BeneDire Giugno 2011
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26 GIUGNO 2011 Solennità del Corpus Domini ANNO I - NUMERO II
C’è bisogno di te Gesù, tu solo puoi
donarci la pace!
Con questa esclamazione si è aper-
to il momento di preghiera che ha
fatto da preludio alla Marcia della
Pace svoltasi martedì 21 giugno
2011. Organizzata dalle comunità
parrocchiali di Santa Venerina in
occasione della memoria liturgica
di San Luigi Gonzaga la Marcia ha
invitato i numerosi fedeli - riuniti-
si in Piazza Roma per muoversi in
cammino verso piazza Immacolata
a Dagala - a riflettere sulla necessi-
tà di essere sale della terra e luce
del mondo per costruire una civiltà
della pace.
Come essere operatori di pace?
Conditio sine qua non è l’impegno
a vivere la nostra specifica santità
in famiglia, sul lavoro, a scuola, in
tutti gli ambienti di vita. Tutti
siamo chiamati alla santità che ci è
stata donata nel Battesimo e che
dobbiamo mantenere e perfezio-
nare con l’aiuto di Dio realizzando
così il progetto che Lui ha stabilito
per ognuno di noi. E il progetto di
Dio è un “progetto d’amore” per-
chè Dio è Amore: la santità cri-
stiana è la carità pienamente vis-
suta. Essere veri discepoli di Cristo
significa amare Dio e il prossimo.
Sant’Agostino scrive parole bellis-
sime a riguardo: "Sia che tu taccia,
Parrocchia, famiglia ed emergenza educativa
Ringraziamo di cuore Annalisa e Do-
menico che, a nome della redazione
di questo periodico, ci hanno per-
messo di testimoniare la nostra espe-
rienza da famiglia laica. Ringraziamo
dunque, l’intera equipe redazionale
per la stima mostrata nei nostri con-
fronti, affidandoci la stesura di questo
articolo. E’ lodevole, certamente, la
disponibilità al servizio in parrocchia
che hanno molti laici sposati, tuttavia
restano alcune ombre; si insiste infat-
ti sulla necessità di far “..crescere la
consapevolezza di una ministerialità
che scaturisce dal sacramento del
matrimonio..” (Educare alla vita buo-na del Vangelo n. 38). Gli sposi cri-
stiani sono chiamati a compiere un
servizio (ministerialità) specifico nel-
la Chiesa che consiste nell’ “..aiutare
la Parrocchia a diventare famiglia di
famiglie” (n 38). La partita più im-
portante tuttavia si gioca in casa; è
innanzitutto all’interno del nucleo
familiare che la famiglia è chiamata a
svolgere il suo compito educativo,
principalmente verso i figli affinché
possano diventare buoni uomini e
veri cristiani. La Chiesa da parte sua
ami e, attraverso itinerari specifici,
sostenga la famiglia affinché diventi
“Chiesa domestica”.
Pertanto il servizio in parrocchia
qualora venisse fatto in contrasto col
PACE…Via alla Santità! Marcia per la Pace delle Comunità Parrocchiali di Santa Venerina
PERIODICO RELIGIOSO - CULTURALE DELLA PARROCCHIA MARIA SS. IMMACOLATA DAGALA DEL RE (S. VENERINA - CT) http://chiesa.dagala.it [email protected]
l’ Editoriale
CONTINUA ALL’INTERNO
SOCIETA’
Il valore del gioco e dello stare insieme...guardare al passato per vivere meglio il presente
Pag. 2
CULTURA & RELIGIONE
La colonna votiva dedicata all’Immacolata: frutto di una devozione fiorente
Pag. 8
CONTINUA A PAGINA 3
Il valore del gioco e dello stare insieme La dimensione ludica come presupposto per un’amicizia reale
nità locale. Mi chiedo se quella virtuale può essere
considerata un’amicizia reale, visto che si sviluppa in
modi molto facili che non richiedono fatica.
“L’amicizia reale – sostiene Roger Scru-
ton – si mostra nell’azione e nell’affetto.
L’amico reale è quello che viene in aiuto
nel momento in cui hai bisogno; è colui
che c’è come conforto nelle difficoltà e
che condivide con te i tuoi successi. Fare
questo davanti a uno schermo è difficile
… Le amicizie che vengono praticate
primariamente attraverso lo schermo non
possono decollare facilmente e, quando ci
riescono, non vi è la garanzia che possa-
no sopportare ogni tensione”. Non è mia
intenzione, tuttavia, di demonizzare
internet e i vari social work, che, bene
utilizzati, aiutano molto, semplicemente
voglio mettere in evidenza che i giochi di
una volta, senza tecnologie o con minimo apporto
tecnologico, incrementavano la socialità, contribuiva-
no notevolmente alla crescita e allo sviluppo delle ca-
pacità sociali, etiche e relazionali in genere. La nostra
società ha bisogno di recuperare la piazza, il contatto
diretto tra le persone, non solo dei ragazzi, ma anche
degli adulti perché nel gioco, nella conversazione,
nell’aggregazione ci si scopre sempre più persone reali
e non soltanto “virtuali”. I giochi di una volta ci aiuta-
no, allora, a riscoprire non solo il passato, ma la nostra
stessa identità psico-fisica e il valore “persona” nella
sua integralità. Giovanni Vecchio
L’iniziativa del Comitato dei festeggiamenti di Maria
SS. Immacolata di Dagala del Re di far rivivere nella
piazza del paese i giochi dei ragazzi di diversi decenni
fa non deve essere interpretata soltanto
come un’ “operazione nostalgia” o una
mera rievocazione “storica” della società
prevalentemente rurale siciliana che ca-
ratterizzò il nostro territorio fino al co-
siddetto “boom” economico degli anni
Sessanta-Settanta. Volendo rilevare i
valori intrinseci del progetto e la sua
“ricaduta” positiva nella realtà odierna,
dobbiamo evidenziare subito come la
vita dei fanciulli, dei preadolescenti e
degli adolescenti (e in parte anche degli
adulti) del nostro tempo è immersa in
contesti nei quali (a parte la scuola) pre-
valgono i mezzi audiovisivi, i social
network, i giochi “tecnologici”, insomma
prevale la “realtà virtuale” nella quale le relazioni ven-
gono intrattenute e comprese in modo diverso rispetto
al passato. Oggi c’è un’inedita facilità per entrare in
contatto con un’altra persona attraverso lo schermo,
cioè senza alzarsi dal proprio tavolo per recarsi in casa
del proprio amico o partecipare a riunioni settimanali
o a giochi in piazza o in cortile assieme ai coetanei.
Queste modalità di stare in contatto, oggi sempre me-
no frequenti, richiedevano un confronto attivo con gli
altri, anche attraverso la dimensione ludica, e talora
uno sforzo di comprensione nonché l’esigenza di un
adattamento sociale corroborante per lo sviluppo della
personalità di ciascuno e per la vita stessa della comu-
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
26 GIUGNO 2011 SOCIETA’
nostri i suoi atteggiamenti, i suoi
pensieri, i suoi comportamenti.
"Quelli che egli da sempre ha cono-sciuto, li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo" (Rm 8,29).
Non dobbiamo temere di aspirare
alla perfezione, perché è Dio che ci
guida in ogni azione quotidiana
mediante lo Spirito Santo.
La Chiesa, durante l’Anno Liturgi-
co, ci invita a fare memoria di una
schiera di Santi e Beati, semplici
taci per amore; sia che tu parli, par-la per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdo-ni, perdona per amore; vi sia in te la radice dell'amore, poiché da que-sta radice non può procedere se non il bene" (cit. Omelia 7, inter-
pretazione della Prima Lettera di
Giovanni).
Per vivere la santità non è necessa-
rio compiere imprese straordinarie,
ma vivere come Cristo, facendo
uomini come noi che però hanno
vissuto pienamente lo spirito delle
Beatitudini amando e seguendo Cri-
sto nella loro vita quotidiana.
Poveri in spirito, puri di cuore come
fu Luigi Gonzaga che il Beato Gio-
vanni Paolo II definì <<eroico apo-
stolo della carità>>: a lui possiamo
guardare come modello per spende-
re la nostra vita nella costruzione
del Regno di Cristo, regno d’amore e
di pace. Cristina Cantarella
26 GIUGNO 2011 IL PARROCO RISPONDE
ti ad essere, nella Chiesa e nel mondo,
segno della tenerezza di Dio che attra-
verso il sacrificio di Cristo ci mostra
l’Amore col quale ci ama e col quale
vuole che gli sposi si amino; vivendo tale
capacità di donazione reciproca, mentre
si riconoscono figli amati nella preghiera
e nei sacramenti e nel sigillo della comu-
nione tra loro e col parroco, i laici sposa-
ti diverranno davvero corresponsabili
dell’azione evangelizzatrice della Chiesa.
Antonino e Antonella Operatori pastorali della Parrocchia di Zafferana
coniuge (cristiano) o anche soltanto non
in comunione con lui, non sarà mai real-
mente fecondo almeno non nel senso di
quella fecondità che la grazia del sacra-
mento del matrimonio ci abilita ad offri-
re e cioè: la testimonianza di un amore e
di una comunione che scaturisce dalla
stessa natura della Trinità (a tal proposi-
to, sublime testimonianza è data dalla
fedeltà al sacramento da parte di coloro
che subiscono una separazione) infatti,
per grazia gli sposi cristiani sono chiama-
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
«...Salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!” Ed egli disse loro: “Perché avete paura, gente di poca fede?”» (Mt 8, 23-25). La piccola barca della famiglia cristiana vive l’ardua missione di solcare il mare in tempesta dell’attuale contesto storico, provocato dai venti e dalle onde del relativismo etico culturale, che alimenta l’individualismo, l’egoismo e l’egocentrismo. L’attuale cultura relativista non parla più di famiglia, intesa come relazione tra un uomo e una donna, fon-data sul matrimonio, ma di famiglie al plurale, e quin-di di diversi modi di incarnare la realtà familiare, po-nendoli tutti allo stesso livello. In questa situazione culturale, la famiglia cristiana, solo se sarà veramente e pienamente se stessa, potrà testimoniare la verità della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio. La coppia cristiana, per vivere questa missione e acco-gliere l’invito di Gesù, rivolse a Pietro: “Duc in al-tum”, “prendi il largo”, e cioè il largo nel mare della storia, per evitare di naufragare negli scogli dell’infedeltà, del divorzio o dell’essere “separati in casa”, dovrà fare continuo riferimento ad una spiritua-lità eucaristica. Nell’Eucarestia che è essere “pane spezzato” per gli altri, troviamo l’essenza più vera del-la vocazione matrimoniale. I coniugi hanno come vo-cazione, infatti, proprio quello di affidarsi l’uno
L’Eucarestia Scuola di vita familiare
Sulle strade della fede
all’altro nella verità e nell’amore di Dio; in altri termi-ni, i coniugi sono chiamati a farsi eucarestia l’uno per l’altro, per essere insieme “pane spezzato” per i propri figli e per il prossimo. Questo amore eucaristico costi-tuisce la più bella ed efficace testimonianza ed educa-zione che i genitori possono donare ai figli. Il farsi eucarestia esige un particolare stile di relazioni familiari. È lo stile della cordialità e della fiducia reci-proca. Cordialità è una parola composta da due parole COR - DIALITA’ , e significa dare il cuore all’altro. La stessa etimologia di cordialità è presente nel verbo credere: COR - DO, dare il cuore, mettere il cuore su qualcosa, su qualcuno. Cordialità e credere, quindi, significano mettere il cuore nell’altro, donare il cuore all’altro. Essi sono due atteggiamenti che devono sem-pre accompagnare le relazioni e i comportamenti della famiglia, perché costituiscono lo stile dell’Amore di Dio. Solo così sarà possibile trasformare la vita fami-gliare in un altare vivente del banchetto eucaristico. Inoltre, per non meritarci il rimprovero di Gesù “gente di poca fede”, nei momenti di prova e di fati-che che la vita non risparmia a nessuno, con fiducia e umiltà attraverso un insistente preghiera bisognerà
sempre “svegliare “ il Gesù eucaristico pre-sente in questa barca che è la Chiesa.
Sac. Giuseppe D’Aquino
26 GIUGNO 2011 LA RIFLESSIONE
L’attualità sotto i riflettori
L’acqua, bene comune, dono di Dio, non mercificabile, è una risorsa indispensabile da gestire
in modo “solidale”, il cui accesso va garan-tito a tutti, soprattutto ai più poveri e in-digenti. La Chiesa si è schierata nettamen-te ed adoperata con grande vigore per in-dirizzare il voto degli elettori. La riposta degli Italiani, credenti e non, è stata forte e matura. Oltre il 95% di coloro che si sono recati alle urne, con il proprio Sì, ha detto No, tra l’altro, alla privatizzazione dell’oro blu e al ritorno del nucleare in
Italia. Prova di grande maturità e responsabilità nei con-fronti dell’ambiente di cui siamo stati nominati tutori. Forse, in un mondo segnato da grandi catastrofi, stiamo prendendo finalmente coscienza della grande reciprocità tra noi, il Creato e Dio e «nel prenderci cura del Creato, noi constatiamo che Dio, tramite il Creato, si prende cura di noi» (BENEDETTO XVI, Se vuoi coltivare la pace, custodisci il Creato, n.13).
M.F.
«In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1). La Creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio. Lo sforzo degli uomini nel corso dei secoli di migliorare le proprie condizioni di vita corrisponde al progetto dell’Onnipotente. L’uomo, posto da Dio “nel giardino dell’Eden, perché lo coltivas-se e lo custodisse” (Gen 2,15) deve, però, esercitare la custodia del Creato osservan-do quelle leggi morali, compendiate nella proibizione di “mangiare il frutto dell’albero” (Gen 2,16), che ne impedisco-no uso e abuso. Ciò che Dio ci ha donato con assoluta gratuità non può essere monopolizzato né costituire merce di scambio. Il Referendum del 12-13 giugno è servito da spunto per riflettere con grande serietà su te-mi estremamente delicati e di vitale importanza per le generazioni presenti e future. In particolare, è stata og-getto di una vera e propria “campagna evangelica” la questione riguardante la privatizzazione dell’acqua.
Il creato, dono di Dio nelle mani
Evangelizzazione e discernimento
“Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”
Quante volte in ginocchio, durante l’esposizione del Santissimo abbiamo ripetuto con fede: “sia lodate e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento! ” Non c’è gioia più grande e profonda, che stare un po’ di tempo ai piedi di Gesù Eucarestia. Nell’ultima cena Gesù prende il pane, lo benedice, lo spezza e lo distribuisce facendo del “pane spezza-to” il segno della sua vita donata, per amore, in sacrificio sulla croce. Il vino è scelto da Gesù come il segno del “sangue dell’alleanza, versato per tutti in remissione dei peccati”. Anche gli amici di Gesù, gli apostoli, hanno subito capito che questa è una cena diversa dalle altre, ne hanno conservato il ricordo dentro il loro cuore e, quando Gesù non era più con loro, dopo il suo ritorno al padre, hanno continuato a celebrarla come aveva chiesto lui: “Fate questo in memoria di me”. Oggi la liturgia della chiesa trova il suo centro e la sua più densa e espressione nella celebrazione di questo che è il “sacramento dei sacramenti”. La Chiesa ha scelto la domenica per celebrare l’Eucarestia perché in questo giorno Cristo è risorto ma è anche il giorno in cui, Dio Padre, ha mandato il suo Spirito sugli apostoli e Maria riuniti nel cenacolo. Nel momento della consacrazione è lo Spirito Santo a trasformare (transustanziazione), i segni del pane e del vino, in anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo. Il segno sacramentale del corpo e del sangue non è solo un ricordo di Gesù, ma è la presenza viva e salvifica del ministero della sua passione, morte e resurrezione. “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” Gesù offre se stesso, la sua persona, come alimento della vita di ogni uomo, perché vada nel mondo aperto alla condivisione e pronto a rendere ragione della propria speranza. L’Eucarestia ci ricolmi di ogni grazia e benedizione dal cielo, ci fortifica per il pellegrinaggio di questa vita e ci fa desiderare la vita eterna. Nella sua casa Gesù ci accoglierà così: “Venite benedetti dal Padre mio, nella casa preparata per voi fin dalla creazione del mondo”. Noi cristiani abbiamo la certezza assoluta che solo attingendo a Gesù Eucarestia possiamo camminare sulla via della santità con più facilità. Allora, sta a noi, nel nostro piccolo, dare la riparazione, l’amore, l’adorazione, la lode e il ringraziamento per un così sublime dono d’amore: Eucarestia. G.V.
26 GIUGNO 2011 IL TERRITORIO
combente sull’abitato si fermò miracolosamente ai
piedi del simulacro della Madonna. Una lapide mar-
morea, collocata ai piedi del simulacro della Madon-
na, così recita: “A pie di questo simulacro dell’Augusta
Vergine della Madonna della Provvidenza la lava Et-
nea del 1792 prodigiosamente qui ristette i fedeli que-
sto monumento vi eressero nel 1861”.
Francesco Leonardi
Come di consueto ogni anno il 31 di Maggio, una pro-
cessione che parte dalla chiesa Madre si reca nella
cappella votiva della Madonna della Provvidenza, po-
sta all’ingresso del Paese.
Quest’anno la ricorrenza è stata solennizzata perché
ricorrevano i 150° anni della costruzione dell’altarino
e la comunità di Zafferana Etnea tutta, si è stretta in
preghiera per festeggiare questo evento in un momen-
to di grande fede e devozione. Al termine della messa
è stata distribuita un’immaginetta sacra a tiratura li-
mitata realizzata dalla preposta commissione dei fe-
steggiamenti. Lo storico altarino della Madonna della
Provvidenza fu costruito nel 1861 ad opera dei fedeli
per ringraziare la Vergine del miracoloso arresto della
colata lavica dell’eruzione del 1792 alle porte del Pae-
se. Il fronte lavico dell’eruzione dell’Etna, ormai in-
Zafferana Etnea
31 maggio tra fede, devozione e rievocazione
bloccati gli ingressi. Il dato più allarmante è che nes-
suno dei 58 comuni della provincia ha gettato le basi
per la costruzione di un rifugio sanitario per animali
abbandonati. Il fenomeno dunque, ha bisogno di es-
sere contrastato in modo lungimirante ed efficace da
parte delle amministrazioni locali perché gli animali
sono creature da rispettare e rappresentano, purtrop-
po, un pericolo per la salute dei cittadini. Annalisa Coltraro
A quanto pare non c’è più bisogno dell’imminenza
della stagione estiva per vedere cani abbandonati per
strada. Oramai il fenomeno continua a dilagare e le
statistiche parlano chiaro. Puntiamo l’attenzione sul
catanese: le associazioni, LAV in testa, sono già al col-
lasso e non hanno più disponibilità per accogliere i
cani abbandonati. Ma allarghiamo il raggio tenendo in
mente la ben nota
legge regionale N°
15 del 2000. Essa
contiene cinque
mosse: iscrizione
dei cani presso
l’anagrafe canina,
sterilizzazione, co-
struzione di rifugi
canili (cioè i famosi
canili), promozione di adozioni e sensibilizzazione del
rapporto uomo – animale. Nella realtà catanese accade
questo: pochi i cani iscritti all’anagrafe; solo 2 gli am-
bulatori sanitari su 58 che svolgono il servizio di steri-
lizzazione con file d’attesa interminabili; e se non ba-
stasse sono soltanto 5 i canili presenti nella zona, pri-
vati sia chiaro! Per giunta sono strapieni e hanno
Emergenza cani randagi
Esiste una legge ma...
Feste religiose nel nostro comune
La festa in onore della Madre delle divine Grazie, che si
venera nella comunità parrocchiale del Sacro Cuore di
Gesù, inizierà con un triduo di preparazione (30/06-2/07).
Venerdì 1 luglio sarà celebrata la solennità del Sacro Cuore
di Gesù con una processione eucaristica lungo le vie del
paese. Domenica 3 luglio è la volta della festa della Ma-
donna delle Grazie: alle ore 8,30 svelata e S. Messa e alle
ore 18,30, al termine della S. Messa, solenne uscita e pro-
cessione del fercolo per le strade di Santa Venerina.
Ricco programma religioso quello della festa di Maria SS. del Carmelo, patrona della comunità parrocchiale di Bon-
giardo. Sabato 16 luglio, solennità della Madonna del Car-
melo, alle ore 7 tradizionale svelata e a seguire S. Messa.
Alle ore 19 Solenne Pontificale presieduto da S.E.R. Mons.
Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania. A seguire so-
lenne processione con il simulacro della Madonna per le
vie del paese. Il 17 luglio, festa cittadina della Madonna.
26 GIUGNO 2011 LA PARROCCHIA
Eucarestia: dono d’amore
In occasione della solenne festività del Corpus Domini non possiamo non ricordare che nella nostra parrocchia in
occasione della conclusione del mese di Maggio abbiamo festeggiato la prima comunione dei bambini di quarta ele-
mentare, i quali, avendo portato a termine il cammino catechistico di preparazione, guidati dal parroco, dai catechi-
sti e dagli educatori Acr, sono finalmente giunti a una tappa fondamentale della loro vita spirituale: l’incontro con il
loro amico Gesù. Per noi cristiani l’eucarestia è il sacramento istituito da Gesù la vigilia della sua passione e morte
durante l’ultima cena. Il termine deriva dal greco “eucaristo” cioè rendimento di grazie. Oggi il momento
dell’eucarestia è l’azione sacrificale durante il quale il sacerdote offre il pane e il vino a Dio, che, per opera dello Spi-
rito Santo, diventano realmente Corpo e Sangue offerti da Gesù stesso sulla croce. L’altare è quindi la croce sulla
quale in ogni Santa Mesa si avvera lo stesso ed identico sacrificio. Nella chiesa cattolica viene chiamata prima comu-
nione il momento in cui i fanciulli, ma anche le persone di età più mature, si accostano per la prima volta al sacra-
mento dell’eucarestia.
Tutta la redazione augura
ai bambini che hanno
ricevuto la prima comu-
nione e alle loro famiglie
di vivere un’estate inten-
sa di emozioni e un arri-
vederci a settembre! Ecco
i nomi dei dodici amici di
Gesù: Brischetto Valenti-
na, Casella Giuseppe, Ca-
sella Salvo, Contarino
Rita, Corvaia Giuseppe,
Ferlito Ludovica, Grasso
Kevin, Lo Castro Giusep-
pe, Murtas Sara, Palermo
Massimiliano, Patanè A-
lessia, Trovato Giuliana.
Rosetta Scalia
Approvato lo statuto della Confraternita di Dagala del Re
È stato approvato lo scorso 27 maggio dal Vescovo diocesano di Acireale il nuovo statuto della Confraternita Maria
SS. Immacolata di Dagala. Di cosa si tratta? Lo statuto è un insieme di norme, obbligatorio per ogni associazione di
fedeli (qual è una confraternita), nel quale sono definiti il fine, la costituzione, il governo e il modo di agire (cann.
94 e 304 del Codice di diritto canonico). Lo statuto non è certo un adempimento formale ma il fondamento giuridi-
co e pastorale per l’azione di qualunque associazione. Nello statuto, pertanto, i membri della Confraternita potranno
sempre ritrovare i criteri e le finalità della loro associazione; in questo modo lo statuto diventa come il custode dello
spirito della Confraternita stessa. Inoltre, lo statuto serve a regolamentare i momenti importanti della vita associati-
va (come la scelta delle cariche sociali) e anche quelli della quotidiana azione pastorale. Con lo statuto, infine, la
Confraternita risponde pienamente al “principio della ecclesialità” perché esso la vincola al Vescovo diocesano, al
suo progetto pastorale e alle sue disposizioni.
Con il valido aiuto di questo strumento giuridico la Confraternita Maria SS. Immacolata possa svilupparsi e adem-
piere la sua missione nella parrocchia di Dagala come nella Chiesa intera. don Alfio Privitera
Vice cancelliere curia di Acireale
26 GIUGNO 2011 LA PARROCCHIA
LA DIOCESI
Dal 25 al 29 luglio 2011 si svolgerà il
campo scuola per i ragazzi dell’ACR del-
la nostra parrocchia, presso “Casa Beta-
nia” di Montargano di Mascali. Sarà
l’esperienza del popolo d’Israele ad ac-
compagnare i ragazzi durante il campo,
per accogliere l’invito ad essere Chiesa e
a sentirsi parte di questo popolo chiama-
to a camminare verso la salvezza e la
gioia. Il campo ACR è sicuramente una
tra le occasioni formative più significati-
ve per aiutare i ragazzi a fermarsi e met-
tersi in dialogo con Gesù, affinché la sua
amicizia illumini e orienti la loro vita.
L’AGENDA PARROCCHIALE DI LUGLIO A cura della Redazione
Insieme pronti a cose grandi!
AZIONE CATTOLICA DEI RAGAZZI
“Cotto e condiviso” Incontro diocesano ACR
L’equipe ACR diocesana invita tutti i ragazzi e gli e-
ducatori della diocesi di Acireale ha partecipare alla
“Festa degli incontri Acr” domenica 3 luglio 2011
presso la parrocchia “M. SS. Assunta” di Fiumefreddo,
all’insegna dello slogan: “cotto e condiviso”. Come in
un noto programma televisivo l’ACR da il benvenuto
ai ragazzi in cucina, luogo di condivisione, collabora-
zione e comunione che si sperimentano a tavola. E
proprio su questo che i ragazzi rifletteranno: affidare a
Gesù il tutto che, per quanto possa apparire poco per
molti, diventa, nelle mani del Maestro, sazietà per
ciascuno e condivisone con il prossimo. Questa è la
vera comunione. In questo stile, visibile nella presen-
tazione dei doni della liturgia eucaristica, si scopre la
bellezza di fare parte di una comunità che si sforza di
essere attenta ai bisogni di tutti; nella collaborazione,
l’impegno condiviso di annunciare, insieme agli ami-
ci, che Gesù è risorto, che rende più nuova e più bella
la vita di ciascuno e ci conduce a creare relazioni au-
tentiche. Gabriele Sciuto
g.s.) Anche quest’anno a fare da eco alla 48° Giornata
Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, si svolgerà la
Giornata Diocesana dei Ministanti di Acireale, che si
terrà a Macchia di Giarre martedì 28 Giugno 2011.
I ministranti sono chiamati a vivere una giornata in-
tensa , scandita da diversi momenti che richiamano il
tema proposto dal Centro Nazionale Vocazioni:
”Quanti pani avete? Andate e vedete …”.
Culmine della giornata è la celebrazione Eucaristica
presieduta dal Vescovo Mons. Pio Vittorio Vigo, pre-
ceduta da una solenne processione di tutti i mini-
stranti , che partirà dall’Istituto “Casa dell’Addolorata”
alla Chiesa “M. SS. Provvidenza” di Macchia. La gior-
nata si concluderà nel pomeriggio con giochi a squa-
dre presso la villa comunale.
Incontro dei ministranti Il 28 giugno a Macchia di Giarre
Inizierà lunedì 4 luglio 2011 alle ore
20.30 il torneo di briscola a coppie pres-
so la piazza “M. SS. Immacolata” di Da-
gala del Re. È una delle tante attività
che il comitato propone per trascorrere
insieme gioiosamente le serate estive e
ritrovarsi in piazza. L’iscrizione al torne-
o è di € 20 a coppia.
Torneo di briscola a coppia
COMITATO DEI FESTEGGIAMENTI
Mercoledì 6 luglio 2011 prima della S.
Messa si reciterà il rosario per la vita.
L’iniziativa viene dal Centro Aiuto alla
Il Santo Rosario per la vita
SPIRITUALITA’
Campo scuola per giovani catechisti
L’ufficio Catechistico Diocesano propone con entusiasmo il
campo che si svolgerà presso il Centro di accoglienza “S.
Gerardo” di Piedimonte Etneo dal 25 al 29 luglio 2011. Il
campo, sarà guidato da alcuni membri dell’equipe
dell’Ufficio Catechistico Diocesano. Il campo scuola è rivolto
principalmente ai giovani catechisti alle prime esperienze di
catechesi ma resta aperto anche a tutti i catechisti che voles-
sero approfondire le loro conoscenze o soltanto passare alcuni
giorni di fraternità in montagna.
Mercoledì 29 giugno, ultimo mercoledì
del mese, si terrà l’Adorazione Eucari-
stica alle ore 21. Nei prossimi mercoledì
si terrà la “Lectio Divina” alle ore 21.
Vita che propone il “Progetto Gemma”.
È un servizio per l’adozione temporale a
distanza di madri in difficoltà, tentate di
abortire il proprio bambino. Il progetto
nasce nel 1994 e da allora ha adottato
oltre 15.000 mamme, sostenute nei pri-
mi 18 mesi di maternità. Con la forza
della preghiera e un piccolissimo soste-
gno di 50 centesimi, raccolte proprio
ogni primo mercoledì del mese, si posso
salvare delle vite. Un’idea in più in di-
fesa della vita!
26 GIUGNO 2011 CULTURA & RELIGIONE
una nuova piazza entro il 1957 e all’innalzamento di una
colonna votiva. In realtà la piazza vide la luce solo alla
fine degli anni ’60 e ciò fece slittare la montatura della
colonna che rimase, insieme alla statua, per quasi due
decenni “posteggiata” nei locali della sacrestia. Nel frat-
tempo il Comitato continuava a raccogliere offerte an-
che rivolgendosi ai tanti dagalesi (in gergo daaloti) emi-
grati all’estero. Finalmente costruita la nuova piazza
(1968-1969), i lavori ripresero e nel 1972 l’evento inau-
gurale mise fine al lungo iter iniziato nel 1954.
L’inaugurazione si tenne la domenica delle palme con
una ricca celebrazione liturgica alla presenza delle auto-
rità civili (era sindaco all’epoca il dott.
Giovanni Pappalardo, padre dell’attuale
sindaco Enrico), militari (era presenta il
comandante Vadalà, padre di Grazia
che collabora con questo periodico) e
religiose. Due sono i momenti indi-
menticabili legati a quella domenica
che ancora oggi sono rievocati con tan-
ta enfasi. Il primo di questi è legato alla
svelata della statua (quella in piazza!) il
cui gesto, abbiamo ragione di credere,
riempì di immensa gioia i tanti devoti
presenti in piazza. Un piccolo incidente
tecnico provocò nell’occasione il blocco
della tendina creando un clima ancora
più fervido e pieno di emozione. A tira-
re la tendina fu la sig. Maria Ferlito che
all’epoca aveva appena nove anni.
L’altro momento è stato il discorso con-
clusivo del professore Giuseppe Macca-
rone che servì non tanto a ricordare fatiche e gioie avute
lungo diciotto anni ma a celebrare l’opera come un risul-
tato di una tenace ambizione e devozione del popolo di
Dagala del Re. Per omaggiare l’opera, domenica 19 giu-
gno a termine della Santa Messa vespertina, l’Arciprete
Parroco Giuseppe D’ Aquino ha benedetto una targa ri-
cordo che recita: “Il popolo di Dagala del Re eresse nel
1972 per devozione a ricordo del 1° centenario della de-
finizione dogmatica dell’Immacolata”.
Domenico Strano
Nell’ambito della manifestazione ricreativa “Jochi di nà
vota”, tenutasi lo scorso 19 giugno in piazza Immacolata
a Dagala del Re, il Comitato per i festeggiamenti in ono-
re di Maria SS. Immacolata e la comunità tutta, hanno
voluto ricordare una delle opere più significative che nel
passato hanno accresciuto la devozione all’Immacolata.
Stiamo parlando della colonna votiva dedicata
all’Immacolata posta sulla piazza omonima. Vediamo
quali sono stati i principali eventi che hanno scandito il
lungo “iter” durato diciotto anni. Nel 1954 fu istituito il
“Comitato per l’erigenda colonna votiva a ricordo del 1°
centenario della definizione dogmatica”. Il Comitato,
istituito dall’allora Arciprete Parroco
Salvatore Savoca, annovera fra i suoi
membri personaggi tanto cari al paese
di Dagala del Re; citiamo a tale propo-
sito l’ing. Alfio Cutuli (1907-1969) che
fu uno dei propositori principali
dell’opera dando un personale contri-
buto alla progettazione dell’opera. Nel
comitato troviamo pure i professori
Vincenzo Grasso e Rosario Costa e tan-
ti devoti della Vergine Santissima, uno
su tutti il tanto amato Tomasino
(Tommaso Pulvirenti) che, così come
raccontano le persone che lo ricorda-
no, di mattina presto durante il nove-
nario di preparazione radunava gli abi-
tanti del quartiere “Dagala sotta-
na” (oggi parte di via Trieste e Stabili-
menti) per giungere insieme alla nove-
na che, come sappiamo, si celebrava la
mattina per ovvie esigenze di lavoro! Questa breve fine-
stra ci ha permesso di capire quanto fosse fiorente quella
devozione che ha condotto alla realizzazione di un’opera
straordinaria come la colonna votiva. Torniamo all’iter.
L’anno dopo, nel 1955, così come si apprende dai docu-
menti d’archivio, furono acquistati i blocchi marmorei
della colonna e il blocco che venne in seguito modellato
abilmente dallo scultore Sig. Serafino, autore qualche
anno prima della statua della colonna votiva di Milo. Il
trasporto, effettuato tramite il mezzo treno, fu organiz-
zato dal compaesano sacerdote Cirino Maccarone (1926-
1990), fratello del professore Giuseppe che più avanti
torneremo a citare. Tutto sembrava procedere con cele-
rità. Ma non fu così! Appare interessante citare a tale
proposito, l’articolo giornalistico di un periodico locale
degli anni ’60 dove si fa riferimento alla costruzione di
La colonna votiva in onore dell’Immacolata Un risultato di una tenace ambizione e devozione
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