Antropos aprile 2016

36
- 1 - ANNO XII N.RO 4 del 01/04 /2016 P P a a g g . . 1. Pag. psicologica 2. Mamma li Turchi 3. Langolo del cuore 4. El Cid campeador 6. Teatro romano 7. Chi sbaglia 8. Casa dolce casa 9. Lautore del mese 10. Una donna nella storia 11. Il prode Matteo 12. Ass. Italiana libro 13. Ugo Galluccio 14. Salvatore Borsellino 15. Distruzione o riparaz. 16. Paremiologia e pubbl. 17. Pagina medica 18. I grandi pensatori 19. Il Professore 20. Vota SI 21. Carni porcine i salumi 22. Mater Dei 23. Morte a Bruxelles 24. Storia della musica 25. Terrorismo in Italia 26. Premio naz.Editoria 27. La favola della settim. 28. Umberto Eco 29. A posteggia 30. Il Museo Diocesano 31. Variazioni climatiche 32. Regimen sanitatis 34. Inauguraz. a Sarno 35. Calipso 36. Redazioni e riferimenti Sul portale http://www.andropos.eu/antroposint heworld.html Su facebook https://www.facebook.com/groups/ant roposintheworld/755101491196213/?n otif_t=like cod. GGKEY:FR8LXWDDJY2 E LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e e l l a a m mu us si i c co ot t e e r ra ap pi i a a (1) 7. Quadro di attività con la musicoterapia Movimento e rilassamento: la musica è uno stimolo fisico che aiuta il rilassamento e la distensione muscolare ed il movi- mento di arti colpiti; essa motiva la motricità e costituisce un supporto ed una spinta per la mobilizzazione attiva; socializzazione: la musica, come attività sociale, agisce sul piano della prevenzione,facilita la comunicazione; consente l'integrazione del gruppo, la partecipazione e lo stabilirsi di legami interpersonali, il rinforzo dell' identità del singolo, l'emergere di sentimenti positivi originati dalla sensazione di appartenenza; ri- creazione (aspetto ludico): la musica può essere fonte di godimento,di gioia e di divertimento spontaneo; essa dà un piacere momentaneo che non richiede sforzo di apprendimento né implica preparazione; gratificazione (aspetto animativo): l'influenza di un clima musicale incoraggia visibilmente l'attività generale, l'espres- sività e la creatività, au-mentando la considerazione di se stessi e l'autostima; aiuto alla memoria (terapia della reminescenza): la musica fa rivivere momenti del passato, rende presenti situazioni connotate in senso emotivo, soprattutto i periodi felici della vita, e aiuta a ristrutturare la nozione del tempo; attraverso l'uso di canzoni e musiche accettate e riconosciute si stimolano i ricordi e le associazioni; apprendimento: la mu- sica facilita l'apprendimento secondo due modalità principali: - il riapprendimento di una destrezza perduta o menomata in seguito a malattie o traumi - l'apprendimento di nuove competenze per compensare quelle perdute o menomate; contatto con la realtà: la musica aiuta gli anziani a stabilire e mantenere durante gli incontri brevi momenti di contatto con la realtà; la scansione settimanale degli incontri, ad esempio, aiuta a ristrutturare e riorientare la sensazione del tempo; sostegno e rinforzo psicologico: la musica dà sollievo alla propria ansia e consente all'anziano di allentare l'attenzione su se stesso e i suoi disturbi, allontanando pensieri negativi e atteggiamenti di compati- mento; proiezione (liberazione di emozioni e di tensioni psichiche): la musica può es- sere un mezzo proiettivo che stimola le libere associazioni e produce la liberazione delle emozioni e dei contenuti inconsci, aiutando l'espressione e la canalizzazione del- le pulsioni interne disturbanti; la musica può essere uno strumento proiettivo di indu- zione e di suggestione, finalizzato ad un cambiamento terapeutico. L'esperienza mu- sicale nel paziente anziano istituzionalizzato è un'occasione importante per impegnarsi in attività spesso nuove e di grande coinvolgi- gimento sul piano emozionale, rievocativo e cognitivo. Proprio considerando quest‟aspetto, si darà grande importanza al canto, che è cer- tamente una delle attività principali dell' inter- vento musicoterapeutico,si realizzano momen- ti di socializzazione e d' informazione cultura- le.Cantare vecchie canzoni o anche solo brevi frasi crea un' atmosfera gioiosa e distesa, gra- alla quale l' anziano si diverte, si rende più di- sponibile nei confronti degli altri e partecipa attivamente all'attività di gruppo. Cantare in gruppo rappresenta un'esperienza comu- nitaria capace di far dimenticare la routine quotidiana, di distogliere la mente dell'an- ziano dall'essere troppo occupato in tristi preoccupazioni. Cantare fa bene all'apparato respiratorio e a quello digestivo e può influire positivamente sullo stato generale di salute; si aiuterà dunque l'ospite a prendere atto della propria respirazione, alla base della produzione canora, e a coprire il tono muscolare (teso/rilassato) ad essa corri- spondente. Spesso il canto, spiega Delicati, è finalizzato al recupero della "memoria sonora": il canto è il linguaggio degli affetti, delle emozioni e della memoria, è un mezzo per creare la motivazione al narrare, al raccontare e al raccontarsi. (Continua) __________ 1) F. Pastore, LE PROBLEMATICHE DELLA Vecchiaia, pag.18 e 19 - A.I.T.W. ed. SA. 2004 Scaricabile in e-book su Google play, cod. GGKEY:K6C9CH8SW3Q E European Journalism - GNS Press Ass.tion - The ECJ promotes publishing, publication and communication- P. Inter.nal

description

Giornale di aprile 2016 -GGKEY:FR8LXWDDJY2 E ANTROPOS IN THE WORLD - Rivista salernitana diretta da Franco Pastore. Direttore Rosa Maria Pastore

Transcript of Antropos aprile 2016

Page 1: Antropos aprile 2016

- 1 -

AANNNNOO XXIIII NN..RROO 44

ddeell 0011//0044 //22001166

PP aa gg ..

11.. PPaagg.. ppssiiccoollooggiiccaa

22.. MMaammmmaa llii TTuurrcchhii

33.. LL’’aannggoolloo ddeell ccuuoorree

44.. EEll CCiidd ccaammppeeaaddoorr

66.. TTeeaattrroo rroommaannoo

77.. CChhii ssbbaagglliiaa

88.. CCaassaa ddoollccee ccaassaa

99.. LL’’aauuttoorree ddeell mmeessee

1100.. UUnnaa ddoonnnnaa nneellllaa ssttoorriiaa

1111.. IIll pprrooddee MMaatttteeoo

1122.. AAssss.. IIttaalliiaannaa lliibbrroo

1133.. UUggoo GGaalllluucccciioo

1144.. SSaallvvaattoorree BBoorrsseelllliinnoo

1155.. DDiissttrruuzziioonnee oo rriippaarraazz..

1166.. PPaarreemmiioollooggiiaa ee ppuubbbbll..

1177.. PPaaggiinnaa mmeeddiiccaa

1188.. II ggrraannddii ppeennssaattoorrii

1199.. IIll PPrrooffeessssoorree

2200.. VVoottaa SSII

2211.. CCaarrnnii ppoorrcciinnee ii ssaalluummii

2222.. MMaatteerr DDeeii

2233.. MMoorrttee aa BBrruuxxeelllleess

2244.. SSttoorriiaa ddeellllaa mmuussiiccaa

2255.. TTeerrrroorriissmmoo iinn IIttaalliiaa

2266.. PPrreemmiioo nnaazz..EEddiittoorriiaa

2277.. LLaa ffaavvoollaa ddeellllaa sseettttiimm..

2288.. UUmmbbeerrttoo EEccoo

2299.. ‘‘AA ppoosstteeggggiiaa

3300.. IIll MMuusseeoo DDiioocceessaannoo

3311.. VVaarriiaazziioonnii cclliimmaattiicchhee

3322.. RReeggiimmeenn ssaanniittaattiiss

3344.. IInnaauugguurraazz.. aa SSaarrnnoo

3355.. CCaalliippssoo

3366.. RReeddaazziioonnii ee rriiffeerriimmeennttii

SSuull ppoorrttaallee

hhttttpp::////wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu//aannttrrooppoossiinntt

hheewwoorrlldd..hhttmmll

SSuu ffaacceebbooookk hhttttppss::////wwwwww..ffaacceebbooookk..ccoomm//ggrroouuppss//aanntt

rrooppoossiinntthheewwoorrlldd//775555110011449911119966221133//??nn

oottiiff__tt==lliikkee

cod. GGKEY:FR8LXWDDJY2 E

LLEE PPRROOBBLLEEMMAATTIICCHHEE DDEELLLLAA VVEECCCCHHIIAAIIAA ee llaa mmuussiiccootteerraappiiaa((11))

77.. Quadro di attività con la musicoterapia Movimento e rilassamento: la musica è

uno stimolo fisico che aiuta il rilassamento e la distensione muscolare ed il movi-

mento di arti colpiti; essa motiva la motricità e costituisce un supporto ed una spinta

per la mobilizzazione attiva; socializzazione: la musica, come attività

sociale, agisce sul piano della prevenzione,facilita la comunicazione;

consente l'integrazione del gruppo, la partecipazione e lo stabilirsi di

legami interpersonali, il rinforzo dell' identità del singolo, l'emergere

di sentimenti positivi originati dalla sensazione di appartenenza; ri-

creazione (aspetto ludico): la musica può essere fonte di godimento,di

gioia e di divertimento spontaneo; essa dà un piacere momentaneo che non richiede

sforzo di apprendimento né implica preparazione; gratificazione (aspetto animativo):

l'influenza di un clima musicale incoraggia visibilmente l'attività generale, l'espres-

sività e la creatività, au-mentando la considerazione di se stessi e l'autostima; aiuto

alla memoria (terapia della reminescenza): la musica fa rivivere momenti del passato,

rende presenti situazioni connotate in senso emotivo, soprattutto i periodi felici della

vita, e aiuta a ristrutturare la nozione del tempo; attraverso l'uso di canzoni e musiche

accettate e riconosciute si stimolano i ricordi e le associazioni; apprendimento: la mu-

sica facilita l'apprendimento secondo due modalità principali: - il riapprendimento di

una destrezza perduta o menomata in seguito a malattie o traumi - l'apprendimento di

nuove competenze per compensare quelle perdute o menomate; contatto con la realtà:

la musica aiuta gli anziani a stabilire e mantenere durante gli incontri brevi momenti

di contatto con la realtà; la scansione settimanale degli incontri, ad esempio, aiuta a

ristrutturare e riorientare la sensazione del tempo; sostegno e rinforzo psicologico: la

musica dà sollievo alla propria ansia e consente all'anziano di allentare l'attenzione su

se stesso e i suoi disturbi, allontanando pensieri negativi e atteggiamenti di compati-

mento; proiezione (liberazione di emozioni e di tensioni psichiche): la musica può es-

sere un mezzo proiettivo che stimola le libere associazioni e produce la liberazione

delle emozioni e dei contenuti inconsci, aiutando l'espressione e la canalizzazione del-

le pulsioni interne disturbanti; la musica può essere uno strumento proiettivo di indu-

zione e di suggestione, finalizzato ad un cambiamento terapeutico. L'esperienza mu-

sicale nel paziente anziano istituzionalizzato è un'occasione importante per impegnarsi

in attività spesso nuove e di grande coinvolgi-

gimento sul piano emozionale, rievocativo e

cognitivo. Proprio considerando quest‟aspetto,

si darà grande importanza al canto, che è cer-

tamente una delle attività principali dell' inter-

vento musicoterapeutico,si realizzano momen-

ti di socializzazione e d' informazione cultura-

le.Cantare vecchie canzoni o anche solo brevi

frasi crea un' atmosfera gioiosa e distesa, gra-

alla quale l' anziano si diverte, si rende più di-

sponibile nei confronti degli altri e partecipa

attivamente all'attività di gruppo. Cantare in gruppo rappresenta un'esperienza comu-

nitaria capace di far dimenticare la routine quotidiana, di distogliere la mente dell'an-

ziano dall'essere troppo occupato in tristi preoccupazioni. Cantare fa bene all'apparato

respiratorio e a quello digestivo e può influire positivamente sullo stato generale di

salute; si aiuterà dunque l'ospite a prendere atto della propria respirazione, alla base

della produzione canora, e a coprire il tono muscolare (teso/rilassato) ad essa corri-

spondente. Spesso il canto, spiega Delicati, è finalizzato al recupero della "memoria

sonora": il canto è il linguaggio degli affetti, delle emozioni e della memoria, è un

mezzo per creare la motivazione al narrare, al raccontare e al raccontarsi. ((CCoonnttiinnuuaa)) ____________________

11)) FF.. PPaassttoorree,, LLEE PPRROOBBLLEEMMAATTIICCHHEE DDEELLLLAA VVeecccchhiiaaiiaa,, ppaagg..1188 ee 1199 -- AA..II..TT..WW.. eedd.. SSAA.. 22000044 ––

SSccaarriiccaabbiillee iinn ee--bbooookk ssuu GGooooggllee ppllaayy,, ccoodd.. GGGGKKEEYY::KK66CC99CCHH88SSWW33QQ EE

EEuurrooppeeaann JJoouurrnnaalliissmm -- GGNNSS PPrreessss AAssss..ttiioonn -- TThhee EECCJJ pprroommootteess ppuubblliisshhiinngg,, ppuubblliiccaattiioonn aanndd ccoommmmuunniiccaattiioonn-- PP.. IInntteerr..nnaall

Page 2: Antropos aprile 2016

- 2 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

MMAAMMMMAA,, LLII TTUURRCCHHII!! .. .. ..

DDaa ““LLEE OOPPIINNIIOONNII EERREETTIICCHHEE”” ddii MM..RRaalllloo

“Mamma, li turchi…” gridavano gli abitanti delle

zone rivierasche della Sicilia e dell‟Italia meridionale

quando – nel ‟400 e‟500 dello scorso millennio – le no-

stre coste erano sovente visitate dai pirati “barbare-

schi”. Era un grido di terrore, perché gli scorridori erano

soliti abbandonarsi ad ogni bassezza: distruggevano, in-

cendiavano, uccidevano, torturavano, violentavano e,

alla fine,si portavano dietro i sopravvissuti, per venderli

poi ai mercati degli schiavi di Algeri, di Tunisi, di Tri-

poli.

Naturalmente, i pirati non appartenevano ai ranghi

ufficiali dell‟Impero Ottomano. Erano – se così posso

dire – dei “privati” provenienti dalle colonie turche del

Nordafrica, che sbarcavano il lunario come meglio po-

tevano. Fatto sta – comunque – che il fenomeno delle

scorrerie “moresche” incominciò a scemare dal 1571,

quando a Lepanto le navi della Lega Santa (formata

dagli Stati preunitari italiani) infersero un colpo duris-

simo alla flotta da guerra ottomana. In forma attenuata,

comunque, la cosa andò avanti ancòra per un bel pez-

zo, fino ai primi decenni dell‟800, quando ebbe inizio il

lento ritiro turco dall‟Europa Orientale. E qui mi fermo,

prima di essere trascinato nel gorgo delle rievocazioni

storiche: dalle spedizioni antipirati del comandante tra-

panese Francesco Tedesco (1794), fino alla rivolta po-

polare di Palermo contro la missione di propaganda

della flotta turca (1799).

Perché questa lunga premessa di carattere storico?

Semplicemente per ricordare – nel momento in cui si

celebra l‟accordo “storico” per i migranti fra la Turchia

e l‟UE – che la Turchia non appartiene all‟Europa, e che

– anzi – è storicamente nemica dell‟Europa. Con una

sola parentesi: quella del governo illuminato del ditta-

tore laico Kemal Atatürk, che voleva europeizzare la

Turchia liberandola dal retaggio dell‟islamismo. Mor-

to Atatürk (1938), la Turchia ha iniziato a scivolare len-

tamente verso una restaurazione islamica, passo dopo

passo, fino a raggiungere l‟apice in questi ultimi anni

con il governo del fondamentalista musulmano (ancor-

ché “moderato”) Recep Erdoğan. In ogni caso – ricordo

a chi ha dimenticato la storia – basterebbe una ripassa-

tina di geografia: uno sguardo ad una qualunque carta

geografica mostrerà agli immemori che la Turchia fa

parte dell‟Asia e non dell‟Europa. Vero è che occupa

ancòra un lembo di territorio europeo (Costantinopoli e

un pezzettino di Tracia orientale) ma, con ogni eviden-

za, ciò è soltanto il rimasuglio di un Risorgimento bal-

canico non portato alle sue ultime e logiche conclusioni.

Veniamo, dunque, all‟accordo “storico”.Cosa preve-

de? Innanzitutto, una barca di quattrini: 3 miliardi di eu-

ro sùbito, più altri 3 in arrivo, che l‟Unione verserà al

governo di Ankara nel presupposto che le somme vengano

utiizzate per assistere i profughi. Ma allora – mi permetto di

obiettare – invece di riempire di soldi il dispotico governo di

Erdoğan, perché non versare la somma all‟organizzazione

dell‟ONU che assiste profughi e rifugiati (l‟UNHCR) in tutto

il mondo?

Andiamo avanti. La Turchia si riprenderà un numero X

di immigrati irregolari sbarcati in Grecia. Ma – attenzione –

per ogni immigrato irregolare espulso dal territorio europeo,

l‟UE sarà obbligata ad accogliere un immigrato che, agli

occhi del governo turco, sarà considerato regolare. Quindi,

l‟accordo “storico” non toglierebbe un solo immigrato dal

territorio europeo. Solamente un avvicendamento, alla pari.

Ma questo sarebbe già un risultato eccezionale, perché il

medesimo accordo – sempre più “storico” – prevede l‟abo-

lizione dei visti per i cittadini turchi che vogliano “viaggia-

re” nell‟Unione Europea.

Tradotto dall‟ipocrisia del linguaggio diplomatico, ciò

significa il completo spalancamento delle frontiere europee

ai migranti turchi, che dal prossimo 30 giugno potranno in-

vadere legalmente l‟Europa, da perfetti “regolari”. Quanti

abitanti ha la Turchia? Circa 80 milioni. Senza contare i

“turcofoni”, cioè coloro che parlano una lingua di ceppo tur-

co pur abitando in uno Stato diverso, e che possono richie-

dere un passaporto turco: lo ha deciso Erdoğan, per motivi

che sarebbe difficile sintetizzare in poche righe. Quindi, per

“permutare” poche migliaia di profughi accampati fra un

confine e l‟altro dei Balcani, apriremo le porte a 80 milioni

di turchi, più gli eventuali turcofoni. Bell‟affare davvero.

Ma non è finita qui, perché lo storicissimo accordo pre-

vede anche (punto 8° del trattato) che venga rilanciato il

“processo di adesione” della Turchia all‟Unione Europea.

Siamo alla follìa. Perché, allora, non portare in Europa an-

che il Califfato? Si farebbe prima, e si eviterebbero anche

tante piccole ipocrisie. Non c‟è che dire. Si tratta di un even-

to storico: mezzo millennio dopo la Battaglia di Lepanto, la

Turchia ha sconfitto l‟Europa intera. E senza sparare un so-

lo colpo di cannone.

La battaglia di Lepanto detta anche delle Echinadi - Scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, tra le flotte musulmane dell'Imp.ottomano e quelle cristiane.

Page 3: Antropos aprile 2016

- 3 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

______________________________________________________

ee ll'' aasscceessaa ddeellllaa ppootteennzzaa nnoorrmmaannnnaa.. GGuuaaiimmaarriioo ddii SSaalleerrnnoo eerraa iill mmaaggggiioorree ddeeii

ffiiggllii ddii GGuuaaiimmaarriioo IIIIII ddii SSaalleerrnnoo ee ddii GGaaiitteellggrriimmaa,, ffiigglliiaa ddii PPaannddoollffoo IIII ddii BBeennee--

vveennttoo..

44)) SSiicchheellggaaiittaa,, ffiigglliiaa ddii GGuuaaiimmaarriioo IIVV ee ssppoossaa ddeell GGuuiissccaarrddoo,, ccrreeaattrriiccee ddeellllaa SSccuuoo--

llaa mmeeddiiccaa SSaalleerrnniittaannaa.. DDoonnnnaa ddii ggrraannddee ccuullttuurraa ee ffeerrmmoo ccaarraatttteerree,, sseeppppee aaffffeerr--

mmaarree llaa pprroopprriiaa ppeerrssoonnaalliittàà aa ccoorrttee eedd eesseerrcciittaarree uunnaa nnootteevvoollee iinnfflluueennzzaa ssuullll’’ee--

nneerrggiiccoo mmaarriittoo,,cchhee aaccccoommppaaggnnòò ssppeess--ssoo nneeii ssuuooii vviiaaggggii ddii ccoonnqquuiissttaa..

55)) RRoobbeerrttoo iill GGuuiissccaarrddoo,, RRoobbeerrttoo dd'' AAllttaavviillllaa,, ddeettttoo iill GGuuiissccaarrddoo (( ll''AAssttuuttoo )),, iinn

llaattiinnoo RRoobbeerrttuuss GGuuiissccaarrdduuss oo VViissccaarrdduuss,,HHaauutteevviillllee--llaa--GGuuiicchhaarrdd,, 11002255 cciirrccaa,, mmoorr--

ttoo aa CCeeffaaffaalloonniiaa,, iill 1177 lluu--gglliioo 11008855,,èè ssttaattoo uunnccoonnddoottttiieerroo nnoorrmmaannnnoo..SSeessttoo ffiigglliioo

ddii TTaannccrreeddii ee pprriimmoo ddeellllaa ssuuaa sseeccoonnddaa mmoogglliiee FFrreesseennddaa,, oo FFrreesssseennddaa,,ddiivveennnnee

ccoonn ccoonnttee ddii PPuugglliiaa ee CCaallaabbrriiaa aallllaa mmoorrttee ddeell ffrraatteelllloo UUmmffrreeddoo ((11005577)).. NNeell 11005599,,

ffuu iinnvveessttiittoo ddaa ppaappaa NNiiccccoollòò IIII ddeell ttiittoolloo ddii dduuccaa ddii PPuugglliiaa,, CCaallaabbrriiaa ee SSiicciilliiaa..

66)) TToommmmaassoo GGuuaarrddaattii,, ddeettttoo MMaassuucccciioo,, ffuu uunnoo ddeeii ttrree ffiiggllii ddii MMaarrgghheerriittaa ((MMaarrggaa

rriitteellllaa)) MMaarriiccoonnddaa ee ddii LLooiissee,,ddeellllaa nnoobbiillee ffaammiigglliiaa ssoorrrreennttiinnaa ddeeii GGuuaarrddaattii,, ttiittoo

llaattaa ddeell ffeeuuddoo ddii TToorrrriicceellllaa,, ssiittuuaattoo pprreessssoo PPuunnttaa CCaammppaanneellllaa,, nneell ggoollffoo ddii SSaalleerr--

nnoo ee ppoosssseedduuttoo ffiinn ddaall 11118811 ddaall ccaappoossttiippiittee ddeellllaa ffaammiigglliiaa GGiiaaccoommoo..IIll GGuuaa ddaattii

nnaaccqquuee aa SSaalleerrnnoo,, mmeennoo pprroobbaabbiillmmeennttee aa SSoorrrreennttoo,, aattttoorrnnoo aall 11441100,, ssoottttoo iill

sseeggnnoo ddeellll''AArriieettee,,ccoommee rriiccoorrddaa eeggllii sstteessssoo nneell NNoovveelllliinnoo,, dduunnqquuee,,ttrraa mmaarrzzoo ee

aapprriillee..FFoorrssee ffuu iill pprriimmooggeenniittoo,, ppooiicchhéé ppoorrttaavvaa lloo sstteessssoo nnoommee ddeell nnoonnnnoo ppaatteerr

nnoo.. IIll ffrraatteelllloo FFrraanncceessccoo ffuu mmeeddiiccoo,, llaa ssoorreellllaa IIppppoolliittaa ssppoossòò iill ddoottttoorree iinn lleeggggee

BBeerrnnuucccciioo QQuuaarraannttaa,, ddii CCaavvaa ddee'' TTiirrrreennii..DDaattaa ee lluuooggoo ddii nnaasscciittaa ssii rriiccaavvaannoo ddaa

ccoonnggeettttuurree ssuull ppaaddrree ee ssuull nnoonnnnoo mmaatteerrnnoo,, iill nnoobbiillee ssaalleerrnniittaannoo TToommmmaassoo MMaarrii--

ccoonnddaa.. IIll ppaaddrree ssii eerraa iinnffaattttii ttrraassffeerriittoo aa SSaalleerrnnoo ppeerr rriiccoopprriirree iill rruuoolloo ddii sseeggrree--

ttaarriioo ddii RRaaiimmoonnddoo OOrrssiinnii,, cchhee nneell 11443399 eerraa ssttaattoo nnoommiinnaattoo pprriinncciippee ddeellllaa cciittttàà

ddaa AAllffoonnssoo dd'' AArraaggoonnaa.. LLooiissee ssii ssttaabbiillìì iinn ccoonnttrraaddaa PPllaannoo mmoonnttiiss,, aalllloorraa qquuaarr--

ttiieerree rreessiiddeennzziiaallee ddeellllaa cciittttàà,, ee ffuu iinncclluussoo ttrraa ii nnoobbiillii ddeell ""sseeggggiioo"" ddeell CCaamm--ppoo..

77)) èè uunnaa rraaccccoollttaa ddii cciinnqquuaannttaa nnoovveellllee ddiivviissee iinn cciinnqquuee ppaarrttii,, ppuubbbblliiccaattaa ppoossttuummaa

nneell 11447766..LLaa ssuuaa sstteessuurraa èè ssttaattaa aattttrriibbuuiittaa aa MMaassuucccciioo SSaalleerrnniittaannoo,, iill qquuaallee èè

mmoorr--ttoo uunn aannnnoo ddooppoo llaa ppuubbbblliiccaazziioonnee ddeellll'' ooppeerraa.. IInnffaattttii,, llaa mmaaggggiioorr ppaarrttee ddii

qquueessttii rraaccccoonnttii eerraannoo ggiiàà ssttaattii ssccrriittttii ee ppuubbbblliiccaattii ssiinnggoollaarrmmeennttee ddaa MMaassuucccciioo

ttrraa iill 11445500 ee iill 11445577.. LLaa lliinngguuaa ddeell NNoovveelllliinnoo ssii ddiissttaaccccaa ddaallllaa ttiippiiccaa pprroossaa ttoo--

ssccaannaa ppeerr ll'' uuttiilliizzzzoo ddii tteerrmmiinnii ddiiaalleettttaallii nnaappoolleettaannii ee llaattiinniissmmii,, cchhee ssii nnttoonnaannoo

ppeerrffeettttaammeennttee aallllee aattmmoossffeerree ddeeii rraaccccoonnttii.. IIll tteessttoo ddeell NNoovveelllliinnoo,, iimmpprreeggnnaattoo ddii

ffoorrttee ccaarraatttteerree aannttiicclleerriiccaallee,, ffiigguurraa nneell pprriimmoo IInnddiiccee ddeeii lliibbrrii pprrooiibbiittii pprroommuullggaattoo

ddaallllaa SSaannttaa CCoonnggrreeggaazziioonnee ddeellll''IInnqquuiissiizziioonnee rroommaannaa.. LLee ttrraammee ddeellllee cciinnqquuee ppaarrttii

ssoonnoo llee sseegguueennttii::

LLaa pprriimmaa ffaa rriiffeerriimmeennttoo aaggllii eecccclleessiiaassttiiccii ppooccoo oorrttooddoossssii oo ccoorrrroottttii,, oo llee ccuuii

aazziioonnii ssoonnoo mmeerriitteevvoollii ddii sscchheerrnnoo:: iill pprreellaattoo nneell ffiinnaallee èè ssppeessssoo ddeerriissoo ee ppuunniittoo..

LLaa sseeccoonnddaa ppaarrttee ttrraattttaa ddii mmaarriittii ggeelloossii ccoonn mmooggllii iinnffeelliiccii ttrraattttaattee mmaallee ee

ssppeessssoo ppiicccchhiiaattee,, ccoorrtteeggggiiaattee ee ccoonnqquuiissttaattee ddaa uunn aammaannttee ccoonn ll''aassttuuzziiaa.. VViieennee

iinnoollttrree ttrraattttaattoo iill tteemmaa ddeellll''aavvaarriizziiaa,, cchhee rriissuullttaa sseemmpprree eesssseerree ddaannnnoossaa..

LLaa tteerrzzaa ppaarrttee ppaarrllaa ddii ddoonnnnee cchhee,, ttrraasscciinnaattee ddaallllaa ppaassssiioonnee,, ttrraaddiissccoonnoo ii

mmaarriittii..

LLaa qquuaarrttaa ppaarrttee ppaarrllaa ddeellll''aammoorree,, ee ii ffiinnaallii ssoonnoo pprriinncciippaallmmeennttee ddii dduuee ttiippii::

oo llaa ccooppppiiaa ssii uucccciiddee ppeerrcchhéé uunnoo nnoonn rriieessccee aa ssooppppoorrttaarree llaa mmoorrttee ddeellll''aallttrroo,,

ooppppuurree uunn aammaannttee rriieessccee ccoonn ll''iinnggaannnnoo aa ppoosssseeddeerree uunnaa ddoonnnnaa ssppoossaattaa..

LLaa qquuiinnttaa ppaarrttee ttrraattttaa ssppeessssoo dd''aammoorree,, llaa ddoonnnnaa èè ssppeessssoo iill pprroottaaggoonniissttaa ee

ddii oorriiggiinnee nnoobbiillee ee iill ffiinnaallee èè qquuaassii sseemmpprree lliieettoo..

88)) LLaa rreeggiinneellllaa,, oossssiiaa CCaatteerriinnaa MMaannrriiqquueezz,, aammaannttee ddeell rree ddii SSppaaggnnaa,, ssppeeddiittaa aa

SSaa--lleerrnnoo,, sseeddee sseennzzaa rreeggggeennttee,,ppeerr iill ttaarrccoolllloo ddeeii SSaannsseevveerriinnoo,, ccoonn iill

SSeerrbbeelllloonnii..CCoosstteeii ffuu mmeessssaa iinn ffuuggaa ddaall PPaassttiinnaa,, dduurraannttee llaa ssuuaa rriivvoolluuzziioonnee..

99)) LLaa CCaarrnnaallee,, llaa ttoorrrree ccaavvaallllaarriiaa,, ddoovvee IIppppoolliittoo ppoossee iill ssuuoo qquuaarrttiieerr ggeenneerraallee..

1100)) IIppppoolliittoo PPaassttiinnaa,, nnaattoo iinnttoorrnnoo aall 11661155,, nneell ppooppoolloossoo rriioonnee FFoorrnneellllee ddii SSaalleerr--

nnoo,, ppaarraalllleellaammeennttee aaii mmoottii gguuiiddaattii ddaa MMaassaanniieelllloo aa NNaappoollii,, IIppppoolliittoo ddaa PPaasstteennaa

aaiizzzzòò iill ppooppoolloo ssaalleerrnniittaannoo ccoonnttrroo llee iinnggiiuussttiizziiee ssoocciiaallii cchhee ffuunneessttaavvaannoo llaa cciittttàà

ee,, ppiiùù iinn ggeenneerraallee,, ttuuttttii ii ppoosssseeddiimmeennttii iittaalliiaannii ddeellllaa mmoonnaarrcchhiiaa aassbbuurrggiiccaa.. AAllll''

eeppooccaa ddeeii mmoottii,, llee ccoonnddiizziioonnii ssoocciiaallii eedd eeccoonnoommiicchhee ddeell ppooppoolloo ssaalleerrnniittaannoo rraa--

sseennttaavvaannoo llaa mmiisseerriiaa ppiiùù nneerraa,, ssoopprraattttuuttttoo ssee ppaarraaggoonnaattee aaii pprriivviilleeggii ddii ccuuii

ggooddeevvaannoo llee ppoocchhee ffaammiigglliiee nnoobbiillii ddeellllaa cciittttàà.. IIppppoolliittoo eerraa rreedduuccee ddaa ddiieeccii aann--

nnii ddii ggaalleerraa,, qquuaannddoo llee vvooccii ssuullllaa rriivvoollttaa nnaappoolleettaannaa rraaggggiiuunnsseerroo SSaalleerrnnoo..

LL''uuoommoo ssii eerraa aappppeennaa aarrrruuoollaattoo nneellllee mmiilliizziiee mmeerrcceennaarriiee ddeell dduuccaa ddii NNoocceerraa,,

ccoommppoossttee ppeerrllooppiiùù ddaa bbrriiggaannttii ee ddeelliinnqquueennttii sseennzzaa ssccrruuppoollii,, cchhee aapppprrooffiittttaavvaannoo

ddeell ddeellllaa ccaaoottiiccaa ssiittuuaazziioonnee ddoovvuuttaa aallllaa ccaadduuttaa ddeellllaa ffaammiigglliiaa SSaannssee vveerriinnoo (( SSaa--

lleerrnnoo eerraa,, ddii ffaattttoo,, uunnaa cciittttàà sseennzzaa rreeggggeennttee )) ppeerr ppoorrttaarr ssccoommppiigglliioo iinn cciittttàà..

LLaa ssuuaa ffuurrbbiizziiaa ggllii ffuu uuttiillee ppeerr ttrraassffoorrmmaarree ddeellllee sseemmpplliiccii rraazzzziiee ddaa bbrriiggaannttii iinn uunn

mmoottoo ppooppoollaarree oorrggaanniizzzzaattoo:: IIppppoolliittoo iinnssttiillllòò nneell ppooppoolloo ll''ooddiioo ppeerr ii pprriivviilleeggiiaattii,,

ttooccccaannddoo iill ttaassttoo ddeellllaa vveennddeettttaa ssoocciiaallee ee ccaavvaallccaannddoo ll''eennttuussiiaassmmoo cchhee aavveevvaannoo

pprroovvooccaattoo llee vvooccii pprroovveenniieennttii ddaa NNaappoollii..

AANNTTIICCAA CCIITTTTAA‟‟ AAρρχχααίίαα ππόόλλιιςς

AAnnttiiccaa cciittttàà,, ddoovvee aanniimmee ggrraannddii hhaannnnoo iinncciissoo llaa lloorroo oommbbrraa ssuullllee vveecccchhiiee mmuurraa ddeell cceennttrroo,, rraaccccoonnttaammii ddeell vveennttoo ddeellllaa ttuuaa ssttoorriiaa,, mmeennttrree iill mmiioo ssgguuaarrddoo rriivvoollggoo vveerrssoo iill mmaarree ee mm‟‟uubbrriiaaccoo aannccoorraa

ddeell ssuuccccoo ddeellll‟‟aauurroorraa!!

BBaassttaa uunn ccoorrnnoo ddii lluunnaa ee ttuuttttii,, lluunnggoo llaa mmaarriinnaa,, llii vveeddii ccaavvaallccaarree:: aavvaannttii ccoorrrree AArreecchhii

((11))

sseegguuiittoo ddaa AAggiissuullffoo,,((22))

mmeennttrree aa ssaannttaa LLuucciiaa,, ssuull ccoorrppoo ddeell ppaaddrree mmaarrttoorriiaattoo,,

((33))

ccoonnttiinnuuaa llaa bbeellllaa GGaaiittaa ((44))

iill ssuuoo ppiiaannttoo....

DDiieettrroo ddii lleeii,, ppoosssseennttee,, ll‟‟oommbbrraa ddeell GGuuiissccaarrddoo,,

((55))

cchhee gguuaarrddaa ttoorrvvoo llaa rraaddaa,, ssttrriinnggeennddoo nneell ppuuggnnoo llaa ssppaaddaa..

SSiilleennzziioossaa,, ll‟‟oommbbrraa ddeell MMaassuucccciioo((66))

aattttrraavveerrssaa oorraa PPoorrttaa RRootteessee ee rreessppiirraannddoo ll‟‟aarriiaa ddeell mmaattttiinnoo,, rriilleeggggee,, ppaassssoo ppaassssoo,, iill NNoovveelllliinnoo..

((77))

CCoonn llaa ssuuaa gguuaarrddiiaa ssppaaggnnoollaa ccoorrrree aannccoorraa llaa rreeggiinneellllaa

((88))

mmeennttrree,, ddaallllaa CCaarrnnaallee,, ((99))

vviiggiillaa IIppppoolliittoo

((1100)) ssuullllaa cciittttàà..

QQuuaannddoo ccoommppaarree iill ssooll ssuullllaa mmaarriinnaa,, ssvvaanniissccoonnoo ccooll vveennttoo ddii sscciirrooccccoo;; rriittoorrnneerraannnnoo aa sseerraa ssuullllaa bbaanncchhiinnaa,, aa rraaccccoonnttaarree aannccoorraa llaa lloorroo ssttoorriiaa,, ffiinncchhéé nneellll‟‟uuoommoo rriimmaarrrràà mmeennoorriiaa..

________________ 11)) AArreecchhii IIII,, qquuiinnddiicceessiimmoo dduuccaa ddii BBeenneevveennttoo,, aassssuunnssee nneell 775588,, ppeerr uunn aattttoo ddii aauuttoo rriittàà ddeell rree DDeessiiddeerriioo,, iill ggoovveerrnnoo ddii uunnoo ddeeii ppiiùù vvaassttii dduuccaattii ddeell rreeggnnoo ddeeii LLoonnggoobbaarrddii.. DDii ppooii,, pprriinncciippee ddii SSaalleerrnnoo.. 22)) AAggiissuullffoo.. ffiieerroo aavvvveerrssaarriioo ddeeii ssaarraacceennii ddii AAbbdduullllàà.. NNeell 997744,, ll''uullttiimmoo ddeeii ddaauuffeerriiddii,,ffuu

ddeettrroonniizzzzaattoo ddaall ffrraatteelllloo LLaannddoollffoo..

33)) GGuuaaiimmaarriioo IIVV,, uucccciissoo ddaaii ccooggnnaattii ssuullllaa ssppiiaaggggiiaa ddii SS..LLuucciiaa..FFiigguurraa ddii pprriimmoo ppiiaannoo ddeeii

LLoonn--ggoobbaarrddii,, nneellllaa ffaassee ssttoorriiccaa aa ccaavvaalllloo ffrraa llaa ffiinnee ddeell ddoommiinniioo bbiizzaannttiinnoo nneell

MMeezzzzooggiioorrnnoo

LL’’AANNGGOOLLOO DDEELL CCUUOORREE

DDaa ““χχρρòòννοο ““

SSiillllooggee ddii FFrraannccoo PPaassttoorree ((eebbooookk cod. GGKEY:BECCLSTGQT0 E )

Page 4: Antropos aprile 2016

- 4 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

EEll CCiidd,, cchhee aassccoollttaavvaa ccoonn mmoollttaa aatttteennzziioonnee ii ssuuggggee--

rriimmeennttii ee ggllii ssppuunnttii ddeellllee ssuuee ttrruuppppee,, uussòò tteeccnniicchhee ddii ddii--

ssttrraazziioonnee ppeerr ccaattttuurraarree llaa cciittttàà ddii CCaasstteejjóónn ccoommee ddeessccrriitt--

ttoo nneell CCaannttaarr ddee MMiioo CCiidd,, tteessttoo iinn ccuuii ll''uuoommoo cchhee ffuunn--

ggeevvaa ddaa ssuuoo ppiiùù pprroossssiimmoo ccoonnssiigglliieerree,, iill ssuuoo vvaassssaalllloo ÁÁll--

vvaarr FFááññeezz,, vviieennee iinnddiiccaattoo ccoonn ll''aappppeellllaattiivvoo ddii MMiinnaayyaa

((cchhee vvuuooll ddiirree MMiioo ffrraatteelllloo,, ppaarroollaa ssppaaggnnoollaa ccoommppoossttaa

ffoorrmmaattaa ddaall ppoosssseessssiivvoo MMii ((MMiioo)) ee AAnnaaiiaa,, ppaarroollaa bbaassccaa

ppeerr ffrraatteelllloo)),, aanncchhee ssee lloo ssttoorriiccoo ÁÁllvvaarr FFááññeezz rriimmaassee iinn

CCaassttiigglliiaa ccoonn AAllffoonnssoo VVII..

CCoonnssiiddeerraattee nneell lloorroo ccoommpplleessssoo,, qquueessttee pprraattiicchhee

rriivveellaannoo uunn ccoommaann--ddaannttee iissttrruuiittoo ee iinntteelllliiggeennttee,, ccaappaaccee

ddii aattttiirraarree ee iissppiirraarree bbuuoonnii ssuubboorrddiinnaattii,, ee cchhee ssii ssaarreebbbbee

ccoonnqquuiissttaattoo uunnaa ggrraannddee lleeaallttàà ddaa ppaarrttee ddeeii ssuuooii sseegguuaaccii,,

ccoommpprreessii qquueellllii cchhee nnoonn eerraannoo ccrriissttiiaannii.. FFuurroonnoo qquueessttee

qquuaalliittàà,, uunniittee aallllee lleeggggeennddaarriiee ccaappaacciittàà mmaarrzziiaallii ddeell CCiidd,,

cchhee ccoossttiittuuiirroonnoo llee bbaassii ddeellllaa ssuuaa rreeppuuttaazziioonnee ddii ccoonnddoott--

ttiieerroo iinnvviinncciibbiillee iinn bbaattttaagglliiaa..

EEll CCiidd,, cchhee aassccoollttaavvaa ccoonn mmoollttaa aatttteennzziioonnee ii ssuuggggeerrii--

mmeennttii ee ggllii ssppuunnttii ddeellllee ssuuee ttrruuppppee,, uussòò tteeccnniicchhee ddii ddii--

ssttrraazziioonnee ppeerr ccaattttuurraarree llaa cciittttàà ddii CCaasstteejjóónn ccoommee ddeessccrriitt--

ttoo nneell CCaannttaarr ddee MMiioo CCiidd,, tteessttoo iinn ccuuii ll''uuoommoo cchhee ffuunnggee--

vvaa ddaa ssuuoo ppiiùù pprroossssiimmoo ccoonnssiigglliieerree,, iill ssuuoo vvaassssaalllloo ÁÁllvvaarr

FFááññeezz,, vviieennee iinnddiiccaattoo ccoonn ll''aappppeellllaattiivvoo ddii MMiinnaayyaa ((cchhee

vvuuooll ddiirree MMiioo ffrraatteelllloo,, ppaarroollaa ssppaaggnnoollaa ccoommppoossttaa ffoorrmmaa--

ttaa ddaall ppoosssseessssiivvoo MMii ((MMiioo)) ee AAnnaaiiaa,, ppaarroollaa bbaassccaa ppeerr

ffrraatteelllloo)),, aanncchhee ssee lloo ssttoorriiccoo ÁÁllvvaarr FFááññeezz rriimmaassee iinn CCaa--

ssttiigglliiaa ccoonn AAllffoonnssoo VVII..

CCoonnssiiddeerraattee nneell lloorroo ccoommpplleessssoo,, qquueessttee pprraattiicchhee

rriivveellaannoo uunn ccoommaannddaannttee iissttrruuiittoo ee iinntteelllliiggeennttee,, ccaappaa--

ccee ddii aattttiirraarree ee iissppiirraarree bbuuoonnii ssuubboorrddiinnaattii,, ee cchhee ssii

ssaarreebbbbee ccoonnqquuiissttaattoo uunnaa ggrraannddee lleeaallttàà ddaa ppaarrttee ddeeii

ssuuooii sseegguuaaccii,, ccoommpprreessii qquueellllii cchhee nnoonn eerraannoo ccrriissttiiaannii..

FFuurroonnoo qquueessttee qquuaalliittàà,, uunniittee aallllee lleeggggeennddaarriiee ccaappaacciittàà

mmaarrzziiaallii ddeell CCiidd,,cchhee ccoossttiittuuiirroonnoo llee bbaassii ddeellllaa ssuuaa rree--

ppuuttaazziioonnee ddii ccoonnddoottttiieerroo iinnvviinncciibbiillee iinn bbaattttaagglliiaa..

CCoommuunnqquuee,, BBaabbiieeccaa ddiivveennnnee uunn ggrraannddee ccaavvaalllloo ddaa

gguueerrrraa,, ffaammoossoo ttrraa ii CCrriissttiiaannii,,tteemmuuttoo ddaaii mmoorrii ee aammaa--

ttoo ddaall CCiidd,, cchhee ppaarree aabbbbiiaa cchhiieessttoo cchhee BBaabbiieeccaa ffoossssee

sseeppppeelllliittoo ccoonn lluuii nneell mmoonnaasstteerroo ddii SSaann PPeeddrroo ddee

CCaarrddeeññaa.. IIll ssuuoo nnoommee èè mmeennzziioonnaattoo iinn ddiivveerrssii rraacc--

ccoonnttii ee ddooccuummeennttii ssttoorriiccii,, ttrraa ccuuii IIll LLaammeennttoo ddeell CCiidd..

LL''aarrmmaa ttrraaddiizziioonnaallmmeennttee iiddeennttiiffiiccaattaa ccoommee llaa

ssppaaddaa ddeell CCiidd,, cchhiiaammaattaa TTiizzoonnaa,, èè ssttaattaa iinn mmoossttrraa aall

MMuusseeoo ddeellll''EEsseerrcciittoo ddii TToolleeddoo ppeerr mmoollttii aannnnii.. NNeell

11999999 vveennnneerroo eeffffeettttuuaattee ddeellllee aannaalliissii cchhee ccoonnffeerrmmaa--

rroonnoo cchhee llaa llaammaa eerraa ssttaattaa rreeaa--

lliizzzzaattaa nneellllaa CCoorrddoovvaa mmoorreessccaa

ddeellll''XXII sseeccoolloo ee cchhee ccoonntteenneevvaa

uunnaa cceerrttaa qquuaannttiittàà ddii aacccciiaaiioo ddii

ddii DDaammaassccoo,,ffaacceennddoo pprreessuuppppoorr--

rree cchhee ppootteessssee vveerraammeennttee eessssee--

rree llaa ssppaaddaa oorriiggiinnaallee ddeell ccoonn--

ddoottttiieerroo..

NNeell 22000077 llaa CCoommuunniittàà aauuttoonnoommaa ddii CCaassttiigglliiaa ee

LLeeóónn aaccqquuiissttòò llaa ssppaaddaa ppeerr 11,,66 mmiilliioonnii ddii EEuurroo,, eedd èè

aattttuuaallmmeennttee eessppoossttaa aall mmuusseeoo ddii BBuurrggooss.. EEll CCiidd eebbbbee

aanncchhee uunnaa ssppaaddaa cchhiiaammaattaa CCoollaaddaa..

““BBrriillllaa ll‟‟ aacccciiaaiioo llìì nneellllaa ssiièèrrrraa‚‚

iill ccaammppeeaaddoorr nnoonn tteemmee llaa gguueerrrraa..

gguuaarrddaa eeii aavvaannttii,, aall ssuuoo ddeessttiinnoo::

cc‟‟èè ssoolloo HHiimmeennaa ssuull ssuuoo ccaammmmiinnoo..

LLoo ssgguuaarrddoo dduurroo,, iill nneemmiiccoo iimmppaazzzzaa‚‚

iill CCiidd iimmppaavviiddoo pprroocceeddee ee aammmmaazzzzaa..

IIll bbrraacccciioo èè ffeerrmmoo‚‚ ccoommee llaa ffeeddee::

nnuullllaa ssii ppuuòò ccoonnttrroo cchhii ccrreeddee..

................................................................................................

AAnnccoorraa ooggggii,, ttuu ooddii iinn CCaassttiigglliiaa,,

oollttrree BBuurrggooss eedd oollttrree SSiivviigglliiaa,,

llaa ccaannzzoonnee ddeell CCiidd ccaannttaarr,,

ddeeddiiccaattaa aa RRuuyy ddee VViivvaarr..

LLaa ssuuaa ssttoorriiaa,, ddiivveennuuttaa lleeggggeennddaa,,

aa SSaaggrraattaass eedd iinn ttuuttttaa llaa SSppaaggnnaa,,

èè uunn mmiittoo,, èè ffoorrzzaa cchhee iinnsseeggnnaa

llaa ggiiuussttiizziiaa,, iill vvaalloorr ee ll‟‟oonnoorr””..

EELL CCIIDD CCAAMMPPEEAADDOORR ((IIII PPAARRTTEE)) DDII FFRRAANNCCOO PPAASSTTOORREE

ebook cod. GGKEY:W38KJCG48BD E

stampa sbn IT\ICCU\PUV\1385163 – SA 2014

Page 5: Antropos aprile 2016

- 5 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Ebbene sì, prendetemi pure per necrofilo se ritorno sul-

l‟argomento (Cf La Vita scolastica n. 12/96); fate pure i

classici ed efficaci scongiuri secondo il sesso, ma la re-

golamentazione dei permessi per lutto "mi fa venire un

nervoso, ma un nervoso", come dicono le neo-ricche (io

uso espressioni più forti e colorite)..

Sappiamo che il Contratto del ‟95, col regolamentare la

morte, ebbe anche un aspetto cimiteriale: l‟art. 21 sui per-

messi retribuiti recitava: " Al dipendente della scuola con

contratto di lavoro a tempo indeterminato sono concessi,

sulla base di idonea documentazione, permessi retribuiti

per i seguenti casi:

· lutti per perdita del coniuge, di parenti entro il secondo

grado e di affini di primo grado: gg. 3 consecutivi per e-

vento."

Gli estensori del nuovo Contratto „99, sforzandosi fino a

prodursi le emorroidi, hanno eliminato -incredibile dictu

- la parola "consecutivi".

Siccome i parenti fino al secondo grado sono i genitori,

i nonni, i figli, i fratelli, i nipoti (di nonni), e gli affini di

primo grado sono i suoceri, i generi e le nuore, restano

esclusi dal beneficio i bisnonni, gli zii, i cugini, i nipoti(di

zii) per i parenti, e i cognati, i nonni (del coniuge), gli zii

per gli affini.

Pertanto, se torna alla casa del Padre uno di questi ulti-

mi, il "dipendente della scuola con contratto a tempo in-

determinato" (quello a tempo determinato non viene men-

zionato, perché frutto di germinazione spontanea e, quin-

di, senza famiglia né parenti) non può assentarsi, ma limi-

tarsi ad inviare un telegramma di "Sentite condoglianze".

Se poi dovesse accadere – accade! – che il de cuis era

convivente, il predetto dipendente della scuola con con-

tratto di lavoro a tempo indeterminato dovrà lasciare a

casa il morto e l‟afflitta parentela e recarsi a scuola per

dovere contrattuale. Ora, in una nazione come la nostra dove "nozze, tribu-

nali ed are" non fanno parte nemmeno del POF, ma sono

tut-t‟al più un eventuale ampliamento dell‟Offerta Forma-

tiva, un optional e non fattori di civiltà, indicatori di mo-

ralità, indici di qualità della vita, l‟essere stati più stupidi

che ir-riguardosi verso "sora nostra Morte corporale,/ da

la qua-le nullo omo vivente po‟ scampare" (nemmeno gli

autori del citato art. 21), non deve meravigliare più di tan-

to.

Ciò che fa "venire il nervoso" è che se un nipote, un co-

gnato o un cugino (dalle mie parti è fratello-cugino, per il

Contratto parente di IV grado) te lo trovi tra i candidati di

un concorso ti è vietato di far parte della Commissione

esaminatrice. Si legge, infatti, nell‟ultimo bando, così co-

me in tutti i precedenti, che "Non possono far parte della

commissione giudicatrice coloro che siano legati da vin-

colo di parentela o affinità fino al IV grado".

Orbene, se questa limitazione ha un senso, vuol dire che i

rapporti con questi parenti e affini sono stretti e affet-

tuosi e puoi agevolarli nel giudizio: Come mai, dunque,

quando gli stessi muoiono debbono subire una illacri-

mata sepoltura?

Leggiamo poi nella recente legge n. 53/2000 che: "Le

disposizioni dell‟art. 33 della legge n. 104/92 si appli-

cano anche […] ai familiari lavoratori, con rapporto di

lavoro pubblico o privato, che assistono con continuità

e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo

grado portatore di handicap, ancorché non convivente" .

Se ho ben capito, ciò vuol dire che chi ha un parente o

un affine di terzo grado, ancorché non convivente (!),

può fruire dei benefici di legge (precedenza nei trasfe-

rimenti, utilizzazioni, permessi retribuiti e quant‟altro)

fino alla sua morte. Appena esalato l‟ultimo respiro non

si ha, infatti, nemmeno la possibilità di seppellirlo (il

Contratto non specifica chi dovrà curare le pratiche fu-

nebri: l‟apposito servizio comunale? la Caritas? gli stes-

si estensori dell‟art. 21? )

E‟ proprio il caso di dire "Guai a chi muore!". Per

completezza di informazione riporto altre due norme

che riguardano parenti e affini e che dimostrano come

la norma in esame sia frutto di un sublime atto di stu-

pidità eccelsa.

La prima, una circolare del Ministero del Lavoro,

chiarisce che " i collaboratori familiari (il coniuge,i pa-

renti entro il 3° grado, gli affini entro il 2° grado) sono

esclusi dalla tipologia generale dei lavoratori beneficiari

della tutela antinfortunistica e di igiene di cui al D.Lvo

n. 626 e successive modifiche".La seconda è una dispo-

sizione dell‟INPS che,trattando del versamento dei con-

tributi assicurativi, precisa che:" In genere il rapporto di

lavoro con il gestore non è configurabile come di natura

dipendente se vi è un grado di parentela entro il 3° gra-

do". A questo punto non mi pare ci possano essere

dubbi: o i permessi si adeguano ai vincoli o questi a

quelli; così facimme „e persone serie almeno quanno se

parla e morte. Ma la norma che pretende di regolamen-

tare l‟aldilà nell‟aldiqua, non è poi così chiara.Infatti:

- se il parente muore lontano, il viaggio è compreso nei

tre giorni o no?

- se, per un accidente, muoiono due parenti contempo-

raneamente, si ha diritto a tre o sei giorni?

- se il parente muore di pomeriggio, il giorno della

dipartita è incluso o scorporato?

- se invece del coniuge muore il convivente? e se questo

è dello stesso sesso, ci dobbiamo rifare alle norme pro-

gay dell‟Europa o no?

Ed, infine, qual è l‟idonea documentazione?

L‟attestazione del sagrestano sulla presenza commos-

sa alle esequie è sufficiente?

(Continua a pag.7)

II LL LL AA CC RR II MM AA TT AA SS EE PP OO LL TT UU RR AA dd ii RR ee nn aa tt oo NN ii cc oo dd ee mm oo Uom, se’ tu grande o vil?/ Muori e il saprai (Alfieri)

Te lo dirà il Contratto-Scuola (n.d.a.)

Page 6: Antropos aprile 2016

- 6 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

IILL TTEEAATTRROO RROOMMAANNOO aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

LLaa ppaarroollaa ccoommmmeeddiiaa èè ttuuttttaa ggrreeccaa:: κκωωμμῳῳδδίίαα,, ""ccoommooddììaa"",, iinnffaattttii,, èè ccoommppoossttaa ddaa κκῶῶμμοοςς,, ""KKòòmmooss"",, ccoorrtteeoo ffeessttiivvoo ee

ᾠᾠδδήή,,""ooddèè"",, ccaannttoo.. DDii qquuii iill ssuuoo iinnttiimmoo lleeggaammee ccoonn iinnddiiccaa llee aannttiicchhee ffeessttee pprrooppiizziiaattoorriiee iinn oonnoorree ddeellllee ddiivviinniittàà

eelllleenniicchhee,, ccoonn pprroobbaabbiillee rriiffeerriimmeennttoo aaii ccuullttii ddiioonniissiiaaccii .. NNeeggllii uullttiimmii ddeecceennnnii ddeellllaa rreeppuubbbblliiccaa,, ssii aassssiissttee aa uunnaa

ggrraannddee ccrreesscciittaa ddii iinntteerreessssee vveerrssoo iill tteeaattrroo,, cchhee oorrmmaaii nnoonn ccooiinnvvoollggee ppiiùù ssoolloo ggllii ssttrraattii ppooppoollaarrii,, mmaa aanncchhee llee ccllaassssii

mmeeddiiee ee aallttee,, ee ll''éélliittee iinntteelllleettttuuaallee.. CCiicceerroonnee,, aappppaassssiioonnaattoo ffrreeqquueennttaattoorree ddii tteeaattrrii,, ccii ddooccuummeennttaa iill ssoorrggeerree ddii

nnuuoovvee ee ppiiùù ffaassttoossee ssttrruuttttuurree,, ee ll''eevvoollvveerree ddeell ppuubbbblliiccoo rroommaannoo vveerrssoo uunn ppiiùù aaccuuttoo sseennssoo ccrriittiiccoo,, aall ppuunnttoo ddii

ffiisscchhiiaarree qquueeggllii aattttoorrii cchhee,, nneell rreecciittaarree iinn vveerrssii,, aavveesssseerroo ssbbaagglliiaattoo llaa mmeettrriiccaa.. AAccccaannttoo aallllee ccoommmmeeddiiee,, lloo

ssppeettttaattoorree llaattiinnoo ccoommiinncciiaa aadd aappppaassssiioonnaarrssii aanncchhee aallllee ttrraaggeeddiiee..

IIll ggeenneerree ttrraaggiiccoo ffuu aanncchh''eessssoo rriipprreessoo ddaaii mmooddeellllii ggrreeccii.. EErraa ddeettttaa ffaabbuullaa ccootthhuurrnnaattaa ((ddaa ccootthhuurrnnii,, llee ccaallzzaattuurree ccoonn

aallttee zzeeppppee ddeeggllii aattttoorrii ggrreeccii)) ooppppuurree ppaalllliiaattaa ((ddaa ppaalllliiuumm,, ccoommee ppeerr llaa ccoommmmeeddiiaa)) ssee ddii aammbbiieennttaazziioonnee ggrreeccaa..

QQuuaannddoo llaa ttrraaggeeddiiaa ttrraattttaavvaa ddeeii tteemmii ddeellllaa RRoommaa ddeellll''eeppooccaa,, ccoonn aalllluussiioonnii aallllee vviicceennddee ppoolliittiicchhee ccoorrrreennttii,, eerraa ddeettttaa

pprraaeetteexxttaa ((ddaallllaa ttooggaa pprraaeetteexxttaa,, oorrllaattaa ddii ppoorrppoorraa,, iinn uussoo ppeerr ii mmaaggiissttrraattii)).. EEnnnniioo,, MMaarrccoo PPaaccuuvviioo ee LLuucciioo AAcccciioo

ffuurroonnoo aauuttoorrii ddii ttrraaggeeddiiee,, nnoonn ppeerrvveennuutteeccii.. LL''uunniiccaa pprraaeetteexxttaa ((""OOccttaavviiaa"")) ggiiuunnttaa ffiinnoo aaii nnoossttrrii ggiioorrnnii èè uunn''ooppeerraa

ffaallssaammeennttee aattttrriibbuuiittaa aa LLuucciioo AAnnnneeoo SSeenneeccaa,, ccoommppoossttaa ppooccoo ddooppoo llaa mmoorrttee ddeellll''iimmppeerraattoorree NNeerroonnee..

IIll mmaassssiimmoo ddeeii ttrraaggiiccii llaattiinnii ssii rriittiieennee ssiiaa ssttaattoo AAcccciioo,, iill qquuaallee,, oollttrree aa ssccrriivveerree uunnaa qquuaarraannttiinnaa ddii ttrraaggeeddiiee

dd''aarrggoommeennttoo ggrreeccoo,, ssii aavvvveennttuurròò nneellllaa ccoommppoossiizziioonnee ddii dduuee pprraaeetteexxttaaee:: BBrruuttoo ee DDeecciiuuss,, ttrraatttteeggggiiaannddoo ii ccaarraatttteerrii ddii

dduuee eerrooii rreeppuubbbblliiccaannii rroommaannii.. SSeenneeccaa ssii ddiissttiinnssee ppeerr lloo ssppoossttaammeennttoo ddeell nnooddoo ttrraaggiiccoo,, ddaallllaa ttrraaddiizziioonnaallee

ccoonnttrraappppoossiizziioonnee ttrraa ll''uummaanniittàà ee llee nnoorrmmee ddiivviinnee,, aallllaa ppaassssiioonnee aauutteennttiiccaammeennttee ssggoorrggaattaa ddaall ccuuoorree uummaannoo..

Lucius Accius:: Filottete ((ffaabbuullaa praetexta -- cciirrccaa 7700 dd..CC..)) NNaaccqquuee ddaa ggeenniittoorrii lliibbeerrttii nneell 117700 aa..CC..;; èè iinncceerrttoo iill lluuooggoo ddii nnaasscciittaa:: ppoottrreebbbbee eesssseerree nnaattoo aa RRoommaa eedd eesssseerrssii ttrraassffeerriittoo

ssuucccceessssiivvaammeennttee aa PPeessaarroo iinn ooccccaassiioonnee ddii uunnaa aaddssccrriippttiioo nnoovvoorruumm ccoolloonnoorruumm,, ooppppuurree pprroopprriioo aa PPeessaarroo,, ddoovvee vviissssee ddaa ggiioovvaannee..

EEssoorrddìì ccoommee aauuttoorree ttrraaggiiccoo nneell 114400 aa RRoommaa ee llee ssuuee pprriimmee ooppeerree,, ppaarree,, ddeessttaarroonnoo iinnvviiddiiaa nneellll''aalllloorraa ppiiùù cceelleebbrree lleetttteerraattoo PPaaccuuvviioo,,

ppiiùù aannzziiaannoo ddii lluuii..VVeerrssoo iill 113355 vviissiittòò PPeerrggaammoo ppeerr ppootteerr mmeegglliioo ccoonnoosscceerree llaa ccuullttuurraa ggrreeccaa ddii qquueell ppeerriiooddoo.. TToorrnnaattoo aa RRoommaa

ddiivveennnnee uunnoo ddeeii pprriinncciippaallii eessppoonneennttii ddeell ccoolllleeggiiuumm ppooeettaarruumm ((CCoorrppoorraazziioonnee ddeeii ppooeettii)),, ttaannttoo ddaa rraaggggiiuunnggeerree uunnaa cceerrttaa nnoottoorriieettàà

ggiiàà aattttoorrnnoo aaii ttrreenntt''aannnnii..AAttttoorrnnoo aall 112200 rraaggggiiuunnssee ddeeffiinniittiivvaammeennttee llaa ffaammaa pprrooppoonneennddoossii nnoonn ssoolloo ccoommee tteeaattrraannttee,, ccoommee eerraa iinnvveeccee

aadd eesseemmppiioo PPllaauuttoo,, mmaa ccoommee uunn ggrraammmmaattiiccoo cchhee vviivvee ddeellllee pprroopprriiee ooppeerree.. FFuu qquuiinnddii ll''iinniizziioo ddii qquueell pprroocceessssoo cchhee hhaa ppoorrttaattoo iill

tteeaattrroo aadd eesssseerree ccoonnssiiddeerraattoo ppaarrttee iinntteeggrraannttee ddeellllaa lleetttteerraattuurraa..

UUnn ccuurriioossoo aanneeddddoottoo aa nnooii ggiiuunnttoo rriigguuaarrddaa llaa ssuuaa ppeerrssoonnaalliittàà oorrggoogglliioossaa,, cchhee lloo ssppiinnssee aaddddiirriittttuurraa aa rriicchhiieeddeerree cchhee vveenniissssee eerreettttaa

uunn''eennoorrmmee ssttaattuuaa aa ssuuaa ssoommiigglliiaannzzaa nneellllaa sseeddee ddeell ccoolllleeggiiuumm ppooeettaarruumm,, nnoonnoossttaannttee llaa ssuuaa bbaassssaa ssttaattuurraa;; aanncchhee aa ccaauussaa ddii qquueessttii

ccoommppoorrttaammeennttii ssii gguuaaddaaggnnòò ggllii aattttaacccchhii ddii CCaaiioo LLuucciilliioo,, iill nnoottoo ppooeettaa ssaattiirriiccoo cchhee eerraa lleeggaattoo aall CCiirrccoolloo ddeeggllii SScciippiioonnii..DDeecciissee

ssuucccceessssiivvaammeennttee ddii ccrreeaarree aattttoorrnnoo aa sséé uunnaa rriissttrreettttaa aassssoocciiaazziioonnee ddii lleetttteerraattii sscceellttii ddaa lluuii sstteessssoo.. MMoorrìì vveerroossiimmiillmmeennttee aa RRoommaa

iinnttoorrnnoo aallll''8855 aa..CC..

TTRRAAMMAA DDEELLLLAA CCOOMMMMEEDDIIAA

Filottete, dopo essere stato morso al piede da un

serpente, fu abbandonato per ordine di Agamenno-

ne sull'isola di Lemno, per non sentire i suoi lamenti

ed il fetore che la ferita emanava; qui si prese cura di

lui il pastore Ifimaco. Fu successivamente raggiunto

da Ulisse e Diomede, che Agamennone aveva inviato

con l'ordine di recuperare le frecce di Ercole: senza

di esse, infatti, i Greci non avrebbero potuto espu-

gnare Troia.

Filottete fu convinto a lasciare l'isola e si imbarcò

per Troia, dove fu curato da Macaone.

SSIINNOOSSSSII::

Filottete (Philocteta) o Filottete sull'isola di Le-

mno ( Philocteta Lemnius ) è una tragedia latina, co-

thurnata).

L'opera, incentrata sulla figura di Filottete, è an-

data perduta e di essa restano alcuni frammentiti era

basata almeno in parte sul Filottete di Eschilo.

Accio predilesse i toni macabri, le personalità

esuberanti, le leggende truci in cui si muovono

funeste passioni dalle quali gli uomini sono tra-

volti.

IIll tteeaattrroo rroommaannoo

iinn VViillee EEuurrooppaa,, 3333 CCaasseerrttaa

Page 7: Antropos aprile 2016

- 7 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

ILLACRIMATE SEPOLTURE di R.Nicodemo

O dev‟essere integrata da quella del becchino sulla presen-

za alla tumulazione? Le autocertificazioni sono valide in

questi casi?

Un‟ultima considerazione; abbiamo le leggi più avanzate

del mondo in fatto di maternità e siamo il primo paese per

denatalità, auguriamoci che con queste norme restrittive

sulla morte possiamo, alla faccia di chi ci vuol male, cam-

pare più di mia suocera, la quale, per chi non lo sa, ha cen-

to anni e se li porta discretamente.

Vivere e esistere sono termini dalla definizione mol-

to semplice e quasi scontata ma credo che in sè rac-

chiudano qualcosa di molto più grande e importante.

La vita comprende varie fasi, molto lunghe che solo

la morte può interrompere. Tutto inizia da un urlo di

pianto (la nascita) e da lì devi già iniziare a faticare:

apprendere a camminare, a mangiare, non è semplice

e, man mano che cresci,devi imparare a diventare sem-

pre più autonomo. Gli anni passano così velocemente

che quasi non ce ne accorgiamo, lo notiamo solo se

ripensiamo a tutto quello che abbiamo fatto: dai primi

passi, fino alla lettura del primo libro e all'apprendi-

mento delle prime nozioni, fino al primo rimprovero e

alle prime lacrime versate e a quanto si è faticato per

prendere un bel voto a scuolae così via.

Sembra così poco tempo in cui hai fatto così tante

cose, poi, ti guardi allo specchio e non sei più piccolo,

sei cambiato sia esteticamente che psicologicamente e,

da quel primo pianto urlato, sono già passati sedici -

(continua da pag.5)

E se poi qualcuno muore sarà pianto lo stesso – stiamone

certi - non da noi, che per contratto dobbiamo andare a

scuola a spiegare come la nostra civiltà abbia rimosso la

morte, ma dalla Madonna che, Madre misericordiosa e

Regina potentissima del Cielo e della Terra, è al di sopra

di tutti e di tutto, compreso il Contratto Collettivo Nazio-

nale di Lavoro – Comparto Scuola, e prega il Figlio pure

per quelli che hanno regolamentato la morte, perché, mi-

seri, non sapevano quello che facevano.

anni, troppo pochi per sapere tutto (e tutto non si saprà

mai), ma sufficienti per poter iniziare a comprendere

la vita, per poter apprendere dagli sbagli, per cadere

e poi rialzarsi, cercando di non cadere di nuovo.

Un processo continuo ed infinito, che durerà fino

all‟ulltimo istante di vita, ecco perché di imparare

non si finisce mai.

D'altronde, come ho già detto, è impossibile sa-

pere tutto, o conoscere già il mondo e la vita, non è

umano e forse, ciò che ci rende umani, sono proprio

gli errori, perché solo chi sbaglia tanto impara tanto

e conosce sempre di più, migliorando se stessi e

rinnovandosi continuamente, di modo ché, domani,

saremo diversi da oggi, e cambiamo così come cam-

bia il modo e la vita stessa dell‟uomo. Angelica Maddalena Capaldo

CHI SBAGLIA IMPARA

PREMIO NAZIONALE DI

DIVULGAZIONE SCIENTIFICA 2016 Scadenza 31 luglio

L‟ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL LIBRO BANDI-

SCE L‟EDIZIONE 2016 DEL PREMIO NAZIONALE

DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA. SI CONCORRE

CON LIBRI E ARTICOLI DI DIVULGAZIONE

SCIENTIFICA PUBBLICATI IN PRIMA EDIZIONE

NEL 2015 E NEL 2016. L‟EDIZIONE 2016 È APER-

TA ANCHE AI BLOG PRIMA SCADENZA PER LA

PRESENTAZIONE DELLE OPERE: 31 LUGLIO

2016. VERRANNO PREMIATI GLI AUTORI CHE SI

SONO DISTINTI PER L‟EFFICACIA E CHIAREZZA

DELL‟ESPOSIZIONE AI FINI DELLA DIVULGA-

ZIONE SCIENTIFICA AL GRANDE PUBBLICO DEI

TEMI TRAT-TATI. LA MANIFESTAZIONE FINALE

E LA PREMIAZIO-NE SONO IN PROGRAMMA A

ROMA IL 15 DICEMBRE 2016. PRESIDENTE DEL

COMITATO SCIENTIFICO DEL PREMIO: UMBER-

TO GUIDONI. IL BAN-DO, IL REGOLAMENTO E

L‟ELENCO DEI COMPONENTI DEL COMITATO

SCIENTIFICO E DELLA GIURIA SONO PUBBLI-

CATI SUL SITO DELL‟ASSOCIAZIONE ITALIANA

DEL LIBRO. INFORMAZIONI: [email protected]

Page 8: Antropos aprile 2016

- 8 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

DDAALLLLAA RREEDDAAZZIIOONNEE DDII SSAANN VVAALLEENNTTIINNOO TTOORRIIOO,, iill ggiioorrnnaalliissttaa DDootttt..VViinncceennzzoo SSoorriieennttee

CCAASSAA,, DDOOLLCCEE CCAASSAA

Roberto Vecchioni cantava la canzone

“Casa dolce casa mia”.Ma io non voglio

parlare di questa canzone, né della casa

di Roberto Vecchioni;voglio parlare del-

-la casa in cui ciascuno di noi vive,casa

di proprietà o in affitto non importa, in co-

modato d‟uso o abusivamente occupata, piccola o grande,

stamberga o villa con piscina non importa. Io voglio par-

lare della dimora in cui ciascuno di noi si sente un re ( o

dovrebbe sentirsi tale),in cui quando ritorna, dopo una bre-

ve o lunga assenza, si ritrova sempre con grande piacere.

Questo accadeva fino a pochi decenni fa. Ora non più.

La casa, o, per meglio dire, tutte le case, non sono più si-

cure in Italia. I furti negli appartamenti (di questo voglio

parlare) sono diventati un vero incubo per gli Italiani. Non

si è più sicuri in casa propria, perché la delinquenza non ci

dà più pace: Non siamo più sicuri né quando in casa si tro-

vano famiglie con figli, né quando ci allontaniamo per po-

co tempo o per periodi più lunghi, né quando si dorme né

quando si è svegli né quando siamo all‟interno della nostra

abitazione, né quando siamo costretti a lasciare la casa per

poche ore o per molti giorni.Non siamo più sicuri né quan-

do cerchiamo di cautelarci con sofisticati e costosi anti-

furti né quando facciamo installare telecamere. Le serratu-

re più blindate e gli antifurti non sono più un deterrente

per i malintenzionati né ci aiutano a stare più tranquilli:

gli antifurti possono essere facilmente manomessi, le tele-

camere non fanno più impressione a nessuno perché basta

un passamontagna per non essere riconosciuti; se si tratta

di stranieri in missione in Italia, è inutile guardare il filma-

to tanto nessuno li conosce.

Intanto i furti aumentano di giorno in giorno….Tutte le

caserme in Italia (dove vi sono degli uomini armati) inal-

berano cartelli con su scritto “Limite invalicabile”. Mentre

le nostre abitazioni hanno limiti assolutamente valicabili,

facilmente valicabili .

Le forze dell‟ordine fanno quello che possono, ma, di

fronte al numero spropositato e crescente di furti, difficil-

mente possono risolvere il problema. Nei casi in cui gli au-

tori di furti vengono acciuffati, le pene inflitte sono ridico-

le ( e per questo, molti stranieri vengono in trasferta in ae-

reo, sapendo che è difficile essere acciuffati e, se dovesse

finir male, le pene non fanno paura più a nessuno).

La situazione è veramente allarmante. Ora bande orga-

nizzate si presentano in gruppi anche di 4 o 5 persone, an-

che armati, e portano via tutto quello che possono traspor-

tare, a partire dalla cassaforte (è la prima cosa che chiedo-

no). Famiglie sorprese nel sonno che restano per anni trau-

matizzate dalla paura.

In tutto questo si può fare qualcosa? Certamente, basta

volerlo.Innanzitutto bisognerebbe considerare la casa (tutte

le case) come luoghi “sacri” dove ogni cittadino può vivere

in pace con la sua famiglia. La Costituzione all‟art. 14 pre-

vede che “il domicilio è inviolabile”,(ma,considerando che

l‟art.614 del C.P. con la previsione di una pena ridicola e

che può essere irrogata (solo a querela di parte, come per

i reati minori),si potrebbe dedurre che il domicilio dei

privati è ….violabile, per le caserme il limite è invalica-

bile.

L‟appartamento,la villa o la stamberga, per il proprie-

tario, dovrebbe essere come uno stato per il suo re: ognu-

no, a casa sua, vorrebbe sentirsi un re. E‟ un sogno? Ep-

pure a sentire coloro che son vissuti nel vituperato ven-

tennio, potevano fare a meno di chiudere a chiave la ca-

sa: non ce n‟era bisogno. Utopie?

Se, malauguratamente, un cittadino usa un‟arma contro

un “intruso” nella sua casa, a volte dopo varie altre visite,

allora tutti a condannare il malcapitato con interminabili

dibattiti sull‟evento, sull‟uso delle armi, sull‟eccesso del-

la legittima difesa ecc.ecc. Il cittadino non deve usare le

armi, è giusto, non è consentito farsi giustizia da soli, ma

lo stato è in grado di tutelare il cittadino?

In tempi in cui la violazione e/o il furto in apparta-

mento sta assumendo proporzioni intollerabili, in tempi

in cui le violazioni di domicilio non sono più commesse

da zingarelle minorenni, ma da bande organizzate, biso-

gnerebbe riconsiderare tutto il problema da capo, preve-

dendo pene molto più severe, che rappresentano ancora

un deterrente valido e distinguendo le varie tipologie di

questo reato. Recentemente è stato scoperto un “deposi-

to” di merce rubata in appartamenti il cui valore era stato

stimato in diversi milioni, sembrava, è stato detto e scrit-

to, il deposito di un supermercato e tutta questa merce

apparteneva ad una banda di stranieri che veniva in Italia

in trasferta. Vogliamo davvero proteggere la “libertà do-

mestica” ossia l‟elementare diritto di ogni cittadino di vi-

vere “liberamente” nella propria abitazione? E allora ci

vuole una mobilitazione generale per far capire ai nostri

legislatori che così non si può più andare avanti. Le leggi

si possono cambiare, si devono cambiare quando mutano

le condizioni in cui furono varate.

Negli ultimi anni vi è un accanimento particolare con

gli anziani,colpevoli d‟avere una pensione. L‟accanimen-

to contro gli anziani (che vengono massacrati, ridotti in

fin di vita o addirittura uccisi). Quando si verificano que-

sti fatti, una rabbia incontenibile assale tutti, consideran-

do l‟efferatezza del crimine e la pusillanimità degli auto-

ri.

Mi auguro che questo appello ai nostri parlamentari

possa portare a riconsiderare tutta la materia e sfociare in

un disegno di legge che tenga conto di tutto quanto detto

sin qui.Le forze dell‟ordine fanno il loro dovere, ma il fe-

nomeno si è talmente ingigantito e incattivito che non è

possibile porvi argine se le leggi non cambiano. La magi-

stratura fa il suo dovere, applicando le leggi, ma le pene

previste sono inadeguate, e, con i vari benefici di legge,

che non si negano a nessuno, tutto rimane come prima.

Vincenzo Soriente

--

Page 9: Antropos aprile 2016

- 9 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LL‟‟AAUUTTOORREE DDEELL MMEESSEE::

LL AA MM OO RR TT EE DD II CC EE SS AA RR EE RR AA DD II OO CC RR OO NN AA CC AA II NN VV EE RR SS II NN AA PP OO LL EE TT AA NN II DD AA LL LL AA CC UU RR II AA DD II PP OO MM PP EE OO IIII ppaarrttee

CCooppyyrriigghhtt ©© bbyy FFrraannccoo PPaassttoorree -- FFeebbbbrraaiioo 22001155 UUnnaa rreeaalliizzzzaazziioonnee AA.. II.. TT.. WW.. - IT\ICCU\MIL\0880499

NNeellllee BBiibblliiootteecchhee uunniivveerrssiittaarriiee ddii CCaammppoobbaassssoo,, NNaappoollii,, MMooddeennaa,, PPaavviiaa ee llaa bbiibbll.. pprroovv.. ddii SSaalleerrnnoo

"Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore" (Th. Mommsen, Storia di Roma antica – L. V - Cap. XI)

NNeellllaa pprriimmaavveerraa ddeell 4444 aa..CC..,, CCeessaarree èè iill ssoolloo aa nnoonn aaccccoorrggeerrssii ddeeii sseeggnnaallii pprreemmoonniittoorrii ddeellllaa ffiinnee iimmmmiinneennttee,, eedd uunnoo ddii eessssii èè iill ssuuiicciiddiioo ddeeii CCaavvaallllii ssaaccrrii.. EErraannoo ggllii eeqquuiinnii ccoonn ii qquuaallii CCeessaarree ppaassssòò iinn aarrmmii iill ffiiuummee RRuubbiiccoonnee,, nneell 4499 aa..CC..,, aall tteemmppoo ddeellllee GGuueerr--rree cciivviillii.. VViittttoorriioossoo,, rriiffiiuuttòò ddii iimmmmoollaarrllii aa MMaarrttee ccoommee cchhiieeddeevvaa llaa ttrraaddiizziioonnee,, ee pprreeffeerrìì ccoonn--ssaaccrraarrllii aall ddiioo,, ccuurraannddoonnee ddaa aalllloorraa aa ssuuee ssppeessee iill mmaannttee--nniimmeennttoo,, llaasscciiaannddoollii aall ppaassccoolloo bbrraaddoo nneellllee ssuuee tteerrrree iinn RRiivvaa ddeessttrraa,, pprrootteettttii ddaallll’’iinnvviioollaabbiilliittàà ddeellllee bbeessttiiee ssaaccrree.. RRiiffeerriissccee CCiicceerroonnee cchhee ddaa iinniizziioo mmaarr--zzoo ddeell 4444,, ffiinnoo aallllaa vviiggiilliiaa ddeellllee ttrraaggiicchhee IIddii,, ii ccaavvaallllii rriiffiiuuttaannoo cciibboo ee aaccqquuaa,, aabbbbaannddoonnaannddoossii aadd uunn ppiiaannttoo ssttrruuggggeennttee ee iinniinntteerrrroottttoo ee llaasscciiaannddoossii iinnffii--nnee mmoorriirree ddii iinneeddiiaa:: aaccccoommppaaggnneerraannnnoo iill lloorroo ccoonn--ddoottttiieerroo nneellll’’uullttiimmoo ppaassssaaggggiioo,, qquueelllloo ddeellll’’AAcchhee--rroonnttee iinnffeerrnnaallee.. MMaa CCeessaarree,, iinn qquueell 1155 mmaarrzzoo,, nnoonn ppuuòò cceerrttoo sseenn--ttiirree ii llaammeennttii ddeellllee bbeessttiiee ssaaccrree,, nnéé pprreeooccccuuppaarrssii ddeellllee llaammeenntteellee ddii CClleeooppaattrraa,, cchhee aa ccaauussaa ddeeii ccaa--vvaallllii nnoonn rriieessccee aa ddoorrmmiirree.. CCoommpplleessssee VViicceennddee ppoo--lliittiicchhee lloo ttrraatttteennggoonnoo aallllaa RReeggggiiaa ppaallaattiinnaa.. GGllii ssttoorriiccii ssii ssoonnoo vvaarriiaammeennttee iinntteerrrrooggaattii ssuuii pprrooggeettttii ddii CCeessaarree iinn qquueeii ggiioorrnnii,, eeggllii cchhee ,, nneeii dduuee aannnnii pprree--cceeddeennttii,, aavveevvaa ffaattttoo iinncceettttaa,, ddii ttuuttttii ggllii oonnoorrii ppoossssii--bbiillii:: ppaatteerr PPaattrriiaaee,, ccoonnssoollee aa vviittaa,, ccaappoo ddeellllee ffiinnaann--zzee,, ccaappoo ddeeggllii eesseerrcciittii,, ccaappoo ddeellllaa gguueerrrraa ee,, ddaall 1144 ffeebbbbrraaiioo,, iill ttiittoolloo ddii ddiiccttaattoorr ppeerrppeettuuuuss,, ggllii mmaannccaa

ssoolloo iill ttiittoolloo ddii rreexx..

DDii qquuii llaa mmoottiivvaazziioonnee ddeellllaa ccoonnggiiuuttrraa ddeeii ppaattrrii--zzii rreeppuubbbblliiccaannii,, ccaappeeggggiiaattii ddaa MMaarrccoo GGiiuunniioo BBrruuttoo ee CCaaiioo CCaassssiioo LLoonnggiinnoo:: ooccccoorrrreevvaa uucccciiddeerree iill ttii--rraannnnoo,, ppeerr llaa ssaalluuttee ppuubbbblliiccaa .. EE ssee ii rreeaallii iinntteenn-- ddiimmeennttii ddii CCeessaarree aappppaaiioonnoo uunn eenniiggmmaa,, qquueellllii ddeeii ccoonnggiiuurraattii ssoonnoo mmoollttoo ppiiùù sseemmpplliiccii:: vvoogglliioonnoo rriiaapp--pprroopprriiaarrssii,, iinn rraapppprreesseennttaannzzaa ddeellllaa ccllaassssee sseennaattoorriiaa,, ddeeii ppootteerrii ddii ccuuii CCeessaarree llii hhaa ssppoogglliiaattii.. LLaa ccoonnggiiuurraa ppaattrriizziiaa,,iinn eeffffeettttii,, èè uunnaa ccoonnttrroorriivvoo--lluuzziioonnee..

CCiicceerroonnee,, aavvvveerrssaarriioo ppeerr pprriinncciippiioo ddii ooggnnii ccoonn--ggiiuurraa,, ffoorrssee ssaa,, mmaa ddeecciiddee ddii nnoonn iinntteerrvveenniirree,, nnéé pprreennddeennddoovvii ppaarrttee,, nnéé aavvvveerrtteennddoo CCeessaarree.. AAllllaa ffiinnee,, qquuaallccuunnoo ppaarrllaa ee ffaa aa CCeessaarree iill nnoommee ddeell ccoossppiirraa--ttoorree::BBrruuttoo.. CCeessaarree,, aalllloorraa,, rriissppoonnddee::-- BBrruuttoo ssaapprràà aatt--tteennddeerree llaa ffiinnee nnaattuurraallee ddii qquueessttoo ccoorrppoo mmaallaattiicccciioo --.. MMaa uunn’’aarriiaa ggrraavvee oopppprriimmee RRoommaa.. AAnnccoorraa pprreessaaggii,, ddii ccuuii pprreennddee nnoottaa iill ppuunnttuuaallee CCiicceerroonnee.. SSuull CCaammppii--ddoogglliioo ppiioovvee ddii ttuuttttoo:: aaccqquuaa,, ssaanngguuee ee ppaallllee ddii ffuuooccoo.. SSuullllee AAllppii cc’’èè uunn tteerrrreemmoottoo,, ccii ssoonnoo ffiiuummii cchhee ssii ffeerrmmaannoo ee ssccoorrrroonnoo aall ccoonnttrraarriioo ee ppoozzzzii cchhee ggrroonn--ddaannoo aaccqquuaa rroossssaa.. EE nnoonn ssoolloo ii ccaavvaallllii ppoorrttuueennssii ssii mmeettttoonnoo aa ppiiaannggeerree,, mmaa ppaarree cchhee aanncchhee vvaarriiee bbeessttiiee ddeell CCaammppiiddoogglliioo,, ddii ffrroonnttee aallllaa ssoorrddiittàà ddii CCeessaarree,, ssii ssiiaannoo mmeessssee aa ppaarrllaarree.. II RRoommaannii ssii ccoonnvviinnccoonnoo cchhee ggrraavvii lluuttttii ssoonnoo iinn aarrrriivvoo.. MMaa nnoonn CCeessaarree,, cchhee ccoonn ffaattaalliissmmoo mmeettttee iinn lliicceennzzaa llaa ffiiddaattaa GGuuaarrddiiaa iibbeerrii--ccaa eedd eessccllaammaa:: ««HHoo vviissssuuttoo aabbbbaassttaann-- zzaa ssiiaa iinn aannnnii cchhee iinn gglloorriiaa»».. AAmmiiccii eedd uuoommiinnii iilllluussttrrii pprroo-- vvaannoo aa mmeetttteerrlloo iinn gguuaarrddiiaa.. IIll mmiimmoo PPuubblliilliioo SSiirroo gglliieelloo ddiiccee aaddddiirriittttuurraa iinn vveerrssii:: ««FFoorrttuunnaa vviittrreeaa eesstt,, ttuumm ccuumm sspplleennddeett ffrraannggiittuurr»»:: llaa ffoorrttuu-- nnaa èè ddii vveettrroo,,ppiiùù sspplleennddee ppiiùù

ssii rroommppee ffaacciillee.. LL’’aarruussppiiccee SSppuurriinnnnaa èè qquuaannttoo mmaaii pprreecciissoo::ggllii ddiiccee ddii nnoonn uusscciirree ddii ccaassaa aallllee IIddii ddii mmaarr--zzoo,, iill 1155.. LLaa vviiggiilliiaa,, iill 1144,, llaa ssoobbrriiaa CCaallppuurrnniiaa hhaa uunn ssooggnnoo lluuttttuuoossoo..CCeessaarree rriissppoonnddee aallllaa aammaattaa ccoonnssoorrttee ccoonn ppaarroollee eerrooiicchhee,, ppaassssaattee aallllaa ssttoorriiaa:: «« NNoonn ddoobb--bbiiaammoo aavveerr ppaauurraa cchhee ddeellllaa ppaauurraa,, ggllii uuoommiinnii ccoorraagg--ggiioossii mmuuooiioonnoo uunnaa vvoollttaa ssoollaa»».. EE qquueellllaa mmaattttiinnaa CCeessaarree ssii rreeccaa iinn SSeennaattoo,,aall CCaamm--ppoo MMaarrzziioo ((ppeerrcchhéé iill PPaallaazzzzoo sseennaattoorriioo eerraa ddaa ppooccoo aannddaattoo aa ffuuooccoo))..LLuunnggoo llaa vviiaa iinnccoonnttrraa ddii nnuuoovvoo SSppuu--rriinnnnaa,, aall qquuaallee ddiiccee:: ««PPrrooffeettaa ddii ssvveennttuurree,, eeccccoommii qquuii,, sseebbbbeennee llee IIddii ssiiaannoo aarrrriivvaattee»».. LL’’iinnddoovviinnoo rriissppoonnddee sseevveerroo:: ««SSìì CCeessaarree,, ee nnoonn ssoonnoo aannccoorraa ffiinniittee»»..

1166 -- NNuunnnn’’aassccìì!! –– CCaallppuurrnniiaa ‘‘ee ddiiccèèttttee

-- CC’’èè ‘‘nnuu mmuunnnnee nneemmiiccoo ee ssccoorrrreettttoo,,

uunnaa vvrràànnccaa ddii mmaappppììnnii aaccccllaarraattii,, 1199 ffiinnttii aammiiccii,, ggiiàà ddaa tteemmppoo ssccoorrnnààttii --..

((CCoonnttiinnuuaa))

AAnnttrrooppooss

Cesare

Page 10: Antropos aprile 2016

- 10 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LLAA DDOONNNNAA NNEELLLLAA SSTTOORRIIAA -- AA ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss --

CC AA LL PP UU RR NN II AA

Calpurnia,figlia del senatore Lucio Calpurnio Pisone

Cesonino, sposò Cesare nel 59 a.C., anno del suo pri-

mo consolato. L'anno successivo al matrimonio, Cesare

fece in modo di far diventare console il suocero Pisone.

Cesare era già stato sposato con Pompea, ripudiata nel

62 a. C., e,prima ancora, con Cornelia Cinna minore,

morta di parto nel 68 a.C. In gioventù, invece, Cesare era

stato fidanzato con Cossuzia fino all'84 a.C.

Diciotto anni aveva Calpurnia, quando il padre si ac-

cordò per darla in moglie a Giulio Cesare. Che aveva l‟età

per esserle agevolmente padre, dato che aveva superato la

quarantina. Grande politico ed uomo affascinante, Cesare

era famoso per le sue avventure galanti e scapricciate, sia

con uomini che con donne, tanto che, inviato in Bitinia

come legato, si favoleggiava avesse intessuto una torbida

relazio-ne con il re Nicomede.

Tornato a Roma, prima ancora che la politica, la sua

prima passione era stata il gentil sesso, tanto che poche,

fra le matrone dell‟Urbe, non erano passate per il suo let-

to, o lui per il loro.

Quello con Calpurnia non è un matrimonio di amore,

non da parte di Giulio Cesare, almeno.

L‟appoggio del nuovo suocero, Pisone, uno dei sentaori

più potenti dell‟Urbe, gli è necessario, in questo momento

di svolta in cui le frizioni con l‟ex sodale Pompeo Magno

si fanno via via più aspre, ed è chiaro che prima o poi si

arriverà alla rottura.

Anche Calpurnia da quelle nozze si aspetta assai poco.

A chiarirle quando può essere preso di lei il nuovo marito,

è un pettegolezzo succoso sparsosi per Roma proprio nei

giorni dello sposalizio: Cesare, il suo Cesare, ha inviato in

dono alla sua ex amante Servilia un gioiello di incredibile

valore.

Perché non se l‟è sposata, visto che è tanto legato a lei,

e lei è libera? Perché Servilia è sua amante da anni, ma

non ha più l‟età per donargli un figlio maschio, un erede.

E Cesare un erede lo vuole, perché è l‟unica cosa che gli

manca. Ha avuto una figlia, Giulia, amatissima, sposa di

Pompeo e destinata per altro ad una morte precoce.

Servilia, quarantenne, non può certo garantirgli una

prole. Calpurnia, giovane e bella, sì. Va dunque sposa a

Cesare, Calpurnia, consapevole che il suo ruolo è quello:

diventare la madre dei figli del marito. Da brava fanciulla

romana, per questo è stata allevata, e conosce il suo do-

vere.

Ha un carattere dolce, remissivo, adattissimo ad essere

la moglie e la madre perfetta. La moglie perfetta lo sarà,

ma madre no, mai. Ad onta della giovane età e dell‟impe-

gno che certo profuse, non restò mai incinta.

Non sappiamo quante lacrime pianse, per quello che

dovette sentire come un fallimento personale.

Cesare che diventava via via più potente,e quindi sem-

pre più bisognognoso di quel maschio figlio legittimo cui

lasciare un domani il potere:e lei niente, sterile.

La immaginiamo vagare nei templi,pre-

gare ogni dea, affidarsi ad indovine

e mammane per piegare il destino,

alzarsi ogni giorno chiedendosi se

sarebbe stato quello in cui sarebbe

stata ufficialmente ripudiata da un

marito ormai stanco.Soffrì Calpur- nia, parecchio. Non solo per Servi-

lia, ma soprattuto per Cleopatra. Se

per le altre amanti di Cesare fu solo

la rabbia di moglie tradita, quello per

la regina di Egitto fu odio vero,per quan-

to silenzioso.Aveva tutto,quella donna,per

affascinare Giulio Cesare: soprattutto una mente come la

sua, quella di un politico di razza. Era bella, giovane,

colta, affascinante, intelligente, spregiudicata. E per di più,

e questo per Calpurnia era la sofferenza maggiore, aveva

dato a Cesare ciò che lei non era mai riuscita a donargli:

un figlio, Cesarione.

In una Roma in cui le matrone collezionavano amanti

non appena i mariti partivano per qualche missione (e Ce-

sare lo sapeva bene, perché aveva spesso e volentieri ap-

profittato di quelle assenze) lei niente, non una sbavatura,

un sospetto,un cedimento. La deridevano forse come noio-

sa,ma Cesare,gran conoscitore dell‟animo umano, aveva

ben compreso che invece era fedele,una dote rara per quei

tempi, e forse per questo scelse di tenersela accanto.

Plutarco racconta che Calpurnia ebbe una premonizio-

ne la mattina in cui Cesare fu assassinato (15 marzo 44

a.C.) e cercò inutilmente di convincere il marito a non

recarsi in senato, dove più tardi avrebbe avuto luogo l'at-

tentato. Fu Decimo Giunio Bruto Albino, uno dei con-giu-

rati, a persuadere Cesare a non ascoltare la moglie, dicen-

dogli avrebbe perso considerazione agli occhi dei senatori

se qualcuno avesse annunciato loro che Cesare non si era

presentato alla seduta in attesa di "sogni migliori" di Cal-

purnia.

Secondo la testimonianza di Plutarco, dopo la morte

del marito Calpurnia consegnò a Marco Antonio gli scritti,

gli appunti e tutte le ricchezze di Cesare, che ammonta-

vano a 300 talenti, poi scompare. Ora che Cesare non

c‟era più,lei preferiva spariva, perché non amava né

Roma, né il potere, solo il marito.

Deve essere stato per questo, che Cesare se l‟era

tenuta vicina in tutti quegli anni: perché fra i tanti e

le tante,che aveva incrociato nella sua vita, Calpurnia

era stata l‟unica che lo aveva amato come un uomo e

basta.

AVE CAESAR! MORITURI

TE SALUTANT

Page 11: Antropos aprile 2016

- 11 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

DA TRAPANI

TTRRAA SSCCEEIICCCCHHII,, BBOOMMBBEE EE MMIINNIISSTTRREESSSSEE,, IILL PPRROODDEE MMAATTTTEEOO

È sempre lui, il Prode Matteo, intrepido come

un paladino alla battaglia di Roncisvalle, adesso in

versione export nella patria di Papa Obama. Un

viaggio – questo – che segue di qualche mese quel-

lo in Arabia Saudita, ufficialmente per compiacersi

della partecipazione italiana ai lavori della metro -

politana di Riad. Ma forse anche – come ha mali-

gnato qualcuno – per chiacchierare di armamenti e

tecnologie militari. E infatti, poco dopo, ecco scop-

piare l‟affaraccio delle bombe italiane ai sauditi.

Questi ultimi – si tenga presente – stanno radendo

al suolo lo Yemen (scuole e ospedali compresi) per

sostenere una delle due fazioni in lotta in quel

disgraziato Paese. Il conflitto yemenita – dirò per

inciso – è finòra costato quasi 6.000 morti e circa

un milione di sfollati, forse in procinto di trasfor -

marsi in profughi diretti in Europa.

Ma lasciamo stare l‟affare saudita, e ven iamo al

nuovo viaggio del Prode Matteuccio, quello negli

Stati Uniti, la Grande Alleata, la Grande Mela, la

Grande Banca, la Grande Mammella dispensatrice

di democrazia e di uranio impoverito. Qui il nostro

è venuto ufficialmente per partecipare ad un sum-

mit mondiale sulla sicurezza nucleare e per celebra -

re l‟impegno italiano per le nuove frontiere dell‟e -

nergia pulita: ha inaugurato uno stabilimento ENEL

in Nevada, «primo al mondo ad unire geotermia,

fotovoltaico e termosolare» . Si è sprecato a magni-

ficare le grandi promesse delle energie rinnovabili,

dimenticando di aver invitato gli italiani a non an-

dare a votare per il referendum del 17 aprile, la -

sciando così immutate le vecchie regole con cui il

palazzo favorisce le arcaiche fonti energetiche fos -

sili (e quindi “sporche”) a detrimento delle rinno -

vabili (e quindi pulite e sicure).

Anche qui le malelingue sostengono che il moti -

vo vero della visita sia stato un altro: farsi perdona -

re per la precipitosa marciaindietro rispetto agli im-

pegni che sarebbero stati assunti per la prossima

campagna di Libia. Sembra – sostengono sempre le

malelingue – che il Papa Nero avesse ricevuto assi -

curazioni ufficiose circa una massiccia partecipa-

zione italiana alla guerra prossima ventura, nego-

ziando addirittura un ruolo di guida e di regìa da

assegnare all‟Italia; ruolo che gli americani – spe-

cialisti nel prendere il fuoco con le mani degli altri

– ci avrebbero riconosciuto assai volentieri. Dopo

di che, resisi conto del putiferio che sarebbe

scoppiato in Italia, i nostri governanti sarebbe-

ro divenuti di colpo più prudenti, facendo sa-

pere ai potenti alleati che forse non tutto sareb-

be filato liscio come l‟olio. Proprio mentre il nostro era impegnato a pavo-

neggiarsi oltreoceano – per colmo di sventura – in

Italia è venuto fuori un nuovo inquacchio governa -

tivo: è quello che riguarda la ministra Federica Gui-

di, titolare dello Sviluppo Economico. Sembra che le

intercettazioni (oramai non si negano a nessuno) do-

cumentino un suo interessamento per favorire la To-

tal (che è una compagnìa petrolifera francese), la

quale a sua volta avrebbe dovuto favorire la Tempa

Rossa, industria di proprietà dell‟ingegner Gianluca

Gemelli, “compagno” della Guidi. L‟oggetto del

contendere era un emendamento da far votare insie-

me alla legge di stabilità,«se è d‟accordo Maria Ele-

na». La Maria Elena in questione è un‟altra mini-

stressa, la Boschi, fresca reduce da un altro caso de-

licato: l‟affare di Banca Etruria, di cui papà Boschi

era Vicepresidente.

Sembra che il Prode (da non confondere con il

Prodi) si sia incavolato parecchio per lo scivolone

della Guidi. Non per una particolare considerazione

della ministra, credo. Piuttosto – mi permetto di ma-

lignare – perché è assai fastidioso che, alla vigilia

del referendum del 17 aprile, si accendano i rifletto -

ri sull‟operato delle aziende petrolifere s traniere in

Italia.Qualcuno potrebbe anche chiedersi che cosa ci

guadagnano gli italiani,se anche quelle poche gocce

di petrolio che abbiamo finiscono agli stranieri.

Ma il buon Matteo ha avuto torto a preoccupar -

si: giornali e televisioni sono stati bene attenti ad e-

vitare incroci pericolosi, soprattutto sugli interessi

stranieri. Così come, pochi giorni fa, quasi nessuno

ha fatto parola del disastro ambientale sfiorato nel

mare di Tunisia, a poche miglia da Sfax e non lon-

tano dalle coste siciliane: una perdita di petrolio che

per alcuni giorni ha fatto temere il peggio, ma che

poi – per fortuna – è stata rapidamente neutralizzata.

Anche questa notizia sarebbe stata pericolosa in

tempi di referendum,ed anche in questo caso – quin-

di – nessuno si è permesso di operare accostamenti

imbarazzanti.

Intanto, mentre l‟invasione dell‟Italia prosegue

e si intensifica, la situazione libica evolve in una di -

rezione che rende sempre più difficile tenersene fuo -

ri. Gli americani hanno scodellato il famoso governo

di unità nazionale che – secondo i balbettamenti di

Renzi – era condizione indispensabile per giustifi -

care un nostro intervento armato. Per far ciò hanno

abbandonato al suo destino il governo laico di To-

bruk, fino a poco tempo fa considerato d‟obbedienza

anglo-francese e adesso sponsorizzato soltanto dal -

l‟Egitto e dagli Emirati Arabi Uniti; i quali in qual -

che modo rappresentano anche gli interessi (e la

strategìa) dell‟Arabia Saudita, ostile alla famiglia

fondamentalista di Tripoli che fa riferimento ai Fra -

telli Musulmani (e quindi alla Turchia). Nel mezzo,

- Di Michele Rallo

Page 12: Antropos aprile 2016

- 12 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

una serie di azioni e reazioni, di rapidi capo-

volgimenti di fronte, di minacciosi segnali tra-

sversali inviati ai governi coinvolti, probabil -

mente anche a quello italiano.

In questo contesto da brividi, il nostro e-

roe saltella giulivo, a balzi e scatti, roteando

gli arti come un paladino dell‟opera dei pupi

con la sua brava corazzetta luccicante e lo

spadino di latta. Sembra di assistere ad uno

L‟Associazione Italiana del Libro bandisce il Primo Premio

Nazionale di Editoria Universitaria.Il Premio si po-ne

l‟obiettivo di contribuire ad accrescere nel nostro Paese la

qualità complessiva dell'offerta editoriale rivolta alla

formazione degli studenti universitari, favorendone allo

stesso tempo una maggiore diffusione e accessibilità. Si

concorre con testi, dispense e libri finalizzati all'insegna-

mento universitario,capaci di affiancare alla funzione

didattica la capacità di divulgazione scientifica, pubblicati

in prima edizione a partire dal 2013 e inseriti nei pro-

grammi di studio di qualsiasi corso di laurea delle univer-

sità italiane nell'anno accademico 2015-2016 o in quello

successivo.

Verranno premiati gli autori che si sono particolarmente

distinti, nello spirito degli obiettivi del Premio, per

l'efficacia e chiarezza dell‟esposizione ai fini della

formazione degli studenti in tutti gli ambiti scientifico-

disciplinari.

Verranno premiate anche le case editrici che si sono

particolarmente distinte per la qualità e accessibilità della

produzione editoriale in questo settore.

I premi sono costituiti da targhe.

Gli autori interessati possono presentare le proprie opere a

concorso entro il 31 luglio 2016, specificando il settore o i

settori scientifico-disciplinari principali di riferimento tra

quelli di seguito elencati:

01 - Scienze matematiche e informatiche

02 - Scienze fisiche

03 - Scienze chimiche

04 - Scienze della terra

05 - Scienze biologiche

06 - Scienze mediche

07 - Scienze agrariee veterinarie

08 - Ingegneria civile e Architettura

09 - Ingegneria industriale e dell‟informazione

10 - Scienze dell‟antichità, filologico-letterarie e storico-

artistiche

11- Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psico-

logiche

12 - Scienze giuridiche

13 - Scienze economiche e statistiche

14 - Scienze politiche e sociali

Non rientrano tra le opere ammissibili al Premio quelle edi-

te soltanto in formato elettronico. Si può partecipare con

più opere.

..

di quei duelli da palcoscenico, con Orlando

che mena innocui fendenti al rivale Rinaldo o

al Feroce Saladino, mentre – dietro la scena – il

puparo batte i piedi per terra, onde ampli -ficare

il cozzo di spade e scudi. Sullo sfondo, una da-

migella in pericolo trèpida per il suo eroe.Il

pubblico sorride,spensierato.Tanto – si sa – non

è una cosa seria.

M.Rallo

In ragione delle opere pervenute o per motivi attinenti all'orga-

nizzazione del concorso l'Associazione Italiana del Libro può

procedere allo slittamento dei termini di presen-tazione delle

opere - non oltre la data massima del 30 settembre 2016 -

indicandone e rendendone pubbliche attraverso il sito le

modalità e prevedendo un ulteriore con-tributo di 4,00 euro alle

spese di segreteria da parte dei partecipanti. Entro il termine di

scadenza del Premio gli interessati dovranno far pervenire via

email all‟Associazione Italiana del Libro, per ciascuna opera

da candidare, una semplice richiesta di partecipazione al Pre-

mio, precisando

a) il titolo dell'opera presentata,

b) il settore o i settori scientifico-disciplinari principali di

riferimento tra quelli sopra elencati,

c) l'Ateneo di affiliazione,

d) le generalità dell'autore o degli autori (nome e cognome,

email, anno di nascita)

e) un breve profilo-biobibliografico dell'autore o degli autori

(circa 960 battute, spazi inclusi)

Alla richiesta deve essere allegata l'opera in formato digitale

(in un unico file o in più file,ciascuno del peso massimo di

3MB). Per ciascuna opera presentata è dovuto il versamento di

7,00 euro a titolo di contributo alle spese di segreteria. Per più

opere eventualmente presentate si può effettuare un solo

versamento cumulativo. Le modalità di versamento sono indi-

cate nel bando pubblicato sul sito dell'Associazione Italiana del

Libro (www.associazioneitalianadelli-bro.it). Le email con i

relativi allegati vanno spediti all‟ indirizzo di posta elettronica:

[email protected]. Nell'oggetto della e-

mail specificare: Primo Premio Nazionale di Editoria Universi-

taria. Entro la data massima del 15 ottobre 2016 dovrà perve-

nire per posta all‟Associazione Italiana del Libro anche una

copia del libro in formato cartaceo, da spedire all'indirizzo

riportato nel bando pubblicato sul sito dell'Associazione Ita-

liana del Libro (www.associazioneitalianadellibro.it). La copia

in formato cartaceo non sarà in ogni caso restituita. Le candi-

dature e le opere possono essere presentate dagli autori (o da

uno degli autori) o dagli editori. Per le opere collettive l'opera

può essere presentata, a nome di tutti, oltre che dall'editore,

anche dal curatore o da uno dei curatori. Il Comitato scientifico

del Premio - secondo le modalità individuate dal suo Coor-

dinamento e dalla Presidenza - procederà entro il 31 otto-

bre 2016 all'individuazione delle opere che accedono alla

fase finale della manifestazione ed entro il 10 novembre

2016 all'individuazione delle opere vincitrici.

Continua da pag.11

Associazione Italiana del Libro

Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria

Page 13: Antropos aprile 2016

- 13 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Da studenti universitari eravamo adusi a momenti di

„abbandono artistico‟, ricordo (meravigliosi) istanti di

evasione dalle fatiche ingegneristiche: io e l‟amico Ugo

Galluccio, durante le pause-studio, temporaneamente

abbandonavamo libri, schemi grafici e circuiti, energia

termica e meccanica, argomenti di Fisica Tecnica, Mate-

matica e quant‟altro; nascevano „attimi lirici‟, declama-

vamo all‟unìsono delicati versi leopardiani: Silvia, ri-

membri ancora … O graziosa luna… od impetuose ed

„urlate‟ terzine foscoliane: Forse perché della fatal quiete

tu sei l‟imago …. Ma io deluse a voi le palme tendo…

con intermezzo di qualche verso del redigente il presente

articolo; talvolta scendevamo giù per sgranchire „la gam-

bistica‟, passeggiavamo ed Ugo amava catturare la realtà

eseguendo foto estemporanee con lampi di flash scattati

seguendo l‟emozione avvertita in quella particolare cir-

costanza o in quel definito periodo, ritraendo situazioni

curiose, il paesaggio, persone; poi giungeva la fatidica

‟ora della studificazione‟ (conversavamo usando il nostro

linguaggio bizzarro, strano e forse anche singolare, ricor-

di, Ughissimo?) il dovere ci richiamava all‟esame da stu-

diare,occorreva,dunque „reingegnerizzare e matematiciz-

zare a più non posso‟ (son ben note,d‟altronde, la severità

e la rilevanza di contenuti degli studi ingegneristici); lun-

go il percorso di ritorno inventavamo tenerezze, diver-

tendoci da matti a recitare assurdità e boiate del tipo:

“L‟attenzione è pronta al sacrifizio / sull‟altare dell‟ener-

gia termica padrona”… “L‟ora della studificazione / non

ha il calore dolce / di braccia femminili che ti stringono /

ma la consueta freddezza / di chi è pronto a rabbrividire /

studiando un ciclo frigorifero” … Dio mio, quanto ci de-

liziavamo con tali nostre espressioni relative al non estra-

neo anzi carissimo mondo poetico che ci apparteneva,

quanta autoironia e battutine sui nostri versi strampalati

ed i codici ingegneristici tradotti in linguaggio giuffridian

/ ughesco! E così, dopo tale consorteria in arguzie mol-

teplici e simpatiche rivisitazioni poetiche, si riapprodava

al sicuramente meno poetico ed assai più concreto e ter-

reno mondo tecnico/scientifico dei nostri studi.

“Oro colato, purezza mille per mille” rappresentavano,

per noi due, le poche paginette illuminanti, racchiudenti

tutte le formule e le sintesi di concetti, con le quali an-

davamo a sostenere gli esami,senza portarci appresso inu-

tili libri che avrebbero incrementato la tensione preesa-

me, armati soltanto di tanta grinta, determinazione e dei

preziosi foglietti riassuntivi. Al termine del percorso

universitario, siamo stati comunque legati da affettuosa,

tenera ed immutata amicizia, pur seguendo percorsi pro-

fessionali assai differenti. Fornisco qualche dato biogra-

fico e concernente sia la professione che l‟amore artistico

relative al sessantunenne mio amico; è nato ad Atripalda,

sin da ragazzino manifestava passione ed interesse verso

la fotografia,espressione che riunisce ed accorda una

componente tecnica ed una artistica; a 12 anni ricevé,

quale premio, una cinepresa, posta in palio dalla nota a-

zienda di bevande San Pellegrino che indisse un concorso al

quale parteciparono tutte le Scuole Medie di Salerno: vinse

l‟agone letterario,del quale fornisco i dettagli. Dunque, si era

nel maggio 1967, il Giro ciclistico d‟Italia quell‟anno era

sponsorizzato dalla su menzionata azienda la quale assegna-

va, in tutte le città dove il Giro prevedeva il traguardo di tap-

pa, un riconoscimento: veniva invitato, per ciascuna scuola

della città, un ragazzo il quale doveva assistere, dalla tribuna

stampa, all‟arrivo soli-tario del ciclista o alla classica volata

di gruppo, indi aveva il compito di scrivere un articolo

analizzando e dettagliando l‟arrivo della gara; la competi zio-

ne, a Salerno, venne vinta dal tedesco Altig, subito dopo tutti

gli alunni invitati redassero il loro bel pezzo giornalistico, il

futuro ingegnere mio Ugheggiante amico conseguì il primo

premio, ricevé la „stella d‟oro‟ della San Pellegrino insieme

ad una cinepresa Kodak, ed il suo articolo fu pubblicato sulla

Gazzetta dello Sport. Da allora si è sempre interessato in ma-

niera intensa, coltivandola con amore, alla cosiddetta „ottava

Arte‟ (secondo la convenzionale e fittizia classificazione che

vedrebbe primeggiare l‟Architettura, arte primitiva per anto-

nomasia), realizzando filmati e belle immagini di natura ete-

rogenea, spazianti dal paesaggio alla figura, dal cogliere l‟at-

teggiamento inconsueto e la sequenza ordinaria e quotidiana

degli accadimenti, integrando il tutto con effetti suggestivi.

Qui devo inserire un “flash-back”,son davvero tanti gli epi-

sodi del passato che appaiono alla mente, ma interrompo un

attimino lo sviluppo degli eventi per rievocare il giorno del

mio matrimonio; era l‟ormai lontano 1983, allora non esiste-

va la imperiosa tecnologia odierna, occorrevano parecchi

giorni per poter finalmente visualizzare le foto del proprio

matrimonio … Ma io e la mia sposina avemmo il privilegio

di osservarle qualche giorno dopo, furono per noi una straor-

dinaria sorpresa le foto scattate da Ugo,immagini dei momen-

ti intensi e significativi, delle quali io ed Anna eravamo igna-

ri, con la chicca aggiuntiva di una sua bella dedica utilizzan-

do il nostro strano codice di cui accennavo prima.

Relativamente all‟aspetto professionale, Ugo è ingegnere

elettronico eclettico, il suo percorso professionale si è svolto

lungo una attività di ricerca avente come obiettivo la proget-

tazione e lo sviluppo di nuovi metodi ed algoritmi inerenti

alla telemedicina (in sostanza si tratta di innovativi sensori

non invasivi e dispositivi indossabili da un paziente, in virtù

dei quali il paziente può entrare in video comunicazione con

il proprio medico); poi si è interessato di sistemi elettronici

rilevanti parametri ambientali, inoltre di reti e telecomunica-

ioni wireless (ovvero di sistemi di telecomunicazioni “senza

fili”, utilizzanti le radiofrequenze al posto di connessioni ma-

teriali cablate), attualmente esercita consulenza in àmbito in-

formatico.

Dunque, il mio ultraquarantennale amico in sé aveva la

scintilla di un‟Arte di fondo in parte inespressa; i suoi sog-

getti preferiti, inquadrati ed immortalati con fotocamera e cinepresa, ”a caso” (la condizione “entropica” degli ingegne-

ri: chi più , chi meno estroso, sono dei“disordinati”): ((CCoonnttiinnuuaa aa ppaagg.. 1144))

IILL VVEECCCCHHIIOO AAMMIICCOO UUGGOO GGAALLLLUUCCCCIIOO DDii GGiiuuffffrryy FFaarriinnaa

Page 14: Antropos aprile 2016

- 14 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

minciare dalle religioni abramitiche, per giungere agli anti-

chi Romani,che enfatizzavano in misura ridotta i sentimenti

umani,essendo dei „praticoni‟ intenti a raggiungere obietti-

vi concreti.Un illuminante adagio di Shakespeare: “I veri

amici aggrappali alla tua anima,con uncini d‟acciaio”; ed un

tenero pensiero di Leo Buscaglia: “Una singola rosa è il

mio giardino…un singolo amico, il mio mondo”.

GG..FF..

domande su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Ma non me ne rammarico, quei nomi si sarebbero

sporcati soltanto ad essere pronunciate da una bocca

come la sua.

In quanto al conduttore Bruno Vespa avrà il me-

rito di fare diventare un best-seller il libro, che qual-

cuno ha scritto per il figlio di questo criminale e che

alimenterà la curiosità morbosa di tante menti sprov-

vedute. Si sarà, così, guadagnato le somme sproposi-

tate che gli vengono passate per gestire un servizio

pubblico di servile ossequio ai potenti, di qualsiasi

colore essi siano.

Qualcuno ha chiamato la trasmissione "Porta a

Porta",la terza Camera,dopo la Camera dei Deputati

e il Senato della Repubblica, questo significa infan-

gare le istituzioni, infangare la nostra Costituzione,

sport che sembra ormai molto praticato nel nostro

paese. In quanto a noi familiari delle vittime di mafia

eventi di questo tipo significano ancora una volta una

riapertura delle nostre ferite, ove mai queste si fos-

sero chiuse, ma ormai purtroppo questo, dopo 24 an-

ni un cui non c'è stata ancora ne Verità ne Giustizia,

è una cosa a cui ci siamo abituati, ma mai rassegnati.

La nostra RESISTENZA continuerà fino all'ulti-

mo giorno della nostra vita.

«Se io vedo una scala,o una fontana non riesco a fare a

meno di fotografarla» mi dice, difatti nel suo repertorio di

foto e filmati, di tali 2 temi ne figurano parecchi, suddi-

visi in collezioni.

« Le gradinate e le scale forniscono l‟effetto di profon-

dità prospettica, e nella composizione fotografica l‟esito

maggiormente scenico è la profondità; poi, le fontane:

bloccare l‟acqua, fermarne le forme scenografiche, tra-

sformando il fluire del liquido in „equilibrio statico arti-

stico‟, convertendo il movimento dell‟acqua in un model-

lo scultoreo, in una forma richiamante una statua». Un

velo di delusione in merito all‟odierno gusto dell‟imma-

gine, ecco la sua riflessione: « Il gusto dell‟immagine, sta-

tica o in movimento, si esaurisce oggi al termine dello

scatto o della ripresa filmata, inflazionate in maniera espo-

nenziale; nel nostro tempo non esiste la preziosità dell‟im-

magine singola, tutto si può decuplicare, reduplicare, cen-

tuplicare, ma poi, dopo, paradossalmente, non rimane nul-

la ».

L‟Amicizia è stata e costituisce ancora un perno della

umana avventura, santificata da tutti i Credi religiosi a co-

Avrei preferito non dovere scrivere queste righe,

avrei preferito non essere costretto ad essere assalito

dal senso di nausea che ho provato nel momento in

cui ho dovuto leggere che il figlio di un criminale,

criminale a sua volta, comparirà questa sera nel cor-

so di una trasmissione della RAI, un servizio pub-

blico, per presentare il suo libro, scritto, come di-

chiarerà lui,"per difendere la dignità della sua fami-

glia". Di quale dignità si tratti ce lo spiegherà rac-

contandoci come, insieme a suo padre, seduto in

poltrona davanti alla televisione, abbia assistito il 23

maggio e il 19 luglio del '92 allo spettacolo dei ri-

sultati degli attentati ordinati da suo padre per

eliminare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Non ci racconterà forse le esclamazioni di gioia

di quello stesso padre che descriverà, come da co-

pione, come un padre affettuoso, ma quelle possia-

mo immaginarle dalle espressioni usate da quello

stesso padre quando, nelle intercettazioni nel car-

cere di Opera, progettava di far fare la "fine del ton-

no, del primo tonno" anche al magistrato Nino Di

Matteo. Non ha voluto rispondere, Salvo Riina, alle

SSAALLVVAATTOORREE BBOORRSSEELLLLIINNOO UURRLLAA:: --LLAA NNOOSSTTRRAA RREESSIISSTTEENNZZAA CCOONNTTIINNUUEERRAA’’!!--

Page 15: Antropos aprile 2016

- 15 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Distruzione, recupero, o riparazione?

Chi sbaglia paga è vero, ma la pena deve rispettare la

dignità di ognuno e di ciascuno, perché rendere chi

sconta la propria pena un disperato, significa alzare in

percentuale la recidiva, nonché privare la società della

dovuta sicurezza e prevenzione.

Nel proclamare questo Giubileo speciale della Misericor-

dia, Papa Francesco ha interloquito anche sul carcere or-

mai ridotto a un mero contenitore di numeri, di cose, di

oggetti, che imprigiona e abbrutisce.

Di rieducazione, infatti, c‟è traccia solamente in qualche

operatore ( debbo dire professionalmente avanti, senza

mancare di quella umanità che mai dovrebbe venire me-

no) per‟altro avvilito e in sottonumero.

Tanto meno, il Papa, disattende le vittime del reato: i fe-

riti e gli offesi da quei crimini, gli innocenti, quelli che

spesso rimangono al palo, anch‟essi disperati.

Tuttavia il detenuto è una “persona” che sconta la giusta

pena, ma che, se aiutato convenientemente, potrebbe ten-

tare di riparare al male perpetrato.

Rieducare e reinserire non dovrebbero essere soltanto

termini astratti o, peggio, che sottolineano l‟inadegua-

tezza del nostro sistema penitenziario rispetto al dettato

costituzionale. Il punto importante è consentire un siste-

ma carcerario consono alle aspettative della collettività,

che arrabbiata e delusa lavora di pancia, proprio perché il

carcere non funziona, non le leggi che invece ci sono, ma

spesso non possono esser correttamente applicate.

Un carcere come quello attuale che di fatto vieta persino

il sentirsi utili, responsabili, avere delle prospettive, figu-

riamoci riappropriarsi di vista prospettica, di un progetto,

un percorso, una strada ove ricominciare a camminare

non più di lato, non più con le spalle al muro, tant‟è che

al recluso manca persino il senso di questa ulteriore e

arbitraria privazione.

La pena consiste nel privare della libertà, non è scaracco

di urto alla speranza.

L‟opinione pubblica ritiene che bloccare un detenuto nel-

l‟inazione alienante sia la fatica minore, in quanto coste-

rebbe meno in tasse da onorare Questo agire è fatale,

perché quel detenuto non è in una situazione di attesa,

dove il tempo serve a ricostruire e rigenerare, bensì, egli

è fermo a un tempo bloccato, al momento del reato, a un

passato riprodotto a tal punto, che tutto rincula a ieri,

come se fosse possibile vivere senza futuro, come se

delirare fosse identico a sperare.

La pena prima o poi ha un termine e sarà necessario

esser consapevoli che poi ricomincia il viaggio. Ma

come ricominciare? Riprendendo a deviare?

Del resto l‟art. 27 della nostra Costituzione, declina che

la pena consiste nel togliere la libertà, per aiutare la per-

sona a riprendersi, fornendole strumenti di revisione cri-

tica per non tornare a delinquere.

Ogni riforma, anche quella carceraria, richiede non solo

il coraggio di pensare in grande e di sperimentare vie

nuove, ma anche un impegno costante nel realizzare que-

sta sorta di utopia.

Sappiamo bene, quant‟è facile non guardare a quel

che non succede nei meandri di un penitenziario, ancora

più

comodo non accollarsi troppi grattacapi per chi ha sba-

gliato e paga giustamente il fio.

Tranne poi scandalizzarsi quando molti di questi

soggetti, una volta ritornati in libertà, tornano a commet-

tere gli identici reati, creando nuova insicurezza.

Allora si auspica inasprimento delle pene, carcere duro e

quant‟altro, con l‟unico risultato di nascondere la verità:

quella che fa male, perché indica la nostra corresponsa-

bilità, almeno quella di un silenzio connivente, di fronte

ai guasti dell‟attuale sistema penitenziario, che moltipli-

ca vittime e carnefici.

Se vogliamo che la criminalità diminuisca, bisogna

riflettere tutti insieme sul che fare per ridurre l‟attuale

scompenso tra punizione e recupero, attuando una colla-

borazione partecipata e attiva.

Memori che il delitto è anche una malattia sociale e,

come tale, necessita più di un risanamento che di un‟ac-

centuata punizione.

Occorre fare prevenzione preziosa, affinché chi si tro-

verà a varcare il portone blindato di una galera a pena

scontata, non abbia a ragionare come un adolescente: ec-

comi libertà, adesso posso ritornare a fare quello che vo-

glio.

Un uomo infantilizzato a puntino è proprio come un ado-

lescente irresponsabile.

E‟ urgente chiederci se questo carcere ha un suo scopo e

una sua utilità davvero condivise, soprattutto domandarci

se dalle sue fauci a fine pena, perché prima o poi la pena

finisce, escono persone migliori di quando sono entrate.

Ringrazio Papa Francesco ( fratello lupo ) per averci co-

stretti a ritornare su questi temi, che pigrizia o malafede

vorrebbero accantonare.

AAnnddrraaoouuss

Siénte chésta: «Mo‟ si‟... mo nun si cchiù.» (*)

SSiieennttee PPiinnuu‟‟...... ddiimmmmee „„nn‟‟aattaa ppooeessiiaa,, uunnaa „„ee cchhèèllllee ccaa llaasscciiaannoo sseennzzaa ppaarroollee......

((**)) DDootttt.. PPiinnoo IIaaccuullllii,, mmeeddiiccoo--ppooeettaa..

Page 16: Antropos aprile 2016

- 16 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrllddcc

PPRROOVVEERRBBII EE MMOODDII DDII DDIIRREE -- OOVVVVEERROO EELLEEMMEENNTTII DDII PPAARREEMMIIOOLLOOGGIIAA

Sirica Dora

11.. CCccàà nniisscciiuunnoo èè ffeessssoo..;;

22.. ÒÒggnnee ssccaarrrraaffóónnee èè bbbbèèlllloo „„aa mmààmmmmaa ssóóiiaa;;

33.. LL‟‟aammiiccoo èè ccoommmmee aa „„oo „„mmbbrreelllloo:: qquuaannnnee cchhiioo--

vvee nnuunn „„oo ttrruuòòvvee mmaajjee;;

EEsspplliiccaattiioo:: OOggnnuunnoo vvaallee qquueell cchhee vvaallee,, ccoommuunnqquuee,,

aanncchhee ii bbrruuttttii aappppaaiioonnoo bbeellllii aallllee lloorroo mmaammmmee..

LL‟‟aammiiccoo èè ccoommee ll‟‟oommbbrreelllloo,, qquuaannddoo ttii ooccccoorrrree

nnoonn lloo ttrroovvii mmaaii..

RRiifflleessssiioo:: SSoonnoo pprroovveerrbbii aannttiicchhiissssiimmii,, cchhee rriittrroovviiaa-- mmoo aanncchhee nneell mmoonnddoo ggrreeccoo ee llaattiinnoo.. FFrraasseeoollooggiiaa:: II ffeessssii rriimmaannggoonnoo aa ccaassaa lloorroo;; „„ee ffiiggllii

ssoo‟‟ ppiiéézzzzee „„ee ccoorree..

IImmpplliiccaannzzee sseemmaannttiicchhee::

NNiisscciiuunnoo:: ddaall llaattiinnoo nnee iippssuumm;;

FFeessssoo:: ddaall llaatt.. ffeessss--mm --ddaall ppaarrtt..ppaass--

ssaattoo ddii ffaattiissccii::eesssseerree ssttaannccoo;;

SSccaarraaffoonnee:: ddaall llaatt.. ssccaarraabbbbaaeeuu--mm,,

ssccaarraaffaaggggiioo ++ oonnee aaccccrreesscciittiivvoo,, ddaa ccuuii ssccaarrrraa--

ffuunneerraa,, bbuuccaa ddii ssccaarraaffaaggggii..

AAnnttrrooppoollooggiiaa:: IIll sseemmee ddeeii pprroovveerrbbii èè cchhiiaarraammeennttee

eesspprreessssoo iinn llaattiinnoo::

-- AAmmiiccuuss vveerruuss rraarraa aavviiss..

-- AAuuddeenntteess ffoorrttuunnaa iiuuvvaatt....

-- FFeemmiinnaa eesstt qquuoodd eesstt pprroopptteerr uutteerruumm..

PPrrooggeettttoo FFaammiigglliiaa NNeettwwoorrkk FFiilliiaallee AAnnggrrii

CCEENNTTRROO SSEERRVVIIZZII AANNGGRRII vviiaa bbaaddiiaa nn..66 -- PPeerr PPrriivvaattii -- AAssssiisstteennzzaa ssoocciioo ssaanniittaarriiaa aallllaa ppeerrssoonnaa HH 2244..

AAssss..nnzzaa aannzziiaannii.... FFaaxx 008811//994466889955 -- CCeell.. 333355//88006655995555 -- CCeell.. 333344//77331177779900 -- aannggrrii@@pprrooggeettttooffaammiigglliiaanneettwwoorrkk..iitt

FFiinnaallmmeennttee aanncchhee nneellll’’AAggrroo NNoocceerriinnoo-- SSaarrnneessee ssii hhaa llaa ppoossssiibbiilliittàà ddii aacccceeddeerree aadd aassssiisstteennzzee ssppeecciiaalliizzzzaattee,, ppeerr ggllii aannzziiaannii,, ppeerr ii ddiissaabbiillii,, ppeerr ttuuttttii ii ttiippii ddii mmaa--llaattttiiee ee ppeerr ttuuttttee llee pprroobblleemmaattiicchhee:: ssppeecciiaalliissttii nneellllee ccuurree mmeeddiicchhee ee nneell ssoosstteeggnnoo ddeeggllii aammmmaallaattii,, ssoonn pprroonnttii aa rraaggggiiuunnggeerree ooggnnii lluuooggoo eedd ooggnnii aabbiittaazziioonnee

ppeerr ppoorrttaarree,, aa cchhii nnee hhaa bbiissooggnnoo,, ii bbeenneeffiiccii ddeellllaa lloorroo ccoommppeetteennzzaa.. UUnn ggrraazziiee aa ccoolloorroo cchhee ssii ssoonnoo aaddooppeerraattii nneellllaa rreeaalliizzzzaazziioonnee ddeell pprrooggeettttoo.. DDaa sseetttteemmbbrree,, ll’’iinniizziiaattiivvaa ssaarràà sseegguuiittaa mmoollttoo ddaallllaa ddiirreezziioonnee ddii AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD cchhee ddaarràà ttuuttttee llee iinnffoorrmmaazziioonnii cchhee ii lleettttoorrii ddeellllaa rriivviissttaa vvoorrrraannnnoo ootttteenneerree..

CCOOOOPPEERRAATTIIVVAA SSOOCCIIAALLEE «« SSAANN PPIIOO »»

VVIIAA SSAATTRRIIAANNOO 1122 -- AANNGGRRII (( SSAA )) –– tteell.. 333355 880066 55995555 –– 333344 773311 77779900

Page 17: Antropos aprile 2016

- 17 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LLAA PPAAGGIINNAA MMEEDDIICCAA:: aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

LLEE MMAALLAATTTTIIEE DDEELLLLAA PPRRIIMMAAVVEERRAA II II PP AA RR TT EE

Le allergie sono uno degli spauracchi dei genitori ep-

pure spesso sono sotto-diagnosticate o, al contrario, so-

vrastimate. Ma perché questa confusione?

Disinformazione, pubblicità e scarsa conoscenza della

differenza tra allergia ed intolleranze alimentari sareb-

bero tra le cause dell‟eccessivo allarmismo. Addirittura

una indagine della Società Italiana di Allergologia e

Immunologia Clinica (Siaic) ha scoperto che il 20%

delle persone crede di essere allergico, ma specifici test

confermano che lo è solo il 2%.

Problema inverso invece per l‟asma che, dati alla

mano, viene sottovalutata nella maggior parte dei casi.

Il punto focale della questione è la scarsa conoscen-

za che i genitori hanno delle allergie: troppi sentito dire

e poche conoscenze reali; alla fine l‟idea è che le

allergie siano una patologia incurabile e estremamente

rischiosa per la salute dei propri figli.

Questo non significa che il problema sia da sotto-

valutare, ma che bisogna osservare bene sintomi e ca-

ratteristiche, evitare le diagnosi fai-da-te, rivolgersi al

proprio medico e cercare la cura più idonea.

Come diagnosticare un‟allergia?

Se c‟è il sospetto che il bambino sia allergico è bene

chiedere il parere del pediatra che valuterà caso per

caso, in base sia alla storia familiare del bambino (chi

ha genitori allergici ha il doppio delle probabilità di

essere allergico), alla sintomatologia e all‟età del

bambino(generalmente si tende a non eseguire prove

allergiche su bambini di età inferiore ai tre anni), ed eventualmente prescriverà una visita dall‟allergologo. Ci sono due modi per diagnosticare un‟allergia:

il prick test (si tratta delle prove cutanee) o unesame

del sangue che analizzerà i livelli di antigeni specifici

per le varie sostanze che si sospetta causino l‟allergia.

Il fenomeno delle allergie ha subito un vero e proprio

boom negli ultimi decenni e, in particolare si è

registrato negli ultimi anni un incremento dell‟inci-

denza del fenomeno allergico tra i bambini: ne sof-

frono tre bambini su dieci, un numero che, rispetto a 50

anni fa, è triplicato. Perché questo trend così allar-

mante? Gli esperti sono concordi nell‟ascrivere alla cosiddetta

ipotesi igiene una delle principali responsabilità del-

l‟aumento delle allergie In un mondo troppo pulito, a

volte addirittura sterilizzato, il sistema immunitario

non è più in grado di distinguere gli agenti patoge-

ni dai batteri buoni e da ciò che non gli è nemico. Ma

anche l‟aumento dell‟inquinamento, il riscaldamen-

to del pianeta, i pollini perenni nell‟aria e gli animali

domestici svolgono un ruolo importante nell‟aumento

delle allergie.

Gli allergeni si nascondono ovunque e spesso in luo-

ghi ritenuti sicuri. Nelle scuole, ad esempio, si anni-

dano polvere e polline che rendono le ore di studio un

vero e proprio martirio per i più piccoli colpiti da

sindrome allergica.

L‟Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubbli-

cato un lavoro che dimostra che chi abita, o frequenta

abitualmente, edifici umidi o con muffe, ha il 75% di

possibilità in più di soffrire didisturbi respira-

tori come l‟asma: si stima che in Europa il 20-30%

degli edifici abbia questo problema.

Ma come aiutare i bambini che soffrono di allergie

stagionali? Naso chiuso, tosse stizzosa, congiuntivite e

asma, nonché prurito: la stagione dei pollini può essere

davvero difficile per i piccoli allergici. Come aiutarli?

È bene evitare luoghi dove si concentrano pollini di

frumento, segale, orzo, gramigna, betulle, frassini, sa-

lici e pioppi, cambiare spesso la biancheria del letto,

evitare di farli stare all‟aperto nei giorni ventosi, limi-

tare il contatto con peluche, tappeti e luoghi polverosi.

Particolare attenzione all‟alimentazione: alcuni cibi

contengono istamina (la sostanza che viene rilasciata

dall‟organismo per combattere gli allergeni) o ne fa-

voriscono la produzione. E meglio limitare il consumo

di pomodori, parmigiano, uova.

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE LLUUCCAANNAA ““GG.. FFoorrttuunnaattoo”” ---- SSAALLEERRNNOO

SSEEDDEE SSOOCCIIAALLEE iinn VViiaa CCaannttaarreellllaa

Page 18: Antropos aprile 2016

- 18 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

II GGRRAANNDDII PPEENNSSAATTOORRII:: aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

MMuussoonniioo Musonio rappresenta, assieme a Epitteto, Marco

Aurelio e Seneca, uno dei quattro esponenti più

significativi del neostoicismo romano. Egli, se per

certi versi corrisponde appieno alle istanze propu-

gnate dalla temperie spirituale del suo tempo, per altri

si distingue e mette in luce, soprattutto per il recupero

radicale e profondo di una filosofia intesa come arte

del vivere bene e onestamente, cioè mezzo per conse-

guire uno scopo riscontrabile nei fatti.

La mentalità romana, pratica per predisposizione,

tendeva a cercare nella filosofia un riscontro utile per

sé e per gli altri; da ciò derivava uno sbilanciamento

verso le questioni etiche e sociali, con conseguente

impoverimento della componente teoretica. La filoso-

fia rappresentava il mezzo per la comprensione e la

messa in atto della virtù, considerando come acquisita

l'idea del bene proprio in rapporto al bene comune.

L'uomo, in generale, inteso come animale sociale,

contribuiva al buon funzionamento della cosa pubbli-

ca, il filosofo, in particolare, contribuiva a ciò in mas-

simo grado, con le parole, e con uno stile di vita che

corrispondesse a quello che predicava. Dovendo assi-

milare Musonio a precedenti sistemi filosofici e cor-

renti di pensiero, oltre al rapporto con una certa evo-

luzione in seno al mediostoicismo, si può notare an-

che una certa interpretazione cinica della realtà, non

tanto di stampo diogeneo quanto piuttosto vicina al

filantropismo tipico di Cratete.

DDii qquueessttoo filosofo neostoico, si posseggono poche

notizie certe. È noto che nacque a Volsinii, corrispon-

dente all'odierna Bolsena, in Etruria, che fu cavaliere

e visse nel I secolo d.C., all'incirca tra il 30 e il 100.

Fra il 55 e il 60 fu a capo a Roma di un circolo filo-

sofico-letterario e si dedicò anche alla politica, con

idee abbastanza tradizionali e moderate. Fece parte

del gruppo creatosi intorno a Rubellio Plauto, gio-

vane discendente della famiglia Giulia. Quando que-

sto nel 60 fu allontanato da Roma in via precauzio-

nale da Nerone, Musonio lo seguì in Asia; sappiamo

che due anni dopo giunse l'ordine dell'imperatore di

eliminare Rubellio Plauto. Musonio ritornò a Roma,

ma nel 65, in concomitanza della congiura pisoniana

venne mandato in esilio (in quanto allievo di Seneca)

nell'isola di Gyaros, inospitale e rocciosa nel Mar

Egeo. Rientrato dopo la morte dell'imperatore, riuscì

a guadagnarsi la stima di Vespasiano evitando la cac-

ciata dei filosofi del 71. Ci fu però un secondo esilio

intorno all'80.

Dopo il suo rientro a Roma, voluto da Tito, le

fonti tacciono.

Potrebbe essere stato espulso da Roma nel 94, assie-

me agli altri filosofi, a causa di un sena-

toconsulto sollecitato da Domiziano,

che fece uccidere Aruleno Rustico e

cacciare Epitteto e altri. Da un'epi-

stola di Plinio il giovane, dell' inizio

del II secolo,si apprende che egli non

è più in vita.Il suo discepolo più impor

tante fu Epitteto, probabilmente a Roma.

Un suo discendente fu il poeta Postumio Rufio Festo

Avienio (seconda metà del IV secolo). Sull'esempio

di Socrate e come farà anche il discepolo Epitteto,

non lasciò nulla di scritto. I principi della sua predi-

cazione filosofica si ricavano da una raccolta di dia-

tribe dovuta a un di-scepolo di nome Lucio,il quale

probabilmente ebbe modo di ascoltarne le lezioni per

un tempo abbastanza lungo. Alcune delle Diatribe di

Gaio Musonio Rufo sono conservate nell'Antolo-

gia di Giovanni Stobeo (V secolo). È andata perduta

l'opera di un altro discepolo,forse il Valerio Pollione

precettore di Marco Aurelio.Altre informazioni si

possono desumere da una serie di frammenti sparsi e

testimonianze indirette.

Lo stile delle diatribe è semplice, in genere viene

posta una questione iniziale, poi sviluppata con chia-

rezza durante il testo. Secondo quanto riporta Lucio,

Musonio parlava spesso in modo figurato,usando

metafore e similitudini (spesso sfrutta il paragone

con il medico, alcune volte intervengono immagini

di animali). Questa caratteristica si adatta bene alla

sua personalità e al suo tipo di insegnamento, tutto

rivolto alla schiettezza della vita.

Musonio invita alla chiarezza e semplicità nello

impartire insegnamenti; i principi su cui si basa la

vera filosofia devono essere pochi, certi e acquisibili

in modo spontaneo: è inutile e controproducente ren-

dere complicato ciò che non lo è – le sue parole: "In-

fatti non è degno di lode il filosofo che ha bisogno di

molte dimostrazioni per insegnare ai suoi discepoli,

ma quello, che con poche, riesce comunque a far ar-

rivare i suoi uditori là dove vuole".

La retorica non deve mai essere vuoto orpello,

ma un mezzo necessario per comprendere e trasmet-

tere la verità.Attraverso la dimostrazione si spiega

quale sia il vero bene in rapporto al male e cosa sia

conveniente fare per tendere sempre verso esso. Mu-

sonio come molti altri filosofi scelse di non affidare

allo scritto le sue dottrine, spinto dalla visione del-

l'insegnamento come un divenire, una crescita co-

stante nella contingenza, una pratica di vita.

Page 19: Antropos aprile 2016

- 19 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

RRAACCCCOONNTTII DDII VVIITTAA

EE lluuii ggooddeevvaa,, uunn vveerroo ssppeettttaaccoolloo aa vveeddeerrssii,,

sseemmpprree pprroonnttoo aallll‟‟aattttaaccccoo,, ccoommee uunn aannttiiccoo ssaammuu--

rraaii,, ttuutttt‟‟uunnoo ccoonn llaa ssuuaa ssppaaddaa ee ffoorrttee ddeell ssuuoo ddee--

ssiiddeerriioo pprreeppootteennttee:: nnoonn ppeennssaavvoo vvii ffoosssseerroo uuoommiinnii

ccoossìì vveerrii..

CCii vvoollllee uunn‟‟iinntteerraa eessttaattee ppeerr mmiittiiggaarree iill ffuuooccoo

ddeellll‟‟aa--mmoorree,, eedd iioo ccoonnoobbbbii qquueell cchhee aavveevvoo sseemm--

pprree ssooggnnaattoo ddaa ffaanncciiuullllaa..

AAdd oottttoobbrree eerraavvaammoo ppiiùù ttrraannqquuiillllii eedd iill mmiioo uuoo--

mmoo eebbbbee uunn aattttaaccccoo ddii ssccrruuppoollii:: mmii ddiissssee ddii ffaarrllaa

ffiinniittaa ccoonn qquueellllaa ffoolllliiaa,, ppeerr llaa ddiiffffeerreennzzaa ddii eettàà ee

ppeerr dduuee rraaggaazzzzii,, cchhee aavveevvaannoo bbiissooggnnoo ddeellllee ssuuee

ccuurree.. MMii vveennnnee uunn ccoollppoo aall ccuuoorree mmaa ggllii rriissppoossii

ffeerrmmaammeennttee::

-- TTii vvoogglliioo ccoommee sseeii,, nnoonn mmii iimmppoorrttaa nnéé ddeell--

ll‟‟eettàà,, nnéé ddeellllaa ttuuaa ccoonnddiizziioonnee ddii ddiivvoorrzziiaattoo!!--

DDoovveettttii eesssseerree ttaannttoo ccoonnvviinncceennttee cchhee nnoonn ttoorrnnòò

ppiiùù ssuullll‟‟aarrggoommeennttoo,, mmaa ii nnoossttrrii iinnccoonnttrrii,, ppuurr sseemm--

pprree aappppaassssiioonnaattii,, ssii ddiirraaddaarroonnoo..

NNoonn rriiuusscciivvoo ppiiùù aa vviivveerree sseennzzaa ddii lluuii ee,, ddii

nnoottttee,, nnoonn rriiuusscciivvoo aa ddoorrmmiirree.. SSooggnnaavvoo ii ssuuooii bbaaccii

ee llee ccaarreezzzzee aarrddiittee,, nnéé ppeennssaavvoo ddii eesssseerree ccoossìì llee--

ggaattaa aall sseessssoo:: eerraa ll‟‟aammoorree cchhee mmii aavveevvaa sscchhiiuussoo

aallllaa vviittaa..

SSccoopprriiii ddii eesssseerree iinncciinnttaa ssmmoonnttaannddoo ddaall mmiioo

sseerrvviizziioo ddii bbaaddaannttee,, qquuaannddoo iill pprrooffuummoo ddeeii ccoorr--

nneettttii ccaallddii ddeellllaa ppaassttiicccceerriiaa mmii pprrooccuurròò nnaauusseeaa ee

ccoonnaattii ddii vvoommiittoo.. IIll tteesstt ddii ggrraavviiddaannzzaa lloo ccoonnffeerr--

mmòò..

CCoossaa aavvrreebbbbee ddeettttoo RRoobbeerrttoo?? MMii sseennttiivvoo mmaallee

aall ssoolloo ppeennssiieerroo ddii ddoovveerrgglliieelloo ddiirree,, mmaa qquueellllaa ssee--

rraa sstteessssaa,, pprreessii iill ccoorraaggggiioo aa dduuee mmaannii ee ggllii tteelleeffoo--

nnaaii..

-- CCaarroo,, ssoonnoo iinncciinnttaa!! –– ggllii ddiissssii ttuuttttoo dd‟‟uunn ffiiaa--

ttoo ee ssccooppppiiaaii aa ppiiaannggeerree,, ccoommpplleettaammeennttee ddiissttrruuttttaa..

-- MMaa nnoonn mmii aavveevvii ddeettttoo cchhee nnoonn ppootteevvii rriimmaa--

nneerree iinncciinnttaa??--

-- TTeessoorroo,, ccoossìì ssaappeevvoo,, qquuaallccoossaa ssaarràà ccaammbbiiaa--

ttoo!!-- rreepplliiccaaii,, ccoonnttiinnuuaannddoo aa ppiiaannggeerree ccoommee uunnaa

sscciiooccccaa..

-- LLaasscciiaa ii ttuuooii ee vviieennii aa ccaassaa!!-- ffuu iill llaaccoonniiccoo

ccoommmmeennttoo ddii RRoobbeerrttoo..

IILL PPRROOFFEESSSSOORREE ((IIVV ppaarrttee))

ddii FFrraannccoo PPaassttoorree AA..II..TT..WW.. eeddiizziioonnii –– eebbooookk GGGGKKEEYY::HHDDBBRRYYKKBBRRAA11CC EE ––

TTRRAA LLEE RRUUGGHHEE ((MMεεττααξξύύ ττηηςς ππυυττίίδδεεςς )) QQuuaannddoo ssoolloo rriimmaannii ccoonn llaa ttuuaa mmaalliinnccoonniiaa,,// ll‟‟aallbbaa ppiiùù nnoonn ddiisscceerrnnii ddaallllaa

nnoottttee;;// ttii ssaazzii ddii ppaarroollee ee ddii rriiccoorrddii,,// mmaa iill vvuuoottoo èè pprriivvoo dd‟‟ooggnnii ppooeessiiaa..// II ssooggnnii llii ssmmaarrrriissccii,, uunnoo aadd uunnoo,,// cchhiiuuddee llaa

mmeennttee ttuuttttee llee ffiinneessttrree,,// vviicciinnoo aa ttee nnoonn vveeddii ppiiùù nneessssuunnoo..// PPooii,, ttrraa llee rruugghhee,, ppiiùù pprrooffoonnddee ee mmeessttee,, uunn lluucciiddoo rriimmppiiaannttoo

ssii ffaa // ssttrraaddaa,, ttii ffaaii ffoorrzzaa,, ccaammbbii ppuurree ccoonnttrraaddaa,,// mmaa ccoossaa vvuuooii ccaammbbiiaarr,, ssee ttuuttttoo èè aannddaattoo.. ((DDaallllaa ssiillllooggee CCrroonnooss))

PPrreessii llaa cciinnqquueecceennttoo,, cchhee mmii aavveevvaa ccoomm--

pprraattoo,, sseeccccaattoo ddeell ffaattttoo cchhee nneessssuunnoo ddeeii mmiieeii iinn

ffaammiigglliiaa vveenniissssee aall bbiivviioo aa pprreennddeerrmmii,, qquuaannttoo

ssmmoonnttaavvoo ddaall llaavvoorroo ee rraaggggiiuunnssii llaa ccaassaa ddeell

mmiioo uuoommoo,, llaa ppiiùù bbeellllaa ddeell ppaaeessee.. BBaarrttoolloommeeoo

mmii aapprrìì iill ggaarraaggee eedd eennttrraaii nneellllaa mmiiaa nnuuoovvaa ddii--

mmoorraa,, ccoonn llaa bboorrsseettttaa eedd ii ssoollii ppaannnnii cchhee aavveevvoo

aaddddoossssoo.. LLaa ccoossaa ssttrraannaa ffuu cchhee ii mmiieeii ffuurroonnoo

ccoonntteennttii,, iinn ffoonnddoo aavveevvaannoo rriissppaarrmmiiaattoo ii ssoollddii

ppeerr iill mmaattrriimmoonniioo eedd eerroo llaa ccoommppaaggnnaa ddii uunn

pprrooffeessssoorree ddii bbuuoonnaa ffaammiigglliiaa.. DDooppoo qquuaallcchhee

ggiioorrnnoo,, vveennnnee mmiiaa mmaaddrree eedd aaffffaacccciiaannddoossii nneell--

ll‟‟aattrriioo ddeellllaa ccaassaa,, gguuaarrddaattoo ddaa dduuee lleeoonnii ssiittuuaattii

ssiimmmmeettrriiccaammeennttee ll‟‟uunnoo ddii ffrroonnttee aallll‟‟aallttrroo,, aall--

ll‟‟iinniizziioo ddeellllaa pprriimmaa rraammppaa ddii ssccaallee,, eessccllaammòò

ccoonntteennttaa:: -- CCoommee ssttaa llaa mmiiaa pprriinncciippeessssaa nneell

ccaasstteelllloo??-- SSoorrrriissii,, sseennzzaa ddiirree uunnaa ppaarroollaa..

CCoossìì iinniizziiòò ppeerr mmee llaa vviittaa ddii ccoonnvviivveennttee ee

nnoonn eerraa nniieennttee mmaallee ssee nnoonn ssii ffoossssee ccrreeaattaa uunnaa

ssoorrttaa ddii ggeelloossiiaa ttrraa mmee ee TTaattiiaannaa,, eennttrraammbbee iinn--

nnaammoorraattee ddeelllloo sstteessssoo uuoommoo,, ttaannttoo ddaa nnoonn vvoo--

lleerrlloo ddiivviiddeerree ccoonn aallccuunnoo..

CCoommiinncciiaarroonnoo ccoossìì ii pprriimmii ddiissppeettttuuccccii,, cchhee

pprreessttoo ssii ttrraassffoorrmmaarroonnoo iinn vveerroo ee pprroopprriioo aannttaa--

ggoonniissmmoo.. AAll ccoonnttrraarriioo,, ccoonn BBaarrttoolloommeeoo llee ccoossee

aannddaavvaannoo bbeenniissssiimmoo,, iinnttuuiivvoo cchhee ggllii ffaacceevvaa

ppiiaacceerree aavveerree ffiinnaallmmeennttee uunnaa ddoonnnnaa ppeerr ccaassaa..

LL‟‟aabbiittaazziioonnee eerraa ggrraannddee:: nnoovvee ccaammeerree,, sseennzzaa

ccoonnttaarree ii sseerrvviizzii eedd iill ggaarraaggee ee nnoonn ppootteevvoo cceerr--

ttoo ffaarrcceellaa ddaa ssoollaa,, ppeerr qquueessttoo,, RRoobbeerrttoo ccoonnttii--

nnuuòò aadd aavveerree llaa ddoonnnnaa ddii sseerrvviizziioo.. LL‟‟iinnvveerrnnoo

ttrraassccoorrrreevvaa lleennttaammeennttee,, aall ddoollccee tteeppoorree ddeell

ggrraannddee ccaammiinnoo nneellll‟‟aammppiiaa ccuucciinnaa ee ll‟‟aammoorree ddii

RRoobbeerrttoo rreennddeevvaa ccaallddee ppuurree llee nnoottttii,, nneell ggrraannddee

lleettttoonnee cchhee eerraa ssttaattoo ddeeii ssuuooii ggeenniittoorrii,, qquuaannddoo

uunnaa mmiinnaacccciiaa ddii aabboorrttoo mmii ccoossttrriinnssee iinn oossppeeddaa--

llee,, ddoovvee ppeerrddeemmmmoo iill nnoo--ssttrroo bbaammbbiinnoo..

AA qquueessttoo ppuunnttoo,, tteemmeeii ppeerr llaa mmiiaa ppeerrmmaa--

nneennzzaa iinn qquueellllaa ccaassaa,, iinn eeffffeettttii,, aavveevvoo sseemmpprree

ppeennssaattoo cchhee eerraa iill mmiioo ssttaattoo aadd aavveerr ccoonnvviinnttoo

RRoobbeerrttoo aa llaasscciiaarrmmii eennttrraarree iinn ccaassaa ssuuaa.. AAnnccoo--

rraa uunnaa vvoollttaa mmii ssbbaagglliiaavvoo.. ((CCoonnttiinnuuaa))

Page 20: Antropos aprile 2016

- 20 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Il referendum – si sa – è un istituto giuridico di

“democrazia diretta”, cioè di democrazia vera.

Consiste nel chiedere direttamente al corpo eletto -

rale di pronunziarsi su questioni di primaria impor-

tanza. Ciò per evitare che su tali materie gli eletti

del popolo possano decidere in difformità con il

sentire di quanti li hanno incaricati di rappresentar -

li. E siccome democrazia significa potere (cratos)

del popolo (demos), ecco che il referendum si in-

carica di rimettere le cose a posto, dando priorità

alla volontà degli elettori rispetto a quella degli e -

letti. Naturalmente, non sempre gli eletti gradisco -

no, perché ciò viene a privarli della possibilità di

esercitare il loro potere nel modo più libero e in-

controllato. Ciò spiega il motivo dei tanti ostacoli

che – in maniera più o meno aperta – la classe po-

litica ha sempre posto al ricorso a questa elementa -

re manifestazione di democrazia.

Per quanto riguarda l‟Italia, in particolare, già

“la Costituzione più bella del mondo” limita forte -

mente l‟uso dei referendum: sia escludendo apriori -

sticamente determinate materie (fisco e trattati in -

ternazionali); sia ammettendo soltanto referendum

abrogativi (è il caso del referendum di domenica

prossima, che chiede di cancellare un provvedi -

mento legislativo già approvato) ed escludendo ogni

formula propositiva.

Ma non è tutto. Perché gran parte della classe di -

rigente ha sistematicamente sabotato il ricorso ai

referendum abrogativi, soprattutto quando era chia-

ro che la volontà del corpo elettorale era contraria a

quella del ceto politico. L‟arma più usata per evita -

re di dover obbedire alla volontà popolare è stata –

da sempre – quella del quorum. La legge italiana,

infatti, prevede che un referendum sia valido solo

se si è recata alle urne la metà più uno del corpo

elettorale. Norma, questa, chiaramente anacronisti -

ca. Poteva avere un senso fino a qualche decennio

fa, quando la gente votava in massa alle elezioni di

ogni ordine e grado. Non certo ora, con un astensio-

nismo fortissimo ed in crescita continua. Alle ele -

zioni nazionali del 1976 andò a votare il 93% del

corpo elettorale. Adesso – dato delle europee del

2014 – ad onorare le urne è stato soltanto il 57%

degli aventi diritto; percentuale che si riduce ulte-

riormente se depurata dai numerosi voti bianchi o

nulli.

In un contesto del genere è quasi impossibile

che un qualunque referendum possa ottenere una

parte-cipazione superiore al 50%. Ecco, così, un

aiutino calato dal cielo per chi sa di essere per-

dente: basta invitare a disertare le urne o ad “anda -

re al mare” per essere quasi certi di bypassare il

giudizio popolare.Naturalmente, nessuno di quei

signori ammetterà mai di aver voluto continuare a

governare in modo palesemente antidemocratico.

Anzi, diranno che il tale referendum non si sarebbe

mai dovuto fare, perché il mancato raggiungimento del

quorum dimostra che la maggioranza degli italiani non

è interessata alla specifica materia. Bugìa pietosa: la

maggioranza degli italiani – più semplicemente – non

crede più nella politica e, sbagliando, delega a chi va a

votare la responsabilità di decidere per tutti. Il rimedio

– chiaramente – non è non fare i referendum, ma

ridurre il quorum richiesto ad una percentuale ragio-

nevole: oggi, non più del 35-40%.

D‟altro canto – se non ricordo male – in tutti gli

altri Stati dell‟Unione Europea il quorum per la validi -

tà dei referendum è assai più basso che in Italia. A

proposito: in Olanda – dove il quorum richiesto è del

30% – si è svolto la settimana scorsa un referendum

sull‟allargamento mascherato dell‟UE all‟Ukraina; al -

largamento che avrebbe aperto le porte dell‟Europa a

milioni di migranti ukraini, in fuga da una situazione

economica disastrosa dopo che il Paese è stato trasfor-

mato in un avamposto militare antirusso. Ebbene, gli

olandesi hanno detto “no” con una percentuale schiac -

ciante (vicina ai due terzi) sbugiardando la politica eu -

rodipendente e filoamericana del governo dell‟Aja.

Naturalmente, gli organi d‟informazione italiani si so-

no ben guardati dal dare risalto all‟evento, ma secon -

do molti osservatori internazionali questo potrebbe

essere il primo de profundis per l‟Europa, che proba-

bilmente favorirà la vittoria dei “si” ad un altro refe -

rendum,quello che da qui a qualche mese deciderà del -

l‟eventuale uscita dell‟Inghilterra dall‟Unione.

Ma torniamo all‟Italia e al referendum di domenica

prossima. Dunque, è evidente che gli italiani sono con-

trari alla politica petrolifera (si fa per dire) del gover-

no Renzi; sono contrari ad “affittare” pezzi di territo -

rio nazionale agli stranieri perché si prendano il petro -

lio (poco) e ci lascino i dissesti ambientali (molti); so -

no contrari a mettere in pericolo l‟immenso patrimo -

nio naturale dei nostri mari a fronte di pochi spiccioli

di royalties; sono contrari a puntare ancòra su fonti e -

nergetiche vecchie, inquinanti e sempre meno reddi -

tizie, mentre l‟Italia ha a disposizione immense risorse

naturali da poter utilizzare per la produzione di ener -

gie rinnovabili, non inquinanti, a costi irrisori e – cosa

da non sottovalutare –in grado di generare una occu-

pazione dieci volte superiore a quella impiegata nel

settore delle fonti fossili. Quale sia l‟opinione degli

italiani – dicevo – è evidente. Così come è evidente

che quel mattacchione che ci ritroviamo alla Presiden-

za del Consiglio vuole continuare a governare come

meglio gli aggrada.È per questo che invita gli italiani a

non andare a votare domenica prossima. Perché sa che

il voto sarà nettamente contrario alla sua linea.

(( ccoonnttiinnuuaa aa ppaaggiinnaa 2222))

VVOOTTAA SSII,, PPEERR DDIIRREE NNOO AALLLLEE TTRRIIVVEELLLLEE DDII MM.. RRAALLLLOO

Page 21: Antropos aprile 2016

- 21 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Il PROSCIUTTO COTTO

si ricava dalla stessa parte

del maiale con la quale si

confeziona il prosciutto cru-

do,togliendo però l‟osso.

Ha una lavorazione abba-

stanza veloce e nel giro di

una ventina digiorni può essere già posto in commercio.

Dopo essere stati puliti e rifilati, i cosciotti vengono posti in

vasche contenenti salamoia (sale e aromi vegetali), per 10 o

15 giorni, dopo di che vengono disossati, posti in speciali

stampi metallici (che gli conferiscono la caratteristica

forma) e sottoposti a una cottura a vapore o a bagnomaria (

si calcola che sia necessaria un‟ora di cottura ogni 4 chi-

logrammi di carne). Si tolgono poi dagli stampi, si la-

sciano raffreddare i si avvolgono in involucri di cellophane.

Possono essere venduti e consumati anche subito.

Alcuni produttori sostituiscono al bagno della salamoia

iniezioni con speciali sostanze che accelerano il processo di

maturazione della carne, ottenendo così prosciutti pronti

per la vendita in un tempo più breve, ma con risultati de-

cisamente inferiori.

I migliori anche se i più costosi, sono senza dubbio quelli

che sono stati conservati in salamoia per un tempo ab-

bastanza lungo (anche 40 giorni) e non contengono poli-

fosfati, usati per ottenere il caratteristico colore rosato mol-

to chiaro.

Il prosciutto cotto non richiede particolari condizioni di

clima; è prodotto in tutti i Paesi in cui esistono allevamenti

di suini: in Europa, molto noti sono i prosciutti inglesi di

York, quelli affumicati di Praga, quelli di Westfalia, quelli

francesi di Bayonne e quelli spagnoli di montagna “jamo-

nes serranos”.

A proposito di prosciutto affumicato, anche in Val Vigez-

zo si prepara un prosciutto che, anche se lontano parente di

quello di Praga, è particolarmente delicato e profumato.

Con la SPALLA, ricavata dalla parte anteriore del maiale si

fabbrica un prosciutto cotto che vorrebbe gareggiare con

quello preparato con la coscia, ma i risultati sono senza

dubbio inferiori perché confezionato con carne più sca-

dente, ricca di tendini e perciò meno delicata di sapore.

Anche alla vista si presenta in modo differente: il pro-

sciutto cotto di spalla ha un aspetto lucido e leggermente

gelatinoso e viscido e ha forma perfettamente rettangolare.

Un altro segno ben distinguibile che lo differenzia da

quello autentico è la vena di grasso che, anziché essere al

centro, è spostata a destra verso l‟alto.

Il prosciutto di spalla ha però il vantaggio di essere molto

più economico, perciò andrà utilizzato in tutte le prepa-

razioni in cui il prosciutto deve essere tritato (come nelle

polpette, nei polpettoni, nelle farce ecc.) oppure cucinato

insieme ad altri ingredienti.

ALTRI SALUMI SOTTOPOSTI ALLA SALAGIONE

Oltre ai prosciutti appartengono a questa categoria anche

coppe e pancette, cioè quelle parti del maiale non tritate, ma

preparate intere e sottoposte a diversi procedimenti di

salagione.

Tra le COPPE le più raffinate sono quelle del Piacentino e

del Parmense ottenute da un unico pezzo del collo del

maiale tirato a forma cilindrica il più possibile e con le parti

estreme tondeggianti; salata e asciugata, la coppa viene ri-

vestita con intestino di suino o di bue opportunamente

preparato; in questo secondo caso è detta coppa bondiana o

bondiola. La bondiola, dopo essere stata legata, viene sotto-

posta a stagionatura non molto lunga che può variare da un

minimo di 70 giorni a un massimo di 120 giorni; il suo nome

deriva da quello dell‟intestino cieco del bue, chiamato “bon-

deina” che, come detto sopra, serve per avvolgere questo

salume. Anche se preparata con sistemi diversi, la coppa si

trova in quasi tutte le regioni; nell‟Italia centrale e meridio-

nale viene chiamata “capocollo”; in linea di massima essa

richiede una stagionatura non inferiore ai tre mesi; è miglio-

re però dopo almeno sei mesi e ottima dopo nove.

La PANCETTA è uno degli affettati più economici; è

molto grassa e saporita. Si ottiene dal grasso di copertura

delle zone addominali del maiale opportunamente salato e

aromatizzato. La pancetta si usa di solito come condimento,

oppure si consuma cruda.

Nelle regioni del Nord, viene generalmente arrotolata e

legata come un grosso salame; a volte la pancetta avvolge

una piccola coppa e si chiama “pancetta coppata”.

Fra i salumi ricordiamo anche la BRESAOLA che, pur

non essendo preparata con carne di maiale, viene impropria-

mente classificata nel capitolo dei salumi. È un salame

carat-teristico della Valtellina, ottenuto con carne scelta di

manzo sottoposta ad essiccazione e a salagione.

In commercio esiste anche un tipo di bresaola affumicata.

Si serve affettata piuttosto sottile e si condisce al momento

di gustarla con olio e succo di limone (volendo, anche pepe

in grani macinato) ha un colore rosso cupo, è asciutta,

magrissima e a pasta piuttosto compatta percorsa da qualche

leggerissima venatura di grasso.

PPIIAATTTTII TTIIPPIICCII DDEELL MMEEDDIITTEERRRRAANNEEOO -- AA ccuurraa ddii RRoossaa MMaarriiaa PPaassttoorree

SSeeccoonnddaa ppaarrttee

SSppaallllaa,, pprroosscciiuuttttoo,, ccooppppaa ee ppaanncceettttaa

Insanus enim credit manducare omnia

Solo un pazzo crede di poter mangiare tutto.

Page 22: Antropos aprile 2016

- 22 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Ecco un altro buon motivo per andare a votare

domenica: per assestare un primo colpo alla Total

e a Renzi insieme. Un po‟ come hanno fatto in

Olanda l‟altro giorno: con un solo voto hanno

mandato affanciullo l‟Europa, il governo, gli

americani e l‟immigrazione.

Sarebbe bene che anche noi italiani comincias-

simo ad usare al meglio l‟arma del voto. Anche per-

ché è la sola arma che ci è rimasta.

E ricordiamoci che questo è un referendum

abrogativo: per dire NO a Renzi e alle multina-

zionali, dobbiamo votare SI.

DDiirree SSII,, ppeerr ddiirree NNOO aallllee ttrriivveellllee -- ddii MM.. RRaalllloo -- ccoonnttiinnuuaa ddaa ppaaggiinnaa 2200

PPrreemmiioo nnaazziioonnaallee ddii ppooeessiiaa rreelliiggiioossaa

-- MMAATTEERR DDEEII -- LLaa rriivviissttaa AAnnttrrooppooss iinn tthhee WWoorrlldd ee ll‟‟EEnnttee PPaarrrroocc-- cchhiiaa SSSS.. CCoorrppoo ddii CCrriissttoo bbaannddiissccoonnoo iill IIVV PPrreemmiioo NNaa-- zziioonnaallee ddii ppooeessiiaa rreelliiggiioossaa ““MMAATTEERR DDEEII””,,rriisseerrvvaattoo aaggllii aaggllii aalluunnnnii ddeellllee ssccuuoollee eelleemmeennttaarrii,, mmeeddiiee eedd aaggllii aadduullttii.. IIll ccoonnccoorrssoo pprreevveeddee uunn 11°° 22°° ee 33°° pprreemmiioo ppeerr ggllii aalluunnnnii ppaarrtteecciippaannttii eedd uunn 11°° 22°° ee 33°° pprreemmiioo ppeerr ggllii aa-- dduullttii.. IInnoollttrree,, ssaarraannnnoo ccoonnsseeggnnaattii aatttteessttaattii ddii mmeerriittoo aaii ccoonnccoorrrreennttii cchhee ssii ssoonnoo mmaaggggiioorrmmeennttee ddiissttiinnttii.. II pprreemmii ccoonnssiisstteerraannnnoo iinn ccooppppee,, mmeeddaagglliiee,, ttaarrgghhee,, ddiipplloommii,,lliibbrrii ee nneellllaa ppuubbbblliicciittàà ssuullllaa RRiivviissttaa ddii lleetttteerree eedd aarrttii AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd.. SSii ccoonnccoorrrree ccoonn uunnaa lliirriiccaa ssuullllaa VVeerrggiinnee MMaarriiaa,, nnoonn iinnffeerriioorree aa 2200 vveerrssii ee nnoonn ssuuppeerriioorree aa 4400.. IInn aalllleeggaattoo aall ccoommppoonniimmeennttoo,, vvaa uunnaa sscchheeddaa ccoonn nnoommee,, ccooggnnoommee,, iinnddiirriizzzzoo ee nnuummeerroo ddii tteelleeffoonnoo,,oollttrree aall ttiittoolloo ddeellll‟‟eellaabboorraattoo.. PPeerr ggllii aalluunnnnii,, vvaa aaggggiiuunnttoo aanncchhee iill nnoommee ddeellllaa ssccuuoollaa ffrreeqquueennttaattaa,, ddeellllaa ccllaassssee eedd eevveennttuuaallee ee--mmaaiill.. IIll ttuuttttoo vvaa iinnvviiaattoo aallllaa DDiirreezziioonnee AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd-- vviiaa PPoossiiddoonniiaa,,117711//hh –– 8844112288 SSaalleerrnnoo.. PPeerr ll‟‟AAggrroo nnoocceerriinnoo--ssaarrnneessee,, ppuuòò eesssseerree ccoonnsseeggnnaattoo aallllaa rreeddaazziioonnee ddii PPaaggaannii,, pprreessssoo iill SSSS..CCoorrppoo ddii CCrriissttoo.. IIll tteerrmmiinnee uullttiimmoo ppeerr llaa pprreesseennttaazziioonnee ddeellllee lliirriicchhee èè ffiissssaattoo ppeerr iill 3300 aapprriillee 22001166.. LLaa cceerriimmoonniiaa ddii pprreemmiiaazziioonnee aavvvveerrrràà nneellllaa CChhiieessaa MMaaddrree ddeellllaa cciittttàà ddii PPaaggaannii ((SSaa)) pprreessuummiibbiillmmeennttee nneellllaa tteerrzzaa ddeeccaaddee ddii mmaaggggiioo.. II vviinncciittoorrii ssaarraannnnoo tteemmppeessttiivvaammeennttee aavvvveerrttiittii ttrraammiittee ee--mmaaiill,,oo tteelleeffoonnoo,,cchhee aavvrraannnnoo ccuurraa ddii iinnddiiccaarree nneellllaa ddoommaannddaa ddii ppaarrtteecciippaazziioonnee aall pprreemmiioo.. LLaa ccoommmmiissssiioonnee,, pprreessiieedduuttaa ddaall mmaarriioollooggoo RReennaattoo NNiiccooddeemmoo,, ssaarràà rreessaa nnoottaa aallllaa cceerriimmoonniiaa ddii pprreemmiiaazziioonnee.. EEvveennttuuaallii cchhiiaarriimmeennttii ppoossssoonnoo eesssseerree rriicchhiieessttii aaii nnuummeerrii:: 33777711 771111 006644 –– 33447744 334455117777,, oo ttrraammiittee llee ee--mmaaiill ffrraannccooppaassttoorree@@ffaassttwweebbnneett..iitt –– rroommaappaass3399@@ggmmaaiill..ccoomm..

LLaa CCoommmmiissssiioonnee:: DDootttt.. ddoonn FFllaavviiaannoo CCaalleennddaa ((PPaarrrrooccoo ddeellllaa cchhiieessaa MMaaddrree SSSS..CCoorrppoo ddii CCrriissttoo,, rreeddaatttt.. cc.. ddeellllaa rreeddaazz.. ddii PPaaggaannii)) GGiioorrnnaalliissttaa PPaassttoorree RRoossaa MMaarriiaa ((DDiirreettttrriiccee ddii AAnnttrrooppooss iinn tthhee WWoorrlldd)) GGiioorrnnaalliissttaa CCaarrlloo DD‟‟AAccuunnzzoo (( RReeddaattttoorree cc.. ddeellllaa rreeddaazziioonnee ddii AAnnggrrii)) AAvvvv.. VViinncceennzzoo SSoorriieennttee (( RReeddaattttoorree cc.. ddeellllaa rreeddaazziioonnee ddii SSaann VVaalleennttiinnoo TToorriioo)) DDootttt..ssssaa RRiittaa OOcccciiddeennttee (( DDiirreettttrriiccee rreesspp.. ddii DDeennttrroo SSaalleerrnnoo)) DDootttt.. FFeelliiccee LLuummiinneelllloo (( AAccccaaddeemmiiccoo bbeenneemmeerriittoo ddeellll‟‟AAcccc.. NN..TT..EE..)) DDootttt.. RReennaattoo NNiiccooddeemmoo (( MMaarriioollooggoo ee PPrreessiiddeennttee ddeellllaa CCoommmmiissiioonnee eessaammiinnaattrriiccee)) DDootttt.. PPrrooff.. FFrraannccoo PPaassttoorree (( GGiioorrnnaalliissttaa,, DDiirreettttoorree rreesspp.. ddii AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd))

CCOONNSSIIGGLLIIOO DDEELL GGIIOORRNNOO:: SSTTRREETTCCHHIINNGG DDEEII PPIIEEDDII

11.. PPaarrttii ddaall ttaalllloonnee,, llaattoo aalllluuccee,, iinniizziiaa aa ccaammmmiinnaarree ccooii ppoolllliiccii eesseerrcciittaannddoo uunnaa cceerrttaa pprreessssiioonnee ssuullllaa ppiiaannttaa ddeell ppiieeddee rriissaalleennddoo vveerrttiiccaallmmeennttee

vveerrssoo ll‟‟aalllluuccee ccooii ppoolllliiccii aalltteerrnnaattii mmaanntteenneennddoo llaa pprreessssiioonnee ppeerr 22 sseeccoonnddii.. RRaaggggiiuunnttaa llaa bbaassee ddeellll‟‟aalllluuccee iinniizziiaa aa sscciivvoollaarree lluunnggoo ttuuttttoo

ll‟‟aalllluuccee ((ffiigg.. 11bb)),, rriiccoopprreennddoolloo iinntteerraammeennttee,, ffaalllloo mmaanntteenneennddoo llaa pprreessssiioonnee ddaallllaa bbaassee aallllaa ppuunnttaa.. OOrraa ccaammmmiinnaa ccoonn ii ppoolllliiccii lluunnggoo llaa

sseeccoonnddaa lliinneeaa ffiinnoo aa rraaggggiiuunnggeerree iill pprriimmoo ddiittoo lluunnggoo ccuuii sscciivvoolleerraaii eessaattttaammeennttee ccoommee hhaaii ffaattttoo ccoonn ll‟‟aalllluuccee ((ffiigg.. 11bb)),, ddaallllaa bbaassee ffiinnoo

aallll‟‟aappiiccee.. RRiippeettii llaa sstteessssaa pprroocceedduurraa ppeerr llee rriimmaanneennttii lliinneeee ee ddiittaa.. NNeell ccaassoo iinn ccuuii llaa ttuuaa ppeellllee ffoossssee ttrrooppppoo sseeccccaa ee ffaattiiccaassssii aa sscciivvoollaarree

lluunnggoo llee ddiittaa,, mmaassssaaggggiiaallee ccoonn ppiiccccoollii cceerrcchhii (( 33 cceerrcchhii ppeerr ppuunnttoo )) mmaanntteenneennddoo llaa pprreessssiioonnee..

CCiirrccaa 22 mmiinnuuttii ppeerr ppiieeddee..

22.. PPaarrtteennddoo ddaallllaa bbaassee ddeellllee ddiittaa,, ccaammmmiinnaa oorriizzzzoonnttaallmmeennttee ssuullllaa ppiiaannttaa ddeell ppiieeddee,, rriiccoopprreennddoollaa

iinntteerraammeennttee,, ccoonn ii ppoolllliiccii ppiiaattttii ffiinnoo aa rraaggggiiuunnggeerree iill ttaalllloonnee ((ffiigg.. 22))..CCiirrccaa 11 mmiinnuuttoo ppeerr ppiieeddee

Page 23: Antropos aprile 2016

- 23 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Perché i terroristi hanno colpito proprio a Bru-xelles? In fondo, dopo Parigi c‟erano tante altre cit -tà più importanti, più significative, più rappresen-tative dell‟identità europea (quella vera) che gli jihadisti vogliono distruggere:Roma, Berlino, Vien-na, la stessa Londra…

Bruxelles, però – obiettano con orgoglio gli euro-crèduli – è la capitale dell‟Unione Europea. «Ma mi faccia il piacere» – avrebbe risposto il grande Totò – l‟Unione Europea non è l‟Europa, L‟Europa auten -tica, l‟Europa dei popoli e delle nazioni, non è la civiltà europea, non è il sangue e l‟anima della nostra Europa. È una “espressione geografica” – avrebbe detto Metternich – tenuta insieme da “valori” nei quali si riconosce soltanto una ristretta élite di poli -ticanti, di affaristi e di burocrati. Un‟espressione geografica che talora strizza l‟occhio ad ambienti non distanti dallo jihadismo, e che con questi am-bienti traffica, interagisce, contratta pacchetti azio -nari e forniture militari.

No, il motivo è un altro: Bruxelles è semplice -mente la metropoli più islamica d‟Europa, dove la percentuale della popolazione musulmana è già del 25%, e cresce rapidamente grazie “al ventre delle donne islamiche”. Per avere un‟idea dell‟incidenza del fattore demografico sulle dinamiche del popola -mento, basti pensare che nella fascia d‟età inferiore ai 30 anni – lo ricorda Paolo Sensini sul “Giornalet -to di Saul” – gli abitanti musulmani della capitale belga sono già oggi il 40%. E si tratta ormai di cit-tadini belgi (e quindi europei) a tutti gli effetti di legge. O, meglio, di soggetti stranieri divenuti citta -dini belgi in base a quell‟infame “innovazione” del -lo Ius Soli che in Belgio è stata attuata in modo più imbecille che altrove.

Il Belgio è stato, dalla fine della guerra mondiale in poi, un Paese di ampia immigrazione. Ma – guar-da caso – fino a quando l‟immigrazione era formata da componenti europee perfettamente integrabili (italiani, spagnoli, portoghesi, eccetera) nessuno si era preso il disturbo di modificare i criteri di attri -buzione della cittadinanza, che era regolata dal principio dello Ius Sanguinis, come in tutti i Paesi europei. Si era cittadini belgi se si nasceva da alme-no un genitore belga. Non appena, però, iniziò a prendere consistenza l‟ondata migratoria di prove -nienza nordafricana (e musulmana) ecco che – nel 1991 – un ceto politico provinciale e pasticcione avvertì irresistibile l‟esigenza di fare ponti d‟oro ai nuovi arrivati. Si ebbe così una legislazione “d‟a -vanguardia”, modificata nel 2000 per renderla an-còra più radicale e più “aperta”: oggi basta la per -manenza di tre anni in Belgio per ottenerne la citta -dinanza, a richiesta; cittadinanza attribuita invece automaticamente ai bambini nati in Belgio da citta -dini stranieri (ancorché semplici residenti).

Naturalmente, quest‟orgia di buonismo è andata ben oltre il semplice ius soli, investendo tutti i cam-pi della vita civile al fine di “non far sentire a disa -gio” i musulmani. Particolare accanimento i politici locali hanno dimostrato nel picconare con scientifi -ca metodicità ogni richiamo alle tradizioni religiose del Belgio, varando una legislazione ispirata non al -la laicità (come per esempio in Francia) ma allo sbracamento totale nei confronti della religiosità al -trui. Perfino le crociate di qualche preside italiano contro Presepi e Uova di Pasqua impallidiscono al cospetto del rimbambimento generale belga, giunto al punto da vietare le vacanze scolastiche di Natale

e di Pasqua, sostituite da più neutre “vacanze d‟in -verno” e “vacanze di primavera” che possano “non urtare la sensibilità dei non cristiani”.

Cosa che sarebbe semplicemente ridicola in qua-lunque Paese del mondo, ma che in Belgio equivale a negare la stessa ragion d‟essere dello Stato, nato e vissuto quasi unicamente per motiva-zioni d‟in-dole religiosa. Il Regno del Belgio – infatti – nac-que nel lontano 1830 dall‟unione di una popola-zione di lingua francese (i valloni) e di una popo-lazione di lingua olandese (i fiamminghi) che ave -vano fatto secessione da una patria più grande, quella che allora si chiamava Regno dei Paesi Bas-si Uniti. La molla – come dicevo – era di ordine squisitamente religioso: valloni e fiamminghi era -no cattolici, mentre sui Paesi Bassi Uniti regnava il protestante Guglielmo I d‟Orange. Recidere le ra -dici cattoliche del Belgio, quindi, equivale a nega -re la sua essenza e, potenzialmente, la sua stessa esistenza. Perché mai valloni e fiamminghi (che non si amano molto) dovrebbero continuare a con-vivere in un medesimo Stato, e non confluire inve -ce – rispettivamente – nella Francia e nell‟Olanda?

Il risultato di queste politiche – comunque – è stato una sorta di progressiva e crescente islamiz -zazione del Belgio, al cui interno vive oramai una comunità musulmana a sé stante, con le sue città, con i suoi partiti, con i suoi eletti, con le sue rego -le (e talora con le sue leggi) e, naturalmente, con la sua buona fetta di terroristi attivi o potenziali. La “capitale” di questo ufficioso Belgistan è Molen-beek, uno dei Comuni che costituiscono l‟area me -tropolitana di Bruxelles, vivaio di fondamentalisti salafiti, ufficio di reclutamento per foreign fighters e centro di smistamento per terroristi in trasferta. Da Molenbeek sono partiti gli attentatori di Parigi, che poi sono tornati in sede ed hanno continuato a vivere indisturbati fino a pochi giorni fa, nascosti e protetti da un ambiente umano che, evidentemente, non è ostile alla predicazione jihadista. In tale contesto, i governanti belgi hanno conti -nuato a volgere altrove lo sguardo, facendo finta di non vedere quel che è ormai visibile anche ai ciechi. E cioè che il mondo islamico – o almeno una sua ragguardevole parte – non è compatibile, non è integrabile, non è amalgamabile con la so -cietà europea, con le sue radici cristiane e con il suo spirito laico e tollerante. Così come – al pari di tanti loro colleghi europei – i governanti brus-sellesi fingono di non vedere che una parte almeno dell‟immigrazione musulmana non viene in Europa per abitarla, ma per invaderla e per conquistarla.

Mutatis mutandis, è un film che l‟Europa ha già visto alcuni secoli or sono (in Italia, in Spagna, nei Balcani). Ma allora c‟erano Capi – civili e spirituali – capaci di opporsi. Chi c‟è oggi? Il Vi -spo Tereso che vende armi all‟Arabia Saudita? O il Topolino del Pireo che va ad incontrare l‟omo -logo turco a Smirne, dove cent‟anni fa i turchi sterminarono la popolazione greca? E non vado oltre.

MMOORRTTEE AA BBRRUUXXEELLLLEESS,, CCAAPPIITTAALLEE DDEELLLLOO ““IIUUSS SSOOLLII””

DDII MMIICCHHEELLEE RRAALLLLOO

Page 24: Antropos aprile 2016

- 24 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

STORIA DELLA MUSICA - A cura di Ermanno Pastore

MMUUSSIICCAA LLEEGGGGEERRAA--NNUUOOVVEE TTEENNDDEENNZZEE

VVII PPAARRTTEE –– LL‟‟HHEEAAVVYY MMEETTAALL

I cantanti heavy metal hanno diversi stili; da voci pulite su

intervalli tonali medi a potentissimi acuti (fortemente

influenzati dalla scuola dei Deep Purple), fino a profonde

e ringhiose tonalità gutturali. I generi black e death sono

soprattutto noti, rispettivamente, per lo scream e per

il growl (un esempio tipico sono i Cannibal Corpse). In

questi casi può essere oggettivamente difficile capire cosa

l'interprete stia cantando.

L'heavy metal, comunque, non è necessariamente limitato

al formato standard basato su chitarre e batteria. Il trio di

violoncelli finlandese Apocalyptica ha creato una nuova

interpretazione del concetto di heavy metal, difficile da

classificare ma vicina ai generi più "oscuri". Il loro stile,

che ha ricevuto sia consensi che critiche per la sua

distanza dal metal puro, utilizza effetti piuttosto comuni

come distorsori, chorus e flanger. Inoltre, i tedeschi Van

Canto sono considerati la prima band metal a cappella, e

la loro formazione presenta cinque cantanti (di cui tre

imitano regolarmente altri strumenti e due si occupano

delle parti cantate vere e proprie) e un batterista.

Il gruppo americano Grand Funk Railroad è uno dei primi

esempi di gruppi "proto-heavy metal" (insieme a The

Who e altri) e ha stabilito nuovi standard per quanto

concerne il volume del suono durante i concerti. Benché

l'utilizzo di un'amplificazione molto spinta sia talvolta

visto come un'inutile stravaganza, l'approccio dei Grand

Funk Railroad ha avuto una notevole influenza sul metal,

e, ancora oggi, costituisce uno degli elementi caratteriz-

zanti di questo genere musicale. Fra gli esempi di band

che si vantano della potenza in "watt" e dei loro sistemi di

amplificazione, si possono citare i Motörhead e i Mano-

war (vedi il brano del 1984 dei Manowar, All Men Play

On Ten, che si può tradurre come "tutti i veri uomini suo-

nano al massimo"). Proprio i Manowar detengono il guin-

nes dei primati raggiungendo i 129,5 decibel, più di un

aereo a reazione.

L'heavy metal, come forma d'arte, non è fatto di sola mu-

sica; gli aspetti visivi sono spesso altrettanto importanti di

quelli sonori. Se di un quadro si fa esperienza con la vista,

e di una sinfonia con l'udito, nel caso delle band heavy

metal l'immagine del gruppo, e i temi ricorrenti nella loro

musica, sono rappresentati in forma "multimediale", oltre

che dalla musica stessa,anche dalle copertine degli album,

dalla scenografia e coreografia degli spettacoli, dai costu-

mi di scena, dallo stile e dai contenuti dei testi. All'heavy

metal contribuiscono diverse tipologie di artisti, facendo

di questo genere una forma d'arte complessa e non limi-

tata a un unico canale di comunicazione.

Gli storici del rock hanno spesso osservato come il metal

erediti da altri generi musicali lo stesso elemento di fuga

dalla realtà, spesso caratterizzato da connotazioni molto

differenti fra loro ma portatrici di una medesima astrat-

tezza. È quindi facile comprendere la grande differenza

che le liriche heavy metal hanno con quelle degli altri

generi musicali; un interessante parallelismo può essere

fatto con il Blues che, invece di trattare tematiche attinenti

al fantasy, all'esoterismo, alla tribalità, ecc., tende ad afro-

tare i temi della "dura realtà", come la perdita, la depressio-

ne e la solitudine in modo meno metaforico.

Nel metal sono piuttosto comuni i temi di natura esoterica,

la battaglia e lo scontro continuo fra le forze del bene e

del male, le lotte per il potere ed i toni apocalittici; un lin-

guaggio fantastico che permette di trattare metaforicamen-

te le durezze della vita reale senza ricercarne una rappre-

sentazione realistica come avviene invece nel blues. Inol-

tre, il progenitore del metal, l'hard rock, tendenzialmente si

opponeva alla cultura hippie "peace and love" degli anni

sessanta, presentandosi come una forma di vera e pro-

pria controcultura; caratteristica ereditata, in buona parte,

anche dal metal moderno. La luce è sostituita dall'oscurità,

l'ottimismo dal cinismo e dalla disperazione, in alcuni casi

si arriva a trattare di satanismo (black metal) o talvolta, in

contrapposizione a questa tendenza, di Cristianesimo (whi-

te metal).

Le caratteristiche apertamente anticristiane e demoniache

di alcune band appartenenti, per lo più, alla scena black

metal e thrash metal hanno portato numerose critiche al

metal in generale, più volte accusato di essere diseduca-

tivo, blasfemo, o addirittura semplicemente "malvagio";

per la maggior parte dei fan, però, l'immaginario del "ma-

le" non costituisce il messaggio dell'heavy metal. Da

questo punto di vista è utile notare che, in molti casi,

l'aspetto diabolico/malvagio delle immagini utilizzate dai

gruppi heavy metal ha una conno-tazione esplicitamente

autoironica; il mostro Eddie delle copertine degli Iron Mai-

den, per esempio, è raffigurato con un linguaggio visivo

che lo avvicina più ai fumetti o ai film horror che al simbo-

lismo reale proprio, per esempio, dei riti satanici.

I temi dell'heavy metal sono tipicamente più angoscianti di

quelli della musica pop degli anni cinquanta, sessanta o set-

tanta. Escludendo il filone demoniaco/diabolico, fra i temi

più frequenti si trovano la guerra, la catastrofe nucleare, la

distruzione dell'ambiente, la propaganda politica e religio-

sa, ispirati indubbiamente dalla situazione globale odierna.

War Pigs dei Black Sabbath, Killer of Giants di Ozzy Os-

bourne, e Holy Wars dei Megadeth sono esempi di brani di

protesta rispetto alla cultura della guerra e dell'imperiali-

smo mentre brani come Read Between The Lies degli Sla-

yer e Church's Black Book dei Necrodeath mettono in luce

la loro ostilità contro le religioni organizzate.

Per alcuni questo genere di critica ad aspetti della cultura

dominante dei nostri tempi rimane, di norma, ad un livello

piuttosto semplicistico, poiché il vocabolario fantastico ed

epico della poetica heavy metal, capace soprattutto di rap-

presentare nette dicotomie fra luce e oscurità, bene e male,

speranza e disperazione, non offrono molti spunti per ana-

lizzare le sfumature; per altri nasce da un bisogno gene-

razionale di comprensione, più chiara di una realtà generale

sempre più complessa. ((ccoonnttiinnuuaa))

Page 25: Antropos aprile 2016

- 25 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

PPOOLLIITTIICCAA EE NNAAZZIIOONNEE –– OOVVVVEERROO IILL PPEENNSSIIEERROO DDEELLLLAA GGEENNTTEE CCOOMMUUNNEE

TTeerrrroorriissmmoo iinn IIttaalliiaa ee iinn EEuurrooppaa

L'anelito verso l'instaurarizzazione di un nuovo ordine

sociale secondo la propria ideologia o la propria fede è

ricorrente da tempi immemorabili.

Oggi, per questo motivo, a scuotere tutta l'Europa con

atti terroristici sono i migranti islamici che sono stati

raccolti in mare, vestiti e sfamati come fratelli dagli

europei.

Gli attentati che oggi compiono gli islamici in nome

del loro Dio sono i più odiosi possibili perchè col-

piscono vigliaccamente, in luoghi pubblici, persone

inermi senza distinzione di sesso,età, razza e religio-

ne. Il terrore e l'insicurezza con cui oggi sono costretti

a vivere tutti i paesi europei è lo stesso che l'Italia ha

vissuto per circa un ventennio per colpa di gruppi di

balordi della sinistra italiana che, con il nome di

"brigate rosse", hanno devastato in lungo e in largo il

nostro Paese con atti criminali contro lo Stato e i

propri rappresentanti e contro la popolazione con

furti e rapine per autofinanziarsi.

In Italia, negli anni '70, nacque l'organizzazione cri-

minale di sinistra delle brigate rosse che si proponeva

di propagandare e sviluppare la lotta armata rivolu-

zionaria per il comunismo e quindi di sovvertire l'or-

dine sociale.

In nome del comunismo questa organizzazione, nata e

protetta in alcuni ambienti della sinistra italiana, ha

effettuato attentati all'interno delle fabbriche, sequestri

di dirigenti industriali, magistrati e persone comuni

fino all'attacco al cuore dello Stato con il sequestro e

l'uccisione di Aldo Moro, Presidente della Democrazia

Cristiana.

Per portare al termine il sequestro di Aldo Moro que-

sti barbari assassini uccisero a sangue freddo i cinque

uomini della scorta tutti appartenenti alle Forze del-

l'ordine.

La maggior parte delle vittime che questi criminali

hanno causato era composta da agenti di Polizia,

Carabinieri e soldati, oltre che da magistrati e uomini

politici.

Anche a Salerno un commando di 10 di questi odiosi

brigadisti, il 26 agosto 1982, uccise il caporale del-

l'esercito italiano Antonio Palumbo e gli agenti di PS

Antonio Bandiera e Marco De Marco . I responsabili

di questo vile attentato criminale non furono mai con-

dannati e gli omicidi rimasero senza colpevoli .

Ciò nonostante, coloro che furono i fautori della na-

scita e delle stragi del gruppo terroristico delle brigate

rosse, peraltro ritenuti responsabili dell'uccisione del-

l'on.le Aldo Moro, furono subito liberati anche per la

occulta protezione di alcuni ambienti politici.

Così tranne Moretti che ha vissuto di giorno come

cittadino libero, con l'obbligo del rientro in carcere

nelle sole ore notturne, gli altri furono liberati gra-

zie a leggi pilotate che dal 1987 hanno consentito

la messa in libertà di delinquenti che, con il

pseudonimo di brigatisti, sconvolsero l'economia e

la sicurezza l'Italia.

Anche i più noti e incalliti delinquenti come

Valerio Morucci, condannato a diversi ergastoli e

Adriana Faranda (1994) furono scarcerati perchè si

"dissociarono con ammissione delle proprie

responsabilità ma senza la denuncia dei complici".

Quindi, dopo anni e anni di terrore, inchieste,

processi per omicidi e rapine, danni economici

incalcolabili per il paese, e nonostante non fosse

mai stata fatta piena luce su tanti fatti di sangue,

anche per coprire i veri mandanti politici delle

stragi terroristiche, lo Stato Italiano decise di

"dimenticare" i morti, quasi tutti suoi fedeli servi-

tori, e lasciare impuniti gli i assassini.

Così delle stragi resta solo il ricordo dei morti tra

cui il caporale Antonio Palumbo di anni 22 e gli

agenti di PS Marco De Marco di anni 31 e di

Antonio Bandiera di anni 24.

I loro assassini resteranno sempre impuniti. Uno

Stato che non riesce a punire i terroristi, lasciando

impuniti i colpevoli e i loro complici " perchè dis-

sociati con l'ammissione delle colpe ma senza

l'obbligo della denuncia dei complici" non è

certamene lo Stato di tutti i cittadini anche perchè

il corso e il ricorso di aneliti terroristici, con l'in-

tento di sovvertire l'ordine sociale, oggi è più che

mai attuale in Europa e presto lo sarà presente

anche in Italia.

Nonostante ciò l'Italia, si ostina a prelevare sulle

coste africane, in contrasto con le disposizioni del-

la Comunità Europea, e certamente non per amore

del prossimo ma per soli interessi economici, tutti

i migranti ( pochi i profughi) che lasciano il loro

paese in cerca di un futuro migliore. Così l'Italia

sta costruendo il proprio cavallo di Troia perchè

questa invasione di gente con idiologie, fede, cul-

ture diverse e poca voglia di integrarsi, farà na-

scere anche da noi, in un prossimo futuro,una nuo-

va stagione di terrore così come si sta verificando

in Francia e in Belgio.

Mario Bottiglieri

Ἄνθρωπος μικρὸς κόσμος. L’uomo è un microcosmo

Page 26: Antropos aprile 2016

- 26 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

L‟Associazione Italiana del Libro bandisce il Primo

Premio Nazionale di Editoria Universitaria.Il Premio si

pone l‟obiettivo di contribuire ad accrescere nel nostro

Paese la qualità complessiva dell'offerta editoriale rivolta

alla formazione degli studenti universitari, favorendone

allo stesso tempo una maggiore diffusione e accessi-bilità.

Si concorre con testi, dispense e libri finalizzati all'inse-

gnamento universitario,capaci di affiancare alla funzio-

ne didattica la capacità di divulgazione scientifica, pubbli-

cati in prima edizione a partire dal 2013 e inseriti nei

programmi di studio di qualsiasi corso di laurea delle

università italiane nell'anno accademico 2015-2016 o in

quello successivo.

Verranno premiati gli autori che si sono particolarmente

distinti, nello spirito degli obiettivi del Premio, per l'effi-

cacia e chiarezza dell‟esposizione ai fini della formazione

degli studenti in tutti gli ambiti scientifico-disciplinari.

Verranno premiate anche le case editrici che si sono parti-

colarmente distinte per la qualità e accessibilità della pro-

duzione editoriale in questo settore.

I premi sono costituiti da targhe.

Gli autori interessati possono presentare le proprie opere a

concorso entro il 31 luglio 2016, specificando il settore o

i settori scientifico-disciplinari principali di riferimento

tra quelli di seguito elencati:

01 - Scienze matematiche e informatiche

02 - Scienze fisiche

03 - Scienze chimiche

04 - Scienze della terra

05 - Scienze biologiche

06 - Scienze mediche

07 - Scienze agrariee veterinarie

08 - Ingegneria civile e Architettura

09 - Ingegneria industriale e dell‟informazione

10 - Scienze dell‟antichità, filologico-letterarie e storico-

artistiche

11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicolo-

giche

12 - Scienze giuridiche

13 - Scienze economiche e statistiche

14 - Scienze politiche e sociali

Non rientrano tra le opere ammissibili al Premio quelle

edite soltanto in formato elettronico.

Si può partecipare con più opere.

In ragione delle opere pervenute o per motivi attinenti

all'organizzazione del concorso l'Associazione Italiana del

Libro può procedere allo slittamento dei termini di

presentazione delle opere - non oltre la data massima del

30 settembre 2016 - indicandone e rendendone pubbliche

attraverso il sito le modalità e prevedendo un ulteriore

contributo di 4,00 euro alle spese di segreteria da parte dei

partecipanti. Entro il termine di scadenza del Premio gli

interessati dovranno far pervenire via email all‟Asso-

ciazione Italiana del Libro, per ciascuna opera da candi-

dare, una semplice richiesta di partecipazione al Premio,

precisando:

a) il titolo dell'opera presentata,

b) il settore o i settori scientifico-disciplinari principali di

riferimento tra quelli sopra elencati,

c) l'Ateneo di affiliazione,

d) le generalità dell'autore o degli autori (nome e cognome,

email, anno di nascita)

e) un breve profilo-biobibliografico dell'autore o degli au-

tori (circa 960 battute, spazi inclusi)

Alla richiesta deve essere allegata l'opera in formato

digitale (in un unico file o in più file,ciascuno del peso

massimo di 3MB). Per ciascuna opera presentata è dovuto

il versamento di 7,00 euro a titolo di contributo alle spese

di segreteria. Per più opere eventualmente presentate si può

effettuare un solo versamento cumulativo. Le modalità di

versamento sono indicate nel bando pubblicato sul sito

dell'Associazione Italiana del Libro (www.associazioneita-

lianadellibro.it). Le email con i relativi allegati vanno spe-

diti all‟ indirizzo di posta elettronica: info@associazione-

italianadellibro.com .

Nell'oggetto della email specificare: Primo Premio Na-

zionale di Editoria Universitaria. Entro la data massima del

15 ottobre 2016 dovrà pervenire per posta all‟Associazione

Italiana del Libro anche una copia del libro in formato car-

taceo, da spedire all'indirizzo riportato nel bando pubblica-

to sul sito dell'Associazione Italiana del Libro (www.asso-

ciazioneitalianadellibro.it). La copia in formato cartaceo

non sarà in ogni caso restituita.

Le candidature e le opere possono essere presentate dagli

autori (o da uno degli autori) o dagli editori.

Per le opere collettive l'opera può essere presentata, a nome

di tutti, oltre che dall'editore, anche dal curatore o da uno

dei curatori. Il Comitato scientifico del Premio - secondo le

modalità individuate dal suo Coordinamento e dalla Pre-

sidenza - procederà entro il 31 ottobre 2016 all'indivi-

duazione delle opere che accedono alla fase finale della

manifestazione ed entro il 10 novembre 2016 all'indivi-

duazione delle opere vincitrici. Il giudizio e le scelte del

Comitato Scientifico sono insindacabili.

La cerimonia di premiazione si svolgerà a Roma nel cor-

so del mese di dicembre 2016.

Per informazioni: [email protected]

AASSSSOOCCIIAAZZIIOONNEE IITTAALLIIAANNAA DDEELL LLIIBBRROO PP rr ii mm oo pp rr ee mm ii oo nn aa zz ii oo nn aa ll ee dd ii ee dd ii tt oo rr ii aa uu nn ii vv ee rr ss ii tt aa rr ii aa

SPECIALE RICONOSCIMENTO OSIA NAZIONE ITALIANA

rivista americana INVERNO

Contattate Lawrence Branchetti, US Commerce Association Award 2011 nella

Spettacolo e Produzione, per eseguire il vostro prossimo Festival Italiano.

Page 27: Antropos aprile 2016

- 27 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

LLAA FFAAVVOOLLAA DDEELLLLAA SSEETTTTIIMMAANNAA

Nel paese di Cincillà, in un pollaio di periferia,

viveva in forzata compagnia, una bianca gallinella

da uova.

Col becco ben disegnato e la coda non comune,

era decisamente convinta di essere nata per altri

destini e che presto si sarebbe trovata in un‟altra

condizione.

Nonostante fosse un‟ignorante, interveniva sempre

in ogni discussione ed anche nel torto, pretendeva

aver ragione.

Le povere galline, dopo un lungo periodo di

comprensione, iniziarono a trovarla deprimente e

passandosi la voce, iniziarono ad ignorarla per non

esser messe in croce:

- Mia zia, la tacchina, ha il diploma ed è postina!-

- Mia cugina Chicchinella, al liceo, fa la bidella! -

- Mio cugino Salvatore, in America, fa il dottore!-

- Ohhh!-

- Io mi chiamo Concettina, sono fine e sono belli-

na -.

Il gallo del pollaio che, fino a quel momento

era stato l‟unico parolaio,in ogni situazione iniziò a

tacere, per evitare confusione.

Una bella mattina, vestita da contessina, prende la

valigia e s‟incammina la gallina.

Cammina, cammina e raggiunge la città, entra

in un istituto di bellezza e si rimette a nuovo: un‟aria

un po‟ fatale, sigaretta con bocchino e cappello rosso

cardinale.

La gente corse a vederla per la via e pian

piano dietro a lei diventarono mille e sei: sette gatti,

un pipistrello,un ramarro con l‟ombrello,una scim-

mia, un barracuda, cinque cani senza coda, una pe-

cora smarrita e un una pecora marrita e un bellissimo

pavone. Giunti tutti nella piazza, la gallina in un

momento salta sopra un monumento e gridando co-

me pazza disse:

- Senti popolo ignorante

Io mi chiamo Concettina

E non sono una gallina

Sono nata principessa

Faccio danza e vado a messa

Inchinatevi miei cari

alla mia nobiltà! -.

A questo punto, le scappa un uovo, che cadendo sul

marmo si aprì e gocce di albume finirono sulla

testa di un cane che stava in prima fila.

A questo punto, le scappa un uovo, che ca-

dendo sul marmo si aprì e gocce di albume fini-

rono sulla testa di un cane che stava in prima fila.

Allora tutti si sentirono imbrogliati e le gridarono:

- Torna nel pollaio a far le uova,

la mia gallina sciocca

ed anche un po‟ pitocca -.

La poveretta capì di avere esagerato e ritornò a

testa bassa nel pollaio, iniziò puntualmente a far le

uova e non si mosse più.

Ognuno è quello che è e nel suo campo può

anche diventare un re.

Stretta la foglia, larga la via, anche questa fa-

vola è andata via.

LLAA GGAALLLLIINNAA SSCCIIOOCCCCAA DDii FFRRAANNCCOO PPAASSTTOORREE

RReeaalliizzzzaazziioonnee ppuubbbblliiccaazziioonnee iinn eebbooookk,, iinn ffiillmmaattoo ee ssttaammppaa,, GGKEY:D2FSTHJR0R3 E DDiisseeggnnii ddeell mmaaeessttrroo PPaaoolloo LLiigguuoorrii

Page 28: Antropos aprile 2016

- 28 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Figlio di Giovanna Bisio e di Giulio Eco, un impiegato

nelle FFSS, conseguì la maturità al liceo classico "Giovan-

ni Plana" di Alessandria, sua città natale. Tra i suoi com-

pagni di classe, vi era il fisarmonicista Gianni Coscia, con

il quale scrisse spettacoli di rivista.In gioventù fu impe-

gnato nella GIAC (l'allora ramo giovanile dell'Azione

Cattolica) e nei primi anni cinquanta fu chiamato tra i

responsabili nazionali del movimento studentesco dell'AC

(progenitore dell'attuale MSAC). Nel 1954 abbandonò l'in-

carico (così come avevano fatto Carlo Carretto e Mario

Rossi) in polemica con Luigi Gedda. Durante i suoi studi

universitari su Tommaso d'Aquino, smise di credere in

Dio e lasciò definitivamente la Chiesa cattolica; in una

nota ironica, in seguito commentò: "si può dire che lui

[Tommaso d'Aquino] mi abbia miracolosamente curato

dalla fede".

Laureatosi in filosofia nel 1954 all'Università di Torino

con Luigi Pareyson con una tesi sull'estetica di San Tom-

maso d'Aquino (controrelatore Augusto Guzzo), co-minciò

a interessarsi di filosofia e cultura medievale, cam-po

d'indagine mai più abbandonato (vedi il volume Dall'al-

bero al labirinto), anche se successivamente si dedicò allo

studio semiotico della cultura popolare contemporanea e

all'indagine critica sullo sperimentalismo letterario e arti-

stico.

Nel 1956 pubblicò il suo primo libro, un'estensione della

sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San

Tommaso. Nel 1954 partecipò e vinse un concorso della

RAI per l'assunzione di telecronisti e nuovi funzionari.

Con Eco vi entrarono anche Furio Colombo e Gianni Vat-

timo.Tutti e tre abbandonarono l'ente televisivo entro la

fine degli anni cinquanta. Nel concorso successivo entra-

rono Emmanuele Milano, Fabiano Fabiani, Angelo Gu-

glielmi, e molti altri. I vincitori dei primi concorsi furono

in seguito etichettati come i "corsari" perché seguirono un

corso di formazione diretto da Pier Emilio Gennarini e

avrebbero dovuto, secondo le intenzioni del dirigen-

te Filiberto Guala, "svecchiare" i programmi. Con altri

ingressi successivi, come quelli di Gianni Serra, Emilio

Garroni e Luigi Silori, questi giovani intellettuali innova-

rono davvero l'ambiente culturale della televisione, ancora

molto legato a personalità provenienti dall'EIAR, venendo

in seguito considerati come i veri promotori della centra-

lità della RAI nel sistema culturale italiano.

Dal 1959 al 1975 fu condirettore editoriale della casa e-

ditrice Bompiani.Nel 1962 pubblicò il saggio Opera aper-

ta che,con sorpresa dello stesso autore, ebbe notevole

risonanza a livello internazionale e diede le basi teoriche

al Gruppo 63, movimento d'avanguardia letterario e arti-

stico italiano che suscitò interesse negli ambienti critico-

letterari anche per le polemiche che destò criticando

fortemente autori all'epoca già "consacrati" dalla fama

come Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Vasco Pratolini,

ironicamente definiti "Liale", con riferimento a Liala, autri-

ce di romanzi rosa.

Nel 1961, ebbe inizio anche la sua

carriera universitaria che lo portò a

tenere corsi, in qualità di professore

incaricato,in diverse università italia-

ne: Torino, Milano, Firenze e, infine

Bologna dove ha ottenuto la cattedra

di Semiotica nel 1975, diventando

professore ordinario. All' università

di Bologna è stato direttore dell‟Istitu-

tuto di Comuni-cazione e spettacolo del DAMS, poi ha dato

inizio al Corso di Laurea in Scienze della comunicazione.

Infine è divenuto Presiden-te della Scuola Superiore di

Scienze Umanistiche che coordina l'atti-vità dei dottorati

bolognesi del settore umanistico. Nel corso degli anni ha

insegnato come Visiting Professor alla New York Univer-

sity, Northwestern University, Columbia University, Yale

University, Harvard University, University of California-

San Diego, Cambridge University, Oxford University, Uni-

versità di São Paulo e Rio de Janeiro, La Plata e Buenos

Aires, Collège de France, Ecole Normale Supérieure (Pari-

gi). Nell'ottobre 2007 si è ritirato dall'insegnamento per li-

miti di età.

Dalla fine degli anni '50, Eco cominciò a interessarsi alla

influenza dei mass media nella cultura di massa, su cui pub-

blicò articoli in diversi giornali e riviste, poi in gran parte

confluiti in Diario minimo (1963) e Apocalittici e integra-

ti (1964). Apocalittici e integrati (che ebbe una nuova edi-

zione nel 1977) analizzò con taglio sociologico le comu-

nicazioni di massa. Il tema era già stato affrontato in Diario

minimo, che includeva tra gli altri il breve articolo del

1961 Fenomenologia di Mike Bongiorno.

Sullo stesso tema, nel 1967 svolse a New York il semi-

nario Per una guerriglia semiologica, in seguito pubblicato

ne Il costume di casa (1973) e frequentemente citato nelle

discussioni sulla controcultura e la resistenza al potere dei

mass media. Nel 1971 fondò Versus - Quaderni di studi se-

miotici, una delle maggiori riviste internazionali di semio-

tica, rimanendone direttore responsabile e membro del co-

mitato scientifico fino alla morte. È anche stato segretario,

vicepresidente e dal 1994 presidente onorario della IASS/

AIS ("International Association for Semiotic Studies"). È

stato invitato a tenere le prestigiose conferenze Tanner (U-

niversità di Cambridge,1990), Norton (Università di Har-

vard, 1993), Goggio (Università di Toronto, 1998), Wei-

denfeld (Università di Oxford, 2002) e Richard Ellmann

(Università Emory, 2008). Collaborò sin dalla sua fonda-

zione, nel 1955, al settimanale L'espresso.

Nel 1980 Eco esordì nella narrativa. Il suo primo roman-

zo, Il nome della rosa, riscontrò un grande successo sia

presso la critica sia presso il pubblico. Muore nella sua casa

di Milano il 19 febbraio 2016.

Roma, LA Farnesina ricorda Umberto Eco,

morto lo scorso 19 febbraio all’età di 84

anni

Page 29: Antropos aprile 2016

- 29 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

IIMMMMAAGGIINNII DDII UUNN AALLTTRROO TTEEMMPPOO

Un gruppo veramente efficace e molto valido pro-

fessionalmente è quello che fa capo a Gianni Quinti-

liani, il quale ha una voce possente, ma che sa essere

carezzevole e dolce, con quelle giravolte sapientemente

esibite quando la canzone lo richiede.

È accompagnato da un trio veramente esemplare. Si

pensi, in modo particolare, al violino che Gigi Salva-

ti suona con maestria senza pari, come pure al mandolino

che trilla, sicuro, tra le dita di Franco Fucci, o alla chi-

tarra che Antonio De Santis sa carezzare con maestria.

Cosa dire in conclusione? Io credo che la posteggia deb-

ba occupare un posto ancor più importante rispetto a

quanto, nella storia della canzone napoletana, si dice di

lei. Il posteggiatore ha contribuito e contribuisce a dare di

Napoli un‟im-magine non sofisticata, ma genuina e vera-

ce.

Desidero accomiatarmi dai miei lettori con quanto scri-

veva anni addietro quel grande Poeta e Ricercatore che fu

Ettore De Mura e che qui voglio riportare, proclamando la

mia completa adesione alle sue, purtroppo, inascoltate pa-

role:

"In una lettera del 31 agosto 1896, il critico Saverio

Procida ammonisce burlescamente il musicista Carlo

Clausetti, direttore della sede di Napoli di Casa Ricordi,

perché, nonostante il fervore che sta riponendo nella

compilazione di un nuovo numero unico di Piedigrotta,

certamente, e anco-ra una volta, sarà dimenticato il

maggiore artefice dei successi piedi grotteschi: il posteg-

giatore. E conclude: “Inizia una sottoscrizione per un

monumento al posteggia-tore. Tutt‟i diecimila canzonet-

tieri onde Napoli va superba aderiranno con la loro of-

ferta. Il monumendo sorgerà allo Scoglio di Frisio. Il

cantore popolare avrà la bocca aperta, lo sguardo inter-

rogativo, quasi ad esprimere l‟incertezza della scelta, e

la chitarra fra le mani; quanto alla posa, non sdegnerei,

se lo scultore me lo permette, quella di Gioacchino Mu-

rat d‟Amendola, con più stoffa – mi raccomando! – nelle

brache. E sullo zoccolo il motto: La canzone sono io!

T‟ho dato l‟idea. Fecondala.”, ecc.

La lettera fu pubblicata in un fascicolo di ricordi e, come ‟era giusto, fu ritenuta per quello che era da rite-

nersi uno scherzo. Ma, a ripensarci, un monumento in una

bella piazza di Napoli, presso il mare di Mergellina o di via

Caracciolo, magari nella Villa Comunale, a guisa di milite

ignoto della canzone, il posteggiatore lo meriterebbe. Non

è stato per secoli, col solo mandolino o la chitarra, quando

ancora non apparteneva a gruppi organizzati, egli solo a

svolgere propaganda turistica, in tutto il mondo, vantando

il cielo terso, il mare azzurro e i giardini fioriti di Napoli?

Un monumento al posteggiatore? Ebbene, sì! Sarebbe un

atto di riconoscenza della città verso chi tanto le ha dato

senza mai chiedere ricompense.”

Anche se cronologicamente più antico, tra i tanti

protagonisti della posteggia un personaggio mi ha

colpito molto emotivamente. Si tratta di Antonio

Silvio, detto Don Antonio „o cecato. Egli nacque cieco

nel 1816. Fu benvoluto nientemeno che da Giuseppe

Garibaldi, entrato a Napoli nel 1860 e che volentieri

gli fece da padrino di cresima. Antonio Silvio aveva in

repertorio le canzoni più in voga di metà Ottocento.

Per far contento Garibaldi, sulla musica della canzone

“Lo zoccolaro” adattò dei versi patriottici che diven-

nero molto popolari in tutt‟Italia. Il titolo della canzo-

ne fu “La bandiera a nocca”. Quando morì, il suo

violino fu acquistato da Giovanni Capurro, l‟autore di

“„O sole mio”, come cimelio prezioso.

Voglio ricordarlo con parole non mie, ma riportando

quanto Salvatore Di Giacomo dice di lui nel suo

“Napoli: figure e paesi. Luci e ombre napoletane”. E‟

una pagina molto tenera, che descrive, con lo stile

incisivo del grande nostro Poeta e Scrittore, la vita

gloriosa per un verso e tristissima per altro di Don An-

tonio „o cecato. Ma leggiamo ora Di Giacomo: Don Antonio „o cecato era nato in Napoli nel Vico Ecce

Homo a Porto, il maggio del 1816. Suo padre era primo

sergente ne‟ cannonieri di Marina, sua madre faceva la

cambiavalute all‟ angolo del vico.

Il povero piccino era nato cieco. Quando divenne gran-

detto il sergente dei cannonieri gli comprò un violino, e

Totonno imparò a suonare: e così, per diletto, si lanciò

nell‟ arte che poi gli doveva occorrere per campar la vita.

Era allegro - come sono molti ciechi nati -; era lungo

lungo; gli mancavano l‟esse, la g, l‟elle, mezzo alfabeto;

faceva ridere: il popolo ne fece una conquista preziosa e lo

volle a ogni festicciuola di sgravo, di promessa di matri-

monio, di battesimo.

Il violinista trovò due compagni indivisibili, un trombone

e un ottavino: il trombone gli attaccò il capo di una corda

a un buco del panciotto, si cinse dell‟altro capo la vita e

così sempre se lo trascinò dietro per i vicoli napoletani: l‟

ottavino faceva da battistrada. Dal 1836 al 1893 don

Antonio suonò e cantò tutte le canzoni napoletane del mezzo

secolo e fu l‟antologia del pentagramma plebeo. (Continua)

GGiiuulliioo MMeennddoozzzzaa

„„AA PPOOSSTTEEGGGGIIAA ((IIVV ppaarrttee))

Page 30: Antropos aprile 2016

- 30 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

Ad un ignoto manierista è attribuita la Madonna

con Bambino (fig. 24), proveniente dalla chiesa di San

Pietro di Mercato Sanseverino.L‟iconografia sviluppa

uno dei temi più ricchi e variegati dell‟arte cristiana:

in questo caso la Vergine appare incoronata dagli an-

geli, con il Bambino che si appoggia ad un morbido

cuscino. Le due tavole che costituivano il dipinto,

utilizzate come mensole di armadio, furono recuperate

in stato di estremo degrado e consegnate al Museo

Diocesano nel 1968. Il restauro successivamente effet-

tuato ha permesso il riassemblaggio definitivo del ma-

nufatto. Il dipinto risente degli sviluppi della produ-

zione artistica locale che, a partire dal terzo decennio

del Cinquecento, fa propri gli esiti e le esperienze

aspresionistiche aggiornate al manierismo ispano‒ro-

mano di Pedro Machuca e Alonso Berruguete, di cui

si registra una temporanea presenza alla fine degli

anni Venti nel Viceregno napoletano.

L‟interpretazione dell‟autore procede con estrema

libertà e rapidità esecutiva con un linguaggio dove il

dato cromatico prevale sugli aspetti figurativi; l‟artista

infatti impiega una tavolozza con gamme cromatiche

contrastanti così come nel vorticoso divenire delle nu-

bi cangianti, da cui emergono figure angeliche.Per la

sua formazione l‟ignoto artefice non può prescindere

dall‟eclettico linguaggio creatosi in ambito meri-

dionale ed in chiave “moderna”, dal secondo decennio

del Cinquecento attraverso la spinta innovativa di

Andrea Sabatini e della sua attrezzata bottega in cui si

radicano le esperienze formative di numerosi artisti.

La tavola è assegnata a Giovan Bernardo Lama1,

esponente di spicco di un linguaggio di maniera attinto

alla corrente classicistica e devota tosco-romana di

artisti come Giorgio Vasari (a Napoli tra il 1544‒1545),

Leonardo da Pistoia e Francesco Salviati. L‟autore

risente anche degli influssi manieristi espressionisti

iberici di Luis de Vargas (in Italia dal 1526 al 1553) e

Juan de Juanes (in Italia negli anni Sessanta del Cin-

quecento), ambedue esponenti di un‟arte sacra intrisa di

“realismo devoto”.

L‟immagine del Cristo resa con forti chiaroscuri e

con espressione patetica e presaga di morte, è parte di

quella produzione giovanile del nostro artista, autore

riconosciuto di rappresentazioni dal forte impatto emo-

zionale che riflette il clima rigorista degli anni che pre-

cedono il Concilio di Trento

PPaaoolloo LLiigguuoorrii

_ 1 A. ZEZZA, Giovan Bernardo Lama. ipotesi per un percorso, in «Bollettino d‟arte», 6.Ser., 70, 1991, pp. 1‒30; R. CANNATÀ, Pittura meridionale del tardo Cinquecento in Abruzzo : dipinti di Teodoro d‟Errico, Silvestro Buono, Giovan Bernardo Lama, Aert Mytens e Giuseppe Cesari, in «Bollettino d‟arte», 6.Ser., 77, 1993, pp. 79‒92.

IILL MMUUSSEEOO DDIIOOCCEESSAANNOO SSAALLEERRNNIITTAANNOO LLEE CCOOLLLLEEZZIIOONNII DD’’AARRTTEE

DDaall MMeeddiiooeevvoo aall RRiinnaasscciimmeennttoo ((VVppaarrttee))

Madonna con Bambino (fig. 24), proveniente dalla chiesa di San Pietro di

Mercato Sanseverino.

1. Giovan Bernardo Lama (attivo dal 1558 al 1600), Ecce Homo, olio

2. su tavola, Salerno, Museo Diocesano, terzo quarto del XVI secolo

Page 31: Antropos aprile 2016

- 31 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

DDiippaarrttiimmeennttoo ddii IInnggeeggnneerriiaa CCiivviillee,, AAmmbbiieennttaallee ee MMeeccccaanniiccaa,, UUnniivveerrssiittàà ddii TTrreennttoo,,

IIssttiittuuttoo ppeerr ii PPrroocceessssii CChhiimmiiccoo--FFiissiiccii,, CCoonnssiigglliioo NNaazziioonnaallee ddeellllee RRiicceerrcchhee,, PPiissaa

CCoossaa èè ccaammbbiiaattoo nneell ccaammbbiiaammeennttoo cclliimmaattiiccoo?? QQuuaallcchhee rriifflleessssiioonnee aa mmaarrggiinnee ddeell vveerrttiiccee ddii PPaarriiggii

ddii LLuucciiaannoo CCeellii..

((PPaarrttee IIII))

2.2 La crescita della popolazione mondiale

Il primo è senz‟altro la popolazione mondiale, in crescita

esponenziale. Nel 2015 la popolazione terrestre è aumen-

tata di circa 200mila persone al giorno, il che significa che

una città delle dimensioni di Brescia o di Taranto ogni

giorno si è aggiunta al pianeta. Ed è curioso, denuncia

Mer-calli, che sulla questione climatica manchi, ancora

oggi, una visione si-stemica: questi sono tutti problemi

interconnessi e sembra che i decisori politici – nonostante

concetti come “impronta ecologica” siano ormai patrimo-

nio comune e non solo di una elite di scienziati – sempli-

cemente li ignorino. Eppure questo termine compariva già

in un‟equazione di una quarantina d‟anni fa, proposta –

dal biologo Paul Ehrlich e l‟esperto di energia John Hol-

dren, attuale consigliere scientifico di Barack Obama –

per misurare l‟impatto umano sull‟ambiente:

I = P * A * T

Dove I, l‟impatto umano sull‟ambiente è dato dal prodotto

di 3 fattori non del tutto indipendenti:la popolazione uma-

na P; l‟affluence, ovvero i consumi pro-capite A e il fat-

tore tecnologico T che indica l‟impatto am-bientale per

unità di consumo. Se dobbiamo immaginare degli scenari

non possiamo fare a meno di ra-gionare sul fatto che la

popolazione mondiale dovrà avere – almeno in linea teo-

rica – accesso a una casa confortevole, a cibo, all‟energia.

Que-sto implica consumi sempre maggiori: di energie, di

risorse, di materie prime, di ambiente. 80 milioni di per-

sone in più nel 2015 quindi, che confermano un 2016 con

lo stesso andamento. Secondo le stime più accreditate,

alla metà del secolo, nel 2050, dovremmo arrivare a 9,5

miliardi di persone, 2 miliardi in più delle attuali. Da que-

sto discende, come accennato, “l‟ipoteca sul futuro” detta-

ta dall‟impronta ecologica e il fatto che stiamo già usando

quasi un pianeta e mezzo per le risorse che la Terra può

offrire alla popolazione mondiale. Essere 9,5 miliardi di

persone nel 2050 porterà a un consumo di risorse pari a 3

volte quelle disponibili in un anno sul pianeta. In primis

quelle fondamentali come l‟acqua. La strada sarà quindi

quella sbagliata. Secondo Pietro Greco bisognerebbe che

l‟intera umanità convergesse verso quella che Ari-stotele

ed Epicuro chiamavano “eudemonia”: soddisfatti i bisogni

primari e più immediati, la ricerca del benessere dovreb-

be essere im-materiale e fondata sulla conoscenza, in mo-

do da sostituire i para-digma dominante di “crescita senza

sviluppo” con quello di “benessere senza crescita”.

2.3 Il “colesterolo” del pianeta e altri record Ma i problemi non sono finiti: nel 2013 per la prima volta

è stata toccata in atmosfera la concentrazione di CO2 di

400 ppm. Una concentrazione che, si stima, non sia stata

toccata da almeno 3 milioni di anni. Il livello era stato

toccato per qualche giorno nel maggio 2013.Nel 2015 il da-

to è diventato stabile ed è entrato nella media. È un indi-

catore come tanti e i numeri tondi sulla mente umana ri-

mangono più impressi. Se continua a valere l‟analogia tra la

condizione di salute del singolo essere umano e quella del

pianeta, 400 può essere visto, in accordo con Mercalli, co-

me il livello di colesterolo di una persona: con 400 si vive lo

stesso, ma sicuramente peggio.

Tra le peculiarità esclusive dell‟anno passato si può invece

senz‟altro annoverare l‟essere stato l‟anno più caldo in as-

soluto: la media per il 2015 è stata di +1 grado rispetto alle

se-rie storiche in nostro possesso. Anche qui un valore-so-

glia e un numero tondo a cui si unisce il fatto che il 2014 è

stato l‟anno più caldo precedente, a indicare il fatto di esse-

re in qualche modo all‟interno di un andamento crescente.

Andamento a cui il nostro stesso paese si è uniformato, mo-

strando il suo lato peggiore in luglio, che è stato il mese più

caldo in assoluto relativamente a tutte le serie storiche a di-

sposizione. Un caldo fastidioso, umido, che ha messo a du-

ra prova le città padane, come Ravenna che il 6-7 luglio

hanno avuto il peggior clima mondiale, peggiore per con-dizione di umidità a quello di Calcutta. Le conseguen-ze in questi casi sono immediate sugli ecosistemi: i ghiacciai – importanti indicatori di salute - sono pres-soché scomparsi ovunque.

2.4 Gli effetti sulla salute umana

Una tra le più celebri riviste internazionali di medicina, The

Lancet, ha istituito una commissione che ha dato luogo a

un rapporto pubblicato nel novembre 2015: Health and cli-

mate change: policy responses to protect public health nel

quale, all‟inizio, si legge ben evidenziato: «The effects of

climate change are being felt today, and future projections

represent an unacceptably high and potentially catastrophic

risk to human health».Gli scienziati generalmente sono

molto cauti e non si rovinano la reputazione eccedendo con

i termini nelle proprie dichiarazioni. Anzi, spesso in passa-

to molti problemi anche gravi sono stati affrontati con giri

di parole per attenuarne l‟importanza: meglio essere taccia-

ti ex post di non aver saputo valutare adeguatamente un

problema che venire derisi dalla propria comunità per aver-

gli dato eccessivo peso. Se quindi si arriva a termini come

“catastrofico” e “rischio inaccettabilmente alto” vuol dire

che le cose si sono fatte serie. All‟inizio dell‟anno sono sta-

ti diffusi i dati di sovramortalità – avvenuta soprattutto tra

le categorie di anziani e malati cronici: 16mila morti nel

2015 nel solo mese di luglio, ovvero molti di più e molto

più silenziosamente di quanti ne abbia fatti il terrorismo. Al

caldo reagiscono positivamente soprattutto gli insetti: dalla

zanzara tigre (Aedes albopictus), ormai sdoganata alle ...

(continua a pag.33)

Page 32: Antropos aprile 2016

- 32 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

RReeggiimmeenn SSaanniittaattiiss SSaalleerrnniittaannuumm

-- CCaappuutt LLXX --

DDEE RRUUTTAA

Nobilis est ruta, quia lumina reddit acuta. auxilio rutae, vir, quippe videbis acute.

ruta viris coitum minuit, mulieribus auget.ruta facit castum, dat lumen et ingerit astum.

cocta facit ruta de pulicibus loca tuta.

PPiiaannttaa nnoobbiillee èè llaa rruuttaa// ppooiicchhéé ffaa llaa vviissttaa aaccuuttaa,,

ssee ttuu mmeegglliioo oorr vveeddii,, aall cceerrttoo//oopprraa ssuuaa eedd èè ssuuoo mmeerrttoo..//DDeessssaa ll‟‟eessttrroo

aallll‟‟uuoomm rraalllleennttaa,,// ee aallllee ffeemmmmiinnee ll‟‟aauummeennttaa::// ddeessssaa iinnffoonnddee ppuuddiicciizziiaa,,

ddàà ll‟‟iinnggeeggnnoo ee llaa mmaalliizziiaa..// ssee llaa ccuuccccii ee aall ssuuooll llaa ggeettttii //ddaallllee rriiee ppuullccii lloo nneettttii..

LLEEVVIIOORRAA

Page 33: Antropos aprile 2016

- 33 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

segna dei 2° alla fine del secolo i mari potrebbe innalzarsi

anche di un metro. Il problema è che questo fattore – come

altri – è irreversibile: non si può tornare indietro.

2.6 La conferenza ha funzionato oppure no? COP 21 significa che il 2015 è stato il 21esimo anno in cui

un certo numero di nazioni si riunisce per decidere qualche

misura sulla limitazione dell‟impatto antropico sul pianeta.

Vent‟anni in cui sono stati fatti timidi passi avanti, sono sta-

ti conclusi accordi disattesi, accordi da cui sono entrate e

uscite nazioni importanti come Cina, Usa e Canada. Una

storia sofferta e che ha portato ad anni di considerevole im-

mobilismo internazionale: l‟impatto dell‟Umanità sul piane-

ta è sembrato essere più forte della sua stessa consapevo-

lezza. L‟incontro di Parigi di fine 2015 per certi aspetti non

sembra essersi discostato molto dai precedenti e la conclu-

sione che si può trarre è duplice: da un lato sembra essere

aumentata di molto la sensibilità al problema, tanto che la

partecipazione alla conferenza è stata di gran lunga mag-

giori rispetto alle edizioni precedenti. Dall‟altro, da un pun-

to di vista strettamente tecnico, il traguardo dei 2° sembra –

se messo in relazione ai provvedimenti “attuativi” presi per

rispettare il mandato – utopistico. La sensazione generale è

comunque «troppo tardi e troppo poco», anche se la grande

novità rispetto agli incontri precedenti consiste nel fatto di

essere un accordo “universale”: non siedono più al tavolo

quindi i soli paesi industrializzati o del “primo mondo”, ma

tutti i 196 paesi riconosciuti come tali dai trattati interna-

zionali. Quindi se da un punto di vista strettamente umano

COP21 ha funzionato perché è riuscito a far sottoscrivere

un accordo sul clima a un “condominio” di 196 paesi so-

vrani, formato da oltre 7 miliardi di persone, dall‟altro si

continua a essere in colpevole ritardo sulle misure attuative

che, intanto, verranno poste in essere realmente tra chissà

quanto tempo – la ratifica si avrà soltanto ad aprile 2016 e

una reale entrata in vigore solo nel 2020 – e soprattutto: chi

controllerà i trasgressori? La CO2 si misura, ma si misura

tutta insieme e al momento non c‟è modo di sapere chi ha

emesso cosa. Attuate le promesse di rinuncia che ogni paese

ha fatto in favore del clima, riconteggiando tutto, si arriva a

+2,7° e non a 2° come previsto. Troppo tardi e troppo poco.

4. La comunicazione del problema

4.1 Spiegare il cambiamento climatico nella scuola

Il cambiamento climatico necessita senza ombra di dubbio

di un grande sforzo di comunicazione, di partecipazione e

di sensibilizzazione fin dalle età scolari. In Italia, qualche

anno fa fu fatto partire un progetto biennale (2009-2011)

che coinvolgeva insegnanti e famiglie, con il supporto della

Commissione Europea per i programmi LIFE+: il progetto

R.A.C.E.S., acronimo di Raising Awareness on Climate

Change and Energy Savings.

R.A.C.E.S. ha coinvolto 5 attori: il primo, scientifico, è l‟I-

stituto di Biometeorologia (Ibimet) del Consiglio Nazionale

delle Ricerche e, a seguire: la Municipalità di Firenze come

coordinatore del progetto, la Municipalità di Modena e gli

uffici EuropeDirect di Bari, Potenza e Trento. ((CCoonnttiinnuuaa))

LLuucciiaannoo CCeellii

nostre latitudini da qualche anno, alla recentissima “zan-

zara zika”, che ovviamente non è una zanzara, ma l‟insetto

– in questo caso l‟Aedes aegypti – è il vettore preferito dal

virus.

2.5 I danni alle colture

Gli stravolgimenti climatici fanno sì, per esempio, che ci sia-

no grandi momenti di siccità in periodi come l‟inverno. Nel

2016, almeno fino alla fine di gennaio, sulle Alpi è caduta

ancora pochissima neve e, come sempre più spesso accade,

nevica più sulla catena appenninica del centro-sud che sulle

Alpi a nord. Danni quindi all‟indotto del turismo, ma soprat-

tutto alle colture. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature

da Corey Lesk, della Mc Gill University a Montreal, in Ca-

nada, e colleghi di altri istituti canadesi e britannici, ha ana-

lizzato per la prima volta da un punto di vista statistico i dan-

ni riportati globalmente durante questi eventi, stimando che

siccità e ondate di calore hanno ridotto del 9-10 percento la

produzione di cereali, mentre non è stato possibile quanti-

ficare l‟effetto delle alluvioni e del freddo estremo. Si tratta

complessivamente di una perdita di circa 1,8 miliardi di ton-

nellate di cereali, una quantità paragonabile alla produzione

mondiale annuale di mais e frumento. Calamità che colpi-

scono indistintamente, che si tratti di “Primo” o “Terzo mon-

do”: regioni come la California sono andate incontro negli

ultimi anni a un incremento della siccità tale da cambiare in

modo permanente l‟aspetto del territorio, ormai arido e im-

possibile da coltivare. Situazione che ha dato luogo a una ve-

ra e propria fuga, configurandosi in un fenomeno/problema

sociale tutto figlio della modernità, quello degli eco-migranti,

ovvero di persone costrette a spostarsi perché il luogo in cui

sono sempre vissute è cambiato così radicalmente da impedi-

re un futuro in quella zona.

Data la situazione e le conoscenze scientifiche sull‟argomen-

to – ormai neppure poche – e date tutte le simulazioni, fatte

indipendentemente da molti istituti di ricerca nel mondo e co-

ordinate dall‟IPCC (Intergovernmental Panel on Climate

Change), gli scenari possibili si riducono quindi a un paio:

(1) si prendono provvedimenti e si cerca ci contenere l‟au-

mento della temperatura all‟interno di una “linea azzurra” al

massimo entro i 2° centigradi da qui al 2100 oppure (2) non

si fa niente e si corre lungo una “linea rossa” che può far

schizzare la temperatura media del pianeta fino a 5° in più

rispetto a oggi. Quindi i 2° servirebbero a non mandare trop-

po in crisi il clima e nel contempo permettere alle generazioni

future – di un futuro immediato – di adattarsi. I 5° in più, va

da sé, costituiscono lo scenario della catastrofe. Non c‟è me-

moria storica – in funzione delle informazioni che fino ad ora

si hanno – da quando il genere Homo è comparso sulla Terra,

di adattamento della specie a uno scalino di temperatura me-

dia così alto.

Comunque sia, ammesso e non concesso di riuscire nell‟im-

presa, l‟innalzamento di mezzo metro delle acque di mari e

oceani non ce lo leva nessuno, e questo significa che molte

delle popolazioni che oggi vivono sulle zone di costa dovran-

no abbandonarle o prendere provvedimenti drastici per con-

trastare gli innalzamenti. Se poi non venisse accettata la con-

CC OO SS AA ÈÈ CC AA MM BB II AA TT OO NN EE LL CC AA MM BB II AA MM EE NN TT OO CC LL II MM AA TT II CC OO ?? -- CC OO NN TT II NN UU AA DD AA PP AA GG .. 33 11

Page 34: Antropos aprile 2016

- 34 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

DDAALLLLAA RREEDDAAZZIIOONNEE DDII SSAARRNNOO

IINNAAUUGGUURRAAZZIIOONNEE DDEELLLL’’OORRTTOO BBOOTTAANNIICCOO

FFiinnaallmmeennttee,, ddooppoo llaa ddiissttrruuzziioonnee ddii uunn LLiicceeoo,,

iinniizziiaattaa ddaall ssuuoo ccaanncceelllloo dd‟‟eennttrraattaa ee qquueellllaa ddii

vviillllee ee ssoorrggeennttii ddii aaccqquuaa ssuullffuurreeaa,, uunnaa iinniizziiaattiivvaa

ppoossiittiivvaa..

LL‟‟oottttoo aapprriillee ssccoorrssoo,, èè stato inaugurato l'orto

botanico didattico di via Sarno Palma, località

La Marmora, su di un terreno confiscato alla

camorra.

Il progetto nasce su iniziativa dell'associa-

zione Porta Aperta Onlus e del Comune di Sar-

no, firmatari di un protocollo di intesa per il

riutilizzo a uso sociale di beni confiscati alla

criminalità organizzata.

Al taglio del nastro – cui hanno assistito rap-

presentanze delle scuole del territorio – erano

presenti il sindaco di Sarno e presidente della

Provincia, Giuseppe Canfora, il commissario

regionale antiracket e antiusura, Franco Malva-

no, e il presidente dell'Associazione Porta

Aperta Onlus, Francesco Casillo.

L'Associazione Porta Aperta ha ricevuto in af-

fidamento dal Comune di Sarno il terreno per

realizzare l'orto botanico didattico che sarà a-

perto a tutte le scuole della regione Campania.

Il bene è stato rivitalizzato grazie al “Progetto

Oasi”, finanziato nell‟ambito del Piano Azione

Coesione “Giovani no profit” dalla Presidenza

del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della

Gioventù e Servizio Civile Nazionale.

Un percorso naturalistico, un laghetto arti-

ficiale, due serre didattiche e coltivazioni di

prodotti tipici dell‟Agro-Nocerino Sarnese at-

tendono i visitatori all'interno dell'orto bota-

nico didattico. L‟orto accoglierà gratuitamente

su prenotazione scuole di ogni ordine e grado,

gruppi di cittadini, associazioni e famiglie.

Riaffermare la presenza dello Stato e delle

sue articolazioni periferiche è il principale o-

biettivo del progetto che si propone di valo-

rizzare il ruolo del volontariato come motore

dello sviluppo culturale, sociale e di risveglio

delle coscienze civiche. Lo scopo è, quindi, far

crescere nei giovani la cultura della legalità

attraverso la conoscenza delle proprie tra-

dizioni e delle proprie radici.

AAll ddii llàà ddeell ffaattttoo,, rriimmaannee ll‟‟iinnddeeggnnaa ccoommppee--

ttiizziioonnee ttrraa llee ffaazziioonnii ppoolliittiicchhee,, cchhee,, aall ssuuoonnoo ddeell

vveecccchhiioo mmoottiivvoo ““CCooppiiaa ccooppiiaassssaa””,, lliittiiggaannoo ssuullllaa

pprroopprriieettàà ddeell pprrooggeettttoo:: uunnaa vveerraa bbaammbbiinnaattaa!! CChhee

ppeennaa!!

SSeemmbbrraa cchhee ssttiiaannoo ttuuttttii iimmppaazzzzeennddoo,, ppeerrssiinnoo

llee aannaattrree eedd ii cciiggnnii cchhee,, iill ttrreeddiiccii ssccoorrssoo,, hhaannnnoo

iinnvvaassoo llee ssttrraaddee.. MMaa llee ppaarroollee ddeellll‟‟aasssseessssoorree aall--

ll‟‟aammbbiieennttee,,llaa Esposito,hhaannnnoo ttrraannqquuiilllliizzzzaattoo ttuutt--

ttii:: «Mi attiverò da subito, affinché gli enti pre-

posti prendano in considerazione quanto sta ac-

cadendo. A questo punto non sappiamo come e

perché questi volatili invadono le strade».

Page 35: Antropos aprile 2016

- 35 -

AAnnttrrooppooss iinn tthhee wwoorrlldd

UUNNAA DDOONNNNAA NNEELLLLAA LLEETTTTEERRAATTUURRAA aa ccuurraa ddii AAnnddrrooppooss

Καλυψώ -- CCaalliippssoo

Ulisse ospite della ninfa Calipso, nell‟isola di

Ogigia. Qui l‟eroe passa addirittura sette anni, an-

che se non tutti felicemente. Della ninfa, infatti,

s‟era già stufato da tempo, ma non poteva andarsene

da lì, non avendo più la nave: guarda caso aveva

fatto naufragio anche se, almeno questa volta, lui

non c‟entrava nulla. Infatti, i suoicompagni avevano

trasgredito ad un preciso ordine divino: una volta

sbarcati in Trinacria (cioè la Sicilia), isola sacra

aldio Sole, non avrebbero mai dovuto uccidere, per

cibarsene, le vacche sacre al dio, nemmeno in preda

alla fame più nera. Manco a dirlo, esaurite le prov-

viste, gentilmente offerte daCirce ennesima con-

quista delll‟itacese), che avevano portato con sé, i

compagni di Odisseo si danno alla caccia e, sacre o

non sacre, uccidono proprio quelle vacche lì. A

questo punto, Helios chiede vendetta al padre degli

dei e così, una volta ripartiti, i sacrileghi sono abbat-

tuti da una violenta tempesta scatenata da Zeus. Il

solo Ulisse si salva e dopo dieci giorni di sofferenze

e fatiche, viene scagliato dagli dei sull‟isola di Ca-

lipso.

Chi era Calipso? Sicuramente una donna molto

caparbia: innamoratasi del bell‟itacese, non lo molla,

vive con lui more uxorio per un periodo che al no-

stro eroe pare infinito, gli promette l‟immortalità che

puntualmente lui rifiuta, struggendosi in pensieri

malinconici in una dimensione quasi onirica.

Probabilmente Ulisse spera di svegliarsi da un

sogno che sta diventando un incubo, di ritrovarsi a

casa, fra la sua gente, nella sua reggia, confortato dai

suoi affetti più cari. Magari si augura che, de-

standosi, la stessa guerra di Troia non sia mai esi-

stita. Forse non è mai partito, non è mai giunto in

alcun luogo, non si è mai mosso da Itaca. Ma la

realtà è, ahimè, più crudele che mai: è prigioniero in

un‟“isola che non c‟è”, in balia di un amore che non

può corrispondere, che detesta con tutte le sue forze,

che lo porta alla depressione più nera. Siamo per la

prima volta di fronte ad un eroe distrutto che solo la

speranza di uscire da quest‟incubo trattiene dal sui-

cidio. Calipso stessa, seppur sconfitta, ne esce vitto-

riosa.

Calipso è una ninfa, figlia di Atlante (quello che

sorregge il mondo sulle spalle, per intenderci) e di

Pleione. Nulla si sa della sua vita; il suo nome è

legato a quello di Ulisse e sembra che nella sua

esistenza non avesse avuto altro merito che quello di

avere una relazione così duratura con l‟eroe greco.

Di meriti, anzi, non doveva averne proprio, visto

che era stata relegata su quest‟isola sperduta chissà

dove, solitaria e abbandonata da uomini e dei; regi-

nadi un regno senza trono né sudditi, posto ai con-

fini del mondo. A conferma di ciò, basta leggere i

versi in cui Ermes, messaggero degli dei, incaricato

da Zeus di convincere Calipso a lasciar andar via

Ulisse, le si rivolge con tono alquanto seccato: Zeus ordinò a me, che non volevo, di venir qui:

e chi mai di sua volontà percorrerebbe tanto mare salso

infinito? E vicino non c‟è città di mortali, che agli

deifacciano sacrifici e scelte ecatombe.

Ma non è possibile che un altro dio trasgredisca

o renda vano il pensiero di Zeus egioco.

(Odissea, V, vv.99-104)

Insomma, una bella scocciatura andare fin laggiù

senza un tornaconto personale! Ma non si può tra-

sgredire agli ordini di Zeus ed ecco che Ermes, sep-

pur riluttante, compie la sua missione.

Eppure l‟isola, nella descrizione di Omero, è tut-

t‟altro che inospitale: il mare violaceo circonda

una terra rigogliosa, ove s‟innalzano pioppi, ontani,

cipressi, cresce fiorente una vite gravida di grappoli,

verdeggiano prati di viole ed apio, il tutto annaffiato

da fontane che versano limpide acque. Calipso è una

creatura soave che offre all‟amatonettare ed am-

brosia, il cibo degli dei. Ma Ulisse rifiuta, assalito

dal desiderio disperato di rivedere la sua patria, di

riabbracciare la moglie Penelope e il figlio Telema-

co.

Ulisse, Robinson Crusoe ante litteram, se solo

avesse accettato i doni gentilmente offertagli dalla

ninfa, avrebbe potuto passare con lei, in quella me-

ravigliosa isola senza tempo, l‟eternità, in una con-

dizione di sempiterna felicità.

Page 36: Antropos aprile 2016

- 36 -

LLaa tteelleewweebb AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD ee llaa ssuuaa

rriivviissttaa nnoonn hhaannnnoo ffiinnaalliittàà lluuccrraattiivvee,, nnéé ssoonnoo eessssee lleeggaattee

aadd iiddeeoollooggiiee ppoolliittiicchhee.. PPeerrcciiòò,, aaggiissccoonnoo nneellllaa ttoottaallee

lliibbeerrttàà ddii ppeennssiieerroo,, iinn nnoommee ddii uunnaa ccuullttuurraa,, cchhee hhaa aa

ccuuoorree ii vvaalloorrii cchhee rraapppprreesseennttaannoo iill ccaarrddiinnee ddeellllaa ssoocciieettàà

cciivviillee ee ddeellllaa vviittaa,,nneell ppiieennoo rriissppeettttoo ppeerr llaa ppeerrssoonnaa

uummaannaa ee ccoonnttrroo ooggnnii ffoorrmmaa ddii iiddiioossiinnccrraassiiaa.. PPrroo ppaaccee,,

sseemmpprree ccoonnttrraa bbeelllluumm..

RRiivviissttaa ee tteellee--wweebb oommoonniimmaa::

hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ii tt

hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ee uu CCaannaallee vviiddeeooYYuuttuubbee

hhttttpp::////wwwwww..yyoouuttuubbee..ccoomm//uusseerr//MMrrFFrraannccooppaassttoorree

DDiirreezziioonnee ee ggeessttiioonnee VViiaa PPoossiiddoonniiaa,, 117711//hh,, SSaalleerrnnoo

tteelleeffoonnoo//sseeggrr..tteell:: 008899..772233881144

FFaaxx:: 008899..772233881144 –– EECCDDLL::IITT11553311444400

CCoonnttaattttii tteelleemmaattiiccii:: aa nn tt rr oo pp oo ss @@ ff aa ss tt ww ee bb nn ee tt .. ii tt

DDiissttrriibbuuzziioonnee:: LL ee tt tt uu rr aa oo nn ll ii nn ee

FFoonnddaattoorree//EEddiittoorree//DDiirr..rreessppoonnssaabbiillee:: MMeemmbbeerr ooff GG..NN..SS PPRREESSSS AAssssoocciiaattiioonn

EEuurrooppeeaann JJoouurrnnaalliisstt

ddootttt.. PPrrooff.. FFrraannccoo PPaassttoorree

ff rr aa nn cc oo pp aa ss tt oo rr ee @@ ff aa ss tt ww ee bb nn ee tt .. ii tt hh tt tt pp :: // // ww ww ww .. aa nn dd rr oo pp oo ss .. ii tt // BB ii oo gg rr aa ff ii aa .. hh tt mm ll hh tt tt pp :: // // aa nn dd rr oo pp oo uu .. bb ll oo gg ss pp oo tt .. ii tt //

DDiirreettttoorree:: RRoossaa MMaarriiaa PPaassttoorree

rroommaappaass@@kkaattaammaaiill..ccoomm

rr oo mm aa pp aa ss 33 99 @@ gg mm aa ii ll .. cc oo mm

hhttttpp::////rroosseemmaarryyookk..sskkyyrroocckk..ccoomm//

RReeddaazziioonnee ddii SSaalleerrnnoo VViiaa CCaammiilllloo SSoorrggeennttii,, 2211 ((tteell..008899..222233773388))

ddootttt.. RReennaattoo NNiiccooddeemmoo

ddootttt.. IInngg.. GGiiuuffffrriiddaa FFaarriinnaa

ddootttt..PPaaoolloo LLiigguuoorrii

MMaarriioo BBoottttiigglliieerrii

RReeddaazziioonnee ddii PPaaggaannii PPiiaazzzzaa CCoorrppoo ddii CCrriissttoo 8844001166

ddootttt.. FFllaavviiaannoo CCaalleennddaa

ff ll aa vv ii aa nn oo cc aa ll ee nn dd aa @@ kk aa tt aa mm aa ii ll .. cc oo mm

RReeddaazziioonnee ddii AAnnggrrii VViiaa BBaaddiiaa,, 66 AAnnggrrii ((SSaa)) ((008811..994466889955))

GGeeoommeettrrrraa CCaarrlloo DD’’AAccuunnzzoo

ccaarrlloo..ddaaccuunnzzoo@@ttiinn..iitt

RReeddaazziioonnee ddii SSaann VVaalleennttiinnoo TToorriioo ((SSaa)) VViiaa CCuurrttii,, 88 –– tteell.. 008811..99555555440088 ddootttt.. AAvvvv..VViinncceennzzoo SSoorriieennttee vviinncceessoorriieennttee@@ggmmaaiill..ccoomm

RReeddaazziioonnee ddii SSaarrnnoo ((SSAA)) VViiaa RRoommaa nn..5544 SSaarrnnoo-- cceellll.. 332288..99116633338800

DDootttt EErrrriiccoo EElliiaannii

eerrrriiccooeelliiaannii@@ggmmaaiill..ccoomm

RReeddaazziioonnee ddii TToorrrree ddeell LLaaggoo PPuucccciinnii CCoommuunnee ddii VViiaarreeggggiioo -- VViiaa FF..DDeellll’’AAqquuiillaa,, 2299//bb

SSiillvveessttrrii PPaassttoorree CCeessaarree

ssiillvveessttrriicceessaarree@@vviirrggiilliioo..iitt

RReeddaazziioonnee ddii BBeerrggaammoo VViiaa PPeerroossii,, 2200 ((cceellll::33447700770066113333))

DDootttt..PPrrooff..ssssaa MMaarriiaa IImmppaarraattoo

mmaarriiaaiimmppaarraattoo11@@vviirrggiilliioo..iitt

CCoollllaabboorraazziioonnii:: ddootttt.. VViinncceennzzoo AAnnddrraaoouuss ((PPaavviiaa))

ddootttt.. MMaarrccoo DDee BBoorriiss ((MMiillaannoo))

ddootttt..aarrcchh.. AAnniieelllloo PPaalluummbboo ((SSaalleerrnnoo))

oonn.. ddootttt.. MMiicchheellee RRaalllloo ((TTrraappaannii))

CCoonnssuulleennttee mmuussiiccaallee MM..ttrroo EErrmmaannnnoo PPaassttoorree

CCoonnssuulleennttee ggrraaffiiccoo DDootttt PPaaoolloo LLiigguuoorrii

WWeebbmmaasstteerr PPrrooff..ssssaa PPaassttoorree RRoossaa MMaarriiaa

AAii sseennssii ee ppeerr ggllii eeffffeettttii ddeell DD.. LLgg.. 119966//0033,, llee iinnffoorrmmaa--

zziioonnii ccoonntteennuuttee iinn qquueessttee ppaaggiinnee ssoonnoo ddiirreettttee eesscclluussii--

vvaammeennttee aall ddeessttiinnaattaarriioo.. ÈÈ VViieettaattoo,, ppeerrttaannttoo,, uuttiilliizzzzaarrnnee

iill ccoonntteennuuttoo,, sseennzzaa aauuttoorriizzzzaazziioonnee,, oo ffaarrnnee uussii ddiivveerrssii ddaa

qquueellllii ggiioorrnnaalliissttiiccii ..

II ccoollllaabboorraattoorrii,, vvoolloonnttaarrii,, nnoonn ppeerrcceeppiissccoonnoo ccoommppeennssoo

aallccuunnoo ee ssii aassssuummoonnoo llee rreessppoonnssaabbiilliittàà ddii qquuaannttoo

rriippoorrttaattoo nneeii pprroopprrii eellaabboorraattii..

DDaall DDeettttaattoo ccoossttiittuuzziioonnaallee::

-- TTuuttttii hhaannnnoo ddiirriittttoo aa mmaanniiffeessttaarree lliibbeerraammeennttee iill

pprroopprriioo ppeennssiieerroo,, ccoonn llaa ppaarroollaa,, lloo ssccrriittttoo eedd ooggnnii aallttrroo

mmeezzzzoo ddii ddiiffffuussiioonnee.. LLaa ssttaammppaa nnoonn ppuuòò eesssseerree ssooggggeettttaa

aadd aauuttoorriizzzzaazziioonnii oo cceennssuurree -- ((AArrtt.. 2211))

-- LLaa CCoossttiittuuzziioonnee iittaalliiaannaa aassssuummee llaa ccuullttuurraa ccoommee vvaalloorree

ffoonnddaammeennttaallee ee iinnsseerriissccee ttrraa ii pprriinncciippii ffoonnddaammeennttaallii llaa

ddiissppoossiizziioonnee cchhee iimmppeeggnnaa llaa RReeppuubbbblliiccaa aa pprroommuuoovveerrnnee

lloo ssvviilluuppppoo.. ““IIll ppaattrriimmoonniioo ccuullttuurraallee ddii uunn PPaaeessee

rraapppprreesseennttaa llaa tteessttiimmoonniiaannzzaa vviissiibbiillee ee ttaannggiibbiillee ddeellllaa

ssttoorriiaa ddii qquueellllaa NNaazziioonnee ……”” -- ((aarrtt..99))

GGllii iinnddiirriizzzzii ee--mmaaiill iinn nnoossttrroo ppoosssseessssoo,, iinn ppaarrttee ccii ssoonnoo

ssttaattii ccoommuunniiccaattii,, iinn ppaarrttee pprroovveennggoonnoo ddaa eelleenncchhii ddii

ppuubbbblliiccoo ddoommiinniioo iinn IInntteerrnneett,, aallttrrii ssoonnoo ssttaattii pprreelleevvaattii,,

ddaa mmeessssaaggggii ee--mmaaiill aa nnooii ppeerrvveennuuttii.. SSeeccoonnddoo ll''aarrttiiccoolloo nn..

11661188 PPaarr.. 111111 ddeelliibbeerraattoo aall 110055°° ccoonnggrreessssoo UUSSAA,, iinn

ccoonnffoorrmmiittàà aallllaa DD..LLggss.. 119966//22000033 eedd aa nnoorrmmaa ddeellllaa LLeegg..

667755//9966,, nneell rriissppeettttoo ddeell ttrraattttaammeennttoo ddeeii ddaattii ppeerrssoonnaallii,, iill

ssuuoo iinnddiirriizzzzoo èè ssttaattoo uuttiilliizzzzaattoo eesscclluussiivvaammeennttee ppeerr ll’’iinnvviioo

ddeellllaa pprreesseennttee rriivviissttaa..

RReeggaallaattee uunn aabbbboonnaammeennttoo ggrraattuuiittoo aallllaa rriivviissttaa,, aa

ppaarreennttii,, aammiiccii ee ccoonnoosscceennttii iinntteerreessssaattii,, sseeggnnaallaannddooccii llaa

lloorroo ee--mmaaiill.. IInnffaattttii,, iill ggiioorrnnaallee vviieennee iinnvviiaattoo ssoolloo aadd ee--

mmaaiill sseeggnnaallaattee eedd ooppppoorrttuunnaammeennttee sseelleezziioonnaattee..

SSuu wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu,, iinn NNeewwss,, ii nnuummeerrii ddeellllaa

rriivviissttaa ddeeggllii uullttiimmii ttrree aannnnii.. PPeerr ccoommuunniiccaazziioonnii,,

iinnvviioo ddii mmaatteerriiaallii,, rriicchhiieessttee ddii ppuubbbblliicciittàà ee ccoollllaa--

bboorraazziioonnii:: 008899..222233773388 –– FFaaxx:: 008899..772233881144 ––

CCeelllluullaarree:: 33777711771111006644

EE--MMAAIILLSS :: aannddrrooppoossiinntthheewwoorrlldd@@ffaassttwweebbnneett..iitt

aannttrrooppooss@@ffaassttwweebbnneett..iitt –– ffrraannccooppaassttoorree@@ffaassttwweebbnneett..iitt

SSppeeddiizziioonnee vviirrttuuaallee oonn lliinnee PPeerr ssppeeddiizziioonnee vviirrttuuaallee oommaaggggiioo,, mmaassssiimmoo 33 mmeessii

PPeerr ccooppiiaa ccaarrttaacceeaa:: €€ 11,,5500 ppiiùù ssppeessee ddii ssppeeddiizziioonnee..

PPeerr aabbbboonnaammeennttoo aannnnuuoo aall ccaarrttaacceeoo:: €€ 2255,,0000

PPeerr aabbbboonnaammeennttoo aannnnuuoo aall vviirrttuuaallee:: €€ 2200,,0000

AANNTTRROOPPOOSS IINN TTHHEE WWOORRLLDD,, RRiivviissttaa ee TTeelleewweebb,,

hhaannnnoo,, iinnoollttrree ,, iill ppaattrroocciinniioo ddeeggllii EEnnttii CCaarrmmiinneelllloo ee

SSSS.. CCoorrppoo ddii CCrriissttoo.. IIll ggiioorrnnaallee èè aa ddiissppoossiizziioonnee ddeeii

nnoossttrrii lleettttoorrii ssuull ppoorrttaallee:: hhttttpp::////wwwwww..aannddrrooppooss..eeuu//aannttrrooppoossiinntthheewwoorrlldd..hhttmmll

mmaa ppuuòò eesssseerree rriicchhiieessttoo aanncchhee iinn ffoorrmmaa ccaarrttaacceeaa,,

pprreevviioo llaa ssoottttoossccrriizziioonnee ddii uunn aabbbboonnaammeennttoo annuale

RReeaalliizzzzaazziioonnee ccaarrttaacceeaa VViiaa PPoossiiddoonniiaa 221133//221155 ((SSaa)) -- tteell.. 008899 775599772255

Cod. GGKEY:N5YNU8RQ6SU E

MMeemmbbeerrsshhiipp iinn tthhee GGNNSS PPrreessss AAssssoocciiaattiioonn RReegg.. IIDD 77667766 88 –– IIPPCC // RRiicchhiieessttaa aauuttoorriizzzz..nnee aall TTrriibbuunnaallee ddii SSaalleerrnnoo ddeell 2255..0033..22000088 // PPaattrroocciinniioo CCoommuunnee ddii

SSaalleerrnnoo pprroott.. PP9944990088 –– 2277..0055..22000099 // PPaattrroocciinniioo PPrroovv.. AAvveelllliinnoo –– pprroott.. 5588119966 –– 1166..1100..22001122 // PPaattrroocc.. CCoomm.. PPaaggaannii –– pprroott.. 00002233228844 –– 2299..0077..22000088 // PPaattrroocc..

PPrroovv.. SSaalleerrnnoo –– pprroott.. 116677//sstt –– 2233..0099..22000099 // PPaattrroocc.. CCoomm.. ddii SS.. VVaalleennttiinnoo TToorriioo –– 2244..0055..22000088 –– AAccqquuiissttoo SSppaazziioo//wweebb ddeell 2266//0044//0066 -- AArruubbaa SS..PP..AA..