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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. Spedizione in abb. post. - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Expedition en abbon. postal - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXIV - N° 360 APRILE 2004 Santa 2004

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

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«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

ChiesavivaANNO XXXIV - N° 360APRILE 2004

Santa 2004

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Gesù Cristo è risorto. È il fatto irrefragabile einsopprimibile più solidamente provato dallaStoria.La Resurrezione è il ponte gettato sull’abissodella morte per ricongiungere le due spondedella vita. I Giudei mostrarono di averlo com-preso quando chiesero a Pilato le guardie delsepolcro: «Quel seduttore ha detto: “dopotre giorni resusciterò” (Mt. 37, 63)».La Liturgia pasquale, ora, alza il grido di vitto-ria: «Lux vitae mortuus regnat vivus!».Non esisterebbe la Chiesa senza il fatto dellaresurrezione. «Si Christus non resurrexit,inanis est fides nostra” (1 Cor. 14-44). EDante cantò: «Se il mondo si rivolse al cri-stianesimo... senza miracoli, quest’uno è

tal che gli altri non sono il centesmo» (Par.24).Ora il miracolo continua e non cesserà che alchiudersi della Storia umana. «Gesù Cristo, ie-ri e oggi. Egli è anche nei secoli»! (Ebr. 13,8).In questa Pasqua di sangue, le implorazionidei due discepoli di Emmaus escono anchedalle nostre anime: «Mane nobiscum, Domi-ne, quonian adversperascit», (Rimani connoi, Signore, perché si fa sera!).Rimani con noi. TU sei la Via! TU sei la Lu-ce! TU sei la Verità! TU sei l’Amore! TU seila Vita!Ripeti, o Cristo, anche oggi, il grido di amoree di vittoria: «IO SONO LA RESURREZIONEE LA VITA!».

2 “Chiesa Viva” *** Aprile 2004

Guardiamo a que l “ sepo lcro vuoto” dal quale è scatur i ta

la v i ta !

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“Chiesa Viva” *** Aprile 2004 3

P overa, povera Chiesa, vittimaimmolata a satana dagli stessiche dovrebbero dare la vita per

difenderla!Assistiamo angosciati allo scempioche se ne fa, temerariamente e nell’in-differenza generale.Francamente, non se ne può più dicerto potere ecclesiale, dispotico edevastante che, senza alcun riguardoper le anime, le traghetta sulle spondedell’apostasia giustificata e quasi ca-nonizzata, pretendendo oltretutto si-lenzio, accettazione e obbedienza.I discorsi e le pastorali varie eviden-ziano ormai il livello d’iniquità raggiun-to dalla teologia imperante.Se riteniamo di essere nel giusto per-ché tacciamo, limitandoci alla preghie-ra e lasciando che i sacrilegi alligninosempre più, quasi che a Dio siano ve-ramente gradite le preghiere degliignavi, perché ogni battezzato è chia-mato alla testimonianza? Se sonoscusabili i fedeli semplici, non altret-tanto lo sono i cattolici, i sacerdoti, iteologi, i Vescovi e i Cardinali adden-tro alle problematiche di Fede, per illoro quietismo opportunista. Troppiabomìni sono perpetrati, senza chealcuno levi una voce di protesta indifesa dei diritti di Dio!Certi uomini, che presumono di esse-re di Chiesa, si sono lasciati assorbi-re, fino all’esaurimento, dalle questioniumane e sociali, e pur mancando di fede e ricchezza interiore,sono tuttavia convinti di essere pilastri portanti, senza i quali tut-to crolla. È in loro il rifiuto totale di riformarsi e di impegnarsi perla Chiesa secondo i princìpi evangelici originari. Imbevuti di ra-zionalismo, accecati dalla superbia, cercano solo il compromes-so e la diplomazia, emuli dei politici, dimenticando che il com-promesso non è di Dio ne dei Suoi Santi.Così operando, essi si sono resi responsabili dell’anarchia do-minante, nonché degli inquinamenti dottrinali e morali alla basedel disfacimento del Cattolicesimo.È colpa molto grave, per alcuni Cardinali, Vescovi e Sacerdoti,l’essersi lasciati influenzare dal modernismo, peraltro fatto pro-prio anche approvandolo e benedicendolo!Proprio loro, chiamati ad un’azione contraria, scelti per arrestareil male e contrastare le forze demolitrici della Chiesa, perché faridi luce nel mondo, hanno permesso alle tenebre infernali di so-praffarli. Con il loro sterile dialogare, con gli arbitrari aggiusta-menti della Divina Parola, con la loro inter-culturazione, si sen-

tono operatori di pace, dimenticandoche Cristo, Supremo Ambasciatoredi Pace presso l’umanità, ha avutouna sola diplomazia: la Verità.A quanti mi accuseranno di remarecontro il Papa e di essere fuori dellaChiesa, a mia volta chiedo se, nelprofondo della loro coscienza, essi sitrovino d’accordo con la nuova lineapastorale, ben evidenziata dalle scel-lerate affermazioni proferite in più oc-casioni.Da più parti si tenta di distruggerel’unità della Chiesa con attacchi sub-doli proprio al Vicario di Cristo, attra-verso trame di dissenso e di contesta-zione. Egli non è più ascoltato, soprat-tutto quando si pronuncia ufficialmen-te in ordine alla Fede e alla liturgia.Gli errori vengono così insegnati e dif-fusi, mentre con estrema facilità sononegate o stravolte le verità fondamen-tali della Fede che il Magistero auten-tico della Chiesa ha sempre insegnatoe salvato dalle deviazioni ereticali. Letroppe, “aggiornate” interpretazionidella Rivelazione portano molti cre-denti a scegliere consapevolmente ilpeccato, nell’ingannevole certezzache esso non è più un male, ma unvalore e un bene.A causa di questo nuovo corso eccle-siale, sono sostenuti e premiati coloroche vilipendono e irridono il Papa conla loro disobbedienza, mentre sono di-

leggiati, perseguitati ed emarginati coloro che lottano strenua-mente in difesa della Tradizione.Si cerca l’unità con i nemici storici del cattolicesimo, determinatia non recedere dalle loro posizioni nonostante la falsa acquie-scenza mostrata, mentre si calpestano i diritti spirituali dei pro-pri figli!A dimostrazione di quanto si va operando, nella infelice pro-spettiva di un rinnovamento globale della Chiesa Cattolica in unfuturo molto vicino, trascrivo i passi più salienti di un discorsotenuto dal sedicente teologo José Maria Vigil, membro dellaCommissione teologica latino americana EATWOT - Associa-zione Ecumenica dei Teologi del Terzo Mondo che, in occasio-ne della settimana per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), hainteso apportare il suo “illuminato” contributo al Cardinale Ka-sper che sta preparando un “vademecum dell’ecumenismo”,che serva da guida alle parrocchie ed alle diocesi per le attivitàinter-confessionali.Nel suo intervento, José Maria Vigil ha indicato quelli che, a

della Prof.ssa Maria Pia Mancini

DAL FALSO ECUMENISMOA UNA FALSA CHIESA?

Simbolismo della massoneria in cui la sètta è rappre-sentata come sintesi di tutte le religioni, all’insegnadell’ebraismo esoterico.

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proselitismo deve essere abbandonato. La missione èlegittima solo se si va ad annunciare quanto ad ascol-tare, ad apprendere come a condividere.

10. Un’etica sincera della libertà, che rinunciasse aimetodi coercitivi ereditati (conquiste, inquisizione,Stati confessionali, colonialismo, mancanza di libertàreligiosa...) e ad altri ancora praticati (battesimo deibambini) ridurrebbe i cristiani ad una grandezza quan-titativa più vera.

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A questo punto, abolito l’autentico spirito missionario; elimi-nato “l’enclave del fondamentalismo cristiano”: Nicea,quindi il Credo; assassinate S. Messa ed Eucaristia; tolta la“coercizione” del Battesimo; invalidate le Scritture, perché“riflessioni di alcune comunità primitive, considerate indebita-mente Parola di Dio”, ricostruito il Santuario di Fatima, perfarne centro d’accoglienza di “ammucchiate” religiose, cosaresta del cattolicesimo che possa disturbare ed offendere i lon-tani? Hanno ben ragione di predicare che l’inferno è vuoto: tuttii diavoli sono sulla terra e non pochi con vesti religiose!Nel discorso di José M. Vigil è dipinta, con tratto magistrale, lafutura Chiesa che intendono costruire. L’opera sarà comple-tata con l’eliminazione del Tabernacolo, col matrimonio dei

preti (non dico Sacerdoti, perché iltermine ha ben altro valore!) e con ilsacerdozio femminile. Che finefarà, poi, la Passione di Cristo cheurta terribilmente la suscettibilità dichi ancora Lo rifiuta?Gesù è scomodo per i tanti apostatifilo-massonici; deve essere elimina-to dalla coscienza collettiva! Guai achi segue l’uomo, rinnegando Dio!“Vade retro, tu non fai i discorsi delPadre mio...”! Risultano di sorpren-dente attualità le parole di Pio XII:«Verrà un giorno in cui il mondocivilizzato rinnegherà il suo Dio, incui la Chiesa dubiterà come Pietroha dubitato. Sarà tentata di crede-re che l’uomo è diventato Dio, cheSuo Figlio non è che un simbolo,una filosofia come tante altre enella Chiesa i cristiani cercheran-no invano la lampada rossa doveDio li aspetta, come la peccatriceche gridò davanti al sepolcro vuo-to: dove L’hanno messo?».«E così, il periodo post-conciliareè sembrato corrispondere ben po-co alle speranze di Giovanni XXIIIche si riprometteva una novellaPentecoste» (Card. Ratzinger in“Rapporto sulla fede” di V. Messori).Nel giardino della nuova evangeliz-zazione, coltivato ad arte dai mesta-tori del “Sacrosanctum Conci-lium”, sono maturati, infatti, i frutti

della scristianizzazione, tossici e mortali, somministrati lenta-mente ad opera di falsi profeti, come, solo per citarne alcuni:Kiko Argüello (tutti vediamo i danni da lui prodotti) e lo zelantedemagogo Padre Emanuele Testa che, attraverso “Radio Ma-ria”, nella trasmissione del 1° febbraio 2004, in risposta alla do-manda di una signora che chiedeva: «Come viene perdonatoil peccato di apostasia che è molto grave», rispondeva: «L’apostasia significa passare da una Chiesa all’altra; significapassare dalla Chiesa al musulmanesimo o a questa e quest’al-tro. Ma la Chiesa non è soltanto quella del Battesimo, la Chiesaè molto più vasta: la Chiesa è tutto il mondo, è tutta l’Umanità.Perciò, con l’apostasia non faccio niente, cioè accetto di essere,invece, della Chiesa sacramentale, invece della Chiesa del Bat-tesimo, nella grande Chiesa; perciò, anche quello che si diceapostata non è una ribellione alla Chiesa; è passare da unaChiesa, che potremmo dire del Battistero, ad una Chiesa più

suo parere, dovrebbero essere i “princìpi minimi” da seguireper detto “vademecum”, (tradotto dallo spagnolo dalla rivista“Adista” che lo ha pubblicato sul numero del 7 febbraio 2004con l’indicazione: Doc - 1473):

1. Non parlare mai più della “vera religione”. Tuttelo sono. Da tempo, ormai, i fenomenologi della reli-gione considerano obsoleta la distinzione tra religionirivelate e naturali. I migliori teologi le consideranotutte “rivelate”.

2. Non considerare la religione cristiana in posses-so della piena verità: ha dei limiti dei quali deve ren-dersi coscienti, punti ciechi che deve cercare di com-pensare e una configurazione istituzionale universal-mente riconosciuta come obsoleta che va de-idolatra-ta e relativizzata.

3. È imperativo abbandonare l’inclusivismo e accet-tare il pluralismo delle vie di salvezza. Così, comefu possibile superare l’esclusivismo (“fuori dellaChiesa non c’è salvezza”), che il cristianesimo haprofessato per oltre mille e cinquecento anni, è possi-bile abbandonare la sua nuova versione: l’inclusivi-smo attualmente ufficiale (“fuori di Cristo non c’èsalvezza”). L’istituzione ecclesiastica è prigionieradelle proprie affermazionidogmatiche e non potrà cam-biare fino a quando non l’at-traverserà una nuova rivolu-zione teorica. Solo una posi-zione decisa da cristiani luci-di e liberati renderà un servi-zio reale all’attualizzazionedel cristianesimo.

4. È urgente abbandonare ilmito che Dio ha volutoun’unica religione e tutte lealtre sono errori umani.

5. Non esiste “il” popolo elet-to. Non lo fu il popolo ebreo,né lo sono i cristiani. Tutti ipopoli primitivi si sono creduti“gli” eletti. Ma Dio non è in-giusto e sceglie tutti.

6. Gli atteggiamenti ecumeni-ci, dialoganti, aperti, tolle-ranti, ottimisti... di Gesù,continuano ad essere il mi-glior modello che il cristia-nesimo possa offrire e pos-sa adottare in riferimentoall’ecumenismo e al dialo-go interreligioso.

7. È necessario riconsiderareil dogma cristologico di Ni-cea-Calcedonia, che fungeda “enclave del fondamen-talismo” all’interno del cri-stianesimo. Non bisogna limitarsi a reinterpretarlo,lasciando intatta la sua affermazione di base, ma af-frontare anche la radice: come è sorto, da dove vie-ne, con quale autorità, con quale validità di significa-to?

8. Non si può far consistere l’essenza del cristiane-simo nella canonizzazione delle riflessioni di al-cune comunità primitive, considerate indebitamentecome parola di Dio, già chiusa e irreformabile. Que-sto sminuisce Dio, Gesù e il cristianesimo. Bisognaaccettare, definitivamente, che nessuno è in “situa-zione gravemente deficitaria di salvezza” a moti-vo della religione o della Chiesa nella quale è na-to. Non possiamo credere in un Dio ingiusto.

9. Il tempo delle missioni classiche è tramontato. Il

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grande, che comprende non soltanto i cattolici, non soltanto icristiani, non soltanto gli orientali, ma tutta l’umanità. Questo èlo scopo della Chiesa. E quando dice che la donna è la Chiesa,non significa che è soltanto cattolica, che è soltanto cristiana,ma che è quello che il Papa dice: “Gli uomini dell’amore diDio”. Tutti gli uomini, prima si diceva, della buona volontà. An-che quello è buono, ma gli uomini beati, gloria a Dio nell’altodei cieli e agli uomini dell’amore di Dio...».Il discorso è trascritto nel modo in cui è stato esposto ed è regi-strato su nastro.Come si può constatare, sono parole sacrileghe ed ereticheche, alla pari di quelle di José M. Vigil, intendono giustifi-care coloro che consapevolmente rifiutano Cristo (la buonavolontà non è più necessaria); annullano il valore dei Sacra-menti e contrastano i Comandi di Cristo, Capo e Fondatoredella Chiesa cattolica. Dov’è la “primavera della Chiesa” e qua-le spirito guida gli “illuministi” di oggi che strumentalizzano addi-rittura il nome di Maria, Madre dell’Eucaristia e della Chiesa?Dopo aver distrutto il Cristo storico, la bestia, con due corna,simile ad un agnello, cerca di annientare il Cristo mistico: laChiesa, istituita col sacrificio sublime del Redentore.Checché ne dicano gli apostati, la Chiesa è una sola: quellaSanta, Cattolica, Apostolica, Romana; una, e guidata daPietro.

– La “Chiesa è Verità”, perché ad essa sola Gesù ha affidatola custodia integrale del deposito della Fede. Poteri diabolicicercano di distruggere questa realtà con il falso ecumenismoche porta all’accettazione di tutte le religioni e credenze, perché

in ciascuna di esse sarebbe una parte della Verità. Lo spirito“New Age” “adombra” il clero moderno che parla solo di pa-ce e di diritti umani, calpestando duemila anni di martirio, disantità, di patristica;

– la “Chiesa è Vita”, perché dona la Grazia, attraverso i set-te Sacramenti e perché solo Essa può generare l’Eucaristiache è Cristo, realmente presente con il Suo corpo glorioso e laSua divinità. Certa Gerarchia, purtroppo, in ossequio ai principiebraico-protestanti, sta cercando di ridurre la pietà verso il SS.Sacramento (Tabernacoli emarginati, comunione nelle mani,Messe celebrate con le spalle al Santissimo, laddove, per uncaso fortuito, Cristo è deposto ancora nell’altare centrale) mini-mizzandone il valore sacrificale e, in stretta obbedienza a Kikoe Lutero, valorizzandone l’aspetto della “Cena”, nega la RealePresenza del Salvatore;

– la “Chiesa è Via”, perché è la sola che conduce al Padreper mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. Il Signore ci avevapredetto questo tempo; dobbiamo essere forti nella Fede e co-raggiosi nella testimonianza, mentre innalziamo lo sguardo aMaria, che schiaccerà la testa al serpente e, alla fine, il SuoCuore Immacolato trionferà!

Lottiamo alacremente contro il tentativo di ridurre il ruolo di Cri-sto nell’economia della salvezza, e perché, finalmente, i guar-diani si sveglino in difesa del “Depositum Fidei”, avverso aimassoni-giacobini che vogliono privare la Chiesa Cattolica delsuo diritto di “cittadinanza”.

Preghiera per conservare la vera FedeProfesso davanti a Voi la mia Fede, Padre e Signore del Cielo e della terra, mio Creatore e Reden-tore, mia forza e mia salvezza, che fin dai miei più teneri anni non avete cessato di nutrirmi col sa-cro pane della vostra Parola e di confortare il mio cuore. Affinché non vagassi errando con le pecore

traviate che sono senza Pastore, Voi mi raccoglieste nel seno della vostra Chiesa; raccolto, mi educa-ste; educato, mi conservaste insegnandomi, con la voce, di quei pastori nei quali volete essere ascoltato

e ubbidito, come di persona, dai vostri fedeli. Confesso a viva voce per la mia salvezza tutto quello che i catto-lici hanno sempre a buon diritto creduto nel loro cuore.Ho in abominio Lutero, detesto Calvino, maledico tutti gli eretici; non voglio avere nulla in comune con lo-ro, perché non parlano né sentono rettamente, né posseggono l’unica regola della vera Fede, propostacidall’unica, santa, cattolica, apostolica e romana Chiesa. Mi unisco, invece, nella comunione, abbraccio la Fede,seguo la religione e approvo la dottrina di quelli che ascoltano e seguono Cristo, non soltanto quando insegna nellaparola scritta, ma anche quando giudica nei Concilii ecumenici e definisce nella Cattedra di Pietro, testificandola conl’autorità dei Padri. Mi professo, inoltre, figlio di quella Chiesa romana che gli empii bestemmiatori disprezzano, perseguitano e abominanocome se fosse anti-cristiana; non mi allontano in nessun punto dalla sua autorità, né rifiuto di dare la vita e versare ilsangue in sua difesa, e credo che i meriti di Cristo possano essere di salvezza per me o per altri solo nell’unità di que-sta stessa Chiesa. Professo con franchezza, assieme a san Girolamo, di essere unito con chi è unito alla Cattedra di Pietro e protesto,con sant’Ambrogio, di seguire in ogni cosa quella Chiesa romana che riconosco riverentemente, con san Cipriano,come radice e madre della Chiesa universale. Mi affido a questa Fede e dottrina che da fanciullo ho imparata, da giova-ne ho confermata, da adulto ho insegnata e che finora, col mio debole potere, ho difesa. A far questa professione non mi spinge altro motivo che la gloria e l’onore di Dio, la coscienza della verità, l’autorità del-le Sacre Scritture canoniche, il sentimento e il consenso dei Padri della Chiesa, la testimonianza della Fede che debbodare ai miei fratelli e, infine, l’eterna salvezza che aspetto in Cielo e la beatitudine promessa ai veri fedeli.Se accadrà che a causa di questa mia professione io sia disprezzato, maltrattato, perseguitato, lo considererò comeuna straordinaria grazia e favore, perché vorrà dire che Voi, mio Dio, mi date occasione di soffrire per la giustizia e per-ché non volete che mi siano benevoli quelle persone che, come aperti nemici della Chiesa e della verità cattolica, nonpossono essere vostri amici. Tuttavia, perdonate loro, Signore, poiché, o perché istigati dal demonio e accecati dal luc-cichìo di una falsa dottrina, non sanno quello che fanno, o non vogliono saperlo. Concedetemi comunque questa grazia, che in vita e in morte io renda sempre un autorevole testimonianza della since-rità e fedeltà che debbo a Voi, alla Chiesa e alla verità, che non mi allontani mai dal vostro santo amore e che io sia incomunione con quelli che vi temono e che custodiscono i vostri precetti nella santa romana Chiesa, al cui giudizio conanimo pronto e rispettoso sottometto me stesso e tutte le mie opere. Tutti i santi che, o trionfanti nel Cielo o militanti interra, sono indissolubilmente uniti col vincolo della pace nella Chiesa cattolica, esaltino la vostra immensa bontà e pre-ghino per me. Voi siete il princìpio e il fine di tutti i miei beni: a Voi sia in tutto e per lutto lode, onore e gloria sempiterna!

(S. Pietro Canisio, S. J.)

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§ 3 RAZZISMO E XENOFOBIA: LA FINE DELLA LIBERTÀ DI OPI-NIONE (ART. 21 COST.)

Di tutte le fattispecie criminose (“cola-brodo”) contemplate dalla proposta dimandato, una merita particolare atten-zione, la diciassettesima, collocata,forse volutamente, a metà circa del-l’elenco, con scopi mimetici: razzismoe xenofobia. Anzitutto, si ribadisceche un modo così vago di “legifera-re” è nuovo, è assolutamente con-trario alla tradizione penalistica eu-ropea. Ecco perché, va ripetuto, unacosì sconvolgente novità non puòessere casuale.Nel caso di specie, invero, si accosta-no, quasi fossero sinonimi, due paroledi significato assai diverso, col palesescopo di attirare con la prima l’atten-zione di chi legge su una ideologia cer-tamente deprecabile, quale è il razzi-smo, per far poi ricadere surrettizia-mente la stessa condanna su condottee atteggiamenti, qualificati “xenofo-bi”, che col razzismo nulla hanno ache vedere.In ogni caso, anche il termine “razzi-smo” si presta ad indefinite strumen-talizzazioni, atteso che l’accezione me-diatica di questo vocabolo non haspesso nulla a che vedere con il verorazzismo.Ebbene, anche il “legislatore” europei-sta ha una concezione distorta (media-tica, appunto, non etimologica né se-ria) del razzismo, come dimostra l’ab-binamento di tale vocabolo con quello dixenofobia. La “xenofobia” (letteralmentesignifica solo: “paura dello straniero”) -termine peggiorativo escogitato per scre-ditare atteggiamenti che nulla hanno diperverso o delittuoso - non poggia su al-cuna premessa di natura biologica e nep-pure sottintende alcun senso di superio-rità, ma esprime solo la reazione istintiva,specialmente in società agricole e in cen-

tri di non grandi dimensioni, di chi provaun senso di diffidenza verso lo straniero,e cioè verso la persona estranea alla pro-pria comunità e, quindi, sconosciuta, an-che se, in ipotesi, della stessa lingua edella stessa cultura. Tale diffidenza, ov-viamente, tende a salire quando l’estra-neo parli una lingua incomprensibile.Tanto più, poi, se presenti caratteri soma-

del dott. Carlo Alberto Agnoli

L’assassinio della

tici esotici, sì da manifestare la propriaestraneità anche solo a colpo d’occhio.Né può sorprendere il fatto che quelsenso di diffidenza, e anche di timore,verso lo sconosciuto, in cui consiste lacosiddetta “xenofobia”, aumenti ulte-riormente quando non si tratta soltantodi alcuni estranei, ma di vere e propriecomunità, con usi, costumi e linguag-gio profondamente diversi, che pure, aloro volta, si chiudono a riccio in un at-teggiamento che, reciprocamente, puòdefinirsi “xenofobo” nei confronti del-la popolazione autoctona.Quando, di fronte a massicce immis-sioni di stranieri su un dato territorio, lacosidetta “xenofobia” si generalizzaed eventualmente si organizza, essasi esprime in associazioni o partitiche propugnano il mantenimento ela salvaguardia delle tradizioni e deivalori locali. Ne sono radicate e bennote espressioni in Italia la “Südti-roler Volkspartei” e “l’Union Valdo-taine”, ma anche il “Partito Autono-mista Trentino”, il “separatismo si-ciliano e quello sardo”, la “LegaNord”, a livello più esteso, e più in ge-nerale tutti quei movimenti che pervocazione sono protesi alla difesadell’identità locale e/o nazionale, re-ligiosa, etnica, culturale, ecc.. Quale che sia il giudizio che ciascu-no può esprimere su questi atteg-giamenti e gruppi, non si può nega-re che criminalizzarne i sostenitoricostituisca un atto ben più che anti-democratico: dispotico e totalitario.

Il non essere apatride e cosmopolita,sradicato da ogni tradizione o affetto,appare agli occhi del “legislatore” eu-ropeista come un delitto imperdonabi-le, meritevole delle pene più severe. Così perversamente concepita l’Unio-ne Europea appare come galera degliindividui, tomba dei popoli, suicidiodell’Europa.E non si tratta solo di ipotesi: le istitu-

Gesù processato da Caifa.

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cui proponeva l’affitto di una camera delproprio appartamentino. Volendosi caute-lare chiese che il “locatario (fosse) cri-stiano francese”. La malcapitata fu con-dannata, attesa la gravità non eccessiva -bontà dei giudici - del reato compiuto, aduna ammenda di 1000 franchi19. I presup-posti, dunque, ci sono, si tratta solo di va-lutarne la portata su scala continentale.Del resto la nuova Europa si stava giàpreparando da lontano al mandato di ar-resto. L’“Osservatorio Europeo dei Fe-nomeni di Razzismo e Xenofobia”, consede in Vienna, Rahlgasse 3, “Sito Webhttp://www.eumc.at”, cerca da anni, or-mai, “agenti temporanei” per “assicurare icontatti con le tavole rotonde nazionali, icentri di documentazione e di ricerca, icentri nazionali di lotta alla discriminazio-ne, nonché con i governi degli Stati

membri, e coordinarne le attività;dirigere e coordinare le attività del-la rete RAXEN (scil. “razzismo exenofobia”, N.d.A.); passare in ras-segna le ricerche in atto altrove eidentificarne le lacune; concepire egestire una banca dati di ricercasul razzismo e la discriminazionee sugli episodi ad essi collegati”20.Dunque, quando la nuova normati-va entrerà in vigore saranno giàpronte lunghe liste di reprobi da to-gliere di mezzo, apprestate in annidi lavoro da un’articolata rete dicontrollo e di delazione che sta se-lezionandoci a nostra insaputa: chidiscrimina (ma ci avete mai pen-sato davvero a cosa significa eti-mologicamente discriminare?)faccia attenzione!Anche sotto questo aspetto, l’in-gresso della Turchia nella U.E. eil suo probabile ritorno all’isla-mismo puro, aprono vaste pro-spettive di ulteriore criminalizza-zione. Apprendiamo per esempio,infatti, da un quaderno di “liMes”,che per la potente organizzazioneislamica “Milli Görus”, con sedein Germania, coloro che operanoper l’integrazione degli islamici im-migrati in Europa si rendono colpe-voli di “discriminazione etnica” e

“razzismo”21, delitti in cui incorrono sicu-ramente e a fortiori coloro che segnalanoi pericoli dell’immigrazione islamica ocensurano i costumi di quei popoli, con ri-ferimento, in particolare, alla poligamia,alle mutilazioni sessuali delle donne, alle“burqe” e allo schiavismo.

Il reato di razzismo e xenofobia, però,in cui quasi certamente, più volte, nel-la loro vita sono incorsi tutti gli appar-tenenti al genere umano, non appagala smania carceraria del “legislatore”europeista. Le parole “razzismo e xe-nofobia”, intese nella accezione latissima,falsa e caricaturale, dei media, sono al

zioni europeiste (il Consiglio d’Europa,in questo caso) iniziano ad allungarsiverso i paesi membri dell’U.E., ad anti-cipare cautamente le future azioni re-pressive; si lancia “l’allarme Lega…razzista e xenofoba”, e si osserva più ingenerale con preoccupazione che in Italiala xenofobia si manifesta, fra l’altro, in“pregiudizi sociali (e) atti di discrimi-nazione…”. Il Consiglio d’Europa stigma-tizza la “propaganda razzista e xenofobada parte di esponenti di certi partiti politiciitaliani, che presenta gli immigrati extra-comunitari come responsabili del de-grado delle condizioni di sicurezza,della disoccupazione, e li dipinge comeuna minaccia per la difesa dell’identitànazionale”17. Notare, qui si usa termino-logia da processo penale (l’accusa di raz-zismo e xenofobia è infatti accusa di rea-to) non con riguardo, ad es., ad attidi violenza, ma a genericissime“discriminazioni”, a “pregiudizi”,all’attività di difesa dell’“identitànazionale”. Affermare che le patriegalere sono piene di extracomuni-tari (questo è un mero dato statisti-co) e di conseguenza, temere il fe-nomeno di un’immigrazione incon-trollata, integra gli estremi del razzi-smo e della xenofobia. Come sot-trarsi ad una conclusione tantoimpressionante quanto incredi-bilmente vera: vi sono partiti po-litici che nella loro interezza so-no votati da delinquenti, diretti ecomposti da persone che com-mettono reati di gravità tale da ri-chiedere un mandato di arrestoeuropeo. L’Europa, in tutte lesue diverse ramificazioni istitu-zionali, crea le liste di proscri-zione e al contempo appronta imezzi per reprimere i reprobi,per stanarli, per deportarli estroncare la loro criminosa atti-vità, lontano dagli occhi e dalcontrollo dell’opinione pubblicadel paese di provenienza. Fuoridall’acqua, si sa, neppure il pe-sce più formidabile ha speranzadi scampo.Domani, se e quando dovesseessere d’intralcio, toccherà all’S.V.P.,colpevole di alimentare tensioni raz-ziali: non sembra, infatti, sia necessa-ria un’interpretazione estensiva per di-chiarare xenofoba l’S.V.P., attribuen-dole attività discriminatorie. E così via18.Simili reati politici - sostanzialmente diopinione - finalizzati a reprimere chi inten-da fattivamente difendere le proprie tradi-zioni, esistono già un po’ in tutta Europa:in Italia, si evidenzia la famigerata leggeMancino (L. 25 giugno 1993 nr. 205). Eb-bene, i risultati a cui conduce una similelegislazione estesa a livello europeo, so-no letteralmente impressionanti.

Si pensi al caso del proprietario di unappartamento che si rifiuti di darlo inlocazione a un soggetto provenienteda un altro Paese dell’Unione Europea.Ebbene, costui avrà buon gioco a de-nunciarlo presso un giudice del pro-prio Paese, propenso a porgere leorecchie alle doglianze di un conna-zionale, magari addirittura suo parenteod amico, per aver tenuto un compor-tamento ispirato se non a razzismo,quanto meno a xenofobia. Ipotesi fantasiosa, eccessiva? No, inFrancia Madame Andrée Delard, in catti-ve condizioni economiche e madre di unragazzo minorato, fece un’inserzione in

17 “La Repubblica”, 23.4.2002.18 Una volta instaurato un clima di sospetti eposte le basi per la criminalizzazione di chiun-que, basta poco per innescare un processo.Un solo avversario, uno di numero, che di-

sponga di idonei agganci all’estero può mette-re in moto la macchina della repressione.19 Yann Moncomble, “Les professionels del’antiracisme ” chez Yann Moncomble, Paris1987, pag. 96.

20 Cfr. la rubrica “Professioni e Carriere” delnumero del 7 ottobre 1999 del quotidiano “LaRepubblica”.21 “liMes”, “Le spade dell’Islam”, 26. no-vembre 2001, pag. 154.

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sommo dei pensieri - e non solo - repres-sivi delle caste egemoni in U.E.. Ciò risul-ta evidente dal fatto che il 28 novembre2001, e cioè il giorno prima che il Parla-mento Europeo esprimesse il suo pareresulla prima proposta relativa al manda-to di arresto, la Commissione europea(sempre lei!) avanzava un’ulteriore “pro-posta di decisione quadro del Consigliodell’Unione Europea”: questa volta - guar-da caso - proprio sulla lotta contro il “raz-zismo e la xenofobia”. La disamina diquel progetto di legge allargherebbe ditroppo la nostra trattazione. Ci limitiamo,pertanto, a dire che al suo articolo 3, 1°comma, lettera a), esso stabilisce che per“razzismo e xenofobia” si intende “il con-vincimento che la razza, il colore, la di-scendenza, la religione o i convinci-menti, l’origine nazionale o l’origine etni-ca, siano fattori determinanti per nutrireavversione nei confronti di singoli indivi-dui o di gruppi”.Il termine “razzismo”, abbinato a quel-lo “xenofobia”, quasi fossero sinonimio costituissero un’endiadi, assume co-sì proporzioni illimitate, oserei dire co-smiche, perché, nell’ottica europeista,esso comprende non solo “la razza e ilcolore”, ma anche “l’origine naziona-le” e quella “etnica” e, quel che più im-porta, la religione e gli altri “convinci-menti”. Ci troviamo di fronte ad una tantofraudolenta quanto rozza, per non diregrottesca manipolazione del significatodelle parole, quasi vi fosse un qualcherapporto fra le dottrine razziste e l’“avver-sione” per i “convincimenti” politici, filoso-fici o religiosi, magari del proprio figlio-lo, forse un tempo condivisi dalla stessapersona che oggi li ripudia e li combatte. Dato allora che tutti discriminano permotivi razzisti e/o xenofobi, in base aquali criteri si potrà dire che la tale di-scriminazione su base razziale e/o xe-nofoba va punita in quanto espressio-ne di una distinzione (discriminazione)ingiusta? Un criterio ragionevole po-trebbe essere quello per cui il reatocomune compiuto per motivi discrimi-natori è considerato più grave (cd. cir-costanza aggravante). Al contrario, qui si fissa un criteriomolto, molto più largo: ogni discrimi-nazione in sé e per sé (ogni distinzio-ne, dunque) basata sulla religione osulla razza, sull’etnìa e persino suiconvincimenti, è reato. Pensare diven-ta così reato!Infatti, poiché cogliere il discrimen, ladifferenza, coincide con l’atto del pen-sare, se non si vogliono fare ragionamen-ti privi di ogni senso della realtà delle co-se, si deve ammettere che l’individuazio-ne in linea teorica del discrimen stessoinduce, anche in linea pratica, a compor-tamenti differenziati e cioè a discrimina-zioni: ad es., tutto il sistema di tutela delleminoranze etniche e linguistiche è basatosu forme di discriminazione; anche l’as-sunzione presso i partiti e le organizza-zioni di tendenza è basata su discrimina-zioni; tutti, nei rapporti interpersonali, perconcludere con un ultimo esempio, effet-tuano delle scelte: la scelta è l’elezione diuno ed il rigetto dell’altro, è una discrimi-nazione…

te, senza accorgersene, trascinato dal-la marea.Nella presente circostanza, l’invito èproprio quello a ragionare, ad opporsi,a reagire a quella tendenza qualunqui-sta che se inevitabilmente tenta tutti,nessuno escluso, non altrettanto ine-vitabilmente riesce a sopraffare chisappia e voglia reagire.

Il risultato finale del mandato europeoè, infatti, quello di una gabbia, coperta,in ogni suo centimetro quadrato, diferro e di uncini, perché il prigionieronon ne possa uscire, non tenti neppu-re di farlo: se ti deportano, quasi certa-mente, per ciò stesso, non hai moltesperanze di cavartela; le 32 previsteipotesi di reato sono un “colabrodo”,radicalmente in contrasto con i princì-pi di tassatività e di legalità non solodella Costituzione italiana, ma anchedi ogni civiltà che voglia definirsi tale;sono suscettibili di svariate ed im-pressionanti applicazioni.Se hai mezzi per difenderti all’estero,te li sequestrano; se per evitare i rigoridi legge, provi a muoverti con ognicautela, è in agguato una figura di rea-to che tu neppure immaginavi potesseesistere, nascosta fra le pieghe di unordinamento penale di cui non cono-sci letteralmente nulla: 25 codici pe-nali diversi, e, un domani, molti di più,alcuni dei quali sono espressione diciviltà quale quella turca o quella, an-cora malata, di molti paesi dell’Est, dapoco usciti dal tunnel della dittaturacomunista… e ai codici aggiungi mil-le ignote leggi penali speciali, formula-te in numerosissime lingue di cui noncapisci nulla, interpretate da centogiurisprudenze diverse: una serie ditrabocchetti che si moltiplicano in mi-sura esponenziale in un crescendomostruoso ed incontrollabile. La pro-spettiva, si è detto, è quella di unaestensione totale di ogni diritto penalenazionale a tutti i Paesi dell’U.E.; glistessi Paesi membri diverranno sem-pre più numerosi.Se poi, per circostanze più miracoloseche fortuite, esci indenne da un simileassedio, non temere, l’U.E. vigila amo-rosamente sulla tua condotta e pro-mette che verranno previste nuove fat-tispecie criminose: 32 ipotesi-crimino-se-“colabrodo”, in fondo, sono ancorapoche…Da ultimo, non farti illusioni: esiste an-che il “Super-reato”, quello che ogniuomo, che possa portare il nome diuomo, ha certamente commesso innu-merevoli volte, in vita sua: il crimine dirazzismo e xenofobia, che ricompren-de la discriminazione per ragioni diconvincimenti: questo è il reato dipensiero, lo Psicocrimine, come lochiama Orwell in: “1984”. Ce n’è per tutti: per ogni categoria so-ciale, per ogni religione o partito: il Su-per-reato verrà applicato ai pensatori,ai politici, ai capi religiosi, agli ideologiscomodi; il reato di terrorismo serviràper deportare i capi-popolo riottosi,quelli che magari si oppongono, anchecon energia, alle guerre dichiarate

Ciò significa che l’accezione europei-sta della locuzione “discriminazioneper motivi di razzismo e xenofobia” (e,dunque, anche per ragioni di convinci-menti) consente di criminalizzare tutti:tutti pensano, tutti avversano e discri-minano per ragioni ideali, politiche oreligiose.E qui sta il punto.È noto a chiunque abbia una qualche for-mazione di carattere giuridico, filosofico,

storico, che la base di ogni totalitarismomoderno risiede proprio nella criminaliz-zazione, se possibile, di tutti i sudditi: setutti sono in difetto, tutti sono condannabi-li. Se tutti sono condannabili, ogni op-positore potrà essere schiacciato inqualsiasi momento. L’uomo qualunque, vivendo una pagi-na buia della storia, o non la compren-de, o la minimizza, ci scherza, si sentecomunque al sicuro; o ancora, capen-dola, non ha il coraggio di reagire. Infondo anche chi visse il comunismoed il nazionalsocialismo, spesso nonintuì ciò che stava avvenendo: viven-do la storia dall’interno, il diffuso difet-to di miopia che inevitabilmente afflig-ge un po’ tutti (è necessario e dovero-so uno sforzo per guardare le cosecon un certo distacco) impedisce divedere dove portano certi princìpi. Inquesti casi, chi scivola lo fa lentamen-

Vittime dei Gulag. Il termine “Gulag”, nel si-stema dei lager in URSS, significa “ammini-strazione generale dei campi di lavoro cor-rezionale” e indicava un processo di rieduca-zione dei dissidenti.

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contro i Paesi-canaglia, così renden-dosi complici di collusione con i terro-risti che governano quegli stessiPaesi22; per chi operi nell’industria enel commercio la proposta di mandatocontempla genericissimi reati valutari,ambientali, le frodi (di che tipo?)… ecosì via.

Si può ragionevolmente prevedereche, come la legge dei sospetti dellaFrancia rivoluzionaria - grazie alla sualarghissima portata criminalizzatrice - fu iltritacarne in cui caddero gli stessi ri-voluzionari e gli appartenenti a quellelogge che avevano propiziato la Rivo-luzione, così anche la ben più larga

profondo disprezzo per l’uomo, i suoidiritti e la sua dignità, da imporre unserio necessario ripensamento sull’in-tera architettura dell’U.E. Essa, infatti,deve essere uno spazio di libertà egiustizia vera e non derisoria; con de-cisioni e riforme caute, rispettose e in-trodotte alla luce del sole e non decisein oscuri conciliaboli di tecnocratimossi da delirio di onnipotenza. Alla luce di un panorama così inquie-tante, è impossibile non chiedersi chi,come persona - i componenti di qualelobby, intesi come singoli individui -abbia pianificato una simile mostruo-sità.

(continua)

normativa sul mandato di arresto eu-ropeo sarà un tritacarne generale incui finiranno, prima o poi, anche moltidi coloro che appoggiano questo mon-strum europeista. Analogo paragonepuò farsi con l’art. 58 del codice pena-le sovietico del 1926 - anch’esso di lar-ghissima portata, come ricorda Solge-nitsin in “Arcipelago Gulag” - articoloin cui furono macinati senza numeroanche coloro che lo avevano voluto edimpiegato.È innegabile, in conclusione, che enor-mità come quelle proposte, rivelanonel “legislatore” europeista una men-talità così inauditamente dispotica eperversamente liberticida ed un così

22 All’inizio degli anni Ottanta - ricorda il fran-cese Paye nel citato articolo (v. nota n. 3), cri-ticando la genericità delle fattispecie crimino-se qui esaminate - M. Thatcher, primo mini-stro britannico, tentò vanamente di appli-care la legge antiterrorismo allo scioperodei minatori. Oggi, il legislatore europeistanon ha i problemi della Thatcher: ha previ-sto il reato di “terrorismo” senza ulteriormentedefinirlo; ciò, grazie alla competenza giurisdi-zionale continentale, consentirà spazi incredi-bili di criminalizzazione. Con una diecina dimagistrati a disposizione qua e là, avendo imezzi, si potrà fare di tutto: vince, almenoal momento, chi colpisce per primo. Questiscenari che a prima vista potrebbero sembra-re il frutto di un pessimismo esagerato, emer-gono invece ad es. dalla “proposta di deci-sione quadro” del Consiglio dell’Unione Eu-ropea relativa appunto alla lotta contro il terro-rismo che è stata presentata a Bruxelles il 19settembre 2001 - COM (2001) 521 2001/0217

(CNS) - dalla solita Commissione europea.Tale proposta, invero, al suo articolo 3 indivi-dua come azioni “terroristiche” una serie dicondotte che nel giudizio comune, anche deigiuristi, col terrorismo nulla o ben poco hannoche vedere. In particolare il furto, le lesionipersonali, la diffusione di sostanze contami-nanti atte ad arrecare danno oltreché alle per-sone, anche soltanto ai beni, agli animali eall’ambiente, il danneggiamento di infrastruttu-re pubbliche, mezzi di trasporto pubblico, luo-ghi e beni pubblici; gli intralci alle forniture diacqua o energia, gli attentati mediante mano-missione dei sistemi di informazione (evidenteil riferimento alle incursioni telematiche degli“hackers”). A coronamento dell’elenco vienedefinito crimine terroristico anche la semplice“minaccia di commettere uno dei reati”elencati in detto articolo.In una manifestazione di piazza a carattereantigovernativo (si pensi ai famosi “giroton-di”) o comunque sindacale, e quindi pale-

semente diretta, almeno in qualche misura,a “sovvertire le strutture politiche”, ovveroquelle “economiche e sociali” del paese,un’ammaccatura a un’automobile della po-lizia, un graffio a un agente o un controma-nifestante, diviene automaticamente reatoterroristico passibile di estradizione. Nelvalutare questa proposta e l’estensione che ilconcetto di “terrorismo” è destinato ad ac-quisire nell’ambito della Comunità Europea, èinfine importante sottolineare che le previsionidi “reati terroristici” elencate all’articolo 3sono soltanto dei “minimi” (pag. 103 cit. doc.parlam.), onde evidente è il suggerimento aisingoli Stati di ampliarne la gamma. Esse so-no talmente “minime” che è espressamenteprevisto un ampliamento di tale minimo daparte della stessa Unione Europea, che si ri-serva di intervenire anche per quanto concer-ne tanto la misura quanto la specie delle san-zioni (ibidem).

“Arcipelago Gulag” in URSS

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S u iniziativa del Sindacato An-tiusura, SAUS, alle ore 9,30 diDomenica 1 febbraio, ha avu-

to luogo in Roma (Cinema Tiziano,Via Guido Rent, 2) un Convegno conlo scopo di promuovere la costituzio-ne di un organo collegiale interpartiti-co finalizzato alla Proprietà popola-re della moneta. Il dibattito del Con-vegno si svilupperà sugli argomenticosì proposti dal Prof. Auriti:«Non è più tollerabile che, nel co-siddetto Stato di diritto, si ignori dichi sia la proprietà della monetaall’atto dell’emissione. La Bancacentrale poteva esserne considerataproprietaria quando la moneta era ti-tolo di credito rappresentativo dellariserva. La banca poteva infatti affer-mare di essere proprietaria della mo-neta in quanto proprietaria della riser-va. Abolita la convertibilità ed addirit-tura la stessa riserva dal 15 agosto1971 (con la fine degli accordi diBretton Woods) la banca centraleagisce illegalmente come se fosseancora proprietaria. Il compenso at-tualmente dovuto alla banca va com-misurato, infatti, a quello dovuto aduna tipografia, mentre essa si appro-pria illecitamente della differenza tracosto tipografico e valore nominale,perché emette moneta prestandola eprestare è prerogativa del proprieta-rio.«Poiché crea il valore della monetanon chi la emette, ma chi l’accetta, lamoneta va riconosciuta, al l ’attodell’emissione, di proprietà della col-lettività nazionale ed attribuita, proquota ad ogni cittadino, come reddi-

to di cittadinanza, proprietà delportatore, in attuazione del 2° com-ma dell’art. 42 della Costituzione chesancisce “l’accesso alla proprietàper tutti”.«Constatato che nessuna norma dicedi chi sia la proprietà della monetaall’atto dell’emissione, non si può direchi è creditore e chi debitore nella fa-se della circolazione, perché manca,all’origine, la certezza del diritto.«Poiché, come è noto, i magistratihanno indossato toghe nere per ma-nifestare la loro partecipazione al

“funerale della Giustizia”, nella no-stra qualità di rappresentanti del Sin-dacato Antiusura SAUS, e conl’adesione del Sindacato AntiusuraSNARP, chiediamo ai magistrati l’ap-plicazione delle leggi vigenti control’abominevole dilagare della grandeusura, causa della malattia socialedel suicidio da insolvenza, che nonha precedenti nella storia.«Nell’attesa che si accerti di chi sia laproprietà della moneta all ’attodell’emissione, chiediamo che i ma-gistrati concedano, con provvedi-mento d’urgenza, la moratoria deidebiti bancari e fiscali. Infatti, lapuntualità del pagamenti è oggi im-possibile, perché la Banca centrale,prestando il dovuto all’atto dell’emis-sione, carica il costo del denaro del200% oltre gli interessi. Se i magi-strati non terranno conto di questanostra segnalazione potranno parte-cipare, anche con le toghe rosse, alfunerale del suicidi da insolvenza».Al Convegno, oltre al Prof. GiacintoAuriti, hanno partecipato: gli avvo-cati Italo Colaneri e Antonio Pimpi-ni del Direttivo SAUS, il Prof. EzioSciarra dell’Università D’Annunzio diChieti, il Prof. Francesco Petrino,Docente di Diritto bancario e Presi-dente del Centro Studi GiuridiciSNARP. È seguito un libero dibattito. Hannoassicurato la partecipazione il Sinda-co DS di Guardiagrele, Ing. FrancoCaramanico, i leaders di partiti: Ro-berto Fiore, Luca Romagnoli eAdriano Tilgher, l’Ing. Pier LuigiBrivio ed altre personalità.

La Moneta di chi è?In attesa di saperlo,

va concessa la moratoriasui debiti

del Prof. Giacinto Auriti Segretario Generale del Sindacato Antiusura SAUS

Il Prof. Giacinto Auriti.

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LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA

(da: La Dottrina sociale cattolica: sfida per il terzo millennio - Rimini)

Da: “RERUM NOVARUM” (15. Maggio 1891)Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII sulla questione sociale

2. Condizioni di lavoro

Quanto alla tutela dei beni temporali ed esteriori, prima ditutto, è dovere sottrarre il povero operaio all’inumanità diavidi speculatori che, per guadagno, abusano senza alcunadiscrezione delle persone come fossero cose. Non è giustoné umano esigere dall’uomo tanto lavoro da farne inebetirela mente per troppa fatica e da fiaccarne il corpo. Come lasua natura, così l’attività dell’uomo è limitata e circoscrittaentro confini ben stabiliti, oltre i quali non può andare. L’esercizio e l’uso affina, a condizione però che di quando inquando venga sospeso, per dar luogo al riposo. Non devedunque il lavoro prolungarsi più di quanto lo comportino leforze. Il determinare la quantità del riposo dipende dallaqualità del lavoro, dalle circostanze di tempo e di luogo, dal-la stessa complessione e sanità degli operai.Ad esempio, il lavoro dei minatori che estraggono dalla terrapietra, ferro, rame e altre materie nascoste nel sottosuolo,essendo più grave e nocivo alla salute, va compensato conuna durata più breve. Si deve avere ancora riguardo allestagioni, perché, non di rado, un lavoro facilmente sopporta-bile in una stagione è, in un altra, o del tutto insopportabileo tale che si sopporta con difficoltà.Infine, un lavoro proporzionato all’uomo alto e robusto, nonè ragionevole che s’imponga a una donna o ad un fanciullo.Anzi, quanto ai fanciulli, si badi a non ammetterli nelle offici-ne prima che l’età ne abbia sufficientemente sviluppate leforze fisiche, intellettuali e morali.Le forze, che nella puerizia sbocciano simili all’erba in fiore,un movimento precoce le sciupa, e allora si rende impossi-bile la stessa educazione dei fanciulli. Così, certe specie dilavoro non si addicono alle donne, fatte da natura per i lavo-ri domestici, i quali grandemente proteggono l’onestà delsesso debole, e hanno naturale corrispondenza con l’edu-cazione dei figli e il benessere della casa.In generale, si tenga questa regola: che la somma del ripo-so necessario all’operaio deve essere proporzionale allasomma delle forze consumate nel lavoro, perché le forzeconsumate con l’uso debbono venire riparate col riposo.In ogni convenzione stipulata tra padroni e operai vi è sem-pre la condizione, o espressa o sottintesa, dell’uno e dell’al-tro riposo; un patto contrario sarebbe immorale, non essen-do lecito a nessuno chiedere o permettere la violazione deidoveri che lo stringono a Dio e a sè stesso.

(continua)

UN RICORDO DI SANGUE E DI DOLORE,LEGATO ALLA BANDIERA TRICOLORE!

Azeglio Ciampi, “francomuratore”,Da Modena, stamane, ha suggeritoDi regalare a tutti un Tricolore,Ed i presenti tutti hanno applaudito.

Il suo discorso, pieno di fervore,Ossìa d’amor di Patria, ribaditoIn questa circostanza, con calore,Mentr’io, ascoltando, son rabbrividito,

Pensando a quanti poveri italianiHan dato il proprio sangue alla BandieraSulle trincèe del Carso e gli altipiani,

Contro il “nemico”! All’infinita schieraDi martiri, che ignorano gli “arcani”,Un saluto, un ricordo e una preghiera!

Prof. Arturo Sardini

Chiosa

I popoli son sempre trascinatiAd immolarsi, dietro una Bandiera,Spesso dalla politica ingannati,Oscura, mercenaria e menzognera!

OCCHI SULLA POLITICA

POPOLO BUE

“Popolo bue! Cornuto e bastonato”,Non vedi ancora come t’ha ridottoIl potere politico corrotto,Da sinedriti e Logge manovrato?

Popolo bue, cresciuto ed allevatoA scopo mercantile, ininterrotto,Muggisci, almeno, a dir che ti sei “rotto”D’esser tosato, munto e macellato!

I grandi allevatori, tuoi padroni,Ti “ingrassano” con la democrazìa:Demo-pluto-giudaica-ipocrisìa,

In stretta sintonìa coi frammassoni,Bene infiltrati nelle Istituzioni,Per conto della “perfida genìa”!

Prof. Arturo Sardini

Chiosa

Popolo bue, cornuto e bastonato,Scuotiti, scalcia e incorna, o finirai,Nelle mani dei crudi macellai,Che prima t’hanno munto e poi tosato!La “Parmalat” non c’entra - bene inteso -Chiarisco, per non essere frainteso!

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Documenta-Facta

“GAY PERVERTITI”: CARDINALESCONVOLGE MEZZA EUROPA

«Sono disposto a scrivere col miostesso sangue che di tutti coloroche si definiscono lesbiche o gay,al massimo il 5 o il 10% sono effet-tivamente tali; tutto il resto sonosolo “pervertiti sessuali”».Il cardinale belga Gustaaf Joos ave-va rilasciato, qualche giorno fa, que-ste dichiarazioni al settimanale P-Ma-gazine, così pesantemente “politica-mente scorrette” che tutto un mondosi è sollevato per protestare. Quelmondo cosiddetto laico, le sinistre, leassociazioni dei diritti civili, esponentidel Parlamento Europeo, le associa-zioni di gay e lesbiche, naturalmente,intellettuali, e via dicendo. In Belgio,ma non solo, in Francia, in Italia, inmezza Europa. Basta leggere qualchealtra frase, pronunciata dall’alto Prela-to belga, per capire che cosa possanoavere provato, quelli che storcono ilnaso davanti ad affermazioni tantopoco “in tendenza”. «Vi chiedo di scrivere - ha dettoJoos, nominato da papa GiovanniPaolo II e amico personale del Ponte-fice - non m’importa se verrannotutti a protestare alla mia porta. Nonla aprirò». Ancora: «I veri omoses-suali non vanno in strada in abiticoloratissimi. Quelle sono personeche hanno un problema serio e de-vono conviverci. E se fanno un er-rore saranno perdonate. Dobbiamoaiutare queste persone e non giudi-carle. La Chiesa (...) respinge l’omo-sessualità, non l’omosessuale».Rincara la dose parlando dell’ex resi-dente degli USA, Bill Clinton, comedi un “maniaco sessuale” che ha ot-tenuto l’impunità grazie ai giudici dimanica larga.Descrive così l’uso dei preservativi:«Un preservativo è pericoloso per-ché permette relazioni sessuali co-me quelle che hanno i cani per lastrada».Ed ecco che le Monde “sbatte il mo-stro in prima pagina” e parla del ca-so, sostenendo che i più indulgenti,dinanzi a queste affermazioni, parlanodi problemi di senilità.Viene citata una dichiarazione arrivatadall’episcopato belga che sottolinea

come queste dichiarazioni siano fruttodi posizioni personali di Joos il quale,quindi, non parla a nome di tutto l’epi-scopato, visto che “dipende diretta-mente dal Papa”.(Libero 28. 01. 04)

PSICOLOGI, ADDIO! TORNA IL CAPPELLANO

Lo psicologo aziendale, una delle fi-gure professionali più in voga neglianni ottanta e Novanta, ha fatto il suotempo. Per aiutare i dipendenti afflittida problemi emotivi, preoccupati per illavoro o per difficoltà in famiglia, de-pressi, le società statunitensi rispolve-rano il caro vecchio cappellano.

Meno scientifico dei motivatori profes-sionali, più caldo di un telefono amicoe considerato più alla mano, il parrocoin azienda sembra essere divenutoun’àncora di salvezza per tante impre-se disposte a dare un sostegno mora-le ai propri dipendenti molto più pro-pensi a parlare e ad aprirsi con un uo-mo di Chiesa che con un consulente.La richiesta di cappellani, da partedelle società, non hanno mancato didare vita ad un nuovo filone imprendi-toriale: quello che noleggia un sacer-dote, curato da aziende come“Marketplace Ministries” e “Corpo-rate Chaplanins of America”.Per l’invio di un parroco in fabbrica -così riporta il settimanale Busines-sweek - vengono chiesti tra i 250 e100.000 dollari al mese a seconda deilavoratori impiegati. Il giro di affari,manco a dirlo, risulta in progresso dianno in anno. Il settore è in enormeascesa: un’altra impresa del ramo, la“Raleigh Corporate Chaplains”, hadeciso di portare a 10 (da 50) il nume-ro dei cappellani da spedire sui postidi lavoro, mentre “Marketplace Mini-stries” può contare già sui 244 clienti,tra cui la società avicola “Pilgrim’s Pri-de”, che ha lasciato nelle sue casse,lo scorso anno, un milione di dollari.D’altronde, il 66% dei lavoratori ameri-cani ha reso noto di gradire in aziendaun appoggio morale, ricco di spiritua-lità, per affrontare i propri problemipersonali, mentre l’80% ha dichiaratodi preferire figure con gli stessi valoridi riferimento come quelli religiosi.(Giornale di Brescia 31. 01. 04)

BALLO E FIORI CONTRO SBALLOE FUMO: APRE LA PRIMA DISCO-TECA FRANCESCANA

Gli alcolici, le droghe e lo “sballo” ce-dono il passo a bevande analcoliche.È quanto avviene nella “DiscotecaFrancescana”, una struttura realizza-ta da Padre Fedele Bisceglianell’Oasi di accoglienza di Cosenza.L’Oasi, proprio nel centro della cittàcalabrese, è una megastruttura checomprende un dormitorio per senza-tetto, un mini-hospital, un poliambula-torio, una casa per ragazze madri egiovani abbandonati, l’immancabilechiesetta e, appunto, una sala da bal-lo sui generis che spara musica “te-chno” e “rap” spaccatimpani, masenza alcolici e fumo. La discoteca,che può accogliere complessivamenteduecento persone, ha due piste daballo ed altri arredi che consentonol’intrattenimento tra i ragazzi. «Spero - dice Padre Fedele, un cap-puccino che divide la sua vita tra l’Afri-ca (dove fa il medico missionario) e laCalabria - che questa discoteca di-venti un modello anche per gli altrilocali da ballo nel resto d’Italia!!(Libero 10. 02. 04)

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Un certo numero di teologi ri-tardatari rimane ancora sog-giogato dalle sirene neomo-

derniste, non rendendosi conto cheil modernismo è un fenomenoabilmente suscitato e gestito daforze interessate a distruggere laChiesa dall’interno. In “Medjugorje” nn. 50 e 51 abbia-mo informato sulla dipendenza delmovimento Pax e delle organizza-zioni ad esso collegate (I.DOC, einiziative affini) dalla polizia comu-nista russa. Altri collegamenti findalle origini del movimento mo-dernista (Roca, ecc.) furono diispirazione massonica. Si tratta-va, quindi, di infiltrati che introdu-cevano nel cuore stesso dellaChiesa il cavallo di Troia del dis-solvimento e della contestazionedel Magistero.Un nuovo caso di infiltrazione è ve-nuto alla luce con la scoperta di undocumento curioso.

Siamo a Parigi nel 1967. Un uomoviene ricoverato morente per un in-cidente automobilistico. Un’infer-miera gli è accanto, e rimane im-pressionata dal suo sguardo. L’uo-mo non riesce a parlare, ed ella glifa cenno di chiudere le palpebre inrisposta positiva alle sue domande.Ma l’infelice muore senza darecenno di risposta.Nella sua tasca rimane un mano-scritto. L’infermiera non si trattiene dallosfogliarlo e viene attratta alla lettura. Ilracconto la interessa: è la storia di un uo-mo che descrive la sua vicenda di agentesegreto del KGB, infiltrato come sacerdo-te nella Chiesa Cattolica con la sigla ES1025 = Elève Séminariste, ossia 1025°della serie dei seminaristi infiltrati nel-la Chiesa per sovvertirla dal di dentro.

Solo una decina di anni dopo, l’infermierasi decide a darlo alle stampe, in linguafrancese, sotto il titolo “E.S. 1025, ou lesmemoires d’un antiapôtre” a cura diMarie Carrè.1

La trama avventurosa che si snoda sulsottofondo delle indicazioni eversive ren-de la lettura particolarmente avvincente.

L’autenticità storica della vicenda ciè stata confermata da testimonianzeattendibili.Qui, attingiamo il quadro della stra-tegia eversiva dalla sintesi che neha fatto il prof. Emanuele Mor sulmensile “Medjugorje-Genova”n.34.

GLI ANTEFATTI

L’autore del manoscritto, a cui l’in-fermiera dà il nome di Michael, erastato raccolto piangente sul ciglio diuna strada della Polonia da una gio-vane coppia di coniugi polacchi ededucato nei migliori collegi cattolici. Michael racconta: «Avevo allora treanni. Eravamo nel 1920, e ciò mipermette di dire che io nacqui nel1917, ma dove e da chi?» La mamma adottiva non voleva cheil bene spirituale del figlio. Il padre,medico, non lasciava occasione permanifestargli tutto il suo affetto. Eraun ragazzo di indiscussa avvenenzae di intelligenza superiore al norma-le, orgogliosissimo. Un grandeshock lo sconvolse quando a 14 an-ni, in partenza con i genitori per visi-tare Roma e Parigi, li sentì casual-mente parlare di lui per la questionedel passaporto. Allora scoprì di es-sere un trovatello. Il suo orgoglio rimase ferito al puntotale che si riempì di odio contro di lo-

ro e contro Dio, e con l’aiuto di un amico,che aveva uno zio a Mosca, fuggì da ca-sa e rimase per ben sei anni presso que-sto dirigente del Servizio segreto russo,che lo convinse nel più fermo ateismo elo invitò a entrare nel KGB, per infiltrarsinella Chiesa Cattolica al fine di distrug-gerla.Per questo doveva fingere la massima di-

LE AVVENTUREDI UN INFILTRATO

di A. Z.

1

1 Cfr. Marie Carrè, Ed. Diffusion de la Pensée Française, Chirè en Montreuil, 86190 Vouillé.

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ligenza e pietà, dichiarando di avere lavocazione al sacerdozio. È quello che fe-ce rientrando presso i suoi genitori adotti-vi e presentandosi al sacerdote che diri-geva il collegio dove aveva studiato. Poi,venne inviato per un controllo da parte diun uomo consacrato che, avendo da Dioil dono del discernimento, si accorse dellafinzione.Michael ne informò “Io zio” e chiese ciòche doveva fare. L’ordine fu di eliminarlo.Dopo un dialogo straziante con il sacer-dote, Michael lo uccide con le sue mani,impiegando un metodo segreto imparatoal KGB, tale da non lasciar segno e far ri-tenere la morte avvenuta per infarto.Superato l’ostacolo, Michael diventò se-minarista e andò a Roma, dove rimasesei anni, comportandosi con tale intelli-genza, perfezione e finta pietà da risulta-re il primo del corso e da essere ascoltatodai suoi stessi insegnanti per le sue ideeinnovative e originali.Il dattiloscritto si ferma alla sua ordinazio-ne al sacerdozio, quindi intorno al1946. Del successivo ventennio fino all’inci-dente automobilistico e alla sua morte,malauguratamente non si sa nulla, mala perfidia e l’odio contro Dio e la Reli-gione cattolica, totalmente celati sottoun’apparente ortodossia, con astuziaveramente diabolica, fanno ben com-prendere quale immenso male abbiafatto alla Chiesa questo infelice. Stupisce dolorosamente il fatto che tut-to il suo programma di errori e distru-zioni si è purtroppo avverato. Quantidei 1025 infiltrati, perfetti atei, sonodiventati preti, vescovi, falsi teologie insegnanti nei seminari?Riportiamo alcune delle questioni piùsalienti trattate da Michael nel suo ma-noscritto.

LA STRATEGIA EVERSIVA

La strategia eversiva adottata da Mi-chael aveva precedenti nel moderni-smo ottocentesco, di influsso prote-stante. Si può dire, semplicemente,che il modernismo già dal tempo di Ro-ca, di Renan, di Bonaiuti, prendeva lemosse dall’interpretazione biblica libe-rale per sfociare nella negazione delladivinità di Cristo e nella piena secola-rizzazione atea. Non solo Dio venivaestromesso dalle vicende umane, co-me teorizzarono gli illuministi, ma erarimpiazzato dal “culto dell’uomo”. Ilpunto di arrivo del neomodernismo èl’umanesimo ateo.I teorici del modernismo erano già datempo in quest’area gnostica; ora, occor-reva smantellare la Fede nelle masse, ele guide del comunismo moscovita chedirigevano Michael gli fornivano, uno die-tro l’altro, gli slogans del dissolvimentodella Fede. Occorreva presentare ai cre-denti motivazioni persuasive, apparente-mente innocue, fondate sulla stessa pro-fessione della fede.

Fulcri di forza per la disintegrazione dellaFede di massa furono la spinta verso unvago ecumenismo onnicomprensivo,motivato dalla carità verso i fratelli se-parati e le religioni non cristiane.L’istanza sociale che già aveva ispira-to a Roca lo slogan «il Cristianesimopuro non è altro che il socialismo»2, lanegazione del soprannaturale, la ridu-zione della Bibbia a pura elaborazioneculturale per arrivare, poi, all’annienta-mento del Magistero, del culto eucari-stico, dei sacramenti, della mariologia,della morale cristiana.

L’INSINUAZIONE ECUMENISTA

Per dissolvere la Fede, Michael partivada questa insinuazione: si deve arrivare auna Chiesa al di là delle divisioni esisten-ti: non è forse l’aspirazione di Cristo stes-so che pregava: «Tutti siano uno cometu, Padre, in me e io in te»?

Per questo:

– i cattolici in particolare devono prenderecoscienza dello scandalo che rappresen-ta la divisione tra cattolici, ortodossi ele trecento sètte protestanti. Bisogna col-tivare in essi il rimorso, perché la colpadegli scismi e delle eresie si deve all’in-transigenza cattolica. Si deve riparare adogni costo, con molta umiltà, salvandosolo il Credo. L’amore fraterno per i protestanti, per farcancellare quattro secoli di disprezzo, fi-nirà per distruggere il Cristianesimo. Perquesto occorrerà inculcare il concetto che

non son loro che devono convertirsi alcattolicesimo ma è la Chiesa di Romache deve rivolgersi verso di loro. Ciò eramolto importante perché, a quell’epoca,erano moltissime le conversioni dei prote-stanti verso la Chiesa Cattolica.

– Sarà bene sostituire al termine “ChiesaCattolica” il termine sfumato di “ChiesaUniversale”, come preferiscono i prote-stanti (ricordiamo, qui, come il mondiali-smo massonico mira a un sincretismo re-ligioso universale).

– È ovvio che occorre smantellare il ba-luardo della rigidezza cattolica, ossial’idea che il Papa sia infallibile e che ilMagistero sia l’interprete esclusivo delVangelo. I pretesti per demolire il Papavanno utilizzati con zelo e carità convin-centi.

– All’idea della grandezza di Dio biso-gnerà sostituire l’idea della grandezza

dell’uomo. È l’uomo il centro e il cul-mine della “Chiesa Universale”, nellaquale tutte le buone volontà si fonde-ranno in modo visibile sostituendol’idea del Dio invisibile dei cristiani. LaFede si sarebbe dissolta blandendol’orgoglio dell’uomo.

– Sempre sotto l’insegna della carità,bisognerà favorire gli scambi intercon-fessionali con le religioni non cristia-ne, valorizzando il Corano e i testiorientali, mettendo in evidenza come,presso ebrei, musulmani, induisti, co-munisti, ci siano grandi virtù al cui con-fronto i cristiani dovranno vergognarsidi ritenersi più santi degli altri.

– Alle parole di Cristo «Le portedell’inferno non prevarranno», oc-correrà sostituire il «prevarranno» con«non potranno niente»: essendo eli-minata l’idea dell’indistruttibilità dellaChiesa, sulla quale i cattolici fondanotanta sicurezza, prenderanno via liberai dialoghi su base biblica.

– La parola «Chiesa» sarà sostituitadal concetto di «Assemblea» con i fra-telli del mondo intero. Dapprima, sifarà leva sulla carità cristiana, poi,all’idea della carità cristiana bisogneràsostituire quella di una sana filantro-pia.

– Nella Chiesa del futuro avremo pretidispensatori della sana dottrina socia-le, senza alcun riferimento a Dio (già aisuoi tempi, Roca aveva proclamato: «Ipreti diventeranno guide delle unionisindacali, ecc.: l’umanità si spretizzaaffinché il prete si umanizzi, e i due sicristianizzino nel vero senso del Van-gelo, che è socialismo puro»). Nel1938, Michael lanciava la profezia: «Ve-drete i preti sposati e la Messa in lin-gua volgare».

(continua)

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2 Cfr. Orio Nardi, “Il vitello d’oro”, Ed. Med-jugorje, p. 186 ss.

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I l film di Mel Gibson “LaPassione del Cristo” hamonopolizzato le testate

giornalistiche americane da circaun anno e ancor oggi non passagiorno che non sia menzionatodai mass media. Nel periodo cheha preceduto la “prima visione”del Mercoledì delle Ceneri,però, la foga che ha alimentatole “controversie” su questonuovo film sembra essersi cal-mata. D’altra parte, cosa potevaessere detto ancora dopo tuttoquanto è già stato detto?Considerate le forze al lavoro inqueste “controversie”, sia quellevenute allo scoperto che quellenascoste, non ci si può sorpren-dere che le settimane precedentila “prima visione” abbiano vistouna serie di articoli interessanti.

“È COME È STATO”

L’8 dicembre 2003, lo “Zenit News” ri-portava che «diversi personaggi vati-cani di alto rango hanno assistito, lascorsa fine settimana, a Roma, ad unarappresentazione privata del film diMel Gibson “La Passione del Cristo” ene sono usciti impressionati». Questipersonaggi includevano membri della Se-greteria di Stato Vaticana, del Consiglioper le Comunicazioni Sociali e della Con-gregazione per la Dottrina della Fede.

affatto nulla di anti-semitico odi anti-ebraico nel film di MelGibson”.Abraham Foxman, direttorenazionale della Anti-Defama-tion League (ADL) dell ’altamassoneria ebraica dei B’naiB’rith, commentando i calorosicommenti provenienti da Roma,ha detto: «Spero che i loro giu-dizi siano corretti... Io spero che(il film) non contenga ciò che cipreoccupa: la colpevolezza de-gli ebrei».Il 17 dicembre, la cosiddetta“controversia sulla Passionedel Cristo” ha avuto un altrasvolta interessante quando -Peggy Nooman, articolista de“the Wall Street Journal”, harivelato che il Papa GiovanniPaolo II aveva davvero assistitoalla proiezione del film “La pas-sione del Cristo”, e aveva sin-tetizzato la sua reazione in quat-tro parole: «È come è stato»!

Steve McEveety, co-produttore del film,era andato a Roma in aereo per mostrareil film agli interessati, dove diede unDVD della “Passione” a Mons. Stani-slaw Dziwisz, il segretario personale egrande amico del Santo Padre. Il Papa eil suo segretario videro il film di nottenell’appartamento del Pontefice. In unsuccessivo incontro con il Sig. McEveetye Jan Michelini, suo assistente, Mons.Dziwisz fornì le reazioni del Pontefice.

““TTHHEE PPAASSSSIIOONN OOFF TTHHEE CCHHRRIISSTT””– La Passione di Gesù –

di Mel Gibson

di Mark Alessio

1

(Dal bisettimanale americano: “The Remnant” 15 Febbraio 2004 - www.RemnantNewspaper.com)– Traduzione del dott. Franco Adessa –

Nota della Direzione di “Chiesa viva”. Il nome “Gesù”, dall’ebraico è una forma ab-breviata di “Giosuè”, derivante da “Yavèh” edall’ebraico “ehahva” (= salvare), quindi: Diosalva; Dio Salvatore. Il nome “Cristo”, dalgreco “Christòs” è aggettivo verbale e vuoledire “spalmabile” ma, in ambiente giudaico epoi cristiano, equivale al termne aramaico

“Mushi h”, cioè “Messia”, ossia “unto” conoli fragranti a particolari dignità, specie il“Messia” atteso dagli Ebrei, Gesù il Cristo,come è detto nel Vangelo (1, 16; 16, 16; 23,10; 24, 5; 24, 25; 26, 63; 27, 17; 21, 22, ecc.).Da notare, quindi, che il nome del “Dio Sal-vatore” è “Gesù”, come appunto leggiamonei Vangeli. Ad esempio: «Darà alla luce un fi-

glio che tu chiamerai “Gesù”, poichè salveràil suo popolo dai peccati commessi» (Mt. 1:21). «Ecco, tu concepirai nel tuo seno e daraialla luce un figliolo a cui porrai il nome di“Gesù”. Questi sarà grande e sarà chiamatoFiglio dell’Altissimo...» (Lc. 1: 31-33). «Nato“Gesù” a Betlemme di Giuda, al tempo del reErode...» (Mt. 2: 1), ecc. ecc..

Tutti hanno lodato il film, specialmente ilPadre domenicano Agostino Di Noia,Sottosegretario della Congregazioneper la Dottrina della Fede. P. Noia haapprezzato sia la “splendida cinemato-grafia e la brillante e coerente recita-zione” nel film, come pure la “profondacomprensione spirituale del significa-to teologico della passione e morte diCristo”, di Mel Gibson.P. Noia ha inoltre osservato: «non vi è

Un’immagine tratta dal film: Il volto sfigurato di Gesù.

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Peggy Nooman ha scritto:«In seguito, Mons. Dziwisz raccontò alSig. McEveety la reazione del Pontefice.Il Papa ha trovato molto potente e lo haapprovato. McEveety era deliziato.Mons. Dziwisz ha aggiunto che il Papagli disse, mentre il film stava terminando,quattro parole che Egli desiderava tra-smettere: “È come è stato”! Il Santo Pa-dre ha detto che il film racconta la storiacome è veramente accaduta».In un comunicato stampa sulle “Relazionitra il Vaticano e gli Ebrei”, del 17 dicem-bre, la Anti-Defamation League (ADL)ha risposto a malincuore alla notizia degliapprezzamenti del Papa, dicendo: «In ef-fetti, le reazioni (del Papa) al film sonostate positive, come è stato riportato;quindi, noi rispettiamo la sua posizio-ne». Forse, adesso - avrà pensato qual-cuno - Gibson può sentirsi soddisfatto nelpresentare il suo film e noi ce lo potremogustare in pace senza tutti quei costantiattacchi e le proteste di gruppi egoistici eattivisti che ci hanno stomacato.Questo, però, non è avvenuto!Il 16 gennaio 2004, dalle tiepide ceneridella “controversia” sulla “Passionedel Cristo” sono divampate le fiam-me quando il “Catholic New Servi-ce” ha riportato che «due personag-gi informati del Vaticano, molto vicinial Papa, mentre confermavano i det-tagli sul fatto che il Papa avevaguardato il film, negavano ferma-mente che il Papa avesse espres-so un giudizio sul film». Per au-mentare la confusione, il direttoredella stampa vaticana, Joaquin Na-varro-Valls, si rifiutava di fare com-menti e di dare spiegazioni.Allora, il 19 di gennaio, il “CatholicNews Service” scrisse che Mons.Dziwisz, il quale aveva visto il filmcol Papa, aveva annunciato che, ineffetti, il Santo Padre non aveva maipronunciato una parola sul film:«Io ho detto chiaramente ai Sigg.McEveety e Michelini che il SantoPadre non ha fatto alcuna dichiara-zione - disse Mons. Dziwisz. - Hodetto che il Santo Padre aveva vistoil film, in privato, nel suo apparta-mento, ma non aveva fatto alcunadichiarazione in merito. Egli non dàgiudizi su questo tipo di arte; Eglilascia questo compito ad altri,agli esperti».Non ci voleva che questo!D’improvviso, certe anime credulonee maliziose accusavano Mel Gib-son e Steve McEveety di inventarsii commenti del Papa. Frank Richdel “The New York Times” (18 gennaio20049), il quale aveva precedentementechiamato Gibson un “aizzatore” controgli Ebrei, adesso sfogava la sua bile pa-ragonando Gibson ad uno di quei “vendi-tori ambulanti” che maneggiano la pietàpiù santa come un club per il proprio pro-fitto».Questa inversione di rotta di Mons.Dziwisz certamente ha fornito una “viad’uscita” per quelli che ritenevano che ilvero pensiero papale di approvazione alfilm di Gibson fosse solo un sempliceanatema. Abraham Foxman della ADL,

il quale esitava a credere che il Papaavesse persino visto il film, adesso ab-bandonava tutta la sua reticenza: «Sonocontento - disse Foxman (citato nel“The New York Times” del 20 gennaio2004) - che il Vaticano affermi che ilPapa non ha approvato il film».Perché questa inversione di rotta è “so-spetta”?Quando la notizia dell’approvazione pa-pale del film fu resa pubblica per la primavolta, certe voci ecumeniche immediata-mente avevano predetto il crollo delle“Relazioni Ebraico-Cattoliche”! EricGreenberg, scrivendo sul “The JewishWeek” del 26 dicembre 2003, notava:«Per qualche esperto di relazioni interre-ligiose, il fallimento dei vertici della Chie-sa di considerare l’avviso dei loro studiosicome pure degli esperti ebrei circa il peri-colo potenziale di questo film sulla “Pas-sione del Cristo”, ha infranto una fiduciache raggiunge il cuore delle relazioni in-terreligiose». Greenberg aggiunge an-che alcune tetre e catastrofiche citazioni,provenienti dalla cricca terrorizzata degliesperti interreligiosi:

«È giunta l’ora di ammettere - avverteMichael Signer, professore del PensieroEbraico all’Università di Notre Dame -che le relazioni Ebraico-Cattoliche, ne-gli Stati Uniti, hanno raggiunto unpunto di minimo assoluto in termini dienergia che entrambe le parti dedica-no in quest’area».Michael Cook, uno studioso anti-Gibsone professore di Studi Giudeo-Cristiani al“College Hebrew Union” di Cincinnati,crede che «alla psiche ebraica non ètanto il film che preoccupa, ma è lasensazione di essere abbandonati».

«Il problema - egli dice - non è affatto ilfilm di Mel Gibson, ma il futuro della fi-ducia sulle relazioni Ebraico-Cattoli-che», e ancora: «la minaccia di disfarecinque decenni di progressi nelle rela-zioni Ebraico-Cattoliche».Affermazioni davvero portentose!Può qualcuno che abbia seriamente os-servato il pontificato di Papa GiovanniPaolo II e il lavoro ecumenico dell’appa-rato vaticano, negli ultimi vent’anni, pen-sare, per un solo momento, che i nostri“pastori” potranno permettere che qual-cosa possa fermare la marcia inesorabiledelle “Relazioni Ebraico-Cristiane”?Senza dubbio, il Professor Cook è inmalafede.Forse che queste fosche previsioni di ro-vina ecumenica hanno aiutato Mons.Dziwisz a cambiare atteggiamento?Qualcosa deve essere successo, perchéla marcia indietro del Vaticano sulle os-servazioni del Papa sul film è un colabro-do che fa troppa acqua per poter rimane-re a galla.Peggy Noonan, scrivendo su “The WallStreet Journal” del 22 gennaio 2004,

solleva alcune questioni interessantisul tema. Dopo aver inviato una e-mail al dott. Joaquin Navarro-Val-ls, capo dell’Ufficio Stampa delVaticano, chiedendo ulteriori com-menti sulle osservazioni del Papa, siè sentita rispondere dallo StessoNavarro-Valls: «Per ora, non ho al-cun commento da fare sulla que-stione. Se in futuro ci saranno no-vità, gliele farò pervenire».A questo punto, Noonan scrive:«Quando sono emersi dubbi sulle ci-tazioni del Papa, il Sig. McEveetyspedì una e-mail al dott. Navarro-Valls chiedendo il suo aiuto. Egli ri-spose con una e-mail, consigliandoil Sig. McEveety di non preoccu-parsi di usare la frase “È come èstato”, e di ripetere queste parole“ancora e ancora e ancora”! Il Sig.McEveety mi ha inviato una copia diquesta e-mail di risposta».Secondo Noonan, Rod Dreher del“Dallas Morning News” ha contat-tato il dott. Navarro-Valls il 21 gen-naio 2003 per confermare l’esistenzadi questa e-mail di risposta. Navarro-Valls ha risposto: «Le e-mails nonerano autentiche». Cosa significaquesto? Stava suggerendo, forse,che la e-mail inviata a Steve McE-veety era un’invenzione? Se cosìfosse, come si fa a spiegare l’osser-vazione di Peggy Noonan che dice:«L’indirizzo di ritorno sulla e-mail in-

viata al Sig. Rod Dreher era proprio lastessa di quella che appariva sulla e-mailche avevo ricevuto dal Sig. McEveety.Facendo ulteriori controlli sulla e-mail in-viatami dal dott. Navarro-Valls il 17 di-cembre, risultò che era stata spedita at-traverso il server delle e-mail del Vatica-no, e l’indirizzo IP è quello di un compu-ter vaticano».Peggy Noonan aveva originariamentecontattato Navarro-Valls, dopo che le ci-tazioni del Papa erano state rese pubbli-che. Ella disse che Navarro-Valls “le inviòuna e-mail di risposta, dicendo che egli

Una scena del film: Simeone aiuta Gesù a portare la Croce.

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quelli che si oppongono al film di MelGibson.Abbiamo visto il futuro delle “RelazioniEbraico-Cattoliche” essere usato comeuna minaccia velata nei confronti dellaGerarchia cattolica. Certamente, in que-ste “relazioni”, dottrina e verità (ammessoche vi figurino!) devono sempre prendereil secondo posto per rappacificare quelliche rigettano Gesù Cristo e disprezzanola Sua Chiesa, accusandola di ogni malealla luce del sole. La cosa peggiore chepossa capitare agli uomini di Chiesa delnostro periodo post-conciliare è la possi-bilità di un qualsiasi ostacolo nelle“Relazioni Ebraico-Cattoliche” (e ciò èstrano, perché questo dialogo, in primoluogo, non potrà mai sperimentare un ve-ro “progresso”, a meno che si predichi“Cristo crocifisso” al popolo ebreo.

Quindi, come si potrebbe avere un qual-siasi “ostacolo”?).Il prof. Michael Cook, sopra citato, si èspinto al punto di minacciare che “nellaloro sensazione di abbandono, gliEbrei potrebbero veramente abbando-nare l’iniziativa della comprensioneEbraico-Cattolica” e correre nelle brac-cia dei Protestanti Evangelici!Un risultato di tutto questo inutile intrigo,è quello che il Vaticano ha dimostrato uncomportamento assurdo. Dopo tutto, erapoi così difficile rivolgersi direttamente alPontefice? L’inversione di rotta di Mons.Dziwisz era dovuta davvero all’imbaraz-zo che le citazioni del Papa sul film fos-

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non era al corrente di ulteriori commen-ti”. La parola “ulteriori” è significativa.Qualcuno era in malafede? Ma chi? Sequalcuno si fosse inventato una citazio-ne, tra l’altro attribuita alla persona più fa-mosa al mondo, e poi si aspettasse difarla franca, non poteva essere che unperfetto imbecille. Persino il Rev. JohnPawliowski, capo del Consiglio Naziona-le dei Centri per le Relazioni Ebraico-Cri-stiane, aveva confermato che il Papaaveva visto il film e che aveva “fatto ilbreve e positivo commento sul film”,come riportato da Eric Greenberg nelsuo articolo sul “The Jewish Week”.L’ultimo atto di questa commedia sulle ci-tazioni del Papa è questo: sì, il Santo Pa-dre ha visto il film ed ha realmente fatto ilfavorevole commento, ma questo com-mento non doveva essere usato in pub-blico Quindi, la strana e rapida inversionedi rotta di Mons. Dziwisz sarebbe inter-pretata non come una negazione deicommenti papali, ma come un modo pertenere il Papa al di fuori di questa contro-versia, escludendolo dal ruolo di un qual-cuno che avrebbe “promosso” un qual-siasi film.Questa versione è stata sanzionata daRay Flynn, ex Ambasciatore americanodel Vaticano: «Evidentemente, ciò è ve-ramente stato affermato da GiovanniPaolo II. Ma Egli non intende affermarloin pubblico e non può permettere a nes-sun altro di farlo» (News max.com, 27gennaio 2004).La dichiarazione ufficiale di Jan Micheli-ni al “National Catholic Reporter” del21 gennaio 2004 sembra confermarequesta versione:«Io confermo ciò che ho già detto: il Papaha visto “La Passione del Cristo” diMel Gibson ed ha apprezzato il film per-ché rappresenta una fedele trascrizionedel Vangelo. Egli ha visto il film insie-me al suo segretario Stanislaw Dziwi-sz, nel suo appartamento, in una rap-presentazione privata. Per questa ra-gione non vi è mai stata e non ci potevaessere un comunicato ufficiale o una di-chiarazione pubblica su questo film. Difronte ad una critica speciosa, il segreta-rio del Santo Padre non poteva che ne-gare. È sconvolgente vedere come le in-terpretazioni semantiche di poche parole,pronunciate in una conversazione priva-ta, tra il segretario del Papa, il produtto-re Steve McEveety e il sottoscritto, sianostate usate in modo scorretto dai giornali-sti. Questo è tutto quello che devo dire suquesto argomento».Il problema che emerge con questa ver-sione dei fatti - e cioè che il Vaticano sia“imbarazzato” dall’uso pubblico delle pa-role del Papa - rimane la e-mail inviatadal dott. Navarro-Valls a Steven McE-veety, nella quale Navarro-Valls lo consi-glia di usare la frase “È come è stato”, edi ripeterla “ancora e ancora e ancora”!Comunque, sebbene la storia dell’“imba-razzo” abbia messo il Vaticano in una lu-ce migliore, nessuno sembra essere trop-po preoccupato.Alla fine dei conti, l’approvazione papaledel film è irrilevante. Comunque, la sagadi questa citazione ha permesso alcuneintrospezioni interessanti nel campo di

sero utilizzate come una sua promozio-ne, oppure dietro tutto questo non vi èstato un ricatto ecumenico?Dopo tutto, è molto strano che Mons.Dziwisz affermi che il Papa “non dà giu-dizi su questo tipo di arte; Egli lasciaquesto compito ad altri, agli esperti”.Il fatto è che il Santo Padre dà e dovreb-be dare tali giudizi. Il 24 gennaio 2004,Giovanni Paolo II aveva fatto un’affer-mazione nell’anticipazione della “Giorna-ta della Comunicazione Mondiale” in-detta dalla Chiesa. Il Papa aveva dettoche «tutti i tipi di comunicazione han-no una dimensione morale... La gentecresce o diminuisce, nella sua staturamorale, a seconda dalle parole che essidicono, dalle parole che trasmettono, co-me pure dai messaggi che essi scelgonodi ascoltare».Sicuramente, un film fatto in onore dellesofferenze del Redentore della razzaumana, potrà aiutare la gente a crescerenella propria “statura morale”? Se unapersona vedesse questo film e ne fossesinceramente commossa, perché non do-vrebbe parlarne? Perché il Papa di tuttele genti non dovrebbe, quindi, lodare talesforzo, essendo Egli preoccupato deglieffetti dannosi degli attuali mass media?Il 26 gennaio 2004, la “AssociatedPress” aveva riportato che il Papa Gio-vanni Paolo II «aveva presieduto la do-menica ad una performance di danzatori“break-dancing”, i quali facevano salti,pirolette, e volteggiavano i loro corpi alritmo di bongo. Il Pontefice ha commen-tato: «il talento artistico è un dono diDio» e, rivolgendosi ai danzatori: «Perquesto duro e creativo lavoro, Io vi be-nedico col mio cuore»!Pertanto, secondo il segretario personaledel Papa, il Santo Padre “non dà giudi-zi sull’arte cinematografica; Egli lasciaquesto compito ad altri, agli esperti”. IlVicario di Cristo è forse un esperto di“break-dancing”? Il Papa, in effetti, hapubblicamente lodato il “duro e creativolavoro” dei danzatori.Penso che Rod Dreher del “Dallas Mor-ning News” colpisca nel segno quando,parlando a Bill O’Reilly sul “The O’Reil-ly Factor” del 23 gennaio 2004, dice de-cisamente:«Ebbene, Bill, è un oltraggio. Questo timostra la depravazione con la quale i ne-mici di Mel Gibson e di questo film stianoreagendo al film con la questione vatica-na del commento del Papa, affermandoche Egli non ha mai pronunciato questeparole e usando questo per impiccareMel Gibson. Ed io temo che lo stessoVaticano, tramite la sua doppiezza, eattraverso il suo modo di dire e dismentire, essi stessi hanno gettato MelGibson nella fossa dei leoni».Ciò che rattrista è che l’intero e ridicoloepisodio poteva essere evitato daglispeakers del Vaticano, semplicementeusando la precauzione delle parole diNostro Signore: «Sia il tuo parlare sì sì,no no; e tutto il resto, e oltre questo,viene dal diavolo». Ma questa ammoni-zione avrebbe esposto in pieno la follìadel dialogo interreligioso e del falso ecu-menismo!

(continua)

Una scena del film: Maria con Maria Maddale-na. Maria Morgenstern, l’attrice romena cherecita nel ruolo di Maria, è ebrea e i suoi geni-tori sono dei sopravvissuti dell’Olocausto.Ella afferma categoricamente: non vi è ombradi anti-semitismo nel film e in Mel Gibson!

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“Chiesa Viva” *** Aprile 2004 19

Gli Ebrei tradisconoi loro più fedeli amici

In questo capitolo, ci si può fareun’idea di come, mille e duecentoanni or sono, l’imperialismo giudai-co e le sue quinte colonne operas-sero dentro la Chiesa, per distrug-gere lo Stato cristiano di Spagna, esenza alcun dubbio siamo sicuriche l’esperienza di altri tredici se-coli ha permesso all’imperialismoebraico ed alle sue quinte colonnedi perfezionare ulteriormente i suoimetodi per raggiungere sempre lostesso scopo: la distruzione dellaChiesa cattolica e degli Stati cri-stiani.

Agli inizi del secolo VIII, l’Impero cristianodei Visigoti era retto dal Re Vitiza il qua-le, dopo aver realizzato una politica di ri-conciliazione coi giudei, facendo liberaredalla schiavitù i cristiani cripto-giudei delregno, e richiamando perfino dall’esilio ipubblici giudei, permise agli uni e agli al-tri di praticare liberamente il giudaismo, eli elevò alle più alte cariche, offrendo lorola sua assoluta fiducia, in un clima di ri-conciliazione cristiano-giudaica e difratellanza tra i popoli.

V itiza, caduto nelle mani degliebrei ed attorniato da consiglieriisraeliti, arrivò al colmo della de-

menza in una politica che possiamo defi-nire suicida. Secondo alcuni, con il pre-testo dell’amore per la pace, secondo

di demolire le mura di molte città, con leloro poderose fortificazioni, che avrebbe-ro ostacolato enormemente l’invasionemusulmana, mentre gli ebrei, tradendo illoro leale amico Vitiza, stavano favoren-dola nell’Africa del nord allo scopo di an-nientare definitivamente lo Stato Cristia-no e, se possibile, tutta la cristianità euro-pea.L’Arcivescovo Rodrigo Tolentano ed ilVescovo Luca de Tuy, nelle loro crona-che già citate, narrano come il Governodi Vitiza comandò di atterrare le muradelle città, distruggere le fortificazioni econvertire le armi in aratri. (p.124).Il celebre storico spagnolo del secoloscorso, Marcellino Menendez y Pelayo,riferendo il tradimento degli ebrei, dice:«La popolazione indigena avrebbe po-tuto resistere al manipolo di arabi cheattraversò lo Stretto, ma Vitiza l’avevadisarmata, le torri erano atterrate e lelance convertite in aratri». (p.125).Mentre l’Impero Visigoto disarmava, sottol’influenza dei consiglieri ebrei, amici diVitiza, e distruggeva le sue difese, annul-lando la sua potenza bellica, gli ebrei aiu-tavano i musulmani a realizzare l’invasio-ne e la distruzione del Cristiano Impero,per la qualcosa facevano nel nord-Africagrandi preparativi.Nel Paese che volevano rovinare, gliisraeliti inculcavano il pacifismo, men-tre inculcavano il bellicismo in quelliche utilizzavano come strumento perla sua rovina: tattica giudaica classi-ca, usata attraverso i secoli, in diversiStati, che attualmente praticano con ilperfezionamento loro permesso dallaesperienza di molti secoli.1

Musicante moro seduto. Particolare di un pannello d’avorio.

da: “Complotto contro la Chiesa” di Maurice Pinay, cap. VIII. La prima edizione è del 1962 - Roma -

Avendo letto il libro pubblicato in Roma nel 1962: COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA, che venne distribuito tra tutti i Padri Conciliari, non trovando in esso niente che si opponga alla Fede ed alle buone abitudini, non ho inconveniente nel concedere

L’IMPRIMATUR CANONICO che mi è stato richiesto per l’edizione spagnola che si sta pubblicando nel Messico. 18 aprile del 1968. + Juan Navarrete Arcivescovo di Hermosillo.

traduzione del prof. Arturo Sardini

1

1 È curioso notare che gli ebrei, attualmente,direttamente o per mezzo delle organizzazionimassoniche, teosofiche, dei partiti socialisti,comunisti, e con infiltrazioni segrete, che han-

no nelle diverse chiese cristiane, con la stam-pa, radio e televisione che essi controllano,etc., predicano il pacifismo ed il disarmonel mondo libero, mentre, nell’Unione Sovie-

tica e negli altri Stati soggetti alla dittatura so-cialista totalitaria inculcano nel popolo ilbellicismo. Inoltre, mentre alla fine della Seconda Guerra

altri per poter reprimere più facilmente glioppositori della sua assurda politica, cheogni giorno crescevano di numero e for-za, ordinò di convertire le armi in aratri e

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20 “Chiesa Viva” *** Aprile 2004

Nell’anno 709, lo scontento della nobiltàe del popolo contro Vitiza aveva assuntoproporzioni tali che la situazione era or-mai insostenibile, e fu allora che il giudai-smo ci offrì un’ulteriore lezione della suaalta politica, usando un sistema che, do-po dodici secoli, ha perfezionato in formaefficacissima: quando considerano per-sa la causa che sostengono, infiltranoelementi nel campo avverso, primache sopravvenga il crollo, perché, se iltrionfo dell’altro è inevitabile, gli ebreipossano lottare per rimanere semprea galla e, possibilmente, alla testa delnuovo regime.In questo modo, trionfi una parte o l’al-tra, essi rimangono sempre a domina-re la situazione. Praticano, con scienti-fica maestrìa, il princìpio secondo ilquale, per indovinare una carta, bi-sogna puntare su tutte, allo stessotempo.Questo è stato uno dei grandi segretidel trionfo progressivo dell’imperiali-smo giudaico, attraverso i secoli, cheha loro permesso di arrivare al domi-nio universale; perciò, tutti i dirigentireligiosi e politici dell’umanità devonoprendere in seria considerazione que-sta classica manovra dell’alta politicagiudaica, prevenendo l’inganno ed evi-tando la trappola.Vedendo, praticamente, perduta lacausa del loro protettore e leale amicoVitiza, gli ebrei non ebbero scrupoli neltradirlo, al fine di poter tempestiva-mente raggiungere posizioni decisivenel campo avversario, posizioni chepermisero loro di dominarlo, una voltaottenuta la vittoria.Il seguente dato, che dobbiamo alla di-ligente ricerca del dotto storico Ric-cardo C. Albanés, è molto eloquente:«Questa degenerazione e dispotismoprovocarono un profondo scontento,per cui, fin dal principio dell’anno 710,la dinastia di Vitiza era condannata. Ilcelebre Eudon, giudeo, la cui razzaegli nascondeva, si mise alla testadel partito spagnolo o romano, (minac-ciato dalla reintroduzione della fatidicalegge sulle razze, abrogata da Recesvin-to) e, mediante un’abile e rapida cospira-zione, catturò Vitiza. Costituitisi in giunta(o Senato romano), gli insorti pensaronodi nominare Re Rodrigo, nipote del GranRecesvinto, a cui tanto dovevano gli

spagnoli-romani, per aver abolito gli odia-ti privilegi gotici (che tenevano assogget-tata la razza ispano-latina, conquistatadai Goti).Rodrigo, ritiratosi a vita domestica, indu-giava a cingere la corona, offertagli dalcospiratore, ma, infine, cedendo, occupòil trono ricompensando subito Eudon conla nomina di Conte dei Notai, cioè “Mi-nistro di Stato e uomo di fiducia di tut-ti i segreti reali”. (p.126).Con il trionfo della congiura, il voto dellamaggioranza dei magnati visigoti, giàscontenti di Vitiza, legalizzò il regno di

Rodrigo. Dall’altra parte, a motivo dellasua deposizione, Vitiza morì: per alcunidi morte naturale, per altri crudelmentemartirizzato da Rodrigo, che gli fece ca-vare gli occhi. Quest’ultima versione èverosimile, se si prende in considerazio-ne il fatto che Vitiza, anni prima, avevaassassinato il padre di Rodrigo, cavando-

gli gli occhi, lasciandolo cieco e prigionie-ro. C’era, quindi, da prevedere che nientedi buono potesse accadere a Vitiza, ca-dendo nelle mani di Teodofredo, marti-rizzato nella forma esposta.Questo fu il modo col quale il giudaismointernazionale ricambiò i grandi beneficiricevuti da Vitiza; egli, infatti, non soloaveva fatto liberare dalla schiavitù i cri-stiani cripto-giudei del regno, ma avevarichiamato perfino dall’esilio i pubblici giu-dei, permettendo agli uni e agli altri dipraticare liberamente il giudaismo; li ele-vò, poi, alle più alte posizioni, offrendo

loro la sua assoluta fiducia, in unclima di riconciliazione cristiano-giudaica e di fratellanza tra i popoli.La storia ci offre, con frequenza,esempi tragici di questo tipo, che, pur-troppo, la necessaria brevità diquest’opera ci impedisce di includeree di trattare.Per il giudeo imperialista, l’amicizia delcristiano o gentile e la fratellanza cri-stiano-giudaica non sono altro che unsemplice strumento per ottenere van-taggi che facilitano il disegno del giu-daismo, teso all’annientamento deisuoi nemici ed alla conquista degli altripopoli, mediante la distruzione dellesue difese interne; infine, gli ebrei fini-scono per tradire, anche nelle formepiù crudeli, gli ingenui che si abbando-nano nelle loro braccia o che, inco-scientemente, fanno il loro gioco.Povero chi si lascia ingannare dalleostentazioni di amicizia o dall’abile di-plomazia degli ebrei imperialisti! Lastoria è piena di tragiche sorprese daparte di coloro che, ingenuamente,credettero a tali amicizie, lasciandosiingannare da tanta sperimentata diplo-mazia!È facile comprendere l’influenza deci-siva che deve aver avuto Eudon, Mi-nistro di Stato del Re Rodrigo, suquest’uomo, che non voleva nemmenodiventare Re, e che solo acconsentìad esserlo dietro le ripetute insistenze

dell’ebreo, in quanto l’artefice di una nuo-va situazione politica ha, sulla stessa,un’influenza decisiva, almeno per qual-che tempo; né vi sono indizi che il deboleRodrigo, abbandonatosi ai vizi ed allalussuria, abbia, in qualche modo, maitentato di liberarsi dal controllo del suoMinistro di Stato.

Mondiale disarmarono gli Stati Uniti e l’In-ghilterra, in modo pericolosissimo, sono an-dati affidando al comunismo posizioni vitali,distruggendo, nello stesso tempo, le difesefondamentali di quelle grandi potenze, ar-mando, fino ai denti, l’URSS e gli altri Pae-si comunisti, con un gigantesco riarmo belli-co, tratto, praditoriamente, da quei due Paesi,ad opera degli ebrei delle quinte colonne, chehanno controllato i Governi di Washington edi Londra, includendo i segreti atomici e iproiettili cohete. Nella sostanza, le tattichesono le stesse di quelle di mille e duecen-to anni or sono!Se i popoli degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e dialtre Nazioni del mondo libero non aprono gliocchi in tempo, riducendo all’impotenza laquinta colonna ebraica infiltrata, presto, ve-dranno i loro Paesi distrutti e dominati

dall’orda giudaico-bolscevica, che li ri-durrà in schiavitù, come accadde dodici se-coli or sono all’Impero Cristiano Visigoto. Ècurioso osservare che, persino nei minimi det-tagli, gli ebrei continuano a praticare semprele stesse tattiche contro il Cristianesimo.Abbiamo dovuto vedere negli Stati Uniti, affis-so in più luoghi, il testo del passo biblico, rela-tivamente «alle armi che si convertirannoin aratri», ideale altissimo, a patto che tutte leparti contendenti lo realizzino e lo pratichinoallo stesso modo. Gli ebrei, invece, lo utilizzano, oggi, comehanno fatto mille e duecento anni or sono,per indurre al pacifismo e al disarmo i po-poli che vogliono distruggere, vale a direa tutti i popoli del mondo che ancora sono li-beri dalla loro dittatura totalitaria e comu-nista, dal momento che negli Stati socialisti,

dove già l’hanno imposta, e che stannousando per schiavizzare il mondo libero, lun-gi dal convertire le armi in aratri, hannocreato il più gigantesco e distruttore com-plesso industriale bellico di tutti i tempi!Così, dunque, da un lato, i popoli dell’uma-nità libera vengono addormentati e narcotiz-zati con le prediche pacifiste, la corruzione ele discordie, promosse dalla quinta colonnaebrea infiltrata; dall’altro, oltre la cortina diferro, si prepara una potenza nucleareche, schiacciante e senza opposzione,potrà trionfare e soggiogare gli Statidell’Europa occidentale, grazie alle quintecolonne giudaiche, le quali faciliteranno iltrionfo del Comunismo, agendo nell’ora deci-siva, così come fecero, al momento opportu-no, tredici secoli fa, nella distruzione delloStato cristiano dei Visigoti.

Pagina di un Corano antico. Sura XXVII (La formica) versetti 36-39.

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“Chiesa Viva” *** Aprile 2004 21

D’altra parte, la politica seguita da Rodri-go è di per sé tanto suicida, che chiara-mente si rivela ispirata da quelli che ave-vano pianificato la sua rovina e, con es-sa, quella della cristianità, nel moribondoImpero Gotico. La benefica influenza chepoteva avere Pelayo, Capo della Guar-dia Reale, non si fece sentire, essendoevidente che altri furono a guidare la poli-tica del debole Monarca, che lasciò il co-mando di una parte del suo esercitoall’Arcivescovo Oppas, personaggioche non solo era lontano parente di Viti-za, ma, addirittura, era stato suo bracciodestro, nella direzione della disastrosapolitica ecclesiastica del Monarca. Inol-tre, nel preciso momento in cui i musul-mani si preparavano ad invadere l’Imperodal sud, con l’aiuto dei giudei, il Re Ro-drigo veniva spinto a marciare verso ilnord, con i suoi eserciti, per conquista-re la Guascogna, che i Goti non aveva-no mai potuto dominare.Lo storico Riccardo C. Albanés, dopoaver segnalato che Tarik-ben-Ziyad, inquei giorni, riuscì ad avanzare, a capo diquattromila saraceni, fino al nord dell’at-tuale Marocco, dice: «Fu allora, quando iltraditore Conte don Julian, Governato-re di Ceuta ed uno dei congiurati, conse-gnò a Tarik quella importantissimachiave dello stretto di Gibilterra,spingendolo, poi, ad entrare inIspagna, offrendosi come guida.Nella Corte di Toledo non si davaimportanza a tali successi, giudicatitentativi facilmente dominabili daTeodomiro, Duca de La Betica,spingendo, al contrario, Rodrigo aspostarsi, con il suo esercito, versoil nord della Spagna, per realizzarela conquista della Guascogna, co-sa che non era riuscita ai più gran-di monarchi goti.Per decidere tale mobilitazione siribellò Pamplona, mossa dagli intri-ghi della potente ed antica “giu-deeria” di detta città. Nel frattem-po, Tarik, a capo dei suoi berberi,passò lo stretto e piegò la resisten-za del leale Teodomiro, questo ag-guerrito generale che, allora, scris-se la celebre lettera, nella quale,amaramente, chiedeva aiuto a Ro-drigo, il quale si trovava in Guasco-gna». (p.127).Stando già i figli di Vitiza ed il tra-ditore Arcivescovo Oppas in se-greto rapporto con ebrei e musul-mani, Rodrigo commise l’erroremortale di affidare loro il comandodi una importante parte dell’eserci-to, che avrebbe dovuto scatenarela battaglia decisiva contro i musulmaniinvasori. La vigilia della battaglia, che glispagnoli chiamano di Guadalete, i figli diVitiza ebbero un incontro con i nobili gotie giudei congiurati. A questo proposito, la cronaca araba nar-ra che dicessero: «Questo malnato, ri-ferendosi a Rodrigo, si è impadronitodel nostro regno, senza essere dellanostra stirpe reale, piuttosto uno deinostri inferiori; quella gente che vienedall’Africa non pretende stabilirsi nelnostro Paese; quel che cerca è solobottino; fatto questo se ne andrà e ci

lascerà. Iniziamo la fuga al momentodella lotta e quel miserabile sarà scon-fitto». (p.128).I dodicimila musulmani, mandati da Tarik,si scontrarono, il giorno dopo, con i cen-tomila cristiani comandati da Rodrigo,l’Arcivescovo Oppas ed i due figli diVitiza. La battaglia si svolgeva, com’eranaturale, in modo favorevole ai visigoti,quando l’Arcivescovo traditore ed i due fi-gli di Vitiza, scelto il momento giusto, lun-gi dal fuggire e lasciar solo Rodrigo, pas-sarono con i loro eserciti dalla partedegli islamici, facendo a pezzi il restodella truppa rimasta fedele al Re Rodrigo- come narra il cronista arabo Almakkari.(p. 129). In questa battaglia decisiva, perse la vitaRodrigo, come sostiene la maggior partedegli storici. Tuttavia, resta impresso il ri-cordo, in diverse regioni della Spagna,del tradimento dell’Arcivescovo Don Op-pas il quale, come degno successore diGiuda Iscariota, tradì Cristo e la SuaSanta Chiesa, collaborando in modo de-cisivo, con i suoi nemici, per la distruzio-ne della cristianità, in quello che, un tem-po, era stato lo splendido Impero dei visi-goti. Grande amico degli ebrei, come il suo

parente Vitiza, egli ebbe a tradire nel mo-do più tragico la sua Patria e la sua Chie-sa, in combutta con gli ebrei che, per di-struggere il Cristianesimo, ora, utilizzava-no la poderosa forza del nascente Islam,allo stesso modo con cui, in altri tempi,avevano usato l’onnipotenza militare del-la Roma pagana.Disgraziatamente, ai nostri giorni,nell’alto Clero, vi sono molti imitatoridell’Arcivescovo Oppas; Clero che,nell’occulto intreccio con il giudaismo, fa-cilitano il trionfo del Comunismo e dellaMassoneria, minando, alle spalle, sia i

chierici, sia i capi secolari, o laici, che di-fendono la Santa Chiesa o la propria Pa-tria, minacciate dall’imperialismo giudaicoe dalle sue rivoluzioni massoniche, o co-muniste, nello stesso modo col qualel’Arcivescovo Oppas attaccò, allora, allespalle, l’esercito di Rodrigo, difensoredella cristianità, in quei tempi decisivi. Che Cristo, Nostro Signore, aiuti la SantaChiesa e l’umanità, contro i tradimentidegli Oppas del secolo XX°!L’Enciclopedia Spagnola “Espasa Cal-pe” narra il tradimento dell’ArcivescovoOppas, sulla base di cronache cristiane,nel modo seguente: «Tarik, rinforzate letruppe con cinquemila berberi, inviati die-tro richiesta di Muza, nell’insieme venti-cinquemila uomini, contro quarantamila,accetta la battaglia. Questa durò duegiorni, arridendo prima ai visigoti, graziealla cavalleria, di cui mancavano i berbe-ri. Allora, ebbe luogo il tradimento diSisberto e di Oppas, che passarono alnemico, e quantunque il centro dell’eser-cito, guidato dal Re, combattesse con va-lore, venne sconfitto (19 e 20 giugno del711)». (p. 130).Sul tradimento dell’Arcivescovo Oppas,che fece perdere un vasto impero alla cri-stianità, lo storico gesuita del secolo XVI,

Juan de Mariana, racconta comedetto Prelato assistette, prima, i figlidi Vitiza nei preparativi della oscuracospirazione, poi, con riferimento alruolo avuto da Oppas nella batta-glia decisiva, dice: «La vittoria fu in-certa per gran parte del giorno. So-lo i mori davano qualche segno distanchezza, sembrando voler riti-rarsi e volgere le spalle, quando,con incredibile malizia, nascon-dendo il tradimento fino ad allo-ra, l’Arcivescovo Oppas, nel mo-mento più duro dello scontro, se-condo la segretezza del piano,con una buona manovra deisuoi, passò al nemico. Si unì aDon Julian, che aveva seco ungran numero di goti e, di traverso,per il fianco più debole, investì i no-stri. Sbigottiti per tale tradimento estanchi di combattere non riusciro-no a sostenere quel nuovo attaccoe, senza difficoltà, furono battuti emessi in fuga». (p. 131).È naturale che ci siano differenzesulle cifre dei due eserciti, riportateda storici cristiani e musulmani, maè evidente, comunque, la superio-rità numerica dell’esercito cristiano,rispetto al saraceno e che solo iltradimento dell’Arcivescovo e lacongiura, principalmente diretta

dalla quinta colonna giudaica, reseropossibile il fatto che un Impero tanto va-sto, abbia potuto essere conquistato tan-to rapidamente da un piccolo esercito. IlRe Rodrigo aveva ragione a non attribui-re tanta importanza all’invasione islami-ca, considerato il piccolo contingente de-gli eserciti invasori, ma gli sfuggiva iltradimento che si stava preparandonel segreto, come pure il terribile po-tere della quinta colonna giudaica che,come appresso dimostreremo, ebbe unruolo decisivo in questa lotta.

(continua)

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22 “Chiesa Viva” *** Aprile 2004

del dott. Franco Adessa

Conoscere la Massoneria

«Per Codice degli Illuminati intendo l‘unione dei princìpi,delle leggi e del governo che la sètta si è fatta per la sua lot-ta contro ogni Religione e ogni Società civile (v. III, p.33)».La natura satanica degli Illuminati, Barruel la sottolineasempre citando i documenti del fondatore Weishaupt:«Egli non variò mai sul termine fisso delle sue trame: nonpiù Religione, non più Società, non più Leggi civili,non più Proprietà» (p. 35).«Per ristabilire l’uomo nei suoi primitivi diritti di libertà e dieguaglianza, bisogna cominciare col distruggere ogniReligione, ogni Società civile e finire con l’abolizioned’ogni Proprietà». «Sì, i Prìncipi e le Nazioni spariranno sulla terra e verràil tempo in cui gli uomini non avranno altro libro chequello della Natura. Questa rivoluzione sarà l’opera delleSocietà segrete e questo è uno dei nostri grandi misteri» (v.III, pp. 37-39).

1° grado: “Novizio o Neofita”

«Dopo essere stato individuato dal suo reclutatore dell’Or-dine, il Neofita viene istruito sul silenzio e sul segreto da te-nere. Successivamente, gli viene dato un nuovo nome, gliviene insegnata l’arte di dissimulare, di mascherarsi e quel-la di osservare e studiare gli uomini.Mentre il Neofita è occupato in queste attività, egli stessoviene continuamente osservato dal suo reclutatore il qualedeve assicurarsi di potergli strappare la cieca ed assolutasottomissione alla sètta.Ecco come Weishaupt intende questa sottomissione: «lanostra Società esige dai suoi membri il sacrificio dellaloro libertà (...) in favore degli ordini dati dai Superiori».Tale è l’obbedienza degli Illuminati e non si troverà in tutto ilCodice una sola eccezione!Dopo il giuramento di cieca obbedienza e di rinuncia allapropria libertà e coscienza, il Neofita accetta di perderel’onore e la vita stessa se mancherà al suo giuramento. In questo giuramento, il Neofita riconosce il diritto dellasètta di decretare la morte di chiunque piacerà o di-spiacerà ai suoi Superiori» (v. III pp. 67-87).Strano inizio per un nuovo membro di una sètta che ha co-me fine quello di “restituire i primitivi diritti dell’uomo al-la libertà”, ma è un inizio ineccepibile se si tratta di far na-scere un nuovo Lucifero, al quale deve essere cancellatala “libera volontà” di scegliere il Bene, per poterlo incor-porare nella schiera dei membri della corte di Lucifero.

Meurin ci offre la sintesi del Codice del R.S.A.A. con la cita-zione dei Superiori Incogniti: «Né la Legge, né la Proprietà,né la Religione possono imporsi all’uomo; ma di questi trenemici infami è la Religione che deve essere il pensierocostante dei tuoi assalti, perché uccidendo la Religionenoi avremo nelle nostre mani e la Legge e la Proprietàe, così, avremo rigenerato la Società (pp. 264).«Al 25° grado, Satana sostituisce Cristo sulla Croce, appro-priandosi dell’immagine del serpente che ha guarito gliEbrei nel deserto (p. 348). Il culto del Dio-Serpente costi-tuisce l’essenza di questo grado e rappresenta la mortedel massone, causata dalla malizia del Dio dei cristiani, e lasua resurrezione ad opera di Lucifero, rinascendo comeun “nuovo Lucifero” (p. 349). Dal 26° grado, inizia la terzafase della “grande Opera” della Massoneria: la distruzionedell’Autorità Cattolica e l’incorporazione del massone al“corpo mistico” di Lucifero (p. 349).

26° grado: Il “Principe di Grazia” o “Scozzese Trinitario”

«L’incorporazione all’esercito degli spiriti demoniaci produ-ce, per così dire, un nuovo Spirito che, per sua natura, de-ve poter entrare nelle regioni dove abitano i suoi confratelli.Al massone vengono attaccate alle spalle due ali: egli rap-presenta dunque uno Spirito. Con gli occhi bendati si slan-cia e cade sopra una coperta: il “primo cielo”. Lo si fa pas-sare, poi, nel “secondo cielo” e, dopo essere stato sospe-so in aria, lo si fa entrare nel “terzo cielo” alla presenzadel Principe delle Tenebre, del Dio-Fuoco che deve ve-dere “tale qual è”, “faccia a faccia”.Gli si mostra “la Verità che esce dal pozzo”. Quella “Verità”è rappresentata da una Sorella massona in “costume tradi-zionale”, “tale qual è”. Essa è la “Dea della Ragione”. Allora,il massone viene lasciato solo con la “Verità”, dopo averglidato una Freccia, simbolo immondo del dio Cupidine.Al massone viene insegnato che egli si è librato nelle tre re-gioni dell’Intelligenza, della Coscienza e della Ragione,che corrispondono ai bisogni politici, sociali e materialidell’Umanità.L’essenza di questo grado è la nascita di un “nuovo Luci-fero” il quale, dopo aver superato le prime due fasi di ac-quisizione della Virtù e della Morale massonica, viene am-messo alla fase dell’Autorità massonica, incorporandolonella schiera dei membri della corte luciferiana (p. 352-353). Al “culto del Fallo” (dio Cupdine) e al “culto dell’Uomo”(“Dea della Ragione”) segue il “culto di Lucifero”.

Rito Scozzese Antico ed Accettato

Mettiamo a confronto il codice degli 8gradi dell’Ordine degli Illuminati di Ba-viera (traendolo dall’opera dell’Abate ge-suita Agostino Barruel, “Memorie per lastoria del giacobinismo”, scritta nel 1802),

con il significato dei rituali degli ultimi 8gradi del Rito Scozzese Antico ed Ac-

cettato (tratti dall’opera del gesuita e arci-vescovo Leone Meurin, “La framassoneria,

sinagoga di satana”, Siena 1895).

Adam Weishaupt fondatore, nel 1776, dell’Ordine degli Illuminati di Baviera.

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“Chiesa Viva” *** Aprile 2004 23

L’INCREDIBILE MENZOGNAdi Thierry Meyssan

Osservatore attento dell’attualità in-ternazionale, Thierry Meyssan èstato attratto dalle anomalie delle pri-me fotografie dell’antentato contro ilPentagono, poi dalla confusione edalle contraddizioni della versione uf-ficiale, anche per quanto riguarda ilWorld Trade Center.Ha allora condotto un’inchiesta chel’ha trascinato di sorpresa in sorpre-sa, una più stupefacente e terrifican-te dell’altra.L’incredibile menzogna è che“nessun aereo è caduto sul Penta-gono”! Questo libro si fonda esclusivamen-te su documenti della Casa Biancae del Dipartimento della Difesa,così come sulle dichiarazioni dei di-rigenti civili e militari alla stampa in-ternazionale.Tutte le informazioni che riporta so-no referenziate e, dunque, verificabi-li dal lettore.

Per richieste:

Editions Carnot 2002Via Ajaccio 20, 00198 Roma

[email protected]

Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Molto rev.do Padre Villa,dopo tante lettere di incoraggia-

mento, ricevo anche da Lei una lettera dichiusura (“per sempre”) come segno didisperazione.Eppure Lei sa che “non prevalebunt!”.Continui! Non solo io, molti altri “cre-denti” hanno trovato consolazione nel-le Sue visioni chiare della situazione“attuale” che può solo significare vivifi-care certissime speranze!Spero di poter leggere altre Sue visioniche non possono corrispondere a situa-zioni “umane”.“Christus vincit, auxiliante ImmaculataVirgine Maria!!!”.Suo in X°

(Un Cardinale)

***

Monsignore carissimo,ho ricevuto la sua “ultima lette-

ra” e mi dispiace che interrompiate.Certo, il contenuto di questa lettera miha sempre arrecato amarezza e quasiangoscia nel considerare il declinomorale e la confusione di idee che ser-peggia in mezzo a noi. La più paurosa,nell’ordine pratico, io credo sia il non im-pegno dell’acquisto del dominio di sè, at-traverso un serio cammino ascetico perrenderci capaci di vivere l’amore Carità,virtù teologale.(...). Per ciò che riguarda il mondo d’oggi,Maritain, ne “Il contadino de la Garon-ne” (Ed. Morcelliana, p. 15), già nel 1965descrive una situazione gravissima difronte alla quale - egli dice - il moderni-smo, nel tempo di Pio X, era un “mode-sto raffreddore da fieno”.

Le sono vicino con la preghiera e la sti-ma!

(Un Vescovo)

***

Gentili Operaie di Maria Immacolata,ringrazio sentitamente per le let-

tere periodiche di Don Luigi Villa, piene diunzione e di carità che ci fanno riflettere eincoraggiano a migliorarci spiritualmente.Ringrazio anche per la magnifica, intre-pida “Chiesa viva” nella quale si de-nunziano abusi, errori per la nostra Fe-de, per amore della verità, con argo-mentazioni storiche chiare e controlla-bili. Ringrazio anche Don Villa per isuoi articoli attualissimi, colti e traboc-canti di amore, anche denunzianti laChiesa attuale per le sue spericolateaperture. (...).Accludo uno scritto di mio figlio, addolora-to e colpito per i due ultimi “mea culpa”di cui uno perfino contro le Crociate! Vor-remmo che provaste la nostra pena perquesti reiterati “mea culpa” volti al pas-sato che, bene o male, noi abbiamo vis-suto, illuminati e guidati da santi Vescovie religiosi Parroci.Abbiamo educato i nostri figli con l’inimi-tabile e unico vero Catechismo del SantoPapa Pio X; abbiamo onorati i nostri Santipregandoli di aiutarci, con preghiere, nel-le vie del bene, anche con il mistico, reli-gioso Latino!Prego per questa vostra grande Missionee perché buone e attente Signorine pos-sano, numerose, rispondere all’invitanteappello. Saluto con affetto e deferenza.

(A. L. Ved. M. - Bologna)

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio, potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax: 030 3700003

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24 “Chiesa Viva” *** Aprile 2004

Provincia Apostolica di HaikouIl 15 aprile 1929, il territorio dell’isola ven-ne staccato dal Vicariato Apostolico diBeihai e costituito in Prefettura Apostoli-ca, affidata ai Missionari francesi di Pic-pus (Csscc).

Nogue AlessandroSacerdote, Picpus francesi (Csscc: vi era

2 Guardiamo a quel sepolcro vuoto dal quale è scaturita la vita!di L. V.

3 Dal falso ecumenismo a una falsa Chiesa? (1)della prof.ssa Maria Pia Mancini

6 L’assassinio della persona!Mandato di arresto europeo (3)del dott. C. A. Agnoli

10 La moneta di chi è? In attesa di saperlo, va concessa la moratoria sui debitidel Prof. G. Auriti

11 Occhi sulla politica

12 Documenta-Facta

14 Le avventure di un infiltrato (1)di A. Z.

16 “The Passion of The Christ” (1)di Mark Alessio(da: “The Remnant” 15 febbrio 2004)

19 Gli Ebrei tradiscono i loro più fedeli amici (1)da: “Complotto contro la Chiesa” di Maurice Pinay, cap. VIII. Traduzione del Prof. A. Sardini

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla DirezioneIn Libreria

24 Conoscere il Comunismo

APRILE 2004

SOMMARIO N. 360

Santa Pasqua 2004

SCHEMI DI PREDICAZIONEdi p. Alessandro Scurani s.j.

Epistole e VangeliAnno C

(Dalla IV Domenica di Pasqua alla Festa di Pentecoste)

di Giancarlo Politi

MARTIRI IN PROVINCIA DI GUIZHOU E DI HAINAN

Giusepe Zhang Dapeng (1754-1815)

Originario di Duyun, nella provincia diGuizhou, Dapeng, a 40 anni, diventasocio di un certo Wang, commerciantedi seta, il cui figlio si era recato a Pechi-no per gli studi ed aveva conosciuto ilcristianesimo e si era fatto battezzare.Dapeng legge il catechismo ed altri libricristiani portati da Pechino; desidera ri-cevere il battesimo, ma incontra un’infi-nità di ostacoli in famiglia. Allora, con alcuni amici, decide di ac-quistare una casa isolata dove i cristia-ni possano radunarsi indisturbati e rice-vere, quando possibile, le visite di unprete. Nel 1801, viene battezzato colnome di Giuseppe. Da quel momento,annuncia il Vangelo con maggiore ar-dore e molti sono attratti dalla sua pa-rola e vengono battezzati; tra di essi, lamoglie e i figli.Quando nella zona si riaccende la per-secuzione, Giuseppe riesce a fuggire,ma una dozzina di cristiani vengono ar-restati insieme al figlio Antonio di 18anni, che morirà l’anno dopo. Dapengritorna a Guizhou per guidare e confor-tare i fedeli, visitandoli casa per casa,ma viene tradito da un parente per lataglia che pendeva sulla sua testa. Dapeng compare davanti a quattro tri-bunali; gli viene proposto di apostatarein cambio della libertà ma, insensibilealle preghiere dei familiari, non cede epreferisce farsi condannare all’impic-cagione. Il 12 marzo 1815, piangendodi gioia, si reca al supplizio: i giustizierigli passano una corda al collo e l’ap-pendono ad un traliccio a forma di “T”.

Conoscere il Comunismo

contro Dio - contro l’uomo

MMartiirii iin Ciina

entrato il 25 luglio 1924). Nato in Breta-gna il 5 luglio 1886, era divenuto sacer-dote il 25 luglio 1926. È stato fucilato il15 agosto 1928, sull’isola di Hainan.

Morvan EvremondSacerdote, Picpus. Ucciso dai giappo-nesi il 26. 8. 1941, sull’isola di Hainan.

FidelisLaico catechista, sposato. Ucciso il 26agosto 1941, sull’isola di Hainan.

Correntin BernardSacerdote, Picpus. Francese. Uccisoda truppe irregolari cinesi il 13 o il 14settembre 1941.

(continua)