Cinofili stanchi gen feb 2014

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1 ANNO 3, NUMERO 1 - GEN./FEB. 2014 PUBBLICAZIONE GRATUITA

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Cinofili Stanchi - Bimestrale di informazione cinofila GRATUITO

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IN COPERTINAIN COPERTINAIN COPERTINA

Nativi della Nuova Guinea con i loro cani

Siamo ancora qui con voi per festeggiare un paio di fatti: innanzitutto siamo letti anche in molti paesi stra-nieri e, poiché chi ci legge al di là del confine spesso non conosce la nostra lingua e per questo deve ricor-rere ad un qualche software di traduzione, abbiamo deciso da questo numero di inserire on line una ver-sione in lingua inglese della nostra bella rivista di in-formazione cinofila. La stessa si chiamerà ‘No sillest things ABOUT DOGS’ (Non diciamo sciocchezze sui cani) ed all’interno di essa i lettori d’oltr’Alpe e d’oltre Ocea-no avranno la possibilità di capire finalmente cosa scriviamo senza tanti patemi d’animo dovuti a tradu-zioni parziali dei testi (beh... Sappiamo tutti come spesso i traduttori online traducono!!!). Dobbiamo ringraziare Dora ed il marito statunitense che si sono prestati nella verifica e correzione dei te-sti.

La Redazione

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Editoriale 2 Cani al cinema: Hachiko il tuo migliore amico 4 L'apparato digerente nel cane e sommin.ne di carne cruda 7 Cuccia o box? 9 L’arrivo di un cucciolo 12 Cani, neotenia e realtà scientifica 16 Bello e bravo è possibile? 20 Il giardino, la ‘tomba’ del cane 24 C’è posta per Fido 28 Il comportamento di gioco 29 I cani nella Poesia: Er Gatto e er Cane 32 Umorismo canino 33

 

SOMMARIOSOMMARIO

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diGiovanniPadrone ‐In una fredda sera d'inverno un cuccio-lo si ritrova sulla banchina della stazione di Bedridge. Pochi se-condi dopo è già pronto a sco-dinzolare dinanzi alle scarpe di Parker, un professore di musica di ritorno da un viaggio di lavo-ro, l'uomo dal quale non si sepa-rerà mai più fino alla fine dei suoi giorni. Infrangendo le rego-le di casa che vietano tassativa-mente a qualsiasi cucciolo di tornare a far parte della famiglia dopo la morte dell'ultimo cagno-lino Luke, Parker non se la sente proprio di lasciare il batuffolino di pelo al canile o parcheggiato in stazione in attesa che qualcu-no vada a reclamarlo. Mentre cerca di convincere la moglie a tenerlo con loro e di capire di più sul suo nuovo piccolo ami-

co, l'uomo scopre che non si tratta di un cane qualsiasi ma di un esemplare di razza akita, una particolare e rarissima razza di cani giapponesi gli shogun ad-destrano per la caccia ed i com-battimenti, fedeli e devoti ma per nulla compiacenti agli uomi-ni. Per compiere una qualsiasi azione gli akita devono avere sempre una ragione, un motivo speciale. Non si sa come sia fi-nito nella stazione dei treni di quella cittadina e sul collare ha una targhetta di legno con inciso il suo nome, Hachi, che in giap-ponese significa 8, un numero considerato fortunato per la sua forma armonica, che arriva a toccare il cielo e poi ritorna sul-la terra. Inizia così la storia d'a-more tra Hachi e Parker, fatta di popcorn sgranocchiati davanti alle partite di baseball in tv, di corse, di divertenti siparietti, di barbecue in giardino e di risate.

Ogni mattina Hachi accompagna il suo padrone al treno per poi andarlo ad aspettare alle 17 pun-tuale tutti i giorni sullo stesso muretto, gli basta il rumore del treno da lontano per correre da casa alla stazione ad attendere il suo inseparabile amico. Passan-do sempre per la stssa strada di-venta a poco a poco amico di tutti, del guardiano della stazio-

ne, del venditore di hot dog, del-la signora della drogheria e della commessa della libreria. Una routine che si interrompe il gior-no in cui Parker per la prima volta non scende dal treno e non torna a casa. Durante una lezio-ne il professore viene infatti col-pito da ictus e muore sotto gli occhi dei suoi studenti. Sconvol-te dalla perdita la moglie e la figlia del professore faranno di tutto pur di non far mancare ad Hachi l'amore e le attenzioni che merita ma lui non vorrà saperne di perdere la speranza di rivede-re il suo inseparabile amico tor-

nare a casa e per nove lunghi anni, con la pioggia, con la neve e con il sole, continuerà a torna-re nello stesso posto alla stessa ora in nome di un amore assolu-to e incondizionato.

Lasse Hallstrom americanizza una storia vera che in Giappone è entrata a far parte del folklore e che ha reso un cane, il ve-ro Hachiko, un eroe nazionale

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sin dagli anni '20, epoca in cui un professore universitario di Tokyo prese sotto la sua ala pro-tettrice un cucciolo di akita che anche dopo la morte del suo pa-drone ha continuato ad attender-lo in stazione per 9 lunghi anni. Da allora fu eretta in ricordo di Hachiko una statua di bronzo nel punto preciso in cui il cane ha aspettato invano il suo padro-ne, sono stati scritti libri per ra-gazzi e nel 1987 una produzione giapponese decise di realizzarne un lungometraggio riscuotendo un grandissimo successo di pub-blico.

Dopo qualche flop di troppo fi-nalmente il cineasta svedese a-dottato da Hollywood, riesce a raccontare in maniera delicata e appassionata una storia d'amore assoluto arrivando al cuore co-me accadde per grandi classici quali Chocolat e Le regole della casa del sidro. Solo che stavolta si tratta di una storia vera, di un

amore puro e senza limiti che ha unito un cane e il suo padrone fino alla morte. Il cineasta can-didato all'Oscar ben due volte per la sceneggiatura de La mia vita a quattro zampe e Buon compleanno Mr. Grape sceglie di regalare al pubblico di tutto il mondo questa piccola grande storia d'amore che guarda alla vita con ottimismo e positività che va a pizzicare le corde giu-ste commuovendo anche i cuori più duri.

Coraggiosa sicuramente la scelta di Hallstrom di far ruotare metà film intorno ad un cane, perso-naggio che non parla e non fa altro che ripetere quotidiana-mente le stesse cose tentando di sopravvivere in attesa di rincon-trare il suo amato padrone. Non aiuta ad essere allegri neanche la colonna sonora del film, accora-ta e struggente, decisamente per-fetta per il contesto. Con l'aiuto della soggettiva in bianco e nero che mostra il mondo anche dalla prospettiva di Hachiko, Hal-lstrom si prende tutto il tempo necessario per la costruzione del rapporto tra i due senza tenere fuori lo spettatore da dinamiche e sfumature che spesso sfuggo-no in film di questo gener. I veri eroi sono quelli come Hachiko, quelli che sanno amare, che san-no apprezzare i piccoli gesti, le piccole cose che fanno parte del-la quotidianità, perché niente è per sempre, tutto finisce e muo-re tranne il ricordo delle persone

che si sono amate in vita e del tempo speso con loro. Rinun-ciando alla pomposità sentimen-taloide che spesso contraddistin-gue i suoi lavori, Hallstrom è riuscito stavolta a realizzare una pellicola ricca di realismo, mai ammiccante o ridondante, assai drammatica ma non per questo patetica, con uno stupendo e-semplare di akita come primo attore, un cagnolone dallo sguar-

do furbo e fiero, allo stesso tem-po dolce e pieno di malinconia, dotato di una mimica facciale e di un'espressività davvero fuori dal comune. Consigliato a tutti, cinefili e cinofili, grandi e picci-ni, uomini e donne, a chi ha un cane ma anche a chi non ce l'ha e a tutti quei mascalzoni che in preda a deliri di inumanità e di ingratitudine decidono di disfar-si dei loro amici a quattro zam-pe.

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di Roberto Mannu - L'apparato digerente dei cani è più corto rispetto all’uomo (circa la metà): il cibo viene assimilato ed elaborato in modo diver-so dall'uomo, l’acidità ga-strica è in grado di com-battere i batteri presenti nel cibo. Questo è il moti-vo per cui sono meno su-scettibili ad intossicazione da Escherichia coli, Sal-monella ecc. In natura, gli animali sanno cercare quei cibi che soddisfano le loro esigenze nutrizio-nali. Ad esempio i lupi prima di mangiare il mu-scolo o osso, mangiano il contenuto dello stomaco, il fegato, pancreas e inte-stino, tessuti ricchi di en-zimi fondamentali per la digestione. I Cuccioli del Lupo sono svezzati e mantenuti dal cibo rigur-gitato contenente gli enzi-mi digestivi. L’integra-zione con enzimi digestivi trova indicazione per quei soggetti che hanno diffi-coltà digestive per un e-saurimento pancreati-co. Il trattamento termi-co, modifica o distrugge molte sostanze nutritive importanti - fino al 100% la perdita di alcune vita-mine, fino al 60% la per-dita di alcuni aminoacidi, fino al 10% la perdita di alcuni acidi grassi. Prebio-

tici ed enzimi possono esse-re distrutti. Il calore sui grassi causa ossidazione che porta dapprima alla forma-zione di perossidi e di idro-perossidi e poi di acidi gras-si a catena corta. Inoltre la glicerina che si libera è un composto altamente tossi-co. L’acido linoleico, come il linolenico, preziosi per la sintesi dei fosfolipidi, subi-scono con il calore delle modifiche strutturali che li rendono inattivi. Il grasso cotto ritarda l’assorbimento di calcio, magnesio, ferro e rallenta lo sviluppo delle ossa. Gli animali nutriti con carne cotta vivono me-no a lungo ed hanno minori capacità di riproduzione i-noltre tendono a sviluppare maggiori malattie mentre l’alimentazione cruda rende perfino più agevole il parto.

CARNE CRUDA: BAT-TERI E.... ALTRE ER-RATE CONVINZIONI

Una domanda preoccupa alcuni di voi: "I batteri nella carne cruda (se per caso ne rimangono) fanno male al mio cane?" Si, i batteri della carne potrebbero fare male al vostro cane SE lui avesse un sistema immunitario in-debolito oppure degli altri gravi problemi di salute. Le

diete a crudo vengono an-che accusate di danneggiare il pancreas e i reni, quando in realtà questi problemi so-no già presenti e vengono solo messi in evidenza dal cambio di dieta. Il cane è ben equipaggiato contro i batteri. La sua saliva ha pro-prietà antibatteriche. Contie-ne infatti il lisozima, un en-zima che distrugge i batteri pericolosi. Il tratto digerente è corto e fa transitare il cibo e i batteri velocemente sen-za che questi abbiano il tem-p o d i p r o l i f e r a r e . L’ambiente molto acido del s i s t e m a d i g e r e n t e (diversamente dal nostro) è anche un buon deterrente contro la colonizzazione dei batteri. La gente spesso ri-pete che nelle feci dei cani c’è la salmonella (anche in quella dei cani che mangia-no le crocchette) senza che questi mostrino dei sintomi della malattia, come prova del fatto che il cane è infet-tato di salmonella. Nella re-altà questo prova soltanto che il cane è in grado di far passare la salmonella attra-verso il suo sistema digeren-te senza problemi. Il cane può quindi essere un veicolo per la salmonella, ma la so-

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luzione è semplice: non mangiate le feci del vostro cane e pulitevi le mani do-po che le avete raccolte (incredibile!!!!). Un cane af-fetto da un “avvelenamento da salmonella” non è chia-ramente sano, soprattutto se lo si mette a confronto con un cane che mangia lo stesso cibo ma che è per-fettamente sano. Il primo cane ha subito un “calo” nel suo sistema immunita-rio che ha permesso ai bat-teri di diventare un proble-ma. Per utilizzare la termi-nologia della medicina o-meopatica, questo è solo un ulteriore sintomo di cui l’animale soffre per una malattia cronica. Non solo: le crocchette irritano l’intestino ma forniscono anche un ambiente umido e caldo pieno di zuccheri non digeriti e amidi che sono cibo per i batteri. Questo spiega come migliaia di ani-mali che mangiano mangi-mi soffrono di una malattia chiamata Small Intestinal Bacterial Overgrowth in breve SIBO (Lonsdale, T. 2001. Raw Meaty Bones. pag 85). Al contrario le os-sa carnose creano un am-biente molto ostile per i batteri, dato che sono facil-mente digeribili e non con-tengono carboidrati, amidi

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e zuccheri che nutrono i batteri.

RIASSUMENDO:

- il cibo crudo richie-de masticazione: esercizio essenziale per i denti;

- la necessaria masti-c a z i o n e a s s i c u r a un’insalivazione appropria-ta;

- il cibo crudo preser-va i denti e lo stomaco dai danni del cibo cotto;

- i cibi crudi posseg-gono le giuste proporzioni tra sostanze nutritive e quelle di scarto;

- i cibi crudi tendono ad impedire dannose com-binazioni di alimenti;

- i cibi crudi posseg-gono vitamine, enzimi, sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente assimilabili; - i cibi crudi non pos-sono essere facilmente a-dulterati così come oggi avviene per i cibi inscatola-ti;

- il cibo crudo non fermenta rapidamente.

LA COTTURA INVECE: - distrugge il corredo vitaminico, specie delle vi-tamine termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti natu-rali: elementi che sono alla base delle difese naturali dell’organismo;

- cambia ciò che era organico in inorganico ren-dendolo inutil izzabile dall’organismo; special-mente le vit. B e C solubili in acqua, si dissolvono alla prima cottura;

- causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%;

- la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%;

- produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini, reni, fegato, pol-moni, cuore causando artri-te, reumatismi, gotta, can-cro.

Roberto Mannu Allevatore Cinofilo Ric. E.N.C.I. -F.C.I.

Iscritto Registro degli Addestratori E.N.C.I. Sez. 1 Cani da Utilità

di Davide Bressi - Ci sia-mo, finalmente è arrivato a casa il nostro cucciolo, è stupendo, coccolone, gio-cherellone, un amore! “Sai cara, dobbiamo fargli

una casetta tutta sua. Avrà bisogno anche lui dei suoi spazi e noi in certi momenti avremo esigenza di lasciarlo so-lo e in casa potrebbe fa-re danni o farsi male. Acquistiamo una cuccia o un box?”

In questo numero di “Cinofili Stanchi” parliamo di consigli per gli acquisti. E’ appena passato il Natale, ma per un regalino al no-stro Fido c’è sempre tempo.

Per chi decide di crescere il proprio cane in giardino (tanto poi entra sempre in casa, altro che giardino) ci sono due soluzioni pratiche

che offrono comfort e ripa-ro dalle intemperie. Potete acquistare una cuccia o un box. La prima soluzione la con-siglio a chi non ha molto spazio in giardino e per chi vuole affrontare una spesa economicamente più ridi-mensionata. Una buona cuccia deve essere costruita con materiali di alta qualità, che possa garantire riparo dal sole in estate e mante-nere al caldo il cane in in-verno. La maggior parte delle cucce professionali hanno tutte il tetto realizza-to con materiale coibentato con paratie e pedane in pannelli coibentati o legno impermeabilizzato. In com-mercio vi sono diverse mi-sure e forme. Da evitare sicuramente le cucce in plastica o materiali non termici. Non offrono riparo dal sole e disperdono il calore generato dal corpo del cane. Le cucce non rifi-nite accuratamente, prive di materiale anti-rosicchiamen-to le sconsiglio; altrimenti

la cuccia vi dura da Natale a Santo Stefano, come si suol dire. Posizionatela in una zona di semi-ombra nel periodo estivo, mentre per l’inverno meglio scegliere una zona il più soleggiata possibile. La cuccia offre un vantaggio sicuramente economico co-me già detto in precedenza e soprattutto di minor in-gombro, ma ha anche degli svantaggi rispetto al box. Si presenterà sicuramente l’esigenza di lasciare il ca-ne in sicurezza per qualche ora, magari per separarlo da altri cani per evitare gravi-danze indesiderate durante il periodo del calore.

La soluzione più completa, comoda e sicura, per chi ha

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spazio ovviamente, è il box. Anche in questo caso vi sono in commercio di varie misure e tipologie. Il box vi consente di tenere il vostro cane sempre al caldo e libero di girare al suo in-terno essendo questi di mi-sura nettamente maggiore rispetto ad una semplice cuccia. Personalmente preferisco box con pedana sollevata dal terreno in legno trattato e ricoperto con materiale lavabile e impermeabile per facilitare la pulizia quoti-diana. Box suddiviso in zo-na notte e zona giorno con impianto elettrico e piletta di scarico per far defluire i liquami. La pedana in legno solleva-ta dal terreno garantisce, a differenza del massetto in calcestruzzo, isolamento dalla umidità e freddo in tutte le zone del box. I cani rimarranno sempre caldi. E’ possibile montare all’interno della zona notte un ulteriore piccola cuccia o posizionare dei tappeti per cani. Oppure consiglio piccole pedane riscaldabili alimentate a corrente elet-trica per le zone dal clima

molto rigido al fine di ren-dere ancora più confortevo-le la loro casetta, da posi-zionare anch’esse in zona notte. Il tetto del box ovviamente in materiale coibentato, mentre per le paratie potete optare sia per il coibentato che per il legno impermea-bile. Il restante tutto con rete e porta zincata. Atten-zione alle rifiniture, che siano anti-rosicchiamento come per le cucce. Le misure del box a mio parere non devono essere inferiori a 8 mq complessi-vi, un box 4 metri x 2 metri è più che sufficiente per un cane. E’ possibile aggiun-gere al box uno sgambatoio

ovvero una zona recintata con rete zincata adiacente al box dove il cane può u-sufruire di ulteriore spazio. Una spesa fatta bene all’inizio produrrà sicura-mente un risparmio notevo-le nel tempo e tanto confort e salute al vostro cane.

Davide Bressi Brs Passion Rottweiler Kennel

San Marco in Lamis (FG) http://www.brspassion.it/it/

home-page

10 C I N O F I L I S T A N C H I

ROTTWEILER KENNEL

OF BRS PASSION

Allevamento amatoriale ric

onosciuto ENCI/FCI

San Marco in Lamis (FG)

11

Sito: www.brspassion.it

E-mail: [email protected]

cell. 328-5972631

di Angelo Romanò - Chi

ama gli animali prima o poi

vorrà beneficiare della loro

compagnia, decisione non

facile perché presuppone

una coscienza nel valutare

i cambiamenti che questo

piccolo essere porterà nel

nostro modo di vivere e nel

nostro nucleo familiare; la-

voro, ferie, incontri, week-

end, cambierà veramente

molto di quello che noi da-

vamo per scontato fino a

un minuto prima, Cambierà

sopratutto in meglio per

noi, perché con gioia vor-

remo condividere con il

nostro piccolo amico le e-

sperienze che fino ad ora

facevano parte solo della

nostra routine.

Come gestire al meglio il

suo arrivo? Quali possono

essere gli ostacoli, i peri-

coli che potremo incontra-

re? Come preparare un

luogo a lui non familiare e

nel quale passerà il resto

della sua vita?

Prima di tutto, essendo

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piccolo, dovremo preoccu-

parci di tutti quei pericoli

che per lui potrebbero es-

sere dannosi o addirittura

fatali, quindi la parola d’

ordine è "precauzione";

custodite quindi in un luogo

sicuro tutti quei prodotti

che possono essere nocivi

o pericolosi come ad e-

sempio detersivi, medici-

nali o anche piccoli oggetti

che potrebbe prendere in

bocca per gioco, distrug-

gere con i dentini aguzzi ed

ingoiare.

Leviamo dalla sua portata

tutti questi oggetti e pro-

curiamoci un piccolo gioco

adatto a lui che potrebbe

essere nella sua educazio-

ne.

Secondo aspetto da non

sottovalutare è il cambia-

mento d’ambiente: odori,

rumori nuovi, intensi e/o

diversi da quelli che fino al

giorno prima era abituato a

sentire, i giochi con i fra-

telli e la mamma che di

colpo cessano.

L'arrivo quindi in un am-

biente non familiare al

primo impatto potrebbe

scatenare piccole paure,

soprattutto se molti com-

ponenti della famiglia si

avvicinano, cosa a cui non

è abituato. Cosa fare quindi

per accogliere in modo

meno traumatico il nuovo

arrivato? Facciamoci dare

una piccola coperta (o un

lembo) dall'allevatore sulla

quale lui, i fratelli e la

mamma hanno riposato in

modo tale da traghettare

gli odori a lui noti anche

nel nuovo ambiente. Ponia-

mo il lembo all'interno del-

la nuova cuccia, in modo

che comprenda che quello

sarà il luogo in cui potrà

riposare e sentirsi sicuro,

e lasciamogli esplorare

l'ambiente da

solo.

Se avete altri animali l'ap-

proccio dovrà essere gra-

duale quindi supervisionate

sempre. Quando sarà pron-

to verrà lui stesso a cer-

carvi e voi lo ricompense-

rete con un premio o at-

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tenzioni, rinforzando così

la sua voglia di stare con

voi. Scegliamo un posto

consono al suo soggiorno,

lontano da caloriferi, porte

o finestre perchè troppo

caldo o freddo e sbalzi im-

provvisi di temperatura

potrebbero avere conse-

guente negative sulla sua

salute. Il posto migliore

potrebbe essere in un an-

golo della stanza, dove

possa dormire tranquillo

rannicchiato nella sua cuc-

cia la quale potrà essere

usata anche per riposare

quando si sentirà stressa-

to. Il cucciolo passa la

maggior parte del tempo a

riposare ed è bene che in

questi momenti venga la-

sciato tranquillo. Questo gli

permetterà di recuperare

le energie e sarà pronto

per giocare e divertirsi con

voi. Ricordiamoci di limita-

re il gioco a pochi minuti

alla volta.

Di notte potrebbe sentirsi

solo, visto che prima dor-

miva con i fratelli, e po-

trebbe quindi abbaiare od

ululare per richiamarli. Per

far sì che si senta in com-

pagnia una borsa dell'ac-

qua calda ed un giocattolo

potrebbe essere d'aiuto.

Parliamo ora del trasporto

perchè anche il trasporto

ha una componente impor-

tante nello sviluppo del

cucciolo. Cani non abituati

ad essere trasportati in

macchina potrebbero sof-

frire nel tragitto ed asso-

ciare il viaggio ad una

spiacevole esperienza. Co-

me comportarsi in questi

casi?

Chiediamo all'allevatore di

non farlo mangiare prima

del viaggio, o per lo meno

di limitare al minimo la sua

razione, per non avere

problemi di rigurgito du-

rante il viaggio. Informia-

moci inoltre se il cucciolo è

abituato o meno al traspor-

tino, prezioso strumento

che ci consentirà di por-

tarlo con noi ovunque, se

non è abituato spendiamo

5/10 minuti di

tempo per fargli imparare

ad entrarci con dei premi

lasciandolo anche giocare

all'interno. Questo eserci-

zio va fatto prima di andar-

lo a prendere definitiva-

mente e l'associazione che

si deve ottenere con que-

sto strumento deve essere

un'esperienza più che po-

sitiva. Proviamo dunque a

lasciarlo qualche secondo

a porta chiusa con qualche

boccone all'interno, il tem-

po di mangiare ed apriamo

la porta del trasportino,

aumentiamo poi gradual-

mente il tempo e se possi-

bile lasciamo che si riposi

all'interno. Ricordate che il

trasportino è il

mezzo migliore per

portare il vostro

cane in giro con

voi in quanto sicu-

ro per entrambi.

Prendere in brac-

cio un cucciolo

pauroso o treman-

te potrebbe infon-

dere in lui ulteriore paura.

Le vostre attenzioni ed il

vostro modo di comunicare

in maniera protettiva non

lo aiuterebbero a calmarsi

ma ad avere piuttosto, se-

condo il suo schema co-

municativo, ulteriore pau-

ra.

Ricordiamo di farci dare

dettagli sulla sua dieta per

evitare problemi intestinali

dovuti ad un eventuale

cambio di alimentazione.

Per passare ad un altro a-

limento avremo tutto il

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tempo, per i primi giorni è

meglio continuare l'alimen-

tazione già fornita dall'alle-

vatore. Per quanto riguarda

gli orari, all'inizio attenetevi

agli stessi orari dell'alleva-

tore e gradualmente, di

giorno in giorno spostatelo

verso l'orario più consono

al vostro stile di vita per

piccoli stati ansiosi. L'oro-

logio biologico del cucciolo

è preciso e quando è ora il

cucciolo è pronto per la

pappa. Somministrate la

quantità giornaliera suddi-

visa in 3/4 pasti, così come

era già abituato prima e la-

sciate sempre a disposizio-

ne una ciotola con dell'ac-

qua pulita.

Arriverà il momento in cui il

cucciolo dovrà sporcare, è

più che normale, ma piccoli

accorgimenti ci aiuteranno

a capire quando. Ogni volta

che ha mangiato, ha giocato

o si è svegliato, quelli sono

i momenti in cui maggior-

mente ha lo stimolo ad e-

vacuare. In questi casi, se

non disponiamo di un pic-

colo giardino, aiutiamoci

con una traversina e met-

tendo il cucciolo sopra (o

portandolo in giardino). Se

sporca nel luogo esatto

facciamogli capire con un

"bravo!" che ha sporcato

nel posto giusto, altrimenti

nessun rinforzo, puliamo e

ritentiamo la prossima vol-

ta. Così facendo capirà in

fretta che è meglio sporca-

re nel posto giusto per ri-

cevere attenzioni.

Fate visitare il vostro cuc-

ciolo dal veterinario, entro

un paio di giorni possibil-

mente, per accertare il suo

stato di salute, verificare i

trattamenti fatti come vac-

cinazioni, sverminazioni e

in base alla stagione gli an-

tiparassitari adottai, ma an-

che per instaurare un rap-

porto positivo con l'am-

biente e con lo staff, così

facendo si abituerà alle vi-

site più volentieri. Se vole-

te potere provare a fare u-

na finta visita anche a casa

per abituarlo meglio qual-

che giorno prima di portar-

lo.

Ora siete Voi il punto di ri-

ferimento, il cucciolo vi se-

guirà e farà di tutto per a-

vere la vostra attenzione,

ma dategliela solo quando

si comporta bene. L'educa-

zione è importante, ma

questo lo vedremo sul

prossimo numero. Angelo Romanò - http://www.cuccioliprodigio.it

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di Giovanni Padrone - Findaquando sono entrato in cino‐filia ho trovato un ambientealquanto ostile alle novità.Anch’ionelmiobrevepercor‐so (in fondo parliamo dime‐no di 10 anni) sono passatoattraversoleteoriecheanda‐vanoperlamaggiore,qualilagerarchia,ladominanza,ilca‐pobranco,JeanFennell(CesarMillan mai) e la neotenia,tant’èchesesileggonoimieiscrittisuqualcheforumdidi‐versi anni addietro (2007 e2008adesempio)e li si con‐frontaconciòdicuitrattoda3 anni a questa parte sui so‐cialnetworknoteràunadiffe‐renzaenorme.Questo,perchéinizialmente grazie alla miainesperienza mi affidavo adarticoliscrittidacinofilipiùomeno noti ‘accreditati’ nellanostra cinofilia. Poi, però, ilmio cervello ha iniziato a ra‐gionareper contoproprio edho capito che se ‘qualcosanon suonava la nota giusta’volevadirechec’eraqualcosachenonandava.Percui,vistochenonriuscivoatrovareri‐sposte ai miei dubbi negliscritti di quei personaggi cheoccupano il loro posto nelmondocinofiloitaliano,decisidi cercare altrove. Mi misi,perciò, alla ricerca di articolie testi scientifici che si occu‐pavanodicani.Fucosìchemisi aprì unmondonuovo, pie‐

diretti antenati, i Cro Ma‐gnon). E mi fa piacere chequalche autorità scientificainizi a parlare di questo ar‐gomento, anche se purtrop‐po su altri argomenti siamoancora alle calende greche.Pazienza:ipercorsiculturalirichiedono tempo per svi‐lupparsi ed ho fiducia cheentro la fine del terzo mil‐lennioqualcheulteriorepro‐gressoavverrà.Uno degli argomenti in cuimolti sono ancora fermi a30/40anniaddietro,oforsepiù, è la teoria neotenica oNeoteniacheha l’unicopre‐gio di essere stato il primotentativo pseudoscientificodi dare una classificazioneallevarierazzecanine.Que‐sta teoria, elaborata inizial‐mente da Konrad Lorenz,avevalapretesadiclassifica‐reicanisecondolaloropre‐sunta vicinanza o lontanan‐za alle caratteristiche infan‐tili dei cuccioli di lupo, pro‐genitore del cane. La teoriainizialmente suddivideva icani in quattro gruppi, poiRaymond Coppinger ne ag‐giunse un quinto, quello deicani ‘iperlupini’. Poi, avven‐ne nella secondametà deglianni ’80 del secolo scorsoche il genetista Robert K.Waynepubblicòun suo stu‐dio (Cranial morphology ofdomesticandwildcanids:the

nodirispostecheconferma‐rono i miei dubbi su moltiaspetti che riguardano il ca‐ne.Capii, indefinitiva, leva‐rie cose che non quadrava‐no,aconfermadellemieos‐servazioni sui cani con cuilavoravoointeragivo,inclusiimiei.Eseunavoltaqualcu‐nomideridevaperilmioso‐stenere a spada tratta argo‐menti ‘arcaici’ (senza peral‐trospessononargomentarele ragioni del proprio pen‐siero),oranonridepiù,anziprobabilmente per questepersonesonogiàmoltooltreleloroconoscenze.In tre anniho raccolto circa3000frastudietestiscienti‐ficiedhocompresochesesivuoleparlaredicaniciside‐vedocumentaresuvariedi‐scipline scientifiche.Ho stu‐diato e approfondito attra‐verso le prove genetiche equelle archeologiche e pale‐ontologiche comesianato ilcaneedhocapitochelasto‐riella del cacciatore che a‐dottaicucciolidilupononèaltro che una romantica fa‐voletta senza alcun fonda‐mento: la realtà è che perarrivaredal lupoalcaneso‐no occorse varie decine dimigliaia di anni di evoluzio‐nenaturaleavvenutaincon‐temporanea all’evolversidelle specie umane (prima iNeanderthal e poi i nostri

influence of development onmorphological change ‐1986) in cui smentiva fossepossibile affiancare le variemorfologiecranialidelleraz‐zecanineaimembrigiovanioinfantilidellupogrigio.Fucosì che R. Coppinger, nonpotendo confutare questaricerca, ravvide la sua opi‐nionesullaNeoteniaelarin‐negò,mentrealtritrovaronoun percorso alternativo, oper meglio dire passaronodalpedomorfismo(dalgrecopaedos=bambino)all’etero‐cronia (che corrisponde alladifferenza nell’andamentotemporale dei processi disviluppo fra due organismilegati evolutivamente, unantenato vivente ed unanuova specie che da questosi è evoluta, come nel casodel lupo e del cane). Però,quandounateoriazoppica,oper meglio dire si basa sudatinoncerti,primaopoièdestinataacadere.Ineffetti,anchesedanoièrimastau‐na cosa passata sotto silen‐zio (i complottisti parlereb‐bero di insabbiamento), an‐che questa ultima ipotesi èstata smentita grazie, so‐prattutto, ad una scienziatae ricercatrice allieva dellostesso Raymond Coppinger:Abby G. Drake che con unodei suoi ultimi studi(Evolution and developmentof the skull morphology ofcanids: An investigation ofmorphological integrationand heterochrony) haprovato che non vi sono

analogiefragliassicrani‐ali di qualsiasi cane equellideilupidiqualsiasietà in base a quanto sta‐bilitodaisostenitoridellaNeotenia eterocronica.Ma,naturalmente,nonc’èsolo la dottoressa Drake,affermata ricercatrice ri‐conosciuta in ambitomondiale, a smontarequesta teoria, sotto certipuntidivistaassurda(miricordava un po’ quei dis‐corsi di certi ‘scienziati’ na‐zisti per cui le caratteris‐tiche del volto umano ris‐pecchiavanociòchel’umanoera: se sei un pregiudicatohaiquellafaccialì).Glistudisono molteplici, almenoquanto gli scienziati che lihannoportatiavanti.Nonostante questo, esistesempre uno zoccolo durochenoncredeaprescindereaicambiamenti,quasiche leteorie scientifiche fosseropiù un credo religioso piut‐tosto che la spiegazione delmomento che può variareper l’evoluzione dei mezzitecnici e delle conoscenzeche vengono approfonditenel tempo e si evolvono colpensiero umano. Certo, oggisarebbe alquanto ridicoloparlaredigenerazionespon‐taneadellemoscheodiTer‐rapiatta,quandosisachelemosche hanno un processodicrescitachevadalleuova,allelarve,allemoschestesseelaTerraèungloboimper‐fetto. Ma la fantasia umananon ha limiti. Per cui chi

vuolerestareindietronesu‐birà prima o poi le conse‐guenze.Disicuroladenigra‐zione del nuovo che questipersonaggi hannod’habitude non ne aumentale capacità intellettive. Manoinonsiamoquiperdiscu‐teredioscuripersonaggichesembranofuoriusciredaunafavola dei fratelli Grimm(anche se a loro piaccionomolto le favole), ma per di‐scuteredialtro.Tornando alla neotenia, allafine questa ‘teoria’ risultaessere stata solo qualcosabasatosunulladiscientifico,masullaosservazionediunozoologoedetologochevinseil premio Nobel per i suoistudi sull’imprinting avicolo(edicertononsullesueva‐rie elucubrazioni sui cani).Certamenteglisiriconosceiltentativo di aver cercato inqualche modo di suddivide‐re le razze canine, ma pur‐troppononeralastradagiu‐sta(elozoccoloduro,primao poi, si metterà l’animo in

Rappresentazione della teoria neotenica

A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4

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pace). Ordunque, se non èpossibileclassificare lerazzecanine in base alla loro vici‐nanzaomenoacondizionidigioventùdelloroantenato,illupogrigio,qualepuòessereunasoluzionevalida?Fonda‐mentalmente abbiamo duevie (che probabilmente inqualche punto possono purecoincidere).Laprima,basatasulla vicinanza/lontananzatemporaleaicaniantichi.Il primo gruppo, quello piùvicino ai cani antichi(13.000/15.000 anni fa),comprende le razze origi‐natesi dagli antichi ‘spitz’naturali, ovvero gli spitz/nordici odierni che hannouna storiografia archeolo‐gica documentata (akita,shiba, husky, laika, basenjie dingo, ad esempio) ed ilevrieri (saluki, ad esem‐pio). E poco importa chegeneticamente, se si eccet‐tuanobasenji,dingoesalu‐ki,nonsiapiùpossibiledi‐mostrare la loro antichitàper via degli incroci avve‐nutinegliultimiduesecoli.

Unsecondogruppoèquellocostituito dai molossoidiantichi che apparvero perla prima volta intorno a10.000/11.000 anni fa conl’avvento della pastorizianel Levante Mediterraneo(Turchia e zone limitrofe);cani da guardia alle greggicomeipastoridell’Anatoliaoquellidell’Asiacentrale.

Un terzogruppoècompostodacanichesonostatisele‐zionatiinepocastorica,so‐prattuttonelperiodogreco‐romano:cretanhound,ca‐ne corso, maltese, meliteo,

cirneco,ecc.L’ultimo gruppo è costituitodatuttiqueicaniseleziona‐ti dall’uomo negli ultimidue/tre secoli: dal pastoretedesco, al dobermann, alcarlino.

Però, questa classificazionenon sarebbe comunque ingradodi trovareunpunto incomune, aldi làdella crono‐logia, che potesse spiegaredalpuntodivista comporta‐mentale analogie fra levarierazzeappartenentiadunde‐terminato gruppo. Anzi, allafine sono più le differenzedelle similitudini. Allora, laclassificazione migliore, dalmio punto di vista, è quellaindividuata da Piero Alquati(notocinologodelnostroPa‐ese) ed è probabilmentel’unicachepuòspiegarereal‐mente le differenze compor‐tamentaliesistentifragruppidiversidi razzee le similitu‐dini fra razze diverseall’interno di uno stessogruppo.Eglihaindividuato9profiliormonalifraicanichefannocapoatregruppiprin‐cipali.Dolicomorfi(iper–normali–sub). Cani longilinei, conuna certa ipertrofia mu‐scolare, un profilo ormo‐nale tipicamentecatabolico/tiroideo domi‐nato dall’attività di ipofisi(ormone della crescita) etiroide (chemantiene altoil metabolismo). L’ipofisi,però, per quanto ne so io(avendo studiato endocri‐nologia per altrimotivi distudio) agisce anche sullacrescita muscolare e ditutti gli altri tessutiedor‐

gani ed è per tale ragioneche fra i levrieri, gli uniciad appartenere a questogruppo, annoveriamol’Irish wolfhound, di di‐mensioni molto più grandirispetto al record‐dog inaltezzaGiantGeorge(alanotedesco recentementescomparso). Inoltre, siamaschi che femmine pos‐siedono dei muscoli iper‐troficielunghiedunostra‐to adiposo molto ridotto(colplicometrohoverifica‐to in alcuni ‘atleti’ essereintornoal2/3%dellamas‐sa corporea totale).L’ormonedellacrescitaagi‐sce probabilmente fino aduna certa età (3/5 anni)quando l’ipofisi gradual‐mente smette di produrlo.Citando l’Alquati si puòdi‐reche“...lamaggioreattivi‐tàdialtreghiandole (n.d.a.tiroide e ipofisi) favoriràl’evoluzione delle formecorporeeesprimendorazzecon toracimeno sviluppati(n.d.a. in larghezza) dellanorma esaltando la predo‐minanzadegliarti–costel‐lazione endocrina con pre‐valente azione cataboliz‐zante – tipo costituzionaledi appartenenza: dolico‐morfo. Questa costituzionegenerailevrieroidi.”

Mesomorfi (iper – normali –sub). Laddove esiste il ter‐mine greco ‘mesos’ (=nelmezzo, mediano) abbiamosemprecondizionidiequili‐brio, in questo caso ormo‐nale. I cani mesomorfi (ingenerecanidapastore,ica‐ni nordici/spitz e la mag‐gior parte dei cani da cac‐

18 C I N O F I L I S T A N C H I

cia) hanno un profilo or‐monale in assoluto equili‐brio fra l’anabolismo ed ilcatabolismo.Comesostienel’Alquati“Nelcasodiequili‐brato funzionamento dellacostellazione endocrina,avremo una anatomia cor‐porea dove le dimensionidel torace e la lunghezzadegli arti tendonoadequi‐valersi–tipocostituzionaledi appartenenza: meso‐morfo. Questa costituzionegenerailupoidi,ibraccoidi,i volpinoidi che differisco‐nofraloropiùperlecarat‐teristiche somatiche cheperquellecostituzionali....”

Brachimorfo (iper – normali– sub). Molto voluminosi emassicci, con grandimassemuscolari (dovute ad unaforteproduzionediormonianabolizzanticomeiltesto‐sterone), ma anche adipeperviadiunascarsaattivi‐tà tiroidea.Moltimolossoi‐di nel corsodella loro evo‐luzionehannosubitoancheuna riorganizzazione delcervello,perviadellascato‐la cranica particolarmente‘quadrata’, non riscontrabi‐le negli altri due gruppi dicani.“...Lamaggioreattivitàdi alcune ghiandole(gonadi)favorisce lamassacorporea, esprimendo raz‐zecongrandi toracipredo‐minantisullalunghezzade‐gli arti a costellazione en‐docrina con prevalente a‐zione anabolizzante – tipocostituzionale di apparte‐nenza:brachimorfo.Questa

costituzione genera i mo‐lossoidi”. Così scrivel’Alquati.

I vari ormoni sono coinvoltinei processi psichici e men‐tali, per cui una maggioreproduzione di ormone tiroi‐deodaràorigineacanimag‐giormente reattivi (come ineffetti sono lamaggiorpartedei levrieri), mentre unamaggiorproduzioneditesto‐steroneprodurràdeicanipiùpacatiesicuri.Euncaneme‐somorfo avrà un equilibrioormonale fra i due. Dunque,le differenze caratteriali nonsono tanto dovute ad unapresuntascalaneotenicachela scienza ha largamentesmentito (nonostante le leg‐gende che ancora si leggonoed ascoltano in giro, così è),quanto al profilo ormonaleche una determinata razzapossiede.Esepropriosivuo‐le andare a fondo nella que‐stione, basta documentarsi:gli studi sull’influenza degliormoni sul comportamento(animale o umano) sono in‐numerevoli e facilmente re‐peribilionline.Alcunivengo‐no citati alla fine di questoarticolo,qualcherigapiùsot‐to.Come al solito, ribadisco an‐cora una volta: ognuno è li‐berodicrederealleleggendeche più lo aggradano, mal’unicacertezza in tuttoque‐sto resta la Scienza e tuttociò che riesce a dimostrare:la neotenia, per quanto ri‐guarda i cani, non ha alcunabase scientifica, anzi negli

ultimi30annièstatapresso‐chésmontata,siachesiparlidi pedomorfosi, sia che la sivogliadefinirecomeuneffet‐todell’eterocronia.

RIFERIMENTI:R.K.Wayne‐Cranialmorpho‐logyofdomesticandwildca‐nids: the influence of develo‐pment on morphologicalchangeA.G. Drake ‐ Evolution anddevelopmentoftheskullmor‐phologyofcanids:An investi‐gationofmorphological inte‐grationandheterochronyB.C.Tayloredaltri–Hormo‐nesandthedevelopmentandexpression of aggressive be‐haviorS.H. Liening,R.A. Josephs –Itisnotjustabouttestostero‐ne: physiological mediatorsand moderators oftestosterone’s behavioral ef‐fectsL. P. Aronson,W. J. Dodds –Theeffectofhypothyroidfun‐ctiononcaninebehaviorK. Simpson – The role of te‐stosteroneinaggressionW. J. Dodds – Behavioral is‐sueswiththyroiditis

19

Giovanni Padrone

Educatore cinofilo

Autore dei libri

SUSSURRA AL TUO CANE

E IL CANE DECISE DI

INCONTRARE L’UOMO

A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4

20

di    Marcello  Messina  ‐  

Chi mi conosce sa il fine del 

mio  operato  e  la  scelta  dei 

miei  accoppiamenti  che mi‐

rano al Bello e Bravo ed ov‐

viamente  sano.  Molti 

“colleghi” ed appassionati la 

pensano  diversamente,  sen‐

tendomi  dire  spesse  volte, 

che chi pensa al cane Bello e 

bravo ha solo cani mediocri , 

che meglio un cane con Best 

in  show alla mondiale  e che 

ha  paura  della  sua  ombra 

piuttosto  di  un  cane  eccel‐

lente  in  esposizione  con no‐

tevoli  doti  caratteriali. Cosi 

vista la pausa pranzo ho de‐

ciso di scrivere  il mio punto 

di vista. 

  

Ogni singola razza   è sta‐

ta  creata  e  voluta  dal‐

l’uomo, per  fini utilaristi‐

ci (guardia, difesa, caccia, 

pastorizia,  etc.).  E’  ormai 

noto  il  legame  ancestrale 

fra  l’  uomo  ed  il  cane  e 

del loro sodalizio ed il lo‐

ro prezioso contributo co‐

me  ausiliario  nella  caccia 

e nella pastorizia. 

Ogni nostro antenato, ac‐

coppiava e selezionava  in 

base alle proprie esigenze 

ed  al  proprio modello  i‐

deale d’ ausiliario. Sicura‐

mente  i  nostri  ante‐

nati  non  pensavano  al 

concetto  di  “razza”,  con‐

cetto nato successivamen‐

te quando si incomincia a 

parlare di cinofilia ufficia‐

le. 

Fino  a  quel  periodo  non 

si poteva parlare di razza, 

ma  di  ceppi,  tipi  più  o 

meno fissati nel corso dei 

secoli, ad esempio i nostri 

conterranei   Mastini Na‐

poletani si sono appesan‐

titi rispetto al loro antena‐

to  che  accompagnava  le 

legioni  romane  per  fini 

bellici. 

  

IL  CONCETTO DI  RAZ‐

ZA: 

  

Dal punto di vista zootec‐

nico,  una  razza  è  un 

“insieme  di  individui  fra 

loro  omogenei  per  carat‐

teristiche di tipo e funzio‐

nali,trasmissibili alla pro‐

pria prole”. 

  

Per ottenere questo obiet‐

tivo  è  necessario  tenere 

sotto controllo un pool di 

soggetti  fra  loro  simili  fi‐

no a quando nelle non  si 

ha  omogeneità  nel  corso 

delle varie generazioni. 

Successivamente sono na‐

te l’esposizioni di bellezza 

e  le  gare  di  lavoro,  nate 

dall’esigenza  dei  cinofili 

di  confrontarsi    con  altri 

appassionati  e  per  poter 

sottoporre  i  propri 

“prodotti”  alla  valutazio‐

ne  zootecnica  di  giudici 

qualificati. 

Diversamente  dai  nostri 

antenati cinofili,  la nostra 

attuale  concezione  di 

scindere bellezza e lavoro 

non aveva alcun significa‐

to in quanto un cane bello 

ma che non ferma (nel ca‐

so del setter) , sicuramen‐

te non sarà un cane com‐

pleto,  come  un  border 

collie che non  sa  raduna‐

re le pecore anche se pluri 

campione. 

  

IL SIGNIFICATO DI BEL‐

LEZZA OGGI: 

  

Le gare di  bellezza  come 

anche  le  prove  di  lavoro  

hanno  contribuito  al  mi‐

glioramento  delle  razze 

canine,  potendo  seguire 

delle linee guida nella se‐

lezione del  cane di  razza 

pura  (lo  standard ufficia‐

le)  ,permettendo cosi una 

maggiore  omogeneità  e 

C I N O F I L I S T A N C H I

21

miglioramento delle qua‐

lità naturali. Almeno que‐

sto era il fine iniziale del‐

le competizioni cinofile . 

Oggi invece viviamo ogni 

singolo  evento  cinofilo, 

un  evento agonistico  fine 

a  se  stesso,  dividendo 

spesse  volte  le  due  cate‐

gorie  bellezza  e  lavoro 

per  poter  avere  dei  sog‐

getti con l’esaltazione del‐

le caratteristiche di tipo o 

di  performance  richieste 

ad un  soggetto per poter 

diventare campione. 

Iniziando  a  selezionare 

ogni  singolo  accoppia‐

mento non affidandosi ad 

una  reale verifica  zootec‐

nica  ma  al  campione  di 

moda  che  vince  al  mo‐

mento, a dispetto dei suoi 

difetti,  portando  ad  un 

piano di selezione dettato 

dalla “moda” e non ad un 

miglioramento zootecnico 

e  fissare  le  caratteristiche 

del  proprio  tipo  ideale, 

causando  spesse  volte  u‐

na  esaltazione  del‐

l’ipertipo (soggetti più al‐

ti,  più  pesanti,  maggior‐

mente angolati) per poter 

rendere  il  soggetto  più 

scenico durante le gare di 

bellezza,  non  capendo 

che questo tipo di selezio‐

na  va  a  creare  solo  delle 

caricature della razza che 

si sta allevando. 

Un esempio che mi viene 

in mente quando parlo di 

ipertipo    è  l’  esempio  fra 

un ginnasta ed un culturi‐

sta,  i  muscoli  ipertrofici 

escludendo  il  lato  esteti‐

co:  ma  hanno  una  loro 

funzionalità  pratica??? 

Secondo me no. 

  

IL SIGNIFICATO DI BEL‐

LEZZA IN ZOOTECNIA: 

  

Il  grande  cinologo  Sola‐

ro  , diceva  : “la bellezza va 

oltre  il  piacere  sensoriale, 

cioè orientata verso  il piace‐

re intellettuale”. 

  

Ogni  allevatore  zootecni‐

co  pone  come  suo  tra‐

guardo  di  selezione  di‐

verse  tipologie  di  bellez‐

za,  come  insegna  il  Prof. 

Cornevin,  parlando  di 

bellezza  convenzionale 

(  forma di bellezza detta‐

ta  dalla  moda),  bellezza 

di adattamento  ( è  la  for‐

ma  di  bellezza  più  inte‐

ressante  dal  punto  di  vi‐

sta  zootecnico,  in  quanto 

si  definisce  tale  bellezza 

l’insieme  di  una  perfetta 

sintonia  tra  armonia,  tra 

forma e funzione), bellez‐

za  armonica  (si  riferisce 

alla  giustezza  delle  pro‐

porzioni, come il cinologo 

Solaro insegna). 

  

Per  il  cane,  per  bellezza 

dovrebbe  mirare  ad  una 

tipologia  funzionale,  mi‐

rando a  conservare  le  ca‐

ratteristiche  di  tipo  che 

permettono  il  suo  impie‐

go originario. Pertanto un 

Cane Corso di 60 kg a  li‐

vello zootecnico è un cane 

poco  interessante,  come 

lo è  un Setter inglese che 

non  ha  interesse  per  la 

selvaggina. 

  

Rimanendo fedeli al con‐

cetto  di  bellezza  zootec‐

nica, un soggetto è bello 

se è anche bravo. 

  

LE PROVE DI LAVORO: 

  

Oggi  le  prove  di  lavoro 

dal punto di vista  agoni‐

stico non vanno a selezio‐

nare ed a valutare le varie 

doti naturali del cane, ma 

vanno  a  premiare  la  sua 

velocità d’ esecuzione e la 

sua scenicità. 

A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4

Un  setter  o  un  pointer 

che cacciano con  la velo‐

cità  che  hanno  in  una 

prova,  non  dureranno 

tutta  la mattinata  a  cac‐

ciare;  infatti  le prove du‐

rano pochi minuti  e non 

ore,  come  nella  caccia 

pratica. Invece si dovreb‐

be iniziare a selezionare i 

soggetti  non  per  la  loro 

scenicità  o  velocità  ma 

per  l’intelligenza  e  de‐

strezza  nel  risolvere  i 

problemi. 

  

Il  concetto  di  cane  ai 

giorni nostri è mutato da 

cane  rurale  con  fini  di 

performance a cane di ca‐

sa,  cane  da  compagnia. 

Pertanto sarebbe utile se‐

lezionarli non solo per  la 

ferma o per  il morso, ma 

anche  per  l’equilibrio  e 

l’alta  socialità  intraspeci‐

fica  ed  interspecifica  da 

permetterci  così di poter 

avere un  cane gestibile  e 

sereno  nel  contesto  mo‐

derno. 

  

CONCLUDENDO: 

  

Un  pastore  belga  Mali‐

nois che sa saltare 2 m o 

che morde  da  100  punti 

ma  per  tipo  si  discosta 

notevolmente  dai  canoni 

22 C I N O F I L I S T A N C H I

dello  standard  di  razza, 

sarà  un  bravissimo  ago‐

nista ma non sarà un Ma‐

lin,  come non  lo  sarà un 

pluri  campione  che  ha 

paura del figurante. 

  

Allevare  significa  innan‐

zitutto  non  snaturare  la  

natura del  cane, ma pre‐

stare maggior  attenzione 

alle  sua  qualità morfolo‐

giche  e  caratteriali,  mi‐

rando ad ottenere sogget‐

ti  tipici,  armoniosi,  equi‐

librati, capaci di poter ga‐

reggiare nelle varie disci‐

pline  cinofilo    ‐  sportive 

che  possono  migliorare 

ed esaltare il binomio ca‐

ne‐padrone. 

L’ etica di ognuno di noi 

che  intende  accoppiare 

due soggetti non deve es‐

sere  l’agonismo, ma  il  ri‐

spetto della  razza  che  a‐

ma, mirando al migliora‐

mento delle qualità e non 

alla  loro 

esaltazio‐

ne di per‐

formance. 

  

Il  cane 

bello  e 

bravo  de‐

ve  essere 

un  obiet‐

tivo  zoo‐

tecnico  per  ottenere  un 

soggetto completo. Il tut‐

to  è  possibile  ottenendo 

la  collaborazione  con  al‐

tri allevatori, con  i giudi‐

ci  e  con  i  club  di  razza, 

per  poter  lavorare  in  si‐

nergia,  poter  valorizzare 

meglio  e  migliorare  le 

qualità di razza. 

 

 

 

 Marcello Messina 

Esperto in problemi compor‐

tamentali ‐ Animal Wellness 

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di Debora Segna - Oggi voglio affrontare uno degli argomenti più discussi con i

proprietari di cani: il giardino. Penso che la condanna di molti possessori di cani,

nonché di questi ultimi, sia quella di avere un bel giardino a disposizione, per via

delle motivazioni che spiegherò in seguito. Il giardino rappresenta per la maggior

parte delle persone (profane in materia cinofila), la soluzione ideale per appagare

i bisogni psicofisici del loro animale.

A volte però la percezione della realtà non rispecchia quello che accade effettiva-

mente. Durante il primo incontro con un cliente è mia abitudine fare molte doman-

de al fine di avere un anamnesi dettagliata riguardo la storia del cane, così da po-

ter fare una diagnosi corretta del problema o dei problemi, qualora ce ne fossero

realmente.

Alla domanda “fa uscire mai il cane?” la risposta del proprietario è generalmente:

“Beh, si, ha tanto giardino a disposizione”, oppure “ha un bellissimo giardino, l ’ho

comprato appositamente per i miei cani”, oppure “ho un terreno molto grande, il

mio cane è contentissimo, cosa può volere di più?!?”

La mia contro risposta è che “loro invece hanno bisogno di molto di più!”. I cani,

come gli esseri umani, per sentirsi realmente appagati sia nella mente che nel

corpo hanno bisogno di continui stimoli, come: vedere persone diverse, animali

diversi ed ambienti diversi.

Il mondo del cane è fatto di odori che possono trovarsi nell ’aria ma soprattutto

nei luoghi che esplora. Il vedere luoghi diversi e sentire odori nuovi, rappresenta

una cosa molto importante al fine di prevenire problemi comportamentali. L’ inte-

razione con altri ambienti, che chiamiamo socializzazione ambientale, è la migliore

valvola di sfogo e fonte di crescita per un cane. Se un cane vive costantemente in

un giardino è un cane infelice, dopo un pò di tempo l ’animale conosce alla perfe-

zione ogni angolo ed ogni odore presente in quel luogo, e quando gli stimoli ini-

ziano a scarseggiare o ad essere addirittura assenti ecco che subentra la noia.

La noia non è che l’ inizio di una catena di una serie di comportamenti più o meno

fastidiosi o addirittura gravi che manifesterà in seguito il cane. I problemi più fre-

quenti che si manifestano a causa di una scarsa o assente socializzazione ambien-

tale sono: cane che scava le buche, vasi portati in vari punti del giardino, cavi e-

lettrici distrutti, buchi nella rete, distruzione di qualunque cosa che sia alla portata

24 C I N O F I L I S T A N C H I

del cane, e nei casi più gravi: leccamento di alcune parti del corpo, in particolar modo

delle zampe, grattamento ossessivo, mordicchiamento e automutilazione di parti del

corpo, soprattutto della coda e delle zampe, rincorrersi la coda, anche con possibile

mordicchiamento e automutilazione, girare su se stessi (spinning), camminare sullo

stesso percorso (avanti e indietro, in cerchio). Se questi comportamenti si ripetono

frequentemente sono indice di una vera e propria patologia chiamata stereotipia. A

volte possono manifestarsi problemi di bulimia (assenza di sazietà alimentare), e mol-

to spesso paure, fobie, ansie, stress. Se dovesse manifestarsi almeno uno di questi

problemi ricordatevi che il cane non vi sta facendo un dispetto, come spesso sento

dire ma sta solo manifestando un disagio, quindi sarebbe opportuno intervenire tem-

pestivamente, contattando un educatore-comportamentista per evitare che la situa-

zione degeneri.

Nessun essere vivente è felice di passare tutta la vita rinchiuso in un solo luogo sen-

za poter avere la possibilità di vedere il resto del mondo, ed allora, perché un cane

dovrebbe esserlo? Sareste felici se qualcuno vi rinchiudesse in un giardino tutto il

giorno per tutti i giorni della vostra vita? Per quanto possiate essere affezionati ad un

luogo o amare profondamente un libro del vostro autore preferito, dopo un pò diven-

terebbero comunque noiosi perché l ’uomo proprio come gli animali ha bisogno di sti-

moli diversi per sentirsi vivo. Il benessere mentale è la strada giusta per arrivare a

quello fisico e questo è un diritto inalienabile di tutti gli esseri viventi.

A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4

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28 C I N O F I L I S T A N C H I

Per i vostri problemi quotidiani di ge-stione o per questioni relative ai com-portamenti dei vostri cani scrivete alla e-mail cinofili [email protected] e vi sarà risposto in questa rubrica.

Dal Veneto ci scrive il Sig. Vittorio. “Ho da 4 anni un cane mix collie e qualcos’altro che si mostra affettuoso in tutto e per tutto. Per esigenze di lavoro sono costretto a stare fuo-ri casa 10/12 ore al giorno, tranne il sabato e la domenica. Quando viene lasciato solo in giardino scava le buche e a volte scappa. Ab-biamo provato a frequentare anche un campo cinofilo, ma non c’è stato nulla da fare. Che cosa ci potete consigliare?”.

R. Signor Vittorio, da quello che leggo mi pare che Lei non faccia nulla per at-tirare l’attenzione del Suo cane. Il cane viene lasciato solo in giardino, il cane si annoia e per questo scava buche oppure scappa. Ora, non voglio obbligare nes-suno a fare scelte che magari non piac-ciono, però lasciare il cane solo in giar-dino, nonostante a molti sembri un am-biente ‘naturale’ per il nostro amico a 4 zampe, vuol dire non dargli la possibili-tà di sfogare le proprie esigenze sociali e mentali. Il cane in giardino è come il leone in gabbia. Non avendo modo di liberare col proprietario le proprie e-nergie, trova un modo suo per farlo. Di certo non avrà più talpe nel sottosuolo, se vogliamo trovare un lato positivo; ma avere il giardino che assomiglia ad un campo bombardato è molto sinto-

matico del problema.

Quando si prende un cane bisogna ave-re la responsabilità di capire le sue esi-genze e soddisfarle. Di sicuro, ad esem-pio, non consiglierei mai l’acquisto di un cane a una persona che sta fuori ca-sa 10/12 ore al giorno e limita le intera-zioni col proprio cane ai due pasti quo-tidiani. Di sicuro, un cane da pastore, tanto per fare un esempio, starebbe meglio su in collina a pascolare le peco-re tutto il giorno che stare rinchiuso in casa tutta la giornata senza far nulla. Per il cane, nonostante sia un abitudi-nario, questa è una situazione davvero deprimente.

Le consiglio, perciò, di rivolgersi ad un educatore che sia pratico nella risolu-zione di questo genere di problemi. Di-stinti saluti.

Giovanni Padrone

A.C.C.S.C. RAVENNA

di Giovanni Padrone -

Analizzando le origini del

comportamento di gioco,

ci accorgiamo che fra

tutti i canidi sociali to-

talmente o parzialmente

è presente nelle intera-

zioni sociali che servono

a rinforzare i legami nei

gruppi familiari. Non solo

giocano i cuccioli, ma

anche gli adulti. In parti-

colare, fra le dholes

(Cuon alpinus) dell ’India

è sicuramente l’attività

che viene più frequente-

mente usata nei periodi

di calma, quando non si

deve uscire per cacciare

e mangiare. Ed è quella

che maggiormente influi-

sce nei rapporti affiliativi

fra membri della stessa

famiglia. Il gioco consi-

ste nel darsi zampate e

piccoli morsi, saltarsi

addosso, lottare, rincor-

rersi, scattare all ’

improvviso in una dire-

zione diversa da quella

originale, fingere di at-

taccare per poi fermarsi.

Il gioco avviene in qua-

lunque luogo le dholes

stiano riposando, perfino

dentro a un fiume.

Anche nel cane il gioco

svolge un aspetto molto

importante nel comples-

so dei comportamenti

sociali e ne influenza di

continuo lo sviluppo so-

ciale e l ’apprendimento

per tutta la sua vita. A-

nalogamente a quanto

avviene per le dholes

che, come si è visto

qualche riga fa, usano

per rinforzare i legami

sociali proprio il gioco.

Si tratta di un comporta-

mento che agisce come

mediatore nella forma-

zione di una visuale so-

ciale equilibrata. I rituali

di minaccia e di pacifica-

zione appaiono fin da

quando i cuccioli sono in

grado di vedere e muo-

versi con un certo equi-

librio; non richiedono u-

no sforzo eccessivo nell ’

apprendimento. Basta

guardare come interagi-

scono fra loro i compo-

nenti di una cucciolata di

30/40 giorni ed osserva-

re come essi fingano di

attaccarsi e poi si riap-

pacifichino. Certo, visto

che a quell ’età non sono

ancora in grado di con-

trollare le proprie azioni

può succedere che qual-

cuno si faccia male: un

morso dato troppo forte

può far scaturire il pianto

di uno di loro, ma imme-

diatamente si interrompe

l ’azione e se non si in-

terrompe interviene la

madre a calmare le ac-

que. Considerando il

tempo che occupa questa

interazione, si ritiene

che il gioco agonistico

abbia un ruolo molto im-

portante nello sviluppo

sociale dei cani. Il gioco

dipende da una elevata

29

30 C I N O F I L I S T A N C H I

tolleranza, dall ’affetto e

dalla fiducia che c’è fra

membri della stessa fa-

miglia e questo spesso

serve come modulatore

sociale degli antagonismi

che possono sorgere e-

ventualmente fra membri

dello stesso gruppo: l ’

interazione ludica resta

solo fino a quando i gio-

catori agiscono amiche-

volmente. Però non pos-

siamo considerare il gio-

co solo come una forma

di scambio affettivo, poi-

ché si tratta in realtà di

una attività che serve a

sviluppare le capacità dei

cuccioli senza il rischio

di danni reciproci.

L’agonismo del gioco è

un modo naturale dei

cuccioli per valutare fin

dove i propri limiti arri-

vano ed è una anteprima

all ’ulteriore sviluppo

comportamentale e so-

ciale che avverrà nel

tempo e che produrrà un

cane adulto equilibrato.

Bisogna ricordare che il

gioco serve a stabilire

fra i cuccioli chi può es-

sere un buon compagno

nelle attività ludiche e

chi no. Se la famiglia

comprende anche un pa-

dre (spesso così non è)

egli potrà aiutare la ma-

dre nella formazione e

nell ’insegnamento dei

Figura 1  ‐ Gioco sociale. Durante  le  fasi di gioco  i partecipanti possono simulare comporta‐

menti di minaccia, ringhiando, grugnendo ed abbaiando, scambiarsi i ruoli e non farsi assolu‐

tamente nulla. Nelle foto: Opalino (whippet di 6 anni) e Rubelia (whippet di 4 mesi) interagi‐

scono nel gioco sociale. (Foto by Tania Melnikova© ) 

ordina (al pari di un sol-

datino di fronte al pro-

prio Comandante), ma

anche un cane che vive

una vita sociale rilassata,

tranquilla, idonea al pro-

prio etogramma (parola

tanto amata dalla cinofi-

lia italiana ma che evi-

dentemente ha assunto

un significato differente

dalla sua origine: eto-

gramma sta per campio-

nario dei comportamenti

emessi propri di una

specie animale, inclusi i

comportamenti sociali;

per molti cinofili nell ’

etogramma sono com-

presi solo i comporta-

menti più comodi, quelli

sociali chi se ne frega) e

di conseguenza alla pro-

pria etologia, può essere

ugualmente un animale

che risponde alle esi-

genze del momento, so-

prattutto quando è in

gioco la sua sicurezza.

Ogni cane ha il suo per-

sonale ed individuale ca-

rattere. Possiamo avere

cani che sono degli eter-

ni giocherelloni e cani

che non amano molto

questa attività, cani e-

stroversi e cani intro-

versi, cani amici di tutti

e cani che riservano le

proprie attenzioni sociali

solo nei confronti di chi

con loro convive. Una

regola fissa non esiste.

Se il vostro cane ama

giocare, lasciateglielo

fare. Questo perché co-

stringere un cane a non

esprimere il proprio es-

sere deprime la sua per-

sonalità. E ciò corrispon-

de ad un maltrattamento

psicologico.

propri figli, trasformando

le proprie ‘lezioni’ in di-

vertimento. Solo tenendo

conto di questa naturale

evoluzione il cane quan-

do sarà adulto potrà a-

vere un giusto atteggia-

mento e rispondere cor-

rettamente a nuove ri-

chieste.

Gioco e formazione, in-

cluso l ’eventuale ap-

prendimento indotto dall ’

uomo, non sono cose

contrarie, anzi è il caso

di lavorare in parallelo

con entrambi, poiché

niente crea maggior mo-

tivazione del gioco. Na-

turalmente, i cani gioca-

no anche con i proprie-

tari se questi glielo con-

sentono. Le interazioni

saranno sempre simili a

quelle che avvengono

con i propri simili. Quella

frangia di cinofili che

vede nel cane adulto un

animale che deve sem-

pre essere ‘serio’ , con-

trollato, quasi freddo,

vede un animale che non

esiste. Certo, un cane

controllato è un cane che

fa tutto quello che gli si

Giovanni Padrone

Educatore cinofilo

Autore dei libri

SUSSURRA AL TUO CANE

E IL CANE DECISE DI

INCONTRARE L’UOMO

A N N O 3 , N U M E R O 1 - G E N . / F E B . 2 0 1 4

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Un Gatto soriano

diceva a un barbone:

Nun porto rispetto

nemmanco ar padrone,

perché a l'occasione

je sgraffio la mano;

ma tu che lo lecchi

te becchi le bòtte:

te mena, te sfotte,

te mette in catena

cór muso rinchiuso

e un cerchio cór bollo

sull'osso der collo.

Seconno la moda

te taja li ricci,

te spunta la coda...

che belli capricci!

Io, guarda, so' un Gatto,

so' un ladro, lo dico:

ma a me nun s'azzarda

de famme 'ste cose...-

Er Cane rispose:

Ma io...je so' amico!

ER GATTO E ER CANE

Trilussa

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I nostri collaboratori (educatori, addestra-tori, allevatori e cinofili professionisti) sono presenti a Ovada (AL), Sermide (MN), Castellazzo novarese (NO),Parma, Ravenna, Ancona, Velletri e San Marco in Lamis (FG).

Piemonte: OVADA -AL- cell. 347-5760185

Castellazzo Nov.se -NO- cell. 339-7397499

Lombardia cell. 348-8029763

Emilia Romagna PARMA 346-6964342

RAVENNA cell. 338-1841201

Marche: cell. 338-3787447

Lazio: cell. 338-6523430

Puglia: cell. 328-5972631

Email: [email protected]

Cinofili Stanchi nasce dall’idea di quattro ci-nofili di professione (Marcello Messina, Rober-to Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Pa-drone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il pro-prio regime di vita. ‘Cinofili stanchi’, perché stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia no-strana, stanchi di chi fa marketing sulla igno-ranza delle persone, stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sarà ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.

I FONDATORI

Un periodico cinofilo edito dai C I N O F I L I S T A N C H I

Noi siamo i nostri cani...

CINOFILI STANCHI

SIAMO SU FACEBOOK https://www.facebook.com/groups/cinofilistanchi/

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Cerca di essere una brava persona come il tuo cane pensa tu sia. Per questa e tante altre ragioni non

maltrattare, né abbandonare il tuo migliore amico. Chi maltratta o abbandona un cane

non è una brava persona.