Alternativa News Numero 40

8
 Alternativa news In collaborazione con: Megachip Volume : 2 Numero: 40 Data: Agosto 2011 Sede: Gruppo Alternativa Liguria Di: Asta Paolo, Martini Claudio PAGINA 1 – Alternativa news n°40 IN QUESTO NUMERO 1 – Mobilitazione straordinaria – Di: Maurizio Landini [ pag. 1 ] 2 – Fiato alla Fiat – Di: Gianni Petrosillo [ pag. 2 ] 3 – Sapelli: “arginare la finanza che non ha niente a che fare con il mondo reale – Di: Andrea Di Stefano [ pag. 2 ] 4 – Opportunità oltre la crisi. Per una nuova organizzazione economica – Di: Gaetano Colonna [ pag. 3/4 ] 5 – La manovra contro i beni comuni – Di: Carmine Saviano [ pag. 4 ] 6 – Nebbia di guerra – Di: Pino Cabras [ pag. 5 ] 7 La tragedia di Tripoli e del Mediterraneo – Di: Pino Cabras [ pag. 5/6 ] 8 – L’uscita dall’euro prossima ventura – Di: Alberto Bagnai [ pag. 6/7/8 ] 9 Terza Guerra Mondiale? Di: Giulietto Chiesa [ pag. 8 ] MOBILITAZIONE STRAORDINARIA di Maurizio Landini - Segretario Generale della Fiom-Cgil .  Non era mai successo che per decreto legge un governo provasse a cancellare l'esistenza del Contratto Nazionale e aprisse alla libertà di licenziare. Inoltre il governo fa una legge "ad aziendam" pro Fiat violando principi costituzionali e la carta europea dei diritti dell'uomo. Tutto ciò all'interno di una manovra economica classista che per decreto colpisce in particolare i lavoratori dipendenti sia privati che pubblici, i pensionati ed i giovani, attaccando i principi democratici del nostro paese e non affrontando i nodi e le ragioni che hanno prodotto il debito pubblico e la crisi del nostro Paese. La Cgil deve trarre le dovute conseguenze dell'uso fatto dal governo dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e delle proposte delle parti sociali del 4 agosto 2011 e convocare urgentemente una riunione dei propri organismi dirigenti. E' una manovra, quella del governo, iniqua e sbagliata che colpisce i diritti e il salario dei lavoratori dipendenti, taglia i servizi sociali erogati dai Comuni e dalle Regioni, non colpisce l'evasione fiscale e la corruzione, non introduce una vera patrimoniale ed una vera lotta alle speculazioni finanziarie e non delinea nessuna nuova azione di politica industriale affermando l'idea tragica per il Paese che per uscire dalla crisi bisogna tagliare i diritti, il Contratto Nazionale e lo Statuto dei lavoratori. Una manovra in contrasto con il pronunciamento popolare avvenuto nei referendum dello scorso giugno, che riapre alla privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici. Così il Paese non esce dalla crisi, ma se ne mette in discussione la sua stessa coesione sociale. E' necessario pertanto mettere in campo fin dai prossimi giorni una campagna straordinaria di discussione e di mobilitazione in tutto il Paese, per cambiare radicalmente la manovra, compreso il ritiro dei provvedimenti che sanciscono la derogabilità delle leggi vigenti e del Contratto Nazionale e della libertà di licenziare in deroga all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, fino alla proclamazione dello sciopero generale.

Transcript of Alternativa News Numero 40

Page 1: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 1/8

 

Alternativa newsIn collaborazione con: Megachip 

Volume : 2Numero: 40Data: Agosto 2011Sede: Gruppo AlternativaLiguriaDi: Asta Paolo, MartiniClaudio

PAGINA 1 – Alternativa news n°40

IN QUESTO NUMERO

– Mobilitazione straordinaria – Di:Maurizio Landini [ pag. 1 ]

– Fiato alla Fiat – Di: Gianni Petrosillo [pag. 2 ]

– Sapelli: “arginare la finanza che nonha niente a che fare con il mondo reale –Di: Andrea Di Stefano [ pag. 2 ]

4 – Opportunità oltre la crisi. Per unanuova organizzazione economica – Di:Gaetano Colonna [ pag. 3/4 ]

– La manovra contro i beni comuni –Di: Carmine Saviano [ pag. 4 ]

6 – Nebbia di guerra – Di: Pino Cabras [pag. 5 ]

– La tragedia di Tripoli e delMediterraneo – Di: Pino Cabras [ pag.

/6 ]

8 – L’uscita dall’euro prossima ventura –Di: Alberto Bagnai [ pag. 6/7/8 ]

– Terza Guerra Mondiale? – Di:Giulietto Chiesa [ pag. 8 ]

MOBILITAZIONE STRAORDINARIA di Maurizio Landini - Segretario Generale della Fiom-Cgil .

 Non  era mai successo che per decreto legge un governo provasse acancellare l'esistenza del Contratto Nazionale e aprisse alla libertà dilicenziare. Inoltre il governo fa una legge "ad aziendam" pro Fiat violandoprincipi costituzionali e la carta europea dei diritti dell'uomo. Tutto ciòall'interno di una manovra economica classista che per decreto colpisce inparticolare i lavoratori dipendenti sia privati che pubblici, i pensionati ed igiovani, attaccando i principi democratici del nostro paese e non affrontando inodi e le ragioni che hanno prodotto il debito pubblico e la crisi del nostroPaese. La Cgil deve trarre le dovute conseguenze dell'uso fatto dal governodell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011 e delle proposte delle parti

sociali del 4 agosto 2011 e convocare urgentemente una riunione dei propriorganismi dirigenti.E' una manovra, quella del governo, iniqua e sbagliata che colpisce i diritti e ilsalario dei lavoratori dipendenti, taglia i servizi sociali erogati dai Comuni edalle Regioni, non colpisce l'evasione fiscale e la corruzione, non introduceuna vera patrimoniale ed una vera lotta alle speculazioni finanziarie e nondelinea nessuna nuova azione di politica industriale affermando l'idea tragicaper il Paese che per uscire dalla crisi bisogna tagliare i diritti, il ContrattoNazionale e lo Statuto dei lavoratori.Una manovra in contrasto con il pronunciamento popolare avvenuto nei

referendum dello scorso giugno, che riapre alla privatizzazione eliberalizzazione dei servizi pubblici.Così il Paese non esce dalla crisi, ma se ne mette in discussione la sua stessacoesione sociale.E' necessario pertanto mettere in campo fin dai prossimi giorni una campagnastraordinaria di discussione e di mobilitazione in tutto il Paese, per cambiareradicalmente la manovra, compreso il ritiro dei provvedimenti che sancisconola derogabilità delle leggi vigenti e del Contratto Nazionale e della libertà dilicenziare in deroga all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, fino allaproclamazione dello sciopero generale.

Page 2: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 2/8PAGINA 2 – Alternativa news n°40

Fiato alla Fiat - di  Gianni Petrosillo -

onflittiestrategie.it . 

Lo chiamavano mago ma era soltanto un altro illusionista che

aceva sparire gli oggetti dietro il fumo dei tubi di scappamento dirutte auto. Tuttavia, la realtà, questo bolide che corre più dellaantasia e della fantascienza, si è presto incaricata di lasciare sulosto l’incantatore ronzino che straparla a briglie sciolte. Era luihe tentava di estrarre dai cilindri di una utilitaria qualche prolificooniglio industriale e finanziario al fine di risollevare un’impresaecotta sopravvissuta per anni grazie ai salassi di Stato.

ffettivamente, Marchionne se l’è meritato il suo soprannomemagico avendo qualcosa in comune col più famoso maghetto dellaaga cinematografica Harry Potter.nnanzitutto, quegli occhialetti che gli danno un’aria apparente darimo della classe, un po’ rintontito dai complimenti e dalle suetesse potenzialità disattese. Poi c’è anche l’abilità di parlare ilerpentese che gli facilita la comunicazione col cobra della casaianca, Barack Obama, suo diavolo tentatore e consigliatore nellacalata a Chrysler. La Fiat doveva rinascere proprio grazie al toccoortentoso di tale carrozziere italo-canadese con il propulsore a

Washington ed il serbatoio in Svizzera, il quale si era messo “inestata” di rifare l’aerodinamica delle relazioni industriali nel

ostro paese seguendo il disegno dei suoi interessi imprenditoriali.Ma la messa a punto di questo finto cambiamento ha prodotto un

rande frastuono senza alcuna ripartenza. Non è difatti con laernice che si riparano gli urti.via in America e la bandiera a scacchi in Italia per conquistare il

radino più alto del podio, questi gli auspici ottimistici di stampa eddetti ai lavori prima che Fiat finisse ancora in coda al gruppo deioncorrenti. Purtroppo sono stati proprio i consumatori’oltreatlantico a far schiantare Marpionne contro una barriera dielusione e di mancati guadagni. Delle 50 mila 500 che costuiveva promesso di far scorrazzare nel 2011 sulle high waytatunitensi se ne sono viste gironzolare appena 8.500. Con questi

sultati da autodemolizione non si guadagna la testa dellaompetizione mondiale ma piuttosto si finisce in un canyon dierdite e di brutte figure.

Detto ciò, l’ad del Lingotto dovrebbe ora cominciare a chiudere laerratura della sua bocca larga quanto un cofano, far ventilare ilervello ormai surriscaldato e su di giri nonché abbassare lo spoilerella sua presunzione. Il suo bagaglio di doti manageriali si èvelato, valutando il peso delle cose tangibili prima ancora deglinnunci e delle promesse, un bagagliaio di chiacchiere e diracotanza che solo la servile stampa nostrana poteva celebrareome un rombo da fuoriserie. La Fiat perde olio su tutti i mercati,a gli ammortizzatori scarichi in Brasile dove è stata superata dalla

Volkswagen, sbanda pericolosamente negli Usa, come appenaetto, e singhiozza paurosamente anche in India dove rischia difasciarsi l’accordo con Tata. Può darsi che le autovetture di

Marchionne siano fatte della stessa sostanza dei sogni, almenotando alle recenti pubblicità, ma anche gli incubi, da quantoossiamo constatare, fanno parte della “materialità” onirica.miracolo del teatino si è rivelato un penoso derapamento al

uale noi di questo sito non abbiamo mai creduto. E non perchéfassimo per Sindacati, Confindustria e altre parti sociali. E’ andata

n scena una farsa alla quale hanno partecipato anche gli italiani iuali ancora si affidano ai piloti della patria venuti da lontano. Iostri connazionali pensavano fosse amore ed invece era unalesse, cioè una fregatura su quattro ruote trainata da un cavalloi Troia ospitante dentro di sé i pugnalatori che ci stanno

mettendo con le spalle al muro. Tutto ciò mentre non abbiamouasi più la forza di scendere e di spingere questo povero Paese.

Questo non è amor proprio. È proprio catalessi.

Sapelli: “Arginare la finanza che non ha niente ache fare con il mondo reale”  di   Andrea Di Stefano  -

ilfattoquotidiano.it .

 La crisi, secondo Giulio Sapelli, docente di storia dell’economia

presso l’Università Statale di Milano, la stanno creando i decisoriincapaci di assumere posizioni chiare e, in primis, il presidente dellaBce, Jean Claude Trichet. “La prima cosa da fare è mettere

immediatamente mano alla riforma del sistema finanziario. Bisogna

riapplicare tutte le norme che erano state varate dopo la crisi del 

1929, separando le banche commerciali da quelle d’investimento. I

dati che sono emersi sul comportamento delle banche che hannoricevuto ingenti risorse dalla Fed sono lì a parlare da sole: 16000

miliardi di dollari che sono stati utilizzati per fare giochi finanziari 

invece che per sostenere investimenti dell’economia reale” .Sapelli fa riferimento alle conclusioni del GAO (GovernementAccountability Office, la ragioneria dello Stato in versione Usa) che aluglio ha trasmesso al Congresso un voluminoso rapporto su comesono stati utilizzati 16 trilioni di dollari (16000 miliardi!!) erogati comeprestiti a tasso zero. La lista degli istituti beneficiari figura a pagina131 del rapporto. Ovviamente figurano tutte le principali banche Usa,Giapponesi e Europee: Citigroup (Usa): 2.500 miliardi di dollari (unavolta e un quarto la ricchezza prodotta in un anno dall’Italia e quasi

sei volte quella del Belgio), Morgan Stanley (Usa): 2.040 miliardi didollari, Merrill Lynch (Usa): 1.949 miliardi di dollari, Bank of America (Usa): 1.344 miliardi di dollari, Barclays Plc (Regno unito): 868 miliardidi dollari, Bear Sterns(Usa): 853 miliardi di dollari, Goldman

Sachs(Usa) : 814 miliardi di dollari, Royal Bank of Scotland (Uk): 541miliardi di dollari, JP Morgan Chase(Usa): 391 miliardi di dollari,Deutsche Bank (D): 354 miliardi di dollari,UBS (Svi) 287 miliardi didollari, Credit Suisse (Svi): 262 miliardi di dollari, Lehman

Brothers(Usa): 183 miliardi di dollari, Bank of Scotland (Uk): 181miliardi di dollari, Bnp Paribas (F): 175 miliardi di dollari.“Credo che sia indispensabile arginare logiche finanziarie che nullahanno a che fare con il mondo reale: basta pensare che i titoli di stato

hanno come collaterali dei derivati perché la stabilità del sistemaeconomico mondiale viene messa nelle mani di un oligopoliointernazionale come oggi è il sistema finanziario”.Professore ma non bisogna prima di tutto riportare sotto controllo i

conti pubblici? “Certo misure per migliorare i saldi degli stati vanno prese ma primadi tutto vanno ricostruite le condizioni economiche e sociali perchénon si distruggano le economie e la coesione sociale. Purtroppo iovedo un filo rosso tra situazione economica, incapacità della politica difare scelte collettive per far uscire i paesi dalla stagflazione e le rivoltedi Londra”Quindi non c’è il rigore avanti tutto? 

“Assolutamente no. Al secondo posto degli interventi da fare percreare le condizioni per non uscire tutti morti da questa crisi è toglierela Bce dalle mani del signor Clouzeau, come ormai possiamo chiamareJean Claude Trichet. La Banca centrale va liberata dall’egemoniatedesca che con la sua politica anti-inflazionistica ci spinge se non inuna seconda recessione in una pesante stagflazione”Le imprese, però, sono tornate a fare profitti come prima delloscoppio della bolla immobiliare e del debito ma non investono e iconsumi sono stagnanti?“Perché abbiamo bisogno del terzo intervento fondamentale peruscire da questa crisi: liberare dal fisco i redditi da lavoro e capitaleindustriale (quindi giù l’Irpef e via l’Irap), aumentare l’Iva soprattuttosui beni di lusso e spostare la fiscalità sulla rendita e sulle attivitàfinanziarie speculative. Mi rendo conto che non è semplice, ancheperché Obama, che aveva promesso grandi riforme a cominciare dallaVolcker rule cioè la separazione tra banche commerciali ed’investimento, si è fatto bloccare dalle lobby di Wall Street in unafuribonda spaccatura della business community statunitense che nonsi vedeva da tempo”.

Page 3: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 3/8PAGINA 3 – Alternativa news n°40

Opportunità oltre la crisi. Perna nuova organizzazioneconomica  di  Gaetano Colonna  -

arissa.it .ono ormai molti gli osservatori e glinalisti che riconoscono il significato divolta degli avvenimenti che da circa dueesi sconvolgono le economie

ell'Occidente. Non sono pochi nemmenouelli che collegano logicamente questivvenimenti alla cosiddetta "crisi dei

utui", sviluppatasi a partire dall'estate del007, che richiese misure straordinarie dialvataggio da parte del governo Usa e deioverni europei, per evitare il fallimento diolte istituzioni finanziarie mondiali,

ravate nei propri bilanci dall'azzeramentoel valore di ingenti capitali speculativi: unaerie di misure che, utilizzando denaroubblico per rifornire le casse delle grandianche, hanno ovviamente aumentato ilebito degli Stati occidentali e ne hannoapidamente ridotto la capacità di

tervento.ono fatti questi di cui Clarissa si occupò finall'autunno 2007 con rimarchevolerecisione, indicando, in un momento in cuiochissimi ancora lo facevano, la vastitàegli effetti che, cifre alla mano, quella crisipeculativa avrebbe potuto provocareull'economia mondiale: pur nonppartenendo agli specialisti dell'analisinanziaria, non siamo certo stati smentitiai fatti, cosa che dimostra che è possibilenche ai non addetti ai lavori comprendere

in certa misura prevedere i rischi delstema che domina l'economia mondialea decenni.uò apparire strano quindi che le classirigenti occidentali, nelle quali siedono

ome ministri o come consiglieri insigniconomisti, non abbiano potutoomprendere quello che non specialistirano già allora in grado di indicare alubblico come possibile conseguenza delenomeno che la speculazione dei subprime veva innescato.

Ma non è più così strano, se si considerahe le attuali classi dirigenti sonorogrammate per assoggettarsil'economia in quanto ne hannossimilato, senza alcuna personaleaborazione, gli assunti teorici, i luoghi

omuni ed i rituali, nonostante, comebbiamo avuto modo di dimostrare in altraede, essi siano assolutamente discutibili eel tutto privi della valenza scientifica che sittribuiscono. Per questo, anche queiader che si sono voluti proporre alle

roprie opinioni pubbliche come i piùortemente decisionisti (gli Obama, iarkozy, i Berlusconi), siedono ora suianchi di governo come scolaretti cheanno sbagliato il compito, pronti ad essereessi dietro la lavagna dal fantomatico

mercato”, cui i mass media continuano… 

… a riferirsi come alla divinità plasmatricedei destini dei nostri popoli.Per questo c'è davvero ben poco dameravigliarsi del fatto che l'economia abbiapreso il sopravvento sulla politica, comeora si legge ovunque sui giornali:l'economia infatti ha strutturalmente ilpredominio sulle società occidentali daalmeno un secolo, da quando cioè ilcapitalismo occidentale sviluppato dai Paesianglo-sassoni è divenuto il modello

mondiale di riferimento delle societàcontemporanee.Non a caso, oggi la crisi del capitalismooccidentale coincide puntualmente con lamaggiore crisi dell'egemonia mondialeanglo-sassone da un secolo a questa parte;non a caso, anche, questa crisi sta aprendoil varco ad un nuovo modello, quello cinese,che, sommando tradizione del "dispotismoorientale", etica confuciana e capitalismo diStato di ascendenza marxista-leninista, sipropone come il possibile Leviatano del

terzo millennio.Stupisce quindi semmai che nessuno deiricordati grandi decisori politici sollevi oggila questione di fondo, vale a dire che ilmodello economico alle cui regole essidebbono, ancora una volta, assoggettarsi,sta dimostrando il proprio decisivofallimento. Perché di questo in definitiva sitratta: la crisi odierna è epocale in quantorivela che i presunti assunti "scientifici" delmodello dell'economia capitalista anglo-sassone sono erronei e sono per questo

incapaci di conciliare le forze portantidell'economia moderna (lavoro, capitale,consumo) con gli assunti etici delle nostresocietà - libertà, eguaglianza, fraternità.Non è difficile quindi profetizzare che lemisure che i nostri governi stannoadottando, al di là della loro intrinsecainiquità, in quanto impongono ai cittadini diriempire con denaro frutto del propriolavoro le bolle speculative costruite dallegrandi istituzioni finanziarie, sono destinatea non risolvere i problemi attuali.Non è difficile sottolineare il fatto che,mentre vengono adottati con grandefacilità e velocità provvedimenti checolpiscono la capacità di sopravvivenzaeconomica di milioni di persone, pur dotatedi specifici diritti costituzionalmentegarantiti, gli stessi governi sono incapaci diadottare anche minimi provvedimentinecessari ad ostacolare la speculazionefinanziaria, nonostante i suoi protagonistied i suoi strumenti siano chiaramenteindividuabili, come abbiamo già spiegatoaltrove.

Non è difficile evidenziare la pochezza delleproposte che, dagli ambienti confindustriali(si veda ad esempio il manifesto in 9 puntidel Sole 24 Ore) come da quelli sindacali,vengono fornite ad una platea diimprenditori, lavoratori e professionisti…

…che pure da essi attendono la difesa dei

propri diritti ed interessi: anche questerisposte infatti sono in tutto figlie delpensiero unico economico che domina lenostre società e non riescono perciò adisegnare possibili alternative al modelloattuale.Il compito positivo che la gravità dellasituazione impone è, invece, proprioquesto: ripensare l'organizzazione socialedelle nostre comunità, partendo da assunti

diversi da quelli che ci vengono presentaticome verbo indiscutibile. Si tratta della solavia per rendere questa crisi occasione dirinnovamento, ridando opportunità esperanze a milioni di persone nei nostriPaesi.Ci limitiamo in questa sede a indicare trepunti essenziali, nella fondata speranza cheproporli ora susciti attenzione e dibattito eche da essi si possa partire per dare inizioad un cambiamento che non è solo allanostra portata, ma è precisamente quanto

ci viene richiesto dagli avvenimenti in cui,ricordiamolo, volenti o no, tutti siamocoinvolti, giacché, come scriveva Rudolf Steiner: "Quel che distingue i processieconomici è che noi ci troviamo dentro diessi; dobbiamo dunque osservarlidall'interno. Dobbiamo sentirci inseriti neiprocessi economici, come un essere che sitrovi dentro la storta del chimico dove sielabora una sostanza sotto l'azione delcalore". Per questo l'economia è una"scienza" così diversa da come la pensano e

vogliono farla pensare gli economisti!In primo luogo, occorre attribuire aimprenditori, produttori e consumatori ilpotere di autogoverno dell'economia,utilizzando se del caso istituzioni giàdelineate nella nostra costituzione, qualepotrebbe essere un Consiglio Nazionaledell'Economia e del Lavoro ovviamente deltutto rivisto per modalità di costituzione edi funzionamento. Non è quindi piùsufficiente la classica dialettica concertativafra organizzazioni datoriali da una parte esindacati delle maestranze dall'altra, conl'aiuto della mediazione politico-partitica:occorre che in una sede idonea siedano,portandone tutte insieme la responsabilità,appunto le diverse componenti del cicloeconomico (capitale, lavoro, consumo) persviluppare un intendimento comune da cuiscaturiscano decisioni condivise ecoordinate sull'economia, ove necessario incollegamento con analoghe istituzioni chesono già sviluppabili ad esempio a livelloeuropeo, potenziando organismi giàesistenti, ma attualmente investiti di ruolipuramente consultivi.In secondo luogo, deve essere affrontata inmodo nuovo la questione della formazione

della moneta e del credito. La moneta hautilità in quanto corrisponde a valori reali…

Page 4: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 4/8PAGINA 4 – Alternativa news n°40

e non apparenti e, per tale ragioneondamentale, la sua creazione deve trovareorrispondenza in proporzioni ragionevoliella presenza di beni, servizi o capitaliealmente fruibili. La sua creazione devessere attribuita allora alle stesse istituzionissociative che hanno il governoell'economia, e deve essere regolata sullaase delle esigenze effettive dellaroduzione e del consumo: non potrannoù essere la banche a detenere questo

otere fondamentale, trasformatosi nelempo nel potere di "creare debito", finol'ideazione di strumenti speculativi cheon possono più trovare spazio inn'economia sana.i conseguenza il credito deve tornarenche ad acquisire quella  funzione sociale, auo tempo prevista ad esempio daglirdinamenti italiani, che le normativeuropee degli anni Novanta hanno invecegnificativamente eliminato, per farnerumento di puro profitto.

e vediamo infatti la formazione del capitaleriginarsi non dal mercato divinizzato maalle capacità di innovazione,rganizzazione e gestione produttivaspresse dalle libere facoltàell'imprenditore, è chiaro che il processo dinanziarizzazione dell'economia, in cuienaro genera denaro, sviluppatosi conorza crescente negli ultimi trent'anni,appresenta la vera origine strutturale dellarisi attuale. Un'origine per altro radicata incune delle più pericolose caratteristicheel sistema finanziario anglo-sassone, finoalle sue origini ottocentesche:aratteristiche di asservimento dei popoli,ediante appunto un sofisticato uso

peculativo del debito, cui laondializzazione, matematizzazione eformatizzazione del sistema finanziarioanno dato enormi possibilità operative, inssenza di entità politiche dotate dellaolontà di contrastarne il crescente potere.ssendo l'accumulazione del denaro

mproduttivo una delle non ultimeremesse della speculazione finanziaria, da

n lato, mentre, dall'altro, l'allocazioneroduttiva dei capitali rimane fondamentaleer la vita economica, si pone ormai inodo pressante anche la questione della

mitazione temporale del valore dellaoneta - già da tempo sollevata da

umerosi critici del capitalismo: si tratta din tema fondamentale che non puòttendere oltre, potenziato com'èall'enorme velocizzazione delle transazioniediante gli strumenti elettronici, una delle

on ultime concause della "volatilità" dei

ercati finanziari. terzo luogo, conseguente a quanto

ppena detto, il ciclo del denaro, oltre allesi fondamentali dello scambio e del

restito, deve vedere potenziata, in formeer altro già attualmente prefigurate…

…(si pensi ad esempio all'importantesviluppo delle attività dei donor  internazionali), la fase del dono. Attraversola donazione si possono e si debbonolimitare i meccanismi di accumulazione dicapitale oggi sottratto allo sviluppo dellelibere attività economiche per essereindirizzato alla speculazione: è davveroparadossale leggere che le medesimeistituzioni chiudano, per realizzare minimeeconomie, prestigiose istituzioni culturali

italiane mentre tollerano che in poche orenelle borse centinaia di miliardi di eurovengano bruciati dalla speculazionefinanziaria. È forse il maggiore, il più graveparadosso per un'economia che l'UnioneEuropea, nel 2000, a Lisbona, ha proclamatodi voler fondare sulla conoscenza...Mediante libere donazioni, invece, il denarosi potrà indirizzare, con maggiori beneficiper il donatore di quanto oggi non siaprevisto, proprio alle aree no-profit dimaggiore utilità sociale, tra le quali in primo

luogo dobbiamo annoverare la cultura,l'arte, l'istruzione-formazione, l'educazione -ambiti fondamentali che l'Occidente delcapitalismo finanziario ha ridottoall'abbandono o alla purastrumentalizzazione politica, senzacomprendere che proprio nel pienoesprimersi delle capacità spiritualidell'individuo risiede la vera forza, ancheeconomica, dell'avvenire.

La manovra contro i beniLa manovra contro i beniLa manovra contro i beniLa manovra contro i beni

comunicomunicomunicomuni di Carmine Saviano.

UUUUn decreto incostituzionale. La manovra di

ferragosto? Un attacco in piena regola ai benicomuni. Condotto attraverso la proposta dimodifica dell’art. 41 della Costituzione cheprevede la cancellazione del controllo politicosull’attività economica. Il comitato di giuristipromotore del referendum sull’acqua

pubblica torna in campo. Con un appello, incui si denuncia la natura “privatistica e neo-liberista” delle misure varate dal governoBerlusconi. “Non può essere riproposta laprivatizzazione\liberalizzazione dei servizipubblici locali”. E ancora: “Il clima diemergenza internazionale va verificato nellasua reale portata politica prima di affrettaremanovre di pareggio dei conti in contrastocon i valori di solidarietà sociale della nostraCostituzione”.L’appello. L’obiettivo è serrare le fila delmovimento referendario. Dare portatapolitica alla vittoria dello scorso giugno. “Ilpopolo ha fatto pervenire un’indicazionepolitica chiara volta a riequilibrare il rapportofra privato e pubblico a favore diquest’ultimo, dando immediata e pienaattuazione agli artt. 41, 42 e 43 dellaCostituzione”. Poi l’appello rivolto ai partiti,ai sindacati, ai cittadini: “Di fronte a questoscenario sconcertante, rivolgiamo un appelloal movimento referendario tutto, per darefinalmente voce autorevole e rappresentanzapolitica seria alla necessità urgente di

invertire la rotta rispetto alla privatizzazioneed al saccheggio dei beni comuni”.

Page 5: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 5/8PAGINA 5 – Alternativa news n°40

Nebbia di guerradi Pino Cabras - Megachip.

Siamo in piena nebbia di guerra. Circolano

mmagini di Gheddafi morto, che sonovidenti falsi, ma molti siti dei giornali leresentano lo stesso con il dubbio, e intantoolpiscono l'immaginario collettivo e loredispongono al parossismo della battaglianale. Era accaduto così anche peruell'incredibile farsa dell'uccisione di Bin

aden. Poi che succede? Annunciano laattura del figlio di Gheddafi, i media lamplificano in mondovisione, ma Seif el

lam in persona si incarica di smentirlaomposamente. La Repubblica scrive neitoli che il rais ha ordinato di sparare aiambini, cosa falsa, ma nasconde chespedali e obitori sono al collasso per iorti causati dai bombardamenti NATO.olti i bambini.nasconde da parte di tutta la fabbrica

ella menzogna mondiale che sono presenti

forze a Tripoli le truppe speciali dei paesiATO, in spregio perfino della vergognosasoluzione 1973 che ha ucciso l'ONU primaella Libia. Il mainstream è totalmenteattendibile. Le poche voci indipendentinno un lavoro impossibile, svuotano unounami con i cucchiaini.

a portata delle falsità e delle complicitàelle redazioni dei giornali non ha forserecedenti altrettanto clamorosi. Di fronte ana simile mole di operazioni psicologiche,enzogne, annunci inattendibili, foto false,

queste ore concitate - per chi non haezzi redazionali sufficienti - è un ottimoodo di cominciare il lavoro fare unaccola operazione preliminare: non credereer principio ai grandi media e ai governi.hi si fida ancora di Al Jazeera e CNN? Sononormi strutture embedded .

corollario è che occorre cercare fontiternative, che possono però fuorviare ossere soggette anch'esse all'influenza dilse notizie, imbeccate in modo funzionalel'operazione propagandistica nel suo

sieme.a deve essere chiaro che il livello dianipolazione è tale che occorre

pertamente ipotizzare che esistano interiet allestiti per creare una narrazioneotalmente inventata. In Qatar esistono:fficialmente per addestrare soldati allauerriglia urbana, ma adatti a creare –erché no? – lo sfondo per qualche abiledeo, o qualche foto glamour sui ribelliroici. I precedenti abbondano.rcola anche un raffronto fra le immagini

ostrate dalle TV della Piazza Verde - dovesera della "spallata" a Tripoli si sarebberodunate decine di migliaia di persone chesteggiavano "la fine del regime" - con

mmagini precedenti di quella piazza senza iibelli". Mi appello con urgenza a fotografi..

…esperti che valutino prospettive eparallassi, trovino immagini recenti dellapiazza. E che analizzino eventualiristrutturazioni, modifiche, ecc. Sul webcircola infatti un accostamento fra leimmagini della manifestazione anti-Gheddafi (le migliaia di personetemerariamente festanti nel pieno di unbombardamento) e le immagini degli edificivisibili, in particolare la porta di Bab el-Aziza.Come nel “trova le differenze” dei

settimanali enigmistici, si notano alberi elampioni che mancano, difformità negliintonaci e nei fregi, ecc.Non sto annunciando uno scoop. Non cercoscoop. Non c’è tempo. Ma possiamosfruttare la rete, le competenze collettiveper capire se queste immagini sono vere,visto l’accumulo rapido di falsità che via viahanno reso non credibile la narrazione delmainstream mediatico.Il sospetto non è complottismo: è sfiducianel lavoro del grande giornalismo, grande

solo nei mezzi soverchianti. Faccio appello ailettori per capire se non siamo dentro il setdi una guerra mondiale, posto che siamodentro la nebbia di guerra.

La tragedia di Tripoli edel Mediterraneo

di Pino Cabras - Megachip.

Si consuma una grande tragedia, in questeore, sulle altre sponde del nostro mare, traTripoli e Gaza. Sono le avvisaglie di undramma e di un disordine più vasto, chearriverà addosso anche a milioni di cittadinieuropei inconsapevoli. In Libia, le notizieprovengono in prevalenza dalla NATO, nel

suo ruolo di armata coloniale. È una fonteinteressata, ed è una fonte che finora èstata smaccatamente inattendibile. Purscontate le sue menzogne, la spallata

contro Tripoli registra un successo militarereale, perfino mettendo da parte le notizieesagerate sulle folle festanti. C’è morte edistruzione e c’è la fine di uno statosovrano.La spallata si è sostanziata nella stessatattica usata dalla NATO nelle altre cittàfatte conquistare per poche ore ai “ribelli”,

altrimenti incapaci di qualsiasi progresso:anche a Tripoli la condotta militare èconsistita in un attacco aereo spietato cheha colpito i civili, creato panico, subissato difuoco le difese locali, in modo da farpenetrare le forze minoritarie ecaoticamente disgregatrici dei "ribelli". Inparte Iraq e in parte Somalia, con in piùl’accanimento contro la capitale lealista. Econ in più, ancora, una copertura mediaticache sforna una serie interminabile di notiziefalse. I media sono stati usati come un’arma

psicologica chiave con una potenza maiusata prima. È una tragedia nella tragedia,perché i media sono sempre più docili versoil flusso di notizie che garba al poteremilitare. E questo aprirà le porte al peggio.Non è un caso che le voci giornalistiche non

embedded  presenti a Tripoli siano soggetteproprio adesso a un attacco fisico diretto eimplacabile. Cecchini hanno sparato aMahdi Nazemroaya, che sinora hasmascherato molte menzogne di guerra (daultimo la conquista dell’aeroporto di Tripoli)e copre i fatti libici anche per Russia Today.E' scampato all'agguato. Intanto, l’hotelMarriott sarebbe in fiamme dopo che icecchini hanno tentato di assassinare ancheun altro giornalista indipendente, Franklin

Lamb. Non abbiamo ancora notizie diThierry Meyssan.Data la capacità e la visione strategicadimostrata dal regime di Gheddafi rispettoallo strapotere tecnologicamente superiorema indiscriminato della NATO, alla fine laNATO ha dovuto dare massima priorità allamanipolazione, fino a raccontare nei giorni

scorsi conquiste inesistenti, espugnazioni diaeroporti, basi militari, strade e altri luoghi,tutti mai raggiunti fino ad allora dallemodestissime forze dell’ArmataBrancaleone di Bengasi. Era “fumo di…

Page 6: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 6/8PAGINA 6 – Alternativa news n°40

L'uscita dall'euro prossima ventura 

i    Alberto Bagnai -

manifesto.it .

Un anno fa, discorrendo con

ristide, chiedevo come mai lanistra italiana rivendicasseon tanto orgoglio la paternitàell’euro: non vedeva quantosso fosse opposto agli

nteressi del suo elettorato?

na domanda simile a quella diossanda. Aristide, economistai sinistra, mi raggelò: “carolberto, i costi dell’euro, comeici, sono noti, tutti i manuali liustrano. Li vedevano anche iostri politici, ma nonotevano spiegarli ai lorolettori: se questi avesserootuto confrontare costi eenefici non avrebbero maiccettato l’euro.enendo gli elettori all’oscurobbiamo potuto agire,

mettendoli in una impassealla quale non potrannoscire che decidendo di fare laosa giusta, cioè di andarevanti verso la totale unione,scale e politica, dell’Europa.”

nsomma: “il popolo non sauale sia il suo interesse: perortuna a sinistra lo sappiamo

lo faremo contro la suaolontà”.

vvero: so che non sai nuotareche se ti getto in piscina

ffogherai, a meno che tu nondecida liberamente” di fare laosa giusta: imparare auotare. Decisione cherenderai dopo un lealeibattito, basato sul fatto chearrivo alle spalle e ti spingo

n acqua. Bella democrazia inn intellettuale di sinistra!

Questo agghiacciante

aternalismo può sembrareiù fisiologico in unemocristiano, ma nonovrebbe esserlo. “Bello è din regno come che siaacquisto”, dice Re Desiderio…

… guerra” che nascondeva il vero martellamento, l’azione della NATO che bombardava le condotte idriche, i potabilizzatori, le autostrade, leentrali elettriche, le famiglie dei dirigenti libici, i media. Senza risparmio di uranio impoverito. Questa non è una battaglia di civili contro unittatore. Questa è una tipica Guerra NATO del XXI secolo. L’ennesima guerra «Shock and Awe», che colpisce, sgomenta, sfrutta ilotenziale demoralizzante delle stragi di bambini: metodi da guerra totale. Cosa tutto questo abbia a che fare con la risoluzione 1973 delonsiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che chiedeva l'istituzione immediata di una tregua e la fine completa delle violenze e deglittacchi ai danni dei civili, sarà materia di valutazione degli storici, visto che i politici nostrani accettano ogni bugia, mentre il fu movimentoacifista italiano è una barzelletta, sempre più oscena.a sconfitta di Gheddafi non aprirà la strada a nessun processo democratico. Aprirà semmai nuovi corridoi al precipitare delle crisieopolitiche contemporanee.

… Il cattolico Prodi l’Adelchi

l’ha letto solo fino a qui.Proseguendo, avrebbe vistoche per il cattolico Manzoni laRealpolitik finisce in tragedia: ilfine non giustifica i mezzi. Lanemesi è nella convinzione che“più Europa” risolva iproblemi: un argomento la cuifutilità non può essereapprezzata se prima non sianalizza la reale natura delletensioni attuali.

Il debito pubblico non c’entra. Sgomenta l’unanimità con laquale destra e sinistracontinuano a concentrarsi suldebito pubblico. Che lo facciala destra non è strano: ilcontrattacco ideologicoall’intervento dello Statonell’economia è il fulcro della“controriforma” seguita alcrollo del muro. Questo aRossanda è chiaro. Le ricordo

che nessun economista ha maiasserito,  prima del trattato diMaastricht, che la sostenibilitàdi un’unione monetariarichieda il rispetto di soglie suldebito pubblico (il 60% di cuiparla lei).Il dibattito sulla “convergenzafiscale” è nato dopo Maastricht, ribadendo il fattoche queste soglie sonoinsensate. Maastricht è unmanifesto ideologico: menoStato (ergo più mercato). Maperché qui (cioè a sinistra?)nessuno mette Maastricht indiscussione? Questo Rossandanon lo nota e non se lo chiede.Se il problema fosse il debitopubblico, dal 2008 la crisiavrebbe colpito prima la Grecia(debito al 110% del Pil), e poiItalia (106%), Belgio (89%),Francia (67%) e Germania(66%). Gli altri paesi

dell’eurozona avevano debitipubblici inferiori. Ma la crisi èesplosa prima in Irlanda(debito pubblico al 44% delPil), Spagna (40%), Portogallo(65%), e solo dopo Grecia e…

… Spagna l’inflazione non stava

convergendo verso quella deipaesi “virtuosi”.I Pigs erano un club a parte,distinto dal club del marco(Germania, Francia, Belgio,ecc.), e questo sì che era unproblema: gli economistisanno da tempo che tassi diinflazione non uniformi inun’unione monetariaconducono a crisi di debito

estero (prevalentemente

 privato).Inflazione e debito estero. Se in X i prezzi crescono più infretta che nei suoi partner, Xesporta sempre meno, eimporta sempre più, andandoin deficit di bilancia deipagamenti. La valuta di X,necessaria per acquistare ibeni di X, è meno richiesta e ilsuo prezzo scende, cioè Xsvaluta: in questo modo i suoi

beni ridiventano convenienti, elo squilibrio si allevia. Effettiuguali e contrari si producononei paesi in surplus, la cuivaluta diventa scarsa e siapprezza. Ma se X è legato aisuoi partner da un’unionemonetaria, il prezzo dellavaluta non può ristabilirel’equilibrio esterno, e quindi lesoluzioni sono due: o Xdeflaziona, o i suoi partner insurplus inflazionano.Nella visione keynesiana i duemeccanismi sonocomplementari: ci si devevenire incontro, perché surpluse deficit sono due facce dellastessa medaglia (non puoiessere in surplus se nessuno èin deficit). Ai tagli nel paese indeficit deve accompagnarsiun’espansione della domandanei paesi in surplus. Ma lavisione prevalente è

asimmetrica: l’unica inflazionebuona è quella nulla, i paesi insurplus sono “buoni”, e sono i“cattivi” in deficit a doverdeflazionare, convergendoverso i buoni. E se come i Pigs..

… non ci riescono? Le entrate

da esportazioni diminuiscono eci si deve indebitare conl’estero per finanziare leproprie importazioni. I paesi ainflazione più alta sono anchequelli che hanno accumulatopiù debito estero dal 1999 al2007: Grecia (+78 punti di Pil),Portogallo (+67), Irlanda (+65)e Spagna (+62). Con il debitocrescono gli interessi, e si entranella spirale: ci si indebita con

l’estero per pagare gli interessiall’estero, aumenta lo spread escatta la crisi.Lo spettro del 1992. E l’Italia? Dice Rossanda: “ilnostro indebitamento èsoprattutto all’interno”. Non èpiù vero. Pensate veramenteche ai mercati interessi con chiva a letto Berlusconi? Pensateche si preoccupino perché ildebito pubblico è “alto”? Ma il

nostro debito pubblico è soprail 100% da 20 anni, e i nostrigoverni, anche se menofolcloristici, sono stati spessopiù instabili.Non è questo che preoccupa imercati: quello che lipreoccupa è che oggi, comenel 1992, il nostroindebitamento con l’estero staaumentando, e che questoaumento, come nel 1992, èguidato dall’aumento deipagamenti di interessi suldebito estero, che è inmassima parte debito privato,contratto da famiglie eimprese (il 65% delle passivitàsull’estero dell’Italia sono diorigine privata).Cui Prodest?

Calata nell’asimmetriaideologica mercantilista (i“buoni” non devonocooperare) e monetarista

(inflazione zero) la sceltapolitica di privarsi dellostrumento del cambio diventastrumento di lotta di classe. Seil cambio è fisso, il peso dell’…

Page 7: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 7/8PAGINA 7 – Alternativa news n°40

aggiustamento si scarica suirezzi dei beni, che possonominuire o riducendo i costiuello del lavoro, visto che

uello delle materie prime nonpende da noi) o aumentando

produttività. Precarietà eduzioni dei salari sono dietroangolo.a sinistra che vuole l’euro maon vuole Marchionne mi fa

n po’ pena. Chi noneflaziona accumula debitostero, fino alla crisi, in seguitola quale lo Stato, per evitare

collasso delle banche, siccolla i debiti dovuti agliquilibri esterni,asformandoli in debitiubblici.la privatizzazione dei profitti

egue la socializzazione delleerdite, con il vantaggio di

oter incolpare a posteriori  ilanci pubblici. La scelta non è

e deflazionare o meno, ma serlo subito o meno.na scelta ristretta, ma soloerché l’ottusità ideologica

mpone di concentrarsi sulntomo (lo squilibrio pubblico,he può essere corretto sologliando), anziché sulla causa

o squilibrio esterno, cheotrebbe essere corretto

ooperando).la domanda di Rossandanon c’è stato qualcherrore?” la risposta è quellahe dà lei stessa: no, non c’èato nessun errore. Lo scopo

he si voleva raggiungere, cioè“disciplina” dei lavoratori, è

ato raggiunto: non sarà “dinistra”, ma se voleteontinuare a chiamareinistra” dei governi “tecnici”

guida democristianaccomodatevi. Lo dice ilanuale di Acocella: il “cambio

orte” serve a disciplinare indacati.ù Europa? 

econdo la teoria economican’unione monetaria puòeggere senza tensioni suialari se i paesi sonoscalmente integrati, poichéò facilita il trasferimento disorse da quelli in espansione

quelli in recessione. Unaoluzione” che interviene a

alle, cioè allevia i sintomi,enza curare la causa (gliquilibri esterni). È il famosopiù Europa”. Un esempio:steggiamo quest’anno il…

…150° anniversario dell’unionemonetaria, fiscale e politica delnostro paese. “Più Italia”l’abbiamo avuta, non vi pare?Ma 150 anni dopo laconvergenza dei prezzi fra levarie regioni non è completa, eil Sud ha un indebitamentoestero strutturale superiore al15% del proprio Pil, cioèsopravvive importando capitali

dal resto del mondo (ma ineffetti dal resto d’Italia).Dopo cinquanta anni diintegrazione fiscale nell’Italia(monetariamente) unitaabbiamo le camicie verdi inPadania: basterebbero diecianni di integrazione fiscalenell’area euro, magari a colpidi Eurobond, per riavere lecamicie brune in Germania.L’integrazione fiscale non è

politicamente sostenibileperché nessuno vuole pagareper gli altri, soprattuttoquando i media, schiavidell’asimmetria ideologica,bombardano con il messaggioche gli altri sono pigri, pocoproduttivi, che “è colpa loro”.Siano greci, turchi, o ebrei,sappiamo come va a finirequando la colpa è degli altri.Deutschland über alles. 

Le soluzioni “a valle” dellosquilibrio esterno sonopoliticamente insostenibili, malo sono anche quelle “amonte”. La convivenza conl’euro richiederebbe l’uscitadall’asimmetria ideologicamercantilista. Bisognerebbeprevedere simmetrici incentivial rientro per chi si scostasse inalto o in basso da un obiettivodi inflazione. Il coordinamento

del quale Rossanda parlaandrebbe costruito attorno aquesto obiettivo.Ma il peso dei paesi “virtuosi”lo impedirà. Perché l’euro èl’esito di due processi storici.Rossanda vede il primo (ilcontrattacco del capitale perrecuperare l’arretramentodeterminato dal new dealpost-bellico), ma non ilsecondo: la lotta secolare dellaGermania per dotarsi di unmercato di sbocco. Ci si estasia(a destra e a sinistra) per ilsuccesso della Germania, la“locomotiva” d’Europa, checresce intercettando ladomanda dei paesi emergenti.Ma i dati che dicono? Dal…

…1999 al 2007 il surplustedesco è aumentato di 239miliardi di dollari, di cui 156realizzati in Europa, mentre ilsaldo commerciale verso laCina è peggiorato di 20 miliardi(da un deficit  di -4 a uno di -24).I giornali dicono che laGermania esporta in Oriente ecosì facendo ci sostiene con la

sua crescita. I dati dicono ilcontrario. La domanda deipaesi europei, drogata dalcambio fisso, sostiene lacrescita tedesca. E la Germanianon rinuncerà a un’asimmetriasulla quale si sta ingrassando.Ma perché i governi“periferici” si sono fattiabbindolare dalla Germania?Lo dice il manuale di Gandolfo:la moneta unica favorisce una

“illusione della politicaeconomica” che permette aigoverni di perseguire obiettivipoliticamente improponibili,cavandosela col dire che sonoimposti da istanzesopraordinate (quante volte cisiamo sentiti dire “l’Europa cichiede...”?). Il fine (della lottadi classe al contrario)giustificava il mezzo(l’ancoraggio alla Germania).

La svalutazione rende ciechi. È un film già visto. Ricordate loSme “credibile”? Dal 1987 al1991 i cambi europei rimaserofissi. In Italia l’inflazione salì dal4.7% al 6.2%, con il prezzo delpetrolio in calo (ma i cambifissi non domavanol’inflazione?). La Germaniaviaggiava su una media del 2%.La competitività italianadiminuiva, l’indebitamento

estero aumentava, e dopo larecessione Usa del 1991 l’Italiadovette svalutare.Svalutazione! Provate a direquesta parola a un intellettualedi sinistra. Arrossirà disdegnato pudore virginale.Non è colpa sua. Da decenni lobombardano con il messaggioche la svalutazione è una diquelle cosacce che provocanouno sterile sollievotemporaneo e orrendi danni dilungo periodo.Non è strano che un sistema aguida tedesca sia retto dalprincipio di Goebbels: bastaripetere abbastanza una bugia

erché diventi una verità. Ma…

… cosa accadde dopo il 1992?L’inflazione scese di mezzopunto nel ’93 e di un altromezzo nel ’94. Il rapportodebito estero/Pil si dimezzò incinque anni (da -12 a -6 puntidi Pil). La bolletta energeticamigliorò (da -1.1 a -1.0 punti).Dopo uno shock iniziale, l’Italiacrebbe a una media del 2% dal1994 al 2001. La lezioncina sui

danni della svalutazione(genera inflazione, procura unsollievo solo temporaneo, nonce la possiamo permettereperché importiamo il petrolio)è falsa.Irreversibile? Si dice che la svalutazione nonsarebbe risolutiva, e che leprocedure di uscita non sonopreviste, quindi... Quindi cosa?Chi è così ingenuo da non

vedere che la mancanza diprocedure di uscita è solo unespediente retorico, il cuiscopo è quello di radicare nelpubblico l’idea di una“naturale” o “tecnica”irreversibilità di quella che infondo è una scelta umana epolitica (e come talereversibile)?Certo, la svalutazionerenderebbe più oneroso il

debito definito in valutaestera. Ma porterebbe da unasituazione di indebitamentoestero a una di accreditamentoestero, producendo risorsesufficienti a ripagare i debiti,come nel 1992. Se non lofossero, rimarrebbe lapossibilità del default .Prodi vuol far sostenere unaparte del conto ai “grossiinvestitori istituzionali”? Bene:

il modo più diretto per farlonon è emettere Eurobond“socializzando” le perdite abeneficio della Germania (colrischio camicie brune), madichiarare, se sarà necessario,il default, come hanno già fattotanti paesi che non sono staticancellati dalla geografiaeconomica per questo.È già successo e succederà. “Imercati ci puniranno, finiremostritolati!”. Altra idiozia. Perdecenni l’Italia è cresciutasenza ricorrere al risparmioestero. È l’euro che,stritolando i redditi e quindi irisparmi delle famiglie, hacostretto il aese a..

Page 8: Alternativa News Numero 40

8/4/2019 Alternativa News Numero 40

http://slidepdf.com/reader/full/alternativa-news-numero-40 8/8AGI A 8 Al i °40

indebitarsi con l’estero. Ilsparmio nazionale lordo,abile attorno al 21% dal 1980

1999, è scesoostantemente da allora fino accare il 16% del reddito.ello stesso periodo leassività finanziarie dellemiglie sono raddoppiate, dal

0% all’80%. Rimuoviamoeuro, e l’Italia avrà meno

sogno dei mercati, mentre iercati continueranno ad

vere bisogno dei 60 milioni dionsumatori italiani.on faccia la sinistra ciò che fa

destra. all’euro usciremo, perché allane la Germania segherà ilmo su cui è seduta. Sta allanistra rendersene conto eestire questo processo,nziché finire sbriciolata. Non

o parlando delle prossimeezioni. Berlusconi se nendrà: dieci anni di euro hannoeato tensioni tali per cui laacelleria sociale deve oravorare a pieno regime. E glihizzi di sangue stonanoeno sul grembiule rosso.

arà ancora una volta concessola sinistra della Realpolitik diestire la situazione, perchésiste un’altra illusione della

olitica economica, quella chende più accettabili politichedestra se chi le attua dice di

ssere di sinistra. Ma gliettori cominciano a intuire

he la macelleria sociale si puòhiudere uscendo dall’euro.ara Rossanda, gli operai nonono “scombussolati”, comece lei: stanno solo capendo.

Peccato e vergogna nonstano nascosti”, dice lo

pirito maligno a Gretchen.osì, dopo vent’anni diealpolitik , ad annaspare doveon si tocca si ritrovano iolitici di sinistra, stretti fra laecessità di ossequiare lananza, e quella di giustificare

loro elettorato una sceltascista non tanto per le sue

onseguenze di classe, quantoer il paternalismo con il qualestata imposta.

espongono così alle

cursioni delle varie Marine Leen che si stanno affacciando

paesi di democrazia piùompiuta, e presto anche daoi. Perché le politiche diestra, nel lungo periodo,…

… avvantaggiano solo la destra.Ma mi rendo conto che in unpaese nel quale basta unalegislatura per meritarsi unapensione d’oro, il lungoperiodo possa non essere unproblema dei politici di destrae di sinistra. Questo spiegatanta unanimità di vedute.

TERZA GUERRA MONDIALE?TERZA GUERRA MONDIALE?TERZA GUERRA MONDIALE?TERZA GUERRA MONDIALE?Un lettore scrive a Giulietto Chiesa:

S  alve Sig. Chiesa, ho visto su Youtube una sua

intervista in cui dichiarava che si sta avvicinando laterza guerra mondiale. Al di là del fatto che gli sconvolgimenti di questi giorni possono indurre a

 pensare ciò, la sua intervista era di molto tempo fa. Locrede ancora? Quali elementi erano e sono a suadisposizione per dire una cosa simile? E fra quanto

 potrebbe accadere? Mi risponda, grazie. La seguo e sono convinto che dice cose giuste..ma nontutto. Fabrizio Guglielmi. Sig. Guglielmi,non sono un profeta, ma leggo i dati. Considero tutti questiavvenimenti come sintomi di una crisi planetaria molteplice e nonpiù evitabile.Cosa avverrà, quando avverrà, come avverrà non lo so. So che itempi sono stretti perché tutte le crisi insieme stanno giungendoquasi simultaneamente al punto di rottura. La stessa guerramondiale, in questo senso, sta già cominciando. Ma basti una cifra.Tra cinque anni la Cina attuale sarà diventata, ai ritmi attuali dicrescita, una Cina e mezza, anzi un po’ di più. E l'Occidente tuttointero non crescerà più per niente, cioè entrerà in una spaventosarecessione. A quel momento non ci sarò più spazio per la Cina e perl'Occidente su questo pianeta da oltre 7 miliardi di individui (all'iniziodel secolo XX erano 1,5 miliardi).Lei pensa che i trecento milioni di americani, che vedono svanire laloro supremazia mondiale, accetteranno di «negoziare il propriotenore di vita»? Se lei lo pensa dorma pure sonni tranquilli. Io non lopenso. Vedo anzi che gli Stati Uniti stanno scivolando verso unrigurgito imperiale pauroso, che spingerà il futuro presidente USA aporre mano alla sua potenza militare. Mi pare che sia stato BertoltBrecht a dire nel 1942 una cosa molto acuta: quando l'America

precipiterà nel fascismo, sarà un fascismo democratico. C'è già. Ifascismi hanno sempre fatto le guerre. Questo sarà un fascismoimperiale. Quando ce ne accorgeremo sarà tardi.