Bloc Notes Settembre 2012

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 7 - Settembre 2012 Bloc Notes Distribuzione gratuita Editoriale Elezioni regionali 2012: nessuno resti a guardare N. Reina pag. 22 Poste italiane Spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 art.1, com. 1, DCB Catania Personaggi Alfio Bisicchia: Riflessioni in versi di un’esperienza per- sonale proiettata verso l’ignoto S. Atanasio pag. 3 Attualità Rifiuti: cresce la rac- colta differenziata, ma le città sono sempre più sporche D. Lazzaro pag. 6 XXIII Sagra del pistacchio di Bronte

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 7 - Settembre 2012

Bloc NotesDistribuzione gratuita

EditorialeElezioni regionali 2012: nessuno resti a guardare

N. Reina pag. 22

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PersonaggiAlfio Bisicchia: Riflessioni in versi di un’esperienza per-sonale proiettata verso l’ignoto

S. Atanasio pag. 3

AttualitàRifiuti: cresce la rac-colta differenziata, ma le città sono sempre più sporche

D. Lazzaro pag. 6XXIII Sagra del pistacchio di Bronte

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Copertina: foto sagra del pistacchio di Bronte

Direzione - Redazione

AmministrazioneAssociazione

Pro Loco AdranoVia Roma 56,

95031 - Adrano Tel: 7697004

E-mail: [email protected]

RedazioneAngelo Abbadessa, Ser-gio Atanasio, Maddale-na Batticane, Giuseppe Bulla, Luigi Cottone, Carmelo Cozzo, Ornella Fichera, Giosuè Gullotta, Dario Lazzaro, Franco Liotta, Dario Milazzo, Alex Minissale, Piera Proietto, Placido Salamo-ne, Carmelo Santangelo.

Caposervizio Biancavilla

Enrico Indelicato

Direttore Nino

Reina

Direttore responsabile

Orazio Longo

Hanno collaboratoSalvatore Bulla, Carmelo Mazzaglia, Franca Meli, Nicolò Neri, Alessan-dro Scaccianoce, Maria Scalisi.

StampaTipografia Ricca

AdranoAut. del Trib. di CT

n° 715/87

n°7 - 2012

Settembre

per la tua pubblicità

Chiusura del giornale: 30 settembre 2012

Varie

Nonostante lo scettici-smo cronico del popolo stressato pare proprio

che esistano delle sostanze na-turali che aiutano a gestire lo stress.

L’umeboshi ed i fiori di Bach sono due tra le più originali.

Nel primo caso si tratta di un frutto giapponese, reperibile in qualsiasi negozio biologico, che aiuta a combattere il senso di stanchezza e la mancanza di vi-talità tipici dei soggetti stressati.

Ricche di calcio, ferro e fosfo-ro le umeboshi sono in grado di far scaricare o riequilibrare gli eccessi di sostanze che danneg-giano il fegato ed i reni.

Nel secondo caso, invece, si tratta di un particolare tipo di fio-ri spontanei individuati proprio dal medico inglese Edward Bach.

La loro essenza favorisce l’ar-monizzazione degli stati emozio-nali alterati, facilitando in modo naturale uno stato di benessere e di equilibrio psico-fisico.

Pur non essendo un farmaco è comunque possibile acquistarli in farmacia.

Esistono poi moltissimi altri elementi contenuti nei cibi per poter ridurre la nostra dose quo-tidiana di stress da XXI secolo.

Il magnesio, contenuto ad esempio negli spinaci, aiuta a regolare i livelli di cortisolo che tendono ad alzarsi quando si è sotto stress, provocando mal di testa e stanchezza.

Anche l’assunzione della vi-tamina C sembra essere uno tra i rimedi naturali più gettonati.

Gli studi hanno dimostrato che questa vitamina, di cui le nostre arance sono ricche, riduce i livelli degli ormoni dello stress

potenziando, al contempo, il sistema immunitario.

Il consumo di pane, pasta e cereali, inoltre, aiuta il cervello a produrre serotonina una so-stanza chimica importante per dormire bene, per la regolazione del nostro orologio interno, per la regolazione della temperatu-ra corporea e per molto altro ancora la cui produzione può essere compromessa da uno stress eccessivo.

Insomma i rimedi non manca-no basta saperli usare accompa-gnandoli ad uno stile di vita sano.

Nella puntata preceden-te – sembra passato

un secolo – ce la si prendeva col neo-ateismo eversivo tipologia “mammaamessa-noncivadopiù”. A distanza di un’estate, sto ancora qui a chiedermi perché le forze investite (ad esempio) nel delegittimare il santo padre (la cui opulenza, accostata alla sempiterna e demagogica foto del bambino del terzo mondo, viene quotidiana-mente messa alla gogna)

non vengano canalizzate, nemmeno minimamente, per stracciarsi le vesti contro il despotismo musulmano (che oggigiorno uccide se criticato, altro che Crociate), alle spalle del quale, peraltro, foraggia-no i big del petrolio (altro che IOR, altro che le Prada vermiglio del papa).

Sia chiaro: questo non è il tentativo di legittimare una religione opponendola

a un’altra. Piuttosto, è la di-mostrazione della parzialità ottusa di certi radical chic.

Poi, sì, giunge San Placido e viene a galla il fanatismo da entroterra e la monda-nità dei vestiti migliori al mattino della festa.

Ma questo, così come il gala medioevale di certi ritualismi e le pellicce della domenica mattina, è un altro discorso.

La scuola cattolica rappresenta un luogo ideale per l’intreccio di alleanze educative, in cui riconciliare famiglie e nuove genera-zioni aperte alla guida cristiana nella determinazione fondata e coraggiosa di poter vivere una vita buona anche in questo mondo e in questo tempo.

Gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana nel mondo della scuola cattolica e della formazione professionale sono tra le condi-zioni che nella logica di una scuola pubblica in grado di competere con tutte le altre proposte educative, dovrebbero essere sempre più idonei e determinati. La Chiesa è madre premurosa e saggia che vuole il meglio per i suoi figli per cui, vista l’attuale deriva in cui si trova l’odierna società per l’assenza di ideali e di modelli educativi alti, cerca di venirci incontro mettendo l’accento sulla questione dell’educazione.

Nel nostro Paese c’è una forte esigenza di formazione e questo ci sollecita ad assumere una grande responsabilità per cui non possiamo abbandonare i nostri ragazzi. Adrano è un paese che vive di agricoltura, e quindi di lavori occasionali o stagionali. Le famiglie povere sono tantissime le quali si aggrappano dove possono, per ridurre il costo di mantenimento dei propri figli, perché vivono in una condizione di povertà estrema. Mi riferisco al grande quartiere nord di Adrano Monte Rosso, orfano delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice che sono state lievito per “Educare alla vita buona”.

Parlando di povertà non si deve ragionare solo in termini di privazione economica, ma si deve pensare alle altre conseguenze concrete: essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute. E’ un diritto negato anche al futuro dei giovani. Tutti i membri della famiglia si trovano a vivere, in modi diversi, una condizione di stress e di sofferenza, anche se sono le donne e le nuove generazioni a pagare il prezzo più elevato.

Dal testamento del benefattore, Sangiorgio Gualtieri, a cui darei il titolo di santo sociale, si legge: “Voglio che l’educazione e l’istruzione di tutti i bambini venga affidata ai Salesiani di Sicilia. La porta della Casa dovrà essere sempre aperta a tutti i bambini poveri ed abbandonati, primi fra tutti quelli del mio amato paese di Adrano”. Migliaia di bambini per ben 56 anni hanno trovato ospi-talità nella Casa Sangiorgio, Ora non più. Le cose sono cambiate, ma non le aspirazioni di un quartiere che rivendica, per i bambini poveri l’assoluto ed incondizionato rispetto del testamento di Giovanni Sangiorgio Gualtieri.

La necessità di educare alla retta via la nuova generazione è da sempre un preciso compito istituzionale, lo è ancor di più oggi di fronte ai processi sociali distolti del nostro tempo.

Carmelo Santangelo

Sangiorgio Gualtieri, porta chiusa per sempre?Appello alle coscienze sensibili

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Personaggi

“Comprende-re la poe-sia”: chi ha visto il fa-

moso film di P.Weir, “l’attimo fuggente”, ricorderà una delle prime scene in cui un bizzarro professore, Keating, si rende protagonista infiammando gli animi dei suoi studenti, spingendoli a cogliere “libe-ramente” il senso di un testo poetico in polemica con l’ac-cademico J.E.Pritchard.

Già, ma cosa è la poesia? Forse anche nel gesto di

protesta del prof. Keating si scorge il calore della poesia, sì perché anche la protesta, legittima, a tutela della pro-pria purezza, può definirsi poesia, come una scena di un film appunto, o un quadro, il verso di una canzone “…la donna grassa non si tiene in piedi e si fa piccola, la gente ride, ma lui le dà una mano e la riporta su, fante di cuori, ormai non ci si crede quasi più” (F.De Andrè- New trolls).

Si potrebbe facilmente ricordare un verso di Marziale e dire che “Hominem nostra pagina sapit” (La nostra pa-gina sa di uomo), o stilare un catalogo di ciò che è degno di versi poetici, come diceva la più grande poetessa dell’an-tichità, Saffo (Alcuni dicono che sulla terra nera la cosa più bella sia un esercito di cavalieri, altri di fanti, altri di

navi, io invece ciò di cui uno è innamorato), oppure espri-mere follemente la propria libertà ed il desiderio di co-municare come A.Palazzeschi (Lasciatemi divertire).

La poesia è questo? Forse, o forse una risposta

non siamo in grado di darla, perché sarebbe come chie-dersi qual è il senso del nostro stare al mondo.

Forse la poesia non satolla il ventre, come ricordava un brillante ministro qualche anno, eppur ancor oggi, il fol-le fervore poetico contagia e spinge a metter giù dei versi, per il puro piacere o la sod-disfazione personale di dar libero sfogo ad un’ esigenza, o per il bisogno di comunicare

e condividere sentimenti o riflessioni, scherzi gioiosi o momenti di sconforto.

Non ci è dato sapere se il film di P. Weir sia stato visto, e qualora ciò sia avvenuto, se sono state ricordate le parole di Whitman, citate da Keating “…che il potente spettacolo continua, e che tu puoi con-tribuire con un verso”, ma in questo contesto si dovrà parlare di un altro professore, in carne ed ossa, non frutto della fantasia di uno sceneg-giatore, Alfio Bisicchia.

Quasi in sordina, senza fanfare e comunicati stampa, il prof. Bisicchia con molta modestia ha già pubblicato due libri, nel 2011 un saggio dal titolo “Sulle vie della

religione”, e quest’anno una raccolta di poesie che reca il titolo “In cerca di una meta”.

Alla domanda perché mai non abbia voluto presentare “ufficialmente” le sue fatiche letterarie, sorridendo il prof. Bisicchia ci dice: ”In genere alle conferenze di presenta-zione di libri, degli annuari, dei cataloghi, vi sono sempre le stesse persone, e sono le stesse persone a cui io ho regalato i miei libri”.

Poesia anche in questo gesto?

Già, che bisogno c’è del filtro protocollare dell’uffi-cialità, con la filiera di discorsi artefatti e riflessioni sul biso-gno di “fare cultura” da parte di primi cittadini, assessori,

“In cerca di una meta”Alfio Bisicchia, insegnante di lettere in diversi istituti, tra cui il Liceo G.Verga di Adrano, ha svolto attività politica nell’allora Partito Comunista ricoprendo la carica di consigliere ed assessore. Ha pubblicato diversi articoli ed un saggio “Sulle vie della religione”. E’ sposato e padre di tre figli.

Riflessioni in versi di un’esperienza personale proiettata verso l’ignoto

onorevoli chiamati alla biso-gna e nel peggiore dei casi porporati con in tasca le loro omelie da sagrestia?

La silloge poetica di Bisic-chia è un percorso di una vita, nel corso della quale l’autore ha fissato in versi momenti della sua esperienza di ado-lescente prima, di uomo ed insegnante poi, con la perizia della musicalità e del ritmo metrico (con buona pace del prof. J.E. Pritchard), sfoghi dell’anima, furori poetici, come si spiega nella prefazio-ne dall’autore stesso curata.

Versi limpidi, quasi prosa-stici, su cui presiede spesso, quasi a trattenere il debor-dante impulso delle emozio-ni, la ragione e l’esigenza di sublimare delle esperienze personali a canone universale di ciò che ogni uomo vive e sente nel corso di una vita ed alla “ricerca di un meta”.

Poesia anche questa, cer-to, poesia razionale, riflessio-ni sparse e fissate occasional-mente su pezzi di carta (come faceva Goethe), e riveduti nella maturità.

A conclusione di questa modesta recensione, prefe-riamo ancora una volta citare l’autore “Le poesie narrano la storia di un viaggio, l’itinera-rio culturale e spirituale di un essere che scrive così come gli detta il cuore[…] poesia spontanea, immediata, collo-quiale che rifugge dagli artifici retorici ricercati, dai simboli volutamente ermetici”.

Sergio Atanasio

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Inchiesta

Stands, manife-stazioni e piccoli concerti: questo il programma della

sagra del pistacchio che quest’anno rimarrà “aper-ta” per 2 interi week end: dal 27 al 30 settembre e dal 5 al 7 ottobre 2012.

Dopo la conferenza stampa di presentazione, che si terrà mercoledì 26 alle ore 10, presso la pina-coteca Nunzio Sciavarrello di Bronte, il 27 settembre si aprirà ufficialmente la sagra con il taglio inaugu-rale del nastro ad opera del sindaco Pino Firrarello.

Sin dal primo giorno, gli spettacoli musicali, con

le loro “note”, faranno da “colonna sonora” alla ma-nifestazione.

Ma, l’evento clou lo si avrà alle 18:00 con l’aper-tura degli stands, ovvero le “cellule” della sagra.

Nella seconda giornata, invece, sarà molto interes-sante l’iniziativa “I nonni in festa”, che si terrà in Piazza Rosario alle 20:00.

Il 29, invece, a fare da “sfondo” alla sagra, ci sa-ranno i gruppi musicali e folkloristici. Domenica 30, invece, sarà la giornata degli amanti dell’arte.

Nella Pinacoteca “Nun-zio Sciavarrello” di Bronte, infatti, la FIDAPA locale allestirà un’ Estemporanea di pittura di ingente livello.

La seconda settimana

della sagra inizierà, invece, venerdì 5 ottobre con l’ini-ziativa “La scuola scende in piazza”.

In tale data, quindi, gli scolari riempiranno la città di Bronte e sarà offerto loro il tradizionale gelato al pistacchio. Giornata da ricordare per i più piccini: nel Castello di Nelson, in-fatti, si terranno spettacoli per bambini, veri protago-nisti della giornata.

Ma il 5 ottobre sarà anche la data dei contest:

In Piazza Rosario si terrà la premiazione del Concor-so Regionale migliore torta al pistacchio e del Concor-so Regionale miglior gelato al pistacchio.

Sabato 6, invece, la mu-sica farà da sottofondo mu-

sicale alla finale regionale di “Miss Etna e Fotogenia 2012” che si terrà nel Tea-tro Comunale.

Infine, il 7, la musica folk allieterà i tantissimi visita-tori giunti in Piazza Casti-glione per la degustazione della torta al Pistacchio, evento che simbolicamen-te segna la fine della sagra.

Sempre nella stessa giornata, sarà molto inte-ressante il II Annullo Fila-telico che si terrà in Piazza Piave.

Per tutta la durata della sagra si terrà nel “Circolo di Cultura” una Mostra di Pit-tura al cui interno saranno presenti opere degli artisti Cristina Lefter, Vincenzo Martini, Nelu Pascu e Paola Ruggiero.

Dall’arte culinaria alla musica: due settimane all’insegna del sano divertimento

La XXIII Sagra del pistacchio di BronteQuest’anno la sagra del pistacchio di Bronte raddoppia gli eventi sfidando la crisi

Ma, nei giorni della sa-gra, a tenere desta l’atten-zione saranno tutti quegli spettacoli, musicali, folk-loristici e di animazione che ogni anno assumono sempre più rilevanza.

Una sagra, quella del pi-stacchio, che attira sempre più visitatori e che punta sempre alla valorizzazione delle risorse locali, anche quelle umane, basti pen-sare ai vari gruppi musicali che interverranno.

Da sottolineare, infine, che, dei 100 stands pre-senti, ben 30 esporranno esclusivamente prodotti al verde pistacchio di Bronte, a testimonianza dello spi-rito originario della sagra brontese, ovvero la valo-rizzazione dell’ “oro verde”.

Dario Milazzo

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Inchiesta

Molti frutti sicilia-ni hanno origine asiatica. Le con-

dizioni climatiche mediter-ranee, infatti, favorirono lo sviluppo di quelle coltivazioni che necessitavano di terreni aridi e condizioni climatiche non propriamente umide.

Il ficodindia dell’Etna, uno dei simboli della flora medi-terranea, come si evince dallo stesso nome, è originario dell’Asia. Originario del con-tinente asiatico è pure l’“oro verde”, ovvero il pistacchio.

A testimonianza di ciò va citata la tesi di Plinio il Vecchio. Secondo lo storico, infatti, fu un console romano a importare il frutto in Italia.

Non furono solamente i terreni aridi e rocciosi dell’Et-na a stimolare lo sviluppo dell’“oro verde”; decisivo fu, infatti, anche l’apporto dato dagli Arabi. Gli Arabi, infatti, conoscevano molto bene il frutto essendo lo stesso originario della loro regione. Insomma, oltre, al lessico, gli Arabi contribuirono ad alimentare la flora siciliana.

Croce e delizia del pistac-chio di Bronte, però, è il fatto di essere un prodotto di nicchia. A Bronte, infatti, la produzione del pistacchio è molto frammentata e, quindi, i prezzi sono molti alti; per cui il pistacchio siciliano rimane un prodotto pregiato, utiliz-zato come condimento es-senziale per pasta o dolciumi vari, ma difficilmente usato per la mera commercializza-zione, soprattutto se interna.

In altre parole, il pistac-chio che troviamo nei su-

permercati proviene quasi esclusivamente dall’Iran.

Prima del 2000, comun-que, il pistacchio di Bronte veniva esportato nei Paesi occidentali; solo dopo tale data si venne a sviluppare il “boom” dei prodotti dolciari a base di pistacchio.

Tale exploit si deve sicu-ramente anche al succes-so scaturito dalla Sagra del pistacchio di Bronte, festa paesana nata con lo scopo di valorizzare il pistacchio e tutti quei prodotti tipici realizzati

Da Plinio il Vecchio alla sagra del pistacchio

Storia dell’“oro verde”, frutto simbolo della città di BronteLa sagra del pistacchio: un po’ di storia

Con D.Lgs. n. 147/2012, pubblicato sul supplemento ordinario della G.U. 30 agosto 2012, n. 202, in vigore dal 14 settembre, viene stabilito che per aprire un bar o un ristorante è sufficiente presentare una Scia al comune, non essendo più necessario attendere l’autorizzazione.

Inoltre, come originariamente previsto solo per le persone giuridiche, anche per le imprese individuali non è più necessario possedere i requisiti professionali prescritti dalla legge per esercitare l’attività, ma sarà sufficiente assumere alle pro-prie dipendenze un soggetto in grado di dimostrare la professionalità necessaria.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Aprire un’attività solo con la SCIA

con lo stesso. Era il 1981 quando la sagra

fece il debutto ufficiale. Originariamente organiz-

zata dalla Pro Loco di Bronte, la sagra fu successivamente realizzata anche grazie alla collaborazione del Comune di Bronte che, in seguito, divenne l’organizzatore unico.

Nelle intenzioni originarie della Pro Loco c’era anche

quella di valorizzare i luoghi di culto della città etnea; non a caso, all’epoca, ai visitatori veniva mostrata la zona del “catodo”, l’area meno “inqui-nata” dalle trasformazioni edilizie susseguitesi negli ultimi decenni.

Ma l’intenzione originaria della sagra era proprio quella di valorizzare quel frutto che subì negli anni 80’ una forte fase di “magra”.

A stimolare la realizzazione dell’evento ci furono anche due trasmissioni televisive: “Campanile d’argento” di Teletna e il programma “Por-tobello” del compianto Enzo Tortora.

Ciò che è importante della sagra del Pistacchio è che essa , malgrado le operazioni di marketing susseguitesi nel tempo, ha sempre mantenu-to lo spirito originario.

In altre parole, tutti i pro-dotti esposti negli stands hanno un unico ingrediente in comune, ovvero quel pistac-chio di Bronte, “cuore” e “pol-mone” della festa paesana.

Dario Milazzo

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Attualità

Pioggia di finanziamenti per la Sicilia da parte del CIPE (Comitato Interministe-riale per la Programmazione Economica) che nelle scorse settimane ha stanziato 1,1 miliardi di euro per finanziare 96 progetti di colletta mento, depurazione delle acque e bonifiche dei siti contaminati.

L’obiettivo è quello di far uscire l’isola dal rischio san-zioni della comunità europea vista la quantità enorme di infrazioni che vengono pe-riodicamente sottoposte alla Sicilia specie per cause legate alla depurazione delle acque reflue.

Un sostanzioso finanzia-

Cappuccini e Cappellone) mentre la restante parte della rete fognaria segue una strada diversa che finisce di-rettamente sul fiume Simeto senza che avvenga alcun trattamento.

Una doppia beffa per i cittadini che subiscono un grave danneggiamento di tipo ambientale e si ritrovano a pagare in bolletta anche una tassa per la depurazione (che non avviene).

Nei giorni scorsi intanto l’Acoset ha avviato la realiz-zazione di una rete fognaria di oltre 500 metri che servirà due strade di Adrano, via Galiffi e via Crisafi. I lavori, i cui costi ammontano a circa 100mila euro, saranno total-mente a carico dell’Acoset e dureranno circa tre mesi.

Dato il forte interesse ar-cheologico dell’area tutta la procedura degli scavi sarà seguita da due funzionari della Sovrintendenza.

Dario Lazzaro

Rifiuti: cresce la raccolta differenziata, ma le città sono sempre più sporche

mento arriva anche per il depuratore di Adrano. Oltre 7 milioni di euro serviranno a rendere più funzionale il depuratore di Adrano, per-metteranno inoltre la realiz-zazione di nuove condotte fognarie per le vie che ne sono sprovviste e l’ammoder-

namento di quelle fatiscenti. La questione depuratore

certamente assume una prio-rità maggiore visto il parados-so secondo cui solo meno del 30% delle fognature finiscono nell’impianto di contrada Ciappe (praticamente solo le acque reflue dei quartieri

Dal CIPE oltre 7 milioni di euro per il depuratore di AdranoUno dei più importanti finanziamenti che la città di Adrano abbia mai ricevuto servirà ad adeguare il sistema fognario e di depurazione. La speranza è che si possa mettere fine allo scarico illegale di acque reflue non depurate nel fiume Simeto.

Dario Lazzaro

Cresce mese dopo mese la percentuale di raccolta differenziata nei comuni

serviti da Simeto Ambiente. Nei mesi di luglio e agosto la

percentuale di rifiuti differenziati ha superato il 36% e col passare del tempo il valore appare in costante aumento. S. Agata Li Battiati diventa il comune più virtuoso, superando nel mese di agosto quota 70% di raccolta differenziata, seguono Belpasso e Biancavilla con una percentuale che si aggira intorno al 60% e si scorre via via fino ai comuni di Adrano e Misterbianco che si aggirano intorno al 20%.

Proprio il comune di Adrano ha registrato un calo di 3 punti percentuali rispetto al mese di luglio pagando pesantemente l’assenza del servizio di raccolta differenziata nella zona delle vigne; ancora peggio a S. Maria di Licodia in cui, rispetto a luglio, la raccolta differenziata è scesa di 14 punti percentuali (dal 44% al 30%).

Non si sono verificati cali nel comune di Biancavilla che, per il secondo anno consecutivo, è stato coperto dal servizio porta a porta di raccolta differenziata anche nella zona delle vigne: qui tra luglio e agosto la differenziata è addirittura aumentata di un punto percentuale, a testimo-nianza di quanto importante si dimostra la copertura del servizio anche nelle zone di villeggiatura.

La situazione però non è tutta rose e fiori: dall’introduzione del servizio porta a porta, con la conseguente rimozione dei cassonetti dai centri urbani, tutte le città stanno subendo orribili danni da parte di cittadini poco rispettosi che, giorno dopo giorno, fanno nascere micro-discariche nelle varie periferie.

Dalle zone più a monte a quelle più a valle se ne ritrova-no decine, se non centinaia e il fenomeno appare in continua crescita.

Poco controllo e scarsa qua-lità della comunicazione pos-sono essere alla base di questo scabroso fenomeno che tocca livelli altissimi, ogni qual volta si verificano disservizi.

Giungono novità intanto sulla questione ATO-SRR: il neo asses-sore regionale Claudio Torrisi ha annunciato che lo scioglimento degli ATO verrà prorogato al 31 dicembre e dal giorno successivo dovrebbero entrare in vigore le Società di Regolamentazione Rifiuti (meglio conosciute come SRR), il condizionale però è d’ob-bligo e la decisione finale sarà certamente affidata al prossimo governo regionale.

È stata finalmente sciolto per Simeto Ambiente il problema del rinnovo del contratto al Consorzio Simco, che scadeva il 27 settembre: dopo diverse riunioni in cui da un lato i sindaci e l’ATO chiedevano una riduzione dei costi (senza intaccare sul nu-mero del personale) dall’altro il Consorzio Simco, poco disposto

bollette” che sono arrivate ad Adrano proprio nel mese di settembre.

Il commissario liquidatore, interrogato sugli enormi aumenti rispetto alla TIA del 2012 ha cosi risposto: “Nell’anno 2011 il comune di Adrano ci ha chiesto

di rimodulare le tariffe da noi proposte perché sosteneva che il conferimento in discarica e il calcolo dei metri quadrati fosse-ro elevati.

In realtà avevamo ragione noi ed il comune si è dovuto fare carico delle spese extra del conferimento in discarica mentre ai cittadini nella tariffa 2012 ab-biamo dovuto sommare anche le somme mancanti sul calcolo dei metri quadri del 2011.

Se il comune avesse lasciato le tariffe del 2011 cosi come noi le avevamo formulate le bollette del 2012 sarebbero state persino inferiori.

L’unico modo attuabile per alleggerire questa spesa ai cit-tadini è che il comune si faccia carico di una parte della spesa totale del servizio”.

Le periferie dei comuni serviti da Simeto Ambiente sono sempre più colpite dal fenomeno delle micro discariche. All’ATO CT3 Simeto Ambiente restano gli ultimi tre mesi prima dello scioglimento per la nascita delle SRR. Rinnovato fino a dicembre anche il contratto con il Consorzio Simco che svolgerà il servizio alle stesse condizioni. Intanto ad Adrano torna la febbre del caro bolletta con la città spiazzata dalle salatissime bollette TIA 2012.

a rinunciare a dei profitti. Considerato il fatto che il

nuovo controllo avrà una dura-ta di soli tre mesi alla fine l’ha vinta il Consorzio Simco e il contratto è stato rinnovato fino a dicembre alle stesse condizioni. Infine la spinosa “questione

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Attualità

Sarà capitato a tutti di cammi-nare per stra-da e vedere sui tetti delle abi-tazioni o sulle distese di terra in autostrada grandi quantità di pannelli grigi e dato che non tutti siamo ben informati sulla loro utilità e su cosa offrono realmente ci soffermiamo un po’ ad analizzarli.

I pannelli fotovoltaici con-sentono di trasformare l’ener-gia solare in energia elettrica! Ma come avviene ciò? All’in-terno dei suddetti , vi sono delle celle in silicio(materiale naturale presente nella sab-bia) che collegate in serie trasformano l’energia del sole in elettrica grazie a complessi trattamenti chimici e fisici. All’esterno sono ricoperti da fibra di vetro che aiuta l’assor-bimento dell’energia solare ed inoltre è resistente agli urti e protegge l’intero pannello.

Attualmente sono diverse le destinazioni di questi moduli fotovoltaici; anzitutto sono in-dispensabili nelle zone isolate, irraggiungibili dalla corrente elettrica tipo i posti di mon-tagna e, molto importante, vengono impiegati ,inoltre, per alimentare l’impianto elettrico delle abitazioni o per essere immesse persino nella rete elettrica gestita dalle comuni società che tutti conosciamo. Ma esistono inoltre degli im-pianti detti “anti- blackout” che, come la parola stessa ci suggerisce, sono utilizzati nei momenti in cui manca l’elettri-cità servendosi di batterie dove viene conservata.

Ad oggi l’Italia è il secondo paese nella classifica europea, solo dietro la Germania, per diffusione del fotovoltaico anche perché le condizioni climatiche favorevoli aiutano tantissimo. I moduli fotovoltai-ci vengono realizzati in modo da produrre energia per ol-tre cinquanta anni e talvolta qualcuno arriva anche a cen-to. Si tratta comunque di un investimento vero e proprio,

da considerarsi come investi-mento finanziario, e tra l’altro è tra i più sicuri al momento. Ma entrando ancor meglio nel dettaglio vediamo come il tasso di rendimento interno del fotovoltaico è del 7% garantito per vent’anni quindi a conti fatti attualmente è il più sicuro nel mercato sia in termini di sicurezza che di convenienza , se poi aggiungiamo le agevola-zioni fatte dal GSE( gestore dei servizi energetici ,partecipato dal ministero dell’economia, che opera per lo sviluppo so-stenibile) è un investimento coi fiocchi!! Ma parliamo un po’ di numeri..la reale convenienza dove sta?

Il prezzo medio complessivo di un impianto fotovoltaico oscilla dai 2000 ai 3500 euro a Kilowatt/ora di picco, dipende dalla grandezza e dalla tecnolo-gia dei pannelli. In un’abitazio-ne comune bisogna istallarne uno da tre kilowatt. La vera convenienza dipende anche dalla posizione geografica(ad esempio la nostra terra è tra le migliori in Italia grazie al grande numero di giornate soleggiate nell’arco di tempo di un anno) e la potenza dell’impianto. il ritorno dell’investimento avviene tra i sei e i dieci anni ed oltre ad avere ripagate le nostre spese; vi è il risparmio sulle bollette elettriche, l’am-biente ne avrebbe un riscontro positivo poiché eviteremmo di emettere CO2 nell’aria e sarem-mo indipendenti .

Per concludere, l’augurio più grande è che considerato il posto dove viviamo e la gran-dissima utilità, in tutti i sensi , la Sicilia diventi perché no sempre più “invasa” da questa bell’invenzione guardando al futuro dell’ambiente e perché no… delle nostre tasche!!

Piera Proietto

La nostra terra “invasa” dai pannelli fotovoltaiciCerchiamo di capire cosa sono e a cosa servono..In un convegno tenuto-

si alla Villa delle Favare di Biancavilla sono stati

presentati i risultati raggiunti dall’amministrazione comu-nale ad un anno dall’adesio-ne alla strategia Rifiuti Zero 2020.

Un bilancio molto positivo se si considera che la raccolta differenziata in pochi mesi è giunta alla media del 60% e Biancavilla si piazza ai primis-simi posti tra i comuni siciliani che superano i ventimila abitanti.

Ha introdotto il convegno Piero Cannistraci , vero trasci-natore dell’associazione bian-cavillese e fresco di nomina a presidente dell’associazione Rifiuti Zero Sicilia (prendendo il posto di Paolo Guarnaccia).

Dopo i saluti di rito, a cura del sindaco di Biancavilla Pippo Glorioso, si è passati al momento clou della giornata.

Era presente infatti il pro-motore mondiale della stra-tegia Rifiuti Zero, il profes-sore emerito di chimica Paul Connett, che ha presentato i 10 passi verso rifiuti zero incantando e divertendo i presenti con la sue conosciute capacità comunicative.

A seguire, gli interventi dell’assessore incaricato ai rapporti con l’ATO Pasquale La Venia e del Commissa-rio Liquidatore dell’ATO CT3 Angelo Liggeri che hanno

precisato come nonostante le difficoltà affrontate negli ultimi anni con una buona politica ed il massimo impe-gno si possono raggiungere dei risultati importanti.

Per l’occasione sono stati invitati anche i candidati alla carica di presidente della regione per le prossime ele-zioni del 28 ottobre ai quali è stato riservato uno spazio per esporre i loro programmi po-litici sulla tematica dei rifiuti: Giancarlo Cancelleri, candida-to del movimento 5 stelle, è stato l’unico ad avere risposto all’invito ed ha ribadito che il movimento che rappre-senta ha inserito la strategia Rifiuti Zero come primo pun-to del programma politico.

Tra il folto pubblico, parec-chi erano i curiosi provenienti dalla città di Adrano.

Nonostante la vicinanza geografica, Adrano e Bianca-villa stanno vivendo un mo-mento totalmente differente nell’ambito dei rifiuti e presto potrebbero ritrovarsi persino sotto due gestioni differenti.

Probabilmente l’associa-zione Rifiuti Zero a Biancavilla ha avuto un peso positivo nel determinare il virtuosismo biancavillese e in questa scia sta prendendo piede anche l’associazione Rifiuti Zero Adrano sebbene sia ancora oggi ad uno stadio embrio-nale.

Dario Lazzaro

Biancavilla e Rifiuti Zero: un anno dopo

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Attualità

Feste patronali biancavillesi tra religiosità e folcloreSaranno nel solco della tradizione, a Biancavilla, le festività in onore di Maria SS. dell’Elemosina e dei martiri Placido e Zenone.

Maddalena Batticane

A partire da lunedì 17 settembre 2012, i datori di lavoro con sede operativa in Sicilia che hanno assunto a tempo indeterminato lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati, potranno presentare istanza per il credito d’imposta.

Alle aziende va un incentivo del 50% rispetto ai costi salariali. Il beneficio previsto è di 12 mesi per i lavoratori svantaggiati e 24 per i molto

svantaggiati. Ne avranno diritto le aziende con sede legale operativa in Sicilia che abbiano

assunto a tempo indeterminato soggetti svantaggiati tra il 14 maggio 2011 e il primo giugno 2012 residenti nel territorio della Regione.

Inoltre, per la concessione del bonus, è necessario che le assunzioni abbiano determinato un incremento di lavoratori a tempo indeterminato rispetto alla media degli ultimi 12 mesi.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Bonus assunzioni in Sicilia

Come ogni anno, c’è sempre grande attesa per il sincero tributo di fede del popolo bian-

cavillese verso i Santi Patroni. Si tratta di un sentimento ra-

dicato, che risale alle origini della città di Callìcari, quando, sfug-gendo alla dominazione turca, i profughi greco-albanesi riusciro-no a salvare ciò che di prezioso possedevano: l’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina, dipinta su legno di cedro con la tecnica a tempera d’uovo.

E’ considerata tra le Icone più belle della Sicilia e da sempre l’Immagine è stata conservata con particolare cura all’interno della Basilica Collegiata a lei intitolata.

Il giorno della festa è il 4 otto-bre caratterizzato dalla visita dei bambini delle scuole alla Basilica dove i giovani dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” for-niscono alcuni cenni storici sull’I-cona e sulla struttura della chiesa attraverso l’ausilio di materiale multimediale. In serata, dopo la solenne Concelebrazione euca-ristica si snoderà la processione con la partecipazione di diverse realtà cavalleresche e religiose dell’Arcidiocesi.

Quest’anno, il 4 ottobre sarà anche la “Festa del Volontario” con un grande corteo che met-terà insieme i componenti delle associazioni e dei movimenti di volontariato e di Protezione civile che operano nell’hinterland cata-nese. Con un’autoscala dei Vigili del Fuoco, i volontari renderanno un omaggio floreale alla statua in gesso della Madonna dell’Elemo-sina, posta sul portale maggiore della Basilica.

Alla cerimonia parteciperan-no anche le autorità militari e

civili con in testa il sindaco Pippo Glorioso e l’assessore alla Prote-zione civile Gaetano Sant’Elena.

I greci portarono pure una re-liquia del martire e soldato d’Ara-bia, san Zenone, la cui festa viene fatta ricadere il 14 febbraio, data che simboleggia la fondazione della città, avvenuta alla fine del 1480. Ormai da alcuni anni, per volere del prevosto don Agrip-pino Salerno la statua del Santo viene recata in processione la sera del 2 ottobre, per un giro interno che da via Mongibello raggiunge via san Placido per poi ritornare in Basilica da via Vittorio Emanuele.

La festa di San Zenone, ogni anno, è caratterizzata da un pizzico di curiosità: la proces-sione non è mai cosa certa, dal momento che, secondo la tradi-zione, un acquazzone è sempre in agguato proprio il giorno della festa.

Al culto bizantino della Ma-donna e di san Zenone si è ag-giunto, nel 1600, anche il culto latino per san Placido, l’abate benedettino che nel 541 venne ucciso insieme ai suoi monaci, a Messina, da un gruppo di pirati saraceni.

La sua festa coincide con il giorno del martirio, il 5 ottobre, con la processione, alle ore 12, per via Vittorio Emanuele fino alla Villa delle Favare. Il simula-cro ligneo è stato realizzato da Placido Portale ispirandosi ad un giovane del luogo e viene posto su un fercolo realizzato dallo scultore Sangiorgio.

Il Santo tornerà per le vie della città il 6 ottobre, con il tradizionale “giro dei santi”. Da qualche anno, è stato siglato un gemellaggio con il centro francese di Gap, in cui risiedono, ormai da tantissimi anni, diversi

biancavillesi, emigrati negli anni Cinquanta in cerca di fortuna. In san Placido è stato avviato un ulteriore gemellaggio con la comunità di Castel di Lucio, piccolo centro del messinese, e con Viagrande che venera come patrono san Mauro, anche lui monaco benedettino.

Alle Celebrazioni religiose, l’Amministrazione comunale accosta diversi momenti culturali e musicali di notevole spessore. Dopo il grande concerto del ma-estro Franco Battiato, quest’anno

a calcare il palco di piazza Roma il 5 ottobre sarà un altro big Mario Biondi, catanese, artista di fama internazionale, particolarmente apprezzato per la sua straordi-naria voce soul.

Per la serata conclusiva, il 6 ottobre, immancabile è lo straor-dinario gioco di luci e fuochi pro-posto dalla ditta Vaccalluzzo. Un altro momento fortemente volu-to dall’Amministrazione Glorioso ed entrato ormai nell’ambito delle festività patronali è la Notte Bianca di sabato 29 settembre.

Ad essere state coinvolte tut-te le scuole di danza e le palestre della città Fitness Planet, Io e Lei, Universal Ballet, Selenia Dance, Studio Danza, Etna Taekwondo. Un modo, questo, per dare la possibilità ai ragazzi di Biancavilla di potersi esibire in piazza.

In programma anche due grandi momenti musicali live con i giovani de “I Sonohra”, i fratelli Luca e Diego, vincitori della sezione Giovani del Festival di Sanremo nel 2008. Poi spazio, ai ritmi siciliani con “Nati a Sud”, la brillante idea dei Ciauda che hanno riunito sotto la stessa bandiera tanti artisti come Giufà, Hi Kee, Ficusazzah, Mimì Ster-rantino e la straordinaria voce di Pippo Barrile (ex Kunsertu).

Per tutta la notte i negozi e le attività commerciali rimarranno aperti, mentre nel pomeriggio e fino a tarda serata in via Vittorio Emanuele, da piazza Cavour a Villa delle Favare, si svolgerà la Fiera e vi sarà animazione per bambini.

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AttualitàAttualità

Per il piccolo paese etneo, estate non è solo sino-nimo di vacanze, sole e

mare, ma anche di festeggia-menti. Si tratta di occasioni di festa che tengono unita tutta la comunità alimentandone il senso d’identità, con lo scopo di ren-dere onore ai due Compatroni: San Giuseppe e la Madonna del Carmelo.

Anche quest’anno si è regi-strata una cospicua presenza di fedeli: poiché tali feste cadono nei mesi estivi di luglio e agosto, molti licodiesi emigrati nel resto d’Italia o all’estero ne approfit-tano per far ritorno al paese, coniugando così la vacanza alla devozione per gli amati Patroni.

Nello specifico, il mese di lu-glio è dedicato ai festeggiamenti in onore di Maria del Carmelo: l’origine del culto alla Madonna risale al 1902, ma fu solo nel 1938, con la costruzione della chiesa a lei dedica, che Ella venne

proclamata Compatrona (affian-co al Patrono San Giuseppe).

I giorni centrali della festa, 16 e 17 luglio, sono preceduti dalla “quindicina” di preghiera, ovvero una Santa Messa ed un momento di raccoglimento che si perpetuano tutte le mattine, all’alba, come vuole tradizione, per quindici giorni.

Nei giorni 16 e 17 si svolgono le solenni processioni, durante le quali la Madonna viene portata in processione sul fercolo per le vie del paese. In questi giorni è tradizionale la benedizione e l’imposizione degli abitini car-

melitani da destinare ai bam-bini e non solo come segno di devozione.

Il mese di agosto, invece, è dedicato ai solenni festeggia-menti in onore del Patrono di S. M. di Licodia, il Patriarca San Giuseppe.

La vera ricorrenza di San Giuseppe cadrebbe in realtà il 19 marzo, ma fin dall’Ottocento S. M. di Licodia “rimanda” la festa per il suo Santo Patrono al mese di agosto: nel 1876 il Beato Cardinale Dusmet decise di col-locare i festeggiamenti in questo caldo mese, in concomitanza con

S.M. di Licodia, tra devozione, folklore e identitàIn estate i compaesani si riuniscono in onore dei due Compatroni

Come la comunità vive questi momenti

Ornella Fichera

l’anniversario di fondazione del villaggio di Licodia (avvenuto nel lontano agosto del 1143) e della successiva autonomia comuna-le ottenuta con Regio Decreto sempre nel mese di agosto (ma del 1840). Da allora, tutti gli anni San Giuseppe viene celebrato gli ultimi sabato, domenica e lunedì del mese estivo.

Quest’anno caduta il 25, 26 e 27 agosto, anche la festa di San Giuseppe rappresenta per i lico-diesi un importante occasione di unione, in cui ritrovare non solo l’amore per la fede, ma anche i parenti e gli amici.

Varie le tradizioni religiose ma anche folkloristiche che caratte-rizzano questa festa: il triduo di preparazione spirituale alla festa; la “svelata” del simulacro di San Giuseppe, che per quest’unica occasione annuale viene portato fuori dalla cameretta lignea in cui è conservato; le due “uscite” del fercolo (domenica e lunedì) per le processioni tra le vie del paese; la tradizionale “corsa del fercolo” nella ripida salita del quartiere Caselle; e ancora la co-siddetta “calata dell’angelo”, cioè

il momento in cui nel quartiere “i larghi”, dopo la lettura dei brani evangelici che vedono protago-nista Giuseppe, viene calato un angelo che porge al fercolo le offerte raccolte dal quartiere; ed infine, a conclusione della festa, la famosa e tanto attesa asta, durante la quale, fedeli e devoti, con grande partecipazio-ne, si contendono i doni che la cittadinanza ha generosamente donato al Santo durante le pro-cessioni per le vie del paese (all’asta vengono battuti di solito bastoni di pane, frutta, selvaggi-na, vino, quadri ed il ricavato va nelle casse del comitato festa come contributo alle spese dei festeggiamenti).

Con il sempre sorprendente spettacolo pirotecnico si chiude la festa e con essa, nel cuore dei licodiesi, si concludono le vacanze e la bella stagione, per ritornare alla vita di tutti giorni, spesso in un posto lontano dal tanto amato paese d’origine: un momento dolce/amaro che li accompagnerà per tutto l’anno in attesa di ritornare a rivivere questi momenti nel paese natio.

Sono stati resi noti questa mattina nel corso di un convegno “Obiettivo inclusione -Pari op-portunità”, che si è svolto oggi in Municipio, gli obiettivi raggiunti nel territorio grazie al progetto sull’inclusione sociale finanziato dalla Comunità europea a cui il Comune di Belpasso ha dato la propria partnership insieme ad altri dieci enti della provincia di Catania - Adrano, Biancavilla, Bronte, Maletto, Maniace, Nico-losi, Paternò, Ragalna, Randazzo, Santa Maria di Licodia - e alle diverse cooperative sociali.

Gli obiettivi alla base dell’U-nione Europea erano quelli di favorire l’integrazione con l’ac-cesso al fondo sociale periodo 2007-2013, attraverso lo svi-luppo di una società inclusiva accessibile a tutti.

In tutti i Comuni partecipanti

al progetto sono stati selezionati 120 tirocinanti, 60 uomini e 60 donne. Sotto la guida dell’as-sistente sociale del Comune di Belpasso, dott.ssa Elvira Saler-no, che ha fortemente creduto nel buon esito dell’iniziativa, nel territorio belpassese, con il lavoro svolto dalla cooperativo Delfino il progetto ha avuto una valenza non indifferente: quasi il 100% degli obiettivi raggiunti, La cooperativa con i suoi tutor ha

seguito i sei tirocinanti seleziona-ti tra una settantina di domande pervenute ai Servizi sociali, di cui oggi ben cinque hanno ricevuto una concreta proposta di lavoro e oggi hanno già in mano un contratto dalle aziende e scuole belpassesi presso cui hanno svol-to il tirocinio, retribuito proprio grazie ai fondi europei.

Nel corso del convegno, mo-derato dalla dott.ssa Agata Lo-pes, curatrice del progetto sono intervenuti l’ex sindaco Alfio Papale e il consigliere comunale Nino Prezzavento, presidente commissione politiche sociali, l’amministratore della coopera-tiva Delfino, Adonella Faraone, la dott.ssa Elvira Salerno, e i re-latori l’avv. Gianfranco Todaro e il dott. Alfonso Vasta. Presenti in sala anche i rappresentanti delle aziende e i tirocinanti.

Belpasso, obiettivo inclusione socialeGrazie ai finanziamenti dell’unione europea del fondo sociale 2007.2013 cinque su sei tirocinanti hanno già firmato un contratto di lavoro.

“Belpasso è un Comune molto ospitale. Positiva nel complesso è la mia prima sensazione dell’En-te, che ha votato il Bilancio consuntivo e si appresta ad ap-provare anche i relativi Equilibri”.

Sono queste le prime parole di Angelo Sajeva, funzionario dell’assessorato Autonomie lo-cali, seguite al suo insediamento come nuovo commissario straordinario del Comune di Belpasso, prendendo il testimone dal sindaco dimissionario Alfio Papale.

Dopo aver incontrato i capi-settore e salutato i dipendenti comunali, Sajeva ha ribadito il suo impegno burocratico per traghettare l’Ente sino alle prossime Elezioni: “Dopo un’attenta analisi della globale situazione amministrativa, cercherò di im-pegnarmi per portare avanti alcuni progetti compatibili col mio incarico di Commissario, ruolo tecnico e quindi ben distinto da quello politico”.

Nuovo Commissario al Comune di BelpassoPositive le sensazioni di Sajeva sulla “Scac-chiera dell’Etna

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AttualitàAttualità

Anche quest’anno tor-na a Santa Maria di Licodia il consueto

appuntamento con il Premio “Torre d’argento”, sotto la direzione artistica di Gian-carlo Santanocito (ideatore e patron del Premio).

Da ben ventitré anni co-stituisce un evento di spicco nel panorama siciliano: con il Premio Torre d’argento viene dato un importante riconoscimento a personaggi nazionali, spesso e volentieri legati alla nostra terra, che si sono contraddistinti durante l’anno in ambito culturale, cinematografico, televisivo, musicale.

La manifestazione, pre-sentata quest’edizione dalla giornalista Mary Sottile, si è svolta sabato 1 settembre nello scenario del chiostro dei Benedettini, proprio a ridos-so della splendida torre nor-manna, simbolo del comune licodiese nonché monumento a cui è ispirato e da cui prende nome il Premio stesso.

Molti i nomi illustri che nel tempo sono stati premiati.

Quest’anno, a salire sul palco per esser premiati, alcuni personaggi legati al mondo della fiction italiana: Beniamino Catena, regista della fortunata fiction Media-set ad oggi in onda “Squadra anti-mafia. Palermo oggi”, premiato per l’esplosivo suc-cesso del suo lavoro televisivo e per l’impegno nel rappre-sentare attraverso esso uno spaccato della “Sicilia buona”, quella che lotta contro le

di cantante e musicista ta-lentuoso e fortemente legato alla sua terra di Sicilia, che ha fatto conoscere in ambito nazionale ed internazionale.

Altro Premio per la catego-ria “musica” al catanese Pier Paolo Cristaldi (detto Follet-to), storico fondatore nonché batterista dei Beans, band di successo in auge soprattutto negli anni ’70 - ’80, il quale, da oltre 40 anni, continua col suo gruppo a suonare e far musica di qualità.

Ad allietare la serata alcuni momenti di intrattenimento, con le esibizioni della cantan-te catanese Virginia Cristaldi, giovane promessa della mu-sica soul-jazz, e con i defilé di moda, curati da Peppe Jari.

Ancora una volta, dunque, il Premio “Torre d’argento” ha confermato la sua fama di evento di successo, grazie ai numerosi consensi positivi del pubblico.

Non ci resta che augurare ancora lunga vita alla “Torre d’argento” ed un arrivederci alla prossima edizione.

mafie. Con lui, premiati anche

due attori protagonisti della suddetta fiction, ovvero Mar-co Bocci, che interpreta il vice questore Calcaterra e l’attore catanese Bruno Torrisi, inter-prete del questore Licata.

Grande accoglienza da parte del pubblico per gli acclamati protagonisti della seguitissima fiction.

Anche la categoria “cine-ma” ha ricevuto un premio, assegnato a Shlomo Blanga, produttore cinematografico della Eagle pictures, per il suo interesse nei confronti del cinema e del musical locali (ri-cordiamo la sua partecipazio-ne al festival internazionale film&musical “Elephant Gold World”, tenutosi a Catania nel febbraio scorso).

Per la categoria “musica”, era presente il cantautore catanese Luca Madonia, ex membro del gruppo musicale dei Denovo e da anni lanciato nella carriera da solista, al quale è stato dato un ricono-scimento per la sua attività

S. M. di Licodia & spettacolo: torna la “Torre d’argento”

Lo storico Premio giunge alla sua XXIII edizione

Televisione, cinema, musica, tutto in una sera

Ornella Fichera

Da sinistra a destra: Beniamino Catena (regista), Bruno Torrisi (attore), Shlomo Blanga (produttore), Marco Bocci (attore), Francesco Rapisarda (assessore al comune di S.M.di Licodia), Giancarlo Santanocito (patron del Premio), Luca Madonia (cantautore), Pier Paolo Cristaldi (batterista)

La promessa di nominare in tempi brevi una nuova Giunta è stata mantenuta e, giusto nei giorni della ripresa lavorativa succes-sivi al periodo di ferie, la Provincia ha un nuovo organo collegiale.

I neo nominati hanno fatto il solenne giuramento, dichiaran-dosi disposti a proseguire l’impegno amministrativo della Giunta precedente. Cinque assessori su nove sono stati riconfermati e continueranno a sviluppare e a portare a compimento le attività avviate. Si tratta di Francesco Ciancitto, Salvo Licciardello, Pippo Pagano, Francesco Nicodemo e Ruggero Razza. Viviana Pardo, Massimo Favara, Gaetano Di Mauro e Stefano Fisichella hanno completato la rosa dei nomi.

Tutti gli assessori hanno prestato giuramento nelle mani del segretario generale, Francesca Ganci, e si sono detti consapevoli di agire in un contesto politico generale che vede una revisione della architettura istituzionale del nostro Paese, con radicali riforme che non mancheranno di avere ricadute per tutti noi.

“Gli assessori designati – ha affermato il presidente della Pro-vincia, Giuseppe Castiglione - si impegneranno per adeguarsi alle disposizioni legislative recentemente introdotte su base nazionale e regionale, finalizzate al contenimento dei costi della politica, per una sensibile riduzione degli apparati amministrativi. Siamo stati l’unica Provincia in Italia ad aver ridotto gli assessori da 15 a 9, e contestualmente diminuito il numero di dipartimenti e del personale dirigente dell’Ente, ottenendo un risparmio di oltre 2 milioni e mezzo di euro. Tutto ciò ha rappresentato, indubbia-mente, un esempio di buon governo che abbiamo messo in atto sin dal mio insediamento.

La nuova Giunta della Provincia di Catania

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Cultura

“Risvegliare la fede a partire dall’amore e dalla conoscen-

za”. Può essere questa la sintesi dell’edizione 2012 della Grande Festa Estiva che si è celebrata a Biancavilla nel mese di agosto in onore della Madonna dell’E-lemosina, patrona e protettrice della città.

Nel giubileo per il decimo an-niversario di fondazione dell’As-sociazione “Maria SS. dell’Ele-mosina” e alla vigilia dell’apertu-ra dell’Anno della Fede, l’edizione 2012 si è caratterizzata per il tema della necessaria riscoper-ta della Fede, una dimensione esistenziale da ravvivare e da rinnovare.

Tale esigenza è stata eviden-ziata nel corso della Conferenza sul tema “CREDERE OGGI: vivere e testimoniare la Fede nel nostro tempo” che si è svolta venerdì 24 agosto nell’elegante cornice del Giardino Botanico di Palazzo Portale, con la straordinaria partecipazione del Prof. Massimo Introvigne, sociologo, scrittore e storico delle religioni di fama internazionale, e del Prof. Don Antonio Ucciardo, teologo.

In tale contesto è stata evi-denziata la necessità di passare da una “Fede per abitudine”, caratterizzata da una ritualità stanca e annoiata, ad una pro-fessione gioiosa e convinta della propria Fede, per riaffermare l’attualità e la contemporaneità di Cristo, come unica risposta alla grande domanda di significato che portiamo dentro.

“C’è un gigante addormen-tato, che riposa proprio nel ventre dell’Etna, e che deve essere risvegliato”, ha detto il Prof. Introvigne, commentando i dati di un suo recente studio sulla pratica religiosa.

Lo studio, effettuato nel terri-torio della provincia di Enna, ha fatto emergere un sentimento religioso diffuso in circa il 93% del campione, cui però non corrisponde una partecipazione costante alla vita di fede, che riguarda solo il 30% (i cosiddetti “praticanti”). Il rimanente 7% è rappresentato dagli atei convinti (il 3%), il cui numero è pressoché

invariato negli ultimi dieci anni, e dai cosiddetti “atei deboli”, ovvero quelli che non ritengono interessante il tema religioso, pari al 4% del campione.

Da dove cominciare a ri-dire la buona notizia del Vangelo? A partire dall’amore e dalla conoscenza insieme, ha detto il sociologo citando il mito di Amore e Psyche.

Come nel mito, ha detto Introvigne, la ragione (Psyche) è assopita, incapace da sola di guardare con lucidità e profon-dità alla realtà. Solo Amore può risvegliarla dal sonno.

La Fede, infatti, è certamente quel patrimonio di verità rivelate da Dio, ma è innanzitutto un rapporto d’amore tra il Creatore e la sua creatura: un rapporto costitutivo, che non può essere cancellato, dimenticato o annul-lato, pena la “riduzione” della possibilità per l’uomo di essere felice e compiuto.

Ritornare alla Fede, ha det-

to don Ucciardo, è il primo passo per una vera promozione dell’uomo: C’è una crisi eco-nomica che è innanzitutto una crisi spirituale, come insegna Benedetto XVI. Una crisi di Fede che riguarda non solo la nostra gente, ma anche gli stessi pa-stori”. Ripartire, dunque, dalla Fede di sempre, per suscitare di nuovo quell’incontro con il Cristo vivo ed eternamente giovane che cambia la vita, soprattutto per le nuove generazioni. Ancora don Ucciardo: “Ad un certo punto sembra essersi diffusa l’idea che per attirare più persone si doves-se cedere alla logica del mondo, presentando una Fede annac-quata, semplificata, mutilata”.

Tuttavia, non è banalizzan-do la Fede che avviciniamo i giovani, ha precisato il teologo, raccontando la sua esperienza di insegnante quotidianamente in contatto con centinaia di ragaz-zi: “I giovani vogliono autenticità e verità. Niente che sia meno

della verità può davvero rendere libero l’uomo”.

Dalla serata culturale, dun-que, è emerso un vivace appello a riscoprire le ragioni della nostra Fede, a fare cioè “apologia”, a spiegare la razionalità, la bellez-za e la convenienza della Fede per ogni uomo, come salvezza dal non-senso, dal male e dalla morte.

In questo clima di desiderio di rinnovamento della speranza cristiana, sabato 25 agosto, si è celebrato il decimo anniversario di fondazione dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” con la Santa Messa presieduta da Mons. Benedetto Currao, Pro-tonotario apostolico e Canonico del Capitolo Vaticano, con la par-tecipazione di Don Alessandro Ronsisvalle.

Una liturgia solenne, sotto-lineata dai canti più belli che la tradizione musicale biancaville-se ha composto in onore della Madre dell’Elemosina, accom-

La Grande Festa Estiva di Maria SS. dell’Elemosina: Fede, Devozione, Cultura

Gli eventi principali che hanno segnato l’edizione 2012 del-le celebrazioni estive biancavillesi in onore della Madonna dell’Elemosina

pagnati da organo e tromba. Il Presidente dell’Associazione Mariana, Giuseppe Santangelo, così ha illustrato il motto coniato per l’anniversario: “Opus tuum nos, o Maria - siamo opera tua, o Maria. Tu ci hai voluti, tu ci hai raccolti. Nel tuo nome e per la tua gloria abbiamo costituito tra di noi dei legami di carità, di amicizia e di reciproco sostegno”.

Durante la celebrazione i Sodali hanno offerto alla Ma-donna dell’Elemosina la Rosa Mystica, il gioiello realizzato per l’occasione, come segno di filiale devozione, che è stato incastonato nella riza, il manto in argento oro e preziosi che riveste l’Icona, secondo l’usanza bizanti-na, recentemente restaurato ed impreziosito con nuovi ex voto.

Il Sindaco di Biancavilla, Pippo Glorioso, a nome dell’Ammini-strazione Comunale, ha donato all’Associazione una targa com-memorativa, in riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni dall’Associazione Mariana per la crescita culturale e sociale della città. Nell’occasione del decimo anniversario, inoltre, alcuni membri dell’Associazione hanno donato alla Madonna un prezioso manto in seta con rica-mi in oro, di fattura napoletana, risalente al 1840, che è stato apposto sul retro del fercolo.

Domenica 26 agosto, infine, la Grande Festa Estiva ha offerto un grande spettacolo di Fede popo-lare: oltre cinquemila persone si sono raccolte in piazza per ren-dere omaggio alla Madonna in un’atmosfera di intensa preghie-ra e di raccoglimento. Al termine della Santa Messa, celebrata dal Prevosto Don Pino Salerno, si è svolta la solenne processione della venerata Icona della Madre di Dio che si è snodata lungo le vie del centro.

Fede pensata, celebrata e vissuta: questa, in estrema sin-tesi, la Grande Festa Estiva 2012, che ha ufficialmente aperto a Biancavilla l’Anno della Fede, e che vedrà un ulteriore sviluppo nelle prossime celebrazioni pa-tronali dall’1 al 10 ottobre.

Alessandro Scaccianoce

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Cultura

Cosa accade da queste parti quando chiudono le scuole? Poco o niente.

Ad alcuni basta sentir caldo per tenersi impegnati, altri la-sciano che un quasi fondamen-talismo da centro storico assorba le loro vite private (cosa che, ad ogni modo, accade anche in inverno). Ma il dato qualitativa-mente più interessante è la gente che corre allo stadio.

Me ne accorsi già in prima-vera, quando ho cominciato a far parte di quei nugoli di corri-dori sudati che, struggendosi di resistenza, costeggiavano mini-discariche abusive respirando ben altri nugoli, quelli di mosce-rini densi come l’ossigeno che se non altro bilanciavano l’apporto proteico.

Adesso, causa eliporto, si cor-re tutti dentro e – a sentir le più recenti cronache locali – pare che questa sarà a lungo la funzione unica dello stadio.

Poi c’è il mare, il mare e i flussi migratori di provinciali che giorno dopo giorno riempiono il litorale meno distante: quello catanese, perfetto emblema di quanto poco – in Sicilia – si spe-culi su risorse altrove redditizie.

A Rimini, per dire, ci sono catene ininterrotte d’alberghi laddove a Catania imperversano sterpaglie alte come palazzi e recinzioni tipologia Area 51.

E allora ci si sposta, magari se si ha voglia di volti nuovi si evi-tano Giardini Naxos e Letojanni, rimasugli etimologici di Magna Grecia colonizzati sapete da chi circa un decennio addietro, in un boom edilizio-marittimo senza precedenti (e molto pro-babilmente senza nemmeno successivi).

E dunque, dov’è che ci si può sdraiare in pace ad osservare le attitudini comportamentali del bagnante medio?

Le coste sicule sono molte, sono molte quelle che tolgono il fiato, e a Gioiosa Marea – ad esempio – ci sono tramonti da reflex.

Uno pensa: il contesto c’è, il moleskine pure, e allora pronti ad appuntarsi gli strafalcioni dei vicini d’ombrellone per poi riportarli in un pezzo d’inizio inverno come questo. Ma che. Una tremenda illusione.

Alla sinistra, con l’iPhone ormai diventato supplemento anatomico, c’era un’ex assessore regionale dell’UDC – femmina e in sovrappeso – che trascorreva l’intera mattina (delle volte non si faceva neppure il bagno) a sacramentare contro l’appoggio

che il suo partito prometteva a Rosario Crocetta (a quanto pare – e duole per lei – sforzi inutili).

Alla destra, una coppia giova-ne ma scarsamente vivace, con lui ad alimentare la propria noia esistenziale giorno dopo giorno, e lei a leggere E L James. Quella delle “50 sfumature” (che in con-fronto, persino il pulcino pio ha più dignità letteraria. Maledetta parapornografia elargita in dosi omeopatiche).

Ecco: la lei in questione, ha osato esprimere approvazione – in mia presenza – quando il dj ha messo Cremonini. Mentiva: una che legge E L James non ha la sensibilità necessaria per recepire Cremonini.

E dunque mi ritrovo costretto a trincerarmi nella mia ombra.

Leggo un po’ di Bauman che da tre capoversi se la tira con la modernità liquida, la non-sovranità del consumatore - che palle, penso - per poi chiudere e aprire il saggio di Pietro Barcello-na che se la tira con la modernità liquida, la non-sovranità del con-sumatore: che palle#2.

Qualcun’altro vuole argomen-tare la tesi per cui il comunismo è meglio del consumismo? (che

semplificazioni grossolane...). Basta, me ne torno a casa,

ché dalle mie parti ci sono pure le feste patronali. E si esce, si esce per vedere cosa? Soggetti mai visti, tipicamente nostri, che per il resto dell’anno non s’è ben capito dove stiano.

Un turbine di elementi che, nella marginalità di un rione di provincia, credono non che per apparire è sufficiente esistere, ma che per esistere è necessario apparire.

Come ci si sente – gli chiede-rei – in mezzo a questa marma-glia che somiglia a una società?

Dalla loro parti ci sono gerar-chie alternative e non subordina-te a quelle istituzionali.

O perlomeno: ci sono i tenta-

tivi di istituirle, ché da quando è giunto anche lì un po’ di mondo è scivolata via parte cospicua di anarchia. Ma la regola di fondo è rimasta quella: agisco dunque sono.

E poi c’è stata una velleità di emancipazione, o meglio, il ten-tativo di somigliare a quel mon-do – un po’ più civilizzato – che osservano con timore travestito di disprezzo: ma anche questo s’è rivelato un plagio involonta-riamente caricaturale.

Hanno visto che ci si veste casual ma bene, e loro hanno iniziato a esibire Lacoste con coc-codrilli che nemmeno a Missione Natura e Hogan pesanti più di una triologia di Tolkien.

Dal business word (catodico)

hanno importato gli orologi costosi, che ai loro polsi, però, sono così grandi che sembrano da muro.

Hanno sentito dei benefici conseguenti al mantenersi sani, e in palestra sono i più esibizionisti, e le maglie attillate aderiscono su fisici da Mike Tyson. Ma son fre-gati dalla fisiologia - alla genetica non si comanda - dalla capiglia-tura (unico aspetto originale) e dalle corde vocali.

E - per tornare alle Hogan - qualcuno deve pur dire a Della Valle della qualità del suo target, da queste parti. Curioso, no?

Osservare ascese e discese sociali di certe griffe. Tipo le Vans: prima erano una prero-gativa dei radical chic. Gli alter-nativi. Ora il marchio è migrato verso opposti approdi: quelli dei fighettini.

A loro - gli alternativi - non è rimasto che lasciarsi crescere la barba (annettendola a capelli sporchi per scelta deliberata, sono esteticamente eversivi) e ri-tagliarsi l’orlo delle magliette col Che. Pure le Converse (sporche) hanno tolto loro: finisce che mi cammineranno scalzi come i figli dei fiori di cui sono eredi.

E le kefiah: tanto per indos-sare un simbolo di morte pur continuando a trasecolare di fronte una croce celtica. Anti-capitalismo serio, insomma.

E poi? L’estate che finisce. Gli ombrelloni che si fanno

ombrelli, le stelle che non cado-no più, gli amori più solidi che resisteranno alla neve, altri che si cuciranno indelebili nel settore “ricordi” di due cuori che per una notte o poco più si sono creduti uniti per sempre.

La verità è che per quanto infinto possa esserci dentro, l’estate resta comunque una pa-rentesi fra la fine e l’inizio di un altro inverno: la furbizia sta nel convincersi del contrario. Buona attesa dell’estate successiva.

La banalità del mareCronache più o meno suggestive di un’estate qui nell’hinterland

Alex Minissale

Page 14: Bloc Notes Settembre 2012

14 Bloc Notes Settembre 2012

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Cultura

In occasione delle imminenti festività patronali (?) vorrei dilettarvi con una storiella

semiseria che, probabilmente, farà borbottare gli storici locali e i clericali del mio paesello.

Ebbene molti anni fa giunsero dall’Albania dei profughi scam-pati al pericolo dell’invasione ottomana.

Questi poveri senza patria giunsero un bel giorno in Sici-lia presso una terra che a loro sembrò tanto accogliente da chiamarla non a caso Bella Con-trada (Callicari), e vi rimasero col conforto delle loro tradizioni e dei loro Santi, la madonna dell’E-lemosina e San Zenone.

Vissero per anni con tali tra-dizioni fin quando quei cattivoni dei monachelli benedettini non decisero che il culto di questi santi orientali dovesse essere soppiantato da riti latini ben più adeguati alle volontà di Roma (si sa che si è più realisti del Re).

Nacque il culto di San Placido, ma non fu mai chiaro e non lo è ancor oggi, chi fosse veramente questo Placido, il discepolo di San Benedetto amico di San Mauro, o il martire ucciso dai Saraceni in Sicilia?

Per anni San Placido condivise il suo primato di protettore di Biancavilla insieme alla Ma-donna, mentre il povero San Zenone, offeso, decise che per il giorno del suo dies natalis (che come è noto è il giorno in cui il Santo è accolto in cielo), avrebbe riservato ai biancavillesi pioggia e maltempo.

Il primato di San Placido ri-mase indisturbato e data la sua posizione di forza il benedettino potè tranquillamente concen-trarsi nella battaglia contro il suo collega-avversario e vicino di paese San Nicolò adranita, lottando a colpi di padelle, sal-sicciotti e pedate dove non batte mai il sole.

Chiacchiere popolaresche,

cominciò a tuonare il Clero, siamo seri, ricostruiamo la vera storia del Santo.

Bene. Allora, dunque, era un abate…uhm sì be’ allora mettia-mogli la mitra ubbaziale. Evviva evviva, pari macari cchiù beddu.

Be’ sì forse, anche per merito dell’artista che ne scolpì la testa anni fa (sarà vera la storiella del contadino che ispirò il sacerdote scultore? Bah non so, certo è che il volto del Santo è “rusciano” e plebeo, ci sta insomma).

Ma dico io, si sarà chiesto qualche storico improvvisato, se è vero che era un abate potrà mai bastare un cappellaccio? Mettia-mogli pure i paramenti, diamine! Ed il povero monachello dovette mascherarsi alla bisogna in un Ottobre tanto caldo quale la nostra Sicilia usa riservarci di quando in quando.

Ma il martirio (?) del povero Santo mica finì qui. Nonsi, per-ché nel frattempo San Zenone, maneggione al paradiso, non si sa come, smise di far piovere acquistandosi presso il popolo la vecchia simpatia che aveva un tempo e che i nostri proge-nitori cercarono di trasmettere di generazione in generazione (i Biancavillesi sono piuttosto freddi in termini di Tradizioni, uomini pratici sono).

Da qualche anno il buon San Zenone si compiace di un recupero devozionale da parte dei suoi concittadini (?), prima il quadro (l’unico bello secondo me) di Tamo da Brescia posto in Chiesa Madre, poi piccole processioni anno dopo anno più

articolate, ecc.... Oggi è riuscito, finalmente, a

ridimensionare il primato di San Placido, e gode insieme a lui il diritto ad essere considerato COMPATRONO di Biancavilla.

Accipicchia, ma quanti patro-ni hanno ‘sti biancavilloti? Ora si spiega perché la città è stata risparmiata dal terremoto in illo tempore, e la lava? Ehhh ma mica i biancavillesi su comu i nicolosi-ni, iddi su puttati buoni, hanno tre, diconsi tre santi protettori.

Ma la disavventura di San Placido non è ancora finita, nooo a quali!

Quest’anno il nostro disce-polo di San Benedetto dovrà de-glutire un altro boccone amaro, perché anche se nessuno si è mai permesso di contestare il prima-to della Madre del Principale, c’è chi (e si ritorna al discorso dei re-alisti) ha deciso che la Madonna dovesse scalare UFFICIALMENTE la hit parade dei santi Patroni.

Ma forse che qualcuno avesse dubbi? Da quest’anno pertanto la Madonna Dell’Elemosina è la nostra patrona PRINCIPALE, ma….

Dove è la novità? Non era così anche prima?

Povero monachello, i bian-cavilloti come ti dicevo, sono uomini pragmatici, se vuoi vera-mente risalire la classifica ti do, umilmente, un consiglio, fa’ un miracolo, uno solo suvvia, re-stituisci il senno ai biancavillesi.

Se non sai come fare chiedi di Astolfo, lui saprà darti una mano poiché è avvezzo al disbrigo di tali pratiche.

Scherza coi fanti e lascia stare i Santi (patroni)Breve storiella di Biancavilla e dei suoi santi.

Sergio Atanasio

Mettersi in regola con i tributi senza incorrere in san-zioni. E’ questo l’obiettivo che l’Amministrazione comunale intende raggiungere attraverso una serie di agevolazioni previste per il pagamento dei tributi dovuti all’Ente.

In questo modo, sarà possibile sanare definitivamente situazioni pregresse relative alla vecchia Ici, all’imposta sulla pubblicità, al tributo per l’esercizio di imprese Arti e Professioni, alla Tarsu, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti adottata fino al 2003.

Con le agevolazioni, il pagamento delle imposte com-porterà per il contribuente l’estinzione di ogni sanzione e degli interessi maturati.

Così verranno raggiunti due aspetti: da un lato, verra’ ripristinata quella necessaria condizione di legalità e dall’altra si andrà incontro ai cittadini attraverso una nuova definizione dei tributi comunali.

Un’ulteriore agevolazione per i cittadini e’ rappresentata dal fatto che il pagamento delle imposte potrà avvenire attraverso alcune rate.

“Vogliamo che i nostri cittadini possano mettersi in rego-la senza subire sanzioni - spiegano il sindaco Pippo Glorioso e l’assessore Gaetano Sant’Elena - i contribuenti potranno chiudere le loro personali situazioni senza sanzioni ed interessi. Inoltre, con il personale dell’Ufficio Tributi potrà essere concordata la rateizzazione delle somme dovute”.

I moduli per le richieste di condono sono disponibili sul sito web del Comune www.comune.biancavilla.ct.it o presso l’Ufficio Tributi al secondo piano del Comune.

Le istanze dovranno essere presentate entro il 30 no-vembre.

Agevolazioni per il pagamento

dei tributi a Biancavilla

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Bloc Notes 152012 Settembre

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Cultura

Subito dopo la pausa estiva il club Lions Adrano Bronte Biancavilla, fin dall’inizio

del mese di Settembre, è già al lavoro, sta scaldando i muscoli in previsione delle molte attività previste durante questo anno so-ciale, sotto la Presidenza dell’Avv. Alfio Platania.

Infatti l’8 Settembre, su ini-ziativa del Pres. di zona, Dott. Salvuccio Furnari, presso Agri Hotel Croce Vallone in molti, soci dei clubs di Adrano, Paternò, Randazzo e Misterbianco, hanno partecipato ad una serata di amicizia e di solidarietà all’inse-gna della musica, non solo per consolidare i rapporti di amicizia, ma anche per dare un contributo economico al Lions Fundation, alla fondazione internazionale dei Lions, che è impegnata co-stantemente ad aiutare i biso-gnosi in tutto il mondo, realizzan-do progetti e concedendo sussidi per sconfiggere le malattie dei paesi sottosviluppati.

Il 14 Settembre un’altra inizia-tiva culturale a Biancavilla,presso la Chiesa della Anime del Purga-torio, dove il Dott. Franco Cirillo ha presentato il suo libro “ La vita è sempre un mistero”.

Certamente adeguata l’am-bientazione per riflettere su tematiche esistenziali che vivono nell’interno dell’animo di un credente.

Il Relatore, che è stato un testimone oculare della lacrima-zione della Madonna di Siracusa, nel lontano 1957, si è dichiarato convinto dell’esistenza di un progetto divino, in virtù di molti episodi avvenuti nel corso della sua vita, episodi che ne sono la conferma.

Molto significativo l’interven-to del Prof. C. Spitaleri, Docente presso la Facoltà di Fisica dell’U-niversità di Catania, il quale, da uomo di Scienza, ha invitato i tanti presenti a tenere separati i due mondi, quello della scienza e quello della fede, in quanto si collocano su piani differenti.

Il 21 Settembre, in Adrano, presso il club democratico, in Piazza Barone Guzzardi, si è tenuta una manifestazione per ricordare il socio Lions, pure past Presidente del club, il Prof. Giovanni Di Francisco, che di recente ha concluso la sua esi-stenza terrena.

Sono stati presentati, sia per l’intrinseco loro valore, ma anche a testimonianza dell’uomo colto, cultore di tutte le forme d’arte, i suoi ultimi due libri: Gli affreschi della cappella-palatina della tor-re castello di Paternò: relatrici le Prof.sse Adriana Cantaro (che ne ha illustrato l’aspetto storico) e Graziella La Pergola (che ha spiegato il grande valore arti-stico di questa cappella che per tanti anni è stata abbandonata alla più grave incuria, a motivo della quale il Prof. De Francisco spesso esprimeva il suo dolore) e una raccolta di poesie Algida (relatore il Prof. Nicola Amoruso, che magistralmente ne ha saputo cogliere la vena poetica).

Altri amici hanno dato la loro testimonianza, concordando sulle sue doti di uomo nobile e generoso, sulla dignità, sul co-raggio, proprio del saggio stoico,

con cui ha saputo affrontare e accettare la pesante prova della sua malattia, sul suo impegno costante per lo studio e per l’arte, con cui ha saputo dare un senso alla sua esistenza, anche nel periodo più doloroso della malattia, senza mai perdere il gusto del vivere.

L’atmosfera di intensa com-mozione, che si era venuta a creare, ha raggiunto il suo apice quando la poetessa e cantau-trice Cinzia Sciuto ha recitato due liriche della raccolta Algida e ha cantato alcuni pezzi di mu-sica popolare siciliana,che tanto piacevano a quell’uomo grande, che ha saputo ridimensionare la sua tragedia, perché sapeva ve-dere la bellezza dovunque, nelle grandi ma anche nelle piccole cose, come ebbe a dire il figlio Francesco.

Nicolò Neri

Padre Gabriele Allegra cittadino onorario alla

memoria di Bronte

Prima di essere beatificato il 29 settembre ad Acire-ale, lunedì il missionario

francescano, padre Gabriele Maria Allegra, diventerà cittadino onorario di Bronte.

Raccogliendo l’invito giunto da padre Alessandro Bartolotta, rettore della Chiesa di San Vito di Bronte, l’Amministrazione co-munale, guidata dal sindaco Pino Firrarello, ha deciso di conferire al “venerabile” nato a San Gio-vanni La Punta, la “cittadinanza onoraria alla memoria”.

Per lunedì 10 settembre, il presidente del Consiglio co-munale, Salvatore Gullotta, ha convocato l’assemblea cittadina, che si è espressa favorevolmente.

“Padre Allegra, – ha scritto padre Bartolotta nella richie-sta – dal settembre del 1923, all’ottobre del 1924, da novizio dell’Ordine dei Frati minori, visse nel Convento di San Vito di Bron-te, che fu per lui il nuovo luogo di nascita spirituale”.

E per questo i brontesi sono particolarmente legati alla figura di padre Allegra, un francescano che oggi padre Bartolotta ha saputo raccontare soprattutto ai più giovani, realizzando nel convento di San Vito una cap-pella che ci dà l’idea della sua grandezza, testimoniata anche da un grande quadro di Pasquale Messina di Biancavilla, mirabile sintesi della vita del Venerabile fra Bronte e la Cina, dove da missionario ha tradotto la bibbia

in cinese.“Bronte è onorata – ci dice il

sindaco Pino Firrarello - di poter conferire la cittadinanza ono-raria a padre Gabriele Allegra, profondo ricercatore di tutto ciò che poteva unire, e non di quello che poteva dividere.

La sua permanenza a Bronte, inoltre, fu ispirata ai fondamen-tali valori umani specialmente nei confronti dei più deboli, con-tribuendo al miglioramento delle condizioni di vita nella città”.

E c’è attesa anche fra i fedeli: “Fu – afferma Carmelita Virzi – un mirabile esempio di grande spiri-to e appassionato annunciatore della parola di Dio e l’avvicinarsi dell’evento della beatificazione suscita un crescente interesse in coloro i quali sono alla ricerca di un segno propizio che li aiuti a scorgere tracce della presenza di Dio nel nostro tempo”.

A promuovere la causa di beatificazione di padre Allegra fu nel 1984 il vescovo di Hong Kong, John Wu.

Nel 1994, conclusasi positi-vamente la fase diocesana del processo di beatificazione, con il riconoscimento delle sue virtù eroiche, è stato proclamato venerabile.

Il 23 aprile 2002, alla presenza di Giovanni Paolo II, è stato pro-mulgato il decreto riguardante un miracolo attribuito grazie alla sua intercessione. Il 29 settem-bre sarà beatificato, ma prima diventerà cittadino di Bronte.

Un settembre di inziative per il Lions Club

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16 Bloc Notes Settembre 2012

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Beni culturali

l culto di S. Nicolò Po-liti, da tempo imme-morabile, è entrato a far parte della vita

degli adraniti e i solenni festeg-giamenti del mese di Agosto sono un appuntamento irrinun-ciabile per i residenti e pure per gli emigrati, che organizzano le loro ferie in modo da poter essere in Adrano.

Tutti conoscono bene effetti-vamente il Santo cui sono tanto devoti?

A seguito di una intervista fat-ta in Adrano sembra che soprat-tutto per i giovani la conoscenza è piuttosto frammentaria e basa-ta sul sentito dire. Pertanto vale la pena cercare di migliorarla. In questa direzione si è mossa l’’iniziativa del “Centro culturale San Nicolò Politi”,che, come ha espressamente dichiarato la Presidente Signora Rosanna Di Natale, si propone di far meglio conoscere il Santo.

Infatti è stato indetto un “ concorso fumettistico a premi” al fine di valorizzare, attraverso una chiave moderna, l’Uomo, l’E-remita e il Santo. Di buon livello i lavori presentati. Inoltre nella Chiesa di S. Nicolò il 29 Luglio, alle ore 17,si è tenuto un incon-

n questa società troppo tecnologica in cui l’uomo è tentato di dimenticare il divino,inebriandosi

per le sue capacità, in un mondo le cui le luci abbaglianti attirano verso il mito della superiorità, della supremazia, del benessere e della ricchezza, il Cristiano deve avere la forza interiore di non ascoltare il canto mortale delle sirene, deve saper vivere la propria vita di fede,con i problemi quotidiani,avendo lo sguardo fisso verso la vera luce, verso la vera stella polare, cioè guardando a Maria, madre di Cristo e dell’umanità intera.

In questa prospettiva è stata vissuta da tanti fedeli la quindi-cina in onore di Maria SS. della Catena, tenutasi ad Adrano,nella Chiesa della Madonna della Catena, dal 21 Luglio fino alla solennità del 5 Agosto, con due appuntamenti giornalieri, uno antimeridiano e l’altro pome-ridiano.

Il Canonico Mons. Benedetto Currao e il cappuccino Padre Paolo Berti, con le loro efficaci omelie, hanno saputo tener desta l’attenzione dei parteci-panti, hanno saputo scuotere le coscienze per orientarle verso una fede vera, profondamente e responsabilmente vissuta, in virtù della quale i problemi della vita quotidiana acquistano una valenza diversa, di accettazione e di purificazione.

Solamente Maria, che Cristo ha lasciato all’umanità, come madre, può, se a Lei ci si affida, aiutare i figli suoi sofferenti, con-durli ad una sempre maggiore

tro di fede, a sfondo culturale, in onore del Santo per ricordare alcuni momenti salienti della sua vita e cantare inni in suo onore, con l’ausilio dell’Insegnante Marilù Coco, con la direzione musicale di Don Alfio Conti.

Il Geom. Santo Alì, autore del testo” S. Nicolò Politi di Adrano”, ha letto alcune pagine, in parti-colare quelle relative ad alcuni miracoli avvenuti nel corso della sua vita, dalla nascita fino alla morte.

La prof.ssa Franca Meli ha evidenziato una componente importante, generalmente non molto nota,della fede del Santo, precisamente la sua profonda devozione a Maria, attraverso la lettura di alcune preghiere contenute nel testo del Prev. Salvatore Petronio Russo, autore dell’opera“della vita e del culto di S. Nicolò Politi” (1881).

Nicolò visse in eremitaggio per realizzare il suo desiderio di ascesi e di purificazione, tramite le punizioni corporali, le rinunce e l’assidua preghiera, preghiera rivolta a Cristo e pure a Sua Madre.

Nell’iconografia S. Nicolò è sempre rappresentato con un libro in mano, in quanto un libro teneva in mano anche quando fu trovato morto. Questo libro era conservato in un ripostiglio del convento dei Cappuccini ad Alca-ra Li Fusi quando Don Giuseppe Spitaleri, barone di Muglia, nel 1674 si recò lì per ottenere una reliquia del Santo concittadino.

In questa occasione Fra Anto-nio da Alì, priore del Convento, gli donò metà del libro e preci-samente 18 fogli di pergamena, scritti in greco. Di questi 18 fogli oggi ne rimangono solamente 8 e mezzo, conservati in Chiesa Ma-

dre, nel Reliquario fatto costruire (a loro spese) dal Prev. Salvatore Petronio Russo e dal fratello Gio-vanni. Questi fogli furono tradotti dal greco in latino nel 1875 da un prete greco cattolico, archeologo ed insigne traduttore, P. Filippo Matranga, che ne attestò pure l’autenticità.

Il Prev. Petronio Russo, nell’ opera citata,ha riportato il testo latino e la traduzione in italiano di queste preghiere per mettere in luce la profonda devozione di Nicolò per Maria, madre di Cristo e dell’umanità intera, in quanto per il Suo tramite si può giun-gere a Cristo Redentore, perché l’amore per Cristo Redentore è unito inseparabilmente a quello di Maria, sua Madre.

A seguire le Dott.sse France-sca e Anna Maria Palermo hanno letto alcune poesie, in una libera versione italiana, del poeta adra-nita Agatino Cariola, che in versi dialettali ha narrato la vita e le virtù eroiche del Santo.

Una testimonianza di fede è stato l’intervento del Dott. Filadelfio Coco, che, attraverso ricordi personali della sua ado-lescenza, ha evidenziato che ancora oggi il culto per il Santo permea la vita degli adraniti.

L’insegnante Nicola Scuderi, dopo aver ricordato l’illogica diffidenza di taluni uomini di cultura a voler credere alla reale esistenza dell’illustre adranita, ha fatto alcuni rilievi critici che in maniera inequivocabile sono di conferma della sua vita terrena.

Certamente è difficile per il comune cristiano uguagliare le virtù eroiche di Nicolò, ma tenere lo sguardo fisso su di Lui sicuramente aiuta a vivere meglio la fede. Franca Meli

unione con Cristo,intercedere per loro presso il Figlio Suo,, liberarli dalla possente catena del male, tenere a freno lo spirito infernale che tenta di trascinare a perdizione.

Se s inceramente devo-ti di Maria, i Cristiani sapran-no affrontare del sfide del presente,trovando nella vera fede la forza necessaria.

Alla quindicina, come da programma preparato dal Par-roco Don Amedeo Cantali, hanno partecipato i vari gruppi che operano in Parrocchia, così pure i ragazzi dell’Oratorio, i ragazzi che hanno partecipato all’Estate ragazzi 2012, i bambini della pri-ma Comunione e della Cresima, con genitori, padrini e catechisti.

La giornata del 24 Luglio è stata dedicata agli emigrati a agli immigrati, perché la solidarietà dei fratelli possa aiutarli a vincere il senso di solitudine.

Altri momenti significativi, di intensa commozione,la giornata della famiglia con l’affidamento a Maria dei bambini ( 30 Luglio) e la benedizione delle donne in gravidanza ( 31 Luglio).

Grande è stata l’affluenza dei fedeli partecipanti alle S. Messe e alla processione del 5 Agosto del sacro simulacro di Maria SS. per le vie della città.

Il silenzio, che è stato la nota dominante della processione, voluto come forma di protesta contro la violenza, purtroppo, dilagante, si è trasformato in preghiera accorata alla Vergine Maria perché liberi i ragazzi e i giovani dal materialismo, edonismo, scoraggiamento e di-pendenza da alcol, stupefacenti e gioco.

Tale atmosfera, che consente di guardarsi veramente dentro, può essere il segno di una fede più fervida, di un risveglio di coscienza, di una conversione del cuore e del superamento di quella indifferenza verso il so-prannaturale e per il futuro, che sembra caratterizzare il presente. L’augurio del cristiano è che una nuova luce di speranza per le nuove generazioni diventi realtà. Franca Meli

La Madonna della Catena icona di ogni madre

S. Nicolò Politi: l’Uomo, l’Eremita e il Santo

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Bloc Notes 172012 Settembre

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Beni culturali

È tristemente documentabi-le come nella notte tra il 29 ed il 30 luglio scorsi a S. M.

di Licodia si sia verificato un atto che si fa presto a definire ignobile quanto vergognoso: i due ulivi millenari, presenti nella “Piazza degli ulivi” (che prende il nome proprio dalla loro presenza), sono stati distrutti.

Perché si tratterebbe di un evento eclatante lo spieghiamo con un breve excursus storico.

Nell’Ottocento la Sicilia fu og-getto di diverse missioni scienti-fiche, con lo scopo di studiare gli aspetti geomorfologici dell’isola. Tali alberi di ulivo, citati addirittu-ra dal poeta latino Cicerone nel secondo capitolo delle “Verrine”, furono al centro di studi scienti-fici condotti dallo scienziato te-desco Walterschausen che ebbe modo di pubblicare uno studio sistematico sul territorio etneo.

Il dato che emerge da questi studi è che questi ulivi, ad oggi, hanno un’età di circa 25 secoli

(ben due millenni e mezzo) quindi sarebbero i più antichi di Sicilia e pertanto testimoni del patrimonio paesaggistico di una comunità.

Ecco perché il termine “van-dalismo” risulta essere indicato per descrivere l’atto messo in pratica da ignoti, che, per chissà quale oscuro motivo, hanno

p e n s a t o b e n e d i deturpare uno dei più preziosi ed importanti simboli del piccolo pa-ese.

F o r s e c ’è stata vog l ia d i trasgredi-re , forse noia, forse

cinico divertimento, sicuramente tanta cattiveria e mancanza di rispetto per questi alberi che costituiscono un’istituzione.

Sociologicamente parlando, la violazione dei valori propri di un’istituzione genera sempre una reazione: la risposta naturale a tale atto è la sanzione, ma da infliggere a chi?

I vandali non hanno un volto e per i cittadini rimane solo tanta amarezza.

Come è facile immaginare, l’amministrazione comunale non poteva rimanere indifferente davanti a tale atto, per cui, poco tempo dopo l’accaduto, ha partecipato ad una serie di in-contri con i vertici del Comando

Allarme vandalismo a Licodia

Distrutti gli ulivi millenari: i più antichi di Sicilia

Dilaga anche la “questione sicurezza”

provinciale di Polizia municipale, nonché con il Prefetto di Catania, per fare il punto della situazione e trovare una qualche soluzione alla questione sicurezza, che ormai da tempo nel paese si fa sempre più pressante.

L’atto vandalico inflitto agli ulivi, infatti, sembra esser stata solo “la goccia che ha fatto tra-boccare il vaso”.

Da mesi ormai è chiara tra i cittadini la richiesta di una maggiore sicurezza, essendo au-mentati in maniera esponenziale i furti in appartamento e gli atti di microcriminalità, che stanno turbando il sonno dell’intera comunità.

Il Comune, oltre ad un poten-ziamento delle attività della loca-le Polizia municipale, sta pensan-do all’acquisto di telecamere e impianti di videosorveglianza da piazzare in alcuni punti strategici del paese come deterrente e per cercare di monitorare costante-mente la situazione.

Per sperare in un paese più vivibile è sicuramente impor-tante agire a valle, attraverso il monitoraggio e le sanzioni lad-dove possibili, ma è altrettanto importante agire a monte, con la prevenzione, promuovendo l’educazione dei nostri giovani, sin dalla tenera età, al rispetto, all’amore per il bene comune, alla denuncia dei reati.

Solo così si potranno estir-pare alla radice i germi del van-dalismo e della non curanza, purtroppo sempre più dilaganti.

Ornella Fichera

La partecipazione dei fedeli al triduo per S. Pio di Pietrelcina che

ha avuto luogo nella Par-rocchia di S. Francesco in Adrano, nei giorni 20,21,e 22 Settembre, tenuto dal Parroco Don Amedeo Can-tali, testimonia che, mal-grado tutto, la componen-te spirituale è viva e c’è desiderio per una vita da vivere secondo i principi evangelici.

N e l g i o r n o d e l l a festività,nella Chiesa del-la Madonna della Cate-na, precisamente il 23, giorno della memoria li-turgica, Monsignor Bene-detto Currao con la sua omelia,facendo riferimento ad episodi significativi della vita del frate francescano, ha invitato i molti fedeli, che gremivano la Chiesa, ad un cambiamento radicale di mentalità, indicando la via

da seguire se veramente si vuole essere alla sequela del santo: l’obbedienza al Pastore e ai Superiori per non farsi protagonisti di dissidio e di separazione, l’abbandono fiducioso a Cristo, la preghiera non con le labbra ma con il cuore, perché Cristo e pure Padre Pio scrutano dentro il cuore e riconoscono la vera fede, al di là dei comportamenti esteriori.

Il canto nuovo che è stato proposto ai presenti e il bacio della reliquia( dono di Monsignor Currao alla Chiesa della Catena, che è la sede del gruppo di preghiera per P. Pio) hanno contribuito a creare una commovente atmosfera, che fa ben sperare in una vera fede vissuta con sin-cerità. Franca Meli

La fede degli adraniti

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18 Bloc Notes Settembre 2012

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Mondi nuovi

Benedetto XVI, con la Let-tera apostolica Porta fi-dei dell’11 ottobre 2011,

ha indetto l’Anno della Fede, che avrà inizio l’11 ottobre 2012, in occasione del cinquantesimo an-niversario dell’apertura del Con-cilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962) e del ventesimo anniversario della promulgazio-ne del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 1992).

L’Anno della Fede terminerà il 24 novembre 2013, durante la solennità di Cristo Re dell’U-niverso.

Il Papa ha spiegato che: «sarà un momento di grazia e di impegno per una sempre più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo». Lo scopo specifico di questo anno è dunque che ogni cristiano possa riscoprire «il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incon-tro con Cristo».

Trascorso mezzo secolo dall’a-pertura del Concilio, il Papa ha ritenuto opportuno «richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in pro-spettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria, nella prospettiva, appunto, della mis-sione ad gentes e della nuova evangelizzazione» (Benedetto XVI, Angelus, 16 ottobre 2011).

Anzitutto la necessità di risco-prire la bellezza e la centralità della fede, perché è necessario annunciare a tutti la Verità cri-stiana non solo nella sua inte-grità, ma soprattutto nella sua bellezza.

La vita cristiana è piena di bellezza: dalla nascita alla morte

il cristiano vive una vita sacra-mentale d’amore per Cristo e per la sua Chiesa. Il cristiano è essenzialmente un uomo nuovo, perché ha un precetto nuovo tale che abbraccia tutto il suo modo di vedere, di credere, di amare. La vita nuova è incentrata in Cri-sto, il Maestro divino che, come aveva intuito Agostino d’Ippona, abita nell’uomo interiore e gli insegna la verità.

I fedeli cristiani sono coloro che portano il nome di Cristo e vivono nell’umiltà e che, tramite il Battesimo, sono immersi nella bellezza della sua Vita, Morte e Risurrezione. Il Battesimo è an-che l’esperienza di un cammino mistico che ha come sviluppo naturale la Bellezza dei doni dello Spirito.

In secondo luogo, il Papa auspica un rinnovamento nella verità della fede, affinché il cri-stiano possa diventare testimone credibile con la fedeltà dell’agire nei diversi ambiti della vita, come la famiglia, la società, la politica, l’economia, la comunicazione, il lavoro, l’ambiente, la vita fisica, la sessualità, l’educazione. Il va-lore della fede quindi è da impri-mere nella vita e da tradurre in comportamenti virtuosi. Questo significa che la fede è principio di vita morale.

Da ultimo, l’intero popolo cristiano è invitato da Benedet-to XVI ad iniziare una sorta di missione, nella consapevolezza di aver «ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti».

Questo messaggio deve es-sere annunziato soprattutto con la vita. Il teologo Mauro Cozzoli afferma che «c’è una via all’evangelizzazione su cui noi ci troviamo sempre, ininter-rottamente. È il nostro vivere al cospetto degli altri, quello che facciamo/diciamo e quello che non-facciamo/non-diciamo, che trasforma la nostra vita in sacramento di Cristo: ministero della testimonianza al Vangelo (At 20,24).

Per la sua testimonianza di vita il cristiano è per gli altri una profezia vivente: segno traspa-rente e attraente di Cristo».

Così inquadrato, l’Anno della Fede non potrà non risultare un

dono speciale dello Spirito che porterà la Chiesa intera e ogni fe-dele sulla strada che conduce alla pienezza della Verità, della Bontà e della Bellezza, che è Cristo.

L’Anno della Fede non è una novità nella storia della Chiesa; già Paolo VI, nella ricorrenza del XIX centenario del martirio dei Santissimi Pietro e Paolo, invitava la Chiesa a celebrare un “Anno della Fede” (1967-1968). Egli era convinto che ogni crisi nella Chiesa è una crisi di fede, per questo ammoniva «di pene-trare, di purificare, di esprimere in termini belli, nuovi, originali, vissuti, comprensibili i sempre identici e immutabili tesori della Rivelazione» (3 luglio 1968).

Su questa linea il Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evan-

gelizzazione, Monsignor Rino Fisichella, ribadisce che oggi «la crisi di fede è espressione drammatica di una crisi antro-pologica che ha lasciato l›uomo a se stesso; per questo si ritrova oggi confuso, solo, in balia di forze di cui non conosce neppure il volto, e senza una meta verso cui destinare la sua esistenza». È necessario, ha aggiunto, «poter andare oltre la povertà spirituale in cui si ritrovano molti dei nostri contemporanei, i quali non per-cepiscono più l›assenza di Dio dalla loro vita, come un’assenza che dovrebbe essere colmata».

Queste sono le maggiori sfide che il mondo cattolico vuole affrontare con l’impegno di tutti a livello di Chiesa universale, a livello di Conferenze episcopali, a livello diocesano, a livello di

parrocchie, di comunità, di as-sociazioni, di movimenti, di ogni fedele... La fede «è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo» (Benedetto XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 15).

Per rappresentare l’anno della fede è stata scelta un’immagine molto significativa che vogliamo brevemente descrivere: su un campo quadrato, bordato, è sim-bolicamente rappresentata una barca, immagine della Chiesa, in navigazione, e il cui albero ma-estro è una Croce che issa delle vele che con dei segni dinamici realizzano il trigramma di Cristo IHS (Iesus Hominum Salvator); inoltre sullo sfondo delle vele vi è disegnato un sole che associato al trigramma rimanda all’euca-ristia il sacramento più bello e più grande per i cristiani, che consente loro di ricevere Cristo nella propria interiorità, luogo di dimora della Verità.

L’anno della fede dovrà far sapere a coloro che ancora non conoscono l’amore di Dio che la fede è un dono sempre pronto per ogni essere umano, dono che nel momento stesso in cui viene accolto dal cuore dell’uomo lo apre in quello stesso istante all’amore, amore verso Dio e verso il prossimo, amore che si identifica con la carità e pervade ogni anima di speranza.

La bellezza e la centralità della fede

Maria Scalisi

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Bloc Notes 192012 Settembre

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Cultura

Quel che mancava a S. M. di Licodia fino a qualche tempo fa, era un’iniziativa

editoriale che potesse dare ai cittadini, soprattutto a quella parte più giovane di essi che co-stituirà la cittadinanza del futuro, la possibilità di esprimersi e di confrontarsi attraverso le pagine di un giornale.

Circa un anno fa, in seno al movimento civico “l’Alternativa”, nasce l’idea di costituire un gior-nale, che prende vita definitiva-mente nel gennaio 2012.

Si tratta di un giornale di uscita bimestrale, di diffusione locale, composto da circa 16 pagine ed il nome scelto è “Oi Lykoi”, un termine etimologi-camente legato alla storia del piccolo paese etneo.

“Oi Lykoi”, infatti, significa “i lupi” (dal greco antico) e rimanda all’antico nome di Li-codia (“Lykos”): estendendo il significato di “lupi” a “licodiesi”, il nome del giornale indica così la forte appartenenza di questo a tutti i cittadini.

Anche la scelta del logo non è casuale: esso ritrae un piccolo ramo di rovere con delle ghian-de. Tale simbolo richiama la leggenda della “Madonna del

Robore grosso”, l’antica statua in legno trafugata dalla Chiesa Madre negli anni ‘70 del Nove-cento e considerata il “genius loci” dell’intera Licodia.

Alla base di questo progetto editoriale vi è la voglia di dar voce ai più giovani, alle loro idee, alle loro esigenze di confronto, nell’ottica della costruzione di un vero e proprio laboratorio di partecipazione civica, atto a infondere nei giovani uno spirito critico ed a veicolare quei messaggi utili affinché “la logica del diritto e della legalità si sostituisca a quella del favore e dell’illecito”.

Tra virgolette le parole del Dott. David Mascali, fisico nucle-are e direttore del giornale, che guida con caparbietà una piccola ma vivace redazione costituita da circa venti giovani, soprattutto studenti liceali e universitari, che con ardore si occupano della re-dazione di articoli che affrontano tematiche legate all’attualità, alla tutela del territorio, al disagio giovanile, alla legalità.

La pubblicazione del giorna-le, in tale laboratorio civico, si affianca a momenti di dibattito libero tra i ragazzi, su temi che vanno dalla politica al rapporto con la religione.

Molto sentita è la tematica relativa alla lotta contro le mafie: la redazione di “Oi Lykoi”, il 19 luglio, in occasione del venten-nale della strage di via D’Amelio,

è uscita fuori dalle mura della sede, organizzando una “Marcia per legalità”, con tanto di striscio-ni e fiaccole, in onore non solo alla memoria del giudice Paolo Borsellino, ma anche di tutte le altre vittime come lui cadute sotto i colpi della furia mafiosa.

A partire dal mese di Ottobre, “Oi lykoi” condividerà la propria sede con quella dell’ALA (Asso-ciazione Licodiese Antiracket), per sancire ancora una volta il legame tra impegno civile e lotta contro la mafia.

Diversi i progetti in cantiere per il futuro, sempre nell’ottica dell’educazione civica: si pensa di organizzare un corso dedicato alla storia del pensiero politico, in collaborazione con l’associa-zione per la tutela dei diritti del cittadino (CODICI) di Paternò; e ancora, l’organizzazione di una serie di incontri con il Prof. L. Sanfilippo, docente di Storia, per far conoscere ai più la storia e la cultura licodiese.

“Oi Lykoi” costituisce, dun-que, una realtà tangibile, di vero impegno nei confronti della comunità licodiese.

Speriamo possa col tempo continuare a crescere, ad inno-varsi per la diffusione dell’in-formazione e della conoscenza, strumenti alla base di una qual-siasi società democratica, e che possa portare avanti progetti civici e culturali di grande utilità per tutta la comunità.

L’informazione a Santa Maria di LicodiaNasce il laboratorio di partecipazione civica “Oi Lykoi”

In o c c a -sione del g i o r n o

dell’Esaltazio-ne della Santa Croce, che si celebra il 14 d i S e t t e m -bre, presso la chiesa della B.M.V dell’An-nunziata, i l rettore don Giovanbatti-sta Zappalà ha celebrato una messa ricor-dando il ventennale del suo sacerdozio.

Come ogni anno il parro-co ha deciso di festeggiare invitando i parrocchiani alla celebrazione eucaristica.

Erano presenti alla messa come concelebranti i sacer-doti don Placido Branca-to, mons. Giosuè Chisari e il novello don Ambrogio Monforte.

Durante l’omelia, don Zappalà ha parlato della sua ordinazione avvenuta lunedì 14 settembre 1992 e soprattutto del sacramento dell’ordine come dono di Dio.

Il giorno precedente, du-rante l’esposizione del Ss. Sacramento, è stata fatta una breve veglia di preghie-ra da parte dei parrocchiani per pregare il Signore in favore del parroco dell’An-nunziata.

Un momento bello ed intenso quello dell’anniver-sario di sacerdozio, ma la questione venuta fuori nel corso dell’omelia e dei ricor-di personali del festeggiato è: chi è il sacerdote ?

Ai fedeli accorsi in occa-sione dell’Esaltazione della

croce, dal pulpito, il parroco ha chiesto e dato alcune risposte relative al manda-to, alla missione cui ogni sacerdote si sente investito.

Il sacerdote è l’”Uomo di Dio” (2 Tim. 3, 17), il quale è scelto e chiamato tra gli uomini, con una vocazione specialissima, è segnato con un carattere sacro che durerà in eterno ed investito dei divini poteri ministeriale perché sia consacrato esclu-sivamente alle cose di Dio.

Con la sacra Ordinazione il Sacerdote viene consacra-to nell’anima e nel corpo. Diviene un essere tutto sacro, configurato a Gesù Sacerdote .

Per questo il Sacerdote è il vero prolungamento di Gesù, partecipa della stessa missione di Gesù, impersona Gesù durante la celebrazione eucaristica e negli atti più importanti della redenzione universale . Lo Spirito Santo configura l’anima del Sacerdote a Gesù, impersona Gesù in lui di modo che “il Sacerdote all’altare operi nella stessa Persona di Gesù”.

Carmelo Mazzaglia

Ventesimo anniversario dell’ordinazione sacer-dotale di Don Giovan-battista ZappalàCelebrazione eucaristica per ricor-dare la missione di ogni sacerdote

Ornella Fichera

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Momenti di arte ad Adrano, Taormina e Cesarò

Dalla musica alla poesia: ecco l’eterogeneità delle rassegne che si sono tenute ad Adrano e a Taormina

Arte

Le mostre estive di ArtCenter

Arte

’associazione “Spa-zio Arte” e lo Studio “Gallery ArtCenter” di Adrano hanno

organizzato quest’estate due rassegne artistiche che hanno valorizzato talenti locali, han-no messo in evidenza Maestri Espositori, tutti di alto profilo, ma, soprattutto hanno rega-lato ai comuni di Adrano e di Taormina “momenti di arte” difficilmente dimenticabili.

Nella Sala Gallery “San Giuseppe” di Taormina è stata allestita la mostra “Art Exhibition in Taormina”.

All’ inaugurazione della rassegna, tenutasi lo scorso 26 luglio sono intervenuti il percussionista Paolo Greco, la pittrice e poetessa Francesca Privitera e il poeta e attore Marco Veneziano.

La mostra, rimasta aperta tutti i giorni ha avuto un grande successo di pubblico.

Nella mostra sono state esposte le opere dei Mae-stri Espositori Gianfranco Bevilacqua, Angelo Cottone, Carmelo Cozzo, Maria Nico-letta Ferrari, Lucia Galvagno, Maria Teresa Gulino, France-sco Italiano, Tomie Nomiya, Francesco Pessei, Francesca Privitera, Francesca Raffone, Pippo Ragonesi, Silvano Raiti, Mariano Scandura, Salvatore Spina.

Alla mostra erano pre-senti anche le opere degli artisti adraniti Tina Cuttone, Piera Elisa Ragusa e Roberta Ragusa.

Ad Adrano, invece, si è te-

nuta nella sede di “ArtCenter Gallery”, sita in via Maria SS. Ausiliatrice di fronte la Chiesa di Santa Chiara e negli spazi antistanti, la Rassegna d’Ar-te Creativa “Le espressioni dell’arte”.

La Mostra, rimasta aperta ogni giorno, ha visto la pre-senza di Maestri Espositori, quali Gianfranco Bevilacqua, Angelo Cottone, Carmelo Cozzo, Maurizio Cozzo, Maria Nicoletta Ferrari, Lucia Gal-vagno, Maria Teresa Gulino, Francesco Italiano, Tomie Nomiya, Francesco Pessei, Francesca Privitera, Francesca Raffone, Pippo Ragonesi, Sil-

L

Artisti provenienti da tutta la Sicilia per il concorso di pittura organizzato dalla Pro loco di San Teodoro

Concorso di Estemporanea di pittura a Cesarò

Lo scorso 9 settembre si è tenuta, nella sede del comune di Cesarò, la prima edizione del concorso Estemporanea di pittura. L’iniziativa, la cui cerimonia di premiazione si è svolta a Palazzo Zito lo scorso 16 settembre, ha visto coinvolte tutte le agenzie educative pre-senti sul territorio.

Scopo dell’iniziativa era quello di creare una simbiosi fra cultura e tradizione.

All’Estemporanea hanno partecipato artisti, provenienti da “scuole” diverse e da diverse zone della Sicilia, che hanno ritratto dal vivo gli angoli più suggestivi del territorio cesa-rotano.

Gli stessi organizzatori han-no fatto le veci di “guide tu-

la loro presenza hanno onorato la mostra.

Il giudizio, comunque, è stato unanime. La commissione era composta da 5 esponenti della cultura locale: l’inse-gnante, nonché presidente pro tempore dell’Associazione Pro Loco San Teodoro, Giuseppina Di Marco il poeta e scrittore Filippo Chisari, il professore Carmelo Cozzo, pittore e scul-tore adranita, il professore di filosofia Francesco Giordano e il professore Vincenzo Raccuia, dirigente scolastico del Liceo Classico “G.Verga” di Adrano.

Presente, pure, il segretario della Pro Loco di San Teodoro Calogero Virzì.

Oltre al comune di Cesarò e alla Pro Loco di San Teodoro, va ricordato anche l’apporto dato dall’Ente parco dei Nebrodi per la realizzazione di questa manifestazione che ha riscosso un sorprendente successo.

Dario Milazzo

ristiche”, accogliendo gli artisti e mostrando loro i luoghi più caratteristici del comune.

Al vincitore della rassegna, il sanfratellano Antonino Ma-nasseri, è andato un cospicuo premio di 500 euro.

Il secondo premio, il cui im-porto era di 300 euro, è andato alla siracusana Marisa Leanza.

Al terzo posto (200 euro l’im-porto del premio) si è classificato il messinese Paolo Gaudenti.

A tutti gli artisti, invece, è stato rilasciato un attestato

di partecipazione. Benedetto Strano, Anna Cannata, Antonio Parrino, Mariangela Leonti, Ma-ria Catena Bentivegna, Salvatore Morello, Giselle Treccarichi, Ca-logero Arcidiacono, Alfio Abate, Silvia Polizzi, Pino Coletta, Angelo Ielo, Pina Imbrosciano, Giovanna Cantone, Nanni Zangla, Virginia Longo, Cristiana Longo, Maria Bernava, Giovanni Guglielmo, Michele Casapinta, Leonardo Falzone, Manolo Coco, Vito Papa, Francesco Bartolotta, questi i nomi degli altri 24 artisti che con

Dario Milazzo

vano Raiti, Mariano Scandura e Salvatore Spina.

Oltre ai Maestri erano pre-senti anche gli artisti Fiorella Cascieri, Maria Corsaro, Tina Cuttone, Graziella Galvagno, Maria Grazia La Mela, Paolo Greco, Ruth Laudani, Piero Neri, Agata Nicolosi, Piera Elisa Ragusa, Roberta Ragusa, Donatella Saladino, Marco Veneziano, Francesco Santan-gelo, Marzia Scalisi, Luciano Paone.

Insomma, con queste mo-stre “ArtCenter” ha messo in evidenza artisti di qualità e di fama, dimostrandosi ancora una volta fucina di talenti.

Cultura e tradizione a Cesarò

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Bloc Notes 212012 Settembre

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Sport

Giunge alla terza edi-zione il Trofeo S. Ni-colò Politi, la gara

ciclistica del campionato pro-vinciale UDACE che si svolge durante le festività dedicate al Santo adranita, organizzato dalla società ASD Adrano Bike con il patrocinio del comune di Adrano.

Domenica 29 luglio, nel segno del ciclismo, è stata per Adrano una giornata di sport e sano divertimento sia per gli atleti che per il numeroso pubblico accorso per l’occasione.

Un centinaio di corridori, suddivisi in dieci catego-rie, provenienti da numerosi comuni della Sicilia e della Calabria si sono sfidati in due distinte batterie nel piccolo circuito cittadino (1,1 Km) che partendo da via Aurelio

Spampinato passava da piazza S. Agostino, piazza A. Diaz per poi ritornare al punto di partenza.

Nella prima gare si piaz-zano sul podio Paolo Dro-ghini, Caruso Salvatore e Coco Salvatore, tutti e tre dell’ASD Città di Misterbian-co. Nella seconda gara è Chiodo Salvatore ad dell’A-SD Team Randazzo (Reggio Calabria) aggiudicarsi la

Droghini e Chiodo trionfano al 3° Trofeo S. Nicolò Politi

Tante novità purtrop-po poco piacevoli per lo sport nella nostra

cittàSono già iniziati o ini-

zieranno tra poco i diversi campionati delle varie di-scipline dove negli ultimi anni noi adraniti ci siamo distinti.

Calcio,basket,pallavolo sono gli sport che con pas-sione tanti giovani hanno praticato ma che sono stati costretti ad abbandonare per i numerosissimi pro-blemi .

La tanto amata Adrano calcio dopo ben otto anni di serie D è definitivamente caduta nel baratro! Il titolo è stato venduto a Paternò (scelta molto criticata dai tifosi visto i trascorsi delle due compagini) e quindi

di fatto non esiste più nel calendario di serie D la nostra squadra.

Una grossa perdita per tanti motivi; anzitutto per la vetrina che rappresentava per la nostra città poiché è

un vanto avere una squa-dra in serie D che è ricono-sciuta a livello nazionale e poi anche per i tifosi che la seguivano da anni e che hanno visto buttar via tanti sacrifici,trasferte,gioie e dolo-

ri di tante stagioni calcistiche. Ma non va di certo meglio

alla S. Giuseppe; la squadra di pallavolo femminile, infatti, dopo numerosi anni di serie D e la retrocessione diretta dello scorso campionato di fatto non esiste più!

È stata fatta una fusione con la squadra di Paternò fre-sca di promozione in serie C2.

Ma l’Adrano dello sport non si è mai fatta mancare nulla ed ecco che da anni lo Sporting club Adrano basket milita in serie c regionale; an-che loro però hanno problemi societari e con i mezzi che possiedono provano comun-que a resistere anche grazie alla passione che li spinge a continuare ad andare avanti.

Attualmente la rosa è com-posta interamente da ragazzi adraniti che continuano gli

prima posizione, secondo posto per Pasqulino Andrea dell’ASD Team Max Bici Ce-lertrasporti e terza posizione per Daniele Reina dell’ASD Omnia Sport Acate .

Nella classifica delle so-cietà si piazza al primo posto l’ASD Città di Misterbianco seguita dall’ASD Team Meca e dall’ASD Team Max Bici Celertrasporti.

Alla gara hanno partecipa-

Cercasi disperatamente… lo sport adranita!allenamenti con mister Morelli ed il suo assistant coach Gaetano Bua che a sua volta allena gli under 17 e 19; come si dice in questi casi si fa quel che si può per provare ad andare avanti.

A metà ottobre inizierà il campionato ed un caloroso in bocca al lupo è il minimo che possiamo fare per loro.

Da questo quadro viene da chiedersi perché lo sport che è uno dei pochi mezzi per fare crescere in modo sano i giovani viene cosi accantonato e non preso in considerazione come se fosse una cosa di poco conto?

Non vi è pensiero più sbagliato poiché diventa un altro motivo per voler fug-gire via da qui! Riflettiamo.

Piera Proietto

to anche gli adraniti Antonino Gulino, Salvatore Puleo, Da-niele Lucifora, Nunzio Zerbo, Nicolò Dell’Erba e Giuseppe Scalisi.

Ottima prestazione per i primi due che nella categoria cadetti si sono classificati rispettivamente in quarta e quinta posizione.

Anche quest’anno il giro di prova del circuito è stato aperto alla partecipazione di bambini e ragazzi appassiona-ti di biciclette, ai quali è stato poi lasciato anche un gadget ricordo. Impeccabile l’orga-nizzazione dell’evento curata dai componenti dell’associa-zione A.S.D. Adrano Bike del presidente Rosano con l’im-portante collaborazione del corpo di polizia municipale, tanto da ricevere numerosi complimenti da tutte le squa-dre partecipanti.

La gara, fortemente voluta dall’amministrazione comuna-le ha rappresentato una delle poche note positive di questa tragica estate adranita.

Dario Lazzaro

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22 Bloc Notes Settembre 2012

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Editoriale

Nessuno resti a guardare

Elezioni regionali 2012

Qualcuno ad inizio di settembre era convinto che non sarebbe stata sufficiente una sfera di cristallo

per indovinare il quadro politico che si sarebbe realizzato il 28 settembre, giorno della presentazione delle liste.

Ma arrivati al 28 settembre possiamo aggiungere noi che, da quel che si vede in giro, neanche dopo il 29 ottobre, giorno delle elezioni siciliane, si potrà sapere con chiarezza quale scelta hanno fatto i siciliani o meglio quale scelta faranno i partiti che sono stati votati dai siciliani.

E perché tutto questo? Per almeno due semplici motivi: i giochi politici che si sono messi in campo e i grandi ribaltoni di personaggi e partiti politici.

I giochi politici che si sono messi in campo.

In un sistema elettorale corretto gli elettori dovrebbero scegliere secondo convinzione chi desiderano che vada a governare ed i programmi che questo sostiene. Invece insistentemente circo-lano voci più che attendibili che gli schie-ramenti in campo non sono quelli che ci vengono presentati, ma che sottobanco esiste una contrattazione tra avversari per posizionarsi al meglio per il dopo voto.

Sono molto convincenti le notizie se-condo cui l’MPA che dovrebbe sostenere Miccichè in realtà ha un accordo sotto-banco per sostenere Crocetta; siccome i sondaggi ripetutamente verificati dalle agenzie demoscopiche danno come reali contendenti Musumeci e Crocetta, so-stenere lealmente Miccichè non sarebbe conveniente e si cominciano a fare i giochi per contrattare il proprio peso politico.

Potrebbe sconcertare tutto ciò, ma è la linea politica, messa anche allo scoperto

da persone che proprio per questo hanno abbandonato l’MPA; questi “sicilianisti”, che hanno concorso in maniera deter-minante a distruggere il tessuto politico siciliano, pur di stare al potere sono dispo-nibili a fare accordi col diavolo e l’acqua santa, con destra e sinistra.

Ad Adrano, nelle scorse amministra-tive del 2008, se qualcuno ha un po’ di memoria, Lombardo, il capo indiscusso dell’MPA venne ad Adrano un paio di volte per sostenere la candidatura a sindaco di G. Bulla, mentre il segretario regionale dello stesso partito, Lino Leanza veniva ad Adrano a sostenere il candidato della parte opposta, Pippo Ferrante.

Vinceva Bulla o vinceva Ferrante l’MPA sarebbe stato all’amministrazione di Adra-no, come è avvenuto.

Oggi sul piano regionale l’MPA sta utilizzando la stessa tattica inserendo suoi uomini di primo piano nelle diverse liste: ecco solo alcuni nomi (forse alla gente comune, questi nomi non diranno niente, ma nel mondo politico sono personaggi che muovono leve di potere): Elio Taglia-ferro, Salvatore Maugeri, ex sindaco di Mascalucia, che fino ad ieri erano dati nel-la lista del PD alla fine sono stati presentati nella lista di FLI; Anthony Barbagallo, ex sindaco di Pedara, sempre al seguito delle scelte di Lombardo si è candidato, invece, nel PD; dove la “tragedia si fa arte” è nell’UDC che rischia di dare i due seggi, che probabilmente dovrebbe ottenere a Catania, a due esponenti del mondo MPA inserite nelle sue liste: Lino Leanza che as-sicurerebbe il controllo di questo partito a Catania e Luca Sammartino, appartenente a una “notissima famiglia del mondo della sanità catanese”.

I grandi ribaltoni di personaggi e par-titi politici che all’improvviso scoprono di avere altre collocazioni politiche.

Le facce sono sempre le stesse, ma i simboli per i quali correranno sono cam-biati. Non ci si ricorda più delle espressioni con i quali si apostrofavano gli avversari e come fino a qualche giorno fa si contrasta-va la linea politica ed amministrativa; oggi si va a braccetto assieme, come se la storia degli ultimi anni se non degli ultimi mesi non sia esistita e tutto è stato dimenticato

Delle due, una: o erano in malafede ieri e pubblicamente dicevano una cosa ma poi sotto sotto si accordavano sottobanco, oppure non sono credibili oggi, arram-picandosi sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile, cioè una scelta per niente politica ma solo finalizzata a conservare una poltrona.

Anche nel campo dei partiti la Sicilia sta facendo da laboratorio politico per le scelte nazionali delle prossime elezioni del 2013 e si presta a giravolte e contor-sionismi degni della peggiore tradizione trasformistica.

L’UDC cinque anni fa aveva sostenuto Lombardo inizialmente; dopo ha scelto la strada dell’opposizione, adesso sposa la linea del migliore sostenitore di Lombar-do, il PD di Crocetta, col quale le distanze dal punto di vista politico e valoriale sono alquanto lontane.

Questa linea viene da Roma ed è stata voluta da Casini; ma ha anche procurato tanti mal di pancia tra il suo elettorato che in parecchi casi ha manifestato l’in-tenzione di non seguire le indicazioni provenienti dall’alto.

Di fronte a questo scenario che cosa bisognerà fare?

Bisogna intanto non farsi prendere dallo sconforto, dallo schifo che nasce di fronte ad una classe politica miserabile ed arrogante, come è emersa nei tanti casi di mala politica nazionale.

Scegliere di non votare come sembra che farà gran parte dell’elettorato non eliminerà il male che si vuole curare. Anzi crea le migliori condizioni perché i personaggi più spregiudicati rimangano nei posti di potere ancora ulteriormente.

È vero che il malessere sociale, che affonda le sue radici nella crisi economica che è la peggiore che si è avuta dal dopo-guerra in poi, non aiuta a fare delle scelte ponderate ed alimenta un clima di totale sfiducia nei partiti e nelle dirigenze che ci governano. Ma bisogna avere il coraggio e la lucidità di non astenersi, di andare a votare e scegliere per non subire le scelte che faranno altri.

“Qui è in gioco il futuro prossimo della Sicilia e le tappe a lunga scadenza che accompagneranno la vita dei nostri figli. Nessuno resti a guardare, nessuno si arrenda alla convinzione che nulla pos-sa cambiare. Tutti, insieme, decidiamo di scegliere i nostri rappresentanti che dovranno rendicontare le scelte prese e che saranno determinanti per tutti noi siciliani.”

Prima che scoppi il caso Sicilia, dopo quello del Lazio, si mandino alla Regione persone di specchiata onestà, che non finiscano nelle maglie della giustizia per reati contro la pubblica amministrazione o per aver scialacquato i soldi pubblici a spese dei cittadini che non ne possono più di pagare per amministratori ladri, incapaci ed arroganti.

Nino Reina

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Bloc Notes 232012 Settembre

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Penne in libertà[email protected]

Circa settanta anni fa, un uomo, di spic-cata caratura intel-lettuale, prendendo spunto dal senso di orgoglio ed onestà che pervadeva l’inte-ra nazione italiana, come anche dalle ge-sta, opere e pensieri di molti italiani il-lustri del passato e del presente di allora, coniò e ci consegnò una vibrante frase-ritratto che descriveva gli italiani come eredi di “un popolo di poeti, di artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori, trasmigratori “.

L’istantanea gli riuscì molto bene a tal punto che il conte-nuto della stessa venne consi-derato come un testamento spirituale-culturale, guida per il presente di allora e per il futuro.

Questa espressione ci ren-deva fieri ed orgogliosi e la nostra italianità era rispettata dal mondo intero.

A distanza, di tutti questi anni, ahimè ne resta solo un ricordo!!!

L’Italia che apparteneva agli onesti, a Dante Alighieri a Michelangelo, l’Italia di Colom-bo, Garibaldi, Giordano Bruno, Galileo, non è più quella di un tempo ed è diventata “grazie” a

METAMORFOSI all’italiana

molti, quella degli “intrallazzisti” e l’orgoglio dell’appartenenza si è alquanto immiserito, per non dire altro.

Una vera e propria metamor-fosi peggiorativa “all’italiana”, maturata nel tempo, dal bello si passa al brutto: tanto per fare un esempio, la farfalla che si tra-sforma in bruco e non il contrario come normalmente dovrebbe accadere.

Tutto ciò lo dimostrano gli innumerevoli scandali che sono accaduti e accadono giorno per giorno (tangentopoli varie, pen-sioni facili, connubi impensabili al fine di trarre facili guadagni, calciopoli e così via…).

Purtroppo il motivo di questa triste realtà, in parte, lo si può

L’eredità culturale è parte integrante della storia ed è anche lo specchio della coesistenza di diverse culture, questione importante per preservare la ricerca e la divulgazione dei beni culturali.

Le lapide nelle strade e dove succede una tragedia, non soltanto raccontano una storia finita male, ma ne ricordano le vittime prota-gonisti di una vicenda dolorosa. I monumenti, invece, appartengono alla storia di vita vissuta dei popoli che ci hanno preceduti, e come tali vanni tutelati e salvaguardati.

È tempo di vacanze e di feste patronali, alcuni compaesani tor-nano da terre lontane spesso con una comitiva e persone che non hanno mai visto le nostre bellezze storiche. Nei giorni di ferragosto un amico compaesano, da tantissimo tempo emigrato in Germa-nia, in vacanza ad Adrano, mi chiede di accompagnarlo a visitare il ponte dei saraceni con la sua comitiva, un manufatto storico di estremo interesse culturale che risulta nelle carte turistiche di tutto il mondo, divenuto, assieme al castello normanno, simbolo della città di Adrano.

Imbocchiamo la strada che fiancheggia il fiume simeto lato sud verso Bronte e dopo aver percorso circa 13 kilometri non incontriamo una segnaletica, fino ad arrivare quasi alla zona passo Zingaro, che indicasse la zona. Decidiamo di fare la strada di ritorno e soltanto a metà percorso troviamo la segnaletica messa in modo che non avremmo potuto vederla nel senso di andata.

Il tragitto è stato orribile nel vedere i bordi della strada tutti cosparsi di spazzatura. Giunti sul posto, non vi dico l’imbarazzo. A prima vista osserviamo sterpaglie, una palificazione dell’Enel che deturpa l’immagine, strada come una trazzera ed una piazzuola allo stato primitivo.

Mi sono chiesto, è questo l’Adrano da mostrare? Quasi rassegnati, gli amici, si sono preparati per qualche scatto

fotografico, e cercando qua e là non riuscivano ad evitare la lapide dei due ragazzi, Francesco Salaniti e Anna Maria Cordiano, posta al centro del piazzale, morti durante una gita finita in tragedia, come si ricorderà avvenuta il 1° Maggio del 2004 proprio nelle immediate vicinanze del ponte dei saraceni.

Alla fine gli amici si sono avvicinati alla lapide come fosse un luogo di culto e si sono messi a pregare per farne omaggio e per racco-mandare a Dio l’anima benedetta di quei due poveri ragazzi, come si farebbe all’altare della Patria. Gli amici, anziché portare a casa un ricordo fotografico hanno portato con se un ricordo d’immagine che le rimane scolpita nel cuore e nell’anima.

Non esiste una legge che vieta la costruzione di lapide nei luoghi dell’incidente, ma la legge del buon senso, quella si che si dovrebbe sempre ed in ogni caso essere osservata per non deturpare l’imma-gine di un monumento di tale portata, di inestimabile valore storico, sopravvissuto a tutte le intemperie, guerre e aggressioni malavitose di ogni genere e che, malgrado tutto, ancor oggi vale la pena di conoscere le origine di questo manufatto tra le due sponde delle province di Catania – Enna, testimone di secoli di storia adranita.

Il cristianesimo insegna che non si può negare l’immortalità dell’a-nima né quelli degli affetti. Così, anche se la vita dell’individuo ha fine nella materia, gli ideali, i valori e le tradizioni dell’uomo vanno oltre la morte perché rimangono nella memoria dei vivi consentendo a chi ha lasciato eredità d’affetti una sopravvivenza dopo la morte.

Carmelo Santangelo

IL PONTE DEI SARACENIMonumento messaggero di pace

addebitare ad un si-stema democratico che incoraggia e per-mette l’emanazione di leggi studiate ad hoc per essere raggi-rate e manipolate al bisogno da una stra-grande maggioranza di uomini senza scru-poli e reso complice dal fiorire di innume-revoli intrallazzi.

Gli argini guida, segnati da quel te-stamento-spirituale, sono stati cancellati e nessun punto di riferimento può più rammentarci ed in-

dicarci la via dei valori, unica condizione per un vivere ordi-nato e giusto.

Sarebbe bello se quegli italiani “intrallazzisti” diven-tassero normali… un’ impresa ardua e difficile!

Forse si dovrà sperare nell’arrivo di un nuovo “Mes-sia”.

Si dice che la storia la scri-vono i vincitori; sicuramen-te questa triste disavventura non comparirà mai nei libri di storia, in quanto siamo tutti moralmente perdenti e pronti a nascondere ed acquietare la verità con un semplice psss..psss..psss…!!!

Luigi Cottone

Page 24: Bloc Notes Settembre 2012