Voce del donatore - marzo 2008

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N. 1 MARZO 2008 N. 1 MARZO 2008 PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALE ANNO XXXV Direzione e Amministrazione: Via L. Da Vinci, 4 - 24123 Bergamo Tel. 035 342222 - Fax 035 343248 www.avisbergamo.it LA VOCE DEL DONATORE L’editoriale Un’Avis dinamica Avis giovani Il Forum internazionale Speciale convegno Le nuove attività Vita associativa La donazione tra pittura e poesia Educazione sanitaria Batti un colpo! Caffè Stile Olimpiadi glamour Spedizione in AP - 45% - art. 2 comma 20/B Legge 662/96 BG

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periodico avis provinciale bergamo

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N. 1MARZO 2008

N. 1MARZO 2008

PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALEANNO XXXV

Direzione e Amministrazione:Via L. Da Vinci, 4 - 24123 BergamoTel. 035 342222 - Fax 035 343248

www.avisbergamo.it

LA V

OCE

DEL

DON

ATORE

L’editorialeUn’Avis dinamica

Avis giovaniIl Forum internazionale

Speciale convegnoLe nuove attività

Vita associativaLa donazione tra pittura e poesia

Educazione sanitariaBatti un colpo!

Caffè StileOlimpiadi glamour

Spedi

zione

in AP -

45% - art. 2 c

omma

20/B

Legge

662/96

BG

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LA V

OCE

DEL

DON

ATORE

SommarioSommarioDetto tra noiMariagrazia Mazzoleni

Conto alla rovescia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2

EditorialeTiziano Gamba

Un’Avis dinamica

per servizi di qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

Avis giovaniFabio Vanoli

Un Forum internazionale . . . . . . . . . . . . . . pag. 5

Speciale ConvegnoLe nuove attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6

Vita associativaLa donazione

tra pittura e poesia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8

Educazione sanitaria

Mirko Baruscotti

Batti un colpo! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.10

A tutto volumeLibri, arte e musica

Gli appuntamenti da non perdere . . . . pag.12

Caffè StileBarbara Rodeschini

Olimpiadi Glamour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.14

Avis giovanissimiGianantonio Asperti

... e il pettirosso mi raccontò . . . . . . . . . pag.15

Aprile 2008Pubblicazione Quadrimestrale - Anno XXXV - N. 1Spedizione in AP - 45% - art. 2 comma 20/BLegge 662/96 BergamoDir. e Amm.ne: 24123 Bergamo - Via L. Da Vinci, 4 Tel. 035 342.222 - Fax 035 343.248

Legale rappresentante: Tiziano GambaDirettore responsabile: Mariagrazia Mazzoleni

Registrazione Tribunale di Bergamo n. 8 dell’11 maggio 1973

Fotocomp. - Stampa - Legatoria: CPZ Costa di Mezzate (Bg)

Rivista stampata su carta riciclata 100%

CONTO ALLAROVESCIACONTO ALLAROVESCIAÈ cominciato il conto alla rovescia per il rinnovodegli organismi avisini. Manca meno di un anno,infatti, alle elezioni che dovrebbero (il condizionale èd’obbligo) cambiare il volto della nostra associazio-ne. Il 75% degli attuali presidenti che hanno fattodell’Avis quella realtà consolidata e generosa cheben conosciamo non potranno più ricandidarsi a ter-mini di statuto. È in ogni caso una grossa opportuni-tà da cogliere perché, proprio loro, mettano a fruttol’importante esperienza acquisita “facendo cresce-re” i più giovani anche e soprattutto a livello dirigen-ziale. Il presidente Tiziano Gamba ha già avviatouna consulta dei presidenti che dovrebbe risponde-re a queste logiche. Adesso sul campo, con tutto illoro entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco, sonoattesi i giovani. Vi presentiamo su questo numero i risultati del con-vegno di gennaio in tema di nuove attività dell’asso-ciazione. Di aferesi abbiamo già parlato a lungo,adesso affrontiamo la questione delle trasfusioni adomicilio che, grazie al direttore sanitario DomenicoGiupponi e all’equipe di medici guidati da LucaBarcella, da esperimento pilota nella nostra provin-cia potrebbe contribuire a tracciare linee guida incampo nazionale. E per proseguire in ambito sani-tario continua il binomio Avis e ricerca, con ottimirisultati. La nuova proposta riguarda lo studio dicaratteristiche ereditarie nei fattori responsabili dialterazioni del ritmo cardiaco. Ovviamente è unaricerca su base volontaria in cui l’apporto dei nostridonatori è fondamentale. Ce lo spiega il biologoMirko Baruscotti. Un regalo speciale per tutti nelle ultime pagine delnostro periodico. Una fiaba delicata, dedicata da unamico dell’Avis, Gianantonio Asperti, a tutti i donatorigrandi e piccini.

Mariagrazia Mazzoleni

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Manca poco meno di un anno al rinnovo di circa il75% delle nostra classe dirigente. Sarà un periodoimpegnativo che da tempo l’attuale Consiglio si stapreparando ad affrontare cercando di cogliere i pro-cessi evolutivi in atto. Abbiamo cercato, soprattutto in quest’ultimo mandato,di trasformarci da Associazione di generosi donatori aOnlus in grado di cogliere i mutamenti sociali allargan-do la nostra mission per garantire una miglior salute deicittadini, attraverso la prevenzione e il sostegno allaricerca e una nuova etica civica come nel campo dell’in-tegrazione degli immigrati. Anche nel 2007, dunque, èproseguito l’impegno ad ampio raggio di cui vi segnalia-mo i risultati più significativi.I progetti realizzatiCon grande soddisfazione, dopo notevoli difficoltà,abbiamo avviato la raccolta in aferesi. Ci è stata affi-data dagli Ospedali Riuniti di Bergamo e l’Avis se neoccupa con personale qualificato e risorse proprie. Sitratta di un significativo risultato politico. L’aferesi, comein più occasioni abbiamo affermato, rappresenta il futu-ro della raccolta, pertanto prossimi obiettivi saranno lapredisposizione di un’apposita campagna promozionalein modo che tutti i donatori, e i cittadini, siano sensibiliz-zati e stimolati ad accedere anche alla donazione di pla-sma ed emocomponenti.Si è consolidato il progetto relativo alla trasfusione disangue a domicilio. Un percorso terapeutico sostenibileche, grazie all’Avis esce dalla fase progettuale per diven-tare una vera e propria procedura. Considerato che è unodei primi esperimenti in Italia, ha anche un obiettivo ambi-zioso che vi raccontiamo nelle pagine successive. Per quanto riguarda la donazione di cittadini extraco-munitari, dopo il Convegno tenutosi nel gennaio 2007,grazie all’impegno del gruppo giovani di Avis si è costi-tuito un tavolo di lavoro per un confronto con i rappre-sentanti delle diverse nazionalità presenti sul territoriobergamasco. Il confronto si concretizzerà in un Forumche vedrà la partecipazione delle diverse etnie, dei loroConsoli, delle Istituzioni.L’iniziativa è nata in collaborazione con l’Agenzia perl’Integrazione di Bergamo.Durante la manifestazione si discuteranno le condizio-

ni e le modalità delladonazione nei Paesid’origine dei cittadiniextracomunitari, ilimiti e gli stimoli perla donazione neimodi e nei terminisanciti dalla nostraorganizzazione.Realizzato dal gruppoGiovani ha preso ilvia anche il progettoLotta contro la droga,dopo una valutazionedei dati, allarmanti,individuati con un’in-dagine sull’uso disostanze stupefacen-ti e sulle relative conseguenze e realizzata grazie allacollaborazione della dottoressa Barbara Giussani.L’iniziativa si concretizza in un opuscolo come strumen-to di informazione sui pericoli derivanti dall’uso deglistupefacenti. L’obiettivo è quello di affiancarsi a campa-gne istituzionali e per questo è stato studiato con lasemplicità necessaria per una comunicazione diretta eprecisa sugli effetti di queste sostanze.Il futuroRedigere un bilancio sociale avvalendosi delle lineeguida dell’Avis Regionale, sarà questo l’obiettivo del grup-po di lavoro che si è recentemente costituito e per cuichiedo all’assemblea un ampio mandato. Per renderesempre più trasparente ed efficace la rendicontazionedelle attività svolte e per definire indicatori di efficacia chemettano in evidenza le caratteristiche fondamentalidell’Avis bergamasca, ovvero la cultura del dono e lacapacità di creare relazioni tra diverse sfere della società. Via libera anche alla ristrutturazione della Casa deldonatore che per il 50%, grazie alla donazione dell’Aviscomunale di Bergamo, è ora di nostra proprietà: verrannoaggregati su un unico piano tutti i servizi sanitari.Un’attenzione particolare sarà riservata al settorescuola dove sarà utile un impegno maggiore per avvi-cinare soprattutto i giovani delle superiori attraverso

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UN’AVIS DINAMICAPER SERVIZI DI QUALITÀUN’AVIS DINAMICAPER SERVIZI DI QUALITÀ

L’attività del 2008

Abbiamo il dovere di accompagnare i giovani senza scoraggiarci, ma trasferendo loro l’entusiasmo,il coraggio e l’esperienza, attitudini determinanti per dedicare un po’ del nostro tempo prezioso allacomunità.

Tiziano Gamba

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DONAZIONI ANNO 2007 - CONFRONTO ANNO 2006

interventi programmati e costanti. L’obiettivo è quello diinserire i principi della donazione solidale nei progettiformativi di ogni istituto scolastico.Infine la prevenzione per erogare nuovi servizi sanitariai soci, in particolare per le donne che nella nostra pro-vincia aderiscono all’associazione in misura minorerispetto al resto d’Italia.Nostro compito è quello di rilanciare in modo signifi-cativo la raccolta dell’Avis e, attraverso una maggior

disponibilità e dinamicità operativa, garantire servizipiù attenti e meglio coordinati. Per far questo occorre che i dirigenti di oggi facciano unpasso indietro e si aprano al “rischio” di lasciare che i gio-vani, con particolare riguardo alle donne, guidino le realtàlocali con strumenti operativi nuovi che riescano a coinvol-gere i loro coetanei.

Tiziano GambaPresidente provinciale Avis

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UN FORUM INTERNAZIONALEUN FORUM INTERNAZIONALELa donazione degli stranieri

Un progetto realizzato dal gruppo giovani e dall’Agenzia per l’integrazione di Bergamo percomprendere paure, dubbi, perplessità e aspettative dei cittadini stranieri nei confronti delvolontariato e in particolare della donazione di sangue.

Forum internazionale per la donazione

di sangue

�Il sangue non ha colore�

5 aprile 2008 presso Oratorio di Colognola

6 aprile 2008presso Borsa Merci

piazza Libertà - Bergamo

Provinciale Bergamo

29 marzo 2008 - Ore 9.00ASSEMBLEA PROVINCIALE ORDINARIA

l’Antico Borgo La Muratella - SP122 La Francesca - Loc. Muratella - Cologno al Serio (Bg)All’ordine del giorno: Presentazione ed approvazione della relazione associativa, finanziaria e bilancioconsuntivo 2007 e del Collegio dei Sindaci e Sanitaria; ratifica del bilancio di previsione 2007; presentazioneed approvazione della mozione conclusiva; votazioni per la nomina dei delegati all’assemblea regionale;votazioni per la nomina dei delegati all’assemblea nazionale; presentazione progetti di formazione; presen-tazione profilo dell’attività donazionale delle Avis bergamasche.

Dopo tante parole finalmente è arrivato il momento chetanto aspettavamo. Il 5 e 6 Aprile si terrà infatti il ForumInternazionale dei Donatori di Sangue. Le informazioniraccolte durante il convegno serviranno alle nostre AVISper organizzare, in futuro, iniziative rivolte al mondo deglistranieri. Il fenomeno dell’immigrazione è in costanteaumento, è una realtà con la quale ci confrontiamo quoti-dianamente e il processo di integrazione delle comunitàstraniere che risiedono sul nostro territorio deve passare

anche attraverso la loro partecipazione attiva alla vitasociale, compreso il mondo del volontariato. L’AVIS èun’associazione che, senza mai perdere di vista i valoriche la caratterizzano dalle sue origini, è in grado di adat-tarsi ai cambiamenti della società. Altre iniziative in questosenso sono già state organizzate sia a livello regionale siaa livello nazionale e l’AVIS provinciale di Bergamo nonpoteva mancare a questo appuntamento. Nella fase orga-nizzativa siamo stati supportati in modo determinantedall’Agenzia per l’integrazione che, conoscendo il variega-to mondo dell’immigrazione, ci ha procurato contatti e pre-ziosi suggerimenti per realizzare il progetto. Mentre ilnostro periodico va in stampa, l’organizzazione del Forumè a buon punto e possiamo fornire alcuni dettagli ineren-ti il programma che verranno comunque pubblicizzatinelle settimane precedenti l’evento. Nella giornata disabato 5 Aprile presso l’oratorio di Colognola dopo la pre-sentazione del progetto e i saluti del nostro Presidente siterranno tavoli di lavoro con temi riguardanti il mondo delvolontariato. A seguire ci sarà un momento conviviale. Lagiornata di domenica sarà invece caratterizzata da unmomento istituzionale dove, saranno presentati i risultatidel lavoro del giorno precedente. In quest’occasione inter-verranno rappresentanti delle istituzioni e amministratoridella società bergamasca e i consoli di diversi paesi asimboleggiare lo spirito di accoglienza e integrazione checaratterizza questo progetto.

Fabio Vanoli Coordinatore Gruppo Giovani

“Perché, in ultima analisi, ciò che essenzialmente ci acco-muna tutti è il fatto di abitare su questo piccolo pianeta.Respiriamo tutti la stessa aria. Abbiamo tutti a cuore ilfuturo dei nostri figli. Siamo tutti mortali... E, ovunquesiamo, dobbiamo tutti, nella vita di ogni giorno, essereall'altezza dell'antichissimo credo secondo cui pace elibertà vanno di pari passo".

(J.F. Kennedy)

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L’Avis cresce e lofa puntando adattività di rilievosociale, peculiaridi una grandeassociazione. Loha ribadito il pre-sidente TizianoGamba, al conve-gno a cui sonointervenuti PietroMacconi, presi-dente della com-missione sanitàdella Regione

Lombardia, Vincenzo Saturni, presidente regionale diAvis, Elisabetta Celega, dirigente medico del CentroTrasfusionale dei Riuniti e Barbara Giussani, responsa-bile sanitario delle Unità di raccolta di Avis Bergamo.“La donazione di sangue è una pratica insostituibile, ilricorso al donatore è indispensabile. Da alcuni anni lasituazione per il sangue intero è buona - ha sottolinea-to il presidente Gamba - non così per il plasma.L’autosufficienza di emoderivati deve diventare unapriorità sia sul piano politico che conseguentemente suquello normativo. E in Lombardia non siamo messimeglio. Compriamo plasma all’estero, soprattutto inGermania. Ma questo - continua Tiziano Gamba - è unproblema economico e di mercato. Basta qualche agen-te infettivo nella nazione che fornisce sangue e plasma,per mettere in ginocchio anche noi. Bisogna prevedereun incremento della raccolta di plasmaderivati anche inprospettiva di una richiesta maggiore dei clinici.Investire risorse finanziarie e di persone per rafforzare iservizi trasfusionali.”Per questo l’Avis è scesa in campo. Con atteggiamen-to sussidiario al Servizio sanitario nazionale, e senzafini di lucro, ha dato la propria disponibilità alla rac-colta di plasma per aumentare l’accesso dei donato-ri (la sala aferesi del centro del Monterosso è apertatutti i giorni, esclusa, per il momento, la domenica) e

incrementare la raccolta aumentando la base degliavisini. L’obiettivo è quello di concretizzare, già nel2008, un incremento effettivo in collaborazione anchecon Fidas, anticipando la strategia che dovrebbeessere propria della Regione. In Lombardia, nono-stante le richieste non c’è ancora sensibilità sulla que-stione. “Questo significa - ribadisce Tiziano Gamba -che il nostro ospedale non ha risorse aggiuntive damettere in campo. La nostra risposta è stata quella dicercare di soddisfare le richieste di bisogni aumenta-ti, prendendo in gestione anche l’aferesi”. E con i Riuniti che controllano la raccolta, l’Avis si occu-perà anche del monitoraggio dell’uso degli emoderiva-ti. “Perché vengano utilizzati al meglio, concetto che sitraduce in una minor esposizione al rischio trasfusiona-le e nell’applicazione dell’adeguatezza clinica - ha con-cluso il presidente dell’Avis provinciale. Ma per questocontiamo sull’entusiasmo dei dirigenti avisini, che sonoil vero asse portante associativo, per promuoverenuove attività ed interventi mirati al cittadino.”La trasfusione di sangue a domicilio, nella bergama-sca, è ormai una realtà consolidata. Un percorso tera-peutico sostenibile che, grazie all’Avis, esce dalla fase

LE NUOVE ATTIVITÀLE NUOVE ATTIVITÀAferesi e trasfusioni a domicilio

Insostituibile attività avisina. È la sintesi del convegno dedicato alle nuove attività associative durantecui sono state illustrate le prospettive dell’aferesi, impiego clinico e invio del plasma alle industrie difrazionamento che producono farmaci salvavita plasmaderivati. E per quanto riguarda le trasfusioni adomicilio, il progetto sperimentale bergamasco è esportabile nel resto d’Italia.

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CINQUE PER MILLE:CONTINUA A SOSTENERE L’AVIS

Ricordiamo a tutti gli amici donatori che anche la Finanziaria 2008 consente un contributo del 5 permille dell’Irpef (a carico dello Stato) destinato alla ricerca e all’associazionismo.L’assegnazione potrà avvenire solo tramite la manifestazione sulla dichiarazione dei redditi (730 oUnico) della volontà del contribuente con l’indicazione del codice fiscale dell’associazione destinatariadel contributo. Pensiamo di fare cosa gradita indicando, di seguito, il codice fiscale dell’Avis provincialedi Bergamo.

00716550165

Segnaliamo che anche diverse Avis comunali hanno ottenuto l’iscrizione negli appositi elenchidell’Agenzia delle Entrate.

progettuale per diventare una vera e propria procedura.E considerato che è uno dei primi esperimenti in Italia,ha anche un obiettivo ambizioso: costruire un precisoprotocollo, utilizzabile a livello nazionale, che prevedaraccomandazioni o linee guide per l’attivazione del ser-vizio di trasfusione e anche un monitoraggio della suaefficacia, supportato da uno studio scientifico che valutil’appropriatezza clinica di queste procedura terapeutica.Manca, infatti, in letteratura medica, una presenza con-sistente di dati scientifici su questa attività. L’iniziativa è stata illustrata, durante il convegno, daDomenico Giupponi, direttore sanitario e ideatore delprogetto, Luca Barcella, specializzando in patologia cli-nica e coordinatore del gruppo di medici Avis che sioccupa di trasfusioni e da Guido Finazzi, responsabileSimt (servizio di immunoematologia e medicina trasfu-sionale) degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Ideato nel 2003, il progetto è diventato operativo,attraverso una convenzione tra Avis e Asl, nel corsodel 2004 (oggi i costi sono per un terzo a carico di Asle due terzi di Avis). Sono cinque i medici che si occu-pano di trasfusioni a casa dei pazienti per una venti-na di unità trasfuse al mese. “In questi anni - ha spie-gato Luca Barcella - abbiamo superati 1500 unità diglobuli rossi concentrati trasfusi a domicilio; il 64% deipazienti supera gli 80 anni, un altro 30% i 65 anni. Ipazienti individuati per questa terapia sono quelli piùfragili, neoplastici, immunodepressi, colpiti da gravicardiopatie, dializzati.”“Abbiamo dato - ha continuato Domenico Giupponi,direttore sanitario di Avis - pur con alcune criticità darisolvere, una risposta importante ad una esigenza diquesti ammalati che dovevano recarsi presso i centri

trasfusionali con gravi difficoltà per loro e disagi per ifamiliari. La mission avisina prevede anche il supportoai bisogni sociali del nostro territorio”.E che oggi ci sia sempre più bisogno di trasfusioni e ditrasfusioni a casa del paziente lo ha ribadito ancheGuido Finazzi: “Sono ancora notevoli i limiti delle attua-li terapie farmacologiche per combattere l’anemia, i far-maci sono efficaci solo sul 70% dei pazienti, rimanescoperta una parte considerevole di ammalati.Oltretutto la terapia è efficace in soggetti con anemiamoderata e non sui pazienti gravi. Quindi si deve tra-sfondere, il sangue è un elemento insostituibile, larichiesta di globuli rossi è in continuo aumento soprat-tutto per pazienti ematologici e oncologici.”E gli aspetti positivi della trasfusione a casa sono dav-vero notevoli: maggior confort, miglior qualità di vita,diminuzione delle complicanze, senza contare i vantag-gi psicologici.

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La donazione tra pittura e poesiaLa donazione tra pittura e poesia

Iniziative e anniversaridelle Avis della Provincia

Bergamo: premiati i poeti dal “cuore d’oro”

Si sono conclu-se, come da tra-dizione, con ilconcorso “Cuored’oro” - promos-so dall’Avis diBergamo in col-laborazione conil Ducato diPiazza Pontida -

le manifestazioni 2007 dell’associazione dei donatori disangue della città. Ad aggiudicarsi il primo premio della24a edizione del “Cuore d’oro”, il concorso ideato incasa avisina già nel 1963, è stato Mario Rota con lapoesia “Sènsa Nòm” che racconta la morte solitaria diun barbone durante una notte d’inverno. La piazzad’onore è andata a “Piassa ègia” di Emilio Casati men-tre il terzo posto è stato assegnato a EmanuelaGiovanessi con “La donassiù”. È rosa anche l’unicasegnalazione attribuita a Elena Gamba Aimi per la com-posizione “I dicc lòngh de la luna”.Alla cerimonia hanno partecipato il presidente cittadi-no Mario Rivola e quello provinciale Tiziano Gamba, ildirettore sanitario dell’Avis provinciale, DomenicoGiupponi e in rappresentanza del Ducato di PiazzaPontida, Piero Marcellini e Emanuele Gambarini.L’organizzazione del concorso e la manifestazione dichiusura come di consueto hanno potuto contare sul-l’abile regia di Gianni Pisoni, segretario dell’Avis delcomune capoluogo.Treviglio: tutto esaurito per il 60° compleanno

Solo posti in piedi all‘Auditorium della Cassa Rurale diTreviglio per l’assemblea annuale dell’Avis cittadina

svoltasi l’8 feb-braio. Prologodell’assise èstata la proiezio-ne su maxischermo del dvdsul sessantesi-mo anno asso-ciativo (1948 -

2008). E gli anniversari suscitano sempre qualcheriflessione, soprattutto quelli associativi, soprattuttoquando questa associazione è l’Avis.“Quanta acqua, pardon sangue è passato sotto i pontidella solidarietà fraterna in questi 60 anni. Quantegenerazioni di trevigliesi si sono alternate nei ruoli didonatori e ricevitori di sangue. Quanti avisini treviglie-si hanno silenziosamente teso il braccio per unadonazione. Cosa è rimasto dello spirito pionieristicodei fondatori? Come si è evoluta l’Avis, come è perce-pita oggi l’ associazione? A me piace pensare che lo spirito “pionieristico” deifondatori rinasce ad ogni donazione. Queste riflessio-ni mi riempivano la testa mentre i vari responsabilisvolgevano egregiamente le loro relazioni: sociale,finanziaria, medica e sportiva, approvate all’ unanimi-tà dall’ assemblea.Il ricordo di chi ci ha lasciato nel corso dell’anno èsempre vivo nel cuore di tutti, in particolare i nostridue consiglieri: il caro Gigi Brusaferri, presidenteanche del gruppo sportivo e Don Piero Perego, “pie-tra viva” del volontariato trevigliese. Il 2008 oltre al sessantesimo dell’ AVIS di Trevigliosarà anche l‘anno del cambiamento.Lo scorso settembre infatti, dopo nove anni di accura-to e duro lavoro, il presidente Costante Redaelli haceduto il testimone ad Andrea Assanelli. I traguardi finqui raggiunti: 1527 donatori e 3623 donazioni nel2007, saranno di stimolo al presidente ed al consiglioper trovare nuove iniziative che avvicinino maggior-mente l’associazione ai donatori, magari attraversoriconoscimenti tangibili ai giovani sposi, ai nuovi geni-tori, ai neo laureati, o altro iniziative (sito Web, spon-sorizzazione squadra pallavolo femminile, etc.) cheriescano a coinvolgere i giovani.Chiudo con la speranza di aver condiviso con voi leemozioni che il sessantesimo anniversario di unaassociazione seria, prestigiosa e viva come l’Avissuscita e, per la cronaca, citerò solo la “punta dell’iceberg” dei 233 premiati, donatori che il bene lohanno fatto veramente bene: Giovanni Manenti (163donazioni), Arrigo Belloli (120 donazioni), RudyBindelli, Arnaldo Conti, Francesco Domenghini, GianPaolo Monzio Compagnoni e Renato Papini (100donazioni).

Ennio Dozzi

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Bariano: l’Avis scende in campo

L'Avis di Barianoha partecipatoper il secondoanno consecuti-vo al ventennaletorneo locale dicalcio a cinque.Obiettivo dellapresenza avisina

è stato quello di presentare l'attività dell'associazione,soprattutto alle fasce più giovani, pubblicizzando la pre-senza costante e generosa sul territorio dei donatori,per sottolineare l’importanza di un piccolo gesto, comela donazione, che può salvare tante vite umane.L'aspetto sportivo ha poi lasciato il campo al diverti-mento e all'amicizia, non senza dimenticare l’ottimosesto posto (su 20 squadre partecipanti) raggiuntoanche per quest'anno. Con l’ambizioso progetto dimigliorare ancora l’anno prossimo.

Seriate: la formazione della zona 8

Tornano sui banchi di scuola gli avisini della zona 8 e lamateria da studiare è informatica. È partito nei mesi scorsoil primo corso base in tre lezioni per imparare i segreti diinternet e posta elettronica. La zona 8, costituita dai paesidi Albano, Carobbio, Casazza, Costa mezzate, Entratico,Gorlago, Grassobbio, Media Valle Cavallina, Orio al Serio,Seriate Torre dè Roveri, Trescore Balneario e coordinata daSergio Zappella ha già assicurato che l’informatizzazionedegli donatori, in particolare dei dirigenti, continuerà anchecon i corsi a livelli intermedi tenuti sempre dal consulenteinformatico dell’Avis provinciale Vittorio Riva.

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UN SUCCESSO LA PRIMA EDIZIONE DE“IL DONO DELL’ARTE… NEL SANGUE”“L’Avis è un’associazione di volontariato che promuovela solidarietà e testimonia messaggi d’amore. Usa un lin-guaggio simili a quello dell’arte che arriva dritto allamente e al cuore”.Ha spiegato così, Tiziano Gamba, l’iniziativa “Il dono dell’ar-te... nel sangue” promossa dall’Avis provinciale. Il presiden-te del sodalizio - intervenuto alla cerimonia d’inaugurazionecon Gianni Civera, vicepresidente della sezione Avis diBergamo - ha inaugurato al centro Avis del Monterossol’esposizione artistica rimasta aperta al pubblico dal 23

dicembre 2007 al 6 gennaio 2008. In mostra si sono potute ammirare, grazie ad un allestimento semplice edessenziale curato da Alice Gamba, trenta quadri di Arnaldo Rovaris, Maria Cristina Puzzer, Raffaella Sacchetto,Elena Paratico e Nunzio Battaglia. Cinque artisti con in comune non solo una grande passione per la pittura, maanche la condivisione di gesti di solidarietà come quello della donazione di sangue.“La pittura - ha sottolineato il maestro Arnaldo Rovaris che ha donato un dipinto all’associazione - è un elemen-to di aggregazione e di esaltazione della vita quotidiana e traduce in colori e linee ciò che la caratterizza. Ciauguriamo che le nostre opere possano regalare un tocco di armonia e colore a tutti coloro, donatori e non,che passeranno a visitarci”.“Si tratta della nostra prima esposizione - ha concluso il presidente Tiziano Gamba - ma il nostro impegno èche presto possano seguirne altre che sappiano evidenziare la creatività e il lato artistico dei nostri avisini”.

20 aprile Grassobbio 40° di fondazione4 maggio Curno 30° di fondazione25 aprile Rovetta 40° di fondazione8 giugno Ghisalba 35° di fondazione14 settembre Pontirolo Nuovo 50° di fondazione

Di seguito la pubblicazione del calendario dedicato alle Avische festeggiano il loro anniversario di fondazione e premiano i donatori più assidui

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BATTI UN COLPO!Avis e ricerca

L’Avis, in collaborazione con il Dipartimento di scienze biomolecolarie biotecnologie dell’Università degli studi di Milano, diretto daDario DiFrancesco, ha approvato un protocollo sperimentale per identificare i fattori responsabilidi alterazioni del ritmo cardiaco e le eventuali evidenze di familiarità. In sostanza la possibilitàper questi fattori di trasmettersi ereditariamente. La ricerca, a cui i donatori su base volontariapossono aderire, è complessa. Abbiamo cercato di capirne qualcosa di più con il biologo MirkoBaruscotti che seguirà lo studio.

Innanzitutto come dovrebbe essere la frequenza dicontrazioni cardiache in un individuo sano?È molto difficile definire con precisione un valore di fre-quenza cardiaca medio perchè tale valore può dipende-re da molteplici fattori. Ne cito uno su tutti: l’allenamen-to fisico/sportivo. Normalmente si individua come valormedio una frequenza di 70 battiti al minuto, ma proprioa causa della estrema variabilità è forse più adeguatodefinire un range di valori che va da dai 60 ai 100 batti-ti al minuto. Quando la frequenza è inferiore ai 60 batti-ti al minuto si parla allora di condizione bradicardica.Che cosa determina l’attivazione e la contrazionedel cuore?È bene precisare che attivazione e contrazione sonodue processi distinti. L’impulso elettrico nel cuore si ori-gina in modo spontaneo e autoritmico esclusivamentein un piccolo gruppo di cellule (che prende il nome diregione pacemaker o nodo senoatriale) localizzato alivello dell’atrio destro e da qui si propaga al resto delcuore. La contrazione è invece una proprietà comune atutte le cellule del cuore che quando vengono stimolatedall’impulso elettrico si accorciano (sistole cardiaca)determinando l’eiezione di sangue. Che cosa è la bradicardia?Convenzionalemente una persona viene definita bradi-cardica se presenta una frequenza di contrazione car-diaca a riposo inferiore ai 60 battiti al minuto.È preoccupante? Quali sono i sintomi?La bradicardia può essere di tipo asintomatico o sinto-matico. Nella stragrande maggioranza dei casi la condi-zione bradicardica è di tipo asintomatico e non ha asso-lutamente rilevanza clinica e/o patologica. Anzi, spessoè indice di un’ottima condizione fisica e di predisposizio-ne agli sport di lunga durata. Si tenga presente chemolti atleti di altissimo livello (Fausto Coppi per citarne

uno noto a tutti) erano/sono caratterizzati da basse fre-quenze cardiache. Tuttavia se la bradicardia è eccessi-va e/o sono presenti sintomi quali astenia, capogiri, sin-copi, etc. diventa una manisfestazione patologica cherientra nell’ambito delle aritmie. In questo caso è neces-sario effettuare una visita cardiologica specialistica. A cosa è dovuta? È molto diffusa tra la popolazione?Prima di rispondere a questa domanda ritengo dovero-sa una premessa: stiamo parlando di bradicardie nonderivate da condizioni patologiche sottostanti (quali ipo-tiroidismo, ipotermia, ipertensione endocranica, etc) oda trattamenti farmacologici in corso (quali uso di beta-bloccanti, diuretici, etc). Se escludiamo queste condi-zioni particolari possiamo dire che circa il 20% dellapopolazione è bradicardico.Le cause della bradicardia sono molteplici e, semplifi-cando, possiamo dividerle in bradicardie acquisibili (epi-genetiche), quali per esempio la bradicardia indotta dal-l’allenamento sportivo, e bradicardie a trasmissionefamiliare (genetiche). Nel caso delle bradicardie a tra-smissione familiare, la caratteristica di bassa frequenzacardiaca è comune a molti membri di una stessa lineafamiliare. Questa ultima condizione per lo studioso delcuore (fisiologo cardiaco) è certamente più interessan-te in quanto permette di valutarne le cause genetiche.Come già anticipato poc’anzi l’impulso cardiaco si origi-na in un piccolo gruppo di cellule del cuore specializza-te: le cellule del pacemaker. I meccanismi molecolarialla base del fenomeno autoritmico sono molto com-plessi, ma è importante ricordare che un ruolo fonda-mentale viene svolto da una proteina che prende ilnome di canale pacemaker. Il gene che contiene leinformazioni per “costruire” questa proteina è stato sco-perto solo recentemente e, quindi, in alcuni laboratori almondo si sta cercando di capire se nella popolazionepossano esistere delle alterazioni del ritmo cardiacolegate appunto ad alterazioni di questo gene.

BATTI UN COLPO!

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ESAMI CLINICI DEI DONATORI:FORTI RITARDI A CAUSA DEI DISGUIDI POSTALI

L’Avis provinciale ha segnalato alla Direzione delle Poste, unica responsabile dei ritardi e delle mancate consegne,le carenze nel servizio recapito della posta ed in particolare degli esami clinici dei donatori che ultimamente sisono aggravate in modo preoccupante. Siamo in attesa che tale incresciosa situazione venga tempestivamenterisolta. Ci scusiamo intanto per il disagio, nella speranza che tutto torni al più presto nella normalità.

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In che percentuale può presentarsi in forma ere-ditaria?Se è vero che il 20% della popolazione è bradicardico èaltrettanto vero che solo in una piccola parte di essa labradicardia si presenta in forma ereditaria. Perché si vuole sviluppare uno screening di popo-lazione?Il laboratorio di Fisiologia Molecolare e Neurobiologia diMilano diretto dal Prof. Dario DiFrancesco è uno deimassimi centri al mondo dove vengono effettuati studiinterdisciplinari (fisiologia molecolare e cellulare, gene-tica, farmacologia) relativamente al fenomeno del pace-maker cardiaco. Queste competenze, unitamente allarecente individuazione del gene responsabile dell’auto-ritmicità cardiaca (gene pacemaker, anche detto geneHCN4), hanno portato ad aprire una linea di ricerca chela presenza di alterazioni di questo gene nella popola-zione. La ricerca viene effettuata sia su pazienti caratte-rizzati da aritmie patologiche sia su persone perfetta-mente sane quali sono gli avisini. Perché sono stati scelti gli avisini?La scelta degli avisini è stata fatta sia perchè rappre-sentiamo (sono un donatore anch’io) un campioneeterogeneo di persone che ben riflette la popolazionesana e sia perchè lo spirito che ci contraddistingue èdi un solido altruismo che è necessario in una ricercacome la nostra.Come si effettuerà l’analisi e per cosa verrà utiliz-zato il campione di sangue?L’analisi consisterà in un piccolo prelievo di sangue cheverrà inviato al nostro Laboratoro di Fisiologia

Molecolare e Neurobiologia presso il Dipartimento diScienze Biomoloecolari e Biotecnologie dell’Universitàdegli Studi di Milano. Una volta giunto nei laboratori ilcampione di sangue verrà trattato al fine di procedereall’estrazione del materiale genetico (DNA). Il passosuccessivo consisterà nell’analizzare il gene del canalepacemaker (chiamato gene HCN4) per valutare la pre-senza di alterazioni (mutazioni) che possano essereidentificate come causanti la bradicardia.Potrebbero esserci “rischi” per i donatori che ade-riscono allo studio?Assolutamente nessun rischio. Per le nostre analisi ènecessaria una quantità di sangue di gran lunga inferio-re a quella che viene prelevata durante una normaledonazione. In pratica il medico preleverà 2 piccole pro-vettine di sangue. Inoltre per le nostre analisi non ènemmeno necessario che il donatore arrivi digiuno.L’avisino potrà interrompere la sua partecipazionealla ricerca? Come tutte le ricerche su base assolutamente volonta-ria i partecipanti possono in qualunque momento comu-nicare il loro desiderio di interrompere la collaborazionealla ricerca.Quando tempo servirà, una volta avviato lo scree-ning, per conoscere i risultati dello studio?Anche se vengono effettuate in modo routinario neinostri laboratori, tuttavia le analisi sono abbastanzelaboriose, pertanto l’analisi completa e la comunicazio-ne dei risultati potrà comportare tempi abbastanza lun-ghi di circa un anno.

M.M.

WWW.AVISBERGAMO.IT SI RIFÀ IL LOOKIl sito internet dell’Avis Provinciale www.avisbergamo.it si sta rinnovando: nuova veste grafica, più informazioni epiù spazio alle notizie delle Avis Comunali.Internet risulta ormai uno strumento fondamentale per diffondere i messaggi e le informazioni volute nellamaniera più efficiente e veloce. Il rinnovo del sito risulta essere, quindi, un’esigenza molto importante per comu-nicare in modo efficace le informazioni e gli eventi organizzati sia dall’Avis Provinciale che dalle sezioni comunali.Per questo motivo, chiediamo alle Avis Comunali di darci notizia di eventi o manifestazioni scrivendo all’indirizzoe-mail: [email protected] questo canale, l'Avis Provinciale vi aiuterà a pubblicizzare e dare maggiore visibilità alle vostreiniziative, divulgando e dando spazio alla vostre notizie.

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DIARIO DI SCUOLADiario di scuola affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. Quiè in gioco il punto di vista degli “sfaticati”, dei “fannulloni”, degli “scavezzacollo”, dei“cattivi soggetti”, insomma di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex somaro luistesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, resti-tuendogli anche il peso d’angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescolaricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni del-l’istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione intro-dotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei mediacontemporanei.Autore: Daniel Pennac - Edizioni Feltrinelli

SPINGENDO LA NOTTE PIÙ IN LÀL'esistenza delle «altre» vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto - ciracconta oggi il figlio primogenito del commissario Calabresi - in quel momento si ètrovata infatti a un bivio: c'è chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare ladisattenzione pubblica, l'oblio collettivo; e c'è chi non ha mai smesso di lottare per-ché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi. La storia dellasua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, diLuigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini), costretti all'improvviso ad affronta-re, soli, una catastrofe privata in un momento in cui grossa parte dell'opinione pub-blica italiana offriva una complicità silenziosa alla lotta armata.Autore: Mario Calabresi - Edizioni Mondadori

MILANO – PALAZZO REALEGIACOMO BALLA. La modernità futuristaFino al 2 giugno 2008Orario: lunedì 14.30 - 19.30; da martedì a domenica 9.30 - 19.30; giovedì 9.30 -22.30. La biglietteria chiude un’ora prima.La città di Milano accoglie per la prima volta una mostra completa ed analitica dedi-cata a Balla che ripercorre il trentennio più importante della sua carriera: quello cheva dal 1900 al 1929, dall'esperienza divisionista fino agli anni del futurismo. I visi-tatori avranno l'occasione di ammirare 200 opere tra olii, tempere, pastelli, acqua-relli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografie e documenti alcuni dei quali provenienti dai più presti-giosi musei e collezioni private internazionali, come il Museum of Modern Art di New York, il Centre GeorgePompidou di Parigi e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

ROVIGO – PALAZZO ROVERELLALA BELLE EPOQUE. Arte in Italia 1880 - 1915Fino al 13 luglio 2008Orario: feriali 9.00 - 19.00; sabato 9.00 - 21.00; festivi 9.00 - 20.00.Chiuso i lunedì non festivi.La mostra concentra a Palazzo Roverella circa 130 dipinti e una ventina di affiches. Perraccontare, lungo il fil rouge del ritratto femminile, ma non solo, le mode e le pose, lepause dell’intimità e della ricreazione, i momenti pubblici con le escursioni al parco oalle riviere, le promenade e i rendez-vous, le sfilate di moda, le gite al lago o al mare,la vita notturna nei teatri e nei tabarin, i veglioni, i casinò, le passeggiate a cavallo, iriti mondani, le galanterie ma anche i vizi e gli eccessi di quest’epoca.

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I NUMERI UNODI RADIO NUMBER ONEI NUMERI UNODI RADIO NUMBER ONE

DI LUCA VISCARDIMARCO BIONDI AND DUKE ORKESTRA - I LOVE YOU MORE LIVETra il 2006 e il 2007 la musica italiana ha presentato una piacevole sorpresa, lavoce di Mario Biondi e il suono del suo quintetto che hanno conquistato le clas-sifiche di casa nostra o calcato i palcoscenici di tutto il paese. L'album che haportato Mario Biondi alla ribalta si chiamava “Handful of soul” e si era presenta-to con un singolo di tutto rispetto, “This is what you are”, probabilmente uno deibrani più suonati dalle radio a cavallo di un anno e mezzo e forse il miglior discoesordiente della stagione commerciale. Subito dopo l'uscita dell'album e la con-quista della vetta delle classifiche nazionali, Mario ha intrapreso un tour nei tea-tri, che è sfociato in questo album doppio dal vivo: I LOVE YOU MORE, LIVE.Il disco è stato inciso durante le date di Milano al Teatro Smeraldo. Vengonoriproposti i pezzi migliori del primo album, con l'aggiunta di alcuni classici delsoul, a partire da "Close to you", bellissimo brano firmato Burt Bacharach con cui ildisco si è presentato alle radio. In più anche “Just the way you are”, il successo di Billy Joel che fucantato anche da Barry White. Ci sono anche tre inediti inseriti in questo disco, ma forse non rappresenta-no la migliore espressione musicale di Mario Biondi. Questo è un disco molto bello per chi ama le sonori-tà raffinate del jazz e vuole ascoltare con un diverso arrangiamento le canzoni che hanno finalmente datola popolarità a Mario Biondi dopo anni di gavetta. Il difetto di questo doppio cd è che appare un'operazio-ne smaccatamente commerciale, per sfruttare l'onda del successo del primo disco. Probabilmente, unamaggiore cura nella selezione degli inediti avrebbe maturato un voto finale migliore. Voto: 7. Di stima.

POOH - BEAT RE-GENERATIONÈ stato pubblicato il primo febbraio, ma ha già conquistato il disco di platino "Beatregeneration" il nuovo disco dei Pooh, che è una raccolta di grandi successi del-l'era beat, quegli anni 60 in cui i Pooh hanno cominciato a muovere i loro primipassi. L'album si è presentato al pubblico con la canzone "La casa del sole", rifa-cimento dello storico pezzo dei Bisonti, che in lingua originale era "The house ofthe rising sun" degli Animals. Il disco nel suo complesso è un vero e proprioomaggio alla generazione beat, con brani di Equipe 84, dei Rokes e dellaFormula 3. Tra i titoli da menzionare, "29 settembre", "Eppur mi sono scordatodi te" e "Nel cuore e nell'anima" I Pooh ci tengono a sottolineare che non è un discodi cover, perchè i dischi sono tutti stati riarrangiati e resi del tutto attuali, in chiave rock. La scelta deiPooh è stata dettata dalla voglia di fare un omaggio al periodo durante il quale si sono formati musicalmen-te, riprendendo i pezzi che hanno segnato il loro percorso e, soprattutto, per offrire un tributo ai gruppi chenon hanno avuto la fortuna di una carriera longeva come la loro. La selezione dei 12 brani è il risultato dellascrematura addirittura di 800/900 canzoni, un elenco interminabile da cui hanno avviato la cernita. Alcuneerano improponibili, altre avevano dei testi ormai fuori tempo. Di alcune canzoni, previa autorizzazione,sono state cambiate alcune parole, proprio per renderle adatte ai giorni nostri. Alcune invece sono esatta-mente come sono nate, nel testo e nella musica, magia di alcune canzoni nate dal cuore e mai più cam-biate. Per chi ha vissuto la beat generation, l'occasione per riascoltare le emozioni di un tempo, per chi nonc'era, la possibilità di scoprire un mondo che è ormai parte della storia. Voto: 7.5.

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OLIMPIADI GLAMOUROLIMPIADI GLAMOURPechino 2008

Il nuovo look per chi pratica sport e per chi lo guarda seduto comodamente in poltrona. Comelasciarsi sfuggire le magiche ciabattine che promettono di rassodare gambe e glutei solocamminandoci?

L'appuntamento con Pechino 2008 è un'occasione spe-ciale per scoprire il lato fashion delle discipline sportive.Lo diceva già Sant'Agostino, mens sana in corporesano, noi ci permettiamo di aggiungere che al corposano un tocco di stile non guasta mai anzi gratifica.Così in vista delle prime olimpiadi cinesi non ci si puòesimere dall'arricchire il look con riferimenti sportivi.Basta poco, un accessorio o una polo ma quella giusta,per vivere le nuove Olimpiadi dello stile. Le Maison piùprestigiose non si lasciano scappare l'occasione tra chisupporta direttamente le squadre in competizione e chigratifica gli sportivi da televisione, c'è solo l'imbarazzodella scelta. Così il colosso dei costumi da bagno,Speedo, si è rivolto a Comme des Garçon per dareun'immagine fashion al costume destinato ai grandi delnuoto come Michael Phelps e Marcus Rogan. Il risulta-to è una tutina capace di fendere l'acqua come nessu-no che in più presenta una grafica jap molto sfiziosa,questo per il fronte agonistico, per quello pubblico di noiche alle olimpiadi forse non si andrà mai, nemmenocome spettatori, c'è una limited edition decisamenteglam, da avere assolutamente, almeno una T-shirtSpeedo by Comme des Garçon, che da maggio saràdistribuita nei punti vendita più cool. Dall'Inghilterra arri-vano poi le Fit-flops, si tratta di infradito miracolosi chegrazie a una conformazione tecnologica rassodanogambe e glutei mentre noi camminiamo: attenzione èbene non farne un uso smodato i primi giorni, c'è il

rischio di indolenzimentoe acido lattico impazzito.Fantascienza? Chi viscrive se li è appenacomprati e la percezio-ne è che la zampainvernale si stia trasfor-mando in una sodagamba estiva! Troppatecnologia per chi sognainvece di partecipareall'evento direttamentedal divano di casa? Lasoluzione arriva da De Fonseca che ha editato unmodello speciale liberamente ispirato alla tradizionecinese, si chiama Lungamarcia e soddisferà anche glianimi più minimal-chic: realizzata in puro cotone è cuci-ta a mano con suola e tomaia sterilizzata. Lungamarciaè disponibile solo nella versione nera, in alternativa cisono i modelli New Sabo, Rebecca e Cinna che ricorda-no con piacere le ambientazioni dei film icona comeLanterne Rosse e La Tigre e il dragone.

Barbara Rodeschini

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…e il pettirosso mi raccontò…e il pettirosso mi raccontòdi Gianantonio Asperti

C’è una terra misteriosa,ma che dico, misteriosissi-ma e ai confini del mondo,che nessuno conosce,dove nessuno è mai andatoe che pochi hanno visto, masolo in sogno... Vi assicurobambini che c’è ed è unaparte meravigliosa dimondo che ha tutto ilnecessario per assomiglia-re ad un pezzo di paradiso.Come lo so? Me lo ha rac-contato un pettirosso che siera smarrito in un fittobanco di nebbia mentreemigrava con i suoi fratelliverso luoghi lontani dal clima più caldo. Il piccolino si posò,una sera al tramonto, sulla balaustra del mio poggiolo,accanto al blu notte dei fiori di una pianticella di lobelia. Eracosì stanco il poverino, così magro, con le alucce abbando-nate sui fianchi come braccia umane, che mi fece tanta pena.Non parve spaurito al mio avvicinarsi ed io gli porsi, sulpalmo della mano pieno di briciole di pane, anche un bicchie-rino piccolo, piccolo colmo di acqua fresca e mentre becchet-tava affamato tentai una lieve carezza. Com’era graziosoquel batuffoletto grigio e rosso, con gli occhietti vispi, le agilizampette, il beccuccio robusto, il capino mobile come sefosse caricato a molla. Quando fu sazio e dopo aver bevuto,sgocciolato ed asciugato il beccuccio su una grossa foglia diedera, mi guardò fisso ed il suo sguardo ora era allegro.Mosse il capino e… oh! Meraviglia delle meraviglie, iniziò aparlare con una vocetta sottile ma argentina e squillante. Noncredevo alle mie orecchie… e balbettai… “ma… ma tu parli?”“Si nonno Jasper, parlo ma ancora per poco. È un dono chesta per esaurirsi. L’ho avuto come privilegio provvisorio quan-do mi sono trovato per caso in un meraviglioso luogo ai con-fini del mondo e in cambio di una mia promessa”.“Ma quale strana terra hai mai visto? Ma quale luogo puòessere così bello per essere abitato, credo, da maghicapaci di dare voce umana agli uccelli? E poi, come faia conoscere il mio nome?”“Vedi nonno Jasper, non solo posso parlare la vostra lingua,ma posso anche leggere dentro di voi, conoscere i vostripensieri, indovinare i vostri nomi... voglio ringraziarti per aver-mi sfamato e dissetato e, prima di riprendere il mio viaggio,voglio raccontarti la mia breve, bellissima e incredibile avven-tura. So che da anni scrivi fiabe per bimbi e questo mio rac-conto, sono certo, ti servirà per una nuova favola per i tuoitanti nipotini. Sarà questo il mio vero e sincero grazie perquanto hai fatto per me. Eravamo verso la fine dell’autunno,le foglie folleggiavano nell’aria frizzante prima di posarsi leg-gere al suolo, la natura si preparava così a cambiarsi d’abitoper l’inverno. Io facevo parte di un grosso stormo di pettiros-si che volavano alti nel cielo e che migravano verso terre piùcalde. Ad un tratto, nonostante i consigli del capo stormo, cheper noi è sempre l’uccello più anziano, mi abbassai perchéavevo scorto una grossa nube di moscerini di cui sono ghiot-tissimo ma… in un attimo mi sembrò fosse calata la notte. Unimmenso muro di nebbia bianca, impenetrabile e densacome ovatta, mi tolse la vista del cielo e dei miei compagni in

volo facendomi perdere totalmente il senso dell’orienta-mento. Mi sentii perduto. Cinguettai disperatamente ma,nessuno mi poteva sentire o aiutare. Ero solo senza cono-scere a quale altezza stavo volando e verso quale terra mistavo dirigendo. Probabilmente girai anche in tondo e nonso per quanto tempo, in quella densa barriera di nebbia chenon accennava a dissolversi. Poi... in un attimo, fu propriocome dopo un terribile temporale buio e tempestoso, quan-do appare l’arcobaleno dai mille colori e il sole risplende dinuovo nel cielo, la nebbia era sparita di colpo e io stavovolando basso, sopra una vallata così bella che mi diediuna beccata per essere sicuro di non sognare. Sotto di mescorrevano prati meravigliosi, quasi pettinati, di un verdesmagliante e giardini con piante e fiori dai colori dell’iride.Scesi piano, piano e atterrai su un morbido terreno. Ero sbi-gottito e curioso di sapere cosa mi stava accadendo”.Il pettirosso, a questo punto, arruffò le piume, pulì un’aluc-cia con il becco, prese fiato e continuò: “era veramente unincanto, fiori bellissimi, piante verdissime, boschetti di pinicolor smeraldo, cedri d’argento, cespugli di rododendri infiore, roseti con rose dalle mille sfumature di colore e nelmuschio di velluto che ricopriva il terreno, facevano capo-lino: ciclamini, fragoline, mirtilli, siepi di ribes e tanti, tantifunghetti. In seguito seppi che in quel luogo, unico almondo e nascosto a tutti, fiori e frutti si riproducevano pertutto l’anno. Affamato e assetato, becchettai due o tre fra-goline che trovai deliziose e stavo poi per immergere ilbeccuccio nell’acqua di un freschissimo ruscello quandofui spaventato da una voce dietro di me che mi sorprese”.“Chi sei tu uccelletto sconosciuto che ti permetti di penetrarenel luogo più segreto della terra? Da dove vieni? Hai forsebisogno di aiuto? I tuoi fratelli dove sono?”“Al momento ero atterrito e non riuscivo ad aprire becco,mi uscì quindi solo un pigolio flebile come quando ero unpulcino e solo dopo, quando fui rinfrancato, riuscii a sol-levare la testina e guardare chi mi aveva parlato. Vidi unvecchio austero ma non severo. Era sorridente ed avevauna lunga barba argentea. Il suo volto, cosa stranissima,sembrava giovane anche se solcato da mille e millerughe. Era alto ma si sa, sono tutti alti rispetto a me chesono piccino piccino. Portava un abito dal colore indefi-nibile: era una tunica color grigio, azzurro, blu, argento eoro a seconda dei riflessi della luce del sole”.“Non spaventarti piccolo” mi disse “raccontami le tue vicen-de, io ti ascolterò e se potrò ti darò il mio aiuto”.“È presto detto, signore... non sapevo come chiamarlo... ionon volevo entrare nel Vostro Regno (pensavo che avrebbepotuto essere un Re), ma la disobbedienza e la fame mihanno spinto ad abbandonare per un istante i miei fratelli perinseguire un nugolo di moscerini di cui sono molto ghiottoma, ad un tratto, un’enorme barriera di nebbia mi ha fattoperdere l’orientamento e qualsiasi contatto con gli altri petti-rossi e quando questa nebbia si è dissolta mi sono trovato inquesto luogo meraviglioso. Come saprà, signore, apparten-go ad una specie che si tramanda una dolce leggendad’amore e di pietà e… si… vorrei poter riprendere il viaggio eritrovare i miei compagni”.“Io, pettirosso, sono il Tempo e questo è il regno di tutto ciòche la vita permette: dagli animali, alle piante e agli uomini,insomma di ogni essere vivente. Questo è il regno di madrenatura. Hic est fons omnis vitae (qui è la fonte di ogni vita)”.

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“In seguito seppi che, gli abi-tanti di quella speciale partedel mondo, parlavano tra diloro, l’antichissima linguadegli eruditi, simile a quellache una volta si studiavaanche nelle scuole degliuomini”. “Vieni pettirosso,vieni con me. Ti mostreròuna parte di questo luogodove potrai sfamarti, disse-tarti, fermarti per qualchegiorno e poi, con le mie indi-cazioni, potrai sicuramenteritrovare i tuoi fratelli”.“Timidamente accennai untrillo, è il nostro modo di rin-graziare. Abbassai il capino con un breve frullio d’ali, volaiall’altezza della spalla del signor Tempo che incedeva mae-stoso e solenne. Mi trovai nel mezzo di una vasta radura cir-condata da enormi tigli in fiore e da grandi piante di eucalip-tus e proprio nel mezzo sorgeva una specie di grande casacapanna formata da cespugli fioriti e da alte siepi di un belverde smeraldo. Alla sommità splendeva una scritta fatta damille e mille primule e roselline rosse e che indicava le paro-le che il mio accompagnatore aveva solennemente pronun-ciato <Hic est fons omnis vitae>. Il Tempo che indovinavacostantemente ogni mio più recondito pensiero mi spiegò”. “Come vedi quello è il palazzo di Madre Natura che regalale stagioni con i loro frutti e i loro fiori, i fiumi, i mari, i laghi,le montagne, le nevi, le piogge... la Natura che tutto può,che è benevola e saggia, che dona se viene rispettata ma,guai se viene violentata e offesa... la sua collera è terribilee le conseguenze sono: alluvioni, terremoti, maremoti, ura-gani che distruggono in un amen, ciò che l’uomo ha volu-to costruire in spregio alle sue leggi. Ora vieni, vogliomostrarti ancora qualcosa di molto interessante”.“Entrai tra una siepe di gelsomini ed una di caprifoglio emi trovai in uno spazio immenso dove, in un angolo, sta-vano quattro fanciulle”.In quel momento mi accorsi che il pettirosso aveva il beccoasciutto e gli porsi un ditale colmo di acqua che sorseggiòalla sua maniera, scrollò il capo e riprese: “Vedi mi disse ilTempo, quelle sono le quattro stagioni. Quella fanciullettadolce e serena che ha tra le braccia quei mazzi di fiori dibosco, di prato e di campo è Primavera. Il suo vestitino brillaper le gocce d’acqua delle prime piogge. Ora ha quasi termi-nato il suo tempo e attende che la sorella Estate prenda il suoposto. Lei, è quella fanciullona abbronzata dagli occhi riden-ti e le braccia colme di papaveri rossi come il fuoco e di spi-ghe d’oro. Laggiù vedi Autunno, sta raccogliendo gli ultimifiori e gli ultimi frutti prima dell’inverno. È bella, prosperosa e,con quella cesta piena di grappoli d’uva, biondi e neri, è riccadi raccolti e di profumi, nei suoi occhi però si scorge un sotti-le velo di nostalgia perché, durante la sua stagione, cadonole prime figlie rosse e color del sole, si formano le prime neb-bie e scendono le prime piogge vestite di vento freddo. Edecco lei, Inverno, che vive accanto a quel freddo canalone dadove viene quella corrente gelida che dà i brividi. Si sa, leiama il freddo, la nebbia, il gelo e la neve. È nata così, freddae amante di quei ventacci che vengono dal lontano nord e tifanno scappare via il cappello verso terra o verso il cielo…”“Ora che hai conosciuto le quattro stagioni vieni e guarda làverso est. Tu che migri, dovresti conoscere bene i punti car-dinali, quindi, saprai che là in fondo, in fondo c’è la casa delSole. Vedi, è un po’ isolata per timore che il suo grande calo-re possa combinare qualche guaio. Tutti i giorni, all’aurora, ilSole viene chiamato dalla sveglia solare e subito si reca atimbrare il cartellino <servizio natura> e parte quotidiana-

mente a dare il cambio alla pallida Luna che illumina d’ar-gento ogni dove e ogni notte. Sai anche la Luna un tempoaveva la sua sveglia e il suo cartellino da timbrare ma, tuttociò è risultato inutile dopo che la Terra la costringe a segui-re i suoi capricci. Tu sai vero che talvolta si nasconde diven-tando scura, scura, per un breve riposo? Questo fenomenosi chiama eclisse e per tutta la sua durata la Luna è invisi-bile. Vedi là più in basso? Vienimi accanto anzi, appoggiatialla mia spalla. Ti mostrerò la casa della signora Acqua cheè una delle figlie splendenti e luccicanti della Natura. Essaregola i fiumi dal più grande al più piccolo ruscelletto dimonte e anche i mari che, quando diventano immensi, sichiamano oceani. Sono alle sue dipendenza anche i laghicosì sereni e tranquilli, le piogge che lei fa cadere almomento opportuno perché non secchino i fiumi. Sai laterra morirebbe senza la signora Acqua e l’uomo e gli ani-mali, senza i frutti nati dai suoi cambi, morirebbero di fame.La sua casa è un gran palazzo di cristallo pieni di fruscii, dichioccolii, di sciacquii e della sua voce che canta servendo-si delle sue cascate e delle sue onde. Quell’altissima torre, così alta e così possente, accanto albosco di aceri e fatta di grandi piante rampicanti e rossastre,è la casa di un altro forte figlio della Natura: il Vento. Ad unsuo ordine, le piante ondeggiano, barcollano e sembra quasisi inchinino per rendergli omaggio. Al suo passaggio le acquesi increspano, le nubi si dissolvono o si riuniscono minaccio-se, le vele dei naviganti si gonfiano, i veleni sparsi nell’aria siallontanano e le torride giornate si rinfrescano”.Il povero pettirosso era sbigottito da tanta meraviglia e datanta potenza. Perbacco, si accorgeva di non aver mai pen-sato a tutto ciò che il vecchio Tempo gli aveva mostrato edera quindi smanioso di proseguire nel suo racconto. Io, bam-bini miei, ero sempre più incantato da quel luogo che dovevaper forza esistere e che mi incuriosiva e mi faceva pensare.“Vedi ti ho mostrato i figli della Natura, che sono anche le sueforze eterne e indistruttibili: le quattro stagioni, l’acqua, ilvento, il sole, la luna. Non ti ho parlato del fuoco perché è unelemento scoperto dall’uomo ma è bene ricordare che anchese talvolta vuol dire distruzione, in altri frangenti, significapurificazione, allegria e prima necessità per l’uomo che conesso, si prepara cibi caldi e si difende dal freddo. Tutto ciò,per immutabile volere, è regolato da me, il Tempo che sonoil guardiano delle leggi e figlio primogenito della Natura. Gliuomini, per regolarsi e regolarmi, hanno inventato ogni formadi misurazione: dalla clessidra a sabbia alla meridiana a sole,dagli orologi meccanici a quelli al quarzo ed ora addiritturafunzionanti con la forza atomica. Ma, io non ho bisogno diinvenzioni. Io sono un orologio naturale, biologico, preciso,inesorabile. Regolo Sole e Luna, stagioni, flussi e riflussidelle acque, la vita di tutti gli esseri viventi, con assoluta pre-cisione e il mio motto è <ogni cosa a suo tempo>”.“E così dicendo, il grande vecchio alzò gli occhi al cieloe si accarezzò la lunga barba color della neve. Si sedet-te su di una panchina di grandi camelie rosa intrecciate,stirò una piega della tunica dal colore indefinito, guardòlontano e rimase assorto per un poco”.“Ora ti porterò in un posto unico ove la Natura, per dispo-sizione di <lassù>, ha posto un centro studi, una specie dilaboratorio di ricerca, come lo chiamano gli uomini. Io loritengo una farmacia naturale dove si studia il modo di sop-perire alle lievi o gravi affezioni degli esseri viventi che sicausano malesseri con gli errori dovuti alle loro varie evo-luzioni di vita laddove non ce ne sarebbe bisogno”.“Io, con il suo permesso, stavo sempre accovacciato sullaspalla del vecchio che, pur non esistendo, aveva il potere disostenere il mio leggero ciuffo di piume. Giungemmo in un’al-tra grande radura dove in fondo a destra e dopo un viale dicipressi, vi era un lungo e basso capannone costruito conbellissime piante intrecciate. Il tetto era formato da un’unica

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ed enorme pianta di buganvillee fiorite mentre le colonneerano enormi gardenie dalle foglie verde scuro e dai candidifiori dal profumo inebriante. All’ingresso fiorivano mille e milleminuscoli miosotis azzurri che ben si sposavano con i mille emille fiordalisi dall’azzurro più carico. Uniti, formavano alcuneparole sempre nella lingua delle precedenti scritte: <naturamedicus arte insignis pro omnes suos filios> cioè <naturamedico insigne per tutti i suoi figli>. Entrai titubante e nonosai battere le ali. Dappertutto regnava un silenzio di tombae sembrava proprio che il posto fosse abbandonato. Nel cen-tro spiccava un tavolo stretto e lunghissimo sopra il qualeerano appoggiate moltissime provette, credo di vetro, chemandavano mille bagliori. Decine di contenitori colmi di liqui-di colorati e fumanti erano manipolati da una lunga fila diuomini, in camice verde, silenziosi ma intenti al lavoro. I lorovisi erano asciutti e senza età, erano uguali tra di loro tantoda sembrare gemelli con gli occhi vivi ma assorti e con lun-ghe barbe brizzolate. Le loro mani toccavano i contenitori lisvuotavano e riempivano, pesandoli e dosando gli ingredien-ti misteriosi. Il tutto senza fare alcun rumore. Guardai la miaguida incuriosito ed in attesa di una spiegazione. Il vecchiocon voce bassa, quasi bisbigliando, mi svelò l’arcano”.“Vedi, questi sono sommi scienziati, i dottori di madreNatura che sono qui per risolvere i problemi che si verifica-no ogni qualvolta si presenti qualche necessità. Lorohanno soluzioni semplici e valide a questioni che sembra-no irrisolvibili e soprattutto cercano di riparare alle graviviolenze fatte dagli uomini alla natura stessa. Di notte poi,quasi messaggeri rapidi e silenziosi si inseriscono in sognonelle menti degli scienziati sulla terra aiutandoli, con le lorointuizioni, a completare quelle che poi verranno chiamate<scoperte>. Hai capito ciuffettino?”“Era la prima volta che l’austero signor Tempo si lasciavaandare ad un così affettuoso diminutivo e ne fui compiaciuto.Continuai a guardarmi attorno, ogni dottore aveva ricamatosul camice, all’altezza del petto, con minute perline che indi-cavano, sempre nell’antica lingua, la propria specializzazio-ne: ERUDITUS IN PISCIBUS (dottore dei pesci), DOCTORIN ANIMALIBUS (dottore degli animali), MEDICUS IN SATIS(medico dei vegetali), DOCTOR IN HOMINIBUS (medicodegli uomini), MAXIMUS MAGISTER (primario)”.“Vedi, Ciuffettino, da quando l’uomo si è autoproclamato Redella natura, anno dopo anno, mese dopo mese, ne hacombinate di tutti i colori distruggendo o cercando di varia-re tutto ciò che è naturale. Ha creato mostri che hannodistrutto la purezza dell’aria e dell’acqua ed è proprio perquesto che i nostri scienziati lavorano. Essi, sperano di sal-vare o comunque di mettere una pezza alle violenze chehanno provocato irresponsabili squilibri. Io il Tempo, assistoimpotente proprio al cambiare dei tempi nelle stagioni equindi nel clima, nell’aria, nell’acqua e mi auguro che ungiorno possa tornare il buon tempo antico. Vuoi qualcheesempio di cura praticato dai nostri studiosi? Quando gliinsetti diventano troppo spavaldi e voraci e distruggono lefoglie delle piante privandole così dei loro polmoni, i nostridottori preparano sostanze repellenti e velenose che posa-te sulle foglie le difendono da quella voracità. Fanno inmodo che la linfa che è il sangue incolore ma vitale per ivegetali venga, quando è scarsa perché la pianta è inaridi-ta, riportata alla quantità sufficiente per consentire la cresci-ta. Le piante che vivono nel deserto senza acqua, i semiche germogliano sui cornicioni o che spuntano sull’asfaltorovente, sono la forza e la prepotente vitalità di madreNatura e dei suoi scienziati che lavorano per difenderla”.“Ero veramente sbigottito” e così dicendo, il pettirossoassunse l’espressione di allora “mi guardai in giro per cer-care di capire le dotte spiegazioni che il Tempo mi stavasciorinando. Come avrei potuto fare entrare nella miatestolina, così piccola, tutta quella scienza?... Poi il vecchio

assunse un’espressionegrave e solenne”.“Ora ti racconterò un fattomeraviglioso, che hasuperato ogni prova discienza, ogni studio pro-fondo e che ha messo incrisi tutti i nostri dottori edeminenti scienziati poichénon si tratta né di scoper-ta, né di intuizione o for-mula magica. Questavolta la Natura, grandemadre, ha vinto su tutto etutti con l’amore regalan-do un dono che è fruttoincondizionatamente stu-pendo del suo cuore. Ti sembra così strano e incompren-sibile, pettirosso? Eppure è accaduto!”“Ti assicuro nonno Jasper, che ripensando a quantostava per raccontarmi, il Tempo si commosse, si pulì ilnaso e si asciugò gli occhi dando la colpa ad una certaumidità dell’aria. Ero talmente incuriosito che lo chiamai<maestro Tempo> e gli chiesi: ma che cosa accadde?Penso si tratti proprio di un fatto molto bello!”“Ora che tu conosci questo posto unico e sconosciuto, saraiconvinto che qui si possa trovare qualsiasi rimedio quasi abi-tudinariamente ma, non è così, anche qui si deve essere vigi-li e attenti ed in certi casi chiedere aiuto a <lassù> “indicò conun dito il cielo che in quel momento era talmente azzurro chedi più non si può e continuò” “Accadde che, in un piccolopaese di montagna simile ad un presepio, una mamma cheaveva un grande unico piccolo tesoro, lo vide, un giorno, sci-volare con il piedino malfermo e cadere giù, giù fino in fondoal dirupo. Era bello il suo piccolo, paffuto e biondo, con dueocchi immensi verdazzurro. La boccuccia era graziosa, tantoquando facesse il broncio o si illuminasse in un sorriso.Quando tendeva le braccine alla sua mamma, lei si sentivain Paradiso e… questa mamma… vide tutto assistette allacaduta del piccolo… lanciò un urlo e corse cadendo, scivo-lando, incespicando, graffiandosi con i rovi, lacerandosicarne e vestiti… era uno spettacolo straziante… noi, io, daqui vedevamo tutto e non potevamo fare niente… tu sai chesolo <lassù> si può cambiare o fermare il destino... Giunta infondo al dirupo, lo vide. Il piccolo era pieno di ferite dalle qualisgorgava, copiosamente il sangue. Era stato colpito ad unagamba, alle braccine e al visetto. La sua vocina era flebile elamentandosi chiamava: mamma, mamma. Non aveva piùforza, impallidiva a vista d’occhio e faceva veramente unagran pena. La mamma lo prese tra le braccia con amoreimmenso e con un’immensa disperazione se lo coccolò, selo accarezzò e poi quando vide che il pallore del visetto eraesagerato, che il sangue continuava ad uscire dalle ferite edil corpicino era quasi immobile, sollevò gli occhi al cielo e alzòverso l’alto anche il bimbo. Implorò e con voce dolorosa esommessa pregò: <lasciami il mio tesoro, è tutto quello cheho, permetti che gli doni il mio sangue affinché lui viva, ordi-na alla Natura, tu che tutto puoi che permetta questo miraco-lo… ti prego…ti prego…> e intanto stringeva e stringeva a séquello che ormai sembrava più un angioletto che un bambi-no. Lassù, però, talvolta ascoltano chi è buono, chi èmamma, chi vuole tanto bene e… pensando a tanti cucciolid’uomo e d’animale che muoiono per la malvagità, la violen-za delle guerre, la fame, le malattie… uno… forse uno…forse per questa volta si poteva far finta di niente e… aiuta-re. La mamma continuava a stringere sempre di più e manmano, il sangue delle sue ferite, entrava nelle ferite del suopiccino. Dopo qualche momento si accorse che il visettostava riprendendo il colorito roseo e lei, piano, piano impalli-

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diva perdendo le forze ma,<lassù> si accorsero subi-to e decisero che si, il pic-colino senza mamma nonavrebbero potuto vivere edisposero che lei restasse.Gli uomini, come tu bensai, sono curiosi e purtrop-po anche invidiosi. Nelpaesetto montano si spar-se la voce di ciò che eraaccaduto e che vennesubito chiamato miracolo.La gente cominciò a chie-dersi perché tanti e tantialtri feriti non potesseroessere salvati in egualmodo e come mai fosse stata scelta, per un fatto cosìgrande, solo quella mamma. Ma <lassù> dove si sa tutto esi sente tutto si pensò, in un amen, di trasformare il mira-colo in una legge uguale per tutti. Nessuno avrebbe potu-to dire che si facevano ingiustizie.Fu convocata immediatamente madre Natura e le si diederodisposizioni perché facesse adeguare, i suoi studiosi, a que-sta nuova intuizione che avrebbero dovuto, come sempre,far arrivare agli scienziati sulla Terra. Alla Natura furonocomunicate anche alcune condizioni di ferro alle quali non sisarebbe potuto trasgredire poiché, il sangue che è essenzadi vita, per essere donato, avrebbe dovuto essere buono epuro e trasmesso solo da uomini puri e generosi a coloro chesarebbero stati in pericolo di vita. Sul fax, inviato a madreNatura le parole: <uomini puri e generosi> erano sottolinea-te tre volte a confermare che solo (anche lassù lo sanno!) chiavrebbe donato volontariamente e generosamente avrebbeavuto il sangue giusto. I <Doctor in hominis> lessero attenta-mente il fax in fotocopia (l’originale venne conservato nell’ar-chivio) e si misero immediatamente al lavoro. Da un’ampollatolsero un po’ di sangue umano e lo divisero contraddistin-guendo le varie parti con numeri e lettere. Le migliaia di pal-line rosse che lo formavano, cioè i globulini furono contati eesaminati, così pure i guerrieri globulini bianchi. Fu davveroun lavoro lungo e difficile ma proficuo. Ottenute queste noti-zie essenziali, gli studiosi scesero dal loro laboratorio persuggerire agli scienziati terreni la loro grande intuizione, chevenne poi chiamata dai giornali <grande scoperta>. All’inizioci fu un po’ di confusione ma poi, gli studi sull’argomento sispecializzarono ed i medici che si dedicarono alla conoscen-za e alla cura di questo liquido color rubino, furono chiamati<ematologi>. Il passo successivo e indispensabile fu la ricer-ca di uomini che volontariamente donassero il loro sangue incaso di necessità. Beh!... Non lo crederai, Pettirosso, ma lagara di bontà e generosità oltrepassò ogni rosea previsione.Erano talmente tanti, i donatori (così vennero chiamati) che,per evitare dispersioni si pensò di raggrupparli in un unicogrande gruppo che desse origine ad un associazione. Ladonazione del proprio sangue a chi fosse in pericolo di vita fuchiamata <trasfusione> e quel rivoletto di liquido vermiglioche passava da una vena all’altra, da un uomo ad un altrouomo, ad un altro bimbo o ad un’altra donna salvandoli dallamorte, fu veramente il seguito di quella magia divina avvenu-ta nel piccolo paese montano dopo la preghiera di unamamma disperata e il volere di <lassù>… quante vite sonostate e saranno sempre salvate da allora, Ciuffettino: i feritidelle sciocche e inutili guerre, le persone vittime di incidentistradali rinascono dopo una trasfusione di sangue, i bimbinati con il sangue ammalato hanno la possibilità di ricambiar-lo con altro sangue sano. Si, tutto ciò si può proprio parago-nare ad un immenso fiume rosso che valica ogni confine eche non conosce barbarie sociali. Questa, piccolino, è la

meravigliosa storia che volevo raccontarti e credo tu sia feli-ce di averla ascoltata e di aver visitato questo Regno. Ora,però, lasciami verificare il grande orologio della natura pervedere se tutto funziona a dovere. Sono o non sono ilTempo? Ah… mi dimenticavo di una cosa importantissima,non ti ho ancora detto che, in Italia, il grande gruppo deidonatori si chiama <AVIS> che vuol appunto dire:<Associazione Volontari Italiani Sangue>.Io sono certo però che questa sigla, necessaria per identi-ficare queste persone, non dia esattamente il profondosignificato di ciò che rappresenta, io penso che in fondo, infondo le parole esatte potrebbero essere: <Auxilium VitaeIn Sanguine> cioè <soccorso o aiuto alla vita o della vitacon il sangue o nel sangue>. Sai che nella lingua latina,Avis, significa uccello che simboleggia, a sua volta, il vololeggero nel cielo azzurro ove si perdono tra le nuvole, isogni e i desideri degli uomini?”“Caro nonno Jasper, il Tempo stava proprio diventandosentimentale e romantico, quando, ambedue, ci accor-gemmo che era ora di tornare e il vecchio aveva ancoraqualcosa da dirmi”.“Sei giunto, per caso, in un posto meraviglioso e scono-sciuto, ai confini del mondo e hai goduto di un privilegiounico. Ora lascerai il Regno di madre Natura, ricorderaiquello che hai visto e che potrai raccontare per una solavolta, poi, dimenticherai dov’è questo luogo e il suoingresso. Dimenticherai… dimenticherai… addioooo…addioooo piccolo grazioso pettirosso…”“Oh, nonno, come ero infelice! Il Tempo, tracciati alcunisegni nell’aria sparì nell’infinito e io mi trovai, ad un tratto, nelcielo immenso e azzurro. Ero solo ma con tanti ricordi e unagran confusione in testa. Volai così alla cieca, senza unameta sperando di andare verso climi più caldi per ritrovare imiei fratelli. Così fu, per fortuna! Ma quanto tempo era pas-sato? Per quanto ero stato in quel luogo meraviglioso? Nonsapevo proprio cosa rispondermi e continuai a volare ma,questa volta, ben allineato al triangolo dei miei compagniche andavano verso il sole. Passò l’inverno, fui occupato acercar cibo e a compiere lunghi voli nel cielo terso dei paesecaldi. Spesso mi posavo sui prati verdi e colmi di fiori che miricordavano la grande avventura vissuta. Arrivò così ilmomento del ritorno. Mi aggregai al gruppo ed insieme ini-ziammo a volare in perfetto triangolo fino all’arrivo dellanostra terra dove avrei fatto il nido. Mi abbassai e cercai conlo sguardo un punto d’appoggio sul davanzale della finestradi un palazzotto senza pretese che sorgeva in mezzo aiprati, scesi e quando fui arrivato il mio sguardo fu attratto dauna scritta che spiccava sull’ingresso dell’edificio e che dice-va: <Avis>. Pensai immediatamente che, a farmi posare lì,fosse stato il destino o forse un ricordo sopito. La finestraera aperta, entrai, mi avvicinai all’uomo che stava battendosui tasti di una vecchia macchina da scrivere e con un sotti-le cinguettio gli bisbigliai all’orecchio: <Avis, Auxilium vitae insanguine>. Il poveretto, balzò sulla sedia ma non fece atempo a vedermi, io ero già volato via ma sono certo che,l’espressione del suo viso era eloquente, aveva sentito benele parole e le stava ripetendo nella sua mente”.Finì così, cari ragazzi, il racconto del pettirosso. Il privilegioprovvisorio che gli era stato accordato dal Tempo, era scadu-to e per sempre. Lui era comunque felice e lo capii dal batte-re e ribattere le alucce che lo facevano assomigliare ad uncolibrì impazzito ma che era invece il suo modo di ricordarela sua grande, meravigliosa e incredibile avventura.Anche il mio racconto è finito mentre la realtà generosadell’Avis continuerà in eterno e comunque fintantoché esiste-ranno uomini buoni e generosi disposti a ridare la vita aglialtri offrendo qualcosa di loro che è un dono immenso.Nonno Jasper

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