Ciclostyle 3

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maggio 2010 numero 3 / anno 1 aldo losito: per completare la sua tela 33 un patrimonio al matrimonio? 10 esoterismo e superstizione in puglia 24 DEUX Stacca l'inserto: un fumetto scritto e realizzato da fumettisti Pugliesi il matrimonio: valori, spese e storie d’amore … ma l’amore no! foto di: Virginia Frigione - AFI acconciatura di: Smoovy Look

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maggio 2010

numero3 / anno 1

aldo losito:per completare

la sua tela 33un

patrimonioal matrimonio? 10

esoterismoe superstizione

in puglia 24

DEUX

Stacca

l'inserto: un

fumetto scritto

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fumettisti Pugliesi

il matrimonio: valori, spesee storie d’amore

… ma l’amore no!foto di: V

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15rassegna stanca

i laboratori urbani di brindisi, mesagne e fasano

38informabreve

lu funerali. una storia in vernacolo brindisino

34ultrasuoni

dai campi agricoli di ceglie alle piste di formula sae

23scomunicando

fotografia. a lezione di still life

30radici quadrate

carito-caputo. due voci, la stessa storia

Redazione: Via Schiavone, 12

Brindisi0831.529491 / 347.0466197

www.piazzavittoria.net [email protected]

Editore:Vetrine Inedite

(Ass. di Promozione Sociale)Direttore Responsabile:

Serena Passarelli

Impaginazione e Grafica:Stefano Ranalli (Quadra)

Foto:Virginia Frigione

Segreteria di Redazione:Ilaria Passarelli

Stampa:Locopress

Mesagne (BR)In redazione:

Italo BernardiMassimiliano Gatti

Maura GattiEmanuele Vasta

Giovanni MembolaGabriele Ciullo

Virginia FrigioneMonica CucinelliLuciano BarbutiMichele Cavallo

Roberto SpagnolettoLorella Rescio

Luca Riccardi (fumetto)

maggio 2010

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EDITORIALECarissimi lettori,in questo numero di Ciclostyle abbiamo voluto rispondere ad una domanda: perché i giovani preferiscono la convivenza? Una dimostrazione di irresponsabilità come l’opinione diffusa vuole? Se con questo intendiamo che non ci si vuole prendere l’impegno definitivo con l’altra

persona, già questa ipotesi appare inconsistente: la convivenza è di per sé già un impegno con l’altro. Se invece lo vogliamo considerare una conseguenza all’instabilità economica anche qui avremmo da dire che con il matrimonio non cambia l’onere. Infatti, si dovrà comunque avere una casa, pagare le bollette e fare la spesa. Così la convivenza si riduce solo alla scelta, ad una scelta piuttosto che l’altra: quella del matrimonio, civile o religioso che si preferisca. Ma qualcosa di vero c’è. I giovani temono l’idea del matrimonio per i tanti costi che dovranno sostenere. Non meno di 10 mila euro, per un matrimonio organizzato come tradizione vuole. Così abbiamo scelto di guardarci attorno. I commercianti brindisini si sono fatti nostri complici e ci hanno aiutato a capire che, se l’intenzione esiste, si può organizzare un matrimonio dignitoso anche senza spendere necessariamente un patrimonio. Ancora di più se consideriamo che coloro che abbiamo intervistato e più in generale tutti i professionisti del settore della nostra provincia, offrono un servizio di qualità tra i più elevati del Salento (ne rappresentano un esempio Borgo Ducale a Brindisi, Relais la Fontanina a Ceglie M., ecc…). Con questa certezza, abbiamo ricercato due coppie di fidanzati prossimi al matrimonio (una coppia per il rito religioso e una per il rito civile) e abbiamo raccolto i loro pensieri circa spese e organizzazione del grande evento. Giovanni e Antonella, Luigi ed Alessandra, hanno “ufficializzato” la loro unione e sono loro l’esempio vivo di tutta la nostra storia di copertina. Grazie al prezioso contributo di Virginia Frigione dell’Accademia Fotografica Italiana, abbiamo fotografato i momenti più belli della loro unione e ciò ci ha consentito di fare un confronto, se pure fotografico, dei due diversi riti. Quando l’amore c’è, tutto il resto può mancare. Per quell’amore si può fare di tutto ma non prima di essere marito e moglie. E se ci sono i mezzi, quello che manca per consolidare le neo famiglie è la possibilità di inserirsi più stabilmente nel mondo del lavoro, ma questa è un’altra storia… da copertina. Buona lettura.

Serena Passarelli, Direttore Responsabile Ciclostyle

Testata registrata presso il Registro Stampadel Tribunale di Brindisi n. 14/2009

chiuso il 26 aprile 2010

DIETRO LE QUINTE

Stefano Ranalli Grafico Pubblicitario

Luca MontemurroFotografo

Ilaria PassarelliSegretaria di Redazione

CicloStyle è in edicola ed in tutte le attività commerciali a partire dal primo sabato del mese

www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 3

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Davvero i fiori hanno perso i colori? Tanto si dice sui giovani e

sui nostri inesistenti valori. Fandonie da controbattere una ad una? Certo è che un fondo di verità c’è in tutto quello che si dice e si crede perché qualcuno si adagia su quello che è più comodo piuttosto che combattere. Abbiamo chiesto a don Adria-no Miglietta, parroco del Duomo di Brindi-si e profondo conoscitore della realtà dei giovani, di illuminarci sul loro pensiero su alcuni valori importanti quali famiglia, ma-trimonio, convivenza e verginità. Abbiamo scoperto una straordinaria veri-tà: “l’amore, qui, non ha perso i colori”.

Cos’è il senso della famiglia?Per noi sacerdoti vi sono due riferimenti importanti. Il primo è il percorso prematrimoniale di persone che credono nella famiglia e tengono a confrontarsi anche sulla vita semplice di ogni giorno. Essi si ripromettono che non falliranno, aprendosi alla vita di loro probabili figli, continuando un cammino insieme alla chiesa. Nel secondo accenno vi sono le famiglie già costruite per le quali la

chiesa propone incontri più ampi, visto che le abitudini quotidiane ne smorzano lo spirito.A livello quantitativo, le coppie che si sposano sono le stesse del passato?La curia rileva esattamente la percentuale di matrimoni celebrati, ma personalmente posso confermare una lieve flessione anche su Brindisi.Il matrimonio viene ancora considerato un Sacramento importante?Certo! La maggior parte delle coppie tengono molto alla benedizione di Dio.Li incoraggiamo, ma li provochiamo anche, dicendo: “Sicuri di sentirvi pronti?Non sposatevi se non siete sicuri!”Spesso la convivenza è un passo che precede il matrimonio o solo una scusa per non responsabilizzarsi troppo?Da noi molti convivono perché hanno difficoltà nel mettere in piedi una festa dignitosa. Alcuni scelgono il comune, ma nemmeno quel rito è uguale alla convivenza.Quando vengono da noi per sposarsi, i conviventi affermano che il loro amore è cambiato nel corso del tempo. Di fatto anche nel matrimonio bisogna affrontare quel margine di rischio esistente in ogni scelta di vita.

È importante predisporsi a qualsiasi evenienza.La verginità è ancora un valore?La Chiesa dice che si diventa marito e moglie solo quando c’è il Sacramento. Sono molto diffusi i cosiddetti rapporti prematrimoniali, ma non abbiamo un riscontro diretto su tale argomento con le coppie. È l’attesa del matrimonio cristiano che noi professiamo.Molti preferiscono il rito civile perché lo considerano meno dispendioso. Possiamo sfatare questo mito? Non è importante sposarsi in chiesa spendendo un patrimonio, alcuni lo hanno fatto e ne siamo stati felici. Quali sono le spese per una coppia che si sposa in chiesa? La chiesa dice che il servizio dev’essere offerto gratuitamente per le coppie in difficoltà economica. L’offerta uniformata della chiesa è di 130 euro.Chiediamo una spesa fissa per dare orientamento, ma può anche essere libera. Puntiamo a far vivere il cammino nella chiesa di provenienza.Scoraggiamo la scelta della chiesa dal punto di vista estetico con una tassa-deterrente.

L'INTERVISTA

il matrimonio: valori, spese e storie d’amore. la parola a don adriano miglietta

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> segue da pag 3

don adriano miglietta, parroco del duomo di brindisi

tratto

dal

bra

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ALAM

OREN

Ò di

Aris

a

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mando che il matrimonio religioso lo faranno da vecchi, quando l’abito di lei potrà anche es-sere colorato, visto che di bianco basteranno i capelli. Gli ospiti hanno comunque dato impor-tanza all’evento e sono stati contenti di parte-cipare, nonostante non ci sia stata la festa che tutti s’aspettano. D’altronde basta una pizza e birra, quando la grandezza è nell’amore. Il padre di Alessandra si è convinto, accompa-gnandola da Luigi sottobraccio, come si fa in chiesa. È stato lo stesso a proporre il nome di sua nipote, apprezzando un brano di Alessan-dra Amoroso, intitolato “Stella Incantevole”. È proprio Stella che ha reso tutto più splendido, dando ai suoi giovani genitori quel senso di realizzazione che va oltre mille inutili fronzoli. Cimentarsi in quel “si” li ha emozionati parec-chio. Alessandra ha detto “prendo te come sposo”, omettendone il nome, e lo stesso Luigi ha confermato l’intenzione con un sonoro si,

ancora prima che l’ufficiale comunale pronun-ciasse la classica formula. La bellezza di un evento sta proprio in quella semplicità che lo contraddistingue. L’armonia di questa famiglia sarà difesa da una stabilità economica, un nido d’amore e la certezza di vivere a Brindisi senza l’obbligo di emigrare per sopravvivere. Rafforzandosi nell’amore, la piccola Stella, illu-minerà il loro destino.

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Possibilità e volontà nell’amore si fondo-no, non si sa chi inizia e chi prosegue. E quando si parla di sposi promessi, lusso

e modestia si mescolano allo stesso modo, come nel caso di questo matrimonio civile. Sembra quasi una favola quella che i brindisi-ni Luigi Memoli e Alessandra Taurisano han-no scritto nel libro dell’amore. E convolare a nozze, se pur non come sperato, è il giusto epi-logo, non-c h é l’inizio di una vita insieme. Fantasie a par-te, i due appena ventenni sono divenuti marito e moglie. Quasi una tendenza contrap-posta a quella che vede innalzare l’età media degli spo-si. Perché l’amore, quando è forte, supe-ra le difficoltà economiche, l’instabilità la-vorativa e qualun-que “tradizione”. “È stato il classico colpo di fulmine, di quiddi ca ti cchiàp-punu an càpu!!!”, confessa Luigi. Ricorda il suo primo incontro con l’amata Alessandra, avvenuto tra gessi e lavagne dell’I.T.C. Flacco di Brindisi, di come le coloriva il banco coi testi musicali di Max Pezzali, o del cartellone mie-loso che le attaccò sotto casa e che fu strap-

pato, senza indugi, dal padre. Amare significa anche imbrattare un muro con una canzone; Luigi per Alessandra fece anche questo! Lei stessa rivela le difficoltà, l’intesa cresciuta in-sieme ai loro sogni e l’enfasi di Cupido che non ammetteva intoppi. “Reagire ai giudizi avversi è stato un calvario; malgrado tutto siamo arri-

vati al 12 aprile, fatidico gior-no della nostra unio-

ne in Comune”, confessa Lui-

gi. “Il 7 gennaio 2010 è nata la picco-

la Stella, miglior trion-fo della nostra vita”, affermano. Per men-talità molte coppie decidono di sposarsi dopo la nascita di pargoli inaspetta-ti, ma non è stato il caso di Luigi e Alessandra che

a v r eb b er o solenniz-

z a t o la loro

f iamma comunque.

Speravano di sposarsi in chiesa,

ma il lato economico del matrimonio da sogno, si sa, è salato. Non sono riusciti a rientrare nelle spese, malgrado abbiano tentato di smorzare gli agi, in barba ai giudizi universali. Decidendo per l’unione meno formale i preparativi sono stati minimi, veloci ed economicamente alla portata. In futuro Alessandra sogna di indos-sare l’abito da sposa, ma Luigi scherza affer-

“Non c’è niente al mondo che

valga un secondo vissuto

accanto a te che valga un

gesto tuo, un tuo movimento.

Perché niente al mondo

mi ha mai dato tanto, da

emozionarmi come quando

siamo noi, nient’altro che noi.”

Max Pezzali, dalla canzone

“Nient’altro che noi”

RITOCIVILE

pag 6 | maggio 2010 | numero 3 numero 3 | maggio 2010 | pag 7foto di: Virginia Frigione - AFIacconciatura di: Smoovy Look

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EMANUELE VASTA > [email protected]

giovanni martucci e antonella berdicchiahanno superato tutti gli ostacoli convolando a nozze

IL NOStrO "SI", BENEDEttO

DaL CIELO

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EMANUELE VASTA > [email protected]

intrigante, in tv è una strategia di propaganda. La purezza prematrimoniale è un’altra maschera ipocrita.Chissà, magari ci sbagliamo. Quanto avete impiegato per organizzare il matrimonio?Conoscete le wedding planner?Siamo partiti un anno prima. A parte lo sperpero del denaro, crediamo che le wedding planner possano stravolgere di molto i gusti; il bello del proprio matrimonio è personalizzarselo. Avete trovato eccessive le spesea Brindisi?Si. Spostandoci in provincia abbiamo risparmiato soprattutto sul fotografo che a Brindisi ci chiedeva circa 700 euro in più. La medesima bomboniera costava 10 euro e 16 qui. È illogica tanta diversità tra città e paesi. Uno dei testimoni ci ha

regalato la crociera per il viaggio di nozze. Abbiamo pianificato l’intero evento in relazione al nostro budget. I preparativi sono stati curatida entrambi?Si, per ogni dettaglio, ad eccezione delle letture in chiesa e la confettata, scelte da Antonella. Gli inviti li abbiamo consegnati di persona se non altro per vedere l’espressione degli invitati alla notizia. Avete festeggiato l’addio al celibato? Si ma tutti e due insieme e con gli amici più importanti. E per le tradizioni che ruotano attorno all’evento?Qualche nostro parente ci ha istruito sulle più importanti. È essenziale non perderle e tramandarle ai figli. Se sabato diluvia saremo ricchi? (Il matrimonio si è celebrato sabato 10 aprile in una giornata di sole capriccioso, Ndr).

Stiamo smarrendo il valore sacrosanto del matrimonio a causa del merchan-dising sviluppatosi attorno? A Brin-

disi, un dignitoso sposalizio è realmente costoso, oppure è la scusa per tastarne in anteprima il corredo? Giorni prima del loro “grande passo” abbiamo rubato le emozioni di due giovanissimi Romeo e Giulietta sco-prendo così che, quando l’amore c’è non con-ta la sta-b i l i t à e c o -n o -mica. E per organizzare un bel matrimonio l’importante è stare attenti a non inciampare nelle spese.

Chi sarete il 10 aprile 2010?Il signor Giovanni Martucci e la signora Antonella Berdicchia in Martucci. Siete sicuri di intendere e volere questa unione?Mai stati più decisi. Crediamo nel Sacramento del matrimonio e riteniamo di essere abbastanza maturi per sposarci, comprendendo che sarà “l’ultimo soffio” a separarci.

ANTONELLA: Giovanni non manca mai quando penso al futuro, il battito cardiaco cresce.GIOVANNI: È una emozione inspiegabile, dentro senti il traguardo del fatidico si. Una stabilità economica ed un nido d’amore quanto influenzano il

grande passo?Nel nostro caso

per niente, visto che

non abbiamo un lavoro sicuro.

A Brindisi oggi si lavora, domani non si sa. Però la casa c’è già. Quando ci si ama tanto non importano gli splendori, è importante quel vivere assieme che fino ad

ora non abbiamo

mai speri-

mentato nemmeno

in vacanza. La convivenza è un

matrimonio fuori norma, che sicuramente ha un ritorno economico, ma aiuta a riflettere troppo su quell’amore che, nella maggior parte dei casi, muore.Cosa pensate della credenza cristiana riguardo la verginità prima del matrimonio?Chi afferma di esserlo vuole rendersi

L'INTERVISTA

RITO

RELIGIOSO

pag 8 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 9

le foto sono a cura di: Virginia Frigione - AFI

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Questo matrimonio s’ha da fare?

Sarebbe chimerico “sposarne la

causa” con pochi danari? Qual è

il modo per pianificare un connubio e quanto

si spende in media perché sia indimenticabile?

Ce lo raccontano gli interpreti essenziali che si

ingegnano dietro il sipario, coloro che modellano

il matrimonio adatto per ogni tipo di esigenza. Il

merchandising a riguardo è sempre più vario e

dispendioso ma, nonostante la crisi, qui al sud

la convivenza non è ancora radicata come gli

anulari con fede. La zia sborsa, la nonna meno, il

papà piange di gioia e forse anche di miseria.

L’iter non è semplice come nei film.

Prima della cerimonia Dio perdona, le spese no.

Ripristiniamo il puzzle!

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EMANUELE VASTA > [email protected]

i commercianti brindisini ci svelano come organizzare un buon

matrimonio senza sperperi

FIORAIO Ci spiega qualcosa sull’addobbo floreale?Si addobba la chiesa scelta seguendo un limite imposto dal Vescovo che vieta i fiori in alcuni punti. Il fioraio si occupa anche della casa della sposa e del suo bouquet. Spesso chiedono più di un bouquet, destinati al genitore defunto o l’essiccazione per ricordo. Una gardenia o una rosa bianca viene posta all’occhiello del vestito dei parenti importanti, per dare più eleganza. Inoltre, si addobba l’auto degli sposi con fiori scelti da loro che spesso preferiscono rose, roselline ed orchidee. Ci sono delle regole nei costi?Non ci sono regole, un matrimonio non tanto costoso viene a costare sulle 500 euro al massimo. In ogni caso non superiamo i 700 euro.

SALA RICEVIMENTI L'Hotel Internazionale è un punto di riferimento come sala ricevimenti per i futuri sposi brindisini?Poco. La sala ricevimenti è uno dei servizi che offriamo, ma di rado, visto che i brindisini preferiscono festeggiare il matrimonio nelle masserie della provincia. È cambiata la mentalità. Infatti, negli anni ottanta, si festeggiava il matrimonio sul mare, nel ristorante Desirè, all’interno della stazione marittima di Brindisi. Qual è il costo per ogni invitato?Si parte dalle 100 euro che tutti si aspettano, fino alle 180 euro per l’aggiunta di prestazioni d’elite che prevedono anche le famose ostriche e champagne. Non c'è un canone perché ogni coppia ha le sue esigenze ed il proprio budget. In genere chi sceglie di festeggiare qui non dispone di una somma elevata, ma il servizio è comunque di alto livello. Obiettivamente, cosa pensa delle sale ricevimenti a Brindisi?Non esistono. L'Internazionale è l'unica sala ricevimenti, ma non attrae, perché a questi livelli la qualità ed i costi si equivalgono con quelli della provincia. In

altre città pugliesi sposarsi sul mare fa parte del folklore, qui manca una vera e propria location dove mangiare il pesce. Bisognerebbe costruirne una preservando le peculiarità. La tradizione marinara brindisina è una menzogna, perché Brindisi, nonostante sia sul mare, è una città contadina, che ricerca questi costumi. Io mi sveglio al mattino con la volontà di lavorare con passione, per offrire un servizio professionale e di prestigio. Spero sorgano concorrenti.

ABITO DA SPOSAQual è il modo di vestire della sposa di oggi? C'è un forte spacco tra un minimalismo estremo e l’opulenza. Non ci sono vie di mezzo. Oggi va molto il classico-rivisitato. La sposa vuole emergere e per questo sceglie l’abito ampio, stando attenta ai particolari. Si a pizzi e tessuti pregiati come il mikado, la seta degli abiti matrimoniali dei reali spagnoli. Il velo? È alla moda, per questo, è parte fondamentale del vestito. Oggi va molto anche il cappello.Damigelle e paggetti? È ritornata la moda degli abiti della sposa e dello sposo riprodotti fedelmente per i bambini. Quale è la spesa media per l'abito? Un abito può costare dalle 800 alle 2200 euro. Dipende dalla scelta e dal budget a disposizione. Per il rito civile si può optare per qualcosa di più semplice, ma allo stesso tempo raffinato ed elegante. L’abito parte dalle 400 euro. E le scarpe? Si parte dalle 70 euro fino alle 300.

ESTETISTAQuali sono i trattamenti a cui si sottopone la sposa?Solo in occasione del matrimonio la donna chiede trattamenti viso, manicure e trucco ovviamente. In realtà non è radicata la concezione di andare dall'estetista.Trucco discreto o appariscente? Attualmente c'è un'inversione di tendenza.

Anche se il trucco tende sempre ai colori naturali, la sposa chiede la perfezione delle donne da copertina. Il trucco, quindi, è un tipo di trucco correttivo. La spesa che in media affronta la sposa? Circa 200 euro. Ne vale la pena…!

PARRUCChIERE DONNA-UOMOSi dice che la fine di un amore porta innovazioni di look; nel caso del matrimonio si scelgono cambiamenti drastici? La nostra filosofia non comporta finzioni, andiamo a vivere quel momento realmente. Il look non và trasformato, ma valorizzato. Le acconciature rimangono semplici o sono più creative?Ci avvaliamo di tre parametri: lo stile di ogni persona, il tipo di abito che indosserà e se il matrimonio si celebrerà al mattino o in serata. Tutto è soggettivo anche in base alla spesa che si vuole affrontare, soprattutto per i tagli femminili.Qual è il costo per lo sposo ed una spesa media per la sposa?Per lo sposo ha lo stesso costo di una piega da 13 euro. La spesa per la sposa è soggettiva, si va da un minimo di 100 euro ad infiniti orpelli che lievitano il costo fino a 1000 euro. Tempo fa per acconciare una sposa fuori puglia ho richiesto 1500 euro. Ultime tendenze?C’è una rievocazione dello stile anni '30-'40, ed un mix anni '90 per le linee essenziali. Vi è una contrapposizione tra stile romantico, chic e minimale.

ALLESTIMENTI FESTIVICome decorate i matrimoni?Con fuochi pirotecnici rendiamo speciale il taglio della torta. Allestiamo l’ingresso delle chiese con minipalloncini, diamo agli invitati spara palloncini professionali. Altra tendenza è la mongolfiera dopo il lancio dei confetti, può contenere fino a 220 palloncini.I costi?Dipende dal budget. Per i cuori in lattice ed il tappeto in organza arriviamo anche a 1200 euro. Per mongolfiera, spara palloncini e palloncini non più di 250 euro.

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FEDIQuali sono le fedi preferite dagli sposi? La domanda parte dal banco; l’Unoaerre è la migliore griffe sul mercato italiano ed internazionale, scelta da molti sposi. I più giovani cercano nuove linee personalizzabili con brillantini di Damiani o neri di ReCarlo. Comunque la maggioranza degli sposi sceglie le tipiche fedi in oro giallo o bianco. Come oscillano i prezzi?Si parte da 70 euro per le fedi leggere, di tre grammi circa. Poi, in relazione alla domanda del cliente si sale, toccando anche le 400 euro nei casi più esclusivi. Ai testimoni, gli sposini regalano orologi o bracciali che partono dalle 250 euro. Avete notato un calo della domanda?Si presenta un calo d’acquisto, perché la crisi ostacola la realizzazione lavorativa del giovane che tende ad aspettare momenti più favorevoli per sposarsi.

PARTECIPAZIONICosa chiedono gli sposi?La partecipazione tradizionale con i loro nomi e data. Raramente vi inseriscono foto del prefilmino. Quante ne chiedono mediamente?

Circa 70. Col pregiudizio che possano essere cestinate tendono a risparmiare sul tipo di carta ma ne stampano sempre qualcuna in più. I costi?Per partecipazioni classiche, più inviti, bigliettini bomboniera partiamo dalle 170 euro. I prezzi aumentano proporzionalmente alla particolarità richiesta.

FOTOGRAFO Quali sono le richieste?Dipende dal gusto degli sposi. Realizziamo scenette in post produzione per coppie romantiche intenzionate a ricordare il primo incontro. Alcuni sposi scelgono il classico servizio fotografico e filmato con musiche adattate. Qualcuno ci chiede l’album e le gigantografie anche per i genitori. Cosa costa il fotografo?Non posso indicare prezzi precisi perché dipende dalle richieste degli sposi. Un servizio fotografico può costare mille euro ma anche il doppio. Ultimamente c’è una tendenza al risparmio.

VIAGGIO DI NOZZE La scelta degli sposi?

Ci sono coniugi viaggiatori che amano l’avventura di pochi giorni, a prezzi bassi, in svariati posti del mondo. Talvolta scelgono itinerari lowcost, non fa differenza, l’importante è stare assieme. Poi c’è la classica crociera che, se prenotata in anticipo, costa meno. La Costa Crociere è la preferita dagli italiani ai quali consigliamo sempre di viaggiare con compagnie nazionali, per lusso, possibilità di amicizie grazie alla lingua italiana parlata a bordo, e la varietà di tratte da scegliere. C’è chi va a New York come ad Ischia, in Polinesia come a Parigi, con lo stesso entusiasmo. C’è chi sceglie di partire nel prossimo futuro, quando si calmeranno le acque finanziarie.I prezzi?Dipendono dalla disponibilità economica degli sposi. Alcuni con meno di mille euro hanno viaggiato in moto o auto per molti giorni, divertendosi, adattandosi, insieme e felici così. Di crociere ce ne sono di belle e confortevoli a 2 mila euro circa, bevande a parte. Non si può dichiarare uno standard perché ci sono tante varianti e buoni sconto. Bon vojage!

numero 3 | maggio 2010 | pag 11

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L’azienda Todisco Liste Nozze di Brindisi è tra le più longeve nonché importanti aziende nel settore liste

nozze e bomboniere. La realtà imprendi-toriale è presente sul mercato dal lontano 1912. Ben 98 anni sono passati, infatti, dal giorno in cui “Nonno Cosimo” alzò la saracinesca del primo esercizio commer-ciale di componenti elettrici e casalinghi ubicato in Corso Umberto. Nel 1952, l’at-tività passò al figlio Antonio che si trasfe-rì in via Carmine, offrendo anche compo-nenti d’illuminazione, porcellana, cristal-leria e bomboniere. Divenuta “Tutto per la Casa”, l’azienda, nel 1994 succedette a Cosimo Todisco, figlio di Antonio scom-parso prematuramente. Ad oggi, Cosimo si avvale della collaborazione di suoi assi-stenti storici, della moglie e della madre. Nella convinzione che circondarsi di cose belle migliori la vita, Todisco replica a que-ste nostre indiscrezioni.

Secondo lei, le coppie che convolano a nozze sono diminuite?No, purtroppo sono meno le liste nozze, ma le coppie che si sposano restano sempre nella stessa percentuale. Secondo lei è aumentata l’etàmedia delle coppie?

Quale era e quale è? Perché?Si, a causa della crisi lavorativa l’età media è dopo i 30 anni. In passato, già a 23 primavere ed anche meno si decideva di sposarsi. Comunque, ultimamente si preferisce andare a convivere,

per questo l’incrocio di fedi ritarda.Come sono cambiate le richieste degli sposi nel tempo?Anni fa era molto usata la preferenza di primo servizio di piatti e calici importanti. Oggi, gli sposi li scelgono colorati e preferiscono la roba concreta come i casalinghi. Secondo lei l’attaccamento a famiglia e tradizioni esiste ancora a Brindisi?Si, i valori non sono mutati nel tempo, in questa città, in una ipotetica scala di importanza, sono al primo posto. Quali sono gli articoli preferiti dai giovani sposi?L’argenteria ultimamente è stata soppiantata da articoli più utili, che i giovani sposi useranno per tempi lungimiranti, come ad esempio grandi o piccoli casalinghi. All’interno del negozio abbiamo allestito un angolo dedicato ai quadri ed uno dedicato ai cultori del vino. Qual è la spesa media per bomboniera?Dieci al massimo 12 euro. La confezione è un omaggio che offriamo al cliente.Solitamente, nella lista nozze, che tipo di articoli troviamo in elenco?Oltre agli articoli casalinghi, anche i complementi d’arredo e di illuminazione. Praticamente cose utili per gli sposi e che, comunque, restano nel tempo. Qual è l’articolo preferito dagli invitati?

Il complemento d’arredo perché accompagnerà gli sposi come ricordo per molti anni. Il secondo servizio di piatti, per esempio, viene snobbato.Qual è la spesa media dell’invitato?Un minimo di 100 euro. La spesa è leggermente minore se acquistano un cadeau insieme per la promessa.Quali sono le novità del 2010?Nonostante le cose in bianco o nero vadano sempre forti in questo merchandising, quest’anno sono tornati i componenti coloratissimi, in particolare di colore lilla.A cosa non rinuncerebberomai gli sposi?Fanno gola i componenti elettronici anche se non sono articoli che noi trattiamo. Quali sono le griffe della quale disponete?Wald, Egan, Foppapedretti, Lagostina, Vistosi, Morinox, Brandani, Livellara e tante altre.Cosa contraddistingue la sua azienda, così longeva nel tempo, dalle altre?Di sicuro la fiducia del cliente storico che riconosce da anni la nostra professionalità, la nostra esperienza, la cura della consegna ed il montaggio gratuito a casa. Ci sono novità, rispetto al passato, nella sua idea imprenditoriale?Forse tanti non conoscono l’esistenza del wedding planner nei nostri servizi. Ci occupiamo di organizzare l’intera cerimonia pianificandola nel minimo dettaglio.

L'INTERVISTA

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EMANUELE VASTA > [email protected]

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi SERENA PASSARELLI > [email protected]

un esempio di composizione

cosimo todisco ed i collaboratori

antonio todisco, papà di cosimo

cosimo todisco e le curiosità sul mondo delle liste nozze e delle bomboniere

SUpErStIZIONIE traDIZIONI

ecco quello che può minacciare la nuova vita di coppia

Poco i m -

porta se il “si” venga pronunciato o meno al cospetto di Dio. Davanti alle su-perstizioni, anche i buoni credenti ritornano con i piedi per terra. Superstizioni? Tradizio-ni? Talvolta è meglio non rischiare; assecondare tutto conviene per non mettere in pericolo il futuro della nuova unione. Primo ostacolo: la scelta del gior-no. “Di venere e di marte non si sposa, né si parte”. Ed è proprio questa credenza che di fatto riduce ai minimi termini il numero dei matrimoni celebrati di martedì, giorno che ap-partiene a Marte dio della guerra, e di venerdì, che secondo la cabala è il giorno in cui furono creati gli spiriti maligni. E così tra preparativi e assegni staccati, arriva il fatidico giorno. Non appena svegli, la prima preoccupazione della sposa è il tempo. “Sposa bagnata, sposa fortu-nata”, consola la mamma con il cuore stretto in gola. In realtà non si tratta semplicemente di un vano tentativo di consolare la coppia. La pioggia, infatti, simboleggia la fortuna e l’ab-bondanza che cade generosa sugli sposi così come il riso che viene lanciato all’uscita dalla chiesa. Tra le usanze più seguite vi è l’obbligo di non vedere lo sposo dopo la mezzanotte che precede il giorno del matrimonio. Così come è vietato mostrare l’abito da sposa al futuro ma-rito o guardarsi allo specchio con il vestito da sposa il giorno del matrimonio se non prima aver tolto una scarpa, un orecchino o un guan-to. La tradizione vuole che la sposa porti con sé il giorno del matrimonio sei cose: una cosa prestata: a indicare l’affetto delle persone care che rimangono vicine in questo passaggio dal vecchio al nuovo; una cosa regalata: a ricor-dare il bene delle persone care; una cosa blu: anticamente era il colore che simboleggiava la purezza; una cosa vecchia: che simboleggiava la vita che si lascia alle spalle e l’importanza del passato, che non deve essere dimenticato nella transizione verso la nuova; una cosa nuo-va: che simboleggia la nuova vita che sta per iniziare, indica tutti i nuovi traguardi e le novità che porterà con sé. Così districandosi tra ultimi

preparativi mentre le lancette corrono più veloci del normale, gli sposi giungono in chiesa. Attenzione! Nella malaugurata eventua-

lità le fedi dovessero cadere, le potrà raccogliere solo il sacerdote.E dopo le lacrime arriva la pioggia di riso e lo strombazzare dei

clacson delle auto del corteo nuziale. Sia chiaro che ciò non serve ad attrarre l’attenzione bensì a mettere in fuga gli spiriti cattivi. Il ri-

cevimento si tiene senza tante "formalità" e arriva il momento della distribuzione delle bomboniere e dei confetti. Ed è proprio su questi

ultimi che gli sposi hanno fatto attenzione. Il loro numero è dispari, un numero indivisibile come il matrimonio. Infatti, sono cinque le cose che

non dovrebbero mancare nella vita degli sposi: salute, ricchezza, felici-tà, lunga vita, fertilità e spiritualità. Quindi, il numero dei confetti, varierà

da un minimo di tre a un massimo di cinque. E giunge così il momento di rendere felice e speranzosa colei che afferrerà il bouquet lanciato dalla

sposa. Il bouquet è ultimo omaggio dello sposo prima delle nozze e simboli-camente suggella ufficialmente la chiusura del fidanzamento e l’inizio della

vita a due. L’usanza vuole che il bouquet sia recapitato a casa della sposa direttamente dal fiorista o dal testimone dello sposo. Colei che lo afferra vivrà

con la speranza di ricevere una proposta di matrimonio nei dodici mesi suc-cessivi. Ma non è con un anello al dito che gli sposi possono tirare un sospiro di

sollievo. Dopo aver consumato la prima notte di nozze sul letto preparato la sera prima da due ragazze nubili come simbolo di purezza, lo sposo deve fare l’ultimo

sforzo e varcare la soglia della nuova casa con la sposa in braccio. Gli antichi ro-mani volevano così evitare che la sposa inciampasse perché ciò significava che le

divinità non la volevano accogliere. E se molti pensano che si tratti solo di stupide superstizioni, tutti credono che sia meglio non rischiare!

98 aNNI DItODISCO

pag 12 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 13

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5 CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

Cosa fa esattamente un wedding planner?È un organizzatore di matrimoni, un professionista del settore in grado di fornire un valido aiuto e sostegno alle coppie in procinto di sposarsi.Organizza solo “matrimoni in grande”?Assolutamente no! Il requisito principale di un buon wedding planner è capire quali sono le aspettative degli sposi e superarle ogni volta, rimanendo sempre e comunque in quello che è il loro stile. Perché dite di poter offrire soloil meglio agli sposi?Per poter svolgere questa professione il

wedding planner ha preso contatto con tutte le aziende che operano nel campo. Dopo un'attenta visione di ogni singola ditta ha selezionato cosa è meglio.A livello economico, gli sposi sono avvantaggiati?I numerosi contatti con le ditte permettono di accedere a tariffe esclusive o di venire a conoscere aziende minori ma validissime di cui s’ignorava l’esistenza.Per di più il suo tener tutto sotto controllo impedirà spese gravose ed inutili dettate dall’emotività e la paura di non aver organizzato tutto al meglio.Le decisioni saranno del wedding planner?

Saranno gli sposi a far capire al wedding planner qual è il loro stile e come impostare le nozze.Lui non farà altro che consigliare e mettere in pratica i sogni. Il wedding planner non deve per forza organizzare tutto dalla A alla Z, può anche prendersi cura solo degli aspetti più antipatici e difficili.E se gli sposi dovessero cambiare idea o aggiungere dettagli all’ultimo minuto?L’unica cosa che per noi conta è la felicità degli sposi, costi ricominciare tutto da zero, passare ore al telefono per accontentare anche in quel capriccio dell’ultimo secondo.

L'INTERVISTA

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi REDAzIONE > [email protected]

Organizzare un matrimonio porta

con sé tanto stress e tanta fatica; a

dirlo sono decine di giovani brindisi-

ni appena convolati a nozze.La soluzione arriva dagli Stati Uniti

dove la realtà dei wedding planner

(letteralmente: “organizzatore di

matrimoni”) è piuttosto diffusa.

Questo genere di attività sta emer-

gendo in Italia ma fatica a trovare

spazio soprattutto al Sud, per non

parlare del brindisino. Con Simona

Pino D’Astore titolare di Sposi Amo

Wedding Planner abbiamo deciso

di mettere ordine tra le tante “in-

formazioni” errate sul settore co-

noscendolo meglio.

WEDDINg pLaNNEr:"NO StrESS"

intervista asimona pino d’astore,

titolare di sposi amo

RASSEGNA STANCA - L'ALTRA FACCIA DELLA VERITÀdi LORELLA RESCIO > [email protected]

Prendete una manciata di ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 25 anni, un quartiere in continua espansione ge-

ografica privo di infrastrutture e/o servizi a carattere educativo, un pizzico di fiducia nella teoria della comunità come sistema integrato, non solo in grado di risolvere le proprie problematiche ma di trasformare le proprie criticità in punti di forza, mescolate il tutto e il vostro nuovo centro aggregativo in Via Carena, Rione Sant’Elia a Brindisi, è pronto. Il progetto [email protected] na-sce a fronte di un parola d’ordine, ad oggi ancora poco utilizzata nel territorio brin-disino, ovvero socializzazione. La finalità

principale di questo labo-ratorio è la c r e a z i o n e di un luogo d’incontro e confronto di adolescenti e giovani, luogo dove sviluppare la propria creatività, attraverso m o m e n t i

di gioco, di divertimento ma soprattutto di studio. L’offerta progettuale prevede una gamma di servizi degni di nota caratterizza-ti da un comune denominatore, individuabi-le nella praticità di ogni singola iniziativa, pensata e costruita per il raggiungimento di obiettivi misurabili. Tra i tanti servizi of-ferti spicca uno sportello informativo, at-traverso il quale raccogliere le istanze degli utenti e fornire risposte concrete in tema di orientamento professionale. Lo sportello, insieme alle varie iniziative poste in seno al laboratorio, qualifica questa idea pro-gettuale come un programma concreto di attività dedicate a quelle individualità brin-disine spesso abbandonate a se stesse, in un contesto territoriale, di per se ricco di ri-sorse ma, privo di iniziative fattibili.Sembrano arrivati i regali di Natale con net-to anticipo per i giovani di Brindisi. Eleonora Albano, Ugo Portolano e Renato Greco, responsabili del laboratorio urbano di Sant’Elia, stanno preparando la struttu-ra curando meticolosamente anche il più piccolo dettaglio. “II centro è stato pensato per essere leader dal punto di vista formati-vo. Per questo abbiamo scelto di curare nel dettaglio tutto l’allestimento”, confessano. Una cucina, una sala informatica, un caffè letterario. L’idea è quella di creare e offri-

re al territorio figure professionali grazie all’opportunità offerta dal progetto Bollenti Spiriti della Regione Puglia nonché dal Co-mune di Brindisi che ha fortemente voluto la concretizzazione dell’idea progettuale. Laboratori sperimentali, corsi di informati-ca, grafica pubblicitaria, laboratorio teatrale e musicale, corsi di scrittura creativa, psi-comotricità, produzione e post-produzione video, corsi di lin-gua, sono solo alcu-ne delle attività che verranno offerte al territorio. A queste si affiancheranno attività sociali, un caffè letterario e l’importante siner-gia con le associa-zioni brindisine.

la sala multimediale

LABORATORIO URBANOCos’è? È un vero e proprio progetto di in-frastrutturazione, quasi interamente finanziato dalla Regione Puglia, che prevede l’utilizzo di immobili dismessi, edifici scolastici in disu-so, palazzi storici abbandonati, ex monasteri, mattatoi, mercati e caserme come spazi per i giovani, ai quali sarà affidata l’intera gestione degli stessi, a mezzo di un bando pubblico.Come? Utilizzando i fondi per le azioni di ri-qualificazione urbana della Delibera CIPE n. 35/2005, si sono potuti realizzare 71 progetti, presentati da Comuni, Unioni di Comuni e Comunità Montane. Perchè? Per creare spazi, dislocati in modo capillare sul territorio, interamente dedicati ai giovani della Regione.Numeri: 165 Comuni partecipanti, 132 fab-bricati utilizzati, 50 milioni di euro investiti fino ad ora. Per maggiori informazioni visitateil sito:http://bollentispiriti.regione.puglia.it.

LataNgIBILItàDELLE IDEE

il caffè letterario

Info

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il laboratorio urbano di brindisi: [email protected]

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i murales all'interno della struttura sono di

Pierfrancesco Furone

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Anche Fasano ha il suo “laboratorio urbano”. La lodevole iniziativa sca-turita in seno al progetto regionale

“Bollenti spiriti” subito accolta dall’am-ministrazione comunale locale ha portato alla ristrutturazione dei locali dell’ex Con-vento dei Frati Minori Osservanti che di-venterà sede dei talenti del territorio dove potranno esprimersi in tutte le loro poten-zialità. Il Laboratorio Urbano è un vero e proprio centro polifunzionale dotato di una gal-leria per le mostre, un'aula multimediale con 18 postazioni, una sala riunioni, sala lettura, un laboratorio di cucina, una sala congressi, reception e anche sala bimbi

per feste. Struttura all’avanguardia che, a breve, potrà diventare il cuore di numerose iniziative grazie all’im-pegno della cooperativa “Equo non solo”, vincitrice del bando di concorso per la gestione della struttura. Una responsabilità, quella messa in esse-re da Gianluca Carbonara, Milena D’Ami-co, Alessandro Carbonara, Elena Giove e Ducret Reana, soci fondatori della coope-rativa fasanese, che verrà affiancata da ben 7 altre realtà associative della città: O.M.G, Oratorio del Fanciullo, Amici di Fa-sancult, l’A.I.T.A., Educhiamoli alla pace, Agesci scout Fasano 1 e Le nuove muse.Un mix di esperienza, capacità lavorativa e

creativa locale di buon livel-lo, in grado di offrire un am-pio ventaglio di opportunità per coloro che al laboratorio si avvicineranno. “L’idea di base - spiega Gianluca Car-bonara, presidente della co-operativa Equo e non solo - è quella di sviluppare un progetto definito con i giova-ni per i giovani. Una sorta di volano sulle realtà territoriali che valuti le reali potenzia-lità con una apertura verso

l’esterno. Le iniziative in cantiere saran-no rivolte indistintamente a tutti coloro che ne faranno richiesta senza limiti di età, perché pensiamo che questo nostro laboratorio debba diventare un luogo cul-turale che possa favorire l’interagire tra due generazioni: giovani e adulti”. Diverse le iniziative già programmate e almeno due le mostre che ben presto verranno ospitate all’interno della grande struttura fasanese. “I primi due impegni in cantiere - spiega il presidente - saranno un corso di informatica e uno di pasticceria. Se nel primo caso era abbastanza prevedibile che le prime richieste sarebbero ricadute sulla possibilità di approfondire l’uso del pc, siamo rimasti molto sorpresi nel con-statare l’interesse per il settore culinario sicuramente molto interessante e affasci-nante. Iniziative che in alcuni casi ci ven-gono segnalate dallo stesso territorio e che noi molto ben volentieri cercheremo di soddisfare, come quello di rivalorizzare e riscoprire i vecchi mestieri dell’artigianato locale. Ottimo volano anche per un pronto rilancio del turismo cittadino”.

CON I gIOVaNI pEr I gIOVaNI:LaBOratOrIO UrBaNO DIFaSaNO

RASSEGNA STANCA - L'ALTRA FACCIA DELLA VERITÀdi MIChELE CAVALLO > [email protected]

la cooperativa equo e non solo e le attività della struttura fasanese

la sala multimediale

la sala conferenze

Progettazione, realizzazione e manutenzione di:

Impianti telefonici con o senza centralino

Reti locali cablate e wireless

Sistemi di telecomunicazioni in tecnologia VoIP

Sistemi di videosorveglianza e antifurto (anche con l’uso del videofonino)

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paSSatO E FUtUrO,raDICI E prOIEZIONIil laboratorio urbano di mesagne esan pietro vernotico: lab creation

Il progetto Lab Creation nasce dal con-nubio di analisi strutturate secondo i canoni più tradizionali dell’economia e la

percezione, in qualità di attori attivi, dei bi-sogni di un contesto urbano la cui identità produttiva si evolve in cerca di una nuova competività. Protagonisti e destinatari in-discussi di questo percorso di innovazione sono i giovani del Comune di Mesagne e di San Pietro Vernotico, mentre il palco sul quale l’opera di rivoluzione andrà in scena è il padiglione dell’ex Mercato del Pesce, ubicato nel complesso della Piazza Com-mestibili del Centro Storico di Mesagne.Ma partiamo dal principio. L’idea nasce dal bisogno di spazi di aggregazione sponta-

nea ed informale dove curare e sviluppare i propri interessi amatoriali, parallelamente a quelli professionali. Da qui l’obiettivo di dotare gli stessi destinatari di una struttu-ra polifunzionale, un luogo fisico, presso il quale partecipare a laboratori musicali, la-boratori audio-video e corsi di formazione in svariate discipline, tese alla creazione di figure professionali competenti in materia di sviluppo sostenibile e tecnologie innova-tive, legate a processi produttivi preesisten-ti e non. Ed ecco l’innovazione: rivalutare il passato di una Puglia legata all’agricoltura e all’agro-industria, che nasce e cresce in un contesto ambientale quasi inalterato, attraverso un programma di valorizzazio-ne dello stesso territorio che, muovendo dall’erogazione di servizi ricreativi, punta alla realizzazione di nuove competenze. In altre parole: imparare giocando.Conosciamolo meglio!A presentarci la struttura che accoglierà in “musica” i giovani di Mesagne e San Pietro Vernotico è Dario Ziza, presidente dell’as-sociazione Musicarte, importante realtà mesagnese che insieme all’emittente ra-diofonica Ciccio Riccio, gestirà il laboratorio urbano. La struttura si snoda su due piani. Nel piano inferiore è stato allestito un caffè letterario che si comporterà grosso modo

come un vero e proprio pub e sarà gestito da un giovane mesagnese individuato dai gestori tra i tanti talenti del territorio.“Abbiamo concepito tutta la struttura come una realtà formativa e una opportunità di lavoro per i tanti giovani che oggi non hanno possibilità di inserirsi sul mercato”, spiega Dario. “È così che sforneremo e per-fezioneremo talenti e figure molto profes-sionali soprattutto nel campo musicale ma allo stesso tempo offriremo un'opportunità di lavoro a tanti giovani che già hanno quel-la esperienza giusta per potersi ritenere dei professionisti”. Nell’area dedicata al caffè è già pronta una console di Ciccio Riccio.“Il laboratorio sarà un nuovo studio dell’emittente radiofonica. La cosa sensa-zionale è che tutti gli ospiti che Ciccio Riccio inviterà nelle proprie trasmissioni saranno concentrati al laboratorio e così, un caso unico in tutto il sud, gli ospiti della struttura potranno assistere alle interviste e alle tra-smissioni”, spiega Dario. Al piano superiore uno studio di registrazione, due sale prove e una sala convegni. Momenti di formazio-ni con maestri di livello internazionale si affiancheranno alle attività formative che mireranno a formare professionisti del set-tore musicale e non solo.Info: 345.0913894.

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pag 16 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 17

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

CONOSCENDOMEgLIO I NOStrIFUMEttIStIL'INTERVISTA

DEUX, IL FUMETTO SCRITTO E REALIZZATO DA FUMETTISTI PUGLIESIdi LUCA RICCARDI > [email protected]

SCOMUNICANDOdi MASSIMILIANO GATTI > [email protected]

IdentitàLuca Riccardi, 27 anni non sentiti. Identità segreta“Lucaueiv”, almeno tutti gli amici mi chiamano così per l’amore verso l’hip-hop. Infatti iniziai con i graffiti!Parlaci di te: come sei, com’eri, come pensi che sarai.Sostanzialmente sono una “gran testa di” però mi faccio voler bene, anche se limerei alcune cose del mio carattere.Ero una "gran testa di” fin dai tempi del liceo artistico!Ho sempre avuto la fissa per le matite e i colori e le tele e i cavalletti e l’uncinetto e il punto croce: insomma, manovalanza allo stato brado!Sarò bravo, buono e gentile fino alla fine del mondo! Questa la dovevo dire per far contenta la mamma. Solitamente da grande si vuol fare il calciatore, l’astronauta, il pompiere. Cosa ti ha portato a voler diventare fumettista?Non ho mai pensato a delle banalità stereotipate del genere, troppo dozzinali per i miei gusti.Diciamo che è stato un processo evolutivo abbastanza lento e costante, mi sono accostato a questo mondo

leggendo Dylan Dog alla veneranda età di 9/10 anni.Ricordo che mia zia in casa aveva dei grandi classici di racconti per ragazzi ed ogni venti pagine c’era un’illustrazione che emotivamente mi coinvolgeva non poco.Gli autori o i personaggi che hanno folgorato la tua vita artistica.Influssi troppi: Andy Wharol, Basquiat e Egon Schiele, e poi Coltrane, James Brown, Paolo Conte.Per il fumetto: Will Eisner, Frank Miller e soprattutto Guido Buzzelli.Nu veru mesciu!Attualmente sono in fissa con Eron, cercate i video in rete e godetevi lo spettacolo!Se potessi fumettare un capolavoro del cinema, della musica, della letteratura o altro: cosa sceglieresti?Sono un grandissimo appassionato di cinema, ho già “ fumettato” un film: “La banda del gobbo” di Umberto Lenzi. Attualmente sto realizzando delle illustrazioni su “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone.“Deux” è un progetto ambizioso portato avanti da due associazioni culturali, Vetrine Inedite e Ma.Dì.Ma., cosa ti ha

convinto a collaborare?Questo progetto lo vedo bene, nel senso che ho subito avuto l’impressione di avere a che fare con persone serie e professionali - non mi hanno pagato per dirlo, giuro - e poi è un ottimo modo per mantenere i contatti con una terra a me molto cara, la Puglia, visto che ho origini salentine.L’augurio è quello di crescere tutti insieme “appassionatamente”, come direbbe Abbatantuono!Come descriveresti i tuoi lavori?Di solito lo lascio fare agli altri.Non son bravo a descrivere il libero flusso di coscienza che passa in mezzo ai miei lavori; parla tramite immagini, flashback e tirate di orecchie al trash e al kitsch che ci circonda. Esiste perché è.E nel prossimo futuro?Sicuramente una Graphic novel, di quelle che non la mandano certo a dire, una cosa Pulp, magari con qualche spruzzata di pioggia acida che fa molto cyberpunk! Poi posso dire che è in uscita “Empatia”, un mio progetto Rap sviluppato con un po’ di amici.Se vi piace questo genere cliccate su:www.youtube.com/cassinosoul.Keep it real.

Associazione CulturaleAssociazione Culturale

Associazione Culturale

MA.DÌ.MA.

MA.DÌ.MA. Via Daunia, 7| BRINDISI

| Cell. 389.0504213| [email protected]

• doposcuola• incontri culturali e seminari• corsi e lezioni• esposizioni d’arte• attività ludiche

[email protected]

Titolo del fumetto:DeuxCopertina di:Pino Nardelli

leggi le tavole precendenti su: www.piazzavittoria.net

intervista a luca riccardi, 27 anni,autore delle quattro tavole di deux presenti in questo numero

RIASSUNTODELLETAVOLE PRECEDENTI

Trani (BA), 2001.Una spedizione archeologica scopre una tomba molto particolare (notizia reale, apparsa su CycloStyle n.0). Roma, 2001.Un gruppo di persone nel privè di uno dei numerosi locali del quartiere Ostiense discute del ritrovamento. Una giovane donna, Maura, entra trafelata. La discussione si accende, i presenti si confrontano sulle decisioni da prendere in merito al ritrovamento e Zoe, una dei presenti, comunica a Maura la sua decisione di mandarla ad investigare a Brindisi. Sul volo per Brindisi, Maura rivive in un frammentato flashback ciò che è accaduto dopo: la discussione viene interrotta dall'intrusione di un gruppo di uomini armati guidati da Domi.

leggi le tavole precendenti su:www.piazzavittoria.net

pag 18 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 19

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5 CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

Titolo del fumetto:Deux

Copertina di:Pino Nardelli

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DEUX, IL FUMETTO SCRITTO E REALIZZATO DA FUM

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

Uno dei campi più affascinan-ti della fotogra-

fia è lo Still Life, ossia la fotografia degli og-getti. Letteralmente “still life” vuol dire “natura morta”. Infat-ti per poter “dar vita” ad un qualsiasi oggetto, sono necessari tanta tecnica, un buon colpo d’occhio, un po’ di fantasia e talvolta un pizzico di for-tuna.Il soggetto della nostra foto è un bicchie-re da cocktail dalle notevoli dimensioni. Con l’intento di voler giocare sui colori e i forti contrasti, è stato riempito con succo d’arancia rossa miscelato con acqua, fino ad ottenere la trasparenza e la tonalità de-siderate. L’oggetto è stato poi posto su un pannello di plexiglass bianco per giocare, pur facendo attenzione, con i riflessi che si sono venuti a creare.L'idea era quella di ottenere un'immagine dinamica che desse in qualche modo vita al nostro bicchiere. Al fine di raggiungere l’obiettivo, al momento dello scatto sono stati lanciati dei cubetti di ghiaccio nello stesso, in modo da provocare dei veri e propri schizzi di liquido colorato.

Per poter congelare il tutto, la luce migliore da utilizzare è stata una torcia flash a cui abbiamo aggiunto un cono spot per aver un maggior controllo dei riflessi e dei contrasti più forti. Come è possibile vedere dallo schema, l'oggetto è stato posto ad una notevole distanza dallo sfondo, il flash è posizionato lateralmente, leggermente inclinato, mentre la fotoca-mera è in posizione frontale. La scelta del tempo di scatto ci ha permes-so di congelare gli schizzi e allo stesso tempo di avere una leggera scia degli stes-si. Allo stesso modo la scelta del diafram-ma utilizzato, ci ha dato la profondità di campo desiderata. La potenza della luce, pertanto, è stata gestita in base a quanto si voleva ottenere. Quando si realizza que-sto tipo di immagine è necessario tenere presente di che materiale è fatto l’oggetto

da fotografare e la forma dello stesso. In questo caso, ad esempio, il nostro bic-chiere era di vetro e aveva una superficie tondeggiante. Come è noto, il vetro è una calamita di riflessi, di polvere e impronte di ogni tipo. La scelta corretta dalla luce utilizzata, oltre a dare volume e un effetto dinamico e contrastato, ci ha permesso di gestire meglio questo tipo di problemati-che. Un altro problema che abbiamo do-vuto affrontare è stato dato dagli schizzi. È infatti necessario fare molta attenzione alla direzione di questi, alla velocità e alla violenza con cui il ghiaccio viene lanciato nel bicchiere perché gli schizzi non inva-dano la base del oggetto e/o sporchino lo stesso inquinando la nostra composi-zione. Occorre dunque molta pazienza e un’attenzione meticolosa ai dettagli.

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SCOMUNICANDOdi VIRGINIA FRIGIONE - Accademia Fotografica Italiana - AFI > [email protected]

L’immagine è stata realizzata durante la Lezione di Still Life dell’AFI- Accademia Fotografica Italiana di Brindisi. Foto di:Paola Ferramosca - AFI.

Titolo del fumetto:Deux

Copertina di:Pino Nardelli

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5 CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

L’umanità si trova ormai nel nuovo mil-lennio, intenta a districarsi tra nuove tecnologie e una vita sempre più ric-

ca di impegni. Malgrado la nostra evoluzio-ne, quando qualcuno pronuncia la parola “magia” automaticamente corre un brivido lungo la schiena. Molti sostengono di non crederci ma quando si trovano di fronte ad una scala o a un gatto nero stranamente cambiano percorso. Anche la Puglia ha i suoi riti, ricordiamo i più famosi.

ESOtErISMOE SUpErStIZIONEi riti magici più famosi della nostra cultura

SCOMUNICANDOdi MAURA GATTI > [email protected]

RITO DI SANTA MONICASanta Monica era la madre di Sant’Agosti-no e viene ricordata il 27 agosto. In tempo di guerra, quando non arrivavano notizie dei cari al fronte, le persone si rivolgevano a donne che conoscevano questo rito.Si doveva vegliare in preghiera e, una volta formulata la domanda, ci si doveva recare ad un incrocio, meglio un quadrivio, verso la mezzanotte. Immancabilmente arrivava il segno che a volte doveva essere inter-pretato e, a volte, era riconoscibilissimo.Per esempio, sentire il passo di un cavallo preannunciava che la persona cara era de-funta perché il cavallo simboleggiava il tra-sporto della salma. Si prestava attenzione anche agli agenti atmosferici che compa-rivano all’improvviso come pioggia, nebbia o vento. Anche le fanciulle in età da marito usufruivano di questo rito. In tal caso si os-servava la prima persona che attraversava l’incrocio. Da come era vestito, dal modo di camminare, dalla direzione che prendeva si aveva il responso.Questo rito veniva trasmesso di madre in figlia e ognuna aveva una formula, di solito una preghiera rivolta alla Santa, e altri pic-coli accorgimenti segreti.

RITO DELLA FASCINATURARito di guarigione a cui si ricorreva quando una persona manifestava sintomi partico-lari come forti emicranie e debolezza e nes-sun medicinale sortiva effetto. Fascinatura significa “affascinare” ed era rivolto a quel-le persone che, invidiose o gelose, esterna-mente elogiavano la persona oggetto della

loro invidia, mentre nell’intimo gli augura-vano ogni sorta di sfortuna. In questo sce-nario interveniva chi praticava il rito della fascinatura. Poiché ognuno aveva il proprio metodo, ci sono diversi modi per praticarlo. C’era chi segnava con il pollice la croce sul-la fronte recitando preghiere e chi poneva la mano dell’ammalato in una ciotola con-tenente olio e sale (elementi sacri) invo-cando i santi protettori, in particolar modo i Santi Medici Cosma e Damiano. Per questo motivo, a tutt’oggi, si evitano complimen-ti su terze persone, soprattutto neonati o bambini, qualsiasi apprezzamento è sosti-tuito da un "benedica!", invocazione della benevolenza divina a scanso di equivoci.

RITO DEL PIATTO E L’OLIOUno dei riti più conosciuti e praticati in Italia. Utilizzato contro il malocchio, che letteral-mente significa “Occhio che getta il male”, si trasmette di madre in figlia durante la vi-gilia di Natale. Consiste nel leggere, in un piatto riempito di acqua di fonte, le gocce di olio lasciate cadere alla luce di una candela benedetta. Se le gocce si spandono, signifi-ca che qualcuno ha lanciato il malocchio, se le gocce restano compatte, allora va tutto bene. Può capitare che le gocce mutino fino a formare oggetti o simboli di solito legati alla persona artefice del malocchio.Ovviamente ci sono delle formule che de-vono essere recitate prima di cominciare il rito, solitamente preghiere al santo protet-tore, che solo le addette al rito conoscono.Questa pratica è tra le più antiche e longeve al mondo.

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

Una pandemia inesistente, le case farmaceutiche accusate di aver fat-to pressioni sull’OMS per vendere i

vaccini. Vi ricordate l’influenza A/h1N1 meglio conosciuta come “Febbre Suina”? È stato l’allarme pandemico più eclatante del 2009. Fin da subito questa nuova pan-demia - ormai ne scoppia una ogni anno e mezzo - aveva dato da riflettere: ad otto-bre i contagi rilevati erano solo poco più di 10 mila e cioè 10 volte meno di una nor-male influenza stagionale. Inoltre, la tem-pestività con la quale era stato preparato il vaccino, ed i pochi test effettuati per ve-rificarne la pericolosità, aveva spinto molti medici a rifiutarne la somministrazione ai propri pazienti. Infatti, già a novembre si ebbe notizia dei primi decessi. Così, men-tre i governi mondiali acquistavano milio-

ni di vacci-ni per milioni di euro con i soldi delle tasse dei cittadi-ni; alcuni ministri illuminati come la tedesca heike Tau-bert sconsigliavano i citta-dini dall’assumerlo. In Po-lonia il Ministro della Sanità

Ewa Kopacz ha denunciato apertamente l’imbroglio dicendo: “Siamo in grado di distinguere una situazione oggettiva da una truffa, siamo qui per concludere ac-cordi che facciano l’interesse dei cittadini o delle case farmaceutiche?”. La signora Kopacz, che ha dimostrato cosa signifi-ca avere a cuore i propri cittadini, ha si-curamente messo in campo più attributi dei suoi colleghi italiani maschi, che nello stesso momento affermavano: “il vaccino è efficace e non è rischioso" (Ferruccio Fa-zio, vice-ministro della Salute, a Medicina 33 su Rai 2). Poco dopo cominciarono i decessi. Ma la storia non finisce qui. Subi-to dopo il governo francese ha disdetto 7 milioni di dosi di vaccino contro l’influen-za A, già ordinate ed in parte prodotte, scatenando le ire della casa farmaceutica

svizzera Novartis, il cui ammi-nistratore delegato ha dichiarato al

quotidiano Le Monde: “Il governo francese non ha rispettato i propri impegni (…). Alla prossima pandemia - perché ci sarà una nuova pandemia - serviremo prioritaria-mente gli stati affidabili". La frase sibillina è stata subito notata dalla eurodeputata Michelle Rivasi, ancora una volta una don-na, che ha chiesto di indagare. Il risultato è scandaloso, la stessa Oms ha ammes-so davanti all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, di essere stata “influenzata dai laboratori farmaceutici quando ha dichiarato lo stato di pande-mia per il virus dell’h1N1”.In sostanza l’influenza A, che tanto allar-me ha provocato, era in realtà una falsa pandemia, voluta dalle case farmaceuti-che per vendere il vaccino.A denunciarlo è Wolfang Wodarg, presi-dente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d’Europa, secondo il quale le stesse ditte produttrici del vaccino hanno “piazzato i propri uomini negli ingranaggi dell’Oms e di altre influenti organizzazioni convincendole a dichiarare la pandemia, per promuovere i loro farmaci”.Una spy-story degna di un best seller, gio-cata sulla pelle delle persone.

SCOMUNICANDOdi MASSIMILIANO GATTI > [email protected]

l’allarme pandemico più eclatante del 2009 meno pericoloso di una normale influenza stagionale?

Da VaCCINO

8° SaLONENaUtICO

DI pUgLIa:L’EDIZIONE

DELLa SVOLta

L’ottava edizione del Salone Nautico di Puglia sarà ricordata come quella della svolta per molti validi motivi.

Fra tutti il cambio di location, ottenuto gra-zie all’impegno di Area Progetti, la società organizzatrice, alla collaborazione dell’Au-torità Portuale ed alla sinergia con le Isti-tuzioni locali. Il passaggio dal porticciolo turistico “Marina di Brindisi” alle banchine di Sant’Apollinare ed al Capannone ex Mon-tecatini, infatti, oltre a consentire la pre-senza di un maggior numero di espositori - quest’anno 160 - ha un plusvalore estetico e simbolico. Estetico per l’importanza del recupero di un pezzo di archeologia indu-striale unico come il Capannone ex Polifo-sfati e per lo scorcio mozzafiato ed inusuale sul porto di Brindisi. Simbolico, invece, per-ché il piazzale di Sant’Apollinare è il luogo che ha ospitato la messa celebrata da Papa Benedetto XVI, momento di rinascita della città. Altro punto di forza di questa edizione è stato il Distretto Produttivo della Nautica da Diporto della Regione Puglia, presentato ufficialmente durante la terza giornata della fiera. Per tenere a battesimo il distretto era-no presenti i massimi rappresentanti delle istituzioni, con alla testa il presidente del Distretto Giuseppe Danese che da subito ha insistito sul ruolo fondamentale degli im-prenditori. “Le aziende pugliesi - ha spiegato - stanno reagendo alla crisi e il Distretto ne è la dimostrazione concreta”. Nella stessa

occasione, il presidente dell’Autorità Por-tuale Giuseppe Giurgola ha sottolineato la necessità di creare aree destinate ad ospitare cantieri per la riparazione, l’alle-stimento e l’assistenza ai diportisti. “L’idea - ha spiegato Giurgola - è quella di utilizzare il porto interno ad esclusivo vantaggio della nautica da diporto con strutture che richie-dano la presenza di operatori altamente qualificati”. Si comincia, dunque, a discute-re concretamente di sviluppo del territorio, argomento che ha caratterizzato tutte e cin-que le giornate dello Snim. A dimostrazione di ciò, il lavoro del Distretto è subito entrato nel vivo con un workshop sulle opportuni-tà di business con il Canada, illustrate dal Presidente dell’Associazione Marittima del Quebéc Yves Paquette. Sempre in tema di concretezza, la società Italia Navigando ha presentato un programma di investimenti in Puglia dell’ammontare di quasi 19 milioni di euro, per realizzare porti turistici a Trani e Gallipoli e riqualificare quello di Brindisi. “Il nostro accordo con la Regione Puglia - ha dichiarato il presidente di Italia Navigando Ernesto Abate-russo - comprende anche una parte programmatica che prevede inter-venti a Fasano, Margherita di Sa-voia, Porto Cesareo, Taranto e Vil-lanova. Per quest’ultimo intervento, tra l’altro, è stata già convocata la Conferenza dei Servizi. La vostra

regione diventerà tra le prime in Italia per portualità turistica con un aumento, se tutti i nostri progetti andranno a buon fine, di cir-ca seimila posti barca”. Altra ottima notizia è stata quella del definitivo avvio del progetto per la realizzazione dell’Approdo delle Indie da parte di Assonautica, in collaborazione con i Cantieri Navali Danese. Un progetto che vedrà sorgere, di fronte alle banchine del Villaggio Pescatori, una struttura desti-nata al diporto ed alla nautica turistica che potrà ospitare 140 - 180 imbarcazioni e che dovrebbe essere pronta entro l’estate. Altro punto fondamentale di quest’ultima edizio-ne, infine, è stata la presenza della Lega Na-vale Italiana, che ha scelto Brindisi come unica tappa per l’Italia Meridionale. Grazie a tutti questi punti di forza ed a molti altri ancora, il Salone Nautico di Puglia ha fatto registrare l’affluenza di oltre 70mila visita-tori: come molti hanno sottolineato, l’ottava edizione può essere considerata a tutti gli effetti la prima del “nuovo corso”.

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SCOMUNICANDOdi REDAzIONE > [email protected] di REDAzIONE > [email protected]

SCOMUNICANDO

Sono tre le vincitri-ci della prima

edizione del concorso "Modelle per un giorno, testimonial per una stagione" organizzato dall'associazione Vetrine Inedite, dall'AFI (Accademia fotografica Italiana) e da Smoovy Look Parrucchieri ."Il concorso, rivolto a tutte le ragazze tra i 18-25 anni residenti nella provincia di Brindisi, è nato dalla voglia di dare spazio ai volti e alle bellezze del nostro territo-rio, spiega Ilaria Passarelli, presidente di Vetrine Inedite. L'niziativa ha visto la rea-lizzazione di un backstage fotografico a cura di Virginia Frigione, titolare dell'Acca-demia Fotografica Italiana. Gli scatti sono

stati realizzati mentre lo staff di Smoovy Look Parrucchieri si è preso cura del look delle aspiranti modelle tra cui ne sono state scelte tre che saranno testimonial della nuova collezione capelli "primavera-estate 2010" fino al 1 settembre 2010. Si tratta di Federica Bortoluzzi, Lucia Ca-vallo e Chiara De Pasquale."Le vincitrici del concorso riceveranno trattamenti settimanali presso i negozi Smoovy Look Parrucchieri e un book fo-tografico con i migliori scatti dell'niziativa realizzato da Virginia Frigione per conto dell'Accademia Fotografica Italiana", spie-ga Stefano Palmieri titolare di Smoovy Look Parrucchieri.

"Attraverso questa iniziativa abbiamo dimostrato che a Brindisi si possono creare si-nergie volte alla creazione di piccoli eventi finalizzati alla promozione dei giovani pur-troppo spesso lasciati ai mar-gini della società", dichiara Vir-ginia Frigione, titolare dell'Afi. Pur avendo individuato le tre vincitrici che saranno quindi le testimonial dell'iniziativa, abbiamo deciso di proporvi gli scatti anche di coloro che,

pur non essendo vincitrici di fatto, lo sono comunque state per la disponibilità avuta nei confronti dell'iniziativa.

Chiara De Pasquale

"MODELLE pEr UNgIOrNO, tEStIMONIaL

pEr UNa StagIONE”

un concorso per valorizzare le bellezze brindisine.ecco le tre vincitrici

Federica Bortoluzzi Lucia Cavallo

DOPODOPO

PRIMA

PRIMAPRIMA

Francesca Sirsi

il Ba

ckst

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Romina Sirsi

Claudia Lopetuso

Paola Lapertosa

Carolina Miano

Alessandro Malorgio

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DOPO

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operata delle badesse dei due monasteri femminili cittadini. Importante anche la figura di Giuseppina Scolmafora nell’illuminismo salentino.Il personaggio storico più a sinistra e quello più a destra della storia locale

A sinistra l’avvocato Francesco Lazzaro, sindaco dell’era costituente, che negli anni '50 fu determinante nella

ricostruzione post-bellica. A destra l’avvocato Clemente Manco, Presidente della Camera Penale Italiana, deputato e componente in molte commissioni parlamentari.

Cesare Braico come esponente della visione progressista del risorgimento e per l’attenzione ai problemi

sociali; Pasquale Camassa, cantore della Brindisi romana, un ruolo che secondo il canonico la città poteva ritrovare in epoca fascista.Tra tutti i monumenti cittadini menoconosciuti, quali sono quelli chemeritano più attenzione non solo dalpunto di vista artistico?

Il Castello Svevo, voluto da Federico II e simbolo della fortificazione della città, e la Fontana Tancredi, che

ricorda le nozze di Ruggero, oggi in stato di degrado.

La chiesa della Madonna del Giardino a Tuturano, ma anche le tante masserie che hanno rappresentato i centri

di organizzazione territoriale, oggi quasi tutte in stato di abbandono.Quale monumento, tra quelli non piùesistenti, le sarebbe piaciutovedere e studiare

Il monumento dedicato ai fratelli Marinazzo, capi-popolo della rivolta popolare scoppiata nel 1647, era

posto nel rione Sciabbiche.

La Basilica di San Leucio che era nel rione Cappuccini, l’edificio più notevole della città che per oltre due secoli e

mezzo è stata la cattedrale di Brindisi. Crede che la storia ha corsi e ricorsi?Se si, faccia un esempio.

Sicuramente, lo dimostra la storia che lega la città al suo mare: quando il porto è efficace, la città è efficiente;

se il porto è in declino la città decade.La visione della storia può essere rettilinea o ciclica, io credo nella prima ipotesi.

Pesca, turismo, agricoltura, commercio, qual è stata la vera vocazione della città?

Agricoltura, o meglio la viticoltura, basti pensare che in passato le uve, il vino ed il mosto brindisino

veniva acquistato senza le “campionature”, tanto erano sicuri della qualità del prodotto. Lo ha affermato anche il Papa durante la sua visita che questa città è a vocazione agricola e turistica.

Ha sempre avuto una vocazione agricola. Brindisi potrebbe rientrarein un circuito di turismo

storico-monumentale? Si, è difficile ma si può fare, basterebbe invogliare i tanti turisti che affollano Lecce e Ostuni nel periodo

estivo a visitare e conoscere Brindisi attraverso un valido percorso culturale e monumentale.

Si, potrebbe, ma servirebbe un lavoro di lunga durata e tanta volontà da parte di tutti.Quali letture consiglierebbe

per conoscere a fondo l’identità storicadella città?

Suggerisco un romanzo che è sempre molto bello da leggere: “Il giro del mondo in 80 giorni”, dove Giulio Verne

descrive Brindisi come uno dei porti più importanti del mondo.

“Le città invisibili” di Calvino, perché un centro abitato non è solo quello che si vede, ma anche quello che è stato.

Come definisce il carattere del brindisino durante le varie epoche storiche

Volubile, si è spesso lasciato trascinare dagli eventi e talvolta costretto a denigrare la città, invece di difenderla. È

anche critico ma non operativo, delegando gli altri al “ fare”.

Sui brindisini sono state scritte parole bellissime ed altre molto meno, ma l’orgoglio di appartenenza ha

attraversato la città nei secoli.Qual è attualmente l’interesse alla storia cittadina da parte dei giovani

Ci sono giovani interessanti, come le associazioni di volontariato, ma si interessano per compartimenti stagni,

amano solo alcuni aspetti della città. Serve più consapevolezza dell’identità, poiché cittadini virtuosi fanno diventare grande la città.

C’è interesse, lo noto con simpatia nei gruppi di giovani e nelle forme nuove di aggregazione, come il Gruppo

Archeologico Brindisino. I movimenti di tutela del patrimonio cittadino devono partire dal basso e suggerisco di guardare alla storia non come “la conta dei morti”, ma avere la capacità di guardare al futuro dando un senso al passato ed al presente.

RADICI QUADRATEdi GIOVANNI MEMBOLA > [email protected]

Abbiamo voluto ripercorrere alcuni momenti della storia brindisina at-traverso le opinioni di due tra i più

noti ed apprezzati storici locali, il profes-sore Giacomo Carito, direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici e docente di Storia della filosofia, e il professor An-tonio Caputo, già direttore della Biblio-teca Arcivescovile “A. De Leo”, entrambi appartenenti alla Società di Storia Patria della Puglia e con esperienze di insegna-mento presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università del Salento.

Qual è stato il periodo storico piùimportante e florido vissuto a Brindisi?

Tra il 1870 ed il primo decennio del ‘900, quando con l’apertura del Canale di Suez il porto di Brindisi ebbe

un forte slancio grazie ai traffici commerciali verso l’oriente, un periodo florido che vide in pochi anni il raddoppio della popolazione, da 8 a 16mila abitanti.

L’epoca normanno-sveva, dal XII al XIII secolo, quando vi è stato un forte sviluppo demografico ed economico

della città, che diventa la seconda come importanza nel regno dopo Napoli.Se dovesse rinascere e vivere a Brindisi,quale epoca sceglierebbe?

Certamente durante l’epoca post-rinascimentale, in maniera da essere in città uno dei referenti del nostro San

Lorenzo, in missione per tutta l’Europa, e

raccogliere per divulgare in Brindisiil suo messaggio.

L’epoca attuale, perché il presente contiene in se tutto il passato, oltre al maggior benessere e le aspettative.

Quale epoca eviterebbe e perché?Sicuramente prima del IX secolo, quando la nostra città, come anche il resto della Puglia, era allo sbando per le

invasioni barbariche che portarono distruzione e morte.

Il XVII secolo, nonostante sia stato il secolo di grande sviluppo scientifico, è stato caratterizzato da pessime

condizioni climatiche causate della piccola glaciazione che portò inverni lunghi e condizioni di vita pessime, con carestie e pandemie. Potendo intervenire in manieradecisionale in un avvenimento storicolocale, quale sceglierebbe e cosafarebbe?

Permettere alla città di estendersi su tutto il porto, evitando la costruzione di industrie, che nulla hanno a

che fare con il mare, in quelle zone dove invece era necessario realizzare abitazioni.

Eviterei l’errore di pavidità commesso da certe giunte comunali post-unitarie, che non approfittarono di alcune

occasioni di possibile sviluppo, come il passaggio della Valigia delle Indie, per portare la svolta necessaria allo sviluppo del territorio.

Chi vi sarebbe piaciuto conoscere tra igrandi personaggi del passato?

Camillo Benso conte di Cavour, un grande diplomatico ed uno degli artefici dell’unificazione dell’Italia. Platone (428 - 347 a.C.), il filosofo che pose le basi del pensiero filosofico occidentale basato sul dialogo, con

l’approccio non dogmatico alla conoscenza.E tra i personaggi illustri locali?

Oltre a San Lorenzo, il matematico Raffaele Rubini, inventore del calcolo infinitesimale utilizzato

ancora oggi per l’alta sensibilità e per questo conosciuto in tutto il mondo.

Senza ombra di dubbioSan Lorenzo da Brindisi,il più illustre concittadinodi ogni tempo.

Qual è stato il ruolo delle donne nella storia e negli avvenimenti locali?

Molte donne hanno influenzato il pensiero politico di personaggi importanti che la storia non ricorda. Ritengo

importante l’impegno di Grazia Balsamo, che volle i Salesiani a Brindisi e grazie alle sue donazioni fu possibile realizzare l’Opera di Don Bosco, che permise di togliere tanti ragazzi dalla strada.

Hanno avuto solo in apparenza una funzione marginale, in realtà il loro ruolo è stato fondamentale

nella gestione economica dei beni, come l’amministrazione dei grossi patrimoni

L'INTERVISTA DOPPIA

di GIOVANNI MEMBOLA > [email protected]

RADICI QUADRATE

giacomo carito

antonio caputo

DUE VOCI,La StESSa

StOrIaintervista doppia a giacomo carito

e antonio caputo

pag 30 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 31

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

Chi è Aldo Losito?Sono un cantautore impegnato 24 ore al giorno. Ho sempre una canzone da scrivere o da finire. Faccio questo per dedizione e passione innata, non è solo questione di lavoro. Sono una persona abbastanza introversa anche se ho migliorato questo lato del mio carattere negli anni. Non per problemi di dialettica, s’intende. Hai iniziato giovanissimo…Avevo solo 14 anni quando ho tenuto i primi concerti. Facevo parte di una rock band. Fin da subito ho preferito sempre club e teatri a contesti dove l’interesse verso la musica era assolutamente marginale. Hai studiato qualche strumento?Per due anni chitarra, l’inseparabile compagna. Vita, morte e rinascita. Come nascono le tue canzoni?Testo e musica nascono nello stesso momento. Credo che le cose siano lì, io ho

solo il dono di poterle prendere. Le mie canzoni raccontano sempre il mio vissuto più recente. Infatti, alcuni brani che ho scritto in passato, spesso non appartengono al mio presente.Qual è la frase più bella che hai scritto?"Se potessi ti darei una vita in più, la mia". Credo che ci siano dei momenti in cui si darebbe seriamente la vita per l'altro. Possiamo chiamarli momenti puri, incondizionati, quelli in cui vivi la persona per quello che è e non per quello che gli altri la fanno apparire. Per chi scriveresti una canzone?Da giovane, ero geloso delle mie canzoni e per questo mi sono precluso alcune possibilità importanti. Oggi, darei i miei pezzi a chi dimostra una sensibilità vicina alla mia.La cosa da cui non ti separeresti mai?Dalla mia privacy. Infatti, in molte occasioni, ho preferito famiglia, effetti e il mio piccolo mondo.Da chi non ti separeresti? Dalla mia famiglia e la mia donna. Se dovessi descrivere l’amore con una frase delle tue canzoni?"Noi due siamo liberi solo se siamo insieme". È una canzone che deve ancora uscire. L’amicizia ha un valore importante?L'amicizia è una forma d'amore che non ha niente da invidiare all'amore verso il padre, verso la madre o verso la tua donna. Per me è molto importante. Che consigli daresti a chi ha lo stesso tuo talento?

Di guardare poco la tv e di considerare relativamente il successo in termini di visibilità. La tv più che creare personaggi ha distrutto uomini. Questa è la storia dei reality: un successo temporaneo per chi è poi è stato vittima del macchinario stesso. Credo che artisti come Vasco o Battisti non avrebbero mai partecipato ai talent show. Tutto questo è contro l'arte. Cos'è il talento?Il talento nasce dalla passione. Tu dai quello che puoi dare e vieni ripagato il doppio, o forse anche al triplo.C'è qualcuno che consideri un talento?Il giovanissimo Simone Perrone. Ha talento come cantautore e un timbro particolare. Hai particolari influenze musicali?Amo il sound british anche se non è ancora venuto fuori. Anni fa abbracciavo il metal, ma ultimamente sto cercando un compromesso tra il britpop ed il pop commerciale italiano.Il cantautore Moltheni, si è ritirato dalla musica dichiarando “ci vuole un santo in paradiso per andare avanti”.Ci vuole un santo per ogni cerchio del paradiso!Credi nelle etichette indipendenti?Sono il futuro della musica! Un cantautore talentuoso, ultimamente preferisce affidarsi alle piccole realtà per conservare maggiore libertà espressiva.

L'INTERVISTA

È ancora possibile con-tribuire al progetto “Sant’Apollinare, ri-

cordi che non possono sbiadire” realizza-to da Vetrine Inedite in collaborazione con la redazione di Ciclostyle e del portale di informazione Piazzavittoria.net. L’intento è quello di recuperare i ricordi di quei brin-

disini che hanno vissuto Sant’Apollinare e gli indimenticabili anni che hanno con-traddistinto la sua storia attraverso scrit-ti, foto e ricordi. Per ulteriori informazioni sul progetto contattare lo 0831.529491 oppure il 347.0466197. Di seguito la testimonianza di Roberto Aiello. La sua famiglia ha gestito bar e ri-storante della spiaggia dal 1947 al 1951.

Sant’Apollinare, un ricordo sempre vivo e profondo. Su quella sabbia ho trascorso tanti momenti straordinari della mia gioventù, poiché mio padre Antonio è stato il gestore del bar e del ristorante dal 1947 al 1951. I ricordi sono tanti: le barche a vela e quelle a remi che accompagnavano le persone dal molo del porto alla spiaggia e le gare

goliardiche tra i vogatori che portavano 10-12 persone a bordo; i tuffi dei ragazzi in prossimità del Canale Pigonati per evitare di pagare il biglietto d’ingresso; la “mellonata” di ferragosto, quando la spiaggia restava aperta sino a tardi e si facevano tanti giochi divertenti, come il “palo della cuccagna” e la “corsa dei sacchi”, tra balli e canti…

Ricordo in particolare un episodio accaduto durante l’estate del 1950 o del ’51. Sulla spiaggia c’era una bella signora del nord Italia che si godeva il sole, indossava con totale indifferenza uno dei primi bichini, forse il primo “due pezzi” che si è visto a Sant’Apollinare. Ovviamente non paragonabili a quelli attuali. Infatti, all’epoca, la mutande ed il reggiseno del costume erano piuttosto alti. Un questurino, in divisa bianca e a maniche lunghe, si avvicinò all’avvenente donna e le intimò di coprirsi con un deciso “Signora, il due-pezzi è vietato!”.Lei non si scompose e, dopo averlo osservato con sufficienza, gli rispose: “Quale dei due pezzi devo togliere per primo?”.L’agente a quel punto, imbarazzato dalla determinazione della donna e rosso in viso, tolse il disturbo.

LA TESTIMONIANzA

RADICI QUADRATEdi GIOVANNI MEMBOLA > [email protected]

(a lato) ilaria passarelli, brindisina, 25 anni. è lei la testimonial del progetto dell'associazione vetrine inedite "sant'apollinare, ricordi che non vogliono sbiadire". foto di luca montemurro.(sotto a destra) 1951: i fratelli ferruccio e roberto aiello insieme a irma mastrobiso, figlia del titolare della spiaggia, da tutti conosciuta come “esther williams” per la sua bellezza e le capacità natatorie. (sotto a sinistra) 1947: i fratelli roberto e ferruccio aiello con la madre lucia, il loro cane tarzan ed un’amica di famiglia sulla spiaggia di sant’apollinare

SANT'APOLLINARE,RIcORdI chE NONPOSSONO SbIAdIRE

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ULTRASUONIdi SERENA PASSARELLI > [email protected]

Questi versi sono tratti da “La tela del pittore”, un brano del famoso cantautore brindisino Gianni D’Errico, tragicamente scomparso nel 1975. Cominciamo que-sta intervista volutamente dalla fine che altro non è se non l'inizio per Aldo Losito. Il cantautore, nato a Mottola (TA) 33 anni fa, è a Brindisi per partecipare al radio tour di Ciccio Ricco. In occasione del tren-tesimo anno dalla morte del cantautore brindisino D’Errico, Aldo aveva l’arduo compito di ricordarlo attraverso parole e musica di uno dei suoi brani più famosi intitolato “Toccami”. La cover è diventa-ta il trampolino di lancio per un successo tutto meritato del talento tarantino. Ma la cosa davvero singolare sta nella somi-glianza dei due cantautori. È così che le parole tratte da "La tela del Pittore" trova-no il loro senso, nonché qualcosa di così tanto toccante da impressionare perfino Aldo, sconvolto dalla sensibile somiglian-za riscontrata vedendo le foto di Gianni. “Perché quel pittore è tornato per com-pletare la sua tela”. Dopo “Toccami” oggi in radio, “Se Potessi” e centinaia di altre canzoni ancora nel cassetto.Conosciamo meglio Aldo!

dopo lo straordinario

successo di toccami, se

potessi e centinaia di altre canzoni

aLDO LOSItO: pEr COMpLEtarELa SUa tELa

qui a lato il famoso cantautore brindisino gianni d’errico e alla sua destra aldo losito

www.piazzavittoria.net | [email protected] 32 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 33

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CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5 CICLOSTYLE | SETTEMBRE | 5

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ULTRASUONIdi GABRIELE CIULLO > [email protected]

DaI CaMpI agrICOLIDI CEgLIE aLLE pIStEDI FOrMULa SaE

francesco gallone,22enne, direttore tecnico

e responsabile disviluppo e produzione della

“squadra corse”del politecnico

di torino

L’ennesimo brindisino “in erba” sco-vato dai talent scout di CicloStyle si chiama Francesco Gallone.

A soli 22 anni, ha conseguito con il mas-simo dei voti una laurea in Ingegneria dell’autoveicolo ed è responsabile di un team di circa 60 studenti che guida nelle fasi di progetto, produzione, sviluppo e utilizzo in gara del prototipo di una vettura monoposto di Formula SAE.Sembra strano a dirsi, ma la passione di Francesco per i motori nasce proprio in campo agricolo, a Ceglie Messapica.“Quando avevo poco più di 8 anni - rac-conta - seguivo mio padre nella gestione dell’azienda agricola di famiglia attirato più che altro da quei grossi “cosi” chia-mati trattori. È così che ho iniziato ad av-vicinarmi ai motori”. Un paio d’anni dopo, Francesco scopre il mondo della Formula 1, la sua prima vera passione motoristica. Da quel momento, segue tutte le gare e

decide di mettere in pratica le conoscenze acquisite per realizzare il suo sogno: idea-re e portare in pista una monoposto.Inutile dire che quando ha scoperto l’esi-stenza del corso di studi in Ingegneria dell’autoveicolo, presso il Politecnico di Torino, Francesco non ci ha pensato due volte. Nel 2009, al suo primo anno nella “Squadra Corse”, Francesco si è occupato della messa a punto della vettura in pista e delle simulazioni di dinamica veicolo. Dopo appena un anno, il salto di qualità: il giovane viene messo a capo del progetto, dividendo oneri e onori con i colleghi An-tonio Pala e Giorgio Scalici, seguendo la produzione della vettura presso le aziende Ermolli Organizzazione Corse a Morna-go (VA), DANISI Engineering a Nichelino (TO), e Compact Compositi a Buttigliera Alta (TO). “In breve tempo siamo riusciti a creare un gruppo di 60 studenti che sono legati tra loro da un rapporto di amicizia, oltre che dall’impegno comune. Amiamo mettere in chiaro che siamo un team di non-professionisti, con tutti i vantaggi che ciò comporta”.Per il suo futuro, Francesco pare avere idee già chiare. “Non mi piacciono le grandi re-altà aziendali, le trovo troppo dispersive e senza una reale visione d'insieme dei

progetti. Rischi di passare ore dietro alla scrivania per disegnare un componen-te del quale non saprai mai la funzione finale. Mi piacerebbe, invece, gestire un progetto completo, magari mettendo su una società che produca vetture da com-petizione alla portata delle tasche degli appassionati. Sarebbe bello farlo proprio con i miei attuali amici-colleghi”. Anche sul posto dove costruire il suo fu-turo, ahimè, il giovane pare avere pochi dubbi: “Torino è una città fantastica e mi ha fatto realizzare quanto la nostra Pu-glia sia profondamente arretrata e poco valorizzata. Alla mia terra resto comun-que profondamente legato e non perdo occasione di far conoscere le nostre tradi-zioni, il dialetto e soprattutto la cucina. È questa la cosa che più mi manca, insieme agli affetti, al mare e, in generale, al calore e al “colore” della gente. Tutte cose che al nord si vivono in maniera completamente diversa”.

francesco gallone

pag 34 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected]

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ULTRASUONIdi REDAzIONE > [email protected]

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chi fa da sé fa per tre. conoscendo l’artigianato brindisino

Una passione che diventa un lavoro, un lavoro che è la sua passione. Giovanni Cantoro è un giovanissimo e brillante

imprenditore brindisino che anziché piange-re miseria per via della propria condizione di instabilità economica dettata dalla precarietà lavorativa, ha scelto di scrollarsi di dosso l’eti-chetta “disoccupato” facendo del proprio hob-by e del proprio talento innato, il suo lavoro. La cosa davvero singolare è che Giovanni ha tra-mandato il suo business a suo padre e non il contrario, come regola vuole. Nell'aprile 2006 alza la prima saracinesca della falegnameria “Chi fa da se fa per tre” a Brindisi sulla strada statale 16 per Tuturano per poi aprire la prima esposizione in via Porta Lecce. Oggi, falegna-meria ed esposizione sono ubicate in via Pro-vinciale per San Vito. L’idea è nata dopo aver specializzato il talento riscontrato lavorando il legno. “Ho imparato tutto da solo, leggendo, chiedendo ad amici, familiari falegnami e ad operatori del settore. Ho frequentato vari fai da te”, spiega Giovanni. Ed è solo dopo un anno che decide, anche grazie ai numerosi apprez-zamenti e consensi sui suoi lavori, di far diven-tare la sua passione il fulcro del suo business. Il primo lavoro realizzato su commissione fu la realizzazione di ante per una cucina. Da lì il passaparola è stata la sua migliore pubblicità.

“Oggi qualsiasi mobile si acquista a un prez-zo decisamente accessibile a tutti, la qualità tuttavia si paga”, spiega. “I nostri lavori dura-no nel tempo diversamente dai molti mobili che sono sul mercato che temono l’umidità per non parlare dei traslochi. Si tratta di lavo-ri imprecisi, perché fatti in serie”. Ed è proprio questa la particolarità della sua azienda che di fatto si colloca nel polmone dell’artigianato brindisino che primeggia sul mercato regio-nale e non solo. Arredamento interno, per bar, mobili, negozi, posa in opera specializzata di parapan, sono solo alcuni dei servizi offerti. E

poi ancora servizio fai da te, taglio su misura nel particolare anche di masselli e pannelli. Tra i lavori più apprezzati di “Chi fa da sé fa per tre” ricordiamo il Barbur Cafè di via Tor Pisana a Brindisi, Escosazio di Brindisi e Mesagne, La perla del Salento a Gallipoli, White Lady di Massafra. “I nostri lavori sono su misura e vogliono rispecchiare in tutto il gusto del cliente”, conclude. Un talento, una passione un risultato: pezzi unici e clienti soddisfatti. Attualmente sta realizzando il Wine Bar Yacht Club nella zona Sciabbiche di Brindisi. Ed il passaparola continua…!

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13° ELEMENtO:IL BUSINESS

DIVENta taLENtO

l'atigianato locale per risparmiare sui

costi dell'energia

Prodotti innovativi ad elevate per-formance, sono il core business di un’azienda di successo nel pano-

rama dell’artigianato locale. È questa in sintesi, l’idea di azienda nonché la ricetta vincente di 13° elemento, leader nel set-tore infissi e prodotti affini. Chi conosce Paolo Pacifico e sua moglie Lucia, a primo impatto, non attribuirebbe loro l’etichetta “imprenditori e artigiani di successo”, se non altro perché appare subito lontana da loro ogni logica di “ritorno” economico fine a se stesso. Infatti, 13° elemento è il risul-tato della loro onestà, della loro chiarezza, della dedizione e della qualità sempre al centro del loro business. “Competenza, professionalità ma an-che ingegno, sono frutto della dedizione, dell’approfondimento nonché dell’ag-giornamento continuo nel nostro settore merceologico”, spiega Paolo. È dato incon-futabile che in una costruzione gli infissi hanno il compito di garantire il comfort e

preservare la privacy all’interno, nonché quello di migliorarne l’estetica all’esterno; più le loro prestazioni sono elevate, più la qualità della vita sale in termine di bene-fici. “Per rispondere a questo - prosegue - i materiali da noi trattati, dall’alluminio-legno al taglio termico, hanno superato le prove di tenuta all’aria e all’acqua, di isola-mento termico ed acustico e rispettano le vigenti normative europee in tema di effi-cienza energetica”. “Perché l’edificio abbia benefici in termini di efficienza energetica - spiega Paolo - è necessario che sia basso il valore di trasmittanza termica che mi-sura appunto l’isolamento termico offerto dagli infissi. Se il valore è basso, durante l’inverno si limitano le dispersioni di ca-lore dall’interno verso l’esterno. Nei mesi estivi invece, si evita il surriscaldamento della casa e si contribuisce a diminuire il sovraccarico termico sull’impianto di condizionamento”. In termini pratici, tut-

to ciò implica un risparmio energetico ed economico rilevante, a beneficio del con-sumatore finale. Aggiungendovi inoltre la possibilità di poter accedere alle detrazio-ni fiscali del 55% - previsti in Finanziaria per l’acquisto di porte, finestre e vetrine, anche non apribili -, nonché le semplifi-cazioni procedurali dell’attività edilizia contemplate dal Piano Casa, possiamo affermare senza indugi, che non vi sono mai stati prima d’ora momenti più favore-voli di questo, per decidere di riqualificare e rivalutare il proprio immobile. Oggi più che mai servono professionisti in grado di ascoltare con attenzione le esigenze dei propri clienti, offrendo loro risposte chiare e trasparenti. In tal senso 13° elemento è senza dubbio leader sul mercato. Sopral-luoghi e preventivi gratuiti, progettazioni e soluzioni personalizzate ed innovative, cura dei particolari, tracciabilità e marca-tura CEE dei propri prodotti, posa in opera con copertura assicurativa RCT, certifi-cazione energetica, sviluppo ed invio pra-tiche per l’accesso alle detrazioni fiscali della la spesa sostenuta per l’acquisto dei nuovi serramenti, servizio finanziario per pagamenti rateali, assistenza pre e post vendita implementata da istruzioni per un corretto uso di porte e finestre.

ESEMPIO PRATICOÈ statisticamente provato che la parte più importante dei costi energetici di una famiglia, è rappresentata per un 70% dai costi di riscaldamento. Sulla base di una spesa complessiva di 5.000 euro, per la sostituzione di finestre in un appartamento, la detrazione I.R.P.E.F. spettante al ben-eficiario corrisponde a 2.750 euro. Ciò sig-nifica che più della metà della spesa soste-nuta, ritorna nelle tasche del consumatore finale. Non è da trascurare il rilevante ris-parmio economico conseguente alla riduzi-one dei costi di riscaldamento della casa, nonché l’importantissimo contributo posi-tivo alla tanto discussa causa ambientale.ESEMPIO:€ 5.000,00 spesa complessivaper sostituzione infissi€ 2.750,00 detrazione del 55%sulla spesa complessiva.(a sinistra):

paolo pacificotitolare di 13° elemento.

(a destra): profilo in alluminio a taglio termico, che grazie

all’utilizzo combinato di vetrazioni adeguate,

isola l’ambienteinterno, sia dagli eccessi climatici(freddo / caldo),

sia dal rumore

pag 36 | maggio 2010 | numero 3 www.piazzavittoria.net | [email protected] www.piazzavittoria.net | [email protected] numero 3 | maggio 2010 | pag 37

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LU FUNERALI È zumpatu lu sicchiu

Cumpa’ NicolaÈ veru ca era vecchiu

E tinia puru l’anca sciola.Ma era nu cristianu

Ti crianzaLu cirvieddu finuE tanta ti panza.

“m’aggia mettiri alli riparti‘nda lassatu comu la varca a mienzu a mari”.

Cussì la vetuva sta' dicìaQuando è n’tirvinutu zu' Tobia.

“La varca stava rimiggiata alla marinal’aggiu vista stamatina”.

Sannu nantimisuCu portunu lla cascia

Giuvanni lu iertuUcciu lu vasciu

Ghiatoru anca sciolaE Cuntinu ca no ‘mbesti na parola.

No vi ticu qiddu ca è successuVulia a mittia la capu intra lu cessu.Mi… mi... mi… ticia cumpà Cuntinu

Anca sciola ‘mbirlisciavalu iertu cu si mittia a livellu stava chinu

Ucciu lu vasciu iastimava.Mi… mi… mi… sta… sta… sta...

Continuava cumpà CuntinuSciu… sciu... sciu…

E la vetuva tinia a manu nu santinu.Finarmenti lu SciarpuTissi l’urtima parolaMa era troppu tardu

Rimasi a vocca aperta puru Anca sciola.Nisciunu tissi nienti

Comu ci la lengua era ccappata alla tagghiolaSciula era l’urtima parola

Nu silenziu ti tombaLa cascia catiu an'terra

Cu lu rumori ti na bombaTuttu trimulau comu cordi ti chitarra.

Risati e mancamentiNa confusioni ti parienti

No si capia nu cazzuLu sciarpu chiusu 'ntra lu mazzu.

È veru ca non ci staiFunerali senza risa e matrimoniu senza chiantu

Ma quiddu ca è successu a quaiÈ assai puru pi nu santu.

Intra tuttu stu trambustu sontu ciertuCa l’erunu fattu muriri

Ci non era già sicuru ca era muertu.

INFORMABREVEdi ROBERTO SPAGNOLETTO > [email protected]

www.piazzavittoria.net | [email protected] 38 | maggio 2010 | numero 3

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