Mathusalem - fondazionedandolo.it · le carte della cronologia, perché ci possono esse- ......

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I nostri ospiti non vanno in vacanza e neppure la Casa di Riposo chiude per ferie. Il periodo del relax non si addice a questi luoghi; qui ogni giorno ci sono mille cose da fare. Gli anziani vivono queste belle giornate godendosi il sole, il giardino, la luminosità, le giornate più lunghe. Ma ‘dietro’ continua il formicolìo degli operatori, degli infermieri, dei cuochi, che devono soddisfare ogni bisogno degli ospiti. È il periodo in cui i volontari sono ancora più preziosi, per accompagnare ascoltare aiutare. Siamo grati a tutte queste persone che con professionalità ed amore hanno scelto la R.S.A. come loro seconda famiglia e ci permettono di realizzare in questo luogo una nuova grande FAMIGLIA. …e dal cielo sicuramente Don Alessandro non farà mancare la Sua Benedizione. Notiziario d’informazione della Fondazione Opera Pia Delbarba-Maselli-Dandolo O.n.l.u.s. Anno I Numero 3 - Agosto 2009 Mathusa lem Il sole, il mare, le vacanze… possiamo ricordare o immaginare. ... NOI, NON ANDIAMO IN VACANZA!

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I nostri ospiti non vanno in vacanza e neppure la Casa di Riposo chiude per ferie. Il periodo del relax non si addice a questi luoghi; qui ogni giorno ci sono mille cose da fare.Gli anziani vivono queste belle giornate godendosi il sole, il giardino, la luminosità, le giornate più lunghe.Ma ‘dietro’ continua il formicolìo degli operatori, degli infermieri, dei cuochi, che devono soddisfare ogni bisogno degli ospiti.È il periodo in cui i volontari sono ancora più preziosi, per accompagnare ascoltare aiutare.Siamo grati a tutte queste persone che con professionalità ed amore hanno scelto la R.S.A. come loro seconda famiglia e ci permettono di realizzare in questo luogo una nuova grande FAMIGLIA.…e dal cielo sicuramente Don Alessandro non farà mancare la Sua Benedizione.

Notiziario d’informazione della Fondazione Opera Pia Delbarba-Maselli-Dandolo O.n.l.u.s.Anno I Numero 3 - Agosto 2009

M a t h u s a l e m

Il sole, il mare, le vacanze… possiamo ricordare o immaginare.

... NOI, NON ANDIAMO IN VACANZA!

A fine febbraio del 2008, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la legge quadro regionale n. 3/2008 “Governo della rete degli interventi dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario”. Un provvedimento che riforma l’organizza-zione dei servizi sociali e sociosanitari nella nostra Regione, definendo i compiti degli enti pubblici, delle istituzioni e del “non profit”. Un nuovo sistema regionale dei servizi socio-sanitari fondato sull’attenzione generale alla Persona, soprattutto alle categorie più fragili e all’importanza della famiglia quale perno in-sostituibile della società.La Lombardia si è dotata di questa legge qua-dro, che si occupa di regolare la rete dei ser-vizi che devono provvedere a “promuovere condizioni di benessere e inclusione sociale della persona, della famiglia e della comunità e di prevenire, rimuovere o ridurre situazio-ni di disagio dovute a condizioni economiche, psico- fisiche, sociali ...”.In particolare la legge disciplina la rete del-le unità d’offerta sociali e socio-sanitarie, in armonia con i principi enunciati dalla Legge 328/2000 e con le leggi regionali di settore.I principi sui quali è stata costituita sono quelli che hanno caratterizzato il welfare lombardo negli ultimi anni: primo tra tutti la centralità della Persona e il sostegno alla famiglia quale nucleo fondamentale per la cura della perso-na, la flessibilità dei servizi e la libera scelta dei cittadini rispetto alle unità d’offerta della rete sociale e socio sanitaria, universalità di accesso e uguaglianza, personalizzazione delle prestazioni, promozione dell’autonomia e del-la vita indipendente, sussidiarietà verticale ed orizzontale.Le novità attorno alle quali ruota la normativa sono la snellezza delle procedure, la semplifi-cazione per l’apertura delle nuove unità d’of-ferta, il rafforzamento dei sistemi di controllo, la figura del tutore o amministratore di soste-gno per i non autosufficienti, il riconoscimento

del ruolo del Terzo Settore e la creazione del fondo per la non autosufficienza.È la prima volta che un sistema regionale dei servizi e delle strutture sociali e sociosani-tarie viene organizzato e gestito nell’ambito di un’unica rete costituita dalle singole unità d’offerta, pubbliche e private, residenziali, semiresidenziali e territoriali, le cui presta-zioni comprendono tutti gli interventi, sia in termini di erogazione del servizio che di so-stegno economico, a favore delle persone.

Zacco Marta(direttore della RSA)

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AL CENTRO LA PERSONALegge 3/2008 – la Regione Lombardia riordina i servizi sociali e sociosanitari

Cecco, uomo di mondo, … galante come sempre !!!

Giuliana, ...in tinta con i fagiolini.

Una massima di Francois de La Rochefoucauld (1613-1680) dice: “Pochi sanno essere vecchi”.Sì, perché invecchiare bene è un’arte e un impe-gno sociale.Un’altra massima dello scrittore francese Jean Paul dice: “La vecchiaia è triste non perché cessa-no le gioie, ma perché finiscono le speranze”.È questa una considerazione illuminante.Si è vecchi non quando si è solo avanti negli anni, lo si è soprattutto quando si perde ogni speranza e attesa.Se crediamo a questo, allora si riesce a scombinare le carte della cronologia, perché ci possono esse-re giovani precocemente invecchiati proprio per la loro aridità: hanno piaceri, corpi sani, membra agili, possibilità di vita… eppure non trovano più nessun senso, non hanno progetti, puntano solo a tirar mattina tra una discoteca e l’altra, per poi piombare in una sorta di atonìa totale.È necessario sorvegliare sempre di più questa ma-lattia dell’anima, che il corpo; è questa che rende vecchi.Un poeta italiano, il Petrarca, scriveva questo ver-so: “I vecchi stanchi ch’anno sé in odio e la sover-chia vita” è il ritratto di una nausea interiore che già aveva provato anche un sapiente biblico, il Qo-helet: “Verranno gli anni in cui dovrai dire: ‘Non ci provo alcun gusto’”.Un luogo comune vuole che il giovane sia sbaraz-zino, superficiale, ridanciano… mentre il vecchio cupo, malinconico e lamentoso.Purtroppo molti si adeguano a questo stereotipo e così i ragazzi diventano sempre più bruschi, sde-gnosi e vocianti, cercano di nascondere i loro sen-timenti sotto una patina di indifferenza e di durez-za, corrono solo verso il divertimento.Sull’altra sponda gli anziani devono intonare la-mentazioni sulla degenerazione del mondo, prote-stare perché nessuno li ascolta, disprezzare tutto ciò che lo stile di vita moderno offre.Gorge Santayana (scrittore 1863 – 1952) scrivendo “Il giovane che non ha mai pianto è un selvaggio e il vecchio che non ha riso mai è uno stolto” invece, esorta il giovane a non nascondere le emozioni e le lacrime, liberandosi da un pudore mal inteso, e in-vita l’anziano ad aprirsi alle cose belle che i tempi nuovi portano con sé.

Si alzano infatti troppi muri di difesa, ci sono ruoli fissi che ci si impone di recitare e che poi si cristal-lizzano in consuetudini artificiose.Un pizzico in più di sincerità e di autenticità, di limpidezza e di verità renderebbe più genuina e libera la vita.

Ci credete?

Invecchiare bene non vuol dire essere ancora agili e scattanti, come oggi si suppone, ma avere una maturità che è sorgente di saggezza e di dignità.Questo, purtroppo è piuttosto un esito raro.C’è una buona dose di stupidità in giovani e in an-ziani, proprio perché è vero quello che insegnava l’antica sapienza greca e latina, secondo la quale “la saggezza non si acquista con l’età ma grazie all’impegno” (Plauto), perché “non sono i capelli bianchi a produrre il senno” (Menandro), che con-tinuava dicendo “la canizie rivela il tempo e non la sapienza”.Chi non ricorda la meschina figura dei due vecchi davanti alla casta Susanna del celebre racconto bi-blico (Daniele 13)?Ecco allora una ragione per impegnarsi un po’ tutti prima all’esercizio della mente, della coscienza e della conoscenza che a quello dei muscoli e del fitness.

Don Mario

Parroco

La parola del Parroco:

DIVERSAMENTE GIOVANI

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Il medico che per primo gettò le basi strutturali di tale legge, fu Ippocrate (il padre della medicina moderna) che la utilizzò con grande successo, ben prima della nascita di Cristo. Ma colui che gettò le basi definitive di questa scienza, definendone i principi fondamentali, dedicando tutta la sua lunga vita allo studio meticolosissimo ed alla sperimentazione, anche usando se stesso come cavia, fu nel 1800 il medico sassone Samuel Hahneman.Questo brillante medico, scienziato ed interprete (conosceva perfettamente 5 lingue), si avvicinò alla “legge dei simili” dopo una profonda crisi professionale che lo indusse persino ad abbandonare, per un certo periodo di tempo la pratica medica, affermando di essersi reso conto di essere solo in grado di alleviare le sofferenze dei suoi pazienti, ma di non saperli curare (si tenga presente che in quel periodo storico, la medicina accademica considerava ‘terapeutico’ solo salassi e clisteri). Fu durante la sua attività di traduttore di testi che si imbatté nella scoperta per lui sorprendente, ossia che i lavoratori della china contraevano una malattia del tutto simile alla malaria, che allora costituiva una piaga per l’umanità e che veniva curata proprio con l’utilizzo della china a dosi minime. Questa nuova consapevolezza, lo indusse ad approfondire la “legge dei simili”, che già aveva studiato in passato e ad applicarla a tantissimi rimedi.La sua ricerca lo indusse però a comprendere subito che, se utilizzava dosi ponderali (cioè in peso) della sostanza che stava studiando, ne vedeva comparire subito gli effetti tossici, con risultati a volte disastrosi e, per evitare questo fatto, pensò di diluire le sostanze di partenza e di sbattere ripetutamente il contenitore nel quale erano state riposte, per permettere di omogeneizzare perfettamente la sostanza con il solvente (acqua).Nacquero così, la diluizione e la dinamizzazione, che hanno il vantaggio di azzerare gli effetti tossici delle sostanze di base e di conferirgli peculiari caratteristiche terapeutiche (che probabilmente si basano su meccanismi elettromagnetici).Hahnemann notò anche che, più diluiva e dinamizzava i rimedi, più otteneva effetti

La parola del medico:

OMEOPATIA, MEDICINA ALTERNATIVA

È notizia di questi giorni, apparsa su tutti i giornali e diffusa dai telegiornali, secondo la quale l’Italia è il paese europeo in cui la spesa farmaceutica pro capite è la più elevata. Il cittadino italiano spende tre volte più del cugino francese o inglese. Eppure l’Italia, non detiene il primato degli eventi patologici ma, forse più degli altri, gli italiani sono alla ricerca dello stato di salute ideale ed affidano alla farmacologia la speranza di ottenerla.Negli ultimi anni però si fa strada la crescente consapevolezza che, sebbene il farmaco tradizionale sia a volte in grado di curare una malattia o ad alleviarne i disagi, purtroppo gli effetti collaterali e tossici legati al loro utilizzo, costituiscano un prezzo da pagare anche per lungo tempo.Questo fatto ha indotto molte persone a ricercare nuove possibilità terapeutiche e metodiche diverse da quelle normalmente proposte ed ad avvicinarsi alle cosiddette “Medicine Alternative”.Tra queste si annoverano: la fitoterapia, l’agopuntura, l’omeopatia e altre.In particolare, l’omeopatia, sta riscuotendo un notevole successo soprattutto nella cura di patologie croniche e nella cura dei bambini. Essendo però questa una modalità terapeutica molto osteggiata dalla classe medica più tradizionalista e dalla ricerca legata alle case farmaceutiche che non le riconoscono una validità scientifica, la scarsa informazione sull’argomento ha contribuito ad ingenerare molta disinformazione e molti preconcetti su tale argomento.

Ma che cosa è l’Omeopatia?

È una modalità di cura basata sulla cosiddetta “legge delle similitudini”. Tale legge, non è una novità del nostro secolo, ma è stata presente ed adottata a fasi alterne, fin da tempi molto remoti.

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curativi profondi e duraturi nel tempo.La “legge delle similitudini” afferma che: il simile cura il simile. Ma cosa vuol dire questa affermazione? Provate ad immaginare l’effetto che provoca la puntura di un’ape… Immediatamente la zona di pelle punta si gonfia, diviene calda ed il bruciore è intenso, alleviato solo dall’applicazione in loco di qualcosa di freddo.In omeopatia, qualsiasi malattia che provochi una sintomatologia simile alla puntura di un ape (rossore, calore, bruciore, miglioramento con il freddo) viene curato con l’utilizzo di una preparazione ottenuta diluendo e dinamizzando tantissime volte (fino a non trovare più nella soluzione tracce della sostanza di base), proprio il veleno dell’ape.Inutile dire che, all’epoca, Hahnemann divenne il terapeuta più famoso, ricercato, ed osteggiato di tutta Europa, a causa dei suoi indubbi successi professionali.Nel corso delle sue sperimentazioni, egli studiò in modo approfondito gli effetti tossici di molte sostanze, non solo quelli relativi alla sfera organica, ma anche psicologica e di predisposizione ad ammalare di alcune patologie piuttosto che di altre e, comprese che poteva curare non solo le fasi acute delle malattie, ma anche le fasi croniche e la tendenza ad ammalare.I rimedi omeopatici che abbiamo a disposizione, contrariamente a quanto si pensa, non sono

solo di origine vegetale, ma anche animale e minerale. Sono disponibili in varie formulazioni: granuli (che si sciolgono in bocca come zucchero), gocce, fiale anche da iniezione, supposte, pomate e compresse.Il medico omeopata, prima di arrivare alla prescrizione di un rimedio, ha la necessità di valutare il suo paziente in modo ampio e complessivo, tenendo conto del suo modo di ammalare, delle sue tendenze ad essere più colpito da certe malattie, del suo carattere, delle sue preferenze, della sua costituzione, per essere in grado di poter scegliere il o i rimedi, la cui tossicologia si avvicini maggiormente al disagio sofferto dal paziente. È quindi una modalità molto difficoltosa che richiede molta pratica medica.Dalla morte di Hahnemann la scienza ha fatto passi da gigante e si avvale dell’ausilio di tecnologie molto sofisticate, che hanno permesso di fare chiarezza su molti aspetti della salute dell’uomo ed anche l’omeopatia, ha fatto progressi, ma la sua caratteristica di base rimane sempre la stessa: quella di costituire un approccio terapeutico in cui il rapporto tra medico e paziente sia sempre prioritario, fornendo spesso una soluzione ai problemi, senza provocare effetti collaterali, ed è così duttile da poter integrare senza problemi, una cura con farmaci tradizionali, non interferendo con l’azione di questi ultimi, ma anzi, come coadiuvante per raggiungere l’obiettivo della guarigione o del miglioramento della qualità di vita.

Dott.ssa Iris Bonandrini

NOTA BENE: SU TUTTI GLI ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO GIORNALE SI POSSO-NO INVIARE COMMENTI, CONTRIBUTI E OS-SERVAZIONI, OPPURE AVVIARE UNA DISCUS-SIONE; SARÀ NOSTRA CURA PUBBLICARE LE VOSTRE LETTERE PER POTER INIZIARE UN CONFRONTO SERIO A BENEFICIO DI TUTTI.

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…Manuela vive nella selva, sola con la nonna ottantenne,è felice per quel che ha, non si lamenta per ciò che non ha

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Dopo che Fulvio (suo nipote) gli aveva staccato la batteria dell’automobile per evitare si essere un pericolo per sè e per gli altri, Don Alessandro prese il telefono e ci chiamò: non poteva certo fermarsi, bastava solo organizzarsi.A noi propose di accompagnarlo nei suoi impegni la prima settimana del mese, cosa che con piacere accettammo.L’ultima Domenica che lo andammo a prendere (poi si ammalò) era puntuale come sempre alle ore 8,45 per la S. Messa delle 9,00 alla Casa di Riposo.Salì in macchina, due parole accompagnate da una piccola smorfia sulle sue ossa che non lo ave-vano lasciato dormire: “…cosa vuoi farci: è l’età!...” ma subito un sorriso gli illuminò il volto, si sforzava di ridere dei suoi dolori, non era lamentoso.Poi qualcosa lo porta a un ricordo lontano “…eravamo nel campo del nonno in Cornaleto, sulla pianta di ciliegie, io ed Attilio (un suo cugino, poi deportato a Dachau dove vi morì nel 1945): si rideva e si parlava del più e del meno, quando ad un tratto Attilio disse: ‘Tu dovresti farti prete. Lì per li risi, ma quelle parole non le dimenticai più. Era forse un messaggero? Fatto sta che entrai in seminario e mi feci prete: questa è stata la mia vita. ED ECCOMI QUA ORA!”.Si arriva così alla Chiesina ed era contento perchè il Presidente gli ha assicurato che la Cappella sarà dedicata al Sacro Cuore.Viviana lo aiuta poi ad entrare in Cappella, lui va a vestirsi e quando esce controlla l’orologio, poi curvo fa l’ultimo sforzo per salire all’Altare, si inchina e lo bacia e, come se una forza lo penetras-se, si erge dritto davanti al suo Signore e inizia la Messa.Grazie Alessandro!

Attilio e Viviana Mena

RICORDO DI DON ALESSANDRO MENATestimonianze

Don Alessandro, uomo tutto d’un pezzo, forte di carattere e di presenza: un esempio di leal-tà coraggio e perseveranza.È stata una Grazia che la Casa di Riposo l’ab-bia avuto per diciassette anni come Consiglie-re Spirituale e Cappellano.Io lo ricordo così: dolce e fiero.Nonostante i malanni e la sua andatura incer-ta non mancava mai, quasi fosse questo il suo gregge e questa la sua casa. Ringrazio i parenti tutti per la loro presen-za assidua negli ultimi tempi passati da Don Alessandro come ospite di questa casa: discre-ti ed affezionati.Ma non poteva essere altrimenti !!! Lui era Monsignor Alessandro Mena.

Il presidente

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A Don Alessandro, un Parroco VERAMENTE SPECIALE!!!Roma 12 dicembre 1996

Carissimo Don Alessandro, come va?Io molto bene, lo spero anche per Lei. È tanto tempo che non ci vediamo! Peccato. Sa tante volte mi torna in mente, quando da ragazzo passavo il pomeriggio in parrocchia e mi fermavo a parlare con Lei. Bei ricordi, ma soprattutto belle lezioni di vita, sia spirituali che morali.Quelle, purtroppo poche, volte che ho avuto il piacere di parlare con Lei ho davvero imparato molto.Tante volte mia madre, quando parliamo in famiglia delle vita della parrocchia di Settecamini, mi rimprovera spesso per-ché non accetto la mentalità del nuovo Parroco o forse perché mi mancano spesso quei bei momenti passati insieme a Lei. Forse è vero: non sono un buon Cristiano come dice mia madre.…Quante stupidaggini si fanno nella vita! L’importante è saperne trarre sia i lati positivi che negativi, cercando così di far crescere e maturare all’interno di noi, non solo i nostri ideali materiali di vita, ma soprattutto i valori morali e spirituali, importanti per un cammino sereno e gioioso.Le faccio i più sinceri auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo.Con tanta stima e rispetto. Tanti auguri anche da parte di tutta la famiglia.

Lettera Firmata

IO LO RICORDO COSÌ…

Eravamo in tanti Mercoledì 1°aprile al funerale di Don Alessandro.Gli abbiamo voluto bene e continueremo a farlo per quello che ci ha insegnato. Sentiamo la mancanza di un sa-cerdote che aveva preso a cuore i sentimenti dei malati, li incoraggiava con un sorriso e una parola di speranza. Ultimamente lo vedevamo traballante quando passava a fare la comunione agli ospiti della casa di Riposo, ma si sentiva fiero di questo.Lo ricordiamo come una persona che ha dedicato la sua vita per dare ai giovani la fiducia nel futuro e ai nonni la spe-ranza di una vita in paradiso.

NON SOLO TOMBOLA Lavori e ricerche del servizio animazione

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di rammendo e cucito.Negli ultimi 7/8 anni la signora Antonietta diviene importante collaboratrice artistica del Servizio Animazione e scopre la passione per la pittura ed il bricolage.Grazie al suo entusiasmo e alla sua operosità la nostra residenza gode di molti lavori espo-sti nelle diverse sale.Ma la signora Tinti non è la sola ad avere collaborato in attività quotidiane, preziosis-simo è stato l’aiuto di molte altre signore (ne citeremo solo alcune per evitare di fare un lungo elenco).La signora Torri Alessandrina (per noi Rina),

che per molti anni si è occupata della sala da pranzo del piano terra, mentre al primo piano è doveroso ricordare la signora Pierina Colosio che ci ha lasciato da poco, quattro giorni prima del suo 102°compleanno.

In questo nuovo numero parleremo di alcune OSPITI impegnate in attività occupazionali individuali, utili alla collettività, utili a man-tenere e/o riattivare capacità sopite, ma so-prattutto utili a sostenere la valorizzazione della persona.Molte sono le Signore che hanno collaborato in attività varie; prenderemo ad esempio al-cune di loro.Particolarmente interessante è stato il per-corso della sig.ra Antonietta Tinti che dal 21 agosto 1976 vive nelle nostra casa.Signora schiva ed introversa, ha collaborato

con il personale costantemente e nonostante il trascorrere degli anni non ha abbandonato la voglia di fare.Ha trascorso un primo periodo nel quale svol-geva piccole mansioni per l’Ente, ogni gior-no usciva per recarsi alla posta o per piccoli acquisti e contemporaneamente collaborava all’interno della struttura apparecchiando le sale da pranzo.Poi, col passare degli anni, il desiderio di uscire dalla struttura è venuto meno, ma non la voglia di fare, infatti la signora ha iniziato a collaborare con il personale della lavanderia dando una mano in piccoli lavori

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Quest’ultima in particolare ci ha mostrato come sia possibile invecchiare bene e se-renamente anche all’interno di una grande casa come la nostra.Tuttora altre due signore ospiti collaborano nello svolgimento di alcune attività, sono la signora Rosa Polini che, insieme ad un vo-lontario, prepara una delle sale da pranzo

e la sig.ra Elina Rossi che collabora stretta-mente con la lavanderia.

Tutto questo riguarda le attività occupazio-nali individuali. Per le attività occupazionali di gruppo ab-biamo il meraviglioso team delle “lavoratri-ci dei diversi laboratori di cucina, di taglio cartelle e di piegature garze”.

In questi momenti i nostri ospiti con il per-sonale animativo, i volontari e le Reveren-de Suore e spesso anche con alcuni parenti molto volonterosi, lavorano chiacchierano e cantano, con l’obiettivo sì, di stimolare a mantenere le capacità, ma soprattutto con il grande obiettivo di cercare ogni giorno di stare bene insieme come persone e come esseri umani che hanno ancora molto da con-dividere con gli altri.

Anna Giulia Rubagotti Educatrice/Animatrice

UN RICORDO SPECIALE PER GIUSEPPE

Si è spento Giuseppe Corsini:non ha resistito alla “feroce malattia”.Noi vogliamo ricordarlo circondato dai suoi paren-ti che mai lo hanno lasciato solo, accudendolo ogni giorno con pazienza e con amore.È stato meraviglioso vedere come Giuseppe avvertiva la presenza dei suoi cari, nei suoi sguardi, nei suoi sorrisi, nelle sue parole pur disarticolate.Era l’ospite che da più tempo risiedeva nella nostra ‘Famiglia’, ed anche per questo lo ricordiamo con vero affetto.Sorridi ancora Giuseppe, Sorridi sempre.Ciao.

Il ruolo dell’infermiere professionale negli ultimi anni è andato trasformandosi da semplice esecuto-re delle prescrizioni mediche a professionista serio e competente in grado di prendere in autonomia decisioni che non riguardino la sfera farmacologia, e che collabora con il medico allo scopo di garanti-re il benessere psicofisico del paziente.Nello specifico, in Residenza Sanitaria Assistenzia-le (R.S.A.) l’infermiere partecipa al mantenimento dello stato di benessere degli ospiti in collabora-zione con tutte le altre figure professionali pre-senti. Il lavoro d’equipe è molto importante in una strut-tura come la nostra, e lo strumento più idoneo per garantire ad ogni ospite la migliore e più persona-lizzata assistenza è il piano di assistenza indivi-duale (P.A.I.); è uno strumento indispensabile per individuare le necessità specifiche e per dettare i comportamenti comuni da attuare per ogni singolo ospite.La stesura del PAI con i relativi obiettivi e con le rivalutazioni periodiche, ha lo scopo di seguire l’ospite nel tempo e valutarne i progressi, gli even-tuali peggioramenti e le necessità; ed è anche lo strumento per valutare il nostro operato: infatti i miglioramenti ottenuti sono chiari segnali di com-

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petenza nel lavoro. L’opera dell’infermiere professionale in R.S.A., non è solo quello di mettere in pratica quanto stu-diato ed imparato a scuola, infatti qui, più che in ospedale, ci vuole passione ed una buona dose di propensione al sorriso e di capacità ad orientare ogni problema in senso positivo. Occorre essere in grado di ascoltare e tranquillizzare non solo i no-stri pazienti ma anche i loro parenti che diventa-no per noi, che ce ne prendiamo cura ogni giorno, parte integrante della nostra famiglia.Si arriva a conoscere la loro vita passata, le loro piccole manie, i loro pregi e difetti, cercando di essere d’aiuto nel facilitare il più possibile la loro vita che, data l’invalidità, è spesso interamente dipendente da noi.

Dopo tanti anni di lavoro in questa struttura, ci rendiamo sempre più conto che il rapporto uma-no e la predisposizione all’ascolto spesso sono più risolutivi di molte medicine, e quando queste poi diventano indispensabili, il nostro ruolo non è solo quello di somministrarle, ma anche di renderle ac-cettabili e di rendere meno pesante il ‘fardello’ della malattia e della sofferenza. Infermieri della RSA

INFERMIERE CHE PASSIONE!!!

Tutti possono rendersi utili!!!

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Una della patologie che colpiscono nella stragrande maggioranza dei casi soggetti anziani è il morbo di Parkinson. La patologia, che colpisce circa 10.000 persone all’anno in Italia, è dovuta alla degenera-zione cronica e progressiva di un area del sistema nervoso centrale in cui viene prodotta la ‘dopami-na’ il quale è un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dei movimenti. Tale malattia è al centro di numerosi studi che si prefiggono nel più breve tempo possibile di cercare una valida soluzione che possa almeno limitare gli esiti invalidanti.La malattia è progressivamente invalidante, nel corso del tempo le difficoltà soprattutto motorie aumentano negando l’autosufficienza al pazien-te.I sintomi principali della malattia sono rappresen-tati principalmente dal tremore a riposo, dalla ri-gidità articolare, dalla debolezza muscolare, dalla mancanza di equilibrio oltre che da disturbi della parola e della scrittura. La demenza si manifesta negli stadi tardivi della malattia.La diagnosi si fonda sull’esame clinico. Il decorso è variabile ma lento ed in progressione. La tera-pia farmacologica è basata al momento essen-zialmente sulla somministrazione di levodopa.La fisioterapia si propone di limitare gli esiti invalidanti e si adatta ai vari stadi in cui il pa-ziente viene preso in carico dal fisioterapista.Si effettuano sedute singole in cui si esercitano le funzioni fini delle mani al fine di controllare I tremori per mezzo di esercizi di coordinazione e ritmici.Si riproducono i movimenti che quotidianamente i pazienti compiono nel contesto in cui vivono per mezzo di appositi strumenti di terapia occu-pazionale.

Si percorrono percorsi con ostacoli al fine di con-trollare e guidare il movimento volontariamen-te.Si mobilizzano manualmente gli arti effettuando mobilizzazione passiva ed attiva assistita al fine di mantenere la corretta escursione articolare ed il giusto grado di allungamento muscolare.Nei casi in fase più avanzata spesso presenti in R.S.A., si effettua deambulazione assistita dal fisioterapista e mobilizzazione generale con sti-molazioni dell’equilibrio.Lo scopo è quello di preservare il più a lungo possibile le funzionalità residue specifiche di ogni singolo paziente.Allo stato attuale la terapia farmacologica e la fisioterapia rappresentano le armi migliori per contrastare l’evoluzione della malattia.La speranza dei ricercatori è affidata agli studi sulle cellule staminali e alla terapia genica che probabilmente, in circa un decennio, potranno portare ad una cura soddisfacente della malat-tia.

Antonio NotariFisioterapista

Dal servizio FisioterapiaMORBO DI PARKINSON E FISIOTERAPIA RIABILITATIVA

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PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE: LAVORI IN CORSO

PIANO DI RECUPERO DELLA CASCINA EX LODA

Sono iniziati i lavori di ristrutturazione della ex CASCINA LODA.La prima parte dell’intervento riguarda le opere strutturali e le autorimesse interrate. Nel progetto sono previsti 6 unità commerciali al piano terra e n. 12 appartamenti al primo e secondo piano; le autorimesse interratte saranno 14 con accesso dal Piazza mercato.È un’intervento importante sia per la riqualificazione del centro storico sia per l’impegno economico che la Fondazione deve affrontare.Secondo l’attuale Consiglio di Amministrazione la riqualificazione del patrimonio è di vitale importanza per

la Fondazione perché dovrà garantire risorse a sostegno della RSA.

Vista generale del cantiere dal parcheggio del mercato

Particolare: una finestra esistente

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GIARDINO NORD E NUOVA USCITA DI SICUREZZA

Sono stati ultimati i lavori di sistemazione del giardino nord con la formazione di un’ulteriore uscita di sicurezza diretta dal primo piano della R.S.A..Ora gli Ospiti della Casa di Riposo possono godere con adeguata sicurezza di tutte le zone verdi. Presto il giardino nord sarà attrezzato con tavolini, panche, barbecue e fontana per permettere alle famiglie di intrattenersi con gli ospiti mangiando insieme all’aperto.Rimane da completare il restauro della vecchia “Chiesetta dell’Ospedale”; c’è già un progetto di restauro approvato dalla precedente amministrazione della RSA e da tutti gli Enti competenti.Nell’anno 2007 un gruppo di volontari, Alpini e non, ha sistemato gratuitamente il tetto; con l’oc-casione dei lavori di sistemazione del giardino Nord sono stati rifatti tutti gli allacci ed i servizi.Nei prossimi mesi contiamo di poter proseguire questo significativo intervento, confidando sempre nella generosità e nella buona volontà di tutti coloro che amano la nostra Casa di Riposo.

Giardino Nord (parziale)

Giardino Nord (parziale) Vecchia Cappella dell’Ospedale e nuova uscita

25 giugno 2009SECONDO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI P. COSTANTINO RUGGERI

29 luglio 2009SECONDO ANNIVERSARIO DELLA CAPPELLA DELLA CASA DI RIPOSO

Sono già passati due anni dall’inaugurazione della Cappella della Casa di Riposo. E sono già passati due anni dalla morte di Padre Costantino.Noi vogliamo ricordare queste due date che tra loro sono legate indissolubilmente, essendo Padre Co-stantino (con l’arch. Chiara Rovati e l’arch. Luigi Leoni) progettista della nostra meravigliosa chiesetta.Riportiamo qui di seguito alcune fotografie che rendono merito alla bellezza della Cappella e ci ricordano un giovane Padre Costantino in tutta la sua operosità che trasmette una grande forza alle sue creazioni.

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Padre Costantino osserva una sua scultura (croce)

Padre Costantino scultore con Luigi Leoni

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Capella della Casa di Riposo: particolare della cuspide che si staglia nel cielo

Capella della Casa di Riposo: la purezza degli spazi e la luce nello spazio mistico

NOTIZIE UTILI ED INTERESSANTI

• Risultanze dei questionari• Premio qualità• Cinque per mille, risposta generosa ed inaspettata• Nuovi accreditamenti regionali

• Risultanze dei questionari: I risultati dei questionari sulla rilevazione della qualità percepita dagli ospiti hanno dato riscontri estremamente positivi; ospiti e parenti hanno riconosciuto e sottolineato il livello assoluto del servizio offerto da questa R.S.A.. Questi risultati ci spronano a fare ancora più e meglio, sapendo oltremodo che il lavoro svolto è apprezzato.

• Premio qualità: Anche quest’anno la R.S.A. di Adro ha avuto due riconoscimenti importanti: con DGR 8800 del 30/12/2008 abbiamo avuto dalla Regione €. 17.670,00 sul titolo “Qualità aggiunta” per la qualità dei servizi offerti all’ospite, ed €. 11.169,00 per la realizzazione del progetto “Diario di Bordo”.

• Cinque per mille:Altro riscontro importante è stata la quota raccolta con il CINQUEPERMILLE IRPEF.Alla nostra Fondazione sono arrivati €. 5.710,50 cifra di enorme significato sia per il valore intrinseco che per la dimostrazione di fiducia riservataci da coloro che ci hanno voluto sostenere. È doveroso un sentito ringraziamento.

• Nuovi accreditamenti regionali:Notizia importantissima: con delibera Regionale (DGR 9243 del 08.04.09) alla R.S.A. di Adro sono stati concessi 20 nuovi accreditamenti; 10 posti accreditati con decorrenza luglio 2009 (siamo in attesa del decreto ASL-Regione) e 10 posti con decorrenza gennaio 2010. Questo significa che la nostra Fondazione ha tutte le “carte in regola”, sia per gli standard strutturali, che per gli standard gestionali.Questi nuovi accreditamenti permetteranno la trasformazione dei posti autorizzati in posti accreditati (con contributo regionale), con notevole risparmio sulle rette di questi nuovi posti.Certamente è per noi una soddisfazione. La Regione ha accreditato nuovi posti solo alle strutture che sono in regola con tutti i parametri stabiliti dalle norme e che hanno una gestione sana delle risorse.

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CI HANNO SCRITTO

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MOMENTI

FESTE

MUSICA

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Alcuni ospiti si rendono utili per mondare la verdura.

Pasquetta: si festeggia con uova, salame e insalata.

Il complesso degli “ADRENSI”: ogni mese allietano la festa dei compleanni: Grazie!!

FONDAZIONE OPERA PIA DELBARBA–MASELLI–DANDOLO ONLUS

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NOTIZIARIO MATHUSALEM

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Bresciaal n° 37/2008 in data 31/07/2008

Direttore Responsabile Enzo Ivan CapoferriVicedirettore Rag. Marta ZaccoProgetto Grafico Marco BelottiImmagini Enzo Ivan Capoferri Franco FerrariStampa Arti Grafiche Pelizzari – Adro

Hanno collaborato a questo numero:

Marta Zacco – Don Mario Fattorini – Enzo Ivan Capoferri Anita Rubagotti –Iris Bonandrini – Marco BelottiAntonio Notari – Servizio Infermieristico RSA