Anno V n. 1 marzo 2008

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Anno V n. 1 marzo 2008

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Anno V n. 1 marzo 2008

GRUPPO LAVORATORI ANZIANIDEL COMUNE DI TORINO

Via Garibaldi 25 1° piano 10122 TorinoTelefono: 011 - 4431954-52-51

Fax: 011 - [email protected]

www.comune.torino.it/lavoratorianzianiCod.Fisc. 80099240014

Orario di ufficioMartedì, Mercoledì, Giovedì: dalle 9,30 alle 11,30

PRESIDENTE: Vittorio FERRANDO

VICE PRESIDENTISoci Pensionati: Pieralberto ROLANDOSoci in Servizio: Fausto SORBA

SEGRETARIO: Giovanni AJMARSEGRETARIO AGG.: Pier Lorenzo RAVERA

TESORIERE ECONOMO: Liliana VALENTINI

CONSIGLIERI: Enzo BRAIDALivio CROSETTOAldo LANTERIMarisa MODICAAntonio NACCALuisella NIGRAPier Vittorio PRATOLaura SILVAMaria TITTARELLIRenza VARVELLO

PROBIVIRI: Mario BIGNARDIDomenico PAVARINValeriano TEMPO

REVISORIDEI CONTI: Loredana IGUERA

Aldo PICCHETTO

IN…FORMA!

Direttore Responsabile:Vittorio FERRANDO

Comitato di redazione:Pier Vittorio PRATORosanna ROCCIA

Pieralberto ROLANDO

Hanno collaborato a questo numero

Anna BraghieriEdmondo Paganelli

Autorizzazione del Tribunale di Torino 1921 del 17 febbraio 1968

Stampato presso Graficat, Torinomarzo 2008

Sommario

Editoriale Pag. 1Torino di spalle 4Assemblea annuale dei soci 7Un Centenario dimenticato 9Passeggiata primaverile 12Il codino di Gianduia 15Novità fiscali e retributive 18È nostro interesse! 19Soggiorni, viaggi e gite 20Nuove convenzioni III di copertina

In copertina: “Il Reale Castello del Valentino presso Torino”.Incisione di Alessandro Angeli su disegno di Marco Nicolosino in “XII vedute dei dintorni di Torino”. Torino, Reycend 1824 (Collezione Simeom D 373).

Cari amici,

eravamo in tanti giovedì 13 dicembre dello scorso anno al Conservatorio GiuseppeVerdi in occasione del Concerto di pianoforte che ci ha permesso di chiudere le iniziati-ve proposte per il 2007 con una serata piacevolissima, organizzata in collaborazionecon l’Assessorato alla Cultura, che ha concesso in uso gratuito la sala, e con l’AgenziaTorino D’Azeglio della Reale Mutua Assicurazioni, che ha offerto a tutti i presenti un’a-gendina tascabile per il nuovo anno.

La manifestazione ha riscosso un incondizionato successo ed è terminata tra i frago-rosi applausi nei confronti del Maestro Roberto Cognazzo, il quale ancora una volta hadimostrato, eseguendo una lunga serie di brani molto famosi, tutta la sua bravura nonsolo come esecutore, ma anche come intrattenitore e studioso della musica.

In tale circostanza siamo stati onorati della presenza del vice-presidente del ConsiglioComunale Michele Coppola e dell’Assessore al Personale Giuseppe Borgogno i quali, inapertura della manifestazione, con parole non certo di circostanza, hanno espresso illoro plauso, non solo per avere organizzato il concerto come validissimo momento diaggregazione, ma anche nei confronti di tutto il nostro operato, finalizzato a mantenerevivi quei valori che hanno ispirato, oltre cinquant’anni fa, i fondatori dell’Associazione ecioè il senso di appartenenza, la solidarietà, l’amicizia, che spesso rischiano di veniremeno con l’uscita dal mondo del lavoro ed il collocamento in quiescenza.

Poiché motivi di salute o personali hanno costretto molti tra i consiglieri ed i collabo-ratori del Gruppo a disertare la serata sono particolarmente lieto di approfittare di que-sta occasione per fare pubblicamente partecipi dei lusinghieri apprezzamenti ricevutiquanti, giorno dopo giorno, svolgono un ruolo determinante di squadra e che desideroricordare nominativamente in ordine volutamente casuale, a particolare beneficio deisoci e dei simpatizzanti che sono meno avvezzi a frequentare la nostra sede:

Liliana Valentini, veterana Tesoriere Economo e caposaldo della segreteria, da qual-che tempo sempre più validamente affiancata, con funzioni di coordinamento, daRosanna Romanisio e con il supporto di Lorenza Carretto, di Ada Monteu Fassiot e del-l’ultimo “acquisto” Ivana Bonino.

Un doveroso riconoscimento

Editoriale

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Maria Tittarelli, la nostra memoria storica, a cui si deve il ricordo puntuale dei com-pleanni degli ultra ottantenni.

Renza Varvello, impegnata, per ovvie ragioni familiari, anche tra le pareti domestiche,all’elaborazione dei programmi per il tempo libero.

Pier Alberto Rolando e Pier Vittorio Prato ai quali, oltre all’organizzazione dei corsi diinformatica e di lingua straniera, si deve la particolare cura riservata alla redazione delnotiziario che, con unanimi consensi, negli ultimi anni non solo ha assunto nuova vestetipografica, ma soprattutto è stato arricchito con articoli di varia natura e per il qualesiamo riusciti ad ottenere, rivolgendoci a tante persone amiche, nuovi preziosi contributiquali Luciano Tamburini, Pier Luigi Bassignana, Paolo Odone, Alfonso Adda, CarloGervasio, Bruno Sartore.

Livio Crosetto e Luciano Scalone, sempre a disposizione per un consiglio e l’assisten-za in campo previdenziale.

Giovanni Ajmar e Pier Lorenzo Ravera, i Jolly del Gruppo, pronti ad intervenire perqualsivoglia emergenza.

Loredana Iguera e Aldo Picchetto puntuali e severi Revisori dei nostri conti.In ultimo Franca Rosso e Lucia Musto che, a differenza di quanti dianzi citati, tutti

volontari, sono dipendenti comunali assegnati part time alla nostra Associazione.Ho ritenuto doveroso citarli tutti, perché è inconfutabile che solo il contributo di tanti ha

consentito al nostro Gruppo di raggiungere gli attuali livelli qualitativi, suscettibili comun-que di ampi margini di miglioramento. Incoraggiati anche dalla certezza di essere debi-tamente considerati dagli attuali Amministratori della Città che, per la prima volta dopotanti anni, hanno deliberato a fine 2007 l’erogazione di un piccolo, ma significativo con-tributo a favore della nostra attività ordinaria, per il quale dobbiamo essere particolar-mente grati all’Assessore Borgogno ed al nostro Vice-presidente Fausto Sorba per i buoniuffici interposti.

Vittorio Ferrando

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La nostra squadra

UN SERVIZIO UTILE

Allegato al presente numero del Notiziario troverete un pieghevole relativo ad una importante iniziativa realizzata dalla Regione Piemonte a favore delle persone

con più di 65 anni.Si tratta di un servizio, assolutamente gratuito, che consente di ottenere una risposta

immediata e sicura, in caso di emergenza, premendo il tasto 5 del cellulare.Per eventuali informazioni e per l’attivazione del servizio

potrete rivolgervi in Segreteria anche telefonicamente al numero:

011 4431954

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La nostra storia

Q uella a cui penso, ponendo questotitolo non è la Torino esoterica o

gialla venuta di moda in questi tempi, maquella di oltre cent’anni fa, quando la ca -pi tale del regno di Sardegna fu per bre-vissimo tempo sede di quella d’Italia. È suquest’epoca che si appuntano le nostalgiedei torinesi: ben giustificate se lo scopo èrecuperare una virtù locale sicuramenteine guagliata, meno se il fine è di vederetutto roseo. Quella “di spalle“ è il rovesciodello spazio urbano aulico nei cui an frat tivissero generazioni non lontanissime anoi nel tempo.

Vale la pena di calarsi in essa per por-tare a galla fatti e misfatti d’una vita subal-terna? Penso di sì perché la storia cittadinanon la fanno solo i protagonisti ma an chele comparse: quelle che, in occasione delle“prime”, s’accontentavano di veder sfilarele carrozze, ammirare le toilettes, im ma gi -na re quel che avveniva dentro. Par rà discendere, come i personaggi di Balzac oHugo nei sottofondi, ma m’illudo che il let-tore possa trovarvi qualche motivo d’inte-resse, premettendo che chi scrive è dagenerazioni torinese e che quanto riferisceè tutto documentato rigorosamente.

Uno degli assiomi più duri a morire èche la Torino ottocentesca fosse relativa-

mente agiata. In realtà la gente minuta s’a-dattava, come ovunque, alle circostanze e,quando non restava neppure più la risorsadel Monte di Pietà, si prestava per quattrosoldi a inviare un figlio a fare il militare alposto d’un giovanotto abbiente ma reniten-te. I giornali sono pieni di questi an nun ci,indizio d’un non piccolo commercio. Maanche il lavoro (se si trovava) era duro e gliorari stremanti: da 12 a 15 ore al giorno.

Questa – all’atto dell’Unità – era la pic-cola Torino paziente e patriottica. Si pen saall’emigrazione seguente all’intervento deimilitari nei sempre più frequenti scioperi esi sospira. Sotto le parole roboanti la realtàresta qual’era, anche se bella: perché lo fudavvero e non voglio disconoscerlo. A chiapparteneva tuttavia essa realmente? Quan-ti potevano riconoscervisi? Pochi, as sai po -chi. La gran maggioranza alloggiava male,si cibava male, tramezzava ogni vano di -spo nibile, ag giun geva retrocorpi nei giàan gusti cortili. E la sua civiltà s’arrestava alcortile perché non c’era alcuno spazio pub-blico per passeggiare e discorrere.

E chi, avendo qualche soldo, voleva me -scolarsi ai cittadini poteva accadere che,entrato in una trattoria e toltosi il mantello,venisse scacciato malamente perché inblu sa. O che, recatosi a far due passi in

Torino di spalle

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via Po, ne venisse respinto perché nonadatto al luogo. Cose piccole, se si vuole,ma tristi e non all’altezza d’una certa iper-bolizzata Torino. La quale fu costretta a isti-tuire, ad esempio, causa il gelo, “pubbliciscaldatoi” per gli indigenti, con “largizionidi combustibili e di commestibili”.

Per questi fatti e per le dure repressio-ni d’ogni protesta qualcosa viene improv-visamente a mutare. Il popolo, già disci-plinato e fedele, per la prima volta alza ilcapo e dimostra di non contentarsi più diprovvidenze quali i “Fornelli economici”(minestre a 5 centesimi). Gli animi s’ac-cendono,la temperatura sale: e benché lafolla d’affamati venga sprezzantementede fi ni ta “plebe” e minacciata di licenzia-mento in tronco, questa plebe tiene, nellasperanza d’un possibile, anche se nonim mediato, riscatto.

Su oltre 250.000 abitanti che Torino ri -sul terà avere nel 1881 trentamila circavivrà nelle soffitte. La vita familiare eraquindi molto dura. Poco spazio e assaicaro: comodità scarsissime, fitti elevati.L’affitto medio d’un alloggio era tale cheper saldarlo occorreva risparmiare al mas -simo su vitto e vestiario.

Spesso – molto spesso – le famiglieerano perciò sfrattate brutalmente e lemas serizie ammucchiate nel cortile. “Poi -ché si fanno – protestarono i giornali po -po lari – opere di lusso si facciano anchele necessarie”, ribadendo che “Torino èormai angusta per la sua popolazione e

l’industria dei fabbricati s’è rallentata as -sai: restano per contro le sudice catapec-chie dove il tenore di vita è intollerabile efrequentemente avvengono risse e fatti disangue”. Ma neppure chi aveva lavoropo teva sobbarcarsi certe spese indispen-sabili, ed era provvidenza se qualche me -dico dedicava un giorno alla settimana acurare gratuitamente “le malattie dellaboc ca dei poveri” o si batteva per rende-re obbligatoria l’assistenza sanitaria.

In quelle case fioriva, ciò nonostante,qual che idillio: ma dove passeggiare, ma -no nella mano, per confidarsi tenere spe-ranze? “Giammai un po’ di verde – denun-ciavano i gazzettieri – sovra la spon da diun ruscello, giammai un po’ di moto al -l’om bra di qualche albero. Al po veroadunque o il ciottolo fangoso o polveroso(ma sempre duro) delle vie interne o ilgenuino fango e polvere delle vie esterne”.

Che avveniva allora? Che quando l’ope-raio non lavorava, si confinava nella taver-na mentre i suoi bimbi, tirati su in mezzo adun’aria perpetuamente viziata, cadevano inpreda alle scrofole, allo scorbuto, alla tisi.Viva dunque il Municipio che “ha deciso,finalmente, di provvedersi di pubblici giardi-ni!”. E viva pure le feste di borgata con illoro accompagnamento di “musica tutt’altroche rossiniana” e i manifesti dagli inevitabi-li svarioni: “Sielta orchestra. Corsa dellefiglie”. Ma sì, il torinese in bolletta sapevaanche ridere. Dura miseria, quindi, in unacittà così rimpianta per la sua gentilezza.

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E miseria ben diversa da quella dei “poverivergognosi”, per lo più nobili decaduti, aiu-tati per riguardo alla loro antica posizione.“Miseria”, intitola la pi dariamente il cronistaun altro pezzo per illustrare la vicendad’una povera don na spirata per strada “let-teralmente vittima della fame”. I “miserabili”a Torino erano dunque molti: per questo glianni in questione sono anche pieni d’infan-ticidi o di levatrici pronte a cacciar furtiva-mente nella “ruota” della Ma ter nità cadave-rini di neonati “per sottrarre i parenti allaspesa della sepoltura” La mortalità è delresto altissima nei ceti poveri e quando irigori dell’inverno si pro traggono al di làd’ogni previsione, pa timenti e dolori cresco-no in proporzione. Scaldatoi e fornelli eco-nomici non sono che palliativi: co me biasi-mare allora il dilagare del furto e della pro-stituzione? A questo si aggiunge pure unaltro “fatto inspiegabile”: la scomparsa fre-quente di ragazzini e ragazzine agiaticome appare dalla descrizione dell’abbi-gliamento. È anch’esso uno dei misteri inso-luti di Torino, la nequizia degli infelici: colpe-vole certo, ma con quante attenuanti!Nequizia che de resto si ritorce per prima suessi quasi colti da un raptus.

Difficile vivere con poco vitto e spazio,ma ancor più tirare avanti senza speranza.

Ma com’era, al di là di quello morale,l’aspetto della città così nostalgicamente im -presso nei cuori? Torino era in crescita, lostatus di capitale (fino al 1865) le impone-va di fregiarsi d’emblemi degni del proprio

rango. Ma questo non poteva capirlo lagente alle prese con strade dissestate, man-canza d’illuminazione e servizi pubblici.Essa aveva forse più bisogno d’esser ga -rantita che quella vita, più che da capitaleda affiatata famiglia continuasse placida erassicurante, senza cambiamenti. E in vece!Presto cade, ad esempio, il mito che essasia ancora “una delle più pulite città d’I ta -lia”. Si veda Via As sa rotti, a due passi daVia Garibaldi: “Se non si credesse per oradi livellare la strada acciò l’acqua pos saandarsene per la china e si volesse serbarben pieno il lago attuale, allora si do man -da almeno che vi si stabilisca una so cietà dibattelli pel servizio pubblico e privato”.Umorismo nero, ma un nocciolo di verità cisarà pur stato. Piazza Solferino poi “è tenu-ta in modo da far paura. In gom bra di ciot-toli, piena di larghi buchi dove l’acqua pio-vana si fer ma costantemente” mentre “leChiese e per sino il Pa lazzo reale si trovanoancora nello stato in cui erano all’epocadella Re stau razione”.

Per fortuna i torinesi sono brontoloniper amore, non per astio del loro luogonatale. Non fosse così verrebbe il sospettod’una città del Far West, con scontri fre-quenti d’omnibus e regolamenti di contiall’O.K. Corral di Porta Palazzo.

Prendiamo perciò queste notizie conprudenza, se non con buonumore. Dopotutto Torino ne uscì al meglio.

Luciano Tamburini

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Assemblea annuale dei soci

Ai sensi dell’art. 9 dello Statuto Sociale, l’Assemblea ordinaria dei Soci è convocataper sabato 10 maggio 2008 a Pinerolo presso l’hotel ristorante San Maurizio, in

in 1a convocazione: alle ore 9.30 e in 2a convocazione: alle ore 11.00

(in questo caso l’Assemblea è valida qualunque sia il numero dei Soci presenti in regola conla quota 2008)

Ordine del giorno:

1. Apertura della seduta 2. Nomina del Presidente dell’Assemblea3. Approvazione del rendiconto economico e finanziario, con allegate le relazioni

dei Revisori dei Conti, del Tesoriere Economo, delle varie Commissioni e del Pre si dente del Gruppo

4. Esame e decisione su quote sociali.5. Varie ed eventuali5. Conclusioni del Presidente

Al termine dell’Assemblea sarà servito il tradizionale pranzo.

Il programma, per coloro che intendono usufruire del servizio riservato di pullman è cosìfissato: • ore 8.45: ritrovo in C.so Bolzano (pressi Porta Susa) con possibilità di usufruire del

parcheggio di C.so Bolzano alla tariffa ridotta di € 4.00 per l’intera giornata;• ore 9.00: partenza in pullman per Pinerolo;• ore 10.00: visita al Borgo Superiore, sul colle dominante la città, della Chiesa di San

Maurizio, tardo gotica con campanile del 1326 e con resti di affreschi quattrocenteschi;• ore 11.00: apertura lavori;• ore 12.30: pranzo;• ore 15.30: visita facoltativa al Museo dell’Arma di Cavalleria a completamento di

quella effettuata nell’autunno 2007 o, in alternativa tempo libero a disposizione perla visita di Pinerolo;

• ore 19.00: rientro a Torino nello stesso luogo di partenza.

Vita sociale

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Quote individuali

• Soci € 25,00 (€ 20.00 per coloro che non intendono usufruire del servizio di pullman)Famigliari, simpatizzanti ed amici: € 35.00 (€ 30.00 per coloro che non intendonousufruire del servizio di pullman)

Le prenotazioni si riceveranno presso la Segreteria del Gruppo il martedì - mercoledì -giovedì dalle ore 9.30 alle ore 11.30 entro e non oltre il 6 maggio p.v.N.B. Non si accettano prenotazioni telefoniche.

Attenzione! I Sigg. Partecipanti sono pregati di comunicare al n. 331/9884445 (cellularea disposizione del responsabile del Gruppo e attivo solo il giorno della gita) eventuali indi-sposizioni, ritardi o rinunce, che si potrebbero verificare il giorno della partenza.

Veduta di Pinerolo.

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Ricorrenze

I l 2007 si è concluso lasciando passarequasi sotto silenzio, dedicandogli so lo

un modesto ricordo, ad un avvenimentoche, invece, avrebbe meritato ben altrarisonanza: il centesimo anniversario delraid Pechino Parigi, evento che fece con-centrare l’attenzione di tutto il mondo sullagiovane industria automobilistica torinese.

Benché l’automobilismo avesse già allespalle un buon numero di anni di espe-rienza e di gare, la corsa indetta dal quo-tidiano parigino Le Matin era destinataad in fiammare la fantasia dei milioni dipersone che si stavano appassionando alnuo vo mez zo di trasporto. Nessuno, perla verità, si nascondeva le difficoltà del-l’impresa. Tan to che, delle venticinque vet-ture iscritte, soltanto cinque si presentaro-no poi effettivamente alla partenza: un tri-ciclo Contal (di fabbricazione olandese,faceva anch’esso parte della categoriade gli automobili, co me si diceva allora);tre vetture francesi – due De Dion-Boutone una Spyker – e infine la torinese Itala delprincipe Scipione Borghese.

I francesi erano talmente sicuri di vince-re a man bassa con le loro titolatissime vet-ture – trionfatrici in mille circuiti – che pro-babilmente sottovalutarono le difficoltà del-l’impresa. Per una prova tanto impegnati-

va, che contemplava la traversata di deser-ti, il guado di fiumi, il superamento di cate-ne montuose, scelsero infatti delle vettureleggere, ritenendo che, in caso di difficoltà,avrebbero saputo trarsi d’impaccio megliodi una vettura pesante.

Non così la pensava, invece, il principeBorghese, il quale, sapendo per passataesperienza, che una vettura più pesante edotata di maggior potenza avrebbe avutopiù chances di successo, chiese espressa-mente alla casa torinese che alla vetturascelta – già di per sé il modello più pesanteprodotto dalla casa – venissero rinforzati gliangoli del telaio e venissero montate ruotepiù alte e più forti delle ordinarie dotandoledi pneumatici del maggior diametro possi-bile. Ne sortì un mostro di oltre due tonnel-late di peso, una specie di vettura corazza-ta dall’aspetto, per i tempi, impressionante.

Per il resto, fu un capolavoro di logisti-ca. Senza un’accurata distribuzione, lun -go tutto il percorso, dei rifornimenti, ga -ran titi dalla società Nobel, e propiziati daibuoni uffici della banca Russo – Cinese,non vi sarebbe stata alcuna possibilità disuccesso per una vettura che divoravabenzina e olio in quantità industriali: contrecento litri di carburante essa faceva amalapena mille chilometri.

Un Centenario dimenticato

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Così impostata, la partita era già vintain partenza; a differenza delle concorren-ti, la vettura torinese era in grado, anchese con qualche affanno, di affrontare esuperare le difficoltà, i problemi e le tra-versie che avrebbe potuto incontrare. Eche incontrò fin dalla partenza, come rac-conta Luigi Barzini, compagno di viaggiodel principe Borghese nel suo bel libro Lametà del mondo vista dall’automobile, chepotrebbe costituire ancora oggi un mo -men to di piacevole lettura.

E fu così che dopo sessanta giorni,pres soché ininterrotti di peripezie, in mez -zo ad una folla tripudiante e scortata dadue plotoni della Guardia Nazionale acavallo, la vettura giungeva trionfalmentea Parigi, imboccava il boulevard Pois son -

nière, e si arrestava maestosamente di -nanzi alla sede del quotidiano Le Matin.Al volante, ovviamente, il Principe Bor ghe -se, mentre Luigi Barzini era sistemato sulsedile posteriore, incastrato fra i bagaglipersonali, le scorte alimentari e i serbatoisupplementari per i carburanti. Il posto afianco del principe era infatti occupato dalmeccanico della spedizione, Ettore Guiz -zardi: del quale non si parla mai, ma cheforse era il personaggio più importantedella spedizione, visto che probabilmenteera l’unico che, di motori e di automobili,ne capiva qualcosa.

Il risultato era raggiunto, la vittoria con-quistata. Ma ne era valsa la pena? Se con -do lo scrittore per ragazzi Enrico Novelli (inarte Yambo) la questione era per lo meno

La partenza da Pechino.

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dubbia. Per lui, l’automobilista era soprat-tutto “un uomo che si copre di una pelliccia,di un berrettone e di una ma sche ra invero-simile, allo scopo di fare del le gite che inferrovia riuscirebbero più co mo de e piùeconomiche”. La Pechino-Pa ri gi, in questosenso non faceva eccezione. Utilizzando latransiberiana sarebbero stati sufficientidodici giorni in luogo dei sessanta effettiva-mente impiegati.

Le accoglienze a Parigi furono trionfali,certo, ma non riuscirono a celare comple-tamente il disappunto dei francesi per nonessere riusciti ad aggiudicarsi una gara co -sì prestigiosa. Convinti come erano del lasuperiorità delle loro vetture, si erano vistisoffiare la vittoria dalla vettura di una oscu-ra casa torinese, sorta appena l’anno pre-cedente. E per giunta, era la seconda voltache avevano dovuto ingoiare il rospo. Eracapitato infatti che il circuito di Dieppe, una“classica” dell’automobilismo d’inizio seco-lo, quell’anno, sfidando ogni pronostico,venisse vinto da Felice Nazaro su vetturaFiat. Altro centenario che meriterebbe diessere celebrato

Ora, se c’è una dote che presso i nostricugini d’oltralpe non abbonda – e gli ulti-mi campionati mondiali di calcio ne forni-scono autorevole testimonianza – è lacapacità di perdere con signorilità. E allo-ra non stupisce che, nel dare notizia dellacorsa di Dieppe, il solito Le Matin, con

sovrano sprezzo del ridicolo, intitolassel’articolo Le triomphe des Pneus Michelin,il trionfo delle gomme Michelin. Im pa ga -bile. Ma questa volta non ci si poteva nep-pure appellare alle gomme, perché l’Italamontava pneumatici Pirelli, in quanto “ilprincipe teneva che nella vettura tuttofosse italiano”.

Con Dieppe e con la Pechino-Parigi,ampiamente pubblicizzati sulla stampa dimezzo mondo, l’automobilismo torineseotteneva quella legittimazione che sino aquel momento era mancata. Per questo,certamente più genuini e sinceri furono ifesteggiamenti che principe e vettura rice-vettero quando giunsero a Torino dove, dicolpo, la Cina era diventata d’attualità,stando almeno al termometro di popolaritàrappresentato dai cantastorie che si cimen-tavano a rievocare l’evento. Salvo che,essendo Torino città minimalista per eccel-lenza, le eroiche imprese della Pechino-Parigi, si erano trasformate nelle boccacce-sche, ma più realistiche vicende di un viag-gio Turin-Cavouret en automobil! Tanto dafar dire, all’improbabile chauffeur:

“ Ma perché tôa manina a fërfôja,

me car ratôijn?

A l’è n’amen, tôcand la manôja,

trôvesse a Pekin.

Pier Luigi Bassignana

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A nche se di questi tempi si stenta unpo’ a riconoscere le stagioni, stia-

mo tranquilli: forse un po’ fuori tempo,un po’ schiva, primavera ci coglierà an -co ra una volta di sorpresa con i suoieffluvii, i suoi colori, le sue brezze, i suoicieli, le sue candide nuvole vagabonde.Meglio di tutto è allora immergersi elasciarsi guidare da questa fresca bellez-za che a Torino, tra fiumi, parchi e colli-na non manca.

Si hanno molti percorsi alternativi dalPo alla Maddalena che, partendo dapunti diversi della sponda destra del Po,confluiscono tutti in alto nella fascia infe-riore del Parco della Rimembranza,donde è poi piacevole scegliere a propriogusto quale sentiero interno al parco im -boc care per raggiungere la sommità dellacollina torinese a 715 m d’altezza, alpiazzale del faro della Vittoria Alata.

I punti d’attacco più facili dalla spondadi Po sono tutti lungo corso Moncalieri: al

Fioccardo, in piazza Zara e al parcoLeopardi, poco a valle del ponte Isabella.In questa nota si descrive l’itinerario n.10nella Carta dei Sentieri, che ha inizio nelpiazzale della chiesa del Fioccardo.

L’esposizione riesce più comprensibilese ci si avvale come supporto “geografi-co” della suddetta carta, da cui risultanoanche i due tracciati provenienti da piaz-za Zara ( rispettivamente n.11 a monte diCavoretto e n. 14) e da parco Leopardi(n.16).

� Dati tecniciLunghezza del percorso di salita: 7 km circaDislivello: 500 m circa, dai 220 m del Poai 715 del Colle della MaddalenaDifficoltà: alcuni tratti si presentano ripidi,sporadici disagi per fango, terreno scon-nesso, alberi caduti e posti di traverso Tempo di percorrenza: 2,30 hMezzi pubblici: per la partenza autobus 67;per il rientro autobus 70

Passeggiata primaverileDal Po - Fioccardo al Colle della Maddalena

(percorso n. 10 - Carta dei Sentieri n. 1)

Primavera d'intorno

Brilla nell'aria e per li campi esulta

Sì ch’a mirarla intenerisce il core

(G. Leopardi, Il passero solitario)

Itinerari torinesi

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� Descrizione del percorsoScesi alla fermata dell’autobus 67 in corsoMoncalieri angolo via Oristano, di frontealla chiesa del Fioccardo, si traversa ilcorso e si risale per circa 400 m. la stra-da del Fioccardo; occhio ai veicoli, perchéla strada è stretta con alcune curve a scarsa visibilità.

Quando la strada, dapprima piana, ini-zia a salire, giunti al numero civico 119 siprende sulla destra una stradina pianeg-giante che si ad -dentra nella valSap pone ver so ilrio omonimo cheviene po co dopoagevo lmen t esuperato su unpon ticello in mu -ra tura. Do po al -cu ni tornanti si ab-bandona la stra-dina per un sen-tiero che sulla sinistra entra nel boscomisto di latifoglie. Con prevalenza dei“sali” sui “scendi” si è raggiunti sulla sini-stra da un sentiero, proseguimento di viaMeano, che scende da Cavoretto.

Il bosco della val Sappone da questo lato“a bacio” (= esposto a nord), non raggiun-to dallo sviluppo edilizio, forse perchéesposto appunto a nord e con versanti ripi-di e incassati, si presenta ancora ricco dispecie autoctone tipiche del bosco origina-rio collinare. Si incontrano quindi querce,

aceri, pioppi, carpini, tigli, frassini, tas si,sporadici faggi e castagni, con scarsa inva-denza di robinia e ailanto, in netto contra-sto con il versante opposto su cui è costrui-ta Cavoretto e che è punteggiato oltre cheda vecchie e nuove ville e case, da incom-prensibili accostamenti vegetali. Si incon-trano infatti a contatto di gomito speciemontane, esotiche, marine, sieponi impe-netrabili, giardini pretenziosi e di costosissi-ma manutenzione che poco o nulla hanno a

spartire con l’am -biente della valle.

In primavera ilsottobosco è unpullulare vivacis-simo di fioriturespontanee che tra-puntano e oc chieg-giano, vivaci e cu -riose, tra felci, ce -spugli, alte erbe ealberi. Tra le spe-

cie più rappresentate e più appariscenti siricordano farfara, primule, anemoni,dente di cane, polmonaria, soldanella,bucaneve, croco, aglietto, mughetto, lattedi gallina, ecc. ecc.

Si ricorda che alcune specie sono pro-tette e quindi non si possono raccoglierecome prescritto dalla L. R. 32/1982 -Norme per conservazione del patrimonionaturale e dell’assetto ambientale. La stes-sa legge per le specie non protette limita anon più di 5 il numero di piantine che si

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possono raccogliere ( art. 15 ). Il suggeri-mento che dò è però di non raccoglierenulla (o quasi, per chi non può cammina-re ad esempio) anche perché sono fioriche nella maggior parte dei casi, unavolta raccolti, durano molto poco.

Tra gli arbusti e gli alberi a fioritura signi-ficativa si ricordano tra i primi il rosso-lilladella dafne (rara), il bianco del prugnolo edella sanguinella, il roseo della cidonia, ilgiallo della forsizia, entrambi molto preco-ci, poco dopo sboccia il bianco della spireae più posticipato quello del ligustro. Tra glialberi vistosissimo è il bianco dei ciliegi, deiperi e dei meli selvatici; meno appariscenteè il biancospino soffuso di rosa; spiccanonel bordo del bosco il giallo zolfo precocedel corniolo e quello posticipato del mag-giociondolo.

Chiusa la digressione sulla vegetazionesi è intanto guadagnata quota camminan-do nel bosco sino ad un punto in cui il sen-tiero, con una lieve discesa, si riporta vici-no al rio Sappone nei pressi di una traver-sa in muratura posta nell’alveo, puntoraggiungibile esso pure da Cavoretto at -tra verso strada Tetti Gramaglia; quandol’acqua è più abbondante si forma unacascata del Niagara formato mignon!

Una breve sosta in questa area, fresca epianeggiante, consente di riprendere fiatoprima di ricominciare a salire lungo il sen-tiero che si inerpica sino a strada daiRonchi ai Cunioli Alti. La si attraversa di -scen dendola per circa 50-100 m e poi

sulla destra si riprende il sentiero dapprimaerto poi più pianeggiante, sino a sottopas-sare il villaggio Durando e la zona umidae un po’ dissestata che si trova nell’area sot-tostante il depuratore del villaggio stesso.

Da qui al parco della Maddalena, ormaivicino, il tracciato risente della presenza del-l’urbanizzazione e della “civiltà”: si snodainfatti su una carrareccia di servizio e poicosteggia la recinzione di alcune ville da cuiogni tanto qualcuno rilascia rifiuti, avanzi dipotature, giochi per bambini fracassati.Passandoci sopra si raggiunge stra da dellaMad da lena; risalitala a sinistra per circa600 m si perviene all’ingresso inferiore delparco della Rimembranza, dove transital’autobus 70 che riconduce in città concapolinea presso piazza Vittorio.

Chi ha ancora fiato e voglia può saliresino al piazzale del Faro per godersi laveduta delle Alpi,oppure scendere conpia cevole passeggiata all’interno del par -co nella parte inferiore ampliata sino alC.R.F. (Centro di Recupero Funzionale),dove nel vicino bosco del parco è statorealizzato un percorso pianeggiante di600 m per ciechi e disabili, o abbassarsisino al quadrivio del Raby sempre lungo isentieri del parco. Le opzioni propostesono servite dall’autobus 70.

Nei giorni feriali la passeggiata è piùpiacevole e tranquilla, non disturbata daltraffico dei giorni festivi.

Paolo Odone

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T utte le Regioni italiane sono ricche ditradizioni folcloristiche che vengo-

no, in speciale modo, esaltate durante ilperiodo di Carnevale con manifestazioniche ricordano episodi lontani nella storiadelle singole Regioni.

Il periodo festivo di Carnevale si collo-ca nel calendario liturgico cristiano-catto-lico fra l’Epifania e la Quaresima.

Circa la discussa etimologia della paro-la, l’ipotesi più attendibile si ricollega al lati-no “carne levare”, cioè alla prescrizioneecclesiastica dell’astensione dai cibi carneia partire dal primo giorno di Quaresima.

Il Carnevale trarrebbe quindi il nomedal suo opposto: dalla situazione che essonega e paradossalmente prepara.

Il culmine del Carnevale sta nei giorni“grassi” della sua fine, dal giovedì al mar-tedì che precedono le “Ceneri”.

Sin dalle origini, il Carnevale si presen-ta come una festa prolungata con godi-mento accentuato e spesso anche sregola-to: si può dire che tutte le civiltà antiche(egizia, greca, ellenistica, romana) abbia-no avuto periodi particolari in cui sifesteggiavano in modo carnascialesco ritidiversi (agrari, di fecondità, di rapportocon il mondo dei morti, ecc).

Fondamentalmente lo schema carneva-lesco più frequente è quello del processo,

condanna, testamento, morte e funerale diun personaggio identificato con il Sig.Carnevale: un uomo, un fantoccio antro-pomorfo o fantastico.

In genere le manifestazioni sembranoricollegarsi ad un comune denominatorepropiziatorio e di rinnovamento delleenergie naturali, di esorcismo e propizia-zione della fecondità.

In tempi recenti però la tematica delCarnevale sembra piuttosto abbandonarele suddette ispirazioni, per diventare gio-cosa e satirica, con i tratti di irrisione eprotesta all’ordine costituito ed ai poteriufficiali.

Il Re Carnevale è quindi un Sovranoburlesco di un auspicato regno dell’eternaserenità e gioia che, alla fine, con la suascomparsa improvvisa segna la fine del-l’illusione di un auspicato benessere perl’anno che viene.

Un tratto caratteristico della tematicacarnevalesca sono le “maschere” che espri-mono fondamentalmente le precipue carat-teristiche della gente e delle tradizioni loca-li; tutto ciò incrementa notevolmente unintenso flusso turistico stagionale in tutte leRegioni italiani.

A questo punto si desidera intrattenereil gentile lettore sulla più tradizionalemaschera torinese ed anche piemontese:

Il codino di Gianduia

Curiosità

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cioè Gianduia e la sua consorteGiacometta, anche se ogni comunità pie-montese, grande o piccola, annovera nelsuo Carnevale maschere che rappresenta-no gli stili di vita locali.

Annotiamo qui di seguito alcune note sto-riche sulla persona di Gianduia, il cui veronome pare sia stato “Gerolamo dellaGrigna”, che si era acquistato notevole famanella Città di Asti e poi di Torino per il suovivace estro ed arguzia con cui satireggiavacon immediatezza il lato comico del le cose edelle persone, maciò purtroppo finìper dare noia alleAutorità co sti tuitele quali non sop-portavano le sati-re che temevanopotessero nuocereal prestigio politi-co e sociale.

Però, secondo lo storico piemonteseViriglio, pare che la nostra mascherarisalga addirittura al 1630, quando giàera popolare il personaggio burlesco di“Gironi”, con tricorno e codino come l’at-tuale Gianduia; nel 1780 è stato un burat-tinaio dell’epoca “Gioanin dij osei” avestire un burattino con i panni di Gironie a cominciare a renderlo noto nei teatri-ni ambulanti ed alla Città di Torino.

Tra gli spettatori di queste semplici recitevi era un certo Giambattista Sales che,insieme all’amico Gioacchino Bellone di

Racconigi, incomincia a portare in giro peril Piemonte e la Liguria la maschera di“Gironi” italianizzato in Girolamo – dotan-dolo anche di una sposa detta “Girometta”che diventerà “Giacometta”.

Ma le cose non vanno per il verso giusto,in quanto personaggi altolocati di nomeGirolamo, quali il Marchese Durazzo diGenova ed addirittura il Re Girolamo diWestfalia (familiare di Napoleone), si sento-no offesi dall’omonimia. I due poveri burat-tinai Sales e Bellone sopportano anche una

breve prigionianei sotterranei diPalazzo Ma da -ma e poi un giu-dice bonario liespelle da Torino.

Allora i duenostri si rifugia-no in un piccoloBorgo monferri-

no detto Callianetto ove la nostramaschera assumerà definitivamente ilnome di “Gianduia” ossia “Gioan l’laduja”, che deriva dal caratteristico reci-piente del buon vino monferrino, cosìchiamato nel dialetto astigiano.

Proprio in Callianetto i due succitati arti-sti di strada perfezionano in piena libertàdi pensiero lo spettacolo mascherato conGianduia, munito di tricorno, codino, conun naso paonazzo e sempre vicino ad unbuon boccale di vino sincero, che scatenala genuina ilarità degli spettatori.

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Il 25 novembre del 1808 si ha in Torinola prima comparsa teatrale ufficiale deidue personaggi, che appaiono subitocome insostituibili rappresentanti dellatorinesità e della piemontesità.

Gianduia con la consorte Giacomettariassumono in sé il carattere tipico del “piemontese”, alquanto conservatore, maanche di ottimo umore, furbo e fine sottoun apparente ingenuità e ruvidezza; alle-gro, faceto ma fedele al dovere ed allaparola data.

Gianduia ha un viso rubicondo e la par-rucca con il codino volto all’insù sotto uncappello tricorno; veste un bel giubbettocolore marrone orlato di rosso, panciottogiallo, calzoni verdi e corti fino al ginocchioe scarpe basse con fibbia d’ottone.

Giacometta, sua fedele compagna, èdonna coraggiosa e pratica, semplice macapace di risolvere con buon senso situa-zioni anche difficili; ella veste un abitorosso con sopra un grembiule bianco confazzoletto verde al collo ed un largo cap-pello con nastri rossi.

Ancora oggi, nei giorni di Carnevale,Gianduia appare su una carrozza digala, con Giacometta al fianco, per farevisita alle Autorità, ad ospedali, istituti peranziani, asili per l’infanzia ove vengonoaccolti con gioia e offrono sempre unaparola di speranza e di affetto.

Alfonso Adda

Auguri!Il Consiglio Direttivo porge le più vive felicitazioni a:

Gualtieri Caterina e Pologruto Pietroche il 7 aprile 2008 festeggeranno 57 anni di matrimonio

Seren Rosso Michelina e Moretti Angeloche l’11 maggio 2008 festeggeranno 50 anni di matrimonio

Bosio Natalina e Ghidone Carloche il 24 maggio 2008 festeggeranno 54 anni di matrimonio

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Notizie utili

R iteniamo di fare cosa gradita ricordando ai soci alcune novità introdotte dalle recentinormative.

La legge finanziaria ha previsto, tra l’altro, le seguenti agevolazioni:1) Detrazione sugli interessi dei mutui per l’acquisto della prima casa (Art. 1, comma 202):

È stato aumentato da € 3.615,20 a € 4.000,00 il limite di detraibilità sugli interessidei mutui ipotecari stipulati per l’acquisto della prima casa.

2) Detrazione per abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale (Art. 1, comma 309)Spetta una detrazione di IRPEF per le spese sostenute per l’acquisto nell’anno 2008 di abbo-namenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale, fino alla concor-renza del suo ammontare, nella misura del 19% e per un importo non superiore a € 250.

3) Abolizione di ticket sanitari (Art. 2, commi da 376 a 378)Abolizione per l’anno 2008 dei ticket sanitari aggiuntivi di € 10 sulle visite specialistiche e la diagnostica.

Il comma 19 della legge n. 247 del 24/12/2007, pubblicato sulla G.U. n. 301 del29/12/2007, contenente le “Norme di attuazione del protocollo tra Governo e Parti Socialidel 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per l’equità e la crescita sostenibi-li e ulteriori norme in materia di previdenza sociale” prevede alcune novità in merito allaperequazione delle pensioni:

1) Aumento dell’1,60%, sulle pensioni fino a € 2180,70 mensili lorde2) Aumento dell’1,20% sulle pensioni di importo lordo mensile fra € 2180,70 ed € 3489,123) Aumento dell’1,20% oltre € 3489,12 e fino ad € 3539,72

Nessun aumento spetta ai trattamenti pensionistici superiori ad € 3539,72

Già dal 1° luglio scorso per poter beneficiare delle detrazioni fiscali sulle spese farma-ceutiche doveva essere specificato sullo scontrino emesso dalle farmacie anche il codicefiscale del cliente.

Non tutte le farmacie avevano potuto adattare in tempo le loro apparecchiature allanuova normativa, pertanto l’Agenzia delle Entrate ha disposto che, fino al 31 dicembre2007, questo dato può essere aggiunto a mano dal contribuente.

Dal 1° gennaio 2008 invece il codice fiscale sarà obbligatorio e gli acquirentidovranno esibire al farmacista il proprio tesserino o quello delle persone interessate.

Novità fiscali e retributive

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È nostro interesse!

È in corso la raccolta delle firme relativa alla proposta di legge di iniziativapopolare dal titolo “Nuove disposizioni sulla perequazione automaticadei trattamenti di pensione nei settori privato e pubblico, sulla pensio-ne ai superstiti e delega al governo per le pensioni c.d. d’annata” di cuiè stato riferito nell’editoriale dell’ultimo numero di “In…Forma!”.La forza della iniziativa promossa da ANLA, ANSE E UGAF sarà determi -nata dal numero di firme raccolte che ci auguriamo supereranno di granlunga le 50.000 necessarie per la presentazione della proposta alParlamento.È un problema che tocca ognuno di noi a prescindere dall’età anagrafica edall’anzianità di lavoro e quindi dobbiamo sentirci chiamati a svolgere lanostra parte direttamente e non piuttosto, come accade normalmente, a dele-gare altri.Per sottoscrivere la proposta di Legge in questione potete rivolgervi all’UGAF incorso Massimo d’Azeglio 25 1° piano, ove è presente, nei giorni di Martedì,Mercoledì e Giovedì dalle 9 alle 12, un giudice di pace per l’autenticazionedella firma.Si suggerisce, per avere conferma sui giorni e sugli orari, di contattare ilnumero telefonico 011/0065508.

Si ricorda che la raccolta delle firme avrà termine il 20 aprile p.v.

Si tratta di una opportunità che non richiede alcun onere e che potrebbe conseguire notevoli risultati.

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Soggiorni, Viaggi e Gite

23 - 27 settembre

Le bellezze della Croazia. Viaggio in pullman attraverso le bellezze artistiche e natu-rali della Croazia. Dopo una tappa per visitare Trieste si proseguirà verso Apatia(Abbazia) dove si pernotterà per l’intero Tour. Si visiteranno l’isola di KRK, Parenzo,Rovigno, Fiume. Una intera giornata verrà dedicata al parco Nazionale croato piùbello e più noto per i famosi laghi di Plitvtce che appartiene ai beni tutelati dall’Unesco.Il programma dettagliato con i relativi costi sarà a disposizione in segreteria a parti-re dal 1° aprile, giorno in cui si apriranno le prenotazioni con il versamento dell’ac-conto di € 200,00.

Gite di 1 giorno

sabato 31 maggio

Candelo: con visita del famoso Ricetto in occasione della manifestazione “Candelo in fiore”

Il programma è a disposizione in segreteria. Termine ultimo per la prenotazione: 15 maggio p.v.

Soggiorni e Cure termali

HOTEL TERME “POSTA” Via Tito Livio, 6 - 35031 ABANO TERME (PD) - Tel. : 049/812122e-mail : [email protected]

Prezzi con trattamento di pensione completa comprensiva di 1/2 minerale oppure1/4 di vino a pasto, per persona. Uso gratuito della piscina termale con idromassaggio.

PERIODO CAMERA DOPPIA CAMERA SINGOLA16/03 - 02/08 Euro 37,00 Euro 42,0019/10 - 20/12 Euro 37,00 Euro 42,0003/08 - 18/10 Euro 43,00 Euro 48,00

Le prenotazioni possono essere effettuate presso la Segreteria del Gruppo.

Tempo libero

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Nuove convenzioni

Si informa che sono state stipulate le seguenti nuove convenzioni:

AGENZIA VIAGGI IL SOLLEONE di Easy Nite S.r.l.Via Sacchi, 22 - 10128 TorinoTel.: 011/543953

Sconti variabili dal 5% all’11% sui cataloghi dei principali tour operator oltre ad offerte speciali con sconti dal 15% al 25%.Gli sconti dettagliati sono disponibili presso la segreteria del Gruppo.

Studio medico odontoiatrico Dott. Marco Maria Gilli e Dott. Gianfranco Taschin Corso Giulio Cesare 99 bis - Torino � Tel. / Fax: 011 858181

Condizioni particolari sulle varie prestazioni il cui elenco è disponibile presso la segreteriadel Gruppo.

�DICHIARAZIONE DEI REDDITI PER L’ANNO 2008

Si informa che i soci possono ritirare gratuitamente presso la segreteriadel Gruppo i modelli 730 per la dichiarazione dei redditi.

� �

Si rammenta altresì che sono disponibili per l’elaborazione delle dichia-razioni stesse, le denunce ed i versamenti ICI, a condizioni di particolarefavore riservate ai soci ed ai loro parenti, gli Studi Professionali sotto indi-cati che i soci possono contattare direttamente:

� SERVICE EDP S.a.s. - C.so Galileo Ferraris, 7 � 011 56 23 112

� STUDIO MASSUCCO (nella persona del Rag. Agostino Data)Via Duchessa Iolanda, 25 � 011 43 45 590

Il Consiglio Direttivo porge a tutti i soci e alle loro famiglie i più fervidi auguri

di Buona Pasqua