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Lo scorso 2 giugno, Fatah e Hamas hanno confermato l’appoggio a un governo tecnico che riunisca le due anime, territoriali e politiche, dello Stato palestinese. Un passo storico per la riunificazione di un popolo e del suo riconoscimento che arriva dopo i fallimenti del Cairo e di Doha. Le sue basi sono il rispetto degli accordi di Oslo e la smilitarizzazione di Gaza, ma da Hamas già arrivano i primi malumori a mezzo querela per il rapporto del Washington Post in cui si attribuisce a Taher Nunu, portavoce del movimento islamista, un ‘ammorbidimento’ delle posizioni verso Israele. Un accordo complicato, che si sostanzia tra il tentativo di Hamas di riprendersi il consenso perduto e quello di Fatah di rafforzare la propria credibilità. Un accordo che arriva nei giorni in cui Abu Mazen e Shimon Perez ricevono un invito al coraggio non dal Quartetto, ma da un capo religioso. L’invito alla Pace che parte dalla riconciliazione delle fedi mono- teistiche, invocata da Papa Francesco, ha in sé la forza di cui non è capace mai abbastanza la Comunità internazionale: un capo chino di fronte al tratto del Muro israeliano che separa e ferisce Betlemme. Un tentativo interessante e ambizioso che, pure, da solo non basta. Dopo la formazione del governo di unità, le as- pettative e l’attesa sono adombrate dalla frustrazione. A Gaza si festeggia mentre i caccia israeliani sorvolano e uccidono. A dircelo è Husam Hamdouna, diret- tore del REC di Jabalyia: «a Gaza sono stati bloccati per almeno quattro mesi i pagamenti degli stipendi ai dipendenti del governo e sono state chiuse tutte le banche. Ciò rischia di generare tensione e di peggiorare ulteriormente le nostre condizioni di vita». Va da sé che, questa che è subito stata ribattezzata come ‘la crisi degli stipendi’ è, laddove mette a rischio un equilibrio già fragile, una crisi non soltanto economica ma politica. «Il rischio è che i disaccordi politici interni - accettabili alla luce del pluralismo - possano portare, direttamente o indirettamente, alla re- alizzazione di quella che è la proposta di alcuni organismi internazionali, ossia una soluzione economica alla causa palestinese a scapito della soluzione politica (che sarebbe invece la necessità), basandosi sul fatto che l’esigenza principale della società palestinese riguarda il come superare le difficili condizioni economiche derivanti dal conflitto. La comunità internazionale e Un difficile accordo di Grazia Moschetti Arci Puglia arcireport settimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 21 | 12 giugno 2014 | www.arci.it | report @arci.it la società civile non possono non affrontare la questione con la cura da riservare alle cose delicate ed importanti. Impossibile dimenticare il dolore della popolazione di Gaza, costretta a subire le aggressioni israeliane durante la guerra del 2008- 2009 e quella del Novembre 2012 e, nel contempo, a fare i conti con una politica di abbandono da parte del governo della Cisgiordania. Secondo il rapporto del Centro per la salvaguardia dei diritti umani (PCHR) del 26 aprile scorso il tasso di povertà nella Striscia ha raggiunto il 39% e la disoccupazione il 40%. Dati e per- centuali che, dentro la fredda cornice dei numeri, racchiudono tutta la difficoltà di una situazione quotidiana insostenibile». In quest’ottica, per sbloccare l’orizzonte della costruzione politica, serve leggere la situazione palestinese con gli occhiali della realpolitik. Ciò significa - secondo l’insegnamento di Sandro Pertini per cui «la libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile» - considerare le condizioni materiali della società pa- lestinese, per analizzare, comprendere e soddisfare i bisogni primari. La democrazia nasce laddove le fondamenta sono forti e non necessitano di ulteriori puntelli. L’ASSEMBLEA CONGRESSUALE DELL’ARCI È CONVOCATA AL CIRCOLO SAN LAZZARO DI BOLOGNA SABATO 14 GIUGNO ALLE ORE 10.30

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Lo scorso 2 giugno, Fatah e Hamas hanno confermato l’appoggio a un governo tecnico che riunisca le due anime, territoriali e politiche, dello Stato palestinese. Un passo storico per la riunificazione di un popolo e del suo riconoscimento che arriva dopo i fallimenti del Cairo e di Doha. Le sue basi sono il rispetto degli accordi di Oslo e la smilitarizzazione di Gaza, ma da Hamas già arrivano i primi malumori a mezzo querela per il rapporto del Washington Post in cui si attribuisce a Taher Nunu, portavoce del movimento islamista, un ‘ammorbidimento’ delle posizioni verso Israele. Un accordo complicato, che si sostanzia tra il tentativo di Hamas di riprendersi il consenso perduto e quello di Fatah di rafforzare la propria credibilità. Un accordo che arriva nei giorni in cui Abu Mazen e Shimon Perez ricevono un invito al coraggio non dal Quartetto, ma da un capo religioso. L’invito alla Pace che parte dalla riconciliazione delle fedi mono-teistiche, invocata da Papa Francesco, ha in sé la forza di cui non è capace mai abbastanza la Comunità internazionale: un capo chino di fronte al tratto del Muro israeliano che separa e ferisce Betlemme. Un tentativo interessante e ambizioso

che, pure, da solo non basta. Dopo la formazione del governo di unità, le as-pettative e l’attesa sono adombrate dalla frustrazione. A Gaza si festeggia mentre i caccia israeliani sorvolano e uccidono. A dircelo è Husam Hamdouna, diret-tore del REC di Jabalyia: «a Gaza sono stati bloccati per almeno quattro mesi i pagamenti degli stipendi ai dipendenti del governo e sono state chiuse tutte le banche. Ciò rischia di generare tensione e di peggiorare ulteriormente le nostre condizioni di vita». Va da sé che, questa che è subito stata ribattezzata come ‘la crisi degli stipendi’ è, laddove mette a rischio un equilibrio già fragile, una crisi non soltanto economica ma politica. «Il rischio è che i disaccordi politici interni - accettabili alla luce del pluralismo - possano portare, direttamente o indirettamente, alla re-alizzazione di quella che è la proposta di alcuni organismi internazionali, ossia una soluzione economica alla causa palestinese a scapito della soluzione politica (che sarebbe invece la necessità), basandosi sul fatto che l’esigenza principale della società palestinese riguarda il come superare le difficili condizioni economiche derivanti dal conflitto. La comunità internazionale e

Un difficile accordodi Grazia Moschetti Arci Puglia

arcireportsettimanale a cura dell’Arci | anno XII | n. 21 | 12 giugno 2014 | www.arci.it | report @arci.it

la società civile non possono non affrontare la questione con la cura da riservare alle cose delicate ed importanti. Impossibile dimenticare il dolore della popolazione di Gaza, costretta a subire le aggressioni israeliane durante la guerra del 2008-2009 e quella del Novembre 2012 e, nel contempo, a fare i conti con una politica di abbandono da parte del governo della Cisgiordania. Secondo il rapporto del Centro per la salvaguardia dei diritti umani (PCHR) del 26 aprile scorso il tasso di povertà nella Striscia ha raggiunto il 39% e la disoccupazione il 40%. Dati e per-centuali che, dentro la fredda cornice dei numeri, racchiudono tutta la difficoltà di una situazione quotidiana insostenibile». In quest’ottica, per sbloccare l’orizzonte della costruzione politica, serve leggere la situazione palestinese con gli occhiali della realpolitik. Ciò significa - secondo l’insegnamento di Sandro Pertini per cui «la libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile» - considerare le condizioni materiali della società pa-lestinese, per analizzare, comprendere e soddisfare i bisogni primari. La democrazia nasce laddove le fondamenta sono forti e non necessitano di ulteriori puntelli.

l’AssembleA congressuAle dell’Arci è convocAtA Al circolo sAn lAzzAro di bolognA

sAbAto 14 giugno Alle ore 10.30

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20142 migranti

«Siamo partiti di notte, dopo appena un giorno e mezzo di navigazione la nave del governo italiano ci ha salvato». Ini-zia così il racconto della traversata fino alle nostre coste, dopo che l’operazione Mare Nostrum ha preso il via. Sono più di 20mila i migranti sbarcati al porto di Augusta, diventato porta d’Europa. «Sulla nave ci hanno dato da mangiare, un kit di vestiti puliti e un foglietto con un numero identificativo» continua il racconto. Da quel momento sei un nume-ro. Scesi dalla nave, i migranti vengono divisi in gruppi: gli uomini, le famiglie, le donne, i bambini con i loro genitori e i minori non accompagnati. Nei primi mesi i migranti venivano trasferiti in autobus nei centri di prima accoglienza dell’isola. Da febbraio, gli autobus li portano direttamente all’aeroporto più vicino e da lì li smistano verso Milano, Torino, Roma, Bari, Napoli. Dall’inizio dell’anno gli sbarchi sono stati circa trenta, ma si continua a gestire tutto come se ogni sbarco rappresentasse un’inattesa emergenza. Eppure si sa esat-

tamente, già a largo del Mediterraneo, in quanti scenderanno, di che nazionalità sono e se chiederanno asilo.Arrivati a terra inizia un vero e proprio terno a lotto. Puoi finire in un agriturismo gestito da ristoratori che nemmeno sanno cosa vuol dire permesso di soggiorno e dove nessuno parla la tua lingua o alme-no l’inglese. Se sei più fortunato, finisci in un centro che già il governo aveva utilizzato per l’emergenza nord africa e quindi gli operatori magari sanno cosa significa richiesta di asilo.Puoi aspettare da uno a sei mesi prima di essere trasferito in un centro dove poter avviare la procedura per la rego-larizzazione. Intanto sei ‘parcheggiato’.

Il 60% delle persone arrivate ad Augusta hanno lasciato l’Italia, sono siriani ed eritrei, non vogliono restare qui. Augusta rappresenta solo un punto di passaggio verso il nord Europa. Spesso sono i pa-renti che arrivano fin qui in macchina a prenderseli. Se invece sei un minore straniero non accompagnato cambia tutto. Una volta sbarcati, i MSNA (minori stranieri non accompagnati) vengono affidati alle politiche sociali del Comune di arrivo e - nell’impossibilità di collocarli in strutture adatte - vengono sistemati in via ‘emergenziale’ presso strutture estemporanee dove dovrebbero fermarsi 72 ore, ma rimangono per mesi e mesi.Da febbraio a luglio 2013, a fronte di 860 minori sbarcati solo 6 tutele legali sono state avviate, seguendo la prassi di affidamento ai responsabili delle Comu-nità o, peggio, al Sindaco.Centinaia di minori sono scappati, con il rischio di essere coinvolti in circuiti di sfruttamento e tratta.L’Arci di Siracusa, insieme all’Asgi, ad altre associazioni e a cittadini sensibili ha contribuito alla formazione della ‘Lista di tutori per MSNA’, aperta presso il Tri-bunale di Siracusa in agosto e costituita in origine da 40 tutori volontari. Dal giorno in cui sono state aperte le tutele, non appena sbarcati i MSNA vengono segnalati dalla Questura al Giudice Tu-telare del Tribunale di Siracusa, il quale a sua volta provvede all’apertura delle tutele legali, assegnando il minore a un tutore personale.Il destino di centinaia di MSNA è così cambiato e sono diminuiti di molto i casi di allontanamento.I tutori, riuniti in un associazione, svol-gono un ruolo fondamentale per l’acco-glienza dei MSNA: li accompagnano nel percorso di regolarizzazione nel territorio, nell’orientamento ai servizi e, una volta individuato il loro progetto migratorio, li aiutano a realizzarlo. L’Arci offre ai tutori un supporto legale e la mediazione culturale. Adesso non sono più un numero identificativo da collocare. Gli oltre mille minori che in un anno passano dal nostro sportello ci raccontano la loro storia, il loro progetto migratorio e, grazie anche al nostro supporto, spesso lo realizzano, trasformando in realtà il sogno di giocare in una squadra di calcio, o di avere una famiglia, o di sentirsi finalmente protetti e realmente accolti.

Quando le persone diventano ‘numeri’

L’Arci aderisce all’iniziativa ‘Da Rifugiati a cittadini. Cronache di quotidiana convivenza’In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, 20 giugno, l’Arci ha aderi-to all’iniziativa Da Rifugiati a cittadini. Cronache di quotidiana convivenza che si terrà il 18 giugno alle ore 12 presso la Sala Verde di Palazzo Chigi, promossa da Unar – Ufficio Naziona-le Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con Anci -Servizio centrale dello SPRAR. Repubblica.it è media partner dell’i-niziativa.L’iniziativa consiste in un contest diret-to a giornalisti di cronaca locale (anche on line) che sono invitati a contattare i centri SPRAR (associazioni e Comu-ni) del loro territorio per conoscere e raccontare storie di rifugiati che, alla fine del soggiorno nel centro, abbiano deciso di rimanere sul territorio, avendo

trovato un lavoro o una casa o entram-bi. L’obiettivo è quello di promuovere un’azione positiva volta a favorire una migliore rappresentazione dell’universo dei rifugiati, partendo proprio dalla importante responsabilità che i media hanno in questo ambito. Esiste, così come testimoniato dagli operatori dello SPRAR, una realtà di integrazione e convivenza che non è raccontata perché non ritenuta inte-ressante. Con questa iniziativa si vuole dar voce a questa realtà e a quanti ne sono protagonisti per dimostra-re che la conoscenza e la vicinanza ‘accompagnata’ e ‘mediata’ possono prevenire e contrastare il razzismo e la discriminazione.Gli articoli saranno pubblicati a livello locale ed i migliori saranno pubblicati su Repubblica.it

di Simona Cascio presidente Arci Siracusa

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20143 mondiali2014

“Não Vai ter Copa!”L’altra faccia dei Mondiali

Iniziano i Mondiali in Brasile e sorpren-dentemente ‘il paese del calcio’ è diviso tra critici ed entusiasti. Sicuramente non è quello che ci si aspettava quando il paese fu selezionato per ospitare l’e-vento, quando l’assegnazione da parte della Fifa fu accolta con euforia a Rio de Janeiro. Ben diverso è il clima che si respira adesso per le strade della stessa città. Molte cose sono successe, ma soprattutto il ricordo delle ‘giornate di giugno’ è ancora forte e alcuni sperano che la presa delle strade si ripeta, altri sono invece preoccupati che questo possa rovinare la festa. In ogni caso, la Fifa ha già perso in Bra-sile. Non a livello di introiti economici, che come sempre saranno altissimi, ma per le proteste che le hanno assestato un duro colpo. È probabilmente que-sto il maggiore segno che i mondiali lasceranno. Di certo la preoccupazione sulla possibilità di poter manifestare liberamente, viste le rigide regole in materia di sicurezza della Fifa, genera frustrazione e scoraggia le persone che si sono riversate per le strade a giugno e ottobre dello scorso anno. Come dare continuità a questo movimento critico che, cogliendo l’occasione dei Mondiali, sta contestando in massa il modello di sviluppo del nuovo Brasile? Un modello tanto più scandaloso vista la storia di democrazia partecipativa del paese e che manifesta ora tendenze colonialiste in Africa o all’interno dei Brics, tanto da far parlare di «Imperialismo Brasileiro».Come garantire a queste persone il loro diritto a protestare, dentro allo stato di eccezione che la Fifa porta ovunque con sé? Uno stato di eccezione fatto di viola-zioni di diritti sociali e umani, di repressione, di intrecci tra interessi pubblici e privati tol-lerati e a volte fomentati dallo stesso governo.Il popolo brasiliano ci sta pro-vando, ma tutto sarà diverso quando ci sarà il fischio d’inizio nello stadio Itaquerão di São Paulo. Il movimento anti-mondiali, che si è saldato al movimento che critica le politiche pubbli-che, spaventa in governo, so-prattutto in un anno elettorale.

Il Brasile è chiamato al voto a ottobre e se inizialmente l’assegnazione dei Mon-diali era visto come positivo nella corsa al voto, gli accadimenti dell’ultimo anno lo rendono una lama a doppio taglio. Il movimento anti Mondiali ha ori-gine, almeno a Rio, nel 2010 quando in occasione del Forum ONU-Habitat vari movimenti sociali di lotta per la casa cominciarono a organizzarsi per denunciare, nel Forum Sociale Urbano, gli sfratti massivi e violenti che stavano diventando sempre più frequenti nella città e nel paese. Movimenti, intellettuali e ong che avevano partecipato a quel processo diedero vita alla ‘Articolazione Nazionale dei Comitati Popolari dei Mondiali’. I comitati, che lavorano in rete, produssero un dossier nazionale,

Megaeventi e violazioni dei diritti umani in Brasile. Il comitato di Rio de Janeiro, oltre alle questioni relative ai Mon-diali, si occupa anche delle violazioni relative alle prossime Olimpiadi 2016 e ha lanciato due dossier, l’ultimo dei quali presentato pubblicamente nella piazza della Cinelandia venerdi scorso (http://rio.portalpopulardacopa.org.br/?p=2921). Dopo la presentazione del dossier, il Coletivo Ocupa Copa - un progetto di comunicazione popolare che unisce gruppi musicali e artistici, collettivi culturali, media attivisti, movimenti sociali e attivisti indipendenti nella costruzione di una politica comune per la Coppa del Mondo 2014 – ha lanciato il Manifeste!, un evento da riprodurre durante l’intero mondiale. La proposta è di creare un ‘territorio libero dalla Fifa’, dove «diamo il benvenuto a cibo e bevande prodotte e commercializzate localmente, a tutti i venditori ambulanti e a ogni tipo di prodotto fatto in casa, o da cooperative» si legge nella pagina fb del gruppo. In una città in cui l’economia informale rappresenta una grande parte del sostentamento per molte famiglie, il dichiarato appoggio ai camelôs, come vengono chiamati i venditori informali in Brasile, contro le severe restrizioni imposte dalla ‘Lei Geral da Copa’ signi-fica una presa di posizione molto forte da parte della cittadinanza. Varie sono le azioni organizzate per giovedì contenute nel documento Il nostro Mondiale è nella strada. Il con-centramento della manifestazione sarà alla Chiesa della Candelaria, luogo sim-bolico legato al massacro dei bambini di

strada avvenuto nel 1993, per percorrere la principale arteria del centro città. Parallelamente una ‘biciclettata FUCKFIFA’ dal centro si sposterà nella zona sud, sul lungomare di Copaca-bana per un’azione di protesta. Diverse sono le proposte, diver-se le forme e diversi i linguaggi, ma tutti uniti da obiettivi co-muni, per un Brasile con meno disuguaglianze e più giustizia sociale.

[email protected]

di Laura Burocco collettivo Media Dissidente, Brasile

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20144 cultura

La Musica in mezzo al guadoArci, AudioCoop e gli Amici della Musica, in collaborazione con il Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti, Cemat, Fo-rum Nazionale per l’Educazione Musicale, I-Jazz, Rete dei Festival, SmartIT, Left e altri promuovono, in occasione della Festa della Musica, un incontro tra gli operatori del settore e i parlamentari di Camera e Senato per fare il punto sulla normativa esistente, promuovere nuovi e puntuali provvedimenti, sviluppare nuovi ambiti di intervento.Anche il mondo della musica soffre del periodo di crisi che sta attraversando l’Ita-lia. La fotografia del Paese fatta dall’Istat certifica ancora una volta una contrazione dei consumi e degli investimenti. La musica è uno dei settori più interessanti

del sistema culturale del nostro Paese. Settore che cerca di trovare una sua sostenibilità economica e nuovi percorsi per sostenerne la pratica, la formazione musicale, l’aumento della partecipazione culturale delle persone. Progetti inno-vativi e grande capacità di adattamento contrastano la debolezza dovuta a gravi ritardi del settore e alla diminuzione del sostegno pubblico. Il governo, già dallo scorso decreto legge ‘Valore Cultura’, ha posto le basi per nuove opportunità come quella di usufruire di spazi demaniali per la nascita di luoghi dedicati alle arti, sgravi alle opere prime dei giovani mu-sicisti, semplificazione dei live di piccoli concerti, un rinnovamento del FUS , un aggiornamento dell’equo compenso per

la creatività, la depenalizzazione del reato di disturbo di quiete pubblica.Si registrano anche altre interessanti iniziative legislative del Parlamento, come la proposte di legge sulla formazione musicale, sulla raccolta dei proventi da diritto d’autore, sulla creatività giovanile. Di tutto ciò si discuterà nell’incontro del 18 giugno che si terrà a Roma. Aprirà i lavori Carlo Testini, responsabile politiche culturali Arci, insieme a Roberto Pietrangeli degli Amici della Musica. Alle 12 Giordano Sangiorgi presenterà Mei 2.0 - Il Meeting delle Etichette Indipendenti, che festeggia i suoi 20 anni e si terrà a Faenza dal 26 al 28 settembre.

Festa della Musica, le prime iniziative ArciMACERATADal 12 al 14 giugno la Festa della Musica, che invade non solo gli spazi del centro storico ma anche i quartieri di Macerata. Molti i gruppi che si succederanno nelle strade del centro storico e in via Aleandri, vicolo della Nana, zona Fontemaggiore, fino ad arrivare al circolo Arci di Rio-ne Marche. Ricco il programma curato dal circolo Arci Terminal, organizzato in collaborazione con la cooperativa so-ciale La meridiana. Tra i nomi di spicco, la maceratese Beatrice Antolini, che si esibirà nell’insolito spazio dell’emiciclo Torri, Sick Tamburro (ex dei Prozac +) e Fuzz Orchestra.

RIMINIPer la prima volta, si terrà anche a Rimini, sabato 21 giugno, la Festa della Musica, or-ganizzata da Arci Rimini in collaborazione con il circolo Arci Milleluci e il circolo Arci Belleville, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Rimini. Si comincia alle 18,30 con l’esibizione degli Alternative Station, giovane band emergente vincitrice del Milleluci Live Contest 2014. A seguire, musica d’autore con le band di Enrico Gardini, eclettico cantautore e chitarrista riminese; Luca Casali & The Roots Band, altro noto cantautore ri-minese; il ‘folkautorato’ di Riccardo Amedei e les Pastìs, che, attraverso ballate evocative, vira dal folk al rock acustico con qualche contaminazione

di psichedelia. A partire dalle 21,30 si esibirà in concerto la OffCourse Big Band.

CATANIADomenica 22 giugno a partire dalle 20 presso Piazza Carlo Alberto suoneranno - per la prima volta in Sicilia - I figli di madre ignota. Presenteranno il loro nuovo album Bellydancer dopo un lungo tour che li ha portati in Svizzera, Germania, Austria, Ungheria, Turchia, Grecia, Portogallo, Belgio, Olanda, Croazia, Serbia, Bosnia. Per tutta la serata, banchetti, bar, ‘arru-stiemangia’, antirazzismo, aggregazione, divertimento. L’evento, organizzato da Arci Catania, Arci Melquiades, RadioMatria, è ad ingresso libero.

CASTEL MAGGIORE (BO)Il vecchio treno del Blues sferraglia per la prima volta a Castel Maggiore, per celebrare la Festa della Musica con due serate straordinarie.Lo Sputnik Blues Festival è un’iniziativa dello Sputnik Tom circolo Arci, con il sostegno del Comune di Castel Maggiore e di Arci Bologna. Il 21 giugno alle 20 ci sarà lo Sputnik Contest e alle 21.30 il Luca Colombo Trio. Il 22 giugno si co-mincia alle 20 con il Sara Zaccarelli Blues

Quartet, a seguire la Nick Becattini Band e il Nine Below Zero.Per conoscere tutti gli eventi promossi da circoli e comitati Arci: fb Festa della Musica dell’Arci

La Sede Abruzzo della Scuola Naziona-le di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia si propone di sele-zionare e formare giovani talenti per fornire loro una elevata specializzazione come autori di reportage audiovisivi. Il corso - della durata di tre anni - è costituito da discipline teoriche di base, seminari, esercitazioni, realizzazioni di prodotti audiovisivi su committenza reale e/o simulata e da eventuali sta-ges presso società di comunicazione. Il programma didattico è incentrato su un’idea di reportage audiovisivo che si declini in tutte le potenzialità espressive, spettacolari e comunicative. Il corso in-tende formare nuove figure professionali in grado di coniugare informazione rigo-rosa, creatività e coinvolgimento emotivo. L’insegnamento avrà un carattere emi-nentemente laboratoriale, come nella tra-dizione della Scuola nazionale di Cinema.I candidati dovranno possedere una buona cultura generale e una cono-scenza di base nel campo della ci-nematografia. Dovranno essere mo-tivati e capaci di lavorare in gruppo. Il programma didattico comporta la frequenza obbligatoria. Per la formazio-ne della figura professionale di autore nel campo del reportage audiovisivo, la Scuola nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia mette complessivamente a selezione 12 posti, per cittadini appartenenti all’Unione Eu-ropea e per cittadini extracomunitari (per questi ultimi limitatamente a 2 posti). Invio delle domande entro il 30 giugno.Bando di selezione e domanda di am-missione su www.arci.it

Bando di selezione al corso di reportage audiovisivo

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20145 carovanaantimafie

Il viaggio di Carovananel nord est

La Carovana affronta con tante aspettative il viaggio nel Triveneto. Le tappe degli ultimi anni sono state caratterizzate da un notevo-le coinvolgimento degli studenti e della popolazione in generale, così da farci sperare che anche quest’anno vada tutto bene. Non resteremo affatto delusi.Ci siamo separati a Lecco con una duplice destinazione, a causa di un calendario ‘stretto’ in due mesi e con tante città da attraversare. Alcuni di noi si dirigono a Verona, l’al-tro furgone si sposta da Lecco a Como per incontrare uno dei compagni di viaggio che avevamo lasciato a Pistoia, Yvan Sagnet, protagonista della lotta bracciantile a Nardò.I restanti carovanieri si ritrovano nella città scaligera. Siamo accolti da Miche-la, presidente dell’Arci di Verona e da

rappresentanti di altre associazioni. L’istituto professionale Giorgi rivela l’impegno degli insegnanti e della sua dirigente; gli studenti sono un atlante delle nuove migrazioni, ci sono ragazzi originari di almeno 12 Paesi diversi, alla faccia di coloro che vorrebbero blindare i confini con il filo spinato. Sono ragazzi curiosi, stimolano il dibattito, a tratti lo orientano con le domande sulla convi-venza difficile, sul razzismo che striscia e che, a volte, vola. La carta vincente è un sindacalista ori-ginario del Ghana, calamita l’attenzione della platea che lo vede quasi come un fratello maggiore a cui chiedere le istruzioni per l’uso di un mondo in cui, le diverse culture, si intrecciano contaminandosi.

Mi viene in mente la sigla wasp (white anglo saxon protestant) che caratterizza i razzisti inglesi. Qualche testone, in giro per le città, è convinto che esista un’Italia ‘wc’ (white chatolic), si metta l’anima in pace: la storia corre inevitabilmente in un’altra direzione. A ricordarci che il mondo gira, e con esso le persone, è una donna immigrata…

una dolce signo-ra italiana, che ha vissuto de-cenni in Belgio, prima di torna-re in Patria, per sentirsi di nuovo straniera. Gianpaolo Mu-sumeci, autore di Confessioni di un trafficante di uomini, è stra-ordinario nello spiegare ai ra-gazzi la banalità

del male degli scafisti e di tutti coloro che traghettano donne e uomini per denaro. La riflessione elementare è che se ‘l’agenzia di viaggi’ fosse statale ri-sparmieremmo soldi e soprattutto vite umane. Superata la tappa di Bolzano, la Carovana giunge in Friuli, per proseguire l’ideale filo rosso del nostro viaggio. Siamo nel Parco Ardito Desio, alla periferia di Udine, scelta con lun-gimiranza dagli organizzatori della

tappa. Beppe Casales recita il monologo La spremuta, in cui si racconta della rivolta di Rosarno, in un tempo in cui i braccianti africani hanno preceduto gli italiani nella lotta per i propri diritti e nel contrastare la ‘ndrangheta, proprio come a Nardò (ricordate Sagnet?) contro la Sacra Corona Unita. Antonella e Francesco, responsabili rispettivamente di Arci e Libera, con i sindacati e Avviso pubblico, hanno costruito una tappa ‘da manuale’ per scelta del luogo, degli ospiti, per la sinergia respirata. Un’esperienza che quest’anno si è ripe-tuta in diversi territori.Per noi carovanieri questo viaggio nel nord est si chiude a Nova Gorica, dove ci fermiamo per riposare. Qui c’è un ceppo nei pressi della stazio-ne, c’è scritto che un confine fra Italia e Slovenia è stato cancellato nel 2004. Prima o poi, è solo questione di tempo, sarà così dappertutto.

di Alessandro Cobianchi coordinatore nazionale Carovana Antimafie

Lo spettacolo

La spremutadi e con Beppe Casales

Il 7 gennaio 2010 i migranti che lavorano a Rosarno si ribellano. Gli africani dopo anni di violenze e sfruttamento reagiscono, fanno ciò che gli italiani non fanno da anni: alzano la testa. In due giorni si con-suma tutto: scontri con la polizia, la caccia al nero, e infine lo sgombero. I media nazionali sottolineano che la mafia non c’entra. Ma dire che la mafia non c’entra in Calabria è una

bugia. La mafia c’entra eccome, non solo in Calabria. Nei fatti di Rosarno si concentrano tre nodi fondamentali che stringono al collo l’Italia, e che prima o poi bisognerà avere il coraggio di scio-gliere: il rapporto coi migranti, la mafia e il concetto di lavoro. L’Italia è spremuta da mani violente, da molte mani. Il coraggio di chi non vuole più girare la testa, di chi pensa che vivere esiga più dignità deve essere imitato, non temuto.

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20146 legalitàdemocratica

#fattiuncampo, l’iniziativa per promuovere i campi antimafia in Puglia

Una foto per promuovere i campi anti-mafia 2014 in Puglia, promossi da Arci, Cgil, Spi-Cgil e Flai-Cgil con Libera e in collaborazione con le Cooperative Pietra

di Scarto e AlterEco di Ce-rignola e con Terre di Pu-glia - Libera Terra Puglia di Mesagne. È l’iniziativa #fattiuncampo, lanciata in rete per incentivare la partecipazione all’espe-rienza di volontariato sui beni confiscati nella nostra regione. A metterci la faccia sono i ragazzi d’ogni par-te d’Italia che, negli anni, hanno animato i campi. Ma anche le associazioni, le coope-rative sociali, i familiari pugliesi delle vittime innocenti delle mafie. E tanti cittadini che

stanno rispondendo spontanea-mente all’appello online.Tutte le foto sono raccolte attra-

verso la pagina facebook ufficiale dei Campi antimafia e laboratori della legalità in Puglia. In Puglia, i campi si svolgeranno a Cerignola e a Mesagne. Le iscrizioni sono aperte per i singoli, anche minorenni, e per i gruppi e si raccolgono fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per maggiori informazioni scrivere [email protected]

Campi e laboratori antimafia in CalabriaRIACE (RC)Promossi da Arci Reggio Calabria, Spi Cgil, Cgil, Libera, cooperativa I-chora e Stopndrangheta.it, sono due i campi/laboratori che si terranno a Riace: uno dal 26 luglio al 2 agosto e l’altro dal 3 al 9 agosto.Anche quest’anno, ruoteranno intorno a tre temi: migranti, legalità e diritti e avranno come filo conduttore le dinamiche di resistenza territoriale e di integrazione. Il luogo sede delle attività sarà uno dei borghi più belli della Calabria: Riace ‘paese dell’accoglienza’, che da anni porta avanti percorsi virtuosi di integrazione dei richiedenti asilo. Le mattinate saranno dedicate ad attività laboratoriali in cui i partecipanti affiancheranno i migranti nelle botteghe artigiane del borgo di Riace, saranno guidati al ripristino dei murales a contenuto socio-politico che adornano il borgo, parteciperanno a lavori e iniziative quali la raccolta differenziata ‘porta a porta’ con l’ausilio di asini, introdotta da circa due anni. Grande attenzione verrà riservata al tema dei poteri criminali ed a quello delle strategie di contrasto alla ‘ndrangheta, proponendo delle storie

- spesso dimenticate - di resistenza cul-turale e territoriale, di determinazione e coraggio, storie esemplari di impegno politico e civile.

CONDOFURI (RC)L’Arci Reggio Calabria organizza, per il secondo anno consecutivo, un campo/laboratorio a Condofuri Superiore (dal dialetto greco-calabro: Kontofyria, vicino al forte), in collaborazione con il Comune di Condofuri, la cooperativa I-Chora, Libera Reggio Calabria, l’Agenzia dei Borghi Solidali.Condofuri, comune che esce da una lunga fase di commissariamento per infiltrazioni mafiose, accoglierà i giovani volontari che parteciperanno alla ristrutturazione di una ex scuola elementare che diventerà ostello/presidio di legalità nel territorio. Sono previsti incontri realizzati in colla-borazione con altre associazioni tra cui Legambiente Reggio Calabria, Coordi-namento associazioni area grecanica No Carbone Saline, associazione Look Around You. Obiettivo principale dell’esperienza è diffondere una cultura fondata sulla cittadinanza attiva come strumento di

contrasto alle illegalità diffuse, sul senso civico, operando in Calabria e, al rientro, nei propri territori di appartenenza. Il campo si svolge dal 20 al 26 luglio.

PENTEDATTILO – MELITO PORTO SALVO (RC)Da 7 anni a Pentedattilo - Melito Porto Salvo (RC) ci sono i Campi del Sole, in collaborazione con l’Associazione Pro-Pentedattilo e l’Agenzia dei Borghi Solidali.Per i giovani volontari sarà un’occasione privilegiata per interagire criticamente con i luoghi attraversati, rielaborandone gli stimoli e i messaggi e accostandosi con rispetto e attenzione ai territori da esplorare, con lo spirito di chi sappia cogliere, leggere e scegliere il bello, dei luoghi, delle persone, della persona. Un’ esperienza all’insegna della dimen-sione del sogno, del cambiamento, della realizzazione di ciò che ancora non è ma che dovrebbe diventare regola e fonda-mento di una società realmente a misura d’uomo.Appuntamento dal 27 luglio al 2 agosto.

Per informazioni: [email protected]

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20147 ambiente

In crescita i reati nel ciclo dei rifiuti, contro la fauna e quellinel settore agroalimentareSono 29.274 le infrazioni accertate nel 2013, più di 80 al giorno, più di 3 l’ora. In massima parte hanno riguardato il settore agroalimentare: ben il 25% del totale, mentre il 22% ha interessato invece la fauna, il 15% i rifiuti e il 14% il ciclo del cemento. Il fatturato, sempre altissimo nonostante la crisi, ha sfiorato i 15 miliardi. Sono i numeri di Ecomafia 2014, il dossier di Legambiente che monitora e denuncia puntualmente la situazione della crimi-nalità ambientale in Italia. Un’aggressione ai beni comuni senza sosta che, al massimo, aggiorna la propria geografia e modus operandi. I rifiuti, ad esempio, non finiscono più solo sotto terra, ma anche nei circuiti del riciclo in nero o del finto riciclo, mentre i soldi vengono sempre più incanalati nei circuiti finanziari internazionali. A questo viva-ce dinamismo degli ecocriminali fa da contraltare l’immobilismo della politica. «All’inizio di quest’anno sembrava pos-sibile uno scatto politico in avanti per affrontare finalmente reati ambientali e corruzione con strumenti adeguati. Ma il disegno di legge sui reati ambientali appro-vato alla Camera e quello sulla corruzione attualmente in Parlamento, necessari e non più rinviabili, sono invece, ancora

una volta, bloccati - dichiara il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Senza l’approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel codice penale, che seppure troppo limitata e imperfetta rappresenterebbe un chiaro indirizzo e magari anche un punto di non ritorno nella lotta alle ecomafie, sarà difficile istituire inchieste e colpire gli ecocriminali».Dal dossier di Legambiente emerge una lieve flessione nel 2013 del business delle ecomafie (15 miliardi di euro contro i 16 miliardi dell’anno precedente) e un calo delle infrazioni (-14%), strettamente legato al calo degli investimenti a rischio, passati da 7,7 a 6 miliardi. Una sorta di spending review per cui diminuendo la spesa pubblica diminui-scono anche le occasioni di guadagno per le cosche. Aumentano invece le denunce (28.360, erano 28.132 l’anno precedente) e il numero degli arresti rimane stabile a 160. Nel complesso, il 47% dei reati ambientali registrati nel 2013 è avvenuto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Regioni dove si registra anche il record delle persone denunciate (4.072), degli arresti (51), e dei sequestri (1.339). La regione del centro Italia con più eco-crimini è il Lazio con 2.084 reati, 1.828

denunce, 507 sequestri e 6 arresti, mentre la prima regione del Nord è la Liguria con 1.431 reati.Il ciclo dei rifiuti si conferma come uno dei settori trainanti per il business eco-criminale: 3,1 miliardi di fatturato, con reati in aumento del 14,3%. Ma nel 2013 è da registrare l’eclatante boom dei reati nel settore dell’agroali-mentare che da 4.173 del 2012 passano a ben 9.540 con il raddoppio delle denunce e 57 persone arrestate. Crescono inoltre i reati contro la fauna con infrazioni per commercio illegale di specie protette, bracconaggio e allevamenti illegali. In contrazione del 12,7% invece i reati legati al ciclo del cemento.«Ecomafia 2014 - dichiara la direttrice na-zionale di Legambiente Rossella Muroni– evidenzia un nuovo aspetto delle attività degli ecocriminali che si muovono con strategie sempre più sofisticate, camuffate di legalità, che si espandono verso nuovi settori. È il caso ad esempio del settore delle rinnovabili, dove le organizzazioni criminali investono sempre di più approfit-tando dei prestiti e degli aiuti europei che gli permettono di ripulire i profitti illeciti attraverso attività economiche legali».

www.legambiente.it

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arcireport n. 21 | 12 giugno 201488

In pIù

daiterritori

SUPERCINEMA ESTIVO MODENA Torna il Supercinema estivo in viale Sigonio, promosso dall’Arci Modena. Le prime cinquan-tuno serate di programmazione accom-pagneranno i modenesi fino al 27 luglio per invogliarli a vivere la città anche d’estate con una proposta culturale capace di essere anche popolare. Tra gli ospiti della prima parte della pro-grammazione è di sicuro da segnalare la presenza di Alice Rohrwacher (2 luglio) che presenterà il suo Le Meraviglie premiato a Cannes con il Grand Prix Speciale Giuria, unico riconoscimento all’Italia da parte del festival francese.

www.arcimodena.org

CONTEST CON IL SALENTO FUN PARk MESAGNE (BR) Il circolo Arci Salento Fun Park partecipa al contest promosso da Fondazione con il Sud. Possono partecipare tutti i videomaker (filmaker, visual artist, video fotografi) interessati a raccontare la storia pre-sentata dall’associazione, con qualsiasi tipo di approccio, tecnica o genere e in un tempo non superiore ai 180 secondi. Una giuria di qualità e una giuria popolare sul web individueranno i migliori video e i ‘soggetti’ più inte-ressanti proposti dalle associazioni. Sono previsti riconoscimenti di oltre 15mila euro complessivi. Iscrizioni entro il 13 luglio. www.salentofunpark.com

SULLA VIA FRANCIGENAVITERBO Nuovo appuntamento con il progetto Reimmaginare la via Francigena, progetto promosso da Arci Viterbo in collaborazione con Aucs Vi-terbo, Parole a km0 e altre associazioni presenti sul territorio. Il 14 e 15 giugno si terrà il workshop itinerante diretto da Carola Susani a cura di Raffaella Sarracino

arciviterbo.blogspot.it

FESTA DELL’ESTATE RONCO CAMPO CANNETO (PR) Dal 19 al 21 giugno torna la Festa dell’estate promossa dal circolo Arci Ronco Campo Canneto. Tre giorni di festa, tutti ad ingresso gratuito per i soci Arci, organizzati insieme alla sezione Aido gruppo Sissa Trecasali. Tra le proposte, appuntamenti gastronomici, concerti e spettacoli dal vivo.

fb Arci Ronco Campo Canneto

I due circoli Arci di Senigallia dan-neggiati dall’alluvione del 3 maggio ci invitano a fare presto con la campagna di solidarietà e ci informano sulle loro attività in questo primo mese dopo il disastro. Entrambi hanno subito danni ingenti.A Borgo Bicchia la valanga d’acqua ha rovesciato il bancone bar, ribaltato frigoriferi, spostato il biliardo e ab-battuto pareti in cartongesso. Devono sostituire il bancone bar, tutti i frigo bar, la caldaia, riparare il climatizza-tore, ricomperare un computer. Inoltre devono raschiare, stuccare e ripitturare l’intera sala ricreativa, far revisionare l’impianto elettrico e idraulico, compresi gli scarichi, e sostituire tutte le porte. I danni più ingenti riguardano la cucina, sono andate perse lavastoviglie, cucina con forno e fornelli, il frigo e bollitore cuoci pasta. Sono andati distrutti an-che il biliardo e l’impianto audio per manifestazioni ed eventi. Nonostante tutto, dicono al circolo: «il nostro orgoglio è più forte dell’alluvione, ci siamo da subito adoperati per salvare il salvabile e ripulire la nostra struttura per creare un punto di raccolta per viveri e vestiario per le persone che hanno perso tutto». Si sono subito adoperati, con l’aiuto dell’associazione Gli amici dell’unità, ad attrezzare una cucina da campo per oltre 200 pasti al giorno, a disposizione della persone in difficoltà della frazione, nelle prime tre settimane dopo il disastro. Oltre a questo, il circolo sta aiutando la gente nella compilazione dei moduli danni e sta censendo i residenti del quartiere (per accelerare i tempi del Comune) in base ai tipi di ‘perdita’; sta inoltre valutando, sulla base delle necessità, di procedere ad acquisti col-lettivi di vari beni.

Un aggiornamento sul dopo alluvione a Senigallia

di Arci Senigallia

Mentre lavorano insieme alla frazione, stanno cercando anche di riaprire il circolo a pieno regime il più presto possibile, perché, dicono: «è fonda-mentale che gli abitanti della frazione abbiamo un posto dove ritrovarsi, per esorcizzare la paura condividendo il dramma: sono veramente tanti e tanti i racconti di persone che hanno rischiato la vita nelle loro case e sono state salvate grazie all’intervento improvvisato di vicini o conoscenti».L’altro circolo con danni ingenti, ana-loghi a quelli sopra descritti, si trova nella vicina frazione di Borgo Molino. Qui la ripresa delle attività è più difficile, anche a causa della diversa struttura del quartiere; nemmeno qui tuttavia si è restati con le mani in mano, è stata ripristinata subito in funzione di emer-genza una delle due linee elettriche per tenere illuminato l’esterno del circolo e la tettoia, permettendo ai residenti di riunirsi la sera sotto il portico e condi-videre le cose più urgenti da fare. A tre settimane dall’alluvione, il cir-colo ha organizzato in questo spazio una ‘salsicciata’ per tutto il quartiere, sul prato ancora coperto di fango, per dare un segnale di ripresa e creare un momento aggregativo per i residenti, molti dei quali hanno perso o sono a rischio di perdita di lavoro, visto che per lo più sono impiegati nelle micro aziende dell’area artigianale più colpita.Inoltre, anche nello spazio di questo cir-colo si riunisce il comitato dei residenti che sta coordinando e rispondendo alle necessità degli abitanti del quartiere. Insomma, nessuno aspetta gli aiuti in modo passivo, ma occorre un grande sostegno di tutti per rispondere in modo più adeguato alle enormi necessità. Purtroppo non si conoscono ancora cifre ufficiali da parte del Comune, ma le prime stime indicano in circa 1.250 le famiglie senza casa (circa 4500/5000 persone) e in circa 750 le attività eco-nomiche danneggiate.I circoli danneggiati e il comitato di Senigallia invitano tutte le strutture Arci a offrire il loro sostegno tramite il conto aperto presso il nazionale: IT 51 D 05018 03200 000000174490 Banca Popolare EticaIntestato Associazione Arci ‘Alluvione Senigallia’

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arcireport n. 21 | 12 giugno 20149 società

In redazioneAndreina Albano Maria Ortensia FerraraCarlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Progetto graficoAvenida

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Impaginazione newsletter onlineMartina Castagnini

EditoreAssociazione Arci

Redazione | Roma, via dei Monti di Pietralata n.16Registrazione | Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Chiuso in redazione alle 18.30

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arcireport n. 21 | 12 giugno 2014

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Un grande New Deal per uscire dalla crisi e cambiare l’EuropaIl 7 marzo 2014 il Comitato europeo ha presentato alla Commissione Europea il testo dell’iniziativa dei cittadini europei (ICE) New Deal 4 Europe. Per un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione.La proposta di ICE è promossa e sostenu-ta dal Comitato europeo, che racchiude un ampio schieramento di forze poli-tiche, economiche e sociali: Federalisti europei, Sindacati dei lavoratori, orga-nizzazioni della società civile, Sindaci di importanti città, personalità del mondo della cultura. Si sono costituiti comitati nazionali promotori dell’ICE in Italia, Spagna, Grecia, Belgio, Francia, Lus-semburgo, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria. Sono in via di costituzione Comitati in altri paesi dell’Unione Eu-ropea come ad esempio in Romania. L’obiettivo è raccogliere almeno un milione di firme in almeno sette paesi europei per chiedere alla Commissione europea un provvedimento legislativo che realizzi il Piano, metta fine alla crisi, cambi l’Europa, restituisca la speranza. Come si legge nel testo, «l’unificazione europea ha portato pace, democrazia e

benessere in un continente impoverito e devastato da due guerre mondiali. Oggi, però, l’Unione europea non sa rispondere alle sfide che la investono. Per questo occorre cambiare.Non siamo più disposti ad accettare questa Europa della disoccupazione, del lavoro precario e sottopagato, del taglio delle protezioni sociali, della povertà cre-scente, del declino economico e sociale, della fine delle speranze. Chiediamo una svolta nelle politiche dell’Unione Euro-pea, verso un’Europa della solidarietà sociale, dello sviluppo sostenibile, della democrazia partecipativa. Chiediamo un

grande New Deal europeo per vincere la crisi e riacquistare competitività. Chiediamo gli Stati Uniti d’Europa: non solo un’economia, ma un vero governo comune con responsabilità e poteri condivisi in grado di parlare ‘con una sola voce’ al mondo».Il prossimo 11 luglio si riunirà a Torino il Vertice europeo dei Capi di stato e di governo dell’Unione europea con la presenza dei ministri del lavoro sul tema dell’occupazione soprattutto dei giovani. L’occasione si presta a orga-nizzare una manifestazione che faccia giungere al Vertice le proposte avanzate con l’Iniziativa dei Cittadini Europei. Il 10 luglio, alla vigilia del Vertice, si terrà un convegno internazionale con l’obiettivo di attirare l’attenzione del mondo politico sulle comuni proposte dei Cittadini Europei e di trasmettere al Vertice un documento che le esprima con vigore. Negli stessi giorni saran-no organizzate in molte città europee raccolte pubbliche di firme per l’ICE.Per firmare, scaricare i materiali e avere informazioni: www.newdeal4europe.eu/it

«Noi siamo convinti che il mondo, anche questo intricato mondo di oggi, possa essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo al servizio dell’uomo, del suo benes-sere e della sua felicità». Inizia con questa frase di Enrico Berlinguer la novel graphic a lui dedicata.Arrivederci, Berlinguer è infatti un libro a fumetti, l’o-maggio a una delle figure politiche più amate e rispettate

di sempre, il cui pensiero è ancora di grande attualità e privo di autentici eredi.«Giugno 1984. La mia prima manifestazione senza genitori. Ci sono milioni di persone. È un funerale».Scossa dal ricordo di quel giorno, Elettra rivive la propria iniziazione politica, legata indissolubilmente alla vicenda personale e politica di Enrico Berlinguer. La sua infanzia, insieme alla ricostruzione della storia d’Italia, restituiscono il paesaggio morale di un paese che ancora resiste: Berlinguer è un modello di passione politica autentica, di coerenza e impegno che ancora mobilita, capace di spingere i giovani d’oggi a diventare cittadini politicamente attivi.La sceneggiatura del libro è di Elettra Stamboulis; i disegni sono di Gianluca Costantini. Il libro è edito da Beccogiallo, una giovane casa editrice italiana che progetta, realizza e pubblica fumetti d’impegno civile. Pubblica in otto diverse collane, storie reali, dal carattere sociale e storico, biografie, cronaca estera e nera.

il libroArrivederci, BerlinguerSceneggiatura Elettra Stamboulis Disegni Gianluca Costantini

Edizioni Becco Giallo - Pagine 128 - euro 15,00

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