ciclostyle 9

17
gennaio 2011 numero 9 / anno 1 mura di cinta abbandonate al loro destino 22 sterilità: l’emergenza del nuovo millennio 6 mille euro per valorizzare la bellezza 19 come quando e suppergiù che vorrei il bambino magazine in distribuzione gratuita

description

 

Transcript of ciclostyle 9

Page 1: ciclostyle 9

gennaio 2011

numero9 / anno 1

mura di cinta abbandonate al

loro destino 22sterilità:

l’emergenza del nuovo millennio 6

mille euro per valorizzarela bellezza 19

come quando e suppergiù

che vorreiil bambino

magazinein

distribuzione

gratuita

Page 2: ciclostyle 9

brindisi 0831.562368 - via g. bruno, 18 | 0831.527858 - via saponea, 38mesagne (br) 0831.777131 - c/o auchan / cellino san marco (br) 320.4484834 - (feelgood) - c.da pagliarella

“collezione asimetric”autunno - inverno 2010/11

“M

odelle per un giorno” - Concorso

2010

-

il magazine che nonsi sfoglia, si legge!

si naviga!.it

vetr ine ined iteeditore

30vetrine inedite

moroboshi: note che non invecchiano mai

27vetrine inedite

lu pinnulu: continuano le storie di ucciu lu vasciu

20scomunicando

e non vissero felici e contenti: il vero finale delle favole

24vetrine inedite

l’archeo-clown alla conquista dell’italia

Redazione: Via F. Carena (c/o imprendigiovani.it)

Brindisi0831.090392 / 347.0466197

www.ciclostyle.it [email protected]

Editore:Vetrine Inedite

(Ass. di Promozione Sociale)Presidente:

Ilaria Passarelli

Direttore Responsabile:Serena Passarelli

Impaginazione e Grafica:Stefano Ranalli (Quadra)

Stampa:Locopress

In redazione: Italo Bernardi

Massimiliano GattiMaura Gatti

Emanuele Vasta

Giovanni MembolaVirginia FrigioneMonica CucinelliMichele Cavallo

Roberto SpagnolettoClaudia Corsa

Marco FalconeVincenzo Maggiore

Web:Valeria Leggiero

Mario Spagnoletto

gennaio 2011

numero9 / anno 1

info pubblicità0831.090392 / [email protected]

EDITORIALECari lettori di CicloStyle,è trascorso solo un mese eppure tantissime sono le novità ed i cambiamenti.Abbiamo scelto di fare un salto, un passo in avanti

coraggioso. Per fare questo abbiamo dovuto riordinare le cose, prendere delle decisioni imponendoci di essere più selettivi.Per la qualità di quello che continueremo a fare e di ciò che faremo. Non posso dire di più. Siamo certi che questa realtà editoriale, tra tante difficoltà, ha superato quella più difficile: entrare nel vostro cuore e nelle vostre case.Anche il nostro sito, in questi giorni, è preso d’assalto.Gli accessi sono schizzati alle stelle grazie alla dedizione di maura gatti e al supporto di mario spagnoletto e valeria leggiero. In questo numero di Ciclostyle, un complicato viaggio nel mondo dei più piccoli si, complicato. Questo è un mondo talmente tanto vasto da poter essere guardato da almeno un milione di prospettive diverse. Avremmo potuto scrivere molto, molto, molto di più. Avremmo voluto entrare ancora di più nelle speranze dei genitori e conoscere la creatività del mondo straordinario e unico dei piccoli brindisini.È così che questo viaggio lo completeremo sul nostro sito web, www.ciclostyle.it. Vi aspettiamo.Buona lettura.

Serena Passarelli, Direttore Responsabile Ciclostyle

in copertina sara greco, brindisina, 11 mesi. foto di virginia frigione - afi

Testata registrata presso il Registro Stampadel Tribunale di Brindisi n. 14/2009

chiuso il 31 gennaio 2011

DIETRO LE QUINTE

Stefano Ranalli Graphic Designer

Luca MontemurroFotografo

Ilaria PassarelliPresidente Vetrine Inedite

13cs - storie da copertina

nel mondo dei più piccoli con io bimbo

www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 3

Page 3: ciclostyle 9

Una realtà, quella brindisina, spacca-ta in due: da un lato diverse ragazze diventano mamme quando ancora

non sono donne. Dall’altro lato donne che lo sono diventate (o diventeranno) previa oculata valutazione.Esiste un’età giusta per diventare genito-ri? Quali sono i presupposti?L’abbiamo domandato a nove giovani menti brindisine: VALERIA PORCELLUzzI, 24 ANNI, NUBILE

Non esiste un’età giusta ma è fondamentale una certa matu-rità e consapevolezza.È sicuramente un evento

meraviglioso ma per essere apprezzato necessita di essere compreso e valutato. Se si è disposti e “possibilitati” ad offri-re un’infanzia serena ed uno sviluppo equilibrato con amore e sacrifici, il bimbo risulterà uno splendido dono, altrimenti sarà considerato un incidente di percorso. A mio parere il primo diritto di un bimbo è di sentirsi desiderato!

EMANUELE BARLETTA, 30 ANNI, CELIBEHo sempre pensato ai trent’an-ni come ad un traguardo per essere realizzati. La differenza tra i tempi dei miei genitori ed

oggi è che vi sono sempre meno garanzie di solidità economica. Ciò non favorisce l’unione di una coppia e spesso capita che un bimbo venga al mondo in situazio-ni economiche difficili, quindi si tende a rimandare. Il ruolo di genitori non andreb-be lasciato a dei ragazzini prematuri a questa responsabilità. Presupposti base: una garanzia economica e la necessaria maturità di entrambi i genitori. VALENTINA MOLFETTA, 31 ANNI,CONIUGATA, MAMMA

La rete sociale di una volta permetteva di avere qualcuno su cui contare. Oggi il genitore è solo e senza alcun supporto

se non quello dei parenti più stretti che però hanno altrettante difficoltà. Con buo-na volontà, buon senso e immenso amore

l’età conta relativamente. Vo-lere è potere, quindi ben ven-gano i figli a qualsiasi età an-che se biologicamente sareb-be ideale averli tra i 23 e i 28 anni. Dal punto di vista “non materiale”, quello che si spera prima di avere un figlio, è che tra la coppia ci sia un’intesa e una complicità magari rag-giunte nel periodo di conviven-za. I presupposti concreti?Un lavoro costante ed almeno uno stipendio dignitoso; la tranquillità e la tutela della

“mamma lavoratrice e non”, alla quale devono essere garantiti orari flessibili e agevolazioni sanitarie. Avere una casa di proprietà sarebbe il massimo, sogno di molti giovani di oggi. ALESSIA COSTABILE, 22 ANNI, CELIBE

Mi piacerebbe averlo prima di aver compiuto trent’anni per-ché vorrei seguire l’esempio di mia madre che mi ha avuta a

soli 22 anni ed oggi è ancora bella e gio-vane. Gli unici presupposti sono: un futuro di serenità e stabilità. ONETO MARzIALI, 29 ANNI, CELIBE

Il concepimento di un bambino non deve essere assolutamen-te un dovere religioso, morale o civico. L’età idonea è legata

ai limiti fisiologici del corpo femminile.A mio avviso l’età giusta per convenzione non esiste: è una questione individuale, legata al sentimento sincero e la determi-nazione che unisce i due per crescere e aiutare un figlio in ogni difficoltà.I presupposti, secondo una concezione razionale, sono il lavoro sicuro per en-trambi e una casa accogliente.È fondamentalmente una scelta di vita: bisogna amare quel bambino fin dai suoi

Il bambIno che vorreI:come, quandoe suppergIù…

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EmanUELE VaSTa > [email protected]

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi EmanUELE VaSTa > [email protected]

primi respiri, guidarlo nei suoi primi passi e dargli tutte le attenzioni. È un’esperien-za che necessita di maturità, ma non escludo che persino una coppia molto giovane possa iniziare questo percorso garantendo al figlio una vita felice. RAFFAELLA FANIzzA, 25 ANNI,NUBILE, MAMMA

Non esiste un’età giusta, è necessario sentirlo dentro, il resto poi viene da sé. È impor-tantissimo essere consape-

voli che si sta mettendo al mondo una nuova vita e che di essa, noi siamo i pa-droni. I presupposti sarebbero milioni, ci si deve solo rendere conto che è un grande impegno. Devono coesistere tut-te le possibilità per non far mancare niente al bimbo, non solo economiche, ma anche educative e morali.IRENE MERICO, 31 ANNI,NUBILE, MAMMA

Orientativamente la fascia tra i 26 e i 35 sarebbe ideale poi-ché prima si rischia di non comprendere nemmeno ciò

che si sta vivendo, mentre dopo si può di-ventare troppo sorpassati e non compren-dere i propri figli. Credo che sia un deside-rio irrefrenabile che può arrivare in qualsia si momento, basta che ci sia la maturità di volersi prendere una tale re-sponsabilità. Sarebbero infinite le cose dire, ma è essenziale esser pronti a scon-volgere la propria vita per dedicarsi total-mente al fiorimento di una nuova, facen-dola crescere con tutto l’amore.ALBERTO COhEN, 26 ANNI, CELIBE

Non è un numero a fare la ma-turità di due persone. Per ave-re un figlio si può essere abba-stanza responsabili a 20 anni

come non esserlo a 30. Non esiste un’età giusta! Bisogna essere consapevoli delle responsabilità alle quali si va incontro, avere una buona stabilità economica: fare un figlio non costa nulla, ma crescer-lo spiazza tantissimo. In più è basilare avere un tetto e soprattutto essere una coppia consapevole di volerlo essere per sempre, in modo da garantire una fami-glia stabile. VITO BUONSANTE, 33 ANNI, CELIBE

Dipende dalla maturità del sin-golo individuo. Non esiste un’età giusta per avere un bambino. Presupposti: un rap-

porto di coppia stabile, possibilità econo-mica e tanta responsabilità.

i figli a sorpresa o eredi a calendario?lo abbiamo chiesto a 9 giovani brindisini

in foto sara greco con la sua mamma giada la palma.sara compirà il suo primo anno l’1 marzo. dalla redazione

un augurio speciale. foto di virginia frigione (afi)

pag 4 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 5

Page 4: ciclostyle 9

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi mIChELE CaVaLLo > [email protected]

Il bambIno che non arrIva:

l’emergenZa del nuovo mIllennIo

ecco le soluzioni alproblema della sterilità

Fivet, meglio conosciuta come fecon-dazione in vitro. Per cercare di fare chiarezza su uno degli argomenti

più spinosi e più sentiti del momento ab-biamo interpellato uno dei massimi espo-nenti italiani ed internazionali della medi-cina della riproduzione, nonchè direttore clinico della PRoBIoS, il dottor Giuseppe D’Amato.

Che cos’è la F.I.V.E.T.?La fivet è la prima tecnica di fecondazione in vitro inventata dal premio

nobel Robert Edwards.Chi sono i soggetti che possonoricorrere a questa tecnica?Soltanto quelle coppie in cui l’uomo abbia un buon liquido seminale e la donna abbia una semplice sterilità dovuta ad un fattore tubarico. In quali rischi possonoincorrere le donne?Il rischio chirurgico dovuto al prelievo transgenico guidato è quello minimo o quasi nullo di una stimolazione ovarica con degli ormoni esogeni. Quali le percentuali di riuscita soprattutto legate all’età della donna?Essendo la fivet la tecnica che si attaglia meglio per le pazienti con un problema tubarico, in genere queste sono molto giovani. E quindi se eseguita da mani esperte il tasso di gravidanza dovrebbe viaggiare non al di sotto del 30 per cento.

Nelle pazienti intorno ai 40 anni, quanto sono inferiori le probabilità di ottenere una gravidanza?Nelle pazienti che superano i 40 anni le percentuali di riuscita di una fivet sono meno del 5 per cento. A questo si è giunti anche a causa dell’inevitabile rivoluzione socio culturale che ha investito il mondo femminile e che ha portato le donne a concepire intorno ai 37-40 anni.Questi dati sono stati dimostrati dalla SIGO che ha rivelato come l’età media del primo parto in Italia è di anni 34,7. Ciò, di fatto, abbassa le percentuali di riuscita. Una media che include le ventenni, le quarantenni e anche le cinquantenni che devono poi ricorrere all’ovodonazione. Se a questo si aggiunge che oggi, a differenza di qualche decennio fa, il

L'InTERVISTa

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi mIChELE CaVaLLo > [email protected]

FIveT:FecondaZIone

In vITro

La sterilità nelle coppie del nuo-vo millennio: ecco la nuova e vera emergenza socio-sanitaria del nostro pianeta. Il problema coinvolge centinaia di migliaia di coppie giovani e meno gio-vani, costrette a rivolgersi alle nuove tecniche della medicina per soddisfare quel naturale de-siderio di genitorialità. abbiamo approfondito e cercato di capire meglio cos'è la fecondazione in vitro e tutte le tappe che porta-no all'adozione.

leggi ulteriori info su:www.ciclostyle.it

in foto ildottor giuseppe d’amato

1

CHI FA DA SE FA PER 3FALEGNAMERIA e FAI DA TEVia Prov.le S. Vito, 54/58 BRINDISITel: 347.2531095email: [email protected]• Tagl io , p ia l la tura e f resatura d i massel lo e pannel l i• Cucine componib i l i e in muratura mobi le e f issa• Ante da incasso per cuc ine e muratura• Complement i d ’arredo e semi lavorat i d i ogni genere ar

t: V

ET

RIN

E IN

ED

ITE

+39

.347

.046

6197

fattore maschile causa di infertilità è arrivato intorno al 50 per cento, ecco che il problema dell’infertilità è diventata un’autentica emergenza socio-sanitaria. Quali le tecniche a disposizione per combattere anche questo problema?Abbiamo la ICSI e successivamente è arrivata anche la IMSI. Nel primo caso è prevista una fase di manipolazione dei gameti maschili per poi iniettare il liquido seminale direttamente nell’ovulo. Nel caso dell’Imsi lo spermatozoo viene ingrandito ben 8000 volte rispetto ai 400 dell’Icsi arrivando a guardare all’interno degli stessi e capire se ci sono segni di sofferenza interna per poi intervenire di conseguenza.Prelevato il campione finale poi, tramite l’Icsi, viene fatta la manipolazione per iniezione. Nelle difficoltà di concepimento tramite una Fivet quanto centrano i nuovi mali del secolo come stress, obesità, etc.?Questi fattori incidono pesantemente ma non per questo bisogna fermarsi.È necessario fare prevenzione sugli stili di vita, informare soprattutto le giovani donne su rapporti sicuri e tanto altro ancora. I costi? Differenzetra pubblico e privato? In una struttura privata, non può costare meno di 4.500 euro. In un caso o nell’altro, le coppie devono affidarsi a persone di chiara fama e a strutture certificate che abbiano un

avanzamento tecnologico secondo il livello delle conoscenze di quel momento. È veramente importante avere di fronte una persona con pedigree scientifico certificato. È importante anche che le pazienti sappiano, soprattutto nella provincia di Brindisi, che se un medico propone di eseguire un’inseminazione nel proprio studio, se non è autorizzato, va denunciato ai carabinieri. Il medico, infatti, deve avere alle spalle un centro autorizzato per la cura della sterilità come impone la legge 40. Elenco reperibile anche presso il sito dell’Istituto superiore della Sanità. La prima cosa, dunque, è distinguere le persone per bene dai delinquenti del settore che abusano della buona fede delle coppie. Per ciò che riguarda la sanità pubblica, non potrei dare giudizi sereni dalla mia posizione anche se queste strutture forse pagano una certa inadeguatezza di tecnologie che in centri privati è più logico trovare.Quanti tentativi sono consigliati?Questa è una cosa che dovrebbe essere regolamentata da una norma. A dire basta dovrebbe essere anche il medico che, in coscienza, dovrebbe sconsigliare tanti tentativi. In Italia molte coppie insistono perché l’alternativa è quella di andarsene all’estero a fare un ovodonazione.Che cos’è l’ovodonazione?Una tecnica di fecondazione eterologa in cui la donna riesce a concepire grazie ad un ovulo ricevuto in dono da una

donna anonima, fecondato dallo sperma di suo marito e impiantato nel suo utero. Situazione che non compromette assolutamente la piena maternità della ricevente. Nel caso il problema sia maschile esiste anche la donazione dello sperma. Prestazioni fatte all’estero con tutti i rischi annessi e connessi e che si potrebbero eseguire anche in Italia.Ad oggi non sono regolamentate e quindi non sono permesse.Che consiglio darebbe alle coppie che hanno difficoltà di concepimento?Di non perdere assolutamente tempo, soprattutto se sono coppie giovani. Devono subito affidarsi a mani esperte e centri seri per effettuare subito tutte le indagini del caso e capire velocemente il problema esistente.Questo consentirebbe un più veloce intervento specifico e una percentuale molto più alta di riuscita. Esistono casi di sterilità inspiegata?Tendenzialmente la sterilità inspiegata dovrebbe essere zero. Questo termine purtroppo viene associato ad una coppia il cui problema non viene indagato bene, in quanto la serie degli esami eseguiti non siano stati sufficienti a chiarire le cause di una simile complessità del caso. Poi se le cause restano sconosciute nonostante una buona indagine allora si rientra nella fascia dei casi rari.

pag 6 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 7

Page 5: ciclostyle 9

Dinanzi alla sempre più evidente emergenza sanitaria che costringe molte coppie a rinunciare al sogno

di essere genitori biologici ecco che si spa-lanca una finestra: adottare un bambino che aspetta solo di ricevere l’amore di una famiglia. Quali le strade da intraprendere per consentire ad una coppia la possibilità di sanare una vita ferita? Lo abbiamo chie-sto a Teresa Pepe, presidente della sede pugliese del CIaI.

Cos’è il CIAI e di cosa si occupa? Il CIAI (Centro Italiano Adozioni Internazionali) nasce nel 1968 e nel 1986 viene riconosciuto come ente nazionale per le adozioni internazionali. Nonostante ciò, fino al 2000, le adozioni erano fatte in maniera un po’ approssimata. A maggio del 2000, invece, è stata ratificata anche in Italia la convenzione de L’Aja (convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale, ndr) che,

di fatto, ha messo fine a questo brutto commercio. Oggi l’ente che si occupa di adozioni internazionali deve richiedere l’autorizzazione ad una commissione ministeriale che ha il compito di monitorarne l’operato.Chi sono le coppie che sirivolgono a voi? Solitamente sono quelle che hanno un problema serio di sterilità ma spesso si presentano anche coppie che hanno già dei figli biologici e che sono disponibili ad adottare un bambino straniero. Il nostro compito è quello di valutare attentamente quelle che sono le motivazioni. Al centro del nostro lavoro ci sono i bambini. Infatti, la nostra etica è quella di non procurare un bambino ad una coppia ma di procurare la famiglia giusta ad un bambino che ne ha tanto bisogno.Quale il percorso cheporta sino all’adozione?Innanzitutto bisogna presentare domanda al Tribunale per i minori di competenza. Per le adozioni internazionali, la provincia di Brindisi, si dovrà rivolgere al tribunale di Lecce. Per l’adozione italiana, invece, anche ai tribunali di Bari e Taranto. Scatteranno le prime indagini delle Forze dell’ordine e dello staff locale di psicologi e assistenti sociali. Seguirà un colloquio con un giudice del Tribunale dei minori.Una volta ottenuta l’attestazione d’idoneità, queste coppie avranno un anno di tempo per iscriversi presso un ente autorizzato. A questo punto, le coppie affronteranno un colloquio personale con i nostri psicologici. Colloqui che tendono a mettere in luce la loro reale possibilità di adozione e che si distinguono da quelli fatti dagli enti locali che mirano a verificare la genitorialità. Il compito di affidare in adozione i bambini, è dell’ente preposto che ha i contatti con i paesi esteri. Questi colloqui servono ai nostri collaboratori

per capire se la coppia, per il nostro ente, è idonea o meno per un’adozione che implica tanti problemi. I bambini che arrivano sono feriti dalla vita e quindi con delle problematiche che questi genitori dovranno affrontare poi nel tempo. Superata questa fase si cercherà di capire il paese verso il quale sono più inclini e quelle che sono le reali possibilità di affrontare anche lunghe trasferte che vanno da 25 a 45 giorni di soggiorno estero. Completato l’iter si attenderà l’abbinamento prima col paese straniero e poi con il bambino. Verrà poi presentata la foto del bimbo - o di più bimbi se si tratta di 2 o più fratelli- e la scheda sanitaria. La coppia, a questo punto, deciderà il da farsi. C’è la possibilità di un rifiutoda parte della coppia?È possibile. Si cerca ovviamente di capire i motivi e valutarne serenamente le motivazioni. Si attende poi un altro abbinamento.Come avviene la scelta della nazione?Valutiamo i desideri della coppia rapportandoci a quelle che sono le esigenze che arrivano dalle stesse nazioni. Per questo cerchiamo di far comprendere alle coppie i motivi di un abbinamento.Quanto incide l’età della coppia nell’età del bambino che si vuol adottare?Incide molto ovviamente. Le nazioni che mandano i bambini hanno delle regole precise sul rapporto di età che ci deve essere tra il bambino e i genitori. La stessa legge italiana impone che non ci devono essere più di 45 anni di differenza. Quali i costi? Un adozione al CIAI va dai 10 mila ai14-15 mila euro.Come sono ripartiti questi soldi?Il percorso di preparazione costa 361 euro a coppia mentre il colloquio con la psicologa 150 euro. Queste due cifre

L'InTERVISTa

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi mIChELE CaVaLLo > [email protected]

sono quelle più a rischio in quanto, se la coppia viene fermata nel suo percorso, non sono rimborsabili. Una volta firmato il mandato bisognerà versare 3600 euro al CIAI di cui 500 alla firma del mandato e il resto durante l’attesa di tutto l’iter che non è mai inferiore ad un anno e mezzo. Il resto della cifra dipende dalla nazione di appartenenza del bambino, perché il CIAI organizza tutta la trasferta delle coppie e le segue dalla partenza sino al rientro. Questi soldi servono per le documentazioni, le traduzioni nella lingua estera, nel viaggio di andata della coppia, nella permanenza e per il viaggio di ritorno con i bambini. Ecco che tutte queste competenze ci portano alle cifre sopra citate. Va sottolineato che ogni euro speso viene certificato e il 50 per cento della cifra è detraibile. Il CIAI inoltre può aiutare le coppie a chiedere dei prestiti finanziari con un tasso minimo presso banche collegate. Le coppie che hanno già figli biologici hanno un percorso più facilitato rispetto alle altre?No. L’importante è che abbiano le caratteristiche per essere genitori adottivi. La problematica è legata all’età del bambino che deve essere necessariamente più piccolo del primogenito. E se la coppia è in età troppo adulta con un bambino biologico piccolo diventa difficile trovare un bambino adottivo più piccolo del primogenito. Questa è l’unica vera difficoltà. Nelle coppie giovani questo problema non si pone in quanto sono coppie che possono adottare anche bambini in tenerissima età.E una coppia che ha già adottatoun bambino?Deve rifare la fase preliminare con i servizi sociali locali. Con noi salterà il periodo della preparazione e rifarà solo il colloquio con lo psicologo. Un consiglio?Il consiglio è quello di non aspettare tanto per diventare genitori. Si, genitori. Perché non esistono genitori adottivi ma solo genitori. Il tempo è preziosissimo e non va sprecato. Prima di scegliere un’associazione, è opportuno ascoltarne diverse per poi scegliere definitivamente quella che più si rifà alle proprie caratteristiche ed esigenze. Non bisogna avere mai paura di accogliere un bimbo in casa perché l’unica cosa che chiede è amore.

Il bambIno che nonarrIva: l’emergenZadel nuovo mIllennIo> segue da pag 6 di mIChELE CaVaLLo > [email protected]

Infissi in alluminio taglio termico e alluminio / legno con detrazione fiscale del 55%

Zanzariere Box doccia Persiane in alluminio e blindate Porte interne in legno e alluminio Ringhiere Sezionali Grate blindate Lucernai Mobili in alluminio

Via Cappuccini, 234 BRINDISI

Tel. / Fax 0831.511398Cell. 347.1321577

[email protected]

PeR tuttoIL ReSto?

…cI SIamoNoI!

dal 1928

adoZIonI: laFamIglIa gIusTaper I bambInIFerITI dalla vITa

2

pag 8 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 9

Page 6: ciclostyle 9

ansie, paure e speranze da futuri ge-nitori. a raccontarle é Veronica Gor-goni, brindisina appena ventenne al

suo quinto mese di gravidanza. Veronica è decisa nel rispondere alla do-manda per molti disarmante: qual è l'età giusta per avere un bambino? Quesito le-cito, sempre che si abbia il tempo di pro-grammare e di darsi una risposta. La real-tà brindisina appare nettamente divisa in due: da un lato trentenni alla ricerca dispe-rata del lavoro della loro vita con l'ambizio-so programma di mettere su casa prima che la famiglia, dall'altro, giovanissimi che, con la spontaneità e l'incoscienza che li contraddistingue, hanno già uno, due e qualche volta tre pargoli al seguito.“Ci sono donne che attendono le condizio-ni ottimali, altre che diventano mamme a 14 anni. È questione di scelte o di desti-no. Sta di fatto che se non c'è la persona giusta al proprio fianco, ci si può rovinare la vita. Sebbene un figlio resti sempre un grande dono”, dichiara la futura mamma.La storia di Veronica e del suo Benito, no-nostante la giovane età, è frutto di una scelta che si racconta con la stessa natu-ralezza che li rende unici e si conclude con

un “E v issero felici e con-tenti”. Lei ha compiu-to da poche s e t t i m a n e 21 anni e partorirà mi-chelle a fine giugno.

Il nuovo arrivo si svela essere una femmi-nuccia e lascia trasparire la sua presenza nella pancia appena pronunciata che "è apparsa in pochissimi giorni". Veronica ha un sorriso disarmante, appena due chili e mezzo in più e la luce smagliante di una donna che sta per conoscere il vero mira-colo di una vita che si dona.Lei, mamma bambina, con il diploma su-periore appena ottenuto sotto il braccio, si preparava ad entrare nel mondo del la-voro. “Ho solo rimandato i miei progetti”, confessa. Per i prossimi tre anni, ci saran-no pannolini da cambiare e pappe da pre-parare. "Inizierò a lavorare non appena la mia bimba inizierà la scuola materna", è così che immagina il suo futuro prossimo. non sarà un gioco e lo sa bene. I giorni trascorrono lentamente mentre i

dubbi si fanno sempre più insi-

stenti in lei, come in qualsiasi donna incinta: ospedale o clinica? E si, perché quando si è in dolce attesa, di gen-te se ne incontra che ne ha da raccontare su sale parto, dottori ed ostetriche. L’ansia non la fa dormire di notte, salvo poi riusci-re ad addormentarsi ed essere svegliata dai calcetti regolari e decisi della sua bam-bina. La corsa all'acquisto di tutine e calzine è già iniziata. Eppure questa prossima vita sembra già avere tutto ciò che di fonda-mentale c'è nel corredino della famiglia Gorgoni: “la copertina di famiglia traman-data da madre in figlia”.Le emozioni sono da vivere giorno dopo giorno: dalla prima ecografia quando an-cora “era solo di 2 centimetri”, alla prima morfologica tridimensionale mentre “si succhiava il dito”. momenti unici da condividere in famiglia che, dopo lo scossone iniziale, sostiene i due ragazzi nei preparativi. E anche alla domanda "qual è il futuro che desiderate per la vostra bambina?”, i due decisi ri-spondono "Il più bello che ci sia". E sia!

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi SEREna PaSSaRELLI > [email protected]

ansie, paure e speranzeda futuri genitori

Il suo FuTuro?Il pIù belloche cI sIa

(in alto a dx): michelle al quarto mese di gestazione.

(in alto a sx):veronica gorgoni e benito ferrari

www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 11

Page 7: ciclostyle 9

AR

T: V

ET

RIN

E IN

ED

ITE

+39

.347

.046

6197

| 08

31.0

9039

2

+ MATERASSO+ CUSCINO+ SET PIUMONE E PARACOLPI

CHICCO TRIO ENJOY 2011

LETTO e FASCIATOIOCUCCIOLO FOPPAPEDRETTI

Sì, proprio così; da oggi e solo da Io Bimbo

Brindisi potrai avere un letto e fasciatoio cucciolo

Foppapedretti, un Chicco trio enjoy 2011, un materasso, un cuscino, un

set piumone e paracolpi il tutto a sole 629 euro.

Approfittane subito.Ti aspettiamo.

629

promozione

io BIMBO BRINDISI | Via Dalmazia, 27 | BRINDISI | Tel. 0831.584080

nel mondodeI pIÚ pIccolIcon “Io bImbo”imprenditoria: intervista a maurizio petesee giacomo mirabella

Passato e futuro: come è cambiato e come ancora cambierà il mondo dei più piccoli?

alle curiosità hanno risposto maurizio Pe-tese e Giacomo mirabella, rispettivamente titolare e collaboratore del punto vendita “Io bimbo” di via Dalmazia a Brindisi.

Come nasce l’idea di aprire unnegozio per bambini?(maurizio) È nata da un’esperienza fatta presso un altro punto vendita dove ho lavorato per quattro anni.Come sono cambiate le mammenegli ultimi anni?La mamma di oggi è molto più informata. Il 95 per cento sa già quello che vuole, come deve essere un oggetto, il colore e i possibili difetti. Certo, l’ultimo consiglio lo chiedono a noi anche se, solitamente, le informazioni sono state già apprese da internet o chiacchierando con altre mamme. Internet, in particolare, ha cambiato il modo di rapportarsi. Nel nostro caso può essere un boomerang: da un lato le persone sono più informate, dall’altro possono trovare la stessa merce a prezzi più bassi. La clientela sa bene però che, a fare la differenza, è il rapporto di fiducia che si crea con il commerciante e la garanzia di potersi recare in negozio per qualsiasi ragione, cosa che l’acquisto su internet non consente di fare. Qual è l’oggetto più venduto?Omogeneizzati e pannolini. Basti pensare che, calcolando i pannolini venduti nel 2009 di una marca escludendo

tutte quelle che abbiamo, potremmo formare una colonna alta 87 chilometri e orizzontalmente una strada di 14,400 chilometri. Qual è l’oggetto più incomprensibile, quello che le mamme hanno difficoltàad utilizzare?I termometri digitali, sono una disperazione per le mamme.Come sono cambiati gli oggettiper bambini? Indubbiamente si è ampliata la gamma, c’è più scelta. Inoltre molte aziende si stanno unendo in progetti congiunti per creare oggetti sempre più tecnologici e sicuri.Qual è stata la più grande scoperta in questo campo?Il pannolinoE l’oggetto più utile in assoluto?Il pannolinoCosa vi aspettate dalla futura tecnologia?A dire il vero è già in arrivo il passeggino elettrico. Mentre, da poco, sul mercato c’è l’altalena con lettore mp3 incorporato.Progetti futuri?Ci sono, ma non ne parliamo per scaramanzia!Un volto per Io Bimbo, com’è nata l’iniziativa?È nata con l’idea di fare qualcosa di diverso dal solito, per coinvolgere e ringraziare la nostra clientela. Daremo dei gadget ai bambini che parteciperanno, creeremo una pagina istituzionale tutta nostra, con un collage delle foto dei bambini che parteciperanno. Potrebbe essere la prima di tante altre iniziative.

(tutte le foto dei bambini che hanno partecipato sono on line su:www.ciclostyle.it/iniziative)Con gli altri commercianti:sinergia o rivalità?SinergiaE con quelli del vostro stesso settore?Sinergia, sempre. Manteniamo i contatti, soprattutto in provincia.I punti di forza di Brindisi.Gran bella domanda. Sicuramente il senso di appartenenza. La clientela è ancora legata al piccolo commerciante per un senso di fiducia. Non dirò altro perché cadrei nel banale.Come potrebbe migliorare ilcommercio brindisino?Innanzitutto cambierei la radicata mentalità del coltivare solo il proprio orticello. Ci vuole coesione. Tutti insieme potremmo riuscire a cambiare qualcosa, portare avanti delle iniziative comuni. Poi, più elasticità da parte di chi decide, mettendo a disposizione più mezzi.In ultimo, spirito di sacrificio.Lamentarsi non porta a nulla. Cosa ha reso vincente la vostra attività che ha già 14 anni di vita?Un mix di progetti e lungimiranza nelle scelte. Abbiamo avuto la forza di investire, un rischio che ci ha ricompensato. I prezzi sono competitivi e abbiamo una grande voglia di fare. Siamo partiti in pochi, adesso siamo in nove. Un bel risultato per il quale dobbiamo ringraziare unicamente la nostra clientela.

L'InTERVISTa

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi REDazIonE > [email protected]

in foto lo staff di io bimbo brindisi

www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 13

Page 8: ciclostyle 9

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi CLaUDIa CoRSa > [email protected]

mInorI sTranIerI:l'InTegraZIone sIcosTruIsce conl'aFFeTTo

le case- famiglia sono il rifugio

per chi tenta la fortuna a migliaia

di chilometri dal proprio paese

Le case-famiglia sono il rifugio per quei minori che, lasciando casa ed affetti, tentano la fortuna a migliaia

di chilometri dal proprio paese.Il fenomeno ha le sue radici nella storia. nel novecento erano gli stessi italiani, in-sieme ai coetanei di tanti paesi europei, alle prese con i viaggi della speranza ver-so le americhe o l’austra-lia. oggi la storia si ripete: cambiano i paesi di pro-venienza ma sono sem-pre i più giovani a tentare per primi la strada della migrazione. Giuridicamen-te i minori stranieri non accompagnati sono tutti quei ragazzi giunti nel no-stro paese in età inferiore ai diciotto anni e separa-ti da entrambi i genitori. oggi sono sempre di più quelli che giungono sulle nostre coste, senza alcun punto di riferimento, privi di assistenza materiale e di tutela, alla mercé della microcriminalità e di forme di sfruttamen-to lavorativo e sessuale. Viaggiano verso i nostri territori per sfuggire a condizioni di estrema povertà e quasi sempre han-no subito violenze e traumi terribili. Una volta giunti nel nostro territorio, riman-gono “invisibili” per molto tempo: privi di tutela, di documenti di soggiorno e titolari

di diritti che rimangono congelati perché neppure ne conoscono l’esistenza. Per tali ragioni, la fase della prima accoglienza as-sume un’importanza cruciale: è soltanto in seguito all’identificazione e all’accer-tamento della minore età che la legge ita-liana prevede che il minore venga preso in carico dai servizi sociali del Comune in cui

si trova ed inserito in strutture protette come le case-famiglia. all’interno di que-sti centri si gioca la partita più difficile e la corsa contro il tempo per coinvolgere que-sti ragazzini in percorsi di integrazione e di successo. “Appena i ragazzi arrivano da noi in casa famiglia”- ci spiega Lucia Ghionda, coordinatrice della casa fami-

glia Nonna Bianca di mesagne gestita dalla cooperativa Asca - “i primi interventi sono di tipo igienico poiché i ragazzi sono reduci da viaggi lunghissimi e necessita-no di un bagno e di una doccia oppure di un piatto caldo. Dopo di ciò - continua la coordinatrice - cerchiamo soprattutto di farli sentire a loro agio e di indurli a rac-

contare spontaneamente le loro storie. Di solito ci vuole molto tempo prima che riescano ad aprirsi, nel frattempo noi cerchiamo di impegnarli in varie at-tività come i corsi di alfa-betizzazione della lingua italiana e la ricerca di un lavoro tramite i contratti di apprendistato. Molti, dopo il compimento dei diciotto anni, decidono di andare via ma tanti altri, grazie ai legami di amicizia costrui-ti con gli altri ragazzi o con gli stessi operatori, scelgo-no di rimanere.Noi, da parte nostra- con-

clude Lucia Ghionda- anche se non pos-siamo sostituirci alle famiglie cerchiamo di far condurre loro una vita il più normale possibile spronandoli a praticare sport, coinvolgendoli nelle uscite che organiz-ziamo ed accogliendoli nelle nostre case durante le festività affinché non siano mai più soli”.

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi maURa GaTTI > [email protected]

Infermiera da oltre trent’anni nel repar-to di ostetricia dell’ospedale antonio Perrino di Brindisi, martina marianto-

nietta, così ci racconta la maternità e le differenze rispetto al passato.

Tre regole per una buona gestazione.Igiene innanzitutto. Una maggiore attenzione verso la propria alimentazione e seguire tutti i controlli di routine (pressione, peso, ecc…)Tre cose da evitare?Ingozzarsi. Alcol, fumo e soprattutto tacchi alti che possono causare problemi enormi alla colonna vertebrale. Ci sono più donne sposate o nubili?50 e 50. Ormai avere il compagno significa essere sposate.Quali sono le differenze rispetto al passato? C'è stato un incremento delle gravidanze di donne di età compresa tra i 30 e i 45 anni. Adesso una donna cerca prima di sistemarsi economicamente e poi pensa alla famiglia.Le condizioni igieniche?Oggi, quasi tutte le donne, sono consapevoli dell'igiene, c'è più cura del proprio corpo a prescindere dalla gravidanza. Prima c'era la folle credenza che le donne incinta non si dovessero lavare perché il nascituro poteva prendere freddo o affogarsi!

Adesso sono rare le persone che si presentano in condizioni igieniche precarie. Ancora qualcuno c'è. Come vivono la gravidanza le ragazze madri?Le ragazze madri ci sono, ci sono state e credo che ci saranno sempre. Adesso non è più un qualcosa di cui vergognarsi. Quando sappiamo di bambini abbandonati ci viene una stretta al cuore. Devo dire che i genitori adesso sono molto più consapevoli e vicini alle ragazze.Le donne sono informate sui rischi o sulla gravidanza in generale? Magari si documentano tramite internet?Per carità! Internet crea il caos!

Comunque sì, le donne sono molto più documentate anche perché si tratta di donne mature e non di giovani sprovvedute.Taglio cesareo o il parto naturale?Io preferisco il parto naturale ovviamente se non ci sono complicazioni. Il parto cesareo è pur sempre un intervento, basti pensare che si sanguina tre volte di più rispetto ad un parto naturale. Perché si preferisce il cesareo?In realtà spesso sono le donne che lo richiedono. Hanno il loro ginecologo disponibile, possono prepararsi avendo un giorno prefissato e non c'è dolore di sorta.

L'InTERVISTa

IerI e oggI InosTeTrIcIa

ospedale a. perrino, brindisiintervista a martina mariantonietta, infermiera da oltre 30 anni nel reparto dell’ospedale perrino di brindisi

foto di: Claud

ia Co

rsa

pag 14 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 15

Page 9: ciclostyle 9

salone parrucchiereacconciature moda | cut & color personalizzati | extension

solariumdoccia solare

esteticamanicure | trattamenti | massaggi

make-uppacchetti sposa: trucco | capelli | make up

diagnosi personalizzatadel cuoio capelluto, del capello con tricocameraper problemi di diradamento causa caduta,forfora, desquamazione

BRINDISI via Dè Gallo, 3 Tel. 0831.1982325 Lunedì chiusoOrario continuato 8.30 - 18.00 Riceve su [email protected] skype: adhara.hairbeauty

in centro nei pressidella Chiesa di Santa Lucia

di Stefania Cuppone

esprimi un desideriomake a wish

Via Santa Lucia

Via B. De Rojas

Via Lata

Via Porta Lecce

Corso Roma

Via De’ Gallo

art:

VE

TR

INE

INE

DIT

E +

39.3

47.0

4661

97

SCOMUNICANDOdi REDazIonE > [email protected]

La festa della donna cambia volto e a dire il vero anche contenuti. a pro-metterlo sono 13 donne imprendi-

trici brindisine che, tutte insieme, hanno organizzato una festa senza precedenti presso la Braceria Escosazio di Brindisi. Capitanate da Antonella Bottallo (Brace-ria Escosazio), le imprenditrici proporran-no una serata all’insegna della bellezza.Tutto ruoterà attorno alla femminilità in uno stile amichevole e assolutamente sano. “Non ho mai festeggiato questa fe-sta”, dichiara antonella. “Quest’anno sono stata spinta dall’idea di proporre qualcosa di alternativo che niente ha a che fare con il consumismo e la volgarità in cui spesso questa giornata sfocia”. E così, l’entusia-smo di antonella travolge una, due, tre,

quattro, tredici donne imprenditrici locali. Durante la cena, accompagnata dalla mu-sica e dall’animazione di Massimo Galan-tucci, non mancheranno momenti legati a tutto ciò che riguarda la bellezza e il mondo della donna. Saranno presenti: AnnaMaria Funtò (Donna In) che presenterà alcune acconciature, prodotti e macchinari in 3D; Karin Anelli (profumeria anELLI), con le nuove nuance di colori della primavera/estate 2011; Paola e Rosa Mastrapasqua (ex Cesana), con capi d’intimo e la nuova collezione di costumi da bagno dell’estate 2011; Angela Chionna (mymuffin), che presenterà le sue creazioni di gioielli in fimo; Debora Catanzano (Fashion Jam by Debora) presenterà gli abiti singolari da lei stessa disegnati e prodotti; Lorena Anto-

nazzo (centro benessere La rosa del de-serto) che descriverà i benefici di un mas-saggio. nel corso della serata saranno pre-senti Cantine Botrugno, Gelateria Geyò e Moka Sol che saranno presenti all’interno del locale con delle degustazioni dei propri prodotti. La redazione di CicloStyle docu-menterà la serata con un servizio fotogra-fico che sarà pubblicato il giorno seguente sul sito www.ciclostyle.it/iniziative.Lo scatto delle imprenditrici è stato realiz-zato da Virginia Frigione dell’Accademia Fotografica Italiana, partner dell’evento.Le imprenditrici promettono: questo è solo la prima di una lunga serie di iniziative.

ecco come 13 imprenditrici cambiano

i contenuti dell’8 marzoFesTa della donna 2011:prImo passo verso la sInergIa

info / prenotazioni 327.7594174

www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 17

Page 10: ciclostyle 9

nei numeri precedenti di CicloStyle, abbiamo analizzato i procedimenti che avvengono in camera oscura

per far sì che le nostre foto prendano vita*. oggi scopriremo che il fotomontaggio ed il fotoritocco delle immagini, non sono stati inventati con l’avvento della fotografia di-gitale, bensì sono pratiche che avveniva-no già in camera oscura.moltissimi fotografi di fama mondiale, uti-lizzavano questa tecnica per poter creare degli effetti molto particolari e di grande impatto per quell’epoca. Il maestro della fotografia in bianco e nero Ansel Adams, sviluppava i suoi negativi in diverse solu-zioni al fine di ridurre il contrasto e, allo stesso tempo, mantenere la densità delle ombre. Il fotografo e artista herbert Ba-yer nel 1932 realizzò un’opera dal titolo “La solitudine del cittadino”, grazie ad

una serie di fotomontaggi realizzati esclusivamente in camera oscura. Lo scopo era denunciare la solitudine e l’anonimato a cui spesso ci costringe la vita in una grande città. Egli fotografò un imponente palazzo su cui sovrappose le proprie mani contenenti i propri occhi. Senza ombra di dubbio, que-sta è una tecnica che richiede moltissima precisione e pazienza; tuttavia, grazie a delle piccole accortezze, è possibile rea-lizzare anche ritocchi molto più semplici, come ad esempio l’inserimento di nuvole in un cielo molto chiaro. Ciò si rende pos-sibile grazie alla stampa di due negativi sullo stesso foglio di carta fotografica. La zona del cielo nel primo negativo sarà molto densa, quindi le nubi del secondo negativo saranno facilmente stampabili. Per proteggere la parte dell’immagine che non dovrà essere intaccata, sarà necessa-rio creare, con un cartoncino, la sagoma della parte sottostante la zona da trattare e quindi, nel nostro caso, il cielo. I bordi del taglio non devono essere netti dunque si consiglia di muovere leggermente il car-toncino durante l’esposizione per avere un montaggio più morbido e realistico. nel caso in cui nel cielo si dovessero scorgere

alberi, pali della luce, cartelli stradali o al-tro, la sagoma del nostro cartoncino dovrà essere più accurata e dovrà seguire la for-ma dei suddetti oggetti. a questo punto si consiglia di effettuare una prima stampa per poter riprodurre con precisione la sa-gomatura e poi procedere con la stampa definitiva che conterrà i due fotogrammi sovrapposti. Un negativo con forte squili-brio di densità può essere stampato con due diversi tempi di posa mediante l’im-piego di mascherature e bruciature.Se, ad esempio, il nostro negativo è sotto-esposto in alto e sovraesposto in basso, durante la prima posa, proteggerò la parte in alto con un cartoncino tenuto sotto l’o-biettivo dell’ingranditore e continuamen-te mosso in avanti e in dietro per evitare linee nette. Successivamente procederò con l’esposizione dell’intera immagine per il tempo di posa stabilito precedentemen-te nelle fasi di provinatura.ovviamente tutti questi procedimenti de-vono essere effettuati con l’utilizzo della luce rossa di sicurezza.

SCOMUNICANDOdi VIRGInIa FRIGIonE - accademia Fotografica Italiana - aFI > [email protected]

la camera oscura:fascino e mistero

"la solitudine del cittadino" di herbert bayer

Sarà un grande 2011, quello pensa-to dallo staff di Smoovy Look, per le aspiranti modelle e i parrucchieri

della provincia di Brindisi e non solo. mille euro e tanti premi per il vincitore dell’edi-zione 2011 di “modelle per un giorno, te-stimonial per una stagione” e “acconciato-re dell’anno”. all’evento “Modelle per un giorno”, or-ganizzato dallo staff di Smoovy Look in collaborazione con l’associazione Vetri-ne Inedite e Virginia Frigione dell’Acca-demia Fotografica Italiana (AFI), si af-fianca infatti il con-corso “Acconciatore dell’anno”.“I due eventi cam-mineranno paral-lelamente”, spiega Stefano Palmieri, Art Di-

rector di Smoovy Look.Fino ad oggi, l’intento era quello di valorizza-re le bellezze del terri-torio. “Abbiamo lavorato con ragazze molto belle e ne abbiamo fatto le protagoniste della no-stra campagna di comu-nicazione evitando così di usare le immagini imper-

sonali che ven-gono proposte dai grandi mar-chi a tutti i par-rucchieri d’Italia”, spiega Stefano.L’evento, si arricchisce nei suoi intenti aprendo le porte a tutti i parrucchieri con la prima edi-zione di “acconciatore dell’an-no”.

Sono previste due semifina-li, una si terrà in primavera e l’altra in autunno e una

finalissima che si terrà nel mese di di-cembre.

La vincitrice di “Mo-delle per un giorno” ri-ceverà una carta servi-

zi Smoovy Look di Euro 1.000 (mille) valida un anno, una targa e il book fotografico realizzato da

Virginia Frigione.al secondo e terzo posto, invece andranno: gli scatti

dell’evento, 10 pieghe omaggio pres-so i saloni Smoovy Look ed eventuali gad-get messi a disposizione dagli organizza-tori e dagli sponsor.a tutte le partecipanti saranno consegnati gli scatti dell’evento.I partecipanti ad “Acconciatore dell’anno 2011”, saranno inseriti in un elenco che verrà diffuso su alcune testate giornali-stiche e riceveranno un book fotografico come ricordo di partecipazione e dal quale sarà possibile estrarre foto da utilizzare per scopi pubblicitari.Il vincitore, invece, riceverà 1000 (mille) euro in denaro, un phon a raggi infraros-si (novità assoluta) e la targa “Premio Smoovy Look Acconciatore dell’Anno 2011”.Parte del ricavato sarà devoluto in benefi-cenza. Tutti i dettagli, la scheda di parteci-pazione e il regolamento su:www.ciclostyle.it/iniziative.

*gli articoli sono on linenel canale scomunicando

di: www.ciclostyle.it

a leZIone dI FoTograFIa

foto di: Marco

Tedesco

foto di ansel adams

SCOMUNICANDOdi REDazIonE > [email protected]

mIlle euro pervalorIZZare belleZZae arTe del bellomodella per un giorno e acconciatore dell’anno: due eventi firmati smoovy look

edizione

edizione

pag 18 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 19

Page 11: ciclostyle 9

Le favole da sempre accompagnano l’infanzia di tutti i bambini del mon-do.

Walt Disney ne ha fatto dei cartoni anima-ti molto amati. mamme e papà le usano per far addormentare i bambini. non tutti sanno che le favole più conosciute hanno un finale tutt’altro che “e vissero felici e contenti”.

SCOMUNICANDOdi maURa GaTTI > [email protected]

SCOMUNICANDOdi maURa GaTTI > [email protected]

CAPPUCCETTO ROSSOnell’antica versione di Charles Perrault, Cappuccetto Rosso viene mangiata dal lupo insieme alla nonna e il cacciatore non riesce a salvarla. La morale fornita dall’au-tore è agghiacciante: “Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona fami-glia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena”. Senza contare che in altre versione ci sono episodi di cannibalismo dove Cappuccetto Rosso mangia la carne della nonna a sua insapu-ta.

CENERENTOLALa versione più antica risale ai tempi dell’antico Egitto: “La fortunata storia dell’etera Rodopi”, tramandata da Claudio Eliano. nelle versioni popolari europee le sorellastre fanno una fine a dir poco ma-cabra: il principe, per punirle, ordina che dei piccioni cavino loro gli occhi.

LA SIRENETTATristissima fine della protagonista nel-la fiaba originale di andersen. Il principe non solo non si innamora di lei, ma sposa un’altra principessa convinto che sia stata quest’ultima a salvarlo. Così la protago-nista, che avrebbe potuto salvarsi ucci-dendo il principe con un pugnale magico, decide di morire dissolvendosi in schiuma di mare.

BIANCANEVEIl risveglio di Biancaneve è meno poeti-co di quanto sembri. Il principe ordina ai servitori di portare la bara al castello. Un servitore, durante il tragitto inciampa e la bara cade lungo il fianco della collina. Così Biancaneve, nella caduta, sputa il boccone avvelenato risvegliandosi. Sorte peggiore tocca alla strega cattiva, costretta ad in-dossare delle scarpe arroventate sulle braci e a danzare fino alla morte.

IL PIFFERAIO MAGICOIl più antico riferimento si trovava su una vetrata della chiesa della città hamelin (Germania), dove è stata ambientata la storia, risalente al 1300. nella favola origi-nale al Pifferaio viene rifiutato il compenso per aver liberato la città dai ratti.Per vendetta suona attirando tutti i bambi-ni del villaggio e facendoli annegare come i ratti.

hANSEL E GRETELFiaba già di per sé inquietante e rivisitata dai fratelli Grimm. nella versione originale la strega è il Diavolo che vuole mangiare i due bambini dopo averli dissanguati.

e… nonvIssero FelIcIe conTenTI

il vero finale delle favole più famose

www.ciclostyle.it | [email protected] | [email protected] 20 | GENNAIO 2011 | numero 9 numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 21www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 12: ciclostyle 9

RADICI QUADRATEdi GIoVannI mEmBoLa > [email protected]

mura dI cInTaabbandonaTe

al loro desTIno

La cinta muraria c’è ma non si vede. Ci hanno costruito davanti, sopra, a ridosso come se queste autorevoli

testimonianze del passato meritassero di essere dissimulate. La cultura della valorizzazione dell’antico è sfuggita agli amministratori del passato - più o meno recente – responsabili di aver permesso la costruzione di edifici senza il dovuto rispetto per le aree di rilevante interesse storico-artistico e monumentale. Senza di-menticare lo scempio compiuto dagli empi demolitori del secolo scorso, in questo nu-mero ci limitiamo a percorrere il tracciato e raccontare la gloriosa storia delle nostre mura, oggi quasi interamente inglobate in proprietà private.Le prime tracce dell’im-pianto difensivo della città risalgono all’epoca mes-sapica (VIII-III sec. a.C.) ri-conducibili con i resti delle mura presenti nella zona tra corte Capozziello e via Camassa. Il centro urbano era rac-chiuso in questa cinta mu-raria sulla collinetta che si

affaccia sul seno di ponente. I romani e i bizantini ripresero e rafforzarono queste strutture difensive, le differenti dimen-sioni dei conci e la tecnica di costruzio-ne permettono di distinguerne le diverse epoche. oggi queste mura sembrano abbandonate al loro destino, senza una degna illuminazione e utili pannelli infor-mativi che ne evidenzino la presenza ed il valore storico.Con i normanni la città continuava ad es-sere limitata nel solo pianoro di Ponente, interamente circondata da una fortifica-zione ad anello quasi perfettamente circo-lare; una immagine della città tra le mura fu raffigurata nel XIII secolo sulla lastra d’argento sbalzato del reliquiario di San Teodoro. Toccherà a Federico II estendere ed includere nella nuova cinta muraria le altre zone dell’area urbana oramai estesa, un progetto in buona parte rimasto in-compiuto ma che mirava all’integrazione della zona a levante. Ricadono in questo piano, oltre al Castello, l’elevazione del torriore di San Giacomo, poi ristrutturato e ampliato nel XVI secolo, e la costruzione di una entrata trionfale, oggi Porta Mesagne,

completata nel 1243 e divenuta ingresso principale del centro urbano. Gli angio-ini edificarono due torri ai lati di quello che oggi è Canale Pigonati con funzioni di sbarramento all’ingresso del porto: la torre maggiore posta sul lato di ponente era collegata alla minore da una catena di ferro, come si evince in diverse litogra-fie d’epoca. La catena ora è custodita nel tunnel di accesso alla corte interna del Castello Svevo. Il timore di un’invasione turca, soprattutto dopo la presa di otranto (12 agosto 1480) determinò l’evoluzione e la ricostruzione delle fortificazioni: tra il XV e il XVI secolo, gli Aragonesi allargaro-no il perimetro del sistema difensivo con nuove mura a sud della città. nel 1484 fu-rono costruiti il Torrione dell’Inferno e la cortina - originariamente merlata - che lo collega al Castello Svevo. Questo tratto di muro ci è giunto quasi integro, completo di camminamento di ronda e di feritoie, pur-troppo l’incombenza di palazzi troppo alti ne limita la valorizzazione. La diffusione dell’artiglieria moderna por-

tò all’ulteriore ristruttura-zione della cinta difensiva, l’imperatore Carlo V nel 1516 inviò a Brindisi l’arte-fice delle nuove e straordi-narie fortificazioni, l’archi-tetto militare Ferdinando di Alarcon. L’abile generale nonché attento studioso di tattica militare progettò e realizzò quello che fu de-finito un autentico gioiello

dell’architettura militare cinquecentesca, rendendo imprendibile la città e in partico-lare il suo porto, scoraggiando il program-mato attacco turco previsto per maggio del 1537. Tra queste opere rientrano la realizzazione dei Bastioni di San Giaco-mo e di San Giorgio (demolito nel 1865), i fortilizi e le cortine laterali di Porta Lecce. Il bastione che affianca Porta Mesagne fu ripreso e completato nel 1551 dall’inge-gnere militare Giovanni Battista Loffredo.Il muro di cinta che collegava detta Porta con il torrione dell’Inferno è oggi visibile solo su un breve tratto di via dè Carpentie-ri: realizzato nel 1677 con l’innalzamento di un terrapieno ottenuto con il materiale di riporto dello scavo del fossato che cor-reva parallelamente lungo tutto il fronte, attualmente si presenta quasi del tutto integro ma inglobato e sovrastato su en-trambi i lati dalle costruzioni che qui si

poggiano e ne occludono la visione.anche le mura tra il Bastione San Giacomo e Porta Lecce sono state interamente sof-focate dai fabbricati, edifici postumi che hanno occupato persino lo straordinario spazio di protezione antistante Porta Lec-ce, un pregevole esempio di architettura militare dove l’ingresso alla città era di-feso dalle cortine che avanzano parallele verso l’esterno, rendendo l’area sicura ed imprendibile. Il percorso si completa con l’ultimo tratto di mura che collega l’antico accesso con il Bastione di Levante: la cor-tina è ben individuabile dalla piazza alta nei pressi della chiesa del Cristo, molto meno dal basso poiché “nascosta” dietro i condomini presenti su via del mare.Proviamo ad immaginare.immagine d’epoca con le cortine e porta lecce “libere” dalle costruzioni

tratto di muramessapico-romane suvia pasquale camassa

di GIoVannI mEmBoLa > [email protected]

RADICI QUADRATE

l’antico sistema difensivo,tra passato e presente

tratto delle cortine visibili tra i palazzi su via del mare, in alto - oltre le mura - la chiesa del cristo

mappa di brindisi del 1525.opera dell'ammiraglio turco piri reis

unico tratto delle mura del 1677 visibili su via dè carpentieri, con i palazzi che si sovrappongono

pag 22 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 23

AUTORIZZATO ASLMATERIALI MONOUSO

EstEtica | solarium | tatuaggio artistico | trucco sEmi-pErmanEntE

Page 13: ciclostyle 9

VETRINE INEDITEdi VInCEnzo maGGIoRE > [email protected]

l’archeo-clown allaconquIsTa dell’ITalIa

Tra le corsie del reparto pediatria dell’ospedale “antonio Perrino” di Brindisi si riconoscono quattro fac-

ce amiche, dispensatrici di conforto e di

parole gentili: sono i quattro clown pro-tagonisti del progetto “Clown in Corsia”, tra i più innovativi del settore, in Italia e in Europa. L’unicità di questa importante

esperienza di clown terapia sta nella figu-ra dell’archeo-clown: un archeologo diver-tente che “rende più serena la permanen-za dei bambini in ospedale”.Sotto il camice un paio di buffe scarpe gi-gantesche, nei tasconi laterali giocattoli per ogni evenienza, scalpello e una carica emotiva e professionale fuori dal comu-ne. L’attività ludica e quella esplorativo-conoscitiva rappresentano un modo, per i piccoli ospiti del reparto, di affrontare e superare le condizioni di passività e impo-tenza tipiche dell’esperienza di ospedaliz-zazione. Si progetta di collocare un tornio all’interno del reparto, per realizzare pic-coli oggetti che i bambini potranno porta-

un nuovo amico con il naso rosso assicura il successo al progetto “clown in corsia”

VETRINE INEDITEdi VInCEnzo maGGIoRE > [email protected]

leggi l’intervista ai clown nel canale rassegna stanca di:www.ciclostyle.it

re a casa, per dare un senso più felice al proprio vissuto ospedaliero.Un’altra idea sbucata fuori dai cilindri dei quattro clown che operano nel reparto, meglio conosciuti come dottoressa Stel-lina (Cristiana zongoli - responsabile del progetto), dottoressa Coccinella (anna-lisa masilla), dottor Birimbao (angelo Co-fano) e dottor Brontolo (Christian napoli-tano). Una vera e propria “rivoluzione” si accende del rosso del naso di un clown e risplen-de del candore di un camice ospedaliero, che, sporco di argilla e colori a tempera, farebbe venire voglia di essere indossato anche da un bambino.“Ridere non è solo contagioso, ma è an-che la miglior medicina”, per dirla alla Patch Adams (medico statunitense ge-neralmente riconosciuto come l’ideatore di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, nota anche come clown terapia, ndr).L’argilla che sporca i camici dei clown im-pegnati nel centro ospedaliero di Brindisi non è resistente come il calcestruzzo, ma sposa perfettamente l’idea di malleabili-tà e adattabilità che qualifica l’eccellenza dell’esperienza “Clown in corsia” della so-cietà Naukleros.“La clown terapia che applichiamo in ospedale e all’esterno si avvale di un vero e proprio format studiato e perfezionato in itinere in collaborazione con il prima-rio Fulvio Moramarco ed è oramai parte integrante delle attività del presidio stes-

so, in maniera complementare a quelle mediche”, spiega Cristiana zongoli. “Non a caso la nostra equipe viene chiamata spesso per intervenire in tutte le altre uni-tà con grande entusiasmo e aspettative”.Il progetto “Clown in corsia”, promosso e finanziato dalla Brindisi Lng, sta portando l’ospedale di Brindisi a livelli competitivi, sul piano della clown terapia, in Italia e all’estero.La ragione del successo risiede nella vo-lontà messa in campo ogni giorno, nel ri-spetto dei ruoli, nella professionalità di chi ha scelto di fare il clown per mestiere. La “rivoluzione” sta anche in un modo nuo-vo di guardare Brindisi, come a una realtà in cui il clima di solidarietà e disponibilità è assoluto. Parola di clown.

nella camera caffè del reparto di pediatria la dottoressa Stellina (Cristiana zongoli) può tirare

il fiato e distogliere l’attenzione dai bambini “ospiti” dell’ospedale “Perri-no”. Può farlo solo per pochi minuti, perché la sua assenza è subito notata dai piccoli pazienti. Cosa potrebbe determinare un miglioramento della vostra attività al’interno del reparto?Quello che manca sostanzialmente è lo spazio per migliorare la vita nel reparto: avremmo bisogno di una sala giochi più grande e di un altro spazio idoneo per poter organizzare attività

parallele alla clown terapia insieme alle tante associazioni che collaborano con la nostra società. Avremmo bisogno anche dell’apporto di artisti che possano rendere il reparto ancora più a misura di bambino di quanto non lo sia già, con nuove idee e creatività.

parola dI clown intervista alla dottoressa stellina

leggi l’intervista completa su:www.ciclostyle.it

i quattro clown del progetto “clown in corsia”

pag 24 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 25

Page 14: ciclostyle 9

TITTy evenTI:I paladInI deldIverTImenTo

Tanta voglia di stare con i bambini e di colorare il loro mondo: un sogno da bambina, una mission associativa da

adulta. Tiziana Chirico, Titty per parenti ed amici, nasce con una forte passione per l’animazione e la danza. Il suo progetto di vita la vuole, da sempre, la protagonista su un palcoscenico che lei stessa si costrui-sce: ieri come oggi. Ieri, quando organizza nutella party per gli amici o spettacolini e coreografie per allietare vicini e interi con-domini occupandosi di tutto: dalla direzio-ne artistica ai costumi. oggi, accogliendo tutti nel suo “paese delle meraviglie” nato, a misura di bambino, nei locali di viale Por-ta Pia al civico 24, a Brindisi, dove, ogni giorno, il suo sogno diventa realtà propo-nendo alle mamme e ai papà più esigen-ti: corsi di recitazione, ballo di qualunque tipo, doposcuola, intrattenimento, corsi di recitazione, canto, insegnamento di stru-menti musicali e tante, tante feste! “Ad un certo punto, presa dal coraggio che mi infondevano i complimenti di parenti ed amici dopo ogni festa, mi sono detta: per-ché non farlo". Così, Titty, spiega il salto nel buio che la porta ad aprire, il 13 set-tembre di tre anni fa, l’associazione cultu-rale ricreativa sportiva Titty Eventi. “L’associazione porta il nome del canarino giallo (Tweety, ndr) amato un po’ da tutte le generazioni”, spiega. La sua laurea in

letterature e lingue straniere conseguita presso la facoltà di Bari, le consente di estendere i servizi proponendosi al terri-torio come una delle realtà più complete con: lezioni di lingue, servizi di traduzioni ed interpretariato, organizzazione di con-gressi, mostre e così via. “Per me è stato rivoltante sentire le cru-deltà vissute dai piccoli ospiti di quelle ludoteche o asili nido”, confessa. “Per fare questo lavoro bisogna amare i bambini e un comportamento simile è assolutamen-te in contraddizione rispetto a questo", di-chiara. “Amare i bambini semmai, ti porta a fare qualcosa per chi soffre o è meno fortunato”. E le sue non sono sole parole. Titty, infatti, era al fianco dei Clawn nella festa di natale organizzata presso il repar-to di pediatria dell’ospedale Perrino.In una realtà approssimativa, chi non lascia nulla al caso è proprio la mamma brindisina. “Oggi le donne sono divise tra il lavoro e la famiglia. La mamma brindisina chiede molto, vuole sentirsi sicura e cerca il meglio per il proprio figlio”. ma com'è il bambino brindisino? Quali sono le sue esi-

genze? Titty lo spiega senza avere nessun dubbio: “I bambini sono istintivi per que-sto è sufficiente la smorfia giusta per con-quistarli. Sono creativi, simpatici e hanno bisogno di affetto e di attenzione. Sono anche molto critici e svegli”. Tutte queste sono buone ragioni per giustificare le ore interminabili che Titty trascorre guardan-do i cartoni animati, dei quali, ovviamente, conosce tutte le sigle e i personaggi.“Per lavorare con i bambini bisogna avere molta creatività perché non ci possono es-sere scalette o programmi.Bisogna essere bravi a costruire, una festa come un qualsiasi momento ludico-ricrea-tivo, sulla base delle reazioni che hanno i soli protagonisti di quel momento”. al suo fianco un animatore d’eccezione: il piccolo e simpatico cagnolino Mio.Ed anche l’amico a quattro zampe ha do-vuto studiare per conquistarsi la possibi-lità di stare con i bambini. abilitato anche per la pet-teraphy (terapia dolce, basata sull’interazione uomo-animale, ndr), mio è l’animatore più amato dai bambini.E così, ogni giorno è vissuto dai "paladini del divertimento" come una vera avven-tura e, colorando il mondo di creatività e originalità, lasciano il segno nel cuore dei più piccoli. Perché chi ama i bambini, è bambino come loro.

VETRINE INEDITEdi REDazIonE > [email protected]

sorrisi e tanta spontaneità perconquistare il cuore dei bambini

tiziana chirico, titolare di titty eventi

il cane mio

"ucciu lu vasciu" in un'interpretazione di massimiliano gatti

VETRINE INEDITEdi RoBERTo SPaGnoLETTo > [email protected]

Prima cu cumenzu scusate la volgaritàma questa è soltantu la verità.

maria e Ucciu annu turmutu ansiemi nel senso ti la parola

Pircè a Ucciu no s’è ntustata la… cariolamaria cu nu baciu natru picca ‘nci tira la

dintieramenu mali ca si l’era n’cullata bona ti la

sera.Cu la santa pacienza

‘n cè dittu a Ucciu quiddu ca penza“Pirceni no vai allu dottori

cussì iddu ti tici ce si po’ fari pi lu… dulo-ri?”

Ucciu s’è partutu a menzatia attientu attientu ca niscinu lu vitia.

E comu si faci… Giuvanni lu iertu mancu farlu apposta

“Uè cumpà ‘nci la misa la supposta?”È fattu finta ca no lu veti

Comu ci sta parli allu pareti .È cuntinuatu a caminari

è trasutu a ddo lu dottori senza mancu salutari.

non c’era nisciunu noni comu quando li catiu la facci an terra

Ca li scappau lu pipitu ca simbrava la uerra.

Quando ‘nce cuntatu lu fattu ti la notti Lu dottori è dittu: “Tegnu na miticina ca

spari li botti”“E ce sta spietti piscrai

quedda sta spetta a casa cu mi la tai”.Tuttu cuntientu s’è gnuttutu lu pinnulu

Ed è cuminzatu cu si torci coma nu pen-dulu.

no vuei ca lu dottori era sbagliatunu lassativu ‘ncera signatuLi saietti ca è pututu minari

Ci mittiti recchia vi li putiti ‘mparari.Si n’di binchia cu spetta maria

Cu spetta la… cariola mia.

lu pInnulu

continuano le storie

di ucciu lu vasciu

leggi su ciclostyle.it la storia di ucciu “cercando e truvandu turcinieddi"

# Intrattenimento baby e doposcuola;

# Disegno;

# Corsi di recitazione;

# Canto e insegnamento strumenti musicali;

# Corsi di Ballo (Salsa, bachata, merengue, rumba, rueda de casino, tango argentino, liscio, danza del ventre, pizzica pizzica, balli di gruppo e divertentismo);

# Organizzazioni di eventi, feste, congressi, mostre;

# Servizio hostess, promoter, guide turistiche;

# Lezioni di lingue, servizio di traduzioni ed interpretariato.

Associazione culturale ricreativa sportiva

TITTY EVENTIviale porta pia, 24 Brindisicell. 349.4111167

GULP!!

Organizzazione eD animazione feste e ricorrenze con personaggi dei cartoon,

trucco decorativo, effetti speciali…

pag 26 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 27

Page 15: ciclostyle 9

a Brindisi c’è una band che ripro-

pone le sigle suggestive dei cartoni animati anni 70/80. Il loro fausto progetto s’intitola Moroboshi e non è ar-duo fantasticarne il perché. oggi, come un malinconico pugnale, quelle cult-song sfiorano l’anima se ci vince l’irresistibile desiderio di voltarci indietro, ma restano sempre gli spassosi sottofondi dell’infan-zia di molti. Emanuele Pedote, chitarrista della band, si difende così dai nostri indi-screti raggi fotonici.

Come nasce il progetto musicaledei Moroboshi?Era il 2008. Io ed Angelo Scalas sposam-mo l’idea di riproporre le sigle dei cartoni animati anni 70/80 attraverso un proget-to di divertentismo denominato “Morobo-shi”. Con la stessa intuizione fu approvato anche da Vincenzo Maggiore. Le sigle di quel periodo sono scritte da parolieri come Luigi Tenco o Nico Fidenco e mu-sicisti brillanti tra cui alcuni componenti degli Area per Jeeg Robot d’Acciaio.Il nostro attuale obiettivo è quello di pro-porre uno spettacolo sempre unico.Per questo motivo riarrangiamo sempre pezzi che non abbiamo mai proposto. Nonostante i side-project di ognuno di noi abbiamo all’attivo una quarantina di

eventi in vari pub o locali in musica.Per quale motivo la band porta il nome di Ataru Moroboshi?(protagonista del manga Lamù, ndr)Secondo tutti noi, Lamù è stata il simbolo della nostra generazione. Era un cartone con contenuti particolari e doppi sensi che coglievano i più svegli. Moroboshi era un ragazzo normalissimo. Nessuno di noi era un “gran fico”, per ques to motivo ci siamo riconosciuti in lui. Cosa vi distingue dalle altre cover band?Più che cover band siamo un revival.Forse è questo che ci distingue.Abbiamo sentito l’esigenza di ricreare l’atmosfera di un periodo, riproponendolo al pubblico minuziosamente attraverso i colori di quell’epoca e suonando gli indi-menticabili jingle che la rappresentano. Come si compone l’attuale line-up?(formazione del gruppo musicale, ndr)La chitarra è di Emanuele Pedote, la voce di Enrico Martello, il basso di Francesco Salonna e Cristian Martina alla batteria. Infine, Sabrina De Mitri al sassofono, voce e percussioni elettroniche.Vi allettava avere un successogarantito? È stato un pensiero secondario, ma il con-senso c’è stato. Qui, a Brindisi, riusciamo a suonare anche tre volte a settimana. I nostri concerti diventano momenti di aggregazione per più comitive nonché oc-casioni per conoscere nuova gente e fare amicizia. Abbiamo un ruolo sociale che ci viene riconosciuto in tutta la provincia.Quale personaggio dei cartonivorreste fosse reale?

Doraemon, il gatto robot arrivato dallo spazio che risolveva i problemi grazie ai suoi gadget detti ciuski.In passato si dava più spessore a tutto ciò che era musica?Le sigle dei cartoni del duemila sono fatte in ciclostile. Per la maggior parte dei casi sono jingle elettronici suonati a “mac-chinetta”. Negli anni '80, ogni “cartone” aveva una sigla dignitosa anche se molto spesso capitava che i musicisti commis-sionati scrivessero testi che non corri-spondevano ai reali poteri dell’eroe. Erano musicisti di spessore, non erano proprio indicati a scrivere sigle di cartoni. Quale genere suonate?Al sessanta percento scegliamo l’arran-giamento che funziona e per un quaranta per cento ci avvaliamo di un genere che conserva una buona funzionalità dal vivo. Ci sono dei pezzi che possono essere riar-rangiati in più generi. Con chi sognate un featuring? (sorride) Forse coi Cavalieri del Re, che facevano stupendi arrangiamenti.Erano tanti e tutti bravi. Progetti per il futuro Moroboshi?Abbiamo riarrangiato sigle e stilato una nuova scaletta. Vogliamo ritagliare al pro-getto lo spazio che merita.Un consiglio ai bambini di oggi?Guardate i cartoni dei nostri anni, quelli attuali sono di qualità inferiore.Certo noi non eravamo coperti dalle restri-zioni di oggi sui contenuti, ma siamo stati comunque fortunatissimi.

L'InTERVISTa

moroboshI: noTe chenon InvecchIano maI

VETRINE INEDITEdi EmanUELE VaSTa > [email protected]

un nostalgico ritorno: le sigle dei cartoni animati proposte da una band brindisina

1. Sabrina De Mitri - sassofono2. Emanuele Pedote - chitarra3. Francesco Salonna - basso4. Enrico Martello - voce5. Cristian Martina - batteria

1

2

3

4

5

Nome Via

BaR La NUoVa CaPaNNiNa Via A. Bafile, 46

BaR aL CaFFÈ Piazza Di Summa, 5

BaR LUX Via Cappuccini, 55

CaFFÈ mULaTa SaS Via Appia, 322

BaR deLL’oSPedaLe SS per Mesagne

BaR NoVeCeNTo Via Villafranca, 36

Noemi BaR RiSToRo Via Sant’Angelo, 73

BaR PiCCadiLLY Viale A. Ligabue, 5

CReaToRi d’immaGiNe RUSSo aNToNio Via P. della Francesca, 7

CaFFÈ edeN Via Germania, 75

BaR TaNCRedi Via del Lavoro, 11

CaFFeTTeRia PaRadiSo Via Nicola Brandi, 60

BaR La CaPaNNiNa Viale Duca degli Abruzzi

SaVeKa CLUB Via V. Emanuele, 46 - Tuturano

BaR GiNo Via Marche, 25

BaR CaSTeLLo Via C. Colombo, 136

m&d PaRRUCCHieRi Via Annunziata, 3

eURoSPiN PUGLia SPa Piazza del Popolo

RiSToRaNTe aL CaNTUCCio Via Santa Lucia, 21

SmooVY LooK Via giordano Bruno 18

VeRTiGo CaFFÈ V.le Regina Margherita, 38

PASTICCERIA 2001 Viale Porta Pia, 4

JUST deSiGN 9 SRL Via Santa Lucia, 9

CaFFÈ BLU RoSe Via delle Mimose, 24

CaFFÈ VeRoNiCa Corso Roma, 25

BaR RoYaL Via Prov.le per Lecce, 30

maRiPa FaST awaY Piazza Matteotti

CaFFÈ deL TeaTRo Via de’ Terribile, 8

BiRdY SHoP Via Prov.le San Vito, 26

La GRaN PaSTiCCeRia Viale San G. Bosco, 147

CaFFeTTeRia GLamoUR Via G. Cesare

PaSTiCCeRia daLmazia Via Damazia, 8

CaFFÈ LiBeRTY SS per Mesagne 2a

BaR CiRCoLo TeNNiS Via Ciciriello

THe KiNG oF SLoT Via S. Angelo, 61

LaVaNdeRia oNda BLU Via De' Carpentieri 38/40

PULP SToRe Via Indipendenza 13

BRUNda PaPeR via Lata, 37

CaFFÈ VaLeN via Imp. Augusto, 80

PULP SToRe via Indipendenza, 13

TodiSCo LiSTe Nozze via Appia, 53

LaVaNdeRia oNda BLU via de' Carpentieri, 38/40

BaR CiRCoLo TeNNiS via Ciciriello

THe KiNG oF SLoT via S.Angelo, 61

CARPE DIEM Bruschetteria piazza Dante 11

si ringrazia per La

coLLaborazione

tutte Le aziende di

brindisi e mesagne.

in particoLare:

per te

sconti e

promozioni

speciaLi

www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 29

Page 16: ciclostyle 9

un TalenTosenZa nome

Scivolando dentro il vento gelido di Brindisi sono finita al caldo di un noto locale del Corso a bere qual-

cosa con degli amici. Ed è stato lì che ho potuto notarli, nella magia del caso che chiama a sé le coincidenze. Tracce di colo-re appese al muro, schizzi di attimi di vita impressionati su tela, l’istantanea di un passo svelto, il proprio misterioso autori-tratto ed intrecci di forme geometriche fra bianchi e colore che richiamano lo sguar-do a perdersi fra le mille immagini immer-se in esse. L’amore per l’arte è profondo ed è gelosamente custodito al punto da non volersi svelare. L’autore, dietro poche pa-role e tanti sorrisi, così si racconta. Voglia-mo provare a scoprire chi è?

Una parola per definirti.Non voglio essere e non mi sento un arti-sta, posso dire che sono creativo.Sono una persona riservata, dipingo per me stesso.Quando nasce la tua passione perl’espressione artistica?Diciamo da sempre.Una definizione di arte.Mi piace parlarne e definirla con una fra-se che ho letto: “un’espressione intima dell’essere umano”.È questo l’arte per te?

Mi dona energia, mi fa stare bene: prima quando ho in mente un’idea; durante, nell’esprimerla e dopo, a lavoro finito.Il lavoro finito è sempre una trasforma-zione, ciò che viene fuori non è mai l’idea di partenza e molte delle tele o piccoli quadri sono lì in attesa di essere finiti completati, in trasformazione.Come nasce un’idea?Da qualsiasi cosa, un momento che vivo, qualcosa che vedo, particolari della vita quotidiana, me stesso in un autoritratto. Dalla mia immagine riflessa in questo pic-colo quadro creato con della corteccia. Mi piace guardare oltre le cose che vedo.Vedi qui (vedi foto dell’intonaco screpo-lato su di una parete), l’ho lasciata così perché guardando bene vedi il profilo di un volto.Cerchi le tue ispirazioni?Come dicevo prima nascono per caso dalle cose che vedo, che capitano, situazioni, emo-zioni. Mi piace però anche camminare e cercare parti-colari che mi ispirino e che fotografo.Sai che Michelangelo cercava le sue visioni ed ispirazioni nelle macchie di muffa sulle

pareti, crepe dei muri e così via?(Sorride) No, non lo sapevo.Su cosa dipingi e con quali mate-riali?Butto giù il colore su tele che ritaglio crean do varie mescolanze, effetti con degli acidi, uso oggetti, materiali che mi ispirano, coperchi di barattoli di vernice, un pennello, sale grosso…

Dove ami creare?Qui, nel mio locale, quando c’è silenzio e sono in pace.Un messaggio per chi ama l’arte?Coltivarla perché fa bene all’anima.

L'InTERVISTa

l’essenza dell’arte raccontata da un brindisino che non si vuole svelare ma che molti conoscono

VETRINE INEDITEdi monICa CUCInELLI > [email protected]

intonaco screpolato citato nell'articolo

pag 30 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 17: ciclostyle 9