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Nelle pagine interne: Il giro della cultura di Zona 4 pagg. 8-9 Brindisi a un nuovo inizio pag. 10 Un caffè con il cavalier Ottolina pag. 5 Spettacoli ed eventi per tutti pagg. 15-16 Il Pronto Soccorso delle bambole pag.6 Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: : Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Camilla Boca, Marica Cammaroto, Giulia Costa, Simonetta D’Amico, Maria Teresa D’Aniello, Melania Gabrieli, Stefano Malvicini, Rebecca Meneguzzo, Gianni Pola, Alberto Tavazzi. Tiratura 17.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XVII, numero 151, dicembre 2013 ® ® E’ con grande soddisfazione che… S ì, è con grande soddisfazione che vi an- nunciamo che è in stampa – al momen- to in cui usciamo col giornale - il nuovo libro edito da QUATTRO. Soddisfazione perché è il risultato di un paio d’anni di lavoro: ricerche di materiali documentali e iconografici, reda- zione di testi, interviste, sopralluoghi, incontri, servizi fotografici. Ecco a voi: Storie e storie dei MERCATI GE- NERALI A MILANO, una ricerca storica e documentale, focalizzata sulla realizzazione dei primi grandi, moderni mercati all’ingrosso, che datano tutti intorno ai primi decenni del secolo scorso: aprile 1911, apertura del mercato di frut- ta e verdura in corso XXII Marzo; ottobre 1925, apertura del mercato di Polli e Uova in via Lombroso 32; aprile 1930, completamento e funzionamento a pieno regime del nuovo ma- cello comunale, mercato e scalo bestiame in viale Molise; gennaio 1935, nuova sede del mercato del pesce, in via Sammartini 71. Dopo “Storie industriali. Passato e presente nel sud est di Milano”, che esplorava compiu- tamente la vocazione industriale della nostra zona fino agli anni ’60-’70 del secolo scorso, questo libro sulla storia dei mercati generali si focalizza sulla vocazione annonaria della Zona 4, visto che per ragioni di carattere geo- grafico, urbanistico, commerciale, storico, i mercati all’ingrosso sono concentrati in questa porzione di città. Oltre a ricostruire le storie dei singoli Mercati Generali sviluppatesi dalla fine dell’800, per tutto il '900, fino ad oggi, abbiamo “animato” il libro con testimonianze dirette di persone che nel tempo hanno lavorato nei mercati o sono stati testimoni della vita che vi si svolgeva, ren- dendo le vicende storiche, urbanistiche e com- merciali calate nella vita reale delle persone. Un’altra caratteristica di questo libro che vi stu- pirà è la ricchezza del materiale fotografico e iconografico pubblicato: storiche foto dei vecchi mercati, disegni, progetti del passato, accanto a foto attuali, dentro, fuori e “sopra” i mercati. Il nostro consiglio spassionato? Fatevi un regalo e regalatelo ai vostri amici (vanno bene anche i parenti)! Buona lettura e “buona visione”! Stefania Aleni ATHOS La ricetta di Natale Ci risiamo, è di nuovo Natale. Come è ormai tradizione, anche noi di QUATTRO diamo il nostro contributo all’abbuffata delle Feste. Quest’anno vi proponiamo una ricetta semplice che potrà essere inserita in qualsiasi menu. E’ un piatto della tradizione pugliese (il “macco“), rivisitato nella forma ma non nella sostanza. Un “finger food” da mangiare con le mani, vegetariano, vegano, economico. Un sapore antico ma in linea con i dettami della gastronomia moderna. Ingredienti per 6 persone (ma fatene qualcuno in più…): a) pane di tipo pugliese, tagliato in 6 fette non troppo sottili e di dimensioni adatte ad essere man- giato con le mani, leggermente tostato in forno; b) 5 etti di fave essiccate e pelate ammollate in acqua per una notte, quindi lessate in acqua leg- germente salata con due patate pelate intere; c) 8 etti di erbe o insa- late di campo miste a piacere (cicoria, rucola, bietole ecc che potete anche trovare in ottime confezioni surgelate) passate in padella con spicchio d’aglio in ca- micia schiacciato e tre cucchiai d’olio, sale e un peperoncino intero o sbriciolato (se piace an- che due). Le fave e le patate, dopo circa 40/60 minuti, dovranno essere scolate e frullate per ottenere una purea consistente. Tutto qui. Ora bisogna “impiattare”, come ormai ci obbligano a dire i cuochi televisivi, o meglio “assemblare” i vari elementi per comporre il piatto. Sopra le fette di pane, ponete un cucchiaio di erbe, sopra ancora adagiate un cucchiaio di purea di fave e irrorate il tutto con un filo d’olio d’oliva, ovviamente vergine e saporito. Servite a tem- peratura ambiente. Accompagnare con un vino bianco secco: la Falanghina va bene. Prezzo totale del piatto per 6 circa 5 euro, bevande escluse. Buone Feste! Francesco Tosi TANTI AUGURI!!! Storia e storie dei MERCATI GENERALI A MILANO a cura di Stefania Aleni e Vito Redaelli. Ed. QUATTRO, dicembre 2013. 240 pagine; 170 immagini e fotografie; prezzo di vendita: 15,00 euro. Dove acquistarlo: il libro è disponibile dal 7 dicembre presso la redazione di QUAT- TRO, viale Umbria 58 (ingresso su via En- nio). Il 7 e l’8 la sede sarà aperta dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. A partire dal 9 dicembre verrà anche distribuito nelle librerie di zona. L’elenco completo sarà pubblicato sul sito www.quattronet.it. Vi aspettiamo!

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Nellepagineinterne:

Il giro della cultura di Zona 4

pagg. 8-9

Brindisi a un nuovo inizio

pag. 10

Un caffè con il cavalier Ottolina

pag. 5

Spettacoli ed eventi per tutti

pagg. 15-16

Il Pronto Soccorso delle bambole

pag.6

Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.itVideoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: : Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani,William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Camilla Boca, Marica Cammaroto, Giulia Costa, SimonettaD’Amico, Maria Teresa D’Aniello, Melania Gabrieli, Stefano Malvicini, Rebecca Meneguzzo, Gianni Pola, Alberto Tavazzi. Tiratura 17.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XVII, numero 151, dicembre 2013

® ®

E’ con grande soddisfazione che…

S ì, è con grande soddisfazione che vi an-nunciamo che è in stampa – al momen-to in cui usciamo col giornale - il nuovo

libro edito da QUATTRO. Soddisfazione perchéè il risultato di un paio d’anni di lavoro: ricerchedi materiali documentali e iconografici, reda-zione di testi, interviste, sopralluoghi, incontri,servizi fotografici. Ecco a voi: Storie e storie dei MERCATI GE-

NERALI A MILANO, una ricerca storica edocumentale, focalizzata sulla realizzazione dei

primi grandi, moderni mercati all’ingrosso, chedatano tutti intorno ai primi decenni del secoloscorso: aprile 1911, apertura del mercato di frut-ta e verdura in corso XXII Marzo; ottobre 1925,apertura del mercato di Polli e Uova in via

Lombroso 32; aprile 1930, completamento efunzionamento a pieno regime del nuovo ma-cello comunale, mercato e scalo bestiame inviale Molise; gennaio 1935, nuova sede delmercato del pesce, in via Sammartini 71.

Dopo “Storie industriali. Passato e presentenel sud est di Milano”, che esplorava compiu-tamente la vocazione industriale della nostrazona fino agli anni ’60-’70 del secolo scorso,questo libro sulla storia dei mercati generalisi focalizza sulla vocazione annonaria dellaZona 4, visto che per ragioni di carattere geo-grafico, urbanistico, commerciale, storico, imercati all’ingrosso sono concentrati in questaporzione di città.

Oltre a ricostruire le storie dei singoli MercatiGenerali sviluppatesi dalla fine dell’800, pertutto il '900, fino ad oggi, abbiamo “animato”il libro con testimonianze dirette di persone chenel tempo hanno lavorato nei mercati o sonostati testimoni della vita che vi si svolgeva, ren-dendo le vicende storiche, urbanistiche e com-merciali calate nella vita reale delle persone.Un’altra caratteristica di questo libro che vi stu-pirà è la ricchezza del materiale fotografico eiconografico pubblicato: storiche foto dei vecchimercati, disegni, progetti del passato, accantoa foto attuali, dentro, fuori e “sopra” i mercati.

Il nostro consiglio spassionato? Fatevi un regaloe regalatelo ai vostri amici (vanno bene anchei parenti)! Buona lettura e “buona visione”!

Stefania Aleni

ATHOS

La ricetta di NataleCi risiamo, è di nuovo Natale. Come è ormai tradizione, anche noi di QUATTRO diamo il nostrocontributo all’abbuffata delle Feste. Quest’anno vi proponiamo una ricetta semplice che potràessere inserita in qualsiasi menu. E’ un piatto della tradizione pugliese (il “macco“), rivisitatonella forma ma non nella sostanza. Un “finger food” da mangiare con le mani, vegetariano,vegano, economico. Un sapore antico ma in linea con i dettami della gastronomia moderna.

Ingredienti per 6 persone (ma fatene qualcuno in più…):a) pane di tipo pugliese, tagliato in 6 fette non troppo sottili e di dimensioni adatte ad essere man-giato con le mani, leggermente tostato in forno;b) 5 etti di fave essiccate e pelate ammollate in acqua per una notte, quindi lessate in acqua leg-germente salata con duepatate pelate intere;c) 8 etti di erbe o insa-late di campo miste apiacere (cicoria, rucola,bietole ecc che poteteanche trovare in ottimeconfezioni surgelate)passate in padella conspicchio d’aglio in ca-micia schiacciato e trecucchiai d’olio, sale eun peperoncino intero osbriciolato (se piace an-che due).

Le fave e le patate, dopo circa 40/60 minuti, dovranno essere scolate e frullate per ottenere unapurea consistente. Tutto qui.Ora bisogna “impiattare”, come ormai ci obbligano a dire i cuochi televisivi, o meglio “assemblare”i vari elementi per comporre il piatto.Sopra le fette di pane, ponete un cucchiaio di erbe, sopra ancora adagiate un cucchiaio di pureadi fave e irrorate il tutto con un filo d’olio d’oliva, ovviamente vergine e saporito. Servite a tem-peratura ambiente. Accompagnare con un vino bianco secco: la Falanghina va bene.Prezzo totale del piatto per 6 circa 5 euro, bevande escluse.Buone Feste!

Francesco Tosi

TANTI AUGURI!!!

Storia e storie dei MERCATI GENERALI

A MILANO

a cura di Stefania Aleni e Vito Redaelli. Ed. QUATTRO, dicembre 2013.240 pagine; 170 immagini e fotografie;prezzo di vendita: 15,00 euro.

Dove acquistarlo: il libro è disponibile dal7 dicembre presso la redazione di QUAT-TRO, viale Umbria 58 (ingresso su via En-nio). Il 7 e l’8 la sede sarà aperta dalle 10alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. A partiredal 9 dicembre verrà anche distribuito nellelibrerie di zona. L’elenco completo saràpubblicato sul sito www.quattronet.it. Vi aspettiamo!

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2 dicembre 2013

Pista ciclabile senza pace!

Avremmo voluto dare finalmente la notizia che la pista di corsoLodi è partita, invece ogni mese dobbiamo segnalare qualcheproblema.Prima i semafori, poi le infiltrazioni d’acqua ora le paratie diprotezione all’inizio di corso Lodi che sono diventate il tiro albersaglio di automobilisti criminali. E’ già la terza volta chevengono divelte le sbarre d’acciaio. Fortunatamente di notte e

quindi senza vittime tra i pedoni o i ciclisti stessi. Ma non èdetto che in futuro, non succeda anche di giorno. Bisogna trovareun sistema che impedisca la velocità per le auto che arrivanosu piazzale Lodi dalla circonvallazione. Cartellonistica? Ral-lentatori di velocità? Giriamo la segnalazione all’Assessoratoal Traffico.

F. Tosi

Cercasi cuori volontari per la LILT

E’ partita la campagna direclutamento di nuovi vo-lontari per la Sezione Pro-vinciale di Milano della

Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. I volontari sono ilcuore pulsante della LILT, perché la loro solidarietà rende pos-sibile l’assistenza ai malati oncologici e il sostegno a tutte leiniziative dell’Associazione. Un corso di formazione, tenutoda un’equipe specializzata di medici e psicologi, fornirà le basie gli approfondimenti necessari per svolgere in modo consa-pevole l’attività di volontariato.La disponibilità richiesta è di una giornata, di una notte o didue mezze giornate a settimana.Diversi i settori nei quali si può scegliere di prestare la propriaattività a seguito del corso e di un breve periodo di tirocinio:dall’area assistenza, dove il volontario assiste il malato in tuttoil percorso della malattia, seguendolo dall’ospedale al domicilioe accompagnandolo alle terapie, all’area prevenzione, per finirecon l’area promozione, dove il volontario collabora nelle attivitàdi raccolta fondi.Attualmente collaborano con la Lega Tumori 740 volontari, male aree di intervento dell’Associazione sono numerose e le ri-chieste di aiuto sono sempre così tante, che i volontari non sonomai sufficienti. Per informazioni: Settore Volontariato – Lega

Italiana per la Lotta contro i Tumori Tel. 02 266 81 070 o col-legandosi sul sito internet - www.legatumori.mi.it / [email protected].

Un Natale senza albero in via Etruschi 9

Brutta sorpresa per gli inquilini di via Etruschi 9 che negli ultimianni si sono presi cura di uno spazio comune del cortile e nehanno fatto un punto di incontro per trascorrere, soprattutto nellabella stagione, alcune ore in compagnia, uscendo dalla solitudine.Andati in cantina per prendere il loro bell’albero di Natale, pienodi luci e addobbi, da mettere in cortile, hanno trovato la portadella cantina scassinata, tutto il contenuto portato via, compresoil materiale elettrico e la macchina per l’erba. Un grandissimodispiacere, oltre a un danno economico non piccolo, visto cheavevano fatto tutti gli acquisti con i loro soldi. Tra l’altro nelcaseggiato si è creata un po’ di paura soprattutto fra gli anzianianche per alcuni furti recenti negli appartamenti.Auguriamo comunque alle nostre amiche e amici del caseggiatodi passare delle feste serene.

Lettori creativi

Ho letto l'articolo diQuattro di novembresul riciclo di DVD eCD. Ebbene questi ulti-mi possono essere recu-perati in chiave creati-va. Io ne faccio decora-zioni per la tavola, spil-le, orecchini, cerchiettispeciali per occasioni difesta. Vi mando unapiccola foto con l'idea eun esempio. Se voleteapprofondire, mandateuna mail a [email protected]

Consiglieri di zona e dintorni

Cogliamo l’occasione di un comunicato stampa dell’UDC perverificare se in Consiglio di zona dall’inizio della consigliaturaci sono stati cambiamenti negli schieramenti.L’UDC informa che nei Consigli di Zona in cui è presente l'UDC(7 su 9) nasceranno i Gruppi U.D.C. per il PARTITO POPO-LARE ITALIANO (P.P.E.). In zona 4, però, l’unico consigliereeletto nella lista UDC, Giovanni Floriddia, è uscito dal gruppoe si è iscritto al Gruppo misto.Nel Gruppo misto anche il consigliere Stefano Castoldi, elettonel gruppo di Futuro e libertà, mentre dopo il dissolvimento diItalia dei Valori, il consigliere Luca Ragone è entrato nel gruppodel Partito Democratico.Verranno invece ufficializzate a giorni le scelte dei nove con-siglieri del gruppo del Popolo delle libertà.

A Nosedo riapre la chiesetta

Sabato 14 dicembre dalle 16 al centro Nocetum inaugurazionedella chiesetta dei santi Filippo e Giacomo dopo il lungo periododi chiusura dovuto ai lavori di risanamento ma soprattutto di re-stauro, e dei lavori che hanno consentito di riportare alla lucealcune tombe paleocristiane sotto il pavimento della navata dellequale ne rimane visibile una sola. Anche il piazzale antistante la chiesa ha subito un rifacimento equesta riapertura al culto è un momento di festa e preghiera pertutta la comunità e i fedeli.

Raccontare il Natale

All'Arengario di Monza, con una mostra che va dal 7 dicembreal 6 gennaio 2014, ci sarà una rassegna di tavole, copertine, vi-gnette, illustrazioni e fumetti sul tema "Raccontare il Natale".Il nostro cartoonist Athos Careghi sarà presente con il suo per-sonaggio Fra Tino (che viene pubblicato dal lontano 1982) concopertine del "Giornalino", tavole autoconclusive e con un fu-metto di ben 20 tavole dal titolo "Natale in convento".Questi i suoi personalissimi auguri ai lettori di QUATTRO.

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3dicembre 2013

Via Cadore 30 – tel 02 55010524www.dogninimilano.it

SCALDA QUESTO INVERNO GIOCANDO CON I COLORI CALDI, LE LUCI E LE OMBRE CHE SOLO IL DEGRADE’ TI PUO’ DONARE

Se è vero che ogni edificioreca con sé, nel bene onel male, le tracce delle

sue origini e del suo passato,non è difficile immaginarequanto torbida sia la storia chesi cela dietro l’aborto ediliziodi via Colletta angolo via Lat-tanzio. Una grossa carcassa disette piani rimasta incompiuta,a due passi da Piazzale Lodi,frutto di intrighi e malaffare.L’immobile era di proprietàdella “Zero due sud est s.r.l”.Viene venduto tre mesi primache la società dichiarasse fal-limento alla “Cà Grande s.r.l”con il solo scopo di sottrarrel’immobile alla massa dei cre-ditori; il curatore fallimentareha esperito l’azione revocato-ria al fine di ottenere la dichia-razione di inefficacia dell’attodi compravendita.

Nel frattempo la procura diMilano sequestra l’immobile,nell’ambito di una vasta inda-gine che ha visto diversi arrestiper associazione a delinquere,tra cui spicca il nome di MarioBaldini, avvocato casertano inrapporti stretti con il clan deicasalesi.La vicenda è ulteriormentecomplicata dal fatto che alcuniappartamenti, ubicati nell’edi-ficio, erano già stati oggetto ditrattative di compravendita dapromissari acquirenti ignaridei fatti.La Commissione territorio delConsiglio di zona 4 da tempoha segnalato l’immobile allaPolizia locale. All’interno delcensimento delle aree dismes-se, il Consiglio di zona 4 haindividuato come prioritaria lamessa in sicurezza del palazzo

di via Colletta. Di recente, i re-sidenti hanno promosso unapetizione per sollecitare i la-vori di recinzione e muratura,necessari per evitare l’intru-sione di abusivi ed il deterio-ramento della struttura archi-tettonica. Gli interventi dimessa in sicurezza costano di-verse migliaia di euro. L’as-sessore all’urbanistica Ada Lu-cia De Cesaris ha inviato ladiffida alla “Cà Granda s.r.l”affinché provveda alla messain sicurezza dell’edificio e sifaccia carico delle spese.La battaglia delle istituzioni edei cittadini per strappare al-l’incuria il palazzo di via Col-letta-Lattanzio è tuttora in cor-so. Ci auguriamo di poter scri-vere un bel finale per questatriste storia urbana.

Simonetta D’Amico

Dismesso e pericoloso

Ecco un altro libro per ilvostro Natale, nato daun bel progetto propo-

sto dal Comitato soci coopPiazzaLodi-Rogoredo all’Isti-tuto Comprensivo TommasoGrossi: chiedere agli alunnidelle scuole primarie di viaColletta e di via Montevelinoe alle loro famiglie di condivi-dere una parte delle loro feste

e tradizioni attraverso il rac-conto e il disegno di cibi perloro “speciali”.Durante l’anno scolastico2012/13 il Comitato soci, lascuola e, tramite gli insegnanti,i bambini e le loro famiglie,hanno lavorato insieme allarealizzazione del progetto. Questo libro è il risultato diquesta collaborazione. Il fruttoè una raccolta di esperienze cu-linarie, esperienze e non ricetteperché il libro non è un sem-plice insieme di piatti inediti otradizionali ma racconta dibambini e famiglie in cucina. Bambini, mamme, papà, nonnie zii si presentano a noi e ciaprono le porte della loro cu-cina consentendoci di condivi-

dere momenti, sapori e odoridella loro vita famigliare. E’ unpiccolo scorcio che ci parladell’importanza dei legami fa-miliari, perché attorno al ciboe alla cucina si creano momen-ti di trasmissione della storiadella famiglia, di affetto e an-che di gioco.Esperienze culinarie, raccontie disegni, che abbiamo voluto

mettere insieme in un libro per-ché possano essere condivisitra gli autori e i lettori e ap-prezzate dal maggior numerodi persone possibile. Non meno importante, il libroha una finalità pratica di soste-gno alle nostre scuole e allebambine e ai bambini che lefrequentano. Per questo, i pro-fitti ricavati dalla vendita dellibro saranno utilizzati per for-nire materiale didattico all’Isti-tuto Comprensivo “TommasoGrossi“.Il libro è al momento in vendi-ta presso un apposito banchettoall’ipercoop di piazzale Lodi,nei giorni di sabato (mattina epomeriggio) e domenica po-meriggio o presso la redazionedi QUATTRO.

Melania Gabrieli

Il cibo attraverso gli occhi di un bambino

Cercate l’evento che fa per voi!

Il mese di dicembre è cometutti gli anni particolarmen-te ricco di eventi: come po-tete vedere nelle pagine chededichiamo agli spettacoli,da qui a Natale è una festacontinua! Molti di questieventi sono patrocinati dalConsiglio di Zona 4 che,sbloccatosi finalmente il bi-lancio del Comune di Mi-lano, ha potuto anche dareun contributo economicoper poter rendere questieventi gratuiti per i cittadi-ni. C’è solo l’imbarazzodella scelta, soprattutto inalcune giornate particolar-mente “affollate”; il Con-siglio di Zona ha cercatoanche di favorire iniziativenei vari quartieri che com-pongono la nostra zona, inmodo da averle quasi sottocasa. I Centri Anziani ospi-teranno loro stessi unospettacolo offerto dal Con-siglio di Zona 4.Bambini, giovani, adulti,amanti della musica o delballo, del teatro o delle mo-stre, tutti troveranno qual-cosa che li farà divertire eche farà loro passare alcuneore serenamente.Speriamo di non essercipersi qualcosa…

Il prossimo

numero di

esce il giorno

8 gennaio 2013

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L a storia ha in sé una compo-nente beffarda. A ben guarda-re, la maggioranza delle guer-

re che l’hanno animata contribuendoa costruirla hanno avuto come causascatenante pretesti irrisori, di fatto ri-proposizioni della favola di Esopo ri-visitata da Fedro che parla del lupo edell’agnello, e che porta alla conclu-sione dell’ineluttabilità della sorte delpiù debole di fronte agli appetiti delpiù forte. Peccato che nella Storia,per ribadire la non-morale di una fa-vola e renderla attuale per qualsivo-glia epoca, si debba pagare il prezzonon scontabile di catastrofi umane. Quando nel gennaio 1879 Lord Chel-msford, alla testa di 17173 uomini di-visi in cinque colonne, attraversò ilBuffalo River che faceva da confinefra i possedimenti britannici in Suda-frica e il Regno Zulu, sapeva di essereil braccio operativo di una provoca-zione da parte del governatore SirHenry Bartle Frere nei confronti dire Cetshwayo, scomodo vicino alquale, nonostante le moderate dispo-sizioni del governo di Londra, era sta-to inviato un ultimatum nei fatti inac-cettabile, che avrebbe fra l’altro com-portato il disarmo dell’esercito zulu,cessioni territoriali e significative in-gerenze politiche.Visto respinto tale ultimatum, il go-vernatore Bartle Frere ordinò l’inva-sione del territorio zulu, certo che

Lord Chelmsford avrebbe avutoin breve la meglio sui 60.000combattenti che l’avversario po-teva mettere in campo. In effettiLord Chelmsford, oltre che in sestesso, nutriva grande fiducia nel

fucile d’ordinanza Martini-Henrycal.45, cui il nemico avrebbe potutoopporre poche antiquate armi da fuo-co, alle quali venivano pre-ferite le micidiali zagagliea manico corto e punta afoglia larga, che però po-tevano essere usate solonel corpo a corpo, cosa cheLord Chelmsford esclude-va a priori, convinto co-m’era che alle prime sca-riche dei Martini-Henry glizulu sarebbero fuggiti.Il Martini-Henry era unbuon fucile monocolpo bencostruito, che utilizzavacartucce in foglia metallicacalibro 45 (11,43 mm) conpallottola in piombo nonrivestito. Il suo punto de-bole, tuttavia, stava proprionel proiettile, voluminoso,pesante e a punta semisfe-rica, caratteristiche che lorendevano poco aerodina-mico e lento al punto da venire so-prannominato “slug”, cioè lumaca.Piuttosto impreciso sulle lunghe di-stanze, era al di sotto dei 300 metriche il fucile e le sue “lumache” da-vano il meglio, e la baionetta in do-tazione, che portava il peso comples-sivo oltre i quattro chilogrammi, at-tribuiva all’insieme una buona effi-cacia nel combattimento corpo a cor-

po che gli zulu prediligevano.Fu contro quest’arma e i soldati chel’imbracciavano che Cetshwayo il 22gennaio 1879 lanciò il proprio eser-cito. Delle cinque colonne britannichescelse quella accampata a Isandlwana,forte di 1800 effettivi, e la investì con20.000 guerrieri. La colonna, coman-data dal colonnello Henry Pulleine,

venne travolta, lasciando sul terreno1300 morti, anche se i Martini-Henryfecero il loro dovere uccidendo alme-no 1000 assalitori e ferendone il dop-pio. Quando a sera Lord Chelmsfordraggiunse il campo di battaglia, venneinvestito dal puzzo provocato dallosventramento rituale che i caduti bri-tannici avevano subito, e con allarmesi rese conto che gli zulu potevano

ormai disporre di oltre 1000 Martini-Henty e del relativo munizionamento.Fu una colonna di 4000 guerrieri nonimpiegati nella battaglia a servirsenesubito, attaccando il giorno successi-vo la piccola missione di Rorke’sDrift, dove erano distaccati 130 sol-dati, una trentina dei quali malati einabili al servizio. I tenenti Chard e

Bromhead opposero con i loro pochiuomini una disperata resistenza pertutto un pomeriggio e l’intera nottesuccessiva, al punto che gli zulu fu-rono costretti a ritirarsi. Lord Chel-msford arrivò a Rorke’s Drift la mat-tina del 24 gennaio, e trovò i super-stiti circondati dai cadaveri di centi-naia di zulu, i corpi segnati dalle gros-se “lumache” del Martini-Henry o tra-

fitti dalla sua baionetta.Nei mesi che seguirono Lord Chel-msford ebbe una parziale rivincita checostò agli zulu almeno 3000 uomini,ma lo stillicidio degli scontri spora-dici in uno dei quali perse la vita ilprincipe Luigi Napoleone, figlio diNapoleone III, ex imperatore di Fran-cia, indispose il governo britannico,già sotto attacco di stampa e opinionepubblica, e venne perciò decisa la ri-mozione di Lord Chelmsford. Mentre il suo sostituto era in viaggioper assumere il comando, Lord Chel-msford passò all’offensiva marciandoverso la capitale di Cetshwayo, in re-altà un villaggio di capanne. Il re zuluoppose agli attaccanti 20.000 guer-rieri, ma questa volta il comandanteinglese, memore del disastro di Isan-dlwana, non divise i propri effettivie, dispostili in quadrato, diede modoai Martini-Henry di compiere una au-tentica impresa. Gli zulu lasciaronosul terreno 4000 morti senza riusciread arrivare a contatto con le giubberosse britanniche, che persero soltantouna decina di uomini.Cetshwayo venne catturato e depor-tato, e così la provocazione dei civilirappresentanti di una nazione civilis-sima nei confronti di un regno “pri-mitivo e barbaro” e di un re “selvag-gio e sanguinario” andò a buon fine,fra bande musicali, sventolare di ban-diere e luccicare di sciabole sguaina-te, a riprova che, per la Storia, il finegiustifica sempre il mezzo, e che illupo mangerà l’agnello anche sel’agnello impugna una zagaglia chemette i brividi solo a guardarla.

Giovanni Chiara

MARTINI-HENRY CALIBRO 45: UNO “SPARA-LUMACHE” CONTRO IL REGNO ZULU

ATHOS

storie di storia

“Sogno che sto per prende-re il treno: nella borsa hoil biglietto e tutto l’oc-

corrente preparato nella valigia, masul più bello mi accorgo di nonavere più la borsa dei documenti emi sveglio di colpo, smarrita, pre-occupata…”Questo sogno che possiamo anno-verare nella categoria dei sogni chehanno una funzione di avvertimen-to, sono sogni che collaborano connoi come informatori segreti chenon ci costano nulla, e sono indi-

spensabili per tenerci sempre alcorrente della nostra evoluzionepersonale. La preoccupazione dellasognatrice è per la perdita dei do-cumenti che la sua borsa contene-va, che lei vive come una perditadi identità che le impedisce di pren-dere il treno, cioè una nuova op-portunità di vita. Sappiamo che illinguaggio del sogno è l’Immagi-nario, cioè un insieme di immaginie di simboli che poco alla volta im-pariamo a conoscere. Il Simboli-smo è il più antico linguaggio co-

nosciuto sulla Terra, ma purtrop-po poco conosciuto, specie nellanostra attuale società. Jung, pro-fondo conoscitore e studioso deisogni, in qualche momento di in-certezza, ricorreva al sogno stesso,come se fosse un amico accanto alui, chiedendogli di chiarirgli conaltri sogni cosa volesse dirgli.Ritornando al sogno di questa don-na di cui ha preso consapevolezza,e questo è già un elemento positi-vo, sicuramente altri sogni verran-no a chiarirle poco alla volta, a

consigliarle come programmare inmodo diverso e personale la sua vi-ta, ora che da poco è andata in pen-sione. Quindi nessuna preoccupa-zione, ma gratitudine per i nostrisogni che ci accompagnano nottedopo notte, tenendoci per mano.

Dottoressa Camilla BocaPsicologa-Psicoterapeuta [email protected]

IL TESORO NASCOSTO Disegno di Marcia Zegarra Urquizo

I sogni di avvertimentoIl 7 dicembre in occasione della consegna degliAmbrogini d’oro ai cittadini benemeriti di Mi-lano, una medaglia d’oro verrà consegnata aGiorgio Sarto, responsabile della CaritasForlanini, e altre due realtà di zona verrannopremiate con l’attestato di Benemerenza delComune di Milano. La prima è il Gruppo ar-cheologico milanese da poco trasferito in cor-so Lodi e la seconda è l’Istituto tecnico com-merciale e linguistico Pietro Verri di via Lat-tanzio, che quest’anno oltre a festeggiare i 90anni di attività può fregiarsi di questo impor-tante e meritato riconoscimento. I nostri com-plimenti a tutti loro!

Le civiche benemerenze

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5dicembre 2013

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Era tempo che volevo in-tervistare il cavalier Ot-tolina, personaggio van-

to della realtà industriale di zo-na 4. Col pretesto dell’aperturadel suo “OttoBar”, mi sonopresentato in ditta in via De-cemviri in un soleggiato pome-riggio di novembre.Dopo una breve attesa eccoche compare il cavaliere, cheimmancabilmente, prima di co-minciare, mi offre un caffè. Esebbene ne abbia già presouno…come dire di no?E’ su tutti i giornali da qual-che mese la notizia dell’aper-tura di questo nuovo “Otto-Bar”. Qual è la sua partico-larità? «OttoBar è il primo conceptbar aperto in via Ravizza incollaborazione con Juicebar,Danone e PanBrioches. Hovoluto legare il business delcaffè a questi partners al finedi offrire prodotti di grandequalità. In particolare la miaditta offre un caffè certificatoRainforest, sinonimo di garan-zia nella produzione – il caffèviene coltivato senza fertiliz-zanti e non prevede l’uso dimanodopera minorile – e ser-vito da maestri del caffè. Que-sta è la particolarità, la qualità:oggigiorno sono tramontati itempi del pranzo al bar col pa-

nino al prosciutto, la gente èpiù attenta, cerca cibi macro-biotici e di alta digeribilità. E

io offro la qualità».E possiamo sperare di vedernascere un “Ottobar” anchequi in zona 4?«Al momento ho già in vistaaltre due location in Porta Nuo-va e stazione centrale. Chiara-mente cerchiamo luoghi dovec’è molto movimento di gente.Per la zona 4 se ne potrà ma-gari riparlare quando ultime-ranno il progetto del nuovo po-lo con la biblioteca…».Curiosità: appena entrato nelsuo ufficio ho subito notatodelle fotografie in bianco enero sulla parete, di chi sitratta?«In quella fotografia c’è miamadre e quello accanto con gliocchiali sono io che vendo ilcaffè a etti. L’altro invece èmio padre che tostava. Eranogli anni ’50: pensi che vende-vamo il caffè a 50 lire. Beitempi. Anche l’Italia era piùbella…».L’Italia era agli inizi del bo-om, forse i tempi erano piùbelli anche perché meno dif-ficili di oggi…«No, anche all’epoca era dura.Un po’ mancavano i mezzi, unpo’ i clienti. Però il mio mottoè sempre stato “non scenderemai, salire sempre”: se non sista al passo col mondo è un at-timo finir male e quando si co-

mincia a scendere non ci sirialza più, si fa alla svelta adandar in rovina. Oggi la nostra

azienda è all’apice, ma a 72 an-ni sono ancora in azienda tuttii giorni, dalla mattina alle 7.30e sono l’ultimo ad andar via lasera. Anche se i miei colleghie amici mi chiedono “ma seiancora lì a far soldi? Non nehai abbastanza?” io rispondoche bisogna sempre migliorarsie cercare nuove soluzioni.Compro personalmente il caffèalle borse e fino a qualche tem-po fa mi recavo direttamentesulle piantagioni a supervisio-nare (mi indica foto alla paretescattate in India, Panama,Guatemala, Stati Uniti, e Bra-sile). Non faccio questo me-stiere solo per soldi ma soprat-tutto per la soddisfazione dicreare».E lei quando ha cominciatoa lavorare di che cosa si oc-cupava?«…di tutto! Da accendere lemacchine del caffè la mattinafino a spegnerle la sera allachiusura! Mio padre aprì la pri-ma torrefazione a Milano nel1948, vendeva il caffè a etti al-le famiglie, il “Caffè Hodei-dah” in via Piero della France-sca. All’epoca ancora non si ri-volgeva ai bar, aveva un’atti-vità di modeste dimensioni.Negli anni ’60 poi, trasferitici

in via Gallina (zona PiazzaleSusa), cominciai a rifornire bare ristoranti e a realizzare unarete di agenti. E oggi come og-gi abbiamo 7 agenti solo suMilano. Siamo cresciuti, abbia-mo cominciato ad importare ilcaffè crudo dai Paesi produtto-ri, finché nel 1988 mi sono tra-sferito in questa sede di via De-cemviri. Negli anni ‘90 sono entrati inazienda anche i miei figli: Ste-fano ha preso tutta la partecommerciale e Fabio la parteamministrativa/contabile espor-tazione-estero. Hanno datonuovo impulso: questa è la ter-za generazione che prosegue».E oggi il suo ruolo in aziendaqual è ?«A parte il ruolo di raccordotra i miei due figli che mi ten-gono informato, il mio compitoprincipale è seguire la produ-zione e l’acquisto del caffè cru-do in contatto coi broker deiPaesi produttori. Tuttavia daquando le redini dell’aziendasono in mano ai miei figli, hocominciato a dedicarmi più at-tivamente alle associazioni:faccio parte dell’UNIL Com-mercio, sono presidente di Al-toga (Associazione LombardaTorrefattori e Importatori di

Caffè) e poi ho numerose altrecariche istituzionali che mi oc-cupano più tempo del CaffèOttolina!»Infatti vedo targhe e ricono-scimenti ovunque…«Sì, come vede istituzional-mente sono molto impegnato!Ma con la disperazione di mol-ti, ho deciso che nel 2015 la-scerò tutte le cariche. Le asso-ciazioni ti impegnano troppo,si figuri che da qui e per tuttodicembre ho una riunione ognigiorno. E ha capito come lapenso: o stai dentro e ti impe-gni o ti fai da parte. Col pres-sapochismo non si va lontano,non avrei raggiunto neanche imiei primati…»Primati ?«Sì, quest’anno a Host (expoper il caffè) abbiamo ottenutoil record del cappuccino piùgrande del mon-do. Due anni fainvece ho rag-giunto il recorddi 660 caffè ser-viti in un’ora: 23ottobre 2011,certificato delGuinness di Lon-dra (mi indicacon soddisfazio-ne)…e tra dueanni vedremo co-sa mi inventerò! E’ la mia vogliadi creare che miporta a questi ri-sultati. Ho sem-pre avuto il palli-no di “diversificare il busi-ness”. Ad esempio, sebbeneabbia la soddisfazione di avereMcDonald’s Italia come clienteda 20 anni ho sempre volutocontinuare a svilupparmi: Mi-lano e provincia, Canada, Li-tuania, San Pietroburgo. Inquesto periodo ho contatti congli Emirati e tra poco arriviamoanche in Cina.»Complimenti davvero. Lasua è una vocazione! Ma leiha sempre fatto questo me-stiere nella vita ?« Quasi. Nel 1954 mio padreebbe un forte esaurimento ner-voso e vendette la torrefazionedi Piero della Francesca a unsignore che è ancora dentro og-gi; ho sempre voluto ricom-prarla: il mio interesse è legatosoprattutto all’insegna originaledel “Caffè Hodeidah” con le

due donne etiopi, insegna sto-rica prima di quella nota delCaffè Ottolina.Dopo aver venduto allestìun’officina meccanica in viaGallina 11 dove si produceva-no bielle per motori e martinet-ti per tirare i cavi dell’autostra-da del sole che all’epoca era incostruzione. Si lavorava bene,tant’è che mio padre parallela-mente riuscì a rimettere in pie-di una piccola torrefazione mavendeva pochissimo. E io glidicevo “ancora con questo caf-fè? Ma guarda quanti soldi fac-ciamo con l’officina!” Poi sonopartito per il servizio militaree quando sono tornato l’Auto-strada del sole era finita, nonc’è stato più lavoro; così hochiuso l’azienda. Nel 1960 erozero: ho ricominciato a cercareclienti e a installare le macchi-

ne del caffè espresso della Fae-ma. Iniziò così: insomma, ildestino è sempre stato quello.Poi come vede in ufficio houna macchina del caffè e unapianta di caffè che quest’annoha anche prodotto (mi mostraorgoglioso le sue foto dal cel-lulare); vede, questo sono ioche faccio la raccolta, ognibacca contiene due chicchi dicaffè, poi si tosta...».

Mentre conclude orgoglioso ilsuo racconto sulla sua piantadi caffè che cura personalmen-te in ufficio, mi accompagnaall’uscita della ditta guidando-mi come uno scolaretto per imacchinari della torrefazione;ci salutiamo sotto l’insegna…”Al prossimo caffè”!

Luca Cecchelli

Un caffè con il cavalier Ottolina

Piero Ottolina alla sua scrivania

La prima torrefazione

Il padre accanto alla macchina tostatrice

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6 dicembre 2013

LLa bambola è il più an-tico giocattolo conosciu-to: simbolo della mater-

nità e quindi dei ritmi della vi-ta ma anche feticcio, rappre-sentazione fisica della divinità,oggetto d’arte, qualche voltaanche simbolo sessuale.Egizi, greci e romani, e primaancora le popolazioni preisto-riche, costruirono bambole inargilla, in osso, in legno, e netroviamo di raffinatissime nelletombe ad accompagnare il lun-go sonno di bambini moltoamati in vita.Dal 1500 divennero oggettid’arte nelle corti europee, ric-che di pietre e vestiti preziosi,apprezzate dalle famiglie realiche le trasformarono da gio-cattolo a regali per le loro fa-vorite e in manichini per illu-strare acconciature, stoffe, gio-ielli, calzature: le top modeldell’epoca. Poi agli inizi dell’Ottocento,anche le bambole risentirono

dell’arrivo dell’industrializza-zione e divennero una mercedi largo consumo. Cambianole materie prime, si passa allaporcellana lucida, in partico-lare per i visi e le mani, checonsente di essere lavorata inmodo tale da donare una par-venza di incarnato vero: goterosee, labbra rosse, ciglia folte.E poi la tecnologia tedesca, aNorimberga, consentì occhi se-

moventi e vocine petulanti.Già alla fine del 1700, un ita-liano, Domenico Pierotti, aprìin Inghilterra la prima fabbricadi bambole artigianali in seriee il francese Emile Jumeau futra i primi produttori di bambo-le di porcellana e biscuit. Og-getti ormai di alto antiquariatoper collezionisti facoltosi.Alla fine della prima guerramondiale nacque a Torino lafabbrica Lenci, geniale produt-tore di bambole di stoffa cheper tutto il Novecento furonole compagne di milioni dibambine in tutto il mondo.Ma poi negli anni Sessantascoppiò il fenomeno Barbie (alsecolo Barbara Millicent Ro-berts) e fu la rivoluzione: nonpiù figliolina da accudire maamica, confidente, modella,ricca adolescente e poi giovanesignora da invidiare e imitare.Gli anni erano quelli: rampan-ti, pieni di speranze e di desi-deri, proiettati verso la ricerca

di successo e dena-ro. Barbie era ed èancora tutto questo:un inno al consumi-smo. Cambiava ve-stiti per ogni occa-sione, indossavapellicce e gioielli, sispostava su auto dilusso, cambiava ca-

sa e arredamento, e le bambinedi tutto il mondo pagavano esognavano di essere come lei!Quello che non cambiava maiera il fidanzato: un tipo insipi-do di nome Ken che però ave-va il compito di tranquillizzaresulle sue tendenze sessuali.Non risulta che abbiano maiavuto figli. Ancora oggi Barbiee suoi accessori sono i giocat-toli più venduti.

Le bambole hanno sempreavuto anche un lato inquietanteagli occhi degli adulti. Quei vi-si perfetti senza età, quegli oc-chi sgranati ma privi di espres-sione, quelle braccia rigidesempre tese in avanti verso ab-bracci impossibili, quei vestitieccessivi, quei pianti e quelleinvocazioni metalliche hannosolleticato e sollecitato la fan-tasia di musicisti (dalla bam-bola meccanica dei Raccontidi Hoffmann di Offenbach aquella che non ha ancorasmesso di girare di Patty Pra-vo) e di scrittori sino ad arri-vare alla Bambola Assassinadi una serie horror americanain cui tutte le paure del sub-conscio trovano una rappresen-tazione a colori su grandeschermo! Ma tutte le bambole, di porcel-lana, di pezza, di celluloide, dibisquit, ad un certo punto dellaloro vita per vecchiaia o per glisfregi delle loro dolci padron-

cine, hanno bisogno di essereaggiustate, rimodellate, rive-stite, ricostruite.Ed è molto difficile, ormai, tro-vare chi lo fa.Noi abbiamo scoperto un pic-colo, attrezzato “Ospedale del-le Bambole” in via San Rocco8, nella zona più caratteristicadel borgo antico di Porta Ro-mana, dove opera Giusy DeCarlo, una appassionata signo-ra dai molti interessi.Abbiamo incontrato Giusy esua madre, la signora Cecilia,nel loro piccolo atelier. Lo spa-zio è tutto occupato da bam-bole di tutte l’età, dimensioni,nazionalità ma anche da orsac-chiotti, statuine, carillon in le-gno dipinto e poi pezzi di ri-cambio: gambe, piedini e manidi bambole, bambolotti e pi-gotte. E ancora vestiti, stoffe,cartoni e minuscoli apparta-menti perfettamente ricostruiti.Giusy con sua madre lavora suun tavolo quadrato al centro

del negozio, cu-cendo vestiti, di-pingendo facce,ricostruendo dita,nasi, bracciaspezzate: sonosarte, chirurghiplastici e ortope-dici dei loro pa-zienti inanimati.Le bambole ven-gono ricostruitenello studio ri-correndo a stam-pi o a pezzi origi-nali scovati neimercatini di pic-colo antiquariato:un lavoro delica-to e meticolosoche Giusy ha ap-preso, quasi per

caso, durante un suo soggiornoin Francia che le ha cambiatola vita.Giusy De Carlo ci riceve di-cendoci subito ”Non cambiereiquesto lavoro per niente almondo. Guadagno poco, ci so-no sempre meno clienti, le tas-se sono alte ma io, finché pos-so, non mi muovo da qui”.Giusy, una insospettabile lau-rea in economia e commercioalla Cattolica, è un’artista/ar-tigiana: dipinge, decora, tra-sforma materia informe in visi,mani, occhi, vestiti, capelli eridà nuova vita ad oggetti chesono stati importanti per chi,un tempo, li ha posseduti edamati. Non solo bambole, mapeluche spelacchiati e senza unocchio, macchinine di ferro ar-rugginite, giostre e ballerine dilegno che si muovono al ritmodi un carillon scarico, statuinedi porcellana sbrecciate. ”Dif-ficoltà molte, però la mia lau-rea, consentendomi di fare

qualche consulenza saltuaria,mi serve per rimpolpare le fi-nanze. Ma sono felice soloquando ritorno qui e mi siedoal mio tavolo di lavoro. Di tuttoil resto non rimarrà niente in-vece un mio quadro, la bambo-la che ho ricostruito o rivestito,il mio disegno, ciò che costrui-sco con le mani, cambierà pa-drone e casa ma continuerà avivere, unico nel tempo. E que-sto è il significato profondodell’essere artigiano”.“E poi - prosegue Giusy - devodire che, oltre al passaparolache è fondamentale, Internetmi è servito per promuovere ilmio lavoro non solo in Italiama anche all’estero e sto rice-vendo richieste di interventidall’Inghilterra, per esempio,dalla Svizzera, dall‘Olanda. Imiei prezzi sono onesti, le ri-costruzioni accurate e si rifan-no agli originali in ogni detta-glio. In più ci metto passioneed esperienza”. Prima di salu-tarci Giusy ci rivolge un ap-pello che giro a voi lettori: ”Seavete bambole, pupazzi, giochiantichi in legno ecc… di cuivolete disfarvi, chiamatemi:potrebbero interessarmi. Se in-vece volete riparare una bam-bola, venite a trovarmi o man-date una foto, descrivete ildanno e riceverete a stretto gi-ro di posta la diagnosi, il costoe i tempi dell’operazione. Per-ché - conclude Giusy De Carlo- il mio è un laboratorio ano-malo. Io creo, riparo, vendo ecompro ma soprattutto questopiccolo spazio è la mia vita”.

Francesco Tosi

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7dicembre 2013

C’era una volta l’Italia checreava miti e li esportava intutto il mondo.

Un’Italia che giocando su vere o pre-sunte rivalità imponeva la sua creati-vità, la sua bellezza, la sua tecnologia.Coppi/Bartali, Roma/Milano, Fiat/Al-fa, Callas/Tebaldi; ma fu il binomioLambretta/Vespa che conquistò ilmondo intero. La Lambretta, dal nomedel fiume Lambro sulle cui rive sor-

geva, a Milano, lo stabilimento Inno-centi, e La Vespa dal ronzio e dal vololeggero che ricordava quello dell‘in-setto. Nacquero insieme, più o meno, nel do-poguerra: la Vespa più elegante, laLambretta tecnologicamente più avan-zata. Spostarsi, muoversi era l’impe-rativo di quegli anni di libertà ricon-quistata e le due ruote divennero ilsimbolo di questa nuova esigenza.L’Italia con le auto piccole e poco co-stose e con gli scooters conquistò pri-ma il mercato interno e poi quello in-ternazionale, aprendo stabilimenti unpo’ in tutto il mondo.Vespa continua ancora, negli stabili-menti di Pontedera in Toscana, la pro-duzione di nuovi modelli, Lambrettaha avuto invece una vita più travaglia-

ta. La produzione della Lambretta ces-sò nel 1971 quando fu acquistata dagliindiani della Scooters of India Limitedche continuò a costruire per molti annilo scooter in loco per l‘immenso mer-cato asiatico. Ora la nuova Lambrettaè ritornata, disegnata in Italia ma pro-dotta in Taiwan su licenza esclusiva,ma non è la stessa cosa.Nei raduni degli appassionati delle dueruote, nelle gare per scooteristi, nelle

rimpatriate per no-stalgici degli anniCinquanta e Ses-santa, il fenomenoLambretta non hamai smesso di an-dare alla grande eancora oggi ilduello Vespa/Lam-bretta è sorpren-dentemente vivo.A Rodano nel mu-seo di VittorioTessera, fra gli al-tri ci sono una set-tantina di modellidi Lambretta co-struite sia in Italia

che all’estero. I Lambretta club, a 40anni dall’ultimo modello prodotto inItalia, sono attivi in Europa ma anchein Australia, Sud America, Stati Uni-ti.Ma c’è anche un modo più intimo epersonale per ricordare un periodofondamentale della nostra storia. Ciha pensato Mariella Torre, affascinantesignora, padrona di casa della galleria“L’acanto”in via Noe 33, una galle-ria-salotto sede della sua AssociazioneCulturale, figlia dell’Ingegner PierLuigi Torre inventore della Lambret-ta.Pier Luigi Torre, nato a Vieste nel1902, ingegnere aereonautico e mec-canico, generale dell’aereonautica,progettista d’aerei per le traversateatlantiche di Italo Balbo, inventore del

“sistema di registrazione automaticadei dati di volo” ossia il primo brevet-to registrato della “scatola nera”, fuchiamato dall’ingegner Ferdinando In-nocenti, inventore dei ponteggi tubo-lari in acciaio, per progettare un rivo-luzionario nuovo mezzo di trasporto:giovane, economico, sicuro. Innocentiera un uomo schivo, chiuso e riservatoma abile gestore di uomini e con unintuito geniale. L’ingegner Torre, alcontrario, uomo di vasta cultura, ap-passionato di “rose e matematica e dimusica”come ci dice sua figlia, fu su-bito apprezzato da Innocenti e ne di-venne il braccio destro. I magazzinidella Innocenti,nell’immediato do-poguerra, eranopieni di scorte dimateriali leggeri eresistenti che eranostati utilizzati perprodurre materialeaereonautico intempo di guerra. Laleggenda dice chela Lambretta nac-que dagli scarti diun aereo e forse perquesto nella suaanima c’era la vo-glia di volare.Pier Luigi Torre sichiuse negli uffici di Roma dell’Inno-centi e nel più assoluto segreto, comenelle più collaudate spy story indu-striali, per evitare fughe di notizie edi disegni, creò la due ruote più “sim-patica” del mondo che, come avevavoluto Innocenti sin dall’inizio e comeTorre con il suo genio era riuscito arealizzare, ricordava nella sua strutturai tubi di cui era figlia. La Lambretta fu subito un grande suc-cesso: era meno elegante della Vespama più “pop” si direbbe oggi e anchepiù sicura e stabile con il suo motoreposto al centro della struttura.

Nella Galleria L’Acanto c’è da qual-che tempo e non ancora per molto, unapiccola ma raffinata mostra permanen-te che è un omaggio alla Lambrettama soprattutto un atto d’amore di unafiglia al proprio padre.E’ rivelatrice la frase che si trova nelcartello che invita ad entrare nella gal-leria d’arte che è stata ribattezzata perl’occasione “La galleria della Lam-bretta”: “Questo è il racconto della sto-ria pubblica e privata dell’ingegnerPier Luigi Torre, un uomo geniale chediede all’Italia del dopoguerra un im-pulso decisivo alla sua rinascita, cre-ando uno scooter diventato un vero

mito” La particola-rità di questa mostraè che oltre a foto,lettere, poster, mo-dellini, c’è MariellaTorre, voce narrante,che ci accompagna,raccontando dal vi-vo il percorso di vitae di ricordi di suopadre e di se stessa.“La mia galleria ècome una casa acco-gliente, dove sostareper uno scambiod’idee, un giudizio,una critica, un ricor-do di altri momenti

in cui l’arte ci ha fermato un attimo,disorientandoci o incantandoci- ci diceMariella Torre - e per questo mi èsembrato il posto più adatto per ricor-dare mio padre. A volte penso che laGalleria sia nata per rendere omaggioa lui e credo anche che questa piccolamostra possa essere la giusta conclu-sione per la galleria stessa”.

Galleria L’Acanto visita per appunta-mento tel.02 2360261 - e-mail: [email protected]

Francesco Tosi

Un piccolo Museo della LambrettaUn grande atto d’amore per Pier Luigi Torre

IL GIRO DELLA CULTURADI ZONA 4“Il giro della cultura di zona 4”

è un progetto della CommissioneCultura del Consiglio di Zona 4pensato e realizzato dall’associa-zione culturale E’-VENTO. Ilgioco nasce con l’obiettivo di farconoscere, in modo divertente, iluoghi storici, gli spazi culturalied i soggetti attori della culturadella nostra Zona. Un gioco dipercorso semplice, ma coinvol-gente, adatto a tutte le fasce d’età. Il gioco oltre a essere stampatonella pagina centrale di questogiornale avrà anche una specialeversione in grandi dimensioni cheverrà presentato nelle manifesta-zioni natalizie del Consiglio diZona 4.La realizzazione di questo lavoroha comportato un impegnativo la-voro di censimento delle associa-zioni operanti in zona 4, per cuiteniamo a precisare che eventualiomissioni ed errori non sono chia-ramente volute e ci auguriamoche il rapporto tra Consiglio diZona 4 e i protagonisti della cul-tura del territorio si intensifichi atal punto da dover incrementareanno dopo anno le caselle di que-sto percorso.Per la definizione delle caselle ab-biamo dovuto stabilire forzosa-mente delle restrizioni, includen-do le associazioni culturali pre-senti in zona ed escludendo orga-nizzazioni che operano nel terzosettore e nel sociale, che da solemeriterebbero un altro "giro gio-coso" e che spesso propongonointerventi e progetti culturali digrande interesse.…ma IL GIRO NON FINISCE QUI...Maggiori informazioni http://cul-turazona4.webnode.it/products/giocare-con-la-cultura-di-zona-4/

Alberto Tavazzi E’-VENTO

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8 dicembre 2013

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9dicembre 2013

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10 dicembre 2013

L’isola di QUATTRO

Questo Natale gli auguri ve li facciamo con un brindisi specialein due nuovi locali della zona: il Boom e il Bachelite CLab. Duespazi gestiti da giovani che hanno deciso di investire in un’attivitàin proprio. Ma se pensate di trovare dei semplici bar o locali vi

sbagliate: entrambi offrono attività e intrattenimenti molto vari,tra musica, reading e tanto altro ancora. Tra pochi giorni iniziano le vacanze di Natale, un’ottima occa-sione per andare di persona a scoprire che cosa hanno in serbo

per voi questi due nuovi centri di ritrovo e aggregazione, maprima… leggete cosa ci hanno raccontato Giorgio e Roberto!Buone feste e… cin cin!

Sim Bra e Fra Bar

Giorgio e soci han fatto Boom Ci vediamo stasera al Bachelite CLab?

Brindisi a un nuovo inizio!

A cura della Redazione giovani – Per raccontare la vostra storia giovane: [email protected]

Ci trovate sul blog http://isoladiquattro.wordpress.com - Ci trovate anche su Facebook: www.facebook.com/isoladiquattro

Basta passare davanti alla vetri-na di via Vertoiba 3 e sbirciaredentro per capire che BacheliteCLab è qualcosa di ben diversodal solito locale “impersonale”.Non a caso il progetto è di duegiovani, Roberto e Matteo, chene sono ideatori e fondatori. Ab-biamo incontrato Roberto, 30

anni, per capire meglio checos’è il Bachelite CLab e comeabbiano concretizzato, nel mag-gio scorso, la loro idea. Qual è stato il tuo percorsopersonale e che cosa vi ha por-tato a creare il BacheliteCLab?“Il mio percorso formativo haapparentemente poco a che farecon la mia attività attuale. Sonolaureato in Economia e per di-versi anni ho lavorato comeconsulente del lavoro. Conosce-vo Matteo già da qualche annoquando ci siamo rincontrati eabbiamo cominciato a metteresul tavolo le nostre idee per que-sto progetto. Inizialmente era-vamo indecisi sul tipo di spazioda aprire: certamente non vole-vamo che Bachelite CLab fosseun locale come tanti altri, maneanche un circolo per pochi.L’idea che ci ha guidato è statala voglia di creare un posto doveci sarebbe piaciuto andare cheancora non esisteva”.Spiegaci meglio“Bachelite CLab racchiude giànel nome i propositi con cui sia-mo partiti: “CLab” riporta al-l’idea di laboratorio, ossia unospazio dove si possa prendereparte a esperimenti creativi pre-valentemente in ambito musi-cale ed artistico. Bachelite in-vece in onore al materiale che,

fino agli anni 60, venne utiliz-zato per produrre moltissimi og-getti, come i telefoni o le mac-chine fotografiche e poi caddein disuso perché sostituito da al-tre plastiche. E’ un riferimentoalla mia passione per gli oggettidi recupero scovati nei merca-tini che poi restauriamo e ria-

dattiamo per il nostro ambiente.Giusto per restare in tema, spes-so promuoviamo la vendita dioggetti proprio in bachelite diun negozio della zona. Il nostro obiettivo è quello diconciliare non solo il bere e ilmangiar bene con musica dalvivo, ma anche con piccoleesposizioni artistiche e, perchéno, con reading e momenti didiscussione filosofica. Il mo-mento conviviale e di ritrovo èal centro dei nostri interessi:l’atmosfera che si crea è quelladistesa e familiare del bar sottocasa, ma il tutto viene valoriz-zato da questi progetti speri-mentali che proponiamo, soprat-tutto in ambito musicale”. Qualche dettaglio sulla pro-grammazione?“Tre sere a settimana ospitiamoband che suonano dal vivo. Datutta Italia e di generi diversi.Mi occupo personalmente dellaprogrammazione e della gestio-ne della musica dal vivo. Il no-stro scopo è permettere alle per-sone di ascoltare gruppi e generiinediti. Puntiamo tanto sullamusica, ma non solo selettiva:il giovedì è la serata dell’im-mortale karaoke. Inoltre, un sa-bato al mese, proponiamo unbrunch, che di solito è accom-pagnato da musica dal vivo edalla vendita di prodotti origi-

nali di artigianato. Il prossimoappuntamento è sabato 21 di-cembre”. Si vede che gli spazi e l’arre-damento del Bachelite ripren-dono chiaramente questo vo-stro interesse per gli oggettioriginali e di recupero...“Negli anni ‘50 questa era

un’officina. Si vede dalla strut-tura, dalle travi a vista e dallefinestre alte. Abbiamo voluto farriemergere l’anima industrialedi questo posto: le sedie così co-me le lampade sopra il banconesono state recuperate da un ami-co in un deposito per lo smalti-mento di una fabbrica, la strut-tura per le bottiglie è stata rea-lizzata con tubi a vista. Dapper-tutto ci sono oggetti che richia-mano la nostra passione per glianni ‘50 e ‘60, ci siamo ispiratiallo stile dei locali di Berlino edi Budapest e a un locale di zo-na a cui sono particolarmenteaffezionato, lo Union club”. Un’ultima battuta sulle pole-miche che ci sono state. Avetericevuto lamentele per la mu-sica troppo alta o per la genteche entra ed esce dal locale?“In realtà non c’è stata rivoltadirettamente nessuna lamentela.So che qualche residente deicondomini intorno ha avuto daridire sulla musica e sul rumorela sera. Siamo aperti ad ascol-tare qualsiasi critica e, nel caso,a venirci incontro. D’altra parteabbiamo ricevuto anche molticommenti positivi e speriamoche Bachelite CLab possa esse-re considerato anche un valoreaggiunto per la zona”.

Valentina Bertoli Luca Cecchelli

Giorgio, 27 anni, è uno dei tregiovani gestori del Boom, un lo-cale concepito come bar e spa-zio di aggregazione in vialeCampania 12, all’interno dellastruttura dello spazio Wow, de-dicato a mostre di fumetti. Dopola laurea in Scienze Politiche, èarrivata l’idea di aprire un localein zona.

Giorgio, da quando il Boom èuna realtà in zona?“L’idea è nata quasi per caso, afine agosto del 2013. All’internodello Spazio Fumetto Wowc’era necessità di una caffetteriae la precedente era in crisi di ge-stione. È stata fatta una propo-sta, che poi si è trasformata inuna gara gestita dal Comune, acui lo spazio appartiene: la no-stra è stata l’idea che ha vinto,e da tre mesi siamo una realtàgiovane che coinvolge una fettadi pubblico molto ampia dellazona. Innanzitutto siamo in tre,tutti sotto i 40 anni, a gestire illocale, con camerieri e persona-le per le attività della stessa età,e questo già vuol dire molto”.Come è nata, in voi, l’idea digestire un locale?“A dire il vero, l’idea ci è venu-ta come conseguenza della no-stra attività sociale all’internodei circuiti ARCI, nei quali già

ci diamo da fare. Anche la ge-stione di un locale ha una pro-fonda valenza sociale”.Il vostro progetto che cosa hadi diverso rispetto agli altri lo-cali di zona? Qual è il vostroelemento di unicità?“Innanzitutto, sono un po’diver-

si dal solito i nostri orari di aper-tura, che non hanno un giornodi chiusura settimanale, e co-prono tutte le fasce orarie dellagiornata. Contrariamente alla maggiorparte dei bar e dei locali, noisiamo aperti dal lunedì al sa-bato dalle 8 del mattino alle 2di notte, e la domenica dalle 10alle 2, garantendo un notevolecarico di aggregazione di zona.Siamo, inoltre, gli unici in zonaad avere uno spazio attrezzatoper neonati e bambini, con unapiccola area gioco. Un elemen-to di distinzione è anche la va-rietà della nostra clientela, chespazia dai bambini che giocanonel parco antistante e che pos-sono continuare a giocarenell’area apposita, agli anzianidel quartiere che, passeggiandonel parco, spesso si fermanonel locale a chiacchierare. Laclientela è diversa nelle variefasce orarie: alla mattina moltiche si fermano per la colazio-ne, durante la giornata sono so-prattutto anziani e pensionati,mentre dalle 19 in poi i clientisono per lo più giovani, chenell’ora dell’aperitivo animanoil locale”.Perché avete deciso di chiama-re “Boom” il vostro locale?“All’inizio eravamo partiti con

l’idea di chiamarlo Gulp perchéci sembrava simpatico sceglierequalcosa che richiamasse il no-me dello spazio che ci ospita,Wow per l’appunto, ma la Raidetiene i diritti su questo nome,e quindi, per non pagare una ci-fra esorbitante, abbiamo deciso

di optare per Boom che è altret-tanto simpatico e attinente”.Avete in mente iniziative par-ticolari per far conoscere “Bo-om”?“In realtà no: il nostro obiettivonon è quello di attirare più gentepossibile senza alcun criterio,come è già successo ad altri lo-cali prima di noi, con tutti i ri-schi che questo comporta per latranquillità dello spazio Wow.Vogliamo puntare tutto sul pas-saparola per creare un punto diritrovo più intimo, dove amicidi amici di amici possano venirea socializzare e dove civiltà e di-vertimento possano coesistere”.Invece, che cosa proponete dispeciale nell’immediato agliavventori di “Boom”?“Innanzitutto abbiamo svilup-pato questo progetto strizzandol’occhiolino alla cultura: ci pia-ce pensare che Boom possa di-ventare un posto in cui rilassarsia 360 gradi ed è per questo cheabbiamo avviato l’iniziativaAdotta la nostra libreria.L’obiettivo è il recupero di librinuovi o usati da inserire nel no-stro book corner così che, tra uncaffé e l’altro, i nostri ospiti pos-sano approfittarne per intrapren-dere nuove letture. Invece, pertutti coloro che non fosserograndi appassionati di letteratu-

ra, l’incentivo per venire al Bo-om è la birra a 3 euro ogni mer-coledì sera, che, visti i prezzi diMilano, ci sembra un ottimocompromesso”.

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Prove di partecipazione per i giovanissimi

Grazie alla mia scuola media di via Martinengo, ho avutola possibilità di partecipare ad un evento nazionale deno-minato: “PARTECIPARE, INFINITO PRESENTE”.

Il progetto promosso dal Comune di Milano, finalizzato alla co-stituzione dei Consigli di Zona dei ragazzi e delle ragazze, incollaborazione con il Pidida (per i diritti dell’infanzia e dell’ado-lescenza) e l’Unicef, ha fatto sì che ragazzi del Piemonte, Lazio,Veneto, Liguria e Lombardia si riunissero tutti insieme alla Fab-brica del Vapore a Milano, per discutere proprio di scuola, ragazzi,società e famiglia.Abbiamo avuto anche la possibilità nell’occasione di incontrareVincenzo Spadafora, primo Garante Nazionale per gli under 18,eletto all’unanimità dal Parlamento in carica ormai da due anni.Le giornate di lavoro sono state due: il primo giorno è stato ve-ramente lungo e faticoso, siamo stati insieme 12 ore (dalle 9.00alle 21.00), però è stata un’esperienza bellissima. Di Milano era-vamo in 8 ragazzi e rappresentavamo le 9 zone del nostro Co-mune. Ricevute le delegazioni delle altre regioni, abbiamo apertosubito i lavori: tutto è ruotato intorno alla parola “partecipare”.Partecipare inteso proprio come… partecipare alla vita privatae sociale, partecipare al gioco, partecipare ad una discussione.Da questo lavoro sono scaturite le domande che avremmo fattoal Garante durante il suo intervento.Spadafora si è messo subito a nostra disposizione e, rimboccatele maniche, ha cominciato a rispondere alla nostra raffica di do-mande. E’ stato fantastico, ha utilizzato un linguaggio adatto anoi, chiaro e pulito, ha cercato di spiegarci tutto del suo ruolo,ed è riuscito a chiarirci molti concetti a noi completamente nuo-vi.Ci ha promesso che entro la fine dell’anno scolastico farà di tuttoper migliorare la qualità della vita degli under 18 e che gli siamostati molto utili perché gli abbiamo aperto gli occchi su situazionidi vita a lui forse troppo lontane.Lo scopo del progetto è stato proprio questo: far sì che, attraversola partecipazione alla discussione, dei temi a volte trascurati,prendessero vita, come ad esempio: INTEGRAZIONE, DIVER-SITA’ COME ARRICCHIMENTO, RAPPORTO TRA INFAN-ZIA E FAMIGLIA e soprattutto FIDUCIA E CREDIBILITA’COME COSTRUIRLA?Questa è stata una delle esperienze più profonde e intense dellamia vita, ho solo 12 anni ma qualcuno mi ha ascoltato veramen-te… come un adulto!Ringrazio tutte le persone che mi hanno dato la possibilità di par-teciparvi.

Rebecca Meneguzzo (II° G)

Partecipare, infinito presente

Il 22 novembre scorso, presso la salaconsiliare del Consiglio di zona 4 invia Oglio, si è insediato il Consiglio

di Zona dei Ragazzi e delle Ragazze.Tramite il CdZRR i bambini e i ragazzitra gli 8 e i 14 anni porteranno all’atten-zione dei rispettivi Consigli di Zona laloro visione della città e del territorio nelquale vivono, evidenziandone gli aspettiproblematici. Le proposte formulate daigiovani Consiglieri verranno successiva-mente presentate agli uffici centrali com-petenti.Tali Consigli rappresentano un'innovativamodalità di partecipazione dei ragazzialla vita della collettività sociale in cuivivono e permettono loro di contribuirealle scelte e alle decisioni dalle quali fi-nora sono stati esclusi. Una modalità edu-cativa, dunque, che permette ai ragazzidi confrontarsi, di gestire la conflittualità,nella ricerca di soluzioni che non soddi-sfino le esigenze dei singoli, ma quelledi tutta la collettività di cui si è parte.Il progetto vede come artefici principalii Consigli di Zona, l’Assessorato all’Edu-cazione e Istruzione e l’Assessorato alDecentramento e Servizi al Cittadino, alfine di potenziare le azioni di sostegno aibambini e ragazzi della città di Milanoattraverso il loro coinvolgimento direttoin percorsi di cittadinanza attiva ed edu-cazione alla giustizia. L’idea è quella disviluppare nei cittadini più giovani il sen-so di appartenenza al proprio contesto divita, offrendo occasioni di cittadinanzademocratica attiva e diretta e facilitando-ne la partecipazione alla vita della comu-nità di cui fanno parte.Il 23 ottobre in tutte le scuole milanesiche hanno aderito al progetto si sono te-nute le elezioni dei rappresentanti e inogni istituto comprensivo sono stati elettidue rappresentanti per classe.

Nella giornata dell’insediamento delCDZRR4, alla presenza della PresidenteLoredana Bigatti e di vari Consiglieri, igiovani rappresentanti hanno preso partea un’ufficiale convalida della nomina daparte dell’assessore alle Politiche sociali,Pierfrancesco Majorino e del presidentedella Commissione Educazione, LuigiCostanzo. È stata consegnata loro una copia del Re-golamento e, al fine di far comprendereil legame esistente tra il progetto e la Di-chiarazione dei Diritti dell’Infanzia, al-cuni ragazzi dell’Istituto “TommasoGrossi” hanno raccontato brevemente laloro esperienza di partecipazione allaMarcia dei Diritti dell’Unicef del 20 no-

vembre. Successivamente, a turno, ognirappresentante ha avuto cinque minuti ditempo per esporre le istanze e le proposteraccolte nelle varie scuole partecipanti alprogetto. Infine, dopo aver fissato le datee individuato i temi che verranno affron-tati e dibattuti nelle prossime sedute, airagazzi è stata offerta una merenda e inquell’occasione qualcuno è stato ancheintervistato da una radio.Ai neo-eletti auguriamo tutti un buonlavoro e affidiamo il compito di costrui-re una città amica dei bambini e dei ra-gazzi!

Professoressa Maria Teresa D’AnielloIstituto Comprensivo “Tommaso Grossi”

CdZRR: il Consiglio di Zona dei Ragazzi e delle Ragazze

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Mosaiko e Kolbe da 22 anni insieme per un "Natale in musica"

14 dicembre ore 21 presso la chiesa di viale Corsica 68Da ventidue anni al Kolbe in occasione del Natale, i cori dellacomunità propongono una serata speciale, organizzata dall'as-sociazione Mosaiko. Oltre al concerto di Natale, insieme allamusica vengono proiettate immagini, filmati e fatte alcune co-reografie di supporto ai brani eseguiti. L'ultima parte della serataè dedicata alla "fantasia di Natale", trasformandosi in serata Ka-raoke (natalizio ovviamente!). Da ultimo, si brinda e si mangiauna fetta di panettone. I cori che si esibiscono sono due: "i Kol-bini” composto da ragazze/i dai 6 ai 30 anni e il Coro Kolbe,gruppo corale adulti (30 – 80 anni e passa).

Concerto di Nataledella Orchestra a Plettro Città di Milano

22 dicembre ore 17 presso la Palazzina Liberty di Largo Marinai d’ItaliaL’orchestra è composta da circa 30 elementi tra mandolini, man-dole, chitarre, mandoloncelli ed altri strumenti. Il repertorio del-l’orchestra che spazia dalla musica barocca fino al primo ‘900,passando dalle trascrizioni di arie d’opera alle canzoni classichenapoletane, nella serata del 22 dicembre offrirà anche melodieispirate al Natale.

Dire calcio in Italia oggi,all’alba del terzo mil-lennio, significa ancora

parlare prevalentemente di cal-cio maschile. I campioni ac-clamati sono quelli che guada-gnano cifre milionarie, talvoltain barba all’etica e alle variecrisi economiche dei Paesi incui giocano; addirittura capitadi sentir parlare di “eroi” quan-do uno o più calciatori diven-tano protagonisti di una partitaparticolarmente importante. Ein tutto ciò, spesso ci si dimen-tica che il calcio è uno sport;e come tale praticabile anchedalle donne. Proprio così! InItalia parliamo tanto di quoterosa nella politica e nel socia-le, ma guai a chi ci tocca il cal-cio, vera religione del maschioitalico: sono ancora troppi ipregiudizi culturali, troppe lelimitazioni mediatiche e, con-seguentemente, troppa la dif-ferenza di trattamento econo-mico tra le atlete donne chemilitano nelle massime cate-gorie nazionali e i loro colleghiuomini. Tutto ciò avviene no-nostante, a livello internazio-nale, il Calcio Femminile siaormai una realtà: nazioni chespesso prendiamo a esempiodi civiltà e di elevata qualitàdella vita come gli USA, laSvezia, la Norvegia, il Giap-pone hanno molto più rispettodi quanto abbiamo noi per ledonne che praticano il calcio.Eppure, proprio in questi gior-ni, la Nazionale Femminile

Under 17 è a un passo dalla fi-nale dei Campionati Europei,ma nessuno ne parla! A noiche viviamo in Zona 4 è pio-vuta dal cielo una grande for-tuna a inizio 2013: la squadradi Calcio Femminile di SanDonato Milanese, che militain Serie C col nome Metano-poli, si è trasferita e ha iniziatola sua attività con il nuovo no-me di AUSONIA, mantenendoi meriti sportivi acquisiti; quin-di è possibile andarle ad ap-plaudire nel nuovo impiantoche costeggia il Parco EmilioAlessandrini, pagando solo 3Euro per assistere alle loro par-tite! Il prezzo è risibile, se siconsidera che ormai il livellotecnico di certe calciatrici nonha niente da invidiare ai piùcelebrati colleghi maschi, purcon la grazia e la femminilitàche caratterizza le donne. Edopo aver visto da vicino lapassione e le capacità di questeragazze, siamo certi che moltisi affezioneranno al loro modosano d’intendere lo sport. Sia-mo andati a parlarne con dueloro dirigenti, Agostina Vitalee Monica Manfroni, essestesse calciatrici prima di met-tere a disposizione la loroesperienza nel lavoro di deskal servizio delle atlete dellasquadra. Signora Vitale, è stato più du-ro passare dal campo a unascrivania o trasferirsi da SanDonato Milanese alla Zona 4?Ho giocato a calcio tanti anni

come terzino sinistro, diver-tendomi tantissimo; poi dopoessermi rotta il crociato del gi-nocchio, ho pensato anche adaiutare le mie compagne disquadra, fino a diventare diri-gente col tempo. Quest’annoci siamo trasferite da San Do-nato perché la crisi economicaha colpito anche le risorse eco-nomiche del calcio femminile;ma anche perché qui, all’AU-SONIA, abbiamo trovato unambiente molto buono da cuiripartire, sperando di decollarecon questa nuova avventurasportiva.Siete alla ricerca di unosponsor?Sì, se ci fosse un’azienda oun’associazione che volesseaiutarci nelle spese delle tra-sferte, per noi sarebbe il mas-

simo. Basterebbero 2000 Eurocirca per i materiali e il noleg-gio di un pulmino che ci portiin trasferta per l’intera stagio-ne; o qualcosa in più se s’in-tende investire nel progetto eaiutarci a fare il salto di qualitàper puntare alla Serie B.La società AUSONIA cosa vioffre?Ci hanno messo a disposizioneil campo e le divise di gioco,dandoci fiducia con l’acquisi-zione del titolo sportivo; e noisiamo grate per questo. Ovvia-mente, però, un organico di 25atlete come il nostro ha biso-gno di assistenza continua perallenamenti, trasferte e gestio-ne fuori dal campo. Per questosperiamo di trovare ancora uninvestitore per crescere ancoradi più.

E se lo sponsor vi imponesseanche scelte tecniche e nuovegiocatrici?La nostra porta è aperta a tutti.Alcune di noi hanno anche gio-cato in Serie A, ma siamo tutteragazze giovani, pronte ad ac-cogliere chi volesse entrare nelnostro gruppo e a migliorare iltasso tecnico della squadra. Eanche calciatrici straniere sa-rebbero ben accette.Quale ruolo vi manca da co-prire tecnicamente?L’organico potenziale è giàbuono. Certo, si può semprefare meglio in tutto, ma soprat-tutto abbiamo bisogno di co-stanza e convinzione nei nostrimezzi: la classifica è corta epossono bastare tre vittorie difila per trovarsi nelle prime po-sizioni. Però la Serie B ha costipiù alti d’iscrizione e per letrasferte, che sono più lunghee lontane, per questo uno spon-sor sarebbe fondamentale.Signora Manfroni, quali so-no le difficoltà per trovareuno sponsor?Ancora poche aziende vedonoil Calcio Femminile come uninvestimento: in realtà i costisono scaricabili fiscalmente; efar crescere una squadra finoai vertici è una soddisfazioneche può gratificare anche l’im-magine di chi lo fa.Cosa pensa di Antonio Ca-brini, che attualmente allenala Nazionale donne?Mi sembra una persona moltodisponibile e capace, anche se

Mens sana in corpore sano

La Zona 4 gioca in Serie C con le splendide ragazze del calcio AusoniaVitale: “Se uno sponsor ci aiutasse, la Serie B non sarebbe solo un sogno!”

In alto da sinistra: Bonari, Gerosa, Ronsivalle, Vitale, Florio,Cappella, Raja, Montemurro, Medici, Celedi. All. CiofiIn mezzo da sinistra: Franceschini, D’Aleo, Caprera, Missa-glia, Andreoni, Piccolo, Italo, Tschuor, Lazza.In basso da sinistra: Macrì, Salmeri, Barone, Babusci, Barelli,Piccininno. Meroni.

Nei nostri parchi(Sempione Monta-nelli, Marinai), nei

giardini e nelle zone alberateanche di piccola estensionesi trovano fringuelli (Frin-gilla coelebs) in abbondanza.Sono uccelli di piccola taglia(15 cm circa), granivori e ri-conoscibili per il becco cortoe massiccio e per le barrealari bianche. Il maschio, inparticolare, si differenzia dal-la femmina per la livrea piùcolorata. Il piumaggio delmaschio comprende il grigiodella testa, il verde del grop-

pone, il rosa intenso del pettoe il nero dell’estremità delleali. Invece la fem-mina e i giovaniappaiono bruno-grigi con sfumatu-re verdastre. InEuropa il fringuel-lo è ben rappre-sentato e fra otto-bre e novembre èpossibile vederloin gruppi di di-mensione variabi-le, frammisti a peppole, ver-doni e lucherini nei coltivi enei giardini a ridosso di fasce

alberate e boschi. Inoltre ininverno, e recentemente an-che durante il periodo ripro-duttivo, può giungere nelleperiferie delle città dove èpiù facile trovare cibo. E Mi-lano non fa eccezione. Nor-malmente però in questo pe-

riodo non sono“espansivi” ed èdifficile udirli. Avolte un indivi-duo isolato emet-te un cantoestemporaneo,ma per i veri epropri concertibisogna aspettareprimavera. Ed ora a caccia

(fotografica ovviamente!!!)dei nostri piccoli compagnid’inverno.

Ma che bel fringuello, marco 'ndiro 'ndiro 'ndà

non lo conosco personalmen-te. Certo, anche un campionedel mondo come lui non puòfare miracoli: la Federazioneha solo 15.000 tesserate e imedia danno poco spazio.Secondo lei, uno spogliatoio didonne è più facile da gestire?No, anzi. Probabilmente nelcalcio maschile c’è più came-ratismo e complicità, mentrele ragazze hanno bisogno dipiù tempo per pensare dasquadra. Ci vorrebbero più vi-vai e istruttori che insegninola cultura del calcio nelle scuo-le anche alle bambine, oltreche più spazi dove allenarsi.E sul piano sociale ci sonoancora pregiudizi verso ledonne calciatrici?In Italia, soprattutto, il nostrosport è ancora ai margini. Ba-sti pensare che nessuna dellenostre ragazze, che pure gio-cano in Serie C, percepisceuno stipendio, mentre i paricategoria uomini già ci vivo-no. Ci sono ancora poche tes-serate, ma è uno sport bello esano, che nel resto del mondoè in grande crescita. Se le ra-gazze straniere immigrate pro-vassero a giocarlo, potrebberoanche inserirsi più facilmentenel tessuto sociale. Diverten-dosi, soprattutto.

Alberto Tufano

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13dicembre 2013

P roseguiamo la nostra carrellata prenden-do in esame l’elemento aria. Dall’etimolatino aer e dal greco αήρ) essa è vitale

per l’uomo e per la sua stessa esistenza. Ma an-che in questo caso e fin dall’antichità l’uomopercepì che la poteva sfruttare quando questasi trasformava nel vento che muoveva le cose.Ancora non conosceva la teoria di come le mas-se calde e fredde dell’aria e i moti ascensionalidella stessa generassero questa trasformazione,

ma aveva già dato nomi distintivi al vento, e iprimi navigatori, con il suo favore, impararonoa governare le vele per cambiare rotta ed im-primere velocità all’imbarcazione. Poi l’uomo, dopo i primi motori eolici, scoprìche questo elemento poteva sorreggere qualcosadi molto più pesante, staccarsi finalmente daterra e volare come gli uccelli. Dal povero Icaroai giorni nostri l’evoluzione tecnologica nel-l’aerodinamica ha fatto parecchia strada rico-noscendo a questo semplice elemento presentein natura l’attributo di fonte energetica. Vi chiederete come tutto ciò possa riguardarela Zona 4. Ebbene, va ricordato che nel territoriodi Taliedo fu costruito uno dei primi aerodromiitaliani e la sua localizzazione e orientamentonon fu occasionale per quei tempi ma oggettodi studio delle correnti d’aria per una vasta arealimitrofa alla città.Questo territorio ha fatto parte fino al 1873 delComune dei Corpi Santi, ovvero quell’insieme

di piccoli comuni rurali, autonomi, che circon-davano Milano e che a partire dal 1757, sottol’amministrazione austriaca, vennero gradata-mente inglobati nella città. Taliedo era una zonaagricola ricca di cascine ed il suo nome derivaproprio da quella più importante, la CascinaTaliedo così chiamata per la presenza di nume-rosi alberi di tiglio (dal latino tilietum). Nel 1910 la località venne scelta per svolgereil Circuito Aereo Internazionale, una gara di ve-

locità aperta a piloti e ap-parecchi stranieri. Perconsentire di attrezzarel’area con gli hangars, leofficine di riparazione eun deposito di carburantevennero requisiti ed ab-battute tutte le cascinedel circondario ad ecce-zione della Cascina Ta-liedo, il cui destino peròfu solo rinviato di qual-che anno. Le aree a ver-de e coltivate vennerocosì a poco a poco urba-nizzate in attesa che laprincipale via di comu-nicazione ancora in terrabattuta, quella che diven-terà poi la via Mecenate,potesse essere solcata da

qualche linea di trasporto. Durante la primaguerra mondiale il campo di volo fu trasformatoin aeroporto militare da cui decollavano le squa-driglie del Battaglione Aviatori del regio eser-cito. I militari si resero subito conto che l’im-piego dell’aereo si dimostrava un’arma strate-gica e fu così che ai lati del campo, lungo la viaMecenate per l’occasione asfaltata e illuminata,nel 1915 la Società per lo Sviluppo dell’Avia-zione in Italia costruì uno stabilimento per laproduzione di aerei progettati dall’ingegnereGianni Caproni, che nel 1917 rilevò l’aziendaproseguendo l’attività fino al 1949. Il 19 giugno 1921 l’aerodromo Taliedo assunsela qualificazione di “aeroporto” e fu dedicatoalla memoria di Emilio Pensuti. Opportuna-mente ristrutturato, terminata ormai la GrandeGuerra, nel 1928 fu utilizzato per il trasportocivile iniziando il servizio di linea sulla trattaTaliedo-Trento, e successivamente la linea Ta-liedo-Roma, con l’impiego di trimotori Fokker.

Negli anni successivi il capoluogo lombardo fucollegato a Venezia in frazione San Nicolò diLido e poi con Torino, Napoli, e altre città im-portanti d’Italia e d’Europa. Nel 1934 l’aero-porto di Taliedo era già in grado di effettuareuna decina di partenze e arrivi al giorno. Gli operai della Caproni e gli addetti all’aero-porto potevano raggiungere più comodamentei rispettivi luoghi di lavoro con dei servizi messia disposizione dall’Azienda Tranviaria Muni-cipale: un bus navetta che partiva da viale Mo-lise, incrociante la Circolare Esterna filoviaria,e in seguito la linea tranviaria numero 35, pa-rallela alla Roggia Triulza che scorreva a queitempi ancora a cielo aperto in via Mecenate. Nel frattempo, vista la presenza dell’aeroportoe della strategicità dell’area, a seguito di unalegge del 27 giugno 1927 che demandava alleProvince la creazione di superfici idonee per

consentire l’atterraggio di emergenza di velivoli,sia terrestri che idrovolanti, nel settembre del1927 il geometra Gino Utili, della Caproni, pre-sentò il progetto commissionatogli da FabioMainoni, segretario della Lega Aerea Nazionale.Questo progetto prevedeva la realizzazione diun grande bacino idrico in un’area dove eranopresenti delle cave già aperte per l’estrazione

di materiale inerte. Nasceva così l’Idroscalo,inaugurato il 28 ottobre 1930, aperto sia al traf-fico aereo che sede di attività sportive acquati-che promosse dal regime fascista. L’alimenta-zione d’acqua era garantita da una serie di ri-sorgive e da alcune rogge presenti in loco. In realtà questo bacino fu usato molto di radoper gli arrivi e le partenze degli idrovolanti enessuna linea passeggeri venne mai istituita,anche perché il successo degli idrovolanti fusolo momentaneo. Oggi l’Idroscalo è un richia-mo per eventi sportivi acquatici, punto di ritrovoper attività ludiche, e come lo chiamano i mi-lanesi è “el mar de Milan”. Da qui in poi e glianni che seguiranno videro l’abbandono delvecchio aerodromo di Taliedo, sostituito daquello più esteso e moderno che oggi conoscia-mo come Aeroporto di Milano-Linate “EnricoForlanini”, progettato dall’architetto Gianluigi

Giordani, inaugurato il 21 ottobre 1936 e consuccessive opere di ampliamento (1960-1968-2002) giunge fino al limite del fiume Lambro.

Gianni Pola

Nella prossima puntata parleremo del Fuoco edella Terra

Dall’acqua all’idrogeno/4L’elemento Aria

Idroscalo e aeroporto di Linate

Vista aerea Taliedo-Caproni

L’ingresso in guerra dell’Italia fu unevento politico che portò gravissimeripercusioni anche sulla vita di tutti i

giorni.Già nel 1935 la guerra in Abissinia aveva al-lontanato le nazioni europee dall’Italia, anchein ambito commerciale, e a questo il Duce ave-va risposto con l’autarchia, per via della qualei mezzi di trasporto sarebbero stati costruiti conmateriali e riforniti con carburanti disponibiliin Italia; questo portò da un lato alla costruzionedella splendida serie 5000 dei tram ma dall’altroa quella dei deludenti autobus a metano.Nel 1940 però, con l’entrata in guerra dell’Ita-lia, il servizio tranviario cittadino ne risentì pe-santemente: innanzitutto sulle vetture tranviarievennero aboliti quasi tutti i posti a sedere, cosìda aumentarne la capienza; parallelamente levetture dovettero viaggiare contraddistinte dafasce bianche e la sera con le luci azzurrate, letendine abbassate e i fari esterni schermati, pernon essere facile bersaglio. Come già in occasione della Prima guerra mon-diale, per sostituire il personale chiamato allearmi vennero assunti anche in quest’occasionepensionati e donne. La rete tranviaria subì di-verse contrazioni a partire dal 1942, a causadei danneggiamenti dovuti ai bombardamenti.Nel luglio di quell’anno venne ugualmente im-messa in circolazione la prima vettura articolataa due casse su tre carrelli, la 4500, prima di unlotto di venti vetture, di cui solo cinque vedran-no effettivamente la luce, a causa degli eventibellici che ne interruppero la produzione. Nelfebbraio del 1943 venne definitivamente so-speso il servizio automobilistico, nel luglio del-lo stesso anno fu invece la volta di quello filo-viario. Il bombardamento del 15 agosto 1943 portòlutti e distruzione ovunque nella città; tra tantadevastazione avvenne però un episodio positi-vo, che si svolse nella nostra zona e fu legatoai trasporti.

Il Gamba de Legn, guidato dal capotreno Bu-raschi, era stato identificato come il mezzo che,non avendo trazione elettrica, poteva andare arecuperare le vetture che per ragioni precau-zionali erano state sfollate nelle periferie citta-dine (nella nostra zona, a Taliedo e in viale Ar-

gonne). Accadde dunque che, quando già si ac-cingeva a ripartire con quattro vetture al trainoda viale Argonne, il Buraschi venisse attiratodalle urla di una persona e si recasse subito dalei: al ritorno, senza giacca, aveva attaccato unaquinta vettura al suo Gamba de Legn. Era infattiaccaduto che una donna avessa dato alla lucesulla quinta carrozza, proprio in quella notte,un bambino, che ora riposava nella giacca delBuraschi.Nel febbraio 1944 trenta motrici tranviarie diserie 600 vennero caricate su carrelloni ferro-viari al Deposito Messina per essere inviate aMonaco, depauperando così ulteriormente ilparco rotabile rimasto a Milano, che al terminedella guerra versava in condizioni disastrate,mentre gli impianti risultavano quasi intera-mente distrutti.

Il trasporto pubblico locale in zona 4 - XIVA cura della Fondazione Milano Policroma - Testo di Riccardo Tammaro

“Tranviere” durante la Seconda guerra mon-diale (da In Tram)

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14 dicembre 2013

Dopo la prova generale alcarcere di Opera, MarioLuzzatto Fegiz, il gior-

nalista musicale più famosod’Italia, ha esordito lo scorso 28novembre al teatro Arca dicorso XXII Marzo con lo spet-tacolo”Io odio i talent show”.Come lui stesso ama affermare:“di mestiere faccio quello che vi dice se vale la pena spendere50 o più euro per un concerto o 20 e più euro per un CD… Permisteriose ragioni da 40 anni costringo pubblico e artisti a con-frontarsi con la mia incompetenza. E ho visto cose che voiumani neanche potete immaginare”. E così, negli insoliti pannidi intrattenitore a quasi 70 anni, il critico sciorina gustosi aned-doti sul Festival di Sanremo, sulle domeniche con Mogol e Bat-tisti, malintesi sui cantautori contestati e, ovviamente, l’odioper i talent show che hanno posto fine alla dittatura della criticaderubandolo del mestiere di critico “spalmato su migliaia digiudici popolari, sms, mail e televoti”. Accompagnato dalla chitarra di Roberto Santoro e dal fisarmo-nicista ucraino Denissenkov, quasi due ore di spettacolo tracanzoni celebri e spassosi racconti su personaggi e artisti co-nosciuti da Fegiz nel corso della sua autorevole carriera dagliosservatori privilegiati della Rai e del Corriere della sera. Inpiù ad ogni replica un ospite a sorpresa…Lo spettacolo sarà replicato sempre al Teatro Arca nelle seguentidate: 11 dicembre 2013; 16 gennaio 2014 ; 6 febbraio; 8 feb-braio; 13 marzo; 26 marzo; 4 aprile; 8 maggio; 22 maggio; 12giugno.

Luca Cecchelli

Fegiz odia i talent showUno spettacolo sulle curiosità

della musica italiana al teatro Arca

Cara la mia fontanella che un dì mi vedesti bambino sei ancora lì, solitaria in fondo allo spoglio giardino... L'autunno ha già steso ai tuoi piedi di foglie avvizzite un tappeto e tu, come un tempo, m'incanti con quel chioccolare tuo quieto. Tendevo le piccole mani scherzando - ricordo - col getto tuo limpido, fresco e mia madre rideva stringendomi al petto...Tanto tempo è passato d'allora! Eran belle le aiuole fiorite e le rondini e i passeri in volo... Primavere lontane... svanite. Ora, stanco e invecchiato, ritorno per un ultimo, mesto saluto, un addìo a te vecchia fontana cara amica d'un mondo perduto... Chiudo gli occhi e la sera, sommessa, sopra i rami già stende il suo velo; Sale in gola un singhiozzo, un sospiro Fontanella... Addìo … nulla più!

Arturo Presta

La fontanellaL a scuola “Franchino

Gaffurio” si trova inviale Gorizia, vicino

all'antico cantiere dei marmisti,è la più antica d'Europa (haben 600 anni!) e accoglie circa50 coristi, dalla quarta elemen-tare fino alla terza media (tuttimaschi, le femmine non sonoammesse). Entrata nella scuo-la, mi hanno fatto da guida“turistica” alcuni simpatici egentili allievi: Evander, Marco,Andrea, Stefano, Alessandro,Matteo, Christian e Pier, tuttiresidenti nella nostra zona.Grazie a loro, ho potuto visi-tare questo “mondo” per menuovo. Mi ha colpito l'aula di canto,spaziosa e con un'acustica dav-vero notevole (quando qualcu-no canta, lo si sente bene intutta la stanza), l'aula dove sisuonano l'organo e il pianofor-te, le piccole aule dove si stu-diano le consuete materie (pic-cole perché per ogni classe cisono solo una decina di ragaz-zini, e alle elementari non piùdi due maestre: una per le ma-terie letterarie, e una per Ma-tematica e Scien-ze.) Ma soprattut-to mi ha colpito ilgrande amore diquesti alunni ver-so un genere dimusica che io egli altri coetanei,purtroppo, siamosoliti snobbare.Quasi tutti hannoiniziato il loropercorso “vocale”cantando nei coridelle parrocchie;Evander, peresempio, vienedalla chiesa di S. Luigi, Mat-teo dalla chiesa di S. Andrea,Pier e Stefano da S. Pio V. C'èanche chi ha sempre “respira-to” musica sacra in famiglia,

come Christian, che ha decisodi seguire le orme dei due fra-telli maggiori, ex allievi della“Franchino Gaffurio”.

Non è facile diventare giovanecorista. Prima è necessario su-perare quella che i ragazzichiamano la “prova della vo-ce”: il Maestro Laciacera, vice

organista della scuola, si recanelle varie parrocchie per esa-minare i futuri possibili allievie dare una sua valutazione.

Per chi viene am-messo, le settima-ne sono scanditeda mille impegni.La mattina tuttigiungono a scuolacon il pulmino(beati loro!), e,con l'arrivo del vi-ce preside Mae-stro Riva, inizianola loro giornatascolastica: prega-no in cappellina,naturalmente can-tano, come tuttinoi seguono le le-

zioni “normali” e fanno gli in-tervalli, pranzano insieme inmensa e in più hanno momentidi studio libero per lo svolgi-mento dei compiti pomeridia-

ni. E non finisce qui... Cantanoin Duomo a Natale, Pasqua eogni domenica mattina, alleore undici, con un repertoriosempre diverso; tengono con-certi in altre città e sono tal-mente bravi che hanno persinocantato in una messa con il Pa-pa. Dopo la terza media, tutticambiano voce. Da soprani econtralti diventano bassi e te-nori. Terminati gli studi in que-sta scuola c'è chi è indeciso secontinuare o no con il canto, echi ha già le idee chiare e de-sidera entrare a far parte delcoro degli adulti in qualità diex allievi. Qualunque stradaprenderanno nella vita, secon-do me una cosa è certa: dopotanti studi, tanta dedizione,tanti impegni continuerannoad amare la musica, non po-tranno farne a meno.

Giulia Costa

DO RE MI FA SOL LA SI... TUTTI IN CORO!Notizie e curiosità sulla scuola per i giovani coristi del Duomo “Franchino Gaffurio”

PROGRAMMA

Partenza ore 7.00 davanti Ipercoop P.za Lodi di viale Umbria ore. 7.10 via Feltrinelli ang. via Rogoredo

Arrivo e visita guidata alla mostra di Antonello da Messina(1429-1479) al Mart di Rovereto

Passeggiata libera al mercatino di Natale: gli artigiani in arrivo da Betlemme porteranno sino a Rovereto latradizionale atmosfera di una vera tenda beduina dove gustare isapori della Terra Santa, vestire con abiti tipici palestinesi e am-mirare gli affascinanti manufatti in legno d’olivo e madreperla.

Pranzo libero Rientro in serata

QUOTA DI PARTECIPAZIONE SOCI COOP ATL € 27,00La quota comprende: a/r bus- assicurazione – ingresso e visita guidata mostra

Prenotazioni e pagamento:Ufficio Soci Ipercoop P.za Lodi - tel. 02.54045253 Ufficio soci Via Freikofel 7 – (Rogoredo)

Dal 14 al 29 dicembre

Presso la Sala Concilio della Parrocchia San Nicolao dellaFlüe, via Dalmazia 11DALLA BIBBIA ALL’ARTE: LA BELLEZZA PER LA VITA DI TUTTI In mostra la Bibbia di Borso d’Este

Orari: da lunedì a sabato 15.00-19.00 - Domenica10.00/13.00 e 16.00/19.00

Inaugurazione: Sabato 14 dicembre ore 16.00TAVOLA ROTONDA Prolusione di:

Ernesto Borghi, Docente di esegesi biblica Coordinatore:

Giuseppe Garra, Presidente Assovizzini

22 dicembre ore 16.00

Presso la Sala ConcilioCONCERTO PER ARCHI E SOPRANOSoprano: Marzia Catania

European Soloist Quartet

Violino: Roberto Lucano e Xhiliola Kraja

Viola: Irina Balta Montanari

Violoncello: Antonio Silioli

Brani di Vivaldi, Bach, Albinoni, Mozart, Cajkovskij, SaintSaens, Mascagni, Bizet, Verdi

29 dicembre ore 16.00

Presso la Chiesa di San Nicolao della FlueCONCERTO “VESPRI D’ORGANO”

ASSOCIAZIONE AMICI DELLA CITTÀ DI VIZZINI

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15dicembre 2013

PACTA.DEI TEATRI TEATRO OSCAR

Via Lattanzio 58 – tel. 02 36503740

Fino al 15 dicembre CATS E ALTRI GATTI PRATICI...DEI NAVIGLI! da Thomas Stearns Eliot/Sanesi/Raimondi edalle musiche di Andrew Lloyd Webber, Bea-tles, Pisati/Rossini, Freddie Mercury, Gino Paolie altri. Drammaturgia e regia Annig Raimondi.Coreografie Monica Cagnani - con Maria Eu-genia D’Aquino, Riccardo Magherini, AnnigRaimondi 20-21 dicembreSEARCHING FOR SHAKESPEARE(William Shakespeare non è mai esistito)Testo e regia di Marco M. Pernich

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

www.teatrofrancoparenti.it

3 - 22 dicembre Sala AcomeAFARÀ GIORNOcommedia in due atti di Rosa A. Menduni e Ro-berto De Giorgi con Gianrico Tedeschi, Maria-nella Laszlo, Alberto Onofrietti - regia PieroMaccarinelli4 - 15 dicembre Sala 3Produzione Teatro Franco ParentiNIENTE PIÙ NIENTE AL MONDO di Massimo Carlotto con Annina Pedrini e Ma-rina Occhionero - regia e spazio scenico FabioCherstich11 - 15 dicembre Sala GrandeLUPI E PECOREdi Aleksandr Ostrovskij - con Corrado Gian-netti, Paolo Meloni, Marco Spiga, Maria GraziaSughi, Luigi Tontoranelli, Valeria Cocco, Ma-riagrazia Pompei - regia Guido De Monticelli27 dicembre - 5 gennaio Sala GrandeCABARET YIDDISHdi e con Moni Ovadia - violino Maurizio De-ho - clarinetto Paola Rocca - fisarmonica Al-bert Florian Mihai - contrabbasso Luca Gar-laschelli

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68 - tel 02 49472369

www.spaziotertulliano.it

3-8 dicembre Da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore16.30L’AMANTEdi Harold Pinter con Riccardo Italiano e Valen-tina Pescetto - regia Omar Nedjari9-14 dicembre Da lunedì a sabato ore 21.00TRITACARNE ITALIA SHOW Christmas Editioncon Davide Lorenzo Palla - regia Riccardo Mal-lus15-17 dicembre ore 21.00Spazio musicaLE COSE NON CONTANO NULLAdi e con Martino Corti18-22 dicembre Da mercoledì a sabato ore 21.00 – domenicaore 16.30Spazio musicaUNA BALLATA PER MILANOZin Zeta Forbesetta - regia Marta Maria Ma-rangoni

CINEMA TEATRO DELFINOVia Dalmazia 11 tel. 340 1030062

Sabato 7 dicembre ore 20.30 RIGOLETTO di Giuseppe Verdi con l’Orchesta Sinfolario eil Coro Lirico di ParmaDal 10 al 15 dicembreore 21.00 - domenica ore 15.30OBUBBLEBESITYcon Marco Zoppi - regia Stefano Pagin

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

www.teatrosilvestrianum.it

Sabato 14 dicembre ore 20.45Compagnia teatrale AresinaMA CHE BELLA DOMENICAregia di Ettore Cibelli

IL POLITEATROViale Lucania 18

Tel. 02 795469 – 02 76002985

Domenica 15 dicembre ore 16.00NON MI DIRE TE L’HO DETTOscritto e diretto da Paolo Caiazzo

STAGIONE NUOVO TEATRO SAN BABILA20-21-22 dicembre Venerdì ore 21, sabato ore 16 e 21, domenicaore 16LA VEDOVA ALLEGRAdi Franz Lehàr – Orchestra Sinfolario

TEATRO LA SCALA DELLA VITA

Via Piolti de Bianchi 47 / ang. C.so Plebi-sciti. Tel. 02.6363.3353

12-13-14 dicembre ore 21.00INTANTO... SONO QUI(L’interiorità di Prometeo)Di e con Alessandro ParrinelloIngresso: 12,00 – 10,00 euro

TEATRO OSCARVia Lattanzio 60

11-12 gennaio 2014Compagnia teatrale MAGIA D’OLI OratorioS. Pio VLA TELA DEL RAGNOQuasi Giallo in 3 atti – tratto dall’omonimo ro-manzo di Agatha ChristieRegia: Silvia & Nuccia – Posto unico 8 euroL’intero ricavato sarà devoluto alla AssociazioneLuisa Berardi a sostegno delle Piccole Borsedi Studio Martina, per l’acquisto di testi scola-stici e la partecipazione a gite e corsi integratividi ragazzi di famiglie disagiate del quartiereMolise-Calvairate

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63 – tel. 02

55181377

Da mercoledì 4 a domenica 15 dicembreLA BROCCA ROTTAdi Heinrich von Kleist - Regia di Marco Ber-nardiMercoledì 25 e giovedì 26 dicembre ore 18.00Balletto di Mosca “La Classique”LO SCHIACCIANOCIMusica di Piotr I. Ciaikovskij - Coreografia diMarius PetipaMartedì 31 dicembre ore 19.30 e 22.45 mercoledì 1 gennaio 2014 ore 17.00Balletto di Mosca “La Classique”IL LAGO DEI CIGNIMusica di Piotr I. Ciaikovskij - Coreografia diMarius PetipaDomenica 5 gennaio ore 15.30LA VEDOVA ALLEGRAMusica di Franz Lehár - Adattamento e regiadi Corrado AbbatiLunedì 6 gennaio ore 15.30SOGNO DI UN VALZERMusica di Oscar Strauss - Adattamento e regiadi Corrado Abbati

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544 –

www.tieffeteatro.it

dal 5 al 31 dicembre AGNES BROWNEcon Lucia Vasini e gli Jashgawronsky Brothers- adattamento e regia Emilio Russodi Giuseppe Tornatore

TEATROBIBLIO-BIMBI

Lunedì 9 dicembre ore 17Biblioteca Calvairate, via Ciceri Visconti 1DANZE DI CARTAUno spettacolo danzante e leggero come la cartavelina, dolce e giocoso come lo zucchero fila-to...Sabato 21 dicembre ore 16Biblioteca Oglio, via Oglio 18 MAGICO NATALETornano i maghi per stupirti con magie, giochistupefacenti e sorprese magiche per tutti!Ingresso libero e gratuito, consigliato per bimbida 2 a 9 anni

ASSOCIAZIONE OHIBO’SENTICHESTORIA

Via Benaco 1

7 dicembre ore 16.00CIOCCOLATA E STORIE DI PANNANell’ambito di Storie a merenda - a cura di Sen-tiCheStoria – “Cioccolata e storie di panna” èl’appuntamento offerto dal Consiglio di zona4 offerto a tutti i bimbi dai 3 ai 9 anni, con lalettura di fiabe e una sana merenda. Il secondoappuntamento sarà il 6 gennaio, festa della Be-fana, con un momento dedicato alla famiglia.Le favole saranno raccontate da Fata Risata,così anche quelle più tristi saranno rallegratedalla fantasia dei personaggi in carne e ossa. Ingresso libero e gratuito

TEATRO LA SCALA DELLA VITA

Via Piolti de Bianchi 47 – tel. 02 63633353

Domenica 8 dicembre ore 16.30Il Sipario dei Bambini presentaIL NATALE DI SCROOGEIspirato a Il Canto di Natale di C. DikensRiduzione e regia di Stefano Bernini Una divertente storia di uomini e fantasmi perriscoprire gli autentici valori del Natale.Per bambini da 5 a 11 anni. Ingresso 7,00 euro

Domenica 15 dicembre ore 16.30CANTI DI NATALE NELLA FORESTA MISTERIOSAdi e con Vaninka Riccardi e Roberta Villa. PerBambini da 3 a 8 anni. Ingresso 7,00 euro

TEATRO GIANNI E COSETTA COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via A. Maffei 29

domenica 15 dicembre ore 16.30IL MAGO DI OZdi Frank Baum

PER I BAMBINI

MILANO CLASSICAPalazzina Liberty

STAGIONE ORCHESTRALEDomenica 22 dicembre ore 11.00VIVALDI&BACH: RIFLESSI DELLA SERENISSIMAMusiche di Antonio Vivaldi, Johann SebastianBachOrchestra da Camera Milano Classica Giuliano Carmignola violino

CONCERTI D’AUTUNNO 2013in collaborazione con il Conservatorio “G. Ver-di”di Milano

domenica 8 dicembre ore 11.00GIOVANNI AGOSTI 4TETNicolò Ricci sax tenoreGiovanni Agosti pianoforteMarco Rottoli contrabbassoRiccardo Chiaberta batteria

domenica 15 dicembre ore 11.00VELVETNOJAZZRomeo Velluto chitarra acustica, chitarra

elettricaFilippo Cozzi ax soprano e sax tenoreFrancesco Piras tromba e flicornoVito Zeno contrabbassoStefano Lecchi batteria

sabato 21 dicembre ore 21.00COLLETTIVO MONK:CONCERTO NATALIZIODario Trapani chitarraSimone Maggi tromba e flicornoPaolo Lopolito sax alto

Nicolò Ricci sax tenoreRudi Manzoli sax baritonoAndrea Baronchelli trombone in solGiovanni Agosti pianoforteMarco Rottoli contrabbassoRiccardo Chiaberta batteriaIngresso ai concerti: Intero euro 8 - Ridottostudenti euro 5.

OTTAVANOTAvia Marco Bruto 24 – tel 02 89658114 www.ot-

tavanota.org

6 dicembre ore 19.30 (aperitivo) 20.30 (concerto)Rassegna JAZZ TRIBECAJON JAZZ TRIOEvaristo Perez, Martha Telmo, Philippe Bras-soudAperitivo e concerto: euro 10,00

7 dicembre ore 18.30TEKA PConcerto con aperitivo “Per vedere l'effettoche fa” - Prove generali (con aperitivo) per untributo a Enzo Jannacci - Ingresso a offerta li-bera per i musicisti15 dicembre ore 16.30LO SCHIACCIANOCIFiaba musicale per voce narrante e pianoforteVoce narrante: Maria Sara Mignolli - PianoforteAndrea Gonzalez Perez - Progetto e testi Al-berto Tavazzi. Ingresso Euro 5,00

21 dicembre ore 21.00CONCERTO DI NATALEDeep Blue Soul in “A jazz a Carol” con Stefano Ghidoni al pianoforte e AndreaPoletto alla voce e la partecipazione straordi-naria di Giorgia Bonora alla voce. Ingresso aofferta libera

MUSICA

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16 dicembre 2013

POMARIUMMEDIOLANENSISIL FRUTTETO DI MILANO

FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE, PICCOLO ALIMENTARI, PANE E LATTE FRESCO OGNI GIORNO,MOZZARELLE E PRODOTTI DI LATTE DI BUFALA E PRODOTTI TIPICI DEL SALENTO.

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Sabato 7 dicembre ore 18.00Trasmissione in diretta dal Teatro alla Scala deLA TRAVIATA su megaschermo e in alta defini-zione. Alle 17.00, ad ingresso libero, si terrà una visitaguidata della mostra su Verdi e una visita vir-tuale al Teatro alla Scala grazie al megamodel-lino in Lego presente in mostra.

Fino al 5 gennaio 2014SEMPRE VERDI, un omaggio al mito verdia-no così come lo hanno raccontato il fumetto, ilcinema, la satira e l’illustrazione in oltre centoanni, dalle parodie pubblicate su Topolino alleeleganti figurine Liebig, dai tratti superbi deigrandi fumettisti e cartellonisti del cinema ita-liano alle riduzioni delle sue opere a fumetti! Iltutto esposto attraverso tavole originali, colle-zioni preziose, albi d’epoca, edizioni rare, ac-curate riproduzioni e manifesti originali. Inoltre un incredibile plastico che riproduce ilteatro milanese interamente ricostruito in LEGO.

Fino al 12 gennaio 2014IL MONDO DEI ROBOTMostra dedicata al mondo dei robot raccontatiattraverso i fumetti

Fino al 12 gennaio 2014IL FUTURO CHE SARA’Il Premio Jacono viene assegnato ogni annoall’autore contemporaneo che maggiormente siavvicina a Jacono, non tanto per lo stile quantoper la costanza della qualità artistica.L’edizione 2013 ha premiato Franco Brambil-la, un autore di fantascienza dal grande impattovisivo, che dal 2000 realizza le copertine di“Urania”. In mostra le illustrazioni originali di Carlo Ja-cono per Urania a confronto con le opere diBrambilla: copertine e illustrazioni sia pubbli-cate che inedite, gli studi 3D per il ciclo di rac-conti steampunk Mondo9 di Dario Tonani e laserie Invading the vintage.

FRIGORIFERI MILANESIvia Piranesi 10

CONVERSAZIONI SUL COLLEZIONISMO

12 dicembre ore 18.30Presentazione del quarto volume dei “QUADERNIDEL COLLEZIONISMO”per prenotazioni: [email protected]

14 novembre-20 dicembreKALPANY Artspace Milano - Via Piranesi 12presenta CHAT EN BOÎTE - ESPOSIZIONE PERSO-NALE DI MADDALENA GERLI

CENTRO CULTURALE INSIEMEVia dei Cinquecento 1

Sabato 14 dicembre ore 20.45A Scuola di Cinema con Don Roberto Didio-datoIL RACCONTO DI UNA VITAUn film di Ang Lee con Gérard DepardieuSabato 21 dicembre ore 21CONCERTO DI NATALE 2013Presso la Chiesa S. Michele Arcangelo e S. RitaPiazza G. Rosa

OTTAVANOTAvia Marco Bruto 24 – tel 02 89658114

www.ottavanota.org

13 dicembre ore 21.00Musica a scuola e disturbi specifici nel-l’apprendimentocon Carmelo Farinella

21 dicembre – ore 16.30IL CANTO DI NATALELiberamente tratto dalla fiaba di Charles Dic-kens - Drammaturgia e regia: Maria Sara Mi-gnolli

22 dicembre – ore 17.00LEZIONE CONCERTO DI VOCAL STAR EM-POWERING“Christmas time… is here” - Canzoni di Natalea tempo di swing A cura del maestro Oscar Ferrara.

23 dicembre ore 21.00 Sala Capitolare di MonluèQUARTETTO DI VIOLONCELLIcon Tobia Scarpolini, Giovanni Marziliano, IvanMerlini, Enrico Garau

CAM DI PONTE LAMBROvia Parea 26

Sabato 14 dicembre ore 15DA BACH AI BEATLES In occasione dell’inaugurazione del parchettoadiacente, l’Associazione Assonanze proponeun momento di intrattenimento per il quartierePonte Lambro, con l’artista Marco Ravasio. Da Bach ai Beatles è un monologo ironico de-dicato alla storia della musica, dalla classica alrock, indicato per un pubblico di tutte le età.GIOCHI PER BAMBININello stesso pomeriggio, l’Accademia del giocodimenticato proporrà giochi per bambini e ra-gazzi.

CHANSON D’AUBE

14 dicembre ore 21Chiesa S. Nereo e Achilleo di viale ArgonneCONCERTO NATALIZIOA cura del gruppo vocale Chanson d’Aube

CASCINA CUCCAGNAVia Cuccagna, ang. Muratori

14 dicembre ore 10.30 e 16.00Incontri al buioDI CHE STOFFA SEI?2 incontri della durata di 1 ora e trenta minutialle 10.30 per bambini di 9/10/11 anni e alle16.00 per adulti , durante i quali i 15 partecipanti(numero chiuso per la gestione del buio), divisiin gruppi, dopo aver scelto solo attraverso il tat-to, dei tessuti, li utilizzeranno per realizzare co-stumi di scena per brevi improvvisazioni, sem-pre al buio, di situazioni quotidiane.E’ prevista una quota di partecipazione simbo-lica, atta a coprire le spese dei materiali occor-renti.

ASSOCIAZIONE NADI

14 dicembre ore 21Palazzina Liberty Largo Marinai d’Italia REAGGAETANO ALLA LIBERTYConcerto per ricordare Rino Gaetano attraversouna rielaborazione in versione caraibica (reggae,calypso & ska) dei brani del grande cantautore.Con Antonio Ardita (Ex Kaffè Mama) e Reg-gaemotion (Andrea Pedol, Max Fusaro e ‘’Jam-pa’’ Galasso)

TeKa.PCONSIGLIO DI ZONA 4

19 dicembre ore 20.30Palazzina Liberty Largo Marinai d’Italia PER RICORDARE ENZO CI VUOLE ORECCHIO... serata con i TeKa.P e Cialdo Capelli Una serata speciale, che il Consiglio di Zona 4vuole dedicare al “suo cittadino onorario” EnzoJannacci recentemente scomparso.Aprirà la serata Aspettando a una fermata deltram la performance di Carlo Cialdo Capellidell’Associazione Culturale Scuola di Arti Cir-censi e Teatrali. L’artista allestirà una perfor-mance musicale e scenografica nella quale ilpubblico avrà l’occasione unica di ascoltare mu-siche di scena scritte dallo stesso con Enzo Jan-nacci per l’edizione veneziana di “AspettandoGodot” per la regia di Giorgio Gaber. La per-formance si chiude con l’ascolto di registrazioniin studio di brani cantati direttamente da EnzoJannacci.

BIG BAND

15 dicembre ore 16.30SWINGIN’ CHRISTMASPomeriggio in musica con la Big bandPalazzina Liberty, Largo Marinai d'Italia

OFFICINA DELLA MUSICA DI MILANO

CONSIGLIO DI ZONA 4

20 dicembre ore 18.15Biblioteca Calvairate BIBLIONOTE NATALIZIO IL TANGO DI BUENOS AIRES musiche di Astor PiazzollaMaria Rosaria D’Aprile, violino - FrancescaBaiguini, pianoforte

CORO SAT

21 dicembre ore 20.45Chiesa S. Maria del Suffragio, corso XXII Marzo 23CONCERTO DI NATALETorna dopo il grande successo dello scorso annoil Coro SAT di Trento, il più antico d’Italia, for-mato da 34 elementi e diretto dal M° Mauro Pe-drotti.Un ringraziamento a Renzo Mandelli, dal 1968appassionato e amico del coro, che ha promossola trasferta del Coro nella nostra città.

I MUSICI DI PARMACONSIGLIO DI ZONA 4

1 gennaio 2014 ore 16.00Palazzina Liberty, Largo Mariani d’ItaliaCONCERTO DI CAPODANNOCon l’Orchestra da Camera “I musici di Parma”

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Le proiezioni si tengono il lunedì pomeriggioalle ore 15.15 e la sera alle ore 21.009 dicembre: GLI EQUILIBRISTIdi Ivano De Matteo16 dicembre: UNA FAMIGLIA PERFETTAdi Paolo GenoveseIl costo dell’abbonamento per 20 film è di € 70 – biglietto singolo € 5

CINECIRCOLO ACQUABELLAIngresso da via Cicognara 17 - ang via Goldoni

Proiezioni il mercoledì e giovedì ore 20.45 pres-so la Sala della Comunità di S. Croce30 spettacoli a 90 €, compresa l’iscrizione alCinecircolo. Info tel. 02 7383737 cell. 328159412611-12 dicembre: MOONRISE KINGDOM-UNA FUGA D’AMOREdi Wes Anderson18-19 dicembre: DJANGO UNCHAINEDdi Quentin Tarantino

EVENTI GRATUITI PER LE VOSTRE FESTE, NEI VOSTRI QUARTIERI

CINEFORUM

CONVENZIONATI CON

L’ASSOCIAZIONE GENITORI TOMMASO GROSSI