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Anno XXII Dicembre 2010Anno XXII Dicembre 2010

N.12N.12

Antico e Primitivo Rito Orientale di MisraAntico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphism e Memphis

Sovrano Gran Santuario AdriaticoSovrano Gran Santuario Adriatico

Il RisveglioIl Risveglio

IniziaticoIniziatico

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale di

Misraïm e Memphis : www.misraimmemphis.org

SOMMARIOSOMMARIO

BREVE RIFLESSIONE - Il S. . . G. . . H. . . G. . . - pag. 3

Saggi, dissertazioni, racconti, poesie fantastiche

ed un pochino esoteriche

VISIONE DEL MONDO - Bruno - pag. 4

ANALISI DELLE INVOCAZIONI DI APERTURA E DI CHIUSURA

Francesco - pag. 6

LA VIA INIZIATICA - Tommaso - pag. 8

IL SILENZIO DEL CUORE - Marisa - pag. 10

I MASSONI POSSONO, FORSE, CONTRIBUIRE

A CAMBIARE IL MONDO - Panagiotis - pag. 12

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Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

BBreve riflessione reve riflessione

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

SS oprattutto i giovani ci chiedono spesso una dottrina,

un credo, una linea che sia valida per tutti. Essi lamen-tano la carenza di un corso uniforme di studi, che per-metta a loro di divenire Iniziati.

Evidentemente, costoro sono legati agli schemi razioci-nanti della cultura profana, al metodo scientifico speri-mentale secondo il quale, date certe premesse, debbonoverificarsi certe conseguenze, come mettendo insiemedue molecole di idrogeno e una di ossigeno si ottienel’acqua. Essi, pertanto, vanno alla ricerca di un professore(Maestro ?) che spieghi loro la via da seguire, indichi ilibri da leggere o da studiare, e, presto un risultato che siveda.Essi vogliono fare come quei soffiatori di alambicchi,che , cercando la formula per ottenere l’oro, si misero dibuona lena e trovarono la formula per distruggere l’uma-nità.L’oro alchemico non si ottiene con una formula, e tantomeno con una dottrina o con un credo, né con la fretta.Esso si ottiene con un lavoro di preparazione, lento ecostante, lavoro di purificazione e, nello stesso tempo, didistruzione e di autocreazione, e, successivamente, conun lavoro di trasmutazione.Tale lavoro è necessariamente individuale. Il Maestropuo’ dare all’allievo soltanto l’influenza spirituale,soprattutto nei piani sottili, per rafforzare in Lui la deter-minazione ad andare avanti.Il lavoro preparatorio consiste nella creazione autonomadella nostra personalità che sarà il nostro TempioInteriore, dentro il quale, poi, faremo il lavoro di trasmu-tazione.Dobbiamo distruggere la personalità che altri ci hannodato attraverso la cultura e le deviazioni dell’uomo sto-rico per potere creare contemporaneamente il nostroAtanor nel quale successivamente potremo iniziare l’o-peraTale distruzione e autocreazione della personalità deveavvenire nel SILENZIO, nella disciplina e nel dominioinflessibile di Sé.Dobbiamo ridestare la creatività della Iniziazione attra-verso la comprensione e l’attuazione del metodo simbo-lico; dobbiamo far rivivere dentro di noi i simboli fino adivenire noi stessi i simboli, conditio sine qua non perottenere il dominio sulle nostre passioni, sulle forze stes-se che reggono il nostro organismo. Dobbiamo divenire la legge se vogliamo affrancarci delleschiavitu’ della legge.

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. .G..G. .. ..

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IL RISVEGLIO INIZIATICO IL RISVEGLIO INIZIATICO - Dicembre 2010- Dicembre 2010

Drago a tre teste - da S. Trismosin, Splendor Solis, XVI secolo

Informazioni e storia sui Riti uniti di Misraïm e Memphis possono essere letti sui siti:

www.misraimmemphis.org

http://www.misraimmemphis.com.br/- www.misraimmemphis.gr

VVISIONE DEL MONDOISIONE DEL MONDO

BrunoBruno

LL a visione scientifica e la visione spirituale del

Mondo forniscono, ambedue, risposte diverse macomplementari alle più grandi questioni dellavita.La via della scienza è la sola legittimata per inve-stigare sul mondo naturale.Che essa indaghi sull’atomo, sulla natura delcosmo o la sequenza del DNA, il metodo scienti-fico è lo strumento unico e attendibile nella ricer-ca degli eventi naturali. Gli esperimenti possonofallire, le loro interpretazioni sono a volte fuor-vianti e la scienza può sbagliare; ma per sua natu-ra la scienza si autocorregge.Nessun errore rilevante può persi-stere a lungo a fronte dell’incre-mento progressivo della conoscen-za.Tuttavia, la scienza non puòrispondere a tutte le domande piùimportanti.Il significato dell’esistenza umana,la realtà del Supremo Artefice deiMondi, la possibilità della vita nel-l’aldilà, il perché dell’Universo, emolte altre questioni spiritualisono fuori della portata del metodoscientifico. La scienza non è l’uni-ca strada che porta alla Conoscen-za.La visione spirituale del Mondo

offre un’altra via verso la Verità. La povertà di unavisione oggettivistica diventa chiara se, per esem-pio, prendiamo in considerazione il mistero dellamusica: da un punto di vista scientifico non si trat-ta che di vibrazioni nell’aria, che percuotono i tim-pani e stimolano le correnti neuronali del cervello.Come può accadere che questa sequenza di attivitàtemporali abbia il potere di parlare al nostro cuoredi un’eterna bellezza?L’intero arco dell’esperienza soggettiva, dal perce-pire una macchia di rosa al restare affascinati dallaSinfonia in Si minore, al mistico incontro con l’i-neffabile realtà dell’UNO, tutte queste esperienzeumane sono al centro della nostra interrelazionecon la realtà e non vanno accantonate come schiu-ma epifenomenica alla superficie dell’Universo.Il nostro Rito ci insegna che se adoperiamo la retedella scienza per pescare la nostra versione dellaVerità, non dovremo sorprenderci che questa noncolga l’evidenza dello Spirito.

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SSaggi,dissertazioni,aggi,dissertazioni,

brevi racconti,brevi racconti,

poesie fantastichepoesie fantastiche

ed anche ed anche

un pochino esotericheun pochino esoteriche

Allegoria Della Scienza 1630, Milano Pinacoteca Ambrosiana

La complementarietà delle due visioni del mondo,quella scientifica e quella spirituale, non è sem-plicemente una questione speculativa, suscettibiledi una asciutta riflessione filosofica: è una sfidaper ciascuno di noi!Ci sono domande che si attaccano alla radice stes-sa del nostro moto umano: per cosa vale la penache io viva? quale è il significato della realtà?Che senso ha l’esistenza?A queste domande solo ricorrendo al nostro Seinteriore possiamo trovare le risposte. Ci sono,dunque, cose in cui bisogna prima credere perpoterle poi capire.

Aprirsi alla vita dello spirito può arricchire inmaniera insospettabile per poi comprendere che ilS:.A:.D:.M:. opera nel campo della liberazione,non in quello della incarcerazione. Il Suo dominio è nel mondo spirituale, un regnoche non è possibile indagare con gli strumenti e il

linguaggio della scienza, ma che va esaminato conil cuore, la mente e l’anima, e la mente deve trova-re una via per riuscire ad abbracciare entrambi iregni.Il numero e il Logos trovano il loro punto di incon-tro più certo nel confronto reciproco se si allude auna Sapienza, a uno Spirito, a un Logos preesisten-te vicino all’Essere Supremo fin da principio e dacui sarebbe dipesa tutta la creazione. È in questoLogos, che si incontra dentro di noi, che risiedel’intelligenza matematica delle cose.

“La Sapienza che viene dall’Alto è anzitutto pura,poi pacifica,mite, arrendevole, piena di misericor-dia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocri-sia”. ( Gc 3, 17 ).

BrunoBruno

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Allegoria dell'immortalità - Giulio Romano, 1540 ca

AAnalisi delle invocazioninalisi delle invocazioni

di apertura e di chiusura di apertura e di chiusura

FrancescoFrancesco

DD al latino “in-vocare” ovvero “chiamare a sé”,

l’invocazione rappresenta una “richiesta diaiuto”. Nella pratica massonica si traduce nellasupplica che all’inizio e alla fine di ogni tornata ilvenerabile maestro rivolge al Supremo Arteficedei Mondi. Si chiede alla Potenza Suprema didegnarsi di dirigere i lavori di loggia, di illumina-re i fratelli con le sue luci, di dissipare le tenebreche nascondono la verità e di permettere di intra-vedere qualcuno dei piani perfetti della saggezzacon la quale Egli governa i mondi. Lo scopo èche, divenuti sempre più degni di Dio, risulta pos-sibile per i fratelli celebrare, con inni senza fine,l’universale armonia che la Sua presenza imprimealla natura. Ma soprattutto, attraverso l’invoca-zione, il massone riunito in Loggia chiede aiuto,assistenza, protezione, e a chi se non al Superiorea cui si ispira e a cui , tra l’altro, al momento disospendere i lavori rende “Grazie” supplicandoLodi vegliare senza posa sui Suoi figli, cioè su tuttigli uomini. L’iniziato invoca inoltre nel Supremo,la sua Guida affinchè durante e alla fine dei lavo-ri personali e di Loggia sia sempre riconosciuta lagloria del Suo nome e sia perseguito il benedell’Umanità. La frase “IDDIO SOVRANO CHE SI INVOCASOTTO NOMI DIVERSI E CHE REGNI SOLO,ONNIPOTENTE ED IMMUTABILE” interpretadue basilari concetti. Il primo esplicita come lamassoneria pur non essendo ispirata o associata aun particolare credo religioso, manifesta tuttavial’esigenza irrinunciabile di una presenza Supremache, “Padre della natura, fonte della Luce, LeggeSuprema dell’Universo” stimola e accompagna ilfratello nel suo tortuoso cammino di ricerca dellavirtù e dell’amore. L’altro richiamo riporta alprincipio di uguaglianza per cui nonostante lapalese diversità tra i fratelli per condizione profa-

na, per sensibilità e cultura per ideologia o perreligione, essi risultano uguali nella morale acco-munati dal cammino di vita e nella consapevolescelta di voler tendere al raggiungimento della per-fezione, nella convinta ricerca del percorso di ret-titudine e di virtù da mantenere durante la laborio-sa salita verso l’agognato sito in cui siede la VeraLuce. Ossia la volontà di individuare nel comunegrande Obiettivo Finale la convergenza dei diversie tortuosi cammini. Come già detto in una parola,ciò che ci rende veramente uguali è la richiesta, lavolontà e l’ottenimento dell’Iniziazione. L’invocazione “Alla Gloria del Supremo Artefice

dei Mondi” è conosciuta, anche al di fuori dellamassoneria, per la sua formula graficamente sinte-tica A.G.D.S.A.D.M. Nell’apertura dei lavori, l’in-vocazione è un tributo dovuto al Principio Superio-

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La Discesa dello Spirito SantoMorrazzone XVI sc





re (postulato dagli Antichi Doveri dei liberimuratori), ma costituisce anche una chiamatasacrale che sottolinea l’importanza del momento.Il Supremo Artefice è un’ancora per i fratelli mas-soni, sia per i credenti che per i liberi pensatori; ilsuo nome così astrattamente concreto, induce tuttinoi membri della loggia a sentirsi proiettati versol’alto.La dicitura “alla gloria di” potrebbe far pensare aun profano che siano i lavori di loggia a conferiregloria al Supremo Artefice. Tuttavia così non è.Infatti se si generalizza, la dicitura “alla gloria”non è un’esclusiva massonica; si ricordi il mottodei gesuiti “Ad maiorem Dei gloriam” cioè “per lamaggior gloria di Dio” e quello dei templari “Nonnobis, Domine, non nobis sed nomini tuo da glo-riam” ovvero "Non a noi, o Signore, ma al tuonome dà gloria". E’ chiaro che, in campi diversi,gli uomini intendono “riconoscere” la gloria, nonconferirla. La gloria c’è, esiste perché è insita,non perché viene attribuita attraverso i nostri atti.Così l’invocazione in massoneria che intendericonoscere nell’Essere Supremo che si invocasotto nomi diversi, l’onnipotenza e l’immutabilitàma soprattutto la fonte della Luce e la Guidamagistralmente espressa dalla frase ” degnati didirigere i nostri lavori”, permette al massone diesprimere l’identificazione dell’Iddio Sovranocon la Gloria indipendentemente dai lavori che sistanno per intraprendere o da quelli che si stannoper sospendere.C’è da dire piuttosto che alla gloria del SupremoArtefice non vengono dedicati i lavori particolari,per quanto belli ed interessanti essi siano. Questiultimi infatti hanno lo scopo di togliere dai propri

occhi il fatal velo dell’inesperienza, di far si che lapropria anima sia illuminata, di poter intravederequalcuno dei piani perfetti di quella saggezza conla quale il Supremo governa i Mondi. Quello che imassoni dedicano alla gloria è il fatto stesso dilavorare; di aprire e chiudere i lavori in quel modoche rende sacri lo spazio e il tempo, che proteggeda ogni influenza negativa o maligna, che cerca dimettere in relazione ascendente con il principiospirituale simboleggiato dal Grande Artefice deiMondi. Durante l'apertura dei Lavori il fratellomassone si immerge completamente in un'altrarealtà: la vita profana, dalla quale pochi minutiprima proveniva, è del tutto dimenticata. Il ritualemassonico compie ancora una volta la sua magia:ci immette, infatti, lentamente ma inevitabilmente,nel "SACRO". E tutti noi iniziati abbiamo bisognodi questa sacralizzazione del tempo e dello spazioper essere veramente iniziati alla vita, alla morteed alle virtù più sublimi. E’ anche per questo chealla fine di ogni Tornata, si prova un senso di risto-ro e l'impressione di una rigenerazione delle forzefisiche e spirituali.Addirittura qualche vecchio massone racconta ditornate sublimi in cui “non si fece niente”; si apri-rono i lavori ritualmente con maestria assoluta econ tangibile intensità; si osservarono sette minutidi silenzio; si chiusero i lavori con altrettanta con-sapevolezza e precisione. Tutto ciò ad occhi pro-fani può sembrare niente, ma invece in quelle tor-nate si era dispiegata tutta la potenza del rito el’intento di temprare lo spirito dei fratelli conve-nuti è stato comunque largamente raggiunto.

FrancescoFrancesco

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LLa via iniziaticaa via iniziatica

TommasoTommaso

L’L’ Iniziazione (dal latino initium=inizio), può

essere definita, anzitutto, come un insieme di ritie pratiche che permettono all'individuo di accede-re a una condizione spirituale superiore median-te la morte simbolica “dell'uomo vecchio" e lanascita “dell'uomo nuovo".Per Rene Guénon, Maestro della Tradizione, è unerrore assimilare l'iniziazione a certi valori mora-li e sociali, pur non negando la sua valenza edimportanza in questi ambiti.Il fine dell'iniziazione è soprattutto quello di"liberare l'uomo" e non di fargli subire nuovilegami, come quelli già impostigli dall'esisten-za condizionata.Fondamentale e indispensabile è avere ilcollegamento iniziatico con la"Tradizione" mediante una organizza-zione tradizionale, ma questo nondeve assolutamente esentarci dallaricerca interiore che ognuno devefare da solo.I depositari della "conoscenza ini-ziatica", non sono professori discuola che si limitano a insegna-re nozioni che gli allievi do-vranno semplicemente memorizza-re. Essi "comunicano un qualcosa"che proprio per la sua stessa essenzaè incomunicabile, ma che può essereconseguita e "conosciuta" solo attraver-so facoltà intuitive; "danno" metodi chepossono servire da supporto per il lavoroe/o allontanare i pericoli e/o i numerosi osta-coli che sicuramente si incontreranno durante ilpercorso.Troppo spesso, e non solo secondo Guénon, si faconfusione tra lo spirituale e ciò che è soltanto

psichico; molti, pensando di comunicare con illivello spirituale, attivando soltanto facoltà psi-chiche quali la chiaroveggenza o attività analo-ghe.Tutto ciò che è psichico non può e non deve avererapporto diretto con l'iniziazione, perché l'inizia-zione è una pura trasmissione di un influsso spi-rituale in grado di produrre effetti dello stesso tipo.Contrariamente ad altri autori, Guénon è rigidonell'affermare che non è possibile l'autoiniziazio-ne, perché solo una organizzazione iniziatica tradi-zionale che si collega a una preesistente, in mododa non interrompere la continuità della "catenainiziatica", è depositaria di quella influenza spi-rituale che trasmette; i riti ed i simboli che utilizzapermettono quel lavoro interiore mediante il qualesarà possibile all'iniziato penetrare il "segreto" inrapporto alle proprie capacità.Questi simboli, proprio per il loro aspetto "nonumano", racchiudono quella particolare influenzain grado di risvegliare facoltà intuitive in chi medi-ta su di loro.

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René Guenon 1925





Al momento della mia iniziazione, nel "gabinettodi riflessione" (ri-flessione: ripiegamento su sestesso), ho sperimentato personalmente quantosia "incomunicabile" il segreto iniziatico proprioin quel mio "personalizzare" i vari simboli eavvertimenti dai quali ero circondato.E questo segreto o "mistero" che mi veniva tra-mandato era inesprimibile e la sua interpretazionela vivo ora nel mio "ricevere in silenzio"... non miè possibile discutere su questo!La morte, per i nostri lontani antenati, era stradadi ritorno all'Uno, e l'iniziazione era proprio comemorire... imparare a morire.Lo stesso Guénon aveva detto che con l'iniziazio-ne l'essere passa dalle tenebre alla luce... la morteprofana e l'uscita dalle tenebre.Per gli antichi greci, come per gli ebrei, la veraSapienza è quella recuperata.Una leggenda ebraica racconta che l'uomo tra-scorre i suoi primi nove mesi nel ventre dellamadre con una candela accesa sulla testa, perchélì dentro l'arcangelo Gabriele gli insegna tutta lasacra scrittura. Un attimo prima di venire alla

luce, con un soffio, l'arcangelo spegne questa can-dela e il bambino dimentica tutto ciò che avevaimparato...la sua vita dovrà essere dedicata a ricor-dare esattamente tutto quanto l'arcangelo gli hainsegnato.Il bambino piange al momento della sua nascitaproprio perché ha dimenticato tutto!Lo stesso principio, anche se in modo rovesciato,viene descritto da Platone nel suo "mito dellacaverna", dove la vita tipica della caverna è pro-prio di coloro che si basano sui sensi... certamentepiù facile, ma che non ti porta verso la Conoscen-za.Quella fuori, di coloro che valorizzano l'Animacurando la propria dimensione interiore, sicura-mente più difficile, ci porta invece all'idea delBene e del Bello.Ricevendo la Luce massonica sento di averricevuto la Tradizione, l'Insegnamento che mi con-sentirà di "uscire dalla caverna".Iniziato è colui che vede, colui a cui è concessa laLuce e non è più vincolato ad ombre e tenebre cheriflettono da molto lontano un lieve spiraglio diLuce.Occorre però ora fare una dovuta distinzione fra"iniziazione effettiva" e "iniziazione virtuale".L'iniziazione virtuale è il semplice affiliamentoad una organizzazione tradizionale regolare, men-tre per l'iniziazione effettiva è necessario tutto illavoro interiore che ne consegue.Entrare nella via è proprio dell'iniziazione virtuale,ma "seguire la via" è l'iniziazione effettiva!L'insegnamento iniziatico non è altro che "l'aiutoesteriore" che ci viene tramandato come apporto alnostro "lavoro interiore di realizzazione"...

TommasoTommaso

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Gabriele Arcangelo - José Camarón y Bononat, XVIII sc.





IIl Silenzio del Cuorel Silenzio del Cuore

Marisa Marisa

TT re sono i gradi del Silenzio: il Silenzio della

Voce, il Silenzio della Mente ed il Silenzio delCuore.Come Massoni, abbiamo cominciato a conoscereil Silenzio della Voce nel Gabinetto di Riflessio-ne.Nel silenzio dell'attesa, senza ancora sapere esat-tamente cosa ci attendeva, non tacevano peròcerto né la mente né il cuore.

Come Apprendisti, l'obbligo del Silenzio durante inostri SS:. LL:. ci ha insegnato l'umiltà ed il valo-re dell'ascolto delle parole dei MM:., senza che lamente avesse l'impegno od il permesso di formula-re risposte od ulteriori domande: il nostro compitoera quello di ascoltare ed interiorizzare gli inse-gnamenti ricevuti.Abbiamo iniziato, a questo primo livello, a diveni-re ricettivi: capaci di accogliere la Parola dei MM:.dentro di noi.Il Silenzio della Mente e quello del Cuore si collo-cano, tuttavia, ad un livello più alto.Come lo Spazio vuoto ed il Silenzio del Suono nonvanno infatti intesi quali assenza di forme materia-li o di suoni per privazione, bensì nella loro naturadi luoghi in cui può realizzarsi la manifestazionedella Forma, di aperture verso l'attuarsi di unapotenzialità, così dobbiamo imparare a leggerenella medesima visione il senso del Silenzio dellaMente e del Cuore.Il Silenzio della Mente equivale, nel nostro tem-pio interiore, al Luogo in cui impariamo a tra-scendere le categorie razionali della dialettica edella misura, superando la mente logica e allonta-nandoci dal Regno della Quantità, imperio delmondo materiale.Ad un livello più alto, il Silenzio del Cuore ci per-mette di superare anche le categorie del giudizio,della reazione soggettiva e del continuo riferimen-to a passato e futuro, quando giungiamo a far tace-re la sfera delle nostre emozioni e diveniamo pie-namente ricettivi, nella pace e nella consapevolez-za che possiamo ottenere se riusciamo ad ucciderel'ego per fare posto al nostro Sé superiore.Abbandoniamo così del tutto il mondo dellaManifestazione per accedere a quello del non-Manifestato: superiamo allora la dualità per entra-re in contatto con l'Uno.Come il mondo della Manifestazione si pone sottoil segno della dualità, della contrapposizione dina-mica, rappresentata nel nostro Tempio dal pavi-mento bianco e nero, così l'apertura al non-Manifestato, superando la dualità, altro non è chel'accogliere l'Uno, la Trascendenza, permettendoalla scintilla divina che in noi si cela di potersi farpercepire, trasformandoci.Il Silenzio del Cuore ci pone nel Qui e nell'Ora,senza direzioni, senza prima né dopo, quindi incontatto diretto con l'infinito spaziale e temporale.

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Frontespizio della raccolta dei lavori di Jacob Boehme Dionysus Andreas, Freher1764





La prima lettera dell'alfabeto ebraico è la Aleph,per i Cabbalisti legata indissolubilmente alSilenzio: essa, infatti, è la sola lettera dell'alfabe-to a non avere un suono proprio, ma solo in fun-zione delle lettere cui è affiancata. La Bibbia ini-zia con la lettera Beth, a testimoniare che prima diogni cosa, prima della creazione, era l'Aleph, ilrespiro divino, la forza primigenia dellaCreazione, che precede ogni atto. La dobbiamoritrovare dentro di noi nel Silenzio più profondo,quello del Cuore, osservando il quale possiamo,come ricorda la forma stessa dell'Aleph, guardarein Alto ed in Basso nello stesso tempo, per com-piere il miracolo della cosa Unica.Ricettività ed ascolto non devono essere confusicon la passività inerte: quella del Silenzio delCuore è a mio parere una Via, che va percorsa, unlavoro interiore che va perseguito: come costrut-tori di cattedrali, non squadriamo pietre per rea-lizzare un cumulo pieno che all'esterno abbia lefattezze del Tempio, bensì per costruire con inge-gno e perizia un monumento in cui il vero senso èdato dallo spazio interiore,da splendidi vuoti che per-mettano la nostra espansio-ne spirituale e che faccianodello spazio uno spaziorisonante, in senso fisico emetafisico.Costruendo il Tempio, inrealtà rivestiamo con muri,volte e colonne uno spaziosacro preesistente rendendo-lo riconoscibile. Esso ècomunque già presente,come la Trascendenza è innoi e tutto intorno a noi: ilnostro lavoro consiste, inultima analisi, nell'impararea riconoscerla e a renderlariconoscibile per mezzodell'Arte.Mi sono care, per conclude-re, le parole a questo propo-sito di Meister Eckhart, ilgrande mistico tedesco delXIV secolo: "Niente nelcreato è simile a Dio più delsilenzio". Ed il silenzio era

per lui il termine “Ruhe”, che contiene in sé sia ilconcetto del silenzio acustico che della calma tran-quilla, priva di movimenti esteriori, a rappresenta-re quel Silentium Cordis attraverso il quale, comeattraverso il portale di una cattedrale, accediamoalla dimensione dell'Essere.

Marisa Marisa

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Johann Daniel Mylius, Philosophia reformata, Frankfurt, 1622





I I Massoni possono, forse,Massoni possono, forse,

contribuire a cambiare contribuire a cambiare

il Mondo il Mondo

Panagiotis Panagiotis

DD ando un’occhiata al nostro mondo d’oggi,

facilmente possiamo verificare che molte cosehanno perso il loro valore, mentre altre hannopreso il loro posto. Ad esempio, abbiamo perso, inmolti casi, la consapevolezza “dell’essere”, cer-cando solo “l’apparire”.L’Umanità è sempre stata cosi? Se diamo un’occhiata alla sua storia, è probabileche, più o meno, la risposta sia affermativa.

Sono sempre esistite persone autentiche ed altrenascoste dietro falsi simulacri. Sempre sono esistite scuole rette da maestri illumi-nati e, purtroppo, discepoli assoggettati anche amaestri poco ispirati.In linea teorica, quando parliamo di Massoneria,dovremmo cercare d’ipotizzare quella più o menoideale, che rispetta la sua forma tradizionale, e che,come conseguenza, rappresenterebbe la continuitàdei Misteri Antichi; allora potremmo pensare,auspicare, che i Massoni possano contribuire acambiare il Mondo.La Massoneria con la sua forma tradizionale èquella che deve impegnare i propri membri nellaricerca spirituale (sovente riservata ed incognita) enon quella che si manifesta come un club conmembri appariscenti, magari abituati all’enuncia-zione continua di buoni proponimenti (che a volte,però, trascurano di mettere in pratica). Diversi Ordini Massonici, benchè abbiano alle loro

origini ottime premesse, si sono tra-sformati progressivamente in asso-ciazioni, clubs, con connotazioniesteriori di carattere filantropico,buonista (ciò come effetto minore, inquanto la devianza, in alcuni casi,potrebbe aver prodotto altro, decisa-mente poco luminoso).La Massoneria, però, non è per suamissione, un’Organizzazione cheabbia come fine principale la filan-tropia o l’assistenza sociale. Credo che la Massoneria DEBBAfavorire la trasformazione dei singo-li, incoscienti ed egoisti, in uominicoscienti ed altruisti. O meglio,debba stimolare gli uomini a recupe-rare coscientemente la personaleparte luminosa, interiore, che li por-terà ad amare maggiormente lorostessi e tutte le creature di Dio. Conseguentemente, i nuovi Uominicon la condizione dell’essere rigene-rata, si proporranno in modo mag-giormente altruistico, “silenzioso”, inogni atto della vita; così, forse, tuttorisulterà migliore.L’azione altruistica, d’altronde, nonha necessità d’essere pubblicizzata.

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Allegoria della simulazione - Lorenzo Lippi 1640





Se la si manifesta (magari perchè, egoisticamente,ci si attende un ritorno di qualche tipo), perde ilsuo alto significato e quindi l’efficacia nei riguar-di del miglioramento interiore e della trasmissio-ne spirituale da un soggetto all’altro.In effetti, il vero Massone, quello che lavora allaricerca della verità, potrebbe rappresentare unabomba nei confronti del basamento sociale delperbenismo, del fanatismo, della sordidezza.Considerando che la società potrebbe migliorare,allorchè i suoi membri si migliorano, la Mas-soneria Tradizionale, con i suoi insegnamenti,immutati da secoli, non solo potrebbe contribuirea cambiare la Società, recuperando i valori tradi-zionali, ma, forse, anche di più. Sarebbe necessa-rio (applicando, magari, il metodo delle analogiee delle convergenze) insegnare a riconoscere,accettare ed a mettere in pratica, i valori tradizio-nali, così come sono arrivati a noi dai tempi piùantichi (immutati, anche se apparentementenascosti nelle forme di rappresentazione, tipichedi ogni epoca e di ogni gruppo sociale).Oggi, poichè la crisi dei valori è arrivata a puntidecisamente elevati, è possibile che, come sem-pre, organizzazioni tradizionali come la Mas-

soneria autentica, debbano confermare, con i con-creti atti dei singoli componenti, le finalità dellapropria esistenza.Come premessa, è però bene ricordare ad ognunodi noi che oggi, secondo le abitudini, si corresovente il rischio di assoggettarsi alla filosofia del“mostrarsi”. Ad esempio se si aiuta un povero,sembrerebbe indispensabile, purtroppo, il doverlopubblicizzare. Si vuole fare rumore, sempre ecomunque. Noi ricercatori, al contrario, dovremmoricordare, ad esempio, alcuni suggerimenti diLouis Claude de Saint Martin che ha scritto: “vole-vo fare il bene, ma senza rumore, perche il rumorenon fa il bene, e il bene non fa rumore”.I Massoni, come tutti i ricercatori tradizionali,potrebbero contribuire a cambiare il mondo, seilluminassero sempre di più i momenti della lorovita con atti silenziosi e altruistici.La figura simbolica del ricercatore che sta in unsotterraneo, senza luce, con una candela, non vaintesa solo in modo letterale come colui che si riti-ra dal mondo e rimane in isolamento, ma bensìanche come colui che visita la propria interiorità estudia quanto può essere necessario al propriocammino.

Questi (il visitatoredella propria interio-rità) va ritrovato intattonel ricercatore deinostri tempi che puòavere la necessità d’in-teragire in modo piùestroverso che nel pas-sato.Quindi, il ricercatore dioggi, prima di mostrarsi(se proprio necessario)dovrà, come sempre,viaggiare prima neglioscuri meandri dellapropria interiorità e ret-tificare tutto ciò che, incoscienza, sceglierà dicambiare. Solo allora,con lo stato dell’essereprogressivamente modi-ficato e con una predi-sposizione maggior-mente altruistica, potrà

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Diogene - Hans-Peter Klut, Elke Estel, 1642





tentare di entrare in tutti gli atti della vita moder-na, per contribuire, umilmente, a trasformarli, asuggestionarli, con il suo concreto (ed il più lumi-noso possibile), comportamento.Noi Massoni, però, dobbiamo ricordare sempre esoprattutto, che non sono la Tradizione el’Iniziazione che debbono trasformarsi perabbracciare la vita moderna, ma sono gli uominiche debbono svincolarsi dagli usi e dalle consue-tudini che caratterizzano l’organizzazione socialee temporale di un consorzio umano, per recupera-re, tramite l’intuizione della coscienza, ciò che sipromana dalla Sorgente Unica, indipendentemen-te dal tempo e dallo spazio.Purtroppo, alcune Organizzazioni Moderne hanno,forse, commesso diversi errori su questo argomento.Così, in qualche caso, ad esempio, hanno sostituito i“giuramenti” con le “promesse” e l’esoterismo con l’as-sociazionismo culturale d’elite. Concludendo, proviamo ad interrogarci per comprende-re un pochino meglio quale possa essa essere la condi-zione del nostro essere, al di là delle più o meno facilienunciazioni; ad esempio:

- Siamo in grado d’accettare vicino a noi, come compa-gno di viaggio, alla pari, amorevolmente ed altruistica-mente, nel nostro cammino di ricerca, una persona chesocialmente e/o culturalmente verrebbe identificata come“inferiore” a noi ?- Siamo in grado di fornire un importante aiuto ad unapersona, curando di far si che in alcun modo venga asaperlo?- Cerchiamo coscientemente, sempre più spesso, di pen-sare, di dire, di fare, delle cose che suggeriscano e,meglio ancora, producano UNIONE e non DISACOR-DO?Se le nostre risposte saranno state sincere e positive, allo-ra, forse, non è da escludere che come uomini e Massoni,potremmo, umilmente, tentare di contribuire a cambiarealmeno la nostra personale ed infinitesima parte delmondo.

Panagiotis Panagiotis

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Cavaliere in ginocchio - Pinturicchio, 1501





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IIL RISVEGLIO L RISVEGLIO

INIZIATICOINIZIATICOintuizioni della conoscenza e conoscenza delle intuizioni

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