EDITORIALE INNOVAZIONE E RICERCA PREVENZIONE … Voce Del... · 2015-12-04 · 05 editoriale...

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Anno 17 N°1 Aprile 2012 Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Ita- liane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano N. 1 - Aprile 2012 - Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996 EDITORIALE il progetto Carelink|Niguarda INNOVAZIONE E RICERCA La terapia chirurgica mini invasiva della fibrillazione atriale PREVENZIONE Infarto più a rischio per la donna ALIMENTAZIONE Più longevi con carni bianche, pesce e noci TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SCIENTIFICA, ATTUALITÀ E PREVENZIONE

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Anno 17 N°1 Aprile 2012

Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Ita-

liane S.p.A. Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003

(conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1, comma 2,

DCB Milano N. 1 - Aprile 2012 - Autorizzazione

del Tribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996

EDITORIALEil progetto Carelink|Niguarda

INNOVAZIONE E RICERCALa terapia chirurgica miniinvasiva della fibrillazioneatriale

PREVENZIONEInfarto più a rischio per ladonna

ALIMENTAZIONEPiù longevi con carni bianche,pesce e noci

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONESCIENTIFICA, ATTUALITÀ E PREVENZIONE

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Direzione Fondazione Centro Cardiologia e CardiochirurgiaA. De Gasperis Niguarda Ca’ Granda,Piazza Ospedale Maggiore, 3 - 20162 MilanoTel. 02.66109134 - Tel. int. ospedale 02.6444.4069/7761Fax 02.49436690

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COSTITUITA DAL 1° DIC. ‘85. RICONOSCIMENTOGIU-RIDICO DALLA REGIONE LOMBARDIA CON D.P.G.R. N.013353 DEL 29/07/2004

Pubblicazione periodica trimestrale - Poste Italiane S.p.A. Sped.in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) art. 1,comma 2, DCB Milano N. 3 - Luglio 2011 - Autorizzazione delTribunale di Milano n° 107 del 19/02/1996

Tutti i diritti sono riservati.

EditoreFondazione Centro Cardiologia e Cardiochirurgia A. De Gasperis Niguarda Ca’ Granda

Direttore ResponsabilePatrizia Valentina Arcuri

PresidenteBenito Benedini

Collaboratori Monica Fumagalli

EditingDirect Channel s.r.l. Milano

Ufficio Abbonamenti/DistribuzioneFondazione A. De Gasperis

StampaTipografia Vigrafica s.r.l. - Monza

Progetto grafico2CPoint | Maurizio Lo Castro

EDITORIALE

Come Contribuire

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Progetto Carelink | Niguarda

SOMMARIO

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NEWS

dal Presidente

INNOVAZIONE E RICERCA

La terapia chirurgica mini-invasiva della fibrillazione

atriale

Cardiologia: rigenerare il cuore

PREVENZIONE

Sentire bene per vivere meglio

Infarto più a rischio per ladonna

LA POSTA DEL CUORE

NOTIZIE IN BREVE

l’ora giusta per la pasta

Cereali per restare in forma

Dipendenza da sale

Troppa vitamina D disturba ilcuore

IN FARMACIA

L’aspirina aiuta a prevenire itumori

ALIMENTAZIONE

più longevi con carni bianche,pesce e noci

IN FAMIGLIA

sani e in forma sin da giovani

prevenzione giovani:sport: come scegliere quello

adatto

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Anno 17 N°1 Aprile 2012

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONESCIENTIFICA, ATTUALITÀ E PREVENZIONE

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campagna di sostegno 2012

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zione nell’ambito del tariffario del SSN,pertanto non possono essere svolticome attività istituzionali nell’ambitodell’Ospedale. Il PCLN è stato quindireso possibile in parte grazie al so-stegno della Fondazione A. De Ga-speris, e in parte grazie ad uno spe-ciale grant di Medtronic. Il PCLN in-clude un medico sperimentatore, re-sponsabile del progetto, ed un’infer-miera professionale dedicata. Il sistema CareLink nel mondo ha giàarruolato oltre 580.000 pazienti in4.000 ospedali, di cui oltre 10.000pazienti in Italia in 174 ospedali. Il si-stema CareLink era già stato utilizzatoinizialmente da Cardiologia 3 a partiredal 2009 nell’ambito del progettoEvolvo (progetto di ricerca finalizzatodella Regione Lombardia).

Dal giugno 2011 ad oggi, il PCLN haarruolato circa 200 pazienti, sui circa600 portatori di un ICD Medtronicseguiti presso Cardiologia 3 (su untotale di oltre 1.000 pazienti portatoridi ICD in carico alla Cardiologia 3).La fase operativa del PCLN è statopreceduta nel primo semestre 2011da una fase di programmazione epreparazione, nella quale sono statiindividuate le possibili criticità e sono

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il progetto Carelink|Niguarda

Molti studi hanno dimostrato che ilcontrollo remoto dei portatori dei di-spositivi impiantabili è vantaggiososia per il paziente, che effettua controllimolto più ravvicinati e personalizzati,permettendo una più precoce iden-tificazione di eventuali problemi, evi-tando visite non necessarie sia perl’Ospedale, che riduce progressiva-mente le risorse impiegate a controlliroutinari dedicandosi invece alla ge-stione dei pazienti nel momento incui insorgono reali problemi clinici.

Secondo le correnti Linee Guida Ita-liane ed Europee il controllo remoto(Home Monitoring) può sostituire ilcontrollo ambulatoriale, riducendocosì il carico di controlli ambulatorialida effettuare nel singolo paziente (alposto di controlli ogni 6-8 mesi, ècosì possibile effettuare un controlloambulatoriale annuale per una valu-tazione clinica globale del paziente,mentre ogni 1-3 mesi vengono ef-fettuati controlli remoti tramite sistemidi Home Monitoring).

Ad oggi però i progetti di Home Mo-nitoring, benché raccomandati dalleLinee Guida Italiane ed Europee, nonhanno ancora una specifica tariffa-

Dal giugno 2011 è operativopresso la Cardiologia 3, diretta

dal Dr. Maurizio Lunati, unprogetto di telecardiologia

denominato Progetto CareLink-Niguarda (PCLN) per il controlloremoto dei pazienti portatori di

dispositivi impiantabili, inparticolare defibrillatori

impiantabili (ICD). Il progettoutilizza il sistema di controllo

remoto di Medtronic, denominatoCareLink, attraverso il quale è

possibile trasmettere una serie diparametri elettrici e clinici

registrati dai dispositiviimpiantabili (ICD, pacemaker e

registratori loop recorder“Reveal”), direttamente da casa

del paziente al servizio disorveglianza presso l’Ospedale

stati messi a punto i flussi operativi,i contratti e le certificazioni necessarieper avviare l’attività di “Home Moni-toring” in condizioni di sicurezza,date le evidenti difficoltà organizzativee le implicazioni di responsabilitàmedico-legale di una tale attività.

La partecipazione dei singoli paziential PCLN è vincolata all’adesione delpaziente ad uno specifico contrattoindividuale, che indica precisamentei termini e gli obblighi delle rispettiveparti. In particolare in base al contrattodi partecipazione, il paziente è resoconsapevole del fatto che il PCLNnon gestisce on-line real-time situa-zioni di allarme o di emergenza (nonsostituisce assolutamente il 118 ol’accesso in PS) e che eventuali tra-smissioni non saranno gestite im-mediatamente ma solo entro le 5giornate lavorative successive.

Il PCLN è operativamente ubicatopresso lo Studio Medico 4 al secondopiano presso le Degenze di Cardiologia3, collocazione che permette un rapidoscambio di informazioni e opinionicon gli elettrofisiologi di reparto cheseguono normalmente i pazienti indegenza o in ambulatorio.

Studio Progetto Carelink

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gestione trasmissioniprogrammate

Infermiere|TecnicoMedico

Il PCLN utilizza l’approccio definito“Primary Nurse Model”, che prevede unruolo fondamentale dell’Infermiere nella

gestione dei contatti telefonici con ipazienti e nel controllo dei flussi delle

trasmissioni e nella prima revisione delletrasmissioni stesse. Il medico coordinatoreè invece responsabile della verifica dei dati

delle trasmissioni, e dell’organizzazionedelle eventuali azioni necessarie alla

gestione dei problemi rilevati durante letrasmissioni, quali aritmie gravi e problemi

di malfunzionamento del device o deglielettrocateteri, che possano necessitare di

controllo ambulatoriale od eventualiricoveri

La trasmissione dei dati avviene at-traverso un apposito modem Care-Link consegnato al paziente, chefunge da stazione di rilevazione etrasmissione trans-telefonica, sia inmodalità manuale (cioè attivata dalpaziente), oppure in modalità auto-matica (attraverso una connessionewireless tra il modem CareLink el’ICD). Il modem CareLink trasmettei dati registrati ad un server centrale(localizzato in Olanda), che invia idati elaborati al singolo Ospedale diriferimento, che analizzati i dati perla gestione clinica dei pazienti. Nella fase iniziale del PCLN (secondo

Flow-Chart gestionetrasmissioni CareLink

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semestre 2011), sono stati arruolatiin primis pazienti portatori con ICDMedtronic con elettrocateri SprintFi-delis (soggetti a recall visto elevatorischio di rottura improvvisa del ca-tetere) pazienti che non sentono gliallarmi acustici, pazienti che abitanofuori provincia/fuori regione e pazientipediatrici.Nell’attuale seconda fase, che siconcluderà entro la fine del 2012,vengono arruolati i portatori di ICDdotati di dispositivo con connessionewireless e i portatori di loop recorderimpiantabili Reveal (totale di circa300 pazienti). In questa fase il sistemadi controllo remoto viene attivatocontestualmente all’impianto del di-spositivo, con training del pazientee firma dei relativi consensi primadella dimissione dall’Ospedale.Ad oggi, nei circa 200 pazienti ar-ruolati nei primi 9 mesi in cui il PCLNè stato attivo, in circa 10% dei casile trasmissioni hanno evidenziatoproblemi che hanno portato sia al ri-covero (per aritmie gravi o recidivanti

o per problemi relative all’ICD qualiesaurimento della batteria o malfun-zionamento o necessità di riposizio-namento dei elettrocateteri) che acontrolli ambulatoriali, per riprogram-mazione dei parametri di riconosci-mento o ottimizzazione delle terapiemediche. Nella terza fase del progetto, nelcorso dell’anno 2013, verranno ar-ruolati tutti i rimanenti portatori diICD Medtronic (wireless e non wire-less) per un totale di circa 600-700pazienti. In un futuro successivo, siipotizza di estendere tale sistema dicontrollo remoto alla grande mag-gioranza dei pazienti dotati di dispo-sitivi impiantabili, sia pacemaker cheICD, includendo dispositivi impiantabilidelle altre case, oltre a Medtronic,Biotronic, St. Jude, Boston e Sorin.Tra gli obiettivi del PCLN è integrarequanto più possibile la sorveglianzaremota degli ICD alla modalità classicadi controllo ambulatoriale, per anti-cipare le future forme di gestioneclinica dei pazienti quando tale mo-

Episodio difibrillazioneventricolare conshock 35J efficace inbimba di 5 mesiportatrice di ICD.

DottoressaEmanuela Teresa LocatiCardiologaResponsabile del ProgettoCareLink NiguardaCardiologia 3Dip. Cardiotoracovascolare

dalità di gestione sarà riconosciutacome tariffabile e quindi resa istitu-zionale all’interno dell’Ospedale. Tra le priorità del PCLN è anche diindividuare sinergie operative con lealtri Divisioni del Dipartimento, in par-ticolare la Cardio Pediatria (con laquale vengono già cogestiti 5 piccolipazienti, vedi Fig. 3) e la Cardiologia2, alla quale afferiscono molti deipazienti portatori di ICD (in particolareICD-CRT) affetti da scompenso car-diaco già arruolati nel progetto, pressola quale è già attivo un ulteriore mo-dello di telesorveglianza di pazienticon scompenso cardiaco. Un ulteriore obiettivo del PCLN infineè quello di valutare le possibilità diintegrare il controllo remoto dei di-spositivi impiantabili alle realtà di as-sistenza territoriale, per concretizzareil concetto di “continuità assistenziale”realmente cruciale nei confronti dipazienti estremamente fragili e adalto rischio di aritmie fatali, “thesickest of the sick”.

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Caro Sostenitore,come di consueto, colgo questa particolare occasione per aggiornarLa personalmentesulle attività in corso di svolgimento e per informarLa sulle prossime iniziative chela Fondazione ha in calendario.Ringrazio a nome dello staff della Fondazione e del Dipartimento Cardiotoracova-scolare, le Aziende che, con la loro collaborazione, ci hanno consentito diorganizzare i nostri eventi.

Torneo di BurracoE’ stato organizzato il 4 Marzo 2012, presso il Milan Marriott Hotel in ViaWashington, 66 a Milano, un Torneo di Burraco, il cui ricavato è stato devolutointeramente alla Fondazione A. De Gasperis per il finanziamento del Progetto“Un Piccolo Grande Cuore nel Mondo” che consente di garantire il sostegnosanitario ai bambini cardiopatici, di migliorare la loro qualità della vita e didifenderne il diritto alla salute.Ringraziamo il Milan Marriott Hotel che ci ha permesso di organizzare, presso laSua prestigiosa Sede, questa lodevole iniziativa di beneficenza.La informo che, in occasione del Torneo di Burraco, sono state realizzate delleT-shirt con il logo del Progetto che sono disponibili presso la nostra Sededevolvendo un piccolo contributo a favore della Fondazione.

Tessera CARDIOCARDDa Gennaio 2012 è finalmente disponibile la nostra Tessera CARDIOCARD, dicui Le avevamo parlato in dicembre.Si tratta di una Card assegnata a fronte di una donazione a favore della nostraFondazione che riserva al titolare “un pacchetto di benefit” molto utili come, adesempio acquisti scontati all’interno dei negozi della Gallery Shop dell’Ospedaleed una visita annuale cardiologica non strumentale.

Catalogo raccolta punti BENNETIl Gruppo Bennet sosterrà per tutto il 2012 la nostra Fondazione attraverso il suoCatalogo Raccolta Punti “Bennet Club”. I clienti potranno destinare i punti raccoltia favore del Progetto “Un Piccolo Grande Cuore nel Mondo”. Un motivo in più perscegliere Bennet per gli acquisti.

Progetto Prevenzione GiovaniIl Progetto Prevenzione Giovani rappresenta una delle più importanti attivitàistituzionali della nostra Fondazione, che ha conquistato un ruolo significativo perla sensibilizzazione dei giovani verso corretti stili di vita. La Fondazione, grazie allapreziosa collaborazione dei medici del Dipartimento Cardiotoracovascolare, hagià un ricco calendario di appuntamenti nelle scuole elementari e medie di Milano,già partito da marzo.

Le ricordo gli altri rilevanti Progetti che, grazie a Lei, la Fondazione sostiene da tempo:il Progetto “DNA: alle origini della vita, delle malattie e delle cure” per la cura dellemalattie genetiche; l’erogazione delle Borse di Studio finalizzate alla ricercascientifica a favore di cardiologi impegnati nei vari reparti.Affinché la Fondazione possa portare a termine, nel modo migliore, i numerosiprogetti avviati e promuoverne di nuovi, abbiamo bisogno della generosità di tuttiquelli che credono nel valore del progresso scientifico come bene comune del-l’umanità.Come nostro Partner, Lei merita il nostro ringraziamento speciale e il nostropreciso impegno a fare sempre meglio, affinché possa continuare a condividerecon entusiasmo i nostri obiettivi.

Si ringrazia Amplifon per il significativo contributo accordato per il 2012 ai progettidella Fondazione A. De Gasperis.

news fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis06

Il Presidente

Benito Benedini

dal presidente

Torneo di Burraco Domenica 4 Marzo 2012 ore 15.00

Milan Marriott Hotel Via Washington, 66 20146 Milano

Il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Angelo De Gasperis per la realizzazione del Progetto

Sostegno sanitario per migliorare la qualità della vita e difendere il diritto alla salute dei bambini cardiopatici

Per iscrizioni: Sig.ra Marina Gatteschi

Fondazione A. De Gasperis Tel: 02.66109134 Arbitro nazionale

Sig.ra Monica Fumagalli Cell: 335.5855431

Sig.ra Rossana Missieri Cell: 347.4504757

Progetto

“Un Piccolo grande Cuore nel Mondo”

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innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis07

La AF può presentarsi da sola (isolata)oppure in associazione con una sot-tostante patologia strutturale del cuorecome una valvulopatia (più frequen-temente della valvola mitrale) o diuna coronaropatia. La prevalenzadella AF aumenta con l’età dallo 0.5%nei pazienti di età compresa tra 50 e60 anni sino al 9% circa in quelli di80 e 90 anni. Ogni anno in Italia visono circa 60 mila nuovi casi di AF. Essa viene distinta in relazione alladurata in acuta e cronica e più pre-cisamente in parossistica se si ripetepiù volte (ricorrente) e termina spon-taneamente entro sette giorni, persi-stente se la AF non termina sponta-neamente oltre sette giorni e perma-nente se la AF non risponde alleterapie impostate.La AF è associata con un rischioaumentato di ictus, scompenso car-diaco e morte soprattutto nelle donnee la percentuale di ictus nei pazienticon AF non valvolare è intorno al5% per anno cioè da 2 a 7 voltemaggiore rispetto ai pazienti nonaffetti da AF. Si presenta soprattuttoin pazienti con ipertensione arteriosae malattie cardiologiche come le val-vulopatie e la cardiopatia ischemicanonché nei pazienti affetti da malattiepolmonari, della tiroide, nei soggettiche abusano di alcool e droghe,negli stress emozionali. La causapiù frequente, dal punto di vista pa-tologico, per l’insorgenza di AF è lafibrosi atriale e la perdita di massa

muscolare degli atri. I sintomi varianodalla semplice palpitazione o tachi-cardia all’ictus embolico, allo scom-penso cardiaco, al dolore toracico,alla stanchezza. Generalmente i pazienti affetti da AFvengono sottoposti ad accertamenticlinici e strumentali come gli esamiematici di routine, la funzionalità dellatiroide, l’elettrocardiogramma basaleed Holter delle 24 ore, l’ecocardio-gramma e la visita dal cardiologo,più precisamente l’aritmologo perconoscere i sintomi del paziente, lapresenza o meno di patologie car-diache strutturali o altre malattie si-gnificative.La gestione dei pazienti affetti da AFcomprende il controllo della frequenzacardiaca, la prevenzione degli eventitromboembolici e la correzione del-l’aritmia. Il trattamento farmacologicodella AF consiste nella terapia anti-coagulante per evitare la formazionedi trombi all’interno degli atri e ictusembolici e nella terapia antiaritmicaappropriata per il controllo della fre-quenza cardiaca e per il ripristinodel ritmo sinusale. Nel caso in cui laterapia antiaritmica non è in gradodi ripristinare un ritmo normale e neicasi opportuni si può pensare dopoun periodo di anticoagulazione noninferiore alle quattro settimane disottoporre il paziente alla cardiover-sione elettrica.I pazienti che sono affetti da patologiecardiologiche strutturali e da AF e

La fibrillazione atriale (AF) è la più comunearitmia nel mondo occidentale e colpisce circa5 milioni di persone solo in Europa.Per fibrillazione atriale si intende un’aritmiasopraventricolare caratterizzata dall’attivazionedi un’attività atriale caotica e non coordinatache sfocia in una non corretta funzionalità degliatri e spesso del cuore nel suo complesso

che hanno indicazione ad un inter-vento cardiochirurgico tratteranno,se indicato, la AF con tecniche com-binate (per esempio chirurgia dellavalvola mitrale e della AF).Nei pazienti sintomatici con AF isolata,cioè in assenza di altre patologiestrutturali significative e che non ri-spondono alla terapia medica e allacardioversione elettrica, vi è la pos-sibilità di un trattamento invasivo siacon tecniche per cutanee che chi-rurgiche miniinvasive.L’ablazione percutanea della AF ora-mai viene utilizzata correntementedagli aritmologi con ottimi risultatisoprattutto sulla AF parossistica an-che se sono necessari molto spessopiù trattamenti.Tale tecnica consiste nella creazionedi linee di cicatrice con energia a ra-diofrequenza per lo più in corrispon-denza dell’atrio di sinistra e talvoltadi destra in modo da bloccare il cir-cuito della AF.Da alcuni anni inoltre, con lo svilupposempre più incisivo della cardiochi-rurgia mininvasiva, in pazienti sinto-matici affetti da AF isolata che nontraggono vantaggio dal trattamentomedico o percutaneo, è possibileeffettuare la terapia chirurgica dellaAF con tecnica mini-invasiva. L’abla-zione chirurgica della AF con tecnicamininvasiva utilizzata presso il nostroCentro Cardiochirurgico in collabo-razione con la S.C. di Elettrofisiologiadiretta dal Dr. Lunati consiste nella

La Terapia ChirurgicaMini-Invasiva dellaFibrillazione Atriale

Figura 1

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innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis08

cardiologia

introduzione in anestesia generale,mediante tre fori nell’emitorace didestra (Fig.1) entrambi gli emitoraci,di strumenti e ottica con i qualiviene eseguita l’ablazione a cuorebattente (Fig.2). Il vantaggio della chirurgia rispettoalle tecniche percutanee si ha nellacreazione di cicatrici (linee di abla-zione) più profonde o a tutto spes-sore sui tessuti cardiaci e questoconsente un risultato più duraturonel trattamento della AF soprattuttoper quel che riguarda le recidive diAF. Le due tecniche comunque,percutanea e chirurgica mini-inva-siva, sono complementari e pos-sono integrarsi nei casi in cui si

hanno delle recidive di tale aritmia.Presso il Dipartimento Cardiologicodell’Ospedale Niguarda Ca’ Grandadi Milano vi è un Ambulatorio dedicatoalla Fibrillazione Atriale dove le com-petenze degli aritmologi e dei car-diochirurghi sono a disposizione deimalati affetti da AF. I pazienti a se-conda delle loro caratteristiche po-tranno essere trattati sia con meto-diche tradizionali oppure indirizzatiall’ablazione percutanea o l’ablazionechirurgica con tecnica mininvasiva.

I Pazienti giungono al termine dellapropria esistenza a causa di un fatalecircolo vizioso: progressivo indeboli-mento del cuore che determina dila-tazione (“rimodellamento”) delle cavitàcardiache, a cui consegue ulterioreperdita di forza contrattile e più altaprobabilità di aritmie mortali. Se ilcuore è rinforzato, più favorevole è ildestino.

rigenerare il cuore

Negli ultimi anni, alcuni ricercatorihanno diretto i loro studi verso mole-cole in grado di aumentare la forzacontrattile del cuore. Una piccola mo-lecola, dal nome un po’ esotico “Ome-camtiv Mecarbil”, si è dimostrata ingrado di aumentare selettivamente lacapacità operativa della proteina/mo-tore del muscolo cardiaco: la “Miosi-na”. Ad ogni battito cardiaco, un or-ganello specializzato delle cellule delcuore, denominato reticolo sarcopla-smatico, rilascia ioni calcio dentro lacellula, nel suo cosiddetto citoplasma,ossia l’ambiente semiliquido dove av-vengono le reazioni vitali e funzionalidella cellula medesima. Questo rilasciodi calcio avviene in modo sincronizzatoall’inizio del battito cardiaco, circacentomila volte al giorno per gli esseriumani. Il calcio attiva dei filamentimuscolari, o miofilamenti, organizzati

Figura 2

Dottor Pasquale FrattoCardiochirurgoDip. Cardiotoracovascolare

in strutture complesse che formanouna sorta di intreccio collegati me-diante piccoli ponti mobili con altrianaloghi intrecci. I miofilamenti sonocomposti principalmente da due pro-teine: l’actina e la miosina: quest’ultimaafferra più strettamente e sposta l’ac-tina, filamento per filamento: la risul-tante di questo meccanismo è lacontrazione vigorosa del muscolocardiaco, a cui consegue l’espulsionein circolo della quota di sangue con-tenuta nella cavità cardiache principali.L’energia di questo processo chimi-co-fisico è fornita da una molecoladenominata ATP.

Nel cuore insufficiente la quota diione calcio rilasciata dal reticolo sar-coplasmatico è ridotta, contribuendoa indebolire ulteriormente l’attivazionee la contrazione dei miofilamenti.

L’insufficienza cardiacacolpisce decine di

milioni di persone nelmondo, con prognosiper lo più infausta nei

cinque anni successivialla diagnosi

Actina Miosina

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innovazione e ricerca fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis09

Storicamente, tra i farmaci che in-crementano la forza miocardica, sonoconsiderati utili quelli che potenzianoil segnale dello ione calcio per attivarela contrazione; ma molti di questifarmaci (ad esempio, la digitale) po-trebbero indurre, in alcuni casi, unsovraccarico di ione calcio, tale daaumentare sia il consumo di energia,sia il rischio di aritmie. Inoltre, altriagenti terapeutici, che aumentanola disponibilità di ATP, come gli ana-loghi dell’adrenalina o gli inibitori del-l’enzima che degrada l’ATP, causanomaggior consumo energetico, no-nostante l’incremento di disponibilitàdi energia, sotto forma di ATP; questoè più che drammaticamente evidentenelle condizioni di stress acuto e im-provviso (risposta di tipo “fight-or-flight”, “affronta o scappa”). Nel cuore insufficiente la prognosi èpeggiore se la dissipazione di energiaè costantemente elevata e non con-grua alle necessità fisiologiche.Attualmente, la cura standard deipazienti miocardiopatici include far-maci che bloccano l’azione di mole-cole come l’adrenalina o analoghiendogeni della digitale (come i beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, gli AR-bloccanti); questo può sembrare pa-radossale, se non si considera rile-vante una sorta di tempesta neu-roumorale a cui soggiace il cuore in-capace di rispondere adeguatamentealle normali esigenze dell’organismo.Le vie naturali di potenziamento mio-cardico, che inizialmente possonoessere interpretate come rispostaadattiva al malfunzionamento dellapompa cardiaca, si trasformano neltempo in acceleratori della disfunzionedel rimodellamento dilatativo.Nuove strategie collegate al meta-

bolismo del calcio, sono quelle fo-calizzate su bersagli molecolari, conlo scopo di migliorare la funzione discambio dentro la cellula, minimiz-zando sia la spesa energetica che ilrischio di aritmie; ricordo, per esem-pio, la terapia genica che induce laproduzione di un numero più grandedi pompe/scambiatori dello ione cal-cio, o l’adozione di farmaci che ri-ducono la perdita o aumentano laconcentrazione del medesimo ionenel reticolo sarcoplasmatico.

La piccola molecola, già citata all’iniziodi questa riflessione, l’OmecamtivMecarbil, aumenta l’erogazione dienergia ad ogni singolo battito car-diaco, grazie al potenziamento del-l’abilità della miosina di generareforza, alla stessa concentrazionedello ione calcio. Questo in qualchemodo elude eventuali interferenzeesterne, neuro-umorali, al processodi reazione contrattile tra miosina eactina. Assieme all’Omecamtiv Mecarbil, an-che altre molecole mostrano analogienel meccanismo di azione (e.g. le-vosimendan) di calcio-sensibilizza-zione. Come ogni altra terapia, anche questamostra dei chiaroscuri: l’aumento diforza contrattile comporta un aumentodel tempo di contrazione, ed unaconseguente, relativa riduzione deltempo di riempimento ematico dellecavità cardiache: tale dinamica causaun aumento del consumo di energiaper ogni battito cardiaco, anche seritenuto comunque inferiore al con-sumo indotto da farmaci che mimanogli effetti delle sostanze prodotte daiterminali nervosi afferenti al muscolocardiaco, come l’adrenalina.

Interessante, collaterale campo diapplicazione di queste terapie cal-cio-sensibilizzanti, è l’azione sullamiosina del muscolo scheletrico: adesempio, per i Pazienti che faticanoa sganciarsi dalla ventilazione mec-canica, perché afflitti da progressivoindebolimento dei muscoli respiratori,come il diaframma, per i Pazientimalati di cancro, per i Pazienti an-ziani.

La complessità dell’Insufficienza Car-diaca, nella sua storia naturale, ri-chiede una altrettanto complessa in-tegrazione di più strategie terapeuti-che: il fine di questa azione integratapotrebbe essere “Rigenerare Il Cuo-re”.Oltre alla cura della cosiddetta “tem-pesta neuroumorale”, poc’anzi ac-cennata, ho qui descritto l’opzionedi potenziamento della capacità con-trattile delle fibre muscolari tramitel’incremento: a) della riserva ener-getica (ATP), b) del numero di ioniattivatori (ioni calcio), e c) della sen-sibilità agli agenti attivatori. Nono-stante il trapianto cardiaco sia at-tualmente la sola reale cura della In-sufficienza Cardiaca, altri dispositivielettro-meccanici offrono da tempoalternative benefiche e sempre piùdurature. In questa severa condizionepatologica il cuore può trarre giova-mento da pace-makers di ultima ge-nerazione, in grado di ri-ordinare insincronia (“resincronizzare”) le variefasi del ciclo cardiaco.

Resta la grande promessa della te-rapia genetica basata per ora solosu evidenze sperimentali.

Realisticamente le linee perseguibili,allo stato attuale delle nostre cono-scenze, sono:

1 Riprogrammare le cellule miocar-diche native per potenziare la lorocapacità contrattile e per rendere ilcuore meno pericolosamente su-scettibile agli stress neuroumoralidella vita normale.

2 Programmare cellule staminali re-sidenti nel muscolo cardiaco per es-sere convertite a cellule attive mu-scolari.

3 Favorire la maturazione “musco-lare” di cellule embrionali cardiacheresidenti (epicardio).

4 Favorire la maturazione di celluleprogenitrici per la formazione di neo-coronarie.

Dottor Francesco PelizzoniCardiochirurgoDip. Cardiotoracovascolare

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prevenzione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis010

È stato dimostrato chequesto disturbo, se noncorretto tempestivamen-te, può impattare sen-sibilmente sulla qualitàdella vita e avere risvoltianche sul piano clinico,

psicologico e socioeconomico.L’ipoacusico, infatti, trova difficilecomprendere e conversare con fa-miliari e amici, tende ad isolarsi e aridurre la partecipazione alle attivitàsociali e culturali che arricchisconoe rendono piena la vita. Come so-stenuto dal Professor Bernabei, Di-rettore della Cattedra di Geriatriadell’Università Cattolica: “L’anzianoche ha un calo uditivo va incontroad una progressiva perdita di auto-stima, genera una condizione di apa-tia e può sviluppare un disturbo del-l’umore di tipo depressivo.L’ipoacusia e la conseguente inca-pacità di comprendere possono ma-nifestarsi nell’anziano con apparentidisturbi cognitivi quali disturbo dimemoria, di attenzione, di compren-sione verbale, fino ad un quadro distato confusionale. I sintomi cognitividescritti possono essere legati al-l’incapacità di udire adeguatamente,comprendere e quindi fissare nuoveinformazioni.

In tale condizione, tali sintomi scom-paiono dopo la correzione dell’ipoa-cusia”. Non solo. L’ipoacusia puògenerare anche problemi di equilibrioe postura fisica, accentuando cosìl’isolamento e la difficoltà a rapportarsicol mondo. Come afferma sempre ilProfessor Bernabei: “L’udito con-tribuisce al mantenimento di unapostura e di una andatura stabiliattraverso la percezione e l’identifi-cazione degli stimoli uditivi che aiu-tano a localizzare e orientare nellospazio.L’ ipoacusia è stata associata infattiad un aumentato rischio di caduta aterra e le relative conseguenze chene derivano (ad esempio la fratturadel femore)”. Anche per prevenirequesti problemi, la miglior cosa èfare periodicamente un controllodell’udito per verificare se è neces-sario l’uso di un apparecchio acu-stico.Come documentato in uno studiodal Dottor Cuda, Direttore U.O. Oto-rinolaringoiatria Ospedale G. di Sali-ceto Piacenza: “L’età più avanzataè associata al maggior rischio dimancato utilizzo dell’apparecchioacustico. Un fenomeno di naturaprettamente psicologica: molti pa-zienti rifiutano di riconoscere ed ac-

cettare un danno correlato all’età equindi negano il proprio stato.Un peccato, se si pensa che oggidiversi studi clinici hanno ampiamentedimostrato l’efficacia dei moderniapparecchi acustici nel migliorare laqualità della vita”. Riconoscere il calo uditivo è dunqueil primo passo verso la soluzione:sia esso dovuto all’età o ad altrecause, va individuato e risolto il primapossibile. Prima s’interviene, tantopiù efficace sarà il rimedio, a maggiorragione oggi.Come ci spiega infatti il ProfessorCavallazzi, Audiologo già Direttoredella Scuola di Audiologia dell’Uni-versità di Milano: “L’audiometria, cioèl’insieme delle tecniche di misurazionedell’udito, ha raggiunto una sofisticataprecisione che consente di definireun quadro altamente dettagliato del-l’ipoacusia del paziente e conse-guentemente di individuare la solu-zione personalizzata più adatta”. Ilcontrollo dell’udito inoltre è un testnon invasivo che consiste nell’in-dossare delle cuffie ed ascoltaresuoni o parole. Soprattutto se sipensa che bastano pochi minuti pervivere meglio, vale proprio la penadi farlo.

Sentirebene perviveremeglio

Tutti possono avere un calo dell’udito: colpisce sia gli uomini che le donne in tuttele fasce di età. Ma dopo i 65 anni l’incidenza è del 30%: l’ipoacusia (cioè una ri-duzione più o meno significativa dell’udito) infatti è una delle problematiche piùfrequenti che si manifestano con l’avanzare dell’età.

Il controllo dell’udito: un gestoimportante di prevenzione

Scegli la soluzione migliore per te

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prevenzione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis011

infartopiù a

rischio per

la donna

Per questo motivo, talvolta si trascurala gravità della situazione e si tardaa chiamare il 118.Ma anche una volta ricoverate, ledonne possono rischiare di morirepiù degli uomini perché se non ven-gono trattate subito con le cure ade-guate si rischia di peggiorare la si-tuazione.Lo ha evidenziato il più grande Studiofinora condotto, pubblicato recen-temente sulla rivista dell’associazionedei medici americani (JAMA), cheha esaminato più di un milione dicasi del National Registry of Myo-cardial Infarction segnalati dal 1994al 2006. I risultati hanno dimostrato che l’etàmedia delle donne ricoverate per unattacco cardiaco è più alta rispettoa quella degli uomini (74 anni contro67) e che il 42% delle donne nonpresentava dolore al petto, contro il31% degli uomini. Complessivamen-te, circa il 15% delle donne è dece-duto in ospedale, mentre si scendeal 10% per gli uomini. John Cantodella Watson Clinic a Lakeland, inFlorida, uno degli autori dello Studio,

ha sottolineato che, purtroppo, l’as-senza di dolore toracico può rivelarsifatale nelle donne con infarto mio-cardico, rispetto ad altri pazienti dellastessa età. Anche il fattore età può rendere dif-ficoltosa una prognosi corretta.I sintomi manifestati dalle donne ma-ture sono simili a quelli degli uomini,quindi anche il rischio di morte si ri-duce, mentre per le donne più giovanila ritardata diagnosi può tradursi inun infarto più grave. Come sempre la prevenzione giocail suo ruolo fondamentale e i cardiologiraccomandano alle donne giovani divalutare che un eventuale attacco dicuore può non presentare i sintomiclassici ma può manifestarsi con do-lore alla schiena, respiro affannoso,nausea o dolore alla mandibola.Per sopravvivere ad un infarto è im-portante la tempestività dell’interventodi una Unità Coronarica perché il ri-tardato ricovero posticipa la diagnosie i trattamenti adeguati.

La malattiacardiaca nella

donna non è difacile diagnosi, inparticolare non è

semplicericonoscere un

attacco cardiacoin quanto non è

detto che simanifestino i

sintomi classicicome il dolore al

petto o il senso dioppressione al

torace

Patrizia Valentina Arcuri

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news fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis012

la posta del cuore

D: Mio marito deve fare una RMN Car-diaca ma soffre di claustrofobia. Sipuò fare in sedazione?Gennaio 2012 A.B.

R: Gentile Signora, nei pazienti grave-mente claustrofobici (soggetti che nonusano l'ascensore ne' la metropolitana)la RM cardiaca è controindicata ameno che non ci si trovi in rarissimecondizioni dove la metodica non haalternative.Nei casi di claustrofobia meno gravi,in genere una blanda sedazione conbenzodiazepine è sufficiente a garantirel'esecuzione dell'esame mantenendoil minimo di vigilanza necessario allacollaborazione necessaria alla buonariuscita dell'esame. Cordiali saluti.

D: Volevo sapere se una persona cheha subito uno shock anafilattico nel2007 a causa di una puntura di cala-brone può essere più soggetta a rea-zione allergica del liquido di contrastoutilizzato per l'esame. Inoltre volevosapere anche se è pericoloso, per unapersona che ha una valvulopatia, l'uti-lizzo del liquido per mandare sottosforzo il cuore.Gennaio 2012 C.A.

R: Gentile Signore, le reazioni allergichea mezzo di contrasto a base di gado-linio, cioè al mezzo di contrasto utilizzatoin Risonanza Magnetica, sono rare edin genere di lieve entità (orticaria cuta-nea, lieve nausea).In caso di soggetti gravemente atopici(allergici) che hanno sviluppato fenomeniallergici gravi si utilizzano protocolli cheprevedono l'assunzione di cortisoneed antistaminici per ridurre al minimo ilrischio di eventi avversi.

Lo shock anafilattico da puntura di in-setto è un precedente che può sug-gerire un trattamento preventivo perridurre il rischio di fenomeni allergici.Nella nostra esperienza gli eventi avversi

dopo mezzo di contrasto, in più di5.000 pazienti trattati, è inferiore all'1%e non ha mai costretto a provvedimentidi urgenza.

Lo stress farmacologico può avere di-verse indicazioni in Risonanza magne-tica:1) test diagnostico per valutare la pre-senza di ischemia miocardica;2) test di riserva inotropa nel caso divalutazione del miocardio vitale perconfermare o meno l'indicazione a ri-vascolarizzazione miocardica con an-gioplastica o intervento di by-pass.In entrambe queste condizioni il testviene eseguito sotto stretto controllocardiologico e non comporta rischi si-gnificativi. Cordiali saluti.

Dottor Alberto Roghi Cardiologia Diagnosticaper ImmaginiLaboratorio di RM CardiacaDip. Cardiotoracovascolare

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in famiglia fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis013

Sani e in forma fin da giovaniE’ vero che prevenire è meglio checurare ed è un peccato dover ripa-rare ai danni della nostra superficialeattenzione verso il nostro benesse-re.Per quanto riguarda la salute delnostro cuore, molto possiamo fareper evitare i fattori di rischio modifi-cabili come colesterolo e i trigliceridialti, l’ipertensione, il diabete, il fumodi sigaretta, la sedentarietà e l’obe-sità.Il controllo di questi fattori di rischio,da iniziare fin da giovanissimi, è allabase della nostra salute generaleed è in grado di scongiurare il rischiodi incorrere in un infarto o in unictus cerebrale.Spesso vediamo bambini in notevolesoprappeso, e ogni volta non fac-ciamo che pensare che è un verodelitto non riflettere sul danno fisicoe psicologico che si provoca ad unadolescente che dovrà sempre lot-

tare con la bilancia e subire moltidisagi anche a livello relazio-

nale.Esortiamo i genitori

ad essere consa-pevoli di quanto

uno stile di vitaadeguato sitraduca nonsolo in unbenef ic ioper il be-

nesseree la fe-l ic i tàd e ifigli,m aa n -chei n

un ri-sparmio

economico per la so-cietà.Le regole sono sem-plici: un’attenta ali-mentazione, che pre-diliga frutta, verdura

e pesce, astenersi dal fumo (anchesolo due sigarette al giorno rad-doppiano il rischio di infarto), unaregolare attività fisica (almeno 30minuti al giorno) ed il mantenimentodel peso entro limiti ottimali con unindice di massa corporea inferiorea 25. Ancora più importante è mantenerela circonferenza del girovita ad unvalore inferiore a 102 cm nell’uomoe a 88 cm nella donna.Un consumo moderato di vino, nellamisura di due bicchieri al giorno, èpiacevole e può avere effetti beneficisulla circolazione, in virtù del suopotere antiossidante, ma è assolu-tamente da evitare l’abuso di alcolici,che ha effetti devastanti su moltiorgani vitali. Ricordiamo che attualmente un va-lore ottimale di colesterolo LDL èinferiore a 160 mg/dL. La pressione arteriosa, invece, è damantenere in valori inferiori a 130/85mmHg.Esistono anche fattori di rischio car-diovascolare emergenti, valutatispesso per una diagnosi più accu-rata, tra i quali ricordiamo gli indicidi infiammazione nel sangue comela proteina C reattiva.Anche la sindrome metabolica co-stituisce un nuovo parametro di va-lutazione che individua soggetti conun rischio particolarmente aumentatodi sviluppare malattie cardiovascolari. Per sindrome metabolica si intendela combinazione, nello stesso sog-getto, di alcuni dei tradizionali fattoridi rischio come: la ridotta tolleranzaal glucosio; la circonferenza addo-minale superiore a 102 cm nell’uomoo a 88 cm nella donna; bassi livellidi colesterolo “buono” HDL (<40mg/dL nell’ uomo e <50 mg/dLnella donna); 4) trigliceridi >150mg/dL; ipertensione.

Patrizia Valentina Arcuri

Una buonaprevenzione generale,

che ci tenga lontanida molte malattie, lapossiamo osservareogni giorno facendo

attenzione alle sceltequotidiane

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Nuoto, corsa, pilates, sci, bici,

equitazione,fitness o calcio…

ogni disciplina ha ilsuo fascino, ma èimportante sapere

quale scegliere primadi iniziare un percorsoche in ogni caso, per

mostrare i suoibenefici, ha bisogno

di frequenza edimpegno

in famiglia fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis014

prevenzione giovani

Patrizia Valentina Arcuri

Prima di tutto è necessario capire imotivi per cui si decide di praticareuno sport. Le motivazioni per cui siinizia un’attività fisica possono esseredifferenti e spaziano dalla pura vogliadi sentirsi in forma alla necessità dicombattere lo stress o risolvere pro-blemi oggettivi di salute.Altro fattore da tenere in considera-zione sono le nostre reali capacitàfisiche e temporali. Spesso ci si ap-passiona, ma con la stessa velocitàsi abbandona la disciplina appenascoperta. E' improduttivo iniziare unaattività che non riusciamo a seguireperché è faticosa, inadatta al nostrofisico o difficile da gestire in terminidi tempo.Se si è magri e di statura bassa, adesempio, è preferibile non dedicarsial body building, così come se si la-vora troppo distanti da casa è meglioscegliere una palestra vicino all'ufficioper essere sicuri di trovare il tempoper rispettare le lezioni. Qualche suggerimento: se devi sca-ricare le tensioni monta in sella, sevuoi combattere la noia vai a correrenel parco e se hai bisogno di liberarela mente scegli la piscina. L’importante è MUOVERSI!La bici, ad esempio, è uno sportsemplice alla portata di tutti. Aiuta aperdere peso, migliora la circolazionesanguigna, rassoda le gambe, gli

Sport: come scegliere quelloadatto

addominali e i glutei.Ci sono anche benefici per la psicheperché pedalando si producono en-dorfine che migliorano l’umore.Anche la corsa o la camminata veloceè alla portata di tutti. E’ un’attivitàaerobica che permette di rassodarela muscolatura di cosce, gambe eglutei e aiuta a ridurre il grasso ad-dominale.Il nuoto è lo sport completo per ec-cellenza, ideale per tutti e da iniziareda bambini.E’ una disciplina completa perchéstimola sia l’apparato muscolo-sche-letrico che quello respiratorio. Au-menta la potenza muscolare di gam-be e braccia e tonifica il torace el’addome.Anche il nuoto aiuta a perdere pesoe secondo alcuni psicoterapeuti imovimenti in acqua sono perfetti persincronizzare mente e corpo.Ricordate che lo sport deve piaceree deve appassionare, così maggiorisaranno i benefici che ne trarrete.Non bisogna, quindi, avere paura diprovare e di buttarsi in nuove espe-rienze, anche perché qualora nondovesse essere come si immaginava,si può sempre cambiare, fino a trovarelo sport più adatto.

La Voce Del Cuore Aprile_2012 12/04/12 17.13 Pagina 14

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E’ il farmaco più utilizzato e più ven-duto al mondo. E’ presente in ognicasa, visto i molteplici utilizzi. L’ace-tilsalicilico, il principio attivo dell’aspi-rina, è un rimedio contro l’influenza,il mal di testa, è un antidolorifico,un antinfiammatorio ed è antiaggre-gante (fluidifica il sangue) e quindiroutinariamente utilizzato nella pre-venzione secondaria dell’infarto.Uno studio della Oxford Universitypubblicato sulla rivista The Lancet

alimentazione fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis015

più longevi

uno dei punti focali delle attuali ri-cerche che mirano a rendere opera-tiva la scoperta.Oltre al dosaggio, ci sono altri duequestioni da chiarire: quanto tempodeve durare il trattamento e in chemodo è possibile contenere gli even-tuali effetti collaterali, fra cui sangui-namenti e forme emorragiche causatedall’uso prolungato del prodotto.Per questo motivo, ricordiamo chenon è consigliabile assumere l’aspirinasenza prescrizione medica, se nonnei casi citati all’inizio, che ne limitanol’uso a pochi giorni.

in farmacia

Per allungare la vita bisogna mangiaremeno carne rossa. Anche la pre-venzione dei tumori sottolinea quantoun ridotto consumo di carni rosse

Patrizia Valentina Arcuri

aumenta il rischio complessivo dimorire per cancro e malattie cardio-vascolari. Viceversa, una dieta cheprediliga pesce e carni bianche riduceil rischio complessivo di morte. Lorivela uno studio pubblicato sulla ri-vista Archives of Internal Medicineda An Pan della Harvard School ofPublic Health di Boston. Già in passato altri studi hanno evi-denziato che una dieta ricca di carnirosse aumenta il rischio di tumori,ma questo nuovo Studio prende inesame il rischio di morte generale.I Ricercatori hanno reclutato 37.698uomini e 83.644 donne, seguendo isoggetti per un periodo di 28 anni,registrando 23.926 decessi, di cui5.910 per malattie cardiovascolari e9.464 per cancro. Attraverso oppor-tuni calcoli hanno stimato che ilrischio di mortalità totale aumenta inmedia del 12% per ogni porzionegiornaliera in più di carne rossa, del

13% per tagli di carne poco lavorati,del 20% se lavorati a livello industriale(per esempio carne in scatola, affu-micata, hamburger…). Sostituire unaporzione di carne rossa con una dipesce, o con pollame, frutta secca,come noci e mandorle, legumi, latticinimagri o cereali integrali, riduce il ri-schio di morte del 7% con il pesce,del 14% con il pollame, del 19%con la frutta secca, 10% coi legumi,10% coi latticini magri, 14% con icereali integrali.E’ stato stimato che il 9,3% e il 7,6%dei decessi totali, rispettivamenteper maschi e femmine, documentatidurante il periodo di monitoraggio diquesto studio, potevano essere pre-venuti se tutti i partecipanti avesseroconsumato meno di 0,5 porzioni algiorno di carne rossa. (Ansa)

Patrizia Valentina Arcuri

e condotto su 25.570 pazienti, haevidenziato un’altra importante pro-prietà: l’aspirina sarebbe in grado diprevenire e curare alcune forme ditumore. Piccole dosi, pari a 75 mg al giorno,riuscirebbero addirittura a contrastarele cellule tumorali dell’intestino, del-l’esofago e dei polmoni. Secondo la ricercatrice Sylviane Ol-schwang, specialista in oncogeneticaall’ISEM di Parigi, le cellule tumoraliinnescano una reazione infiammatoriaa livello locale che ne favorisce lacrescita. Con l’aspirina si blocche-rebbe questa evoluzione. Attualmen-te, gli studi parlano di 75-80 mg algiorno, ma il dosaggio ideale non èstato ancora espresso e questo è

L’aspirina aiuta a prevenire i tumori

con carni bianche, pesce e noci

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Il meccanismo cerebrale messo in moto dal sale è lo stesso di quello delle sostanze stupefacenti. La rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) ha pubblicato un curiosostudio in cui si sostiene che il sale agisce sul cervello al pari delle sostanze stupefacenti, o droghe. Ad avercondotto lo studio, invece, è stato un team internazionale di ricercatori provenienti dall’Australia e dagliStati Uniti, rispettivamente dal Florey Neuroscience Institute di Melbourne e dal Medical Center della DukeUniversity a Durham. Gli scienziati hanno potuto osservare, nel loro studio su modello animale, che ai topi

a cui hanno fatto seguire una dieta iposodica o hanno invece dato del sale, si modificava l’attività cerebrale. Il processoavveniva in soli 10 minuti e attivava gli stessi geni coinvolti dall’azione degli oppiacei come, per esempio, la cocaina ol’eroina. Questo, secondo gli scienziati, potrebbe spiegare perché è così difficile resistere ai cibi salati in genere, dato cheriteniamo questo genere di alimenti piuttosto gustosi.Tuttavia, secondo il dottor Derek Denton, dell’Università di Melbourne, il bisogno di sale è un istinto di sopravvivenza cheha radici evolutive, un desiderio profondamente radicato nel cervello.Assumere poco sale nella dieta è importante, ma non va del tutto esclusopoiché un equilibrio tra i sali minerali nel corpo ci vuole sempre.

notizie in breve fondazione centro di cardiologia e cardiochirurgia Angelo De Gasperis016

L’ora giusta per la pasta

Cereali per restare in forma

1

2

Una convinzione molto diffusa è quella che i carboidrati andrebbero evitati a cena, perché colpevoli difavorire l’aumento di peso. E’ falso, i carboidrati possono essere consumati sia a pranzo che a cena, l’im-portante, per introdurre meno calorie, è che uno dei due pasti principali sia a prevalenza proteica, l’altro abase di carboidrati.

Se ne è parlato molto in questo periodo, parlando di una nota dieta, ma un fondamento c’è: i cerealiintegrali, i legumi, i semi oleosi e tante verdure di stagione tengono lontane le malattie cardiovascolari eprevengono i tumori e in più ci tengono in forma!La cottura dei cibi è da prediligere al vapore e la ricchezza delle fibre contenute in questi alimenti faassorbire meno calorie e permette di perdere peso.Inoltre, essendo alimenti poveri di grassi saturi, aiutano a prevenire malattie come i tumori, l’Alzheimer, ildiabete, le cardiovascolari e a ridurre il colesterolo cattivo.

Patrizia Valentina Arcuri

notizie in breve

Troppa vitamina D dirsturba il cuore3

Livelli troppo alti nel sangue di vitamina D raddoppia il rischio di incorrere nella forma più comune di aritmiacardiaca, la fibrillazione atriale. Lo dimostra uno studio statunitense dell'Intermountain Medical Centernello Utah che è stato presentato all'ultimo congresso dell'American Heart Association in Florida.Attenzione, quindi, alle integrazioni non giustificate: come è noto, la vitamina D aiuta a fissare il calcio nelleossa e, in genere, viene prescritta dal medico a chi presenta una osteoporosi grave.Se non ci sono motivi specifici che lo richiedono, vale sempre il principio di integrare la vitamina Dattraverso un’alimentazione equilibrata, senza assumere integratori.

Dipendenza da sale4

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