ANIEM€¦ · Citylife apre agli affitti con l'opzione di riscatto 13 15/07/2014 Il Sole 24 Ore...

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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. ANIEM Rassegna Stampa del 15/07/2014

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  • La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o

    parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;

    MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto

    specificato nei contratti di adesione al servizio.

    ANIEM

    Rassegna Stampa del 15/07/2014

  • INDICE

    ANIEM Il capitolo non contiene articoli

    ANIEM WEB Il capitolo non contiene articoli

    SCENARIO EDILIZIA

    15/07/2014 Corriere della Sera - Brescia

    Nuove caserme e strade mai finite Le incompiute valgono 25 milioni6

    15/07/2014 Corriere della Sera - Milano

    «Isola verde in Sant'Ambrogio» La piazza riapre dopo otto anni8

    14/07/2014 Il Sole 24 Ore

    I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI EI CHIARIMENTI AL 3 LUGLIO9

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Appalti in comunitaria, la maggioranza litiga12

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Citylife apre agli affitti con l'opzione di riscatto13

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Istanza di fallimento per Cesi15

    15/07/2014 La Repubblica - Torino

    "Dalla linea 2 del metrò alla Tangenziale Est Sei anni persi nel nulla"16

    15/07/2014 La Repubblica - Torino

    Una donna presidente: "I cantieri la mia palestra"17

    15/07/2014 La Stampa - Torino

    Edilizia, persi 8 mila posti e la crisi non è ancora finita18

    15/07/2014 La Stampa - Biella

    Il web per "azzerare" la burocrazia Così il governo lancia l'Edilizia 2.019

    15/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona

    Insorgono i costruttori 'esclusi' dal bando «Quell'appalto deve essere frazionato»20

    15/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Imola

    «Non voglio licenziare nessuno Ma sui cantieri devo fare scelte»21

  • 15/07/2014 QN - Il Giorno - Brianza

    Ambiente, arriva il nuovo regolamento22

    15/07/2014 Il Mattino - Caserta

    Edilizia, risale l'occupazione Primo trimestre: più 65023

    15/07/2014 ItaliaOggi

    Riforma degli appalti in arrivo in Cdm24

    SCENARIO ECONOMIA

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    «Non annacquate le regole»26

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    Pagamenti alle imprese e Bot, debito pubblico al nuovo record28

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    Lo Stato ci riprova: mette in vendita palazzi ed ex conventi30

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    I poveri in Italia sono raddoppiati in quattro anni31

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    Salvataggio Alitalia, il «sì» delle banche32

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    Generali cede Bsi, patrimonio più forte33

    15/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale

    Aumento Montepaschi, entra Falciai con l'1,3%34

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Finmeccanica taglierà i rami in perdita36

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Draghi: il Patto non va annacquato38

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Il paradosso dei tassi a zero: a lungo per la Fed, meno per la Bce40

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Wall Street da record, rialzi in Europa41

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Tagli di spesa per 11 miliardi o più tasse43

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Euromobiliare: troppa prudenza non paga45

  • SCENARIO PMI

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    Allarme Europa: l'industria è ferma47

    15/07/2014 Il Sole 24 Ore

    La manifattura in crisi affossa i Nordici49

    15/07/2014 Il Foglio

    CONQUISTATECI TUTTI!50

    15/07/2014 Il Foglio

    Per la confindustriale Mattioli i capitali stranieri non sono mai "barbari"52

    15/07/2014 ItaliaOggi

    Riduzione del debito pubblico, ecco cosa bolle nella pentola di Padoan54

    15/07/2014 ItaliaOggi

    Fondi alle microimprese55

  • SCENARIO EDILIZIA

    15 articoli

  • L'indagine Il Ministero ha elaborato l'anagrafe delle opere mai completate. Nell'elenco anche 8 progettibresciani Nuove caserme e strade mai finite Le incompiute valgono 25 milioni Le cause? Mancanza di fondi, ditte fallite e sequestri ai cantieri Scheletri di cemento A livello nazionale sono671 le «opere incompiute», per un valore investimento totale di 2,6 miliardi di euro D. B. Quasi 25 milioni di investimenti. Fermi e bloccati. L'elenco delle opere incompiute in territorio bresciano non è

    particolarmente lungo («solo» 8 infrastrutture), ma si trascina dietro storie ataviche, cantieri a cui si guarda

    con rassegnazione, promesse svaporate con il passare degli anni.

    Ci sono le tre storiche caserme dei carabinieri, a Flero, Pontoglio e Sarezzo, diventate ormai un classico. Ma

    anche alcune arterie stradali, incagliate da anni: la variante di Orzivecchi, la messa in sicurezza della Lenese,

    la deviante di Pontoglio.

    I dati sono contenuti nell'anagrafe delle opere incompiute aggiornata lo scorso 30 giugno dal Ministero delle

    Infrastrutture. A livello nazionale si tratta di potenziali investimenti per 2,6 miliardi, spacchettati in 671 opere

    mai terminate. Lì dentro c'è qualche maxi-intervento, come l'idrovia Padova-Venezia (progetto da 461

    milioni), la ferrovia Ferrandina-Matera (opera da 165 milioni) o il nuovo polo ospedaliero di Alba, struttura da

    172 milioni. Ci sono anche opere ormai superate e che difficilmente vedranno la luce, come il nuovo

    Palacinema di Venezia. Ma per lo più si tratta di interventi viari di carattere provinciale, ristrutturazioni di

    vecchi edifici, costruzioni di nuove sedi istituzionali.

    La radiografia messa a punto dagli uffici del Ministero si basa sulle segnalazioni che gli enti locali sono tenuti

    a fare in base alla legge 214 del 2011, quella che ha istituito l'anagrafe. Sul portale del Mit è così possibile

    spulciare tra le «incompiute» in capo al Ministero o alle Regioni. Tra le prime Brescia è presente con le tre

    nuove caserme dei carabinieri, strutture attese da anni, ma che per ora restano scheletri di cemento ben

    lontani dall'essere ultimati. I progetti risalgono al 2004, quando l'allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu

    siglò il Patto per la sicurezza con il governatore del tempo Roberto Formigoni. Delle sei caserme in

    programma, quelle di Flero, Pontoglio e Sarezzo non sono mai state consegnate. Anzi, secondo i dati del Mit,

    a Sarezzo i lavori sarebbero a meno di un terzo mentre a Pontoglio si arriverebbe poco sopra il 60%. Colpa

    delle risorse, che non ci sono. In tutto mancherebbero 1,9 milioni di euro (su un investimento complessivo di

    5,4 milioni), anche se poi si dovrebbero aggiungere i fondi per gli allestimenti. La scorsa settimana, in

    Prefettura, si è tenuto un vertice per fare il punto. Il 28 agosto ci si ritroverà, con i sindaci dei tre paesi e

    l'Agenzia del Demanio, per cercare di sbloccare la situazione.

    Le incompiute bresciane devono poi fare i conti con le imprese saltate in questi anni per via della crisi o con

    l'uso di materiale non conforme nei sottofondi stradali. Nel gennaio del 2011, per esempio, è stato

    sequestrato il tratto di «Lenese», in territorio di Montichiari, dove erano partiti i lavori per la messa in

    sicurezza, con la riqualificazione delle controstrade: la bonifica del sottofondo non è ancora terminata e

    l'opera è ferma al 32%. Situazione ancora più complicata a Orzivecchi: il cantiere per la circonvallazione

    dell'abitato era stato aperto nel luglio 2009 ma nell'ottobre 2010 le guardie forestali e gli agenti del Nucleo

    investigativo tutela ambientale hanno messo i sigilli all'infrastruttura. Da allora si è in attesa che il Tribunale

    stabilisca come procedere, chi e come deve fare la bonifica. Anche perché l'opera è di fatto pronta (per il

    Ministero è realizzata al 75%). Incompiuta anche la deviante di Pontoglio, opera «indispensabile» per

    alleggerire il paese dal traffico pesante. I lavori erano partiti, ma l'impresa incaricata è fallita quasi subito. Da

    allora una lunga via crucis. Un anno fa il sindaco ha minacciato di chiudere il ponte per l'accesso al paese ai

    non residenti, se qualcosa non fosse cambiato. Il progetto è stato inserito nel piano delle opere pubbliche del

    Broletto, ma è vittima del patto di stabilità. Per ora l'avanzamento dell'opera è fermo al 7,4%.

    Ma non ci sono solo le strade tra le «incompiute» bresciane. La ciclabile Vello-Govine, in territorio di Pisogne,

    sconta la crisi dell'impresa incaricata di fare i lavori. Stessa situazione a Erbusco, dove un anno fa era stato

    15/07/2014 3Pag. Corriere della Sera - Brescia(diffusione:619980, tiratura:779916)

    La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 6

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  • assegnato l'appalto per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche del cimitero di Zocco .

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Le incompiute Costo totale Opera % Lavori eseguiti Importo necessario per l'ultimazione dei lavori Nuova

    caserma dei Carabinieri di Flero 41,67% 2.050.000 / 400.000 Nuova caserma dei Carabinieri di Sarezzo

    29,05% 1.700.000 / 800.000 Abbattimento barriere architettoniche nel cimitero di Zocco - Erbusco 20%

    150.000 Ciclabile Toline-Govine 33,77% 8.000.000 Sp 101 - Realizzazione variante abitato di Pontoglio

    7,40% 7.280.000 Sp 668 "Lenese" - Messa in sicurezza in territorio di Montichiari 32,83% 2.462.647 Nuova

    caserma dei Carabinieri di Pontoglio 62,10% 1.700.000 700.000 Sp 235 "Orceana" - Variante

    circonvallazione abitato Orzivecchi - 1° stralcio 75,62% 8.000.000 Valore totale investimenti 24.242.647 euro

    D'ARCO

    La definizione Quali sono le opere «incompiute» Il regolamento per la redazione dell'anagrafe delle Opere Incompiute, emanato dal Ministero con il decreto 42

    del 2013, definisce «opera pubblica incompiuta» ogni iniziativa che risulta non completata per una o più delle

    seguenti cause: a) mancanza di fondi;

    b) cause tecniche; c) nuove norme tecniche o disposizioni di legge;

    d) fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell'impresa appaltatrice o recesso di contratto ai

    sensi delle disposizioni in materia di antimafia; e) mancato interesse al completamento da parte della

    stazione appaltante, dell'ente aggiudicatore o di altro soggetto aggiudicatore.

    15/07/2014 3Pag. Corriere della Sera - Brescia(diffusione:619980, tiratura:779916)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 7

  • Urbanistica Finiti i lavori dei box. Stop alle auto, più alberi e panchine «Isola verde in Sant'Ambrogio» La piazza riapre dopo otto anni A.D.M. Non è ancora un'inaugurazione vera e propria. Quella si terrà tra la fine di luglio e i primi di agosto, quando

    sarà pronto anche l'ingresso del parcheggio interrato. Oggi però qualcosa accadrà in piazza Sant'Ambrogio:

    dopo otto anni di cantiere il 90 per cento dell'area verrà liberata dalle transenne. Sarà «scoperta» la

    passeggiata che collega la piazza a via Terraggio: un percorso pedonale delimitato da aiuole e alberi (le

    panchine non ci sono ancora, verranno posate a breve). Via i ponteggi anche dal lato opposto. I box auto,

    invece, apriranno a fine mese: 570 posti in cinque piani interrati, 223 a rotazione, 347 per i residenti.

    Un traguardo che arriva alla fine di un percorso lungo e accidentato: il progetto dei parcheggi risale al 2000.

    La Procura l'ha messo sotto inchiesta, poi l'ha assolto. Il cantiere per i box è partito nel 2006 con i saggi

    archeologici effettuati dalla ditta costruttrice, la Borio Mangiarotti. Nel 2010 sono cominciati gli scavi, con

    consegna prevista entro la fine del 2012. Nel mezzo ci sono state le proteste dei residenti, gli appelli degli

    storici, la preoccupazione per i reperti paleocristiani nel sottosuolo e le critiche ai parcheggi. La stessa giunta

    Pisapia aveva annunciato al momento dell'insediamento che non avrebbe mandato avanti il progetto.

    «Abbiamo provato in tutti i modi a evitare l'opera, ma la penale per l'interruzione ci sarebbe costata troppo,

    oltre i 10 milioni di euro - spiega il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris -. Quindi abbiamo cercato di concludere

    in fretta l'intervento, lavorando con la Soprintendenza per garantire la massima tutela storico-artistica della

    piazza, un luogo dal grande valore culturale e religioso. La giornata di oggi è un piccolo passo importante in

    vista dell'inaugurazione completa di fine mese. Un momento che dovrebbe essere positivo per tutti, visto che

    la riqualificazione è il frutto di un lavoro corale».

    Non la pensano così i residenti: «Siamo felici di liberarci dalle transenne, questo sì - dice Roberto Losito -. I

    lavori ci hanno tenuti in reclusione per oltre otto anni, creando crepe nei nostri pavimenti e rendendoci la vita

    impossibile per colpa del rumore. Ma la piazza che vediamo oggi sembra un'autostrada: non si sposa certo

    con la storia del luogo».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    La scheda Il progetto La riqualificazione di piazza Sant'Ambrogio, fino a qualche anno fa parcheggio a cielo aperto, è stata pensata

    nel 2000. Box auto sotterranei, in superficie area pedonale

    Le critiche

    Il progetto è stato fin da subito criticato: si temevano l'impatto dei lavori sulla basilica e la perdita di reperti

    archeologici. La giunta attuale avrebbe voluto fermare i lavori, ma la penale sarebbe stata troppo alta.

    Risultato: il cantiere si chiude oggi dopo 8 anni. La piazza verrà liberata dalle transenne, i box apriranno a

    breve: l'inaugurazione completa sarà a fine luglio

    15/07/2014 4Pag. Corriere della Sera - Milano(diffusione:619980, tiratura:779916)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 8

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  • PREVIDENZA I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI EI CHIARIMENTI AL 3 LUGLIO ARTURO ROSSI E MONICA VICARIO Disoccupazione in edilizia e indennità Disoccupazione edile Ministero del Lavoro, interpello 26 giugno 2014,

    n. 14 *: Trattamento speciale. Al ministero del Lavoro è stato posto un interpello in merito alla corretta

    applicazione del trattamento di disoccupazione edile (articolo 11, legge 223/1991). In particolare è stato

    chiesto se risulta applicabile i l punto 3 della delibera Cipi 19 ottobre 1993, che fissa in 40 unità i l numero dei

    lavoratori licenziati cui applicare i l trattamento nelle circoscrizioni che presentino un rapporto superiore alla

    media nazionale fra iscritti alla prima classe di collocamento e la popolazione residente in età da lavoro. Il

    Ministero ritiene che sia tuttora operante i l trattamento di disoccupazione speciale per l'edilizia, così come

    disciplinato prima dell'entrata in vigore della legge 92/2012. In sostanza, il tale trattamento riguarda i

    lavoratori edili nelle aree nelle quali i l Cipi accerta la sussistenza di uno stato di grave crisi dell'occupazione e

    licenziati a causa di tale stato. Il trattamento è esteso ai lavoratori residenti in circoscrizioni che presentano

    un rapporto superiore alla media nazionale tra iscritti alla prima classe di collocamento e popolazione

    residente in età da lavoro. Perciò, i l Cipi ha individuato i casi di crisi occupazionale che consentono la

    fruizione del trattamento: i l numero dei lavoratori edili licenziati non deve essere inferiore a 40 unità nelle

    circoscrizioni che presentino un rapporto superiore alla media nazionale tra iscritti alla prima classe di

    collocamento e popolazione residente in età da lavoro. L'effettiva individuazione della percentuale del

    rapporto è stata effettuata con Dm 14 gennaio 2003, che ha fissato nel 18,4% la soglia della media nazionale.

    Pertanto, riconosciute le circoscrizioni nelle quali il rapporto risulta superiore al 18,4%, si applica, fino al 30

    dicembre 2016 i l trattamento speciale di disoccupazione edile (di cui all'articolo 11, legge 223/1991) per

    coloro che rientrano nell'area in cui sono ricompresi i cantieri sorti per lo svolgimento di opere con finalità

    pubbliche e licenziati, in numero superiore a 40 unità, a causa di gravi crisi dell'occupazione. Fisioterapisti

    autonomi e dipendenti Figure professionali Ministero del Lavoro, interpello 26 giugno 2014, n. 16

    Fisioterapisti. I l ministero del Lavoro ha risposto aunquesitoinmerito alla corretta interpretazione della

    disciplina di cui all'articolo 69-bis, Dlgs 276/2003, concernente le prestazioni di lavoro autonomo espletate dai

    soggetti titolari di partita Iva. In particolare, è stato chiesto se la presunzione relativa di parasubordinazione

    possa trovare applicazione nei confronti della categoria professionale dei fisioterapisti. I l Ministero ritiene che

    l'attività svolta dai fisioterapisti possa essere ricompresa nell'ambito delle prestazioni professionali di cui

    all'articolo 69-bis, comma 3, con la conseguente esclusione dall'applicazione della presunzione, solo nella

    misura in cui gli stessi risulti no in possesso del diploma abilitante, nonché iscritti in appositi elenchi

    professionali, tenuti e controllati da parte di una amministrazione pubblica, ai sensi dell'articolo 1, comma 2,

    del Dlgs 165/2001. A prescindere dall'operatività o meno della presunzione, resta fermo che laddove siano

    riscontrabili gli usuali indici di subordinazione, la prestazione di lavoro autonomo dei fisioterapisti potrà essere

    direttamente ricondotta a un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Inaii Ministeri Lavoro-

    Economia, Dm 22 aprile 2014 Riduzione premi e contributi Inaii. Il ministero del Lavoro ha pubblicato, sul

    proprio sito internet, il decreto interministeriale 22 aprile 2014 - emanato di concerto con i l ministro

    dell'Economia - concernente la riduzione percentuale dell'importo dei premi e dei contributi Inaii dovuti per

    l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (articolo 1, comma 128, legge

    147/2013). È stata prevista la riduzione dei premi e contributi dovuti per l'assicurazione contro gli infortuni sul

    lavoro e le malattie professionali, nella misura del 14,17% per l'esercizio 2014. Nota 25 giugno 2014, n. 4203

    • Riduzione contributiva per imprese agrìcole. L'Inaii ha fornito alcune precisazioni circa la realizzazione del

    nuovo servizio online «Modulo riduzione agricoli (legge 147/2013 primo biennio)» per la presentazione delle

    istanze di riduzione dei contributi dovuti per l'assicurazione di lavoratori agricoli autonomi e dipendenti dalle

    imprese operanti nel primo biennio di attività. Per accedere al servizio online «Modulo riduzione agricoli», le

    imprese agricole che risultino prive di codice identificativo dovranno effettuare preventivamente la

    14/07/2014 Il Sole 24 Ore - L'esperto risponde(diffusione:334076, tiratura:405061)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 9

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  • registrazione sul portale, seguendo i l percorso guidato «Registrati - Registrazione utente generico». Nel caso

    in cui un datore di lavoro agricolo si rivolga a un intermediario già autorizzato all'accesso ai servizi online,

    sarà l'intermediario stesso a inserirei dati anagrafici dell'azienda per la quale è in possesso di delega e

    successivamente operare persuo conto. Perquanto riguarda l'inserimento del codice Cida (Codice

    identificativo denuncia aziendale Inps), in fase di compilazione del modulo di richiesta di riduzione, si precisa

    che, laddove la ditta non sia in possesso di tale dato, dovrà essere indicato i l codice 000000. Inps Messaggio

    5528 del 23 giugno 2014 Arriva l'erogazione del bonus 80 euro sulle prestazioni Inps. Con i l mese di luglio

    viene corrisposto i l bonus di cui all'articolo 1 del DI 66/2014 (bonus 80 euro). Come indicato nella circolare

    67/2014, la somma spetta anche sulle prestazioni di accompagnamento a pensione e sulle pensioni

    integrative. Lo ha comunicato l'Inps con messaggio 5528/2014, illustrando anche delle operazioni di

    ricostituzione delle pensioni. In maniera specifica, i l beneficio è corrisposto sulle seguenti prestazioni:

    assegni straordinari erogati dai fondi di solidarietà delsettore dei tributi erariali, di Ferrovie dello Stato, degli

    ex Monopoli; assegni straordinari erogati dal fondo di solidarietà del settore assicurativo; prestazioni di

    accompagnamento alla pensione in favore dei lavoratori anziani (articolo 4 legge 92/2012); pensioni

    integrative qualificate come fondi di previdenza complementare a seguito della sentenza della Cassazione,

    sezione tributaria n. 13095/2006 recepita dalla circolare dell'agenzia delle Entrate n. 25 del 26 giugno 2006.

    In merito, sono state elaborate le informazioni relative ai redditi erogati dall'Inps a ciascun soggetto

    verificando i l diritto al bonus e quantificandolo, se spettante; inoltre, per ciascun soggetto è stata individuata

    la prestazione sulla quale deve essere erogato i l beneficio e l'Inps provvedere mensilmente a fornire gli

    importi dovuti ai percettori beneficiari. Tali importi saranno corrisposti unitamente al pagamento della

    prestazione, a partire dalla mensilità di luglio 2014. Circolare n. 81 del 27 giugno 2014 Assunzioni dei

    beneficiari Aspi in agricoltura. Vengono emanate le istruzioni per assumerei lavoratori beneficiari dell'Aspi da

    parte delle aziende agricole. Le stesse sono contenute nella circolare 81/2014, con la quale l'Inps detta le

    indicazioni per tale materia, rimandando per quanto concerne le caratteristiche principali alla circolare

    175/2013, con la quale erano state diramate le istruzioni per le aziende non agricole. Per quanto concerne le

    cooperative e loro consorzi di Quattordicesima in arrivo peri pensionati Messaggio 5662 del 27 giugno 2014

    Quattordicesima ai pensionati. Con il messaggio in oggetto, l'Inps informa che durante i l mese di luglio, ai

    pensionati che abbiano raggiunto i 64 anni e oltre, sarà corrisposta, con la riscossione della rata mensile, una

    somma aggiuntiva pari alla quattordicesima mensilità. È da ricordare, che l'aumento spetta, in misura

    proporzionale, anche a coloro che compiono il 64"anno di età entro il31 dicembre 2014, con riferimento ai

    mesi di requisito anagrafico. Messaggio 5661 del 27 giugno 2014 Bonus Irpef disoccupati e pensionati. Con il

    messaggio in esame, l'Inps comunica che provvedere al pagamento del credito d'imposta di importo

    complessivo pari a 640 euro, che sarà riconosciuto in via automatica, in base ai dati degli archivi dello stesso

    istituto di previdenza contributi oggetto di riduzione. Inoltre, nella stessa circolare, sono illustrati i riferimenti

    normativi, icriteri di individuazione dei beneficiari e le modalità dì applicazione della riduzione.

    Messaggio5791 del3 luglio2014 , , i r Welfaretowork: incentivi assunzioni. Con i l messaggio in oggetto, l'Inps

    informa che alleimpresecheassumono lavoratori ammessi al sussidio previsto dal Piano di intervento

    nazionale «Azione di Sistema Welfare to work 2012-2014», viene ariconosciuto un incentivo pari Sl i 1 r nPo r

    t i mens1li del sussidio non ancora maturati dal lavoratore alla data di assunzione. Tale incentivo è

    corrisposto dall'Istituto, n un unica soluzione ,n sede di conguaglio dei contributi dovuti dall'impresa peri propn

    lavoratori dipendenti. l" m a m e r a specifica, l l pagamento verrà effettuato centraImente dall'Istituto, che sta

    notificando con un sms Ministero del Lavoro, interpello26giugno2014, n. 13 " Autorizzazione preventiva. II

    ministero del Lavoro ha risposto a un quesito sull'obbligo per le aziende straniere con sede legale e operativa

    in un territorio extra Uè, facenti parte di un gruppo ZSSloSdeiCodice raìeeull 'aaiuitntorri7iz7zaa7ziioonnee

    nprrpevvpennttiivvaa (articolo 2, DI 317/1987) q"a'°ra intendano assumere presso la propria sede estera

    da^ugLidisoccupati «Ministero daOanormatWa e,ambiLiapPlicazione «j^^ Sche^stg ettitila dell'articolo 2 della

    legge 5 f s ^ S Sitocome richiesta dell'autorizzazione i giugno 1984, n. 240, l'Istituto a ^ f ° de ^ S ™ datori di

    14/07/2014 Il Sole 24 Ore - L'esperto risponde(diffusione:334076, tiratura:405061)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 10

  • lavoro che intendono di previdenza precisa che MODinta/Aipi/MiniAbpi. .cc.,marontr~t.far; a dovranno

    attenersi Derla Per quanto concerne i assumere 0 trasferire fruìiondbenefi'cio alle pensionati, aventi diritto

    all'estero un lavoratore t uzlni ODera i v e ^ l a lite a"e detrazioni d'imposta italiano; pertanto si ritiene co e c i

    r é n 175/2013 Per lavoro dipendente, irrilevante la circostanza per con circolare n.175/2013

    lanrimaratadi80eurò cui i l lavoratore debba essere citata peri datori di avoro che ia prima rata ai »u euro -cc

    ntnn aCc - u ( Aonerano con i l sistema del b o n u s v i e ne accreditata assunt° Presso il datore di Unfemens

    con la Pe n s i o n e d i l u8l i o laV° r ° l o c a l i z z a t o i n P a e s e ; e notificata con un'informativa e x t r a

    Uè e non debba, invece, drcolaren 82del27giugno2014 nel cassetto previdenziale essere assunto in Italia per

    consultarle tramite prestare la propria attività Contributi lavoratori il Pin nel Menu Servizi all'estero,

    considerato che la agricoli 2014. L'Istituto online >Servizi al cittadino norma precisa che sussiste la nazionale

    di previdenza - del portale Inps. necessità dell'autorizzazione sociale, con la circolare in sia per l'assunzione

    all'estero esame illustra le modalità di Circolaren. 83dell 'luglio2Ol4 del lavoratore italiano sia per calcolo, per

    l'anno in corso, dei ; ; il suo trasferimento. Sotto i l contributi volontari relativi . Contributi agricoli per profilo

    operativo, le modalità alle diverse categorie di infortuni. Con la circolare di presentazione della lavoratori

    agricoli. In maniera in esame, l'Istituto di richiesta di autorizzazione specifica, in merito ai previdenza sociale

    rende continuano ad essere regolate lavoratori agricoli dipendenti nota l a percentuale dal Dm 16 agosto

    1988, autorizzati alla prosecuzione di riduzione valida recante la «Documentazione volontaria

    dell'assicurazione, periltriennio 2014-2016 dei da produrrei allegato alle a partire dal Tgennaio 2014 contributi

    agricoli per domande di autorizzazione l'aliquota applicata perii l'assicurazione contro gli al reclutamento e

    all'espatrio fondo di previdenza è pari al infortuni sul lavoro e le di lavoratori italiani, in quanto 28,10 per

    cento. Tutte le malattie professionali. In non è stato emanato, nei tempi ulteriori informazioni particolare, la

    percentuale di previsti, un nuovo concernenti le aliquote riduzione, calcolata sulla base regolamento»,

    contributive applicate delle elaborazioni della eRIPRODUZIONERISERVATA per le altre categorie di

    Consulenza statistico lavoratori agricoli, al calcolo attuariale dell'Inaii, è fissata : e agli importi del Contributi

    nella misura del 14,17% e Si (La precedente puntata sulle novità volontari sono contenute applicain

    ugualemisuraa previdenziali è stata pubblicata nella stessa circolare 82/2014. tutte le tipologie di premi e sul

    Sole 24 Ore del 30 giugno)

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  • Codice. Nencini conferma - Realacci: aberrante Appalti in comunitaria, la maggioranza litiga CANTONE «Ormai codice buono solo per lavori di serie B». E sui commissari in aziende inquisite c'è«problema molto complicato di competenze» Giorgio Santilli ROMA

    La riforma degli appalti è urgente e passerà per il recepimento delle direttive Ue 24 e 25. Il viceministro alle

    Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha confermato ieri al convegno organizzato dal Pd che la riforma sarà

    radicale con il varo di un nuovo codice e che è intenzione del governo «usare l'attaccapanni della legge

    comunitaria» all'esame del Consiglio dei ministri il 21 luglio (si veda Il Sole-24 Ore del 13 luglio). Una

    combinazione che ha lasciato molto perplesso il presidente della commissione Ambiente della Camera,

    Ermete Realacci. «Mi pare aberrante - ha detto - l'idea di fare una riforma ampia con lo strumento della

    delega nella legge comunitaria. Penso che, anche se si vuole andare sulla strada della delega, sia comunque

    necessario un lavoro approfondito da parte del Parlamento per definire una griglia capace di garantire

    un'effettiva innovazione». La commissione Ambiente di Montecitorio ha già avviato un ciclo di audizioni sul

    tema e non vuole essere tagliata fuori dalla definizione dei criteri di delega.

    L'altro aspetto del convegno Pd, organizzato volutamente a 360 gradi, è stato quello delle politiche anti-

    corruzione (si veda anche l'articolo a pagina 8). È intervenuto il presidente dell'Autorità nazionale anti-

    corruzione (Anac), Raffaele Cantone, che pure ha battuto sull'urgenza della riforma. «Non possiamo più

    tenere in vita - ha detto Cantone - una legge sugli appalti che viene sistematicamente derogata. Il codice oggi

    si applica solo per gli appalti di serie B, non c'è un solo appalto serio per cui si applichi». Durissimo l'attacco

    al sistema di qualificazione imperniato sulle Soa.

    Cantone ha poi sfiorato «il problema di competenze molto complicato» che è nato dalla prima applicazione

    delle norme del decreto legge 90/2014 sul commissariamento di aziende coinvolte in inchieste di corruzione.

    Cantone ha proposto al prefetto di Milano di commissariare l'impresa Maltauro, coinvolta nell'inchiesta

    sull'Expo, ma nel frattempo il Tar Lombardia ha accolto il ricorso delle imprese seconde classificate

    (Costruzioni Pellegrini e alleati) nella gara per le «architetture di servizio», revocando l'appalto a Maltauro.

    Sempre sul tema dei commissariamenti, per altro, oggi Cantone firmerà al Viminale con il ministro Alfano un

    protocollo di intesa sulle linee guida, destinate a tutti i prefetti sul territorio, per la prima applicazione delle

    norme del decreto 90, con specifico riferimento ai protocolli di legalità in materia di appalti, ai piani

    anticorruzione e trasparenza.

    Non è mancato poi un "botta e risposta" fra lo stesso Cantone e il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti. Il

    recepimento delle direttive Ue - ha detto Cantone - «è una grande occasione per modificare il codice sugli

    appalti» ma se «sarà scritto per l'ennesima volta dalle lobby dei costruttori, da qui a due anni staremo a

    parlare delle stesse cose». Immediata la replica di Buzzetti: «L'Ance dice da anni no alle deroghe e va bene il

    principio di "chi sbaglia paga", ma questo deve valere anche per chi sbaglia il progetto. Quanto alla lobby dei

    costruttori, forse valeva per prima di Tangentopoli, mentre in questi anni l'associazione si è battuto per

    l'interesse generale del Paese. La corruzione c'è, ma non si deve criminalizzare un intero settore».

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    15/07/2014 5Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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  • Immobiliare. Già chiusi una ventina di contratti di locazione LOMBARDIA Citylife apre agli affitti con l'opzione di riscatto Michela Finizio MILANO

    Sono 44 gli appartamenti messi in affitto da Citylife nel nuovo complesso residenziale firmato dall'architetto

    Daniel Libeskind a Milano. La società che sviluppa il maxi-intervento di rigenerazione urbana dell'ex polo

    fieristico cittadino a nord ovest di Milano ha già chiuso una ventina di contratti. E, dopo aver trovato tutti gli

    inquilini per questa prima trance di unità abitative, è pronta a cercarne altri 22 per altrettante residenze

    progettate dall'archistar irachena Zaha Hadid.

    Il successo della locazione arriva quasi inaspettato per un cantiere che propone sul mercato appartamenti di

    lusso, messi in vendita tra i 6mila e gli 11.500 euro al metro quadro. La quota di affitti era già prevista nel

    piano commerciale di Citylife: sono in tutto circa 540 le unità abitative messe sul mercato, di cui 66 destinate

    appunto alla locazione. Negli ultimi mesi, da gennaio ad oggi, sono stati chiusi solo cinque nuovi preliminari di

    vendita (in tutto ad oggi sono 200 quelli firmati, di cui 151 già andati a rogito) per un totale di 7 milioni di euro

    di compravenduto. Nello stesso arco di tempo, invece, sono già stati stipulati 20 contratti d'affitto, un dato che

    mette in luce le immediate potenzialità della locazione per l'intera operazione immobiliare. Tanto che la

    garanzia di un flusso finanziario aggiuntivo, derivante dall'incasso dei canoni, sta spingendo i vertici di Citylife

    a valutare un aumento della quota di appartamenti da affittare e le formule alternative come il rent to buy.

    Infatti il developer immobiliare, che fa capo a Generali e Allianz (in attesa di un prossimo - e atteso - riassetto

    finanziario), ha deciso di proporre a livello commerciale anche l'opzione di futura vendita e sta già

    riscontrando l'interesse di alcuni potenziali acquirenti. In questo caso il contratto prevede un affitto di 4 anni

    entro i quali l'inquilino può esercitare il diritto a riscattare l'appartamento: in quel caso il 75% dei canoni

    versati verrà utilizzato per pagare il valore dell'immobile. Per quanto riguarda gli affitti, invece, le residenze

    vengono proposte sul mercato tramite contratti tradizionali 4+4, con canoni di locazione che vanno da un

    minimo di 250 ad un massimo di circa 300 euro al metro quadro annuo. Facendo un esempio, per un

    appartamento di 180 metri quadri viene richiesto un canone annuo di 48mila euro (266 euro al mq), pari a

    4mila euro al mese, a cui però vanno aggiunti circa 5mila euro di spese condominiali. Per un trilocale, invece,

    di circa 120mq vengono richiesti circa 2.800 euro al mese (oltre a 3.500 euro di spese all'anno). Da affittare ci

    sono pure dei bilocali, che comunque non scendono sotto i 70 metri quadri.

    Le abitazioni vengono messe in affitto in parte già arredate, con armadiature e cucine "no brand" ma che -

    dai primi riscontri della società Citylife - fanno gola soprattutto ad una clientela internazionale: metà dei

    contratti stipulati finora sono a stranieri, molti dei quali hanno figli che studiano o lavorano a Milano. I vertici di

    Citylife fanno sapere che stanno ragionando su nuove logiche finanziarie per rendere «più accessibili» le

    residenze del nuovo quartiere e «ringiovanire il cliente» che si avvicina al cantiere.

    A pesare sul progetto immobiliare di Citylife finora è stata innanzitutto la crisi del mercato immobiliare: la

    commercializzazione dello stock di unità residenziali è iniziata proprio nel momento di maggiore flessione

    delle compravendite e anche il segmento del lusso ha sofferto. Inoltre, l'orizzonte di un cantiere che potrà -

    secondo la convenzione stipulata con il Comune di Milano - restare aperto fino al 2023 non ha giovato: i

    termini temporali sono stati allungati in corsa per portare a compimento le tre torri (tra cui il grattacielo firmato

    dall'architetto Arata Isozaki attualmente in fase di costruzione, che sarà il più alto di Italia) e le opere

    pubbliche come l'ampliamento del parco che verrà inaugurato a settembre. Si è conclusa anche la vicenda

    che ha portato Citylife davanti all'Antitrust, in seguito alle accuse mosse da Federconsumatori che

    rappresenta il malessere di una quindicina di acquirenti insoddisfatti: l'autority non ha riconosciuto la pratica

    commerciale scorretta e ha accolto gli impegni presi dalla società immobiliare che adeguerà le informazioni

    sul sito internet e riconoscerà (anche ai preliminari già stipulati) una penale maggiore (pari al 2,5% delle

    somme versate) in caso di ritardi nelle consegne degli appartamenti.

    15/07/2014 9.12Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 13

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    15/07/2014 9.12Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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  • LAVORO Edilizia. Cassa integrazione straordinaria in arrivo per tutti i 403 addetti della cooperativa imoleseEMILIA ROMAGNA Istanza di fallimento per Cesi Il commissario liquidatore Gaiani garantisce la continuità dei cantieri Ilaria Vesentini IMOLA (BOLOGNA)

    Cassa integrazione straordinaria per tutti i 403 addetti e impegno a valutare processi di riorganizzazione e

    aggregazione per garantire la continuità dei cantieri e un futuro aziendale, anche sotto altre vesti. Sono i due

    impegni che ieri ha preso il commissario liquidatore, Antonio Gaiani, da poco nominato alla guida del colosso

    imolese delle costruzioni Cesi, finito in liquidazione coatta amministrativa sotto il peso di 375 milioni di euro di

    debiti e 1.125 creditori da soddisfare in giro per l'Italia.

    Triste epilogo di una vicenda che si trascina da mesi senza vie d'uscita da una crisi dell'edilizia (mixata a

    rigidità del credito e vocazione prettamente nazionale che accomuna Cesi a molte coop emiliane del settore)

    che ha già travolto in Emilia-Romagna big come Coop Costruzioni, Coopsette, Unieco. E che a Imola si

    pensava di chiudere con la firma condivisa da azienda e sindacati su 200 esuberi, la metà degli organici. Fino

    all'istanza di fallimento presentata la scorsa settimana - e accolta dal giudice, che ieri ha tenuto l'udienza

    prefallimentare - da un fornitore bresciano per una fattura di 200mila euro non pagata da Cesi che ha fatto

    precipitare la situazione.

    «Di fatto stiamo parlando di un fallimento aziendale in piena regola - spiega il segretario di Fillea Cgil Imola,

    Sonia Bracone - ma il liquidatore ci ha assicurato che la tutela dei lavoratori sarà la priorità del suo mandato.

    Noi lo reincontreremo già mercoledì prossimo (domani, ndr) per capire quali ammortizzatori sociali utilizzare

    al fine di coprire il più a lungo possibile tutti i dipendenti». Scadono infatti a fine agosto i contratti di

    solidarietà, avviati un anno fa, per il personale amministrativo e i capicantiere nonché la cassa integrazione

    ordinaria per gli operai. Con l'aggravante, sottolinea Feneal Uil, che 311 dei 403 lavoratori sono anche soci

    cooperatori che hanno investito dai 30 ai 40mila euro a testa in quote sociali e che rischiano ora di perdere i

    risparmi di una vita e che si stimano altre 5mila le persone indirettamente coinvolte dal crac.

    Il sindaco di Imola, Daniele Manca, ha incontrato separatamente i sindacati ieri pomeriggio ed è pronto a

    convocare un nuovo tavolo istituzionale a metà della prossima settimana. «Va ripensato il ruolo e l'assetto

    delle coop di costruzioni, ma credo ci siano le condizioni per un rilancio del settore, puntando sulla

    rigenerazione urbana, sulle opere pubbliche, non certo sul business immobiliare dei centri commerciali. La

    strada è quella indicata da Legacoop verso un unico grande colosso, certamente più snello, che metta

    insieme la Cdc di Modena, la Coop costruzioni di Bologna con una newco della Cesi di Imola e la Iter di

    Lugo».

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    15/07/2014 9.14Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 15

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  • Il pianeta costruzioni "Dalla linea 2 del metrò alla Tangenziale Est Sei anni persi nel nulla" L'atto d'accusa del leader del Collegio costruttori Cherio "Austerità, fiscalità e burocrazia: ecco cosa frenal'edilizia" Che qualcosa non vada lo prova Rivoli: ha 3 milioni in cassa e non può spenderli Difficile in similicondizioni sperare che arrivino grandi investitori esteri STEFANO PAROLA «ARRIVERANNO grandi investitori dai paesi arabi o dalla "City"? Penso che i nostri amministratori

    dovrebbero volare un po' più basso.

    Poi, per carità, magari arriveranno davvero. Ho 55 anni, spero di vivere abbastanza a lungo per vederlo».

    Alessandro Cherio, il presidente del Collegio costruttori di Torino, sa andare dritto al punto: «Per attrarre

    soggetti interessati a investire qui non basta andare a dire che siamo i più belli, ma bisogna creare

    opportunità e rimuovere quegli elementi ostativi che oggi sono invalicabili». Oggi, durante l'assemblea dei

    suoi associati, Cherio punterà il dito soprattutto su tre dei tanti fattori che frenano la ripartenza delle

    costruzioni: l'austerità, la fiscalità e la burocrazia. La prima riguarda i tagli del governo: «Eppure un miliardo

    investito in costruzioni genera tre miliardi di Pil e 20 mila occupati. Le spese improduttive sono altre»,

    evidenzia Cherio. Poi c'è la fiscalità: «Il gettito garantito dalle tasse sulla casa è passato dai 9 miliardi del

    2011 ai 26,8 del 2014». Infine, la burocrazia: «Rivoli ha in cassa 3,5 milioni da spendere per le sue scuole,

    ma non può farlo perché da luglio i Comuni non possono appaltare lavori ma devono diventare delle centrali

    di committenza», attacca il presidente del Collegio.

    Sono tre criticità ma, dice il leader degli imprenditori edili torinesi, «potrebbero essere molte di più: dal credito

    ai ritardi nei pagamenti, le cose che non vanno sono sempre le stesse». Il risultatoè che il compartoè in

    declino. Gli addetti erano 18.396 nel 2008 e sono diventati 10.400 nei primi mesi di quest'anno, a causa di un

    meno 14 per cento segnato solo nell'ultimo semestre.

    Le imprese iscritte alla cassa edile sono passate da 4.338 di sei anni fa alle 3.013 di fine 2013. «Se entro

    l'autunno non si passerà dai proclami, come quelli sui fondi per le scuole o le opere di compensazione della

    Tav, ai fatti concreti, la situazione sarà molto più complicata degli ultimi anni, perché le imprese hanno

    esaurito le risorse che avevano accantonato nel tempo», denuncia Alessandro Cherio.

    Il mercato privato è piuttosto bloccato, quello della committenza pubblica stenta: il Collegio calcola che se nel

    2008 Torino e provincia garantivano lavori pubblici per 500 milioni, nella prima metà del 2014 la somma è

    scesaa 120 milioni. «Qualche appalto all'orizzonte c'è: la nuova sede Lavazza, il raddoppio del Centro di

    Biotecnologia, le ex Ogr. Ma non è abbastanza per invertire la tendenza», commenta il leader degli impresari

    edili.

    Oggi l'assemblea del Collegio modificherà il proprio statuto e permetterà al presidente di essere rieletto a

    ottobre per un terzo mandato. Alessandro Cherio allarga le braccia: «Quando mi sono insediato, sei anni fa,

    citavo nel mio discorso la necessità di realizzare la tangenziale Est di Torino, la Città della salute, la seconda

    linea del metrò: non è stato realizzato neppure un metro». Anche per questo, pretendere di essere così

    appetibili per gli investitori stranieri è un po' troppo: «Una società olandese ha vinto la gara per il Palazzo del

    lavoroe in quattro anni nonè riuscita a posare neppure un mattone», ricorda Cherio. Per non parlare degli

    ultimi scandali: «Dall'Expo a Venezia, è difficile pensare che fatti del genere non abbiano pesato

    sull'immagine dell'Italia».

    Foto: IL CASO RIVOLI Cherio ha denunciato il paradosso del Comune I numeri dell'edilizia torinese ORE

    LAVORATE 2008 2013 27 mln 16,1 mln IMPRESE ISCRITTE 2008 2013 4.338 3.013 INVESTIMENTI IN

    OPERE PUBBLICHE IN PROVINCIA 2008 2013 I sem 2014 500 mln LAVORATORI ISCRITTI ALLA CASSA

    EDILE 2008 2013 I sem 2014 18.396 120 mln 10.400 11.842 250 mln PER SAPERNE DI PIÙ News e

    aggiornamenti sul sito torino.repubblica.it

    15/07/2014 11Pag. La Repubblica - Torino(diffusione:556325, tiratura:710716)

    La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 16

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  • Una donna presidente: "I cantieri la mia palestra" (ste. p.) «IL MIO lavoro? È una passione di famiglia: quando ero ragazzina vedevo mio nonnoe mio zio al lavoro e mi

    sono innamorata di questo mestiere». Sara Povero, classe 1987, è impegnata nell'azienda di famiglia,

    l'Immobiliare Pianel, e da pochi giorni è la prima presidente donna del gruppo Giovani del Collegio costruttori

    di Torino: «È vero - ammette -, la mia non è una professione facile per una ragazza, soprattutto in cantiere.

    Serve determinazione».

    Presidente, che obiettivi si è data? «È un periodo difficile per il nostro settore, che è il più in crisi di tutti. Oggi

    chi riesce a sopravvivere è già considerato di per sé un vincente. Per questo lo scopo del nostro gruppo è

    innanzitutto restare uniti e superare questo momento, per poi farci trovare pronti per quando l'edilizia

    cambierà passo». Cosa può offrire il gruppo Giovani costruttori? «Molti di noi hanno tra i 26 e i 27 anni, siamo

    mediamente più inesperti dei colleghi che ci hanno preceduto, però sono convinta che dai giovani si possa

    ottenere tanto,a partire dalle idee innovative».

    Su cosa punterà? «Terremo alta l'attenzione sull'architettura sostenibile e sul recupero, perché sappiamo

    che costruire in Italia sarà sempre più difficile. Per migliorarci, intensificheremo le visite nei cantieri più

    significativi». Come si immagina la Torino del futuro? «La nostra è già una città piuttosto verde, ma mi piace

    immaginare che possa diventarlo ancora di più. Se sfrutta questa sua potenzialità, Torino può diventare molto

    più vivibile di altri centri urbani, come ad esempio Milano».

    Ci saranno altri grattacieli? «Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio: potranno anche sorgerne di nuovi,

    l'importante è che siano inseriti nel contesto giusto e che non siano "mostri" che emergono dal nulla».

    Foto: AL TIMONE Sara Provero, classe 1987, è cresciuta nell'azienda di famiglia, l'Immobiliare Pianel.

    Ora è presidente dei giovani costruttori di Torino

    15/07/2014 11Pag. La Repubblica - Torino(diffusione:556325, tiratura:710716)

    La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 17

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  • Il caso Edilizia, persi 8 mila posti e la crisi non è ancora finita Marina Cassi Sempre peggio. Il bilancio della crisi nell'edilizia è sempre più pesante: a Torino e provincia, si sono persi 8

    mila posti di lavoro legali dal 2008. Un dato allarmante denunciato dal presidente del Collegio costruttori,

    Alessandro Cherio, che oggi tiene l'annuale assemblea. Gli addetti

    I dati sono spietati. Dice Cherio: «Gli iscritti alla cassa edile nel 2008 erano 18.396 mentre oggi sono 11.842,

    con una perdita quindi di 7 mila posti a cui se ne aggiunge un altro migliaio perso nei primi quattro mesi di

    quest'anno. È una situazione drammatica».

    Il presidente del Colleghio - che rappresenta oltre 300 imprese - racconta che gli operai iscritti alla Cassa

    Edile di Torino sono diminuiti del 36% negli ultimi 5 anni e, confrontando il primo trimestre 2014 con lo stesso

    periodo del 2013, il calo è stato addirittura del 14%. Le tasse sulla casa

    L'unico pezzo del settore a tenere è la riqualificazione delle abitazioni, che segnala una crescita dell'1,2%

    nell'ultimo anno. Ma Cherio sottolinea che la continua tassazione sulla casa danneggia il settore

    condannandolo alla recessione.

    Dice: «Il passaggio dall'Ici all'attuale accoppiata Imu-Tasi ha comportato una stangata addizionale sugli

    immobili, passata da 9 miliardi a 26 miliardi di euro a livello nazionale. Dopo la cancellazione dell'Imu

    sull'invenduto, la Tasi rappresenta una nuova patrimoniale sul magazzino delle imprese edili, con il

    paradosso che, pur essendo una tassa sui servizi, incide su immobili che non usufruiscono di nessun

    servizio». Opere pubbliche

    È ancora fermo o quasi il settore delle opere pubbliche: nei primi sei mesi del 2014 i bandi per le opere

    pubbliche si sono ridotti a circa 120 milioni e negli ultimi cinque anni sono passati dai 500 milioni del 2008 ai

    250 banditi nel 2013. La polemica

    Cherio polemizza duramente - pur concedendo ancora fiducia al nuovo governo per la sua «voglia di

    cambiare» - e auspica: «Vorremmo che quelli che per noi oggi sono solo proclami e propaganda politica,

    come i fondi per intervenire sul patrimonio scolastico per circa 20 milioni a livello provinciale o le opere di

    compensazione della Tav, diventino dei fatti concreti e cioè bandi a cui le nostre aziende possano

    partecipare».

    Nn ha dubbi: « Solo così potremo dare un segnale alle imprese e cominciare a credere che l'economia sia

    ripartita e la crisi finita». Patto stabilità

    E mette nel mirino il patto di stabilità. Dice: «C'è una ossessione, quella della riduzione della spesa pubblica,

    che strangola i comuni. Si tratta di un attaccamento ideologico: c'è spesa e spesa. Non si possono trascurare

    le potenzialità di stimolo alla crescita di un settore in cui un miliardo di investimento genera tre miliardi di Pil e

    un'occupazione di più di 20 mila posti». Denuncia: «Finora non è stato usato neppure uno dei 20 milioni

    destinati alla manutenzione delle scuola a Torino e provincia».

    15/07/2014 60Pag. La Stampa - Torino(diffusione:309253, tiratura:418328)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 18

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  • le novità del decreto legge Il web per "azzerare" la burocrazia Così il governo lancia l'Edilizia 2.0 Il governo l'ha definita una «rivoluzione copernicana». Si tratta del provvedimento che semplifica le procedure

    per l'avvio delle attività in edilizia, riducendo i passaggi burocratici. Il disegno di legge appena approvato da

    palazzo Chigi prevede un'accelerazione radicale peri servizi ai professionisti, alle imprese e ai cittadini. Per

    fare un esempio, uno degli effetti immediati della norma è l'obbligo, per le amministrazioni pubbliche, di

    mettere a disposizione on-line sui propri siti internet tutti i certificati relativi al settore, che potranno essere

    scaricati risparmiando tempo e costi. Inoltre, gli enti pubblici dovranno adeguarsi al principio dell'unicità dei

    punti di contatto con cittadini e imprese anche nel caso degli sportelli unici delle attività produttive e di quelli

    per l'edilizia. E da oggi anche l'inerzia delle amministrazioni dovrebbe diventare un ricordo: in caso di

    mancata risposta a seguito di una richiesta di pareri il silenzio-assenso scatta dopo 30 giorni e in caso di

    pareri discordanti è stato introdotto il potere sostitutivo del governo nei confronti delle amministrazioni.

    Altra novità importante, il processo di semplificazione prevede il superamento dell'uso della carta nel normale

    funzionamento della burocrazia e una partecipazione più facile degli utenti alle decisioni che li riguardano

    grazie all'uso delle tecnologie e all'applicazione dell'identità digitale. Intanto il governo ha reso noti anche i

    primi risultati della consultazione pubblica, lanciata lo scorso aprile e dedicata a imprese, professionisti e

    cittadini, sulle 100 procedure più complicate da semplificare in edilizia. Al «referendum» hanno partecipato

    oltre 40 mila soggetti da entrambe le parti: utenti alle prese con le pratiche edilizie, professionisti e

    imprenditori del settore, funzionari pubblici. Ne è emerso che l'edilizia è, in Italia, il settore con il maggior

    numero di procedure complicate, quello con i tempi più lunghi per ottenere i titoli abilitativi, anche per

    l'eccessivo numero di enti coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni e nel disbrigo delle pratiche, complice

    l'assenza di un riferimento normativo certo a causa di leggi statali e regionali spesso in contraddizione tra

    loro.

    Il primato negativo della lungaggine va al permesso di costruire. A seguire, i procedimenti di autorizzazione

    paesaggistica e via via fino all'autorizzazione sismica. Un altro passaggio di legge importante in materia di

    edilizia è stato, di recente, il cosiddetto Decreto del fare, i cui effetti si cominciano a vedere. Ad esempio in

    merito all'autorizzazione paesaggistica, la cui validità viene prolungata per tutta la durata dei lavori, o ai

    permessi di costruire, con esenzioni per gli interventi di ristrutturazione leggera, per i quali basta la

    Segnalazione certificata inizio attività.

    Infine, sebbene in ritardo sulle scadenze imposte dall'Unione europea, il governo ha anche varato il piano

    d'azione nazionale per l'efficienza energetica. Obiettivo: il taglio del 20% dei consumi di energia primaria

    entro il 2020. Il programma fotografa il parco immobiliare italiano stimando i possibili risparmi grazie a

    strumenti come il fondo nazionale per l'efficienza, il bonus 65%, il conto termico e il sistema dei certificati

    bianchi.

    15/07/2014 61Pag. La Stampa - Biella(diffusione:309253, tiratura:418328)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 19

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  • Insorgono i costruttori 'esclusi' dal bando «Quell'appalto deve esserefrazionato» Massimo Vitali: «Solo così potremmo partecipare tutti e dare lavoro» «L'APPALTO per il nuovo Inrca venga frazionato e assegnato in via diretta alle imprese edili del territorio:

    faremo lavorare 60 persone residenti in provincia di Ancona, che ora sono in cassa integrazione». A chiederlo

    è l'imprenditore edile Massimo Vitali della Vitali Group, in qualità di presidente dell'omonimo consorzio che

    raccoglie 14 imprese, tutte localizzate in provincia di Ancona. La richiesta è arrivata ieri, in una conferenza

    stampa cui ha preso parte anche Alessio Campobassi della Immobiliare Campobassi, impresa edile che fa

    parte del consorzio. Gli imprenditori locali passano al contrattacco, dopo aver appreso che la Cesi, la

    cooperativa di Imola che si era aggiudicata i lavori, è stata messa in liquidazione amministrativa coatta. «Dal

    cantiere la Cesi ha portato via anche i macchinari, costosissimi, che servivano per avviare i lavori - dice Vitali

    - e l'azienda che in graduatoria si è classificata dietro la Cesi, a distanza di anni potrebbe non essere più

    interessata all'appalto». Vitali fa presente che i bandi di gara per i grandi lavori nel territorio marchigiano,

    come quelli per il nuovo Inrca, tendono ad escludere le imprese del territorio. «VENGONO chiesti fideiussioni

    e fatturati altissimi - spiega - che solo pochi gruppi possono vantare. Nel frattempo il nostro consorzio ha 60

    lavoratori in cassa integrazione. Frazionando l'appalto si potrebbero far lavorare le aziende locali: quelle del

    nostro consorzio sono dislocate in tutta la provincia, da Chiaravalle a Numana, e lavori così importanti

    permetterebbero a 60 famiglie di tornare a fare la spesa». Il costruttore anconetano ritiene che la Cesi abbia

    preso in consegna il cantiere sapendo già di essere in crisi e di non avere la capacità per portare avanti i

    lavori. Non mancano bordate al sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, che in qualità di avvocato ha curato il

    ricorso della Cooperativa Cesi, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, che nel gennaio scorso ha accolto il

    ricorso facendo assegnare i lavori alla cooperativa di Imola a discapito della prima azienda in graduatoria. Su

    questo fronte interviene anche Italo D'Angelo de La Tua Ancona che con un'interrogazione orale, nel

    ricordare il ruolo dell'avvocato Valeria Mancinelli nella vicenda, chiede alla Mancinelli sindaco di «illustrare

    qual è il destino del nuovo Inrca, atteso che interessati alla realizzazione dell'opera sono anche i cittadini di

    Ancona, oltre che le maestranze e gli operai». al. pa. Image: 20140715/foto/156.jpg

    15/07/2014 6Pag. QN - Il Resto del Carlino - Ancona(diffusione:165207, tiratura:206221)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 20

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  • «Non voglio licenziare nessuno Ma sui cantieri devo fare scelte» Primo giorno di lavoro per il liquidatore Antonio Gaiani CRISTINA DEGLIESPOSTI di CRISTINA DEGLIESPOSTI PRIMA un faccia a faccia con i sindacati, poi il colloquio con i dipendenti, come

    promesso e un'importante decisione da prendere nelle prossime ore: richiedere o meno l'esercizio provvisorio

    di Cesi. Mattinata fitta di appuntamenti, ieri, per il liquidatore Antonio Gaiani al suo primo giorno di 'lavoro'

    nella coop edile di via Sabbatani. «Sono stati tutti molto carini con me, soprattutto i lavoratori - racconta il

    commercialista nominato martedì scorso dal Ministro Boschi -. Ho detto loro che farò il massimo, la faccia ce

    la metto senza tirarmi indietro. Sarò in azienda più giorni che posso». Ma la realtà è un'altra: Gaiani è

    commercialista, il suo ruolo è quello di preservare la massa fallimentare a favore dei creditori e non può certo

    improvvisarsi imprenditore edile dall'oggi al domani, colmando le lacune della dirigenza Cesi decaduta con il

    suo arrivo. «NEL piano che ho in mente non licenzierò nessuno, anzi - racconta Gaiani -. Ai sindacati ho

    subito spiegato la mia intenzione di chiedere al Ministero la cassa integrazione straordinaria per tutti i 403

    dipendenti. Mi è stato chiesto di partire prima con la cassa ordinaria, ma sulla reale possibilità di farlo devo

    fare una verifica. Per questo ci siamo riaggiornati a mercoledì (domani, ndr)». Dopo l'incontro con i sindacati,

    «molti dei quali li conoscevo già per via di altre procedure», Gaiani ha fatto un summit in azienda con una

    ventina di dipendenti amministrativi. «Ho chiesto l'elenco di tutte le società partecipate di Cesi - spiega -, poi i

    bilanci, gli elenchi dei creditori e tutto il materiale possibile per capire di che somme disponiamo realmente».

    L'emergenza, al momento, sono i cantieri. Quelli ancora in corso, dopo il blocco del pagamento dei fornitori di

    giugno, sono soprattutto a Rimini (teatro Galli), a Milano con l'Expo e in giro per la provincia di Bologna con i

    cantieri di Hera. «Domattina (oggi, ndr) affronterò subito la disamina di questi tre interventi, poi degli altri -

    racconta -. Alcune commesse possono essere vantaggiose per Cesi, ma su altre devo capire ancora se

    conviene andare avanti. Dopo tutto, il mio ruolo è quello di non aggravare la massa debitoria. E' una scelta

    non facile, né scontata quella di richiedere l'esercizio provvisorio. Devo capire se ne abbiamo i presupposti o

    se convenga invece andare avanti per singoli accordi». TRA i cantieri più discussi (e più a rischio), c'è anche

    quello del nuovo ospedale di Ancona sud, un Istituto nazionale di riposo e cura per anziani. la posa della

    prima pietra ufficiale è già stata fatta, in pompa magna, una manciata di mesi fa, poi non è seguito alcun

    cantiere. «Devo vedere se quella prima pietra convenga toglierla o lasciarla - si limita a dire -. Al momento ai

    dipendenti ho detto di continuare ad andare a lavorare».

    15/07/2014 3Pag. QN - Il Resto del Carlino - Imola(diffusione:165207, tiratura:206221)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 21

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  • Ambiente, arriva il nuovo regolamento Tetti ecologici e auto elettriche, la ricetta green del sindaco di Lentate SONIA RONCONI di SONIA RONCONI - LENTATE - UN COMUNE all'insegna dell'ecologia. La Giunta di Rosella Rivolta sta

    infatti lavorando alla stesura di un nuovo regolamento, che sarà adottato entro l'estate, che punta alla tutela

    dell'ambiente. La nuova edilizia, i tetti ecologici, l'obbligo dell'istallazione di colonnine per la ricarica delle auto

    elettriche e l'utilizzo di materiali di recupero sono le grandi tematiche prese in considerazione. L'ASSESSORE

    all'Urbanistica, Marco Cappelletti spiega che la Giunta ha inoltre deciso di snellire al massimo le pratiche

    burocratiche. Dei 143 articoli ne resteranno solo 113 in modo da semplificare la vita dei professionisti.

    «L'articolo 15 richiedeva l'obbligo del parere preventivo - spiega l'assessore -. Vogliamo incentivare il lavoro

    dei commercianti, dando alle attività di pubblico ristoro l'occupazione del suolo prolungata per installare

    esterni e dehor. Nell'articolo 59 è, invece, trattato il tema del decoro. Nel caso in cui un cantiere non fosse

    ultimato, i responsabili avranno l'obbligo di intonacare le facciate degli edifici per il pubblico decoro. Pronto

    anche un articolo per contrastare la criminalità organizzata, ma le novità più importanti riguardano

    l'ambiente». «Per quanto riguarda le ristrutturazioni e le nuove edificazioni - spiega l'assessore - diventerà

    obbligatorio l'utilizzo di materiale di riciclo. Un 10 per cento dovrà essere recuperato entro 100 chilometri dal

    cantiere e una percentuale analoga dovrà provenire da fonti rinnovabili». SE TUTTO procede senza intoppi, il

    Comune di Lentate sul Seveso diventerà uno dei municipi più ecologici. Durante l'ultima commissione

    urbanistica, Gabriele Porro di Insieme per Lentate ha spiegato «di aver dato il benestare per questo progetto.

    Il problema, però, è che può capitare che il proprietario non possa permettersi tutta la spesa. L'idea

    aggiuntiva, quindi, potrebbe essere quella di incentivare chi fa nuove costruzioni, cercando di ridurre gli

    oneri». Image: 20140715/foto/502.jpg

    15/07/2014 8Pag. QN - Il Giorno - Brianza(diffusione:69063, tiratura:107480)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 22

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  • Edilizia, risale l'occupazione Primo trimestre: più 650 La luce in fondo al tunnel: nuovi posti di lavoro nelle imprese edili della provincia di Caserta dopo mesi di

    sofferenza. È quanto viene fuori dal dossier Senaf, in base a dati forniti da Excelsior-Unioncamere. La

    previsione di saldo occupazionale è positivo. Secondo lo studio aumenterà, nel secondo trimestre 2014, di

    650 unità. L'analisi è stata effettuata in vista dell'appuntamento con Proenergy+Expoedil (che si terrà alla

    Fiera del Levante di Bari, dal 27 al 29 novembre), l'evento di formazione e informazione dedicato all'efficienza

    energetica, alle energie rinnovabili e alla costruzione di edifici sostenibili. Il saldo positivo atteso per questo

    trimestre è la risultante di 2.350 «entrate» di lavoratori, sia subordinati sia autonomi, e 1.700 «uscite», dovute

    a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi.

    Guardando al comparto edile e alle previsioni delle sole imprese che intendono assumere dipendenti, non

    considerando le cessazioni di rapporti lavorativi, emerge che in provincia saranno 650 i profili ricercati, ai

    quali verrà offerto nel 66,5% dei casi un contratto a tempo indeterminato mentre il 33,5% a tempo

    determinato. Operai specializzati e conduttori di impianti e macchinari (68,2%), che abbiano maturato

    esperienze specifiche (83,2%), le professionalità più richieste. Le imprese edili sono alla ricerca di personale

    di sesso maschile (92,2%), mentre per quanto riguarda l'età il campione si divide tra chi preferisce personale

    «oltre i 29 anni» (43,4%) e chi invece non ha particolari preferenze (53,2%).

    «Dai dati emerge chiaramente come anche l'edilizia sia sempre più alla ricerca di personale specializzato, in

    grado di tener il passo con l'evoluzione del settore. Per questo è necessario fornire agli operatori momenti di

    aggiornamento professionale, utili ad acquisire le competenze richieste dal mercato», afferma Emilio Bianchi,

    direttore di Senaf.

    «Per questo Proenergy + Expoedil vuole essere un evento in grado di formare - comclude - gli addetti del

    settore sulle nuove tecnologie, offrendo la possibilità di osservare e toccare con mano le reali applicazioni dei

    prodotti legati alle energie rinnovabili, all'efficientamento degli edifici e al costruire sostenibile». Oltre alla

    parte espositiva, l'aspetto-formazione è infatti parte integrante del progetto Proenergy+Expoedil.

    Per quanto riguarda le altre province della Campania, sempre in base allo studio elaborato da Senaf, si

    evince un saldo occupazione di 3720 addetti in provincia di Napoli, 2400 in quella di Salerno, 190 in Irpinia e

    70 nel Sannio.

    gi.gl.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    15/07/2014 26Pag. Il Mattino - Caserta(diffusione:79573, tiratura:108314)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 23

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  • L'ESAME IL 21 LUGLIO. MA IL PARLAMENTO VORREBBE UNA DELEGA AUTONOMA Riforma degli appalti in arrivo in Cdm Andrea Mascolini Il 21 luglio il Consiglio dei ministri esaminerà la delega per il recepimento delle direttive appalti pubblici e la

    riforma del codice dei contratti, ma non c'è accordo fra Governo e Parlamento che vorrebbe una delega

    autonoma dal disegno di legge europea in corso di approvazione; per Raffaele Cantone, presidente

    dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), la nuova legge dovrà essere scritta senza ascoltare la lobby dei

    costruttori. Sono questi alcuni dei punti emersi ieri nel corso del convegno organizzato alla Camera dal

    gruppo parlamentare del Partito democratico dal titolo «Appalti pubblici e corruzione: dalla legittimità formale

    alla legalità sostanziale». È stato il viceministro delle infrastrutture Riccardo Nencini ad anticipare che il

    governo esaminerà la norma di delega nel corso del Consiglio dei ministri programmato per il 21 luglio per

    farla approvare con la legge europea 2013-bis in corso di esame da parte del Parlamento. Questa ipotesi

    però è stata subito bocciata dal presidente della Commissione lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci

    che, per le numerose e profonde modifiche che saranno apportate, ha chiesto un disegno di legge delega

    autonomo che consenta alle commissioni di esaminare a fondo la materia (ma così ci vorrà più tempo). In

    precedenza il viceministro Nencini aveva chiarito che la delega, una volta approvata dal Parlamento «servirà

    per recepire le direttive e asciugare profondamente ciò che è stato scritto in passato»; il tutto per potere

    completare la riforma entro un anno da oggi, «affrontando con determinazione anche il tema delle opere

    incompiute e lavorando sul tema della qualità progettuale». Per il presidente Cantone, «dopo Tangentopoli

    non si è mai più intervenuti per prevenire la corruzione, ma si è proceduto allo smantellamento del sistema

    dei controlli». Sul tema della riforma degli appalti Cantone ha affermato che «non si può tenere in vita un

    codice che vale soltanto per i lavori di serie B, mentre le grandi opere vanno sempre in deroga. Infine

    Cantone ha invitato Governo e Parlamento «a non perdere questa grande occasione e soprattutto a fare sì

    che le regole non siano scritte dalla lobby dei costruttori». Secca la replica di Paolo Buzzetti dell'Ance: «Non

    mi trovo d'accordo: dopo il '92 abbiamo preso atto di dover proporre cose per il paese».

    15/07/2014 20Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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    SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 24

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  • SCENARIO ECONOMIA

    13 articoli

  • Il presidente Bce: «Euro troppo forte. La mia uscita? Voci infondate». Cresce il debito italiano «Non annacquate le regole» La linea di Draghi: le riforme contano più della flessibilità Caizzi, Ducci, Tamburello «Le regole di bilancio non vanno annacquate con troppa flessibilità: per la crescita servono riforme

    strutturali». Così Mario Draghi, secondo cui l'euro forte danneggia la ripresa. Il presidente Bce definisce poi

    «infondate» le voci di una sua uscita. Debito italiano a 2.166,3 miliardi. ALLE PAGINE 2 E 3

    STRASBURGO - Il presidente della Bce Mario Draghi interviene nel dibattito europeo sulla maggiore

    flessibilità nei vincoli di bilancio nazionali invitando a non «annacquare» le regole attuali. Nel suo primo

    intervento nella nuova legislatura dell'Europarlamento di Strasburgo, ha incentrato la sua analisi sulla

    necessità di rilanciare la «crescita», che per ora dovrebbe continuare «moderata». Ha considerato non

    sufficienti anche i progressi nel mercato del lavoro per la «alta» disoccupazione nella zona euro. Ma ha

    esortato ad affrontare la situazione attuando «le necessarie riforme strutturali». In questo contesto ha

    rilanciato la sua proposta di istituire «una qualche forma di governance comune» per questi interventi.

    Draghi considera «limitato» puntare solo sulla flessibilità per avere maggiori margini di spesa. Ha detto che

    «le presenti regole già contengono abbastanza flessibilità». In questo è apparso più vicino alle posizioni della

    Germania e degli altri Paesi rigoristi del Nord, anche se Italia, Francia e altri Stati del Sud formalmente

    affermano di accettare questa limitazione. Il presidente della Bce considera positivo aver rafforzato il

    complesso di vincoli contenuti nel Patto di stabilità e di crescita, nel six-pack e nel two-pack . Ha esortato i

    governi a «fare grande attenzione a non tornare indietro rispetto a questa conquista o ad annacquare la sua

    applicazione fino al punto da non farlo più considerare un quadro credibile».

    Draghi ha condiviso le preoccupazioni sull'euro forte, che penalizza soprattutto le imprese esportatrici. «Un

    apprezzamento del tasso di cambio è un rischio per la sostenibilità della ripresa», ha ammesso. Ha poi

    anticipato che la Bce continuerà la politica monetaria «accomodante» con l'elargizione di ingente liquidità al

    sistema bancario. Ha parlato dei Tltro (rispetto ai precedenti prestiti Ltro) perché la "t" sta per targeted , cioè

    mirati. I finanziamenti a bassissimo costo saranno rigidamente «condizionati ai prestiti al settore privato non

    finanziario». Vengono però esclusi i mutui alle famiglie per l'acquisto di case perché si vuole evitare il rischio

    di una «bolla», che secondo Draghi potrebbe essere già all'inizio «in alcuni Paesi» nel settore immobiliare.

    Nello scenario macroeconomico vede per la moderata ripresa dei rischi al ribasso e di tipo «geopolitico»

    (soprattutto le tensioni in corso in varie aree, n.d.r.). Draghi, rispondendo a una specifica domanda, ha

    smentito un suo possibile rientro in Italia. «Resto alla Bce», ha detto in relazione alle «voci infondate», che ha

    attribuito a «parti interessate».

    Anche il Fondo monetario internazionale di Washington condivide le previsioni di crescita debole nell'area

    euro, rivedendo il Pil leggermente al ribasso all'1% nel 2014 e all'1,5% nel 2015, non sufficiente a risolvere il

    grave problema della disoccupazione. La ricetta consigliata riporta sempre alle «riforme strutturali». Viene poi

    sollecitato il sostegno finanziario alle piccole imprese con difficoltà di accesso al credito. In questa chiave il

    Fmi apprezza l'intervento finanziario determinato della Bce di Draghi. Solleva però dubbi sull'azione contro la

    bassa inflazione e i rischi di deflazione.

    Ivo Caizzi

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    L'audizione a Strasburgo

    Meno tasse e più riformeper rilanciare la crescitaLa flessibilità in materia di finanza pubblica non è l'unico modo per rilanciare la crescita. La strada, secondo

    Draghi, non è annacquare le regole di stabilità e la loro attuazione ma fare le riforme strutturali. Ossia bassa

    spesa dei governi, soprattutto quella improduttiva, e meno tasse

    15/07/2014 1Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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    SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 26

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  • L'euro forte frena la ripresal'Eurotower monitoreràLa sostenibilità della ripresa in Europa è messa a rischio dall'apprezzamento dell'euro. Il tasso di cambio non

    è tra gli obiettivi della Bce, ma il numero uno dell'Eurotower ha detto che verrà monitorato da vicino per le

    possibili ripercussioni commerciali e i rischi geopolitici

    Liquidità garantita alle banchecon i rifinanziamentiLa Bce continuerà a soddisfare la domanda di liquidità delle banche almeno fino alla fine del 2016, ha

    assicurato il presidente nell'audizione davanti all'Europarlamento, attraverso le operazioni di rifinanziamento

    come i prestiti a lungo termine Tltro in cambio di adeguate garanzie

    Foto: Giannelli

    Foto: Francoforte Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi

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    SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 15/07/2014 27

  • Conti pubblici Dal contributo al fondo salva Stati alla liquidità del Tesoro: a maggio raggiunta quota 2.166miliardi Pagamenti alle imprese e Bot, debito pubblico al nuovo record L'aumento In un mese è cresciuto di 20 miliardi. Nei primi cinque mesi le entrate sono salite dell'1,6% Stefania Tamburello ROMA - Ancora un record per il debito pubblico, che è un primatista eccezionale. Recede raramente e va

    sempre avanti: in maggio, secondo i dati della Banca d'Italia, è cresciuto di 20 miliardi arrivando a toccare i

    2.166,3 miliardi. Una cifra altissima. Toccò la cifra di un miliardo di lire nel 1948 e dieci anni fa, a maggio del

    2004, era a 1.471,804 miliardi di euro.

    Fatte le riflessioni sulla pesantezza dei numeri, si deve osservare che i record, mese dopo mese, non devono

    sorprendere perché nella sostanza il debito si accresce perché le entrate dello Stato continuano ad essere

    inferiori alle sue spese facendo emergere un fabbisogno da finanziare. I titoli che lo Stato emette per

    raccogliere le risorse di cui ha bisogno rappresentano circa l'83% del debito e producono a loro volta interessi

    da pagare a chi li ha comprati che incidono sul bilancio e quindi finiscono per produrre altro debito.

    In secondo luogo il dato più significativo per capire quanto il debito limiti l'azione di uno Stato è il suo

    rapporto con il Prodotto interno lordo che in Italia, vista la stagnazione seguita all'uscita dalla recessione, è

    molto alto, superiore al 132%. È questa percentuale, non il valore in assoluto, che fa dell'Italia, agli occhi degli

    investitori, un Paese a rischio, perché il reddito che produce non sarebbe in grado di far fronte ai debiti.

    Di positivo c'è il fatto che l'Italia è un ottimo pagatore e che, se si esclude il periodo nero a cavallo tra il 2011

    e il 2012, ha sempre goduto della fiducia degli investitori istituzionali e non ha problemi a collocare i suoi titoli

    sul mercato a costi che negli anni sono comunque diminuiti.

    Come dice il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, «la via maestra per ridurre il debito è solo una

    crescita sostenuta». Per il resto, a meno di operazioni straordinarie finora solo immaginate, la strada per farlo

    calare passa necessariamente per avanzi primari di bilancio crescenti e quindi con una riduzione del

    fabbisogno e delle spese correnti, visto che le entrate - vedi le tasse - sono ai massimi e a loro volta frenano

    la crescita. Ieri la Banca d'Italia ha diffuso anche il dato sulle entrate tributarie, pari in maggio a 31 miliardi, in

    aumento del 2,9% rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi cinque mesi dell'anno le entrate sono invece

    cresciute dell'1,6% (2,2 miliardi).

    Ogni italiano, quando nasce, ha già circa 30 mila euro di debiti. Ma chi ne è responsabile? In maggio, spiega

    il comunicato di Bankitalia, il debito è aumentato di 20 miliardi: l'incremento riflette per 5,5 miliardi il

    fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e per 14,9 miliardi l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro,

    pari a 92,3 miliardi contro i 62,4 miliardi di maggio 2013, che sono in pratica il cuscinetto di risorse che il

    ministero utilizza per le necessità correnti. In particolare, approfittando del buon andamento dei tassi di

    interesse dei primi mesi dell'anno, il Tesoro, spiegano a Via Venti settembre, ha fatto pre-funding , ha

    collocato cioè più titoli di quanto avesse bisogno per poter affrontare con tranquillità le più pesanti scadenze

    della seconda metà dell'anno. Ha messo insomma fieno in cascina per il periodo di maggior

    bisogno,approfittando delle condizioni favorevoli di approvvigionamento, sintetizzabili in un unico dato. Il

    costo medio dell'emissione dei titoli nei primi mesi del 2014 è stato pari all'1,58%, il minimo storico per l'Italia.

    Non per nulla la gestione dei titoli aggiunta agli effetti dell'apprezzamento dell'euro hanno contenuto

    l'incremento del debito per 0,4 miliardi.

    Questo aumento di 20 miliardi, dice ancora il comunicato dell'Istituto di via Nazionale , è il risultato di un

    aumento di 20,9 miliardi del debito delle amministrazioni centrali e di una diminuzione di 0,9 miliardi di quello

    delle amministrazioni locali, con l'invarianza di quello degli enti previdenziali. Ma al di là della distribuzione tra

    centro e periferia, sul debito incidono - e la cosa è visibile nei dati definitivi del 2013 - anche il programma dei

    pagamenti dei crediti della Pubblica amministrazione alle imprese e la partecipazione dell'Italia ai piani di

    sostegno dei Paesi europei in difficoltà.

    15/07/2014 3Pag. Corriere della Sera - Ed. nazionale(diffusione:619980, tiratura:779916)

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  • L'anno scorso, infatti, il fabbisogno pubblico da finanziare è stato pari a 78,8 miliardi a fronte di 74,2 miliardi

    nel 2012. Su quella cifra, però, hanno inciso le risorse destinate al sostegno finanziario dei Paesi