ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12...

196
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. ANIEM Rassegna Stampa del 14/03/2016

Transcript of ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12...

Page 1: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o

parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la

esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a

quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.

ANIEM

Rassegna Stampa del 14/03/2016

Page 2: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

INDICE

ANIEM

13/03/2016 Gazzetta del Sud - Cosenza

Nella rete investigativa il costruttore antiracket di Siracusa11

13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari

Aniem, Giampetruzzi presidente12

12/03/2016 EPolis Bari

Aniem Puglia vertice rinnovato13

12/03/2016 Giornale di Sicilia - Agrigento

Quattro imprenditori siciliani agli arresti C'è anche Misseri che si ribellò al pizzo14

ANIEM WEB

12/03/2016 www.affaritaliani.it 20:14

Raffaele Giampietruzzi neo presidente ANIEM Puglia17

12/03/2016 www.lagazzettadelmezzogiorno.it_puglia 12:45

Aniem Puglia nuovi vertici e corso18

11/03/2016 www.lavoripubblici.it 01:30

Nuovo codice dei contratti: I contributi dei soggetti interessati19

12/03/2016 ilikepuglia.it 00:20

Aniem Puglia, nominato il nuovo consiglio direttivo: l'Architetto Giampetruzzi saràil presidente

21

SCENARIO EDILIZIA

12/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Anas, mazzette e appalti pilotati Il giudice: un marciume diffuso23

12/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Dalla città all'alta quota Un giardino verticale sopra le vanità terrene24

14/03/2016 Corriere Economia

Tesoro La task force del mattone26

14/03/2016 Corriere Economia

Il lavoro o l'ambiente? Cgil divisa al referendum28

Page 3: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

14/03/2016 Corriere Economia

Borse euro I titoli per l'attacco (ma senza scoprirsi troppo)29

14/03/2016 Corriere Economia

Destinazione Sudamerica: Egp investe in Perù e Cile31

14/03/2016 Corriere Economia

Fotovoltaico E ora tutti al sole Cina in testa nell'anno dei record32

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

Filiera del cemento in cattedra sulla prevenzione34

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

Appalto pagato a ore, il contraente diventa datore e sostituto35

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

Otto idee per portare l'edilizia fuori dalla crisi36

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

La Milano di domani: cinque città che stanno in una39

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

Usa e Iran obiettivi di Luxury living41

12/03/2016 La Repubblica - Milano

Cresce la protesta dei comitati cittadini contro i cantieri M442

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Fiera Bologna, salta il cda: verso il sì a Parma e Rimini43

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Zamperla: "Che sballo le mie giostre piacciono a Disney e Kim Jong-un"45

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Quei miliardi dal gioco alle "buone cause" così la civiltà anglosassone indica larotta

47

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Nel nuovo Codice appalti le speranze degli ingegneri49

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Svolta nell'industria in calo le emissioni51

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Sicurezza, al via il bando Isi pronti 276 mln per imprese53

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Più di un miliardo per la prevenzione c'è anche l'amianto54

Page 4: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Confermata la solidità dell'istituto con quasi 500 milioni di avanzo finanziario56

13/03/2016 La Stampa - Aosta

Lo scandalo Anas arriva anche in Valle57

13/03/2016 La Stampa - Novara

Lotta agli irregolari "Così si può battere la crisi dell'edilizia"58

13/03/2016 Il Messaggero - Pesaro

Scuola edile: un'app in aiuto del comparto ancora in crisi59

12/03/2016 Milano Finanza

Costruzioni in legno in crescita del 7,7% in quattro anni60

12/03/2016 Milano Finanza

Primi passi in Svizzera61

12/03/2016 ItaliaOggi

Detrazione del 65% solo su immobili accatastati62

12/03/2016 Avvenire - Nazionale

«L'economia reale italiana oggi è ancora in recessione»63

14/03/2016 QN - Il Resto del Carlino - Bologna

Via Petroni, parte il cantiere «Riqualificate anche la parte sociale»64

14/03/2016 QN - Il Giorno - Nazionale

La «casa verde» sei anni dopo65

14/03/2016 QN - Il Giorno - Legnano

I furbetti dell'impresa edile cinese: gli operai senza contratti e tutele66

12/03/2016 QN - La Nazione - Massa Carrara

Lavori infiniti «Ma le penali vengono pagate?»67

12/03/2016 QN - La Nazione - Viareggio

Edilizia, chiuse 400 imprese e persi duemila posti di lavoro68

13/03/2016 Il Gazzettino - Padova

Infortuni sul lavoro: 253 cantieri fuorilegge69

12/03/2016 Capital

Astaldi70

12/03/2016 Capital

Azimut Benetti Group72

Page 5: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

14/03/2016 Edilizia e Territorio

Leadership e gestione delle risorse umane74

12/03/2016 La Notizia Giornale

Tunnel, a Cuneo il cantiere più lento del mondo76

12/03/2016 La Notizia Giornale

Edilizia scolastica L'anagrafe è ancora in alto mare77

SCENARIO ECONOMIA

14/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

dobbiamo ripartire da einaudi e sturzo per rinnovare la società79

13/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

La forte spinta della Bce Frenata dai vecchi fantasmi81

13/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

non si può crescere chiedendo solo diritti e trascurando i doveri82

13/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Pensioni a caro prezzo, il caos ricongiunzioni Ipotesi sconto sulle rate84

13/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Ecco le scelte di portafoglio dopo il piano della Bce86

13/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Stretta sui voucher, obbligo di sms La mossa del governo contro gli abusi87

12/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Il costo del paese illegale88

12/03/2016 Corriere della Sera - Nazionale

Effetto Draghi, volano le Borse89

14/03/2016 Corriere Economia

Lusso «Il Made in Italy è senza confini Non solo borse, più scarpe e vestiti»91

14/03/2016 Corriere Economia

Lo Stato invadente che frena la crescita e la competitività93

14/03/2016 Corriere Economia

Sfide Già in calendario altri derby Italia-Francia95

14/03/2016 Corriere Economia

Energia Il petrolio? È già pronto per il rimbalzo98

Page 6: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

14/03/2016 Corriere Economia

L'Ue affronta il rischio di «tempesta perfetta»100

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

Il dividendo digitale che non si può sprecare101

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

L'Italia fa rotta su Polonia e Uk103

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

Le due facce dello sviluppo105

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

Da Google a Hilton: si assume in Asia107

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

RISPARMIO, CASE E BENZINA: TASSE CON AUMENTI RECORD*109

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

La bellezza sfiora i 10 miliardi112

14/03/2016 Il Sole 24 Ore

«È il momento di valorizzare la manifattura»114

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

La deflazione ora fa meno paura115

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

Un Testo unico per superare la giungla dei mercati117

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

La rotta tracciata per un fisco più equo119

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

La burocrazia frena Garanzia giovani In due anni firmati 30mila contratti121

13/03/2016 Il Sole 24 Ore

Politiche attive contro la disoccupazione123

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

Piano del Governo, sgravi per sostenere l'acquisto dei bond emessi dalle Pmi126

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

Banche, 320 miliardi a tasso zero129

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

Spinta al credito e alla redditività132

Page 7: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

La spinta di Draghi, la miopia dell'Europa133

13/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Orari, qualità, risparmi così si calcolerà il bonus sugli stipendi di chi produce di più135

13/03/2016 La Repubblica - Nazionale

L'inutile polemica sullo "zero virgola" che condiziona i conti pubblici137

13/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Cantone richiama Adr sugli appalti "Più trasparenza"139

13/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Faro Authority sui rincari nelle Tlc141

12/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Meno tasse in busta paga per chi produce di più voucher per gli asili nido142

12/03/2016 La Repubblica - Nazionale

"Giù il costo del lavoro e nuove regole sui contratti così l'Italia può ripartire"144

12/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Alle Generali inizia la gestione Donnet-Minali146

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Hachigo "La mia Honda balla da sola e punta tutto sull'hi-tech"*148

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Telecom e Mediaset partita francese in terra italiana150

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

Finanza e immobili le nozze con frutti avvelenati*152

14/03/2016 La Repubblica - Affari Finanza

CRESCITA CINESE LE STIME VARIABILI E L'INCERTEZZA DEI MERCATI154

14/03/2016 La Stampa - Nazionale

Eni, parte il giacimento Goliat Si estrarrà petrolio dall'Artico155

14/03/2016 La Stampa - Nazionale

«La Fed aspetterà per nuovi interventi»156

14/03/2016 La Stampa - Nazionale

"Sanità, energia e hi­tech per il rilancio di Legacoop"157

13/03/2016 La Stampa - Nazionale

Se Cuba entra nel Fondo monetario159

Page 8: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

12/03/2016 La Stampa - Nazionale

Il mattoncino trova casa anche da noi161

12/03/2016 La Stampa - Nazionale

"Dalla Bce non un regalo alle banche ma una spinta a fare più prestiti"163

12/03/2016 Milano Finanza

ORSI & TORI165

12/03/2016 Milano Finanza

LE PRIME SFIDE DELL' AD DONNET169

12/03/2016 Milano Finanza

Le sorprese di Moretti170

12/03/2016 Milano Finanza

Basta sparare sulle banche *172

SCENARIO PMI

14/03/2016 Corriere Economia

Siamo più internazionali Ma si deve cambiare passo176

14/03/2016 Corriere Economia

Per gli affari serve la fibra giusta177

12/03/2016 Il Sole 24 Ore

Un dato che va letto con grande cautela178

14/03/2016 La Repubblica - Nazionale

Voglia di welfare nelle piccole imprese baby sitter e badanti con i buoni pasto179

14/03/2016 La Stampa - Torino

Hub dell'Innovazione, un nuovo servizio per le imprese181

12/03/2016 ItaliaOggi

Bilanci su tre direzioni182

12/03/2016 ItaliaOggi

Garanzie solo se c'è l'investimento184

14/03/2016 ItaliaOggi Sette

Pmi innovative in corsia veloce185

14/03/2016 ItaliaOggi Sette

Brevetti, ora l'Italia guadagna terreno con un +9% da record187

Page 9: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

14/03/2016 ItaliaOggi Sette

Battistelli (Epo): la tecnologia fa da traino188

12/03/2016 Capital

ANNI DALLA PARTE DEGLI IMPRENDITORI189

14/03/2016 Corriere del Mezzogiorno Economia

Regionale Sviluppo aiuta le imprese192

12/03/2016 Specchio Economico

ANTONIO TAJANI: LE CAPITALI DI ITALIA SONO ROMA E BRUXELLES, ECCOCOME RISALIRE LA CHINA

193

Page 10: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ANIEM

4 articoli

Page 11: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Carmelo Misseri Nella rete investigativa il costruttore antiracket di Siracusa Imprenditore edile. Carmelo Misseri denunciò un " pezzo da novanta " FLORIDIA È sicuramente uno degli

imprenditori edili più importanti della provincia di Siracusa. Il suo nome è legato a strade, autostrade, ed

opere come il porto grande (che sta per essere ultimato). Nel mirino di richieste estorsive, ha denunciato i

suoi aguzzini subendo diversi attentati intimidatori. Carmelo Misseri, 60 anni, è indubbiamente uno dei nomi

eccellenti indagati dalla Procura di Roma. Titolare della Sics con sede a Priolo, realizza grandi opere in

tutta Italia. La sua denuncia aveva portato in carcere un pezzo da novanta della criminalità organizzata

della provincia di Siracusa, come Nunzio Salafia. All'imprenditore di Floridia era stato chiesto un pizzo di

200 mila euro. Un rifiuto a pagare che gli era costato tre attentati incendiari nei cantieri della strada

Siracusa - Floridia. Misseri, diversi anni fa, era stato indagato dalla Procura della Repubblica di

Siracusacon l ' accusa di avere usato del cemento depotenziato nel realizzare dei cassoni di

prolungamento del molo del porto. Ma l ' imprenditore, dopo perizie e contro perizie, è riuscito a dimostrare

che il manufatto era stato realizzato rispettando il contratto. Misseri ha ricoperto anche il ruolo di presidente

regionale di Aniem Sicilia, il Collegio delle imprese edili siciliane aderenti a Confapi Sicilia. 3 (a.r.)

13/03/2016Pag. 5 Ed. Cosenza

diffusione:25225tiratura:38755

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM - Rassegna Stampa 14/03/2016 11

Page 12: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ASSOCIAZIONE IMPRESE EDILI DI PUGLIA Aniem , Giampetruzzi presidente n Rinnovo dei vertici regionali all'Aniem Puglia (associazione nazionale Imprese edili manifatturiere). Un

nuovo direttivo tutto improntato ad un ricambio generazionale e una nuova direzione di marcia per

intercettare al meglio le opportunità professionali ed occupazionali di una regione come la Puglia che vuole

essere in prima linea nella ripresa del Paese. È questo il senso del nuovo consiglio direttivo dell'Aniem

Puglia che sarà presieduto dall'Architetto barese Raffaele Giampetruzzi, nominato all'unanimità dall'a s s e

m bl e a dei soci. Accanto a lui nel nuovo organigramma del braccio pugliese dell'Associazione nazionale

Imprese edili manifatturiere ci sono anche: Fabrizio Palmiotti (vicepresidente, tesoriere, consigliere)

Riccardo Figliolia (segretario generale e consigliere) Nicola Luciano Di Liddo (consigliere), Serafina Lanave

(consigliere).

13/03/2016Pag. 12 Ed. Bari

diffusione:22565tiratura:31646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM - Rassegna Stampa 14/03/2016 12

Page 13: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

GIAMPETRUZZI N°1 Aniem Puglia vertice rinnovato Nuovo vertice per l'Aniem Puglia (Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere). Un direttivo

improntato ad un ricambio generazionale e una nuova direzione di marcia per intercettare al meglio le

opportunità professionali ed occupazionali in Puglia E' questo il senso del nuovo consiglio direttivo dell'

Aniem Puglia che a partire da oggi sarà presieduto dall'architetto Raffaele Giampetruzzi (barese, classe

'74), nominato all'unanimità dall'assemblea dei soci. Nel nuovo organigramma ci sono anche: Fabrizio

Palmiotti, Riccardo Figliolia, Nicola Luciano Di Liddo, Serafina Lanave. "La priorità in questo momento è

continuare a sostenere una voce unitaria del mondo delle costruzioni" ha ribadito il neo presidente dopo la

nomina.

12/03/2016Pag. 9

diffusione:21000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

ANIEM - Rassegna Stampa 14/03/2016 13

Page 14: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

appalti e tangenti il costruttore messinese in passato ha realizzato anche alcuni lotti dell'autostradapalermo-messina Quattro imprenditori siciliani agli arresti C'è anche Misseri che si ribellòal pizzo Francesco Sicilia Carmelo Misseri, siracusano, era anche finito nel mirino della criminalità organizzata e aveva subito più

volte attentati intimidatori. Poi denunciò Nunzio Salafia, ritenuto esponente di spicco di un clan mafioso. Un

terremoto giudiziario nazionale con scosse anche in Sicilia. La seconda parte dell'inchiesta della Procura di

Roma sulle presunte tangenti per gli appalti dell'Anas, l'ente gestore della rete stradale e autostradale

italiana, vede coinvolti quattro imprenditori siciliani finiti ieri mattina agli arresti domiciliari. C'è Giuseppe

Ricciardello, 69 anni, costruttore e padre di Irene Ricciardello, attuale sindaco di Brolo, in provincia di

Messina, nonché suocero di Nino Germanà, deputato regionale del Ncd con trascorsi come componente

della commissione Lavori pubblici a Montecitorio. C'è Carmelo Misseri, sessantenne, titolare della Sics,

Società italiana costruzioni stradali, di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, che in passato aveva anche

denunciato il racket delle estorsioni. E poi ci sono anche i catanesi Francesco Domenico Costanzo, 54 anni

e Concetto Bosco Lo Giudice, 53 anni, ex vertici della Tecnis, attualmente commissariata. Per loro è il

secondo ordine d'arresto nel giro di cinque mesi. I due, nello scorso ottobre, figuravano già nella prima

tranche dell'indagine. Di origine siciliana è anche Antonella Accroglianò, la «dama nera», il soprannome

datole dagli inquirenti e dal quale prende nome l'inchiesta. Cinquantacinque anni, nata a Cefalù, ma dagli

anni Novanta a Roma. Ufficialmente come dirigente responsabile del Coordinamento tecnico amministativo

dell'Anas, secondo le accuse anche a capo del sodalizio che avrebbe pilotato appalti di importanti opere

pubbliche attraverso mazzette quantificate dai militari in circa 800 mila euro. Tra le gare che sarebbero

state falsate c'è pure quella per la strada statale 117 Centrale Sicula, che era stata cofinanziata dalla

Regione siciliana. La Guardia di finanza, dall'alba di ieri, ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare nei

confronti di 19 tra imprenditori e dirigenti o funzionari dell'Anas, 5 dei quali tra cui anche Antonella

Accroglianò erano già stati licenziati dall'ente. E c'è anche un politico. Marco Martinelli, deputato di Forza

Italia, romano, ma legato a un affare nell'Isola. Sarebbe stato coinvolto, infatti, dalla «dama nera» e

avrebbe garantito la nomina di un presidente di gara «non ostile» a Ricciardello per un appalto in Sicilia

legata alla realizzazione di uno svincolo, proprio della Ss 117. I finanzieri ritengono che proprio grazie

all'intervento del parlamentare, in virtù del ruolo istituzionale ricoperto, l'imprenditore si è poi aggiudicato

l'appalto. Giuseppe Ricciardello è attivo nel settore delle costruzioni sin dal 1966. Ricco il «curriculum»

della sua Ricciardello Costruzioni srl che in passato, tra le grandi opere siciliane ha realizzato alcuni lotti dei

lavori di completamento dall'autostrada A20 Palermo-Messina. La figlia Irene, nel 2014, a 45 anni è

diventata la prima donna sindaco di Brolo. Anche il siracusano Misseri è un nome di rilievo

dell'imprenditoria isolana. Il titolare della Sics ha ricoperto l'incarico di presidente regionale dell'Aniem-

Confapi, l'associazione nazionale imprese edili manifatturiere. Con la propria impresa, si è aggiudicato

importanti appalti come i lavori lungo l'autostrada Siracusa-Gela, gli interventi di messa in sicurezza della

strada statale 124 tra Siracusa e Floridia e la riqualificazione delle banchine del Porto Grande di Siracusa,

un appalto da oltre 20 milioni di euro. Dopo esser finito nel mirino della criminalità organizzata e aver subito

più volte attentati intimidatori, si è ribellato al pizzo, denunciando Nunzio Salafia, un esponente di spicco

della famiglia mafiosa siracusana degli Aparo. Nell'occhio del ciclone, ancora una volta, finisce il colosso

catanese Tecnis. E con essa anche Costanzo, assessore della giunta Bianco negli anni Novanta e anche

lui bandiera dell'antimafia fino alle recenti vicissitudini che lo vedono coinvolto. La Tecnis dal 1997 ad oggi,

ha vinto, in Italia e all'estero, appalti pubblici per quasi 800 milioni di euro l'anno. Dalla metropolitana

catanese ai porti di Catania e Ragusa, gli interporti di Catania e di Termini Imerese, oltre alla Salerno-

12/03/2016Pag. 5 Ed. Agrigento

diffusione:23056tiratura:32285

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM - Rassegna Stampa 14/03/2016 14

Page 15: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Reggio Calabria. A Palermo, l'azienda etnea con grandi difficoltà legate anche ai problemi giudiziari, sta

portando avanti i lavori per l'anello ferroviario e per il nuovo collettore fognario che dovrà trasportare al

depuratore di Acqua dei Corsari i liquami di buona parte della città. 2 3 p a l e r m o 0 L'altro nome nuovo è

quello del brolese Ricciardello Nella rete poi i vertici della Tecnis, già coinvolti a ottobre

Foto: 1 L'imprenditore Carmelo Misseri. 2 Giuseppe Ricciardello. 3 Da sinistra Mimmo Costanzo e Concetto

Bosco Lo Giudice

12/03/2016Pag. 5 Ed. Agrigento

diffusione:23056tiratura:32285

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM - Rassegna Stampa 14/03/2016 15

Page 16: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ANIEM WEB

4 articoli

Page 17: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Raffaele Giampietruzzi neo presidente ANIEM Puglia pagerank: 6 In un momento in cui in ogni settore dell'economia è più urgente che mai una prospettiva ed una visione

dinamica dello sviluppo, l'Aniem Puglia (Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere) interpreta

l'esigenza, con il rinnovo dei vertici regionali.

Un nuovo direttivo tutto improntato ad un ricambio generazionale e una nuova direzione di marcia per

intercettare al meglio le opportunità professionali ed occupazionali di una regione come la Puglia che vuole

essere in prima linea nella ripresa del Paese.

Giampietruzzi Raffaele

E' questo il senso del nuovo consiglio direttivo dell'Aniem Puglia che a partire da oggi sarà presieduto

dall'architetto Raffaele GIAMPETRUZZI (barese, classe '74), nominato all'unanimità dall'assemblea dei

soci. Accanto a lui, nel nuovo organigramma del braccio pugliese dell'Associazione Nazionale Imprese Edili

Manifatturiere anche:

Ing. Fabrizio PALMIOTTI - VICEPRESIDENTE, TESORIERE E CONSIGLIERE

Avv. Riccardo FIGLIOLIA - SEGRETARIO GENERALE, CONSIGLIERE

Arch. Nicola Luciano DI LIDDO - CONSIGLIERE

Serafina LANAVE - CONSIGLIERE

"La priorità in questo momento è quella di continuare a sostenere una voce unitaria del mondo delle

costruzioni, forte ed autorevole - ha detto a caldo il neo presidente - coniugando le prerogative di ciascuna

realtà provinciale in terra di Puglia".

"Il lavoro, a mio parere - ha aggiunto Giampetruzzi - è il tema più urgente sul quale siamo chiamati a

confrontarci con le istituzioni nonché con il mondo della formazione e non ultimo con l'Università che non

può non essere considerata la fucina degli imprenditori di domani. Il confronto sarà continuo e aperto, ma

su una cosa voglio essere chiaro da subito: noi lavoreremo per dare risposte concrete e tangibili perché

questo è l'unico modo di lavorare che conosciamo e non vogliamo cambiarlo".

"Sono certo che l'edilizia in Puglia oggi ha quindi concluso - sia tra i principali comparti industriali, con

numerose possibilità da cogliere, a cominciare dalla difesa e sicurezza del territorio passando per la

rigenerazione urbana, settori questi al centro delle politiche di intervento regionale e nazionale. E noi

queste opportunità non ce le faremo sfuggire".

12/03/2016 20:14Sito Web www.affaritaliani.it

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 14/03/2016 17

Page 18: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Aniem Puglia nuovi vertici e corso pagerank: 6 BARI - In un momento in cui in ogni settore è più urgente che mai una prospettiva ed una visione dinamica

dello sviluppo, l'Aniem Puglia (associazione nazionale Imprese Edili Manifatturiere) interpreta perfettamente

questa esigenza con il rinnovo dei vertici regionali.

Un nuovo direttivo tutto improntato ad un ricambio generazionale e una nuova direzione di marcia per

intercettare al meglio le opportunità professionali ed occupazionali di una regione come la Puglia che vuole

essere in prima linea nella ripresa del Paese. E' questo il senso del nuovo consiglio direttivo dell'Aniem

Puglia che a partire da oggi sarà presieduto dall'architetto Raffaele Giampetruzzi (barese classe '74),

nominato all'unanimità dall'assemblea dei soci. Accanto a lui nel nuovo organigramma del braccio pugliese

dell'Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere ci sono anche: ing. Fabrizio Palmiotti -

vicepresidente, tesoriere, consigliere; avv. Riccardo Figliolia - segretario regionale, consigliere; arch. Nicola

Luciano Di Liddo - consigliere; Serafina Lanave - consigliere.

"La priorità in questo momento è quella di continuare a sostenere una voce unitaria del mondo delle

costruzioni, forte ed autorevole - ha ribadito il neo presidente dopo la nomina - coniugando le prerogative di

ciascuna realtà provinciale in terra di Puglia. Il lavoro, a mio parere - ha continuato Giampetruzzi - è il tema

più urgente sul quale siamo chiamati a confrontarci con le istituzioni nonché con il mondo della formazione

e non ultimo con l'Università che non può non essere considerata la fucina degli imprenditori di domani. Il

confronto sarà continuo e aperto, ma su una cosa voglio essere chiaro da subito: noi lavoreremo per dare

risposte concrete e tangibili perché questo è l'unico modo di lavorare che conosciamo e non volgiamo

cambiarlo. Sono certo che oggi - ha concluso - l'edilizia in Puglia sia tra i principali comparti industriali, con

numerose possibilità da cogliere, a cominciare dalla difesa e sicurezza del territorio passando per la

rigenerazione urbana, settori questi al centro delle politiche di intervento regionale e nazionale. E noi come

Aniem queste opportunità non ce le faremo sfuggire".

12/03/2016 12:45Sito Web www.lagazzettadelmezzogiorno.it_puglia

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 14/03/2016 18

Page 19: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Nuovo codice dei contratti: I contributi dei soggetti interessati pagerank: 4 Inizierà in settimana prossima l'esame da parte delle Commissioni di Camera e Senato dello schema di

decreto legislativo predisposto in attuazione della legge delega n. 11/2016 approvato dal Governo la

settimana scorsa. Con il provvedimento in argomento vengono recepite le direttive europee su appalti e

concessioni e vengono riordinate le norme sugli appalti. Il Governo, nell'approvare il provvedimento ha,

anche, predisposto la Relazione illustrativa, la Relazione tecnica, l'Analisi tecnico-normativa, l'Analisi di

impatto della regolamentazione e in un corposo documento di 724 pagine.

Entrando nel dettaglio nella Relazione illustrativa, dopo una premessa di carattere generale, vengono

illustrati i singoli articoli per ognuno dei quali sono riportati gli articoli delle direttive europee e delle attuali

norme nazionali che vengono recepiti unitamente ai principi della legge delega che rispettano.

Successivamente alla Relazione illustrativa, il documento contiene la Relazione tecnica in cui,

successivamente ad una premessa di carattere generale in cui sono date alcune indicazioni tra le quali

quella di invarianza finanziaria, che statuisce che le Amministrazioni provvedono agli adempimenti

conseguenti con le risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, vengono

illustrati, per singoli articoli che compongono il nuovo codice, l'eventuale rilevanza degli stessi sotto il profilo

dei loro effetti sulla finanza pubblica.

Dopo le due relazioni, viene riportata l'Analisi tecnico-normativa in cui sono trattati gli aspetti tecnico-

normativi di diritto interno, il contesto normativo comunitario e internazionale, gli elementi di qualità

sistematica e redazionale del testo.

Fa seguito l'Analisi di impatto della Regolamentazione che in otto differenti sezioni tratta il contesto e gli

obiettivi dell'intervento di regolamentazione e le procedure di consultazione precedenti l'intervento, la

valutazione dell'opzione di non intervento di regolamentazione (opzione zero), le opzioni alternative

all'intervento regolatorio, la giustificazione dell'opzione regolatoria proposta e valutazione degli oneri i

amministrativi e dell'impatto sulle PMI, l'incidenza sul corretto funzionamento concorrenziale del mercato e

sulla competitività del Paese, le modalità attuative dell'intervento di regolamentazione, il rispetto dei livelli

minimi di regolazione europea. All'Analisi di impatto alla Regolamentazione sono, poi, allegati il Documento

di consultazione ed i Contributi scritti alla consultazione pervenuti da parte di ABI, ACCREDIA, AGCM,

AISCAT, ALLENZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE, ANCE, ANIA, ANIEM, CGIL, CISL, CNA,

CNAPPC_FREYRIE, CNAPPC_LA MENDOLA, CNGGL, CNI, CONFARTIGIANATO, CONFINDUSTRIA,

FINCO, OICE, RPT, UIL, UNIONSOA, UPI.

Nel documento del Governo viene precisato che, successivamente all'esame dei contributi pervenuti dopo

la prima consultazione, è stato organizzato un incontro, tenutosi il 17 febbraio 20l6 e presieduto dal Capo

del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi, con le principali categorie di soggetti privati destinatari

della riforma, che anche a seguito del citato incontro è stato consentito a tutti i consultati di inviare ulteriori

contributi scritti che sono stati esaminati ai fini dell'elaborazione del nuovo codice.

Guardano i documenti prodotti dai soggetti interessati si nota immediatamente come il Consiglio nazionale

degli Ingegneri, il Consiglio nazionale degli architetti PPC ed il Consiglio nazionale dei Geometri e dei

Geometri laureati, pur essendo già rappresentati dalla Rete delle Professioni Tecniche hanno deciso di

presentare autonomi documenti ma quello che salta di più all'occhio è il fatto che il Consiglio nazionale

degli architetti PPC ha presentato non uno ma due documenti uno a firma del Presidente Leopoldo Freyrie

ed uno a firma del Vicepresidente Rino La Mendola. I due documenti esprimono posizione a volte diverse e

contrastanti anche in riferimento alle risposte inserite nei questionari allegati ai contributi inviati. E' lecito

chiedere agli stessi il perché di questa scelta che lascia trasparire solo una spaccatura all'interno di un

11/03/2016 01:30Sito Web www.lavoripubblici.it

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 14/03/2016 19

Page 20: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

esecutivo prossimo ad essere sciolto.

Per una migliore lettura abbiamo separato le varie parti che compongono il corposo documento predisposto

dal Governo suddividendo in separati file le varie parti.

A cura di Arch. Paolo Oreto

11/03/2016 01:30Sito Web www.lavoripubblici.it

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 14/03/2016 20

Page 21: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Aniem Puglia, nominato il nuovo consiglio direttivo: l'ArchitettoGiampetruzzi sarà il presidente L'associazione nazionale Imprese Edili Manifatturiere ha rinnovato i vertici regionali

In un momento in cui in ogni settore è più urgente che mai una prospettiva ed una visione dinamica dello

sviluppo, l'Aniem Puglia (associazione nazionale Imprese Edili Manifatturiere) interpreta perfettamente

questa esigenza con il rinnovo dei vertici regionali.

Un nuovo direttivo tutto improntato ad un ricambio generazionale e una nuova direzione di marcia per

intercettare al meglio le opportunità professionali ed occupazionali di una regione come la Puglia che vuole

essere in prima linea nella ripresa del Paese. E' questo il senso del nuovo consiglio direttivo dell'Aniem

Puglia che a partire da oggi sarà presieduto dall'Architetto Raffaele Giampetruzzi ( barese classe '74),

nominato all'unanimità dall'assemblea dei soci. Accanto a lui nel nuovo organigramma del braccio pugliese

dell'Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere ci sono anche:

Ing. Fabrizio Palmiotti - vicepresidente, tesoriere, consigliere

Avv. Riccardo Figliola - Segretario generale, consigliere

Arch. Nicola Luciano Di Liddo - Consigliere

Serafina Lanave - Consigliera

"La priorità in questo momento è quella di continuare a sostenere una voce unitaria del mondo delle

costruzioni, forte ed autorevole - ha ribadito il neo presidente dopo la nomina - coniugando le prerogative di

ciascuna realtà provinciale in terra di Puglia. Il lavoro, a mio parere - ha continuato Giampetruzzi - è il tema

più urgente sul quale siamo chiamati a confrontarci con le istituzioni nonché con il mondo della formazione

e non ultimo con l'Università che non può non essere considerata la fucina degli imprenditori di domani. Il

confronto sarà continuo e aperto, ma su una cosa voglio essere chiaro da subito: noi lavoreremo per dare

risposte concrete e tangibili perché questo è l'unico modo di lavorare che conosciamo e non volgiamo

cambiarlo. Sono certo che oggi - ha concluso - l'edilizia in Puglia sia tra i principali comparti industriali, con

numerose possibilità da cogliere, a cominciare dalla difesa e sicurezza del territorio passando per la

rigenerazione urbana, settori questi al centro delle politiche di intervento regionale e nazionale. E noi come

Aniem queste opportunità non ce le faremo sfuggire".

12/03/2016 00:20Sito Web ilikepuglia.it

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

ANIEM WEB - Rassegna Stampa 14/03/2016 21

Page 22: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

SCENARIO EDILIZIA

39 articoli

Page 23: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Arrestati in 19 tra funzionari e costruttori. C'è anche un imprenditore del post terremoto in Abruzzo Avviso digaranzia per il deputato Martinelli. L'azienda: solo uno dei coinvolti è nostro dipendente Anas, mazzette e appalti pilotati Il giudice: un marciume diffuso Ilaria Sacchettoni ROMA Dal piccolo imprenditore al costruttore apprezzato: tutti corteggiavano la Dama nera. Il secondo

capitolo dell'inchiesta che, a ottobre 2015, aveva fatto finire in carcere la dirigente Anas Antonella

Accroglianò, ha portato a 19 nuovi arresti. Alcuni dei quali effettuati ancora una volta in casa della maggiore

stazione appaltante d'Italia. Come la dirigente Elisabetta Parise scortata in cella dai finanzieri del Gico e dal

Nucleo tributario. Parise è accusata di alcuni episodi di corruzione, agevolati, stando agli investigatori,

«dalle relazioni da lei vantate con il mondo della politica».

In effetti fanno capolino qui e là, nell'ordinanza di custodia cautelare della gip Giulia Proto, enti e deputati

che, agganciati per collocare un presidente di commissione di gara gradito o almeno sensibilizzato, si

rivelano in seguito comprensivi. Nel sottolineare il «marciume diffuso all'interno di uno degli enti pubblici più

in vista» la gip invita ad approfondire «l'intreccio di rapporti con il mondo della politica». È stata la

Accroglianò nei vari interrogatori con i pm Calabretta e Loy a spiegare il ruolo svolto dal deputato di Forza

Italia Marco Martinelli destinatario di 10 mila euro di tangenti, quota parte dei 30 mila in tutto versati

dall'imprenditore Giuseppe Ricciardello per ottenere lavori sulla superstrada centrale sicula e relativi

svincoli. Con la Dama l'imprenditore self made si fa in quattro, mettendole a disposizione l'autista per gli

spostamenti nel traffico romano. Una sorta di equipe che faceva riferimento alla Dama si sarebbe mossa

all'Anas fra il 2013 e il 2015 per agevolare i privati in modi diversi e con metodi spesso illeciti, come si

ricava dal verbale di una funzionaria dell'ufficio legale ascoltata dai magistrati. In cambio di somme e favori

la Accroglianò si sarebbe prodigata sbloccando bonifici per lo stato di avanzamento lavori, facendo sconti

sulle penali dovute, pilotando gare e spingendo su apparati istituzionali per far convergere finanziamenti

pubblici sulle imprese gradite (anche qui il gruppo Ricciardello era fra i più sponsorizzati).

Stando alle indagini la dirigente si sarebbe fatta carico perfino di allestire una corsia di sorpasso per il

costruttore romano Emiliano Cerasi, già fra le ditte che lavorarono alla ricostruzione dell'Aquila, contro i

suoi concorrenti nella realizzazione della dorsale Amatrice-Montereale-L'Aquila. Siamo ad aprile 2015.

Alcune conversazioni intercettate «confermavano la determinazione dell'indagata a condizionare l'esito

della gara estromettendo le prime due classificate, Astaldi e Toto al fine di favorire la Research Consorzio

stabile e per il suo tramite le società riferibili a Emiliano Cerasi». La stessa Dama al telefono con un

interlocutore spiegava: «In tutto quello che devo fare al mio primo posto ci sono i Cerasi». La Accroglianò

arriva a proporre una rescissione degli impegni con la Toto, bloccata dal presidente Anas Pietro Armani.

Proficuo secondo le pm anche il rapporto con l'architetto Vito Rossi, rappresentante legale della

Sammichele che ospita quote del Gruppo Marcegaglia: avrebbe consegnato 200 mila euro in cambio di

lavori lungo il tronco Bari-Gravina. Con gli arresti è stato eseguito un sequestro preventivo di 800 mila euro

sulle imprese. In tutto ciò Anas (che ha precisato: «Gli arresti coinvolgono solo un dipendente») è oggetto

anche di una truffa: la Dama avrebbe utilizzato un interno per scortare la figlia in giro o altre faccende

personali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: In azione La Guardia di Finanza durante uno dei fermi dell'operazione di ieri nei confronti di 19

soggetti tra dirigenti e funzionari dell'Anas e imprenditori pubblici (foto Gdf/Ansa)

12/03/2016Pag. 2

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 23

Page 24: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Abitare Nel futuro Dalla città all'alta quota Un giardino verticale sopra le vanità terrene Lungo un miglio con la vegetazione di ogni latitudine Sarà la risposta sostenibile alla gara tra i grattacieli Laleggerezza Peserà 200 mila tonnellate, meno che se la torre fosse fatta tutta di panna montata Carlo Ratti Q uando, qualche tempo fa, un importante cliente estero ci ha contattato per provare a immaginare l'edificio

più alto del mondo, la nostra prima reazione non è stata proprio di entusiasmo. Non avevamo molta voglia

di cimentarci con l'ennesima stravaganza architettonica - inutile esibizione di celolunghismo progettuale.

Poi, riflettendoci, abbiamo cambiato idea. Tante immagini hanno iniziato ad affastellarsi davanti ai nostri

occhi, accomunate dal sogno primordiale di Icaro. La Mole Antonelliana di Torino, edificio in muratura per

pochi anni record del mondo in altezza. La Torre Eiffel di Parigi, follia d'acciaio scolpita in occasione di un

evento temporaneo, l'Expo universale del 1889. Oppure il Mile High Illinois, progetto con cui l'architetto

americano Frank Lloyd Wright tracciava vertici impossibili da raggiungere con le tecnologie del primo

Novecento - e ancora oggi inviolati: un grattacielo di un miglio, 1.609 metri d'altezza.

Dai tempi di Frank Lloyd Wright, tuttavia molto è cambiato. Il positivismo novecentesco, proteso verso

l'esaltazione della tecnica e la conquista della natura, ha mostrato i suoi limiti. Oggi ci guida una

Weltanschaung più complessa, che non può prescindere dalla consapevolezza dei limiti del pianeta e della

complessità dell'ecosistema in cui viviamo. Come tenerne conto nell'avvicinarci al nostro progetto?

Innanzitutto ci sembrava inutile costruire un altro grattacielo, come il Burj Khalifa di Dubai o il Ping An

Finance Centre di Shenzhen. Abbiamo pensato piuttosto a un giardino slanciato verso l'alto. Una corsa

verticale lunga un miglio, in cui far convivere l'uomo e la natura. Un parco come luogo vivo, popolato allo

stesso tempo da piante e animali - il nido del condor e la tana dello scoiattolo. Un nuovo tipo di spazio

pubblico, capace di riproporre gli incontri spontanei che avvengono sui sentieri impervi delle nostre

montagne.

Fondamentale quindi che l'intero ecosistema avesse come presupposto la sostenibilità. La struttura stessa

avrebbe dovuto essere leggera e minimizzare non soltanto i costi di costruzione, ma anche l' embodied

energy , ovvero l'energia contenuta al proprio interno. Per questo motivo abbiamo iniziato a collaborare con

Joerg Schleich, ingegnere tedesco e uno dei grandi maestri della leggerezza, fin dai tempi del Parco

Olimpico di Monaco di Baviera negli anni Settanta. Lavorando fianco a fianco con lui e il suo team, siamo

riusciti a sviluppare una costruzione di un miglio che peserà all'incirca 200 mila tonnellate. Sembra tanto

ma, per assurdo, è meno del peso che si otterrebbe se tutta la torre fosse fatta di panna montata.

Proprio nell'aria, intorno al parco centrale, abbiamo immaginato una flotta di capsule orbitanti, per chi non

avesse voglia di salire a piedi. Perché l'esperienza deve partire dall'ascesa e non limitarsi soltanto all'arrivo.

All'esterno le cabine non sono troppo diverse da quelle del London Eye, la grande ruota panoramica della

capitale britannica, ma si muovono a velocità differente una dall'altra. Così, al loro interno sarà possibile,

oltre a godere il panorama che cambia con la quota, assistere un concerto, cenare insieme agli amici o

rilassarsi in una spa. Nell'attesa di arrivare in cima.

Qui un osservatorio panoramico privo di ringhiere (ma con una protezione «a filo»), permette di esplorare il

paesaggio sottostante a 360 gradi. Grazie alla realtà aumentata integrata in questa grande piazza nel cielo,

potremo contemplare la città com'era ieri e com'è oggi - o anche come potrebbe essere domani,

trasformata dai nostri sforzi e dalla nostra fantasia. La vista potrà spaziare per molti chilometri, fino alla

linea d'orizzonte che sfuma nel cielo.

In fondo, The Mile sarà proprio questo: una piattaforma per scoprire la realtà da una prospettiva diversa.

Per osservare dall'alto la Navicella Terra (Spaceship Earth) , come amava definirla il grande inventore

americano Buckminster Fuller. E da lassù, riflettere con ironia sulla vanità del celolunghismo terreno.

12/03/2016Pag. 36

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 24

Page 25: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

© RIPRODUZIONE RISERVATA

d'Arco Sky deck Fonte: Carlo Ratti associati The Mile Canton Tower 2011 Shanghai Tower 2015 Burj

Khalifa 2010 Tokyo Skytree 2012 dati in metri IL CONFRONTO Non si tratta solo di arrivare in cima ma di

vivere la torre ad ogni sua quota con attività lavorative e ricreative. L'ascesa avviene creando nei visitatori

un progressivo senso di meraviglia. Una volta arrivati, l'emozione culmina nel momento in cui ci si affaccia

al limite della piattaforma. Che è senza ringhiere ma contenuta in una struttura sottostante, più ampia e

concava. Ecco quanto secondo il progetto potrà offrire The Mile Altezza grattacielo 488 600 561 632 452

451 829 634 1.609 Altezza osservatorio 1 1 2 3 Possibilità di tappeti elastici, panorama a 360 gradi, un

percorso ad alta quota. Realtà aumentata attraverso schermi (la città sottostante vista nel suo passato,

presente e futuro). Caffè e ristorante 2 Sky way Ascensore panoramico e capsule orbitanti che possono

ospitare ristoranti, sale riunioni, spa 3 Sky park Il giardino verticale si sviluppa per tutto il miglio fra studi

della biodiversità, birdwatching, arrampicate

L'autoreCarlo Ratti, professore presso il Mit di Boston, è fondatore dello studio di progettazione Carlo Ratti

Associati (www.carloratti.com) Presenterà il parco verticale The Mile (sviluppato con gli ingegneri Schlaich

Bergermann Partner e i designer digitali britannici di Atmos Studio) al Mipim di Cannes il 16 marzo

Sviluppato su incarico di un importante gruppo internazionale si basa su una città del Medio Oriente

I costiGli studi di Schlaich Bergermann partner stimano un costo di costruzione tra 1 e 2 miliardi di dollari

L'obiettivo è di arrivare alla piena sostenibilità attraverso le visite al parco verticale e all'osservatorio

panoramico Strutture come la Torre Eiffel (7 milioni di visitatori all'anno), il London Eye (4 milioni) o il Burj

Khalifa di Dubai (2 milioni) hanno introiti superiori ai 50 milioni di dollari all'anno

Foto: Un'altra idea del mondo Qui sopra e a destra, due render di The Mile con la vista dall'alto sulla città:

la piattaforma in cima avrà una protezione «a filo»

Foto: I dettagli Anche capsule orbitanti per ascendere. E in cima un osservatorio senza ringhiere

12/03/2016Pag. 36

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 25

Page 26: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Cessioni Il governo vuole convincere i fondi esteri a comprare Tesoro La task force del mattone Cdp con Mazzocco. E Reggi, Mangiatordi, Spitz. Tutti a Cannes ALESSANDRA PUATO La Cassa depositi e prestiti con la squadra guidata dal nuovo ingaggio, Aldo Mazzocco. E poi l'Agenzia del

Demanio con Roberto Reggi, l'Invimit con Elisabetta Spitz, il Tesoro con Bruno Mangiatordi. È la task force

di Stato, per la prima volta unita per vendere gli immobili pubblici. In passerella al Mipim, la fiera

internazionale di Cannes.

A pagina 15

Finalmente «ci muoveremo insieme», dice una fonte romana del mattone di Stato. In effetti è la prima volta.

Mercoledì 16 marzo al Mipim di Cannes - la maggiore fiera internazionale dell'immobiliare - a incontrare gli

investitori internazionali per convincerli ad acquistare caserme italiane e uffici pubblici, fari, castelli,

conventi, insomma i beni immobiliari dello Stato e degli enti locali, ci saranno tutti.

In prima fila la Cassa depositi e prestiti, che andrà al debutto internazionale del mattone con il nuovo

acquisto, Aldo Mazzocco, capo della neonata area immobiliare (formalmente «Head of Group Real Estate»)

che è anche presidente di Assoimmobiliare. Poi l'Agenzia del demanio con il suo direttore, Roberto Reggi.

Quindi l'Invimit guidata dall'amministratore delegato Elisabetta Spitz, unica habitué della Croisette. Ci sarà

anche Bruno Mangiatordi, altro debutto significativo a Cannes: è il capo dell'VII direzione al ministero

dell'Economia, quella del Patrimonio immobiliare pubblico. È previsto anche l'arrivo di Roberta Pinotti,

ministra della Difesa, e Ivan Scalfarotto, in prossima sostituzione di Carlo Calenda come vice ministro dello

Sviluppo: investitura ufficiale. Lo scopo è valorizzare e vendere, anche per abbattere il debito pubblico.

Obiettivo mancato con le privatizzazioni, l'anno scorso.

Risultati parziali

È di 752 milioni il valore delle cessioni degli immobili di enti territoriali e di Stato nel 2015, secondo il Tesoro

e l'Agenzia del Demanio: meno del miliardo di euro previsto per l'anno dal Def 2015 di aprile. Ma più del

dimezzato target di 500 milioni, in seguito fissato dalla Ragioneria dello Stato. Non sono esaustivi e non

sono comunque ritenuti pochi, 752 milioni, se confrontati con le vendite pubbliche degli altri Paesi. Sui 285

miliardi di euro di transazioni immobiliari del 2015 in Europa (fonte Rca), solo 4,6 miliardi sono da vendita

del patrimonio pubblico e di questi 3,1 miliardi vengono da sei Paesi: per esempio, 842 milioni nel Regno

Unito, 699 in Germania, 572 in Francia, 419 in Spagna (fonte EY su Rca).

Tra i 200 immobili in vetrina (vedi grafico), il Demanio porterà Villa Mirabellino, residenza del '700 nel parco

di Monza; il Convento di San Domenico Maggiore Monteoliveto sul lungomare della vecchia Taranto;

ancora il Faro di Capo Zafferano a Palermo, a picco sul mare, adatto a futuro albergo. La Cdp mette sul

piatto fra l'altro la Zecca, 69 mila metri quadri dei quali 32 mila destinati a hotel (già firmato l'accordo per la

gestione alla cinese Rosewood) e 11 mila a residenze di lusso, 3 mila ad altre residenze, 2 mila a uffici.

Fra gli acquirenti possibili, in generale, fonti citano il fondo sovrano di Singapore Gic e Varde, che già

comperò beni da Cassa.

La squadra Cdp-Mef-Demanio-Invimit per la prima volta sarà dunque formalmente unita, in questo settore

dove le informazioni sono state finora spezzettate e incomplete, gli sforzi duplicati. Insieme occuperanno lo

stand di 500 metri quadrati nel Padiglione Italia, che si chiama «Invest in Italy Real Estate» ed è allestito

sotto il cappello dell'Ita, Italian Trade Agency (l'ex Ice) e dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili. Stesso

nome (inglese) è stato dato al portale-vetrina nel quale gli immobili saranno esposti. Dovrebbe andare

online il 16 marzo e poi inglobare Patrimonio pubblico Italia, l'altro portale avviato da Cdp e Anci.

La presenza della Cdp a Cannes è il segno della svolta unitaria e della volontà del governo. Mazzocco,

nominato il 27 gennaio, viene da Beni Stabili, alla quale Cassa ha fra l'altro venduto l'anno scorso (assistita

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 26

Page 27: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

da Cbre) sei immobili a Milano in una transazione da 125,5 milioni, fra i quali Palazzo Litta (altro acquirente

era Varde). È considerato dal mercato un professionista di livello.

Lavorano con lui, nel nuovo «trio del mattone Cdp», Giovanni Maria Paviera e Marco Sangiorgio. Paviera,

ex Generali e Aedes, è l'amministratore delegato di Cdp Immobiliare, apprezzato anello di raccordo con i

privati. Sangiorgio è il direttore generale di Cdpi sgr, sotto la quale sono i due attuali fondi immobiliari di

Cassa, Fia e Fiv.

Nella riservatissima riorganizzazione dell'area, è probabile che Mazzocco sostituisca ora alla presidenza di

Cdpi sgr Vladimiro Ceci (che manterrebbe la carica di chief risk officer Cdp).

L'ipotesi «Siiq»

Passaggio logico, visto che la più probabile strada futura è la costituzione di diversi veicoli societari

pubblico-privati messi a punto da Cdp, Demanio, Invimit e Tesoro, nei quali mettere gli immobili da

vendere. Veicoli specializzati per tipo di bene. E due magari, all'inizio. Uno può essere una Siiq, la società-

scatola da quotare poi in Borsa, sulla quale Mazzocco è pronto per storia personale: ideale per immobili a

reddito e investitori non attivi. L'altro un fondo immobiliare, dove radunare gli investitori attivi, da club deal,

e Cdp sia socio di minoranza, per ristrutturare il bene e poi rivenderlo. I soci sarebbero più i fondi pensione,

le casse di previdenza, le assicurazioni che big come Blackstone. Il mercato ci crede.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri del 2015 Valori in euro 752 milioni Il valore degli immobili di enti territoriali e Stato venduti in Italia

2,1 miliardi L'obiettivo nel triennio 2015-2017 1 miliardo L'obiettivo da dismissioni immobiliari del Def 500

milioni Cessioni previste dalla Ragioneria dello Stato come contributo alla finanza pubblica Fonte: Mef,

Agenzia del Demanio Gli incassi in Europa Vendita di immobili pubblici 2015, milioni di euro Fonte: analisi

EY su fonte Real Capital Analytics e stime proprie 842 699 572 419 417 168 Gran Bretagna Germania

Francia Spagna Svezia Paesi Bassi TOTALE 4.600 Di cui da 3.117 Il paniere Alcuni immobili pubblici che

saranno proposti agli investitori al Mipim di Cannes Villa Mirabellino Castello di Gradisca d'Isonzo Villa

Rossi di Schio Convento di S.Domenico Maggiore Monte Oliveto Faro di Capo Zafferano Faro Spignon Ex

Caserma Guido Reni * Ex Caserma Mameli* Zecca dello Stato* Manifattura tabacchi 1* Manifattura

tabacchi 2* 2.280 13.300 4.200 1.430 1.250 190 45.000 71.000 69.000 71.000 130.000 Monza Gorizia

Vicenza Taranto Palermo Venezia Roma Milano Roma Milano Napoli IMMOBILE PROVINCIA MQ Fonte:

Mef, Agenzia del Demanio *Proprietà Cdp Pparra 5 Vendesi

Foto: Debutti Da sinistra: Aldo Mazzocco, a capo dell'area Immobiliare di Cdp; Roberto Reggi, direttore

Agenzia del Demanio; Elisabetta Spitz, amministratore delegato Invimit

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 27

Page 28: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

a cura di Enrico Marro [email protected] Diario sindacale Il lavoro o l'ambiente? Cgil divisa al referendum La Fiom per il sì, i chimici per il no Viene prima il posto di lavoro o la tutela dell'ambiente? La questione sta dividendo il sindacato, in

particolare la Cgil, a proposito del cosiddetto referendum trivelle. Consultazione con la quale, il 17 aprile, gli

italiani dovranno decidere se abrogare la norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre gas e

petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana fino all'esaurimento dei giacimenti. Il referendum, promosso

da nove Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto), è

ad alto rischio fallimento per mancato raggiungimento del quorum (sarà valido solo se vota il 50% più uno

degli aventi diritto).

La Fiom-Cgil di Maurizio Landini si è mobilitata a favore del «sì» all'abrogazione del rinnovo delle

concessioni (ce ne sono 21 entro le 12 miglia). Su questa linea anche la Cgil Basilicata e la Cgil di Foggia

che ha aderito al comitato per il sì della Puglia (al quale tra gli altri partecipa anche la Fim-Cisl di Foggia).

Per la Fiom e gli altri sindacati si tratta di bloccare «la devastazione dell'ambiente». Contro questa

posizione si è invece schierata la Filctem, il sindacato dei lavoratori della chimica, del tessile e dell'energia

della Cgil. Oggi il segretario generale, Emilio Miceli, sarà a Ravenna, all'assemblea dei lavoratori del

distretto energetico che impiega oltre 6.500 addetti tra diretti e indiretti e grandi multinazionali del calibro di

Baker Hughes, Saipen, Halliburton, Schlumberger. «Se al referendum dovessero vincere i sì, il rischio è

quello di rimanere tutti a casa, sarebbe una carneficina», avverte Miceli, per il quale «la tesi che racconta

del superamento dell'energia da fonte fossile è inesistente».

A sostegno del «no» si sono schierate anche la Femca (energia, chimica, moda) e la Flaei (elettrici) della

Cisl e la Uiltec (tessili e chimici) con il segretario Paolo Pirani, secondo il quale lo sfruttamento dei

giacimenti potrebbe continuare senza danni, «usando tecnologie sostenibili e compatibili con l'ambiente».

La Cgil dibatterà la questione nel consiglio direttivo del 21 marzo. La decisione tra la tutela dei posti di

lavoro e interessi più generali è sempre difficile. Pensiamo, per esempio, alla fabbricazione di armi, che

interessa da vicino proprio i metalmeccanici: va accettata, anche in nome dei lavoratori che vi sono

coinvolti, oppure respinta in omaggio a principi superiori?

Pressing di Cgil, Cisl e Uil per ottenere a breve un incontro col ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, su

come regolamentare i voucher, i buoni per pagare i lavori occasionali, che sono cresciuti in modo

esponenziale negli ultimi anni, coprendo abusi e illeciti. Racconta Franco Turri, segretario generale della

Filca-Cisl (edilizia): «Nel nostro settore i voucher vengono largamente utilizzati per non applicare il

contratto, pagare meno i lavoratori e corrispondere loro una minore contribuzione Inps e Inail. Inoltre, questi

lavoratori non beneficiano delle prestazioni della cassa edile e non hanno accesso alla formazione per la

sicurezza. Senza contare che spesso i voucher sono utilizzati dalle aziende per coprirsi quando arrivano gli

ispettori del lavoro o per "regolarizzare" gli infortuni dei lavoratori in nero. Chiediamo quindi che i voucher

siano vietati in edilizia o che quanto meno sia affidata ai contratti la disciplina dei casi limitati in cui poterli

usare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Leader Emilio Miceli, alla guida di Filctem-Cgil

14/03/2016Pag. 14 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 28

Page 29: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Trend/3 I listini del Vecchio Continente hanno reagito con rialzi del 2-4% alle misure della Bce. La lotta aiprezzi freddi sarà ancora lunga Borse euro I titoli per l'attacco (ma senza scoprirsi troppo) Danieli, Autogrill, Total e Vinci se l'economia entrerà in un circolo virtuoso. Recordati, Glaxo, Campari eVodafone in caso di impasse prolungata Gentili (Nextam Partners): allo scenario deflattivo solo il 25% diprobabilità MARCO SABELLA L' effetto Draghi non ha mancato di farsi sentire. E dopo le decisioni assunte giovedì scorso dalla Bce,

Piazza Affari ha registrato nell'ultima seduta della settimana un rialzo di quasi il 5% che ha ridotto le perdite

da gennaio a circa il 10%. Il tema di fondo che ha agitato i mercati finanziari fin dall'inizio del 2016, tuttavia,

rimane sul tappeto.

Riuscirà l'eurozona a sfuggire allo spettro della deflazione - il calo generalizzato dei prezzi dei beni e dei

servizi che genera una nuova recessione - e a proseguire nel difficile cammino della ripresa? Impostare

adesso il portafoglio azionario sulla base di questi due scenari alternativi ha conseguenze importanti.

Perché se la crescita si consoliderà e i prezzi torneranno a marciare preceduti da un segno più, le società

su cui puntare saranno quelle che appartengono ai comparti più ciclici. Ad esempio Danieli nell'industria,

Autogrill nei consumi discrezionali, Allianz o Société Générale tra i finanziari .

Il quadro

Viceversa, se la deflazione dovesse prendere il sopravvento (a febbraio il valore tendenziale dell'aumento

dei prezzi nell'eurozona è stato di - 0,3% in Italia e di -0,2% nell'eurozona) i cavalli su cui puntare sarebbero

quelli dei «difensivi». Recordati, Amplifon, Novartis nella «salute», Campari e Heineken nel largo consumo,

Vodafone, tra le telecom. «Penso che le misure adottate dalla Bce, a cominciare dai tassi di interesse

negativi praticati sui depositi delle banche, saranno efficaci perché le obbligano a erogare nuovi crediti.

L'importante è che i finanziamenti fluiscano verso il sistema produttivo - commenta Carlo Gentili, partner e

fondatore di Nextam Partners, una società indipendente di gestione del risparmio -. La Bce si trova a

svolgere un'azione di supplenza rispetto alla politica, ma penso che la probabilità di una continuazione e un

rafforzamento della ripresa sia del 75% contro un 25% del rischio che si stabilizzi uno scenario deflativo».

Un'ipotesi che tuttavia non può essere scartata a priori «soprattutto nel caso di uno choc imprevisto come

una grave crisi geopolitica internazionale, o un incagliarsi del prezzo del petrolio al di sotto dei 20 dollari».

In questa circostanza un guadagno annuo di 3-5 punti percentuali sarebbe possibile grazie alle società con

ricavi stabili oppure ad alto dividendo, come Vodafone (5,3% di rendimento per dividendi), GlaxoSmithkline

(5,6%), British American Tobacco (3,89%) .

Lo scatto

Ma non è questo lo scenario che secondo Gentili e un numero consistente di fund manager si consoliderà

nei prossimi mesi. «Gli ultimi dati trimestrali sulla crescita economica non giustificano i timori di un ulteriore

rallentamento. La crescita economica potrà anche essere lenta ma il suo impatto sulle società ristrutturate

porterà notevoli vantaggi, soprattutto per i gruppi concentrati sul mercato interno», afferma Pierre Nebout,

uno dei due responsabili delle gestioni azionarie Europa di Edmond de Rothschild am, casa di investimento

con base a Parigi. E il gestore fa l'esempio di società come la francese Publicis, che ha aumentato

mediamente i suoi flussi di cassa ad un ritmo dell'8% all'anno dal 2005. Oppure di un gruppo telefonico

come Orange, che in prospettiva aumenterà la quota dei dividendi pagati agli azionisti. Mentre anche

società value , sane ma sottovalutate dal mercato, come Peugeot e Renault hanno, secondo il gestore,

buone possibilità di performance.

Ma chi crede nella ripresa di lungo periodo dell'economia europea punta sulle società più cicliche, gli

industriali, i petroliferi e le costruzioni, «che nei prossimi 12 mesi potrebbero registrare performance

superiori al 10%», afferma Gentili. Del resto, se ci sarà la ripresa, dividendi e crescita non sono

14/03/2016Pag. 25 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 29

Page 30: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

incompatibili, ad esempio con titoli petroliferi come Eni, Total, Bp, il cui dividend yield è superiore al 5%. I

gruppi delle costruzioni, come Danieli e Geberit, potrebbero beneficiare di una nuova ondata di investimenti

.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nome Settore Salute Largo consumo Largo consumo Largo consumo Salute Farmaceutico Largo

consumo Largo consumo Farmaceutico Farmaceutico Telecom Borsa Milano Francoforte Londra Milano

Parigi Londra Amsterdam Parigi Zurigo Milano Londra Perf.% a 12 mesi 22,9% 2,1% 11,8% 27,6% 7,3% -

2,9% 6,1% -4,8% -22,5% 31,3% 4,8% P/E 2016 23 27 18 23 29 16 20 24 15 21 47 Dividendi Yield 2016

0,60 0,87 3,89 1,15 0,99 5,69 1,76 1,97 3,86 2,86 5,31 Prezzo corrente 7,11 79,66 40,13 7,68 111,20

14,00 75,88 154,80 72,00 21,30 2,18 Amplifon Beiersdorf British American Tobacco Campari Essilor

International Glaxosmithkline Heineken L'Oreal Novartis Recordati Vodafone Assicurativo Consumi Energia

Tempo libero Industria Costruzioni Banche Chimica Energia Costruzioni Francoforte Milano Londra

Francoforte Milano Zurigo Parigi Francoforte Parigi Parigi -3,0% -15,9% -14,1% 13,8% -8,7% 7,9% -14,6%

0,4% -4,7% 20,5% 10 33 27 32 9 28 9 23 16 16 5,11 0,69 7,95 1,40 1,23 2,28 5,66 1,42 5,79 2,87 140,50

7,37 3,54 31,56 13,90 361,40 34,56 55,99 42,04 63,27 Allianz Autogrill BP Cts Eventim Danieli Geberit

Societe Generale Symrise Total Vinci SCENARIO DEFLAZIONE SCENARIO RIPRESA Fonte: Nextam

partners

Foto: Nextam Carlo Gentili

14/03/2016Pag. 25 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 30

Page 31: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Impianti I progetti di Enel Green Power Destinazione Sudamerica: Egp investe in Perù e Cile e. com. Grazie alla riduzione dei costi, il solare diventa sempre più conveniente e nelle zone più favorevoli

dell'America Latina Enel Green Power punta a competere direttamente con la produzione da fonti

convenzionali, senza incentivi. In Perù, la società guidata da Francesco Venturini si è aggiudicata un

grande progetto fotovoltaico proponendo all'asta ribassi mai visti, in un Paese in cui il fotovoltaico non gode

di sgravi fiscali né di altri incentivi.

La centrale fotovoltaica Rubi da 180 megawatt sarà costruita nel distretto di Moquegua, nella zona

meridionale del Perù, che gode di alti livelli di radiazione solare. Una volta in esercizio, l'impianto produrrà

440 gigawattora all'anno. L'elettricità, che andrà in rete a partire dal 2018, sarà venduta a 48 dollari al

megawattora, il valore più basso mai proposto a quelle latitudini, con un contratto di fornitura ventennale.

Oltre alla gara per il fotovoltaico, Egp si è aggiudicata anche altri due progetti, uno eolico da 126 megawatt

e uno idroelettrico da 20 megawatt. Con 326 megawatt complessivi, Egp diventerà entro il 2018 il principale

operatore di rinnovabili in Perù.

«Il risultato di questa gara dimostra che le rinnovabili possono essere competitive rispetto alla generazione

tradizionale anche in Paesi dove il loro sviluppo è ancora in fase iniziale», rileva Venturini. Per la

costruzione degli impianti, Egp investirà 400 milioni di dollari, in linea con gli investimenti delineati nel piano

strategico.

Nel Nord del Cile, invece, Egp ha avviato i lavori per la costruzione di un impianto fotovoltaico più piccolo,

ma molto innovativo. L'impianto di La Silla, da 1,7 megawatt, fornirà energia pulita all'omonimo osservatorio

astronomico e sarà il primo impianto fotovoltaico di taglia industriale al mondo che combinerà l'uso di

innovativi moduli bifacciali con quelli convenzionali. Si prevede che l'utilizzo dei pannelli innovativi possa

aumentare la potenza di generazione tra il 5% e il 10% rispetto a un tradizionale impianto fotovoltaico della

stessa taglia. L'osservatorio si trova su una montagna vicino a La Higuera, ai margini del deserto di

Atacama, a 600 kilometri della capitale Santiago. «La Silla rappresenta un nuovo esempio di eccellenza

nella generazione da fonti rinnovabili, realizzato grazie al nostro continuo lavoro di innovazione»,

commenta Venturini. Per la realizzazione dell'impianto, che sarà operativo entro giugno, Egp investirà circa

3,4 milioni di dollari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Enel Green Power Francesco Venturini

14/03/2016Pag. 38 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 31

Page 32: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Alternative/1 Le stime di Ihs. Già nel 2015 parco cresciuto del 34 per cento. Meno emissioni in Asia Fotovoltaico E ora tutti al sole Cina in testa nell'anno dei record La potenza mondiale installata supererà i 310 gigawatt con il traino di Pechino L'Italia resta fra i primi conUsa, Giappone e Germania. La spinta dei prezzi bassi La discesa dei costi favorisce i progetti di grandedimensione ELENA COMELLI Nuovo record per l'energia del sole, che nel 2015 è cresciuta del 34% nel mondo, con 59 nuovi gigawatt

fotovoltaici installati: soprattutto negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone. Ma la corsa del solare sembra

appena iniziata, visti gli ambiziosi obiettivi formulati da diversi governi dopo la conferenza Cop21 di Parigi

sul clima. A fine 2016, la potenza fotovoltaica totale installata supererà i 310 gigawatt, in base alle ultime

stime della società di analisi Ihs. Nel 2016 dovrebbero quindi essere installati circa 69 nuovi gigawatt

fotovoltaici. A fine anno cinque Paesi avranno il 70% della potenza complessiva installata: Cina, Stati Uniti,

Giappone, Germania e Italia.

Primato orientale

La Cina nel 2016 si confermerà il primo Paese per nuova capacità installata, ma anche come potenza

complessiva. A fine 2015, la Cina aveva raggiunto i 43 gigawatt di potenza fotovoltaica complessiva

installata e il governo ha stabilito un target di altri 15 per il 2016. L'Europa, invece, perderà ancora terreno

quest'anno, dicono le stime, a beneficio in particolare di Stati Uniti, Giappone e India. La Germania, per

anni Paese capofila incontrastato nel solare, è passata l'anno scorso in seconda posizione dopo la Cina

come capacità totale installata e quest'anno dovrebbe scalare ancora, dalla seconda alla quarta posizione,

superata anche da Stati Uniti e Giappone.

Il mercato fotovoltaico europeo, comunque, lo scorso anno ha ricominciato finalmente a crescere (trainato

soprattutto dal Regno Unito) dopo tre anni di cali, seguiti al record del 2011. Nel 2015 sono stati installati in

Europa 8 gigawatt fotovoltaici, quasi il 15% in più rispetto ai 6,95 del 2014, in base alle stime

dell'associazione di settore SolarPower Europe. L'aumento del 2015 si basa però principalmente sul forte

sviluppo del Regno Unito, mentre le connessioni nella gran parte degli altri Paesi europei sono rimaste di

fatto stabili, come ha fatto notare l'amministratore delegato di SolarPower Europe, James Watson,

annunciando le nuove stime.

Il più 15% europeo, inoltre, va confrontato con un aumento del 34% nel mondo. «Il solare ha bisogno di

chiari segnali da parte dei decisori politici europei», ha fatto notare Watson, sottolineando che questa fonte

«è oggi competitiva negli usi residenziali e commerciali nella maggior parte dei Paesi Ue e gli investitori

hanno bisogno di un quadro politico certo per la generazione, l'autoconsumo e l'accumulo».

Il solare corre anche grazie al calo dei prezzi. Per il 2016, Ihs prevede una diminuzione media del costo dei

moduli solari del 5%, la più bassa mai registrata. Questo, insieme a una buona crescita del mercato globale

e alle basse quotazioni del silicio policristallino, consentirà ai produttori di ottenere margini di profitto più alti.

Ma non tutti sono d'accordo con queste stime. Un nuovo studio della Oxford University, appena pubblicato

su Research Policy , prevede ad esempio che il costo dei moduli fotovoltaici continuerà a scendere del 10%

all'anno. In base allo studio, firmato dal fisico americano Doyne Farmer e dallo statistico francese François

Lafond, il calo dei prezzi dovrebbe spingere il solare a soddisfare il 20% della domanda mondiale di energia

entro il 2027, una prospettiva molto più rosea delle stime dell'International Energy Agency, che prevede il

fotovoltaico al 16% della domanda elettrica solo nel 2050.

La ricerca delle economie di scala, intanto, sta facendo aumentare le dimensioni dei progetti solari: i due

terzi della pipeline globale sono per iniziative con potenze superiori a 50 megawatt. In base alle stime di

Ihs, la lista globale dei mega-progetti fotovoltaici supera ormai i 200 gigawatt. I Paesi leader qui sono Stati

Uniti, Cina e Brasile, che insieme ne coprono metà. La crescita più rapida è stata registrata negli Usa, dove

nel 2015 sono stati inseriti 16 gigawatt di nuovi progetti solari e altri 10 sono in fase di costruzione. Il

14/03/2016Pag. 38 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 32

Page 33: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

mercato Usa gode della conferma del credito d'imposta del 30% sugli investimenti nel fotovoltaico votata

dal Congresso a fine 2015. Così la quota degli Usa sulla domanda mondiale passerà nel periodo 2015-

2020 da una media del 10% al 15%.

Gli emergenti

Saranno sempre più importanti i mercati emergenti. Da quest'anno l'India sarà un mercato da diversi

gigawatt all'anno, mentre Messico e Brasile faranno fatica a centrare i propri obiettivi. Altri, come Filippine,

Pakistan e Bangladesh in Asia e Uruguay, Guatemala e Panama in America Latina, supereranno la barriera

dei 100 megawatt. L'esito della Cop21 avrà ricadute sulla diversificazione dei mercati del fotovoltaico e

spingerà la domanda in America Latina, Asia e Africa. Molti Paesi hanno promesso importanti tagli delle

emissioni e il fotovoltaico è visto come una soluzione rapida.

@elencomelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

UNA LUNGA CAVALCATA La crescita delle installazioni di impianti fotovoltaici. Dati in gigawatt VINCONO

I PANZER TEDESCHI Previsioni di crescita del fotovoltaico in Europa. Dati in megawatt 2015 800 700 600

500 400 300 200 100 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 L'ITALIA SI È FERMATA

L'evoluzione degli impianti fotovoltaici in Italia. Dati in megawatt 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 431

1.144 3.470 12.773 16.690 18.185 18.609 18.900 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 2008 2009 2010

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Germania Italia Regno Unito Francia Installazioni

annuali Installazioni cumulative Resto del mondo Spagna Belgio Grecia Fonte: Ihs S. Avaltroni MAPPA

Installazioni globali nel 2016 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 ITALIA del mondo 6% Stati Uniti 14%

Germania 13% Giappone 14% 59 256 64 321 Fonte: Ernst & Young Fonte: Gse Fonte: Gtm Research

14/03/2016Pag. 38 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 33

Page 34: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IMPRESE & LEGALITÀ Filiera del cemento in cattedra sulla prevenzione Lionello Mancini La notiziaè questa:a fine febbraio,a Roma, presso la Scuola di perfezionamento per le forze di Polizia si è

svolto un seminario tecnico sul ciclo del cemento e del calcestruzzo. Modesto evento, si potrebbe pensare,

ma non è così. Organizzato da Federbeton, l'associazione che raccogliei produttori del settore, il

seminarioè stato tenuto da una mezza dozzina di esperti di un comparto particolarmente esposto a pratiche

illecite e infiltrazioni della malavita. In aula, esponenti di Polizia, Fiamme gialle, Carabinieri e Guardia

forestale impegnati nei controlli e nelle inchieste sulle opere pubbliche. Argomento: come prevenire o

intercettare i problemi legati a produzione, trasporto, qualità, posa in opera. Obiettivo: aumentare le

competenze e dotare i controllori di strumenti più efficaci per condurre ispezioni su impianti e materiali,

dalla cava al pilastro, per evitare sottovalutazioni e raggiri, falsi allarmi ed esagerazioni, garantendo la

sicurezza delle opere (palazzi, strade, viadotti, gallerie) in cui il calcestruzzo è componente essenziale. Si è

dunque parlato di percentuali di acqua e degli altri additivi da mescolare al cemento secondo norme e

ricette, di come prelevare e far maturare i campioni di materiale da spedire in laboratorio senza lasciar

spazio ai trucchi; di quali carte esaminare presso un produttore di calcestruzzo, di qual è il momento più

adatto per bussare a un cantiere che sta "gettando" nelle casseforme e verificare che tutto proceda

secondo contratto e specifiche tecniche. Senza tralasciare le differenze tra una cementeria - fabbrica

complessa che richiede investimenti da centinaia di milioni (in Italia ne operano 28) - e i 1.200 piccoli e

medi impianti che mescolano il cemento con gli altri componenti e che sorgono necessariamente nei pressi

sia di una cava di inerti sia dell'opera in costruzione. La finalità del seminario è di per sé un'ottima notizia,

tanto che sarebbe auspicabile una sua reiterazione, allargando la platea a giornalisti e magistrati. È facile,

infatti, che sui media si accavallino termini impropri o effetti sbagliati. Di solito sono errori indotti da fonti

ufficiali, non ancora in grado di distinguere tra materiali (per esempio, utilizzando come sinonimi cemento e

calcestruzzo), utilizzo effettivo, caratteristiche tecniche. Il risultato è una disinformazione, sia pure in buona

fede, che comunque colpisce le imprese coinvolte, con danni di reputazione gravissimi. Dunque un buon

corso tenuto da esperti, magari accompagnato da un agile manualetto (come quello distribuito a Roma,

curato dalle imprese: "Istruzioni operative per i controlli sulle forniture di calcestruzzo strutturale"), sarebbe

utile anche ai magistrati, i quali non hanno tempo o desiderio di approfondire e così delegando di fatto a

consulenti di provata fiducia - non sempre specialisti del settore - la valutazione dei rischi e dell'effettiva

gravità delle condotte inquisite. Ed è la stessa, ampia delega di cui a volte godono le informative della

polizia giudiziaria e i report degli amministratori giudiziari: se un giudice non sa, è nelle mani del "suo"

perito. Persino più importante degli effetti pratici dell'iniziativa di Federbeton è il rilancio del percorso

comune tra produttori e forze dell'ordine, iniziato qualche anno fa con i protocolli di legalità. Anche in quei

patti scritti vengono fissati impegni e aperti canali di comunicazione con le istituzioni, al fine di aumentare le

possibilità di mettere all'angolo i produttori di calcestruzzo "allegri" e i cantieri pasticcioni o peggio; ma

l'esperienza ha dimostrato che tali impegni non sono stati presi abbastanza sul serio. Tra prefetti inclini a

un'idea burocratica del loro ruolo, forze dell'ordine oberateea corto di risorsee Procure sotto organico (e

anche molto diffidenti) è accaduto che in pochissimi abbiano stretto con convinzione la mano tesa dalle

imprese. Bene, quindi, che il dialogo riprenda dallo scambio di competenze e dalla ricerca di una visione

comune imprese­istituzioni nella difesa della legalità proprio alla sorgente della filiera dell'edilizia.

Foto: [email protected]

14/03/2016Pag. 14

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 34

Page 35: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Lavoro. L'intermediazione abusiva di manodopera Appalto pagato a ore, il contraente diventa datore e sostituto Ferruccio Bogetti Gianni Rota La mancanza di beni strumentalie di figure professionali in grado di dirigerei cantierie la determinazione dei

corrispettivi in base alle ore anziché agli stati di avanzamento lavori (Sal) fanno presumere

l'intermediazione abusiva di manodopera. Di conseguenza, l'appaltante che utilizza tali prestazioni smette

di essere tale e diventa datore di lavoro e sostituto d'imposta. Così si è espressa la Commissione tributaria

di II grado di Bolzano, nelle sentenze 6/2/16 e 7/2/16 (Presidente Ranzi, relatore Macaluso). La Guardia di

finanza aveva contestato a una cooperativa edilizia l'intermediazione abusiva di manodopera, per essersi

avvalsa delle prestazioni di una Srl che aveva effettuato a suo favore una mera fornitura di lavoratori,

nonostante un contratto di subappalto. Basandosi sul Pvc, l'amministrazione considera i lavoratori della Srl

come dipendenti della cooperativa, recupera in capo a quest'ultima ­ tra l'altro ­ le ritenute fiscali Irpef e le

addizionali non effettuate come sostituto d'imposta. La cooperativa ricorre affermando che: e i rapporti con

la Srl sono regolati da uno specifico contratto di subappalto; r le prestazioni sono pagate a un corrispettivo

orario fisso di 23 euro; t il rischio d'impresa è in capo alla subappaltatrice perché il corrispettivo orario non

può essere variato. Dal punto di vista fiscale la fornitura di manodopera è stata presunta in basea

dichiarazioni confermative di soci e consulenti della Srl, riassunte genericamente nel Pvc e tali da non

costituire ­ secondo il contribuente ­ presunzioni gravi, precise e concordanti. L'amministrazione resiste,

affermando tra l'altro che la Srl non ha potere direttivo nell'esecuzione dei lavori ed è senza attrezzature. Il

giudice di primo grado accoglie il ricorso e l'amministrazione impugna la pronuncia. Il giudice d'appello

riforma la sentenza impugnata e conferma la bontà degli accertamenti perché: e l'esecuzione del contratto

di appalto in mancanza di attrezzature e figure direttive in grado di coordinare i cantieri e la determinazione

dei corrispettivi in base alle ore/lavoro prestate anziché ai Sal fanno escludere la prestazione dei servizi

dell'appaltatrice e fanno sorgere per l'appaltante la qualifica di datore di lavoro e sostituto d'imposta; r le

testimonianze confermative dei soci e consulenti dell'appaltatrice, anche se verbalizzate nel Pvc in modo

generico, hanno valore probatorio; t per confutare le argomentazioni dell'ufficio non può essere invocata la

clausola che impedisce la revisione del prezzo orario. Infatti, in base all'articolo 1664 del Codice civile, la

revisione è in ogni caso possibile se la differenza di prezzo è superiore a un decimo: livello che secondo i

giudici sarebbe stato molto difficile da raggiungere in tempi di crisi anche se il contratto avesse consentito

aumenti.

14/03/2016Pag. 29

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 35

Page 36: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

COSTRUZIONI Otto idee per portare l'edilizia fuori dalla crisi Marco Morino u pagina 13 Otto idee per rilanciare l'edilizia, fondate su innovazione e qualità. È la proposta di Federbeton.

Otto idee per l'edilizia, fondate sull'innovazione e sulla qualità delle opere. Sono i pilastri per rilanciare

l'industria delle costruzioni in Italia, sferzata da una crisi durissima: in sette anni, dal 2008 al 2014, il settore

ha perso il 32% degli investimenti, pari a circa 64 miliardi di euro. Mentre i consumi di cemento dal 2007 al

2015 sono crollati del 60%, sotto i 20 milioni di tonnellate l'anno, tornando mestamente agli anni 60. Allora

però eravamo alla vigilia del boom economico. Ora si ragiona di imprese fallite e posti di lavoro scomparsi.

Il nuovo Codice degli appalti, con un quadro normativo più chiaro e snello, potrebbe rappresentare la

svolta. Il nuovo testo, nei piani del governo, dovrebbe essere varato in via definitiva entro il prossimo 18

aprile, ma sta già alimentando molte aspettative. Federbeton, la federazione di Confindustriaa cui fa capo la

filiera del cemento, del calcestruzzoe dei materiali di base per l'edilizia con un valore della produzione pari

al 7,8% del mercato delle costruzioni, scende in campo con un libro bianco che riassume idee e proposte

per rilanciare l'edilizia in Italia. Il libro bianco è il risultato di un'iniziativa originale, intitolata la fabbrica delle

idee: Federbeton ha riunito per due giorni, al Saie di Bologna, oltre cento rappresentanti delle istituzioni, del

mondo accademico e delle imprese che si sono confrontati sugli strumenti per un rilancio concreto e

sostenibile dell'ediliziae delle costruzioni in Italia alla luce del nuovo Codice degli appalti. Il ragionamento

cardine, esterma sintesi delle idee contenute nel documento conclusivo di Federbeton,è il seguente: il

settore delle costruzioni in senso lato, cioè opere pubbliche ed edilizia residenziale, è pronto a ripartire

all'insegna dell'innovazionee della maggior qualità delle opere. Non ragionare più in termini di massimo

ribasso permetterà di realizzare progetti di maggior valore e cantieri tecnologicamente evoluti per opere di

qualità a partire dai materiali da costruzione. Le costruzioni,è stato detto nel corso della due giorni

bolognese, hanno un ruolo centrale nello sviluppo economico e nell'evoluzione sociale di ogni Paese.

Occorre confrontarsi apertamentee senza pregiudizi sul ruolo che le costruzioni e i settori connessi

possono svolgere per la ripresa dell'economia italiana. In che modo? Ecco alcune proposte circolate a

Bologna. Rottamare gli edifici che non offrono più garanzie di sicurezza e qualità dell'abitare, soprattutto

nelle areea rischio sismico per realizzare nuove costruzioni, con vantaggi per la sicurezza e la sostenibilità

ambientale. In Italia ci sono sei milioni di edifici situati in zone sismiche e il 55% di questi ha più di 40 anni

di vita, con il 70% costruito prima delle norme antisismiche. Favorire uno sviluppo verticale degli edifici per

costruire una nuova identità delle città riducendo il consumo del suolo, come dimostra il caso Milano con il

progetto CityLife, con i 231 metri della torre UniCredit a Porta Nuova e con tutti gli altri grattacieli che in

questi anni hanno rivoluzionato lo skyline della metropoli lombarda. Investire sulla rigenerazione urbana,

rottamando le periferie delle nostre città e sfruttando il rammendo urbano come occasione per applicare

delle nuove tecnologie costruttive. Detassare le costruzioni realizzate con materiali innovativi e

prestazionali. Agevolare le connessioni tra il mondo finanziario, istituti di creditoe assicurazionie il mondo

delle costruzioni. Promuovere la conoscenza della filiera del cementoe del calcestruzzo, del suo potenziale

innovativo che può assumere i tema di sostenibilità, riduzione del rischio idrogeologico, sicurezza sismica.

Impossibile riassumere qui tutte le idee e le proposte emerse dall'iniziativa promossa da Federbeton.

L'auspicio della filiera cemento­calcestruzzoè che la riforma del Codice appalti segni un nuovo inizio per

l'industria delle costruzioni in Italia. «Ritroviamo l'energia che ha fatto nascere l'autostrada del sole» è il

messaggio conclusivo della due giorni di Bologna.

I consumi di cemento in Italia dal 1960 al 201546,9

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 36

Page 37: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

19,6 50 2015 LIVELLO ANNI '60 -2,6% -58,0% VARIAZIONE 2015-2006 VARIAZIONE 2015-2014 I

consumi di cemento crescono spinti dal boom economico

1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996

1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 pIn milioni di tonnellate e variazione % 2015/2014 e

2015/2006

Le proposte della filiera del cemento e del calcestruzzoINNOVAZIONEVIABILITÀRIQUALIFICAZIONE

SVILUPPO VERTICALE

RICICLAGGIO INERTI

CANTIERI

EDILIZIA SCOLASTICA

SOCIAL HOUSING SCHEDE A CURA DI Laura Cavestri

Per riqualificare periferie e aree industriali dismesse senza consumare suolo, occorre una normativa che,

da un lato elimini i doppi oneri, fiscali e burocratici, per demolire e ricostruire con nuove destinazioni d'uso.

Dall'altro, incentivi economicamente le soluzioni sostenibili, quindi a bassa impronta di CO2, con materiali

riciclabili, che privilegino efficienza energetica e sicurezza, soprattutto per interventi di grandi dimensioni

Bisogna andare verso la riduzione degli oneri di cantiere in termini di costi, tempi e sicurezza dei lavoratori.

Un dialogo più stretto tra produttori di materiali, tecnologie, macchine e impianti, casseforme, deve poter

migliorare l'organizzazione del cantiere che va adattata alle peculiarità di ogni progetto. Da coinvolgere

anche le soprintendenze che aprioriasticamente ostacolano l'utilizzo di calcestruzzo per qualsiasi

operazione di recupero degli edifici storici La riqualificazione del patrimonio scolastico italiano riguarda oltre

40mila scuole.I bandi del Miur devono valorizzare le soluzioni innovative per l'edilizia scolastica:

pavimentazioni continue antistatichee antibatteriche, soluzioni per l'isolamento acustico, abbattimento delle

onde elettromagnetichee una sufficiente inerzia termica per migliorare il comfort. Ma anche materiali

autopulentie in grado di ridurre l'inquinamento; materiali di lunga durabilitàea bassi costi di manutenzione

Vanno eliminatii vincoli che oggi frenano la scelta di soluzioni radicali come l'abbattimento di singoli edifici,o

di interi contesti immobiliarie post­industriali, per favorire uno sviluppo verticale degli edifici, ovvero quei

grattacieli sorti numerosia Milano ma che faticanoa farsi strada nella programmazione urbanisitca delle altre

città italiane, per un approccio conservativoe il timore che possano dequalificare il partimonio

storico­artistico. Naturalmente previa valutazione su sicurezza sismica, esteticae integrazione nel contesto

locale I rifiuti inerti provenienti da costruzionee demolizione (C&D) costituiscono, in termini di volume, la più

grande fonte di rifiuti nella Ue. Ma in Italia manca una cultura del riciclo. La Ue ha messo in atto una politica

per promuovere una gestione ottimale dei rifiuti nel settore delle costruzioni. In Italia, si rende necessaria la

creazione di un network, ossia di una rete, tra gli attori della filiera del cemento. Oltrea formareea richiedere

una normativa che incoraggi il riciclo degli inerti occorre una banca dati su produzionee gestione dei rifiuti

Su un milione di abitazioni pubbliche, solo 20mila sono per il social housing. Come per le scuole, i bandi di

intervento di social housing nella scelta dei materiali, dovrebbero valorizzare le migliori soluzioni innovative

a basso costo. Ad esempio: strutture massive in grado di assicurare un isolamento acustico, abbattimento

delle onde elettromagnetiche e una sufficiente inerzia termica. Materiali di lunga durabilità e a bassi costi

anche per ridurre i costi di gestione Occorre sostenere, anche attraverso i finanziamenti e gli incentivi

fiscali, l'attività di ricerca svolta dalle aziende i nhouse o in collaborazione con il mondo accademico.

L'intenzione è quella di incentivare fiscalmente l'utilizzo di materiali innovativi e prestazionali. Sul fornte

degli appalti, è importante potenziare, all'interno del prossimo Codice, procedure che consentano, in fase di

gara, di valorizzare soluzioni innovative di processo e di prodotto L'utilizzo del calcestruzzo per le

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 37

Page 38: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

pavimentazioni stradali, urbane e non, diffuse in molti Paesi sia in Europa sia nel mondo, è in Italia una

soluzione poco praticata. Questo è dovuto a due fattori: resistenza culturale all'innovazione e ridotta

conoscenza delle soluzioni esistenti. Bisogna sensibilizzare politica e Pa affinchè, in fase di progetto

definitivo, scelgano tra diverse soluzioni costruttive e diversi materiali e, in fase di gara, tengano conto della

convenienza del materiale

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 38

Page 39: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

MICROCOSMI LE TRACCE E I SOGGETTI La Milano di domani: cinque città che stanno in una La futura «smart city» sarà fondata su innovazione, bellezza, capacità di fare, benessere e creatività Aldo Bonomi a primavera ci porta verso le elezioni nelle aree metropolitane, da Torino a Napoli passando per Milano,

Bologna e Roma. L'epoca che viene avanti ha come nodo territoriale le smart cities, ove precipita la

conoscenza globale in rete. Più che guardare al dibattito politico, certamente importante, mi pare utile

cercare di capire se dai mondi dell'economia e della società si diano voce e segnali alla politica. Segnali

forti, se guardiamo «alla grande Milano supermetropolitana», così definita dal presidente di Assolombarda

Gianfelice Rocca nella prefazione del libro Milano Metropoli possibile, che raccoglie studi e progetti della

rappresentanza di impresa. Partendo da una botta di orgoglio comunicativo sostenuta dai numeri: 123

imprese con fatturato superiore al miliardo di euro, ben più che Monacoe Barcellona, ben 3.100 sedi di

multinazionali estere e, nel raggio di 60 chilometri supermetropolitani, in quella che avevo definito la città

infinita, si realizza un quarto del valore aggiunto manifatturiero e dell'export italiano. Ma, a proposito di

conoscenza globale in rete, non ci si ferma a rappresentare il peso dell'industria, si guarda ai saperi della

città universitaria ove risiedono più di 200 mila studenti. È un cambiamento di ruolo della rappresentanza di

impresa, si va oltre il '900 della contrattazione tra capitale e lavoro e si assume il territorio, la città, come

bene competitivo per produrre per competere. Da qui l'urgenza segnalata di mettere in cantiere "progetti

bandiera" pubblico­privati nell'area del dopo­Expo, si guarda agli ex scali ferroviari, 1 milione di metri quadri

in trasformazione, alla nascita del polo della città della salute, al futuro dell'ortomercato milanese, il più

grande d'Europa. Andando oltre la rappresentanza manifatturiera, si guarda alla logistica, all'agricoltura

evoluta e al welfare. Scavando nell'antropologia socioeconomica di Milano cheè sempre stata un mix tra il

fare impresa ed essere "città anseatica" dell'Europa dopo le Alpi. Un Giano bifronte nel suo sincretico

essere tra nord e sud. Un po' Barcellona e un po' Monaco e Francoforte, non a caso le città più citate nella

comparazione competitiva. La Milano supermetropolitana ha bisogno di reti di logistica funzionali per

innovare la smart city di area vasta. Da qui l'attenzione ai grandi player delle società pubbliche locali, del

trasporto (Atm, Mm, Trenord), sino ad A2a, leader nei servizi ambientali, dell'energia e dell'acqua. Il tutto dà

voce al piano strategico di Assolombarda per «fare volare Milano» che, partendo dal suo scheletro

manifatturiero, si declina nelle cinque città che stanno in una: la città dell'innovazione, della bellezza, del

fare, del benessere e della creatività. Questa è la smart city. Visione di una metropoli "possibile" che

ritroviamo nel piano strategico metropolitano milanese elaborato dal Pim, che parte dalla metropoli reale

istituzionalizzata, perimetrata urbanisticamente e socialmente. Tre milioni e 200mila abitanti, di cui mezzo

milione stranieri, 288mila imprese, 533 start up, che attrae 13 milioni di visitatori e che mette al lavoro

nell'intraprendere 2 milioni di addetti. Quello che colpisce è che sia Assolombarda, partendo dagli interessi,

sia il Pim dal vivere e abitare la metropoli possibile, si ritrovano nelle parole chiave che per il Pim sono: una

città agilee performante, creativae innovativa, attrattivae aperta al mondo, intelligente e sostenibile, veloce

e integrata, coesa e cooperante. Fossimo nel '900, ai tempi della società verticale, il microcosmo potrebbe

finire qui. Segnalando alla politica i documenti del piano strategico confindustriale e del territorio

metropolitano che verrà. Ma le smart cities, nel secolo della sharing economy, della società circolare, si

basano nel loro divenire su una condivisione degli interessie delle pratiche sociali, oltre che istituzionali.

Non basta consegnare in alto pianie progetti, occorre capire quanto sono socialmente condivisi. Mi fa ben

sperare un lavoro di inchiesta e mappatura dal basso, da microcosmi, realizzato nel tessuto carsico della

città metropolitana da Avanzi, think tank sociale, presentato in Triennale. Sono state censite 174 pratiche

sociali che tracciano segnali di futuro, che si possono scomporre e ricomporre in tre "grappoli"e che

rimandano alla risposta mutualistica a bi­ sogni socialie problemi che il pubblico nonè più in grado di

13/03/2016Pag. 13

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 39

Page 40: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

risolvere, agli spazi per produrre e promuovere cultura,a cavallo tra impresa e partecipazione volontaria,

alla produzione di benie servizi innovativi, con capitale low cost basati su istanze collaborative di sobrietàe

sostenibilità. Certo dai numeri potenti citati da Rocca nella supermetropoli si precipita nei casi degli orti

urbani, dell'associazione culturale Banlieu, del Co+Fabb (spazio di collaborazione produttiva), delle social

street, sino al ristorante in galera al carcere di Bollate. Sussurri da comunità di cura, si dirà, rispetto alle

grida della comunità operosa. Ma la smart city che verrà, quella della sharing economy, non si dà che

tenendo assieme le due polarità della città che viene avanti. Con un'attenzione in più. Presentando il

progetto Segnali di futuro ho segnalato che manca un atlante e una mappatura dei tanti casi di chiusure e

rinserramento rispetto al nuovo che avanza. Nella sharing economye nella società circolare che mettono in

circolo piani, progetti,e pratiche sociali collaborative, ci sono tanti che sono e si sentono esclusi, si

rinserrano nella paura del futuroe nel rancore. È il problema a tutti noto dei grappoli di disagio, di

esclusione, del tema poco smarte molto hard della casa, delle periferie urbane e del lavoro. Sarebbe bello

se il sindacato, la Confcommercio, gli ordini professionali e le rappresentanze dell'impresa diffusa, nella

loro metamorfosi, oltre alle start up e ai fablab che fanno associazioni come Milano In, presentassero le loro

idee della "città che viene" alla politica. A cui tocca, impresa difficile, tenere assieme le tante città che

stanno in una: la smart city che verrà.

13/03/2016Pag. 13

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 40

Page 41: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Arredo. Il gruppo del lusso è cresciuto del 21% nel 2015 e i primi mesi del 2016 confermano la dinamicapositiva EMILIA ROMAGNA Usa e Iran obiettivi di Luxury living Pianificati investimenti in Nord e Centro America, ma anche a Teheran, per compensare le incertezze inRussia e Medio Oriente Giovanna Mancini Le incertezze dei mercati emergenti e le turbolenze dei mercati finanziari non sembrano aver rallentato la

corsa di Luxury Living Group, la holding del lusso che gestisce marchi di arredo­design Fendi Casa, Bentley

Home, Trussardi Casae Paul Mathieu e realizza all'estero il 98% del proprio fatturato. «Tut­ ti i mercati

hanno dato buoni risultati nei primi mesi del 2016 - spiega il ceo e presidente del gruppo, Alberto Vignatelli -

persino la Russia, che negli ultimi tempi si era fermata». Ma il quadro geopolitico è incerto e, soprattutto per

quanto riguarda Russia e Medio Oriente, è impossibile fare previsioni. «Ci aspettiamo una crescita a doppia

cifra - dice comunque Vignatelli - considerando che nel 2015 il fatturato è aumentato del 21% (a quota 105

milioni, ndr) rispetto al 2014, anno che aveva segnato un +14%». Per riuscirci, il gruppo sta investendo

soprattutto su Stati Uniti e Iran (per la precisione, Teheran), oltre ad alcuni Paesi dell'America Latina, come

Colombia, Perù, Messico e Panama. Per il 2016 è attesa la scelta del partner con cui consolidarsi sulla

piazza di Teheran, ma è negli Stati Uniti che sono stati avviati i progetti più ambiziosi: il Nord Americaè un

mercato fondamentale per il target di Luxury Living Group, che qui lavora all'80% attraverso i grandi studi di

architettura. «Gli americani vogliono servizi, assistenza e velocità», precisa Vignatelli, e proprio in

quest'ottica è stato pensato il nuovo showroom di Los Angeles, inaugurato a fine febbraio. Oltre mille metri

quadrati studiati per un target di architetti, interior decorator e designer. «In un mercato così competitivo

devi saperti distinguere - spiega il ceo -. Maa fare la differenzaè il servizio». Anche per questo si rende

necessaria la gestione diretta degli showroom, come avviene a New York e a Miami, doveè in costruzione

la nuova sede del quartier generale americano del gruppo, che dovrebbe essere terminata entro fine anno.

A Miami e nelle isole vicine sono inoltre in corso progetti contract del gruppo, che tuttavia realizza quasi

tutto il fatturato attraverso il canale retail, attraverso rivenditori in tutto il mondo e gli showroom a gestione

diretta di Miami, New York, Milano, Londra e Parigi, oltre ai due business branch di Pechino e Mosca, aperti

recentemente.

LE PERFORMANCE

+21% Il balzo del fatturato La performance 2015 segue il +14% registrato nel 2014. Il fatturato ha raggiunto

i 105 milioni di euro

98% La quota di export Quasi completamente internazionalizzato il business dell'azienda forlivese. Anche

dalla Russia arrivano segnali incoraggianti dopo la frenata degli ultimi mesi. Ora i piani di sviluppo puntano

molto su Stati Uniti e Iran

12/03/2016Pag. 8

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 41

Page 42: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Cresce la protesta dei comitati cittadini contro i cantieri M4 Lunedì sera gli "stati generali" in zona Foppa-Solari Previsto per l'estate l'impatto maggiore sulla viabilità LUCA DE VITO Lunedì sera si ritroveranno in "casa" del comitato Foppa-Solari, quello che ha ottenuto di più dalle sue

battaglie. Da via Lorenteggio a San Babila, passando per via San Vittore, corso Plebisciti e piazza Vetra la

protesta dei cittadini contro i cantieri per la nuova linea della M4 sta crescendo. E si sta organizzando in

comitati pronti a dare battaglia. L'assemblea di lunedì servirà per condividere esperienze, per studiare

azioni legali e per confrontarsi sull'impatto che i lavori stanno avendo e avranno nei vari quartieri.

«Potranno parlare solo i cittadini».

A PAGINA III LORO sono il comitato dei vincitori.

Tra i primi a dichiarare guerra a M4, sono riusciti a strappare delle modifiche importanti per quanto

riguarda il cantiere ancora prima che questo partisse. Hanno fatto eliminare un deposito di detriti che

sarebbe dovuto sorgere in via Dezza, hanno obbligato a prevedere lo spostamento della terra con un

nastro trasportatore nel sottosuolo anziché con i camion in strada, hanno fatto aumentare la distanza della

fossa dalle case di via Foppa. E poi ancora, hanno fatto costruire una strada d'accesso ai civici 4, 6 e 10,

hanno ridotto la superficie del parco Solari interessata dal cantiere dall'8 per cento a 4 per cento, hanno

fatto scendere il numero di alberi da abbattere da 130 a 78.

Decisioni prese dalla società su richiesta dei residenti e che hanno portato a una radicale modifica del

cantiere, ma che non sono state a costo zero per il comitato. Per il ricorso al Tar e per le consulenze

tecniche se ne sono andati circa 26mila euro. Le donazioni raccolte fino ad ora sono arrivate a quota

24mila e ne restano da raccogliere ancora 2mila.

Non solo soldi, ma anche tempo: organizzazione di incontri, assemblee, richieste alla società, in Comune,

al tribunale.

Adesso rimane in piedi ancora il ricorso al Tar che, fanno sapere dal comitato, non verrà ritirato prima

dell'ufficializzazione della delibera del Cipe che approva le modiche al cantiere stabilite e già assicurate da

Palazzo Marino. «Resteremo però con gli occhi aperti - dicono i residenti - perché adesso si entra nel vivo

dei lavori. Questi progetti vengono presentati poco alla volta, dobbiamo controllare che tutto proceda

regolarmente».

Foto: LA RACCOLTA FONDI Il comitato Solari ha ottenuto migliorie ma ha pagato circa 26mila euro tra

ricorso al Tar e consulenze tecniche, oltre al tempo per organizzare il tutto

12/03/2016Pag. 1 Ed. Milano

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 42

Page 43: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Fiera Bologna, salta il cda: verso il sì a Parma e Rimini ESTROMESSO CAMPAGNOLI ARRIVA BONI PER REALIZZARE IN TEMPI BREVI LA FUSIONE CON LEALTRE DUE SOCIETÀ E DARE VITA AL SECONDO POLO FIERISTICO ITALIANO, CON NUMERI CHELO PONGONO A DISTANZA RAVVICINATISSIMA CON IL NUMERO UNO MILANO FIERE. GLIIMMOBILI Enrico Miele Bologna Al via il risiko delle fiere. La prima mossa è il matrimonio a tre che unirà i saloni di pregio della via

Emilia. Iniziano così le prove tecniche di fusione tra i quartieri fieristici di Bologna, Rimini e Parma in vista

del 2017. Il progetto, in cantiere da vent'anni, è sempre stato frenato dalle gelosie di campanile. Oggi,

complice il dimagrimento di alcune storiche kermesse, la serrata concorrenza di Milano e, soprattutto,

l'urgenza di avere più peso sui mercati internazionali, è tornato in agenda. Quella che potrebbe nascere nel

giro di un anno è una holding unica con un giro d'affari di 224 milioni di euro, oltre cento eventi e in

portafoglio "gioielli" come Eima (macchine agricole), Cibus (alimentare), Cersaie (ceramica) e Rimini

Wellness. Il progetto, in realtà, nasce dallo strappo che si è consumato dentro Bologna Fiere, dove l'epilogo

della "guerra fredda" tra il presidente Duccio Campagnoli e gli azionisti è stato radicale. Per costringerlo a

un passo indietro, l'intero cda si è presentato dimissionario all'ultima seduta, aprendo le procedure per la

successione. I soci privati - coop, industriali e Fondazione Carisbo lo accusano di aver gestito la società in

modo poco condiviso, scavalcando a più riprese il cda. Anche gli azionisti pubblici, stanchi delle tensioni, a

un certo punto hanno deciso di cambiarlo per riportare la pace. E a nulla è servita l'ultima resistenza di

Campagnoli, che ha chiesto ai consiglieri prima delle loro dimissioni di approvare il maxi-piano di

espansione dei padiglioni da 70 milioni di euro (ora "congelato" in attesa della holding). Anche da qui nasce

l'accelerazione sul progetto di integrazione. Il 25 marzo Bologna Fiere eleggerà i nuovi vertici. Il nome del

"traghettatore" è già stato scelto dai soci pubblici: Franco Boni, 76 anni, per quasi un decennio alla guida

delle Fiere di Parma. Nel capoluogo emiliano dovrebbe restare un anno. Il tempo per rasserenare il clima e

preparare il piano industriale: «Il progetto - anticipa Boni in attesa della nomina - non riguarda solo Bologna

ma tutto l'apparato delle Fiere emiliane. La direzione è il sistema unico regionale». Scalfire la concorrenza

di Milano, continua il manager reggiano, è «solo uno slogan, l'attacco vero è al mercato internazionale. Se

non ci si affretta a fare aggregazioni perderemo terreno». La regia dell'operazione è del governatore

Stefano Bonaccini (Pd) che ha sbloccato l'impasse tra i bolognesi rilanciando la holding (la Regione Emilia

Romagna è azionista di peso nelle tre società fieristiche). Il nome "caldo" a cui affidarla nel 2017 sarebbe

Antonio Cellie, oggi ad dell'expo parmense. Ma il manager ha già fatto sapere che per ora non si muoverà.

Uno stop che alcuni interpretano come una frenata tattica, in attesa di vedere cosa accadrà sotto le Due

Torri con la guida di Boni. Se la fusione dovesse andare in porto, di certo andrebbe a incidere sugli equilibri

dell'intero settore fieristico, dove di integrazioni e sinergie si parla da anni guardando al modello dei maxi

quartieri tedeschi - senza mai realizzarle. Non sarà semplice: unire le società comporta statuti da riscrivere,

assemblee dei soci e resistenze di azionariati parcellizzati. Se Parma e Rimini per ora restano alla finestra,

Bologna è in pressing per avviare l'operazione. L'obiettivo? Ridurre costi e poltrone, costruire un unico

piano industriale che tenga conto dei tre quartieri e presentare all'estero un'offerta con oltre cento kermesse

annuali e una rinnovata potenza finanziaria. Anche la distanza col campione nazionale, Fiera di Milano, che

nel 2014 ha fatturato 245,5 milioni di euro, a quel punto si ridurrebbe. Ogni quartiere, però, ha le sue grane.

Per i bolognesi, l'urgenza è trattenere Eima, il salone più importante in calendario e leader mondiale del

settore, che da tempo chiede più spazi per rimanere sotto le Due Torri (e il corteggiamento di Milano si fa

sempre più serrato). Il gruppo Bologna Fiere ha chiuso il 2014 con ricavi per oltre 119 milioni di euro (+9%)

e un mini-utile di 138 mila euro. A trainare i conti soprattutto il giro d'affari estero, su cui ha puntato molto

Campagnoli in questi anni. Il forfait del Motor Show e l'addio di Lineapelle sono stati compensati con il

14/03/2016Pag. 23 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 43

Page 44: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

fatturato che arriva da fuori Europa : nel 2015 Cosmoprof Asia, Las Vegas e Bf China hanno portato alla

capogruppo margini per 7,7 milioni. A pesare è il debito con le banche per 39,4 milioni legato alla

costruzione dei vecchi padiglioni. Fiere di Parma, la più piccola delle tre, sotto la guida di Giandomenico

Auricchio due anni fa ha collezionato un utile netto di 5,2 milioni e un fatturato di 37,9 (con debiti per 22

milioni). Rimini Fiera di Lorenzo Cagnoni - anche lui in uscita dopo 14 anni - raggiunge ricavi per 67,5

milioni (+6,9%) e un utile poco sopra i 3 milioni (e ha ormai smaltito i mutui legati al super quartiere da 300

milioni costruito negli anni scorsi). L'eventuale fusione, secondo alcuni, comporterebbe lo spin off delle

attività fieristiche da quelle immobiliari. Questo per alleggerire il patrimonio della holding dal peso dei vecchi

debiti contratti dai quartieri per rifarsi il look, distribuendo i "pesi" in maniera più omogenea. S.DI MEO

Foto: Duccio Campagnoli (1) ad uscente di Fiera Bologna. Franco Boni (2) ex presidente Fiera di Parma,

curatore il padiglione Cibus alla Expo di Milano. Antonio Cellie (3) ad di Fiera di Parma

14/03/2016Pag. 23 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 44

Page 45: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Zamperla: "Che sballo le mie giostre piacciono a Disney e Kim Jong-un" UNA VOCAZIONE NATA PER AMORE MA CHE È DIVENTATA UN MARCHIO DI FABBRICA: PORTARELE INNOVAZIONI NEI GIOCHI, DALLE MACCHINE A GETTONE ALL'AUTOSCONTRO. LE MONTAGNERUSSE DI CONEY ISLAND E LE TECNOLOGIE AERONAUTICHE. I PARCHI "DOPPI" DI RIAD Jenner Meletti Altavilla Vicentina Si presenta così: "Alberto Zamperla, giostraio". Sembra una bugia. Solo in questo

stabilimento a fianco dell'autostrada lavorano infatti 30 ingegneri, i computer sono in ogni angolo, tutti i

dipendenti parlano almeno l'inglese e la "Antonio Zamperla spa" è forse l'unica azienda italiana con un sito

internet scritto in inglese, russo, arabo e non in italiano. "Giostraio" fa tornare alla mente il "calcinculo",

l'autoscontro, la giostra con i cavalli... "Dentro di me - racconta Alberto Zamperla, figlio di Antonio, nipote di

Umberto, pronipote di Emilio Giovanni, discendente di Angelo... - mi sento sempre un giostraio. Sa perché?

Ingegneri e artisti preparano le macchine, che debbono essere sicure e attraenti. Si fa il collaudo poi un

esemplare viene aperto al pubblico, quasi sempre al Luna Park di Coney Island, a New York. E allora io

prendo l'aereo - come faccio in media 100 giorni all'anno - e vado a controllare le facce. Sì, le facce di chi

scende dalla nuova giostra. E capisco subito se il nuovo prodotto avrà successo o no". Facce contente,

fatturato assicurato. Intuire i desideri di chi si vuol divertire: questa sembra la ricetta antica e nuova degli

Zamperla. Oggi la spa ha un fatturato di 65 milioni di euro, 190 dipendenti nella centrale di Altavilla

Vicentina e 450 nel gruppo, con sedi in Russia, Bielorussia, Slovacchia, Cina e Filippine e uffici in Corea,

Malesia, Stati Uniti, Dubai, Australia, Brasile. Vende all'estero il 97% dei suoi prodotti. Antonio Zamperla, il

fondatore della società, nel 2005 è entrato, primo italiano nella storia, nella IAAPA, Hall of Fame, albo

d'onore dei grandi personaggi dell'industria del divertimento, assieme a Walt Disney, George Ferris e

Walter Knott. "Senza il mio avo Angelo, classe 1831 - racconta Alberto, classe 1951 - presidente e ad della

Zamperla - noi non saremmo la fabbrica del divertimento. Angelo faceva il pasticciere a Ferrara e stava

anche bene. Ma si innamorò di un'amazzone che lavorava in un circo. Lasciò creme e cannoli e la seguì, e

con lei iniziò l'attività circense. Ebbe quattro figli, fra i quali mio nonno Umberto, classe 1888. Mi faceva

venire i brividi, quando ero piccolo. Mi prendeva sulle ginocchia e mi faceva toccare la cicatrice che aveva

sul cranio. Lui faceva il doppio salto mortale su cavallo e una volta cadde davanti all'animale che gli diede

una zoccolata sulla testa. E allora cambiò lavoro. Andò a Parigi, per comprare uno dei primi proiettori per il

cinema, un Pathé Frères. Costruì un cinema viaggiante, che montava e smontava nelle sagre e nelle fiere.

Un solo film per mesi o per anni. Non si cambiavano le pellicole, allora, ma i paesi e le città". Zamperla è un

nome legato al cinema e non solo per il proiettore di Umberto. Uno della dinastia, Nazzareno Zamperla, ha

lavorato come attore, stuntman e maestro d'arte con Federico Fellini. Il nome del protagonista de "La

strada", Zampanò, è la sintesi del cognome di due famiglie circensi, gli Zamperla e i Saltanò. Un piccolo

ufficio, sul muro la pergamena firmata dall'ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ringrazia per la

rinascita del Luna Park di Coney Island. "L'azienda per le giostre è nata quasi per caso, per merito di mio

padre Antonio, classe 1923. Nei primi anni '60 si mise a costruire da solo le giostre, per poi portarle in giro,

inventandole di sana pianta. Le più importanti furono l'autoscontro per i più piccoli e la giostra con gli

aeroplani. Altri giostrai chiesero di acquistarle. Fu l'inizio di un boom. Non solo giostre ma anche i giochi

prova forza: il toro da prendere per le corna, il pugno e altri aggeggi - funzionavano a gettone, senza la

necessità di un addetto - che furono venduti a decine di migliaia in tutta Europa". Ma la fortuna vera arriva

con Dumbo, l'elefante della Disney. "A fine anni '80 l'elettronica è entrata nelle giostre e nei giochi che

scatenano l'adrenalina in ragazzi e adulti. Nel 1988 partecipiamo al bando per la costruzione delle attrazioni

di Eurodisney a Parigi e ce ne aggiudichiamo sette su dodici. Mentre costruiamo il Dumbo, la Disney ci

manda i disegni dell'altro Dumbo che era stato costruito in California e che si era rotto un braccio. I nostri

ingegneri, solo studiando i disegni, hanno trovato il punto debole del progetto e anche il rimedio". Sulla

14/03/2016Pag. 26 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 45

Page 46: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

porta dell'ufficio progetti ad Altavilla c'è un biglietto scritto a mano: "Si governa solo quello che si conosce.

Si conosce solo quello che si misura". "La Disney - racconta Alberto Zamperla - adesso compra anche la

nostra ingegneria. 'Voi risolvete i problemi', ci dice. E così in questi anni siamo diventati un riferimento

importante nel mondo del divertimento, con clienti come MCA Universal Studios, Warner Bros, Six Flags,

Paramount oltre naturalmente alla Disney". Un catalogo di 50 attrazioni, in grado di rifornire un parco

divertimenti completo. Tutto si progetta e si costruisce negli uffici e nei capannoni di Altavilla. "Si

assemblano anche i pezzi che arrivano da altre aziende, soprattutto per quanto riguarda la carpenteria, la

fibra di vetro, gli impianti elettrici. Ma sono attrezzato anche per fare da solo. Se un fornitore mi aumenta i

prezzi o non rispetta i tempi, qui siamo comunque in grado di costruirci ciò che ci serve. Se hai contratti con

la Walt Disney, i tempi li devi rispettare, altrimenti le penali ti spellano". Cinquantamila euro per la Jamp

Around, giostra con aerei per bambini. Sei milioni per la montagna russa più grande. Le regole e i controlli

per la costruzione delle macchine - come laWind Star, una giostra nella quale dai aria a un deltaplano e ti

sollevi, adesso in costruzione in un capannone - sono le stesse dell'aviazione. Il software MSC Adams

viene utilizzato da Zamperla come da Airbus, Boeing, Ford, General Electric, Nissan Motor... "Vede, per la

sicurezza noi prevediamo anche l'imprevedibile. Ci può essere il cretino che a trenta metri d'altezza alza la

sbarra di protezione per salutare la fidanzata, il bambino che si solleva dal sedile per fare ciao ai genitori.

Anche in questo caso, la sua incolumità deve essere garantita". Cento giorni all'anno in volo. "Vado a

vedere e controllare tutti i nuovi parchi divertimento. Gli Zamperla saranno in pista anche dopo di me. Mio

figlio Antonio junior è oggi il general manager. Recentemente abbiamo aperto due parchi in Corea del Nord,

c'era anche Kim Jong-un. In Arabia Saudita le cose vanno benissimo perché invece di un parco se ne

fanno due, uno per le donne e l'altro per gli uomini. Abbiamo messo le nostre attrazioni anche in Libia

quando c'era Gheddafi e nell'Iraq di Saddam Hussein. In certi regimi i parchi sono un ammortizzatore

sociale. Dai alle masse un giorno di divertimento, così si distraggono. Del resto, il 'panem et circenses' non

l'hanno inventato né in Corea né in Iraq. Ha presente i romani, duemila anni fa?". S.DI MEO Produce in

Veneto esporta nel mondo il 95 per cento LA SCHEDA L'Antonio Zamperla Spa nasce ufficialmente nel

1966 - quest'anno infatti celebra il suo primo mezzo secolo di vita - ma la costruzione di giostre era iniziata

già qualche anno prima. Oggi conta 190 dipendenti nello stabilimento centrale di Altavilla Vicentina e 450

nell'intero gruppo (esclusi quelli coinvolti nella gestione dei parchi). Il fatturato si aggira sui 65 milioni di

euro. Ogni anno la Zamperla produce 150 - 180 giostre in Italia e arriva a 230 nell'intero gruppo. Si passa

dai 50.000 euro per la giostra per bambini ai 6 milioni di euro per la montagna russa più grande. Zamperla

è però un nome noto nel mondo dello spettacolo già da sei generazioni. La svolta avviene nel 1988 quando

la Zamperla - ancora piccola azienda familiare viene chiamata a partecipare all'allestimento del primo

Eurodisney a Parigi e riesce a costruire sette delle dodici attrazioni iniziali. Da allora più del 95% delle

produzioni vengono vendute all'estero. Oggi al Zamperla spa ha sedi in Russia, Bielorussia, Slovacchia,

Cina, Filippine e ha uffici di rappresentanza in Malesia, Stati Uniti, Corea, Dubai, Australia, Brasile. Ha

costruito parchi anche in Corea del Nord, Libia, Dubai, New York. Con le proprie attrazioni è in grado di

allestire un intero parco divertimenti. I VOLTI Antonio Zamperla (1) ha fondato la Zamperla Spa negli anni

Sessanta. Suo figlio e attuale presidente e ad Alberto Zamperla (2) Il filgio di Alberto, Antonio Zamperla Jr

(3) general manager

Foto: Qui in pagina, creazioni della Zamperla : dalle attrazioni hi-tech degli attuali parchi a tema al vecchio

autoscontro. Sopra una foto storica di una giostra del secolo scorso

Foto: Sopra, una scena da "La strada" di Fellini: il nome del protagonista Zampanò è una fusione dei nomi

Zamperla e Saltanò , due famiglie circensi

14/03/2016Pag. 26 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 46

Page 47: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Quei miliardi dal gioco alle "buone cause" così la civiltà anglosassoneindica la rotta PER PRIMI IL REGNO UNITO E GLI STATI UNITI, MA ANCHE ARGENTINA E PAESI DEL NORDEUROPA, DESTINANO A BORSE DI STUDIO, OSPEDALI, SPORT E VARIE ALTRE GOOD CAUSESUNA FETTA DELLE ENTRATE PROVENIENTI DAL GAMING. "È UN ESEMPIO DA SEGUIRE"SOSTIENE FELICI (AGIMEG) Gianluca Moresco Battere l'opinione pubblica. È il titolo buono per un convegno ma da sempre rappresenta il vero punto di

caduta dell'intera industria del gioco. Tavole rotonde, bilanci sociali, campagne promozionali per restringere

al massimo il campo della ludopatia, autoregolamentazioni nei limiti di gioco rese obbligatorie al momento

stesso dell'accesso alle piattaforme on line. Le strade battute dagli esperti di comunicazione del gaming, e

soprattutto dai manager abituati a leggere anche le minime variazioni nei flussi di gioco, hanno finito per

infrangersi sempre sul muro della morale, del comune sentire il gioco come una piaga da curare e

possibilmente da evitare. Allo stesso tempo, in Italia questa industria dà lavoro a 146mila persone e

consegna alle casse dell'erario 8 miliardi di euro l'anno. Dati macroscopici che portano dritti verso una

soluzione che all'estero ha finito col ribaltare la stessa percezione del gioco. "Good causes" per chi

preferisce la dizione inglese, "destinazione di scopo" quando si parla di prospettive italiane. Il circuito

costruito in molti paesi all'estero tiene in equilibrio industria e ricadute sociali. In Inghilterra Camelot,

operatore autorizzato della Lotteria nazionale fin dal suo lancio, nel 1994, e attualmente al terzo mandato di

una licenza estesa fino al 2023, destina una parte degli introiti erariali proprio all'educazione. Ogni anno in

terra britannica la Camelot destina in media 1,8 miliardi di sterline - oltre 2,3 miliardi di euro - alle cosiddette

'good causes'. In termini percentuali, si tratta di circa il 25% dell'intera raccolta, che nell'ultimo anno fiscale

(concluso il 31 marzo 2015) si è attestata a 7,2 miliardi di sterline. Dei 2,3 miliardi di euro

complessivamente destinati alle buone cause, oltre 920 milioni nell'ultimo anno sono stati devoluti a progetti

riguardanti salute (finanziamenti nella ricerca in campo medico o costruzione di ospedali), educazione

(borse di studio per studenti di vari livelli) e ambiente (riforestazione). Circa 460 milioni sono stati devoluti a

sostegno dello Sport, altrettanti all'Arte e altrettanti ancora al Patrimonio culturale del paese. In altre parole,

ogni singola settimana i giocatori, puntando sul lotto o acquistando un biglietto della lotteria, destinano

(consapevolmente o meno) una media di 35 milioni di sterline - al cambio 45,5 milioni di euro - alle 'good

causes'. Un ruolino di marcia invidiabile, che ha consentito alla Camelot, dal 1994 a oggi, di destinare

all'insieme di questi progetti ben 34 miliardi di sterline, oltre 44 miliardi di euro. Al gioco a marchio UK lo

stato presta la stessa attenzione che riserva ad altri segmenti industriali. La National Lottery irlandese dal

1988 a oggi ha devoluto in "Good causes" oltre 4,4 miliardi di euro. In Scozia la cifra devoluta è stata pari a

3,3 miliardi di euro, la metà dei quali a favore di progetti riguardanti educazione e salute, ma anche la

cultura ha un forte peso. Il solo Museo di Glasgow, dal 2006 - anno della sua apertura - a oggi ha

beneficiato di un sostegno finanziario pari a 30 milioni di euro. Negli Usa, tutti i 42 Stati (su 50) nei quali

sono vendute le lotterie destinano parte della raccolta, in percentuale variabile fra Stato e Stato, a progetti

scolastici, educativi e ambientali. La Lotteria di Washington, ad esempio, è particolarmente sensibile e

attiva in tema di programmi ed educazione scolastica: gran parte dei fondi raccolti vengono girati alla

Washington Opportunities Pathway, che utilizza una media di 115 milioni di dollari l'anno per borse di studio

a favore degli studenti più meritevoli o a programmi di educazione della prima infanzia. Anno record in

termini di fondi devoluti alle 'good causes'è stato il 2010, nel quale la NJ Lottery è stata in grado di

sostenere progetti di impatto sociale per 924 milioni di dollari. E se in Arizona negli ultimi 30 anni sono stati

investiti oltre 3 miliardi di dollari in "good causes", il gradino più alto nella speciale classifica della

ridistribuzione di proventi del gioco, spetta alla Florida Lottery che negli ultimi 27 anni ha supportato progetti

14/03/2016Pag. 40 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 47

Page 48: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

per complessivi 21 miliardi di dollari. «Seguire l'esempio di Stati Uniti e Regno Unito - spiega Fabio Felici,

direttore dell'agenzia Agimeg specializzata nel settore - rappresenta forse la sola strada per uscire

dall'equivoco di uno Stato che ha bisogno degli introiti del gioco e nello stesso tempo continua a vivere

nell'imbarazzo della gestione concessoria di questo mercato». Non vietare ma indirizzare, è con questo

principio che si muovono anche i paesi del nord Europa quando si parla di gioco. In Scandinavia oltre 1,7

miliardi di euro l'anno vanno a sport, cultura e allevamento cavalli. Finlandia la più virtuosa con oltre 1,1

miliardi, il 50% dei quali versati dalla Veikkaus, il principale operatore finlandese di giochi e scommesse. In

Svezia le good causes prediligono lo sport, specialmente quello giovanile. Ogni anno vengono infatti

devolute 50 milioni di corone svedesi a circa 6.300 associazioni sportive di 69 discipline differenti, in grado

di sostenere i costi di spostamento per le gare, di formazione dei dirigenti, di affitto o acquisto di strutture e

materiale sportivo. La Swedish Postcode Lottery insieme alle sue lotterie gemelle nei Paesi Bassi e in Gran

Bretagna, è attualmente il secondo maggior donatore privato del mondo per cause benefiche, in una

classifica guidata dalla Bill e Melinda Gates Foundation. Nel 2013 le vendite nette della Swedish Postcode

Lottery sono state pari a circa 390 milioni di euro. E nel lungo filo conduttore che unisce paesi con culture

diverse ma con la medesima idea rispetto alla destinazione d'uso del denaro generato dal gaming, si

unisce anche l'Argentina dove le lotterie nel 2014 hanno subito un'impennata del 25%. Secondo i dati

dell'Asociación de loterías estatales de Argentina (Alea), lo scorso anno questa quota ha toccato il miliardo

di dollari, in crescita di oltre il 22% rispetto ai 780 milioni destinati a interventi sociali nel 2013. Il dibattito

pubblico, in questo caso, non fa barricate sul gioco.

Nelle foto a sinistra il Science Centre di Gasglow (1) una scuola negli Usa (2) e giovanissimi sportivi in

Svezia (3) tre esempi di "good causes" del business del gioco nei paesi anglosassoni

14/03/2016Pag. 40 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 48

Page 49: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Nel nuovo Codice appalti le speranze degli ingegneri CON L'INIZIO DELLA CRISI QUESTA CATEGORIA È ENTRATA IN SOFFERENZA: IL REDDITO MEDIOÈ INFATTI IN CONTINUA RIDUZIONE MENTRE CRESCE IL NUMERO DEGLI ISCRITTI. MOLTIESPULSI DAL LAVORO DIPENDENTE STANNO PROVANDO A SVOLGERE LA LIBERA PROFESSIONE Massimiliano Di Pace Roma a speranza è nel nuovo Codice degli appalti. Da lì potrebbe arrivare una spinta alla professione di

ingegnere. Con l'inizio della crisi questa categoria è entrata in sofferenza: il reddito medio è infatti in

continua riduzione. Tutto questo mentre cresce il numero degli iscritti al Consiglio nazionale. Sembrerebbe

un'anomalia: perché tanti cercano di fare una professione che rende sempre di meno? Il fatto è, come

spiegano dal Cni, che la crescita degli ingegneri professionisti è dovuta sostanzialmente a persone con più

di 35 anni, che evidentemente lavoravano, e una volta usciti dall'azienda hanno provato a rientrare nel

mondo del lavoro attraverso la libera professione. D'altronde il numero di giovani ingegneri (con meno di 35

anni) neoiscritti a Inarcassa (l'ente previdenziale degli ingegneri) è in forte calo: dai 4mila del 2005 ai 2.700

del 2014. Tale squilibrio generazionale, oltre a essere un segnale di malessere del sistema economico,

costituisce un serio rischio per l'equilibrio previdenziale di Inarcassa, perché presto si avranno molti

pensionati e pochi iscritti. Ma quanti sono oggi gli ingegneri? Secondo il Cni operano in Italia circa 400mila

ingegneri, ma quelli iscritti all'albo sono poco più della metà: 238mila. Di questi, sono in 103mila a svolgere

la libera professione, ma sono solo in 78mila quelli che si dedicano interamente al studio, essendo i restanti

lavoratori dipendenti che svolgono anche attività libero-professionale. Pertanto, vi sono iscritti all'ordine

professionale che non effettuano la libera professione. «La ragione - spiega Armando Zambrano,

Presidente del Cni - è che molti ingegneri si iscrivono all'ordine sia per un senso di appartenenza, sia per

avere una forma di sicurezza, poiché, in caso di cessazione del lavoro dipendente, possono così avere una

nuova fonte di reddito». Lo conferma Marco Pugliese, un ingegnere iscritto all'ordine che lavora in una

società municipalizzata: «Subito dopo la laurea mi iscrissi all'ordine sia perché ancora non sapevo quale

carriera avrei intrapreso, sia perché in molti concorsi pubblici l'iscrizione è un requisito, se poi si deve

svolgere l'attività di direzione dei lavori o di collaudo». Di certo, rispetto al 2000, il numero di ingegneri che

esercitano la libera professione è raddoppiato: da 55mila ai 103mila attuali. Al tempo stesso, però, il

fatturato complessivo di tutta la categoria è passato dai 2,5 miliardi di euro del 2000 ai 3 miliardi nel 2014,

raggiungendo il massimo di 3,7 nel 2008, l'ultimo anno prima della crisi economica. Dunque, se in 15 anni il

fatturato è cresciuto del 20%, il numero di professionisti è aumentato di quasi il 100%. Questa dinamica

insoddisfacente del business si è riflessa inevitabilmente sul reddito medio: dai 40mila euro lordi

guadagnati nel 2008 si è passati ai 32mila del 2014. «Il motivo di tale decrescita - chiosa Zambrano - è che

da diversi anni è crollato il settore civile, ossia l'edilizia e le infrastrutture, e i nuovi settori di intervento degli

ingegneri, come l'ambiente, il risparmio energetico, gli impianti industriali, l'informatica, la sanità, non sono

stati sufficienti a rimpiazzare il business derivante dalle costruzioni». Oltre che dal blocco degli investimenti

dovuti alla crisi economica, il calo del reddito degli ingegneri è stato determinato anche dall'eliminazione

delle tariffe professionali, come ci tiene a ribadire il Presidente del Cni: «La cancellazione delle tariffe

minime nel 2006, e la loro definitiva scomparsa con la legge 148/2011, hanno acuito il problema reddituale.

E se da una parte il ruolo dell'ingegnere è riconosciuto da riserve di legge, che richiedono la sua firma per

la validità dei progetti, dall'altra diverse norme complicano la sua attività, sia imponendogli molti atti

burocratici, sia obbligandolo a scelte tecniche non sempre necessarie». Come uscire da questa situazione

di difficoltà? «Come abbiamo segnalato ai rappresentanti delle forze politiche nell'assemblea nazionale che

si è tenuta a Bologna il 4 marzo, sarebbe utile ripristinare le tariffe professionali - dichiara Zambrano -.

Inoltre, vorremmo che si attivasse una semplificazione normativa, lasciando ad organismi privati come l'Uni

la decisione di standard tecnici oggi definiti da norme. Per ultimo, preferiremmo che i contenziosi con i

14/03/2016Pag. 31 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 49

Page 50: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

committenti per i mancati pagamenti potessero essere decisi dai Tribunali del lavoro, più celeri di quelli

ordinari». La scommessa è comunque sul fronte della formazione: «Da alcuni anni - conclude il Presidente

del Cni - abbiamo creato, insieme al Copi, la Conferenza dei presidi di Ingegneria, un'agenzia, denominata

Quacing, per accreditare i corsi di laurea in Ingegneria, così da renderli più adeguati alle esigenze del

mondo del lavoro. E' invece partita da poco un'altra Agenzia, la Certing, che avrà, una volta sottoscritti

accordi con Uni e Accredia, il ruolo ufficiale di certificare le competenze degli ingegneri». CNI,

INARCASSA, S.DI MEO

Foto: Nei grafici qui a fianco, il volume dei ricavi degli studi di ingegneria, in forte calo dal 2008 al 2014,e il

numero dei professionisti iscritti all'albo nel corso degli ultimi anni, numero che invece sorprendentemente

continua a salire seppur con intensità minore rispetto al periodo che va dal 2000 al 2008

Foto: Armando Zambrano , presidente degli ingegneri

14/03/2016Pag. 31 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 50

Page 51: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Svolta nell'industria in calo le emissioni NON DIPENDE PIÙ SOLTANTO DALLA CRISI. LA SENSIBILITÀ ECOLOGICA FA BRECCIA. LEPERFORMANCE MIGLIORI VENGONO DAI SETTORI PIÙ INQUINANTI CHE HANNO MAGGIORIMARGINI PER ADEGUARE GLI IMPIANTI Marco Frojo Milano Qualcosa sembra esser veramente cambiato nella sensibilità ecologica dell'industria italiana. Le

emissioni sono in deciso calo e i numeri sono lì a dimostrarlo. Spesso a dare un importante contributo sono

i settori più inquinanti e questo non deve stupire più di tanto. Chi inquina molto ha un ampio margine di

riduzione in valori assoluti, senza dimenticare che anche la crisi ha dato il proprio contributo alla

diminuzione di Co2 immessa nell'atmosfera. Secondo un recente studio realizzato da Avvenia, società

leader nell'ambito dell'efficientamento energetico, il settore più virtuoso del 2015 è stato quello siderurgico

con una quota del 42% sul totale delle riduzioni dei gas a effetto serra, migliorando così la performance del

2014, quando si collocava sempre al primo posto ma con una quota del 41,6%. L'anno scorso il secondo

posto è stato occupato dall'industria automobilistica con una quota del 18,2%; si tratta di un valore in calo

rispetto al 20,3% del 2014 ma non bisogna dimenticare che la domanda di autovetture è finalmente tornata

a crescere e le catene di montaggio hanno lavorato molto di più rispetto ai dodici mesi precedenti. Al terzo

posto nella graduatoria di Avvenia si trova l'edilizia, il cui contributo è stato pari al 12,4%; in questo caso si

è registrato un miglioramento rispetto al 2014, quando era ferma al 9,8%, ma le costruzioni, a differenza

dell'auto, non hanno potuto ancora festeggiare l'uscita dalla crisi. Avvenia è poi andata a vedere quali

progressi sono stati conseguiti nelle singole regioni italiane, suddividendoli in base ai settori. Ebbene, da

questa analisi risulta che il Piemonte si colloca al primo posto nell'ambito dell'industria del vetro, mentre il

Lazio primeggia nel settore farmaceutico. L'Umbria si classifica prima in ambito siderurgico, il Veneto

nell'edilizia e la Toscana nel settore enogastronomico. In Italia l'efficienza energetica coinvolge oltre 300

mila aziende e più di 3 milioni di occupati in tutti i settori: dai trasporti alla meccanica, dall'elettronica alle

tecnologie per la riqualificazione energetica degli edifici. Secondo le stime di Avvenia, la White Economy, il

ramo dell'economia relativo alla riqualificazione energetica, genera un indotto pari al triplo di ciascun

investimento e nei prossimi cinque anni darà un contributo al tasso medio di crescita del Pil annuale

superiore dello 0,5%. «Il risparmio energetico non implica dunque solo ridurre i costi, e quindi una maggiore

competitività delle imprese, ma anche rilanciare l'intera economia nazionale in un periodo in cui il dibattito

economico è tutto orientato alla ricerca di politiche per la crescita - afferma l'ingegner Giovanni

Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia - Senza dimenticare che l'efficienza energetica è

anche fondamentale sul piano ambientale per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e la lotta ai

cambiamenti climatici». Nonostante i risultati conseguiti , non si può ancora tirare i remi in barca. L'Unione

Europea dal 1990 al 2014 ha ridotto le sue emissioni di gas serra del 23%, superando quindi il target fissato

del 20% per il 2020, ma per arrivare all'obiettivo del 40% per il 2030 dovrà fare molto di più. Secondo

l'Agenzia europea dell'ambiente (Aea) con le attuali misure gli europei nel 2030 arriveranno ad un taglio del

24% e aggiungendo quelle già pianificate al 25%. La Commissione Europea, intanto, ha pubblicato un

documento in cui elenca i prossimi passi che i Paesi membro devono intraprendere per rispettare gli

accordi sul clima raggiunti alla Conferenza di Parigi, la Cop21. Tra le altre cose la Bruxelles si dice pronta a

perseguire il target di tenere il cambiamento climatico sotto i 2 gradi, con un obiettivo di 1,5 gradi e per

questo ha richiesto al Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), il foro scientifico dell'Onu,

la preparazione per il 2018 di un rapporto per meglio comprendere le implicazioni di questa scelta. Inoltre

l'esecutivo comunitario afferma che prenderà parte nel 2023 alla prima discussione globale con le altre parti

coinvolte nell'accordo, per fare il punto della situazione sugli obiettivi fissati per il 2030. S. DI MEO

14/03/2016Pag. 51 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 51

Page 52: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Foto: Nel 2015 il settore più virtuoso è stato quello della siderurgia con una quota del 42% sul totale delle

riduzioni dei gas a effetto serra

14/03/2016Pag. 51 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 52

Page 53: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'OPERAZIONE Sicurezza, al via il bando Isi pronti 276 mln per imprese LE RISORSE HANNO COME OBIETTIVO QUELLO DI FAVORIRE L'ACCESSO AL CREDITO DELLEAZIENDE I FINANZIAMENTI SONO CUMULABILI CON I BENEFICI DERIVANTI DA INTERVENTIPUBBLICI DI GARANZIA SUL CREDITO. PROCEDURA ONLINE FINO AL 15 MAGGIO (v.d.c.) Milano Come nelle precedenti edizioni, il bando Isi si rinnova anche quest'anno rivolgendosi principalmente

a quelle imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura.

L'Inail, per l'occasione, mette a disposizione un plafond di oltre 276 milioni di euro, quasi dieci in più rispetto

all'anno precedente. I finanziamenti sono a fondo perduto e vengono assegnati fino a esaurimento,

secondo l'ordine cronologico di arrivo delle domande. L'incentivo è pari al 65% dei costi ammissibili,

sostenuti e documentanti per la realizzazione del progetto. Il contributo è costituito da una somma in conto

capitale, compresa tra un minimo di 5mila euro e un massimo di 130mila euro. Per le imprese fino a 50

dipendenti, che presentano progetti per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, non è

fissato il limite minimo di spesa. Per i progetti che comportano contributi pari o superiori a 30mila euro è

possibile invece chiedere un'anticipazione del 50% dell'importo del contributo richiesto che sarà concesso

previa costituzione di garanzia fideiussoria a favore dell'Inail. Le risorse destinate dall'Inail hanno come

obiettivo quello di favorire l'accesso al credito delle imprese in materia di salute e sicurezza. I finanziamenti

sono peraltro cumulabili con i benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (ad esempio,

gestiti dal Fondo di garanzia delle Pmi e da Ismea). Come si partecipa al bando Isi? Dal 1°marzo fino al 5

maggio, le imprese avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà l'inserimento online

della loro domanda. Per partecipare, le imprese dovranno registrarsi al sito www.inail.it e accedere alla

procedura disponibile nella sezione "accedi ai servizi online". Le imprese potranno effettuare tutte le

simulazioni e le modifiche necessarie per verificare che i parametri associati alle loro caratteristiche e a

quelle del progetto presentato consentano di raggiungere il punteggio minimo di ammissibilità pari a 120. A

partire dal 12 maggio le aziende la cui domanda abbia raggiunto, o superato, la soglia minima di

ammissibilità potranno accedere al sito per ottenere il proprio codice identificativo da utilizzare al momento

di inoltrare la domanda online nelle date e negli orari di apertura dello sportello informatico (tali informazioni

saranno comunicate sul sito dell'Inail a partire dal 19 maggio). Alla chiusura delle operazioni di invio

verranno pubblicati gli elenchi in ordine cronologico delle domande inoltrate, con l'evidenza di quelle

collocatesi in posizione utile per l'ammissibilità al contributo, ovvero fino alla capienza della dotazione

finanziaria del budget disponibile a livello regionale/provinciale. Entro 30 giorni (decorrenti dal 7° giorno

successivo alla conclusione delle operazioni di inoltro online della domanda) l'impresa deve trasmettere

all'Inail tutta la documentazione prevista, utilizzando la posta elettronica certificata. In caso di ammissione

all'incentivo, l'impresa ha un termine massimo di 12 mesi per realizzare e rendicontare il progetto,

decorrenti dalla data di ricezione della comunicazione di esito positivo della verifica tecnico amministrativa.

Il termine per la realizzazione del progetto è prorogabile su richiesta motivata dell'impresa per un periodo

non superiore a sei mesi. Entro 90 giorni dal ricevimento della documentazione attestante la realizzazione

del progetto, in caso di esito positivo delle verifiche, Inail predisporrà quanto necessario per l'erogazione

del contributo. Dalla prima edizione (2010) a quella che si è aperta il 1° marzo, l'Inail ha stanziato oltre 1,3

miliardi di contributi a fondo perduto per più di 17mila progetti. L'Istituto ha previsto anche uno sconto sui

premi per le imprese che realizzano interventi di prevenzione aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge

(OT24), che a partire dal 2010 è stato di circa 1,4 miliardi di euro. S.DI MEO

Foto: Entro 30 giorni l'impresa deve trasmettere all'Inail tutta la documentazione prevista, utilizzando la

posta elettronica certificata

14/03/2016Pag. 38 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 53

Page 54: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL PIANO Più di un miliardo per la prevenzione c'è anche l'amianto DAL 2010 IMPONENTE INVESTIMENTO A FONDO PERDUTO CHE, SECONDO L'INAIL, RISPONDEANCHE A ESIGENZE DI CARATTERE ETICO. IL DATO POSITIVO È CHE TRA GLI AMMESSI ALCONTRIBUTO SPICCANO LE PICCOLE IMPRESE. PROCEDURA VALUTATIVA TRASPARENTE Milano Oltre 1,3 miliardi di contributi a fondo perduto destinati a più di 17mila progetti di investimento per la

sicurezza e la prevenzione degli infortuni. Sono i numeri che ha messo sul piatto l'Inail, dal 2010 ad oggi,

per incentivare le imprese a migliorare le condizioni di lavoro. Un "volume finanziario" che Massimo De

Felice, da 4 anni alla guida dell'Istituto, definisce "cospicuo". Ma prima ancora "un obbligo etico" che si

traduce sia in una chiara "finalità istituzionale", quella di "ridurre i dolori e i costi indotti da incidenti e

malattie". Sia "economica", quella di "sollecitare le aziende a diventare più competitive in termini di

innovazione, efficienza e crescita". «L'incentivo, che le imprese non dovranno restituire, copre attualmente

il 65% dell'investimento - puntualizza De Felice - Perciò, gli 1,3 miliardi di contributi stimolano investimenti

complessivi e azioni ancora più vasti». Anche la spinta al miglioramento portata avanti dall'Inail in questi

anni è risultata ben mirata. «Siamo riusciti ad agire nei settori economici e sulle dimensioni aziendali che

mostrano più alta vulnerabilità», aggiunge il presidente. Non a caso, il 61% delle imprese ammesse al

contributo incentivante sono microimprese (fino a 10 dipendenti), attive in prevalenza in produzioni ad alto

rischio; il 93% dei progetti ammessi sono stati presentati da imprese con meno di 50 dipendenti. I progetti

presentati da imprese "grandi" - che le statistiche dicono "più sicure" - sono invece soltanto il 3%.

«L'imprenditoria ha mostrato sensibilità tecnica e impegno», sottolinea il presidente. Se si guarda infatti il

numero totale delle denunce per infortunio la discesa continua, con un ribasso di circa il 4% rispetto al

2014. Ma è pur vero che, dopo un decennio, è anche tornato a crescere il numero delle morti bianche sul

lavoro (+16,5%). Dati che il presidente commenta analizzando ciascun singolo caso: «Nel 2015 rispetto al

2014 - spiega - molti settori hanno segnato ribassi più elevati del 4%. Ribassi che bilanciano settori in

aumento». Numeri alla mano, fa notare De Felice, si è avuta una più accentuata controtendenza nei settori

di attività industria del legno (+1,1%), fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+3,2%), riparazione di

macchine e apparecchiature (+ 3,2%). Mentre le denunce di infortunio mortale sono state 1.172, erano

1.009 nel 2014. Il maggior incremento si ha nei settori fabbricazione dei macchinari (da 4 a 15), costruzioni

(da 106 a 132), trasporto e magazzinaggio (da 74 a 91), attività dei servizi di alloggio e ristorazione (da 18

a 27). «Stiamo approfondendo le analisi sulle cause, che comunque confermano le concentrazioni

tradizionali (nelle costruzioni, ad esempio, le cadute dall'alto) - afferma De Felice - Nella prossima relazione

annuale sull'attività dell'Inail, avremo indicazioni più precise da dati più completi, arricchiti da informazioni

che si vanno raccogliendo nell'iter amministrativo ancora in corso». Intanto, il presidente traccia un primo

bilancio del bando Isi 2014, con cui sono stanziati oltre 267 milioni di euro e che ha visto la partecipazione

di circa 23mila imprese delle quali solo 3.434 (il 15%) ha ricevuto il contributo. «Il numero di domande di

partecipazione è elevato e costituisce sicuramente un segnale di gradimento», dichiara De Felice. La

selezione per avviare l'assegnazione del finanziamento è realizzata attraverso una procedura valutativa

cosiddetta "a sportello". «È una tecnica che ha pro e contro - spiega il presidente - Ma è stata comunque

una scelta che ha privilegiato il fattore tempo: avere il prima possibile l'elenco dei progetti finanziabili e far

avviare i lavori per l'innovazione. Si potevano percorrere altre vie: ad esempio, l'estrazione a sorte ma

anche in questo caso si potevano trovare dei contro». Rispetto al bando Isi 2014, l'ultima edizione presenta

un'importante novità: tra i progetti finanziabili rientra anche la bonifica da materiali contenenti amianto. Per

arginare questo fenomeno, l'Inail ha stanziato circa 83 milioni di euro. «Purtroppo, molto amianto è ancora

presente anche nei luoghi di lavoro, in forme spesso poco visibili - ammette il presidente - Le statistiche

sulle malattie professionali segnalano il suo ruolo causale, e confermano l'esigenza di dover agire con

urgenza. Troppi convegni, troppe ricerche, troppi discorsi si son fatti, ma troppo poche azioni concrete. Lo

14/03/2016Pag. 39 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 54

Page 55: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

stanziamento ha perciò anche un valore segnaletico: mostra l'importanza che deve essere attribuita - che

vogliamo attribuire - al problema». In conclusione, De Felice fa il punto sui controlli fin qui eseguiti dall'Inail

nei confronti dei finanziamenti già erogati. «Ad oggi, circa il 98% dei progetti è risultato regolare - afferma -

Le attività di controllo sugli esiti del finanziamento vengono svolte scegliendo le imprese con tecnica "a

campione", per le verifiche "in loco": si controlla la conformità dell'intervento eseguito rispetto al progetto

finanziato. L'azione di controllo porta anche altri vantaggi: i tecnici dell'Inail approfondiscono la conoscenza

dello stato generale delle imprese; le imprese potenziano la sensibilità verso gli standard di valutazione».

(v.d.c.) S.DI MEO

Foto: L'incentivo, che le imprese non dovranno restituire, copre attualmente il 65% dell'investimento

Foto: Massimo De Felice , da quattro anni alla guida dell'Inail

14/03/2016Pag. 39 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 55

Page 56: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

I DATI Confermata la solidità dell'istituto con quasi 500 milioni di avanzofinanziario (v.d.c.) I dati di bilancio dell'Inail confermano lo sostanziale solidità dell'istituto, considerato che la gestione 2014 si

è conclusa con un avanzo finanziario di 477 milioni di euro e un avanzo economico di 620 milioni di euro.

L'Inail ha inoltre rafforzato in questi anni il suo impegno nella prevenzione a favore delle imprese, dallo

sconto sui premi agli incentivi del bando Isi. In particolare, l'istituto per il 2015 ha stanziato attraverso

l'ultimo bando, pubblicato lo scorso dicembre e ancora in fase di svolgimento, oltre 276 milioni di euro. La

percentuale massima di copertura dei costi ammissibili è pari al 65%, fino a un massimo di 130 mila euro.

Per quanto riguarda il bando 2014, di quasi 10 milioni in meno rispetto a quello del 2015 (267 milioni), sono

state raccolte circa 23.000 domande durante il "click day" dello scorso 25 giugno. I progetti che hanno

superato la fase del "click day" sono risultati 3.434, pari al 15% dei partecipanti. Il 61% dei beneficiari sono

microimprese (fino a 10 dipendenti), attive in prevalenza in settori ad alto rischio con tasso di tariffa

massimo (115-130). Il 94% dei progetti (99% dei fondi a disposizione) ha riguardato la tipologia

investimento; Il restante 6% ha interessato i progetti di adozione di modelli organizzativi e di responsabilità

sociale.

14/03/2016Pag. 39 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 56

Page 57: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

fermi i lavori per il tunnel tra Etroubles e Saint-Oyen affidati alla Lauro Spa di borgosesia Lo scandalo Anas arriva anche in Valle hilary cuneaz Lo scandalo tangenti tra dirigenti Anas e imprenditori per accaparrarsi i lavori pubblici, scoppiato venerdì in

tutta Italia, tocca anche la Valle d'Aosta. Tra le persone agli arresti domiciliari c'è anche Paolo Tarditi che,

insieme con il fratello Ambrogio, è titolare della Lauro spa, l'impresa che sta realizzando la galleria sulla

Statale 27 del Gran San Bernardo, tra Etroubles e Saint-Oyen. Cantiere chiuso

Questa è l'ultima tegola che si abbatte sul cantiere e sui suoi circa 60 operai: dipendenti valdostani, di

Borgosesia (dove ha sede la direzione generale della Lauro), e anche provenienti da altre regioni d'Italia e

dall'estero. Il cantiere era stato chiuso per le vacanze natalizie e da allora i lavori non sono più ripresi. Nelle

ultime settimane poco meno di dieci operai erano tornati nel cantiere, ma da venerdì è di nuovo tutto fermo.

I problemi che ostacolano i lavori sembrano essere per lo più economici tra la committente Anas e la Lauro.

Le sorti del cantiere preoccupano non poco gli operai che ci lavorano, alcuni dei quali sono in cassa

integrazione fino al 2 aprile, altri fino a luglio. «Nessuno sa se e quando torneremo a lavorare - spiegano -,

qualcuno sta già trovando altro, i minatori sono in cassa già da novembre. Non possiamo dire nulla sulla

ditta che ci ha sempre pagato, anche in anticipo, ma ora dall'azienda non riusciamo ad avere notizie certe e

mancano ancora due anni di lavori di foratura». Gli operai valdostani tirano in causa anche la Regione:

«Deve intervenire, 50-60 famiglie vivono con questo cantiere. Capiamo che sia l'Anas a decidere, ma

l'opera è stata voluta per evitare altri incidenti mortali lungo la strada statale, è un problema di tutti.

Vogliamo che diventi l'ennesima opera incompiuta?». La soluzione si allontana

Fino alla vigilia degli ultimi arresti i sindacati erano fiduciosi. Cosimo Mangiardi, della Feneal-Uil, aveva

detto: «Stiamo seguendo la situazione, sappiamo che Lauro e Anas si incontrano per risolvere i problemi.

Capiamo gli operai e siamo preoccupati per loro. È vero purtroppo che l'impresa è restia a dare

informazioni, ufficialmente sappiamo solo che è stata prorogata la cassa integrazione». «La cassa è stata

chiesta - aveva aggiunto Ezio Dufour, della Fillea-Cgil - per la contrazione del lavoro. Anche la Lauro

prende parte alla progettazione, quindi le due parti hanno tutto l'interesse a scavare gli ultimi 700 metri

rimasti». Ma dopo gli arresti di venerdì la soluzione ora sembra molto più lontana. BY NC ND ALCUNI

DIRITTI RISERVATI

13/03/2016Pag. 39 Ed. Aosta

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 57

Page 58: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

nel vco in sette anni sono stati persi mille posti di lavoro Lotta agli irregolari "Così si può battere la crisi dell'edilizia" vincenzo amato Una firma contro la crisi edilizia. Il nuovo contratto integrativo è stato siglato dalle organizzazioni sindacali e

dall'Ance del Vco, l'associazione nazionale dei costruttori edili, in applicazione al contratto nazionale. Un

documento importante perché guarda alla realtà economica del territorio ed è il risultato di una lunga

trattativa.

«Di particolare importanza è la parte relativa alla ricerca di tutti gli strumenti volti a contrastare fenomeni di

abuso e concorrenza sleale - sottolinea Luca Bartolini, segretario della Fillea Cgil - nonché a favorire la

regolarizzazione delle posizioni in cassa edile. Il tutto avviene aprendo il sistema edilizio al dialogo

costruttivo con le istituzioni locali». Ritocchi alle indennità

Entrando nel merito del nuovo contratto si rileva come siano stati inseriti adeguamenti per le indennità di

disagio calibrandole sulle caratteristiche del territorio; a ciò si aggiunge un ritocco delle indennità di trasferta

e di mensa, un adeguamento per la reperibilità, una definizione precisa delle ferie e la sperimentazione del

pagamento dei primi tre giorni di malattia al 100%».

«Siamo consapevoli dei grossi problemi del settore - aggiunge Dario Galizzi segretario della Feneal Uil -:

vogliamo essere parte attiva nel rilancio dell'edilizia locale. Ecco perché chiediamo con forza il rispetto dei

contratti nel settore: ancora oggi abbiamo lavoratori dell'edilizia che hanno un contratto come

metalmeccanici o contratti dell'agricoltura. Tutto questo penalizza i lavoratori, ma anche le imprese

oneste».

Anche per questo motivo nel contratto è stata definita una riduzione contributiva a carico delle imprese per

finanziare l'anzianità professionale edile. Si cerca in tutti i modi di combattere la crisi che ha riflessi

sull'intera economia locale.

«Ci siamo sempre battuti per la corretta applicazione dei diritti del lavoratori e per la formazione continua

alla scuola edile del Vco - osserva Rino Porini presidente dell'Ance -. Abbiamo bisogno, con il concorso di

tutti, di riportare il settore a un regime di onestà e trasparenza». Timidi segnali di ripresa

Dal 2007 a oggi il numero degli addetti nell'edilizia si è praticamente dimezzato. Si è passati dalle 557

imprese iscritte alla cassa edile del 2008 alle 378 dello scorso anno. Gli addetti da 2.638 unità sono

diventati 1.610 alla fine del 2015. Quest'anno però per la prima volta dal 2007 si registra una lieve

inversione di tendenza con un calo del ricorso alla cassa integrazione ed, esaminando l'ultimo quadrimestre

dello scorso anno, si osserva un aumento - anche se di soli 700.000 euro - della massa salari. Troppo

presto per dire che si è fuori dalla crisi, ma abbastanza per sperare di vedere la luce fuori dal tunnel. BY

NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

13/03/2016Pag. 45 Ed. Novara

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 58

Page 59: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Scuola edile: un'app in aiuto del comparto ancora in crisi LA NOVITÀ

Un settore ridotto in ginocchio dalla crisi. Una soluzione per risolvere qualche problema è rappresentata da

un'applicazione innovativa presentata ieri alla Scuola Edile di Pesaro. «Il ramo delle costruzioni - ha

spiegato Rodolfo Brandi, presidente Scuola Edile - ha subito la crisi. In pochi anni abbiamo perso il 30%

delle aziende sul territorio. Gli iscritti alla cassa edile sono 450 e ogni impresa ha 2,5 dipendenti in media.

Oggi è in corso un gioco al massacro dove le imprese cercano il prezzo più basso negli appalti. Ma poi i

costi non vengono coperti e le aziende saltano. È anche un settore dove l'innovazione tecnologica è

mancata». Le slide presentate hanno fatto capire chiaramente che dal 1996 al 2006 c'è stato un picco di

utili, poi il declino. Nel 2008 erano 6.488 le imprese (di cui 5.428 artigiane) e l'anno scorso 5.917 (di cui

4.565 artigiane). «Nessuno ha investito. E basta vedere una foto di un cantiere di 50 anni fa per capire che

è tutto come oggi. Mentre un'azienda di meccanica oggi ha molti più strumenti». Una piccola soluzione è

rappresentata da EdilMag.it la piattaforma web realizzata da Ocm Officine Creative Marchigiane con il

contributo di Cpt Scuola Edile Pesaro Urbino, destinata a rivoluzionare i rapporti tra le imprese del settore

delle costruzioni. Un'app unica in Europa che Brandi vuole portare all'attenzione nazionale. «In pratica ogni

impresa indica cosa ha nel magazzino, quali macchinari e materiali. Così l'impresa che ne ha bisogno può

usufruirne a minori costi mentre l'azienda che la mette a disposizione ha un introito da qualcosa di

inutilizzato. Va contro lo spreco e soprattutto aiuta gli imprenditori a poter stare meglio sul mercato. Basta

dunque il gioco al massacro per accaparrarsi appalti a costi infimi senza poi avere i materiali. È il momento

di fare squadra». La app sarà gratuita. La scuola edile è nata nel 1958 e ogni anno forma 1800 addetti del

settore in 80 corsi. «Partiamo dalla formazione come diploma a chi vuole approcciarsi al mestiere - ha

spiegato il direttore Andrea Binda - ma facciamo formazione anche alle aziende e personale per la

sicurezza sul lavoro, oltre a consulenza di impresa».

13/03/2016Pag. 44 Ed. Pesaro

diffusione:118350tiratura:158213

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 59

Page 60: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

PROPRIETÀ PRIVATA Costruzioni in legno in crescita del 7,7% in quattro anni TERESA CAMPO Costruzioni in legno sempre più apprezzate in Italia che, secondo gli ultimi dati, sta recuperando quote di

mercato ed è oggi il quarto player europeo del settore con l'8,4% del mercato, +7,7% in quattro anni.

Resistente ma flessibile, ottimo isolante termico, duraturo ma con manutenzione limitata, sono tanti i

vantaggi che spingono architetti e progettisti a impiegare questo materiale. Che è anche sostenibile:

«Produrre legno richiede molta meno energia di quella necessaria per altri materiali», spiega Marco

Buttafava di Ivm Chemicals, società che produce di vernici per legno, «senza contare che il taglio

programmato, oggi richiesto per il legno da costruzioni, porta alla rigenerazione del verde».

12/03/2016Pag. 70 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 60

Page 61: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

SETTEN Primi passi in Svizzera Guido Lorenzon Nel campo delle costruzioni è significativa più che in altri comparti la distinzione tra fatturato e valore della

produzione, quest'ultima legata in maniera univoca alle attività di costruzione, mentre il fatturato può essere

influenzato sia dai contratti di vendita (o di non vendita) di immobili, sia dal non allineamento temporale tra

lavoro consegnato e fatturazione. Ci invita alla precisazione Genesio Setten, fondatore e titolare

dell'omonima società di Oderzo (Treviso). Nel 2015, dunque, il valore della produzione è stato di 50 milioni

di euro e nel corso di questo esercizio è previsto oltre i 60 milioni di euro, il tutto generato nel mercato

italiano. «Da poco», ha detto il presidente, «abbiamo avviato con dei soci locali di minoranza una società in

Svizzera, sempre con lo stesso oggetto, le costruzioni, ma è ancora presto per i risultati». I dipendenti sono

108, ma in particolari momenti possono anche triplicarsi. «Mi riferisco sempre ad operai nei cantieri», ha

detto, «e gli esterni sono in media un centinaio». I settori nei quali opera sono quello turistico, il

residenziale, l'alberghiero, il commerciale, gli impianti sportivi, le strutture per le comunità (case di riposo),

edifici industriali come per San Benedetto, Texa. Attualmente cantieri aperti della Setten Genesio si trovano

a Treviso, Padova, Venezia, Bologna, Como e Belluno (Cortina). Tra i lavori eseguiti, il grande restauro per

la sede della Provincia di Treviso, il consolidamento del campanile dei Frari di Venezia, e del Ponte di

Rialto, la torre di Jesolo. «La ristrutturazione occupa una grande parte della nostra attività, circa un terzo»,

ha detto Setten, «il resto sono nuove costruzioni. Ogni cantiere ha un valore complessivo dai sette ai

quindici milioni di euro». L'obiettivo è il consolidamento del valore della produzione sul livello dei 60 milioni

di euro. Ma anche di superare tale soglia già nel 2017. C'è quindi la necessità di adeguamenti di struttura

dell'impresa, ai quali l'azienda si sta preparando. «Le trasformazioni avvengono in tempi lunghi», ha detto,

«come avviene per esempio con l'inserimento di un nuovo tecnico. Il passaggio generazionale è già in atto,

sono operativi i figli Federico che si occupa dell'amministrazione e delle società controllate e Stefano che si

occupa dell'impresa di costruzioni e dei cantieri. Tra le società che fanno riferimento alla famiglia, oltre a

quella recente in Svizzera e alle diverse società immobiliari, c'è Under Tree, con sede a Cordenons

(Pordenone), produttrice di impianti radianti a soffitto (sia per riscaldare che per raffrescare). «È una piccola

società che abbiamo costituito con persone del settore e che in questo periodo sta uscendo dal controllo

dell'Impresa di Costruzioni per camminare con le proprie gambe in un mercato internazionale», ha detto

Setten. Da otto anni Setten ha istituito una griglia per valutare il merito degli operai. I responsabili di

cantiere e poi una commissione con la presenza anche della rappresentanza dei lavoratori compilano la

'pagella' su alcune voci come la disponibilità, l'affidabilità, l'attenzione ai problemi della sicurezza e la

capacità. Questi parametri s'intersecano con quello della redditività dell'azienda. Questo viene aggiornato

ogni anno, la «pagella» è invece mensile ma con valenza trimestrale. «In otto anni l'azienda ha versato

nelle buste paga più di un milione di euro in premi», ha detto Setten, «da un massimo di 400 euro mensili. Il

premio va in busta paga ogni mese». (riproduzione riservata)

Foto: Genesio Setten

12/03/2016Pag. 75 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 61

Page 62: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Detrazione del 65% solo su immobili accatastati Cinzia De Stefanis L'immobile oggetto della riqualifi cazione energetica alla data della richiesta della detrazione del 65% deve

essere «esistente», ossia accatastato o con richiesta di accatastamento in corso. L'immobile ove si

vogliono installare le schermature solari e i generatori di caldaie a biomassa deve essere in regola con il

pagamento di eventuali tributi e dotato di impianto di riscaldamento. Queste le indicazioni principi che

emergono da due vademecum Enea (schermature solari e per i lavori incentivanti aggiornato al 26 gennaio

2015 con le diverse schede tecniche). Per usufruire della detrazione del 65% gli interventi di riqualificazione

energetica sugli immobili devono rispondere a determinati requisiti. I lavori devono rispettare limiti di

dispersione che sono chiaramente tabellati o per l'intero edificio o per il singolo elemento costruttivo

oggetto dell'intervento. Ricordiamo che la detrazione Irpef (per le persone fisiche) e Ires (per le società) del

65% per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per le spese sostenute è valida dal 1° gennaio

al 31 dicembre2016. L'ambito applicativo del bonus viene esteso, per le spese sostenute dal 1° gennaio

2015 al 31 dicembre 2016, all'acquisto di schermature solari con posa in opera. Tale agevolazione ha un

limite di 60.000 euro (fino a una spesa totale quindi di 92.307 euro) detraibile in 10 anni. Le spese sono

detraibili se riferite all'acquisto compreso di posa in opera di schermature solari dinamiche (come da norme

EN 13561 e EN 13665) applicate a pareti che siano almeno parzialmente vetrate. È possibile usufruire di

una detrazione pari al 65% per l'installazione di caldaie a legna o pellet e stufe a legna o pellet. Sono inoltre

ammesse alla detrazione anche le opere di smontaggio e dismissione dell'impianto di climatizzazione

invernale esistente e la fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature e accessori, o delle opere

idrauliche e murarie, necessarie per la sostituzione, a regola d'arte, dell'impianto termico esistente con un

generatore di calore a biomassa. © Riproduzione riservata

12/03/2016Pag. 43

diffusione:40318tiratura:80157

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 62

Page 63: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il manager «L'economia reale italiana oggi è ancora in recessione» Cassani, dg di Sacmi: «Va bene chi esporta dove c'è crescita Gli altri sono in affanno» LUCA MAZZA "la verità è che l'economia reale italiana è ancora in recessione». Dalla sua posizione di direttore generale

di Sacmi (il colosso di Imola da 1,4 miliardi di fatturato e attivo nei macchinari della ceramica e nel

packaging), Pietro Cassani ha il polso reale della consistenza della ripresa. E a suo avviso la stagione di

difficoltà generatasi con la Grande Crisi ancora non può definirsi del tutto conclusa. Il 2015 si è chiuso con

un Pil da "zero virgola". E anche le prime stime sul 2016 non indicano un cambio di passo alle porte. Ma

davvero la ripresa dell'Italia è così debole? Forse è ancora più debole di quanto ci dicano i numeri. Del

resto, con la crisi profonda dell'edilizia, con il calo dei consumi pro capite e con un tasso di disoccupazione

che negli ultimi anni è letteralmente crollato, non si può parlare di vera crescita. Stesso discorso per

l'industria? Per le imprese occorre fare una distinzione. C'è una categoria che gode di ottima salute, mentre

un altro gruppo - molto più nutrito - sta sempre peggio. Le aziende benestanti sono quelle che riescono ad

esportare e a essere presenti in tutti i Paesi dove le opportunità sono in crescita. Mentre le realtà in affanno

sono quelle di dimensioni medie o piccole, che non riescono a fare export. Ma la frenata di Cina, Russia e

Brasile non sta creando problemi anche a chi lavora su mercati internazionali? Non troppi a chi è presente

in modo capillare un po' ovunque e riesce così a recuperare in altre aree in crescita, come gli Stati Uniti.

Sacmi, ad esempio, ha 86 sedi nel mondo e sta puntando sempre di più su mercati come quello africano,

che ha grandi potenzialità di sviluppo. Per noi l'export rappresenta l'86% del fatturato. Tornando alle Pmi,

invece, gli ultimi dati di Bankitalia evidenziano ancora enormi ostacoli nell'accesso al credito... Oggi

purtroppo - anche a causa di paletti europei troppo rigidi - le banche hanno difficoltà a finanziare le aziende

che non hanno adeguate garanzie. Questo problema, nel lungo periodo, rischia di avere conseguenze sulle

aziende più grandi, perché va a colpire la filiera e i fornitori. L'innovazione e la digitalizzazione - di cui state

discutendo nei workshop tra top manager organizzati a Cernobbio dalla società di software Sap - che ruolo

possono giocare per migliorare le condizioni del tessuto produttivo italiano? Sono fondamentali. La strada

da prendere deve essere quella della "virtualizzazione". In altre parole, le aziende sono chiamate a

rinnovare i processi produttivi e ad utilizzare le nuove tecnologie per migliorare l'efficienza e ridurre l'impatto

sull'ambiente. Non a caso Sacmi investe il 5% del fatturato in innovazione. E il compito della politica?

Governo e Parlamento dovrebbero seguire l'esempio tedesco per non far perdere al nostro Paese il treno

della rivoluzione industriale 4.0. Non è soltanto una questione di soldi. Anzi, servono soprattutto progetti

chiari e percorsi di formazione.

12/03/2016Pag. 7

diffusione:125505tiratura:158674

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 63

Page 64: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Via Petroni, parte il cantiere «Riqualificate anche la parte sociale» di DONATELLA BARBETTA IL COMPLICATO mondo di via Petroni, in zona universitaria, da oggi avrà un

problema in più: l'apertura del cantiere per la ripavimentazione della strada e la riqualificazione dello spazio

urbano. Abbiamo messo a confronto i pareri dei residenti e degli operatori delle attività commerciali e di

pubblico esercizio: tutti, più o meno, sono disposti ad accettare lo stop al traffico e gli inevitabili disagi in

vista di un miglioramento della via, ma il vero punto dolente resta la convivenza tra le famiglie, che

reclamano a gran voce la quiete notturna, e chi, invece, cerca di ritardare il più possibile la chiusura dei

locali per non vedere ridotto il proprio guadagno. «Sono state accolte alcune nostre proposte - spiega

Giuseppe Sisti, presidente dell'associazione di residenti 'Via Petroni e dintorni' - . Per esempio, quelle di

non mettere fioriere e dehors. Inoltre, verrà disegnata una ciclabile tratteggiata nella direzione che va verso

piazza Verdi e così speriamo che le bici smettano di sfrecciare sotto il portico». La parola dehors mette in

agitazione Massimiliano Bolelli, gestore del Bar Balanzone: «Allargheranno il marciapiede, ma non mi

faranno mettere i dehors. Così non non possiamo andare avanti. Fateci lavorare. Chiediamo di poter

chiudere alle 3 di notte il giovedì, il venerdì e il sabato, e all'una domenica e lunedì. Se il sindaco non ritira

l'ordinanza andremo tutti in Comune». Un altro tema rovente è, infatti, l'ordinanza che esclude la strada da

deroghe che, invece, vengono applicate nelle zone limitrofe. «Qualcuno ha chiesto che i locali in regola

possano stare aperti anche dopo l'una - attacca Patrizia Malossi - ma il punto è che qui non sono in molti a

essere i regola. Se i locali non sono insonorizzati, la musica è insopportabile. E il chiasso che fanno i

ragazzi davanti ai locali? Rivendico il diritto di andare a dormire anche prima di mezzanotte. Qui abitano

anche anziani e bambini. Perché non dev'essere possibile? Il punto è che non c'è collaborazione». E

QUANDO gli animi si accendono sulla movida, Loris Folegatti, consigliere al quartiere San Vitale, ricorda

che «non ci troviamo in un campus universitario, ma in una zona residenziale». E tra l'altro, quando vede

che sotto il portico spuntano delle scritte, va in cantina, prende la vernice e ripulisce. Il macellaio Lamberto

Lambertini torna indietro nel tempo, a quando «la strada era piena di artigiani: due macellai e tre falegnami

che abitavano qui e avevamo più riguardo per la via. Stamattina alle 7 c'era un campo di battaglia tra cocci,

lattine e bicchieri di plastica. Non si riqualifica con un nuovo lastricato, ma bisogna lavorare a livello

sociale». La farmacista Mariasandra Aicardi osserva che «i taxi di notte preferiscono fare un giro più lungo

piuttosto che passare in via Petroni, perché rischiano di rimanere imbottigliati per la gente ferma in mezzo

alla strada». Per le vetrine su via Petroni, l'altro ingresso della farmacia è su via San Vitale, la

professionista pensa di poter ottenere gli sgravi fiscali per l'imposta di pubblicità. È una delle richieste di

Confesercenti: «Chiediamo che alle imprese interessate dal cantiere - precisa Giacomo Bardi - sino

applicati gli stessi sgravi fiscali del 'Cantierone' e cioè uno sconto del 50% sulla tassa rifiuti e l'esenzione

totale dell'imposta di pubblicità e della tassa su suolo pubblico». Bruno Tucci della Pizzeria Petroni dice che

«la riqualificazione va bene, ma ormai devo chiudere all'una e questo vuol dire un minore incasso di mille

euro a sera. Un tempo avevo dieci dipendenti, ora ne ho cinque. Sono molto preoccupato: con l'ulteriore

peso del cantiere, non so come andrà a finire». Vahid Farkhondeh si affaccia dalla porta di Parsit. «Vendo

fast food di piatti persiani e devo chiudere alle 23 e non capisco la logica. È così da tre anni e succede solo

in questa strada».

14/03/2016Pag. 4 Ed. Bologna

diffusione:106545tiratura:136843

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 64

Page 65: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La «casa verde» sei anni dopo di LUCA SALVI - MILANO - «ORMAI siamo abituati a essere circondati da queste propaggini del

grattacielo. Non vedo più il tramonto, la Grigna o il Resegone ma i vetri di fronte riflettono il sole, le nuvole,

la nostra casa. C'è uno spiraglio su Porta Nuova. I danni al cortile ancora non ce li hanno sistemati. Solo

adesso abbiamo trovato l'accordo». Milena Porcari è una dei 14 condomini o nuclei familiari della «casa

verde», la palazzina del '39 in via Bellani che tutt'a un tratto si ritrovò stretta su tre lati dalle braccia

dell'incombente Palazzo Lombardia. Furono anni di disagi, quelli del cantiere. Di proteste e raccolte firme

anche su Facebook. Poi il silenzio. A un lustro dall'inaugurazione del Pirellone-bis, Il Giorno è tornato tra

quelle mura per vedere cosa ne è stato degli abitanti e come sono cambiate da allora le loro abitudini. Dieci

anni fa fu abbattuto il Bosco di Gioia, vivaio di 1,2 ettari del quale resta solo la magnolia di via Algarotti.

Seguirono i lavori per l'"altra sede" (si chiamava così) della Regione. E cambiò la vita dei residenti della

«casa verde» («verde» dal colore delle pareti). Sono rimasti tutti. «La Regione fece proposte per acquistare

il condominio», ricordano a casa Mastella. Un'offerta di 4.500 euro al metro quadro, poi una permuta con

appartamenti di pari superficie e nella stessa zona. Mancò il consenso unanime degli abitanti. Ma la «casa

verde», da allora, è ingabbiata dal cemento. «Per quattro anni i disagi dei cantieri - ricorda Sandra Mastella

- oggi c'è qualche problema nelle tubature dell'acqua. Troppo calcare. Ho già cambiato due lavatrici.

Abbiam chiesto un depuratore». Tra il condominio e Palazzo Lombardia c'è il cortile, con il vano

spazzatura. «Di proprietà della Regione - precisa Mastella - ma abbiamo il diritto di passo. L'assemblea ha

trovato un accordo per il rifacimento». Sempre che «non ci siano inghippi - osserva laconico un condomino

che preferisce restare anonimo - visto che già ci avevano promesso un "cappotto'' per migliorare

l'isolamento termico. Mai fatto». A casa Villani preferiscono non commentare. Non vogliono «rivangare le

battaglie» neanche a casa Rinaldi. MILENA Porcari, al primo piano, invece ci apre la porta. Il Pirellone-bis è

a una quindicina di metri dal suo terrazzo. «Potremmo salutarci con gli assessori», scherza. Otto finestre di

Palazzo Lombardia furono schermate, perché il riflesso bruciava le tapparelle. E le piante. «Ho spostato il

limone - dice oggi Porcari -. Cresce ancora». D'estate non disegna una cena fuori. «Tiriamo giù la tenda».

Lei ha trovato il lato poetico. «Nei vetri vedo riflessi il sole e la casa». Ma i problemi non sono mancati.

«Vede quella crepa nel muro o la scaletta rotta nel cortile? È stato il cantiere». C'è poi la questione

dell'eliporto, all'undicesimo piano del Palazzo. A ridosso di via Bellani e via Paoli. Il Tar ne bloccò l'uso, il

Consiglio di Stato ribaltò la sentenza. Questione di decibel. C'è un piano per renderlo di nuovo operativo.

«Finora ci hanno lasciati tranquilli».

14/03/2016Pag. 6

diffusione:49633tiratura:73858

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 65

Page 66: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

I furbetti dell'impresa edile cinese: gli operai senza contratti e tutele di PAOLA PIOPPI - COMO - DOPO BAR, ristoranti, negozi di parrucchieri e di oggettistica, il nuovo fronte

imprenditoriale cinese sembra essere l'edilizia. Ancora poco presente, come dimostrano i soli due cantieri

controllati dai carabinieri del Nucleo Ispettorato di Como nell'ultimo anno, a fronte delle decine in cui

lavoravano operai di ogni altra nazionalità. Ma con una caratteristica precisa: una strettissima filiera

nazionale. Non solo il committente, ma anche il titolare dell'impresa, i dipendenti e persino gli attrezzi: tutto

rigorosamente «Made in China». In quest'ultimo caso, i militari, congiuntamente all'ispettorato del Lavoro,

hanno sottoposto a controllo un cantiere edile di Largo Ceresio, dove erano in corso i lavori di ordinaria

manutenzione del Manhattan bar, il titolare Chen Zhongbin aveva affidato i lavori di ordinaria manutenzione

ad un'unica impresa edile «Hu Wenqian» con sede in Milano, intestata all'omonimo titolare. Sono emerse

una serie di inosservanze, relative al rispetto delle norme tecniche a tutela della salute. In particolare il

titolare dell'impresa esecutrice, Hu Wenqian, aveva redatto il Piano operativo di sicurezza, in modo carente,

non contenendo i requisiti minimi al fine di tutelare la sicurezza del personale. Inoltre non aveva inviato il

personale a effettuare l'adeguata formazione e informazione sui rischi connessi all'attività svolta e non li

aveva sottoposti a visita medica obbligatoria. I carabinieri hanno anche trovato attrezzature non conformi ai

requisiti di sicurezza e linee elettriche non protette. Inoltre cinque operai edili sono risultati privi della

comunicazione di assunzione, del contratto di lavoro e di ogni altra documentazione che attestasse il

rapporto di lavoro con l'impresa che li aveva inviati ad effettuare la ristrutturazione. Per questo motivo, è

stata immediatamente sospesa l'attività imprenditoriale, rilevando una percentuale del cento per cento di

lavoro irregolare in nero. Nel corso dell'ispezione è stato richiesto l'intervenuto della Polizia locale di Como,

per valutare gli aspetti tecnici relativi alla comunicazione lavori inviata in Comune e personale verificatore

dell'Enel. Il committente dei lavori e il titolare dell'impresa esecutrice sono stati denunciati a piede libero,

oltre ad essere destinatari di sanzioni e ammende per un totale di 60mila euro.

14/03/2016Pag. 3 Ed. Legnano

diffusione:49633tiratura:73858

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 66

Page 67: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Lavori infiniti «Ma le penali vengono pagate?» «QUEI CANTIERI all'anello stradale di via Massa Avenza non finiscono mai. Ma il Comune fa pagare le

penali alle ditte appaltatrici?». La denuncia è del consigliere di Forza Italia, Stefano Benedetti, che scrive al

vicesindaco Uilian Berti. «Dopo circa un mese di attesa vana per poter effettuare un sopralluogo e dopo

aver nuovamente tentato inutilmente di contattare telefonicamente Uilian Berti, l'assessore più impegnato

d'Italia, mi sono deciso ad effettuare il sopralluogo da solo». Un controllo, secondo Benedetti, sollecitato

dagli abitanti della zona, «per lo stato totale di degrado a causa della presenza perenne dei cantieri e per il

passaggio troppo veloce dei mezzi in via Massa Avenza. Il primo problema riguarda il cantiere lato

Viareggio, interessato da opere di risanamento idrogeologico appaltato con procedura negoziata alla ditta

Mdr srl di Ponte Nossa, poi subaffidato a una ditta locale. I lavori, consegnati a marzo dell'anno scorso,

dovevano essere già terminati da tre mesi. Mi chiedo - prosegue il consigliere - se il Comune stia

applicando la penale prevista in tali casi e quale sia l'importo della stessa». Il secondo problema

riguarderebbe la movimentazione e la qualità della terra portata in questo sito. Foto alla mano Benedetti

rimarca che «la terra è mista, non uniforme e mescolata anche a scarti edili, pezzi e lastre di materiale vario

da accertare e ciò sembrerebbe non essere tanto regolare» e chiede di «conoscere in dettaglio tutta la

movimentazione terra avvenuta all'interno dell'area interessata e quindi la provenienza della stessa, la

qualità e composizione della terra scaricata, nonchè le analisi del materiale e le varie». E in conclusione

mette nel mirino un altro problema: «Vorrei sapere per quale motivo l'asfalto nuovo di fronte alla

concessionaria 'Le Auto Rossi', è stato riparato per la terza volta a causa di allagamenti e a spese del

Comune e invece non abbia pagato la ditta che ha eseguito i lavori».

12/03/2016Pag. 5 Ed. Massa Carrara

diffusione:82441tiratura:109938

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 67

Page 68: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Edilizia, chiuse 400 imprese e persi duemila posti di lavoro GRIDO di dolore dell'Ance Toscana Nord sulla situazione dell'edilizia: negli ultimi 5 anni in provincia sono

sparite oltre 400 imprese e più di 2000 lavoratori, e per il settore non si intravedono «segnali di ripresa,

seppur lievi, su cui fondare il ritorno a condizioni minime di normalità. Lo testimonia - prosegue l'Ance - il

panorama delle realtà aziendali in provincia che è a dir poco devastato; oggi, come ieri, assistiamo

impotenti alla sparizione di aziende storiche che impoverisce il tessuto industriale ed economico del

comparto. Un segnale incontrovertibile viene dall'analisi dei dati della Cassa edile lucchese che, oltre a

continuare a registrare diminuzioni di imprese e operai, rileva fenomeni sempre più allarmanti di abusivismo

delle regole contrattuali che, presumibilmente, corrispondono ad una nuova , pesantissima ondata di lavoro

sommerso». L'Ance rileva come l'edilizia «sembra non avere futuro, abbandonata, non più considerata né

difesa da nessuno se non dalle associazioni di categoria: non dalla normativa, sempre più complicata e

alienante che non premia il merito e la professionalità ma permette un mercato senza controllo; non dal

sistema creditizio, incapace di creare un virtuoso e più maturo rapporto con le ditte; non dalle

amministrazioni pubbliche, a cui spetterebbe il compito di salvaguardare occupazione e benessere

economico del territorio. Più volte abbiamo contestato i bandi che continuano a ignorare il prezzario

regionale o si affidano a sistemi di aggiudicazione illegittimi. Tali condotte contribuiscono a peggiorare lo

stato di un settore, dove si lavora sottocosto in un continuo gioco al massacro». «Le aziende che resistono

- conclude la nota - hanno capito che l'unica difesa è organizzare loro stesse. La scelta di unirsi in Ance

Toscana Nord, che a breve eleggerà il suo primo presidente, è dettata soprattutto dalla consapevolezza

che bisogna unirsi per riaffermare con maggiore forza le necessità e la dignità di un comparto che può

essere volano del mercato interno».

12/03/2016Pag. 11 Ed. Viareggio

diffusione:82441tiratura:109938

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 68

Page 69: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Infortuni sul lavoro: 253 cantieri fuorilegge Un cantiere su quattro fuorilegge. È lo choccante dato che emerge dal rapporto 2015 degli Spisal che

insistono sul territorio padovano, tra città e provincia.

In tutto 2.508 aziende oggetto di ispezione per un totale di 2.932 sopralluoghi effettuati; 996 i cantieri

ispezionati dei quali 411 per amianto e 253 risultati non a norma dopo il primo sopralluogo; 226 le inchieste

per infortuni che nel 29,2% dei casi (66) concluse con riscontro di violazione correlata all'evento; 555 le

inchieste per la malattia professionale concluse, in 7 casi con violazione.

Queste le cifre che disegnano il bilancio di attività degli Spisal della provincia che si sono riuniti in

occasione del vertice del comitato provinciale di coordinamento.

Un tavolo che coinvolge non solo i tre Spisal delle Aziende Ulss 15, diretto da Rosana Bizzotto, 16 in capo

a Liviano Vianello, e 17 guidato da Doriano Magosso, ma tutte le parti sociali e gli enti istituzionali

interessati al mondo occupazionale per l'attuazione di un'effettiva ed efficace prevenzione nell'ambito dei

luoghi di lavoro.

«Gli Spisal ogni anno visitano un numero rilevante di aziende, 2.508 nel 2015 - sottolinea Magosso,

coordinatore del comitato - Di queste il 25% sono oggetto di prescrizioni secondo un modello di verbale

unificato adottato nel 2012».

Spesso gli Spisal vengono percepiti come organi di vigilanza e controllo con compiti sanzionatori, in realtà

ogni anno vengono promosse attività formative per oltre 2.000 lavoratori, figure addette alla prevenzione e

studenti.

Oltre alla formazione, risorse e attenzione vengono poste nell'azione informativa e nell'assistenza nei

confronti delle ditte, dei lavoratori e del mondo della scuola al fine di aumentare la cultura della sicurezza.

«Ci stiamo adoperando - precisa Claudio Dario, direttore generale dell'Ulss 16 e commissario della 15 e

della 17 - per l'adozione di linee e pratiche comuni che, nel caso specifico, supportano lo sviluppo della

cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Un contesto dal quale l'intera collettività dei lavoratori della

provincia di Padova non può che trarre giovamento e beneficio».

13/03/2016Pag. 34 Ed. Padova

diffusione:57901tiratura:75555

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 69

Page 70: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Astaldi È LEADER NELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI GRANDI OPERE DI INGEGNERIA CIVILE,SPECIALIZZATA NELLE METROPOLITANE, DI CUI ASSUME ANCHE LA GESTIONE. HA COSTRUITOLA LINEA 5 DI MILANO, L'ALTA VELOCITÀ ROMA-NAPOLI, IL TUNNEL DEL CERN DI GINEVRA... FRALE OPERE IN CORSO, IL TERZO PONTE SUL BOSFORO IN TURCHIA, IL PIÙ LUNGO E LARGO DELTIPO SOSPESO NEL MONDO i colloca ai primi posti in tutte le classifiche dei contractor a livello mondiale, dai ponti agli aeroporti, dagli

impianti idroelettrici all'edilizia. Astaldi, fondata negli anni 20 da Sante Astaldi, oggi è un gruppo

internazionale, quotato in borsa dal 2002, attivo in 19 paesi e con l'80% circa del proprio fatturato prodotto

all'estero. Sotto la guida di Paolo Astaldi, espressione della terza generazione della famiglia, ha raggiunto

livelli di eccellenza nelle infrastnitture di trasporto, negli impianti di produzione energetica e nell'edilizia

civile e sanitaria. Qualche esempio: in Italia ha costruito il polo fieristico di Kho-Pero a Milano, la Stazione

Toledo della metropolitana di Napoli, premiata anche dalla Cnn come stazione più bella e spettacolare

d'Europa, e la centrale in caverna di Pont Ventoux, una delle più grandi in Italia; in Cile ha costruito

l'impianto idroelettrico di Chacayes, il primo totalmente ecocompatibile nel paese; in Svizzera ha progettato

l'anello sotterraneo del Cern di Ginevra, che ospita uno dei più grandi acceleratori di particelle mai realizzati

al mondo. Tra le opere in corso, la più spettacolare è probabilmente il terzo ponte sul Bosforo in Turchia, il

più lungo e largo ponte sospeso a livello mondiale, ma hanno grande rilevanza anche il raccordo

autostradale di San Pietroburgo in Russia e l'aeroporto internazionale Arturo Merino Benitéz di Santiago del

Cile. «Rappresentiamo il made in Italy delle infrastnitture ed esportiamo tecnologia, know-how e soluzioni

innovative, in grado di coniugare funzionalità e bellezza estetica», sintetizza il Presidente Paolo Astaldi.

«Portiamo da sempre il nome dell'Italia in tutto il mondo attraverso un dialogo e ima collaborazione

costante con i nostri clienti, che diventano così veri e propri partner, hi questo risiede gran parte del nostro

successo». La mission di Astaldi è contribuire allo sviluppo e al benessere dei paesi in cui opera

costruendo opere distintive, concrete e funzionali, realizzate secondo mi proprio stile esportato da anni a

livello internazionale e che vede, al fianco della progettazione, realizzazione e gestione di grandi

infrastnitture, anche l'integrazione con il territorio. Circa l'80% del fatturato è generato all'estero,

principalmente in Canada, Turchia, Russia, Cile, Polonia, Algeria e Perii. «L'internazionalizzazione delle

attività è sempre stata una caratteristica distintiva del gruppo», sottolinea Paolo Astaldi, «è una delle

principali leve di sviluppo nel nostro percorso di crescita. Andare all'estero significa non solo utilizzare le

risorse locali, ma anche supportare il sistema Italia, perché portiamo con noi le eccellenze del nostro

paese, come è accaduto con il ponte sul Bosforo in Turchia, un megaprogetto che ci ha permesso di

coinvolgere molte e differenti competenze italiane di altìssimo livello». Alla base del successo di Astaldi c'è

anche una costante capacità di innovare. «Innovazione per noi è incessante ricerca di qualità», dice

Astaldi, «è misurarsi con i problemi e le sfide che la realizzazione di grandi infrastnitture ci pongono, dando

risposte efficaci e in grado di coniugare tecnologia, bellezza e sicurezza». Un processo che trae origine

dall'esperienza accumulata in oltre 90 anni di ricerca di soluzioni e processi ottimali e che si consolida nel

tempo grazie alla qualità e alla professionalità del personale di cui Astaldi dispone. Ma non solo. «Ogni

anno selezioniamo una trentina fra i migliori laureati italiani in materie tecniche ed economiche, per offrire

loro una opportunità concreta di carriera, dopo un adeguato periodo di apprendistato», evidenzia Astaldi.

«Perché per noi innovare è anche offrire ai giovani la possibilità di mettersi in gioco e dimostrare il proprio

valore». Paolo Astaldi «RAPPRESENTIAMO IL MADE IN ITALY DELLE INFRASTRUTTURE ED

ESPORTIAMO TECNOLOGIA, KNOWHOW E SOLUZIONI INNOVATIVE, IN GRADO DI CONIUGARE

FUNZIONALITÀ E BELLEZZA ESTETICA»

12/03/2016Pag. 46I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 70

Page 71: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

staldi takes thè top spot in ali international contractor rankings, from bridgto airports and hydroelectric

plants to construction. The company was founded in thè 1920s by Sante Astaldi, and today it is an

international group. It was listed on thè stock exchange in 2002, has a presence in 19 countries and

generates approximately 80% of its turnover abroad. Under thè leadership of Paolo Astaldi -a member of

thè family's third generatimi- thè company has achieved levels of excellence in transport infrastructure,

energy production plants, civil engineering and healthcare. A few examples within Italy include thè Rho-

Pero Exhibition Centro in Milan, thè Toledo Metro Station in Naples -which CNN has referred to as thè most

beautiful and impressive station in Europe- and thè Pont Ventoux underground power plant, one of thè

largest in Italy. In Chile it built thè Chacayes hydroelectric power plant, thè first completely environmentally

compatible plant in thè country, hi Switzerland it built thè underground Ceni tunnel in Geneva, which is

home to one of thè world's largest particle generatore. Out of thè company's current projects, perhaps thè

most spectacular is thè third bridge over thè Bosphorus in Turkey, which will be thè world's longest, widest

suspension bridge. However, thè St. Petersburg motorway link in Russia and Chile's Arturo Merino Benitéz

International Airport are also important. « We represent Italian quality within infrastruc- ture», Paolo Astaldi

says. «We export innovative solutions, expertise and technology, and we're able to merge functionaHty and

aesthetic beauty. We have taken thè name of Italy ali over thè world through Constant collaboration and

dialogue with our clients, who become real partners. Much of our success is due to that effort». Astaldi's

mission is to contribute to thè development and wel-being of thè countries in which it operates, doing so

with projects that are distinctive, solid and functional. Moreover, thè company has a signature style, which it

has exported internationally for years. It's a style highlighted by integration within thè territory, alongside thè

design, construction and management of major infrastructiiral projects. Approximately 80% of turnover is

generated abroad. predominately in Canada, Turkey, Russia, Chile, Poland, Algeria and Perù. «The

intemationalisation of our business has always been a distinctive characteristic of thè group», Astaldi

explains. «It's one of thè mairi drivers of development for our personal growth. Going abroad means not just

utilising locai resources but also supporting thè Italian System as we take thè expertise of our country with

us. We've done that witli thè Bosphorus bridge in Turkey, a mega-project that has allowed us to involve

many different Italian skills at thè highestlevel». Astaldi's success also lies in its Constant ability to express

its skills in new ways. «Innovation for us is thè relentless pursuit of quality,» says Astaldi. «It's measuring

ourselves against thè problems and challenges that large-scale infrastructure presents. In thè process, we

provide efficient responses and demonstrate thè ability to combine technology, beauty and safety». Tlie

process stems from tlie experience thè group has accumulated in its more than 90 years of research into

optimal processes and solutions; a range of experience boktered over rime, thanks to tlie quality and

integrity of Astaldi staff. Nevertheless, there is more involved. «Every year we select 30 or so of thè best

Italian graduates from economics and technical disciplines in order to offer tliem real career opportunities

after a suitable apprenticeship period», states Astaldi. «Innovation for us also means offering young people

tlie chance to get involved and show their value».

Foto: Nella pagina accanto, dall'alto, due opere di Astaldi:

Foto: il terzo ponte sul Bosforo, il più grande sospeso al mondo; l'anello autostradale di San Pietroburgo,

Russia. In thè nextpage, above to below: thè ThirdBosphorus Bridge, in Turkey and thè Western High

SpeedDiameter in St. Petersburg, in Russia.

Foto: Sopra, Paolo Astaldi, Presidente del Gruppo. Nella pagina accanto, dall'alto in senso orario: diga

diSusa, impianto idroelettrico di Pont Ventoux; stazione Toledo, Metropolitana di Napoli Linea 1; Polo

Fieristico diMilano-Rho-Pe.ro; stazione Rondo Daszyhskiego, Metropolitana diVarsavia Linea 2; Ospedale

dell'Angelo di Venezia. Above: Paolo Astaldi. In thè nextpage: highlights of Astaldi's engineering and

infrastructure works.

12/03/2016Pag. 46I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 71

Page 72: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Azimut Benetti Group RIFERIMENTO DELL'INNOVAZIONE E DELLA QUALITÀ MADE IN ITALY, IL PIÙ GRANDECOSTRUTTORE AL MONDO DI MEGAYACHT PORTA LO STILE TRICOLORE ANCHE NEI SERVIZI Azimut Benetti Group incarna quella sintesi di capacità progettuali, creative e artigianali che fanno oggi del

made in Italy un linguaggio universalmente riconosciuto. «Tutti ci guardano. Molti ci copiano. È una grande

responsabilità e uno stimolo al rinnovamento continuo, nel design, nella tecnologia e nel servizio», afferma

il fondatore e Presidente, Paolo Vitelli, insignito del premio alla carriera Iifetime achievement award per il

contributo decisivo all'industria nautica. Dal 1969 1 Italian style seduce il mondo a bordo dei marchi Azimut

Yachts, unità plananti da 10 a 37 m, e Benetti, megayacht semiplananti e dislocanti fino a 100 m, che

offrono la più ampia e completa flotta sul mercato: 45 modelli in produzione nei sei cantieri di Avigliana

(To), Savona, Viareggio, Livorno, Fano (Pu) e Itajai (Brasile), oltre ai 32 in progettazione da qui ai prossimi

tre anni. Una storia di successi, di innovazioni, soprattutto una storia di famiglia, che ha saputo conservare

la proprietà e l'indipendenza, impegnando oggi la seconda generazione. «Abbiamo affrontatola crisi con

riserve umane, tecnologiche e finanziarie accumulate in 40 anni di lavoro in ossequio al principio: azienda

ricca, famiglia povera. Cambiando anche la cultura manageriale», spiega Vitelli. «È il presupposto per un

passaggio generazionale sereno, con mia figlia Giovanna che sta creando un gruppo di lavoro giovane e

motivato». Il fatturato è salito a 747 milioni, con utili reinvestiti per 500 milioni dal 2005 nello sviluppo

strategico dell'azienda. Perché intorno agli yacht Azimut e Benetti non c'è solo il mare, ma un mondo di

servizi, per coccolare ogni armatore: dai pacchetti finanziari personalizzati all'assistenza del Goncierge

club; dalla Styling lounge, dove poter pianificare ogni dettaglio di design dello yacht, alle quattro Marine di

Viareggio, Varazze, Mosca e Livorno (in costruzione), gestite secondo ima logica di servizi integrati.

All'avanguardia anche nell'assistenza tecnica e nello yacht management, il gruppo può contare sulla

professionalità di due leader come Lusben e Fraser Yachts. Dice Vitelli: «I mercati di riferimento sono

Europa, Usa e Medio Oriente. Brasile, Russia e Cina, miraggio di qualche anno fa, ora sono in affanno. Ciò

dimostra che un'azienda come la nostra, multinazionale tascabile, deve essere presente in tutto il mondo

ma pronta a cogliere le opportunità là dove si presentano». AZIMUT BENETTI

he Azimut Benetti Group is thè embodiment of thè design, creative and craftsmanship capabilities that

make thè words Made in Italy universali}* understood. «Everyone looks to us. Many copy us. It's a huge

responsibility, and it spurs continuous renewal in terms of design, technology and services», states thè

founder and President Paolo Vitelli, back from thè Boat Builder Awards for Business Achievement, where

he was honoured him with thè Lifetime Achievement award for his contribution to thè shipbuilding industry.

Since 1969 Italian style has seduced thè world on board thè boats carrying thè Azimut Yachts brand, which

include planing yachts ranging from 10 to 37 metres, as well as Benetti-branded vessels, semi-planing and

displacement megayachts that can reach up to 100 able to retain ownership and independence right

through to thè second generation. «We have faced thè crisis with thè technological, financial and human

resources that we've built up over 40 years of being in business by following thè principle: metres. Together

they offer T S S S S ^ S ^ T rich company, poor famForty-five models, built in Partner ily. We've also

changed thè six shipyards in Avigliana (To), Savona, Viareggio, Livorno, Fano (Pu) and Itajai (Brazil), in

addition to thè 32 that are planned for thè next three years. It's a story of success and innovation, but above

ali it's thè story of a family that was

erational transition to my daughter, Giovanna, who is creating a youthful, motivateci work group».

Production value reached 682 million euros for a turnover of 747 million, with profits reinvested to thè tune

of 500 million in 2005. The group relies on thè expertise of Lusben and Fraser Yachts for brokerage and

charter. «We have thè same target markets of Europe, thè Usa and thè Middle East. That shows that a

12/03/2016Pag. 49I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 72

Page 73: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

company such as ours, a pocket-sized multinational, must be present ali over thè world and ready to seize

opportunities where they present themselves».

Foto: Sopra, UBenettiPanthera. Sotto, da sinistra: i cantieri diAvigliana, Paolo e Giovanna Vitelli. Above: thè

BenettiPanthera. Below, L to R: theAvigliana Shipyard, Paolo and Giovanna Vitelli.

12/03/2016Pag. 49I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 73

Page 74: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

CANTIERI 2.0 / LO SCHEMA / Management vs leadership Leadership e gestione delle risorse umane ANTONIO ORTENZI Italia rappresenta sicuramente, in Europa e nel mondo, una nazione leader nell'ingegneria e nella direzione

dei cantieri, spesso però la parte di competenze legate alla gestione del personale ed alla leadership è

messa in secondo piano, in quanto viene prediletta quella tecnica e esperienziale. Della dicotomia tra

management e leadership se ne parla da anni e in questo momento particolare, acquisisce un'importanza

cruciale nella gestione dei cantieri. Vediamo perché, partendo da una definizione: leader è chi è capace di

influenzare gli altri come singoli o come organizzazioni, conseguendo gli obbiettivi importanti senza

necessariamente essere in una posizione formale di Leadership. Management e Leadership sono due

facce della stessa medaglia in quanto nel management c'è bisogno di stabilità ed organizzazione per far

funzionare un cantiere, nella leadership invece c'è bisogno di gestire il cambiamento in quanto nessun

cantiere è uguale all'altro. L'applicazione di un corretto comportamento di leadership da parte di un

manager ha, alla base, un modello di tipo situazionale che rispecchia il livello di maturità del team di lavoro.

Si pensi ad esempio ad un cantiere complesso dove almeno il cinquanta per cento del team lavora assieme

per la prima volta e dove il livello di esperienza, in anni, può andare da zero (primo impiego di un neo

laureato/diplomato) a 20 anni ed oltre. Hersey e Blanchard hanno elaborato, negli anni '70, un modello di

leadership che ci aiuta a capire la maturità dei membri di un team e che tiene conto di due fattori: la

maturità lavorativa e quella psicologica, cioè quella legata alla parte motivazionale. Quella lavorativa viene

declinata in 4 stili di comportamento. Dirigere: il leader da istruzioni specifiche e controlla letteralmente le

fasi durante l'esecuzione, questo avviene quando c'è scarsa competenza ma una alta motivazione, si è

quindi alle prese con una maturità bassa (M1) ad esempio neolaureati/neodiplomati al primo impiego.

Addestrare: in questo caso il leader continua a dirigere e controllare ma inizia a spiegare il perché delle sue

decisioni, siamo quindi di fronte ad un livello di maturità medio/basso (M2) che presuppone qualche

competenza da parte di un lavoratore, ma bassa motivazione. Un esempio potrebbe essere il caso di

personale proveniente da altri cantieri o altri gruppi di lavoro dove l'organizzazione non ha concesso di

esprimere al meglio la propria professionalità. Sostenere : in questo caso il leader appoggia gli sforzi dei

collaboratori verso gli obbiettivi prefissi e inizia a condividere con loro le responsabilità e decisioni. Siamo di

fronte ad una maturità medio/alta (M3) che presuppone una elevata professionalità ma ad una motivazione

altalenante. Ci si trova in questa situazione quando sono carenti ad esempio la gestione dei conflitti e la

comunicazione che pecca nella corretta redazione della WBS o una mancata redazione del diagramma a

matrice R.A.C.I. (vedi art. del 20/02/2016) che stabilisce chi fa cosa. Si pensi, in fase di esecuzione, al

rapporto tra Direttore di cantiere, capo cantiere, contabile, topografo e ufficio tecnico. Delegare: la capacità

di delega ai collaboratori, in questo stile di leadership, è fondamentale, infatti le responsabilità e le decisioni

individuali hanno preponderanza assoluta su ogni singolo membro del team che a questo punto ha una

elevata competenza ed un'elevata motivazione. Siamo di fronte ad una maturità alta (M4) dedicata per

esempio verso professionisti che lavorano in piena autonomia. In cantiere questo stile non trova pieno

compimento, in quanto il lavoro in team risulta essenziale ed è un obbiettivo, quello delega al 100% al

quale si arriva nei momenti finali di una commessa. Al contrario invece trova piena applicazione in uno

studio tecnico, nelle varie fasi di progettazione ove il team può essere delocalizzato e magari ogni membro

svolge parti di progetto autonomamente (progetto architettonico, strutturale, impianti, Coordinamento in

fase di progettazione della sicurezza). Il BIM, in questo, crea un valore aggiunto inestimabile perché, oltre

alla condivisione della WBS e del chi fa cosa, permette di condividere il modello informativo digitale di

riferimento del progetto. Per il prossimo futuro le tendenze di management nei progetti, vista la crisi a livello

globale, tenderanno ad agevolare la creazione di gruppi di lavoro stabili e "ricorrenti" da utilizzare nei vari

14/03/2016Pag. 5 N.11 - 14 marzo 2016 tiratura:25000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 74

Page 75: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

progetti, limitando l'outsourcing, al fine di tendere sempre verso livelli di maturità alti (M3-M4) che

comportano un minor dispendio di energie e risorse economiche. Inoltre saranno agevolate le risorse,

all'interno di un team, che meglio si sapranno adattare alle strategie aziendali e di portfolio, strategie che

nei prossimi anni impatteranno in maniera sempre più incisiva su ogni singolo cantiere. In questo caso

invece si compie la parte formativa di un progetto verso le giovani generazioni, ovvero i livelli di maturità M1

e M2. Primo di due articoli

14/03/2016Pag. 5 N.11 - 14 marzo 2016 tiratura:25000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 75

Page 76: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Lo scandalo incompiute Il piano Tunnel, a Cuneo il cantiere più lento del mondo Gli scavi della galleria del Colle di Tenda per raggiungere la Francia del Sud avanzano di 50 centimetri algiorno MAURIZIO GROSSO Certo, sarà pure un caso così grave da non poter essere replicato con facilità. Certo è che la vicenda

potrebbe essere tranquillamente assunta come icona dei lavori pubblici che non riescono ad andare avanti.

Stavolta c'è di mezzo l'Italia in compagnia della Francia. Il cantiere per il raddoppio del tunnel del Colle di

Tenda, la via più veloce dal Piemonte per raggiungere la Francia meridionale con la Costa Azzurra, rischia

di passare alla storia come il più lento del mondo. I lavori, come ricostruito ieri da repubblica.it , sono

cominciati nel 2013, ma solo l'anno scorso si è iniziato lo scavo della galleria. Nonostante gli operai lavorino

24 ore su 24, finora sono stati scavati appena 130 metri di montagna da entrambi i lati del confi Cne. Come

dire 50 centimetri al giorno, calcolando 250 giorni lavorativi. L'obiettivo, a questo punto, è uno solo:

accelerare. La roccia profonda sarà più dura, spiegano i tecnici, e quindi il buco (sembra un paradosso, ma

è così) potrà procedere più veloce: la prospettiva è aprire al traffico la nuo va galleria entro il luglio 2017.

Poi il cantiere si sposterà sul tunnel storico da ammodernare. La fine dei lavo ri è prevista tra almeno tre

anni. Ma i problemi non sono finiti: en tro l'estate si imporrà la chiusura proprio della galleria storica,

costruita alla fine dell'Ottocento. Gli operai impegnati nella costruzione della "seconda canna", che una

volta ultimata dovrà funzionare insieme con quella attuale ristrutturata, hanno infatti bisogno di un mese per

poter lavorare all'interno della montagna e tra le due gallerie: devono realizzare i passaggi tra l'una e l'altra,

indispensabili per la sicurezza degli operai e per quella degli automobilisti.

Foto: Il tunnel di Colle di Tenda

12/03/2016Pag. 5

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 76

Page 77: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Edilizia scolastica L'anagrafe è ancora in alto mare Legambiente e CittadinanzAttiva ancora contro il Miur e, più in particolare, contro l'anagrafe dell'edilizia

scolastica. Perché così com'è "non è utilizzabile né attendibile". Secondo le associazioni, infatti,

conterrebbe dati parziali e non aggiornati, indicatori mancanti ed incomprensibili per i cittadini. E mentre

non si è provveduto ad aggiornare, come promesso entro il 31 gennaio scorso, i dati relativi alle

certificazioni, è stata prorogata di ancora un anno (31 dicembre 2016) l'entrata in vigore dell'obbligo per le

scuole di dotarsi della certificazione di pre venzione incendi. Per sapere se la scuola dei proprio figli sia

sicura o meno, occorrerà agire caso per caso. Le associazioni fanno anche alcuni esempi di inattendibilità.

Clamoroso il caso dell'Istituto Agrario di Piedimonte Matese in Campania, chiuso da due anni perché

inagibile. Peccato però che l'Anagrafe non riporti questo piccolo particolare.

12/03/2016Pag. 10

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 77

Page 78: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

SCENARIO ECONOMIA

50 articoli

Page 79: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

economia / 2 dobbiamo ripartire da einaudi e sturzo per rinnovare la società Ideali e ideologie Del marxismo e del neoliberismo selvaggio restano macerie e fantasmi, è il momento diriscoprire il realismo riformista italiano Giuseppe Bedeschi O rmai è un luogo comune dire che viviamo in un'epoca post-ideologica, nel senso che le grandi ideologie

che avevano caratterizzato il Novecento ( Il Novecento. Secolo delle ideologie si intitolava appunto un

fortunato libro di Karl D. Bracher, pubblicato nel 1982 e ristampato nel 1990) sono crollate sotto i colpi delle

«dure repliche della storia» (secondo la nota formulazione di Bobbio).

Senonché, se ci atteniamo all'esperienza storica a noi più vicina (quella che va dalla scomparsa dell'Urss

nel 1991, per arrivare, in Italia, alla fine della cosiddetta Prima Repubblica e alle esperienze della Seconda

Repubblica), l'espressione «crollo delle ideologie» sembra assai imprecisa e sommaria.

In realtà, le ideologie «crollate» sono fondamentalmente due: il marxismo-leninismo e il neoliberismo. Il

primo era entrato in una crisi irreversibile molto prima della scomparsa dell'Urss (già Enrico Berlinguer, pur

proclamandosi marxista-leninista, aveva affermato l'esaurirsi della «spinta propulsiva» della Rivoluzione

d'Ottobre); il secondo (con la sua idea della piena capacità del mercato di autoregolarsi, senza interventi

pubblici) è stato sconfitto dalla grande crisi iniziata negli Stati Uniti nel 2008 e presto estesasi a tutto il

mondo sviluppato.

Certo, si potrebbe osservare che permangono tuttora, sotto mentite spoglie, residui di quelle ideologie,

soprattutto della prima: come dimostrano, nella attuale letteratura sociologico-politologica, le molte

manifestazioni di anticapitalismo viscerale, oppure le critiche, altrettanto viscerali, alle democrazie

occidentali, che sarebbero democrazie soltanto apparenti, ovvero false democrazie, perché in esse le leve

del potere economico-finanziario sarebbero detenute dai grandi gruppi industriali-finanziari, protagonisti del

mercato globalizzato, mentre gli elettori sarebbero gravemente condizionati dai mass-media «a una

dimensione», e quindi sarebbero privi di vera autonomia intellettuale (ma allora perché mai, vien da

chiedersi, nei nostri Paesi si svolge una lotta politica sempre vivace e spesso aspra, imperniata in primo

luogo sulle grandi scelte di politica economica?).

Ma non è su questo punto che vorrei soffermarmi (anche se ne varrebbe la pena), bensì su un altro: e cioè

sul fatto che, se è vero che le grandi ideologie «salvifiche» - con le loro pretese di interpretazione globale

della storia e di ristrutturazione ab imis fundamentis della società - sono crollate, non sono affatto crollate le

ideologie che definirei «riformatrici-realistiche».

E penso, per quanto riguarda il nostro Paese, in primo luogo a due nomi: Luigi Einaudi e Luigi Sturzo.

Einaudi difendeva un «vivente ordinamento liberistico», che attuasse una piena concorrenza sul mercato,

senza monopoli e senza posizioni di privilegio e di rendita; ma poi lodava Federico List, il quale (egli diceva)

«aveva giustamente veduto il peccato cardinale della dottrina del laissez-faire, nella ingenua credenza che

potesse essere vitale e bastevole a se stessa una economia fondata sulla concorrenza». Lo Stato doveva

garantire a tutti i cittadini un minimo di risorse, e doveva assicurare anche ai meno abbienti l'accesso agli

studi.

Einaudi considerava poi componenti fondamentali di una società libera sia le organizzazioni padronali sia

quelle sindacali. I sindacati, però, dovevano organizzarsi e lottare per i loro interessi con le loro forze, in

modo del tutto autonomo, senza pretendere dallo Stato e dai partiti vantaggi e condizioni di favore: e a

questo proposito l'economista piemontese manifestava il proprio «scetticismo invincibile, anzi quasi la

repugnanza fisica per le provvidenze che vengono dal di fuori, per il benessere voluto procurare agli operai

con leggi, con regolamenti, col collettivismo, col paternalismo, con l'intermediazione degli sfaccendati

politici pronti a risolvere i conflitti con l'arbitrato, con la competenza, con la divisione del tanto a metà».

14/03/2016Pag. 31

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 79

Page 80: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Quanto a Sturzo, credo che siano più che mai attuali oggi la sua rigorosa distinzione fra religione e politica,

la sua aspra polemica contro l'invasività delle burocrazie statali, mortificatrici delle energie della società

civile, la sua difesa appassionata dei ceti medi (i quali, «sotto l'assillo aspro e duro della loro crisi

economica, acquistano, per la loro cultura e per la loro esperienza produttiva, per il modesto tenore di vita e

lo spirito di risparmio, una potenzialità costruttiva superiore alla loro potenzialità economica»).

E nei suoi ultimi anni Sturzo combatté lo sconfinamento dello Stato nell'economia, con la creazione di enti

di ogni tipo (si pensi alle «società partecipate» di oggi, che costano somme enormi alla collettività!).

È dalle riflessioni di queste grandi personalità che le élite intellettuali e politiche dovrebbero partire, io

credo, per avviare un'opera di profondo rinnovamento della nostra società.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/03/2016Pag. 31

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 80

Page 81: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'economia e l'europa La forte spinta della Bce Frenata dai vecchi fantasmi Inflazione Molti analisti considerano positivo un aumento dei prezzi tra l'1 e il 2 per cento Direzione MarioDraghi auspica riforme strutturali, forti e condivise, frutto di scelte politiche Marco Cianca È meglio la peste o il colera? Una domanda paradossale, che non ha una risposta. E in economia, è meglio

l'inflazione o la deflazione? I tedeschi, che hanno ben vivo il ricordo della repubblica di Weimar, anticamera

del nazismo, quando con una carriola piena di banconote non si arrivava a comprare un chilo di pane, non

vogliono sentir parlare di politiche inflazionistiche. Rigore, rigore, rigore, è il loro mantra. E in virtù di una

tale incrollabile fede giudicano un veleno ogni iniezione di denaro che possa far lievitare i prezzi.

Al contrario chi associa ai fantasmi del '29, alla grande crisi americana, una drammatica caduta della

domanda, un'insostenibile disoccupazione e il crollo produttivo, ritiene che incentivare la disponibilità alla

spesa sia l'unica strada in direzione dello sviluppo.

Gli economisti, per lo più, sembrano concordare sulla necessità di una modesta inflazione, tra l'uno e il due

per cento. È l'obiettivo che persegue Mario Draghi, il governatore della banca centrale europea immettendo

liquidità a profusione nel sistema bancario. Liquidità che dovrebbe sfociare in prestiti a tassi bassissimi e

quindi in consumi. Viene in mente Sherlock Holmes e la sua soluzione al sette per cento: un minimo di

cocaina per tenere ben sveglio il cervello. In effetti comprimere i tassi di interesse e far scendere sempre

più il costo del denaro equivale al tentativo di far salire l'adrenalina in un organismo, l'economia reale, che

rischia la paralisi. Con la speranza, in questo momento del tutto condivisibile, che il malato si alzi dal letto e

possa camminare con le proprie forze, senza grucce bancarie.

Ma perché ciò avvenga è necessaria una prospettiva di sviluppo economico e sociale che all'orizzonte non

si intravede. Siamo in pieno postconsumismo, una società stagnante ripiegata su stessa e che brancola nel

buio alla ricerca di ideali e di prospettive. La destra sta perdendo il suo sano connotato conservatore spinta

verso derive populiste e xenofobe, la sinistra socialdemocratica è afona e imbelle, sempre a rimorchio delle

emergenze. Chi ha la capacità di indicare un New Deal quando l'unico vento di rinnovamento sembra

venire dalla Chiesa di papa Francesco e il solo terreno di scontro ideologico è la biblica emergenza

migranti?

Tra tutte queste incertezze alligna, beata, la speculazione finanziaria. Come ha scritto Federico Fubini sul

Corriere della Sera basta un algoritmo per spostare enormi masse di denaro. Gli esperti analizzano,

consigliano, indirizzano, con teorie spesso contrapposte.

John Kennet Galbraith ha scritto che quando si legge uno studio economico bisogna chiedersi se qualcuno

lo ha finanziato. Un'affermazione pesante, provocatoria, per ammonire che gli interessi in gioco sono tanti e

spesso oscuri.

La parola inflazione viene dal greco, vuol dire gonfiare. E torniamo al quesito iniziale: è giusto soffiare nel

pallone dell'economia? Mario Draghi lo sta facendo con forza e determinazione ma l'ossigeno dei suoi

polmoni da solo non basta. Lo stesso governatore auspica riforme strutturali, forti, condivise. Serve la

politica, se non si vuole che il pallone scoppi o voli via.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13/03/2016Pag. 26

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 81

Page 82: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

welfare e lavoro non si può crescere chiedendo solo diritti e trascurando i doveri Sforzo comune Tutti devono rimboccarsi le maniche, altrimenti non ci sarà uno sviluppo ma un addiocollettivo alle libertà individuali Alberto Brambilla n

el nostro Paese si dibatte spesso sui motivi che ci relegano agli ultimi posti delle classifiche internazionali

su competitività, sviluppo, innovazione, libertà economiche, produttività ed altre variabili. Il World Economic

Forum nel suo Global Competitiveness Index basato su tre indici (Contesto macroeconomico nel quale

pesa il debito pubblico e la pressione fiscale, la qualità delle pubbliche amministrazioni e la tecnologia), ci

assegna un poco lusinghiero 49° posto su 144 Paesi analizzati a pari punti con Kazakhstan, Costa Rica,

Filippine e Panama.

Si fanno molte analisi per cercarne le cause, altre ancora per capire come sia stato possibile accumulare

un così gravoso debito pubblico che peraltro rappresenta anch'esso un grande freno allo sviluppo. I motivi

sono sicuramente di natura economica, di organizzazione, di eccesso di legislazione ma credo che una

parte non irrilevante là si possa riscontrare nel binomio diritti - doveri. Il nostro Paese sembra infatti la patria

dei diritti ma non quella dei doveri; vi sarà capitato di seguire i talk show televisivi e soprattutto i dibattiti con

i politici. In tal caso avrete sentito frequentemente la parola diritti ma difficilmente quella doveri. Tutti i

politici elencano una serie di diritti che secondo loro vanno implementati senza neppure conoscere a volte

la composizione della nostra spesa pubblica e senza pensare che gran parte di quello che consumiamo

oggi non lo paghiamo noi ma la mettiamo a debito delle future generazioni.

Nella dichiarazione americana dei diritti e dei doveri dell'uomo adottata nell'aprile del 1948 si legge che

«diritti e doveri sono interrelati in ogni attività umana, sociale e politica. Mentre i diritti esaltano la libertà

individuale, i doveri esprimono la dignità di quella libertà».

Tratto quindi l'argomento perché lo ritengo essenziale per il futuro del nostro Paese sapendo che non si

può generalizzare e pensando con rispetto alle tante persone che i doveri li avrebbero voluti fare ma che

per motivi fisici o psichici o per cattiva sorte non hanno potuto. Orbene, tutti hanno diritti: alla sanità, alla

scuola, alla pensione, alla casa, al lavoro e così via. Ma chi deve garantire questi diritti se non l'individuo

stesso e la collettività degli individui nell'ambito delle proprie disponibilità? E come si attuano i diritti? Solo

se il «collettivo» nel suo insieme adempie pienamente ai propri doveri. Ad esempio, tutti hanno diritto di

essere curati e di non incappare in malasanità. Ma spesso la malasanità dipende da altri soggetti che non

hanno fatto il proprio dovere. Il viadotto crollato o la strada rovinata e piena di buche limitano i diritti dei

cittadini alla circolazione e alla sicurezza; spesso non è colpa della natura avversa ma responsabilità di chi

ha progettato e costruito con scarso senso del dovere.

Nelle pubbliche amministrazioni (ma il concetto vale anche per le attività private) ci sono molte cose che

non funzionano. Poi si scopre che tanti rappresentanti del popolo pensavano solo ai propri interessi con un

senso civico del dovere prossimo allo zero. Ma sono pochi o è poco diffuso il senso civico del dovere? A

guardare la cronaca c'è di che preoccuparsi: i falsi braccianti agricoli scoperti a migliaia, gli ispettori Inps

che «taroccavano i verbali di accertamento» e non erano mica pochi; i falsi invalidi a migliaia che tolgono

diritti ai veri invalidi; i fatti di Roma (mafia capitale) non certo di poche persone.

E che dire di gran parte dei Consigli Regionali accusati di spese non consone o delle acquisizioni di certuni

«a loro insaputa». Per non parlare poi del dovere di pagare le tasse; e invece dalle dichiarazioni Irpef 2014

(per l'anno 2013) risulta che il 46,5% dei contribuenti (19,079 milioni) hanno redditi da zero o negativi fino a

15.000, dichiarano solo il 16,20% del totale dei redditi, cioè 130 miliardi per un reddito medio di 6.851 (571

euro al mese, meno di un pensionato sociale con integrazione); l'imposta media pagata è pari a 485 per

13/03/2016Pag. 27

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 82

Page 83: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

contribuente ma considerando il rapporto cittadini italiani (60.782.668) su contribuenti (40.989.567) ogni

contribuente ha in carico 1,483 cittadini per cui ai 19,079 milioni di dichiaranti fino a 15.000 corrispondono

28.295.197 cittadini e l'imposta media annua pagata pro capite è pari a 327. Per garantire la sola sanità

che costa 1.790 per ogni cittadino occorre che altri paghino circa 41 miliardi di euro.

Vi pare che un Paese come l'Italia abbia la metà della popolazione sotto la soglia di povertà? E come si fa

a garantire il diritto alla pensione, all'assistenza e alla sanità con questo pesante squilibrio diritti-doveri?

Oggi, come risulta dal 3° Rapporto di Itinerari Previdenziali la metà dei pensionati sono assistiti e lo Stato

spende circa il 53% della spesa totale per pensioni, assistenza e sanità. Per dare diritti occorre che tutti ci

si rimbocchi le maniche senza se e senza ma; diversamente non ci sarà sviluppo ma un addio ai diritti e

alla libertà individuale che questi esprimono.

Docente e Presidente Itinerari Previdenziali

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13/03/2016Pag. 27

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 83

Page 84: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Pensioni a caro prezzo, il caos ricongiunzioni Ipotesi sconto sulle rate Sindacati e minoranza pd in pressing per cambiare le regole La procedura Molti lavoratori rinunciano,perdendo parte dei versamenti, incassati poi dagli enti Enrico Marro ROMA L'economia per svilupparsi, si dice, ha bisogno anche di una sostenuta mobilità sul mercato del

lavoro. È finita l'era del posto fisso. Solo che il sistema pensionistico fa poco per agevolare chi cambia

lavoro. L'esempio più eclatante è quello delle ricongiunzioni onerose, un pasticcio che si trascina da più di

cinque anni senza che nessun governo, nonostante le solenni promesse, abbia risolto la questione.

Il risultato è che ogni anno migliaia di lavoratori non riescono ad andare in pensione per il semplice motivo

che, avendo fatto lavori diversi con contributi versati in parte all'Inps e in parte ad altri enti, non possono

sommarli gratuitamente ma devono fare la «ricongiunzione onerosa», cioè a pagamento, presso l'ente che

dovrebbe liquidare loro la pensione finale e che per farlo chiede un conto salato (da decine di migliaia a

somme che superano i centomila euro, secondo i casi) perché in pratica il calcolo è simile a quello del

riscatto della laurea a fine carriera. Solo che, a differenza dell'Università, qui i contributi sono stati versati e

dunque è come pagarli due volte. Molti quindi rinunciano, come documenta il patronato Inca-Cgil, perdendo

parte dei versamenti che vengono incamerati dagli enti (i cosiddetti contributi silenti). Dalla commissione

Lavoro della Camera, dove sono state presentate numerose proposte di legge (tra queste anche quella del

presidente Cesare Damiano), Maria Luisa Gnecchi (Pd) annuncia che nei prossimi giorni verrà chiesta

un'audizione all'Inps sul tema mentre Cgil, Cisl e Uil sono in pressing su Giuliano Poletti. Tanto più che lo

stesso ministro del Lavoro, in Parlamento, ha assicurato la volontà del governo di intervenire, dopo che un

emendamento alla legge di Stabilità 2016 non è passato perché la Ragioneria generale dello Stato

chiedeva adeguate coperture. Ma vediamo da cosa nasce il problema.

Fino al 2010 la ricongiunzione dei contributi versati in diversi enti era gratuita quando gli stessi erano

ricongiunti presso l'Inps mentre era a pagamento presso l'Inpdap (dipendenti pubblici) o altri enti che

assicuravano un rendimento maggiore. Insomma c'era una logica: se ci guadagni è giusto che paghi la

differenza, altrimenti no. Ma nel 2010 con la famigerata legge 122 la ricongiunzione divenne onerosa anche

presso l'Inps. Si trattò di un blitz del governo Berlusconi che, costretto da una sentenza della Corte europea

di giustizia ad aumentare a 65 anni l'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego, temeva una fuga di

tutte le lavoratrici pubbliche che avevano contributi anche nel privato, all'Inps, dove l'età di pensionamento

era ancora a 60 anni. Con la legge di Stabilità 2012 il governo Monti corresse parzialmente la norma,

consentendo il «cumulo» (senza pagare) ma solo per l'accesso alla pensione di vecchiaia e a patto che il

lavoratore non avesse già raggiunto i 20 anni di contribuzione in uno degli enti in cui aveva versato. Il

cumulo, anche se tecnicamente diverso dalla ricongiunzione, assicura lo stesso importo di pensione e

quindi non si perdono contributi. Come invece accade ancora. «Ad oggi, infatti, - sottolinea Gnecchi - sono

tuttora esclusi migliaia di lavoratori che potrebbero andare in pensione, ma non possono farlo solo perché

hanno più di 20 anni in una gestione, quando è evidente che a 66 o 67 anni ciò sia normale».

A ottobre 2015 un emendamento alla legge di Stabilità caldeggiato da Poletti era corredato da una stima

dell'Inps che quantificava in un miliardo e mezzo il costo complessivo, dal 2016 al 2025, dell'eliminazione

del vincolo dei 20 anni, prevedendo che i lavoratori coinvolti dal cumulo sarebbero stati più di 300 mila.

Stime che però sono state ritenute troppo prudenti dalla Ragioneria e la modifica è così rimasta nel

cassetto. Ora Gnecchi e Damiano tornano alla carica. «Consentire il cumulo anche a chi ha più di 20 anni

di versamenti presso un ente è il minimo che si possa fare - dice Gnecchi -. Ma sarebbe giusto anche

consentire l'operazione non solo ai fini della pensione di vecchiaia ma anche per quella di anzianità,

considerando tra l'altro che ormai ci vogliono più di 42 anni di contributi».

13/03/2016Pag. 29

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 84

Page 85: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La previdenza in Italia Età effettiva al pensionamento per sesso 1970-2012 Spesa pensionistica in

percentuale della spesa pubblica al netto degli interessi passivi Fonte: Itinerari previdenziali d'Arco 1970

1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008

2010 2012 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 55 57 59 61 63 65 35 33 31 29 27 25 Donne Uomini

La normaIl ministro del Lavoro Giuliano Poletti (nella foto) ha sollecitato una revisione della normativa vigente sui

ricongiungi-menti 100 mila euro è il conto finale che può raggiungere il costo del ricongiungi-mento

pensionistico per i lavoratori che hanno fatto versamenti previdenziali a enti diversi

13/03/2016Pag. 29

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 85

Page 86: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La Lente Ecco le scelte di portafoglio dopo il piano della Bce Giuditta Marvelli L a settimana dei mercati si è chiusa con un'impennata grazie al nuovo pacchetto di misure anti deflazione

annunciato da Mario Draghi. Ma quali sono le prospettive e le strategie per chi investe nei prossimi mesi?

La volatilità delle Borse non scomparirà e i bond avranno rendimenti ancora piu' bassi per un po', ma la Bce

ha messo in campo anche più di quel che ci si aspettava. «Corriere Economia», in edicola domani con il

«Corriere della Sera», propone l'aggiornamento ragionato delle tre ricette costruite per seguire i destini

dell'euro nel novembre 2011, nel momento peggiore per l'Europa, e man mano adeguate nelle successive

fasi della crisi del debito. Anche se sembra paradossale i migliori risultati (+49%, il 12% l'anno) sono quelli

del mix piu' ottimista, quello che da quattro anni a questa parte scommette sulla tenuta dell'euro e che ora

offre suggerimenti a chi crede in un positivo effetto della cura per la crescita proposta dalla Bce. Azioni,

anche europee, Btp Italia e bond societari a breve sono tra i principali ingredienti. Ma anche i pessimisti

troveranno idee che riflettono il loro stato d'animo, con dosi di oro e bond in valute diverse dall'euro a

sposare le esigenze piu' difensive. Un punto ritorna nei giudizi di analisti e gestori interpellati: la Bce ha

fatto tutto il possibile. Ma è difficile immaginare il ritorno della crescita senza l'avvio di politiche fiscali ed

economiche piu' condivise da tutta l'Europa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13/03/2016Pag. 29

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 86

Page 87: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Stretta sui voucher, obbligo di sms La mossa del governo contro gliabusi Lavoro, un messaggio all'Inps per ogni buono. Premi aziendali, il decreto taglia tasse Lorenzo Salvia ROMA Sono arrivati nel 2008, all'inizio servivano per pagare i pensionati e gli studenti che andavano a fare

la vendemmia. Poi il campo di applicazione dei voucher è stato esteso a tutti i settori, dal commercio al

turismo, fino all'edilizia. Ed è stato boom. L'anno scorso un dipendente su dieci è stato pagato almeno una

volta con questi buoni lavoro, 7 euro e 50 ad ora, più minicontributi che non basteranno certo a costruire

una pensione. L'ultimo ritrovato nel campo della flessibilità, disponibile online ma pure dal tabaccaio, ha

visto la sua diffusione crescere del 66% rispetto all'anno precedente. E c'è il sospetto che oltre ad aver

tirato fuori dal lavoro nero le prestazioni occasionali, come la vendemmia delle origini, possa essere usato

anche per «nascondere» lavoratori che sono dipendenti a tutti gli effetti. Pagandoli meno, e senza nessun

problema per mandarli via da un momento all'altro. Per questo il governo sta per modificare le regole dei

voucher, rendendoli più tracciabili. Prima di utilizzare un buono lavoro, il datore di lavoro dovrà inviare via

sms all'Inps il nome del lavoratore e la durata del rapporto. E lo stesso dovrà essere fatto quando il

rapporto si conclude. Sembra un dettaglio, ma non lo è.

Con le regole di oggi un lavoratore non può incassare attraverso i voucher più di 7 mila euro l'anno. E non

può prenderne più di 2 mila dalla stessa azienda. Eppure secondo i dati dell'Inps, che ha avviato un

monitoraggio, il 40% delle persone che ricevono voucher ha proprio nei buoni l'unica fonte di reddito. Il

sospetto è che i buoni siano utilizzati a volte per coprire rapporti di lavoro più lunghi o più intensi del

consentito. «Contratti», cioè, che supererebbero le soglie di reddito fissate dalla legge, che pure rispetto al

passato sono state alzate. Lo stesso presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha parlato di «rischio abusi» e «nuova

precarietà» il ministro del Lavoro Giuliano Poletti di «boom sospetto». L'obbligo di sms impedirebbe al

datore di lavoro di comprare un voucher e tenerlo nel cassetto, attivandolo solo in caso di problemi, come

un infortunio.

I correttivi dovrebbero arrivare nei prossimi giorni con un provvedimento del ministero del Lavoro. Prima,

però, arriverà il decreto attuativo della legge di Stabilità che introduce la tassazione agevolata del 10% sui

premi di risultato messi in busta paga. E azzera le tasse se il dipendente e l'aziende decidono di

trasformare il premio in servizi di welfare , come i buoni per pagare l'asilo nido o la baby sitter. Tutti benefit

che il popolo dei voucher si sogna.

lorenzosalvia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ImpreseDetassare gli utili reinvestiti in azienda e agevolare la ricerca. Sono queste alcune delle misure allo studio

del governo per l'Investment compact 2. Il pacchetto di interventi in arrivo dovrebbe stimolare la crescita di

economia e l'occupazione.

13/03/2016Pag. 30

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 87

Page 88: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'inchiesta Anas Il costo del paese illegale Sergio Rizzo S econdo i dati del Fondo monetario internazionale non c'è in Eurolandia economia che dall'inizio del nuovo

secolo sia andata peggio di quella italiana. Fra il 2001 e il 2015 il Prodotto interno lordo pro capite a prezzi

costanti, cioè la ricchezza reale prodotta da ciascuno di noi, è diminuito dell'8,5 per cento. Anche la Grecia

ha fatto meglio: meno 7,3 per cento. Per non parlare del confronto con i Paesi più ricchi dell'Unione.

Quindici anni fa il Pil pro capite di ogni tedesco era superiore di appena 1.700 euro a quello di ciascun

italiano. Nel 2015 la differenza è salita a 8.500 euro. Crisi o non crisi. Vi chiederete: che cosa c'entra tutto

questo con le tangenti dell'Anas che ieri hanno portato in carcere 19 persone? L'economista Mario

Baldassarri ha calcolato che se nei 13 anni compresi fra il 2002 e il 2014 si fossero combattute seriamente

corruzione ed evasione fiscale il Pil reale italiano sarebbe oggi superiore del 17 per cento a quello attuale.

E la classifica dell'autorevole Transparency international parla se possibile ancora più chiaro. Fra il 2001 e

il 2015 la Germania, che ha registrato in quel periodo la migliore performance economica dell'area euro,

con le sole eccezioni del Lussemburgo e dei Paesi dell'ex blocco sovietico, ha migliorato la propria

posizione nella graduatoria internazionale della corruzione percepita di ben dieci posizioni, salendo dal

ventesimo al decimo posto. Mentre l'Italia, invece, precipitava in basso di ben 32 caselle: dalla numero 29

alla 61. Nel 2001 ci separavano dalla Germania nove posizioni. Oggi, ben cinquantuno.

I l fatto è che nelle economie avanzate la corruzione non rappresenta soltanto un danno economico diretto

per lo Stato, ma in combutta con la cattiva burocrazia si trasforma in un formidabile freno allo sviluppo.

La Corte dei conti non ha mai confermato la valutazione di un costo di 60 miliardi l'anno. Ma di sicuro, se

sono vere le stime del governo Monti secondo cui la corruzione farebbe salire di almeno il 40 per cento il

prezzo delle opere pubbliche, non ci andiamo troppo lontani. Questo però è ancora niente rispetto agli

effetti nefasti sull'intera economia. La corruzione mortifica la concorrenza e blocca l'innovazione: perché

spendere per migliorare i prodotti e rendere più efficiente la propria azienda quando si può vincere un

appalto pagando una mazzetta? La corruzione colpisce dunque alle fondamenta la competitività del

sistema Paese, in un rapporto simbiotico con la burocrazia parassitaria. Più cresce la burocrazia, più

aumentano le occasioni per corrotti e corruttori. È quasi una legge fisica che, si badi bene, non vale

soltanto per le imprese e gli appalti pubblici. Ed è questo forse l'aspetto più grave e allarmante. Grazie a

una burocrazia sempre più pervasiva e autoreferenziale la corruzione è diventata molecolare, penetrando

così in profondità da impregnare interi pezzi della società italiana. A cominciare dalla stessa Capitale. Nel

libro scritto dall'ex assessore alla Legalità del Comune di Roma Alfonso Sabella con Giampiero Calapà

(«Capitale infetta») si racconta di una metropoli nella quale le metastasi non hanno risparmiato alcun

settore dell'amministrazione.

Il germe che ha fatto dilagare la corruzione a tutti i livelli, sostiene il presidente dell'Anac Raffaele Cantone,

è nel fatto che per esercitare diritti elementari riconosciuti dalla Costituzione (come la salute...) siamo

invece spesso costretti a chiedere favori. Tanto i labirinti burocratici sono impenetrabili che la ricerca delle

scorciatoie è inevitabile. Se questo è vero basterebbe ricondurre la burocrazia alla sua funzione di

semplificare, anziché complicare, la nostra vita. C'è solo il piccolo problema che dovrebbe occuparsene la

politica. E purtroppo, in tutti questi anni, abbiamo visto i risultati.

Sergio Rizzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

12/03/2016Pag. 1,31

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 88

Page 89: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Mercati Rialzo dei titoli bancari dopo il piano Bce. Wall Street corre. Cresce l'insofferenza tedesca Effetto Draghi, volano le Borse Milano migliore in Europa, +4,8%. Industria, produzione ai massimi dal 2011 Ferraino, Taino Euforia sui mercati con un giorno di ritardo per i nuovi interventi annunciati da Mario Draghi per sostenere

l'economia. Il «bazooka» della Banca centrale europea, contro la quale cresce l'insofferenza della politica

tedesca, ha spinto tutte le Borse. Milano la migliore: +4,8%. Il prezzo del petrolio potrebbe aver toccato il

fondo. La produzione industriale italiana è cresciuta a gennaio oltre le attese.

a pagina 12

Milano I mercati festeggiano con un giorno di ritardo la manovra espansiva della Banca centrale europea,

che giovedì ha tagliato a zero i tassi di interesse, ha spinto in ulteriore territorio negativo i tassi sui depositi

delle banche presso la Bce, aumentato da 60 a 80 miliardi mensili gli acquisti di titoli di Stato includendo

anche i corporate bond, e lanciato un nuovo pacchetto di prestiti agevolati alle banche per rilanciare la

crescita e allontanare il rischio di deflazione nell'eurozona. Lo Stoxx 600 è salito del 2,6%, mentre i

principali listini europei hanno messo a segno forti rialzi. Milano è stata la migliore Borsa in Europa con un

balzo del 4,80% grazie alla spinta delle banche, con Unicredit in volo del 9,46%, Bpm del 9,44% e Ubi del

9,26%, e al buon dato sulla produzione industriale, cresciuta dell'1,9% a gennaio rispetto a dicembre e del

3,9% rispetto al gennaio 2015. Madrid ha guadagnato il 3,69%, Francoforte è salita del 3,51%, Parigi ha

chiuso a 3,27% e Londra a +1,71%. Vento in poppa anche a Wall Street: a due ore dalla chiusura il Dow

Jones guadagnava oltre 200 punti (+1,18%), e il Nasdaq saliva dell'1,49%.

Al rally sui mercati ha contribuito l'ottimismo diffuso dall'Agenzia internazionale per l'energia sulle

prospettive del petrolio: la caduta dei prezzi del greggio potrebbe avere toccato il fondo, anche se il

cammino per un ritorno delle quotazioni alla normalità sarà lungo. La produzione di Stati Uniti e Paesi non

Opec sta cominciando a scendere rapidamente, mentre gli aumenti di offerta iraniana sono meno

drammatici del previsto, ha riferito l'Iea. La produzione non Opec diminuirà di 750 mila barili al giorno

quest'anno, pari a un taglio del 25% in più rispetto ai 650 mila barili al giorno in meno stimati in precedenza.

E questo è bastato a far salire ancora i l prezzo del Brent, ieri a 40,41 dollari al barile, mentre il Wti

americano ha guadagnato il 2% a 38,64 dollari al barile.

L'euforia ieri ha contagiato anche lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi, che ieri è sceso fino a 105

punti dai 110 punti di giovedì, con un rendimento dell'1,34%. L'euro, che giovedì era a sorpresa prima

sceso di un centesimo e poi aveva invertito direzione superando la soglia di 1,12 sul dollaro dopo la

conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi, ieri è sceso fino a 1,1081, per poi chiudere a

1,11. Ma il cambio resta una grande incognita. In teoria la moneta unica dovrebbe indebolirsi per i

fondamentali che sono meno positivi in Europa rispetto agli Stati Uniti, per le nuove mosse aggressive

lanciate dalla Bce ma anche alla luce del percorso divergente della politica monetaria americana. In pratica,

però, questo non sta succedendo, o almeno non ancora.

Giuliana Ferraino

@16febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I mercati Piazza Affari Ieri Ieri Ieri Ieri Parigi Milano, i maggiori rialzi Londra Francoforte Lo Spread 160 150

140 130 120 110 100 11 Febbraio 11 Marzo d'Arco 4,05 Valore € 0,7365 4,06 7,96 7,255 +9,46 Var. %

+9,44 +9,26 +9,12 +8,69 105 punti base 21,9 20,7 19,5 18,3 17,0 15,8 14,5 4,75 4,58 4,41 4,24 4,07 3,90

3,73 12 21 4 18 DIC GEN 1 15 29 FEB 11 MAR 12 21 4 18 DIC GEN 1 15 29 FEB 11 MAR 12 21 4 18 DIC

GEN 1 15 29 FEB 11 MAR 12 21 4 18 DIC GEN 1 15 29 FEB 11 MAR 6,36 6,21 6,06 5,92 5,78 5,63 5,49

10,9 10,5 10,1 9,6 9,2 8,7 8,3 +4,8% +3,2% +1,71% +3,5%

12/03/2016Pag. 1,12

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 89

Page 90: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La parola

spreadLo spread misura la differenza tra due tassi di interesse. In particolare quando usiamo la parola spread ci

riferiamo al differenziale tra il Btp decennale e l'analogo Bund tedesco. Ieri lo spread tra i due titoli di Stato

ha chiuso a 105 punti, in discesa rispetto a un mese fa, quando era tornato a impennarsi a causa della forte

volatilità sui mercati, anche se non ancora ai livelli raggiunti a fine gennaio, quando era sceso fino a 95

punti

12/03/2016Pag. 1,12

diffusione:308087tiratura:395884

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 90

Page 91: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Bottega Veneta Parla Carlo Alberto Beretta Lusso «Il Made in Italy è senza confini Non solo borse, più scarpe evestiti» maria silvia sacchi Bottega Veneta punta a raggiungere i 2 miliardi di ricavi. È l'obiettivo del nuovo piano industriale messo a

punto dal Ceo Carlo Alberto Beretta e dal direttore creativo Tomas Maier. Il programma, che segna la «fase

2» della società del gruppo Kering, punta su un rafforzamento di accessori e abbigliamento. Produzione

tutta italiana.

A pagina 9

Obiettivo, due billion. Due miliardi di euro. Nell'anno che segna i 50 anni di vita dell'azienda e i 15 sotto la

direzione creativa di Tomas Maier, Bottega Veneta ha rivisto la propria organizzazione e predisposto un

nuovo piano strategico che punta a raggiungere, appunto, i 2 miliardi di euro di fatturato. «Quando Kering

(holding francese guidata da François-Henri Pinault, ndr ), ai tempi di Gucci Group, ha rilevato il marchio,

nel 2001, Bottega Veneta fatturava 35 milioni di euro. Grazie a Tomas Maier e a chi mi ha preceduto

abbiamo superato il miliardo. Adesso abbiamo questa nuova sfida davanti a noi», dice l'amministratore

delegato Carlo Alberto Beretta. Anche il manager ha da poco festeggiato un anniversario: un anno

trascorso alla guida della società nota per le borse intrecciate, un marchio di fabbrica.

Chiamato a sostituire Marco Bizzarri, passato in Gucci, Beretta veniva da Zegna. Di questo anno trascorso

dice che è servito a porre «le basi dell'evoluzione di Bottega Veneta. Non vogliamo stravolgerla, ma farla

evolvere. Le nostre radici sono nella pelletteria, e qui resterà il nostro core business. Ma attorno a questo

vogliamo consolidare una serie di altri prodotti». È stato un anno di cambiamento anche per Beretta, «ciò

che mi ha colpito di più - dice - è stato vedere quanto facilmente sono stato accolto e quanto facilmente

sono stato integrato nell'azienda. Questa è una società che ha una cultura forte ma, allo stesso tempo,

estremamente aperta. È la cultura che voglio portare a tutti i nostri clienti finali». In questa prima intervista

fa il punto di ciò che è stato fatto e in particolare di ciò che accadrà.

Il piano

Calzature, gioielli, soprattutto abbigliamento. Posizionamento in quello che è chiamato il «lusso assoluto».

Revisione della distribuzione per far spazio ai nuovi prodotti. Un rapporto con il cliente finale sempre più

stretto. E assolutamente no all'idea di mettere subito in vendita ciò che viene presentato in sfilata,

argomento di cui si è molto discusso in occasione dell'ultima settimana della moda milanese. «I grandi

creativi anticipano i gusti dei consumatori di domani, creano il sogno - dice il Ceo -. C'è bisogno di tempo

perché i clienti capiscano i prodotti e anche i prodotti hanno bisogno di tempo per essere realizzati. Un

equilibrio che non bisogna rompere. È stato, invece, molto importante per tutti che Milano sia tornata in

testa alle fashion week mondiali».

I team

Il primo passo del piano strategico sono state le calzature, collezione d'esordio per il nuovo sviluppo della

categoria la primavera estate 2016. «Abbiamo creato un nuovo team e una nuova organizzazione

industriale e iniziato la revisione dei negozi per adattarne gli spazi, visto che erano stati costruiti per

vendere leather goods ». Ora è il momento di rinforzare l'abbigliamento. Anche in questo caso è stata

creata una business unit dedicata, completamente separata dalla pelletteria. «Sappiamo - spiega Beretta -

che sarà un processo più lungo. Veniamo dall'esperienza nella pelletteria dove abbiamo un forte know how,

qui stiamo sperimentando e imparando. Per questo non ci siamo dati una scadenza». Una terza categoria

che diventerà «sempre più importante» sono i gioielli fashion, «completano il look senza andare nei punti

prezzo di una borsa».

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 91

Page 92: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Puntare su categorie diverse dal core business ha voluto dire ripensare l'organizzazione interna e la nuova

Bottega Veneta vede oggi una strutturazione per unità di business, con squadre di manager, creativi, realtà

produttive dedicate. Un piano «scritto a quattro mani con Tomas Maier che continuerà ad avere la direzione

creativa di tutto. Bottega Veneta - spiega l'amministratore delegato - è strutturalmente legata alla visione di

Tomas, che ha recuperato i valori fondanti del marchio, l'artigianalità, la qualità altissima dei materiali, lo

stile senza tempo ma innovativo, la funzionalità, il made in Italy. Anzi, su questo punto specifico, direi che

per noi è essenziale il legame con il territorio, tanto che possiamo parlare di made in Veneto, dove

realizziamo la maggior parte dei nostri prodotti».

I numeri

Nel 2015 Bottega Veneta ha contribuito al fatturato complessivo di Kering con 1.285,8 milioni di euro,

portando 413,8 milioni di margine operativo lordo. I ricavi sono realizzati per l'80% grazie alla distribuzione

diretta, con un rapporto rispetto ai negozi multimarca che l'attuale management intende mantenere. In

Medio Oriente lo scorso novembre ha rilevato i negozi che prima erano in franchising. Negli Usa, invece, ha

negoziato rapporti di partnership più stretti con i grandi department store, per una serie di shop in shop.

«Rinforzare il mondo dell'esclusività ci porta a essere più selettivi nella distribuzione», spiega Beretta. Tra i

progetti del 2016 l'apertura a maggio della seconda maison Bottega Veneta, a Beverly Hills, in California,

dopo la prima avvenuta a Milano. Cui seguirà nel 2017 la location si New York.

L'anno che è appena iniziato non sarà facile, molte le incertezze sui mercati. Beretta preferisce vederne le

opportunità. «Dopo un 2015 caratterizzato dai grandi flussi turistici asiatici, che si sono ridimensionati

notevolmente dopo gli attacchi di Parigi, si sta assistendo adesso a un ritorno della clientela locale, gli

italiani, i tedeschi, i francesi, gli spagnoli, gli inglesi, ma anche i cinesi in Cina. È un fenomeno

generalizzato, per questo il nostro focus oggi è su questo tipo di clientela. Tra l'altro, è un consumatore che

cerca prodotti aspirazionali in modo diverso da quanto avveniva in passato, non il logo per ragioni di status,

ma artigianalità, altissima qualità, italianità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dibattitoUn errore vendere subito ciò che sfila. La moda crea sogni. E chiede tempo

I mercatiC'è un forte ritorno della clientela locale. Non cerca più status, ma alta qualità

Foto: Vertice Carlo Alberto Beretta

Foto: Al vertice Carlo Alberto Beretta. Da gennaio 2015 è amministratore delegato di Bottega Veneta, uno

dei marchi di punta del gruppo Kering di cui è chiamato a guidare oggi la seconda fase di espansione

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 92

Page 93: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL PUNTO Lo Stato invadente che frena la crescita e la competitività DANIELE MANCA Al governo in queste settimane e mesi spetta un compito davvero difficile: riuscire a trasmettere l'idea che il

futuro dell'Italia può essere reso migliore, non solo perché Mario Draghi sta facendo di tutto per sostenere

una crescita europea altrimenti anemica. Spetta al governo perché, dopo la Bce - che, come si è visto, può

fare anche tanto ma non tutto - servono atti concreti, anche pochi quanto significativi, per far capire che il

nostro Paese può competere, come già fanno le sue migliori aziende nel mondo. Siamo l'economia che

nell'area dell'euro si sta riprendendo più lentamente dalla crisi del 2008. Siamo lontani dai picchi raggiunti

dal Prodotto interno lordo nel 2007, mentre altri paesi come Germania, Francia e Austria già nel 2014

avevano ritrovato i ritmi pre-crisi. La nostra quota nella creazione di ricchezza mondiale è scesa dal 3% del

2000 al 2% del 2014. La produttività in Italia che era sempre stata in aumento fino alle soglie del nuovo

millennio, dal 2000 in poi ha iniziato a calare. Un chiaro segnale: la nostra competitività era basata

essenzialmente sulla possibilità di svalutare la moneta, opzione evaporata con l'ingresso nell'euro. Ma se le

imprese sono state spinte naturalmente a riguadagnare margini di competitività ristrutturando se stesse,

pena l'esclusione dal mercato, questo non è avvenuto nel pubblico. Un recente studio del Fondo monetario

internazionale ha stimato che l'efficienza del comparto pubblico ha fortemente influenzato la produttività del

settore privato. Non si tratta solo di sensazioni: se la pubblica amministrazione avesse dappertutto la

stessa qualità nella sanità, educazione, giustizia civile, che ha nelle migliori zone del Paese, il Pil potrebbe

crescere del 2%. I dati della Banca mondiale indicano che in Italia servono 269 ore per pagare le tasse

contro i 176 dei Paesi Ocse.

Servono 1.120 giorni per dare efficacia a un contratto contro 538. Spesso, forse troppo, si parla di

proseguire nel varo di riforme strutturali. E sicuramente questo deve essere fatto, soprattutto nei casi come

la legge sulla concorrenza che, arrivata in Parlamento nel febbraio del 2015, attende ancora il via libera, sia

pure ridotta a brandelli dalle azioni delle lobby. Altrettanto spesso però si tratta di fare in modo che si inizino

ad applicare le regole esistenti. Emblematico, ad esempio, il caso del Tribunale di Torino che è riuscito ad

azzerare l'arretrato civile prima che la riforma prendesse corpo. E siamo sicuri che al Sud sia necessario

procedere solo in termini di investimenti? O non sarebbe invece necessario un controllo del territorio in

termini di regole da far rispettare e violazioni da non permettere? È un ambiente dove prevaricazioni e

comportamenti al limite dell'illegale, impediscono oggi di far affluire investimenti che pure sarebbero

disponibili. È facile parlare di riforme, ed è persino in qualche caso più semplice farle approvare in un

Parlamento così riottoso. Il difficile è fare sentire la presenza dello Stato, della pubblica amministrazione al

fianco del cittadino e delle imprese e non a essi ostile. È lì che si gioca la vera partita di un Paese che si è

abituato a viaggiare con la ridotta. Al riparo da tanti, troppi alibi.

DANIELE MANCA

@daniele_manca

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Al governo in queste settimane e mesi spetta un compito davvero difficile: riuscire a trasmettere l'idea che il

futuro dell'Italia può essere reso migliore, non solo perché Mario Draghi sta facendo di tutto per sostenere

una crescita europea altrimenti anemica. Spetta al governo perché, dopo la Bce - che, come si è visto, può

fare anche tanto ma non tutto - servono atti concreti, anche pochi quanto significativi, per far capire che il

nostro Paese può competere, come già fanno le sue migliori aziende nel mondo. Siamo l'economia che

nell'area dell'euro si sta riprendendo più lentamente dalla crisi del 2008. Siamo lontani dai picchi raggiunti

dal Prodotto interno lordo nel 2007, mentre altri paesi come Germania, Francia e Austria già nel 2014

avevano ritrovato i ritmi pre-crisi. La nostra quota nella creazione di ricchezza mondiale è scesa dal 3% del

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 93

Page 94: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

2000 al 2% del 2014. La produttività in Italia che era sempre stata in aumento fino alle soglie del nuovo

millennio, dal 2000 in poi ha iniziato a calare. Un chiaro segnale: la nostra competitività era basata

essenzialmente sulla possibilità di svalutare la moneta, opzione evaporata con l'ingresso nell'euro. Ma se le

imprese sono state spinte naturalmente a riguadagnare margini di competitività ristrutturando se stesse,

pena l'esclusione dal mercato, questo non è avvenuto nel pubblico. Un recente studio del Fondo monetario

internazionale ha stimato che l'efficienza del comparto pubblico ha fortemente influenzato la produttività del

settore privato. Non si tratta solo di sensazioni: se la pubblica amministrazione avesse dappertutto la

stessa qualità nella sanità, educazione, giustizia civile, che ha nelle migliori zone del Paese, il Pil potrebbe

crescere del 2%. I dati della Banca mondiale indicano che in Italia servono 269 ore per pagare le tasse

contro i 176 dei Paesi Ocse.

Servono 1.120 giorni per dare efficacia a un contratto contro 538. Spesso, forse troppo, si parla di

proseguire nel varo di riforme strutturali. E sicuramente questo deve essere fatto, soprattutto nei casi come

la legge sulla concorrenza che, arrivata in Parlamento nel febbraio del 2015, attende ancora il via libera, sia

pure ridotta a brandelli dalle azioni delle lobby. Altrettanto spesso però si tratta di fare in modo che si inizino

ad applicare le regole esistenti. Emblematico, ad esempio, il caso del Tribunale di Torino che è riuscito ad

azzerare l'arretrato civile prima che la riforma prendesse corpo. E siamo sicuri che al Sud sia necessario

procedere solo in termini di investimenti? O non sarebbe invece necessario un controllo del territorio in

termini di regole da far rispettare e violazioni da non permettere? È un ambiente dove prevaricazioni e

comportamenti al limite dell'illegale, impediscono oggi di far affluire investimenti che pure sarebbero

disponibili. È facile parlare di riforme, ed è persino in qualche caso più semplice farle approvare in un

Parlamento così riottoso. Il difficile è fare sentire la presenza dello Stato, della pubblica amministrazione al

fianco del cittadino e delle imprese e non a essi ostile. È lì che si gioca la vera partita di un Paese che si è

abituato a viaggiare con la ridotta. Al riparo da tanti, troppi alibi.

DANIELE MANCA

@daniele_manca

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 94

Page 95: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Post Telecom Indagine di Kpmg sugli investimenti dei gruppi d'Oltralpe. Nel 2015 sono quadruplicati. Dopofinanza e industria, guardano alle infrastrutture Sfide Già in calendario altri derby Italia-Francia Dal 2006 Parigi ha speso 48 miliardi per 156 aziende. Risultati alterni: bene nel credito. Lavazzacontrattacca con Carte Noire L'Inghilterra è al secondo posto con 101 operazioni, la Germania al terzo: 84investimenti dal 2006 Lusso e banche i settori favoriti. Bulgari e Bnl sono le acquisizioni di maggiore taglia Daniela Polizzi Alimentare, infrastrutture, media. Con la parte del leone che spetta alle telecomunicazioni, dove Vivendi ha

conquistato con un gettone da circa 3,5 miliardi il 24,9 per cento di Telecom Italia. E vuole salire ancora. La

Francia batte così Regno Unito e Germania tra i Paesi che hanno investito di più sulla Penisola. La posta

messa sul piatto nel 2015 è arrivata a 4,5 miliardi per conquistare 23 aziende. Il totalizzatore sale a 48

miliardi spesi dalla «corporate France» per piazzare le sue pedine in Italia in dieci anni. In tutto sono state

acquisite 156 imprese, secondo l'indagine condotta da Kpmg Advisory per Corriere Economia . Il flusso di

liquidità verso la Penisola torna quindi a salire rispetto allo scorso triennio quando gli investimenti erano

scesi in media a 2,5 miliardi. Ed è quasi quattro volte quello del 2014 dove ha toccato il livello più basso

dall'avvio della crisi finanziaria del 2008. Il picco massimo era stato raggiunto nel 2011 (10,5 miliardi) ma in

quell'anno avevano pesato gli investimenti del fondo Eurazeo in Moncler, di Lactalis in Parmalat e di Lvmh

che aveva finalizzato l'acquisizione di Bulgari che da sola pesava 4,3 miliardi. L'Inghilterra nel 2015 è così

scivolata al secondo posto con 101 operazioni e la Germania al terzo (84).

Non si può dire che l'Italia sia stata altrettanto attiva in senso contrario, visto che dal 2006 ha investito a

Parigi 5 miliardi attraverso 73 acquisizioni. «C'è forte asimmetria tra i due mercati - commenta Maximilian

Fiani, partner di Kpmg -. La Francia ha fin qui svolto una campagna di shopping di qualità». Ma con

l'acquisizione da parte della Lavazza del leader del caffé Carte Noire per 700 milioni la tendenza potrebbe

invertirsi. In particolare dopo il vertice della scorsa settimana tra i due Paesi, a Venezia, dove il presidente

François Hollande e il premier Matteo Renzi hanno promesso una collaborazione a tutto campo, con

l'obiettivo di creare campioni in alcuni settori come le energie rinnovabili, l'industria navale, «probabilmente

anche la Difesa e le telecomunicazioni», ha aggiunto il capo di Stato. Tradotto, significa che Edison, al 100

per cento di proprietà del colosso Edf, sarà il perno dello sviluppo, in particolare attraverso l'alleanza nelle

energie eoliche stretta con il fondo per le infrastrutture F2i sulla base di partenza di 600 megawatt di

capacità e destinata a consolidare altri operatori.

I settori

Ma al centro delle riflessioni c'è anche la cantieristica. Che in Italia significa Fincantieri, il cui amministratore

delegato Giuseppe Bono ha esplorato due anni fa la combinazione con le attività della coreana Stx France -

la ex Chantiers de l'Atlantique - che ha bisogno di aggregarsi con alleati più forti nell'ambito di un processo

di consolidamento del settore.

È chiaro che il 2015 è stato l'anno del rafforzamento francese in Telecom Italia dove il gruppo Vivendi di

Vincent Bolloré vuole giocare da protagonista. Si tratta di un'operazione ancora da costruire, visto che

potrebbe avere risvolti nel settore dei contenuti, nella banda ultralarga e che dovrebbe vedere presto

protagonista anche Mediaset. Ma non c'è stata solo la media company di Bolloré. Sul capitale di Telecom

ha scommesso anche Xavier Niel, l'imprenditore dei servizi telefonici Numericable-Sfr e Iliad-Free, che ha

costruito una posizione in derivati di oltre il 15%. Vivendi ha poi puntato dritto sui contenuti salendo al 26%

di Benijay-Zodik, uno dei più grandi produttori indipendenti di programmi tv, che vede tra i soci anche De

Agostini (49%).

L'altra partita aperta dalla Francia è sulle infrastrutture aeroportuali. La gioca Dominique Senequier che ha

fondato il private equity Ardian, 55 miliardi di asset. Assieme a Crédit Agricole, il fondo francese ha investito

400 milioni per salire al 49% a fianco di F2i, guidata da Renato Ravanelli. Attraverso F2i aeroporti hanno

14/03/2016Pag. 4 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 95

Page 96: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

investito nel 35,7% di Sea (Malpensa e Linate), del 70% di Gesac (Napoli) e del 54,5% di Sagat (Torino).

Indirettamente poi sono presenti nella Sacbo di Bergamo e Sab Bologna. È parte del piano di

consolidamento in Europa.

La taglia

Le operazioni di taglia grande sono quelle realizzate negli asset finanziari. In prima fila l'investimento di Bnp

Paribas in Bnl (8,7 miliardi), l'impegno del Crédit Agricole nel gruppo Cariparma (5,9 miliardi) ma anche

l'acquisto della compagnia Nuova Tirrenia da parte di Groupama per 1,6 miliardi. «Hanno dato solidità

patrimoniale alle banche comprate », dice Fiani. A ruota segue il lusso. Dopo Bulgari è arrivata

l'acquisizione per 2 miliardi di Loro Piana ad opera di Lvmh. «L'Italia ha perso alcuni presidi decisionali in

alcuni comparti - osserva Fiani - ma le aziende comprate sono tutte cresciute, anche all'estero . Cosa che

forse non sarebbe successa se fossero rimaste nel perimetro italiano». Non c'è stata solo Parmalat che ha

chiuso il 2015 con utili in calo del 28% per le criticità in Sudamerica ma con ricavi ampliati del 15% a 6,4

miliardi. L'anno scorso Ardian ha comprato l'80% di Irca, uno dei principali produttori italiani di ingredienti

per pasticceria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

156 47 Aziende rilevate dal 2006 al 2015 Controvalore in miliardi di euro DIECI ANNI DI ACQUISTI

Operazioni Francia su Italia Numero di operazioni Miliardi di euro 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

2013 2014 2015* 15 15 12 12 17 17 21 23 16 8 4,5 11,5 10,8 2,1 2,5 2,5 1,3 0,1 10,5 LA TOP TEN Milioni

di euro 2006 2007 2011 2011 2015 2013 2012 2007 2007 2007 Azienda acquisita Anno Acquirente Valore

Bnp Paribas Crédit agricole Lvmh Lactalis Vivendi Lvmh Edf Foncière des Régions Groupama Axa 8.730

5.966 4.300 3.727 3.292 2.000 1.677 1.631 1.250 1.150 Bnl Cariparma, Banca Popolare FriulAdria Bulgari

Parmalat Telecom Loro Piana Edison Beni Stabili Nuova Tirrenia Montepaschi Assicurazioni e Vita (1) (2)

(3) (4) (5) (1) Per 83,3%; (2) 21,4% quota dichiarata il 31-12- 20-15; a marzo 2016 la quota è salita a

23,8%; (3) 80%; (4) 68%: (5) 50%; (6) controvalore da bilancio Vivendi terzo trimestre 2015 Fonte: Kpmg

Pparra 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 (6) 4,5 11,5 10,8 2,1 2,5 2,5 1,1 1,3 0,1 10,5

Crédit AgricoleLa Banque Verte aveva ereditato Cariparma nell'ambito di uno «scambio» di asset imposto dall'Antitrust

quando il San Paolo di Torino, di cui i francesi erano soci, si unì con Intesa. Ricevettero appunto la banca di

Parma e Piacenza.

Oggi il gruppo affidato in Italia al Ceo Giampiero Maioli include La Spezia (ex Cassa di Risparmio) e

Friuladria. Il banchiere ha traghettato il gruppo Cariparma Crédit Agricole nel passaggio da banca

territoriale a player globale. L'investimento del 2007 ha ripagato la capofila francese guidata da Philippe

Brassac (nella foto). Da allora la realtà ha prodotto 2 miliardi di utili, con tutti i trimestri chiusi in attivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ArdianÈ stato uno dei maggiori protagonisti nel mondo delle infrastrutture. Non per caso le operazioni di maggior

taglia le ha fatte a fianco del fondo F2i negli aeroporti e nella distribuzione del gas venduta da Enel. E del

fondo guidato da Renato Ravanelli è uno dei sottoscrittori di rilievo. Sotto la guida di Dominique Senequier

(nella foto), l'ex braccio per gli investimenti del gruppo assicurativo Axa, gestisce asset del valore di circa

50 miliardi.

Il focus è anche sull'industria alimentare. Ha comprato i preparati per dolci della Irca, assemblando altri

produttori del settore, creando una realtà con ricavi sopra i 200 milioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bnp ParibasJean-Laurent Bonnafé (nella foto), l'amministratore delegato di Bnp Paribas, ha fatto della Banca nazionale

del Lavoro uno dei presidi più forti dell'istituto francese all'estero.

14/03/2016Pag. 4 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 96

Page 97: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Bnl ha scelto due anni fa la strada del riposizionamento selettivo (ormai quasi concluso) verso le imprese,

grandi e medie, più orientate alle esportazioni e alle Pmi più dinamiche. In autunno è stato nominato

amministratore delegato Andrea Munari che ha assunto anche la responsabilità dell'intero gruppo bancario

francese in Italia. La competenza del gruppo Bnl è ormai su tutto il territorio italiano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/03/2016Pag. 4 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 97

Page 98: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Tendenze Parla l'analista di Citi, già consulente di Carter e Reagan, che aveva previsto sia la bolla del2008 sia il crollo di questi mesi Energia Il petrolio? È già pronto per il rimbalzo Morse: entro settembre a 50 dollari. E attenti: una crisi politica nei paesi produttori può creare nuovi shock Iprezzi bassi non fermeranno la rivoluzione americana dello shale MARIA TERESA COMETTO L' altalena dei prezzi petroliferi negli ultimi anni ha sconcertato la maggioranza degli investitori e contribuito

alla volatilità delle Borse. Ora le quotazioni stanno risalendo sopra i 40 dollari al barile, dopo essere crollate

verso i 20 a gennaio. Uno dei pochi analisti che fin dal febbraio 2015 aveva previsto correttamente il calo

dei prezzi è Ed Morse, capo globale della ricerca sulle materie prime per il gruppo bancario Citi. Ora Morse

vede l'oro nero rivalutarsi fino a 50 dollari al barile entro la fine di quest'anno.

La speculazione

Morse aveva visto giusto anche nel 2008, quando i prezzi petroliferi erano schizzati all'insù fino al massimo

di 147 dollari al barile l'11 luglio di quell'anno. «Il 70% di quell'aumento fu determinato dal flusso di capitali

finanziari - spiega Morse -. Ma non si trattava solo di speculatori. Erano soprattutto i fondi pensione

americani che avevano deciso di diversificare gli investimenti con le materie prime. All'epoca dominava la

teoria del 'superciclo delle commodity', secondo cui i prezzi delle materie prime avrebbero continuato a

salire sempre». Ma sulla base dei valori fondamentali e della dinamica domanda/offerta del mercato Morse

aveva capito che si trattava di una Bolla. «L'ho scritto in un rapporto della primavera 2008 intitolato oil.com,

dove paragonavo quei prezzi a quelli delle dot.com durante la Bolla di Internet - ricorda --. Sulla base del

costo di trovare il petrolio e svilupparne la produzione, secondo me il prezzo equo era 90 dollari».

Oltre un anno fa, Morse fu il primo a dire che il barile poteva scendere a 20 dollari. «Diversi fattori

giocavano a favore di quella tendenza - spiega -. Il primo era lo squilibrio fra offerta e domanda, con una

sovraproduzione mondiale causata dalla rivoluzione del fracking, la fratturazione idraulica del sottosuolo e

degli altri metodi non convenzionali di estrarre il petrolio. Dal 2010 al 2014 questi metodi hanno causato un

cambiamento strutturale del mercato, creando un surplus permanente della produzione nei Paesi della

costa atlantica, con un aumento del 26% in Brasile, 42% in Canada e 88% negli Stati Uniti. Prima di allora,

solo il Medio Oriente e la Russia avevano un surplus di produzione petrolifera».

Un altro fattore individuato da Morse è la decisione, sempre nel 2014, dell'Arabia Saudita di non tagliare la

produzione. «L'ha fatto per non perdere quote di mercato, anzi aumentarle - osserva l'analista -. Pesano

anche motivazioni politiche. I sauditi sono preoccupati delle manovre di Russia e Iran in Siria e reagiscono

con contromisure sia commerciali sia militari. Lo stesso giorno, il 25 marzo 2015, in cui i sauditi hanno

iniziato l'intervento militare in Yemen contro i ribelli sciiti supportati dall'Iran, hanno anche aumentato la

produzione petrolifera. E lo scorso ottobre, quando la Russia ha lanciato le sue operazioni in Siria, i sauditi

hanno per la prima volta venduto petrolio a Paesi europei fino ad allora riforniti dai russi: Germania,

Polonia, Finlandia e Svezia».

Fra i vari incarichi ricoperti da Morse nella sua lunga carriera, c'è stato anche il posto di vice assistente al

segretario di Stato per la Politica energetica internazionale sotto le amministrazioni Carter e Reagan. Ha

vissuto quindi in prima linea lo shock petrolifero del 1979 e avverte che un nuovo shock oggi è possibile.

Corsi & Ricorsi

«A fronte di una produzione giornaliera globale di 98 milioni di barili - spiega - solo l'Arabia Saudita ha una

capacità extra di un altro milione di barili al giorno, tutti gli altri Paesi sono al massimo delle capacità. In

molte aree la situazione politica è fragile: in Iraq, che produce 4,3 milioni di barili al giorno; in Algeria, 1

milione; in Nigeria, 1,8 milioni; in Venezuela, 2,2 milioni. Se una rivoluzione o un altro evento straordinario

sconvolgesse uno di questi Paesi, la produzione globale non soddisferebbe più la domanda e i prezzi si

impennerebbero».

14/03/2016Pag. 12 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 98

Page 99: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il boom petrolifero negli Stati Uniti si sta ridimensionando, perché il crollo dei prezzi ha reso meno

economica l'estrazione, ma è un fenomeno destinato a durare a lungo. «Gli Usa sono diventati anche

esportatori di energia, anzi, i maggiori esportatori di gas naturale, benzina, diesel, carburante per jet -

sottolinea -. Dall'altra settimana hanno iniziato a vendere greggio ai Paesi europei, al Giappone e ad

Israele». La domanda mondiale continua a crescere, ma più lentamente del passato, mentre la produzione

sta scendendo più velocemente, dagli Stati Uniti al Messico. «Questo porterà a un nuovo equilibrio entro la

fine del 2016 - conclude Morse -. Entro settembre il surplus dovrebbe essere eliminato e il prezzo dovrebbe

risalire a 50 dollari il barile» .

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S. Avaltroni Fonte: elaborazione CorrierEconomia LA TOP TEN Produzione totale 2014. Dati in migliaia di

barili al giorno Stati Uniti Arabia Saudita Russia Cina Canada Emirati Arabi Iran Iraq Brasile Kuwait 1950

1960 1970 1980 1990 2000 2010 140 120 100 80 60 40 20 0 14.021 11.624 10.847 4.598 4.383 3.474

3.377 3.364 2.966 2.767 Guerra del Kippur. Embargo petrolifero, è l'epoca delle domeniche a piedi Il 14

settembre nasce l'Opec Il prezzo raggiunge il suo massimo, anche per colpa della speculazione e

dell'eccesso di investimenti finanziari I timori sulla crescita spingono i prezzi ai minimi 1960 1973 2008

2015 UN PERCORSO TORMENTATO Le quotazioni del petrolio Wti. Dati in dollari al barile 147 $ 40 $

Foto: Citi group Ed Morse

14/03/2016Pag. 12 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 99

Page 100: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

a cura di Ivo Caizzi [email protected] Offshore L'Ue affronta il rischio di «tempesta perfetta» Timori per l'instabilità dei mercati Nell'ultima due giorni dell'Eurogruppo/Ecofin a Bruxelles alcuni ministri finanziari hanno commentato

riservatamente l'allarme lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali di Basilea (Bri) sul rischio della

cosiddetta «tempesta perfetta» sui mercati finanziari. Varie condizioni negative, evidenziate dalla

perdurante situazione globale di instabilità, potrebbero provocare un'esplosione ancora più devastante

dell'ultima crisi finanziaria, da cui molti Paesi non si sono ancora ripresi.

Stavolta al posto dei mutui speculativi subprime, che originarono il tracollo negli Stati Uniti e i conseguenti

effetti a livello globale, ci sarebbero le fantascientifiche esposizioni delle banche sui derivati e sui maxi-

debiti di molti Paesi a rischio d'insolvenza. Lo scenario più catastrofico porterebbe all'azzeramento della

gran parte dei valori su carta e il successivo deprezzamento di quelli immobiliari.

La Bri è l'istituzione che coordina l'attività delle principali banche centrali. Gode di grande considerazione

anche da parte del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che a Bruxelles ha risposto alle domande del

Corriere sui rischi di «tempesta perfetta» sui mercati finanziari internazionali e sulla eventuale capacità

italiana di resistere a un mega-trauma del genere. «La situazione di sostenibilità finanziaria dell'Italia è

sicuramente non peggiore di molti altri Paesi e in alcuni casi è migliore - ha affermato Padoan -. Penso alla

sostenibilità del risparmio privato , che è uno dei più elevati tra i Paesi avanzati. Se ci sarà una tempesta

perfetta sui mercati internazionali non lo so. Sicuramente l'intreccio tra sostegno alla crescita e diminuzione

del rischio è importante».

Antifrode

Il direttore generale dell'antifrode comunitaria Olaf, l'ex magistrato ed esponente del Pd Giovanni Kessler, è

finito nel mirino degli europopolari del Ppe. Lo spunto è arrivato dalla richiesta delle autorità giudiziarie

belghe di togliere l'immunità diplomatica a Kessler per poterlo indagare sulla conduzione dell'inchiesta

sull'ex commissario maltese John Dalli, dimessosi per una presunta richiesta di tangente da 60 milioni

legata alla revisione della normativa Ue sul tabacco. Il presidente della commissione di controllo sul bilancio

Ue dell'Europarlamento, la tedesca Inge Graessle del Ppe, ha sollecitato il via libera all'indagine su Kessler.

E questa richiesta (accolta), al di là della valutazione giudiziaria specifica, rilancia l'ambiguità di nominare

dei politici ai vertici tecnici dell'Ue, che dovrebbero essere indipendenti. E che, invece, così possono

diventare bersaglio di scontri tra partiti.

Antibiotici

L'Europarlamento ha votato la revisione delle regole sulla somministrazione degli antibiotici negli

allevamenti per evitare la riduzione dell'efficacia di questi medicinali per gli uomini. Gli eurodeputati

vorrebbero vietare i trattamenti antibiotici collettivi e preventivi su quanto poi finisce sulla tavola dei cittadini.

Un altro obiettivo è evitare che i medicinali veterinari siano utilizzati per aumentare la redditività degli

allevamenti o per compensare condizioni inadeguate degli animali. In pratica in Europa diventerebbe

possibile somministrare antibiotici solo su base individuare e quando un veterinario lo ritiene

completamente giustificato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Economia Il ministro Pier Carlo Padoan

14/03/2016Pag. 23 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 100

Page 101: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

MODERNIZZAZIONE Il dividendo digitale che non si può sprecare Luca De Biase I numeri descrivono una realtà sconfortante: ogni volta che si leggono i dati sulla modernizzazione digitale

dei Paesi europei, l'Italia risulta agli ultimi posti. L'ultima edizione del Desi (l'indice che valuta il grado di

digitalizzazione dell'economia e della società nei Paesi europei) vede l'Italia al quart'ultimo posto, davanti a

Grecia, Bulgaria e Romania. Non è sempre stato così: anche sei dati non sono comparabili con quelli di

vent'anni fa, alla fine del Novecento l'Italia vantava alcuni punti di forza rispetto agli altri Paesi europei,

come la gestione digitale del fisco, decenti percentuali di uso di internet in dial­upe un grande mercato per la

telefonia mobile. Ma nel nuovo millennio l'Italia ha perso terreno, mentre gli altri hanno cominciato a

correre. E, sebbene dal 2012 si siano riaccese le policy sulla modernizzazione digitale, i risultati restano

meno clamorosi degli annunci. Tanto che ormai si ha l'impressione che il dividendo della comunicazione in

materia digitale si sia esaurito. E sarà benvenuto lo stile sobrio, fattivo e concreto di Diego Piacentini, che

dall'estate prenderà la guida della governance dell'agenda digitale italiana. Già in parte elaborata, a livello

di progetto, la strategia di modernizzazione digitale deve diventare finalmente un percorso fattivo. Il cui

scopo sarà quello di compattare il sistema operativo e gestionale della pubblica amministrazione in

un'architettura standard, interoperabile, aperta, conveniente, attraente, facile da usare ed efficiente, mentre

allo stesso tempo si mettono in atto le policy necessarie ad adeguare le infrastrutture, gli ecosistemi

pubblico­privati dell'innovazione digitale, il grado di alfabetizzazione dei cittadinie delle imprese: un compito

da far tremare i polsi. Di fronte al quale appare velleitario chiunque sottovaluti le difficoltà, ma nello stesso

tempo appare cinico e sostanzialmente inutile chiunque dichiari l'impossibilità del progetto. Continua u

pagina 4 u Continua da pagina 1 a modernizzazione digitale italiana è stata frenata, nel corso del nuovo

millennio, da un complesso di fenomeni: il disinteresse dei governi fondati più sulla cultura televisiva che su

quella internettiana, le sbandate strategiche dell'ex monopolista telefonico privatizzato, la complessità della

governance digitale negli ultimi anni e via dicendo. Del resto, le statistiche italiane sono sempre difficili da

interpretare, visto che mettono insieme regioni obiettivamente differenti, come attesta l'indice realizzato da

Ey, che mostra un Nord molto avanzato rispetto al Sud. Ma poiché le analisi, da McKinsey ad Accenture,

concordano nel prevedere un'accelerazione sensibile della crescita del Prodotto interno lordo nei Paesi che

sanno cogliere le opportunità offerte dal digitale, una riscossa italiana non è desiderabile: è necessaria. Del

resto, non stiamo parlando soltanto di web e di social network: stiamo affrontando cambiamenti radicali

nella struttura produttiva, specialmente per un Paese manifatturiero, che sono destinati a cambiare la

progettazione, produzione e distribuzione dei beni, con l'Internet delle cose, i big data, l'intelligenza

artificiale, l'industria 4.0 e gli altri fenomeni di frontiera il cui indotto organizzativo è destinato ad andare ben

oltre i temi tecnologici. E chiaramente, in un Paese come l'Italia, l'ecosistema dell'innovazione ha bisogno di

una pubblica amministrazione più adeguata. Si riparte in proposito da un progetto ambizioso e

consapevole, come quello messo a punto dal governo e dall'Agid: interoperabilità tra le amministrazioni e

facilità d'uso per i cittadini. Si può contare sull'incentivo ai progetti innovativi introdotto con la legge di

Stabilità, che ha tagliato drasticamente i 5 miliardi di spese per informatica e telecomunicazioni a meno che

non siano pensate in funzione di progetti chiaramente innovativi: se come sembra la nuova governance

dell'agenda digitale potrà avvalersi di questa leva, l'incentivo ad adeguarsi alla strategia per le

amministrazioni che non vogliono perdere capacità di spesa sarà significativo e senza precedenti. Inoltre, si

può sperare nel successo, per ora tutto da dimostrare, dello Spid come acceleratore del processo. Si può

valutare l'occasione della riforma della pubblica amministrazione come momento di riprogettazione dei

processi burocratici e di ricerca di nuove soluzioni digitali. Si possono lanciare spazi di sviluppo di

applicazioni a valore aggiunto di iniziativa privata sulla base dei dati aperti e delle infrastrutture digitali

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 101

Page 102: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

pubbliche interoperabili. E si può, infine, contare sugli investimenti in banda ultralarga che lo Stato si è

impegnato a destinare alle regioni a fallimento di mercato. Soprattutto si può esigere che le policy siano

orientate a realizzare. Senza soffermarsi a cantare vittoria prima del tempo.

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 102

Page 103: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

INVESTIMENTI 2016 IMPRESA& TERRITORI L'Italia fa rotta su Polonia e Uk Micaela Cappellini Servizi finanziari, servizi innovativie metalmeccanica: sono questii settori su cui si concentreranno

quest'anno gli investimenti diretti dell'Italia verso l'Europa. Tra le destinazioni privilegiate figurano la Gran

Bretagna per l'innovazionee l'Irlanda peri servizi di back office. In Poloniae Slovacchia si concentreranno

invece le attenzioni delle piccolee medie imprese del comparto manifatturiero. u pagina 15 Servizi

finanziari, servizi innovativi, servizi contabili di base, e anche un po' di metalmeccanica. Saranno questi i

target degli investimenti italiani all'estero in questo 2016. Quanto ai Paesi, invece, ci saranno occhi

soprattutto per la Gran Bretagna, l'Irlanda, il Lussemburgo, la Polonia, la Slovacchia, l'Albania e la

Romania. Non c'è solo l'Italia che attrae capitali, c'è anche quella che all'estero li investe. Soprattutto in

Europa: nel 2014 (sono gli ultimi dati disponibili, perché le banche centrali li aggiornano a giugno di ogni

anno) i flussi di investimenti italiani all'estero hanno raggiunto quota 26 miliardi di dollari, di cui oltre 15,8

verso il Vecchio Continente. Propro giovedì scorso la La­ vazza ha annunciato lo shopping della francesce

Carte Noire per 700 milioni di euro e della danese Merrild per altri 300 milioni, con l'obiettivo di

conquistarne i rispettivi mercati. Eppure, non sono né la Francia né il settore del food i due protagonisti

degli investimenti italiani all'estero di questo 2016: «L'alimentare italiano è fatto di pochi grandi campioni di

peso internazionale che all'estero puntano ad esportare, non a investire», spiega Massimo Arrighi, partner

di A.T.Kearney. Dove scommetterà allora l'Italia? «Per il 2016 possiamo individuare tre sottoinsiemi

sostiene Arrighi ­ il primo è quello dei servizi finanzari e innovativi, che vede come mete ideali la Gran

Bretagna, l'Irlanda e il Lussemburgo: la prima soprattutto per i servizi più innovativi, che ruotano intorno alla

City, la seconda per le attività più di back office». A portare l'Italia qui saranno soprattutto i tempi rapidi di

attuazione dei progetti, più ancora dei vantaggi fiscali: questo è un terreno, infatti, che negli ultimi tempi si è

fatto più scivoloso. Il secondo gruppo di potenziali target riguarda il comparto della metalmeccanica e

dell'elettromeccanica ed è quello più a misura di piccole e medie imprese: «Chi guarda all'Europa in questi

settori punta soprattutto sulla Polonia e sulla Slovacchia ­ spiega Arrighi entrambi i Paesi offrono un tessuto

manifatturiero di buon livello ma con costi decisamente competitivi rispetto a quelli italiani». Il terzo

drappello di Paesi nel mirino dell'Italia è formato da Albani e Romania: «Qui conclude Arrighi di

A.T.Kearney ­ arriveranno soprattutto gli investimenti nei cosidetti servizi di base, come i call centero la

contabilità amministrativa». Agli investitori italiani questi Paesi offrono un buon trade off tra costi bassi e

buone competenze professionali.

La mappa delle destinazioni 1 10 11 12 4 2 6 16 8 17 5 13 23 3 9 15 18 21 14 26 7 25 10 12 11 19 23 13

14 15 16 17 18 19 21 886 697 388 337 302 279 22 20 24 20 22 24 25 26 272 258 229 184 156 134 123

108 Austria Irlanda Francia Polonia Svizzera 3.706 2.479 2.300 1.954 1.326 1.118 Cipro Svezia Grecia

Belgio Serbia Croazia Albania Estonia Lituania Lettonia Romania Bulgar ia Germania Finlandia Bielorussia

Lussemburgo 0 - 200 200 - 400 400 - 600 600 - 800 800 - 1.000 1.000 - 2.000 +2.000 Rep. Ceca Norvegia

Slovenia Slovacchia Fonte: Ocse Gran Bretagna

Investimenti esteri dell'Italia, flussi 2014 In milioni di dollari Nota: i paesi assenti dalla lista hanno registrato

un saldo dall'Italia negativo nel 2014

M&A I paesi I settori Quante sono Secono gli ultimi calcoli elaborati da Zephyr, la banca dati di Bureau van

Dijk, nel 2015 le imprese italiane hanno portatoa termine acquisizioni all'estero per un totale di 3,6 miliardi

Se si escludono la maxioperazione Generali e l'acquisizione di Trans Austria Gasleitung da parte di Snam,

che mettono i Paesi Bassi e l'Austria rispettivamente al primo e al secondo posto tra i nostri Paesi target,

anche per le operazioni di M&A l'Italia predilige la Gran Bretagna (12 operazioni in tutto nel 2015, per 480

milioni di euro), la Francia (11 operazioni per 406 milioni) e la Germania (11 operazioni, 374 milioni di euro)

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 103

Page 104: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il capitolo delle acquisizioni riguarda soprattutto assicurazioni (1,2 miliardi spesi nel 2015, tutti legati allo

shopping di Generali in Olanda), trasporti (800 milioni), utilities (489 milioni)

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 104

Page 105: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'ANALISI Le due facce dello sviluppo Gian Carlo Blangiardo Sapere che per ogni mille abitanti della Terra "solo" 33 appartengono alla categoria dei migranti, intesi

come coloro che, stando alla definizione (semplicistica ma necessaria) dettata dalle statistiche

internazionali, vivono in un Paese diverso da quello in cui sono na­ ti, può spingerci a riconsiderare

l'immagine mediatica delle migrazionie ci aiutaa ricondurre il fenomeno della mobilità internazionale alla

sua reale consistenza: 244 milioni di persone su una popolazione di 7,4 miliardi. Continua u pagina 9 u

Continua da pagina 1 e dunque è vero che l'International Migration Report 2015, con cui le Nazioni Unite

hanno recentemente aggiornano la fotografia dello stock dei migranti a livello planetario, può offrirci un dato

relativamente rassicurante circa la reale dimensione di quella che tende sempre più a essere presentata

come l'"emergenza demografica" del XXI secolo, è anche vero che basta un semplice confronto temporale

per far riemergere qualche legittima preoccupazione. In effetti, osservando la dinamica degli ultimi quindici

anni si nota come il popolo dei migranti si sia accresciuto di ben 71 milioni di unità. Si è sviluppato a un

tasso medio annuo del 2,3%; un livello che equivale a dar vita a un raddoppio ogni trent'anni e significa

muoversi a una velocità che è pari a due volte quella che ha contraddistinto, nello stesso arco temporale,

l'aumento della popolazione mondiale. L'impressione di fondo è che dopo aver quasi del tutto neutralizzato

la "bomba demografica" centrata sul crescente numero di abitanti prodotto da una fecondità largamente al

di sopra del ricambio generazionale in gran parte del mondo in via di sviluppo, l'umanità debba ora

disinnescare un nuovo ordigno. Una realtà incombente che è dovuta a processi di mobilità dettati non solo

da eventi eccezionali - che tutti ci auguriamo transitori e superabili - ma anche (e soprattutto) dal persistere

di profonde disuguaglianze di cui le stesse vittime sono sempre più consapevoli e sempre più propense a

mettersi in gioco per tentare di uscirne. Non a caso, la netta maggioranza dei migranti distribuiti nel mondo,

circa due terzi, provengono dai così detti Paesi a "medio reddito" e, come osserva il Rapporto, è questa

l'origine che negli ultimi quindici anni ha registrato la crescita più rapida. Il peso delle provenienze dalle

aree tuttora in povertà estrema - i Paesi a "basso reddito" ­ resta ancora relativamente modesto nel

panorama mondiale (nel complesso essi coprono il 10% dei migranti ), ma può già ritenersi significativo in

termini di incidenza sulla popolazione di riferimento (39 migranti per ogni 1.000 abitanti) e sembra

decisamente destinato ad accrescersi nel tempo. D'altra parte, è ben noto come sia proprio là dove le

condizioni sono peggiori che mancano i requisiti minimi a supporto della scelta di emigrare. Ed è quindi

facile immaginare che ogni passo in avanti nel cammino verso lo sviluppo finirà paradossalmente per

incentivare un aumento dei flussi in uscita, stimolando la ricerca altrove di quanto manca nei luoghi di

origine. In tal senso, i dati demografici lanciano un importante avvertimento: la popolazione che oggi vive in

Paesi a basso reddito, per lo più localizzati nell'Africa sub­sahariana, è oggi stimata in 656 milioni, destinati

a diventare 842 fra dieci anni e 1.055 milioni tra altri dieci. Se poi consideriamo, nella stessa area, la sola

componente giovane in età lavorativa (convenzionalmente i 2044enni) i corrispondenti contingenti salgono

dagli attuali 215 milioni rispettivamente a 290 e a 385 milioni nel 2036. Detto in poche parole: nel prossimo

ventennio in quello che è ritenuto il profondo Sud del Mondo sarà necessario disporre mediamente di

almeno 8­9 milioni di posti di lavoro in più ogni anno unicamente per assorbire l'offerta aggiuntiva derivante

dalla crescita demografica della popolazione più giovane in età attiva. E ogni insuccesso in tal senso non

potrà che produrre nuovi candidati a un'emigrazione dettata dal bisogno di sopravvivere. Come si vede, il

tema dei rifugiati, che pur resta importante e rispetto al quale il Rapporto delle Nazioni Unite segnala la

drammatica crescita nel corso di questo avvio del nuovo secolo, non è che la parte emersa dell'iceberg. Si

tratta di un mondo in movimento che fluttua pericolosamente e rispetto al quale si impongono azioni mirate

e coordinate a livello internazionale per fare in modo che la consistenza numerica e la localizzazione

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 105

Page 106: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

territoriale del popolo dei migranti mantengano caratteristiche di sostenibilità, ma è bene che ciò avvenga

su entrambi i versanti. Occorre infatti operare con lungimiranza non solo perché le migrazioni possano

continuare a rappresentare un fondamentale contributo in termini di capitale umano per un nord del mondo

sempre più impoverito dalle dinamiche demografiche in atto, ma anche (e soprattutto) per impedire che sia

la valvola di sfogo dell'emigrazione e non, come sarebbe giusto e auspicabile, lo sviluppo, l'unica

opportunità lasciata a centinaia di milioni di esseri umani che inseguono il legittimo sogno di una vita

migliore.

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 106

Page 107: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

PER I GIOVANI LAVORO& CARRIERE Da Google a Hilton: si assume in Asia Alberto Magnani Cina, Giappone, Corea, ma anche Emirati Arabie Arabia Saudita: sono più di mille le offerte peri giovani in

Asia. u pagina 11 Le suite di Hilton, gli algoritmi di Google, l'illuminazione a Led di Osram. Il nesso che

unisce i tre brand? Sono alcuni dei giganti che stanno assumendo talenti nel mercato dell'Asia, dalla Cina

alla Corea del Sude Giappone. Un'analisi svolta dal portale di ricerca­offerta lavoro Face4Job, in esclusiva

per il Sole 24 Ore, ha fatto emergere 1.090 opportunità di carriera solo tra le prime otto aziende di un

ranking che considera 60 multinazionali, 20 paesi e 50 professionalità diverse. Se si guarda ai dati assoluti

le mete sono soprattutto India, Cina e la zona del Golfo Persico (Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita).

Senza dimenticare i vari hub in crescita nel Sud Est asiatico: Hong Kong,Singapore, Malesia. Malomatia,

fornitore di soluzioni tecnologiche con sede in Qatar, offre 227 posizioni nella capitale di Doha: si cercano

professionisti per accounting, funzioni ingegneristiche e sales management, oltre a figure più specialistiche

come gli executive quality and training (ruolo che prevede la creazione di piani di monitoraggio o training

per le nuove risorse del gruppo). Atkins, multinazionale dei servizi di ingegneria, sta ampliando la sua

squadra con 175 inserimenti tra Emirati Arabi Uniti (59), India (59), Qatar (29), Hong Kong (10), Singapore

(8), Arabia Saudita (5), Oman (4). L'obiettivoè fissato soprattutto su ingegneri, specialisti It e consulenti

nell'energy management. Sul fronte Ict, la scenaè divisa tra il gruppo indiano dell'It Gss Infote­ che un

colosso che non ha bisogno di presentazioni: Google. Gss Infotech, già noto come Gss America, cerca 106

profili solo per l'India con ricerche in corso per senior system administrator, SharePoint developere project

manager. «Big G» offre 98 opportunità per alcune delle sue sedi asiatiche, dalla Cina alla Thailandia.I

candidati che si confrontano con la - durissima - trafila per la selezione nell'azienda di Mountain View

possono ambire a posizioni come strategic partnership operations manager (manager al lavoro su ricerca e

consolidamento di partnership), industry manager (manager specializzati su determinati settori, come il

gaming) e più "tradizionali" ruoli in advertising digitale, customer experiencee gestione delle vendite. Per

restare su marchi di fama globale, ma nel ramo hotellerie, AccorHotels e Hilton stanno selezionando

rispettivamente 136 e 124 profili. AccorHotels, forte di un circuito da 3.700 hotel in 5 continenti, sta

cercando soprattutto per Emirati Arabi Unitie Cina figure manageriali(resident manager, restaurant

manager), tecnico­ingegneristico (assistant chief engineer) e amministrativo (revenue analyst, di fatto una

figura contabile). Quanto al colosso dell'ospitalità Usa Hilton Worldwide, le 124 posizioni aperte si

indirizzano su 12 paesi diversi (vedi scheda)e includono general manager, direttori di eventi, conference

and events executive e food&beverage manager. Due casia sé sono rappresentati dalla tedesca Osrame la

conglomerata emiratina Al­Futtaim. La prima, specializzata in illuminazione, cerca tra Malesia e Cina, 94

professionisti con robuste basi tecniche. La seconda sta allargando una base che conta già su più di 40mila

dipendenti con 130 posizioni aperte divise tra profili manageriali, ingegneristicie orientati alla vendite come

specialisti in digital marketing e senior visual merchandiser. Gli stipendi, in generale, sono su livelli elevati,

con picchi che vanno dai 55mila euro dei revenues analyst nelle grandi catene alberghiere agli oltre

100mila euro annui per gli ingegneri in forza a Google. Senza dimenticare retribuzioni meno imponenti ma

in crescita, come circa 2mila euro mensili per i professionisti al lavoro nell'accounting di Al­Futtaim.

1.090 LE OFFERTE DI LAVORO NEL FAR EAST

PER LE AZIENDE SCRIVETE AL «SOLE» UN'EMAIL PER SEGNALARE LE OFFERTE DI LAVORO Le

imprese che vogliono segnalare le offerte di lavoro e i posti disponibili possono inviare una e­mail

all'indirizzo: [email protected]

APPROFONDIMENTO ONLINE http://24o.it/annunci14marzo Tutti i contatti dove inviare il cvPOSTI POSTI

RUOLO: RUOLO: India POSTI POSTI RUOLO: RUOLO: POSTI POSTI RUOLO: RUOLO: POSTI POSTI

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 107

Page 108: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

SEDE DI LAVORO: SEDE DI LAVORO: 124 Atkins SEDE DI LAVORO: SEDE DI LAVORO: 175 SEDE DI

LAVORO: 98 SEDE DI LAVORO: Osram SEDE DI LAVORO: 94 SEDE DI LAVORO: 227 TIPO DI

CONTRATTO: determinato, vari Malomatia Filippine (38), indeterminato, indeterminato, internship, vari

TIPO DI CONTRATTO: TIPO DI CONTRATTO: 106 determinato, vari indeterminato, indeterminato, Emirati

Arabi Uniti internship, vari Google TIPO DI CONTRATTO: 136 TIPO DI CONTRATTO: determinato, vari

indeterminato, Cina (31), Israele Emirati Arabi Uniti indeterminato, TIPO DI CONTRATTO: TIPO DI

CONTRATTO: 130 determinato, vari determinato, vari Al­Futtaim indeterminato, indeterminato, Emirati Arabi

Uniti Malesia (85), Cina (9) determinato, internship, vari tutte le posizioni sono Gss Infotech Accor Hotels

riferite alla sede di Doha, in Qatar. Alcune opportunità possono essere interne all'aziendao riservatea

cittadini locali, ma solo quandoè precisato nell'annuncio di lavoro accountant, ingegnere, executive quality

and training (per creare piani di monitoraggio sull'attività, verificare il grado di soddisfazione dei clientie

preparare la formazione dei neoassunti), sales manager (svilupparee gestire la vendita di nuovi prodottie

nuovi servizi tecnologici), addetti al customer service Hilton Worldwide general manager, direttore degli

eventi, ingegnere, sales manager, conference ed events executive (manager con responsabilità di

massimizzazione dei profitti per le attività di organizzazione di eventi, conferenze e meeting nelle strutture

alberghiere), food&beverage manager Turchia (16), Singapore (16), Thailandia (13), Indonesia (10), India

(10), Corea del Sud (5), Malaysia (5), Arabia Saudita (3), Israele (3), Giappone (3), Qatar (2) (59), India

(59), Qatar (29), Hong Kong (10), Singapore (8), Arabia Saudita (5), Oman (4) ingegneri, ingegneri senior,

utilities coordinator (coordinatore con responsabilità di supervisione sui servizi trasmessi all'impresa),

specialista della sicurezza dei sistemi per la divisione oil&gas, specialista nei servizi di telecomunicazionee

It, energy management consultant (consulente per la gestione energetica, con esperienza in rinnovabilie

sviluppo sostenibile) service desk analyst, senior system administrator (figure senior per la gestione del

team di amministratori di sistema del reparto It. Possono collaborare con altre divisioni nuovi sistemi

hardware), sharepoint developer (sviluppatori competenti sull'omonimo sistema Microsoft. Si richiedono

laurea ed esperienza di 3­4 anni), project manager (responsabile per progetti con obiettivi come riduzione

dei costi, aumento del margine operativoe del flusso di cassa) strategic partnership operations manager

(manager con responsabilità di ricerca e instaurazione di partnership per l'advertising), industry manager

con varie funzioni interne, specialista pubblicità digitale, customer experience manager, country marketing

manager, direttori comunicazione, senior sales manager resident manager (ruolo di responsabilitàe

direzione della struttura alberghiera, si richiede esperienza minima dai3 ai5 anni), assistant chief engineer

(assistente dell'ingegnere capo nelle attività di supervisione sul funzionamento degli impianti dei vari

alberghi, revenue analyst (monitoraggio sui ricavi), restaurant manager (responsabile della ristorazione)

(49), Cina (33), Arabia Saudita (16), Malesia (10), Bahrain (8), Vietnam (7), Kuwait (6), Thailandia (4), Iran

(2), Macao (1) (26), Giappone (13), Hong Kong (10), India (5), Turchia (4), Taiwan (3), Emirati Arabi Uniti

(2), Corea del Sud (2), Thailandia (2) logistic executive (responsabile della logistica, con focus sui

movimenti portuali), sales merchandiser , specialisti di digital marketing, project engineer, ingegneri di

manutenzione, senior visual merchandiser (responsabile di proposte creative e visuali nei negozi del

gruppo), commercial department manager (gestione della divisione commerciale, con controllo su

soddisfazione clienti e raggiungimento obiettivi di vendita) manufacturing assistant engineer, tecnico di

manutenzione, process development engineer (sviluppo di processi in ricerca&sviluppo), ingegnere con

responsabilità di controlloe manutenzione dei macchinari, ad esempio per la risoluzione di problemi di

funzionamento), ingegnere di prodotto, supervisione di produzione, networke security engineer

(informaticoo ingegnere informatico con ruolo di controllo sul funzionamento del networkei sistemi di

sicurezza) (52), Qatar (47), Arabia Saudita (31)

1.090

14/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 108

Page 109: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Fisco e contribuenti IL PESO DEI TRIBUTI Il trend Su dividendi, interessi e capital gain il prelievo ècresciuto del 20% RISPARMIO, CASE E BENZINA: TASSE CON AUMENTI RECORD* Dato da interpretare Sull'Irpef 2015 incidono il bonus da 80 euro e le nuove regole per i sostituti d'impostaDalle accise alla sostitutiva sui rendimenti i maggiori rincari Cristiano Dell'Oste Giovanni Parente Non servono le statistiche per dire che le tasse in Italia sono alte. Qualsiasi operatore economico lo sa e

qualsiasi comune cittadino lo percepisce. I numeri, però, permettono di capire quali tributi sono aumentati di

più nel corso degli anni, e quali sono diminuiti - per davvero - senza farsi ingannare dalle apparenze.

Partiamo da un caso che potrebbe sembrare marginale (ma non lo è): le accise sui carburanti. Secondo i

dati sulle entrate tributarie pubblicati dalle Finanze, tra il 2006e il 2015 gli introiti dello Stato sono aumentati

dell'1,5% in termini reali (cioè ripulendo i numeri dall'effetto deformante dell'inflazione). Sembrerebbe un

rincaro modesto, soprattutto se spalmato su un decennio. Nello stesso arco di tempo, però, il Prodotto

interno lordo ha perso l'8,2 per cento. In pratica, il prelievo su diesel e benzina siè dimostrato "rigido"

rispetto all'andamento dell'economia reale. Tutto l'opposto dell'Iva, che è diminuita del 10,2% nonostante i

due ritocchi dell'aliquota ordinaria, portata prima al 21% (il 17 settembre 2011)e poi al 22% (il 1° ottobre

2013). Anzi, il calo dell'Iva sarebbe stato molto più forte se non ci fossero stati i 7,2 miliardi versati dalle

pubbliche amministrazioni l'anno scorso grazie al meccanismo dello split payment, anche se ora resta da

capire come finirà la partita dei rimborsi. D'altra parte, l'Iva - per la sua stessa natura- rispecchia la spesa

delle famiglie.E ha avuto un andamento tutto sommato simile ad altri tributi legati ai consumio più in

generale agli affari. Non è difficile vedere gli effetti della crisi dietro il calo degli introiti derivanti dalle

imposte su birrae alcolici (­4,2%) o su sigarette e tabacchi (­5,9%). Stesso discorso per l'imposta di registro

(­30,2%), il cui gettito è sceso di pari passo con il mercato immobiliare - dimezzato rispetto ai livelli di dieci

anni fa - salvo riprendersi leggermente negli ultimi due anni insieme alle compravendite di abitazioni e altri

fabbricati. Insomma, in tutti questi casi la contrazione degli incassi per l'Erario nonè stata il frutto di una

riduzione della pressione fiscale, ma di un calo della spesa delle famiglie. Le patrimoniali Nel bel mezzo

della crisi, e con l'urgenza di ingrossare i flussi in entrata per far quadrare i conti pubblici, i Governi dal

2011 in poi hanno puntato su due leve: l'aumento dei tributi di tipo patrimoniale e la "delega" a Comuni e

Regioni, che fino all'anno scorso hanno potuto alzare le aliquote. Si spiega così il rincaro della tassazione

su interessi, redditi di capitale e plusvalenze (+19,7%). Un rincaro su cui pesa soprattutto l'incremento dal

20 al 26% della sostitutiva, scattato il 1° luglio 2013, e al quale non è estraneo l'aumento del gettito

dell'imposta di bollo, che si applica tra l'altro sui conti correnti. Sul fronte dei tributi locali, invece, si possono

citare gli esempi delle addizionali all'Irpef - regionale e comunale - ma, soprattut­ to, il caso delle imposte

immobiliari nelle loro diverse denominazioni di Ici, Imue Tasi, il cui pesoè quasi raddoppiato fino ai 25

miliardi di euro del 2015.È proprio su questi tributi che si incrociano le due leve citate in precedenza:

imposte patrimonialie tributi affidati ai Comuni. Ed è proprio su questi tributi che si farà sentire quest'anno lo

stop agli aumenti deciso dal Governo con la legge di Stabilità 2016 dopo quattro anni consecutivi di rincari.

Il prelievo sui redditi Tra tanti rincari, qualche "vera" riduzione d'imposta c'è stata. Una è la cedolare secca

sugli affitti, rispetto alla quale il balzo del gettito - triplicato rispetto al 2011-è un dato positivo. Di fatto, si

tratta di una flat tax che sostituisce la più cara Irpefe le addizionali. Le altre due "grandi imposte" a essere

diminuite sono l'Irap (­34,7%)e l'Ires (­26,8%). Ma qui le riduzioni sono il frutto sia di modifiche normative che

hanno variato il perimetro e le regole applicative dei tributi, sia dell'impatto della crisi sui conti aziendali.

L'Irpef, invece, è rincarata del 5,3% nel periodo 2006­2015. Sull'aumento di 12,5 miliardi registrato l'anno

scorso pesano le diverse modalità di compensazione dei rimborsi da assistenza fiscale effettuati dai

sostituti d'imposta, introdotte dal Dlgs 175/2014 (il decreto semplificazioni attuativo della delega fiscale), ma

anche escludendo questo effetto l'incremento annuo è di 7,9 miliardi (+1,9%). D'altra parte, per l'Irpef non

14/03/2016Pag. 1.2

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 109

Page 110: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

possono essere dimenticati gli effetti positivi del bonus da 80 euro mensili introdotto a metà 2014, che ha

influito sulle ritenute versate per 1,4 miliardi.

-8,2per cento Il calo del Prodotto interno lordo Tra il 2006 e il 2015 il Pil ha perso più di otto punti percentuali

I volumi176.175119.32129.37025.70415.31711.53633.574

25.122 2006 2006 2015 2015 2 006 2006 2015 2015 2 006 2006 2015 2015 -26,8% -26,8% -26,8%

+80,6% Ires 45.835 +5,3% Irpef 167.365 +19,7% -34,7% -34,7% -34,7% Irap 44.993 -10,2% Iva 132.914

+9 ,0% +1,5% Accise 25.334 Giochi 10.587 Ici Imu e Tasi 13.913 Imposte dirette Enti territoriali Imposte sul

risp. 12.800 Imposte sui consumi Le variazione 2006-2015 del gettito dei maggiori tributi. Dati in miliardi di

euro attualizzati al 2015 Fonte: elaborazione su dati Entrate tributarie, ministero dell'Economia e finanze

Le entrate accertate per anno, attualizzate in valori 2015. Dati in milioni di euro

L'evoluzione+5,3%176.175167.365+1 ,5%+80 ,6%25.70425.33425.12213.913 0 (1) (2) 90.000 60.000 30.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 210.000 180.000

150.000 120.000 2006 IRPEF 173.217 2015 2006 Ici Imu e Tasi 2015 2015 178.917 171.730 Accise su

prodotti energetici, gas, bitumi ed energia elettrica (2) Nel dato 2015 la quota statale è stimata Nel 2015

76,2 miliardi sono arrivati dalle ritenute su dipendenti privati e 64,9 su dipendenti statali: l'80% del gettito

complessivo. Il resto arriva dalle ritenute sugli autonomi (12,3 miliardi) e da saldi e acconti (21 miliardi)

176.295 170.914 167.601 163.855 163.486 (1) Comprende l'accisa su prodotti energetici, derivati e prodotti

analoghi e l'imposta di consumo su oli lubrificanti e bitumi di petrolio 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

2013 2014

-10 ,2%132.914119.321-26 ,8%-34 ,7%45.83544.99333.57429.370+19 ,7%

14/03/2016Pag. 1.2

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 110

Page 111: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

15.317+9 ,0%+58 ,7%-5 ,9%12.80011.53611.32211.43610.7567.135-8 ,1%+185 ,8%-3 ,5%-38 ,3%-4 ,2%-17 ,3%3.3403.0707041.7411.6812.4181.4921.2961.24267756010.587

2.012 0 0 IVA (3) (4) 2006 2006 2015 2015 2006 Giochi 2006 2015 2015 2015 2006 2006 2006 IRES 2015

2006 2015 2015 2006 2006 2015 IRAP 2006 2015 2015 2015 90.000 60.000 30.000 30.000 20.000 15.000

210.000 180.000 150.000 120.000 35.000 25.000 10.000 5.000 9.000 6.000 3.000 Imposte sul risparmio

Assicurazioni Cedolare secca 2015 2010 Addizionale regionale IRPEF Tasse e imposte ipotecarie Imposte

dirette Enti territoriali Accisa e imposta su spiriti e birra Tasse automobilistiche Il 17 settembre 2011

l'aliquota ordinaria è aumentata al 21% Canone abbonamento radio e TV Imposte sui consumi Imposta sul

consumo dei tabacchi Altre imposte indirette Il 1° ottobre 2013 l'aliquota ordinaria è aumentata al 22% (3)

Comprende la sostitutiva su redditi e ritenute su interessi e la sostitutiva su redditi di capitale e plusvalenze

(4) Comprende il lotto (al lordo delle vincite), le attività di gioco e le imposte su congegni di gioco e slot

machine. Escluse le lotterie istantanee 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 136.515 130.941

121.026 123.707 122.511 116.617 112.385 114.376

Foto: Il confronto con il Pil Gli introiti sui carburanti non hanno risentito della contrazione del Prodotto

interno lordo La doppia manovra Dal 2011 la pressione fiscale ha colpito soprattutto immobili e attività

finanziarie In controtendenza Tra le voci maggiori di entrata solo Ires e Irap fanno registrare significative

riduzioni

14/03/2016Pag. 1.2

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 111

Page 112: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Cosmoprof. La manifestazione, a Bologna dal 18 al 21 marzo, è giunta alla 49esima edizione ed è unriferimento mondiale La bellezza sfiora i 10 miliardi Il fatturato 2015 in crescita del 4,1%: in ripresa i consumi interni, l'export sale del 10% Campagnoli(Bolognafiere): «Cosmoprof è una delle punte di diamante del sistema fieristico italiano: ha una leadershipmondiale» Marta Casadei Nonostante la congiuntura non sia stata delle più favorevoli, stretta tra le oscillazioni valutariee la frenata

dei paesi emergenti, l'industria cosmetica italiana ha chiuso il 2015 con una crescita del 4,1% sull'anno

precedente, toccando i 9,7 miliardi di fatturato. Le stime per il 2016 sono analoghe: forti di un know how

radicato nel territorioe di una creatività che il mondo ci invidia, ma anche di un'attitudine alla ricerca e

all'innovazione, i prodotti per la cura del viso e del corpo e i cosmetici made in Italy continueranno ad

aumentare nelle vendite. Andando a consolidare un ruolo già definito: quello del perno di un'area, l'Europa,

nel quale lo scorso anno sono stati lanciati oltre 61mila nuovi prodotti, la metà di quanti sono stati immessi

sul mercato mondiale. Se il driver di questa crescita sono senza dubbio i mercati stranieri, che pesano per

un terzo sui ricavi, ma registrano incrementi a doppia cifra ­ nel 2015 l'export è salito del 10,5% a 3,7 miliardi

di euro e le stime per il 2016 si attestano su un +9% ­ lo scorso anno ha segnato un momento importante

per il mercato domestico: i cosmetici made in Italy destinati al Belpaese hanno superato i 6 miliardi di euro

in valore, registrando un +0,5% sul 2014. La ripresa è timida, ma c'è. E continuerà, con un tasso di crescita

quasi doppio, anche nel 2016 quando il fatturato italia dell'industria cosmetica nostrana dovrebbe salire

appena sotto l'1%. L'Italia gioca un ruolo chiave nella bellezza internazionale: produce cosmetici che

vengono esportati in tutto il mondo. E rappresenta un punto di riferimento anche quando si parla di

manifestazioni fieristiche: Cosmoprof Worldwide Bologna, organizzata da Bologna Fiere in collaborazione

con Cosmetica Italia, in calendario dal 18 al 21 marzo con la sua 49esima edizione, riunisce 2.500 aziende

e quasi 250mila visitatori da tutto il mondo edè una vetrina per le aziende italiane e per quelle internazionali

(il 73%). «Credo che Cosmoprof sia una delle punte di diamante del sistema fieristico italiano ­ ha detto

Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere ­ : ha raggiunto una leadership mondiale che penso sia una

componente im­ portante nel processo di valorizzazione del made in Italya livello internazionale, ma è anche

il punto di riferimento peri professionisti del settore in Italia che in questo momento si stanno evolvendo,

cercando di andare incontro alle esigenze di una clientela in continuo cambiamento». Il fatturato Italia

dell'indu­ stria cosmetica made in Italy è assorbito per circa 5,4 miliardi di euro dai canali tradizionali, che nel

2015 hanno registrato una ripresa dello 0,9% e nel 2016 dovrebbero salire dell'1,3%.I canali professionali,

al contrario, sono afflitti da un calo ormai continuato: il 2015 si è chiuso con un ­2,6%, mentre il fatturato

2016, seppure in calo, dovrebbe fermarsi a un ­2,3%. Questi canali sono alle prese con un vero e proprio

momento di rivoluzione e in Cosmoprof vedono un interlocutore di valore e un affaccio su ciò che l'industria

cosmetica mondiale sta proponendo: per esempio a Bologna avranno spazio ben 25 collettive nazionali tra

cui le "big" India, Sudafrica e Australia, tra le new entry 2016. L'edizione di Bologna è solo una delle facce

internazionali di Cosmoprof, che a livello globale fattura 50 milioni di euro e conta due edizioni oltre oceano

(a Hong Kong e a Las Vegas) cui si aggiungono Cosmopack New Yorke un road show che porta gli

organizzatori dal Kazakhstan all'Iran per promuovere il beauty made in Italye reclutare compratori da

portare proprio alla fiera italiana. Gli appuntamenti sopra elencati hanno un unico scopo: presentare le

eccellenze italiane, in termini di prodotti ma anche di piattaforme nell'ambito dei quali possono essere

presentati ­ al mondo. Una pratica che il Governo ha intrapreso in modo più organico da qualche anno e

che, secondo Campagnoli, andrebbe ulteriormente incentivata: «Tra le decisioni di politica industriale da

prendere con urgenza credo ci sia il rafforzamento delle grandi eccellenze di piattaforme fieristiche italiane

e, contestualmente, il sostegno delle esportazioni dei prodotti made in Italy». Tra i Paesi più ricettivi,

14/03/2016Pag. 20INDUSTRIA COSMETICA

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 112

Page 113: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

accanto al mercato americano c'è l'Iran libero dall'embargo: «Mi piacerebbe ci fosse una partnership tra le

fiere italiane e quella di Teheran», chiosa Campagnoli.

73È valore (in miliardi di dollari) che verrà raggiunto entro il 2019 dal mercato dei cosmetici halal, cioècompatibili con i dettami della Sharia e dedicati alle donne musulmane, dagli Emirati arabi uniti finoalla FranciaSocial network. Instagram è il preferito dalle aziende del beauty, sempre più digitalizzateI NUMERI

9,7miliardi Fatturato 2015 L'industria italiana della bellezza ha chiuso lo scorso anno con ricavi in crescita del

4,1% rispetto all'anno precedente.

+0,9% Crescita Italia 2016 Cosmetica Italia stima che quest'anno il mercato italiano metterà segno una ripresa

quasi doppia rispetto a quella registrata nel 2015 (+0,5%)

5,4miliardi Ricavi canali tradizionali Sono erboristerie, farmacie e profumerie, unite alla grande distribuzione, a

trainare le vendite dei cosmetici made in Italy sul mercato domestico (+1,3% previsto nel 2016).

Foto: Backstage. Le sfilate dettano le ultime tendenze in fatto di make up e acconciature. Milano Moda

Donna, dove lo scorso febbraio hanno sfilato le collezioni per l'A­I 2016/17, ha sancito il trionfo di cat­eye e

labbra rosso scuro. (Nella foto: backstage Ferragamo)

14/03/2016Pag. 20INDUSTRIA COSMETICA

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 113

Page 114: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Fabio Rossello INTERVISTA «È il momento di valorizzare la manifattura» «L'Asia continuerà a fare da traino. A Ovest invece cresceranno Usa e Messico» «La cosmetica è un settore importante per la manifattura italiana: lo dimostra il saldo commerciale

superiore agli 1,9 miliardi.E va valorizzata. Credo che questo sia il momento giusto per farlo, complice la

sinergia con le istituzionie il Mise che ci sta dando il suo supporto». A una settimana dall'inizio di

Cosmoprof Worldwide Bologna Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia, associazione che riunisce le

imprese del beauty fatto in Italia, è in Corea del Sud, uno dei mercati potenzialmente promettenti per le

aziende del settore. La promozione dei prodotti di bellezza e cura della persona made in Italy all'estero è

fondamentale per spingere la crescita del comparto, che oltre a skin care e make up, include anche saponi

e prodotti per l'igiene dentale. E che deve 3,7 miliardi del proprio fatturato proprio ai mercati stranieri.

Cosmoprof 2016 è senza dubbio un'occasione per dare visibilità al sistema che è passato attraverso le

incertezze congiunturali chiudendo il 2015 in crescita. Quali sono stati, in questi anni di crisi,i punti di forza

del settore beauty? I consumi di alcuni prodotti cosmetici sono irrinunciabili: basti pensare al sapone. E gli

acquisti d i prodotti di bellezza hanno anche un ruolo sociale: aiutano le personea sentirsi meglio con se

stesse, cosa che nei momenti di crisi è importante. Quali sono le prospettive per il 2016? Prevediamo una

crescita sia del fatturato estero sia di quello domestico. Nelle valutazioni, però, siamo cauti: non ci

aspettiamo faville considerando che la situazione internazionale è instabile, soprattutto a livello finanziario.

Il rallentamento delle economie cosiddette emergenti peserà sui conti della cosmetica? Nonostante la

frenata generale dei Brics credo che l'Asia continuerà a trainare l'export della cosmetica made in Italy. A

Ovest, invece, penso a Usa e Messico, un paese nel quale cominciamo a registrare numeri rilevanti. Il 2015

ha segnato un'inversione di tendenza sul mercato domestico. Pensa che sia l'inizio della risalita tanto

attesa? Il mercato italiano negli ultimi due­tre anni ha mostrato chiari segni di sofferenza. Ora la discesa si è

fermata: lentamente, ma ci stiamo riprendendo . Il calo, a dire il vero, è sempre stato non tanto in numero di

pezzi venduti, ma in valore. . Parlando di mercato italiano, uno dei nodi chiave per le aziende del settore è

la distribuzione. Cosa è cambiato nell'ultimo ann o? La profumeria si sta riprendendo, e questa è la prima

notizia positiva. Questo canale di vendita è importantissimo in Italia, ma ha dovuto ritrovare l'identità

perduta. Ora tocca ai canali professionali: devono rendersi attrattivi per agevolare le vendite, aumentare la

chiarezza sul tema dei prezzi e, perchè no, fare qualche offerta.

Foto: Al vertice. Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia

14/03/2016Pag. 20INDUSTRIA COSMETICA

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 114

Page 115: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

POLITICA MONETARIA La deflazione ora fa meno paura Carlo Bastasin avvenimento più importante della storia recente europea è forse un evento che non si è realizzato: quella

"disastrosa deflazione" che Mario Draghi ha ritenuto realistica nel caso in cui la Bce non avesse

abbracciato politiche espansive non convenzionali. u Continua pagina 3 u Continua da pagina1 onè difficile

capire cosa significhi aver evitato una «disastrosa deflazione». Significa aver scongiurato il fallimento di

alcuni Stati, così come di una moltitudine di debitori privati. Significa aver prevenuto l'avvitamento della

recessionee la frantumazione dell'Europa. Avremmo visto crescere la disoccupazione di massa

accompagnata dalla perdita di fiducia nei meccanismi del mercato, cioè nel decentramento delle scelte

sociali al livello di ogni individuo. Come conseguenza, avremmo spalancato le portea risposte politiche

autocratiche poiché, come conferma ogni appuntamento elettorale, germi di autoritarismo nazionalista sono

non più dormienti sotto la tellurica superficie politica europea. È su questo drammatico sfondo che vanno

inquadrate decisioni apparentemente tecniche, comei tassi di interesse azzeratio negativi, che capovolgono

i convincimenti sul funzionamento delle società moderne. Banche pagate per ricevere denaro, fanno

pensare a un inquilino che anziché versare l'affitto viene pagato per occupare la casa d'altri. Un

controsenso, a meno di abitare metaforicamente a Damasco, cioè al centro di un rischio epocale. Su un

piatto della bilancia europea c'è infatti questo genere di rischio. Sull'altro piatto c'è la necessità di pensare

politicamente in modo altrettanto non convenzionale. È ormai nel consenso generale che la mossa della

Bce chiami gli Stati a rilanciare gli investimenti pubblici. È difficile contestarlo, la deflazione infatti trova

alimento nel divario tra risparmi e investimenti. Ma la fiducia nei piani di investimenti ha anch'essa qualcosa

di convenzionale:a ben vedere gli effetti "fiscali" della manovra della Bce saranno molto superiori a quelli

del piano Juncker; in alcuni Paesi, tra cui l'Italia,è difficile perfino individuare subito piani di investimento

realizzabili credibilmente. L'impegno politico non convenzionale richiede qualcosa di più strutturale. Non

siamo d'altronde di fronte a una breve licenza dalle regole del passato. La Bce ha spiegato il proprio quadro

analitico facendo riferimento alla "regola di Taylor", uno schema di analisi molto comune tra gli economisti

monetari, che considera la distanza tra il reddito attuale e quello potenziale (l'output gap) uno dei due

riferimenti essenziali nell'identificare quello che Wicksell avrebbe chiamato il tasso d'interesse naturale. Fin

dal 2008 la "regola" avrebbe prescritto tassi nominali azzeratie sono stati necessari troppi anni per arrivarci.

Il "vuoto di reddito" d'altronde è difficile da stimare, quindi non consente un facile consenso tra tuttii decisori

politici, ma non c'è dubbio che oggi la regola consigli tassi addirittura negativi. E ci vorranno anni per

almeno dimezzare la distanza tra il reddito attuale e quello di pieno impiego. Lo stato di eccezionalità

potrebbe durare altrettanto. In questo periodo,i tassi negativi creeranno distorsioni. La prima è di ridurre gli

incentivia investire nelle attività più produttive (le uniche in grado di ripagare costi di finanziamento più alti)

riducendo quindi il tasso di crescita di lungo termine di società già preda della stagnazione secolare. Il

secondoè di consentire ai Paesi indebitati di non fare riforme né di tagliare le spese meno utili (il famoso

"azzardo morale"). Il terzo è di creare bolle speculative con conseguenze distributive che beneficiano solo

un'élite di risparmiatori. Il quartoè di eroderei profitti (ei volumi di credito) delle banche il cui modello di

business è di finanziarsi a breve termine e prestare a lungo, facendo profitti sulla differenza trai due tassi.

Una politica non convenzionale non si limita a volere il rilancio degli investimenti, ma deve far fronte al

"mondo capovolto" dei tassi negativi. Gli investimenti più produttivi (non quelli più deboli) vanno premiati

fiscalmente; l'azzardo morale va smentito coni fattie la sostituzione tra spesa inutile e investimenti deve

essere considerevole; i problemi di disuguaglianza trai redditi non vanno nascosti, alla luce del vuoto di

lavoro e di domanda che rischia di crearsi; infine le banche devono essere indotte a modificare il modello di

business: se la loro funzione sarà quella di utilities allora è normale che i profitti rimangano bassi, se no si

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 115

Page 116: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

assumano responsabilitàe rischi, compreso quello di fallire. Parte di queste politiche vengono già svolte

indirettamente dalla Bce: stimolo fiscale, disciplina delle banche, finanziamento delle imprese attraverso

l'acquisto di obbligazioni societarie. Ma l'esperienza americana (due tentativi di uscita abortitie un terzo

sospeso), dimostra che per le banche centrali nonè facile tornare alle necessarie condizioni di normalità.

Spesso si dice che l'attivismo della Bce "compra tempo" per consentire ai governi di realizzare i

cambiamenti strutturali. Non è un acquisto gratis. Quando gli stimoli monetari si esauriranno, il prezzo da

pagare di chi non ha usato bene il tempo, sarà più alto. Forseè giusto che siano proprio Francofortee Lipsia

(culla dei nazionalisti) il teatro di questo dramma. I pericoli nascosti nel guadagnare tempo sono infatti un

tipico dilemma faustiano. Ma anche dire noa tutto lo è. Quando il presidente della Bce ha puntato il dito

contro «chi dice noa tutto», ha fatto risuonare qualcosa nell'orecchio di chi ha cultura tedesca: «Chi sono

io? Sono lo spirito che sempre nega.Ea ragione; perché tutto ciò che ha un'origine merita d'aver fine», dice

il diavoloa Faust. N

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 116

Page 117: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

FINANZA E REGOLE Un Testo unico per superare la giungla dei mercati Piergaetano Marchetti e Marco Ventoruzzo Continua u pagina 19 li spettri antieuropeisti che agitano la politicae l'opinione pubblica, piùo meno

populisti, nascono da insoddisfazionie timori che non possono essere trascurati se si vuole efficacemente

affrontare tali spettri. Chi vuole ancora credere nel progetto europeo deve innanzitutto interrogarsi senza

alibi su ciò che non funziona. Gli spunti non mancano, non solo sugli argomenti che più appassionanoi

media, dalla crisi dei profughi all'ipotesi Brexit, ma anche per il più tecnicoe meno accessibile tema della

regolamentazione dei mercati finanziari, rispetto al quale bail ine crisi bancarie sono solo la punta

dell'iceberg. I mercati dei capitali- che hanno dimensione europea, se non globale,e da questo non si torna

indietro -, necessitano di una disciplinae di una vigilanza integrate, efficienti, equee comprensibili. u

Continua da pagina 1 bbene, anche agli occhi di chi si occupa professionalmente di queste materie, il

quadro è di una complessità, di una frammentarietà e - spesso - di una irrazionalità sconfortanti. Si

consideri la produzione normativa. Il processo di emanazione della disciplina europea, in particolare nel

settore dei mercati finanziari, segue il cosiddetto approccio Lamfalussy, che prevede quattro distinti livelli di

regolamentazione. In estrema sintesi e semplificando, al livello più alto vi sono direttive quadro adottate dal

legislatore europeo, che devono poi essere specificate ad un secondo livello, tramite atti normativi di

maggior dettaglio adottati anche a seguito di consultazioni tecniche con le autorità di settore per maggiore

armonizzazione e coordinamento. Una volta approvati questi provvedimenti, gli Stati membri devono

recepirli nei rispettivi ordinamenti o, nel caso dei regolamenti direttamente applicabili, devono quantomeno

adattare la disciplina interna alle novità europee. Segue un terzo livello in cui vengono adottate linee guida

e misure di diversa natura per facilitare il coordinamento e l'enforcement della disciplina nei diversi Paesi, e

un quarto in cui le istituzioni europee vigilano sul rispetto delle norme da parte degli Stati. Nel settore

finanziario, le autorità di vigilanza europee (come ad esempio l'EMSA) hanno assunto un ruolo essenziale

nel processo, avendo spesso il compito di predisporre gli atti poi soggetti all'approvazione del legislatore

comunitario. L'obiettivo di questo articolato sistema era quello di facilitare il consenso politico e la

convergenza, prevedendo una legislazione che si precisa e definisce per approssimazioni successive. Il

risultato pratico che si deve constatare, tuttavia, è un meccanismo barocco di continui rimandi tra autorità

diverse, in cui anche il più attento osservatore rischia di perdersi nella ragnatela delle competenze, tra

provvedimenti a diverso stadio di attuazione e di diverso livello gerarchico, spesso affidati a soggetti

diversie sottoposti alle pressioni di gruppi di interesse che hanno il tempo e le risorse per destreggiarsi in

questa giungla burocratica. Il quadro delle autorità di regolamentazione non è più chiaro e razionale.

Sempre a grandissime linee, negli ultimi anni alla Banca Centrale Europea si sono aggiunte autorità di

settore quali L'ESMA (peri mercati finanziari), l'EBA (che si occupa di aspetti diversi della disciplina

bancaria), e l'EIOPA (assicurazioni), la cui stessa localizzazione geografica (la prima a Parigi, la seconda a

Londra, la terza a Francoforte) è più una concessione al compromesso politico che frutto di esigenze di

efficienza, e non può che dare argomenti a chi già lamentava i costi causati dall'aver sparpagliato le

istituzioni europee tra Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo. E non mancano altri soggetti, altre sigle, altre

competenze: basti citare lo European Systemic Risk Board, responsabile della vigilanza macroprudenziale,

ma ve ne sarebbero molti altri. Questa rete di autorità, già di per sé complessa, deve poi interagire e

coordinarsi con le autorità nazionali; e qui uno dei problemi è chei singoli Stati non seguono un modello

unico di articolazione dei poteri di vigilanza, né tantomeno uno che replichi l'organizzazione a livello

europeo: quasi tutte le soluzioni sono rappresentate, da sistemi con un regolatore unico, a sistemi con un

numero variabile di regolatori, i cui compiti sono talvolta distinti per "soggetti" (ad es., assicurazioni,

banche, società quotate, ecc.), e talaltra per "funzioni" (trasparenza informativa, stabilità, ecc.), o varie

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 117

Page 118: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

combinazioni di queste divisioni a volte frutto della stratificazione storicae della gelosia reciproca più che di

effettive e razionali necessità. Sovrapposizioni, incertezze, confusione e conflitti di competenze si

moltiplicano. Come se le cose non fossero già sufficientemente complicate, gli stessi poteri regolamentari

delle autorità europee vivono in una sorta di limbo, limitati da una ormai risalente giurisprudenza della Corte

di giustizia (la cosiddetta "dottrina Meroni"), originariamente legata a esigenze di democraticità. Le autorità

devono quindi limitarsi a emanare proposte che richiedono il timbro degli organi di vertice dell'Unione (ad

esempio, i "technical standards" dell'ESMA, che devono essere approvati dalla Commissione), generando

così di fatto un meccanismo non dissimile dalla "navetta" che molti criticano nelle assemblee legislative

bicamerali. A tutto si può cercare di dare sistema­ tizzazione, e si può tentare di individuare una razionalità

anche nei sistemi più complessi. È tuttavia chiaro che nemmeno il più raffinato dei filosofi scolastici avrebbe

facilmente potuto giustificare l'architettura istituzionale brevemente descritta, e se studiosi e giuristi faticano

anche solo a seguire l'evoluzione normativa, come si può pretendere che lo faccia il non specialista, la cui

vita professionale o personale è tuttavia incisa anche profondamente da queste materie? Ridisegnare le

cose secondo uno schema più lineare non è facile, ma è legittimo il sospetto che vi sia anche qualcuno che

beneficia di un sistema tanto opaco da risultare impenetrabile ai non iniziati. Eppure, qualcosa si potrebbe

fare. In attesa di una più generale risistemazione, ci limitiamo a proporre - solo abbozzandole - due idee

non rivoluzionarie, che tuttavia potrebbero avere un impatto significativo. La prima è procedere alla

redazione di un "Testo Unico" del diritto dei mercati finanziari e del diritto bancario europei. Questa

operazione di consolidazione non richiederebbe stravolgimenti normativi, ma rappresenterebbe un'opera di

ordinamento dei diversi provvedimenti esistenti in un corpo unitario e coordinato, un'operazione che molti

legislatori nazionali attuano periodicamente, al fine di sistematizzare materie altrimenti fuori controllo.

Certamente le cose sono in questo caso complicate dalla diversa naturae diversi effetti di alcuni dei

provvedimenti (si pensi a direttive e regolamenti), ma sarebbe un primo passo, non impossibile, per fare

pulizia e chiarezza e che aiuterebbe operatori, interpreti e semplici cittadini. Un secondo spunto è superare

definitivamente la richiamata dottrina Meroni, già recentemente intaccata dai giudici europei, affidando alle

autorità europee poteri (e responsabilità) regolamentari esercitabili in modo più semplice, diretto ed

immediato, evitando l'attuale balletto di competenze tra queste e la Commissione. Contro il rischio di

(ulteriore) burocratizzazione, che comunque l'attuale approccio non evita, si potrebbe utilmente pensare a

più efficaci meccanismi di legittimazione e responsabilizzazione delle authorities indipendenti. Insomma: un

passo avanti nell'autonomia e rapidità decisionale delle istituzioni europee. Per evitare di cadere nella

ragnatela e vischiosità del continuo compromesso anche su questioni secondarie e per superare la

vischiosità e l'incertezza della babele delle troppe discordanti voci nazionali.

20Migliaia di miliardi di dollari. Le necessità di infrastrutture sono stimante in almeno 20mila miliardi di dollari

entro il 2030

Foto: Sui mercati finanziari. L'obiettivo dell'articolato sistema di regolamentazione dei mercati finanziari era

quello di facilitare il consenso politico e la convergenza; il risultato pratico che si constata, tuttavia, è un

meccanismo barocco di continui rimandi tra autorità diverse Osservatorio Diritto Commerciale Europeo

Università Bocconi

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 118

Page 119: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL DIBATTITO E LE IDEE La rotta tracciata per un fisco più equo Salvatore Padula ue anni fa, proprio in questi giorni, il Parlamento approvava la legge delega per la riforma fiscale, anzi -

come recita un po' pomposamente il suo titolo - la legge delega «per un si­ stema fiscale più equo,

trasparente e orientato alla crescita». Nessuno probabilmente si era illuso che la delega al Governo

potesse davvero cambiare volto al sistema fiscale italiano. Continua u pagina 18 u Continua da pagina 1

oprattutto nessuno si era illuso che da lì potesse arrivare il taglio di una pressione fiscale che veleggia oltre

il 43% e che arriva a superare il 50% se si tiene conto del sommerso che, per definizione, contribuisce al Pil

ma le tasse non le paga. Con la delega, in alcuni ambiti - dall'abuso del diritto al riordino del sistema

sanzionatorio amministrativo e penale fino alle novità del decreto internazionalizzazione - sono state poste

le basi per un sistema forse non ancora "più equo, trasparente e orientato alla crescita" ma certamente

almeno un po' migliore. La delega non è intervenuta sulla struttura del prelievo, sull'assetto delle imposte.

Né sul livello della pressione fiscale. In realtà, la pressione fiscale è la combinazione del costo effettivo

delle imposte con i costi della gestione amministrativa dei tributi. Vedremo, tra un po' di tempo, se i benefici

derivanti dalle nuove regole si fanno sentire. Sarebbe un passo verso un percorso di normalizzazione della

pressione fiscale che appare ancora molto lungo. Ma che, è giusto ri­ conoscerlo, è stato avviato. Il fatto è

che una pressione fiscale così elevata finisce per oscurare la percezione di un alleggerimento fiscale che,

almeno nei numeri, è però visibile, anche se timido. Il governo, nella sua prima fase, ha giustamente

puntato a interventi per alleggerire il prelievo su lavoro e imprese. La stessa "operazione 80 euro"

(tecnicamente non un taglio dell'Irpef) ha la finalità di aumentare il reddito disponibile dei dipendenti, per

incentivare i consumi e fare da volano alla domanda interna. Nel 2015, tanto l'azzeramento dell'Irap sul

costo del lavoro quanto la decontribuzione per le nuove assunzioni hanno prodotto risultati che non si

possono sottovalutare. Il 2016 ha visto però una parziale deviazione da questo percorso e il governo,

nonostante i richiami di Bruxelles, ha preferito destinare 4,5 miliardi al taglio della Tasi e di alcune

componenti dell'Imu. A dire il vero, nella manovra di quest'anno c'è un miliardo per la defiscalizzazione,

oltre a svariate centinaia di milioni tra bonus e regimi agevolati. Che accadrà da qui in poi? Dipenderà dalle

risorse, ovviamente. Dalla capacità di fare tagli di spesa, dalle aperture di Bruxelles in chia­ ve di politiche

espansive. Ma anche dalla tagliola delle clausole di salvaguardia che continuano a pesare sui conti

pubblici. Però qualche punto fermo è già noto. La rotta che punta a lavoro e imprese sarà ripresa nel 2017:

la manovra approvata a dicembre pre­ vede, dall'anno prossimo, il taglio di 4 punti dell'aliquota Ires, con un

alleggerimento fiscale di circa 3 miliardi, che diventeranno 4 miliardi nel 2018. La tabella di marcia

proseguirà poi con l'Irpef, proprio nel 2018, probabilmente l'anno delle elezioni, dove - oltre a un

alleggerimento per i redditi medi - si dovrà forse riflettere sull'assetto complessivo di quello che resta il

principale tributo del nostro sistema. Un tributo che colpisce circa 40 milioni di cittadini e vale

complessivamente 176 miliardi di euro, oltre il 40% dell'intero gettito erariale, e che tra deduzioni,

detrazioni, eccezioni, regimi speciali e così via, sta pagando un prezzo elevatissimo in termini di equità,

trasparenza e complessità. Si può e si deve, naturalmente, fare di più. Senza rinunciare a cose solo

apparentemente minori. Per esempio, bisogna credere di più nei meccanismi di destinazione dei proventi

della lotta all'evasione al fondo taglia tasse. E bisogna farlo senza cedimenti: in passato quei fondi sono poi

stati poi utilizzati per altre finalità. Si possono poi immaginare altri interventi, che non sono un vero e proprio

taglio della pressione fiscale ma che possono portare benefici al sistema. Si parla spesso di riordino delle

agevolazioni fiscali in chiave di spending review. Certo, se taglio un'agevolazione, di fatto, sto aumentando

le tasse. Ma se destino queste risorse a un fondo per la riduzione delle aliquote, rimetto in circolo svariati

miliardi di euro che mi consentono di avere un sistema più semplice e meno discrezionale. Un primo passo

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 119

Page 120: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

verso una maggiore equità.

Nella manovra 2016201616.8144.525001131701861.268 Interventi Imu/Tasi Super ammortamenti Regimi fiscali agevolati Interventi clausole salvaguardia

Fonte: ministero dell'Economia e delle finanze Proroga detrazioni Irpef ristrutturazioni e riqualificazione

energetica Proroga esonero contributivo per assunzioni a tempo indeterminato e detassazione premi di

produttività Fondo per la riduzione della pressione fiscale Riduzione Ires ( dal 2017, senza approvazione

clausola migranti) Il dettaglio dei tagli alle tasse nella manovra 2016. Dati in milioni di euro

13/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 120

Page 121: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Lavoro. Il bilancio del programma Ue finanziato con 1,5 miliardi di euro La burocrazia frena Garanzia giovani In due anni firmati 30mila contratti Regole complesse per accedere al bonus occupazionale. Centri per l'impiego inefficienti.E il patto diservizioè un onere, non un percorso di inserimento Giorgio Pogliotti Claudio Tucci Poco più di 30mila assunti da imprese che hanno beneficiato del bonus occupazionale; 145mila tirocini,

circa 50mila beneficiari di una misura di politica attiva di accompagnamento al lavoro, e 5mila ragazzi

inseriti in progetti di servizio civile. A quasi due anni dal lancio, è questo il bilancio del programma

«Garanzia giovani» che ha un budget di 1,5 miliardi di euro, in cofinanziamento con l'Unione europea. Il

piano rivolto ai "Neet" giovani che non studiano e non lavoro, d'età tra i 15 e i 29 anni ­ è partito in Italia il 1°

maggio 2014 con l'obiettivo di avvicinare la fascia più svantaggiata dei ragazzi al mondo del lavoro o della

formazione. Sulla carta i potenziali destinatari del programma sono oltre 2,2 milioni di giovani "Neet": al 10

marzo si sono registrati sul portale del ministero del Lavoro in 996mila, ma al netto delle cancellazioni il

totale scende a 859mila. Di questi sono stati presi in carico (cioè semplicemente contattati) dai servizi per

l'impiego in 636mila, e a 294mila è stata proposta «almeno una misura del programma». Ma che cosa è

stato offerto a questi ragazzi? Per rispondere bisogna fermarsi al monitoraggio Isfol pubblicato il 4 marzo

che fa riferimento a 220.465 giovani ai quali è stata offerta almeno una misura. Ebbene, sfogliandolo, si

scopre che i contratti di lavoro sono 30.630, il 13,9%: sono vere assunzioni che beneficiano del bonus

occupazionale. A far la parte da leoni sono gli "stage": se ne contano 133.962, pari al 60,7%. In questi due

anni, quindi, il magro bilancio di Garanzia giovani, evidenzia come il programma abbia funzionato più per la

componente formativa, destinataa reinserire in un percorso di riqualificazione il giovane Neet. Ha deluso,

invece, dal punto di vista della creazione di nuova occupazione: tantoè vero che il tasso di disoccupazione

giovanile resta tra i più alti d'Europa al 39,3%, secondo l'ultimo dato Istat di gennaio. Peraltro, andando a

vedere le offerte di impiego proposte dalle imprese sul portale www.garanziagiovani.gov.it, emergono molti

profili mediobassi, per i quali non è richiesta una particolare specializzazione (parrucchiera, camionista,

segretaria, barman). Secondo le imprese, soprattutto le Pmi, il freno alle assunzioniè dato dagli eccessivi

oneri burocratici: la lamentela ricorrente è che le piccole realtà imprenditoriali non hanno le risorse

necessarie per approfondire le troppe regole legate all'assunzione di giovani Neet. In altri casi si evidenzia

il rischio di "concorrenza" tra le varie misure previste da Youth Guarantee con altri incentivi contenuti nelle

leggi nazionali, considerando che gli imprenditori ritengono maggiormente appetibili quelle di fa­ cile

applicazione (come è la decontribuzione prevista sul lavoro stabile). Inoltre, la percentuale tutto sommato

modesta (34%, secondo l'ultimo report del ministero del Lavoro) di ragazzi presi in carico dimostra come in

molte regioni il patto di servizio personalizzato rappresenti un contratto di tipo burocraticoe non già la

definizione di un percorso di inserimento lavorativo. Senza contare che il "tempo di risposta" dei servizi

pubblici per l'impiego è ancora troppo lungo, visto che si tratta di un mero atto amministrativo (in oltre il

50% dei casi si superanoi due mesi). Su tutto ciò impatta il mancato decollo della riforma dei servizi per

lavoro prevista dal Dlgs 150/2015, attuativo del Jobs act. L'Anpal, la nuova Agenzia nazionale per le

politiche attive del lavoro, esiste ancora solo sulla carta. Lo schema di decreto sul trasferimento di risorse

all'Anpal, all'esame delle competenti commissioni parlamentari per i pareri,è oggetto di forti critiche.

«Stupisce che nel definire le funzioni dell'Agenzia nazionale ­ spiega il professor Pietro Ichino (Pd) ­ si

escludano quasi del tutto l'orientamento e la formazione professionale». Lo stesso Ichino sottolinea altre

due criticità: «Non viene menzionata la funzione dell'Agenzia di promuovere la cooperazione della rete

pubblica con gli operatori privatie la diffusione degli strumenti come il contratto di ricollocazione e il voucher

che ne costituisce l'oggetto». Secondo: la selezione del personale da trasferire all'Agenzia «basata sul solo

criterio dell'interesse personale dei singoli dipendenti, che prevale su quello degli enti interessati

13/03/2016Pag. 5

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 121

Page 122: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

all'efficienza». Fin quando non verranno sciolti questi nodi, è difficile immaginare un rilancio delle politiche

attive e, di conseguenza, di «Garanzia giovani», che come spiega Marco Leonardi, consigliere economico

del premier Renzi «dovrà avere uno stretto legame con l'Anpal». Ma è evidente che fin quando non sarà

operativa l'Agenzia, resterà appesa anche la sorte di Youth Guarantee.

IN CIFRE

2,2milioni220.465

30.630

133.962 I contratti di lavoro Le assunzioni stabili che beneficiano del bonus occupazionale sono il 13,9% La

platea potenziale I Neet (giovani che non lavoranoe non sono in formazione) destinatari del programma

Garanzia giovani Gli stage I tirocini con il 60,7% rappresentano la fetta maggiore delle misure offerte I

giovani coinvolti Quellia cui in due annisecondo il dato Isfol al4 marzo scorso­è stata proposta almeno una

misura del programma

13/03/2016Pag. 5

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 122

Page 123: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La riforma. Con il Jobs act si vuole spostare il baricentro dagli ammortizzatori agli aiuti e agli interventi perfacilitare l'inserimento lavorativo Politiche attive contro la disoccupazione Per centrare l'obiettivo istituita l'Anpal che coordinerà i servizi sul territorio Il decreto sullo statutodell'Agenzia nazionale relativo a funzionamento e competenze deve essere approvato in via definitiva Maria Carla De Cesari La riforma costituzionale, una volta superato il referendum, riporterà tra le competenze legislative dello

Stato la disciplina dei servizi al mercato del lavoro.A Costituzione invariata, con il Jobs actè istituita

l'Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro (Anpal); si affida al ministero del Lavoro­ d'intesa con

la Conferenza delle Regioni ­ la definizione delle linee di indirizzo per facilitare l'incrocio tra domandae

offerta di occupazione. Con lo stesso percorso il ministero deve prevederei livelli essenziali delle

prestazioni, validi su tutto il territorio nazionale. Con il decreto legislativo 150/2015 il Governo ha definito le

competenzee le strutture in materia di politiche attive. Sul piano politico l'obiettivo è molto ambizioso:

spostare il baricentro degli aiuti a chi è in cerca di occupazione dagli ammortizzatori al "tutoraggio" per il

reinserimento. Dal punto di vista operativo il percorso per perseguire l'obiettivo politico è molto articolato.

Ecco il quadro. Sulla carta (per ora), dal 1° gennaio, è istituita l'Agenzia nazionale delle politiche attive,

Anpal, che dovrà coordinare la rete dei servizi costituita dalle strutture regionali, in particolare dai "vecchi

centri per l'impiego" delle ex province; dall'Inps; dall'Inail; dalle agenzie per il lavoro privatee dagli altri

soggetti autorizzati all'intermediazione; dagli enti di formazione accreditati; da Italia lavoro; dall'Isfol; dalle

Cdc; dagli ateneie dalle scuole superiori. Le linee di governo Il ministero del Lavoro dovrà determinare le

linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali, previa intesa in Conferenza delle Regioni, e dovrà definire i

livelli essenziali delle prestazioni. In questo modo si pensa di superare il federalismo dei servizi che ­ in

assenza di una regia nazionale, fatta di benchmark, indicatori di risultato, meccanismi di sostituzione per

chi non fa­ ha dato vitaa una mappa caratterizzata da poche realtà efficienti. Linee di indirizzo pluriennali,

obiettivi annuali, livelli essenziali delle prestazioni potranno essere integrati anche da criteri stringenti per il

lavoro dei centri per l'impiego che hanno, di regola, il monopolio della prima fase delle politiche attive: la

convocazione del disoccupato, l'individuazione delle sue competenze e abilità (la profilazione) e la

definizione del patto di servizio, cioè il percorso più adatto per cercare l'inserimento lavorativo. Il ministero

avrà anche poteri di vigilanza sull'Anpale di verifica e controllo sui livelli essenziali delle prestazioni. Infine, il

ministero fornirà le linee per la formazione continua, compresa quella finanziata dai fondi interprofessionali

e individuerà, d'intesa con Regioni e Province autonome, i parametri per l'accreditamento degli enti di

formazione. L'Anpal La nuova Agenzia ­ il decreto sullo statuto relativo a funzionamento e competenze deve

essere ancora approvato in via definitiva ­ sarà guidata da Maurizio Del Conte, professore di diritto del

lavoro alla Bocconi, tra gli "autori" del Jobs act. Come detto, l'Anpal coordinerà la rete delle politiche attive,

svolgerà monitoraggio e valutazione, fornirà gli standard di servizio peri centri per l'impiego, determinerà

importo e modalità di fruizione dell'assegno di ricollocazione e «altre forme di coinvolgimento dei privati

accreditati», metterà a punto le metodologie di profilazione per individuare il livello di occupabilità di chiè

senza lavoro. L'Anpal gestirà l'albo degli autorizzati alle attività di somministrazione (decreto legislativo

276/2003) e dovrà istituire l'Albo di quanti saranno accreditati per svolgere compiti e funzioni nelle politiche

attive a livello nazionale e nelle Regioni dove non esiste un sistema di accreditamento. Le autonomie,

infatti, nel rispetto degli indirizzi nazionali, potranno continuarea disciplinare propri sistemi di "abilitazione".

L'Agenzia nazionale coordinerà i programmi, anche europei, per promuovere l'occupabilità, vigilerà sui

fondi interprofessionali, potrà fornire consulenza nell'ambito delle crisi d'impresa. Il sistema informativo su

cui viaggeranno i dati sulle politiche attive, realizzato dall'Anpal, sarà unicoe in una prima fase si

sfrutteranno i "segmenti" di Province, Inpse Isfol. Nel sistema informativo confluiranno le comunicazioni

obbligatorie, il censimento di quanti beneficiano di ammortizzatori sociali e la scheda anagrafica e

13/03/2016Pag. 14

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 123

Page 124: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

professionale dei lavoratori elaborata dall'Anpal. I dati del sistema informativo saranno patrimonio comune

di ministero, Inps, Inail, Isfol, delle Regionie delle Province autonome e dei centri per l'impiego, per i

rispettivi compiti. I servizi regionali In attesa della nuova mappa dei poteri tra Statoe Regionie dopo la

cancellazione delle Province, lo strumento della convenzione re­ golerài rapporti tra livello centralee

autonomie, affidandoa queste ultime funzioni e compiti amministrativi in materia di politiche attive, che

saranno attivati attraverso i centri per l'impiego. In base alle convenzioni, in via transitoria, attivitàe obblighi

per le politiche attive potranno essere affidate ai privati accreditati. I centri per l'impiego dovrebbero

diventare il punto di riferimento dei disoccupati o di quanti potrebbero perdere il lavoro: il decreto 150 parla

di orientamento di basee specialistico, aiuto alla ricerca di un'occupazione, avviamento alla formazione,

promozione di esperienze lavorative per aumentare le competenze, orientamento all'autoimpiego.

Disoccupati Sono considerati disoccupati quanti, privi di lavoro, dichiarano, in forma telematica, la

disponibilità immediataa svolgere un lavoro ea partecipare ad attività di orientamento, formazione eccetera.

I disoccupati potranno bussare ai centri per l'impiego (entro 30 giorni dalla dichiarazione telematica) o

venire da loro contattati nei tempi che saranno definiti dal Lavoro. Si tratta di un punto cruciale perché il

rischio è di perdere di vista da subito chi ha bisogno di (ri)collocazione, anche se in caso di silenzio del

centro per l'impiego sarà possibile accedere, attraverso Anpal, a una procedura di profilazione telematica

per ottenere l'assegno di ricollocazione. La mancata presentazione all'appuntamento fisato dall'ufficio,

senza giustificazione, potrà costare fino alla decadenza dalla prestazione di sostegno al reddito. La

convocazione o il contatto saranno finalizzati a definire un patto di servizio personalizzato per essere aiutati

a trovare un nuovo lavoro. Nel patto figura anche l'impegno del lavoratore ad accettare un'offerta congrua,

secondo i parametri definiti dal ministero su proposta Anpal. I titolari di disoccupazione (Naspi e Discoll)

sono in automatico considerati disponibili a una nuova occupazione (per loro dovrebbero valere tempi più

stretti di presentazione e convocazione). Stesso meccanismo anche peri lavoratori destinatari di contratti di

solidarietà o di integrazione salariale per una durata superiore al 50% dell'orario di lavoro. Assegno di

ricollocazione Solo a chi percepisce l'indennità di disoccupazione per un periodo superiore ai quattro mesi

sarà riconosciuto, su richiesta, un assegno di ricollocazione. Si tratta di un buono, della durata di sei mesi

prorogabile se non è stato speso tutto l'importo, da utilizzare per la ricerca di un lavoro "congruo".

Il dizionarioOBBLIGHI E SANZIONIASSISTENZA INTENSIVAI PRIMI PASSI Patto di servizio personalizzato Accordo del disoccupato con l'operatore del centro per

l'impiego, con cui assume gli impegni di non mancare alle convocazioni dei Cpi, di partecipare alle iniziative

proposte e di accettare offerte di lavoro congrue. Nel caso di beneficiari di forme di sostegno al reddito, il

mancato rispetto degli adempimenti previsti determina l'applicazione dei meccanismi di condizionalità

Offerta di lavoro congrua Offerta che il beneficiario di misure di politica attiva è tenuto ad accettare per

evitare la decadenza dalla prestazione di sostegno al reddito, o dallo stato di disoccupazione nel caso di

Asdi. In assenza del Dm che dovrà definire il concetto di congruità dell'offerta, continua ad applicarsi la

legge 92/2012 Condizionalità Previsioni normative che promuovono l'attivazione di chi cerca lavoro o del

beneficiario di ammortizzatori sociali e ne sanzionano l'ingiustificata indisponibilità ad accettare un nuovo

impiego o a partecipare a programmi di formazione e di inserimento lavorativo Sanzioni della condizionalità

Vengono applicate a chi non rispetta gli obblighi di rendersi parte attiva del percorso di collocazione o

ricollocazione professionale. Le sanzioni prevedono la progressiva decurtazione della Naspi, dell'Asdi o

della Dis­Col fino alla loro revoca e la decadenza dallo stato di disoccupazione. Chi perde lo stato di

disoccupazione non può riscriversi al portale nazionale per l'accesso alle politiche attive prima di due mesi

Assegno di ricollocazione Misura di politica attiva destinata ai percettori di Naspi, disoccupati da oltre 4

mesi, che ne facciano richiesta entro due mesi dalla erogazione. Consiste in un servizio di assistenza

13/03/2016Pag. 14

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 124

Page 125: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

intensiva alla ricollocazione che può essere fruito anche presso gli operatori privati accreditati. In questo

caso, i privati sono tenuti a comunicarlo ai centri per l'impiego e sono obbligati a segnalare tutti i casi di

applicazione delle condizionalità. A loro volta i centri per l'impiego sono tenuti a comunicare all'Istituto

nazionale di previdenza sociale e all'Agenzia nazionale per le politiche attive per il lavoro l'applicazione

delle sanzioni nei casi previsti per la condizionalità

Nel transitorio le convenzioni regolano i rapporti tra livello centrale e autonomieFoto: ILLUSTRAZIONE DI UMBERTO GRATI

13/03/2016Pag. 14

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 125

Page 126: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Sponda italiana al Qe3 per rafforzare l'economia reale Piano del Governo, sgravi per sostenere l'acquisto dei bond emessi dallePmi Colombo Il Governo italiano ha allo studio misure per rafforzare l'afflusso di finanziamenti non bancari alle piccolee

medie imprese. La misura principale cui stanno lavorando il ministero dell'Eco­ nomia, Bankitalia e il Mise,

prevede sgravi fiscali per i risparmiatori che investiranno nella crescita delle Pmi, in particolare quelle con

ricavi compresi 50 e 250 milioni. u pagina 5 Il governo italiano rilancia dopo il Qe3 di Draghi. Se la Bce

scommette su operazioni mirate di rifinanziamento di durata quadriennale (Tltro) per le banche che faranno

più crediti all'economia e sugli acquisti diretti di bond aziendali con un rating investment grade, l'esecutivo

italiano punta a rafforzare i finanziamenti non bancari a favore delle piccole e medie imprese. La misura

principale cui stanno lavorando i tecnici del ministero dell'Economia insieme con Bankitalia e il ministero

dello Sviluppo economico prevede sgravi fiscali a favore del risparmio retail che si orienti verso forme di

investimento per la crescita delle Pmi, in particolare quelle che si collocano in un target compreso tra i 50 e

i 250 milioni di ricavi. La detassazione sarebbe garantita per piani individuali di risparmio (Pir) gestiti dai

non numerosi fondi di investimento attivi in questo comparto e che, con l'iniziativa, potrebbero crescere. Si

tratta di un mercato del credito non bancario che potrebbe trovare più spazio dopo le ultime decisioni di

politica monetaria della Bce. Oltre a un effetto di stabilizzazione dei mercati finanziari atteso dopo il nuovo

taglio dei tassi, gli acquisti diretti di bond di aziende e i nuovi maxiprestiti mirati con il Tltro­2 sembrano

destinati ad allargare di molto lo spazio al piano del Governo per le imprese. «In un momento in cui i

rendimenti bancari sono molto bassi, c'è la naturale ricerca del rendimento più alto. Non vogliamo che i

risparmi vadano a finire solo in fondi internazionali che investono nelle Borse di Shanghai o di Hong Kong,

ma anche nella nostra economia reale» ha spiegato ieri Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del

ministro Pier Carlo Padoan. Ieri le stime Istat sulla produzione industriale di gennaio (+1,9% sul mese;

+3,9% il tendenziale) hanno dato una prima significativa conferma dell'efficacia degli ultimi strumenti di

«finanza per la crescita» messi in campo con la legge di Stabilità 2016. Dietro l'aumento del comparto dei

beni strumentali (+9,5% il dato corretto per il calendario visto che i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 20

di gennaio 2015) i tecnici leggono un «effetto superammortamento», vale a dire l'extra­deduzione del 40%

sui beni produttivi acquistati a partire dal 15 ottobre 2015 e valida ancora per tutto il 2016. Con il varo del

nuovo piano il Governo intende presentare una verifica di impatto sull'insieme degli strumenti attivati

nell'ultimo anno e mezzo con il programma «finanza per la crescita»: dai superammortamenti in piena fase

di decollo, appunto, alle diverse forme di liberalizzazione del credito a soggetti non bancari, gli investimenti

in innovazione o il patent box. Per non parlare delle emissioni dei mini­bond, che secondo gli ultimi

rilevamenti dell'osservatorio del Politecnico di Milano avrebbero raggiunto il volume complessivo di 7,9

miliardi con 179 operazioni. Mentre Aifi (si veda Il Sole­24 Ore del 3 marzo) ha indicato un target di raccolta

di 5,5 miliardi con lo strumento obbligazionario per le Pmi da parte dei 26 fondi attivi in Italia nel private

debt. A partire da maggio, oltretutto, si attende una nuova spinta dalla cosiddetta Sabatini bis che prevede

finanziamenti agevolati per l'acquisto o il leasing di beni strumentali. Le nuove regole, contenute in un

decreto Mise­Mef, ampliano i canali di finanziamento svincolandone la concessione dall'attuale plafond della

Cassa depositi e prestiti: i prestiti erogati dalle banche o dalle società di leasing potranno attingere anche

ad altre provviste. Oltre al canale del risparmio retail agevolato, il piano del Governo punterebbe anche su

un coinvolgimento dei fondi pensione (sono 33 i fondi negoziali e gestiscono un patrimonio di 43 miliardi di

risparmio gestito) in investimenti sull'economia reale nazionale. Il confronto è aperto da diversi mesi ma su

questo fronte alcune freddezze sindacali non fanno sperare in soluzioni a breve. Nonostante i

provvedimenti del Governo in termini di credito d'imposta, infatti, da parte di alcune componenti sindacali

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 126

Page 127: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

c'è la richiesta di garanzie pubbliche per fronteggiare il rischio implicito in questa tipologia d'investimenti:

«Personalmente spiega Michele Tronconi, presidente di Assofondipensione ­ ritengo che sia difficile

ottenere queste garanzie pubbliche, visto che si rischierebbe il veto comunitario sui cosiddetti "aiuti di

Stato". Inoltre, la garanzia statale potrebbe preludere ad un'ingerenza nelle scelte d'investimento dei nostri

fondi. Spero perciò che tutta la questione possa trovare presto una risposta sul terreno tecnico, più che su

quello dei veti di principio». Il rafforzamento del flusso di finanziamenti non bancari per le Pmi, misura

principale del pacchetto «finanza per la crescita 2.0», ha diversi obiettivi strategici: aiutare le piccole

imprese a diventare più grandi, patrimonializzate e capaci di competere sui mercati esteri.

LA PAROLA CHIAVEMini­bond 7 Sono strumenti finanziari che possono emettere le piccole e medie imprese, con il fine di

agevolarne la raccolta di capitali, assistiti da uno "sponsor" e destinati al pubblico degli investitori

professionali. Il Dl 83/2012 ha equiparato il regime fiscale dei prestiti obbligazionari emessi dalle società

quotate a quello delle Pmi a condizione che i mini­bond siano negoziati in mercati regolamentati o in sistemi

multilaterali. Il regime fiscale dei mini­bond permette, tra le altre cose, di dedurre gli interessi passivi con il

meccanismo del Rol e di beneficiare dell'esenzione della ritenuta sugli interessi pagati in favore di

determinati investitori istituzionali o non residenti

Le misure per la crescita delle PmiFINANZA D'IMPRESA

Nuovo impulso ai mini­bond, ampliati i canali del credito Lo strumento dei mini­bond, le obbligazioni anche di

piccolo taglio che possono essere emesse dalle Pmi, è stato rafforzato come canale di finanziamento

alternativo delle imprese a partire dal 2012 ampliando la platea prima riservata alle quotate. Rimossi i limiti

quantitativi civilistici, sono stati introdotti benefici fiscali per emittenti e investitori. Da novembre 2012 le

operazioni sono state 179 per un volume complessivo di 7,9 miliardi. Con il Dl Competitività (91/2014 )

sono stati poi ampliati i canali di accesso al credito: estesa alle compagnie di assicurazione, ai fondi di

credito e alle società di cartolarizzazione la possibilità di erogare direttamente alle imprese ed elimina la

ritenuta d'acconto sui finanziamenti a medio­lungo termine erogati

INNOVAZIONEL'agevolazione del patent box e il credito d'imposta su R&S Previsto dalla legge di Stabilità 2015e poi

disciplinato da un Dm Finanze nel luglio scorso, il patent box introduce per le imprese la possibilità di

optare per un regime fiscale agevolato sui redditi da utilizzo di opere dell'ingegno, brevettie marchi

(esclusione del 50% dall'imponibile). L'opzione, valida per cinque periodi di imposta,è irrevocabilee

rinnovabile. L'obiettivoè quello di rendere il mercato italiano più attrattivo per gli investimenti nazionali ed

esteri. Il costo della misuraè stato stimato in 200 milioni annui. Sugli investimenti incrementali in R&Sè stato

introdotto un credito di imposta al 25% nel quinquennio 2015­2019 finoa un massimo annuale di5 milioni per

ciascuna impresa. Un intervento finanziato con 2,3 miliardi

BENI STRUMENTALIDalla nuova Sabatini ai maxiammortamenti al 140% Nel pacchetto di misure per le imprese inserite nella

Stabilità di quest'anno c'è la possibilità per le imprese di ammortizzare nel 2016 i beni strumentali al 140%

anziché al 100%. Sconto fiscale valido già dagli acquisti effettuati nell'ultimo trimestre del 2015. Un

meccanismo premiante per incentivare gli acquisti da parte delle imprese, leva fondamentale per trainare la

domanda interna. Il bonus affianca le agevolazioni introdotte dalla "nuova Sabatini" sempre per agevolare

gli investimenti in nuovi macchinari e beni strumentali: contributi alle Pmi per coprire parte degli interessi sui

finanziamenti bancari concessi fino al 31 dicembre 2016 tra i 20mila euro e i 2 milioni

CREDITO NON BANCARIOAllo studio sgravi fiscali per chi investe nella crescita delle Pmi Oltre alla messa a punto degli strumenti

esistenti il Governo sta lavorando a un piano per rafforzare i finanziamenti non bancari a favore delle Pmi.

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 127

Page 128: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La misura principale allo studio dei tecnici dell'Economia con Bankitalia e ministero dello Sviluppo prevede

sgravi fiscali a favore del risparmio retail che si orienti verso forme di investimento per la crescita delle Pmi,

in particolare su un target compreso tra i 50 e i 250 milioni di ricavi. La detassazione sarebbe garantita per

piani individuali di risparmio (Pir) gestiti dai non numerosi fondi di investimento attivi in questo comparto e

che con l'iniziativa potrebbero crescere. Si tratta di un mercato del credito non bancario che potrebbe

trovare più spazio dopo le ultime decisioni di politica monetaria della Bce

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 128

Page 129: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Dalle nuove aste Tltro della Bce in arrivo maxi­liquidità per gli istituti di credito italiani Banche, 320 miliardi a tasso zero Luca Davie Marco Ferrando Oltre 300 miliardi di liquidità (potenzialmente) a tassi negativi da erogare sotto forma di crediti a imprese e

famiglie italiane. E una boccata d'ossigeno per i bilanci delle banche, in apnea da quandoi tassi sono sotto

zero, che potrebbe generare utili aggiuntivialmeno in via teorica ­ fino a 5 miliardi nei prossimi quattro anni:

questi i benefici che possono arrivare alle banche dalle nuove aste Tltro lanciate dalla Bce. pagina4 Oltre

300 miliardi di liquidità (potenzialmente) a tassi negativi da erogare sotto forma di crediti a imprese e

famiglie italiane. E una boccata d'ossigeno per i bilanci delle banche, in apnea da quando i tassi sono sotto

zero, che potrebbe materializzarsi in un contributo aggiuntivo sui margini di interesse che­ almeno in via

teorica­ può arrivare fino a 5 miliardi nello spazio dei prossimi quattro anni, cioè la durata del nuovo

programma di iniezioni di liquidità della Bce, secondo quanto stimato dalla società di consulenza

Prometeia. Le Tltro atto secondo sono una delle sorprese uscite l'altroieri dal consiglio della Bce. Un

bazooka dentro al bazooka, di fronte al quale la prima tornata di Tltro lanciata a metà 2014 oggi sembra

assumere le sembianze di una pistola giocattolo: all'epoca, hanno calcolato ieri gli analisti di UniCredit, il

potenziale di liquidità che portavano con sè le aste era di 400 miliardi di euro in tutta l'eurozona, meno di un

quarto dei 1.700 miliardi che invece potranno ora essere assegnati alle banche europee. Come per il primo

ciclo di aste, ogni banca per calcolare il proprio "tiraggio" dovrà prendere come riferimento il totale dei

prestiti in essere ­ al 31 gennaio ­ a imprese e famiglie (al netto dei mutui immobiliari): con le Tltro atto primo

poteva chiedere alla Bce un ammontare pari al 7%, ora invece la quota sale al 30%. E dai 400 miliardi si

passa in questo modoa un potenziale di 1.700. La ripartizione Un mare di liquidità destinato a inondare

anzitutto la Germania (410 miliardi di liquidità richiedibile), seguita da Italia (320), Francia (310) e Spagna

(210). Nella peggiore delle ipotesi, cioè se le banche non trasferiranno i soldi ricevuti da Francoforte

all'economia reale, il tasso d'interesse sarà pari a zero. Per le banche zelanti, invece, ci sarà da

guadagnare: se aumenteranno lo stock degli impieghi di almeno il 2,5% annuo sarà loro riconosciuto un

tasso pari a quello della deposit facility della Bce (attualmente pari a ­0,4% e con scarse probabilità di

ulteriore taglio, secondo quanto detto da Draghi), per incrementi minori i benefici saranno

proporzionalmente inferiori. Gli effetti sulle banche Da questo meccanismo, però, si capiscono le ricadute

sui bilanci degli istituti di credito. Che con un prestito finanziato da tassi negativi potranno guadagnarci due

volte: con gli interessi ottenuti dalla Bcee con lo spread richiesto al cliente. Vale per tutte le banche, ma

soprattutto per quelle dell'Europa meridionale che sono le più esposte sui crediti alla clientela: nona caso,

ieri in Borsa per questi titoli è stata una giornata da incorniciare. Quanto le banche italiane potranno

guadagnare dal bazooka di Draghi dipenderà nei fatti solo dalla domanda di credito che arriverà da famiglie

e imprese. E i conti si potranno fare solo alla fine. Secondo Prometeia, tuttavia, sul tavolo ci sono circa 5

miliardi aggiuntivi di margini di interesse da qua al 2020, pari a circa 1,25 miliardi annui. È questo il "bonus"

che scatterebbe grazie all'applicazione del tasso (negativo per Bce ma positivo per le banche) qualora gli

istituti chiedessero all'asta di giugno l'intero ammontare potenzialmentea loro disposizione (i 320 miliardi

comprensivi dei finanziamenti assorbiti nelle precedenti aste Tltro e opportunamente "sostituiti"), e lo

riversassero a famiglie e imprese superando il tasso di crescita del 2,5% annuo. I benefici delle nuove aste

non si fermano qua. Perchè le nuove Tltro permetteranno di ridurre il costo dell'approvvigionamento. «Le

Tltro consentono di fornire alle banche un ulteriore canale di rac­ colta, in una fase in cui i timori collegati

alla normativa sul bail­in rende più complicato e oneroso il funding tramite obbligazioni», spiega Luca Comi,

analista di Icbpi. E a fronte di una nuova fonte di raccolta, si riduce «ulteriormente l'esigenza di emettere

bond per rimpiazzare quelli in scadenza nei prossimi mesi, proteggendosi così dalla volatilità del mercato»,

spiega Lea Zicchino, responsabile Analisi dei mercatie degli intermediari finanziari di Prometeia. Questo

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 129

Page 130: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

effetto «dovrebbe essere in grado di contrastare l'impatto negativo di tassi più bassi sul conto economico»,

aggiunge la consulente. Senza contare che i tassi negativi comprimono il margine ma possono aiutare le

banche dal punto di vista della qualità del credito. «Con tassi più bassi,e una possibile maggiore attività

economica, si riduce il tasso di decadimento, ovvero la probabilità che la qualità dei crediti possano

deteriorarsi», conclude Zicchino.E con meno crediti che diventano sofferenze, anche la necessità di

accantonare si riduce, con ulteriori benefici sul conto economico. Le ricadute sull'economia Fin qui, la

struttura dell'operazione. Funzionerà a dovere? Molto dipenderà dalla effettiva capacità delle banche di

aumentare i volumi degli impieghi. «Elevare del 2,5% gli stock per poter beneficiare dei tassi negativi non

sarà facile, ma è possibile ­ osserva Loredana Federico, economista di UniCredit ­: servirà che la ripresa, pur

gradualmente, prosegua. In quel caso, le nuove Tltro potranno in effetti innescare un circolo virtuoso». Che

a sua volta non è destinatoa impattare direttamente sulla crescita, ma «potrà garantire che i meccanismi di

trasmissione della liquidità possano funzionare al meglio. E non è poco, considerato che già le prime Tltro

hanno consentito di ridurre gli spread sul costo dei finanziamenti tra i diversi Paesi e tra medie e grandi

imprese». .@marcoferrando77

Operazioni mirate di rifinanziamento. Dati in miliardi di euro LE ASTE TLTRO

Settembre 2014

Le aste, la raccolta e il credito delle banche italiane

8313098741618,31.7181.7091.7081.6871.6851.8531.8431.8231.8381.82660,431,521,73,9 3,362,230,123,15,93,1 0 4 54 29 00 512 29 101 480 62 36 441 56 18 409 12 378 2,7 15,6 1.500 1.000 2.000 2014 2015 1.588

-4,5% 1.575 Italia 1.554 +6,4% 1.562 1.551 Marzo 2015 Giugno 2015 I CONTI DELLE BANCHE Principali

voci di bilancio delle prime tredici banche italiane. Dati in miliardi di euro Raccolta (depositi e obbligazioni)

di cui obbligazioni Totale impieghi settore privato e PA di cui settore privato Gennaio 2014 Dicembre 2014

Margine interesse Giugno 2014 Giugno 2015 Gennaio 2015 Resto area euro Commissioni nette Settembre

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 130

Page 131: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

2015 +52% -3,8% Gennaio 2016 Dicembre 2015 I PRESTITI E LE OBBLIGAZIONI Raccolta e impieghi del

sistema bancario. Dati in miliardi di euro Trading Altri ricavi

Fonti: Banca d'Italia, Abi, Prometeia

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 131

Page 132: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'ANALISI Spinta al credito e alla redditività Fabio Pavesi Quel fiume di denaro gratis concesso, se non addirittura pagato, alle banche dalla Bce non dovrà rimanere

nei forzieri degli istitutio impiegato in comodo trading finanziario, pena la nullità della poderosa manovra di

stimolo per far ripartire il circolo virtuoso di domandae offerta di credito, che latita ancora nell'economia

italiana. pagina 4 Starà ora ai banchieri dimostrare di saper sfruttare al meglio il "regalo" di Francoforte

all'intero sistema bancario soprattutto quello italiano più esposto all'economia reale.I presupposti dei nuovi

finanziamentia tassi zero se non negativi alle banche soddisfano in positivo più esigenze: abbassano

potentemente il costo del funding per gli istituti; evitano alle banche di ricorrere al mercato dei bond per

finanziarsia tassi assai più elevati; garantiscono grandi cuscinetti di liquiditàa rassicurare, se ancora ce ne

fosse bisogno, sulla solidità del sistemae sopratttutto agiscono sulla futura redditività potendo incrementarei

ricavi da margini di interesse delle banche, quei margini che più hanno sofferto dall 'inizio della crisi. Ma

perchè ciò avvenga deve entrare in azione l'altra variabile cheè venutaa mancare in tutti questi annie che

va ripristinata, cioè l'aumento dei volumi di impieghi. Senza una crescita vera degli impieghi, il solo effetto

dello spread dei tassi non permette di veder salire il margine d'interesse delle banchee quindi la loro

redditività.E qui che si gioca la partita del futuro non solo peri conti delle banche ma per il sistema

economico. Il credit crunch in Italia ha visto svanire dal 2012a oggi ben 120 miliardi di impieghi pari al 6%

dell'intero stock dei prestiti bancari.E l'effetto peri bilanci delle bancheè stato di una caduta dei ricavi da

intermediazione di denaro. Per il sistema economico ha voluto dire veder inaridito il flusso di credito, un

circolo vizioso che ha visto crisi del credito avvitarsi con la recessione. Le banche dal canto loro per

giustificare la stretta degli impieghi dicono che manca la domanda, in particolare quella di qualità.E

mostrano il cumulo di sofferenzea riprova che il credito (dato male) nonè rientrato in banca. Le imprese

lamentano che non solo non c'era credito ma costava ancora caro, nonostantei tassi sempre più bassi. Ora

che alle banche il denaro arriva gratis non ci sono più alibia una ripresa dei volumi. Purchè il rischio di

concedere denaroe magari soloa mani capaci di restituirlo sia gestito meglio che in passato.

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 132

Page 133: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL GRANDE CAMBIAMENTO La spinta di Draghi, la miopia dell'Europa Guido Gentili Il boom (in particolare in Italia, trainato dalle banche) dopo la mezza delusione iniziale. Forse i mercati

hanno letto meglio cosa il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, gli ha mandato a dire con

la svolta del 10 marzo, d'impatto analogo, se non superiore, a quella del luglio 2012, quando promise di

fare qualsiasi cosa per salvare l'euro. Ora bisogna battere la deflazione e sostenere una ripresa debole e

fragile e Draghi (tra molto altro) ha annunciato anche che la Bce, in pratica, pagherà le banche per

finanziare le imprese e rilanciare l'economia reale. «Dobbiamo evitare di chiedere troppo alla politica

monetaria», disse nel luglio 2008, quando era ancora Governatore della Banca d'Italia. Un'altra epoca.

Oggi, da kingmaker europeo, la sua avventura nel mondo dei tassi zero e sotto zero si è spinta su terre

inesplorate e controverse, come dimostra la pioggia di critiche arrivata dalla Germania. Un salto comunque

di portata rivoluzionaria che scuote l'albero rinsecchito di un'Europa politica divisa e lenta a decidere. E che

mette i governi, e le classi dirigenti di ogni Paese, di fronte alle loro responsabilità. In una partita del

genere, che si gioca sul campo dell'economia globalizzata, velocità, chiarezza d'intenti e determinazione

sono fattori decisivi. Draghi - all'inizio di febbraio, ospite della Bundesbank - ha messo in fila le forze che

concorrono alla deflazione: prezzo del petrolio e delle materie prime, sviluppo tecnologico, ecommerce. In

sintesi, piaccia o no, la forza del mercato in continua evoluzione che spiazza non solo le sovranità

monetarie ma anche quelle politicostatuali in tutte le sue articolazioni. E che impatta, attraversando imprese

e famiglie, sulle persone. Ora con effetti ben attesi (più trasparenza, più concorrenza e prezzi più bassi) ora

con la fine parallela di innumerevoli lavori e mestieri, erodendo sicurezze e generando incertezze. Il

mercato arriva comunque prima, politici, legislatori e regolatori rincorrono. Continua u pagina 16 Il sistema

che si è andato costruendo attorno all'economia della condivisione (la sharing economy) è un esempio

chiaro di come certi processi avanzano travolgendo con i loro imprevedibili modelli di business schemie

prassi consolidate. Parliamo di aziende giovanio giovanissime - gestite da un'organizzazione o da

un'impresa- che grazie all'innovazione tecnologica consentono su base volontariae su piattaforme di

scambio modello "persona a persona" ( peer to peer) di far coincidere domanda e offerta dei consumatori

per i più disparati servizi mediante il pagamento di una tariffa o la messa a disposizione di propri beni o altri

servizi professionali. Il mercato dell'auto, con Uber e la rivolta dei taxisti, è il caso più conosciuto dello

sviluppo della sharing economy, che è sbagliato considerare come un giocherello da quattro soldi per

giovani intraprendenti. AirBnb, impresa californiana, è il colosso globale sul mercato dell'ospitalità (l'Italia è

terza nella classifica degli affitti temporanei) e vale circa 25 miliardi di dollari. In un recente rapporto dell'

Istituto Bruno Leoni (IBL) Francesco Del Prato nota che AirBnB impiega un migliaio di lavoratori assunti

direttamente per gestire il proprio servizio in 190 paesi, generando un volume di affari di circa 17 miliardi di

dollari laddove la grande catena alberghiera Hilton impiega 300 mila unità per un giro d'affari che rimane

sotto i 10 miliardi. È evidente che i modelli di business frutto del nuovo e dirompente internet­capitalismo, e

a tutto favore dei consumatori, pongono problemi seri. Il "concorso" alla deflazione è tra questi, e Draghi

prova a sua volta a reagire mettendo sul piatto il rilancio in grande stile dell'economia reale e immaginando

che gli investimenti e la fiducia, grazie ad una manovra che non ha precedenti in Europa e che è moltissimo

di più di una svolta monetaria, possano sostenere una ripresa debolee batterei prezzi zeroo sotto zero. Il

problema è cosa il timoniere della BCE, ora nelle vesti di Grande Supplente, trova accanto al suo famoso

bazooka che ha appena sparato colpi pesantissimi. Il (semi­disperso) piano Junker per gli investimenti al

confrontoè una pistola ad acqua. L'Europaè divisa, decide pocoe spesso male, comunque in ritardo.

Nell'eurozona la battaglia sulla flessibilità di bilancio ha fatto perdere di vista la guerra per la ripresa. I

governi arrancano e temporeggiano con i sondaggi politici sempre alla mano. I Parlamenti nazionali (vedi il

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 133

Page 134: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

caso italiano sulla legge per la concorrenza) frenanoe chiudono porte, più che aprirle. C'è da chiedersi finoa

quando potranno coesistere una Banca centrale ultra innovativa e un'Europa politica che non guarda

avanti. La contraddizione è stridente e non annuncia bel tempo.

Foto: .@guidogentili1

12/03/2016Pag. 1

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 134

Page 135: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il lavoro La riforma/ Il decreto fisserà i criteri per le imprese che saranno anche soggette al controllosull'attuazione Orari, qualità, risparmi così si calcolerà il bonus sugli stipendi di chiproduce di più I contratti aziendali recepiranno i criteri e li tradurranno in obiettivi da raggiungere Quest'anno sarannodistribuiti premi di risultato per tre miliardi VALENTINA CONTE ROMA. Qualità dei prodotti, riduzione degli infortuni, nuovi turni, limitazione degli scarti e dei resi,

incremento di produzione, risparmi nell'utilizzo dei materiali, soddisfazione dei clienti, miglioramento dei

processi. Questi alcuni dei criteri di misurazione della produttività incentivata fiscalmente che il governo

valuta di inserire nel decreto interministeriale ormai quasi pronto. Il testo messo a punto dal ministero del

Lavoro - di pochi articoli, cinque o sei - è all'esame tecnico del ministero dell'Economia e dovrebbe essere

approvato la prossima settimana, senza bisogno di passare dal Consiglio dei ministri, con un lieve ritardo

rispetto al 29 febbraio, data limite indicata nella legge di Stabilità.

I criteri sono cruciali per far partire la detassazione al 10% dei premi di risultato per la quale è a

disposizione un miliardo e mezzo nel triennio 2016-18, anche se nel decreto verranno elencati solo da un

punto di vista qualitativo, alla stregua di parametri. Saranno poi i singoli contratti aziendali a declinarli in

termini di cifre e percentuali, a tradurli cioè in obiettivi quantitativi misurabili.

L'elenco non è esaustivo, spiegano da Palazzo Chigi. Riprende alcuni dei criteri più popolari, già utilizzati

in via sperimentale da alcune imprese, descrivendoli in modo ampio e generico. Ed è contenuto in un

allegato al decreto, una scheda che serve anche ad illustrare il meccanismo di monitoraggio, una novità

assoluta con la quale il ministero del Lavoro conta di vigilare sull'applicazione delle norme. L'azienda dovrà

in pratica compilare un veloce questionario online - con dieci spunte da mettere - nel momento in cui invia,

come oggi, il pdf con il contratto alla direzione territoriale del lavoro. Dovrà cioè dire se ha attivato la

partecipazione dei lavoratori, se adotta misure di welfare, se ha incentivato la produttività e quali criteri ha

usato.

Il governo stima un incremento del 4% rispetto al 2013 (ultimo anno in cui era in vigore) dei lavoratori che

beneficeranno del salario di produttività tassato al 10%, anziché con le aliquote Irpef (in media il 27%). Per

un totale di 3 miliardi di somme agevolate nel 2016. Inclusi nello sgravio i redditi sino a 50 mila euro lordi

per un massimo di 2 mila euro extra di beneficio, 2.500 euro se i dipendenti sono coinvolti

nell'organizzazione del lavoro.

Completamente detassato invece il pacchetto welfare (alternativa al premio in denaro): voucher da

spendere per asili nido, assistenza a disabili e anziani, centri estivi e invernali, borse di studio, mensa.

Nel decreto vi sarà poi anche un richiamo puntuale al contratto collettivo, così come auspicato dai

sindacati che ne hanno fatto esplicita richiesta al governo in un recente incontro a Palazzo Chigi. «La

detassazione del salario legato alla produttività è la strada giusta, ma sospendiamo il giudizio sino alla

lettura dei testi», commenta Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil. «Fino a che non vediamo il testo

non possiamo pronunciarci», conferma pure Franco Martini, segreteria confederale Cgil. «Siamo troppo

bruciati dalla vicenda appalti, con le norme votate dal Parlamento poi stravolte a Palazzo Chigi. Ma qui ci

aspettiamo che il governo mantenga la parola e che dunque la detassazione sia agganciata alla

contrattazione di secondo livello e non avvenga attraverso procedure unilaterali delle imprese.

Poi attendiamo un segnale pure sui voucher in generale, perché ci sia più vigilanza. E su quelli legati al

welfare perché non si trasformino in alternativa al salario nominale». Anche Gigi Petteni, segreteria

confederale Cisl, chiede che «la fiscalità di vantaggio sia legata alla contrattazione, non ad iniziative

unilaterali e sporadiche delle aziende». Senza sinergie con i sindacati «c'è il rischio di dare premialità ai

lavoratori a prescindere dalla contrattazione».

13/03/2016Pag. 4

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 135

Page 136: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

I PUNTI PREMI DI RISULTATO La parte extra di salario legata ad una maggiore produttività sarà tassata

quest'anno al 10% anziché al 27% medio. Misura che vale per i redditi sino a 50 mila euro

PARTECIPAZIONE I lavoratori potranno essere coinvolti dall'azienda nell'organizzazione del lavoro. In

questo caso, il tetto del bonus detassato sale da 2 mila a 2.500 euro annui WELFARE Il premio di risultato

potrà essere incassato dal lavoratore in denaro oppure sotto forma di servizi: asili nido, mense, assistenza

ad anziani e disabili, borse di studio

L'ANTICIPAZIONE MENO TASSE IN BUSTA PAGA Ieri Repubblica ha anticipato il decreto che il governo

varerà nei prossimi giorni per detassare i salari e favorire la produttività.

Le norme attuano i principi contenuti nella legge di Stabilità www.lavoro.gov.it www.cgil.it PER SAPERNE

DI PIÙ

Foto: FOTO: ©CORBIS

13/03/2016Pag. 4

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 136

Page 137: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL MERCATO Numeri con una valenza economica e statistica bassa vengono presi troppo seriamente L'inutile polemica sullo "zero virgola" che condiziona i conti pubblici Le scelte su casa, risparmio, futuro dei figli vengono fatte nella totale incertezza Sei anni di manovre hannoavuto scarso impatto sulla spesa pubblica ALESSANDRO PENATI Le discussioni sui decimi di punto del rapporto deficit/Pil, e la rilevanza che viene attribuita a questi numeri

nelle valutazioni di politica economica e dall'opinione pubblica, mi fanno sorridere.

Perché si basano su previsioni di crescita e inflazione con margini di incertezza tali che sarebbero

inaccettabili in tanti altri campi: basta confrontare i dati macroeconomici del passato con le previsioni

dell'epoca per capirlo. Nel caso dei conti pubblici c'è un'ulteriore incertezza poiché bisogna stimare anche

la reazione futura di imprese e famiglie ai cambiamenti di imposte e spesa. Così, la probabilità che nel 2017

il rapporto deficit/Pil si discosti significativamente (per eccesso o per difetto) dallo zero virgola su cui si

accentra il dibattito sulla politica del governo è estremamente elevata. Senza contare che il famoso limite al

deficit del 3% stabilizzerebbe nel tempo il rapporto debito/Pil se la Bce centrasse l'obiettivo del 2% di

inflazione e la crescita media fosse il 3%: anche ammettendo che questa sia stata la vera ragione per

stabilire il limite del 3% nel Trattato, si basa su ipotesi economiche oggi non più valide.

Perché numeri con una valenza statistica ed economica così bassa, vengo presi così seriamente? Perché

sono diventati un mero strumento politico: di pressione sui governi, per Bruxelles; di dibattito, per i partiti; e

di comunicazione all'opinione pubblica, per il governo. Uno strumento efficace, che però impone un costo

enorme al Paese e fa perdere di vista il piano strategico che tutte politiche economiche dovrebbero

perseguire. In un bel articolo sul Financial Times del 9 marzo, John Kay faceva notare come per creare e

sviluppare un'impresa ci voglia una vita; e come le principali decisioni finanziarie personali abbiano un

orizzonte lunghissimo: il risparmio per la vecchiaia, la casa, il futuro dei figli. Eppure vengono prese

nell'incertezza più totale: basti pensare a quante volte negli ultimi 30 anni sono cambiate le imposte

societarie, gli incentivi e tasse sulla casa o il regime previdenziale. La ragione è che oggi le politiche fiscali

si fanno con tanti piccoli e continui cambiamenti, sempre perseguendo un obiettivo di cassa per i successivi

12 mesi: la politica dello "zero virgola". Oltre a imporre l'enorme costo dell'incertezza al Paese, una politica

fiscale, per essere efficace, dovrebbe seguire visione strategica: riforme infrequenti, durature e con effetti

economici rilevanti nel momento in cui sono attuate; cioè l'antitesi delle politiche allo "zero virgola".

Facile obiettare che il vincolo dello "zero virgola" ci è stato imposto per vincolare governi miopi e

scarsamente credibili.

Ma con quali risultati? Prendiamo i conti nazionali 2011-15 appena pubblicati e guardiamo ai valori

nominali, ovvero in euro, facilmente comprensibili perché espressi col metro con cui siamo abituati a

valutare ogni cosa. Sono stati sei anni di drastici cambiamenti politici, crisi, manovre lacrime e sangue,

riforme radicali? La spesa dell'amministrazione pubblica per stipendi e acquisti di beni e servizi è scesa nei

sei anni di appena 3 miliardi: meno dell'1% dei 317 mila spesi nel 2011. Ma neutralizzati da un aumento di

3 miliardi delle uscite in conto capitale (l'aumento dei trasferimenti ha più che compensato la riduzione degli

investimenti pubblici).

Spending review, lotta agli sprechi? Zero assoluto. E la macelleria sociale? Le prestazioni sociali sono

continuate ad aumentare, complessivamente di 28,5 miliardi; esattamente quanto l'aumento delle imposte

(escluso i contributi sociali praticamente costanti): abbiamo dunque continuato ad aumentare le tasse

esclusivamente per finanziare la crescita dei trasferimenti sociali. Sei anni di manovre e riforme sono

riuscite a ridurre l'indebitamento pubblico di meno dello 0,85% del reddito nazionale del 2011; ma più della

metà grazie a minori interessi sui titoli di stato.

13/03/2016Pag. 24

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 137

Page 138: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Nel frattempo il reddito totale prodotto e consumato in Italia nel 2015, 1.636 miliardi, è rimasto pressoché

identico a quello del 2011.

Incidentalmente, una tragedia per i futuri pensionati: col sistema contributivo i loro versamenti sono

capitalizzati al tasso di crescita del Pil nominale, ovvero zero virgola zero.

Battaglie politiche, riforme, manovre fiscali e cambi di governo.

Ma noi siamo sempre allo stesso punto. E lo Stato ha continuato a incassare sempre più con la mano

destra (le tasse) quello che distribuiva con la sinistra (le prestazioni). Sei anni buttati. Questa la realtà dei

dati.

13/03/2016Pag. 24

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 138

Page 139: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Cantone richiama Adr sugli appalti "Più trasparenza" Il presidente dell'Anticorruzione: criteri privatistici nell'assegnare i negozi La risposta: non sono concessionidemaniali e non c'è potere di controllo dell'Autorità I PUNTELLI DI CANTONE Il presidente dell'AuthorityAnticorruzione ragiona così: in base al codice LIANA MILELLA ROMA. Cantone versus Palenzona. Il presidente della società Aeroporti di Roma, tra la posta, nelle ultime

48 ore ha ricevuto un plico spedito dall'Authority Anticorruzione destinato a guastargli il weekend. Perché

Raffaele Cantone, in un dossierino di una ventina di pagine, fa le pulci a Fabrizio Palenzona e alla gestione

degli appalti per i servizi commerciali degli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino. Affidati con criteri del tutto

privatistici, quindi ignorando «l'obbligo di osservanza delle procedure ad evidenza pubblica». Per

intenderci, Areoporti di Roma (Adr), quando sceglie a chi dare in gestione negozi, ristoranti e bar, sceglie

chi gli pare. E teorizza di poterlo fare. Cantone la pensa all'opposto, ritiene che le regole della trasparenza

debbano essere rispettate anche da Adr. Il plico di Cantone è destinato anche al presidente dell'Enac Vito

Riggio e al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, nonché all'associazione Fuori Pista.

UN PO' DI CONTI Per renderci conto del business ecco le cifre. Adr ha versato nel 2014 all'Enac, che gli

ha affidato in gestione i due aeroporti, 31,464 milioni di euro. Lo stesso anno Adr, come si può leggere nella

relazione finanziaria del 2014, ha dichiarato 726,039 milioni per la gestione, di cui 519,980 da attività

connesse alla navigazione aerea e 206.059 per quelle frutto delle concessioni commerciali e immobiliari,

dei parcheggi e della pubblicità.

LE CONTESTAZIONI Il 26 giugno 2015 è l'associazione Fuori Pista a scrivere all'Anac per contestare la

concessione ad Adr e la proroga di 35 anni. Ma pure due parlamentari, Michele Anzaldi e Lorenza

Bonaccorsi del Pd, chiedono che si faccia maggiore chiarezza sulla natura giuridica della concessione ad

Adr e pure sui rapporti con i sub concessionari.

ADR SI DIFENDE Neppure un mese dopo, Adr si fa sentire. Nessuna violazione, secondo Palenzona, per

via della «natura interamente privatistica delle subconcessioni», che non sarebbero neppure configurabili

come vere e proprie concessioni demaniali, il che farebbe cadere qualsiasi potere di controllodello stesso

Cantone. In ogni caso, il presidente di Aeroporti garantisce che gli affidamenti delle attività commerciali

avverrebbero «nel più ampio rispetto dei principi di concorrenza, non discriminazione, parità di

trattamento». Cantone invece ritiene esista l'obbligo di osservare le procedure ad evidenza pubblica per gli

affidamenti delle subconcessioni.

della navigazione, i beni del demanio aeronautico sono assegnati all'Enac in uso gratuito. Tra di essi non

rientrano solo le infrastrutture destinate ai voli, ma anche le aree e i locali utilizzati per attività diverse. Voli e

servizi a terra sono attività di pubblico interesse, tant'è che l'Enac mantiene poteri pubblicistici e quando

sottoscrive la concessione con Adr chiede che siano rispettati «precisi obblighi in materia di safety and

security». Scrive Enac: «Le subconcessioni in favore di operatori esercenti attività non aeronautiche sono

effettuate sulla base delle strategie e politiche commerciali della concessionaria, nel rispetto nelle norme

vigenti». In particolare, «nell'affidamento delle subconcessioni la concessionaria dovrà assicurarsi il rispetto

della concorrenza e della non discriminazione». Adr ribatte con una sentenza del Consiglio di Stato (25

maggio 2015) che all'opposto insiste sul rapporto di natura privata. Ma Cantone sposa la tesi opposta, per

cui «la subconcessione di aree all'interno dell'aeroporto è espressione del potere pubblicistico veicolato

dalla concessione che ne è il necessario precedente».

BENI E GARE PUBBLICHE Nella comunicazione di Cantone a Palenzona merita una sottolineatura il

seguente passaggio: «L'obbligo di attivare la procedura ad evidenza pubblica in caso di concessione di

beni pubblici, pena l'introduzione di una barriera all'ingresso al mercato e la lesione dei principi di parità di

trattamento, di non discriminazione, di trasparenza vale anche per l'affidamento delle concessioni di locali

13/03/2016Pag. 24

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 139

Page 140: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

per lo svolgimento di attività commerciali». Invece Adr si comporta in tutt'altro modo. Negli avvisi inviati ai

concorrenti per una gara mancano i riferimenti «all'offerta tecnica ed economica, nonché ai criteri di

valutazione delle offerte e si omettono riferimento all'offerta tecnica ed economica, nulla si precisa sui criteri

di valutazione, quindi i soli soggetti selezionati ricevono una lettera per presentarsi». Tutto ciò lascia

«amplissimi margini di discrezionalità, sia nella scelta dei soggetti, sia in quella dei criteri selettivi».

RISTORANTI E LEGAMI Anac prende atto che, nel settore dei bar e ristoranti, «tre importanti società si

sono aggiudicate gli appalti».

Una di queste fa parte dello stesso gruppo che gestisce Fiumicino e Ciampino.

Basta questo all'Anticorruzione per chiedere ad Adr che entro 30 giorni chiarisca la situazione.

I NUMERI35 LA PROROGA Le verifiche sulle procedure di Adr cominciano dopo la proroga di 35 anni della

concessione ricevuta dallo Stato

206 mln IL BUSINESS A fronte di un canone di 31,5 milioni di euro pagato a Enac, Adr ha incassato 726

milioni di cui 206 dagli esercizi commerciali

2005 PUBBLICO E PRIVATO Anac ribalta la tesi del Consiglio di Stato del 2005 e sostiene che le gare Adr

devono rispettare le norme sui beni pubblici

L'ANTICIPAZIONEFoto: RISTORANTI E NEGOZI L'Autorità nazionale anticorruzione ha inviato una lettera ai vertici della

società concessionaria degli Aeroporti di Roma, rilevando una serie di irregolarità sulle assegnazioni degli

spazi commerciali all'interno delle aerostazioni di Fiumicino e Ciampino FOTO: ©IMAGOECONOMICA

13/03/2016Pag. 24

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 140

Page 141: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Faro Authority sui rincari nelle Tlc Istruttoria di Agcom e Antitrust: sui telefonini aggiunti servizi solo per alzare i canoni ALESSANDRO LONGO ROMA. Tim e Vodafone stanno attivando servizi aggiuntivi ai propri utenti, rincarando il canone, e sono finiti

così nel mirino delle autorità di settore, Antitrust e Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). Secondo

l'associazione dei consumatori Aduc, la questione è grave perché le mosse dei due operatori sarebbero un

escamotage mai tentato prima per aumentare a tappeto i costi telefonici a una grande platea di utenti. Ecco

perché Aduc ha denunciato i casi all'Antitrust e perché anche l'Agcom ha deciso- a quanto risulta a

Repubblica- di aprire una istruttoria in merito.

L'ultima mossa è di Tim, che in questi giorni sta avvisando i propri utenti di una modifica delle condizioni

contrattuali del piano base: a partire dal 10 aprile, c'è un rincaro di 49 centesimi a settimana. In cambio,

l'utente ottiene internet 4G, chiamate e sms illimitati verso un numero Tim. La novità si chiama Tim Prime.

Simile formula per Vodafone Exclusive, di fine 2015. Cioè possibilità di navigare su rete 4G e di usare il

traffico internet dello smartphone anche su pc e tablet, a fronte di un rincaro di 1,9 euro al mese.

Considerata la platea degli utenti Vodafone, sono ricavi extra per alcune decine di milioni di euro al mese.

Tim Prime e Vodafone Exclusive includono anche altri vantaggi accessori, come biglietti gratis al cinema e

assistenza telefonica dedicata. Il punto di Aduc, da cui la denuncia all'Antitrust contro Vodafone e Tim, è

che queste nuove mosse non sono modifiche contrattuali- come gli operatori le indicano nei propri sms di

avviso (Tim: «Cambiano le condizioni economiche del tuo piano base»; Vodafone: «il tuo piano tariffario

includerà Vodafone Exclusive»). Sarebbero bensì servizi aggiuntivi non richiesti, ossia illeciti per la nostra

normativa (che darebbero diritto all'utente anche a un indennizzo).

La questione è sottile: se diventa possibile, in qualsiasi momento, modificare il contratto con piccole

aggiunte ed extra da pagare, lo stesso concetto di "servizio aggiuntivo non richiesto" diventerebbe fumoso.

E agli utenti non resterebbe che accettare il rincaro o cambiare operatore. In alternativa, Tim e Vodafone

consentono all'utente di contattarli per disdire il servizio addizionale. Il rischio di fondo, temuto dai

consumatori, è che Tim e Vodafone facciano scuola e con il 4G tutte le tariffe subiscano un rincaro

generalizzato, a forza di "modifiche contrattuali" così applicate. Un primo altolà potrebbe arrivare a giorni

dall'Antitrust, che sta per emettere la sentenza sul caso Vodafone; poi, sarà la volta di Agcom.Intanto, da

Vodafone ritengono « di aver operato con trasparenza e flessibilità verso i propri clienti, a cui ha garantito il

diritto di recesso e la possibilità di mantenere le precedenti condizioni di offerta a fronte per altro dei grandi

progressi fatti dalla rete 4G negli ultimi mesi». Tim nota che, anche se il rincaro scatta in automatico, «i

vantaggi di Prime sono attivabili solo su esplicita richiesta dell'utente. Non c'è quindi una correlazione

diretta tra le modifiche tariffarie comunicate e i nuovi servizi dedicati. Questa è una differenza rispetto a

Vodafone».

Foto: Le associazioni dei consumatori denunciano gli aumenti tariffari segnalati via Sms

13/03/2016Pag. 25

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 141

Page 142: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il piano Meno tasse in busta paga per chi produce di più voucher per gli asilinido A giorni un decreto ridurrà al 10% l'imposta sui premi Guadagni fino a 700 euro. Industria, boom a gennaioSimulazioni della Cgia sui guadagni. "Una misura salutare per la crescita" ROBERTO MANIA ROMA. Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare la prossima settimana il decreto per la detassazione del

salario collegato alla produttività. È il decreto attuativo della norma prevista dall'ultima legge di Stabilità che

stabilisce una tassazione agevolata al 10% dei cosiddetti premi di risultato. Totalmente esenti dalla

tassazione - e questa è una novità - saranno i voucher che il lavoratore riceverà, in alternativa al premio

retributivo, per servizi di welfare, dalla retta per l'asilo al pagamento della baby sitter. Il lavoratore potrà

destinare il premio anche alla previdenza integrativa o alla sanità complementare. Per quest'anno sono

stati stanziati 483 milioni di euro, 520 per il 2017 e anche per il 2018.

PIANO PRODUTTIVITA' Il decreto non fa parte in senso stretto del "pacchetto produttività" che il governo

sta studiando ma ne è politicamente collegato e rappresenta la prima mossa in quella direzione.

Senza una ripresa della produttività sarà difficile che l'economia italiana possa raggiungere tassi di crescita

vicini almeno a quelli delle media Ue. La produttività italiana, infatti, è sostanzialmente ferma da circa

vent'anni. Secondo i dati dell'Ocse, ripresi in uno studio di Bankitalia, tra il 1998 e il 2011 la produttività del

lavoro (il prodotto per ora lavorata) è cresciuta nel nostro paese del 3,6%, contro il 17% in Francia e in

Germania, e di oltre il 20% in Giappone, Usa e Gran Bretagna. Questo è il nostro vero gap competitivo

legato in buona parte, ma non solo, alla struttura dimensionale delle imprese (ben oltre il 90% di quelle che

aderiscono alla Confindustria sono piccole, cioè con meno di 15 dipendenti). Piccole imprese che non

hanno le risorse necessarie per investire in innovazione tecnologia ma anche nella formazione del capitale

umano. Non è irrilevante, per comprendere la profondità delle difficoltà italiane, tener presente che nella

recessione gli investimenti sono crollati del 30%.

Dunque rilanciare la produttività per provare a dare un po' di solidità ai segnali di ripresa che, per quanto in

chiaroscuro, comunque ci sono. Ieri sono arrivati dall'Istat quelli sulla produzione industriale: +1,9% a

gennaio rispetto a dicembre; +3,9% annuo (il risultato migliore da agosto 2011).

I PREMI Il governo agirà su diversi tasti, da quello fiscale a quello della liberalizzazioni di alcuni mercati.

Intanto punta sulla contrattazione ripristinando, con alcune novità, le agevolazioni fiscali (non c'erano nella

penultima legge di Stabilità) per i premi aziendali o territoriali legati al raggiungimento di obiettivi di

produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.

Azienda e sindacati fisseranno, nella contrattazione aziendale o territoriale, gli obiettivi da raggiungere. Se

si otterranno scatterà il premio fino a un massimo di 2.000 euro l'anno, tassati al 10% e non secondo le

aliquote Irpef che crescono con l'aumento del reddito imponibile. Il premio detassato potrà salire a 2.500

nelle imprese che sottoscriveranno accordi con i sindacati con il coinvolgimento dei lavoratori

nell'organizzazione del lavoro. Primi germogli di partecipazione. La platea dei lavoratori interessati è stata

estesa fino a coloro che hanno un reddito lordo annuo di 50 mila euro (prima era fino a 25 mila), in

sostanza riguarderà anche i quadri. Per Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre, «il

ritorno alla detassazione al 10% dei salari di produttività è una priorità indispensabile per far crescere i

redditi e la produttività». La Cgia calcola risparmi fiscali che per premi da 2 mila euro vanno da 300 a 700

euro.

IL WELFARE AZIENDALE Il lavoratore potrà scegliere tra il premio in denaro e il voucher (che coinvolgerà

anche le piccole e medie imprese) per ottenere un servizio di welfare aziendale (l'asilo nido o la badante).

12/03/2016Pag. 1.2.3

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 142

Page 143: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

In questo caso la somma sarà totalmente esentasse. L'azienda potrà anche distribuire gli utili come premio

di risultato e anche in questo caso si applicherà il regime fiscale agevolato.

I PUNTI

12

IL 10% SUI PREMI Attualmente se un'azienda ottiene un aumento della produttività, i lavoratori hanno un

premio che viene però tassato con aliquota ordinaria.

D'ora in poi avranno una tassazione ridotta del 10%. La Cgia ha calcolato i guadagni PENSONI E SANITÀ

Questi premi di produttività, commisurati a una serie di risultati obiettivo stabiliti dalle aziende, possono

quindi essere destinati alla previdenza integrativa oppure alla sanità complementare WELFARE

AZIENDALE In alternativa ai premi, i lavoratori potranno optare per i servizi del welfare aziendale, dagli asili

nido per i figli alle badanti per i genitori: in questo caso riceveranno dei voucher che saranno esentati

completamente dalle tasse

Foto: RIPARTONO LE FABBRICHE Cresce dell'1,9% la produzione industriale a gennaio

Foto: FOTO: ©

12/03/2016Pag. 1.2.3

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 143

Page 144: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'INTERVISTA Tommaso Nannicini. Il capo della task force economica di Palazzo Chigi: "Il governo stapreparando un pacchetto produttività, misure fiscali e per il credito" "Giù il costo del lavoro e nuove regole sui contratti così l'Italia puòripartire" FERDINANDO GIUGLIANO ROMA. Tommaso Nannicini, professore della Bocconi, è diventato sottosegretario alla presidenza del

Consiglio in un momento di luci e ombre per l'economia italiana. L'occupazione dà segnali incoraggianti, ma

il prodotto interno lordo aumenta meno che nel resto d'Europa. In un'intervista a Repubblica, Nannicini

lancia un «piano per la produttività» e rivela nuove misure per portare i ricercatori più bravi in Italia.

Nel 2015 l'Italia è cresciuta solo dello 0,8%, nonostante l'euro debole e il prezzo del petrolio basso. Perché

non corriamo come la Spagna? «Il problema della crescita è europeo. Se l'Italia cresce meno di altri è

perché ha problemi strutturali maggiori e perché è stata più colpita dalla crisi.

Quanto alla Spagna, il loro deficit è stato più del doppio di quello italiano, anche perché i conti pubblici

glielo permettevano».

Crede che la ripresa dell'occupazione sia merito del Jobs Act o della congiuntura e degli incentivi alle

assunzioni? «Dai dati emerge una ripresa dei livelli occupazionali e un aumento delle stabilizzazioni.

Il primo risultato lo possiamo spiegare anche col ciclo economico, il secondo no. Il dibattito sul merito

relativo di incentivi e Jobs Act ce lo porteremo per molto tempo. La tendenza dei dati suggerisce che

entrambi hanno avuto un ruolo. Più del 70% dei contratti a tempo indeterminato sono stati attivati dopo

marzo, segno che molti hanno aspettato l'entrata in vigore delle tutele crescenti».

State già pensando nel dettaglio a misure strutturali di decontribuzione che sostituiscano gli incentivi? « Su

alcuni giornali leggo di un "Piano Nannicini", che non c'è. C'è invece un ragionamento su come rendere

meno costoso i contratti a tempo indeterminato, senza avere un impatto sulle pensioni, anzi provando a

migliorarne la sostenibilità. Il salvadanaio del primo "pilastro" renderà solo fino a un certo punto. Bisogna

pensare a come diversificare, spostando il risparmio previdenziale dal primo al secondo "pilastro"».

Il governo intende intervenire per accelerare la riforma della contrattazione? « Una possibilità è mettere

mano, con un intervento di cornice, alle regole della rappresentanza, magari all'interno di un "pacchetto

produttività". È un tema su cui c'è un'istruttoria tecnica e che potrebbe toccare anche la riforma di alcuni

mercati, delle misure fiscali, oltre a interventi per l'accesso al credito e la finanza per la crescita». Da mesi

si parla di una struttura di economisti che lavorerà con lei a Palazzo Chigi. Cosa ne blocca la nascita? « Si

tratta di un nucleo tecnico di sostegno al presidente del Consiglio, per coordinare progetti di suo interesse.

Al momento ci sono passaggi fra strutture, come la Corte dei Conti, necessari ma un po' lenti. Dovremmo

partire non oltre la fine del mese».

Non vede rischi di duplicazione fra il lavoro della sua struttura e di ministeri come quello delle Finanze? «

Noi vogliamo evitare la duplicazione e favorire la comunicazione tra tecnici, per evitare si ostacoli la forte

volontà politica di procedere sul cammino delle riforme. Vogliamo essere dei fluidificanti più che dei

sostituti». Economisti come Roberto Perotti e Carlo Cottarelli non hanno avuto esperienze felici con Matteo

Renzi. Perché il suo destino dovrebbe essere diverso? « Non entro nei dettagli delle esperienze altrui, ma il

ruolo che ricopro è più politico. Fare l'intellettuale e fare politica richiedono approcci diversi. Mi

preoccuperei se ragionassi ora con la mentalità con cui scrivevo articoli in passato: oggi la conoscenza dei

dossier e la consapevolezza delle variabili sono maggiori. Fare politica è anche prendere alcune decisioni

che non condividi».

Lei in passato si è espresso a favore di un ricalcolo di pensioni pagate col metodo retributivo. Condivide la

proposta del presidente dell'Inps? « Il piano di Tito Boeri è un buon contributo con spunti che meritano di

essere approfonditi, quando si riaprirà il dossier.

12/03/2016Pag. 3

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 144

Page 145: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Quanto ho scritto in passato era per aumentare l'equità fra generazioni, anche con interventi simbolici. Il

piano Inps, invece, è una redistribuzione nella stessa generazione. Sono affezionato al messaggio politico

che c'era nella mia provocazione intellettuale, ma in un momento in cui stiamo cercando di rilanciare i

consumi non è il caso di intervenire sulle pensioni». Da ricercatore, lei ha vinto una borsa di studio dello

European research council. Pensa ci siano modi di portare più vincitori di questi concorsi a lavorare in

Italia? « Il problema non è tanto la mobilità dei ricercatori italiani, ma l'assenza di stranieri vincitori di queste

borse che decidono di venire in Italia. Il Piano nazionale di ricerca del ministro dell'Istruzione Stefania

Giannini stanzierà 2,5 miliardi di euro, un cambio di rotta nel cercare di attrarre chi fa ricerca di qualità.

L'Italia aggiungerà contributi ulteriori alle borse Erc, sburocratizzerà le chiamate e darà la possibilità ai

ricercatori di usare i fondi per diminuire il carico di insegnamento. Ci sono paesi che competono per attrarre

le persone con grandi patrimoni. Noi vogliamo competere per attrarre i ricercatori».

www.tesoro.it www.palazzochigi.it PER SAPERNE DI PIÙ

"RELAZIONI INDUSTRIALI

Vogliamo mettere mano, con un intervento generale, alle norme sulla rappresentanza

PENSIONI

"Da Boeri arrivano buoni spunti, ma per rilanciare i consumi non si possono toccare ora le pensioni

Foto: ECONOMISTA Tommaso Nannicini è sottosegretario alla presidenza del Consiglio

12/03/2016Pag. 3

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 145

Page 146: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Alle Generali inizia la gestione Donnet-Minali Il francese sarà nominato capoazienda ma al dg verranno date deleghe forti VITTORIA PULEDDA MILANO. Dopo giorni di voci sempre più intense, ieri il Comitato nomine di Generali ha confermato tutte le

indiscrezioni.

Quindi, al prossimo cda del Leone di Trieste verranno indicati Philippe Donnet nella veste di

amministratore delegato e Alberto Minali come direttore generale. La decisione - seppur senza una

comunicazione ufficiale - è stata presa dopo un'ora e mezza di riunione del Comitato, composto da

Gabriele Galateri (attuale presidente della compagnia e capo-azienda ad interim, dopo le dimissioni di

Mario Greco) dal vice presidente Francesco Gaetano Caltagirone e da Lorenzo Pellicioli (questi ultimi due

azionisti della compagnia: il gruppo De Agostini con una quota sotto il 2%, Caltagirone appena sopra, al

2,6%). Si torna quindi, come assetto, all'epoca precedente a quella di Greco, che invece aveva sommato la

carica di amministratore delegato e di direttore generale. Per questo qualcuno ora parla di una gestione

"duale": i prossimi giorni diranno se la soluzione individuata soddisferà Minali, che fino a qualche tempo fa

era stato dato in corsa per il posto di ad, al pari di Donnet. Sembra che all'attuale cfo verranno date

deleghe "pesanti" (alla finanza, mentre non cambia il direttore investimenti, l'indiano Nikhil Srinivasan, che

continerà a riportare all'amministratore delegato). Ma per conoscere l'assetto definitivo bisognerà aspettare

il consiglio di amministrazione del 17 marzo, che assegnerà le deleghe oltre ad approvare i conti 2015. Un

paio di settimane dopo, il primo aprile, dovranno essere invece presentate le liste per il rinnovo del

consiglio.

Verso la fine della prossima settimana, o forse in quella successiva, si riunirà il Comitato nomine del

principale azionista di Generali, Mediobanca (con il 13,46%). A quanto sembra però nella lista di

maggioranza, che indica 10 consiglieri su 11, non ci saranno grandi sorprese, compresa la riconferma del

presidente, Galateri. Almeno un avvicendamento, probabilmente non nella componente femminile - per

mantenere la differenza dei generi - potrebbe rendersi necessario nel caso in cui Minali entrasse in

consiglio.

Tuttavia al momento fonti vicine al dossier escludono questa possibilità; nemmeno Raffaele Agrusti a suo

tempo faceva parte del cda.

Donnet aveva preso il posto di Agrusti nel 2013, quando Greco gli aveva affidato la guida di Generali Italia,

la compagnia che ha unificato tutte le società del Leone di Trieste nel nostro paese, esclusa Alleanza;

probabilmente una delle decisioni più incisive prese da Greco, insieme al fitto piano di dismissioni portato

avanti durante il suo mandato. Donnet era stato chiamato da Axa ed è stato spesso appaiato a Bollorè, per

la sua presenza nel cda di Vivendi, dove però il manager Generali siede da ben prima dell'attuale patron

del gruppo.

Anche Minali è stato voluto da Greco, che lo aveva ben conosciuto ai tempi di Ras-Allianz (anche lì si

occupava di finanza) e poi in Eurizon, anche se la carriera del manager era cominciata proprio in Generali,

nel 1991.

FOTO: ©AGF

LE TAPPE L'ADDIO DI GRECO A gennaio Mario Greco si dichiara "indisponibile" a un nuovo mandato

come ad di Generali.

Da maggio ricoprirà lo stesso ruolo nella società svizzera Zurich SOLUZIONE INTERNA Parte subito la

ricerca del successore.

Ieri il comitato nomine ha indicato al cda il nome di Philippe Donnet, numero uno di Generali Italia LA

NOMINA L'ultima parola spetta al consiglio di amministrazione in agenda giovedì prossimo, 17 marzo, ma i

12/03/2016Pag. 26

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 146

Page 147: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

giochi sembrano sostanzialmente chiusi

Foto: IL LEONE

Foto: Il simbolo delle Assicurazioni Generali.

Qui sopra Philippe Donnet, designato per il ruolo di ad della società

12/03/2016Pag. 26

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 147

Page 148: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

INTERVISTA villaggio globale Hachigo "La mia Honda balla da sola e punta tutto sull'hi-tech"* Francesco Paternò A pagina 12 Ginevra Takahiro Hachigo, ingegnere, 56 anni, due figli, numero uno della Honda dal giugno

del 2015, si potrebbe attribuire solo l'impeccabilità di Hercule Poirot, il celebre investigatore belga

protagonista dei romanzi di Agatha Christie, di cui Hachigo si dichiara cultore, «ho tutte le 66 opere». Il top

manager non ha baffi e non assomiglia fisicamente per nulla a Poirot, ma oltre a un abbigliamento perfetto

come il detective, per gestire e cambiare - come sostiene di voler fare un colosso come la Honda deve

avere per amore o per forza qualità simili: fiuto, logica, ragionamento implacabile. La sua promozione è

arrivata dopo le dimissioni a sorpresa del suo predecessore, Takanobu Ito, presidente per sei anni fattosi

da parte dopo lo scandalo degli airbag difettosi prodotti da Takata, montati anche sulle Honda destinate al

mercato nordamericane e non richiamate tempestivamente dal costruttore, al punto da meritarsi una maxi

multa dalle autorità americane di 70 milioni di dollari. Preso il volante di un impero fatto di motori, auto,

moto, jet, formula 1, sistemi personali di aiuto alla mobilità come il Walking Assist Device in vendita in

Giappone da gennaio, Hachigo si è dato una missione con linee guida radicali: riorganizzazione delle sei

aree operative con più prodotti su base globale, elettrificazione con baricentro sull'ibrido plug in (che si

ricarica con la corrente elettrica), processi di guida autonoma e sviluppo dell'intelligenza artificiale su cui il

gruppo è stato pioniere. Problemi da affrontare non mancano: nei primi nove mesi dell'anno fiscale, il

profitto operativo è sceso del 3%, fra il prossimo 1 aprile e giugno è già stato pianificato il cambiamento di

gran parte dei direttori sul campo. Una rivoluzione non di velluto. Hachigo si presenta nella sua prima

intervista ai media italiani raccontandoci che, oltre ad Agatha Christie - molto popolare in Giappone grazie

anche a una fortunata serie televisiva di 39 episodi a cartoni animati trasmessa una decina di anni fa - le

sue passioni sono guidare la moto nei fine settimana, «una Honda VT 250 bianca, mi rilassa» e

collezionare «miniature di auto, anche europee». La sua macchina preferita è una inglesissima MG Midget,

anche se si affretta ad aggiungere la più casalinga e cattiva Honda Civic Type R. Non è mai venuto in Italia,

nonostante sia un giramondo: in Honda dal 1982, ha ricoperto varie cariche in Giappone, in America, in

Europa e in Cina. Honda sta sviluppando l'auto a guida autonoma. La vedremo nel 2020, come quelle

promesse da alcuni concorrenti? «E' una tecnologia spesso discussa, ultimamente. Per il momento stiamo

sviluppando sistemi che permettano di avere zero incidenti, ma essenzialmente lavoriamo per associare

piacere di guida alla mobilità. Per il 2020 vorremmo mettere a punto una tecnologia capace di guida

autonoma su raccordi e autostrade. Un sistema basato sull'assunzione che gli stessi guidatori si prendano

innanzitutto la responsabilità della sicurezza di guida e che poi siano assistiti dalla tecnologia. Tocca

all'essere umano decidere quando essere guidato». Quanto robotica e intelligenza artificiale cambieranno il

lavoro di un costruttore di automobili? «Stiamo discutendo quale tipo di tecnologie saranno necessarie. In

genere i costruttori si procurano l'80 per cento dei componenti da vari fornitori per produrre un veicolo. Ora

continuiamo a farlo, ma in contemporanea stiamo lavorando con un gruppo di fornitori di altro tipo. È la

strada di un nuovo format e di un nuovo modo di fare le macchine per tutti noi. L'intelligenza artificiale avrà

un grande impatto sull'industria dell'auto e su molte altre con l'uso dei big data, ma in questo settore sarà

difficile per qualsiasi costruttore continuare a lavorare da soli. Bisognerà trovare un qualche tipo di standard

nel prossimo futuro, necessario per gestire quest'area». Cercate alleanze o fusioni con altre società, anche

non automobilistiche? «Nell'area della tecnologia, se trovassimo una situazione vincente per entrambi con

un'altra compagnia, potremmo perseguire questo obiettivo. Ma oggi non abbiamo un piano concreto per

alleanze, fusioni o per uno scambio azionario con nessuno». Alcuni costruttori come Ford hanno

annunciato di voler trasformarsi in una mobility company, dove il software è destinato a contare più

dell'automobile. Cosa ne pensa? «Anche noi crediamo che il software stia diventando un aspetto del

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 148

Page 149: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

business sempre più importante. Ma a differenza di altri, abbiamo già software per un'altra mobilità, come

quelli impiegati per il robot Asimo (presentato nel 2000, ndr) e per l'aereo di nuova generazione di Honda

Jet. E' una esperienza che svilupperemo per essere utilizzata pienamente». Perché Honda non vende più

modelli ibridi in Europa? «La decisione è stata presa dopo aver studiato la situazione del mercato e i

bisogni dei consumatori europei, che continuiamo ad ascoltare e a seguire. D'altra parte i nuovi limiti alle

emissioni di anidride carbonica in vigore dal 2020 richiedono una certa tecnologia per essere raggiunti.

Pensiamo di tornare con un nuovo progetto che sia il meglio per il mercato e di rendere questo sistema

disponibile in tutto il mondo». Come Honda raggiungerà il suo obiettivo di vendere entro il 2030 due terzi

della sua produzione globale da veicoli green, ibrido, ibrido plug in, elettrico e idrogeno? «Entro quella data

pensiamo di vendere ibride e ibride plug in per il 50 per cento del totale. L'ibrido che ora abbiamo deciso di

non introdurre in Europa sarà disponibile prossimamente su un nuovo modello. Entro il 2018 avremo un

sistema ibrido plug in destinato sia al Giappone che all'Europa che alla Cina. Da incorporare su una linea di

diversi modelli per aumentare i nostri volumi. Il 15 per cento dei quali riguarderà Suv e modelli elettrici a

emissioni zero». La Honda Clarity Fuel Cell a idrogeno con 700 chilometri di autonomia con un pieno è in

vendita in Giappone, entro l'anno in Europa. Quanto investite in questa altro tipo di elettrificazione

dell'automobile? «È importante che la società apprezzi l'idrogeno e si doti di infrastrutture per crearlo.

Stiamo sviluppando stazioni che genereranno e forniranno idrogeno ai nostri Suv e tecnologie che

permetteranno ai Suv di fornire loro energia. Stiamo andando verso una società orientata all'idrogeno, è

uno dei nostri sogni». Alcuni analisti sostengono che la cultura di Honda guardi ancora troppo al suo

interno. E' d'accordo? «Questa è una grande sfida per me. Appena arrivato, ho detto che la prima cosa di

cui c'è bisogno - e nel modo più rapido possibile - è di fare prodotti unici. In aprile parte una ristrutturazione

della società proprio per eseguire questo progetto. E per rivitalizzare la cultura corporate di Honda». NYSE,

S. DI MEO,

Foto: La presentazione da parte della Honda North America dell'ultima versione dell' Asimo Robot al New

York International Auto Show dell'aprile 2014

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 149

Page 150: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Telecom e Mediaset partita francese in terra italiana Giovanni Pons I capitali sono globali, non hanno passaporto, e se decidono di indirizzarsi verso un paese in particolare

questo è un buon segno, mostra l'elevato livello di competitività raggiunto da una nazione rispetto a

un'altra. E' il mantra di questi giorni, l'hanno fatto proprio non solo gli imprenditori contenti di vendere le

proprie aziende agli investitori esteri ma anche i governanti. Lo hanno detto a gran voce anche Matteo

Renzi e François Hollande quando si sono incontrati a Venezia la scorsa settimana per saldare i rapporti

economici italo francesi. segue a pagina 2 con un articolo di Paolo Possamai segue dalla prima Ma quando

si tratta di declinare nello specifico questi concetti cominciano i problemi. E' indubbio, infatti, che le imprese

italiane stiano subendo una progressiva colonizzazione da parte delle più forti corporation francesi, le quali

piano piano hanno inglobato un crescente numero di brand in settori considerati importanti per l'economia

di un paese. L'elenco delle aziende passate sotto le insegne francesi è lungo e parte dall'acquisto di Edison

da parte di Edf, passa per la calata di Lactalis sulla Parmalat e di Bnp e Crédit Agricole su banche

importanti come Bnl e Cariparma, insegne del lusso come Bulgari, Loro Piana o Pomellato. Mentre il flusso

inverso è quasi inesistente, se si esclude la recente acquisizione della Carte Noir da parte della Lavazza: in

passato quando aziende italiane hanno cercato di entrare in Perrier, Suez o Club Med si sono alzati muri

politici e finanziari. Non si tratta di essere nazionalisti in epoca di costruzione europea comune, ma quando

il saldo è costantemente a favore di un paese c'è qualcosa che non torna. Addirittura ora si ha l'impressione

che i francesi vogliano passare alla fase due, la conquista di settori strategici per l'economia. Hollande a

Venezia non si è nascosto di fronte a questa possibilità: «L'idea è avere campioni europei in alcuni settori

core, come le energie rinnovabili, l'industria navale, probabilmente la difesa, e anche le tlc», ha detto

rispondendo a una domanda su un possibile matrimonio fra Telecom e Orange. «Chi avrà la maggioranza e

chi la minoranza lo decideranno le aziende». In realtà decidere chi comanderà in alleanze di questo tipo,

ammesso che prima o poi diventino concrete, non è un argomento secondario, soprattutto se a guidare il

ballo sono queli che possiedono i capitali. Solo per fare un esempio, se a un certo punto si puntasse a

mettere insieme i cantieri di Saint Nazaire che hanno sfornato la mastodontica nave da crociera Queen

Mary 2, e la Fincantieri, fiore all'occhiello della cantieristica italiana, i riflessi in termini di occupazione

sarebbero importanti e di conseguenza anche le ricadute a livello politico. Ancora più difficile sarebbe

cercare di vincere le ritrosie nazionali per avvicinare le industrie della difesa. A parte qualche specifico

progetto a cui stanno collaborando Finmeccanica e Airbus - l'agglomerato franco, tedesco, britannico -

pensare di sposare la francese Dassault, gruppo attivo nei velivoli militare e nei jet privati, con qualche altro

colosso dell'industria avionica sembra al momento quanto mai velleitario. In realtà, l'unico settore in cui si

sta assistendo a un forte pressing francese nei confronti di un'azienda strategica italiana, è proprio quello

delle telecomunicazioni. Complice una privatizzazione frettolosa, Telecom Italia dal 1998 è terra di

conquista di gruppi privati che non sono riusciti a stabilizzare l'azienda e imporre una strategia a medio

lungo termine. Gli ultimi arrivati in ordine di tempo sono appunto i francesi di Vivendi che dal 2014 hanno

come azionista di riferimento il finanziere Vincent Bollorè. Hanno investito nella società italiana circa 3

miliardi di euro e possono contare sul 24,9%, una quota che è circa la metà del capitale che normalmente

si presenta alle assemblee ordinarie e straordinarie. Bollorè ha dichiarato più volte di avere un orizzonte di

lungo periodo per la partecipazione in Telecom Italia ma finora la strategia delineata da Vivendi, di

contiguità e sinergie tra produzione dei contenuti e loro distribuzione attraverso le reti a banda larga, non

pare convincere più di tanto gli investitori di mercato. Bollorè pare abbia instaurato un rapporto di fiducia

reciproca con il premier italiano Renzi, assicurandogli forti investimenti nella creazione di una rete in fibra

ottica nel paese, il mantenimento sotto controllo italiano della rete internazionale di Telecom Italia Sparkle -

14/03/2016Pag. 1,2,3 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 150

Page 151: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

strategica ai fini della sicurezza nazionale - e la non alienazione del pacchetto azionario ai rivali di Orange.

Questi punti sono in parte stati mantenuti, dal momento che il nuovo piano industriale di Telecom ha spinto

sull'acceleratore degli investimenti per la posa della rete a fibra ottica, (tanto che l'ad Marco Patuano è stato

criticato anche dagli analisti finanziari per questa scelta). Sempre Patuano sta poi cercando di soddisfare la

richiesta di Palazzo Chigi di piazzare a capo di Sparkle un uomo di fiducia del premier, Andrea Bacci, in

modo da mettere in mani sicure il controllo di cavi sottomarini per le comunicazioni internet verso il Medio

Oriente e l'Asia. La nomina, secondo alcune indiscrezioni, è approdata al cda Telecom dove gli uomini di

Vivendi hanno storto il naso all'idea di eseguire pedissequamente una richiesta di una parte politica. Forse

anche questo passaggio ha contribuito a mettere Patuano sotto osservazione, vista la serie di colloqui che i

vertici di Vivendi stanno conducendo con manager italiani potenzialmente in grado di prendere in mano le

redini dell'azienda telefonica. Finora non è stato trovato il candidato ideale ma non si può escludere che in

futuro Bollorè si convinca che anche Telecom Italia possa essere guidata da un manager francese esperto

del settore, sulla falsariga di ciò che sta accadendo per Generali. Le parole di Hollande e, in parte, di Renzi,

però, inducono a sospettare che per Telecom Italia si voglia passare a un livello superiore. Nello stesso

giorno delle dichiarazioni dei due primi ministri il numero uno di Orange, Stephane Richards, faceva sapere

alla stampa che qualora Bollorè avesse voglia di conferire il pacchetto di Telecom posseduto da Vivendi

allora si potrebbe studiare una fusione tra i due gruppi. Un'operazione di concentrazione tranfrontaliera tra

gruppi leader nelle telecomunicazioni che potrebbe far nascere un campione europeo secondo l'auspicio di

Hollande. E con lo stato francese presente nel capitale. Al momento in Orange la quota pubblica è pari al

23% del capitale, e potrebbe scendere al 19% se andrà a buon fine la fusione domestica che Orange sta

cercando di realizzare con Bouygues Telecom. Un ulteriore matrimonio con Telecom Italia potrebbe diluire

la partecipazione dello stato francese intorno al 15%, con Vivendi azionista privato forte e la famiglia

Bouygues in posizione minoritaria. Ma è abbastanza evidente che una configurazione azionaria di questo

tipo avrebbe come conseguenza che i centri decisionali del nuovo gruppo sarebbero saldamente impiantati

a Parigi e l'Italia diventerebbe una filiale di strategie e politiche decise al di fuori dei confini nazionali,

inclusa la politica degli investimenti nella rete a banda larga. E' questo che intende Renzi quando dice

«siamo ben felici se si creerà un polo che potrà valorizzare la cultura latina, franco-italiana, europea, ma

lasciamo che sia il mercato a fare la propria parte e che si facciano sentire quelli che hanno i soldi per

investire». I soldi in questo momento in Telecom ce li hanno messi i francesi, gli italiani sono fuggiti, e

dunque con un via libera all'operazione Orange vorrebbe dire consegnarsi mani e piedi ai cugini d'Oltralpe.

Ma forse Renzi spera che Bollorè mantenga le sue promesse e non consegni mai quel pacchetto azionario

a Orange, anche perchè il finanziere bretone è un uomo di centrodestra, in passato vicino a Nicolas

Sarkozy e dunque poco sensibile alla moral suasion che Hollande potrebbe mettere in campo. Oppure

spera che le forze del mercato, nel caso i fondi investimento azionisti di Telecom, possano prima o poi

seguire il piano di sviluppo che Xavier Niel, altro imprenditore francese ma più vicino alla sinistra, potrebbe

presentare pubblicamente in assemblea. Intanto la realtà è che Vivendi, forte dei suoi 8 miliardi di euro

ancora in cassa, sta trattando con la famiglia Berlusconi per aggregare Canal Plus a Mediaset Premium

nella pay tv e magari in futuro inglobare tutto l'impero di Berlusconi, Così, procedendo di questo passo, il

risultato che si potrebbe avere sotto gli occhi tra qualche anno, vedrebbe due campioni europei nel campo

delle infrastrutture tlc e della produzione e distribuzione di contenuti media entrambi saldamente controllati

da azionisti, manager e stato francesi. S. DI MEO, VIVENDI SA, JPMORGAN CHASE&CO

CORPORATION, PEOPLE' S BANK OF CHINA

Foto: Il numero uno di Vivendi Vincent Bollorè

Foto: Qui a fianco Marco Patuano (a sinistra) e Giuseppe Recchi , rispettivamente ad e presidente di

Telecom Italia In alto il finanziere francese Vincent Bollorè , capo del gruppo Vivendi che ha ormai quasi il

25% di Telecom

14/03/2016Pag. 1,2,3 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 151

Page 152: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

finanza e borsa Finanza e immobili le nozze con frutti avvelenati* Adriano Bonafede a pagina 16 Roma Mattone e finanza: un matrimonio che non s'aveva da fare. Il perché è molto semplice:

almeno qui in Italia ha dato finora frutti avvelenati. I conti son presto fatti: delle sei società quotate in Borsa

in Italia (un po' pochine, già questo dice molto, e tutte insieme fanno a malapena 3 miliardi di

capitalizzazione) soltanto due sono riuscite dal 2008, ovvero dall'esplosione della crisi, a oggi a superare la

performance del già esangue indice Ftse Mib, che ha perso da allora circa il 53 per cento: Beni Stabili, che

ha perso solo il 14 e la Igd della Lega delle cooperative, che ha lasciato sul campo il 43,5 per cento. Le

altre quattro società quotate sono state un disastro: Brioschi ha perso il 90 per cento, mentre Prelios,

Risanamento e Aedes valgono ora tra il 97,3 e il 99,08 per cento in meno. E non stupisce, perché erano

virtualmente fallite e sono state salvate o dalle banche, che sono entrate massicciamente nel capitale di

Risanamento e Prelios, o da nuovi azionisti nel caso di Aedes. Insomma, un disastro. Altro che

"decorrelazione" dai listini azionari, che era lo slogan tanto strombazzato nel decennio precedente per

incoraggiare gli italiani a investire nel mattone finanziarizzato. Ma fin qui siamo in una storia che riguarda

tutto sommato pochi azionisti privati abituati a investire in Borsa. Il dramma vero sarà a breve per i circa

500 mila italiani che hanno creduto alle magnifiche sorti e progressive rappresentate dai 24 fondi

immobiliari chiusi lanciati a partire dal 2001 (fu Deutsche Bank la prima) e fino al 2007. Oggi capitalizzano

in borsa tutti insieme 2 miliardi di euro, meno degli asset di una media società immobiliare inglese, tedesca

o francese. Non è un caso che dal 2007 in poi non siano più nati fondi immobiliari quotati. Sono nove anni

che nessun operatore si azzarda a creare uno strumento del genere (la quotazione in Borsa è obbligatoria

per i prodotti destinati ai piccoli risparmiatori). E non è soltanto colpa di una crisi del mattone più lunga del

previsto e che tuttora perdura. Ma soprattutto di strumenti finanziari spacciati anch'essi per "sicuri" ma che

invece non sono stati in grado di proteggere il risparmiatore. Chi prova a vendere questi fondi prima della

loro naturale scadenza (in genere da 7 a 15 anni, salvo proroghe) si trova a perdere mediamente (ma ci

sono punte anche del 70 per cento!) il 40 per cento del valore stimato dai cosiddetti "valutatori". È lo

"sconto sul Nav", bellezza! In parole poverissime è il fatto che il mercato non crede che questi strumenti

abbiano il valore (Net asset value) che gli viene assegnato a tavolino. «Forse gli operatori non credono

nell'assoluta indipendenza del valutatore», osserva Luca Dondi, managing director di Nomisma. Sbaglia il

mercato? Credono di sì i gestori di questi fondi, che si affannano a spiegare che basta attendere la loro

naturale scadenza perché i sottoscrittori rientrino in possesso del loro capitale. Ma l'attesa è quasi finita. A

cominciare da quest'anno cominciano a scadere dei fondi e di qui a due anni la maggior parte dovrà essere

chiusa rimborsando i sottoscrittori. Quindi per vedere cosa succederà basta aspettare, ma già molti

promotori finanziari e molti operatori bancari tremano. Perché per legge è obbligatorio inviare ogni anno ai

sottoscrittori un resoconto del Nav : molti sono già andati a protestare ma finora le perdite sono state

soltanto teoriche. Molte società di gestione - da Idea Fimit del Gruppo De Agostini a Bnl-Bnp Paribas -

hanno chiesto e ottenuto un paio d'anni fa dal governo uno spostamento ex lege in avanti della naturale

scadenza. Altri cercheranno di rinviare i termini del 2017 e 2018, utilizzando il cosiddetto "periodo di

grazia". Insomma, quasi nessun gestore vuole oggi affrontare la dura realtà del mercato, per paura della

reazione dei piccoli risparmiatori. Si tenta di rimandare il redde rationem in attesa di una miracolosa ripresa

che cancelli anni e anni di calo dei valori. «Purtroppo questi fondi sono nati male», dice l'analista di una

banca d'investimento che segue il settore. «Intanto perché hanno una scadenza e sono "chiusi" (ovvero

non consentono nuovi ingressi, Ndr ). All'estero sono aperti e non hanno scadenza: s'immagini un'impresa

industriale che dopo tot anni deve chiudere e vendere tutto. Anche qui non ha molto senso, mentre il fatto

che siano chiusi li costringe al nanismo». «Se prendiamo tutti i fondi quotati - dice Ivano Ilardo, ad di Bnp

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 152

Page 153: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Paribas Reim Sgr - arriviamo a malapena a 5 miliardi. La francese Klepierre, da sola, capitalizza 11 miliardi,

più del doppio di tutto il mercato italiano». Poche società o fondi, per giunta nani, significano che sul

mercato scarseggia la liquidità. «Il totale delle transazioni immobiliari sul mercato italiano è di 8 miliardi

l'anno», dice Giovanni Di Corato, a capo di Amundi Re Italia sgr. «In queste condizioni - raggiunge

Emanuele Caniggia, ad di Idea Fimit - basta che il sottoscrittore di un fondo venda poche quote per

influenzare il prezzo. E chi compra se ne approfitta». Ma le nozze tra finanza e mattone sono fallite, finora,

anche su un altro fronte: il prodotto-che-risolve-tutti-i-problemi, ovvero le siiq. Società quotate le cui azioni

si possono comprare e vendere con facilità in Borsa. Queste in Francia si chiamano sic e nei paesi

anglosassoni reits. Sono strumenti che investono i soldi in immobili che danno un buon affitto. Il rendimento

è obbligatoriamente trasferito per una quota significativa agli azionisti. Profilo di rischio basso, lenta

movimentazione del portafoglio. Anche in Italia ci sono le siiq, Beni Stabili e Igd che si trasformarono in tali

nel 2008 da normali immobiliari. Lo scorso anno il governo Renzi ha modificato la normativa in senso più

elastico e con maggiori benefici fiscali. Subito sembrava scattata una specie di corsa alle siiq da parte di

molti immobiliaristi. Ci ha provato subito, a giugno, Sorgente, ma poi ha abbandonato per le avverse

condizioni del mercato; ci ha riprovato una seconda volta nell'ottobre scorso ma questa volta la divergenza

con i possibili compratori è stata sul prezzo degli immobili. Infine il presidente e principale azionista Walter

Mainetti ha comprato una scatola vuota quotata, la Nova Re, che proverà a trasformare in siiq. Vedremo

che immobili finiranno lì dentro e a quali prezzi. Ma a metter su una siiq ci hanno provato in questi mesi

molti altri: Franco Caltagirone, che aveva creato Domus, in cui apportare una parte dei suoi immobili, ma

poi ha rinunciato. Ci ha provato Manfredi Catella con la sua Coima (ex Hines Italia) ma anche lui si è

ritirato. Ha abbandonato all'ultimo istante anche Idea Capital di De Agostini. Insomma un flop completo.

Colpa soltanto della volatilità del mercato azionario? Indubbiamente sì, ma non soltanto. Fra gli operatori

del settore prevale l'idea che molti di questi tentativi nascondano in realtà la voglia di cedere a una società

quotata una parte del proprio patrimonio immobiliare che non trova acquirenti o non li trova ai prezzi

indicati. Insomma, se vuoi farti la tua siiq mettendoci dentro gli immobili di cui devi disfarti il mercato non

apprezza. Al momento, il mattone in Piazza Affari non va proprio. Ma se resta al riparo dalla Borsa, invece,

paradossalmente, sembra andare meglio. I fondi immobiliari per investitori istituzionali, 400 circa, in questi

anni sono cresciuti: stiamo parlando di 41 miliardi «non lontanissimi dai 60 del Regno Unito e dai 65 della

Francia», dice un operatore. Basta stare lontani dalla Borsa e il mattone va. Meno trasparenza uguale più

mercato. E' così che funziona in Italia. AMUNDI RE EUROPA, AMUNDI RE ITALIA, ATLAMTIC 1,

ATLANTIC 2, BNL PORTFOLIO IMMOB, ESTENSE GRANDE DISTR, EUROPA IMMOBILIARE N1,

FONDO ALPHA, FONDO BETA, FONDO DELTA, IMMOBILIARE DINAMICO, IMMOBILIUM 2001, INVEST

REAL SECURITY, INVESTIETICO, MEDIOLANUM RE CLASSE A, MEDIOLANUM RE CLASSE B ,

OBELISCO, POLIS, RISP.IMMOB.UNO ENERGIA, SECURFONDO, SOCRATE, TECLA, UNICREDITO

IMMOB.UNO, VALORE IMMOB. GLOBALE, S. DI MEO, NOIMISMA,

Foto: L'imprenditore Franco Caltagirone (1), Walter Mainetti di Sorgente (2) e Manfredi Catella (3), ad di

Coima. Tutti e tre hanno sospeso la quotazione di una siiq

Foto: A destra, l'ex amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi . Durante la sua gestione, nel

2005, fu venduto negli sportelli il fondo immobiliare Obelisco

14/03/2016Pag. 1 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 153

Page 154: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

FAR EAST CRESCITA CINESE LE STIME VARIABILI E L'INCERTEZZA DEI MERCATI Il governo cinese ha tagliato stime e obiettivi di crescita 2016 ponendoli al livello più basso da oltre un

quarto di secolo. Il target è stato fissato tra il 6,5 e il 7%, rispetto al 6,9 dello scorso anno. È la prima volta

che Pechino propone un andamento del Pil a forbice: per i mercati questo conferma il clima di incertezza

senza precedenti che grava sulla seconda economia mondiale. Nel 2015 l'obiettivo delle autorità era stato

posto al 7% ed è stato, pur se di poco, mancato. La tendenza al ribasso autorizza i timori che anche nel

2016 il livello della crescita potrebbe fermarsi sotto le attese ufficiali. Pechino assicura che i dati ufficiali

rispecchiano la realtà, ma governi stranieri e istituzioni internazionali sollecitano maggiore trasparenza. Tali

incertezze, sommate alla difficile congiuntura globale, rafforzano il timore cruciale che incombe sulla Cina:

che le stime della crescita 2016 siano a rischio, se non già da ridefinire. In febbraio l'andamento del

commercio è stato ampiamente peggiore del previsto. L'export è precipitato al minimo da sei anni,

diminuendo del 25,4% sul 2015, oltre il doppio rispetto alle attese. Giù anche le importazioni: meno 13,8%

annuo, in calo per il sedicesimo mese consecutivo. Va scontato l'effetto del capodanno lunare, che causa il

lungo blocco delle attività, lo scorso anno proiettato su gennaio. Anche su base combinata gennaio-

febbraio, per assorbire gli squilibri, le esportazioni cinesi nel primo bimestre restano in calo del 17,8% e le

importazioni sono sotto del 16,7%, rispetto all'atteso meno 10%. Sempre in febbraio il surplus commerciale

della Cina è stato di 32,59 miliardi di dollari, quasi dimezzato rispetto ai 63,29 miliardi segnati in gennaio.

La frenata dell'export conferma le difficoltà sia nelle superpotenze economiche che nei mercati in via di

sviluppo, sbocco naturale dei prodotti made in China, su cui si affaccia lo spettro della deflazione. Il calo

delle importazioni conferma invece che i consumi interni cinesi stentano a crescere con la velocità

necessaria e che molte ombre si addensano sui piani di stimolo di Pechino, che dovrebbero far aumentare

la domanda di materie prime. Metalli e risorse energetiche restano scossi da un'alta volatilità, sintomo che

anche infrastrutture e immobiliare si preparano ad un anno di crisi. La Cina promette una crescita

sostenuta: il problema è fissare con precisione la velocità di crociera. Giampaolo Visetti

Foto: Il president cinese Xi Jinping, alla guida di un Paese alle prese con un complicato cambiamento di

modello economico

14/03/2016Pag. 13 N.10 - 14 marzo 2016

diffusione:400000La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 154

Page 155: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL CANE A SEI ZAMPE: UNA TAPPA IMPORTANTE NEL PERCORSO DI CRESCITA. LE CRITICHE DIGREENPEACE Eni, parte il giacimento Goliat Si estrarrà petrolio dall'Artico Debutta la maxi­piattaforma: attesi 100 mila barili di greggio al giorno GIUSEPPE BOTTERO TORINO Eni accende Goliat, il maxigiacimento petrolifero nel cuore dell'Artico che, a regime, garantirà 100mila barili

al giorno. È il più estremo d e gli impianti del gruppo italiano, il primo ad entrare in produzione nel Mare di

Barents, a 85 chilometri dalle coste norvegesi, e conferma la sfida del Cane a sei z a m p e : e s t ra r re o

ro n e ro anche in luoghi proibitivi, con temperature bassissime e l u n gh i m e s i a l b u i o. S o prattutto, in

un momento in cui, nonostante la «ripresina» delle ultime settimane, le quotazioni del greggio sono ancora

molto ridotte. G oliat, che si trova in una zona priva di ghiacci, dovrebbe contenere riserve per 180 milioni di

barili e, spiega il gruppo guidato dall'amminis t rat o re d e l e gat o Claudio Descalzi, «rappresenta una

tappa importante nel piano di crescita e contribuirà in modo significativo alla generazione di cash flow ». La

mega­piattaforma Il giacimento è stato sviluppato attraverso la più grande e sofisticata unità galleggiante di

produzione e stoccaggio al mondo, che ha una capacità di un milione di barili di olio, costruita nel cantiere

navale di Ulsan (in Corea del Sud). La piattaforma, un colosso da 64mila tonnellate con un diametro di 107

metri studiato per resistere a tempeste e venti a 140 all'ora, ha viaggiato attraverso l'Oceano Indiano e

quello Atlantico fino al Mare di Barents. La produzione La produzione del gigante artico avverrà attraverso

un sistema sottomarino composto da 22 pozzi (17 dei quali già co m p l e t at i ) , d i c u i 1 2 s o n o pozzi

di produzione, 7 serviranno a iniettare l'acqua nel giacimento e tre per iniettare gas. G oliat, spiega il

gruppo, utilizza le soluzioni tecnologiche più avanzate per minimizzare l'impatto sull'ambiente. I l m a x i - g

i a c i m e n t o r i c e v e energia elettrica da terra per mezzo di cavi sottomarini, il c h e p e r m e t t e d i r i

d u r re l e emissioni di Co2 del 50% rispetto ad altre soluzioni, mentre l'acqua e il gas prodotti sono re -

iniettati nel giacimento. Il break even Dopo una serie di rinvii e le inevitabili conseguenze sui costi, ora il

gruppo riesce a estrarre il primo olio. Secondo alcuni analisti, il greggio di Barents diventerebbe

conveniente solo con un prezzo di mercato del petrolio intorno agli 80 dollari al barile, contro gli attuali 40. Il

cane a sei zampe fissa invece il break even sotto quota cinquanta dollari. Il progetto è finito nel mirino di

Greenpeace, che lo ha definito «un inutile monumento, economicamente insostenibile». L'accordo con Oslo

Nella Licenza 229, Eni detiene una quota del 65% (operatore), mentre il rimanente 35% è in mano alla

norvegese Statoil. La presenza in Norvegia di Eni risale al 1965. Nel Paese la società ha interessi in licenze

esplorative e giacimenti in produzione: i principali sono Ekofisk, Åsgard, Heidrun e Kristin.

Eni ha avviato la produzione del giacimento di Goliat, al largo della Norvegia

Mare di Barents

Il colosso nel mare di Barents60 giorni 64.000 tonnellate Ulsan (Sud Corea) 65.000 In quota Eni Unità galleggiante di produzione e

stoccaggio è la più grande del mondo 107 metri È il primo impianto a olio a entrare in produzione nell'Artico

180 Milioni di barili 100.000 Barili al giorno - LA STAMPA Fabbricato in Corea, è arrivato via mare in

Norvegia La produzione avverrà attraverso un sistema sottomarino di 22 pozzi, non tutti già completati

Riserve del giacimento

Foto: La piattaforma Goliat, nel Mare di Barents

14/03/2016Pag. 19

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 155

Page 156: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

mercati e gestori domande a Massimiliano Cagliero ad di Banor Sim «La Fed aspetterà per nuovi interventi» [S. R.] Cosa vi aspettate dalla riunione della Fed dopo le decisioni di Draghi? «Che lasci i tassi tendenzialmente

invariati, o che li alzi molto gradatamente, in quanto le aspettative d'inflazione a breve e lungo termine sono

ancora lontane dall'obiettivo Fed del 2%. Un rialzo dei tassi importante potrebbe causare un rafforzamento

del dollaro che causerebbe maggiori problemi alla Cina e a molti altri emergenti, i cui debiti sono

principalmente in dollari». Pensate che l'America possa intervenire sui tassi nel corso del 2016? «Nel 2016

la Fed alzerà i tassi solo se le aspettative d'inflaz i o n e d ove s s e ro m u ove rs i verso l'alto e/o se il

mercato azionario Usa dovesse rimanere intorno o sopra i 2000 punti di S&P500. Anche se riteniamo che

l'economia americana stia andando meglio di quanto venga percepito all'esterno, crediamo che la Fed

seguirà una strada di grande prudenza nel rialzo dei tassi, più di quanto sia scontato oggi dal mercato».

Quali saranno gli effetti sull'euro? «Non ci aspettiamo grandi movimenti sull'euro». Dove vedete valore?

«Banor Sim è una casa di investimento "value". Le nostre analisi, e quindi le scelte di investimento tendono

ad indirizzarsi verso società dai fondamentali solidi, con elevata produzione di flusso di cassa e una politica

di dividendi importante e sostenibile nel tempo. In un'ottica di lungo termine, oggi risultano sottovalutati

settori legati alle materie prime - agricole, petrolio e metalli - e i media del Sud Europa. Le banche, pur

avendo valutazioni interessanti, potrebbero continuare a soffrire fino a che il ciclo economico non si

riprenda, con relativo aumento dei tassi a lungo, e maggiore inflazione». C'è anche un grande interrogativo

sull'Asia. Qual è lo scenario? «La scorsa settimana ero in Asia dove ho incontrato i maggiori investitori

istituzionali e fondi sovrani locali. La loro asset allocation ha una percentuale significativa di azionario, sia

per motivi evidenti - l'orizzonte temporale a lungo termine, e l'assottigliamento di rendimento nei bond. Sia

per altre due considerazioni: la Cina, per quanto in rallentamento, non si sta fermando. Si sta comportando

nel modo in cui è stata indirizzata tre anni fa, quando fu deciso a livello centrale di passare da un'economia

basata sull'export a una basata sui consumi interni. Stiamo enfatizzando troppo il rallentamento. In più

anche le tensioni geopolitiche, e i problemi tra la Cina, i paesi confinanti e gli Usa per il controllo delle

acque e di alcune isole sono sovrastimati».

14/03/2016Pag. 23

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 156

Page 157: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

COOPERATIVE/TUTTO SOLDI "Sanità, energia e hi­tech per il rilancio di Legacoop" Il presidente Lusetti: "Nel 2017 via all'alleanza con le sigle bianche e verdi Voglio il limite di tre mandati per ivertici: serve un ricambio generazionale" GIUSEPPE BOTTERO TEODORO CHIARELLI Le inchieste giudiziarie, le macerie lasciate dalla recessione, il contestatissimo decreto del governo sulle

Bcc e soprattutto la delicata alleanza tra le cooperative «rosse», «bianche» e «verdi». Un patto a tre

destinato a decollare dal 2017, che manderà in soffitta le sigle storiche per dar vita a un colosso da 140

miliardi di fatturato. I primi due anni da presidente di Legacoop, per Mauro Lusetti, non sono stati una

passeggiata. «Ho indossato l'elmetto», sorride. Poi, con orgoglio, scandisce le parole chiave del rilancio:

legalità, innovazione, indipendenza dalla politica. «La coda lunga della crisi continua a colpire le imprese.

Però siamo "resilienti", sappiamo reagire in fretta. Abbiamo aumentato l'occupazione, anche se c'è stato un

calo della redditività importante. Ci sono settori che hanno patito tantissimo, a partire dalla filiera

dell'abitare: edilizia, costruzioni, infissi. Nella distribuzione teniamo, mentre grazie all'export

l'agroalimentare cresce». I numeri sull'edilizia sono impietosi: appalti in calo del 30%, concessioni edilizie

crollate del 90% e 800 mila posti di lavoro persi con la crisi. Da dove si riparte? «Coop importanti hanno

gettato la spugna, eppure si vede qualche segnale di ripresa. Penso al piano del governo per il

rinnovamento di strade e ferrovie e al tentativo di mettere in sicurezza il territorio: noi ci siamo. Bisogna

reinventare il mestiere del muratore: c'è un mercato nuovo». A che punto sono i lavori per l'alleanza 3.0 che

riunirà le tre realtà cooperative (Legacoop, Confco­ operative e Agci) sotto un unico cappello? «Si parte il

primo gennaio e diventeremo un'organizzazione unica. È il primo pezzo di un'operazione complicata, non

basta premere un bottone. Iniziamo con le strutture nazionali e nel corso del 2017 completeremo il

percorso. È l'esito di un percorso di autonomia dalla politica. Non è un rifiuto, ma il rapporto sarà più

maturo». Come funzionerà l'alleanza? «Il modello è articolato in settori e territori: l'obiettivo è far sparire

tutte le sigle storiche nel corso del 2017 . Non si tratta di una federazione, ma sostituiremo alle tre entità

una nuova sigla: Alleanza delle cooperative». Quanto vale, economicamente? «Non saremo una holding,

ma la somma delle imprese vale l'8% del Pil e il fatturato aggregato supera i 140 miliardi. Le tre

organizzazioni sono perfettamente compatibili, abbiamo una presenza omogenea in molti settori:

agricoltura, distribuzione, sociale. Avremo molta attenzione all'innovazione, con la promozione di nuove

cooperative: penso alle start-up, abbiamo appena finanziato una cooperativa di piloti di droni. E poi

puntiamo sui nuovi settori dell'edilizia». E per la distribuzione? «Ci sono dei progetti specifici. Il modello è la

fusione delle tre grandi Coop Adriatica, Estense e Consumatori Nordest da cui è nata la cooperativa più

grande d'Europa, con 22 mila dipendenti. All'interno o nei paraggi dei negozi ci saranno distributori di

carburante low cost, o centri dedicati alla telefonia, con la linea Coop». Spingerete le fusioni tra le piccole

coop locali? «Sì, la dimensione dell'impresa è decisiva per competere, anche fuori dai nostri confini. Nel

settore edile le coop che hanno tenuto sono la Cmc di Ravenna, che realizza il 60% del fatturato all'estero

e la Cmb Carpi, specializzata in infrastrutture, che costruisce ospedali in mezzo mondo. Guardare all'estero

è una necessità: l'agroalimentare è cresciuto con l'export, il mercato nazionale non tira». Anche le coop

sono state coinvolte in inchieste giudiziarie e scandali. Come ha reagito? «Sono stato eletto in

corrispondenza dello scandalo Expo, che poi è finito in nulla. Ho scelto la tolleranza zero, ha portato

benefici per tutto il sistema cooperativo». Che cosa significa? «Chi è stato coinvolto in vicende giudiziarie

deve fare un passo indietro. Nella cooperativa 29 giugno (quella gestita da Salvatore Buzzi ndr.) e in Cpl

Concordia (finita in un'inchiesta per tangenti ndr.) c'è stato un ricambio totale dei vertici, siamo partiti con

azioni di responsabilità e Legacoop ha chiesto di essere ammessa come parte lesa ai processi. Si tratta di

atti concreti, pesanti». E' sufficiente? «Ho inoltre concretizzato il valore del passaggio del testimone tra le

14/03/2016Pag. 21.24

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 157

Page 158: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

generazioni. C'è una nuova classe dirigente fatta di quarantenni, è la nostra assicurazione per il futuro» E'

favorevole al limite di mandati per i dirigenti delle coop? «C'è un dibattito in corso. Penso che sarebbe

giusto introdurlo. Immagino un limite di tre mandati, vuol dire dai nove ai dodici anni. Se non lo inseriamo,

non si discuterà più del ricambio degli amministratori». Perché avete bocciato il decreto che riforma il

credito cooperativo? «C'è un percorso parlamentare, spero colga le criticità. La parte sulla holding è

sacrosanta, ma riteniamo inaccettabile la cosiddetta way out, che prevede la possibilità di uscire riscattando

le riserve indivisibili. Se oggi nel Paese ci sono grandi cooperative è perché le generazioni passate non

hanno toccato gli utili. La tassa del 20%, poi, è un regalo». È un attacco al sistema coop? «Non ho mai

parlato di attacco, e non credo sia questo l'obiettivo del governo. Ho la sensazione che ci sia scarsa

conoscenza del nostro mondo». Beh, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stato presidente di Legacoop

per dodici anni... «Poletti fa parte di una squadra, e a quel consiglio dei ministri non era presente». Si

aspettava da lui una presa di posizione pubblica? «No: se c'è una logica di squadra va rispettata». Su cosa

punta per il futuro delle cooperative italiane? «P unteremo sulla sanità, ma anche sulla gestione delle fonti

energetiche e l'hi-tech. Molti settori nuovi si prestano particolarmente alla forma cooperativa: lì, per noi, ci

sono delle praterie». c

Il patto a tre Nel corso dell'ultimo anno Coop si è confermata la regina della grande distribuzione e ha visto

crescere il fatturato dell'1,8% a 11,2 miliardi. Nella foto a destra il presidente di Legacoop Mauro Lusetti (a

destra) con Rosario Altieri (presidente Agci, al centro) e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative

8per cento La quota di Pil rappresentato dal fatturato dell'Alleanza delle cooperative

12milioni I soci dell'Alleanza delle cooperative Le imprese operano in tutti settori e in tutte le regioni

Foto: A Torino L'interno del concept store Coop aperto in Galleria San Federico

Foto: REPORTERS

Foto: La battaglia Legacoop ha raccolto 100 mila firme per una legge contro le false cooperative

Attualmente è incardinata al Senato

14/03/2016Pag. 21.24

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 158

Page 159: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

LE IDEE Se Cuba entra nel Fondo monetario ANDREA MONTANINO A PAGINA 23 ra il 1928, quasi 90 anni fa, quando un Presidente degli Stati Uniti visitò per l'ultima volta

Cuba, uno degli Stati geograficamente più vicini ma politicamente più distanti. Tra meno di due settimane, il

presidente Obama andrà sull'isola, sancendo definitivamente la fine di un periodo di incomprensione tra i

due Stati durato 55 anni. Non sarà tuttavia una piena normalizzazione dei rapporti: i viaggi dei cittadini

americani rimarranno ancora limitati, andrà definito l'uso del dollaro per le transazioni commerciali con

Cuba, ma soprattutto gli Stati Uniti manterranno in vigore il divieto all'ingresso di Cuba alla Banca Mondiale

e al Fondo monetario internazionale. Cuba è l'unico vero Stato membro delle Nazioni Unite che non fa

parte delle istituzioni create a Bretton Woods, nel New Hampshire, alla fine della Seconda guerra mondiale.

Ciò malgrado sia invece stato uno dei 44 Paesi fondatori e sia diventato membro del Fondo Monetario

addirittura un anno prima dell'Italia. La decisione di lasciare il Fondo, nel 1964, fu legata al rapporto

privilegiato che si creò con l'Unione Sovietica, che non era membro del Fondo e che già anni prima aveva

convinto la Polonia e la Cecoslovacchia a lasciare l'istituzione, ritenuta troppo filo-americana. Se tutto

questo è storia, il futuro può e deve essere molto diverso. Cuba ha sviluppato alcune eccellenze ed è

sopravvissuta a decenni di embargo da parte della più grande potenza economica del mondo. Ma ora ha

bisogno di crescere di più e di rendere la sua economia sostenibile, e per farlo ha bisogno di capitali

stranieri, di un sistema bancario integrato con la comunità finanziaria internazionale, di infrastrutture

adeguate. Tutto ciò può essere facilitato dall'ingresso di Cuba nel Fondo e nella Banca, per almeno tre

ragioni. In primo luogo, ciò aumenterebbe in modo consistente l'informazione relativa alle condizioni

economiche di Cuba. Il Fondo Monetario prevede, tra gli obblighi degli Stati membri, quello di essere

sottoposto a un monitoraggio, generalmente annuale, che sfocia in un rapporto di dettaglio secondo

l'articolo 4 dello Statuto del Fondo. Questo rapporto è scritto in inglese, quindi facilmente leggibile da tutti,

esamina lo stato della finanza pubblica, del sistema finanziario e dell'economia reale, produce una serie di

dati usando tecniche riconosciute dagli standard internazionali e quindi comparabili sia nel tempo che tra

diversi paesi. L'informazione fornita dal Fondo Monetario sarebbe un bene pubblico, a disposizione di tutti,

investitori stranieri e cittadini cubani, che potrebbero così disporre di un punto di riferimento indipendente

sullo stato reale del Paese. In secondo luogo, Cuba potrebbe beneficiare di assistenza tecnica che queste

organizzazioni internazionali forniscono agli Stati membri grazie all'ampia esperienza maturata sul campo

in decenni di attività. Il Fondo e la Banca mondiale potrebbero aiutare Cuba a perfezionare un sistema di

tassazione secondo standard internazionali, rendere efficiente l'amministrazione fiscale, migliorare il

funzionamento della banca centrale, fissare criteri trasparenti per le gare di appalto pubbliche e così via.

Spesso queste attività si sono rilevate fondamentali, e ancora più importanti degli aiuti finanziari che queste

organizzazioni forniscono, per rendere i Paesi economicamente più forti e stabili nel medio-lungo periodo.

Ma certo è che, in una prima fase, i prestiti dovranno svolgere un ruolo essenziale, sia per gestire la

transizione verso un'economia aperta, sia per sostenere le infrastrutture del Paese. Di quanto potrebbe

beneficiare Cuba? Dipenderà dalla sua quota di partecipazione. Facendo alcune stime e confrontando la

dimensione dell'economia cubana con quella di Paesi simili già membri del Fondo Monetario, Cuba

potrebbe avere una quota del Fondo pari a circa 400 milioni di dollari. Come termine di paragone, si

consideri che l'Italia ha una quota pari a circa 21 miliardi di dollari. In base alle regole del Fondo, un Paese

ha diritto a ricevere supporto finanziario nel corso di tre anni per un valore complessivo pari a 6 volte la sua

quota versata, dunque Cuba potrebbe ricevere dal Fondo un primo pacchetto di circa 2,4 miliardi di dollari.

A questi si sommerebbero i progetti che la Banca Mondiale finanzierebbe a fronte di un programma di aiuti

del Fondo Monetario. E' facile prevedere che si potrebbe arrivare ad almeno 3 miliardi di dollari in un

13/03/2016Pag. 1

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 159

Page 160: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

triennio. Naturalmente, affinché il Fondo Monetario attivi un programma, sono necessarie alcune condizioni

preliminari, e soprattutto va verificato che il Paese sarà in grado di restituire il prestito. Quindi l'ammissione

al club e l'avvio dei finanziamenti non sarà contestuale e questa rappresenta una ragione in più per avviare

da subito il processo per l'ingresso nel Fondo. Tutto ciò però dipenderà dagli Stati Uniti che, con una quota

del 17 per cento, hanno un potere decisionale importante, anche se non possono esercitare nessun veto

sull'ingresso di Cuba nel Fondo Monetario e nella Banca Mondiale. Secondo la legislazione americana

tuttora vigente infatti, l'amministrazione Obama è obbligata a votare contro l'ammissione di Cuba nelle

istituzioni di Bretton Woods e soltanto una nuova legge - quindi non un atto unilaterale del Presidente -

potrà cambiare le cose. La strada è però segnata e se non riuscirà a Obama durante questi ultimi mesi di

mandato, il nuovo Presidente degli Stati Uniti dovrà, tra le sue prime iniziative, lavorare con il Congresso

per rimuovere questo vincolo alla piena reintegrazione di Cuba nell'economia mondiale. @MontaninoUsa c

13/03/2016Pag. 1

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 160

Page 161: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

IL CASO Il mattoncino trova casa anche da noi ALBERTO MATTIOLI Un mattoncino di più nell'impero Lego. Arriva in Italia il primo Lego Certified Store, il negozio che vende

prodotti Lego e solo quelli. Aprirà entro l'estate ad Arese, nel nuovo centro commerciale nell'area ex Alfa

Romeo, che a sua volta dovrebbe essere inaugurato in aprile e diventare, con i suoi 77 mila metri di negozi,

il più grande d'Italia. PAGINA Lego annuncia già l'apertura di altri monomarca, dove e quando non è dato

sapere. Dietro, c'è un accordo con il gruppo di Antonio Percassi, ex calciatore dell'Atalanta e suo pre s

ident e, che non solo gestisce i suoi marchi tipo Kiko o Vergel io, ma ne «importa» in Italia di celebr i , come

Victoria's secret o Starbucks, che aprirà il suo primo caffè italiano a Milano l'anno prossimo. Intanto tocca a

Lego. Poco si sa di come sarà il negozio dei mattoncini, perché la riservatezza del gruppo danese è totale e

le richieste di anticipazioni si scont rano con cortesi reticenze. Pare però che avrà d ime n s i o n i umane e

non sarà colossale come quelli che fioriscono in mezzo mondo. Alla Lego di New York sembra di entrare in

una realtà parallela, un mondo a quadratini dove sugli scaffali è in vendita praticamente qualsiasi oggetto o

edificio o macchina riproducibile con i Lego, mentre i pezzi sfusi si pescano da cont eni t o r i trasparenti,

come le caramelle nelle drogherie di una volta. Ma anche ad Arese, garantiscono Lego e Percassi, sarà

possibile «una vera e propria immersione nel mondo Lego per adulti e bambini». Questa degli adulti non è

una battuta. Come succede con tutti i giocattoli teoricamente destinati ai piccoli, i collezionisti più accaniti

sono ovviamente i grandi, e anzi fiorisce nel mondo una specie di mercato parallelo di scatole fuori

commercio e pezzi rari. Come raccontò a Usa Today un signore di Memphis padre di sei figli, che tiene più

di tremila scatole di Lego in una stanza climatizzata, le compra e le vende su Internet e ogni anno

guadagna un buon 15% sul valore del capitale. Insomma, dopo il mattone è il mattoncino il bene rifugio nei

tempi di crisi. Ma quale crisi, potrebbero però obbiettare a Billung, paesotto danese di 6.200 abitanti e casa

madre della ditta. Qui un carpentiere, Ole Kirk Christiansen, la fondò nel 1934, qui nel 1958 furono

realizzati i primi mattoncini di plastica, mai cambiati e tuttora compatibili con quelli prodotti oggi e qui nel

1968 fu aperto il primo Legoland, una specie di Disneyland di Lego. A Billung, all'inizio degli Anni Duemila,

se l'erano vista brutta. Nell'era dei videogiochi, il mattoncino sembrava condannato a un malinconico

declino. Nell'annus horribilis, il 2004, la Lego andò pesantemente in rosso e il presidente Kjeld Kirk

Christiansen, nipote del fondatore, prima versò nelle casse sociali 130 milioni di euro dal suo patrimonio

personale e poi si dimise. La riscossa risulta quindi ancor più spettacolare. L'artefice si chiama Joergen Vig

Knudstorp che, nominato amministratore delegato a 35 anni, capì che doveva fare esattamente il contrario

di quel che fan tutti. Basta delocalizzazioni, produzioni low cost, trasferimento dei giochi su Internet.

Bisognava puntare sulla qualità e concentrarsi sul core business: il mattoncino. Lo stabilimento di Billund fu

riattivato e i 3.500 dipendenti riassunti. Oggi un segretissimo campus elabora i prodotti, le nuove linee

escono ogni anno, anche al traino dei film e delle serie di successo e si sono sviluppate sinergie fra i

mattoncini reali e quelli virtuali: il videogame «Lego Dimension» è il secondo più popolare negli Stati Uniti. Il

marketing è riuscito a convincere bambini e diversamente giovani che il caro vecchio mattoncino è

qualcosa di nuovo e trendy. I risultati farebbero invidia a Paperon de' Paperoni. Nel 2015, la crescita è stata

a doppia cifra: ricavi a 4,8 miliardi di euro (più 19%) e utile netto a 1,23 (più 31%). Il mattoncino va

fortissimo in Asia, dove la Cina è stata invasa e ancor più lo sarà quando, nel 2017, la nuova fabbrica di

Jiaxing sarà pienamente operativa. Ma anche la vecchia Italia dà soddisfazione. L'anno scorso, le vendite

sono cresciute fra il 10 e il 15%. Non c'è da stupirsi. Come ha calcolato il Guardian, ogni abitante della terra

ha a disposizione, in media, 62 mattoncini. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Una storia lunga 82 anni REUTERS REUTERS REUTERS

12/03/2016Pag. 1

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 161

Page 162: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

1934 A Billung, in Danimarca, viene fondata la fabbrica di giocattoli 2004 L'anno nero. Lego stava per

soccombere all'era dei videogiochi 2015 Il rilancio. L'anno si chiude con una crescita a doppia cifra nella

foto l'Ad Jorgen Vig Knudstorp

Foto: Fantasia senza limiti Dal 1958 adulti e bambini di tutto il mondo danno sfogo alla fantasia con

costruzioni che sfidano le leggi della gravità. Anche ad Arese, assicura Lego, ci si potrà immergere a 360

gradi nel mondo dei mattoncini colorati. Il gioco che piace agli adulti I grandi sono i collezionisti più accaniti

di mattoncini Qui a fianco una riproduzione dell'Arco di Trionfo del Carrousel di Parigi REUTERS

12/03/2016Pag. 1

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 162

Page 163: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Intervista "Dalla Bce non un regalo alle banche ma una spinta a fare più prestiti" Ghizzoni, ad di UniCredit: è un grande passo per accelerare la crescita [F. MAN.] MILANO Dottor Ghizzoni, dopo l'ultima mossa della Bce e grazie ai tassi negativi gli istituti come l'UniCredit

che lei guida potranno prendere in prestito i soldi dalla Bce venendo pagate per farlo. Cosa cambia nel

mondo bancario come lo conosciamo? «È un mondo che cambia per tutti. L'obiettivo è quello di evitare il

rischio enorme della deflazione, molto peggiore rispetto agli scenari di inflazione.Per questo affrontiamo

una realtà nuova per le banche, per le imprese, per i clienti e i risparmiatori». Una realtà che per voi pare

rosea, anche se giudicano i rialzi in Borsa dei titoli bancari in queste ore... «Deve essere chiaro che i

provvedimenti della Bce tutto sono fuorché un regalo alle banche, ma spingono tutti a lavorare nella

direzione della crescita. Molte cose sono destinate a cambiare anche nel sistema bancario. La pressione

sui margini delle attività tradizionali ci sta spingendo verso un ruolo sempre più importante dei servizi

alternativi. Penso, ad esempio, alla crescita, già in corso, delle attività di consulenza o di risparmio gestito».

Allo stesso tempo la vostra liquidità parcheggiata presso la Bce non renderà nulla o sarà addirittura costosa

da tenere. Anche qui che cosa cambia? «A fronte di una situazione per molti versi inesplorata sono state

varate misure non convenzionali per favorire la crescita economica. Il complesso delle politiche sui tassi

stimolerà le banche a fare più credito, in particolare tutti quegli istituti che oggi si trovano con liquidità in

abbondanza. Da una lato i tassi negativi sui depositi in Bce rendono sempre meno conveniente

parcheggiare liquidità, dall'altro meccanismi di "funding for lending", così come abbiamo visto

nell'esperienza inglese, stimolano la ripresa. Quindi è naturale che ci sia un impatto positivo sull'erogazione

del credito e anche sul suo costo». Dunque vedremo tassi più bas­ si. Ma in concreto che cosa assicurerà il

trasferimento della liquidità alle imprese? «Già nell'ultima parte del 2014 e nel 2015 i programmi Tltro

hanno funzionato, facendo crescere il complesso del credito erogato nel medio termine. Naturalmente,

hanno funzionato in rapporto al tasso di crescita dell'economia. Le misure varate giovedì sono più ampie e

più aggressive. Allo stesso tempo la crescita dell'economia dovrebbe essere un pochino più robusta. Ci

sono le condizioni perché il trasferimento di liquidità alle imprese avvenga in maniera efficace». Non esiste

al contrario il rischio che le banche assumano rischi troppo elevati pur di sfuggire al parcheggio della

liquidità? «Lo escludo. Anche perché, in questi anni, abbiamo maturato una cultura del rischio molto

profonda. Nello stesso tempo l'attenzione ai requisiti di capitale e alla gestione dei crediti deteriorati si è

enormemente rafforzata. Sono convinto che il credito crescerà, ma con un'attenzione molto forte e selettiva

alla qualità». Avete fatto un primo calcolo per capire quanto le misure della Bce possano avere impatto sui

vostri conti per il 2016? «Considerazioni di questo genere sono assolutamente premature. Ci sono costi e

benefici, ma è dalla crescita che ci attendiamo i veri risultati». Che cosa ci assicura che questa volta il

bazooka di Draghi funzionerà meglio che in passato? «Le misure che il presidente della Bce ha potuto

varare ieri grazie alla sua autorevolezza, ad un'indipendenza e ad una capacità di leadership riconosciute,

vanno oltre le aspettative dei mercati e non ho dubbi che daranno risultati positivi e rilevanti. Come si

diceva, si fa un ulteriore importante passo sulla strada che riduce il costo della raccolta fondi per le banche:

così gli stimoli agli investimenti - e dunque alla crescita -sono molto concreti». Insomma, Draghi ha davvero

messo in campo tutte le armi... «Per l'ennesima volta il presidente della Bce ha confermato nei fatti che la

formula "will do whatever it takes" - e cioè la capacità e la volontà della Banca centrale europea di fare tutto

quello che è necessario - non è una formula retorica, ma qualcosa di molto concreto che viene declinato

secondo le necessità. È un messaggio fortissimo che avrà un'importanza risolutiva». Draghi ha anche

ribadito che la politica monetaria da sola non basta a rimettere in moto l'economia. Accanto ad essa quali

riforme strutturali vede come più necessarie o urgenti? «In generale penso che sia importante ridurre la

12/03/2016Pag. 7

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 163

Page 164: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

complessità regolamentare, anche per evitare una eccessiva frammentazione dei mercati finanziari che

sarebbe penalizzante per l'Europa. Per l'Italia, dopo il mercato del lavoro, penso sia necessaria una

profonda riforma dell'apparato pubblico e una riforma fiscale che riduca l'enorme differenza tra il costo per

le imprese e il reddito netto dei lavoratori e favorisca sempre di più gli investimenti produttivi». E nel settore

del credito? «Bisogna rendere più rapidi i tempi delle procedure concorsuali, che in Italia sono più alti della

media europea. Questo ha un impatto negativo sui prezzi dei crediti deteriorati, tanto che in Italia il mercato

è molto più orientato ad acquistare crediti in sofferenza senza garanzie piuttosto che quelli con garanzie

immobiliari. Nello stesso tempo si può pensare a un rilancio del ruolo delle garanzie pubbliche a sostegno

del credito. Si stima che un piano da 10 miliardi di garanzie potrebbe generare credito per 200 miliardi con

impatti assai modesti sul debito pubblico». Ma che cosa accadrà se la mossa così forte della Bce non

dovesse funzionare? «Non vedo ragioni perché non debba funzionare. La scommessa per tutti è traslare i

benefici della manovra Bce in un impegno collettivo per la crescita. E qui, davvero, ognuno deve fare la

propria parte: governi, imprese e sindacati. Come banche sappiamo di avere un ruolo fondamentale nel

funzionamento del sistema economico e - parlo per UniCredit - ci sentiamo in prima linea in questa grande

battaglia per lo sviluppo dell'economia reale».

80 miliardi È l'iniezione di liquidità al mese che la Bce ha deciso di fare col nuovo piano Draghi

Le misure della Bce spingono tutti a lavorare nella direzione della crescita. L'obiettivo è evitare ilrischio enorme della deflazione. Per le banche è una realtà nuova Federico Ghizzoni Amministratore

delegato di Unicredit

­0,4 per cento È il tasso negativo sui depositi deciso giovedì dalla Banca centrale europea

12/03/2016Pag. 7

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 164

Page 165: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ORSI & TORI Paolo Panerai Perfino il nemico numero uno dei gufi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha finito per gufare contro le

banche, probabilmente senza accorgersene. Lo ha fatto, evidentemente senza volontà di nuocere e con

parole apparentemente non negative, quando è stato ospite della trasmissione domenicale super popolare

condotta da Barbara D'Urso: «In Italia ci sono troppe banche e troppi banchieri... con le nuove regole

europee questo non può continuare, bisogna metterle insieme, unirle». Se il presidente del Consiglio dice

quasi urbi et orbi che le regole europee impongono consolidamenti che cosa pensa, il presidente Renzi,

che gli italiani, i risparmiatori e depositanti italiani capiscano? Evidentemente una cosa sola: che ci sono

banche che da sole non ce la fanno, quindi nonostante abbia premesso che gli italiani delle banche italiane

si possono fidare, gli italiani inevitabilmente sono a domandarsi quali sono le banche che per proseguire

l'attività hanno bisogno di fondersi, quindi banche di cui non fidarsi. Il fatto è, Caro Presidente, che da un

anno di banche si parla troppo e spesso a sproposito, come si documenta all'interno di MF-Milano Finanza,

mentre delle banche meno si parla e meglio è. Lo sa perché? Perché il vero patrimonio del sistema

bancario, l'unico fattore che può garantire buon funzionamento e stabilità, è la fiducia dei depositanti, dei

clienti. Senza fiducia, nessuna banca sarebbe in grado di sopravvivere. Per questo i grandi governatori

della Banca d'Italia, da Luigi Einaudi a Guido Carli, a Paolo Baffi, a Carlo Azeglio Ciampi, a Mario Draghi,

hanno sempre predicato il silenzio; hanno sempre operato in modo che qualsiasi atto riguardante una

banca fosse prima compiuto e poi reso noto. Gli annunci sulle banche sono come annunci ai naviganti:

mettono in agitazione anche se prevedono tempo bello. Rispetto alle banche occorre operare in silenzio,

meditando bene le scelte, controllando tutto prima di prendere una decisione e parlare solo quando la

decisione è ferma. In Italia invece sta avvenendo drammaticamente il contrario. È vero, c'è un evidente

abbassamento di livello della Banca d'Italia, con tutto il rispetto per l'onestà e l'impegno di chi vi lavora; è

vero quindi che è mancata la regia del banchiere dei banchieri e quindi le difficoltà e i problemi non sono

stati prevenuti e risolti in silenzio come nel passato, facendoli diventare drammatici e irreversibili e

lasciando che si allargasse lo spazio per politicanti all'assalto; è vero che la minaccia più grave alla stabilità

delle banche nazionali viene da Bruxelles e dagli uffici della Vigilanza unificata di Francoforte; tutto ciò è

vero ma, proprio per questo, occorre recuperare rigore e silenzio, operando ma senza fare annunci

temerari. Gli errori compiuti in questi ultimi anni sono numerosi e gravi: il fallimento delle quattro banche è il

risultato di incertezze, ritardi e superficialità. Che la Banca delle Marche fosse in pericolo lo si sapeva da

anni, al punto che Bankitalia aveva chiesto a un suo ex dirigente di altissimo livello intellettuale e pratico, il

professor Rainer Masera, di assumere la presidenza: peccato che quando l'ex presidente del Sanpaolo si

era insediato, non ci aveva messo molto a scoprire che la situazione era assai più grave di quella che

risultava dal rapporto di ispezione della Banca d'Italia, al punto che Masera aveva deciso ben presto di

uscire. Idem per Banca dell'Etruria: il palleggiamento del caso in Banca d'Italia è durato almeno due anni,

senza una decisione solida e cioè o commissariarla o spingerla dentro la pancia di una banca più grande.

CariFerrara e Carichieti erano problemi risolvibili in pochi giorni, date le dimensioni. Invece sono esplosi e si

sono sommati alla destabilizzazione del sistema delle popolari: prima gli annunci in sede politica, poi un

decreto legge di trasformazione in spa con l'obiettivo di creare accorpamenti ma senza nessuna sensibilità

ai valori della mutualità propri delle popolari. E senza tener conto che ci sono esempi di banche popolari

che non hanno nessuna necessità di accorparsi, vista l'efficienza e la capacità di produrre reddito che

hanno, prima di tutte la Popolare di Sondrio. L'aver preso poi un provvedimento d'urgenza ha esposto le

banche a interventi vessatori della Vigilanza unificata di Francoforte, la quale dalla sera alla mattina, per le

popolari non quotate, ha praticamente eliminato il fondo di riacquisto delle azioni proprie, rendendo

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 165

Page 166: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

impossibile rivendere le azioni da parte dei soci che avevano bisogno di incassare e innescando così un

inevitabile processo di sfiducia degli istituti che non ha fatto altro che amplificare e far precipitare le

problematiche e le debolezze degli istituti stessi. Sicuramente c'erano banche con pesanti debolezze e

anche irregolarità dovute alla disonestà dei manager, come nel caso della Popolare di Vicenza e quindi

queste debolezze dovevano essere sanate: ma aver bloccato il processo di riacquisto delle azioni, su cui si

è basato per decenni il mercato delle azioni delle popolari non quotate, è stata la goccia che ha fatto

traboccare il vaso. Era questa una situazione che doveva essere ben chiara alla Banca d'Italia prima che la

Vigilanza passasse a Francoforte, era quindi necessario che la Banca centrale italiana intervenisse per

chiedere tempo in modo da rimediare e non rendere esplosiva la situazione. In altri tempi il potere

negoziale di Bankitalia, il rispetto di cui godeva a Bruxelles (si pensi solo al ruolo svolto per il sistema

monetario europeo da Tommaso Padoa Schioppa ), era tale che le banche più in difficoltà non si sarebbero

trovate da sole nella tempesta. Infine la decisione di non usare il Fondo di garanzia finanziato da tutto il

sistema bancario e considerato arbitrariamente da Bruxelles organismo pubblico, perché istituito da una

legge e vigilato dalla Banca d'Italia. Altri uomini, sapendo che i fondi non erano pubblici e che quindi

l'intervento non poteva essere considerato aiuto di Stato, non si sarebbero lasciati intimorire dalle minacce

della Direzione competizione di Bruxelles e avrebbero ordinatamente salvato le quattro banche fatte fallire.

Del resto, basta guardare cosa ha fatto la Germania anche in queste ultime settimane: ha salvato con

l'immissione di denaro pubblico la Hsh Nordbank giustificando l'intervento come non aiuto di Stato con il

fatto che la Repubblica federale di Germania era già azionista della banca. Ma in Germania hanno fatto di

più: esistono due fondi di garanzia, uno per garantire i depositanti fino a 100 mila euro (e questo è pubblico)

e un altro privato, alimentato dalle varie banche del Paese, che potrà intervenire in qualsiasi momento in

aiuto di istituti in difficoltà anche privati. Molti giuristi sono convinti che se fosse stato fatto intervenire per le

quattro banche il Fondo di garanzia e la Commissione Ue avesse comminato una multa all'Italia, il ricorso

alla Corte di giustizia europeo avrebbe sicuramente assolto il Paese. Su questo tema ha scritto su MF-

Milano Finanza articoli fondamentali Paolo Savona, l'allievo prediletto di ( segue da pagina 3 Carli, che del

Fondo è stato a lungo presidente. Come si vede, i problemi delle banche italiane e la conseguente sfiducia

dei risparmiatori sono in primo luogo il frutto di errori di gestione sia legislativa sia, e prima ancora, di

gestione di chi fino a non molto tempo fa, la Banca d'Italia, aveva pieni poteri sulle banche nazionali. Ma

tutto è stato ampliato da voci incompetenti o interessate, tali da far diventare argomento di prima pagina i

casi bancari, spingendo in questo modo alle stelle la sfiducia su varie banche. E il paradosso è che finora,

per le popolari, non si è attuato nessuno dei processi di integrazione e consolidamento che erano auspicati.

Anzi si sta assistendo a un caso assurdo che dovrebbe chiarire a tutti come, per impedire danni maggiori,

sia necessario non dire più una parola una, negativa o critica, sul sistema bancario italiano. Anche solo

dicendo che le banche italiane devono diminuire di numero, come ha fatto imprudentemente il presidente

Renzi, è negativissimo e a poco serve aggiungere poi che gli italiani delle banche italiane si devono fidare:

è il messaggio negativo o critico che pesa in maniera decisiva, non la descrizione della solidità (reale) del

sistema. Il caso assurdo è quello della progettata e perseguita fusione fra la profittevole Banca popolare di

Milano e il Banco popolare, che già ha riunito nel passato varie banche popolari, come la Lodi, che appunto

fu fatta allora approdare sotto il controllo di Verona per evitare che fallisse dopo le malversazioni di

Gianpiero Fiorani. Da tempo i bravissimi amministratori delegati delle due banche, Giuseppe Castagna e

Pier Francesco Saviotti, hanno trovato il pieno accordo superando non pochi problemi di governance.

Bene: da settimane la perfida Vigilanza unificata di Francoforte si diletta a impedire che si proceda, con le

giustificazioni più cervellotiche. La vicenda Milano-Verona è espressione del vero problema che ha davanti

non solo il sistema bancario italiano ma quello di tutti i Paesi che non reggono la coda alla Germania, che,

come è stato ripetutamente scritto e documentato su questo giornale, domina la Vigilanza unificata tanto da

averla fatta diventare un corpo autonomo rispetto alla parte di Banca centrale europea che sotto la

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 166

Page 167: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

presidenza di Draghi gestisce la politica monetaria. Contrariamente a ogni logica gestionale di una banca

centrale, la Germania, con la compiacenza della Francia, è riuscita a far sì che il Consiglio dei governatori

che sono l'organo supremo della Bce non abbia nessun potere di controllo o di indirizzo sulla Vigilanza: in

caso di dissenso sull'operato, dovrebbe aprire un conflitto presso il Parlamento europeo. «Figuriamoci se si

può andare a discutere pubblicamente di una banca in difficoltà o di un intervento da compiere», ha

commentato con un amico Draghi. Ma non è tutto; il Bundestag, il Parlamento tedesco, non pago della

grande autonomia di cui la Vigilanza gode rispetto al vertice della Bce, ha votato un ordine del giorno

perché la stessa Vigilanza sia addirittura scorporata dalla Banca centrale. Come se fra la definizione della

politica monetaria e le regole di vigilanza, tra i parametri che vengono imposti e gli interventi che vengono

fatti sulle banche, non ci fosse nessuna relazione. Qui c'è il vero problema tecnicopolitico su cui l'Unione

europea può dissolversi, perché la separatezza fra Vigilanza e vertice della Bce, che fissa la politica

monetaria, non solo mette a rischio il sistema bancario per la fissazione e l'applicazione di regole assurde

in un periodo di crisi (le regole dure si fissano quando le cose vanno bene), ma appunto vanifica i

provvedimenti disperati di Draghi. Giovedì 10 Draghi, non senza difficoltà, ha varato altri provvedimenti sul

modello americano, che hanno l'obiettivo di rilanciare lo sviluppo e di far risalire l'inflazione, che ora in molti

Paesi europei è deflazione. In particolare un provvedimento è fondamentale: il varo di un'altra Ltro, cioè la

possibilità per le banche di finanziarsi a tasso zero presso la Bce. Questa volta Draghi ha messo come

condizione vincolante per le banche che i capitali attinti siano tradotti in credito per il sistema produttivo che

ne ha più bisogno. In Italia, in Spagna e in molti altri Paesi ad aver bisogno di credito e a tassi bassi, come

consente l'acquisizione dei capitali a costo zero da parte delle banche commerciali, sono milioni di aziende

piccole e medie. Finora, con le precedenti Ltro, i crediti sono finiti solo ai gruppi che non ne avevano

bisogno. Per una semplice ragione: perché la Vigilanza impone che le banche facciano credito a chi ha

rating buoni, non a chi, a causa di una crisi lunga otto anni, ha accumulato debiti e quindi rating cattivi, ma

che, se avesse nuovi finanziamenti, potrebbe rilanciarsi. Ma se le banche non possono finanziare chi ne ha

bisogno, le aziende o le famiglie falliranno e quindi i crediti in essere saranno persi e le banche stesse

entreranno in difficoltà, con la perdita di ogni chance di ritorno alla crescita e quindi alla creazione di posti di

lavoro. E con le aziende e le banche, entrerà in crisi l'unica politica monetaria, quella attuata da Draghi, che

ha prodotto negli Stati Uniti il ritorno allo sviluppo. Sarà quindi la vittoria della Germania e della sua linea

del rigore assurdo. Provate a mettere a stecchetto chi è anoressico invece di cercare di farlo mangiare:

l'anoressia diventerà presto morte. La cancelliera Angela Mekel vuole la morte per anoressia dell'Unione

europea? È sulla buona strada per riuscirci. Il circolo vizioso può essere interrotto solo dalla crescita di

forza politica in Europa dell'Italia, affiancata da altri Paesi in difficoltà. Ma per accrescere la sua forza

politica, Renzi deve poter liberare il Paese, salvando così anche la politica monetaria di Draghi, dal cancro

che lo affligge: l'enorme debito pubblico, con la cessione, in un colpo secco, degli asset immobiliari. Nei

giorni scorsi, come questo giornale aveva anticipato, il direttore generale del Catasto, Roberto Reggi, ex

sindaco di Piacenza ed ex sottosegretario del governo Renzi, ha per la prima volta parlato, in un'intervista a

Repubblica, della necessità di una operazione straordinaria, con la creazione di un veicolo, per cedere

immobili in misura capace a tagliare significativamente il debito pubblico. È quanto l'Associazione L'Italia

c'è propone e sostiene da anni. In realtà Renzi ha un'altra chance per liberare risorse utili agli investimenti e

alla riduzione della pressione fiscale. C'è chi valuta che il rating ufficiale dell'Italia possa essere migliore di

uno o due notch, cioè uno o due livelli, rispetto a quello di Standard&Poor. Se ciò avverrà, attraverso una

istituzione con credibilità internazionale, nella migliore delle ipotesi sarebbe un risparmio di una quindicina

di miliardi di euro per il settore pubblico complessivo e di 8 miliardi per il settore privato. Tutte risorse per

investimenti e minori tasse. Occorre però che sia il taglio del debito che la rettifica del rating siano

perseguiti immediatamente, prima che la ripresina-ina si spenga. Le persone più competenti e più vicine a

Renzi spingono perché tutto avvenga massimo nei prossimi 3-4 mesi. Durante i quali sarà bene evitare

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 167

Page 168: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ogni parola negativa sul sistema bancario, che finanzia per l'85% il sistema economico nazionale e per il

95% quello delle piccole e medie imprese. (riproduzione riservata)

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 168

Page 169: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

GENERALI LE PRIME SFIDE DELL' AD DONNET Anna Messia LE PRIME SFIDE DELL' AD DONNET Quando decise di lasciare Axa ci fu chi disse che la sua unica colpa

era di essere troppo vicino all'età del numero uno del gruppo, Henri de Castries. Quasi dieci anni dopo

Philippe Donnet si ritrova al vertice di un grande gruppo assicurativo europeo. Non è Axa ma la diretta

concorrente italiana, ossia Generali. Le due compagnie assicurative hanno rapporti «storici e amichevoli»,

ha dichiarato di recente lo stesso de Castries, che con una battuta, riferendosi proprio alla possibile ascesa

di Donnet in Generali, aveva aggiunto che in Axa si formano bravi manager perché è un'ottima scuola.

Adesso c'è l'ufficialità: il comitato nomine di Generali venerdì 11 ha proposto le nomina di Donnet a ceo e

del cfo Alberto Minali a direttore generale. Tali indicazioni dovranno essere votate dal consiglio di

amministrazione del 18 marzo, convocato anche per il via libera al bilancio 2015. In quella sede dovranno

essere meglio definite le competenze di Minali nel quadro delle deleghe che gli verranno affidate su

investimenti e finanza. Il quadro insomma è delineato, con il tandem Donnet-Minali chiamato a raggiungere

gli obiettivi promessi al mercato dall'ex ceo di Generali Mario Greco (ora al comando di Zurich), che nel

piano industriale presentato a Londra lo scorso maggio aveva promesso 5 miliardi di dividendi cumulati fino

al 2018. Donnet del resto non è nuovo alle sfide. La sua carriera assomiglia sorprendentemente a quella

del predecessore di de Castries in Axa, quel Claude Bébéar che lo reclutò nel gruppo assicurativo francese

nel 1985: lauree all'É cole Polytechnique e all'Istitut des Actuaireis di Parigi, per poi ricoprire incarichi per

Axa in Francia ma anche in Asia, come ceo del Giappone e poi della regione Asia Pacifico. Con un

passaggio importante, nel frattempo, anche in Italia; Donnet dal 1999 al 2001 è stato infatti anche

amministratore delegato di Axa Assicurazioni, occupandosi della complicata integrazione di quattro società

rilevate nella Penisola dalla compagnia francese, ovvero Abbeille e Uap e le loro controllate Centurion e

Allsecures. Quando decise di lasciare Axa abbandonò per un po' le assicurazioni lavorando prima nella

società di private equity Wender Investissment a Singapore come managing director dell'area Asia Pacifico

e poi partecipando alla fondazione della società di investimenti Hld. I quegli anni i suoi rapporti con il mondo

della finanza francese non si sono però mai allentati. Donnet oggi è anche membro del consiglio di

sorveglianza di Vivendi, tanto che è stato visto come un manager vicino a Vincent Bolloré, secondo

azionista di Mediobanca e socio di riferimento del gruppo francese. Poi l'arrivo nelle Generali, chiamato nel

2013 da Greco per occuparsi, ancora una volta, di una complicata riorganizzazione: la fusione delle

compagnie italiane che avrebbe dato vita a Generali Italia. Risultato: nonostante il profondo processo di

riorganizzazione, che ha comportato il raggruppamento delle attività sotto tre marchi (Generali, Genertel e

Alleanza Assicurazioni) rispetto ai dieci precedenti, proprio l'Italia è stato il motore principale della crescita

del gruppo triestino negli ultimi anni, staccando alla capogruppo un dividendo di 900 milioni di euro e

garantendo premi e redditività in crescita. Ora Donnet dovrà raccogliere il testimone di Greco, con il

supporto importante di Minali, che ha iniziato la carriera proprio in Generali, nel 1991, lavorando nella

branch di Londra e nell'head office come deputy area manager. Poi il passaggi in Ina (come responsabile

del corporale finance), Allianz Italia e Eurizon. Fino alla decisione di avviare, come nel caso di Donnet, una

propria iniziativa: la sicav Eskatos Capital Management, di cui è stato fondatore e presidente, fino a quando

è stato richiamato da Greco come cfo di Generali. Ora i due manager dovranno lavorare in sinergia e

replicare a Trieste quel modello che si è rivelato vincente proprio in Axa, dove de Castries ha affidato al

numero due Denis Duverne la responsabilità su finanza, strategie e operations. Il tandem a Parigi ha

dimostrato di funzionare bene, ora tocca a Trieste. (riproduzione riservata)

Foto: Philippe Donnet Alberto Minali

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 169

Page 170: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

FINMECCANICA Le sorprese di Moretti Angela Zoppo Oscillano attorno all'asticella dei 500 milioni di euro le previsioni degli analisti sull'utile netto 2015 di

Finmeccanica. In alcuni casi anche molto al di sopra, come nelle previsioni di Intermonte, che colloca i

profitti del gruppo a 586 milioni di euro, inglobando nel conto anche circa 250 milioni di proventi da

dismissioni. Leggermente al di sotto dell'asticella si tiene invece Goldman Sachs, con 461 milioni. L'ad

Mauro Moretti illustrerà i conti a Milano il 17 marzo e tutte le banche d'affari sembrano tirargli la volata. Il

top manager sa come alimentare l'attesa. Ogni volta che gli viene chiesto di sbilanciarsi sui numeri del

2015, Moretti si sottrae solo per obblighi di mercato, ma non lesina aggettivi e superlativi: «conti di

grandissimo valore»; o, come giovedì 10, «molto buoni». L'ad almeno una cosa se l' è lasciata scappare:

saranno numeri superiori alle attese, per esempio sul fronte debito e generazione di cassa. «Saremo in

grado di dare belle sorprese anche rispetto alle previsioni», ha detto. Le guidance fissate da Moretti e

comunicate al mercato indicano per fine 2015 il controvalore dei nuovi ordini tra 12 e 12,5 miliardi di euro,

un risultato operativo (ebita) di 1,13 miliardi e un flusso di cassa da attività operative tra 200 e 300 milioni.

L'indebitamento finanziario netto di gruppo è previsto a circa 3,4 miliardi, sulla base però di un cambio

euro/dollaro a 1,27 ed euro/sterlina a 0,8. Proprio l'ammontare degli ordini potrebbe essere la prima

sorpresa cui fa riferimento Moretti. Gli ordini, infatti, sarebbero attesi a quota 12,8 miliardi. Anche

sull'indebitamento è possibile attendersi una chiusura d'esercizio migliore delle attese. Il consensus già

stima un debito inferiore, a 3,3 miliardi, ma in piazza Monte Grappa potrebbero averlo ricondotto persino a

3,2 miliardi. Quanto al flusso di cassa, anche in questo caso si scommette su un risultato oltre le

aspettative, superiore ai 300 milioni, che salgono addirittura a 366 per Goldman Sachs. A dare credito al

report della banca d'affari è stato per primo lo stesso Moretti. «Goldman Sachs ha rimesso chiarezza su

varie voci», ha detto l'ad, «la situazione reale è che i nostri fondamentali sono migliorati: la gestione

ordinaria produce cassa e i debiti sono fortemente ridotti». Moretti non ha voluto saperne di abbassare le

guidance per il settore elicotteri, come hanno invece fatto altri gruppi concorrenti a causa del calo degli

ordini da parte delle compagnie petrolifere (che li utilizzano per i collegamenti con le piattaforme offshore).

L'esercizio 2015 per il settore è atteso in linea col 2014, quando i ricavi degli elicotteri (AgustaWestland,

ormai una divisione della One Company) avevano raggiunto 4,376 miliardi. La quota oil&gas rappresentava

nel 2014 circa il 15% del fatturato Elicotteri e certo le oil company hanno ridotto le commesse anche a

Finmeccanica, tanto che ora il contributo ai ricavi potrebbe essere sceso sotto il 4%. Se Moretti ha deciso di

mantenere le guidance, perciò, è il segno che la ex AgustaWestland deve aver beneficiato di ordini

maggiori su altre linee di prodotto (per esempio l'AW159 Lynx e l'AW169) e che anche l'effetto cambio ha

dato una mano. Altri fattori che più in generale potranno avere un effetto positivo sui conti arrivano anche

da operazioni chiuse, come la cessione del 39,55% del capitale di Ansaldo Energia, per un controvalore di

277 milioni di euro. Risale a fine 2013, e un altro 15% passerà di mano nel 2017 (l'incasso atteso è di circa

117 milioni di euro), ma il contratto prevede che Finmeccanica possa aver ricevuto un earn-out nel 2015

(altrettanto per l'esercizio in corso). Il 2 novembre poi, in tempo quindi per essere contabilizzati, sono

arrivati in cassa anche i 761 milioni di euro versati da Hitachi per il 40% di Ansaldo Sts e il ramo d'azienda

di AnsaldoBreda. Per evitare l'effetto osannante, bisogna completare la disamina ricordando anche i

business che ancora non girano. Tra le sorvegliate speciali, per esempio, resta la jv con la russa Sukhoi per

la produzione dei Superjet 100. Moretti dovrà valutare gli ultimi dati su ordini ed eventuali profitti per

decidere se riportarsi al 25% (si veda MF-Milano Finanza del 10 marzo). Oggi la partecipazione risulta

scesa al 5,5% dopo la decisione di non apportare 400 milioni di dollari in aumento di capitale. Ci sono poi le

occasioni mancate, come la gara da 2,7 miliardi per elicotteri multi-ruolo in Polonia, assegnata ad Airbus

12/03/2016Pag. 20 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 170

Page 171: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

(ma il bando potrebbe essere riaperto) e naturalmente la lunga attesa per la commessa record da 8 miliardi

di euro dal Kuwait per 28 caccia Typhoon prodotti dal consorzio Eurofighter (Finmeccanica ha il 21%). Nelle

criticità vanno ricomprese anche le possibili perdite delle attività di AnsaldoBreda rimaste nel gruppo e il

potenziale ulteriore calo degli ordini di elicotteri da parte del settore petrolifero. Fattori che potrebbero

influenzare le guidance 2016, primo anno di effettiva operatività della One Company. Ma anche col peso di

queste incognite Goldman Sachs azzarda l'ipotesi più attesa dal mercato: la ricomparsa del dividendo nel

2017, calcolandolo in circa 20 centesimi per azione sugli utili 2016. La cedola manca a piazza Monte

Grappa dal 2011 (41 centesimi), ma sull'argomento Moretti è stato chiaro fin dal suo arrivo, a maggio 2014.

Parlando della possibilità che Finmeccanica potesse tornare in due anni a remunerare gli azionisti, aveva

escluso qualunque scorciatoia. «Fino a quando Finmeccanica non riuscirà a produrre utili sui quali fondare i

dividendi, non ne daremo. Non ci saranno dividendi a debito, che è un ossimoro dal punto di vista

industriale». Dunque, precedenza a taglio dell'indebitamento e a copertura degli investimenti: poi si

penserà alla cedola. (riproduzione riservata)

FINMECCANICA 11 dic '15 11 mar '16 8 12 10 14 quotazioni in euro Var. % sul 11 dic '15 10,5 € -18,3%

Mauro Moretti

12/03/2016Pag. 20 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 171

Page 172: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

AUTOGOL Basta sparare sulle banche * Antonio Satta La fiducia nel sistema è la prima condizione per rilanciare l'economia. Ma la politica continua a dire parole

equivoche sugli istituti anche per calcolo elettorale, mentre la Ue e la Vigilanza unica si inventano ostacoli

che alimentano la sfiducia e vanificano le mosse di Mario Draghi È capitato pure a Vincenzo Visco. Lui, che

certo di tasse alle banche non ne aveva tagliata nemmeno una, anzi semmai ne aveva aggiunte, due anni

fa è stato aggredito per strada al grido: «Servo delle banche». E questo nonostante l'ex ministro fosse

ormai anche un ex politico. È insomma dura a morire la vecchia invettiva di Bertolt Brecht nell' Opera da tre

soldi («Che cos'è l'effrazione di una banca di fronte alla fondazione di una banca?») e in tempi di grillismo e

lepenismo padano l'accusa ai governi di sudditanza al potere finanziario è merce corrente nella polemica

politica. Il governo di Mario Monti era per i 5 Stelle, non ancora sbarcati in massa a Montecitorio, e per i

leghisti «il governo delle banche», tanto più che il premier era stato consulente di Goldman Sachs e al

ministero dello Sviluppo Economico sedeva l'ex ad di Banca Intesa Corrado Passera. E poco contava se

persino quel governo le tasse sulle banche le aveva alzate. Il governo successivo, quello di Enrico Letta, fu

crocefisso nel novembre 2013 per aver concesso agli istituti soci di Bankitalia di poter rivalutare le quote di

capitale, iscritte a bilancio ancora ai valori degli anni Trenta. No al «regalo alle banche» fu lo slogan di

grillini e leghisti, nonostante quella misura fosse accompagnata da un'addizionale dell'8% che di fatto

sterilizzava i vantaggi fiscali della rivalutazione stessa. Toni da crociata che sono riecheggiati anche in

questi mesi, ad ogni misura che riguardi il mondo del credito, dal salvataggio delle quattro banche in crisi

(Etruria, Marche, Chieti e Ferrara) alla riforma delle banche popolari, fino alle nuove norme che hanno unito

la riforma delle bcc e le regole sui mutui. Tutti provvedimenti, per la verità, presi dal governo in splendida

solitudine per decreto e senza confronti con i diretti interessati. Eppure anche la storia recente dimostra che

il tema banche andrebbe maneggiato con cura. Il panico fa danni anche se immotivato, ma la cautela non è

la qualità più apprezzata nei comizi, così capita che nel pieno delle polemiche sul braccio di ferro tra il

governo Tsipras e la Bce, il referendum sulla permanenza di Atene nell'euro e conseguente assalto alle

banche greche da parte dei correntisti terrorizzati, a Matteo Salvini, leader della Lega, non è venuto in

mente nient'altro che proporre di ritirare «i soldi anche dalle banche italiane per dare un segnale

all'Europa», che è come pensare di spegnere un incendio gettando napalm sul fuoco. L'importante è

strillare: «Non possiamo essere schiavi della Banca Centrale Europea, una multinazionale di qualcuno che

non è mai stato eletto da nessuno». Poco male se nel frattempo si piccona un bene comune come la

fiducia nel sistema bancario, che poi è lo stesso che dovrebbe prestare i soldi a imprese e famiglie per far

ripartire l'economia. Lo stesso Matteo Renzi per la verità è arrivato alla segreteria del Pd a fine 2013 con

una campagna elettorale giocata molto sulle critiche al «governo amico» di Letta, all'interno delle quali non

mancavano le rasoiate sui temi bancari, tanto che, sostituito il compagno di partito alla guida dell'esecutivo,

si era affrettato a varare un drastico inasprimento delle tasse sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. In

una delle prime conferenze stampa da premier spiegò infatti che le coperture per abbattere il cuneo fiscale

sarebbero state prese «per 4,5 miliardi dalla spending review e per 2,2 dall'aumento del gettito Iva e

dall'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote Bankitalia, quindi pagheranno le banche».

Anche recentemente Renzi ha dedicato qualche parola ruvida al mondo bancario. Lo ha fatto, per esempio,

durante la sua partecipazione al salotto domenicale di Barbara D'Urso su Canale 5: «In Italia ci sono troppe

persone che fanno i banchieri: è il Paese che ha più banche di tutti. Questo poteva andar bene 30 anni fa,

ma con le regole Ue non si possono continuare ad avere le singole banchettine dove ciascuno fa il

banchiere». E ancora: «bisogna metterle insieme, ci sono troppe banche in Italia. Oggi c'è l'home banking:

abbiamo oltre 300 mila persone che lavorano in banca». Che, detto dopo che lo stesso governo ha varato

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 172

Page 173: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

le riforme di popolari e bcc per consolidare il sistema e nel mezzo della conseguente difficile trattativa con i

sindacati per gli esuberi, certo non aiuta il settore a trovare tranquillità. Ma Renzi, dopo le bordate ad alzo

zero riversate sul suo governo dalle opposizioni a seguito dei vari decreti su banche, mutui, sofferenze

eccetera, vuole probabilmente evitare di finire sulla graticola per l'intera campagna elettorale per le

amministrative come «l'amico delle banche» e quindi dà anche lui qualche colpo al sistema, nonostante

poche settimane fa abbia constatato con mano che danni possa produrre un attacco concentrico sulle

banche. A gennaio infatti si è abbattuta sugli istituti italiani la tempesta perfetta, con i risparmiatori

terrorizzati dall'anticipo del bail-in subito da azionisti e bondholder delle quattro banche salvate (che forse

con una azione più energica del governo italiano a Bruxelles si poteva anche evitare), funzionari della

Commissione Ue o della Bce che diffondevano voci (infondate) su banche italiane a rischio default, i

mercati scatenati in un orgia ribassista e le opposizioni (anche quelle interne al Pd) che approfittavano del

clima per gridare al disastro economico e politico dell'esecutivo, arrivando a votare una sfiducia al governo

proprio sul decreto per Banca Etruria & C. Proprio nel mezzo di quel fuoco incrociato Renzi reagì a modo

suo, difendendosi attaccando, anche a costo di sfiorare l'incidente internazionale quando ha messo in

dubbio, in un discorso al Senato, la tenuta di Deutsche Bank. «Si è fatta una discussione con una mozione

di sfiducia su alcune banche toscane ma oggi ci rendiamo conto che c'è una questione enorme che

riguarda la prima banca tedesca». Aggiungendo, subito dopo: «Invece di preoccuparsi dei titoli di Stato

italiani bisogna avere la forza di dire che nella pancia di alcune banche europee c'è un eccessivo numeri di

derivati e titoli tossici». Un affondo che ha comportato come risposta un editorale al vetriolo della Faz, la

Frankfurter Allgemeine Zeitung, ossia il quotidiano tedesco più vicino ad Angela Merkel: «Il premier italiano

Matteo Renzi parla volentieri delle difficoltà di Deutsche Bank e mette spesso in discussione la stabilità del

sistema bancario tedesco. Forse però il premier italiano dovrebbe guardare in casa propria, dal momento

che le banche italiane affrontano una crisi profonda». E per dar corpo al messaggio si aggiungeva:

«L'enorme fardello rappresentato dai crediti in sofferenza minaccia la sopravvivenza di alcuni istituti bancari

italiani. Per questo ora l'autorità di sorveglianza sulle banche della Bce sta esaminando quotidianamente la

solvibilità dei singoli istituti». Un fatto, quest'ultimo, smentito sia dal numero uno della Bce Mario Draghi sia

dalla presidente del consiglio di sorveglianza Danièle Nouy. Ma il vero siluro è arrivato dopo: «La politica

italiana però preferisce sviare l'attenzione. Renzi ha messo addirittura gli occhi sulle garanzie degli obblighi

bancari in Germania, che, a suo dire, dovrebbero essere estese anche alle banche italiane in difficoltà. La

Germania deve rispondere con un secco diniego alle pressioni per una estensione delle garanzie tedesche

ai sistemi bancari degli altri Paesi dell'area euro». E qui si arriva alla vera battaglia politica che si sta

disputando in Europa: mantenere tutti i vincoli dell'Unione Bancaria, applicati con severità agli istituti italiani

e interpretati con benevolenza nei casi che riguardano le banche tedesche, come il salvataggio con soldi

pubblici della Hsh Nordbank, senza far scattare il sistema mutualistico di garanzia sui depositi. Una

battaglia che dovrebbe vedere la politica italiana fare fronte comune. Ma, come nel caso dei polli di Renzo,

neanche il rischio di finire in pentola fa venire meno il gusto di beccarsi. (riproduzione riservata) Fonte:

presentazione/comunicato stampa annuali 2015, report analisti, analisi Value PartnersI PRINCIPALI DATIECONOMICI E PATRIMONIALI DELLE BANCHE ITALIANE F GRAFICA MF-MILANO FINANZA Var. %

2015 rispetto al 2014 Unicredit Intesa Sanpaolo Mps Banco Popolare Ubi Banca Bper Bpm Banca Carige

Margine di interesse Commissioni Impieghi a clientela Raccolta diretta Raccolta indiretta Spese per il

personale Altre Spese Amministr. Costo del credito (pb) Crediti deteriorati/lordi Coperture medie° CET 1

fully phased Efficacia business bancario Evoluzione grandezze patrimoniali Efficienza operativa Qualità

portafoglio crediti Patrimonio -4,2% 3,4% 0,7% 4,2% n.a. 1,7% -1,6% 86 15,4% 51,2% 10,9% -6,5% 10,8%

3,2% 3,4% 6,0% 3,9% -1,0% 95 16,5% 47,6% 13,1% 5,4% 6,6% -6,9% -2,9% 0,0% -3,3% -5,6% 171

34,8% 48,5% 11,7% -0,4% 3,3% -1,8% -3,6% 8,3% 0,4% 25,1% 101 24,2% 31,9% 12,4% -10,3% 6,0% -

1,2% -1,8% 4,8% -0,5% 14,5% 95 15,1% 27,9% 11,6% -5,0% 5,2% -0,5% 2,3% 9,3% 4,9% 14,3% 162

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 173

Page 174: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

23,3% 44,2% 11,2% 0,8% 8,9% 6,6% 2,1% 4,4% 0,0% 16,1% 102 16,3% 39,6% 12,2% -15,9% 3,5% -

9,3% -12,7% -4,4% -15,6% 16,1% 132 27,8% 42,4% 12,2% (1) ° % su impieghi lordi (1) Phased-in Nota: i

dati esposti sono calcolati sui dati comunicati durante le presentazioni dei risultati del 2015. La

"normalizzazione" dei dati sarà possibile solo dopo l'approvazione e la pubblicazione dei bilanci

12/03/2016Pag. 1 N.050 - 12 marzo 2016

diffusione:71186tiratura:130381

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 14/03/2016 174

Page 175: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

SCENARIO PMI

13 articoli

Page 176: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'analisi Siamo più internazionali Ma si deve cambiare passo paolo ciocca* I dati sul 2015 pubblicati dall'Istat hanno confermato l'importanza delle esportazioni per l'economia italiana.

I settori che sono riusciti ad aumentare la produzione rispetto all'anno precedente sono, infatti,

principalmente quelli che hanno visto crescere più rapidamente le vendite all'estero. La produzione di mezzi

di trasporto è, ad esempio, aumentata di quasi il 17%, grazie alla crescita delle esportazioni, che nel

comparto degli autoveicoli ha superato il 30%. Andamenti simili hanno interessato anche il farmaceutico e

l'elettronica. Complessivamente le esportazioni hanno ampiamente recuperato quanto perso nei momenti

più difficili della crisi, superando, per la prima volta nel 2015, i 400 miliardi di euro.

Il successo all'estero è anche il risultato di un profondo processo di internazionalizzazione. Le imprese

estere controllate da aziende italiane sono oltre 22mila, impiegano quasi 1,8 milioni di addetti e fatturano

più di 540 miliardi di euro. Sono mediamente più grandi di quelle operanti in Italia e sono riuscite, anche

durante la crisi, ad aumentare i volumi e la forza lavoro.

Il fatturato delle imprese estere a controllo italiano è arrivato a rappresentare più del 15% di quello prodotto

dalle aziende operanti nel nostro Paese. A livello settoriale, il grado di internazionalizzazione, misurato dal

peso che le attività svolte all'estero hanno sul complesso di quelle mantenute all'interno del territorio

nazionale, risulta più elevato nel manifatturiero.

Nel corso del tempo, il processo di internazionalizzazione è, però, cambiato, adeguandosi al nuovo

scenario mondiale. Le economie emergenti hanno rallentato, ma soprattutto stanno cambiando: guardano

più alla domanda interna e meno alle esportazioni. Da grandi fabbriche si trasformano in grandi

consumatori. Tutto questo cambia il ruolo dell'internazionalizzazione all'interno delle strategie aziendali.

Oggi, si costituisce un'azienda all'estero, o se ne compra una già esistente, per raggiungere nuovi mercati

ed acquisire nuova domanda.

Oltre ad operare per favorire la realizzazione da parte delle imprese di nuovi investimenti all'estero, è

divenuto, quindi, centrale supportare quei settori che possono svolgere un ruolo fondamentale nella

promozione commerciale dei prodotti tipici del made in Italy. Guardando al passato, colpisce il basso grado

di internazionalizzazione del commercio, un settore, invece, ampiamente utilizzato da altri sistemi paese

per la diffusione dei propri prodotti all'estero.

Per capire meglio, è sufficiente leggere i numeri sulle esportazioni italiane di vino. Le vendite all'estero

hanno superato i 5 miliardi di euro. Risultano, però, concentrate in pochi paesi, perlopiù economie

avanzate, con Stati Uniti, Germania e Regno Unito che da sole assorbono oltre la metà delle esportazioni

italiane. Emerge una chiara difficoltà delle aziende del settore nel raggiungere mercati non solo lontani, ma

soprattutto diversi e, quindi, poco conosciuti. Al contrario di altri Paesi che sono riusciti a diffondere i propri

prodotti grazie anche ad una diffusa rete commerciale. La Francia, ad esempio, vende in Cina quasi il 10%

delle proprie esportazioni di vino. Per i nostri produttori, il peso della Cina si ferma, invece, poco sopra

l'1,5%.

*Servizio Studi Bnl

gruppo Bnp Paribas

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14/03/2016Pag. 15 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 176

Page 177: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La storia/Tessile Per gli affari serve la fibra giusta Il tessuto hi tech di Torcitura Padana: antifuoco e biodegradabile Al via una partnership con il gruppoZanolo per sbarcare negli Usa e in Nord Europa MICHELE AVITABILE Competere nel comparto tessile è una sfida sempre più complicata. Soprattutto se non sei un colosso e

non puoi ridurre drasticamente i costi aziendali. Ecco perché le piccole e medie imprese del settore hanno

la necessità di mettere in campo strategie innovative di prodotto.

E' proiettato su questa scia il piano imprenditoriale di Torcitura Padana, società specializzata nella

produzione di filati d'alto target, destinati alle aziende di tessitura per l'arredamento. Un impegno che ha

permesso all'impresa sorta a Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia, di registrare nel 2015 un giro

d'affari pari a sei milioni di euro, il 45% grazie all'export. In particolare attraverso i mercati di Germania,

Francia, Spagna, Svizzera e Turchia. «Creare partnership con altre realtà aziendali del settore - racconta

Simona Pesaro, presidente di Torcitura Padana - è stata una scelta fondamentale per stimolare l'area della

ricerca. E' nata così la collaborazione con il gruppo Zanolo di Biella, specializzato nella tintura tessile. Un

serrato impegno comune che ha permesso di creare Coex, un brevetto internazionale, del quale siano

comproprietari al 50%, che punta a rivoluzionare il mondo dei filati».

Ma com'è nata questa invenzione e quali sono le caratteristiche più interessanti? «L'idea nasce

dall'intuizione di un giovane chimico di Zanolo - spiega Pesaro - che dopo aver rivisto alcuni studi degli anni

'50, ci ha suggerito di applicarli concretamente. Per verificare la loro efficacia, abbiamo costruito macchinari

speciali. Il risultato ha sorpreso anche noi. Grazie a una tecnologia che, senza additivi, modifica la struttura

molecolare della cellulosa, siamo i primi al mondo ad aver brevettato una fibra naturale ignifuga. Così è

iniziata la produzione dei primi filati, in lino e cotone, che non bruciano e sono biodegradabili». Requisiti di

prodotto che consentono alla società lombarda di puntare a ottenere maggiori risultati economici

nell'arredamento dei pubblici esercizi e aprire interessanti prospettive di vendita nel mondo

dell'abbigliamento. Settori dove sono già in corso trattative con nuovi clienti internazionali.

Se arrivano, però, segnali positivi, è perché al centro delle strategie, oltre alla qualità e al servizio, ci sono

gli investimenti. «Per i progetti di ricerca - continua Pesaro - abbiamo messo in campo, assieme all'impresa

biellese, 600 mila euro. Risorse impiegate con la prospettiva di entrare in mercati esteri inesplorati. Come

Stati Uniti, Regno Unito e Paesi scandinavi».

Un motivo in più per presentarsi sulla scena internazionale con una preziosa collaborazione. «Entro il 2017

fonderemo una società con Zanolo - conclude Pesaro -. Un'alleanza imprenditoriale per valorizzare al

massimo il brevetto nel mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Filati Simona Pesaro, presidente di Torcitura Padana: un brevetto innovativo

14/03/2016Pag. 22 N.10 - 14 marzo 2016

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 177

Page 178: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

L'ANALISI Un dato che va letto con grande cautela Il sistema economico italiano resta un corpo dolorante e ammaccato dalla recessione internazionale Paolo Bricco Bene o male? Insomma. L'unico dato del rapporto Istat sulla produzione industriale di gennaio che appare

privo di ambiguità interpretative è quello sui beni strumentali. Che, grazie ad una crescita tendenziale del

9,5% vanno bene, molto bene. Questa base industriale radicalmente export oriented - poche imprese

italiane stanno rinnovando il loro parco macchine, molte invece riforniscono di macchinari

l'industrializzazione dei Paesi emergenti e la rigenerazione industriale dei Paesi maturi - fa il paio con il

segmento dell'automotive industry, le automobili di Fca (la Panda, la famiglia rinnovata della 500 e la più

piccola delle Jeep, ma anche Maserati e Ferrari) e le supercar e le moto di un gruppo Audi­Volkswagen

(Lamborghini a Sant'Agata Bolognese e Ducati a Borgo Panigale) che non è stato ucciso dal dieselgate,

per fortuna anche della subfornitura italiana. Il resto dei dati resi pubblici ieri dall'Istat è segnato da due vizi

di forma che rischiano sempre di diventare vizi di sostanza: la natura intrinseca della congiuntura e il

raffronto con un gennaio 2015 che era andato così male da rischiare di falsare ogni confronto. Il primo vizio

di forma - la congiunturalità ­ è ormai un fattore ipertrofico che ha effetti stranianti: la sua ripetitività periodica

viene amplificata dalle maree della società dell'informazione e va a comporre quella affollatissima notte

ultraquantitativa (un dato ogni minuto, un numero ogni ora, una statistica al giorno) in cui tutte le vacche

sono nere. Il secondo vizio di forma impone una dose di cautela nella graduale costruzione del quadro

economico macro e micro e nella formulazione di un giudizio soppesato e informato dei fatti. Una cautela

che, sotto il profilo della metodologia, rappresenta una buona norma, soprattutto quando si ha a che fare

con un indice tendenzialmente volatile come la produzione industriale. Per tutte queste ragioni, i numeri

della produzione industriale di gennaio non sono di certo lo squillo di trombe e il rullar di tamburi che tutti

auspicherebbero di sentire provenire dal nostro tessuto manifatturiero. L'andamento lievemente positivo

della produzione industriale ha una sua uniformità. Non è soltanto l'automotive industry, con gli stabilimenti

di Fca e del gruppo Audi­Volkswagen più le mille fabbriche e i mille laboratori della nostra componentistica,

l'unico segmento a esprimere in Italia una vitalità non episodica ma caratterizzata da una progressione

sistematica. Ci sono anche la farmaceutica e la gomma, comparti in cui la nostra manifattura ha imparato

l'arte delle nicchie al tempo del capitalismo globale. Ma l'Italia - intesa come mercato interno e come base

produttiva di una industria B2C, business to consumer - resta un corpo dolorante e ammaccato dalla

recessione internazionale: l'incremento tendenziale dell'1,2% dei beni di consumo (­0,1% i durevoli e +1,5%

i non durevoli) è poca cosa. È bene ricordare come, dal 2008, la nostra manifattura abbia perduto un quinto

del suo potenziale industriale. Una destrutturazione strutturale, che definisce il contesto effettivo e

concettuale di qualunque nuova serie statistica. Peraltro, il Centro Studi Confindustria rileva un calo, a

febbraio rispetto a gennaio, della produzione industriale complessiva pari all'1 per cento. No, almeno per

ora non ci sono né rulli di tamburi né squilli di trombe.

Foto: [email protected]

12/03/2016Pag. 7

diffusione:141637tiratura:195317

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 178

Page 179: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

La riforma. Scatta la corsa a offrire nuovi servizi. Così i gestori di ticket restaurant si organizzano perassistere anziani e bambini Voglia di welfare nelle piccole imprese baby sitter e badanti con i buonipasto LUISA GRION ROMA. In principio c'erano la palestra, in corso d'inglese, il maggiordomo aziendale che al mattino passava

in ufficio a ritirare le camicie sporche e le riportava alla sera lavate e stirate. Benefit per fortunati dipendenti

d'imprese d'avanguardia (da Luxottica a Ferrero). Ora ci saranno soprattutto i voucher per le baby sitter dei

figli e per le badanti degli anziani genitori. Servizi essenziali da mettere a disposizione anche della miriade

di piccole imprese che compongono il sistema produttivo italiano. Un business tutto da conquistare, atteso

al varco da molti operatori, e tanto più vasto quanto più crollano gli investimenti dedicati al welfare pubblico.

La legge di Stabilità che ha introdotto la detassazione al 10 per cento del salario legato alla produttività,

precisa che il lavoratore, se vuole, può destinare quella parte di retribuzione accessoria alla previdenza

integrativa e alla sanità complementare. O di trasformarla, appunto, in voucher totalmente esentasse da

utilizzare per ottenere servizi. Considerando che una recente analisi Censis-Unipol sottolinea che solo il 19

per cento degli italiani pensa che il welfare pubblico riesca a garantire tutti ciò di cui abbiamo bisogno, la

scelta del voucher sembra destinata ad andare per la maggiore. E infatti già si è scatenata la corsa al

cliente. Le piccole imprese, al contrario delle grandi, non hanno al loro interno le strutture necessarie per

fornire i servizi alla persona. Serve qualcuno che organizzi il tutto, che raccolga le domande e metta in rete

le risposte. I candidati sono tanti: dalle imprese del terzo settore alle start-up innovative, alle aziende che

fino ad oggi hanno gestito soprattutto il caro, vecchio buono-pasto: il benefit più conosciuto degli italiani.

Il sistema delle cooperative è in prima linea: pronto a vendere sul territorio quello che già realizza al suo

interno. L'esperienza c'è: dal sistema di welfare "Piùperte" messo a disposizione dal colosso Coop Alleanza

3.0 ai suoi 22 mila addetti (l'offerta va dall'assistenza ai familiari alle borse studio per i figli), alla piccola

Agca Gallura che durante la raccolta del sughero manda a casa delle dipendenti baby sitter disposte a

coprire gli straordinari del sabato. I contatti per allargare il business alle aziende grandi e piccole che

chiedono una mano sono già avviati (riunioni con Enel e Microsoft). Sulla rampa di lancio anche Qui!Gruop

e Edenred, colossi dei buoni pasto.

La prima mette a disposizione la piattaforma Mywelfare: «Tra i vari strumenti pensati per le aziende e per il

dipendente, abbiamo studiato soluzioni di "welfare 2.0", innovative, molte delle quali accessibili anche alle

aziende con budget ridotto , che fanno risparmiare perché abbattono i costi di gestione dei piani». Edenred,

nota in Italia per il Ticket Restaurant, con il suo «Voucher universale per i servizi di assistenza alla

persona» è invece pronta ad esportare in Italia il modello che già adotta in Francia dal 2005. L'idea è quella

di mettere insieme, con un solo voucher, servizi all'infanzia, assistenza al domicilio, pulizie della casa e

piccoli lavori di manutenzione, cucendo assieme risorse e strutture pubbliche e private accreditate. In

Francia ha funzionato: lo utilizzano 8 milioni di famiglie, ha creato più di centomila nuove partite Iva e posti

di lavoro qualificato l'anno e ha prodotto un punto di Pil aggiuntivo.

Soluzioni per tutti a costi contenuti, assicurano gli operatori. In realtà il sistema presenta dei rischi. Per

Emanuele Pavolini professore di Sociologia dei processi economici all'Università di Macerata: «Il welfare

aziendale è una scommessa giusta, da fare, ma può innescare una crescita delle diseguaglianze. Non tutte

le imprese riusciranno o vorranno realizzarlo su standard alti: ci saranno differenze fra Nord e Sud, fra

settori innovativi ad alta produttività e settori maturi a produttività bassa, fra lavoratori a tempo determinato

e indeterminato che non avranno lo stesso accesso ai servizi». Nel valutarne l'impatto, soprattutto sul

settore sanitario, va tenuto conto del fatto che veniamo da 15 anni di tagli e che «gli investimenti pro-capite

in sanità sono un quinto in meno di quelli dell'Europa occidentale. La defiscalizzazione del welfare

14/03/2016Pag. 12

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 179

Page 180: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

aziendale potrebbe sottrarre ulteriori risorse a queste voci». Quindi «se alle spalle di questo sistema non ci

sarà un welfare pubblico forte, rischieremo di creare cittadini di serie A e di serie B. Così non è stato nei

paesi Scandinavi, ma le esperienze dell'Europa e degli Usa ci avvertono che il pericolo è dietro l'angolo»

I SERVIZI LE COOP Legacoop, Agci, Confcooperative sono pronte a fornire anche all'esterno, con le loro

strutture, i servizi alla persona che già offrono a soci e clienti LE START UP Nate all'interno delle coop

(Colser-Aurora) o da iniziative private, forniscono sul web sostegno per risolvere i piccoli disagi dei

lavoratori (dalla spesa ai ritiri in lavanderia) I GRANDI GRUPPI Da Edenred a Qui!Group le aziende finora

note per la distribuzione dei buoni pasto offrono piattaforme di welfare privato seguendo il modello francese

IN PROPRIO Da Luxottica a Ferrero ad alcune grandi banche sono stati i promotori del welfare aziendale

Grazie alle dimensioni offrono servizi interni, asili nido compreso www.lavoro.gov.it www.mef.gov.it PER

SAPERNE DI PIÙ

Foto: ASILI AZIENDALI Sempre più imprese offrono asili interni ai propri dipendenti

Foto: FOTO: ©EIKON STUDIO

14/03/2016Pag. 12

diffusione:262053tiratura:371646

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 180

Page 181: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Hub dell'Innovazione, un nuovo servizio per le imprese L'U nione industriale dà vita un nuovo importante servizio, l'Hub dell'Innovazione, che si avvale dell'attività

di coordinamento e di indirizzo scientifico di Nevio Di Giusto, a lungo a capo del Centro Ricerche Fiat: verrà

ufficialmente presentato nel Centro Congressi di via Vela 17 nella mattinata di giovedì 31 marzo, dalle 9

alle 13 con un focus informativo per le aziende sulle attività di europrogettazione.

L'Hub è stato realizzato mettendo a sistema e razionalizzando le risorse già da tempo operanti in campo

tecnologico: le competenze di Mesap (Polo d'innovazione sulla meccatronica), con lo sportello Horizon

2020, l'Innovation Point dell'Amma e coinvolgendo anche l'Enterprise Europe Network di Confindustria.

L'obiettivo è quello di sensibilizzare le imprese circa l'importanza di fare innovazione in modo strutturato,

cercando in primo luogo di capire, con esattezza, di che cosa esse abbiano bisogno.

Individuate le necessità, si tratta di mettere in contatto il mondo della ricerca, dove si formano le idee, con

quello che ne verifica la fattibilità, cioè che trasforma l'idea in una tecnologia applicabile e poi, da ultimo,

con i soggetti - le imprese - che provvedono a trasformarle in business.

È molto più facile a dirsi che a farsi perché in realtà la filiera dell'innovazione è lunga e complessa poiché

in essa vi operano Università, Politecnico, incubatori, centri di ricerca pubblici e privati ed aziende più o

meno strutturate, ognuna con le proprie esigenze e specificità. Si tratta quindi di monitorare lo scenario

tecnologico, assai dinamico e spesso imprevedibile, di selezionare e proporre soluzioni tecnologiche

innovative che aggiungano valore nei processi e nei prodotti ad una platea prevalentemente composta di

piccole e medie imprese.

Un'operazione, quella del trasferimento tecnologico, indubbiamente complessa, ma parimenti

fondamentale per la qualificazione e la tenuta del nostro sistema produttivo. È inoltre necessario che le

imprese maturino la disponibilità a uno stile di lavoro nuovo, aperto alla collaborazione con soggetti terzi ed

alla redazione di progetti, condizioni che possono fruttare un significativo cofinanziamento di parte delle

attività di sviluppo.

Si tratta di guardare a questa realtà per ciò che in effetti è: una straordinaria opportunità di crescita e di

sviluppo, nella quale vi è anche ampio spazio per valorizzare e tutelare la nostra straordinaria creatività e

cultura in campo industriale. La capacità di generare, sviluppare e proteggere la proprietà intellettuale e di

diffondere la cultura del brevetto è infatti proprio uno degli aspetti caratterizzanti i sistemi industriale più

evoluti e le aziende più moderne e performanti. L'altro fronte sul quale è necessario concentrare gli sforzi

sono le risorse umane, in particolare i giovani, la cui preparazione universitaria e scolastica va quanto più

possibile adeguata, attraverso uno stretto dialogo con scuola ed Università, alle tecnologie emergenti ed

alle esigenze degli scenari futuri.

Iscrizioni alla presentazione su www.ui.torino.it nella sezione dedicata. Per informazioni:

[email protected] tel 011.5718467. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

14/03/2016Pag. 46 Ed. Torino

diffusione:175698tiratura:248061

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 181

Page 182: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Nota n. 3/16 dell'Accademia di ragioneria sui nuovi sistemi contabili Ue Bilanci su tre direzioni Schemi diversi per ogni categoria d'impresa CHRISTINA FERIOZZI Tre diverse categorie di imprese con tre tipologie di bilanci ad hoc. Nuovi schemi di bilancio, abrogazione

dei conti d'ordine, e dei proventi e oneri straordinari, contabilizzazione degli strumenti finanziari derivati con

valutazione a fair value e valutazione dei titoli al costo ammortizzato. Sono alcune delle novità in materia di

bilancio di esercizio e consolidato commentate dalla Nota operativa n. 3/2016 della Fondazione Accademia

Romana di Ragioneria dal titolo: Il nuovo bilancio di esercizio (dlgs n. 139/2015): Aspetti generali. L'impatto

della direttiva Semplifi cazioni per le imprese minori e armonizzazione con la prassi internazionale per

quelle maggiori. È la nuova normativa, di modifi ca al codice civile, a seguito del dlgs 139 del 18/8/2015,

che ha recepito la Direttiva 34/2013/ Ue ed è entrata in vigore dal 1 gennaio 2016 e non ha effetto

retroattivo, pur avendo effetti sui bilanci in chiusura 2015. Si osserva, infatti, nella nota che, la norma, pur

concedendo alcune facilitazioni per la transizione (quali ad esempio deroga dal criterio del costo

ammortizzato, non adeguamento della vita utile dell'avviamento iscritto nel bilancio 2015), comporta

l'imputazione al conto economico, già dall'apertura 2016, di taluni conti quali, ad esempio, quelli di

pubblicità e ricerca applicata, capitalizzati nel bilancio 2015, e la modifi ca di alcune voci del Patrimonio

netto di apertura dei conti con conseguenti plusvalenze e minusvalenze da valutazione. In altri termini, il

bilancio 2015 sarà redatto con le regole vecchie ma andrà poi riclassificato per poterlo comparare con le

nuove disposizioni. La rivoluzione, già in sede di apertura dei conti nell'esercizio 2016, farà vedere da

subito i propri effetti poiché, precisa l'Accademia di Ragioneria che si dovrà provvedere a: - far con uire le

plusvalenze e le minusvalenze di apertura dei conti tra i componenti ordinari dell'esercizio, avendo il

legislatore abolito i componenti straordinari del Conto economico (gruppo E); - Inventariare tutti i derivati, in

quanto a partire dal 1/1 essi dovranno essere valutati al «fair-value» e iscritti in contabilità come un credito

o fondo rischi a seconda se positivo o negativo, ponendo come contropartita il relativo componente di

reddito «rettifi che di valore». Modifi che contabili Fra gli aspetti contabili di interesse per tutte le tipologie di

aziende si ha l'eliminazione dal Conto economico della voce «Proventi ed oneri straordinari». Tale modifi

ca, dettata dagli Ias/Ifrs, pur riducendo il valore segnaletico del bilancio, si evidenzia nel documento,

rimanda alla nota integrativa la loro separata identifi cazione ed il loro commento. Dal bilancio dell'esercizio

2016, quindi, un evento non comporta oneri o proventi straordinari perché è eccezionale, anormale o

imprevisto, ma in quanto tale evento non si collega alla normale gestione dell'impresa. Altra novità è

apportata dal Principio contabile internazionale Ias 38 il quale stabilisce che, a differenza dei costi di

sviluppo, nessuna attività immateriale derivante dalla ricerca debba essere iscritta tra le immobilizzazioni

immateriali. La fase di ricerca va rilevata, pertanto, come costo nel momento in cui è sostenuta e imputata

al C.E., mentre la fase di sviluppo di un progetto interno può essere capitalizzata purché sia, tra l'altro,

dimostrata: la fattibilità tecnica e la ragionevole possibilità di recuperare i costi mediante i redditi futuri.

Necessario, infi ne, integrare il piano dei conti includendo, al fi anco dei crediti e debiti con le imprese

controllate, con le imprese collegate e le imprese controllanti, anche le altre imprese sottoposte al controllo

delle controllanti.

Riepilogo adempimenti di bilancio secondo il recepimento della direttiva 34/2013/UESocietà

Adempimenti

Categorie

Dimensioni (*)

12/03/2016Pag. 39

diffusione:40318tiratura:80157

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 182

Page 183: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Società interessate

Adempimenti di bilancio

Micro imprese

Bilancio «Micro»: Schemi di bilancio con alcuni accorpamenti Esonero da: Nota integrativa, Rendiconto fi

nanziario e Relazione sulla gestione

Piccole imprese (parametri art. 2435-bis c.c.)

Bilancio abbreviato: Stato patrimoniale e Conto economico con accorpamento di alcune voci; Esonero dal

Rendiconto fi nanziario e Relazione sulla gestione

Grandi imprese

Tutte le altre al di sopra

Bilancio ordinario: conformato ai principi Oic e ai principi contabili internazionali a) Spa; b) Sapa; c) Srl; d)

Società di persone, solo nel caso in cui abbiano come soci illimitatamente responsabili: Spa, Sapa, Srl -

Numero medio dipendenti occupati durante l'esercizio fi no a 5; - Totale Stato Patrimoniale fi no a 175.000

euro; - Ricavi vendite e prestazionifi noa 350.000 euro - Numero medio dipendenti occupati durante

l'esercizio fi no a 50; - Totale Stato Patrimoniale fi no a 4.400.000 euro; - Ricavi vendite e prestazioni fino a

8.800.000 euro (*) Parametri (almeno due su tre) nel primo esercizio sociale o successivamente per due

esercizi consecutivi

Foto: La nota dell'accademia sul sito www.italiaoggi.it/ documenti

12/03/2016Pag. 39

diffusione:40318tiratura:80157

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 183

Page 184: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Nuove istruzioni dal Mcc per le nuove imprese che vogliono accedere al fondo pmi Garanzie solo se c'è l'investimento MARCO OTTAVIANO Le nuove imprese (ovvero quelle che sono state costituite o hanno iniziato la propria attività non oltre tre

anni prima della richiesta di ammissione alla garanzia del fondo) non utilmente valutabili sulla base degli

ultimi due bilanci approvati sono ammissibili alla garanzia del fondo pmi solo se l'operazione per la quale è

richiesto l'intervento dello stato è a fronte di un programma di investimento. Non sono ammissibili se i

mezzi propri, che devono risultare già versati alla data di erogazione del fi nanziamento o di acquisizione

della partecipazione sono inferiori al 25% del importo del programma di investimento. Queste le nuove

istruzioni per l'accesso da parte delle nuove aziende al fondo di garanzia pmi redatte dal Medio Credito

Centrale. Contestualmente alla comunicazione dell'erogazione del fi nanziamento o dell'acquisizione della

partecipazione i soggetti richiedenti devono far arrivare al gestore - Medio Credito Centrale idonea

documentazione comprovante l'avvenuto versamento dei mezzi propri. Per la valutazione di tali imprese

deve essere inviato il business plan, completo di un bilancio previsionale almeno triennale. Nel caso di

operazioni fi nanziarie di importo pari o inferiore a 50.000 euro, per la valutazione di tali nuove imprese

deve essere inviato il business plan, completo di un bilancio previsionale almeno triennale (ovvero, del solo

conto economico nel caso di operazioni fi nanziarie di importo pari o inferiore a 25.000 euro). Le operazioni

relative alle sezioni speciali fi nalizzate a favorire i processi di internazionalizzazione delle pmi, alimentate

dai contributi versati dalle camere di commercio, a favore di imprese che registrano una quota dell'export

sul fatturato, relativo all'ultimo bilancio approvato, inferiore al 30% o che non hanno ancora iniziato ad

operare sui mercati internazionali e non utilmente valutabili sulla base degli ultimi due bilanci approvati

sono ammissibili solo se l'operazione per la quale è richiesto l'intervento zione fi nanziaria eccede la durata

del ciclo economico dell'iniziativa legata al processo di internazionalizzazione e se i mezzi propri, che

devono risultare già versati alla data di erogazione del fi nanziamento (si considerano mezzi propri anche i

fi nanziamenti dei soci in conto futuro aumento di capitale sociale), sono inferiori al 10% dell'importo

complessivo dei costi dell'iniziativa legata al processo di internazionalizzazione. Contestualmente alla

comunicazione dell'erogazione del fi nanziamento i soggetti richiedenti devono far arrivare al gestore del

fondo idonea documentazione comprovante l'avvenuto versamento dei mezzi propri. del fondo è un fi

nanziamento a copertura dei costi di uno specifi co processo di internazionalizzazione. Tali imprese sono

valutate, oltre che sulla base degli ultimi due bilanci approvati, anche sulla base di un business plan

compilato secondo lo schema di cui all'allegato 7quater alle vigenti disposizioni operative. Al contrario, non

sono ammissibili se la durata dell'opera-

Le novità per le nuove impreseL

i

Programma di investimento

Le nuove imprese non sono utilmente valutabili sulla base degli ultimi due bilanci approvati ammissibili al

fondo di garanzia pmi solo se l'operazione per la quale è richiesto l'intervento del fondo è a fronte di un

programma di investimento.

Non ammissibilità

Non sono ammissibili se i mezzi propri, sono inferiori al 25% del importo del programma di investimento.

12/03/2016Pag. 45

diffusione:40318tiratura:80157

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 184

Page 185: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Le novità del decreto interministeriale di Mise e Mef. Accesso limitato alle imprese sane Pmi innovative in corsia veloce Priorità nell'istruttoria per il fondo statale di garanzia CINZIA DE STEFANIS Corsia semplificata e agevolata per le Pmi innovative al fondo statale di garanzia. Alle richieste di garanzia

delle Pmi innovative sarà riconosciuta priorità nell'istruttoria e nella presentazione al comitato di gestione.

Potranno rientrare nel regime agevolato solo le Pmi innovative che appartengono alla fascia 1 e 2 di

valutazione e non la fascia 3. La valutazione del merito creditizio non sarà più effettuata dal gestore del

fondo (Medio credito centrale) ma direttamente dall'istituto di credito o dai confi di che erogano il

finanziamento. Queste alcune delle novità contenute in un decreto interministeriale del ministero dello

sviluppo economico, emanato di concerto con il ministero dell'economia, che ha ricevuto la fi rma di

entrambi i ministri (Federica Guidi, Mise, e Pier Carlo Padoan, Mef). Il decreto è attuativo dell'articolo 4 del

decretolegge 24 gennaio 2015, n. 3 (investment compact) convertito nella legge 24 marzo 2015, n. 33 con il

quale si è introdotta nel nostro ordinamento una nuova categoria di imprese: le «Pmi innovative». Lo stesso

articolo 4, 9 comma, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3 stabilisce che alle Pmi innovative si applicano

alcune disposizioni del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, sezione X, dettate in favore delle start-up

innovative. Alle Pmi innovative, è estesa, in particolare, la disposizione dell'articolo 30, 6 comma, del

decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito nella legge 24 marzo 2015, n. 33 che prevede un

intervento gratuito e semplifi cato della stessa al fondo di garanzia Pmi. Possono accedere procedura

«semplifi cata» solo le operazioni finanziarie che, oltre a rispettare una serie di requisiti minori non sono a s

s i s t i t e d a garanzie reali o fideiussioni bancarie o assicurativ e. Inoltre l'accesso delle Pmi innovative al

fondo di garanzia con procedura semplificata può avvenire anche quando l'impresa rientra nella fascia 1 e

fascia 2 (imprese sane). Come accedere al fondo Pmi. I soggetti richiedenti la garanzia del fondo devono

aver preventivamente acquisito apposita dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, redatta secondo lo

schema predisposto dal soggetto gestore del fondo, con la quale il rappresentante legale o procuratore

speciale della Pmi innovativa ne attesta l'iscrizione nella apposita sezione speciale del registro delle

imprese. La dichiarazione è conservata dal soggetto richiedente e prodotta in caso di insolvenza della Pmi

innovativa o su semplice richiesta del soggetto gestore del fondo. La garanzia diretta del fondo copre fi no

all'80% dell'ammontare dell'esposizione per capitale, interessi, contrattuali e di mora, del soggetto

richiedente nei confronti della Pmi innovativa. La controgaranzia del fondo è concessa fino alla misura

massima dell'80% dell'importo garantito dal confi di o da altro fondo di garanzia, a condizione che le

garanzie da questi rilasciate non superino la percentuale massima di copertura dell'80%. Entro il predetto

limite, la controgaranzia copre fi no all'80% della somma liquidata dal confi di o da altro fondo di garanzia al

soggetto fi nanziatore. L'importo massimo garantibile dal Fondo per singola Pmi innovativa è pari a 2,5

milioni di euro. Funzionamento garanzia. La garanzia del fondo è una agevolazione introdotta dal Ministero

dello sviluppo economico, fi nanziata anche con le risorse europee dei programmi operativi nazionale e

interregionale 2007-2013, che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche,

società di leasing e altri intermediari fi nanziari a favore delle Pmi. Il fondo non interviene direttamente nel

rapporto tra banca e impresa. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla

contrattazione tra le parti. L'impresa non può inoltrare la domanda direttamente al fondo. Deve rivolgersi a

una banca per candidarsi a ricevere il fi nanziamento e, contestualmente, richiedere che sul finanziamento

sia acquisita la garanzia diretta. Sarà la banca stessa a occuparsi della domanda. In alternativa, l'impresa

si può rivolgere a un confi di che garantisce l'operazione in prima istanza e richiede la controgaranzia al

fondo. Tutte le banche sono abilitate a presentare le domande, mentre, con riferimento ai confi di, occorre

rivolgersi a un operatore accreditato. Le procedure sono snelle e veloci: in tempi rapidi vengono verifi cati i

14/03/2016Pag. 13 N.62 - 14 marzo 2016

diffusione:88589tiratura:133263

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 185

Page 186: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

requisiti di accesso e adottata la delibera. L'impresa viene informata via e-mail sia della presentazione della

domanda sia dell'adozione della delibera.

In sintesiSemplifi cazione accesso fondo PmiFasceMerito creditizioPossono accedere a procedura «semplifi cata» solo le operazioni fi nanziarie che, oltre a rispettare una

serie di requisiti minori non sono assistite da garanzie reali o fi deiussioni bancarie o assicurative. Possono

rientrare nel regime agevolato solo le Pmi innovative che appartengono alla fascia 1 e 2 di valutazione e

non la fascia 3

La valutazione del merito creditizio non sarà più effettuata dal gestore del fondo (Medio credito centrale) ma

direttamente dall'istituto di credito o dai confi di che erogano il fi nanziamento Corsia semplifi cata e

agevolata per le Pmi innovative al fondo statale di garanzia. Alle richieste di garanzia delle Pmi innovative è

riconosciuta priorità nell'istruttoria e nella presentazione al comitato di gestione. Nota bene: Alle Pmi

innovative è estesa, in particolare, la disposizione dell'articolo 30, 6 comma, del decreto-legge 24 gennaio

2015, n. 3 (investment compact) convertito nella legge 24 marzo 2015, n. 33 che prevede un intervento

gratuito e semplifi cato della stessa al fondo di garanzia Pmi

14/03/2016Pag. 13 N.62 - 14 marzo 2016

diffusione:88589tiratura:133263

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 186

Page 187: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Dati European patent offi ce: nel 2015 a segno un progresso doppio rispetto alla media Brevetti, ora l'Italia guadagna terreno con un +9% da record LUIGI DELL'OLIO Di questi tempi le buone notizie non sono così frequenti, per cui meritano di essere sottolineate. Secondo i

dati appena diffusi da Epo (European patent offi ce), nel 2015 l'Italia ha presentato il maggior numero di

richieste brevettuali degli ultimi dieci anni. Un arco di tempo durante il quale il nostro Paese si è trovato a

fare i conti con una crisi senza precedenti, che ha portato a un crollo del manifatturiero, il settore più

sensibile verso la tutela e la valorizzazione delle innovazioni. Dunque un segnale di crescente attenzione al

tema, anche se a livello assoluto la Penisola resta indietro rispetto ai partner del Vecchio continente. I

numeri. L'Uffi cio europeo dei brevetti segnala che lo scorso anno le richieste provenienti dalla Penisola

sono cresciute del 9% rispetto al 2014, mettendo a segno un progresso doppio rispetto alla media Epo

(+4,8%). Per il nostro Paese il dato rappresenta il maggior incremento percentuale dell'ultima decade. Nel

2015, società e inventori italiani hanno inoltrato 3.979 richieste di brevetto contro le 3.649 del 2014,

invertendo la tendenza dell'ultimo periodo, che ha registrato un calo nel numero di domande per quattro

anni consecutivi. Con una quota del 2% di tutte le richieste, l'Italia è risalita dall'undicesimo al decimo posto

tra i Paesi richiedenti protezione brevettuale. Le richieste europee di brevetto pervenute a Epo nel 2015

sono state 160 mila (contro le 153 mila di un anno prima) e il merito è soprattutto delle società statunitensi

(+16,4%) e cinesi (+22,2%), mentre le domande provenienti dai 38 Paesi aderenti a Epo è rimasto

pressoché stabile (+0,7%). Anche la Spagna ha invertito il trend negativo, crescendo del 3,8% e il Belgio ha

messo a segno un balzo del 5,9%, mentre i Paesi del Nord hanno messo a segno performance negative: è

il caso della Svezia (-0,9%), della Danimarca (-2,7%) e della Finlandia (-8,3%). La tecnologia medicale

davanti a tutti. Il settore della tecnologia medicale si è rivelato ancora una volta quello con il più alto numero

di richieste di brevetto, crescendo di un ulteriore 11% rispetto al 2014. Le altre aree che hanno segnato una

crescita signifi cativa: motori, pompe e turbine (+18%), farmaceutica (+10%), strumenti di misurazione

(+8%) e computer (+8%). In Italia primeggiano Indesit e Fiat. Il potenziale dell'Europa in termini di

innovazione è ben evidenziato dal numero delle richieste relative alla popolazione per singolo Paese. La

Svizzera si classifi ca ancora al primo posto nel 2015, con 873 domande ogni milione di abitanti. Olanda

(419) e Svezia si trovano al secondo e al terzo posto, seguite da Finlandia e Danimarca. Il primo paese

extraeuropeo è il Giappone, che si colloca al nono posto (169). L'Italia, con 64 richieste, si è posizionata

18esima, dietro il Regno Unito e Singapore, avanzando dal 19esimo posto dello scorso anno. L'auspicio è

che la risalita italiana possa proseguire, anche sulla spinta del Patent box, normativa che consente la

detassazione per cinque anni dei redditi d'impresa prodotti da marchi, brevetti e tutte le opere dell'ingegno.

In particolare è prevista una deduzione del 40% nel 2016 e del 50% dal 2017 in avanti per i redditi derivati

da «marchi, brevetti software protetto da copyright, disegni e modelli giuridicamente tutelati». La maggior

parte delle richieste include tecnologie come la movimentazione (imballaggi, palette, sistemi di trasporto,

container), ingegneria civile e trasporti (settore nel quale sono state ascritte molte richieste provenienti

dall'automotive). Con 107 richieste, Indesit si è rivelata la società italiana più attiva nelle domande di

brevetti, seguita da Fiat (84) e da StMicroelectronics (58), Finmeccanica (39), Pirelli (39) e Chiesi

Farmaceutici (35). Mentre la classifi ca per regioni vede prevalere la Lombardia (che, oltre a essere quella

più popolosa, è di gran lunga la più importante sul fronte economico), con una quota del 33% di tutte le

domande nel 2015. Seguono l'Emilia Romagna (15%) e il Veneto (13%). L'incremento più clamoroso si è

registrato in Molise (+200%) e in Sicilia (+100%), anche se i numeri per ora sono molto piccoli. Nella classifi

ca per singola città, Milano può vantare 806 richieste, distanziando di molto Torino (273), Roma (226) e

Bologna (209).

14/03/2016Pag. 14 N.62 - 14 marzo 2016

diffusione:88589tiratura:133263

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 187

Page 188: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Pagine a cura DI LUIGI DELL'OLIO Battistelli (Epo): la tecnologia fa da traino Un plauso all'Italia, per i progressi compiuti nell'ultimo anno, arriva dal presidente di Epo, Benoît Battistelli.

Domanda. Come si spiega il risveglio italiano dopo un periodo di declino? Risposta. Il vostro Paese può

contare su una gamma di brevetti variegata ed equamente distribuita. I cinque settori tecnologici trainanti la

richiesta di brevetti da parte delle aziende italiane sono stati: movimentazione-packaging (come le palette, i

sistemi di trasporto e i container), che rappresentano il 7% di tutte le richieste italiane, ingegneria civile

(7%) e trasporti (incluso il settore auto (6%). D. Meglio le grandi imprese o le pmi? R. Le domande di

brevetto italiane sono pervenute da moltissime società, sia di grande che di piccola dimensione. D.

Possiamo spiegare quali benefi ci si possono ottenere dal brevetto unitario? R. Questo brevetto si rivelerà

complementare alle altre attuali modalità di protezione delle invenzioni in Europa. Semplifi cherà le

procedure calmiererà I costi per le imprese, aumentando di converso la protezione legale grazie

all'introduzione del Tribunale dei brevetti europeo. Dopo 40 anni di lavorazione, l'Europa fi nalmente vedrà

presto la creazione di un mercato europeo autenticamente unito nel campo dell'innovazione. Questa è una

buona notizia per le società italiane ed europee e servirà ad aumentare l'attrazione esercitata dall'Europa

sugli investimenti stranieri. Il brevetto unitario fornisce lo stesso brevetto di primo livello garantito da Epo.

Mentre non cambieranno i costi per ottenere un brevetto, le spese da sostenere per la sua manutenzione

nel tempo caleranno in maniera evidente, grazie all'adozione di uno schema di tariffe business-friendly

adottate nel 2015. D. Il fatto che l'Italia abbia deciso di aderire al brevetto unitario cosa comporterà? R.

Crescerà la capacità attrattiva del mercato europeo. La decisione di unirsi rappresenta un sostegno deciso

ai benefi ci che il brevetto unitario porterà. Per inventori e società italiane, il brevetto unitario signifi cherà

risparmio di costi e di tempi, di cui godranno in particolare le piccole e medie imprese.

14/03/2016Pag. 14 N.62 - 14 marzo 2016

diffusione:88589tiratura:133263

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 188

Page 189: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ANNI DALLA PARTE DEGLI IMPRENDITORI LUCIANO SANTILLI Bozzetto dell installazione ideata da Indo Rota nel Pire/li HaiigarBicocca. The Pivject offralo Rota at Pivelli

UanmirBicocca. più valenti, i più saggi e coraggiosi, intorno a un tavolo dove tutti appaiano pari: il mito dei

migliori riuniti per immaginare il futuro di una società, proporre suggerimenti, creò l'epopea della Tavola

rotonda di Artù, ripresa poi in era kennediana. Modello, l'agorà ateniese, dove convenivano gli ottimati a

discutere gli affari dello stato e quelli privati, a intrecciare relazioni, fare networking diciamo oggi. Chiamare

eli uomini di maggior successo, per sintonizzare le energie e farne uscire una proposta che promuova

l'intraprendenza, è dunque un rito antico. A esso si è ispirato Capital invitando cento Numeri uno d'Italia,

tutti leader nel mondo dell'impresa e della scienza, a discutere senza formalità, a suggerire senza remore e

cautele, come potenziare la forza produttiva del paese. La cornice è suggestiva: il Pirelli HangarBicocca a

Milano, al tempo stesso un'eredità imponente della migliore storia industriale e un rendering dei futuri spazi

comuni: con le torri e i quadri di Anselm Kiefer, a riprova che la creatività artistica si evolve ma sempre

commuove. Soprattutto se resa funzionale da un allestimento come quello disegnato dall'architetto Italo

Rota, che ha creato un ambiente speciale per gli speciali ospiti riuniti nel primo Summit dei Numeri uno

d'Italia. Gli imprenditori e i capiazienda invitati da Capital hanno seguito sentieri diversi, cento modi di fare

impresa, ma uno è stato il comune risultato: il made in Italy, la sua forza nei mercati globalizzati, in prodotti

e in servizi. E simile è stata la storia di migliaia di altre aziende negli ultimi 35 anni, sia nei momenti d'oro,

sia negli ultimi durissimi anni di crisi. Hanno vinto nella meccanica come nella moda, nella banca come nel

food, nell'hi-tech come nei servizi... Ambasciatori dell'eccellenza che Capital, il primo mensile italiano di

economia, finanza personale, stile di vita, tempo libero, ha messo in copertina, raccontato e sostenuto fin

dal primo numero, appunto 35 anni fa. Raccontando (basta guardare la sequenza delle copertine sui risvolti

di questo volume) impegno, passione, difficoltà e soluzioni di uomini e donne arrivati al successo creando

ricchezza per sé e per gli altri. Come pure dei giovani che oggi fondano aziende da zero, seguendo un

istinto che li distingue nel confronto internazionale. Valga per tutti un sondaggio della multinazionale

AmWay: il 78% dei giovani italiani vuole creare una propria impresa, solo il 52% negli Stati Uniti. I Numeri

uno al Pirelli HangarBicocca rappresentano un paese che crea il proprio benessere con le maniche

rimboccate, esportando; uno dei primi cinque al mondo per valore dell'export manifatturiero. In parallelo a

questo paese è cresciuto il nostro giornale, in diffusione e autorevolezza, con il proposito di far prevalere le

ragioni delle aziende. Infatti, questo volume non è tanto una celebrazione quanto un modo per ispirare

nuovi talenti imprenditoriali, al pari del Summit dell'8 febbraio, intitolato «#Angar Italia. Produciamo il

futuro». Senza averne timore, ma piuttosto con lo spirito umoristicamente ottimistico di una battuta di

Groucho Marx: «Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita». Centrale nel Summit è

però la consapevolezza che un grosso sforzo viene richiesto alla manifattura italiana. Adesso che un

barlume di ripresa si intravede, si delinea anche la dimensione delle sfide, a cominciare dalla rivoluzione >

> digitale, la cosiddetta industria 4.0, l'utilizzo dei big data, l'intelligenza artificiale e altre innovazioni (articoli

successivi) che cambiano ogni parametro di produzione e distribuzione. Su questi temi i Numeri uno sono

stati chiamati a riflettere, proporre, criticare e approvare. Oltre le porte monumentali dell'Hangar, ad

accoglierli c'è la tecnologia di grandi stampanti 3D che ricostruiscono il luogo dove produciamo. Perché,

anzitutto, è bene ricordare l'irripetibile contesto di natura e arte, tratto distintivo nazionale, che si riversa nel

made in Italy. C'è così una Penisola stilizzata, mentre su grandi schermi scorrono immagini di questo

paradiso del mondo. Nel grande ambiente per la discussione interattiva, sulle poltrone i Numeri uno hanno

tablet connessi a un cloud che favorisce lo scambio di opinioni. Altri schermi proiettano immagini coerenti

con la discussione. Tutto questo non è una prova di tecnologica potenza, ma un modo per fare memoria del

12/03/2016Pag. 14I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 189

Page 190: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

dibattito, per conservare quel che imprenditori e manager di successo possono trasmettere alle nuove leve:

testi e immagini, rielaborati in formato digitale, arricchiscono una mostra che, dopo avere accolto docenti e

studenti a Milano, si trasferisce a New York e in Cina. Qualche numero serve a incardinare la discussione

dei Numeri uno, a dare la misura delle sfide. Per esempio: a fine 2015 c'erano 7 miliardi di cellulari. Stanno

alimentando il boom dell'e-commerce e la nuova economia condivisa (sharing economy), che tuttavia

(primo problema) cancella la proprietà personale di molti oggetti e beni d'investimento, sostituita dall'uso

temporaneo in comune (basta pensare alle auto noleggiate a ore). Intanto, interi settori industriali si

dematerializzano in bit (musica, cinema, news). Un'economia manifatturiera com'è quella italiana deve

riorganizzarsi. La società di consulenza Boston Consulting Group ha identificato nove aree: big data e

analytics, robot autonomi, simulazione progettuale di prodotti e processi, integrazione orizzontale e

verticale dei sistemi, internet delle cose (cioè la connessione integrale), cybersicurezza, cloud di internet,

produzione on demand decentralizzata (anche con le stampanti 3D), realtà aumentata. Management e

marketing tradizionali, evidentemente, non basteranno. Per di più, a differenza delle rivoluzioni tecnologiche

passate, non c'è stato ultimamente un incremento di produttività, il motore dello sviluppo e della ricchezza.

Negli Stati Uniti, ancora 1 economia più innovativa, se la produttività (prodotto per ora lavorata) era

cresciuta al 2,5% Fanno dopo l'avvio di internet, è scesa all'1% negli ultimi dieci, ha ricordato il Financial

Times. Dunque nemmeno adeguare le tecnologie d'impresa è sufficiente. Lasciamo pure da parte le

fantasie apocalittiche sui robot cattivi che si ribellano all'uomo, roba da fantascienza, sebbene sembri

contagiare scienziati come Stephen Hawking e imprenditori come Elon Musk (Tesla Motors e SpaceX).

Contro gli allarmismi è uscito un libro di due scienziati, The Second Mach ine Age di Erik Brynjolfsson e

Andrew McAfee, sulla base del lavoro svolto al Center for digitai business del Mit. Sostengono che

l'economia globale avrà una crescita molto forte, trainata da macchine dotate di processori di ultima

generazione, visto che la legge di Moore (raddoppio della potenza di calcolo ogni 18 mesi), data più volte

per morta, funziona benissimo. Eppure, è verosimile che milioni di persone vedano cancellato il loro lavoro.

Sia colletti bianchi sia operai, prevede Illah Nourbakhsh, professore di robotica alla Carnegie Mellon

University. Quanti? Altro numero da tenere a mente: 7 milioni di posti nei prossimi cinque anni nei 15 paesi

più avanzati, secondo la stima, al forum di Davos, di Sebastian Thrun, professore della Delft University of

technology che per Google ha inventato un'auto che si guida da sola: non solo molti tassisti diventeranno

inutili. In compenso, le nuove tecnologie creano sempre nuovi lavori, e l'approccio più equilibrato sembra

quello di Satya Nadella, ceo del colosso Microsoft: «La minaccia è reale ma l'attenzione va concentrata

sulle competenze... Bisogna investire per la formazione, non solo dei nostri figli ma di chi è a metà carriera,

perché sia adatto a nuove mansioni». E se divengono enormi la quantità di dati disponibili e la velocità nel

combinarli per sviluppare nuovi processi produttivi e nuovi prodotti, figure nuove dovranno gestirli e

assistere gli imprenditori. Serviranno manager di tipo nuovo. Insomma, non è possibile pensare alla

crescita tecnologica come sinonimo e come unica garanzia di crescita e benessere. L'impegno per le

aziende, che prosperano solo insieme al benessere, cioè su consumi diffusi, si profila imponente.

L'ampiezza stessa delle sfide al sistema Italia suggerisce che altri appuntamenti seguiranno il primo

Summit del Numeri uno. • .... • •• . . .

35 Years Supporting thè Business Communi tv he most valiant, thè wisest, thè most courageous, ali

coming together around a table where everyone is equal, to discuss thè future of a company and offer

suggestions. The model was seen in thè story of King Arthur and his round table and later reprised by Jfk.

The concept was based on thè Athenian agorà, where thè wise and thè great carne together to discuss

affairs of state or private matters and to build relationships - what we would cali networking today. This

gathering of thè most successful entrepreneurs, inviting them to pool their energies and knowledge to come

up with ideas to promote entrepreneurship, is thus a time-honoured practice. This ritual was thè

springboard for a meeting organised by Capital., held on 8th February and entitled «Hangar Italy. We

12/03/2016Pag. 14I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 190

Page 191: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

produce thè future». The event brings together a hundred No. Is from around Italy, leaders in thè world of

business and science, to hold informai discussions and brainstorm on how to improve thè country's

productive forces. The verme is imposing: thè Pirelli HangarBicocca in Milan. The entrepreneurs and heads

of companies invited by Capital have ali followed different paths, with on one common result, though: thè

respectability of Italian products and services and thè performance of these products and services on thè

global market. Thousands of other businesses have had a similar story to teli over thè last 35 years. The

participants are ali exemplary ambassadors for business, and they have been featured in Capital, Italy s

first ever monthly newspaper on economy, personal finance, lifestyle and leisure, since thè first edition 35

years ago. The No. Is who will gather in thè Pirelli HangarBicocca represent a country that rolls Tip its

sleeves and creates its own success, primarily through exportation. Italy is one of just five countries in thè

world whose sale of goods and services give it an annual trade surplus that exceeds $100 billion (energetic

sector excluded). The growth of this newspaper has mirrored that of thè country, becoming increasingly

widely read and respected as it seeks to support business. This book is not so much a celebration of this as

a means of inspiring new entrepreneurial talent, in thè sanie spirit as thè «Hangar Italia. We produce thè

future» event. The aim is to fearlessly adopt thè humorous and optimistic spirit of Groucho Marx's quip «I

look to thè future because that's where I'm going to spend thè rest of my lif e ». A centrai theme of thè event

is thè acknowledgement that significant effort needs to be invested in Italian manufacturing. Now that a

glimmer of an economie recovery is starting to make itself felt, thè extent of thè challenges is becoming

clear. First up is thè digitai revolution, or thè so-called industriai revolution 4.0, encompassing big data,

artificial intelligence and other innovations (see later articles) that are changing every conceivable

parameter

of production and distribution. It was these themes that thè No. ls will reflect upon, offer suggestions,

criticise and approve. Some figures to put thè challenges in proportion: by thè end of 2015 there were 7

billion mobile phones in thè world. These phones are driving thè e-commerce boom and thè new sharing

economy. This has its positive aspects but it also entails a number of challenges. An economy based on

manufacturing, as in thè case of Italy, needs to reorganise. The Boston Consulting Group has identified

nine areas to focus on: big data and analytics; autonomous robots; simulations of products and processes;

horizontal and vertical integration of systems; thè internet of things (i.e. internet-enabled appliances);

cybersecurity; cloud computing; centralised production on demand (including with 3D printers) and

augmented reality. It is increasingly evident that traditional management and marketing alone will no longer

pass muster. And it remains an inescapable The extent of thè challenges faced by thè Italian System

suggests that this first gathering of Italy's No. ls will be just thè first of many.

Foto: Direttore

12/03/2016Pag. 14I NUMERI UNO D' ITALIA

N.341 - marzo 2016diffusione:40717

tiratura:50140La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stam

pa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 191

Page 192: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

Il progetto Regionale Sviluppo aiuta le imprese Siglata dalla banca partenopea una convenzione con Confeserfidi Previste agevolazioniper lo sviluppoebenefici sui prodottiofferti dall'istituto Laura cocozza Prosegue la strategia di risanamento della Banca regionale di sviluppo Spa (ex Banca Popolare di

Sviluppo). Dopo la ricapitalizzazione e l'approvazione dei risultati preliminari di bilancio 2015 con un utile di

esercizio, l'istituto diretto da Giuseppe Lombardi ha siglato una convenzione con Confeserfidi, un

intermediario finanziario specializzato in soluzioni per le imprese. Con la firma dell'accordo le piccole e

medie imprese saranno agevolate nell'accesso al credito, potendo beneficiare della garanzia e dei servizi

consortili sui prodotti finanziari offerti dall'istituto di credito campano. A siglare l'accordo il direttore generale

di Brs e l'amministratore delegato di Confeserfidi, Bartolo Mililli.

Presenti anche il responsabile del servizio coordinamento mercato di Brs, Alessio Martinetti, la

responsabile della filiale Confeserfidi di Napoli, Rita Capitelli, e Giuseppe Curella responsabile rapporti con

le banche per Confeserfidi. «Aver scelto un partner come Confeserfidi - ha dichiarato Lombardi -

corrisponde alla vocazione e alla strategia di essere una banca presente sul territorio e attenta alle

necessità e alle dimensioni delle realtà imprenditoriali locali».

La convenzione rientra nel piano di lavoro messo in campo dal nuovo Consiglio di amministrazione

presieduto da Carlo Pontecorvo e condiviso anche delle maestranze della banca. È di pochi giorni fa, infatti,

la «lettera aperta» inviata alla stampa da tutto il personale Brs, nella quale si riconosce al Consiglio di aver

costruito «con pazienza e abnegazione» un progetto «condiviso più volte dalla stragrande maggioranza dei

soci, nel corso di varie assemblee, validato da esperti di indiscussa professionalità e autorizzato dalla

Banca d'Italia. Una iniziativa costruttiva che - continua la lettera - consente di guardare finalmente a una

fase di rilancio della banca, non perdendo la sua vocazione territoriale e valorizzando le occasioni di

sviluppo nelle aree in cui si è formata».

Al Consiglio e al presidente Pontecorvo il personale dà atto anche dell'impegno profuso e costruttivo per

superare la fase delicata attraversata dall'Istituto, in concomitanza «con la congiuntura economica

recessiva che ha inciso su tutto il sistema bancario». Infine pone l'accento sul «clima di fiducia e di positiva

sinergia tra l'attuale Governance, il management ed il personale tutto, in grado certamente di favorire il

processo di rafforzamento della banca e di incentivarne lo sviluppo». Il documento termina con una

dichiarazione di intenti e un auspicio: «La Banca Regionale di Sviluppo vuole ritagliarsi un suo spazio ben

definito all'interno del sistema creditizio regionale, per essere strumento di crescita di questo territorio,

creando valore per le famiglie e le imprese che vi operano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Manager Carlo Pontecorvo ( nella foto ) presiede il Cda dell banca

14/03/2016Pag. 9 N.9 - 14 marzo 2016 Corriere del Mezzogiorno Economia

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 192

Page 193: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

ANTONIO TAJANI: LE CAPITALI DI ITALIA SONO ROMA E BRUXELLES,ECCO COME RISALIRE LA CHINA razie al suo lavoro in Europa, dichiara ufficialmente, è stato possibile: mettere all'angolo l'Europa della

finanza e, con la strategia «Per un Rinascimento industriale europeo», riportare economia reale, industria,

piccole e medie imprese (Pmi) e lavoro al centro dell'agenda politica; destinare 150 miliardi del bilancio

dell'Unione Europea a imprese, innovazione e accesso al credito; facilitare i crediti fino a 1,5 milioni di euro

per le Pmi; obbligare, pena pesanti sanzioni, le pubbliche amministrazioni a pagare le imprese entro 30

giorni; consentire il pagamento di tutti i debiti pregressi rendendo flessibili i vincoli europei; combattere

senza quartiere la burocrazia che soffoca gli imprenditori, con un risparmio di 40 miliardi di euro per le Pmi;

creare un Erasmus per i giovani imprenditori; rendere disponibili i fondi europei anche per i liberi

professionisti; guidare missioni europee in tutto il mondo per aprire le porte dei mercati internazionali agli

imprenditori UE; semplificare le regole per i visti, rendendo possibile l'arrivo di 10 milioni di nuovi viaggiatori

e la creazione di 250 mila posti di lavoro in più all'anno in Europa; lanciare i satelliti del sistema Gps

europeo, Galileo, che sarà operativo entro l'anno, con un impatto di 90 miliardi di euro per l'economia UE;

fare diventare Copernicus realtà, grazie al lancio del satellite Sentinel, dando all'Europa il sistema di

osservazione della terra più avanzato al mondo e aiutando a evitare tragedie come quella di Lampedusa;

promuovere una vera industria europea della difesa, con risparmi di decine di miliardi per i contribuenti;

rafforzare le norme e l'azione per la lotta alla contraffazione, la sorveglianza del mercato, la sicurezza dei

prodotti, anche grazie al «made in» obbligatorio; introdurre le norme per la sicurezza dei giocattoli più

rigorose al mondo; tutelare i diritti dei passeggeri nei trasporti aerei, ferroviari, stradali e marittimi; rilanciare

l'industria dell'auto, dell'acciaio, delle costruzioni e della cantieristica navale; finanziare le reti di trasporto

ferroviario, stradale e marittimo trans-europee. Praticamente un supereroe, o un supereuropeo, sostantivo

che allittera il senso dell'essere in Europa oggi, per l'Italia quasi «mission impossible», con occasioni

sprecate (non una, molte). Il supereuropeo è Antonio Tajani, vicepresidente vicario del Parlamento

europeo, dal 2008 al 2014 commissario europeo, dapprima ai Trasporti, poi, per quasi cinque anni,

all'Industria. Domanda. L'Unione Europea oggi deve fare i conti con le pressioni euroscettiche, la tentazione

di isolamento di diversi Paesi e la preoccupante riduzione della fiducia degli europei nei confronti delle

istituzioni. Come vede il futuro? Risposta. L'Europa si gioca il proprio futuro su tre grandi sfide:

l'immigrazione, la lotta al terrorismo e la crisi economica, i tre lati dello stesso triangolo. Per fare questo

serve un sussulto politico perché politico è il problema: emergono gli egoismi degli Stati e non c'è una

scelta unitaria, ma c'è un egoismo miope che non porta da alcuna parte. Nessun Paese può affrontare da

solo questa sfida. La paura dell'immigrazione è tanta e la chiave è la situazione in Siria e in Afghanistan da

un lato, quella in Africa dall'altro, perché i corridoi sono due, balcanico e libico. Se non si risolve il problema

Isis, se non si risolvono i problemi in quella parte molto ampia del mondo che riguarda tutto il Medio Oriente

e l'Africa, difficilmente sarà risolto il nostro problema di immigrazione, perché tra gli immigrati si infiltra il

terrorismo, è inutile nasconderlo. Oltre ad esso, poi, abbiamo il terrorismo endogeno, perché l'Isis raccoglie

proseliti anche all'interno dell'Unione Europea tra i cittadini europei di religione islamica. Se non si

restituisce stabilità geo-politica e non si pone termine al problema terroristico, la crisi non potrà avere

soluzione definitiva perché i grandi investitori, di fronte a tale instabilità, non sono orientati a scegliere

l'Europa come luogo nel quale mettere in campo le proprie risorse, preferendo investire in altre parti del

mondo. Serve più Europa, ma bisogna vedere se l'Europa sarà in grado di vincere queste tre sfide. D. Lotta

al terrorismo, gestione dell'immigrazione e crisi economica: in che modo l'Europa sta affrontando le tre

sfide? R. Non solo con questo eccesso di egoismo, ma anche con una serie di errori dei Paesi membri che,

spaventati dalla situazione interna e dalla crescita dei movimenti euroscettici, si rinchiudono e fanno scelte

12/03/2016Pag. 8 N.3 - marzo 2016

diffusione:40000tiratura:50000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 193

Page 194: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

tampone che non costituiscono una strategia. Quindi servono una politica estera europea, una politica

sull'immigrazione europea, una politica della difesa europea, ma il vero problema è che in Europa mancano

i leader. A parte la Merkel, nessuno ha la dimensione di leader europeo, non ci sono più i De Gaulle, i

Churchill, i Mitterand. Lo stesso Berlusconi era un leader con peso politico europeo, non sono molti i

presidenti del Consiglio italiano che hanno parlato al congresso Usa, o che hanno relazioni con il russo

Putin, il turco Erdogan, la Libia di Gheddafi. Ricordiamoci che era stato risolto il problema dell'immigrazione

anche per l'Europa, perché l'Italia è il punto di passaggio, non di arrivo. Ma mancano leader. D. Forse

perché i veri e grandi cervelli non vogliono più entrare in politica? R. La politica non è più un'attrattiva per

molti, mentre nel passato costituiva il nodo più importante per servire il Paese. Oggi c'è un decadimento,

basti vedere l'Italia e l'esempio che danno i politici cambiando bandiera pur di conservare il posto, non ci

sono più ideali né valori, e tali fatti portano discredito alla classe politica e, di conseguenza, all'Italia,

accrescendo il malcontento degli italiani. D. Chi ha più rispetto dell'Europa, l'UE che apre le porte agli

immigrati o i Paesi che le chiudono sospendendo così il trattato di Schengen? R. Nessuno apre le porte agli

immigrati anzi, l'Unione Europea dice che bisogna regolare i flussi e avere una politica dell'immigrazione.

La Germania ha avuto una politica di apertura nei confronti dei profughi siriani. Detto questo, noi non

possiamo non tener conto dei cristiani che fuggono dalla Siria e voltar loro le spalle. Io stesso di recente ho

visto alla frontiera tra Macedonia e Grecia ragazzi cristiani che fuggivano da Mosul e dicevano: «O

scappiamo, o diventiamo musulmani, o ci ammazzano». Bisogna anche distinguere, farne un dovere di

solidarietà, non confondere i rifugiati con gli immigrati economici. D. C'è un sistema per distinguere tra chi

finge e chi non finge? R. Il problema è quello e non è facile, ecco perché servono controlli più rigidi. Ma il

problema va risolto a monte: i controlli devono essere fatti dalle forze di polizia dei Paesi che hanno

frontiere esterne, per questo è necessario rinforzare la frontiera esterna dell'Unione Europea, la frontiera

greca e la frontiera italiana, che hanno chilometri e chilometri di costa. Serve però anche un intervento

europeo, Italia e Grecia non possono esser lasciate sole; dal canto proprio l'Italia non può continuare, come

ha fatto in questi anni, con una politica irresponsabile sull'immigrazione, in base alla quale veniva registrato

un immigrato su tre. Quando chiudono le frontiere, restano tutti da noi. D. Gli Stati membri dell'Unione

seguono i propri interessi: ha ancora senso parlare di politica estera europea? R. A maggior ragione lo ha.

Nel momento in cui la sfida è globale, nel momento in cui ci sono realtà come la Russia, la Cina, l'India, gli

Usa, il Brasile, nemmeno la Germania che è il Paese più forte dell'Unione può resistere all'urto. O c'è una

politica europea, o siamo destinati a non essere più tra i grandi interlocutori mondiali rischiando la

marginalizzazione. Serve anche una politica di difesa europea, che tra l'altro ci farebbe risparmiare molti

soldi: che senso ha avere 28 forze armate con le medesime mansioni, se poi non si ha una strategia

comune? Adesso si sta parlando di andare in Libia, e in generale l'Italia è presente in molte realtà, ma più

la scelta è europea, meglio è, più i costi sono ridotti. D. Come vede la politica di Renzi? R. Renzi parla

molto, dice anche cose giuste, ma poi le dichiarazioni non corrispondono ai fatti: la sua è più una politica di

dichiarazioni che di fatti concreti. D. Com'è vista l'Italia da Bruxelles? Un Paese di serie B o uno Stato che

ha ancora voce in capitolo? R. Come un Paese che non conta, perché non è presente come dovrebbe

essere, se non occasionalmente, e non ha neanche una strategia per contare in Europa. Teniamo presente

che l'80 per cento dell'attività legislativa italiana è recepimento di normativa comunitaria, noi abbiamo

bisogno di più Italia in Europa, non il contrario. Non bastano solo le dichiarazioni del Governo. Ma il nostro

è un grande Paese e ha voce in capitolo rappresentando 60 milioni di cittadini europei. Questo Governo

parla ma non fa molto, né giova il continuo ricambio della classe politica, non si considera Bruxelles un'altra

capitale. Se si vuole votare bisogna fare come fanno tedeschi e inglesi, che sono euroscettici ma che

utilizzano l'Europa quando fa comodo. Serve che tutto il sistema Italia sia presente. Il primo passo da fare

sarebbe il cambio di mentalità. L'Europa spesso viene usata per fini elettorali e si parla di essa per

nascondere i problemi italiani e prendere voti. Così non compie l'interesse del Paese. D. Come intendete

12/03/2016Pag. 8 N.3 - marzo 2016

diffusione:40000tiratura:50000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 194

Page 195: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

portare avanti il cosiddetto «supporting factor», fattore di sostegno al credito per le Pmi europee? R.

Avevamo fatto inserire in Basilea 3 il «supporting factor», strumento che permette alle banche di erogare

prestiti alle Pmi fino al milione e mezzo di euro, tenendo una riserva inferiore rispetto alle riserve che

vengono tenute per erogare gli altri prestiti. Alla fine di quest'anno scade il tempo per il quale è stato

previsto questo istituto, e noi abbiamo sollecitato il commissario agli Affari economici Jonathan Hill a fare in

modo che esso rimanga in vigore e possa essere allargato per aiutare le Pmi, perché meno riserve si

tengono più le banche possono dare soldi per erogare prestiti e andare oltre il milione e mezzo.

Personalmente sono ottimista, perché l'iniziativa ha coinvolto anche il presidente della commissione

economica del Parlamento, Roberto Gualtieri, deputato del Partito democratico, e questo dimostra che si

può fare interesse per l'Italia a Bruxelles in maniera diversa senza farne una questione di partito. Il sistema

Italia deve prevedere anche che ci sia una collaborazione su alcune questioni tra forze diverse. D. Fate

qualcosa per le start up e per le aziende al femminile o giovanili? R. Ci sono molti finanziamenti; a sostegno

dell'economia reale c'è tutto il pacchetto Orizzonte 2020, circa 80 miliardi per innovazione e ricerca

applicata all'economia reale, dunque applicata all'industria. Più le imprese crescono, più c'è innovazione e

ricerca. Il pacchetto Cosme, invece, prevede 2 miliardi e mezzo di sostegno alla internazionalizzazione

volto alle piccole e medie imprese, «adventure capital» e settore turismo. Per il sostegno alla politica

agricola comune, nel pacchetto finanziario della Pac, ci sono anche sostegni per l'imprenditoria giovanile e

femminile. D. Come fa un giovane ad aprire una start up nel settore dell'agricoltura? R. Deve partecipare ai

bandi per i finanziamenti. Ce ne sono di due tipi: un finanziamento comunitario, erogato in maniera

proporzionale attraverso gli Stati membri, e una parte del bilancio comunitario, erogato indistintamente con

partecipazione a bandi e direttamente da Bruxelles. Vi sono programmi comunitari che attraverso le

Regioni erogano fondi anche per le attività imprenditoriali, in più ci sono bandi comunitari cui possono

partecipare tutti. Sono tante le opportunità offerte ai giovani imprenditori, l'«Erasmus per giovani

imprenditori» ad esempio finanzia il giovane inteso non solo nel senso di età, ma anche di nuovo, dunque

un adulto, che può svolgere un corso formativo presso un altro imprenditore e in un Paese dell'Unione dove

portare la propria esperienza, così favorendo tutto ciò che è l'attività imprenditoriale. D. In quali settori

l'Italia avrebbe bisogno di investimenti per tornare ad essere competitiva? R. L'Italia ha un saper fare

straordinario, penso all'industria della moda, a quella del turismo ma anche al settore dell'acciaio. La qualità

italiana è di altissimo livello; in agricoltura possiamo competere in qualità, non in quantità. Le opportunità ci

sono, e vedremo come va a finire l'accordo del libero scambio con gli Stati Uniti: se venisse firmato

potrebbe aumentare l'export italiano verso l'America nel settore agro-alimentare. C'è anche da difendere

l'Italia anche nei confronti del «dubbing» cinese: il rischio è che alla Cina venga riconosciuto lo stato di

economia di mercato, con ciò venendo a crollare, senza interventi aggiuntivi, tutte le misure antidubbing.

Bisogna fare in modo che la Cina cambi atteggiamento, non riconoscerle lo stato di economia di mercato e,

in ogni caso, lasciare le regole antidubbing che ci permettono di frenare la sua concorrenza sleale. Una

tonnellata di acciaio cinese costa quanto una tonnellata di rottame italiano, ossia il prezzo del rottame a

inizio produzione in Italia si equivale quasi al prezzo del prodotto cinese finito. D. Ma in Italia il lavoro costa

troppo. R. Il costo del lavoro e il costo dell'energia sono eccessivi. In Europa non vogliamo il nucleare, non

vogliamo il gas, non vogliamo i rapporti con la Russia e con la Libia, manca una politica energetica, si cerca

di dare vita a un mercato interno dell'energia ma non si può avere contemporaneamente un contenzioso

con la Russia, un contenzioso con la Libia o non volere il nucleare: è normale che i prezzi dell'energia

aumentino. D. Se dovesse fare un decalogo delle cose che si devono fare per rilanciare l'Italia in Europa?

R. Avere una strategia, convincere i giovani a entrare nelle istituzioni comunitarie e tutti i settori devono

essere rappresentati a Bruxelles, capire come funziona il processo legislativo, essere meno individualisti,

fare un'azione di lobby pulita, essere più coordinati in Europa, avere ministri e un Governo che siano più

presenti nel collegio europeo, avere una legge elettorale diversa e non cambiare sempre la classe politica

12/03/2016Pag. 8 N.3 - marzo 2016

diffusione:40000tiratura:50000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 195

Page 196: ANIEM€¦ · 13/03/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari Aniem, Giampetruzzi presidente 12 12/03/2016 EPolis Bari ... 17 12/03/2016 12:45 ... 14/03/2016 Corriere Economia L'Ue

che ci rappresenta. Manca un tentativo di influire sulle decisioni, l'italiano deve imparare le altre lingue per

poter incidere nelle decisioni, serve cambiare modalità: bisogna aiutare gli italiani ad essere diversi. D. Per

quale motivo ha svolto politica soltanto in ambito europeo, quasi mai in Italia? R. Essere presenti in Europa

significa anche fare politica in Italia. Io sono sempre stato eletto nel mio Paese e ho rappresentato l'Italia a

Bruxelles proprio perché voglio che il nostro Paese conti in ambito europeo, l'Europa non è politica estera

ma politica interna, perché l'80 per cento dell'attività del Parlamento italiano è un recepimento della

normativa comunitaria. D. Dell'assurda situazione attuale di Roma Capitale cosa pensa? R. Roma

purtroppo è una città difficilmente governabile, c'è stata troppa corruzione, e come mancano leader a livello

europeo mancano leader a livello della città. Il lavoro che dovrà fare il prossimo sindaco richiede almeno

due legislature, tutto il resto sarà propaganda. «Serve una politica estera europea, o siamo destinati a non

essere più tra i grandi interlocutori mondiali rischiando la marginalizzazione. Serve anche una politica di

difesa europea, che tra l'altro ci farebbe risparmiare molto: che senso ha avere 28 forze armate con le

medesime mansioni, se poi non si ha una strategia comune? Il premier Renzi parla molto, dice anche cose

giuste, le quali però poi non corrispondono ai fatti. La sua è più una politica di dichiarazioni che una politica

di concretezza

«Mancano grandi leader. Nessuno oggi, a parte la Merkel, ha la dimensione di leader europeo. Non ci sono

più De Gaulle, Churchill, Mitterand. Berlusconi sì ha avuto peso europeo, ha parlato al congresso Usa, ha

avuto relazioni con Putin, Erdogan, Gheddafi, e con lui era stato risolto il problema dell'immigrazione

«Non possiamo non tenere conto dei cristiani che fuggono dalla Siria e voltar loro le spalle. Ho visto alla

frontiera tra la Grecia e la Macedonia dei ragazzi cristiani che scappavano da Mosul dicendo: o fuggiamo, o

diventiamo musulmani, o ci ammazzano. Bisogna distinguere i casi, farne un dovere di solidarietà, non

confondere rifugiati con immigrati economici

Foto: a cura di ANNA MARIA CIUFFA

Foto: Antonio Tajani, vicepresidente vicario del Parlamento europeo

Foto: Jonathan Hopkin Hill, commissario europeo per la stabilità finanziaria Roberto Gualtieri, presidente

della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento Europeo

12/03/2016Pag. 8 N.3 - marzo 2016

diffusione:40000tiratura:50000

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 14/03/2016 196