...CiSiamo!!! N°21

7
IN REDAZIONE Sac.Vincenzo La Porta Nelluccia Distefano Daniele La Rosa Donatella Falcone Antonio Modica Giuseppe Cascone Giuseppe Criscione Giada Distefano Diletta Gharsallah Ilenia La Rosa Silvia Iacono Martina Firullo Federico Trovato Francesca Stracquadanio Nicolò Tumino Lorenzo Baglieri E-MAIL cisiamogiornalino @hotmail.it BLOG www.cisiamo09. wordpress.com INSIEME www.insiemeragusa.it SEDE Via G. Grasso n°10 0932-624303 HANNO COLLABORATO Nelluccia Distefano Prof. Luciano Nicastro Giovanni Nasello VISITA -> www.cisiamo09.wordpress.com Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Ragusa Giornalino Aperiodico n°21 - Anno III - 05/02/2012 www.cisiamo09.wordpress.com Festa S. Pier Giuliano Il postulato morale... Festa della Pace ‘12 Rosario Livatino Seguiamo la Scia

description

Giornalino Parrocchiale Aperiodico del 5 Febbraio 2012... all'interno: - ACR - Diritti alla Pace - Seguiamo la scia... ritiro giovani AC - Festa di S. Giuliano - Rosario Livatino - Il postulato morale e politico della questione giovanile - 25° parrocato del Sac. Vincenzo La Porta - Pensieri eucaristici di S. Pier Giuliano Eymard - Appuntamenti: "Incontro giovani AC" - Venerdì 17 Febbraio - Preziosissimo Sangue Ragusa

Transcript of ...CiSiamo!!! N°21

Page 1: ...CiSiamo!!! N°21

IN REDAZIONE

Sac.Vincenzo La Porta Nelluccia Distefano

Daniele La Rosa

Donatella Falcone

Antonio Modica Giuseppe Cascone

Giuseppe Criscione

Giada Distefano

Diletta Gharsallah Ilenia La Rosa

Silvia Iacono

Martina Firullo

Federico Trovato Francesca Stracquadanio

Nicolò Tumino

Lorenzo Baglieri

E-MAIL cisiamogiornalino

@hotmail.it

BLOG www.cisiamo09.

wordpress.com

INSIEME www.insiemeragusa.it

SEDE Via G. Grasso n°10

0932-624303

HANNO

COLLABORATO

Nelluccia Distefano

Prof. Luciano Nicastro Giovanni Nasello

VISITA -> www.cisiamo09.wordpress.com

Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Ragusa Giornalino Aperiodico n°21 - Anno III - 05/02/2012

www.cisiamo09.wordpress.com

Festa S. Pier Giuliano

Il postulato morale...

Festa della Pace ‘12

Rosario Livatino

Seguiamo la Scia

Page 2: ...CiSiamo!!! N°21

Gioia, stupore, serenità, nostalgia, voglia di condividere con gli altri ciò che è stato detto sono alcuni dei sentimenti provati da noi giovani a conclusione del ritiro dallo slogan “Seguiamo la scia”, presso le Suore del Sacro Cuore di Carlentini. Siamo stati subito accolti affettuosamente dalla Madre Superiora, Suor Maria Concetta, e dalle altre suore, le quali ci hanno riservato anche delle squisite sorprese a colazione e a pranzo. Grazie alla disponibilità e all’entusiasmo di Suor Laura, una giovane suora del Sacro Cuore di Ragusa che da qualche mese ci aiuta in parrocchia senza mai risparmiarsi, Padre Luca Tuttobene, il nostro assistente sempre presente, anche con l’influenza, e Nelluccia Distefano, l’animatrice del gruppo giovani che nonostante i suoi molteplici impegni trova sempre il tempo per noi, abbiamo trascorso due giorni (3-4 gennaio) insieme davvero speciali. Inoltre l’opportunità di condividere questo momento insieme a due ragazzi di Adrano, con i quali abbiamo avuto modo di confrontare le nostre esperienze di vita in parrocchia, ha reso ancora più interessante e arricchente questa esperienza. Le parole-chiave che ci hanno accompagnato sono state: meta e cammino. Siamo stati chiamati a riflettere sulla figura dei Magi, uomini che, guidati dalla Stella, giungono da lontano fino alla grotta per adorare il Bambino a cui offrono oro, incenso e mirra. Come loro anche noi abbiamo bisogno di seguire la Stella per raggiungere la nostra meta e poter incontrare chi può veramente dare un senso alla nostra vita. “Ecco, brilla questa notte una stella diversa da tutte le stelle. Io, sono la più luminosa! Ho indicato la rotta di alcune carovane, carovane che vengono da lontano. Si, che gioia questa notte! Una gioia per tutti. Lo sapranno tutti, tutti coloro che volgeranno lo sguardo. Un segno nel cielo. S’accende una stella, ricercano un re. Forse cercano se stessi, sperduti nel deserto. La mia luce sfolgorante ha riacceso la speranza, ha ridestato i cuori, ha rimesso in moto una forza che forse si era perduta, un nuovo giorno chissà per chi? O forse non lo aspettano? Ma no, ci sono loro le carovane. Ci sono i magi che seguono la scia. Pian piano si stringeranno intorno al centro del mondo, al perno che tutto muove e dove tutti si dovranno fermare. Questa speranza, chissà se ancora qualcuno l’attende? Chissà, se la mia

stella ancora avrà un senso? Forse sì, e allora quei morsi del freddo e della fame non si sentono più e allora è valsa la pena mettersi in cammino. E tu questa sera cosa porterai al Dio bambino? Segui la scia, segui la stella!”…

continua a pag. 6

A cura di

Gruppo Giovani Ac SEGUIAMO LA SCIA… RITIRO GIOVANI

1

A cura di

Nelluccia Distefano

Uno dei molteplici spunti di riflessione che il brano di vangelo di questa V domenica del Tempo Ordinario ci offre può prendere l’avvio dal versetto 35: «Al mattino Gesù si alzò quando era ancora buoi e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava». È notte e Gesù in questa ora, quando le tenebre avvolgono ogni cosa, si ritira in preghiera in un luogo deserto. La sua è stata una giornata intensamente vissuta con e per gli altri. È sabato ed egli giunge con i suoi discepoli a Cafarnao: va prima alla sinagoga, dove si mette ad insegnare, suscitando la meraviglia dei presenti, e poi guarisce un indemoniato; successivamente si reca nella casa di Simone, ma anche qui si trova di fronte alla malattia, la suocera di Pietro è a letto con la febbre. Gesù, sconvolgendo le regole sociali di quel tempo (un rabbino non si sarebbe mai avvicinato ad una donna per prenderle la mano, né si sarebbe fatto servire da lei), opera con gesti pieni di umanità, dolcezza e tenerezza il miracolo di guarire questa donna, la quale recupera non solo la salute fisica, ma anche la sua capacità di servizio. Al calare del sole, quando ha termine il riposo sabbatico e possono riprende-re attività e lavoro, gli vengono portati altri malati e indemoniati e Gesù allevia le sofferenze di ciascuno. Egli è colui che è venuto per condividere con noi la nostra condizione umana, con tutto il suo bagaglio di limiti e di sofferenze, che si commuove di fronte alle tribolazioni di chi incontra sul suo cammino e che molte volte ne previene le richieste. Gesù libera l’uomo dai mali e dalle malattie, ma non è un guaritore, la sua missione è ben più alta: è salvare tutti gli uomini. Per questo non si lascia allettare dal successo e, nonostante le insistenze di Pietro, durante la notte si ritira in un luogo deserto a pregare: per Gesù pregare è contemplare il Padre, entrare in comunione con lui in un rapporto fiducioso e filiale, per trovare la sorgente e il fine di ogni azione. In Gesù la preghiera è strettamente unita alla sua missione.

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

2

Page 3: ...CiSiamo!!! N°21

Ci prepariamo a celebrare la festa di S. Pier Giuliano Eymard, nostro Protettore, la prima domenica di Febbraio che sarà preceduta da quattro giorni di Adorazione Eucaristica. È opportuno conoscere questo Santo per poter imitare il suo amore verso Gesù Eucaristia. S. Pier Giuliano Eymard nacque a La Mure D’Isère, in Francia, il 4 Febbraio 1811. Ordinato Sacerdote il 20 Luglio 1834. Morì il 1 Agosto 1868, dopo aver fondato, nel 1856, la Congregazione dei Sacerdoti del SS. Sacramento, e nel 1858 quella delle Ancelle del SS. Sacramento. Fu beatificato da Pio XI il 12 Luglio 1925 e proclamato Santo da Giovanni XXIII il 9 Dicembre 1962. L’elogio più bello e più completo che si possa fare di S. Pier Giuliano è quello di chiamarlo: l’apostolo dell’Eucaristia. Pio XI ha detto di lui: “Egli è nel numero di quei santi inviati provvidenzialmente da Dio, i quali si sono adattati e resi utili ai bisogni del tempo in cui sono vissuti. Possiamo affermare, senza la minima esitazione, che S. Pier Giuliano Eymard è apparso opportunamente per promuovere sempre più la pietà eucaristica”. Lo stesso riconosceva il Papa Pio XII: “Nei disegni di Dio era riservato ai tempi

moderni, grazie all’acceso zelo di S. Pier Giuliano, il più grande araldo,

l’osservatore di Gesù Cristo presente nel santo tabernacolo, il compito di

glorificare, mediante un culto di adorazione solenne e di una magnificenza mai

vista nei secoli passati, il Verbo di Dio fatto Uomo, realmente e sostanzialmente

presente nel Sacramento del suo Amore”. Ispirandoci al suo insegnamento e al

suo esempio di vita Eucaristica, tendiamo efficacemente alla santità

secondo la chiamata e la Volontà di Dio.

A cura di

Don Vincenzo La Porta FESTA DI S. PIER GIULIANO EYMARD

3

A cura di

Gruppo Giovani Ac

PENSIERI EUCARISTICI DI S. PIER GIULIANO EYMARD

4

Quando stavo all’adorazione, Gesù mi diceva: “Parlami di te, aprimi il tuo cuore, dimmi i tuoi desideri e le tue pene”. Addormentati sulle ginocchia della divina provvidenza, lasciati guidare, portare e nutrire da essa, e non ti mancherà nulla.

Il cuore ardente di Gesù sia la mia forza, il tuo rifugio, il tuo

centro. E sia anche la tua risurrezione, la tua vita, la tua gloria! Offri al buon Dio tutto ciò che soffri e così imiterai il salvatore, che offrì i suoi patimenti per coloro che lo facevano soffrire.

La comunione ci è necessaria come l’aria per i polmoni. È col

cuore che si dimore presso nostro Signore, e il cuore - quando ama - non soffre di stare con la persona amata.

Ora io devo essere per i miei confratelli e per il prossimo la

“parola di Cristo”. Amate Gesù nel suo divin Sacramento d’amore, è l’oasi del

deserto, è la manna celeste del viaggiatore, è l’arca santa, è la vi-ta, il Paradiso dell’amore sulla terra.

Nostro Signore ama talmente l’uomo che non può separarsi da

lui, anche nel suo stato di gloria. L’Eucaristia è la sua incarnazione continuata, moltiplicata, perpetuata fino alla fine del mondo, egli vuole vivere vicino all’uomo.

Page 4: ...CiSiamo!!! N°21

Accompagnati dallo slogan “Diritti alla Pace!”, circa milledue-cento ragazzi ed educatori dell’ACR della diocesi di Ragusa,

provenienti da circa 30 parrocchie si sono dati appuntamento nella città di Chiaramonte, per il consueto appuntamento con

la Festa della Pace, svoltasi domenica 29 Gennaio, a conclusio-ne del mese della Pace. La pineta di

Chiaramonte è stata la prima

tappa della m a t t i n a t a ,

ambientazione perfetta per il tema annuale

“Punta in Alto”, in cui i ragazzi

più grandi, fra giochi e attività,

guidati dagli e d u c a t o r i , hanno compiuto questa “scalata” alla scoperta dei diritti,

conoscendo meglio anche alcuni fra i personaggi più importan-ti nella storia dell’Azione Cattolica, come Giorgio La Pira e il

beato Piergiorgio Frassati. I ragazzini più piccoli, divisi fra la Palestra comunale e il Palazzetto dello sport del Villaggio Gulfi,

si sono divertiti fra balli, attività e giochi, riflettendo anch’essi sul valore e l’importanza dei diritti del fanciullo. La giornata ha raggiunto il clou con la coloratissima Marcia

della Pace, che ha invaso le strade e i vicoli della cittadina montana, confluendo poi in Piazza Duomo, dove al ritmo degli

allegri inni ACR, i ragazzi si sono scatenati, nonostante il freddo.

A cura di

Giovanni Nasello ACR - DIRITTI ALLA PACE

5 6

Durante la festa è stata consegnata,

simbolicamente al sindaco di Chiara-

monte, la “Carta dei diritti”, redatta dai ragazzini du-

rante il Mese della Pace, che diventa

ogni anno – ha det-to il responsabile

diocesano ACR, Davide Grazioso – l’ occasione di aprirsi alla realtà durante il cammino dell’anno, di

fermarsi a guardare e riflettere sul mondo che circonda i ragaz-zi, e in particolare, quest’anno sull’universo dei diritti e delle

regole. A conclusione della festa, in una

Chiesa Madre gremita di giovani e ragazzi, il vescovo di Ragusa S. E. Mons. Paolo Urso, ha presieduto

la celebrazione eucaristica ed ha invitato tutti ed essere sempre

portatori di pace e a puntare di-ritti alla meta, che è Cristo.

Dopo la liturgia, un momento di solidarietà, nel quale sono stati consegnati ai responsabili della

Caritas diocesana dei piumoni e altri beni da destinare alla casa

famiglia “Io sto con te” di Comiso per donne e bambini in difficoltà.

Page 5: ...CiSiamo!!! N°21

A cura di

Prof. Luciano Nicastro

IL POSTULATO MORALE E POLITICO DELLA QUESTIONE GIOVANILE

La Crisi italiana, negata ed esorcizzata dal Governo delle promesse, di Berlusconi e Bossi,è traci-

mata con il suo carico di problemi urgenti,drammatici ed esplosivi nelle mani del Presidente Ma-

rio Monti e del suo Governo dei professori al quale le forze politiche del Parlamento hanno con-

cesso un”aiutino”,un misto di rispetto e di distacco con una piccola dose di fiducia a termine e a

condizione che non provochi corti circuiti con gli interessi vitali dei partiti e del loro consenso

elettorale. La questione giovanile,problema grande e complesso può essere così solo declamata

ma non affrontata. Anche ai giovani senza lavoro e senza concrete chances di futuro sono arrivate

parole ,tasse e rigore intergenerazionale. Non siamo ancora alla frutta,ma alla penultima spiaggia.

Il momento è delicato e difficile da gestire e il guado deve ancora essere attraversato. Cresce la

giusta reazione dei ceti popolari che vedono minacciati non i dolci ma i pani e i pesci. Il malumo-

re e l’indignazione accompagna i dibattiti e le reazioni della Società Civile. E’ il momento della

prova e dei conti,non solo come dicono i leghisti “per la quadra” ma per la secessione(sic!) per-

ché se fallisce l’Italia,avanza la Padania (dicono loro!) a sostituirla a livello europeo ed interna-

zionale. La navigazione dell’Italia,antica e gloriosa,ricca di capitale umano è ancora perigliosa

per i molti scogli interni ed internazionali. Alla barra c’è però “la serietà dei professori” che sono

preoccupati non solo del rigore dei conti e del respiro del Paese ma hanno chiara la responsabilità

dei tempi e la consapevolezza dei processi e dei contesti europei e globali.

Ai giovani non si possono ancora dare pillole di fumo e speranze nebbiose ma bisogna concreta-

mente presentare “pane e lavoro”,non precari, e iniezioni di progetti e di speranze fondate capaci

di risollevare le più intime motivazioni a sacrificarsi e ad impegnarsi secondo le possibilità che il

grande sogno riformatore ha acceso nei loro cuori e nei loro territori di questa Italia divisa e lace-

rata. Gli annunciati due tempi della manovra per uscire dalla Crisi incontrano la porta stretta della

vicina recessione che incomincia a mordere la carne viva del Paese e costringe ad allontanare le

decisioni di responsabilità e di bene comune intergenerazionale. Forse si può fare di più!

Il terribile e combinato disposto di insolvenza finanziaria del debito pubblico può accelerare il

default,la bancarotta con recessione galoppante e colpire le famiglie popolari,gli anziani e soprat-

tutto i giovani che dal panico collettivo possono far nascere implosioni ed esplosioni sociali a

grappoli.

La tracimazione della paura e della contestazione degli indignatos può scoppiare dai capoluoghi

di provincia come nelle banlieus parigine improvvisamente. Forse una riforma strutturale e vir-

tuosa di merito nel circuito connesso di studio e lavoro può prevenire in buona parte questo sce-

nario se si prendono al più presto provvedimenti coraggiosi ed efficaci.

Le province in Italia sono n.110.La loro abolizione è ritenuta dalla maggior parte della opinione

pubblica italiana una saggia decisione e una necessaria riforma per risparmiare e alienare queste

somme nella direzione di una produzione virtuosa di imprese,lavoro e sviluppo nel campo della

economia sociale di libero mercato.D’altronde senza abolire il “contenitore Provincia” e senza

fare una riforma costituzionale,si può modificare riassumendole le competenze primarie ed esclu-

sive nei settori del lavoro e dell’ambiente riconvertendo i costi attuali e totali di 12 mila

e 279 milioni di euro,e ridurre i costi annuali della politica nell’Ente Provincia che am-

montano a 130 milioni di euro. 7 8

Le drammatiche recenti alluvioni recenti che hanno colpito l’Italia sia al Nord(Liguria,etc) che

al Sud(Sicilia etc..)hanno ancora messo in rilievo il cronico e generale dissesto idrogeologico

del Paese e la individuazione di una emergenza prioritaria che abbisogna di un Piano Nazionale

di Settore. Una politica seria di prevenzione e di programmata messa in sicurezza dei territori

può essere avviata,dando lavoro alle imprese cooperative di giovani e lavoro qualificato di oc-

cupazione e sviluppo ai giovani laureati e diplomati nel settore. Si potrebbe creare lavoro per

creare imprese di lavoro e con l’indotto un processo virtuoso a livello dei territori costringendo

le Regioni e lo Stato a misurarsi con la creatività e serietà “attiva” delle giovani generazioni.

Questo sarebbe un metodo virtuoso ed esemplare di produrre lavoro buono e imprese cooperati-

ve sane dal basso,un sorta di keynesismo di imitazione per far fronte ad una emergenza conte-

stuale di lavoro e di sviluppo concreto e possibile con un feed-back visibile e una scommessa

collettiva delle comunità locali e dei municipi coordinati dalla nuova provincia riconvertita e

“alleggerita” nei costi e nelle competenze. Il circuito virtuoso “studio-lavoro-sviluppo ambien-

tale” creerebbe una spirale di socializzazione lavorativa e di motivazione allo studio di merito

come garanzia pubblica di un lavoro di merito e di comprovata e pubblica utilità. In ogni pro-

vincia si tratterebbe di costruire questi focolai di interiori motivazioni all’impegno e alla re-

sponsabilità intergenerazionale nell’ottica della Utopia comunitaria e laborista di Adriano Oli-

vetti e al fine di generare teams di progettazioni e di realizzazioni ben fatte e senza ritardi. E’

una idea. Le idee innovative tracciano il solco e aprono nuovi sentieri ma sono i giovani di qua-

lità e di buona volontà che costruiscono il varco della transizione. Sono queste condite di serietà

e di bene comune che hanno bisogno di essere attenzionate come leve di un futuro preferibile

nei territori della nostre province le quali hanno bisogno non di burocratici pesi ma di funzionali

stratagemmi. Bisognerà attivare al più presto con “sensate esperienze e certe dimostrazioni “una

doppia scossa sinergica” dal Centro verso le province e da queste verso Roma prima che venga

espugnata Sagunto….Ai giovani. alla società civile italiana non bisogna presentare forbici ma

aghi per tessere e ritessere il trinomio virtuoso della nostra Unità Nazionale con la bandiera dei

tre colori per attuare la Repubblica fondata sul lavoro coniugando “Pane e Lavoro,Studio e Fu-

turo per tutti.

E’ l’ora dei Padri della Patria e dei Mille….

...Chi o che cosa potrebbe prendere il posto della stella cometa nel nostro cielo? Attraverso attività varie, di gruppo e individuali, ognuno di noi è stato invitato prima a scegliere e a comunicare agli altri una caratteristica del proprio carattere; successivamente ciascuno, anche con l’aiuto degli altri, ha cercato di scoprire i propri carismi. Nel cammino verso la meta non siamo soli e non dobbiamo aver paura né di sognare né di osare. Durante altri momenti c’è stata la possibilità di condividere con gli altri le proprie opinioni ed esperienze di vita su alcuni temi come l’ingiustizia e l’uguaglianza. In diverse occasioni abbiamo avuto modo di accostarci a Dio con il canto, con la preghiera, attraverso la recita della compieta e delle lodi, e partecipando alla celebrazione eucaristica animata da noi giovani, all’adorazione e alla lectio divina. Sicuramente questa esperienza ci ha permesso di distoglierci dalla vita frenetica e dai problemi di tutti i giorni e ci ha consen-tito di fermarci a riflettere e a “ricalcolare” il nostro percorso per giungere alla meta! Speriamo di poter rivivere presto altri momenti come questi insieme ad altri giovani!

Page 6: ...CiSiamo!!! N°21

A cura di

Lina Antoci 25° ANNIVERSARIO DI PARROCATO

DEL SAC. VINCENZO LA PORTA

Indirizzo di saluto a S. E. Mons. Paolo Urso – Vescovo 18/12/11 Ecc.za Rev.ma, oggi abbiamo l’onore e la gioia di accoglierLa nella nostra Parrocchia per festeg-giare, con la Sua presenza e la Sua partecipazione, il 25° di Parrocato di P. Vin-cenzo La Porta, nostro carissimo Parroco. A nome della Comunità parrocchiale desidero rivolgerLe un saluto de-voto e affettuoso ed un vivo ringraziamento per la Sua preziosa presenza, che avvalora e testimo-nia il grande impegno e la totale dedizione con i quali il nostro Parroco ha esercitato e continua ad esercitare il suo Mini-stero a favore della Par-rocchia “S. Pier Giuliano Eymard”. Sappiamo che la “Parrocchia è Comunità di fede, di preghiera e di amore” (Com. e Com.n.42). sono le tre dimensioni lungo le quali si articola l’attività e la vita parrocchiale, cioè: la Catechesi, la Liturgia e la Carità. Il nostro Parroco ha fatto crescere la Comunità parrocchiale a tutti i livelli, co-munitariamente e singolarmente. Per quanto riguarda la “Catechesi” la Parroc-chia è orientata all’annuncio del Vangelo e allo sviluppo della conoscenza del mistero del Cristo alla luce della Parola di Dio. L’omelia quotidiana, la “lectio divina” settimanale, la catechesi dei gruppi di A.C. estesi alla comunità; incontri occasionali. Riguardo la “Liturgia”, al centro c’è la Celebrazione Eucaristica, fon-te e culmine della vita della Chiesa e del Cristiano. La S. Messa viene celebrata al mattino e alla sera; la mattina viene preceduta dalla celebrazione delle Lodi e dalla preghiera dell’Apostolato, la sera spesso viene

preceduta dalla celebrazione dei Vespri e sempre dalla recita del Rosario. Mattina e sera si recita l’Angelus, dopo la S. Messa. 9 10

Molto curata è l’adorazione Eucaristica; mensilmente, il 1° venerdì, una giornata intera: mattina e pomeriggio; settimanalmente il venerdì, un’ora al pomeriggio; non mancano altre occasioni, nelle quali al primo posto c’è l’Adorazione Eucari-stica. Poi c’è l’Istituzione delle “Quarantore”, quattro giorni in cui non viene in-terrotta l’adorazione; e questo per la festa di S. Pier Giuliano Eymard, titolare della Parrocchia e Apostolo dell’Eucaristia. Riguardo la “Carità” molti sono i gesti di carità fraterna, di comunione e di at-tenzione alle fasce più bisognose. Non si tratta solo di elemosina, ma di trasmet-tere il distintivo del cristiano, perché Dio è amore. Tuttavia immigrati e poveri locali trovano sempre nella Parrocchia un aiuto con-creto e una buona parola. La comunione viene vissuta con molta spontaneità e conseguenza della comu-nione eucaristica. È poi il Signore che legge nei cuori. Di tutto questo la Comunità parrocchiale vuole ringraziare il Signore e prega Lei anche, carissima Ecc.za, di ringraziare in questa Eucaristia, che è ringraziamento, in modo particolare il buon Dio per noi. E naturalmente ringraziamo il nostro Parroco per quello che ha fatto e continue-rà a fare per tutti gli anni che vorrà lasciarcelo. Ecc.za, benvenuto e grazie!

Dopo la celebrazione eucaristica il parroco ha inaugurato i nuovi locali per i giovani della parrocchia. “Oggi inauguriamo - Sac. Vincenzo La Porta - un nuovo spazio ristruttura-to e messo a nuovo dai nostri giovani. È a loro che lo affido perché qui possano ritrovarsi per crescere insieme secon-do l’esempio di san Giuliano Eymard”.

Page 7: ...CiSiamo!!! N°21

A cura di

Redazione ROSARIO LIVATINO

UN PO’ DI STORIA

Nacque a Canicattì nel 1952. Si laureò brillantemente in Giurisprudenza e

in Scienze Politiche. A 26

anni vince il concorso per un

p o s t o d a d i r i g e n t e

nell’Ufficio del Registro di

Agrigento, dove rimase solo

otto mesi perché poi arriva-

rono i risultati brillanti del

concorso in magistratura.

Esercitò la professione di

magistrato proprio ad Agri-

gento nella Sicilia dei cosid-

detti “giudici ragazzini” (anni

ottanta). Ricevette molte

intimidazioni e preannunci di

morte da parte della mafia.

Venne ucciso dalla mafia il 21

settembre 1990 mentre per-

correva la superstrada da

Canicattì ad Agrigento senza scorta, rifiutata per non mettere in perico-

lo la vita dei poliziotti. Nel 1995 si aprì la prima fase del processo di be-

atificazione. Giovanni Paolo II lo ha definito “un martire della giustizia e

indirettamente della fede”

FEDE e SPERANZA

Nell’agenda di Livatino venne trovata dagli inquirenti la scritta “STD”,

sembra qualcosa di inquietante, ma ben presto se ne scopri il significato,

“Sub tutela Dei”, sotto la protezione di Dio. Era la sigla che nel Medioevo

si usava apporre sui documenti per chiedere la divina assistenza

per certi uffici pubblici sentiti come delicati... 11 12

...Queste tre parole erano il suo codice di vita, il senso della sua vocazio-

ne. Vocazione che aveva maturato nel corso del suo impegno in magistra-

tura e che aveva incontrato anche momenti di difficoltà, come quando,

assalito dalla pressante domanda “Dov’è la giustizia di Dio?”, si era tem-

poraneamente allontanato dai sacramenti.”.

CARITA’

Livatino apparteneva alla categoria dei lavoratori schivi, servitori silen-

ziosi e instancabili della giustizia; a coloro che concepisco il ruolo del

magistrato sciolto, separato da ogni altro potere sia di tipo istituzionale

sia di tipo informale. Per questo motivo rifiutava di entrare in qualsiasi

circolo, anche solo culturale. Rinunciò persino alla tessera dell’Azione

Cattolica, per non trovare un conoscente tra le persone coinvolte in giudi-

zio. Questa scelta di assoluta indipendenza non fu certo facile perché lo

portò alla solitudine. Essere giudice era, per Livatino, entrare nella logica

di Dio e tradurla nelle decisioni quotidiane, spesso laceranti.

Livatino disse in un discorso: “Il compito del magistrato è quello di deci-

dere. Decidere è scegliere e, a

volte, scegliere fra numerose cose

o strade o soluzioni; e scegliere è

una delle cose più difficili che

l’uomo sia chiamato a fare […] Ma

è proprio in questo scegliere per

decidere, decidere per ordinare,

che il magistrato credente può

trovare un rapporto con Dio: un

rapporto diretto, perché il rende-

re giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio”. E

infatti esercitare la giustizia è qualcosa che ci avvicina a Dio, perché da

Questi discendono le norme fondamentali.

E ancora: “Il sommo atto di giustizia è necessariamente sommo atto di

amore se è giustizia vera, e viceversa se è amore autentico”.