Chiesa viva 506 LA mensile.pdf · eresie, gli scismi, le aposta-sie, i rilassamenti dei co-stui, il...

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Pasqua 2018 «La Verità vi farà liberi» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XLVIII - N° 514 APRILE 2018 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 - una copia Euro 3,5 arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per l’estero: Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia - Via G. Galilei, 12 C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità. MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA FONDATORE e Direttore (1971-2012): sac. dott. Luigi Villa Direttore responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com&Print srl (BS) contiene I. R. - e-mail: [email protected]

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Pasqua 2018

«La Verità vi farà liberi»(Jo. 8, 32)

Chiesaviva ANNO XLVIII - N° 514APRILE 2018

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in AbbonamentoPostale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46)

art. 1, comma 2, DCB BresciaAbbonamento annuo: ordinario Euro 40,

sostenitore Euro 65 - una copia Euro 3,5arretrata Euro 4 (inviare francobolli).

Per l’estero: Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a:

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2 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

L a crisi nella Chiesa,oggi, è più che evi-dente. Certo, non è la

prima nella sua lunga storia.e potenze terrene, infatti, lehanno sempre fatto violenza,come del resto lo aveva pre-detto il suo divin Fondatore:«Se hanno perseguitatoMe, perseguiteranno anchevoi» (Jo. 15-20).Ma questo tipo di crisi haringagliardito la sanità delCorpo Mistico; sono statecrisi “ad salutem”, come, adesempio, le persecuzioni.Più gravi, invece, sono statele crisi “ab intra”, quali leeresie, gli scismi, le aposta-sie, i rilassamenti dei co-stui, il decadimnento dellepratiche religiose, ecc., chehanno mortificato l’efficaciasantificatrice e la stessa mis-sione civilizzatrice, cui laChiesa è chiamata a svolge-re, perché Cristo l’ha volutaanche “civitas supra mon-tem posita” (Mtt. 5-14) nella storia della salvezza umana. E qui, purtroppo, il clero ha sempre avuto la responsabi-lità più preponderante. I suoi peccati di omissione o dicommissione ci ricordano il principio del Maestro: «guaise il sale diventa scipito e se la luce si spegne»! (Mtt. 5-13). È inutile sottacerlo, quindi, che anche oggi è proprioquesto sale, che sta diventando scipito, la causa prima del-l’attuale insabbiamento nel campo della fede che rischia disoffocare – chissà per quanto tempo! – tutto il lavoro pe-nelopeo religioso della Ecclesia di Cristo.Seminari, università cattoliche e uno sterminato clerosono stati sedotti e avvelenati, nella mente e nel cuore,

directe o indirecte, da quella“somma di eresie” che ilsanto Pontefice Pio X avevaravvisato profeticamente nelModernismo.Ed è anche dannoso negarlo. «Il Modernismo, infatti, nonè già solo un’eresia di scuolao una scuola di eresie, dellaquale, cioè, solo i dotti o iteologi di professione abbia-no a darsi pensiero: ma è tut-to un cristianesimo nuovo,che minaccia di soppiantarel’antico e vi trafora per ogniparte nelle idee, nello spiri-to, nella vita..; ai giovani no-stri è il razionalismo stesso,è l’incredulità che, sotto ilnome di cultura e di moder-nità, penetra sino alle fon-damenta della religione perdemolirla, travestendosi insembianze cattoliche. Questoè il Modernismo» (Prefazionealla Pascendi).Qui e solo qui è la vera radicedella crisi di oggi. Crisi che

ha invaso gli stessi seminari, per inabile direzione, per cuila rigenerazione sacerdotale di domani sarà più grave, mol-to più vasta e complessa di quella che la Chiesa aveva do-vuto affrontare durante il Concilio di Trento.Ma tale crisi, poi, si va tramutando, via via, in una vera epropria rivoluzione che va scuotendo la Chiesa fin dalle suefondamenta. È, forse, l’esecuzione di un “piano” segretomassonico? Noi lo crediamo.A convincere, vogliamo rileggere il “piano” quale fu scrit-to il 1° aprile 1933 nel Bollettino della Grande Loggia diFrancia: «Bisogna osare pensare, osare credere, osareaffermare che quello che ci unisce, nella Massoneria, è

CRISI O RIVOLUZIONE NELLA CHIESA?

– Pasqua 2018 –del sac. dott. Luigi Villa

“Chiesa viva” *** Aprile 2018

il raggiungimento di una religione integrale, totale uni-versale; e che questo traguardo deve essere al di sopradi qualsiasi altra religione» (Jean Ousset, “Pur qu’il rè-gne”, p. 139).

Già il massone clemenceau aveva detto: «Dopo la Rivo-luzione noi siamo in rivolta contro l’Autorità divina eumana». «Nulla sarà stato fatto in questo paese, finchénon vi avrò cambiato lo spirito che è stato introdottodall’autorità cattolica» (J. Ousset, “op. cit., p. 138).

E Aulard aveva detto: «È assurdo continuare a dire: “Noinon vogliamo distruggere la religione”; quando, invece,noi siamo obbligati a confessare che questa distruzione èindispensabile per fondare, razionalmente, la città nuo-va, politica e sociale. Non diciamo più “noi non vogliamodistruggere la religione”, ma diciamo: “noi vogliamo di-struggere la religione a fine di poter stabilire al suo po-sto, la città nuova”» (J. Ousset, “op. cit., p. 138).

Da qui, il grido di Viviani: «Noi non siamo solamente difronte a delle congregazioni; noi siamo di fronte allachiesa cattolica per combatterla, per attaccarla conuna guerra di sterminio» (J. Ousset, “op. cit., p. 138).

È il loro ideale. «Il mio scopo – amava dire Jules Ferry –è quello di organizzare una umanità senza Dio» (J. Ous-set, “op. cit., p. 138).

E tale programma, la Massoneria lo va attuando, oggigior-no, attraverso il Comunismo. Lenin ha scritto: «Il marxi-smo è il Materialismo. per questo, esso è altrettanto im-placabilmente ostile alla religione quanto lo è il mate-rialismo di Feuerbach! Noi dobbiamo combattere la re-ligione; è l’A.B.C. di ogni materialismo e perciò delmarxismo. Ma il marxismo non è un materialismo che siferma all’A.B.C. Il marxismo va più lontano. Esso dice:bisogna saper lottare contro la religione» (Da una letteradi Teilhard de Chardin al P.G., un amico domenicano apo-stata).

Ma tale programma fu anche quello del falso profetaTeilhard de chardin. Egli ha scritto: «... io non vedo dimeglio che promuovere quello che io anticipo, e cioè dilavorare alla riforma dall’interno» (Lettera di T.d.C.all’amico P.G. apostata).

Dopo l’enciclica “pascendi”, che denunciò i nemici dellaChiesa, nascosti nel suo stesso seno, gli artigiani dell’or-rore, rivestiti da sacerdoti e anche da vescovi, preferi-scono, appunto restare “nel seno stesso e nel cuore dellachiesa” per distruggerla.Bisogna finalmente aprire gli occhi, quelli della Fede, perrendersi conto che noi ci troviamo di fronte a una verarivoluzione, introdotta dall’interno della chiesa. Perchéla rivoluzione non consiste solamente in barricate, in som-mosse di piazza, in tribunali del popolo, in esecuzionisommarie, ma è soprattutto, sovversione delle intelli-genze e perversione della Fede.

Sottolineo ancora, perciò, il proclama di Aulard: «NOIVOGLIAMO DISTRUGGERE LA RELIGIONE», equello che si legge nella Rivista della Massoneria Italiana:«Salutate il genio rinnovatore; voi tutti che soffrite, le-vate alto le fronte... perché egli arriva;

LUI SATANA IL GRANDE»(Jean Ousset, “op. cit., p. 137).

Comprenda chi deve.Noi preghiamo per il successore di Pietro e il suo CollegioApostolico:

«UT DOMINUM ApOSTOLIcUM ET OMNES

EccLESIASTIcOS ORDINES IN SANcTA RELIGIONE

cONSERVARE DIGNERIS, TE ROGAMUS, AUDI NOS».

4 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

Lo “scisma”, essendo la se-parazione di una porzio-ne di fedeli dalla Chiesa

cattolica è un “peccato-delitto”contro la Carità, cioè contro l’A-more che, guidato dalla Fede e dal-la Speranza, implica necessaria-mente l’odio per Satana, nemico eavversario di Dio, e la condannadegli scismi e delle eresie che Sa-tana ha sempre suscitato contro ilRegno di Dio per dividerlo, inde-bolirlo e per strappargli le anime.Ora, sulla Cupola di S. Pietro silegge: “Inde oritur unitas sacer-dotii”, ossia il Papa deve essere ilvincolo della Carità e, quindi,dell’unione.

Invece, Paolo VI dava da vedereche Egli stimava, onorava e preferiva “coloro che sonolontani”, più di quelli vicini nella Fede, mostrando, tantevolte, segni di fredda amicizia per i più fedeli. Infatti, Paolo VI ammirava il linguaggio, i riti religiosi ela tradizione degli “altri”, mentre perseguitava tutto ciòche apparteneva all’antica Tradizione cattolica, tuttociò che caratterizzava la Chiesa Romana, che costituivail “rito latino”, sì da imporre riti e comportamenti che sipraticano al di fuori della Chiesa Cattolica, per distruggereriti e istituzioni venerabili della Chiesa.Paolo VI, cioè, mostrava di adoperarsi, con le parole ele azioni, alla edificazione della “Città terrestre”, quelladi cui parlava S. Agostino, eretta di fronte alla “Città San-ta”: «L’amore di sè, spinto fino al disprezzo di Dio, hacostruito la città terrena; l’amore di Dio, fino al di-sprezzo di sé, la città celeste» (Cfr. “La città di Dio”, 14,28).

Le porte di casa Sua, infatti, eranosempre aperte, ma non mostravamai alcuna preferenza per i più de-voti, bensì per i teologi avventu-rieri, per gli agitatori, per coloroche spargevano di scandali laChiesa.Dopo la Sua enciclica “EcclesiamSuam”, Paolo VI assunse Luistesso la direzione della Riforma,la guida del movimento che erasempre, però, contro la Chiesatradizionale “inerte e abitudina-ria”, e mai seppe dissimulare laSua animosità contro gli integri-sti e tradizionalisti, che difende-vano quello che Lui voleva di-struggere, che rifiutavano quelloche Lui voleva imporre.Non li scomunicò, perché non ave-

va motivi canonici, ma prendeva precauzioni per non avermai contatti diretti con loro, né umani né aperti. Ma que-sto è più che una scomunica, perché è l’“annullamen-to”, è la “soppressione dialettica” dell’avversario. (...)Mentre non riceveva i tradizionalisti che andavano a sup-plicarLo di conservare loro il diritto di celebrare l’anticaLiturgia della S. Messa Romana, riceveva, invece, peresempio, i capi della ribellione portoghese, massacrato-ri di donne e bambini, col pretesto che erano cristiani, mache la stampa di tutto il mondo interpretò come calorosaaccoglienza ai capi dei maquis della Guinea, come un in-coraggiamento al terrorismo anticolonialista (Cfr. DC70, 717-719).Un “partigiano”, quindi, Paolo VI, sempre quando avevada fare con Movimenti Tradizionalisti, come il “Movi-mento Tradizionalista Cattolico” degli USA, fondati daPadre Gommar de Pauw, che non ebbe alcuna risposta

SCISMAdel sac. dott. Luigi Villa e del dott. F. Adessa

SCISMA

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alla sua Lettera supplichevole, toccante, indirizzata a Pao-lo VI, il 15 agosto 1967, per cui, dopo il silenzio di PaoloVI, ricevette dai Vescovi americani un trattamento di du-rezza!Come la “Fraternità Sacerdotale Spagnola”, che si bat-teva in difesa della Santa Messa e del Sacerdozio, quandoalcuni Cardinali della Curia, Arcivescovi e Vescovi aveva-no già annunciato la loro partecipazione al Congresso delsettembre 1972, a Saragozza, con già stabiliti anche gli ar-gomenti da trattare, Paolo VI intervenne con un severomonito proibendo loro di andarvi.

Come capitò anche a me, in occa-sione del mio Congresso Interna-zionale, sul tema: “Ortodossia eOrtoprassi”, organizzato a Roma,con l’approvazione del CardinaleFranjo Seper, Prefetto delSant’Uffizio, e con Lettera perso-nale del Vicario di Roma, Cardi-nale Poletti e con la partecipazio-ne del Cardinale Ottaviani, delCardinale Palazzini, del Cardi-nale Oddi, ebbene, il Sostituto diPaolo VI, Mons. Benelli, si permi-se di inviare una Lettera di prote-sta al Cardinale Pietro Parente,Presidente del Convegno, per lapartecipazione Sua e di altre Emi-nenze ed Eccellenze, al nostroConvegno. (...) Questo era il verovolto di Paolo VI! Sunt lacrimaererum!

Come capitò a S.Ecc. Mons. Le-febvre, uno dei pochi vescovi ri-flessivi e coraggiosi del VaticanoII. Aveva oltre 400 vescovi che loseguivano. Per questo Paolo VIesigette la soppressione di quelgruppo di vescovi che non lapensavano come Lui, e poi conti-nuò la Sua azione vendicativa,silenziosa, mirata, verso quel Vescovo, fino ad allonta-narlo da Roma, accettando persino la quarantena chel’episcopato francese gli aveva decretato. Non avendopotuto impedirgli di far sorgere il Seminario San Pio X,assieme al Suo Segretario di Stato, card. Villot, Paolo VIcercò, con ogni mezzo, di distruggere quel vivaio di voca-zioni sacerdotali, che non riusciva ad allineare alla Suanuova forma di distruzione dei “nuovi seminari” conci-liari. (...)

Questo suo taglio netto con il passato sentiva di “sci-sma”. Infatti, la Sua Riforma liturgica, quella del DirittoCanonico e quella pastorale ruppero l’integrità della Tra-dizione, mettendo gli “integristi” in una posizione di disa-gio, senza più mezzi di espressione, sconcertati, disorien-tati, defraudati di tutto il patrimonio del passato.

Questo Gli permetteva di introdurre nella “nuova Chiesa”“uomini nuovi”. (...) E questo significa aver calunniatotutto il passato della Chiesa e significa disprezzo per tuttoil suo patrimonio! I suoi riti, le sue tradizioni, i suoi costu-mi, il carattere assoluto della sua Legge Ecclesiastica!..

Come non ricordare, allora, i Discorsi di Paolo VI che ac-compagnarono il varo della Riforma Liturgica? In essi, in-vitava i fedeli a diventare “membri vivi e operanti, nonpiù incoscienti, inerti, passivi” e contrapponeva alla“mentalità abituale”, per la quale “la cerimonia sacranon è che una semplice esecuzione di riti esteriori, e la

pratica religiosa non esige altroche una passiva e distratta assi-stenza” (13 gennaio 1965), quel-l’altra meraviglia della “nuova Li-turgia”: “Il piano religioso e spi-rituale che ci è aperto davantidalla nuova Costituzione liturgi-ca – disse – è stupendo, perprofondità e autenticità di dot-trina, per razionalità di logicacristiana, per purezza e per ric-chezza di elementi culturali e ar-tistici, per rispondenza all’indolee ai bisogni dell’uomo moderno”(Discorso del 13 gennaio 1965).La Chiesa pre-paolina, quindi,era nelle tenebre?

Nella Sua Allocuzione del 12 lu-glio 1967, Paolo VI ne parla addi-rittura con disprezzo: «Il Concilioha dato alla Chiesa un grave e dif-ficile compito, quello di ristabili-re un ponte tra Lei e l’uomod’oggi... (...) ». Questo parlare vuol dire che laChiesa “pre-paolina” aveva fallitonella sua missione divina, storica,sociale e spirituale! Quale e quantasuperbia! Per Paolo VI, infatti, il“Gran movimento” della Rifor-

ma conciliare era “necessario, doveroso, provvidenzialee anche, speriamo, consolatore” (Discorso del 1° marzo1965), perché la Tradizione ecclesiastica, che esso scon-volge da cima a fondo, aveva perduto “autenticità,profondità, razionalità di logica cristiana, purezza, ric-chezza, efficacia, modernità, rispondenza all’indole e aibisogni dell’uomo moderno”.È un’accusa grave verso la Chiesa di sempre, per averistituito e insegnato e conservato tutte le sue tradizioni,contro tutti Riformatori e i Ribelli di ogni tempo!E questo non per aver denunciato errori degli uomini diChiesa, che possono e devono essere riformati col tempo,ma per aver chiamato in causa tutta la Tradizione ec-clesiastica, liturgica, canonica e pastorale, come se fossetutto da buttare tra i rifiuti, promettendo fantastiche nuovesue invenzioni!

Mons. Marcel Lefebvre.

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Ma quando la Riforma lasciava trasparire IL SUO VEROVOLTO, PROTESTANTE E UMANISTA, demolendole cose più sacre, che dovevano essere intaccabili, allora,Paolo VI, celando le sue vere intenzioni “ecumeniche”,a suo rinforzo, INVOCAVA IL CONCILIO E L’OBBE-DIENZA AD ESSO, anche quando il Concilio non ave-va mai voluto né immaginato quello che Paolo VI gliattribuiva. Come, fece, soprattutto per la Sua “NuovaMessa”.Ma come si era potuto arrivare a tanto? Lo dice lo stessoPaolo VI, il 19 novembre 1969: «Ecco è dovuto ad unavolontà espressa dal Concilio ecumenico testè celebra-to. Questa riforma che sta per essere divulgata, corri-sponde a un mandato autorevole della Chiesa; È UNATTO DI OBBEDIENZA... CHE RICHIEDE UNAPRONTA ADESIONE DA PARTE DI NOI TUTTI».E il 16 novembre 1969, otto giorno dopo, per schiacciarele resistenze, disse: «Sarà bene che ci rendiamo contodei motivi, per i quali è introdotta questa grave muta-zione; L’OBBEDIENZA AL CONCILIO, la quale, ora,diviene OBBEDIENZA AI VESCOVI che ne interpre-tano e ne eseguono le prescrizioni».E il 26 novembre 1969, aggiungeva: «È la volontà di Cri-sto; è il soffio dello Spirito Santo, che chiama la Chiesaa questa mutazione. Dobbiamo ravvisarvi il momentoprofetico, che passa nel Corpo mistico di Cristo, che èappunto la Chiesa, e che la scuote, la risveglia e la ob-bliga a rinnovare l’arte misteriosa della sua preghie-ra». Con questo dire, i lettori potranno pensare che, con la“vecchia Messa”, la Chiesa dormiva, e che solo l’operadel Vaticano II e Cristo stesso, che è venuto a scuoterla e arisvegliarla, la Chiesa è stata obbligata a cambiare la Mes-sa. Falso!

In primo luogo, il fatto che noi sacerdoti agiamo e par-liamo “in nome di Cristo”, quando pronunciamo le sacreParole della Consacrazione e che queste parole sono effi-caci ed infallibili nel provocare il “miracolo eucaristico”della “transustanziazione”, è un assioma teologico certoe sicuro; ma che Paolo VI ponga, fraudolentemente, tra leazioni liturgiche, il “cambiamento” del rito, questo no!È un’impostura! In secondo luogo, un giorno, la Storia dirà che Paolo VIha “IMPOSTO DI FORZA” e IN NOME DELL’OB-BEDIENZA i suoi nuovi riti e la sua “Nuova Messa”,perché due terzi dell’episcopato non avevano accettatoil “nuovo rito”, che era stato provato davanti a loro, nellastessa Basilica Vaticana!

IL MARcHIO SATANIcODEL “pONTIFIcATO” DI FRANcEScO

Per far accettare ai fedeli questa “nuova” dottrina, si ricor-re all’inganno che questa deve essere accolta come unicasoluzione al problema più grave che fronteggia l’uma-nità: la Pace Universale tra i popoli.Il cancro del tempo in cui viviamo è che questo compito èsvolto proprio da chi dovrebbe “confermare i fratelli nel-la Fede” in Cristo-Dio, l’unica vera fonte della Pace, enon ingannarli, distogliendoli dalla salvezza dell’animacon la favola di una Pace Universale tra i popoli cheponga fine ad una situazione di continue guerre, create ap-positamente per questo scopo. Ma per far questo, si deveabbattere l’ostacolo principale: la Chiesa di Cristo.È la Chiesa di Cristo che deve essere schiacciata e sostitui-ta con la “Chiesa Universale dell’uomo” di ispirazione sa-

Francesco bacia la mano a Rockefeller, in presenza di John Rothschild e di Henry Kissinger.

“Chiesa viva” *** Aprile 2018 7

tanica: e questo lo si può ottenere solo con un’opera diperversione della dottrina con “pontificati” di Anti-papiche portano il “Marchio della Bestia”, come il pontificatodi Paolo VI e il “pontificato” del suo ultimo seguace,Francesco. E il Marchio della Bestia è il simbolo centrale della bla-sfema e satanica Triplice Trinità, la quale esprime la puradottrina di Lucifero, nell’insieme delle prime tre TripliciTrinità, impresse nel Tempio Satanico dedicato a San Pa-dre Pio, e che hanno il seguente significato:1. la divinizzazione della Natura (dove Satana si presentacome Dio);

2. la divinizzazione dell’uomo (dove Satana si presentacome Redentore dell’uomo);

3. la divinizzazione di Lucifero (dove Satana si presentacome Re dell’universo).

Queste tre blasfeme divinizzazioni sono i pilastri del “pon-tificato” di Francesco, mentre l’obiettivo della sua “Con-tro-chiesa ecumenica dell’Anticristo” è quello di erigerela Nuova Torre di Babele, sostituendo l’Eucarestia-Cor-po Sangue Anima e Divinità di N. S. Gesù Cristo conl’eucarestia-creazione divinizzata che si unisce al“creatore” Lucifero.

FRANcEScO E LA DIVINIZZAZIONE DELLA NATURA

La divinizzazione della Natura esclude il soprannaturale esostituire la “salvezza dell’anima” con la “preservazionedell’Ambiente naturale”. Adam Weishaupt, capo fondatore dell’Ordine degli Illu-minati di Baviera, scrisse che solo in nome della sacralitàpanteistica della Natura, si può cancellare l’origine ditutti i mali: la Famiglia, insieme alla civiltà...Il cardinale Giacomo Biffi scrisse: «L’Anticristo ... met-te le vesti di un pacifista elegante e corretto, ambienta-lista e animalista. ... I valori della solidarietà, della pacee dell’ecologia, se vengono sradicati o contrappostiall’annuncio del fatto salvifico, diventano ISTIGAZIO-NI ALL’IDOLATRIA».Ci chiediamo: perché nell’enciclica ecologista di France-sco, Laudato si’, l’annuncio del fatto salvifico è comple-tamente assente e tutto, persino l’Eucarestia, è vincolataalla Natura?

– La natura è citata 70 volte, mentre le parole: Redenzio-ne di cristo, Messa, presenza reale, Sacrificio di cri-sto, confessione, Rosario, Regno di Dio, paradiso,purgatorio sono completamente assenti.

– L’Inferno è solo “soffocamento da agglomerazioni resi-denziali non compensato da relazioni umane che dannoil senso di comunione e di appartenenza” (148).

– La salvezza dell’anima è totalmente assente, ma com-paiono 4 tipi di salvezza che si possono ottenere con unappropriato rapporto con la natura (71, 79, 79, 112).

– Il peccato è citato 4 volte, solo in relazione alla natura.– L’Anima è citata una sola volta, ma solo per “incontrare

Dio anche in tutte le cose” (233).

– Il Soprannaturale è de-scritto come la natura cheviene assunta da Dio e tra-sformata in mediazione del-la vita soprannaturale (235).

– Il cristo risorto è matura-zione universale che illumi-na tutto; su Maria e Giu-seppe dice solo che ci aiu-tano a proteggere il mondoche Dio ci ha affidato.

– Eucaristia (236): «Unito alFiglio incarnato, presentenell’Eucarestia, tutto il co-smo rende grazie a Dio.L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e pe-netra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle manidi Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nelpane eucaristico “la creazione è protesa verso la divi-nizzazione, ... verso l’unificazione col creatore stes-so”. Perciò, l’Eucaristia è anche fonte di luce e di me-ditazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, eci orienta ad essere custodi del creato».

FRANcEScOE LA DIVINIZZAZIONE DELL’UOMO

Il massone che diventa Uomo-Dio è affrancato da ogni au-torità divina, essendo egli stesso Dio, e quindi, in piena“libertà di coscienza”, può ignorare, deridere, insultare ebestemmiare il nome del vero Uomo-Dio e della SS.maTrinità e di manifestare tutto il suo disprezzo per il Cri-stianesimo e per quei cristiani che non hanno abbandonatola Fede in Cristo-Dio. E in questo, la “libertà di coscien-za” di Francesco sembra non avere rivali! Nella sfera spirituale, ciò che interessa a Francesco non èl’accettazione di Gesù Cristo come Messia e Salvatore, mala divinizzazione della coscienza umana eretta a supre-ma norma morale della vita, a scapito del Vangelo e deiComandamenti di Dio.

– «Dio è luce che illumina le tenebre ... e una scintilla diquella luce divina è dentro ciascuno di noi» (quindi,l’Uomo è Dio)

– «... imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, ri-spettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo checiascuno di voi è figlio di Dio» (non è il Battesimo checi fa diventare “Figli di Dio”?)

– «Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anchedel Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere versoquello che lui pensa sia il Bene» (non era questo il pec-cato originale?)

– «E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esisteun Dio cattolico, esiste Dio».

– «Il Signore tutti, tutti ci ha redenti con il sangue di Cri-sto: tutti, non soltanto i cattolici. Tutti! Anche gliatei. Tutti!».

– «Vivi e lascia vivere è il primo passo verso la pace e lafelicità» (non era il primo “comandamento” satanico?).

“Chiesa viva” *** Aprile 2018

– «Non importa se a dare un’edu-cazione a un bambino sono i cat-tolici, i protestanti, gli ortodossio gli ebrei. Non m’interessa.M’interessa che l’educhino e losfamino».

– «La Madre di Gesù è stata la per-fetta icona del silenzio ... La Ma-donna era umana! E forse avevala voglia di dire: “Bugie! Sonostata ingannata!”».

– «Oggi, la gioventù ha bisogno ditre pilastri chiave: educazione,sport e cultura».

– «Il mondo è cambiato e la Chie-sa non può rinchiudersi nellepresunte interpretazioni deldogma».

– «... i pani e i pesci, vorrei aggiun-gere una sfumatura: non si mol-tiplicarono, no, non è vero».

– «Dialogare non significa rinun-ciare alle proprie idee e tradizio-ni, ma alla pretesa che esse sia-no uniche ed assolute».

– «Non si deve pensare che l’an-nuncio evangelico sia da trasmet-tere sempre con determinate for-mule stabilite, o con parole pre-cise che esprimano un contenu-to assolutamente invariabile».

– «La domenica è il giorno dellafamiglia».

– «Il proselitismo è una solennesciocchezza».

– «(Rivolgo) uno sguardo moltospeciale al popolo ebreo, la cuiAlleanza con Dio non è maistata revocata».

– «Noi non possiamo insistere solosulle questioni legate ad aborto,matrimonio omosessuale e usodi metodi contraccettivi. Que-sto non è possibile».

– «La Francia deve diventare unpaese più laico ... Una laicità sa-na include un’apertura a tutte leforme di trascendenza, secondole differenti tradizioni religiosee filosofiche».

– «I più grandi mali che affliggonoil mondo, in questi anni, sono ladisoccupazione dei giovani e lasolitudine dei vecchi».

– «Per me, la speranza si trova nel-la persona umana, in ciò che essaha nel “cuore”. Io credo nel-l’uomo ... dico che credo in lui,nella sua dignità e nella gran-

dezza della sua persona»– Per Francesco, però, certi cattoli-

ci hanno un “cuore diverso”:«Fondamentalisti, Farisei, pe-lagiani, Gnostici, trionfalisti,nostalgici, cristiani superficia-li, banda degli scelti, pavoni,moralisti pedanti, uniformisti,orgogliosi, autosufficienti, in-tellettuali aristocratici, cristia-ni pipistrelli che preferisconole ombre alla luce della presen-za del Signore, ecc...».

FRANcEScOE LA DIVINIZZAZIONEDI LUcIFERO

La divinizzazione dell’Uomo-Dio èsolo un passo intermedio per la di-vinizzazione di Lucifero e per ilraggiungimento dello scopo supre-mo e della massima aspirazione diLucifero, simboleggiata dal suo So-le Infinito che significa la totaleeliminazione del Sacrificio di cri-sto sulla croce dalla faccia dellaterra. Questo è l’obiettivo finale!La mancanza di fede e il disprezzomostrati da Francesco per l’Eucare-stia, aldilà della banalizzazione eperversione dei termini usati nellasua enciclica ecologista, Laudatosi’, sono evidenziati dalle sue pu-gnalate sferrate contro l’Eucaristiae il Sacrificio di cristo in croce:

– Nel suo libro “Refexiones espiri-tuales sobra la vida apostolica”(Bilbao 2014), Francesco insultal’Eucaristia con le parole: «panee vino nell’Eucarestia comeall’osteria con gli amici».

– Francesco nega la dottrina cat-tolica sulla presenza Reale diCristo nell’Eucarestia.

– Francesco non si è mai inginoc-chiato davanti all’Eucarestia.

– Francesco ha concesso la comu-nione agli adulteri risposati.

– 30 ottobre 2015: la “Dichiarazio-ne: Chiesa, Eucaristia e Ministe-ro”, invita all’“estensione del-l’opportunità per i luterani e cat-tolici di ricevere la Santa co-munione insieme”.

– 25 marzo 2016: Venerdì Santo,Basilica di San Pietro. Durante lacelebrazione della Passione del

Triplice Trinità

Lucifero

Sole infinito di Lucifero

La Nuova Torre di Babele

Lo stemma di Francescosimboleggia la

“Nuova Torre di Babele”

La nuova Eucarestia

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Signore, Francesco, nella capitale del Cattolicesimo, inpresenza di cardinali, vescovi e fedeli, fece una predicasu Martin Lutero, mentre le sue eresie e le sue dichia-razioni offensive venivano vomitate dalla bocca delpredicatore della casa pontificia, padre Ranierocantalamessa.

– 13 ottobre 2016: invece di celebrare i 99 anni del “Mira-colo del sole” che la Beata Vergine Maria fece a Fatimanel 1917, Francesco ha intronizzato Lutero in Vatica-no, con una cerimonia, di fronte ad ospiti luterani, nellaquale egli sostituì la stola papale (da lui mai utilizzatain precedenza) con la stola luterana.

– 30 ottobre 2016: giorno prima del viaggio di Francescoin Svezia, un secondo terremoto scosse nuovamentel’area occidentale dei Monti Sibillini. Interi paesi di-strutti. La basilica di San Benedetto rasa al suolo.

– 31 ottobre 2016: Francesco si recò in Svezia per festeg-giare, con i luterani, l’inizio del V centenario delle ere-sie di Martin Lutero. Il Vaticano pubblicò il gravissimodocumento: “commemorazione congiunta Luterano-cattolico Romana della Riforma Luterana”.Si notino i seguenti punti:

– 154: il termine “transustanziazione” è abbandonatocome un esplicativo cambiamento sostanziale che avvie-ne nell’Eucarestia, mentre non dice nulla contro i termi-ni “impanazione” o “consustanziazione”, usato dai lu-terani. In questi termini, Gesù sarebbe presente attraver-so la fede del gruppo e Gesù scomparirebbe una voltache si conclude la celebrazione.

– 158: l’Eucaristia è descritta solo come memoria(anamnesi), come l’hanno sempre concepita i luterani.

– 159: viene abbandonata la dottrina che afferma chein ogni Messa si rinnova in modo incruento il Sacrifi-cio di cristo, come ha sempre professato la Chiesa cat-tolica per più di duemila anni.

– La guerra alla Redenzione del Sacrificio di cristosulla croce è stata dichiarata ufficialmente e diffusa ca-pillarmente in tutto il mondo col “Logo della Miseri-cordia” e col Logo “Mater Misericordiae” dove, suentrambi, appaiono i simboli di 7 volte l’Anticristo,che, in linguaggio occulto, simboleggia il Sole Infinitodi Lucifero e cioè l’eliminazione totale del Sacrificiodi cristo sulla croce dalla faccia della terra.

– 15 dicembre 2016: nell’Aula Paolo VI, Francesco rice-vette persone e bambini provenienti dai Paesi dei cinquecontinenti. Alla domanda. “Perché i bambini muoio-no?”, con un atteggiamento di falsa e ostentata umiltà esenza aver dato alcuna risposta sulle ragioni e sul sensodella sofferenza umana, Francesco disse: «DIO È IN-GIUSTO? SÌ, È STATO INGIUSTO cON SUO FI-GLIO, L’HA MANDATO IN cROcE». Si poteva col-pire il Sacrificio di cristo sulla croce e calpestare l’a-more immenso di Dio per l’umanità, in modo piùprofondo e satanico, se non con l’orribile bestemmiadi accusare Dio di ingiustizia, per aver voluto la mor-te di Suo Figlio in croce per la Redenzione dell’uma-nità? Solo il Marchio della Bestia della blasfema e sa-tanica Triplice Trinità massonica poteva fargli conce-pire e vomitare una simile e orribile BESTEMMIA!

OBBEDIENZA AL “MAGISTERO” DI FRANcEScO?

Novembre 2017: da Santa Marta è partito un “invito” nonufficiale (in stile Bergogliano) alle Comunità di base di“organizzarsi” per dare inizio, con i luterani, a speri-mentare la “messa ecumenica”. A partire dal 5 novembre2017, queste Comunità “cattoliche”, pro divorzio e pro eu-tanasia, parteciperanno alla “santa cena” protestante nellachiesa luterana di via Sicilia, a Roma. Questo “cammino” è stato dichiarato “irreversibile”!Anche se ancora non è stato pubblicato il testo ufficialedella “messa ecumenica”, si parte dalla “base” per poi ac-coglierla, ufficializzarla e imporla!Francesco, che ha toccato con mano la sua perdita di po-polarità, nel suo recente viaggio in Cile e Perù, sembraaver deciso di accelerare ancora di più i tempi: ci sarà il“giuramento” di fedeltà al suo magistero? Sarà fatto da-vanti ai vescovi diocesani? E se non tutti i sacerdoti giure-ranno? Chi non giurerà sarà emarginato o sospeso?..

E QUI, INIZIERÀ UFFICIALMENTE LO SCISMA.

“Chiesa viva” *** Aprile 2018 9

Ecco il simbolo del compito affidato a Francesco: la Triplice Trinità, im-pressa sulla 13a formella che copre il Tabernacolo del Tempio Satanico dedi-cato a San Padre Pio, schiaccia la croce di cristo. L’arma per l’eliminazionetotale del Sacrificio di Cristo sulla Croce, è l’Ecumenismo massonico che ri-chiede la sostituzione del significato dell’Eucarestia in “creazione protesaverso la divinizzazione ... verso l’unificazione col creatore stesso”.Poichè nella Divinizzazione della Natura, Satana si presenta come “dio”, alposto di Gesù Cristo che offre il suo Sacrificio al Padre, per la salvezza delleanime, con l’eucarestia di Francesco, invece, è l’Uomo-Dio che offre il suosacrificio a Satana per unirsi a lui nella sua guerra a Dio, per il trionfo diLucifero, simbopleggiato dalla “Nuova Torre di Babele”, che è esattamenteil significato della simbologia occulta dello stemma “papale” di Francesco!

10 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

È opinione comune che esse-re laici significhi allonta-nare Dio dalla cosa pubbli-

ca, soprattutto per riguardo dei noncredenti, in osservanza dei princìpidi libertà, uguaglianza e fraternità.Fare entrare Dio nella gestionedegli affari di Stato significhereb-be, infatti, imporre la teocrazia, daipiù vituperata.Non si tiene conto che propriol’osservanza del Decalogo e delsanto Vangelo renderebbe possi-bile la pace sociale, la fratellanzae l’uguaglianza tra gli individui.Il laicismo ha ucciso Dio nelle co-scienze, pretendendo di affran-care l’uomo dalla schiavitù deiprecetti della fede e della Tradi-zione dei padri.In tal modo, in breve tempo, si è raggiunto un elevato li-vello di apostasia che sta portando gli esseri alla folliabarbara ed omicida che alimenta le cronache quotidiane.L’Occidente ha rinnegato le proprie radici cristiane, quasivergognandosene di fronte all’avanzare dei nemici di sem-pre.Nel nostro Paese, in particolare, sebbene sede del Papato,assistiamo, di fatto, ad una dilagante banalizzazione delsacro, ridotto ad uno dei tanti aspetti della cultura na-zionale. Così, per esempio, si festeggia il carnevale, ma sitrascura la Quaresima, mentre il santo Natale, la santa Pa-squa sono sminuiti a semplici festività, perché non si puòurtare la sensibilità dei non cattolici.Siamo cresciuti culturalmente e tecnologicamente, perciòpossiamo in tutta tranquillità ignorare nostro Signore, Ge-sù Cristo; avendo la mente, il cuore e l’anima rivolti al-trove, non ascoltiamo più la Sua Voce, troppo assor-dante e d’intralcio ai nostri progetti.Sentiamo di avere nelle mani il futuro del mondo, ormaiasservito alle leggi di mercato, non a quelle divine, tropposcomode da seguire.

In fin dei conti, chi è Gesù cristoche si permette di chiamarci aportare con Lui la croce e nonrispetta la nostra voglia di vive-re, di amare, di sopraffare e digodere?Lui è il Dio lontano, antiquato, in-tegralista, nemico del libertinaggioe intollerante verso gli altri dèi,perché pretende di essere verità as-soluta!Lui, che ha fondato la Sua Chiesa,autoritaria ed esclusivista, non sache una parte dello Spirito è in tut-te le confessioni religiose? Lui,che ha predicato l’amore, comefa a non legittimare le esigenzedell’uomo di oggi che vuole ama-re, a prescindere dal genere edalle leggi naturali?

Dio ci giudica, ma non considera che siamo diventati i pa-droni della vita, ragion per cui cloniamo, pratichiamol’aborto, l’eutanasia e la manipolazione genetica, ap-poggiati oltretutto dal silenzio connivente della stessaGerarchia Vaticana. Dio ci parla di peccato; ma cos’è ilpeccato, se non un retaggio medioevale?Nel terzo millennio, civile e progressista, il peccato nonesiste più, perché tutto è giustificato dalla nuova teologialassista e accomodante verso le disparate pretese sociali edecumenistiche.Negli ultimi decenni, mutati dogmi, liturgia e dottrina,anche l’uomo ha mutato il suo approccio al Divino e lasua interiorità, adattandoli alle urgenze dell’ideologia ma-terialista.Non abbiamo sensi di colpa, anzi ci sentiamo nel giusto,soddisfacendo le brame della nostra natura, anche se incontrasto con la volontà di Dio.Lo spergiuro e la dissacrazione, quindi, supportano unsecolarismo sempre più diffuso che non si astiene dallavolgarità e dall’oltraggio, ritenuti libera espressione dadifendere ed esaltare.

DERIVADELLA FEDE CATTOLICA

della dott.ssa Pia Mancini

L’“uomo nuovo” della Massoneria: liberatosi di Dioe della sua Chiesa, riconosce, come sola Legge, lamassonica Dichiarazione dei “Diritti dell’uomo”.

“Chiesa viva” *** Aprile 2018 11

Mentre le altre di-vinità sono rispet-tate, forse per té-ma delle violenteritorsioni da partedei loro adoratori,tutto è permessonei confronti diGesù e della Ma-donna, le cui im-magini, già vili-pese in mille mo-di, secondo unasentenza dellaCorte Europea,possono essereaddirittura usatenegli spot pub-blicitari.Ci sentiamo a talpunto emancipatiche possiamo pro-cedere da soli, si-

curi ed orgogliosi del nostro agire; abbiamo eliminato, diconseguenza, anche l’inferno che, come affermano i so-loni vaticani, non è un luogo ed è vuoto, perché Dio,misericordia infinita, permette a tutti, ladri, usurai,avari, sodomiti ed assassini compresi, anche se nonpentiti, di accedere al Regno dei cieli.Basterebbe ascoltare le omelie di certo clero, in occasionedei funerali di celebrità, per rendersene conto. Non siamopiù in grado di cambiare il pensiero dominante che po-ne l’uomo al centro dell’universo e lo rende dio di sestesso, determinati, come siamo, a proseguire la nostracorsa verso la felicità senza Dio e i Suoi impegnativi Det-tati, perché la croce pesa, genera dolore e non ci si puòchiedere di abbracciarla.

Lo stesso Papa, i Ve-scovi, i Cardinali emolti preti vannopredicando che il ve-ro cristiano deve es-sere gioioso ed aprir-si a tutti, senza di-stinzione, astenen-dosi da critiche egiudizi verso qual-sivoglia abominio.I tempi sono cambia-ti e le Scritture, rite-nute obsolete, sonoda rivedere; inoltre,si chiama Dio allacorreità del nuovocorso che si è intesodare alla storia edalla chiesa di Ro-ma, svenduta permolto meno di trentadenari.La scelleratezza,globalizzata, fa sì che, alla venuta dello Sposo, ad acco-glierLo ben poche saranno le vergini sagge, con le lampa-de accese, ovvero coloro che hanno lottato con coraggioe determinazione per affermare che fuori di Dio nullaesiste, che Dio è tutto e tutto racchiude, che Dio è Giu-stizia perfetta, che Dio è Luce e che, se non cambiamo,ci attendono soltanto buio e disperazione.Sarebbe auspicabile che dalla Santa Sede si levasse, seve-ra, la voce del Papa a stigmatizzare i comportamenti im-morali ed anticristiani sia del Clero sia dei politici sia deitanti, sedicenti fedeli che lo applaudono perché uomotollerante, non perché difensore della Tradizione cat-tolica.

I Nostri LuttiI Nostri LuttiRev.do Brachet Don Giuseppe(Cirié – Torino)Rev.do Martellini Don Giorgio(San Giovanni Valdarno – AR)Rev.do Castagnoli Don Aldo(Parma)Sig. Daniele Arai(Aljustrel Fatima – Portogallo)

A tutti i lettori di “Chiesa viva” Li raccomandiamo alla loro preghiera.

La Corte europea dei “diritti umani” legittima edifende l’uso dei simboli religiosi nelle pubbli-cità, come diritto alla libertà d’espressione.

La Corte europea dei “diritti umani” ha con-dannato la Lituania per aver multato un’a-zienda che si è servita di Gesù e Maria, suposter e internet, per vendere vestiti.

12 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

Dove Gesù dice biancoRatzinger dice nero

del prof. Enrico Maria Radaelli

Q ui si vogliono offrire almenocinque dei numerosi esempidi totale inconciliabilità, da

una parte, degli insegnamenti di Sa-cre Scritture e Dogmi della chiesa,dall’altra, degli insegnamenti espostida Joseph Ratzinger quand’era pro-fessore di Teologia a Tubinga, in unsuo celebre libro del 1968, Introduzio-ne al cristianesimo, ancor’oggi vero eunico paradigma del suo pensiero, ven-duto da cinquant’anni in tutto il mon-do, mai smentito, anzi confermatonel 2000 da un nuovo Saggio introdut-tivo vergato dal suo stesso Autore,all’epoca Prefetto della sacra Congre-gazione per la dottrina della fede, e,nella sua linea dorsale, ancora la lui ri-badito in un’intervista pubblicata suL’Osservatore Romano il 17.3.16, dun-que solo due anni fa, a tre anni dallasua Rinuncia al Papato. Libro dunque ancora attualissimo.Esso costituisce l’oggetto dell’analisidel mio Al cuore di Ratzinger. Al cuo-re del mondo. Si vuole altresì rassicu-rare il lettore della più ampia conte-stualizzazione, in questo mio lavoro,delle citazioni del pensiero ratzingeria-no, così da poter garantire allo studiosoil più largo aiuto per afferrare di quellepagine, oltretutto, il loro non semprelimpido significato.Si ritiene urgente la massima diffusione di Al cuore di Rat-zinger. Al cuore del mondo affinché sia evidente che il sot-toscritto, potendo cominciare a lavorarvi solo dal settem-bre del 2015, ha fatto di tutto per arrivare in tempo a pro-vare – quantomeno a provare – di convincere l’esimio emite Autore di Introduzione al cristianesimo della neces-sità di riflettere su tutti quei suoi assunti prima che siatroppo tardi.In tale mio studio critico ho anche volutamente propostoquattro paragrafi (dal § 76 al § 79) in cui ho voluto esporre

all’apprezzamento del lettore anchecinque bei pensieri del Professore lacui presenza, pur nell’oceano dellepiù biasimevoli dottrine fuori strada,permette di capire quanto il mio librosia scevro da ogni apriorismo, se nondettato dalla divina e a tutti superioreNorma normans del Logos.Questi i cinque esempi.

pRIMO ESEMpIONel 2005, salito da poco al papato colnome di Benedetto XVI, colui che erastato il Professor Joseph Ratzinger in-segnava che quella di Dio «rimanel’ipotesi migliore, benché sia un“ipotesi”» (Joseph Ratzinger, L’Euro-pa di Benedetto nella crisi delle cultu-re, Cantagalli, Siena 2005, p. 123).Ma dire che Dio è “l’ipotesi migliore”significa comunque fondare la fede inDio – credere Deum – su un’ipotesi, sepur la migliore, ossia su un dubbio, ilche però significa fondarla su un attoumano: è l’uomo che ipotizza l’esi-stenza di Dio, è l’uomo che, nella suamente, “produce Dio”.Ma la fede è una conoscenza per testi-monianza, e la testimonianza è quelladel Cristo, che dice, proclama e affer-ma: «Dio nessuno lo ha mai visto:proprio il Figlio unigenito, che è nel

seno del padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18).Si noti che questo pensiero drammaticamente errantedel più recente Ratzinger, che conferma come si debbacercare di correggerne il fideismo di fondo, lo si è potutoraccogliere proprio da chi credeva, con l’improvvida cita-zione di quelle sue parole, di difenderlo dal mio dire (v.http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/04/josephratzinger-teologo-non-modernista-ma-moderno).Nelle prime settanta tre pagine del suo libro, il professorRatzinger, ben trentadue anni prima, aveva già steso il

Il libro, di 370 pagine è disponibile presso le libre-rie: Ancora (Milano e Roma), Coletti (Roma),Hoepli (Milano), Leoniana (Roma), oltre che sulsito “Aurea Domus”.

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“Chiesa viva” *** Aprile 2018 13

concetto fondante della sua fede “ipotetica”, e l’avevasteso con plurime e sempre molto drammatiche espressio-ni, di cui qui si riportano solo le tre più esemplari e strug-genti: «… il credente può vivere la sua fede unicamentee sempre librandosi sull’oceano del nulla, della tenta-zione e del dubbio, trovandosi assegnato il mare del-l’incertezza come unico luogo possibile della sua fe-de,… » (Introduzione al cristianesimo, p. 37);

«È la struttura fondamentale del destino umano potertrovare la dimensione definitiva dell’esistenza unica-mente in questa interminabile rivalità fra dubbio e fe-de, fra tentazione e certezza» (Introduzione al cristiane-simo, p. 39);

«Il credente sperimenterà sempre l’oscura tenebra incui lo avvolge la contraddizione dell’incredulità, incate-nandolo come in una tetra prigione da cui non è possi-bile evadere…» (Introduzione al cristianesimo, p. 73).Ma Gesù, a proposito di certezza e so-lidità della fede, ci dice: «…e tu, unavolta ravveduto, conferma i tuoi fra-telli» (Lc 22,32); «Io sono la via, laverità e la vita» (Gv 14,6), e: «beatiquelli che pur non avendo visto cre-deranno» (Gv 20,29).E san paolo ricorda che «ciò che diDio si può conoscere è loro manifesto[è manifesto agli uomini]; Dio stessolo ha loro manifestato. Infatti, dallacreazione del mondo in poi, le sue per-fezioni invisibili possono essere con-template con l’intelletto nelle opere dalui compiute, come la sua eterna poten-za e divinità; essi sono dunque ine-scusabili, perché, pur conoscendoDio, non gli hanno dato gloria né glihanno reso grazie come a Dio, mahanno vaneggiato nei loro ragiona-menti e si è ottenebrata la loro menteottusa» (Rm 1,19-22).

Conclusione: «Senza la fede è impos-sibile piacere a Dio» (Eb 11,6). Su taliinerranti Scritture la Chiesa dogmatiz-za (con asserzione cui è dovuta obbe-dienza de fide): «Dio, principio e finedi ogni cosa, può essere conosciuto con certezza me-diante la luce naturale della ragione umana a partiredalle cose create» (Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius,cap. 2, Denz 3004).Bisogna qui aprire una parentesi di ordine generale che cipermette di notare come il postulato iniziale generalissimodel professor Ratzinger, secondo cui: “… il credentepuò vivere la sua fede unicamente e sempre librandosisull’oceano del nulla, della tentazione e del dubbio”,nullifica tutto il libro nonché se stesso medesimo, inquanto circolarmente contradditorio.Se, infatti, per principio, tutto è incerto, allora sarà incerto,per principio, anche il postulato medesimo, che quindi po-trebbe essere falso, e saranno comunque incerte, forse fal-se, per principio, tutte le proposizioni del libro e, allora, a

che pro non solo scriverlo, ma anche leggerlo? (v., in Alcuore di Ratzinger. Al cuore del mondo, i §§ 11-21 suldubbio socratico, giusto, e su quello scettico, da rigettare,pp. 51-82).

SEcONDO ESEMpIOIn un’intervista del 2016 a Jacques Servais s.j., pubblicatasull’Osservatore Romano, l’augusto Teologo, già Papa, tor-nato cardinale pur ricusandone la qualifica, riconfermava lalinea dorsale del suo libro ribadendo la propria convinzioneche la Redenzione come «riparazione dell’“offesa infini-ta fatta a Dio”» è solo una dottrina medievale: una dot-trina dovuta, secondo lui, unicamente a un vescovo, peral-tro santo, il vescovo Anselmo d’Aosta, la cui «ferrea logi-ca» resta «difficilmente accettabile dall’uomo moder-no», così mantenendo inalterato il pensiero formulato cin-quant’anni prima in Introduzione al cristianesimo, per il

quale essa “ci appare come un crude-le meccanismo per noi sempre piùinaccettabile” (Introduzione al cristia-nesimo, p. 221).Ma Gesù stesso parla di “ira di Dio”:«chi rifiuta di credere nel Figlio nonvedrà la vita, ma l’ira di Dio rimanesu di lui» (Gv 3,36); quale ira? perchéira? L’ira del creatore per il peccatodella sua creatura; e san paolo chia-risce: «Quando eravamo nemici, sia-mo stati riconciliati con Dio per mez-zo della morte del suo Figlio» (Rm5,10): nemici per il peccato dell’uomo,che la morte per Olocausto cruento diCristo riscatta.Infatti: «Anche noi tutti, … eravamoper natura figli dell’ira» (Ef 2,3);“per natura” a causa del peccato origi-nale trasfuso in noi da Adamo.E l’Apostolo (Dio attraverso l’Aposto-lo) rincara: «E voi, che già eravateestranei e nemici nella vostra mentee nelle vostre opere malvagie, oraDio vi ha riconciliati nel corpo dicarne di Lui, per mezzo della Suamorte» (Col 1,21-2); cui si aggiungeGiovanni, l’Apostolo prediletto (ossia

sempre Dio attraverso stavolta l’Apostolo prediletto): «Inquesto si è manifestato l’amore di Dio verso di noi: cheDio [padre] ha mandato il suo Figlio unigenito nelmondo, ... In questo è l’amore: non che noi abbiamoamato Dio, ma che Dio ha amato noi e ha inviato il suoFiglio per essere l’espiazione per i nostri peccati» (I Gv4,9-10). Su tali inerranti basi scritturali, il dogma ordina(Concilio di Trento, Denz 1743 e 1753) che la Chiesa pro-fessi la dottrina della Redenzione come Olocausto di Cri-sto al Padre, e in Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mon-do (§§ 40-3, pp. 155-72) è percorsa tutta la storia deldogma al proposito, che esige che sia obbedito, accetta-to, creduto e celebrato proprio ciò che il professor Rat-zinger rigetta.

(continua)

14 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pioa cura del dott. F. A.

RIVELAZIONI DI UN “VEROpENTITO” E “cONVERTITO”

Le rivelazioni dei “collaboratori digiustizia”, riportate nelle puntate pre-cedenti, danno la strana sensazione di“dire senza esagerare” e “senza andaretroppo lontano”, di “affermare ciò chegià si conosce”, di “dire ma, se si an-dasse oltre il limite, di ritrattare”. Perquesto tipo di “rivelazioni”, sembrache lo Stato conceda a questi “collabo-ratori” programmi di protezione nel-l’intento di carpire informazioni checonsentano di comprendere meglio larealtà della Mafia che fronteggia loStato e lo sfida.Un uomo, che si definisce non “colla-boratore di giustizia”, ma mafioso “ve-ro pentito” e “convertito”, ci forni-sce, però, un’altra interessante versionedi questa ambigua realtà.Il suo nome è Vincenzo calcara, sica-rio di Cosa Nostra che aveva ricevutol’incarico di uccidere il giudice paoloBorsellino, che temerariamente osavasfidare la Mafia.Per farci meglio comprendere le sue rivelazioni, nel suo li-bro: “Dai Memoriali di Vincenzo calcara: le cinqueEntità rivelate a paolo Borsellino”, Calcara ha racconta-to fatti concreti, verificabili e mai ritrattati relativi a perso-naggi quali, ad esempio: il Capo della Mafia, FrancescoMessina Denaro, il suo stretto collaboratore, MicheleLucchese, l’on. Giulio Andreotti, mons. Macchi, il card.Villot, il card. Benelli, mons. Marcinkus, e fornendo an-

che la vera storia dell’attentato a Gio-vanni paolo II e quella relativa allacondanna a morte di calvi.Queste testimonianze trovano valore eforza nel fatto che Calcara è volonta-riamente uscito dal programma di pro-tezione dello Stato, affermando: «Lamaggior parte dei pentiti collabora-va e collabora per opportunismo einteresse. C’è tuttavia un rovescio del-la medaglia che a me personalmentenon è mai piaciuto. Quando sei sotto ilprogramma di protezione sei bloccatoin tutto. Non puoi parlare, non puoi ri-lasciare interviste, sei praticamenteprigioniero. Il punto è che fa comodopure alle Istituzioni deviate avvalersidi un pentito/pappagallo opportuna-mente ammaestrato, che parli solo,quando e come vogliono Lor Signoridei piani alti. Così, dopo gli eventiluttuosi che hanno portato alla mortedel dott. Borsellino, ho scelto di usciredal programma e adesso sono libero1:«diseredato e senza protezione, iopossiedo più degli altri: possiedo la

libertà di parlare che gli altri non hanno»2.Inoltre, le rivelazioni di Calcara sulle cinque Entità, ch’e-gli aveva trasmesso al Giudice Borsellino poco prima delsuo assassinio, sono state poi confermate: nel 2013, dal-l’ex magistrato antimafia pietro Grasso; in un’intervistaad “Anno Zero”, da Walter Veltroni; nell’aprile 2014, dalgiudice Antonio Ingroia, durante il processo “BorsellinoQuater”, dove il giudice sottolineò l’importanza delle rive-lazioni di Calcara.

Padre Pio con le stigmate.

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“Chiesa viva” *** Aprile 2018 15

te. Bisognava aspettare solo il be-nestare di Riina e Provenzano.Paolo Borsellino era una di quellemorti che fan prestigio al pallotto-liere della Piovra»5.Al tempo in cui gli fu prospettatol’incarico di uccidere il giudiceBorsellino, Calcara era latitante,ma quando, nel corso dei prepara-tivi, udì che questo piano di assas-sinio prevedeva un suo immediatotrasferimento in Australia, eglicomprese la sorte che lo attendeva:la morte che gli avrebbe chiuso labocca per sempre. Fu allora cheCalcara decise di prendere le di-stanze da Cosa Nostra ma, imme-diatamente, si ritrovò in carcere,dove, però, ebbe inizio la sua col-laborazione col giudice Borsellino,e dove emersero il suo pentimentoe la sua conversione, che maturòsolo dopo la morte del magistrato.L’attendibilità delle dichiarazionidi Vincenzo Calcara deriva dal fat-to che quest’uomo della Mafia hapartecipato di persona a certi even-ti storici delittuosi nei quali egli haavuto un ruolo diretto e determi-nante. Le dichiarazioni di Calcara,oltre a far parte di una storia vissu-ta, sono verificabili nei fatti e lesue rivelazioni scoperchiano unarealtà orribile, intrisa di droga, avi-dità, odio, crudeltà, delitti, che in-chioda senza pietà certi perso-naggi che hanno goduto, per de-

cenni, di un’immeritata onorabilità e rispettabilità.Per dare un’idea del tipo di rivelazioni di Calcara, che nonpossiamo e non potremo più ignorare, riassumiamo il con-tenuto di alcune pagine che descrivono certi eventi storicifinora sconosciuti al pubblico, oppure noti a tutti ma tal-mente gravi da non aver mai avuto una spiegazione.

DROGA E “BANcA DEL VATIcANO”

«Non c’è niente di più bianco, pulito, semplice e redditiziodella droga. Non c’è mercato che regge meglio di quellodella Coca. La Coca è un bene assoluto essenziale che nonteme inflazione e non scarseggia mai. Chi possiede la Co-ca possiede una ricchezza immediata in grado di sfidare

Ecco ora la sintesi di Calcara sullerelazioni Stato-Mafia: «Voglio ini-ziare affermando, a voce alta,che lo Stato non ha bisogno disapere le cose, (perché già) le sa!Sì, perché lo Stato o almeno unaparte dei suoi apparati, le hacompiute in prima persona. LoStato non vuole la verità, mavuole autotutelarsi…»3.«Ora … le dichiarazioni di Calcarafanno emergere le falsità propina-te per oltre 20 anni e la discre-panza tra due Stati, come fosserodue mondi in conflitto senza pos-sibilità di tregua. Questo doppioStato ha alimentato, nel corso de-gli anni, un caparbio inganno e hagenerato spargimento di sangue in-nocente, rafforzato da un silenzioche, come un atto di fede, ha im-pedito a chi sapeva di portare al-la luce la “verità”, in nome del-l’irragionevole ebbra simbiosichiamata “Ragione di Stato”,che sacrifica la verità e ipotecaogni cambiamento. In questa sede,troverete un intreccio di situazioniin cui, come fosse un fiume carsi-co, emergono o s’inabissano le te-stimonianze di: inquisiti, giudici,faccendieri, uomini dei servizi se-greti, Maestri Venerabili, massoni,spie e spiati, mafiosi, uomini diChiesa, reclutatori e reclutati»4.

Legato, sin da giovane, al capo deicapi Francesco Messina Denaro di Castelvetrano (Trapa-ni) e, in seguito, anche al boss Michele Lucchese di Pa-derno Dugnano (Milano), Vincenzo Calcara ha trascorsogran parte della sua vita come “uomo riservato”, e cioècome un “soldato”, conosciuto solo dai Capi della Mafia ea loro disposizione per “operazioni speciali”. Per i suoimeriti dimostrati sul campo, gli furono assegnate missionimolto delicate, che lo portarono a operare in stretta colla-borazione con i vertici di Mafia (cosa Nostra), Ndran-gheta, chiesa, Massoneria e Servizi Segreti “deviati”.«Io avrei dovuto uccidere Paolo Borsellino (…) France-sco Messina Denaro, il capo dei capi, mi aveva affidatol’incarico di stenderlo una volta per tutte. Doveva morire ocon il fucile ad alta precisione o con l’autobomba. Noi delclan di Castelvetrano (…) avevamo pianificato scrupolosa-mente le due varianti dell’attentato. Nel primo caso, Mat-teo Messina Denaro, figlio di Francesco, mi avrebbe co-perto; nel secondo caso, io avrei dovuto fare da coperturaa lui mentre premeva il telecomando. Matteo ed io erava-mo amici. Lui è il responsabile delle stragi di Firenze invia dei Georgofili, dell’attentato fallito allo Stadio Olimpi-co, del tentato attentato a Costanzo, della morte di Dallachiesa per cui fu condannato all’ergastolo ancora latitan-

Vincenzo calcara, uomo della Mafia ma poi diventato un ve-ro “pentito” e “convertito”, in questo libro, rivela fatti ag-ghiaccianti quasi al limite dell’incredibile, tra i quali spiccaquello di paolo VI, la cui vera identità, all’interno delle cin-que Entità: Mafia, Ndrangheta, chiesa deviata, Loggia p2e Servizi segreti “deviati”, era nientemeno che quella di ca-po della Suprema commissione di queste cinque entità.

1 Cfr. Vincenzo Calcara, “Dai memoriali di Vincenzo calcara: le cinqueEntità rivelate a paolo Borsellino” Ed. il Molo, 2014, 1a ed., p. 33.2 Idem, p. 22.3 Idem, p. 239.4 Idem, p. 23.5 Idem, p. 36.

16 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

L E P A N T O– S A N P I O V S A L V A L A C R I S T I A N I T À –

anche il titolo piùquotato in borsa.Si tratta dell’in-vestimento più si-curo del mondoche non si puòparagonare a nes-sun altro. (…) Aitempi della cosid-detta “Pizza Con-nection” la mia“Famiglia” (ma-fiosa) e le altre“Famiglie” delpalermitano, all’i-nizio degli anni’80, grazie all’e-roina, guadagna-vano miliardi,dando vita allanuova borghesiamafiosa. Acqui-stava morfinagrezza dai Turchi,

la raffinava in Sicilia e, dopo averla trasformata, la vende-va. Il ricavato dei soldi veniva dato nelle mani del notaioAlbano che li versava tramite il suo fraterno amico, il Ve-scovo Marcinkus, longa mano ed ombra di paolo VI,alla “Banca del Vaticano” e investiti sia in Italia che inSud America. Feci presente questa cosa, ma non fui presoin debita considerazione. (…)Avevo sentito dire da Stefano Bontade e da altri uominid’onore della mia “Famiglia” che Pippo Calò, SalvatoreRiina, Francesco Madonia e altri dello stesso gruppo cor-leonese avevano investito somme di denaro a Roma, attra-verso Licio Gelli, che ne curava gli investimenti e che par-te del denaro veniva investito nella “Banca del Vatica-no”. Di queste cose parlavo con Bontade e Salvatore Fe-derico che erano i manager della nostra “Famiglia”. In sostanza, Bontade e Inzerillo avevano Sindona, gli altriavevano Gelli».

I TRAFFIcI DI cOcA

«1981-1982. Fiumicino e Linate sono le porte d’ingressopiù facili per la droga (…) Gli arrivi sono all’ordine delgiorno e molti si chiedono come sia possibile eludere laferrea sorveglianza. (…)Ero stato assunto a lavorare dentro la dogana ai voli inter-nazionali all’aeroporto di Linate-Milano, la migliore piaz-za per lo smercio della coca. Svolgevo la mia mansionedentro il varco doganale dell’Aeroporto di Milano come sefossi incensurato. In quel periodo, ero già stato condan-nato dalla corte di Appello di palermo a 15 anni dicarcere ed ero sorvegliato speciale, quindi non avrei do-vuto muovermi dal Comune di Castelvetrano. Ma a cosaNostra e ai Servizi Segreti “deviati” niente è impossibile.Ricordo che ero munito di tesserino, che portavo attaccato

al petto, e giravoin tutto l’aeropor-to come un onestocittadino, senzaessere controllatoné dai Carabinieri,né dai Finanzieri,proprio per svol-gere il mio compi-to: occuparmi del-la movimentazio-ne della droga.Facevo tutto quel-lo che volevo. An-davo persino nellapista sulla qualeatterravano gli ae-rei.Grazie a quel tes-serino, che solita-mente viene rila-sciato dal prefet-to dopo numero-se indagini, eroriuscito a fa entrare (tramite due turchi) quintali e quintalidi morfina base. Gli arrivi avvenivano ogni 3 o 4 giorni.La droga veniva stivata nel cargo o nascosta altrove, e ba-stava attrezzarsi di carta carbone per farla sparire dai metaldetector. Fatto sta che non era affatto difficile portarla adomicilio. Questa morfina veniva accumulata dentro la villa diMichele Lucchese, che era un vero e proprio manager del-la droga e della logistica. Io personalmente mi occupavo ditrasferire il carico presso il suo ufficio. La droga venivasuccessivamente caricata su un camion (dai 20 ai 30 Kg)che si imbarcava dal porto di Genova con destinazione Pa-lermo. Infine, veniva raffinata ad Alcamo, dove si trovava-no i laboratori altamente specializzati, presso cui lavorava-no chimici d’eccezione. L’avallo della mafia, in tutto ciò,garantiva che le forniture di droga non venissero mai stop-pate. Sono i vertici a organizzare nel dettaglio l’oleatamacchina del traffico: acquisto, trasporto, ripartizionee distribuzione in maniera frenetica»6.«Nessun pentito conosceva e conosce Lucchese comeme. Ben presto, entrai nelle sue grazie al punto che mi fe-ce stabilire la residenza a casa sua e diventai automatica-mente l’uomo di fiducia di uno dei più potenti “monopo-lizzatori” del traffico del narco traffico nostrano. Poichéegli apparteneva ad una Loggia Massonica segreta,aveva chiesto l’autorizzazione a Francesco Messina De-naro affinché mi preparassi a conoscere le regole del RitoScozzese. (…) Solo dopo questo rito, sarei potuto entrareanch’io, insieme a Lucchese, nella Loggia Massonica e sa-rebbe stato un passaggio fondamentale, perché la Masso-neria “facilita i rapporti”, ovvero i patti d’affari»7.

6 Idem, pp. 121-123.7 Idem, p. 128.

Vincenzo Calcara. Il giudice Paolo Borsellino.

“Chiesa viva” *** Aprile 2018 17

LE pRINcIpALI BATTAGLIE DEI TURcHI cONTRO I cRISTIANI

I Turchi avevano riportato la vitto-ria nelle seguenti battaglie contro icristiani:

– nel 1389, nel Kossovo, contro iserbi;

– nel 1396, a Nicopoli, contro icrociati guidati dal re d’Unghe-ria;

– nel 1414, a Negroponte, contro iveneziani;

– nel 1417, a Valona;– nel 1418, a Girocastro;– nel 1430, a Salonicco, contro i

veneziani;– nel 1453, a Costantinopoli, fine

dell’Impero Bizantino;– nel 1462, a Lesbo, contro i geno-

vesi;– nel 1463, contro i greci dell’Impero di Trebisonda;– nel 1463, contro, i bosniaci a Jace;– nel 1480, a Otranto, contro gli italiani;– nel 1499, 1a battaglia di Lepanto contro i veneziani;– nel 1500, 2a battaglia di Lepanto, contro i veneziani;– nel 1521, a Belgrado, contro gli ungheresi;– nel 1522, a Rodi, contro i Cavalieri di San Giovanni di

Gerusalemme;– nel 1527, a Mohacs, contro gli ungheresi;– nel 1571, a Cipro, contro i veneziani;– nel 1529, avevano assediato gli austriaci a Vienna.

Quindi, i turchi avevano già com-battuto due battaglie a Lepantocontro i veneziani.

La prima battaglia di Lepanto,(nota meglio come Battaglia diZonchio o anche come la battagliadella sapienza) ebbe luogo in quat-tro giorni diversi: 12, 20, 22, 25agosto 1499. Fu la prima battaglianavale della storia con cannoni abordo di navi.Nel gennaio 1499, Kemal Reispartì da Istanbul con una forza didieci galere ed altri quattro tipi dinavi e nel luglio del 1499 si con-giunse con il grosso della flotta ot-tomana, inviatagli da Davud Pa-sha, assumendone il comando peruna guerra su larga scala controVenezia. La flotta ottomana eracomposta da 67 galere, 20 galeoni

e 200 vascelli di dimensioni minori.Dopo aver raggiunto il capo Zonchio nel mar Ionio, nell’a-gosto 1499, Kemal Reis sconfisse la flotta di Venezia di 47galere, 17 galeoni e 100 vascelli minori al comando di An-tonio Grimani.

La seconda battaglia di Lepanto, nota anche come Bat-taglia di Modone, si svolse nel 1500, come parte dellaguerra turco-veneziana del 1499-1503, tra l’Impero Otto-mano e la Repubblica di Venezia. Gli ottomani, che aveva-no vinto la prima battaglia di Lepanto, furono nuovamentevittoriosi, guidati dall’ammiraglio Kemal Re’is.

L E P A N T O– S A N P I O V S A L V A L A C R I S T I A N I T À –

del Centro Studi Federici – Per una nuova insorgenza

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San Pio V.

18 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

LA LEGA SANTA cONTRO I TURcHI

Nella seconda metà del secolo XVI i Turchi dominavanola Grecia, l’Albania, la Serbia, la Bosnia, l’Ungheria, laTransilvania, la Moldavia e la Valacchia.La vittoria della “Lega Santa” a Lepanto fu un eventod’importanza simile alla battaglia di poitiers. Nel 732, vennero fermati gli Arabi; nel 1571, vennero fer-mati i Turchi. Ancora una volta la spada dell’Islam erastata spezzata dall’Occidente (cristiano, ndr).

Il 20 maggio 1571, venne firmata la Lega Santa contro iTurchi. Vi aderirono il regno di Spagna, la repubblica diVenezia, lo Stato Pontificio, le repubbliche di Genova e diLucca, i Cavalieri di Malta, i Farnese di Parma, i Gonzagadi Mantova, gli Estensi di Ferrara, i Della Rovere di Urbi-no, il duca di Savoia, il granduca di Toscana.Le spese erano divise in sei parti: tre erano a carico dellaSpagna, due di Venezia e una del papa.La Lega era stata fermamente voluta da pio V, MicheleGhislieri, nato ad Alessandria nel 1504, povero pastore dipecore, frate domenicano, inquisitore. Divenuto papa, nel1566, riformò rigorosamente la Curia e la città di Roma.Combatté l’eresia protestante in tutta Europa.

La flotta cristianaIl comando militare della flotta venne affidato a Giovannid’Austria, figlio naturale di Carlo V e fratellastro del re diSpagna Filippo II. Suoi luogotenenti furono: Marcantoniocolonna, comandante della flotta pontificia e SebastianoVenier, comandante della flotta veneziana.I preparativi si protrassero a lungo e la flotta si poté riunirea Messina solo il 24 agosto.La flotta era costituita da:

– 104 galee sottili sotto il comando della Repubblica diVenezia; 54 erano con equipaggi provenienti da Vene-zia, 30 da Creta, 7 dalle Isole Ionie, 8 dalla Dalmazia, 5da città di terraferma.

– 6 galeazze sotto il comando della Repubblica di Vene-zia. Le galeazze erano munite di 40 o più cannoni, ingrado di sparare palle da 13 chilogrammi in coperta e da23 chilogrammi da sottocoperta. Si trattava di vere eproprie fortezze galleggianti.

– 36 galee sotto il comando del re di Spagna con equipag-gi di Napoli e Sicilia.

– 22 galee sotto il comando del re di Spagna con equipag-gi di Genova; si trattava di navi prese a nolo dal finan-ziere Gian Andrea Doria.

– 12 galee mandate da Cosimo I dei Medici, armate edequipaggiate dai Cavalieri dell’ordine pisano di SantoStefano.

– 12 galee dello Stato Pontificio, concesse dai venezianied armate ed equipaggiate a spese del papa.

– 3 galee del duca di Savoia (la Piemontese, la Margaritae la Duchessa).

– 3 galee dei Cavalieri di Malta.

In totale 195 tra galee e galeazze.

Gli equipaggi erano scarsi e costituiti essenzialmente dacristiani volontari e forzati. La penuria costrinse a metteresolo 3 uomini per remo. La truppa era costituita da:

– 20.000 soldati a spese della Spagna;– 5.000 militari al soldo di Venezia;– 2.000 soldati pagati dallo Stato Pontificio;– 3.000 volontari provenienti da tutta la Cristianità.

Complessivamente circa 30.000 uomini.Sulle galee e sulle galeazze furono imbarcati 1.815 canno-ni. Le galee veneziane erano in buono stato, ma con pochisoldati. Don Giovanni d’Austria vi fece imbarcare 4.000soldati italiani e spagnoli.La flotta cristiana salpò il 16 settembre dirigendosi versoCorfù. Le navi esploratrici confermarono che la flotta tur-ca era nei pressi del golfo di Lepanto.

LA FLOTTA TURCA MINACCIA L’ITALIA

I Turchi fin da febbraio avevano allestito una flotta di 250galee e 100 navi da rifornimento e supporto.I costruttori delle galee erano abili carpentieri rinnegati,che il Sultano ricompensava molto bene. Molti dei capita-ni delle navi erano anch’essi greci o veneziani rinnegati.Gli equipaggi non avevano grande esperienza. I rematorierano cristiani catturati e ridotti in schiavitù.

Il comandante della flotta era Mehemet Alì pascià.Parte della flotta andò a sostenere l’assedio di Famagosta aCipro. Un’altra parte della flotta si diresse verso Creta do-ve 3.000 contadini cretesi furono uccisi. Ma l’ammiraglioveneziano Marcantonio Querini riuscì a respingere l’attac-co e i Turchi si dovettero allontanare.Veleggiarono verso Zante (odierna Zakynthos) e Cefalonia(odierna Kefallenia), dove catturarono 7.000 cristiani e limisero a remare sulle loro galee.Poi le galee turche si diressero verso l’Adriatico.I Turchi s’impadronirono di Durazzo (odierna Durres), Va-lona (odierna Vlore), Dulcigno (odierna Ulcinj), Antivari(odierna Bar), Lesina (odierna isola di Hvar), attaccaronoCurzola (odierna isola di Korcula).Intanto le 80 galee del corsaro Uluj Alì attaccarono Zara ealtre città della Dalmazia. Uluj Alì, chiamato anche “Oc-chiali”, era un pescatore calabrese rinnegato, divenutodey di Algeri.Kara Hodja, un altro corsaro devastò il golfo di Venezia.Il rombo del cannone si udiva da piazza S. Marco.Anche Corfù, ad eccezione del castello, fu conquistata daimusulmani.A giugno, il sultano Selim II, detto “L’ubriacone”, ordinòche la flotta si fermasse a Lepanto (odierna Naupaktos;bizantina Epachthos) in una piccola baia tra il golfo di Co-rinto e quello di Patrasso. Arrivarono i rinforzi da Negro-ponte (odierna isola Eubea): 2.000 spahis e 10.000 gian-nizzeri. La flotta divenne una minaccia permanente. Da Lepanto, la flotta turca avrebbe potuto attaccare la co-sta italiana, in qualsiasi momento.

PRIMA DELLA BATTAGLIA

Il 5 ottobre la flotta cristiana si fermò nel porto di Viscan-do, non lontano dal luogo della battaglia di Azio. C’eranebbia e un forte vento. Le galee non potevano prendere ilmare. Un brigantino portò la notizia della caduta di Fama-gosta (in turco Famagusta; in greco Ammocosthos) edell’orribile fine inflitta dai musulmani a MarcantonioBragadin, il senatore veneziano comandante la fortezza.Il 1° agosto, i veneziani si erano arresi con l’assicurazionedi poter lasciare l’isola di Cipro. Mustafà Lala Pascià, ilcomandante turco, che aveva perso più di 52.000 uomininell’assedio, non mantenne la parola. I soldati venezianifurono imprigionati e incatenati ai banchi delle galee tur-che. Venerdì 17 agosto, Bragadin venne scorticato vivodi fronte ad una folla di musulmani esultanti. La pelledi Bragadin fu riempita di paglia. Il manichino fu innalza-to sulla galea di Mustafà Lala Pascià insieme alle teste diAlvise Martinengo e Gianantonio Querini. I macabritrofei furono poi inviati a Costantinopoli, esposti nellestrade della capitale ottomana e, infine, portati nella pri-gione degli schiavi.Il comportamento dei musulmani accrebbe la voglia dicombattere dei cristiani. I soldati della Lega Santa sape-vano che la battaglia era decisiva per la cristianità. Incaso di sconfitta, le coste dell’Italia e della Spagna sareb-bero rimaste esposte agli attacchi dei musulmani. L’Islamera pronto a colpire il cuore dell’Occidente. Roma era inpericolo.

(continua)

Il segreto della tomba vuota di Padre Piodott. Franco Adessa (Libro: in preparazione) (Dossier: pp. 52 - Euro 6) NOVITÀ

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Quando il card. Silvio Oddi, il 2 maggio 1999, in una riesumazione, scoprì che la tomba di Pa-dre Pio era vuota, nell’arco di un paio d’anni, tutte le persone coinvolte in questa scopertascesero nella loro tomba. L’ultimo fu il card. Oddi, il 29 giugno 2001.Il mistero della tomba vuota di Padre Pio nasconde un segreto che non doveva neppure affio-rare per le terribili conseguenze e rivelazioni che questo poteva implicare.Il 29 giugno 1963, otto giorni dopo la fraudolenta elezione ad Anti-papa di Paolo VI, con ladoppia messa nera a Roma e a Charleston (USA), Satana fu intronizzato nella CappellaPaolina, e questo evento diede inizio al Settimo Sigillo, ossia al Regno dell’Anticristo, comedescritto nell’Apocalisse di san Giovanni. “La seconda bestia venuta dalla terra che portale corna d’agnello ma parla come il drago” era Paolo VI che, contemporaneamente, era an-che il Capo del satanico Ordine degli Illuminati di Baviera, l’uomo che do-veva cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra! Ma Dio di fronte a Paolo VI eresse un Sacrificio di Cristo sulla Croce vivente:Padre Pio con le sue stigmate sanguinanti! Questa era una sfida! Padre Pio doveva essere messo a morte! Dal 1965, egli fuavvelenato, ma morì solo quando Dio lo consentì. Le sue ossa, però, avrebberosempre mostrato la presenza del veleno che i suoi carnefici gli avevano impostodi ingerire. E allora i suoi resti dovevano sparire, e questo avrebbe spalancato leporte alla farsa del “corpo incorrotto” di Padre Pio, con tanto di scarpe, guan-ti e maschera di silicone che servivano solo a nascondere un altro miserabile se-greto: quello di un corpo “corruttibile”, ma se non altro... senza tracce di veleno!

Il dossier è una breve sintesi del libro che porta lo stesso titolo.

Libro

Dossier

20 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

I l nemico è arrivato:sapevamo che sareb-be arrivato, prima o

poi; o, almeno, lo sapevanotutte le generazioni che cihanno preceduti: solo la no-stra pare essersi scordata diuna semplicissima verità:che chi non ama se stessoe non è disposto a battersiper difendere ciò che è eciò che possiede, o almenociò che ha ricevuto in ere-dità dai suoi padri, evoca leforze che lo spazzerannovia: e così si è lasciata sor-prendere completamente. Le guardie dormivano; al-cune hanno aperto le porte all’invasore: in parte perché lohanno scambiato per amico, in parte perché avevano giàdeciso di tradire la città e abbandonarla nelle mani delprimo venuto, tale è l’odio che hanno lasciato crescerenei loro cuori verso colei che è stata madre di tutti, eche, nel bene e nel male, ha fatto di noi quello che orasiamo, mentre senza di lei ora saremmo nulla, numeri,bestiame. Costoro, codesti traditori, non amano vera-mente il nemico, quanto detestano i propri concittadini etutto ciò che la loro civiltà rappresenta: pur di veder di-strutti gli uni e rasa al suolo l’altra, si sarebbero affretta-ti a spalancare le porte a chiunque, anche al più barbaro ecrudele occupante.Per preparare adeguatamente il terreno, questa razza ditraditori ha seminato, per anni, per decenni, il velenodi un falso filantropismo e d’un ancor più falso umani-tarismo; tanto che a forza di battere e ribattere, una men-zogna dopo l’atra, un anno dopo l’altro, conquistando viavia tutto l’establishment dell’informazione, quello scola-stico e quello pseudo culturale, siamo arrivati al punto diaver contratto il morbo micidiale dell’auto-razzismo:un razzismo alla rovescia, che noi rivolgiamo contronoi stessi.

In qualunque contenzioso oin qualsiasi situazione, ve-da coinvolti degli italiani odei cattolici, con degli stra-nieri e dei non cattolici (lu-terani, giudei, islamici,ecc.), si parte dall’assuntoaprioristico che le ragionidei primi devono valeremeno di quelle dei secon-di; che i torti e i danni e lebeffe subìti dai primi so-no immaginari, o, tutt’alpiù, decisamente trascu-rabili, mentre quelli patitidei secondi sono delle for-me di sopraffazione, d’in-giustizia, di vera e pro-

pria malvagità a sfondo razzista; che gli italiani, special-mente se cattolici, non si saranno mai scusati a sufficienzaper tutte le colpe innominabili e per i crimini veri e propriche hanno inflitto, nella loro inescusabile protervia e nelloro spirito di prevaricazione, all’universo mondo: e che,pertanto, devono gettarsi in ginocchio, con il capo cospar-so di cenere, e chiedere umilmente perdono agli ebreiper la Shoah, agli islamici per le “stragi del mare”, lequali, notoriamente, sono colpa loro (e, prima ancora, perle atrocità del nostro colonialismo, per non parlare delneocolonialismo economico e finanziario; e, più indietroancora, delle Crociate), ai protestanti per la notte di sanBartolomeo e per il sacro macello della Valtellina, maanche per la scomunica di Lutero e per la scarsa mise-ricordia mostrata dai padri del concilio tridentino, ov-viamente senza scordare le vittime dell’Inquisizione.La Chiesa, da parte sua, deve chiedere scusa per i pretipedofili, per i vescovi tradizionalisti, per i missionariche hanno fatto violenza alle culture indigene, nonchéper gli infami patti Lateranensi con il bieco dittatore Be-nito Mussolini, e anche per i cappellani militari che han-no avuto la sfrontatezza di benedire le bandiere (forse conl’eccezione di quelli che si sono schierati con i partigiani e

Il nemico è giuntoe noi stessi lo facciamo entrare

di Francesco Amendola – UNA VOX

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“Chiesa viva” *** Aprile 2018 21

si sono macchiati le mani con il sangue dei fratelli nellaguerra civile, ma tanto era sangue fascista; e non certo perquelli che hanno consumato l’estrema infamia di restar fe-deli alla Repubblica Sociale, pessimi soggetti i quali, da so-li, bastano e avanzano a gettare immensi strati di fango sul-la onorabilità della Chiesa stessa, in saecula saeculorum).

IL pEGGIOR NEMIcO È DENTRO DI NOI:ED È L’ODIO RABBIOSO

cHE NUTRIAMO pER NOI STESSI

Per fare ammenda di tutto questo, ora gli italiani sonoesortati, incitati, precettati e sequestrati affinché fornisca-no tutta l’accoglienza e l’assistenza possibili a orde stra-bocchevoli di africani ed asiatici, quasi tutti di fede islami-ca, più o meno fanaticamente professata; e ricevono l’or-dine di non fiatare, di non lamentarsi, di non protesta-re davanti a nessuno sconcio, fosse pure la rapina in ca-sa, le percosse ai vecchi genitori e lo stupro delle pro-prie figlie, pena esser biasimati e apostrofati come razzistie come cattivi cristiani. Devono spalancare le loro case,cedere la sovranità sui quartieri, sulle stazioni ferrovia-rie, consegnarli a spacciatori e prostitute/i africani, de-vono farli entrare nelle chiese, se occorre anche farvelidormire, allestire loro il pranzo nelle basiliche, invitarli

alla santa Messa, specialmente all’indomani dello sgoz-zamento dei preti cattolici, mentre sono frequentissimi gliatti sacrileghi contro crocifissi e altri simboli religiosi; de-vono far sparire i simboli cristiani dalle cappelle e rim-piazzarli con quelli islamici, a cominciare dal Corano edal tappeto di preghiera; devono allestire dei presepi po-polati da pastori islamici, e con il canto del muezzin persottofondo; devono indossare la kippah, baciare il Corano,rivalutare le 95 Tesi di Lutero e

pRENDERE ESEMpIO, IN cIÒ, DAL FALSO pApA BERGOGLIO

E DAI SUOI FALSI VEScOVI E cARDINALI.

Insomma, gli italiani devono fare per questi sedicenti pro-fughi, e reali invasori, tutto ciò che non si sono neppursognati di fare quando i profughi erano i loro fratelli dellaVenezia Giulia, in fuga dagli orrori delle foibe, attuatidalle belve comuniste iugoslave, con la complicità delcompagno Togliatti e degli altri leader della sinistra no-strana. Allora quei poveretti, 350.000 persone circa,vennero accolti con sputi e insulti o, nel migliore dei ca-si, con malcelato disprezzo o sovrana indifferenza. Al-tro che aprir loro le chiese e le case private, altro che siste-marli in albergo: baracche di legno senza riscaldamento eun piatto di cattiva minestra al giorno, un po’ di paglia pergiaciglio, in terra, come le bestie, e nient’altro: quasi fos-sero stati dei lebbrosi, o peggio, quasi fossero stati dei pe-ricolosi criminali. E avevano subìto, loro sì, a pochi pas-si dagli altri italiani, un calvario inenarrabile, per la so-la ed unica colpa di essere italiani: non facevano finta diessere perseguitati perché omosessuali, o per altre ragionidel genere; e non chiedevano accoglienza per delinquere,ma per rifarsi una vita e cercar di lasciarsi dietro le spallele atrocità che hanno subito o che avevano visto perpetrareai danni dei loro congiunti. Ma allora i preti di sinistra,muti; gli intellettuali progressisti, più muti di loro; ipartiti di sinistra, invece, li chiamavano banditi giulia-ni, ironizzando sul gioco di parole col bandito sicilianoSalvatore Giuliano: ed erano vecchi, donne e bambiniterrorizzati, non baldi giovanotti pieni di ormoni, comequesti nigeriani e ghanesi e senegalesi che sbarcano sullenostre coste con l’aria dei conquistatori, e dopo venti-quattr’ore già cominciano a inscenare proteste e mani-festazioni perché l’accoglienza non è all’altezza delleloro aspettative, e dopo quarantott’ore comincianosciamare nelle città, a spacciare droga, delinquere e as-sediare gli onesti cittadini. E se qualcuno domanda per-ché gli italiani sono tenuti a tale accoglienza all’ingrosso,perché hanno il dovere di farsi in quattro e sobbarcarsiqualsiasi disagio per quella gente, che fa irruzione nel no-stro Paese illegalmente, e che pretende di restarci comun-que vada a finire con le richieste di rifugiati, non ricevononeppure una risposta, ma solo sguardi carichi di stupo-re, smorfie di disprezzo, labbra contratte nella mimicadi chi prova disgusto di fronte a tanta insensibilità, aun così smaccato egoismo e un siffatto cuore di pietra.

(continua)

22 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

Conoscere la Massoneria

MASSONERIA E POLITICA

Nel suo libro: “Essay On The French Revolution”,Lord Acton scrive: «La cosa più terribile non è il tu-multo. Al di sopra del fumo e del fuoco, si percepi-sce l’evidenza di un’organizzazione che ha uno sco-po ben preciso. I veri artefici rimangono accurata-mente nascosti e nell’ombra, ma sin dall’inizio nonvi sono stati dubbi sulla loro presenza»1. Nelle ultime due opere citate, sulla Rivoluzione france-se, si vede chiaramente l’intervento massiccio di stra-nieri, con i loro personaggi, il loro oro e la loro azione,il lavoro di un’organizzazione universale che invia isuoi uomini e il suo denaro da ogni luogo, per pagaregli agenti della propaganda, per provocare la miseria epreparare il popolo alla rivolta; questo fu un piano co-mune che gli storici hanno intensificato nelle decisioniprese dalla Massoneria alla Convenzione massonicadi Wilhelmsbsbad, nel 1872. Leggendo queste opere, il cuore del vero patriota nonpuò fare a meno di essere sopraffatto dall’angoscia,pensando a come può essere semplice, per una organiz-zazione internazionale settaria, fare di una qualsiasi na-zione un campo di battaglia e una vittima dei suoi peg-giori nemici. Ma quando lo spirito patriottico viene in-debolito o addirittura perso, l’oro straniero può portareuna qualsiasi nazione ad ogni forma di aberrazione e dirovina.Nelle confessioni del conte Haugwitz, presentate alCongresso di Verona, si legge: «Io allora ebbi la fer-ma convinzione che il dramma iniziò negli anni1978 e 1979; la rivoluzione Francese e il regicidio,con tutti i suoi orrori, non fu il risultato di una deci-sione improvvisa di quel tempo, ma accadde comeconseguenza delle decisioni massoniche e giuramen-ti delle associazioni massoniche ...». Haugwitz parlacon vera autorità, essendo uno dei più grandi capi dellaMassoneria2.Quando Napoleone divenne l’idolo della Rivoluzione,la Massoneria, sebbene lavorasse alacremente per libe-rarsi di lui, piegò le ginocchia di fronte a lui.Nel 1812, al festival dell’Ordine, il Grande Oratore delGrande Oriente pronunciò questa enfatica abiura: «Enoi, miei fratelli, facenti parte di questo Grande Orien-te, come già in altri tempi, mentre i guerrieri di Israele

stavano combattendo, uno dei capi, su una montagna,alzò la mano verso l’Eterno, che aveva promesso lavittoria alle aquile del suo Popolo Prediletto, sentia-moci felici nel riconoscere la pace interna che questopotere ci assicura»3.Ciononostante, la maggioranza delle stesse Logge mili-tari si opposero a Napoleone e ad un punto tale che,durante l’invasione, alcune iniziarono ad ammetterenelle loro logge massoni delle potenze alleate.Quando Luigi XVIII salì al trono, essi si comportaronocome con Napoleone: il Vice Gran Maestro, GeneraleBournoville, si gettò ai piedi del monarca, dichiaran-do la sua totale devozione, ma, al ritorno di Napoleo-ne, dalla sua prigionia all’isola d’Elba, la Massoneriasi rivolse a lui offrendogli il saluto di benvenuto al“Prediletto dell’Eterno”.In seguito, quando Napoleone scomparve, dopo i centogiorni della Restaurazione, ancora una volta la Masso-neria si prostrò ai piedi di Luigi XVIII, “il Deside-rato”, offrendogli preghiere e cantando inni in suoonore3.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago,

Cile (1939-1958).

1 “La Cause”, p. 38.2 Ed. Em. Eckert, “La Franc-Maconnerie dans sa Veritable Significa-tion”, II, p. 179.3 Copin Albacelli, “Le Drame Maconnique: Le Pouvior Occulte Con-tre La France”, p. 369.4 Copin Albacelli, “op. cit.”, p. 374.

“Chiesa viva” *** Aprile 2018 23

PAOLO VI processo a un Papa?Sac. Luigi Villa

Questo secondo libro storico su PaoloVI vede la luce dopo un periodo post-conciliare che ha messo in mostra lasua curva disastrosa della Chiesa mon-tiniana. Un libro, quindi, di una docu-mentazione di altissimo interesse peruna esatta collocazione storica del SuoPontificato.È un libro che si legge come una letturadi tutto interesse, perché presenta l’im-magine, non deformata, di un’epoca del-la Chiesa il cui stile lo si cercherebbeinvano nei pontificati precedenti.È inutile dire che tutti i “documenti” danoi usati sono di estrazione sicura dagliscritti del Suo magistero (“encicliche”e “discorsi” conciliari); “documenti”che faranno giustizia di tutti i luoghi co-muni, diffusi in questi anni, che noi pos-siamo dire: “anni di menzogne”!Leggendo questo nuovo libro su PaoloVI, il lettore potrà convincersi che lecose erano e sono andate in ben altromodo da quello che troppi pulpiti faziosihanno cercato di far accreditare. Ma è la nemesi storica; persino A.Shopenhauer ebbe a dire: «Il mondo èrappresentazione!».

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo che ha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

che sono una sintesi delle aberrazioni,dei tradimenti, delle bestemmie, delle“cavolate”, delle eresie, ecc.. dette efatte, in questi pochissimi anni di “pontifi-cato”, da questo sciagurato “papa”eletto, sicuramente, per merito delleforze occulte giudaico-massoniche,per dare un ultimo “colpo di grazia” a“quella Chiesa” tanto odiata e tantogià sconquassata ed uscita dalla finedel Vaticano II.Mi permetto, quindi, di allegarle due foto-copie, una del frontespizio di copertinadel II volume suddetto, ed, una, sull’epilo-go di tale II volume!Legga con attenzione quanto ivi riportatoe poi – se crede, a suo giudizio – facciapubblicità a questi volumi e li consiglia tutti i lettori di “Chiesa viva”, affinché“aprano bene gli occhi”, e capiscano be-ne da “chi” sono guidati ed in “quali dia-boliche mani” è finita “questa attualepovera Santa Chiesa”, ormai preda disciagurati lestofanti, tipo mons. Paglia,mons. Galantino, mons. Bertone e viadicendo!..Mi auguro che l’ira di Dio si scatenipresto su questa marmaglia di rinne-gati e di traditori di Nostro SignoreGesù Cristo, tutt’ora ben pullulanti in Va-ticano e nei suoi palazzi!!!Con deferenza e con molti sinceri auguriper il suo e vostro apostolato nel difende-re e diffondere la Santa Verità!

(Dott. Giuseppe Lenzi – Siena)

***

Caro Franco,Ti voglio estendere i miei cordiali salutiaugurandoti un Santo Natale e un felice esalutare anno nuovo pieno di grazia!PS: Non c’è nulla di nuovo pubblicato ininglese?Che la Madonna ti benedica.

(Dan Linnell)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Spett.le “Chiesa viva” e stimatissimo dott. Franco Adessa, mi rivolgo a voi per due ragioni: la primaè quella di congratularmi con Lei e con isuoi Collaboratori, nel portare avantiquella stessa Battaglia contro lo sfacelodi “questa” Chiesa, cosiddetta “Cattolica”!Attenzione! Non dico: “la Chiesa”… in sée per sé, che nella vera essenza È e RI-MANE Santa e infallibile, ma dico: “que-sta attuale” chiesa uscita dallo scon-quasso datole e fornitole dal ConcilioVaticano II che – come ho sempre soste-nuto anche con alcuni “ingenui” sacerdoti– non è stata guidata dallo Spirito Santo(come nei precedenti concili dogmatici),ma dalle forze occulte della giudeo-mas-soneria, come sanno bene tutte le perso-ne colte, intelligenti e ragionanti con lapropria testa, e come è evidente, ora, daoltre cinquant’anni dalla fine di quellosciagurato concilio che – con la diaboli-ca complicità di quel massone e tradi-tore che fu Giovan Battista Montini(alias Paolo VI) distrusse volutamentela Messa Cattolica, per accontentare leforze protestanti e neo-moderniste chedettavano legge! (vedi il libro di mons.Wiltgen: “Il Reno si getta nel Tevere”!!)Quindi mi congratulo con Lei, caro dott.Adessa per la battaglia che sta condu-cendo sulla “sua” (e “nostra”) bellissimarivista “Chiesa viva”, a difesa della verità,denunciando tutti gli orrori e le diabolichedeviazioni impresse – soprattutto, in que-sti ultimi quattro o cinque anni, da un“Anticristo” quale è Bergoglio!E, la seconda ragione, per cui Le scrivo,è quella di segnalarle – probabilmenteLei li conoscerà già – i due volumi recen-temente pubblicati (anche in italiano)dalle Edizioni Saint Remi (Francia –2017) di un valentissimo autore, tale “Mi-les Christi” ed intitolati “L’imposturaBergogliana: Cronache di un empio” (Ivol.) e “La misura è colma”, (II vol.)

Lettere alla Direzione

Per richieste:Editrice CiviltàVia G. Galilei 121 - 25123 BresciaE-mail: [email protected]

Su richiesta, pubblichiamo i codici IBAN delle Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà. IBAN IT16Q0760111200000011193257 (Italia) IBAN IT16Q0760111200000011193257 Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX (Europa) IBAN IT16Q0760111200000011193257 Codice BIC/SWIFT POSOIT22XXX (Resto del mondo)

24 “Chiesa viva” *** Aprile 2018

2 Crisi o rivoluzione nella Chiesa? – Pasqua 2018 – del sac. Luigi Villa4 Scisma del sac. Luigi Villa e F. Adessa10 Deriva della Fede Cattolica della dott.ssa Pia Mancini12 Quando Gesù dice bianco, Ratzinger dice nero (1) del prof. E.M. Radaelli14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (69) di F. Adessa17 Lepanto - Pio V salva la cristianità (1) del Centro Federici20 Il nemico è giunto e noi stessi lo facciamo entrare (1) di F. Lamendola22 Conoscere la Massoneria23 Lettere alla Direzione – In Libreria24 Conosere il Comunismo

APRILE 2018

SOMMARIO N. 514

PASQUA 2018

SCHEMI DI PREDICAZIONEEpistole e Vangeli

Anno Bdi mons. Nicolino Sarale

(Dall’Ascensione del Signorealla Solennità del Sacratissimo

Cuore di Gesù)

ITALIA IN GUERRA Nel gennaio 1916, un Consiglio dei mini-stri approva una riforma del ComandoSupremo nel quale viene inserito “unparlamentino” consultivo, formato daipiù alti comandanti d’Armata e da unrappresentante del governo, nonché unanuova impostazione delle operazioni mi-litari, proposta dal Ministro Zuppelli. Il Salandra scrive una lettera al Re peraverne l’approvazione.Il Re, fin dall’inizio della guerra, avevalasciato il Quirinale per “vivere al fron-te” e seguire di persona le operazionimilitari; egli si era convinto che gli in-successi delle offensive sull’Isonzo fosse-ro dovuti esclusivamente alle nuove ca-ratteristiche della guerra.L’insuperabile binomio passivo “trin-cea–reticolato”, congiunto a quello mici-diale attivo “artiglieria–mitragliatrice”,hanno trasformato la Guerra in uno sfor-zo enorme di impiego di armamenti emunizioni e di sacrifice umani!.. Sfon-dando a caro prezzo una linea di trincee,poco dopo se ne incontra, in profondità,una seconda, che richiede, per il supera-mento, un ulteriore sanguinoso attaccoper poi esser costretti a fermarsi davanti auna nuova linea difensiva. In tale realtà, la guerra diventa di logora-mento, lunga, aspra, che richiede grandidisponibilità di forze, armamenti e muni-

zioni, combattuta fino all’esaurimento,così come era già avvenuto, nel 1905, nellontano conflitto russo–giapponese.Il Re, che si sentiva personalmente coin-volto nelle responsabilità del Cadorna,non stimando il Salandra e il suo gover-no, anche per la disastrosa conclusione,con l’abbandono di Durazzo, dell’inter-vento in Albania, confermò la piena fi-ducia e stima al cadorna. Il MinistroZuppelli fu costretto alle dimissioni, subi-to accettate!..Alla fine del 1915, il controspionaggioaveva conseguito ottimi risultati (anchese ignoti alla stampa). Dopo l’improvvisamorte del Papa Pio X, il 20 agosto1914, – per “polmonite fulminante”(sic!... non aveva mai sofferto di gravimalattie), – nel corso del successivo econtrastato Conclave, influenzato dallaguerra, nel quale i Cardinali sono divisi edevoti più agli interessi bellici delle loronazioni di appartenenza che alla causacristiana3, viene eletto papa l’Arcivesco-vo di Bologna, il cardinale Della chie-sa (tale da circa tre mesi), poiché consi-derato un moderato, capace di attenuare ipresunti eccessi delle misure antimoder-niste del predecessore. Questi, infatti, do-po il suo insediamento, rivoluziona tuttala struttura di governo vaticana con subi-tanee sostituzioni e allontanamenti di ef-ficienti collaboratori di Pio X.Per quanto di interesse alla narrazione,viene nominato da Benedetto XV “came-riere segreto” Mons. Rudolf Gerlach,in sostituzione di Mons. Sapieha4 e, con-cordato, quale intermediario con il gover-no italiano, il Barone carlo Monti (giàsuo compagno di studi) che si riveleràuna persona di eccezionali qualità intel-lettuali e morali nonché di altrettante ca-pacità diplomatiche; un distensivo espe-diente, per avere contatti diretti, che difatto, superava la mancanza assoluta diformali relazioni diplomatiche. Nell’au-tunno 1914, compare a Roma, come con-sigliere dell’Ambasciata di Germania, ilBarone Stockhammern, provvisto dimolto denaro destinato a finanziare lapropaganda filogermanica; i fastosi e fre-quenti ricevimenti all’Hotel de Russie, –affollati di diplomatici, politici, alti prela-ti della Curia (tra i quali Mons. Gerlachcol quale stabilirà una stretta amicizia),funzionari dello Stato, giornalisti, – servi-ranno a raccogliere preziose informazio-ni.In tale situazione, l’efficiente comm. Vi-gliani, Direttore Generale di Pubblica Si-curezza, oltre a potenziare con i migliorielementi, l’ufficio affari riservati (spio-naggio, cospirazioni, ecc.), aveva “riordi-

Il generale Luigi Cadorna.

Conoscere il Comunismonato” i commissariati di polizia romani ecostituito, in sostituzione di tre commis-sariati, il commissariato Borgo, conprecisi compiti, di controllare continua-mente gli accessi vaticani, le persone cheentravano e ne uscivano e, infine, di rac-cogliere informazioni tra gli abitanti dellazona, in gran parte impiegati, artigiani,ecc., che giornalmente varcavano le portedel Vaticano, per lavoro.

3 A. Paloscia, “Benedetto fra le spie”, EditoriRiuniti, 2007, p. 32.4 Fatto rientrare in Polonia come nuovo Vescovodi Cracovia. Negli anni ‘40, l’Arcivescovo Sa-pieha avvierà il giovane Wojtyla (lo consacreràsacerdote, nel dicembre 1946) e lo seguirà nellacarrriera ecclesiastica.

(continua)

a cura del Gen. Enrico Borgenni