ANIEM · SEGRETI BANCARI 103 10/06/2014 Business People ATTENZIONE! Rinascimento in vista 104....

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La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. ANIEM Rassegna Stampa del 10/06/2014

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parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;

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ANIEM

Rassegna Stampa del 10/06/2014

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INDICE

ANIEM

10/06/2014 Prima Pagina - Reggio Emilia

«No all'uso indiscriminato delle riserve, commissari di gara a sorteggio»7

ANIEM WEB

09/06/2014 www.agvnews.it 17:21

Appalti, Aniem: Commissari di gara a sorteggio, ripristinare reato di falso in bilancio9

09/06/2014 www.bologna2000.com 17:01

Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici10

09/06/2014 www.modena2000.it 17:01

Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici11

09/06/2014 www.reggio2000.it 17:01

Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici12

09/06/2014 www.sassuolo2000.it 17:01

Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici13

09/06/2014 impresamia.com 15:01

APPALTI PUBBLICI - Corruzione: Piacentini: favorevoli al ripristino del reato delfalso in bilancio

14

09/06/2014 www.sassuoloonline.it 17:01

Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici15

09/06/2014 economia.panorama.it 17:24

Corruzione: il problema sono le troppe leggi16

09/06/2014 termoliweb.it 18:50

Assemblea Api-Acem: il resoconto delle attività svolte, lanciata un'idea per Expo2015

17

09/06/2014 trapaniok.it 16:06

Ninni D´Aguanno18

09/06/2014 www.italiannetwork.it 16:22

IMPRESE ITALIANE NEL MONDO19

SCENARIO EDILIZIA

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10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Impregilo: il flottante aumenterà fino al 35%21

10/06/2014 La Repubblica - Bologna

Così funziona il nuovo asfalto-materasso meno vibrazioni quando passa il filobus22

10/06/2014 La Repubblica - Roma

Emergenza casa 40mila famiglie attendono l'attuazione di bandi di gara emessi diecianni fa

23

10/06/2014 La Stampa - Aosta

Cantieri Telcha, promesse deluse24

10/06/2014 Avvenire - Nazionale

SHIGERU BAN L'archistar di cartone25

10/06/2014 Il Gazzettino - Pordenone

La Zanutta si espande e apre sede a Venezia27

10/06/2014 Il Manifesto - Nazionale

Chi ha sabotato il gasdotto South Stream28

10/06/2014 Il Secolo XIX - Savona

PARCHEGGIO SOTTERRANEO IN VIA CIMAROSA OGGI INCONTRO PERACCELERARE SUI LAVORI

30

10/06/2014 La Gazzetta dello Sport - Milano

è ancora palastop31

10/06/2014 MF - Nazionale

Salini, il flottante può aumentare fino al 35%34

09/06/2014 Imprese Edili

Conservate le pavimentazioni «a coppacan»35

09/06/2014 Imprese Edili

Ottenere creatività, resa ed economicità39

09/06/2014 Imprese Edili

Legno per i nuovi edifici realizzazioni41

09/06/2014 Imprese Edili

Come si trasforma il costruito45

09/06/2014 Imprese Edili

Sei i cantieri italiani in finale per l'International Trophy 201450

09/06/2014 Imprese Edili

Geometra: il professionista polivalente55

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SCENARIO ECONOMIA

10/06/2014 Corriere della Sera - Nazionale

«Quando dissi a Obama: fermatevi»60

10/06/2014 Corriere della Sera - Nazionale

Accise più care sui Tabacchi le Multinazionali tagliano i Prezzi63

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Cerved, via allo sbarco a Piazza Affari64

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Industria-servizi: la nuova ricchezza66

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Credito, obiettivo 185 miliardi68

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Il «credit easing» che piace ai mercati70

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Padoan agli Usa: riforme svolta per crescere71

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Bonus 80 euro, rischio cartelle73

10/06/2014 La Repubblica - Nazionale

CHE COSA ALIMENTA LA DISOCCUPAZIONE76

10/06/2014 La Stampa - Nazionale

Alitalia, 2200 fuori "Ristrutturazione difficile e dolorosa"78

10/06/2014 La Stampa - Nazionale

Poletti: tratteremo Ma il sindacato teme che scatti la mobilità79

10/06/2014 La Stampa - Nazionale

Ora Renzi scommette sull'Asia80

10/06/2014 MF - Nazionale

Mps schizza sull'ottovolante82

10/06/2014 MF - Nazionale

Fininvest, Berlusconi senza cedola84

10/06/2014 MF - Nazionale

Enel cala il tris per tagliare il debito In vendita Romania, Russia e Slovacchia85

10/06/2014 MF - Nazionale

Guerra: Renzi è partito bene ma ora la sfi da è far ripartire i consumi interni86

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10/06/2014 MF - Nazionale

Tamburi: Matteo e SuperMario? Due macchine da guerra per sbloccare l'Italia87

10/06/2014 MF - Nazionale

Draghi s'è mosso, ora tocca ai governi e alla Commissione Ue88

10/06/2014 MF - Nazionale

Bce, alle banche aiuto da 10 mld90

SCENARIO PMI

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Rocca: impresa e riforme per la crescita92

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

La svolta «hi-tech» della via Emilia94

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Albini debutta nelle cravatte95

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Egitto, investitori esteri più tutelati96

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Bologna vuole portare il made in Italy in Cina99

10/06/2014 Il Sole 24 Ore

Deutsche Bank ritorna sugli strutturati100

10/06/2014 ItaliaOggi

Produzione, l'Italia scivola in ottavo posto101

10/06/2014 MF - Nazionale

Italia-Cina, accordo per le piccole e medie imprese102

10/06/2014 MF - Nazionale

SEGRETI BANCARI103

10/06/2014 Business People

ATTENZIONE! Rinascimento in vista104

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ANIEM

1 articolo

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Dino Piacentini , presidente Aniem APPALTI «No all'uso indiscriminato delle riserve, commissari di gara a sorteggio» "Favorevoli al ripristino del reato del falso in bilancio, così come ben venga una sorta di "daspo" per leimprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi della corretta competitività ROMA L'Aniem - A s s oc i az i on e Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderen te a Confimi

Impresa, interviene sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si

appresta ad intraprendere. «Apprezziamo, anzitutto, sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impo

stazione e le innovazioni del Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in

questi giorni parlando alto tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della

Pubblica Amministrazione che tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per

interessi personali. Così come ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e

inseguono comportamenti elusivi della corretta competitività». «E'evidente che il tema della corruzione vada

tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista educativo e culturale, attraverso una forma di

sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel senso di appartenenza e del comportamento

civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e

che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio urgente e da intraprendere con

determinazione», prosegue Piacentini. «Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo

assolutamente favorevoli al ripristino del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi

l'ossatura del nostro sistema economico, sono la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e

vogliono punire ed espellere dal mercato coloro che invece di investire in forza lavoro, attrezzature,

specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa, comode scorciatoie. Altro aspetto da rimuovere subito è

il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere

un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti

devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una competizione reale e trasparente", continua il Presidente

di Aniem. «Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un

elenco di commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio. Ecco, -

conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'a pproccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa».

10/06/2014 19Pag. Prima Pagina - Reggio emilia

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

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ANIEM WEB

11 articoli

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Appalti, Aniem: Commissari di gara a sorteggio, ripristinare reato di falsoin bilancio pagerank: 6 L'Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere. "Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le

innovazioni del Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni

parlando alto tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica

Amministrazione che tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi

personali. Così come ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono

comportamenti elusivi della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini. "Per quanto riguarda i correttivi

immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino del reato del falso in bilancio, le

pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono la componente danneggiata dal

fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro che invece di investire in forza

lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa, comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem. "Proprio a proposito di trasparenza

pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di commissari di gara, qualificati e

competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio. Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che

l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di responsabilizzare tutte le componenti garantendo

certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di

una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

09/06/201417:21

Sito Webwww.agvnews.it

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Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici pagerank: 4 Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

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sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

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sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

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sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

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APPALTI PUBBLICI - Corruzione: Piacentini: favorevoli al ripristino delreato del falso in bilancio pagerank: 3 L'Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere. "Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le

innovazioni del Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni

parlando alto tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica

Amministrazione che tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi

personali. Così come ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono

comportamenti elusivi della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie. Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato

sistematicamente ed inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara

ed oggetto di un rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro

ruolo in una competizione reale e trasparente", continua il presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio. Ecco, - conclude

Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di responsabilizzare tutte

le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin troppe) - conclude

Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

09/06/201415:01

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ANIEM WEB - Rassegna Stampa 10/06/2014 14

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Aniem sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici pagerank: 3 Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

09/06/201417:01

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Corruzione: il problema sono le troppe leggi L'elenco (solo dei titoli) delle norme che nei decenni si sono accavallate l'una sull'altra creando un sistema

gelatinoso nel quale il malaffare trova il suo habitat naturale

Venerdì il Consiglio dei ministri varerà una serie di norme anticorruzione. Tra queste dovrebbe rientrare

anche quella che attribuisce i "poteri straordinari" al magistrato Raffaele Cantone, super-commissario contro il

malaffare. Il dibattito è ancora acceso attorno a quali e quanti poteri attribuirgli, ma, nel frattempo, molti

imprenditori segnalano che, sebbene quasta nomina sia importante, il problema vero risiede altrove. La

corruzione, cioè, nasce dove c'è un eccesso di burocrazia, di leggi e di regolamenti, dove ci sono troppi

controllori che si accavallano e dove le competenze e le responsabilità non sono chiare e chiaramente

individuabili.

Chi la pensa così, ad esempio, è Dino Piacentini, importante imprenditore edile e presidente di Aniem,

l'Associazione Nazionale delle Imprese Edili. Domenica scorsa, ospite alla puntata mattutina di Omnibus su

La7, Piacentini ha mostrato alle telecamere tre fogli e mezzo in formato A4 nei quali il suo ufficio legale ha

elencato i titoli (solo i titoli e una breve spiegazione) delle leggi che nel corso dei decenni si sono accumulate

e hanno "intasato" il sistema degli appalti. Contattato da Panorama, Piacentini ci ha inviato quei tre fogli e

mezzo consultabili in questa pagina. Anche solo una rapida lettura del documento dimostra una semplice

verità: troppe leggi, troppi controllori, troppi vincoli rendono il sistema degli appalti italiano un contesto

gelatinoso ideale perché emergano i politici corrotti e gli imprenditori corruttori. Un contesto nel quale i

controlli non funzionano perché sono troppi e dove chi vuole lavorare non ha altra scelta che "oliare"

qualcuna di quelle che il pm di Venezia Carlo Nordio ha definito "le 100 porte per aprire un cantiere".

09/06/201417:24

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Assemblea Api-Acem: il resoconto delle attività svolte, lanciata un'idea perExpo 2015 CAMPOBASSO. Nel pomeriggio di venerdì 6 giugno, le aziende associate si sono ritrovate a Castelpetroso

per la celebrazione delle assemblee annuali dei soci dell'API MOLISE (Associazione della Piccola e media

Industria) e dell'ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise).

Le varie tematiche sono state trattate dal Presidente dell'API Matilde Iosue e dal Presidente dell'ACEM

Corrado Di Niro nel corso della lettura delle relazioni annuali.

I Presidenti Iosue e Di Niro hanno lanciato anche un'idea progettuale in vista di Milano Expo 2015: nel

delineare la possibilità di "intercettare" verso il Molise parte dei venti milioni di visitatori previsti, l'Assemblea

ha ravvisato conveniente l'idea di avviare un'iniziativa progettuale volta a censire gli immobili ubicati nei vari

centri della Regione, ai fini di una loro ristrutturazione, per renderli predisposti ad ospitare eventuali turisti,

con vantaggi sia per i proprietari, sia per le imprese ed ovviamente per il territorio e l'economia locale.

Il Presidente dell'API Matilde Iosue ha relazionato sulle attività svolte dall'API: lo studio e le proposte sul POR

2014/2020; il protocollo contro la contraffazione; l'accordo sindacale sulle agevolazioni fiscali sui premi di

produttività; la protesta sull'aumento dell'imposizione locale tutelando però i pagamenti alle aziende; la

convenzione sui titoli di efficienza energetica e sulle accise e poi una serie di seminari informativi sul bando

INAIL per la sicurezza, sul Bando Regionale sull'innovazione, con la FINMOLISE, sul COSME, sulle

opportunità di investimenti nel settore turistico e su come gestire i rapporti con le banche in un momento di

crisi.

Quindi, il Presidente dell'ACEM Corrado Di Niro ha riferito delle tante attività svolte dall'Associazione degli

edili: l'housing sociale, l'incontro a Roma con il Ministro LUPI, l'incontro a Palazzo Chigi con il Gabinetto del

Premier Letta sui fondi per la ricostruzione in Molise, il ripristino dell'anticipazione del 10% sugli appalti

pubblici, frutto di un meticoloso lavoro svolto a dall'ANIEM e dal suo Vice Presidente Angelo Santoro, il

seminario con INPS, INAIL ed Edilcassa sul DURC, il convegno sulla riqualificazione urbana organizzato a

Campobasso con la presenza del Presidente nazionale ANIEM Dino Piacentini, la conferenza di servizi con

Regione e Provincia di Campobasso sugli appalti APQ, il sollecito delle modifiche al Piano Casa regionale e,

oltre a tanti seminari tecnico-formativi, la visita istituzionale a Bruxelles e la richiesta alla Regione di poter

utilizzare a beneficio delle aziende la sede regionale ivi presente.

Infine, nel tardo pomeriggio è avvenuta l'approvazione dei bilanci, cui ha fatto seguito la consueta cena

sociale.

09/06/201418:50

Sito Webtermoliweb.it

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Ninni D´Aguanno ANIEM: Piacentini - D´Aguanno: favorevoli al ripristino del reato del falso in bilancio

L'Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente Nazionale di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le

innovazioni del Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni

parlando di alto tradimento, perch´ tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica

Amministrazione che tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi

personali. Così come ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono

comportamenti elusivi della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati - sostiene il Presidente Regionale di Aniem Sicilia Ninni D'Aguanno

- chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino del reato del falso in bilancio. Le pmi edili,

che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono la componente danneggiata dal

fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro che invece di investire in forza

lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa, comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua D'Aguanno.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Ninni D'Aguanno- pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa".

09/06/201416:06

Sito Webtrapaniok.it

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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO L'Aniem - Associazione Nazionale delle Imprese Edili Manifatturiere - aderente a Confimi Impresa, interviene

sui recenti fenomeni di corruzione negli appalti pubblici e sulle misure che il Governo si appresta ad

intraprendere.

"Apprezziamo, anzitutto, - sostiene il Presidente di Aniem Dino Piacentini - l'impostazione e le innovazioni del

Presidente Renzi anche rispetto all'approccio al problema che ha voluto dare in questi giorni parlando alto

tradimento, perché tale è, a nostro giudizio, il comportamento di dirigenti della Pubblica Amministrazione che

tradiscono il loro ruolo di rappresentanti della Pubblica Amministrazione per interessi personali. Così come

ben venga una sorta di "daspo" per le imprese che cercano scorciatoie e inseguono comportamenti elusivi

della corretta competitività".

"E' evidente che il tema della corruzione vada tuttavia affrontato anche e soprattutto da un punto di vista

educativo e culturale, attraverso una forma di sensibilizzazione che deve nascere dalle scuole coltivando quel

senso di appartenenza e del comportamento civico che purtroppo sono stati assolutamente trascurati. E' un

seme che va ripiantato nel tessuto scolastico e che darà i suoi frutti nei prossimi decenni, ma è un passaggio

urgente e da intraprendere con determinazione", prosegue Piacentini.

"Per quanto riguarda i correttivi immediati, chiariamo subito che siamo assolutamente favorevoli al ripristino

del reato del falso in bilancio, le pmi edili, che costituiscono poi l'ossatura del nostro sistema economico, sono

la componente danneggiata dal fenomeno della corruzione e vogliono punire ed espellere dal mercato coloro

che invece di investire in forza lavoro, attrezzature, specializzazioni, cioè in impresa, cercano, viceversa,

comode scorciatoie.

Altro aspetto da rimuovere subito è il sistema dei maxi ribassi compensato sistematicamente ed

inevitabilmente dalle riserve. L'opera deve avere un suo costo oggettivo stabilito in gara ed oggetto di un

rapporto tra stazione appaltante ed impresa. Tutti devono giocare responsabilmente il loro ruolo in una

competizione reale e trasparente", continua il Presidente di Aniem.

"Proprio a proposito di trasparenza pensiamo, inoltre, che sia arrivato il momento di predisporre un elenco di

commissari di gara, qualificati e competenti, ma che deve essere estratto a sorteggio.

Ecco, - conclude Dino Piacentini - pensiamo che l'approccio giusto su un sistema così delicato sia quello di

responsabilizzare tutte le componenti garantendo certezza del diritto: più che di nuove norme (ce ne sono fin

troppe) - conclude Piacentini - abbiamo bisogno di una disciplina chiara, trasparente e rigorosa". (09/06/2014-

ITL/ITNET)

09/06/201416:22

Sito Webwww.italiannetwork.it

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ANIEM WEB - Rassegna Stampa 10/06/2014 19

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SCENARIO EDILIZIA

16 articoli

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Costruzioni Impregilo: il flottante aumenterà fino al 35% Tutto pronto per il ripristino del flottante di Salini-Impregilo. La quota di azioni libere sul mercato, del colosso

italiano delle costruzioni, potrebbe arrivare al 35 per cento del capitale. Il road show per avviare la vendite

delle azioni, che saranno riservate a investitori istituzionali, partirà probabilmente tra il 16 e il 18 giugno

prossimi. È quanto l'agenzia Radiocor-Il Sole 24 Ore ha appreso da fonti finanziarie in merito al progetto allo

studio, annunciato da Salini Impregilo lo scorso 30 maggio, di un aumento di capitale e vendita di azioni per

avere un maggior flottante e liquidità delle azioni. La società, lo scorso mese, parlò di una ricapitalizzazione

fino al 10% dell'attuale capitale sociale, riservata a investitori istituzionali, e la vendita di un parte della

partecipazione in mano alla controllante Salini Costruttori, attualmente all'89,9%. La società precisava in ogni

caso, nella nota diffusa allora, che Salini Costruttori «continuerebbe a essere l'azionista di maggioranza di

Salini Impregilo». Il collocamento avverrà con una procedura mista: da una parte un aumento di capitale (ma

non aperto al pubblico, bensì riservato ai futuri nuovi soci), con nuove azioni. E in parte (minima) di vendita di

azioni in mano al patron Pietro Salini. Tre le banche in pista per organizzare l'operazione, che ai prezzi attuali

vale circa 200 milioni di euro: Goldman Sachs, Mediobanca e Banca Imi come global coordinator. Supportate,

nel ruolo di collocatori, da Equita, Unicredit, Natixis, Bnl-Bnp Paribas e Intermonte. L'aumento del flottante è

una mossa attesa da tempo dal mercato.

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10/06/2014 28Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 21

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IL RACCONTO Così funziona il nuovo asfalto-materasso meno vibrazioni quando passa ilfilobus Già ad agosto saranno riaperti alcuni tratti. Dal 16 giugno lavori anche in via Mazzini VALERIO VARESI «CI VORRÀ tanta pazienza» mormora un signore anziano con la saggezza dell'età, mentre gli operai

sradicano i fittoni di Strada Maggiore davanti al portico dei Servi. Il giorno del via al mega-cantiere dell'estate,

nella totale assenza di rappresentanti del Comune, sono i "colonnelli" di "Tper" e i ragazzi del gazebo "BoBo"

a fronteggiare curiosità e proteste.

L'ingegner Fabio Monzali sembra Buffon quando l'Italia soffre in difesa: salta da tutte le parti a spiegare, a

rispondere ai giornalisti, a dare ordini ai suoi, a fronteggiare le emergenze. Un residente lo apostrofa

bonariamente minaccioso: «Ci dica dove abita che se non fa bene veniamo a trovarla a casa». E lui serafico:

«Tranquillo, per sei mesi sarò residente in Strada Maggiore». Ma Monzali distribuisce anche buone notizie:

già ad agosto sarà possibile riaprire tratti della via ripavimentati. Prima a pedonie ciclisti, quindi anche alle

auto. Un sospiro di sollievo per chi già si vede prigioniero in casa.

«Dopo aver messo a nudo la strada - spiega il tecnico - toglieremo tutti i basoli (le lastre di pietra del

selciatondr ) li puliremo con una macchina che spruzza acqua ad alta pressione, li risagomeremo se sarà

necessario, quindi raschieremo via tutto il sottofondo di ghiaia e sabbia su cui sono posati fino a mettere a

nudo la soletta di cemento sistemandola là dove è meno solida. Quindi - prosegue Monzali - ricostruiremo

tutti gli scoli delle acque piovane e procederemo a rimettere i basoli al loro posto, ma questa volta con una

tecnica del tutto nuova e nettamente più solida». La «nuova tecnica» consisterà nel posare le lastre su una

malta cementizia speciale che li ancorerà alla soletta evitando quell'ondeggiamento che provoca le

sconnessioni. Inoltre, ai lati della strada, sarà interposto da amboi lati uno strato di gomma vulcanizzata che

assorbirà le vibrazioni del traffico a beneficio degli edifici.

«Ci vorranno circa due mesi per l'operazione - riprende Monzali - terminati i quali potremo aprire tratti di

strada già ad agosto. Nei primi 14 giorni solo per pedoni e ciclisti, poi anche alle auto. In ogni caso, lavorando

su due turni dalle 7 alle 21 anche il sabato e qualche domenica, finiremo prima dell'Immacolata». Nel

frattempo si è approntata la logistica. Mezza dozzina di facchini cureranno il trasporto degli

approvvigionamenti ai negozi e alle attività, compreso l'asilo di via Borghetto (ieri 39 grandi carrelli) e per i

furgoni sono stati approntati due container dove scaricare le merci, di cui uno refrigerato, sia in piazza

Aldrovandi che in piazza di porta Mazzini. Inoltre i facchini assisteranno chi ha problemi a camminare. Nei

box di "BoBo" il personale rispondea tutte le altre esigenze (numero verde 800 03 1970) e finoa ieri aveva

distribuito 180 permessi per parcheggiare in via Zaccherini. Le recinzioni del cantiere sono semitrasparenti e

di colore bianco per non togliere luce al portico.

«Rafforzeremo anche l'illuminazione nei punti più significativi come all'entrata dei palazzi storici» assicura

Monzali. Il quale promette anche visite ai "cantieri aperti" in alcune domeniche. Hera rafforzerà anche la

pulitura del portico per ridurre la diffusione della polvere.

PER SAPERNE DI PIÙ www.comune.bologna.it www.cantierebobo.it

Foto: IL BLOCCO Strada Maggiore sbarrata ieri mattina all'incrocio con via Guerrazzi, il punto critico dell'area

Foto: LA PREGHIERA Don Lino Goriup guida la preghiera dei residenti preoccupati per i cantieri

10/06/2014 5Pag. La Repubblica - Bologna(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 22

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IL CASO Emergenza casa 40mila famiglie attendono l'attuazione di bandi di garaemessi dieci anni fa I lavori previsti nella delibera del 1994: se partiranno i costruttori romani prevedono investimenti per 1,3miliardi e 20mila posti SALVATORE GIUFFRIDA SI TORNA a parlare di urbanistica: da anni il settore procede a rilento, i bandi aperti seguono un iter che (non

solo) per gli imprenditori è incomprensibile ed è difficile dire quando e se inizieranno o finiranno i lavori.

Emergenza abitativa e riqualificazione urbana, è qui dove serve una svolta ma per i costruttori "la situazione è

ingessata e gli atti approvati sono irrilevanti". Paradossale la questione abitativa: il "buono casa" del

Campidoglio non risolve un'emergenza che a Roma riguarda oltre 40.000 famiglie. Il bando 355 del 2004

prevede almeno 5.700 alloggi agevolati ma è fermo dal 2006 quando furono individuate le aree: ora

l'Amministrazione sta ultimando la ricognizione delle cubature, poi dovrebbero partire gli interventi per i primi

14 piani urbanistici per 4.000 famiglie. Certo non risolve un problema che è strutturale, ma è un inizio e i

costruttori stimano, se partissero i lavori, investimenti per oltre 1,3 miliardi e almeno 20.000 posti di lavoro.

Analogo l'iter per i piani di zona: 1000 alloggi di social housing (leggi: edilizia popolare agevolata) e un

investimento di oltre 200 milioni. La riqualificazione urbana è un altro aspetto dello stesso problema. Secondo

l'associazione dei costruttori "ad oggi non è stato prodotto alcun provvedimento per dare il via a interventi",

mentre "scontano una evidente difficoltà di attuazione" anche i Print, i programmi proposti all'amministrazione

per riqualificare un'area urbana. Anche qui va detto che questa giunta ha ereditato un iter che per i Print

risale alla prima gestione Veltroni; significativo il caso di Pietralata, che a 8 anni dal bando è giunto solo alla

delibera di adozione. Un iter surreale, kafkiano. L'idea è di rendere le procedure più snelle, anche

consentendo l'avvio dei lavori a stralci e fasi purché siano chiare le finalità pubbliche. Se ne riparlerà, intanto

nei prossimi giorni sarà pubblicato un bando per 80 aree tra cui Tiburtina e Magliana, con la possibilità di

destinare una quota fino al 20% all'edilizia residenziale. Quanto a Pietralata, l'iter prosegue e si aspettano i

pareri tecnici: ma il progetto ormai è vecchio. "I tempi sono una variabile indefinita, anche sul piano trasporti e

parcheggi siamo fermi", afferma Edoardo Bianchi presidente Acer. Che lancia una proposta: rigenerare le

aree pubbliche con premi di cubatura nei bandi per i privati, che in cambio realizzerebbero alloggi, magazzini

e uffici in modo ecosostenibile e rispettando le finalità pubbliche. Ciò che chiedono gli imprenditori è un iter

più semplice e tempi certi. Ma non è facile: finora su 43 delibere di Giunta, sette hanno ultimato l'iter

definitivo, tra cui la stazione di Ponte di Nona. Il resto è in fase di lavoro o in Commissione: la variante di via

Guido Reni, piazza Augusto Imperatore, i piani di zona per 1072 alloggi, e via dicendo. Infine entro questo

mese dovrebbero essere pronti i piani di zona sull'ex Fiera e saranno sbloccati i lavori agli ex Mercati

Generali e Piazza dei Navigatori.

PER SAPERNE DI PIÙ www.adr.it www.alitalia.it

10/06/2014 11Pag. La Repubblica - Roma(diffusione:556325, tiratura:710716)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 23

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Aosta. Cambiato il senso di marcia in via Torino come richiesto dal comitato di zona Cantieri Telcha, promesse deluse alessandro mano Da ieri piazza Plouves e il centro storico di Aosta sono di nuovo raggiungibili in auto dall'Arco d'Augusto.

Nelle prime ore della giornata è stato cambiato il senso unico di marcia in via Torino, creato un mese fa per la

posa della rete del teleriscaldamento. La sollecitazione è arrivata dai commercianti, imbufaliti per i ritardi nel

cantiere e per la «desertificazione» della via: fino a domenica, il senso di marcia consentiva soltanto di

«uscire» dalla città, percorrendo la strada in direzione Est-Ovest. Nelle prime ore della giornata qualche

automobilista ha imboccato la strada contromano: gli agenti della polizia locale sono intervenuti in pochi

minuti per migliorare alcune indicazioni della segnaletica stradale.

L'inversione del senso di marcia è una prima risposta ai commercianti della zona di via Torino, viale Garibaldi

e via Vevey, che hanno dato vita a un comitato spontaneo per porsi come interlocutori con il Comune. «Per

noi è un primo passo, ma non è l'unica soluzione che aspettiamo. Un'altra risposta che vogliamo è

un'accelerazione dei lavori - dice Pasquale Parello, portavoce del comitato - perché tra i commercianti

aumenta la tensione di giorno in giorno». Alcuni di loro, che hanno segnalato un crollo degli incassi anche del

30 per cento dal giorno dell'apertura del cantiere, hanno minacciato proteste clamorose, come

un'occupazione della strada per chiedere che gli operai della Telcha, l'azienda che sta posando il

teleriscaldamento, aumentino la durata dei turni di lavoro e che questi proseguano anche nelle ore notturne.

«Il comitato vuole una mediazione con il Comune, che finora ci ha dato ascolto - spiega Parello -. Ma

l'accelerazione promessa dall'azienda nei cantieri non si è vista. Gli esercenti che si ritrovano ruspe e camion

davanti alla vetrina tutte le mattine non ne possono più. C'è un po' di tensione, di esasperazione perché lo

scavo rimane aperto tutto il giorno, ma gli operai ci lavorano per meno di otto ore, in un solo turno. Era stata

promessa un'intensificazione dell'orario di lavoro, ma per ora non lo abbiamo visto».

Il comitato incontrerà di nuovo in questi giorni il vicesindaco Alberto Follien. «Abbiamo dato vita a un tavolo

tecnico che incontrerà ogni settimana i rappresentanti dei commercianti e dei residenti delle vie interessate

dai lavori - spiegano in municipio - per affrontare e se possibile prevenire i disagi».

Sul sito www.telcha.it, in collaborazione con l'amministrazione comunale, è presentata la situazione dei

cantieri nel dettaglio con i lavori previsti fino alla fine di ottobre.

10/06/2014 40Pag. La Stampa - Aosta(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 24

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AGORÀ / Intervista. Venerdì riceve il Nobel dell'architettura. Non ha trovato la notorietà per le grandi opere,ma per le case in tubi di carta riciclata costruiti dopo le catastrofi SHIGERU BAN L'archistar di cartone Giapponese, ha 56 anni. Ha al suo attivo decine di progetti, dal Ruanda a Haiti. L'idea l'ebbe notandol'efficacia portante dei supporti tubolari per i fogli da disegno. Pensò di fabbricarci case di emergenza a bassocosto, ma ne ha fatto anche edifici pubblici e chiese capaci di sfidare il tempo LEONARDO SERVADIO Quando finisce il rotolo di carta da fax o di carta da disegno, rimane il tubo di cartone su cui si avvolgeva. E

allora che si fa? Lo si butta via? «Sono tubi belli e solidi - dice Shigeru Ban - per questo ho deciso di

riutilizzarli. Sono andato in una fabbrica dove li producono e ho constatato che possono sfornarne di

qualsivoglia diametro o lunghezza». E i tubi di cartone sono diventati colonne, e le colonne accostate tra loro

sono diventate pareti. Nato 56 anni fa a Tokyo, Shigeru Ban riceve quest'anno il premio Pritzker (la cerimonia

si terrà venerdì 13 giugno presso il Rijksmuseum di Amsterdam), considerato il Nobel dell'architettura. Si

presenta non come archistar bensì come antistar , a partire dai materiali che sceglie per le sue opere in cui

privilegia, appunto, i tubi di cartone. Anche gli antichi Greci usavano fitte serie di colonne, ma composte di

rocchi di pietra. Shigeru appartiene a un altro mondo: non cerca la permanenza, ma la possibilità di costruire

in fretta per sopperire alle condizioni di necessità che si verificano ove avvengono disastri. C'è chi pensa

l'architettura come monumento, Shigeru la intende come strumento di soccorso. E ripete: «Non sono

contrario ai progetti monumentali. Solo credo che si possa lavorare di più per ciò che è pubblico. Gli architetti

tendono a non studiare le case d'emergenza perché sono troppo impegnati a costruire per i privilegiati...

Quando ero studente, constatavo che tutti lavoravano per i grandi imprenditori immobiliari, per costruire edifici

di grandi dimensioni». Si era alla fine degli anni Settanta e l'idea del riciclaggio dei materiali stava

cominciando appena ad affacciarsi. «Ma oggi - continua il progettista giapponese - sono molti i giovani

professionisti che chiedono di unirsi al mio gruppo, per lavorare nei programmi che attuiamo nelle zone

disastrate. Le cose stanno cambiando, e questo è molto incoraggiante». Poche parole, Shigeru Ban le ripete

ovunque vada. E specifica: «Incontro in ogni parte del mondo giovani che vogliono seguire questa strada.

Giovani architetti che chiedono di unirsi al mio team». Questo è "Van", Voluntary architects network, una

organizzazione non governativa da lui fondata nel 1995. La vicenda che ha portato Shigeru alla notorietà è

stata la sua opera in Ruanda, nel 1994: era scoppiato lo scontro genocida tra Hutu e Tutsi; centinaia di

migliaia i morti; milioni i profughi affollati in accampamenti improvvisati. Shigeru andò dall'Alto commissariato

dell'Onu per i rifugiati e propose i suoi progetti per migliorarne le condizioni. Le strutture metalliche fornite

dall'Onu venivano smantellate dai rifugiati che ne vendevano il materiale. Usare il legno era difficoltoso:

servivano molti alberi e cospicui costi di trasporto. I rotoli di cartone invece sono disponibili a basso prezzo, si

trasportano facilmente (sono cavi all'interno) e sono materiale povero e riciclato, così non c'è modo di

rivenderli, e anche se ne servono molti il loro costo non aumenta. Nel 1995 ci fu il terremoto di Kobe, in

Giappone. Un'intera città sconquassata, migliaia di vittime. Shigeru come fondamenta usò cassette per le

bottiglie di birra riempite di sabbia, da cui salivano i suoi pilastri di cartone. Le case così concepite si

costruivano in quattro e quattr'otto. Ma a Kobe era necessaria anche una chiesa, e Shigeru la progettò con

58 tubi di cartone alti 5 metri allineati sul perimetro di due ellissi concentriche, così che i pilastri formassero

un camminamento perimetrale che lascia libero lo spazio interno. La copertura in tensostruttura è simile a

quella di una tenda. Con le vernici idrorepellenti il cartone è stato reso impermeabile. L'hanno chiamata

"Cupola di Carta". Doveva essere temporanea, ma restò dieci anni e si decise di smantellarla solo perché era

ormai troppo piccola per la comunità che vi si raccoglieva. A Taiwan la richiesero, così è stata smontata e

rimontata nel villaggio di Taomi. La struttura è diventata permanente anche se mantiene il disegno di una

tenda e si trasporta con facilità: i tubi di 5 metri pesano solo 60 chili e possono sostenere ciascuno

millecinquecento chili; la sua leggerezza e la sua elasticità la rendono sicura a fronte della minaccia di

terremoti frequentissimi in quella zona del Pacifico. Nel 2013 in Nuova Zelanda, ha progettato anche una

10/06/2014 24Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 25

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cattedrale di cartone, dalla facciata a triangolo. Quanto alla durata degli edifici di cartone, Shigeru Ban dice:

«Non è qualcosa che possano decidere gli architetti, dipende da chi li usa. Anche un edificio di cemento può

essere temporaneo». Infatti i suoi edifici persistono, da quando cominciò a usarli negli anni '80. Se ne trovano

nelle aree disastrate in Giappone, Cina, Sri Lanka, India, Haiti e altrove. Anche all'Aquila Shigeru è

intervenuto costruendo una nuova sala per concerti. Ha progettato anche edifici come il Centre Pompidou di

Metz, in Francia. Ora a Manhattan si sta completando la sua ristrutturazione della Cast iron house , iconico

edificio del 1882 caratterizzato da pannelli di ferro forgiato nel quale si sono ricavati appartamenti

costosissimi. Ma il Pritker gli è stato dato per le sue architetture di cartone. Come ha scritto Tom Pritzker, il

presidente della Fondazione che gestisce il premio: «Shigeru Ban guarda alla materia in modo diverso da noi.

Vede un certo materiale e pensa "un momento, questo lo posso riciclare per qualcosa che sia veramente

utile!"». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: L'interno della «Paper Church» a Kobe, in Giappone

Foto: La cattedrale di cartone a Christchurch, in Nuova Zelanda.

Foto: Tende di carta per rifugiati a Byumba in Ruanda (1999)

Foto: L'architetto Shigeru Ban

10/06/2014 24Pag. Avvenire - Ed. nazionale(diffusione:105812, tiratura:151233)

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EDILIZIA La Zanutta si espande e apre sede a Venezia PORDENONE - Si espande la Zanutta spa, azienda leader in Triveneto nella produzione e distribuzione di

materiali per l'edilizia e l'arredamento. L'azienda ha aperto in questi giorni una nuova sede a Venezia.

L'operazione porta a quota 20 le sedi Zanutta, (che nel 2012 ha assorbito la Fadalti spa) che conta già su una

capillare presenza in triveneto, nelle provincie di Pordenone, Udine, Trieste, Venezia, Belluno e Treviso. La

Zanutta nasce nel 1952 nella bassa friulana e poi nei primi anni 2000 inizia la fase di acquisizione di nuovi

punti vendita fino al 2012, quando assorbe la Fadalti Spa, storica azienda sacilese specializzata nella vendita

di materiali per l'edilizia. Con la recente acquisizione di un'altra storica realtà del settore, la Prebag Srl di

Treviso, specializzata nella costruzione di case in legno, Zanutta-Fadalti punta ora a crescere anche nel

settore della bioedilizia.

10/06/2014 7Pag. Il Gazzettino - Pordenone(diffusione:86966, tiratura:114104)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 27

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CRISI UCRAINA/USA E UE VS ITALIA Chi ha sabotato il gasdotto South Stream Il progetto nasce nel 2006 (durante il governo Prodi II), dopo l'accordo tra Gazprom e Eni Tommaso Di Francesco, Manlio Dinucci Il governo bulgaro ha annunciato domenica scorsa di aver interrotto i lavori di costruzione del South Stream, il

gasdotto che dovrebbe trasportare gas russo nell'Unione europea senza passare per l'Ucraina. «Ho ordinato

di fermare i lavori - fa sapere il premier Plamen Oresharski di un governo in crisi se non dimissionario -,

decideremo gli sviluppi della situazione dopo le consultazioni che avremo con Bruxelles». La decisione è

stata presa - manco a farlo apposta - il giorno prima dell'incontro tripartito Russia-Ucraina-Ue sulle forniture di

gas a Kiev.

Nei giorni scorsi il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, aveva annunciato l'apertura

di una procedura Ue contro la Bulgaria per presunte irregolarità negli appalti del South Stream.

Appena tre giorni prima, il 5 giugno, la direzione del Partito socialista bulgaro, che sostiene il governo

Oresharski, dava per sicuro che il tratto bulgaro del gasdotto sarebbe stato costruito nonostante la richiesta di

Bruxelles di fermare il progetto. «Per noi è d'importanza vitale», sottolineava il vicepresidente della

commissione parlamentare per l'energia, Kuiumgiev. E il presidente della Camera dei costruttori, Glossov,

dichiarava che «il South Stream è una boccata d'ossigeno per le imprese bulgare».

Che cosa è avvenuto? Il progetto nasce quando, nel novembre 2006 (durante il governo italiano Prodi II), la

russa Gazprom e l'italiana Eni firmano un accordo di partenariato strategico.

Nel giugno 2007 il ministro per lo sviluppo economico, Pierluigi Bersani, firma con il ministro russo

dell'industria e dell'energia il memorandum d'intesa per la realizzazione del South Stream. Secondo il

progetto, il gasdotto sarà composto da un tratto sottomarino di 930 km attraverso il Mar Nero (in acque

territoriali russe, bulgare e turche) e da uno su terra attraverso Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia

fino a Tarvisio (Udine). Nel 2008-2011 vengono conclusi tutti gli accordi intergovernativi con i paesi

attraversati dal South Stream.

Nel 2012 entrano a far parte della società per azioni che finanzia la realizzazione del tratto sottomarino anche

la tedesca Wintershall e la francese Edf con il 15% ciascuna, mentre l'Eni (che ha ceduto il 30%) detiene il

20% e la Gazprom il 50%. La costruzione del gasdotto inizia nel dicembre 2012, con l'obiettivo di avviare la

fornitura di gas entro il 2015. Nel marzo 2014 la Saipem (Eni) si aggiudica un contratto da 2 miliardi di euro

per la costruzione della prima linea del gasdotto sottomarino.

Nel frattempo, però, scoppia la crisi ucraina e gli Stati uniti - con un lavoro all'unisono tra Casa bianca e

diplomazia congressuale dei Repubblicani - premono sugli alleati europei perché riducano le importazioni di

gas e petrolio russo, che costituiscono circa un terzo delle importazioni energetiche dell'Unione europea.

Primo obiettivo statunitense (scrivevamo sul manifesto il 26 marzo) è impedire la realizzazione del South

Stream. A tale scopo Washington esercita una crescente pressione sul governo bulgaro. Prima lo critica per

aver affidato la costruzione del tratto bulgaro del gasdotto a un consorzio di cui fa parte la società russa

Stroytransgaz, soggetta a sanzioni statunitensi.

Con tono di ricatto, l'ambasciatrice degli Stati uniti a Sofia, Marcie Ries, dichiara: «Avvertiamo gli uomini

d'affari bulgari di evitare di lavorare con società soggette a sanzioni da parte degli Usa». Il momento decisivo

è quando, domenica scorsa a Sofia, il senatore Usa John McCain, accompagnato da Chris Murphy e Ron

Johnson, incontra il premier bulgaro trasmettendogli gli ordini di Washington. Subito dopo Plamen Oresharski

annuncia il blocco dei lavori del South Stream.

Una vicenda emblematica: un progetto di grande importanza economica per la Ue viene sabotato non solo da

Washington, ma anche da Bruxelles per mano dallo stesso presidente della Commissione europea. Ci

piacerebbe sapere che cosa ne pensa il governo Renzi, dato che l'Italia - come ha avvertito allarmato Paolo

Scaroni, ancora numero uno dell'Eni - perderebbe contratti per miliardi di euro se venisse affossato il South

10/06/2014 9Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 28

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Stream.

Foto: LA COSTRUZIONE DELLA PIPELINE SOUTH STREAM /REUTERS

10/06/2014 9Pag. Il Manifesto - Ed. nazionale(diffusione:24728, tiratura:83923)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 29

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IERI GLI OPERAI SONO TORNATI AL CANTIERE PARCHEGGIO SOTTERRANEO IN VIA CIMAROSA OGGI INCONTRO PERACCELERARE SUI LAVORI S. C. SAVONA. È stato fissato per questa mattina l'incontro tra il vicesindaco Livio Di Tullio e il dirigente dei Lavori

pubblici di Palazzo Sisto per fare il punto sul cantiere Meraviglia di via Cimarosa, in particolare il parcheggio

sotterraneo. Se c'era già stata una presa d'atto di un ritardo sul completamento di alcuni interventi, almeno il

park sotterraneo, con trenta posti pubblici, doveva essere già stato consegnato da tempo. Da qui la richiesta

di fare il punto e di capire da cosa sia determinato il ritardo. Anche perché il cantiere sembra procedere a

intermittenza. Dopo settimane di stallo, sabato scorso, in pieno affollamento, erano ricomparsi gli operai per

disegnare la segnaletica orizzontale, "mandati a casa" da Di Tullio che mal aveva gradito la ripresa dei lavori

in una giornata poco opportuna. Ieri, i dipendenti del cantiere hanno ripreso i lavori per tracciare i posti auto,

garantendo di completare gli altri lavori dopo l'estate. Diversa, però, la sorte del parcheggio interrato,

particolarmente atteso, poiché, oltre ai posti privati, ne restituirà trenta pubblici alla città. E, in estate, visto

l'afflusso di bagnanti, sarebbero una manna per i residenti che stanno facendo non poca fatica già ora a

parcheggiare.

10/06/2014 15Pag. Il Secolo XIX - Savona(diffusione:103223, tiratura:127026)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 30

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IL CASO LA NUOVA CASA DELL'ARMANI SUBISCE UN ALTRO RALLENTAMENTO, IL COMUNESPIAZZATO E SORPRESO è ancora palastop L'appalto passa di mano: al Lido cantiere chiuso e lavori fermi almeno tre settimane La Edil Tre Elle affittaaziendae lavori alla Gcc: stop in attesa delle verifiche Il Comune è cauto: «Avviate le procedure, ma sidovranno rispettare i tempi» DAVIDE LONGO Una doccia fredda che nessuno cerca di minimizzare. L'ennesimo stop alla realizzazione del nuovo Palalido

si è materializzato venerdì con una lettera da parte della Edil Tre Elle, la ditta appaltatrice, inviata a

MilanoSport, la società pubblica che gestisce gli impianti comunali compresa la costruzione del palazzo di

Piazza Stuparich. Nella missiva si comunica che la stessa Edil Tre Elle ha affittato il ramo d'azienda

comprensivo dell'appalto per la realizzazione del Palalido alla General Construction Company srl. Una

possibilità prevista dal codice civile che, però, ha avuto come conseguenza immediata la sospensione dei

lavori. La GCC, infatti, dovrà ora presentare al Comune tutta la documentazione prevista per le ditte che

effettuano lavori pubblici. Inoltre, dovrà essere effettuata una verifica sul rispetto della procedura prevista

dalla legge nell'affitto del ramo d'azienda. Soltanto dopo il via libera da parte di Palazzo Marino, la GCC potrà

accedere al cantiere e riprendere i lavori.

La tempistica Ieri il cantiere di Piazza Stuparich era desolatamente deserto e da una gru pendeva sospeso

nel vuoto un blocco di cemento della futura struttura, quasi a simboleggiare la costante precarietà dell'opera.

E già ci si interroga su quanto durerà lo stop e quanto inciderà sulla consegna dell'impianto previsto per fine

settembre, in tempo per la partenza dei campionati di basket e pallavolo. Olimpia Milano e Powervolley, le

società che dovrebbero utilizzare la struttura attendono con speranza e con una certa ansia, anche per i

precedenti relativi al Palalido che nell'iter di realizzazione ha già subito numerosi e lunghi stop a causa del

ritrovamento durante gli scavi di amianto da bonificare. Lo stop, secondo MilanoSport dovrebbe durare dalle

2 alle 3 settimane anche perché Palazzo Marino e MilanoSport prenderanno immediatamente in mano la

documentazione che giovedì la ditta subentrante dovrebbe inviare al Comune.

MilanoSport L'atteggiamento, comunque è improntato più alla cautela che all'ottimismo: «Milanosport prende

atto della decisione di Edil Tre Elle di affittare il ramo d'azienda che si sta occupando della costruzione del

nuovo Palalido a General Construction Company Srl - spiega in una nota Milanosport - In conformità a quanto

previsto dalla normativa sono state avviate le procedure necessarie a verificare che la GCC abbia tutti i

requisiti di legge per assumere il controllo del cantiere. Naturalmente, per garantire il corretto svolgimento dei

lavori e la sicurezza di tutto il personale, il cantiere rimarrà chiuso sino al completamento delle stesse

verifiche. GCC, una volta concluse positivamente tutte le verifiche, subentrando a Edil Tre Elle nella gestione

generale del cantiere, come previsto dalla legge, sarà tenuta a rispettare i tempi di consegna pattuiti nel

contratto originale».

Bisconti Ad attendere novità c'è anche il Comune che sulla vicenda del Palalido ha investito molto in termini

di risorse (circa 10 milioni) e di immagine. «In merito alle notizie riguardo all'affitto di una parte dei lavori per il

nuovo palazzetto dello sport in piazza Stuparich, attualmente in carico alla Edil Tre Elle - spiega l'assesora

allo Sport Chiara Bisconti - rilevo che questo comporterà comunque un ritardo nella tempistica prevista. Un

fatto che non può che preoccuparmi e che certamente non ci vede soddisfatti. Mi aspetto quindi

rassicurazioni in merito affinché il cronoprogramma rispetti i tempi già previsti e annunciati per un opera che

questa amministrazione ritiene strategica e sulla quale pesano importanti attese della città, che vanno

rispettate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

le tappe in pillole 30 nov. 2013

10/06/2014 45Pag. La Gazzetta dello Sport - Milano(diffusione:368484, tiratura:513197)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 31

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Era prevista la

conclusione dei

lavori di

demolizione

degli ultimi

gradoni, di

bonifica

dell'area

dall'amianto e

completamento

delle nuove

fondamenta

Dic. 2013

Avvio dei lavori

di ricostruzione

del nuovo

palazzetto

che invece

slitteranno a

fine gennaio o

a febbraio

Aprile 2014

Inizio dei

trasporti delle

parti

prefabbricate

che, da metà

maggio, in due

mesi verranno

montate

11 lug. 2014

È la scadenza

entro la quale

i lavori di

ricostruzione

dovranno

essere

completati

Ott. 2014

Inaugurazione

prevista, con l'avvio

della prossima

stagione

sportiva

HA DETTOFoto:

10/06/2014 45Pag. La Gazzetta dello Sport - Milano(diffusione:368484, tiratura:513197)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 32

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Chiara Bisconti

Assessora

allo sport

del Comune

«In merito alle notizie riguardo all'affitto di una parte dei lavori per il nuovo palazzetto dello sport in piazza

Stuparich, attualmente in carico alla Edil Tre Elle, rilevo che questo comporterà comunque un ritardo nella

tempistica prevista. Un fatto che non può che preoccuparmi e che certamente non ci vede soddisfatti. Mi

aspetto quindi rassicurazioni in merito affinché il cronoprogramma rispetti i tempi già previsti ed annunciati

per un'opera che questa amministrazione ritiene strategica e sulla quale pesano importanti attese della città,

che vanno rispettate»

Foto:

In stand-by Ecco come si presentava ieri il cantiere del Palalido: tutto fermo, nessuna traccia di lavori

10/06/2014 45Pag. La Gazzetta dello Sport - Milano(diffusione:368484, tiratura:513197)

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Salini, il flottante può aumentare fino al 35% Francesco Colamartino Salini Impregilo potrebbe aumentare il flottante in borsa fino al 35%. È quanto si apprende da fonti a

conoscenza del dossier, secondo cui l'operazione potrebbe partire tra il 16 e il 18 giugno. Lo scorso 30

maggio il gruppo di costruzioni aveva annunciato l'intenzione di avviare un'operazione per aumentare il

flottante fino al 25% con un'offerta di nuove azioni destinate a investitori istituzionali (l'assemblea del gruppo

ha infatti deliberato un aumento di capitale fino al 10%) e la contestuale vendita di titoli da parte dell'azionista

di maggioranza, Salini Costruttori. È quello che in gergo si chiama «fully market transaction». Come global

coordinator dell'operazione sono stati scelti Mediobanca, Goldman Sachs e Banca Imi. Questo ulteriore 10%

di flottante dovrebbe quindi derivare da una riduzione della quota di Salini Costruttori, che potrebbe mettere in

vendita fino al 15% delle attuali azioni mantenendo comunque l'ampia maggioranza del principale general

contractor italiano, che scenderebbe dall'attuale 89,9% al 75 circa. L'offerta di azioni sarebbe finalizzata a

rendere più visibile Salini Impregilo sul mercato finanziario, nonché nel settore delle costruzioni e

dell'ingegneria civile pesante. I proventi dell'aumento di capitale dovrebbero inoltre rafforzare ulteriormente la

struttura patrimoniale del general contractor, aumentando la flessibilità del gruppo in vista della realizzazione

del business plan 2014-2017. Salini ha chiuso il primo trimestre con un utile di 20,2 milioni, a fronte dei 77,7

milioni dello stesso periodo dell'anno precedente. I ricavi sono cresciuti da 809 a 859 milioni, l'ebitda ha

segnato un progresso da 84 a 88 milioni e la posizione finanziaria netta si è attestata a 634,1 milioni, con un

incremento di circa 302 milioni rispetto al 31 dicembre 2013 (quando era pari a -331,7 milioni). Ieri il titolo

Salini Impregilo a Piazza Affari è sceso dell'1,85% a quota 4,13 euro. (riproduzione riservata)

10/06/2014 12Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 34

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ristrutturazione & recupero Conservate le pavimentazioni «a coppacan» Riqualificazione urbana. L'intervento eseguito su progetto dell'arch. Adelmo Lazzari ha avuto il risultato diconservare le pavimentazioni storiche consentendo la riqualificazione del centro storico di Pontemanco. Inparticolare l'intervento di rimozione della pavimentazione in asfalto e la posa di trachite ha permesso direcuperare a livello ambientale e funzionale gli spazi pubblici. L'intervento è stato effettuato per la riqualificazione del centro storico di Pontemanco e specificamente le

strade limitrofe al canale Biancolino poste a nord (riviera nord) e a sud (riviera sud), lo spazio pubblico a

giardino, la strada perimetrale prospiciente villa Breda - Sperandio e il mulino. Pontemanco è una frazione di

Due Carrare, attestata lungo il canale Biancolino (diramazione cinquecentesca del Canale di Battaglia) che

deve il suo nome all'antica mancanza del ponte e la sua fama, nel periodo di più fiorente sviluppo, alla

posizione strategica rivestita nell'ambito del sistema di navigazione interna che risaliva il Bacchiglione verso il

Canale di Cagnola lungo la direttrice VeneziaChioggia-Padova. In località Pontemanco la presenza di un

dislivello lungo il corso d'acqua favorì la nascita di una florida attività di macinazione che, cresciuta e

consolidatasi nel corso di quasi quattro secoli, cessò soltanto verso i primi anni sessanta quando uno dei due

grandi mulini, ivi costruiti, fu distrutto da un incendio. Si può osservare la presenza del canale Biancolino che,

dopo un'ansa, entra in Pontemanco, fa un salto per la presenza di un cambiamento di quota e prosegue per

Cagnola. A sud il canale viene fiancheggiato da una strada, che collega il centro di Pontemanco a Carrara S.

Giorgio, la quale, in prossimità del ponte diverge a sinistra, attraversando il ponte e proseguendo a nord del

canale Biancolino e a destra invece prosegue e forma un'ampia curva per poi collegarsi con il ponte di Riva e

Carrara S. Stefano. Sulle sponde del canale, a nord e a sud, e in prossimità del salto che fa il canale, vi erano

i due mulini (attualmente si è conservato solo quello di destra). Pontemanco è il risultato storico-urbanistico di

un secolare processo maturato attorno alla macinazione dei cereali , ed è per molti aspetti il singolare frutto di

un centro protoindustriale slegato dalla lavorazione diretta della campagna, della terra, ma prezioso anello del

processo di trasformazione dei prodotti della terra. La sua evoluzione, il suo farsi nel tempo costituiscono un

esempio unico per tutto il territorio padovano: in nessun altro centro isolato nella campagna, fuori dall'influsso

delle grandi arterie stradali, si è creato un abitato cosi singolare. Le opere idrauliche, buona parte delle

costruzioni innalzate nei secoli scorsi, meritano dunque una giusta tutela e un'adeguata valorizzazione. La

sequenza della cortina edilizia nel lato nord del canale prosegue in continuità e, in corrispondenza di un

palazzo centrale più grande dell'edificato contiguo forma un flesso, divergendo a nord, per terminare a est

con l'Oratorio e a ovest con un edificio posto a chiusura della schiera abitativa. Nel lato nord perciò la

configurazione e posizione della sequenza delle case, la chiusura a ovest della strada con un edificio, la

presenza a sud dell'argine del canale, configurano uno spazio chiuso, una piazza che probabilmente

svolgeva una funzione commerciale, per lo scambio e la vendita delle merci lavorate e prodotte nei mulini.

Perciò la sequenza di tali case con il palazzo centrale costituiscono una «quinta scenica» di uno spazio

collettivo definito sull'altro lato dal murazzo del canale. Si può evidenziare che il ponte è posto in asse con il

prospetto principale dell'Oratorio e tale asse prosegue poi lungo la via tra la schiera di case a ovest di villa

Breda - Sperandio e gli edifici di fronte, poi demoliti. Nel lato sud il mulino, i fronti edilizi degli edifici posti

lungo la piazzetta, la recinzione di villa Breda - Sperandio sono relazionati tra loro, essendo posti di fronte e

rivolti verso uno stesso spazio aperto, al cui interno è presente un giardino pensile con la presenza di alberi

con attorno una strada carrabile. Questo centro storico era attraversato da strade carrabili in asfalto che

separavano e isolavano queste importanti emergenze architettoniche presenti. Autenticità dei luoghi

L'intervento di riqualificazione fa parte di una serie di attività avviate dall'amministrazione comunale nel borgo

volte alla salvaguardia e valorizzazione dell'autenticità dei luoghi con l'obiettivo che il bene culturale diventi un

importante volano per la vita e lo sviluppo socio-economico del borgo e del comune stesso. L'intervento in

oggetto è il proseguo più importante di un percorso che è partito con: 1. Piano del Colore, con la dichiarata

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finalità della tutela e recupero degli antichi intonaci e finiture degli edifici storici; 2. Pista ciclabile, a

collegamento del borgo con il centro di Carrara San Giorgio, luogo amministrativo fin dal tempo dei Carraresi

con la trecentesca Gastaldia e la seicentesca Villa Priuli di Vincenzo Scamozzi, a Santo Stefano, con

l'Abbazia Benedettina, centro religioso di riferimento carrarese dove è sepolto Marsilio da Carrara, da dare

compimento all'unione ciclopedonale dei poli medievali. Con le altre piste ciclabili oggi esiste la possibilità di

collegamento all'anello ciclabile dei Colli Euganei E2 e a est i percorsi sulle arginature dei canali dal

Vigenzone al Brenta attraverso il Bacchiglione, lungo gli antichi percorsi fluviali della trachite e delle merci

verso Venezia. Questi sviluppi urbanistici affiancati a studi e convegni sulla materialità e a studi storico

archivistici, hanno reso consapevoli i residenti e stimolato gli investimenti su attività di restauro conservativo

sulle finiture esterne, sull'Oratorio ma anche su fabbricati come nel caso del Mulino e su villa Grimani con la

scoperta e il restauro di parti affrescate prima sconosciute, attivando in quest'ultimi cantieriscuola all'interno di

corsi di formazione finanziati dalla Regione Veneto per Tecnici e collaboratori al restauro. Parallelamente si è

proceduto con l'obiettivo della ricucitura del tessuto urbano attraverso il linguaggio dei materiali e la

riqualificazione dei giardini pensili, tramite il rafforzamento tra la piazzetta nord (villa Grimani, oratorio,

torretta, cortina edilizia) con lo spazio pubblico posto a sud (giardino, mulino, villa Breda - Sperandio, cortina

edilizia) e quindi all'integrazione delle emergenze architettoniche presenti, all'esecuzione di interventi che

potessero trarre dalla tutela, conservazione e valorizzazione delle preesistenze e che con esse dialogassero

intimamente. Spiega l'arch. Adelmo Lazzari dello Studio Laira : «... Come un tempo il centro storico di

Pontemanco e i diversi manufatti storici ivi presenti erano strettamente collegati e relazionati alle attività

produttive e ricreative che si svolgevano, dall'assidua frequentazione delle persone del luogo e dai paesi

limitrofi, ora con quest'intervento si è voluto ricreare tale relazione proprio attraverso la realizzazione di un

sistema di pavimentazione urbana che coinvolge tutto il centro storico del borgo. È stato previsto il recupero

ambientale e funzionale degli spazi pubblici quali la riviera nord e sud e il giardino, con il rifacimento della

pavimentazione attualmente esistente, eliminando le betonelle di cemento presenti in alcuni tratti ma

soprattutto la pavimentazione in asfalto e inserendo elementi di arredo urbano. Dalle indagini conoscitive

eseguite nel borgo di Pontemanco e dal rilievo metrico-strumentale eseguito si è rilevata la presenza di

antiche pavimentazioni in «masegne» di trachite che definiscono le pavimentazioni esterne di Villa Grimani,

l'Oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata, Villa Breda - Sperandio e lateralmente alla mura della villa

stessa». Infatti la trachite è stata impiegata in passato in grosse lastre di «masegne», come materiale di

rivestimento della pavimentazione dello spazio pedonale, imprimendo a molte città venete, grazie

all'omogeneità e alla diffusione del trattamento della superficie stradale, un forte carattere distintivo rimasto

nel tempo quasi del tutto immutato. È stato eseguito il recupero, la pulitura e la conservazione dei tratti di

pavimentazione storica in «masegne» ancora esistenti e l'impiego della «trachite» per le nuove

pavimentazioni, quale elemento unificante dello spazio pedonale. Trachite posata a «coppacan» La trachite è

una pietra di origine magmatica, tenace, generalmente di colore grigio ma può assumere colorazioni giallo-

bruno per la presenza di ossidi di ferro ed è caratterizzata da un'elevata resistenza meccanica e quindi adatta

all'uso sia carrabile sia pedonale. Come la scelta di una pietra locale quale la trachite, impiegata fin dal

passato per la realizzazione delle pavimentazioni, così la forma, la lavorazione e la posa in opera degli stessi

elementi hanno lo scopo di veicolare una differenziazione delle varie parti che formano tale spazio pubblico.

Nelle riviere nord e sud e nel percorso perimetrale al giardino pensile, utilizzate anche come strade carrabili,

è stata impiegata una pavimentazione in trachite con posa a «coppacan» con elementi «a spacco», ottenuti

da vaglio e non da frantoio, aventi uno spessore di circa cm 8/10 e diametro 10/15 cm, collocati con la

superficie più complanare a vista, su un letto di sabbia di circa 20 cm, che presentano una tessitura

irregolare, con fugatura a riempimento di sabbia, posati su massetto di sabbia grossa con rinfianco dei bordi

con malta magra. La scelta di questo tipo di pavimentazione è data dalla presenza di piccoli tratti a

testimoniare il largo uso anche nel borgo. Per creare un collegamento tra le diverse emergenze

storicoarchitettoniche si è previsto l'impiego di una pavimentazione in trachite, nella varietà Zovonite di colore

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giallo bruno con venature, in lastre rettangolari aventi uno spessore di cm 4, con cordonata in trachite nella

varietà di Montemerlo di colore grigio, con esecuzione di posa «a correre» e fugature in boiacca di cemento,

posate su malta dello spessore di 6 cm con rete elettrosaldata avente un diametro di 4 mm. Tale tipologia di

pavimentazione viene realizzata in adiacenza al prospetto sud dell'Oratorio e allo spazio antistante la

pavimentazione esistente di villa Grimani, procede lungo il ponte e in adiacenza ai prospetti ovest e sud del

mulino e prosegue diagonalmente fino allo spigolo del giardino pensile, per andare oltre il giardino anche

nella parte antistante all'entrata di villa Sperandio. Come è possibile rilevare dai catasti storici , ove

attualmente è presente il giardino pensile, almeno fino dal Catasto Napoleonico (1810), viene documentata

l'esistenza di un edificio a forma rettangolare, posto ortogonalmente al canale Biancolino che, dalle

testimonianze degli abitanti del borgo, veniva utilizzato nel dopoguerra come sala da ballo, come luogo di

ritrovo e di associazione, poi demolito per la realizzazione del giardino attualmente esistente. Proprio la

presenza di tale giardino sopraelevato , mediamente di circa 60 cm dal piano stradale, la presenza di molti

alberi, molti dei quali non autoctoni e sempreverdi, di grandi dimensioni, creava una cesura tra l'Oratorio, villa

Grimani, il canale Biancolino, il mulino con gli edifici antistanti il giardino e villa Breda - Speradio, quasi

obliterandoli. Da qui la riconfigurazione dell'angolo nord-ovest del giardino attraverso la parziale rimozione

della muretta di contenimento e del riempimento di terra nello spigolo nord-est al fine di far emergere il

sedime dell'attacco a terra del muro perimetrale dell'edificio ottocentesco di cui si è visto un tratto durante i

lavori. Viene eseguito il recupero in senso simbolico di tale traccia muraria che delimitava tale edificio storico

con la realizzazione di una fascia in cotto nella pavimentazione e di una seduta perimetrale e la formazione di

una rampa di accesso per disabili con due gradinate laterali, a definire una grande aiuola che ricalca il limite e

la superficie nord dell'edificio scomparso. L'aiuola-seduta diventa elemento di raccordo tra il mulino, le quinte

edilizie e il giardino trasformando la strada su cui insiste, data anche la scarsa viabilità, a vera e propria

piazzetta. Nel giardino al fine di creare una continuità visiva tra il mulino e la villa, tra la cortina edilizia ovest

con quella est della piazzettagiardino, per dare maggior luminosità all'area verde e per dilatare lo spazio, è

stata eseguita la rimozione delle specie arboree non autoctone e il ridimensionamento delle fronde delle

alberature di maggior pregio. Il muretto in calcestruzzo, che delimita l'area, è stato bordato da una fascia di

vegetazione costituita da una varietà di edera a foglie piccole che riveste completamente lo spiccato murario

di tale muretto. Proprio attraverso la realizzazione di un sistema di pavimentazione urbana che coinvolgesse

il centro storico sono state create le condizioni per stimolare nuovi interventi dei privati sul patrimonio storico-

architettonico, con l'apertura di nuove attività. Infatti sono stati aperti vari bed & breakfast e altri sono in corso

di apertura da parte di alcuni residenti del borgo: Il Mulino sarà in parte adibito a museo dell'arte molitoria. La

nuova pavimentazione quindi, in stretto legame con gli elevati, ha contribuito a rendere più palesi e concreti i

trascorsi del borgo, favorendo nei residenti la consapevolezza sull'unicità dei luoghi: ciò è diventato elemento

caratterizzante dell'edilizia storica del borgo. L'intervento eseguito ha avuto lo scopo primario di conservare le

pavimentazioni storiche esistenti «a coppacan» e ha consentito la riqualificazione del centro storico di

Pontemanco, in particolare l'intervento di rimozione della pavimentazione in asfalto e la prosecuzione con la

pavimentazione in trachite «a coppacan» e «a correre» ha consentito di recuperare a livello ambientale e

funzionale questi spazi pubblici facendo passare il borgo da luogo di transito ad ambiente da scoprire e sul

quale piacevolmente stazionare e soggiornare. Chi ha fatto Cosa Progetto e direzione lavori arch. Adelmo

Lazzari Laira srl Archeologia, Ingegneria, Restauro e Architettura Collaboratori arch. Annaleda Bordin ing.

Massimiliano Lazzari arch. Laura Veronese (opere strutturali) dott. Cristian Capuzzo (sistemazione del verde)

Impresa affi dataria Costruzioni Lovato srl Carbonara di Rovolon (Pd) Trachite Zovonite Toniolo srl, Vò (Pd)

Trachite Grigia Cave Pietra Montemerlo srl Montemerlo (Pd) Vivaista giardini Pistore Vivai, Cartura (Pd)

5. Preparazione fondo con rete elettrosaldata e soletta in cemento. 6-7-8. Trachite piano sega a correre. 9-

10. Pavimentazione in blocchi di cemento. 11. Pavimentazione in cotto. 12. Posa in opera del chiusino. 13-

14-15. Fasi della posa in opera di pircher per la raccolta delle acque meteoriche.

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Foto: Viste del centro storico di Pontemanco a lavori ultimati.

Foto: 1-2. Scarificatura del fondo stradale. 3-4. Trachite a coppacan.

Foto: 16. Getto di parte del muro di contenimento del giardino pensile. 17. Rinforzo dell'intradosso del ponte

sul Biancolino tramite Frp.

Foto: 18-19-20-21-22. Dettagli delle diverse pavimentazioni in fase di cantiere. 23-24-25-26. Trachite a

coppacan, trachite a correre piano sega, trachite a correre bocciardata.

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applicazioni & materiali Ottenere creatività, resa ed economicità Impermeabilizzazione. Werner Ambach, responsabile commerciale di Triflex Italia, spiega perché il suogruppo sta guardando con grande interesse al mercato italiano. «L'Italia - dice - è per noi un mercatostrategico poiché si sta rapidamente evolvendo verso un'edilizia efficiente, non solo dal punto di vistaenergetico, ma anche per quanto riguarda la progettazione, la posa, i costi di manutenzione del costruito». Impermeabilizzare correttamente non è semplice, troppo spesso si tende a selezionare soluzioni a basso

costo e poco durature, anche posate scorrettamente, affrontando poi onerosi costi di manutenzione o

rifacimento dei lavori. Un comportamento, questo, in totale contrasto con il trend di mercato dominante, che

mira invece a una edilizia sempre più efficiente, sotto tutti i punti di vista. Triflex, azienda del gruppo tedesco

Follmann, opera nelle impermeabilizzazioni con resine liquide ed è attiva dal 1977 in questo ambito

proponendo sin dal 1987 sistemi impermeabilizzanti liquidi in pmma, ideali per impermeabilizzazioni sicure e

durevoli di tetti, balconi, parcheggi, anche nel caso di ristrutturazioni, situazioni d'infiltrazioni apparentemente

irrisolvibili, forme architettoniche e dettagli costruttivi complessi. Per esempio l'impermeabilizzazione di tetti di

impianti industriali, eolici, fotovoltaici, sciistici, dove le materie lavorate e le forti sollecitazioni meccaniche

richiedono soluzioni di qualità e particolarmente resistenti. Triflex è molto presente nei lavori

d'impermeabilizzazione di edifici pubblici, sia nuovi che ristrutturati, garantendo la massima durata e il minimo

intervento di manutenzione, andando ad abbattere gli altissimi costi sostenuti dalla pubblica amministrazione.

Secondo una recente indagine di mercato condotta da Triflex in Italia, intervistando 100 esperti del settore tra

progettisti, responsabili aziendali della manutenzione e aziende d'impermeabilizzazione, il problema più

ricorrente che gli addetti si trovano ad affrontare è quello delle infiltrazioni, della scorretta posa e dell'usura

delle guaine impermeabilizzanti. Il 36% degli intervistati dichiara di essersi dovuto fare carico più volte della

copertura economica dei danni arrecati al cliente per causa di impermeabilizzazioni realizzate scorrettamente

e il 16% dichiara di avere dovuto effettuare da 3 a 5 interventi di manutenzione prima d'individuare la

soluzione d'impermeabilizzazione corretta. Cosi Werner Ambach, responsabile commerciale di Triflex Italia :

«...Questo avviene perché purtroppo ancora spesso, a nostro parere, in fase di esecuzione dell'opera si

cerca di risparmiare sull'acquisto di alcuni materiali da costruzione, ricorrendo inoltre a manodopera non

qualificata, senza tenere conto che quel piccolo risparmio a inizio lavori si trasformerà nel tempo in un

enorme costo dovuto all'esigenza di continua manutenzione e, talvolta, rifacimento completo del lavoro.

Triflex opera a livello internazionale ed è attenta osservatrice dei trend evolutivi dei vari mercati. L'Italia è per

il nostro Gruppo un mercato strategico, che si sta rapidamente evolvendo verso un'edilizia efficiente, non solo

dal punto di vista energetico, bensì anche per quanto riguarda la progettazione, la posa, i costi di

manutenzione del costruito, che devono essere nulli o molto bassi . Nei momenti di crisi, ogni errore

commesso, oltre a uno spreco, rappresenta possibilità bruciate sia in termini di posti di lavoro che di

investimenti. È scorretto investire per rimediare agli errori quando, compiendo scelte più consapevoli sui

materiali e sulla manodopera, quegli investimenti potrebbero essere dirottati su progetti nuovi che

creerebbero lavoro. Sono queste le riflessioni che ci spingono, per il 2014, a intensificare le nostre attività in

Italia, proponendo a progettisti, installatori e manutentori un vasto programma d'informazione e formazione

sui sistemi impermeabilizzanti di qualità e sulle loro responsabilità, anche in base alla norma Uni11345. E poi

i sistemi Triflex sono molto apprezzati dagli operatori italiani. Le nostre soluzioni, per esempio, non pongono

limiti alla creatività del progettista, in quanto consentono d'impermeabilizzare anche forme architettoniche

irregolari e complesse. Questo è un vantaggio fondamentale se si vuole vincere in Italia, riconosciuta a livello

mondiale come leader del design, della creatività e del buon gusto. Triflex affianca l'architetto con consulenze

professionali durante tutta la fase di progettazione e si avvale di posatori formati dall'azienda, in grado di

garantire una esecuzione a regola d'arte .» L'applicazione eccellente L'impermeabilizzazione della sede

aziendale di Giacomuzzi a Caldaro realizzata con Triflex ProDetail. Grazie al colore bianco brillante, l'edificio

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di nuova costruzione degli architetti Monovolume di Bolzano risplende in tutta la sua luminosità. La sfida di

questo progetto consisteva nell'eseguire l'impermeabilizzazione dei 200 m lineari del muro e dei 40 m di

superficie del tetto. In base all'indicazione del committente, l'impermeabilizzazione doveva essere eseguita

mantenendo lo stesso colore dell'intonaco. L'effetto visivo luminoso creato dall'intonaco bianco non doveva

essere in alcun modo disturbato da lamiere e cerniere poste sulla facciata esterna. Non doveva essere

visibile alcuna differenza di colore. Cercando la soluzione ideale, che unisse funzionalità ed effetto visivo, si è

scelto di utilizzare Triflex ProDetail. La resina impermeabilizzante bicomponente, armata su tutta la superficie,

a base di polimetilmetacrilato (pmma) garantisce un'impermeabilizzazione che dura nel tempo e si distingue

per l'aderenza su tutta la superficie del sottofondo in modo duraturo.

Foto: 1-2. Dettagli della sede aziendale di Giacomuzzi a Caldaro impermeabilizzata con Triflex ProDetail. 3-4-

5-6-7. Dettati di posa.

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realizzazioni Legno per i nuovi edifici realizzazioni Terziario. La realizzazione della nuova sede della Banca Popolare Etica di Padova, con interventi di recupero

di due edifici e la costruzione di un nuovo corpo di collegamento, ha sancito il processo di riqualificazione di

un'area urbana che versava in stato di degrado. Gli edifici di nuova costruzione sono stati concepiti per

consentire il più alto livello di prefabbricazione possibile. Gli elementi strutturali, i pannelli e gli elementi

portanti del rivestimento degli edifici in legno sono stati realizzati in officina e poi montati in cantiere. a pagina

4 APadova la scelta del sito è stata motivata dalla vicinanza alla stazione ferroviaria con l'obiettivo di ridurre

l'uso di mezzi privati per gli spostamenti, dalla disponibilità di spazi aperti e verdi per le numerose attività che

potranno coinvolgere Banca Etica e la città, dal valore architettonico degli edifici preesistenti, per recuperare i

due manufatti nell'ambito di una rivalutazione dell'edilizia storicista di qualità presente nella zona di via

Tommaseo. La strategia d'intervento ha dimostrato la volontà d'innescare un processo di riqualificazione di

un'area urbana in stato di degrado e a tal fine è stata realizzata una nuova viabilità pubblica pedonale

alternativa al percorso verso il centro della città. Pensare una nuova sede per Banca Popolare Etica ha

significato immaginare un volto che la rappresenti e che ne diffonda i valori. L'intero processo si è costituito

sulla base di principi quali la trasparenza, l'informazione, la sensibilità ai grandi problemi globali, il rispetto per

l'altro e per l'ambiente: valori propri di un modello di sviluppo umano e sociale sostenibile. Una particolare

attenzione è stata rivolta alla progettazione di un edificio «intelligente» sotto il profilo dei consumi energetici,

delle emissioni nocive e dell'impatto sociale. L'intervento si è incentrato, nella prima fase, sul recupero dei

due edifici che insistono sul lotto, sulla realizzazione di un nuovo corpo di collegamento per le funzioni più

«pubbliche» legate all'attività della sede e sullo sfruttamento a verde della superficie massima consentita

dalle norme urbanistiche (a tale scopo si è optato per un ampio parcheggio sotterraneo). La seconda fase

dell'intervento ha riguardato il recupero e la ricostruzione di un volume pre-esistente. Il restauro Il lotto è

caratterizzato dalla presenza di due edifici storici databili all'inizio del secolo e da un ampio giardino alberato

di pertinenza. Gli edifici risulterebbero essere stati realizzati all'inizio del secolo quando l'area ha conosciuto il

suo primo sviluppo di tipo urbano con l'apertura di Corso del Popolo (1905). Possiamo dare una datazione

quasi certa a questi immobili in base alla tipologia dell'edificio e per le decorazioni di gusto Liberty assimilabili

per fattura a quelle presenti negli edifici circostanti di Corso del Popolo: da notare in particolare un'iscrizione

ritrovata al piano terra riportante l'anno 1906 presumibilmente anno in cui datare la fine dei lavori. Già nella

pianta della città di Padova del 1906 dell'ing. Sacchetto sono individuabili chiaramente gli immobili nella loro

configurazione attuale. Come premessa al lavoro di progettazione si è posta la volontà di mantenere il più

possibile la struttura, la configurazione e i materiali degli edifici esistenti . L'intervento di recupero è consistito

quindi nel mantenere, consolidandole ove necessario, le murature e le strutture lignee esistenti. Le zone

oggetto di modifica con ampie aperture nelle murature portanti sono state rinforzate con elementi in acciaio e

legno con funzioni strutturali. Il consolidamento delle murature è stato svolto con interventi localizzati di cuci e

scuci e l'intervento in acciaio è stato teso a evitare l'utilizzo del calcestruzzo e per ottenere un risultato

complessivamente meno dispendioso. All'esterno l'intervento è stato teso al mantenimento e alla

valorizzazione delle facciate e degli elementi architettonici di pregio (fregi, cornici, balconi, ...). All'interno si è

provveduto all'adeguamento tecnologico dei due manufatti, tale da poter ospitare la nuova funzione

direzionale. L'approccio strutturale è stato guidato, oltre che dalla scelta di rispettare le preesistenze, dalla

volontà di evitare l'utilizzo di tecniche d'intervento che richiedessero l'uso di materiali come resine, fibre

artificiali e additivi non compatibili. Gli interventi eseguiti sono, inoltre, sostanzialmente reversibili e

modificabili in tempi successivi. La scelta dei materiali , anche nel processo di restauro è stata effettuata nel

rispetto delle norme Iso 14000, dei principi della Life cycle assessment e della valutazione d'impatto

ambientale: per tanto sono stati privilegiati i materiali bioecologici, riciclabili e a basso consumo energetico.

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L'interrato e lo scavo archeologico L'edificio era caratterizzato da un piano interrato di servizio destinato ad

autorimessa, depositi, archivi, locali tecnici, con accesso sia dall'interno che da una rampa esterna . Nel

corso degli scavi dell'interrato è emerso che il cantiere della nuova sede di Banca Etica a Padova era

interessato dalla presenza di una necropoli di età romana che faceva parte della vasta area cimiteriale a nord

della città antica, così come indicano i vari rinvenimenti che si sono succeduti in questa zona di Padova già

dalla fine dell'800. Si è dunque proceduto con un attento scavo archeologico, grazie al quale sono state

identificate e scavate 30 tombe, una sola delle quali a inumazione, tutte le altre a incinerazione: è

testimoniato sia il rito diretto, che prevedeva la cremazione del defunto nella tomba, sia quello indiretto, in cui

il corpo veniva bruciato sulla pira in un'area appositamente adibita (ustrinum) e le ossa combuste venivano

poi raccolte e deposte nelle tomba. Tutti i reperti ritrovati sono stati donati alla città di Padova. Gli edifici in

legno Nel corso dei laboratori di progettazione partecipata che hanno coinvolto soci e dipendenti dell'Istituto è

emersa da subito l'esigenza dell'uso del legno come materiale per le strutture e per il rivestimento. Il legno

riveste un ruolo di assoluta centralità soprattutto nei due edifici realizzati ex novo. Gli edifici di nuova

costruzione (lotto 1 e 2) sono stati concepiti per consentire il più alto livello di prefabbricazione possibile: gli

elementi strutturali, i pannelli e gli elementi portanti del rivestimento sono stati realizzati in officina, numerati e

poi montati in cantiere. L'operazione di assemblaggio in sito si è svolta in due mesi per il primo lotto, in tre

mesi per il secondo. La struttura poggia sul solaio del piano interrato ed è composta da elementi portanti a

telaio e da pannelli autoportanti Klh, in legno lamellare a cinque strati incrociati. L'isolamento termico è

realizzato tramite pannelli tipo fibrolegno Gutex e i pavimenti sono realizzati in parquet di legno certificato

Fsc. Resistenza al fuoco . Il principale requisito che si chiedeva nella progettazione era la verifica della

normativa antincendio. Il materiale scelto, il legno, non creava pochi problemi: influenzati dal pensiero

comune, si era ancora diffidenti nelle capacità del materiale di soddisfare i requisiti di resistenza al fuoco. Il

problema era dettato dal fatto che sebbene tutti gli strati che compongono gli elementi strutturali

contribuiscono ad aumentare la resistenza al fuoco, non tutti possono essere considerati con la stessa

funzione strutturale. I pannelli multistrato hanno infatti strati con le fibre incrociati: gli strati verticali possono

reggere anche da soli ma non quelli con fibre orizzontali. Ciò nonostante, le strutture in legno

opportunamente progettate evitano l'innesco e la propagazione del fuoco analogamente a quanto fanno

strutture in acciaio o muratura con uguale resistenza al fuoco. Particolare attenzione si è dovuta porre nei

corridoi considerati come vie di fuga : in tal caso era infatti rischioso porre il legno a vista in quanto la

normativa richiede che le pareti delle vie d'emergenza siano ignifughe. Si è allora usato l'espediente di

stendere sulle superfici interne un impregnante naturale ai sali di boro, che portava la classe del legno a «0»

(ignifugo) evitando di rivestire le pareti con della moquette rovinando l'effetto caldo e accogliente del legno.

Le superfici esterne invece sono state pretrattate in officina. I pavimenti e i serramenti della struttura sono

stati in gran parte realizzati con legnami africani (Baikiaea Plurijuga e Guibourtia coleosperma) provenienti da

foreste certificate Fsc: questo allo scopo di contribuire concretamente alla promozione di forme corrette e

responsabili di gestione forestale, anche in contesti critici. Il tetto giardino Sulla copertura del primo edificio in

legno è stato realizzato un giardino pensile. Il solaio di copertura , che sostiene il tetto giardino, è anch'esso

realizzato con pannelli Klh, isolato con pannelli in fibrolegno e ventilato tramite listelli in legno massiccio, che

garantiscono anche la pendenza per lo scolo delle acque. Per garantire la protezione dalle acque piovane è

stata concepita una copertura con profili molto sporgenti. I davanzali delle finestre e l'attacco a terra

dell'edificio sono protetti da lamiere metalliche. Il green roof è costituito da un sistema con elemento drenante

isolante, sopra al quale sono posati 20 cm circa di terreno: pertanto, può essere classificato come tetto verde

intensivo. Gli strati: 1. Inverdimento estensivo composito; 2. Miscela di substrato zinco per inverdimenti

estensivi. Spessore medio 12-15 cm compreso coefficiente di compattazione; 3. Telo filtrante ZinCo Tg,

spessore 1 mm; 4. Strato di accumulo, drenaggio aerazione ZinCo Floradrain Fd 25; spessore 2,5 cm; 5.

Feltro di protezione e accumulo ZinCo Ssm 45 6. Membrana Seic d'impermeabilizzazione in pvc certificata

antiradice (test Fll); 7. Tnt separatore. Il progetto bioclimatico Uno degli obiettivi del progetto della nuova sede

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 42

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di Banca Etica di Padova è stato quello di porre particolare attenzione alla minimizzazione dei consumi

energetici e, in seconda battuta, privilegiare le fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia

termica ed elettrica. Infatti, se già nel 2007 si era conseguita una classificazione energetica importante con il

«Casa Clima Plus» classe B (al di sotto di 50kW/h/mq anno), l'ampliamento successivo ha puntato al migliore

risultato possibile con una certificazione di classe «Casa Clima Plus Gold» (al di sotto dei 10kW/h/mq anno,

in corso di espletamento). Contenimento dei consumi 1. Ottimizzazione dell'isolamento termico delle strutture

perimetrali; 2. inserimento, ove necessario, di superfici vetrate ad alte prestazioni «bassoemissive» e di

opportuni schermi solari per la stagione estiva; 3. realizzazione di coperture innovative (tetti ventilati per le

strutture esistenti, green roof per la copertura della nuova struttura di collegamento); 4. utilizzo d'impianti e

macchine ad alta efficienza (caldaie e gruppi frigoriferi ad alta efficienza, controllo con inverter di pompe e

ventilatori, minimizzazione delle perdite di carico nelle tubazioni, sistema di riscaldamento con pannelli

radianti a soffitto con possibilità di effettuare anche il raffrescamento estivo); 5. impianto di ventilazione ad

aria primaria per garantire il ricambio d'aria, con trattamento in apposita Cta dotata di sistemi per il recupero

energetico sull'aria espulsa, gruppo frigorifero ad alta efficienza con recupero termico sul condensatore; 6.

sistemi di contabilizzazione e regolazione del calore per i diversi locali; 7. impianto a tecnologia Bus, con cui

si potrà gestire da un unico punto (per esempio da un computer) il controllo e la regolazione

dell'assorbimento e della produzione di energia elettrica, il controllo e regolazione del microclima, il controllo

dei guasti di qualsiasi origine, il controllo degli accessi, fino alle comunicazioni dei telefoni, citofoni e Tv. In

questo modo sarà facilmente reso disponibile anche al cliente di Banca Popolare Etica un quadro chiaro dei

consumi e della produzione energetica della sede, istante per istante. Fonti rinnovabili. Per l'energia termica

si è provveduto a utilizzare combustibile legnoso (pellet), mentre per quanto riguarda l'energia elettrica si è

valutato opportuno impiegare energia solare mediante pannelli fotovoltaici. Va inoltre sottolineato che Banca

Etica ha attualmente un contratto di fornitura di energia elettrica con un fornitore in grado di garantire che

l'energia elettrica consumata è prodotta al 100% da fonti rinnovabili. Si può quindi ritenere che le emissioni di

CO 2 complessive della nuova sede di Banca Etica siano effettivamente azzerate.

tamassociati | Chi sono tamassociati è uno studio professionale attivo nei campi dell'architettura sostenibile,

dell'urbanistica, della progettazione del paesaggio, della conduzione di processi partecipativi e didattici, della

grafica e della comunicazione sociale. tamassociati nasce a Venezia come gruppo di ricerca architettonica

nell'ambito dell'Associazione Utopica European Architects Network. Opera attualmente in forma di studio

associato, con sedi principali a Venezia, Bologna, Parigi. tam si basa su un'idea concreta : coniugare

impegno civile e professione. È uno studio creativo a servizio delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni

no profit e di quella società civile attenta ai valori di equità, sostenibilità, sviluppo dei beni comuni. Un'idea

aperta e partecipativa del mestiere dell'architetto, che in 15 anni di attività è stata messa in pratica in progetti

e cantieri di natura diversa: dagli spazi pubblici, alla cooperazione internazionale, all'abitare solidale, alla

comunicazione sociale.1-2. L'intervento ha innescato un processo di riqualificazione di un'intera area urbana

in stato di degrado. Il sito è posto vicino alla stazione ferroviaria riducendo l'impatto del trasporto privato

sull'area. Gli edifici di nuova costruzione sono stati concepiti per consentire il più alto livello di

prefabbricazione possibile e il legno è stato il materiale centrale per l'intervento dei due edifici realizzati ex

novo.

Chi Ha fatto Cosa |1 Intervento Banca Popolare Etica 1° fase Tipologia funzionale uffici Committenza Banca

Popolare Etica Progettazione architettonica Studio Tamassociati arch. M. Lepore arch. S. Sfriso arch. R.

Pantaleo Collaboratori arch. L. Miotto Progettazione strutturale Ing. F. Steffinlongo Progettazione

impiantistica ed energetica Scsa Consulenti esterni Ing. F. Azzali (Project manager) Coop Safra (Costruzioni)

Dati dimensionali Superficie lorda 1646 mq (1399 mq) Superficie lotto 1773 mq Volume lordo riscaldato 5641

mc (4197 mc) Dati climatici Zona climatica E - 2298 gradi giorno Temperatura esterna media nel periodo di

riscaldamento 6.2°C Temperatura esterna minima di progetto -5°C Giorni di riscaldamento durante il periodo

invernale 161 giorni

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 43

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Chi Ha fatto Cosa |2 Intervento Banca Popolare Etica 2° fase Tipologia funzionale Uffi ci Committente Banca

Popolare Etica Progettazione architettonica Studio Tamassociati Collaboratori arch. L. Miotto Progettazione

strutturale Ing. F. Steffi nlongo Progettazione impiantistica ed Energetica Scsa Consulenti Geom. M. Zago

(Project manager) Coop Safra (costruzioni) Dati dimensionali Superfi cie lorda 569.40 mq (478.30 mq)

Volume lordo riscaldato 2177.83 mc (1742.26 mc)

Foto: Demolizione e restauro.

Foto: Dettagli costruttivi edifici in legno. Edifici in legno, dettagli esterni a lavori ultimati.

Foto: Edifici in legno, dettagli esterni a lavori ultimati. Esterni e interni a lavori ultimati.

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 44

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recupero & ristrutturazione Come si trasforma il costruito EDILIZIA STORICA. A ridosso del lungomare di Viareggio intervento in più fasi su un immobile risalente ai

primi decenni del '900 con ridisegno delle aperture dei prospetti. a pagina 23 L'edificio oggetto dell'intervento

di recupero e trasformazione si colloca all'interno del tessuto sviluppatosi, a cavallo tra la fine dell'Ottocento e

i primi decenni del Novecento, a ridosso del lungo mare di Viareggio e presenta componenti formali, caratteri

distributivi e stilemi facilmente riconoscibili e riconducibili alle ricorrenti tipologie edilizie residenziali proprie di

questa porzione del nucleo storico e consolidato della città. Disposto a schiera e in linea con una cortina

edilizia costituita prevalentemente da edifici di carattere residenziale, coevi o di più recente edificazione,

questa abitazione, di tipo unifamiliare, si sviluppa su due livelli fuori terra ed è caratterizzata dalla presenza,

sul fronte interno, di un cortile pertinenziale esclusivo. Un più contenuto manufatto, interno all'isolato,

realizzato in seguito alla prima edificazione, elevato di un solo piano fuori terra e disposto

perpendicolarmente al corpo principale fronteggiante la strada, si articola in aderenza e in comunicazione con

quest'ultimo, delimitando e definendo l'ambito cortilizio. L'edificazione dell'intero immobile risale

complessivamente ai primi decenni del secolo scorso e si sviluppa, costruttivamente, sulla base di un sistema

piuttosto tradizionale composto da una struttura portante in muratura mista di pietrame e mattoni e da solette

ordite con travetti metallici e pignatte in laterizio. Il tetto, a due falde, ha una duplice orditura lignea di

castagno e un manto di copertura in laterizio, del tipo a tegole marsigliesi. Due lucernari, collocati l'uno sulla

falda rivolta verso l'interno del fabbricato e l'altro, più grande, in corrispondenza del colmo, caratterizzano la

copertura del corpo principale e portano luce agli spazi sottotetto e al vano distributivo contenente la scala

interna. Il tetto del corpo annesso è in massima parte realizzato con manto in laterizio, sempre del tipo a

tegole marsigliesi. Gli intonaci esterni di tutto il fabbricato sono di tipo civile, tinteggiati nelle tonalità del grigio,

sul fronte principale, e con colori chiari, sui fronti interni. Facciata e fronti interni La facciata rivolta sulla strada

presenta decori, cornici e partiture tipiche dell'epoca di costruzione e delle tipologie presenti nel tessuto

edificato viareggino e il balcone che ne caratterizza l'aspetto presenta un piano di calpestio lapideo,

poggiante su mensole, anch'esse in pietra, e una ringhiera lavorata in ferro. Al contrario, i fronti interni

risultano privi di qualsiasi tipo di modanatura e si caratterizzano per l'aspetto spoglio e variamente composito

di elementi tra loro difformi. Tracce del susseguirsi d'interventi, anche minori, di trasformazione edilizia

risultano evidenti nella lettura dei caratteri costruttivi e compositivi propri del manufatto; opere che, nel tempo,

hanno in parte modificato il disegno dei prospetti, e la composizione dei volumi, e in parte trasformato

l'articolazione distributiva complessiva, sia interna sia esterna. Il parziale stato degrado dell'abitazione , e

delle sue finiture, degli impianti tecnologici, ormai obsoleti, e un assetto tipologico e distributivo ancora

riconducibile agli standard e ai modelli d'uso propri dei primi decenni del Novecento, hanno reso necessario

un intervento di recupero che fosse in grado, attraverso mirate operazioni di rinnovamento e consolidamento,

di migliorare la vivibilità e la fruibilità complessiva e andare incontro alle rinnovate esigenze della proprietà.

Un insieme di azioni volte a trasformare il manufatto senza stravolgerne l'assetto e alterarne l'immagine

complessiva, capaci di valorizzare gli aspetti e i caratteri, anche linguistici, distintivi e significativi di un edificio

di pregio, già oggetto di vincolo ambientale e salvaguardia da parte del Comune di Viareggio. A tal fine si è

scelto d'intervenire, internamente all'edificio, con opere di parziale modifica dell'assetto distributivo, di

rinnovamento e integrazione dei servizi igienici e tecnologici, di rifacimento degli impianti termomeccanici,

idrico sanitari ed elettrici, di consolidamento statico della struttura della copertura del corpo principale,

d'integrazione dei relativi manti di finitura, di rimozione di parte dell'orditura di falda e del manto di copertura

del corpo minore e di rinnovamento, o restauro, di intonaci, infissi, serramenti e della maggior parte delle

finiture, interne ed esterne. Allo stesso tempo, con l'intento di riequilibrarne l'assetto compositivo, di riordinare

gli elementi caratterizzanti le diverse facciate e di ricondurre a un disegno quanto più possibile equilibrato e

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coerente con i caratteri formali, condivisi e specifici, di questa tipologia d'immobili, si è voluto operare sui

fronti, attraverso interventi di riconfigurazione, consistenti nel parziale ridisegno delle aperture dei prospetti.

Assetto compositivo Nel rispetto delle logiche geometriche proprie del disegno di facciata, delle connotazioni

materiche specifiche e delle finiture esistenti, gli interventi operati sul prospetto principale hanno dunque

perseguito l'intento di riequilibrare l'assetto compositivo, d'integrare e rafforzare il rigoroso impianto

simmetrico esistente e valorizzare, attraverso il disegno di cornici e il rispetto delle partiture, anche

cromatiche, l'apparato decorativo che identifica complessivamente questo fronte. A sua volta, il prospetto

interno , seppur scevro da partiture e già parzialmente modificato dalle trasformazioni susseguitesi nel tempo,

è stato interessato da interventi di riposizionamento e riproporzionamento di parte delle aperture esistenti, al

fine di favorire un maggiore e migliore soleggiamento degli ambienti interni e la rispondenza delle loro

specifiche misure a partiture comuni e condivise. Operando dunque all'interno e nel rispetto dei caratteri

architettonici, materici e cromatici ricorrenti nel tessuto edilizio storico, è stata quindi selezionata una serie

d'interventi che, pur perseguendo finalità trasformative, potessero essere in grado di salvaguardare l'assetto

complessivo, e gli stilemi formali e decorativi di una tipologia abitativa così largamente e storicamente diffusa

nell'ambito viareggino. Demolizioni Entrando nel merito delle lavorazioni eseguite e delle modifiche apportate,

è necessario precisare che, in prima istanza, le opere di demolizione hanno riguardato principalmente i solai

controterra del piano dell'accesso, sia interni ed esterni, gli elementi distributivi verticali (scala), parte dei

divisori, portanti e non portanti, che articolavano lo spazio interno, tutti gli apparati impiantistici presenti, parte

delle coperture e della relativa sottostruttura lignea, parte degli intonaci interni ed esterni (ammalorati dalle

efflorescenze saline tipiche dei fenomeni di umidità di risalita), tutti i controsoffitti (realizzati con strato di malta

stesa su cannicciato), le finiture interne e parte delle finiture esterne dell'immobile. Sottofondazione e vespaio

Le operazioni di ricostruzione hanno previsto un prima fase di scavo parziale, interno ed esterno, eseguito

fino a 50 cm sotto la quota di calpestio del piano terra dell'immobile, sulla base del quale è stato realizzato un

vespaio aerato, previa formazione di magrone di sottofondazione (h 10 cm) in conglomerato cementizio

dosato a 200 kg/mc di cemento 32,5R; l'utilizzo di casseri modulari in polipropilene rigenerato, del tipo

Cupolex (h 20 cm) e la realizzazione di un getto di riempimento in calcestruzzo Italcementi Tecnocem, dosato

a 250 kg/mc di cemento 42,5R per uno spessore di 4 cm, comprensivo di rete elettrosaldata a maglia

quadrata da 20x20 cm, hanno conseguentemente permesso la formazione di un'intercapedine aerante in

grado di operare come dispositivo di salvaguardia, in termini di umidità, delle murature portanti, oltre che

migliorare complessivamente la salubrità degli ambienti interni. Facendo carico sul nuovo vespaio di piano

terra e mediante puntellatura dei solai sovrastanti è stato possibile operare la demolizione della restante parte

dei divisori di piano terra esistenti, non ancora rimossi e aventi anche funzione di rompitratta delle campate

strutturali. Rinforzi L'intervento ha permesso il posizionamento, in intradosso di solaio di piano terra, di profili

metallici di rinforzo del tipo Ipe 24, calzati e alloggiati in scassi da 20/30 cm, realizzati nelle murature

perimetrali, o poggianti su nuovi sostegni murari in blocchi doppio Uni. Al fine di facilitarne la percorribilità

complessiva, mediante il ridisegno, l'ampliamento e l'aumento del numero di pedate e alzate, la scala,

fabbricata ex novo mediante operazioni di sottomuratura e contromuratura in blocchi doppio Uni, è stata

interamente ricostruita con tavelloni forati di laterizio e cappa di calcestruzzo con spessore di 4 cm, dosato a

kg 300/ mc di cemento 32,5R. Parimenti, alcuni ambiti soppalcati, situati all'interno dei locali del piano terra e

del piano primo, sono stati realizzati mediante sottostruttura muraria in blocchi doppio Uni, ancoraggio alle

murature perimetrali di profili metallici e interposizione di tavelloni forati da 6 cm di spessore; anche in questo

caso una cappa collaborante in calcestruzzo, dosato a kg 300/mc di cemento 32,5R, all'interno della quale è

stata annegata una rete elettrosaldata da 20x20 cm, ha completato l'esecuzione del manufatto. Tutti i nuovi

tavolati, aventi funzione di semplici divisori, sono stati realizzati mediante l'utilizzo di mattoni in laterizio a 6

fori, negli spessori da cm 8 e cm 12, a seconda degli utilizzi e delle esigenze. Deumidificazione Le porzioni di

muratura esistente e i relativi intonaci, interni ed esterni, non demolite ma oggetto dei fenomeni di risalita di

umidità già citati (porzioni basamentali delle murature perimetrali, fino a una quota di massimo cm 200) sono

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 46

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stati scrostati e nuovamente intonacati, con utilizzo di prodotti altamente deumidificanti a base di calce, quali

Biocalce della di Kerakoll, e di prodotti deumidificanti e isolanti, quali Diathonite di Diasen. Le restanti

porzioni, e i nuovi divisori interni in laterizi forati, sono stati semplicemente intonacati con malta di calce

bastarda; laddove le murature esistenti evidenziavano fessurazioni e una sottostruttura troppo eterogenea,

sono state annegate nello strato d'intonaco porzioni di reti metalliche di armatura che potessero consolidarne

la consistenza e migliorare l'aderenza al substrato. Intonaci Tutte le intonacature, al rustico, deumidificanti e

non, sono state finite mediante stesura di velo di arricciatura realizzato con malta per stabilitura di calce idrata

e applicazione di idropittura traspirante antimuffa, per ambiti interni, e di idropittura traspirante al quarzo, per

le superfici esterne. Copertura L'intera copertura è stata fatta oggetto di completo smontaggio del manto di

tegole marsigliesi, del substrato di tavelle in cotto e dell'orditura di tetto, costituita da travetti e travi in

castagno; previa cernita degli elementi ammalorati, integrazione con travature in legno di abete e

consolidamento, mediante metodo «scuci e cuci», dei relativi appoggi in mattoni pieni della muratura

portante, la struttura della copertura è stata interamente ricostituita e rimontata in opera, mantenendo i profili,

gli andamenti e le pendenze preesistenti. Il manto di finitura superiore , posato su substrato in pianelle,

integrato con tavelle sempre di laterizio, è stato completato con il posizionamento di uno strato di lastre

sottotegola monostrato ondulate, a base di fibre organiche bitumate (Onduline), e di tutte le copertine, le

converse, le scossaline, i canali di gronda e i pluviali, realizzati in lamiera di rame da 8/10 di mm; previa

realizzazione di un sistema completo di sicurezza anticaduta, comprensivo di cupola apribile in pmma per

l'accesso alla copertura, di ancoraggi strutturali a pali e di tipo semplice, lo strato sottotegola, già sagomato

per l'alloggiamento di listelli in pvc, ha permesso il riposizionamento e l'aggancio delle tegole marsigliesi

recuperate, e anche parzialmente integrate, e il completamento del pacchetto della copertura. Il balcone

presente sulla facciata principale , fronte strada, è stato consolidato mediante integrale sostituzione del piano

di calpestio in marmo di Carrara esistente, fessurato e parzialmente imbarcato, con lastra della medesima

natura, nello spessore di 5 cm. La nuova lastra di calpestio è stata sostituita mediante inferimento parziale

all'interno della muratura, fissaggio, mediante utilizzo di resine, alle mensole lapidee di sostegno e

ancoraggio al parapetto metallico. Per quanto lavato, spazzolato e trattato con prodotti a base acida, il

relativo sistema di supporti a mensola, esistenti, è stato mantenuto, presentando un buon livello di

conservazione; così come il parapetto, che è stato unicamente oggetto di smontaggio e conseguente

rimontaggio, previa pulitura, sverniciatura e conseguente riverniciatura a smalto. Impiantistica L'intero

apparato impiantistico, di tipo termomeccanico, è stato realizzato mediante rimozione completa dei sistemi a

combustione di gas metano preesistenti e installazione di tecnologie in pompa di calore della ditta Mitsubishi,

dotate di sistema a inverter, per il riscaldamento e il raffrescamento ad aria di tutti gli ambienti. Un camino

monoblocco a convezione naturale, del tipo «Cm P05» prodotto da Caminetti Montegrappa, è stato posato in

opera al piano terra, a integrazione dei sistemi di riscaldamento ad aria previsti; è stato allacciato, mediante

canalizzazione in acciaio inox e riempimento in Perlite espansa dell'intercapedine muraria di passaggio, al

condotto fumario esistente e sfociante in copertura, mediante comignolo. La realizzazione di paramenti in

mattoni di tipo refrattario e di rivestimenti in lastre di cartongesso, ha permesso di mantenere il sistema

monoblocco isolato dal punto di vista termico, di definirne e costruirne il relativo involucro e la specifica

finitura. L'acqua calda sanitaria è stata provvista mediante l'installazione di un serbatoio di accumulo, della

ditta Cordivari, dotato di circuito di riscaldamento interno, collegato con una caldaia a condensazione, e già

predisposto per l'allacciamento di pannelli solari termici previsti in copertura. Tutte le dorsali di distribuzione

dell'impianto elettrico , dell'acqua calda sanitaria e le reti di distribuzione ai punti di utilizzo, sono state

posizionate nel substrato di pavimento del livello dell'accesso, realizzato con semplice massetto in sabbia e

cemento di spessore di cm 10 (previa posa di foglio di polietilene nastrato dello spessore di mm 0,25) o

collocati nel sottostante vespaio aerato. Al contrario, per carenze insite negli spessori (max. cm 4 dei

sovrastrati tecnici delle solette esistenti oggetto di consolidamento mediante getto di Leca Cls 1400 su rete

elettrosaldata da cm 10x10 posata negli intervalli dell'orditura dei profili metallici esistenti), la distribuzione

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orizzontale di tutte le reti di approvvigionamento e scarico dei locali del primo piano è stata realizzata, previa

adeguati isolamenti acustici, nell'intradosso della stessa soletta d'interpiano e contenute nell'intercapedine di

controsoffitto prevista nel plafone del piano terreno. I sistemi di raccolta delle acque delle reti di scarico ,

interne ed esterne, e il relativo convogliamento agli allacciamenti comunali, sono stati realizzati

nell'intercapedine del vespaio e riportati all'interno dell'ambito cortilizio di pertinenza, così come parte delle

stesse canalizzazioni di aerazione del vespaio. Un substrato di ghiaia grossa di cm 20 e un letto di sabbia di

cava hanno costituito il fondo al di sopra del quale è stata realizzata, all'interno della corte, la gettata del

magrone armato eseguito in conglomerato cementizio a dosaggio di 200 kg/mc di cemento 32,5R, nello

spessore di cm 10. Impermeabilizzazione L'intera porzione basamentale del paramento murario, al perimetro

del cortile, è stata protetta mediante l'utilizzo di uno strato singolo di guaina bituminosa per muri controterra,

steso fino a una altezza di cm 60, sotto quota pavimento, e di cm 20, sopra quota pavimento, ed è stato finito

mediante lisciatura d'intonaco, dato in opera su rete, e spalmatura di guaina liquida di protezione in

corrispondenza del raccordo tra pavimentazione e muratura. Previa stesura di primer «Ideal Bond» su

substrato perfettamente asciugato, è stata realizzata la finitura superiore della corte mediante

pavimentazione in calcestruzzo lavato del tipo «Sassoitalia», fornita da IdealWork, data in opera in spessore

da cm 4, realizzata con miscela di cemento grigio (50%) e bianco (50%) e con inerti «Colour mix Pag» e

trattata con protettivo idrosale repellente «AquapanelS», sempre fornito da IdealWork.Il sistema di raccolta

delle acqua piovane, con pendenza data in opera allo strato di finitura superiore, è stato realizzato con

bocchette di scarico, posate a raso, della ditta Viega del tipo Advantix e griglie del tipo Visign, sempre di

Viega.Alcune vasche, da riempirsi con terra e destinate alla messa in dimora di piante rampicanti, sono state

previste al contorno del cortile mediante formazione di casserature di contenimento dei getti, del substrato e

della finitura del pavimento, e realizzate con pannellature tradizionali in legno e plance di acciaio verniciato,

imbullonate agli spessori del calcestruzzo sottostante. Finiture interne Le finiture interne hanno previsto la

realizzazione di nuove pavimentazioni in grès fine porcellanato, di Casalgrande Padana, del tipo «Pietra

Serena», per tutti gli ambienti di piano terra e l'integrazione o il ripristino, mediante stuccatura dei giunti,

lavaggio e ceratura con prodotti Madras, del pavimento in pastina di cemento esistente e risalente all'epoca

di costruzione dell'abitazione. Scala e soglie, così come tutte le lavorazioni a margine del camino e a

protezione dei divisori esterni, sono state completate mediante utilizzo di lastre di pietra Serena, tagliata a

misura e lavorata con una finitura superficiale semplicemente levigata. I plafoni interni del piano terra e parte

di quelli del piano primo sono stati ribassati mediante sistema di controsoffittatura, pendinata o autoportante,

di Knauf, realizzata con pannelli di cartongesso, anche del tipo «Idrolastra», affinché si potessero

mascherare, e isolare, anche acusticamente, gli apparati impiantistici, elettrici, idraulici e termomeccanici.

Parte delle soffittature del piano primo, voltate a vela e parzialmente interessate da fessurazioni dello strato di

finitura inferiore, sono state ripristinate attraverso operazioni di consolidamento delle lesioni superficiali

dell'intonaco, con scarificazione parziale, sigillatura con malta bastarda e finitura mediante lisciatura a gesso.

Serramenti Tutti gli infissi perimetrali e interni (porte, portoni, finestre e porte finestre), comprensivi dei relativi

telai e controtelai, sono stati smontati e fatti oggetto di ripristino e restauro, mediante ritocchi, carteggio,

smussatura, smontaggio e rimontaggio della ferramenta; sono stati interamente sverniciati e riverniciati con

mordente trasparente e ne sono state sostituite le componenti vetrate mediante l'inserimento di specchiature

termicamente e acusticamente isolanti da mm 4, 12, 4, con intercapedine in gas Argon. Nuove porte, tipo

rasomuro e scorrevoli esterno muro su binari a scomparsa, sono state realizzate, anche su misura, a

sostituzione delle precedenti non recuperabili e come integrazione per i nuovi ambienti progettati. Nuovi

serramenti, realizzati in legno, e persiane in legno e in alluminio, non recuperabili o oggetto di variazione della

sagoma, sono state posate in sostituzione delle esistenti, in corrispondenza delle aperture della facciata

principale, oggetto di parziale ridisegno architettonico, della copertura (lucernario posizionato in al di sopra

della scala interna) e della facciata interna, anch'essa oggetto di parziale riassetto delle aperture.1. Scavo

interno al perimetro dell'immobile, eseguito fino a 50 cm sotto la quota di calpestio del piano terra. 2. Stesura

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di casseri in polipropilene rigenerato con rete elettrosaldata a maglia quadrata da 20x20 cm. 3. Canali di

aerazione del vespaio. 4. Realizzazione della scala interna in tavelloni forati di laterizio e cappa di

calcestruzzo. 5. Sottomuratura e contromuratura della scala interna in blocchi doppio Uni.

Opere edili Euroedil snc di Rastelli, maggio e Arbace Impianti termomeccanici Idrotech di Sandro Incerpi & C

snc Impianti elettrici Ercolini Impianti di Ercolini Davide Opere di controsoffi ttatura Ingrao Antonio Opere da

lattoniere Idrotech di Sandro Incerpi & C snc Opere di pavimentazione e rivestimento Franciosa Antonio

Opere da falegname (nuovo) Giuntoli Remigio Opere da falegname (restauro) D.B. di Benedetti Davide

Opere da fabbro Lavorazioni ferro Riccomi Alessandro Opere in pietra naturale F.lli. Bisordi di Raffaello B. &

C. sas Opere da verniciatore Sabatini Franco Opere di pavimentazione esterna Silvano Ferretti srl

Chi ha fornito Cosa Casseri a perdere per vespai Cupolex Calcestruzzi Italcementi Calcestruzzi leggeri Leca

Intonaci deumidificanti Keracoll Intonaci deumidificanti ed isolanti Diasen Controsoffitti Knauf Impianti di

condizionamento Mitsubishi Impianti idrico sanitario (serbatoio di accumulo) Cordivari Frutti e placche

impianto elettrico Vimar Camino Caminetti Montegrappa Sanitari Ceramica Dolomite Rubinetterie

Rubinetterie Toscane Ponsi Pavimenti e rivestimenti interni Casalgrande Padana Pavimenti esterni Idealwork

Bocchette di scarico per pavimenti esterni Viega Sistemi scorrevoli per porte Sliding srl

6. Rinforzo strutturale realizzato mediante posa in opera di profilo Ipe 24 in intradosso della soletta del primo

piano. 7. Soppalcatura realizzata mediante sottostruttura in blocchi doppio Uni, profili metallici, tavelloni forati

e cappa collaborante in calcestruzzo. 8. Scrostamento integrale dell'intonaco della facciata internamente. 9.

Smontaggio della copertura e della relativa orditura del tetto.

10. Sostituzione dell'orditura primaria della copertura con travi in legno di abete e isolamento, in estradosso

delle volte del piano inferiore, mediante materassini di lana di vetro imbustati con polietilene nero. 11. Stesura

del manto di lastre sottotegola, in fibre organiche bitumate, su substrato di pianelle e tavelle di laterizio.

12. Stesura del manto di tegole marsigliesi. 13. Apparati impiantistici (adduzione e scarico) in intradosso della

soletta del piano terra. 14. Apparati impiantistici (adduzione) in estradosso del vespaio del piano terra. 15.

Preparazione del piano di posa dello strato di sottofondo mediante stesura di foglio di polietilene. 16. Nuova

intonacatura con prodotti deumidificanti (fino alla quota di 200 cm da pavimento) e di tipo tradizionale. 17.

Intonacatura della facciata interna.

18. Realizzazione di paramenti murari, di tipo refrattario, al contorno del camino monoblocco. 19. Rete di

raccolta delle acque (interne ed esterne), in corrispondenza dell'ambito cortilizio, e convogliamento agli

allacciamenti comunali. 20. Magrone armato di sottofondo dell'ambito cortilizio e vasche di contorno da

riempirsi con terra per la messa a dimora di piante rampicanti. 21. Consolidamento del balcone fronte strada

mediante sostituzione d el piano di calpestio. 22. Inferimento parziale della lastra lapidea del balcone nella

struttura muraria perimetrale. 23. Facciata esterna oggetto di ridimensionamento di parte delle aperture e di

sostituzione del piano di calpestio del balcone.

24. Stesura della pavimentazione interna in grès fine porcellanato. 25. Scala interna rivestita con lastre in

pietra serena. 26. Dettaglio della lavorazione e del rivestimento della scala. 27. Preparazione del piano di

posa della controsoffittatura in lastre di cartongesso. 28. Pulitura, lavaggio e ceratura della pavimentazione

esistente in pastina di cemento. 29. Preparazione del piano di posa e campionatura della pavimentazione in

calcestruzzo lavato. 30. Pavimentazione dell'ambito cortilizio realizzata in calcestruzzo lavato.

Foto: Esterno dell'edificio a lavori di recupero ultimati. Chi ha fatto Cosa Progetto architettonico e direzione

lavori arch. Marco Brianzoli arch. Caterina Striccoli arch. Daniele Striccoli arch. Giovanni Carminati

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 49

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realizzazioni 2 / Trofeo Gyproc Saint-Gobain Sei i cantieri italiani in finale per l'International Trophy 2014 I progetti vincitori, premiati per l'uso delle soluzioni base gesso, sono il Teatrino di Palazzo Grassi di Venezia,

l'Hotel Esperia Palace di Zafferana Etnea (Ct), l'Archivio di Stato di Verona, il social housing Cenni di

Cambiamento di Milano, il Teatro Mercadante di Altamura (Ba) e la cantina Antinori nel Chianti Classico a

Bargino. Ora sono tutti in gara per le finali del 6 giugno a Berlino. Per Gianni Scotti, presidente Saint-Gobain

Italia: "Alla sua seconda edizione, il Trofeo Gyproc conferma la volontà di Saint-Gobain di promuovere nel

Paese il ricorso a un nuovo modo di costruire, attento non solo all'estetica e al risparmio energetico, ma

anche al comfort abitativo, valorizzando e premiando in particolare le tante eccellenze italiane nel settore

delle costruzioni che si sono distinte nell'uso dei sistemi a secco. Obiettivo ultimo dell'iniziativa, che avrà ora

un percorso internazionale con le finali di Berlino, è diffondere una vera cultura del cartongesso, come

prodotto adatto per molteplici applicazioni, dalla perfetta separazione degli ambienti all'isolamento fino alla

riduzione dell'inquinamento dell'aria interna agli ambienti, grazie al nostro brevetto activ'air". a pag. 10 Èstata

paragonata a una nuova «notte degli oscar made in Milano» per il mondo delle soluzioni costruttive base

gesso, quella organizzata da Gyproc Saint-Gobain, che ha celebrato con una serata-evento ai piedi del

Duomo tra il centralissimo cinema Odeon e il vicino Museo del Novecento la seconda edizione del Trofeo

Gyproc, iniziativa fortemente voluta dal brand Saint-Gobain per premiare i cantieri italiani che si sono distinti

per la qualità e l'eccellenza nell'uso delle soluzioni e dei sistemi Gyproc (sistemi a secco e intonaci).

Categorie e vincitori. Sei sono stati i vincitori finali del concorso, per altrettante categorie in gara: 1. Categoria

sistemi a secco: Teatrino di Palazzo Grassi di Venezia 2. Interventi di settore: Hotel Esperia Palace di

Zafferana Etnea, in provincia di Catania 3. Complessi polifunzionali: Archivio di Stato di Verona 4.

Residenziale: social housing Cenni di Cambiamento di Milano 5. Intonaci: Teatro Mercadante di Altamura 6.

Innovazione: Cantina Antinori nel Chianti Classico a Bargino I sei cantieri premiati rappresentano, nei

rispettivi ambiti, alcuni dei migliori esempi italiani per innovazione e qualità nell'utilizzo delle soluzioni Gyproc

Saint-Gobain a base gesso (materiale ecocompatibile e riciclabile). Realizzati e completati tra gennaio 2012 e

dicembre 2013, sono stati selezionati da un comitato tecnico Gyproc SaintGobain e votati online sul sito

www.gyproclive.com. Gli stessi progetti vincitori avranno ora l'opportunità di rappresentare l'Italia alle fasi

finali all'International Trophy, che il Gruppo Saint-Gobain promuove nel mondo ogni due anni dal 1998 e che

si concluderà con la cerimonia di premiazione a Berlino il prossimo 6 giugno. Queste a seguire sono le

schede di dettaglio dei sei progetti vincitori. Sistemi a secco Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia. Dopo il

restauro di Palazzo Grassi, avvenuto nel 2006, seguito da quello di Punta della Dogana, inaugurata nel 2009,

il recupero del Teatrino segna la terza tappa del grande programma culturale di François Pinault a Venezia.

La riqualificazione del nuovo spazio, dedicato interamente a conferenze, incontri, proiezioni e concerti, è

firmata dall'architetto giapponese Tadao Ando che ha lavorato in stretta collaborazione con l'amministrazione

comunale e con le autorità e i servizi competenti, in particolare con la Soprintendenza per i beni architettonici

e paesaggistici della città lagunare. L'intervento. Una volta ricostruito l'involucro esterno, che mantiene

inalterata la forma trapezoidale preesistente del Teatrino, l'architetto Tadao Ando ha inserito internamente un

volume completamente nuovo che sagoma e disegna lo spazio e che, nello stesso tempo, si confronta con il

contesto storico in cui è inserito. Questo volume definisce i due ambiti principali del progetto: il primo è

l'auditorium con la presenza di un palco, un backstage e una gradinata con le poltrone per il pubblico, il

secondo è un grande foyer illuminato dall'alto grazie alla presenza di un suggestivo lucernario triangolare. Le

strutture verticali dell'edificio sono un'integrazione tra i preesistenti pilastri perimetrali e profili in acciaio di

nuova costruzione; questi ultimi diventano l'ossatura portante delle scenografiche pareti curve e inclinate che

personalizzano tutti gli spazi interni e contraddistinguono fortemente il progetto architettonico. Committente :

Palazzo Grassi, Venezia Progettazione architettonica e direzione artistica : Tadao Ando Architect &

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 50

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Associates (Taaa) Impresa esecutrice : Iccem srl, Marghera (Ve) Applicatore sistemi a secco Gyproc :

Palladio Servizi srl, Villorba (Tv). Soluzioni Gyproc utilizzate : Habito activ'air , sistema a secco dedicato

all'edilizia residenziale in grado di neutralizzare la formaldeide presente negli ambienti interni. Rigidur ,

sistema in gesso fibrato dall'elevata resistenza meccanica. Gyproc Fireline , lastra in gesso rivestito prevista

per tutte le applicazioni d'interni in cui è richiesto un comportamento al fuoco superiore. Aquaroc , sistema in

cemento alleggerito per le tamponature esterne. Gyptone Big Line 6 , controsoffitto in lastre dalle ottime

prestazioni acustiche. Interventi di settore Hotel Esperia Palace, Zafferana Etnea (Ct). L'Esperia Palace è un

esclusivo hotel incastonato in un suggestivo parco e sospeso tra la splendida cornice dell'Etna e il Mar Ionio.

L'architettura del complesso, composta da volumi geometrici puri e di basso impatto visivo, si adagia su

terrazzamenti disposti ortogonalmente a varie quote, intorno a una corte quadrata che diviene una sorta di

piazza panoramica. La nuova struttura ricettiva segue l'andamento del terreno in forte pendenza; l'attacco a

terra dell'edificio, in particolare, esalta il rapporto con le caratteristiche geomorfologiche del lotto, talvolta

rafforzandone il legame con imponenti muri di basamento in pietra lavica, in altri casi usando grandi logge

aggettanti o volumi su pilotis per ottenere forti ombreggiature. L'intervento. L'albergo è caratterizzato da una

costante cura nei dettagli e da un'evidente attenzione agli aspetti paesaggistici; dispone di 42 camere, un

ristorante, un esclusivo centro benessere e una scenografica sala polifunzionale per convegni e conferenze,

collocata sotto la piazza centrale e dominata da una grande vasca d'acqua in copertura, con il fondo

trasparente per lasciare filtrare la luce naturale. Committente : Luanen srl Progetto architettonico e direzione

lavori : Scau Studio di Angelo Vecchio, Angelo Di Mauro, Koncita Santo, Alfio Cavallaro Strutture : Ing.

Carmelo Lanzafame Collaboratori : Arch. Luca D'Urso, Arch. Antonella Virzì, Arch. Rosa Strano Impresa

esecutrice : Cavallaro Costruzioni srl, Zafferana Etnea Infissi : Cardillo Serramenti srl Applicatore sistemi a

secco Gyproc : Gilletti Costruzioni sas, Acireale (Ct). Soluzioni Gyproc utilizzate : Aquaroc , sistema in

cemento alleggerito per le tamponature esterne, ideale ove è richiesta una particolare resistenza all'acqua,

all'umidità e agli agenti atmosferici. Complessi polifunzionali Archivio di Stato, Verona . La realizzazione del

nuovo polo archivistico di Verona è il primo intervento di riqualificazione e riconversione degli splendidi edifici

industriali situati nell'area degli ex magazzini generali e dell'ex mercato ortofrutticolo, dislocati a meno di un

chilometro dalle mura magistrali del centro storico. Nei tre edifici del «magazzino uno», in origine adibiti a

deposito di grano, sono confluiti i preziosi documenti storici attualmente raccolti in varie sedi del comune di

Verona e della provincia, così da formare un grande e funzionale serbatoio archivistico territoriale. Alcune

sale dedicate a mostre ed eventi culturali animano gli ambienti del complesso, insieme alle attività collaterali

previste dall'Ordine degli ingegneri della città scaligera e alla presenza di vari spazi privati adibiti a uffici e

laboratori. Una scenografica galleria di vetro, situata tra i primi due edifici e il terzo più vicino alla grande

cupola della cella frigorifera, «contiene» i collegamenti verticali e costituisce un evidente segno

contemporaneo che contrasta con le forti preesistenze architettoniche. L'intervento. L'intervento globale di

ristrutturazione rispetta ed esalta le principali caratteristiche architettoniche del complesso industriale e nello

stesso tempo provvede a modernizzare gli spazi interni per renderli più funzionali alle nuove destinazioni

d'uso. Le numerose soluzioni a secco fornite da Gyproc Saint-Gobain consentono di rispondere

perfettamente a precise richieste progettuali, legate principalmente ad aspetti di tipo tecnico e normativo: gli

spazi dedicati ad archivio, in particolare, necessitano di interventi mirati all'ottenimento dell'idonea

compartimentazione antincendio e di una resistenza al fuoco R-Rei 120 di tutte le strutture portanti, di

verifiche statiche per le pareti divisorie in chiave sismica, di un elevato isolamento termico e acustico e di un

controllo rigoroso delle verifiche igrometriche per evitare il formarsi di condense. Committente : Fondazione

Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona Progetto e direzione lavori : Arch. Giorgio Mattioli -

Mattioli Associati - Architettura, Verona Impresa esecutrice : Marani spa, Verona Applicatore sistemi a secco

Gyproc : Iso-Sistem Tecnologie srl, Castel d'Azzano (Vr). Soluzioni Gyproc utilizzate : Gyproc Fireline , lastra

in gesso rivestito prevista per tutte le applicazioni d'interni in cui è richiesto un comportamento al fuoco

superiore. Gyproc Glasroc , lastra ideale per la realizzazione di protezioni resistenti al fuoco di elementi

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 51

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strutturali. Gyproc Flex , lastra studiata appositamente per le esigenze progettuali che prevedono soluzioni

curve. Residenziale Cenni di Cambiamento, Milano. Un progetto che promuove una nuova cultura dell'abitare

attraverso l'utilizzo di tecnologie costruttive all'avanguardia, un innovativo complesso di housing sociale che

ha come principale obiettivo la valorizzazione delle relazioni sociali, il più grande intervento residenziale in

Europa realizzato con un sistema di strutture portanti in legno: così si può riassumere «Cenni di

cambiamento», un'ambiziosa iniziativa immobiliare che si sviluppa su un'area complessiva di 17mila mq nella

zona ovest di Milano. Il nuovo insediamento prevede la realizzazione di 124 alloggi inseriti in un contesto

sociale animato e collaborativo, in grado di portare a un aumento reale della qualità della vita. Una grande

corte pubblica centrale, vero e proprio luogo di relazione tra il complesso e il quartiere circostante, è la più

significativa tra le ampie zone dedicate ad attività ricreative e culturali e rappresenta al meglio il forte spirito

aggregativo che è alla base dell'ideazione di tutto l'intervento. L'intervento. Gli edifici progettati dallo Studio di

Architettura Rossi Prodi, vincitore del concorso internazionale indetto nel 2009 da Polaris e promosso dalla

Fondazione Housing Sociale, sono pensati proprio per costruire un quartiere integrato di edilizia sociale che

privilegi il rapporto tra gli abitanti: così particolare rilevanza è data ad alcuni elementi architettonici comuni

(come ballatoi, scalinate, portinerie) e agli spazi di distribuzione del complesso, concepiti come una serie di

percorsi e luoghi fruibili da diverse tipologie di cittadini nei vari momenti della giornata. Rivolto principalmente

a un'utenza giovane, «Cenni di cambiamento» propone appartamenti di varie tipologie e dimensioni che

sfruttano sistemi costruttivi contraddistinti da un'elevata qualità architettonica e ambientale, con alti standard

abitativi ed energetici. In particolare l'assenza quasi totale di lavorazioni tradizionali «umide» e l'utilizzo

combinato di tecnologie a secco di ultima generazione (strutture portanti in legno, rivestimenti esterni a

«cappotto», divisori e contropareti in lastre di gesso rivestito Gyproc Saint-Gobain) permette di ottenere

maggiori performance in termini di comfort abitativo e isolamento acustico, con grande flessibilità, notevole

velocità di esecuzione e massima pulizia nelle varie fasi del cantiere. Promotori dell'iniziativa : Fondo

Immobiliare di Lombardia Società di gestione del Fondo : Polaris Real Estate Sgr spa Advisor tecnico e

sociale/Concept plan e progetto sociale : Fondazione Housing Sociale Partnership pubblico/privato : Comune

di Milano Sviluppo immobiliare : Polaris Investment Italia Sgr spa, Milano Progetto architettonico e direzione

artistica : Rossiprodi Associati srl, Firenze Direzione lavori : Tekne spa, Milano - Roma Imprese esecutrici :

Carron spa, S. Zenone degli Ezzelini (Tv), Service Legno srl, Spresiano (Tv) Applicatore sistemi a secco

Gyproc : Et Cam srl, Pian Camuno (Bs). Soluzioni Gyproc utilizzate : Gyproc Fireline , lastra in gesso rivestito

prevista per tutte le applicazioni d'interni in cui è richiesto un comportamento al fuoco superiore. Rigidur ,

sistema in gesso fibrato dall'elevata resistenza meccanica. Gyproc Duragyp , lastra di tipo speciale con

incrementata densità del nucleo, il cui gesso è inoltre additivato con fibre di vetro e fibre di legno; tali

caratteristiche conferiscono al prodotto un elevato grado di durezza superficiale e di resistenza meccanica.

Intonaci Teatro Mercadante, Altamura (Ba). Il Teatro Mercadante venne inaugurato il 17 settembre 1895 per

rendere omaggio al musicista e compositore altamurano Francesco Saverio Mercadante nel centenario della

sua nascita. Dopo un lungo periodo di chiusura e abbandono il Consorzio Teatro Mercadante ha stipulato un

accordo con alcune imprese locali e ha affidato allo Studio di Architettura Smn G.L. Sylos Labini & Partners il

progetto di restauro e di adeguamento funzionale del complesso. Un capitolo importante dell'intervento è

costituito dalla costruzione di un nuovo edificio accostato alla struttura storica, che da un lato risolve il

problema prettamente architettonico e ambientale di completare la cortina edilizia rimasta per anni

incompiuta, dall'altro fornisce al teatro nuovi e moderni spazi per uffici, camerini, sale prove e locali tecnici.

L'intervento. Il progetto è finalizzato al restauro degli elementi storici del teatro, alla ricostruzione dell'apparato

decorativo, al perfezionamento degli spazi funzionali per gli artisti e il pubblico, al miglioramento degli

standard impiantistici e tecnologici e all'adeguamento dell'edificio alle normative vigenti in materia di

sicurezza. «L'approccio adottato - si legge nella relazione tecnica dello Studio di Architettura Smn di Bari - si

basa sostanzialmente su due criteri: il progetto della conservazione che mira al mantenimento o alla

riproposizione degli spazi e delle funzioni originarie e alla riconferma dei materiali e delle tecniche costruttive,

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 52

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e il progetto di rifunzionalizzazione che mira a dotare l'edificio degli standard funzionali, di sicurezza e

impiantistici attraverso inserimenti in armonia con l'impianto fisico esistente, rispettandone le logiche di

impostazione originaria». In linea con tale filosofia progettuale e metodologica, Gyproc Saint-Gobain ha

messo a disposizione la propria vasta gamma d'intonaci e rasanti base gesso, naturali ed ecocompatibili,

particolarmente indicati negli interventi di ristrutturazione e recupero del patrimonio storico. Committente :

Teatro Mercadante srl, Altamura Progetto architettonico : Smn Studio di Architettura - G.L. Sylos Labini &

Partners, Bari Direzione lavori : Arch. Gian Luigi Sylos Labini - Ing. Pietro Santoro A p p l i c a t o r e i n t o n

a c i Gyproc : Ing. Antonio Resta e C. srl, Bari. Soluzioni Gyproc utilizzate : Unicovic , intonaco di sottofondo

base gesso ad alta lavorabilità. Sigmatic Ignifugo M120 , intonaco base gesso e vermiculite per la protezione

dal fuoco. Rasocote 5 plus , rasante bianco a base calce e gesso. Innovazione Antinori nel Chianti Classico a

Bargino. Una vera e propria cattedrale del vino posta nel cuore del Chianti: così si può riassumere il progetto

della nuova Cantina Antinori di Bargino (costruita sbancando una collina intera e poi ricoprendo di terra e

vigneti l'edificio), visibile dall'esterno solo attraverso alcuni «tagli» che si integrano perfettamente nello

splendido contesto naturalistico toscano. «La costruzione fisica e concettuale della cantina - si legge nella

relazione di progetto dello studio Archea - è incentrata sul legame profondo e radicato con la terra, una

relazione tanto esasperata e sofferta da condurre l'immagine architettonica a nascondersi e confondersi in

essa. Conseguentemente il progetto integra il costruito al paesaggio agreste attraverso la realizzazione di

una copertura che definisce l'invenzione di un nuovo piano di campagna coltivato a vigneto e disegnato,

lungo le curve di livello, da due tagli orizzontali che permettono l'ingresso della luce e l'inquadratura del

paesaggio». L'intervento. «Il cuore protetto della cantina - si legge sempre nella relazione di progetto - coglie,

nell'oscurità diffusa e nella sequenza ritmata delle volte in terracotta, la dimensione sacrale di uno spazio che

risulta nascosto, non per atteggiamento mimetico ma come consona opportunità per le ottimali condizioni

termo-igrometriche del processo di lenta realizzazione del prodotto». Per garantire la perfetta climatizzazione

naturale e mantenere costanti sia la temperatura che l'umidità degli ambienti, Gyproc Saint-Gobain ha

proposto un innovativo «pacchetto» isolante costituito da due applicazioni a spruzzo di Igniver (intonaco a

base di gesso e vermiculite) spesse circa 40 mm ciascuna e intervallate da uno strato di 80 mm di poliuretano

espanso. Tale pacchetto è applicato sul retro di speciali profili a omega, affiancati e ancorati alla struttura

primaria in acciaio, appositamente calandrata per ottenere la forma curvilinea desiderata, sui quali è fissato il

rivestimento in tavelle di cotto. Il sistema così concepito permette di raggiungere la trasmittanza termica U <

0,314 W/ m²K, richiesta dal progetto. Inoltre l'utilizzo di Igniver, in classe A1 di reazione al fuoco e classe di

fumo F0 (effe zero), assicura un ottimo comportamento in caso di incendio in quanto, oltre a essere un

prodotto incombustibile, non produce fumi che diminuiscono la visibilità e non emette gas tossici pericolosi

per la salute. Committente : Marchesi Antinori srl Direzione artistica e progettuale : Archea Associati, Firenze

Direzione lavori : Hydea srl, Firenze Impresa esecutrice : Inso spa, Firenze Applicatore intonaci e sistemi a

secco Gyproc : Catena Services srl, Osimo (An) Soluzioni Gyproc utilizzate : Igniver , intonaco per protezione

dal fuoco a base di gesso e vermiculite. Aquaroc , sistema in cemento alleggerito per le tamponature esterne,

ideale ove è richiesta una particolare resistenza all'acqua, all'umidità e agli agenti atmosferici.

Gianni Scotti Presidente Saint-Gobain Italia Alla sua seconda edizione, il Trofeo Gyproc conferma la volontà

di Saint-Gobain di promuovere nel Paese il ricorso a un nuovo modo di costruire, attento non solo all'estetica

e al risparmio energetico, ma anche al comfort abitativo, valorizzando e premiando in particolare le tante

eccellenze italiane nel settore delle costruzioni che si sono distinte nell'uso dei sistemi a secco. Obiettivo

ultimo dell'iniziativa, che avrà ora un percorso internazionale con le finali di Berlino, è diffondere una vera

cultura del cartongesso, come prodotto adatto per molteplici applicazioni, dalla perfetta separazione degli

ambienti all'isolamento fino alla riduzione dell'inquinamento dell'aria interna agli ambienti, grazie al nostro

brevetto activ'air.

Foto: 1-2-3-4-5. ©Orsenigo - Chemollo | Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia, categoria Sistemi a secco.

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 53

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Foto: 6-7-8-9-10. Hotel Esperia Palace, Zafferana Etnea (Ct), categoria Interventi di settore.

Foto: 11-12-13-14. Archivio di Stato, Verona, categoria Complessi polifunzionali. 15-16-17-18. Cenni di

Cambiamento, Milano, categoria Residenziale.

Foto: 19-20-21-22. Teatro Mercadante, Altamura (Ba), categoria Intonaci.

Foto: 23-24-25-26-27-28. Antinori nel Chianti Classico a Bargino, categoria Innovazione.

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 54

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sportello impresa Geometra: il professionista polivalente Professioni. I geometri in Lombardia sono 17mila, a Monza e sul territorio della Brianza vi sono 1.100 iscrittiche spaziano ogni giorno da attività di cantiere alle consulenze specialistiche, in ambito fiscale e nellevalutazioni immobiliari, dalla manutenzione del patrimonio edilizio alla certificazione ai fini del consumoenergetico. A «Imprese Edili» ne parlano Cesare Galbiati, consigliere nazionale, e Michele Specchio,presidente del collegio di Monza e Brianza. Riuso, qualità del costruito, sicurezza del territorio, sostenibilità, aspetti formativi, impiantistica, competenze

professionali, sono alcuni dei principali aspetti evidenziati dai geometri che a «Imprese Edili» hanno riferito

sulla situazione, sul lavoro e sulle aspettative della categoria. Ne abbiamo parlato con Cesare Galbiati (dal

2007 presidente del collegio di Monza e Brianza e ora consigliere nazionale) e Michele Specchio (al vertice

del collegio di Monza e Brianza), facendo emergere le caratteristiche e l'evoluzione in atto della professione

di geometra nel sistema delle costruzioni. Cesare Galbiati: il geometra è un decatleta Cesare Galbiati è

consigliere nazionale da fine ottobre. Dal 2007 è stato presidente del Collegio di Monza e Brianza dopo

un'esperienza dal 1996 al 2002 nel collegio dei geometri di Milano. «Libero professionista dal 1982 in

Brianza, sono un tipico geometra polivalente, figura professionale che amo assimiliare al decatleta , che non

fa il record dei 100 metri ma sa fare bene molte cose, così come il geometra: consulenza alla famiglia,

successioni, rilievo del terreno, la stima del fabbricato, la progettazione dell'ampliamento della casa di

famiglia o la sua costruzione, l'assistenza alla compravendita di un appartamento. Tutte attività che

riguardano la proprietà immobiliare del cliente privato. Ho clienti anche diversi: imprese edili, società

immobiliari e ho sviluppato molta attività di progettazione di interventi immobiliari destinati alla vendita.

Consulente per imprese di costruzioni e cooperative edilizie parrocchiali che in Brianza hanno funzionato

molto bene negli anni '80-'90. Ho potuto cimentarmi nella progettazione, nella direzione dei lavori, nel seguire

le fasi di compravendita, nella personalizzazione degli appartamenti con studio di arredi interni. Mi sono

anche occupato di finanziamenti sia per l'iniziativa immobiliare sia per il cliente che doveva comprare e aveva

bisogno del mutuo, stime, perizie per le banche, accatastamenti. Riesce a sintetizzare qualche aspettativa di

cui si vuole fare promotore con i vertici nazionali di categoria, visto che dall'autunno scorso è membro del

Consiglio nazionale? L'esperienza pratica maturata nello svolgimento della mia attività professionale mi porta

a farmi interprete delle aspettative di ogni geometra rispetto ai propri vertici di categoria per tutelare la propria

attività e facilitarlo nello svolgimento dei compiti professionali. In estrema sintesi mi sto facendo promotore

della semplificazione burocratica e amministrativa «reale». Si parla tanto di semplificazione delle procedure

edilizie ma oggi se si deve presentare una Dia il lavoro quantitativo di un singolo professionista non è molto

diverso dal vecchio sistema autorizzativo del passato. Posso affermare che nella buona sostanza non è

cambiato nulla. Aumentano solo le responsabilità ma non si è ancora verificata una vera semplificazione che

comporti risparmio di tempo e di lavoro che consenta di essere più snelli e soprattutto più veloci. Si verifica

spesso, infatti, la situazione assurda per cui s'impiega più tempo per ottenere il permesso di costruire che per

realizzare l'opera stessa. Questo non fa bene al professionista, non fa bene alla competitività dell'industria

delle costruzioni e non fa bene al sistema paese perché poi il tempo si traduce in un costo a carico

dell'utente. Un'altra istanza prioritaria è la tutela delle competenze con la chiara definizione dei limiti. Uno dei

problemi più grossi della categoria è proprio quello di poter lavorare con tranquillità con la certezza dei limiti

delle proprie competenze. Non interessa a nessuno progettare un'opera con il rischio di essere contestati.

Non è nell'interesse del geometra che rischia di non vedersi riconoscere la parcella, perché questo pretesto

spesso è utilizzato dal committente per non pagare, e la maggior parte delle cause sulle competenze nasce

da questo problema.. I geometri lombardi e i grandi temi delle costruzioni oggi: riuso, qualità del costruito,

sicurezza del territorio, tutti elementi che richiedono aggiornamenti costanti... Il territorio della provincia di

Monza e Brianza, è tra i più urbanizzati d'Italia. Non è più pensabile di continuare a occupare

indiscriminatamente nuove aree per cui i temi del riuso, del recupero del patrimonio edilizio esistente è

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 55

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fondamentale. Sul tema della qualità, come categoria siamo in prima linea per l'edificio certificato ai fini del

consumo energetico vicino allo zero. Siamo stata la prima categoria a collaborare al sistema di certificazione

lombardo Cened e al tavolo di lavoro istituito dalla Regione Lombardia siamo sempre presenti e attivi.

Crediamo molto nell'edificio certificato e di qualità, per cui servono tecnici preparati. Noi contribuiamo come

prima categoria tecnica professionale a fare formazione: dal 2007 ci siamo dati un regolamento per la

formazione continua obbligatoria che ci ha consentito di sperimentare un metodo prima che ci fosse

l'imposizione normativa. Dal 2010 siamo a regime e oggi lo stiamo modificando il regolamento per adattarlo ai

disposti di legge e armonizzarlo con quello delle altre categorie tecniche. Siamo riusciti a comunicare e far

percepire l'importanza dell'attività formativa permanente anche ai nostri geometri più «anziani». Anche

perché la qualità del costruito oggi è l'elemento di maggiore differenziazione delle nuove costruzioni rispetto

all'esistente che si riflette anche nei prezzi di mercato. E la crisi ha accentuato ancora di più la forbice.

L'immobile usato, generalmente, non è certificato dal punto di vista energetico e impiantistico. Tra un edificio

nuovo e uno più vecchio anche solo di 10 anni c'è un abisso. Vendere un immobile usato sarà sempre più

difficile. Quando ho iniziato la professione mi venne insegnato che il valore dell'edificio usato è il valore del

nuovo meno il costo di ristrutturazione. Oggi per portare un edificio usato al livello di uno nuovo devo

demolirlo e ricostruirlo o ristrutturarlo integralmente. Questa è una sfida decisiva che va assolutamente

raccolta e risolta. Qual è lo stato dell'arte del patrimonio edilizio da rinnovare in Lombardia? E quale può

essere il ruolo del geometra in questo campo? C'è molto da rinnovare. In Lombardia si è costruito tantissimo

soprattutto nel periodo caotico degli anni '60, prima della legge ponte e anche subito dopo. Il geometra non

può prendersi carico di pianificazioni di tipo urbanistico però per la categoria vedo molto bene l'attività

multiprofessionale in team. Oggi in considerazione delle tante specializzazioni richieste per la progettazione e

realizzazione di un'opera non si può prescindere dall'attività interdisciplinare di più figure professionali. È

questa la via per creare lavoro, costruire in qualità e offrire all'utente risultati validi. Il geometra entra nel

mondo del lavoro molto presto e in seguito conserva naturalmente tanta voglia ancora di conoscere: questo

fa dei geometri una categoria molto ricettiva soprattutto a proposito di nuove tecnologie sia come strumenti di

lavoro sia come cicli di lavoro nell'ambito del cantiere, della diagnosi e delle perizie. Michele Specchio: il

geometra come tecnico di famiglia Nel territorio di Monza e Brianza ci sono 1.100 iscritti e il 90% sono liberi

professionisti che spaziano da attività legate al cantiere, in ambito fiscale, delle valutazioni immobiliari,

consulenze specialistiche (la prevenzione incendi, sicurezza...). La categoria è decisamente polivalente e con

le opportunità di lavoro matura la specializzazione. I collegi offrono agli iscritti sia la possibilità di avere un

aggiornamento globale sia specialistico. Quali sono oggi le opportunità di lavoro dei giovani diplomati? A

edilizia ancora ingessata le opportunità sono date ambiti collaterali. Per esempio la riqualificazione

dell'esistente. I condomini, con un'età di oltre 40 anni, hanno bisogno di costante manutenzione (rifacimenti di

coperture, facciate, balconi...). Per gli amministratori di condomini e per le famiglie il tecnico di maggior

riferimento è il geometra. Un'altra opportunità è data dalla certificazione energetica, indispensabile per

qualsiasi atto di compravendita ma anche gli aggiornamenti catastali. Pochi lo sanno ma il geometra può fare

anche la dichiarazione dei redditi e aprire un centro caf, può occuparsi di successioni, consulenze in ambito

tributario per i contenziosi con l'Agenzia delle Entrate. E poi ci sono le opere minori oggi definite di edilizia

libera per le manutenzioni straordinarie e le ristrutturazioni degli interni. Nella vostra esperienza di contatto

quotidiano con l'utente come sono percepiti i temi della sostenibilità e del comfort abitativo? La richiesta

d'informazioni su questi temi da parte dei cittadini è così quotidiana che abbiamo delle amministrazioni

comunali che ci chiedono un supporto di front office con il cittadino per dare loro una prima consulenza su

come ci si deve orientare sia per gli aspetti di procedura edilizia e amministrativa sia di tecnica costruttiva. Va

anche detto che due anni fa il collegio di Monza ha promosso una campagna di consulenza gratuita per un

mese al cittadino dal titolo « Il geometra è di famiglia parlane con lui ». Una campagna a vasto raggio per

dare risposta ai bisogni dei cittadini, patrocinata dalla Regione Lombardia e dal comune di Monza con

l'adesione dell'associazione dei consumatori. L'iniziativa pensata dai geometri liberi professionisti brianzoli e

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 56

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milanesi voleva raggiungere il duplice scopo di far conoscere meglio chi è e che cosa può fare il geometra,

come tradizionale «tecnico di famiglia», dando nel contempo la possibilità al cittadino di usufruire di un

servizio gratuito di primo approccio informativo e di consulenza afferente «la casa» e le proprietà famigliari.

Con tutto ciò che le riguarda nell'accezione più ampia, nell'ambito delle polivalenti competenze professionali

del geometra. L'iniziativa era diretta a tutti i cittadini e alle famiglie che hanno una necessità o anche solo

un'idea, un progetto, che riguarda i propri beni immobiliari: la costruzione, l'ampliamento, la ristrutturazione o

il trasferimento di proprietà di un fabbricato o di un terreno. Utenti che hanno bisogno di un consiglio anche ai

soli fini ambientali ed energetici, che vogliono avere chiarimenti su come comportarsi con il vicino di casa o

nelle questioni di condominio, che pensano al futuro dei figli o hanno ereditato case e terreni. A tutti coloro

che hanno necessità di stime e perizie, di contabilizzazione di oneri e tributi comunali, per l'Agenzia delle

Entrate e altri Enti, di aggiornamenti catastali, di assistenza o mediazione nella conciliazione civile. Alle

famiglie e ai giovani che vogliono conoscere i percorsi formativi per diventare «geometra» e le opportunità di

lavoro. La sostenibilità nelle necessità dei cittadini riguarda spesso problemi di vivibilità degli ambienti: un

esempio tra i più comuni è come eliminare la muffa dalle pareti. L'impiantistica ha un ruolo dominante

nell'equilibrio energetico del costruito. Come si approcciano i geometri a questo tema? L'impiantistica

potrebbe rappresentare il nostro tallone d'achille ma da tempo abbiamo ovviato con la formazione continua

che contempla iniziative e corsi sul tema impianti, tant'è che non mancano i geometri termoidraulici.

Purtroppo l'impiantistica non è ancora materia scolastica ma, come si usa dire, il geometra da sempre studia

all'Università del Fare e ora abbiamo introdotto lo studio impiantistico obbligatorio con i corsi Cened. Gli studi

professionali che riescono a superare momenti di crisi come questi sono quelli che hanno mantenuto la

caratteristica della polivalenza. Avere un diploma professionalizzante come quello del geometra con un

ampio ventaglio di competenze e il fatto stesso che la categoria spinga perché la polivalenza venga

mantenuta anche in termini di formazione e di presenza sul territorio come attività rende il geometra un

consulente globale. Come viene recepita sul territorio l'associazione tra professionisti? I giovani sono molto

predisposti ad andare in questa direzione e il geometra in questo caso ben può svolgere il ruolo di

construction manager dialogando con tutte le figure specialistiche e coordinarle. Il tema del riuso trova nel

geometra un soggetto chiave se consideriamo la conoscenza che questi ha del territorio e delle persone del

territorio. Anche per questo geometri giovani e geometri già esperti si scambiano esperienze dando vita a un

confronto continuo e alla sinergia.

Geom. Cesare Galbiati: «... la qualità del costruito oggi è l'elemento di maggiore differenziazione delle nuove

costruzioni rispetto all'esistente che si riflette anche nei prezzi di mercato, e la crisi ha accentuato ancora di

più la forbice. L'immobile usato, generalmente, non è certificato dal punto di vista energetico e impiantistico».

CNG | VERIFICA DURC TRAMITE AVCPASS Il Consiglio nazionale dei Geometri e la Cassa di previdenza

hanno sottoscritto una convenzione con l'Autorità di vigilanza dei lavori pubblici. Con la firma della

convenzione che prevede la collaborazione tra Autorità di vigilanza dei lavori pubblici, la Cassa dei Geometri

e il CngeGl, le stazioni appaltanti potranno verificare in tempo reale il corretto adempimento delle obbligazioni

contributive relative all'attività professionale dei Geometri. Tramite il sistema Avcpass, quindi, le stazioni

appaltanti della pubblica amministrazione potranno ottenere velocemente tutte le informazioni relative al Durc

dei professionisti che è un requisito obbligatorio per poter partecipare alle gare di appalto. La procedura

entrerà in vigore il 1° luglio 2014 per gli appalti a base d'asta pari o superiore a 40.000 euro come stabilito dal

Decreto Milleproroghe (dl 150/2013 convertito in legge 15/2014). Per poter sfruttare questa opportunità è

necessaria la registrazione sul sito internet dell'Autorità da parte dei geometri, seguendo le istruzioni del

manuale operativo riservato agli operatori economici, reperibile sul sito stesso.

GeoWeb | Banca dati immobiliari dei geometri Uno strumento necessario per semplificare e modernizzare le

mansioni dei tecnici conferitori, seguendo il passo tracciato dalle direttive comunitarie. Fortemente voluto dal

Consiglio nazionale geometri e geometri laureati, lo strumento è il risultato dell'impegno congiunto di

GeoWeb, società di servizi telematici per i geometri, Geo.Val. (Associazione geometri valutatori esperti) e

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 57

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della software house Ivs Data, che hanno permesso lo sviluppo di un progetto che rispecchia l'impegno di

ciascun professionista e il suo «capitale» professionale. «Il servizio garantirà ai geometri nuove opportunità di

lavoro - spiega Francesco Gerbino, amministratore delegato di GeoWeb - consentendo di creare

progressivamente su una piattaforma Web il primo repository consultabile sul valore degli immobili italiani.

Per questo, ab- biamo pubblicato nel nostro catalogo di formazione anche un corso di qualificazione ad hoc

per i geometri che non si sono mai occupati di valutazioni immobiliari».

La riforma del catasto e degli estimi In Senato, alla Commissione Finanze e Tesoro, i geometri hanno

presentato il loro punto di vista contenente alcune proposte sulla riforma del Catasto, argomento che, insieme

alla riforma degli estimi, ha una rilevanza strategica per il nostro paese, sia dal punto di vista dell'equità

fiscale sia per le politiche sociali e demografiche. Secondo Antonio Benvenuti , vicepresidente del Consiglio

nazionale geometri, « intervenire in un settore chiave come quello della casa significa coinvolgere una platea

di 20 milioni di persone fisiche e ben 60 milioni di unità immobiliari, di cui 33mila sono gli immobili a uso

abitativo. Si tratta di un valore complessivo di 4.200 miliardi di euro, pari a 4,2 volte il pil nazionale e a 3 volte

il debito pubblico. Dovendo tenere conto di questi numeri, è evidente come la scelta degli strumenti estimativi

implichi un'assunzione di responsabilità enorme per i professionisti di area tecnica chiamati a intervenire. La

categoria dei geometri propone d'impiegare gli strumenti dell'analisi statistico-estimativa nella rilevazione dei

dati, nella loro elaborazione e nella verifica delle rendite secondo gli standard valutativi nazionali e

internazionali. Da tempo le forze politiche sono impegnate in Parlamento nella discussione sulla riforma degli

estimi. Il punto di snodo che la categoria dei geometri sta contribuendo a risolvere riguarda proprio i criteri di

valutazione che garantiscano trasparenza ed equità. Siano aggiornati con i cambiamenti demografici e sociali

sopravvenuti negli ultimi anni e non prevedano aggravi nella gestione e nell'aggiornamento dati da parte della

pubblica amministrazione». Secondo la proposta formulata dal Consiglio nazionale geometri l'Italia si

allineerebbe con gli standard internazionali più qualificati, contribuendo a consolidare legami di appartenenza

e condivisione coerenti con i grandi temi dell'economia e della finanza globale.

Foto: Geom. Cesare Galbiati, consigliere nazionale Cng.

Foto: Geom. Michele Specchio, presidente collegio di Monza e Brianza.

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 58

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SCENARIO ECONOMIA

19 articoli

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L'intervista Eric Schmidt, capo di Google, e lo spionaggio illegale: così abbiamo reagito «Quando dissi a Obama: fermatevi» BEPPE SEVERGNINI Sorveglianza di massa e spionaggio illegale da parte delle agenzie governative come la Nsa (National

security agency degli Stati Uniti) o il Gchq (Government communications headquarters del Regno Unito): Eric

Schmidt, il grande capo di Google, spiega al Corriere: «L'ho detto con chiarezza, al presidente Obama e ad

altri: solo perché potete fare qualcosa non significa che dovete farlo. Pensavano di potersela cavare, che noi

non avremmo reagito: è stato un errore». A PAGINA 22

Google non ha un ufficio a Roma. L'incontro è al quarto piano di un palazzo vetri e alluminio vicino al

ministero dell'Agricoltura. Nessuna insegna, niente scritte. Fuori un caldo sfacciato. La scritta GOOGLE

appare all'ingresso, su una parete interna. Tre stanze e un corridoio, ribattezzato Via YouTube (targa in finto

marmo capitolino). La sobrietà in trasferta di una delle società più ricche e potenti del mondo. Eric Schmidt, il

grande capo, 59 anni, camicia e cravatta, aspetta in sala-riunioni chino sul MacBookAir. Spiega che le foto

dobbiamo farle prima o dopo l'intervista («Due cose insieme non riesco a farle»). È venuto, dice, per

ragionare con l'Europa, «ma non posso dire come condurla». La prima domanda, quindi, è obbligatoria.

Dove condurrebbe l'Europa?

«Ho passato due settimane a parlare con molti leader europei, ma non c'è accordo sui problemi. E perciò non

c'è accordo sulle soluzioni. Bisogna decidere quali sono i problemi. Al primo posto io metto la crescita

economica».

Una domanda più facile - fino a un certo punto. Se lei fosse un editore tradizionale, proprietario di una testata

affermata, cosa farebbe oggi?

«Lasci che le faccia io una domanda. Le vendite stanno aumentando o scendendo?»

Le vendite scendono, nonostante l'aumento delle copie digitali.

«Be', dovrei prenderne atto: i cittadini si stanno muovendo verso il digitale e la gente che comprava i giornali

oggi li legge su smartphone e tablet . Bisogna inventare una strategia basata sul fatto che i tuoi lettori stanno

là. Ci sono tre modi per farlo: puoi avere un paywall , puoi usare un modello gratuito oppure trovare uno

sponsor».

Come avrà letto nel rapporto Innovation del «New York Times»...

«Si sta riferendo al rapporto interno? Non l'ho letto. Pare sia un documento riservato e io non leggo leaked

documents (fatti uscire di nascosto)»

D'accordo. Glielo dico io. In quel rapporto si legge: ormai i lettori arrivano agli articoli non più dalla homepage

ma da link diretti. Spesso da Google News, il più grande aggregatore di notizie al mondo. Perché allora molti

nei media non vi amano?

«Deve chiederlo a loro. Noi continuiamo a dirglielo: siamo i vostri migliori amici! Noi non produciamo notizie,

mandiamo i lettori verso i vostri siti».

I giornali sono prevedibili?

«Molte notizie sono ripetitive. "Il presidente Obama ha tenuto un discorso annunciando il programma e poi è

volato a Miami": ci sono migliaia di siti che dicono questo, scritti da migliaia di giornalisti. Non c'è un vero

insight , un'analisi, spesso manca un punto di vista. Le notizie normali hanno sempre meno rilevanza, troppa

gente racconta le stesse cose. Mettiamola così: chi organizza i dieci titoli principali della giornata non offre un

grande valore».

Lei è arrivato a Google nel 2001. Si aspettava che l'atteggiamento generale verso la vostra società

cambiasse tanto in questi anni?

«Quando sono arrivato a Google non avrei mai immaginato che avremmo avuto questo successo. E poiché il

nostro prodotto è gratuito, mi ero illuso che tutti potessero essere gentili con noi... (sorride)».

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 60

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È un atteggiamento che vi preoccupa? Per questo avete reagito tanto velocemente alla decisione della Corte

di Giustizia Europea sul diritto all'oblio?

«Lasci che le spieghi la questione. La decisione della Corte di Giustizia è chiara: se non sei una persona

pubblica e l'informazione non è rilevante per l'opinione pubblica, puoi chiedere a Google di rimuovere

quell'informazione. Questa decisione, le dirò, ci ha stupito. È un equilibrio delicato quello tra il diritto all'oblio e

il diritto a sapere, e noi pensiamo che la Corte abbia trovato l'equilibrio nel punto sbagliato. Ma poiché siamo

ligi alla legge e la legge è chiara, la rispettiamo; e abbiamo deciso di farlo nel modo migliore. Stiamo

assumendo persone che guarderanno a ogni caso in base ai principi stabiliti dalla Corte. In settembre e

ottobre organizzeremo un tour chiedendo direttamente ai cittadini come affrontare i casi più complicati. Ci

sarò anch'io».

E finanzierete voi tutto questo?

«Certo, non abbiamo scelta. Poniamo che un uomo abbia commesso un omicidio vent'anni fa e ora pretende

che la notizia venga rimossa. Noi ci rifiutiamo e lui ci denuncia. Se l'autorità nazionale per la protezione dei

dati gli dà ragione e ci ordina di farlo, noi rimuoviamo quell'informazione».

Poiché in America questo è necessario, per sapere tutto di una persona molti andranno su Google.com

anziché su Google.it. Non è così?

«Non ho una risposta a questa domanda. Noi mettiamo in pratica le decisioni europee. Deve parlarne con i

suoi leader politici e con la Corte di Giustizia».

Ho intervistato Glenn Greenwald al «Corriere»: sostiene che non avete opposto resistenza alla sorveglianza

di massa.

«Lo so. Ho letto il suo libro. Si sbaglia. Voglio essere chiaro. Le affermazioni di Greenwald sono false e lui lo

sa. Punto uno: non eravamo consapevoli che la Nsa (National security agency, Usa) o il Gchq (Government

communications headquarters, Uk) avessero accesso ai nostri servizi interni. Punto due: non abbiamo

collaborato con loro. Quando, tempo dopo, è uscito un documento da cui risultava che il Gchq in effetti

intercettava il traffico tra i nostri server, immediatamente abbiamo criptato tutto, Gmail verso Gmail e sempre

di più Gmail verso non Gmail. Ma queste intrusioni ci hanno fatto arrabbiare. Molto».

E oggi?

«Posso dirle: se vuole che qualcosa sia protetto, lo dia a Google. Una delle conseguenze di quello che io

considero lo spionaggio illegale della Nsa è questa: la tech industry ora ha reso la vita molto difficile a chi

vuole fare queste cose. Un pezzo recente nel Nyt racconta: Microsoft, che ha fatto cose cattive con la Nsa,

adesso ha visto la luce ed è impegnata a criptare tutto! È una cosa che ho detto con chiarezza, al presidente

Obama e ad altri: solo perché potete fare qualcosa non significa che dovete farlo. Pensavano di potersela

cavare, che noi non avremmo reagito: è stato un errore».

«L'identità sarà il bene più prezioso per i cittadini del futuro, ed esisterà innanzitutto online» .

«Lo so. L'ho scritto io».

Un'altra frase che l'ha resa celebre, e non sta nel suo libro «The new digital age»: «Se c'è qualcosa che non

volete far conoscere, forse quella cosa non avreste dovuto farla, tanto per cominciare». Mi dica: si applica

anche al sesso?

«Conosco quella citazione. Mi domando perché non venga riportato l'intero paragrafo. Mi riferivo al Patriot

Act, quindi alla sicurezza nazionale. Ecco perché questa cosa mi irrita tanto: viene usata contro di me fuori

contesto».

Ha letto «The Circle» di Dave Eggers? Mi chiedevo se l'autore ce l'avesse con voi di Google, con Facebook,

con Microsoft o con tutti quanti insieme.

«Cerco di non vedere film e non leggere libri sulla mia industria».

Non ha letto neanche il libro su Steve Jobs?

«Steve Jobs era un caro amico, non ho bisogno di leggere quel libro. Io sono nel libro».

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 61

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Non ha visto neanche «The Social Network», sulla nascita di Facebook?

«Preferisco guardare i film italiani».

Jeff Bezos racconta di aver capito l'importanza di Internet nel 1994, lo stesso dice Bill Gates... Lei quando ha

capito che si trattava di una rivoluzione e non di una moda?

«Quando mi hanno mostrato Mosaic (uno dei primi browser, ndr) nel gennaio 1991 (cerca su Google). Anzi

no, era il 1993».

Lei ha incontrato leader di tutto il mondo. Conosce e viene ascoltato da Barack Obama. Chi capisce meglio

la Rete?

«Il presidente di Singapore è un computer scientist. Il presidente dell'Estonia ha capito tutto. L'intero Paese è

su Internet. Vediamo quant'è grande l'Estonia (cerca su Google): popolazione, 1,3 milioni. Formidabile».

In Italia potremmo migliorare?

«Il motore dell'Italia sono le piccole e medie imprese. Ma i clienti sono in tutto il mondo. Quindi: primo passo,

un website e una connessione adeguata. Internet non è abbastanza veloce, è una questione che il vostro

governo deve affrontare rapidamente. Tutti gli italiani devono andare online: subito».

(ha collaborato Stefania Chiale)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi èEric Schmidt, 59 anni di Washington, è laureato in ingegneria elettronica. È stato amministratore delegato di

Google Inc dal 2001 al 2011 e da allora è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione. Nel

2013, secondo la classifica della rivista Forbes , è la 138° persona più ricca del mondo, con un patrimonio

stimato di 8,2 miliardi di dollari

Foto: A confronto Erich Schmidt, a sinistra, risponde a Beppe Severgnini

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 62

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La lente Accise più care sui Tabacchi le Multinazionali tagliano i Prezzi Corinna De Cesare A Roma i lobbisti delle multinazionali del tabacco sono al lavoro da mesi. Perché l'idea a cui sta lavorando il

governo, che entro questo mese potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nell'ambito dell'attuazione della

delega fiscale, è aumentare l'accisa sui tabacchi. I motivi sono semplici: l'Italia ha un'accisa fissa al di sotto

della media europea (7,5% contro il 42%) ma soprattutto lo Stato, dopo decenni di crescita ininterrotta, ha

registrato nel 2013 un gettito in discesa di 600 milioni di euro. Complice la crisi e la diffusione delle sigarette

elettroniche, negli ultimi tempi sul mercato si è verificata una vera e propria guerra al ribasso dei listini delle

bionde. Ad aprile 2013 Imperial Tobacco ha ridotto il prezzo delle Jps, British American Tobacco delle

Rothmans e Japan ha portato a 4 euro alcune Benson & Hedge. A febbraio 2014 anche il gigante Philip

Morris è stato costretto ad abbassare il pacchetto delle Chesterfield da 4,60 a 4 euro. E insieme ai prezzi

sono scesi anche gli incassi dell'Erario. La struttura della tassazione in Italia è infatti largamente

proporzionale al costo del pacchetto di sigarette. Se l'Iva è fissa al 22%, l'accisa ha una natura mista: una

componente fissa, indipendente dal prezzo (pari al 7,5% del totale del carico fiscale) e una componente ad

valorem, proporzionale al prezzo di vendita e pari ad oltre il 92% del totale. Più scende il prezzo delle

sigarette quindi, meno ci guadagna lo Stato e più si scatena un meccanismo che anziché scoraggiare i

consumi, li stimola. Il braccio di ferro è tra chi raccomanda un aumento significativo della componente fissa

(come il ministero della Salute) e chi invece vorrebbe aumentare la variabile. Le multinazionali del tabacco da

tempo sono stati sentite in audizione dalla commissione Finanze, a cui il deputato del Pd Marco Di Stefano,

ha presentato un'interrogazione: «Non sappiamo se il governo stia procedendo con le procedure di

valutazione relative all'impatto sulle imprese del settore: ci aspettiamo risposte rapide e chiare».

corinnadecesare

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 63

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Cerved, via allo sbarco a Piazza Affari Giovanni Vegezzi Cerved, la banca dati delle imprese, è pronta per l'approdo in Borsa il 24 giugno. Ieri l'Ipo è stata aperta agli

investitori retail, ai quali andrà il 10% dell'offerta. Previsto il taglio del debito e la trasformazione in public

company nei prossimi 4 anni. Vegezzi u pagina 33

MILANO

Cerved lancia l'offerta pubblica e si prepara a sbarcare in Borsa il 24 giugno, proponendo agli investitori un

piano basato sulla riduzione del debito e la trasformazione in public company nei prossimi 4 anni. Il gruppo

attivo nelle informazioni sul rischio di credito ha aperto ieri l'offerta agli investitori retail (cui è destinato il 10%

delle azioni), dopo quella per istituzionali (cui spetterà il 90% delle azioni) iniziata venerdì con un roadshow a

Londra. Più della metà delle azioni offerte (il 53,6%) deriveranno dall'aumento di capitale, mentre il 46,4% dei

titoli saranno venduti dalla holding Chopin riconducibile a Cvc Capital Partners, il fondo che ha rilevato la

società ad inizio 2013 da Bain Capital e Clessidra per 1,13 miliardi di euro. L'offerta si chiuderà il 18 giugno e

il prezzo, previsto in una forchetta tra 5 e 6,5 euro per azione (per una valorizzazione della società pre-

aumento di capitale fra i 750 e i 975 milioni), sarà fissato il 19 giugno, con inizio delle contrattazioni il martedì

successivo.

Nel roadshow appena iniziato - con tappa ieri a Milano - la società propone un cammino di crescita basato

sul business tradizionale della credit information (in cui è al primo posto in Italia e fra i principali gruppi attivi

nel rating a livello europeo) affiancato da nuove attività come la valutazione e gestione dei crediti in

sofferenza e le soluzioni per il marketing. Un percorso che prevede nuove acquisizioni mirate, anche se le

risorse dell'Ipo saranno destinate a ridurre l'indebitamento e quindi il costo del capitale. «Subito dopo l'Ipo

rimborseremo 250 milioni. Oggi paghiamo 54 milioni di interessi, e post rimborso ne andremo a pagare 39»

ha dichiarato ieri l'a.d. Gianandrea De Bernardis, spiegando che quando la società potrà ristrutturare il debito,

nel 2016, questo onere scenderà a 22 milioni, liberando ulteriori risorse per la crescita. «Il debito che pre-Ipo

era a 5,5 volte l'Ebitda dovrebbe scendere a 3. Dopo anni di private equity per noi è come andare in vacanza,

si tratta di un livello perfettamente sostenibile» ha aggiunto De Bernardis.

Il gruppo ha chiuso il primo trimestre dell'anno con 79,3 milioni di ricavi (in progresso del 7,5%) e un Ebitda di

38,1 milioni (+4,5%), confermando la crescita organica di fatturato e margini messa a segno negli ultimi anni,

nonostante la crisi. Nel periodo 2009-2013, infatti, Cerved ha visto salire i ricavi da 254 a 313 milioni di euro,

con un incremento medio anno dell'5,2%, mentre l'Ebitda passava 120 a 152 milioni di euro, con una crescita

media annua del 6,3%. Il risultato netto adjusted del 2013 (dato che il gruppo propone come indicativo,

escludendo gli oneri non ricorrenti) è di 43 milioni, rispetto ai 62,59 del 2012; una differenza dovuta

principalmente alla diversità di leva finanziaria, visto che la società ha emesso a inizio 2013 un bond da 780

milioni a sostegno dell'ingresso di Cvc.

Il management, in ogni caso, conta sull'Ipo per migliorare la struttura del capitale e aumentare la

generazione di cassa, con conseguenze anche sulla politica di dividendo: «La politica aziendale prevede che

il cash flow, se non utilizzato per l'M&A, venga distribuito. E bisogna considerare che le nostre acquisizioni

non sono operazioni grandissime» ha aggiunto l'a.d. spiegando che l'azienda sta già guardando diversi

dossier e potrebbe annunciare una nuova operazione straordinaria entro fine anno. Più cautela, invece,

sull'estero, dove ci potrebbero essere occasioni nel medio periodo, ma dove Cerved vuole andare senza

perdere d'occhio le caratteristiche di un business che ha specificità diverse da paese a paese. Altro obiettivo

di medio periodo è la trasformazione in public company: Cvc con l'Ipo si diluirà fino al 56,9% (50,8% a seguito

dell'eventuale esercizio integrale della greenshoe), e secondo quanto ha spiegato ieri il managing director

Giampiero Mazza, il fondo potrebbe uscire totalmente nel 2016-17.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 64

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@giovegezzi

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AZIONI&OBBLIGAZIONICerved in cifre

Foto: Al vertice. Gianandrea De Bernardis

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IL FUTURO DELL'AREA METROPOLITANA Industria-servizi: la nuova ricchezza Paolo Bricco Milano ganglio vitale del nostro sistema economico. Snodo evolutivo fra la manifattura e i servizi. Punto di

connessione fra il Paese e i mercati globali. Nella complessa transizione italiana, Milano è diventata tutto

questo. La fabbrica del Novecento, nella vecchia versione del fordismo non ibridato con l'economia della

conoscenza, non abita più qui. Qui c'è, appunto, il futuro. di Paolo Bricco

Il Paese, nonostante tutti i deficit storici e strutturali dell'economia e della società italiana, nella sua versione

più moderna: la produzione intelligente, eredità appunto della grande impresa del Secolo Breve, l'artigianato

high-tech, il Made in Italy che coniuga dimensione materica e bellezza immateriale, il terziario avanzato. Ed è

un "qui" che, naturalmente, non si limita alla cinta daziaria cittadina. Questo processo - economico e civile,

culturale e tecnologico - è possibile perché Milano ha integrato i territori confinanti in una area metropolitana

insieme coesa e differenziata: coesa perché essa rappresenta un tutto unico, in grado di dialogare con le

altre aree metropolitane europee (per esempio Barcellona, Monaco di Baviera, Francoforte e Londra);

differenziata perché nel raggio di sessanta chilometri - fra il Novarese e la Brianza, la prima Bergamasca e il

Varesotto - c'è una multispecializzazione produttiva (dall'elettronica alla meccanica strumentale,

dall'automotive ai mobili di design, dall'aerospazio alla chimica, dalla farmaceutica al biotech) che costituisce

il primo tratto identitario di un'area metropolitana che connette otto milioni e mezzo di persone. In quest'area,

per quanto colpita con violenza dalla crisi, si addensa il 25% del valore aggiunto manifatturiero italiano e si

concentra il 25% dell'export totale del Paese. A Milano, nonostante la difficoltà a gestire processi complessi

dimostrata da una élite politica non sempre all'altezza dei risultati della sua comunità economica, è riferibile il

10% del Pil italiano. E questa città è il cuore di una regione, la Lombardia, che esporta il 40% del Pil, una

quota alla tedesca, più della metà verso Paesi extraeuropei. A Milano si trova il 40% delle multinazionali

presenti nel Paese.

Dunque, è come se a Milano e nella sua periferia urbana allargata esistesse un sistema di interconnessione

completo - fra le piccole e le grandi imprese, gli artigiani lombardi e i dirigenti delle consociate estere - con le

catene internazionale del valore. Catene internazionali del valore che, appunto, si dipartono da aree

metropolitane e da piattaforme transnazionali per costruire il nuovo mercato globale della manifattura, alla

Paul Krugman degli anni Novanta, per intenderci. E, qui, però va evidenziato un problema strutturale: la

connessione delle merci e dei servizi, del sapere e delle professionalità esiste ed è appunto preponderante,

ma le infrastrutture fisiche attraverso cui essa avviene sono poca cosa. Ricordate Malpensa? Ma, al di là del

caso specifico, prendiamo un indicatore sintetico: fatta 100 la connettività internazionale di Londra, Milano è

al 23,5, mentre Monaco di Baviera è al 45,6. Con un simile gap, "Miracolo a Milano" non è soltanto un

capolavoro di De Sica.

Nel caso della Grande Milano, dal processo di continua reindustrializzazione - proprio di ogni tessuto

economico virtuoso - si verifica una particolare partenogenesi che caratterizza quest'area metropolitana

rispetto ad altre: l'impatto benefico provocato sul terziario. I due terzi dei servizi sono infatti generati dalla

manifattura. La quale conserva il suo profilo di asse identitario di Milano e del Paese. Ma evolve in un nuova

specializzazione produttiva: più plastica, capace di influenzare altri comparti economici e di vivificare il

tessuto sociale. Anche perché la sua fisiologia profonda è caratterizzata da una componente innovativa. E,

dunque, all'incrocio fra manifattura e servizi, ecco crearsi a Milano quel felice connubio - portatore di un

potenziale aumento di produttività complessiva - che è stato per esempio ravvisato da Enrico Moretti nel

saggio "La nuova geografia del lavoro".

Il passaggio storico è maledettamente complicato: adoperando il riferimento del contesto regionale, il tasso

di disoccupazione lombardo è passato dal 3,7% del 2008 all'8,9% del primo trimestre del 2014. Ed esistono

caratteristiche psicologiche e culturali di lungo periodo che non possono non ripercuotersi sulla efficienza

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 66

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delle imprese: secondo la banca dati Efige solo il 15% delle aziende ha remunerazioni legate ai risultati,

contro il 27% di quelle di Barcellona e della Catalogna e il 48% di quelle di Monaco e della Baviera; sempre

stando a Efige, le aziende familiari che si aprono a management esterno sono il 40% in Lombardia contro

l'80% della Catalogna e il 70% della Baviera. Nonostante questo, proprio la dinamica vitale e la crescente

commistione fra manifattura e servizi rappresentano una prospettiva di sviluppo assai interessante. Anche

perché la "Grande Milano" può estrarre il carburante tecnologico e intellettuale da alcune vene aurifere non

ancora del tutto sfruttate: i 285 centri di ricerca, da cui proviene il 24% dei brevetti italiani, le otto università e

le 45 facoltà, con 184mila studenti (13mila stranieri).

È vero che, a Milano e in Lombardia, l'innovazione formalizzata - calcolata come R&S in percentuale del Pil -

è ancora poca: l'1,27% rispetto al 3,15% della Baviera e al 4,86% del Baden-Württemberg. Ma è altrettanto

vero che la connessione con le reti internazionali della ricerca - e in questo è davvero "città aperta" - non può

che incrementare quella cultura dell'innovazione che, nella sua versione "combinatoria", esalta lo spirito

industriale della Milano che cambia e che non soccombe - anzi - al futuro.

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NOI E GLI ALTRI

Il confronto con le macroregioni europee INNOVAZIONE/1 Spese in R&D. In % del Pil LE

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE Numero di pubblicazioni per milioni di abitanti nei settori «salute e scienze

della vita» (2010-2012) INNOVAZIONE/2 Richieste di brevetti presso l'Epo (anno 2010) per milione di abitanti

- Fonte: Eurostat

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 67

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Credito, obiettivo 185 miliardi Rossella Bocciarelli Rossella Bocciarelli u pagina 12

ROMA

Gli ultimi dati diffusi ieri dalla Banca d'Italia ne offrono purtroppo una conferma: la carenza di credito alle

imprese tende a soffocare i già timidi tentativi di ripresa. Per contribuire ad attenuare questa asfissia creditizia

la Confindustria ha elaborato un'agenda per il credito, per la crescita del paese. Si tratta di una serie di

proposte, elaborate muovendo dalla considerazione che «servono nuove misure per spezzare il circolo

vizioso crediti crunch recessione» nella consapevolezza che «gli investimenti e lo sviluppo delle imprese

sono frenati dalla forte carenza di credito, dalle scarse possibilità di ricorso a canali finanziari alternativi a

quello bancario e delle forti tensioni di liquidità generate dai ritardi di pagamento della Pa».

L'intero set di proposte presentato si articola lungo tre direttrici: la prima è l'esigenza di rivitalizzare il mercato

del credito e far sì che alle aziende affluisca la liquidità necessaria a finanziarie il capitale circolante e gli

investimenti; la seconda passa per una riforma più decisa dei rapporti tra imprese e pubblica

amministrazione. La terza è sorretta dall'idea che occorre una nuova finanza per le imprese dal momento

che, al di là delle difficoltà congiunturali, in prospettiva il credito bancario avrà strutturalmente un ruolo minore

nel finanziamento dell'economia e le imprese dovranno reperire le proprie risorse attraverso canali alternativi

a quello bancario: servono dunque strumenti per sostenere la patrimonializzazione delle imprese sia

attraverso la leva fiscale sia rilanciando il mercato del private equity e del venture capital. L'intero menù delle

misure proposte, permetterebbe utilizzando anche i fondi strutturali, di attivare risorse per oltre 185 miliardi

nell'arco del triennio 2014-2016, che certamente produrrebbero effetti consistenti sul Pil e potrebbero

agevolare una ripresa di competitività del Paese.

Rafforzare il sistema

di garanzia

Si tratta di rafforzare patrimonialmente i confidi, dando attuazione alle misure contenute nella legge di

stabilità 2014, attivando altre risorse provenienti dal sistema camerale e dai fondi strutturali; occorre inoltre

promuovere le aggregazioni fra Confidi. Non basta: anche per il Fondo di garanzia per le pmi, Confindustria

propone l'implementazione delle norme contenute nella legge di bilancio (istituzione del sistema di garanzia)

e nel dl destinazione Italia (garanzie del Fondo alle Sgr che sottoscrivano obbligazioni emesse dalle Pmi).

Inoltre, si suggerisce di rafforzare il Fondo, innalzando l'importo massimo garantito e ampliando le sue

possibilità di copertura.

Risolvere il problema dei ritardati pagamenti alla Pa

La stima aggiornata dei debiti commerciali della Pa, appena fornita di Bankitalia, certifica che questo

ammontare è sceso dai 90 miliardi del 2012 a circa 75 miliardi. Il CsC stima che nel medio termine il 20%

delle risorse derivanti dalla restituzione dei crediti Pa sarà utilizzato per investimenti. Tanto più importante,

quindi, completare i pagamenti con la massima tempestività: il suggerimento di Confindustria, tenendo conto

delle nuove cifre fornite dalla banca centrale è che si paghino entro il 2014 debiti per circa 46,5 miliardi, per

restituirne altri 18 entro il 2015. Tutto ciò badando ad assicurare anche il pieno rispetto della direttiva late

payment. Altrettanto importante, secondo Confindustria, è l'attivazione tempestiva del pacchetto imprese

varato dalla Cassa depositi e prestiti

Sostenere gli investimenti

Occorre potenziare la nuova legge Sabatini e introdurre uno strumento automatico di sostegno investimenti.

Rafforzare il patrimonio

Suggerimenti importanti riguardano gli strumenti di debito alternativi (un "fondo di fondi" e incentivi fiscali alle

società non quotate che emettano titoli) e la promozione del rafforzamento patrimoniale delle imprese,

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 68

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puntando sul Fondo Italiano d'investimento e potenziando l'Ace. Infine, si auspica un nuovo modello di

relazione fra banche e imprese, da costruire anche con accordi tra le associazioni. Il documento contiene un

giudizio positivo delle misure adottate di recente dalla Bce (anche se si ritiene siano arrivate un po' tardi) e

auspica che la Bce realizzi anche l'annunciato programma di acquisto di titoli (asset backed securities)

suggerendo di considerare anche gli abs che hanno come attività sottostanti i mutui.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 69

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L'ANALISI Il «credit easing» che piace ai mercati di Isabella Bufacchi

Quando è ora di coniare un neologismo finanziario, i mercati non si fanno attendere. In un'Eurozona

bancocentrica, il credit easing ha già preso il posto del quantitative easing. Ma quel che muove lo spread è in

realtà il "QE dei mercati", con ripercussioni affatto scontate.

L'assenza nell'Eurozona di un QE tradizionale come quello della Federal Reserve, della Banca d'Inghilterra e

della Banca del Giappone viene spiegata, a grandi linee, sulla base di almeno due considerazioni: prima di

tutto, è oggettivamente e tecnicamente complicato per una banca centrale che rappresenta gli interessi di 18

Paesi riuscire ad acquistare titoli di Stato (o corporate bond o asset backed secutiries) senza fare del torto a

nessuno. Quali titoli comprare, in quali quantità e in base a quali criteri, non è scontato: la "guida pratica al

QE" che si trova sulla scrivania di qualsiasi banchiere centrale va riscritta per adattarsi all'eccezionalità

dell'area dell'euro, dove una moneta unica fa da collante a 18 Stati con sistemi economici, politici, fiscali,

sociali e finanziari molto diversi tra loro. In secondo luogo, una banca centrale che opera nel contesto di un

mercato dei capitali maturo ha vita più facile nel praticare il QE: ha più di una cinghia di trasmissione in mano

quando il credito all'economia non è esclusiva del canale bancario. Il collegamento tra il rendimento dei

Treasuries e il costo del denaro per imprese e famiglie negli Usa è molto più diretto: quando al Fed rastrella i

titoli di Stato , quella liquidità va un po' ovunque. Nell'Eurozona, invece, la maggior parte dei finanziamenti

all'economia scorre nei rubinetti del credito bancario. Ecco perchè nell'Eurozona c'è chi resta convinto che il

QE tradizionale servirebbe a poco, meglio il credit easing che agisce sul rischio di credito, il cuore del

problema.

In assenza del quantitive easing della Bce, nell'Eurozona finora la maxi-iniezione di liquidità per far calare il

costo del denaro all'economia è transitata attraverso le banche. Tassi bassi per un lungo periodo di tempo e

prestiti alle banche per importi illimitati (operazioni di rifinanziamento con full allotment) si può dire hanno

generato un "QE dei mercati". Saranno le banche, i principali attori del credito all'economia e anche in buona

misura della gestione dei volumi della liquidità, a decidere le modalità del "tapering" nell'Eurozona? Saranno i

mercati a stabilire come e quando uscire dai titoli di Stato, a determinare quando il rally avrà esaurito la sua

spinta e i tassi torneranno a salire? Il modo in cui la Federal ha deciso di ridurre gli acquisti di Treasuries e

Mortgage backed securities (legato a crescita e occupazione) è trasparente, per importi e la tempistica. Non è

dato sapere, con altrettanta trasparenza, come e quando le banche nell'Eurozona decideranno di restituire

alla Bce il dovuto. La Banca centrale europea dal lato suo non manifesta alcuna rigidità, l'allentamento della

politica monetaria è estremo.

Dal 2012 la Bce ha pilotato il crollo dei rendimenti dei BTp senza mai acquistarli, con il deterrente delle

OMTs, con i tassi vicini allo 0%, con la liquidità data alle banche e la promessa del credit easing via

cartolarizzazioni. Quando questo QE dei mercati sarà terminato - chissà quando e come - lo spread BTp-

Bund non si allargherà solo se l'Italia sarà riuscita a dimostrare che quel livello al minimo storico è tutto merito

del rischio-Paese.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 70

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Le vie della ripresa L'AGENDA DEL GOVERNO Padoan agli Usa: riforme svolta per crescere Incontri con i fondi americani e il segretario al Tesoro Lew che promette sostegno all'Italia nel semestre Ue Marco Valsania NEW YORK

Una missione più informativa e fatta di momenti privati che negoziale e carica di appuntamenti pubblici. Ma

non per questo meno ricca di incontri o temi caldi. Una visita per confrontarsi con l'amministrazione di Barack

Obama, con opinion maker e investitori americani sullo sforzo riformatore dell'Italia verso un «salto di qualità»

nella crescita - dal fisco al lavoro, dalla pubblica amministrazione alle privatizzazioni - come sui programmi di

rilancio dell'economia e dell'occupazione in tutta Europa alla vigilia della presidenza italiana della Ue. E per

discutere anche del futuro comune in gioco con il Ttip, la Transatlantic Trade and Investment Partnership,

l'accordo commerciale transatlantico.

Il ministro italiano dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha iniziato ieri con queste premesse un

viaggio di tre giorni tra Washington e New York, ancorato da un incontro riservato con il Segretario al Tesoro

Jack Lew nella capitale americana. L'occasione per fare il punto su strategie di sostegno all'espansione, dopo

gli apprezzamenti tra i due paesi emersi durante la visita del presidente Obama in Italia a fine marzo. In

quell'occasione lo stesso Obama aveva sottolineato i passi avviati dal governo per «rendere più competitiva

l'economia italiana» e le opportunità insite nel Ttip. Lew ieri ha espresso particolare sostegno per un

semestre Ue a guida italiana che abbia crescita e occupazione come priorità.

Prima di incontrare Lew, Padoan ha discusso più in dettaglio di Italia e Europa anche con influenti gruppi

finanziari statunitensi, da Carlyle Group a Tudor Investment. «Abbiamo messo in campo una massa critica di

riforme in corso di attuazione che dovrebbero produrre un salto di qualità sul terreno della crescita», ha detto

il ministro ai rappresentanti di una comunità di investitori che guarda con rinnovato interesse, seppur con

continua prudenza, a una "esposizione" all'Italia sotto la guida del governo Renzi. Padoan ha rassicurato i

gestori che hanno chiesto anzitutto stabilità politica, certezza normativa e del quadro istituzionale, riforme

strutturali. Come elemento cruciale ha sottolineato le privatizzazioni, citando gli esempi più vicini quali Poste

e Fincantieri, ambiziose sia per l'obiettivo di rendere competitive le aziende coinvolte che di reperire risorse

destinate a ridurre il debito pubblico. E ha parlato di una «spending review che consentirà di reperire risorse

per il taglio delle tasse».

Trasferitosi in serata a New York, il ministro è stato ospite del Council on Foreign Relations per una Dinner

Roundtable Discussion, una tavola rotonda a porte chiuse con think tank americani diventata però soprattutto

prologo di una giornata, oggi, caratterizzata da appuntamenti con un più ampio ventaglio di protagonisti di

Wall Street. Un tassello cruciale per un viaggio volto a coltivare fiducia nell'Italia come nell'Eurozona. Gli

appuntamenti sono stati esplicitamente organizzati - ha fatto sapere il Ministero - per aggiornare la comunità

istituzionale e finanziaria statunitense sull'attività del governo per modernizzare e rendere più competitivo e

attrattivo il Paese. Tra le altre azioni per sbloccare la crescita e il Paese fin da ieri sono ripetutamente salite

alla ribalta la riforma del fisco attraverso la legge delega, gli interventi per trasformare la pubblica

amministrazione, il Job Act e la riforma della giustizia civile.

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La riduzione del debito e il nodo crescita Nel grafico le previsioni del Governo di riduzione del debito - Def 2014

Dati in % del Pil

0,7% Le privatizzazioni

Il Governo punta a realizzare un piano di dismissioni attorno ai 10-12 miliardi (lo 0,7% del Pil); risorse per

abbattere il debito

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 71

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2,4% Impatto delle riforme

Entro il 2018 l'impatto cumulato delle riforme già in attuazione e quelle annunciate varrebbe quasi due punti e

mezzo di Pil

0,1% Pareggio rinviato

Solo nel 2016 il disavanzo sarebbe cancellato, mentre per fine 2015 la previsione il deficit/Pil strutturale è allo

0,1%

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 72

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Adempimenti. Le soluzioni e i problemi ancora aperti in vista del primo test sull'agevolazione previsto conl'F24 del 16 giugno Bonus 80 euro, rischio cartelle Compensazione «vietata» alle aziende con debiti erariali superiori a 1.500 euro Luca De Stefani A pochi giorni dalla scadenza del 16 giugno 2014, primo test per recuperare in F24 gli 80 euro anticipati in

busta paga dai sostituti d'imposta, non è ancora chiaro come devono comportarsi i contribuenti che non

possono utilizzare l'istituto della compensazione in F24 perché hanno dei debiti iscritti a ruolo per imposte

erariali di ammontare superiore a 1.500 euro.

Credito riportabile

Il maxiemendamento al Dl 66/2014 ha risolto il problema dell'incapienza eliminando la parte della norma che

imponeva al sostituto d'imposta di utilizzare il credito degli 80 euro solo per compensare «l'ammontare

complessivo delle ritenute disponibile in ciascun periodo di paga e, per la differenza», quello dei «contributi

previdenziali dovuti per il medesimo periodo di paga» (si veda «Il Sole 24 Ore» del 25 maggio 2014). Questo

vincolo verrà eliminato, però, solo da quando entrerà in vigore la legge di conversione del decreto Irpef

(quindi, sicuramente dopo la scadenza del 16 giugno 2014), la quale prevede che gli 80 euro erogati

potranno essere recuperati «dal sostituto d'imposta mediante l'istituto della compensazione» in F24. Quindi,

secondo le regole generali, saranno scomputabili da tutti gli altri debiti che transitano per il modello unificato

di pagamento e saranno riportabili in avanti, se in quel mese non vi saranno debiti da pagare.

Cartelle da più di 1.500 euro

Sia prima sia dopo la conversione del Dl Irpef, però, la compensazione in F24 è vietata per chi ha cartelle

esattoriali scadute, complessivamente superiori a 1.500 euro (si veda «Il Sole 24 Ore» del 13 maggio 2014).

Dal 1° gennaio 2011, infatti, è vietata la compensazione di crediti per imposte erariali, in presenza di debiti

«iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori» di ammontare superiore a 1.500 euro, per i quali, al

momento del versamento, è scaduto il termine di pagamento, cioè dopo 60 giorni dalla notifica della cartella

(articolo 31 del Dl 78/2010).

Anche se la norma prevede il divieto di utilizzo del credito in compensazione «fino a concorrenza dell'importo

dei debiti» di 1.500 euro e la relazione illustrativa sottolinea che «l'inibizione opera, naturalmente,

limitatamente all'importo dei debiti», secondo la circolare 11 marzo 2011, n. 13/E questo limite «deve

intendersi come un limite assoluto e, quindi, nel caso in cui il contribuente abbia crediti erariali di importo

superiore a quello iscritto a ruolo», non può «effettuare alcuna compensazione, se non provvede prima al

pagamento del debito scaduto», per l'intero importo. Quindi, se vi sono pendenze superiori a 1.500 euro, è

vietata qualsiasi compensazione, anche per la parte del credito che eccede gli scaduti.

Tra i debiti e i crediti per imposte erariali, che fanno scattare il divieto alla compensazione, sono esclusi i

contributi e le agevolazioni erogati a qualsiasi titolo sotto forma di credito d'imposta, perché non sono importi

anticipati dal contribuente. Secondo le Entrate, infatti, la norma è «tesa ad azzerare lo scarto tra le posizioni

debitorie scadute e le posizioni creditorie effettive del contribuente, derivanti dall'anticipazione di imposte da

parte dello stesso».

Quanto al credito d'imposta degli 80 euro, questo viene generato proprio grazie alla sua anticipazione da

parte del datore di lavoro al dipendente: quindi rientra tra i crediti non compensabili, se vi sono ruoli scaduti

superiori ai 1.500 euro.

Ritenute e principio di cassa

Con la norma oggi in vigore, prima vanno scomputati i debiti per le ritenute d'acconto e solo se resta altro

credito questo va utilizzato per i contributi Inps. I contributi previdenziali, però, vanno pagati il 16 del mese

successivo a quello di competenza (quindi, quelli della busta paga di maggio 2014 vanno pagati entro il 16

giugno 2014), mentre le ritenute d'acconto vanno pagate entro il 16 del mese successivo a quello di

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 73

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pagamento della busta paga. Ecco che per le retribuzioni di maggio 2014, pagate a giugno 2014, si deve

compensare il credito d'imposta degli 80 euro il 16 giugno solo per la parte che non verrà compensata

utilizzando tutte le ritenute (relative alle buste paga di maggio) da pagare entro il 16 luglio 2014. In questo

caos, verrà convertito, probabilmente a fine giugno, il decreto Irpef con regole diverse e non retroattive. Se

ciò avverrà, comunque, il credito Irpef potrà essere compensato con qualunque altro debito in F24 e potrà

essere portato in avanti, in caso di incapienza di debiti da parte del datore di lavoro.

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Semaforo verde, giallo e rosso

I problemi sulla compensazione chiariti dalle Entrate, quelli risolti dal maxiemendamento al decreto Irpef (non

ancora in vigore) e quelli aperti

01 | IL LIMITE

DI 700MILA EURO

Le Entrate hanno chiarito che alla compensazione del credito d'imposta degli 80 euro in F24 non si applica il

limite annuale dei 700mila euro di compensazioni in F24. Il problema non era tanto quello di raggiungere da

maggio a dicembre 2014 questo limite con le sole compensazioni degli 80 euro per dipendente (ci vorrebbero

1.094 dipendenti), ma quello di aver già compensato un altro credito in F24 per questa cifra, come spesso

accade per gli esportatori abituali, che accumulano ingenti crediti Iva e ogni anno superano questo limite.

A decorrere dal 1º gennaio 2014, il limite massimo dei crediti di imposta e dei contributi compensabili in F24

è di 700mila euro (516.456,90 euro dal 1º gennaio 2001 al 31 dicembre 2013) per ciascun anno solare.

Questi vincoli, quindi, per l'agenzia delle Entrate non sono applicabili al bonus degli 80 euro

IL VIA LIBERA ARRIVATO DAL FISCO I VIA LIBERA IN ATTESA DEL DECRETO 01 | TRA CASSA

E COMPETENZA

Con la norma oggi in vigore è possibile compensare il credito d'imposta degli 80 euro in F24 solo con le

ritenute relative a maggio 2014 e con i contributi previdenziali di competenza del «medesimo periodo di

paga». Quindi, prima vanno scomputati i debiti per le ritenute d'acconto e solo se resta altro credito questo va

utilizzato per i contributi Inps. Va considerato, però, che i contributi previdenziali vanno pagati il 16 del mese

successivo a quello di competenza (quindi, quelli della busta paga di maggio 2014, vanno pagati entro il 16

giugno 2014), mentre le ritenute d'acconto vanno pagate entro il 16 del mese successivo a quello di

pagamento della busta paga: così, lunedì prossimo scadono solo quelli relativi alle retribuzioni di aprile o

maggio, se pagate a maggio 2014. Nella stragrande maggioranza, però, le buste paga vengono pagate nel

mese successivo alla loro competenza. Ecco che per quelle di competenza di maggio 2014, pagate a giugno

2014, si deve compensare il credito d'imposta degli 80 euro il prossimo 16 giugno solo per la parte che non

verrà compensata utilizzando tutte le ritenute (relative alle buste paga di maggio) da pagare entro il 16 luglio

2014. Quindi, temporalmente, va fatta prima (il 16 giugno) la compensazione del credito residuo rispetto a

quello che verrà utilizzato per pagare successivamente (il 16 luglio) tutte le ritenute di competenza di maggio

2014 (per le retribuzioni pagate a giugno 2014). In questo caos, verrà convertito, probabilmente a fine giugno,

il decreto Irpef con regole diverse e non retroattive. Se ciò avverrà, comunque, il credito Irpef potrà essere

compensato con qualunque altro debito in F24 e potrà essere portato in avanti, in caso di incapienza di debiti

da parte del datore di lavoro

02 | IL PROBLEMA

DELL'INCAPIENZA

Solo quando entrerà in vigore il maxiemendamento alla legge di conversione del Dl 66 (presumibilmente a

fine giugno), potrà considerarsi risolto il problema della possibile incapienza del datore di lavoro, in quanto

solo da quel momento si considererà eliminata la parte della norma che oggi impone al sostituto d'imposta di

utilizzare il credito degli 80 euro solo per compensare «l'ammontare complessivo delle ritenute disponibile in

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 74

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ciascun periodo di paga e, per la differenza», quello dei «contributi previdenziali dovuti per il medesimo

periodo di paga» (si veda Il Sole 24 Ore del 25 maggio 2014). Ora, grazie all'approvazione del

maxiemendamento, questo vincolo è stato eliminato e gli 80 euro erogati dal datore di lavoro sono

scomputabili in F24 da tutti gli altri debiti che transitano per il modello unificato di pagamento e sono riportabili

in avanti, se in quel mese non vi sono debiti da pagare. La modifica al decreto Irpef, però, entrerà in vigore

solo dopo la scadenza del 16 giugno 2014

03 | COMPENSAZIONE

IN F24

Il decreto Irpef oggi in vigore non parla di compensazione in F24, ma la risoluzione 48/E/2014 ha istituito il

codice tributo 1655 da utilizzare nel modello unificato. Nonostante la poca aderenza con il dettato normativo,

quindi, la compensazione esterna in F24 sembra essere l'unico modo possibile, per i sostituti d'imposta, per

recuperare il credito per la scadenza del 16 giugno 2014. Con questa norma, cioè senza considerare la

conversione del decreto Irpef, non è stato chiarito se il passaggio obbligatorio in F24 consentirà di

compensare, il prossimo 16 giugno 2014, anche debiti diversi dalle ritenute o dai contributi previdenziali,

ampliando così i limiti della norma agevolativa

IL VIA LIBERA FINORA NEGATO 01 | LO STOP IMPOSTO

DAI DEBITI DA 1.500 EURO

Né l'agenzia delle Entrate, né il maxiemendamento hanno chiarito il problema dei sostituti d'imposta che

hanno debiti iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori di ammontare superiore a 1.500 euro e per

i quali è scaduto il termine di pagamento. Questi soggetti non possono compensare in F24 crediti relativi a

imposte erariali, prima del pagamento delle cartelle esattoriali.

Tra i debiti e i crediti per imposte erariali, che fanno scattare il divieto alla compensazione, sono esclusi i

contributi e le agevolazioni erogati a qualsiasi titolo sotto forma di credito d'imposta, perché non sono importi

anticipati dal contribuente.

Relativamente al credito d'imposta degli 80 euro, va detto che questo viene generato proprio grazie alla sua

anticipazione da parte del datore di lavoro al dipendente. E quindi rientra tra i crediti non compensabili, se vi

sono ruoli scaduti superiori ai 1.500 euro

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 75

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CHE COSA ALIMENTA LA DISOCCUPAZIONE "Se i 55 miliardi di avanzo primario previsti per il 2014 venissero spesi per assumere 3 milioni di disoccupatil'economia peggiorerebbe? LUCIANO GALLINO NON è affatto vero che lo Stato spende troppo e bisogna quindi tagliarne le spese per tornare sul terreno

virtuoso dello sviluppo. È vero invece che lo Stato spende troppo poco rispetto a quanto incassa, venendo

così a mancare all'impegno di restituire ai cittadini le risorse che da loro riceve. Il danno maggiore questo

squilibrio lo reca all'occupazione. Di fatto, da quasi due decenni la disoccupazione è spinta in alto dal fatto

che lo Stato preleva ogni anno dal reddito degli italiani decine di miliardi in più di quanti non ne restituisca loro

in forma di beni e servizi, mentre per lo stesso motivo l'economia è spinta in basso.

Stando ai dati del ministero dell'Economia sul bilancio dello Stato relativi al 2013, ad esempio, lo Stato

stesso ha imposto ai cittadini di versargli 516 miliardi in forma di tributi e altro. Però ha messo in conto di

spendere a loro favore, sotto forma di spese correnti (al netto degli interessi sul debito) e in conto capitale,

soltanto 431 miliardi. La differenza a scapito dei cittadini è di 81 miliardi. Le previsioni, stando ai dati ufficiali

del bilancio dello Stato, sono anche peggiori. Per il 2014 esse dicono che ai cittadini saranno sottratti 55

miliardi, rispetto a quanto loro dovuto, che saliranno a 86 nel 2015 e a 104 nel 2016.

I governi in carica degli ultimi vent'anni e la maggior parte dei media sono riusciti a diffondere nella

popolazione l'idea insensata che la spesa dello Stato serva quasi soltanto a mantenere un po' di burocrati dei

quali non si vede bene che lavoro svolgano.

In realtà la spesa dello Stato è costituita dagli stipendi di insegnanti e medici, ricercatori e forze dell'ordine;

da un fiume ininterrotto di acquisti di beni e servizi; da investimenti infrastrutturali come scuole e ponti, argini

dei fiumi e tutela dei beni culturali. Sottrarre a tutto ciò decine di miliardi l'anno significa per l'intera economia

un colossale salasso, insieme con una forte spinta alla disoccupazione, perché ogni stipendio o salario speso

in consumi crea altri stipendi o salari, e ogni acquisto di merci, materiali o servizi serve a dar lavoro a

qualcuno. Se vengono tagliate o soppresse le risorse che equivalgono, direttamente o indirettamente, a

parecchie centinaia di migliaia di posti di lavoro, i risultati sono quelli drammatici che ormai riempiono le

cronache. Il suddetto squilibrio tra le maggiori risorse sottratte agli italiani e le minori risorse ad essi restituite

sotto forma di beni e servizi si chiama, nel linguaggio della contabilità, "avanzo primario". Da questo punto di

vista l'Italia è il paese più virtuoso d'Europa. Infatti nessun altro paese europeo fa registrare da così tanti anni

un avanzo primario così elevato. Sarebbe forse il caso di cominciare a riflettere se questo primato supposto

positivo non abbia qualche relazione con un altro primato sicuramente negativo: il tasso di disoccupazione,

giovanile e non, visto che a parte casi marginali come Irlanda o Grecia, quello italiano, in piena sintonia con

l'andamento dell'avanzo primario, risulta pur esso il più alto d'Europa.

Dobbiamo far fronte all'onere del debito, si obbietterà, e per ridurre questo serve appunto un crescente

avanzo primario. Di certo gli interessi sul debito sono colossali. Quasi 90 miliardi nel 2013, più di 93 previsti

per il 2014, mentre quasi 97 e poco meno di 99 figurano nel bilancio di previsione dei due anni successivi. Il

punto è che il debito, al pari della possibilità di ripagarlo, sono fortemente influenzati dall'andamento

dell'economia.

Se lo Stato insiste nel sottrarre sistematicamente ad essa varie decine di miliardi l'anno, dopo averli tolti dal

portafoglio dei cittadini che in tal modo non li possono spendere, lo Stato stesso comincia ad assomigliare a

un maratoneta che per correre più in fretta si spara sui piedi.

Quanto al debito, si può osservare che a forza di asfissiare l'economia perseguendo un avanzo primario

sempre più elevato, con relativa caduta della domanda aggregata (consumi più investimenti) perché il

cosiddetto "avanzo" assorbe risorse sia pubbliche che private (che sono i soldi sottratti ai cittadini con le

imposte e non restituiti in veste di beni e servizi), lo Stato italiano potrebbe essere ormai caduto nella spirale

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 76

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infernale dell'interesse composto. Sebbene sia difficile scomporre contabilmente i due elementi, l'irrefrenabile

aumento del debito a fronte di spese dello Stato stagnanti induce a sospettare che lo Stato sia costretto a

prendere a prestito denaro non solo per pagare gli interessi sul debito, ma pure per pagare gli interessi sugli

interessi- che è appunto l'inferno in cui cadono sovente coloro che contraggono prestiti da qualche usuraio. In

forza della spirale dell'interesse composto, combinata con le politiche economiche regressive che questo

governo appare perseguire come tutti i precedenti dalla fine degli Anni 90, il debito pubblico italiano appare

ormai impagabile.

Proviamo a tirare le fila. Dopo quasi due decenni in cui il tenace perseguimento di un sempre crescente

avanzo primario si è accompagnato a un disastroso aumento della disoccupazione; una situazione

dell'economia che appare in complesso gravemente deteriorata; un rilevante aumento del debito pubblico, più

un cospicuo incremento dell'interesse sul debito, parrebbe giocoforza riconoscere che la strada sin qui

seguita è del tutto sbagliata. Trovare alternative non sarà facile, tenuto anche conto chei burocrati di

Bruxelles e i maggiori governi Ue non sembrano avere imparato niente dal risultato delle recenti elezioni per il

Parlamento europeo, per cui continuano a battere e ribattere sui loro rugginosi - e ormai pericolosi - chiodi del

pareggio di bilancio e simili. Quanto a idee provocatorie: se i 55 miliardi di avanzo primario previsti per il 2014

venissero spesi per assumere subito 3 milioni di disoccupati e metterli al lavoro in numerose opere di

interesse collettivo - una tra tante: la messa in sicurezza delle scuole, ad esempio, visto che se ne parla -

qualcuno può essere sicuro che l'economia, l'occupazione e la questione del debito andrebbero peggio di

quanto non stiano andando al presente?

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L'ad: niente cassa integrazione Alitalia, 2200 fuori "Ristrutturazione difficile e dolorosa" Giuseppe Bottero e Marco Sodano A PAGINA 19 Piloti della compagnia di bandiera Che il prezzo da pagare in cambio dell'investimento di 560

milioni da parte di Etihad fossero almeno 2000 esuberi era noto da settimane, che l'annuncio dell'ad di Alitalia

Gabriele Del Torchio arrivasse durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto Enac e proprio

alla vigilia dell'incontro tra i sindacati e il governo, invece, se lo aspettavano in pochi. Non le sigle, che

parlano di «una scorrettezza grave», non i ministri Lupi e Poletti, che da tempo studiano il più complesso tra i

dossier. E invece Del Torchio mette nero su bianco i numeri dell'accordo: la «ristrutturazione sarà difficile e

dolorosa» dice, perché l'intesa prevede «oltre 2000 uscite», per la precisione «2200 esuberi strutturali,

all'interno dei quali si dovranno trovare opportuni meccanismi e forme di tutela». Quali? Il top manager

esclude che si possa ricorrere a cig a rotazione e solidarietà: «Queste persone purtroppo devono uscire. La

posta in gioco sono gli oltre 11 mila che resteranno». Se la partita occupazionale resta tutta da giocare (i più

colpiti dai tagli sono gli addetti ai servizi di terra), sembra invece sciolto il nodo sul futuro di Malpensa. Ieri

Lupi ha visto il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Il titolare

dei Trasporti ha garantito che lo scalo è «strategico» e un eventuale aumento del traffico non penalizzerà

Linate. Certo, a guardare la fotografia dell'Enac la situazione dei poli milanesi non è certo tra le più rosee:

anche nel 2013 lo scalo italiano più frequentato si conferma Fiumicino con 35,9 milioni di passeggeri. E

Malpensa e Linate insieme non raggiungono quota 28 milioni. Lo studio certifica anche la gran corsa di

Ryanair, sempre più vicina ad Alitalia. La compagnia irlandese, con 23 milioni di passeggeri, incalza il vettore

di bandiera, che si ferma sotto i 24 milioni. Al terzo posto si piazza Easyjet con 12,4 milioni. L'Enac conferma,

anche nel 2013, la crisi del trasporto aereo in Italia con una diminuzione dell'1,7% del numero dei passeggeri

sull'anno precedente. Tornando alla trattativa tra Ailtalia ed Etihad, in attesa che si fissi la data delle nozze, i

preparativi sembrano davvero a buon punto. «Questa alleanza complessa cui lavoriamo da tempo è un

progetto molto importante», spiega Del Torchio. «Non stiamo vendendo la compagnia ai potenziali partner di

Abu Dhabi», dice, e garantisce che la maggioranza dell'azionariato resterà in mani europee. Anche sul debito

sono stati fatti passi importanti. «Con le banche siamo molto avanti», dice l'ad. La soluzione su cui si

starebbe convergendo sarebbe la cancellazione di un terzo della quota di debito che Etihad vuole rinegoziare

e la conversione in azioni dei restanti due terzi. E intanto Intesa SanPaolo, primo azionista e maggior

creditore precisa i tempi della sua uscita. «Alitalia è un grande progetto industriale che, se come previsto,

tornerà a generare utili al 2017, sarà un'opportunità per tutti gli azionisti attuali e futuri: a partire da un arco

temporale in cui genererà utili, c'è la possibilità per noi di uscire dall'azionariato», afferma il consigliere

delegato Carlo Messina. Da parte del presidente di Mps Alessandro Profumo, invece, nessuna apertura: «Ho

la fortuna di fare il presidente del cda, per cui i problemi non li conosco finché non arrivano in consiglio.

Oppure li conosco, ma se non arrivano in cda non ne parlo».

1,3 milioni È il numero di passeggeri persi da Alitalia nel corso dell'ultimo anno: ma la compagnia resta leader

nei cieli italiani

Foto: I dipendenti dell'Alitalia più colpiti dai tagli saranno gli addetti ai servizi di terra Oggi l'incontro tra

sindacati e governo farà luce sul loro futuro

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 78

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Retroscena Poletti: tratteremo Ma il sindacato teme che scatti la mobilità Nel 2008 si decise la Cig in deroga con una legge ad hoc MARCO SODANO Ufficialmente il ministro del lavoro Giuliano Poletti, nel pomeriggio di ieri, non aveva ancora visto nel dettaglio

le carte dell'affare Alitalia-Etihad. Nei giorni scorsi aveva anche gettato il cuore oltre l'ostacolo,

preannunciando 2.500 esuberi, cifra più alta di quella fatta ieri dall'ad Gabriele Del Torchio. Eppure di fronte a

quella cifra i sindacati avevano mantenuto la calma: «Aspettiamo i numeri ufficiali». Ora che l'equazione è

scritta (fuori 2.200 persone per salvare gli altri 11mila posti), tocca correre ai ripari. Da un punto di vista

strettamente tecnico, al momento, le opzioni sono due: cassa integrazione in deroga o mobilità. Al ministero

del Lavoro lasciano intendere che certo, si tratterà ancora per capire se con Etihad ci sono margini per

migliorare le condizioni. Ma è chiaro che le speranze di mitigare le pretese della compagnia di Abu Dhabi

sono poche. Poi si tenterà, di concerto con lo Sviluppo economico, di esplorare la strada di una

«reindustrializzazione»: di trovare il modo di far fruttare le competenze del personale in esubero. Nei palazzi

del governo tutti hanno presente la forza emotiva che è capace di suscitare una rivolta nel popolo di Alitalia:

ricordano ancora la hostess che nel 2008 si fece ritrarre con un cappio al collo. Forse anche per questo a

parte Lupi, che ha spinto a testa bassa sull'affare Etihad, di Alitalia l'esecutivo ha cercato - fino ad ora di

parlare il meno possibile. La mobilità è lo scenario più temuto. Due anni con un assegno pari all'80%

dell'ultima retribuzione, che diventano tre per chi ha più di cinquant'anni: secondo la riforma Fornero la

mobilità cesserà di esistere nel 2017, gli ultracinquantenni rientrerebbero per un pelo. E nel frattempo - a

differenza della cassa integrazione in deroga - si perde il posto. Un cassintegrato, almeno in teoria, può

sempre rientrare. Chi è in mobilità no. E per quanti corsi di formazione si organizzino sembra davvero difficile

ricollocare un gruppo di lavoratori che ha un'età media alta, più vicina ai cinquanta che ai quaranta. Il

giuslavorista Giuliano Cazzola ricorda che nel 2008 gli esuberi furono risolti con una legge ad hoc che aprì la

strada della cig in deroga: «S'è fatto allora, non vedo perché non si possa rifare oggi». Chiaro che il confronto

di oggi con il sindacato non sarà facile: Del Torchio «si sbaglia di grosso - avverte Mauro Rossi (Filt Cgil) -:

dando per inevitabili duemila licenziamenti mentre le trattative con le banche sono ancora in corso». Rincara

la dose Giovanni Luciano (Fit Cisl): «non si è nemmeno degnato di comunicare gli esuberi a noi» prima che ai

giornali. Ci vorrebbe più rispetto, quei numeri sono persone. Noi dobbiamo salvare l'operazione, salvando le

persone. Scioperare? Mi verrebbe da dire di sì, ma cercheremo di agganciare queste persone allo sviluppo».

Sullo sfondo, le attività della società che Etihad ha appena acquisito per affidarle la gestione dei servizi di

terra. Adat gestirà la manutenzione degli aerei con la livrea Etihad e di quelli degli «equity allied partners».

Ma è chiaro che anche se dovesse nascere una filiale italiana 2.200 posti non ci saranno mai.

Foto: Giuliano Poletti è a capo del dicastero del Lavoro

10/06/2014 19Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 79

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Retroscena Ora Renzi scommette sull'Asia Missione in Vietnam, Cina e Kazakistan: un mercato che già oggi vale 40 miliardi di euro «Il nostro obiettivo èportare gli scambi commerciali da tre a cinque miliardi» ALESSANDRO BARBERA INVIATO A PECHINO L'ultima volta che un capo di governo italiano sbarcò ad Hanoi era il 1973. Matteo Renzi non era ancora nato,

nelle piazze italiane Ho Chi Minh veniva evocato come simbolo rivoluzionario. Chiedersi cosa spinga un

giovane premier cattolico a deporre una corona di fiori al mausoleo dell'eroe nazionale vietnamita è la traccia

per comprendere il senso della prima missione da ambasciatore del Made in Italy. Vietnam, Cina e poi il

Kazakistan: tre modi diversi di raccontare lo sguardo dell'Italia a Oriente. L'interscambio con il solo Vietnam

vale già quasi tre miliardi di dollari l'anno, Renzi punta a salire fino a cinque. Piaggio fa gran parte del

fatturato qui, Ariston ci ha trovato le opportunità che ormai l'Europa non offre più. Dopo lo stop dovuto alla

crisi globale il fatturato Italia-Cina l'anno scorso è risalito a 43 miliardi di dollari. Alberto Forchielli, uno che

l'Asia la conosce da vicino, invita a non farsi illusioni. «Renzi deve rinsaldare i rapporti transatlantici

dell'Europa con l'area Nafta, non aspettiamoci nulla da cinesi e asiatici, non vogliono integrarsi con noi». I

numeri confutano la sua tesi. L'integrazione economica c'è, ma è in larga parte interna al continente.

Secondo The Economist l ' interscambio commerciale nell'area asiatica è pari al 54 per cento delle merci, 25

anni fa era della metà. Il sistema bancario cinese scricchiola sotto il peso dei crediti inesigibili, la malattia in

comune con l'Europa. Ma come far finta di nulla di fronte all'unica area del mondo che quando rallenta cresce

del 7% l'anno, l'area che secondo gli analisti americani nel 2030 sarà più potente di tutto l'ex blocco

occidentale? In Europa c'è chi ha raccolto la sfida ben prima di noi. Dopo Apple, l'impresa che nel mondo fa il

fatturato più importante in Asia è Volskwagen, la terza è Bmw, la quinta è Daimler. Fin dagli anni settanta i

tedeschi capirono che l'Asia presto o tardi sarebbe diventata una straordinaria occasione di investimenti. La

classe media è una realtà in Cina, lo sta diventando ad esempio in Vietnam. Dove c'è il capitalismo di Stato la

piccola impresa italiana non ha molte chance, a meno di non presentarsi compatta. L'avevano capito Ciampi

e Montezemolo, che dieci anni fa portarono a Pechino e Shanghai la prima missione «di sistema» italiana.

Ma da allora non si può dire che la forza dell'economia italiana in Cina sia diventata irresistibile. Per fare la

differenza nell'export ci vuole massa critica, tanto più in un capitalismo pianificato come quello cinese. Invece

più del 90 per cento delle imprese italiane hanno una media di nove dipendenti. Due dati fanno dire ad alcuni

che c'è ragione per essere ottimisti. La prima è che il capitalismo di Stato non potrà durare per sempre.

Andrea Goldstein dell'Ocse si aspetta «un riequilibrio fra mercato e Stato». L'altro elemento sono le

similitudini. Xin Weihua è a capo della Shandong Wanbao, importante società di import-export: «L'80 per

cento dell'economia cinese è fatta di piccole imprese». Stavolta Renzi sbarcherà a Shangai e Pechino con un

centinaio di aziende. Un mese fa ha messo il cappello all'accordo fra Ansaldo Energia e Shangai Electric. A

Pechino ci saranno fra gli altri Unicredit ed Enel: quest'ultima ad aprile ha firmato un accordo con la State

Grid, il più grande distributore di energia cinese. Twitter @alexbarbera % % 2 12 % 4,8 7,6 6,7 9,2 7,5 12,4

8,5 5,6 11,9 11,2 15,3 14,9 9,6 7,8 5,7 24,5 CINA Import Export 9.852 23.135 (anno 2013) 2.177 674 (anno

2014) (anno 2013) 3.686 731 La Stampa su dati Istat e Fmi CON LA CINA VIETNAM Centimetri-LA STAMPA

Fonte: elaborazione Fonte: elaborazione Dati in milioni di euro Cuoio conciato e lavorato Cuoio conciato e

lavorato Prodotti chimici di base KAZAKISTAN L'Asia a confronto Dati % sull'export totale Macchine per le

industrie tessili Pompe, compressori, rubinetti Articoli in pelle (no abbigliamento) Altre macchine per impieghi

speciali Abbigliamento escluso pelliccia Macchine da miniera, cava e altre macchine per impieghi speciali

Macchine per il confezionamento Motori, generatori, trasformatori Motori a turbine, rubinetti, valvole

L'IMPORT E L'EXPORT ITALIANO Macchine automatiche per la dosatura, la confezione e imballaggio

Macchine per la formatura dei metalli TASSO DI CRESCITA DEL PIL REALE Macchine automatiche per la

dosatura, la confezione e imballaggio PRINCIPALI PRODOTTI ITALIANI ESPORTATI CON IL VIETNAM

10/06/2014 21Pag. La Stampa - Ed. nazionale(diffusione:309253, tiratura:418328)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 80

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CON IL KAZAKISTAN

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PARTITO L'AUMENTO IL TITOLO RINVIATO AL RIALZO (+20% TEORICO), IL DIRITTO PERDE IL 7% Mps schizza sull'ottovolante Luca Gualtieri Gli investitori puntano forte sull'azione (che non riesce a fare prezzo per tutta la seduta) e vendono le opzioni.

È l'effetto di un'operazione molto diluitiva che la Borsa ha avuto diffi coltà a gestire (Gualtieri a pag. 2)

Leggendo le condizioni dell'aumento di capitale da 5 miliardi del Monte dei Paschi c'era da aspettarsi l'exploit

borsistico di ieri, prima giornata dell'offerta. Le azioni di Rocca Salimbeni sono rimaste al palo per eccesso di

rialzo durante l'intera seduta e, solo dopo l'asta di chiusura, hanno segnato un prezzo di 1,848 euro (+20%),

mentre i diritti sono calati del 6,83% a 21,5 euro. A Piazza Affari insomma i valori delle azioni e dei diritti

parevano profondamente disallineati. La spiegazione sta nella struttura stessa dell'aumento che prevede

l'emissione di un enorme numero di nuovi titoli offerti nel rapporto di 214 ogni cinque posseduti. Ciò

determina tra l'altro un fortissimo effetto diluitivo: i soci che decidessero di non sottoscrivere l'aumento

potrebbero infatti veder diluita la propria partecipazione fino al 97,7%. Per questo oggi agli investitori

conviene vendere i diritti e acquistare le azioni, visto che l'impegno economico risulta minore e non si

aumenta troppo l'esposizione. Un'altra spiegazione andrebbe poi ricercata nelle ricoperture: «Chi aveva una

posizione corta sul titolo con l'avvio dell'aumento si ritrova ad avere una posizione short anche sui diritti e

quindi il livello di rischio assunto aumenta. È così che gli investitori iniziano a ricoprirsi su Mps», ha

commentato un analista di una primaria casa d'affari contattato dall'agenzia MF Dowjones. Questo fenomeno

interessa soprattutto chi ha venduto opzioni call sulle azioni. In questo caso infatti l'investitore dovrà

riconsegnare al cliente molti più titoli rispetto a prima, visto che il moltiplicatore del titolo alla base delle

opzioni aumenta vistosamente. Qualcosa del genere si è verificato negli anni scorsi in occasione degli

aumenti di capitale di Seat Pagine Gialle, Tiscali o Pirelli Re, anche se l'importo dell'operazione in quei casi

erano di gran lunga inferiori. Per questo la situazione è monitorata da vicino sia da Consob che da Borsa

Italiana. «Monitoriamo, in queste situazioni lo facciamo sempre. È un monitoraggio ordinario», ha spiegato il

presidente di Consob Giuseppe Vegas a margine dell'assemblea dell'Assolombarda. In mattinata invece Ftse

(il gruppo che gestisce la compilazione dell'indice di borsa), in consultazione con Borsa Italiana, ha

annunciato approfondimenti sulla «possibilità di rivedere le modalità di gestione dell'aumento» e ha avviato

una consultazione sul mercato. Comunicazioni erano attese nel primo pomeriggio, ma è possibile che siano

state rinviate a questa mattina. Fattori tecnici a parte, l'avvio dell'aumento è stato accolto positivamente dal

mercato e dalle case d'affari. Equita, ad esempio, ha aggiornato il target price di Mps post-stacco dei diritti da

30 a 1,9 euro. Gli analisti si aspettano per quest'anno ricavi totali in rialzo a 4,218 miliardi (3,957 miliardi nel

2013), una perdita netta in riduzione a 161 milioni (-1,439 miliardi nel 2013) con un core tier 1 al 10,4%.

Reazioni positive sono arrivate anche dai vertici della banca. In particolare, il presidente Alessandro Profumo

ha commentato: «È stata una buona partenza, ma ci sono anche motivi tecnici».A chi gli chiedeva se ci sia

interesse per l'operazione ha invece risposto: «Spero, di sì, Spero di sì, vedremo alla fine». Profumo, nel suo

intervento alla presentazione di un libro sulla Fiat, si è poi concentrato sulle scelte strategiche della banca:

«Parlando di aggregazioni non è importante l'italianità, la senesità o la milanesità. Sono cose assurde. È

importante la strategia di impresa dove hai successo coi tuoi punti di forza». Intanto il 6 giugno il Tesoro ha

formalmente acconsentito allo spostamento, dal primo luglio al primo agosto, della data di pagamento degli

interessi maturati per l'esercizio 2013 sui Monti bond. Gli strumenti matureranno comunque interessi dal

primo luglio alla data di riscatto, per un costo addizionale massimo stimato di circa 3 milioni. Il Tesoro ha

anche confermato a Mps la non applicabilità all'aumento di capitale in corso dei criteri di aggiustamento del

numero di azioni sottostanti i Monti bond. (riproduzione riservata)

MONTE PASCHI DI SIENA9 mar '14 9 giu '14 quotazioni in euro 1,848 € +20% IERI

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Foto: Alessandro Profumo Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/mps

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 83

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LA FINANZIARIA VALUTA DI NON DISTRIBUIRE DIVIDENDI 2013 ALLE HOLDING DI FAMIGLIA Fininvest, Berlusconi senza cedola Andrea Montanari Sul bilancio pesano i conti in rosso di Mediaset, Mondadori e Milan (Montanari a pag. 17) Sono giornate

frenetiche in Fininvest in vista dell'assemblea che dovrà approvare, probabilmente nell'ultima settimana di

giugno, i bilanci 2013. Il tema principale sul tavolo del presidente Marina Berlusconi è quello della

distribuzione o meno del dividendo alle holding che rappresentano le varie anime della famiglia. L'anno

scorso, nonostante la finanziaria di Via Paleocapa avesse chiuso i conti del 2012 con un rosso di 285 milioni

venne deciso di far ricorso alle ingenti riserve per garantire al fondatore Silvio, ai figli di primo letto, Marina e

Pier Silvio, e a quelli avuti in seconde nozze, Barbara, Eleonora e Luigi, un cash totale di 93,6 milioni. Questa

volta, invece, secondo più fonti finanziarie consultate da MF-Milano Finanza, la scelta dovrebbe essere

differente. Si opterà per la politica della cedola-zero. Perché nonostante la ricca disponibilità (i 199 milioni di

cassa del 2012 dovrebbero essere lievitati a 300 milioni) c'è da far fronte ad alcune poste di bilancio che

porteranno molto probabilmente in rosso sia i conti a livello civilistico sia quelli a livello consolidato. Il 2013

per la spa è l'anno della contabilizzazione a conto economico della somma già versata nel 2011 (e alla quale

si è fatto fronte con una riserva ad hoc) alla Cir per il Lodo Mondadori: 491 milioni. Di contro, proprio dalla

finanziaria dei De Benedetti lo scorso autunno sono arrivati 70 milioni come storno post sentenza della

Cassazione. Sempre alla capogruppo poi è arrivato un robusto flusso di denaro dalla partecipata

Mediolanum. Dapprima, a novembre, con l'incasso dell'acconto dividendo (10 cent per azione per un

controvalore di 26,3 milioni) garantito dal gruppo bancarioassicurativo gestito dalla famiglia Doris. E poi, a

ridosso dello scorso Natale, dalla stessa gallina dalle uova d'oro è arrivato un assegno da 253 milioni per la

cessione del 5,61% della quota storicamente detenuta da Fininvest e oggi scesa al 30%. In totale di tratta di

280 milioni che sommati ai 70 milioni ottenuti da Cir portano a un saldo di 350 milioni. Contro però i quasi 500

milioni usciti definitivamente per il Lodo. Quindi il saldo per la spa dovrebbe essere negativo. A livello di

bilancio consolidato, invece, la finanziaria dei Berlusconi dovrà fare i conti col primo rosso della storia di

Mediaset (235 milioni) che non ha neppure distribuito la canonica cedola (48,5 milioni nel 2012 e 161 milioni

nel 2011), per la perdita registrata da Mondadori (185,4 milioni) e quella ormai abituale del Milan (15,7

milioni) che sarà in rosso pure quest'anno e che obbligherà Fininvest a mettere sul piatto complessivamente

circa 50 milioni. Anche perché Berlusconi senior vuole tornare a contare in Italia e in Europa. E dovrà

spendere. (riproduzione riservata)

Foto: Marina Berlusconi Silvio Berlusconi Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/fininvest

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IL NUOVO CORSO Enel cala il tris per tagliare il debito In vendita Romania, Russia eSlovacchia Angela Zoppo Enel cala il tris per tagliare il debito In vendita Romania, Russia e Slovacchia (Zoppo a pag. 12) L'Enel di

Francesco Starace guarda a Est per le prossime dismissioni. Non solo Russia, dove ha già ceduto la

partecipazione in Severenergia, ma anche Romania e soprattutto Slovacchia (come anticipato da MF-Milano

Finanza del 13 maggio scorso). Nell'elenco figurerebbero infatti Slovenske Elektrarne, la genco russa Ogk-5

e le società di distribuzione rumene. L'obiettivo dichiarato è in continuità con la precedente gestione di Fulvio

Conti: portare l'indebitamento da 41,5 a 37 miliardi, un traguardo che la cessione di pezzi pregiati come Sse e

Ogk-5 consentirebbe di raggiungere agevolmente. Secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux, infatti, gli asset

russi valgono 2,86 miliardi e quelli dell'est Europa, Slovacchia in testa, addirittura 4,7 miliardi di euro. La

valutazione della sola Sse, condivisa da altre banche d'affari come Equita e Fidentiis, è compresa fra 3 e 4,5

miliardi. Enel, che controlla il 66%, l'ha pagata 839 milioni di euro nel 2006. Contribuisce anche il via libera di

Bratislava al nuovo piano d'investimenti. Sse è tornata così ad accendere l'interesse di Cez, utility ceca tra le

maggiori in Est Europa, e della russa Rosatom. Anche Mediobanca Securities include nelle attività che il

nuovo management di Enel metterà sul mercato gli asset in Europa orientale, ma attribuisce questa decisione

anche ad alcune criticità: la debolezza dei prezzi (Slovacchia), o i blocchi tariffari (Russia). In effetti, al di là

dell'indiscutibile appeal e delle valutazioni da capogiro, qualche problema c'è, e il neo ad Starace dovrà

metterlo in conto al tavolo delle trattative con i potenziali acquirenti. Ogk-5, per esempio, è stata

pesantemente svalutata. Da un valore di libro di oltre un miliardo di euro del 2011 si è passati in due anni ad

appena 263 milioni di euro, «a seguito dell'ulteriore contrazione prevista nella stima dei flussi reddituali futuri

in seguito al perdurare dei segnali di rallentamento della crescita economica e alla conseguente contrazione

nelle previsioni di crescita dei prezzi a medio termine nel mercato russo». Segnali positivi, però, non

mancano. Gli operatori del settore, quindi anche Ogk-5, sono stati chiamati a elaborare una proposta di

riforma del mercato dell'energia allo stesso tavolo del governo e, intanto, il mol dell'ex genco di Putin è salito

a 399 milioni di euro. Luci e qualche ombra anche per gli asset rumeni, da ormai un anno al centro di un

arbitrato con la statale Electrica Sa, che imputa ad Enel presunte violazioni del contratto stipulato nel 2007

all'atto dell'acquisto da parte del gruppo italiano dell'ex utility pubblica Ems (Electrica Muntenia Sud). Electrica

Sa chiede circa 800 milioni, ma il reale ammontare della vertenza è molto distante da quella cifra, circa 300

milioni di euro.Il procedimento arbitrale è tuttora in corso a Parigi, sede della Camera di commercio

internazionale (Icc). (riproduzione riservata) An vo su or de

Foto: Francesco Starace Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/enel

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 85

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intervista PARLA IL MANAGER Guerra: Renzi è partito bene ma ora la sfi da è far ripartire i consumiinterni Andrea Cabrini Guerra: Renzi è partito bene ma ora la sfi da è far ripartire i consumi interni (Cabrini a pag. 6) LASS L'Italia?

È pronta a ripartire grazie anche al nuovo clima creato dal governo Renzi. Che cosa la frena ancora? L'euro

forte e i deboli consumi interni, che rappresentano la prossima, vera sfida. Parola dell'amministratore

delegato di Luxottica Andrea Guerra, uno dei manager italiani più apprezzati e, si dice, più vicini al nuovo

premier. Domanda. L'euro forte sta danneggiando l'export italiano? Risposta. L'euro a questi livelli per noi è

molto faticoso mentre per i tedeschi è una banalità. Ritengo che non ci sia un motivo perché l'euro debba

essere così forte. In questi anni non c'è stata solo una crisi, ma una fermata totale dell'Italia, tuttavia in questi

ultimi anni abbiamo costantemente esportato di più. Adesso la partita si giocherà sul campo dei consumi

interni, sul cui fronte gli ultimi dieci anni sono stati terribili. D. Che cosa serve per sbloccare il potenziale

dell'Italia? R. La riduzione del credito bancario ha portato problemi, ma ci ha anche consentito di accorgerci

del fatto che in Italia eravamo abituati male; nessun altro Paese presenta un così intenso ricorso al credito

bancario. Abbiamo tante aziende nate in tanti piccoli borghi che hanno costruito relazioni meravigliose con la

banca sotto casa. Ma oggi è fondamentale pensare a modalità per aprire l'assetto patrimoniale delle imprese:

si parla di ipo e di ingresso di nuovi soci. Mi sembra che non si stia dando sufficiente pubblicità all'operazione

sui minibond. Il mondo delle obbligazioni è fondamentale per le pmi. D. Quanto è importante continuare a

investire per competere a livello globale? R. Tante meravigliose aziende italiane hanno creato prodotti,

innovazione, processi produttivi, strutture organizzative, ma spesso si sono scordate del marchio. Siamo

sicuri che abbiano davvero trasferito il valore del marchio ai prodotti e ai servizi? Questo è un grande salto in

avanti da fare. D. Google è venuto a cercare Luxottica per produrre i Google Glass del futuro. Che cosa vi

insegna il rapporto con l'azienda che sta guidando la rivoluzione digitale globale? R. Non so quanto

fattureremo con questa operazione, però è il progetto ci consente di osservare da vicino come questi nuovi

protagonisti vedono il mondo. D. Il governo Renzi sembra aver cambiato il clima in Italia. Crede che sia

veramente la «svolta buona»? R. L'Italia è un Paese fantastico, che segue le caratteristiche personali dei suoi

leader, a volte anche in modo esagerato. Detto ciò, penso che alcune cose giuste siano state fatte. Gli 80

euro per tantissime famiglie sono una vera boccata di ossigeno. Spero sia l'inizio di tante altre cose.

(riproduzione riservata)

Foto: Andrea Guerra

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 86

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INTERVISTA PARLA IL FINANZIERE Tamburi: Matteo e SuperMario? Due macchine da guerra per sbloccarel'Italia Laura Bonadies e Danilo Caselli MF DOWJONES (Bonadies e Caselli a pag. 5) Due macchine da guerra. Così Giovanni Tamburi, presidente e ad dell'omonimo

gruppo, definisce il presidente della Bce, Mario Draghi, e il premier italiano, Matteo Renzi. Per l'imprenditore il

premier ha la determinazione e il coraggio necessari a dare una scossa al Paese; Draghi, dal canto suo, ha

interpretato al meglio la fase economicofinanziaria dell'Europa, facendo scelte che hanno ridato fiducia ai

mercati. Domanda. La scorsa settimana al meeting dei Giovani di Confindustria a Santa Margherita sono

tornati i politici, negli ultimi anni non ben visti. È tornata anche la finanza di cui lei è esponente. Perché?

Risposta. In passato sono stato invitato ma non ho mai voluto essere presente. Quest'anno, vista la spinta di

Marco Gay (presidente dei Giovani di Confindustria, ndr), mi è sembrato giusto esserci. D. Ci sono diversi

giovani in politica. I nomi della finanza sono antichi. Non ci sono giovani De Benedetti, o giovani Tronchetti. È

la fine di un ciclo? R. Il mondo cambia, e certe famiglie non sono più molto presenti nelle imprese. E ciò che

noi come Tip facciamo sarebbe impossibile se dominassero banche e finanza. Non siamo giovani ma

rappresentiamo un modello del tutto nuovo rispetto al passato. D. Mario Draghi presidente della Bce, Matteo

Renzi premier, Italia fortunata? R. Sì. I giovani oggi hanno il vantaggio di avere due macchine da guerra:

determinati, coraggiosi, competenti. D. Cosa la convince di Renzi? R. La determinazione, il coraggio, la

chiarezza. Mi piace che si dia una scadenza al mese per i provvedimenti. Un rigore e una disciplina che non

ho visto in alcun governo degli ultimi 50 anni. D. L'ultima mossa di Draghi non poteva essere fatta prima? R.

Ha dovuto discutere e mediare con Berlino. Sono trattative che richiedono tempo. Non credo che un mese

prima o dopo possa cambiare la vita a qualcuno. D. Ma l'effetto sull'euro della manovra di Draghi sinora è

stato zero. R. Gli americani sono molto più forti della Bce nel difendere la valuta. E gli Usa hanno capito che

la ripresa in America si sostiene con un cambio con l'euro tra 1,35 e 1,40. Ma per me la moneta unica

chiuderà l'anno a 1,30. D. È auspicabile una modifica della Costituzione europea che dia alla Bce gli stessi

poteri della Fed? R. Assolutamente sì. Per i tedeschi non sarà facile da digerire, ma l'Europa non è la

Germania. D. Si uscirà dall'euro? R. Impossibile. Non conviene a nessuno. I primi a non volerlo sono i

tedeschi. Se escono i Paesi periferici il costo più alto lo pagano le banche internazionali. D. Sulla crisi

europea, Brunetta parla di golpe e Tremonti di complotto contro l'Italia. Lei cosa pensa? R. Sbagliano

entrambi. Logico che ci fossero delle forze, dentro e fuori dell'Italia, che spingevano per sostituire il governo

Berlusconi. Qualsiasi benpensante in Europa si era convinto che ciò fosse necessario, non avendo quel

governo fatto il minimo indispensabile. D. Comunque, tante aziende chiudono e la disoccupazione giovanile è

al record. R. C'è da dire che 120 mila imprese sono saltate perché dovevano. Ma l'export continua a salire.

C'è di che essere ottimisti. D. Tre cose da chiedere a Renzi? R. Privatizzazioni, interventi sulla Pubblica

Amministrazione, sgravi fiscali alle imprese che investono. D. I Giovani confindustriali chiedono il rientro in

Italia delle imprese emigrate a caccia di manodopera low cost. Lei condivide? R. Lo stiamo già facendo.

Interpump aveva aperto due fabbriche in Cina ma tra inflazione, costo del lavoro e difficoltà di trasporto,

meglio riportare in Italia certe produzioni. (riproduzione riservata)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 87

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Draghi s'è mosso, ora tocca ai governi e alla Commissione Ue Angelo De Mattia Alla decisione, da parte della Bce, delle misure ordinarie e straordinarie del 5 giugno sono seguiti i commenti

di stampa e le dichiarazioni di banchieri in Italia e nella zona-euro. Organi di stampa tedeschi non hanno

nascosto il malumore di alcuni ambienti e in particolare del mondo delle casse di risparmio, che additano il

rischio di una minore remunerazione dei depositi della clientela in conseguenza principalmente della

penalizzazione di quelli costituiti dagli istituti presso la Bce. Per la verità non si capisce come questa misura

possa influire sui tassi a favore dei risparmiatori, se non ritenendo che le casse non siano in grado di

ipotizzare allocazioni alternative e più favorevoli, che non dovrebbero essere difficili. Si è registrata poi la

posizione del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che ha criticato il riferimento di Mario Draghi,

nella conferenza-stampa successiva alla riunione del consiglio, ad altre possibili misure della Banca centrale,

se necessario. Secondo Weidmann non vi sarebbero motivi per adombrare altri interventi, non appena sono

stati assunti quelli straordinari del 5 giugno. E invece Draghi ha fatto benissimo a far sapere che con questi

ultimi la Bce non ha esaurito le munizioni. La possibilità dell'incombenza di interventi dell'Istituto monetario è

una condizione necessaria per la politica monetaria, anche se essa ha scelto la linea di orientare il mercato.

Nel complesso, nell'euro-zona e nell'Unione si è oscillato tra elogi sperticati alla Bce di Draghi e critiche

perché essa terrebbe d'occhio di più i paesi mediterranei, tra i quali l'Italia: il che non è affatto vero se non

altro perché nei giorni successivi all'assunzione delle misure in questione la stessa Germania ne ha tratto

beneficio per il minore onere per il finanziamento del Tesoro. Quanto all'Italia, un primo fatto degno di nota è

l'adesione piena dei banchieri alle decisioni anzidette. Si sono succedute, in effetti, dichiarazioni di

incondizionato apprezzamento dell'opera compiuta da Draghi. Ma dalle banche e dai loro esponenti è da

attendersi altro dalle lodi. Occorre che essi dicano come concretamente agiranno dopo le misure varate.

Meno parole e più fatti. Sarebbe opportuno che i vertici degli istituti esaminassero subito il nuovo contesto

normativo e si mettessero al lavoro per realizzare, non appena sarà attuata, la Tltro per complessivi 400

miliardi, la quale intende, come noto, fare affluire i prestiti alle imprese e alle famiglie. Poiché, in astratto,

sarebbe possibile una elusione, considerato che l'onere della penalizzazione per la mancata erogazione,

nelle modalità e quantità previste, sarebbe inferiore ai vantaggi che si percepirebbero da un impiego, da parte

delle banche, diverso da quello prescritto, allora sarebbe opportuno che agisse anche la leva della Vigilanza

in queste situazioni. In una fase straordinaria non si vede perché non debba esservi una cooperazione tra

politica monetaria e funzioni di Vigilanza. Le due attribuzioni restano nettamente distinte; non sussistono

pericoli di commistioni improprie. Ma ripercorrere la stessa vicenda della crisi finanziaria globale e, poi, di

quella europea, costituisce un insegnamento perché dalla distinzione non si passi alla separatezza.

L'impiego, già in una prima fase, della leva della Vigilanza, in alcuni paesi, per finalità di politica monetaria

sarebbe stato quanto mai opportuno. Del resto, la storia bancaria italiana degli anni 60, 70 e 80 del 900 è

densa di casi di impiego di istituti di Vigilanza per obiettivi monetari. Sarebbe opportuno che la Bce si

attrezzasse anche in questo versante, dunque. Il 6 giugno è poi stato confermato da Standard & Poor's il

giudizio sull'Italia, che non è certo esaltante, contro l'attesa di una revisione almeno dell'outlook, anche se la

valutazione è stata accompagnata da considerazioni di prospettiva favorevoli nei confronti del governo Renzi.

Appare tuttavia difficile che si possa sostenere che nella politica economica e di finanza pubblica non vi siano

novità. Chi scrive le giudica ancora insufficiente, ma comunque sono innegabili le innovazioni. È, però, inutile

qui, ripetere le necessarie critiche nei confronti delle agenzie di rating. Manca ancora, a livello comunitario,

una solida disciplina di queste agenzie, anche con riferimento ai controlli sul loro operare. Ma, soprattutto,

non si è ancora deciso, nonostante che si tratti di una misura diffusamente sostenuta, di escludere l'obbligo di

assoggettamento al rating di tali società disposto da diverse normative, in specie nel campo bancario. Si

spera che almeno questo passo venga fatto una buona volta. Il post-decisioni della Bce richiederebbe poi

10/06/2014 4Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 88

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misure di altri soggetti ad ampio raggio. A maggior ragione adesso quando i differenziali Btp-Bund calano in

maniera sensibile, attestandosi al livello di tre anni fa, come dimostra il dato di ieri. Un riverbero anche dei

deliberati della Bce, sulla scia dei quali andrebbe rafforzata l'azione riformatrice e modificati alcuni

insostenibili vincoli europei. (riproduzione riservata)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 89

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UN'ANALISI DI SOCGEN STIMA L'IMPATTO DELLE MISURE ANNUNCIATE DA DRAGHI IL 5 GIUGNO Bce, alle banche aiuto da 10 mld Gli istituti pagheranno meno i clienti retail e istituzionali per la raccolta. Dalle Tltro avranno fondi per 300-350miliardi (75 miliardi per le italiane). L'incognita è se il beneficio arriverà poi alle imprese Francesco Ninfole Le misure Bce produrranno un beneficio per le banche di circa 10 miliardi di euro in termini di minori costi

della raccolta retail e all'ingrosso. È questa la prima stima di Société Générale a proposito delle novità

annunciate da Mario Draghi il 5 giugno. In attesa di capire quali saranno le conseguenze per imprese e

economia, il primo passo è analizzare l'impatto sulle banche (si veda anche Milano Finanza in edicola).

Grazie alla maggiore liquidità in circolazione, offerta dalla Bce a basso costo, le banche pagheranno meno i

clienti retail e istituzionali per i depositi e la raccolta. Così SocGen arriva alla stima di un guadagno di 10

miliardi. L'effetto finale sarà legato alle decisioni degli investitori, che potrebbero spostare il denaro altrove. Il

maggiore beneficio, secondo gli analisti, sarà per gli istituti dei Paesi periferici. La sfida chiave per la Bce però

riguarda il passaggio successiva: i minori costi si trasferiranno poi ai clienti finali (soprattutto le imprese)?

Finora il meccanismo di trasmissione dei tassi si è inceppato proprio nei Paesi più colpiti dalla crisi, nei quali

le aziende hanno continuato a pagare tassi elevati per i prestiti, nonostante i tagli Bce. Ora c'è margine

perché la situazione cambi. Restano però alcune incognite. Il credito dipende da molti fattori, a cominciare

dall'elevata rischiosità (le sofferenze restano ai massimi), dall'asset quality review in corso e dalla domanda

delle imprese. A settembre e dicembre le banche non dovrebbero prendere dalla Bce tutti i 400 miliardi offerti

da Draghi, ma solo 300-350 miliardi secondo SocGen. La partecipazione sarà alta per le banche dei Piigs,

che sposteranno la liquidità delle due Ltro triennali nelle nuove Tltro a scadenza quadriennale. Per esempio i

gruppi italiani hanno ancora circa 184 miliardi da restituire alla Bce entro febbraio 2015: potranno invece

riprendere un importo inferiore, fino a massimo 75 miliardi (perché le nuove Tltro hanno un limite pari al 7%

dei prestiti a soggetti non finanziari, mutui esclusi). Nella stessa situazione si trovano le banche dei Paesi

Piigs, che di conseguenza potrebbero prelevare il massimo importo possibile nelle due Tltro di settembre e

dicembre, per un totale di 155 miliardi. Ma secondo SocGen anche le banche dei Paesi più solidi

rinnoveranno i rifinanziamenti Ltro in corso (95 miliardi) e poi potrebbero richiedere altri 50-100 miliardi,

attirati dalle condizioni favorevoli. Si arriva così a 300-350 miliardi complessivi. Ulteriori risorse potranno

essere raccolte trimestralmente, da marzo 2015, per importi fino a tre volte i prestiti netti. Se le banche non

aumenteranno il credito, come richiesto dalla Bce, dovranno restituire il denaro nel 2016 invece che nel 2018.

(riproduzione riservata)

Foto: Mario Draghi

10/06/2014 4Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 10/06/2014 90

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SCENARIO PMI

10 articoli

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Assemblea Assolombarda LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE Rocca: impresa e riforme per la crescita «Adottiamo il modello tedesco dei Länder: poche competenze centralizzate e molte sul territorio» LEREAZIONI Maroni: il Governo cambi il patto di stabilità, i sindaci lombardi hanno in cassa otto miliardi chepossono essere investiti subito Luca Orlando MILANO

«Sarà un successo, nonostante tutto».

Il cuore del ragionamento di Gianfelice Rocca è in fondo qui. In una professione di ottimismo "ragionato",

nello specifico legata all'Expo ma che più in generale si estende alla capacità del paese di ritrovare

competitività e crescita.

Nonostante tutto. Perché Rocca, alla sua seconda assemblea annuale davanti agli imprenditori di

Assolombarda, non nasconde i tanti problemi e ostacoli che ancora affliggono l'Italia: dal fisco alla burocrazia,

dalla debolezza del mercato interno alla corruzione, dal malfunzionamento delle autonomie locali alle

lentezze della giustizia.

L'ottimismo del presidente di Assolombarda, la sensazione che questa possa essere la volta buona per le

riforme viene anzitutto dal risultato elettorale, con gli italiani che tra «disperazione e azione hanno scelto con

il voto la seconda strada». Un recupero possibile tenendoci sempre agganciati all'Europa, in cui «se facciamo

i compiti possiamo restare a testa alta».

Già, i compiti.

Perché la strada da fare resta lunga, e lo slogan che Rocca lancia in assemblea, «riprendiamo in mano il

nostro destino», conferma la necessità di invertire un trend di declino che ha visto il paese veder crescere di

40 punti il costo del lavoro unitario rispetto alla Germania, sperperando in maggiore spesa corrente ogni

beneficio legato all'ingresso nell'euro. Per liberare le risorse di cui il paese dispone - spiega - servono dunque

riforme, a partire da una profonda riorganizzazione dello Stato che punti sul decentramento "responsabile":

poche attività gestite centralmente (energia, infrastrutture) e molte competenze decentrate, attivando però

controlli preventivi ed eventuali commissariamenti per regioni e comuni che «sgarrano», anche alla luce

dell'uso «indecoroso» fatto da alcune realtà della propria autonomia. Sulla riforma del Titolo V, dunque, «si

gioca la sfida più importante», con l'auspicio di guardare al modello tedesco basato sui Länder e forti città

metropolitane più che sullo schema francese. Altri tasselli necessari sono cambiamenti nel mercato del lavoro

valorizzando la contrattazione aziendale e i salari di produttività; la riforma della burocrazia, con la produzione

di leggi semplici e chiare; la delega fiscale, con la necessità di semplificare e ridurre gli oneri smantellando

«quel museo degli orrori cui sono sottoposte le imprese». Ma ripresa non vi sarà senza aver prima riportato

l'azienda al centro delle politiche, perché «senza le imprese, senza gli animal spirits degli imprenditori, non si

va da nessuna parte». E qui occorre il contributo di tutti, «non si può guardare Renzi dall'esterno per vedere

se ce la fa, noi siamo parte del problema e della soluzione». Il metodo proposto è quello di riforme dall'alto e

altre "dalla base", ad esempio attraverso i 50 progetti avviati da Assolombarda per rilanciare la competitività

del sistema attraverso la ricerca, l'internazionalizzazione, il miglioramento del sistema del credito e dei

pagamenti. «E a breve - aggiunge Rocca in conferenza stampa - apriremo anche uno sportello per aiutare le

imprese a combattere la corruzione». Che non danneggia solo le imprese ma come ricorda il sottosegretario

Graziano Delrio, è forse alla base della sconfitta italiana per Cortina 2019, decisione presa proprio nel bel

mezzo della nuova bufera sul Mose.

Anche Rocca, come Squinzi, ribadisce che «i disonesti devono essere scacciati dalle nostre file, perché chi

corrompe rovina la vita di imprese e famiglie, per le quali invece legalità vuol dire sviluppo». L'Expo, che

continua a rappresentare per il paese un'occasione straordinaria, sarà comunque un successo, nonostante

«la crescente incapacità dello Stato e delle procedure pubbliche di realizzare grandi infrastrutture rispettando

10/06/2014 4Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 92

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tempi e programmi».

Rocca chiede una rivoluzione etica, oltre che uno snellimento delle regole, e di fronte al dilemma "fuori

Maltauro-avanti con l'Expo", chiede di dare comunque priorità alla conclusione dei lavori.

Ottimista sull'Expo, così come sulle prospettive del territorio è anche il sindaco di Milano Pisapia, secondo

cui gli ultimi dati del Pil lombardo offrono indicazioni positive. «Ora la priorità - ha aggiunto - è dimostrare che

non siamo un popolo di corrotti, imbroglioni e millantatori e che pochi malfattori non possono cancellare e

annullare l'impegno dei molti che si impegnano quotidianamente».

Segnali di ripresa sono visibili anche per il Governatore Roberto Maroni che invita il Governo a supportare la

Regione nelle politiche di rilancio. «Chiederò al Governo - spiega Maroni - di intervenire sul patto di stabilità

perché i sindaci lombardi hanno 8 miliardi di euro in cassa che potrebbero diventare una leva straordinaria

per l'economia». Ma il clima generale, a dispetto dei problemi, resta improntato ad un cauto ottimismo.

Nonostante tutto.

Gli ultimi dati - spiega Rocca - indicano i primi segnali di ripresa e questo apre una finestra di opportunità,

che si innesta su una «grande voglia di fare nel Paese».

Che in sintesi, significa riprendersi in mano il proprio destino.

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LE ECCELLENZE DI MILANO 8,5 milioni

L'area metropolitana

Milano è al centro di un'area supermetropolitana, che nel raggio di 60 chilometri connette 8,5 milioni di

persone. Un'area in cui si addensa il 25% del valore aggiunto manifatturiero italiano e il 25% dell'export totale

del paese

8

Le università

Milano è sede di otto università, con 45 facoltà e 184mila studenti di cui 13mila stranieri, che nel 2013,

percentualmente, sono cresciuti di più rispetto all'Italia. Milano, con 285 centri di ricerca, esprime il 24% dei

brevetti italiani

Foto: La platea. Uno scorcio del pubblico presente, ieri, all'assemblea di Assolombarda all'Hangar Bicocca di

Milano

10/06/2014 4Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 93

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Rapporto Banca d'Italia. Ricette anti crisi EMILIA ROMAGNA La svolta «hi-tech» della via Emilia BOLOGNA

L'industria emiliano-romagnola esce affaticata dai sei anni di recessione e da un 2013 che ha visto scendere

ulteriormente valore aggiunto (-2,5%), ordini (-3,3%), produzione (-2,7%), prestiti (-3,8% quelli alle imprese) e

occupazione (-1,6%, con un tasso di disoccupazione da record storico: 8,5% in media e 21,3% tra i giovani).

«Nonostante tutto la nostra industria ha continuato a investire in tecnologie e nuovi mercati e questo fa sì che

oggi sia pronta a riagganciare la ripresa», sono le parole con cui Renzo Orsi, presidente della Scuola di

Economia dell'Alma Mater, ha aperto il pomeriggio di presentazione del Rapporto Bankitalia sull'economia

regionale. Confortato dalle previsioni Prometeia-Unioncamere che parlano per il 2014 di un ritorno in positivo

del Pil emiliano-romagnolo a +1,6%, ben oltre il +1,2% dell'Italia, in grado di riverberarsi anche sul mercato

del lavoro.

Parla invece di dati «preoccupanti» il direttore della Banca d'Italia di Bologna, Fabrizio Trimarchi, di fronte ai

108mila giovani Neet che oggi vivono lungo la via Emilia, al calo di imprese del 2% nell'ultimo anno e a un

export che pur crescendo (+2,6% nel 2013) lo fa assai meno della domanda mondiale. «Il bicchiere resta

comunque mezzo pieno», ribatte l'economista di Parma Franco Mosconi, perché gli alti e bassi non intaccano

l'eccellenza regionale basata sul modello a rete dei distretti. «L'Emilia-Romagna resta una delle pochissime

regioni italiane che assomigliano a un Land tedesco, con un valore aggiunto derivante dalla manifattura del

25% e un pari peso in termini di addetti (in calo, però, rispetto al 30% del 2001, ndr), con una vocazione

all'export risalita al 35,8% del Pil (dal 28% del 2009) e con specializzazioni industriali affini alla Germania». La

metà dei 30 miliardi di valore aggiunto manifatturiero dell'Emilia arriva dalla meccanica. E su 50 miliardi di

export 28 sono relativi a prodotti meccanici. «Quel che più conta - aggiunge Mosconi riprendendo un

passaggio del Rapporto Bankitalia - è il cambiamento profondo in atto nella manifattura della via Emilia verso

produzioni a più elevato contenuto tecnologico, in controtendenza rispetto alla media nazionale e in linea

invece con le regioni europee più hi-tech».

Da qui le attese di una risalita degli investimenti nel corso del 2014 e di un rafforzamento dei segnali di

ripresa dopo nove trimestri consecutivi di segni meno che hanno scalfito anche l'isola felix lungo il Po.

I.Ve.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Bankitalia

Il trend

Andamento 2013 dell'industria emiliano-romagnola (var % su base annua) e indicatori di attività

10/06/2014 12Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 94

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Made in Italy. Il gruppo tessile di Bergamo è già leader mondiale nei tessuti per camicia di fascia alta Albini debutta nelle cravatte Il ceo Silvio: «Il lancio attraverso Thomas Mason rilevato nel 1992» Giulia Crivelli «Fino a poche stagioni fa si percepiva una sorta di frattura generazionale: i giovani pensavano alla cravatta

come parte di una divisa, cara ai loro padri e nonni. Ma le cose cambiano e noi vogliamo incoraggiare questo

mutamento, esserne parte. Le cravatte, i papillon, le pochette sono un accessorio che oggi le giovani

generazioni scelgono, con il quale arricchire il proprio look o giocare con il proprio guardaroba».

È con questo entusiasmo che Silvio Albini, presidente dell'omonimo gruppo di tessuti di alta gamma,

presenta il primo progetto di prodotto finito, che sarà presentato al Pitti Uomo a partire dal 17 giugno. «Per

ora è una produzione di nicchia e per lanciarla abbiamo scelto il marchio Thomas Mason, acquisito nel 1992

e sinonimo di tessuti per camicie di altissima qualità, destinati a chi poi confeziona capi su misura - spiega

Albini, che rappresenta la quinta generazione del cotonificio fondato in provincia di Bergamo nel 1876 -. Per

presentare i nostri primi accessori abbiamo scelto Pitti Uomo perché credo sia la vetrina migliore al mondo

per i prodotti maschili e i buyer che la visitano sanno di trovare qualità e innovazione. Vengono a Firenze

perché vogliono essere stupiti: noi lo faremo anche grazie a tessuti molto particolari sia per quanto riguarda la

composizione, sia per le fantasie, e sia, nei papillon, per le forme».

Nel 2013 il fatturato del gruppo Albini ha sfiorato i 130 milioni, con un export superiore al 70 per cento.

«Calcolando che molti nostri clienti italiani di tessuti per camicie sono a loro volta grandi esportatori, la

percentuale di export dei tessuti Albini diventa ancora più alta e siamo orgogliosi di portare il made in Italy nel

mondo - prosegue il presidente del gruppo -. I cotoni migliori, come il Giza 45o il Giza 87, sono egiziani e, per

la linea che portiamo al Pitti, abbiamo usato inoltre pregiatissimo lino della Normandia. Ma il know how

manifatturiero è lombardo al 100% e negli ultimi due anni abbiamo investito molto negli stabilimenti, per avere

impianti tecnologicamente all'avanguardia ed essere pronti ad affrontare nuovi mercati e inedite sfide

produttive: nel 2012 ad esempio siamo entrati nel segmento dei tessuti per camicie da donna».

Anche dal punto di vista della comunicazione le cravatte "Thomas Mason by Albini" sono un progetto

innovativo: «Quando lo abbiamo comprato, il marchio aveva già quasi 200 anni di storia, perché nacque in

Inghilterra nel 1796: i connoisseur di camicie su misura lo hanno sempre considerato un punto di riferimento.

Noi abbiamo acquisito anche l'archivio, 700 volumi di campioni di tessuto, e abbiamo creato un fil rouge tra

l'heritage inglese e il gusto, lo stile e l'eccellenza manifatturiera italiane».

A partire da agosto Barney's - uno dei più esclusivi department store di New York - e Brian&Barry di Milano

avranno una capsule delle cravatte e papillon in anteprima, che nei mesi successivi saranno nei migliori

multimarca del mondo. «Il 2014 è iniziato bene, nonostante il supereuro, che continua a penalizzarci molto -

conclude Albini -. Ma negli Usa c'è una forte ripresa e comunque il nostro segreto è sempre stato quello di un

portafoglio mercati diversificato: siamo in 80 Paesi e quest'anno, quasi certamente, apriremo nuovi mercati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto: Heritage. Le cravatte e i papillon Thomas Mason, marchio inglese acquisito dal gruppo Albini nel 1992 e

nato nel 1786

10/06/2014 16Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 95

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Nordafrica. Il mondo del business vede con una certa fiducia la nuova era che si è aperta con l'elezione di al-Sisi alla presidenza Egitto, investitori esteri più tutelati Cancellata la norma che aveva fatto impennare i contenziosi con le imprese straniere INCERTEZZA DAELIMINARE Diverse aziende italiane hanno contenziosi aperti nel Paese e sperano in una soluzione perpoter continuare a operare Ugo Tramballi IL CAIRO. Dal nostro inviato

È raro vedere nel mondo del business tanto ottimismo e contemporaneamente uguale cautela. Quasi non c'è

imprenditore italiano e straniero che non pensi che d'ora in poi nell'Egitto di Abdel Fattah al-Sisi le cose

andranno meglio: più ordine, più interesse verso gli investimenti internazionali, più chiarezza delle leggi e

trasparenza dei comportamenti.

Eppure pochi fanno passi importanti: ad eccezione di alcune grandi aziende arabe del Golfo che oltre

all'aspetto economico, hanno un interesse geopolitico a sostenere l'ex generale al-Sisi, gli altri stranieri

attendono qualche prova concreta. Nella sua campagna elettorale il nuovo presidente eletto con un consenso

plebiscitario, ma non con una partecipazione di massa alle urne, non ha mai svelato i dettagli del suo

programma economico: ha solo spiegato che ridarà spazio alle imprese statali dopo le campagne di

privatizzazione degli ultimi anni di Hosni Mubarak, gestite dai tecnocrati del figlio Gamal.

Qualche giorno fa il governo - il cui premier Ibrahim Mehleb proprio ieri è stato riconfermato da al Sisi - ha

tentato di imporre una ritenuta del 10% sul capital gain per gli investitori stranieri. La Borsa è crollata e la

legge è stata congelata. Ma quasi non c'è Paese al mondo che non imponga una tassa sui dividendi delle

transazioni finanziarie, anche se non così elevata e non solo per gli stranieri.

Eppure l'ottimismo resta. L'Egitto è un Paese «too big to fail»: sia per l'economia che per l'attuale instabilità

politica regionale, è troppo grande e troppo vasto perché in molti non desiderino che torni al centro del Medio

Oriente. Accanto ai segnali preoccupanti ce ne sono alcuni positivi. Qualche settimana fa il governo ha

modificato la legge sulle dispute dei contratti. Da quando è scoppiata la rivoluzione tre anni fa, decine di enti,

sindacati, ong e singoli avvocati avevano contestato davanti alla giustizia la gran parte degli accordi firmati fra

aziende straniere ed egiziani, soprattutto le privatizzazioni. Il contenzioso vale qualche decina di miliardi di

dollari e riguarda anche alcune aziende italiane: nel 2006 Intesa San Paolo era diventata azionista di

maggioranza di Alexbank per 1,6 miliardi di euro. Fu la prima e unica acquisizione bancaria straniera in

Egitto. Nonostante il prezzo pagato dagli italiani fosse al di sopra delle stime di mercato, l'accordo è stato

contestato, accusandolo di «svendita del patrimonio nazionale».

Con la nuova legge sulle dispute ora il governo ha deciso di consentire la contestazione solo alle parti

direttamente interessate: l'impresa straniera e il partner egiziano. Ci sarà molto meno trasparenza ma

avvicina i contraenti a una forma di certezza delle leggi. La riforma tuttavia risponde solo a una delle cause

che rendono difficile operare in Egitto. C'è la questione della sicurezza: il gruppo Caltagirone possiede il Sinai

White Cement a el Arish, uno dei luoghi più pericolosi della penisola. C'è ancora l'opacità nella legalità dei

contratti: ne sono vittime Eni, Edison, Gesenu. La difficoltà di applicare e far progredire i contratti: Salcef,

Minerali Industriali, Tecnimont. Il problema delle forniture energetiche necessarie per produrre: Italcementi,

Caltagirone, Eni.

Dopo un lungo contenzioso l'Eni ha ricevuto 200 milioni di dollari di un credito da un miliardo vantato col

governo; l'Edison 100 di 450 milioni. Ma solo il 70% è in valuta, il resto in pound egiziani. Il rischio è che il

resto del debito potrebbe essere ripianato a percentuali invertite: la maggior parte in valuta locale, il resto in

dollari. Il debito che il governo deve alle imprese energetiche straniere che operano in Egitto è di 5,7 miliardi

di dollari: il credito di Bg Group inglese è arrivato a 1,4 miliardi.

Tuttavia, anche se a Roma c'è chi pensa che l'impegno economico delle imprese italiane in Egitto abbia già

superato i limiti consigliati dai rischi e dalle opportunità, il Paese mantiene sempre un potenziale enorme. «È

10/06/2014 17Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 96

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quando le cose sono difficili che dovete investire. Quando vanno bene è il momento di disinvestire. Così

fanno gli imprenditori», aveva detto il mese scorso in un'intervista a Il Sole-24 Ore Naguib Sawiris, numero

uno di Orascom e molto altro, che l'Egitto e l'Italia li conosce bene.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

0 L'ATTRATTIVITÀ DELL'EGITTO 10

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Fare business in Egitto è complicato. Burocrazia, frequenti contenziosi, mancanza di certezza del diritto e,

negli ultimi anni, problemi di sicurezza, hanno complicato la vita delle imprese. La sfida del nuovo presidente

è di migliorare il business climate.

BASSO

L'imposta sui redditi d'impresa è fissata al 25% degli utili. Fanno eccezione le società di esplorazione

petrolifera, tassate

al 40,55 per cento.

Il Governo ha proposto un'imposta sui capital gain in Borsa del 10% ma per ora ha congelato la misura.

MEDIO

Uno dei comparti più fiorenti dell'economia, il settore si è mantenuto stabile, non registrando flessioni

particolari nei prezzi. Le opportunità più interessanti sono legate al comparto del design e architettura

d'interni, grazie alla expertise delle imprese italiane.

ALTO

IL RISCHIO PAESE DI SACE

BASSO RISCHIO ALTO RISCHIO

RISCHIO DI MANCATO PAGAMENTO DA PARTE DI:

BANCHE

STATO

GRANDI IMPRESE

PMI

RISCHIO POLITICO-NORMATIVO

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 97

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ESPROPRIO

VIOLAZIONI CONTRATTUALI

VIOLENZA POLITICA

TRASFERIMENTO DI CAPITALI

FISCO

COSTRUZIONI

BUROCRAZIA

RATING MONDO & MERCATI

RATING MONDO & MERCATI

RATING MONDO & MERCATI

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 98

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Bologna vuole portare il made in Italy in Cina Intanto iniziati i primi espropri per la riqualificazione del quartiere Ilaria Vesentini Il bilancio ha ritrovato l'utile, i saloni stanno facendo il pieno, i cantieri per riqualificare il quartiere dovrebbero

essere calendarizzati a breve. Fattori che rasserenano il clima dentro e fuori BolognaFiere e permettono al

presidente Duccio Campagnoli di concentrarsi sulle prossime sfide: «Replicare con altre filiere manifatturiere

l'accordo siglato un mese fa con Federlegno per portare il made in Italy in Cina, sfruttando la nostra

leadership nel Paese asiatico. Ed essere i protagonisti del biologico nell'ambito di Expo 2015». Bologna si è

candidata infatti a diventare, al pari di Parma per l'alimentare e Verona per il vino, la piattaforma

internazionale dell'industria biologica all'interno dell'esposizione universale, grazie a Sana (il Salone

settembrino del naturale che soffia quest'anno le 25 candeline) ma anche a Eima, la fiera delle macchine

agricole, portabandiera dell'eccellenza italiana nell'eco-agricoltura, che ha già fatto il tutto esaurito a sei mesi

dal via.

Così come sono indicatori di un ritrovato - e superiore alle attese - brio del quartiere fieristico bolognese i

biglietti staccati quest'anno da tutte le manifestazioni storiche: Cosmoprof (l'evento italiano leader mondiale

nel segmento della bellezza professionale) ha battuto il record dei 207mila visitatori, un +7% complessivo

rispetto alla precedente edizione che schizza al +21% per gli stranieri; ArteFiera, la fiera internazionale

dell'arte contemporanea, ha chiuso l'edizione 2014 con il +15% di pubblico rispetto all'anno prima;

Cosmofarma ha archiviato la 18esima puntata con il +13% di visitatori italiani e il +22% di stranieri. E sta

crescendo anche l'appeal di Children's Book Fair.

Sfide e successi che non cancellano la ferita del trasloco di Lineapelle a Milano, che brucia ancor più dello

stop del Motorshow edizione 2013. Campagnoli non è rimasto però con le mani in mano, oltre a

preannunciare la richiesta di «risarcimenti cospicui» per la rottura contrattuale dei conciari: il 29 ottobre

debutterà nei padiglioni a nord delle Due torri il nuovo salone dell'accessorio e della componentistica per

calzature e pelletteria, CreaModaExpo, iniziativa delle Pmi del settore insoddisfatte di calendario, costi e

location della fiera regina in allestimento a Rho. Il 6 dicembre sarà invece la volta della nuova versione del

salone dell'auto targata al 50% BolognaFiere e al 50% Gl Events, una 39esima edizione all'insegna della

rigenerazione e dell'italianità. «Ma anche dello spettacolo e del divertimento», precisa Campagnoli che crede

nelle potenzialità del filone leisure, come testimonia il successo della seconda edizione di TheJamBo - il più

grande freestyle urban park della penisola con i campioni dell'action sport - che si è appena conclusa e la

decisione di portare da Modena a Bologna Sky Pass, l'evento dedicato agli sport invernali.

La strategia di BolognaFiere di puntare su attività proprie (che valgono l'85% del fatturato) e

internazionalizzazione (le manifestazioni estere sono passate, nel giro dell'ultimo anno, dal 20 al 32% dei

ricavi) sta ripagando in termini reddituali e indica la rotta da seguire: «Il bilancio 2013 si è chiuso ben oltre le

aspettative - sottolinea il presidente - con 110 milioni di ricavi consolidati e 42mila euro di utile netto, contro gli

1,3 milioni di perdita dell'anno prima. Le nostre società all'estero, Cosmoprof Asia, Cosmoprof Las Vegas e Bf

China hanno aumentato gli utili del 37%, da 2,7 a 3,7 milioni. Come organizzatore fieristico diretto fatturiamo

65 milioni di euro, primi in Italia. E abbiamo una redditività che ci permette di sostenere in totale autonomia

l'ingente investimento per la riqualificazione del quartiere in programma». Il piano da un centinaio di milioni di

euro - tra ristrutturazione dei 18 padiglioni, 70mila mq di nuovi spazi e collegamenti viari - fermo da due anni,

per cui sono iniziati ora i primi espropri.

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Foto: Freestyle urban park. Immagine di TheJamBo, evento che si è svolto nei giorni scorsi alla fiera di

Bologna

10/06/2014 22Pag. Il Sole 24 Ore - Fiere/rapporti 24/impresa(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 99

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Dopo la Bce. La banca tedesca lancia il primo Cmbs dai tempi della crisi finanziaria Deutsche Bank ritorna sugli strutturati SOSTEGNO ALLE PMI Moody's promuove il supporto agli Abs che avrà come effetto il sostegno ai fondi alungo termine alle Pmi e ai prestiti al consumo Mara Monti MILANO

Un mercato destinato a riprendere velocemente quello degli Asset backed securities e delle cartolarizzazioni.

Lo dimostra l'ultima operazione lanciata da Deutsche Bank che ha avviato il collocamento di Cmbs

(commercial mortage backed securities) con sottostante prestiti commerciali per l'acquisto di immobili

europei, in particolare italiani, la prima operazione di questo genere dalla crisi finanziaria e immobiliare del

2007. Il Cmbs della banca tedesca per 355 milioni di euro è strutturato avendo come sottostante tre prestiti

legati a 14 immobili del Nord Italia e uno a Roma, secondo quanto riportato da Bloomberg. DB dunque

sceglie immobili italiani per il primo titolo a prestiti multipli e collocato in Europa, secondo i dati di JP Morgan.

Il deal è «un altro step nella direzione di riaprire il mercato delle asseted backed secutities - ha commentato

Gareth Davies di JP Morgan -. I Cmbs si ascrivono a questa categoria». Oltre a Deutsche Bank, in Europa

altre operazioni di Cmbs sono state lanciate per un ammontare di 100 milioni di euro, titoli con sottostanti

immobili rimasti invenduti nel corso della crisi durante la quale le banche avevano evitato questa tipologia di

prodotti preferendo le singole transazioni immobiliari e comunque legate solo a proprietà immobiliari tedesche

perché ritenute le più sicure. Dopo il via libera della Bce, il mercato delle asset backed secutities in Europa è

tornato a rifiorire con emissioni per 4 miliardi di euro raccolti in una sola settimana.

Intanto, l'agenzia di rating Moody's promuove il supporto dato alla riapertura di questo mercato, il quale avrà

come effetto il sostegno ai fondi a lungo termine alle piccole e medie imprese e ai prestiti al consumo.

Secondo l'agenzia, questa potrebbe essere la leva per stimolare il business e gli investimenti e sostenere la

crescita economica. A beneficiare di questi nuovi fondi, secondo Moody's, saranno le Pmi che potranno

aggirare l'ostacolo della difficile reperibilità di finanziamenti da parte delle banche. La difficile ripresa

economica nell'eurozona è in parte dovuta alla mancanza di circolazione della liquidità. Questo si combina

con le difficoltà di bilancio di molte banche europee che limita il volume degli asset sottostanti.

Guardando agli Abs seguiti da Moody's, l'agenzia osserva che il mercato è in ripresa e ha avuto una buona

performance, un trend che continuerà anche nel corso del 2014. Nessuno degli Abs della zona Emea seguiti

da Moody's con rating Aaa ha accusato ed è previsto che accusi delle perdite: meno di un terzo ha riportato

un risultato negativo e solo per il 2 per cento si prevede una perdita.

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10/06/2014 31Pag. Il Sole 24 Ore(diffusione:334076, tiratura:405061)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 100

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Produzione, l'Italia scivola in ottavo posto A rendere peggiore il quadro della situazione del nostro Paese, oltre ai dati sull'occupazione forniti dall'Istat

(si veda l'articolo principale), è un rapporto del Centro studi di Confi ndustria reso noto la settimana scorsa. In

13 anni ben 120 mila fabbriche hanno chiuso i battenti con oltre un milione e centomila occupati in meno.

Sempre nello stesso periodo di tempo dunque la produzione si è ridotta del 25,5% in netta controtendenza

rispetto all'incremento dei volumi globali che hanno segnato una crescita del 36,1%. E così il nostro Paese in

sette anni retrocede dal quinto all'ottavo posto nel confronto internazionale sulla produzione manifatturiera

mondiale con una quota del 2,6% facendosi superare prima dalla Corea del Nord e dall'India e oggi anche dal

Brasile Al primo posto nel 2013 fi gura la Cina con una quota pari al 30,3% seguita dagli Stati Uniti con il

14,3%, il Giappone con il 7% e la Germania con il 5,4%. A registrare cadute sono tutti i comparti, a eccezione

di quello alimentare. L'andamento della produzione manifatturiera italiana ha, infatti, risentito profondamente

della contrazione di investimenti e consumi interni. E anche nel settore manifatturiero italiano si avverte la

crisi occupazionale. Dal 2001 al 2011 infatti si registra una contrazione di oltre 100 mila unità locali e quasi un

milione di addetti (930 mila). La essione è poi proseguita nel biennio successivo con la perdita di altri 160

mila occupati e 20 mila imprese perdute. La perdita di oltre un milione di posti di lavoro negli ultimi 13 anni

insieme alla perdita di 120 mila aziende «è un dato pesante, un bollettino di guerra» ha commentato il

presidente di Confi ndustria, Giorgio Squinzi «e c'è la necessità di compiere tutti gli sforzi per il rilancio del

manifatturiero dando priorità al lavoro». Inevitabile a questo punto, a fronte di un calo occupazionale notevole

(che si collega peraltro alla chiusura delle fabbriche) sottolineare quale può essere in questo contesto il ruolo

di un sindacato. «Se vogliamo fare un esempio», commenta il Segretario Generale della Fismic, Roberto Di

Maulo, «probabilmente senza il contributo responsabile di organizzazioni sindacali partecipative anche il

settore automotive, fulcro centrale del sistema manifatturiero italiano, oggi sarebbe in profonda crisi. E un

piano industriale come quello di Fiat Chrysler Automobiles, di così grandi dimensioni e obiettivi, non ci

sarebbe stato. Con i nostri accordi abbiamo salvato l'industria manifatturiera dell'automobile nel nostro

Paese, possiamo dirlo con grande orgoglio. La nostra organizzazione sindacale è stata la prima a credere in

questo nuovo modello industriale ed è stata sempre coerente e ferma nel difendere questa posizione».

10/06/2014 31Pag. ItaliaOggi(diffusione:88538, tiratura:156000)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 101

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Italia-Cina, accordo per le piccole e medie imprese Mariangela Pira Non solo in Cina, per via della visita del premier Renzi, ma anche a Milano si parla di piccole e medie

imprese e della possibilità di investimento e collaborazione con omologhe aziende cinesi. Bank of China, in

collaborazione con la Fondazione Italia Cina, ha organizzato ieri a Milano il forum Sino-Italian Small and

Medium Enterprises Investment Financing Services. Al seguito della più importante banca cinese era

presente una delegazione di pmi cinesi di vari settori, tra cui quelli che il governo italiano sta sponsorizzando

in queste ore a Shanghai e Pechino: ecologia e ambiente, arredamento, alimentare, urbanizzazione, tessile,

abbigliamento e accessori. L'obiettivo del gorum era far conoscere i servizi che Bank of China offre alle

piccole e medie imprese italiane e la piattaforma che la banca ha creato per permettere alle pmi italiane di

investire in Cina. Sono proprio le piccole e medie imprese a rappresentare la fetta più importante dei clienti di

Bank of China (il 90) e circa un terzo del capitale gestito. A conclusione del forum Bank of China e

Fondazione Italia Cina hanno firmato un accordo di collaborazione che ponga le basi per la creazione di una

piattaforma di servizi riservate alle piccole e medie imprese dei due paesi e ne favorisca la collaborazione.

All'evento sono intervenuti tra gli altri il presidente della Fondazione Italia Cina Cesare Romiti, l'assistant

general manager Bank of China Milan Wang Bo e il presidente dell'Aspen Institute Giulio Tremonti. Presenti

anche il presidente dell'Ice Riccardo Monti e l'ex premier Mario Monti. «Molte imprese incontrano difficoltà a

penetrare il mercato cinese», ha spiegato Romiti. «La Fondazione Italia Cina e Bank of China insieme

possono accompagnare le aziende lungo un percorso di internazionalizzazione, aiutandole a strutturare

progetti solidi di sviluppo internazionale, individuando in primis imprese partner e cooperazioni strategiche».

(riproduzione riservata)

10/06/2014 7Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SEGRETI BANCARI Barclays lavora all'uscita dalla Spagna Prove di vendita per Barclays Spagna. Il gruppo bancario inglese

avrebbe incominciato a distribuire ai potenziali interessati informazioni finanziarie sulla branch spagnola utili

alla trattativa di cessione e avrebbe fissato in dopodomani il termine per ricevere le offerte non vincolanti.

Secondo i dati riportati dal quotidiano spagnolo Expansiòn, nel Paese iberico il gruppo Barclays conta attivi

per 20 miliardi di euro, un portafoglio di 575 mila clienti e 9 miliardi di euro di depositi, in netto calo rispetto ai

14,1 miliardi di euro che la banca inglese contabilizzava soltanto alla fine dell'esercizio 2013. Cividale

promuove i mini-bond per le pmi Una cabina di regia per le piccole e medie imprese che vogliono accedere

allo strumento dei mini-bond. Si tratta dell'iniziativa messa in campo dalla Banca Popolare di Cividale che

fornirà un servizio di consulenza alle imprese venete in partnership con la società di Conegliano Finanziaria

Internazionale. (riproduzione riservata) a cura di Claudia Cervini

10/06/2014 15Pag. MF - Ed. nazionale(diffusione:104189, tiratura:173386)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 103

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Economia ATTENZIONE! Rinascimento in vista SMETTIAMOLA DI PIANGERCI ADDOSSO... NEGLI ULTIMI 15 ANNI L'INDUSTRIA ITALIANA HA POSTOLE BASI PER UNA POTENZIALE CRESCITA ECONOMICA, PUNTANDO PIÙ SULLA QUALITÀ CHESULLA QUANTITÀ, DISTINGUENDOSI IN SETTORI AD ALTA SPECIALIZZAZIONE ANDREA TELARA «La missione dell'Italia», sosteneva Carlo Maria Cipolla, storico dell'economia scomparso nel 2000, «è

produrre all'ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo». Chissà cosa penserebbe nel vedere

l'Italia di oggi, reduce da una crisi economica che ha provocato un crollo del pil di oltre il 9% in un

quinquennio. Probabilmente non avrebbe cambiato idea. Anzi, lo studioso avrebbe forse individuato i

germogli di un nuovo Rinascimento industriale, dopo una recessione che non si era mai vista prima, dal

dopoguerra in poi. COME È CAMBIATA LA PRODUZIONE TRICOLORE Certo, le difficoltà del Sistema-

Paese sono ancora tante, troppe. Ma, negli ultimi 15 anni, l'industria del made in Italy ha subito una

trasformazione significativa che potrebbe aprire la strada (anche se il condizionale è d'obbligo) a un ciclo

virtuoso di crescita economica nei decenni a venire. Per rendersene conto, basta confrontare i dati sulla

bilancia commerciale del 1995 con quelli del biennio 2011-2013. In circa tre lustri, l'Italia ha mantenuto la

propria posizione di grande esportatore e oggi ha un surplus commerciale manifatturiero superiore ai 100

miliardi di euro. Soltanto la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e la Germania fanno altrettanto, mentre le

altre potenze economiche globali, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna sino alla Francia, presentano un dato

pesantemente negativo. Inoltre, da quando è entrato in vigore l'euro, molte imprese hanno smesso di far leva

soltanto sul fattore-prezzo per competere con l'industria straniera, non potendo più contare sulle ripetute

svalutazioni della lira. Così, il sistema manifatturiero si è spostato da prodotti di qualità medio-bassa a

produzioni di alta gamma. Oggi, per esempio, l'Italia non è più un grande esportatore di abbigliamento e

calzature a basso costo, bensì di vini pregiati, di prodotti agroalimentari di qualità, di beni di lusso o vestiti

griffati, ma soprattutto di macchine agricole, di mezzi di trasporto (automobili escluse) e di macchinari per

l'industria, spesso disegnati su misura per le grandi fabbriche straniere. Nel 2012-2013 l'export della

meccanica italiana è stato pari al doppio di quello realizzato complessivamente nei settori tessile,

abbigliamento, pellame e calzature. COMPARTI IN SALUTE Anche altri comparti, nell'ultimo quinquennio

hanno avuto performance da capogiro. È il caso della farmaceutica, in cui l'Italia, nei decenni scorsi, non ha

brillato particolarmente, ma di cui oggi siamo secondo produttore in Europa, con un fatturato annuo di 25,7

miliardi di euro (di cui il 70% esportato), alle spalle della Germania (26,4 miliardi), ma ben al di sopra della

Francia (20,2 miliardi), della Gran Bretagna (19,6 miliardi) o della Spagna (14 miliardi). Tra il 2008 e il 2013,

l'export di medicinali made in Italy è cresciuto complessivamente di oltre il 64%, più del doppio della media

Ue. Sono dati che gli enti di ricerca economica Fondazione Edison e Fondazione Symbola conoscono bene e

hanno portato spesso all'attenzione dell'opinione pubblica, per smentire i luoghi comuni sul declino del

Paese. Per entrambe le fondazioni, i problemi dell'Italia vanno ricercati al suo interno, nell'inefficienza dei

servizi pubblici e della burocrazia o in un sistema fiscale avverso a chi fa business, così come nella

dipendenza dall'estero per le materie prime, dovuta ai pochi sforzi compiuti dai governi per raggiungere

l'autosufficienza energetica. Non a caso, le importazioni di minerali e commodity energetiche, come petrolio e

gas, sono una pesante zavorra per la nostra bilancia commerciale, con un saldo negativo di circa 70 miliardi,

oltre cinque volte in più rispetto al 1995. NUMERI DA PRIMATO Per gli analisti di Symbola e della

Fondazione Edison, dunque, meglio mettere da parte la retorica e cercare piuttosto i "germogli" di un nuovo

Rinascimento industriale. Oltre ai settori sopra ricordati, infatti, ve ne sono altri in cui il nostro sistema

produttivo inizia a mostrare o ha conservato nel tempo un certa vitalità. L'Italia, per esempio, è la terza

nazione europea per numero di aziende biotecnologiche, alle spalle della solita Germania e della Gran

Bretagna; è prima nel Vecchio continente in alcuni segmenti della robotica (come quella applicata al settore

10/06/2014 20Pag. Business People - N.6 - giugno 2014(tiratura:60000)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 104

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automobilistico), ha un'industria delle nanotecnologie ancora in fase di sviluppo dando lavoro a oltre 4 mila

persone. Ma è anche settima potenza mondiale nel settore dell'aerospazio, con circa 50 mila addetti e un

fatturato annuo attorno a 13 miliardi di euro. Senza dimenticare gli investimenti fatti nella green economy

dalle aziende del made in Italy che, in rapporto ai ricavi generati, hanno il tasso meno elevato di emissioni di

anidride carbonica nell'atmosfera: 104 tonnellate di CO milione di euro prodotto, contro le 143 della

Germania. Infine, non va dimenticato il turismo. Benché non sia più leader per numero di arrivi dall'estero,

l'Italia è comunque seconda dopo la Spagna per quantità complessiva di pernottamenti di turisti stranieri ed è

prima nel segmento dei viaggiatori extraeuropei, provenienti non solo dal Giappone e dagli Stati Uniti, ma

anche da nazioni emergenti come la Cina e il Brasile. Se è dunque vero che nel Paese dei campanili si fanno

cose belle, come sosteneva Cipolla, ci sono milioni di persone pronte a salire su un aereo per vederle.

NUOVE GEOGRAFIE Le tante aziende d'eccellenza italiane che possono diventare protagoniste di un nuovo

Rinascimento industriale sono state citate in un documento redatto lo scorso anno dalla Fondazione Symbola

in collaborazione con la Fondazione Edison e Unioncamere, Le nuove geografie del made in Italy . Quasi

tutte ruotano attorno ai vecchi distretti imprenditoriali che, negli ultimi 15 anni, si sono rigenerati per adeguarsi

alle sfide della globalizzazione. È il caso del polo fiorentino del lusso, dove tante piccole e medie aziende di

pellame per abbigliamento hanno abbandonato la produzione in proprio per inserirsi nella rete di subfornitura

delle grandi griffe, da Gucci a Prada a Ferragamo, attirando anche gli americani Ralph Lauren, Donna Karan

e Tommy Hilfiger. Un contributo fondamentale alla crescita dell'export è arrivato però dalla meccanica, meno

conosciuta delle tradizionali icone del made in Italy e trasformatasi nel cuore pulsante della nostra industria.

Una delle nicchie di eccellenza è senza dubbio il segmento dei macchinari per il confezionamento dei prodotti

di largo consumo (packaging), che ha il suo fulcro lungo la via Emilia, in un distretto in cui si trovano 170

imprese produttrici, tra cui spiccano la Mc Automations di Casalecchio sul Reno, la Imball di Sasso Marconi,

la bolognese Coesia o la imolese Sacmi.Non vanno dimenticati i distretti della meccatronica, come quello

piemontese con 196 aziende, tra cui Prima Industrie, Fiedo e Comau. Un altro distretto della meccatronica si

trova al Sud, in Puglia, dove spicca Mermec, numero uno al mondo nella diagnostica e nella manutenzione

ferroviaria. Sempre al Sud, ci sono eccellenze nel comparto dell'aerospazio dove, oltre ai grandi player

internazionali come Alenia Aeronautica, Thales Alenia Space, Avio, Selex Galileo e Microtecnica, si sono

sviluppate realtà di medie dimensioni attive su scala internazionale. È il caso della napoletana Magnaghi

Aeronautica o della Aviogei di Latina, che produce apparecchiature per aeroporti con commesse in tutto il

mondo. Non mancano esempi anche nel Centro Italia, come Umbro Cuscinetti di Perugia, specializzata nella

produzione di componenti per la stabilizzazione degli aerei. Se a questi nomi si aggiungono poi le start up o

di medie aziende attive in settori innovativi come le nanotecologie e le biotecnologie, la robotica o la

produzione di componenti elettronici, il quadro del tessuto imprenditoriale italiano appare tutt'altro che

sconfortante. Altro che declino, qui ci sono davvero le basi per un Rinascimento industriale. AL TOP I settori

agroalimentare e vinicolo, così come il turismo, sono i primi a essere riconosciuti tra i primati del made in

Italy. Ma non sono gli unici: l'Italia è in grado di eccellere anche su un terreno relativamente recente come la

green economy, ed è diventata competitiva anche nella grande industria meccanica, a partire dal comparto

degli aeromobili, dove molte medie imprese si confrontano con i grandi player internazionali, ottenendo

commesse prestigiose 261% UN CONFRONTO CON GLI ALTRI 412% CONTI PUBBLICI Dal 1996 a oggi

l'Italia ha prodotto il più alto avanzo primario statale cumulato della storia: 591 miliardi di euro, ben 220

miliardi in più della virtuosa Germania. ( dati Commissione Europea ) 305% 284% miliardi di euro 264%

miliardi di euro Bretagna e il 591 del pil contro della Spagna, della Gran 371 Spagna 305% Stati Uniti 264%

Italia 261% del Giappone, Giappone 412% G. Bretagna 284% DEBITO Il debito aggregato italiano (dello

Stato, delle famiglie e delle imprese) è uno dei più bassi al mondo e pesa per il degli Stati Uniti. ( dati Banca

d'Italia )

DOVE SIAMO COMPETITIVI (O LO STIAMO DIVENTANDO) COMMERCIO INTERNAZIONALE L'Italia è

uno dei cinque Paesi al mondo che vanta un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari. Ci fanno

10/06/2014 20Pag. Business People - N.6 - giugno 2014(tiratura:60000)

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 10/06/2014 105

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compagnia la Cina, la Germania, il Giappone e la Corea del Sud. La Francia (-34 mld), la Gran Bretagna (-99

mld) e gli Stati Uniti (-610 mld) hanno invece la bilancia commerciale manifatturiera in rosso. TURISMO Il

Belpaese è una delle destinazioni più gettonate tra i turisti extraeuropei. Siamo primi nell'Eurozona per

numero di pernottamenti di viaggiatori extraUe (54 milioni di notti trascorse nei nostri alberghi all'anno). Siamo

la meta preferita di cinesi, australiani, brasiliani, canadesi, statunitensi e giapponesi. FARMACEUTICA Il

Paese cresce anche in alcune industrie ad alta intensità di ricerca & sviluppo come la farmaceutica. Negli

ultimi cinque anni, nonostante la crisi economica, l'export è salito del 64%, con una presenza di 174 fabbriche

in tutto il Paese e 62 mila addetti (più altri 60 mila nell'indotto) che sono per il 90% laureati o diplomati.

MECCANICA E MANIFATTURA Su un totale di circa 5 mila prodotti manifatturieri censiti nel commercio

mondiale, in ben 935 l'Italia si è piazzata al primo, al secondo o al terzo posto al mondo per surplus negli

scambi con l'estero, superando spesso anche Germania e Cina. GREEN ECONOMY La nostra industria è tra

quelle che ha investito di più in questo ambito e nella riduzione dell'inquinamento. Per ogni milione di euro

prodotto dalla nostra economia, emettiamo in atmosfera 104 tonnellate di anidride carbonica, la Spagna 110,

il Regno Unito 130, la Germania 143 ( Fonte: GreenItaly 2013 ). GREEN JOB Entro la fine del 2014, il 51%

delle piccole e medie imprese italiane avrà almeno un green job, cioè una professionalità nel proprio organico

dedicata ai temi del risparmio energetico e della salvaguardia dell'ambiente. È una quota superiore alla media

europea (39%) a quella del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%). BIOTECH

L'Italia è terza in Europa in termini di numero di imprese biotech "pure" (248), cioè che hanno nelle

biotecnologie il proprio core business. Prima di noi si posizionano soltanto la Germania (397) e il Regno Unito

(282). Le biotech italiane investono in ricerca & sviluppo il 25% del proprio fatturato. Fonte: Fondazione

Symbola, Farmindustria, Wto, Eurostat, Istat, Un Comtrade

OLTRE LA MODA Dopo alcuni decenni in sordina, l'Italia si è ritagliata un ruolo da protagonista anche nel

settore farmaceutico europeo. Allo stesso tempo, crescono i comparti della biotecnologia, della robotica (a

partire da quella applicata all'automobilismo) e l'impegno nelle nanotecnologie. In sviluppo, inoltre, anche

attività in ambiti meno conosciuti, come la produzione di macchinari destinati al packaging. Pure la moda ha

subìto un'evoluzione: per esempio, le pmi di pellame per abbigliamento si sono trasformate in partner di

grandi griffe nazionali e internazionali

Foto: IL PAESE VANTA UN SURPLUS COMMERCIALE MANIFATTURIERO SUPERIORE AI 100 MILIARDI

DI EURO

Foto: BUROCRAZIA E INEFFICIENZE INTERNE FRENANO LA CRESCITA DEL NOSTRO SISTEMA

INDUSTRIALE

10/06/2014 20Pag. Business People - N.6 - giugno 2014(tiratura:60000)

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