Bortoletti, il diritto alla sicurezza personale, cuem, milano, 2001

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Quella tra cittadino e legalità appare, in realtà, come una relazione sofferta. È sufficiente fermarsi a riflettere su come il normale senso civico, se e dove esiste, finisce con il venir descritto e vissuto come una "virtù eroica", un calvario che adduce al martirio e alla successiva beatificazione laica, quasi che il fare il proprio dovere di cittadino, di lavoratore, di padre di famiglia, non sia più la normalità. E che, giunti a questo punto, sia superfluo, dimenticando come "la disperazione più grave che possa impadronirsi d'una società - ricordava Corrado Alvaro - è il dubbio che vivere rettamente sia inutile". Inutile, superfluo, perché questo cilicio, questa "virtù eroica" di chi fa solo il proprio dovere di cittadino, finisce con il rendere normale tutto il resto, in un deterioramento progressivo del contesto ambientale, nel quale, se l'immoralità non è avvertita come tale, rischia di diventare amoralità, in una sorta di spaesamento dell'etica.

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