Bloc Notes Febbraio 2012 - Adrano, Biancavilla, Bronte, Santa Maria di Licodia

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 2 - Febbraio 2012 Bloc Notes Distribuzione gratuita Il Reverendo prof. Vincenzo Vinci, uomo di vasta cultura umanistica D. Milazzo pag. 3 In migliaria a pro- testare contro la chiusura del Punto nascite dell’ospe- dale di Bronte Lo strano caso della Fondazione Sangiorgio Gualtieri di Adrano Inchiesta Inchiesta Poste italiane Spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46 art.1, com. 1, DCB Catania A. Minissale pag. 12 Personaggi

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Bloc Notes è un periodico a diffusione gratuita, con cadenza mensile che, nel dicembre 2007, ha festeggiato il suo ventesimo anno di attività, pertanto è la più longeva testata nel comprensorio.È un periodico di attualità, cultura ed informazione.È edito dalla Pro Loco di Adrano, ma la propria diffusione è da molto tempo ormai attestata sulla zona pedemontana della Provincia di Catania.Lo scopo di Bloc Notes è quello di promuovere "il positivo" del territorio, informare il proprio lettore e, se possibile, aiutarlo a capire meglio quello che succede, senza avere atteggiamenti di parte e senza pregiudizi nei confronti di alcuno.

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Periodico di attualità, cultura e informazione Anno XXV - n° 2 - Febbraio 2012

Bloc NotesDistribuzione gratuita

Personaggi

Il Reverendo prof.

Vincenzo Vinci,

uomo di vasta cultura umanistica

D. Milazzo pag. 3

In migliaria a pro-

testare contro la

chiusura del Punto

nascite dell’ospe-

dale di Bronte

Lo strano caso

della Fondazione

Sangiorgio

Gualtieri

di Adrano

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Copertina: Foto dell’Ospedale di Bonte

Direzione - Redazione

AmministrazioneAssociazione

Pro Loco AdranoVia Roma 56,

95031 - Adrano Tel: 7699423

E-mail: [email protected]

RedazioneAngelo Abbadessa, Sergio Atanasio, Maddalena Bat-ticane, Giuseppe Bulla, Luigi Cottone, Carmelo Cozzo, Giosuè Gullotta, Dario Lazzaro, Francesca Longo, Dario Milazzo, Alex Minissale, Piera Proietto, Piera Elisa Ragusa, Pla-cido Salamone, Carmelo Santangelo.

Caposervizio Biancavilla

Enrico Indelicato

Direttore Nino

Reina

Direttore responsabile

Orazio Longo

Hanno collaboratoSalvatore Bulla, Salvatore Imbarrato, †Saro Franco, Giuseppe Mangano, Dino Marcellino, Maria Scalisi.

StampaTipografia Ricca

AdranoAut. del Trib. di CT

n° 715/87Chiusura del giornale:

29 febbraio 2012

n°2 - 2012Febbraio

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Tempo di miseria

Associazione culturale “Incontro”

Sabato 31 marzo 2012

Passaggio d’epocal’Italia al tempo della crisi

Prof. Pietro Barcellona Professore emerito di Filosofia del Diritto - Università di Catania

1° incontro

relatore

Miseria della politica e/o politica della miseria potrebbe

sembrare un gioco di parole; purtroppo non è una semplice combinazione di parole ma un’espressione che fotografa l’attuale situazione politica, economica ed anche culturale in cui ci troviamo.

La politica dovrebbe essere considerata ed esercitata come la più decisiva se non la più importante attività umana: una sorta di etica superiore in quanto non considera i pro-blemi dell’individuo ma quelli di una collettività, pesando sul destino di tutti: un’attività ai limiti del pensare e del fare, quindi insorpassabile, primaria.

Già nell’antichità Platone e Aristotele vedevano nella pras-si politica qualcosa di non assi-milabile alle altre attività, in un certo senso un’attività somma che subordina a sé ogni altra, stabilendone modalità d’uso e direzione, tanto da essere definita basilikè téchne, tecnica regia, in quanto essa sola è in grado di misurare e limitare l’utilizzo delle altre. E invece…

Invece è rimasta al livello più basso dell’etica ed è sotto gli occhi di tutti che gli attuali soggetti politici hanno grosse difficoltà a sintonizzarsi e rap-presentare il paese: i partiti oggi si pongono non come ca-nali di accesso dei cittadini alle istituzioni ma come barriere tra il cittadino e le istituzioni;

Miseria della politica e/o politica della miseria

vengono percepiti come corpi estranei alla collettività, se non come prevaricatori abusivi ai danni della collettività.

Ma la miseria di questo no-stro tempo non riguarda solo la politica ma anche il tessuto sociale della nostra comunità.

“Tempo di miseria umana, dei rapporti, delle relazioni

madre/padre figlio; tempo di miserie nelle amicizie, nei rapporti collaborativi. Tempo di miseria inteso nel senso più ampio del termine come un senso di precarietà.

ll venir meno di un tessuto connettivo denso di etica e va-lori intrinsechi all’uomo, lo ha scollegato con una realtà che

sta sempre più allonta-nando gli individui, attraverso una disaggregazione palpabile e più che mai evidente. I gruppi si sciolgono, non esiste interes-se collettivo all’aggregazione sia in chiave sociale che in chiave politica.”

Il cittadino si sente perso e la politica che dovrebbe occuparsi del corretto uso della socievolezza civica e della sicurezza individuale di ogni singola persona non si preoc-cupa, nel presente, della libertà individuale, dell’emersione del solidale, del mutuo soccorso, dell’intervento propositivo e tutelativo verso realtà nelle quali sempre più spesso brulica l’ingiustizia e la cattiveria. La politica tende ad appiattire la sua azione solo nella promul-gazione di leggi o norme non per i cittadini, ma per cercare di sanare le vicissitudini nate dagli scompensi che la poli-tocrazia in anni di carriera ha cannibalizzato sventrandone le fondamenta.

Oggi anche in politica è un rincorrere le falle che si aprono a voragine. E come in politica, anche nel sociale tali scompensi provocano nell’esi-stenza quotidiana e nella storia personale miseria sinonimo di cattiveria sociale e indifferenza.

Ma si può migliorare ve-ramente questa azione sia nell’individuale che nel sociale che in chiave politica? Noi ci speriamo fortemente.

Nino Reina

Associazione culturale “Incontro”Via Roma, 56 - Adrano Tel.: 0957697004Piazza Roma, 9 - Biancavilla Tel.: 095983355

Segretaria organizzativa:

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Personaggi

latina, greca), traduzioni di clas-sici latini e greci, critica storica letteraria.

Da evidenziare, infine, un dizio-narietto manoscritto di un “pron-tuario di vocaboli dall’italiano in greco”: è un lavoro di rara pazienza professionale, che sottintende una profonda conoscenza della lingua greca.

Ma di questo straordinario prete scopriamo anche un altro pregio, cioè anche una pregevole “vena poetica”, grazie ad alcune liriche manoscritte e, in parte pubblicate mediante volantini (pubblicati nei primi anni del se-colo passato).

“Angioletto del Signore”, “Esul-ta Adrano”, “A Maria SS. della Gra-zia”, “A S. Filomena” “A S. Giusep-pe”, “A S. Nicolò” Politi” (al quale dedicò tre poesie), sono canzoni, cantate ed inni; una lirica dedicata al Santo Patrono di Adernò è stata musicata da Nunzio Sagone.

Tutte le liriche del Vinci (da non dimenticare inoltre che è stato

Per molti anni con la mia fami-glia ho abitato, fino al 1964 “Casa Vinci” (via S. Pietro n. 12), dove gli

eredi del Rev. pro-fessore Vincenzo Vinci, in una stan-za ben sigillata, per una lite fra di loro, vennero con-servati tutti i libri, i documenti e i manoscritti dello “zio prete”.

S u p e rata l a lite, i fratelli Rao-Vinci (oggi resi-denti negli Stati uniti) hanno dona-to all’Archivio Sto-rico del Castello Normanno tutto quanto, da anni, si teneva chiuso e sigillato; materiale

di grande interesse biografico e culturale del prof. Vincenzo Vinci, che merita di essere letto, studiato ed apprezzato: ne emergerà alla

distanza la statura eccezionale di un uomo di vasta e poliedrica attività, non inferiore agli altri adraniti oggi noti in campo storico, scientifico, culturale ed artistico, quali Salvatore e Giovanni Petro-nio Russo, Giuseppe Guzzardi, Vincenzo Bascetta, Angelo La Naia e i compositori musicali Pietro Barnchina e Marcantonio Barbabietola.

Vincenzo Vinci, nato in Adernò nel 1878, morto nella sua casa di via S. Pietro il 25 febbraio 1951, sacerdote integerrimo, fu docen-te di ruolo negli istituti classici di Paternò e di Adrano; insegnò lettere nel ginnasio superiore e, per molti anni, latino e greco nelle classi liceali.

Le pubblicazioni e i “Quaderni” di Vinci presentano la “cultura enciclopedica” dell’autore; trat-tano di tutto: archeologia, storia dell’arte, storia antica e moderna, geografia, filosofia, paleontologia, lingue straniere (inglese, francese, tedesco), letteratura (italiana,

insieme al prof. Luigi Perdicaro il creatore del Museo Archeologico nell’Aula Magna del Liceo Classico “G. Verga” di via Roma) hanno una struttura artistica unica: ogni poe-sia è formata da quattro stanze e ogni stanza è una quartina (l’unica sestina si riscontra nella poesia a S. Nicolò); la rima è varia: baciata, oppure è legata a”coppie di strofe”, oppure è alternata.

Gli stabilimenti tipografici ador-nesi sono quelli in piena attività tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento (Meritiero, Longhitano, e Costa).

Amorevole e gradita è la lirica del Vinci che, essendo un uomo di vasta cultura umanistica, lingui-stica, storica e filosofica tuttavia è anche un poeta ed inoltre egli non dimentica di essere un prete; dotato di cristiano fervore, Vinci nella sua “vena lirica” crea sublimi immagini, adopera espressioni simboliche e metaforiche suggesti-ve, da potere affermare chiunque che se si è perduta la gran parte della sua produzione poetica (gli eredi mi hanno detto che ha trattato in versi anche dei teatri) è stata per Adrano e gli adraniti una grave perdita.

Saro Franco

Uomo di vasta cultura umanistica, classica, storica e filosofica, è stato anche un poeta.

Il Rev. Prof. Vincenzo Vinci

Più di 25 anni fa se ne andava uno dei più alti burocrati dello Sta-to Italiano: Vincenzo Milazzo. Era il 20 gennaio 1986, quando, dopo un breve malattia, a soli 62 anni, il diri-gente adranita passò a miglior vita. . Laureato in Legge, sposato e di provenienza operaia, la peculiarità del Milazzo sta nel fatto che nella sua carriera percorre tutti i gradi: da funzionario arriva a diventare ragioniere generale dello Stato.

Una carriera costellata da un forte background, da una forte conoscenza del suo lavoro, da un operato che potremmo definire stakanovista (in un articolo de “La Repubblica” vi è scritto che lavora-va anche per oltre 10-12 ore) e dal-la conoscenza di tante figure chia-ve della Prima Repubblica, fra tutti Giulio Andreotti. . Ma facciamo un po’ di ordine. Come detto, Milazzo inizia la sua carriera nel 1941 come sempli-ce funzionario. “Principe” della Ragioneria, col tempo riesce a farsi strada nella Pubblica Ammi-nistrazione.

Non un semplice “firmatario”, ma un funzionario che più volte operò nel gabinetto del Ministero del Tesoro. I ministri del Tesoro Taviani, Tambroni, Tremelloni, Medici e Andreotti lo conobbero bene e molti cronisti dell’epoca sostengono che il suo ruolo talvol-

ta risultò più incisivo di quello del ministro del Tesoro. Giulio Andre-otti, una volta divenuto presidente del Consiglio, lo volle come capo di gabinetto.

Nel 1983, dopo avere passato

Vincenzo Milazzo,uomo vissuto all’ombra delle Istituzioni

È stato uno dei più importanti burocrati della Prima Repubblica

Dirigente e professore universitario,“Principe” della Ragioneria, il dirigente adranita fu uno dei pochi funzionari che riuscirono ad avere un peso politico de-terminante

svariati anni alla Ragioneria gene-rale dello Stato, divenne presiden-te della Consob.

Tale incarico, prestigioso, ma al contempo pieno di responsabilità, fu dato al Milazzo solo dopo essere

stato nei consigli di amministra-zione di molti enti pubblici, quali Anas, Crediop, Ferrovie e Mono-poli; inoltre, il Milazzo era stato, ai tempi della famosa vicenda con l’Ambrosiano, alla presidenza del collegio sindacale dell’Eni. La presidenza della Consob, se da un lato segnò il culmine per la carriera del Milazzo, dall’altro ne segnò il declino: polemiche apertesi sulla Commissione e sul suo operato nel caso Europrogramme hanno portato il dirigente adranita a rassegnare le dimissioni. Tutta-via, dopo tale evento, il Milazzo aveva mantenuto taluni incarichi di prestigio, quali presidente del collegio sindacale della Stet, nonché consigliere di ammini-strazione del Banco di Sicilia e dell’Eni international. Insomma, le dimissioni non scalfirono in re-

altà l’operato del dirigente etneo. Accanto all’impegno dirigenzia-le, il funzionario adranita nutrì anche un impegno accademico. Fu, infatti, negli ultimi anni della sua vita, docente di contabilità di Stato alla Luiss. . Bu-rocrate instancabile, le cui doti furono apprezzate anche dai suoi detrattori, il Milazzo fu uno dei rari esempi di funzionari pubblici che sono riusciti ad avere un peso politico determinante assumendo anche gli incarichi più prestigiosi. Forse non molto conosciuto nem-meno nel suo paese natio, visti gli incarichi ricoperti, tanto prestigio-si, quanto determinanti, Vincenzo Milazzo è stato sicuramente una delle figure chiave della Prima Repubblica.

Dario Milazzo

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4 Bloc Notes Febbraio 2012

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Attualità

BRONTE – In migliaia, il 18 febbraio scorso, hanno raccolto l’invito di Istituzioni e associazioni del versante

nord dell’Etna ed hanno sfilato in corteo a Bronte per dire no alla chiusura del Pun-to nascite dell’o-spedale Castiglio-ne Prestianni.

Alle 10 piazza Spedalieri era già gremita di gente. Il sindaco di Bron-te, Pino Firrarello, è stato il primo ad arrivare per accogliere i suoi colleghi.

Nessuno dei primi cittadini, infatti, ha manca-

to all’appuntamento: Ernesto Del Campo di Randazzo, Pippo De Luca di Maletto, Salvatore Pinzone Vecchio di Mania-ce, Antonio Pinzone di Santa Domenica Vittoria, Salvatore Agliozzo di San Teodoro ed An-tonio Caputo di Cesarò, hanno guidato insieme con Firrarello il corteo che dalla centrale piazza Spedalieri si è mosso

In migliaria a protestare contro la chiusura del Punto nascite dell’ospedale di Bronte

fino all’ospedale. Con loro i presidenti dei

Consigli comunali, i rappre-sentanti delle associazioni che insieme alle istituzioni hanno organizzato la protesta, ovvero Consiglio delle Donne di Bron-te, Telefono Rosa, Fidapa, Club Donne Insieme, Centro Aiuto alla Vita, Associazione Ghiran di Maniace, IPAB, Confrater-nita di Misericordia, Unitalsi, Circolo di cultura “Enrico Cim-bali”, Circolo Anziani – Bronte, Circolo Operaio- Bronte, Croce Rossa Italiana sezioni di Bronte, FSE Bronte 1 San Giuseppe Arti-giano, Rotary Club Aetna nord/ovest, Associazione Terapia del Sorriso, Rangers di Sicilia, Iride. a cui si è aggiunto anche il comitato cittadino “Uniti per la difesa dell’ospedale”.

Presenti anche numerose autorità fra cui gli onorevoli Pippo Limoli e Nino D’Asero, i consiglieri provinciali Nunzio Parrinello ed Aldo Catania, ed il presidente di Joniambiente, già presidente dell’Asl 39 di Bronte, Francesco Rubbino.

Tantissime le donne, vere protagoniste della protesta.

“Hanno ragione le donne a protestare. – ha affermato il

sindaco Pino Firrarello – Non si può chiudere un Punto nascite che assicura un servizio in un territorio montano di oltre 50 mila abitanti.

Non si può chiudere usan-do la forza dei numeri dopo che il reparto, insieme con l’intera struttura ospedaliera di Bronte, è stata privata di medici e di primari e lasciata ad agonizzare”.

“Difendiamo il Punto na-scita e l’intero ospedale. – ha aggiunto il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta – E spiegheremo a Sirna quanto grave sarebbe non potenziarlo”.

“Pensate a chi – hanno repli-cato gli onorevoli Limoli e D’A-

sero – deve percorrere diversi chilometri su queste strade tortuose prima di raggiungere un ospedale attrezzato”.

“Difendiamo il diritto alla vita ha affermato il presidente del Consiglio delle donne Ma-ria Pia Castiglione - e soprat-tutto il diritto di nascere nel proprio territorio”.

“I miei figli sono nati qui – ha aggiunto Antonella Caltabia-no dell’associazione Telefono Rosa – un diritto che debbiamo difendere per tutte le donne”.

“Questo è solo l’inizio – ha concluso il presidente del Comitato cittadino Giuseppe Mancuso – la battaglia prose-gue per difendere Punto nasci-te ed ospedale intero”.

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Attualità

Dal 1° gennaio 2012 le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autono-me dell’Inps sono incrementate di 0,3 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere il livello del 22 per cento.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Aliquote contributive

Il cosiddetto decreto “Cresci Italia”, in altre parole il decre-to “liberalizzazioni”, prevede

varie riforme che hanno come obiettivo quello di aumentare la concorrenza, in maniera tale da generare maggiore competitività con la consequenziale diminuzione dei prezzi e quindi risparmi nei consumi. In breve con la riforma delle libe-

ralizzazioni ci saranno 550 notai in più; le banche potranno chie-dere ai clienti, al momento della concessione di un mutuo, una polizza vita dando però la libertà di scegliere fra due opzioni; per le “class action”, invece, saranno aboliti alcuni cavilli burocratici; per i professionisti è prevista l’abolizione delle tariffe minime e massime e vi sarà l’obbligo di un preventivo scritto su richiesta del cliente; mentre, per quanto riguarda i proprietari dei distri-butori, essi potranno acquistare il 50% del carburante dal miglior offerente e non dalla compagnia a cui si è associati. Per quanto riguarda le farmacie,

invece, è prevista l’apertura di una farmacia ogni 3000 abitanti (prima il quorum era a 4000). Rinviata, però la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli da prescriversi previa ricetta medica, ma a carico totale dei cittadi-ni). . A tal proposito abbiamo intervi-stato un farmacista ed un parafar-macista adraniti. Entrambi titolare di esercizio commerciale si sono rivelati molto disponibili, forse anche a causa del fatto che tale riforma può avere ripercussioni fondamentali sull’economia e sul servizio sanitario italiano

Il dott. Salvatore Musumeci è titolare di una delle più antiche farmacie di Adrano.

Molto preparato sull’argo-mento liberalizzazioni, ci riferisce, innanzitutto, del fatto che con il decreto una parte dei farmaci di fascia C verrà declassata, per cui taluni farmaci potranno essere venduti senza ricetta e quindi potranno essere acquistati anche in parafarmacia.

Se è critico verso il declassa-mento di alcuni farmaci di fascia C, il nostro interlocutore, invece, si rivela, piuttosto aperto nei

confronti dell’apertura di nuove farmacie, anche se dichiara che sa-rebbe auspicabile una riforma che preveda l’apertura di una farmacia ogni 3500 abitanti e non ogni 3000 abitanti c o m e ,

invece, prevede il decreto. Contrario alle eccessive ope-

razioni di marketing compiute sui farmaci, ma aperto su tematiche quali la libertà del farmacista di effettuare sconti sui farmaci, ciò che però vuole maggiormente sot-tolineare il farmacista adranita è il fatto che le farmacie offrono un vero e proprio servizio “pubblico” affiancando gli organi del servizio sanitario nazionale.

Le farmacie, in altre parole, forniscono una vera e propria rete capillare e al fine di tale costituzio-ne sono necessarie ingenti risorse. In pratica, se si aumentasse il numero delle farmacie con la con-seguente diminuzione dei profitti

non tutte le farmacie potrebbero garantire, tanto per fare un esem-pio, il servizio notturno, creando quindi scompensi alla popolazio-ne. . Abbiamo sentito poi il dott. Giu-seppe Toscano, farmacista iscritto all’ordine da decenni e da qualche anno titolare di parafarmacia.

«Vogliamo il riconoscimento della nostra professionalità», questa è la frase che ci viene detta e che riassume in toto il pensiero dei parafarmacisti.

Uno dei tanti problemi di cui soffrono le pa-

rafarmacie, r i f e r i -

sce il

nostro interlocutore, è il fatto che chiunque può aprire una parafarmacia per cui esiste una

concorrenza sfrenata che neces-sita di una regolamentazione, per cui bisogna cercare di realizzare un numero di parafarmacie in equilibrio con la popolazione, cosa che sarebbe auspicabile pure per le farmacie.

Toscano riferisce anche che loro sarebbero propensi a vendere farmaci di fascia C senza ricetta; in pratica, molti cittadini, a causa del modesto prezzo, sarebbero più propensi ad acquistare tali farmaci per intero piuttosto che avere il rimborso pagando il ticket.

Sui nuovi concorsi, invece, il nostro interlocutore fa notare che, nelle graduatorie, chi è titolare di parafarmacia ha un punteggio minore di chi ha lavorato nelle farmacie, cosa che ritiene discri-minatoria.

Anch’egli critico nei confronti del declassamento di taluni farma-ci di fascia C, il nostro interlocuto-re riferisce infine che, in alcune

città, i titolari di parafarmacie sono, in realtà, anche titolari di farmacie, cosa che rende ancora

più ardua la vita per i parafarma-cisti. . Infine, per quanto riguarda i taxi, mentre all’inizio si pensava ad un raddoppiamento delle licenze che potevano essere vendute dagli stessi tassisti a terzi, si è pensato successivamente, dopo svariate proteste, di lasciare all’Autorità per i Trasporti, sentiti i comuni, la facoltà di aumentare le licenze e, inoltre, sono previste compensazioni economiche a beneficio degli attuali titolari di licenza. .

Bisogna dire che la riforma delle liberalizzazioni lascia ogget-tivamente qualche perplessità; infatti, a nostro avviso sono state trascurate alcune varianti econo-miche.

Innanzitutto, per ciò che con-cerne le tariffe dei taxi, c’è da dire che esse, per evidenti ragioni, non si possono formare sul mercato, ma devono essere fissate dai comuni, per cui in tale settore, in realtà, la concorrenza non può esi-stere per mere ragioni strutturali. Inoltre, vi sono le esternalità, per cui, ad esempio, un aumento del numero dei taxi nelle città nelle ore di punta potrebbe portare ad un congestionamento del traffico cittadino.

Andando ai farmaci, invece, essendo molti di essi a domanda anelastica, è improbabile che, tanto per fare un esempio, un cittadino che soffre di un attacco di emicrania decida di fare un chilometro di strada in più per acquistare il farmaco. Inoltre, e questo si ricollega al dato forni-toci dall’Ufficio Cgia di Mestre, a prendere il taxi sono davvero in pochi… . Detto questo la nostra speranza è che le nostre diffidenze, nate a seguito di riflessioni giuridico-economiche, possano essere scongiurate, con la speranza che la crescita dell’Italia possa, nel medio termine, avvenire come auspicato dal governo.

Ecco cosa cambia con le liberalizzazioni del governo Monti

Le liberalizzazioni: un bene per l’Italia o mera propaganda politica?Ecco il pensiero dei farmacisti e dei parafarmacisti adraniti

Dario Milazzo

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Attualità

BIANCAVILLA - Non ci sa-ranno più code all’ Ufficio Anagrafe di Biancavilla. Questo sarà il primo visibile effetto del nuovo ed originale progetto, studiato dall’Amministrazione comunale in sinergia con gli Uffici del Comune.

Si tratta dei “servizi demo-grafici on line” che permette-ranno ai cittadini di stampare le autocertificazioni e di richie-dere il cambio di residenza di-rettamente da casa, attraverso il web. Per accedere al servizio, bisognerà registrarsi sul sito del Comune www.comune.biancavilla.ct.it ed interagire direttamente con l’Archivio anagrafico dell’Ente.

Si potrà visualizzare la per-sonale situazione anagrafica e accedere alla raccolta di autocertificazioni. Inoltre, sarà possibile effettuare il cambio di residenza.

In questo modo, Biancavilla

Autocertificazioni a portata di click A Biancavilla presentato il progetto “Servizi demografici on line”

è tra i primissimi comuni in Italia e il primo in provincia di Catania a fornire al cittadino un servizio del genere che abbat-terà, oltre alle code negli Uffici, i tempi e i costi per il rilascio del certificato.

Infatti, con il nuovo decreto “Semplificazione” del Governo Monti tutti i certificati saranno rilasciati con marca da bollo, oltre al pagamento dei diritti di segreteria.

Con il progetto innovativo del Comune, invece, tutto avverrà gratuitamente on line.

Dunque, per certi aspetti l’iniziativa anticipa gli effetti del decreto del governo nazionale.

“Abbiamo lavorato tanto a questo progetto - hanno detto gli assessori Gaetano Sant’Elena e Giuseppe Pappa-lardo - l’Amministrazione sta puntando molto al digitale per offrire servizi nuovi e utili per i cittadini”.

B E L PA S S O - Con sentenza n. 370 del 2012, il Tar sezione Catania ha disposto l’annulla-mento del Decreto n. 130 del 27 Mag-gio 2011 dell’Asses-sorato delle Auto-nomie Locali della Regione Siciliana, retto da Caterina Chinnici, che autorizzava la consultazione Referendaria per l’Autonomia di Piano Tavola, frazione compresa tra i territori di Belpasso, Mister-bianco, Camporotondo e Motta S. Anastasia. Tale sentenza ha accolto, dunque, quanto con-testato circa la limitazione della consultazione referendaria per l’erezione del nuovo comune di Piano Tavola, ai soli residenti del territorio da scorporare, anziché estenderla all’intera popolazione dei Comuni interessati. Si evince, dunque, un “interesse qualifica-to” di tutti i cittadini dei Comuni a partecipare al Referendum.

Soddisfazione è stata espres-sa dal primo cittadino di Belpas-so, Alfio Papale: “Giustizia è stata fatta! Belpasso non avrebbe mai consentito lo scorporo del proprio territorio. Questa è l’oc-casione opportuna per avviare

un progetto d’integrazione ter-ritoriale, da condividere con il Comitato per l’Autonomia”.

La vicenda è stata seguita legalmente dall’avvocato Agati-no Cariola del Foro di Catania. “ Come legale- ha detto Cariola- sono soddisfatto dell’esito, ma desidero soprattutto esprimere il mio ringraziamento al sindaco Papale. A Papale è necessario riconoscere di non aver mai dubitato delle giuste ragioni del Comune di Belpasso e degli altri Comuni coinvolti, a tutela dello sviluppo integrale del territorio. Devo pure rilevare che il proble-ma di Piano Tavola non è finito. Non è pensabile un territorio di fatto unitario diviso in quattro parti e, pertanto, da oggi l’esi-genza di tutti è di procedere alla razionalizzazione del territorio interessato, in clima di consenso e di partecipazione”.

L’Amministrazione comuna-le si è già attivata per studiare le modalità per consentire agli iscritti agli Ordini professionali (geometri, ingegneri, avvoca-ti, dottori commercialisti) e ai Sindacati l’accesso diretto all’archivio anagrafico.

Il primo utente è stato il sin-daco Pippo Glorioso che si è re-gistrato durante la conferenza di presentazione del progetto.

“Siamo in sintonia con le disposizioni europee e del Governo nazionale - ha detto Glorioso - è una procedura semplice e rapida che andrà incontro alle esigenze dei cit-tadini”.

Alla presentazione erano presenti anche il direttore-segretario generale Giovanni Spinella, la Capoarea Melita Costa e gli istruttori del Ced Achille Nicoletti e Salvatore Anfuso.

Maddalena Batticane

BRONTE – Leggere i conta-tori dell’acqua di ogni utente direttamente dall’ufficio, ma soprattutto offrire a questo nuovi servizi, evitargli enormi bollette di conguaglio ed indi-viduare le perdite nella rete.

E’ in sintesi l’obiettivo del Comune di Bronte che il 12 febbraio ha inaugurato la spe-rimentazione di un nuovo servizio che permette la tele lettura dei contatori dell’acqua. In pratica l’Ufficio tecnico del Comune, grazie al geometra Nino Saitta, responsabile del servizio idrico integrato, per un periodo di tempo monitorerà direttamente dagli uffici i dati

teletrasmessi da 2 centraline sistemate nel contatore degli uffici comunali di viale Catania nelle linea primaria della via Pavone.

Due contatori per verificare la funzionalità del nuovo ser-vizio inaugurato dal sindaco, Pino Firrarello.

“Ogni contatore istallato – afferma l’ingegnere Giuseppe Mammana della società che sta effettuando la sperimen-tazione – è collegato via radio con una unità centrale che comunica all’ufficio via gsm. I benefici sono molteplici come le applicazione ed i servizi inno-vativi da fornire agli utenti che,

oltre a poter avere accesso ai consumi sempre ed in tempo reali potrebbero anche riceve-re avvisi anche via sms”.

Presenti all’inaugurazione della sperimentazione anche il consigliere comunale Nun-zio Saitta ed il dott. Giovanni Cavallaro.

“Non mi piace vedere spes-so paragonare i Comuni del nord per sottolineare la loro efficienza rispetto a quelli del sud.

Lavorerò sempre affinché Bronte abbia servizi efficienti come nel nord d’Italia. E se in questo la tecnologia ci può aiutare ben venga”.

Bronte sperimenta la tele lettura dei contatori

Autonomia PianoTavolaIl Tar sezione Catania annulla il Decreto Chinnici che prevedeva una consultazione referendaria

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Attualità

Un incontro sul randagismo si è tenuto lo scorso 31 gennaio al Palazzo Bian-

chi di Adrano. All’incontro hanno partecipato rappresentanti dei comuni di Adrano, di Biancavilla, di Santa Maria di Licodia, della Lav e dell’Azienda sanitaria provinciale.

Fra le iniziative di cui si è discus-so vi è la realizzazione di un rifugio sanitario per cani, ovvero una struttura per il ricovero, la cura e la sterilizzazione dei randagi. Sono state altresì individuate tre aree per il rifugio in questione: ad Adra-no è stata individuata una zona in Contrada Marina, zona vigne.

Da ciò che è stato appena detto si evince che l’impegno mostrato dalle istituzioni è apprezzabile, tuttavia il nostro ragionamento vuole vertere su un elemento forse ancora inesplorato, ovvero il rapporto fra la nostra società e gli animali domestici.

Per parlare di questo dobbiamo tornare indietro di circa 15-25 anni quando ancora c’erano i cosid-detti “spazi verdi”; per intenderci

Riflessioni sul randagismo

Il randagismo? Una risorsa per la nostra comunitàQuella del cane di quartiere potrebbe essere la reale soluzione al problema del randagismo

Dario Milazzo

rienza personale: qualche anno fa stavo per essere aggredito da un gruppetto di cani, ma, essendomi ricordato di quello che dicono quei documentari da molti ritenuti falsi e ridicoli, ho distolto lo sguardo al fine di far allontanare i cani, cosa poi realmente accaduta.

Quindi, anche se bisogna am-mettere che nella circostanza sono stato fortunato, se noi cono-scessimo meglio i cani potremmo talvolta, sia chiaro non sempre, eludere determinate situazioni di pericolo. In realtà è da millenni che l’uomo convive con i cani, ma l’impressione è che l’uomo abbia guardato all’animale sempre come oggetto, talvolta da compagnia, talaltra da difesa, e mai come soggetto.

Bisogna ricordare, infatti, che i cani sono stati talvolta responsabili di aggressioni a persone stretta-mente legate ai loro “padroni”. Tali aggressioni dovrebbero portarci a pensare al cane come “soggetto pensante”, capace di provare sentimenti anche forti come la ge-losia; tali eventi, invece, ci hanno portato a pensare al cane come un ammasso di pura istintività.

Da questo articolo ciò che si può dedurre, quindi, è che quello

del randagismo è un problema socio-culturale, nel senso che esso nasce da un lato a causa di taluni cambiamenti che hanno modifica-to la nostra società, mentre dall’al-tro lo stesso è generato da un pe-renne conflitto insito nella nostra società cattolica, ma allo stesso tempo borghese, un “conflitto di coscienza”, per l’appunto, che ci ha portato al rispetto del “diverso”, ma al contempo all’isolamento dello stesso perché ritenuto altro rispetto a noi. In tale maniera ab-biamo spesso tralasciato politiche atte all’inserimento e/o al reinseri-mento del soggetto; per cui nella nostra società si pensa di combat-tere la delinquenza e la povertà con le carceri che sono spesso fatiscenti e prive di strutture atte alla riabilitazione, si pensava (e c’è ancora chi lo pensa) di risolvere le malattie mentali con gli ospedali psichiatrici dove talvolta gli assi-stiti erano vittime di soprusi e di violenze, si pensa di combattere lo sfruttamento della prostituzio-ne con la riapertura delle case di tolleranza dove il “potenziale di sfruttamento” è ancora più alto perché il tutto avviene in luoghi praticamente inaccessibili ai “non addetti ai lavori” e, per ultimo,

si pensa di risolvere il problema del randagismo con i canili dove spesso i cani patiscono il freddo, la fame e la mancanza di spazi.

Da ciò il fatto che il canile è in realtà più un’esigenza psicologica che un’esigenza pratica. Il discorso del canile si ricollega ampiamente al discorso del “cane oggetto”, infatti, il canile è un contenitore, ma i recipienti vanno bene per gli oggetti inanimati e non per i soggetti animati. Inoltre, “occhio non vede cuore non duole”, per cui piuttosto che vedere un cane infreddolito preferiamo sapere che lo stesso si trovi in un canile dove le “immagini” non sono accessibili ai nostri occhi, per cui la tematica del canile si ricollega pure ad un altro elemento della nostra società occidentale, ovvero quello dell’immagine come fonte cognitiva. I servizi di “Striscia la Notizia” sui canili, infatti, hanno avuto molto risalto proprio perché basati sulle immagini.

Per il randagismo, quindi, l’uni-ca soluzione realmente auspicabile sarebbe quella del “cane di quar-tiere”. Per trovare una soluzione del genere basterebbe solamente che ogni cittadino dia qualche avanzo al cane suddetto; con la stessa soluzione, inoltre, sarebbe ipotizzabile anche che gli abitanti di ogni quartiere acquistassero una cuccia ad ogni cane. In tal modo, considerando che le cucce più dispendiose costano circa 85 euro, verrebbe a costare un euro a famiglia o poco più.

Ma la cosa più importante è che se noi pensassimo seriamente a questa soluzione il randagismo potrebbe addirittura divenire una risorsa valida per la realizzazione di quella riscoperta della nostra comunità, ormai auspicata da tempo, ma per la quale non è mai stato trovato un collante valido per la sua attuazione.“spazio verde” ad Adrano lo era la

strada che va dal Liceo Scientifico allo Stadio “dell’Etna”, oppure la strada ove vi è attualmente l’Isti-tuto Tecnico Commerciale e per Geometri “P. Branchina”.

Nei decenni passati quando si andava con la bici in questi posti spesso si incontravano branchi di cani randagi. Ora queste strade, in-vece, sono divenute dei pericolosi crocevia di auto. Anche la strada statale 284 Adrano-Paternò fino a qualche decennio fa non esi-steva. Oggi tale strada, chiamata da molti “superstrada” e da quasi tutti percorsa a velocità “super”, è divenuta un “cimitero canino”.

Andando ai tempi più recenti devo raccontare una mia espe-

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Attualità

Dopo avere “fermato” la Sicilia per quattro giorni e dopo un periodo di “quiescenza” durato qualche settimana, il Movimento “Forza d’urto” è tornato, con la manifesta-zione dello scorso 18 feb-braio, nuovamente “in azio-ne”. . Il tutto nasce all’indomani del si della UE alle arance maroc-chine, misura che ha provocato una serie di aspri dissensi, specie in un momento storico quale quello attuale in cui i maggiori Paesi produttori di agrumi dell’UE, quali Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, versano in profonda crisi.

A manifestare vi erano il Movimento dei “Forconi”, “Forza d’urto” e i pescatori catanesi, appoggiati dal Gar.

Il motivo fondante della manifestazione è stato quel-lo di convocare un Consiglio straordinario aperto a tutti per accogliere le istanze proposte dal Movimento atte ad age-volare e tutelare i lavoratori siciliani. Il corteo, iniziato alle 10 alla Villa Bellini, si è conclu-so alle 14 in piazza Universi-tà. . Quella del 18 febbraio, in real-tà, è stata una sorta di anti-

pasto a quella che potremmo definire la vera protesta; ov-vero la “marcia” su Palermo, fissata per il 6 marzo, avente come obiettivo quel-lo di portare in piaz-za 50.000 persone.

Prevista, infine, una manifestazione a Roma per prote-stare contro l’ac-cordo che abbatte i dazi dei prodotti ortofrutticoli e ittici, ovvero la liberalizza-zione degli scambi commerciali tra UE e Marocco.

«La decisione di Strasburgo si somma al “silenzio” dei ta-voli tecnici in cui si dovrebbe discutere proprio di misure per agricoltura, pesca e federali-smo fiscale – afferma Mariano Ferro, leader dei “Forconi” – nei prossimi anni ci rimarrà solo la desertificazione».

«Come si fa – si domanda Ferro – ad approvare, a livello europeo, un accordo di libero scambio con il Marocco quan-do gli agricoltori italiani non riescono, già adesso, a reggere la concorrenza dei loro colleghi africani?

Perché, invece, non si chie-de a tutti di rispettare le stesse regole retributive?».

Ma Ferro si spinge oltre: «L’accordo di ieri ci avvicina alla Grecia - afferma - la popolazio-ne è in subbuglio, soprattutto nelle province. Dalla Sicilia

riparte la rivoluzio-ne e non so quanto stavolta potrà essere democratica». .

Per il Movimento dei “Forconi” biso-gna dare quindi una spallata ad un go-verno che non riesce a difendere il suo popolo.

D a p a r t e s u a s u l l ’a r g o m e n t o “arance rosse di Ma-rocco” la Regione Siciliana ha chiesto ufficialmente alla Commissione Euro-

pea spiegazioni. Il presidente della Regione

Raffaele Lombardo ha altre-sì assicurato azioni concre-te; nello specifico il politico ha dichiarato che il governo siciliano si sta assumendo l’impegno di avviare azioni

e campagne di sostegno alla produzione e alla commercia-lizzazione delle arance siciliane Dop e Ipg, prodotti ottenuti nel pieno rispetto dei discipli-nari di produzione biologica. .

Sempre sulla manifestazio-ne, afferma Fabio Micalizzi, presidente dell’APMP (Asso-ciazione pescatori marittimi professionali) e promotore della manifestazione del 18 febbraio: «Adesso, la cosa più importante è restare uniti. Loro vogliono dividerci, per poter soffocare la nostra voce, ma noi dobbiamo essere più furbi e restare uniti.

Non è una manifestazione di categoria, ma di tutto il popolo, dagli studenti, ai lavoratori, ai pescatori, ai disoccupati, che dicono basta ad una classe dirigente corrotta».

Il rappresentante dei pesca-tori, dopo avere sottolineato il disinteresse dimostrato dal co-mune di Catania sulla vicenda, ha dichiarato: «Chiederemo anche alla Provincia di ascol-tarci e di sedere alla Camera di commercio.

Siamo molto preoccupati inoltre per il settore della pe-sca. Sembra che sia stato eli-minato dal consiglio camerale.

Scriveremo a tutte le istitu-zioni e presenteremo un det-tagliato esposto in Procura».

Da segnalare, infine, che la posizione di “Forza d’urto” non sembra essere isolata: diversi eurodeputati siciliani, peraltro di varie posizioni politiche, hanno votato, infatti, contro il provvedimento preso dall’UE. Sembra, inoltre, che anche la stessa popolazione siciliana, malgrado talune critiche, sia vicina al movimento.

A testimonianza di ciò basti segnalare la presenza di diversi pensionati, studenti, disoccu-pati e altri rappresentanti di altre forze professionali alla manifestazione del 18 feb-braio.

Dario Milazzo

Dopo una fase di “quiescenza”, il 18 febbraio si è tenuta a Catania una nuova manifestazione di protesta del Movimento dei “Forconi”

Le iniziative di “Forza d’urto”Abolizione dei dazi per i prodotti provenienti dal Marocco e disinteresse delle Isti-tuzioni: queste le cause delle manifestazioni dei “Forconi”

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AttualitàAttualità

Adrano - Secondo le stime del 2005 in Sicilia sono circa 55mila le persone con disabilità a vista, udito e parola.

Numeri enormi di cittadini che ogni giorno vivono dietro le barriere fisiche, spesso isolate dal resto della società.

Tra questi, parecchi sono i bam-bini che hanno grande bisogno di assistenza, la quale non è sempre

te due distinti corsi professionali, la formazione gratuita di quaranta giovani dai 16 ai 35 anni: metà di questi avranno l’opportunità di apprendere la letto-scrittura Braille, gli altri, invece, potranno apprendere la L.I.S. (Lingua Inter-nazionale dei Segni).

I locali delle lezioni saranno quelli dell’Istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente che si trova in via Trapani ad Adrano.

Il primo ad iniziare sarà il corso Braille (le cui iscrizioni saranno aperte fino al 9 marzo) che si terrà dal 13 marzo al 19 aprile ogni mar-tedì e giovedì pomeriggio.

Successivamente toccherà al corso LIS che sarà tenuto dalla do-cente Rosaria Spinella, i cui termini di iscrizione non sono stati ancora

Biancavilla - In merito al riordi-no territoriale degli Uffici del Giu-dice di Pace che tanto sta facendo discutere gli organi politici nazio-nali e che dovrebbe culminare con la chiusura di oltre il 75% delle sedi dislocate nei comuni del belpaese come disposto dal D.L. 13/08/2011 n° 138, anche a Biancavilla, pare che inizi a muoversi qualcosa.

Perlomeno nella ricerca delle possibili soluzioni a tal problema. L’amministrazione Glorioso rompe infatti il silenzio che fino a qual-che giorno fa regnava su questo argomento e seguendo i positivi esempi di Acireale, Giarre e Bron-te, inizia ad interrogarsi su quali misure potrebbero essere adot-tate per continuare a garantire un servizio di tale importanza ai propri cittadini.

Invitato a farsi sentire su questo specifico argomento, su esorta-zione dei militanti della Giovane Italia di Biancavilla, sembra che il comune biancavillese stia ini-ziando a pensare alla possibilità di un unico ufficio del Giudice di pace con Adrano, soluzione di ac-corpamento peraltro prospettata e resa praticabile dal D.L. sopra menzionato e che disciplina la materia a riguardo.

Il giudice di pace, rappresenta l’organo di giustizia più vicino al cittadino, chiamato a svolgere im-portantissime funzioni in materia di contenzioso giudiziale, già di

competenza pretorile, oltre a rile-vanti compiti di conciliazione stra-giudiziale, e a fornire una preziosa collaborazione tecnico-processua-le, soprattutto in favore delle fasce più deboli della popolazione, che si trovano meno tutelate di fronte ad un “sistema giustizia” dai costi di accesso sempre molto alti.

E proprio a questi aspetti fon-damentali il Comune di pertinenza deve volgere lo sguardo facendo tutto quanto sia in suo potere per continuare a garantire un servizio di suddetta importanza.

Non possono infatti essere soltanto considerazioni di ordine economico e di contenimento delle spese a guidare la scelta del legislatore, soprattutto in un settore così delicato come è quello della giustizia.

La prospettata soluzione di ac-corpamento con Adrano, qualora si realizzasse, eliminerebbe il ri-schio di far venir meno alla comu-nità biancavillese i servizi dell’or-gano di giustizia in questione data la vicinanza tra i due comuni e, di conseguenza, cosa non da poco, si eviterebbero ai residenti delle due cittadine etnee quei disagi che sca-turirebbero dal recarsi a Catania o in altri centri in cui gli uffici del giudice di pace sono attivi, anche per questioni giuridiche di bassa rilevanza.

Giuseppe Mangano

Adrano - Conclusosi l’anno Europeo del volontariato, pro-seguono con sempre maggior fervore collaborativo le attività di organizzazioni atte a promuovere l’impegno di volontari a servizio della società civile, in nome di un alto senso di solidarietà e carità.

“Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della de-mocrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armo-nioso delle società europee”, così si legge nella Decisione del Consiglio dell’Ue del novembre

2009; l’attività del volontariato riveste, infatti, un ruolo impor-tante nella popolazione italiana ed europea: secondo il Censis, il 26% degli italiani svolge attività di volontariato, che è più radicata nei giovani, spinti da motivazioni di carattere etico-religioso o più semplicemente da un alto senso di dovere e impiego a vantaggio della società civile.

I settori su cui si concentrano le attività di volontariato sono la sanità, l’assistenza, la tutela dei diritti e ancora il significativo im-pegno nella tutela dell’ambiente, nella cultura e nello sport.

La Fraternità di Misericordia di Adrano, associazione di volonta-

riato impegnata prevalentemente nell’assistenza socio-sanitaria e nel primo soccorso, apre il nuovo anno con numerosi propositi e progetti per la protezione e il sostegno della società civile.

specificati. Per tutte le informazioni e le

iscrizioni ci si può rivolgere allo sportello “Orientagiovani”del comune di Adrano, sito in via S. Pietro 102, tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.30.

Al termine del corso ai parteci-panti verrà rilasciato un attestato di frequenza ed un certificato di partecipazione, inoltre sarà data loro la possibilità di usufruire di uno stage formativo che verrà svolto nelle scuole adranite pro-prio per mettere sin da subito i partecipanti vicini alle realtà che hanno studiato e regalare ai bambini disabili la gioia di poter comunicare con nuova gente.

Dario Lazzaro

Politiche giovanili

Ad Adrano corsi Braille e LIMDue corsi professionali inizieranno tra pochi giorni e coinvolgeranno 40 giovani tra i 16 e i 35 anni. I corsi sono gratuiti e prevedono la consegna di attestato di partecipazione e certificato di frequenza per i partecipanti. Iscrizioni fino al 9 marzo presso lo sportello Orientagiovani.

Giudice di pace a rischio sfratto

Due sono i progetti proposti dalla confederazione nazionale delle misericordie d’Italia riguar-danti l’assistenza sanitaria e la protezione civile:

- progetto “Insieme e volonta-

Attività di volontariato

La “Misericordia di Adrano”e i nuovi progetti a sostegno della società civile

adeguata alle loro disabilità. Proprio su questa linea deve

concentrarsi il lavoro delle am-ministrazioni locali, le quali, solo attraverso l’investimento di mezzi e risorse, potranno dare un valido sostegno ai loro abitanti.

Nei giorni scorsi l’assessorato alle politiche giovanili del comune di Adrano in collaborazione con lo IERFOP (Istituto Europeo Ricerca Formazione e Orientamento Pro-fessionale), ha avviato un interes-sante progetto che prevede, trami-

riamente attivi 2”con 10 volon-tari impiegati nel settore assi-stenza, attività sanitaria, attività di servizi secondari, dimissioni, ricoveri, emergenze attivate dalla centrale operativa 118;

- “protezione civile adranis 2” con sei volontari impiegati nel settore protezione civile (antin-cendio boschivo, salvaguardia del territorio ambientale).

Fra le attività svolte, di fon-damentale importanza è quella della diffusione specie fra i giova-ni della cultura del volontariato nell’ambito del territorio comu-nale, promuovendo attività di collaborazione con le istituzioni scolastiche impartendo delle no-zioni elementari di primo soccor-so, tramite corsi di formazione rivolti a tutta la cittadinanza, per divulgare la cultura del volonta-riato nei giovani.

Piera Elisa Ragusa

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AttualitàAttualità

In seguito alla presenta-zione del nuovo progetto “Servizi demografici onli-

ne”, ideato dall’Amministra-zione comunale in sinergia con gli Uffici del Comune, Bloc Notes ha deciso di intervistare l’assessore al ramo, Gaetano Sant’Elena.

Assessore, in 4 mesi è già riuscito a proporre molti dei suoi progetti, ci spiega un po’ cosa è riuscito a realizzare?

Devo premettere che questa non è la mia prima esperienza in ambito politico. Dal 1994 al 1996 ho già avuto la carica di vicesindaco del Comune di Biancavilla, e devo dire che nell’arco di 16 anni il sistema giuridico dell’amministrazione è cambiato tantissimo.

Prima l’assessore collabo-rava a stretto contatto con il proprio partito, mentre adesso collabora a contatto diretto con il sindaco, rappresentando la volontà degli elettori che hanno eletto il primo cittadino.

Il mio ruolo principale all’in-terno del comune di Bianca-villa è quello di mantenere il bilancio, ma io non mi occupo solo di questo, infatti alcuni dei progetti più importanti che sono riuscito a realizzare sono: il nuovo regolamento del servizio Idrico, e l’entrata del Comune di Biancavilla nel distretto turistico antichi me-stieri e antichi sapori.

Quali sono le iniziative future?

In seguito ad una mia propo-sta è in trattazione al consiglio comunale il regolamento dei parcheggi a Biancavilla che vedrà oltre le strisce blu e bianche, gialle le strisce rosa, per agevolare le donne incinte; questi saranno siti in prossimi-tà di scuole o enti pubblici.

Inoltre si è previsto un Bud-get di 100mila euro indirizzato sotto forma di agevolazione a tutte le aziende della provincia di Catania che durante il 2012 assumeranno giovani Bianca-villesi di età compresa tra i 18 e 32 anni.

A breve i dipendenti dell’a-rea sviluppo economico e del CED del Comune saranno impegnati a censire tutte le aziende Biancavillesi, con lo scopo di avere una mappa-tura che consenta al comune un riconoscimento del livello economico-territoriale.

Entro maggio Biancavilla avrà un percorso turistico che presenterà il nostro comune in tutti i suoi aspetti, così da dare un’alta impronta del nostro comune ai turisti che vengono a visitarci sia per le festività patronali che per gli eventi fieristici.

Un grande progetto che entro la primavera farà diven-tare Biancavilla un comune all’avanguardia sarà quello di avere internet gratis in piazza Roma, piazza Collegiata, e alla Villa delle Favare.

Ci spiega nei dettagli il

progetto presentato qualche giorno fa, “Anagrafe On Line”?

Noi come comune di Biancavilla aveva-mo già l’idea di met-tere l’ufficio della anagrafe disponibile a tutti i cittadini online. Il progetto si è con-cretizzato completa-mente con il decreto Semplificazione. Per accedere al servizio, i cittadini dovranno registrarsi sul sito e potranno visualizza-re la loro personale

situazione anagrafica e acce-dere alla raccolta di autocer-tificazioni.

In questo modo verranno eliminate le lunghe code agli Uffici e abbattuti i costi per il rilascio del certificato.

Questo servizio lo può effet-tuare semplicemente il cittadi-no con il proprio account, ma per abbattere ulteriormente i costi ho pensato di proporre il progetto anche ai patronati e ai professionisti abilitati, concedendo loro la possibilità di consultare tutto l’archivio dell’ufficio anagrafe Biancavil-lese, a modello del sistema già utilizzato dalle forze dell’or-dine.

Quale è il suo sogno per il comune di Biancavilla?

Una parte del mio sogno per Biancavilla si è già realizzato quando nel 1995, insieme a Giuseppe Furnari e Viancenzo Cantarella (allora consiglieri), siamo riusciti a fare acquistare al Comune la Villa delle Favare.

Questa è stata la realizza-zione di un sogno che proget-tavamo fin dall’adolescenza, quando volevamo un luo-go all’insegna della cultura, dell’informazione e del ritrovo giovanile.

Adesso un nuovo sogno che mi piacerebbe realizzare è quello di poter coprire tutta Biancavilla con una rete Inter-net Wireless gratis, accessibile a tutti.

Placido Salamone.

Biancavilla, un cantiere di progetti

A colloquio con l’assessore Gaetano Sant’Elena

Belpasso - E’ Emmanuele Consoli il Baby sindaco della scuola media “Nino Martoglio” di Belpasso, diretta dal dirigente scolastico Cettina Rapisarda con referente del progetto la prof.ssa Valeria DiStefano.

“L’iniziativa del Baby sindaco- ha specificato la prof.ssa Rapisar-da- s’inserisce nel progetto più vasto di educazione alla legalità, alla cittadinanza e costituzione.

Il progetto diventa un modo diretto per avvicinare i ragazzi all’elettorato attivo, attraverso la candidatura in prima persona o l’elezione dei rappresentanti dei vari organi amministrativi.

Un rapporto concreto con l’Ente locale ha permesso, inol-tre, di portare i ragazzi nei luoghi delle istituzioni”.

PICCOLA CITTA’Emmanuelle Consoli proclamato Baby-sindaco della scuola media “Nino Martoglio”

La proclamazione ufficiale del Baby-sindaco è avvenuta, lo scor-so 9 Febbraio, nel corso di una cerimonia ufficiale a cui, oltre alla Piccola Città, hanno preso parte il sindaco di Belpasso Alfio Papale, il Presidente del Consi-glio Nino Rapisarda, il consigliere Salvo Licandri ed il rappresentate d’istituto dei genitori Salvatore Di Stefano.

“Da diversi anni- ha detto Pa-pale- l’elezione del Baby-sindaco è un momento che si ripete con successo di partecipazione.

Significative sono state le visi-te d’istruzione al Parlamento ita-liano a Roma o quello Europeo a Bruxelles perché hanno permes-so di far crescere culturalmente i ragazzi rispetto a quanti non ha vissuto un’esperienza simile”.

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Inchiesta

La narrazione è farraginosa, si pre-ga il lettore di schematizzare per non desistere.

Cominciamo col dire che la fonda-zione Sangiorgio Gualtieri non è una fondazione, o perlomeno non lo è più da quando, nel 1986, divenne IPAB per volontà legislativa. Si tratta di con-suetudine nominale giuridicamente inesatta. Ma, corretta l’inesattezza più siderale, ripercorriamo le dinamiche della vicenda dall’inizio, per chi si fosse sintonizzato solo adesso, e anche per chi sintonizzato lo è da sempre, ché a sentirne in giro ci sono più mistificazioni che verità.

Si parte da Adamo ed Eva – non esageriamo - si parte da Domenico San-giorgio Gualtieri e da Marietta Sidoti, coppia d’alto lignaggio imperante negli adornesi latifondi.

15 febbraio 1938: lui, come da copio-ne, scompare, e lei, donna colle braghe e coi baffi, mascolina e decisionale, si ritrova sola, con una guerra mondiale alle spalle e una di fronte.

A proposito, in guerra e in dopo-guerra elargì olio, pane e frumento a chi aveva lo stomaco vuoto, sebbene il (pre)giudizo collettivo la voglia ava-ra e Paperona: la storia smentisce, e smentirebbero anche gli stomaci degli interessati.

Semmai era ferrea e rigida, come dev’esserlo una donna sola e ricca in tempi di ambasce, ma non per questo ingenerosa.

Voci urbane confermano che rifor-nisse di agrumi persino le tavole del duce, il quale – ne siamo certi – sol vedendoli si leccava i baffi.

Il figlio Giovanni Vincenzo, medico rinomato, morì a cinquant’anni per vivacità di consuetudini veneree (pare fosse affetto da sifilide), e, anticipando con sagacia i tempi, eluse il matrimo-nio non precludendosi un’amante.

Quest’ultima, donna colle braghe e coi baffi pure lei (evidentemente era moda ormonale, si fa per dire ), diven-ne figura determinante con la morte di Marietta, immediatamente successiva a quella del figlio.

Qui l’intreccio si contorce e le sfu-mature diventano gialle. Elucubrazioni di corte parlano di avvelenamento, certezze non dimostrabili semplifica-no a morte subitanea, sta di fatto che Marietta morì e il giallo si estese anche al testamento che redasse.

Il patrimonio di cui parliamo, per

dirla alla Paolo Bonolis, si aggira attorno al mezzo miliardo del vecchio conio, e quando c’è abbondanza di denaro, si sa, c’è legittimità di sospetto.

In un primo momento la spartizione riguardò banchieri, palazzi amministra-tivi e palazzi vescovili; ma ciò destò sospetti e rumori che echeggiarono su fino alla Capitale, e improvvisamente dal cilindro saltò fuori un secondo te-stamento (forse per mettere a tacere voci che avrebbero alimentato scomode dietrologie) che prevalse sul primo in quanto redatto in data posteriore.

Il testamento in questione sorpre-se persino le aspettative più vivaci: i beni erano interamente destinati alla fondazione e all’edificazione di due orfanotrofi, uno femminile (che, per la cronaca rosa, venne edificato subito dopo) e uno maschile (che, per la cro-naca gialla, rimase a metà a causa di misteriosissimi guai).

Il primo, l’attuale “Casa dei Bambini”, sino al 1986 rimase femminile, e forniva di corredo nuziale le orfanelle prossime al matrimonio che vi erano cresciute: robe suggestive insomma.

La gestione del patrimonio – sempre secondo il suddetto testamento – do-veva essere affidata ad un consiglio d’amministrazione formato da quattro

componenti (o forse più, a tal propo-sito non posso garantire ufficialità e ci accontentiamo dell’approssimazione): uno in rappresentanza del sindaco, uno in rappresentanza del Banco di Sicilia, uno in rappresentanza del presidente del tribunale e un’anonima signorina.

E chi è? Facciamo un passo indietro: trattasi dell’amante di Giovanni Vincen-zo di cui sopra.

Dissidi di sfumatura economica de-terminarono una perenne instabilità relativamente all’ordine di suore dele-gato alla gestione dell’orfanotrofio: se ne successero tantissimi, sino all’arrivo,

Lo strano caso della Fondazione Sangiorgio Gualtieri di Adrano

Scena e retroscena della vicenda che ha mobilitato suore e cortei

Alex Minissale

Donna Marietta Sangiorgio Sidoti

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Inchiestanegli anni ’70, delle Figlie di Maria Ausiliatrice (alias Salesiane di Don Bosco). Ad ogni modo, in quanto fondazione, i proventi agri-coli erano destinati unica-mente al mantenimento dei bambini occupanti l’or-fanotrofio, ma pian piano il meccanismo produttivo divenne sterile e i denari residuali si volatilizzarono.

Giungiamo al 1986, spartiacque cronologico-giuridico: da fondazione – come già detto nell’intro-duzione – a IPAB, acroni-mo di “Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza”.

Non sto qui a tediarvi con un’analisi giuridica di uno degli organismi di diritto pubblico più con-troversi, certifico piuttosto la differenza più rilevante: la sussistenza economica di una fondazione è uni-camente relativa al patri-monio ereditato, quella di un IPAB è unicamente relativa a finanziamenti regionali. Per la precisione, trattasi di finanziamenti nazionali, ma la Sicilia – mediante un encomiabile ed encomiata legge regionale redatta dall’onorevole Parisi – se ne appropriò in virtù dello statuto speciale.

Inoltre, da IPAB quale l’istituto era diventato, era tenuto a soddisfare re-quisiti e norme precedentemente inesi-stenti, perlopiù finalizzate alla tutela dei bambini (soglia minima di metri quadra-ti a loro disposizione, parametri relativi alle dimensioni di tavoli, sedie e letti), visto e considerato che le suore, forti dell’ampio margine di anarchia interna, erano notoriamente inclini a trattare gli orfani da domestici tuttofare.

Ma delle volte le consuetudini vinco-no le istanze di legalità, e determinati requisiti non si riuscivano ad assolvere: si ricorse allora ad un’ autorizzazione in proroga.

Venne stilato un certificato di ido-neità, il convitto divenne semi-convitto (per il quale era previsto il vitto ma non il pernottamento) e i finanziamenti era-no stanziati in proporzione alla quantità di bambini ospitati.

Tuttavia, le beghe burocratiche che questa conversione implicò, compor-tavano anche la stesura di un bilancio annuale a duplice relazione (tecnica e morale) e a duplice tappa (transitava per la prefettura e, successivamente, per la Regione Sicilia).

Paletto temporale: negli anni ’90 l‘amante di Giovanni Vincenzo passò a miglior vita, dando avvio a quella che convenzionalmente definiamo l’era dei

commissari. Dicasi commissario qualsiasi sogget-

to spedito dalla regione per supplire un Cda che non riusciva a ricomporsi. Ma, come ogni situazione vagamente monocratica, l’andamento della baracca fu fortemente legato alla personalità

ebbe, in primo luogo, il fine di annullare il rischio che un presidente novello mo-difichi di sua iniziativa l’ordine di suore delegato alla gestione dei bambini, e, in seconda istanza, l’obbiettivo di for-malizzare l’influenza decisionale delle suore in sede verticale.

A tal proposito, si ricorda che ac-cogliere un nuovo ordine di suore che supplisca le salesiane non prescinde dalla modifica dello statuto: prima di tutto occorre intervenire a livello tecni-co, altrimenti ci si troverebbe di fronte ad un’incompatibilità formale.

Sospettoso, inoltre, il silenzio piatto dell’attuale rappresentante delle suore in sede di Cda, che – in prospettiva di un allontanamento delle stesse – avrebbe dovuto, al contrario, reclamare giustizia a gran voce impugnando lo statuto.

Un ipotetico concorso di colpa, co-munque, accontenterebbe tutti. A par-tire dal sindaco, effettivo responsabile della mancanza di fondi – vero e pro-prio movente di allontanamento delle

suore – considerando che sulla sua scrivania si decide quanto destinare agli anziani e quanto ai bambini: la differenziazione dei finanziamenti ricevuti dalla regione a titolo di “utilità socia-le”, infatti, è a suo carico.

Mi preme ergere un paral-lelo che potrebbe dare avvio a polemiche da pianerottolo: mentre ad Adrano si paventa-no chiusure e decadimenti, la Casa del Fanciullo Francesca Messina (corrispettivo IPAB biancavillese) spicca il volo e tocca quota quaranta bambini, dai ventisette di partenza, che oltre che doposcuola, di fatto, fanno anche scuola, seguiti da personale competente, qualifi-cato e (direbbe Sgarbi) pagato.

Ma questo non vuole esse-re né elogio di un sindaco, né discredito dell’altro, certifico i fatti lontano anni luce da doppi fini, non è la mia penna a dover tessere meriti e demeriti.

Perdonando la digressione in prima persona, si ribadisce che il testamento, ad oggi, ha valenza esclu-sivamente volitiva, non giuridica, e che celebrare il raggiungimento di obbiettivi non raggiunti risulta controproducente per la collettività (per quanto forse illuminante per i singoli): non voglio menar gramo, ma una bocciatura del bilancio è sufficiente motivo di chiusura (è già dicembre, si prospettano dunque tempi di proroghe perpetue), così come il mancato soddisfacimento dei requisiti morali.

La promessa di attivarsi per la ricerca di un nuovo ordine religioso non è che un impegno di carta pesta, palliativo e non risolutivo, impossibile – ad oggi – dal punto di vista formale, e inutile sul piano concreto: finché saranno i soldi a mancare, il susseguirsi di ordini sarà un mero occultamento del problema, la piazza sarà sempre più strumentale e i colpevoli sempre più impuniti, immu-nizzati da promesse che puntualmente non verranno mantenute.

del singolo: si susseguirono commissari che risollevarono le sorti, e commissari che le affondarono ancora e ancora, alternandosi a presidenti e Cda di transizione più instabili del carbonio 14. Peraltro ogni commissario ebbe il vincolo temporale della provvisorietà: la permanenza non durava più di un anno e mezzo perché la legge imponeva il tentativo di ri-formazione del Cda.

Circa sette anni fa, su modifica dello statuto, venne inserito nel Cda un nuo-vo componente, in rappresentanza del-le suore salesiane. Tale provvedimento

Dott. Giovanni-Vincenzo

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14 Bloc Notes Febbraio 2012

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Scuola

L’Unione Europea rischia di ritrovarsi con un numero di inse-gnanti insufficiente nella scuola primaria e secondaria e l’Italia è tra i Paesi più esposti perché ha la percentuale più alta di docenti ultracinquantenni nelle scuole superiori.

Lo rivela l’indagine ‘I dati chiave dell’istruzione in Europa 2012” presentata dalla Commis-sione europea.

Dalla ricerca emerge che l’i-struzione superiore rappresenta “ancora la migliore polizza assi-curativa contro la disoccupazio-ne, perché i diplomati hanno una maggiore probabilità di trovare un lavoro rispetto ai loro coeta-

Insegnanti a rischioSono stati ancora una volta gli studenti meritevoli i prota-gonisti della cerimonia che si è svolta, ieri sera, a Villa delle Favare a Biancavilla.

L’assessore alla Pubblica Istruzione Salvatore Pastanel-la ha consegnato le borse di studio per 9 diplomati che, nel 2011, hanno superato a pieni voti la Maturità.

Ai “centisti” è andato un contributo di 150 euro, messo a disposizione dall’Amministra-zione comunale nell’ambito de-gli interventi a sostegno degli studenti biancavillesi.

“E’ il riconoscimento di tutta la città – ha detto Pastanella – L’Amministrazione Glorioso vuole premiare il merito e questi ragazzi si sono distinti, dimostrando nella loro carriera

Borse di studio ai 9 centisti biancavillesi

Sono state 39 le borse di studio consegnate dall’Amministrazione comunale agli studenti meritevoli delle scuole medie della città “Bru-no” e “Sturzo”.

Si tratta di ragazzi che, nel 2011, hanno superato a pieni voti l’esame di licenza media.

L’Amministrazione Glorioso ha previsto un contributo di 100 euro per quanti in pagella hanno ottenuto “10” e di 80 euro per gli studenti che sono stati licenziati con “9”.

La cerimonia di premiazione si è svolta a Villa delle Favare, davanti ad una platea composta da genitori emozionati.

A consegnare le borse di studio sono stati il sindaco Pippo Glorioso e l’assessore alla Pubblica Istruzio-ne Salvatore Pastanella.

“Vogliamo riconoscere il merito – spiegano Glorioso e Pastanella – con queste iniziative, ogni anno, vogliamo sostenere i nostri ragazzi nel loro percorso formativo”.

Soddisfatti i giovanissimi bene-

39 borse di studio ai meritevoli delle Medie

ficiari delle borse di studio. “E’ per noi – dicono alcuni ra-

gazzi – uno stimolo ad impegnarci e a fare di più alle superiori”.

I riconoscimenti sono andati a: Pierfrancesco Grasso, Giulia Santangelo, Rosanna Di Francesca, Martina La Manna, Paola Leoca-ta della Bruno, Claudia Amato, Federica Bisicchia, Andrea Borzì, Gaetano Caruso, Claudia Ciletta, Stefania Ciletta, Enrica Crispi, Giorgia Giacalone, Martina Gioco, Alessia Giordano, Floriana Grasso, Karmela Kovacova, Claudia Lanaia, Valentina Lanaia, Ilenia Lanza, An-drea Mammoliti, Flavia Navarria, Iulia Opruta, Marina Pastanella, Damiano Petralia, Giuliana Porta-le, Giuseppe Privitera, Emanuele Randazzo, Floriana Reitano, Clau-dia Saccone, Martina Saitta, Maria Agata Salamone, Piermanuele Sberni, Emanuela Tomasello, Fe-derica Tomasello, Lucrezia Toma-sello, Alessandra Ventura, Roberta Ventura, Emanuela Viaggio della Sturzo.

Continua ad essere premia-to il merito dall’Amministrazio-ne comunale di Biancavilla che, in queste settimane, ha voluto omaggiare i giovani che hanno conseguito brillanti risultati nel loro percorso formativo.

Il 16 febbraio è stata la volta dei 20 dottori che, nel 2011, hanno conseguito la laurea a pieni voti. Tra i premiati anche coloro che hanno discusso una tesi di laurea su Biancavilla.

Ai giovani dottori bianca-villesi è stato conferito un encomio e una borsa di studio messa a disposizione dall’Am-ministrazione comunale.

Per quanti hanno consegui-to una laurea magistrale con riferimento a Biancavilla è an-dato un contributo di 600 euro.

A coloro che hanno con-seguito una laurea triennale, con riferimenti sempre a Bian-

20 giovani dottori premiati per la laurea a pieni voti

cavilla, è stato assegnato un contributo di 300 euro.

Tra i temi affrontati nelle tesi di laurea su Biancavilla, la figura del poeta futurista Antonio Bruno, gli scavi della metropolitana, l’immaginario cambio d’uso di Villa delle Favare, la trasformazione degli spazi della linea ferrata in piste ciclabili.

A tutti gli altri, tra triennale e specialistica, è andata una borsa di studio di 200 e 250 euro.

A consegnare le borse di stu-dio sono stati il sindaco Pippo Glorioso e l’assessore alla Pub-blica Istruzione Salvatore Pa-stanella. “E’ un riconoscimento per la nuova classe dirigente della nostra città – hanno detto Glorioso e Pastanella – la no-stra Amministrazione ha fatto la scelta di puntare sui giovani

e di premiare il merito. Ai neodottori diciamo di

credere nelle loro ambizioni e di mettere a disposizione della città il loro talento”.

Questi i dottori premiati: Ornella Sapia, Carlo Santo Salamone, Francesca Grasso, Antonio Mursia, Adriana Le-otta, Rosanna Lipari Galvagno, Fabio Pulvirenti, Valentina Bar-bara Costanzo, Giusi Marcella Pulvirenti, Daniela Tomasello, Salvatore Lavenia, Catia Tarsia, Francesco Costanzo, Carmelis-sa Di Grazia, Laura Compagno-ne, Martina Toscano, Lorena Tempera, Giuseppe Mazzaglia, Davide Gentile, Angelo Verzì.

Dai neolaureati emerge un dato: vengono preferite mag-giormente le facoltà scientifi-che a quelle umanistiche. Tra le più gettonate Ingegneria e Medicina e Chirurgia.

scolastica di essere particolar-mente brillanti”.

I 9 centisti biancavillesi pre-miati sono: Simone Fallica, Ros-sella Gioco, Federico Mordenti, Laura Portale, Ivonne Sarvà del Liceo Classico e Scientifico

“Verga” di Adrano, Maria Elena Ingrassia, Vincenza Gabriella Petralia dell’Istituto Branchina di Adrano, Elisa Giuseppina In-grassia, Rosaria Zammataro del Liceo Socio-Psico-Pedagogico di Biancavilla.

nei senza un diploma”. Campanello d’allarme soprat-

tutto per l’Italia dove il 57,8% degli insegnanti nelle scuole superiori ha più di 50 anni, solo un altro Paese supera la soglia del 50% ed è la Germania ma comunque lontana (50,7%) dal dato italiano.

A ciò corrisponde un numero di insegnanti sotto i 30 anni molto basso: anche in questo caso, l’Italia registra un record negativo (appena lo 0,5%), più distanti anche se ugualmente negative le percentuali di Ger-mania (3,6%), Bulgaria (5,5%), Austria e Islanda (entrambe al 6%) e Spagna (6,8%).

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Bloc Notes 152012 Febbraio

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Sono previste particolari agevolazioni per gli imprenditori individuali anche in forma di impresa familiare e per i professionisti , nel caso in cui decidano di inviare telematicamente all’Amministrazione finanziaria i propri corrispettivi, le fatture emesse e ricevute,oltre che le risultanze degli acquisti e cessioni non soggetti a fattura.

Se verranno rispettate le suddette condizioni potranno beneficiare di semplificazioni e assi-stenza dell’amministrazione finanziaria per gli adempimenti amministrativi e potranno ottenere il rimborso dell’eventuale credito Iva o compensarlo prima rispetto agli altri contribuenti.

Sarà inoltre possibile la soppressione dell’obbligo di emissione di scontrini fiscali e l’aboli-zione del visto di conformità previsto per compensare in F24 l’eventuale credito Iva superiore a 15.000 Euro.

Economia - LavoroTributi

a cura di Salvatore Bulla

Regime premiale per la trasparenza

Turismo

Lo stand della Provincia di Catania e dell’Etna Con-vention Bureau spopola

all’edizione 2012 della Borsa internazionale del Turismo di Milano.

La terra dell’Etna conferma la sua capacità attrattiva ri-chiamando numerosi operatori nazionali e internazionali.

Oltre a Francia, Germania e Spagna, che anche quest’anno hanno riconfermato il loro in-teresse per il territorio, novità di questa edizione la presenza tra i padiglioni etnei di decine di tour operator, agenti di viaggio ma anche giornalisti provenienti da mercati emer-genti. Su tutti la Cina, la Russia e alcuni paesi dell’Est.

“L’Etna convention bureau, nella sua nuova veste, ha rac-

colto l’invito della Provincia e ha organizzato la fiera che ha riscontrato un successo di pubblico – ha dichiarato Nico Torrisi, amministratore dele-gato dell’Ente – Per il futuro ci auguriamo un coinvolgimento sempre maggiore delle Istitu-zioni”.

Tra gli stand attori e compar-se che raccontano ai visitatori la cultura siciliana attraverso la drammatizzazione di brani di autori come Verga, Piran-dello etc.

“Catania è cultura – spiega Antonio Maugeri, consigliere d’amministrazione dell’ Etna convention bureau – Abbiamo scelto di puntare su ciò che ci riesce bene.

La risposta è stata immedia-ta. Non solo da parte di turisti

e viaggiatori ma anche dagli addetti ai lavori che intendono investire su eventi culturali che genereranno un ritorno di im-magine per il nostro territorio: documentari, festival, mani-festazioni di grande richiamo turistico”.

“Anche quest’anno abbiamo coinvolto il mondo della cultura e dell’università – ha dichiarato Benedetto Puglisi, direttore generale dell’Etna convention Bureau -. Abbiamo siglato un protocollo con i corsi di laurea specialistici sul turismo della Facoltà di Economia di Catania per portare laureandi a Milano. Giovani preparati, con un’otti-ma padronanza delle lingue e conoscenza delle tradizioni e dei punti di forza del territorio”.

È stato presentato il portale di informazione turistica City-Maps ideato da Bice Guastella e Sarah Bersani di Industria01, che gode del patrocinio dell’en-te provincia, e il “Distretto Turi-stico Territoriale della Regione Siciliana Il Mare dell’Etna”, una società costituita da enti pubblici e società private allo scopo di promuovere politi-che di turismo e sviluppo del territorio.

Successo di pubblico per la Provincia di Catania e per l’Etna Convention Bureau alla Bit 2012 di Milano

Successo di partecipazio-ne, nell’Aula Consiliare del Comune di Belpas-

so, per la “Festa dei Laureati”, rivolta a quanti hanno con-seguito il titolo accademico nell’anno 2011.

Circa 70 i neo-dottori che hanno preso parte all’evento organizzato come sempre da Nuccio Marino in qualità di responsabile della sezione di Belpasso della segreteria dell’Università di Catania: “Questo giorno è molto im-portante per noi della segre-teria, una delle più efficienti dell’Ateneo.

Vedere laureati gli studenti che si sono avvicinati al no-stro ufficio amministrativo è la sintesi migliore per il lavoro da noi compiuto”.

Tantissimi gli intervenuti:

il sindaco Alfio Papale, il pre-sidente del Consiglio Nino Rapisarda, numerosi docenti universitari e, soprattutto, di-versi imprenditori della zona.

“Questa festa- ha precisa-to il primo cittadino- è un’oc-casione davvero unica perché consente di mettere insieme i giovani laureati con gli im-prenditori della nostra zona industriale di Piano Tavola al fine di incentivare possibili opportunità di sviluppo occu-pazionale”.

Nel corso della Cerimonia ai neo-laureati è stata conse-gnata una pergamena e una cornice in ricordo di questo momento sicuramente uni-co, che coniuga il traguardo culturale personale come occasione di partecipazione cittadina.

Riconoscimenti per gli studenti ap-partenenti alla segreteria belpassese dell’Università di Catania. Momento d’incontro tra i giovani e gli impren-ditori locali

“FESTA LAUREATI” A BELPASSO

Belpasso - Nel corso dell’ulti-ma seduta, del2 Febbraio 2012, il Consiglio Comunale di Belpasso ha approvato, grazie ad una mani-festa volontà della maggioranza, l’unico punto all’ordine del giorno, ovvero il Piano urbanistico Com-merciale allo scopo dell’adegua-mento del vigente PRG ai criteri di programmazione urbanistico commerciale.

Il piano, redatto da Angelo Caf-farelli e Giuseppe Schilirò, consen-te la nascita di nuove strutture di vicinato, purché la loro superficie non superi i 150mq, mentre per quelle di medie strutture di ven-dita le misure dovranno andare 151mq ai 1000mq. Queste ultime, però, devono essere anche dotate di parcheggio e aree per lo scarico merci.

Spazio anche al commercio nel-le zone agricole, dove i capannoni per la trasformazione dei prodotti del settore, potranno attrezzare

Consiglio comunale Nino Rapi-sarda: “Si tratta di un documen-to sicuramente importante per lo sviluppo della nostra città, che è stato approfondito nel corso di diversi incontri”.

un’area pari al 10% della loro superficie e sino a un massimo di 100mq per la vendita al dettaglio. Inoltre, nella zona industriale sarà possibile attrezzare alla vendita il 10% della superficie coperta di ogni singolo lotto da destinare ad attività commerciale.

“L’attuazione di tale proget-to- ha specificato il sindaco Alfio Papale- va a completare l’iter dei lavori propedeutici per il Piano Regolatore Generale.

Per di più, col Piano Commer-ciale si vuole incentivare la nascita di nuove attività, tenendo conto delle attuali difficoltà strutturali del settore agricolo e industriale, assecondando pure contestual-mente le tendenze del terziario verso cui è vocato il territorio bel-passese per la vicinanza di grosse infrastrutture viarie”.

Soddisfazione per l’approva-zione del nuovo strumento è stata espressa anche dal presidente del

Approvato Piano Urbanistico CommercialeCONSIGLIO COMUNALE BELPASSO

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16 Bloc Notes Febbraio 2012

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Beni culturali

Gli antichi chiamano Symai-thos il fiume che scorre nella Sicilia centro-orientale. La etimologa del nome è incerta poiché la radice del toponimo si trova in varie località orien-tali, ma probabilmente il nome del fiume ha origine pre-greca, forse sicula, poiché in genere

nel mondo antico la toponomastica flu-viale ed orografica rispettava sempre la tradizione indigena.

Una certa cu-riosità ci porta in-vece al nome di una ninfa Syme, per cui Symaithos potrebbe essere il luogo di Syme.

Ovidio nelle Me-tamorfosi parla del Simeto come un fiume erocitizzato, compagno di Aci, il

giovanetto che per sfuggire a Polifemo si trasformò in fiume.

Ma miti e leggende attorno al nostro Simeto sono parec-chie: una in particolare lega il dio Adranos alla ninfa Talia-Etna dal cui rapporto amoroso sono nati due gemelli, i Palici; la ninfa, però, temendo le ire di Giunone, la quale po-teva ipotizzare che i gemelli

fossero il frutto di una delle molte avventure amorose del marito, si rivolge alla Terra-Talia, la quale accoglie la sua supplica, ingoia i due gemelli e, dopo un lungo cammino sotterraneo, li riporta alla luce facendoli scaturire sotto forma di sorgenti lungo le sponde del fiume Simeto (da qui il nome Palici, dal greco “palin”-nuovo).

Ma ancora il mito continua, infatti, le sorgenti, una a destra e l’altra a sinistra del fiume facevano scaturire due diversi tipi di acque, un’acqua limpida e quindi detta “chiara”, l’altra, a causa d’impurità, acque scure e quindi detta “nera”.

Proprio queste caratteri-stiche portavano le popola-zioni del luogo a cerimonie purificatrici; coloro che erano

Miti e leggende legati al fiume Simetoaccusati di un crimine dove-vano giurare la loro innocenza davanti alle fonti ed il loro giuramento veniva inciso su di una tavoletta, la quale veniva successivamente gettata nelle acque vorticose del fiume, pro-prio davanti alle due sorgenti.

Se la tavoletta galleggiava, l’accusato veniva dichiarato innocente e lasciato libero; se la tavoletta invece andava a fondo veniva condannato a seguire la sorte della stessa.

Secondo Diodoro Siculo non lontano dalle fonti si tro-vava un tempio dedicato ai Palici, nel quale era sistema-ta un’ara detta, in un primo tempo, “implacabile”, forse perché in tempi antichi si pro-piziavano sacrifici di vittime umane e successivamente

divenne “placabile” per inter-cessione degli stessi dei Palici.

Diodoro ci riferisce anche che la venerazione e il rispetto verso gli dei Palici erano tali che le persone che si rifugia-vano nel loro tempio gode-vano di asilo e di immunità.

Per questa ragione il tempio era il luogo dove si rifugiavano i servi che volevano sfuggire alla malvagità dei loro padroni.

Il viaggio dei miti può ancora continuare; noi ci fermiamo qui dopo aver posto lo sguardo su miti che si perdono nei tempi, lontani dagli uomini moderni, illuminati solo dalla ragione; a volte, però, il nostro animo sente il bisogno di sognare e magari di rifugiarsi in queste leggende, create dalla fanta-sia di popoli ancora fanciulli.

Angelo Abbadessa

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Bloc Notes 172012 Febbraio

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Beni culturali

Molto è stato scritto sulle con-fraternite, le loro origini, la storia e l’importanza che esse hanno avuto nei corso dei secoli.

Divenute per la cristianità del XVI secolo di infinita importanza avevano lo scopo di aggregazione tra i fedeli e far crescere il culto religioso in un periodo in cui tutto veniva messo in discussione dal protestantesimo.

Sono costituite canonicamente in una chiesa, hanno uno statuto, un titolo, degli abiti particolari. I “confratelli” non hanno obbligo di prendere i voti, di vivere in comu-nità né tantomeno di fornire il pro-prio patrimonio alla confraternita.

Le confraternite al loro inter-no hanno dei ruoli ben definiti; a capo vi è il governatore detto anche superiore, poi il vice supe-riore, il vice del vice, il consiglio di amministrazione,il segretario,

il revisore dei conti e la restante assemblea.

Le diverse cariche hanno la durate di tre anni ed è l’assemblea stessa a fare le nomine.

Per quanto riguarda la vestizio-ne ed il giuramento dei novizi ogni nuovo membro sceglie un padrino tra i vecchi superiori che lo accom-pagnerà durante la celebrazione in cui diventa membro effettivo della confraternita.

Agli albori della loro afferma-zione le loro diverse mansioni erano: assistenza ai poveri, agli ammalati ai carcerati e inoltre si prodigavano a seppellire gli stranieri, gli assassini e chi era ai margini della società; lo facevano con addosso un saio ed una “buf-fa” un particolare copricapo che lascia scoperti soltanto gli occhi per non farsi riconoscere in quanto si trattava di opere di carità.

Attualmente il superiore è il sign. Francesco Alì; noi lo abbiamo incontrato…

Sig. Alì da quanti anni è membro della confraternita?Da circa vent’anni ma già la mia famiglia da ben quattro

generazioni ha preso parte alla suddetta confraternitaAttualmente quali mansioni svolgete?Partecipiamo alla processione del venerdì santo del

Cristo agonizzante, due volte l’anno al corpus domini ed alla processione della reliquia del patrono S. Nicolò Politi

Indistintamente tutti partecipate o vi alternate?E’ obbligatorio per tutti partecipare a questi eventi du-

rante l’anno e un’ eventuale assenza comporta il pagamento di una sorta di ammenda

Annualmente si paga una quota associativa?Si certamente, anche se è una somma irrisoria, un pic-

colo gesto che serve per auto-gestirciChiunque può diventare membro della confraternita?Dai 18 ai 35 anni è possibile fare richiesta; chi non ha

familiari già tra i membri andrà a pagare una somma di partecipazione; inoltre per quanto riguarda il superamento dei 35 anni di età sarà l’assemblea a decidere l’idoneità del richiedente

Attualmente anche le donne possono prendere parte alla confraternita; è stato sempre così?

No, le donne solo da circa dieci anni dopo una modifica allo statuto hanno potuto iscriversi; prima non era possibile

Quanti confratelli siete attualmente?Attualmente quarantaquattro; siamo diminuiti tantis-

simo nel corso degli anni, sembra che i giovani non siano affatto interessati ad entrare a farne parte e questo non può che dispiacere; il mio augurio più grande è che torni la voglia e la richiesta di iscrizione poiché sarebbe brutto chiudere i battenti dopo così tanti anni di storia.

Le confraternite cristiane sono arrivate dalle nostre parti e nello specifico ad Adrano nella seconda metà del ‘500. La più antica con-fraternita adranita è quella de SS, Sacramento della chiesa madre che vanta ben 450 anni di storia, infatti si pensa che sia il 1561 la data di fondazione.

E’ stato rinvenuto un libro di antichissima manifattura rigoro-samente scritto in lingua latina che è stato poi tradotto in modo certosino dal confratello Alfio Pe-tralia che riporta oltre allo statuto numerosissimi e storici atti della confraternita; sono circa 1800 quelli tradotti!

E a suo dire l’unica ragione di questo grande lavoro è far cono-scer ed apprezzare la loro storia e le opere compiute nel corso dei secoli.

Piera Proietto

Le confraternite: dalle origini ai giorni nostri

Adrano - Con il mercoledì delle ceneri è iniziato il periodo per eccellenza, di penitenza e riflessione per tutti i credenti. Anche nella nostra Adrano le diverse parrocchie hanno stilato un calendario davvero ricco di momenti di preghiera e di prepa-razione per vivere la settimana di passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.

Ogni venerdì di quaresima im-mancabile la via crucis all’interno delle diverse chiese e l’oratorio del Rosario ormai da diversi anni pensa anche a chi per motivi di lavoro non può partecipare alle funzioni proponendo un orario consono a tutte le necessità. infatti, sia la celebrazione del

mercoledì delle ceneri che le via crucis dei venerdì di quaresima saranno alle ore venti. Iniziativa ben gradita a tanti che gli scorsi anni hanno affollato la chiesetta e di certo lo faranno anche quest’ anno.

La domenica invece è il giorno scelto per le molteplici via crucis che si terranno nei quartieri par-rocchiani che quindi coinvolgeran-no anche le persone più anziane che non possono raggiungere la chiesa per motivi di salute che saranno visitate da “Gesù”; inol-tre i tanti sacerdoti offriranno loro la propria disponibilità nel

confessarli qualora ne sentissero la necessità.

Non mancheranno all’appello gli esercizi spirituali (momenti di preghiera e catechesi) proprio alle porte della settimana santa nel ricordo dell’immenso amore che ha avuto il figlio di Dio nel donarsi a noi e dare la propria vita. Sia i frati cappuccini che diversi sacerdoti saranno disponibili alle confessio-ne tutto il giorno per diversi giorni prima della domenica delle palme e durante la settimana santa.

Proprio nella domenica in cui Gesù viene accolto con palme e ramoscelli di ulivo a Gerusalem-

me oltre alla funzione della mattina pre-ceduta dalla benedizione dei suddetti simboli in ricordo di quel momen-to, il pomeriggio ci sarà un mo-mento di reale commozione con la via crucis vivente che percorrerà per le vie del nostro paese le di-verse stazioni per poi concludersi in piazza Umberto.

Saranno i ragazzi dell’oratorio del Rosario ad organizzarla, come ogni anno, con molta dedizione ed impegno.

Per iodo d i quaresima

Quaranta giorni nel deserto con GesùEcco come le parrocchie si preparano alla pasqua con una quaresima ricca di iniziative.

Per maggiori informazioni ed orari delle diverse iniziative, in ogni parrocchia è possibile ritirare un piccolo calendario con orari e giorni dei diversi appunta-menti oppure in mancanza di tali opuscoletti è possibile chiedere al sacerdote o chi per lui che sarà esauriente. Buon cammino di fede!

Piera Proietto

Un excursus nel mondo delle confraternite alla scoperta di quelle più vicine a noi.

A colloquio con Francesco Alì

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18 Bloc Notes Febbraio 2012

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Mondi nuovi

La formazione alla giustizia e alla pace è oggi un tema chiave dell’etica. Lo ha ricordato Benedet-to XVI durante la Giornata Mon-diale della Pace 2012: “di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo, assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza.

In questo impegno per un’e-ducazione integrale, entra anche la formazione alla giustizia e alla pace (...)

Questa educazione parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative”.

Ma che cos’è la giustizia e cos’è la pace?

La giustizia è “la virtù per la quale con costante e perpetua volontà si attribuisce a ciascuno il suo”. “Suo” è il diritto proprio di una persona: ciò che gli appartiene in ragione di una spettanza di ori-gine o naturale (i diritti fondamen-tali dell’uomo) o convenzionale (i diritti acquisiti nella società), o dell’uno o dell’altro tipo insieme.

Alla base del diritto (jus) c’è dunque la giustizia (justitia).

Ogni diritto comporta il corri-spettivo dovere (debitum) del rico-noscimento e dell’adempimento.

La giustizia relaziona gli uomini tra loro secondo rapporti di diritti e di doveri. Si delineano così le tre caratteristiche della giustizia:

1. l’alterità, perché la giustizia è virtù sociale, “ad alium” verso gli altri;

2. l’obbligatorietà, perché al diritto corrisponde sempre un do-vere ben preciso, oggettivamente determinato, vincolante in ragione dell’appartenenza del diritto altrui

che esige rispetto; 3. l’uguaglianza, perché la

giustizia è virtù perequativa delle parti, ossia giustizia è fatta quando al diritto corrisponde compiuta-mente il dovere e si stabilisce la misura del dovuto.

Il primo vincolo della giustizia è d’ordine etico: il rispetto formale o legale del diritto è elevato ad adesione e impegno personale, la convenienza cede o si accompagna alla benevolenza, la forza esteriore del diritto si fonde con la convin-zione e la disponibilità interiore della coscienza, la esigibilità e la coercibilità della legge è sublimata dalla forza dell’amore.

Altro vincolo è quello giuridico: è un vincolo esteriore e oggettivo, legato alla forza del diritto.

La giustizia, in quanto virtù, è assai più di una somma di atti, è permanente e dinamica disposi-zione della libertà al bene-valore e questo bene-valore è ricercato e voluto dalla libertà (intelligenza e volontà) come coerenza e fedeltà personale.

Il dovere non nasce con la leg-ge, ma con il bene-valore che la coscienza morale riconosce.

È per questo che ogni disco-noscimento del diritto altrui, anche se non è in contrasto con le disposizioni della legge civile, è tuttavia contrario alla legge morale e divina.

Scrive Agostino d’Ippona ciò che rende un uomo degno di amore è il fatto di essere giusto: “noi percepiamo la giustizia e la sua bellezza (...) con gli occhi del cuore, cioè con la nostra intelli-genza poiché, nell’intimo (di ogni

persona) c’è un occhio capace di vedere la bellezza della giustizia” (En. in Ps. 64,8).

La giustizia, per il filosofo d’Ip-pona, appartiene al genere di realtà che l’anima umana conosce direttamente, senza la mediazione degli organi corporei.

La presenza interiore della giustizia illumina la nostra mente e ci consente di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è, la giustizia è una specie di bellezza dell’anima e Agostino nel suo De Trinitate ci dice che “la giustizia è come una luce” (De Trinitate 8,6,9) una luce bella, intelligibile, incor-porea, onnipresente che risplende in chi l’incarna nella propria vita.

La bellezza della giustizia esige il rispetto dell’integrità della crea-zione che forma un tutto organico e armonico, un ecosistema che co-stituisce l’habitat vitale per l’uomo

La Bontà e la Bellezza della giustizia e della pace

che ne è il destinatario. Nell’uso legittimo e doveroso

che questi fa delle risorse del cre-ato non deve attentare a questa integrità con un dominio abusivo e dissipatore. L’integrità del creato è un bene per ogni uomo, della pre-sente e delle future generazioni, in quanto consente la vita.

È un bene del creatore affidato alla responsabilità di giustizia e d’amore dell’uomo beneficiario. L’uomo deve rivolgere una partico-lare benevolenza che riproduce la provvida cura di Dio verso il creato.

Per questo deve rispettare, per esempio, gli animali e non farli soffrire inutilmente. L’animale va curato e rispettato per quello che è, anche se non gli si può attribuire il valore e la dignità che sono pro-pri ed esclusivi dell’uomo.

La giustizia e la pace si co-struiscono giorno dopo giorno

a cominciare dalle piccole cose, con un atteggiamento di fiducia, di speranza.

È urgente poter credere nuova-mente nell’intima bontà dell’esse-re umano e nella radice di giustizia e di pace che risiede nel cuore di ciascuno.

C’era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la tenevano. Perfino i bambini delle elementari si face-vano beffe di lei. Che cos’è una virgola, dopo tutto?

Nei giornali nessuno la usa più. La buttano, a casaccio.

Un giorno la virgola si ribellò. Il Presidente scrisse un breve

appunto dopo un lungo collo-quio con il Presidente avversario: “Pace, impossibile lanciare i mis-sili” e lo passò frettolosamente al Generale.

In quel momento la piccola, tra-scurata virgola mise in atto il suo piano e si spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino.

Quello che lesse il Generale fu: “Pace impossibile, lanciare i missi-li”. E scoppiò la Guerra Mondiale. “Fai attenzione alle piccole cose. Sono il seme di quelle grandi.” (Bruno Ferrero)

Maria Scalisi

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Bloc Notes 192012 Febbraio

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20 Bloc Notes Febbraio 2012

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L’amore per la sua terra e l’impegno per sollevarla dalla miseria sono parte essenziale della sua personalità.Scienze

Giovanni Petronio Russo una mostra per ricordarlo

Beni culturali

el suo Ettore Maiora-na, Leonardo Sciascia scrive: nato in questa Sicilia che per più di

due millenni non aveva dato uno scienziato, in cui l’assenza se non il rifiuto della scienza era diventata forma di vita, il suo essere scienziato era già come un dissonanza.

Questa stessa “dissonanza” sperimentò Giovanni Petronio Russo quando, nel lontano 1873, reduce dall’incontesta-bile successo ottenuto a Roma, decideva di portare la sua mac-china in Sicilia, rinunziando alla proposta di alcuni imprendito-ri, interessati a costituire una società che operasse su Roma e dintorni.

Non era secondario per il Petronio che questa industria, così carica di speranza, di pro-gresso e di emancipazione sociale nascesse in Sicilia; non era secondario perché, come manifesterà sempre nel corso della sua vita, l’amore per la sua terra e l’impegno per sollevarla dalla miseria sono

parte essenziale della sua personalità.

All’alba del Risorgimento, un’opportunità di riscatto si affacciava anche per la Sicilia. L’ideologia del progresso, il grande fermento economico e sociale messo in moto dal nuovo corso politico avevano toccato l’Isola.

Ma l’antico torpore e giochi politici perversi ebbero il so-pravvento: quell’opportunità via via svanirà quasi del tutto e si risolverà ben presto nella sola opportunità di emigrare.

Rivisitando la figura di Gio-vanni Petronio Russo a un secolo dalla morte, emerge an-cora di più la sua non comune statura di uomo e di cittadino. Non solo nell’invenzione della sua locomotiva egli si rileva geniale ed anticipatore.

Profondamente cattolico, vive la sua religiosità con spirito nuovo.

Nel duro contrasto che con-trapponeva la Chiesa al nuovo Stato liberale, Giovanni Petro-nio imboccò la giusta via d’usci-

ta, come sarà chiaro negli anni a venire: saldo nell’esenziale della Fede – Dio e il prossimo – non si disperde nelle asprezze della contingenza storica.

Da cattolico, rivendica la piena cittadinanza nell’Italia che si proponeva di diventare moderna, muovendosi da pro-tagonista sulla via del progres-so e dello sviluppo.

Né si lascia mettere all’ango-lo da quanti, pregiudizialmen-te, giocarono contro di lui la carta dell’oscurantismo.

Non uomo del passato, l’o-scuro inventore di un obsoleto congegno meccanico, ma un contemporaneo, un compagno di strada che ha molto da dirci, soprattutto nel disagio privato e pubblico che oggi viviamo: la sua costante dedizione al bene, la sua laboriosità, la sua condotta onesta, il rigore, l’intraprendenza, la sua grande Fede laica.

È in preparazione una mo-stra, che si aprirà nel mese di marzo, la quale si propone di mettere il visitatore a diret-

Rivisitando la figura di questo scienziato a un secolo dalla morte, emerge ancora di più la sua non comune statura di uomo e di cittadino.

to contatto con le fonti che attestano l’evento della Loco-motiva, i giornali del tempo, soprattutto, che si stampavano a Roma e a Catania; giornali di varie tendenze che, attraverso cronache, testimonianze, giu-dizi tecnici, ci forniscono una mole di informazioni di prima

mano eccezionali per la qualità e la quantità:

La mostra si propone anche di illustrare accanto all’inven-tore, l’uomo: due aspetti che si integrano e si chiariscono a vicenda.

Salvatore Imbarrato

N

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Bloc Notes 212012 Febbraio

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Libri

Verrà intitolata all’insegnate biancavillese Clara Zappalà la scuola materna di via Pistoia. E’ questa la volontà dell’Ammi-nistrazione comunale di Bian-cavilla che ha già avviato l’iter burocratico.

La Giunta guidata dal sindaco Pippo Glorioso ha già adottato una deliberà che è stata trasmes-sa, nelle scorse settimane, al Prefetto di Catania e al dirigente scolastico dell’Istituto compren-sivo “Antonio Bruno”, a cui ap-partiene il plesso di via Pistoia.

All’educazione e alla forma-

zione dei giovani Clara Zappalà ha dedicato la sua vita. Infatti, per la “dolce maestra Clara” (come è da tutti ricordata) insegnare ai più giovani non era soltanto una esperienza professionale, ma una vera e propria missione educativa.

Per oltre trent’anni ha accolto tanti bambini, anche di quartieri difficili, con un affetto materno, affetto trasmesso fino a qualche giorno prima della sua prematura scomparsa.

Per questa ragione il ricordo di Clara Zappalà è vivo nei bian-cavillesi e in particolar modo nel

Scuola di via Pistoia, “intitolarla alla maestra Zappalà”

personale scolastico della scuola di via Pistoia dove, ogni anno, i familiari promuovono un premio a lei intitolato e rivolto ai bambi-ni. Era stata proprio la maestra Zappalà a promuovere la nascita della scuola.

“E’ un riconoscimento dove-roso – spiega il sindaco Pippo Glorioso – nei confronti di una nostra concittadina che ha dedi-cato la sua vita ai più piccoli, con un impegno sociale e cristiano che sono da esempio per le gio-vani generazioni”.

Maddalena Batticane

possibile realizzare un sogno? Sembra di sì, alla luce di ciò che Ma-rio Calabresi racconta

nel suo recente libro. Sembra di sentire riecheggiare l’espressione di un grande mistico del XX secolo: «Sognate e la realtà supererà di gran lunga i vostri sogni».

forza di scattare a vuoto, la molla si è inceppata. Il futuro non è un’opportunità e nemmeno una minaccia. Semplicemente non esiste».

Perché i giovani dovrebbero sognare dal momento che hanno tutto e che difficilmente deside-rano impegnarsi in attività che prospettano rinunce e sacrifici a fronte di grandi conquiste? E per-ché dovrebbero essere audaci e affrontare le sfide della vita quanto sanno di poter contare su un pa-racadute sicuro ed efficace? Ci si può accontentare di ciò che si ha?

«Da mesi parliamo del declino del Paese, [...] siamo convinti che siano scomparsi i genitori e la capacità di fare fatica. La cosa che trasmette con più forza il senso del malessere del presente è che, se un tempo un professore sgridava uno studente, quest’ul-timo cercava di non farlo sapere a casa per evitare una seconda lavata di testa, oggi invece corre a lamentarsi con i genitori, i quali chiedono immediatamente conto all’insegnante di questo eccesso di severità: che non si permettesse mai più di riprendere il loro bam-bino, altrimenti la prossima volta scatterà una denuncia».

E allora quid facere? Ecco una proposta ben piantata e di sicura efficacia.

«Bisogna cavarsela da soli e siamo diventati troppo egoisti per ricordarci come si fa. Orfani di padre, cioè dell’autorità che trae origine dall’autorevolezza e consente ai figli di avventurarsi in territori inesplorati, sapendo di poter contare all’occorrenza su una robusta ringhiera. E con una

classe dirigente specializzata nel dare cattivo esempio, priva del ti-tolo morale per imporre regole che è la prima a non rispettare. Non ci si può aspettare il riscatto sociale da teorie economiche e ideologie politiche, ma solo dall’urgenza di tante rivoluzioni individuali che riescano a connettersi fra loro, cre-ando una vera comunità. Darsi una disciplina esistenziale, fissare dei traguardi e poi mettersi in marcia senza vittimismi, perché i sé sono la patente dei falliti, mentre nella vita si diventa grandi nonostante».

Certo senza la guida autorevole di genitori o di persone adulte di buon senso, sarà difficile darsi una disciplina esistenziale, fissare dei traguardi e mettersi in marcia senza vittimismi. Forse non ci sono più genitori che sappiano fare il loro mestiere, ma forse non ci sono più nemmeno maestri che incoraggino, che spronino questi malcapitati a reagire, a sognare, ad assaporare l’idea di darsi per realizzare qualcosa di grande.

Un’alunna in classe, qualche tempo fa, fece un’osservazione che mi rimase impressa; si diceva che bisogna essere disposti a dare la vita, e quindi a sacrificarsi, per un ideale grande: «Ma prof., quali sono questi grandi ideali per cui varrebbe la pena sacrificarsi?» Non sappiamo trasmettere questo messaggio forse perché noi adulti per primi non crediamo in questa possibilità.

Tutti ricordiamo la richiesta disperata di qualche anno fa degli alunni catanesi del Liceo Spedalieri, indirizzata ai loro inse-gnanti, in cui esprimevano la loro insoddisfazione per la mancanza

di valori e di punti di riferimento: «Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a trovare il senso del vi-vere e del morire, qualcuno che non censuri la nostra domanda di felicità e di verità». La risposta degli insegnanti, almeno di quelli che la sottoscrissero, palesava un atteggiamento pilatesco in nome di una fraintesa libertà di scelta che sottintendeva un relativismo di fondo: «Non possiamo, né vogliamo, darvi delle risposte, ma prepararvi affinché siate voi non solo a chiedervi quale sia il senso della vita ma anche a riuscire ad individuare, tramite lo studio del cammino culturale dell’uomo sociale, le risposte adeguate al vostro percorso. Proporvi, o im-porvi, delle verità è integralismo, cioè barbarie, e pertanto questo atteggiamento non può avere luogo nella scuola pubblica, cioè democratica e laica».

In assenza di genitori e di edu-catori capaci di orientare, le gio-vani generazioni si ritrovano senza una bussola, senza un indicatore e quindi senza certezze. In questo clima la fatica di Calabresi ben si inserisce a dare una vera iniezio-ne di ottimismo, senza scadere nell’ingenuità ma proponendo degli esempi che sicuramente trascinano e danno fiducia alle giovani generazioni. Tizio e Caio ce l’hanno fatta: allora è possibile sognare e realizzare un sogno! Se loro ci sono riusciti perché non posso farcela anche io? Il presup-posto per raggiungere obiettivi anche ambiziosi è quello di esse-re disposti ad affrontare grandi sacrifici e rinunce, come hanno fatto i protagonisti di queste storie avvincenti. Ringraziamo Mario Calabresi per questo libro pieno di ottimismo e ci auguriamo possa servire per riaccendere le stelle dei nostri sogni.

Dino Marcellino

Cosa tiene accese le stelle

È

Mario CalabresiCosa tiene accese le stelle. Storie di ita-liani che non hanno mai smesso di crede-re nel futuro.Mondadori 2011 (collana Strade blu. Non Fiction) Disponibile anche in ebook a € 9,99 Pp. 130 brossura€ 17,00

Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro

Quello che l’autore propone in questo libro è «un grande viaggio nel vissuto del nostro Paese attra-verso le storie di chi, scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e persone comuni, è stato capace di inseguire i propri sogni, affrontan-do a testa alta le sfide collettive e individuali del mondo di oggi. C’è chi è riuscito a offrire una speranza per i malati incurabili, chi è diven-tato un prestigioso astronomo e spera ancora di vedere l’uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un’azienda californiana di successo, e chi ha deciso di cambiare il proprio de-stino giocando l’unica carta a sua disposizione, lo studio».

Allora vien da chiedersi: Vale la pena sognare ancora oggi? Quali sono i sogni dei giovani? Forse la capacità delle giovani generazioni di sognare si è atrofizzata? Gli adulti incoraggiano i giovani a sognare?

«L’Italia affonda perché non sa più desiderare. In realtà molti di noi hanno ancora dei sogni. Quello che manca è l’ossigeno per raccontarli, persino a se stessi. A

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22 Bloc Notes Febbraio 2012

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Sport

A.S.D. Adrano Bike: il 2012 ha un tocco

di… rosa!Tutto pronto per la nuova stagione ciclistica dell’ASD Adrano Bike. Tra le novità l’in-gresso in squadra di Marinella Cavallaro e l’elezione di due soci onorari.

Presentata la squadra per la nuova stagione

C re s c e s e n za freni l’ASD Adrano Bike che anche nel 2012 sarà una del-le realtà sportive adranite maggior-mente attive. E’ già stata presentata la nuova squadra che quest’anno conta 25 atleti tra cui Rosato Calogero da Catenanuova (EN) e per la prima volta tra questi ci sarà una donna. Proprio que-sta è la novità più importante della stagione che ha riempito di gioia tutto lo staff societario anche perché stiamo parlando dell’atleta licodiese Marinella Cavallaro affermata ciclista che nel suo passato vanta parec-chie competizioni importanti di carattere regionale e nazionale con il team Discovery Bike di Catania. Dopo una breve pausa Marinella ha deciso di ritor-nare a gareggiare ed ha scelto proprio la squadra adranita che negli ultimi anni si è distinta per serietà e professionalità. Il direttivo organizzatore, compo-sto da Salvatore Rosano (presi-dente), Vincenzo Leanza, Nicolò Dell’erba e Salvatore Puleo, è già al lavoro per l’organizzazione del medio fondo “Oasi del Simeto”, la gara su strada che si terrà il prossimo 25 marzo in un per-corso che comprende i territori di Adrano, Bronte e Maletto. Lo scorso anno questo evento ven-ne annullato a causa del maltem-po e la speranza della squadra è che per quest’anno possa

andare decisamente meglio. Confermati anche gli altri due eventi organizzati dal team et-neo, ovvero il “Trofeo S. Nicolò Politi” che si svolgerà il 29 luglio in un circuito cittadino e il “Giro del Simeto”, una cicloturistica aperta a tutti per passare una giornata all’insegna del sano divertimento, che si svolge-rà l’11 settembre prossimo. Tra gli obiettivi della squadra c’è la partecipazione alle più importanti gare che si terranno in Sicilia, specie per gli atleti più competitivi. Lo scorso anno su tutti spiccava Salvatore Puleo che per il 2011 si è classifica-to al secondo posto nel cam-pionato provinciale UDACE. Nella serata di presentazione inoltre sono stati nominati soci onorari il sindaco di Adrano Pippo Ferrante ed il sottoscritto (che approfitta per ringrazia-re pubblicamente la squadra per questo riconoscimento). Per tutte le informazioni e le novità sull’ASD Adrano Bike è possibile consultare il sito uffi-ciale della squadra all’indirizzo www.asdadranobike.com.

Dario Lazzaro

La crisi dicembrina è stata definitivamente abbandonata e l’Adrano ha ripreso a navigare a gonfie vele risalendo nella parte alta della classifica.

Al momento gli etnei occupano il secondo posto dietro l’Hinterreg-gio di Gaetano Di Maria (ex alle-natore dell’Adrano) tenendo alle loro spalle blasoni come Cosenza, Messina, Palazzolo e Battipagliese.

I 38 punti in classifica sin qui racimolati permettono all’Adrano di considerarsi salva matema-ticamente e finalmente anche dalla società si sente dire che dall’obiettivo “salvezza” si è pas-sati all’obiettivo “playoff” ma noi sbilanciandoci e guardando la classifica possiamo benissimo affermare che tutti i giochi sono ancora aperti e quest’Adrano potrebbe occupare anche la vetta della classifica (come fatto per gran parte del girone di andata) e prenotare un posto in lega Pro.

Bisogna solo crederci perché il potenziale è alto e oggi più che mai è fondamentale l’apporto dei tifosi di Adrano che a dire il vero, ad eccezione degli ultras, non sono stati molto presenti fino ad ora.

Proprio dalla tifoseria orga-nizzata arrivano cattive notizie poiché da un loro comunicato si apprende che a causa di una man-canza di unità di intenti all’interno del gruppo le attività di tifo sono sospese anche se la loro presenza continuerà ad esserci sia dentro che fuori casa.

Tornando al campionato nel girone di ritorno la squadra dei fra-

telli Salvà in 7 partite ha ottenuto 2 pareggi, 4 vittorie ed 1 sconfitta. Di seguito il riassunto delle gare in questione:

Adrano – Battipagliese 3-3: La prima del girone di ritorno inizia male per Catania e compagni. Sotto di un gol nel primo tempo, riesce a pareggiare nella ripresa con Caputa. Ma due errori difensivi portano altrettanti gol ai campani e solo negli ultimi minuti con un grande scatto d’orgoglio gli etnei pareggiano i conti con Calabrese e Pasca.

S. Antonio Abate – Adrano 2-2: Un altro inizio storto per l’Adrano che si trova in svantaggio dopo 20’ ma la reazione è immediata ed un minuto dopo Torcivia si guadagna e realizza un calcio di rigore.

Nel secondo tempo stessa scena, ancora i campani in van-taggio ed un minuto dopo ancora pareggio dell’Adrano con Caputa. Durante la gara annullati all’Adra-no tre gol per fuorigioco anche se le decisioni dell’arbitro lasciano parecchi dubbi.

Cittanova Interpiana – Adra-no 1-3: Il riscatto adranita arriva in trasferta. A Reggio Calabria i biancoazzurri iniziano con il piede giusto e chiudono il primo tempo sullo 0-3 (gol di Catania, Calabrese e Torcivia). Nella ripresa arriva il gol della bandiera dei calabresi.

Adrano – Valle Grecanica 2-0: Anche la Valle Grecanica viene li-quidata nei primi 45’. Dopo appena 8 minuti Torcivia di testa sigla l’1-0. Il raddoppio arriva su calcio di rigo-re di Calabrese al 40’. Nel secondo

tempo tante azioni ma nessun gol nonostante la superiorità numeri-ca della squadra di Strano.

Nissa – Adrano 2-0: A Caltanis-setta contro l’ultima della classe la partita si chiude nell’ultimo quarto d’ora dopo una gara in cui l’Adrano ha dominato il gioco senza riuscire a concretizzare a rete. Al 76’ è Pasca a portare in vantaggio gli etnei con un colpo di testa e solo 4 minuti più tardi arriva il raddoppio di Torcivia che chiude cosi ogni possibilità ai locali.

L’Adrano torna a volare dun-que, con questa vittoria conquista il secondo posto in classifica.

Adrano – Nuvla S. Felice 2-0: Vittoria meritata anche contro i bianconeri del Nuvla San Felice. Il gioco degli adraniti è stato di grande qualità e a niente è valsa la volontà dei campani.

La partita, ancora una volta, è stata chiusa nel primo tempo. Orefice dopo 7’ mette a segno il gol del vantaggio e Pasca alla mez-zora mette la partita in cassaforte siglando il 2-0.

Noto – Adrano 2-1: Dopo quat-tro vittoria consecutive l’Adrano si ferma a Noto contro una squadra affamata di punti per raggiungere la salvezza.

I padroni di casa sono passati in vantaggio con Fontanella nel primo tempo e hanno raddoppiato con Villa nella ripresa. Per l’Adrano accorcia le distanze Di Mauro. Finale combattuto ma alla fine la spuntano i padroni di casa.

Dario Lazzaro

Campionato ancora aperto

L’Adrano ritorna a volareSecondo in classifica dietro l’Hinterreggio, l’Adrano può ambire alla vittoria del campionato. Ancora in sospeso il ricorso nei confronti del Cosenza che potrebbe dare alla squadra di Pippo Strano ulteriori 3 punti in classifica. Intanto gli ultras sospendono il tifo.

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Bloc Notes 232012 Febbraio

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Penne in libertà[email protected]

Adrano, affetta da sempre da un’ economia peren-nemente depressa, oggi più che mai, risente, in maniera violenta, delle varie crisi che si sono succedute lungo questi ultimi anni a par-tire dalla bolla finanziaria degli Stati Uniti dove virtuali, com-plicatissimi e poco trasparenti prodotti finanziari hanno coin-volto in maniera rischiosa gran parte del globo, ed in ultimo l’efferatezza con cui speculatori ed anche entità finanziarie non ben note si sono scagliati verso la non solida e l’indebitata e traballante Italia.

Ovviamente il tutto è ar-rivato anche da noi. Alcuni effetti scardinanti prodotti da tale crisi, si percepiscono con la mancanza di lavoro, con la poca liquidità in circolo e na-turalmente con l’opprimente tassazione che il governo attua portando così la stragrande maggioranza della popolazione ad un progressivo impoveri-mento.

Non vorrei fare un’analisi economico finanziaria per in-dividuare le cause ed i motivi di tutto ciò, ma senza ombra di dubbio, viene da pensare che l’uomo è l’unico responsabile dell’accaduto, poiché solo una gestione egoistica e di parte può condurre a tale disastro.

Sicuramente l’etica non si è ben relazionata con l’economia

e di conseguenza non è stato partorito niente di buono: solo una crisi.

È inutile pertanto stare ad evocare lo scenario del disastro con espressione tipo: tirare la cinghia, stangata, messi in ginocchio, rinunce, e così via… bensì bisogna aprirsi a nuove prospettive e delineare scenari alternativi.

Non a caso, prendendo spunto dagli antichi Greci, la parola “kairos” l’equivalente al nostro vocabolo “crisi” stava a significare un’opportunità per ricominciare meglio di prima senza incorrere negli stessi errori.

Un’occasione per ripensare a fondo il nostro modo di vive-re, di produrre e di consumare. Opportunità che deve essere colta in primo luogo dai gio-vani, poi dalle imprese e dalle istituzioni finanziarie ed infine da noi tutti semplici cittadini.

Insomma bisogna incomin-ciare a vivere secondo le no-stre possibilità, riducendo gli sprechi, ed essere attenti ad uno stile di vita che predilige il riutilizzo, mette da parte gli egoismi e fa spazio a stili di vita solidali ed associativi.

Luigi Cottone

La passione di avere in casa l’amico fedele spesso induce a litigi tra il vicinato.

Chi possiede un cane che disturba si renda conto che potrebbe incorrere in sanzioni penali perché la quiete pubbli-ca è fortemente tutelata dalla legge.

Il nostro pensiero amorevo-le, in anteprima, va agli amici a 4 zampe e in egual misura per chi non riesce a dormire una notte intera perché il cane del vicino accanto abbaia giorno e notte.

Sappiamo che i rumori mo-lesti, specialmente nelle ore notturne, disturbano in special

modo le persone anziane e bambini.

Provocano danni fisici, infat-ti, come “disturbi del sonno”, stress, emicrania, tachicardia, insonnia ecc.

In età evolutiva, special-mente, viene compromessa la normale relazione nei rapporti esterni, vengono limitate le abitudini socio-culturali, modi-ficati l’umore e aumentate le difficoltà a gestire serenamen-te la vita quotidiana.

Numerose sono le denunce presentate ogni anno nelle Questure d’Italia per casi di cani che abbaiano in tutte le

ore del giorno e della notte. E non è necessario che a

lamentarsi sia tutto il vicinato, basta anche un solo vicino.

Lo afferma una sentenza di Cassazione che ha respinto il ricorso di un uomo dichiarato colpevole dal pretore di Mon-selice e dalla Corte d’appello dì Venezia perché, non impe-dendo l’abbaiare di due cani dì sua proprietà, durante la notte disturbava una vicina.

Il “padrone” venne condan-nato a un mese di arresto. I magistrati di Venezia avevano tenuto conto anche del fatto che la vicina aveva già presentato un esposto ai vigili urbani, era già ricorsa al giudice conciliatore, ed aveva “convincentemente” asserito che il continuo latrare dei cani le impediva di dormire.

Per misurare, poi, quanto possa dar fastidio il latrare in questione non servono perizie: bastano “criteri oggettivi” che si riferiscano alla sensibilità’ media di chi ti sta accanto, in conseguenza del comportamen-to dei cani e quindi sul relativo travalicamento dei limiti di normale tollerabilità.

S e co n d o l a C a s s a z i o -ne (sentenza 3000 / 97) “è pacifico che, perché si configuri la contravvenzione, per il “disturbo delle occupazioni e della quiete delle persone» è necessario che «i lamentati rumori» abbiano una certa at-titudine a propagarsi ed a costi-tuire, quindi, per il superamento della normale tollerabilità, un disturbo per più persone, an-corché poi non tutte siano state disturbate”.

Carmelo Santangelo

Cane che abbaia non morde, ma disturba

La Crisi: una opportunità per cambiare

Leggete e sostenete

Bloc Notes

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