in fitoterapia e gemmoterapia22. L’uso di

fitoterapici (tinture madri) come drenanti, prevede l’attivazione degli emuntori

opposti, cioè, si utilizzano piante che agiscono stimolando l’attività dell’emuntorio

opposto, mettendo a riposo l’emuntorio sofferente, in ipofunzione, consentendogli di

autorigenerarsi. Mentre con la Gemmoterapia, la specificità di azione dei derivati

meristematici, verso il R.S.E. (sistema reticolo endoteliale) di determinate cellule e di

determinati tessuti, consente di sviluppare un tropismo d’organo. Pertanto, nel

drenaggio con gemmoterapici si utilizzano macerati glicerici di piante che possiedono

precise affinità nei confronti di organi o apparati che agiscono direttamente sull’organo

sofferente, sviluppando un’azione drenante organotropica.

In sostanza il drenaggio con tinture madri (fitoterapia) avviene usando piante che

svolgono l’azione sull’emuntorio opposto, non sofferente; mentre, il drenaggio con

macerati glicerici (gemmoterapia) avviene usando piante che svolgono l’azione

direttamente sul tessuto dell’emuntorio sofferente, producendo una riattivazione

tissulare.

Regola mezzogiorno-mezzanotte

Secondo la teoria della MTC ogni organo o viscere sviluppa nell’arco della giornata un

minimo ed un massimo energetico, che chiameremo come stato yin o stato yang.

Questi stati di minimo e massimo energetico si susseguono ad intervallo di due ore,

seguendo la sequela della teoria dei cinque elementi, questa rivisitazione ciclica dei

vari elementi viene definita: regola mezzogiorno-mezzanotte.

Ogni Meridiano, e quindi l'organo corrispondente, nell'arco delle 24 ore ha un

intervallo fisso di due ore di massimo energetico (stato yang); dopo dodici ore gli

corrisponderà un minimo energetico (stato yin) di due ore.

                                                            22 Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni srl, Villa

d’Agri (PZ), nuova edizione 2008.

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