Centro Studi C.N.I. - 01 dicembre 2014€¦ · Sole 24 Ore 01/12/14 P. 1-7 Professioni, formazione...

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Centro Studi C.N.I. - 01 dicembre 2014

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  • INDICE RASSEGNA STAMPA

    Indice Rassegna Stampa

    Centro Studi C.N.I. - 01 dicembre 2014

    Pagina I

    C.N.I.

    "Ecco come noi ingegneri possiamo aiutare lo Stato"Repubblica Affari Finanza 01/12/14 P. 34 StefaniaPescarmona

    1

    FORMAZIONE CONTINUA

    Professioni, formazione a rilentoSole 24 Ore 01/12/14 P. 1-7 Francesca Barbieri,Valeria Uva

    2

    MERCATO DEL LAVORO

    I tre manager tecnici più richiesti nel settore industrialeRepubblica Affari Finanza 01/12/14 P. 33 Catia Barone 6

    INFRASTRUTTURE

    Infrastrutture. Lo stop ci costa 800 miliardiCorriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 36 Elena Comelli 8

    ANTICORRUZIONE

    Mose ed Expo va in archivio. L'ennesimo anno del malaffareRepubblica Affari Finanza 01/12/14 P. 5 Alberto Statera 10

    SEMPLIFICAZIONI

    «Stavolta si fa come in Usa: risultati mirati e verificati»Messaggero 01/12/14 P. 2 11

    Quella tassa occulta che ogni anno costa alle imprese trenta miliardiMessaggero 01/12/14 P. 3 Michele Di Branco 12

    AGGIORNAMENTO CONTINUO PROFESSIONISTI

    Professionisti, formazione a rilentoSole 24 Ore 01/12/14 P. 7 Francesca Barbieri,Valeria Uva

    13

    INFRASTRUTTURE

    Piano Juncker, l'assalto ai fondiRepubblica Affari Finanza 01/12/14 P. 1 Eugenio Occorsio 17

    INGEGNERIA

    L'imprenditore che ha salvato la ConcordiaSole 24 Ore 01/12/14 P. 3 21

    PREVIDENZA PROFESSIONISTI

    Qui mi gioco la PENSIONEEspresso 04/12/14 P. 112 Vittorio Malagutti 22

    L'avvocato va alla guerra delle parcelleEspresso 04/12/14 P. 115 Stefano Livadiotti 27

    EUROPA E MERCATO

    The Juncker fund will not revive the eurozoneFinancial Times 01/12/14 P. 9 Wolfgang Miinchau 28

    ILVA

    Ilva, più poteri al commissario. «Dallo Stato intervento ponte»Corriere Della Sera 01/12/14 P. 9 Enrico Marro 29

    ICT

    Digitale. I nuovi volti della diseguaglianzaCorriere Della Sera 01/12/14 P. 28 Edoardo Segantini 31

  • INDICE RASSEGNA STAMPA

    Indice Rassegna Stampa

    Centro Studi C.N.I. - 01 dicembre 2014

    Pagina II

    Lo strano caso della fibra ottica a due velocità. L'esecutivo pensa in largo, ma arriva il mini-bando Consip

    Corriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 2 32

    Cardani. «Italia lumaca? A qualcuno fa comodo»Corriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 3 Edoardo Segantini 33

    CONCILIAZIONE

    Il giudice indica l'area del mediatoreSole 24 Ore - Norme ETributi

    01/12/14 P. 34 Marco Marinaro 34

    JOBS ACT

    Licenziato il modello co.co.coItalia Oggi Sette 01/12/14 P. 7 Daniele Cirioli 35

    SCUOLE

    Un esame di maturità burla senza commissari esterniCorriere Della Sera 01/12/14 P. 29 Giovanni Belardelli 37

    ALBI SANITARI

    Sanità. I nuovi Albi? Godono già di poca saluteCorriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 23 Isidoro Trovato 38

    ARCHITETTI

    Architetti: tutti uniti contro la crisiCorriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 23 39

    La posta. Happy uroCorriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 37 40

    AVVOCATI

    Agli avvocati serve il contrattoItalia Oggi Sette 01/12/14 P. VII Angelo Costa 41

    Avvocati: nuove regole, vecchi OrdiniCorriere Della Sera -Corriereconomia

    01/12/14 P. 23 42

    Sui Consigli dell'ordine gli avvocati sono in rivoltaRepubblica Affari Finanza 01/12/14 P. 34 Sibilla Di Palma 43

  • IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO QNAZIONALE, ARMANDOZAMBRANO: "LE NOSTRE TREPROPOSTE PER SEMPLIFICARELE PROCEDUREAMMIVIINISTRATIVE"

    Stefania Pescarmona

    Inserimento deiprofessionistiinun regime di sussidiarietà, in

    modo che possano sostituirsi allapubblica amministrazione fornen-do pareri e autorizzazioni già di persé esaustivi; scrittura di norme chia-re, anche nell'attuale piano norma-tivo; fino ad arrivare alla cre azione diun nuovo sistema normativo, dovele-nonne generali sono affidate alloStato e quelle di dettaglio lasciateagli enti di normazione nazionale(UNI e CEI). Queste le tre principaliproposte presentate dal ConsiglioNazionale degli Ingegneri per sbu-rocratizzare lo Stato e arrivare aunasemplificazione nel settore edile. Aillustrarle è il presidente ArmandoZambrano, che spiega che il pac-chetto è stato presentato al Ministe-ro della Semplificazione e a quellodelle Infrastrutture e che alcune mo =difiche sono state già riportate all'in-temo di qualche intervento, comeper esempio nello Slocca Italia. "Masi tratta di interventi a macchia dileopardo, mentre andrebbero fattiinterventi complessivi per settore,come per esempio, un nuovo testounico sull'edilizia o sui lavori pub-blici".

    Entrando più nel dettaglio, "l'o-biettivo della prima proposta - spie-ga Zambrano - è quello di farsi che ipareri e le autorizzazioni dei profes-sionisti siano sostitutivi ed esaustividi quelli prodotti dalla PA, che nonriesce a fornire questi atti in tempibrevi". Secondo il presidente del

    co come noi mgepenpossiamo aiutare lo Stato"

    Qui sopra,ArmandoZambéano,presidente.ConsiglionazionaleIngegneri

    INGEGNERI E ARCHITETTI IN ITALIARipartizione % per modalità d'esercizio della professione

    ISCRITTI CASSA

    ISCRITTISOLO ALBO

    ISCRITTI ALBOCON PARTITA IVA

    ISCRITTICASSA PENSIONATICONTRIBUENTI

    FomeA loartana

    Consiglio Nazionale degliIngegneri,questo porterebbe a un incrementodegli investimenti esteri, frenati oradall'incertezza sulle norme nellarealizzazione delle opere e sui tem-pi. E settore dell' e diliziastainfatti at-traversando unaprofonda crisi: solonegli ultimi 3-4 anni c'è stato un calodel.reddito medio degli ingegneri dicircai125%.

    Ovviamente, il principio di sussi-diarietà dei professionisti rispettoalla PA non si applicherebbe a tutti iprogetti, ma solo a quelli di livellopiccolo-medio, perchèigrossiinter-venti continuerebbero a essere ap-provati dallo Stato, sia pure con unapartecipazione più attiva dei profes-

    sionisti. "Già questo, però, sarebbeuna grande semplificazione, che an-drebbe collegata a un altro aspettofondamentale, quello dei controlliex-post, che sono il fulcro di una cor-retta amministrazione", prosegueZambrano.

    C'è infatti un paradosso che nondeve essere sottovalutato. "Noi sia-mo il Paese dei controlli ex-ante", di-chiara il presidente del CNI, chespiega che quello che fa la PA è pret-tamente un controllo sulle carte equasi mai, come invece dovrebbeessere, un controllo su quello cheviene materialmente realizzato."Solo il 17% degli interventi di edili-zia viene infatti controllato dalla PA

    dop o un a dichiarazione di agibilità",illustra l'ingegnere.

    Inoltre, siamo un Paese con lamassima produzione normativa,quasi sempre di difficile compren-sione eattuazione. "Lanostrasecon-da proposta è volta, infatti, a fornireuna collaborazione istituzionalecon gli apparati legislativi dei variministeri, per fare"in modo che lenorme siano chiare e proporzionateai diversi interventi",prosegue Zam-brano, che aggiunge che"allafine, intutti i provvedimenti degli ultimi 4-5anni sul tema della semplificazioneiltempoperapprovareunprogetto ouna iniziativa, così come il numerodei p arerio il numero delle p ro cedu-re è aumentato al posto di ridursi".

    Ma come ci si arriva a questo pro-cesso? "Con la terza proposta chestiamo portando avanti", dichiaraZambrano, che poi conclude dicen-do che in Italia la legislazione tecni-ca, affidata ai Ministeri e al Parla-mento, si occupa eccessivamenteanche dei dettagli, "mentre la logicavorrebbe che lo Stato definisse glistandard generali, attraverso normeimperative che hanno una rilevanzapenale, e che poi siano gli enti pre-postiallanormazione aprevederelenorme tecniche specifiche, inmododa consentire ai professionisti diesplicitare la propria capacità pro-fessionale intellettuale per realizza-re gli interventi nel modo migliore".

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    C.N.I. Pagina 1

  • Il monitoraggio del nuovo obbligo introdotto dal 2014 a un mese dalla prima scadenza

    Professioni, fo azionef7h a rilentoMolti Albi ancora palo - Tempi lunghi sulle sanzioni

    w-ww Partenza al rallentatoreper la formazione continua,obbligatoria da gennaio 2014per oltre un milione di profes-sionisti delle aree tecniche,giuridiche e sociali.

    Dalle prime stime provviso-rie degli Ordini che hanno av-viato un monitoraggio sui ere-diti acquisiti quest'anno,l'arca grigia di chi non ha cen-trato l'obiettivo è ampia: al-l'appello, manca circa il 40%iodegli architetti, il6o% dei peri-

    ti agrarie i17o% dei giornalisti.Bene solo notai e agronomi.Ma in molti non sono neanchepartiti: obbligo rinviato al 2015per i geometri, gli avvocati e iconsulenti del lavoro. Nuoviregolamenti ancora in attesainvece per i commercialisti, ibiologi e gli agrotecnici. Tra icorsi prescelti prevale l'offer-ta interna ai singoli Ordini. Li-nea morbida e tempi lunghisulle sanzioni.

    Barbieri e Uva> ...

    Formazione continua Pagina 2

  • Ii tasso di adempimento va dal 30% al 7S%:nei corsi prevale l'offerta interna degli Ordini

    Professionisti, foIn pochi riescono a monitorarein tempo reale i «punteggi» totalizzati

    azione a rilentoA un mese dalla prima scadenza iscritti agli Albi in ritardo sui crediti formativi

    PAGINAACURADIFrancesca Barbieri

    Valeria Uva

    Non decollala "nuova" forma-zione dei professionisti. A un me-se esatto dalla scadenza del primoanno della riforma, tra ritardi nel-l'avvio, mancanza di monitorag-gio epoco interesse degli iscritti,lasituazione è ancora confusa e sen-za dati certi per la maggior partedegli Ordini. L'obbligo di aggior-narsi ogni anno acquisendo credi-ti formativi riguarda una platea dicirca un milione di professionistidelle aree giuridica, economico-sociale e tecnica, chiamati ad alli-nearsi a quelli dell'area sanitariadove l'educazione continuainme-dicina (Ecm) è un dovere dal1999.

    Partenze in ritardoNon hanno ancora emanato il re-golamento per la formazione idottori commercialisti e gliagrotecnici.

    I commercialisti sono stati "ral-

    lentati" dalla bagarre chehaporta-

    to allo scioglimento del consiglio

    nazionale nel 2012 e al successivo

    commissariamento, fino alla no-

    mina a fine luglio 2014 del nuovo

    presidente Gerardo Longobardi.

    Sulla formazione, in attesa del-

    l'adeguamento alla riforma,resta-

    no in vigore le vecchie regole, per

    La plateaSono i professionisti obbligatialla formazione da quest'anno

    le quali quest'anno è partito il nuo-vo triennio evanno conquistati 90crediti in totale. Gli agrotecnicihanno fatto ricorso contro il pare-re vincolante del ministero dellaGiustizia e,dunque,nonhannoan-cora un regolamento. In ritardoanche biologi e geometri, questiultimi con il nuovo consiglioinse-diatosi solo a fine 2013. Per i geo-metri l'obbligo di aggiornamento

    scatta da gennaio, ma la categoriaè già vincolata sotto il profilo de-ontologico. «Già 93mila iscritti sulo9mila hanno ottenuto almeno 1ocrediti l'anno» sottolinea il presi-dente, Maurizio Savoncelli.

    Agli avvocati, invece, si applicala riforma forense (legge2L7/12): il nuovo regolamentomesso a punto dal Cnf scatterà dagennaio, con ampio spazio ricono-sciuto alla formazione a distanza(per un massimo del 40% dei cre-ditil'anno).

    L'offerta in campoLa maggior parte dei corsi accre-ditati sono "interni", organizzati egestiti dagli Ordini.

    «Per i consulenti del lavoro -precisa Marina Calderone, presi-dente del Consiglio nazionale -l'obbligo della formazione conti-nua è stato introdotto sin dal2000, con la consapevolezza dif-fusa che si tratta di un mezzo fon-damentale per adeguarsi alle esi-genze del mercato. In questi anninon sono emerse criticità ma nel-l'immediato futuro si intravedo-no difficoltà nell'accreditamentodegli enti di formazione esternialla categoriache, conlanuovare-golamentazione, è sottoposto alparere vincolante del Ministerovigilante». Alcuni Ordini hannoaddirittura creato per questo sco-po scuoleadhoc: èilcasodegliin-gegneri e dei notai. A questi ultimila Fondazione del notariato ha de-dicato quest'anno 13 convegni e loseminari online, frequentati que-sti ultimi da mille iscritti (quasi il25% del totale).

    Ricca anche l'offerta per gli ar-chitetti: 3.750 gli eventi organiz-zati sul territorio, l'8o% dei qualia titolo gratuito. Ma i corsi deon-tologici sono accessibili solo dasettembre. Per questo il Consi-glio ha appena deciso la prorogafino a giugno 2015 per i quattrocrediti obbligatori ogni anno perla deontologia.

    t partita in ritardo anche lamacchina organizzativa dei gior-nalisti, con la piattaforma opera-tiva solo da luglio. Nonostante

    l'ampia offerta (più di 1.300 corsiavviati, 870 a titolo gratuito)spesso i posti offerti vanno esau-riti in pochi minuti. Difficoltàqueste che spiegano in parte per-ché solo il 27% degli iscritti sia giàin regola. Faticoso anche l'accre-ditamento degli enti esterni: «Al-meno sei mesi sono serviti per ilparere del ministero della Giusti-zia su corsi già vagliati da noi»spiega Giorgio Cacciaguerra,membro del consiglio architetti.Di tempi lunghi parla anche Mir-co Mion , presidente di Agefis,l'associazione dei geometri fisca-listi che sta avviando l'accredita-mento «con procedure che cam-biano da Ordine a Ordine».

    Monitoraggio incompletoTrai pochi Ordini che hanno già ilpolso dei crediti raggianti, gliagronomi segnalano che solo il1o% dei propri iscritti non si è atti-vato, mentre il 75% ha raggiuntol'obiettivo del primo anno. Beneanche i notai, con il 70% in regolaper ilprimo anno. Main pochihan-

    no attivato un monitoraggio intempo reale: dati non disponibili,ad esempio, per ingegneri e geolo-gi e assistenti sociali.

    «Alcuni meccanismi sono, si-curamente, ancora da mettere apunto - ammette Silvana Morde-glia, presidente del Consiglio na-zionale degli assistenti sociali -.Stiamo creando le condizioni perutilizzare al massimo i supportiinformatici».

    Solo gli ingegneri poi si sonospinti piùinlà e stanno avvian do lacertificazione delle competenze:«Una banca dati unica e aperta alpubblico -spiega Stefano Calzola-ri, presidente dell'Ordine di Mila-no già partito con la sperimenta-zione - che seguirà l'aggiornamen-to dell'ingegnere dalla laurea inpoi e permetterà a tutti di selezio-nare il professionista, secondo lespecializzazioni richieste. Anche icrediti ottenuti a quel puntoavranno un reale valore di merca-to. Ma la certificazione sarà a pie-no regime solo dal 2016.

    ORI P RODU ZIO NE RISERVATA

    Formazione continua Pagina 3

  • Dagli agronomi ai periti industriali una fotografia in chiaroscuro

    Secondo il Consiglio nazionalesu 21.500 iscritti, il 75% haraggiunto t'obiettivo del primoanno (l'ottenimento di almeno2 crediti formativi sui 9richiestine I triennio), mentre il10% ha zero crediti e it 15%siè attivato. Lin credito equivalea 8oredi corso.Circa 3mila agronomi hannoscelto corsi a distanza e 3.500almeno un corso esternoall'Ordine

    ,Tl F"

    9 nel triennio

    Entrerà in vigore dal 1°gennaio 2015 il nuovo regimedi formazione continua: ilperiodo di valutazione sarà ditre anni, nei quali occorreràaccumulare 60 creditiformativi (almeno 15 l'anno),di cui 9 inordinamento/previdenza/deontologia forense. Spazioalla formazione a distanza, perun massimo del 40% deicrediti del triennio

    CREDITI RICHIESTI

    La formazione obbligatorianon è ancora in vigore per i13.898 iscritti a quest'Ordine,perché il Consiglio nazionaleha fatto ricorso contro il Dpr137/2012 contestando ilparere vincolante dellaGiustizia. l'orientamento delConsiglio è di chiedere 120crediti in 4 anni, con una sogliaminima di20l'anno, più unadote iniziate post-abilitazionedi circa 60-90crediti.

    CREDITI RICHIESTI

    120 in 4 anni

    Il regolamentosullaformazione non è ancora statopubblicato: inviato l'll marzo2014 al ministero dellaGiustizia, dopo le osservazioniapportate dal Ministero il 23ottobre , è ora in fase dilavorazione. I crediti richiestisono 150 nel triennio(salvomodifiche), pari a 50 l'anno(da un minimo di 25 a unmassimo di 75). Gli iscrittiall'albo sono circa 47mïla.

    CREDITI RIGHI T

    In base alle prime stime il 60%dei 152miia iscritti haraggiunto la soglia minima di10 crediti l'anno, il 30% ne hagià 20e solo il10%è a zero. Peril primo triennio sono necessari60 credi ti, di cui almeno4all'anno perla deontologia. Dal2017 ne serviranno 90 per ognitriennio. Nel2014 sono stati3.750 gli eventi formativiorganizzati dagli ordiniterritoriali

    CREDITI RICHIESTI

    60/90 in3anni

    Il regolamento è statoapprovato il 18luglio2014.L'obbligodi formazione per ilomila chimici decorre dalprimo gennaio dell'annosuccessivo all'esame di Stato.Al momento del superamentodell'esame si accreditano 150crediti. Al termine di ogni annovengono detratti a ogni iscritto50 crediti. Per esercitare laprofessione bisogna averealmeno25crediti

    CREDITI RICHIESTI

    Il regolamento è statopubblicato il 10 gennaio 2014e prevede che venganoconseguiti almeno 60 creditinel triennio (15 deontologici),con minimo 10 crediti l'anno.La violazione dell'obbligorappresenta illecitodisciplinare.Non sono ancora disponibili idati relativi alle percentuali dipartecipazione ai corsi da partedei 4lmila iscritti all'Albo.

    CREDITI RICHIESTI

    60 nel triennio

    Il nuovo regolamento sullaformazione continua,necessario per adeguarsi alDpr 137/2012, non è statoancora emanato. Per ora per115mila commercialistirestano in vigore le vecchieregole: i corsi sono accreditatidal Consiglio nazionale suistanza degli ordini territorialied è necessario consegui re 30crediti l'anno, per un totale di90 nel trien nio

    CREDITI RIGHI T

    60 nel triennio 150 nel triennio 2 5 in un anno 9 0 nel triennio

    Formazione continua Pagina 4

  • Il regolamento approvato il25settembre 2014 entrerà invigore i l 1° gennaio 2015 eprevede che i 27mila iscrittidebbano conseguire nelbiennio almeno 50 crediti, dicui almeno6 su ordinamentoprofessionale e codicedeontologico. Per ciascunanno vanno maturati almeno16 crediti formativi. Secondo ilConsiglio nazionale il 95%degli iscritti partecipa ai corsi.

    CREDITI RICHIESTI

    50 nel biennio

    Il Consiglio nazionale non haancora disponibili i datisull'aggiornamentoprofessionale obbligatorio daquest'anno. Gli oltre 250mitaiscritti all' Ordine devonoraggiungere un minimodi 30crediti l'anno. Chi era già iscrittoprima del 2014 ha ricevuto unadote iniziale di 60 crediti da cuivengono "scalati" ogni anno 30crediti a chi non compie alcunaattività formativa

    CREDïTI

    Il Consiglio nazionale nonfornisce dati provvisori sullafrequenza dei corsiobbligatori.Dal primo gennaio2014 ogni iscritto deveconseguire almeno 50 creditiin 3 anni, secondo il rapportodi icredito per ogni ora dicorso. Per i corsi a distanzasono obbligatorie verificheintermedie e finali. Previstiesoneri fino a2 anni permaternità/paternità

    CREDITI ,._

    5 0 in tre anni

    Sui 4.776 iscritti ben 3.358 (il70%) han no già raggiunto iltraguardodei 40 creditiannuali minimi su 100 richiestinel biennio, mentre solo 350non si sono ancora attivati ed ilresto è a metà percorso. Laformazione continua è unobbligo deontologico già dal2006. I corsi sono erogati dallafondazione del Nota nato cheha registrato 1.000partecipanti onli ne

    CREDITI RICHIESTI

    L'obbligo di aggiornamentoper i 109mila iscritti decorresolo dal1° gennaio 2015, perora il vincolo è solodeontologico. Ognuno dovràottenere 60 crediti in 3 annima senza soglie annuali. lirapporto crediti/ore diaggiornamento sarà di 1:1 per icorsi, mentre per i seminari siotterrà 1 credito ogni due ore,con un massimo di 3 crediti agiornata

    CHIESTI

    60 nel triennio

    Su 17mila iscritti sono solo4mila q uelli soggetti all'obbligodi formazione continua (esclusi idipendenti pubblici echi nonesercita).Dalle prime sti me ci rca i 140° diquesti ha adempiutopienamente all'obbligo,conquistando i 30 cred itiannuali richiesti su un totaledi 90 in un triennio assegnatia partire da quest'anno con unmeccanismo " a scalare"

    ' á . 'CIiIESTI

    Su 90.262 iscritti all'Ordine(professionisti full time epubblicisti) tra quelli ancora inattività soggetti all'obbligoformativo, circa 25mila (i 127%) sono già in regola con illimite minimo annuale di 15crediti introdotto daquest'anno. Altri 20milahanno iniziato il percorso. Lamodalità di erogazione onli neha "conquistato " oltre 16milaiscritti.

    CREDITI'

    60 nel triennio

    Il regolamento sullaformazione contin ua risale a 131 dicembre 2013: sonorichiesti 120 crediti i n 5 anni,con un minimo di 15 l'anno.Peri nuovi iscritti (sul totale di44.223) l'obbligo a nnualescatta da 11° gennaio dell'annosuccessivo all'iscrizione. Comeper gli altri ordini, esoneri pergravidanza, maternità epaternità e interruzionedell'attività professionale

    CREDITI E

    30in un anno 100 nel biennio 90 nel triennio 120 in 5 anni

    Formazione continua Pagina 5

  • I tre manager tecniciiùiichiesti

    nel settore industriLE SOCIETÀDI CACCIATORIDI TESTE SONO SEMPRE SULLELORO TRACCE, LE AZIENDE SELI CONTENDONODISPERATAMENTE. SONO"BUYER", INGEGNERI DI -PROCESSO E "PROPOSAL"

    CatiaBaroiie

    Corteggiati, preziosi e in-trovabili. Le società di

    cacciatori di teste sono sempresulle loro tracce, le aziende se licontendono disperatamente.Chi sono? buyer, inge-gneri di processo eproposal, tutti nel set-tore industriale. I pro -fili tecnici più richiestinel 2014, quelli che,nonostante la crisi el'elevato tasso di di-soccupazione, trova-no lavoro in un batterd'occhio e possonoguadagnare, ogni an-no, dai 35 mila ai 90milaeuro.Adirlo èTe-chnical Hunters, so-cietàitalianadiricercae selezione del perso-nale specializzato. «Sitratta di posizioni inrapida evoluzione cherichiedono una solidaformazione tecnica,abbinata alla cono-. scena delle lingue e auna buona propen-sione relazionale»,spiega Matteo Co-lumbro, seniormana-ger di Technical Hun-,ters.

    Perché. sono tanto -difficili da scovare?«C'èpiùdomandacheofferta - risponde Co-lumbro - figure cosìtecniche devono ave-re competenze moltospecifiche, altamentesettoriali, e chilihagiàin azienda non se li fascappare di certo».Spesso, per trovarli,non resta altro chemettersi le mani tra i capelli e

    sperare in un "miracolo". L'iterdi ricerca, dallaselezione alpri-mo contatto con la società, du-ra almeno un mese e mezzo(contro una media di due, tresettimane). Senza contare la fa-se della trattativa economica,che può andare avanti per al-meno venti giorni. Ed è para-dossale pensare che sia stataproprio la crisi ad aumentarne

    la domanda: «Questolo si nota dall'anda-mento delle richieste.Negli ultimi 3-4 anni,sono cresciute co-stantemente ed han-no anche visto lievita-re i compensi del15%», aggiunge Mat-teo Columbo. E mag-giore coinvolgimentointernazionale delleaziende industriali,alla ricerca di mercatipiùredditizi,hacreatoinfatti la necessità difigure estremamentetecniche, ma anche esoprattutto poliedri-che.

    II proposal predi-spone leofferte con-trattuali nelle grandip 'i gnde di stampo-in-`gegneristico e indu-striale, dove il prodot-to è venduto su com-messa ed è, pertanto,necessaria una figurache abbia un back-ground tecnico, com=petente e in grado distrutturare preventiviad hoc (può guada-gnare dai 35 mila ai 55mila euro lordi annui,a seconda dell'espe-rienza maturata). «Inquesto caso la do-manda è in forte cre-scita proprio a causa

    dell'inasprimento della con-correnza - precisa il manager diTechnical Hunters - le aziendefaticano a reperirlo perché, disolito, ha alti tassi di fidelizza-zione e difficilmente cambiadatore di lavoro». Per quanto ri-

    guarda, invece, l'ingegnere diprocesso, i cacciatori di testefanno fatica a trovarlo perché laspecializzazione richiestaè ser-ratissima e di alto livello: «Pro-vate solo a immaginare - prose-gue Columbo - quanto possanoessere diversi gli impianti e learee di competenza nelle qualioperare (dal petrolifero all'elet-trico, dal chimico al farmaceu-tico e cosìvia). Basta questo percapire la tipologia di conoscen-za settoriale richiesta all'inter-no diognisingolaarea, elacom-plessità che ne deriva». «Il pro-blema- aggiunge Carlo Zaffaro-ni, industrial water director Eu-rope diCh2mhillS.r.L - è che ne-gli anni si è persa la formazioneinterna e la crescita della pro-fessionalità. Prima ci si specia-lizzavaforse un po' troppo, og-gi perlamaggiore flessibilità, e i-continui passaggi da un'azien-da all'altra, lo si fa nettamentemeno. Ed è chiaro - sostieneZaffaroni - che nel momento incui l'azienda cerca un profilomolto tecnico e specifico (sen-za volerlo formare al suo inter-no) magari con anni di espe-rienza.in quel determinato set-tore, vadaincontro a grosse dif-ficoltà. Tra l'altro, i processiproduttivi stessi cambianocontinuamente, e l'ingegneredeve essere sempre in grado diadattarsi anuovi scenari con unapproccio al lavoro del tutto di-verso rispetto al passato». Iltrattamento economico e l'in-quadramento di questa figurapossono essere estremamentevari, a seconda degli amni diesperienza maturati e dallacomplessità del lavoro. Un im-piegato può guadagnare dai 35mila ai 40 mila euro l'anno,mentre un dirigente può arriva-re a 70 mila euro.

    Il buyer,,invece, controlla ecoordinale áttivitàdelprocessodi acquisto e di approvvigioina-mento all'interno dell'azienda,gestendo il budget a sua dispo-sizione. Le retribuzioni vannoin media dai 40 mila ai 60 milaeurolordiannui, ovviamente in

    base all'esperienza. Per questaprofessione è richiesto uh per-corso dilaureatecnico o econo-mico, ma non solo: «Il buyernon potrebbe essere tale senzaottímecapacitànegoziali, com-merciali e di comunicazione (inparticolare con gli ingegneri), -dice Lorenzo Lorenzo Mac-chietti, EMEA region sourcingmanager di GE Power & Water,Water&ProcessTechnologies -oltre ad una maggiore capacitàanalitica rispetto a 15 anni fa. Ilprofessionista deve conoscerebene il prodotto dell'azienda ecapire come poter correlare imateriali richiesti con gli indicidi costo (valutando tutte le va-riabili, e scegliendo, ad esem-pio, il fornitore più affidabile,magari apparentemente menoeconomico ma conveniente daaltri punti di vista). Insomïna,non deve essere solo l'acquisi-tore puro». Tra l' altro, i buyer,gli ingeneri di processo e i pro-posal, non sono più profili a séstanti perché oggi lavorano go-mito a gomito; comie spiegaLo-renzo Macchietti: «I vecchiclassici dipartimenti ("qui si faingegneria", "qui gli acquisti","qui il post ordine", e "qui laqualità") non esistono più. L'in-terazione traletrefigure profes-sionali è continua. Io ad esem-pio, sono responsabile di trearee: ordine, post ordine e qua-lità. Malavoro e sono sempre instretto contatto con ingegneri,proposal e managerper cercaree trovare soluzioni. L'integra-zione è la stratègiavincente».

    O RIPROOOZION E RISERVATA

    Mercato del lavoro Pagina 6

  • [[LCAStà}

    Maschi e anziani i consulenti finP er 10 più uomini (nell'85% dei casi), in età ma-r tura (dotati di un forte senso critico nella scel-

    ta degli investimenti, caratterialmente schivi e lau-reati in oltre un caso su due. Sono i consulenti finan-ziari certificati secondo l'identikit scattato da Efpa(European Financial Planning Association) attra-verso un sondaggio condotto su dodici Paesi delVecchio Continente. "Nella Penisolail sondaggio hacoinvolto oltre 4mila professionisti del risparmio",spiegaAldo Vittorio Varenna, presidente Efpaltalia.Quanto alle peculiarità nostrane, "abbiamo una

    CHE COSA CERCANO LE IMPRESE

    11

    maggioranza maschile ancora più ampia e un'etàmedia più elevata due su tre hanno più di 46 anni,ndrY, che va di pari passo con l'età media piuttostoalta della clientela che dispone dei patrimoni piùcorposi". Interessante anche il dato, superiore al60%, relativo alla consapevolezza dei professionistidi avere acquisito valore aggiunto, intermini di com-prensione dei prodotti e relazione con i clienti, -tra-mite la certificazione. Un percorso vissuto come uncontinuumpertuttalacarrieraprofessionale. (l.d.o.)

    0 RIPRODUZIONE RISERVATA

    Ruolo Formazione Skills personali

    LAUREA INGEGNERIA a Disponibilità a viaggiare

    LAUREA ECONOMI;; n Conoscenza delle lingue

    n Capacità di trattativa economica

    n Capacità di relazione

    Ingegnere di !r©ceFsrn CHI'NICA 0 MECGFI!ICi,LAURE' INGEC;idERIA o Profonda competenza tecnica

    LAUREA ECONOMIA a Conoscenza delie lingu,AUREA1NG€GNEP:'A n Disponibilità a viaggiai e

    ^_^ a Competenza tecnica

    COMPENSI MEDI Lordo annuo in euroI

    a suyer

    000 29 MINIMO5 -10 35.MASSIMOanni 45.000

    10-20 45.000anni 65.000

    a Ingegnere dl processo

    5-10 35.000anni ,t, '` 50.000` 111,1_11"1"1

    10-20 50.000anni 70.000

    >20 70.000anni

    a Proposa?

    3-7 35.000anni 45.000

    7-15 45.000anni ä 55.000

    >15 55.000anni 70.000

    Qui sopra,LoronzoMacchiettli(1), CarloZaffaroni(2) e MatteoColumbro(3) seniormanagerTechnicalHunters

    Nel grafico qui sopra , compensi minimie massimi delle tre figure tecniche piùrichieste dalle imprese

    Mercato del lavoro Pagina 7

  • Analisi I risultati dei «Costi del non fare» che saranno presentati domani

    ci costaLo stop

    Per recuperare il gap ne servono almeno 180. Ma il credito èbloccato. Gilardoni: «Incentivare i fondi pensione a investire»DI ELENA COMELLI

    Con 180 miliardi d'in-vestimenti da qui al2030, di cui 37 in im-pianti energetici e 6

    in termovalorizzatori, l'Italiapotrebbe ripianare il suo de-ficit infrastrutturale. Ma, senon se ne farà nulla, i costinetti a cui andremo incontroin termini di competitività edanni sociali saranno moltopiù alti: oltre 800 miliardi, dicui 124 nell'energia e am-biente, 260 nei trasporti e lo-gistica e 425 nelle telecom.

    «Il problema è che le ban-che ormai non finanziano piùle infrastrutture, per cui bi-sogna attrarre dei finanziato-ri diversi, gli unici che abbia-no liquidità da investire: ifondi pensione, le compagnieassicurative e i fondi sovra-ni», spiega Andrea Gilardo-ni, professore della Bocconi efondatore dell'«Osservatoriosui Costi del Non Fare», dauna decina d'anni impegnatoa calcolare i costi dei ritardiinfrastrutturali, che domanisaranno presentati a Roma e

    che il Corriere Economia hapotuto consultare.

    Il blocco del credito, perGilardoni, è la barriera piùimportante da superare equindi la sua proposta per ri-mettere in moto i ca n ti eri fer-mi sarebbe la detassazioneper i proventi dei fondi pen-sione derivati da investimen-ti infrastrutturali. «In questomodo si darebbe un forte in-centivo ai fondi, che in via diprincipio sono restii a questotipo d'investimenti, percepiticome troppo rischiosi», rile-va. Al momento attuale, inve-ce, l'Italia procede nella dire-zione opposta, con la nuova

    tassazione delle rendite fi-nanziarie.

    Gli unici fortemente inte-ressati agli investimenti nelleinfrastrutture nazionali sonoi cinesi, che sono già sbarcatinelle reti energetiche e ora siapprestano a spartirsi le cen-trali italiane di E.On. «Ma cimancano completamente ifondi pensione e le compa-gnie assicurative, che inveceall'estero hanno già investitomolto, soprattutto nelle fontirinnovabili, come la tedescaAllianz o la francese Axa»,precisa Gilardoni.

    La crescita infrastruttura-le del Paese consentirebbeanche alle imprese nazionalidi partecipa re al forte svilup-

    Troppodipendenhdall'estero,Una bollettada 56 rniliar . i

    po di questo settore a livelloglobale. «Il fabbisogno glo-bale d'investimenti infra-strutturali da qui al 2030 su-pera i 50mila miliardi di dol-lari e il ruolo dell'industriaitaliana in questo enormecantiere per ora è molto limi-tato», precisa Gilardoni.

    Uno dei campioni «rompi-ghiaccio» è stata l'Enel, cheoggi è in fase di ritiro, con lavendita ormai finalizzata del-la spagnola Endesa, acquisitanel 2007, e ha già diverse pro-poste sul tavolo, fra cui quel-la dell'ungherese Mol, per lacessione della slovacca Slo-venske Elelctrarne, inglobatanel 2006. Solo Enel GreenPower continua a investire si-stematicamente all'estero,dove c'è solo l'imbarazzo del-la scelta nel mercato in fortis-sima crescita delle rinnovabi-li.

    Ma an che nelle fonti puliteitaliane vale la pena d'investi-re, secondo il rapporto: arri-va a ben 24 gigawatt, per uninvestimento complessivo di

    Infrastrutture Pagina 8

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    28 miliardi, il fabbisogno na-zionale di fonti pulite da quial 2030, per metterci in lineacon gli obiettivi europei. Eper la prima volta quest'annosi parla chiaramente di «so-stituzione» e non di aggiuntadelle nuove fonti ai vecchiimpianti di produzione a fon-ti fossili, per arrivare nel2030 a un mix produttivocomposto al 52% di rinnova-bili e 48% di fossili. Sembrauna strategia irrazionale, inun sistema elettrico che è giàampiamente sovradimensio-nato per le attuali esigenzedel Paese, ma «la mancata

    sostituzione delle produzionitermoelettriche con oltre24.000 megawatt di impiantida fonti rinnovabili costereb-be alla collettività più di 55miliardi di euro per costi diapprovvigionamento deicombustibili, per posti di la-voro non creati, per maggioriemissioni e per minori bene-fici per l'industria italiana»,dice il rapporto.

    La strategia energetica delPaese, secondo Gilardoni, do-vrebbe puntare soprattutto aridurre la forte dipendenzadall'estero e la bolletta petro-lifera sproporzionata, che nel

    2013 ci è costata 56 miliardi.Per uscire definitivamente

    dall'emergenza rifiuti servi-rebbero 33 nuovi termovalo-rizzatori e per evitare altrecondanne europee sull'ap-provvigionamento idrico an-drebbero sostituiti 110milachilometri di acquedotti e in-stallati 16 milioni di depura-tori. Il tutto per un investi-mento di 58 miliardi. Menodella metà dei 124 miliardi dicosti che dovremmo sobbar-carci nel caso di un nulla difatto.

    `aMencomelli9 RIPRODUZIONE RISERVATA

    Infrastrutture Pagina 9

  • O LTRE i G IARD I NO -Alberto Statera

    MOSE ED EXPOVA IN ARCHl V 1®L,'EN1

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    ESI/

    M® Al\Tl T®I EL. 1 V .117LL lA. .L

    Nelle cronache del degradodell'Italia, dove le regolesembrano solo polverosigrattacieli di carta polverosa,incede anche lafarsa. Soltanto

    nell'ultima settimana abbiamo sco peno nellecronache che il 90 percento degli euro falsispacciati nel mondo sono prodotti aNapoli;che dei 1.776 aerei privati immatricolati, 386sono posseduti da n ulla tenen ti, 1322 daproprietari con redditi infimi, bassi o medi esolo 68 da aviatori con redditi superiorialmilione di euro; infine che idetenutiperreatieconomici sono unasparuta pattugliadello0,4 percento, meno di un decimo della mediaeuropea. Una pattuglia da cui peraltro sonogià di fatto evasi i furbetti dell'Expo (Frigerio,Greganti, Grillo, Maltauro, Cattozzo) chehanno patteggiato la loro pena "virtuale".Quando li beccarono, l'ex magistratoGherardo Colombo esclamò "Nulla cambia"eilFinancial Times titolò `Stesso copione deglianniNovanta".Ecco, il copione continua a non cambiare.Cosa aspettarsi allora dal nuovo indice dellacorruzione che sarà presentato dopodomania Roma dal presidente italiano del networkTransparencylnternational VirginioCarnevali, il quale avrà ál suo fianco ilpresidente dellAutoritàAnticorruzione

    1p 1II commissario

    RaffaeleCantone:

    presenterà l'indicedi corruzione

    predisposto daTransparencyInternational

    Raffaele Cantone? L'indicemisura la `percezione"dellacorruzione in 177nazioni.L'Italia èabbonata alla schieradei meno virtuosi del mondo,che parte dalla cinquantesimaposizione in classifica. Noisiamo stabilmente ben oltreanche ne12014 esoltanto tra il2007e 112008 scendemmo didieci posizioni, forse per uncasuale minorattivismo delleProcure. Il Mose e l'Expohanno contrassegnato l'annodel malaffare che sta perfin ire,ma sono soltanto le icone inuna prateria di corruzione chesecondo l'UfficioAntifrodidell'UnioneEuropea riguarda

    in Italia almenb un contrattopubblico su dieci, il triplo della

    Francia e dieci volte più dei Paesi Bassi.L'Italia viaggia sempre intorno alsettantesimo posto nella classifica deldisonore, peggio di Ghana, Arabia Saudita,Lesotho, Rwanda, Cuba, Montenegro e soloun po' meglio di Kuwait, Bosnia e Senegal. Infondo troviamo peggio di noi Somalia, NordCorea eAfghanistan, mentre in cima, aivertici delle virtù, ci sono i soliti paesi nordici- Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia-ma anche Nuova Zelanda e Singapore.Elaborare un indice di corruzione attraversola semplice percezione che se ne ha, puòsembrare un esercizio teorico se nonaddirittura superfluo rispetto agli interventinecessari per ridurre il livello di malaffare,che vanno dal varo di norme adeguate (sulfalso in bilancio, l'antiriciclaggio, laregolamentazione del lobbyingecc.) a unrecupero "culturale" delle regole e allaautentica vigilanza sul loro rispetto. Forse perquesto Transparencyannuncia una nuovainiziativa concreta che potrebbe aiutarel'Anticorruzione di Cantone e leProcure dellaRepubblica: un servizio battezzatoAlac(Advocacyand LegalAdvice Center) con loscopo di raccogliere denunce di testimoni ovittime di casi di corruzione, attraverso unapiattaforma web che garantisce l'anonimato.L'AllertaAnticorruzione, che verrà presentatomercoledì, èstato già testato in autunno: lesegnalazioni più numerosesono venute dalLazio, da uomini e da testimoni più che davittimee hanno riguardato soprattutto ilsettore sanitario. Ora si vedrà se davverofunziona o se l'Italia del malaffarecontinuerà a preferire l'omertà alladenuncia.

    [email protected]

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    ® RIPRODUZIONE RISERVATA

    Anticorruzione Pagina 10

  • «Stavolta si fa come in Usa:risultati mirati e verificati»R 0 M A «Qual è il cuore della questio-ne burocratica in Italia? L'assenzadella cultura del risultato. E' arri-vata l'ora di trasformare gli ufficipubblici in fabbriche. Per semplifi-care davvero la burocrazia serve lacura dell'organizzazione. Anzi,serve lo studio dell'organizzazionee dei processi di esecuzione. Un po'come fecero Taylor e Ford che ailoro tempi definirono i metodi mi-gliori per rendere efficiente la pro-duzione». Scandisce le parole ilprofessor Sabino Cassese, una vitaspesa per la semplificazione fin daquando ne fece una bandiera delgoverno Ciampi nel 1993.Professore, la prima domandanon può che essere amara: disemplificazione si parla davent'anni, ma i risultati?«Non siamo stati costanti. Sempli-ficare è come governare un fiume:le nuove leggi prevedono compli-cazioni e quindi bisogna interveni-re continuamente per ridurle, altri-menti l'afflusso d'acqua supera gliargini. E c'è di più».

    Cosa?«La disillusione. Gli annunci disemplificazioni non seguiti da fattipercepiti provoca rancore e fatali-smo. Tanto che i cinici sostengonoche in Italia è meglio non semplifi-care».Cosa ribatte ai cinici?«Che negli ultimi anni ho notatopassi avanti. Ora bisogna perseve-rare».Come?«Come fanno gli americani: con ilregulatory budget».E cos'è?«Trasferiamo il concetto di bilan-cio alla burocrazia. Prendiamo uncomparto e inseriamo su una co-lonna le complicazioni e sull'altrale semplificazioni. Queste ultimedevono essere di più».Facile a dirsi.«Se c'è la volontà politica e la giu-sta cultura "industriale" è tutt'al-tro che impossibile>.Ad esempio?«Basterebbe mettere nero su bian-co il tempo richiesto ai cittadini oalle imprese per ottenere tutte leautorizzazioni per un permessoedilizio o per la ristrutturazione diun capannone. Si tirano le sommee si interviene lungo tutta la filieradegli enti (Stato, Regione, Comuneetc.), che devono rilasciare i per-messi».Dunque la novità delle prossimesemplificazioni sta in un approc-cio sistemico al problema.«Per ottenere risultati veri, perce-piti, servono quattro elementi: unchiaro impulso politico; una cultu-ra dell'amministrazione meno for-male e che tenga conto del tempocomplessivo chiesto ai cittadiniper l'espletamento delle pratiche;una task force tecnico-burocraticache sappia dove mettere le mani;qualcuno che segua l'attuazionedelle decisioni. In Italia quest'ulti-mo aspetto è troppo sottovaluta-to».Professore, passiamo alla sem-plificazione delle leggi. Che inItalia sono troppe e scritte male.Lei come lavede?

    «La ragione principale del fenome-no sta nella nevrosi politica italia-na. In 150 anni, ad eccezione dellaparentesi mussoliniana, abbiamoavuto 127 governi».Ma Cottarelli , ex regista dellaspending review, ha parlato dimandarinato delle leggi: sono icapi di gabinetto dei ministri ascrivere leggi che solo loro sonoin grado di decriptare.«Condivido solo al 30%. La restan-te cattiva qualità delle leggi è fattada incompetenza, interferenze lob-bistiche, bassa cucina parlamenta-re».Che fare?«Il primo passo per avere leggi benscritte è banale: seguire i manuali.Poi le leggi principali, come accad-de per la Costituzione, dovrebberoessere riviste da italianisti».E poi?«Poi bisogna moltiplicare le forma-zione di personale specializzatonella scrittura delle leggi e copiarei francesi che hanno concentratoin pochi codici il 60% delle loronorme».Da addetto ai lavori, lei come giu-dica quello che bolle in pentolasul fronte della semplificazione?«Posso usare un linguaggio forma-le? Vedo uno sforzo altamente me-ritorio».

    D. Pir.

    P.mu autlbur,, °:,, Aa0a rir;ttdE rr,didi e file

    Semplificazioni Pagina 11

  • Quella tassa occulta che ogni annocosta alle imprese trenta miliardi

    Due punti di Pil se ne vanno solo L'Ue in campo: ha chiesto a tutti i governiper le comunicazioni con lo Stato di ridurre del 25% i costi amministrativi

    ROMA C'è un macigno da 31 mi-liardi di euro che grava sullespalle delle imprese italiane. Enon si parla di tasse, contributi odi altri oneri fiscali o previden-ziali. Perchè quello è un fardelloa parte. E tantomeno di oneri intermini di investimenti (ad esem-pio l'acquisto di un macchinarioper assicurare, nel processo pro-duttivo, il rispetto di determinatistandards). Ma semplicementedei costi sostenuti per soddisfarel'obbligo di legge di fornire infor-mazioni sulle proprie attività al-le autorità pubbliche. In parolepovere ben 2 punti di Pil vannoin fumo solo per dialogare con loStato mettendolo al corrente diquello che si fa in materia di fi-sco, sicurezza, appalti, privacy emolto altro ancora nel corso diun anno di lavoro. Si tratta diuna stortura ben nota alla com-missione Ue che infatti, 7 anni fa,ha imposto ai Paesi membri diinforcare le forbici per tosarequella che Bruxelles consideraun patologia, consapevole delfatto che «la riduzione degli one-ri amministrativi costituisce unamisura importante per stimola-re l'economia europea, special-mente attraverso il suo impattosulle piccole e medie imprese».

    Per non restare troppo nel gene-rico, l'Europa ha chiesto e conti-nua a chiedere a tutti, Italia com-presa, di ridurre del 25% i costiamministrativi. Un obiettivo cheRoma, con grande fatica, sta cer-cando di rispettare attraversouna serie di provvedimenti chepuntano, a regime, a tagliare glioneri di 9 miliardi di euro andan-do anche un pò oltre rispetto agliobblighi imposti dall'Ue. L'agen-da per la semplificazione in ram-pa di lancio, con i suoi 38 capito-li, non fa che aggiungersi ad al-meno 5 decreti legge che governidi vario colore hanno diramatodal 2008 al 2013. Tra i importantioccorre ricordare il "SemplificaItalia dei 2011" e il "Decreto delFare" dell'anno scorso. Le misu-razioni condotte sull'entità deglioneri amministrativi, evidenzia-no un costo totale aannuo, (perimprese da 0 a 249 dipendenti)di 9,94 miliardi di euro per 1'area lavoro e previdenza, 2,19

    Quanto costa la burocraziaSettore I Oneri amministrativi (in mìliardi di euro)

    avoro e previdenza

    Prevenzione incendi 1,41

    Paesaggio e beni culturali 0,62

    1wf Ambiente

    Fisco

    Privacy

    Appalti 1,21

    Sicurezza sul lavoro

    111 EdiliziaFonte: Ministero per la Pubblica Amministrazione

    3,41

    TOTALE

    2,592,59

    $.30

    , 4,44

    30 ,98

    'Mrmmesrs

    per l'area privacy, 2 miliardi dieuro per l'area ambiente, 1,4 perla prevenzione incendi e 621 mi-lioni di euro per l'area paesaggioe beni culturali.

    LE CONTROMISUREDi fronte a questa montagna, iprovvedimenti hanno cercato,ad esempio, di rendere i paga-menti telematici alla Pa più sem-plici attraverso l'uso dell'Iban, difacilitare i cambi di residenza online in tempo reale e di accelera-re le comunicazioni di stato civi-le tra le amministrazioni attra-verso Internet. Molto resta da fa-re ma intanto, secondo una rile-vazione del ministero della fun-zione Pubblica, l'obiettivo di di-mezzare i quasi 10 miliardi dioneri amministrativi collegati alavoro e previdenza è ormai aportata di mano. Mentre in temadi oneri che riguardano la sicu-rezza sul lavoro, i 4,6 miliardiche risultato a carico del sistemaimprese non sono stati scalfiti.

    Michele Di Branco

    Semplificazioni Pagina 12

  • Ii tasso di adempimento va dal 30% al 7S%:nei corsi prevale l'offerta interna degli Ordini

    Professionisti, foIn pochi riescono a monitorarein tempo reale i «punteggi» totalizzati

    azione a rilentoA un mese dalla prima scadenza iscritti agli Albi in ritardo sui crediti formativi

    PAGINAACURADIFrancesca Barbieri

    Valeria Uva

    Non decollala "nuova" forma-zione dei professionisti. A un me-se esatto dalla scadenza del primoanno della riforma, tra ritardi nel-l'avvio, mancanza di monitorag-gio epoco interesse degli iscritti,lasituazione è ancora confusa e sen-za dati certi per la maggior partedegli Ordini. L'obbligo di aggior-narsi ogni anno acquisendo credi-ti formativi riguarda una platea dicirca un milione di professionistidelle aree giuridica, economico-sociale e tecnica, chiamati ad alli-nearsi a quelli dell'area sanitariadove l'educazione continuainme-dicina (Ecm) è un dovere dal1999.

    Partenze in ritardoNon hanno ancora emanato il re-golamento per la formazione idottori commercialisti e gliagrotecnici.

    I commercialisti sono stati "ral-

    lentati" dalla bagarre chehaporta-

    to allo scioglimento del consiglio

    nazionale nel 2012 e al successivo

    commissariamento, fino alla no-

    mina a fine luglio 2014 del nuovo

    presidente Gerardo Longobardi.

    Sulla formazione, in attesa del-

    l'adeguamento alla riforma,resta-

    no in vigore le vecchie regole, per

    scatta da gennaio, ma la categoriaè già vincolata sotto il profilo de-ontologico. «Già 93mila iscritti sulo9mila hanno ottenuto almeno locrediti l'anno» sottolinea il presi-dente, Maurizio Savoncelli.

    Agli avvocati, invece, si applicala riforma forense (legge2L7/12): il nuovo regolamentomesso a punto dal Cnf scatterà dagennaio, con ampio spazio ricono-sciuto alla formazione a distanza(per un massimo del 40% dei cre-ditil'anno).

    L'offerta in campoLa maggior parte dei corsi accre-ditati sono "interni", organizzati egestiti dagli Ordini.

    «Per i consulenti del lavoro -precisa Marina Calderone, presi-dente del Consiglio nazionale -l'obbligo della formazione conti-nua è stato introdotto sin dal2000, con la consapevolezza dif-fusa che si tratta di un mezzo fon-damentale per adeguarsi alle esi-genze del mercato. In questi anninon sono emerse criticità ma nel-

    l'immediato futuro si intravedo-no difficoltà nell'accreditamentodegli enti di formazione esternialla categoriache, conlanuovare-golamentazione, è sottoposto alparere vincolante del Ministerovigilante». Alcuni Ordini hannoaddirittura creato per questo sco-po scuoleadhoc : èilcasodegliin-gegneri e dei notai. A questi ultimila Fondazione del notariato ha de-dicato quest 'anno 13 convegni e loseminari online, frequentati que-sti ultimi da mille iscritti (quasi il25% del totale).

    Ricca anche l'offerta per gli ar-chitetti: 3.750 gli eventi organiz-

    le quali quest'anno è partito il nuo-vo triennio evanno conquistati 90crediti in totale. Gli agrotecnicihanno fatto ricorso contro il pare-re vincolante del ministero dellaGiustizia e, dunque,nonhannoan-cora un regolamento. In ritardoanche biologi e geometri, questiultimi con Il nuovo consiglio inse-diatosi solo a fine 2013. Per i geo-metri l'obbligo di aggiornamento

    La plateaSono i professionisti obbligatialla formazione da quest'anno

    zati sul territorio, l'8o% dei qualia titolo gratuito. Ma i corsi deon-tologici sono accessibili solo dasettembre. Per questo il Consi-glio ha appena deciso la prorogafino a giugno 2015 per i quattrocrediti obbligatori ogni anno perla deontologia.

    t partita in ritardo anche lamacchina organizzativa dei gior-nalisti, con la piattaforma opera-tiva solo da luglio. Nonostante

    l'ampia offerta (più di 1.300 corsiavviati, 870 a titolo gratuito)spesso i posti offerti vanno esau-riti in pochi minuti. Difficoltàqueste che spiegano in parte per-ché solo il 27% degli iscritti sia giàin regola. Faticoso anche l'accre-ditamento degli enti esterni: «Al-meno sei mesi sono serviti per ilparere delmïnisterodella Giusti-zia su corsi già vagliati da noi»spiega Giorgio Cacciaguerra,membro del consiglio architetti.Di tempi lunghi parla anche Mir-co Mion , presidente di Agefis,l'associazione dei geometri fisca-listi che sta avviando l'accredita-mento «con procedure che cam-biano da Ordine a Ordine».

    Monitoraggio incompletoTrai pochi Ordini che hanno già ilpolso dei crediti raggianti, gliagronomi segnalano che solo illo% dei propri iscritti non si è atti-vato, mentre il 75% ha raggiuntol'obiettivo del primo anno. Beneanche i notai, con il 70% in regolaper ilprimo anno. Main pochihan-

    no attivato un monitoraggio intempo reale: dati non disponibili,ad esempio, per ingegneri e geolo-gi e assistenti sociali.

    «Alcuni meccanismi sono, si-curamente, ancora da mettere apunto - ammette Silvana Morde-glia, presidente del Consiglio na-zionale degli assistenti sociali -.Stiamo creando le condizioni perutilizzare al massimo i supportiinformatici».

    Solo gli ingegneri poi si sonospinti piùinlà e stanno avvian do lacertificazione delle competenze:«Una banca dati unica e aperta alpubblico -spiega Stefano Calzola-ri, presidente dell'Ordine di Mila-no già partito con la sperimenta-zione - che seguirà l'aggiornamen-to dell'ingegnere dalla laurea inpoi e permetterà a tutti di selezio-nare il professionista, secondo lespecializzazioni richieste. Anche icrediti ottenuti a quel puntoavranno un reale valore di merca-to. Ma la certificazione sarà a pie-no regime solo dal 2016.

    ORI P RODU ZIO NE RISERVATA

    Aggiornamento continuo Pagina 13

  • Controlli rinviati alla fine del ciclo

    Sulle sanzioni prevalela linea morbidan,íww Nessuna bocciatura e nean-che una insufficienza: per que-sto primo anno di debutto del-l'obbligo di formazione profes-sionale continua più che di san-zioni peri professionisti che nonhanno raggiunto il limite mini-mo di crediti richiesti dal pro-prio Ordine si può parlare disemplici avvisi, richiami e av-vertimenti.

    Un po' per dare tempo agliiscritti di abituarsi alle novità,un po' per i ritardi con cui si sono"accesi i motori", gli Ordini pro-mettono di utilizzare la lineamorbida verso chi non è ancorain regola. Così, ad esempio, perquelio% di architetti che secon-do le prime stime, non si è anco-ra attivato potrebbe partire agennaio un richiamo da partedel presidente provinciale.

    «Invieremo una lettera di av-viso» preannuncia al suo 6o% diinadempienti Paolo Bertazzo,consigliere delegato sul temaper i periti agrari. Del resto, lagradualità è la parola d'ordineper tutti i regolamenti adottatidai vari Consigli nazionali. Così

    ad esempio per i consulenti dellavoro (regolamento in vigoreda gennaio, ma formazione giàobbligatoria per deontologia) leverifiche sono fatte alla fine delbiennio e chi non è in regola puòrecuperare nei sei mesi succes-sivi, altrimenti scatta la sanzio-ne della censura e solo in caso direcidiva si arriva alla sospensio-ne. Ciambella di salvataggio an-che per i periti industriali: l'Or-dine territoriale convoca chinon è in regola e definisce unprogramma di recupero in seimesi. Per i chimici, ogni manca-to adempimento costituisce il-lecito e la sanzione è commisu-rata alla gravità della violazione.

    Per i giornalisti «le verifichescatteranno dopo ilprimo trien-nio,cioè dal2oi7» spiegailpresi-dente del comitato tecnicoscientifico Pierluigi Bertelli.Autocertificazione dei creditidopo tre anni anche per i geolo-gi. I veri conti quindi si farannosolo alla fine. Per tutti le sanzionisono affidate ai nuovi organismiesterni, i Consigli di disciplina.

    ORI PRO DD ZION E RISERVATA

    Aggiornamento continuo Pagina 14

  • Dagli agronomi ai periti industriali una fotografia in chiaroscuro

    Secondo il Consiglio nazionalesu 21.500 iscritti, il 75% haraggiunto t'obiettivo del primoanno (l'ottenimento di almeno2 crediti formativi sui 9richiestine I triennio), mentre il10% ha zero crediti e it 15%siè attivato. Lin credito equivalea 8oredi corso.Circa 3mila agronomi hannoscelto corsi a distanza e 3.500almeno un corso esternoall'Ordine

    CREDI'-

    9 nel triennio

    Entrerà i n vigore dal 1°gennaio 2015 i l nuovo regimedi formazione continua: ilperiodo di valutazione sarà ditre anni, nei quali occorreràaccumulare 60 creditiformativi (almeno 15 l'anno),di cui 9 inordinamento/previdenza/deontologia forense. Spazioalla formazione a distanza, perun massimo del 40% deicrediti del triennio

    La formazione obbligatorianon è ancora in vigore per i13.898 iscritti a quest'Ordine,perché il Consiglio nazionaleha fatto ricorso contro il Dpr137/2012 contestando ilparere vincolante dellaGiustizia. l'orientamento delConsiglio è di chiedere 120crediti in 4 anni, con una sogliaminima di20l'anno, più unadote iniziate post-abilitazionedi circa 60-90crediti.

    t

    120 in 4 anni

    Il regolamentosullaformazione non è ancora statopubblicato: inviato l'll marzo2014 al ministero dellaGiustizia, dopo le osservazioniapportate dal Ministero il 23ottobre , è ora in fase dilavorazione. I crediti richiestisono 150 nel triennio(salvomodifiche), pari a 50 l'anno(da un minimo di 25 a unmassimo di 75). Gli iscrittiall'albo sono circa 47mïla.

    In base alle prime stime il 60%dei 152miia iscritti haraggiunto la soglia minima di10 crediti l'anno, il 30% ne hagià 20e solo il10%è a zero. Peril primo triennio sono necessari60 credi ti, di cui almeno4all'anno perla deontologia. Dal2017 ne serviranno 90 per ognitriennio. Nel2014 sono stati3.750 gli eventi formativiorganizzati dagli ordiniterritoriali

    CREDITI RICHIESTI

    60/90 in3anni

    Il regolamento è statoapprovato il 18luglio2014.L'obbligodi formazione per ilomila chimici decorre dalprimo gennaio dell'annosuccessivo all'esame di Stato.Al momento del superamentodell'esame si accreditano 150crediti. Al termine di ogni annovengono detratti a ogni iscritto50 crediti. Per esercitare laprofessione bisogna averealmeno25crediti

    Il regolamento è statopubblicato il 10 gennaio 2014e prevede che venganoconseguiti almeno 60 creditinel triennio (15 deontologici),con minimo 10 crediti l'anno.La violazione dell'obbligorappresenta illecitodisciplinare.Non sono ancora disponibili idati relativi alle percentuali dipartecipazione ai corsi da partedei 4lmila iscritti all'Albo.

    CREDITI RI

    60 nel triennio

    Il nuovo regolamento sullaformazione continua,necessario per adeguarsi alDpr 137/2012, non è statoancora emanato. Per ora per115mila commercialistirestano in vigore le vecchieregole: i corsi sono accreditatidal Consiglio nazionale suistanza degli ordini territorialied è necessario consegui re 30crediti l'anno, per un totale di90 nel trien nio

    60 nel triennio 150 nel triennio 2 5 in un anno 9 0 nel triennio

    Aggiornamento continuo Pagina 15

  • Il regolamento approvato il25settembre 2014 entrerà invigore i l 1° gennaio 2015 eprevede che i 27mila iscrittidebbano conseguire nelbiennio almeno 50 crediti, dicui almeno6 su ordinamentoprofessionale e codicedeontologico. Per ciascunanno vanno maturati almeno16 crediti formativi. Secondo ilConsiglio nazionale il 95%degli iscritti partecipa ai corsi.

    CREDITI RICHIESTI

    50 nel biennio

    Il Consiglio nazionale non haancora disponibili i datisull'aggiornamentoprofessionale obbligatorio daquest'anno. Gli oltre 250mitaiscritti all' Ordine devonoraggiungere un minimodi 30crediti l'anno. Chi era già iscrittoprima del 2014 ha ricevuto unadote iniziale di 60 crediti da cuivengono "scalati" ogni anno 30crediti a chi non compie alcunaattività formativa

    CREDITI E

    Il Consiglio nazionale nonfornisce dati provvisori sullafrequenza dei corsiobbligatori.Dal primo gennaio2014 ogni iscritto deveconseguire almeno 50 creditiin 3 anni, secondo il rapportodi icredito per ogni ora dicorso. Per i corsi a distanzasono obbligatorie verificheintermedie e finali. Previstiesoneri fino a2 anni permaternità/paternità

    CREDITI ,._

    5 0 in tre anni

    Sui 4.776 iscritti ben 3.358 (il70%) han no già raggiunto iltraguardo dei 40 creditiannuali minimi su 100 richiestinel biennio, mentre solo 350non si sono ancora attivati ed ilresto è a metà percorso. Laformazione continua è unobbligo deontologico già dal2006. I corsi sono erogati dallafondazione del Nota nato cheha registrato 1.000partecipanti onli ne

    CREDITI RICHIESTI

    L'obbligo di aggiornamentoper i 109mila iscritti decorresolo dal1° gennaio 2015, perora il vincolo è solodeontologico. Ognuno dovràottenere 60 crediti in 3 annima senza soglie annuali. lirapporto crediti/ore diaggiornamento sarà di 1:1 per icorsi, mentre per i seminari siotterrà 1 credito ogni due ore,con un massimo di 3 crediti agiornata

    CHIESTI

    60 nel triennio

    Su 17mila iscritti sono solo4mila q uelli soggetti all'obbligodi formazione continua (esclusi idipendenti pubblici echi nonesercita).Dalle prime sti me ci rca i 140° diquesti ha adempiutopienamente all'obbligo,conquistando i 30 cred itiannuali richiesti su un totaledi 90 in un triennio assegnatia partire da quest'anno con unmeccanismo " a scalare"

    '1 'CHIESTI

    Su 90.262 iscritti all'Ordine(professionisti full time epubblicisti) tra quelli ancora inattività soggetti all'obbligoformativo, circa 25mila (i 127%) sono già in regola con illimite minimo annuale di 15crediti introdotto daquest'anno. Altri 20milahanno iniziato il percorso. Lamodalità di erogazione onli neha "conquistato" oltre 16milaiscritti.

    CREDITI'

    60 nel triennio

    Il regolamento sullaformazione contin ua risale a 131 dicembre 2013: sonorichiesti 120 crediti i n 5 anni,con un minimo di 15 l'anno.Peri nuovi iscritti (sul totale di44.223) l'obbligo a nnualescatta da 11° gennaio dell'annosuccessivo all'iscrizione. Comeper gli altri ordini, esoneri pergravidanza, maternità epaternità e interruzionedell'attività professionale

    30in un anno 100 nel biennio 90 nel triennio 120 in 5 anni

    Aggiornamento continuo Pagina 16

  • Piano)Eugenio Occorsio

    Dalla stazione ferroviaria dell' aerop o r-to diVenezia (spesaprevista l l4,2 mi-

    lioni) al potenziamento del porto commer-ciale di Augusta iii Sicilia (52 milioni), dallabretella di collegamento Campogalliano-Sassuolo che uniràil distretto dellaceramicaall'Al (520 milioni) fino alla linea ad altave-locità Genova-Tortona (6,1 miliardi). E cosìvia con strade, autostrade, porti, aeroporti,ferrovie, perfino piscine comunali e centri'

    OPERE PUBBLICHE IN DISCUSSIONEAlcuni dei finanziamenti chiesti sul piano Juncker,importi in milioni di euro -n AUTOSTRADA SALERNO -R.

    Ultimi 59 kmCALABRIA

    2.900

    ® AUTOSTRADA ROMA-LATINA68,3 km

    n FERROVIE DELLO STATOStazioni e opere connesse

    2.700

    1.950WU® PORTO DI VENEZIA

    Costruzione nuovo hubi

    congressi. Ha più di 200 voci l'elenco conse-gnato dal governo allatask-forcediBruxellesDevelopinginvestnzentprojectpipelineinca-ricata di raccogliere le opere di tutti i Paesidell'Ue che si candidano ai finanziamentidei piano Juncker.Il capitolo Italiaè stato in-serito dai funzionari comunitari nel maxi.-faldone europeo (1700 opere ognuna con il-lustrazione del lavoro, stato di avanzamentoe finanziamenti previsti), é messo sul tavolodellapresidenza. Eilpiùcorposo in assoluto.

    segue a pagina 4

    rrM,

  • Autostrade, porti, ferroviepärte l'assalto alla diligenzadei föndi dei plano Juncker

    II ministro del

    IL PROGRAMMA EUROPEODI INVESTIMENTI NASCE FRAMILLE PERPLESSITÀ MA GIÀPIOVONO LE RICHIESTE DIINTERVENTO: DALL'ITALIAPIiJCHE DAQUALSIASIALTROPAESE. VENGONO RIPESCATIANTICHI PROGETTI GIÀSCARTATI DAREGIONI EAUTORITÀ DI CONTROLLO

    Eugenio Occorsio

    seguedalla primaI1 totale dei finanziamenti pre-

    visti assomma a circa 1.400miliardi. In questo mare magnum,non si sa ancora con quali criteri, lapresidenza sceglierà le poche for-ttinate infrastrutture che avrannoaccesso ai sospiratissimi finanzia-menti europei. «A questo punto -osserval'econonìistaRainerMase-ra —si aprirà una sottile questioneinterpretativa: non è chiaro ancorase il famoso "sgravio" dal computodeficit/pil varrà al momento diconferire le quote nazionali al nuo-vo fondo appositamente costitui-to, oppure quando partiranno i la-vori veri e propri».

    2. Nel mega-file.depositato presso

    Tesoro italianoPier CarloPadoan (1);il presidentedellaCommissioneeuropea, JeanClaudeJuncker (2)

    la Commissione c'è di tutto, gran-di, piccole e piccolissime opere. Sel'Anas chiede la bella somma di 2,9miliardi p ercompletare la S alemo-Reggio Calabria "chiudendo" gliultimi 59 chilometri ("in diversisegmenti", è sp ecificato), il consor-zio dei comuni Menaggio-Centrolago di Como si accontenta di700mila euro per migliorare lestrutture di connessione in bandalarga (lapiùrispariniosaè in questacategoria la Croagh Patrick Com-munity di West Mayo, Irlanda, chechiede 200mila euro). La RegioneFriuli-Venezia Giulia ha la stessaintenzionemahabisogno di 18 mi-lioni. Né manca di saltare sul carrodei fondi Ue la Infratel, società in-house del ministero dello Sviluppocostituita per attuare il Piano nà-zionalebanda ultralargaper ridur-reildigitaldivide, che chiede 64 mi-lioni difmanziamento. I1Program-ma obiettivo competitività regio-naleeoccupazionedelVeneto chie-de invece 40 milioni sempre perl'accesso al web veloce, che è alcentro degli obiettivi di un'altraventina di entipubblicicomelaRe- .gione Emilia-Romagna che ha bi-

    sognodi20milioni (sono 159intut-ta Europa), ma anche di gruppipubblico-privati come l'associa-zione Giga Ciro, costituita da ungruppo di docenti italiani di geofi-sica e idrogeologia: ha fatto inseri-re nel bando un suo progetto dibanda larga senza peraltro preci-same né i contorniné il costo.

    Scorrendo l'infinita congerie deiprogetti italiani non mancano ipunti su cui interrogarsi. L'auto-strada Catania-Ragusa è inseritaper 815 milioni: ma in realtà il pro-getto è già in fase di avvio dei can-tieri, è stato quasi interamente fi-nanziato eprevede Merla metàfon-di privati. L'upgrade della A4 Trie-ste-Venezia, in particolare un pon-te sul Tagliamento e il casello di

    Palmanova, viene indicato duevolte, al capitolo 1080 e 1082 per440,7 milioni, e sempre due volte(1081 e 1083) viene citata la terzacorsia fra S.Donà di Piave e Alviso-poli per ben 560 milioni. Due volte(voci 1092 e 1123) è presente ancheil "people mover" fra la stazione el'aeroporto di Bologna da 107 mi-lioni. Sembra quasi un copia-in-colla venuto male di vecchi docu-menti del Cipe: a-parte le imperfe-zioni pratiche, si vanno aripescarea fianco di alcuni progetti che sa-rebbero in effetti plausibili, come ilcollegamento ferroviario fra i ter-minal 1 e 2 di Malpensa (114 milio-ni) o gli ampliamenti dei porti diGenova (150 milioni) e di Civita-vecchia, progettidiinfrastrutture alungo discussi e probabilmentenon indispensabili. Nella fretta èstato inserito, per esempio, un im-pianto dienergiasolare aMarazainEmilia, da realizzare in joint-uen-ture con gli spagnoli di Abengoa: iproponentihanno avuto all'ultimomomento il buon senso di precisa-re che il finanziamento di 260-mi-lioni va verificato a causa delle mo-difiche nella legislazione italianasulle rinnovabili. C' è da immagina-re quali possibilità abbia un'operadel genere di passare il vaglio deipuntigliosi funzionari comunitari.

    Altrove c'è un inspiegabile sfa-samento dei tempi e dei modi: sichiede un contributo all'amplia-mento dell'interporto regionale diPuglia, a ridosso della zona indu-

    striale di Bari, con la realizzazionedi una serie di piattaformelogisti-che: ma sul totale dichiarato delprogetto di 150 milioni, 60 eranogià presenti nella vecchia pro-grammazione e 90 nella prossimastando ai dati della Regione Pugliasecondo cui di questi ultimi 60 pro-vengono dal finanziamento pub-blico (già stanziati) e 40 da partnerprivati.. Una delle cose non chiare delpiano-Juncker è se nei famosi (emiserrimi) 16 miliardi garantiti da"risorse comunitarie" entrerà par-te dei fondi regionali di sviluppo.Sarebbe utile chiarirlo, per fare unesempio, pensando al raddoppioferroviario della Bari-S.Andrea Bi-tetto: già presente nei finanzia-

    menti del fondo Pon, riappare oraper 120 milioni di euro. Diventa al-trettanto confusala situazione del-la tratta La Malfa-Carini del nodoferroviario di Palermo (129 milio-ni) e di quella Fiumetorto-Oglia-strillo della Palermo-Messi-na (333 milioni), giàfinanzia-ticonfondiPor. C'èpoi, ami-nare la credibilità del contri-buto italiano al documentopreparatorio, una serie di so-vrapposizioni con lo Sbloc-ca-Italia: la Autostrade delLazio Spa chiede 2,7 miliardiper lalungamente attesa au-tostrada Roma-Latina (68,3chilometri), appena inseritanel suddetto decreto ma giàfinitainunlimbo diincertez-za per motivi ambientali, diespropri e non ultimo di fon-di: oraciriprovano con il pia-no Junker. Sempre nelloSblocca-Italia è inserito l'in-tervento sulla cosiddetta"Telesina", la statale 372 checollega Benevento con Caia-nello e quindi con l'Al. L'A-naschiede ora allaUe 588 mi=lioni per portarla a 4 corsie,ed è l'ennesimo tentativo: ilavori erano stati inseriti nel"Piano per il Sud" del Cipenel 2011 (per 90 milioni) poiannullato, quindi ripropostocon il "Decreto del fare" del2013, infine inserito nel de-creto Renzi del giugno scor-so. Il primo cantiete dovreb-

    Infrastrutture Pagina 18

  • be aprire il 31 agosto 2015,ma ora perché riaprire laquestione con il pianoJunker, rialzando perdi piùcosì tanto la posta?

    Altre volte ancora l'im-pressione è che si voglia ri-prpporre per intero maxi-com-messe pubbliche già ridimensio-nate dalle autorità di controllo na-zionaliedeuropee, oppuresempli-cementetroppo ambiziosi. Il portodi Veneztaiipropone l'hub offsho-re per grandi navi completo di oil econtainer terminal, che in effettieviterebbe ilpassaggio dellenaviinlaguna ma costala bellezza di 948milionidieuro.Ilprogetto "Portadib`alérno" della Regione Campania,'con soggetto attuatore l'Autoritàportuale, viene riproposto per 146milioni. Si tratta di una serie di col-legamenti ferroviari e stradali da eperilporto che però era già stato ri-dimensionato da una serie di mo-difiche a25 milioni, il 17% di quan-to previsto. Sempre in Campania,riemerge il raccordo Salerno-Avel-

    lino - investimento programmato246 milioni - giàvarato dal Cipe nel2011: la regione non era riuscita arispettare i termini, l'ha allora ri-pro grammato nelfebbraio 2014 in-cappando però in difficoltà finan-ziarie che ora cerca di superare.

    Il problema vero, ricorda PaoloGuerrieri, economista della Sa-pienza di Roma, è che «i soldi sonotremendamente pochi. Sarebberopochi, rispetto alla mole dei lavori

    presentati, anche se davvero si ar-rivasse a 300 miliardi come pro-me ss o d a Juncke,r. Ma s ono p o chis-simi se si guarda alla realtà dei fatti,che parla appena di una ventina dimiliardi, una frazione di quelli ri-chiesti, e appoggia le sue speranzesu una non meglio precisata "leva"con il settore privato». La debolez-za del meccanismo della "leva" èconfermata anche da Brunello Ro-sa, capo macro-economista delRoubini Global Economics: «Unmeccanismo del genere funzione-rebbe in tempi di espansione eco-nomica. Ma in un momento di re-cessione è difficile trovare soci pri-vati che.si impegnino in program-mi di investimento così ambiziosi:le abbiamo viste tutti le immaginidella p artita di pallone giocata nel-le corsie vuote della BreBeMi». Epoi, riprende Rainer Masera, «ba-sare sul leverage un piano di taleimportanza in un momento in cuiviceversa l'uscita dalla crisi si basain tutto fl mondo sul deleveragepubblico e privato, mi sembraquantomeno anacronistico».

    [GLI ESPERTI 1

    3Gli economistiPaolo Guerrieri (1);Brunello Rosa (2) eRainer Masera (3):

    .tutti esprimono unp. forte scetticismo

    sulla fattibilità delpiano luncker

    LE GRANDI OPERE ITALIANEAlcuni dei finanziamenti chiesti sul piano Juncker, importi in milioni di euro

    R AUTOSTRADA SALERNO -REGGIO CALABRIAUltimi 59 km

    R PORTO DI TRIESTE INuovi moli e piattaforme logistiche

    R PORTO DI TRIESTE II' Connessioni ferroviarie

    R PORTO DI RAVENNAApprofondimento di tre canali

    R FERROVIE DELLO STATOStazioni e .opere connesse

    R AEROPORTO DI VENEZIAEspansione parcheggi e collegamenti

    R ANAS/PORTO DI RAVENNAMiglioramento sicurezza stradale statale 309

    Nel grafico,alcune delleoltre 200grandi opereitaliane«ripescate" inoccasione deipiano Juncker:ne verràfinanziata soloun'infinitesimafrazioe

    Infrastrutture Pagina 19

  • M1 ,

    Nelle foto qui a fianco alcuni dei potenziali"beneficiari" dei piano Juncker: il porto diCivitavecchia (1) al quale mancano alcunilavori per completare l'adeguamento per legrandi navi sia merci che passeggeri; laVariante di Valico Firenze-Bologna (2) chesta per essere completata ; l'aeroporto diMalpensa (3) per il quale il progetto prevedeun collegamento ferroviario fra i terminal 1 e2; una centrale solare (4): a quest 'ultimoproposito, forti incertezze sulla loro urgenzasono state di recente sollevate in diversiPaesi nei quali sono sovvenzionate a caricodi tutti i consumatori di energia elettrica _

    IL CALO DEGLI INVESTIMENTIIn % sul Pii, area euro per settori

    ._25

    E t DUBBI IIIN PRETA FIIV I--

    Quello sgravio fiscale fantasma dai vincoli di bilancio

    Tra i tanti elementi di incertezza che circondano il pianoJuncker c'è l'atteggiamento della Germania : su 1700interventi richiesti , non più di qualche decina sono quellitedeschi. Perché? Le interpretazioni sono aperte. C'è chidice che Berlino abbia voluto così rimarcare la propriaavversione rispetto a un intervento pubblico che contraddicela sua ben nota visione di fondo , chi sostiene che abbiavoluto fare un bel gesto lasciando ai Paesi in difficoltà lafacoltà di usufruire del piano (e magari finanziandosi inproprio gli investimenti infrastrutturali come in effetti avevaaccennato Schauble), chi infine sostiene che quando saràtutto approvato pioveranno anche i progetti tedeschi.

    ,9.

    IIRAZIENDE PRIVATEFAMIGLIE e` ENTI PLIBBI ICI

    Infrastrutture Pagina 20

  • La storia di Silvio Bartolotti: dal recupero della Micoperi in amministrazione controllata all'operazione con cui ha raddrizzato la nave della Costa

    L'imprenditore che ha salvato la ConcordiaSilvio Bartolotti è un settan-

    tenne ragazzino di Lugo di Ro-magna che si fregia dell'appella-tivo di contadino come se fosseun titolo nobiliare. Bartolotti, inrealtà, dovrebbero chiamarlo"il marinaio": le sue imprese equelle della Micoperi sanno disalsedine e di sforzi sovrumaninelle profondità marine, conuna squadra affiatatissima disommozzatori-ingegneri chepiantano negli oceani piattafor-me petrolifere e raddrizzano gi-ganti del mare come la CostaConcordia.

    Bartolotti è il simbolo dellaRavenna imprenditoriale, unbastian contrario alla Raul Gar-dini, che non a caso popolò lecronache finanziarie e monda-ne degli anni 8o con quell'appel-lativo ("il contadino") al quale iravennati purosangue non ri-

    nuncerebbero per nessuna ra-gione almondo. Bartolotti, a dif-ferenza di Gardini, la finanzal'ha sempre lasciata fuori dalleporte della sua azienda. Per luil'essere umano conta molto piùdelle scalate in Borsa. E appenastringe la mano all'ospite, senteil dovere di comunicargli checontinua a vivere in una casa diedilizia economica e popolarealla periferia di Ravenna comeuno dei suoi 1.200 dipendenti.

    Un imprenditore rosso? Ne-anche per idea. Nella regione

    roccaforte del Pd, lui non fa mi-stero di essere allergico alle co-op e allo strapotere della sini-stra. La sua storia è quella di unimprenditore caparbio («perfare questo mestiere bisogna es-sere matti») che cominciala suaavventura rilevando con duesoci un'azienda nel settore an-tinquinamento. V amale. E dopoquattro anni liquidai soci e cedele attrezzature ai dipendenti.

    Ci riprova con la Protan, nelcampo delle protezioni anticor-rosive, con un prestito di92omila lire.In pochi anni il fat-turato vola a 38o milioni di vec-chie lire. Quando gli propongo-no di rilevare la Micoperi,un'azienda da io miliardi di fat-turato che nel 1957 lavorò allabonifica del Canale di Suez, Bar-tolotti chiede consiglio a RaulGardini (dagiovane era stato di-

    pendente del gruppo Ferruzzi)e Aldo Belleli, ai tempi a capo diun colosso dell'impiantistica.Infuria Tangentopoli. Gardini eBelleli sono inghiottiti dallecronache giudiziarie.

    A Bartolotti non resta che ca-varselada solo.Epropone almi-nistero - Micoperi è in ammini-strazione straordinaria- un pia-no di salvataggio a puntate conun prestito di 65o milioni dellaCassa rurale artigiana di Russi eRavenna. Il ministero dice sì.Micoperi è salva. E oggi operanel Mediterraneo, in Africa e inMessico, dove uno dei suoi duefigli sovrintende alle attivitàperl'area caraibica e dell'Americacentrale.

    L'imprenditore di Lugo sorri-de: «Quante notti senza chiude-re occhio». Un'insonnia checontinua, a giudicare dai pro-

    getti che il settantenne ragazzi-no continua a sfornare: dallastart up per le ricerche nelleenergie alternative a un centroche sperimenta vegetali biolo-gici per rimpiazzare i prodottichimici in agricoltura.

    Il contadino non nascondeneanche la sua forte vocazionepedagogica. La creatura che loappassiona di più è una scuolaparitaria intitolata a San Vin-cenzo de' Paoli: unmodello edu-cativo che si fonda sull'insegna-mento di tre lingue già dalla piùtenera età (russo, inglese e spa-gnolo), la musica e la pratica ditre discipline sportive: vela,equitazione e rugby. Di nuovomare e terra, le sue stelle polari.

    M. Mau.® RI PRO D U7 ONE RISERVAI A

    Tra le altre iniziativeuna scuola paritariaJ[ cui modello comprendel'insegnamento di tre linguee la pratica di tre sport

    Silvio Bartolotti . L'ad di Micoperi davanti alla Costa Concordia al Giglio

    Ingegneria Pagina 21

  • Economia WELFARE & CRISI

    Qui mi gioco la

    121 :è !;1()è :Gli enti previdenziali dei professionisti finiscono nel

    mirino di pm e Authority. Tra affari sospetti e conflittid'interessi. Mentre molti bilanci sono a rischio

    DI VITTORIO MALAGUTTI

    MEDICI AGENTICOMMERCIO

    AVVOCATI

    Numero iscritti Numero iscritti Numero iscritti177 mila

    Patrimonio Patrimonio Patrimonioin miliardi di euro in miliardi di euro in miliardi di euro

    6,3 6,7Rendimento titoli Rendimento titoli Rendimento titoli

    2,77%Rendimento immobiliare Rendimento immobiliare Rendimento immobiliare

    n.d.

    INGEGNERIARCHITETTI

    Numero iscritti167 milaPatrimonioin miliardi di euro7,3Rendimento titoli3,88%Rendimento immobiliare-0,95%

    Rendimento titoli

    Rendimento immobiliare1,3

    Previdenza professionisti Pagina 22

  • opo il primo incontro,nel gennaio scorso, siera congedato con unapromessa impegnativa.«Chiariremo tutto».

    1)Magari. A dieci mesi didistanza siamo dacca-

    po. Mercoledì 26 novembre, per laquarta volta dall'inizio dell'anno, lacommissione parlamentare di control-lo sugli enti previdenziali ha chiamatoa rapporto il presidente di Enasarco,Brunetto Boco, che però, come nell'oc-casione precedente, non si è neppurepresentato, sostituito dal suo vice Gian-roberto Costa. Il bilancio della cassapensionistica degli agenti di commer-cio, un colosso con oltre 6 miliardi dipatrimonio, racconta di investimentisballati e titoli ad alto rischio, gestioniin perdita e complicate manovre finan-ziarie. Boco è da sempre prodigo dirassicurazioni. Gli oltre 200 mila assi-

    CNPADC

    Numero iscritti60 milaPatrimonioin miliardi di euro5Rendimento titoli5,75%Rendimento immobiliare1,53%

    curati Enasarco possono stare tranquil-li. Le pensioni non sono in pericolo.

    Tutto sotto controllo, quindi. Se nonfosse che la versione del presidente è co-stretta a confrontarsi con la cronaca degliultimi mesi e con le zone d'ombra di unagestione che fatica a tamponare le falle dimolti affari azzardati del recente passato.A un certo punto, per dire, si è scopertoche era sparita la documentazione relativa- si legge nel bilancio 2013 dell'ente - «alleattività istruttorie o, comunque, precon-trattuali svolte dagli uffici competenti perla materia finanziaria fino all'anno 2012».In altre parole, Enasarco non è in grado diricostruire, carte alla mano, come e perchésiano stati decisi investimenti miliardari.La questione è scottante, se si pensa chealcune operazioni, come la sottoscrizionedel prodotto strutturato Anthracite, delvalore di 780 milioni, hanno prodottoperdite per decine di milioni. E ancoraoggi quell'affare disastroso si porta dietro

    RAGIONIERI

    Numero iscritti29 milaPatrimonioin miliardi di euro1,8Rendimento titoli2,80%Rendimento immobiliare1,20%

    INPGI

    GIORNALISTI

    Numero iscritti17 milaPatrimonioin miliardi di euro

    Rendimento titoli1,Rendimento immobiliare2,7 li 5-3,

    una scia di problemi e di sospetti. Tantoche la Covip, l'Authority che tra l'altrovigila sugli investimenti degli enti previ-denziali, ha espresso forti perplessità suicriteri con cui sono stati iscritte nel bilanciodell'ente le garanzie legate alla ristruttura-zione del titolo Anthracite.

    «Siamo molto preoccupati per Enasar-co», ha commentato Lello Di Gioia, ildeputato del Psi (eletto nelle liste del Pd)che presiede la commissione parlamentaredi vigilanza. E Boco è finito nel mirinoanche dell'opposizione interna. C'è chichiede senza mezzi termini il commissaria-mento. È il caso di Maurizio Bufi, presi-dente dell'Anasf, l'associazione che rap-presenta 12 mila dei 52 mila promotorifinanziari iscritti all'albo, in buona parteassicurati con l'ente pensionistico degliagenti di commercio. Secondo Bufi la si-tuazione in cui versa la cassa guidata daBoco sarebbe ormai «definitivamentecompromessa». Parole grosse. Fatto stache la bufera Enasarco scuote tutto il siste-ma previdenziale dei professionisti. Unesercito di oltre un milione e 200 milacontribuenti: ingegneri, architetti, avvoca-ti, medici, giornalisti, farmacisti. In tuttouna ventina di categorie che hanno affida-to le loro pensioni ad altrettanti enti, for-malmente privati ma soggetti a obblighi (ea controlli) pubblici.

    Le casse come Enasarco, ma poi c'èl'Enpam dei medici, Inarcassa di ingegne-ri e architetti e così via, gestiscono in tota-le qualcosa come 60 miliardi di patrimo-nio. Un tesoro che fa gola a molti. In primisallo Stato, che negli ultimi anni ha sotto-posto la previdenza privata a innumerevo-li tasse e balzelli. Da ultimo, con la legge distabilità, è arrivato anche l'aumento dal20 al 26 per cento dell'imposta sui rendi-menti dell'attivo a bilancio. Con gli anni,attorno alle pensioni dei professionisti si èpoi sviluppato un fiorente business fattodi consulenze e intermediazioni. Affarispesso opachi, dove si naviga a vista tra iconflitti d'interessi. Non per niente, neigiorni scorsi sono rimbalzate in Rete e suigiornali le notizie sulle ultime inchiestepenali sulle casse previdenziali. Storie dicompravendite immobiliari e di complica-ti giochi finanziari, a volte con il contorno,secondo l'accusa, di ricche mazzette.

    La contabilità delle indagini disegna unquadro quantomeno preoccupante per ifuturi pensionati che hanno affidato i ►

    Previdenza professionisti Pagina 23

  • Rapporto fra contributi versati dagli iscritti alla cassa previdenzialee pensioni erogate nel 2013 . Un rapporto inferiore a 1 rappresentaun segnale d'allarme : significa che la cassa , nell'anno in questione, ha erogatoin pensioni una cifra superiore ai contributi versati dagli iscritti attivi

    0,0 0,5 1,0 1,5 2 ,0 2,5 3,0i 1

    Gionalisti lnpgi

    Agenti di commercio Enasarco

    Geometri Cipag

    Farmacisti Enpaf

    Notai Cassa notariato

    Ragionieri Cnpr

    Medici Enpam

    Avvocati Cassa Forense

    Ingegneri Architetti Inarcassa

    Commercialisti Cnpadc

    0,81

    0,97

    M

    1,02

    1,29

    El

    loro soldi a questi enti previdenziali. Aconti fatti sono quattro i presidenti, tra exe ancora in carica, che rischiano di andarea giudizio per vicende legate al loro ruolo.La lista degli indagati comprende EoloParodi, classe 1926, già deputato Dc, poiForza Italia, che per quasi 20 anni (dal1993 al 2012) ha tirato le fila dell'Enpam.Parodi, insieme al consulente MaurizioDallocchio, docente all'Università Bocco-ni, è finito sotto accusa (truffa e ostacoloalla vigilanza) per gli investimenti ad altorischio in prodotti derivati che avrebberoprovocato perdite per almeno 250 milioni.Domenico Arcicasa, già presidentedell'Enpap, la cassa degli psicologi, andràinvece a processo (ostacolo alla vigilanza)per la compravendita di un palazzo roma-no dell'ente nella centralissima via della

    2,39

    2,8

    Fonte: Bilanci

    Stamperia. Nel gennaio 2011 l'Enpapacquistò l'immobile per 44,5 milioni fa-cendo guadagnare 18 milioni al senatoredi Forza Italia Riccardo Conti, che l'avevacomprato poche ore prima. Nell'indagineè coinvolto anche l'ex coordinatore diForza Italia, Denis Verdini, per via di unmilione di euro che proprio in coincidenzadella conclusione di quell'affare immobi-liare fu versato da Conti alla moglie diVerdini.

    È di pochi giorni fa, invece, la notizia cheriguarda Paolo Saltarelli, fino a sei mesi faalla guida della Cassa deiragionieri (Cnpr).Saltarelli è stato arrestato 1'11 novembreper una presunta tangente di oltre un mi-lione di euro. Nella stessa indagine dellaprocura di Milano è coinvolto anche An-drea Camporese, numero uno dell'Inpgi,

    ALBERTO OLIVETI, PRESIDENTE DI ENPAM E, A DESTRA, BRUNETTO BOCO DI ENASARCO. IN ALTO, L'INTERNODEL PALAZZO DELLA RINASCENTE A MILANO, CHE FA PARTE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DELL'ENPAM

    l'istituto previdenziale dei giornalisti. Perlui, che è anche alla guida dell'Adepp,l'associazione di categoria delle casse pre-videnziali, l'accusa è quella di truffa aggra-vata ai danni dell'ente che presiede. Lavicenda di Camporese, come quella diSaltarelli, nasce dai loro rapporti con So-paf, la holding quotata in Borsa, ora inliquidazione, all'epoca controllata daiMagnoni, famiglia molto nota nel mondodella finanza nazionale.

    A partire dal 2009 la cassa dei giornali-sti e quella dei ragionieri hanno conclusoaffari per decine di milioni con il gruppoSopaf. Nel caso di Camporese è emersoanche un pagamento a suo favore di 25mila euro annui (per due anni) da parte diun fondo lussemburghese che faceva capoalla galassia dei Magnoni. In questo fondo(Adenium global private equity fund)l'Inpgi ha investito 16 milioni di euro.Nelle carte dell'inchiesta, i soldi a Campo-rese vengono spiegati come il compensoper la partecipazione del giornalista a unadvisory board del fondo. «Nessun con-flitto d'interessi», si difende il presidentedell'Inpgi, che definisce «del tutto coeren-te con la prassi internazionale» la parteci-pazione di un rappresentante degli investi-tori, in questo caso la cassa dei giornalisti,a un comitato di consulenti del fondod'investimento.

    Previdenza professionisti Pagina 24

  • Resta l'imbarazzante particolare di quei25 mila curo ricevuti come compenso.«Ma quei soldi li ho dati in beneficenza»,sostiene Camporese. A "l'Espresso" risul-ta che anche il manager Luigi Roth, inpassato a lungo presidente dell'aziendapubblica Terna, ha fatto parte dello stesocomitato. «Ho partecipato solo a un paiodi incontri», taglia corto Roth.

    Nei prossimi mesi si capirà se la vicen-da dei rapporti pericolosi tra la Sopaf deiMagnoni e le casse previdenziali appro-derà in tribunale. Portavoce e difensoridegli enti pensionistici non si stancano diripetere che i fatti al centro delle inchiestedella magistratura risalgono ad anni fa eche nel frattempo le procedure di selezio-ne degli investimenti, così come i control-li a posteriori, sono state rivedute e cor-rette. Storie vecchie, insomma, perchéadesso le garanzie a tutela di una correttagestione sarebbero di molto aumentaterispetto agli anni scorsi.

    Non è solo una questione di controlli,però. In tempi di recessione economica lecasse, in misura diversa tra loro, sonochiamate a far fronte a nuove tensioni suiconti. In sostanza, il numero e l'importocomplessivo delle pensioni erogate au-menta a un ritmo maggiore rispetto aicontributi versati dagli iscritti. Anche perquesto già nel 2011 con il governo di

    Mario Monti, gli enti hanno dovuto pre-sentare ai ministeri vigilanti, Economia eWelfare, una relazione tecnica che attestila sostenibilità dei conti in un arco di 50anni. Molti bilanci però restano sul filo delrasoio. Nel caso di Enasarco e Inpgi l'annoscorso i costi della previdenza hanno su-perato i versamenti degli assicurati. Cipag(geometri) edEnpaf (farmacisti) si trovanopoco sopra il livello di guardia. Di questopasso sembrano inevitabili nuove mano-

    vre straordinarie, già varate negli anniscorsi, con l'aumento dei contributi ol'innalzamento dell'età per la pensione.

    Recessione a parte, anche le discutibiligestioni del passato hanno lasciato tracceprofonde nei bilanci. Nei conti complessi-vi del sistema casse compaiono ancora ti-toli obbligazionari strutturati per centina-ia di milioni acquistati ai tempi del boomdella finanza globale, prima della grandegelata cominciata negli Stati Uniti nel ►

    Previdenza professionisti Pagina 25

  • 2007. Titoli come questi, per loro naturamolto complessi visto che sono legati alrendimento di altre attività, presentano disolito due caratteristiche. Pur garantendo,di solito, il rimborso del capitale a scaden-za, i rendimenti delle obbligazioni struttu-rate possono variare molto nel corso deltempo. Inoltre, salvo poche eccezioni, sitratta di asset illiquidi, cioè non sono trat-tati su listini regolamentati. In caso di bi-sogno, quindi, diventa molto difficile tro-vare dei compratori.

    Ecco perché negli anni scorsi alcunecasse sono state costrette a fare marciaindietro, nel tentativo di svincolarsi daquelle attività diventate all'improvviso adalto rischio per effetto della bufera suimercati. Facile a dirsi. Mettere in sicurezzai bilanci può trasformarsi in un'operazio-ne dagli esiti quantomeno incerti. In com-penso, i costi sono certi e quasi semprealtissimi, perché al prezzo della ristruttu-razione dei titoli in questione vanno ag-giunti i compensi per i banchieri a cuiviene affidato il restyling.

    IL PRESIDENTEINPGI (GIORNALISTI)E ACCUSATO DALLA

    PROCURA DI AVERTRUFFATO IL SUOSTESSO ISTITUTO

    n

    Ne sanno qualcosa all'Enasarco, cheper tre volte nell'arco di cinque anni hatravasato da un contenitore all'altro i 780milioni di curo a suo tempo investiti nellagià citata Anthracite. Con il risultato che,dopo aver sopportato oneri per decine dimilioni, l'ente pensionistico degli agenti dicommercio presenta un portafoglio inve-stimenti che continua a sollevare le per-plessità di organi di controllo pubblicocome la Covip. Non tutte le casse sonouguali, ovviamente. L'Enpam guidata dal

    ANDREA CAMPORESE, PRESIDENTE DELL'INPGI(LA CASSA DEI GIORNALISTI). IN BASSO: IL TANKAVILLAGE IN SARDEGNA, DI PROPRIETÀ DELL'ENPAM

    i p1,« iI T s

    presiedente Alberto Oliveti possiede anco-ra titoli strutturati per circa 2,3 miliardi suinvestimenti finanziari per un totale dicirca 7 miliardi. L'Inarcassa, l'ente pensio-nistico di ingegneri e architetti, alla voce"note strutturate" elenca attività per 267milioni, ovvero una percentuale minimadi un portafoglio che vale, escludendo gliimmobili,