Ancora n 29

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ANNO XXXI N° 29 - 14 Settembre 2014 1.00 Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Carissimi, siamo all’inizio di un nuovo anno pastorale che la grazia del Signore ci concede. Si tratta di un tempo prezioso che dobbiamo cercare di rendere proficuo nel- l’ascolto della Parola di Dio per crescere come Chiesa diocesana che è in cammino per annunciare la novità di Gesù al mondo, fino alle periferie geografiche ed esistenziali. Ė opportuno che ci si possa incontrare e avere un tempo per condividere alcune linee comuni che dovranno guidare la nostra pastorale diocesana e per dare inizio insieme al nuovo anno pastorale. Nella locandina apposita troverete il programma dettagliato. Con una solenne concelebrazione in Cattedrale, sabato sera 20 settembre alle ore 21.15, daremo inizio nella preghiera e nel- l’invocazione dello Spirito al nuovo anno pastorale. Dopo la concelebrazione sarò lieto di distribuire ai presenti la lettera pastorale per l’anno 2014-2015. Invito caldamente a questi momenti molto importanti, che vogliono essere espressione di una Chiesa viva e desiderosa di vivere e annunciare la gioia del Vangelo, pronta a rispondere positivamente alle sollecitazioni di papa Francesco. Vi attendo e vi saluto con un abbraccio di pace nel Signore, invocando la sua santa benedizione su tutti voi e sulle vostre famiglie, soprattutto sugli ammalati. Il vostro vescovo + Carlo Bresciani Inizio nella preghiera e nell’invocazione dello Spirito del nuovo anno pastorale 2014 - 2015 Invito del Vescovo Lunedì, 15 settembre, i nostri ragazzi tornano a scuola dopo alcuni mesi di vacanze, frequentemente disturbate, quest’anno da vento e pioggia. E mentre le Autorità preposte si affannano ad organizzare e rendere meno traumatico questo ritorno, specie per quanti il pas- saggio da un istituto all’altro aggiunge una importante novità, il Governo si è premurato di stilare, con qualche errore grammaticale, un “dodecalogo” per una “buona scuola in 12 punti”. “L’Ancora” che vive le emozioni delle famiglie, e vuole farle co- noscere, desidera unirsi ai tanti “Auguri” che in questi giorni di vi- gilia, riecheggiano in tanti ambienti. Il nostro primo pensiero va agli insegnanti in una scuola così tormentata da mille problemi. Non ci picchiamo di dare suggerimenti o di proporre esempi di una assurda emulazione, come vorrebbe il Ministero della P. I. Augu- riamo loro tanta serenità. Nel periodo di ferie, nel desiderio di ar- ricchire lo spirito in questa voga francescana aperta da un papa che per la prima volta nella storia della chiesa cattolica ha osato darsi il nome del poverello di Assisi e richiamarsi al suo esempio, ci siamo dati alla lettura di uno scrittore greco, Nikos Kazantzakis, autore tra le molte opere, alcune delle quali tradotte in film, anche di un’originale vita di S.Francesco: Il poverello di Dio. In questo singolare Autore, adombrato da una nietzschiana mestizia, abbiamo trovato un’interessante definizione dell’insegnante ideale in forza di un simbolismo che rende molto più delle 139 pagine di suggeri- menti in pdf. “Gli insegnanti ideali sono quelli che si offrono come ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti nuovi”. Non specifica la forma del ponte, ce la immaginiamo ad arco ad imitazione della volta celeste. Nel ponte c’è l’incrocio tra due direzioni, necessarie entrambe, senza che l’una sostituisca l’al- tra; c’è continuità e confronto, usando il linguaggio del nostro Leo- pardi, in un periodo della vita da una parte: “Quando ancor lungo/la speme e breve ha la memoria il corso” e viceversa dal- l’altra! Agli studenti il nostro Augurio suggerisce due virtù: la stima e l’amore verso gli insegnanti e verso i compagni. La scuola non è un’arena dove si va per combattere, spesso con il tifo dei familiari. Nella contrapposizione nessuno ci guadagna; anzi, ogni giorno, si esce più poveri e più svogliati. Così facendo non si è mai in grado di “costruire ponti nuovi”. Pietro Pompei L’Augurio che ci sentiamo di fare all’inizio del nuovo anno scolastico La scuola sia per tutti un “ponte ad arco” come la volta del cielo PROGRAMMA Venerdì 19 settembre 2014 Sala San Giovanni Paolo II Parrocchia Sacro Cuore - Centobuchi ore 20.45 accoglienza ore 21.00 preghiera d’inizio ore 21.15 introduzione alla I lettera di San Paolo ai Corinzi (cap. 1-4) (don Andrea Andreozzi, parroco e docente Istituto Teologico Marchigiano) Sabato 20 settembre 2014 Sala San Giovanni Paolo II Parrocchia Sacro Cuore - Centobuchi ore 15.15 presentazione della lettera pastorale S. E. Mons. Carlo Bresciani ore 16.00 appunti di viaggio per una Chiesa ‘in uscita’: l’Evangelii Gaudium di papa Francesco - dibattito (mons. Valentino Bulgarelli, docente Facoltà Teologica Emilia Romagna) ore 17.30 break ore 18.00 vespri ore 18.30 comunicazioni degli uffici pastorali ore 19.30 cena ore 21.15 – Cattedrale S. Maria della Marina Eucaristia presieduta dal Vescovo Carlo e consegna della Lettera Pastorale Il Papa agli Iracheni: la Chiesa soffre con voi ed è fiera di voi Nei saluti nelle diverse lingue, al termine della catechesi dell’Udienza Generale del 3 settembre 2014 , il Papa si è rivolto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dall’Iraq, ricordando che la Chiesa è Madre “e come tutte le madri sa accompagnare il figlio biso- gnoso, sollevare il figlio caduto, curare il malato (...) e anche difendere i figli indifesi e persegui- tati”. “Oggi vorrei assi- curare - ha detto il Papa - specialmente a questi ultimi, cioè gli indifesi e i perseguitati, la vici- nanza: siete nel cuore della Chiesa; la Chiesa soffre con voi ed è fiera di voi, fiera di avere figli come voi; siete la sua forza e la testimonianza concreta e autentica del suo messaggio di salvezza, di perdono e di amore. Vi abbraccio tutti, tutti. Il Signore vi benedica e vi protegga sempre!”. Diocesi di S. Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto Marche 3,00 Partenza dal piazzale dello stadio “Riviera delle Palme” 8,30 Inizio incontro in Piazza S. Pietro 10,30 S. Messa presieduta dal Papa 12,00 Angelus 12,30 Pranzo e tempo libero per visitare i luoghi vaticani 15,00 Giro turistico in pulman e visita alla chiesa S. Vittorino a Tivoli 20,30 circa Rientro a S. Benedetto del Tronto POSSONO ADERIRE SOLO GLI ANZIANI AUTOSUFFICIENTI. Quota di partecipazione: Euro 22,00 Informazioni e Iscrizioni (entro il 21 Settembre 2014): Ufficio di Pastorale Familiare 347 8255179 - 366 3497128 Diocesi di S. Benedetto onto - Rip r o del T Tr patransone - Mo che ontalto Mar o Rientr circa 20,30 onto r T Benedetto del a S. maz Infor ( ioni e Iscrizioni PO o il 21 Settem (entr o Quota di OSSONO ADERIR Uffici : e 2014) mbr e tecipazion par RE SOLO GLI AN ami astorale F io di P o 22,00 ne: Eur OSUF UT O NZIANI A 347 8255179 iliare 0 FFICIENTI. 9 - 366 3497128

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ANNO XXXI N° 29 - 14 Settembre 2014

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ANNO XXXI N° 29 - 14 Settembre 2014 € 1.00

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Carissimi,siamo all’inizio di un nuovo anno pastorale che la grazia del Signore ci

concede. Si tratta di un tempo prezioso che dobbiamo cercare di rendere proficuo nel-l’ascolto della Parola di Dio per crescere come Chiesa diocesana che è in cammino perannunciare la novità di Gesù al mondo, fino alle periferie geografiche ed esistenziali.Ė opportuno che ci si possa incontrare e avere un tempo per condividere alcune lineecomuni che dovranno guidare la nostra pastorale diocesana e per dare inizio insieme alnuovo anno pastorale. Nella locandina apposita troverete il programma dettagliato.

Con una solenne concelebrazione in Cattedrale, sabato sera 20 settembre alle ore 21.15, daremo inizio nella preghiera e nel-l’invocazione dello Spirito al nuovo anno pastorale. Dopo la concelebrazione sarò lieto di distribuire ai presenti la letterapastorale per l’anno 2014-2015. Invito caldamente a questi momenti molto importanti, che vogliono essere espressione diuna Chiesa viva e desiderosa di vivere e annunciare la gioia del Vangelo, pronta a rispondere positivamente alle sollecitazionidi papa Francesco. Vi attendo e vi saluto con un abbraccio di pace nel Signore, invocando la sua santa benedizione su tuttivoi e sulle vostre famiglie, soprattutto sugli ammalati.

Il vostro vescovo + Carlo Bresciani

Inizio nella preghiera e nell’invocazione dello Spirito del nuovo anno pastorale 2014 - 2015

Invito del Vescovo

Lunedì, 15 settembre, i nostri ragazzi tornano a scuola dopo alcunimesi di vacanze, frequentemente disturbate, quest’anno da vento epioggia. E mentre le Autorità preposte si affannano ad organizzaree rendere meno traumatico questo ritorno, specie per quanti il pas-saggio da un istituto all’altro aggiunge una importante novità, ilGoverno si è premurato di stilare, con qualche errore grammaticale,un “dodecalogo” per una “buona scuola in 12 punti”.

“L’Ancora” che vive le emozioni delle famiglie, e vuole farle co-noscere, desidera unirsi ai tanti “Auguri” che in questi giorni di vi-gilia, riecheggiano in tanti ambienti. Il nostro primo pensiero vaagli insegnanti in una scuola così tormentata da mille problemi.Non ci picchiamo di dare suggerimenti o di proporre esempi di unaassurda emulazione, come vorrebbe il Ministero della P. I. Augu-riamo loro tanta serenità. Nel periodo di ferie, nel desiderio di ar-ricchire lo spirito in questa voga francescana aperta da un papa cheper la prima volta nella storia della chiesa cattolica ha osato darsiil nome del poverello di Assisi e richiamarsi al suo esempio, cisiamo dati alla lettura di uno scrittore greco, Nikos Kazantzakis,autore tra le molte opere, alcune delle quali tradotte in film, anchedi un’originale vita di S.Francesco: Il poverello di Dio. In questosingolare Autore, adombrato da una nietzschiana mestizia, abbiamotrovato un’interessante definizione dell’insegnante ideale in forzadi un simbolismo che rende molto più delle 139 pagine di suggeri-menti in pdf. “Gli insegnanti ideali sono quelli che si offronocome ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsidi loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, siritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli pontinuovi”. Non specifica la forma del ponte, ce la immaginiamo adarco ad imitazione della volta celeste. Nel ponte c’è l’incrocio tradue direzioni, necessarie entrambe, senza che l’una sostituisca l’al-tra; c’è continuità e confronto, usando il linguaggio del nostro Leo-pardi, in un periodo della vita da una parte: “Quando ancor

lungo/la speme e breve ha la memoria il corso” e viceversa dal-l’altra! Agli studenti il nostro Augurio suggerisce due virtù: la stimae l’amore verso gli insegnanti e verso i compagni. La scuola non èun’arena dove si va per combattere, spesso con il tifo dei familiari.Nella contrapposizione nessuno ci guadagna; anzi, ogni giorno, siesce più poveri e più svogliati. Così facendo non si è mai in gradodi “costruire ponti nuovi”. Pietro Pompei

L’Augurio che ci sentiamo di fare all’inizio del nuovo anno scolastico

La scuola sia per tutti un “pontead arco” come la volta del cielo

PROGRAMMAVenerdì 19 settembre 2014Sala San Giovanni Paolo II

Parrocchia Sacro Cuore - Centobuchiore 20.45 accoglienzaore 21.00 preghiera d’inizioore 21.15 introduzione alla I lettera

di San Paolo ai Corinzi (cap. 1-4) (don Andrea Andreozzi,

parroco e docente Istituto Teologico Marchigiano)

Sabato 20 settembre 2014Sala San Giovanni Paolo II

Parrocchia Sacro Cuore - Centobuchiore 15.15 presentazione della lettera pastorale

S. E. Mons. Carlo Bresciani

ore 16.00 appunti di viaggio per una Chiesa ‘in uscita’: l’Evangelii Gaudium di

papa Francesco - dibattito(mons. Valentino Bulgarelli,

docente Facoltà Teologica Emilia Romagna)ore 17.30 breakore 18.00 vespriore 18.30 comunicazioni degli uffici pastoraliore 19.30 cena

ore 21.15 – Cattedrale S. Maria della MarinaEucaristia presieduta dal Vescovo Carlo

e consegna della Lettera Pastorale

Il Papa agli Iracheni: la Chiesa soffre convoi ed è fiera di voi

Nei saluti nelle diverse lingue, al terminedella catechesi dell’Udienza Generale del3 settembre 2014 , il Papa si è rivolto aipellegrini di lingua araba, in particolare aquelli provenienti dall’Iraq, ricordandoche la Chiesa è Madre “e come tutte lemadri sa accompagnare il figlio biso-

gnoso, sollevare il figliocaduto, curare il malato(...) e anche difendere ifigli indifesi e persegui-tati”. “Oggi vorrei assi-curare - ha detto il Papa- specialmente a questiultimi, cioè gli indifesi ei perseguitati, la vici-nanza: siete nel cuoredella Chiesa; la Chiesa soffre con voi edè fiera di voi, fiera di avere figli comevoi; siete la sua forza e la testimonianzaconcreta e autentica del suo messaggio

di salvezza, di perdono e di amore. Viabbraccio tutti, tutti. Il Signore vi benedicae vi protegga sempre!”.

Diocesi di S. Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto Marche

3,00 Partenza dal piazzale dello stadio “Riviera delle Palme” 8,30 Inizio incontro in Piazza S. Pietro10,30 S. Messa presieduta dal Papa12,00 Angelus12,30 Pranzo e tempo libero per visitare i luoghi vaticani15,00 Giro turistico in pulman e visita alla chiesa S. Vittorino a Tivoli20,30 circa Rientro a S. Benedetto del Tronto

POSSONO ADERIRE SOLO GLI ANZIANI AUTOSUFFICIENTI.Quota di partecipazione: Euro 22,00

Informazioni e Iscrizioni (entro il 21 Settembre 2014): Ufficio di Pastorale Familiare 347 8255179 - 366 3497128

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Anno XXXI

14 Settembre 2014

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Città del Vaticano, 4 settembre 2014 (VIS). Lapace in Medio Oriente e il ruolo delle religioninei processi di pacificazione regionale, sono statii temi al centro dell’incontro del Papa con l’ex-Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres.Un lungo colloquio - durato 45 minuti - duranteil quale il Presidente Peres ha presentato al Pon-tefice il suo progetto di creare un consiglio dileader religiosi per promuovere la pace, partendodal presupposto che se in passato erano i nazio-nalismi a provocare la maggior parte delleguerre, attualmente è soprattutto il motivo reli-gioso ad innescare lo scoppio dei conflitti. Il

Santo Padre ha ascoltato con grande attenzione ed interesse la proposta dell’ex Presidente delloStato di Israele nel corso del colloquio che si è svolto in un clima di grande cordialità.

Perseguimento della pace e religionisono stati anche i temi al centro dell’in-contro con il Principe El Hassan binTalal, del Regno Hashemita di Giordania.Il Principe, fondatore del Centro “RoyalInstitute for Interfaith Studies”, ha pre-sentato al Papa le attività di questa istitu-zione, sottolineando che gli aspetticomuni delle religioni favoriscono la col-laborazione in attività di solidarietà a fa-vore dei più svantaggiati in un mondoglobalizzato. L’incontro, svoltosi an-ch’esso in un clima di grande cordialità,è durato circa mezz’ora.

IRAQPatriarca di Baghdad: cristiani (e minoranze)verso l’estinzione, contro l’islamismo unità epluralità di Louis Raphael I SakoMar Sako denuncia le crescenti sofferenze deglisfollati e il rischio “genocidio” di un popolo pri-vato dei valori “religiosi, umani, morali enazionali”. Comunità internazionale e governoirakeno devono combattere gli estremismi. Maanche i cristiani devono mettere da parte ildesiderio di emigrazione e continuare a essere“lievito” della terra. Partendo dall’istruzione edalla lotta all’uso politico della religione. Baghdad (AsiaNews) - A un mese dall’avanzatadelle milizie dello Stato islamico, con la con-seguente fuga in massa di cristiani, yazidi ealtri minoranze, Mar Louis Raphael I Sako de-

nuncia le crescenti sofferenze degli sfollati. Inuna lettera-appello inviata ad AsiaNews, suaBeatitudine racconta il “genocidio” di unpopolo privato dei “valori religiosi, umani,morali e nazionali”; questo rappresenta una“minaccia concreta per tutti”. Come già affer-

mato in passato, il Patriarca caldeo ricorda chela soluzione non consiste “nell’emigrazione”,perché i cristiani devono poter continuare a es-sere “lievito” della terra d’Iraq e messaggeridi “speranza”. Condannando la timidezzamostrata sinora dalla comunità internazionale(e del governo irakeno) nel rispondere alle vi-olenze islamiste, Mar Sako pone l’accento sul-l’importanza di “far sentire la nostra vocecontro gli estremismi”. E ancora, di “lavorareper creare una nuova mentalità basata sullaconvivenza in pace e armonia fra sciiti, sunniti,arabi, turcomanni, curdi, cristiani, yazidi”. Per

questo serve “un’offensiva sulpiano ideologico” nei confrontidel mondo islamico, per fermarela legittimazione religiosa, fi-nanziaria e militante del fonda-mentalismo. Fra le molteproposte concrete avanzate dalPatriarca caldeo, fra cui unaforza di pace in Iraq e una com-missione di inchiesta Onu sulleviolenze del Califfato, la primadalla quale partire è il cambiodel curriculum scolastico e uni-versitario. “Solo l’istruzione -avverte - può dare il via a questatrasformazione e costruire una

società dove regni l’uguaglianza fra cittadini.Per garantire una migliore convivenza è neces-sario creare una società civile che rispetti cias-cuna religione e che non politicizzi le religioniper tornaconto personale”.

RELIGIONI E PERSEGUIMENTO PACE AL CENTRODEI COLLOQUI DEL PAPA CON L’EX PRESIDENTE

DI ISRAELE, SHIMON PERES E CON IL PRINCIPE DIGIORDANIA, EL HASSAN BIN TALAL

IL PAPA A REDIPUGLIA

Un pellegrinaggio della riconciliazione

Il messaggio dei vescovi delle quattro diocesi del Friuli Venezia Giulia: un viaggio

che assume una valenza particolare in una terra di confine. Infatti la preghiera

verrà elevata “per i caduti di tutte le guerre’’, tanto nel cimitero austro-ungarico

di Fogliano, dove sono sepolti 16mila soldati che vestirono quella divisa, quanto

nel sacrario di Redipuglia, dove riposano oltre 100mila caduti italiani Mauro Ungaro

“Il primo conflittomondiale - definitoda Benedetto XVun’inutile strage - hamostrato in manieraparticolarmente evi-dente la tragica inu-tilità del ricorso alconflitto armato ealla violenza per lasoluzione dei pro-blemi sociali, eco-nomici e politici fra i popoli e le nazioni. La ricerca della giustizia e la promozionedell’autentico sviluppo sociale sono, invece, il frutto di cuori aperti al bene di un dialogosincero e rispettoso volto a discernere il bene di tutti e di ciascuno nelle diverse condizionistoriche dei popoli e delle nazioni”. Inizia così il messaggio che i vescovi delle quattrodiocesi del Friuli Venezia Giulia hanno inviato ai loro fedeli in preparazione alla celebra-zione eucaristica che Papa Francesco presiederà al sacrario militare di Redipuglia, in pro-vincia di Gorizia, sabato 13 settembre a cento anni, come egli stesso spiegò in piazza sanPietro lo scorso 6 giugno, “dall’inizio di quell’enorme tragedia che è stata la prima guerramondiale della quale ho sentito tante storie dolorose dalle labbra di mio nonno che l’hafatta sul Piave”. Un viaggio che assume una valenza particolare in una terra di confinecome il Friuli Venezia Giulia, segnata “dalla violenza delle due guerre mondiali” come ri-cordano i vescovi di Gorizia, Redaelli, di Udine, Mazzocato, di Trieste, Crepaldi, e di Con-cordia-Pordenone, Pellegrini. Un secolo or sono, la parte orientale della regioneapparteneva all’Impero austro-ungarico e quindi i giovani isontini, triestini e della BassaFriulana vennero chiamati alle armi già alla fine del luglio 1914 e mandati a combatteresui fronti dell’Europa centrale: molti di essi non fecero ritorno e di tanti non si è mai co-nosciuto nemmeno il luogo della morte. In tal senso il viaggio del Pontefice diviene vera-mente pellegrinaggio di riconciliazione e di pace, con la preghiera che verrà elevata “peri caduti di tutte le guerre”, tanto nel cimitero austro-ungarico di Fogliano, dove sono sepolti16mila soldati che vestirono quella divisa, quanto nel sacrario di Redipuglia, dove riposanooltre 100mila caduti italiani: giovani dalle provenienze, dalle lingue, dalle religioni diversema divenuti fratelli nel comune tragico destino di morte.

Il progettoAl via il progetto “Integrazionedi Ritorno2” per accompagnare80 cittadini provenienti da AL-GERIA, GHANA, PERU’,ECUADOR e COLOMBIA chevogliono tornare a vivere nel loropaese. Il progetto (AP 2013 Az.3), è implementato dal ConsiglioItaliano per i Rifugiati – Onlus(CIR) in partenariato con OxfamItalia e il CISP – Comitato In-ternazionale per lo Sviluppodei Popoli.Il progetto mette a disposizione ser-vizi di orientamento, un contributo economicoper favorire la reintegrazione nel paese di ri-torno e accompagnamento in loco per realizzareun micro progetto di inserimento socio-profes-sionale. Le partenze sono previste fino amarzo 2015.L’esperienza maturata, i risultati raggiuntiL’iniziativa raccoglie l’esperienza del progettoappena concluso “Integrazione di Ritorno” cheha garantito a 25 nuclei familiari (45 persone intotale) l’informazione e l’orientamento nel loropercorso di decisione volontaria al ritorno. Altermine di questo percorso, 32 persone (inclusi12 minori) hanno fatto ritorno nel loro paesed’origine e sono state quindi accompagnate inogni fase, incluso il monitoraggio del percorso

di reintegrazione. Nello specifico, 27 personesono tornate in Ecuador, 4 in Colombia e 1 inGhana. La misura del ritorno volontario assistito inItaliaSono sempre più i migranti che ritornano vo-lontariamente nei loro paesi di origine, sostenutidai progetti finanziati dal Ministero dell’Internoattraverso il Fondo Europeo Ritorno. Sono in-fatti passati dai 228 casi del 2009 agli oltre2.000 previsti per l’annualità 2013-2014 che siè conclusa lo scorso giugno. Di questi, circa il55% ha ricevuto un supporto alla reintegrazionesocio-lavorativa e il 71% era di sesso maschile;81 sono le nazionalità dei ritornanti, anche seoltre la metà proviene da Tunisia, Ecuador, Perùe Marocco.

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Immaginate un gruppo di famiglie che salgono sul monte perpregare, meditare e fare esperienza di vita insieme; immaginatebambini e giovani coinvolti in attività e giochi stile “oratorio”;immaginate un’ anima sapiente e ispirata da Dio nel dono dellapredicazione; immaginate un vescovo ed alcuni sacerdoti fiancoa fianco al loro popolo per 24 ore al giorno. Il risultato è statouna tre giorni che definire di paradiso non sembra eccessivo epresuntuoso. L’occasione è stata il XXIV Convegno per fami-glie, organizzato dall’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare,dal titolo “Famiglia: casa e futuro della Chiesa”, con PadreRaniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, che èrimasto per tutto il programma del convegno svoltosi dal 29 al31 agosto 2014 a Montemonaco. L’inizio è stato fulminante:una Celebrazione Eucaristica con il nostro vescovo Carlo Bre-sciani concelebrata da Padre Raniero, alla fine della qualequest’ultimo ha presentato i temi del convegno tracciando dellepennellate di santità raccontando la propria esperienza personaledi scoperta dell’immenso amore di Dio nella propria vita. Lamattina del sabato una giornata bellissima di sole ha accoltotante coppie e amici (simpaticamente definiti “pendolari”) chesono accorsi per ascoltare le relazioni illuminate di Padre Ra-niero, in un programma denso e profondissimo. Si è iniziato conun excursus sul significato e sulle tracce della famiglia nellaBibbia. In un secondo momento della mattinata la sapienza delleparole, a volte forbite e dense di riferimenti culturali, a voltelievi e dolci di gioia, portava a provare a capire la situazionedella famiglia dell’oggi della realtà destrutturata, relativistica ematerialistica dei rapporti umani e familiari. Egli aiutava a com-prendere il senso sacramentale del matrimonio e dell’atto co-niugale degli sposi. Il quadro è da una parte desolante, madall’altra ci fa sperare nella forza dell’unità nella Chiesa e conun Papa inviato da Dio proprio per i mali del tempo presente.Finalmente nel pomeriggio le famiglie, le coppie, ma anche sin-goli, si sono radunati a piccoli gruppi casuali in “laboratori”esperienziali con differenti tematiche che ruotavano intorno altema generale del convegno. Ognuno si è sentito messo in gioconel laboratorio, ognuno si è confrontato col partner e poi con glialtri in uno scambio aperto e franco: il frutto dell’esperienza la-boratoriale è stata una busta dove ogni coppia ha inserito oscritto ciò che lo Spirito ispirava loro in quel momento. Il terzotema della giornata, dal titolo “La spiritualità nella coppia”, sem-pre svolto da Padre Cantalamessa, ci conduceva verso un temaforte e cioè che il matrimonio fra uomo e donna è come l’unionefra Cristo e la sua Chiesa. Questo argomento è stato introduttivoal momento forse più toccante dell’intero percorso formativo:l’adorazione eucaristica guidata da Padre Raniero e con il gesto

finale dell’offerta della busta che ogni coppia o singolo ha fattodi fronte all’altare e Gesù eucaristia. L’ultima giornata si èaperta, dopo le lodi mattutine, con una conversazione sul ruolodei laici, inseriti nelle famiglie, con la nuova evangelizzazione.Quale enorme importanza della famiglia oggi per l’evangeliz-zazione, quale grande responsabilità per una nuova primaveradella Chiesa, quale Grazia Dio ha messo nella famiglia per lacostruzione di una rinnovata Chiesa e società! Al termine dellaconversazione un “inno alla Gioia” che l’essere cristiano oggi,inserito in una famiglia, dovrebbe farci sperimentare e vivere.Un momento di dialogo con brevi domande e risposte con PadreRaniero ha introdotto il nostro vescovo Carlo il quale ha trattoalcune conclusioni dal per-corso svolto insieme, aggiun-gendo sue riflessioni agliargomenti densissimi e fortitrattati sino a quel momento.In particolare egli ci ha aiutatoa meglio rispondere alle do-mande se oggi la società ha bi-sogno della famiglia, e se laChiesa e la famiglia hanno an-cora bisogno l’una dell’altra.La risposta a questi interroga-tivi è positiva se la famiglianon si conforma alla mentalitàdi questo secolo, all’egoismoma si converte: solo così ren-derà la Chiesa ancora più bella.La celebrazione domenicale hachiuso il convegno con la parte-cipazione della comunità di Mon-temonaco accorsa numerosa.Tutti sperimentavano, alla fine,ripartendo dalla montagna, unagrande nostalgia di divino perl’esperienza fatta insieme, macon la consapevolezza rafforzatache la famiglia è una risposta for-tissima, potente, gioiosa, piena diGrazia divina in mezzo a tantacrisi di valori, a tante solitudinidell’uomo di oggi.

Dall’Ufficio diocesano

di Pastorale Familiare

INCONTRO CON LE FAMIGLIE

ARIA DI PARADISO A MONTEMONACO

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Parola del SignoreXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A

Dal VANGELO secondo MATTEO

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, quante volte dovrò perdonare al mio

fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico

fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A questo proposito, il regno dei cieli è simile

a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno

che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire,

il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva,

e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi

pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò

andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui

che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il

suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti ri-

fonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a

che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati

e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare

quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai

pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto

pietà di te ? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse

restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non

perdonerete di cuore al vostro fratello”. (Matteo 18,21-35)

Il Signore in questo brano vuole insegnarci l’importanza del perdono. L’occasione è una do-manda di Pietro, che pratico come sempre, chiede al Signore di definirgli numericamentequante volte doveva perdonare qualcuno che gli facesse del male.

Gesù ci dà un insegnamento che rimarrà per sempre definito.Gesù ci fa capire che la misura del perdono che dobbiamoriconoscere ad un fratello che ci fa del male è infinita. Noidobbiamo perdonare sempre, come Dio ci perdona sempre.Le due cose sono così strettamente collegate che nella pre-ghiera del “Padre Nostro” Gesù ci fa recitare “RIMETTI ANOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AINOSTRI DEBITORI” come ad indicare che il perdono checi viene concesso dal Padre celeste è strettamente legato alperdono che noi concediamo ai fratelli. Infatti per far capiremeglio questo concetto Gesù usa una parabola ben compren-sibile per tutti, e mette in relazione il perdono che il Re donaal servo, con quello che il servo avrebbe dovuto dare al suo

compagno. Tenendo presente la differenza dei due debiti. Il debito che abbiamo verso Dio,cioè quello che noi dobbiamo farci perdonare da Lui è infinitamente più grande di ciò cheabbiamo da perdonare ai fratelli. La misura della grandezza del perdono che dobbiamo do-nare ai fratelli è significativamente espressa nei numeri usati da Gesù. Se teniamo presenteche nel mondo ebraico il numero sette indicava già una completezza, e Gesù ci dice chequesta completezza (il 7) deve essere moltiplicata per settanta volte (7 x10 ) riusciamo acapire che traducendo i numeri di Gesù dovremmo dire: sempre, sempre, sempre. Chiediamoa Gesù la forza di riconoscere il grande debito che abbiamo col Padre celeste e quindi ilgrande perdono di cui abbiamo bisogno, per far sì che sia più facile perdonare il nostroprossimo. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA:

Nulla abbiamo da perdonare agli altri, se pensiamo a ciò che il Signore perdona a noi

(G. Crisostomo)

Dio perdonerà solo chi avrà perdonato: è la legge. (Vianney, Curato d’Ars)

28-31 agosto 2014: Pellegrinaggio interdiocesano Unitalsi a Loreto

Le testimonianze dei presidenti

LORETO – Un week-endindimenticabile perl’U.N.I.T.A.L.S.I. di SanBenedetto del Tronto e diAscoli Piceno. Giorni di pre-ghiera contraddistinti datanti eventi, come le celebra-zioni eucaristiche dei Ve-scovi Bresciani e D’Ercole ola processione nella Piazzadella Basilica della SantaCasa. Proprio lì abbiamoraccolto le testimonianze diSabatino Di Serafino, presidente della Sezione della Diocesi Truentina e di Anna Saveria Capriotti,presidente di quella ascolana.Di Serafino: “Innanzitutto direi è una tradizione che si rinnova quella del pellegrinaggio a Loreto

e che da dieci anni vede affiancare il cammino della sottosezione di San Benedetto a quella della

sottosezione di Ascoli Piceno, un segno di comunione forte, un semplice gesto che abbiamo voluto

anche quest’anno rinnovare al di là delle difficoltà del momento e quindi della situazione che

vive il nostro Paese, la nostra Chiesa e anche la nostra realtà associativa unitalsiana”.

Capriotti: “La nostra è una fraternità che ormai ci vede uniti in questo pellegrinaggio da oltre

dieci anni, da quando io e Sabatino abbiamo scelto di dire il nostro sì al servizio della presidenza

delle rispettive Diocesi. Devo dire che è un percorso che ci vede veramente uniti non solo in questi

giorni che sono per noi che a casa viviamo altre esperienze di carità e di servizio, veramente un

momento di gioia e un dono per ciascuno di no, anche durante tutte le attività dell’anno, soprat-

tutto nei momenti in cui ognuno di noi ha bisogno dell’aiuto e del supporto dell’altro”.

Per concludere, la nostra preghiera è rivolta anche ai giovani, affinché continuano ad aiutare congioia coloro che sono in difficoltà e che grazie all’U.N.I.T.A.L.S.I. passano giornate indimentica-bili. Il suono gioioso delle campane della Basilica lauretana è tutto per loro. Nicolas Abbrescia

L’oratorio: tradizione antica dal fascino immutato Don Marco Mori, presidente del Forum Oratori Italiani, spiega il segreto del successodegli oratori, realtà che resiste e si consolida anche nell’epoca di Internet

7.000 oratori distribuiti in tutto il territorio nazionale con un milione e mezzo di bambini accoltida oltre 300 mila animatori. È questo la realtà numerica degli oratori italiani, che si sono radunatiad Assisi il 4 settembre per il 2° Happening nazionale organizzato dal Forum degli Oratori Italiani(Foi). Previsti fino al 7 settembre momenti di scambio, di formazione e di programmazione diiniziative future per continuare a far crescere questa preminente attività pastorale della Chiesa ita-liana. Attività che gode di ottima salute, sapendo far sopravvivere un’offerta di aggregazioneantica di secoli in mezzo a tanti richiami al passatempo tecnologico individualista. “Proprio inuna società come la nostra, fortemente basata sul digitale, c’è bisogno anche di posti molto con-creti”, spiega don Marco Mori, presidente del Foi. Ebbene, il fascino dell’oratorio è di “essere unposto molto vicino ai ragazzi, molto accogliente e disponibile a far sviluppare un loro protagoni-smo concreto e reale”. Protagonismo che si attua attraverso il servizio verso gli altri. Sono tanti igiovani che scoprono mediante l’altruismo concreto “una parte di loro stessi che non conosce-vano”. Don Mori chiama questa una vera e propria “scoperta del reale” che alimenta “un camminodi crescita che coinvolge tutti, dai più piccoli agli animatori” adulti. Una rete di relazioni umaneche strappa i giovani dalla solitudine e li stimola al confronto, con loro stessi e con gli altri, sug-gerendo alla coscienza di ognuno una domanda fondamentale: “Cosa il Signore vuole da me?”.

Il tema delle relazioni riguarda anche gli oratori stessi. “Un oratorio che si isola è un oratoriomorto”, commenta il presidente del Forum. Centrale in questo senso risulta essere l’immagine diuna “Chiesa in uscita” costantemente evocata da papa Francesco. Secondo don Mori il SantoPadre “amerebbe degli oratori il loro essere luoghi di ‘periferia’ reali”. Luoghi che stanno racco-gliendo l’invito del Papa “ad andare dai ragazzi prima che i ragazzi vengano nell’oratorio”. Èanche questo il segreto della “nuova primavera” degli oratori, per mutuare una definizione datadal card. Gualtiero Bassetti in occasione della recente presentazione ai vescovi umbri dell’Hap-pening di Assisi. Il porporato ha parlato nelle settimane scorse con don Mori, dando dimostrazionedi essere “uno sponsor convinto degli oratori, testimoniato dal lavoro che ha fatto in questi annia Perugia per questa realtà”. Il presidente del Forum confida che “non esiste in Italia un camminodi preparazione nei confronti dei responsabili e degli animatori così significativo come quello chesta facendo la Diocesi di Perugia”. È proprio all’interno della Diocesi di Perugia, d’altronde, chesi terrà l’Happening. “Non è retorico dire che l’aspetto più importante di questo evento non sonotanto le conferenze quanto i confronti tra oratori”, commenta don Mori. Perché “nessuno possiedegià la formula dell’oratorio modello, ma la si scopre soltanto condividendo e scambiando idee,appartenenze, possibilità”.

IL PAPA AI CAMPIONI DI CALCIO:RELIGIONE E SPORT

CONTRO LA DISCRIMINAZIONEAnche i nostri giovani hanno partecipato

Eravamo tantissimi e sul volto di ognuno di noi brillava uno sguardo e unsorriso, ma non comune, c’era qualcosa di particolare, una luce diversaalimentata dalla stessa passione. La passione per i nostri bambini e ragazziche passano il tempo all’oratorio e si aspettano da noi il massimo, che vo-gliono che noi siamo i primi a crederci e a giocare con loro, che ci richie-dono impegno e pazienza, rinunce e tempo, ma che ci restituiscono nocento, infinite volte tanto. Il loro riconoscerci e chiamarci per nome è lapiù gratificante edemozionante risposta, il loro più bel GRAZIE. Noi ra-gazzi che abbiamo partecipato dobbiamo ringraziare chi ci ha permessodi vivere questi giorni: dalla diocesi, alle parrocchie, agli accompagnatori,agli organizzatori, a chi ha speso se stesso per noi, a chi ha creduto e credein noi giovani leve e a Lui che attraverso le vite di Francesco e Chiara èstato presente in mezzo a noi e ci ha accompagnati col suo Spirito.

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Il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato

21. LE TENTAZIONI DI GESÙLeggiamo Lc 4,1-13 riguardante le tentazioni di Gesù. Il brano è paral-lelo a quello di Mt 4,1-11 che leggemmo già in due puntate (Serie suMatteo, nn. 12-13) dicendo cose che qui non ripeteremo. Luca lega conforza il battesimo e le tentazioni di Gesù; sottolinea la presenza delloSpirito Santo su Gesù; rimanda alla passione; suggerisce che la tenta-zione accompagna ogni seguace di Cristo. 1. L’introduzione. «Gesù,pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dalloSpirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non man-giò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame» (Lc4,1-2). Nel battesimo lo Spirito Santo «scese su di lui in forma corpo-rea» (3,22); ora Luca riprende quell’evento nominando per ben duevolte lo Spirito Santo in un solo versetto, il v.1. In questo modo preparaquanto dirà inaugurando a Nazaret, iniziando il suo ministero in Galilea:«Lo Spirito del Signore è sopra di me… e mi ha mandato a proclamarel’anno di grazia del Signore» (4,18.19). Gesù si inoltra «nel deserto» diGiuda, e, secondo la tradizione, nella zona chiamata Gebel Qarantal, ilMonte della Quarantena, che sovrasta su Gerico. I« quaranta giorni»richiamano quelli passati da Mosè sul Sinai in attesa delle Tavole dellaLegga: «Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti,senza mangiar pane e senza bere acqua» (Es 34,28) e anche i 40 annipassati dagli ebrei nel deserto prima di entrare nella Terra promessa:«Porterete le vostre colpe per quarant’anni» (Nm 14,34). 2. Le tre ten-

tazioni. Provengono da un’antica tradizione dalla quale poi dipendono

Matteo e Luca che seguono lo schema: le tre richieste del diavolo; letre controrisposte di Gesù con tre testi del Deuteronomio che si ricol-legano a situazioni di prova e di peccato dell’Israele che è ancora neldeserto. «Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questapietra che diventi pane”. 4Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solopane vivrà l’uomo [Dt 8,3]”. // 5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostròin un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: “Ti darò tutto questopotere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio.7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”.8Gesù gli rispose: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solorenderai culto [Dt 16,13]”. // 9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sulpunto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttatigiù di qui; 10sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardoaffinché essi ti custodiscano; 11e anche: Essi ti porteranno sulle loromani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. 12Gesù gli rispose:“È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo [Dt 16,16]”»(Lc 4,1-12). Dal momento che fa terminare le tentazioni «a Gerusa-lemme», e non «sopra un monte altissimo» come fa Mt in 4,8, Lucacollega la vittoria che Gesù riporta con la stessa Gerusalemme, la cittàdove Gesù compirà l’opera di salvezza: «Mentre stavano compiendosii giorni in cui sarebbe stato elevato in alto [crocifissione e risurrezione],egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusa-lemme» (Lc 9,51). Vi giunge, «pianse su di essa» (19,41) e con la suamorte e risurrezione compì la missione ricevuta nel battesimo, cioè lanostra redenzione e la vittoria definitiva sul diavolo. Allora si compiequanto Gesù aveva preannunciato ai 70 discepoli che ritornavano gio-

iosi dalla loro missione:«Vedevo Satana caderedal cielo come una fol-gore)» (10,18).3. La con-

clusione. Quanto segue siha solo in Luca. «Dopoaver esaurito ogni tenta-zione, il diavolo si allon-tanò da lui fino almomento fissato, áchrikairoù» (Lc 4,13). Il quale momento, chairós, è quello della passione di Gesù, presentatada Luca come opera di Satana. «Allora Satana entrò in Giuda» (22,3)perché tradisse il Maestro; «Questa è l’ora vostra e il potere delle tene-bre» (23,53): sono le parole che Gesù rivolge a coloro che sono venutinel Getsemani per catturarlo. 4. Tentazione e vita cristiana. La tenta-zione, peirasmós, si concretizza non solo come istigazione a peccare,ma anche come prova per dimostrare la fedeltà e accrescerla. In que-st’ultimo caso essa diventa occasione di premio: «Voi siete quelli cheavete perseverato con me nelle mie prove, meth’emoù en tois peira-smóis mou, 29e io preparo per voi un regno 30perché mangiate e beviatealla mia mensa nel mio regno» (Lc 22,28-30); «Considerate perfetta le-tizia… quando subite ogni sorta di prove» (Gc 1,2). Inoltre, coscientidella nostra fragilità, chiediamo al Padre: «Non abbandonarci alla ten-tazione» (Lc 11,4). Conclusione. Accogliamo l’invito di Gesù: «Pregate,per non entrare in tentazione» (22,40.46) [email protected]

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Fa accapponare la pelle il rapporto diffuso dal-l’Unicef. Secondo il fondo delle Nazioni Uniteper l’infanzia sono circa 120 milioni nelmondo le ragazze sotto i vent’anni sottopostea violenza fisica, psicologica e sessuale. E sitratta, per giunta, soltanto di un tassello delquadro generale tracciato dall’Unicef, che ri-guarda 190 Paesi e prende in considerazionela violenza sulle donne ma anche sui bambini.Lo scenario denunciato dal rapporto presentauna vera e propria rete sociale che giustificasimili episodi di violenza. Nel mondo - si legge- quasi la metà di tutte le ragazzine di età com-presa tra i 15 e i 19 anni (circa 126 milioni)credono che un marito sia giustificato a picchiarela moglie in certe circostanze. Percentuale che salea oltre l’80% delle adolescenti in Afghanistan, Gui-nea, Giordania e Mali. Il rapporto ‘Hidden in PlainSight’, un’analisi statistica senza precedenti basatasui dati provenienti da 190 Paesi, rivela insommauna prevalente accettazione della violenza nei con-fronti di bambini e ragazzi. Emerge poi che hannosubito violenze psicologiche, fisiche o sessualiquasi il 70% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni di duePaesi dell’Africa (Repubblica Democratica delCongo, Guinea Equatoriale) e oltre il 50% di ra-gazze di altri Paesi ancora (Uganda, Tanzania, Zim-babwe). Il fenomeno non è molto più confortantein alcune parti d’Europa: in Svizzera, ad esempio,il 22 % delle ragazze e l’8% dei ragazzi con età

compresa tra i 15 e i 17 anni ha subito almeno unavolta una violenza sessuale.Violenze che spesso de-generano in omicidi. I giovani sotto i vent’anni rap-presentano un quinto delle vittime per omicidio alivello globale, con 95.000 morti nel 2012. In Paesicome Panama, Venezuela, El Salvador, Trinidad eTobago, Brasile, Guatemala e Colombia l’omicidiorappresenta la principale causa di morte tra i maschitra i 10 e i 19 anni. In Nigeria si registrano 13.000casi di bambini uccisi. “Ci sono fatti gravi, che nes-sun Governo, nessun genitore vuole vedere”, hacommentato Anthony Lake, direttore generaledell’Unicef. “Ma se non affrontiamo la realtà cheogni terribile statistica rappresenta, non cambie-remo mai la mentalità che considera la violenzacontro i bambini normale e accettabile”.

Rapporto UNICEFViolenze verso donne e bambini,

realtà che “nessun governo vuole vedere” ACQUAVIVA PICENA - Domenica 7 settem-bre, 21 ragazzi della parrocchia San Niccolòhanno ricevuto il sacramento della conferma-zione. Con il Vescovo Bresciani e il parroco donAlfredo Rosati hanno concelebrato anche il Ve-scovo Emerito Gestori, Padre Claudio Bonotandei Frati Agostiniani e il diacono don GiovanniBettoni. All’inizio della celebrazione Antonella,la catechista, che con Sr Isabella e Michele haseguito i ragazzi, ha presentato il cammino dipreparazione alla cresima come un percorsofatto di: “Alti e bassi, essendo un gruppo un po’

vivace -ma nonostantequesto - il gruppo ha

saputo accogliere le

proposte del cammino

di fede per conoscere

Gesù e la Chiesa parte-

cipando, aiutando e a

volte sudando nelle

varie iniziative create

sia per loro stessi che

per quelli più piccoli in

veste di animatori“. Iragazzi, infatti, hannoavuto un ruolo importante nell’organizzazionee nello svolgimento dell’oratorio Piano Terra edel camposcuola. “Ai ragazzi - ha terminatoAntonella - vogliamo dire questo: con la cre-

sima voi concludete la prima parte del vostro

cammino di fede, cioè l’iniziazione cristiana

con la cresima; lo Spirito Santo può fare della

vostra vita un miracolo d’amore un miracolo in

cui Dio si fida di voi fino a rendervi suoi testi-

moni, i testimoni di Cristo“. Durante l’omelia,il Vescovo Bresciani ha spiegato ai ragazzi il si-gnificato e l’importanza di ricevere il sacra-mento: San Paolo dice di amarsi gli uni gli altrie per fare ciò, c’è bisogno dello Spirito Santoche ci guida e che fa sì che diventiamo Chiesa.Ricevendo il Battesimo, l’Eucaristia e la Cre-sima, noi diventiamo Chiesa, ma la Chiesa nonla costruiamo da soli perché nessuno di noi èperfetto, abbiamo bisogno di chi ci faccia da

“sentinella” che avvisa la Chiesa, che ci avvisase stiamo facendo bene oppure no. Il Vescovoha terminato l’omelia con un invito ai ragazzi:rifacendosi alle parole della catechista Anto-nella ha detto loro: “Siate vivaci anche nella

fede“. Chiappini Janet

Cresima San Niccolò, il Vescovo ai ragazzi: siate vivaci nella fede

Grottammare: giorni di festa in Convento in onore della 'Madonna dei monti'!

Nello sport l’estate d’oro delle donneA parte Nibali, sono state loro a farci dimenticare la delusione brasiliana

Un avvio disastroso quello dell’estate sportiva, con unMondiale di calcio brasiliano partito tra mille speranzee sgonfiatosi subito, dopo l’illusione iniziale della vit-toria contro gli inglesi, con una clamorosa eliminazionefin dal girone del primo turno. Peraltro non è andatameglio ai campioni uscenti della Spagna e soprattuttoai carioca padroni di casa, umiliati dalla Germania chepoi diventerà campione del mondo con un incredibile7-1 in semifinale.Polemiche feroci hanno accompagnato il ritorno in pa-tria del Ct Prandelli, subito dimessosi (e approdato al

Galatasaray) insieme al presidente Abete e dei giocatori, il cui giocatore più rappresentativo, Mario Ba-lotelli, è stato ritenuto l’emblema della disfatta e alla fine ceduto a fine campagna acquisti dal Milan alLiverpool. Al posto di Prandelli invece arriva un Antonio Conte, senza più motivazioni alla Juventusdopo i tre scudetti consecutivi, ma determinatissimo nell’accogliere la nuova sfida per riportare in altogli azzurri. Anche qui però polemiche a non finire per il fatto che uno sponsor, la Puma, si sia accollatol’onere di quasi metà ingaggio, con il neopresidente della Federcalcio Tavecchio, anch’egli nell’occhiodel ciclone prima della sua nomina per un’infelice frase razzista, a far da diga su tutta la linea. A disin-tossicarci dai veleni del calcio ci hanno per fortuna pensato Vincendo Nibali trionfando al Tour e le donnecon grandissime imprese dal tennis alla scherma, dall’atletica al nuoto.Nibali innanzitutto: la sua impresa verrà ricordata a lungo perché lo “squalo” di Messina ha dominato lacorsa ciclistica a tappe fin dall’esordio, staccando gli avversari fin dal temutissimo pavé e continuandoa tenere saldamente il comando fino al traguardo di Parigi. Una dimostrazione di forza assoluta, che rin-verdisce i fasti di Coppi, Bartali, Gimondi e del povero Pantani, la cui fine è tornata alla ribalta, avendola magistratura riaperto un’inchiesta che potrebbe portare a una clamorosa verità: anziché l’apparentesuicidio, il pirata potrebbe essere invece stato assassinato.Al di là delle gesta del corridore siciliano, le maggiori soddisfazioni della stagione sono venute dalledonne. A cominciare dal grande exploit nel tennis targato Sara Errani e Roberta Vinci che, sbaragliandole avversarie nel doppio a Wimbledon, diventano le prime italiane a scrivere il proprio nome nel librod’oro dei Championship. Dalla Scherma invece, arriva l’ennesima conferma “rosa”: il dream team com-posto da Arianna Errigo, Martina Batini, Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca ha vinto la medagliad’oro nel fioretto a squadre ai Mondiali di Kazan, battendo in finale le russe padrone di casa. Una “dit-tatura” ribadita anche nel fioretto individuale, con l’oro di Arianna Errigo, l’argento di Martina Batini eil bronzo di un’infinita Valentina Vezzali. Anche agli Europei di atletica a Zurigo sono state le donne adarci le maggiori soddisfazioni, con una grande Libania Grenot, che ha vinto a sorpresa la tiratissimagara dei 400: la ragazza di origine cubana si è così riscattata dalla delusione per il quarto posto alla scorsarassegna continentale di Barcellona, disputando una gara in crescendo e battendo alla distanza le favoriteucraine e spagnole. Anche per Valeria Straneo è arrivata una bellissima riconferma: dopo il secondoposto ai mondiali di Mosca, la 38 enne alessandrina si è ripetuta conquistando un’altra medaglia d’ar-gento. Una storia bellissima la sua: corre da anni nonostante gli sia stata asportata la milza. Un esempiodi coraggio e di grande forza morale. Ma l’apoteosi, per le azzurre è arrivata quest’estate in vasca, agliEuropei di nuoto di Berlino, che hanno riproposto una Federica Pellegrini versione “monstre” capace didominare nei “suoi” 200 stile libero (terzo titolo continentale consecutivo) e trascinare la staffetta a unaltro oro, mentre dal trampolino un’altra veterana, Tania Cagnotto, vinceva l’oro con Francesca Dallapénel sincronizzato da 3 metri. Per tutte loro, un’estate indimenticabile. Leo Gabbi

Chiappini Janet

GROTTAMMARE - Do-menica 7 settembre 2014,con la Celebrazione Eucari-stica delle ore 19,00, si èconcluso il Triduo dedicatoai festeggiamenti della“Madonna dei Monti”, mo-mento centrale nel venta-glio di appuntamenti edeventi previsti per comme-morare il IV centenariodella presenza Francescananel Comune di Grottam-mare. Venerdì 5 settembre,alle ore 19.00, è stata cele-brata la Santa Messa con la quale si è avviato ilTriduo in preparazione della festa domenicale,conclusasi con la preghiera di affidamento alla‘Madonna dei Monti’. Dalle ore 20.00, si è te-nuta la ‘Cena dei Ricordi’, un momento convi-viale per coinvolgere gli amici del convento, di‘ieri’e e di ‘oggi’, riuniti attorno a una tavolaimbandita col buon cibo della Tradizione Con-tadina del Seicento e rallegrati dalla presenzadi simpatici e zelanti ‘servitori’ in costume“d’epoca”. Il tutto pensato come cornice idealeper creare un’occasione in cui condividere epi-sodi e aneddoti storici legati al convento o aifrati dei tempi passati. Numerosi i partecipanti;entusiasti e colmi di gratitudine i protagonistidella serata, che con i loro racconti hanno, distoria in storia, divertito e commosso gli inter-venuti. Sabato 6 settembre al termine della SantaMessa, preceduto dalla preghiera di affida-mento alla ‘Madonna dei Monti’, la ComunitàFrancescana dell’Oasi ha invitato gli amici piùgiovani, e tutti quelli che non hanno ancorasmesso di sentirsi tali, a una cena-buffet. A seguire l’atmosfera si è accesa all’insegna dimusica, balli, sketch dialettali e testimonianzeanimate dai frati e dai ragazzi della “Shekinàband” e dalle Suore del SS. Nome di Gesù.

Domenica 7 settembre , Festa della “Madonnadei Monti”: i festeggiamenti hanno avuto iniziocon la Santa Messa delle ore 10.15, presiedutada Mons. Romualdo Scarponi e animata dallaCorale Santa Maria dei Monti: una celebrazionein cui il messaggio dell’amore vicendevolecome unico ‘debito’ nei confronti del nostroprossimo è stato reso con parole semplici edesempi incisivi, facendo leva sulla raccoman-dazione di Papa Francesco di correggerci gli unicon gli altri, evitando chiacchiere e pettego-lezzi, invidie e gelosie.Alle ore 12.30 si è tenuto un altro momentoconviviale offerto dai frati per condividerlo conle autorità e gli amici del convento, attorno auna tavola imbandita con pietanze semplici masfiziose, presentate con fantasia e buon gusto.Alle ore 18.00, dopo il Santo Rosario, ha avutoluogo il momento centrale della ricorrenza: laprocessione al seguito dell’immagine della‘Madonna dei Monti’, espressione di devo-zione, affetto e gratitudine della Comunità reli-giosa e di tutti i partecipanti. Alle ore 19.00, conl’ultima Celebrazione Eucaristica della gior-nata, si è concluso il Triduo dedicato alla Ver-gine dei Monti, ma restano ancora da viverecomunitariamente altri appuntamenti dellacommemorazione dei 400 anni di presenzaFrancescana a Grottammare.

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Al poeta e drammaturgo francese Jean Tardieu,vissuto nel XX secolo, un giorno fu chiesto ache cosa serviva in un paese il teatro, ed egli conla sua fine ironia rispose: serve a salvare gli uo-mini dalla banalità. Qualcunopotrebbe meravigliarsi di questamia introduzione volendo recen-sire e far conoscere un libro diricerca storica dal titolo: Il teatrocomunale di Ripatransone; au-tore Walter Michelangeli, finitodi stampare nel mese di giugno2014 per i tipi di Linea Graficadi Centobuchi. Un argomentoall’apparenza frivolo per un la-voro così impegnativo comeappare ad un primo superfi-ciale sguardo. Più di duecentoanni di storia giunti a noi conil nome del poeta risorgimen-tale, Luigi Mercantini, cui Ri-patransone si gloria di averdato i natali. È un libro che giànella documentazione, cosìabbondante, meticolosa eposta in un susseguirsi cronologicamente esatto,si fa narrazione. Conoscendo l’Autore, col qualeho condiviso anni di scuola e di università, e sa-pendo con quanta serietà e impegno puntiglioso,è solito affrontare gli argomenti di ricerca, la cu-riosità per l’argomento scelto ha cercato unagiustificazione. La si trova subito nella presen-tazione del Sindaco il quale scrive. “Un Teatro,per chi sa interrogare e ascoltare i documenti, hasempre molto da raccontare; ci dice perché ènato, chi lo ha frequentato, quali passioni e ideelo hanno sostenuto, quante delusioni e gioie hacondiviso”. È la storia del progresso dell’uomoche si salva dalla banalità contrariamente aquanto avviene oggi e lo stiamo vedendo ognigiorno in cui l’uomo, come afferma lo scetticoGoethe, dotato di coscienza, di ragione e libertà,usa questo dono esclusivo per superare coscien-temente, razionalmente e liberamente l’animalestesso in animalità. L’amico Walter mi scuseràdi questo volo pindarico o come troviamo nel-l’ironia dantesca, “digression”, mi preme dimo-strare come anche un libro di storia, cosìparticolare come questo, può diventare di attua-lità ed argomento di educazione civica.

Per avere un esatto giudizio sul valore dell’operain oggetto invito a leggere con attenzione la pre-sentazione di uno storico di razza (mi si perdoni la banalizzazione): d. EmilioTassi, che ebbe appena il tempo di leggere il la-

voro in bozze. Archivi-sta scrupoloso egeneroso ha lasciato innoi un vuoto incolma-bile. “Al termine del-l’esame del testo- egliscrive- ho dovuto ricono-scere che il lettore si trovadavanti ad un lavoroesemplare, utile, pre-zioso”. E dopo aver ag-giunto che “il testocontiene numerosi e pre-cisi elementi che... con-sentirebbero di tracciareun’interessante storia dellacultura ripana”, ne elogial’attenzione verso i giovanicoinvolgendoli nelle varieiniziative. L’attualità dellamusica come elemento im-

portante nel processo educativo rientra nell’ul-timo progetto “della buona scuola”. Per chi,come me, è vissuto lungo tempo a Ripatransonefin dalla fanciullezza, èfacile ritrovare nella nar-razione del Michelan-geli, ambienti epersonaggi familiari. Sututti la figura del can-tante lirico Luciano Ne-roni, noto in ambientianche internazionali.Quante volte l’ho incon-trato sul postale di Ze-chini, dove mamma miaffidava al bigliettaio “Zin Zi” ad occupare metàdel primo posto, perché l’altro posto e mezzospesso era riservato alla mole di questo cantantedalla stupenda voce di basso. Si rivive anchequesto nelle belle pagine del libro di Walter Mi-chelangeli che termina con una colorita appen-dice fotografica che dimostra la bellezza diquesto teatro che il Tassi definisce “un gioiello”.

Roberto Bignoli è, da anni, un grande comunicatoredi buoni messaggi, che ha saputo esprimere attra-verso canzoni meravigliose come “Ballata perMaria” e “Concerto a Sarajevo”. Ha tenuto concertiin tutto il mondo, ricevendo anche premi interna-zionali prestigiosi. Nel 2006 ha realizzato, con ilcantautore e produttore Nico Fortarezza, la canzone“Non temere”, dedicata a S.Giovanni Paolo II. Pro-prio in questi giorni è arrivato nelle librerie un suovolume autobiografico, in collaborazione con An-drea Pagnini: “Il mio cuore canta” (EdizioniPiemme). Questo libro, scritto con passione, sem-bra rispecchiare alla perfezione tutte le caratteri-stiche della sua arte. Ne riassume la storia, leemozioni, la sua profonda umanità.

Un cuore che canta l’amore e la speranza È uscito per i tipi dell’editrice Piemme un libro del cantautore Roberto Bignoli che racconta la sua storia

Il racconto dei documenti nel libro di Walter Michelangelisul Teatro Comunale di Ripatransone

di Pietro Pompei

AC Force, la parrocchia S. Paolo Apostolo

in gita a Mirabilandia

FORCE - La comunità della parrocchia di Force, San Paolo Apostolo, è partita, sabato 6 settem-bre, per una giornata di allegria e divertimenti organizzata dall’Azione Cattolica. Adulti, giovanie ragazzi sono partiti con la presidente parrocchiale Gemma Testa, la responsabile parrocchialeACR Giovanna Bellabarba e don Mariano d’Ercoli, alla volta di Mirabilandia, dove i ragazzi eanche gli adulti si sono scatenati sulle diverse attrattive, e secondo il proprio coraggio, fino alle21:30 quando stanchi ed assonnati si sono ritrovati nell’autobus pronti per il ritorno a casa. Ov-viamente non è mancata la breve preghiera con la quale don Mariano ha voluto ringraziare il Si-gnore per la bellissima giornata trascorsa bagnata dal sole, che a quanto pare, visto la pioggiadegli ultimi giorni, ha voluto fare un’eccezione per i forcesi in gita. Chiappini Janet

S. Benedetto del Tronto

Festeggiati gli 80 anni della Palazzina Azzurra Compleanno celebrato alla presenza di tanti cittadini e affezionati turisti. Presentato

il quarto quaderno dell’Archivio storico dedicato alla struttura

Il maltempo non ha guastato i fe-steggiamenti per l’80esimo anni-versario dell’inaugurazione dellaPalazzina Azzurra. Alla festa nonhanno voluto mancare tanti citta-dini e tanti turisti affezionati chehanno riempito le sale dello sto-rico immobile per festeggiare ilcompleanno insieme all’Ammini-strazione comunale e al Circolodei Sambenedettesi, promotoredell’iniziativa. Alle celebrazionierano presenti tra gli altri il Sin-daco Giovanni Gaspari, l’asses-

sore MargheritaSorge, l’ex sin-daco Paolo Peraz-zoli sotto il cuimandato la strut-tura venne riqua-lificata, lapresidente delCircolo dei Sam-benedettesi Bene-detta Trevisani. L’archivista delComune, e stu-dioso di storia lo-

cale, Giuseppe Merlini ha ricostruito le tappe che hanno portato la Palazzina Azzurra ad essereun luogo dedicato dalla cultura. Merlini ha ricordato come l’edificio venne inizialmente concepitodal suo ideatore, l’ingegnere capo del Comune Luigi Onorati, come un luogo dedicato allo sport,con la realizzazione di campi da tennis là dove oggi c’è il giardino. Ma la Palazzina diventò moltopresto un punto fermo del turismo sambenedettese: indimenticabili le serate di gala, così come iconcerti tenuti da cantanti già famosi o che lo sarebbero diventati. Tra gli altri, Mina, ClaudioVilla, Adriano Celentano, Massimo Ranieri. Dopo un periodo di decadimento giunto fino alla chiusura, negli anni ’90 la Palazzina, sapiente-mente restaurata, è divenuta luogo di prestigio dove ospitare eventi culturali e mostre.

I cinesi nelle Marche lungo la via della seta

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8 Anno XXXI

14 Settembre 2014PAG