CARDIO-NEWS: LA SINDROME DI MARFAN - De Gasperis · 2015. 12. 4. · Pubblicazione periodica...

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FONDAZIONE CENTRO DI CARDIOLOGIA E CARDIOCHIRURGIA ANGELO DE GASPERIS 1 Cardio-News: la sindrome di Marfan .. pag 1 News dal Presidente ................................. pag 2 Innovazione e ricerca .............................. pag 3 La chirurgia della mitrale con tecnica mini-invasiva Attualità ....................................................... pag 4 Dossier radiazioni La Posta del Cuore .................................... pag 5 Notizie in breve .......................................... pag 5 Lo smog provoca più infarti di alcol, caffè e droghe Sovrappeso raddoppiato in 30 anni, in dimunizione colesterolo e ipertensione In farmacia ......................................... pag 6 Attenzione al paracetamolo Interazione spezie-farmaci Natura & Salute................................... pag 6 Alimentazione ..................................... pag 7 Antiossidanti: prevenzione in tavola Prevenzione giovani ............................ pag 8 sommario La sindrome di Marfan (MFS) è una malattia genetica rara. È familiare nel 75% dei casi e si trasmette con modalità autosomica dominante (la malattia si trasmette da genitore a figlio/a nella proporzione del 50% della discendenza). La MFS colpisce il tessuto connettivo la cui integrità è essenziale per la struttura e la funzione di molti tessuti dell’organismo. Nella stragrande mag- gioranza dei casi la MFS è causata da mutazioni del gene della fibrillina 1 (FBN1). La proteina prodotta su informazione di questo gene è un importante costi- tuente del tessuto connettivo per es. delle articolazioni delle ossa, delle valvole cardiache, dei legamenti che mantengono nella giusta posizione la lente dell’occhio (cristallino) e delle pareti dei grossi vasi sanguigni. Tra questi vasi quello più importante è l’aorta, ovvero l’arteria principale che porta il sangue dal cuore in tutti i distretti del corpo. FBN1 è responsabile della maggior parte delle MFS. Recentemente è stato identificato un nuovo gene malattia che causa MFS nel 10% dei casi (TGFB2R) ed è altresì responsabile della Sindrome di Loeys-Dietz (LDS1 e LDS2) e della Dissecazione Aortica Aneurismatica Familiare. La diagnosi di MFS si basa su criteri precisi (sono definiti criteri Nosologici di Ghent, da De Paepe et al 1996) che combinano tra loro la presenza contemporanea di elementi di interessamento e coinvolgimento di diversi organi/apparati. Il quadro classico (causato da difetti del gene FBN1) della malattia include: lussazione del cristallino, dilatazione dell’aorta, elevata statura con estremità lunghe e sottili associate a cifoscoliosi e/o deformità del torace, ectasia e/o cisti durali, storia familiare positiva per MFS. È importante sottolineare che la gravità delle manifestazioni cliniche della MFS > continua a pag. 2 Niguarda Ca’ Granda FONDAZIONE CENTRO CARDIOLOGIA E CARDIOCHIRURGIA A. DE GASPERIS Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano N. 2 - Aprile 2011 - Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996 Anno 16 - N. 2 Aprile 2011 CARDIO-NEWS: LA SINDROME DI MARFAN varia da persona a persona (anche nell’ambito della stessa famiglia): alcuni individui presentano sintomi lievi, mentre altri possono avere disturbi più importanti che devono essere presi in corretta considerazione per il monitoraggio e l’eventuale trattamento. Durante questo incontro sarà nostra cura trasferire queste informazioni al fine di far capire quali sono tutti gli strumenti diagnostici a nostra disposizione. Il contributo della diagnostica molecolare (ovvero l’identificazione del difetto genetico che causa la malattia nella famiglia) è importante per le diagnosi precoci, sia presintomatiche che precliniche. Ogni famiglia ha un suo proprio difetto alla base della malattia: le mutazioni sono infatti private nella stragrande maggioranza dei casi. Le probabilità di identificare il difetto causale nell’intera popolazione di pazienti con MFS in base L’immagine rappresenta la Madonna dal collo lungo (Parmigianino, 1535- 1540 circa, olio su tavola). Alcuni piccoli particolari come le dita lunghe e sottili (aracnodattilia), il collo lungo e un piccolo mento (micrognazia) spingono a ipotiz- zare la presenza della Sindrome di Marfan, malattia genetica sistemica a forte coinvolgimento cardiovascolare (rottura aneurismatica dell’aorta)

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FONDAZIONE CENTRO DI CARDIOLOGIA E CARDIOCHIRURGIA ANGELO DE GASPERIS 1

Cardio-News: la sindrome di Marfan .. pag 1

News dal Presidente ................................. pag 2

Innovazione e ricerca .............................. pag 3La chirurgia della mitrale con tecnica mini-invasiva

Attualità ....................................................... pag 4Dossier radiazioni

La Posta del Cuore .................................... pag 5

Notizie in breve .......................................... pag 5Lo smog provoca più infarti di alcol, caffè e drogheSovrappeso raddoppiato in 30 anni, in dimunizione colesterolo e ipertensioneIn farmacia ......................................... pag 6Attenzione al paracetamoloInterazione spezie-farmaciNatura & Salute ................................... pag 6Alimentazione ..................................... pag 7Antiossidanti: prevenzione in tavolaPrevenzione giovani ............................ pag 8so

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La sindrome di Marfan (MFS) è una malattia genetica rara. È familiare nel 75% dei casi e si trasmette con modalità autosomica dominante (la malattia si trasmette da genitore a fi glio/a nella proporzione del 50% della discendenza). La MFS colpisce il tessuto connettivo la cui integrità è essenziale per la struttura e la funzione di molti tessuti dell’organismo. Nella stragrande mag-gioranza dei casi la MFS è causata da mutazioni del gene della fi brillina 1 (FBN1). La proteina prodotta su informazione di questo gene è un importante costi-tuente del tessuto connettivo per es. delle articolazioni delle ossa, delle valvole cardiache, dei legamenti che mantengono nella giusta posizione la lente dell’occhio (cristallino) e delle pareti dei grossi vasi sanguigni. Tra questi vasi quello più importante è l’aorta, ovvero l’arteria principale che porta il sangue dal cuore in tutti i distretti del corpo. FBN1 è responsabile della maggior parte delle MFS. Recentemente è stato identifi cato un nuovo gene malattia che causa MFS nel 10% dei casi (TGFB2R) ed è altresì responsabile della Sindrome di Loeys-Dietz (LDS1 e LDS2) e della Dissecazione AorticaAneurismatica Familiare.La diagnosi di MFS si basa su criteri precisi (sono defi niticriteri Nosologici di Ghent, da De Paepe et al 1996) che combinano tra loro la presenza contemporanea dielementi di interessamento e coinvolgimento di diversi organi/apparati. Il quadro classico (causato da difettidel gene FBN1) della malattia include: lussazionedel cristallino, dilatazione dell’aorta, elevata statura con estremità lunghe e sottili associate a cifoscoliosi e/o deformità del torace, ectasia e/o cisti durali, storiafamiliare positiva per MFS. È importante sottolineare che la gravità delle manifestazioni cliniche della MFS

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Piazza Ospedale Maggiore 3 20162 Milanotelefono: 02 64444069 tel./fax: 02 66109134Riconoscimento con D.P.G.R. n°013353 del 29.07.04P.IVA 09536810154 www.degasperis.it [email protected]

Niguarda Ca’ Granda

FONDAZIONE CENTRO CARDIOLOGIAE CARDIOCHIRURGIA A. DE GASPERIS

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Anno 16 - N. 2Aprile 2011

CARDIO-NEWS: LA SINDROME DI MARFAN

varia da persona a persona (anche nell’ambito della stessa famiglia): alcuni individui presentano sintomi lievi, mentre altri possono avere disturbi più importanti che devono essere presi in corretta considerazione per il monitoraggio e l’eventuale trattamento.Durante questo incontro sarà nostra cura trasferire queste informazioni al fi ne di far capire quali sono tutti gli strumenti diagnostici a nostra disposizione.Il contributo della diagnostica molecolare (ovvero l’identifi cazione del difetto genetico che causa la malattianella famiglia) è importante per le diagnosi precoci, sia presintomatiche che precliniche. Ogni famiglia ha un suo proprio difetto alla base della malattia: le mutazionisono infatti private nella stragrande maggioranza dei casi. Le probabilità di identifi care il difetto causale nell’intera popolazione di pazienti con MFS in base

L’immagine rappresenta la Madonna dal collo lungo (Parmigianino, 1535-1540 circa, olio su tavola). Alcuni piccoli particolari come le dita lunghe e sottili (aracnodattilia), il collo lungo e un piccolo mento (micrognazia) spingono a ipotiz-zare la presenza della Sindrome di Marfan, malattia genetica sistemica a forte coinvolgimento cardiovascolare (rottura aneurismatica dell’aorta)

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NEWS DAL PRESIDENTE

Cari Sostenitori,

sono trascorsi alcuni anni da quando ho accettato di rappresentare questa Fondazione, che molto ha fattoper accrescere la cultura cardiologica in Italia, e che èdiventata una realtà importante, testimoniata non solo dal numero dei suoi sostenitori, ma anche, e soprattutto, dall’apprezzamento che ci viene riconosciuto per il nostro impegno quotidiano.Nel campo della ricerca, anche nel 2011, ci stiamo adope-rando attivamente per contribuire a sconfi ggere la malattia attraverso molteplici iniziative.In particolare, con il vostro sostegno, continueremo afi nanziare borse di studio a medici e ricercatori e imple-mentare strutture operative ed informatiche. I protocolli diricerca clinica in corso stanno producendo risultati decisa-mente confortanti.L’invito che vi rivolgo è quindi di essere i protagonisti prin-cipali delle iniziative, ispiratori di azioni, suggeritori di idee e di proposte. Come ben sapete, è per me sempre fonte di piacere la ricerca del rapporto personale con ognuno di Voi.Sono molte le attività che abbiamo in programma per i mesi a venire e che solo grazie al vostro aiuto potremo realizzare.

Colgo l’occasione per segnalarvi un prossimo evento inprogramma:

Concerto del Gruppo Mnogaja Leta QuartetLo storico Gruppo si esibirà con alcuni brani Negro-Spirituals nella prestigiosa Basilica di San Marco a Milano martedì24 maggio 2011 alle ore 21.00 (ingresso in Basilica ore 20.30).I fondi raccolti della serata saranno interamente devoluti a sostegno delle attività della Fondazione A. De Gasperis.

Per informazioni e prenotazioni:■ Fondazione A. De Gasperistel./fax 02 66109134e-mail: [email protected]■ Cabefi n S.p.A.tel. 02 62610200 - fax 02 62610220e-mail: cabe@cabefi n.it

Non esitate a contattarci per avere informazioni in merito alle nostre iniziative ed allo stato di avanzamento dei progetti in corso.

Vi ringraziamo di cuore per l’affetto con il quale ci seguite sempre e per il Vostro prezioso e insostituibile sostegno.

Il PresidenteBenito Benedini

CARDIO-NEWS: LA SINDROME DI MARFAN

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alla nosologia di Ghent è superiore al 90%.È bene comunque ricordare che una negatività all’analisi molecolare si riferisce sempre e comunque alle cono-scenze attuali in ambito genetico sulla MFS.Genetica: trasmissione del carattere ed indagine molecolare

N e l l ’ a l b e r o le radici ed il tronco da cui prendono origine i rami più giovani sono in basso.

Nell’albero genealogico le radici più vecchie (i bisnonni, i nonni) sono in alto, mentre i più giovani sono in basso. I simboli usati di maschio (❏) e femmina (❍) se vuoti indicano i sani (❏❍), se pieni i malati (■●). Dalle com-binazioni delle informazioni si capisce se la malattia è sporadica o familiare e di conseguenza si può prevedere la probabilità di trasmissione della malattia. L’albero che noi costruiremo sarà dapprima basato sul racconto della storia clinica della vostra famiglia e alla fi ne dellavalutazione clinica, sui risultati delle analisi clinicheprovenienti dai diversi specialisti.

Finite queste valutazioni (raccolta dell’anamnesipersonale e familiare) saremo ragionevolmente certi di intraprendere l’indagine sul DNA per l’identifi cazione del difetto molecolare che causa MFS: questo è infatti lo scopo del prelievo di sangueperiferico a cui sarete sottoposti. Dal sangue periferico,verrà estratto (con il vostro consenso) il DNAe noi ricercheremo i difetti dei geni tutt’ora noti chepossono causare la malattia.È bene ricordare che tali difetti possono essere in qual-siasi punto del gene e che ogni famiglia spesso ha la sua mutazione (mutazioni private) per cui necessario leggere per intero la sequenza del gene alla ricerca del difetto. Questo signifi ca che potrebbe esserci un’attesa di anchetre mesi prima di ottenere un referto molecolare.

Il counselling genetico-clinico è necessario perché fornisce informazioni essenziali riguardo a manifesta-zioni cliniche, potenziale ereditarietà ed educazione sanitaria.

Dottor Nicola MarzilianoStruttura Semplice Patologia Molecolare

Anatomia Istologia Patologica e Citogenetica

Informazioni e Prenotazioni: Fondazione A. De GasperisPiazza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 MilanoTel/Fax 02 66109134 - Tel 02 64444069 - [email protected]

Cabefin S.p.A.Via Galileo Galilei, 7 - 20124 MilanoTel 02 62610200 - Fax 02 62610220 - [email protected]

La Fondazione Angelo De Gasperis organizza una serata di beneficienza il cui ricavato sarà totalmente devoluto a favore del

Progetto DNA: “Alle origini della vita, delle malattie e delle cure”

Partecipa anche tu donando il tuo contributo per aiutarci a realizzare e completare questo importante progetto affinchè si possano identificare le alterazioni genetiche alla base di molte malattie cardiovascolari e curarle in maniera più appropriata e autonoma.

Basilica San Marco Milano Martedì 24 Maggio 2011

ore 21,00 ingresso in Basilica alle 20,30

Luciano Gattinoni (pianoforte, tenore, arrangiamenti vocali)

Nino Giagnoni (tenore) - Maurizio Mauri (basso, narratore) - Alberto Vigevani (basso) Giovanni Vergani (chitarra) - Riccardo Vigorè (contrabbasso) - Vanni Stefanini (batteria)

Concerto di Negro SpiritualsMnogaja Leta Quartet

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INNOVAZIONE E RICERCA LA CHIRURGIA DELLA MITRALE CON TECNICA MINI-INVASIVA

Piccole incisioni per grandi risultatiAl pari delle altre specialità chirurgiche, da più di undecennio è in atto in cardiochirurgia un processo dimodernizzazione degli interventi orientato alla riduzione dell’invasività, che garantisca risultati sovrapponibili alle tecniche tradizionali diminuendo le complicanze. La Struttura Complessa di Cardiochirurgia dell’Ospedale Niguarda “Cà Granda” di Milano, nell’alveo della sua consolidata tradizione di Centro di riferimento nazio-nale per la cardiochirurgia complessa e per il tratta-mento avanzato dello scompenso cardiaco, da alcuni anni si occupa sempre più di chirurgia mini-invasiva.

Le tecniche mini-invasive consentono di eseguireinterventi chirurgici complessi attraverso incisioni di pochi centimetri grazie all’utilizzo di strumentazioneappropriata e tecniche operatorie sempre più sofi sticate.Attualmente nella S.C. di Cardiochirurgia dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda vengono regolarmente trattate, con tecnica mini-invasiva, le patologie della valvolamitrale e della valvola tricuspide, della valvola aortica e dell’aorta ascendente, i difetti interatriali e la pervietàdel forame ovale, la fi brillazione atriale isolata o con-comitante ad altra patologia. Anche il bypass aorto-coronarico multiplo, senza macchina cuore-polmoni ed in minitoracotomia sinistra (MIDCAB) con prelievoendoscopico della vena safena e dell’arteria radiale, può essere eseguito con approccio mini-invasivo.

La chirurgia della valvola mitrale rappresenta la più fre-quente applicazione nel campo dell’approccio mini inva-sivo video-assistito (tecnica Heart-Port) con il 90% degli interventi per tale patologia nella S.C. di Cardiochirur-gia di Niguarda. È una metodica che non comporta l’apertura dello sterno come nella chirurgia tradizionale,ma attraverso una piccola incisione di pochi centime-tri, (sul torace di destra, al di sotto della mammella nella donna e del capezzolo nell’uomo), si conduce l’intervento chirurgico video assistito. Con tale tecnicaè possibile effettuare sia interventi conservativi,mantenendo la valvola nativa (plastica mitralica), che la sostituzione mitralica con protesi biologica o meccanica. Di particolare interesse nel nostro Centro è la chirurgia dei re-interventi (nuovi interventi sulla mitrale in pazienti precedentemente operati) dove la mini invasiva trova una sua specifi ca applicazione con la tecnica in circo-lazione extra-corporea a cuore battente. I vantaggi della chirurgia mini-invasiva sono rappresentati da un minor sanguinamento, un minor trauma e quindi una riduzione del dolore, un minor rischio d’infezioni postoperatorie,una ridotta permanenza in ospedale, un recuperocomplessivo più veloce con indubbi benefi ci estetici.

Tutti i pazienti sono potenzialmente candidabili alla chirurgia mini-invasiva siano essi anziani o giovani.

Esistono, pur tuttavia, alcune controindicazioni a taleprocedura ed i chirurghi della S.C. di Cardiochirurgiadell’Ospedale Niguarda, dopo la visita medica e la valutazione dei dati clinici e strumentali, saprannoindirizzare il paziente alla chirurgia mini-invasiva, quella ibrida (chirurgia e procedura percutanea) oppure a quella tradizionale. Ogni paziente, a seconda della severità della patologia cardiaca di cui soffre, dell’età, delle patologie associate e dello stile di vita, verrà considerato come un caso particolare. Infatti, cardineessenziale della S.C. di Cardiochirurgia è la collabora-zione e la discussione collegiale tra i medici di tutte levarie specialità presenti all’interno dell’Ospedale,approccio che in maniera integrata riduce i rischicomplessivi del paziente cardiologico affetto sempre più da differenti malattie.

1. Fase operatoria

2. Cicatrice post-operatoria

Dottor Pasquale FrattoCardiochirurgo

Dipartimento Cardiotoracovascolare

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Alcune semplici note sulla natura e sugli effettibiologici della radioattività ionizzante.Akira Kurosawa nel fi lm ‘Sogni’ (1990) dedicò uno degli otto episodi agli eventi catastrofi ci causati dall’esplosione di una centrale nucleare. È un agghiacciante racconto, così profetico e puntuale per gli attuali giorni tragici della popolazione sopravvissuta sull’isola Honshu.In questo episodio è descritta la successione più probabile di eventi generati dalla distruzione dei sistemi di protezio-ne del generatore atomico: si parla di folate di vento, nubi di elementi radioattivi, contraddistinte da colori diversi,secondo la composizione (trizio, cesio, plutonio, uranio, etc.).Il dramma, centrato sulla rabbia di una madre e dei suoi due bimbi, si conclude sfumando nella desolante, angosciosaimpotenza di fronte alla morte portata dal vento, sottoforma di vapori colorati, verso un mare cupo e burrascoso.

Cosa sono le radiazioni ionizzanti?Il buio, qualcosa che ricorda il buio profondo che entra nelle nostre notti, in ogni fi bra del nostro corpo.Per ora non c’è modo di difendersi, se non scappandolontano dalle radiazioni, un po’ come andare lontano, fuggendo via dai ricordi di un luogo, di una relazione che sono ormai parte di noi.Le radiazioni ionizzanti sono particelle (alfa, beta), oppure onde elettromagnetiche dotate di energia. Quando alcuneradiazioni, come i raggi X, i raggi gamma, le particelle beta o le particelle alfa, incontrano un atomo, può accadere che l’atomo emetta un elettrone e diventi ionizzato.Si misurano in relazione alla energia assorbita dal corpo irradiato; ‘Gray’ (Gy) è l’unità della dose assorbita, ossia di energia trasferita, il ‘Sievert’, di cui sentiamo tanto parlare, ahimè, in questi giorni, tiene conto del fatto che, anche se differenti tipi di radiazioni possono far assorbire la stessa energia, non hanno gli stessi effetti biologici, ossia hanno specifi ci fattori di qualità (QF): per i raggi X questo ‘QF’ è 1, quindi 1 Gy corrisponde a 1 Sievert (Sv). L’esposizione media complessiva a radiazioni sia da sorgenti naturali che artifi ciali intorno a 2mGy per anno, mentre la dose equivalente maggiore di 5mSv può essere dannosa alle persone esposte.

Quali sono gli effetti delle radiazioni ionizzanti?Il 2 dicembre 1942, quando il reattore nucleare costruito da Enrico Fermi e dai suoi collaboratori entrò per la prima volta in regime critico, essi avevano il pieno diritto di pensaredi aver avviato il primo reattore a fi ssione mai esistito su questo pianeta. Trent’anni dopo, questo si dimostrò non del tutto vero, ma comunque la strada fu aperta, e nelcorso dei decenni successivi, si realizzarono centinaia diimpianti nucleari, centinaia di possibili sorgenti di radiazioniad altissima potenza.Enrico Fermi, in una lettera indirizzata all’Istituto di SanitàPubblica (23 ottobre 1935), enfatizzava ‘le proprietàchimiche e fi siologiche particolarmente convenienti’ dialcuni elementi radioattivi per la cura di gravi malattie.

Quali sono dunque queste ‘magiche’ proprietà?L’acqua e l’ossigeno sono prevalenti nella materia vivente.La molecola d’acqua ionizzata dà luogo, dopo una serie semplice di reazioni a radicali liberi, ossia a molecole alta-mente instabili che interagiscono con le molecole organi-che, modifi candone la struttura e le funzioni. In presenza di ossigeno la formazione di radicali liberi è amplifi cata.

Anti-radicali o anti-ossidanti effi caci sono la vitamina C, il glutatione, la melatonina. Inoltre anche il codice genetico può essere direttamente colpito, generando mutazioni genetiche e aberrazioni cromosomiche.I tessuti più sensibili sono gli emopoietici (midollo), igastro-intestinali, i germinali (ovaie e testicoli), i bronco-polmonari, l’occhio e la tiroide.Tanto più la specie vivente è evoluta, e quindi gli organi differenziati, tanto più è sensibile alla radiazione ioniz-zante, per uccidere un pollo occorrono circa 10 Gy, una tartaruga 30 Gy, i molluschi 120 Gy, il paramecio 3000 Gy, l’essere umano 4 Gy.Nell’essere umano, la malattia da radiazione si manifesta, per dosi superiori a 1 Gy (circa 1 Sv), con nausea, seguitada vomito e ingravescente astenia; entro quattro settimane appare prima riduzione importante dei globuli bianchi(leucopenia), anemia, conseguente riduzione delle difese ereditarie. Oltre i 6 Gy, il decorso è dominato dalla morte dell’epitelio intestinale, setticemia, shock.Gli effetti tardivi hanno carattere probabilistico (stocastico),non dipendono dal valore-soglia per comparire, e hannofrequenza di comparsa piccola e non del tipo tutto-o-niente qualunque sia stata la dose. Questi effetti sono stati osservati dopo esposizione al corpo intero a qualchedecimo di Gy (o Sv), esposizione avvenuta una sola voltao più volte, ma per lo più entro relativamente breve periodo(qualche settimana). Le leucemie sono un effetto tardivomolto studiato e compaiono tra i 3 e i 15 anni dopo l’irradiazione. Altre forme tumorali maligne (carcinomi mammari, cutanei, polmonari e tiroidei, sarcomi ossei) compaiono tra i dieci e i trent’anni dalle irradiazioni.Interessante, a questo punto, appare l’uso delle radiazioniionizzanti in Medicina.In diagnostica, la radiografi a, la tomografi a assialecomputerizzata (TAC), la tomografi a ad emissione posi-tronica sono gli strumenti di utilizzo più frequente. Una lastra del torace somministra 0,1 mSv (circa 2 mesi diRadioattività Naturale –RN), una mammografi a 1 mSv(circa 6 mesi di RN), una TAC circa 10-15 mSv (circa 5-10anni di RN). È chiaro che tali strumenti sono in continua evoluzione, soprattutto nell’intento di ridurre la dose equivalente di radiazioni.In terapia, gli acceleratori lineari di elettroni sono impie-gati per la cura dei tumori. In questo caso, la dose equiva-lente è dell’ordine di decine di Sv, ma è concentrata solo sul punto di applicazione, ossia la massa tumorale, ed è di breve durata.

Quale Futuro?Per concludere riprenderei la fi nale rifl essione di Akira Kurosawa.“Più profondamente è violata la natura, più intimamente è corrotta la vita di questo pianeta.E il tempo di questa essenziale corruzione è superiore alla durata stessa di ogni vita e della sua progenie.Occorre dunque riscrivere il Futuro, riprendendo nuove, antiche ricerche in merito alle energie naturali, alle loro sorgenti, al modo di erogarle, al modo di trasportarle senzafar del male, per una neo-etica di rispetto e di ‘simbiosi’ con tutti gli elementi dei tre regni della natura terrestre.”

Dottor Francesco PelizzoniCardiochirurgo

Dipartimento Cardiotoracovascolare

ATTUALITÀ DOSSIER RADIAZIONI

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Patrizia Valentina Arcuri

NEWSNEWS NOTIZIE IN BREVE

LO SMOG PROVOCA PIÙ INFARTI DI ALCOL, CAFFÈ E DROGHE.L’inquinamento atmosferico provoca la stessa quantità di attacchi di cuore rispetto ad altri fattori di rischio come l’esercizio fi sico, il consumo di alcol e di caffè. Ma anche la rabbia, le emozioni positive, l’attività sessuale, la cocaina o l’uso di marijuana e le infezioni respira-torie possono scatenare infarti in diversa misura. È quanto rivela uno studio che appare online su ‘The Lancet’ di questa settimana, a fi rma di esperti della Hasselt University di Diepenbeek e dell’UniversitàCattolica di Lovanio, in Belgio. Gli autori hanno combinato i dati di 36 ricerche precedenti condotte su persone con un età media che an-dava da 44 a 72 anni, a seconda dell’argomento indagato. Hanno poi calcolato il rischio relativo di infarto legato a ogni singolo fattore e la frazione di popolazione attribuibile (Paf) a ciascuno di essi, cioè la percentuale di attacchi di cuore totali causata dal singolo fattore. Dai risultati è emerso che lo smog aumenta il rischio di innescare un attacco di cuore del 5%, mentre la cocaina innalza il pericolo di ben 23 volte, il caffè di 1,5 volte e l’alcol di 3 volte. Tuttavia, poiché l’intera popolazione e’ esposta all’inquinamento atmosferico, mentre solo una piccola parte (lo 0,02%) utilizza cocaina, gli esperti hanno concluso che lo smog provoca attacchi di cuore molto più della droga. La più alta Paf è risultata quella riconducibile all’esposizione al traffi co (tempo trascorso sulla strada o sui trasporti pubblici, elementi che espongono al rischio di infarto, 7,4%), seguita da quella dello sforzo fi sico (6,2%), dell’alcol (5%), del caffè (5%), dello smog (4,8%), delle emozioni negative (3,9%), della rabbia (3%), di pasti pesanti (2,7%), delle emozioni positive (2,4 %), dell’attività sessuale (2,2%), del con-sumo di cocaina (0,9%), del fumo di marijuana (0,8%) e delle infezioni

respiratorie (0,6%). La Paf, in sintesi, ci da’ una misura di quanto gli infarti potrebbero essere evitati se quel fattore di rischio non fosse più presente.Fonte: Public Health Importance Of Triggers Of Myocardial Infarction: A Comparative Risk AssessmentDr. Tim S Nawrot PhD, Laura Perez PhD, Prof. Nino Künzli MD, Elke Munters MD, Prof. Benoit Nemery MDThe Lancet, Volume 377, Issue 9767, Pages 732 – 740, 26 February 2011

LA POSTA DEL CUORE

MI

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D: Mia fi glia di anni 14, ultimamente sviene, le si abbassa molto la pressione i battiti cardiaci arrivano a circa 130 bpm. Portandola dalla sua Dottoressa ha riscontrato più volte che in un minuto le si accavallano 2 o più battiti; ha fatto l’ecg che è nella norma, ma la sua frequenza è sem-pre molto alta il minimo è di 103 bpm al minuto. Come devo procedere secondo Lei? È giusto farle un ecocardio-gramma. Grazie per la Sua disponibilità. Mamma Luisa

R: Gentile Signora, è normale avere la frequenza ancora un po’ alta a 14 anni, molti ragazzi presentano questo tipo di problema associato ad una pressione arteriosa bassa e sporadiche extrasistoli (battiti doppi). Forse un ecocardiogramma può mettere in evidenza quello che viene chiamato prolasso della mitrale, frequentemente presente nelle ragazze giovani, lo faccia fare quindi ma senza preoccuparsi eccessivamente. Un buon cardiologoLe dirà poi come deve comportarsi. Cordiali saluti.

D: Sono una paziente romana di 62 anni e sono stata ope-rata in passato nella mia città due volte di commissuroto-mia mitralica e successivamente, dopo 12 anni, di sosti-tuzione valvolare mitralica con protesi meccanica. Da qualche mese non sto bene, mi sento stanca ed i medici mi hanno diagnosticato un “distacco di protesi con emolisi”. I Centri interpellati nella mia città non vogliono operarmi e

mi sottopongono continuamente a trasfusioni. Ho bisognodi conoscere l’opinione di un Centro importante come il vostro e sapere se effettivamente devo continuaresoltanto con le trasfusioni. Grazie e cordiali saluti. T.S.

R: Gentile Signora, la patologia di cui lei soffre èfrequente e consiste nel distacco parziale di una protesi cardiaca, in questo caso quella mitralica. Questa patologia determina oltre che il cattivo funzionamento della protesi anche la distruzione meccanica dei globuli rossi determi-nando la cosiddetta “anemia emolitica”. Generalmente dopo la visita del paziente, un controllo ecocardiografi co e l’esecuzione di alcuni esami del sangue è possibiledecidere se il paziente deve essere operato oppure può continuare con la terapia medica. Nel caso vi siaindicazione al re-intervento, presso il nostro Centrosi attua una tecnica chirurgica mini-invasiva di approccioalla valvola mitrale senza riaprire lo sterno ma con una piccola incisione sul torace di destra. La tecnicaconsiste inoltre nel riparare o sostituire la protesi mitralica con il cuore sempre battente ma assistitodalla macchina cuore-polmoni. La tecnica, utilizzata nel nostro Centro da alcuni anni su un numero sempre maggiore di malati, migliora nettamente i risultati di una chirurgia comunque diffi cile sia sotto l’aspetto tecnico che delle complicanze. Cordiali saluti.

A cura del Dottor Stefano M. Marianeschi - Cardiochirurgia Pediatrica Dipartimento Cardiotoracovascolare e del Dottor Pasquale Fratto - Cardiochirurgia Dipartimento Cardiotoracovascolare

Sovrappeso raddoppiato in 30 anni, in diminuzione colesterolo e ipertensioneIn soli 30 anni è raddoppiato nel Mondo il tasso di obesità. Lo dice uno Studio pubblicato sulla rivista scientifi ca The Lancet, realizzato da un gruppo di ricercatori internazionali sotto l’egida dell’OMS.Diminuiscono, per fortuna, i fattori di rischio come ipertensione e iper-colesterolemia ma solo nei Paesi “ricchi”.Il quadro che emerge sfata il luogo comune che sovrappeso e obesità, insieme agli altri fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, sianoappannaggio della società del benessere, mentre purtroppo, ilproblema si sta spostando nei Paesi a medio/basso reddito.Se da un lato è incoraggiante il fatto che nei Paesi occidentali, grazie alle campagne di prevenzione, ad una dieta più attenta e al miglio-ramento di diagnosi e di cura, si siano ridotti l’ipertensione e il cole-sterolo alto, dall’altro preoccupa che questa epidemia stia invadendo zone del Mondo dove prima era sconosciuta.I dati dicono che più di una persona su dieci nel Mondo è oltre la soglia di obesità: 9,8% gli uomini e 13,8% le donne. In Europa le più magre risultano essere le donne svizzere mentre le più grasse sono le donne turche. Fonte: The Lancet

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sangue, e ristabilisce in modo naturale il regolare funzionamento dell’organismo. Inoltre, il limone è molte effi cace contro i microbi e contro alcuni virus, grazie al suo potere battericida e all’acido ascorbico che è contenuto in diversi medicinali e che potenzia il sistema immunitario.Come tutti gli agrumi, il limone ha una notevolequantità di vitamina C, che è necessaria percombattere raffreddori e malanni di stagione, maanche i reumatismi.

In tempi lontani il limone veniva utilizzato per curarele ferite di guerra, ponendo sulla ferita una bendaimbevuta nel succo di limone, e anche come bevandaper completare la cura. Oggi non è più necessario, ma le sue proprietà disinfettanti possono tornare utili in mancanza di altro.

Utilizzato come condimento su verdure e carni, diventaun prezioso alleato quotidiano.

Il limone fa parte della famiglia degli agrumi, ed èricco di qualità nutrizionali, con un’infi nità di proprietà, che lo rendono un elemento naturale davvero unico in quanto è in grado di combattere oltre

duecento malesseri in modo naturale.

In genere si utilizza il succo di limone, più che il frutto,

anche se c’è chi lo mangiasenza problemi.

È ottimo per depurarel’organismo dalle sostan-ze nocive, grazie al suo effetto disintossicante e purifi cante.

Il limone ha proprietà terapeutiche di ogni genere:

alcalinizzante, antiacido gastrico,antianemico, calmante, combatte

le impurità che sono presenti nel

Patrizia Valentina Arcuri

Patrizia Valentina Arcuri

NATURA&SALUTE

IN FARMACIA

INTERAZIONE SPEZIE-FARMACISono state dimostrate da una ricerca condotta da un gruppo di studiosi giapponesi, che ha esaminato 55 spezie.Lo Studio è stato pubblicato sulla rivista scientifi caBiological & Pharmaceutical Bullettin. L'analisi è stata concentrata sull'attività degli enzimi denominati "citocromoP450 dipendenti (Cyp). questi enzimi sono localizzati in corpuscoli presenti all'interno delle cellule, con un ruolo importante nella trasformazione dei farmaci a livello di fegato e intestino.Dallo Studio è risultato in particolare che alcune spezie inibiscono l'attività dei citocromi implicati nel metabolismodi molti farmaci con conseguente pericoloso aumento dei livelli dei medicinali nel sangue. I chiodi di garofano,

ad esempio, potenziano gli antibiotici; lo zenzero aumenta l'azione deglianticoagulanti; anice e finocchio aumentano l'azione dei fans.

ATTENZIONE AL PARACETAMOLO

Il paracetamolo (tachipirina) è da tutti utilizzato come farmaco antifebbrile e antidolorifi co, ma, come tutti i farmaci, può dare effetti indesiderati gravi se sisuperano le dosi massime di 4g al giorno.Il rischio maggiore è di provocare danni gravi alfegato.Il fatto è che il paracetamolo è contenuto in molti farmacidi tipo diverso, in associazione con altri principi attivi, per scopi diversi. Ad esempio, il paracetamolo èpresente in farmaci contro la tosse, per liberare il naso, contro il mal di testa quindi è facile rischiare di assumerne troppo senza saperlo.Per questi motivi la Food Drug Administration (che negli USA controlla i farmaci) ha imposto un limite massimodi paracetamolo pari a 325 mg nei farmaci venduti su prescrizione quando è associato ad altri principi attivi. Anche l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco)sta valutando se prendere misure precauzionali in meri to, nel frattempo è bene controllare i principi attivi dei farmaci che assumiamo e i dosaggi.

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Fino a pochi anni fa, la conoscenza dei radicali liberi (RL) era confi nata nel ristretto ambito della chimica e della biochimica. Con il termine di radicale libero viene indicato “qualsiasi specie chimica capace di esistenza indipendente che contiene uno o più elettroni spaiati nell’orbitale più esterno”. La perdita di un elettrone aumenta la reattività della molecola con processi di ossidazione. La formazione di specie radicalicheavviene sia in ambito di processi fi siologici sia in presenza di “stress ossidativi”. La loro produzione può tuttavia aumentare al punto da determinare dannipatologici in molte malattie. In tutte le infi ammazionivi è produzione di radicali liberi, specialmente dell’ossigeno e dell’ossido di azoto tali da agire sul-la muscolatura dei vasi e su alcuni tipi di cellule con molteplici secondarie patologie d’organo prevalente-mente croniche.Nessun apparato risulta indenne da danni diretti o mediati dai radicali liberi. Si è portati a credere che le reazioni mediate da radicali liberi possano esserecoinvolte in quasi tutti i processi morbosi caratterizzati da danno cellulare. L’apparato respiratorio è forse quello più esposto. Infatti gli effetti del fumo di sigaretta,dell’inquinamento,di molti farmaci e di sostanzeinalate durante l’attività lavorativa sono mediatidai radicali liberi. Oltre al polmone è l’apparato car-diovascolare (aterosclerosi coronaria, ipertensione arteriosa,etc) ed il sistema nervoso centrale e peri-ferico (demenza, ictus, etc) a manifestare i danni me-diati ed amplifi cati da radicali liberi. Tuttavia, il danno da radicali liberi può essere, in parte, prevenuto da sostanze antiossidanti presenti in natura. Le difese antiossidanti sono o gli enzimi o molecole attivate. I principali antiossidanti naturali sono la vitamina E, la vitamina A, il glutatione, la vitamina C (l’acido ascorbico) ed altri. Tra gli antiossidanti naturali vanno ricordati anche i polifenoli, particolarmente abbon-danti nell’olio d’oliva e nel vino rosso. Certamente unacorretta ed equilibrata, alimentazione è in grado dilimitare i danni da radicali liberi.L’olio extravergine d’oliva è uno dei più potentiantiossidanti essendo molto ricco di vitamina E(i suoi effetti benefi ci sono noti da secoli).

L’assunzione moderata di alcolici è consigliata venendoriconosciuto al vino un effetto protettivo cardio-vascolare.In tema di prevenzione non si può non citare il quarto studio GISSI (Gruppo Italiano per lo Studio dell’Infarto miocardio) che ha arruolato e seguito per 42 mesi,11.323 pazienti dopo un infarto recente. Questo importantissimo lavoro ha dimostrato che la dieta mediterranea arricchita con 1 grammo/die di acidi polinsaturi n-3 (noti anche come ω 3) contenuti nella carne di pesce ha ridotto signifi cativamente la mortalità totale del 21%. Questa “terapia naturale” determina gli stessi benefi ci ottenuti con farmaci(statine) usati per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.Si può quindi concludere che l’adozione di corretteabitudini alimentari (incremento di frutta e verdura,pesce ed olio d’oliva ed un buon bicchier di vino)permette al nostro organismo di contrastare i danni diretti o indiretti dei radicali liberi allungando la nostra aspettativa di vita. Una sana alimentazione è direttamente correlata ad una vita attiva e per questo, nel promuovere la pratica sportiva è necessario aggiungere alcunisuggerimenti che riguardano le abitudini a tavola.

LINEE GUIDAEsistono stili di vita generali e comportamenti dietetici che tutti gli individui possono seguire in modo sicuro nel corso di tutta la vita per raggiungere e mantenere una condizione di benessere generale e cardio-vascolare, in particolare un corretto comporta-mento alimentare defi nisce un approccio generale al cibo che si prolunga nel tempo e non, viceversa, l’atteggiamento nei confronti di un singolo pasto.Le linee guida dietetiche rappresentano una tracciacomportamentale generica, all’interno della qualedevono essere considerate le caratteristiche com-plessive, quelle culturali e quelle correlate allo stato di salute del singolo individuo.✔ È fondamentale assicurare un adeguato apporto di tutti i nutrienti essenziali che può essere ottenuto introducendo nella dieta tutti i tipi di alimenti. ✔ È altrettanto importante abituarsi a tenere sotto controllo sia il numero delle porzioni che l’entità delle stesse in modo da consentire il corretto calcolo dell’apporto calorico.

✔ È necessario sottolineare che i prodotti a base di vitamine e minerali non possono essere considerati sostitutivi di una dieta bilanciata, mentre è da preferire l’assunzione di frutta, vegetali e cereali.

Patrizia Valentina Arcuri

ALIMENTAZIONEANTIOSSIDANTI: PREVENZIONE IN TAVOLA

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DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia Valentina Arcuri

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EDITING Direct Channel s.r.l. - MilanoPROGETTO GRAFICO E STAMPA Tipografi a Vigrafi ca s.r.l. - Monza

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FONDAZIONE CENTRO CARDIOLOGIAE CARDIOCHIRURGIA A. DE GASPERIS

Fumo in età precoce, alimentazione scorretta, vita seden-taria sono solo alcuni stili di vita seguiti dalla popolazione giovanile italiana, che così facendo si espone quotidiana-mente al rischio di malattie cardiovascolari. Purtroppo il cuore dei ragazzi è minacciato oggi anche a livellomorale e i disturbi alimentari, come anoressia e bulimia, sono in preoccupante aumento. In più, l’abuso di farmaci, di sostanze “energizzanti” e di droghe rappresentano un micidiale rischio per la salute e il futuro dei giovani, che necessita più che mai dell’intervento di tutti gli organi competenti.

Intanto, per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, la famiglia può giocare un ruolo fonda-mentale, ci sono due elementi in partico-lare sui quali lavorare: l’alimentazione e ilmovimento fi sico.

La prevenzione comincia a tavola e questo è unmessaggio per tutte le madri responsabili di quello che arriva ogni giorno in tavola.La relazione fra cibo e geni, cioè come ciascuno di noireagisce agli alimenti e come questi incidano sulla comparsadi malattie, è il campo di indagine della “nutri genomica”, la scienza che indaga come combinare il profi lo genetico individuale con i cibi, per defi nire un’alimentazione protet-tiva o addirittura terapeutica. Per questo la Fondazione De Gasperis ha sempre dedi-cato la massima attenzione nel promuovere le attività di

informazione ed educazione alla salute tra i giovani,richiamando l’attenzione degli studenti sui comportamenti individuali e collettivi che contribuiscono a migliorare la qualità e le aspettative di vita, attraverso un linguaggiosemplice e alla portata dei ragazzi, con particolareattenzione a questioni come fumo, droga, alcol, sport, sonno.

Anche se le malattie cardiovascolari sono al primo posto per cause di morte, di sicuro non ci si pensa da giovani quando il cuore è al centro dei pensieri solo per quanto riguarda la sfera delle emozioni. Sono ancora troppo pochi quelli che sanno quanti danni droga, alcol, sigarette, obesità e mangiare disordinatamente provocano sul cuore di un ragazzo, e molti di questi danni si affacceranno solo alla comparsa dei primi capelli bianchi. Un consiglio in più, che dovrebbe diventare una regola,riguarda lo sport: prima di fare intraprendere ai fi gli un’attività fi sica, anche non agonistica, è bene farglicontrollare il cuore da un cardiologo. Ci sono malattie cardiache che non danno alcun sintomo e che si rivelano all’improvviso durante una corsa o una partita, quando magari è già tardi.

PREVENZIONE GIOVANI

Patrizia Valentina Arcuri

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