Angoli Rustici Romano 2011

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Angoli Rustici - Palio Romano 2011

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contrà

Torre

San Martintre dì e un tochetin

Ritualità e contratti di mezzadrianel giorno di San Martino

Quel mattino la sveglia suona non troppo di buon’ora, dato che il grosso dei lavori da fare è terminato. Dopo

aver acceso il fuoco in casa, inizia la nuova giornata. A metter il naso fuori dalla porta, ci si imbatte in un’at-

mosfera a dir poco incantevole. Il cielo è grigio e dietro alle nuvole il sole non riesce a spuntare; una fitta neb-

bia ricopre ogni cosa, assopisce qualsiasi rumore e riducendo la vista a pochi passi. Il respiro di un’ aria fredda e umida, quasi pungente, e il silenzio che regnano sovra-

ni ne sono la conferma: è il giorno di san Martino.

Iniziava così uno tra i più rappresentativi se non il più importante giorno della vita

rurale; si chiudeva un anno agrario per cominciarne uno nuovo. Nel giorno di

san Martino, l’11 novembre, si faceva il bilancio dell’annata: scadevano i con-

tratti d’affitto e arrivava il momento di tirare le somme dei raccolti, delle entrate

e delle uscite. Si metteva “nero su bian-co”; nessun conto poteva essere lasciato aperto o sospeso! Il contadino, fittavolo o mezzadro, correva sempre il rischio di dover lasciare il fondo che, bene o male,

gli permetteva di vivere. La sua sorte era sempre in balia della signorile bontà o della bieca grettezza del suo padrone.

L’importanza di questa giornata masche-rava, dietro angosce e paure, il futuro di

molte povere famiglie contadine che spesso, purtroppo,

dovevano spostarsi altrove.

Una vecchia carretta, trainata da un asino, carica di masserizie;

qualche stramasso e alcune pentole, un po’ di farina e poche cose da

mangiare era tutto quel che i aveva.

Così si iniziava questa migrazione che suscitava tanta pena nell’animo di tutti; un viaggio incerto,

verso nuove terre da coltivare, con nuove speranze nel cuore ma tanta nostalgia d’affetti e di passato.

quadro: 1890 circa, particolare di olio su tela “Gli emigranti” dell’artista Noè Bordignon (Castelfranco V.to 1841 – San Zenone degli Ezzelini 1920)

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contrà

Molinetto

Nea cortese vivea cossì

Balli popolari veneti e antichi mestieri nea corte dei Tonea Angeo dei Dori

Soe case de na corte so nassesto,e par ventisinque ani gò vivesto.

Dopo me so maridà, ma no me gò de serto desmentegà.

Soa corte, tuto se spartia, doeori e contentessa,

che al dì de oncò la saria na gran beessa.

Via dai canpi, tuto el lavoro gera sol so saiso,

dal desgrafoiar, al trebiar, al far strope e doparar el tamiso.

A corte gera de tuti, par i grandi e i putei,

che gò passà par vero i me ani pì bei. Soe porte dee fameie,

ghe gera soeo el saltareo, altro che desso, alarmi, seraure,

robe che dà de volta el serveo.E e sere de istà, sentai soe banche,

i veci se contava,e noaltri boce co’ gnente se dugava.

Bandiera, bigaron scondiroea, gera na gran festa,

ani bei, sensa tanti gri-i par a testa.E i matrimoni soto el portego,

tra magnar, cantar e baear, che par on paro de dì,

e disgrassie se podea desmentegar. Co’ rivava i sposeti, freschi de marido,

oncora festa, che no ve digo.De inverno in staea, fiò, tonboea e rosari,

parchè cossì ne gavea insegnà i nostri pari. Se penso aea corte, me vien i oci mori,

no me desmentego de chi ani bei ………..

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contrà

Zaghi

A CalsinaFiliera della calce e

della terracotta

Bepi: Ciò, ghetu mai fato caso che passando par roman d’ezein se vede un gran camin

tuto fato de quarei e pì alto dee case ?Mario: Si….sii… E ghì né anca par n’dar su

in vae e anca fora par Simonso ! Bepi: Ciò ma dime, cosa cusinavei là?

Poeastri forse ?

Mario: Ma nò, nòò…I cusinava i sassi dea vae Santa Feisita !

Bepi: I sassi! Ma sito gnanca matto ?Mario: Ma no che non so matto! Pensa che dopo coti i deventava bianchi come a neve

e pì lejeri de prima.Bepi: Ah si! E cossa ghin

fasevei dei sassi coti?Mario: eh, rivava i careteri, li cargava sui

carri tirai dai mussi e li portava in tei can-tieri dove che i faseva su e case nove .

Bepi: e dopo?

Mario: e dopo i li butavein tee buse scavae par tera o anca in dei bagnoi de lamieron, i ghe butava sora

dee seciae de acqua e così i sassi tacava boiare da soi sensa el fogo

fin che i sé squaiava tutiBepi: e dopo?

Mario: e dopo i diventava na bea crema bianca e i la butava a sbaiae in meso a

un mucio de sabia fina , na secià de aqua e coa sapa, e

onto de gomio i la menava puito fin che a diventava malta , così dopo

i murari i tirava su i muri dee case.Bepi: ah sii? Ma come ?

Mario: ehh …. Cò nà casoeà de malta e un quareo, n’al-tra casoeà e n’altro quareo e vanti cussita par tuto el dì.

Bepi: ah siii …… mi no go mai visto na roba cusita!!!!!!!

Mario: eora scoltame mì : te ve su roman alto el primo de majo cossita te vedarè tuto questo e

tante altre bee robe !! ghetu capio!!!

foto: centro di Romano, fornace Panizzon (aperta tutto il giorno)

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contrà FarronatiSignoriValle

Chi xè qua?Ambulanti di un tempo

C’era un tempo in cui piccoli artigiani e venditori anda-vano per strade, per borghi, con la gerla sulle spalle a

barattare le loro merci per un po’ di pane e qualche soldo.

Col talento delle loro mani lavoravano passando per le contrade e per le piazze.

Artigiani che nello stesso tempo erano artisti arrangiandosi con pochi e

semplici utensili e tanta passione, disposti a qualunque sacrificio,

ricchi solo di miseria.

Artigiani e venditori anche stagionali, quando passavano per le contrade

facendosi notare gridando a squarcia-gola il loro arrivo. Questi oltre al loro

lavoro o alle loro merci portavano allegria, gioia di stare assieme e anche

notizie e novità da altri paesi vicini e lontani. Raccontavano storie lunghe

e divertenti, che a puntate, duravano il tempo di una vita.

Uomini, donne, umanità, dignità, lotta per la sopravvivenza, ma anche

calore, solidarietà, felicità per le piccole cose, tanta fatica

e magri guadagni per l’andare faticoso di contrada in contrada.

Come per incanto oggi riappaiono nella borgata, in una domenica che

profuma di storia, in una domenica fatta di colori caldi, in una domenica

che ascolta le voci lontane e oramai dimenticate di uo-mini e donne che hanno fatto la storia e che oggi

ci fanno assaporare il gusto di tempi lontani.

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contrà

CastelloImmersi nel XIII secolo, nel medioevo

ezzeliniano che caratterizzò il colle Bastia e il nord Italia, la contrada

approfondisce l’astrologia, argomento molto caro ad Ezzelino III da Romano

che tanti successi gli ha indicato.

Storia di magia e astrologia dunque, ma come ogni storia d’altri tempi na-

sconde anche qualche diavoleria.

Messer Gherardo affida un suo pro-getto grandioso alle previsioni del suo

astrologo di corte, Salione.

Tutto sembra andare per il meglio, finchè.....

Magia, astrologiae stregonerie

medioevo ezzelinianoesoterico Immagine: La posizione degli astri nel tema di nascita di Ezzelino III,

Livio Montanaro ed Enrico Ruscalla, www.levante.org

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contrà

Marchi

Mestierie Mestieranti

Prima che la Rivoluzione Industriale coinvolgesse anche i nostri territori, l’economia romanese ruotava attorno al

lavoro dei campi e artigianale.

Nelle famiglie contadine dove i figli erano numerosi anche per bisogno di manodopera, ogni oggetto,

attrezzo, suppellettile e mobile veniva costruito all’interno della fattoria.

Tutto quindi prendeva forma grazie alla maestria e all’ingegno dei componenti della famiglia. Non mancava poi chi si

dedicava alla costruzione delle “ crivoe“, gerle per trasporto quali fieno, paglia, fo-glie e qualche volta utili come “box” per

i bambini piccoli o gabbia per chiocce. Oppure chi andava a cercare il “salda-

me”, la sabbia che si trovava nei piccoli anfratti rocciosi delle nostre montagne,

che serviva da abrasivo per le pentole.

Un rituale era la distillazione della grap-pa, eseguita clandestinamente , “fàta

senpre de ‘scondòn” in luoghi non facilmente rintracciabili dalle

famigerate “ Guardie”

Le donne, oltre ad assolvere i classici compiti si cimentavano nel fare il sa-

pone da utilizzare come “lavandare”.

Artigiani ambulanti periodicamente si presentavano nelle cascine per pro-porre la loro arte, come il materassa-

io, il batiràme, il careghèta. Infine l’avvento della corrente elettrica

rivoluzionò la vita delle famiglie che per una lampadina accesa si improvvisavano elettricisti.

Spezzoni di economia del ‘900 finalizzati al facile apprendimento del visitatore, perché come è risaputo,

“chi non conosce il proprio passato, non può aver futuro”.

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contrà CarlessiPragalera

el dì xè pì beo xè te ghe xonti

un putèonascita del bambino

E’ nata! E’ nata la nuova storia di Contrà Carlessi e Pragalera! E’ nata la storia che ha come prota-

gonista la nascita. Un angolo rustico dal titolo un po’ misterioso che a differenza degli anni passati

narra di come sono nati i nostri nonni.

Ecco che compare la levatrice, la donna che con rara maestria aiutava le mamme del paese

a dare alla luce il nascituro, le cunete ove i neonati dormivano, la nonna che con

infinita pazienza prepara la cuertina per il nipotino che sta arrivando, e ancora i

caregoti, le fasce in lino usate al posto dei più moderni pannolini o panesei.

Quante nostalgiche immagini che raccontano di una vita nuova

guardando al passato.

E per dar vita a queste immagini le con-trade racconteranno questa nuova storia

che ha per protagonisti gli storici amici, Nino e Maria, attori di una vicenda che narra della rigidità della cultura di un

tempo, che portava a matrimoni ripara-tori in abito scuro se la donna aspettava

un bimbo, una cultura che portava a parlare di settimini per far credere di un

bimbo nato prematuro per limitare il vociferare di paese.

Ma come tutte le belle storie, questa ha nel suo finale una particolare ironia e leggerezza

adottando un modo divertente per fare cultura e vivere i ricordi tutti assieme.

Ah, se il visitatore ha timore di trovare l’angolo, non abbia da temere: basta seguire la strada

colma di fiocchi azzurri e rosa!

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contrà Cà Cornaro

Me barba me contava a storia dea contradà

racconti coi burattini

La contrada, attraverso un brillante quanto origi-nale spettacolo di burattini, desidera, quest’anno,

accompagnare i propri visitatori in un viaggio che ripercorre la storia passata insieme ai contradaioli

e soprattutto rievocare le sue figure più rappresentative con i mussi che

ascoltano ed osservano la rievocazione degli angoli rustici.

Di grande effetto la prima presenta-

zione del Matrimonio che nel 1993 ha esaltato e qualificato la tradizionale

messa in scena degli angoli rustici, con tutti i personaggi del momento. Ci si addentra poi nel tema del foto-grafo, del battesimo per soffermarsi con doveroso rispetto all’arrivo del

Vescovo Corner, sapientemente pro-postoci dall’indimenticabile Mario.

Si arriva in seguito a riproporre le gioie e dolori dei nostri contadini

che, dopo aver lavorato sodo si scontravano con l’arrivo del “San Martin”

dovendo lasciare la loro casa ed i loro ambienti, ma avendo grande rispetto per la terra e con il forno

proponevano come oggi un ottimo pane fragrante e saporito.

Torna a far visita il Pievan, e molte, molte altre sor-prese aspettano i visitatori in Contrà Ca’ Cornaro per

godere di burattini a dir poco unici!

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Romano d' EzzelinoPalio 2011

Bassanodel Grappa,

Pio X

Bassanodel Grappa,

Ca’Sette

Pove del Grappa

Mussolente

SanGiacomo

Crespano

Monte Grappa

VIA R

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VIA FOSCOLO

VIA MARCELLO

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MUNICIPIO

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Palio2011Domenica 1° Maggio “21a edizione Angoli Rustici”

1. Torre: San Martin2. Molinetto: Nea corte se vivea cossì3. Zaghi: A calsina4. Castello: Magia, astrologia e stregonerie5. Farronati, Valle, Signori: Chi xè qua?6. Ca’ Cornaro:

Me barba me contava a storia dea contrà7. Marchi: Mestieri e mestieranti8. Carlessi, Pragalera:

El dì xè pi beo se te ghe xonti un putèo9. ArtistiinpiazzaeFilo-filò10. Stand gastronomico aperto dalle ore 11.30

Specialità: spezzatino di musso e baccalà alla vicentina11. Concorso nazionale di pittura

Domenica 8 Maggio“41o Palio delle Contrade”

10. Stand gastronomico aperto dalle ore 11.30 Specialità: spezzatino di musso e baccalà alla vicentina

11. Concorso nazionale di pittura12. Percorso sfilata Palio 2011, ore 14.3013. Mussodromo “41a corsa dei mussi” ore 17.00

Si consiglia di fare il percorso a piedi, in bicicletta o con i BUS NAVETTA gratuiti

In caso di maltempo il programma del 1° Maggio verrà spostato al 8 Maggio con variazione di programma

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