2008 Marzo

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Spirito Santo - Marzo 2008 NUMERO 4 1 Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo In cammino verso la Pasqua di Roberto Bonomo Il tempo di quaresima che stiamo vivendo, scandisce il nostro cammino di avvicinamento alla Pasqua di risurrezione, meta di tutta la nostra vita. Nel libro della Genesi si dice che l’uomo fu creato a immagine di Dio. La quaresima è quel tempo che la Chiesa ci da per permetterci di guardare dentro di noi, liberandoci da tutto ciò che è superfluo, e confrontarci con l’uomo perfetto che è Gesù Cristo per capire quanto la nostra vita, il nostro essere rispecchia l’immagine di Dio.La vita di Gesù è la dimostrazione pratica di come l’uomo dovrebbe vivere l’amore di Dio e nella Sua passione e morte c’è il culmine della donazione d’amore nei nostri confronti, l’applicazione pratica del comandamento che ci ha dato nel Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.”; ma questo amore sarebbe vano senza la prospettiva della risurrezione. Se in questo tempo di quaresima riusciamo a guardare veramente con onestà dentro di noi scopriamo sicuramente tante cose da sistemare nella nostra vita e tante cose di cui chiedere perdono insieme anche a tante cose belle per cui ringraziare. Per vivere pienamente la risurrezione assieme a Gesù non c’è cosa più bella che prepararsi attraverso il sacramento della riconciliazione, momento di gioia e liberazione vera. L’altro giorno una signora mi ha chiesto: “Si fa peccato a non confessarsi?” io le ho risposto: “Non confessarsi è un vero peccato, lei non sa cosa si perde!”. La Speranza della Pasqua di Don Tonino Bello* Miei cari fratelli, nel Duomo vecchio di Molfetta c ’è un grande Crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa uno scultore del luogo. Il Parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: "Collocazione provvisoria". La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il Parroco di non rimuovere per nessuna ragione il Crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella del Cristo. Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi il calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima, che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che credevi tuoi amici. Non angosciarti, tu che per un tracollo improvviso vedi i tuoi beni pignorati, i tuoi progetti in frantumi, le tue fatiche distrutte. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto ad ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra. CORAGGIO. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria ". Il Calvario, dove essa è piantata non è zona residenziale. E il terreno di questa collina dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C ’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo: "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva da Dio. CORAGGIO, fratello che soffri. C ’è anche per te una deposizione della croce. C ’è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra le braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo. CORAGGIO. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. La Pasqua sconfiggerà il nostro peccato, frantumerà le nostre paure e ci farà vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno". Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo! BUONA PASQUA! *Vescovo Pugliese morto nel 1993. Foto 1: Cristo di Salvadoran Giovanni della croce -

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Spirito Santo - Marzo 2008! NUMERO 4

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o

In cammino verso la Pasqua

di Roberto Bonomo

Il tempo di quaresima che stiamo vivendo, scandisce il n o s t r o c a m m i n o d i avvicinamento alla Pasqua di risurrezione, meta di tutta la nostra vita. Nel libro della Genesi si dice che l’uomo fu creato a immagine di Dio. La quaresima è quel tempo che la Chiesa ci da per permetterci di gua rda re den t ro d i no i , liberandoci da tutto ciò che è superfluo, e confrontarci con l’uomo perfetto che è Gesù Cristo per capire quanto la nostra vita, il nostro essere rispecchia l’immagine di Dio.La vita di Gesù è la dimostrazione pratica di come l ’uomo dovrebbe v ive re l’amore di Dio e nella Sua passione e morte c’è il culmine della donazione d’amore nei nostri confronti, l’applicazione pratica del comandamento che ci ha dato nel Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.”; ma questo amore sarebbe vano senza la prospettiva della risurrezione. Se in questo tempo di quaresima riusciamo a guardare veramente con onestà dentro di noi scopriamo sicuramente tante cose da sistemare nella nostra vita e tante cose di cui chiedere perdono insieme anche a tante cose belle per cui ringraziare. Per vivere pienamente la risurrezione assieme a Gesù non c’è cosa più bella che p r e p a r a r s i a t t r a v e r s o i l s a c r a m e n t o d e l l a riconciliazione, momento di gioia e liberazione vera. L’altro giorno una signora mi ha chiesto: “Si fa peccato a non confessarsi?” io le ho risposto: “Non confessarsi è un vero peccato, lei non sa cosa si perde!”.

La Speranza della Pasquadi Don Tonino Bello*

Miei cari fratelli, nel Duomo vecchio di Molfetta c ’è un grande Crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa uno scultore del luogo. Il Parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: "Collocazione provvisoria". La scritta, che in un primo momento avevo s camb ia to come in t i t o l az ione de l l ’ ope ra , m i è pa r s a provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il Parroco di non rimuovere per nessuna ragione il Crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella del Cristo. Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi il calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima, che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che credevi tuoi amici. Non angosciarti, tu che per un tracollo improvviso vedi i tuoi beni pignorati, i tuoi progetti in frantumi, le tue fatiche distrutte. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto ad ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti, e tu sei rimasto sempre a terra.CORAGGIO. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre "collocazione provvisoria ". Il Calvario, dove essa è piantata non è zona residenziale. E il terreno di questa collina dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C ’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo: "Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva da Dio. CORAGGIO, fratello che soffri. C ’è anche per te una deposizione della croce. C ’è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra le braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo.CORAGGIO. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. La Pasqua sconfiggerà il nostro peccato, frantumerà le nostre paure e ci farà vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno". Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo!BUONA PASQUA!

*Vescovo Pugliese morto nel 1993.

Foto 1: Cristo di Salvadoran Giovanni della croce -

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Spirito Santo - Marzo 2008! NUMERO 4

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Hai paura? Vieni all’AgoràUna celebrazione itinerante per avvicinarsi a Dio e “bruciare” le nostre insicurezze

di Daniela Ghini

Perchè non iniziare con un po' di musica e uno spuntino per parlare di Gesù ai ragazzi? Così, in un clima gioioso e festoso è iniziata la festa dei giovani del Vicariato urbano di Reggio che si è tenuta domenica 10 febbraio. Slogan dell'incontro era “Hai paura?Vieni” e a questo invito hanno risposto numerosi ragazzi che si sono incontrati davanti alla chiesa di San Luigi Gonzaga per iniziare insieme un cammino vero e proprio, una celebrazione eucaristica itinerante, che li ha portati a muoversi per la città con un percorso a tappe per cercare di aprire il cuore a Dio e agli altri. Proprio per questo, il primo brano letto, è stato quello tratto dall'Esodo, che racconta della chiamata di Mosè, il quale risponde “Eccomi”, davanti a Dio, un Dio che per amore soffre, s'abbassa e si vuole fare conoscere dall'uomo. Nonostante questo però, Mosè si copre il volto, avendo paura di guardarLo, rispecchiando così l'incapacità dell'uomo di vedere e incontrare Dio con le sue sole forze. Segno di questa nostra incapacità sono le bende che sono state consegnate a ciascuno per coprirci gli occhi in modo da metterci in ascolto della parola di Dio (senza essere distratti da ciò che ci circondava una volta entrati in chiesa) e, in particolare, del brano tratto dal Vangelo di Matteo in cui Gesù, nel deserto, viene tentato dal diavolo. Una volta in cammino verso la chiesa di Sant’Anselmo, c’è stata una tappa con la lettura del Salmo 132 e del brano tratto dagli Atti degli Apostoli, seguita da due gesti fatti per regalare a chi ci stava di fianco qualcosa di noi. Ci si è infatti scambiato il nome profumandosi a vicenda con acqua profumata e ci si è scambiato il libretto, consegnatoci all’inizio, dopo avervi scritto qualcosa, un augurio o un pensiero, da regalare alla persona che lo riceveva. Ad attenderci nella chiesa di Sant’Anselmo c’era Patrizia Ierace, una ragazza di Locri, località della Calabria, che ha portato la sua testimonianza di vittoria delle paure scaturite da una realtà difficile come quella in cui vive, dove molte volte ad avere la meglio sono le associazioni malavitose come la 'ndrangheta. L'esperienza da lei raccontata riguarda la sua scelta di vita, ovvero quella di vivere in una comunità con ragazzi disabili ai quali è stata data la possibilità di poter lavorare grazie alla costituzione di cooperative, dopo un percorso con molti ostacoli e difficoltà che sono stati superati grazie all'impegno di molti che si sono messi in gioco per la tutela di chi è più bisognoso e in difficoltà. Ci si è, poi, rimessi in cammino e lungo il tragitto è stato fatto un ulteriore “pit stop” per cercare di fissare l'attenzione sulle nostre paure, aiutati nella riflessione dall'ascolto di alcuni brani “sulla paura”. Ognuno ha trascritto il proprio timore più grande su un foglietto che è poi stato messo in un'urna. Sulla strada del ritorno ci attendeva alla palestra del cinema Rosebud una drammatizzazione effettuata da una compagnia teatrale che ha inscenato la storia di un tradimento fatto a cuor leggero da un ragazzo che si trova poi a dover affrontare la paura della decisione da prendere a seguito del suo comportamento, “consigliato”, se così si può dire, da quelli che fino a quel momento considerava suoi amici, ma che lo deludono. Ad aiutarlo sarà la madre, che gli fa anche riscoprire la presenza costante di Dio al suo fianco. Per finire, una volta ritornati alla chiesa di S. Luigi, si è conclusa la celebrazione eucaristica e, come gesto simbolico, sono state bruciate le urne contenenti le nostre paure per potercele lasciare alle spalle. Dunque, così come era iniziata, la giornata è terminata davanti ad un ricco buffet..con la speranza di essere riusciti a togliere le bende ed aprire gli occhi e il cuore agli altri e a Dio!! E il prossimo appuntamento con l'Agorà dei giovani è previsto per il 16 Marzo, Domenica delle Palme.

Incontrarsi prima della messa: un modo per conoscersi e fraternizzare

Ci siamo incontrati il 13 gennaio, giorno del battesimo di Cristo, con i piccoli battezzati della parrocchia, ed è stata una bellissima Messa; molto speciale per i nostri bambini che sono stati benedetti in modo particolare; ma non vorremmo fermarci proprio adesso.La nostra idea è quella di incontrarci ancora per dar la possibilità ai nostri figli di diventare amici e creare un’opportunità pure per noi genitori per approfondire i legami.Ci raduneremo di nuovo domenica 2 marzo alle ore 10,30, giornata de “I simboli della Pasqua”, domenica 20 aprile sempre alle ore 10,30, giornata dell’”Offertorio, condivisione, pace” e la domenica della sagra parrocchiale per cenare insieme e salutarci.Ci ritroveremo, poi, a settembre con l’intenzione di far giocare i nostri bimbi con ...gli angeli! L'idea è così spiegata: arriviamo un po' prima dell’inizio della messa e facciamo divertire i nostri bimbi con alcuni simboli legati all'argomento del giorno in questione, attraverso il gioco, la manipolazione e per i più grandi la costruzione. Noi adulti ne approfittiamo per stare una mezz’oretta in compagnia e conoscerci meglio. In seguito, partecipiamo alla messa, animando l'offertorio insieme ai nostri piccoli e alle loro creazioni. Vi aspettiamo numerosi, non mancate perchè....E' BELLO CRESCERE ASSIEME!

Barbara BigiBarbara Bonomo

Jenny Fontani

La speranza cristianadi Pino Volpe

Il 17 febbraio abbiamo avuto un “dono”, come l’ha chiamato Don Mario, e cioè la presenza di Don Emilio Landini al ritiro quaresimale della nostra parrocchia. Don Landini ci ha aiutato ad approfondire e riflettere sul ruolo del cristiano come testimone della speranza di Dio nella

società, anche nella sofferenza e nelle difficoltà quotidiane. Sul tema della speranza cristiana vi propongo una breve storiella che ritengo significativa: le 4 candele. In una stanza silenziosa c’erano 4 candele accese: la prima si lamentava “io sono la pace ma gli uomini preferiscono la guerra, non mi resta che lasciarmi spegnere”. La seconda disse:”Io sono la fede ma gli uomini preferiscono le favole, non mi resta che lasciarmi spegnere”, e così accadde. La terza candela confessò:” io sono l’amore ma gli uomini sono cattivi, non mi resta che lasciarmi spegnere”. All’improvviso nella stanza comparve un bambino che, piangendo, disse:”Ho paura del buio”, allora la quarta candela disse:”Non piangere io resterò accesa e ti permetterò di riaccendere con la mia luce le altre candele: io sono la speranza!”. Morale della favola: senza ignorare il male del mondo e i problemi complicati, le difficoltà che incontriamo ogni giorno, noi cristiani, comunque, dobbiamo rappresentare un segno di speranza in mezzo agli altri.

Foto 3: Pino Volpe

Foto 2: Daniela Ghini

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A cura di Sara Fiorini- LA VOCE DEI GIOVANI -

Prepariamoci al nostro esodo, qui ed oraEd eccoci ad una nuova Pasqua, ad un nuovo momento di riflessione che la quaresima ha portato con sè: riallacciandomi agli argomenti trattati il mese scorso in questa rubrica, è stata una piacevole coincidenza notare che don Landini, nell’omelia successiva al suo ritiro qui nei nostri locali, ha voluto sottolineare come ognuno di noi, in questa quaresima (ma in realtà sempre) potesse dedicarsi in modo particolare alla sobrietà, intesa come semplicità ed essenzialità nell’alimentazione, nell’ambito degli acquisti e dei consumi. Le tristi realtà che ci circondano non possono che darci uno stimolo in più per sforzarci in questo obiettivo, e pertanto vi propongo l’estratto di un articolo di “qualevita”, che può essere molto illuminante in questo senso.

“La Pasqua di Cristo deve comportare anche per noi un passaggio reale, come lo fu per il popolo ebraico, che dalla schiavitù d’Egitto passò alla Terra Promessa, dove scorreva (simbolicamente) latte e miele. Quali le schiavitù dell’uomo del XXI secolo e quale, dunque, il nostro esodo?QUALE LIBERTÀ DOBBIAMO CERCARE? Viviamo in mezzo ad una Natura che Dio ha dato all’uomo perchè la coltivasse, in un mondo dato da Dio perchè noi lo custodissimo. Quindi il nostro destino, la nostra dignità e libertà, esistono soltanto se “lavoriamo” per questa finalità. Ma se guardiamo obiettivamente alla realtà, ci accorgiamo di essere schiavi della nostra ossessione del possesso, schiavi del pensiero dettato dalla moda, dei prodotti esotici, della omologazione che portano alla distruzione della Natura che ci circonda. Ecco allora la nostra Pasqua, il “passaggio” ideale che dobbiamo fare: un cammino (esodo culturale) di consapevolezza e di coscientizzazione per “lavorare e custodire” il “giardino dell’Eden”, cioè il nostro mondo, alla ricerca di nuovi stili di vita che assicurino ad ogni uomo una vita libera dai bisogni, dalla povertà, dall’elemosina degli opulenti.

Allora ci sarà la nostra risurrezione: sarà l’appagamento interiore, frutto del vivere un amore vero verso ogni essere vivente, cercando di realizzare nella storia il comando di Dio.”

(Sergio Introini, “qualevita”, num.125, febbraio 2008)

La Chiesa non sia un vigile urbano, testimoni il Vangelo con gioiadi Matteo Zanichelli

“La Chiesa eroga divieti e precetti, si comporta come un vigile urbano; i giovani se ne distaccano e se e allontanano perchè la vedono come un'istituzione; la Chiesa non riesce più a suscitare l'interrogativo nei giovani: ‘Chi è per me Gesù Cristo?’; la Chiesa, invece, deve testimoniare con gioia il Vangelo e la comunità deve ascoltare la sua parola”. Queste sono alcune delle parole che il vescovo, monsignor Adriano Caprioli, ha pronunciato nel suo sermone alla prima stazione quaresimale cittadina, svoltasi venerdì 15 febbraio nella basilica della Ghiara. Personalmente, credo che siano osservazioni azzeccate. Forse, oggi, c'è bisogno di un cambiamento forte nel mondo cattolico. Troppi divieti e prescrizioni inibiscono la libertà di pensiero e di conseguenza la facoltà di

interrogarsi su questioni fondamentali per la nostra vita, in primis la ricerca di Gesù Cristo. Se si viene ingabbiati in un eccessivo normativismo, come si può spaziare, essere invogliati ad avere fame di conoscenza di Dio e andare alla ricerca della Verità? Certo alcune direttive vanno date - peraltro certe limitazioni sono intrinseche nel concetto di libertà -, onde perdersi e trovarsi disorientati nell'immenso flusso di parole e azioni che ci circondano, ma non si deve mai arrivare al punto di diventare “un vigile urbano”. Il rischio è che ai giovani vengano imposti un pensiero e taluni valori. E che questi valori diventino "prodotti preconfezionati" ai quali essi devono inchinarsi acriticamente, anzichè effettuare un percorso personale di ricerca e di maturazione, in modo da metabolizzarli consapevolmente al proprio interno. Infine, la testimonianza con gioia. E' vero, più delle parole, come spesso accade, sono di maggiore impatto i fatti. Penso sia anche questo un modo molto forte e coinvolgente per attrarre i giovani. Più dimostrazioni con le opere concrete e meno frasi ad effetto. Più solarità nell'enunciazione della parola di Gesù Cristo, il quale è fonte di bellezza, salvezza e felicità, e meno imposizioni. Per una volta, si mettano al primo posto la "seduzione" e il fascino del messaggio di Dio e al secondo posto le regole.

I ragazzi si preparano alla

PasquaI bambini a contatto con Gesù prima della risurrezione. Proseguono, infatti, i ritrovi nel salone della parrocchia, durante le domeniche di quaresima, alle ore 10.30, nei quali i ragazzi fino alla seconda media si preparano alla Pasqua, leggendo il brano del Vangelo del giorno, che sarà commentato poco dopo da don Mario nella messa. Gli ultimi due appuntamenti sono previsti per questa domenica (2 marzo) e per quella successiva (9 marzo).

Foto 5: Vescovo Adriano CaprioliFoto 4: Matteo Zanichelli

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E il cardinale predica su You Tube, Tettamanzi risponde on line ai fedelidi Zita Dazzi

(*) MILANO - Per arrivare velocemente nelle case dei milanesi e dialogare con loro sull'impegnativo tema del battesimo ai tempi della Quaresima, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi si affida a YouTube. Appare in video ogni venerdì alle 13, condividendo l'infinito spazio virtuale con i centomila utenti che ogni giorno mettono on line i loro video. Una scelta innovativa e controcorrente, per l'arcivescovo della più grande diocesi italiana, che come ogni anno, in attesa della Pasqua, aveva il problema di raggiungere efficacemente i suoi cinque milioni di fedeli sparsi su un territorio grande circa metà della Lombardia. E una scelta, quella di sbarcare su Internet nel formato prediletto dai giovani, che non ha mancato di sorprendere qualcuno in Curia, abituato alle formule più tradizionali di contatto col pubblico. Ma il successo è stato immediato, già alla prima puntata. Oltre 16.000 persone si sono collegate al sito, la settimana scorsa, per ascoltare le risposte del cardinale sugli interrogativi sollevati, via mail, dai fedeli dopo la prima catechesi quaresimale, che si è svolta in Duomo, presso il fonte dove sant'Agostino venne battezzato da sant'Ambrogio. Questa settimana, dopo la catechesi nella basilica di Magenta, un boom di contatti ancora superiore: 12.000 nella sola giornata di ieri. La scelta di andare su un sito che ha circa 20 milioni di visitatori al mese, Tettamanzi l'ha fatta, sottolineano in Curia, perché "la sua cifra stilistica è proprio quella del dialogo". Un dialogo fortemente cercato, anche con le parti laiche e non credenti della società milanese, una realtà sempre più secolarizzata. Inoltre, Internet è un mezzo che ben si presta a superare barriere e steccati. E il cardinale mostra chiaramente in video la volontà di dialogare con i lombardi in toni e con accenti diversi da quelli dell'ambiente sacrale della chiesa. Rispondendo in video alle domande che i fedeli gli fanno arrivare via mail sul sito della Diocesi di Milano (www. chiesadimilano. it), infatti, la tattica è quella di rassicurare ed ascoltare, rivolgendo consigli più da padre che da prelato. Nel video che è stato registrato e messo on line ieri, per esempio, rispondendo a una non meglio identificata nonna che si preoccupava perché il nipotino non viene battezzato dai genitori conviventi ma non sposati, il cardinale ha sottolineato due concetti: "Bisogna avere rispetto e fiducia per la scelta di questa famiglia". Seduto alla scrivania nel suo studio, di fianco a una pianta e a un crocefisso, nel semplice abito talare, con lo zucchetto rosso in testa, il cardinale spiega: "Signora, capisco la sua sofferenza per quel nipotino non ancora battezzato. Ma la invito al dialogo con i genitori del bambino e le raccomando tutta la delicatezza e il rispetto possibile per questa loro posizione. Abbia comunque tanta fiducia in Dio perché lui provvede al cammino di tutti e quindi anche di suo nipote. Ma abbia fiducia anche nei suoi genitori, che prima o poi, magari proprio attraverso il figlio si interrogheranno sulla vita e sulla grandiosa possibilità offerta dal battesimo cristiano".

(*) Articolo tratto dal sito di “Repubblica”

Inno alla carità, inno alla vitaSi è svolto alla casa di carità il ritiro quaresimale dei giovani della nostra parrocchia

di Sara Fiorini

Domenica 24 febbraio il nostro diacono Roberto Bonomo ci ha guidato in un percorso di riflessione basato su un tema scottante ed impegnativo: la carità. E quale luogo poteva essere più significativo e pregnante per riflettere su questo valore, se non la casa di carità di via fratelli Rosselli?Il percorso meditativo è cominciato partendo da uno spezzone molto toccante de “L’inno alla carità”: “ La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa, la carità non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 13, 4-7).Successivamente sono state prese in analisi le varie caratteristiche attribuite alla carità e Roberto ha posto determinate domande inerenti alla quotidianità, alla nostra epoca, domande riguardanti il rapporto con i ragazzi dei nostri gruppi, o ancora la qualità delle relazioni che intratteniamo con le persone che ci circondano, e non in ultimo, la rilevanza che diamo alla nostra fede nei gesti di ogni giorno.Questo primo momento riflessivo individuale è stato poi seguito dalla messa in san Giuseppe e dal pranzo (preparato dalle nostre signore) gustato con gli ospiti della casa: momento gioviale, sereno e di partecipazione aperta e sincera.Il sole timido di questo periodo pre-primaverile ci ha convinto a proseguire il nostro ritiro all’aperto, così siamo passati alla fase di condivisione delle nostre risposte, dei nostri dubbi: un altro momento di complicità ed arricchimento; i vespri hanno poi concluso la giornata.La speranza credo sia stato il sentimento che abbiamo portato a casa tutti. I periodi traballanti possono esserci per ognuno di noi, anzi, sono umanamente inevitabili e, tuttavia, possono essere fruttiferi, ma il confronto interno alla nostra comunità e soprattutto il rapportarsi a realtà a noi così vicine come quelle interne alla casa di carità, non possono che darci una marcia in più per vivere la nostra fede in modo completo, con il sorriso sulle labbra e senza fare appello all’intellettualità. Infatti, come Roberto ci ha ricordato: “La fede non è intellettuale, razionale: altrimenti tutti gli istruiti potrebbero averla, mentre gli ignoranti ed i poveri no”.Ma sappiamo benissimo che molto spesso è il contrario. Buona Pasqua a tutti allora, aderendo al modello di carità che ci propone Gesù.

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No all’accanimento terapeutico, la volontà del malato va considerata Nessuna confusione con l’eutanasia: non si vuole procurare la morte, si accetta di non poterla impedire

di Carlo Maria Martini (*)

(**) Con la festa dell’Epifania 2007 sono entrato nel ventisettesimo anno di episcopato e sto per entrare, a Dio piacendo, anche nell’ottantesimo anno di età. Pur essendo vissuto in un periodo storico tanto travagliato (si pensi alla Seconda guerra mondiale, al Concilio e postconcilio, al terrorismo eccetera), non posso non guardare con gratitudine a tutti questi anni e a quanti mi hanno a viverli con sufficiente serenità e fiducia. Tra di essi debbo annoverare anche i medici e gli infermieri di cui, soprattutto a partire da un certo tempo,ho avuto bisogno per reggere alla fatica quotidiana e per prevenire malanni debilitanti. Di questi medici e infermieri ho sempre apprezzato la dedizione, la competenza e lo spirito di sacrificio. (…) La crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita pure in condizioni un tempo impensabili. Senz’altro il progresso medico è assai positivo. Ma nello stesso tempo le nuove tecnologie, che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano, richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona. E’ di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall’accanimento terapeutico, due termini spesso confusi. La prima si riferisce a un gesto che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte; la seconda consiste nella “rinuncia…all’utilizzo di procedure mediche sproporzionate e senza ragionevole speranza di esito positivo” (Compendio Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 471). Evitando l’accanimento terapeutico “non si vuole…procurare la morte: si accetta di non poterla impedire” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2.278), assumendo così i limiti propri della condizione umana mortale. Il punto delicato è che per stabilire se un intervento medico è appropriato non ci si può richiamare a una regola generale quasi matematica, da cui dedurre il comportamento adeguato, ma occorre un attento discernimento che consideri le condizioni concrete, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. In particolare non può essere trascurata la volontà del malato, in quanto a lui compete – anche dal punto di vista giuridico, salvo eccezioni ben definite – di valutare se le cure che gli vengono proposte, in tali casi di eccezionale gravità, sono effettivamente proporzionate. Del resto questo non deve equivalere a lasciare il malato in condizione di isolamento nelle sue valutazioni e nelle sue decisioni, secondo una concezione del principio di autonomia che tende erroneamente a considerarla come assoluta. Anzi, è responsabilità di tutti accompagnare chi soffre, soprattutto quando il momento della morte si avvicina. Forse sarebbe più corretto parlare non di “sospensione dei trattamenti” (e ancor meno di “staccare la spina”), ma di limitazione dei trattamenti. Risulterebbe così più chiaro che l’assistenza deve continuare , commisurandosi alle effettive esigenze della persona, assicurando per esempio la sedazione del dolore e le cure infermieristiche. Proprio in questa linea, si muove la medicina palliativa, che riveste quindi una grande importanza. Dal punto di vista giuridico, rimane aperta l’esigenza di elaborare una normativa che, da una parte, consenta di riconoscere la possibilità del rifiuto (informato) delle cure – in quanto ritenute sproporzionate dal paziente –, dall’altra protegga il medico da eventuali accuse (come omicidio del consenziente o aiuto al suicidio), senza che questo implichi in alcun modo la legalizzazione dell’eutanasia. (…)

(*) Il cardinale Carlo Maria Martini, ex vescovo della diocesi di Milano, soffre da anni del morbo di Parkinson, malattia che lo porterà alla morte. Da questa sua condizione personale di malato, nasce la riflessione sulla possibilità di introdurre, nella normativa giuridica italiana, una legge sul testamento biologico, affinché il paziente possa scegliere di evitare l’accanimento terapeutico e affrontare con “serenità” gli ultimi istanti di vita.

(**) Articolo apparso sul “Domenicale” del Sole 24 Ore di domenica 21 gennaio 2007.

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Spirito Santo - Marzo 2008! NUMERO 4

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PER IL GRANDE E SANTO GIORNO DI PASQUA(dalla liturgia ortodossa)

Ogni uomo fedele e amico di Diogioisce per questa bella e luminosa solennità.

Se qualcuno ha tardato fino all’ora nona,s’accosti senza esitare.

Se è giunto solo all’undicesima ora,non si vergogni della sua lentezza,

perché il Signore è generosoe riceve l’ultimo come il primo.

Fa misericordia a quello ecolma di gioia questo.

Primi e ultimi ricevete la ricompensa!

Voi che avete digiunatoe voi che non l’avete fatto

oggi gioite!

Gioite del banchetto della fede.

Nessuno deplori la sua povertà,perché il Regno è giunto per tutti.

Nessuno si lamenti delle sue colpe,perché il Perdono è sorto dal Sepolcro.

Cristo è risorto dai mortiprimizia di quelli che si sono addormentati.

Cristo è risorto ed ecco che regna la vita.

Proposto da Maria Laura Catellani

Foto 6: Una rappresentazione del giardino dell’Eden

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Spirito Santo - Marzo 2008! NUMERO 4

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A.A.A.

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Spirito Santo - Marzo 2008! NUMERO 4

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• IV Domenica di Quaresima

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: 1Sam 16,1b.4.6-7.10-13a; Sal 22; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41 - Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla

Domenica 2 Marzo 2008

• Domenica delle Palme

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14-27,66 - Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

Domenica 16 Marzo 2008

• Pasqua: Risurrezione del Signore

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: S. Turibio de MogrovejoAt 10,34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 - Questo è il giorno di Cristo Signore: alleluia, alleluia

Domenica 23 Marzo 2008

• II Domenica di Pasqua

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31 - Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore!

Domenica 30 Marzo 2008

Messa

• da Lunedi a Giovedì e Sabato la messa si terrà alle ore 18:30 [Chiesa Spirito Santo]• Venerdì la messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]

Altri Eventi

• Catechismo: Sabato ore 14:30• Oratorio: Sabato ore 16:00• Corso di Teatro: Domenica Marzo ore: 17:30 (orario variabile)• Incontro sul Credo: Lunedì 10 Marzo ore 21:00• Scuola di preghiera: Mercoledì 12 Marzo ore 21:00 Presso il Seminario di Reggio Emilia• Casa di carità: Domenica 9 Marzo e Lunedì 24 Marzo

Buon Compleanno a...

• Alessia Iotti - Lunedì 3 Marzo• Andrea Mussini - Sabato 8 Marzo• Maria Laura Catellani - Domenica 16 Marzo• Francesca Boiardi - Domenica 16 MarzoAspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno per i mesi prossimi!!!

Altre Date

• V Domenica di Quaresima• Turno casa di carità

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: S. Francesca Romana Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45 - Il Signore è bontà e misericordia

Domenica 9 Marzo 2008

• Giovedì Santo, ore 21.00: Santa Messa

• Venerdì Santo ore 21.00: Via Crucis cittadina

• Sabato Santo ore 21.00: Santa Messa, veglia pasquale

Giovedì 20, Venerdì 21 e Sabato 22 Marzo

• Turno casa di carità

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

• Letture: At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15 - L'anima mia esulta nel Signore

Lunedì 24 Marzo 2008