Bloc Notes Novembre 2012

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 9 - Novembre 2012 Bloc Notes Distribuzione gratuita Poste italiane Spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 art.1, com. 1, DCB Catania Il Museo archeologico intitolato a Saro Franco

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 9 - Novembre 2012

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Il Museo archeologico

intitolato a Saro Franco

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[email protected]

Copertina: Foto di Saro Franco e dell’inaugurazione del Museo

Direzione - Redazione

AmministrazioneAssociazione

Pro Loco AdranoVia Roma 56,

95031 - Adrano Tel: 7697004

E-mail: [email protected]

RedazioneAngelo Abbadessa, Ser-gio Atanasio, Maddalena Batticane, Giuseppe Bul-la, Alessandra Caruso, Luigi Cottone, Carmelo Cozzo, Ornella Fichera, Giosuè Gullotta, Dario Lazzaro, Franco Liotta, Dario Milazzo, Alex Mi-nissale, Piera Proietto, Carmelo Santangelo.

Caposervizio Biancavilla

Enrico Indelicato

Direttore Nino

Reina

Direttore responsabile

Orazio Longo

Hanno collaboratoAldo Albani, Salvato-re Bulla, Maria Grazia Falsaperna, Carmelo Mazzaglia, Alfio Scalisi, Maria Scalisi, Caterina Tirenni, Alessia Varrica.

StampaTipografia Ricca

AdranoAut. del Trib. di CT

n° 715/87

n°9 - 2012

Novembre

per la tua pubblicità

Chiusura del giornale:30 novembre 2012

Varie

Facciamo così. Facciamo che io scrivo

una cosa – scrivo che si deve istituire un processo al Pdl, altro che le pri-marie – e facciamo che i motivi per chiederne una discussione pubblica, for-te, cruda e senza ipocrisie vengano poi sottoscritti da chi voglia contribuire a un preciso fatto.

E il fatto è che s’istruisca un processo politico, cultu-rale e perfino antropologi-co (visti i tipi che circolano nella casa grande quanto inutile dei moderati) di quel che avrebbe potuto essere e non è mai stato il berlusconismo, la destra, il centrodestra e il liberali-smo da partita iva.

E facciamo appunto che appena questo pezzo sarà rilanciato in rete possa poi essere condiviso, twitta-to, discusso, aggiornato, allungato ma – infine – concluso.

Facciamo che davvero si arrivi a una data e a un luogo, con il più alto numero di firme, di facce e di storie conseguenti a questa richiesta – proces-sare il Pdl e tutto ciò che ne discende e ne ascende, an-che in termini di disonestà intellettuale – e fare tabula rasa per capire come possa essere successo di avere avuto tutto in mano per non ritrovarsi altra eredità che un imbarazzante falli-mento politico.

di Pietrangelo Buttafuoco

FOGLIO QUOTIDIANO27 novembre 2012

Crocetta pensa ai debiti degli eletti e non a quelli delle famiglie siciliane

Fatelo sapere a Franco Battiato che “fare politica” non è una brutta parola, ma rappresenta una delle massi-me attività dell’uomo, perché governare la propria città, la propria regione, la propria nazione è un grande onore.

Anche se ci sono persone che hanno disonorato questa carica, è compito dell’uomo dabbene prendersene cura e renderla altamente dignitosa.

Nino Reina

Nei giorni successivi alla di-scussione della mozione di sfi-ducia contro il Sindaco Ferrante, qualche buontempone ha riem-pito di messaggi facebook; ecco le espressioni più pepate che abbiamo estrapolato:

È assurdo vedere come certi consiglieri abbiano avuto la forza di affermare di essere contrari e nettamente in opposizione anco-ra a questa amministrazione...ma di fatto...col proprio voto... hanno salvato Ferrante!!!

ora gli stessi soggetti sono in fermento perchè stanno dando la caccia alla poltrona del presiden-te Brio... che vorrebbero per se... io continuo a ritenere che davanti a tutto questo schifo....

davanti ad un consiglio comu-nale inutile e mercenario....

davanti ad una amministra-zione fantasma....

forse qualcuno non vuole che venga dato risalto al fatto che un pdl adranita... mercenario e inco-erente ha salvato un sindaco...che ha ammesso indirettamente il suo fallimento , che ha comun-que realizzato che un blocco notevole di consiglieri che lo sostenevano... oggi lo ripudia....

ma è rimasto appeso alla poltrona!!

sappia infatti la città che a differenza di altri “venduti”... i consiglieri di “impegno e territo-rio” non hanno votato in nessun modo a favore di Ferrante....

alcuni sono rimasti in aula a ribadire con forza il dissenso all’amministrazione votando la

quanta ignoranza...è pazze-sco... gente che si vuol candidare che viene a vedere il consiglio e non capisce manco chi sono i protagonisti e chi è spettatore...

che cima di persona!!! wow una che firma una mozione di sfiducia che attesta il suo stesso fallimento politico... e la legge anche durante il consiglio.... ci vuole competenza e capacità!!!

Ma che centrano queste esprssioni con l’attività politica? Sono piuttosto espressioni di infantilismo politico, specie di isteria dei nostri giorni.

Quanto diverso era il modo di fare politica qualche tempo fa?

Le contrapposizioni erano molto più forti; si contrappone-vano concezioni ed ideologie in maniera molto più dura, ma non mancavano il rispetto dell’altro ed anche, spesso, la signorilità delle espressioni.

Oggi che sono “cadute le ide-ologie” è rimasto solo la volgarità delle espressioni e l’ipocrisia dei comportamenti.

Nino Reina

sfiducia.... altri (compreso il sot-toscritto) schifati dalla condotta meschina del pdl... all’ultimo secondo.... e con la piena con-sapevolezza che la mozione non sarebbe mai e poi mai passata (numeri alla mano)

cavolo quanta ignoranza... solo un ignorante col cervello putrefatto non riuscirebbe a ca-pire chi erano i veri artefici della mozione di sfiducia al sindaco...

solo un ebete “retard” può affermare che il gruppo consilia-re di “impegno e territorio” ha abbandonato l’aula per non fare passare la mozione...

solo un ritardato mentale prenderebbe parola per attacca-re qualcuno per il voto espresso...

solo un fasulino non capireb-be che il “gruppo impegno” e ter-ritorio ha cercato di far mancare il numero legale per rimandare a 24 il voto sperando che potes-sero esserci poi le condizioni per votare la mozione con efficacia....

solo un inetto ed incapace non capisce che molti consiglieri che intascano soldi comunali da più fonti.. volevano votare la mozione per farsi belli... ma solo se fossero stati sicuri che non passasse....

L´agenzia di stampa adnkronos ha diffuso nel pomeriggio la seguente dichiarazione del nuovo governatore della Sicilia Rosario Crocetta.

“Ah, i grillini propongono di ridurre lo stipendio dei deputati a 2.500 euro? dopo di che li facciamo suicidare i parlamentari, chie-diamo ad ognuno di loro quanti debiti hanno fatto per la campagna elettorale. mica sono tutti miracolati del signore come i grillini, che sono stati eletti grazie a Grillo... gli altri se li sono dovuti cercare il voto. È pura demagogia”…

Una dichiarazione che lascia oltre perplessi ed anche molto amaro in bocca. Può davvero Crocetta avere pensato e detto una simile idiozia? Non possiamo crederlo, certamente la stanchezza deve avergli giocato un brutto scherzo. attendiamo allora una smentita, diversamente temiamo che il nostro Crocetta abbia proprio comin-ciato male la sua prima giornata da governatore.

30-10-2012

Franco Battiato, assessore

Galateo politico adranita

IL RIEMPITIVO

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Personaggi

Mentre scriviamo sap-piamo per bocca del soprintendente ai

BB. CC. di Catania che la prossi-ma apertura del nostro museo è fissata dopo la seconda tornata delle elezioni del 21 e 22 giugno.

Non sappiamo neppure, da semplici cittadini, quali accor-gimenti tecnico-strutturali sono stati apportati all’interno della struttura del normanno castello e quali sarà il criterio espositivo adottato dai responsabili.

Speriamo e crediamo che gli importantissimi e, a volte unici, reperti archeologici siano ben esposti e sufficientemente illustrati in un’apposita guida da essere messa a disposizione del visitatore dal momento che il museo non dispone di guide esperte che possono confortare la visita museale.

E’ bene, in ogni caso, che il cittadino conosca, anche per sommi capi, la storia del nostro museo.

Siamo nel 1957, erano già

passati circa 40 anni dalla Morte del prevosto Salvatore Petronio Russo, che aveva istituito un piccolo museo archeologico, che chiamò “Simetia”, i cui reperti alla sua morte erano scomparsi nel nulla. Ma la grande intuizione del nostro concittadino era stata quella di aver percepito e com-preso quale grande ed impor-tante patrimonio archeologico possedeva Adernò, tanto che riuscì a portare varie volte nella nostra cittadina il professore Paolo Orsi, il quale ci ha lasciato importanti appunti su quello che era riuscito a vedere e trovare (vedi deposito bronzeo della città del Mendolito, vedi la famosa

statuetta dell’Efebo).Sicuramente sono state que-

ste notizie e gli scritti lasciati da Giovanni Sangiorgio Mazza e dallo stesso Petronio Russo che hanno spinto il professore Saro Franco, coadiuvato da un valente gruppo di giovani adraniti, ad iniziare quell’intenso lavoro di ricerca sul nostro territorio ed a riuscire a costituire il primo nucleo museale di Adrano, uti-lizzando (1955) i locali che l’Am-ministrazione Comunale di allora aveva messo a disposizione in due piccoli locali nella palestra del Liceo “Verga”.

Ma poiché con l’impegno e la determinazione del Comitato

del Comune, a sede museale.Questa in sintesi la storia

del nostro museo archeologico, il più importante della Sicilia Orientale, dopo quello di Sira-cusa, dove fanno bella mostra importanti nostri reperti arche-ologici del nostro territorio

A seguito della prossima nuova apertura al pubblico, rivedendo e ripercorrendo la costante ed appassionata ope-ra del professore Saro Franco, il quale non si è fermato solo nella formazione del museo, ma anche ha costituito un Archivio Storico-Letterario-Artistico, una Pinacoteca, un Museo dell’Arti-gianato e delle Tradizioni Popo-lari, una Galleria d’arte Moder-na (tutte attività riconosciute dall’Amministrazione comunale, sindaco Vincenzo Castiglione, con le delibere del 15.12.1981, n.1121,1122,1123,1124), l’Asso-ciazione Turistica “Pro Loco” e l’Associazione Culturale “Incon-tro” propongono di intitolare il nostro Museo Archeologico al concittadino professore Saro Franco.(Bloc Notes -giugno 2009)

Museo Archeologico verso la riaperturaProposta di intitolare il museo al prof. Saro Franco

Civico, diretto da Saro Franco, e le ricerche e gli scavi gestiti dalla Soprintendenza di Siracusa il numero dei reperti cresceva, la sede del museo venne portata nell’ex casa del custode della villa comunale (1957) e di lì, una volta ultimati i lavori al Castello Nor-manno (1959), fino allora adibito a carcere, tutto il materiale ven-ne spostato nei suggestivi locali dell’antico maniero normanno.

Ed è proprio nelle storiche stanze del castello che il profes-sore Saro Franco, principalmente sotto l’attenta guida del pro-fessore Bernabò Brea, l’attento indirizzo della Soprintendenza ai BB. CC. di Siracusa e l’assistenza solidale delle Amministrazioni comunali, ha costituito ed ha diretto con l’incarico di respon-sabile onorario il nostro museo.

E’ il decreto della Regione siciliana a trasformare ed anno-verare il nostro museo fra i musei regionali (L. 15 maggio 1991, n. 15) ed è la convenzione trenten-nale, stipulata nel maggio del 1998, fra la Regione siciliana ed il Comune di Adrano a concedere i locali del castello, di proprietà

Angelo Abbadessa

Il 7 novembre 2012 l’As-sessorato per i Beni cultu-rali e dell’identità Siciliana

con il D.P. R. n. 2709 ha reso pubblico omaggio alla me-moria del Prof. Saro Franco, titolando allo stesso il “Mu-seo Archeologico” di Adrano.

Tale scelta sancisce uf-ficialmente l’impegno del Prof. Franco che dedicò il suo tempo affinché il patrimonio culturale adranita non andas-se disperso e raccolse svariate

opere di artisti che di seguito collocò nelle sale del Castello Normanno.

Per tenere viva la memoria del professore, l’impegno di Adrano e in particolare della Pro Loco iniziò subito dopo la sua morte.

Specie ad opera del Pre-side Angelo Abbadessa che ha curato l’edizione post mortem di diverse opere di Saro Franco, tra le quali “Personaggi adraniti”, testo che raccoglie aneddoti, testi-monianze, vicende personali di uomini del passato, artisti, politici, uomini di cultura

e scienza la cui memoria altrimenti sarebbe già finita nell’oblio.

Interessante evento da poter citare riguarda il Liceo Classico G. Verga che ha inti-tolato la sua biblioteca allo stesso Saro Franco.

Tale scelta è stata celebra-ta con una manifestazione in suo onore per render noto il personaggio alle nuove generazioni .

Il 30 dicembre 2009 la Giunta di Adrano, a seguito della richiesta della Pro Loco e del nostro giornale, col quale Saro Franco, negli ultimi anni

della sua vita collaborava, ha deciso all’unanimità di proporre alla Regione Sicilia l’intitolazione del Museo a Saro Franco. Purtroppo la richiesta è rimasta bloccata in sede per più di anno.

Solo dopo continue richie-ste e pressioni da parte di chi aveva sostenuto la scelta di Franco, nel novembre del 2010 il Comune di Adrano ha inoltrato la richiesta all’asses-sorato dei beni culturale della

Regione Sicilia.Dopo un altro anno di

attesa finalmente, oggi il Museo adranita può vantare un nome illustre che ha tan-to impegnato il suo tempo perché esso esistesse e fosse ricco di reperti illustri.

Saro Franco diede le basi perché il passato del nostro paese non venisse dimentica-to; nessuno più di lui merita tale titolo e riconoscimento.

Alessandra Caruso

Il Museo archeologico intitolato a Saro Franco

Bloc Notes, in occasione della intitolazione del Museo regionale di Adrano al prof. Saro Franco, pro-pone ai suoi lettori alcuni articoli già pubblicati negli anni precedenti e si impegna a fare conoscere meglio questo personaggio che tanta dedizione ed amore ha speso per Adrano.

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Personaggio

Saro Franco, dinamico ed autorevole protagonista di cinquant’anni della vita culturale adranita,

è nato in Adrano il 20 settembre 1924 e morto il 10 ottobre 2005.

Laureatosi in Lettere presso l’Università di Catania, ha inse-gnato, per molti anni, presso il Ginnasio-Liceo “Giovanni Verga” di Adrano, coprendo, da pro-fessore ordinario, la cattedra di Latino e Greco.

Si è sempre occupato di ricer-che storico-archeologiche.

Negli anni ’50 ha costituito il “Comitato Cittadino”, il quale, sotto la sua direzione, ha iniziato a riprendere la ricerca archeolo-gica nel territorio di Adrano, che si era fermata con la scomparsa del prevosto Salvatore Petronio Russo, il quale, fra gli ultimi anni del 1800 e i primi anni del 1900, aveva invitato in Adrano lo studioso di archeologia Pao-lo Orsi, il quale, riconoscendo l’importanza archeologica del territorio adranita, ha compi-lato un “taccuino di appunti” prezioso per le nuove ricerche. Infatti, l’agricoltura locale aveva mutato l’aspetto ambientale e paesaggistico, coprendo o can-cellando, tracce di remote civiltà, che si erano istallate sul territorio adranita.

Il professore Franco, con le sue personali iniziative e con la collaborazione dei giovani com-ponenti il “Comitato Cittadino”, ha il merito di aver localizzato l’esistenza di siti, villaggi e sepol-ture d’età preistorica, attraverso diligenti e pazienti campagne che hanno portato a preziose raccolte di reperti archeologici.

Sotto la esperta guida dei soprintendenti ai BB. CC. di Siracusa, ha istituito il primo nucleo museale archeologico “Antiquarium”in Adrano in due piccoli locali presso la palestra del Liceo di Adrano (1955) (i

reperti raccolti da Salvatore Pe-tronio Russo nel piccolo museo archeologico “Simetia” erano da tempo scomparsi e quelli raccolti presso l’aula magna del Liceo “Giovanni Verga” erano stati depredati dalle Truppe Alleate di liberazione)

Due anni dopo, 1957, a segui-to delle richieste del professore Franco, l’Amministrazione Co-munale ha concesso in uso per l’ “Antiquarium”, che sempre più si arricchiva di preziosi reperti, i locali ubicati all’interno del “Giar-dino della Vittoria”, una volta adibiti ad alloggio per il custode.

Nel frattempo erano iniziati i lavori per il ripristino del Castello Normanno, adibito fino al 1950, a carcere mandamentale sin dai

professore Franco, sotto l’attenta guida della Soprintendenza di Siracusa (dott.ssa Paola Pelagatti, dott. Bernabò Brea ed altri) di realizzare un moderno Museo Archeologico, che ha retto come Direttore Onorario Responsabile (delibera comunale n. 1121 del 15 dicembre 1981, costituzione Museo Archeologico “Salvato-re Petronio Russo”), fino alla creazione del Museo Regionale (Legge Regionale n. 17 del 15 maggio 1992).

La vulcanica attività del pro-fessore Franco ha portato ad al-tre prestigiose iniziative persona-li realizzando, sempre all’interno dei locali del Castello Normanno: - un Archivio Storico-Letterario Artistico con oltre 50.000 voci

riconoscimento dell’operato disinteressato espletato dal pro-fessore Rosario Franco, il quale ha consentito la formazione di un così rilevante ed importante patrimonio culturale”.

Di tali delibere l’Ammini-strazione comunale del tem-po, presieduta dal sindaco Sig. Vincenzo Castiglione, ha dato comunicazione scritta ai vari uffici competenti, indicando che le stesse erano state approvate dalla C.P.C. nella seduta del 14.01.1982 al n. 1993-94-95-96 a firma del presidente Frisauli.

Nelle sue molteplici attività si debbono ancora annoverare molte pubblicazioni:

-“Adrano, Storia e Monu-menti”; - “La millenaria Civiltà Adranita”; - I villaggi preistorici Etnei”; - “Il Castello e la Contea di Adernò”; - “Tecnica vascolare dello Stile Stentinello”; - “Civiltà preistorica etnea”; - “Preistoria, Protostoria, Storia antica di Adrano”.

Ha collaborato con giornali e riviste: “Il Tempo”; - “Sicilia Archeologica”; - “Magna Gre-cia”; - “Il Corriere di Sicilia”; - “La Sicilia”; - “Universo Sicilia”; - “Il

Perché Saro FrancoIntitolazione del Museo Archeologico Regionale di Adrano

tempi del governo borbonico.Il trasferimento nei nuovi e

suggestivi locali del Castello Nor-manno (1957) ha permesso al

(delibera comunale n. 1122 del 15 dicembre 1981, costituzione Ente Archivio Storico-Letterario Artistico “Filippo Reale”); - una continua a pag. 4

Angelo Abbadessa

Pinacoteca (delibera comunale n. 1124 del 15 dicembre 1981, Costituzione Ente Pinacoteca e Galleria d’Arte Moderna “Angelo La Naia”; - un museo Artigianale e delle Tradizioni Popolari (de-libera comunale n. 1123 del 15 dicembre 1981, Costituzione Ente Museo Artigianale e delle Tradizioni Popolari “Simone Ronsisvalle”.

Tutte e quattro le delibere, nell’affidare al professore Saro Franco la “direzione onoraria”, come si legge nel dispositi-vo delle stesse, danno “ampio

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Personaggio

Se è vera la leggenda che in ogni

castello c’è un fantasma o al-meno uno spiri-to, nel nostro l’u-nica entità non corporea che può aleggiare è quella della con-tessa normanna, la quale si è dedi-cata con amore alla sua contea adornese e alla sua città.

Passati i periodi di splen-dore della sua dimora, con l’abbandono di questa da parte dei suoi abitatori, lo spirito della contessa si è trovato in piena solitudine e senza poter vedere alcuno che si aggirasse nelle stanze del maniero, anzi, a seguito del crollo di alcuni soffitti per eventi naturali, si è dovuta adattare nei piani meno no-bili, cioè al piano terra o al primo piano.

Ma i tempi cambiano e la contessa si è dovuta anche accontentare di stare insieme ai detenuti e quindi l’unico rifugio è stato sicuramente l’alloggio della signora custo-de, ‘a castiddana”.

In seguito ha gradito, sicu-ramente, il restauro degli anni ’50 del secolo appena trascor-so, e, soprattutto, la presenza

dei nuovi inquilini che si affaticavano a tra-sformare i locali del castello, arricchendoli di vetrine con dentro “cose antiche”, anche dei suoi tempi.

Sempre presente ha visto e quindi ha fa-miliarizzato con la per-sona che ha operato ininterrottamente, per quasi mezzo secolo, ad arricchire le suppellet-tili con oggetti sempre più numerosi e rari.

Forse è nata così fra il professore, come lo chiamavano alcuni, o Saro, come lo chiama-vano altri, una recipro-ca empatia; infatti, la figura della contessa è stata sempre esaltata negli scritti e nelle ricerche del professore

Nei decenni che seguirono,

sotto i torrioni hanno trovato posto tantissi-mi oggetti del nostro passato artigianato e delle tradizio-ni popolari, al piano terra ed al primo piano

La contessa Adelasia e il professore Saro: due entità nel Castello Normanno di Adrano

Gazzettino dell’Etna”; - “Prospet-tive”; - “Presenze”; - “Etneo”; - “Provincia di Catania”; - “Ini-ziative Politiche”; - “Bloc Notes”.

E’ stato insignito della meda-glia d’oro e premio Paul Harris Yellow del Rotare Club Interna-zionale e della medaglia d’argen-to da parte della Presidenza della Repubblica Italiana.

Altrettanto importanti sono tutti gli scritti e le ricerche che portano la sua firma: centinaia sono i manoscritti che vanno dalla ricerca archeologica alla storia di Adrano, dagli articoli culturali sul territorio alle mo-nografie sugli uomini illustri

adraniti (circa un centinaio di monografie), dalle poesie agli oltre 500 proverbi inediti in dia-letto adranita unitamente a detti latini, dalla raccolta degli eventi politici ai “Quadernoni” che, in numero rilevante contengono la cronaca quasi giornaliera degli avvenimenti più importanti di Adrano dal 1973 al 2005

Così con l’impegno di vita, di idee e di complesse operosità, mirate tutte a far conoscere le epoche storiche di un passato, che rivivono oggi attraverso il Museo Archeologico e le altre interessanti raccolte, che si pro-iettano nel futuro nel segno della

continuità della nostra civiltà cittadina in un costante legame del passato con il presente per una sicura marcia verso il futu-ro, il professore Saro Franco ha reso alla comunità cittadina un servizio irripetibile, che deve essere raccolto dalle nuove generazioni affinché in futuro diventino anche loro protagonisti del loro tempo.

Un fraterno simbolico ab-braccio da parte di un amico e collaboratore.

Angelo Abbadessa

(Bloc Notes - settembre 2009)

piano, si è riempita di faldoni con documenti riguardanti la millenaria storia di Adrano.

Gli altri piani venivano occupati da altri reperti e da tele recuperate in chiese e di pitture di artisti nostrani.

Lo spirito della contessa era sempre presente, seguiva in silenzio, e sicuramente con

ammirazione, il lavoro certosino del professore e dei suoi collabora-tori, il quale passò gli ultimi anni nel suo rifugio pre-ferito: l’archivio storico-letterario-artistico.

A regolarizzare il tutto, sempre per interessamen-to del professore, tutte la collezioni all’interno del ca-stello sono state ufficialmente in-corporate nel pa-trimonio del Co-mune di Adrano, assegnando loro i nomi di illustri cittadini adranita: al museo archeo-logico è stato as-segnato il nome

di Salvatore Petronio Russo, il prete archeologo, all’archi-vio storico quello di Filippo Reale, poeta e scrittore, alla

pinacoteca il nome di Angelo La Naia, pittore e scultore adranita, alla raccolta di pezzi dell’artigianato il nome di Simone Ronsisvalle, illustre artigliano, pittore e scultore.

Un giorno accadde che la figura materiale del pro-fessore non si presentò più puntualmente al Castello; era finito il suo cammino umano terrestre.

Ma la nostra contessa se non vedrà più la figura cor-porea di Saro Franco, sicura-mente ha già incontrato il suo spirito, la sua presenza non corporea perché qualsiasi oggetto custodito nel nostro castello è frutto del lavoro e della ricerca del nostro pro-fessore, il quale aveva scelto come seconda casa proprio i locali del castello.

Cara contessa, per tutto il tempo che sarà, hai trovato un compagno, un amico con cui dividere il tempo indefini-to dell’eternità!

Certamente non potrai vedere all’esterno la targa in ottone nella quale tutti i cittadini ed i visitatori, invece, potranno leggere: “Museo Archeologico Regionale Saro Franco”

Angelo Abbadessa

(Bloc Notes - settembre 2009)

sono stati sistemati ed esposti al pubblico tanti oggetti strani che gli uomini moderni chia-mano “reperti archeologici”, una stanza, sempre del primo

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Attualità

Le Srr, Società per la regola-mentazione del servizio di gestione rifiuti, che avran-

no come oggetto sociale l’eserci-zio delle funzioni, previste dagli articoli 200, 202, 203 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, in tema di organizzazione territo-riale, affidamento e disciplina del servizio di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani nell’ambito dell’Ato, provvederanno all’e-spletamento delle procedure per l’individuazione del gestore del servizio integrato dei rifiuti se-condo quanto prevede la legge.

L’analisi, finalizzata all’indi-viduazione di tali bacini terri-toriali ottimali, ha tenuto conto di tre indicatori: gli indicatori di differenziazione territoriale, gli indicatori di differenziazione socio-economica e gli indicatori di differenziazione attinenti alle caratteristiche tecniche del servizio.

Ma andiamo alla provincia di Catania: se le vecchie Ato comprendevano (grosso modo) tutti e quattro i punti cardinali della provincia, le nuove Srr con-templeranno, invece, solo i punti cardinali nord e sud. Andiamo per ordine.

L’Ato Città di Catania, com-prendeva il capoluogo etneo, l’A-to Kalat Ambiente, comprendeva i 15 comuni del calatino, ovvero i centri della provincia a sud di

Catania, L’Ato Aci Ambiente, in-cludeva, grosso modo, i comuni della zona est della provincia di Catania, ovvero i 5 comuni acesi con l’aggiunta di Santa Venerina, Trecastagni, Valverde, Viagrande e Zafferana Etnea.

Oltre a queste tre, a nord della provincia vi era l’Ato Jonia Ambiente, che comprendeva 14 comuni, fra i quali Bronte, Randazzo, Giarre e le città della costa jonica. Forse, meno ete-rogenea risultava l’ Ato Simeto Ambiente che comprendeva, oltre ad Adrano, anche i co-muni di Belpasso, Biancavilla, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Paternò, Pedara, Ragalna, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiati, Santa Maria di Licodia e Tremestieri Etneo.

Ora, con le Srr, almeno per ciò che concerne gli areali, diverse cose sono cambiate. Se l’Srr Ca-tania Provincia Sud comprende i 15 comuni della Kalat Ambiente, gli altri due Srr della provincia di Catania hanno, invece, una com-posizione più variegata.

L’Srr Catania Area Metropo-litana, infatti, comprende tutti i comuni dell’ex Aci Ambiente, tranne Acireale e Santa Venerina, tutti i comuni dell’ex Simeto Am-biente, tranne Adrano e i comuni

di Milo e Sant’Alfio (ex Jonia Am-biente), oltre al capoluogo etneo.

Infine, c’è la Srr Catania Pro-vincia Nord che comprende, oltre ai 12 comuni dell’ex Jonia Ambiente, i già ricordati Adra-no, Santa Venerina e Acireale. . La società avrà un capitale sociale di 120mila euro, di cui il 95 per cento in quota ai comuni – con ripartizione sta-bilita secondo alcuni parametri dettati dalla norma regionale – e il restante 5 per cento in carico

alla Provincia regionale di Ca-tania. La società avrà sede nel Palazzo di Città di Acireale e avrà come presidente Nino Garozzo, sindaco di Acireale e come com-ponenti del Cda Teresa Sodano e Pippo De Luca, rispettivamente sindaci di Giarre e Maletto. La società eserciterà anche le attività di controllo finalizzate alla verifica del raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quan-titativi determinati nei contratti a risultato di affidamento dei

Stop alle Ato: a breve saranno attive le nuove Srr

Adrano inserita nella Srr Catania Provincia Nord, tutti gli altri comuni della Simeto Ambiente nella Srr Area metropolitana

servizi ai gestori e, inoltre, dovrà stabilire la tariffa d’ambito terri-toriale, nonché, bandire l’unica gara d’appalto territoriale i cui contratti saranno sottoscritti dalle singole municipalità.

Ovviamente, gli attuali Ato in liquidazione manterranno la gestione sino all’effettivo funzio-namento delle nuove Srr.

«Siamo stati, siamo e saremo sempre convintamente contrari a questi super consorzi, che da tempo definiamo mostri giu-ridici: aggraveranno il sistema piuttosto che affievolirne le pro-blematiche» - afferma il sindaco di Acireale, che aggiunge: «ri-maniamo dell’avviso che senza intermediazione di apparati, il servizio debba essere restituito per intero alle singole municipa-lità e ai sindaci che riscuotono già la tassa e dovrebbero gestire e controllare il servizio in maniera diretta»

Da sottolineare lo spirito di “fratellanza” che imperversa fra i sindaci delle città acesi. Tutti i comuni dell’acese, infatti, tranne Aci Castello, hanno presentato reclamo chiedendo di far parte di un’unica Srr; non a caso lo stesso Garozzo ha affermato che «met-tere insieme Acireale e la zona montana, ma togliendo alle Aci le naturali città consorelle pare azione illogica e ingiustificata, schizofrenica»

Dario Milazzo

Comunicato ai lettoriSe qualcuno vuole ricevere il nostro pe-

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Bloc Notes 72012 Novembre

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Attualità

Ancora una volta l’ospeda-le di Biancavilla è stato al centro delle preoc-

cupazioni dei biancavillesi, alla notizia circolata nei giorni scorsi secondo la quale si annunciava la chiusura, per quanto momen-tanea, del reparto di chirurgia.

Si ricorderà che già nel 2008 il rischio di un ridimensionamento dell’ASL 3 aveva comportato una sollevazione da parte della cit-tadinanza a cui avevano aderito anche esponenti del panorama politico regionale.

La struttura ospedaliera “Ma-ria SS. Dell’Addorata” vanta reparti di eccellenza come Gine-cologia e Ortopedia, ed effettua in media circa 20 mila interventi annui a fronte di un comprenso-rio di circa 100 mila abitanti del territorio etneo.

Fortunatamente le preoccu-pazioni dell’imminente trasferi-mento del reparto di chirurgia nella più vicina struttura ospe-daliera “Santissimo Salvatore” di Paternò, sembrano essere rientrate a seguito del colloquio avutosi giorno 12 novembre tra

il sindaco di Biancavilla Giuseppe Glorioso ed il coordinatore del reparto sanitario Salvo Calì.

Nel corso dell’incontro è stata scongiurata la paventata ipotesi di trasferimento del personale di chirurgia, ed è venuta fuori la rassicurazione che non solo con-tinueranno ad effettuarsi come in passato interventi chirurgici ma anche che il personale verrà ri-modulato andando a potenziare altri reparti.

Gli infermieri di fatto forni-ranno assistenza ai pazienti del pronto soccorso senza necessità di ricovero ed altre unità rinfolti-ranno il reparto di medicina con

Dopo il colloquio tra il primo cittadino ed il coordinatore sanitario Salvo Calì escluso il trasferimento del personale nel nosocomio di Paternò.

Natale oltre ad essere un periodo impor-tantissimo dal punto

di vista religioso lo è, per noi siciliani ,anche per quanto ri-guarda la gastronomia poiché è un’occasione per riunirsi con tutti i propri cari,passare del tempo assieme e soprattutto portare in tavola tante ma pro-prio tante cose buone!

Ed ecco che le nostre mamme,nonne e zie sono già col pensiero a tutto quello che cucineranno.

Come non pensare ai dolci di antica manifattura che face-vano felici le vecchie generazio-ni ma che trovano ad oggi con-sensi anche dalle più giovani?

Tra i tanti, gli immancabili “mustazzoli” e i “cucciddati” alla base della tradizione sici-liana, detti “poveri” poiché fatti con ingredienti presi dalla terra, di basso costo che però hanno da sempre fatto contenti grandi e soprattutto piccini che in pas-sato aspettavano le feste per poterne mangiare in quantità.

Da non dimenticare le cas-sate e i cannoli rigorosamente alla ricotta e frutta candita che tutto l’anno sono indiscussi pro-tagonisti e naturalmente non possono mica mancare il 25 dicembre!

Ma suvvia, diciamoci la ve-rità, non ci facciamo mancare proprio niente ed ecco spun-tare come funghi (anche se di funghi non si tratta) il pandoro ed il panettone coi canditi che nonostante siano specialità del nord Italia sono davvero i ben-venuti anche qui da noi!!

Di questo passo però oltre alla linea si deve fare attenzio-ne alla…. carie!!

Comunque sia l’augurio è di un natale all’insegna della dol-cezza a prescindere da ciò che mangerete.

Qui per voi proponiamo una delle ricette più buone e genui-

ne della tradizione siciliana che non passa mai di moda; quella dei “cucciddati” . Non vi resta che leggerla e perché no ripro-porla ai vostri cari.

I CUCCIDDATI

Per fare 25 biscotti:1kg di farina;150g di strutto;200g di zucchero150g di levito natu-raleAcqua quanto basta per impastare; cre-are delle mezze lune ed infornare a 180° per 30 minutiPer fare il ripieno:succo di fichi d’in-diaacqua 250g di fichi secchi50g di mandorle sgusciate 50g di zucchero

Cuocere l’impasto a fuoco lento fino ad ottenere un com-posto caramellato da inserire all’interno dei biscotti appena sfornati; fare raffreddare e ser-vire magari accompagnati buon vino locale o amaro.

Ancora auguri di un natale ricco di gioia!

Piera Proietto

lo scopo di monitorare i pazienti che presentano disagi particolar-mente critici.

L’incontro con il coordinatore Salvo Calì è stato sollecitato dal sindaco di Biancavilla che alle rassicurazioni del responsabile sanitario non ha nascosto la propria soddisfazione: “I cittadini potranno sentirsi adesso tutelati perché le operazioni chirurgiche continueranno come in passato ed inoltre nei prossimi mesi l’ospedale verrà ampliato con il nuovo padiglione per una più ampia organizzazione dei servizi sanitari”.

S. Atanasio - C.Tirenni

- i contratti che hanno per oggetto la cessione di prodotti agricoli e alimentari devono essere stipulati obbligatoriamente in forma scritta indicando i requisiti minimi (durata, quantità, caratteristiche del prodotto, prezzo, modalità di consegna e di pagamento);

- per i contratti relativi a merci deteriorabili il pagamento del corrispettivo deve essere effettuato entro 30 gg mentre per le altre merci entro 60 gg in entrambi i casi il termine decorre dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura;

- fanno eccezione le cessioni di prodotti alcolici per le quali il pagamento deve essere effettuato entro 60 gg dal momento della consegna o ritiro dei beni medesimi;

Pertanto il fornitore dovrà emettere fattura separata per cessioni di prodotti assoggettate a termini di pagamento differente.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Dal 24 Ottobre 2012, entra in vigore l’art. 62 del Dlg 1/2012 che sinteticamente dispone quanto segue:

Alla “Ri”scoperta delle tradizioni natalizie adraniteÈ arrivato, puntuale come ogni anno, il tem-po di pensare a cosa proporre sulle nostre tavole per natale!

Scongiurato il temuto trasferimento dei reparti di chirurgia dell’Ospedale di Biancavilla

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Attualità

Durante la settimana dello scambio culturale che si è svolto a Biancavilla tra giovani studenti rumeni e siciliani, in cui è stato affrontato il tema del rapporto tra i giovani e la democrazia, abbiamo incon-trato una delle giovani rumene.

Noemi Ferenczi è una ragaz-za di ventidue anni, studentes-sa e lavoratrice, proveniente da Cluj-Napoca, un municipio del nord-ovest della Romania, a 440 chilometri da Bucarest.

È iscritta all’associazione A.S.C.U. Associazione Alternati-va Sociale e Capitale Umano di Cluj- Napoca ed è la prima volta che partecipa ad un progetto di scambio culturale.

Parla e comprende molto bene l’italiano perché ha lavo-rato per alcuni mesi in Emilia Romagna. Noemi prima di ora non era mai stata in Sicilia.

Come hai trascorso questi giorni nel nostro paese?

Sono stati per me giorni sereni e piacevoli. La sensazio-ne più bella che ho provato è stata quella di svegliarmi tutte le mattine con il sorriso. È stato importante per me apprendere informazioni su una cultura nuova e diversa dalla mia e di aver avuto l’opportunità di viverla in prima persona.

Cosa ti ha colpito in modo particolare?

Ho notato con particolare interesse che in questo paese, come credo nel resto della Sicilia, ancora oggi esistono delle persone che rispettano la tradizione e la religione.

Come è stata la convivenza con i nostri ragazzi?

È stata per me una gioia aver conosciuto tutti questi ragazzi che mi hanno fatto sentire a mio agio, come se fossi a casa mia ed ero felice di sapere che ogni giorno erano con noi

Come ti è sembrata l’ orga-nizzazione del progetto?

Ho apprezzato particolar-mente il lavoro degli organiz-

A colloquio con Noemi Ferenczi, studentessa rumena

zatori perché non ci hanno mai lasciati da soli, non hanno mai creato situazioni in cui potes-sero nascere litigi.

Ci hanno trattati tutti allo stesso modo senza creare mar-ginalità. Sono stati davvero molto gentili e disponibili.

Durante il vostro soggior-no a Biancavilla, una delle tappe più importanti è stata la simulazione del consiglio comunale.

Cosa ti è piaciuto di questa nuova esperienza?

Anche se solo per un giorno, mi è piaciuto davvero tanto stare al posto dei consiglieri e di aver avuto la possibilità di poter decidere su qualcosa di importante per la società.

È la prima volta che parte-cipi ad un progetto del genere. Cosa hai imparato?

Da un’esperienza positiva come questa ho certamente potuto capire l’importanza del rispetto reciproco e della condivisione. Sono elementi importanti per poter stare in gruppo.

In un’occasione di questo tipo nascono tra l’altro sempre nuove amicizie, oltre ad essere una grande opportunità di cre-scita personale.

Ritorneresti in Sicilia?Certamente! È una terra

straordinaria, ricca di cultura, di buon cibo e di bella gente, sempre calorosa e socievole.

Tornerei volentieri sia per una vacanza che per un altro progetto.»

Caterina Tirenni

“Giovani e Democrazia, processi di partecipazione at-tiva verso la propria comunità “ è il tema dello scambio cul-turale realizzato a Biancavilla dal 3 al 9 Novembre 2012.

Il 3 Novembre scorso, 20 studenti universitari prove-nienti dalla Romania ( 10 da Bucarest e 10 da Cluj) sono arrivati all’aeroporto di Cata-nia, accolti dai ragazzi dell’As-sociazione “Tempo Utile “ e della Pro Loco di Biancavilla.

Gli studenti durante il loro soggiorno sono stati ospitati presso il Bed & Breakfast “AgriHotel” di Biancavilla accompagnati dalle tutor, Alessia Distefano e Francesca Ciancio.

Il progetto prevedeva at-tività di apprendimento non formale, scambio di opinioni, giochi e visite guidate sul no-stro territorio.

I l tema principale di questo incontro è stato la partecipazione dei giovani all’interno delle istituzioni. Proprio per questo una tappa fondamentale del progetto è consistita nella simulazione di un vero e proprio consiglio comunale tenutosi la mattina del 7 Novembre presso l’aula consiliare del Comune di Biancavilla.

Durante questa occasione è emersa la partecipazione “attiva” di tutti i ragazzi rume-ni con il coinvolgimento di cir-ca 10 coetanei biancavillesi.

I lavori sono stati salutati dall’amministrazione comu-nale, rappresentata dall’as-sessore Pasquale Lavenia.

I giovani hanno formato dei gruppetti (sorta di partiti) ed hanno dibattuto su varie proposte avanzate durante il consiglio, nel corso del quale hanno avuto l’opportunità di

Democraticamente… attiviStudenti biancavillesi incontrano coetanei universitari della Romania

ascoltare, votare e decidere. Essi hanno discusso su

tematiche utili a migliorare la qualità della vita sia della co-munità rumena che di quella italiana con un particolare riferimento alla Sicilia.

Le proposte hanno toccato temi quali l’energia rinnova-bile (ad esempio sull’uso dei pannelli solari per il risparmio energetico), il sistema sco-lastico italiano che secondo loro va migliorato adattan-dolo al mondo del lavoro, la difficoltà del parcheggio delle macchine su cui è stata avan-zata la proposta di realizzare un parcheggio sotterraneo e costruire delle piste ciclabili. I

n particolare si sono sof-fermati sul tema dell’ecologia e sul funzionamento e gestio-ne dei rifiuti nel nostro paese.

La simulazione del con-siglio si è chiusa con la con-segna di una targa alla ca-pogruppo rumena Larisa Sabrina Dobrean da parte del Comune di Biancavilla.

Si tratta di proposte che verranno presentate e va-lutate durante il consiglio comunale di Biancavilla.

Non sono mancate natu-ralmente le visite alla città di Catania ed all’Etna, e la degu-stazione dei nostri piatti tipici. I ragazzi rumeni hanno avuto il piacere di fare assaggiare ai

nostri giovani i loro prodotti quali salame, salse piccanti, pane ma anche dolci tipici come biscotti, cioccolata e panettone.

L’idea dello scambio cultu-rale nasce sia dall’attività svol-ta dall’Associazione no profit “Tempo utile “ di Biancavilla, nata nel 2010 da un’idea del presidente Daniele Sapia, e della Pro Loco di Biancavilla.

I progetti, tramite l’Agenzia Nazionale Giovani (all’interno del programma Youth in ac-tion 1.3), sono coofinanziati dalla Regione Sicilia, con lo scopo di sviluppare il terri-torio.

Il programma svoltosi tra il 3 ed il 9 Novembre è stato scritto da Dino Caporlingua.

Questo evento costituisce una grande opportunità per il nostro paese dal punto di vista culturale, turistico ed economico.

Per tutti gli studenti rume-ni si è trattata di una preziosa esperienza di integrazione fra comunità diverse e distanti ma accomunate dalla voglia di conoscersi e scoprirsi.

Un’occasione di crescita, quindi, stimolante e soddi-sfacente, che ha permesso ai giovani biancavillesi di cono-scere una realtà culturale e sociale differente.

Caterina Tirenni

Progetto europeo di partecipazione alla propria comunità

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Attualità

Il 27 dicembre è non solo il termine per versare l’acconto Iva, ma è anche la data limite per evitare che si producano conseguenze penali per coloro che non hanno versato l’Iva del 2011 per importi superiori a 50 mila euro.

L’articolo 10-ter del decreto legislativo 74/2000, infatti punisce con la reclusione da sei mesi a due anni chi non versa l’imposta sul valore aggiunto, dovuta in base alla dichiara-zione annuale, entro il termine previsto per pagare l’acconto relativo al periodo di imposta successivo.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Iva 2011, ultimo appello per evitare reati

Il 21 novembre scorso si è consumato uno dei passaggi politicamene più importanti

nella storia adranita recente. Davanti un’aula gremita come

non mai e dopo un’eccessiva attenzione dei mass media che per settimane non hanno parlato d’altro, l’ora della resa dei conti era arrivata: 20 consiglieri comu-nali avevano firmato la sfiducia al Sindaco e 20 (su un totale di 30) doveva essere il numero minimo per porre fine a questa consiliatura.

A firmare erano stati consi-glieri di tutte le forze politiche (PD, Adrano 2010, il gruppo “Mancuso”, il PDL, qualcuno dell’MPA).

Già in apertura di seduta qualche sorpresa: mancavano ben tre consiglieri che avevano firmato la mozione (Barone e La Spina del gruppo “Mancuso” e Cusimano dell’MPA) e quindi era chiaro già da subito che non vi erano i numeri sufficienti per sfiduciare il Sindaco.

La Spina arrivava un po’ in ritardo ma lasciava la seduta prima del voto, insieme ad Arrigo dell’MPA.

Dopo le schermaglie iniziali, il consigliere Gullotta annuncia la costituzione in aula del gruppo del PDL formato anche da Politi

e Caltabiano e questo suscita in aula molta curiosità ed attesa su quale posizione il neonato gruppo terrà.

Nel suo discorso introduttivo il Sindaco, dopo aver sciorinato le cose che ha fatto in questi 4 anni e mezzo e dopo aver mo-strato un certo nervosismo sulla poca opportunità di sfiduciarlo a pochi mesi dalla conclusione del suo mandato elettorale, dichiara chiusa l’esperienza politica della compagine che lo ha portato al governo della città (specie col PD) e dichiara il suo rientro in un progetto politico del Centro-destra.

Insomma una sorta di marcia indietro (peraltro già chiara du-rante le elezioni regionali) che lo vede rientrare nel suo ambito naturale del centroDestra e dialogare con le forze del PdL, dell’Udc, dell’MPA.

A questo punto l’attesa mag-giore era per l’intervento del Capogruppo del PdL Gullotta per conoscere se questo percorso poteva avere un inizio o meno.

L’intervento è arrivato per ultimo e ha avuto lo scalpore che tutti si aspettavano.

Gullotta, dopo aver ribadito che non aveva mai condiviso la scelta politica del Sindaco di governare col PD e dopo averne bollato come “fallimentare” l’esperienza poltico-amministra-tiva, apre a Ferrante sulla possibi-

lità di costruire un CentroDestra che si possa presentare unito alla città per le prossime ammi-nistrative e fornire una proposta politica in grado di dare risposte alla città davanti all’avanzare dell’antipolitica.

Insomma egli auspica un av-vicinamento di forze come PdL, UDC, MPA, movimenti civici e cattolici al fine di isolare da una parte il cosiddetto gruppo “Im-pegno e Territorio” e dall’altra le forze della sinistra (PD) per met-tere insieme le forze moderate e dare un governo serio alla città.

Su queste basi e con queste prospettive, Gullotta dichiarava che una sfiducia sarebbe stata deleteria per la città perché avrebbe portato all’insediamen-to di un Commissario Regionale, lontano dalla gente di Adrano.

Al momento del voto era chiaro a tutti che la mozione non sarebbe passata perché tanti firmatari della prima ora non erano presenti in aula e quindi ad esprimersi favorevolmente sono rimasti: PD, Adrano 2010 (cioè gli alleati del Sindaco per 4 anni e mezzo) oltre a solo 3 consiglieri (su 9 firmatari) del

gruppo “Mancuso” per un totale di 10 voti favorevoli.

Qualcuno ha definito il tutto un “flop”, un “tanto rumore per nulla”.

Ci permettiamo di dissentire perché la mozione è stata un atto politico importante.

Con essa si sono chiarite posi-zioni e si sono mossi i primi passi per le future elezioni.

Il 21 novembre ha sancito l’apertura della campagna eletto-rale per le elezioni di primavera ed è giusto che le forze politiche si confrontino e si preparino per evitare accozzaglie numeriche dell’ultimo minuto.

Speriamo che si possano evi-tare cartelli “contro qualcuno”, ed auspichiamo la formazione di gruppi che condividano idee, programmi, modi di essere.

Vorremmo che alla città fos-sero presentate scelte serie ed alternative e poi sarà l’elettore a scegliere.

TANTO RUMORE PER NULLA!? OPPURE NO?

Mozione di sfiducia al Sindaco di Adrano

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AttualitàAttualità

Gli agricoltori adraniti, cosi come quelli siciliani, sono al corrente che

possono coltivare solo le sementi riconosciute in un apposita lista dell’Unione Europea?

Questo significa che le se-menti tradizionali, poco diffuse (quindi non iscritte alla lista di cui sopra), che si tramandano da millenni attraverso gli scam-bi effettuati dagli agricoltori, potrebbero andare perdute per sempre nel giro di pochissimo tempo.

Si fa fatica a trovare una giu-stificazione logica ad un’azione di questo tipo anche perché ci troviamo nell’epoca in cui nella nostra Europa si tende a libera-lizzare tutto (dalla legalizzazione delle droghe ai matrimoni tra persone dello stesso sesso).

Davvero scambiarsi dei semi può essere considerato illegale?

Provando a capire quali se-menti vengono inserite in questo elenco si scopre che vengono selezionati quei semi che rispon-dono a criteri di “Distinzione, Omogeneità e Stabilità” e per l’iscrizione a tale registro occor-re versare anche una cospicua somma di denaro.

In questo modo appare chia-ro come i singoli contadini non abbiano grandi possibilità di far registrare delle sementi tradizio-nali a differenza delle multinazio-nali che con il loro potere (ed il loro denaro) possono permetter-si qualsiasi cosa.

Inoltre i semi OGM (cioè quel-li geneticamente modificati per essere più resistenti ai parassiti e ai pesticidi) sono creati proprio dalle multinazionali che, non a caso, detengono il 75% dei semi in commercio.

Considerato quanto detto fino ad ora a molti sorge il dubbio che i veri ed unici beneficiari di un sistema di questo tipo siano le grandi imprese e il sospetto aumenta quando si scoprono le attività di queste: tra le più note vi è la Monsanto, un colosso

mondiale sulla quale è stato cre-ato un documentario dal titolo “Il mondo secondo Monsanto” (visionabile in rete direttamente su YouTube e ne consigliamo la visione a tutti i lettori) dal quale si scopre la politica aziendale che viene perseguita.

Nulla di cui stare tranquilli. Inoltre la creazione di una

lista di questo genere contrasta il concetto di sovranità alimentare che tra le altre cose sancisce la priorità delle economie e dei mercati locali.

Il mondo dei media non ha dedicato al problema il tempo che meritava e molti sono i cit-tadini che non sono al corrente di questa grave situazione che in maniera più o meno diretta colpisce tutti. Di questa tema-tica si è interessata la notissima ambientalista indiana Vandana Shiva che nel mese di ottobre ha lanciato un appello chiedendo esplicitamente la disobbedienza civile per le leggi ingiuste (anche questo video è facilmente repe-ribile su internet).

Ne riportiamo di seguito un estratto: Perché abbiamo biso-gno della libertà dei semi? Perché ogni tipo di strategia legale e tecnologica è stata messa in atto per ridurre i semi in schiavitù.

Una volta c’era la schiavitù delle persone che vendevano es-seri umani considerandoli di loro proprietà ma poi chi considerò oscene tali pratiche si organizzò in movimenti abolizionisti.

Oggi noi siamo chiamati a creare un movimento abolizio-nista di un tipo nuovo contro ciò che sta schiavizzando ogni forma di vita sulla terra, i semi del nostro futuro, i semi della nostra libertà.

Gandhi nel 1901 ha detto che “Fino a quando esisterà un pregiudizio/superstizione per il quale sarebbe necessario obbe-dire alle leggi ingiuste allo stesso modo la schiavitù esisterà”.

Noi non dobbiamo obbedire alle leggi ingiuste ma ad una legge più alta, la più alta legge dell’umanità, della dignità uma-na, dei diritti umani, la più alta legge di Gaia, per una sostenibi-lità ecologica.

I brevetti sulle forme di vita violano queste leggi più alte ed è per questo che dobbiamo disobbedire.

Attualmente cinque grandi multinazionali controllano già il 75% dell’approvvigionamento mondiale dei semi. Non possia-mo permettere loro di prendersi tutto.

Iniziamo col dichiarare ogni casa, ogni istituzione, ogni co-munità, ogni comune/provincia ogni nostra regione “Zone di semi liberi”.

Non ci può essere sovranità alimentare senza sovranità sui semi. Non ci può essere libertà del cibo senza libertà dei semi.

L’appello è stato già accolto da migliaia di attivisti anche in Italia e nello scorso mese di ot-tobre nella città di Catania sono state svolte delle manifestazioni organizzate dalle associazioni ManiTese, ‘A Fera Bio, Forum Catanese Acqua Bene Comune e Rifiuti Zero Sicilia nelle quali sono state mostrate numerose varietà di sementi di grani antichi sicilia-ni che rischiano di scomparire.

Ciò che gli agricoltori hanno fatto per secoli, scambiandosi i semi, oggi è diventato illegale. Non è forse il caso di disobbe-dire?

Il 21 novembre, in occasione della Festa dell’Albero e in collaborazione con Legam-

biente, le classi seconde del primo Circolo didattico di Adrano hanno celebrato l’importanza del verde urbano.

L’obiettivo principale è stato quello di porre l’attenzione su un elemento essenziale per l’am-biente e per la qualità della vita qual è il verde urbano.

Gli alunni, i genitori, gli in-segnanti, il Dirigente Scolastico Mario Amato, collaborati dal Gruppo della Forestale del Di-staccamento di Adrano nella persona dell’Ispettore Gullotto, sono stati coinvolti nella piantu-mazione di piccoli alberi al fine

L’Accademia universitaria bianca-villese per la terza età e il tempo libero ha ospitato lo scorso 13 no-

vembre per il secondo anno la scrittrice Giusy Viro autrice del libro “L’Amore è uguale per tutti. La storia di Stefano e Alessio” edito da You can print.

E’una storia ispirata a fatti realmente accaduti. Alessandro Francesco Raciti è l’ispiratore di questo libro complesso ma delicato nato dalle confidenze tra quest’ultimo e la scrittrice.

Giusy Viro è una ragazza nata e cresciuta a Biancavilla. La passione per la scrittura nacque in lei sin dall’età di undici anni, quando espri-meva questa sua predisposizione sulle pagine dei libri di geometria.

Nel 2010 esce il suo primo libro “ Ti ho incontrato a Fontana di Trevi” ( Laruffa editore).

Giusy è una scrittrice elegante, sobria e mai volgare. In questo suo nuovo lavoro ci racconta una storia d’amore intensa, nella quale il pro-tagonista vive un dramma interiore, dovuto alla sua omosessualità.

Si tratta di un tema delicato che sconta tuttora l’oppressione, la persecuzione, l’aggressività che ogni società riserva a ciò che è visto come qualcosa di diverso da una presunta “normalità”, a chi è costretto a combattere contro gli stereotipi e i pregiudizi degli altri. Caterina Tirenni

di coinvolgere i piccoli e le loro famiglie ad una partecipazione attiva alla gestione dell’ambiente che ci circonda.

Fondamentale è stato l’aiuto della Guardia Forestale che ha regalato alla scuola quattro pic-coli Cedri del Libano e tre Thuje; gli alunni sono stati aiutati nella piantumazione delle piantine da due operai forestali.

L’impegno di ogni classe è ora quello di prendersi cura, in particolare, dell’albero che hanno adottato per festeggiare tra un anno il suo primo comple-anno durante la prossima Festa dell’Albero.

Maria Grazia Falsaperna

La Festa dell’Albero al 1° Circolo Didattico di Adrano

Presentazione del libro

L’ Amore è uguale per tutti. La storia di Stefano e Alessio

I semi tradizionali banditi dall’Unione EuropeaUna lista creata dall’Unione Europea stabilisce quali semenze possono essere coltivate. Tutte le varietà locali e tradizionali che non fanno parte della lista sono state bandite e non possono essere più commercializzate o scambiate da parte degli agricoltori.

Dario Lazzaro

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AttualitàAttualità

La questione rifiuti nel nostro comprensorio si è purtrop-po trasformata in un anno-

so problema che coinvolge tanto gli amministratori comunali, essendo questi gli interlocutori principali delle ATO, quanto le comunità cittadine in generale, che spesso si sono trovate a su-bire scelte (d’altri) poco oculate.

A gravare ulteriormente, la recente chiusura, l’8 novembre scorso, della discarica di Motta Sant’Anastasia, a causa del man-cato pagamento dei versamenti alla ditta “Oikos” che la gestisce.

Ma la colpa, come si suol dire, “non è sempre e solo degli altri”.

È anche vero, infatti, che spesso il senso civico dei cittadi-ni, che dovrebbe recare con sé il rispetto per il proprio territorio, va a farsi benedire, scomparendo nei meandri dell’inciviltà e della noncuranza.

Il risultato più visibile di tutto ciò è l’insorgere, negli angoli delle nostre strade, di cumuli e cumuli di rifiuti, che si trasfor-mano in talune zone in immense discariche abusive a cielo aperto.

Santa Maria di Licodia non è esente da tale discorso, tant’è vero che sono nati anche comita-ti spontanei, che hanno trovano

espressione su facebook, i quali denunciano attraverso foto e vi-deo l’indecenza dei rifiuti abban-donati lungo i bordi delle strade, nelle zone vigne o ancora nei siti più belli del centro storico, come la zona della centenaria Fontana del Cherubino.

L’amministrazione comunale licodiese, per ovviare a tale problema, ha inserito nel Piano di miglioramento dell’efficienza dei servizi di Polizia municipale (approvato nel consiglio comu-nale dello scorso 29 ottobre), un emendamento specifico sul tema delle discariche, che si esplica in tre punti fondamentali: sarà avviata un’“attività di tutela ambientale del territorio che prevede: 1- la realizzazione di un piano per prevenire il nascere di nuove discariche abusive di rifiuti di ogni tipo urbane ed extraurba-ne; 2- censire e relazionare sullo stato di quelle eventualmente già esistenti periodicamente;

Piazza Umberto I a S. M. di Licodia ha ospitato dal

16 al 18 novembre la I edizione della fiera eno-gastronomica “Sapori e profumi d’autunno”, organizzata con il patro-cinio del Comune di S. M. di Licodia e dell’as-sessorato allo sviluppo economico.

Purtroppo, data la stagione autunnale ora-mai inoltrata, le condi-zioni atmosferiche che si sono presentate nei tre giorni di fiera non sono state delle migliori: le piogge di stagione sono state poco clementi ed hanno forse contribuito ad impedire che la fiera decollasse dal punto di vista delle presenze registrate.

In ogni caso lo scopo della fiera, quello di dare luce ai pro-dotti della nostra terra, è stato perseguito.

Si è voluto tendere la mano alle aziende ed ai produttori no-strani, per cercare così di dare un contributo all’economia locale tanto bisognosa di una rinascita.

La fiera, che ha ospitato circa venti stand, ha visto la parteci-

pazione di produttori e aziende licodiesi e di alcuni provenienti da altre parti della Sicilia, i quali hanno esposto prodotti gastro-nomici di produzione propria come salumi, formaggi, pepe-roncini, dolci, crispelle; e anco-ra, oltre i prodotti mangerecci, erano presenti stand dedicati alle produzioni manifatturiere e artigianali, come mobili d’arreda-mento e quadri.

L’amministrazione ha voluto lanciare la prima edizione di una fiera volta ad essere una “vetrina” dell’economia locale, nell’ottica di un rilancio della crescita economica.

Ornella Fichera

“Fate squadra e siate protagonisti della crescita economica del territorio”. Lo ha detto il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ai tanti commercianti ed artigiani di Bronte che hanno aderito ad una manife-stazione organizzata da “La Fucina del Vulcano”.

Nella sala piena di operatori economici il primo cittadino ha ribadito la necessità di valorizzare le risorse locali. “Il tessuto imprenditoriale brontese non ha nulla da invidiare a quello degli altri paesi, anzi spesso vantiamo maestranze e prodotti che altri ci invidiano.

A Bronte, inoltre, ci sono realtà economiche, negozi ed imprese artigiane di sicuro valore che vantano qualità ed esperienza. L’obbiettivo che dobbiamo porci adesso di conseguenza è quello di migliorare ancora di più la vostra competitività all’interno del mercato. Bisogna individuare le giuste strategia che permettano di sfidare la grande distribuzione. La sfida non è impari se si mettono in campo unicità e qualità.

“Voi – prosegue Firrarello - avete scelto di essere imprenditori di voi stessi, investendo le capacità e conoscenze in attività sia manifatturiere che di servizio, messe a disposizione della collettività. Adesso è arrivato il momento di farlo sapere a tutti e di raggiungere i traguardi sperati”.

Per Firrarello i traguardi si raggiungo con il lavoro, la competitività e la professionalità, ma soprattutto facendo conoscere anche fuori dalle mura locali quanto di buono si fa a Bronte.

“Se si cerca – aggiunge il primo cittadino - la cittadina del versante nord dell’Etna che in prospettiva sembra guardare con maggiore efficacia allo sviluppo economico e sociale questa è proprio Bronte. Gli artigiani qui possono lavorare nella migliore area artigianale della Sicilia, già ricca di tantissimi servizi, ma bisogna lavorare ancora affinché Bronte sia anche un punto di riferimento commerciale per l’intera area. Di conseguenza facciamo conoscere i nostri negozi le nostre botteghe artigiane anche oltre Bronte e la sua Provincia, diamo risalto ad iniziative come questa. Ne otterrete – conclude - certamente beneficio voi per primi e darete impulso ad un indotto necessario per lo sviluppo e la creazione di nuovo lavoro”.

3- avviare un’intensa attività di vigilanza”.

Il Corpo di Polizia municipale sarà dun-que coinvolto in un lavoro potenziato di monitoraggio del ter-ritorio e di studio di

misure preventive per lo sradica-mento, si spera, delle discariche abusive che si sono venute a creare.

Gli amministratori, inoltre, stanno lavorando ad un progetto che sperano possa fungere da deterrente a comportamenti incivili: si pensa infatti di rendere pubblico, non solo online, ma anche attraverso una bacheca appositamente dedicata e visibi-le a tutti, l’elenco dei verbali (già numerosi) redatti ai danni di chi è stato colto a gettare i rifiuti negli spazi in cui non è consentito.

Un metodo un po’ “all’an-tica”, se vogliamo, di mettere pubblicamente alla gogna chi ha sbagliato, ma potrebbe trattarsi di un metodo efficace e diretto a scoraggiare gli “scaricatori abusi-vi di rifiuti” del futuro. In fondo, lo sberleffo in pubblica piazza non è mai piaciuto a nessuno!

Ornella Fichera

Firrarello ad artigiani e commercianti: “diamo risalto alla vostra bravura”

Dal 16 al 18 novembre la I edizione della fiera enogastronomica a S. M. di Licodia

Sapori e profumi d’autunno

“Dimmi dove getti i tuoi rifiuti e ti dirò chi sei”

Più discariche abusive, meno senso civicoIl Comune di Santa Maria di Licodia approva un emendamento sul tema delle discariche nell’ambito del “Piano di miglioramento”

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12 Bloc Notes Novembre 2012

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Scuola

Si è conclusa da quasi un mese quella che è parsa a tutti loro una

delle esperienze più incante-voli e magiche della loro vita: i giorni trascorsi a Tolosa dei quindici giovani fortunati del Liceo Scientifico “Giovanni Verga” di Adrano, premiati, grazie ai loro ottimi voti.

Hanno vissuto ben venti giorni immersi in una delle città più moderne del mondo, vivendo l’animata vita di tutti i giorni di un abitante qualun-que di Tolosa, con qualcosa in più: la grinta e la felicità di viverci.

Tutto comincia il 3 ottobre 2012 alle prime luci del matti-no, l’aereo decolla da Catania. Le emozioni sono molteplici: ansia, eccitazione, paura, confusione, agitazione, rac-chiusi in un’unica sensazione, quella della felicità.

A metà giornata i ragazzi si trovano già a Tolosa pronti ed energici per tre settimane intense e lunghe.

Le loro giornate le pas-sano a scuola, come tutti gli studenti, dove apprendono la lingua francese con giochi, esercitazioni e test.

Per andare a scuola hanno imparato a muoversi in una grande città con i moder-nissimi mezzi di trasporto, a comunicare per necessità, mettendo da parte ogni tipo di timidezza e insicurezza, comprendendo che per an-dare oltre la propria lingua

serve impegnarsi a parlarne un’altra, rischiando anche di sbagliare pronuncia, di sembrare ridicoli; ma così si impara, così ci si diverte, così si cresce.

Muovendosi da un posto all’altro hanno conosciuto la vita di una città grande come Tolosa, una vita frenetica, in cui la gente è sempre di corsa, sempre in ritardo, quasi come fossero razzi umani.

Ma d’altronde i giovani devono essere tenuti in movi-mento, perché ogni secondo della loro vita deve essere riempito, non deve fuggire, deve essere colto e, in quelle tre settimane, nessun attimo è riuscito a fuggire.

Per loro è stato duro vive-re da indipendenti, ma non impossibile.

Hanno imparato a lavare la biancheria, a fare la spesa, ad autogestirsi.

Hanno imparato a stare lontani dalle proprie famiglie, e certamente, per giovani diciottenni sarà stata un’espe-rienza davvero particolare.

A diciotto anni ci si sente già grandi, ma si è privi di

cenda e si suggerivano, in-staurando via, via rapporti sempre più forti, più intimi e speciali.

Ecco un altro aspetto po-sitivo di questo viaggio: la socializzazione.

dedicato a visite culturali. I ragazzi hanno visitato la

cittadella fortificata di Carcas-sonne, la città di Montauban, la mistica Lourdes, “La città dello spazio”, perché appunto ricordiamo che Tolosa è la più importante città europea dell’aerospaziale.

E poi gli ultimi due giorni li hanno trascorsi in quella che è la meta per eccellenza della Francia: Parigi.

Anche se la loro perma-nenza è stata molto breve, sono riusciti a varcare le porte di Notre-Dame, all’interno della quale le luci proiettate dalle meravigliose vetrate unite all’emozione del divino, dell’arte, del silenzio hanno fatto provare una sensazione di meraviglia ad ognuno di loro.

Hanno avuto anche modo di salire i gradini della Torre Eiffel fino alla cima, dove han-no osservato Parigi, provando un senso di potenza e incom-mensurabilità al tempo stesso di fronte alla grandezza della grande città tanto nota al mondo, ed ora anche a loro.

Questa è stata la chiusura della loro avventura e, di si-curo, non si poteva scegliere finale migliore.

La mattina del 23 ottobre, dopo una lunga notte nelle strade di Parigi, si sono recati all’aeroporto della città da cui sono partiti per tornare a casa.

Lo stato d’animo non sarà stato dei migliori; quando si conclude un’esperienza di qualunque genere c’è sempre la malinconia che pervade gli animi, la voglia di ripeterla, ma la gioia di averla vissuta.

Così sono tornati i ragazzi: soddisfatti, felici e più grandi.

Flavia Furnari

Una piacevole trasferta in Francia

E chiamale se vuoi... emozioni europee

qualsiasi esperienza, serve sempre qualche suggeri-mento che di sicuro i ragazzi avranno avuto dai propri genitori.

A diciotto anni non tutti hanno avuto la fortuna di uscire fuori dalla propria realtà conoscendone altre, e questo progetto è stato l’op-portunità per andare oltre la quotidianità, la staticità della vita di paese per conoscerne una di sicuro molto più varia e colorata.

Ma al contempo si apprez-za la tranquillità della propria casa, si apprezza l’equilibrio della propria vita, godendo di ciò che lo stravolge come esperienze simili.

Questo viaggio li ha aiutati anche a fare delle “prove generali” per una vita indi-pendente, movimentata e sconvolgente.

Inoltre si aiutavano a vi-

Sono nate amicizie, altre si sono rafforzate e altre ancora si sono scoperte, scavando in fondo e mettendo da parte li-bri, interrogazioni e voti cono-scendo così un’altra persona, o meglio, si conosce la vera persona al di fuori della scuo-la, e così s’impara ad andare oltre qualsiasi pregiudizio o impressione.

Ad accompagnare i ragazzi sono stati il professore Salvo Italia, il professore Salvatore Arena e il professore Giusep-pe Bulla i quali sono stati i loro punti di riferimento.

Di ognuno di loro han-no conosciuto lati nuovi e spontanei, senza formalità e distacco, ed è stato bello per loro poter conoscere a fondo i loro stessi professori, stupendosi di quanta natura-lezza sia trattenuta all’interno di un’aula.

Ogni fine settimana era

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Bloc Notes 132012 Novembre

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ScuolaE chiamale se vuoi... emozioni europee

“Il mondo è un libro e chi non viaggia leg-ge solo una pagina”

(Sant’Agostino). Quindici ragazzi del Liceo

“G. Verga” di Adrano hanno soggiornato a York in Inghil-terra per tre settimane dal 2 ottobre al 21 dello stesso mese. Ciò è stato possibile grazie ai fondi stanziati dalla UE per i progetti PON. I par-tecipanti al progetto sono

e entrare a contatto con una nuova e diversa cultura.

Sin da subito abbiamo dovuto adeguarci ai ritmi inglesi. L’intera mattinata e parte del pomeriggio era oc-cupata dalle lezioni in lingua con le dovute pause, tipiche nel lavoro inglese. Il centro da noi frequentato (ELC, York) offriva delle adeguate competenze formative, gra-zie agli insegnanti del posto e metteva a disposizione diversi luoghi di incontro. Non mancavano le occasioni di svago.

La scuola organizzava an-che brevi visite dei luoghi più interessanti della città

c’era scuola. Abbiamo quindi trascorso i tre weekend in giro per l’Inghilterra, rispet-tivamente: Whitby, la città di Dracula, e Manchester, in cui abbiamo visitato l’Old Trafford, Londra, la capitale, Liverpool, patria dei Beatles.

Un’esperienza che co-munque sia ha lasciato nelle

Tre settimane a York in Inghilterra

nostre menti la conoscenza di una lingua internazionale, nei nostri cuori un segno indelebile, che mai sarà can-cellato!

Un ringraziamento alla scuola e ai nostri insegnanti.

“Il viaggio non soltanto al-larga la mente: le dà forma” (Bruce Chatwin).

stati scelti tra le classi quinte del liceo classico e scientifico in base alle medie dell’anno precedente, 3 ragazzi per classe.

Scopo di questa esperien-za era quello di conseguire una certificazione estera della conoscenza della lingua inglese (i nostri esami si sono tenuti il 19 ottobre, tutti sia-mo stati promossi e abbiamo conseguito una certificazio-ne Trinity B2), di migliorare le competenze linguistiche

e diverse attività ricreative: karaoke, bowling, calcio, etc. Piacevolmente stupiti anche della professionalità con cui ognuno svolgeva i propri compiti, dalle lezioni, curate in ogni particolare, alla tem-pestività nel risolvere ogni problema.

La sera diventava momen-to in cui venivamo a contatto con la vita sociale di York.

La gente nei pub era ge-nerosa e molto cordiale. Abbiamo anche potuto as-

sistere all’esibizione di tipici gruppi inglesi: musica celtica e musica leggera. Durante questo viaggio, la situazione più utile è stata sicuramente ascoltare sempre e solo per-sone che parlavano in inglese per le strade, nei musei, nei parchi, a scuola. Infatti avevamo bisogno di usare la lingua inglese per qualsiasi cosa. Abbiamo anche fatto amicizia con altri studenti arabi.

Nel fine settimana non

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14 Bloc Notes Novembre 2012

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Associazione

Dal 2010 a Biancavilla, è presente l’Accademia universitaria della terza

età e del tempo libero. Si tratta di un’associazione di

promozione sociale e culturale senza scopo di lucro, basata sul volontariato.

Essa nasce anche con lo sco-po di far incontrare persone che sono colpite o da “ choc da pensionamento” o “da sindrome del nido vuoto” e cadono un po’ nell’ansia o nella depressione.

Può venire meno la voglia di comunicare e da questo nasco-no tali incontri che permettono agli associati di diventare una

Le finalità dell’associazione sono principalmente quelle di educare, informare e formare, aprirsi al sociale e operare un confronto fra le culture delle diverse generazioni.

Gli incontri degli associati avvengono tutti i giorni presso la Villa delle Favare, a Biancavilla in via Vittorio Emanuele 124, dalle 16.00 alle 18.00.

Le attività svolte riguardano laboratori di pittura (guidati da Antonio Lipera), di scrittura, (curati dalla prof. Rosetta Lanza) attività utili a esternare attraver-so racconti orali o scritti, aned-doti che hanno segnato la loro vita, apprendimento di tecniche informatiche (gestite dal prof. Pietro D’orto) per conoscere il computer nelle parti essenziali

Corsi di scrittura, cineforum, e promozione del genius loci, l’Università della terza età prosegue per il terzo anno la propria attività culturale.

Vecchi a chi? Sempre più folto il numero dei nonni universitari

e riuscire a usare le applicazioni più utili nella vita quotidiana di oggi e lezioni dedicate al ballo con il maestro Franco Grasso.

Il martedì pomeriggio solita-mente i soci dedicano il loro tem-po alle conferenze organizzando incontri con diversi relatori, affrontando svariati argomenti ma anche attività di cineforum.

L’ultimo film visto è stato “Mine vaganti” del regista Ferzan Ozpetek che affronta il delicato tema dell’omosessualità riguar-do alla presentazione del libro della scrittrice Giusy Viro che si è tenuta martedì 13 Novembre.

L’evento è stato organizzato dalla professoressa Carmen Toscano (insegnante di lingue e letterature straniere) che in qualità di membro dell’asso-ciazione ha tenuto la relazione sull’argomento.

Al suo fianco, oltre all’autrice del libro, erano presenti la scrit-trice Maricla di Dio, il professore Maurizio Caserta, ordinario di economia presso l’Università di Catania e l’avvocato Pilar Maria Dolores Castiglia, Presidente Centro antiviolenza Calipso.

L’incontro ha visto un viva partecipazione ed il coinvolgi-mento dei soci.

Caterina Tirenni

forza-cultura, esternando la loro creatività, ritardando l’invecchia-mento del corpo e della mente.

Gli associati sono tutti cittadi-ni biancavillesi senza distinzione di religione, condizione sociale, convinzione politica, nel pieno rispetto dei diritti democratici, apartitici e laici.

Nel corso di questi anni il numero degli iscritti è notevol-mente aumentato. Il consiglio direttivo della sede prevede un presidente, ruolo svolto dalla professoressa Rosetta Lanza, (insegnante d’italiano) che ha il compito di convocare e pre-siedere l’Assemblea dei soci, proponendo loro gli argomenti.

In sua assenza tali mansioni sono svolte dal vicepresidente Alfio Longo.

La condizione dell’anzia-no oggi è generalmente caratterizzato da solitu-

dine e sensazione di inutilità, soprattutto se ci riferiamo a coloro che vivono la soli-tudine ed in una precarietà economica.

L’Accademia della Tre Età di Adrano, presidente Enzo La Mela, ha già iniziato un per-corso che coinvolge un gran numero di persone anziane ancora attivi che possono far valere la loro operosità e la condivisione nell’iniziativa, l’amicizia, la dignità, la com-prensione e l’aiuto reciproco.

L’invecchiamento della popolazione mondiale, reso possibile dall’allungamento della vita è un fenomeno che non si può più ignorare per le sue ripercussioni dal punto di vista della salute pubblica e anche dell’economia.

È questa la chiave di lettura del convegno giornalistico partecipato dello scrivente al taglio del nastro all’avvio del 5° anno accademico adranita organizzato dal Prof. La Mela.

Sulla stessa lunghezza d’on-da, lo scrivente socio onorario, nominato per l’occasione, «Vi è nostalgia del passato quando ci si ritrova a ricordare i tempi della nostra gioventù, ma piuttosto è estremamente pia-cevole svolgere insieme delle attività in quanto è anche un modo per approfondire la co-noscenza, sebbene con i miei compagni di scuola sia sempre vivo uno stretto rapporto di amicizia che il tempo non ha scalfito».

Questa Accademia sposa un progetto sociale che oggi inizia il cammino di una grande comunità, di studio e di lavoro che c’è nel nostro territorio, un progetto innovativo che mette fine alle disuguaglian-ze sociali, all’emarginazione della terza età e al rispetto incondizionato delle persone più deboli.

Gente ricca di esperienze e di storie oscure e inedite da raccontare, perché sono stati testimoni e informati dei fatti di tre generazioni passate, dal regime dittatoriale fascista

alla seconda guerra mondiale, dalla carestia alla migrazione di massa verso l’Europa o le americhe da cui soltanto qualcuno ha fatto ritorno in patria abbandonando moglie e figli creandosi nuova famiglia o perché ci ha lasciato le penne per il duro lavoro nelle miniere di carbone, dal brigantaggio dei nostri compaesani che hanno conosciuto l’ergastolo per un sacco di farina di con-trabbando, alla democrazia “mangiataria”.

Scriviamoli tutte queste storie, facciamo una rivolu-zione culturale, e poi facciamo un libro per regalarlo alle nuove generazioni che vivono il dramma sociale per la disoc-cupazione.

Questa è la scuola, questi sono gli obiettivi.

Di questo cammino di cui vogliamo essere osservatori, curiosi, testimoni e interessa-ti, scoprendo e raccontando, come abbiamo fatto l’anno prima, le tante iniziative inno-vative, i progetti educativi, gli esempi di collaborazione con il territorio e con le istituzioni.

Da tempo lo pensiamo e lo sosteniamo, non ci stanchia-mo di evidenziare una palese mancanza di riconoscimento del ruolo sociale del volonta-riato dei professori addetti ai lavori di questo istituto che lavora come atto d’amore per la categoria della tre età, al di là di alcuni occasionali ed esteriori riconoscimenti istituzionali.

Lo scrivente propone di valorizzare due categorie di Soci, gli Aderenti ed i Simpatiz-zanti, dare a loro la possibilità a ricoprire cariche opportune confacenti alle loro possibilità per recuperare le loro poten-zialità fisiche e culturali in piena libertà, la libertà è un diritto di tutti, viva la libertà. Carmelo Santangelo

Inno alla vecchiaiaLa gioia di vivere la terza età

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Bloc Notes 152012 Novembre

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Libri

Evento di altissimo livello culturale per la rassegna “Catania Pensa”, organiz-

zata dall’associazione Meridiana e patrocinata dalla Provincia Regionale di Catania.

Lo scorso nove Novembre, nell’anfiteatro della libreria Mon-dadori di Catania, si è tenuto l’incontro con Alain De Benoist, fondatore del movimento cul-turale denominato Nouvelle Droite.

Filosofo, scrittore e saggista, da oltre trent’anni conduce metodicamente un lavoro di analisi e riflessione nel campo delle idee.

De Benoist ha pubblicato oltre cinquanta libri e migliaia articoli, oggi tradotti in una quin-dicina di lingue diverse.

I suoi argomenti d’elezione sono la filosofia politica e la sto-ria delle idee, ma è anche autore di numerose opere in materia di archeologia, tradizioni popolari, storia delle religioni e scienze umane.

Lo ha intervistato il Presiden-te di RaiNet, Gianpaolo Rossi.

Presente anche Paolo di Caro, direttore responsabile di Meri-dianaMagazine, che ha curato il momento introduttivo.

Riportiamo di seguito qualche estratto saliente.

Gianpaolo Rossi inquadra De Benoist nell’alveo delle cosiddet-te “intelligenze scomode”, “per-

ché alla luce di una creatività non conformista – e non circoscritta all’interno dei confini ideologici della destra francese – ha pro-posto percorsi interpretativi che dessero organicità alla storia novecentesca.

Il suo ultimo libro, “Sull’orlo del baratro”, sarà linea guida ma non tema unico dell’incontro.

In linea teorica, si tratta di un libro di economia, pur essendo al contempo una raccolta di spunti di riflessione relativi, più gene-ralmente, alla realtà contingente.

Dunque, la parola all’autore, con una domanda innescante: che cos’è, oggi, l’economia? Il suo significato può ancora con-siderarsi esaurito nella sua eti-mologia (“governo della casa”)”

De Benoist comincia – no-bilmente e ironicamente – scu-sandosi per la necessità di una traduttrice.

“La situazione economica del singolo è funzionale a quel-la complessiva e contingente: quindi cominciamo occupandoci della panoramica odierna.

Il libro nasce dalla ricerca delle cause scatenanti della con-giuntura: in fondo, sono ancora molto nebulose. Bisogna tornare indietro di qualche anno per in-dividuare l’origine di quella crisi

che, nata negli Stati Uniti, non ha temuto le frontiere, trascinando l’economia europea, portando molti paesi all’adozione di poli-tiche restrittive.

Basti pensare a stati come Spagna, Grecia e Italia, che vi-vono all’insegna dell’austerità.

Per quanto possa sembrare inappropriato, lo spunto risolu-tivo più determinante sarebbe quello di rendere la democrazia più partecipativa di quanto non sia adesso: a fronte dell’otteni-mento di un’influenza decisio-nale più determinante e diretta, il singolo si sente maggiormente incentivato.

Il popolo, invece, non si sente rappresentato da nessun partito politico, che sia di destra o di sinistra, e viene ancor meno consultato relativamente alla decisioni prese in sede esecutiva: da ciò derivano gli scioperi, che addirittura in Spagna coinvolgo-no una lavoratore su quattro”.

Gianpaolo Rossi rivolge dun-que una domanda diretta: “oggi, come occidente, siamo sempli-cemente lontani dalla fine del tunnel… oppure, per farla breve e realistica, siamo morti?”

“Se ci si pone questo tipo di domande, significa che ancora siamo in buona salute.

Ma, forse , s ’ intendeva chiedermi se sono ottimista o pessimista: questo, lo credo fermamente, non ha nessuna importanza;

Georges Bernanos, scrittore francese, sostiene che l’ottimista è un imbecille felice, il pessimi-

sta un imbecille infelice. La storia, nella sua continuità,

non esclude alcuna alternativa: basterebbe osservare quanto è accaduto negli ultimi cin-quant’anni.

Nessuno aveva previsto tutti gli eventi di rilevanza mondiale poi effettivamente verificatisi. Il corso del tempo è impreve-dibile”.

Alex Minissale

Sull’orlo del baratro

Il saggista francese Alain De Benoist, fondatore de “La nuova destra”, presenta a Catania il suo ultimo libro ed espone la sua visione della congiuntura economica e politica

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16 Bloc Notes Novembre 2012

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Beni culturali

Il mone deriva da due sostantivi della lingua greca: “kouros – giovi-

netto; efebos – colui che ha raggiunto l’età virile; in Atene chiamavansi con tale nome i giovani che avevano 18 anni.

La statuetta del Men-dolito, la quale in altezza non raggiunge i 30 centi-metri, si può considerare il reperto più importante di età siceliota trovato nella città sicula del Mendolito.

La paternità del ritro-vamento si deve al nostro prevosto Salvatore Petro-nio Russo, il quale può es-sere considerato il primo vero archeologo adranita.

Questi, percependo l’im-portanza dei resti archeolo-gici della contrada Mendolito, ha invitato in Adrano il profes-sore Paolo Orsi, allora soprin-tendente alle Antichità di Sira-cusa (oggi il Museo della città aretusea porta il suo nome).

Paolo Orsi, in seguito all’in-vito del Petronio Russo, è ve-nuto in Adrano nel 1898, nel 1907 e nel 1912 e durante le sue escursioni nei vari siti, in compagnia del prevosto, non solo ha accertato l’importan-za storico-archeologica dei siti visitati, in particolare della località Mendolito, ma ha la-sciato tracce scritte in appunti e disegni di quanto aveva vi-sto, i quali sono stati ordinati dalla dott.ssa Paola Pelagatti, che nel 1962 ha scoperto la porta sud della città siculo-

siceliota con la famosa iscri-zione epigrafe in lingua sicula.

La nostra statuetta, re-cuperata dal prevosto Pe-tronio Russo è stata ceduta al Museo di Siracusa dove, ancora oggi, fa bella mostra in una sala riservata ai reperti della città del Mendolito.

Archeologicamente in tutti i testi il reperto è riportato come “Efebo di Adrano”. Durante le olimpiadi che si sono svolte in Grecia è stato esposto per tutta la durata dei giochi in Atene.

Archeologi e studio-si di indiscussa prepa-razione sono d’accordo circa la cronologia del kouros o Efebo di Adrano, so-stenendo che esso risale alla seconda metà del V° secolo a. C.,cioè in età siceliota, quan-do la comunità sicula si era fusa con i nuovi coloni greci.

Tutti coloro che si sono occupati della statuetta si sono posti degli interrogativi circa la destinazione e la fun-zione della piccola scultura, nonché dell’artista che l’ha creata: potrebbe trattarsi di un ex-voto, di una statuetta commemorativa ginnico-atle-tico-militare, di una statuetta-bozzetto per la realizzazione di una grande statua destina-ta ad una zona pubblica, o ad una palestra, o ad una agorà.

Le caratteristiche tecni-co-artistiche indicano come paternità l’artista-scultore Pitagora Reggino, che ha operato nella Magna Grecia, o allievi della sua scuola, o infine i provetti artigiani del bronzo, che operarono nella città del Mendolito.

Il professore Saro Franco, che ha scritto un saggio:”Il Kouros di Adrano – Siculi e

liana Treccani: “Il Langlotz ha preso come termine di ri-

ferimento per la Scuola di

P i t a -gora

Reg-g i n o u n a f i -gurina di atleta, tro-vata pres-so Adernò, ben rispon-

d e nte p e r cronologia”.

M a t u r i : “Arte e Ci-viltà dell’Ita-lia antica”. Il bronzo è da attribu-irsi a locali

bronzieri, che, su-b e n d o

Il Kouros o Efebo di Adrano, prezioso reperto bronzeo-archeologico della città del Mendolito

l’influsso della scultura pe-loponnesiana, fecero non poche statuette agonisti-che; l’Efebo è da inquadrar-si qui fra la statutaria de-gli atleti italioti e sicelioti, vincitori di gare sportive.

Berbabò-Brea: “Musei e monumenti in Sicilia” – Il bronzo dell’Efebo è da da-tarsi fra il 470-460 a. C.; si può inquadrare fra i tipi delle statue degli atleti vincitori con cui le città celebrava-no i trionfi dei loro figli”.

N o t i z i e s u P i t a -g o r a R e g g i n o

Le fonti storiche che parlano di Pita-gora Reggino sono di

Diogene Laerzio, Pausa-nia e Plinio il Vecchio. Nato a Samo fra il 500 e il 490 a. C., si stabilì a Reggio, giuntovi con altri suoi corregionali. Ebbe una bottega propria e fu mae-stro a molti giovani scultori ed ebbe molti imitatori che van-no intesi col nome di “Scuola di Pitagora Reggino”, che han-no operato in Magna Grecia e nella Sicilia ionica e, partico-larmente in territorio etneo.

Pitagora Reggino e la sua scuola furono autori di statue solamente di bronzo, richie-ste da città italiote e siceliote.

Angelo Abbadessa

Sicelioti della città del Mendolito” (Bloc Notes sta curando la pubblicazione della ricerca del professore Franco) ci ha lascia-to una interes-sante scheda degli studiosi che si sono o c c u p a t i della sta-tuetta:

“ Pe -tronio Rus-

so – “Ricerche Archeologiche “, cap.IX . Noi che scrivia-mo abbiamo potuto acquistare due sta-tuette di bronzo, una dell’altezza circa di 20 cm., di un’ammirabile perfezione in tutte le sue membra, fu ceduta al Museo di Siracusa; l’altra, che rimane presso di noi ha ’altezza di 10 cm. (nel braccio sinistro porta una pelle di leone e stringe nella mano le leggendaria clave”.

“Enciclopedia Ita-

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Bloc Notes 172012 Novembre

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Beni culturali

Si è tenuta il 24 novem-bre presso la Chiesa Maria Santissima della

Consolazione la commemora-zione del bicentenario di Gia-como Maggiore, benedettino cassinese, abate e scienziato.

Essa è stata curata sotto il profilo storico-scientifico dal Dott. Luigi Sanfilippo, della Facoltà di Scienze Politiche di Catania, in ambito ecclesiasti-co dal Sac. Santo Salamone e nel settore politico-ammini-strativo dal Sindaco, Salvatore Mastroianni.

Francesco di Paola, dive-nuto dopo aver professato i voti Giacomo Maggiore, nacque a Vizzini il 25 marzo del 1812 e morì a Licodia il 19 novembre 1884.

Egli lasciò gli splendori d’una vita patrizia, a 15 anni, per ritirarsi in convento. Pro-fesso dei Monasteri di San Nicolò l’Arena e Santa Maria di Licodia, a 34 anni divenne Parroco di questo Comune.

Scienziato, malacologo, saggista accademico, tra i più apprezzati studiosi della zoo-logia e malacologia moderna, divenne esempio virtuoso di sacerdote erudito e filantro-po insigne.

Paradigma dell’umiltà e della riluttanza alla cupidigia, rinunciò al priorato dell’Abba-zia Cattedrale Metropolitana di Monreale sotto il titolo di Santa Maria la Nova.

Addirittura, innamoratosi della comunità di Licodia, decise di abbandonare le sue ricerche scientifiche per dedi-carsi completamente alla cura delle anime licodiesi.

Diede il proprio contributo durante i moti rivoluzionari del 1848, essendo Presiden-te del comitato comunale di S.M. di Licodia e sostenne nella “questione unitaria” le

ragioni della “nazione Sicilia”. Giacomo Maggiore fu rife-

rimento sicuro della sua gen-te poiché esempio unico, più che raro, di candidezza d’a-nimo e innocenza di costumi tanto da essere sepolto nella cappella della confraternita del Sacramento, nel cimitero civico. Una “criminosa” ri-strutturazione, negli anni ’50,

breve conferenza durante la quale è stato letto un articolo del periodico del tempo, “LA CAMPANA”, in cui si ricordava il giorno delle esequie del Giacomo Maggiore impre-gnate di grande commozione generale.

Intervenute alla comme-morazione alcuni esponenti della delegazione di Vizzini,

tra cui il dimissionario Ass. alla Cultura , prof. Giovanni Amore che ha brevemente narrato la rilevanza di cui l’aristocratica famiglia Mag-giore godeva e manifestato la volontà di Vizzini di usufruire di tale elemento di unione per veicolare iniziative anche di altro genere.

Il Sindaco, S. Mastroianni, ha focalizzato l’attenzione sul-la rilevanza della figura di Gia-como Maggiore per ricalcare le radici storiche di Licodia, affinchè si possa guardare al passato proiettandolo nel futuro e migliorando le con-dizioni del presente.

Successivamente si è in-serito il Dott.Luigi Sanfilippo, docente di storia moderna presso la facoltà di Scienze

Politiche di Catania. Egli si è soffermato su

Giacomo Maggiore tra ri-formismo siciliano, in età moderna, e la passione per le scienze naturali.

Si celebra la memoria dell’ultimo Parroco di Lico-dia non come storia di un defunto ma come strumento che ci serve per conoscere il passato e attraverso la riap-propriazione delle sue idee, azioni e pensieri di estrema attualità investire per la ri-pianificazione e lo sviluppo di Santa Maria di Licodia.

L’evento si è concluso con la benedizione, ad opera di Padre Vittorio Rizzone, dell’e-pigrafe commemorativa in ricordo di Giacomo Maggiore. Alessia Varrica

Bicentenario della nascita dell’ultimo Parroco di Santa Maria di Licodia

Giacomo Maggiore: tra religione e scienzaEsponente dell’area riformista benedettina fu assertore del risveglio municipalistico cattolico

ne ha disperso i resti mortali. Dotto, operoso, perfetto

modello del vero Sacerdote di Cristo lasciò come ultimo atto di eterno amore verso Licodia la sua “preziosa biblioteca […] per farsene un catalogo …”, così come testimoniano le di-sposizioni testamentarie che affidò a Don Giovanni Cafici.

La ricorrenza si è aperta con l’accoglienza della dele-gazione di Vizzini da parte del Sindaco, Salvatore Ma-stroianni, del Pr.esidente del Consiglio, Gabriele Gurgone, dell’Assessore alla Cultura, Vitaliana Greco e dell’intera Municipalità.

La presenza delle istituzio-ni vizzinesi - come ha detto Don S. Salamone - ha irra-diato di luce comunionale tutta la giornata la comunità licodiese.

Padre Vittorio Rizzone, monaco benedettino, ha presieduto la celebrazione eucaristica. A fine serata una

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18 Bloc Notes Novembre 2012

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Mondi nuovi

Il mondo della Politica, dell’Economia e della Finanza si deve aprire

sempre di più ai valori etici. Nasce l’esigenza di aprire i battenti alla Dottrina Socia-le della Chiesa, che espri-me il “ministero del Van-gelo per la società” civile.

L’ i n s e g n a m e n t o s o -ciale della Chiesa non è che uno sviluppo organi-co della verità stessa del Vangelo, di cui la Chiesa è debitrice agli uomini di oggi.

Da qui l’importanza di ripartire dalla Dottrina So-ciale della Chiesa, tema e obiettivo del secondo Festival della Dottrina Sociale, che si è tenuto a Verona nello scorso settembre e che ha visto protagonisti uomini di Chiesa, esponenti del gover-no, professori universitari, imprenditori, sindacalisti, donne e giovani, volontari e insegnanti, ministri ed esperti di finanza insieme agli oltre settanta gruppi e associazioni nazionali che da anni appro-fondiscono i temi del pensie-ro sociale cattolico e cristiano.

In questa occasione, il premier Mario Monti ha sot-tolineato l’importanza della Dottrina Sociale della Chiesa, ribadendo la necessità di ‘’recuperare un più profondo senso di appartenenza alle comunità pubbliche di cui si è parte, da quella municipale alla statale, da quella europea fino all’intera compagine umana, cui la Dottrina sociale cristiana insegna a guardare come unica famiglia, può essere un contributo molto costruttivo che la cultura

cattolica può oggi offrire, per un rinnovato umanesimo nella vita delle persone’’.

Afferma Mario Monti: ‘’la centralità della persona, direi il concetto stesso di persona, cardine di tutta la Dottrina Sociale della Chiesa, attua-lizzati nella dimensione del-la comunità globale che la contemporaneità distende alle diverse culture, restano un fulcro potente di cam-biamento, sotto la specie del pensiero e della visione, ma, non ultimo, anche di un’etica della prassi sociale ispirata al bene comune, que-stione che oggi rappresenta un vero terreno di sfida’’.

Occorre cogliere questa sfida. Il bene comune (bonum commune, salus publica) può dirsi raggiunto quando i citta-dini raggiungono uno stato di benessere terreno e sociale adeguato, quando lo Stato garantisce a ciascuno il posto che gli spetta nella comunità, permettendo di sviluppare le disposizioni largitegli dal som-mo Bene, per giungere alla perfezione fisica, spirituale e morale dei singoli e di tutti.

Occorre urgentemente far emergere i fondamenti dell’e-tica nell’ambito della Vita Pubblica, che essendo posta in essere e gestita da persone e da gruppi non può consi-derarsi un ambito neutrale, ma deve considerarsi come attività avente l’uomo come fondamento, soggetto e fine.

L’economia non va disgiun-ta dall’etica. L’etica non si ottiene mediante l’obbligo ad osservare codici compor-tamentali, ma attraverso la formazione della persona, in vista del bene comune da at-tuare tramite le virtù dell’one-stà, della giustizia, dell’amore, della verità, dell’equità, ecc.

temi che da sempre fanno parte della Dottrina Sociale della Chiesa, infatti “oggetto della dottrina sociale della Chiesa è l’uomo nella società. Essa si occupa del vivere so-ciale umano, nella sua strut-turazione economica, poli-tica, culturale, ambientale.

Se ne occupa non sotto il profilo tecnico-organizzativo ma etico-normativo, entro l’orizzonte di valore e di sen-so della dignità e vocazione della persona umana, di cui il vivere sociale è dimensio-

ne costitutiva e decisiva”. La corruzione, il relativi-

smo, il male morale hanno con-taminato le coscienze umane.

Correre ai ripari è dove-roso; educare le coscienze con tutti i mezzi possibi-li, anche dal punto di vi-s t a t e o l o g i c o - m o r a l e .

Compito della Dottrina Sociale della Chiesa non è solo quello di offrire orien-tamenti e direttive di azioni in campo sociale; si tratta ancor prima di sensibiliz-zare ed educare le menti e

La Dottrina Sociale della Chiesa per un nuovo sviluppo umano e cristiano

i cuori ai valori sociali e ai compiti che essi suscitano. I valori sociali promossi dalla Dottrina sociale della Chiesa appartengono al patrimonio comune dell’umanità, al di là di ogni differenza etnica, culturale, religiosa, e hanno risonanza in ogni coscienza, perché derivano la loro forza dalla superiore oggettività della Verità, della Bontà e della Bellezza, senza la quale è illusoria la giustizia e impos-sibile la convivenza umana nella prosperità e nella pace.

Maria Scalisi

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Bloc Notes 192012 Novembre

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Attualità

Una notizia accolta lietamente dai par-rocchiani dell’An-

nunziata di Biancavilla è stata l’annuncio dell’arrivo delle reliquie del Beato Gio-vanni Paolo II, giunte duran-te la festa di Tutti i Santi e in un’occasione importante per la parrocchia, poiché si celebrava il sessantesimo dell’elevazione della chie-sa e perché nello stesso periodo si sono festeggiati i 70 anni di sacerdozio di Padre Placido Brancato.

Le reliquie sono rima-ste in chiesa dall’uno al quattro novembre, atti-rando l’interesse di molti fedeli con le loro visite e suscitando presso i giovani parrocchiani il desiderio di dar vita a diverse iniziative.

Le reliquie portate in basilica sono la casula che

Aprite, anzi spalancate le porte a CristoVisita delle reliquie del Beato Gio-vanni Paolo II nella parrocchia della B.M.V AnnunziataPrima di affrontare

qualsiasi tema, ini-ziamo questa rubrica

innanzitutto conoscendo il significato della parola “disa-bilità” e poi andando agli altri temi successivamente.

La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità di interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.

Quando si parla di “disabi-lità” o di “persona disabile”, si pensa sempre a qualcosa o a qualcuno diverso\a.

Adesso mettiamoci un po’ nei due panni della persona normodotata e della persona disabile o meglio ancora una persona con disabilità, e cosa pensano su questo tema.

Dire persona con disabi-lità è consigliabile perché la persona è disabile per un problema, non totalmente .

Una persona normodotata potrebbe pensare alla disabi-lità come qualcosa di diverso, e si può anche avere paura di non saper come relazionarsi con i disabili, per paura di offenderne la dignità, senten-dosi a disagio o rimanendo in-differenti quando ad esempio si posteggia l’auto presso le cosiddette scivole.

Anche la persona diversa-mente abile ha i suoi timori, perché dappertutto vede un “muro” e si vergogna del suo problema e non vuole socializzare per paura di non essere accettata.

Allora cosa fare? In entrambi i casi bisogna

superare l’ostacolo della di-versità e mettersi nella con-dizione di parità.

La persona normodotata non deve nutrire una forma

Conosciamo il mondo della disabilità e le persone disabiliCos’è la Disabilità? Viaggio in un mondo osteggiato dalla diffidenza e dalle barriere del pregiudizio.

di disagio nel parlare e so-prattutto provare il piacere nell’essere altruista, cercando di non far pesare il problema.

D’altro canto la persona disabile deve far anche la sua parte, ossia: non deve vergognarsi del suo problema e deve far capire di ritenersi normale rispetto agli altri, ma con un problema che esiste solo fisicamente.

A questo punto ci chie-diamo se c’è differenza tra queste persone.

L’unica differenza è la con-dizione, ma ciò che conta sono i valori di una persona, perché qui differenza non ce n’é.

La disabilità non arriva ai sentimenti e alle emozioni.

La disabilità deve compor-tare forza e ammirazione alle persone normodotate e per le persone con disabilità fisica stimolare voglia di vivere ed essere più forti e presenti.

Carmelo Mazzaglia

il Beato ha indossato in occasione della sua visi-ta a Catania nel ’94 e al-cuni pezzi dei suoi abiti.

Tra le iniziative merita-no di essere ricordate la visione di un filmato da parte dei ragazzi dell’ACR sabato 3 novembre, ed una veglia giovanile con le missioni presso i pub.

Domenica 4 dopo la mes-sa delle 10 è stato proiettato un video per i bambini del catechismo, a sera il con-gedo ultimo alle reliquie con un saluto da parte dei fedeli raccolti in preghiera.

Carmelo Mazzaglia

L’associazione filatelica Adranofil sta portando avanti una interessan-

te iniziativa volta a richiedere per il 2017 l’emissione di un francobollo celebrativo dedi-cato al Santo adranita Nicolò Politi.

Perché il 2017? In quell’anno ricorreranno

due importantissimi anniver-sari: 900° anniversario della nascita e 850° anniversario della morte.

L’associazione ha inten-zione di istituire un tavolo tecnico nel quale si potranno confrontare gruppi, asso-

ciazioni, comitati e rappre-sentanti della chiesa e delle istituzioni al fine di dar vita ad un confronto che possa, in maniera costruttiva, progetta-re e seguire l’iter procedurale della richiesta.

La sincera devozione verso il Santo e la passione per la fi-

latelia hanno spinto Adranofil a farsi promotrice sebbene senza alcuna mania di pro-tagonismo; il ruolo che verrà ricoperto dall’associazione sarà quello di facilitatore in modo da rendere l’iter, di per se lungo e complesso, quan-to più rapido e trasparente

possibile. Qualora l’iter andasse a

buon fine non sarebbe la prima volta che la filatelia si dedica a S. Nicolò Politi; nel 2008 infatti fu concesso un annullo filatelico in occasione dell’anno giubilare per i 500 anni dalla sua beatificazione

e l’annullo venne rilasciato il 3 agosto, giorno a lui dedicato.

Sono diverse le realtà as-sociative che hanno già ma-nifestato il loro interesse a rendersi partecipi in modo attivo al tavolo tecnico pro-mosso da Adranofil.

Coloro che vorranno ade-rire all’iniziativa possono inviare la loro richiesta com-pilando un’apposita scheda disponibile sul sito internet dell’associazione http://adra-nofil.weebly.com/index.html.

Dario Lazzaro

Un francobollo celebrativo per S. Nicolò Politi nel 2017

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20 Bloc Notes Novembre 2012

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Arte

Carmelo Cozzo: grande interprete dell’arte contemporanea

IO NON ME NE VADOQui resto… Dentro questa casa,dentro queste muradentro questo amorepieno di dolore.Con gli occhi miei ti guardoe ti desidero semprecome la terra, l’acquae le foglie la linfa.Qui sono, nelle tue manialbero e radiciche mai devono sradricarsi,se il fiato mio t’assomigliae il vento ci trascinacon rispetto, allora stiamo quisotto lo stesso testo.Ho l’amore per la terra mia,così come per la vita,che mi dette Dioe a lui domandoche fermasse il tempocoprendo la montagnadi menzogne, che dici a me…qui… resto quivicino alla figlia mia,che dentro il fiatomi tiene il cuore…

Ausilia Minasi è una nostra conterranea, nata a Cesarò, ma trasferitasi con la nostra famiglia ad Ello (Lecco). Non ha dimenticato la sua poesia e nelle sue poesie la natura affascina con i suoi colori, i suoni e perfino gli odori che ri-cordano tanto la terra di Sicilia a cui si dimostra ancora tanto legata. E navigando in Internet ha conosciuto il professore Carmelo Cozzo, con il quale ha instaurato e mantenuto un rapporto di sincera amicizia professionale. D’altronde han-no le stesse passioni, la pittura e la poesia, espressioni e fulcro della loro stessa esistenza. Mi hanno colpito una poesia, scritta sia in italiano “Io me ne vado”, che in dialetto “Ie nnu mminni vaiu”, che riassume la

sua poetica, poiché si trova un accenno a Dio, che le ha dato la vita, alla sua terra, di cui si dichiara innamorata, alla figlia che le è vicina. In questi suoi versi il suo senso di appartenenza suona come un avvertimento, una sveglia per tutti coloro che

sono poco attenti al grido di dolore che si sprigiona di suoi versi” dentro a queste mura, dentro a questo amore pieno di dolore, io resto…”

Come si vede Ausilia indi-vidua nell’amore per la vita l’idea chiave della sua poesia, il che non le impedisce però di riconoscere il dolore presente in ogni creatura: l’essenza del-la vita è proprio la dialettica di gioia e dolore.

Tutte le poesie di Ausilia Minasi sono accompagnate da una illustrazione: l’immagine di “io non me ne vado” è un fantoccio, uno spaventapas-seri delle campagne siciliane, che sintetizza in modo ap-propriato il contenuto della poesia.

Scalisi Alfio

Ausilia Minasi

Carmelo Cozzo è un’artista del nostro tempo, dotato di innate valenze estetico

culturali, che gli hanno per-messo, nel corso dell’intera sua esistenza, di concepire autentici capolavori che hanno fatto di lui, un autentico narratore mediter-raneo, innamorato della bellezza riposta nell’intero Universo e nelle creature viventi.

E come già avremmo modo di elogiare quella sua grande umiltà aggiungeremmo che in questi anni difficili che stiamo attraversando, per fortuna so-pravvivono ancora uomini esem-plari, che obbedienti al comando del Supremo, intessono saggi espressivi degni di tale nome, in ottemperanza alle immortali significazioni esistenziali.

Ed è in suddetta direttrice privilegiata, che continua a svi-lupparsi la parabola artistica del valente professore: dalle svettan-ti grafiche ai preziosi acquerelli, dai sublimi dipinti ai bellissimi affreschi, alle sculture, sino alla poesia.

Un vastissimo scenario, at-tento al richiamo neo-classico

della migliore tradizione latino- mediterranea, che comunque s’incunea nel contemporaneo, attualizzando figura e paesaggio, memorie e fantasia, in un filare ininterrotto d’immagini perfet-tamente speculari ad un animo nobile e generoso, che alterna la riflessione intimista, all’accesa gestualità.

Il tutto puntualmente indiriz-zato all’antica istanza di ester-nare i più reconditi sentimenti.

A quanto sopra vanno ancora aggiunti i numerosi restauri, so-prattutto d’Arte Sacra, effettuati nel tempo, con la maestria dei gloriosi precettori del passato.

Non dimenticheremo mai il nostro incontro con il Maestro, perché in tale occasione, ben oltre la sua grandezza, avremmo modo di provare quell’incon-fondibile emozione che si vive esclusivamente al cospetto di un uomo del nuovo millennio che ci ha fatto riconoscere l’Es-senza, che in Arte si chiama semplicemente visione onirica, preveggenza, speranza!

Aldo Albani

“Esplosioni materiche di luce e di colore, le opere di Carmelo Cozzo assurgono ad evento d’Arte, laddove la purezza gestuale dell’immagine esprime una silente emozione intrisa di metafisico silenzio”

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Bloc Notes 212012 Novembre

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Sport

Sappiamo tutti cosa è suc-cesso all’Adrano calcio quest’estate; il ti-

tolo è stato venduto a Paternò e di fatto sembrava fosse sparito definiti-vamente il cal-cio nella nostra città.

Gli unic i però che non sono riusciti ad accettarlo sono stati gli instancabi l i tifosi che han-no tentato fino alla fine di sal-vare quello che purtroppo non si è potuto salvare.

Quando però tut-to sembrava svanito nel dimenticatoio ed il calcio era una ricordo passato alcuni di loro hanno deciso di mettersi in gioco; hanno unito le forze, le finanze, sono andati anche alla ricerca di sponsor ed hanno iscritto la squadra nel campiona-to di terza categoria.

Per qualcuno si tratta di qual-cosa di poco conto guardando indietro a quello che avevamo; ma considerato che stiamo par-lando di giovani che hanno fatto rinascere la loro tanto amata squadra beh che dire vale quanto un titolo di serie D.

Magari ci sarà qualcuno in futuro che vorrà partecipare a questo nuovo e pulito progetto e mettersi in gioco cosi come hanno fatto i ragazzi; per adesso comunque anche in una piccola categoria c’è l’entusiasmo di sempre che va oltre ogni giu-dizio.

Attualmente il presidente del-la squadra è Dario Pulia ed il vice presidente è Gianluca Zignale.

Le reclute sono tanti giovani

Una sconfitta maturata con-tro l’Aretusa Siracusa con il pesante punteggio di 104-50 punisce i giovani adraniti al-lenati da coach Gaetano Bua.

Una prestazione sicuramen-te mediocre nella quale, però, va segnalata la prestazione di

Il cammino per l’Adrano Basket in questa stagione inizia nel peggiore dei

modi. E’ il 14 ottobre quando

un incontro perso per 88-48 contro il Città di Melilli mette in evidenza tutte le lacune, specie quelle difensive, della squadra etnea.

Il 21 ottobre un’altra scon-fitta, stavolta maturata contro il Basket Club Ragusa per 78-58, ancora più amara, visto che si giocava nelle “mura” amiche del “Palatenda” di Adrano.

La prima vittoria per la squadra etnea arriva solo il 26 ottobre. Il team di mister Morelli batte 53-42 il CUS Ca-tania. Nell’incontro, disputato al PalaCus di via Santa Sofia, da sottolineare i 16 punti di Sortino e i 13 di Bulla che, insieme, mettono a segno più della metà dei punti dei provinciali. Questo match, peraltro, per Dario Sortino, che aveva già giocato nell’A-drano nella stagione 2009/10, segna il debutto stagionale.

I festeggiamenti durano comunque poco. In occasione della 4a giornata di campio-nato la squadra etnea viene sconfitta dal Vigor Santa Cro-ce Camerina per 79-53. Mal-grado le prestazioni di Bulla e di “Shortly”, ovvero Dario Sortino, che con 22 punti fa il Kevin Durant della situazione, l’Adrano riesce a vincere solo il terzo quarto col misero punteggio di 18-17.

E’ l’11 novembre, quando

Alla sesta giornata solo due vittorie per il team adranita, ma la stagione è ancora lunga e il roster si è rinforzato

Il cammino dell’Adrano Basket

al “Palatenda” i ragazzi di co-ach Morelli cercano il riscatto contro il Virtus Ragusa. In questa occasione debutta un altro “figliol prodigo”, ovvero, l’ala forte Alessandro Saccà. Anche questo acquisto si di-mostra subito utile alla causa adranita. Fra i protagonisti della splendida vittoria, ma-turata col risultato di 75-59, infatti, c’è proprio il neo-acquisto che realizza con 17 punti e 13 rimbalzi quella che in gergo cestistico si chiama doppia-doppia.

La sesta giornata vede,

invece, impegnati, i ragazzi al “PalaHamel” di Porto Em-pedocle contro l’inarrestabile formazione locale. Una scon-fitta per 81-58, accettabile, però, visto il potenziale del roster empedoclino, primo in classifica ed imbattuto. In questa occasione, in doppia cifra vanno per l’Adrano ben 4 giocatori, ovvero Saccà (11), Russo (12), Bulla e Le-anza (15), a testimonianza del buon livello della rosa adranita.

I ragazzi di Gianfranco Morelli, finora, stanno dispu-tando un ottimo campionato, malgrado le scarse risorse economiche. Da ricordare, infatti, che il roster iniziale era composto, proprio a causa delle ristrettezze societarie, da soli giocatori adraniti ai quali, come ricordato, si sono aggiunti col tempo quegli innesti giusti che, si spera, potranno fornire quell’ap-porto fondamentale per una tranquilla salvezza.

Dario Milazzo

Giorgio Leanza che, mettendo a segno ben 42 dei 50 punti dell’A-drano, porta a casa uno score formidabile.

Se va elogiata la prestazione del “Chamberlain etneo”, vanno ricordati anche i nomi degli altri giovani che compongono il ro-

ster adranita, ovvero, Gabriele Amoroso, Umberto Bascetta, Leonardo Battaglia, Sebastia-no Calambrogio, Giuseppe Di Stefano, Giuseppe Montalto, Alfio Rapisarda e Dario Russo.

Dario Milazzo

del

com-prenso-

rio che in passato hanno

militato nelle giovanili dell’Adrano o in squadre dei vicini paesi con tanta voglia di fare e divertirsi.

Il campionato è già iniziato, saranno 16 le giornate comples-sive e per adesso su tre incontri sono stati portati a casa tre punti con una vittoria in casa e due sconfitte, anche se considerata la poca preparazione e la rosa nuova di zecca che ha avuto poco tempo per allenarsi non desta preoccupazioni ma anzi vi è un buon margine di miglioramento.

L’obiettivo principale è fare un ottimo campionato e perché no salire in seconda categoria.

Mettiamola così sarà molto interessante conquistare qual-cosa di grande gradualmente sul campo!!

Non mi resta che augurare a questa nuova Adrano calcio un buon campionato; noi certamen-te li seguiremo!

Piera Proietto

L’Adrano calcio rinasce dalle sue ceneriDopo la rocambolesca fine dei bianco-azzurri quest’estate ecco un “piccolo” grande nuovo progetto

Adrano Basket under 19, una partenza in salita per il team di Gaetano Bua

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22 Bloc Notes Novembre 2012

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Penne in libertà[email protected]

Via l ibera def in i t iva dell’aula del Senato al ddl che prevede l’inse-

gnamento dell’inno di Mameli nelle scuole.

Il provvedimento approvato qualche giorno fa dall’aula del Senato istituisce, inoltre, che il 17 marzo sia la ‘Giornata dell’U-nità della Costituzione, dell’inno

e della bandiera, ma non sarà un giorno festivo.

Ci sono voluti oltre 150 anni perché lo stato Italiano arrivasse ad una legge definitiva.

L’Inno di Mameli, infatti, non era stato incluso nella costituzio-ne. L’evento ha un grande valore storico.

Da oggi, infatti, il 17 marzo diventa il giorno di tutti gli italiani che, attraverso una memoria finalmente condivisa, avranno la possibilità di riaffermare i valori dell’identità nazionale.

Tutta colpa dell’autunno

Dunque l’Inno d’Italia è ma-teria obbligatoria a scuola. Lo ha deciso il Parlamento, con un’ap-posita legge, la quale prevede che l’Inno di Mameli venga fatto studiare, a diversi livelli, nelle scuole di ogni ordine e grado.

Subito dopo l’approvazione in aula si è fatta sentire la reazione di alcuni esponenti politici (in particolare i Padani che hanno sempre tifato al “Va Pensiero”.

“Il Parlamento dovrebbe, invece, prevedere linee guida e indirizzi generali per l’istruzione-

afferma l’Associazione nazionale presidi - senza scendere troppo nel dettaglio dei contenuti spe-cifici della didattica.

Questi ultimi, infatti, sono di pertinenza dei piani dell’offerta formativa dei singoli istituti e delle programmazioni discipli-nari dei singoli docenti”.

Goffredo Mameli (Voltri, 5 settembre 1827 – Roma, 6 luglio 1849), è stato un poeta, patriota e scrittore italiano.

Annoverato tra le figure più famose del Risorgimento italia-

La maschera dell’apparire, che l’uomo indossa e si porta appresso sin dall’in-

fanzia, attanaglia e riveste ineso-rabilmente il nostro io cosciente, compromette in maniera distorta il modo di relazionarci e provoca insieme a tante altre cose il così detto “mal d’anima”.

I sintomi emozionali che si avvertono sono molteplici: ansia, solitudine, tristezza, mancanza d’affetto, precarietà, paura e tanti altri ancora.

Così come, per curare le ma-lattie del nostro corpo, ci rivol-giamo presso strutture idonee, così anche per i disagi dell’anima siamo costretti a cercare aiuto.

Purtroppo, le strutture pub-bliche non sono sempre orga-nizzate ad accogliere tale disagi, perché troppo burocratizzate, algide e medicalizzate, quindi non idonee e sicuramente man-canti di quell’elemento primario quale è l’ amorevole accoglienza.

Per contro, rivolgersi a dei privati professionisti diventa troppo costoso, col rischio anche d’incappare in dei ciarlatani.

L’appello,che vorrei lanciare, è rivolto a gruppi di persone come i counselors sociali, i filoso-fi, i pedagogisti, i dispensatori di gocce di Seneca ed i quanti altri esperti nel “fare anima”, affinché si spendano, gratuitamente, per progetti che diano spazio all’a-scolto per aiutare chi si trova in situazione di disagio esistenziale.

Il requisito umano, indispen-sabile, da possedere per chi lavora per gli altri è il sapere influenzare e a sua volta essere suscettibile all’influenza altrui.

Scommettere in una bottega

dell’anima, in Adrano, lo trovo alquanto entusiasmante e la buona riuscita del progetto, sicuramente, sarà motivo di soddisfazione sia per i promotori che per i fruitori.

La bottega dell’anima la im-magino locata in una via princi-pale del centro storico, con una grande vetrata espositiva che dà sulla strada, dove chiunque avesse bisogno viene invitato ad entrare; una tavolozza elettroni-ca mostra il menù dei vari servizi, offerti gratuitamente e l’interno, arredato in modo spartano, sta a richiamare la limpidezza dell’anima.

Insomma, tutto alla luce del sole, visibile, in modo da potere sfidare e sfatare quel senso di

Soldati di Ungaret-ti: “Si sta come d’autunno sugli

alberi le foglie”. Con una sola simi-

litudine il poeta riesce a dipingere il dramma della guerra che spazza via la vita dei soldati così come il vento autunnale fa cadere le deboli foglie dagli alberi.

La stagione autunnale è la più malinconica, un fatto talmente evidente da essere di-ventato pura poesia, ma perché il nostro organismo ne risente?

La diminuzione delle ore di luce sembra essere la causa principale della nostra son-nolenza, apatia, stanchezza e depressione.

Il nostro organismo riceve l’intera gamma delle onde luminose attraverso la pelle e gli occhi.

Le radiazioni che penetrano attraverso gli occhi vengono trasformate in impulsi elettrici e trasmessi al cervello.

Quando gli impulsi raggiun-gono l’ipotalamo si assiste ad un incremento della serotoni-na, neurotrasmettitore depu-tato al controllo dell’umore, mentre a livello dell’epifisi inibiscono la produzione di me-

tabù che avvolge ancora la sfera dell’intimo.

Pertanto, vorrei concludere alla “Gigi Marzullo”, mi faccio una domanda e mi do una risposta.

Domanda: per quale motivo, in Adrano, dovrebbe nascere una bottega dell’anima?

Risposta: fare nascere un punto di riferimento del genere, in Adrano, significa dare sicurez-za ai tanti che soffrono, i quali fino ad allora hanno vissuto solo di speranza.

Invito tutti ad appoggiare la nascita di una simile iniziativa del “fare anima” , perché i frutti andranno a beneficio di tutta la collettività.

Luigi Cottone

latonina, un ormone sensibile al ciclo luce-buio.

L’eccesso di melatonina dato da una minore presenza di luce può mettere fuori uso l’orologio biologico e farci sen-tire con l’umore sotto i piedi.

La soluzione per arginare i problemi legati al cambio di stagione è, quindi, molto sem-plice: esporsi il più possibile alla luce diretta del sole, mangiare in modo sano evitando l’ecces-sivo consumo di carboidrati e svolgere regolarmente un’atti-vità fisica possibilmente all’aria aperta.

A soffrire durante l’autunno e l’inverno sono in particolare i meteorosensibili, le cui ma-lattie preesistenti si aggrava-no al variare delle condizioni climatiche, ed i meteoropatici che durante questi periodi manifestano disturbi di cui normalmente non soffrono.

Tra i possibili rimedi natu-rali si può optare per l’uso di valeriana, melissa e passiflora. Maddalena Batticane

no, morì a seguito di una ferita infetta che si procurò durante la difesa della seconda Repubblica Romana.

È l’autore delle parole dell’at-tuale inno nazionale italiano.

Dobbiamo alla città di Genova ed al suo figlio natio, Goffredo Mameli il “Canto degli Italiani”, meglio conosciuto come Inno di Mameli e Fratelli d’Italia, scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota genovese.

Carmelo Santangelo

Il 17 marzo giornata dell’unità nazionale

La bottega dell’anima

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Bloc Notes 232012 Novembre

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Gli abitanti del quar-tiere Monte Rosso di Adrano, da circa un

anno in lotta per la rimozione di una antenna selvaggia in via Elicona, costituitosi in co-mitato provvisorio ed assistiti dall’Avvocato Marica Terranova, hanno manifestato avanti al Sindaco con una raccolta di ben 400 firme ed una vertenza alla Procura della Repubblica ad-ducendo malattie tumorali nel quartiere in modo esponenziali.

Il sindaco di Adrano Pippo Ferrante, dopo diverse consulta-zioni con gli organi competenti, nei giorni scorsi ha emesso un’ordinanza per cui è stata disattivata l’antenna contestata.

La notizia diffusa dalla TV locale è stata accolta con viva soddisfazione e gratitudine.

L’evento pone però una inevi-tabile domanda: “sono davvero pericolosi i campi a radiofre-quenza? oppure il Sindaco ha fatto un gesto di buona volontà e di rispetto nei confronti dei suoi cittadini visto le tante sofferenze sperimentate, in questo quartie-re segnato da eventi luttuosi?

Oppure ha davvero voluto mettere dei paletti a questa vergognosa distrazione ammi-nistrativa, visto che le antenne esistenti (circa 80), come ha so-

stenuto insistentemente la Wind, proprietaria dell’impianto, sono passate senza controllo in virtù della legge sul silenzio assenso?”

La vertenza dei cittadini è scaturita da alcune segnalazioni giornalistiche di casi di tumore, concentrati attorno a stazioni ra-dio base per telefonia mobile che hanno sollevato preoccupazione nel pubblico locale e nazionale.

Le paure hanno molte motiva-zioni, tra cui le notizie giornalisti-che di studi scientifici nuovi e non confermati dagli Organi Sanitari; creano comunque una situazione d’incertezza e la conseguente percezione che possano esiste-re pericoli occulti non ancora scoperti o trattenuti nel cassetto.

Per dovere di cronaca, l’OMS (Organiz. Mondiale della Sanità) ha indicato che l’inquinamento elettromagnetico è uno dei problemi mondiali più eviden-ti, sottolineando che si deve procedere all’esposizione al minimo rischio possibile (art. 1 Cost. OMS e art. 32 della Costi-tuzione Italiana) per cui invita a non installare antenne nelle immediate vicinanze di scuole, asili, ospedali e centri abitati.

Il Dott.Richard Doll, uno degli studiosi più insigne in materia dei campi magnetici, già nel mese di marzo 2001, ha dichiarato

che sussistono seri rischi di leucemia infantile (in prossi-mità di elettrodotti), tumori celebrali ed altre patologie, vi-vendo in prossimità dei campi magne-tici e campi pro-d o tt i d a ra d i o f re q u e n za .

L’interazione tra l’uomo e campi elettromagnetici può causare danni anche al sistema biologico (sistema nervoso, si-stema immunitario, sistema vi-sivo), nonché disturbi del sonno e danni irreversibili alla salute.

Lo spirito a cui la notizia gior-nalistica si ispira non è perché

Pur mantenendo le distanze dal logo-ro dibattito “rot-

tamiamoli, l’età non è una qualità, sì ma son tutti vec-chi”, preme amaramente constatare come lo scenario che si propone come nuovo sia preoccupante quanto - se non più dello - scenario di cui quotidianamente ci dichiaria-mo stanchi.

Voi non le avete viste, le facce dei potenziali disarcio-nanti: son peggio di quelle dei

presunti disarcionati, o meglio, sono la fine di quel peggio a cui non c’è mai fine.

Neo-ventenni senza arte ma con parte (anzi: con par-tito), sgrammaticati quanto l’alieno di “Avanti un altro”, che vendono grammi di reto-rica e odio civile (e il lavoro, e i cciovani, e i valori, e son tutti ladri) a un preciso target di beoti delle volte pure ben

scolarizzati. Movimenti, associazioni,

partiti dissimulati, o – peggio ancora – frazioni giovanili di partiti ufficiali, tutte grotte-sche emulazioni del M5S (già grottesco di per sé, figurarsi) che poggiano l’ambizione di far politica sul fertile feudo dell’anti-politica, arruolando sfigati – improvvisamente riscattati in quanto militanti

– che altrimenti non sa-prebbero con chi prendersi il caffè alle 15:00.

Parlano un linguaggio “vecchio”, strumentalizza-no, abusano di virtuosismi e formule prefabbricate (“noi riteniamo che” “i valori prima di tutto” ecc.).

Il presente disgusta, ma il futuro spaventa

Sono davvero pericolosi i campi magnetici a radiofrequenze?

si vogliono creare allarmismi, ma semplicemente per met-tere a conoscenza del proble-ma. Anche la OMS, consiglia-no di adottare il vecchio detto “meglio prevenire che curare”.

Quello che manca in effetti è un ponte attraverso il quale far passare ai cittadini ciò che pensano chi ci amministra, che,

tante volte, ha la responsabilità tremenda di non far udire alla gente le proprie idee e tutto ciò di cui vengono a conoscenza.

I giornalisti sono come i “sofisti descritti da Platone”: ripetono, ripetono e ripeto-no quello che si dice in giro.

Carmelo Santangelo

Penne in libertà[email protected]

Page 24: Bloc Notes Novembre 2012