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Clamer informa Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo Anno XLI ISSN 0394-9435 Aprile 2016 4 www.clamerinforma.it

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Editoriale Block Notes Cosa dicono? Guida alla lettura delle note tecniche dei sementieri Consigli per l'uso: Camelia Riconoscere le patologie delle piante: “La Viola” Agave e Yucca: piante tenaci per tempi duri! Rivedete la vostra strategia di fertilizzazione con il fosforo Presentato all’IPM 2016 di Essen PlantPaper, una rivoluzione nel mondo delle giovani piante Danni da bombi su ciclamino Aggiornamenti sulla lotta ad insetti di recente introduzione

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Clamer informa Mensile

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floricolturaorticoltura e

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Anno XLIISSN 0394-9435

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4www.clamerinforma.it

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consigli per l’uso

Camelia

Agave e Yucca: piante tenaci per tempi duri!

Rivedete la vostra strategia di fertilizzazione con il fosforo

Danni da bombi su ciclamino

Cosa dicono? Guida alla lettura delle note tecniche dei sementieri

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Riconoscere le patologie delle piante: “La Viola”

Presentato all’IPM 2016 di Essen PlantPaper, una rivoluzione nel mondo delle giovani piante

Aggiornamenti sulla lotta ad insetti di recente introduzione

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Clamer informaMensile tecnico scientifico di

floricoltura, orticoltura e vivaismo

Aprile 2016

Editore: Pentagono Editrice s.a.s.Direttore responsabile:Edoardo AntoniniDirettore scientifico:Giorgio RampininiRedazione:Edoardo AntoniniGuido Franco ClamerSimona Bison

Direzione e redazionevia dei Tigli 32/C 20020 Arese (MI)Tel. 02/9381674

Redazione:[email protected]

Pubblicità:[email protected]

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EDITORIALEa cura di Edoardo Antonini

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Parola d’ordine della stagione 2016:imparare dai propri errori!C’è da augurarsi che la stagione anche se tardiva, sia di quelle buone.Negli ultimi anni molte aziende floricole hanno chiuso i bat-tenti o sono fallite a causa della corsa al ribasso iniziata da alcuni e proseguita da altri che non potevano permet-tersela.Proprio per questo per i sopravvissuti che ancora operano nel settore, il mercato è più grande e la concorrenza, al-meno a livello nazionale, è inferiore.A rigor di logica stando all’evoluzionismo Darwiniano dovrebbero essere sopravvissuti i più forti o quelli che si sono meglio adattati alle condizioni mutevoli dell’ambiente.Quindi se da un lato c’è più mercato per chi resta, i concor-renti rimasti sono sicuramente più scaltri e meglio adattati al mercato di oggi.A questo punto servirebbe veramente un’associazione di categoria degna di questo nome che possa rappresentare e parlare in nome e per conto delle migliaia di floricoltori sul territorio, con le poche centinaia di gruppi di acquisto facenti capo a garden center, GDO e GDI e che possa, so-

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prattutto, mitigare le tendenze suicide al ribasso che hanno caratterizzato il settore negli ultimi anni.Ricordiamoci che anche il mercato Olandese e Tedesco ha operato il medesimo processo di selezione e c’è da augu-rarsi che i grossi quantitativi di merce sottocosto che si riv-ersavano sul mercato italiano in fuga da un mercato locale saturo siano finiti insieme alle aziende che li generavano.Oggigiorno molti grandi ibridatori e produttori di giovani pi-ante offrono “concept” interessanti che piacciono al cliente finale e di conseguenza al garden e che si distinguono ab-bastanza da generare un plusvalore.La corsa al ribasso ha mietuto vittime illustri e non solo, decimando di fatto il settore floricolo italiano. Le logiche della Comunità Europea hanno portato l’agricoltura italiana a rinunciare alla produzione di moltissimi beni. Razional-mente è giusto produrre un bene laddove è più redditizio farlo ma il fiore sembra una cosa troppo naturale da pro-durre in un paese caratterizzato da clima mite bellezze ar-chitettoniche e paesaggistiche, ville storiche e turismo.Il popolo italiano avrà anche tanti difetti ma non ci è mai mancata l’inventiva. Vediamo di usarla e metterla a frutto nel modo migliore. Viviamo ormai in una società cosmopol-ita ed il turismo è una delle principali voci di bilancio dello Stato Italiano tuttavia nei garden e nei punti vendita è tutto solo e rigorosamente in Italiano. Il turista o l’immigrato che parla ancora poco la nostra lingua non lo vogliamo proprio considerare alla stregua di un potenziale cliente?

Edoardo AntoniniDirettore responsabile

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A partire dalla prima Dome-nica di Maggio riapre uno dei più famosi giardini del nostro paese: il giardino di Castello Quistini a Rovato, in Francia-corta, dove regna una delle più grandi collezioni di rose: oltre 1500 varietà con colori e profumi di ogni tipo a fare da cornice ad uno dei più antichi castelli della provincia di Bre-scia.Una decina di anni fa, grazie alle idee e all’impegno della fa-miglia proprietaria, all’interno delle mura del palazzo furono

Castello Quistini e il giardino incantato dove fioriscono migliaia di rose

progettati una serie giardini con collezioni di rose antiche e in-glesi pronte a fiorire a partire da Maggio, speciali varietà di or-tensie e peonie, frut-ti antichi e piccoli orti con collezioni di pian-te officinali.Oggi Castello Quisti-ni è un luogo unico al mondo, che per tutta la Prima-vera, le Domeniche e i giorni festivi, sarà aperto alle visite per tutti coloro che vorranno ammirarne la bellezza. Con il biglietto di ingresso si avrà accesso ad un tour chiamato “Tra rose, storia e leggen-

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da”, un percorso storico tra alcune delle sale del palazzo ma non solo: fiori , piante, giardini e collezioni botani-che vi accompagneranno tra i giardini per una passeggiata botanica. Vi verrà consegna-ta una mappa dei palazzo con le descrizioni delle sale e dei giardini. Per chi preferisce la classica visita guidata appun-tamento alle ore 11,00 e alle ore 16,00 di ogni Domenica e festivo.Decisamente interessante è il Giardino Bioenergetico, rea-lizzato nel 2004 dall’eco desi-gner Marco Nieri e dall’archi-tetto Chiara Odolini. C’è poi il

Giardino Segreto delle Orten-sie, un piccolo e nascosto spa-zio verde dove ammirare al-cune varietà di ortensie tra le più particolari, come l’Hydran-gea involucrata. Un posto di riguardo spetta ad Hortus Conclusus, dove sono state piantate e catalogate una cin-quantina di varietà di piante officinali, come l’achillea. Pian-te che anche oggi trovano uso nei rimedi omeopatici o che forniscono i loro principi attivi per curare le malattie. Infine, l’antico frutteto. Nel ‘brolo’ sono stati reinseriti molti frut-ti antichi o abbandonati, come il biricoccolo, che nelle sue tre

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declinazioni varieta-li si distingue in ‘no-strano’, ‘gigante’ e ‘vesuviano’, il nashi, il fico brogiotto e il pero cotogno, con il qua-le vengono realizza-te gustosissime mar-mellate. Il tour tra i giardini è arricchito da alcuni oggetti misteriosi nascosti in natura: figure d’a-nimali realizzati con materia-li riciclati affiorano dall’acqua del laghetto o tra i cespugli di rose e vi accompagneranno in questo magico itinerario.Ricordiamo anche due impor-tanti appuntamenti in pro-gramma tra i giardini e le sale

del castello: “Mercanti in Viag-gio”, evento dedicato a vinta-ge, handmade, design che si terrà il 9/10 Aprile e “Flower Market”, evento dedicato a piante, fiori, handmade, be-nessere, vita all’aria aperta, che si terrà il 21/22 Maggio Per info:www.castelloquistini.com/eventi

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E’ evidente che questo ar-gomento non c’entra con le piante e i fiori, ma è un argo-mento di attualità, anche se in Italia il problema attualmente non si pone. Comunque non è male saperne di più su questo virus che colpisce le persone e visto che l’OMS ne ha decreta-to l’allarme in tutto il mondo.Zika è un virus trasmesso dalle zanzare che si diffuse recentemente nelle regioni tropicali causando epidemie, specialmente durante gli ulti-mi 8 o 9 anni.Nel suo luogo nativo, in Africa

Il Zika un virus tramesso dalle zanzare

occidentale e Uganda il virus resta nei boschi, circolando tra le zanzare che vivono nelle cavità degli alberi e scimmie che vivono sugli alberi; le in-fezioni degli umani si conside-rano casuali e di poca impor-tanza medica.

La zanzara Aedes aegypti, fotografata mentre emerge dalla larva sott’acqua. E’ una comune trasportatrice del virus Zika

Aedes aegypti

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Rapporto speciale: Ecco cosa sappiamo su Zika!

Il più delle volte, un virus portato di nascosto sulle ali di un predatore onnipresente, si sta diffondendo in tutte le Ameri-che. Il virus Zika è l’ultimo dei tanti che sono trasportati dalle zanzare. Ma Zika non è un nuovo nemico. E’ stato scoperto in Uganda nel 1947 in una scimmia rhesus (durante uno studio sulle malattie infettive), il virus è stato trova-to negli esseri umani un decennio più tardi in Nigeria.Il virus Zika è esistito in Africa e in Asia dal 1950 senza aumentare il tipo di allarme visto oggi, forse a causa di una immunità acquisita lì. Ma nelle Americhe, Zika sembra aver trova-to una popolazione più vulnerabile. Due rare complicazioni - un difetto nella na-scita (microcefalia) e la sindrome di Guillain - Barré.Che sia di Zika la colpa, non è ancora una cosa sicura. Ma la preoccupazione è in aumento. Per combattere l’ulteriore diffusione, gli scien-ziati avranno bisogno di scavare in profondità nella biologia di due opportunisti: il virus stes-so e la zanzara. Nel frattempo, gli sforzi per limitare l’esposi-zione alle zanzare sono in corso. E i tentativi preventivi per proteggere le vit-time future includono avvisi ai viaggiatori, in particolare per le donne in stato di gravidanza, e le avvertenze sul sesso non protetto (in alcuni casi un percorso di trasmissione). www.sciencenews.org

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Un ceppo del virus è stato coinvolto in focolai nella Poli-nesia francese e si presentò in Brasile nel 2015 e ha creato grande costernazione per l’e-levata incidenza di microcefa-lia nei bimbi nati da madri che furono infettate con il virus durante la gestazione.Trasmissione locale, principal-mente tramite la zanzara, del-la febbra gialla Aedes aegyp-ti, è stata documentata nella maggioranza dei paesi tropi-

cali delle Americhe, ma non è stata confermata negli Stati Uniti continentali.I sintomi dell’infezione inclu-dono eruzioni cutanee, mal di testa, febbre, dolori muscola-ri e articolari, congiuntiviti e malessere generale.ll migliore modo per non con-trarre il virus Zica (e altre malattie trasmesse dalle zan-zare) in primo luogo è di non prendere delle punture.

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Ritorna l’annuale Mostra Mercato di Orticola

L’Associazione Orticola di Lombar-dia, storica istituzione milanese fondata 150 anni fa, con sede (ov-

viamente) in via Monte-napoleone, ha annun-ciato in una Conferenza Stampa che si è svolta

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presso il Museo Poldi-Pezzoli, la XXI edizione della tradizio-nale Mostra-Mercato, che si svolgerà tra il 6 e l’8 maggio prossimi ai Giardini Pubblici di via Palestro a Milano. Quest’ anno si darà particola-re attenzione anche al “giar-dino contenuto”, inteso sia come fiori e piante coltivate in vaso, sia come aree verdi di piccole e medie dimensioni, per offrire a tutti la possibilità di coltivare la propria passio-ne anche sul balcone di casa o in piccoli spazi.Saranno 160 gli espositori ospiti di Orticola 2016, con un buon numero di novità e nuovi

Francesca Marzotto Caotorta

eccellenti vivaisti; sono previ-ste due giurie, la Giuria Bota-nica e la Giuria di Stile.Orticola mette a disposizione i biglietti d’ingresso con pos-sibilità di acquisto on line su www.orticola.org al costo di 10

euro. Ricordiamo che gli in-cassi saranno come sempre devoluti al Comune di Mila-no per incentivare la coltura dell’ambiente e del verde.

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Quest’anno inoltre è stata si-glata una nuova iniziativa con CityLife, il progetto di riquali-ficazione della Fiera di Milano.

Sono previste innumerevoli iniziative che potranno essere consultate sul sito della Asso-ciazione.

Progetto Orti fioriti a CityLife

è online il numero di marzo

clicca per scricarlo!

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E’ stata modificata il 22 gen-naio 2016 la procedura per la gestione delle istanze di auto-rizzazione di prodotti fitosani-tari per situazioni di emergen-za fitosanitaria del Ministero della Salute. Negli ultimi anni le istanze provenienti dal mon-do agricolo con le quali è stata segnalata la necessità di poter disporre di prodotti fitosanitari idonei a contrastare emergen-ze fitosanitarie non contenibili con altri mezzi, hanno avuto un notevole incremento. Per-tanto il Ministero della Salute, in collaborazione con il Mini-stero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mini-stero dell’Ambiente e Ministe-ro dello Sviluppo Economico, ha predisposto una modifica alla precedente procedura, con la quale sono stati fissati i criteri per la presentazione e

Ministero della Salute: cambia l’iter per le richieste di usi critici

per l’esame delle istanze. Tale procedura pur non rappresen-tando un vincolo normativo ha lo scopo di armonizzare euniformare l’iter tecnico-am-ministrativo indicando ai por-tatori di interesse, alle azien-de produttrici e agli esperti valutatori linee guida per la presentazione delle istanze, in un’ottica di massima traspa-renza.

Tratto da FlorNews Regione Liguria

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Le onde nei fluidi: svelati i meccanismi che le regolanoUna ricerca del Politecnico di Torino, pubblicata sulla presti-giosa rivista Physical Review E, spiega il fenomeno della di-spersione delle onde nei fluidi, con possibili applicazioni dalla progettazione dei microsiste-mi idraulici alla meteorologia.

La prima rilevazione di onde gravitazionali avvenuta poche settimane fa ha portato all’at-

tenzione del grande pubblico un fenomeno fisico già teoriz-zato, ma che è stato dimostra-to proprio in quell’occasione: le onde trasportano informa-zione e possono essere, come in questo caso, messaggere di eventi straordinari (o estremi) accaduti molto lontano nel tempo e nello spazio.

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“Flormart”: al via il concorso di architettura del paesaggio lanciato da PadovaFiere

PadovaFiere ha dato il via alla seconda edizione del suo concorso internazionale di architettura del paesag-gio, inserito n e l l ’ amb i t o della manife-stazione “Flor-mart – Salone Internazionale Flo-rovivaismo e Giardinaggio” che si terrà dal 21 al 23 settembre 2016 a Padova.Si tratta di un’occasione dedica-ta ad architetti paesaggisti, studi di progettazione, ma anche desi-gner, aziende che si occupano di progettazione del verde e studen-ti; in cui si valuteranno le proposte e i progetti innovativi che possano trasformare il paesaggio urbano in un ambiente dove la dimensio-ne verde sia integrata ed esaltata. Come esplicato nel bando, le iscri-zioni dovranno essere completate entro il 30 aprile e i progetti con-segnati entro il 30 giugno 2016 e faranno capo a due sezioni diffe-renti in cui il concorso si articola.Nella prima area verranno valu-

tate le idee per la trasformazione di un ambito industriale dismesso all’interno del Parco dei Colli Eu-ganei, attualmente di proprietà di Fischer Italia Srl. Ai partecipanti si chiede, quindi, di affrontare il tema del recupero degli edifici in-dustriali che si trovano all’interno del contesto urbano e di rivisitarli, valorizzandone le loro potenzialità a livello paesaggistico.Si passa poi alla seconda sezione del concorso, dedicata alla crea-zione di un giardino temporaneo all’interno del quartiere fieristico di Padova. Il progetto, da realizzarsi tramite “ditte di settore prescelte dal candidato”, dovrà essere volto ad “evidenziare l’importanza del verde pubblico” e sarà esposto nel corso del Salone Flormart.

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Fioriture e laboratori tematici per bambini e famiglietraa maggio e a giugno a Villa della Pergola ad Alassio

Fino alla fine di ottobre i giardi-ni di Villa della Pergola ad Alassio saranno aperti al pubblico per le visite guidate, che si tengono di sabato e domenica con inizio alle ore 9.30 - 11.30 - 15.00 - 17.00 e durante la settimana solo per gruppi con prenotazione obbliga-toria, per informazioni www.giar-dinidivilladellapergola.it).Realizzati alla fine del XIX seco-lo i Giardini di Villa della Pergola rappresentano uno dei rari esem-pi di giardino inglese in Italia e, grazie all’attento restauro curato dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone, uniscono sapientemente

la tipica vegetazione me-diterranea con piante rare della flora esotica. Nei 22.000 mq di superficie sono ospitate importanti collezioni botaniche come quella dei glicini, con oltre 28 varietà, e una collezio-ne botanica unica in Euro-pa con più di 350 varietà di agapanti.

Maggio a Villa della PergolaFioriture e laboratori sulla rosa, la regina del giardino. Durante il mese di maggio i visitatori dei Giardini di Villa della Pergola po-tranno ammirare le fioriture delle

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spiree, splendidi arbusti che si ricoprono di candidi fiorellini, delle prime buganvillee e del-le rose. E proprio alla regina del giar-dino, la rosa appunto, è dedi-cato il laboratorio “Una rosa è una rosa…”, organizzato nell’ambito di “Una domeni-ca in giardino”, una serie di eventi rivolti ai bambini e alle famiglie realizzati su un progetto di Nadia Nicoletti. Nel periodo di fioritura del-le rose del Giardino di Villa della Pergola, si conosceran-no da vicino le rose antiche che qui vengono coltivate. Si andrà alla scoperta delle Rose Banksiae, della Rosa Bracteata e delle Rose Ci-nesi e si scopriranno le ca-ratteristiche e la storia di questi meravigliosi fiori. Durante il laboratorio, inoltre, si impare-rà una tecnica di propagazione di queste piante e si utilizzeranno i petali per un’attività curiosa.

Giugno a Villa della PergolaAgapanti, fioriture e laboratori. A giugno i Giardini di Villa della Pergola si coloreranno di diverse sfumature di blu, azzurro e bian-co grazie alle prime fioriture degli Agapanthus, i cui fiori si dispon-gono a formare pennellate ricche di colore simili alle onde del mare; una collezione unica in Europa per

Laboratorio “Una rosa è una rosa…”

Il Laboratorio si terrà alle ore 9.30-10.30-11.30-15.00-16.00-17.00. Du-rata 1h. Costo del laboratorio abbinato

alla visita guidata: € 15 adulti, € 10 soci FAI, € 5 bambini (gratuito per bambini

fino ai 6 anni accompagnati da un adul-to). Prenotazione obbligatoria a

[email protected] Tel. 0182646130 - 0182646140 Cell. 335664550 - 3381252079 (Davide)

numero e qualità che conta oggi oltre 350 varietà diverse. Anche le lavande e gli agrumi inizieranno a diffondere i loro profumi.Questi fiori saranno i protagoni-sti dell’ultimo laboratorio “Una domenica in giardino” dal tito-lo “Agapanti, lavande e agrumi: aromi e sapori da giardino” che si terrà domenica 12 giugno. Il labo-ratorio sarà quindi l’occasione per conoscere alcune caratteristiche di queste piante e scoprire come si sono diffuse in Europa. Inoltre, si imparerà a preparare un sale profumato alle erbe della Riviera

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Laboratorio “Una domenica in giardino” - “Agapanti, lavande e agrumi: aromi e sapori da giardino”Il Laboratorio si terrà alle ore 9.30-10.30-11.30-15.00-16.00-17.00. Durata 1h. Costo del laboratorio abbinato alla visita guidata: € 15 adulti, € 10 soci FAI, € 5 bambini (gratuito per bambini fino ai 6 anni accompagnati da un adulto). Prenotazione obbligatoria a:[email protected] Tel. 0182646130 - 0182646140 Cell. 335664550 - 3381252079 (Davide)

e a coltivare una pianta portafortuna.Infine, con l’arrivo dell’estate si potrà passeggiare nei Giardini immersi tra i colori della mac-chia mediterranea e della ve-getazione tropicale e ammirare le fioriture delle coloratissime strelitzie, dei solanum, delle bignonie e delle ninfee, raccol-te nelle fontane e nei laghetti rocciosi.

Il Relais e il ristoranteOltre ai giardini, fino a ottobre sarà aperto anche il Relais di Villa della Pergola, con dodici suite una diversa dall’altra, dedicate ognu-na ai numerosi personaggi che in passato hanno soggiornato a Villa della Pergola o hanno fatto parte della colonia inglese di Alassio. Un’altra importante novità è rela-tiva al Ristorante di Villa della Per-gola che, d’ora in poi, resterà aper-to tutto l’anno ed è diretto da un nuovo chef: Giorgio Servetto. Pro-tagonista delle proposte gourmet dello chef ligure è la cucina del territorio, rivisitata però in chiave

moderna, con proposte originali e leggere. Il pesce, so-prattutto quello azzurro, ha gran-de spazio; non mancano la carne e gli ortaggi, in particolare quelli

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ti-pici della Piana di

Albenga, come il carciofo spinoso e l’asparago violetto di Albenga, il pomodoro cuore di bue, la zuc-china trombetta, e le erbe aroma-tiche del territorio… Una cucina, quindi, volta a valorizzare forte-mente i prodotti locali, con qual-che spunto dalla vicina Francia e con proposte di qualità per vege-tariani, vegani e celiaci. Il ristorante sarà aperto al pub-

blico; durante l’apertura dei giardini, per i gruppi saranno previsti menu speciali.Per informazioni e prenota-zioni: Villa della Pergola, via Privata Montagu 9, 17021 Alassio (Savona) Tel. +39.0182.646130+39.0182.646140

[email protected] [email protected]

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È on line il nuovo sito ICL Specialty Fertilizers per l’Italia del web

ICL Specialty Fertilizers apre una nuova vetrina di dialogo con i pro-fessionisti italiani del Florovivai-smo, Agricoltura e Verde Profes-sionale, tramite il nuovo sito web che racchiude tutto il mondo ICL Specialty Fertilizers. Chiude quin-di la pagina Everris, riferimento in rete del marchio acquisito da ICL Specialty Fertilizers. Il nuovo sito (in lingua italiana) fornisce utili strumenti per l’ approfondimento delle gamme di prodotto, ma an-che informazioni tecniche, schede di sicurezza, articoli informativi e molto altro. La struttura è ideata per facilitare la navigazione anche da dispositivi mobili e tablet, e per aiutare l’ utente a trovare fa-cilmente i prodotti, anche per chi non è già pratico delle gamme.Grazie alla navigazione intuitiva, infatti, la ricerca può essere effet-tuata partendo dal proprio setto-re di appartenenza, interrogando il sistema in base alle esigenze, oppure scegliendo direttamente la tipologia di prodotto dal menù ProdottiMolto più di un catalogo: il sito viene costantemente aggiornato con dati tecnici, modalità di uti-lizzo, dosaggi, tecnologie e tutte

le novità, presentando le gamme complete disponibili per l’ Italia.Come sempre ICL Specialty Ferti-lizers mette a disposizione i propri esperti per consulenze persona-lizzate sull’ utilizzo dei prodotti e sulle più avanzate pratiche coltu-rali. Per questo il sito utilizza una search map dinamica, per trovare velocemente l’ esperto di zona. Questo strumento risulta utile so-prattutto a chi, come rivenditore o produttore, approccia per la prima volta l’ azienda.ICL Specialty Fertilizers è quindi a disposizione del pubblico pro-fessionale anche con la sezione Eventi & News, oltre alla classica Newsletter, per essere sempre ag-giornati sulle novità dell’ azienda.

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Accordo tra IAARD e Sakata Seed CorporationUn importante accordo siglato tra la Repubbli-ca d’Indonesia (IAARD) e Sakata Seed Corpora-tion, per la cooperazione nella produzione degli ibridi di Impatiens inter-specifici, basandosi sui principi della convenzio-ne della diversità biolo-gica.Sakata Seed Corporation e il Governo indonesia-no hanno di fatto aderito all’utilizzo di risorse ge-netiche indigene per ul-teriori sviluppi del SunPatiens®.Questo accordo è basato sulla convenzione delle Diversità Biolo-giche (di seguito, CBD).Ci sono solo pochi casi conosciu-ti al mondo, di accordi di questo tipo basati su CBD nella categoria delle piante ornamentali,tra Paese

ricco di risorse e una azienda sementiera commerciale.Il SunPatiens® offerto daSakata Seed Corporation,è un assrtimen-to di fiori per giardino che è stato sviluppato in sintonia con i princi-

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pi del CBD, in collaborazione con l’Agenzia per la ricerca agricola e dello sviluppo (IAARD) per l’ac-cesso alla proprie risorse locali. Il SunPatiens usa come materia-le d’ibridazione le specie di Impa-tiens native dell’Indonesia.Agli inizi del 2000 IAARD e Sakata impostarono le basi per l’utilizzo di queste specie nativee da allo-ra Sakata ha intrapreso ricerche e sviuppo.Iniziando con questo accordo base, Sakata ha usato la collaborazione indonesiana per le ricerche ge-netiche sull’Impatiens applicando materiali di trasferimento secondo secondo le regole del CBD.Il SunPatiens è stato lanciato com-mercialmente nel 2006, ed è cre-sciuto tanto da essere riconosciu-to mondialmente come una delle annuali con le migliori prestazioni nella sua categoria, specialmente in Giappone, Europa e Nord e Sud America. Parte del ricavato dalla vendita del prodotto è stato asse-gnato sulla base del contratto per l’accesso e la ripartizione dei be-nefici per la utilizzazione delle ri-

sorse genetiche (di seguito , accordo ABS). Sakata paga una quota sul-le licenze del SunPatiens® al governo indonesiano e inoltre, esegue il trasferi-mento di tecnologie come la condivisione dei benefici non monetari.Nel 2014, le due parti han-no aggiornato la collabora-zione e realizzato un innovativo progetto di ricerca congiunta sul-la base delle nuove disposizioni nazionali. Nel 2016, le due parti continueranno a collaborare e si procederà con la ricerca congiun-ta tra Indonesia e Sakata che con-tribuiranno ulteriormente allo svi-luppo di strutture ancora meglio cooperative per l’ utilizzazione delle risorse genetiche e la con-servazione e l’utilizzo della diver-sità biologica come un patrimonio insostituibile per l’umanità.Convenzione sulle Diversità Biologiche e le iniziative di Sa-kata Seed CorporationIn passato abbiamo lavorato per lo sviluppo di risorse genetiche

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sulla base della Conven-zione sulla diversità bio-logica. La pianta da giardino “ Mecardonia chrosi-te gialla” della famiglia delle Scrophulariaceae, realizzata nel novembre 2007, è stata sviluppata dalla nostra azienda sul-la base della esplorazio-ne congiunta delle risor-se genetiche da National Agricultural Technology Institu-te, in Argentina (INTA) e Sakata Seed Corporation. Parte dei ricavi del prodotto è stato restituito in Argentina sulla base dell’accordo per l’accesso e la ripartizione dei benefici delle risorse genetiche Secondo la Convenzione sulla Di-versità Biologica e aiuta, in questo modo, a proteggere le risorse bio-logiche del Paese.

Assistenza tecnologica all’A-genzia Indonesiana per lo Svi-luppo e ricerca in agricolturaNei prossimi cinque anni ci ac-

cingiamo a fornire il supporto per l’ibridazione per le colture orna-mentali indonesiane Research In-stitute (IOCRI). I nstri ibridatori oltre aver dato le-zioni sulle tecniche di ibridazione allo IOCRI, le due parti hanno in programma di condurre la raccol-ta congiunta, la valutazione e la selezione per le risorse genetiche in Indonesia. Va osservato che la società possiede diritti preferen-ziali per la commercializzazione delle nuove varietà superiori che IOCRI ottiene dal nostro suppor-to.

Su SunPatiens®

Il SunPatiens, è un ibrido inter-specifico della famiglia delle Bal-saminaceae genere Impatiens, è una pianta da giardino sviluppata con le tecnologie di ibridazione di Sakata. Attualmente, sono circa 30 le varietà vendute in tutto il mondo. Le sue maggiori caratte-

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ristiche sono l’importante passo in avanti nel portamento e crescita, la tolleranza al gran caldo, resiste alle alte temperature e alla for-te luminosità del sole estivo, e la possibilità di godere di una fioritu-ra continuata di fiori luminosi per un periodo prolungato di tempo.Produce grandi piante di circa 60cm invaso e di circa 1 m, in aiola. La gamma di colori, estremamente vivi-di, comprende aran-cione, bianco, rosa e rosso. Inoltre, grazie al suo forte apparato radicale, la pianta sta eretta anche convento for-te, e i sui petai resi-stono al vento e alla pioggia. Con que-ste caratteristiche è una pianta perfetta per il giardino, e na-

turalmente, anche per aiole di grandi dimensioni in parchi e per impianti nei giardini pubblici.Fino dalla sua ap-parizione nel 2006, le grandi prestazio-ni di SunPatiens, ha ricevuto premi

in tutto il mondo dagli amanti del giardinaggio ed architetti paesag-gisti, che venivano dal Giappone, dal Nord America, Eurpa e Sud America. Con oltre 100 milioni di piante vendute in tutto il mondo, è stato diffuso d’appertutto un nuovo standard per e piante or-namentali.

Page 29: 04 aprile 2016

Block notesAprile 2016

Clamer informa

29

Segreteria Organizzativa

Giovanni D’Angelo

Fondazione Minoprio

Viale Raimondi, 54

22070 Vertemate con Minoprio (CO)

Tel: 3484712170 – Fax: 031900248

E-mail:

[email protected]

Come arrivare

SCHEDA DI ISCRIZIONE

La partecipazione al convegno è gratuita.

Per motivi organizzativi è richiesta la registrazione

preventiva dei partecipanti.

Si prega di inviare la presente scheda via fax al

031-900248 o all’indirizzo e-mail della segreteria

organizzativa entro venerdì 15 aprile.

(COMPILARE IN STAMPATELLO)

Nome ____________________________________

Cognome ____________________________________

Azienda ____________________________________

Via ____________________________________

CAP/Città ____________________________________

Tel./Cell. ____________________________________

e-mail ____________________________________

Firma

______________________________

Ai sensi del D. Lgs. 196/2003 si garantisce la massima riservatezza

nel trattamento dei dati personali.

Lei potrà in ogni momento chiederne rettifi ca o cancellazione.

In autobus: linee 43 e 82

In treno: FS (Stazione Centrale) e Passante

ferroviario (Repubblica o Garibaldi)

In metropolitana: M2 verde (Gioia) e M1 gialla

(Sondrio)

www.regione.lombardia.it

Convegno

L’ATTUAZIONE DEL PIANO

DI AZIONE NAZIONALE

PER L’USO SOSTENIBILE

DEI PRODOTTI FITOSANITARI

giovedì 21 aprile 2016 ore 9.00

Palazzo Lombardia

Sala Marco Biagi

Ingresso N4

via Melchiorre Gioia, 37 Milano

e nuove prospettive per la sostenibilità

Scarica qui la scheda d’iscrizione e il programma

completo dell’evento

Convegno “L’attuazione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e nuove prospettive per la sostenibilità”

Il Piano di Azione Nazionale (PAN)costituisce uno strumento innova-tivo per l’uso sostenibile dei pro-dotti fitosanitari che deve essere pienamente attuato da parte degli imprenditori agricoli anche grazie ad una necessaria e adeguata at-tività di formazione e informazio-ne.Il convegno intende esaminare, confrontando le esperienze delle Regioni del bacino del Po, lo stato di avanzamento dell’applicazione del PAN.È prevista inoltre al pomeriggio una tavola rotonda su nuovi ap-

procci di sostenibilità.Interverrà inoltre la Direttrice dell’Agence nationale de sécu-rité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail francese, che illustrerà l’applica-zione del PAN in Francia.Sarà disponibile un servizio di tra-duzione simultanea francese-ita-liano.

Il Piano di Azione Nazionale (PAN) costituisce uno strumento innovativo per l’uso sostenibile dei prodotti fi tosanitari che deve essere pienamente attuato da parte degli imprenditori agricoli anche grazie ad una necessaria e adeguata attività di formazione e informazione.

Il convegno intende esaminare, confrontando le esperienze delle Regioni del bacino del Po, lo stato di avanzamento dell’applicazione del PAN.

È prevista inoltre al pomeriggio una tavola rotonda su nuovi approcci di sostenibilità.

Interverrà inoltre la Direttrice dell’ “Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail” francese, che illustrerà l’applicazione del PAN in Francia.

Sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea francese-italiano.

In collaborazione con

Mattino

9.00 Caffè di benvenuto e registrazione dei partecipanti

9.30 Saluti e apertura dei lavori

Moderatore: Federico Giovanazzi D.G. Agricoltura Regione Lombardia

9.50 Il piano di bacino del Po e l’uso sostenibi-le dei prodotti fi tosanitariAlessio Picarelli – Autorità di bacino del fi ume Po

10.10 L’attuazione del PAN nel bacino del Po

Elena Anselmetti - Direzione Generale Ambiente Regione Piemonte

Beniamino Cavagna – Servizio Fitosanitario Regione Lombardia

Floriano Mazzini – Servizio Fitosanitario Regione Emilia Romagna

Gabriele Zecchin – Servizio Fitosanitario Regione Veneto

11.20 Caso studio: procedura di analisi dei dati di monitoraggio delle acque per

l’individuazione delle misure di mitigazioneFrancesco Galimberti – ICPS Ospedale Sacco

11.45 Il PAN in FranciaMarie-Christine de Guenin

Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Francia)

12.30 Dibattito

13.00 Buffet

Pomeriggio

Moderatore: Ivano Valmori – Image Line Direttore responsabile AgroNotizie

14.15 Tavola rotonda sull’evoluzione della sostenibilità in agricoltura

Partecipano:

Angelo Moretto - Direttore International Centre for Pesticides and Health Risk Prevention – Ospedale Sacco

Giovanni Rizzotti – Unione Italiana Vini

Fabrizio Piva – Amministratore delegato CCPB

Giovanni Arcangeli – Agrofarma

16.00 Dibattito conclusivo

16.30 Chiusura dei lavori

PRESENTAZIONE PROGRAMMA

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Iscriviti

Page 30: 04 aprile 2016

30

TECNICA

Aprile 2016Cl

amer

info

rma Cosa dicono?

Guida alla lettura delle note tecniche dei sementieri

I produttori di semi e in questo caso PanAmerican Seeds/Kief, dedicano la maggiore atten-zione alla produzione di giova-ni piante in contenitori alveo-lari. La ragione è evidente: la maggior parte dei floricoltori attualmente acquista infatti piantine radicate in contenito-re da ditte specializzate. Sem-pre meno sono quei floricoltori che hanno la passione o la vo-glia di seminare in proprio le

annuali o le perenni. A questo punto sarebbe opportuno dare uno sguardo alle note tecni-che, ampie e dettagliate che i fornitori di seme mettono a di-sposizione dei floricoltori. Non tutti sanno, per esempio, cosa vogliono dire alcune parole. “Plug” per noi “alveolo” se si riferisce al contenitore in cui cresce la piantina, “zolla o zol-letta” quando la piantina vie-ne estratta con tutto l’apparato

Sopra a sinistra, alveloli a circa 14 giorni dall’inizio della coltura. A destra la piantina che dovrebbe poter essere estratta senza danni dagli alveoli dopo 5-6 settimane. Nel dettaglio un esempio della tipica struttura a “soldatino”

Page 31: 04 aprile 2016

31

Stadio/fase 1: Dalla germinazione alla presenza di radichette. Umidità del substrato livello 5, saturo. Tem-peratura media 22,5 °C. Luce: non coprire il seme: è indifferente. pH e EC uguale a quello delle Petunie. Stadio 2/Fase 2: dall’emergenza delle radichette alla completa espansione dei cotiledoni. Umidità del substrato livello

4 non lasciare avvizzire le piantine. Temperatura 20 °C. Luce >=10 moles m-2.d-1. se non fosse possi-bile la maggiore intensità ottenibile. pH e EC uguale a quello delle petunie. Brachizzante: Daminozide a 2.500 ppm come spray a 7-10 giorni dalla germina-

zione. Fertilizzante: applicare fertilizzante alla dose 1 (meno di 100 ppm di N (azoto) meno di 0,7 mS/cm EC) con concime a base di nitrato con basso tenore di fosforo.Stadio 3/Fase 3: dall’espansione dei cotiledoni alle foglie vere. Temperatura 18 °C. Luce >=10 moles m-2.d-1 pH e EC simile a quello delle petunie. Brachizzante Ogni 10-14 giorni se necessario. Fertilizzante: aumentare la concima-zione al livello 2 (100 a 175 ppm N/ 0,7 a 1.2 mS/cm EC). Se la crescita è lenta, applicare un concime bi-lanciato di nitrato di ammonio ad ogni annaffiatura e mantenere il pH del substrato da 5.5 a 6,0 e l’EC da 1.0 a 1.5 mS/cm (1,5:2 estratto). Brachizzanti: usare la stessa percentuale e metodo come descritto allo stadio 2, ogni 10-14 giorni secondo le necessità.

Stadio 4/Fase 4: zollette pronte al trapianto. Variare tra il ciclo 2 e 4. Temperatura da 13 a 18 °C; non meno di 13 °C. Luce >=10 moles m-2.d-1 pH e EC uguale alle petunie. Brachizzante ogni 10-14 giorni se neces-sario. Fertilizzante: uguale allo stadio 3. Brachizzanti: usare la stessa percentuale e metodo come descritto allo stadio 2, ogni 10-14 giorni secondo le necessità.

Stadi adottati nelle schede techiche di PanAmerican Seed, Benary e Sakata

Produzione in contenitori alveolari:

radicale, mentre per gli addetti ai lavori “plug” va bene in tutti e due i casi.

“Stadio/fase” riguardano i periodi di coltivazione delle piantine in contenitore.

Page 32: 04 aprile 2016

32

I numeri della tabella qui so-pra si riferiscono alle dosi di fertilizzante da utilizzare a se-conda degli stadi di crescita.La tabella a destra è quella ri-ferita alle temperature minime delle piante perenni tabella a cura dell’USDA, (acronimo che sta per United States Agri-cultural De-partment), il punto di r iferimento per tutti i dati agricoli degli Stati Uniti.

Percentuali di concimazione

Dose del fertilizzante ppm di Azoto EC (mS/cm)1 meno di 100 ppm meno di 0.7 ec2 da 100 a 175 ppm da ‘0.7 a 1.2 EC3 da 175 a 225 ppm da 1.2 a 1.5 EC4 da 225 a 300 ppm da 1.5 a 2.0 EC5 più di 300 ppm più di 2.0 EC

Tabella USDA delle temperature medie annuali per la resistenza al freddo delle piante perenni

Zona Gradi fahrenheit Gradi Celsius

1 sotto i - 50 F sotto i -46 °C2 da - 50 a -40 F da -46 a -40 °C3 da -40 a -30 F da -40 a -35 °C4 da -30 a -20 F da -35 a -29 °C5 da -20 a -10 F da 29 a -23 °C6 da -10 a -0 F da -23 a -18°C7 da 0 a 10 F da -18 a -12 °C8 da 10 a 20 F da -12 a -7 °C9 da 20 a 30 F da -7 a -1 °C 10 da 30 a 40 F da -1 a 5 °C11 sopra i 40 F sopra i 5 °C

Page 33: 04 aprile 2016

33

Umidità del substrato

Colore del substrato

Comportamento del substrato

compresso tra le mani

Struttura del substrato

Livello 1Asciutto

Marrone chiaro o grigio

Nessuna umidità rilevata nel substrato

Il substrato è secco, si sbriciola una volta tolto dal

vaso

Livello 2 Mediamente

asciutto

Marrone chiaro

Il substrato scricchiola quando viene compresso

Il substrato sta a malapena insie-me quando viene

pressato

Livello 3Medio

Da marrone a marrone

scuro

E’ possibile spremere una

piccola goccia di acqua dal substrato

comprimendolo

Il substrato sta insieme ma si separa in pezzi sotto il proprio

peso

Livello 4Mediamente

bagnato

Marrone scuro

L’acqua si spreme

facilmente dal substrato

Il substrato sta facilmente

insieme in un unico ammasso

Livello 5Saturo

Marrone-ne-ro luccicante con acqua

L’acqua scorre liberamente dal

substrato

Il substrato ha una consistenza

semiliquida

L’ultima tabella si riferisce ai livelli di umidità del substrato.

Page 35: 04 aprile 2016

35

Aprile 2016

consigli per l’usoClamer informa

Camellia japonica cv Chandlers Elegance (foto Olaf Leillinger)

Camelia

Fioritura:fine inverno,primaveraTemperatura:minima: -10 °C

Altezza media:fino a 5 m

Esposizione:mezz’ombra

Camellia japonica cv Chandlers Elegance (foto Olaf Leillinger)

n Irrigazione

L’abelia richiede acqua in primavera-estate se non piove per molto

tempo; negli altri mesi bastano annaffiature medio-scarse. In vaso,

occorre innaffiare solo quando il terriccio si è quasi asciugato.

n Concimazione e rinvaso

In primavera e autunno si fornisce concime in granuli, a lenta

cessione, sul terreno e nelle fioriere.

n Cure generali

L’abelia preferisce un terreno fresco e profondo, ricco di humus,

ben drenato. La sempreverde A. floribunda, più delicata, non

resiste in suoli aridi, assolati e sassosi; nei climi rigidi diventa

spogliante, ma richiede protezione contro le correnti fredde anche

nei climi miti. I rami più deboli e troppo espansi si potano dopo la

fioritura in A. floribunda, in febbraio dopo la caduta delle foglie in

A. grandiflora.

Curiosità e notizie utili

n Esistono altre specie di abelia, come A. chinensis, spesso confusa

con il suo ibrido grandiflora, e A. schumannii, delicata, con fiori lilla.

n Se non può essere piantata in luogo riparato, l’abelia gradisce una

pacciamatura con paglia e foglie per proteggere la base dal gelo.

n Le foglie sono piccole, verde scuro e lucido, ma hanno un colore

bronzeo sia alla nascita che con il progredire dell’autunno.

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w.n

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b.i

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Abelia

I fiorellini bianchi di Abelia grandiflora e magenta di A. floribunda

ww

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Abelia

n Caratteristiche principali

Arbusti a crescita rapida e vigorosa, con foglioline verde intenso

e numerosi fiorellini tubulosi, bianco-rosati in Abelia grandiflora,

rosa magenta e allungati in A. floribunda. La prima, decidua,

fiorisce da giugno a ottobre; la seconda, sempreverde in clima

mite, è in fiore da maggio a giugno. Ottime come siepe fiorita,

creano un bell’effetto anche nelle fioriere.

n Dove collocarla

Le abelie si piantano in posizioni soleggiate e protette dal vento,

dove fioriscono generosamente. Rustiche, resistono al gelo e al

caldo; A. floribunda non ama il caldo afoso.

Il nome botanico

Abelia grandiflora,

A. floribunda

Utilizzo

Come pianta singola,

in gruppi a macchia, in

bordure e siepi dense,

in grandi vasi e fioriere

I valori

Lunga fioritura

Esposizione e

resistenza

Sole, al riparo dai venti

freddi; si adatta alla

mezz’ombra; resiste al

freddo e al caldo

spazio per inserire

marchio punto vendita

temperatura

minima: -5 °C

fioritura: estate

altezza media:

fino a 1,5 m

sole o

mezz’ombra

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in zone protette) d

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in realtà foglie colorate, dette “b

rattee”; i fiori veri e prop

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elle foglie colorate.

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ove collocarla

Deve vivere in una stanza fresca (al m

assimo 20 °C

) e molto

luminosa, con buona um

idità, lontano da fonti di calore e da

finestre che vengono aperte spesso. Gli am

bienti troppo secchi

provocano la precoce caduta delle foglie e il disseccamento.

Il nom

e bo

tanico

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ulcherrima,

sinonimo P

oinsettia

Utilizzo

Pianta d

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natalizio

I valori

I “fiori” (foglie colorate)

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omb

reggiata.

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per inserire

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vendita

temperatura

minim

a: 15 °C

fioritura:

invernoaltezza media:

fino a 150 cm

molta luce,

non al sole

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.it

Stella di Natale

n Caratteristiche principali

Pianta di origine messicana, vive in appartamento; resiste

all’aperto tutto l’anno nei climi molto miti (Sud e lungo le coste

in zone protette) dove diventa un piccolo arbusto. I “fiori” sono

in realtà foglie colorate, dette “brattee”; i fiori veri e propri sono

piccoli, al centro delle foglie colorate.

n Dove collocarla

Deve vivere in una stanza fresca (al massimo 20 °C) e molto

luminosa, con buona umidità, lontano da fonti di calore e da

finestre che vengono aperte spesso. Gli ambienti troppo secchi

provocano la precoce caduta delle foglie e il disseccamento.

Il nome botanico

Euphorbia pulcherrima,

sinonimo Poinsettia

Utilizzo

Pianta d’appartamento,

classica nel periodo

natalizio

I valori

I “fiori” (foglie colorate)

durano a lungo

Esposizione e

resistenza

Ambienti luminosi,

all’aperto da maggio a

settembre in posizione

ombreggiata.

spazio per inserire

marchio punto vendita

temperatura

minima: 15 °C

fioritura:

inverno

altezza media:

fino a 150 cm

molta luce,

non al sole

ww

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atu

web

.it

Primula

n Caratteristiche principali

La primula comune, dai fiori gialli, e i suoi innumerevoli e colorati

ibridi sono tra i primi fiori a comparire in primavera. Erbacea

perenne, ma generalmente trattata come stagionale, facilissima e

poco esigente, da gennaio ad aprile dona vivacità ad aiuole, vasi

e cassette con i suoi fiori semplici, semidoppi o doppi, in tinte

vivaci, anche bicolori o screziati, molto durevoli.

n Dove collocarla

Collocare in pieno sole durante la fioritura, per poi spostarla in

ombra nei mesi estivi se si vuole tentare di conservarla (teme

molto il caldo estivo). Sopporta bene il freddo.

Il nome botanico

Primula vulgaris,

sin. P. acaulis,

ibridi Polyanthus

Utilizzo

Nelle aiuole e in vasi,

ciotole, cassette sul

balcone

I valori

Fioritura prolungata,

bassa manutenzione

Esposizione e

resistenza

Al sole durante la

fioritura; ombra in

estate. Tollera il freddo

spazio per inserire

marchio punto vendita

temperatura

minima: -5 °C

fioritura:

primavera

altezza media:

15-20 cm cm

sole

in collaborazione con

Nome botanico: Camellia japonica

Utilizzo:Pianta da giardino e da terrazzo

I valori: Spettacolare fioritura a fine in-verno, fogliame interessante

Esposizione e resistenza:Posizioni semiombreggiate, cli-ma fresco, con pochi sbalzi di temperatura; teme le gelate tardive.

Page 36: 04 aprile 2016

36

Japanese Camellia ‘Gloire de Nantes’(foto 99roots.com)

Camellia Japonica ‘Peppermint’ (fotoJohn Harding)

Camellia Japonica ‘Peppermint’ (fotoJohn Harding)

CaratteristicheprincipaliDa fine gennaio fino a mar-zo (aprile nei climi freschi di collina), la camelia apre le sue corolle elegantissime. Di origine asiatica, è una pianta acidofila: non sopporta il calcare, ama i terreni con pH acido. Richiede qualche attenzi-one, ma si coltiva bene quasi in tutta Italia, sia in giardino che in vaso.

Dove collocarlaNon ama i raggi diretti del sole; va collocata in mezz’ombra in

primavera e ombra in estate, esposta a nord o est. Ama il clima fresco e umido, tollera discretamente il freddo, teme i venti freddi (fanno cadere i boc-cioli) e salmastri (bruciano la vegetazione).

IrrigazioneLa camelia richiede nei mesi caldi innaffiature regolari e moderate. Il buon drenaggio è fondamentale per mantenere in salute la pianta. Innaffiare con acqua priva di calcare.

Concimazione e rinvasoIn fioritura si fornisce concime liquido per acidofile ogni 10-12

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37

Curiosità e notizie utili

• La camelia arrivò in Europa nell’800; per questi fiori, usati anche

per decorare gli abiti da sera, l’alta società spendeva fortune

• Si dice che la prima camelia in Italia fu piantata nel 1760 nel giardino della

Reggia di Caserta, ma in Lucchesia esis-tono esemplari altrettanto antichi e

ancora genrerosissimi di fiori.• La camelia simboleggia la

bellezza e la fedeltà in amore.

Camellia japonica ‘Black Lace’ (foto www.donnadipiante.com)

giorni; dopo la fioritura si som-ministra concime a lenta ces-sione per acidofile. Concimi non specifici o nella stagione sba-gliata provocano la caduta pre-matura dei boccioli. Le piante in vaso si rinvasano ogni 2 anni, in autunno, con un substra-to per acidofile e uno strato di

biglie d’argilla sul fondo, come drenaggio.

Cure generaliIn autunno è gradita una pac-ciamatura di torba o aghi di co-nifere, per mantenere l’umidità. Non va potata, se non per rip-ulire da parti secche o cimare rametti esili e allungati.

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Page 39: 04 aprile 2016

39

Lumache e limacce: ● Appaiono in primavera e

estate ● Rosicchiature irregolari

simili a buchi nelle foglie, tra le venature.

● Si osservano delle strisce argentate sulle foglie.

Guido Franco ClamerAprile 2016Cl

amer

info

rma Riconoscere

le patologie delle piante

Le piante “parlano” e ci dico-no: hai sbagliato!Ma dove e quando abbiamo sbagliato nella conduzione del-la coltivazione? Bella doman-da! Si può rimediare osservan-do quello che la pianta mostra e segnala.Ho trovato queste informazio-

ni sul sito dell’Universi-tà del Minnesota, il cui “Extension Service” offre a tutti i floricoltori.

E’ mia intenzione proporle ogni mese con piante e fiori diffe-renti: questa volta tocca alle Viole del pensiero.Le informazioni iniziano con la pagina della sintomatologia dell’aspetto che hanno le pian-te, da cui è semplice risalire alle cause osservando le im-magini che seguono.

Approfondimento

Sintomi su foglie

La Viola Sintomi su foglie

Page 40: 04 aprile 2016

40

● Corpi mollicci bruni, grandi 3-5 cm, lumacche senza guscio ● Si nutre preferibilmente di notte.

Bruchi: ● Attivi durante l’estate. ● Steli e piantine sono danneg-

giati a livello del suolo. ● I bruchi so lunghi da 3 a 6 cm

e variano in colore: marrone o dal tannino al rosa, verde o g ia l lo e nero; il colore può essere unifor-me, a macchie o a striscie.

● Quando vengono disturbati si incurvano a “C).

● La maggior parten si ciba di notte e si nascondono nel terreno durante il giorno.

Buchi sulle foglie o foglie rosicchiate

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Clicca qui per altre informazioni sui bruchi (IN INGLESE)

Page 41: 04 aprile 2016

41

Muffa grigia Botrytis cinerea: ● Punitini marrone o macchie su

foglie e steli ● Puntini e macchie sui fiori, I

fiori appassiscono prematuramente ● Quando la malattia progredi-

sce, tutte le foglie, i e i germogli virano al marrone

● La muffa grigia si sviluppa su tessuti marci in condizioni di umi-dità

● La malattia si sviluppa durante I periodi umidi e freddi

Bruchi, Euptoieta Claudia variegata:

● Si vedono da giugno a settem-bre.

● I bruchi mangiando provocano buchi o consumano l’intera foglia

● I bruchi sono colorati di uno sgargiante arancione rossastro con puntini neri e striscia bianche; hanno anche delle spine nere.

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Clicca qui per altre informazioni sulla muffa grigia (IN INGLESE)

Page 42: 04 aprile 2016

42

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Oidio, Sphaerotheca macularis ● La polvere forma puntini e

macchie bianchi sulle foglie, dteli, e fiori.

● Le macchie normalmente partono dalla parte bassadel-le foglie ma può colpire l’intera pianta.

● Le foglie fortemente coltpite possono venire completamente coperte dal fungo bianco gri-giastro

● In alcuni casi le foglie si in-curvano o girano e diventano gialle a causa dell’infezione

● Le viole del pensiero variano, a seconda della varietà, alla su-scettibilità all’Oidio.

● Le viole del pensiero sono fa-cilmente attaccate dall’Oidio

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Page 43: 04 aprile 2016

43

Sintomi su foglie Sintomi su foglieAnthracnosi, Colletotrichum violae-tricoloris

● Macchie di colore grigio e tanninico con margini fogliari scuri

● Le macchie si sviluppano a cerchi concentrici come un’oc-chio e possono grescere molto

● Punti incavati di colore mar-rone al rossastro sullo stelo

● Anche sui fiori possono apparire delle macchie marrone

Oedema ● Agglomerati verde pallido al

bianco o pustole nella pagina inferiore della foglia, Con l’età hanno un’aspetto coriaceo.

● Fori irregolari (mangiucchiati) sui fiori ● Le foglie più vecchie sono più colpite di quelle giovani ● Succede quando le piante sono annaffiate troppo durante i

periodi umidi e freddi

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Page 44: 04 aprile 2016

44

Sintomi su foglie Sintomi su foglie

Ragnetti, Tetranychus urticae:

● Attivi durante l’estate, sono particolarmente ab-bondanti durante i periodi caldi e secchi.

● Pallidi disegni a puntini appaiono sulla pagina su-periore della foglia.

● Le foglie sono scolora-te dal verde al biancastro, giallastro o bronzo.

● Può succedere una precoce caduta delle fo-glie

● Si può vedere la tela sulle foglie infettate quanto la popolazione è elevata.

● Gli adulti sono sottili, e ovali grigiastri o giallastri o giallastri con un puntino nero su entrambe le parti del corpo.

Peronospora, Pernospora violae:

● Le foglie virano dal vwerde pallido al giallo e possono pie-garsi lkeggermente verso il basso.

● Il fungo della Peronospora cresce nella parte sottostante la foglia.

Sintomi su foglie Sintomi sulla pianta

Page 45: 04 aprile 2016

45

● Le piante diventano di colore giallo e arrestano la crescita

● Le foglie infette cadono pre-maturamente dalla pianta la sciando lo stelo nudo con poche foglie.

● La malattia è favorita dal tempo umido e dalla bassa tem-peratura

Marciumi molli, marciume del-le radici: Pythium spp., Rhi-zoctonia solani, Thielaviopsis basicola

● Le foglie virano al rossastro e appassiscono

● Le piante potrebbero bloc-carsi

●La base dello stelo diventa marrone e si rompe

●Le radici hanno delgli incavi marrone al nero e pochi capillari

● I tessuti esterni marci si pos-sono facilmente levare.

●E’ necessario un esame di la-boratorio per identificare il pa-togeno del marciume.

Sintomi su foglie Sintomi sulla pianta

Informazioni su Pythium (IN INGLESE)

Informazioni su Rhizoctonia (IN INGLESE)

Informazioni su Thielaviopsis (IN INGLESE)

Page 46: 04 aprile 2016

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Sintomi su foglie Sintomi sulla piantaDanni da brachizzanti o da erbicidi

● Le foglie sono rigirate, a coppetta o distorte

● Le foglie possono apparire spesse e coriacee

● Le venature sulla foglia sono spesse e collegate assieme

● La parte della pianta colpita dal disrbante è maggiormente danneggiata

● Altre piante nella stessa area mostrano gli stessi sintomi.

Via Mattei - 20017 - Rho

Milano Tel. 02-9305393

Page 47: 04 aprile 2016

47

PIANTE

Aprile 2016Cl

amer

info

rma Agave e Yucca:

piante tenaci per tempi duri!

Molte persone pensano giu-stamente all’Agave come una pianta resistente, e la asso-ciano a climi estremi come deserti e dune. Quello che non possono pensare è che l’Agave (Agave spp.) e la Yucca (Yucca ssp.) si adat-tano bene anche ai giardini delle case o nel paesaggi-smo, dove prosperano per-fino nelle dure condizioni dell’ambiente urbano.L’interesse per Agave e Yucca è aumentato di re-cente, grazie alle restrizio-ni dell’uso dell’acqua nelle zone urbane. Agave e Yuc-ca si trovano in ambien-ti che normalmente sono asciutti, caldi, soleggiati e ventosi con poca acqua piovana e suoli poveri. Nel-la coltivazione questa adat-tabilità richiede poche cure

Agave lophantha e sotto Yucca grandiflora

fino ad utilizzare poca o nulla irrigazione, concime, potatu-re o irrorazioni. Inoltre, mol-

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te resistono alla siccità, al caldo, ai venti forti e a periodi freddi, inoltre hanno poche malattie e insetti. Sono tolleranti ai suoli poveri e raramente mostrano carenze nutri-tive. La grande varietà di misure, forme e crescita, permette l’uso in molti diversi paesaggi, com-preso il copri suolo, per piante da aiola, in vaso o a cespuglio, e in modo particolare per ottenere dei sensazionali solitari.Grazie alla loro rigidità, l’Agave e la Yucca col-piscono l’immaginario a causa della particola-re forma architettonica e per le forme inusuali. Inoltre, queste piante hanno il vanto particola-re della difesa, con foglie rigide, dure e coriacee, spesso armate con barba, denti o spi-ne. A causa di queste “armi”, molte di queste piante pos-sono essere un pericolo per i bambini più piccoli.

AgaveL’Agave tende ad avere più mezzi corazzati della Yucca.

Ogni Agave è formata da una rosetta di foglie lunghe, rigi-de, a forma di lancia, carnose spesso provviste di denti e api-ci con lunghe spine terminali. Agave spp. Sono conosciute dalla maggior parte delle per-sone grazie alla pianta comu-ne detta Agave americana, ma ci sono più di 200 altre specie

Agave americana (foto Allen Boatman)

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di Agave potenzialmente usa-bili nel paesaggismo. L’Agave varia in misure, da po-chi centimetri ad oltre 4 metri. Il colore delle foglie spazia dal verde scuro al verde erba, al verde bluastro o al grigio, e le foglie possono essere striate, o macchiate di bianco, crema, giallo o verde pallido certosa. Sebbene alcune impieghino anni a fiorire, l’Agave sviluppa spighe ramificate di fiori tu-bolari di colore giallo, rosa o

bianco su steli incredibilmente lunghi, da 2 a 12 metri sopra la pianta. Dopo la fioritura, la pianta madre muore, sebbene normalmente ci sia un gran-de numero di giovani piante attorno alla pianta madre. Le piccole piante sono normal-mente dette “getti” ma comu-nemente vengono chiamate “cuccioli”. Queste si possono separare dalla pianta madre per propagazione. Due specie di Agave sono originarie del-la Florida. Agave decipiens e

Agave neglecta.

Agave neglecta

Specie di Agave

La tossicità dell’agaveSebbene l’agave abbia molti usi come cibo, può contene-re degli elementi tossici. Il succo o la linfa possono con-tenere degli oxalati simili ad aghi che possono irritare la pelle, la bocca, la lingua e la gola. Si possono avere ir-ritazioni alla gola, difficoltà respiratorie e bruciori. Inol-tre il succo, la linfa e le spi-ne possono causare un’eru-zione cutanea o irritazione. Infine, alcune specie di aga-ve possono causare nausea, vomito e diarrea.

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YuccaLa Yucca è simile all’Agave ma spesso forma tronchi e nor-malmente ha un numero mag-giore di foglie sottili e coriacee, con una spina terminale. Il co-lore delle foglie della Yucca va-ria dal verde scuro al blu palli-

do, e le foglie possono essere striate in tonalità di bianco, crema, giallo o verde pallido certosa. Quando è in fiore, la Yucca produce grandi panicoli eretti (mazzo di fiori) di colore bianco a forma di campana. Al contrario dell’alto stelo del fio-re dell’Agave, la Yucca fiorisce in panicoli che sono appena sopra o vicino al fogliame. Ci sono oltre 20 specie di Yucca, di cui tre o quattro sono consi-derate originarie della Florida. Yucca aloifolia, Yucca filamen-tosa e Yucca gloriosa, ma nel-la tassonomia della Florida si

Yucca presso l’azienda Floramiata

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considera che la Yucca a foglia ricurva (Yucca recurvifolia) sia la stessa delle Yucca gloriosa, mentre i tassonomi delle agavi considerano la Yucca recurvi-folia una specie a parte.

Esigenze della pianta e suo posizionamentoQuasi tutte le agavi e le sele-zioni di Yucca esigono pieno sole (almeno sei ore di sole di-retto) per crescere ed apparire al meglio.Amano suoli sabbiosi e cresco-no bene anche se non piove e non c’è umidità. Comunque, perfino con terreni sabbiosi, alcune agavi del deserto tro-vano difficoltà a crescere.In zone dove c’è dell’acqua sta-gnante o terreni pesanti, an-che lì cresce la Yucca, offrendo a queste piante la possibilità di crescere sopra un gradino o in una leggera montagnetta per offrire un migliore drenaggio. Altra scelta è di ammendare il terreno migliorando il dre-naggio. Una opzione finale è di coltivare queste piante in vasi con un substrato ben drenante e annaffiarle quando necessa-rio.Il drenaggio invernale è parti-

colarmente critico nelle zone del Nord. Le radici iniziano a marcire durante i periodi fred-di e umidi dell’inverno, questo se le condizioni di drenaggio sono insufficienti.

Acqua e fertilizzanteL’Agave e la Yucca necessitano di acqua solo raramente dopo il trapianto, quando è servita per aiutarle a sistemarsi. Co-munque, la maggior parte del-le piante di Yucca prospera an-che solo con l’acqua piovana.Nello stesso modo, la maggior parte delle Agave ben stabi-lizzate, non necessitano ferti-lizzante che esiste già in molti terreni urbani, specialmente se si usa lasciare in loco l’er-ba tagliata. Basse dosi di fer-tilizzante possono essere date a piante giovani o piccole per aiutarle a stabilizzarsi o per migliorarne la crescita.

Parassiti, malattie e pro-blemi colturaliIl più serio parassita delle aga-vi è lo Scyphophorus acupun-ctatus. La femmina adulta del curculionide, lunga circa 1,5 cm e brunastra, usa il suo “punteruolo” per infilarlo alla

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base della pianta e deporre le uova. Con questo proces-so, sono introdotti dei micro-organismi che decompongono i tessuti della pianta, causan-done normalmente l’avvizzi-mento, il collasso e la morte. Dalle uova si sviluppano larve simili a bruchi che si cibano dei tessuti decomposizione. Le larve dell’insetto (che sono tra l’altro, i “bruchi” tradizional-mente messi nelle bottiglie di

tequila) in seguito pupano e diventano adulti, con un ci-clo completo di 60-90 giorni. Questi bruchi attaccano tutte le specie di Agave, sebbene le specie a forte crescita con foglie larghe (come la pianta

centenaria, Agave americana) sembrano più suscettibili delle specie piccole con foglie dure e fibrose. Le piante più deboli o quelle che stanno per fiorire sono particolarmente vulne-rabili. Le Yucca spp. vengono attaccate occasionalmente. Il controllo delle larve è diffici-le, e le infestazioni si posso-no prevenire mantenendo le piante sane e distruggendo le piante infestate.

I bruchi della pianta (Cau-

A sinistra: danni da Scypho-phorus acupunctatus (detto anche punteruolo nero) sull’A-gave. Sotto: larve (foto Luciano Nuccitelli (SFR - Lazio))

Scyphophorus acupunctatus

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lotopos e altre specie) sono piccoli insetti che di tanto in tanto crescono in grande nu-mero e danneggiano le piante dell’Agave nutrendosi delle fo-glie, ne risultano cicatrici gialle o macchie. Il bruco della Yuc-ca (Halicotoma valida) cau-sa gli stessi danni alla Yucca spp. Le piante indebolite dalla poca luce o dalla troppa acqua si infestano di varie specie di cocciniglie e bruchi. I ragnet-ti Eriofidi si cibano dei boccioli in vegetazione delle piante in vaso, come risultato avrem-mo crescita anormale e lesio-ni alle foglie. La maggior parte dei problemi dovuti a malattie sono i vari marciumi radicali in concomitanza con suoli ba-gnati, spesso accentuati dalle basse temperature e da piante deboli.L’Agave e la Yucca sono ori-ginarie delle zone temperate e fresche in alta quota delle zone tropicali. Comunque, le foglie grandi e flessuose e gli steli sono suscettibili ai danni da gelo, in modo particolare quando sono coltivate fuori dal loro ambiente naturale in climi freddi e umidi o nelle zone irri-gate. I danni da gelo avvengo-

no quando queste specie sono esposte per diverse ore sotto le temperature di adattabilità. Dopo alcuni giorni di gelo, ap-paiono macchie, lesioni o zone inzuppate d’acqua che si tra-sformano in danni fogliari; le foglie fortemente danneggia-te sembreranno molli. Queste zone dopo essere asciugate virano al marrone, rendendo le foglie inutilizzabili. Sfortu-natamente, togliendo le foglie danneggiate spesso si altera la chioma o la simmetria della pianta e ne risulta un soggetto insignificante. Sebbene i dan-ni da forte gelo possano ucci-dere la pianta, spesso i danni da gelo stimolano l’emissione di getti nella parte basale della pianta.

I vasi per il giardinaggioLe Agave e yucche sono del-le piante eccellenti per i vasi. La struttura ruvida, piena e l’aspetto originale aggiungono interesse, rendendole delle ec-cellenti piante solitarie da met-tere nei punti focali. Le Agave e le yucche sono particolar-mente adatte alla coltivazione in vaso per la loro scarsa ne-cessità di acqua e la tolleranza

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alla siccità, che permette lun-ghi intervalli tra un’annaffiatu-ra e l’altra, più delle altre pian-te. In fine, coltivare l’Agave e la Yucca in vasi permette l’uso di substrati ben drenanti e la possibilità di riporre i vasi in zone riparate durante le forti piogge o durante i periodi par-ticolarmente freddi. I vasi sono l’unica soluzione di successo per coltivare queste piante del deserto nei nostri climi umidi.

MoltiplicazioneMolte specie di Agave e Yucca formano nuovi getti o pianti-ne spontaneamente. Tecnica-mente, questi sono nuovi getti che si sviluppano dai rizomi del sottosuolo. I nuovi germogli si possono rimuovere dalla pian-

ta in ogni m o m e n -to, purché ben radicati, messi in vasi di grandi di-m e n s i o n i dove si sta-

bilizzano più in fretta e cresco-no meglio. Alcune Yucca spp, formano, alla base degli steli, dei succhioni. Questi si posso-no dividere, infilare nel terre-no e piantare. Lo sviluppo dei getti è stimolato dai danni alla pianta o dallo stress.I getti, che sono delle pianti-ne attaccate alla pianta madre alla base dei fiori, si possono usare per propagare alcune specie di Agave. Le piantine normalmente si sviluppano quando la pianta muore. Si possono rimuovere e piantare in ogni momento, ma si stabi-lizzano più velocemente se re-stano presso lo stelo dei fiori finché hanno formato almeno quattro foglie.La Yucca si moltiplica da stolo-

Agave sisalana

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ne o da talee del-lo stelo. Si pos-sono raccogliere in tardo inverno 6-7 cm di stolo-ne che va messo orizzontalmente in un substrato ben drenante, in un ambiente caldo umido; i getti e le radi-ci si formano alcune settimane dopo. Nella stessa stagione si possono ottenere talee legno-se e messe a radicare come qualsiasi talea legnosa, si ha normalmente un buon succes-so con le Yucca ssp. originarie di un ambiente umido.Anche le Agave si possono mol-tiplicare da talea, ma in questo caso si usano talee da foglia. Si tolgono le foglie mature e si tagliano in porzioni di foglia che si lasciano a formare il cal-lus. Sono infilate nel substrato dalla parte del taglio, il terric-cio deve essere ben drenan-te. Nelle condizioni dei vivai di riproduzione, si sviluppano piantine lungo la base tagliata

della foglia, questo avviene al-cuni mesi dopo.I semi dell’Agave e della Yuc-ca si possono raccogliere da capsule mature e seminati fre-schi o immagazzinati per oltre cinque anni. La germinazione avviene in circa tre settima-ne dalla semina. La velocità di crescita varia secondo la spe-cie.

Storia e usi moderniLa maggior parte delle specie di Agave e Yucca sono state usate dalle popolazioni loca-li dell’America per cibo, filati, recinzioni o sapone. L’uso più conosciuto dell’Agave è per bevande alcoliche, la tequila. Questo uso dell’Agave ha un

Yucca rostrata

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interessante eredità e coinvol-ge parti inconsuete e proces-si della pianta. Prima di fiori-re, un’Agave accumula un’alta concentrazione di zuccheri nella linfa. Gli Americani del centro America (originari del Centro America e Messico) im-pararono a identificare questo stadio della crescita di molte Agave spp. E di conseguenza estraevano il succo detto agua-miel (acqua di miele). Sebbene alcune volte fosse usato come bevanda, l’aguamiel è molto più spesso trasformato in un liquido simile allo sciroppo, il nettare di Agave, diventato correntemente popolare come dolcificante. L’Aguamiel viene fermentato e trasformato in una bevanda leggermente al-colica detta “pulque”. Gli ame-ricani del Centro America col-tivavano spesso questa specie per la produzione di pulque.I coloni spagnoli lo modifica-rono aggiungendo una distil-lazione e alla fine si ottenne la tequila. In questo scenario, alle Agave prima della fiori-tura venivano raccolte e tolte le foglie, lo stelo restante e le foglie basilari che venivano

cotte, schiacciate, fermentate e infine distillate per ricavar-ne una bevanda alcolica chia-mata “mescal”. La tequila si ottiene con lo stesso procedi-mento, ma la tequila legale è la distillazione del mescal ot-tenuto con le specie di Agave tequilana nello Stato di Jalisco in Messico.Al contrario del suo conosciu-tissimo uso come bevanda, l’uso primario di Agave e Yuc-ca è stato per le fibre. Le fibre delle foglie erano estratte e usate per fare vestiti, corde e cesti. I fiori, i getti, i frutti e gli steli venivano mangiati cotti o crudi. Alcuni steli e le foglie basali di alcune specie di Aga-ve erano arrostite e mangiate, o essiccate per fare dei dolci. Le radici di alcune specie con-tengono una sostanza mucilla-ginosa che veniva usata fresca come sapone. Tranci di Yucca e varie agavi sono stati usati come cibo per gli animali e per la costruzione di protezioni.Oltre alla fiorente industria di Jalisco, l’Agave veniva normal-mente coltivata come pianta da fibra e come pianta orna-mentale.

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TEcnica

Brian E. Whipker

Brian E. Whipker

[email protected]

Aprile 2016Cl

amer

info

rma

Rivedete la vostrastrategia di fertilizzazione con il fosforo

I risultati dei progetti attuali di ricerca effettuati alla NC State University sono descritti qui.Strategie di concimazione con fosforo nella soluzione liquida per piante coltivate in serra. La formulazione del fertilizzante che si è usata da molti anni e ancora usata oggi, eroga molto fosfo-ro in più di quello che la maggior par-te delle piante necessita. In-fatti, solo 5 – 10 ppm sono normalmente sufficienti per piante sane e

Joshua Henry

compatte nella maggior parte delle piante coltivate in serra. Usando queste dosi, è eviden-te che con fertilizzanti come il 20.20.20 e 20.10.20 si sommi-nistra da 10 a 15 volte in più del fosforo necessario anche alle dosi consigliate (Tab 1).

Tab. 1 - Contenuto di fosforo nei fertilizzanti più comuni

Titoli del fertilizzante

Livelli di fosforo (in ppm)

Miscela a 100 ppm di N

Miscela a 200 ppm di N

20-20-20 43 8320-10-20 21,5 43

15-5-15 Cal Mag 10,75 21,5

13-2-13 Cal Mag 4,3 8,6

15-0-15 0 0

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La ricerca è in atto ora alla North Carolina State Univer-sity sul fosforo. In un esperi-mento, determiniamo la cre-scita della pianta con diverse concentrazioni di fosforo nella concimazione. Gli esperimenti sono stati condotti su specie di Alternantera e Iresine per de-

terminare il livello ottimale di fosforo. Queste prove sono state condotte usando dosi tra 0 e 80 ppm per creare una curva virtuale di crescita. (figg. 1 e 2).Quando non viene somministrato fo-sforo alla pianta, la crescita resta bloc-cata e resta abba-stanza compatta. Appena si aggiun-gono piccole quan-tità di fosforo alla soluzione nutritive, la crescita aumen-ta rapidamente so-pra I 5 e 10 ppm a seconda della spe-cie. Oltre questo punto, la crescita inizia sul conteni-

tore e resta quasi costante se si aggiunge più fosforo. Questa crescita a livello del contenito-ri continua per un certo perio-do, ma comincia a diminuire a causa del livello tossico del fosforo aumentato nei tessuti della pianta. Questa diminu-zione della crescita della pian-

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ta influenza sia l’altezza sia il peso secco, e può suc-cedere alla dose di circa 40 a 80 ppm di fosforo (fig. 3).Altre ricerche sono state effettuate dal Dr. Paul Nelson e i suoi studenti al NCSU in passa-to da diversi anni. Nella sua ricerca, è stato evidenzia-to che la riduzione o perfino 0 ppm di fosforo possono essere molto utili nella produzione di piantine in conte-nitori alveolari, li-mitando lo stretch (filatura) (fig. 4).Ovviamente, la mancanza di fo-sforo si potrà usa-re solamente nelle coltivazioni a durata limitata, come le piantine in alveolo, poiché i sintomi si sviluppano velocemente quando le piante non hanno un adeguato appor-to di fosforo. Nel 2014, ci sono stati due casi importanti in cui si sono avute delle perdite di

Garden Cris quando è stato ri-dotto l’apporto di fosforo.I sintomi della carenza di fo-sforo mostrano spesso il tipi-co arrossamento o la presenza violacea nella foglie più in bas-so (fig. 5). Anche l’apparizio-ne di macchie color verde oliva

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è un sintomo della mancanza di fosforo, in modo particolare durante i periodi di coltivazio-ne più caldi. Queste macchie spesso si sviluppano in aree clorotiche al centro della foglia (fig. 6).E’ importante notare che la ca-renza di fosforo può avvenire

anche quando la quantità di fosfo-ro è sufficiente nella fertilizza-zione. Alcune condizioni nella coltivazio-ne possono for-temente influen-zare la capacità delle piante di as-sumere il fosforo e si possono ma-nifestare i sin-tomi di carenza. Situazioni come la salute delle ra-dici della pianta, incluso il marciu-me radicale sono una delle possi-bili cause in cui si può verificare la carenza di fo-sforo. L’arrossamento

delle foglie in basso può avve-nire per un numero di ragioni senza relazione con la carenza di fosforo. Queste “colorazioni mimeti-che” si possono avere con un pH basso nel substrato, bassa EC o perfino carenza di zolfo.A seconda delle varietà per

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accertare le possibili cause, si devono fare dei test o perfino analisi dei tessuti, questi sono procedimenti importanti per determinare le cause. I sintomi di tos-sicità sono meno probabili, ma è bene riconoscerli se si conducono concimazioni ad alto tenore di fo-sforo. I sintomi di tossicità sono gli stessi della carenza di ferro, o clorosi interve-nali della parte superiore della foglia. Quando il fosforo rag-giunge livelli di tossicità, ha un antagonista nel ferro che viene assorbito dal-la pianta. Que-sto caso avviene nelle piante ori-ginarie dall’Au-stralia come la Scaevola, poiché è molto sensibi-le a livelli elevati

di fosforo. Carenze e tossicità si possono evitare erogando la corretta quantità di fosforo; da 5 a 10 ppm.

Condizioni fredde e umide come pure lo stress da siccità possono portare a situazioni di carenza (fig. 7). In tutti questi casi, nelle piante si perde la capa-cità di prendere la quantità di fosforo necessaria e

si possono a volte manifestare decolorazioni rosse o violetto, spesso associate a carenza di fosforo (fig. 8).

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Fertilizzazioni con basso teno-re di fosforo, possono essere molto benefiche per la pro-duzione di piante ornamentali sane coltivate in serra. L’apporto ottimale di fosforo è circa da 5 a 10 ppm. Questa quantità si può ottenere usan-do 13.2.13 Cal Mag con una fertilizzazione costante a 100 o 200 ppm di Azoto. Usando 15.5.15 Cal Mag come conci-mazione costante a 100 ppm di azoto, fornirà livelli sufficienti. Una terza opzione si potreb-be avere alternando 15..5.15 a 200 ppm di Azoto e 15.0.15 per ottenere lo stesso effetto.Riducendo la fertilizzazione fo-sforica si può avere un nume-ro di benefici per i coltivatori come la riduzione dei costi del-le fertilizzazioni. La dispersione del fosforo condiziona la quali-

tà delle acque aumentando la proliferazione e fioritura del-le alghe come quelle nel Lago Erie. Riducendo il deflusso si avran-no benefici importanti per l’ambiente. Inoltre, usando fertilizzazione a basso tenore di fosforo si possono produrre piante più compatte. Quando le piante sono più compatte, il coltivatore sarà avvantaggiato con una potenziale riduzione dello spazio durante la coltiva-zione, come può mettere in bu-sta più piante per la spedizione. Infine, le piante più compatte sono in generale più desidera-bili dal consumatore sul punto vendita. Ci sono molte ragioni per rivedere la vostra strategia di concimazione con il fosforo, speriamo che queste informa-zioni vi aiuteranno a farlo.

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nOVITA’

Edoardo Antonini

Edoardo Antonini

redazione Clamer informa

[email protected]

Aprile 2016Cl

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rma Presentato

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costantemente a migliorare il prodotto.I fondatori di PlantPaper sono Merethe Ellegaard, inventrice di PlantPaper e figlia di Øjvind Ellegaard e Carsten Storgaard. Merethe ha lavorato alla Elle-gaard AS dal giorno in cui il padre ha fondato la società. È stata vice presidente e co-pro-prietaria della società dal 1993 al 2005. In seguito è rimasta Direttrice del Marketing di El-legaard AS fino al 2009.

Merethe Ellegaard e Carsten Storgaard

fondatori di PlantPaper

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Carsten Storgaard, Di-rettore dei Servizi e Di-rettore Vendite di Elle-gaard dal 2001 al 2012 vanta un’ampia rete di conoscenze nel settore e anni di viaggi, operazioni e discussioni con riven-ditori e clienti dai quali ha ricavato una grande esperienza diretta e una note-vole competenza tecnica.PlantPaper nasce dal desiderio di Øjvind Elegaard di eccellere e migliorare la sua creazione, nel rispetto dell’ambiente, in modo tale da offrire a distri-butori e consumatori un’alter-nativa al prodotto precedente-mente sviluppato, naturale ed ecosostenibile al 100%.Øjvind Ellegaard ha inventa-to Ellepot e fondato Ellegaard AS nel 1989 ma non ha sapu-to resistere alla tentazione di fare le cose ancora meglio e con ancora maggiore rispet-to per l’ambiente. Ha così iniziato a sperimen-tare utilizzando sacchet-ti di carta biodegradabile per la ger-minaz ione precoce del-le patate ma

l’idea ha mai preso piede. Pur non concretizzandosi la sua idea ha comunque generato un piccolo seme verde.Øjvind è morto nel 2010 all’età di 76 anni e sua figlia Merethe, ispirandosi alle idee del padre ha inventato PlantPaper. Ha sviluppato una nuova formula basata su diverse materie pri-me, mantenendo tuttavia inal-terato il desiderio di suo padre di fare sempre meglio e con la massima ecosostenibilità.

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Patologia

Piero GuarinoAgronomo

Aprile 2016Cl

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rma

Danni da bombi su ciclamino

Il nostro, diciamolo pure, un po’ presuntuoso antropocen-trismo, ci induce a “leggere”, e codificare, la natura prevalen-temente sulla base della rela-zione tra essa e noi stessi. Faccio un esempio per spie-garmi meglio.

Fig. 1- Bombus su ciclamino (foto P.Guarino)

Ricordo che un docente uni-versitario, parlando delle erbe infestanti, faceva notare quan-to è improprio il termine (ma-lerbe, appunto).“Sarebbe più corretto” diceva “parlare di flora spontanea, da contrapporre alla flora colti-

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vata che è l’oggetto del lavoro dell’agricoltore; e il termine dispregiativo malerba nasce dal semplice fatto che non ci è gradita e utile...”. Secondo lo stesso prin-cipio vengono conside-rati, ad esempio, insetti utili quelli che, in qual-che modo e in maniera ovviamente inconsape-vole, portano un van-taggio al lavoro dell’a-gricoltore. L’oggetto del presente articolo sta a dimostra-re quanto siano arbitra-rie e ambivalenti certe classificazioni. Quando si parla di in-setti utili subito il pen-siero corre ai pronubi e, tra questi, alle api e ai bombi (ampiamente utilizzati, questi ultimi, per migliorare la pro-duzione di diverse colture da frutto). “Nobile a apprezzata attività” quindi, quella di questi graziosi e paffuti insetti….! Ma diventa-no un po’ meno graziosi, sim-patici ed apprezzati quando, pur continuando a fare quello

che sempre fanno (impollinare i fiori, appunto, alla ricerca di nettare e polline di cui si nu-trono) lo fanno, ahi loro, sulle colture sbagliate (ovvero dove noi non vorremmo). Negli ul-timi inverni, complici, proba-bilmente, decorsi stagionali

Fig. 2- Bombi eliminati manualmente (foto P.Guarino)

Fig. 3 - Asportazione dei fiori fecondati e dei bombi (foto P.Guarino)

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insolitamente miti, nel litorale ligure e della Francia meridio-nale, si sono ripetutamente osservate massicce invasione di bombi all’interno delle serre destinate alla coltivazione del ciclamino in vaso. Attratti, evi-dentemente, dalle sue gene-rose fioriture, in un periodo in cui è altrimenti difficile trovare altrettanto copiose fonti di cibo (nettare e polline), i bombi, nelle ore più calde della gior-nata, invadono a centinaia (se non a migliaia) le coltivazioni, per bottinarne i variopinti fio-ri. L’attività di per se non crea, nell’immediato, danno alcu-no, senonché i fiori “visitati” vengono impollinati e fecon-dati (alla stregua di qualsiasi fiore che riceve del polline). I fiori, poi, si sa, sono biologi-

Fig. 4 - Retini per la cattura(foto P.Guarino)

Figg. 5 e 6 - Distacco della corolla (foto P.Guarino)

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camente solo dei vessilli atti a richiamare l’attenzione del pronubo. Una volta svolta la funzione non hanno più ragio-ne di sussistere. Ed infatti, nel giro di poche ore, i fiori visita-ti, si piegano, perdono la co-rolla, ed iniziano a ingrossare l’ovaio fecondato verso il futu-ro frutto. Ma noi del ciclamino vogliamo i fiori, non già i frutti e allora ecco che si scatena la lotta contro l’insetto divenuto “dannoso”.Il danno, effettivamente, è no-tevole. Migliaia di fiori appas-siscono e cadono. Altrettanti frutticini iniziano a svilupparsi a scapito di ulteriori e attese fioriture.Nel tentativo di controllare la presenza di questi imenotteri

si è, in un pri-mo momento, attribuita la re-sponsabilità e la provenienza alle arnie di bombus terrestris posi-zionate all’inter-

no di serre adibite alla colti-vazione di pomodoro. Ma tale ipotesi solleva più di un dub-bio, per diversi motivi.In primis perché non sempre sono presenti coltivazioni di Ciclamino e Pomodoro a di-stanze compatibili alla “migra-zione” (i bombi si spostano su tragitti raramente superiori ad 1 km).In secundis perché, pur trat-tandosi presumibilmente della stessa specie, si sono eviden-ziati comportamenti alquanto diversi nei confronti dei fito-farmaci. I bombi utilizzati per l’impollinazione sono notoria-mente molto sensibili anche a livelli minimi di insetticidi; quelli ritrovati su ciclamino lo sono molto meno (tanto che

Fig. 7 - Fiori distrutti (foto P.Guarino)

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interventi spe-cifici fatti nel tentativo di li-mitarne le po-polazioni han-no avuto scarsi o nulli effetti). Si deduce quin-di che potrebbe trattarsi di popolazioni locali e selvatiche di Bombus terrestris diffuse sul territorio ed atti-ve anche nei mesi invernali in presenza, come si è già detto, di andamenti stagionali par-ticolarmente miti come quelli degli ultimi anni.La rimozione di fiori appassiti, frutticini allegati e, soprattut-to, bombi affamati, diventa, in certi momenti, una delle atti-vità colturali a maggior richie-sta di tempo e mano d’opera (con costi facilmente immagi-

nabili). Ad invasione avvenuta l’unica soluzione praticabile ri-sulta, infatti (dopo aver tenta-to infruttuosamente la strada di esche zuccherine di diver-so tipo per la cattura dei pro-nubi), quella della cattura ed eliminazione manuale di ogni singolo bombo. Viceversa, agendo in preven-zione, è risultata utile (ancor-ché non risolutiva al 100%) l’applicazione di reti “anti in-setto” alle aperture (finestre di colmo e laterali) delle serre.

Fig. 8 - Reti anti insetto (foto P.Guarino)

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PATOLOGIA

Piero CravediAprile 2016

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Aggiornamenti sulla lotta ad insetti di recenteintroduzione

In occasione delle Giornate Fitopatologiche, che si sono svolte a Chianciano Terme dall’8 all’11 marzo, è stata affrontata la proble-matica del contenimento delle popolazioni di insetti di recente introduzione in Italia. L’attenzione è stata focalizzata su quattro specie: la cimice asiatica Halyomorpha halys1, il dittero Drosophila suzu-kii2, l’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus3 e il coleottero rutelide Po-pillia japonica4.

Halyomorpha halys, nota come cimi-ce asiatica, è stata rilevata per la prima volta nel 2012 in provincia di Modena. Questa specie, caratterizzata da elevata polifagia ed elevato potenziale invasivo, rappresenta un grave rischio per svaria-te piante sia arboree sia erbacee. Da non sottovalutare è poi il fastidio che crea in

Giulia Bartalozzi, ufficio stampa

dell’Accademia dei Georgofili

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ambito urbano per le invasio-ni negli edifici che si verifica-no in autunno con l’abbassarsi delle temperature esterne. Le pessimistiche previsioni inizia-li sono state purtroppo con-fermate e, progressivamente, sono aumentate le segnala-zioni di danni di elevata enti-tà a varie colture quali pero, pesco, melo e soia in varie zone dell’Italia settentrionale e in particolare dell’Emilia-Ro-magna. Sono attualmente in corso ricerche per migliorare i metodi di monitoraggio e indi-viduare strategie di protezione delle colture.

Drosophila suzukii è un mo-scerino originario del sud est asiatico, ampiamente diffuso a livello mondiale, ma rinvenu-to in Italia per la prima volta nel 2010 in Alto Adige. La sua presenza è ora segnalata in diversi areali frutticoli dell’Ita-

lia settentrionale ove sviluppa a carico di piccoli frutti qua-li mirtillo, lampone, fragola, mora ma anche di ciliegio, al-bicocco, susino e vite. Le spe-rimentazioni in atto sono rivol-te a individuare gli insetticidi più adatti, il momento ottimale per la loro applicazione. Tra le

Drosophila suzukii

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colture più studiate figurano il mirtillo la vite e il ciliegio. Una particolare preoccupazione viene segnalata per le zone in cui le uve vengono conserva-te nei fruttai per la produzione dei vini passiti.

Buone notizie si hanno riguardo al contenimento delle infesta-zioni del Cinipide del castagno Dryocosmus kuriphilus. Se-gnalato in Piemonte nel 2002 questo insetto galligeno si è rapidamente diffuso su tutto il territorio nazionale diventando una delle maggiori avversità del castagno. La introduzione del suo antagonista natura-le, l’imenottero Torymus si-nensis, avvenuta ad opera del prof Alberto Alma dell’Univer-

sità di Torino ha consentito l’avvio di un programma di lotta biologica che attualmente, ha consentito di ridurre la consi-derevole perdita di produzione che ha caratterizzato

la castanicoltura negli ultimi anni.

Ben diversa è invece la si-tuazione connessa al rinveni-mento di Popollia japonica avvenuta nel 2014 nella zona attorno al Ticino. La presen-za di questo insetto nocivo da quarantena interessa il Pie-monte e la Lombardia. Le larve infestano i prati danneggian-

Cinipide del castagno (foto Forum Acta Plantarum)

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do le radici, mentre gli adulti, vivono a carico di numerose piante sia spontanee sia colti-vate. Molto temuti sono i dan-ni a mais, soia, melo, pesco e vite. Gli attacchi provocano defogliazioni e distruzione dei fiori. Le misure fitosanitarie

che le Regioni interessate

hanno avviato consistono nel monitoraggio per realizzare programmi di eradicazione e di contenimento della specie. Le misure fitosanitarie previ-ste dedicano una particolare attenzione agli aeroporti e alle strutture vivaistiche.