ciclostyle 13

17
novembre 2011 numero 13 / anno 2 Intervista: a tu per tu con la cartomante 8 Musica: intervista ai Fonokit 22 Valentina Molfetta: intrusione nella Riccio col Top 30 Tarocchi, carte napoletane e fondi di caffè. Il reportage delle consultazioni previsioni dal futuro foto di: Mimmo Disamistade

description

 

Transcript of ciclostyle 13

Page 1: ciclostyle 13

novembre 2011

numero13 / anno 2

Intervista: a tu per tu con la cartomante 8

Musica: intervistaai Fonokit 22

Valentina Molfetta: intrusione nella

Riccio col Top 30

Tarocchi, carte napoletane e fondi di caffè.Il reportage delle consultazioni

previsioni dal futuro

foto di: Mim

mo

Disam

istade

Page 2: ciclostyle 13

27vetrine inedite

L’inconsolabile Antonio Maggio

12rassegna stanca

A tavola con Mino Pica e la sua cucina interiore

14scomunicando

Cartomanzia: tra mito e realtà

25vetrine inedite

Sir Frankie Crisp: un tributo alla qualità

novembre 2011

numero13 / anno 2

info pubblicità0831.090392 / [email protected]

EDITORIALECari lettori,come i più fedelissimi sapranno, Vetrine Inedite (l’associazione che realizza questo magazine) è da sempre impegnata nella valorizzazione della musica inedita. Stiamo

per fare una pazzia! Ritenendo che la musica inedita sia poco valorizzata e poco ascoltata, abbiamo deciso di dare vita alla prima compilation di inediti. Se siete musicisti o semplicemente degli amanti della buona musica, se credete che il talento sia una perla rara, vi chiediamo solo di consultare la pagina www.ciclostyle.it/iniziative. Stavolta non possiamo farcela da soli! Questo numero (non siamo scaramantici ma è il numero 13) si è fatto particolarmente attendere. Motivo? Vetrine Inedite mette a segno un altro colpo dando vita a Ciclostyle TV, grazie alla collaborazione con lo staff di C9webtv. Il jingle di apertura dei servizi video è di Dario Ble, voce e chitarra dei Black Spot.Inoltre, una ulteriore evoluzione del progetto editoriale di www.ciclostyle.it, offre all’internauta la possibilità di navigare tra gli articoli presentati in un format speciale che unisce l’iper-testo a materiale audio-visivo, semplicemente attraverso un clic ad un player. In questo numero: tanta musica e tanti talenti. È tutto mio, finalmente, il piacere di accompagnarvi nel viaggio nel futuro attraverso le arti divinatorie. Buona lettura.

Serena Passarelli, Direttore Responsabile Ciclostyle

in copertina la brindisina francesca laurenza, foto di mimmo summa desamistade

Testata registrata presso il Registro Stampadel Tribunale di Brindisi n. 14/2009

chiuso il 9 novembre 2011

DIETRO LE QUINTE5cs - storie da copertina

Presente e futuro nelle arti divinatorie

Redazione: Via F. Carena (c/o imprendigiovani.it)

Brindisi0831.090392 / 347.0466197

www.ciclostyle.it [email protected]

Editore:Vetrine Inedite

(Ass. di Promozione Sociale)Presidente:Maura Gatti

Direttore Responsabile:

Serena PassarelliResponsabile ciclostyle.it:

Maura GattiImpaginazione e Grafica:

Stefano Ranalli (Quadra)Stampa:

Locopress Srl - MesagneIn redazione:

Italo BernardiMaura Gatti

Emanuele VastaAntonio Losavio

Roberto SpagnolettoValeria LeggieroIlaria Passarelli

Viviana LeoValeria De Vito

Alessio AllegrettiPer le foto si ringraziano:

Virginia FrigioneMarco Quarta

Mimmo Disamistade

Stefano Ranalli - Quadra Designer

Organizzazione eventi/iniziative:Maura Gatti / Serena Passarelli / Maria CaponeGrazia Buonasorte / Ilaria Passarelli / Valeria De VitoEvento previsto su www.ciclostyle.it/iniziative:29/11: Concerto di beneficienza / Tributo a George Harrison by Sir Frankie Crisp & Friends;17/12 (a)Vendo Talento mostra mercato.Seguici su:

VetrineInedite Ciclostyle

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

Page 3: ciclostyle 13

PREVISIONI DAL FUTURO CON LE ARTI

DIVINATORIETarocchi, sibille, carte napoletane e fondi di caffè

Tarocchi, sibille, carte napole-tane e fondi di caffè: presente e futuro nelle arti divinatorie

più diffuse a Brindisi. La storia di copertina di questo numero prende vita quasi per gioco, un pomeriggio di mezza estate di un giorno qua-lunque. Un gruppo di ragazze, poco meno che trentenni, ascolta con attenzione il racconto di una coeta-nea che si è appena fatta leggere la sua vita nei tarocchi. Tutte sigaret-te alla mano, fanno domande incu-riosite ora su questo, ora su quello.

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi SEREnA PASSARELLI > [email protected]

“Ha detto che resterò incinta entro l’anno”. Il “nooo” di brindisino stu-pore arriva puntuale: un coro stu-pefatto ed intonatissimo.Parla dei fatti suoi per circa 30 mi-nuti, non si cura di chi la stia ascol-tando neanche fosse la cosa più normale del mondo affidarsi ai ta-rocchi per sapere in anticipo quello che le accadrà da qui ai prossimi mesi di vita.“È proprio brava sa, non poteva sapere queste cose. Come avrà fatto?”, esclama la protagonista del più interessante pettegolezzo della settimana. nessuno si pone il problema se sia giusto o sbagliato, cristiano o meno, etico oppure no.Sono tutte convinte di poter frega-re il destino e di potersi fare anche gli affari degli altri. Piovono a raffica una serie di “voglio andarci pure io”. Compongono le 10 cifre del numero di telefono che le separa da avere il loro appuntamento. Io le ascolto con aria distratta, una tattica che porta sempre i suoi risultati a chi ha scelto di fare del pettegolezzo una professione. nella memoria appun-to il numero della “cartomante”, 16 ore dopo ho il primo appuntamento. Vado da sola e mi rendo subito con-to di quanto sia un mondo interes-sante, a tratti attraente al punto da scrivere sulla cosa.Ben presto si accende la voglia di saperne di più ma solo la “car-tomante” può soddisfare la mia curiosità. IIncontro quattro donne impegnate nella lettura dei taroc-chi e delle sibille. Focalizzo la mia attenzione su quella, la sola, cre-dibile. Lei si concede senza riserve alle mie domande (intervista a pa-gina 8).Consulto tarocchi, sibille, carte napoletane e fondi di caffè e con-feziono un “reportage” pronto per ricevere la fascia di “miglior pette-golezzo brindisino del mese”.

REPORTAGE

In foto Francesca Laurenza.

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 5

foto di: Mim

mo

Disam

istade

Page 4: ciclostyle 13

ARTI DIVINATORIE:ATTENTI AL BLUFF

Al primo appuntamento con la cartomante, arrivo molto pre-parata e quasi del tutto incre-

dula. Dovrò mescolare un mazzo, quanto basta, metterlo sul tavolo e tagliare a metà verso la cartoman-te. Dirò ben poco perché è lei che dovrà dire tutto senza conoscermi. Il giro del “generale” (si chiama così la prima parte della consultazione che guarda a 360 gradi la persona e la sua vita), svela buona parte di chi sono io: il mio carattere, l’amore, il lavoro, i soldi e la famiglia. Il quadro che ne viene fuori è abbastanza si-mile alla realtà. L’incredulità totale inizia a traballare. Arriva il momento di fare delle do-mande: “Come andrà l’amo-re”, “Come il lavoro”?, “Come andrà il mio futuro?”. La cartomante risponde sen-za esitazione e senza chie-dere nessun chiarimento. La consultazione dura circa un’ora. Spendo le mie prime 15 euro quasi volentieri. Dovrò, tuttavia, incontrare altre cartomanti per avere una idea più precisa della situazione. Vado a tre altre consultazioni: una peggio dell’altra, mi sento quasi derubare delle 20 euro che, ogni volta, vanno via. nel mio percorso alla scoperta delle arti divinatorie con-sulterò anche le carte na-poletane. Mi colpisce la car-ta che gira tra le mani della cartomante tutte le volte che pongo una domanda: è

la la persona coinvolta nel quesito.La consultazione è molto precisa. Lo stesso pomeriggio ho un appun-tamento per la lettura dei fondi di caffè, una consultazione estrema-mente affascinante. Su Wikipedia ho letto che “il caffè utilizzato allo scopo è il cosiddetto caffè turco, ottenuto da una miscela di polvere finissima di caffè e acqua, portata ad ebollizione in un pentolino di metallo”. In realtà, almeno in que-sto caso, si tratta di una semplice tazzina di caffè che, una volta raf-freddata, ho bevuto quasi fino alla fine lasciandone una quantità suf-

ficiente per la lettura. La tazzina viene prima ruotata e poi capovol-ta su un tovagliolo. Dopo qualche minuto, la lettura inizia. In questo caso, mi vengono svelate perfino delle lettere, una cosa impossibile da ottenere attraverso le carte. Per riassumere brevemente tutte le consultazioni, ciò che posso dire è che tutte le volte ne è seguito un gran mal di testa. Inoltre ciò che di personale posso svelare è: il la-voro, nonostante i tanti sacrifici, mi darà grosse soddisfazioni e un buona posizione economica; non tutte le persone che mi circondano

sono sincere; una grossa delusione mi allontanerà da alcune persone; dovrò fir-mare carte; vincere una cau-sa ed al gratta e vinci; tanti soldi all’orizzonte, il principe azzurro mi rapirà e la sua ini-ziale, cognome o nome che sia, è la “M” (o forse una “n”) e una “D”. Ad oggi posso dire che: sul lavoro continuano i sacrifici, le persone poco sincere sono venute fuori e una grossa delusione mi ha allontanato da alcuni amici, ho firmato molte carte ed ho vinto una causa. Al gratta e vinci ho vinto solo 2 euro. I soldi sono ancora all’oriz-zonte, del Principe Azzurro nemmeno l’ombra. Morale della storia: attenti al bluff. Usare le arti divina-torie con moderazione ed in-telligenza e senza crederci troppo.

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi SEREnA PASSARELLI > [email protected]

Il reportage delle consultazioniREPORTAGE

pag 6 | OTTOBRE 2011 | numero 13 numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 7www.ciclostyle.it | [email protected] [email protected] | www.ciclostyle.it

SCOMUNICANDOdi RoBERTo SPAGnoLETTo > [email protected]

"ucciu lu vasciu" in un'interpretazione di massimiliano gatti

Non potresti sapere:Voci ti mauloni: uomo enorme con voce forte e cupa;Veti lu struttu: finché non vede la tua fine.

non ci cretu alli masciarima a Maria l’era cuntintari.

S’era fissata ca m’erunu ‘nfascinatuamposta la notti mi pirdia ti fiatu.

na ‘ncerta Carmilina facia li carti ‘nsignalaticu ggiustava li cosi sbagliati.

Accomu l’aggiu vista aggiu sbantatue lu cori an canna mè ‘nchianatu.

Tinia la voci coma alla bonanima ti Ciottie ogne tantu ti tretu sparava li botti.

“Giovini, lu fazzu pi purificari”Si, ma a mei mi sta faci ‘ntussicari.

“Vesciu ca tieni lu malocchiu”Signò a mei mi sapi ti ‘mpapocchiu.“Giovini, ci vuei tagghiamula corta:

tammi cientu euri e quedda eti la porta”.E noni cazzu, moi mi lievi lu malocchiu

Ci noni ti ziccu e ti scunocchiu.S’è sittata e li carti è cuminzatu a ‘mbiscari

Facia na facci ca iu mi stà ziccava a ssumbrari“Ucciu, lu tieni nu malocchiu e bruttu bruttu

Ca no ti molla ci no veti lu struttu” Llevimilu, ti tau quiddu ca vuei, piffavori

Libbirimi ti tuttu stu tulori.È cuminzata a nnazzicari la capu a sinistra e destra

Iu, cu no svinia, uardava la finestra.Li uecchi bianchi comu caci

“Mascià sta cosa no mi piaci”!Tinia na voci ti “mauloni”

E ogni tantu azava lu culu e sparava nu pipitoni. Aggiu zziccatu lu curaggiu cu dò mani

Era scappari ci noni no rrivvava all’indomani.Menu mali ca aggiu scappatu cu lu culu zziccatu

Ci noni è sicuru ca m’era cacatuMascià! sai ce ti ticu? Ca ma ruttu propia lu ca…

Puru ca no sinti ti MilazzuE uardimi buenu buenu pi osci e pi crai

Ca la facci mia no la viti chiui quai!

LAmASCIARA

continuanole storie di

Ucciu lu Vasciu

foto di: Mim

mo

Disam

istade

Page 5: ciclostyle 13

Cosa c’è dietro al “mestiere” della cartomante? A raccon-tarcelo una donna di mezz’età

che pratica la cartomanzia da più di 16 anni.

Come hai preso coscienza di avere quelle attitudini che ti hanno consentito di entrare nel mondo della cartomanzia?Una volta, per gioco e per scherzo, mi feci fare i tarocchi. Mentre le carte, una dopo l’altra, venivano messe sulla tavola, io mi resi conto di saperle leggere da sola. La donna di fronte a me era una sensitiva e fu lei che mi spinse a praticare quest’arte divinatoria, regalandomi il primo mazzo di carte. Da lì ho lavorato molto per incanalare di più le mie sensazioni cercando di ridurre ai minimi termini il margine d’errore. Consideri questa tua attitudine un dono? Non la considero come un dono, ma come una capacità che mi viene riconosciuta dagli altri. Sono ormai 16 anni che faccio questo e di riscontri ne ho avuti molti. In che senso? Gente che mi ha richiamata

dicendomi che le cose erano andate esattamente come avevo detto io. Purtroppo anche cose non molto belle. Il tuo non è una “capacità ereditaria”?Nessuno in famiglia, che io sappia, ha mai fatto questo prima di me.

L'InTERVISTA

ONDA BLU

Qual è l’atteggiamento della tua famiglia?Ne sono a conoscenza solo i parenti più stetti: marito, figli e fratelli. I miei stessi fratelli mi hanno più volte messa alla prova e, più volte, hanno dovuto darmi atto di alcune cose. Tuttavia per evitare pregiudizi particolari, ho evitato di farlo sapere ai parenti più lontani. Come ti spieghi il fatto che la gente ti chiami per dirti che ha dei riscontri? Mi devi credere: non me lo spiego.Chi è il tuo “consultante”?Il libero professionista o coniugi di gente facoltosa. Età dei consultanti? La fascia va dai 25 ai 50 anni. Con quale cadenza si rivolgono a te? Circa ogni 10, massimo 15 giorni. Comunque varia da persona a persona, dipende dagli sviluppi che ci sono stati nelle settimane che sono seguite alla consultazione. Qualcuno ha “approfittato” delle carte con cadenza più frequente?Una volta sola, questa persona non aspettava più di due giorni così misi un freno dicendo che, con quella frequenza, le carte non mi avrebbero più risposto. Quante persone incontri al giorno? Non più di tre. Quanto tempo dura una consultazione?Circa 1 ora. Non ho delle regole: se c’è da approfondire, non sto certo a guardare l’orologio. Esiste un tariffario comunemente accettato?Si, la tariffa non supera le 15/20 euro. Quante altre cartomanti ci sono a Brindisi?

Me ne risultano almeno 6.Come arrivano a te i “consultanti”?Attraverso il passaparola. Faccio un’attenta selezione. Quali sono le carte più temute? La morte nei tarocchi e la “malattia” nelle sibille. C’è da precisare che queste carte, affiancate a delle altre, vogliono dire “morte di una situazione, cambiamento, trasformazione”.Ci puoi raccontare qualche aneddoto?Uno per tutti: la vincita di 150 mila euro in un gioco televisivo. Sei mesi prima avevo annunciato la vincita e le modalità della stessa alla consultante. E poi: gravidanze e sesso nel nascituro. Usi delle protezioni contro eventuali “energie negative”.Se si, quali? Tengo le carte in un panno rosso, colore di protezione. Sopra conservo l’acqua benedetta presa da 7 chiese diverse. Questo lo faccio tutti i giorni. Mentre, nei periodi in cui sento necessario scaricare le energie negative assorbite dalle carte, metto il mazzo a terra in direzione della luna.Quali ripercussioni hai riscontrato sul “consultante” (mal di testa, stanchezza, etc)?Nessuna. Ci sono però su di noi che le leggiamo perché le energie si consumano, si accumula stress e talvolta anche tanto nervoso. Quasi ogni sera mi viene voglia di bruciarle queste carte! Come fai a ristabilire il tuo equilibrio?Attraverso la musica, ne ascolto tanta. Se ti accorgi di avere una

persona cattiva di fronte, come ti comporti?Innanzitutto mi fido delle mie percezioni, prendo le distanze e continuo la lettura. Stessa cosa quando percepisco un muro di diffidenza, magari da quelle persone che mi vogliono mettere alla prova. In quelle occasioni spreco molte più energie e mi stanco maggiormente. La cartomanzia non si pratica di domenica. È esatto?Si, perché è il giorno in cui Dio si riposò.Qual è la tua posizione in merito alle indicazioni della Chiesa?Mi ritengo una persona molto religiosa. Dio diede a Mosè le tavole per leggerle e spiegarle. Conoscere il futuro, può talvolta cambiare l’andamento delle cose?Certamente. Soprattutto cambia il modo in cui ci si pone nei confronti del futuro. Ti sono mai capitate situazioni antipatiche da gestire? Se si, di che genere?Quasi ogni giorno. Ormai riesco a gestire tutto con molta nonchalance. Una situazione antipatica su tutte: quando i miei consultanti si impuntano e vogliono sapere il nome o l’iniziale della persona della quale si parla.Pratichi solo la cartomanzia? L’oliomanzia. Sto imparando a leggere i fondi di caffè. E poi . Fa un po’ di resistenza, ha un sorriso timido ma allo stesso tempo le si accende in volto una luce particolare. In due secondi si legge sul viso la lotta tra “volere e non volere” continuare la frase.Mi confida una cosa, un’altra storia… da copertina!

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi SEREnA PASSARELLI > [email protected]

A TU PER TU CONLA CARTOmANTE

Curiosità sull’arte divinatoria più conosciuta e praticata

REPORTAGEREPORTAGE

pag 8 | OTTOBRE 2011 | numero 13 www.ciclostyle.it | [email protected] numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

foto di: Mim

mo

Disam

istade

Page 6: ciclostyle 13

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi VALERIA DE VITo > [email protected]

LA COPERTINA DICICLOSTyLEREALIzzATA DA…mImmO DISAmISTADE

Il talentoche si

esprimeattraverso la

fotografia

Chi è Mimmo? Un brindisino, appassionato di arte e musica, e precisamente dell’arte in tutte le sue forme. Mi sono diplomato al liceo artistico. Attualmente lavoro come grafico e coltivo da pochi anni una forte passione per la fotografia. Non mi reputo assolutamente un fotografo, bensì un fotoamatore.

Amo la musica, seguo i concerti e quando ho tempo sto sperimentando lo studio delle percussioni, un campo che mi piacerebbe approfondire.Perché lo pseudonimo “Disamistade”?Nacque dall’idea di creare un nickname per il sito Flickr.it, in realtà è il titolo di una delle mie canzoni preferite di De Andrè.Come nasce la tua passione per la fotografia?Questa passione c’è sempre stata. L’interesse vero e proprio è nato circa 2 anni e mezzo fa, con l’acquisto della prima reflex.Vorresti che la tua passione diventasse un mestiere?Non mi dispiacerebbe, anche se ho poco tempo. Il mio timore è che se la fotografia diventasse un lavoro, sarei condizionato a fare determinati scatti e quindi toglierei quella libertà che attualmente ho come fotoamatore.Parlaci della copertina di CiclostyleL’idea mi è piaciuta subito, fin da quando mi è stata proposta, il lavoro e la sua realizzazione è stata piacevole e divertente oltretutto. L’idea della cartomante mi ha stimolato e la modella, la brindisina Francesca Laurenza, era un soggetto interessante da fotografare.

Giochi di riflessi e chiaroscuri, cosa vuole trasmettere la tua fotografia?Si, adoro i riflessi, adoro ombre e luci, forse perché influenzato da un pittore che io reputo il fotografo della luce e cioè Caravaggio. Adoro le sperimentazioni fotografiche e, in un certo senso, anche la fotografia concettuale che metta in moto la mia creatività.Cosa ti piace fotografare?Sono ancora alla ricerca della mia identità fotografica. Attualmente spazio tra ritratti, still life, concept e paesaggistica; adoro soprattutto fotografare in teatro dove c’è la migliore luce fotografica e la migliore espressività, soprattutto quando si tratta di opere teatrali. Mi piace anche fare Street, cogliere la spontaneità della gente, del quotidiano.Colore o bianco e nero? Entrambi ma preferisco sicuramente il bianco e nero perché lo ritengo più espressivo.Cosa offre Brindisi, per chi ama

L'InTERVISTA

fotografare? Sono stato socio dell’associazione fotografica Cantierimmagine ed ho avuto modo di approfondire le tecniche fotografiche ed ho avuto il piacere di conoscere gente con il mio stesso interesse e con la quale ho partecipato a diverse mostre e a diversi meeting. Altra associazione culturale che mi ha dato modo di esprimermi a livello fotografico è stata “Polpifritti”. Successivamente, ho continuato a condividere l’interesse per la fotografia con altri amici.Un fotografo che ti comunica più degli altri?Sebastiau Salgado, Scianna e tanti altri.Uno brindisino?Ne ho conosciuti tanti, fotoamatori e professionisti. Dovrei fare una lunga lista, ognuno ha il suo stile e la sua sensibilità. Tra l’altro, con molti, ho un buon rapporto di amicizia.A chi passeresti il testimone per lo scatto della copertina di Ciclo-style?Passerei volentieri il testimone alla mia amica Claudia Corsa. Se potes-si darei lo scettro a diversi amici fotoamatori che stimo.Hai un sogno nel cassetto?Un lungo viaggio fotografico in terre lontane: l’India, l’Africa ma anche i paesi del sud America, del nord Europa, Svezia, Norvegia. Ogni posto, nazione o città, ha sempre qualcosa di interessante. Un sogno di quest’anno sarebbe stato foto-grafare sul palco della notte della taranta di Melpignano, mi sono accontentato di fotografare come spettatore.

CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINAdi VALERIA DE VITo > [email protected]

Alla scoperta dei talenti brindisini che realizzano la foto di copertina di Ciclo-

Style. Lo scatto di questo mese è stato realizzato da Mimmo Summa, più conosciuto come Mimmo Disamistade.

In foto Mimmo Summa.A dx: una foto scattata da Mimmo.

Sei un fotoamatore? Inviaci la tua candidatura e due foto a [email protected]

Il backstage della copertina su ciclostyle tv

pag 10 | OTTOBRE 2011 | numero 13 numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 11www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 7: ciclostyle 13

di Stefania Cuppone

RASSEGNA STANCA - L’ALTRA FACCIA DELLA VERITÀdi VALERIA LEGGIERo > [email protected]

A TAVOLA CONmINO PICA E LA SUA

CUCINA INTERIORELo scrittore brindisino, dopo l’esordio con il romanzo “L’attesa

dell’attesa”, ci regala un piccolo manuale di vita.

Alla scoperta di Mino Pica, l’au-tore del nuovo libro “Cucina In-teriore” edito da Lupo Editore

e già autore di un romanzo “L’attesa dell’attesa” (2008).La sua ultima opera, un manuale che come dice lui stesso “sarebbe da tenere a portata di mano”, a col-po d’occhio sembra il solito testo libro di arte culinaria. In realtà qui la cucina viene parago-nata a temi ben più “conditi”.

Cucina Interiore come si concilia, se si concilia, con la tua preceden-te opera?Sono due libri completamente diversi e distanti. Cucina interiore nasce nel 2010 in maniera gradua-le, ispirata e messa a lievitare for-temente dalla musica, con la voglia di fotografare stati d’animo ed epo-che, con l’esigenza di cercare, con un pizzico di poesia, conforto nelle parole, nei ricordi, nel condividere sensazioni ed impressioni.Come mai hai messo in parallelo il tema della cucina e del “sedersi a tavola” a temi così interiori ed attuali?La copertina riassume due concetti fondamentali: ascoltare la musica in realtà è un invito a sedersi ed ascoltare se stessi. A volte non

troviamo mai il tempo di farlo, a volte ci sentiamo così lontani dai nostri desideri che mangiamo e ci nutriamo di momenti anche quan-do non siamo affamati, anche se sappiamo già in partenza di avere difficoltà a digerire. La semplicità e la bellezza pura di una tavola è un accomodare la nostra attenzione nella ferma convinzione che abbia-mo sempre la possibilità di cercare del nuovo, del meglio e la “bellez-za” di un respiro, sempre.Ogni paragrafo presenta i suoi “consigli d’uso”, una musica ben precisa da ascoltare come accom-pagnamento alla lettura. Com’è nata l’idea di associare testo e musica?La musica è una componente fon-damentale della mia quotidianità e non potevo non considerarla, anzi: ogni pezzo di questo libro è stato scritto ascoltando proprio quelle canzoni consigliate. Quando scrive-vo avevo la sensazione di suonare in realtà, suonare scrivendo parole con la tastiera del mio PC, come se fosse un pianoforte che accompa-gna ed ispira. Ogni pezzo è stato scritto in questo modo.Tra in tanti temi, la fretta è una delle preponderanti e contraddistingue quest’epoca. Potresti spiegare me-glio questa «veloce corsa lenta nel vivere i nostri istanti»?

La potrei spiegare semplicemente, senza ulteriori commenti, con uno dei versi di questo libro a cui sono fortemente legato: «Non abbiamo ancora conosciuto la bellezza di un respiro, che lo confondiamo con il nostro affanno continuo».Riesci a trovare un equilibrio tra la corsa degli istanti che si susse-guono e la lentezza del tempo da dedicare ad ogni piccolo momento che la vita offre, come consigli nel tuo libro?Non è assolutamente facile, spesso però ci sono delle chiavi, in ognuno di noi, che permettono di aprire le porte dell’equilibrio in maniera più veloce. Personalmente le trovo spesso nella semplicità, nella purezza, nell’ascoltare i sensi e nel silenzio, nel circondarmi di persone e sentimenti veri, bisogna solo cercare e farlo con la massima attenzione.Tratti anche il tema del lasseiz faire, dei “comuni luoghi comuni” cui facciamo riferimento per evi-tare di agire, del lamentarsi senza voler costruire nulla. Ma cosa fai di tuo per cambiare qualcosa, per contrastare l’inattività che carat-terizza i giovani d’oggi?Non mi piace molto parlare di me, ma certamente a mia discolpa posso immediatamente dire con orgoglio di aver scelto di rimanere

L'InTERVISTA

a Brindisi e cerco nel mio piccolo di contribuire vivendola, criticandola e sostenendola. Non giudico chi ha scelto di andar via, ma critico inve-ce chi si adagia come una vittima inerme sugli effetti di un sistema che sta scontentando troppe gene-razioni. Come dico spesso nel libro probabilmente c’è altro, c’è qualco-sa di diverso che attende di essere inaugurato, bisogna solo prender fiato e farsi sentire. Bisogna smet-terla di paragonarci ai nostri padri, ai nostri figli, piuttosto bisogna spolverare le nostre identità e ri-spettarle; questo libro è solo il mio piccolo sasso nella condizione sta-gnante di oggi. Se i sassi potessero diventare tanti, forse un giorno, potremmo finalmente camminare su di esso e guadagnarci nuovi orizzonti.Affermi che a volte fa bene cam-biare direzione. A volte ti capita di agire controcorrente?Questo discorso è sopratutto legato all’identità dell’epoca che viviamo e che, negli ultimi venti anni, sembra incapace di definirsi e proporre delle novità. Se si riflette un po’, è impensabile immaginare che la musica si possa proporre in un modo simile a troppi anni fa, come è impensabile che la forma di scrittura più riconosciuta sia ancora e solo quella di un romanzo. È impensabile che ci siano spazi di confronto e schemi di obiettivi sociali sempre identici a ieri. Do-vremmo provare ad uscire ogni tanto dalla corrente, a svegliarci di notte, ad applaudire un musicista sconosciuto, a votare i fatti e non le persone, a bere un caffè prima e mangiare l’antipasto dopo... Io? Si può provare a leggere il mio libro iniziando dalle ultime pagine e finendo con le prime.v

RASSEGNA STANCA - L’ALTRA FACCIA DELLA VERITÀdi VALERIA LEGGIERo > [email protected]

In foto Mino Pica

pag 12 | OTTOBRE 2011 | numero 13 numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 13www.ciclostyle.it | [email protected]

Leggi l’intervista completa su ciclostyle.it e guarda il video su:

[email protected] | www.ciclostyle.it

Page 8: ciclostyle 13

CARTOmANzIA:TRA mITOE REALTà

IL FUTURO IN CUCINA

arbitrio, talenti e potenzialità non anco ra realizzati, abilità manuale o intellettuale, potere di persua-sione, ma anche menzogna, stra-tagemma, imbroglio, tendenza a lasciarsi influenzare.GLI AMANTI: carta numero sei necessità di operare una scelta, di prendere una decisione. Può ri-ferirsi alle relazioni sentimentali, un desiderio, un’attrazione, una si-tuazione in cui il consultante deve districarsi.Significato: Unione, impegno, at-trazione reciproca, scelta, decisio-ne, ma anche confusione, instabili-tà affettiva, indecisione.IL CARRO: carta numero setteCarta molto fortunata, indica co-raggio e forza di volontà.Simboleggia il movimento, il viag-gio, il progresso, la riuscita. Indica che gli ostacoli sono stati superati, che la via è sgombra da imprevisti, che la vittoria è vicina.Significato: Successo, riuscita, co-raggio, volontà, determinazione, cambiamento, trasloco ma anche scoraggiamento, depressione, in-successo.L’EREMITA: carta numero noveL’Eremita è l’arcano che suggerisce di isolarsi per raccogliere le idee e meditare a fondo su una situazione o sul proprio cammino spirituale.Può anche indicare un periodo in cui ci sente soli, ma questa soli-tudine porterà a programmare la propria vita in una direzione diver-sa. Può rappresentare una persona molto anziana e saggia che aiuta il consultante a far luce su sé stesso.Significato: Saggezza, consapevo-lezza, lucidità, solitudine feconda, studi, ricerche, scoperte, idea lumi-

nosa ma anche smarrimento, soli-tudine, rifiuto di qualsiasi consiglio, sfiducia.LA RUOTA DELLA FORTUNA:carta numero dieciRappresenta sia una situazione po-sitiva che negativa, dipende dalle carte che l’accompagnano.Può trattarsi di un fatto che si subi-sce o di una circostanza sulla quale si può intervenire trasformandola.A volte è necessario aspettare che gli eventi seguano il proprio corso senza lasciarsi influenzare.Significato: Evoluzione, cambia-mento positivo, circostanza fa-vorevole, progresso, successo o riuscita ma anche involuzione, re-gressione, instabilità, insicurezza.L’APPESO: carta numero dodiciUna delle carte più oscure, indica il sacrificio. Un momento di attesa in cui nulla si può fare.Bisogna solo subire le conseguen-ze delle azioni che si sono commes-se fino ad ora, buone o cattive che siano. Significa rinunciare a lottare per far sì che la bufera passi.Significato: Abbandono, fede, la-sciar la presa, ribaltamento dei valori, pentimento, ma anche las-sismo, indolenza, vittima dei pro-pri pensieri o delle proprie azioni, situazione bloccata senza uscita.LA MORTE: carta numero tredicinonostante il nome, la Morte è una carta che indica esclusivamente cambiamento. La fine di una situa-zione, chiusura di una strada per-corsa fino ad ora. Rappresenta una piccola rivoluzione nella vita del consultante, un cambiamento radi-cale, un trasloco, un nuovo lavoro, una vita completamente diversa.Significato: Trasformazione, con-

clusione, a v v e n i -m e n t o , s v o l t a , profitto, beneficio, ma anche fine, rottura.IL DIAVOLO: carta numero quindiciIndica i desideri più nascosti. È una carta pericolosa perché mette in guardia dal cedere nelle tentazioni.Rivela un eccesso, una volontà in-contenibile, ansia di agire, egoismo e il bisogno irrefrenabile di raggiun-gere il potere. Se si cade in questa spirale si commettono molti errori, quindi, è bene rimanere vigili.Significato: Istinto di possesso, passione sessuale, forza psichica, potere, desideri incontrollabili, di-sordine, egocentrismo.LE STELLE:carta numero diciassetteUna delle carte più belle, rappre-senta i sogni. Simboleggia l’ispira-zione creativa, la fede, la speranza, i progetti che prendono forma e diventano realtà. Anche l’immagi-nazione diventa potere.È la carta dell’illuminazione, dopo tanto dolore finalmente la consa-pevolezza del potere che risiede in ognuno di noi.Significato: Rivelazione, creazione, armonia, fede, felicità, nascita.IL MONDO: carta numero ventunoAnnuncia un compimento, una con-clusione, una felicità assoluta, una riuscita completa. È la fine del viag-gio intrapreso dal primo Arcano, il Matto. Fine delle sofferenze, solo gioia e completezza.Significato: Compimento, riuscita, coronamento di un’impresa, felici-tà totale, grandi prospettive, aper-tura verso il mondo.

Alla scoperta del significatodegli Arcani Maggiori

più conosciuti

Le arti divinatorie meno conosciute

Le carte decorate dei Tarocchi hanno sempre fatto pensare a qualcosa di misterioso e sini-

stro. Molti studiosi ne hanno cerca-to l’origine senza risultato. I Taroc-chi si dividono in 22 Arcani Maggiori e in 56 Arcani Minori. Si pensa che gli Arcani Maggiori, in particolar modo, siano la rappresentazione di un viaggio spirituale che solo gli iniziati agli antichi misteri possono percorrere. Apparvero per la prima volta nella Francia medievale del 1390, ma sembra che la loro ori-gine sia molto più antica. Furono standardizzati nel XVIII, ma ne esi-stono una varietà infinita.Gli esperti consigliano di non pren-dere alla leggera gli Arcani Maggio-ri, in quanto attraggono energie e forze occulte difficili da gestire.Infatti, chiunque voglia intrapren-dere una lettura dei Tarocchi, deve proteggersi. La scelta del mazzo è fondamentale, di solito sono le car-

te che scelgono il proprietario e, da quel momento, il mazzo può essere toccato solo da lui.Una piccola curiosità: i cartomanti vanno sempre pagati, anche sol-tanto con 10 centesimi. La tradizio-ne vuole che non si faccia la lettura dei Tarocchi gratis. È fondamentale comprendere che i Tarocchi sono solo un supporto, non svelano il futuro ma servono unicamente ad incanalare le proprie energie psi-chiche.Mettendo in cerchio gli Arcani Mag-giori si può notare come i diversi significati seguano una linea co-mune: il viaggio che ogni persona intraprende ogni giorno, il viaggio della vita. Per questo i Tarocchi sono sempre stati considerati mi-steriosi.Scopriamo qualche curiosità sui più conosciuti. (Gli arcani Maggiori sono contraddistinti da numeri ro-mani, per semplicità nella lettura

metteremo il numero in lettere). IL MATTO: carta priva di numero, èstato attribuito il numero ventidue L’uomo che cammina sull’orlo del precipizio. Questa carta è la più complessa dei 22 Arcani. Racchiu-de in sé tutte le contraddizioni.Essa rappresenta l’inizio di un viag-gio nel quale il consultante dovrà superare molte prove. Significato: Partenza, arrivo, ricer-ca, instabilità, periodo di transizio-ne, cambiamento, occasioni da co-gliere ma anche irritazione, follia, ricerca vana, errore.IL BAGATTO: carta numero uno Anche soprannominato il Mago, rappresenta una persona giovane intraprendente, curiosa e dinami-ca. È una carta positiva, che mette in risalto le qualità del consultante.È un innovatore che indica un pe-riodo in cui è possibile realizzare i propri progetti.Significato: Intelligenza, libero

Siete sempre più convinti che con le carte napoletane sia meglio farvi una briscola? Stanchi di bere milioni di caffè con la spe-

ranza di leggere le lettere della persona amata sul fondo della tazzina? Albert Eistein disse “non penso mai al futuro, arriva troppo presto”, godetevi il presente il futuro è ora e non è mai come ve l’aspettavate. In alternativa potete cercare le risposte in cucina, tra le arti divina-torie meno conosciute. Eccone alcune.MELOMANZIA:Si tratta di una divinazione uti-lizzata per sciogliere quesiti di tipo amoroso.

Per capire se la persona amata corrisponde il nostro amore si può: stringere tra le dita un seme di mela, se esso schizza via la rispo-sta è affermativa; allo stesso modo il nostro sentimento è corrisposto, se lanciamo una mela alla persona che amiamo e questa l’af-ferra e ce la rilancia. OVOMANZIA: Si versa la chiara di un uovo in acqua, osservando le figure che essa forma si può sapere quale lavoro si svolgerà. Si rendo-no più visibili usando acqua bollente, poiché l’albume si coagula grazie all’azione del calore.

ALEUROMANZIA: La pratica che consente di leggere il futuro nella farina. SICOMANZIA: Divinazione attraverso cui si legge il futuro nelle foglie dell’albero di fico. Su di esse si scrivono delle domande. Se sec-cano subito, è un cattivo presagio. CROMMIOMANZIA: Arte divinatoria per mezzo delle cipolle. Si prendono tante cipolle quante solo le persone di cui si vuol chiedere informa-zioni. Su ognuna si scrive il nome e si mette sotto una terra inumidita. A secondo di come e quando germoglia, si conoscerà la salute.

Continua su:www.ciclostyle.it/scomunicando

SCOM

UNIC

ANDO

di MAURA GATTI> [email protected]

dal 1928

pag 14 | OTTOBRE 2011 | numero 13 www.ciclostyle.it | [email protected]

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 15

di Valeria De Vito

foto di: Mim

mo

Disam

istade

Page 9: ciclostyle 13

Via Santa Margherita 22/24 (nei pressi della Stazione), 72100 Brindisi, tel: 0831 1983440 - 334 6691182, web: www.accademiafotograficaitaliana.it, mail: [email protected]

Recensione

Ci sono cose che il mondo pro-prio non vuole assorbire, che restano in superficie senza mai

affondare nel terreno umido, queste cose (lo sapete benissimo) sono: il jogging, la musica rock e le poltrone.Juno vi piacerà. Ci sono talmente tanti bei film in giro che prego il dio della celluloide che non siate andati a vedere l’enigmista 15 (mila) o il remake del remake di chissà cosa. Ma gli dei non sempre stanno ad ascoltare, a volte ci ignorano. non credete a chi nel 2011 per strapparvi qualche sorriso gira mezzo film in bagno. non fa ridere! Gridatelo nelle

sale di tutta Italia, alzatevi e urlate contro il telo illuminato. Juno porta con sé un peso non indifferente, per le strade, tra i giudizi, tra gli uomini. Questo (che lo crediate o meno) vi farà ridere di gusto, vi farà ringra-ziare di essere vivi in un mondo go-vernato dalla musica, vi farà pensare alle poltrone che avete spartito con chi vi voleva bene, vi farà correre via. Un film si compone di immagini, proprio come siamo abituati a par-

lare in questa parte del mondo: “im-magina...” “ma ti immagini se”. non c’è niente di sbagliato nell’infilare l’immaginazione ogni quattro frasi, però poi bisogna essere coerenti, stare attenti e diffidare dalla pigrizia (mentale). non c’è un modo corretto di scrivere una recensione, c’è però una maniera giusta di leggere un consiglio. Vi prego di andare a vede-re questo lungometraggio. Poi fate come credete (io credo in voi).

SCOMUNICANDOdi ALESSIo ALLEGRETTI > [email protected]

www.c9web.tv

JUNO

nazione: U.S.A.Anno: 2007

Regia: Jason ReitmanCon: Ellen Page, Michael Cera,

Jennifer Garner

pag 16 | OTTOBRE 2011 | numero 13 www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 10: ciclostyle 13

ALESSANDRA LABATE

UNA PASSIONEDA SERIE A

Intervista alla pallavolista brindisina.

Alessandra Labate, 30 anni, giocatrice di pallavolo femmi-nile, unica brindisina che mi-

lita in serie A. Di particolare rilievo sono le sue presenze nelle squadre di Castellana Grotte, nocera Um-bra, San Vito dei normanni, mentre nella scorsa stagione ha giocato in serie A/2 a Busnago (Mi) nel ruolo di centrale. Conosciamola meglio.

A quanti anni è sbocciata la tua passione per la pallavolo?È cominciata quando avevo circa nove anni guardando cartoni animati come “Mila e Shiro”, ma mi sono incuriosita molto anche grazie a una mia compagna di scuola che già praticava questo sport. Lei è stata la spinta per cominciare.Quali doti bisogna avere per sfondare nel mondo dello sport e della pallavolo in particolare?Per sfondare nello sport ci vuole tanta passione e tenacia perché, per emergere a un certo livello, bisogna avere pazienza e fare molti sacrifici e rinunce.Cos’è, per te, il talento?Per me il talento è quel qualcosa che non tutti hanno. Se ce l’hai innato, ti dà quella marcia in più per superare le difficoltà molto più

facilmente rispetto agli altri.Ritieni facile praticare questo sport ad alti livelli, a Brindisi?In questo periodo dico di no, perché purtroppo la pallavolo a Brindisi non è stata mai seguita come si dovrebbe, in quanto sono ritenuti più importanti altri sport. Qui si cura solo il settore giovanile e in generale non c’è molto interesse, neanche gli sponsor sono disposti ad investire nella disciplina.Da piccola avevi qualche mito nel mondo della pallavolo?Il mio mito era Consuelo Mangifesta, l’ho vista giocare a Matera quando io ero piccolissima. Si fece male a un dito ma, nonostante questo, ha continuato a giocare non fermandosi davanti alle difficoltà.Fuori dal campo sei sempre grintosa e tenace?Diciamo che ho un caratterino abbastanza difficile, in campo sono ancora più antipatica, perché pretendo molto da me stessa e quindi anche dagli altri. Nella vita privata sono una persona a cui piace ridere e scherzare. All’età di 14 anni hai lasciato Brindisi per approdare ad Altamura dove hai iniziato la tua

carriera. Cosa è cambiato in te da quel momento e cosa ti ha spinto a fare questa scelta?A 14 anni sei ragazzina, quindi la passione e il dover affrontare situazioni e gente nuova mi ha dato la spinta. Adesso è diventato il mio lavoro, ho ambizioni diverse rispetto a prima, però la voglia di giocare c’è sempre; io dico che smetterò solo quando non mi divertirò più.Cosa ti piacerebbe fare una volta appese le scarpe al chiodo?Fino a 10 anni fa ti avrei detto l’architetto, adesso non lo so ed è un grosso problema perché non possiedo titoli di studio specifici. Di certo non mi piacerebbe rimanere nel mondo della pallavolo, perché sarei un’allenatrice vecchio stampo. Per ora penso di continuare nell’agonismo, in futuro non so cosa mi aspetta.

L'InTERVISTA

VETRINE INEDITEdi AnTonIo LoSAVIo > [email protected]

Alessandra Labate durante un’azione

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

Page 11: ciclostyle 13

COPY EXPRESS

Foto e Quadri su Tela

PLOTTAGGI

Articoli da Regalo e PelletteriaCartoleriaCopisteria

Foto in 24h

Tesi di Laurea in 24h

FOTOCOPIE A FOTOCOPIE

COL

PARTECIPAZIONITARGHETIMBRI

ORIB/N

BIGLIETTI DA VISITAPERSONALIZZAZIONI

DIGITALIZZAZIONE DOCUMENTI

VOLANTINI / LOCANDINE / MANIFESTI

SCANSIONI GRANDE FORMATO

Testi Scolastici

Via Galanti, 12 - Brindisi (S.Angelo)

Tel-Fax [email protected]

COPY EXPRESS

Foto e Quadri su Tela

PLOTTAGGI

Cartoleria CopisteriaFoto in 24h

Tesi di Laurea in 24h

Testi Scolastici Via Galanti, 12 - Brindisi (S.Angelo) Tel-Fax 0831.513641 [email protected]

DIGITALIZZAZIONE DOCUMENTISCANSIONI GRANDE FORMATO

VOLANTINI LOCANDINE MANIFESTIPARTECIPAZIONI TARGHE TIMBRI

BIGLIETTI DA VISITA

FOTOCOPIE A COLORIFOTOCOPIE B/N

PERSONALIZZAZIONI

zhERO: LA DUALITà

ChE CI CIRCONDA

ZHero, un nome particolare e, per voi, carico di significati.Com’è nato?

ZHero nasce da due parole che hanno una dualità opposta: zero ed hero (eroe). È nato quasi per caso ma il significato non ha nulla di casuale perché siamo tutti un po’ degli “zHero”. Rappresenta sia noi che la nostra musica. È l’ambivalenza tra quello che c’è dentro e quello che c’è fuori. Pirandello diceva che noi tutti portiamo una maschera e una persona può essere uno zero, cioè non valere niente dentro e un hero fuori, e viceversa. Questa è la dualità che circonda ognuno di noi. Così l’abbiamo inteso noi.Parlate di un Concept album dallo stampo orwelliano, ovviamente ispirato al famoso scrittore George Orwell: spiegateci come vi è venuto in mente e quale storia volete raccontare attraverso questo album.Giuseppe: Colpa mia. Ho il pallino per i concept album, cioè raccontare

una storia attraverso delle canzoni che sono tutte collegate tra di loro. Ho trovato altri quattro disgraziati che mi hanno dato corda. Non volevamo scrivere di temi che sono ormai scontati. Ho letto “1984” di George Orwell e ne sono stato rapito, mi è piaciuta la storia e ne ho cercata una da poter raccontare in musica. La storia parla di un mondo che è stato reso un’unica nazione sotto il comando di The H-end, anche qui un doppio significato, la fine e la mano che tiene stretto il mondo. L’unica persona che sfugge al suo controllo perché totalmente priva di valori e sentimenti è Disposable Hero. Il nostro eroe s’innamora e cominciano a risvegliarsi i sentimenti dentro di lui. Nel frattempo anche altre persone cominciano a risvegliarsi e riappropriarsi delle proprie emozioni e si inizia a formare quella che sarà la resistenza nel brano “Resistance” per l’appunto. Durante

la resistenza la ragazza perde la vita e il nostro eroe inizia a provare sentimenti nuovi quali rabbia, odio e infinita tristezza (Cemetery Tears). Decide così di scontrarsi faccia a faccia contro The H-end e alla fine vince, ma ormai il vuoto si è reimpossessato di lui (Alone). Decide così di andar via e non prendere il comando. Diventerà una leggenda, un eco di questa storia (Echo). Ascoltando la vostra musica si può intuire il perché, ma la domanda è d’obbligo: perché la scelta della lingua inglese?L’inglese è una lingua più musicale e permette di trasmettere un messaggio a molte più persone.Progetti futuri?Sicuramente nel prossimo disco cambieremo tematiche, ognuno di noi cercherà di scrivere qualcosa e parleremo di qualsiasi argomento ci venga in mente.

Gli zHero nascono nel settembre 2010 da una idea di Giuseppe Monaco (batteria) e Mario Filieri (chitarra). Michael Myers (voce), Stefa-no Mazzotta (chitarra) e Kevin Kofol (basso) concludono il gruppo. Il progetto vede il conca-tenarsi di cinque elementi (tre brindisini e due leccesi) totalmente differenti tra loro sia per influenze musicali, sia per le età dei vari com-ponenti. Gli zHero, attualmente impegnati nel preparare il primo album, spaziano tra diversi sound che li caratterizzano e che li rendono estremamente poliedrici.

Intervista alla band

VETR

INE

INED

ITE

di MAURA GATTI> [email protected]

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

Guarda l’intervista completa su:

Page 12: ciclostyle 13

È uno dei gruppi di punta della scena musicale salentina. Fa-cevano parte dei Bludinvidia

ma, dopo 10 anni, avevano voglia di sperimentare un nuovo percorso. Con la loro “Chi sono io” sono stati premiati al Meeting delle Etichette Indipendenti 2010 come “miglior video dell’anno” per il P.I.V.I. (Pre-mio Italiano Videoclip Indipenden-te). Segnalati come artisti MTV del mese da MTV nEW GEnERATIon, aprono il concerto di Luciano Liga-bue a Campo Volo (RE) il 16 luglio 2011 davanti a 130mila spettatori.non sono un gruppo che si dimen-tica facilmente. Il loro approccio indie-rock, i loro testi disincantati ed intensi, la loro sperimentazione musicale sta facendo dei Fonokit uno dei gruppi più apprezzati ed amati sia dalla critica che dal pub-blico. Marco Ancona (voce e chitar-ra), Paolo Provenzano (batteria) e Ruggero Gallo (basso), sono in viaggio per l’Italia per presentare il loro nuovo album “Amore o Purga-torio”. Abbiamo incontrato Marco Ancona.

Amore o Purgatorio, che significa-to ha questo titolo per voi e perché un aut aut?È difficile da spiegare. L’album se-gue delle argomentazioni parallele, parla in generale delle problema-

tiche che si affrontano quando ci si affaccia all’età adulta, quando si superano i 30. “Amore” vorrebbe racchiudere un po’ tutte queste ar-gomentazioni, dalle questioni amo-rose a quelle politiche, sociali, e via dicendo. Sta per passione intesa come valori. “Amore o Purgatorio” pone il seguente dubbio: continua-re a credere nei valori e nelle pas-sioni in cui si è sempre creduto fino ad una certa età, o pensare che queste siano diventate addirittura dei peccati dai quali redimersi? Ti affacci all’età adulta e dici: amore o purgatorio? Ben tredici brani definiti “com-pletari tra loro, dove ognuna delle canzoni si riesce a leggere vera-mente a fondo alla luce delle al-tre”, una sorta di percorso quindi?Le argomentazioni dei testi sono molto similari, diverse sfaccetta-ture dello stesso dubbio. Il dubbio di crescita, di trovarsi dentro un contesto. Il disco scorre così, non è

una storia che comincia dal primo pezzo e finisce con l’ultimo. Per esempio, se si ascolta “Non Esiste” da sola, si può pensare che sia una canzone d’amore, in realtà potreb-be non esserlo, ascoltando il resto del disco. Può essere soltanto un atteggiamento anche socio-poli-tico dei primi anni ‘90, gli anni in cui la mia generazione è cresciuta. Si aveva un atteggiamento abba-stanza nichilista, si affrontava il momento storico e sociale in modo differente rispetto ai sessantottini, per esempio. È una canzone d’amo-re, ma è più importante la poetica, come affronti la delusione d’amore. Ha un testo disincantato, capisci perché è scritto così proprio ascol-tando le altre tracce.Tutte le forme d’arte nascono so-stanzialmente per due motivi: per-ché si ha qualcosa da dare o dire al pubblico e al mondo oppure perché si ha qualcosa dentro che bisogna far uscire a tutti i costi. Tu, come artista, da che parte stai?In realtà scrivo per me, non appar-tengo alla categoria di artisti che pensa ci debba essere per forza un significato particolare. Mi pia-ce scrivere le canzoni perché mi diverte, ed è la cosa che mi riesce meglio. Il mio scrivere non è finaliz-zato a dare messaggi e, quando ci sono, meglio!Quanto dura la preparazione di un disco e quando una canzone per

L'InTERVISTA

voi diventa perfetta tanto da dire “adesso va bene”?Non c’è una durata standard. Noi ci abbiamo messo due anni per-ché volevamo fare un disco molto sperimentale a livello sonoro. Non abbiamo provato nessuna canzo-ne prima di registrare. Volevamo vedere che strada prendevano le canzoni registrandole in studio senza conoscerle. È stato un lavoro da pazzi ma sono contento del ri-sultato. Siamo riusciti a stupirci da soli non riconoscendo i nostri suoni e quando il suono era il più strano possibile allora dicevamo “adesso è ok”.“Chi sono io”, video straordinario molto apprezzato dalla critica. L’idea del susseguirsi dei volti, la scelta stessa dei personaggi raffi-gurati, come vi è venuta l’idea?Non è nostra l’idea, ma del regista Gabriele Surdo e del collaboratore Gabriele Pizzi! Noi non abbiamo sa-puto nulla finché non siamo arrivati sul set. Gabriele Surdo è stato così presuntuoso da non voler svelare l’idea prima di fare il video e ha avuto ragione! Ci ha portato tanta fortuna. Neanche quando eravamo al trucco ha voluto darci delle an-ticipazioni. Una volta pronti, ci ha messo in fila ed ha spiegato cosa dovevamo fare, senza provare. Dif-ficilissimo, infatti il video è in presa diretta. Ma è nato proprio fortuna-to, i raggi del sole che entravano in determinati momenti, i passi giusti per entrare. Uno spettacolo.Un pregio e un difetto di Marco Ancona.Un pregio potrebbe essere che mi faccio i fatti miei. Un difetto… mi innervosisco facilmente, non con le persone, vado in palla per lo stress da lavoro.Come tutti…No, No... io di più!

VETRINE INEDITEdi MAURA GATTI > [email protected]

INTRECCIO DI PASSIONE E DISINCANTO

Intervista ai Fonokit

VETRINE INEDITEdi MAURA GATTI > [email protected]

L’intervista su ciclostyle tv

pag 22 | OTTOBRE 2011 | numero 13 numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag 23www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 13: ciclostyle 13

VETRINE INEDITEdi EMAnUELE VASTA > [email protected]

SIR FRANkIE CRISP:UN TRIBUTO ALLA qUALITà

Fine 2005: pubblicano una demo sul web sen-za pretese. Una ragaz-

za italiana da Liverpool li ascolta interessata, garan-tendo di poterli proporre al Cavern City Tour. Con il loro “elegante british-pop”, i Sir Frankie Crisp, esplodono da lì. Il nome viene da “Bal-lad of Sir Frankie Crisp”, brano di George Harrison, al quale si consacrano tribute-band, pubblicando “ohnothemagen!” e “It’s five o’clock”. Partecipano a tre edi-zioni della “Beatle Week” di Liverpool, fino al 2008, anno in cui si esibiscono anche a Mons (Belgio) per il “Beatles Day”. nel 2009 partecipano al magico concerto “For George”. L’anno seguen-te approdano anche al festival “Abbey Road on the River” di Washington D.C. In questi round, la line-up vanta anche Giuseppe Romano, Davide Di Lecce e Vincenzo Pede. Reduci dal “Premio giu-ria” nella prima edizione del concorso “Vetrine in Musica Edita”, oggi la forma-zione definitiva è composta da Paolo Provenzano (batteria&voce), Dario An-cona (basso&voce), Mario Manfreda (chitarra&voce) e Francesco Di Totaro (chitarra&voce). Con quest’ultimo ab-biamo approfondito, “Charming Sound”, l’inedito disco d’esordio che contiene una canzone dedicata ad Harrison inti-tolata “Mystic maestro”.

Definitevi in una espressione?Scherzando ci autodefiniamo “Fabolous”, ma preferiamo ci giudichino gli altri. La cosa più bella è ritrovarsi in

questa passione.Come nascono i vostri pezzi?Componiamo prima la melodia e poi ci aggiungiamo i testi. Tutti quanti mettiamo del nostro. Ed in particolare, ognuno canta la canzone che crea. Provenzano è un bravissimo autore. Scrivere in italiano, al momento non ci suona bene.Le vostre influenze?Le influenze non sono solo british. Certo, anche se non sono ai livelli del passato, ci piacciono i Coldplay ed i Blur, ma ascoltiamo anche i precursori del progressive, Battisti, o i Jethro Tull. Nelle nostre canzoni troverete dediche a Liverpool e George Harrison, ascolterete il nostro concetto di spiritualità, amicizia ed amore. Che età ha la vostra musica?Non c’è l’ha. Abbiamo avuto parecchi riscontri positivi anche da gente molto più giovane di noi.Parlateci del vostro primo lavoro?“Charming Sound”, etichetta Irma Records, è nostro disco d’esordio che ruba il titolo da una frase contenuta in un pezzo. Ci hanno imposto di aggiustare la pronuncia e scrivere di più. A quale palco aspirate?(sorride) Il Madison Square Garden? Il

Teatro Verdi di Brindisi? Il miglior palco è la situazione che ti porta a fare ciò che ti piace. Liverpool o Piazzale Lenio Flacco di Brindisi, l’importante è la passione.Tornereste a suonare a Brindisi?Certo, anche se si

dovrebbe dare più spazio agli artisti in generale. A parte Brindisi, la falla culturale è un problema nazionale. Per vivere bisogna coltivare gli interessi. Meno male che, oggi, rispetto a tanti anni fa, c’è maggiore voglia di fare ed entusiasmo da vendere. Qualche anteprima?Il 29 novembre 2011, supportati dall’associazione Vetrine Inedite ed altri partner, onoreremo George Harrison, con un tributo a scopo di beneficienza, in occasione del decennale dalla sua scomparsa. Chi è, secondo voi, l’artista musicale?Qualcuno che vuole esprimere qualcosa di suo, cercando una espressione.Si può vivere di musica in Puglia?Certo. Sia Provenzano che Ancona fanno solo questo mestiere anche se non è un mondo semplice. Molti bravi artisti nostrani fanno altro per sovvenzionare i costi di questa passione. A Brindisi si può campare di musica, ma se non sfondi devi partecipare ai soliti progetti di cover-band.Il compromesso artistico è un problema per voi?Discorso delicato, bisogna trovarsi in quella situazione. Ai Beatles fu “cannato” il batterista durante la prima session in studio.

L'InTERVISTA

Leggi l’intervista completa sul web e, su ciclostyle TV, tutte le anticipazioni sul tributo a George Harrison.

In arrivo l’LP d’esordio ed una serata in onore di George Harrison

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

Page 14: ciclostyle 13

VETRINE INEDITEdi EMAnUELE VASTA > [email protected]

L’INCONSOLABILEANTONIO mAggIO

Quanto è difficile staccarsi da una realtà abituata al grande pubblico per sperimentare il

successo da solista? nella musica salentina vi sono felici anomalie, personalità artistiche come quella di Antonio Maggio che, alla fine del 2010, ha presentato il nuovo sin-golo “Inconsolabile”, senza dimen-ticare la vittoria del talent show X Factor 2008 con gli ARAM Quartet.Antonio sorride in maniera conta-giosa, lo distingue l’uso del gilet e tante semplici ambizioni: “Il mio è un progetto pop-rock cantautorale mescolato ad un pizzico di gusto anni sessanta”. Una vita dedicata alla musica ed una strada artistica ancora tutta da percorrere. Dichiara di “insultare il pianoforte”, non avendo mai stu-diato lo strumento.Il suo canto suggestivo, invece, negli anni, è stato perfezionato da vari maestri, anche jazz. oggi la musica non è più solo una passione, malgrado tenti di laurear-si in lingue all’università di Lecce. “Tanta gente è abbagliata dai talent show, non per sputare nel piatto dove ho mangiato anzi sono grato a X-factor per le tante cose che mi ha permesso di fare. Molti arrivano ai talent senza quella gavetta che consente poi di affrontare il post ta-lent. Il mio consiglio è quello di

arrivare a quel punto con un proget-to artistico ben solido per dare voce alle proprie canzoni. Un vero artista deve avere qualcosa di suo pugno da dire”, consiglia. Antonio non è mai sceso a com-promessi. “Il vero compromesso, oggi, è che la gente si è abituata a vedere gli artisti prima in tv e poi ad ascoltarli in radio. L’immenso De Andrè appariva poco, eppure è

uno dei più grandi cantautori. È la crisi discografica che ci fa accetta-re i compromessi televisivi che poi diventano distruttivi. Vasco Rossi, oggi, avrebbe avuto più difficoltà ad affermarsi”, aggiunge. Amante del cantautorale italia-no, sogna un featuring con grandi cantautori contemporanei come Gazzè, Fabi o Bersani. “In Italia, non solo nella musica, siamo abituati a mitizzare i grandi artisti e il loro spessore offusca grandi persona-lità che, a mio avviso, dovrebbero essere apprezzate maggiormente.Inoltre credo nelle etichette indi-pendenti che garantiscono una buona attenzione al giovane ri-spetto alle major impegnate con artisti più affermati”, spiega. “Inconsolabile”, per il momento, è in vendita su iTunes e gli store conformi.Una sorta di apripista del disco work in progress. Il brano tratta di un ragazzo rimasto solo con un indumento della sua amata e che lo accompagna nell’autoerotismo, pratica definita ‘Bricolage’ dal mio amico Gianpiero Della Torre dei To-romeccanica”, conclude sorriden-do. Il Salento è la casa nella quale Antonio si sente più soddisfatto, noi gli auguriamo di “essere conso-lato” dall’essenza di un pubblico in diffusione perpetua.

Un cantautore esploso nell’estate 2011 col singolo “Inconsolabile”

L’intervista su ciclostyle tv

numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

Page 15: ciclostyle 13

VETRINE INEDITEdi EMAnUELE VASTA > [email protected]

mIChELE DE LUCA,UN gENERATOREBRINDISINO DICANzONI

Un folk-singerche farà scintille

Michele De Luca è brindisino, studia a Ferrara e diventerà medico, ma oggi intitolate-

lo Vu Meter, come il progetto che, dal 2009, lo ha reso celebre tra i cantautori locali. Un sorriso a ciclo continuo, il tono da nerd ed una fol-ta chioma di pensieri lo votano fan-tasista del foglio candido. All’attivo una raccolta live di brani “buona la prima” durante il famoso Radiazio-ni, contenitore rock in notturna di Ciccio Riccio. Un boom di sugge-stioni nate quando Michele inizia a suonare la chitarra. “Due anni fa ero in ascensore con mio padre quando mi disse che l’indicatore di potenza dei vecchi amplificatori si chiama Vu Meter. Un termine che ci piaceva e che oggi denomina il mio progetto musicale. Nella musica, il livello è importante, anche se ciò che con-ta è l’insieme. Non è fondamentale che l’indicatore di potenza sia alto o basso, il vero senso del mio pro-getto è che l’ago si muova”, spiega sorridendo. Le dritte di Angelo De Luca, un padre che fa lo speaker da

più di trent’anni, la sua collezione pazzesca di vinili dai quali attinge-re ed i musicisti di alta scuola brin-disina (Amerigo Verardi, Vincenzo Assante, Blackboard Jungle, Birdy Hop), portano Michele a comporre per puro piacere, “perché se fai mu-sica per vendere copie, fai un altro mestiere”. Un intimista folk-singer stile States, un filo conduttore che spazia da Tim Buckley a Vic Che-snutt, sfiorando il genio di Bob Dy-lan. Sequenze di accordi e testi che racchiudono la bellezza di un gene-re “folk-psichedelico-acido”, come lui stesso lo definisce. “La mia chi-tarra è la mia musa maltrattata, ma non basta più! Per le sonorità che ricerco, ne servirebbe un’altra elettrica, una acustica e delle per-cussioni ottenute per sottrazione. Con il chitarrista brindisino Davide Dell’Atti stiamo cercando un batte-rista come dico io per Nuclei, il no-stro progetto parallelo che prende il nome da un mio pezzo”. Una trentina di brani scritti e tanta umiltà sostengono Vu Meter nella

mission non impossibile di farsi strada con gli inediti, nella stessa Brindisi che ama. “Ci sono poten-zialità e fantastiche location come il Castello Alfonsino per far tornare anche la grande musica. Bisogna rimanere curiosi, avere spirito di ini-ziativa, diventare degni di nota an-che se suoni il genere che propon-go io. Per essere meno sbagliati qui vige l’omologazione, ma non è det-to che poi siamo tutti quanti giusti”, dichiara. Spaziando nell’at tuale musica senza stereotipi, Michele osanna i contemporanei Edda o Le Luci della Centrale Elettrica, senza obliare il culto per Neil Young piut-tosto che la gloria dei Velvet Under-ground. Compresso in quegli spiriti incompresi affine alla genuinità, ci saluta con: “Tu sei il mio nome che mi tormenta, la mia unica porta ver-so la follia”.Stay tuned. Presto ne sentiremo strepitare favorevolmente.

The Black SpoT

VETR

INE

INED

ITE

I Black Spot presentano il loro primo EP

Entusiasti, orgogliosi, emozionati: si possono descrivere così i quat-tro ragazzi con il rock nel dna

che compongo i Black Spot. La band nasce nell’agosto del 2009 da un’idea da Dario Ble (chitarra e voce), Simone Turchiarulo (chitarra) e Bartolo Longo (batteria). La formazione si completa con il bassista Antonio De Punzio. Per anni consolidano il loro sound chiusi nella sala prove e sperimentandosi in piccole manifestazioni. nel gennaio 2011 esce la loro demo “Riskio in Ri-torno”. Pochi mesi dopo, vincono il premio “Vetrine Inedite” al concorso regionale “Vetrine in Musica edita”.A pochi giorni dall’uscita del loro primo EP, i Black Spot si raccontano e svela-no le prime curiosità.

Il vostro primo lavoro è autoprodotto e si chiama “63”. Perché questo nome? È la somma delle nostre età. Vogliamo ricordare che questo lavoro è nato quando avevamo, quasi tutti, 15 anni. Ciò che vi contraddistingue è fare una buona musica inedita ad un’età molto giovane.Quali sono le prospettive future? Innanzitutto ci aspettiamo l’apprezzamento, cosa molto difficile quando si parla di inediti. Sappiamo di poter contare su qualcuno che ci segue, una piccola

parte che vogliamo ingrandire. Avete composto più di 20 inediti e la scelta è ricaduta su 4 brani: Bella ma stronza, Promemoria, Orizzonte, Fatti e Matti.Perché questa scelta?Si tratta di argomenti particolari: “Bella ma stronza” vuole raccontare le ragazze di questo periodo. Promemoria uno scambio di amore non ripagato, Orizzonte è una canzone che collega i presenti e gli assenti, Fatti e matti un brano molto attuale, tratta lo sfruttamento e la pedofilia dei preti. Dove trovare 63?Info su facebook alla pagina “The Black Spot”.

di Serena Passarelli

L'InTERVISTA

guarda il video su ciclostyle tv63: LA SOmmAChE FA LA

DIFFERENzA

pag 28 | OTTOBRE 2011 | numero 13 www.ciclostyle.it | [email protected] numero 13 | OTTOBRE 2011 | pag [email protected] | www.ciclostyle.it

foto di: Marco

Quarta | S

erena Passarelli

Page 16: ciclostyle 13

Non tutti sanno che hai dato il nome a Ciccio Riccio. Avevo circa tre anni e mio papà ed un suo collega trovarono un riccio che portarono a casa. Io mi ostinavo a chiamarlo “Ciccio”, loro correggevano “Riccio”. Erano giorni che cercavano il nome per questa emittente che adesso è una realtà nazionale e internazionale grazie allo streaming.Questo riccio, abbastanza grande, è stato un po’ il portafortuna.Questa emittente l’hai vista nascere ma ha visto, soprattutto, nascere te come artista. Raccontaci come è iniziato tutto. Ho iniziato con i jingle che oggi fanno i miei fratellini. Ero sempre in studio, anche in pantofole e pigiama. Ho iniziato a dare una mano a 12-13 anni come centralinista accogliendo le richieste degli ascoltatori. A 16 anni ho iniziato a star dietro a tutto ciò che fa parte della tecnologia della radio. A 20 anni mi sono impadronita del microfono e non me

ne sono più separata. Adoro parlare, stare con la gente ma soprattutto farla sorridere. Quando è arrivato Steven, mio figlio, mi sono dedicata a lui. È continuata la vita dei tour perché, essendo di notte, non ho fatto mancare la mia presenza. Il tuo primo fan? Ne ricordo uno in particolare che scrisse una lettera molto bella. In realtà ho tanti fans nel cuore. Molte volte ho pensato di scrivere un libro perché le emozioni che ci danno sono bellissime. Il tuo compagno di lavoro preferito?Un po’ tutti: ognuno ha caratteristiche particolari. Il primo è sicuramente mio marito Max Lestingi. One Way è una persona molto dolce. Andrea Sabato professionale, simpatico e costruttivo. Gian Juice molto allegro e divertente. Chiamo un po’ tutti fratelli, non c’è il preferito. Qualcuno in più nel cuore c’è come Marcello Biscosi o Maximo.E poi non posso dimenticarmi di Piero Ricco: c’è sempre, c’è dappertutto. Accanto al tuo percorso artistico, i

tuoi studi. Ti sei laureata e fatto un master in pedagogia. Mi sono iscritta a pedagogia dell’infanzia a Lecce.Gli studi mi hanno aiutato nel rapporto con gli altri. Questo è un lavoro sociale. Se non fossi stata la figlia di Mino Molfetta: che lavoro avresti svolto?Forse qualcosa legato al mondo della musica: mi piace cantare, forse avrei fatto questo. Cover band o band emergenti?Le cover band si perdono nella vita e nelle canzoni degli altri artisti.Le band emergenti vanno sicuramente apprezzate di più. Tra le band emergenti chi apprezzi, oltre ai già citati Toromeccanica? Gli Incantevole Euforia: è innegabile che hanno qualcosa in più.Poi considero Aldo Losito un artista completo anche dal punto di vista umano, una persona meravigliosa.Quanto i talent show penalizzano e quanto aiutano la musica?La musica viene aiutata perché diffusa più velocemente.La penalizzano perché non si da più spazio agli artisti che hanno meno visibilità. di Serena Passarelli

L'InTERVISTA

Bella e simpaticissima: è questo l’identikit della speaker radiofoni-ca Valentina Molfetta.Figlia di Mino Molfetta (patron di Ciccio Riccio), è praticamente cresciuta negli studi dell’emitten-te brindisina. Voce inconfondibile della Riccio Col Top, si concede ai microfoni di Ciclostyle Tv tra un brano e l’al-tro della classifica settimanale in onda la domenica mattina.(video su www.c9web.tv).

Via Cappuccini, 234 - BRINDISI - Tel. / Fax 0831.511398 - Cell. 347.1321577www.13elemento.it - [email protected]

INTRUSIONE NELLA“RICCIO COL TOP”

VETR

INE

INED

ITE

Intervista aValentina Molfetta

pag 30 | OTTOBRE 2011 | numero 13 www.ciclostyle.it | [email protected]

Page 17: ciclostyle 13